ZAGARRIO GIUSEPPE
ZAMPA GIORGIO
ZANELLA GIACOMO
ZANGRANDI RUGGERO
ZANOTTI CAVAZZONI FRANCESCO MARIA
ZANOTTI GIAMPIERO
ZANOTTO SANDRO
ZANZOTTO ANDREA
ZAPPI GIAMBATTISTA FELICE
ZARRI ADRIANA
ZAVATTINI CESARE
ZENA REMIGIO, pseudonimo di Gaspare Invrea
INDICE DEGLI
AUTORI STORICI
ZENDRINI BERNARDINO
ZENO APOSTOLO
ZINGARELLI NICOLA
ZITO VINCENZO
ZORUTTI PIETRO
ZORZI BARTOLOMEO
ZORZI RENZO
ZOTTOLI ANGELANDREA
ZUCCA GIUSEPPE
ZUCCOLO LUDOVICO, detto il Piacentino
ZUCCONI GUGLIELMO
ZUMBINI BONAVENTURA
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INDICE DEGLI AUTORI
CONTEMPORANEI
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Z
ZAGARRIO GIUSEPPE (Ravanusa [AG] 1921-2010) - Insegnante a
Firenze e collaboratore di riviste specializzate come «Il Ponte» e «Quartiere», nel 1971 ha fondato la rivista «Quasi» dove ha pubblicato importanti analisi sull’evoluzione del linguaggio e sugli sviluppi della poesia
contemporanea. A questi temi ha anche dedicato saggi ricchi di documentazione, come «Struttura e impegno: la poesia» (1966), «Luzi» (1968),
«Quasimodo» (1969), «Poesia tra editoria e anti» (1970), «Febbre,
furore e fiele. Repertorio della poesia italiana contemporanea 19701980» (1983). Ha inoltre pubblicato il volume antologico «Sicilia e poesia contemporanea» (1964) e raccolte poetiche fondate su una calda fusione di spiriti visionari e di analisi psicologico-ambientali, come «Le
stagioni di maggio» (1953), «A questa terra non nostra» (1956), «Tra il
dubbio e la ragione» (1963), «Eppure… antologia delle poesie 19471991» (1993).
ZAMPA GIORGIO (San Severino Marche [MC], 1921-2008) - Studioso di letteratura tedesca, è stato docente all’Istituto universitario Vittorio Alfieri di Firenze e all’università di Urbino. Ha tradotto i «Racconti» (1961) e «Il processo» (1973) di Kafka, «I quaderni di Malte LauridsBrigge» (1943) e «La storia del buon Dio» (1948) di Rilke, i «Turbamenti del giovane Törless» (1959) di Musil. I suoi saggi critici sono
riuniti in «Rilke, Kafka, Mann. Letture e ritratti tedeschi» (1968). Amico
e studioso di Montale, ne ha curato gli scritti critici («Sulla poesia»,
1974) e un’edizione di «Tutte le poesie» (1984). Ha collaborato con «Il
Giornale» e con «Panorama».
ZANELLA GIACOMO (Chiampo [VI]
1820-Cavazzale [VI] 1888) - Ordinato sacerdote, subito dopo fu nominato professore di Lettere Italiane e Filosofia al Seminario di Vicenza. Nel 1848 aderì alla causa
nazionale, così che il governo austriaco lo
costrinse ad abbandonare la cattedra che
riebbe solo nel 1857. Insegnò poi nei licei
di Venezia e di Vicenza (dove ebbe tra i
suoi studenti Antonio Fogazzaro) e fu preside all'Università di Padova. La sua opera
poetica si caratterizza per uno stile sostanzialmente classico ed è estremamente significativa nel quadro della
problematica sociale e religiosa di fine Ottocento, oscillando tra istanze
positivistiche e neocattoliche.
ZANGRANDI RUGGERO (Milano
1915-Roma 1970) - Entrato a far parte
dopo il 1930 dei frequentatori della famiglia Mussolini (come compagno di classe
di Vittorio Mussolini), dopo una prima adesione al fascismo entrò sin dal 1933 in contrasto con l’ideologia ufficiale e col regime e creò un movimento che si proponeva
di rinnovare il fascismo “dall’interno”.
