Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Linee Guida per la Manipolazione e lo Stoccaggio dei Prodotti Chimici A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 1 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Indice Introduzione Regole Pratiche di e/o Chimico-Biologico pag. 3 Sicurezza da Osservare in un Laboratorio Chimico pag. 4 Pericolosità delle Sostanze e/o dei Preparati Chimici pag. 7 Classi di Sostanze e/o di Preparati Chimici Pericolosi pag. 8 Etichettatura delle Sostanze e/o dei Preparati Chimici Pericolosi pag. 10 Simboli e Indicazioni di Pericolo pag. 11 Frasi di Rischio R elencate per Ordine Numerico pag. 13 Combinazioni pag. 15 Classe di Pericolosità pag. 18 Consigli di Prudenza S elencati per Ordine Numerico pag. 21 Combinazioni pag. 23 Scheda Informativa in Materia di Sicurezza pag. 24 Valori Limite di Soglia (TLV) pag. 27 Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) pag. 30 Cappe Chimiche pag. 33 Precauzioni e Consigli per la Manipolazione delle Sostanze e/o dei Preparati Chimici pag. 35 Precauzioni e Consigli per lo Stoccaggio delle Sostanze e/o dei Preparati Chimici pag. 37 Sostanze Chimiche Incompatibili pag. 39 Agenti Cancerogeni e Mutageni: Definizioni pag. 41 Protezione dagli Agenti Cancerogeni e Mutageni pag. 42 Elenco dei più comuni Agenti Cancerogeni e Mutageni pag. 43 A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 2 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Introduzione Lo scopo di questo opuscolo è informare i lavoratori che operano nei laboratori chimici e/o chimico-biologici del rischio chimico associato alla detenzione e alla manipolazione di sostanze e preparati chimici, suggerendo norme comportamentali al fine di garantirne la salute e la sicurezza. Si ricorda che ai sensi della normativa vigente nell’Università, “oltre al personale docente, ricercatore, tecnico e amministrativo, si intende per lavoratore anche quello non organicamente strutturato e quello degli enti convenzionali, sia pubblici che privati, che svolge l’attività presso le strutture dell’Università, salva diversa determinazione convenzionalmente concordata, nonché gli studenti dei corsi universitari, i dottorandi, gli specializzandi, i tirocinanti, i borsisti ed i soggetti ad essi equiparati, quando frequentino laboratori didattici, di ricerca o di servizio……”. E’ quindi di fondamentale importanza che chiunque opera in un laboratorio chimico e/o chimico biologico anche esterno all’Università ma per conto della stessa e manipola i prodotti chimici si renda conto della delicatezza del proprio compito al fine di tutelare sia la propria incolumità che quella altrui. A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 3 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Regole Pratiche di Sicurezza da Osservare in un Laboratorio Chimico e/o Chimico-Biologico Cosa fare ……. ♦ Lavorare sperimentalmente mantenendo sempre il livello di attenzione molto elevato ♦ Progettare il lavoro valutando insieme con il Responsabile dell’attività di ricerca e di didattica il grado di pericolosità dell’esperimento ♦ Evitare, nei limiti del possibile, di utilizzare prodotti chimici pericolosi, accertandosi, in ogni caso, che non vi sia alternativa meno rischiosa ♦ Programmare prima dell’esecuzione del progetto di lavoro le modalità per una corretta manipolazione dei prodotti chimici e gli interventi da effettuare in caso di emergenza e pronto soccorso ♦ Indossare sempre il camice ♦ Riporre i propri indumenti personali in ripostigli esterni al laboratorio ♦ Utilizzare, quando necessario, gli idonei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) ♦ Cambiare spesso il camice per evitare l’accumulo di prodotti sul tessuto ♦ Mantenere sempre in ordine il laboratorio, compresi i banchi, le cappe e il pavimento ♦ Riporre i prodotti al loro posto dopo l’uso ♦ Leggere attentamente l’Etichetta e la Scheda Informativa in Materia di Sicurezza prima di usare una sostanza chimica ♦ In ogni caso, manipolare con cautela i prodotti chimici, i gas compressi e quelli liquefatti refrigerati ♦ Immagazzinare tutti i prodotti chimici e i gas compressi secondo affinità chimica evitando di mettere vicine sostanze tra loro reattive ♦ Lavorare sempre sotto una cappa chimica quando si utilizzano sostanze tossiche, nocive e solventi organici, specie se volatili e quando si sviluppano gas nel corso delle reazioni ♦ Prima di travasare prodotti, assicurarsi che il recipiente destinato al travaso sia idoneo ed in buono stato in modo da non permettere che vi siano perdite; effettuare tali operazioni sotto una cappa chimica aspirante con estrema cautela A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 4 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione ♦ Evitare le fuoriuscite di prodotto e, nel caso in cui si verifichino, pulire immediatamente con attenzione e cura il banco di lavoro consultando la Scheda di sicurezza ♦ Indicare al vicino le operazioni che si stanno svolgendo sul bancone e/o sotto cappa, specie se pericolose ♦ Considerare potenzialmente pericolosi tutti gli esperimenti con sostanze o tecniche nuove fino a quando non sia stata acquisita la certezza del contrario; pertanto abbondare con le misure precauzionali da adottare ♦ Trasportare i reattivi da un laboratorio ad un altro all’interno dell’Unità Produttiva, se necessario, solo utilizzando gli appositi carrelli con bordi rialzati, atti a contenere eventuali spandimenti di materiale ♦ Prima di uscire dal laboratorio per recarsi in un ambiente in cui non si manipolano sostanze chimiche, togliersi il camice e lavarsi abbondantemente le mani con acqua e sapone soprattutto prima di andare a mangiare ♦ Alla fine dell’attività lavorativa quotidiana, accertarsi che il proprio spazio sia pulito ed in ordine e che tutti gli apparecchi, se non muniti di sistemi di sicurezza, siano spenti ……….. e cosa non fare ♦ Non affrontare mai operazioni difficili e pericolose in condizioni di stanchezza fisica o mentale ♦ Non lavorare mai da soli, specialmente fuori dai normali orari di lavoro; se tale situazione non si può evitare, non effettuare operazioni e/o esperimenti pericolosi e complessi ♦ Non entrare in altri laboratori se non si è autorizzati dai rispettivi Responsabili ♦ Non usare impropriamente il proprio spazio in laboratorio ♦ Non lavorare con grandi quantità di sostanze pericolose ♦ Non appoggiare i recipienti e le bottiglie vicino al bordo del banco di lavoro ♦ Non lasciare i prodotti chimici e i solventi infiammabili sui davanzali delle finestre ♦ Non annusare i prodotti chimici ♦ Non portare oggetti alla bocca ♦ Non pipettare a bocca ♦ Non toccare direttamente i reattivi con le mani ♦ Non abbandonare i prodotti chimici sui banchi di lavoro e non appoggiarli sul pavimento A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 5 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione ♦ Non allontanarsi dal laboratorio nel caso in cui si stiano compiendo operazioni pericolose ♦ Non mangiare ♦ Non bere ♦ Non applicarsi cosmetici ♦ Non fumare ♦ Non riporre cibi o vivande nei frigoriferi e negli armadi che contengono prodotti chimici ♦ Non usare il materiale di laboratorio per conservare bevande o alimenti ♦ Non ingombrare le uscite con prodotti di consumo, apparecchiature, scarti o altri ostacoli ♦ Non portare in tasca forbici o materiale di vetro tagliente o appuntito ♦ Non gettare prodotti chimici e rifiuti nei lavandini e/o contenitori per le immondizie comuni. I Rifiuti vanno raccolti e smaltiti secondo la normativa vigente ♦ Non trasportare reattivi chimici al di fuori della propria Unità Produttiva A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 6 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Pericolosità' delle Sostanze e/o dei Preparati Chimici Ogni prodotto chimico può avere una sua pericolosità intrinseca che è una caratteristica invariabile, indipendente dalle condizioni, responsabile del suo comportamento in rapporto alla potenzialità di sviluppare effetti dannosi sull’uomo e sull’ambiente o di causare incidenti. E’ pericoloso per l’uomo quando esercita uno o più effetti nocivi ♦ per contatto con la pelle e con gli occhi, provocando irritazioni cutanee, problemi di vista, cecità, allergie, infiammazioni o ustioni la cui gravità dipendono dal tipo di agente ♦ per inalazione, causando vertigini, nausea, mal di testa, svenimenti, soffocamenti, irritazioni