Voci dal Sud 1 rw w w . s o s e d . eu Anno X° - n. 1/2 - Febbraio - Marzo 2014 Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 OMAGG IO Euro 1,55 Per la gente del Sud dov’è l’inferno ? ... in cielo o in terra? Voci dal Sud 2 w w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 Voci dal Sud ... ai quattro venti Periodico indipendente di Attualità, Storia e Cultura Rassegna stampa dai mass media Reg. Tribunale di Palmi nr. 01/05 (fasc. 183/05) del 28/4/2005-2/05/2005 Fromo Editore - Rosarno (RC) casella postale 77 c.da Sella Badia 9 - 89025 ROSARNO tel. 333 6793434 Indirizzo Internet www.sosed.eu e-mail: [email protected] Direttore responsabile ed editoriale Franz Rodi-Morabito Segretaria redazione, Patrizia Rodi-Morabito Comitato redazione Mariasole Dalmonte e Michele Guardo Impaginazione telematica fromor __________________ ABBONAMENTI (momentaneamente Omaggio) ordinario euro 15.50 sostenitore euro 26.00 enti/associazioni euro 26.00 Amici Voci dal Sud euro 52.00 Versamento tramite: PUBBLICITA’ - Tariffe Servizio momentaneamente Sospeso modulo cmq 36 b/neuro 13* modulo cmq 64 b/neuro 26* modulo cmq 128 b/n euro 39* 1/2 pagina interna b/n euro 52* Pagina intera interna euro 100* * A colori + 20% (I prezzi si intendono per ciascuna uscita) Altri moduli o posizioni di rigore (1.a ed ultima pagina, ecc.): da convenire. 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Foro competente: Palmi Voci dal Sud 3 rw w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 Sommario pag 4 - Rosarno - Bimbo ucciso nel 1984 - Dopo 30 anni i familiari attendono ancòra il risarcimento! pag 5 - Rosarno - E’ crisi perciò il Comune riduca le tasse ! pag 6 - Rosarno Positiva - Koa, campione d’integrazione pag 7 - Locri - S O S Amianto pag 8 - Cinquefrondi - Radioattività alla Limina: pag 9 - Gioia Tauro - «Fatti concreti oppure sarà protesta» Addio eternit - Il poliambulatorio ritorna all’Ospedale pag 10 - Locri - «Offese infamanti» il Sindaco Calabrese querela il giornalista Stella, Fazio e la Rai pag 11 - Polistena - Sequestrata un’area interna all’ospedale adibita a deposito dei rifiuti ospedalieri o addirittura “speciali” pag 12 - Piana Rosarno-Gioia Tauro , nuova terra dei fuochi ? pag 13 - Armi chimiche - Il porto di Gioia Tauro viene scelto per il trasbordo delle armi chimiche siriane! pag 14 - Armi chimiche, i sindaci si rivolgono al Prefetto: ci aiuti pag 15 - Armi chimiche: Un difetto ai containers blocca la patenza delle navi verso il porto di Goia Tauro pag 15 - «Armi chimiche, scelta da rivedere» pag 16 - Ecco il neo bullismo - «Una vita pensata ma non vissuta» pag 17 - Dieci anni di Facebook - La nuova era pag 18 - Crisi - “Affitto gratis la mia Mivar a chi assume 1200 italiani” pag 19 - Fisco - Riapertura delle rivalutazioni per terreni e partecipazioni pag 21 - Agricoltura - Olio, arriva il registro unico per tutelare il vero extravergine italiano pag 22 - Agricoltura , dal passato rinasce la speranza pag 24 - Medicina - L’anoressia si può sconfiggere pag 25 - Medicina - L’erba magica che distrugge il 98% delle cellule cancerogene in 16 ore pag 26 - Medicina - Tutto il Wi-Fi in casa è pericoloso Voci dal Sud 4 w w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 Rosarno Bimbo ucciso nel 1984 Dopo 30 anni i familiari attendono ancòra il risarcimento! ANGELO SICILIANO - L’Ora della Calabria Hanno scritto al Ministro della giustizia perché, a 30 anni dai fatti, la morte di un bambino non ha ancora avuto alcun risarcimento. Un iter giudiziario di abnorme lentezza mette infatti in calendario nel marzo 2015 l’udienza per la precisazione delle conclusioni, presso la Corte d’appello di Reggio. Nel maggio del 1984 la tragedia di Angelo Cirimele. Il bambino ha tre anni, gioca sull’uscio di casa lungo la provinciale Taurianova-Rosarno, viene ucciso da un’auto che corre e sbanda. Escluse responsabilità penali, il conducente è condannato in sede civile a pagare 80 milioni di lire più le spese. Ricorsi, annullamenti di sentenze e rinvii impantanano il processo. Il 1° febbraio scorso Aldo Abello, il responsabile della provincia di Cuneo dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada, invia una lettera alla ministra Cancellieri (pro tempore all’epoca) chiedendole di «intervenire per risolvere lo stallo, perché la nostra associazione e i familiari del bambino non lasceranno niente di intentato». L’appello porta la firma della onlus cui si è rivolto anni fa Luigi Cirimele, il maggiore dei fratelli, che vive e lavora in Piemonte. Nessuna risposta è ancora arrivata dal Ministero, così come il silenzio aveva accolto la prima analoga sollecitazione di Abello, che nel 2011 chiamava in causa il Guardasigilli Alfano e il presidente della Corte di appello di Reggio. Nella nota odierna il referente cuneese dell’organizzazione Vittime della strada sottolinea come non si sia mosso nulla «nonostante la Corte di assise di Catanzaro abbia intimato al ministero a risarcire per questi anni che sono trascorsi senza giungere a una soluzione». La vicenda del bambino di contrada Testa dell’Acqua a Rosarno, la battaglia che madre e fratelli (il padre di Angelo è morto nel 2008) portano avanti da lunghissimo tempo, ha conosciuto alla fine del 2012 una notorietà mediatica vastissima. Lanciato dall’Ora della Calabria e subito ripreso dal Corriere della Sera, il caso è stato trattato da tele- visioni nazionali, siti internet, periodici. Ma quella triste e paradossale storia di giustizia negata, non ha comunque trovato un’accelerazione processuale. Rimane la data del 26 marzo 2015, sempre che non vi siano ulteriori rinvii, come prossima tappa in vista della decisione di secondo grado. E rimane come surplus di amarezza il fatto che una sentenza, quella della Corte di Assise di Catanzaro, abbia condannato il Ministero per i ritardi, senza che i familiari di Angelo abbiano ancora visto un euro, come racconta all’Ora della Calabria il fratello Luigi. Contro la ruggine e l’irrazionalità del racconto sperimentato finora, i Cirimele si rivolgono oggi, di nuovo, al Ministro. Ché a furia di guardare quella strada, trent’anni non si sono spostati di un millimetro. 5 Voci dal Sud rw w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 Rosarno E’ crisi perciò il Comune riduca le tasse ! La proposta del laboratorio politico in una lettera alla Giunta d.m. - L’ora della Calabria Interventi di politica fiscale per dare una piccola giungere la scadenza del mese e assicurare anche il pagamento dei tributi senza ritrovarsi come svolta all’economia rosarnese. Il Laboratorio Politico, di recente costituito, ha spesso avviene all’interno delle proprie cassette scritto alla giunta comunale, guidata da Elisabetta Tri- postali sconvenienti e scottanti richieste di pagamento da parte podi, e agli esponenti d’istituti riscossione delle forze consiliari e Stanno invece giungendo ai credito». cittadini notifiche di cartelle sindacali, per proporre per tributi passati (dal 2008) Il merito della queuna serie di misure. relativi alla nettezza urbana stione, poi, si sposta su «Visto l’attuale stache, come tutti sanno, è temi squisitamente fiscato di grave crisi ecoassolutamente assente su una li. nomica cui è tragicagrande area della città dove si «E’ opportuno che mente coinvolto il novice immersi nell’immondizia, codesta Amministrastro territorio – ha tanto da sfiorare uno stato pre zione compia un’atscritto il coordinatore epidemico ! tenta analisi delPasquale Papaianni l’attuale clima di dedinanzi una disoccupazione nella piana ormai mostruosamente a due pressione economica cui è investito nello specificifre, riteniamo essenziale che l’Amministrazio- co il nostro paese e quindi tenga conto di valutane Comunale cerchi di incidere maggiormente re la possibilità e/o l’opportunità di potersi con una chiara e tagliente azione di agevolazio- avvalere dell’art.13 legge 27.12.2002 al fine di ne riguardante il tema della politica fiscale loca- provvedere all’istituzione di un condono fiscale relativo ai tributi Ici e Tarsu». le». Il Laboratorio, infine, chiede «l’istituzione di un Il primo tassello è dare ossigeno alle finanze dei tavolo tecnico con le Organizzazioni Sindacali singoli cittadini. «Si ritiene necessario che l’attuale Amministra- Confederali, al fine di valutare l’esistenza o meno zione debba vagliare la possibilità di margini con delle condizioni tali da provvedere alla diriferimento alla possibile attuazione di forme di minuizione dell’aliquota addizionale comunale e aiuto e/o agevolazioni di carattere fiscale rivolte stabilirne inoltre forme e modi di esenzione per ai tanti Rosarnesi che ogni giorno cercano labo- le classi più disagiate». riosamente di sbarcare il lunario, i quali vivono continue e convulse fasi disagiate al fine di rag- Voci dal Sud 6 w w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 R o s a r n o Positiva Koa, campione d’integrazione La “particolare” squadra di calcio di Rosarno premiata quale realtà positiva del Sud Italia VIVIANA MINASI - loradellacalabria.it Il “Koa Bosco Rosarno” è campione per l’integrazione. La squadra di calcio di terza categoria, nella quale giocano i “fratelli di colore” rosarnesi, ha ricevuto il simpatico premio nei giorni scorsi, consegnato a Milano, a palazzo Marino, al direttore generale Domenico Bagalà. Si tratta di un riconoscimento di rilevanza nazionale, che rientra nell’evento Premio Campione, ideato dal fondatore dei City Angels, Mario Furlan, che si tiene ogni anno a Milano e riconosce l’impegno di chi dedica il proprio tempo a chi nella vita non ha avuto la fortuna di vivere serenamente. Lo fanno ogni giorno, a Rosarno, il direttore generale del Koa Bosco, Domenico Bagalà, insieme al presidente Mimmo Mammoliti ed al parroco don Roberto Meduri, che insieme si dedicano alla crescita, sia agonistica che culturale, dei migranti africani che vivono nella vicina San Ferdinando. Koa è l’acronimo di Knights of the Altar, i cavalieri dell’altare, nome di un gruppo gospel formato da migranti. È un progetto, che mira all’integrazione dei “fratelli” africani che vivono lontani da casa, e che in Calabria, e nello specifico nella Piana di Gioia Tauro, ha trovato concretezza nella squadra di calcio. In futuro potrebbe essere realizzato anche il progetto di in coro Gospel proprio nella chiesa di San- t’Antonio di Rosarno. Quest’anno la squadra partecipa al campionato regionale di terza categoria, grazie alla maratona di solidarietà di tanti piccoli imprenditori locali che hanno creduto nel progetto e permesso al team di iscriversi al campionato. Non mancano, però, le difficoltà, che vanno dalle condizioni in cui i “fratelli” sono costretti a vivere, a quelle legate allo sfruttamento quotidiano nei campi, durante la stagione della raccolta delle arance. Ma la voglia di continuare in questo cammino di integrazione è più forte, ed è per questo che il Koa Bosco e la dirigenza non smettono di crederci e di investire in progetti, per un futuro fatto di integrazione. Oltre al progetto del coro parrocchiale Gospel, ci sarebbe infatti in cantiere un’altra iniziativa che punta all’integrazione, che riguarderebbe il Koa ed una associazione Onlus famosa a livello nazionale. 