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2005
A CURA DELLE REGIONI
EMILIA ROMAGNA, TOSCANA, LAZIO
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO, MARCHE
Autorizzazione
DCO/DM/SP/0091/2003
17 01 2003
Le copie non consegnate vanno restituite a Media S.r.l. Via Veneto, 55 - C.P. 555, 59044 Iolo - Prato
IN QUESTO NUMERO
FOCUSpag. 1
ATTIVITÀ E DINTORNIpag. 5
NOTA BENEpag. 7
BIBLIOTECA E MEDIATECApag. 9
SEGNALAZIONIpag. 11
• Garanzia di qualità per i prodotti alimentari
• Un coordinamento nazionale della prevenzione
per obiettivi uniformi in tutto il paese
• Di tutto e di più sulla zanzara tigre nelle marche
• Una laurea triennale in tecniche della
prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro
in Emilia Romagna
• Arte, poesia, musica e spettacolo in un convegno
particolare a Tolentino
• La giornata mondiale sulla salute e sicurezza
del lavoro
SCHEDA REGIONALE D'INTERVENTO
NEI CANTIERI EDILI
La Regione Lazio ha avviato un progetto sperimentale relativo alla sicurezza nei cantieri edili. Un settore dove è sempre
notevole il numero degli incidenti, a volte anche mortali. Per un
più adeguato sistema di vigilanza, svolto dalle aziende Asl, si
ritiene che questo debba essere improntato a comuni e condivisi criteri di valutazione ed applicazione delle norme esistenti.
Un'indicazione, in tal senso, è quella che viene dalla proposta
di utilizzo di una specifica "scheda regionale di intervento nei
cantieri edili" elaborata dal gruppo di lavoro cantieri i cui
componenti provengono dai servizi di prevenzione delle Asl
della regione. La scheda è uno strumento di rilevazione di dati
relativi alla verifica della sicurezza nei cantieri edili da parte dei
servizi di prevenzione delle aziende Asl il quale, superata la fase
sperimentale, consentirà l'uso di un sistema condiviso di valutazione dei rischi stessi da parte dei dodici servizi di prevenzione delle aziende Asl della Regione Lazio. Un passaggio che
risulta indispensabile affinché le valutazioni avvengano con un
metro comune, importante anche per migliorare l'attività stessa
dei servizi. La scheda rappresenta infatti il risultato di un lavoro
di coordinamento fra i servizi di prevenzione e costituisce un
elenco condiviso di azioni da svolgere in un intervento di
prevenzione programmato e completo. La scheda esprime
perciò un percorso dell'ispezione che, partendo dalle esperienze sul campo degli organi di vigilanza delle Asl ed avendo
come ovvio obiettivo la sicurezza dei lavoratori in cantiere,
passa attraverso una scelta strategica delle indagini e dei
controlli da eseguire. Si ritiene possibile arrivare alla sicurezza in
cantiere attraverso questo percorso che integra l'organizzazione
della prevenzione (Piano di sicurezza e coordinamento, Piano
operativo di sicurezza, verifiche e controlli del committente ecc.)
e la sicurezza oggettiva ( idoneità impianti, attrezzature ed opere
provvisionali, dispositivi di protezione individuale ecc.), essendo
la prima pianificatrice e mezzo di controllo della seconda.
1
Questa scheda ed il percorso dell'ispezione che c'è dietro,
col dare agli operatori di vigilanza univoci ed omogenei input
nelle verifiche, rende altresì migliore la comunicazione con i
committenti, le imprese, ed in genere con tutti gli addetti ai
lavori, dando loro riferimenti più certi per gli interventi eventualmente necessari. L'intervento di prevenzione completo rappresentato dalle azioni descritte si svincola dalle locuzioni cantiere
ispezionato o da sopralluogo e, pur lasciando a ogni servizio la
facoltà di conteggiare altri tipi di intervento, prende atto che
esistono da una parte cantieri nei quali è opportuno effettuare nelle diverse fasi che lo caratterizzano - più di un intervento di
prevenzione, mentre dall'altra esistono sopralluoghi in cantiere
i quali, non essendo programmati, possono essere caratteriz-
zati da indagini conoscitive limitate, non riconducibili a interventi di prevenzione completi. L'uso di questa scheda, data l'importanza e la delicatezza dell'argomento, attraverserà una fase
di necessaria sperimentazione sul campo da parte dei servizi
stessi. La sperimentazione della scheda si svolgerà nell'arco di
tre mesi, alla fine dei quali si raccoglieranno le eventuali proposte di modifiche prima della sua approvazione definitiva.
(Roberto Caiato)
Roberto Caiato, Regione Lazio, tel. 51688417,
fax 065168834106
e-mail: [email protected]
Nota esplicativa della Scheda
Procedura di compilazione:
Tutte le domande devono avere una risposta da scegliere tra le soluzioni proposte: SI,
NO, NA (Non Applicabile al caso concreto), NV (Non Valutato). Non devono essere
lasciati spazi vuoti per non
determinare improprie interpretazioni dei risultati mancanti. I casi di NA sembrano sufficientemente chiari (Esempio- asfaltatura stradale: assenza di caduta dall'alto; fase di
scavo: assenza di impianti elettrici; cantieri sotto soglia uomini giorno: assenza di coordinatori e PSC; sola presenza di lavoratori autonomi: assenza di POS, ecc.) La durata
u/gg (uomini-giorno) è desunta dalla notifica o dal PSC.
Specifica operativa:
Se il cantiere è oggetto di contravvenzione per una delle voci da 2 a 10, tutte le altre
voci devono essere oggetto di approfondimento.
Se il cantiere non è oggetto di contravvenzione per una delle voci da 2 a 10 o, pur
essendo oggetto di contravvenzione, questa è rapidamente eliminabile per la presenza
di un responsabile, le voci 14, 16, 19, 20 e 21 possono essere non valutate (NV) a
discrezione del T.P.
IL PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE
La crescente incidenza delle patologie croniche e delle loro complicanze, in larga misura prevenibili, ha fatto nascere l'esigenza di definire un Piano nazionale della prevenzione, tenendo conto anche del peso finanziario di queste patologie a carico
del servizio sanitario nazionale. Gli interventi di prevenzione primaria e secondaria e gli interventi di educazione e promozione
della salute sono effettuati in Italia con modalità diverse da Regione a Regione. Si è reso, pertanto, necessario stabilire un
coordinamento per conseguire obiettivi di salute uniformi in tutto il paese, in modo che tutti i cittadini possano accedere ai
servizi di diagnosi precoce e prevenzione. Il coordinamento del Piano nazionale della prevenzione è affidato al Centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie (Ccm), che ha tra i compiti istitutivi quello di coordinare con le Regioni i
piani di sorveglianza e la prevenzione attiva. Gli ambiti del Piano nazionale della prevenzione, che avrà durata triennale per
permettere la messa a regime degli interventi, sono: la prevenzione della patologia cardiovascolare, la prevenzione delle
complicanze del diabete, lo screening dei tumori, la prevenzione degli incidenti ed il piano delle vaccinazioni. Sul Piano nazionale della prevenzione, che parte nel 2005, si concentrano risorse pari a 240 milioni di euro, che le Regioni accettano di vincolare sulla quota del riparto Cipe destinata agli obiettivi specifici del Piano sanitario nazionale, ai sensi dell'art. 1, comma 34,
della legge 27 dicembre 1992, n. 662. Tale quota corrisponde al 25 per cento della quota delle risorse spettante a ciascuna
Regione per il raggiungimento degli obiettivi del piano. Oltre a tali risorse le Regioni condividono di mettere a disposizione
risorse ulteriori per un ammontare di 200 milioni di euro, attingendo alla quota indistinta della delibera Cipe per ciascuno degli
anni 2005, 2006 e 2007. Consulta l'allegato 2 del "Piano nazionale per la prevenzione 2005/2007" dell'intesa Stato-Regioni del
23 marzo 2005. E' possibile reperire altre informazioni al website http://www.ccm.ministerosalute.it
Pasquale Valente, e-mail: [email protected]
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n. 6 2005
SCHEDA REGIONALE DI INTERVENTO IN CANTIERE
Data ……………Operatori ……………………………...……………………… Cod. cantiere (Si.Mo.R.A.) …………
Cantiere sito in…………………………………………………………………….…………… Municipio …………….….