Giunto a un più alto grado di maturità politica, si staccò dal fascismo nel 1939 con la creazione del partito socialista rivoluzionario clandestino. Arrestato nel 1942, fu deportato in Germania l’8 settembre 1943. Tornato in Italia nell’autunno del 1945, divenne redattore della «Repubblica» e poi di «Paese Sera». Tra le sue
opere, alcune fondamentali per la conoscenza della recente storia italiana, si ricordano: «Il lungo viaggio attraverso il fascismo» (1ª ed. 1947, 2ª
ed. ampliata, 1962), «Dizionario della paura» (1951), «La tradotta del
Brennero» (1956), 1943: «8 settembre» (2ª ed. 1967; la 1ª ed. fu pubblicata nel 1964 col titolo «25 luglio - 8 settembre 1943»).
INDICE DEGLI
AUTORI STORICI
ZANOTTI CAVAZZONI FRANCESCO MARIA (Bologna 16921777) - Era fratello di
Giampietro Zanotti. Dal
1718 fu professore di Filosofia all’Università di
Bologna, e nel 1723 fu
nominato Segretario dell’Istituto di Scienze, del
quale in seguito (1766)
divenne presidente. Pensò di applicare alle idee
la teoria dell’attrazione di Newton, e in proposito scrisse
un opuscolo (che finse di tradurre dal francese): «Della
forza attrattiva delle idee» (1747). Scrisse anche una filosofia morale (1754), essenzialmente una sintesi dell’etica
di Aristotele. Tra le opere epistemologiche la principale
è «Della forza dei corpi che chiamiamo viva» (1752), che
si inserisce in una questione vivacemente dibattuta tra seguaci di Leibniz e di Cartesio. Nel «De viribus centrali bus»
(1762) espone, secondo una prospettiva relativamente originale, la teoria newtoniana dell’attrazione. Scrisse molte altre opere, tra cui saggi di poetica, composizioni in
versi, un Ragionamento sopra la filosofia, Paradossi e un
Epistolario. Suo fratello Giampietro fu pittore e storico.
ZANOTTI GIAMPIERO (Parigi 1674-Bologna 1765) - Ha lasciato
opere pittoriche nelle chiese bolognesi. Nel primo decennio del XVIII
secolo divenne uno dei membri fondatori della «Accademia Clementina
degli Artisti di Bologna», nota in tutta Europa, di cui divenne segretario,
animatore e ideologo. Nel 1739 ne scrisse la storia. Pubblicò un dialogo
sulla pittura di Guido Reni (1710 ) e la guida per giovani pittori «Avvertimenti per lo incamminamento di un giovane nella pittura» (1756). Ha
anche scritto una biografia sul pittore e amico Giovanni Gioseffo Dal
Sole, composto le tragedie «Didone» (1718) e «Tito Marzio Coriolano»
(1734), la commedia «L’Ignorante presuntuoso» (1743),e poesie sia nel
genere petrarchesco sia nel giocoso.
ZANOTTO SANDRO (Treviso, 19321996) - Critico d’arte, collaboratore di vari
giornali, ha scritto monografie su artisti del
Novecento, in particolare su De Pisis, del
quale ha curato la pubblicazione di gran
parte degli scritti. Ha inoltre dedicato molti
studi ai problemi antropologici e ambientali della bassa valle del Po. Ha pubblicato
numerose raccolte poetiche che rivelano
spiriti realisti («Basso orizzonte», 1959),
interessi regionalistico-dialettali («La fiora
del vin», 1960; «El dì dela conta», 1967) e anche complesse analisi psicologico-sociali («Il funzionario testimonia», 1975). Ha infine scritto il
romanzo «Delta di Venere» (1974), un’allegorica navigazione nelle acque interne del delta del Po, e il diario «La Venere del Buttini» (1979)
ispirato a un viaggio a Carrara. Del 1985 è la raccolta «Acque perse». Ha
inoltre curato con Bona De Pisis l’edizione di scritti inediti o sparsi di F.
