Agri Lodi In collaborazione con Carrefour Lombardia Parco Ticino Mese Provincia di Lodi AD APRILE SI TERRA’ UN CONVEGNO SULLA PRESTO A DISPOSIZIONE DELLE AZIENDE AGRI- RIFORMA DELLA PAC E SUGLI OBBLIGHI DELLA CONDIZIONALITÀ COLE LODIGIANE UNO STRUMENTO PER MONITORARE IL RISPETTO DEGLI OBBLIGHI PREVISTI DALLA CONDIZIONALITÀ Si sono recentemente conclusi i due progetti pilota, attivati dalla Provincia di Lodi in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, nell’ambito della misura n (1.14) del PSR. Il lavoro svolto in 41 aziende del Lodigiano, si proponeva di definire un sistema di autocontrollo aziendale che potesse consentire di verificare la coerenza delle modalità di gestione con i requisisti previsti dalla normativa che regola la Condizionalità. Tale lavoro ha condotto alla realizzazione di un documento di autocontrollo aziendale. Per dare adeguata divulgazione all’attività svolta e anche per descrivere le modalità di impiego dello strumento messo a punto, la Provincia di Lodi organizza, per il giorno 6 aprile p.v. con inizio alle ore 20,30, un convegno aperto a tutti gli interessati. La sede sarà ancora una volta la sala convegni del Parco Tecnologico Padano sita in Cascina Codazza a Lodi. Il convegno, del quale diamo di seguito il programma, sarà anche un momento di confronto con gli operatori del settore ed un’occasione per relazionarsi alle tematiche affrontate cercando di calarle in realtà aziendali concrete. Ore 20,30 Fabrizio Santantonio Vicepresidente Provincia di Lodi Saluto ai convenuti Ore 20,40 Giorgio Bonalume Mery Pampaluna Direzione Generale Agricoltura Regione Lombardia Ore 21,10 Giorgio Provolo Università degli Studi di Milano Elisabetta Riva Gianluca Rognoni Liberi professionisti “I progetti pilota di assistenza tecnica” Ore 21,50 Contributo delle Organizzazioni di categoria Moderatore dr. Alberto Tenconi Dirigente Settore Agricoltura - Provincia di Lodi Grazie al lavoro dei tecnici impegnati nei due progetti di assistenza alle aziende attuati direttamente dalla Provincia di Lodi, è stato messo a punto un manuale di autocontrollo aziendale che, nelle intenzioni dei proponenti, dovrebbe servire ad agevolare le nostre aziende nel non semplice compito di tenere sotto controllo il loro processo produttivo ai fini del rispetto degli obblighi previsti dalla condizionalità. Lo strumento prodotto sarà reso disponibile, in tempi brevi, sia in formato cartaceo che su supporto informatico e verrà distribuito alle aziende interessate anche con la collaborazione delle Associazioni di Categoria. Nello specifico il documento di cui si sta trattando stabilisce una serie di procedure specifiche che consentono all’utilizzatore, in modo autonomo o con il supporto di un tecnico, di controllare costantemente la situazione della sua azienda in riferimento al rispetto dei criteri di gestione obbligatori e delle norme per il mantenimento dei terreni in buone condizioni agricole ed ambientali, che le aziende agricole beneficiarie di aiuti diretti devono rispettare per percepire integralmente gli aiuti previsti dalla politica agricola comunitaria.. Si tratta, in effetti, di un percorso guidato e strutturato in schede affiancate da testi esplicativi per agevolarne la comprensione o per consentire un primo approfondimento dell’argomento particolare. In ogni caso, la scheda di autocontrollo non è sostitutiva della normativa ma vuole esserne un complemento applicativo. Le schede nelle quali è stato suddiviso il documento di autocontrollo trattano ciascuna uno specifico argomento sviscerandolo e analizzandolo secondo un percorso sintetizzato tramite schemi a blocchi. Ogni scheda è strutturata in modo da avere un unico punto di inizio (domanda iniziale) e un unico punto di proseguimento. Se