PROFEZIA SU ISRAELE
Così parla Dio, il Signore:
“Ecco, io aprirò le vostre tombe,
vi tirerò fuori dalle vostre tombe,
o popolo mio, e vi ricondurrò
nel paese d'Israele.
Voi conoscerete
che io sono il Signore,
quando io aprirò le vostre tombe
e vi tirerò fuori dalle vostre tombe,
o popolo mio!
E metterò in voi il mio spirito
e voi ritornerete in vita;
vi porrò sul vostro suolo
e conoscerete che io, il Signore,
ho parlato e ho messo la cosa
in atto” dice il Signore.
L'UOMO È
MORTALE
O
IMMORTALE?
(Ezechiele 37:12-14)
Distribuzione gratuita. Stampato in proprio.
Revisione e stampa Settembre 2013.
Comunità Cristiana
Via Aldo Moro 128 - 65129 Pescara
Via Cattolica 34 - 92010 Montallegro - AG
Tel. 0922-847009 - Cell. 389-2752801
www.comunitacristiana.org
ESISTE
L'INFERNO?
PROFEZIA SU ISRAELE
Così parla Dio, il Signore:
“Ecco, io aprirò le vostre tombe,
vi tirerò fuori dalle vostre tombe,
o popolo mio, e vi ricondurrò
nel paese d'Israele.
Voi conoscerete
che io sono il Signore,
quando io aprirò le vostre tombe
e vi tirerò fuori dalle vostre tombe,
o popolo mio!
E metterò in voi il mio spirito
e voi ritornerete in vita;
vi porrò sul vostro suolo
e conoscerete che io, il Signore,
ho parlato e ho messo la cosa
in atto” dice il Signore.
L'UOMO È
MORTALE
O
IMMORTALE?
(Ezechiele 37:12-14)
Distribuzione gratuita. Stampato in proprio.
Revisione e stampa Settembre 2013.
Comunità Cristiana
Via Aldo Moro 128 - 65129 Pescara
Via Cattolica 34 - 92010 Montallegro - AG
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ESISTE
L'INFERNO?
2
È credenza diffusa che l’uomo abbia dentro di sé
un’entità immateriale chiamata anima, che alla morte
abbandonerebbe il corpo per andare a Dio, in cielo.
Secondo tale credenza, l’anima ascesa al cielo
verrebbe subito giudicata e riceverebbe la vita
eterna, se anima pia, o la pena dell’eterno inferno di
fuoco, se anima dannata. I Cattolici hanno abolito di
recente la pena del purgatorio!
Molte chiese sostengono che ciò sia insegnato
dalla Bibbia. Alcune chiese hanno persino accettato la
teoria della provenienza dell'uomo dalla scimmia.
Come stanno le cose? E che cosa insegna
effettivamente la Sacra Scrittura? Risponderemo a tali
domande, alla luce della Bibbia.
1) L’UOMO VIENE DAVVERO DALLA SCIMMIA?
No, perché Dio creò tutti gli esseri viventi direttamente «secondo la loro specie» (Genesi 1:21-25). Per cui,
una specie non può dare origine a una specie diversa.
Creò l’uomo a sua immagine e somiglianza (Genesi
1:26). L’uomo è quindi una creatura speciale, dotata di
intelligenza e di ragione, simile al suo Creatore, e per
tale ragione non può venire da una specie inferiore.
La Bibbia dice: «Tu l’hai fatto solo di poco inferiore a
Dio» (Salmo 8:5).
Chi ancora pensa che l’uomo venga dalla scimmia
rifletta:  Perché non esistono scimmie (e uomini) a
progressivi stadi evolutivi?
 Come mai esistono solo scimmie allo stato
puramente animale?
 Perché le scimmie esistono ancora?
2
È credenza diffusa che l’uomo abbia dentro di sé
un’entità immateriale chiamata anima, che alla morte
abbandonerebbe il corpo per andare a Dio, in cielo.
Secondo tale credenza, l’anima ascesa al cielo
verrebbe subito giudicata e riceverebbe la vita
eterna, se anima pia, o la pena dell’eterno inferno di
fuoco, se anima dannata. I Cattolici hanno abolito di
recente la pena del purgatorio!
Molte chiese sostengono che ciò sia insegnato
dalla Bibbia. Alcune chiese hanno persino accettato la
teoria della provenienza dell'uomo dalla scimmia.
Come stanno le cose? E che cosa insegna
effettivamente la Sacra Scrittura? Risponderemo a tali
domande, alla luce della Bibbia.
1) L’UOMO VIENE DAVVERO DALLA SCIMMIA?
No, perché Dio creò tutti gli esseri viventi direttamente «secondo la loro specie» (Genesi 1:21-25). Per cui,
una specie non può dare origine a una specie diversa.
Creò l’uomo a sua immagine e somiglianza (Genesi
1:26). L’uomo è quindi una creatura speciale, dotata di
intelligenza e di ragione, simile al suo Creatore, e per
tale ragione non può venire da una specie inferiore.
La Bibbia dice: «Tu l’hai fatto solo di poco inferiore a
Dio» (Salmo 8:5).
Chi ancora pensa che l’uomo venga dalla scimmia
rifletta:  Perché non esistono scimmie (e uomini) a
progressivi stadi evolutivi?
 Come mai esistono solo scimmie allo stato
puramente animale?
 Perché le scimmie esistono ancora?
35
INDICE
pagina
1) L'uomo viene davvero dalla scimmia? ...................................................2
2) Come è fatto l'uomo? Ha un'anima immortale? ....................................3
3) Perché in certi passi biblici sembra, invece,
che l'uomo abbia un'anima o uno spirito immortale? ............................3
4) Quando e dove è nata la menzogna
dell'immortalità dell'anima? Chi l'ha inventata? ...................................4
5) Che succede all'uomo quando muore? ..................................................5
6) I morti non sono in cielo, ma nelle tombe.
L'unica certezza che dà Gesù per i morti è la risurrezione. .....................6
7) Bisogna essere morti e andare in cielo per essere santi?
Il culto ai santi è biblico? Chi ha il potere di santificare? ........................8
8) Esiste l'inferno? ...................................................................................11
9) La questione dell'anima (Per chi vuole approfondire). .........................16
10) Conclusioni. .........................................................................................33
Osserva l’uomo integro
e considera l’uomo retto,
perché l’uomo di pace
avrà una discendenza.
Ma tutti i malvagi
saranno distrutti;
la discendenza degli empi
sarà sterminata.
(Salmo 37:37-38)
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INDICE
pagina
1) L'uomo viene davvero dalla scimmia? ...................................................2
2) Come è fatto l'uomo? Ha un'anima immortale? ....................................3
3) Perché in certi passi biblici sembra, invece,
che l'uomo abbia un'anima o uno spirito immortale? ............................3
4) Quando e dove è nata la menzogna
dell'immortalità dell'anima? Chi l'ha inventata? ...................................4
5) Che succede all'uomo quando muore? ..................................................5
6) I morti non sono in cielo, ma nelle tombe.
L'unica certezza che dà Gesù per i morti è la risurrezione. .....................6
7) Bisogna essere morti e andare in cielo per essere santi?
Il culto ai santi è biblico? Chi ha il potere di santificare? ........................8
8) Esiste l'inferno? ...................................................................................11
9) La questione dell'anima (Per chi vuole approfondire). .........................16
10) Conclusioni. .........................................................................................33
Osserva l’uomo integro
e considera l’uomo retto,
perché l’uomo di pace
avrà una discendenza.
Ma tutti i malvagi
saranno distrutti;
la discendenza degli empi
sarà sterminata.
(Salmo 37:37-38)
34
3) contrastano col divino Piano di salvezza e di restaurazione
della creazione contenuto nella Sacra Scrittura;
4) rendono vano il sacrificio di Cristo;
5) annullano la speranza della resurrezione;
6) rendono inutile il ritorno ed il giudizio di Cristo.
Dio, nella sua infinita bontà, ha predisposto un
piano di redenzione dell'uomo, che prevede la sua
rigenerazione e il dono della vita eterna sulla terra
restaurata, adempiendo così il suo grande disegno
originario.
Infatti, l'Onnipotente creò la terra quale ambiente
adatto all'uomo, e l'uomo perché vivesse sulla terra.
Quindi, l'uomo non fu creato per andare a vivere in cielo .
Per cui, è un errore sostenere e insegnare che l'uomo
abbia un'anima immortale che andrà a vivere in cielo
in eterno. E Dio, essendo amore infinito, non ha mai
concepito la tortura eterna per i figli disubbidienti.
Qualunque padre terreno preferirebbe che un figlio
sia morto piuttosto che tormentato e sofferente per
l'eternità. Quanto più il Padre Celeste, che ci ha creati e
ci ama infinitamente, preferirebbe la stessa cosa, pur
con grande dolore!
Nel futuro mondo perfetto che Dio ha concepito
non potranno esistere né torturati né torturatori,
perché non vi sarà più pianto né dolore. Quindi,
l'inferno di fuoco è una invenzione dell'uomo e del
Diavolo, e non un'idea di Dio.
Il Regno di Dio nel nuovo mondo esisterà per la
gioia e la felicità dei suoi figli, e il Signore stesso
gioirà assieme a tutti loro in eterno.
34
3) contrastano col divino Piano di salvezza e di restaurazione
della creazione contenuto nella Sacra Scrittura;
4) rendono vano il sacrificio di Cristo;
5) annullano la speranza della resurrezione;
6) rendono inutile il ritorno ed il giudizio di Cristo.
Dio, nella sua infinita bontà, ha predisposto un
piano di redenzione dell'uomo, che prevede la sua
rigenerazione e il dono della vita eterna sulla terra
restaurata, adempiendo così il suo grande disegno
originario.
Infatti, l'Onnipotente creò la terra quale ambiente
adatto all'uomo, e l'uomo perché vivesse sulla terra.
Quindi, l'uomo non fu creato per andare a vivere in cielo .
Per cui, è un errore sostenere e insegnare che l'uomo
abbia un'anima immortale che andrà a vivere in cielo
in eterno. E Dio, essendo amore infinito, non ha mai
concepito la tortura eterna per i figli disubbidienti.
Qualunque padre terreno preferirebbe che un figlio
sia morto piuttosto che tormentato e sofferente per
l'eternità. Quanto più il Padre Celeste, che ci ha creati e
ci ama infinitamente, preferirebbe la stessa cosa, pur
con grande dolore!
Nel futuro mondo perfetto che Dio ha concepito
non potranno esistere né torturati né torturatori,
perché non vi sarà più pianto né dolore. Quindi,
l'inferno di fuoco è una invenzione dell'uomo e del
Diavolo, e non un'idea di Dio.