De Pisis, tra cui le poesie di «Cattività veneziana» (1966), il romanzo «Il
marchesino pittore» (1969), le prose e le pagine diaristiche di «Vaghe
stelle dell’orsa 1916-1918» (1970), «Ore veneziane» (1974), «Ver-Vert»
(1984) e l’epistolario con G. Comisso, «Divino Giovanni... Lettere a
Comisso 1919-1951» (1988). Nel 1996 ha pubblicato «Filippo De Pisis
ogni giorno» e «Manoscritto rinvenuto a Villa del Conte».
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INDICE DEGLI AUTORI
CONTEMPORANEI
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ZARRI ADRIANA (San Lazzaro di Savena [BO] 1919-Crotte di
Strambino [TO] 2010) - Nel panorama della cultura cattolica la sua
presenza è tra le più vive e originali per il suo richiamo a una religiosità
quasi mistica, aliena dall’esibizionismo mondano. La partecipazione alla
trasmissione televisiva «Samarcanda», da cui ha tratto «Apologario»
(1990), ha fatto conoscere al grande pubblico i suoi libri che pure avevano una vasta circolazione negli ambienti cattolici. Tra essi sono noti «Impazienza di Adamo» (1964), «È più facile che un cammello...» (1975),
«Nostro Signore del deserto. Teologia e antropologia della preghiera»
(1984). I suoi romanzi si ispirano anch’essi a temi religiosi e ripropongono
narrativamente il fondo della sua riflessione: i migliori sono «Giorni
feriali» (1955), «L’ora di notte» (1960), «Dodicilune» (1989), oltre alle
favole del citato «Apologario». Ha pubblicato inoltre «Il figlio perduto.
La parola che viene dal silenzio» (1991), «Nudi senza vergogna» (1994),
«Quaestio» (1998).
ZAPPI GIAMBATTISTA
FELICE (Imola 1667-Roma
1719) - Studiò nella città natale, quindi a Bologna, dove a
soli 13 anni si laureò in legge.
Nel 1687 si trasferì a Roma,
dove intraprese una fortunata carriera forense, frequentando nel contempo i salotti
mondani e letterari. Fu inoltre
nominato dal Papa Innocenzo
XII «Assessore del Tribunale
dell’Agricoltura» e Fiscale del Tribunale delle Strade. La
sua vera passione era tuttavia la Poesia; divenne un fecondo autore di versi ed ebbe fortuna come oratore e
declamatore di poesie altrui. A Roma aderì dapprima
all’«Accademia degli Infecondi» e infine all’«Accademia
dell’Arcadia», di cui, col nome di «Tirsi Leucasio», fu uno
dei fondatori. Nel 1705 sposò Faustina Maratta, donna molto colta, e anch’essa poetessa, accolta in Arcadia con il nome
di «Aglauro Cidonia», e la loro casa divenne un centro
frequentatissimo di riunioni letterarie. Nel 1723 pubblicò una
raccolta di «Rime» che comprendeva anche componimenti
della moglie (Rime di Giovanni Battista Felice Zappi e di
Faustina Maratti, sua consorte, aggiuntevi altre poesie
de’ piu celebri dell’Arcadia di Roma). La raccolta ebbe
varie edizioni. La maggior produzione poetica dello Zappi è sull’amore, i cui sonetti anacreontici eleganti e misurati, ne fanno uno dei maggiori esponenti del gusto miniaturistico e melodrammatico del Settecento.
ZAVATTINI CESARE
(Luzzara [RE] 1902-Roma 1989) - Sceneggiatore e scrittore, si avvicinò al cinema come soggettista e sceneggiatore,
collaborando con Mario Camerini e Alessandro Blasetti. Autore tra
i più prolifici e significativi del nostro cinema, dotato d’un umorismo surreale,
fu uno dei più importanti protagonisti del neorealismo,
partecipando a oltre centoventi film e fornendo un notevole contributo tecnico-innovativo. Fautore di un criterio cronachistico, privo di ogni retorica, i film a cui lavorò furono tra i massimi esempi del cinema inteso come
«pedinamento della realtà». Fondamentale fu il sodalizio con Vittorio De Sica, per il quale scrisse opere come
«Sciuscià» (1946), «Ladri di biciclette» (1948), «Miracolo
a Milano» (1951), «Umberto D.» (1952), che fornivano
una lucida rappresentazione dell’Italia del dopoguerra.