il percorso termina all’interno della scheda in una casella 1 contrassegnata dal simbolo significa che l’azienda deve intervenire per adeguarsi alle norme, come viene spiegato nel testo corrispondente. In caso di indecisione sui meccanismi previsti dalla Condizionalità la scheda rimanda ad un approfondimento (segnalato mediante il simbolo ). In entrambi i casi il numero riportato a fianco del simbolo rimanda al testo relativo, riportato a seguito della scheda e che descrive in maniera più diretta e semplificata i dettami della normativa oltre ad una serie di consigli operativi. La verifica della compatibilità aziendale fornisce esito positivo solo quando tutto il percorso dalla scheda 1 alla scheda 14 può essere completato senza interruzioni. In allegato al documento principale sono, inoltre, previsti l’elenco delle Zone di Protezione Speciale ed i Siti di Importanza Comunitaria presenti sul territorio della Provincia di Lodi (con annessa rappresentazione cartografica), nonché un richiamo alle prescrizioni inerenti alla Legge regionale 37/93 ed una serie di indicazioni riguardanti le superfici ritirate dalla produzione. Si tratta, in definitiva, di uno strumento agile, intuitivo e di facile applicazione che anche utilizzato da solo consente di fare una sorta di check-up dei processi svolti all’interno dell’azienda agricola, evidenziandone eventuali carenze sotto il profilo del rispetto delle prescrizioni funzionali all’intero conseguimento del premio PAC. Ovviamente, lo scopo del percorso previsto dal documento non è quello di sostituire il ruolo del tecnico e delle Associazioni Professionali (che rimangono comunque essenziali) ma, bensì, quello di consentire all’agricoltore di attivare un meccanismo non passivo di risposta ai requisiti della Condizionalità nella convinzione che solo attraverso tale processo gli obiettivi che si pongono i regolamenti comunitari possano essere raggiunti pienamente. PARATUBERCOLOSI BOVINA: REALTÀ E PROSPETTIVE Il titolo sopra espresso riproduce l’analogo titolo del seminario svoltosi il 23 marzo presso la sala convegni della Cooperativa Santangiolina in San Colombano al Lambro. L’APA DI Milano-Lodi ha chiamato a raccolta in quella sede gli allevatori bovini, proponendo un argomento che suscita un forte interesse presso gli addetti ai lavori. La discussione è ruotata intorno ad una lapidaria domanda così sintetizzabile: «Il risanamento da paratubercolosi è possibile?» Al termine dell’incontro gli allevatori se ne sono andati con alcuni positivi riscontri, ma con la consapevolezza che il lavoro sarà lungo e impegnativo. Una simile impressione scaturisce dagli argomenti svolti dai relatori che non hanno voluto creare facili illusioni. La paratubercolosi bovina, hanno precisato i tecnici, può essere considerata una zoonosi la cui eradicazione richiede il lavoro concertato di tutti gli operatori che si muovono intorno agli allevamenti coinvolti. La prospettiva di un risultato positivo sarà funzione della perseveranza e di un percorso di programmazione che vede nell’adesione volontaria degli allevatori al programma di risanamento uno dei suoi capisaldi. A tal proposito è opportuno ricordare che la certificazione nei confronti della Paratubercolosi ha come obiettivo quello di fornire garanzie sanitarie per la vendita di : • animali da riproduzione (soggetti destinati ad altri allevamenti o tori destinati alla fecondazione artificiale); • prodotti aziendali (latte, embrioni, seme, colostro, letame, formaggi, ecc.). Il primo passo da cui ha preso avvio, a livello provinciale, l’azione di risanamento si è sostanziato nella predisposizione, da parte del Comitato Tecnico, del programma volontario di certificazione per la paratubercolosi bovina (in acronimo: PVCPB). Detto