N. 5 - Giugno/Luglio 2010
Esce otto volte l’anno
www.acs-italia.org
Foto: Archives Fazenda da Esperança
«Lasciatevi quindi inondare dalla grazia
di Dio. Infatti Lui, attraverso il Papa,
ci esorta a riformare la nostra vita e a
rinnovare il nostro amore. E ci dice
anche che il nostro mondo occidentale,
agitato da razionalismo, apostasia,
corruzione morale e ribellione, può
essere riconquistato a Cristo solo se
molti di noi tornano sulla via stretta
dell’autentico cristianesimo».
- Padre Werenfried (1913-2003) -
nella vasta arena dello stadio, gli occhi
degli spettatori erano tutti puntati sui ragazzi che correvano la staffetta. Tra loro,
Francisco Javier era il più veloce. Studente
in matematica, aveva superato l’esame finale con i migliori dei voti. Quel giorno la
sua staffetta vinse. Decenni più tardi
Giovanni Paolo II lo avrebbe
consacrato vescovo, affidandogli incarichi piuttosto complessi nell’ambito della Chiesa
universale. Francisco Javier
Errázuriz Ossa fu nominato arcivescovo di Santiago del Cile,
cardinale, presidente del Consiglio Episcopale dell’America Latina. Non dà importanza ai titoli, gli incarichi sono per lui una
sfida, ma non intaccano la sua calma interiore. «Dev’essere una persona buona – mi
disse una volta un noto intellettuale ateo –
il suo volto irradia un forte calore umano».
Ma Francisco Javier è prima di tutto un
sacerdote.
Il cardinale accenna spesso a una lettera che
ha rivestito un’importanza cruciale per la
sua vita. È una lettera scritta da padre Josef
Kentenich, fondatore del “Movimento di
Mano nella mano con il Santo Padre: Benedetto XVI in una
“Fazenda della Speranza” sostenuta dalla nostra Opera.
Schönstatt”. Le pagine sono ingiallite dal
tempo. Parlano della centralità della spiritualità sacerdotale. Nella lettera, padre
Josef Kentenich riporta come esempio
un’antica leggenda che tratta di un minuscolo colibrì: con grande nostalgia l’uccellino guarda il sole. Vorrebbe raggiungere
in volo il re degli astri. Invano prova e
riprova, ma ogni volta cade a terra. Una
abbiamo dovuto prendere coscienza con
dolore e vergogna – come afferma Papa Benedetto – della miseria e dei peccati commessi da sacerdoti in vari Paesi. Abbiamo
anche visto come l’evidenza degli abusi
commessi da alcuni sia stata ingiustamente
usata contro tutti i sacerdoti. Nella Lettera
agli Ebrei si dice che il sacerdote è preso
tra gli uomini, è un peccatore come tutti i
fratelli e le sorelle e, proprio per
questo, è in grado di diventare
strumento di misericordia per
ogni singolo essere umano. Sì,
il sacerdote è il colibrì chiamato
a volare come un’aquila, per
forza divina, una forza che non
proviene da lui, ma che gli viene sempre,
nuovamente, messa a disposizione.
Insieme a noi sacerdoti, vi prego di ringraziare Dio per la vocazione che ci
ha dato e di pregare per noi, affinché
diveniamo sacerdoti santi. Con la mia
benedizione sacerdotale,
«Pregate per noi,
affinché diveniamo
sacerdoti santi».
mattina vede un’aquila che vola alta in
cielo. Quella notte il colibrì si nasconde
sotto l’ala dell’aquila. E così, nascosto tra
le sue piume, raggiunge il sole. La lettera
spiega che accade la stessa cosa con il sacerdote: a volte è come un’aquila che con le
sue ali paterne avvicina gli uomini al sole
della Trinità; in molti altri casi però, è il povero colibrì che si nasconde tra le piume
della vera aquila − Cristo − per raggiungere
attraverso di Lui il Padre della Misericordia.
