L’OPERA AGIOGRAFICA DI TOMMASO DA CELANO
1.1. L’autore
E’ stato il primo biografo di Francesco e uomo di ampia cultura ecclesiastica. Tra i pochi i dati che
abbiamo sulla vita di Tommaso da Celano ricordiamo in particolare il suo ingresso nell’Ordine nel
1215 direttamente da Francesco, la partecipazione nel 1221alla seconda spedizione in Germania e la
sua successiva nomina nel 1223 a custode della regione del Reno (Magonza, Worms, Colonia e
Sprira).
Fu testimone ad Assisi della canonizzazione di Francesco (16 luglio 1228) e poco dopo ricevette
l’incarico di scrivere la Vita sancti Francisci, approvata da Gregorio IX nel 1229. In seguito
soggiornò frequentemente ad Assisi anche per la composizione di vari suoi scritti, non dimenticando
il suo Abruzzo per l’assistenza spirituale delle clarisse di S. Giovanni di Varri, dove morì il 4
ottobre 1260.
1.2. LA VITA PRIMA DI S. FRANCESCO
1.2.1. Tempo e circostanze di composizione
Se è certo, come si legge nel prologo, che sia stata scritta “per mandato del signor papa Gregorio”,
molte circostanze rimangono oscure. Il Papa Gregorio IX era il Cardinale Ugolino, grande
ammiratore di Francesco, e anche se il mandato ufficiale per scrivere la Vita canonica del nuovo
santo con la sua novitas per la Chiesa del tempo non poteva che venire dal Papa, non è dato sapere
di sicuro se sia stato lui a scegliere frà Tommaso da Celano oppure se questa decisione sia stata
presa da frà Elia o da un gruppo di frati.
La scelta di Tommaso da Celano era probabilmente la conseguenza di vari motivi, quali la sua
riconosciuta preparazione e le sue attitudini letterarie, la sua familiarità con il santo, la sua autorità
nell’Ordine non disgiunta dall’amicizia con frate Elia, e il suo spirito moderato rispetto alle
tendenze partigiane che iniziavano a manifestarsi nell’Ordine.
La Vita Prima fu scritta in un breve arco di tempo, da dopo la canonizzazione di San Francesco (16
luglio1228) al 25 febbraio 1229, quando papa Gregorio IX stando a Perugia ricevette, confermò e
approvò la Leggenda.
Il Mandato papale, come d’uso in quei tempi, non era di scrivere una biografia storica ma una vita
canonica… cioè una vita scritta nella prospettiva della ufficialità della chiesa e destinata a
proclamare la santità di una persona che seppe essere modello di fedeltà al Vangelo ed alla chiesa in
un contesto di forti tendenze ereticali, di rilassatezza e di contestazione.
Vari aspetti intimi di Francesco sono taciuti e viene invece messo in evidenza tutto ciò che serve a
riconfermare il prestigio della chiesa: la sua sottomissione alla Santa Sede, l’esaltazione delle sue
virtù (contro i cattivi costumi del clero), la veridicità delle sue stimmate.
Importante è anche ricordare il contesto della situazione dell’Ordine quando fu scritta la Vita Prima:
non si era acceso il dibattito che divenne causa di frattura qualche decennio dopo, era un Ordine
misto di laici e chierici che indistintamente assumevano i diversi uffici di responsabilità ed
all’esterno esercitavano il ministero della predicazione penitenziale, con conseguente necessità di
organizzare gli studi ai fini della preparazione dei predicatori, con grande incremento numerico
(soprattutto da notare l’ingresso di una prima élite di intellettuali teologi e giuristi) e grande
espansione. Cominciavano ad apparire la prime inquietudini sull’osservanza della Regola e sul
carattere vincolante del Testamento.
Giotto: Canonizzazione di San Francesco
1.2.2. Le fonti della 1Cel
Sempre nel Prologo Tommaso esplicita quali siano le sue fonti:: “ciò che udii dalla sua bocca e
quanto ho appreso dai testimoni fedeli e accreditati” . Affermazione che non ci dà certezza di chi
fossero, se le testimonianze fossero orali o scritte, e che quindi hanno portato a successive
valutazioni critiche della bontà delle fonti. E’ indubbio che si è servito di testimoni oculari e questo
lo si vede quando i racconti sono narrati con precisione nei dettagli.