delle alte e basse vie respiratorie, anche gravi o letali ♦ per ingestione, provocando avvelenamenti, danneggiamenti di organi, intossicazioni , morte Il contatto con gli agenti chimici può verificarsi in seguito ad una esposizione ♦ acuta, ossia accidentale, dopo un incidente, un’esplosione, una rottura di contenitori; gli effetti sulla salute sono immediati, anche a seguito di una dose molto bassa; ♦ cronica, ossia prolungata o protratta nel tempo; gli effetti sulla salute sono evidenziati solo a distanza di tempo. E’ pericoloso per l’ambiente quando la sua immissione altera gli ecosistemi naturali. E’ importante evidenziare che anche quando un prodotto è non pericoloso in quanto non presenta nessun rischio chimico- e/o tossicologico può diventare pericoloso per le specifiche condizioni di utilizzo (ad esempio una polvere inerte può creare un ambiente polverulento; un gas inerte può rendere asfissiante un ambiente chiuso; una reazione con altre sostanze chimiche può portare a composti chimici potenzialmente pericolosi……). Pertanto occorre manipolare i prodotti chimici sempre con estrema cautela A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 7 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Classi di Sostanze e/o di Preparati Chimici Pericolosi Gli elementi chimici ed i loro composti, allo stato naturale o ottenuti mediante qualsiasi procedimento di produzione, compresi gli additivi necessari per mantenere la stabilita' dei prodotti e le impurezze derivati dal procedimento impiegato, ma esclusi i solventi che possono essere eliminati senza incidere sulla stabilita' delle sostanze e senza modificare la loro composizione sono definiti sostanze e le miscele o le soluzioni costituite da due o più' sostanze preparati. Sono pericolosi ♦ le sostanze e i preparati solidi, liquidi, pastosi o gelatinosi che, anche senza l'azione dell'ossigeno atmosferico, possono provocare una reazione esotermica con rapida formazione di gas e che, in determinate condizioni di prova, detonano, deflagrano rapidamente o esplodono in seguito a riscaldamento in condizione di parziale contenimento (Esplosivi) ♦ le sostanze e i preparati che a contatto con altre sostanze, soprattutto se infiammabili, provocano una forte reazione esotermica (Comburenti) ♦ le sostanze e i preparati liquidi con un punto di infiammabilità estremamente basso ed un punto di ebollizione basso e sostanze e preparati gassosi che a temperatura e pressione ambiente sono infiammabili a contatto con l'aria (Estremamente infiammabili) ♦ le sostanze e i preparati A) che a contatto con l'aria, a temperatura ambiente e senza apporto di energia, possono subire innalzamenti termici e da ultimo infiammarsi; B) che possono facilmente infiammarsi dopo un breve contatto con una sorgente di accensione e che continuano a bruciare o a consumarsi anche topo il distacco della sorgente di accensione; C) liquidi il cui punto d’infiammabilità' e' molto basso; D) che, a contatto con l'acqua o l'aria umida, sprigionano gas estremamente infiammabili in quantità' pericolose (Facilmente infiammabili) ♦ le sostanze e i preparati liquidi con un basso punto di infiammabilità (Infiammabili) ♦ le sostanze e i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, in piccolissime quantità', possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche (Molto tossici) ♦ le sostanze e i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, in piccole quantità', possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche (Tossici) ♦ le sostanze e i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche (Nocivi) A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 8 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione ♦ le sostanze e i preparati che, a contatto con i tessuti vivi, possono esercitare su di essi un'azione distruttiva (Corrosivi) ♦ le sostanze e i preparati il cui contatto diretto, prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose può' provocare una reazione infiammatoria (Irritanti) ♦ le sostanze e i preparati che, per inalazione o assorbimento cutaneo, possono dar luogo ad una reazione di ipersensibilizzazione per cui una successiva esposizione alla sostanza o al preparato produce reazioni avverse caratteristiche (Sensibilizzanti) ♦ le sostanze e i preparati che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono provocare il cancro o aumentarne la frequenza (Cancerogeni) ♦ le sostanze e i preparati che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono produrre difetti genetici ereditari o aumentarne la frequenza (Mutageni) ♦ le sostanze e i preparati che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono provocare o rendere più' frequenti effetti nocivi non ereditari nella prole o danni a carico della funzione o delle capacita riproduttive maschili o femminili (Tossici per il ciclo riproduttivo) ♦ le sostanze e i preparati che qualora si diffondano nell'ambiente, presentano o possono presentare rischi immediati differiti per una o più' delle componenti ambientali (Pericolosi per l’ambiente) A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 9 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Etichettatura delle Sostanze e/o dei Preparati Chimici Pericolosi L'Etichetta presente sui contenitori di sostanze e/o preparati chimici costituisce per l’utilizzatore la prima fonte di informazione in quanto descrive i pericoli potenziali connessi con la loro manipolazione e suggerisce, seppure in forma concisa, le precauzioni da adottare per lavorare in sicurezza Deve contenere, in caratteri leggibili e indelebili e in lingua italiana ♦ la denominazione chimica esatta della sostanza e, nel caso di preparati, dei componenti pericolosi presenti ♦ il nome, l'indirizzo e il numero di telefono del produttore, distributore o importatore ♦ uno o più Simboli di Pericolo, di colore nero su sfondo arancione, occupante almeno 1/10 della superficie dell’etichetta, raffigurante il rischio o i rischi principali associati alla manipolazione della sostanza o del preparato ♦ una o più Indicazioni di Pericolo, di colore nero e rappresentato da una o due lettere ♦ una o più Frasi R che descrivono, in forma sintetica, i rischi potenziali associati all'impiego della sostanza o del preparato ♦ una o più Frasi S che illustrano, in forma sintetica, le comuni norme di sicurezza da adottare per minimizzare tali rischi A seconda della capacità dell’imballaggio, deve essere delle dimensioni minime indicate Litri Mm Inferiore o pari a 3 52 x 74 Superiore a 3 e inferiore o pari a 50 74 x 105 Superiore a 50 e inferiore o pari a 500 105 x 148 Superiore a 500 148 x 210 A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 10 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Simboli e Indicazioni di Pericolo Il Simbolo di Pericolo, di colore nero su sfondo arancione, deve occupare almeno 1/10 della superficie dell’etichetta e raffigurare i rischi principali associati alla manipolazione della sostanza o del preparato chimico pericoloso. L’Indicazione di Pericolo, di colore nero è rappresentato da una o due lettere. Simbolo di Pericolo Indicazione di Pericolo Sostanze e/o Preparati Chimici Pericolosi E Esplosivi O Comburenti F+ Estremamente infiammabili F Facilmente infiammabili T+ Molto tossici T Tossici Cancerogeni (categorie 1 e 2) Mutageni (categorie 1 e 2) Tossici per il ciclo riproduttivo (categorie 1 e 2) A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 11 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Xn Nocivi Sensibilizzanti Cancerogeni (categoria 3) Mutageni (categoria 3) Tossici per il ciclo riproduttivo (categoria 3) C Corrosivi Xi Irritanti N Pericolosi per l’ambiente Occorre fare attenzione alle Sostanze Infiammabili che sono contrassegnate dalla Frase di Rischio R10 ma non dal Simbolo di Pericolo A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 12 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Frasi di Rischio R elencate per Ordine Numerico Le Frasi di Rischio R (o una loro Combinazione) presenti sull’etichetta dei contenitori delle sostanze e/o dei preparati chimici sono costituite ciascuna da una sigla R e un numero cui corrisponde un rischio potenziale associato all’impiego del prodotto. E’ pertanto indispensabile che chiunque lavori in un laboratorio chimico e/o chimicobiologico abbia a disposizione una tabella di tale corrispondenza. R1 R2 R3 R4 R5 R6 R7 R8 R9 