Tipologia opera ....…………………………………………………………………… N. imprese presenti………........
Fase lavorativa in corso….…………………………………………………………… Entità u/gg………….....…..…
Committente:
Pubblico
Privato
Privato impresa
Importo:………………..
VERIFICA SICUREZZA IN CANTIERE
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14*
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SI
Vigilanza sulle procedure generali: Presenza in cantiere di un "Responsabile"
Rischio di caduta dall'alto
Tutte le zone di lavoro aperte sono adeguatamente protette e hanno accessi sicuri
Le opere provvisionali utilizzate sono allestite a regola d'arte
Per le aree di lavoro quali lucernai, tetti, coperture, ecc, sono state adottate idonee misure preventive
atte ad evitare il rischio di sfondamento.
Rischio di seppellimento
Le lavorazioni sono eseguite in sicurezza in relazione alla natura del terreno ed è garantita la stabilità
delle pareti oggetto dello scavo
Attrezzature/Impianti
Le operazioni di sollevamento materiali sono eseguite in sicurezza
Le attrezzature sono idonee, conformi alle norme e utilizzate correttamente.
Gli impianti elettrici sono installati e mantenuti in modo da prevenire i pericoli derivanti da contatti diretti
e indiretti
DPI
I DPI sono idonei e utilizzati correttamente
Servizi igienico asssistenziali
Sono presenti e idonei gli apprestamenti igienico-sanitari
Nomina Coordinatori
Sono stati nominati i Coordinatori per la sicurezza
Piano di Sicurezza e Coordinamento
Il PSC contiene la descrizione dell'opera, del contesto ambientale del sito del cantiere, il cronoprogramma
e la stima dei costi della sicurezza
Il PSC contiene l'individuazione, l'analisi e la valutazione dei rischi, le prescrizioni operative e le misure
preventive e protettive nonché le misure di coordinamento della fase lavorativa in corso
Le disposizioni del PSC vengono correttamente adottate ed eseguite dalle imprese esecutrici per le
lavorazioni in corso
Piano Operativo di Sicurezza
Il POS contiene l'individuazione, l'analisi e la valutazione dei rischi nonché le misure preventive e protettive
della fase lavorativa in corso
Le misure preventive e protettive della fase lavorativa in corso riportate nel POS vengono attuate
correttamente dall'impresa
Il POS riporta l'attestazione dell'avvenuta formazione dei lavoratori presenti in cantiere
Coordinatore per l'Esecuzione
Il Coordinatore per l'Esecuzione espleta il proprio mandato di verifica mediante azioni di coordinamento
e di controllo
Committente
SI
Ha verificato l'idoneità tecnico-professionale delle imprese in relazione ai lavori da affidare
Ha richiesto alle imprese la dichiarazione dell'organico medio annuo distinto per qualifica
Ha richiesto alle imprese dei certificati di regolarità contributiva agli enti previdenziali e assistenziali
NO NA
NO NV
Nota: Per i punti 14* e 16* la risposta N.A. (non applicabile) può essere sostituita dalla risposta N.V. (non valutato).
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TRACCIABILITÀ E RINTRACCIABILITÀ DEI
PRODOTTI ALIMENTARI
AL SERVIZIO DEI CONSUMATORI
Le crisi registrate recentemente (Bse, diossina,
influenze aviarie, ecc.) hanno provocato gravi ripercussioni nell'intero territorio comunitario, con danni economici e di immagine al comparto agro-alimentare,
rendendo il consumatore più attento ai temi della sicurezza alimentare e della qualità delle produzioni alimentari. Il consumatore, in seguito a ciò, richiede da un lato
una maggior sicurezza dei prodotti destinati alla sua
alimentazione e dall'altro non si accontenta più di
prodotti standardizzati, andando sempre più alla ricerca
di prodotti maggiormente rispondenti alle proprie
esigenze. Questa aumentata sensibilità del consumatore ha comportato la modifica dei modelli di riferimento
che esistevano, costringendo l'intero comparto a introdurre i concetti di qualità, di certificazione, di tracciabilità
e di rintracciabilità. La qualità viene ritenuta una leva
fondamentale per aumentare la competitività della filiera
alimentare. Per qualità si intende l'insieme degli attributi
e delle caratteristiche del prodotto che permettono di
tutelare la sicurezza e il benessere dei consumatori, di
incrementare le performace competitive delle imprese
incrementando lo sviluppo economico del paese. La
qualità si può definire come "l'insieme dei caratteri e
delle proprietà di un prodotto o di un servizio in grado di
soddisfare bisogni implici o espliciti di tutti gli interessati"
(ISO9000:2000).
Questa definizione è molto ampia ed è aperta a subire
mutamenti ed innovazioni con il mutare delle abitudini e
delle esigenze esplicite ed implicite del consumatore.
Nell'agro-alimentare, affinché un prodotto sia dichiarato
accettabile, sicuro e privo di nocività, deve possedere
caratteristiche definite dall'autorità pubblica a garanzia
della concorrenza, dell'imprenditoria e del consumatore.
Dall'ampio dibattito che ne è scaturito si è ritenuto che
due elementi possano essere indicati come imprescindibili caratteri di sicurezza per i consumatori e per tutti
coloro che sono coinvolti nel processo di produzione
degli alimenti: la tracciabilità e la rintracciabilità.
Tracciabilità e rintracciabilità non sono sinonimi ma sono
due strumenti interconnessi tra di loro, utili a garantire la
sicurezza alimentare.