Tra i tanti altri film, si ricordano «Amore in città» (1953);
«La ciociara» (1960), dall’omonimo romanzo di Alberto
Moravia; «I misteri di Roma» (1963); «Matrimonio all’italiana» (1964). Zavattini è stato autore di diversi libri quali «Parliamo tanto di me» (1931), «I poveri sono matti»
(1937), «Io sono il diavolo» (1943), «I misteri di Roma»
(1963), «La notte che ho dato uno schiaffo a Mussolini»
(1977), «Una, cento, mille lettere» (1988) magnifico carteggio nel quale spiccano le sue lettere con l’editore Valentino Bompiani. Nel dialetto della sua terra, il luzzarese,
compose i versi di «Stricarm, in d’na parola». A ottant’anni, Zavattini esordì nella regia con il film «La veritààà», il
suo testamento spirituale.
ZANZOTTO ANDREA (Pieve di Soligo
[TV] 1921-Conegliano Veneto [TV] 2011) È stato considerato dalla critica come uno dei
più importanti poeti del Novecento. Laureatosi in lettere all’Università di Padova
(1942), non si è quasi mai allontanato dal suo
paese. Esordiente in letteratura con la raccolta di versi «Dietro il paesaggio» (1951),
ha rivelato subito la sua attitudine per una
poesia elegiaca, dove ottengono ampio rilievo gli elementi di una natura non ancora corrotta dall’uomo. Gli alberi, i colli, i corsi d’acqua intorno a Soligo ritornano in «Elegia e
altri versi» (1954) e «Vocativo» (1957), dove, tuttavia,
l’intimismo e la contemplazione si frangono definitivamente in un lessico stridente, aspro, che vuol significare
l’incidenza del trauma e l’impossibilità di tornare a un rapporto pacificato con la natura. Tale problematica trova la
sua miglior espressione in «IX Ecloghe» (1962), dove la
ricerca di uno sperimentalismo linguistico. Dalla «Beltà»
(1968) e «Gli sguardi i fatti e senhal» (1969)
l’autore unisce, al linguaggio poetico della
tradizione, l’uso del linguaggio delle scienze, non come recupero di un’unità ampiamente spezzata, ma per giungere a una posizione d’assoluto nominalismo che comporta
il rifiuto della storia. In «Pasque» (1974), l’autore procede a un ulteriore sviluppo, offrendo poesie che presentano possibilità plurime
di lettura, veri e propri test proiettivi. Ha scritto per il film «Casanova» di Federico Fellini
alcuni testi corali in dialetto, raccolti con il
titolo di «Filò» (1976, ampliato nel 1988), la
raccolta lirica «Galateo in bosco» (1979), «Fosfeni» (1983,
premio Montale), «Idioma» (1986), «Gli sguardi i fatti e
senhal» (1990), «Fantasie di avvicinamento» (1991, Premio Mondello e Premio Città di Münster), «Racconti e prose» (1990), «Aure e disincanti nel Novecento letterario»
(1994), «Poesie 1938-1986» (1994), «Meteo» (1996), «Poesie e prose scelte» (2000, Premio Bagutta).
INDICE DEGLI
AUTORI STORICI
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CONTEMPORANEI
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ZENDRINI BERNARDINO (Bergamo
1839-Palermo 1879) - Fu professore di letteratura tedesca all’Università di Padova e
poi di letteratura italiana nell’ateneo palermitano. Seguace delle teorie linguistiche
del Manzoni, autore di liriche, la sua fama
è legata alla traduzione completa del «Canzoniere di Heinrich Heine», condotta con
grande perizia. Pubblicata inizialmente nel
1865, occupò quasi vent'anni della sua vita,
tanto che l’edizione definitiva, la quarta,
uscì presso Hoepli nel 1884. Sul poeta tedesco, sui suoi critici e sui suoi
traduttori lo Zendrini scrisse vari articoli con una severità che gli attirò
polemiche repliche del Carducci.