7 Voci dal Sud rw w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 L o c r i SOS Amianto Vivere assediati dall’ ”eternit” ANNALISA COSTANZO - @loradellacalabria.it I sindaci di Africo e Bovalino, nei giorni scorsi, con delle «Ne va della salute dei cittadini, dice Versaci. ordinanze hanno dichiarato “guerra” alle ondulate lastre di Nella cittadina africese, in questi giorni, l’Arpacal ha eternit ma il problema riguarda tutta la Locride. avviato il monitoraggio per trovare la causa dell’alta Tralasciando il terribile dramma delle fiumare diventate incidenza di tumori. discariche abusive di eternit e non solo, basta percorrere la Il male potrebbe venire anche dall’alto» dice un’anziastatale 106 per trovare pezzi di lastre grigie buttati a terra e na donna vestita a lutto per la morte, negli anni, della nipoche tra l’indifferenza generale fanno “bella” mostra sui tetti te e del marito, entrambi colpiti dal tumore. o verande delle abitazioni private e peggio ancora nei ca«Guardate i nostri tetti» esclama con il dito puntato pannoni di aziende regionaverso il cielo. Negli anni ‘50 era divenuta la unica, li. Nella via Matteotti di insostituibile copertura comune a tutte le Dalla Vallata dello stilaro Africo molte sono ancora tipologie di costruzioni.a Palizzi, sono tante le granle coperture con le lastre La “moda” durò circa 45 anni per cui vi di strutture ricoperte di eterondulate e grigie, qualcuna lasciamo immaginare la vastità del problema. nit. è anche divelta. Oggi, divenuta illegale si impone la Ci sono complessi indu«Andrebbe tolta, fa sostituzione, ma la spesa è enorme per cui striali, molti abbandonati a male, dice il proprietario pochissimi posso affrontarla. sè stessi, altri invece ancoconsapevole del proble» Voce particolarmente onerosa è lo smaltimento ra in uso. ma, ma sa quanti soldi ci che va affidato a ditte specializzate. A Bovalino, giungendo al vogliono per togliere e Per questo lo Stato DEVE intervenire almeno chilometro 85 e guardando sostituire tutte le lastre con le spese di smontaggio e smaltimento verso il mare, non passa dal tetto? Dove li trovo inosservato il capannone di questi soldi?». proprietà della Regione Calabria, a quanto pare dato in uso Per di più sono pensionati, proprietari di quelle case. all’ex Afor, azienda anche questa, regionale. Gente che deve lottare per arrivare alla fine del mese. La copertura del capannone è rotta, le lastre sono vec«Servirebbe un aiuto economico dalle istituzioni o se chie, divelte e, dunque, pericolose per la salute della popo- non ci vogliono dare soldi che facciano un qualcosa per lazione. toglierli direttamente loro». Sempre nella cittadina del sindaco Tommaso Mittiga, che Si pensa e si spera in un aiuto che dovrebbe arrivare con un’ordinanza “obbliga” i cittadini a censire le lastre in almeno dalla Regione che in alcuni paesi della Locride queeternit in loro possesso, ci sono almeno altri tre stabilimen- sta sembra essere un’istituzione lontana anni luce da loro e ti di vaste dimensioni e, a quanto pare, almeno una di que- dai loro problemi. sti è in attività e probabilmente quotidianamente alcuni opeA dare il benvenuto a Bianco è un complesso di capanrai, forse ignari del problema, lavorano dentro queste “fab- noni in eternit. briche del cancro”. Tanti, troppi solo lungo la statale 106 o le vie principali Sembrano essere invece integre le “ondulate” con le quali provinciali per raggiungere i centri abitati. è coperta la struttura di color rosso in uso all’Anas a Locri, E le campagne? Non è da escludersi la possibilità, che anche questa sulla statale 106, davanti al cimitero comuna- sembra esser più una certezza che fantascienza, che nelle le. campagne circostanti cittadine e paesi di marina o Non migliora la situazione a Siderno, nelle contrade aspromontani possano ancora esserci presenti piccole soprattutto, dove molte sono le piccole abitazioni private costruzioni realizzate con le vecchie e illegali coperture. ricoperte con il silenzioso mostro che a volte può essere L’amianto è considerato la sostanza killer del ‘900: anche mortale. l’inalazione di polvere di amianto che vola nell’aria può Le lastre ondulate di eternit, un materiale costituito da provocare malattie croniche dei polmoni o tumori della fibre di amianto e cemento, sono state bandite nel 1992, pleura e agisce anche a distanza di decenni. perché dannose alla salute, eppure, dopo 22 anni, ancora il Ci sono crisi ambientali clamorose, che esplodono, ucciproblema sembra esser ignorato dai più: istituzioni, cittadi- dono e fanno notizia, e ci sono catastrofi silenziose, che ni, presidi sanitari e Regione. mietono vittime e contaminano l’aria anno dopo anno, in Ad Africo, il sindaco Domenico Versaci avvisa che se- silenzio. gnalerà alle autorità chi non autodenuncerà il possesso di E quella dell’eternit è tra queste. coperture in eternit. 8 Voci dal Sud w w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 Cinquefrondi Radioattività alla Limina: «Fatti concreti oppure sarà protesta» L’ultimatum di Rinascita: entro un mese vogliamo le verifiche del caso ANGELO SICILIANO - @loradellacalabria.it “Se entro 30 giorni non avremo risposte certe su una presenza di radioattività nella Limina e nel resto del territorio comunale, ci mobiliteremo con presidi, manifestazioni, raccolta firme”. Troppo grave la questione, secondo Michele Conia, per esaurirla in una seduta di Consiglio Comunale o in un allarme condiviso da tutte le forze politiche locali ma che, a riflettori spenti, rischia di sgonfiarsi. Così se l’assemblea consiliare è stata unanime nel sollecitare Arpacal e Regione a far chiarezza sul pericolo per la salute e l’ambiente, il leader del gruppo di minoranza Rinascita dà un tempo minimo per quelle verifiche e promette forme eclatanti di protesta, a cominciare dal blocco della Jonio-Tirreno. D’altro canto era stato Conia il primo, all’indomani della trasmissione televisiva “Presa diretta” (n.d.r.: Rai 3), a spingere Giunta comunale e Consiglio a una presa di posizione forte sul tema delle scorie radioattive occultate nella Limina. E da allora il capogruppo della sinistra va ribadendo che non basta una mobilitazione di facciata, quella “dei comunicati stampa e delle passerelle”, ma attorno alla faccenda vanno alimentate vigilanza e determinazione. Tanto più necessario quest’impegno a non demordere dalla richiesta di verità, se si pensa che martedì scorso la seduta di Consiglio comunale dedicata alla galleria della Limina e in generale al sospetto di inquinamento del territorio, è stata seguita da pochi cittadini. Conia al riguardo si interroga sulla capacità della politica cinquefrondese di coagulare l’interesse dei cittadini su faccende anche molto importanti. L’impressione, infatti, è che da tempo la società non rie- sca più di tanto a essere coinvolta nel dibattito pubblico. A ogni modo il capogruppo di Rinascita, oltre all’ultimatum dei 30 giorni, parla della necessità di costituire una short list cittadina di esperti di materie ambientali da invitare alle riunioni dei capigruppo. Quindi Conia - posizione condivisa da altri consiglieri - propone che le analisi sulla radioattività dell’acqua e le altre indagini compiute dall’Arpacal siano affiancate dal lavoro di tecnici di parte. “Se non ci sono i soldi, usiamo le indennità di consiglieri e assessori”, afferma. Proprio sulle verifiche dell’acqua, il Consigliere provinciale Giuseppe Longo conferma che l’agenzia regionale effettuerà a breve i prelievi. Come noto, infine, l’assemblea consiliare di Cinquefrondi ha richiesto un tavolo in Prefettura per discutere dell’ipotesi di interramento di materiali tossici e radioattivi, una mappatura dei possibili siti inquinati, la tracciabilità dei prodotti alimentari locali, una commissione parlamentare d’inchiesta, la visita della commissione antimafia. Oggi intanto tornano a riunirsi i capigruppo. Voci dal Sud 9 rw w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 Gioia Tauro Addio eternit - Il poliambulatorio ritorna all’Ospedale Il Commissario Asp Sarica annuncia il trasferimento dai locali di via Venezia a quelli presso il plesso ospedaliero Potenziato il reparto di chirurgia Francesco Russo - @loradellacalabria Dopo tanti disagi e disservizi, una buona no- all’apparato cardio-circolatorio. Numerose, tizia per la città di Gioia Tauro in tema di sani- negli anni, le proteste dei cittadini, a partà. Il “famigerato” poliambulatorio di via Vetire dalle numerose denunce del medico Vinnezia, quello tristemente noto per essere cir- cenzo Frangella. E poi i disagi per l’utenza lecondato da numerose tegole in eternit ma an- gati alle condizioni non ottimali dei locali. Fino che per i suoi locali non idoappunto al nuovo impegno, nei, verrà trasferito in dei che dovrebbe mettere per L’immobile in affitto locali appositi al piano terra sempre la parola fine a una in via Venezia era del nosocomio cittadino. brutta pagina di storia cittadicircondato da tetti in Mancano ancora gli atti ufna, mai chiarita fino in fondo fibrocemento ficiali, ma il trasferimento è dall’azienda sanitaria. Ma non già stato deciso, come ha annunciato ieri du- è tutto. Perchè durante la sua visita, il comrante un sopralluogo in città il commissario di missario Sarica ha assunto un altro impegno fresca nomina dell’Asp provinciale Franco molto importante, e cioè il potenziamento di Sarica, nominato appena lo scorso 30 genna- chirurgiacosì come previsto dal decreto regioio. Accompagnato da alcuni funzionari del- nale 106, inerente il riordino della rete l’azienda sanitaria oltre che dal consigliere pro- ospedaliera calabrese. Adesso, certo, si attenvinciale Raffaele D’Agostino, Sarica ha in- dono i fatti, ma se l’impegno venisse davvero contrato operatori e medici dell’ospedale, fa- realizzato si tratterebbe anche in questo caso cendo il punto sulle numerose problematiche di una boccata d’ossidella struttura. Innanzitutto, appunto, dovrebbe geno per un’ospedale gioie-se spesso al cenessere solo questione di tempo il trasferimento tro di polemiche ed aspre battaglie politiche. del poliambulatorio. Un servizio che fino al Pur essendone prevista gradualmente la chiu2006 era stato ospitato nell’edificio accanto sura, più volte la politica ha denunciato lo l’ospedale, sempre all’interno del recinto, e che “smantellamento” anzitempo del nosocomio, e poi fu trasferito in un immobile privato, con no- quindi i gravissimi disagi causati ad oggi ai cittevoli esborsi in affitti per l’azienda sanitaria e, tadini dell’intero territorio pianigiano visto che soprattutto, disagi e rischi per gli utenti: a par- nel frattempo non si è provveduto a potenziare tire appunto dal vero e proprio paradosso di l’ospedale di Polistena. una struttura sanitaria circondata da edifici con tetti in eternit, la micidiale lega in amianto-cemento in grado di causare malattie mortali Voci dal Sud 10 w w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 L o c r i «Offese infamanti» il Sindaco Calabrese querela il giornalista Stella, Fazio e la Rai E’ bufera su alcune affermazioni del giornalista ospite del Festival di Sanremo RITA MARIA STANCA - @loradellacalabria.it Il Comune di Locri querelerà la Rai, il conduttore di Sanremo 2014 Fabio Fazio ed il giornalista Gian Antonio Stella. Una decisione, quella adottata dall’Amministrazione comunale guidata da Giovanni Calabrese, a seguito delle dichiarazioni rilasciate dall’editorialista del Corriere della Sera nel corso della kermesse musicale. Sul popolare palco dell’Ariston, prendendo spunto dalle dichiarazioni di Fazio «le mafie hanno bisogno del brutto», il giornalista Gian Antonio Stella citando mons. Giancarlo Bregantini, già vescovo di Locri ha asserito: «un ragazzo che cresce in un posto brutto è facile che cresca brutto». Un’affermazione «infangante» ad avviso dell’amministrazione comunale locrese. «Respingiamo con sdegno le farneticanti dichiarazioni del giornalista Gian Antonio Stella che - afferma il sindaco di Locri - manipolando alcune affermazioni di Monsignor Bregantini (n.d.r.: per molti anni Vescovo di Locri ove avviò molte valide iniziative per l’occupazione dei giovani locresi), ha offeso e mortificato in mondovisione la dignità e l’onestà della città di Locri e dei suoi cittadini».