R10 R11 R12 R13 R14 R15 R16 R17 R18 R19 R20 R21 R22 R23 R24 R25 R26 R27 R28 R29 R30 R31 R32 Esplosivo allo stato secco Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione Forma composti metallici esplosivi molto sensibili Pericolo di esplosione per riscaldamento Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria Può' provocare un incendio Può' provocare l'accensione di materie combustibili Esplosivo in miscela con materie combustibili Infiammabile Facilmente infiammabile Altamente infiammabile Gas liquefatto altamente infiammabile Reagisce violentemente con l'acqua A contatto con l'acqua libera gas facilmente infiammabili Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti Spontaneamente infiammabile all'aria Durante l'uso può' formare con aria miscele esplosive/infiammabili Può' formare perossidi esplosivi Nocivo per inalazione Nocivo a contatto con la pelle Nocivo per ingestione Tossico per inalazione Tossico a contatto con la pelle Tossico per ingestione Altamente tossico per inalazione Altamente tossico a contatto con la pelle Altamente tossico per ingestione A contatto con l'acqua libera gas tossici Può' divenire facilmente infiammabile durante l'uso A contatto con acidi libera gas tossici A contatto con acidi libera gas altamente tossici A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 13 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione R33 R34 R35 R36 R37 R38 R39 R40 R41 R42 R43 R44 R45 R46 R47 R48 R49 R50 R51 R52 R53 R54 R55 R56 R57 R58 R59 R60 R61 R62 R63 R64 Pericolo di effetti cumulativi Provoca ustioni Provoca gravi ustioni Irritante per gli occhi Irritante per le vie respiratorie Irritante per la pelle Pericolo di effetti irreversibili molto gravi Possibilità' di effetti irreversibili Rischio di gravi lesioni oculari Può' provocare sensibilizzazione per inalazione Può' provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle Rischio di esplosione per riscaldamento in ambiente confinato Può provocare il cancro Può provocare alterazioni genetiche ereditarie Può' provocare malformazioni congenite Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata Può provocare il cancro per inalazione Altamente tossico per gli organismi acquatici Tossico per gli organismi acquatici Nocivo per gli organismi acquatici Può' provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico Tossico per la flora Tossico per la fauna Tossico per gli organismi del terreno Tossico per le api Può' provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente Pericoloso per lo strato di ozono Può ridurre la fertilità Può danneggiare i bambini non ancora nati Possibile rischio di ridotta fertilità Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati Possibile rischio per i bambini allattati al seno A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 14 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Frasi di Rischio R elencate per Combinazioni R14/15 R15/29 R20/21 R21/22 R20/21/22 R23/24 R24/25 R23/25 R23/24/25 R26/27 R27/28 R26/28 R26/27/28 R36/37 R37/38 R36/38 R36/37/38 R39/23 R39/24 R39/25 R39/23/24 R39/23/25 R39/24/25 R39/23/24/25 R39/26 R39/27 R39/28 R39/26/27 R39/26/28 Reagisce violentemente con l'acqua liberando gas facilmente infiammabili A contatto con l'acqua libera gas tossici e facilmente infiammabili Nocivo per inalazione e contatto con la pelle Nocivo a contatto con la pelle e per ingestione Nocivo per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione Tossico per inalazione e contatto con la pelle Tossico a contatto con la pelle e per ingestione Tossico per inalazione e ingestione Tossico per inalazione , contatto con la pelle e per ingestione Altamente tossico per inalazione e contatto con la pelle Altamente tossico a contatto con la pelle e per ingestione Altamente tossico per inalazione e per ingestione Altamente tossico per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione Irritante per gli occhi e per le vie respiratorie Irritante per le vie respiratorie e la pelle Irritante per gli occhi e la pelle Irritante per gli occhi , le vie respiratorie e la pelle Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contatto con la pelle Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione ed ingestione Pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle e per ingestione Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione Altamente tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione Altamente tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle Altamente tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione Altamente tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contatto con la pelle Altamente tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione ed ingestione A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 15 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione R39/27/28 R39/26/27/28 R40/20 R40/21 R40/22 R40/20/21 R40/20/22 R40/21/22 R40/20/21/22 R42/43 R48/20 R48/21 R48/22 R48/20/21 R48/20/22 R48/21/22 R48/20/21/22 R48/23 R48/24 R48/25 R48/23/24 R48/23/25 R48/24/25 R48/23/24/25 Altamente tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle e per ingestione Altamente tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione Nocivo: possibilità' di effetti irreversibili per inalazione Nocivo: possibilità' di effetti irreversibili a contatto con la pelle Nocivo: possibilità' di effetti irreversibili per ingestione Nocivo: possibilità' di effetti irreversibili per inalazione e a contatto con la pelle Nocivo: possibilità' di effetti irreversibili per inalazione ed ingestione Nocivo: possibilità' di effetti irreversibili a contatto con la pelle e per ingestione Nocivo: possibilità' di effetti irreversibili per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione Può' provocare sensibilizzazione per inalazione e contatto con la pelle Nocivo: pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata per inalazione Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per ingestione Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e a contatto con la pelle Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione ed ingestione Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle e per ingestione Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per ingestione Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e a contatto con la pelle Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione ed ingestione Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle e per ingestione Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 16 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione R50/53 R51/53 R52/53 Altamente tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico Tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico Nocivo per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 17 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Frasi di Rischio R elencate per Classe di Pericolosità Esplosivo R1 Esplosivo allo stato secco R2 R3 R4 R5 R6 R16 R18 R19 R44 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione Forma composti metallici esplosivi molto sensibili Pericolo di esplosione per riscaldamento Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti Durante l'uso può' formare con aria miscele esplosive/infiammabili Può formare perossidi esplosivi Rischio di esplosione per riscaldamento in ambiente confinato Comburente R7 R8 R9 Può' provocare un incendio Può' provocare l'accensione di materie combustibili Esplosivo in miscela con materie combustibili Estremamente infiammabile R12 Altamente infiammabile Facilmente infiammabile R11 R30 Facilmente infiammabile Può' divenire facilmente infiammabile durante l'uso Infiammabile R10 Facilmente infiammabile Molto tossico R26 R27 R28 R32 R39 Altamente tossico per inalazione Altamente tossico a contatto con la pelle Altamente tossico per ingestione A contatto con acidi libera gas altamente tossico Pericolo di effetti irreversibili molto gravi A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 18 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Tossico R23 R24 R25 R29 R31 R33 R39 Tossico per inalazione Tossico a contatto con la pelle Tossico per ingestione A contatto con l’acqua libera gas tossici A contatto con l’acqua libera gas tossici Pericolo di effetti cumulativi Pericolo di effetti irreversibili molto gravi Nocivo R20 R21 R22 R40 R48 Nocivo per inalazione Nocivo a