Il Regno di Dio nel nuovo mondo esisterà per la
gioia e la felicità dei suoi figli, e il Signore stesso
gioirà assieme a tutti loro in eterno.
3
2) COM’È FATTO L’UOMO?
HA UN’ANIMA IMMORTALE?
La Sacra Scrittura dice: «Dio il Signore formò l’uomo
dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e
l’uomo divenne un’anima vivente» (Genesi 2:7).
Nota: Salvo diversa indicazione, il testo biblico
usato in questo opuscolo è la Versione Nuova Riveduta.
Anima vivente, in ebraico “lenèfesh chaiyàh”,
significa “creatura vivente che respira”.
Le identiche parole ebraiche nella Bibbia vengono
usate in riferimento alla creazione degli animali
(Genesi 1:20,21,30). Vedi anche: Ecclesiaste 3:19-21.
Dunque, l’anima vivente non è qualcosa a sé stante
dentro l’uomo, ma è l’uomo stesso, perché solo la
fusione della materia e dell’alito vitale di Dio dà
origine all’uomo. Se si separano questi due elementi,
l’uomo non può esistere.
La Bibbia conferma:
«Tu [Dio] ritiri il loro fiato e muoiono, ritornano nella loro
polvere» (Salmo 104:29). Vedi: Giobbe 34:14; Salmo 146:4.
3) PERCHÉ IN CERTI PASSI BIBLICI SEMBRA,
INVECE, CHE L’UOMO ABBIA UN’ANIMA
O UNO SPIRITO IMMORTALE?
La parola anima, in ebraico “nèphesh” e in greco
“psykhé”, originariamente significava: “essere” o
“creatura vivente”, “vita” o “esistenza”.
La parola spirito, in ebraico “ruach” e in greco
“pneuma”, originariamente indicava l’“alito” o “soffio
vitale di Dio” nelle creature (o anche il vento). Ma nel
corso dei secoli, entrambe le parole sono state usate
3
2) COM’È FATTO L’UOMO?
HA UN’ANIMA IMMORTALE?
La Sacra Scrittura dice: «Dio il Signore formò l’uomo
dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e
l’uomo divenne un’anima vivente» (Genesi 2:7).
Nota: Salvo diversa indicazione, il testo biblico
usato in questo opuscolo è la Versione Nuova Riveduta.
Anima vivente, in ebraico “lenèfesh chaiyàh”,
significa “creatura vivente che respira”.
Le identiche parole ebraiche nella Bibbia vengono
usate in riferimento alla creazione degli animali
(Genesi 1:20,21,30). Vedi anche: Ecclesiaste 3:19-21.
Dunque, l’anima vivente non è qualcosa a sé stante
dentro l’uomo, ma è l’uomo stesso, perché solo la
fusione della materia e dell’alito vitale di Dio dà
origine all’uomo. Se si separano questi due elementi,
l’uomo non può esistere.
La Bibbia conferma:
«Tu [Dio] ritiri il loro fiato e muoiono, ritornano nella loro
polvere» (Salmo 104:29). Vedi: Giobbe 34:14; Salmo 146:4.
3) PERCHÉ IN CERTI PASSI BIBLICI SEMBRA,
INVECE, CHE L’UOMO ABBIA UN’ANIMA
O UNO SPIRITO IMMORTALE?
La parola anima, in ebraico “nèphesh” e in greco
“psykhé”, originariamente significava: “essere” o
“creatura vivente”, “vita” o “esistenza”.
La parola spirito, in ebraico “ruach” e in greco
“pneuma”, originariamente indicava l’“alito” o “soffio
vitale di Dio” nelle creature (o anche il vento). Ma nel
corso dei secoli, entrambe le parole sono state usate
4
33
per significare anche: l’io, la coscienza, l’intimo, il
cuore in senso figurato, la personalità, il carattere,
l’intelletto o la sede dei pensieri e dei sentimenti.
Per tale ragione è nata una grande confusione ed
hanno avuto origine dottrine non bibliche che hanno
influenzato anche i traduttori della Sacra Scrittura.
Ma dal confronto dei passi biblici, la verità viene
sempre alla luce.
18) Per la spiegazione di Apocalisse 14:10-11 e 20:10,
dove si parla del tormento dei demoni e di tutti i
malvagi nello stagno di fuoco, vedi le pagine 14-16.
4) QUANDO E DOVE È NATA LA MENZOGNA
DELL'IMMORTALITÀ DELL'ANIMA?
CHI L'HA INVENTATA?
La menzogna dell'immortalità dell'anima nacque ad
opera di Satana, nel Paradiso terrestre, dove Dio aveva
posto la prima coppia umana, Adamo ed Eva.
Scopo del Diavolo era quello di assoggettare i due
alla sua volontà, per condurli alla morte. In sembianze
di serpente, si presentò a loro quasi come un
liberatore e un benefattore, dando ad intendere che
Dio proibiva che essi mangiassero del frutto
dell'albero della conoscenza del bene e del male , perché
non voleva che diventassero uguali a Lui.
Il Maligno disse ad Adamo ed Eva:
«No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne
mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio,
avendo la conoscenza del bene e del male» (Genesi 3:4-5).
Invece Dio aveva detto ad Adamo:
«Mangia pure da ogni albero del giardino [cioè il
Paradiso terrestre], ma dell'albero della conoscenza del bene
e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne
mangerai, certamente morirai» (Genesi 2:16-17).
19) In 1 Timoteo 6:14-16 è scritto che solo Dio possiede
la immortalità, vale a dire l’immortalità per sua
natura, in sé e per sé. Ciò vuol dire che, ad eccezione
di Gesù che l’ha ereditata dal Padre (quindi, per
concessione), nessun’altra creatura in cielo o in terra
possiede l’immortalità.
Questo è confermato in Romani 2:7, dove è detto
che l’immortalità si deve cercare con la «perseveranza
nel fare il bene». Ma, è ovvio, è concessa solo agli eletti.
Ora, se gli uomini debbono cercare l’immortalità, è
evidente che non la possiedono! E ciò vuol dire che
gli uomini non sono immortali, non possiedono
un’entità immateriale immortale chiamata “anima”.
Se gli uomini fossero immortali, il sacrificio di Gesù
sarebbe inutile! Insomma, Cristo non è venuto a
morire per dare l’immortalità a chi già la possiede!
Infatti, la Bibbia afferma che Gesù col suo sacrificio
«ha distrutto la morte e ha prodotto in luce la vita e la
immortalità mediante l’Evangelo» (2 Tim. 1:10 - Vers.
Riveduta).
CONCLUSIONI:
La dottrina dell’immortalità dell’anima e quella
degli eterni tormenti in un inferno di fuoco sono
errate perché:
1) non sono insegnate dalla Parola di Dio;
2) fanno di Dio un bugiardo ed un barbaro;
4
33
per significare anche: l’io, la coscienza, l’intimo, il
cuore in senso figurato, la personalità, il carattere,
l’intelletto o la sede dei pensieri e dei sentimenti.
Per tale ragione è nata una grande confusione ed
hanno avuto origine dottrine non bibliche che hanno
influenzato anche i traduttori della Sacra Scrittura.
Ma dal confronto dei passi biblici, la verità viene
sempre alla luce.
18) Per la spiegazione di Apocalisse 14:10-11 e 20:10,
dove si parla del tormento dei demoni e di tutti i
malvagi nello stagno di fuoco, vedi le pagine 14-16.
4) QUANDO E DOVE È NATA LA MENZOGNA
DELL'IMMORTALITÀ DELL'ANIMA?
CHI L'HA INVENTATA?
La menzogna dell'immortalità dell'anima nacque ad
opera di Satana, nel Paradiso terrestre, dove Dio aveva
posto la prima coppia umana, Adamo ed Eva.
Scopo del Diavolo era quello di assoggettare i due
alla sua volontà, per condurli alla morte. In sembianze
di serpente, si presentò a loro quasi come un
liberatore e un benefattore, dando ad intendere che
Dio proibiva che essi mangiassero del frutto
dell'albero della conoscenza del bene e del male , perché
non voleva che diventassero uguali a Lui.
Il Maligno disse ad Adamo ed Eva:
«No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne
mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio,
avendo la conoscenza del bene e del male» (Genesi 3:4-5).
Invece Dio aveva detto ad Adamo:
«Mangia pure da ogni albero del giardino [cioè il
Paradiso terrestre], ma dell'albero della conoscenza del bene
e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne
mangerai, certamente morirai» (Genesi 2:16-17).
19) In 1 Timoteo 6:14-16 è scritto che solo Dio possiede
la immortalità, vale a dire l’immortalità per sua
natura, in sé e per sé. Ciò vuol dire che, ad eccezione
di Gesù che l’ha ereditata dal Padre (quindi, per
concessione), nessun’altra creatura in cielo o in terra
possiede l’immortalità.
Questo è confermato in Romani 2:7, dove è detto
che l’immortalità si deve cercare con la «perseveranza
nel fare il bene». Ma, è ovvio, è concessa solo agli eletti.
Ora, se gli uomini debbono cercare l’immortalità, è
evidente che non la possiedono! E ciò vuol dire che
gli uomini non sono immortali, non possiedono
un’entità immateriale immortale chiamata “anima”.
Se gli uomini fossero immortali, il sacrificio di Gesù
sarebbe inutile! Insomma, Cristo non è venuto a
morire per dare l’immortalità a chi già la possiede!
Infatti, la Bibbia afferma che Gesù col suo sacrificio
«ha distrutto la morte e ha prodotto in luce la vita e la
immortalità mediante l’Evangelo» (2 Tim. 1:10 - Vers.
Riveduta).
CONCLUSIONI:
La dottrina dell’immortalità dell’anima e quella
degli eterni tormenti in un inferno di fuoco sono
errate perché:
1) non sono insegnate dalla Parola di Dio;
2) fanno di Dio un bugiardo ed un barbaro;
32
Fino ad allora il seno d’Abramo (verso 22), vale a dire
la progenie spirituale di Abramo, era costituito esclusivamente da Israeliti. Da Cristo in poi, Israele viene
rigettato (per aver rifiutato la salvezza e messo a
morte Gesù), e al suo posto nel seno d’Abramo
entrano a far parte i Gentili.
Vedi: Galati 3:26-29; Romani 9:6-8; Giovanni 8:30-47.
Gli angeli (o messaggeri) sono i servi di Cristo che
annunciano la salvezza e l’elezione ai Gentili.