“Locri ha sicuramente tanti problemi - echeggia Calabrese su Facebook - ma non è quel “posto brutto” che vuol far credere Stella agli italiani. Io sono orgoglioso di essere locrese. W Locri.W i Locresi». Uno spot gratuito e negativo promosso in prima serata durante un appuntamento mondano di primissima importanza, da un palco storico, durante una trasmissione seguita da milioni di italiani e da milioni di cittadini europei, attraverso le parole di una persona influente e di maggior spessore del giornalismo italiano. Non è di certo la prima volta che la Città di Zaleuco, il suo nome, il suo popolo, la sua storia, la sua cultu- ra, balza agli onori della cronaca in ambito nazionale, nominata impropriamente con accezione negativa ed in favore di poter catturare ancora di più audience. Come ricordano gli amministratori locali locresi, già nel lontano 2006, l’organizzazione del Festival di Sanremo, dopo l’omicidio Fortugno avvenuto nell’ottobre 2005, ha avuto la brillante idea di contattare i cosiddetti “Ragazzi di Locri” per invitarli durante la kermesse, sempre in favore dell’audience di sicuro successo, cercando di trattare la Città come terra di ‘ndrangheta e come posto orribile. «Ma i veri ragazzi di Locri, quelli reali - afferma congiuntamente l’amministrazione comunale - che vivono quotidianamente la nostra Città e la nostra realtà, e che ci rappresentano, si sono categoricamente rifiutati di salire sul palco dell’Ariston». In riferimento a quanto accaduto e detto nella serata del Festival di Sanremo del 19 febbraio 2014, l’Amministrazione Comunale di Locri intende tutelare la propria immagine su tutti i fronti e ieri pomeriggio ha comunicato agli organi di stampa che darà mandato ai propri propri legali di querelare Fabio Fazio e Gian Antonio Stella, oltre che l’emittente televisiva Rai, per il danno causato alla città e ai cittadini. 11 Voci dal Sud rw w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 P o l i s t e n a Sequestrata un’area interna all’ospedale adibita a deposito dei rifiuti ospedalieri o addirittura “speciali” I sigilli sono stati posti ieri mattina dal Corpo forestale della Stato ANGELO SICILIANO - loradellacalabria.it Quel cumulo di sacchi neri e scatole di cartone che periodicamente si formava nell’area dell’ospedale di Polistena, pareva ormai un normale e osceno elemento del paesaggio. E invece ieri mattina il Corpo Forestale dello Stato ha messo sotto sequestro penale l’enorme distesa di rifiuti. Indagini sul campo guidate dal nucleo investigativo provinciale di polizia ambientale e forestale, insieme al comando stazione di Cittanova, competente per territorio. Presenti anche gli uomini della forestale di Laureana di Borrello ed Oppido Mamertina . Il deposito di rifiuti, sotto i quali si intravedono appena i cassonetti, è stato posto in sequestro preventivo ai sensi dell’articolo 321 del codice di procedura penale. La misura si applica, dice la norma, “quando vi è pericolo che la libera disponibilità di una cosa pertinente al reato possa aggravare o protrarre le conseguenze di esso ovvero agevolare la commissione di altri reati”. Di più, procedendo essi stessi al sequestro, gli uomini del Corpo forestale hanno valutato come urgente l’adozione del provvedimento. Si può dunque ipotizzare che quell’ammasso di buste e scatole smaltite dal personale ospedaliero non fosse solo costituito da rifiuti urbani non pericolosi bensì potrebbe anche contenere rifiuti speciali. Il Nipaf - che, sarà bene ricordare, effettua attività investigativa in particolare su fenomeni di rilievo di criminalità ambientale - ieri mattina ha prima acquisito degli atti presso la direzione sanitaria, quindi ha coordinato le verifiche sui rifiuti. Aperti e controllati diversi sacchi di spazzatura, impiegati anche dispositivi tecnologici. A fine mattinata i sigilli. Come si è detto, le montagne di sacchi neri a un passo dai reparti del “Santa Maria degli Ungheresi” ormai da tempo non sono una novità. Ciclicamente lungo uno dei viottoli del perimetro ospedaliero, la spazzatura ingigantisce seppellendo i pochi cassonetti presenti. Siamo in territorio comunale, dunque la competenza per la raccolta è dell’ente locale. Sennonché a Polistena da metà 2013 è partita la differenziata porta a porta. Così, a ogni ritorno di cumuli fuori del “Santa Maria” negli ultimi mesi, l’amministrazione Tripodi ha risposto rimproverando l’azienda sanitaria e l’ospedale di non svolgere un’adeguata differenziazione dei rifiuti. La faccenda in questi anni ha raccolto l’attenzione della stampa, della politica (qualche giorno fa l’intervento del Pd zonale). Ieri, poco prima dell’intervento che ha portato al sequestro, pare che alla Forestale sia arrivata una segnalazione dell’associazione Codici. Voci dal Sud 12 w w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 piana R o s a r n o Gioia Tauro La Piana è la nuova “ te r ra de i fuoc hi” ? A Rosarno il convegno dell’associazione “Lotta contro i tumori - Marisa Lavorato” DOMENICO MAMMOLA - loradellacalabria.it La nuova terra dei fuochi è in Calabria, e nella Piana, dove si lotta per non soccombere al tumore e all’inquinamento. Ma c’è ancora speranza. Nella mattinata di ieri, al liceo scientifico di Rosarno, l’associazione “lotta contro i tumori – Marisa Lavorato” ha chiamato a raccolta il gotha della politica regionale e le istituzioni scientifiche per discutere dell’intreccio tra inquinamento e insorgenza di neoplasie in Calabria e nella Piana. L’associazione, presieduta da Arturo Lavorato, ha incassato un sostegno molto ampio di tantissimi presìdi e compagini che in tutto il territorio regionale si battono contro i tumori e a favore delle bonifiche ambientali. Due parole hanno tenuto alta la tensione in sala: dramma e speranza. Entrambe legate nello stesso filo dall’attesissimo intervento del procuratore capo della procura di Reggio, Federico Cafiero De Raho. «La Calabria arriva da anni di disastri. Capisco la preoccupazione, comprendo lo scoramento. Ma le cose stanno cambiando, grazie alle associazioni ed i cittadini, anche le forze dell’ordine sono meno sole, a combattere la mafia e l’illegalità. Questa terra è bella ma appare sempre incompiuta, quasi si voglia buttare via. La questione, enorme, dell’inquinamento, dell’insorgenza di malattie legate al traffico illegale dei rifiuti è ormai pronta ad esplodere. Potete stare sicuri che la procura e la magistratura andranno fino in fondo, utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dalla legge. Ma c’è bisogno di ciascuno di voi, di un po’ del tempo di ognuno per dare a questa terra la svolta». Un discorso agrodolce, quello di De Raho, che ha seguito la dura reprimenda del vescovo Francesco Milito, che ha invitato a non girarsi dall’altra parte, a combattere chiamando con nome e cognome i mali della Calabria senza ipocrisie. Il dibattito, moderato a due voci dalla dirigente scolastica Maria Rosaria Russo e dal giornalista Antonello Lupis, ha ospitato gli interventi del presidente di “Lotta contro i tumori” Arturo Lavorato, del presidente della provincia Giuseppe Raffa, dei coraggiosi rappresentanti delle associazioni presenti – in evidenza “articolo 32” e la “Piana ci mette la faccia” – che hanno invitato politi- ci e istituzioni a muoversi per garantire servizi, cure e maggiore oculatezza nelle spese sanitarie. Dalla politica sono arrivati segnali importanti di apertura da parte di Salvatore Pacenza e Giuseppe Giordano, presidente e componente della commissione regionale sanità, che hanno spiegato come in queste settimane ci sia stato un lavoro di ascolto e ora arriveranno i provvedimenti. Di salvaguardia ambientale ha discusso Silvio Greco, dell’istituto superiore protezione ambientale, e soprattutto si è discusso del registro regionale dei tumori, e di quello reggino. Sul tema si sono confrontati Filomena Zappia dell’Asp reggina, Giacomino Brancati epidemiologo della regione, ed Emanuele Cro-cetti dell’associazione italiana registro tumori. A breve, quindi, novità importanti su questo strumento fondamentale non solo per la statistica ma per studiare il fenomeno tumorale nella sua incidenza. A rilanciare l’impegno accanto a Rosarno e la Piana, la direttrice dell’Arpacal Sabrina Santagati, che ha raccontato la mole di dati raccolta sulla città medmea, uno studio per cercare tracce di inquinamento e radioattività che proseguono in tutto il territorio regionale. Dunque la lotta contro il cancro è una battaglia comune, che parte forte da Rosarno e dalla Piana con l’arruolamento di tutte le componenti della società, dalla politica alle istituzioni alle associazioni al mondo scientifico. Un segnale d’amore verso l’ambiente e la salute della Calabria libera dalla criminalità e dall’angoscia della malattia. Voci dal Sud 13 rw w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 E una scelta lecita sulla nostra pelle ? Il porto di Gioia Tauro viene scelto per il trasbordo delle armi chimiche siriane! Una decisione assunta di nascosto dal Governo sulla testa (e sulla pelle) degli abitanti della Piana fra romo Improvvisamente, non si sa come, una notizia terrificante si spande nella Piana di Rosarno/Gioia Tauro: Dopo che quasi la totalità degli Stati mondiali si è rifiutato di ospitare il trasbordo delle armi chimiche di distruzione di massa siriane