Si conclude l’anno che la Chiesa ha
dedicato al sacerdozio. Nei mesi passati
P. Joaquín Alliende, Presidente
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Libri
Il libro dei libri rimane la Bibbia
Una «tentazione molto diffusa oggi
giorno – scrive Benedetto XVI – consiste nel voler interpretare in modo
puramente spirituale il Nuovo Testamento, escludendo così qualsiasi
rilevanza sociale e politica».
Il modo migliore per non cadere in questa
tentazione è leggere direttamente il Nuovo
Testamento, dando anche al maggior numero possibile di persone, la possibilità di
accedere alla Buona Novella. È proprio
quello che fate voi, specialmente attraverso
la Bibbia del Fanciullo, la cui tiratura ha
raggiunto circa 48 milioni di copie stampate in 162 lingue. E attraverso il Piccolo Anche Gesù è stato bambino: per quelli albanesi la “loro” Bibbia è un vero tesoro.
Atteso con ansia in America Latina:
il nuovo libricino del rosario.
Sono arrivati i libri! La gioia dei seminaristi a Bogotà, in Colombia.
Una Bibbia in ogni casa: un sacerdote
la consegna a una famiglia in India.
Catechismo, stampato in oltre 6 milioni di
copie tradotte in 26 lingue. In questo modo
i giovani e gli adulti vengono «fortificati
per divenire testimoni di Cristo», ha detto
il Santo Padre ai vescovi latino-americani
all’inizio della “Grande missione continentale”. In Honduras, Perù, Venezuela
e altri Paesi del subcontinente, la Bibbia del
Fanciullo è utilizzata nelle scuole come
materiale didattico di base. Ma i bambini
partecipano anche alla Grande missione
con il libricino «Noi bambini preghiamo
il Rosario». Questo nuovo opuscolo di ACS
ha avuto una tiratura iniziale di 60.000 copie.
Anche attraverso questa pubblicazione i
bambini imparano a conoscere la vita di
Gesù e, in particolare, quella della Madonna.
Una copia costa 50 centesimi. Quanti bambini volete far felici in questo modo?
In occasione dell’Anno Sacerdotale, l’arcidiocesi di Colombo, nello Sri Lanka,
ha raccolto le preghiere dei fedeli per i
sacerdoti e per le vocazioni in un libro
che ha trovato – e trova ancora – ampia
diffusione, in particolare tra i giovani.
Abbiamo contribuito con 3.000 euro alle
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In questo libro c’è speranza: preghiere in
ndebele, una delle lingue dello Zimbabwe.
spese di pubblicazione. In Etiopia – dove
i cattolici sono meno dell’1% della popolazione anche se provvedono al 90%
dell’assistenza sociale, avete finanziato con
9.000 euro i messali in lingua wolaitegna e
kambategna per i nuovi Vicariati apostolici di Soddo e Hosanna. A Bulawayo, nel
tormentato Zimbabwe, abbiamo fatto
fronte con 10.000 euro alle spese di
stampa dei libri di preghiera in lingua
ndebele.
Il libro dei libri però rimane la Bibbia. Le
copie destinate ai cattolici di Albania,
Montenegro e Kosovo sono 30.000. Gli
albanesi hanno una grande sete della Parola
di Dio. Per decenni la Bibbia è stata severamente proibita. Il loro era l’unico Paese
la cui Costituzione proclamava lo “Stato
ateo”. Dopo il crollo del comunismo, i vescovi ci hanno chiesto la traduzione della
Bibbia nella loro lingua. Essa è il cuore
della ricostruzione. Perché nulla è più sociale della redenzione, nulla è politicamente più rilevante della carità.
•
Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre.
a
Medi
Affinché il Regno di Dio viva
I mezzi di comunicazione sociale
servono a diffondere e rafforzare il
Regno di Dio, come ci insegna il
Concilio Vaticano II. Dove non si
vede né si sente Dio «l’uomo deperisce e deperisce il mondo», scrive
Benedetto XVI.
