Opera d'arte, concerto lirico SCENOGRAFIE MONUMENTALI on Opera d'arte, concerto lirico con scenografie multimediali andato in scena presso il Centro Culturale Sant'Agostino la sera del 25 maggio scorso, il liceo artistico Munari ha licenziata la seconda tappa di un'avventura tra il sonoro e il visivo intrapresa lo scorso anno con il progetto Arte all'Opera. L'idea è stata, sempre, quella di mettere gli artisti del figurativo "all'opera per l'Opera"; la scintilla ideativa sempre un ricco programma da concerto offerto dal mezzosoprano "scaligero" di origine cremasca Giovanna Caravaggio, sempre così attenta all'educazione musicale dei giovani; il contesto sempre la Sala Pietro da Cemmo, messa a disposizione dall'assessorato alla Cultura della nostra città, in conclusione dell'anno scolastico. Molto vivi, anche il concorso e il consenso del pubblico cittadino. Molte, tuttavia, le circostanze mutate: all'offerta musicale fattasi più variegata (accanto alle voci femminili, già rappresentate lo scorso anno, hanno fatto quest'anno capolino, del pari stanate dall'ambiente prestigioso del Teatro alla Scala, le tessiture del timbro maschile), è corrisposta una volontà del visivo di uscire dal ruolo di cornice per entrare nell'opera-Opera. Lo scorso anno, in tal senso, affiancandosi ai giovani pittori e scultori che, durante il C Un momento del concerto "visivo" "Opera d'arte" curata dal liceo artistico B. Munari in sala P. da Cemmo procedere del concerto, avevano liberamente improvvisato sullo stesso, scenografi e designers in erba del Munari avevano connotato la scena delle singole arie con performances e oggetti, formalmente minimali quanto contenutisticamente ricchi e parlanti. Quest'anno, i diversi indirizzi del Liceo Artistico hanno dialogato nella confezione di innovative scenografie multimediali. Cambiata anche la comunicazione: la locandina di quest'anno si è nutrita di una matrice incisoria, non scomodata nel prodotto squisitamente grafico dello scorso anno; e il più semplice foglio di sala s'è convertito in un più ambizioso opuscolo che, nel mentre aiutava l'ascoltatore a seguire al meglio lo spettacolo nella sua componente musicale come in quella multimediale e artistica, ha anche documentato lo sforzo di aprirsi a uno strumento di consultazione indispensabile nelle sale da concerto da parte di una scuola sprovvista di insegnamenti musicali diretti. Giocoforza, in virtù del tanto variare, anche il mutamento del titolo della serata: Opera d'arte è stato uno spettacolo in cui, diventato più sicuro delle sue risorse e delle sue potenzialità, il Liceo Artistico di Crema è uscito da una funzione puramente ancillare e ha ambito, ispirandosi a una formula più sinfonica che concertante, a dialogare "da pari", sia pur con diversa specialità, con il mondo della musica colta altissimamente rappresentato sulla scena — senza, ovviamente, troppo alzare la voce e guastare il concerto. 17 risultato è stato, appunto, un'Opera d'arte unitaria, in cui il sonoro è direttamente entrato a far parte del visivo, come ben espresso dalla chiave di basso già presente nella locandina dello scorso anno e quindi evocativa, anche, della continuità con quanto è stato fatto, appunto, l'anno scorso. Dopo il debito stravolgimento di senso che trasforma la chiave musicale in una nuova forma grafica, formalmente "assonante" con una "O" incipitaria: nella corretta scrittura musicale, i due punti non precedono (come invece nella soluzione adottata da Liceo Munari), ma seguono la chiave di basso indicando, sul pentagramma, la precisa posizione della nota "fa". Lo stravolgimento è dichiarazione programmatica, da parte di una scuola d'artisti, della volontà di variare quanto più possibile su un tema — quello musicale — che, rispetto allo scorso anno, si è già imparato a conoscere, apprezzare e declinare meglio. Elena Bugini