dalle navi svedesi ad una unità americana che dovrà provvedere alla disattivazione ed alla distruzione, avverrà con il consenso (e pare dietro lauta ricompensa allo Stato Italiano) nel porto di Gioia Tauro ! Una decisione criminale presa in alte sfere di cui, PARE, i nostri big politici regionali e provinciali non ne sapevano nulla! La cosa ha giustamente allarmato la vasta popolatissima area della Piana circa 300 mila amime che hanno sollecitato i propri Sindaci invitandoli ad opporsi e reagire all’inopinata decisione. In un momento in cui si sta facendo il diavolo a quattro per “la terra dei fuochi” campani, in un momento che le inchieste calabresi su intere navi e Tir carichi di rifiuti inquinanti ad alto rischio sono spariti nel nulla, nel momento in cui ci si sta ribellando all’amianto ed alla emissione di fumi tossici (Taranto), sapere che qualcuno ha deciso di fregarsene della salute della popolazione calabrese è veramente una notizia sconvolgente.Pare che la decisione sia stata presa dopo che una “informativa” da parte di un qualche Organo di informazione ufficiale ha riferito che qui si sarebbe potuto operare “dal momento che il porto di Gioia Tauro era di diffile eventuale blocco e la popolazione era la più paziente e la meno virulenta e reattiva”! Per la cronaca chiariamo che si tratta di gas asfisianti e paralizzanti quale il tristemente noto “Gas Nervino”! Si sono susseguiti molti sterili incontri ma senza rsultato. E’ stato fatto notarte inoltre che in maleaugurato caso di un incidente ( o di un sabotaggio ) non ci sono nemmeno attrezzaturre sanitarie sufficenti in un raggio di moltissimi kilometri. I si sono allarmati giustamente i tre sindaci direttamente interessati (Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno), ma anche i gli altri 30 sindaci della “Piana”. Adesso nulla si sa perchè, more solito, si è teso a far decantare la notizia per farle perdere attualità e, quindi, virulenza. Si è appreso, comunque, una notizia molto preoccupante : il porto di Gioia Tauro ha ospitato solo nel 2013 circa 300 trasbordi pericolosi ! E tutto è avvenuto nel più assoluto segreto senza che le ignare popolazioni sapessero che grossi pericoli stavano correndo! Intanto Nella nostra piana ed in tutta la Calabria continua la triste tiritera di morte per Tumori e patalogie similari dovuti senza dubbio a rifiuti inquinanti di cui tutti ci si riempie la bocca, ma nessuno fa nulla per eliminare. Voci dal Sud 14 w w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 E una scelta lecita sulla nostra pelle ? Armi chimiche, i sindaci si rivolgono al Prefetto: ci aiuti I primi cittadini di Gioia, Rosarno e San Ferdinando scrivono a Sammartino DOMENICO MAMMOLA - @loradellacalabria.it I sindaci invocano l’intervento del Prefetto nell’ingarbugliatissima vicenda del trasbordo delle armi chimiche siriane nel porto di Gioia Tauro. Attraverso una missiva, firmata da Renato Bellofiore, Elisabetta Tripodi e Domenico Madafferi, i tre sindaci dell’aera portuale chiedono al prefetto Claudio Sammartino «di voler considerare questo stato di profondo disagio che interessa le Istituzioni locali e la popolazione tutta, al fine di poter trovare soluzioni condivise o quantomeno delle maggiori forme di tutela. Prima fra tutte, siamo a proporre l’istituzione proprio a Gioia Tauro del Centro Operativo che, con il coinvolgimento dei vertici delle forze militari e civili impiegate nelle operazioni - e con la presenza dei sindaci e auspichiamo anche del ministro Lupi (c.d.r.: Ministro con Letta all’epoca della missiva) eserciti il monitoraggio e il controllo costante sulle operazioni in corso. Riteniamo che la predisposizione a Gioia Tauro di tale organismo potrebbe contribuire fattivamente all’instaurazione di un clima di maggiore serenità e coinvolgimento nei confronti della popolazione. Si tratterebbe di un segnale forte da parte dello Stato che riconoscerebbe la giusta importanza alle istanze della popolazione che - proprio nel caso di specie, poiché attinenti alla sicurezza e alla salute pubblica - riteniamo siano rivestite di un’autorevolezza costituzionale». Tutto questo, i sindaci di Gioia, Rosarno e San Ferdinando, lo precisano solo dopo aver chiarito, con fermezza, la loro contrarietà all’operazione. «Non possiamo che evidenziare, come già fatto nell’incontro tenutosi in Roma presso la Presidenza del Consiglio (n.c.r.: Letta), come le operazioni programmate non tengono in considerazione alcuna alternative che invece, a nostro parere, potrebbero costituire una valida soluzione alle problematiche sottese alla vicenda. Primo fra tutti, la possibilità di scegliere come sede dell’operazione di trasbordo un porto militare, logisticamente più idoneo a tale tipo di attività e sicuramente meglio attrezzato per tutto ciò che attiene la messa in sicurezza dei siti. Tale alternativa consentirebbe di annullare ogni rischio per la popolazione. In secondo luogo, non si può non evidenziare la assoluta carenza di una struttura ospedaliere idonea a far fronte ad una situazione di emergenza che, seppur definita minima, non è esclusa neppure dalla Autorità competenti». Il che vuol dire che i sindaci invitano il Prefetto a farsi portavoce di queste proposte, mirate innanzitutto a fare di tutto per mandare la nave con le armi chimiche fuori dalla rotta di Gioia Tauro e verso un porto militare, e quindi di chiedere l’operatività di un tavolo tecnico Governo-autorità locali, per come promesso da Palazzo Chigi. «Il rischio alla salute che potrebbe discendere da una eventuale dispersione di materiale chimico richiede infatti la presenza in loco di personale medico e paramedico altamente specializzato, nonché di strutture di ricezione e di apparecchiature che il nostro territorio non possiede. È evidente pertanto che - considerato che solo tra Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando risiedono 40 mila persone e che il Porto è praticamente posto a poche centinaia di metri dai centri abitati di San Ferdinando e Gioia Tauro - i timori della popolazione non appaiono infondati e ci impongono di richiedere una forte attenzione sulle eventuali conseguenze della scelta presa dal Governo». La vicenda porta con sè ancora parecchi punti oscuri ed i sindaci, che ormai non sanno più a che santo votarsi, si mettono nelle mani del Prefetto reggino. Voci dal Sud 15 rw w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 E una scelta lecita sulla nostra pelle ? Armi chimiche: Un difetto ai containers blocca la patenza delle navi verso il porto di Goia Tauro E’ verità oppure si è voluto prendere tempo per fare calmare l’opinione pubblica della Piana che era in fibrillazione? Sarebbero dovute giungere in febbraio, queste navi che trasportano un carico pericolosissimo capace di sterminare ogni forma di vita in pochi minuti, quale ad esempio il tristemente noto “Gas Nervino”, ma la partenza è stata rinviata improvvisamente in quanto all’ultimo momento sono stati riscontrati gravissimi difetti nei contenitori per cui il rischio sarebbe aumentato sensibilmente. La domanda che ci poniamo e he lascia sempre più sgomenti tutti è ma che tipo di controlli erano stati fatti prima? solo sul colore dei continers? Si stava facendo girare per il mondo e giungere in una zona altamente popolata, ma senza adeguate attrezzature, un’ arma di ditruzione di massa che avrebbe potuto rendere una landa di morte una intera area della Calabria? Chi avrebbe dovuto controllare prima? che provvedimenti saranno presi verso questi “leggeroni” che avevano datro il loro assenzo? IL DUBBIO che nasce spontaneo è che stante l’allarme che si era creato in zona e che aveva visto già mobilitarsi opinione pubblica e Sindaci, si sia voluto adesso congelare il tutto in attesa che “il tempo medico di tutti i mali”, faccia calmare gli animi giustamente infiammati e che la opposizione si sgonfi per cui le navi della morte potranno arrivare in sordina per operare il trabordo “a luci spente”.- «Armi chimiche, scelta da rivedere» L’appello del consigliere provinciale Longo dopo i dubbi emersi sulla sicurezza FRANCESCO RUSSO - loradellacalabria.it «Il Governo e gli enti locali hanno il dovere di riconside- l’attrezzatura dei Vigili del Fuoco di Catanzaro – incaricati di rare, alla luce soprattutto di queste ultime rivelazioni seguire l’operazione – è “impolverata, con filtri scaduti da (container difettosi e attrezzature di sicurezza inadeguate), quattro anni e macchine con batterie scariche”, secondo la la scelta del Porto di Gioia Tauro come piattaforma per ope- denuncia dello stesso sindarazioni così rischiose». Anche se il dibattito si è relativacato Usb. Sono ancora i vigili del fuoco, a cui è stata mente “assopito” nelle ultime settimane, ma senza di- affidata la sicurezza del trasbordo, ad ammettere che “l’ultimenticare un intervento a livello nazionale dei Cinque Stel- ma esercitazione del reparto incaricato, almeno in Calabria, le nei giorni scorsi, è il consigliere provinciale Giuseppe risale a ben sei anni fa”, e che i colli in arrivo contemplano Longo a tornare sulla vicenda del trasbordo delle armi chi- gas capaci di uccidere un uomo per contatto in 3-5 minuti. Il miche siriane al porto di Gioia Tauro. piano di evacuazione, in caso di incidente, prevede un rag«Hanno provato a venderci il trasferimento delle sostan- gio di un chilometro – il che, in linea d’aria, include la vicize chimiche della nave della flotta danese-novergese a quella nissima cittadina di San Ferdinando – e la presenza di un americana- afferma Longo in una nota-come un “motivo di gran numero di ambulanze medicalizzate». orgoglio” e una occasione “per il porto di Gioia Tauro di Per Longo «le domande sorgono dunque spontanee: il dimostrare alla comunità internazionale di essere all’avan- nostro territorio è pronto per affrontare una operazione del guardia in campo mondiale”. L’unica cosa che l’Italia sta genere? Perché, con opuscoli e uscite pubbliche, il gover“dimostrando” in questi giorni al mondo intero è invece no e gli amministratori calabresi continuano a sostenere l’incredibile livello di inaffidabilità dei nostri amministrato- irresponsabilmente una “assoluta non pericolosità” del trari, sia in ambito operativo che in quello comunicativo. A sbordo quando dagli stessi vigili del fuoco provengono le poche settimane dal trasbordo – da poco ritardato perché, indicazioni più allarmanti? Il nostro territorio- conclude il secondo fonti siriane, i 60 container “non rispettano i para- consigliere provinciale tentando di tenere viva una quemetri di sicurezza internazionali” ed è quindi nestione che sembra a livello nazionale ampiamente archiviatacessario costruirne di nuovi e appositi – non sappiamo è stanco di essere trattato alla stregua della discarica d’Itaancora come e se le autorità si stanno preparando a questa lia, a cui affidare rifiuti e investimenti imprudenti, e deve pericolosissima operazione». E in