comitato, composto da tre allevatori indicati dall’APA e da quattro veterinari, in rappresentanza di Organismi diversi, con particolare esperienza in materia, assolve al compito di valutare i contenuti del PVCPB, riscontrarne la fattibilità, individuare le azioni da intraprendere per rendere più efficace il programma, mettere a punto le eventuali azioni correttive che dovessero rendersi necessarie. L’adesione al programma richiede un impegno di lunga portata. Il tempo necessario per risanare completamente un allevamento infetto può essere stimato in non meno di 10 anni. Nei casi più impegnativi, il risultato definitivo potrebbe essere acquisito solo dopo 5 o anche 6 lustri. Questa lunga scansione temporale, però, non dovrebbe scoraggiare gli allevatori. Anzi, con maggior forza dovrebbe motivarli verso l’adesione volontaria al programma. In questo modo, “governando” la situazione, si potrebbero trarre tutti i vantaggi che conseguono alla programmazione degli interventi. Sarebbe una vera iattura se i nostri allevatori, oggi indifferenti al programma di adesione volontario, un domani dovessero affrontare una situazione di risanamento obbligatorio imposto da organi superiori. Una simile evenienza rischierebbe di 2 mandare in crisi l’intero comparto bovino locale che, come tutti sanno, costituisce uno dei settori d’eccellenza dell’agricoltura lodigiana. Da qui l’utilità di aderire al programma volontario messo a punto dal Dipartimento di Prevenzione volontaria dell’ASL e caldeggiato dai relatori che hanno preso la parola nella riunione organizzata dall’APA. Possono aderire al piano tutti gli allevamenti bovini da riproduzione registrati presso la banca dati dell’anagrafe bovina della provincia, che si impegnano a rispettare le indicazioni inserite nel programma e sono in regola con le autorizzazioni ed i requisiti. Le domande di adesione al programma vanno inoltrate all’ASL di competenza, utilizzando un apposito modulo. La partecipazione al piano volontario presuppone una chiara disponibilità a collaborare da parte di tutti i soggetti che, a vario titolo, interagiscono con l’allevamento coinvolto. In particolare, saranno chiamati in causa il mungitore, il proprietario della mandria e con loro anche il veterinario aziendale. Il protocollo operativo prevede che il personale dell’allevamento (proprietario o suo delegato e personale di stalla) debba essere informato in maniera dettagliata dei contenuti del programma. A tale scopo il veterinario aziendale accreditato dovrà riunire tutto il personale coinvolto e illustrare l’operatività. Nel corso dell’incontro, dovranno essere indicate e definite le specifiche competenze. Contestualmente all’inizio del programma, il veterinario aziendale accreditato dovrà predisporre una valutazione del rischio d’allevamento. Questa valutazione dovrebbe informare gli allevatori che aderiscono al programma della presenza di fattori di rischio per la diffusione dell’infezione paratubercolare. PER IL SUINO LODIGIANO, RINTRACCIABILITÀ DEVE FARE RIMA CON QUALITÀ Si è svolto giovedì 23 marzo, presso la sede dell’APA di Milano Lodi, in via Guido Rossa 8 un incontro tra gli allevatori di suini lodigiani. La riunione, a cui hanno partecipato una trentina di produttori, è stata organizzata per presentare un modello d’intervento, di facile adozione, che consentisse ad ogni impresa suinicola di tracciare e, quindi, documentare il proprio processo di produzione. Una simile procedura costituisce una risposta concreta ad un’esigenza recepita dal mercato di settore, sotto lo stimolo delle associazioni dei consumatori e degli strumenti d’informazione. Il consumatore, infatti, vuole poter conoscere la “storia” degli alimenti che arrivano sulla propria tavola. L’allevatore, per