La tracciabilità è facoltativa ed è la singola azienda
che decide di attivare sistemi di tracciabilità dei suoi
prodotti, attraverso l'identificazione delle materie prime,
degli operatori e di tutte le fasi della produzione, registrando i dati e le informazioni che ne derivano. In
questo modo si rendono più trasparenti i processi
produttivi raggiungendo un innegabile miglioramento
della gestione della documentazione inerente e del
flusso di informazioni verso i clienti. Tracciare, quindi,
significa conoscere tutta la storia di un prodotto alimentare dalla nascita fino alla tavola del consumatore. La
rintracciabilità è, invece, obbligatoria dallo scorso primo
gennaio, in tutte le fasi della produzione, della trasforma-
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zione e della distribuzione degli alimenti. Sempre dal
primo gennaio 2005 è obbligatoria anche nella produzione dei mangimi e nell'allevamento degli animali destinati alla produzione degli alimenti per l'uomo (art. 3,
comma 15 del Reg CE 178/2002). La rintracciabilità costituisce il principale strumento per affrontare le situazioni
di emergenza e per procedere, qualora fosse necessario,
al ritiro dei prodotti eventualmente pericolosi per la salute
pubblica. Rintracciare significa attuare un processo
inverso rispetto a quello del tracciare e si identifica con
la capacità del sistema di leggere le tracce lasciate
durante la produzione partendo dal prodotto elaborato,
per risalire alla sua origine attraverso i molteplici
passaggi che esso ha subito fino a giungere alla tavola
del consumatore
Giuseppe Noce
Servizio veterinaria, igiene, sicurezza e qualità
nutrizionale degli alimenti,
Regione Marche, via Bocconi 28, 60100 Ancona,
tel. 0712808531, fax 07184069,
e-mail: [email protected]
Fig. 1: La tracciabilità e la rintracciabilità
RINTRACCIABILITÀ
PRODUZIONE AGRICOLA
TRASPORTO DELLE
MATERIE PRIME
LAVORAZIONE
TRASFORMAZIONE
DISTRIBUZIONE
CLIENTE
TRACCIABILITÀ
n. 6 2005
• La zanzara tigre
Zanzara tigre ed impatto
sull'opinione pubblica
La giornata mondiale per la salute e la sicurezza nel lavoro
Il 28 aprile è la giornata mondiale dedicata dall'Oil alla salute e alla sicurezza nel
lavoro. I dati sono pesanti: ogni giorno nel mondo seimila persone muoiono a
seguito di un incidente o di una malattia avvenuti per cause lavorative. Più di 2,2
milioni di morti l'anno: 350mila per infortunio e più di 1,7 milioni per patologie di
vario tipo. Il bilancio si fa ancora più pesante se si contano gli oltre 158 mila incidenti fatali che avvengono nel tragitto da casa al lavoro e ritorno. In totale ogni anno
sono circa 270 milioni i lavoratori che subiscono un infortunio comportante un'assenza superiore a tre giorni, mentre le malattie occupazionali denunciate sono 160
milioni. In particolare, le sostanze pericolose uccidono circa 480mila lavoratori ogni
anno, mentre si stima che il dieci per cento di tutti i cancri della pelle sono attribuibili all'esposizione a preparati nocivi presenti nell'ambiente di lavoro.
L'asbesto da solo è responsabile di 100mila morti e questo dato continua ad
aumentare ogni anno. Sebbene la produzione globale di amianto è in diminuzione
dagli anni Settanta, un numero crescente di lavoratori negli Usa, in Canada, nel
Regno Unito, in Germania e in altri paesi industrializzati continua a morire per la
pregressa esposizione alle micidiali fibre di questo minerale. La silicosi ancora
colpisce decine di milioni di lavoratori in tutto il mondo. In America latina, ne è
affetto in diverso grado il 37 per cento dei minatori, cifra che arriva al 50% se si
considerano solo quelli con più di cinquant'anni d'età. In India la malattia colpisce
oltre il 50 per cento dei lavoratori che fabbricano matite di ardesia e il 36% degli
scalpellini. Oltre ai costi umani, ci sono quelli economici: le giornate di lavoro
perdute, l'assistenza sanitaria, gli indennizzi assicurativi ai malati, agli invalidi e alle
famiglie delle vittime assommano attorno al 4 per cento del prodotto mondiale
lordo.
Come gli anni precedenti, la giornata mondiale del 28 aprile (nata originariamente
nel movimento sindacale per ricordare le vittime del lavoro) è indetta dall'Ilo con lo
scopo generale di promuovere una cultura della prevenzione, ma quest'anno una
particolare attenzione è dedicata al settore delle costruzioni e alla salute e sicurezza
dei lavoratori più giovani e di quelli più anziani. L'edilizia è in molte parti del mondo
tra i più forti settori d'impiego, ma è anche quello in cui proporzionalmente si verificano il maggior numero di incidenti e di malattie. Nonostante la meccanizzazione,
è ancora forte lo sfruttamento di manodopera, mentre l'ambiente di lavoro è
soggetto a frequenti mutamenti e spostamenti. Inoltre, l'impiego di lavoratori
emigrati, di provenienza contadina, deboli sul piano contrattuale e i rapporti di
lavoro precari e a breve termine sono tutte componenti che contribuiscono ai rischi
per la sicurezza e la salute. Sotto lo stesso profilo, una crescente preoccupazione
si sta rivolgendo ai lavoratori di più giovane età (tra i 15 e i 24 anni), che sono più
esposti dei loro colleghi alle insidie dell'ambiente di lavoro per mancanza di esperienza e di adeguata formazione professionale. Nella Ue, per esempio, il tasso d'incidenza degli infortuni non mortali è del 50% più alto tra i giovani che tra tutte le altre
classi età.
Dal lato opposto, il crescente numero di lavoratori più anziani mette in luce come il
processo fisiologico dell'invecchiamento può essere aggravato da condizioni di
lavoro pesanti, come la movimentazione manuale di carichi, il rumore e i lungo
orario di lavoro. Tra gli anziani, nella Ue si registra un tasso d'incidenti mortali che
è più del doppio di quelli dei lavoratori più giovani. L'Ilo pubblica nel suo sito
(www.ilo.org/safework) un'ampia documentazione circa la giornata mondiale e le
sue politiche per un lavoro sicuro. (Diego Alhaique)
Rif.: e-mail: [email protected]
Si tratta di un'esperienza effettuata
nella Zona territoriale n.7 dell'Asur
Marche, a causa del fatto che, nell'agosto del 2003, è stata accertata la
presenza della zanzara del genere aedes
albopictus nel comune di Osimo (An).
L'identificazione, come previsto dalle
linee guida dell'Istituto superiore di
sanità, è stata eseguita dall'Istituto
zooprofilattico sperimentale dell'Umbria
e delle Marche. Tale accertamento è
stato il primo nella regione, che così
risulta essere la decima d'Italia interessata dal fenomeno, dopo la prima segnalazione avvenuta nell'estate-autunno del
1990 nell'area urbana di Genova. La
Zona territoriale coinvolta è composta da
quindici comuni, per un totale di circa
235mila abitanti. Tra questi comuni,
undici sono interessati dalla presenza
della zanzara tigre. A tutt'oggi non sono
toccati dall'infestazione quattro comuni
collinari, ubicati verso l'interno del territorio regionale e situati ad un'altitudine
superiore ai duecento metri. Per affrontare il problema ai sindaci dei comuni
interessati è stata proposta l'emissione di
un'apposita ordinanza (periodo 31
marzo - 31 ottobre di ogni anno) che
disponga le misure di prevenzione da
adottare da parte dei semplici cittadini e
di categorie di soggetti pubblici e privati
e gli specifici interventi tecnici per la
bonifica ambientale (non rientrando gli
stessi tra i compiti istituzionali delle
Aziende sanitarie, come specificato nella
nota prot. n. 400.4/23.A/1192 del
03.06.1995 della Direzione generale
servizio igiene pubblica del Ministero
della salute), anche attraverso l'adozione
delle linee guida dell'Istituto superiore di
sanità in materia, come ricerca e censimento dei focolai, mappatura delle aree
interessate, posizionamento di postazioni di rilevamento e campionamento,
creazione di zone cuscinetto e disinfestazioni mirate. Una relazione in merito è
stata fatta al Laboratorio di parassitologia dell'Istituto superiore di sanità.