questo senso Longo si anzi rimettersi in piedi e respingere con forza lo status di sofferma sulle prime “crepe” emerse pubblicamente: «Per fanalino di coda della nazione». esempio, il piano operativo sanitario in caso d’incidente, pur annunciato, non è stato ancora presentato. Sappiamo inoltre che il centro di rianimazione più vicino al porto si trova a circa 20 chilometri di distanza, a Poli-stena, e che Voci dal Sud 16 w w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 Ecco il neo bullismo - «Una vita pensata ma non vissuta» La realtà simulata in grado di formattare le coscienze nell’analisi di Vincenzo Stranieri cultore di etnologia presso la Unical loradellacalabria.it È chiaro che il neo-bulli-smo è alimentato anche dalle forti sollecitazioni del web, della rete, insomma. L’importante (vedi - ad esempio- la violenza subìta da una giovane studentessa di Bollate ad opera di una sua coetanea tra l’indifferenza dei compagni presenti impegnati a filmare passivamente la grave aggressione) è che tutto corra sul filo invisibile del web, dove le informazioni prendono strade multiformi. Una gigantesca mole di notizie tambureggia la mente degli utenti, una moltitudine senza fine vittima di un presente connesso a un mondo sempre più virtuale e molto meno vivo e concreto. Fa pena e anche tanta paura questo imperante modus vivendi improntato su una vita pensata ma non vissuta. Le neo-emozioni non hanno dietro un tempo normale. Si è immersi nel solo presente, non si ha memoria del passato, tutto è stato sempre così, il mondo non è il risultato di un processo storico lento quanto faticoso, la vita sembra essere stata così, le sue fattezze non sono mai state immerse nella storia, cosìcché il linguaggio dei padri non produce alcuna eco in questo perenne presente-assente. Il cuore subisce accelerazioni improvvise quando il telefonino rimane muto, non squilla in una qualsiasi ora del giorno e della notte, non scandisce il trascorrere del tempo. La vita è dettata dall’esterno, il nostro mondo interiore è stato formattato e la nostra mente-hard disk è governata da moderni software che aggiornano in tempo reale le nostre coscienze di quanto avviene nel mondo globalizzato. Sappiamo di alluvioni, incendi, colpi di stato, scontri sanguinosi per una partita di calcio. Cosìcché tutto si trasforma in un film la cui visione diviene pericolosamente perpetua. Per questo motivo ho pensato alla trama di un mio possibile racconto: una sorta di viaggio dentro il mondo dei computer. La storia è questa. Stefano, anni trenta, con una spiccata vocazione letteraria, spinto dalla necessità morbosa di apprendere i sistemi che stanno alla base del mondo dell’informatica, smette di scrivere. Passano gli anni, Stefano ha acquisito molte conoscenze su tale mondo, ne comprende la natura e le sofisticatissime tecniche. E’ uno scavo, il suo, dentro le pieghe di un neolinguaggio che, alla fine, s’impossessa della sua mente: ormai profondamente svuotata, incapace di sollecitargli il dono della scrittura. Il computer (la rete, in particolare) si è trasformato in interlocutore umano, una sorta di compagno segreto. Il giovane ha sacrificato tutti i suoi risparmi per l’acquisto di prodotti tecnologici di ultima generazione in grado di farlo entrare nei meandri fascinosi della “realtà virtuale”, una realtà quasi perfetta, anche se simulata. Ha smesso di amare la sua ragazza. Ama morbosamente Open, il programma che simula orgasmi proibiti, le forme di ragaz- ze dai corpi giunonici che, all’occorrenza, inscenano strane danze tribali, riti sessuali che richiamano motivi esotici. Ha pure smesso di sognare. È il computer a sognare per lui, trasmettendo alla sua lacerata coscienza immagini sempre più ipnotiche. Specie nei giorni di crisi, s’accanisce a modificare i file dell’hard disk, brandello dopo brandello, come se si trattasse di carne lacerata, di materia viva. No, l’idea non mi piace, mi lascia una grande amarezza dentro. È un essere disumano, Stefano. Mi viene difficile pensare che il suo futuro possa essere deciso da una tecnologia così devastante. Non si tratta di proporre modelli umani di tipo elegiaco, le forme di una civiltà, quella contadina, ormai inghiottita dal cosìddetto progresso. È che l’uomo non è più al centro delle vicende, non è più il punto d’arrivo degli attuali progetti di sviluppo scientifico. Nella fase dell’Umanesimo, invece, l’uomo celebra se stesso per mezzo dell’arte. Non è difficile immaginare le botteghe fiorentine di quel periodo, comprendere l’ansia intellettuale che dominava uomini protesi a costruire modelli di inimitabile bellezza creativa. Si tratta di capire, però, che da una realtà vissuta e progettata dall’uomo per l’uomo, siamo approdati ad una realtà simulata (la realtà della realtà), col rischio che tutti noi si diventi ubriachi già di primo mattino, sorpresi (come il Gre-gor Samsa kafkiano?) dal dubbio che immagini a più dimensioni si fisseranno nelle nostre coscienze tradite, ormai incapaci di percepire ciò che un tempo era “certo” e “vero”. Sarà mai possibile riavvolgere il nastro, riprenderci un po’ di vita vera? Non lo so. So di certo che così facendo andremo a sbattere contro il muro dell’indifferenza, la stessa di cui tanto parla Papa Francesco. E non sarà facile riconquistare i valori di un tempo quando il cuore umano e la fantasia imperavano. Non si tratta di pessimismo fine a sè stesso. È che non si può accettare che la solitudine divenga la sola certezza umana cui oggi è possibile aspirare. Voci dal Sud 17 rw w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 Dieci anni di Facebook La nuova era C’è chi parla di un vero e proprio “avvento” e chi di “infezione virale”... L’ora della Calabria Certo, una parte di costoro sono utenti occasionali. Viviamo nell’anno “10” dell’èra A.F.: “after Ma in un giorno qualsiasi, 757 milioni di persone Facebook”, dopo l’avvento di Facebook. Celebrando il decimo anniversario del social vanno effettivamente a consultare la propria pagina network, Usa Today fa della sua nascita uno spartiac- di Fb o quella di amici. L’azienda fondata dal gruppetto di studenti, che que... paragonabile alla nascita di Cristo? E gli accostamenti con la religione non si fermano rapidamente abbandonò Harvard per trasferirsi sull’altra costa nella Silicon Valley californiana, oggi ha qui. Un membro del consiglio di amministrazione di più di 6.300 dipendenti. E se nel maggio scorFacebook ha detto che E’ senz’altro uno utilissimo strumento so il suo collocamento «la Chiesa cattolica ci ha di comunicazione e di espressione iniziale in Borsa fu messo duemila anni per libera fra genti diverse con cui ci si può accidentato e deludente, raggiungere il miliardo e confrontare senza censure, il ricordo è svanito gra200 milioni di fedeli, noi MA ATTENZIONE zie alle performance sucabbiamo centrato lo perchè se dall’uso se ne fa un abuso e cessive del titolo. stesso obiettivo in dieci lo si fa divenire uno strumento di Zuckerberg, a 29 anni, anni». oscenità, calunnie ed inguirie Fb si “vale” 30 miliardi di dolInsomma, Fb forse avvia ineluttabilmente ad essere lari. non è una religione, ma censurato o ad avere una naturale Uno studio recente si può capire il loro ordecrescenza che potrebbe essere nolto dell’università di goglio, anche se sconsimile all’estinzione Princeton ha analizzato fina con l’arroganza: i Fb con la stessa numeri sono impressiometodologia con cui i nanti. Il 4 febbraio 2004, in un pensionato universitario biologi studiano le infezioni virali. Proprio come una pandemia d’influenza, Fb ragdi Harvard, Mark Zuckerberg, Chris Hughes e Eduardo Savarin, hanno ideato “The Facebook” giungerà il suo apice e poi crollerà velocemente fino a perdere l’80% dei suoi utenti. (all’inizio aveva l’articolo). I giovani hanno appreso a proprie spese che cosa Quel giorno nessuno davvero può immaginare che avrebbe conquistato il mondo alla velocità della luce. significa la perdita di ogni intimità. Alcune sciocchezze, o foto imbarazzanti, messe All’origine questo sito era pensato per soli stusu Fb sono diventate strumento per bocciare la denti universitari. Aveva modalità di accesso simili a un club esclusi- domanda di ammissione nelle selettive università americane. vo. Ma lo stesso quartier generale di Fb ha reagito Nella prima versione doveva servire a legare con allo studio pubblicando una sorta di parodia: in cui si amici nel mondo universitario, e molto spesso con una semi-ossessione sul... rimorchio delle ragazze. descrivono le iscrizioni all’università di Princeton Prima ancora di aver compiuto un anno di vita - come un’infezione virale, destinata a scomparire del nel dicembre 2004 - il social network aveva un mi- tutto entro il 2021. lione di utenti, l’anno successivo raggiungeva e connetteva tra loro 800 college americani, il 4 ottobre 2012 sorpassa la fatidica soglia del miliardo. Voci dal Sud 18 w w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 C r i s i “Affitto gratis la mia Mivar a chi assume 1200 italiani” La storica azienda di televisori, fondata nel 1945, è stata stritolata dalla concorrenza dei colossi asiatici - La Rai filma l’ultimo giorno di vita della fabbrica mentre il proprietario e fondatore, Carlo Vichi, lancia la strabiliante offerta di VALENTINA CONTE - R.it – Economia & finanza ROMA - Le operaie sfilano una ad una. Con il pennarello scrivono sul retro di un televisore. È l’ultimo giorno della Mivar e vogliono fare una sorpresa al loro padrone. “Questo è per lei, ci sono le firme di tutti”, gli dicono porgendo quell’ultimo esemplare prodotto dalla storica e unica fabbrica italiana di apparecchi televisivi (e anche radiofonici), fondata nel 1945. Carlo Vichi, 90 anni, si commuove. “Ma ci sono anche i nomi degli uomini. “Voglio solo i vostri!”, esclama scherzando. Perché qui, in via Dante 45, Abbiategrasso, erano loro, le donne, a costruire - non assemblare - pezzo per pezzo i televisori. Quelli col tubo catodico in bianco e nero e la scheda. Gli schermi piatti, negli anni recenti. Poi la concorrenza spietata di coreani e giapponesi, i debiti, la chiusura due mesi fa. “Ho un sogno. Poter dire ricominciamo a quanti ho detto: è finita, ripete ora Carlo Vichi, e per farlo, un’idea segreta c’è. Se una società di provata serietà accetta di fare televisori in Italia, io gli offro la mia nuova fabbrica, pronta e mai usata, gratis. Non voglio un centesimo. Ma chiedo che assuma mille e duecento italiani, abbiatensi, milanesi. Questo chiedo. Veder sorridere di nuovo la mia gente”. Vichi cammina piano nella sua fabbrica, la seconda. Non lontana dalla “casa madre” di via Dante, è stata pensata, progettata, disegnata da lui stesso. Due piani, 120 mila metri quadri totali, parcheggi, grande mensa, presidio medico. “Insuperabile, qui ci possono lavorare in 1.200, tutto in vista senza ufficetti; vede com’è luminosa?” dice a Domenico Iannacone, giornalista e autore dei “Dieci