Ma è significativo quanto leggiamo in: 1 Cel 88,2 “lasciando che coloro che vogliono dirle possano
aggiungere sempre cose nuove.” che esprime il senso del limite della sua risposta al mandato avuto
di riuscire ad esprimere in pieno la grandezza della figura di Francesco.
Indubbiamente sono presenti influssi indiretti della letteratura agiografica precedente, così come
si deve accettare l’uso di qualche materiale scritto: Lettera di Elia, Processo di canonizzazione,
BullCan, e molte testimonianze orali.
Per quanto attiene alla Bolla di Canonizzazione Mira circa nos Tommaso traduce in narrazione i
concetti che Gregorio IX vi espresse: 1. Francesco peccatore convertito, 2. missione apostolica
presso i peccatori, 3. predicazione. Così come metterà in evidenza nel prologo, seguendo la bolla di
canonizzazione un fatto che poi avrà grosse conseguenze: l’assenza in Francesco di una cultura
scolastica chiericale.
Da sottolineare che l’opera riflette la presenza di alcuni scritti del santo: Testamento e le due
Regole, anche se non citati testualmente. Al riguardo Dalaran, nel suo libro “La malaventura di
Francesco”, evidenzia come tutta la prima parte della vita prima appare come una messa in scena
del Testamento.
Giovinezza colpevole
“quando ero nei peccati”
Passi successivi vs la conversione
“stetti un poco e uscii dal mondo”
Amore alle Chiese
“ ti adoriamo…qui e nelle chiese”
Amore ai sacerdoti
“poi il S. mi dette e mi da fede…”
L’abito
“ una sola tonaca..”
Ascolto del vangelo e missione
“ nessuno mi diceva che cosa dovessi..”
Povertà e lavoro
“io voglio lavorare..”
1.2.3. Struttura tematica della 1Cel
A) Il Celano stesso nel Prologo ci indica come chiave di lettura la cronologica in tribus opuscoli,
anche se non sempre la cronologia è rispettata:
Prologo (1-2)
Finalità, giustificazione e fonti dell’opera
Divisione dell’opera
Parte prima (1-87)
Dalla nascita del santo fino al 25 dicembre 1223 “anno diciottesimo della sua conversione”
con esclusione degli avvenimenti degli anni 1219-21!!!
Parte seconda (88-118)
Gli ultimi due anni della vita di Francesco dal 1225 alla sua morte.
L’autore dà grande importanza ai fatti accaduti in questi due anni. E infatti si evidenzia una
grande sproporzione rispetto alla prima parte.
Parte terza (119-150)
Dopo il 3 ottobre 1226: miracoli e cerimonia di canonizzazione
Miracoli ordinati per ordine sistematico.
Epilogo (151)
B) Divisione secondo il contenuto: 4 sezioni, ciascuna conclude con una invocazione (dossologia).
Sezione 1: La conversione di Francesco (1-20)
Sezione 2: Francesco e i primi fratelli (21-54)
Sezione 3: Francesco evangelizzatore (55-87)
Sezione 4: La santità di Francesco (88-150), con tre momenti:
a) Le stimmate e il martirio dell’infermità di Francesco sono una ratifica della sua santità (91-111)
b) La morte di Francesco è la morte di un santo (112-118)
c) Dichiarazione ufficiale della santità di Francesco, confermata da molti miracoli (119-150)
Epilogo con un triplice Amen (151)
Un aspetto da sottolineare è che nel descrivere le stimmate di Francesco la piaga del costato è a
destra e non a sinistra, per cui non si tratta dell’immagine allo specchio ma della perfetta conformità
a Cristo. Celano quindi comprende il simbolo della conformità prima di Giotto
Giotto Le stimmate
1.2.4. Lo stile della 1Cel
Contraddicendo alle affermazioni del Prologo (“parole improprie”), il suo linguaggio è elegante e
raffinato, così che lo stile è il sigillo personale e originale del Celanese, che utilizza immagini
poetiche, inserisce il linguaggio scritturistico, espressioni simmetriche, antitesi, frequenti giochi di
parole (retorica), privilegiando il cursus velox.