È importante notare che:
 il ricco va nell’ades, cioè alla morte spirituale, e
passa dalla vita alla morte (perché agli occhi di Dio
ora è morto);
 Lazzaro va nel seno d’Abramo e passa dalla morte alla
vita (perché agli occhi di Dio è ora vivo, come
risuscitato) - versi 22-23.
Ovviamente, Lazzaro ora è spiritualmente consolato
e il ricco è nei tormenti, tribolato, per aver perso il
favore divino (versi 23-25).
I due, dunque, non sono morti fisicamente, perché,
altrimenti non potrebbero né il primo (Lazzaro)
godere le consolazioni, né il secondo (il ricco) subire
le tribolazioni. I morti non provano né gioie né dolori
(Salmo 146:4).
Quindi, in questa parabola non si parla affatto di
anime che vanno alle torture e ai tormenti eterni in un
inferno di fuoco, con diavoli e forconi, e di anime che
vanno alle delizie in paradiso!
La spiegazione dettagliata della Parabola del ricco
e Lazzaro è disponibile a richiesta.
32
Fino ad allora il seno d’Abramo (verso 22), vale a dire
la progenie spirituale di Abramo, era costituito esclusivamente da Israeliti. Da Cristo in poi, Israele viene
rigettato (per aver rifiutato la salvezza e messo a
morte Gesù), e al suo posto nel seno d’Abramo
entrano a far parte i Gentili.
Vedi: Galati 3:26-29; Romani 9:6-8; Giovanni 8:30-47.
Gli angeli (o messaggeri) sono i servi di Cristo che
annunciano la salvezza e l’elezione ai Gentili.
È importante notare che:
 il ricco va nell’ades, cioè alla morte spirituale, e
passa dalla vita alla morte (perché agli occhi di Dio
ora è morto);
 Lazzaro va nel seno d’Abramo e passa dalla morte alla
vita (perché agli occhi di Dio è ora vivo, come
risuscitato) - versi 22-23.
Ovviamente, Lazzaro ora è spiritualmente consolato
e il ricco è nei tormenti, tribolato, per aver perso il
favore divino (versi 23-25).
I due, dunque, non sono morti fisicamente, perché,
altrimenti non potrebbero né il primo (Lazzaro)
godere le consolazioni, né il secondo (il ricco) subire
le tribolazioni. I morti non provano né gioie né dolori
(Salmo 146:4).
Quindi, in questa parabola non si parla affatto di
anime che vanno alle torture e ai tormenti eterni in un
inferno di fuoco, con diavoli e forconi, e di anime che
vanno alle delizie in paradiso!
La spiegazione dettagliata della Parabola del ricco
e Lazzaro è disponibile a richiesta.
5
Adamo ed Eva, illusi di diventare uguali a Dio, cioè
immortali, mangiarono il frutto proibito. Satana aveva
loro detto: "Non morirete affatto", mentre Dio li aveva
avvertiti: "Certamente morirete". E morirono!
Eppure, la menzogna di Satana viene ancora
creduta. Egli convince tuttora la maggior parte degli
uomini che essi sono immortali.
5) CHE COSA SUCCEDE ALL'UOMO
QUANDO MUORE?
La Parola di Dio insegna che la morte è l’esatto
contrario della vita. Per cui, alla morte cessa ogni attività
corporea e mentale dell’essere umano.
Quando il primo uomo, Adamo, peccò, Iddio gli
disse: «Sei polvere, e in polvere ritornerai» (Genesi 3:19).
Dell’uomo che muore la Bibbia dice:
«Il suo fiato se ne va, ed egli ritorna alla sua terra; in quel
giorno periscono i suoi progetti» (Salmo 146:4).
La Parola di Dio dice anche:
«La sorte dei figli degli uomini è la sorte delle bestie; agli
uni e agli altri tocca la stessa sorte; come muore l'uno, così
muore l'altra; hanno tutti un medesimo soffio, e l'uomo non ha
superiorità di sorta sulla bestia; poiché tutto è vanità. Tutti
vanno in un medesimo luogo; tutti vengono dalla polvere, e
tutti ritornano alla polvere» (Ecclesiaste 3:19-20).
La Scrittura dice pure: «I viventi sanno che moriranno;
ma i morti non sanno nulla… Tutto quello che la tua mano
trova da fare, fallo con tutte le tue forze; poiché nel soggiorno
dei morti dove vai, non c'è più né lavoro, né pensiero, né
scienza, né saggezza» (Ecclesiaste 9:5,10).
La Parola di Dio è, dunque, chiarissima: l’uomo è una
creatura mortale e quando muore cessa di esistere.
5
Adamo ed Eva, illusi di diventare uguali a Dio, cioè
immortali, mangiarono il frutto proibito. Satana aveva
loro detto: "Non morirete affatto", mentre Dio li aveva
avvertiti: "Certamente morirete". E morirono!
Eppure, la menzogna di Satana viene ancora
creduta. Egli convince tuttora la maggior parte degli
uomini che essi sono immortali.
5) CHE COSA SUCCEDE ALL'UOMO
QUANDO MUORE?
La Parola di Dio insegna che la morte è l’esatto
contrario della vita. Per cui, alla morte cessa ogni attività
corporea e mentale dell’essere umano.
Quando il primo uomo, Adamo, peccò, Iddio gli
disse: «Sei polvere, e in polvere ritornerai» (Genesi 3:19).
Dell’uomo che muore la Bibbia dice:
«Il suo fiato se ne va, ed egli ritorna alla sua terra; in quel
giorno periscono i suoi progetti» (Salmo 146:4).
La Parola di Dio dice anche:
«La sorte dei figli degli uomini è la sorte delle bestie; agli
uni e agli altri tocca la stessa sorte; come muore l'uno, così
muore l'altra; hanno tutti un medesimo soffio, e l'uomo non ha
superiorità di sorta sulla bestia; poiché tutto è vanità. Tutti
vanno in un medesimo luogo; tutti vengono dalla polvere, e
tutti ritornano alla polvere» (Ecclesiaste 3:19-20).
La Scrittura dice pure: «I viventi sanno che moriranno;
ma i morti non sanno nulla… Tutto quello che la tua mano
trova da fare, fallo con tutte le tue forze; poiché nel soggiorno
dei morti dove vai, non c'è più né lavoro, né pensiero, né
scienza, né saggezza» (Ecclesiaste 9:5,10).
La Parola di Dio è, dunque, chiarissima: l’uomo è una
creatura mortale e quando muore cessa di esistere.
6
31
6) I MORTI NON SONO IN CIELO,
MA NELLE TOMBE.
L'UNICA CERTEZZA CHE DÀ GESÙ
PER I MORTI È LA RISURREZIONE.
Come abbiamo visto, la Sacra Scrittura dice che
l'uomo è mortale.
Se l’uomo possedesse davvero un’anima che
sopravvive alla morte, sarebbe, invece, una creatura
immortale. Nel qual caso, il sacrificio di riscatto fatto
da Cristo per l’uomo risulterebbe inutile, in quanto
Egli sarebbe venuto a morire per far riavere la vita ad
uomini di per sé immortali!
Ma la verità è che Gesù è venuto a riscattarci
proprio dalla morte, e non dalla immortalità che non
possediamo.
Egli infatti disse: «Io sono venuto perché abbiano la vita
17) Leggi Luca 16:19-31 - La Parabola del ricco e Lazzaro.
Pure questa parabola viene citata spesso per
sostenere la dottrina dell’immortalità dell’anima; ma
Gesù non la narrò per parlare di paradiso e inferno, di
santificati e dannati.
Il ricco e il povero Lazzaro rappresentano due
popoli:
 il ricco rappresenta il popolo d’Israele.
Agli Israeliti, infatti, Dio aveva concesso per primi
la ricchezza della chiamata all’elezione per l’eredità
del Regno; ad essi aveva donato il grande privilegio
del sacerdozio;
 il povero Lazzaro rappresenta il popolo dei Gentili,
e l’abbiano ad esuberanza» (Giovanni 10:10).
Nessun uomo, in nessun tempo, in nessun modo e
in nessuna forma è salito in cielo presso Dio. Lo
dichiarò Gesù stesso: «E nessuno è salito in cielo, se non
colui che è disceso dal cielo» (Giovanni 3:13).
Egli disse ai discepoli: «Tornerò, e vi accoglierò presso
cioè tutte le altre genti non israelite.
I Gentili erano poveri perché lontani da Dio e fino ad
allora esclusi dalla chiamata all’elezione e dalla
eredità del Regno e per tale ragione erano
considerati morti (versi 30-31).
 La loro morte è simbolo del cambiamento
della loro condizione spirituale:
La Sacra Scrittura, infatti, dichiara che sarà proprio
al suo ritorno che «il Signore stesso... scenderà dal cielo» e
tutti i credenti vivi e morti risuscitati andranno ad
«incontrare il Signore nell’aria» (1 Tessalonicesi 4:16-17).
Ma prima del suo ritorno nessuno può andare a
Cristo in cielo, in nessuna maniera. La Bibbia è chiara.
> per Israele segna la fine quale popolo di Dio;
> per i Gentili segna la fine quale popolo rigettato da Dio.
Tutto ciò avviene a causa del passaggio dalla Legge
mosaica alla Legge di Cristo, mediante il suo
sacrificio, per cui tra i due popoli vi fu una grande
voragine (verso 26). Quindi, i Gentili che accettano
Cristo non possono passare sotto la Legge mosaica,
perché essa è stata sostituita. Gli Israeliti che non
accettano Cristo non possono passare sotto la Legge
della Grazia, ma restano nella morte.
6
31
di me, affinché dove sono io siate anche voi» (Giovanni 14:3).
La qual cosa vuol dire che prima del suo ritorno
nessuno può essere con Lui in cielo.
6) I MORTI NON SONO IN CIELO,
MA NELLE TOMBE.
L'UNICA CERTEZZA CHE DÀ GESÙ
PER I MORTI È LA RISURREZIONE.
Come abbiamo visto, la Sacra Scrittura dice che
l'uomo è mortale.
Se l’uomo possedesse davvero un’anima che
sopravvive alla morte, sarebbe, invece, una creatura
immortale. Nel qual caso, il sacrificio di riscatto fatto
da Cristo per l’uomo risulterebbe inutile, in quanto
Egli sarebbe venuto a morire per far riavere la vita ad
uomini di per sé immortali!
Ma la verità è che Gesù è venuto a riscattarci
proprio dalla morte, e non dalla immortalità che non
possediamo.
Egli infatti disse: «Io sono venuto perché abbiano la vita
e l’abbiano ad esuberanza» (Giovanni 10:10).