comandamenti”, la fortunata serie di inchieste e storie italiane che riparte questa sera su Raitre proprio dalla Mivar (ore 23,15). La fabbrica è finita ormai da dieci anni. Costruita senza mutuo, costata milioni di euro, mai inaugurata. “Molti pensavano che con i risparmi mi facessi una casa. Ma io ho fatto questo, immaginando tanta gente muoversi e che mi sorridesse”. Da allora, Vichi ha tenuto questi immensi locali sempre curati, accende e spegne le luci, verifica ogni angolo. E paga l’Imu (!). Ma la produzione quella no, non è mai partita. Anzi, anche l’altra sede a Natale ha chiuso. Per tenerla aperta, dal 2000 in poi Vichi ha speso 100 milioni. ”Eravamo in novecento e facevamo 5.460 televisori al giorno, un milione all’anno. Ora è tutto vuoto, solo qualche scrivania. I grossi colossi c’hanno calpestato”, riflette amaro Rocco. “Ho disegnato televisori per venticinque anni. Anche se il vero designer è il signor Vichi, io la mano. È rimasto sempre in trincea, al suo tavolo con le rotelle in mezzo a noi, la sua morsa, le sue idee, il suo compasso. “Lavorando anche di sabato e domenica e in tutte le feste comandate, Natale e Pasqua, la sua casa è la fabbrica, da sempre, aggiunge Anna Vichi, la moglie, abbiamo iniziato da sposini, in una cameretta. Avevamo 18 anni e Carlo, geniale meccanico, progettava notte e giorno sopra un banco, in un angolo che ci stava appena appena. Poi ha cominciato ad assumere. Si è preso tutti quelli delle case popolari”. Lei è fiero di questa fabbrica?, chiede Iannacone a Vichi. “Beh insomma, questo sono io”. Storie italiane di tenacia, ma anche di un modo di fare impresa d’altri tempi. Che stride con l’ultima parte del racconto di Iannacone. Quella dedicata all’Ilva di Taranto, la fabbrica cattiva. Vista con gli occhi, anzi con la voce di Mario, ex campione mondiale di karate contact, medaglia d’oro nel 2007, operaio Ilva e ora malato di cancro all’esofago e alla lingua. Cinque operazioni, ma il male si espande, anche alla laringe e alla tiroide. “Posso parlare solo con la macchinetta”, spiega tenendo per mano Felicetta, la moglie. “Ma non odio la fabbrica, perché c’ha dato il pane. Io invece la odio con tutta me stessa, lo corregge Felicetta. La fabbrica ti abbandona, ti fa firmare il licenziamento e via. Diventi scarto, ma la vita che c’hanno tolto, chi ce la ridà?”. Voci dal Sud 19 rw w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 F i s c o Riapertura delle rivalutazioni per terreni e partecipazioni di Pierluigi De Benedittis - loradellacalabria.it Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Cosenza - Pagina a cura della Commissione Stampa Resp.: dott.ssa Renata Carrieri dott. Pierluigi De Benedittis email: [email protected] - Consiglio Direttivo Unione Giovani Commercialisti Pierluigi De Benedittis - Presidente Chiara Bertero - Vice Presidente Massimo Sposato - Segretario Paolo Florio - Tesoriere Renata Carrieri - Consigliere - Francesca Riso - Consigliere Monica Trozzo - Consigliere Collegio dei Probiviri Saverio Marasco - Presidente Osvaldo Piacentini - Component La manovra finanziaria per il 2014 (Legge 27 dicembre 2013, n. 147), all’art. 1, comma 156 dispone per l’ennesima volta la possibilità di effettuare la rideterminazione del costo di acquisto dei terreni edificabili e agricoli posseduti a titolo di proprietà, usufrutto, superficie ed enfiteusi e delle partecipazioni non quotate in mercati regolamentati, possedute a titolo di proprietà e usufrutto, detenute non in regime di impresa, da parte di persone fisiche, società semplici, associazioni professionali ed enti non commerciali. Tale rivalutazione va ad innalzare il costo storico da utilizzare per la determinazione delle plusvalenze di cui all’articolo 67 del Tuir rideterminando il valore fiscalmente riconosciuto di tali beni in caso di vendita a terzi. Trattasi, di fatto, di una norma “quasi” a regime, che viene periodicamente riproposta (e recentemente addirittura con una frequenza oltremodo ravvicinata). L’intervento normativo fissa i nuovi termini da dover tener presente: i terreni e le partecipazioni rivalutabili sono quelle detenute alla data del 1° gennaio 2014; le imposte sostitutive possono essere rateizzate fino ad un massimo di tre rate annuali di pari importo, a decorrere dalla data del 30 giugno 2014; sull’importo delle rate successive alla prima sono dovuti gli interessi nella misura del 3 per cento annuo, da versarsi contestualmente; la redazione e il giuramento della perizia devono essere effettuati entro la predetta data del 30 giugno 2014. Gli aspetti principali Interessati alla disposizione sono sempre le persone fisiche, società semplici e associazioni professionali, nonché gli enti non commerciali, che alla data del 1° gennaio 2014 possiedono non in regime di impresa: edificabili e agricoli posseduti a titolo di proprietà, usufrutto, superficie ed enfiteusi; partecipazioni non quotate in mercati regolamentati, possedute a titolo di proprietà e usufrutto. Anche la mi- sura dell’imposta sostitutiva non è mutata, dovendo applicare al valore del terreno/partecipazione risultante dalla perizia, le seguenti aliquote: 2% per le partecipazioni non qualificate; 4% per le partecipazioni qualificate e per i terreni. Si rammenta che è possibile eseguire una nuova rivalutazione per i terreni e le partecipazioni già oggetto di una precedente rivalutazione presentando una nuova perizia di stima. Quanto all’imposta sostitutiva, l’alternativa è: detrarre dall’imposta sostitutiva dovuta per la nuova rivalutazione l’importo relativo all’imposta sostitutiva già versata; chiedere il rimborso della imposta sostitutiva già pagata. Il termine di decadenza di 48 mesi per la richiesta di rimborso decorre dalla data del versamento dell’intera imposta o della prima rata relativa all’ultima rideterminazione effettuata. L’importo richiesto a rimborso non può eccedere quanto dovuto a titolo di imposta sostitutiva per la nuova rivalutazione. La perizia Ad individuare il valore di riferimento su cui calcolare le imposte sostitutive è la perizia rilasciata da un tecnico abilitato. Ai fini dell’asseverazione la perizia può essere presentata presso la Cancelleria del Tribunale, un ufficio del Giudice di pace o ancora da un notaio. La perizia ed i dati dell’estensore della stessa devono essere conservati dal contribuente ed esibiti o trasmessi all’Amministrazione finanziaria in caso di richiesta. In merito è utile rammentare che: per i terreni, la perizia deve essere rilasciata da un iscritto all’Albo degli ingegneri, degli architetti, dei geometri, dei dottori agronomi, degli agrotecnici, dei periti agrari e dei periti industriali edili, o da un perito iscritto alla CCIAA ex RD n. 2011/34. Il costo della perizia può essere portato ad incremento del costo rivalutato, qualora effettivamente sostenuto e rima- Voci dal Sud 20 w w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 F i s c o sto a carico del contribuente; per la partecipazio- del 3% di interessi sulle rate successive). Nel moni, abilitati sono gli iscritti all’Albo dei dottori com- dello Unico saranno richiesti i dati per verificare la mercialisti e esperti contabili, gli iscritti nell’elenco correttezza dell’operato; pagamento dell’intera sostitutiva e rimborso dei revisori legali dei conti o i periti iscritto alla CCIAA ex RD n. 2011/34. La perizia deve essere riferita della precedente. Si paga l’intera sostitutiva (o la all’intero patrimonio sociale. Il valore della parteci- prima rata) al prossimo 30 giugno 2014 e vi sarà pazione all’1 gennaio 2014 va individuato avendo tempo fino al 30 giugno 2018 per chiedere il rimriguardo alla frazione di patrimonio netto della so- borso delle imposte riferite alle precedenti rivalutazioni (nelcietà/associazione. Il col’esempio precedente sto della perizia è I terreni e le partecipazioni rivalutabili 20 mila euro). La nordeducibile dal reddito sono quelle detenute alla data del ma però effettua una d’impresa della so1° gennaio 2014 particolare precisaziocietà in quote costanti ne, stabilendo che l’imnell’esercizio e nei 4 sucporto di quanto chiecessivi, qualora la periLa rivalutazione deve essere sto a rimborso non zia sia stata predisposta perfezionata con il versamento in unica può eccedere quanto per conto della società, soluzione (o della prima rata), dovuto a titolo di imovvero, se predisposta al 30 giugno 2014; posta sostitutiva per per conto del socio, inla nuova crementa il costo rivaluIn caso di versamento della prima rata e rivalutazione. Pertantato. di omesso versamento delle rate to, se ad esempio la Il pagamento delsuccessive, la rivalutazione resta valida e nuova rivalutazione ha l’imposta sostitutiva l’Ufficio provvede un costo di 15 mila euro, Il pagamento dell’inteall’iscrizione a ruolo delle stesse. il contribuente paga detra imposta sostitutiva o I dati relativi alla rivalutazione dei to importo e potrà chiedella prima rata perfezioterreni e delle partecipazioni devono dere il rimborso della na la rivalutazione e il essere indicati vecchia sostitutiva ma contribuente può immenel mod. Unico, rispettivamente nei sempre fino a 15 mila diatamente avvalersi del quadri RM e RT euro. È abbastanza evimaggior valore determidente, comunque, che il nato. In caso di versarimborso rappresenta mento della prima rata e di omesso versamento delle rate successive, la solo un’ipotesi residuale. L’indicazione in Unico rivalutazione resta valida e l’Ufficio provvede all’iscriI dati relativi alla rivalutazione dei terreni e delle zione a ruolo delle stesse. È da considerare inoltre che, coloro che devono ancora effettuare versamenti partecipazioni devono essere indicati nel mod. UNIrateali per l’ultima rivalutazione eseguita, possono CO, rispettivamente nei quadri RM e RT. L’omessa interrompere tali versamenti e procedere al paga- indicazione degli stessi, come già chiarito dall’Agenzia delle Entrate, non pregiudica gli effetti della mento della nuova sostitutiva. rivalutazione, che rimane pertanto valida, ma costiIn termini pratici, queste le due possibilità: scomputo. Contribuente che ha pagato per una tuisce esclusivamente una violazione formale. precedente rivalutazione un’imposta sostitutiva di 20.000 euro, dovendone adesso 65.000 euro, potrà direttamente procedere al pagamento della sola differenza di 45.000 euro, comunque rateizzabi-le (tre rate di 15.000 euro ciascuno, con maggiorazione Voci dal Sud 21 rw w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 Agricoltura . Olio, arriva il registro unico per tutelare il vero extravergine italiano www.georgofili.info (Da: Dopo molte truffe perpetrate nel comparto dell’olio di oliva, arriva il registro unico informativo per tracciare l’olio di oliva nazionale e garantire maggiore trasparenza e valore al vero extravergine made in Italy. Le novità arrivano dall’applicazione del Regolamento di esecuzione Ue n. 299/ 2013 della Commissione del 26 marzo 2013 (che