POLVERIGI PAESE GENTILE ITERNET SICURO E MINORI Negli attuali scenari sociali spesso le tradizionali agenzie educative cedono il passo a nuovi attori sociali, primi tra tutti, i mezzi di comunicazione. È di fatto evidente quanto il contesto entro cui il minore nasce, cresce e si sviluppa sia influenzato dai media. Lo sviluppo delle nuove tecnologie digitali -Rete Internet, Telefonia, Tv digitale- e dei sistemi dei media che offrono alle ultime generazioni l‟accesso integrato alle diverse piattaforme di comunicazione e ai loro contenuti, stanno contribuendo al progressivo modellamento delle identità dei soggetti in età evolutiva. I bambini guardano la televisione, giocano con il computer o la consolle dei videogiochi, navigano in Internet, comunicano via sms: tutti questi strumenti divengono parte attiva nella significazione quotidiana, nella definizione dell‟universo simbolico di riferimento e nell‟edificazione della propria identità. Le nuove generazioni vivono di estensioni, di linguaggi e di derive che sono perlopiù sconosciuti agli adulti: mms, mp3, p2p, blog, web, chat. La proprietà multitasking – la capacità di gestire più processi simultaneamente – una volta esclusiva dei sistemi operativi, sembra oggi rilevabile nel comportamento dei ragazzi. Ogni attività nell‟arco delle ventiquattro ore registra l‟utilizzo di uno o più dispositivi tecnologici. I bambini e i ragazzi vivono la maggior parte della loro giornata in camerette, sempre più simili ad „isole multimediali‟, sollecitati continuamente da informazioni, immersi nel mare magnum dei flutti mass mediali e sempre più esposti a pericolose onde anomale prodotte ad un solo click. I ragazzi di oggi sono ragazzi digitali, percepiscono il mondo in modo differente, hanno cervelli diversi dai bambini e dai ragazzi anche solo di una generazione fa. Vivono un‟alfabetizzazione multipla e contemporanea su più livelli e linguaggi, appartengono anche se non ne hanno un uso diretto – almeno nei primi anni fino all‟adolescenza- ad una società e-world. Nelle ricerche empiriche, susseguitesi nel corso degli ultimi anni, la nuova generazione viene mostrata in ottica diversa dal passato. Secondo il Rapporto Annuale del Censis nel 2007 gli utenti di Internet hanno raggiunto una quota pari al 45,3% della popolazione. Più della metà dei giovani italiani (58,3%) si connette almeno tre volte alla settimana alla Rete e lo fa per (DATI EMPIRICI – MINORI E INTERNET ). I mezzi di comunicazione non hanno comunque un valore assoluto: essi non rappresentano la panacea a tutti i mali né il peggiore tra questi. Sono strumenti e come tali è spesso l‟utilizzo a determinarne gli effetti. Il progetto “Internet e Minori: navigazione sicura” articolato in incontri di formazione, conferenze e seminari sull‟argomento rappresenta dunque un‟occasione per promuovere la cultura dei media come strumento di crescita culturale, morale e sociale. Le finalità primarie sono: avvicinare genitori alla conoscenza, comprensione e utilizzo dei mezzi di comunicazione; mostrare le potenzialità didattiche, culturali e di sviluppo della creatività dei media che possano arricchire i processi di insegnamento e apprendimento attraverso l‟implementazione di nuove prassi didattiche proprie della Media Education; rendere consapevoli i minori dei vantaggi e dei rischi della Rete con attenzione ai pericoli nei contenuti, tecnologici, di relazione, di frodi legali, commerciali e della privacy. Il progetto Internet e minori: navigazione sicura e new media education, si è prefisso di alfabetizzare studenti, insegnanti e genitori delle scuole elementare e media sui linguaggi dei new media riducendo il divario generazionale. Si è voluto anche sensibilizzare l‟opinione pubblica sul rispetto dei temi etici della comunicazione. Nel febbraio 2008 è stato organizzato il convegno “Internet e minori, navigazione sicura” per presentare il corso di formazione destinato a tutti i giovani di Polverigi con l‟obiettivo primario di alfabetizzazione verso le nuove tecnologie di comunicazione, ma anche con la finalità di fornire informazioni sul corretto e sicuro utilizzo dei media. In particolare si è fatta attenzione a tutte le attività necessarie alla riduzione del digital divide con particolare riferimento alle fasce dei soggetti minori, alla terza età a alle persone disabili. Il progetto formativo è stato affidato alla FMC Friendly Media Commmuinication diretto dalla Prof.ssa Patrizia Adiamoli docente della Facoltà di Scienze della Comunicazione delle Università di Macerata e La Sapienza di Roma. I formatori hanno realizzato l‟opuscolo didattico “Internet e minori, navigazione sicura” distribuito a tutti gli alunni. Il progetto prevedeva anche il coinvolgimento della Polizia Postale, minitest di approfondimento verifiche in itinere ed una valutazione finale condotta con strumenti specifici per documentare i risultati conseguiti. Il coordinatore ha condotto supervisioni periodiche anche a scuola ed ha verificato