Senza mezzi di comunicazione sociale
niente Regno di Dio. Ma considerato che
i media si aprono sempre meno alla Buona
Novella, per parlarne alla gente la Chiesa
deve munirsi di strumenti propri. Uno di
questi è l’agenzia di stampa «Union of
Catholic Asian News» (UCANews). Essa
opera da ben trentun’anni ed è la maggiore agenzia giornalistica patrocinata
dalla Chiesa in Asia. Grazie a voi, può es- Un vescovo libanese esprime la sua
sere letta in tutto il mondo. In molti Paesi opinione: in Medio Oriente i media
asiatici la Chiesa è povera e non sarebbe cristiani sono essenziali per la
in grado di sostenere da sola le attività sopravvivenza dei cristiani.
della UCANews.
Così, anche per quest’anno, abbiamo pro- con la stazione «Effata» per la quale la
messo 80.000 euro. Questo contributo ha diocesi di Lai ha bisogno di 10.000 euro.
un valore inestimabile: le notizie di questa Oppure ad Haiti, dove «Radio Soleil»
Agenzia infondono ai cattolici – che in invia segnali di speranza dalle macerie.
questa parte del mondo sono in continua Sono segnali di speranza che cercano
anche la vostra gecrescita – il senso
Segnali di speranza
nerosità. Haiti ha
della comunità e
bisogno di un’emitdell’identità. Grazie
dalle macerie...
tente radio. Per
ad essa i fedeli sanno
che noi tutti viviamo nella speranza in questo scopo abbiamo messo immediataCristo e che il Regno di Dio è vivo. Questo mente a disposizione 4.500 euro. Ma gli
aiuti dovrebbero essere di più.
è il messaggio che si legge fra le righe.
Un effetto analogo è raggiunto dalle emit- Date loro un’eco, date loro un’eco
tenti radio in Africa, come accade in Ciad d’amore!
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Spiegare la fede: lo studio di «Radio
Resurrezione» in Ucraina.
Al servizio della verità: una troupe di
«Radio Veritas» in Pakistan.
Una parola per molti: anche in Messico
la radio raggiunge le masse.
Prendi e leggi – Ma cosa?
E il Verbo si è fatto carne anche nei
sacerdoti, quando “in persona” di
Cristo somministrano i sacramenti
e annunciano la Buona Novella.
«Dopo Dio, il sacerdote è tutto! [...] Lui
stesso non si capirà bene che in cielo» affermava il santo Jean-Marie Vianney. La
strada al sacerdozio passa attraverso il
Verbo che deve essere conosciuto, letto,
studiato. È rivolto proprio ai seminaristi
il richiamo di Dio ad Agostino: «Tolle,
lege – Prendi e leggi». Ma cosa fare se
non c’è molto da prendere, se mancano i
libri? Nel seminario di Abidjeen-Kothé,
in Costa d’Avorio, la biblioteca è ben
poca cosa. Prendiamocene cura. Ai seminaristi non manca la buona volontà. Sarebbero ben lieti di portare avanti l’opera
di redenzione del Verbo sia in Africa che
al di là dei suoi confini. Abbiamo promesso 30.000 euro per donare una dotazione minima a questa biblioteca, per
creare il presupposto per lo studio. Con il
vostro contributo siamo in grado di dare
seguito alla nostra parola, affinché il
Troppi pochi libri per i seminaristi: chi
dà una mano a moltiplicare i libri?
Verbo Eterno possa prendere forma anche
nei seminaristi.
Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre.
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Sofferenza, amore e gratitudine – Le vostre lettere
Per sostenere il messaggio di Dio
Sostenere ACS è per me una gioia e una
benedizione. Il vostro impegno, così diretto, è grande. Io sono solo un’osservatrice che nel suo piccolo contribuisce
come può. L’essenza di tutto è Dio e il
suo messaggio di amore e di salvezza. Vi
prego, portate avanti per Dio la vostra
buona opera. Nel nostro mondo secolarizzato e ateo ogni aiuto per la Chiesa di
Dio è necessario.
Una benefattrice dall’Australia
Preghiera e azione
Sono lieta di potervi inviare questa
offerta di 60 euro a sostegno della vostra Opera. È una parte del mio salario
mensile. Cerco di aiutarvi nei limiti
delle mie piccole possibilità. Carissimi
saluti, siete con me nella mia preghiera
quotidiana.