Nessun uomo, in nessun tempo, in nessun modo e
in nessuna forma è salito in cielo presso Dio. Lo
dichiarò Gesù stesso: «E nessuno è salito in cielo, se non
colui che è disceso dal cielo» (Giovanni 3:13).
Egli disse ai discepoli: «Tornerò, e vi accoglierò presso
di me, affinché dove sono io siate anche voi» (Giovanni 14:3).
La qual cosa vuol dire che prima del suo ritorno
nessuno può essere con Lui in cielo.
La Sacra Scrittura, infatti, dichiara che sarà proprio
al suo ritorno che «il Signore stesso... scenderà dal cielo» e
tutti i credenti vivi e morti risuscitati andranno ad
«incontrare il Signore nell’aria» (1 Tessalonicesi 4:16-17).
Ma prima del suo ritorno nessuno può andare a
Cristo in cielo, in nessuna maniera. La Bibbia è chiara.
17) Leggi Luca 16:19-31 - La Parabola del ricco e Lazzaro.
Pure questa parabola viene citata spesso per
sostenere la dottrina dell’immortalità dell’anima; ma
Gesù non la narrò per parlare di paradiso e inferno, di
santificati e dannati.
Il ricco e il povero Lazzaro rappresentano due
popoli:
 il ricco rappresenta il popolo d’Israele.
Agli Israeliti, infatti, Dio aveva concesso per primi
la ricchezza della chiamata all’elezione per l’eredità
del Regno; ad essi aveva donato il grande privilegio
del sacerdozio;
 il povero Lazzaro rappresenta il popolo dei Gentili,
cioè tutte le altre genti non israelite.
I Gentili erano poveri perché lontani da Dio e fino ad
allora esclusi dalla chiamata all’elezione e dalla
eredità del Regno e per tale ragione erano
considerati morti (versi 30-31).
 La loro morte è simbolo del cambiamento
della loro condizione spirituale:
> per Israele segna la fine quale popolo di Dio;
> per i Gentili segna la fine quale popolo rigettato da Dio.
Tutto ciò avviene a causa del passaggio dalla Legge
mosaica alla Legge di Cristo, mediante il suo
sacrificio, per cui tra i due popoli vi fu una grande
voragine (verso 26). Quindi, i Gentili che accettano
Cristo non possono passare sotto la Legge mosaica,
perché essa è stata sostituita. Gli Israeliti che non
accettano Cristo non possono passare sotto la Legge
della Grazia, ma restano nella morte.
30
7
 Il capitolo 7 parla di scelta di eletti Israeliti e Gentili.
Il fatto che alle anime sotto l’altare sia detto che «si
La dottrina dell’immortalità dell’anima e della sua
ascesa al cielo dopo la morte dell'uomo, non solo
rende vano il sacrificio di Cristo, ma rende inutile
anche il suo ritorno.
Infatti, se tutte le anime degli uomini, buoni e
cattivi, fossero già in cielo e già giudicate e collocate
ognuna al proprio posto, che bisogno ci sarebbe del
ritorno di Cristo?
La verità è, invece, che Gesù deve ritornare per
«giudicare i vivi e i morti» (2 Timoteo 4:1). E, come Egli
stesso disse, per i morti vi è una sola speranza: la
risurrezione, al suo ritorno.
Infatti, disse che quando ritornerà «tutti quelli che
riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completo il
numero dei loro conservi e dei loro fratelli che hanno ad essere
uccisi come loro» (verso 11), conferma che si tratta di una
figurazione e che esse non sono ancora risuscitate,
perché debbono aspettare nel riposo della morte ancora un
po’, fino a quando gli altri santi siano chiamati.
Le “anime” (cioè i santi morti) non possono essere
glorificate prima dei santi che debbono ancora essere
suggellati e scelti. L’apostolo Paolo dice che gli eletti
incontreranno il Signore tutti assieme, e non chi prima e
chi dopo. Vedi di nuovo 1 Tess. 4:15-17.
 Alle anime sotto l’altare «fu data una veste bianca»
(verso 11) e fu loro detto di aspettare la chiamata
degli altri santi. È chiarissimo che la veste bianca è il
pegno della loro approvazione, per cui il loro premio
di gloria è sicuro. Ma esse non possono ancora
“indossare” quella veste bianca, cioè non possono
essere ancora risuscitate in gloria, perché debbono
attendere nel riposo della morte ancora un poco. Vedi
Apocalisse 3:5-6.
 Il fatto stesso che le anime sotto l’altare “gridino”
che sia vendicato il loro sangue, evidenzia che Dio
non ha ancora proceduto a vendicarle.
Perciò, nel quadro della visione, è chiaro che Gesù
non è ancora ritornato e non è ancora avvenuta la
risurrezione. Per cui, i santi non possono essere già in
gloria prima del ritorno di Cristo, perché essi
riposano ancora nella morte.
30
 Il capitolo 7 parla di scelta di eletti Israeliti e Gentili.
Il fatto che alle anime sotto l’altare sia detto che «si
riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completo il
numero dei loro conservi e dei loro fratelli che hanno ad essere
uccisi come loro» (verso 11), conferma che si tratta di una
figurazione e che esse non sono ancora risuscitate,
perché debbono aspettare nel riposo della morte ancora un
po’, fino a quando gli altri santi siano chiamati.
Le “anime” (cioè i santi morti) non possono essere
glorificate prima dei santi che debbono ancora essere
suggellati e scelti. L’apostolo Paolo dice che gli eletti
incontreranno il Signore tutti assieme, e non chi prima e
chi dopo. Vedi di nuovo 1 Tess. 4:15-17.
 Alle anime sotto l’altare «fu data una veste bianca»
(verso 11) e fu loro detto di aspettare la chiamata
degli altri santi. È chiarissimo che la veste bianca è il
pegno della loro approvazione, per cui il loro premio
di gloria è sicuro. Ma esse non possono ancora
“indossare” quella veste bianca, cioè non possono
essere ancora risuscitate in gloria, perché debbono
attendere nel riposo della morte ancora un poco. Vedi
Apocalisse 3:5-6.
 Il fatto stesso che le anime sotto l’altare “gridino”
che sia vendicato il loro sangue, evidenzia che Dio
non ha ancora proceduto a vendicarle.
Perciò, nel quadro della visione, è chiaro che Gesù
non è ancora ritornato e non è ancora avvenuta la
risurrezione. Per cui, i santi non possono essere già in
gloria prima del ritorno di Cristo, perché essi
riposano ancora nella morte.
sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori»
(Giovanni 5:28). Per cui, i morti non si trovano in cielo,
ma nei sepolcri, da dove essi usciranno fuori alla
risurrezione.
La Scrittura ancora chiarisce:
«Or quando il Figliuolo dell’uomo sarà venuto nella sua
gloria, avendo con sé tutti gli angeli, allora sederà sul trono
della sua gloria. E tutte le genti saranno radunate dinanzi a
lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le
pecore dai capri» (Matteo 25:31-32).
Quindi, prima del ritorno di Gesù nessuno può
essere giudicato e nessuno può andare in cielo. E poi,
qui è detto che dinanzi a Cristo non saranno radunate
“tutte le anime”, ma «tutte le genti» fisicamente intese.
E ciò vuol dire che non sarà l'anima, alla morte, ad
essere giudicata, ma l'uomo nella sua interezza, alla
risurrezione.
7
La dottrina dell’immortalità dell’anima e della sua
ascesa al cielo dopo la morte dell'uomo, non solo
rende vano il sacrificio di Cristo, ma rende inutile
anche il suo ritorno.
Infatti, se tutte le anime degli uomini, buoni e
cattivi, fossero già in cielo e già giudicate e collocate
ognuna al proprio posto, che bisogno ci sarebbe del
ritorno di Cristo?
La verità è, invece, che Gesù deve ritornare per
«giudicare i vivi e i morti» (2 Timoteo 4:1). E, come Egli
stesso disse, per i morti vi è una sola speranza: la
risurrezione, al suo ritorno.
Infatti, disse che quando ritornerà «tutti quelli che
sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori»
(Giovanni 5:28). Per cui, i morti non si trovano in cielo,
ma nei sepolcri, da dove essi usciranno fuori alla
risurrezione.
La Scrittura ancora chiarisce:
«Or quando il Figliuolo dell’uomo sarà venuto nella sua
gloria, avendo con sé tutti gli angeli, allora sederà sul trono
della sua gloria. E tutte le genti saranno radunate dinanzi a
lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le
pecore dai capri» (Matteo 25:31-32).
Quindi, prima del ritorno di Gesù nessuno può
essere giudicato e nessuno può andare in cielo. E poi,
qui è detto che dinanzi a Cristo non saranno radunate
“tutte le anime”, ma «tutte le genti» fisicamente intese.
E ciò vuol dire che non sarà l'anima, alla morte, ad
essere giudicata, ma l'uomo nella sua interezza, alla
risurrezione.
8
29
Perciò, chi insegna e chi crede nell’immortalità
dell’anima e nell’ascesa di essa a Dio, subito dopo la
morte, è in grande errore, perché tale dottrina è in
netto contrasto col piano di salvezza di Dio e annulla il
ritorno di Cristo in gloria.
Si legge che esse sono «le anime di quelli ch’erano stati
uccisi per la parola di Dio…» (Apoc. 6:9). Quindi, sono i
7) BISOGNA ESSERE MORTI E ANDARE
IN CIELO PER ESSERE SANTI?
IL CULTO AI SANTI È BIBLICO?
CHI HA IL POTERE DI SANTIFICARE?
Santi si diventa da vivi, non da morti. Solo mentre
siamo in vita possiamo fare la volontà di Dio e
ricevere il suo spirito, e solo da vivi possiamo essere
da Lui approvati e santificati. Tant’è vero che la Bibbia
dice: «Non sono i morti che lodano il Signore, né alcuno di
quelli che scendono nella tomba» (Salmo 115:17).
Come tutti gli altri uomini defunti, anche i santi che
sono morti si trovano nei sepolcri, nella polvere.
Ad esempio, al suo santo profeta Daniele il Signore
disse: «Ma tu avviati verso la fine; tu ti riposerai, e poi
sorgerai per ricevere la tua parte d'eredità alla fine dei giorni»
(Daniele 12:13). Versione Riveduta.
Pietro apostolo, parlando del santo profeta Davide,
disse: «Fratelli, si può ben dire liberamente riguardo al
patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto; e la sua tomba è
ancora al giorno d'oggi tra di noi… Davide infatti non è salito
in cielo» (Atti 2:29, 34).