Avendo il fenomeno un considerevole
impatto sull'opinione pubblica, più per il
notevole fastidio arrecato dalle punture
5
della zanzara stessa che per il reale
significato sanitario (a tutt'oggi, infatti, la
specie aedes albopictus in Italia non
risulta coinvolta nella trasmissione di
agenti patogeni per l'uomo), si è provveduto a fornire adeguate informazioni alla
popolazione, sia attraverso un'intervista
televisiva che tramite un comunicato
stampa, illustrante le principali misure di
profilassi ed inviato a tutte le testate giornalistiche locali. Inoltre, considerato
anche l'elevato numero di segnalazioni
provenienti dai cittadini, attraverso incontri formativi si è addestrato il personale del
servizio e degli Uffici relazioni con il
pubblico di alcuni Comuni. Proprio il
personale degli Urp, infatti, è deputato a
ricevere le segnalazioni, attraverso una
specifica scheda di segnalazione della
zanzara, utile anche ai fini della mappatura e della disinfestazione delle zone
interessate. Il personale Urp è
stato anche messo in grado
di fornire consigli per il
contenimento del fenomeno. Infine è stato
approntato un opuscolo
pieghevole di immediata
consultazione, contenente
le caratteristiche principali
della zanzara tigre e
distribuito dal servizio.
Successivamente
l'opuscolo è stato
anche inviato alle
famiglie attraverso il
giornale che le amministrazioni comunali periodicamente
pubblicano.
L'opuscolo, che è anche
scaricabile dal sito della Zona
territoriale
(www.asl7.marche.it), pone
l'accento in modo particolare su alcuni elementi
come la necessità di una attiva collaborazione da parte dei cittadini, stante le peculiari caratteristiche dell'insetto che predilige le acque pulite presenti nei giardini,
orti, caditoie acque piovane, sottovasi,
ecc.; e, ancora, la descrizione degli
aspetti morfologici dell'aedes albopictus, i
luoghi in cui si sviluppa, l'importanza sanitaria, i comportamenti da adottare per il
suo contenimento in ambito privato, i
periodi in cui eseguire i trattamenti e l'indicazione di alcuni prodotti larvicidi ed
adulticidi. Quanto fatto, ovviamente, non
ha risolto definitivamente la problematica.
Tuttavia, ha contribuito a migliorare la
conoscenza del fenomeno nell'opinione
pubblica, attraverso una giusta lettura
priva di falsi ed ingiustificati allarmismi,
contribuendo inoltre a creare un rapporto
di reciproca collaborazione e fiducia tra il
cittadino e le amministrazioni chiamate a
svolgere i compiti di vigilanza e bonifica.
Lamberto Farroni
Servizio igiene e sanità pubblica,
Dipartimento di prevenzione, Asur
Regione Marche, Zona territoriale
7, via Colombo 106, Ancona
tel. 0718705564
e-mail: [email protected]
Tolentino, 25/27 maggio 2005. Lavoro, salute e sicurezza: la gestione della prevenzione negli ambienti di lavoro". Convegno.
L'appuntamento che si è tenuto all'Abbadia di Fiastra è stato di tipo tecnico, scientifico e culturale, che ha unito workshop a momenti di arte,
poesia, musica e spettacolo. Il convegno, organizzato dal Servizio di prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro dell'Asur 9 di Macerata e
dal comune di Tolentino, non si è rivolto soltanto agli addetti ai lavori. L'obiettivo del convegno è stato infatti quello di creare un'occasione di
incontro per imparare, discutere e confrontarsi sul tema della salute e della sicurezza dei lavoratori, fornendo strumenti di base al neofita ed
indicazioni più sofisticate agli specialisti del settore, nella comune consapevolezza che la qualità del lavoro presuppone la qualità della
prevenzione negli ambienti di lavoro e che la gestione di quest'ultima richiede il superamento di abitudini, modi e comportamenti che ostacolano le dinamiche della prevenzione. Il convegno si è articolato in tre giornate, con una sessione plenaria che ha trattato tematiche sociali
come la tutela sociale del lavoro e dei lavoratori, la questione della globalizzazione e la sicurezza dei lavoratori e le diverse difficoltà gestionali della prevenzione nelle aziende in rapporto alle dimensioni e non solo. Le sezioni presenti sono state sia di carattere tecnico scientifico,
tutte con crediti ECM e gratuite, che poster ed il programma è stato completato da uno zapping condotto dal giornalista Aldo Forbice, che
ha gestito l'incontro/scontro tra un panel di esperti e la platea. Nel corso dell'appuntamento si è inoltre potuto assistere al racconto in immagini e parole sul lavoro e i lavoratori così come sono stati raffigurati nel tempo, nella pittura, nella poesia e nella prosa, divertirsi con una
band trasformista di musici di strada o ammirare mostre iconografiche, fumettistiche e fotografiche sul lavoro. L'invito è stato dunque rivolto
a tutti i curiosi che hanno voluto davvero capire di che cosa si parla quando si parla di prevenzione negli ambienti di lavoro.
Rif.: Lucia Isolani, Servizio prevenzione sicurezza ambienti di lavoro, Asur regionale Marche, belvedere Raffaello Santio 1,
Macerata, tel. 0733257634, fax 0733257710, cell. 3357109141, e-mail: [email protected]
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n. 6 2005
• La salute dei lavoratori atipici
delle lavoratrici madri
• Lavoro e ambiente:
tecniche di prevenzione
Dalla regione una ricerca Asl
sui lavoratori atipici
E' da poco iniziata la seconda fase
del progetto "Lavoro atipico: analisi del
fenomeno e proposte operative per la
tutela della salute dei lavoratori atipici",
realizzato dal Dipartimento di prevenzione della Asl di Firenze, con la collaborazione del Centro ricerche in ergonomia. Al progetto regionale lavoro atipico
(Decreto 5886 del 31/10/02) partecipano
le aziende sanitarie delle zone pisana,
Valdera, Valdarno inferiore, empolese,
Pistoia, Valdinievole e Firenze, attraverso alcune azioni comuni come l'analisi del fenomeno nel territorio di competenza, l'attività d'informazione ed assistenza ai lavoratori e la promozione
della loro salute. Il progetto è suddiviso
in due parti, con due diversi obiettivi:
conoscere, attraverso una specifica
indagine, come è organizzata la sicurezza-salute degli atipici nelle maggiori
aziende pubbliche e private ed in alcuni
loro appalti ed approfondire gli aspetti
ergonomici su un campione che verrà
scelto sulla base dei risultati della prima
parte.
Per la prima fase del progetto sono
state somministrate interviste/questionario alle rappresentanze datoriali e dei
lavoratori per ogni azienda del campione
coinvolto nel territorio del comune di
Firenze. Sono state effettuate interviste in
26 aziende di diversi comparti sia produttivi che di servizi. Per quanto riguarda le
riflessioni, si conferma l'ipotesi iniziale di
una scarsa conoscenza della presenza
dei lavoratori atipici nelle aziende da
parte dei soggetti preposti alla tutela
della sicurezza e salute. I sistemi di rilevazione della loro presenza e dei rischi
per la salute sono spesso scarsi, inefficaci o inesistenti, soprattutto nelle
aziende di maggiori dimensioni. Si ritiene
che spesso il fenomeno venga sottostimato. Si sottovalutano le peculiarità
legate a questi lavoratori: non accenni
nelle valutazioni dei rischi, non ipotesi di
rischi diversi, non referenti aziendali con
una sufficiente visione d'insieme del fenomeno. Inoltre non vengono coinvolti attivamente nei programmi di tutela della
salute. I Dpi possono mancare/non
essere forniti dall'azienda; vi sono dubbi
sulla qualità della formazione (parcellizzata, veloce, ripetitiva, non contestualizzata); forse è inadeguata la formazione a
cascata (i preposti vengono formati a
formare?, vi è tempo dedicato?). Inoltre si
riscontrano alcune incertezze sulla registrazione degli infortuni ed, infine, la
presenza degli atipici non rientra nei
programmi di formazione dei lavoratori.