contatto con la pelle Nocivo per ingestione Pericolo di effetti irreversibili Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata Corrosivo R34 R35 Provoca ustioni Provoca gravi ustioni Irritante R36 R37 R38 R41 Irritante per gli occhi Irritante per le vie respiratorie Irritante per la pelle Rischi di gravi lesioni oculari Sensibilizzante R42 R43 Può provocare sensibilizzazione per inalazione Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle Cancerogeno R45 R49 Può provocare il cancro Può provocare il cancro per inalazione Mutageno R46 Può provocare alterazioni genetiche ereditarie A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 19 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Tossico per il ciclo riproduttivo R62 R63 Possibile rischio di ridotta fertilità Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati Pericoloso per l’ambiente R50 R51 R52 R53 R54 R55 R56 R57 R58 R59 Altamente tossico per gli organismi acquatici Tossico per gli organismi acquatici Nocivo per gli organismi acquatici Può' provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico Tossico per la flora Tossico per la fauna Tossico per gli organismi del terreno Tossico per le api Può' provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente Pericoloso per lo strato di ozono A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 20 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Consigli di Prudenza S elencati per Ordine Numerico I Consigli di Prudenza S (o una loro Combinazione) presenti sull’etichetta dei contenitori delle sostanze e/o dei preparati chimici sono costituiti ciascuno da una sigla (S e un numero) cui corrisponde una norma di sicurezza da adottare per minimizzare i rischi potenziali associati all’impiego dei prodotti. E’ pertanto indispensabile avere a disposizione in laboratorio un elenco dei Consigli S e del loro significato. S1 S2 S3 S4 S5 S6 S7 S8 S9 S12 S13 S14 S15 S16 S17 S18 S20 S21 S22 S23 S24 S25 S26 S27 S28 S29 S30 S33 S34 S35 Conservare sotto chiave Conservare fuori della portata dei bambini Conservare in luogo fresco Conservare lontano da locali di abitazione Conservare sotto... (liquido appropriato da indicarsi da parte del fabbricante) Conservare sotto... (gas inerte da indicarsi da parte del fabbricante) Conservare il recipiente ben chiuso Conservare al riparo dall’umidità' Conservare il recipiente in luogo ben ventilato Non chiudere ermeticamente il recipiente Conservare lontano da alimenti o mangimi e da bevande Conservare lontano da... (sostanze incompatibili da precisare da parte del produttore) Conservare lontano dal calore Conservare lontano da fiamme e scintille – Non fumare Tenere lontano da sostanze combustibili Manipolare ed aprire il recipiente con cautela Non mangiare né bere durante l’impiego Non fumare durante l’impiego Non respirare le polveri Non respirare i gas/fumi/vapori/aerosoli (termine(i) appropriato(i) da precisare da parte del produttore) Evitare il contatto con la pelle Evitare il contatto con gli occhi In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e consultare un medico Togliersi di dosso immediatamente gli indumenti contaminati In caso di contatto con la pelle lavarsi immediatamente ed abbondantemente con...(prodotti idonei da indicarsi da parte del fabbricante) Non gettare i residui nelle fognature Non versare acqua sul prodotto Evitare l'accumulo di cariche elettrostatiche Evitare l'urto e lo sfregamento Non disfarsi del prodotto e del recipiente se non con le dovute precauzioni A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 21 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione S36 S37 S38 S39 S40 S41 S42 S43 S44 S45 S46 S47 S48 S49 S50 S51 S52 S53 S54 S55 S56 S57 S58 S59 S60 S61 S62 Usare indumenti protettivi adatti Usare guanti adatti In caso di ventilazione insufficiente, usare un apparecchio respiratorio adatto Proteggersi gli occhi/la faccia Per pulire il pavimento e gli oggetti contaminati da questo prodotto, usare... (da precisare da parte del produttore) In caso di incendio e/o esplosione non respirare i fumi Durante le fumigazioni/polimerizzazioni usare un apparecchio respiratorio adatto (termine(i) appropriato(i) da precisare da parte del produttore) In caso di incendio usare… (mezzi estinguenti idonei da indicarsi da parte del fabbricante. Se l’acqua aumenta il rischio precisare “Non usare acqua”) In caso di malessere consultare il medico (se possibile, mostrargli l’etichetta) In caso d’incidente o di malessere consultare immediatamente il medico (se possibile, mostrargli l’etichetta) In caso d’ingestione consultare immediatamente il medico e mostrargli il contenitore o l’etichetta Conservare a temperature non superiore a …°C (da precisare da parte del fabbricante) Mantenere umido con (mezzo appropriato da precisarsi da parte del fabbricante) Conservare soltanto nel recipiente originale Non mescolare con… (da specificare da parte del fabbricante) Usare soltanto il luogo ben ventilato Non utilizzare su grandi superfici in locali abitati Evitare l’esposizione. Procurarsi speciali istruzioni prima dell’uso Procurarsi il consenso delle autorità di controllo dell’inquinamento prima di scaricare negli impianti di trattamento delle acque di scarico Utilizzare le migliori tecniche di trattamento disponibili prima di scaricare nelle fognature o nell’ambiente acquatico Non scaricare nelle fognature o nell’ambiente; smaltire i residui in un punto di raccolta rifiuti autorizzato Usare contenitori adeguati per evitare l’inquinamento ambientale Smaltire come rifiuto pericoloso Richiedere informazioni al produttore/fornitore per il recupero/riciclaggio Questo materiale e/o il suo contenitore devono essere smaltiti come rifiuti pericolosi Non disperdere nell’ambiente. Riferirsi alle istruzioni speciali/schede informative in materia di sicurezza In caso di ingestione non provocare il vomito :consultare immediatamente il medico e mostrargli l’etichetta A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 22 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Consigli di Prudenza S elencati per Combinazioni S1/2 S3/7/9 S3/9 S3/9/14 S3/9/14/49 S3/9/49 S3/14 S7/8 S7/9 S7/47 S20/21 S24/25 S36/37 S36/37/39 S36/39 S37/39 S47/49 Conservare sotto chiave e fuori della portata dei bambini Tenere il recipiente ben chiuso in luogo fresco ben ventilato Tenere il recipiente in luogo fresco e ben ventilato Conservare in luogo fresco e ben ventilato lontano da… (materiali incompatibili da precisare da parte del fabbricante) Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato lontano da…(materiali incompatibili da precisare da parte del fabbricante) Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato Conservare in luogo fresco lontano da… (materiali incompatibili da precisare da parte del fabbricante) Conservare il recipiente ben chiuso ed al riparo dall’umidità Tenere il recipiente ben chiuso e in un luogo ben ventilato Tenere il recipiente ben chiuso e a temperatura non superiore a …..°C (da precisare da parte del fabbricante) Non mangiare, né bere, né fumare durante l'impiego Evitare il contatto con gli occhi e con la pelle Usare indumenti protettivi e guanti adatti Usare indumenti protettivi e guanti adatti e proteggersi gli occhi/la faccia Usare indumenti protettivi adatti a proteggersi gli occhi/la faccia Usare guanti adatti e proteggersi gli occhi/la faccia Conservare soltanto nel contenitore originale a temperatura non superiore a ...