modifica il Reg. Cee 2568/91) che tutti gli stati membri sono tenuti ad osservare. Tale regolamento, recepito a livello nazionale con il Decreto numero 16059 del 23 dicembre 2013, prevede un rafforzamento dei controlli e dispone che dal 1° gennaio 2014 tutti coloro che producono, detengono o commercializzano olio di oliva e olio di sansa devono tenere un registro di carico e scarico in modalità telematica direttamente sul Sistema Informativo Agricolo Nazionale (Sian). Le nuove disposizioni estendono gli obblighi relativi alla tenuta dei registri anche alle raffinerie, ai contoterzisti, ai sansifici, ai commercianti di olive, di sansa di olive e agli olivicoltori, che si aggiungono, quindi, agli operatori già previsti dalle precedenti norme: i frantoi, i commercianti di olio sfuso e i confezionatori. Per quanto riguarda le tipologie di prodotto, alle due categorie già previste dalle precedenti disposizioni normative, quali l’olio extravergine di oliva e l’olio di oliva Notiziario A.S.A. 17/02/2014) vergine, l’obbligo di registrazione si estende anche agli oli Dop e Igp, alla sansa di olive, all’olio lampante, all’olio di oliva raffinato, all’olio di oliva composto di oli di oliva raffinati e oli di oliva vergini, all’olio di sansa di oliva greggio, all’olio di sansa di oliva raffinato e all’ olio di sansa di oliva. Dal 1° gennaio 2014 anche gli olivicoltori che detengono in azienda olio di oliva sfuso, derivante da olive proprie e destinato alla commercializzazione devono tenere un registro nel quale annotare i relativi carichi e scarichi. Sono esentati solo gli olivicoltori che producono olio destinato esclusivamente all’autoconsumo, oppure quelli che detengono esclusivamente olio di oliva preconfezionato ed etichettato. Gli operatori della filiera, oltre a detenere il registro di carico e scarico, devono iscriversi al Sian e devono costituire e aggiornare il fascicolo aziendale. Il sistema di registrazione consentirà di tracciare tutto l’olio di oliva prodotto e commercializzato sul territorio italiano, contribuendo a rafforzare la trasparenza del settore e la certezza di scelta che ad oggi mancano al consumatore. Voci dal Sud 22 w w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 Agricoltura . Agricoltura , dal passato rinasce la spera nza speranza Dalla Piana al mondo globalizzato un settore da decenni in crisi d’identità Giuseppe Mazzù - L’Ora della Calabria Abbiamo percorso, in un anno di itinerari speciali, le strade della Piana alla ricerca delle potenzialità manifeste o nascoste che il territorio possiede, sia attraverso gli itinerari archeologici che quelli naturalistici. Abbiamo toccato le nuove risorse come quelle del porto industriale, nonché quelle tradizionali del turismo, dell’ambiente dei percorsi tra le antiche testimonianze dell’archeologia industriale, tra mulini, frantoi e palmenti che rappresentavano l’aspetto tecnologico e industriale delle attività legate all’agricoltura che , per molti aspetti non c’è più. Il mondo cambia, la gente vuole sicurezza dal punto di vista economico e occupazionale, che oggi non trova sul suo territorio e si sposta. C’è tutto un mondo in movimento e quello che non va più bene per chi è vissuto sul territorio, è motivo, invece, di attrazione per forze di lavoro provenienti da aree più depresse, non necessariamente dai sud del mondo, ma anche dal dissolto universo dell’est europeo. Le nazioni dell’est sono, infatti, un mondo in movimento, che oggi è facile trovare nelle campagne e nelle montagne della Calabria, a sostituire la manodopera locale che non accetta più di fare certi lavori, specialmente in agricoltura. Da quale nazione vengono i “nuovi” pastori della Piana? E i braccianti delle campagne, da Rosarno all’Aspromonte? Oggi il mercato del lavoro è anch’esso una realtà in movimento e sommersa, che solo nei momenti di gravi tensioni sociali emerge in tutta la sua drammaticità. L’agricoltura della Piana è stata sempre una grande ammalata attorno al cui capezzale si sono affannati medici buoni e cattivi. Fino a quando i prodotti della terra venivano destinati, quasi completamente, al consumo locale, le coltivazioni si sviluppavano nel raggio di pochi chilometri, poiché le persone si muovevano a piedi e, nella migliore delle ipotesi, con animali destinati più al trasporto dei prodotti che allo spostamento delle persone. Poiché i contadini non potevano permettersi il lusso di avere se non bestie da soma. Oggi gli animali sono stati sostituiti dai mezzi a motore e la manodopera viene trasportata da un capo all’altro del territorio. Ma i problemi non sono stati risolti. Fallite le cooperative degli anni ’80, si è ancora alla ricerca di un nuovo modello di impresa agricola che, ormai, non è a misura del territorio , ma nasce sui tavolini della comunità europea ed è sempre alla ricerca di un difficile equilibrio tra le diverse realtà territoriali dell’UE. Da una parte si destinano risorse per mantenere le radici, dall’altra si spendono risorse per distruggere le specificità del territorio. Fino a pochi decenni fa, le forme di coltivazioni erano prevalentemente legate alla coltivazioni di orti , di colture estensive, come il grano, la segala, l’avena, i legumi, le vigne, e poi le piantagioni di ulivi che permettevano anche di condurre altre coltivazioni associate, sia estensive come le fave, che arboree come gli agrumi. La presenza di grandi estensioni di terreno dedicate a bosco, costituiva una risorsa per le numerose specie arboree che venivano coltivate e il cui sfruttamento era spesso complementare alle altre attività. Ma questa molteplicità di coltivazioni, facevano della Piana (n.d.r.: Piana di Rosarno-Gioia Tauro composta da Voci dal Sud 23 rw w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 Agricoltura . 33 Comuni) ricca di acque, un vero e proprio serbatoio di prodotti agricoli, destinati al rifornimento dei centri abitati più popolosi ed, al tempo stesso, una grande opportunità occupazionale poiché la presenza di una massa di persone prive di reddito sul territorio, consentiva di avere una manodopera a buon mercato che veniva utilizzata, indifferentemente, dai grandi proprietari che avevano a disposizione grandi estensioni di terreno per lo più adibite alla coltura dell’ulivo , della vite o a quella estensiva del grano, ma anche dai piccoli proprietari, con piccole estensioni di ortaggi associate anche a piccole piantagioni di agrumi o alla realtà estremamente frammentata dell’olivicoltura o dell’agrumicoltura. Lo scenario che stiamo descrivendo era attivo fin dal 1700, secolo nel quale si cominciò a porsi il problema di come incrementare il reddito della coltivazione della terra. Gli esempi più famosi sono stati quelli della fine del 1700 quando sia la Corte del Regno di Napoli che i nobili del tempo, che possedevano estesi feudi dai quali prelevavano reddito senza badare ad effettuare investimenti adeMa il programma non ebbe un lieto fine. guati. La Nobildonna nel febbraio del 1783 era giunta in CalaAd un certo punto hanno incominciato ad inviare esperti di agricoltura per trovare sistemi innovativi per rilanciare bria con la corte ed i familiari, quando il 5 di quel mese, un devastante terremoto, dee far rendere di più le loro nominato poi il “flagello” terre e le loro piantagioni. distrusse cancellandoli adIl caso più eclatante e Molte le ragioni che hanno dirittura i centri abitati delpiù sfortunato fu quello generato il crollo la piana, seppellendo sotdella principessa Grimaldi dellagricoltura in Calabria e to le macerie o ingoiando i cui possedimenti si estendevano specialmente tra molte sono da attribuire ai falsi addirittura case ed abitanti. Cittanova, Terranova, benefettari che hanno La sfortunata principesTauriana, Amato, Cannavà e Cirello oggi frazione di promesso paradisi nelle grandi sa, i suoi familiari ed i suoi servitori trovarono la morRizziconi. fabbriche del nord creando un te nella residenza di La nobildonna, infatti, flusso migratorio da sud a nord Cittanova (allora aveva compreso che lo Casalnuovo). stato florido delle sue teche ha impoverito le nostre Ma il cambiamento vero nute non corrispondeva ad fertili terre invece di far si che avvenne nella seconda un’adeguata resa dal punmetà del 1900. to di vista economico. migliorassero le condizioni di Meccanizzazione, nuovi Specialmente il fondo vita del sud e non si sistemi di lavoro nei campi Santa Teresa di Cannavà sradicassero intere determinò la svolta che che era tra i meglio coltiavrebbe dovuto assicurare vati ed i più floridi della generazioni. la modernizzazione ma che Piana, l’aveva convinto a invece provocò abbandochiamare l’Arnolfini per un no delle terre, esodo della esame approfondito del territorio, esaminare lo stato dei luoghi e le cause della man- manodopera e la crisi della piccola proprietà contadina. Ora, facendo i conti con la nuova realtà dell’Europa si sta cata resa delle coltivazioni. Giovambattisa Arnolfini fece un ottimo lavoro, visitando cercando di ritrovare l’identità perduta e noi ripartiremo da paesi, borghi e villaggi; esaminando le campagne e le carat- qui percorrendo la Piana per riscoprire vecchie e nuove teristiche del terreno, dando alla sua committente che veni- risorse che i nuovi agricoltori stanno rimettendo in gioco. va indicata come una feudataria illuminata dai suoi cittadini, un quadro abbastanza esauriente sia dei mali che delle cause. Voci dal Sud 24 w w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 Medicina L’anoressia si può sconfiggere Presentato “La luce in fondo al tunnel” lavoro autobiografico della giovane Greta Sollazzo EVA SALTALAMACCHIA - L’Ora della Calabria «Con questo racconto, che è poi la mia vita, vorrei far capire che, sì, si guarisce da questa malattia, perché è una malattia, però la vita cambia, non sarà mai una vita totalmente tranquilla. C’è sempre l’ombra di un passato difficile, fatto di lotte, di paure». Sono le parole di Greta Sollazzo, la giovane autrice calabrese di “La luce in fondo al tunnel”. E la malattia di cui parla è l’anoressia, tema del libro, edito da Book Sprint edizioni, e presentato nei giorni scorsi al Palafiori di Sanremo. Greta é una giovane insegnante di Galatro (provincia di Reggio Calabria) che ha vissuto male il periodo adolescenziale della sua vita. «C’è stato un momento buio, intorno ai 15 anni, in cui ho sofferto di anoressia - ha spiegato l’autrice. È una malattia molto brutta, sia da vivere che da raccontare». Eppure la forza per superare quel momento e descriverne i particolari attraverso le pagine di un libro, Greta l’ha trovata, «nella speranza di aiutare chi ancora ne soffre, per far scattare quella molla che è scattata in me». Una tematica sicuramente non semplice da affrontare, ma che può riguardare chiunque. Per questo la scrittrice, classe ’86, ha deciso di parlarne, anche per svelare aspetti sconosciuti. «Non pensate che l’anoressia sia un capriccio