ZITO VINCENZO (Capua, [?]-1669) - Si hanno scarne notizie sull’opera di questo poeta campano. Si sa solo che contribuì a dare maggiore impulso al marinismo meridionale scrivendo gli «Scherzi lirici» (Napoli, 1638), e le «Poesie liriche», che furono curate dal figlio Mario e
pubblicate nel 1669, l’anno stesso della sua morte.
ZENA REMIGIO, pseudonimo di Gaspare Invrea (Torino
1850-Genova 1917) - Proveniente da una nobile famiglia
genovese, da cui ebbe un’educazione religiosa e tradizionalista, si arruolò nel corpo degli
zuavi pontifici, rimanendo a
Roma fino al 1870, anno della
“breccia di Porta Pia”. Successivamente si laureò in legge e svolse l’attività di magistrato nell’ambito militare.
La sua produzione comprende due romanzi: «La bocca
del lupo» (1892), in cui sia l’impianto formale sia il registro linguistico mostrano uno stile verista chiaramente
ispirato all’opera di Verga, e «L’Apostolo »(1901), permeato invece delle inquietudini misticheggianti che caratterizzano le opere di Fogazzaro. Scrisse versi di intonazione morale: «Poesie grigie» (1880), «Le Pellegrine»
(1894), «Olympia» (1905), e due novelle in bilico tra naturalismo e scapigliatura, «Le anime semplici» (1886) e «Confessione postuma» (1897).
ZINGARELLI NICOLA
(Cerignola [FG] 1860-Milano 1935)
INDICE DEGLI
AUTORI STORICI
ZORUTTI PIETRO (Lonzano del Collio
[GO] 1792-Udine 1867) - La sua fama è dovuta soprattutto alla pubblicazione ogni anno,
dal 1821 al 1867, degli almanacchi lunari
(«Strolics», in friulano) dove riportava le sue
composizioni poetiche in dialetto friulano, di
solito di soggetto naturalistico od ironico. La
sua poesia più famosa rimane "Plovisine", scrit-
ZENO APOSTOLO (Venezia, 1668-1750) - Nobile
veneziano, nel 1691 fu tra i
fondatori dell’«Accademia
degli Animosi». Nel 1695
compose il suo primo libretto d’opera, «Gli inganni felici», che ottenne un grande successo rendendolo
librettista alla moda. Iniziò
l’attività di giornalista letterario nella «Galleria di
Minerva», assumendone
poi anche funzioni direttive, ma dopo alcuni diverbi
lasciò l’incarico e insieme al fratello Pier Caterino Zeno,
Scipione Maffei e Antonio Vallisneri, fondò il «Giornale
de’ letterati d’Italia» (1710). Il trimestrale ebbe un buon
successo, e fra i suoi collaboratori annoverò nomi di prestigio, come Scipione Maffei, Eustachio Manfredi, Giovanni Battista Morgagni, Ludovico Antonio Muratori,
Bernardino Ramazzini, Antonio Vallisneri, Giambattista
Vico. Nel 1718 fu chiamato a ricoprire l’incarico di poeta
cesareo alla corte imperiale di Vienna, e la direzione del
giornale passò al fratello Pier Caterino. È autore di oltre
sessanta melodrammi, e compose 36 libretti d’opera d’argomento storico e mitologico, fra i quali «Faramondo»
(1698), «Lucio Vero» (1700), «Temistocle» (1701), «Merope» (1711), «Alessandro Severo» (1716), «Griselda»
(1718 e 1722), «Teuzzone» (1719), «Semiramide» (1725),
e 17 azioni sacre per oratori. Ha lasciato un’interessante
testimonianza del tempo nell’«Epistolario», pubblicato
postumo nel 1752.