Una religiosa dal Belgio
Anche da parte mia, “l’obolo della vedova”
Vi prego di inviarmi informazioni sulle
vostre attività. Sono pensionato, ma vorrei poter aiutare per quanto mi è possibile. Mi commuove la carità di così tanta
gente di tutto il mondo che offre davvero
“l’obolo della vedova”. Anch’io non voglio tirarmi indietro.
Un benefattore dalla Polonia
Asciugare le lacrime di Gesù
Un anno fa ho ritrovato la fede in Dio,
Maria mi ha teso la sua mano e, come il
Figliol Prodigo, mi ha avvicinata a Gesù.
Egli ha perdonato tutti i miei peccati, ma
oggi mi prega di guardare con gli occhi
del cuore a coloro che asciugano le lacrime di dolore di Gesù nei loro fratelli e
nelle loro sorelle. Quello che ho, lo dò a
voi fin quando posso. Lo dò a Lui attraverso di voi!
Una signora dalla Francia
Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) - Segretariato Italiano: Piazza San Calisto 16 - 00153 Roma
Tel. 06.6989.3911 - mail: [email protected] - Bressanone: Rio Scaleres 14 - 39042 Bressanone
Tel. 0472.832.746 - Milano: Corso Monforte 1 - 20122 MI - Tel. 02.7602.8469 - Siracusa: Via
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Chiesa che Soffre. Ai sensi del D.L. 196/2003, lei potrà esercitare i relativi diritti,
rivolgendosi ad “Aiuto alla Chiesa che Soffre” - Piazza San Calisto 16 - 00153 Roma.
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Il buon nome
San Francesco di Sales (15671622), dottore della Chiesa e santo
patrono dei giornalisti, affermava:
«Tra tutti i beni terreni, il più prezioso è il buon nome». Con quanta
rapidità i rappresentanti dei massmedia emettono giudizi e con
quanta rapidità questo comportamento può uccidere il buon nome!
E non solo nei mass-media….
Francesco di Sales era una persona appassionata, ma è famoso
per la sua dolcezza e la sua
pazienza. Quando gli venne chiesto
come mai avesse reagito moderatamente a una grave offesa, in tutta
semplicità, scrisse: «Vi è molto
amor proprio nel desiderio che
tutto il mondo ci ami e che tutto
torni a nostro onore. Cosa si
ottiene opponendosi al vento e alle
onde se non schiuma?».
Oggi sia il buon nome della
Chiesa che quello del Santo
Padre, sono fortemente calunniati
da alcuni giornali. Papa Benedetto reagisce con pazienza nella
forma e con forza nella sostanza,
proprio come san Francesco di
Sales. Deve fare così. Il buon
nome e l’onore hanno a che fare
con l’integrità della persona e del
suo magistero. Tutelare questi
elementi nel rispetto della verità,
sarebbe uno dei compiti dei massmedia che rientrano negli strumenti per il bene comune.
Vale davvero la pena di pregare
con Francesco di Sales per i
giornalisti.
L’Eco dell’Amore N. 5 - Giugno/Luglio 2010
- Direttore responsabile: Mons. Sante Babolin
- Redazione: Jürgen Liminski - Editore: Aiuto
alla Chiesa che Soffre - Piazza San Calisto 16 00153 Roma - Con approvazione ecclesiastica Tipografia: Ottavio Capriolo S.p.A. -Via Di
Vittorio, 6 - 20090 Caleppio di Settala - ISSN
0252-2551 - Registrazione del Tribunale di
Roma N. 481 del 24 novembre 2003 Sped. A.P.
- D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1, comma 2, DCB Milano.
© immagine: Archiv Franz Sales Verlag, Eichstätt
Molti sacerdoti hanno
tratto nuova forza
dall’Anno Sacerdotale. Avete aiutato non
pochi sacerdoti privi
di mezzi, a incontrarsi,
a meditare sui loro
compiti e sul loro
ruolo. Soprattutto, li
avete aiutati a pregare insieme. Vi sono
grati per questo. Dal
Congo, precisamente
dalla città di Brazzaville, il presidente della Conferenza Episcopale, il vescovo Louis PortellaMbuyu, ci scrive: «Avete aiutato 464 sacerdoti congolesi a rafforzare la loro
vocazione. È essenziale rimanere fedeli alla grazia di Cristo, seguendo così
la direzione indicataci dal Santo Padre: fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote». Per questo, a nome dei “suoi” sacerdoti, ringrazia di cuore tutti i
benefattori.