soddisfare una simile richiesta, negli ambiti di sua competenza, non può fare altro che documentare una simile storia, attraverso un processo di annotazione e registrazione di tutti i fatti importanti che entrano nel ciclo produttivo. In altri termini: l’allevatore deve rendere visibili le “tracce” del proprio lavoro (da cui il temine: “tracciabilità” del processo) affinché il consumatore, qualora lo ritenga utile, possa compiere a ritroso un percorso d’indagine prendendo cognizione di tutti i fatti salienti che hanno riguardato l’iter produttivo (da cui il termine “rintracciabilità” quale prerogativa offerta all’utilizzatore finale). Il modello d’intervento messo a punto dall’APA è stato testato su un lotto di 40 aziende lodigiane. Una simile evenienza si è resa possibile poiché il progetto APA è rientrato nelle azioni approvate (e finanziate) dalla Provincia di Lodi per il 2005 ai sensi della misura n (Assistenza tecnica) del PSR (Piano di Sviluppo Rurale) della Regione Lombardia. In sede d’incontro è stato precisato che, in sostanza, adottare un sistema di tracciabilità non significa enucleare nuove informazioni che riguardino il processo di produzione. Semplicemente, significa organizzare secondo un filo logico, facilmente riconoscibile, l’ampia massa di dati e di certificazioni che già gravano sull’allevatore. Attraverso schede e prospetti, di facile compilazione, i dati di processo (già acquisiti per scopi diversi, ma spesso gestiti non in modo integrato) vengono catalogati secondo un principio di razionalità. E’ stato fatto osservare che una simile procedura è passibile di ulteriore miglioramento. Innanzitutto è allo studio l’informatizzazione dei modelli per la gestione della tracciabilità che, in prima istanza, sono stati elaborati per un uso cartaceo. Poi, le schede di rilevazione saranno rese più complete, integrandole con nuovi elementi d’indagine, idonei a “mappare” i movimenti dei lotti d’animali all’interno delle porcilaie. Lo scopo ultimo del lavoro sarà quello di offrire uno strumento di lavoro che, in sostanza, si avvicini molto ad un autentico manuale di autocontrollo del processo produttivo. A MAGGIO LA FORESTA DI PIANURA DI LODI SI APRIRÀ ALLA CURIOSITÀ DELLA GENTE Con delibera di Giunta n. 57 del 22 Marzo u.s. l’Amministrazione provinciale ha approvato un progetto di intervento informativo e promozionale sui temi naturalistici, ambientali e rurali che connotano il territorio lodigiano, realizzato attraverso una manifestazione pubblica dal titolo “IL BANCO NEL BOSCO”. 3 La manifestazione, prevista per i giorni 26 e 27 maggio, avrà quale teatro principale di tutte le iniziative programmate la “Grande Foresta di Pianura” di Lodi, posta alla periferia della città a Sud della nuova tangenziale. La giornata di venerdì sarà particolarmente dedicata alle scolaresche, per le quali in foresta saranno previsti numerosi laboratori, finalizzati ad accrescere la conoscenza degli alunni sugli elementi naturali e sui cicli biologici che rendono possibile l’insediamento di un bosco naturale. La giornata di sabato, invece sarà dedicata all’intera popolazione per la quale sono previste numerose attività e saranno creati diversi spunti d’interesse. Tra le diverse iniziative si segnalano: • una ciclo-passeggiata con arrivo in foresta; • laboratori del gusto di varia natura; • visite guidate con esperti che illustreranno le essenze vegetali presenti in foresta; • grigliata di carni lodigiane; • servizio di trekking equestre. La foresta non sarà l’unico teatro degli avvenimenti. Poco distante, infatti, presso la cascina Coldana, nella giornata di sabato, 27 maggio, si terrà un Farmer Market, ossia un mercato degli spacci agricoli lodigiani, presso il quale i cittadini potranno acquistare le