o sia una malattia semplice da superare - ha detto - comporta non solo problemi fisici ma anche mentali, che talvolta sfociano in lati davvero drastici. Io per fortuna posso dire di esserne uscita - ha aggiunto - sono qui a scrivere e raccontare la mia situazione con la speranza di dare una spin- ta a chi ne soffre e far riflettere tutti coloro che leggono queste poche righe». Greta si ritiene fortunata. Ha avuto una mamma ed un papà che hanno saputo aiutarla, e sorreggerla fino a farle rivedere la luce in fondo al tunnel. Ed é anche ai genitori quindi che si rivolge. «Guardate i vostri figli negli occhi e leggete nella loro anima - ha detto - se il loro sorriso è spento, non è più lo stesso, allora parlate con loro, fatevi spiegare i loro problemi». Si tratta insomma di un libro scritto per aiutare chi soffre. Ma soprattutto scritto da chi ha già sofferto e continua a farlo, perché l’anoressia é una malattia da cui si può guarire, ma lascia dentro i brutti ricordi di una vita difficile. Contro quelli Greta continua a lottare con coraggio e a dare sostegno a chi si trova nella sua stessa condizione. Voci dal Sud 25 rw w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 Medicina L’erba magica che distrugge il 98% delle cellule cancerogene in 16 ore L’Artemisia Annua, per lo più ignorata dalla comunità medica, avrebbe effetti notevoli per la cura del cancro - Veniva usata nell’antichità nella medicina cinese http://www.wallstreetitalia.com NEW YORK (WSI) - Il cancro può essere considerata come una delle malattie più mortali sul nostro pianeta, dove si sono spesi molti soldi per la ricerca medica, cercando di trovare una cura definitiva. Una delle tante cure è quella nota come “erba magica”, per lo più ignorata dalla comunità medica, ma che in realtà distrugge fino al 98% delle cellule cancerogene in sole 16 ore. Secondo quanto riporta “Spirit Science and Metaphysic“ questa tecnica veniva usata nella medicina cinese e il solo utilizzo dell’erba, chiamata Artemisia Annua, riduceva le cellule tumorali del polmone del 28% e, in combinazione con il ferro, sconfiggeva il cancro. In passato l’artemisinina è stata utilizzata come un potente rimedio antimalarico ma ora è dimostrato che questa cura è efficace anche nella lotta contro il cancro. Questo perché quando si aggiunge del ferro al le cel lu le tumorali infet tat e, a ttac ca selettivamente le cellule “cattive”, e lascia quelle “buone” intatte. Gli scienziati che seguono le ricerche, condotte presso l’Università della California, hanno dichiarato: “In generale i nostri risultati mostrano che l’artemisinina ferma il fatto- re di trascrizione ‘E2F1’ e interviene nella distruzione delle cellule tumorali del polmone, il che significa che controlla la crescita e la riproduzione delle cellule del cancro”. Utilizzando una varietà resistente alle radiazioni delle cellule del cancro al seno (che aveva anche una elevata propensione per l’accumulo di ferro) l’artemisinina si è dimostrata avere un tasso di uccisione del cancro del 75% dopo appena 8 ore, e uno del quasi 100% dopo appena 24 ore. Voci dal Sud 26 w w w . s o s e d . eu Anno X° nr. 2/3 Febbraio/Marzo 2014 Medicina Tutto il Wi-Fi in casa è pericoloso Che il Wi-Fi influenzasse negativamente la salute umana è stato reso noto chiaramente da noi medici per la prima volta nel 2002 con l’Appello di Friburgo. Sulla base delle nostre osservazioni ed esperienze ci opponiamo fortemente all’uso in tutto il mondo della comunicazione senza fili indipendentemente dal fatto che si usino campi elettromagnetici pulsati o meno. Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito ad un rapido aumento di connessioni wireless (WLAN o Wi-Fi) e questo ci preoccupa molto. Si trovano hot-spot wireless in molte case private, edifici pubblici (scuole, biblioteche, ospedali, alberghi, aeroporti, stazioni ferroviarie), internet caffè e nei luoghi pubblici delle grandi città. I treni passeggeri internazionali sono dotati di Wi-Fi. Le compagnie possono consentire ad altre compagnie o ad uffici di connettersi alla loro rete. In Germania le reti wireless operano ad una frequenza di circa 2450 MHz e si possono usare frequenze anche tra 5000 e 6000 MHz. In modalità standby, quando non si trasmettono dati, il segnale viene acceso e spento con una frequenza di 10 Hz. In questa stessa frequenza si trovano le onde alfa del cervello. La distanza media dell’utente dall’hot-spot negli ambienti esterni è generalmente di 300 metri, ma sebbene oppongano qualche attenuazione, le pareti lasciano comunque passare le radiazioni. Il livello di esposizione effettivo in un luogo dipende da vari fattori, compresa la distribuzione dei cosiddetti punti di accesso (trasmettitori), la caratteristiche dello spazio interno (per esempio: effetti di riflettenti o di schermatura delle strutture degli edifici) e la distanza da computer portatili. Sono stati misurati livelli allarmanti di radiazioni nelle vicinanze di router Wi-Fi, dei punti di accesso Wi-Fi e di computer portatili connessi al Wi-Fi: ad esempio a 2 m di distanza sono stati riportati da W. Maes1 livelli fino a 3.000 ìW/m² , nel 2010 la Ecolog Institute2 ha riscontrato, a 0,2 m da un router Wi-Fi 8,8 V/m = 205,000 ìW/m², da un punto di accesso Wi-Fi, 7,5 V/m = 149,000 ìW / m²; lo studio IMST3 ha misurato 27,000 ìW/m² a 0,5 m di distanza da un computer portatile. Secondo Le Linee Guida della Building Biology Evaluation 4, questi livelli (oltre 1.000 ìW/m²) sono classificati come una “estrema preoccupazione.” In presenza di molti utenti (ad esempio, 20 studenti in una classe) i livelli di esposizione sono ancora più alti. La radiazione da Wi-Fi viene percepita come particolarmente stressante e non sono solo le persone elettrosensibili a dirlo, ma anche persone sane segnalano il loro disagio in presenza di Wi-Fi. Lamentano numerosi sintomi e problemi di salute, in particolare mal di testa, irregolarità cardiaca, difficoltà di concentrazione, nausea e vertigini, stanchezza. Come riportato nell’Appello di Friburgo possono verificarsi anche spasmi muscolari spontanei, astenia e altri sintomi. In considerazione della vasta letteratura scientifica sugli effetti non termici delle radiazioni da cellulare è sorprendente che ci siano solo pochi studi che trattano specificatamente delle radiazioni da Wi-Fi. Magda Havas: studio inedito 20105 Papageorgiou, C.C. et al. (2011) hanno rilevato, in presenza di WiFi6, ridotta attività elettrica e livello di attenzione nei giovani. Maganioti, A.E. et al. (2010) hanno osservato che l’attività dell’EEG in giovani donne esposte a radiazioni Wi-Fi si è modificata nel corso di test sulla abilità cognitiva.7 Avendano, C. et al. (2010) hanno dimostrato danni allo sperma quando è stato posto un portatile abilitato alla connessione Wi-Fi vicino ad un soggetto.8 Grigoriev, Y. (2011): dichiarazione generale sugli effetti dei dispositivi di comunicazione senza fili su bambini: in uno studio condotto su bambini di età compresa tra 7 e 12 anni si è osservata una diminuzione di segnali importanti delle loro prestazioni cerebrali.9 Avvertenze sulle radiazioni da Wi-Fi sono state pronunciate da anni, ad esempio da : 2003: Swisscom ha sviluppato un dispositivo Wi-Fi che consente di disattivare il segnale ad impulsi di 10 Hz in modalità di attesa. Nel fascicolo di brevetto (pubblicato 2004), Swisscom ha indicato, come ragionevole, per la domanda di brevetto, che il materiale genetico può essere danneggiato a causa di effetti non termici.10 2006: Il distretto scolastico di Francoforte sul Meno respinge l’uso di Wi-Fi nelle scuole su sollecitazione del Sindacato dei Lavoratori dell’Educazione e della Scienza.11 2007: Il governo federale di Germania raccomanda di evitare l’uso di Wi-Fi.12 La Commissione della Pubblica Istruzione e protezione dei consumatori del Parlamento bavarese raccomanda che le scuole preferiscano le soluzioni cablate piuttosto che quelle wireless.13 2007: La città di Parigi disattiva la connessione Wi-Fi appena installata nelle sue librerie dopo denunce presentate dagli impiegati.14 2008: L’unione degli insegnanti nel Regno Unito mette in guardia contro l’installazione di Wi-Fi nelle scuole.15 2009: L’Ufficio Federale per la Protezione dalle Radiazioni della Germania: “Le fonti più potenti di radiazioni elettromagnetiche in case private sono i telefoni cellulari, telefoni cordless DECT e Wi-Fi. Per motivi precauzionali, si raccomanda ai consumatori di usare il telefono cellulare il meno possibile e preferire il telefono fisso cablato.16 2009: La città francese di Hérouville-St.Claire decide di rimuovere la connessione Wi-Fi dalle scuole; la decisione si basa sul principio di precauzione.17 Giugno 2012: Yuri Grigoriev del Comitato Nazionale Russo per Le Radiazioni Non Ionizzanti (RNCNIRP) dice che le radiazioni emesse dalle reti wireless, telefoni cellulari, e ripetitori sono un pericolo per la salute dei bambini; l’OMS e le agenzie sanitarie nazionali devono regolamentarle.18 Sono state emesse avvertenze sulle reti wireless e le richieste di persone esposte a queste radiazioni sono state accolte e le reti rimosse e non sono state etichettate, come spesso accade quando si segue la raccomandazione dell’OMS,19 come persone con problemi psicologici. Ci sono sufficienti prove scientifiche di ricercatori indipendenti che indicano gli effetti dannosi delle tecnologie wireless.20 Per motivi precauzionali, noi medici consigliamo vivamente di rinunciare all’uso delle applicazioni wireless. Sebbene spesso considerate innocue, tecnologie come la Power Line (PLC) o la dLAN non rappresentano delle alternative al Wi-Fi perché utilizzano la rete elettrica di un edificio per trasmettere dati e, così, l’intero cablaggio elettrico della casa con la rete di cavi, le lampade e tutte le altre apparecchiature elettroniche emetterà – a livelli di potenza inferiori di una rete Wi-Fi – delle onde radio e, nel campo vicino, ci saranno un campo elettrico e uno magnetico, alla cui esposizione gli occupanti dell’edificio non potranno sottrarsi.21 I bambini, le persone malate, i disabili, e gli anziani, sono particolarmente a rischio a causa dei campi elettromagnetici. I bambini, dal momento che i loro corpi e cervelli sono ancora in via di sviluppo, sono particolarmente sensibili alle condizioni ambientali non fisiologiche. Esplicando la loro gioia di scoprire e seguendo il loro istinto del gioco, i bambini percepiscono questi dispositivi elettronici senza fili come un attraente giocattolo, completamente ignari di qualsiasi rischio. Come genitori e tutori, abbiamo la responsabilità di tutelare i bambini che rappresentano il nostro futuro. Si consiglia pertanto di rinunciare all’uso del Wi-Fi scegliendo invece soluzioni cablate, sicuramente a casa così come nelle scuole e nelle scuole dell’infanzia, insomma, in tutti i luoghi in cui i bambini trascorrono lunghi periodi di tempo. Fonte: infoamica.it