Cile
Dare di nuovo un tetto alla fede
Torre senza più casa: la situazione è la
stessa anche in molti altri luoghi.
L’80% delle chiese è inagibile.
La morte è giunta all’improvviso, di
notte. Erano le 3 e 34 minuti e la
gente dormiva quando la terra ha
tremato. È stato uno dei terremoti
più forti della storia, 8,8 gradi della
scala Richter.
Piegata, ma
non spezzata:
una suora
contemplativa
si reca a
pregare.
piove, fa freddo… ACS ha tirato su varie
tende da campo adibite a chiesa, ma sono
soluzioni provvisorie, luoghi di speranza
in vista di tempi migliori. È arrivato il nostro momento. La seconda ondata di solidarietà deve nutrire la speranza. Nelle
tende adibite a chiesa trovano posto circa
100 fedeli. Una cappella costa 14.000
euro.
Le “cappelle da campo” sono il primo
Ben poco è rimasto in piedi:
passo della Campagna per la ricostruzione
il vescovo Alejandro Goic
avviata dalla nostra Sede in Cile con il
verifica cosa si è salvato.
motto «Un nuovo Cile in Cristo». Con i
vescovi vogliamo dare alla «fede in Cile
In questo dolore, il Paese e la sua gente si di nuovo un tetto». Ci vorrà del tempo,
come afferma l’arcivescovo Ricardo Ezsono mostrati uniti.
Ora, quattro mesi dopo la catastrofe, le zati. Solo la Chiesa può riuscire a far uscire
risorse della popolazione si stanno esau- l’anima cilena rafforzata da questa catarendo. Ora, a molti cileni manca principal- strofe. «Le nostre chiese sono il segno della
mente una cosa: un luogo dove ringraziare presenza di Dio tra noi. Qui è possibile
rafforzare la comuDio per essere so«Le nostre chiese sono
nione con Dio. Qui
pravvissuti, per aver
possono crescere di
ricevuto gli aiuti nelil segno della presenza
nuovo le virtù e i
l’emergenza e per la
di Dio tra noi».
valori spirituali di
generosità attiva che
li ha beneficiati. Su cinque chiese, quattro una condivisione fraterna». La condivisono andate distrutte o sono state talmente sione fraterna coinvolge anche noi. Da
danneggiate da essere inagibili. La Messa soli non possono farcela. Insieme è possiviene celebrata all’aperto, in strada e nelle bile, anche noi possiamo crescere con
piazze. Ma adesso in Cile è inverno, loro.
Sono crollate le case, i ponti, l’80% della
popolazione è stata vittima per 90 lunghi
secondi, delle tremende scosse telluriche.
Poi, ne sono state registrate 270 di assestamento. Infine, a sconvolgere la costa, è
arrivato lo tsunami e tutto quello che ha
trovato sulla sua strada è stato inghiottito
dalle onde. Per centinaia di chilometri,
lungo le coste e nelle città, nient’altro che
devastazioni e macerie.
450 morti, danni incalcolabili, 40.000
scuole e 200.000 abitazioni danneggiate o
distrutte, per non parlare delle baracche...
Mentre la terra ancora tremava per le
scosse di assestamento e la gente era terrorizzata, i sacerdoti e le suore erano già
sul posto a consolare e pregare con la popolazione. Dalla gente è partita un’ondata
di solidarietà. Anche i cuori hanno tremato.
Al motto «Il Cile aiuta il Cile» sono stati Per i territori maggiormente colpiti:
raccolti milioni per aiuti nell’emergenza. modellino di una “cappella da campo”.
5
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Paura delle scosse di assestamento:
una suora consola i bambini.
Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre.
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Sacer
«Perché hanno bisogno di noi»
Picchiato, torturato, annegato per la
verità: padre Jerzy Popieluszko.