E perciò Gesù disse: «Tutti quelli che sono nelle tombe
udranno la sua voce [di Gesù stesso] e ne verranno fuori»
(Giovanni 5:28).
Ma attenzione alle parole di Gesù!
8
Perciò, chi insegna e chi crede nell’immortalità
dell’anima e nell’ascesa di essa a Dio, subito dopo la
morte, è in grande errore, perché tale dottrina è in
netto contrasto col piano di salvezza di Dio e annulla il
ritorno di Cristo in gloria.
7) BISOGNA ESSERE MORTI E ANDARE
IN CIELO PER ESSERE SANTI?
IL CULTO AI SANTI È BIBLICO?
CHI HA IL POTERE DI SANTIFICARE?
Santi si diventa da vivi, non da morti. Solo mentre
siamo in vita possiamo fare la volontà di Dio e
ricevere il suo spirito, e solo da vivi possiamo essere
da Lui approvati e santificati. Tant’è vero che la Bibbia
dice: «Non sono i morti che lodano il Signore, né alcuno di
quelli che scendono nella tomba» (Salmo 115:17).
Come tutti gli altri uomini defunti, anche i santi che
sono morti si trovano nei sepolcri, nella polvere.
Ad esempio, al suo santo profeta Daniele il Signore
disse: «Ma tu avviati verso la fine; tu ti riposerai, e poi
sorgerai per ricevere la tua parte d'eredità alla fine dei giorni»
(Daniele 12:13). Versione Riveduta.
Pietro apostolo, parlando del santo profeta Davide,
disse: «Fratelli, si può ben dire liberamente riguardo al
patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto; e la sua tomba è
ancora al giorno d'oggi tra di noi… Davide infatti non è salito
in cielo» (Atti 2:29, 34).
E perciò Gesù disse: «Tutti quelli che sono nelle tombe
udranno la sua voce [di Gesù stesso] e ne verranno fuori»
(Giovanni 5:28).
Ma attenzione alle parole di Gesù!
santi morti che appaiono nella visione.
Ma questo non vuol dire che essi siano risuscitati.
Anche Mosè apparve “vivo” nella Trasfigurazione, ma
sappiamo che Mosè è morto e risusciterà solo al
ritorno di Cristo.
Essi, infatti, vengono visti non in gloria ma “sotto
l’altare”, cioè come vittime sacrificate. Ricordiamo
che proprio “sotto l’altare” si depositava il sangue dei
sacrifici animali, all’ingresso dell’antico Tabernacolo
(Levitico 4:7). E siccome i santi sono anch’essi sacrifici
a Dio (Romani 12:1), ecco la ragione per cui vengono
visti sotto l’altare. Essi sono sotto l’altare perché sono
ancora morti.
E come figurativamente il sangue di Abele “grida”
a Dio dalla terra (Genesi 4:10), così ci si può
immaginare che nella visione le “anime”, cioè i santi,
“gridino” a Dio che vendichi il loro sangue! (dato
importantissimo - Apocalisse 6:10).
Altri elementi di grande importanza che provano
quel che stiamo dicendo, contenuti nei capitoli 6 e 7 di
Apocalisse:
 Dal contesto del capitolo 6, si può notare che, senza
dubbio, lo scenario è quello del tempo che
precede il ritorno di Cristo. Infatti, vi sono descritte
piaghe e tribolazioni per il mondo e paurosi fenomeni
celesti. È lo stesso quadro profetico di Matteo 24:2029. Quindi, se Gesù non è ancora ritornato, nessuno
può essere risuscitato e glorificato.
29
Si legge che esse sono «le anime di quelli ch’erano stati
uccisi per la parola di Dio…» (Apoc. 6:9). Quindi, sono i
santi morti che appaiono nella visione.
Ma questo non vuol dire che essi siano risuscitati.
Anche Mosè apparve “vivo” nella Trasfigurazione, ma
sappiamo che Mosè è morto e risusciterà solo al
ritorno di Cristo.
Essi, infatti, vengono visti non in gloria ma “sotto
l’altare”, cioè come vittime sacrificate. Ricordiamo
che proprio “sotto l’altare” si depositava il sangue dei
sacrifici animali, all’ingresso dell’antico Tabernacolo
(Levitico 4:7). E siccome i santi sono anch’essi sacrifici
a Dio (Romani 12:1), ecco la ragione per cui vengono
visti sotto l’altare. Essi sono sotto l’altare perché sono
ancora morti.
E come figurativamente il sangue di Abele “grida”
a Dio dalla terra (Genesi 4:10), così ci si può
immaginare che nella visione le “anime”, cioè i santi,
“gridino” a Dio che vendichi il loro sangue! (dato
importantissimo - Apocalisse 6:10).
Altri elementi di grande importanza che provano
quel che stiamo dicendo, contenuti nei capitoli 6 e 7 di
Apocalisse:
 Dal contesto del capitolo 6, si può notare che, senza
dubbio, lo scenario è quello del tempo che
precede il ritorno di Cristo. Infatti, vi sono descritte
piaghe e tribolazioni per il mondo e paurosi fenomeni
celesti. È lo stesso quadro profetico di Matteo 24:2029. Quindi, se Gesù non è ancora ritornato, nessuno
può essere risuscitato e glorificato.
28
9
È narrato che apparvero Mosè ed Elia in gloria e
che Gesù fu trasfigurato, cioè fu trasformato
nell’aspetto in modo glorioso.
I sostenitori dell’immortalità dell’anima, usando
incautamente l’esperienza della Trasfigurazione,
vorrebbero far credere che i profeti Elia e Mosè
sarebbero già in gloria.
Ripetiamo quanto detto al punto precedente: Gesù
disse che prima di Lui nessuno è salito in cielo; Paolo
disse che i santi saranno rapiti e glorificati
esclusivamente al ritorno di Cristo e non prima.
Quindi, non è assolutamente possibile che Elia e
Mosè siano già stati glorificati prima della morte,
risurrezione, glorificazione e ritorno di Gesù Cristo.
Perché, dunque, la Trasfigurazione?
Gesù precisò che fu una visione (cioè l’apparizione
di Mosè ed Elia - Vedi Matteo 17:9), mediante la quale
Egli diede ai discepoli una dimostrazione della gloria
che i fedeli morti assumeranno nel regno di Dio;
mentre la sua trasfigurazione è la dimostrazione della
trasformazione dei fedeli che saranno ancora vivi al
suo ritorno. Vedi ancora: 1 Tessalonicesi 4:15-17. Vedi
Egli non disse che i santi morti verranno fuori… dal
cielo, ma disse che verranno fuori dalle tombe, alla
risurrezione dei giusti.
In cielo, presso Dio, quindi, non è salito nessuno dei
santi, né da vivi né da morti. Lo dichiarò Gesù stesso:
anche: Filippesi 3:20-21 e 1 Corinti 15:51-52.
16) Leggi Apocalisse 6:9-11.
Qui si parla di “anime sotto l’altare”. Anche questo
passo viene frequentemente preso da coloro che
credono nell’immortalità dell’anima. Ma basta leggere
il contesto, cioè gli interi capitoli 6 e 7 per rendersi
conto di che cosa si parla.
Chi sono quelle “anime sotto l'altare”? E perché si
trovano «sotto l’altare» e “gridano”?
«Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo»
(Giovanni 3:13).
Gesù promise ai santi che li avrebbe accolti presso
di Lui, in cielo, non subito dopo la loro morte, ma al
suo ritorno, quando Egli stesso li risusciterà e si
incontrerà con loro nell’aria.
Infatti, Egli disse loro: «Tornerò e vi accoglierò presso di
me, affinché dove sono io siate anche voi» (Giovanni 14:3).
L'apostolo Paolo conferma:
«Fratelli, non vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a
quelli che dormono [cioè i morti], affinché non siate tristi
come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che
Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di
Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati.
Poiché vi diciamo questo fondandoci sulla parola del
Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta
del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati;
perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e
con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno
i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo
rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore
nell'aria; e così saremo sempre col Signore» (1 Tess. 4:13-17).
Come si può ben notare dalle parole di Cristo e di
Paolo, prima del ritorno del Signore nessuno può
essere con Lui in cielo, perché solo alla sua venuta vi
sarà la risurrezione dei santi e il loro incontro con Lui.
28
9
È narrato che apparvero Mosè ed Elia in gloria e
che Gesù fu trasfigurato, cioè fu trasformato
nell’aspetto in modo glorioso.
I sostenitori dell’immortalità dell’anima, usando
incautamente l’esperienza della Trasfigurazione,
vorrebbero far credere che i profeti Elia e Mosè
sarebbero già in gloria.
Ripetiamo quanto detto al punto precedente: Gesù
disse che prima di Lui nessuno è salito in cielo; Paolo
disse che i santi saranno rapiti e glorificati
esclusivamente al ritorno di Cristo e non prima.
Quindi, non è assolutamente possibile che Elia e
Mosè siano già stati glorificati prima della morte,
risurrezione, glorificazione e ritorno di Gesù Cristo.
Perché, dunque, la Trasfigurazione?
Gesù precisò che fu una visione (cioè l’apparizione
di Mosè ed Elia - Vedi Matteo 17:9), mediante la quale
Egli diede ai discepoli una dimostrazione della gloria
che i fedeli morti assumeranno nel regno di Dio;
mentre la sua trasfigurazione è la dimostrazione della
trasformazione dei fedeli che saranno ancora vivi al
suo ritorno. Vedi ancora: 1 Tessalonicesi 4:15-17. Vedi
Egli non disse che i santi morti verranno fuori… dal
cielo, ma disse che verranno fuori dalle tombe, alla
risurrezione dei giusti.
In cielo, presso Dio, quindi, non è salito nessuno dei
santi, né da vivi né da morti. Lo dichiarò Gesù stesso:
anche: Filippesi 3:20-21 e 1 Corinti 15:51-52.
16) Leggi Apocalisse 6:9-11.
Qui si parla di “anime sotto l’altare”. Anche questo
passo viene frequentemente preso da coloro che
credono nell’immortalità dell’anima. Ma basta leggere
il contesto, cioè gli interi capitoli 6 e 7 per rendersi
conto di che cosa si parla.
Chi sono quelle “anime sotto l'altare”? E perché si
trovano «sotto l’altare» e “gridano”?
«Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo»
(Giovanni 3:13).
Gesù promise ai santi che li avrebbe accolti presso
di Lui, in cielo, non subito dopo la loro morte, ma al
suo ritorno, quando Egli stesso li risusciterà e si
incontrerà con loro nell’aria.