il livello di soddisfazione del progetto a convalida gli esiti presentati nella relazione finale del progetto. Facilitatori per i Media e la Comunicazione FMC è un gruppo di ricerca nato nel 2005 come progetto di Baskerville, Centro studi sulla comunicazione di Bologna, ed è formato da giovani laureati dell‟Università di Macerata coordinati, per la direzione scientifica, dalla Prof.ssa Patrizia Adamoli, docente di Tecnologie comunicative e Media Education presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell‟Università di Macerata. Il gruppo è impegnato nella ricerca e nello studio scientifico delle problematiche sociali relative agli effetti dei media, ma sopratutto nella realizzazione concreta di progetti e di interventi nel sociale, per una divulgazione delle buone prassi di fruizione dei mezzi di comunicazione e della comunicazione in generale. In questo senso, l‟obiettivo primario del gruppo è rivolto ai temi dell‟alfabetizzazione verso le nuove tecnologie della comunicazione, all‟attività didattica per il corretto e sicuro utilizzo dei media ed, in modo particolare, a tutte le attività necessarie alla riduzione del digital divide con particolare riferimento alle fasce dei soggetti “minori”, alla terza età e ai soggetti svantaggiati da disabilità. Ma cosa vuol dire Medìa Education? Per ma definizione scientifica è possibile leggere diversi testi dei diversi autori che se ne sono interessati (vedere la piccola bibliografia di riferimento) per una definizione più semplice ma pratica possiamo dire che la media educazione è un modo di leggere e stare in questo mondo di media Densando alla formazione dell'individuo come soggetto ricevente ma anche emittente di comunicazione. E' un modo per riportare la persona al centro del processo di formazione e di crescita, dando all'individuo la possibilità attraverso la conoscenza dei media di vivere consapevolmente la realtà. Nella storia e negli anni la Media educazione si è mossa nella prospettiva del PER CON - Al media. Si è mossa via via cioè nell'ottica di utilizzare i mezzi di comunicazione per imparare a leggerli criticamente e in modo consapevole, per usarli come strumenti adatti a supportare la didattica delle materie tradizionali oppure per farli diventare essi stessi materia di studio di insegnamento e di capacità rielaborativa. In qualsiasi caso, per poter applicare la media educazione non si può prescindere da un dato di partenza: la conoscenza approfondita del mezzo di comunicazione sia dal punto di vista strumentale che dei contenuti e dei suoi modi di veicolare i significati. Ogni mezzo infatti, dal giornale, alla radio, alla televisione, al computer collegato in internet al cellulare ha infatti una sua storia, una sua personalità tecnologica e linguistica, sue potenzialità e limiti oltre che, nel caso dei più piccoli utenti personalissìmi rischi e pericoli. Ma c'è di più. Applicare la media educazione vuol dire riprendere il ruolo attivo del Maestro abbandonando quello dell'insegnante che "segna» dì segni subìto da dimenticare passati gli esami. E' necessario cioè riattivare il ruolo empatico tra docente e discente, riprendere la relazione tra le parti portando in primo piano l'accettazione delle potenzialità intrinseche della persona, del suo valore umano nel cammino fondante della formazione. Un buon maestro, un buon media educatore è colui che «estrae" che porta a compimento e coltiva ed è anche colui che attraverso un processo collaborativo sa organizzare in modo moderno e consapevole il processo di apprendimento. Il media educatore è diciamo come un «coach', un allenatore di vita nel campo chiamato comunicazione. Usare la media education dunque significa affrontare il mondo giocando tra codici e linguaggi e la loro decodificazione, tra sensi e non sensi tra motivazioni apparenti e nascoste. Fare media educazione vuol dire passare la conoscenza del mondo, aiutando a ricomporre gli orizzonti e a ridisegnare i confini tra la terra e il cielo, tra il reale e il virtuale. I ragazzi oggi sono ragazzi "digitali", percepiscono il mondo in modo differente, hanno cervelli diversi dai bambini e ragazzi anche solo di una generazione fa. Vivono un'alfabetizzazione multipla e contemporanea su più livelli e linguaggi e appartengono anche se non ne hanno un uso diretto - almeno nei primi anni fino all'adolescenza - ad una società e-world. I ragazzi si dice oggi, sono multimediali e allo stesso tempo distratti, superficiali, incapaci di entrare nella dimensione della riflessione. Eppure i bambini e i ragazzi di oggi sono proiettati nella terza dimensione, nella profondità, sono predisposti alla tridimensionalità ma hanno bisogno di essere guidati ed aiutati a sviluppare questa interiorità. Hanno bisogno di maestri sensibili ed attenti che ne sappiano cogliere le particolarità e con amore "caldo" svilupparne le potenzialità affinché non si perdano nel vuoto della multi spazialità. Una multi spazialità che può generare angoscia.