°C (da precisare da parte del fabbricante) A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 23 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Scheda Informativa in Materia di Sicurezza La Scheda di sicurezza rappresenta uno strumento informativo estremamente utile in quanto consente all’utilizzatore di una sostanza o di un preparato chimico di conoscere i pericoli potenziali connessi con la relativa manipolazione e di adottare le misure necessarie per la tutela della sua salute, della sua sicurezza e di quella altrui e la protezione dell'ambiente Deve essere ♦ fornita gratuitamente dal fabbricante, dall'importatore e dal distributore di una sostanza o di un preparato pericoloso al destinatario dello stesso su supporto cartaceo o magnetico ♦ redatta in lingua italiana in occasione o anteriormente alla prima fornitura ♦ aggiornata e trasmessa quando siano note rilevanti informazioni sulla sicurezza e sulla tutela della salute dell’uomo e dell'ambiente …..e deve contenere le seguenti voci 1. Elementi identificativi della sostanza o del preparato e della società/impresa Sono riportati la denominazione chimica della sostanza e/o preparato presente sull'etichetta, il nominativo, l'indirizzo completo, il numero di telefono del responsabile dell'immissione sul mercato stabilito nella Comunità', un numero telefonico da usare per le emergenze 2. Composizione/informazione sugli ingredienti Sono identificati i rischi rappresentati dalla sostanza o dai componenti chimici del preparato classificati pericolosi 3. Indicazione dei pericoli Sono indicati in modo chiaro e succinto gli effetti più' dannosi per la salute dell'uomo ed i sintomi che insorgono in seguito all'uso e al cattivo uso della sostanza, ragionevolmente prevedibile 4. Misure di pronto soccorso Sono descritte le misure di pronto soccorso specificando se e' necessaria un'immediata consultazione medica, con particolare riferimento alle possibili vie di esposizione (inalazione, contatto con la pelle e con gli occhi, ingestione). Tali indicazioni sono brevi e di facile comprensione per l'infortunato, per le persone a lui vicine e per coloro che prestano i primi soccorsi A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 24 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione 5. Misure antincendio Sono indicate le informazioni necessarie a chi deve intervenire in caso di incendio causato dall'agente chimico precisando: ♦ i mezzi di estinzione più appropriati da utilizzare e quelli da non utilizzare ♦ eventuali rischi fisici di esposizione derivanti dalla sostanza o dal preparato stesso, dai prodotti di combustione, dai gas prodotti ♦ l'equipaggiamento di protezione per gli addetti all'estinzione degli incendi 6. Misure in caso di fuoriuscita accidentale Sono riportate utili informazioni in merito alle precauzioni individuali da prendere in caso di fuoriuscita o versamento del prodotto chimico, alle precauzioni ambientali, ai metodi di pulizia e cosa non usare in tali circostanze 7. Manipolazione e stoccaggio Sono riportate le precauzioni per una manipolazione corretta degli agenti chimici e un sicuro stoccaggio, insieme alle condizioni o ai materiali da evitare durante l'immagazzinamento stesso 8. Controllo dell'esposizione/protezione individuale E' una parte molto importante per gli utilizzatori perché sono riportate le misure precauzionali da adottare per ridurre al minimo la probabilità di venire in contatto con esso. Sono suggeriti gli indumenti da utilizzare per la protezione respiratoria, delle mani, degli occhi, della pelle allo scopo di proteggere l'utilizzatore di agenti chimici. Sono riportati anche i provvedimenti di natura tecnica da adottare per minimizzare il rischio di esposizione 9. Proprieta' fisiche e chimiche Sono indicate le informazioni sulla sostanza o sul preparato quali l'aspetto, l'odore, il pH, la densità, la solubilità , il punto di ebollizione, di fusione, di infiammabilità…… 10. Stabilita' e reattività Questa voce fornisce indicazioni circa la stabilita' della sostanza o del preparato chimico e la possibilita' che si possano verificare reazioni pericolose in determinate condizioni (temperatura, pressione, luce, urti….). o in presenza di materiale (acqua, aria, acidi, basi ossidanti o altre sostanze incompatibili) 11. Informazioni tossicologiche Si ha una descrizione concisa ma completa dei vari effetti tossicologici acuti e cronici sulla salute che possono insorgere qualora l'operatore entri in contatto con la sostanza o il preparato in seguito ad una esposizione breve o prolungata 12. Informazioni ecologiche Sono riportati utili informazioni in merito agli effetti che la sostanza o il preparato provocano nell'ambiente (acqua, aria, suolo) A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 25 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione 13. Considerazione sullo smaltimento Viene indicato come smaltire sia la sostanza o il preparato che i contenitori da essi contaminati e le metodologie più idonee in accordo con la normativa vigente in materia. 14. Informazioni sul trasporto Sono indicate tutte le precauzioni particolari di cui un utilizzatore deve essere consapevole e che deve seguire per quanto concerne il trasporto o la movimentazione all'interno o all'esterno dell'azienda. 15. Informazioni sulla regolamentazione Sono riportate le informazioni che figurano sull'etichetta in applicazione delle direttive comunitarie sulla classificazione, sull'imballaggio e sull'etichettatura delle sostanze e dei preparati pericolosi. Sono indicate anche disposizioni particolari, ossia se la sostanza o il preparato di cui alla presente scheda di sicurezza e' oggetto di specifiche disposizioni comunitarie in relazione alla protezione dell'uomo o dell'ambiente. 16. Altre informazioni Sono indicate la data dell'emissione della scheda e altri dati che potrebbero essere rilevanti per la sicurezza e la salute e per la protezione dell'ambiente. A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 26 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Valori Limite di Soglia (TLV) I Valori Limite di Soglia TLV (Threshold Limit Values,) indicano, per ogni sostanza chimica, le concentrazioni atmosferiche alle quali si ritiene che la quasi totalità dei lavoratori possa rimanere esposta, ripetutamente, giorno dopo giorno, senza subire effetti dannosi alla salute. Tali valori devono essere utilizzati come orientamenti o guida per il controllo e la prevenzione dei rischi per la salute; infatti non costituiscono una linea di demarcazione netta tra i valori di concentrazione “sicura” e “pericolosa”; non devono, pertanto, essere considerati un indice di tossicità né possono essere utilizzati per la valutazione o il controllo dell’inquinamento atmosferico. Si dividono in tre categorie: ♦ Valore Limite di Soglia - Media Ponderata nel Tempo TLV-TWA (Threshold Limit Value - Time Weight Average): è la concentrazione media (relativa ad una giornata lavorativa di 8 ore, ovvero ad una settimana lavorativa di 40 ore) alla quale, quasi tutti i lavoratori possono essere esposti, ripetutamente, giorno dopo giorno, senza subire effetti dannosi alla salute ♦ Valore Limite di Soglia - Limite per Breve Tempo di Esposizione TLV-STEL (Threshold Limit Value - Short Time Exposure Limit): è la concentrazione massima alla quale i lavoratori possono essere esposti per un breve periodo di tempo (pari al massimo a 15 minuti nell’arco delle 8 ore lavorative) senza che si producano irritazioni, alterazioni croniche o irreversibili ai tessuti, narcosi di intensità sufficiente ad aumentare il rischio di danni accidentali. Le escursioni giornaliere non possono essere più di quattro, deve intercorrere un intervallo di almeno 60 minuti e il TLV-TWA giornaliero non deve essere superato ♦ Valore Limite di Soglia - Valore di Tetto TLV-C (Threshold Limit Values – Ceiling): è la concentrazione che non deve essere superata, neanche un istante, durante il tempo di esposizione prodottosi durante l’attività lavorativa. E’ un parametro importante per i gas irritanti La notazione “cute” (skin) che accompagna a volte il nome chimico della sostanza esprime la possibilità di assorbimento cutaneo e quindi il contributo, offerto dalla sostanza a cui si è esposti, a fenomeni di assorbimento da parte delle mucose e degli occhi, a seguito di contatto sia con i vapori, che diretto. A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 27 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Sono riportati i TLV-TWA e STEL di alcune sostanze chimiche TLV-TWA Acido acetico Acido fosforico Acido nitrico Acido solfidrico Acido solforico Anidride acetica Anidride carbonica Acetone Acetonitrile Acrilamide -cuteAmmoniaca Anilina e omologhi -cuteAnisidina isomeri -cuteBario solfato Bromo Butano Calcio idrossido Calcio solfato Carbonio monossido Carbonio tetracloruro Catecolo -cuteCloro Cloroformio Cresolo, isomeri -cuteCicloesano Ciclopentano Diazometano Diborano 1,1-Dicloroetano Dimetilformammide -cuteDimetilsolfato -cuteDiossano -cuteEptano Esano Etanolo Etilacetato TLV-STEL ppm mg/mc ppm mg/mc 10 -2 10 -5 5000 750 40 -25 2 25 1 5.2 14 1 21 9000 1780 67 0.03 17 7.6 15 -4 15 --30000 1000 60 -35 -- 37 3 10 21 3 -54000 2380 101 -24 -- 0.1 -0.1 800 --25 5 5 0.5 10 5 300 600 0.2 0.1 100 10 0.5 10 0.66 1900 5 10 29 31 23 1.5 49 22 1030 1720 0.34 0.11 405 30 --0.2 ----10 -1 --------- --1.3 ----63 -2.9 --------- 0.1 25 400 50 1000 400 0.52 90 1640 176 1880 1440 --500 ---- --2050 ---- A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 28 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Fenolo Fluoro Formammide Fosforo giallo Idrazina Idrochinone Mercurio,composti alchilici -cuteMercurio, composti arilici, -cuteMercurio, composti inorgan. Metanolo Naftalene Pentano Perossido d’idrogeno Piridina Tetraidrofurano Toluene Toluidina, isomeri –cuteTricloroetilene Trietilammina Vinile cloruro Xilene, isomeri Zinco cromato Zinco ossido 5 1 10 0.02 0.1 --- 19 1.6 18 0.1 0.13 2 0.01 -2 ------ -3.1 ----0.03 -- 0.1 -- -- -- 0.025 -- -- 200 10 600 1 5 200 50 2 262 52 1770 1.4 16 590 188 8.8 250 15 750 --250 --- 328 79 2210 --737 --- 50 1 5 100 --- 269 4.1 13 434 0.01 10 100 5 -150 --- 537 20.7 -651 --- Bibliografia. ACGIH 1994-95 A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 29 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) Un Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) è una qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. I DPI devono essere conformi a “norme armonizzate” ossia di carattere tecnico elaborate da Organismi di Normazione Europei (OEN) e recepite in Italia con le norme UNI-EN. Il datore di lavoro, dopo aver effettuato l’analisi e la valutazione dei rischi, deve ♦ fornire ai lavoratori gli idonei DPI ♦ mantenerli in efficienza ♦ provvedere all’informazione e formazione dei lavoratori circa il loro utilizzo I lavoratori devono ♦ scegliere il modello di DPI che meglio tollerano in funzione delle loro esigenze ergonomiche o di salute ♦ sottoporsi al programma di informazione e di formazione organizzato dal datore di lavoro circa l’uso dei DPI ♦ verificare l’efficacia dei DPI assegnati, segnalando al datore di lavoro eventuali anomalie o difetti o rotture Dotazione di Sicurezza per i Lavoratori dei Laboratori Chimici e/o Chimico-Biologici Per la Protezione del Corpo ♦ Indumento di protezione contro le aggressioni chimiche (camice) per la manipolazione di prodotti gassosi e liquidi acidi e alcalini, tossici e nocivi ♦ Indumento protettivo adatto alle basse temperature per la manipolazione dei gas criogenici liquefatti ♦ Calzature da lavoro A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 30 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Per la Protezione delle Mani e delle Braccia ♦ Guanti in gomma di materiale compatibile con le sostanze manipolate (nitrile, neoprene…) ♦ Sottoguanti in cotone, per i casi di allergie cutanee ♦ Guanti resistenti al calore (in kevlar) per la manipolazione di masse o liquidi caldi ♦ Guanti resistenti al freddo (imbottiti, rivestiti in nitrile) per la manipolazione di oggetti freddi e gas criogenici liquefatti ♦ Guanti ad alta resistenza (neoprene, cuoio, maglia d’acciaio) per il contatto con materiali taglienti ♦ Creme protettive per le mani, da usare solo nel caso in cui la manipolazione di alcune sostanze non possa avvenire con i guanti dietro autorizzazione del Medico Competente Per la Protezione degli Occhi e del Viso ♦ Occhiali preferibilmente in materiale plastico leggero, dotati di ripari laterali superiori ed inferiori, di valvole di sfogo dell’aria per impedirne l’appannamento; ♦ Visiera e schermo facciale per la protezione da schizzi e aerosol di prodotti acidi, alcalini, corrosivi, tossici e nocivi. Per la Protezione delle Vie Respiratorie ♦ Respiratori a filtro che purificano l’aria prima che venga inspirata e che comprendono: - mascherine monouso in tessuto filtrante disponibili per la protezione da polveri, fumi e nebbie, da inquinanti poco tossici o presenti in basse concentrazioni; - maschere facciali antipolvere, antifumo e antinebbia con filtri di colore bianco di classe 1 (bassa capacità protettiva), 2 (media capacità protettiva) e 3 (alta capacità protettiva) rispettivamente per polveri inerti, nocive o tossiche; - maschere antigas con filtri di classe 1, 2, 3 di colore marrone per i gas e i vapori organici con punto di ebollizione > di 65°C; grigio per i gas e i vapori inorganici (con esclusione del monossido di carbonio); giallo per l’anidride solforosa, gli altri gas e i vapori acidi; verde per l’ammoniaca e i suoi derivati organici; azzurro/bianco per i vapori nitrosi (ossidi di azoto); rosso/bianco per i vapori e gli aerosol di mercurio; marrone/bianco/grigio per i vapori e i gas organici e inorganici, i gas acidi, l’idrogeno solforato; bianco/rosso per i fumi e i gas d’incendio (compreso l’ossido di carbonio). ♦ Respiratori isolanti che permettono di isolare in maniera totale la respirazione del lavoratore dall’ambiente nel quale si trova. A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 31 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Materiale per le Emergenze ♦ Cassetta di pronto soccorso ♦ Materiali assorbenti per prodotti chimici ♦ Lavaggi oculari Per scopi igienici, è importante che i DPI, quando non utilizzati, vengano riposti in un’armadio o in uno scaffale sufficientemente riparato da polvere e umidità. A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 32 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Cappe Chimiche Le Cappe Chimiche sono dispositivi predisposti a tutelare la salute dei lavoratori dall’esposizione ai contaminanti chimici volatili tossici e nocivi (fumi, vapori, polveri…..) e da eventuali schizzi o esplosioni Tecnicamente una cappa si compone di una cabina dotata di ♦ vetro frontale apribile, a saliscendi con contrappesi, di cristallo temperato o policarbonato ♦ piano di lavoro in mattonelle di grès, acciaio inossidabile o materiale plastico anticorrosione ♦ condotto di aspirazione, di dimensioni adatte alle concentrazioni di inquinanti volatili da disperdere ♦ elettroventilatore conforme alle norme CEI, di materiale dotato di resistenza ai composti chimici corrosivi (acidi, basi, solventi..) e alle alte temperature ♦ filtri per l’abbattimento degli inquinanti volatili sia se questi vengono convogliati verso l’esterno (come nelle cappe ad espulsione di aria) sia se vengono riciclati (cappe a ricircolo d’aria). Per mantenere efficiente una cappa chimica è necessario periodicamente ♦ controllare la velocità di aspirazione che deve essere, nel caso di sostanze tossiche e molto tossiche maggiore di 0.5 m/s e comunque preferibilmente pari a 0.7 m/s o e negli altri casi pari non inferiore a 0.3 m/s e preferibilmente a 0.5 m/s (con 40 cm di apertura del vetro) ♦ oliare le carrucole del vetro frontale e cambiare le funicelle dei contrappesi ♦ far sostituire da personale addetto i filtri per l’abbattimento degli inquinanti volatili A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 33 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Tutte le reazioni chimiche che si presume possano comportare rischi, nonché le operazioni di prelievo o di travaso di sostanze o preparati, specie se volatili devono essere effettuate sotto cappa. L’utilizzatore deve: ♦ prestare per tutta la loro durata la massima attenzione ♦ accertarsi che la cappa sia adatta al tipo di lavorazione da eseguire ♦ accenderla prima di iniziare ♦ evitare la formazione di vortici o correnti d’aria in prossimità della cappa in funzione (ad esempio evitare di aprire porte o finestre) ♦ porre all’interno solo il materiale (reagenti, vetreria…) strettamente necessario all’uso ♦ mantenere il vetro frontale più basso possibile ♦ tenere la testa al di fuori …… e alla fine deve ♦ pulire il piano di lavoro ♦ riporre il materiale utilizzato al proprio posto per non usare la cappa come deposito ♦ spegnere l’aspirazione e abbassare completamente il vetro Bibliografia. Indicazioni pratiche per l’uso in sicurezza delle cappe chimiche, Università di Pavia, Divisione Igiene e Sicurezza, Dott. Davide Barbieri A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 34 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Precauzioni e Consigli per la Manipolazione delle Sostanze e/o dei Preparati Chimici Vengono di seguito indicate le precauzioni generali da adottare per la manipolazione di sostanze e/o preparati chimici individuati per classe di pericolosità, alcune delle quali riportate anche nella parte riguardante le Regole Pratiche di Sicurezza da Osservare in un Laboratorio Chimico e Chimico-Biologico. Si fa però presente che per ogni specifico prodotto e' necessario consultare la relativa Scheda Informativa