Infatti, Egli disse loro: «Tornerò e vi accoglierò presso di
me, affinché dove sono io siate anche voi» (Giovanni 14:3).
L'apostolo Paolo conferma:
«Fratelli, non vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a
quelli che dormono [cioè i morti], affinché non siate tristi
come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che
Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di
Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati.
Poiché vi diciamo questo fondandoci sulla parola del
Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta
del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati;
perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e
con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno
i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo
rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore
nell'aria; e così saremo sempre col Signore» (1 Tess. 4:13-17).
Come si può ben notare dalle parole di Cristo e di
Paolo, prima del ritorno del Signore nessuno può
essere con Lui in cielo, perché solo alla sua venuta vi
sarà la risurrezione dei santi e il loro incontro con Lui.
10
27
Soltanto quando Gesù tornerà in gloria tutti i morti
risusciteranno, e non prima. Perciò, né Maria, né gli
apostoli e nessuno dei santi morti si trovano in cielo.
Quindi, non è biblico l’insegnamento che fa credere
che i santi morti siano in cielo a fare da “avvocati”.
L’apostolo Giovanni scrisse: «Se qualcuno ha peccato,
In Genesi 5:24 è scritto: «Enoc camminò con Dio; poi
scomparve, perché Dio lo prese».
noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il
giusto» (1 Giovanni 2:1).
Il nostro AVVOCATO presso Dio Padre è dunque uno
solo: GESÙ. Non ve ne sono altri.
A conferma che santi si diventa da vivi, l’apostolo
Paolo, scambiando saluti con i santi della Chiesa di
Filippi, disse: «Salutate ognuno dei santi in Cristo Gesù…
Tutti i santi vi salutano e specialmente tutti quelli della casa di
Cesare» (Filippesi 4:21-22).
Quanto alla santificazione, nessun uomo può santificare
un altro uomo, perché gli uomini sono tutti peccatori.
Solo Dio (in Cristo) può santificare i fedeli. Infatti, Egli
dice: «Io sono il Signore, e vi santifico» (Levitico 20:8).
Paolo scrisse ai santi di Tessalonica: «Dio fin dal
principio vi ha eletti a salvezza mediante la santificazione nello
Spirito e la fede nella verità… affinché otteniate la gloria del
Signore nostro Gesù Cristo» (2 Tessalonicesi 2:13-14).
Vedi anche: Ebrei 2:11 e 1 Giovanni 2:20.
Quanto alle statue, alle immagini, alle reliquie di
uomini di fede che sono morti, e cose simili, Dio dice:
«Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che
sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la
terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io,
il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso» (Esodo 20:4-5).
Vedi anche: Deuteronomio 4:16 e 1 Giovanni 5:21.
Che cosa significa che Elia salì al cielo e che Enoc
fu preso da Dio? Furono forse portati in Paradiso?
Questa tesi è sostenuta da chi crede nella
immortalità dell’anima. Ma ancora diciamo: riflettiamo.
Com’è possibile pensare che Enoc ed Elia siano
già in cielo, in Paradiso, se Cristo a quel tempo non
era ancora venuto a sacrificarsi? Essi non potevano
essere glorificati né prima che fosse risuscitato e
glorificato Gesù, né prima del suo ritorno in gloria.
Gesù stesso infatti aveva detto: «Nessuno è salito in
cielo, se non colui che è disceso dal cielo» (Giovanni 3:13).
E l’apostolo Paolo profetizzò che i santi saranno rapiti
soltanto al ritorno di Cristo, e non prima (1 Tess. 4:15-17).
Paolo stesso ci aiuta a chiarire il mistero.
Riguardo al caso di Enoc, che vale anche per il
caso di Elia, egli scrive: «Per fede Enoc fu rapito perché
non vedesse la morte; e non fu più trovato, perché Dio lo aveva
portato via» (Ebrei 11:5).
Con molta probabilità i due santi uomini ebbero
una sorte simile a quella di Mosè, il quale salì in alto,
sul monte Nebo, e per volere divino, passò dalla vita
alla morte senza vedere le pene della morte. Poi Dio
provvide alla sua sepoltura (Deuter. 32:48-50 e 34:6).
Ma nessuno ha mai saputo dove fosse la tomba di
Mosè. E nessuno ha mai saputo dove Enoc ed Elia
siano stati posti da Dio.
15) Leggi Matteo 17:1-13, Marco 9:2-13 e Luca 9:28-36.
In questi passi si parla della Trasfigurazione.
10
27
Soltanto quando Gesù tornerà in gloria tutti i morti
risusciteranno, e non prima. Perciò, né Maria, né gli
apostoli e nessuno dei santi morti si trovano in cielo.
Quindi, non è biblico l’insegnamento che fa credere
che i santi morti siano in cielo a fare da “avvocati”.
L’apostolo Giovanni scrisse: «Se qualcuno ha peccato,
In Genesi 5:24 è scritto: «Enoc camminò con Dio; poi
scomparve, perché Dio lo prese».
noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il
giusto» (1 Giovanni 2:1).
Il nostro AVVOCATO presso Dio Padre è dunque uno
solo: GESÙ. Non ve ne sono altri.
A conferma che santi si diventa da vivi, l’apostolo
Paolo, scambiando saluti con i santi della Chiesa di
Filippi, disse: «Salutate ognuno dei santi in Cristo Gesù…
Tutti i santi vi salutano e specialmente tutti quelli della casa di
Cesare» (Filippesi 4:21-22).
Quanto alla santificazione, nessun uomo può santificare
un altro uomo, perché gli uomini sono tutti peccatori.
Solo Dio (in Cristo) può santificare i fedeli. Infatti, Egli
dice: «Io sono il Signore, e vi santifico» (Levitico 20:8).
Paolo scrisse ai santi di Tessalonica: «Dio fin dal
principio vi ha eletti a salvezza mediante la santificazione nello
Spirito e la fede nella verità… affinché otteniate la gloria del
Signore nostro Gesù Cristo» (2 Tessalonicesi 2:13-14).
Vedi anche: Ebrei 2:11 e 1 Giovanni 2:20.
Quanto alle statue, alle immagini, alle reliquie di
uomini di fede che sono morti, e cose simili, Dio dice:
«Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che
sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la
terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io,
il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso» (Esodo 20:4-5).
Vedi anche: Deuteronomio 4:16 e 1 Giovanni 5:21.
Che cosa significa che Elia salì al cielo e che Enoc
fu preso da Dio? Furono forse portati in Paradiso?
Questa tesi è sostenuta da chi crede nella
immortalità dell’anima. Ma ancora diciamo: riflettiamo.
Com’è possibile pensare che Enoc ed Elia siano
già in cielo, in Paradiso, se Cristo a quel tempo non
era ancora venuto a sacrificarsi? Essi non potevano
essere glorificati né prima che fosse risuscitato e
glorificato Gesù, né prima del suo ritorno in gloria.
Gesù stesso infatti aveva detto: «Nessuno è salito in
cielo, se non colui che è disceso dal cielo» (Giovanni 3:13).
E l’apostolo Paolo profetizzò che i santi saranno rapiti
soltanto al ritorno di Cristo, e non prima (1 Tess. 4:15-17).
Paolo stesso ci aiuta a chiarire il mistero.
Riguardo al caso di Enoc, che vale anche per il
caso di Elia, egli scrive: «Per fede Enoc fu rapito perché
non vedesse la morte; e non fu più trovato, perché Dio lo aveva
portato via» (Ebrei 11:5).
Con molta probabilità i due santi uomini ebbero
una sorte simile a quella di Mosè, il quale salì in alto,
sul monte Nebo, e per volere divino, passò dalla vita
alla morte senza vedere le pene della morte. Poi Dio
provvide alla sua sepoltura (Deuter. 32:48-50 e 34:6).
Ma nessuno ha mai saputo dove fosse la tomba di
Mosè. E nessuno ha mai saputo dove Enoc ed Elia
siano stati posti da Dio.
15) Leggi Matteo 17:1-13, Marco 9:2-13 e Luca 9:28-36.
In questi passi si parla della Trasfigurazione.
26
11
Non fu, quindi, “l’anima” venuta da… luoghi celesti
a tornare nei corpi morti dei fanciulli, ma fu la vita che
tornò in essi, mediante la potenza dello spirito vitale
trasmesso dai due servi di Dio.
Davanti a questo chiaro comandamento di Dio, non
ci sono scuse. Non ci si può giustificare dicendo che le
statue e le immagini sono raffigurazioni o fotografie di
persone sante da imitare, da venerare e a cui chiedere
intercessioni presso Dio.
L'unico INTERCESSORE presso il Padre è Cristo Gesù.
Chi si rivolge ad altri, annulla il ruolo ed il
sacrificio di Cristo, a parte che commette idolatria.
Ancora l'apostolo Paolo scrisse ai fedeli di Corinto:
13) Leggi 1 Samuele capitolo 28.
Vi si narra che il re Saul consultò una indovina
perché gli evocasse lo spirito del profeta Samuele.
Non sono pochi coloro che per sostenere la
dottrina della immortalità dell’anima fanno uso di
questo passo. Facciamo alcune considerazioni:
 consideriamo che Dio condanna le pratiche spiritiche e
divinatorie (Levitico 19:31) , cosa che Samuele e Saul
sapevano bene (Vedi 1 Samuele 15:22-23 e 2:8-9);
 consideriamo che Samuele, mentre era in vita, non
volle più parlare a Saul, da quando questi peccò
gravemente contro Dio (1 Samuele15:35);
 consideriamo che Saul aveva precedentemente
consultato Dio, ma Dio non gli aveva risposto (1
Samuele 28:5-6).
Ora, alla luce di quanto detto, chiediamoci: come
poteva essere lo spirito del profeta Samuele quello
poi apparso alla indovina?
Chi era realmente lo spirito che apparve?
Non ci sono dubbi: era uno spirito demoniaco che si
spacciava per il profeta Samuele. Vedi 2 Corinti 11:14-15.
14) In 2 Re 2:11 è scritto: «Essi [i profeti Elia e Eliseo]
«Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri… erediteranno il
regno di Dio» (1 Corinti 6:10). Vedi Apocalisse 22:15.
Chi vuole approfondire legga il punto 9, da pagina 16.
8) ESISTE L’INFERNO?
In molte chiese si insegna che le anime dei malvagi
morti vanno a finire in un luogo infuocato, in cielo,
dove sarebbero tormentate dai diavoli in eterno.
Vediamo, invece, come stanno le cose.