Carla Zamboni
e-mail: [email protected]
Sicurezza,
Governo ritira testo unico
Il governo ha ritirato all'inizio dello
scorso maggio il decreto legislativo
sulle norme riguardanti la sicurezza e
la salute sui luoghi di lavoro, il 'Testo
unico 4794'. Il decreto era alla
Commissione lavoro del Senato, che
oggi aveva in calendario una serie di
audizioni con le organizzazioni sindacali, che hanno più volte criticato il
testo. Le audizioni sono state però
annullate a causa del ritiro del documento, dopo che il Consiglio di Stato
aveva sollevato critiche e rilievi al
testo, in particolare sulle competenze
tra lo Stato e le Regioni. Secondo i
sindacati e l'opposizione di centrosinistra, il decreto prevedeva gravissimi
arretramenti in materia di prevenzione,
informazioni, tecniche per adeguare
gli impianti alle innovazioni tecnologiche e, soprattutto, stravolgeva il ruolo
degli ispettori che diventavano consulenti delle aziende al posto di vigilare.
Inoltre, il decreto legislativo depenalizzava alcuni reati facendo venire meno
la necessaria funzione di deterrenza.
Rif.: Pasquale Valente
e-mail: [email protected]
Reggio Emilia, 1° giugno 2005. Storie di cura, medicina e medicina delle evidenze: un'integrazione possibile?
Convegno internazionale.
L'appuntamento è stato organizzato dall'Unità sanitaria locale di Reggio Emilia in collaborazione con l'Università di Modena e Reggio Emilia,
l'Assessorato alla sanità della regione Emilia Romagna, la provincia di Reggio Emilia e la Società italiana sociologia della salute (SIS).
Obiettivi formativi del convegno sono stati presentare e discutere con esperti di livello nazionale ed internazionale i risultati della prima
ricerca italiana sulle storie di malattia condotta presso l'Ausl di Reggio Emilia, esplorare le possibilità ed i limiti che l'approccio ermeneutico
interpretativo della medicina narrativa offre per il miglioramento della qualità delle cure in ambiti diversi ed offrire ai partecipanti uno spettro
differenziato di opportunità per acquisire strumenti di rilevazione, analisi ed interpretazione delle rappresentazioni narrative della malattia dal
punto di vista del paziente e del professionista sanitario. Il notevole interesse suscitato nel corso degli ultimi anni dalla medicina basata sulle
narrazioni trova probabilmente una spiegazione nella crisi profonda di credibilità che attraversa la biomedicina nel momento in cui il dispiegamento di tutta la sua enorme capacità tecnologica evidenzia i limiti intrinseci ad un approccio che sembra smarrire i fondamenti stessi
dell'incontro clinico e della relazione terapeutica. Destinatari dell'iniziativa sono stati i dirigenti sanitari ospedalieri e territoriali, medici, psicologi, psichiatri, infermieri, terapisti della riabilitazione, logopedisti e sociologi operanti nel servizio sanitario nazionale. Il convegno si è articolato in tre momenti principali, basati su altrettante metodologie diverse: una tavola rotonda, lezioni magistrali e workshop.
Rif.: Claudio Chiossi, staff comunicazione Ausl Reggio Emilia, tel. 0522335125, fax 0522335380, e-mail: [email protected]
7
Corso di laurea triennale
in tecniche della prevenzione
nell'ambiente e nei luoghi di lavoro
La tematica della prevenzione e sicurezza nell'ambiente di vita e nei luoghi di
lavoro è molto complessa e richiede l'utilizzo di operatori esperti nella materia.
Per questo la Facoltà di medicina e
chirurgia dell'Università degli studi di
Bologna,
con
la
collaborazione
dell'Assessorato alla sanità della
Regione
Emilia-Romagna
e
del
Dipartimento di sanità pubblica (Dsp)
dell'azienda Usl di Imola, ha introdotto
nelle classi delle lauree in professioni
sanitarie uno specifico corso, a partire
dall'anno accademico 2003/2004, per le
opportunità d'impiego che potrà offrire ai
partecipanti e, soprattutto, per orientare
la formazione dei futuri operatori dei
dipartimenti di sanità pubblica. Dal punto
di vista dei principali aspetti normativi,
per quanto riguarda lo scenario politicoistituzionale, la riforma del titolo V della
Costituzione, attuata dalla L. n. 3/2001 e
dalla L. n. 131/2003, assegna alle
Regioni nuove e più ampie competenze
di legislazione concorrente in materia di
organizzazione sanitaria, formazione,
ricerca e professioni. Al Piano sanitario
nazionale 2003/2005 è stato affidato il
compito di delineare gli obiettivi da
raggiungere per attuare la garanzia
costituzionale del diritto alla salute e
degli altri diritti sociali e civili in ambito
sanitario, in coerenza con l'Unione europea e le altre organizzazioni internazionali, quali l'Organizzazione mondiale
della sanità (Oms) e il Consiglio
d'Europa, che elaborano in modo sistematico gli obiettivi di salute e le relative
strategie. Il nuovo programma di azione
comunitario nel settore della sanità
pubblica 2003/2008 individua tra le aree
orizzontali di azione comunitaria la
prevenzione sanitaria e la promozione
della salute. Dalla rilevazione del fabbisogno delle professioni sanitarie di cui al
D.M. 29.03.2001, effettuata ai sensi
dell'art. 6 ter del D.Lgs. n. 502/92, si
evince che la professione di "Tecnico
della prevenzione nell'ambiente e nei
luoghi di lavoro" sia fra le più richieste da
parte delle Regioni. La collaborazione tra
l'Università degli studi di Bologna e le
aziende Usl è stata promossa attraverso
un protocollo di intesa sottoscritto dalla
Regione Emilia-Romagna e dalle
Università degli studi di Bologna,
Ferrara, Modena, Reggio Emilia e
Parma, in attuazione dell'art. 9 della L.R.
23 dicembre 2004, n. 29 ("Norme generali sull'organizzazione ed il funzionamento del Servizio sanitario regionale")
per facilitare lo svolgimento di periodi
formativi da parte degli studenti nell'ambito di strutture rappresentate dai dipartimenti di sanità pubblica delle aziende
Usl. Obiettivi formativi del corso sono
creare laureati in grado di svolgere con
autonomia tecnico-professionale attività
di prevenzione, verifica e controllo in
materia di igiene e sicurezza ambientale
nei luoghi di vita e di lavoro, di igiene
degli alimenti e delle bevande, di igiene e
sanità
pubblica
e
veterinaria.
Professionisti che devono avere un'adeguata preparazione, nelle discipline di
base , per una migliore comprensione
dei più rilevanti elementi che sono fondamentali nei processi patologici dell'età
evolutiva, adulta e geriatrica sui quali si
focalizza il loro intervento preventivo.
Dopo il corso, le prospettive di lavoro
spaziano dal settore pubblico (dipartimenti di sanità pubblica e servizi di
prevenzione e protezione delle Asl, agenzie regionali per la prevenzione e l'ambiente) al privato (servizi di prevenzione e
protezione delle aziende, nell'industria
alimentare, in regime libero professionale
per attività di consulenza e di assistenza). In tutto, per l'anno accademico
2005/2006, i posti disponibili sono 32.
Potranno essere ammessi al corso candidati in possesso di diploma di scuola
media superiore di durata quinquennale
o di altro titolo di studio riconosciuto
equipollente anche conseguito all'estero.