in Materia di Sicurezza che deve essere messa a disposizione di ogni utilizzatore; in ogni caso è consigliabile chiedere informazioni al Responsabile dell’Attività di ricerca e di didattica e, se necessario, al Servizio di Prevenzione e Protezione. Con prodotti infiammabili ♦ Operare con apparecchiature antideflagranti ♦ Eseguire le operazioni di travaso dei liquidi evitando l'uso di aria compressa e di elementi metallici accoppiati ad altri non conduttori ♦ Non riempire completamente i contenitori ma lasciare al di sopra del livello libero un certo spazio per consentire le eventuali dilatazioni termiche del liquido ♦ Tenere sui banchi da lavoro la minima quantità di prodotti, necessaria per l’uso giornaliero ♦ Non miscelarli con gli acidi e le basi forti ♦ Aprire i recipienti solo durante l'uso e lasciarli ben chiusi dopo ♦ Usare becchi bunsen solo se muniti di sistemi di sicurezza ♦ Nel riscaldamento dei liquidi non usare mai fiamme libere, piastre o resistenze elettriche scoperte; i vapori, traboccando dal recipiente e scendendo lungo di esso, potrebbero accendersi a contatto con la sorgente di calore, col pericolo di propagare l'incendio al liquido stesso ♦ Prima di distillare alcuni solventi, quali l'etere etilico, specie se questo è immagazzinato da qualche mese e contenuto in bottiglie di vetro chiaro, con un certo volume di aria sopra il livello libero del liquido, ricercare l'eventuale presenza di perossidi. In caso affermativo distruggerli opportunamente e con cautela prima di procedere con la distillazione. A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 35 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Con prodotti corrosivi, irritanti, sensibilizzanti, tossici e nocivi ♦ Evitare il contatto con la pelle e gli occhi, l'inalazione dei vapori o delle polveri ♦ Effettuare le pesate dei solidi sotto una cappa chimica aspirante efficiente, mettendo della carta sul bancone in cui si lavora in modo da raccogliere eventuali residui ♦ Non miscelare mai le basi forti con acidi forti, acqua o soluzioni acquose senza adeguata dispersione di calore perché la reazione è fortemente esotermica ♦ Non miscelare mai acidi forti con basi forti, ammine primarie e secondarie senza raffreddare ♦ Pulire con cura, secondo le indicazioni riportate sulla Scheda Informativa in Materia di Sicurezza, i piccoli sversamenti che si potrebbero verificare durante la manipolazione ♦ Dovendo diluire l'acido solforico con acqua, indossare guanti, visiera e indumenti protettivi di materiale idoneo, lavorare sotto cappa e versare l'acido, facendolo colare lungo le pareti del recipiente, nella quantità fissata di acqua (in modo da sviluppare poco calore) e mai l'acqua nell'acido. Operare lentamente e agitare frequentemente il recipiente in modo che la temperatura della miscela non si innalzi troppo. Con prodotti non pericolosi ♦ Ricordarsi che la loro innocuità è relativa al loro corretto impiego ♦ Manipolarli comunque con cautela e in un ambiente aerato ♦ Evitare il contatto con la pelle e gli occhi, l'inalazione utilizzando gli idonei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) ♦ Lavarsi accuratamente le mani dopo il loro uso Gli esperimenti con prodotti o tecniche nuove di cui non si dispongono dati in letteratura vanno considerati potenzialmente pericolosi, fino quando non si sia avuta certezza del contrario; pertanto occorre adottare le massime misure precauzionali. Il Responsabile dell’attività di ricerca e di didattica deve provvedere ad adottare e a far adottare gli opportuni provvedimenti e qualora lo ritenga necessario, può rivolgersi al Servizio di Prevenzione e Protezione per concordare le norme e le procedure di lavoro. A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 36 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Precauzioni e Consigli per lo Stoccaggio delle Sostanze e/o dei Preparati Chimici Vengono di seguito indicate le precauzioni generali da adottare per la stoccaggio di sostanze e/o preparati chimici. Si fa però presente che per ogni specifico prodotto e' necessario consultare la relativa Scheda Informativa in Materia di Sicurezza che deve essere messa a disposizione di ogni utilizzatore; in ogni caso è bene chiedere informazioni al Responsabile dell’Attività di Ricerca e di Didattica e, se necessario, al Servizio di Prevenzione e Protezione. Conservare i prodotti negli armadi di sicurezza dotati di sistema di aspirazione localizzata, di ripiani con bordi esterni rialzati e di vasca di raccolta alla base. Al loro interno: ♦ tenere i recipienti ben chiusi ♦ collocare le bottiglie più grandi e contenenti le sostanze più pericolose nella parte inferiore ♦ non sovraccaricare troppo i ripiani ♦ verificare che i contenitori siano etichettati in modo leggibile ed indelebile; che siano riportati l'esatto nome chimico del prodotto e le relative caratteristiche di pericolosità, le Frasi di Rischio R e i Consigli di Prudenza S ♦ non porre vicine le Sostanze Chimiche Incompatibili; ad esempio, le sostanze comburenti, quali il nitrato di ammonio, il nitrato di calcio, il perclorato di magnesio devono essere collocate lontano da quelle combustibili con cui possono reagire pericolosamente ♦ collocare le sostanze corrosive, irritanti, sensibilizzanti al di sotto del livello degli occhi ♦ conservare le sostanze corrosive in recipienti di vetro a tenuta; usare tappi di gomma per l'idrossido di sodio e di potassio e non quelli di vetro che si potrebbero bloccare, rendendo difficoltosa e pericolosa l'operazione di apertura del contenitore ♦ mettere i recipienti contenenti le sostanze tossiche e molto tossiche in lattine metalliche per evitare la diffusione dei vapori ♦ conservare solventi quali l'etere etilico in bottiglie di vetro scuro, al riparo della luce, dell'aria, in presenza di inibitori di riduzione, per evitare che a contatto con l'ossigeno dell'aria possano produrre perossidi dando luogo a violente esplosioni A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 37 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione ♦ porre gli acidi e le basi in appositi armadi di sicurezza adeguatamente compartimentati e dotati di vasche di contenimento ♦ conservare le sostanze infiammabili in armadi antincendio ad uso esclusivo, lontane da sorgenti di calore, da fiamme libere e quelle che necessitano di basse temperature in frigoriferi antideflagranti ♦ mantenere i gas liquefatti refrigerati in idonei contenitori (dewars), realizzati con materiale in grado di sopportare rapide variazioni di temperatura ♦ conservare in locali o armadi adeguatamente aerati anche le sostanze non pericolose Dato che nel tempo lo stato chimico fisico dei prodotti immagazzinati potrebbe variare, sarebbe opportuno programmare verifiche periodiche dei prodotti chimici conservati in laboratorio in modo tale quelli alterati o non identificabili o non utilizzati da molto tempo possano essere destinati allo smaltimento tramite ditte autorizzate. A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 38 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Sostanze Chimiche Incompatibili Si definiscono incompatibili le sostanze chimiche che reagiscono tra di loro ♦ violentemente ♦ con produzione di elevato calore ♦ con sviluppo di prodotti tossici Queste devono essere conservate, trasportate e manipolate in modo da evitare ogni contatto, anche di natura accidentale. E’ riportato un elenco (non esaustivo) di Sostanze Incompatibili di uso comune in laboratorio Incompatibile con Acetilene Cloro – Bromo – Rame – Fluoro – Argento - Mercurio Acetone Acido nitrico - Acido solforico – Cloroformio - Metalli alcalini - Perossido di idrogeno Acidi forti Basi forti Acido acetico Acido nitrico - Acido perclorico - Glicole etilenico – Permanganati - Perossidi Acido fluoridrico Ammoniaca Acido nitrico Acetone - Acido acetico - Acido cianidrico – Anilina - Acido solfidrico - Liquidi e gas infiammabili Acido ossalico Argento - Mercurio Acido perclorico Anidride acetica - Sostanze organiche combustibili (carta, legno) Acido solforico Clorati - Perclorati e permanganati di metalli alcalini Ammoniaca Acido fluoridrico – Bromo – Cloro- Iodio - Calcio ipoclorito Mercurio Ammonio nitrato Acidi – Clorati - Liquidi infiammabili – Nitriti - Polveri metalliche - Sostanze organiche combustibili - Zolfo Anilina Acido nitrico - Perossido di idrogeno Argento Acetilene - Acido ossalico - Acido tartarico - Sali di ammonio Bromo Acetilene – Ammoniaca – Benzene – Butadiene – Butano – Metano – Propano - Metalli finemente suddivisi Clorati Acidi - Polveri metalliche - Sali di ammonio - Sostanze organiche infiammabili - Zolfo Cloro Vedi Bromo Fluoro Qualunque sostanza A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 39 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Fosforo bianco Idrocarburi Iodio Liquidi infiammabili Idrocarburi Mercurio Metalli alcalini Perossido d’idrogeno Perossido di sodio Potassio permanganato Rame Aria - Ossigeno Bromo – Cloro – Fluoro - Perossidi Acetilene – Ammoniaca - Idrogeno Acido nitrico – Alogeni - Ammonio nitrato - Perossidi Bromo – Cloro – Fluoro - Iodio Acetilene - Ammoniaca Acqua – Alogeni - Carbonio biossido - Carbonio tetracloruro - Solventi alogenati Acetone – Alcoli – Anilina – Cromo – Ferro - Metalli e sali metallici – Nitrometano – Ram- Sostanze infiammabili e organiche Acido acetico - Alcol etilico - Alcol metilico - Anidride acetica – Benzaldeide- Etil acetato - Glicole etilenico Carbonio solfuro Acido solforico – Benzaldeide - Glicole etilenico - Glicerina Acetilene - Perossido di idrogeno Bibliografia. Handbook of chemistry and physics, CRC, 71st edition, 1990/91, D.R. Lide A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 40 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Agenti Cancerogeni e Mutageni: Definizioni Sono Agenti Cancerogeni “le sostanze e i preparati che, per inalazione, ingestione o per assorbimento cutaneo possono provocare il cancro o aumentarne la frequenza”. In particolare nella loro classificazione sono state distinte 2 categorie. La prima, comprendente le sostanze note per gli effetti cancerogeni, è riservata agli agenti chimici per i quali studi epidemiologici hanno dimostrato un’associazione tra l’esposizione dell’uomo ad essi e lo sviluppo di tumori. La seconda, che include le sostanze che dovrebbero considerarsi cancerogene per l'uomo, è riservata agli agenti chimici per i quali esiste una sufficiente evidenza di cancerogenicità proveniente da studi a lungo termine su animali e/o altre informazioni specifiche (studi di correlazione struttura/attività, dati clinici…). Le sostanze e i preparati chimici contenenti lo 0.1% di una di queste sono contraddistinti dalla Frase di Rischio R45 "Può provocare il cancro" o R49 "Può provocare il cancro per inalazione", dal Simbolo di Pericolo rappresentante il Teschio con le tibie incrociate e dall’Indicazione di Pericolo T. Sono Agenti Mutageni “le sostanze e preparati che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono produrre difetti genetici ereditari o aumentarne la frequenza”. Analogamente ai cancerogeni, con gli stessi criteri, anche per questa classe di composti sono state individuate la categoria 1, sostanze note per gli effetti mutageni sull'uomo e la categoria 2, sostanze che dovrebbero considerarsi mutagene per l'uomo. Le sostanze appartenenti a tali categorie e i preparati chimici contenenti lo 0.1% di una di queste sono contraddistinti dalla Frase di Rischio R46 "Può provocare alterazioni genetiche ereditarie”, dal Simbolo di Pericolo rappresentante il Teschio con le tibie incrociate e dall’Indicazione di Pericolo T. Sia per gli Agenti Cancerogeni che Mutageni è stata introdotta anche la categoria 3, comprendente le sostanze sospette cancerogene o mutagene, ossia quelle per le quali esistono evidenze di potenzialità cancerogene o mutagene ma non ancora sufficienti per poterle inserire nelle categorie 1 e 2 (ad esempio, sostanze positive in una sola specie animale, sostanze cancerogene o mutagene lungo una via metabolica non presente nell’uomo, sostanze che provocano solo tumori benigni…...) Le sostanze e i preparati contenenti lo 0.1% di una di queste, comunque estremamente pericolose per l’uomo, sono contraddistinte dalla Frase di Rischio R40 "Possibilità di effetti irreversibili”, dal Simbolo di Pericolo rappresentante la Croce di Sant’Andrea e dall’Indicazione di Pericolo Xn. A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 41 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Protezione dagli Agenti Cancerogeni e Mutageni L’uso di prodotti contraddistinti dalle Frasi di Rischio R45, R49 e R46 deve essere evitato e, quando è possibile, gli stessi devono essere sostituiti con prodotti meno nocivi per la salute dell’uomo. Dove la sostituzione non sia possibile ♦ il numero dei lavoratori esposti deve essere limitato ♦ i nominativi devono essere segnalati al Servizio di Prevenzione e Protezione affinché i Medici Competenti predispongano un Registro di Esposizione e programmino la loro Sorveglianza Sanitaria Periodica In ogni caso, gli esposti, prima dell’utilizzo dei prodotti in oggetto, devono essere formati sulla corretta manipolazione e informati sui rischi connessi al loro utilizzo. In particolare, devono ♦ operare in un sistema chiuso (almeno sotto una cappa chimica aspirante ed efficiente) ♦ indossare gli idonei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) comprendente un camice protettivo con maniche lunghe ed elastici ai polsi, i guanti protettivi e la maschera di protezione ♦ provvedere alla pulizia della stessa e del materiale utilizzato alla fine dell’attività sperimentale. Nei laboratori in cui non sono installate Cappe Chimiche è vietato usare gli Agenti Cancerogeni e Mutageni A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 42 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Elenco dei piu’ comuni Agenti Cancerogeni e Mutageni (non esaustivo) Sostanze contrassegnate con la Frase di Rischio R45 Acido arsenico e i suoi sali Acrilamide Acrilammidoglicolato di metile (con una quantità maggiore o uguale dello 0.1% di acrilammide) Acrilammidometossi acetato di metile (con una quantità maggiore o uguale dello 0.1% di acrilammide) Acrilonitrile Alcani C1-C4, C2-C3, C3-C4, C4-C5, C2-C26 lineari e ramificati 4-Aminoazobenzene 4-Aminobifenile e i suoi sali 4-Amino-3-fluorofenolo o-Anisidina (2-Metossi-anilina) Arsenico triossido Benzene Benzidina e i suoi sali Benzina naturale Benzo(a)antracene Benzo(a)pirene; benzo(d,e,f)crisene Benzo(b)fluoroantene; benzo(e)acefenanatrilene Benzo(j)fluoroantene Benzo(k)fluoroantene Bromoetilene 1,3-Butadiene Butano Cadmio cloruro Calcio cromato Captafol 1-Cloro-2,3-epossipropano (Epicloridrina) Clorometil(metil)ossido; cloro(metil)etere Diazometano 4,4'-Diaminodifenilmetano Dibenzo(a,h)antracene 1,2-Dibromoetano 1,2-Dibromo-3-cloropropano 3-3'-Diclorobenzidina e suoi sali 1,2-Dicloroetano 1,3-Dicloro-2-propanolo 1,4-Dicloro-2-butene 1,2-Dimetildrazina A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 43 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Dimetilnitrosamina (N-nitrosodimetilamina) Dimetilcarbamoile cloruro Dimetilsolfato Erionite Esaclorobenzene Esametilfosforo triamide Idrazina e i suoi sali Idrazobenzene Idrocarburi aromatici policiclici (IPA) 2-Metilaziridina (propilenimina) 1-Metil-3-nitro-1-nitrosoguanidina 2-Naftilamina e i suoi sali 2-Nitroanisolo 2-Nitronaftalene 4-Nitrobifenile 5-Nitroacenaftene Potassio bromato Stronzio cromato Tioacetamide o-Tolidina e sali Triclorotoluene Uretano (etil carbammato) Vinile cloruro (cloroetilene) Zinco cromato (compreso il cromato di zinco e di potassio) Sostanze contrassegnate con la Frase di Rischio R49 Ammonio bicromato Berillio e composti (esclusi i silicati doppi di alluminio e berillio) Cadmio ossido Cadmio solfato Cromo triossido Nichel monossido Nichel diossido Nichel triossido Nichel solfuro Nichel disolfuro Potassio cromato Potassio dicromato Sodio dicromato A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 44 di 45 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Servizio di Prevenzione e Protezione Sostanze contrassegnate con la Frase di Rischio R46 Acrilamide Acrilammidoglicolato di metile (con una quantità maggiore od uguale dello 0,1% di acrilammide) Acrilammidometossiacetato di metile (con un contenuto maggiore od uguale allo 0,1 % di acrilammide) Ammonio dicromato Benzo[a]pirene; Benzo[d,e,f]crisene Cromile dicloruro Dietilsolfato 1,2-Dibromo-3-cloropropano Esametilfosforo triamide Etilenimina; aziridina Etilene ossido; ossirano Potassio cromato Potassio dicromato Sodio dicromato Sodio dicromato, diidrato A cura della Dott.ssa Roberta Bernini con il coordinamento del Dott. Franco Agostini Ultima versione: ottobre 2000 Pagina 45 di 45