Significato della parola “Inferno”
La parola inferno, dal latino “infernus” o “inferus”,
significa: ciò che è posto sotto, il sottoterra, la fossa, il
sepolcro. È l’equivalente della parola ebraica “Sheol” e
della parola greca “Hades”.
Nella Bibbia inferno, sheol e Hades (o Ades) non
danno mai l’idea di un luogo infuocato in cielo dove i
malvagi morti sarebbero tormentati, ma indicano il
luogo di sepoltura di tutti i morti, cioè il sepolcro.
continuarono a camminare discorrendo insieme, quando
ecco un carro di fuoco e dei cavalli di fuoco che li separarono
l’uno dall’altro, ed Elia salì al cielo in un turbine».
La morte è inesistenza
Nelle pagine precedenti abbiamo visto che la
Bibbia dice che l’anima è l’uomo stesso (Genesi 2:7).
26
11
Non fu, quindi, “l’anima” venuta da… luoghi celesti
a tornare nei corpi morti dei fanciulli, ma fu la vita che
tornò in essi, mediante la potenza dello spirito vitale
trasmesso dai due servi di Dio.
Davanti a questo chiaro comandamento di Dio, non
ci sono scuse. Non ci si può giustificare dicendo che le
statue e le immagini sono raffigurazioni o fotografie di
persone sante da imitare, da venerare e a cui chiedere
intercessioni presso Dio.
L'unico INTERCESSORE presso il Padre è Cristo Gesù.
Chi si rivolge ad altri, annulla il ruolo ed il
sacrificio di Cristo, a parte che commette idolatria.
Ancora l'apostolo Paolo scrisse ai fedeli di Corinto:
13) Leggi 1 Samuele capitolo 28.
Vi si narra che il re Saul consultò una indovina
perché gli evocasse lo spirito del profeta Samuele.
Non sono pochi coloro che per sostenere la
dottrina della immortalità dell’anima fanno uso di
questo passo. Facciamo alcune considerazioni:
 consideriamo che Dio condanna le pratiche spiritiche e
divinatorie (Levitico 19:31) , cosa che Samuele e Saul
sapevano bene (Vedi 1 Samuele 15:22-23 e 2:8-9);
 consideriamo che Samuele, mentre era in vita, non
volle più parlare a Saul, da quando questi peccò
gravemente contro Dio (1 Samuele15:35);
 consideriamo che Saul aveva precedentemente
consultato Dio, ma Dio non gli aveva risposto (1
Samuele 28:5-6).
Ora, alla luce di quanto detto, chiediamoci: come
poteva essere lo spirito del profeta Samuele quello
poi apparso alla indovina?
Chi era realmente lo spirito che apparve?
Non ci sono dubbi: era uno spirito demoniaco che si
spacciava per il profeta Samuele. Vedi 2 Corinti 11:14-15.
14) In 2 Re 2:11 è scritto: «Essi [i profeti Elia e Eliseo]
continuarono a camminare discorrendo insieme, quando
ecco un carro di fuoco e dei cavalli di fuoco che li separarono
l’uno dall’altro, ed Elia salì al cielo in un turbine».
«Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri… erediteranno il
regno di Dio» (1 Corinti 6:10). Vedi Apocalisse 22:15.
Chi vuole approfondire legga il punto 9, da pagina 16.
8) ESISTE L’INFERNO?
In molte chiese si insegna che le anime dei malvagi
morti vanno a finire in un luogo infuocato, in cielo,
dove sarebbero tormentate dai diavoli in eterno.
Vediamo, invece, come stanno le cose.
Significato della parola “Inferno”
La parola inferno, dal latino “infernus” o “inferus”,
significa: ciò che è posto sotto, il sottoterra, la fossa, il
sepolcro. È l’equivalente della parola ebraica “Sheol” e
della parola greca “Hades”.
Nella Bibbia inferno, sheol e Hades (o Ades) non
danno mai l’idea di un luogo infuocato in cielo dove i
malvagi morti sarebbero tormentati, ma indicano il
luogo di sepoltura di tutti i morti, cioè il sepolcro.
La morte è inesistenza
Nelle pagine precedenti abbiamo visto che la
Bibbia dice che l’anima è l’uomo stesso (Genesi 2:7).
12
Abbiamo pure visto che la condanna che Dio ha
dato all'uomo peccatore è il ritorno alla polvere della
terra, da dove fu tratto, e non di andare in cielo
(Genesi 3:19), e che «i morti non sanno nulla» (Ecclesiaste
9:5). Per cui, i morti non si trovano in cielo, ma nei
sepolcri, da dove essi «udranno la sua voce [di Gesù] e ne
verranno fuori» (Giovanni 5:28).
Perciò, essendo la morte l'esatto opposto della vita,
chi muore non esiste più e non può essere tormentato
né in un inferno di fuoco e né in nessun altro modo.
La Sacra Bibbia dichiara che sia i giusti che i
malvagi rivivranno alla risurrezione, quando Gesù
ritornerà (Atti 24:15) e che soltanto allora saranno
posti sotto giudizio, e non prima (2 Timoteo 4:1).
Geenna, Stagno di fuoco o Lago di fuoco, Fornace ardente
La Bibbia non parla mai di un luogo infuocato in
cielo, ma parla di geenna, stagno di fuoco o lago di
fuoco e di fornace ardente. Che cosa sono?
La geenna (ebraico: Geh Hinnòm, cioè Valle di
Hinnòm) era la valle a sud di Gerusalemme dove c’era
l’immondezzaio sempre acceso.
In esso venivano gettati i peccatori giustiziati, i cui
cadaveri erano consumati lentamente dal fuoco.
Il fuoco della geenna è detto inestinguibile perché
esso non si spegneva; bruciava e consumava in
continuazione tutto ciò che vi era gettato, essendo
anche alimentato dallo zolfo che vi si spargeva per
facilitare la combustione dei rifiuti.
A volte i cadaveri andavano a finire in zone
dell’immondezzaio dove il fuoco era spento, per cui
imputridivano ed erano consumati dai vermi.
12
Abbiamo pure visto che la condanna che Dio ha
dato all'uomo peccatore è il ritorno alla polvere della
terra, da dove fu tratto, e non di andare in cielo
(Genesi 3:19), e che «i morti non sanno nulla» (Ecclesiaste
9:5). Per cui, i morti non si trovano in cielo, ma nei
sepolcri, da dove essi «udranno la sua voce [di Gesù] e ne
verranno fuori» (Giovanni 5:28).
Perciò, essendo la morte l'esatto opposto della vita,
chi muore non esiste più e non può essere tormentato
né in un inferno di fuoco e né in nessun altro modo.
La Sacra Bibbia dichiara che sia i giusti che i
malvagi rivivranno alla risurrezione, quando Gesù
ritornerà (Atti 24:15) e che soltanto allora saranno
posti sotto giudizio, e non prima (2 Timoteo 4:1).
Geenna, Stagno di fuoco o Lago di fuoco, Fornace ardente
La Bibbia non parla mai di un luogo infuocato in
cielo, ma parla di geenna, stagno di fuoco o lago di
fuoco e di fornace ardente. Che cosa sono?
La geenna (ebraico: Geh Hinnòm, cioè Valle di
Hinnòm) era la valle a sud di Gerusalemme dove c’era
l’immondezzaio sempre acceso.
In esso venivano gettati i peccatori giustiziati, i cui
cadaveri erano consumati lentamente dal fuoco.
Il fuoco della geenna è detto inestinguibile perché
esso non si spegneva; bruciava e consumava in
continuazione tutto ciò che vi era gettato, essendo
anche alimentato dallo zolfo che vi si spargeva per
facilitare la combustione dei rifiuti.
A volte i cadaveri andavano a finire in zone
dell’immondezzaio dove il fuoco era spento, per cui
imputridivano ed erano consumati dai vermi.
25
Ne dà conferma la Settanta, la quale, dove in Genesi
6:2 si parla di “figli di Dio”, traduce “angeli”.
Nota: Settanta: nome dato alla più antica versione greca
della Bibbia ebraica (Vecchio Testamento), a cui lavorarono 72
esperti ebrei, fra il III ed il II secolo a. C.
11) 1 Pietro 4:6 - Pietro scrisse: «Poiché per questo è stato
annunziato l’evangelo anche ai morti; onde fossero bensì
giudicati secondo gli uomini quanto alla carne, ma vivessero
secondo Dio quanto allo spirito» (Versione Riveduta).
C’è chi usa tale passo, isolandolo dal contesto,
nell’intento di sostenere la dottrina dell’immortalità
dell’anima. Ma di che “tipo” di morti parlava Pietro?
Egli parlava di coloro che non fanno la volontà di
Dio, i quali agli occhi di Dio, benché vivi, è come se
fossero morti. Leggi l’intero passo di 1 Pietro 4:1-6 e
tutto sarà chiaro. Vedi: Luca 9:59-60; Efesini 2:1; 1
Timoteo 5:5-6; Romani 6:12-13.
12) Leggere 1 Re 17:17-24 e Atti 20:7-12.
In questi testi si parla della risurrezione di due
ragazzi ad opera di Elia e Paolo, e viene detto che
l’anima tornò in loro.
Riflettiamo: se l’anima intesa quale entità immortale
fosse davvero tornata (da chissà dove!) nei corpi dei
due ragazzi, ciò che fecero Elia e Paolo, non aveva
alcun senso! Che cosa fecero?
Con i loro corpi coprirono i corpi morti dei due
giovani e trasmisero in essi lo spirito vitale di cui
erano stati dotati da Dio. Non dimentichiamo che l’uno
era profeta e l’altro apostolo.
25
Ne dà conferma la Settanta, la quale, dove in Genesi
6:2 si parla di “figli di Dio”, traduce “angeli”.
Nota: Settanta: nome dato alla più antica versione greca
della Bibbia ebraica (Vecchio Testamento), a cui lavorarono 72
esperti ebrei, fra il III ed il II secolo a. C.
11) 1 Pietro 4:6 - Pietro scrisse: «Poiché per questo è stato
annunziato l’evangelo anche ai morti; onde fossero bensì
giudicati secondo gli uomini quanto alla carne, ma vivessero
secondo Dio quanto allo spirito» (Versione Riveduta).
C’è chi usa tale passo, isolandolo dal contesto,
nell’intento di sostenere la dottrina dell’immortalità
dell’anima. Ma di che “tipo” di morti parlava Pietro?
Egli parlava di coloro che non fanno la volontà di
Dio, i quali agli occhi di Dio, benché vivi, è come se
fossero morti. Leggi l’intero passo di 1 Pietro 4:1-6 e
tutto sarà chiaro. Vedi: Luca 9:59-60; Efesini 2:1; 1
Timoteo 5:5-6; Romani 6:12-13.