Il corso di laurea è a numero programmato per cui è prevista una prova di selezione che indicativamente si svolgerà
nella prima decade di settembre
all'Università di Bologna. La durata del
corso sarà triennale ed un terzo del
programma prevede attività pratica. Sede
del corso sarà il Polo formativo dell'azienda di Imola. Tra le competenze che si
andranno ad acquisire, anche attraverso
il confronto con diverse esperienze pratiche, ricordiamo: l'applicazione della
normativa e della legislazione vigente; la
predisposizione di un piano per valutare i
rischi presenti all'interno di una realtà
lavorativa; l'effettuazione di indagini di
monitoraggio ambientale e biologico nei
luoghi di lavoro; l'analisi dei cicli produttivi; l'adozione di misure preventive e
protettive per il contenimento dei rischi e
di valutare con strumenti la loro efficacia; la gestione della qualità e della sicurezza a livello aziendale; l'applicazione
della normativa vigente in materia di
tutela ambientale finalizzata all'esercizio
dell'attività di vigilanza e controllo anche
attraverso l'utilizzo di strumenti di monitoraggio della qualità dell'aria; delle acque
e del suolo; l'individuazione di idonee
misure preventive volte alla tutela dell'ambiente e verifica la loro efficacia; l'applicazione della normativa vigente in materia
di qualità degli alimenti e delle bevande
destinate all'alimentazione e ai prodotti
cosmetici; l'analisi dei cicli produttivi degli
alimenti; l'individuazione dei punti critici
di controllo e la predisposizione di misure
volte alla tutela dell'igiene e della qualità
delle bevande e degli alimenti, compresi
quelli di origine veterinaria. Lo studente
avrà l'obbligo di frequentare almeno il
settanta per cento delle attività didattiche.
Approfondimenti sulla modalità d'iscrizione si trovano sul sito www.unibo.it .
Per qualsiasi altro tipo d'informazione
scientifica, organizzativa e didattica del
corso, rivolgersi al Polo formativo Ausl di
Imola, piazzale Bande Nere 11, 40126
Imola (Bo), tel. 0542604440, cell.
340680594, fax 0542604441,
e-mail: [email protected]
Giuseppe Iannini
Agenzia sanitaria regionale
e Servizio sanità pubblica,
Assessorato alla sanità,
Regione Emilia-Romagna
tel. 0516397545
e-mail:
[email protected]
Pisa, 10 giugno 2005. L'informazione e la comunicazione per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza: strumenti ed
esperienze a confronto. Convegno.
L'iniziativa è stata organizzata dall' Azienda Usl 5 di Pisa, Snop e Servizio sanitario della Toscana ed è nata dall'esigenza di operatori dei
servizi pubblici di confrontare le proprie esperienze di comunicazione e di supporto ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza con
quelle maturate in altre realtà. Il convegno ha voluto anche porre le basi di una rete tra i vari soggetti coinvolti, in primo luogo i lavoratori,
per rendere efficaci e costruttivi interventi che devono superare il rischio dell'autoreferenzialità. La partecipazione al convegno è stata
gratuita, con numero dei posti limitato.
Rif.: Eleonora Berti, Daniele Colurcio, Roberta Passerotti, tel. 0587273669/685, fax 0587273660
8
n. 6 2005
• Spirometria a Viterbo
• Le collane dell’Agenzia sanitaria
regionale dell’Emilia-Romagna
Appunti di spirometria
La Asl Viterbo, in collaborazione con la
Asl di Pistoia, ha realizzato un corso di
formazione sulla spirometria in medicina del
lavoro. I materiali del corso sono stati pubblicati in un piccolo volume intitolato "Appunti
di spirometria", che può essere utile a quanti
si cimentano con la corretta esecuzione
delle prove di funzionalità respiratoria nel
campo della sorveglianza sanitaria dei lavoratori. Il volume può essere richiesto al
Servizio prevenzione igiene e sicurezza nei
luoghi di lavoro della Asl Viterbo, inviando un
fax che riporti il nominativo del richiedente,
l'ente di appartenenza in caso di dipendente,
la qualifica, l'attività svolta e l'indirizzo al quale
deve essere inviata la pubblicazione.
Anna Liberati
Asl Viterbo, Regione Lazio,
tel. 0761339710,
fax 0761339 746.
International journal of occupational
and environemental health
E' disponibile il volume 11 numero 1
(gennaio-marzo 2005) della pubblica-
zione, dedicata in modo particolare al
contributo ed ai progressi dell'epidemiologia e degli epidemiologi italiani, all'avanzamento ed all'applicazione di
questa scienza alla prevenzione. I temi
trattati descrivono ed interpretano l'evoluzione dell'epidemiologia ambientale
ed occupazionale in Italia. Tra gli argomenti, anche la salute dei lavoratori stranieri in Italia, le malattie respiratorie nei
bambini, la salute occupazionale nel
sud Italia, la popolazione esposta a
rischi cancerogeni.
website: www.ijoeh.com
Le collane
"L'informazione in pillole" e "Dossier"
Sono disponibili i nuovi numeri delle
due collane "L'informazione in pillole" e
"Dossier", realizzati dall'Agenzia sanitaria
regionale dell'Emilia Romagna. Per quanto
riguarda "L'informazione in pillole", sono
appena stati pubblicati il numero 17 su "Le
segnalazioni dei cittadini agli Urp delle
Aziende sanitarie. Il sistema di gestione in
Emilia-Romagna" ed il numero 18, intitolato "Cosa pensano i cittadini delle liste di
attesa. Sommario del Dossier 93". Le due
pubblicazioni sono anche reperibili in rete,
in
formato
pdf,
all'indirizzo
http://www.regione.emiliaromagna.it/agenziasan/pillole/index.htm
.Per la collana "Dossier" sono invece stati
appena realizzati i numeri 105 e 106. Il
primo è dedicato a "SapereAscoltare. Il
valore del dialogo con il cittadino", mentre il
secondo riguarda "La sostenibilità del lavoro
di cura. Famiglie e anziani non autosufficienti in Emilia-Romagna". Anche in questo
caso è possibile reperire attraverso internet
i due volumi, in formato pdf, all'indirizzo:
http://www.regione.emiliaromagna.it/agenziasan/colldoss/index.ht
m . Tutte le pubblicazioni realizzate
nell'ambito delle due collane, compresi i
numeri precedenti, possono anche essere
richiesti direttamente al riferimento.
Federica Sarti,
Sistema comunicazione
documentazione e formazione,
Agenzia
sanitaria
regionale
dell'Emilia-Romagna,
viale Aldo Moro 21,
40127 Bologna, tel. 0516397181,
fax 0516397053,
e-mail:
[email protected]
Bologna, 13/14 maggio 2005. Bambini e antibiotici: pediatri e genitori a confronto. Convegno.
Si è trattato di un evento organizzato dall'Agenzia sanitaria regionale dell'Emilia Romagna, principalmente con l'obiettivo di presentare i risultati del progetto bambini e antibiotici (Proba). Un progetto condotto dai pediatri di famiglia, dai pediatri ospedalieri e di comunità, con il
sostegno delle sezioni emiliano-romagnole delle associazioni professionali e di categoria, con il coordinamento dell'Agenzia sanitaria regionale e di tutte le aziende Usl e ospedaliere della Regione Emilia-Romagna. Nell'ambito del Proba sono state condotte indagini a livello regionale mirate a descrivere conoscenze, percezioni, attitudini e pratiche dei pediatri e dei genitori rispetto all'utilizzo di antibiotici, al fenomeno
dell'antibiotico-resistenza, come anche le dinamiche del rapporto
pediatra-genitore in grado d'influenzare la prescrizione. Il convegno si è rivolto in modo particolare a pediatri di famiglia, ai pediatri ospedalieri e di comunità, agli educatori, ai rappresentanti dei
genitori ed a tutti gli operatori interessati al tema del corretto uso
dei farmaci e della prevenzione delle resistenze antibiotiche. Tre
sono state le sessioni attraverso le quali si sono articolati i lavori,
rispettivamente su bambini e antibiotici, attitudini prescrittive dei
pediatri e strategie per il miglioramento, accompagnate da uno
spazio espositivo.