1.2.5. Intenzione dell’autore e finalità dell’opera
Le dichiarazioni esplicite dell’autore:
Prol. 1,1: raccontare ordinatamente la vita di Francesco, ciò che udii dalla bocca dei testimoni, ciò
che riuscì a sapere (non una biografia completa). Criteri: “ordinatamente, guidato e ammaestrato
dalla verità, secondo quanto ha saputo dai testimoni”.
n. 70: esporre “l’eccellenza della sua vita e la sua specchiata condotta”.
n. 88: altri azioni dal penultimo anno della sua vita, ma solo i dati più importanti, lasciando che
possano aggiungere sempre cose nuove coloro che abbiano voglia di farlo.
Destinatari: n. 90,1-6: rivolta a “ogni specie di persone, ogni sesso, ogni età”. Distribuisce i
destinatari in tre categorie:
 Coloro che vogliono intraprendere cose difficili e aspirano ai carismi più alti,
 coloro che aspirano alle cose più umili e
 coloro che cercano segni e miracoli.
n. 127: “per eccitare la devozione dei presenti e per corroborare la fede dei posteri”.
Dai dati dell’opera:
I destinatari non sono i frati ma sono tutti i fedeli della Chiesa
Doppia intenzione: a) informare (piano sistematico, ordine cronologico); b) edificare (esemplarità di
Francesco).
La santità proposta segue lo schema paolino-agostiniano: prevalenza della grazia sul peccato.
La santità di Francesco si dimostra per la sua conversione, per i suoi buoni esempi, per la maniera di
cui sopportò la sofferenza soprattutto fisica, per la comparsa delle stimmate, per il suo zelo
nell’evangelizzare e per il suo interessamento verso ogni categoria di persona
Celebra la grandezza di certi personaggi: Ugolino (Gregorio IX), Elia, Chiara ed alcuni tra i primi
compagni
1.2.6. Trasmissione del testo
Non avendo più l’originale dobbiamo ringraziare l’ambiente monastico che ci ha lasciato più di 20
codici ( dei quali 14 del sec. XIII, con quello di Fallerone, unico di ambiente minoritico).
A questo proposito è interessante cosa successe dopo il capitolo generale dei Cistercensi del 1259. Il
capitolo chiese al ministro generale Bonaventura un testo per le 12 letture dell’ufficio monastico e
una Messa per la festa di san Francesco. Bonaventura inviò loro la Vita prima come risposta.
L’interesse per la stampa della Vita Prima si riaccese alla fine del 700, quando fu ritrovato e
pubblicato il primo manoscritto, con le prime edizioni critiche nel 900.
1.2.7. Giudizio sulla 1Cel
I giudizi negativi sono prevalentemente legati al non riconoscimento del valore storico dell’opera,
legata si ad alcuni bias dovuti all’influsso della letteratura precedente, all’entusiasmo dell’autore per
il santo e al carattere di leggenda agiografica, al disordine cronologico e alle lacune (sulla
conversione, tra il 1220-23) e l’omissione di alcuni nomi (Leone, Angelo, Masseo) da un lato, e
l’importanza eccessiva a tre personaggi: Gregorio IX, Elia e Chiara dall’altro, e sulla eccessiva
severità con i genitori di Francesco e la sua gioventù.
Molte delle critiche sono ormai superate in quanto visioni ristrette o legate a insufficiente
informazione, per cui possiamo cogliere quali aspetti positivi il fatto che sia la biografia più antica,
senza tensioni interne, con informazioni di prima mano, e che, nonostante i modelli agiografici,
presenta un Francesco originale; la novitas del santo, rimanendo una fonte insostituibile per
conoscere Francesco.
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