Venerata dal popolo: la tomba di padre
Ragheed Ganni a Karamles, in Iraq.
Era detto «la coscienza del popolo».
Jerzy Popieluszko era solo un giovane cappellano proveniente da un
villaggio sperduto, Okopy presso
Suchowola, dove vivevano i suoi genitori che erano semplici contadini.
è la notte del 19 ottobre 1984 – viene ra- ferito nessuno. Padre Ragheed disse: «È
pito, torturato e annegato. Ma una co- come quando Cristo si recò a Gerusascienza non può morire. I suoi funerali si lemme. Sapeva bene ciò che lo attendeva: la
trasformano in una manifestazione di po- Croce. Lo fece per amore verso noi uomini.
polo, partecipano migliaia di persone, con i Proviamoci anche noi. Quando si è spenta
genitori profondamente segnati dal dolore. l’eco degli spari, abbiamo offerto in
È chiaro a tutti: padre Jerzy ha sacrificato sacrificio la nostra sofferenza per amore di
Cristo». È così che
la propria vita per
Sono
i
martiri
che
parlano i martiri.
la verità. All’inizio
Padre Ragheed non
dei documenti per
consentono alla verità
ha sacrificato solo la
la beatificazione si
di sopravvivere.
sua sofferenza, salegge: «La sua
morte ci apre gli occhi, gli occhi del nostro peva bene che poteva costargli anche la
cuore, della nostra mente, della nostra vita. E così è stato. Tra il 2003 e il 2007
fede». Anche nella morte parla alle nostre molti cristiani sono fuggiti dall’Iraq. Padre
coscienze. Il 6 giugno, a conclusione del- Ragheed è rimasto. La situazione era
l’Anno Sacerdotale, è stato dichiarato sempre più pericolosa, estremisti islamici
Beato a Varsavia.
per permettere ai cristiani di restare nelle
Voi eravate presenti allora. Ai tempi della proprie case pretendevano da loro del dedittatura, la nostra Opera ha massiccia- naro. Acqua ed elettricità scarseggiavano.
mente sostenuto la Chiesa polacca. Sono Una bomba era esplosa nella sua chiesa
questi martiri che consentono alla verità di dello Spirito Santo. «Siamo al tracollo»,
sopravvivere. Anche oggi. In Iraq soste- aveva scritto il 28 maggio 2007. Appena
nete i cristiani perseguitati. Padre Ragheed pochi giorni dopo, il 3 giugno, la prima
Ganni era uno di essi. Aveva ricevuto una domenica dopo Pentecoste, terminata la
nostra borsa di studio e, dopo aver concluso Messa, venne ucciso insieme a tre diaconi.
i suoi studi a Roma, era tornato come Gli estremisti islamici gli chiesero prima
sacerdote nella sua patria «perché lì hanno di sparargli: «Perché non hai chiuso la
chiesa come ti avevamo detto di fare?». E
bisogno di noi».
Il primo aprile 2007 stava celebrando la lui rispose: «Come avrei potuto chiudere
Messa quando qualcuno sparò in chiesa la Casa di Dio?». Furono le sue ultime
dalla finestra. In quell’occasione non venne parole.
Padre Jerzy si occupa di bambini e ragazzi
e nel 1980 – alla stessa età di Gesù Cristo
prima di morire – si impegna per il movimento operaio polacco, predica la giustizia
sociale e il patriottismo, celebra una Santa
Messa solenne nell’area della fabbrica per
gli operai metallurgici in sciopero. Da allora, i Servizi segreti lo prendono di mira.
Viene pedinato, minacciato, si trova ripetutamente coinvolto in incidenti automobilistici pretestuosi, viene processato. La sua
abitazione viene perquisita e devastata. Ma
il cappellano rimane irremovibile. Infine –
Foto: L’Osservatore Romano
Preghiera al martire: Giovanni Paolo II
presso la tomba di padre Jerzy.
A Roma nel 2002: padre Ganni, giovane
borsista, ringrazia padre Werenfried.
Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre.
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Pregate per noi, affinché diveniamo sacerdoti santi».