Rif.: Renata Mesirca, Agenzia sanitaria regionale dell'Emilia
Romagna, viale Aldo Moro 21, 40127 Bologna,
e-mail: [email protected]
9
3 libri per un programma
E' questo il titolo di un seminario che
si è svolto lo scorso 13 aprile a Bologna,
promosso dall'Agenzia sanitaria regionale dell'Emilia Romagna e che è stato
organizzato per dibattere i temi contenuti
in tre pubblicazioni, distinte ma collegate
da un preciso filo logico e curate da
esperti direttamente impegnati nelle attività dell'agenzia. Il primo libro si intitola
"La gestione del rischio" ed è stato
curato da Renata Cinotti.
La seconda pubblicazione è invece
"Governo clinico", realizzata a cura di
Roberto Grilli e Francesco Taroni.
Infine il testo curato
da Alessandro Liberati,
con la presentazione di
Silvio Garattini, su "Etica,
conoscenza e sanità".
Antonella Bonci,
Settore formazione,
Agenzia sanitaria
regionale,
tel. 0516397112,
e-mail:
[email protected]
Le storie di chi l'agricoltura la fa di nascosto, secondo una ricerca di Msf
Indagare a fondo le condizioni di vita e di salute degli stranieri impiegati come
lavoratori stagionali nelle campagne del Sud d'Italia: è questo l'obiettivo di un
lavoro di ricerca condotto dall'associazione Medici senza frontiere (Msf), per
capire al meglio le condizioni di irregolarità lavorativa di molti stranieri impegnati
nel settore. Attraverso l'impiego di cliniche mobili, le equipe di medici hanno visitato nel 2004 ben 770 stranieri - su un totale stimato di circa 12mila - impiegati in agricoltura in regioni come Campania, Puglia,
Basilicata, Sicilia e Calabria. Il risultato è stato che il 23,4 per cento dei lavoratori intervistati sono richiedenti asilo, il 6,3 per cento
sono rifugiati, il 18,9 per cento ha un permesso di soggiorno per motivi diversi dal lavoro stagionale e la maggioranza - il 51,4 per
cento - non ha alcun permesso di soggiorno valido. Tutto questo, al di la delle condizioni di lavoro, significa anche che il lavoratore irregolare che si ammala, molto difficilmente è in grado di ricevere le cure adeguate. I risultati dell'inchiesta di Msf sono allarmanti: la grande maggioranza dei lavoratori incontrati vive in condizioni igieniche e di alloggio inaccettabili, mentre la maggior
parte di loro non beneficia di alcun tipo di assistenza sanitaria. Di fronte a questo, nonostante si tratti di una popolazione giovane
e forte, con un'età media di circa trent'anni, tra le 770 persone visitate da Msf appena 41 (ovvero il 5,6 per cento) hanno ricevuto
una diagnosi di buone condizioni di salute. Il cosiddetto "intervallo di benessere", ovvero il tempo che passa dall'arrivo in Italia
dell'immigrato sano alla prima domanda di assistenza sanitaria, si sta sempre più accorciando. Le malattie più gravi si riscontrano negli stranieri che vivono in Italia da più tempo. Il 73,6% dei pazienti visitato ha presentato patologie croniche. Un dato che
diventa ancora più preoccupante se si considera che tra gli stranieri impiegati in agricoltura, oltre la metà delle malattie diagnosticate sono di origine infettiva, dunque prevenibili o facilmente curabili: patologie dermatologiche (23,6%); parassiti intestinali e
malattie del cavo orale (15,5% ciascuna); malattie respiratorie (14,3%, inclusi 12 casi di tubercolosi). La mancanza di servizi igienici e di acqua, la condivisione dei posti letto, la promiscuità, sono tutti fattori che amplificano seriamente la possibilità di diffusione di questo tipo di malattie. La povertà, gli stenti e le privazioni si riflettono anche sul mancato rispetto del fabbisogno calorico: queste persone, che in salute avrebbero bisogno di una media di 2800 Kcal giornaliere per il lavoro che svolgono, spesso
non riescono a provvedere a un'alimentazione corretta e in diversi casi è stato formulato il sospetto diagnostico di malnutrizione
cronica dell'adulto e di diversi tipi di malnutrizione secondaria. Infine, tra gli stagionali, sono state trovate alcune patologie direttamente legate al lavoro, come intossicazione cronica o acuta per fitofarmaci o patologie ergonomiche, dovute a condizioni
estreme di lavoro, con posizioni forzate ripetute allo sfinimento e sforzi muscolo scheletrici. Si parla di persone molto giovani,
con patologie muscolo scheletriche o articolari che già sono croniche per 231 persone su 672 (le altre presentano tipi di patologia dovuta al lavoro comunque non meno importante: neurologica, dermatologica, respiratoria, intossicazione cronica o acuta
per fitofarmaci ecc), a cui si aggiungono 56 persone con patologia muscolare o articolare traumatica di recente insorgenza (traumi
fisici come ferite, lesioni tendiniti, amputazioni,ustioni) procurati durante il lavoro. Questi infortuni il più delle volte provocano
diversi gradi di invalidità, anche permanente. Spesso gli stagionali sono oggetto di violenze, essendo più vulnerabili e facili da
sfruttare: in certe zone gli episodi di soprusi subiti raggiungono percentuali importanti (il 46% degli intervistati) e si tratta, praticamente nella totalità dei casi, di episodi perpetrati da italiani. Proprio queste violenze sono responsabili dell'ultimo grande
gruppo di patologie riscontrate negli immigrati: le patologie della sfera psico-affettiva. In Campania l'82,3% delle persone visitate
sono state valutate a livello psico-affettivo: il 67,8% presentano alterazioni di tipo ansioso severo; il 14,3% alterazioni non specifiche affettive e comportamentali; il 17,8% mostrano un sospetto diagnostico di depressione. Un gruppo a sé è rappresentato
dalle donne immigrate che lavorano nelle zone di raccolta senza godere di alcun tipo di tutela: né lavorativa (sono il gruppo meno
pagato in assoluto), né sociale, né legale (sfruttamento anche sessuale non denunciabile), né sanitaria (tutela della maternità
quasi inesistente).
Rif.: Salomè Gensini, responsabile medico progetto stagionale Msf .
10
n. 6 2005
• Proseguiamo anche in questo numero del nostro
giornale ad ospitare materiali, lavori e tesi realizzate
nell'ambito delle tematiche da noi trattate.
Ricordiamo che verranno accettati esclusivamente
materiali firmati ed il cui contenuto sarà sotto la diretta
responsabilità degli estensori.