Laureato in Lettere a Napoli nel 1882,
perfezionò in seguito i suoi studi in Germania e a Breslavia. Professore di storia comparata delle letterature neolatine all’Università di Palermo, passò nel
1916 all’Accademia scientifico-letteraria di Milano, dove assunse la cattedra
di lingue e letterature romanze fino al
1932, quando passò a quella di letteratura italiana. Nella sua impegnatissima
carriera rivestì molteplici ruoli: direttore della sezione letterature romanze
dell’Enciclopedia Italiana curata da
l’Istituto Treccani, direttore della rivista napoletana «Rassegna critica della
letteratura italiana» e come membro
delle prestigiose Accademie della Crusca e dell’Arcadia. Nella sua intensa at-
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tività di studioso si occupò soprattutto di Dante, al quale dedicò varie ricerche, e sul quale scrisse un’ampia
monografia erudita (1ª ed. 1903; nuova ed. 1931). Ma la sua opera di gran
lunga più conosciuta e il «Vocabolario della lingua italiana», che nel 1917
iniziò a essere pubblicata a fascicoli
per conto degli editori milanesi Bietti
e Reggiani. La prima raccolta in volume risale al marzo 1922 ed è già una
seconda edizione, avendo Zingarelli
rimesso mano personalmente alla compilazione. Curerà personalmente altre tre edizioni, quelle del 1924, del
1928 e del 1935, che uscirà pochi mesi
dopo la sua morte.
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CONTEMPORANEI
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ta nel 1831. È sempre stato considerato come il miglior raffigurante letterario della vita della gente friulana e per questo è uno dei poeti più
conosciuti ed imitati del Friuli. Il suo merito più grande è probabilmente
quello di aver tolto dai campi la lingua usata da Ermes di Colloredo e di
aver fatto diventare la lingua friulana più letteraria.
ZORZI BARTOLOMEO (Venezia 1230-Morea fine XIII sec.) - Forse mercante, fu fatto prigioniero dai Genovesi e incarcerato dal 1263 o
1266 al 1270. Il suo canzoniere comprende diciotto componimenti di
ispirazione amorosa, religiosa e politica, tra cui spicca quello composto
durante la prigionia, in risposta al trovatore genovese Bonifacio Calvo,
che aveva duramente attaccato i Veneziani.
ZORZI RENZO (Montorio Veronese
[VR] 1921-Albisano [VR] 2010) - Ha partecipato alla resistenza nelle formazioni di
Giustizia e Libertà, ottenendo una medaglia d’argento. Nel dopoguerra, tra il 1945
e il 1946 è stato direttore del quotidiano
«Verona libera» e ha lavorato per la casa
editrice De Silva e per la Nuova Italia di
Firenze. In seguito è passato alle dipendenze delle Edizioni di Comunità, a Milano, e alla morte di Adriano Olivetti, nel
1960, ne ha assunto la direzione. Dal 1965 al 1986 ha ricoperto l’incarico di responsabile delle attività culturali della Olivetti, progettando e
organizzando grandi mostre internazionali. Dall’ottobre del 1986 Zorzi
è consulente per le attività culturali della Olivetti. Dal 1990 presiede,
inoltre, il Centro Intemazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te a
Mantova. Ha pubblicato «L’estate del Quarantadue» (1988), «Nella trama della storia» (1990), «Gli anni dell’amicizia» (1991) e «Cesare
Beccaria, il dramma della giustizia» (1996). Tra i numerosi riconoscimenti ricordiamo: nel 1993 ha ricevuto il Premio della Cultura della
Presidenza dei Consiglio dei Ministri e nel 1998 la Medaglia del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
ZOTTOLI ANGELANDREA (Salerno 1879-Roma 1956) - Funzionario del ministero della pubblica istruzione dal 1905, si dimise nel 1923;
nel 1944 fu nominato commissario dell’Istituto della Enciclopedia italiana e consigliere di Stato. Collaboratore della «Cultura» di De Lollis, si
occupò soprattutto del Boiardo, curando anche l’edizione delle sue opere, del Leopardi («Leopardi. Storia di un’anima», 1927), del Manzoni
(«Umili e potenti nella poetica del Manzoni», 1931; «Il sistema di don
Abbondio», 1933), del Casanova («Giacomo Casanova», 1943) e diede
prova di raro acume nello sviscerare il sottofondo culturale, psicologico
e ideologico delle opere letterarie.