produzioni alimentari del nostro territorio, direttamente vendute dai rispettivi produttori. Non mancheranno, inoltre, attività di intrattenimento e ludico-ricreative (concerti musicali ed altro) che, nei due giorni della manifestazione, si svilupperanno lungo l’asse che dalla Foresta di Pianura conduce alla cascina Coldana e ritorno. Nell’edizione d’Aprile di AgriMese, verrà dato maggiore spazio informativo alla manifestazione ora semplicemente annunciata in forma sintetica. IN DISTRIBUZIONE A PARTIRE DA METÀ APRILE UN OPUSCOLO DESCRITTIVO SULL’ARGOMENTO Con questa soluzione si intende stimolare il confronto genitori figli sul tema latte crudo anche in virtù di quel programma di educazione alimentare che già da diversi anni mette in relazione le scuole con l’Amministrazione Pubblica locale. ZONA MARCHIO INIZIA, IN DUE CASEIFICI, LA PRODUZIONE DI FORMAGGIO “TIPO GRANONE” MARCHIATO LODIGIANO TERRA BUONA La produzione di formaggio Tipo Granone prende finalmente il via, grazie all’autorizzazione a produrre rilasciata nei giorni scorsi dal Settore Agricoltura della Provincia di Lodi nei confronti di due caseifici “storici” del nostro territorio. Le due realtà locali, che potranno finalmente apporre il “fatidico” dischetto di caseina riportante il Codice Marchio sul piatto delle forme, saranno in condizione di dare ampio risalto alla bontà della loro produzione al prossimo Salone del Gusto di Torino in programma per la seconda metà di ottobre. Naturalmente il prodotto presentato nell’occasione non potrà che essere la “Raspadura di Lodi” non essendoci il tempo materiale per la produzione del formaggio stagionato che, lo ricordiamo, non potrà essere commercializzato col marchio “Lodigiano Terra Buona” fino al raggiungimento del diciottesimo mese. Per il disciplinare, comunque, la stagionatura delle forme potrà essere protratta fino a due anni per far ottenere al formaggio, senza difetti, la qualifica di “Stravecchio”. LATTE CRUDO Il mese prossimo sarà disponibile, presso le sedi del Settore Agricoltura della Provincia, dell’ASL di Lodi e dell’I.T.A.S. di Codogno, un opuscolo di 12 pagine che parlerà del latte crudo con approcci differenti. La pubblicazione, alla cui redazione hanno concorso in diversa misura i tre soggetti sopraindicati, tratta l’argomento latte crudo in maniera semplice e diretta cercando al contempo di essere quanto più possibile esauriente. Il linguaggio utilizzato è per quanto possibile esente da termini tecnici e pertanto i testi degli articoli che lo compongono risultano adatti anche ai neofiti della materia. Proprio per questo motivo tra i destinatari privilegiati sono stati individuati gli alunni delle scuole elementari presenti sul territorio, a cui l’opuscolo verrà spedito direttamente a cura dell’Assessorato all’Agricoltura della Provincia. COME RICEVERE AGRILODI MESE Il Bollettino AgriLodi Mese è prodotto in un numero limitato di copie. La divulgazione avviene contando sulla collaborazione di alcuni operatori del settore agricolo (Associazioni di categoria, Consorzi, Cooperative, Istituzioni, ecc.) presso le cui sedi lasciamo un certo numero di copie, nella speranza che vengano lette dagli abituali frequentatori di quei luoghi. AgriLodi Mese è prodotto in video scrittura Word per Window 98 e salvato in duplice formato: Word e Acrobat, leggibile con l’applicativo Acrobat Reader. E’ possibile ricevere AgriLodi Mese anche via Internet, scaricandone la copia direttamente dal sito del Settore Agricoltura della Provincia di Lodi all’indirizzo: http//agricoltura.provinciadilodi.it. Chi volesse invece riceverlo al proprio indirizzo di posta elettronica, è pregato di farne 4 opportuna richiesta comunicando il proprio recapito alla seguente casella E-mail: [email protected] 5