Il professionista dell'aiuto
Si intitola "Il professionista dell'aiuto
tra identità e organizzazione" il libro
scritto da Ugo Albano, assistente sociale
specialista e sindacalista che opera a
Forlì. La pubblicazione si rivolge a chi
presta aiuto, professionista o volontario,
che sempre più spesso si trova a
mediare il proprio ruolo con i condizionamenti dell'organizzazione a cui appartiene. Questa interrelazione risente
anche di altre variabili: i significati dati al
sociale in Italia, la confusione tra lavoro
volontario e professionale, la tendenziale
autoreferenzialità e la pericolosa gerarchizzazione tra i diversi gruppi professionali, il basso livello di visione
delle organizzazioni.
È quindi necessario avviare nel nostro
paese una nuova cultura del sociale, con
linguaggi e significati trasversali e condivisi
non solo tra il mondo dei servizi pubblici e
l'area del terzo settore, ma anche e specialmente tra i diversi gruppi
professionali. Si tratta di
valorizzare
il
cliente
interno
dell'organizzazione, contemplando i
suoi bisogni e collegando
il suo percorso di professionalizzazione
alla
mission organizzativa.
Occorre considerare la
specificità del sociale,
visto il forte rapporto tra
l'agente dell'azione e la
qualità percepita da
parte del destinatario, il
tutto da governare
tramite un management
nuovo. Il libro intende
guidare il professionista,
o aspirante tale, verso la
consapevolezza di sé
rispetto all'organizzazione, al fine di cercare
un autoposizionamento
dinamico nell'impresa ed evitare così
fughe o adattamenti passivi.
Ugo Albano
e-mail: [email protected]
Bologna, 27/28 aprile. Banca dati dei consumi sanitari. Seminari.
I due appuntamenti sono stati organizzati dall'Agenzia sanitaria regionale nell'ambito del progetto "Banca dati dei consumi sanitari" e sono
stati presentati da Vittorio Maio della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Il primo seminario ha riguardato l' "Analisi dell'appropriatezza del consumo di farmaci per gli anziani ", mentre il secondo appuntamento ha trattato l' "Analisi dell'impatto dell'abolizione della
compartecipazione alla spesa farmaceutica sui consumi farmaceutici e sul ricorso ai ricoveri ospedalieri". Per quanto riguarda il primo seminario, si è deciso che la banca dati sui consumi sanitari ed, in particolare, sulle informazioni che riguardano l'assistenza farmaceutica ed
ospedaliera nella Regione Emilia-Romagna, verrà utilizzate per valutare il grado di appropriatezza nel ricorso ai farmaci per la popolazione
ultra-sessantacinquenne. Utilizzando i criteri messi a punto da Beers e utilizzando la tecnica Delphi per raccogliere il parere di farmacologi
e geriatri, verrà anche sviluppato un sistema di valutazione dell'appropriatezza delle prescrizioni farmaceutiche. Nel corso del seminario
sono stati anche presentati i risultati preliminari dell'analisi sviluppati in collaborazione con il Center for Research in Medical Education and
Health Care della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Il secondo seminario ha messo in evidenza come l'abolizione della compartecipazione alla spesa farmaceutica prevista dalla legge finanziaria 2000 e la scelta, da parte della Regione Emilia-Romagna, di non introdurre ticket sulla spesa farmaceutica a seguito della legge 405 del 2001, consentiranno di utilizzare la banca dati dei consumi sanitari per
analizzare l'impatto che una scelta di tale tipo ha sia sul consumo di farmaci che sul ricorso ad altri servizi sanitari, come l'assistenza ospedaliera in regime sia elettivo che in emergenza. Nel corso del secondo seminario sono stati presentati i risultati relativi al confronto dell'andamento della domanda di farmaci fra il 2000 ed il 2001, anno immediatamente successivo all'eliminazione del ticket sui farmaci.
Rif.: Lucia Nobilio, Agenzia sanitaria regionale Emilia-Romagna, e-mail: [email protected]
11
Fondazione per la diffusione della responsabilità
sociale delle imprese
Una nuova fondazione per la diffusione della
responsabilità sociale delle imprese: è quella
appena nata a Milano, il cui statuto è stato approvato lo scorso 29 aprile. I soci fondatori della
fondazione sono il Ministero del lavoro e delle
politiche sociali, Inail, Unioncamere e Università
Luigi Bocconi. La fondazione ha come obiettivi la
promozione, in modo autonomo, della diffusione
della Corporate Social Responsibility (Csr), oltre
che sviluppare la ricerca di base ed applicata
sulla responsabilità sociale, favorendo il contributo italiano alla comunità scientifica nazionale
ed internazionale attive su questo tema. Inoltre la
fondazione si impegna a favorire il dialogo tra le
istituzioni pubbliche e private, le imprese, le
università e i diversi stakeholder (portatori di interessi) interessati al tema della responsabilità
sociale.
Rif.: Pasquale Valente,
e-mail: [email protected]
Proprietà: Regione Toscana, via di Novoli 26, 50127 - Firenze
autorizzazione del tribunale di Firenze n. 3613 del 10.8.1987
direttore responsabile: Cinzia Dolci
coordinatore redazionale:Rossana D’Arrigo
comitato di redazione:
Patrizio Bacchetta, Barbara Baldi, Leonardo Bartoletti,
Stefano Bertoni, Roberto Caiato, Antonella Capozucca,
Fulvio Cavariani,Roberta Corazza, Vittorio Curzel,
Rossana D'Arrigo,Marco Masi, Marinella Rimondi,
Giuliano Tagliavento, Pasquale Valente .
redazione nazionale:
Agenzia sanitaria della Regione Emilia Romagna
Viale Aldo Moro 21, 40127 Bologna
tel. 0516397114 - fax 0516397058-0516397053
e-mail: [email protected]
redazioni regionali:
TOSCANA
Direzione Generale del diritto alla salute
e delle politiche di solidarietà
Settore Prevenzione e sicurezza
Marco Masi e Barbara Baldi
via Taddeo Alderotti 26/n - 50139 Firenze
tel. 0554383177 - fax 0554383058
e-mail: [email protected]
ARPAT - Agenzia Regionale per la protezione
ambientale della Toscana
via Porpora 22, 50144 Firenze
tel. 0553206442, fax 0553206324
EMILIA-ROMAGNA
Assessorato Politiche per la Salute
Marinella Rimondi
viale Aldo Moro 21, 40127 Bologna
tel. 0516397345, fax 0516397065
e-mail: [email protected]
Agenzia sanitaria regionale
Rossana D’Arrigo
viale Aldo Moro 21, 40127 Bologna
tel. 0516397114 - fax 0516397058-7053
e-mail: [email protected]
LAZIO
Assessorato alla sanità
Roberto Caiato
viale del Caravaggio 99, 00147 Roma
tel 0651688417 - fax 0651688341
e-mail: [email protected]
Azienda Usl Viterbo
Fulvio Cavariani
via Nepesina 1/a, 01033 Civita Castellana
tel. 07615185201 - fax 07615185206
e-mail: [email protected]
[email protected]
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
Assessorato alle politiche per la salute
Vittorio Curzel
via Gilli 4, 38100 Trento
tel. 0461494037 - fax 0461494073
e-mail: [email protected]
Azienda provinciale per i servizi sanitari
Stefano Bretoni, Roberta Corazza
Via Degasperi 79, 38100 Trento
tel. 0461364131 - 0461364171, fax 0461902909
e-mail: [email protected]
[email protected]
MARCHE
Assessorato alla salute
Giuliano Tagliavento, Antonella Capozucca e Patrizio Bacchetta
via Bocconi 28, 60100 Ancona
tel. 0712808509/0712808522 - fax 0718067950
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Lavoro e salute n°6 2005 - Laziosaluteesicurezza.it