ZUCCA GIUSEPPE (Messina 1887 - Roma 1959) - Funzionario del Ministero della
Pubblica Istruzione, giornalista,
traduttore, autore di romanzi e
racconti che nel primo Novecento ebbero una discreta popolarità. Durante la Grande Guerra
scrisse poesie patriottiche su
vari quotidiani e riviste. Nel
1919 pubblicò una raccolta di
poesie a sfondo autobiografico,
«Io» (editore Formiggini). La guerra fu anche il tema di alcuni suoi romanzi umoristici, che incontrarono un facile successo e gli dettero fama
di scrittore: «La piega nei calzoni» (1920), «Gas esilaranti: taccuino della guerra burlona» (1922) e «L’isola degli amici» (1928). Oltre ad essere
INDICE DEGLI
AUTORI STORICI
stato autore prolifico di romanzi, scrisse alcune opere teatrali, e fu poeta
di velleità carducciane. Della sua folta produzione si segnalano «Poesie
1912-1922» (1923), i racconti «Il morbo della virtù» (1922), e il romanzo «L’uovo dell’amazzone» (1926). Nel 1926 fondò a Roma la casa editrice «Il Fauno» con il progetto di pubblicare libri umoristici italiani, e
collaborarono autori come A. Campanile con «L’inventore del cavallo»
(1927), M. Bontempelli con «L’Eden della tartaruga» (1926) e O. Vergani
con «Asso piglia tutto» (1927). Nel 1957 riprese a scrivere e pubblicò il
volume di racconti umoristici «Difficile conversare con i ragni» (1957).
Fu anche dialoghista, scrittore di soggetti e di sceneggiature cinematografiche, che lo portano a fondare con un gruppo di amici la «Fauno
Film» (1935), di cui fu direttore artistico. Con A. Blasetti produsse numerosi film.
ZUCCOLO LUDOVICO, detto il Piacentino (Faenza, 1568-1630) Membro dell’Accademia dei Filedoni (1621), visse per nove anni presso
la corte di Urbino (per cui fu detto “il Picentino”) e viaggiò a Venezia e
in Spagna (presso il nunzio apostolico Innocenzo Massimi vescovo di
Bertinoro). Nel trattato «Della ragion di Stato», uno degli scritti politici
più significativi del suo tempo (stampato nelle «Considerazioni politiche e morali sopra cento oracoli di illustri personaggi antichi», 1621),
considerò la politica come una sfera autonoma e indifferente alla morale,
mentre nei «Dialoghi» (1625) si occupò anche di questioni economiche
(soffermandosi in particolare sul rapporto tra una più equa distribuzione
delle ricchezze e la crescita della popolazione).
ZUCCONI GUGLIELMO (Modena 1919-Milano 1998) - Redattore
capo del «Popolo», diresse importanti settimanali; nel 1976 fu eletto
deputato nelle liste della democrazia cristiana ed divenne direttore della
«Discussione»; nel 1980 fu chiamato a dirigere «Il Giorno». Docente di
comunicazioni sociali all’università cattolica di Milano, pubblicò libri
per ragazzi, libri umoristici e di satira («Il compromesso preistorico»,
1976; «La paga del deputato», 1978, premio Forte dei Marmi per la
satira) e il volume «La macchina della verità» (1980). Lasciato «Il Giorno» nel 1984, pubblicò il romanzo a sfondo poliziesco «La smortina»
(1984), «Cara famiglia» (1988), «Una storia pulita» (1990), «Il cherubino» (1991), «Cesare va alla guerra», «Quell’estate di San Martino» (1996).
ZUMBINI BONAVENTURA (Pietrafitta [CS] 1836-Portici [NA] 1916) Scolaro di F. De Sanctis. Nel 1842 iniziò a collaborare con il periodico cosentino «Il calabrese». Nel 1867 venne
nominato professore di Storia e Geografia nella Scuola Normale e in seguito fu
nominato direttore della stessa. Nel 1877
succedette a Settembrini nella cattedra
di Letteratura Italiana dell’Università di
Napoli. Nel 1905 fu nominato senatore.
Mirò a contemperare il metodo desanctisiano con le esigenze poste dal positivismo e con la critica psicologica
francese. Tra i suoi vari scritti, che toccano molti argomenti di letteratura
italiana dal Petrarca al Leopardi, meritano particolare menzione gli «Studi
di letterature straniere» (1893), gli «Studi di letteratura italiana» (1894) e
gli «Studi di letteratura comparata», raccolti postumi nel 1931.
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