12) Leggere 1 Re 17:17-24 e Atti 20:7-12.
In questi testi si parla della risurrezione di due
ragazzi ad opera di Elia e Paolo, e viene detto che
l’anima tornò in loro.
Riflettiamo: se l’anima intesa quale entità immortale
fosse davvero tornata (da chissà dove!) nei corpi dei
due ragazzi, ciò che fecero Elia e Paolo, non aveva
alcun senso! Che cosa fecero?
Con i loro corpi coprirono i corpi morti dei due
giovani e trasmisero in essi lo spirito vitale di cui
erano stati dotati da Dio. Non dimentichiamo che l’uno
era profeta e l’altro apostolo.
24
13
Quindi, è evidente che Pietro parla della
risurrezione e della glorificazione di Gesù non più nel
corpo carnale, ma nella gloria spirituale.
In Matteo 12:40 è scritto che Cristo risuscitò dopo
“tre giorni e tre notti” dalla sua morte. E ciò vuol dire
che prima della risurrezione, Gesù non poteva andare
in nessun luogo.
Le stesse parole di Pietro dicono: «E in esso andò a
predicare agli spiriti trattenuti in carcere» . “In esso”,
significa “in spirito” (riferito alla frase precedente),
cioè nella gloria spirituale in cui Gesù fu risuscitato.
Quindi, fu dopo la risurrezione che Gesù andò a
predicare agli spiriti trattenuti in carcere. E chi sono
questi spiriti?
Pietro ci dà sufficienti indicazioni per identificarli.
Afferma che questi spiriti furono ribelli al tempo di
Noè. E li identifica nella sua 2^ Epistola al verso 4,
dove dice che erano angeli ribelli. Pietro si riferiva a
quanto scritto in Genesi 6:1-4.
Anche il servo di Dio, Giuda, al verso 6 della sua
Epistola riporta il medesimo fatto.
Si tratta, dunque, di angeli (o figli di Dio) che nei
tempi che precedettero il diluvio lasciarono i luoghi
celesti e scesero sulla terra per provare i piaceri
sessuali con le donne, dando vita a una discendenza
innaturale ed estremamente malvagia.
Per tale peccato Dio «li inabissò, confinandoli in antri
tenebrosi per esservi custoditi per il giudizio» (2 Pietro 2:4).
Dunque, non si tratta di “anime” di uomini morti,
bensì di angeli (o spiriti).
Gesù stesso, parlando agli Israeliti, indicò la
geenna quale luogo di annientamento. Essi sapevano
bene che cos’era e l’avevano in orrore.
Il Signore parlò della geenna soprattutto in
relazione al Giorno del Giudizio. Egli ebbe a dire:
24
13
Quindi, è evidente che Pietro parla della
risurrezione e della glorificazione di Gesù non più nel
corpo carnale, ma nella gloria spirituale.
In Matteo 12:40 è scritto che Cristo risuscitò dopo
“tre giorni e tre notti” dalla sua morte. E ciò vuol dire
che prima della risurrezione, Gesù non poteva andare
in nessun luogo.
Le stesse parole di Pietro dicono: «E in esso andò a
predicare agli spiriti trattenuti in carcere» . “In esso”,
significa “in spirito” (riferito alla frase precedente),
cioè nella gloria spirituale in cui Gesù fu risuscitato.
Quindi, fu dopo la risurrezione che Gesù andò a
predicare agli spiriti trattenuti in carcere. E chi sono
questi spiriti?
Pietro ci dà sufficienti indicazioni per identificarli.
Afferma che questi spiriti furono ribelli al tempo di
Noè. E li identifica nella sua 2^ Epistola al verso 4,
dove dice che erano angeli ribelli. Pietro si riferiva a
quanto scritto in Genesi 6:1-4.
Anche il servo di Dio, Giuda, al verso 6 della sua
Epistola riporta il medesimo fatto.
Si tratta, dunque, di angeli (o figli di Dio) che nei
tempi che precedettero il diluvio lasciarono i luoghi
celesti e scesero sulla terra per provare i piaceri
sessuali con le donne, dando vita a una discendenza
innaturale ed estremamente malvagia.
Per tale peccato Dio «li inabissò, confinandoli in antri
tenebrosi per esservi custoditi per il giudizio» (2 Pietro 2:4).
Dunque, non si tratta di “anime” di uomini morti,
bensì di angeli (o spiriti).
«Se l’occhio tuo ti fa cadere in peccato, cavalo; meglio è per
te entrare con un occhio solo nel regno di Dio, che avere due
occhi ed essere gettato nella geenna, dove il verme loro non
muore e il fuoco non si spegne» (Marco 9:47-48).
Anche la fornace ardente, lo stagno di fuoco o lago di
fuoco sono la medesima cosa della geenna, e cioè un
luogo di eterna distruzione per i malvagi.
Gesù disse: «Come dunque si raccolgono le zizzanie e si
bruciano con il fuoco, così avverrà alla fine dell’età presente. Il
Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal
suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono
l’iniquità, e li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il
pianto e lo stridore dei denti» (Matteo 13:40-42).
Il paragone fatto da Gesù è straordinario e
chiarissimo. Come delle zizzanie che vengono
bruciate non resta nulla, così anche dei malvagi che
verranno gettati nella fornace ardente non resterà
nulla. La qual cosa vuol dire che la fornace ardente
distrugge. (Quanto al pianto e allo stridore di denti,
vedi appresso).
Ancora una dimostrazione. È scritto:
«Ma per i codardi, gli increduli gli abominevoli, gli omicidi, i
fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro
parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la
morte seconda» (Apocalisse 21:8).
Gesù stesso, parlando agli Israeliti, indicò la
geenna quale luogo di annientamento. Essi sapevano
bene che cos’era e l’avevano in orrore.
Il Signore parlò della geenna soprattutto in
relazione al Giorno del Giudizio. Egli ebbe a dire:
«Se l’occhio tuo ti fa cadere in peccato, cavalo; meglio è per
te entrare con un occhio solo nel regno di Dio, che avere due
occhi ed essere gettato nella geenna, dove il verme loro non
muore e il fuoco non si spegne» (Marco 9:47-48).
Anche la fornace ardente, lo stagno di fuoco o lago di
fuoco sono la medesima cosa della geenna, e cioè un
luogo di eterna distruzione per i malvagi.
Gesù disse: «Come dunque si raccolgono le zizzanie e si
bruciano con il fuoco, così avverrà alla fine dell’età presente. Il
Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal
suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono
l’iniquità, e li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il
pianto e lo stridore dei denti» (Matteo 13:40-42).
Il paragone fatto da Gesù è straordinario e
chiarissimo. Come delle zizzanie che vengono
bruciate non resta nulla, così anche dei malvagi che
verranno gettati nella fornace ardente non resterà
nulla. La qual cosa vuol dire che la fornace ardente
distrugge. (Quanto al pianto e allo stridore di denti,
vedi appresso).
Ancora una dimostrazione. È scritto:
«Ma per i codardi, gli increduli gli abominevoli, gli omicidi, i
fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro
parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la
morte seconda» (Apocalisse 21:8).
14
23
Lo stagno di fuoco è dunque la morte seconda, quella
definitiva. Quindi, non v’è alcun dubbio che la
geenna, lo stagno di fuoco, la fornace ardente (e
simili) sono la stessa cosa, cioè un mezzo di
annientamento, e giammai di tortura eterna.
Paolo però non sa dire che cosa gli è successo
esteriormente, appunto perché era in estasi. Infatti, lo
spirito di Cristo lo indusse in uno stato di comunione
con Lui, per cui egli ebbe le sublimi visioni di cui
parla, non rendendosi più conto della realtà materiale.
Se fosse stato rapito col corpo, Luca, che ha
riportato il fatto in Atti 22:17-21, l’avrebbe senz’altro
detto, considerando che il fatto stesso accadde nel
tempio, dove v’erano dei testimoni da cui Luca l’avrà
saputo informandosi “accuratamente”, come era sua
abitudine fare (Luca 1:3).
Quindi, Paolo fu rapito in spirito; in altre parole,
ebbe una visione. Confronta l’esperienza di Pietro in
Atti 10:10-20 e quella di Giovanni in Apoc. 1:10-11.
Vedi anche Atti 11:5-10.
Tormenti eterni o distruzione eterna?
Che cosa è il tormento nei secoli dei secoli di cui si
parla in certi passi biblici?
Vediamo intanto i passi biblici in cui se ne parla.
È scritto che alla fine del Giudizio «il diavolo che le
aveva sedotte [le nazioni] fu gettato nello stagno di fuoco e
di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno
tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli» (Apoc. 20:10).
Nota: La bestia: simbolo di una potenza governativa diabolica.
È pure scritto: «Chiunque adora la bestia e la sua
immagine e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, egli
pure berrà il vino dell’ira di Dio versato puro nel calice della
sua ira; e sarà tormentato con fuoco e zolfo davanti ai santi
angeli e davanti all’Agnello. Il fumo del loro tormento sale nei
secoli dei secoli» (Apoc. 14:10-11).
È scritto anche: «Così avverrà alla fine dell’età presente.
Verranno gli angeli, e separeranno i malvagi dai giusti e li
getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor
dei denti» (Matteo 13:49-50).
Non sono pochi coloro che, prendendo questi
passi, cercano di far credere che i malvagi sarebbero
gettati in un luogo infuocato (in cielo) chiamato
“inferno”, dove piangerebbero e subirebbero atroci
tormenti in eterno. Qual è la verità?
10) 1 Pietro 3:18-20. - Pietro scrisse che Gesù «fu messo
a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo
spirito. E in esso andò a predicare agli spiriti trattenuti in
carcere, che una volta furono ribelli, quando la pazienza di Dio
aspettava, al tempo di Noè, mentre si preparava l’arca…» .
Parecchi qui interpretano che quando Gesù morì il
suo spirito (o la sua anima, come dicono) se ne andò a
predicare agli spiriti dei peccatori morti.
Intanto c’è da dire una cosa: se fosse vero che
esiste un’anima o uno spirito immortale, Gesù non
avrebbe certo avuto bisogno di essere «reso vivente
quanto allo spirito», se lo spirito immortale ce l’aveva già.
La verità è, invece, che Gesù fu «reso vivente quanto
allo spirito» perché era proprio morto.
14
23
Lo stagno di fuoco è dunque la morte seconda, quella
definitiva. Quindi, non v’è alcun dubbio che la
geenna, lo stagno di fuoco, la fornace ardente (e
simili) sono la stessa cosa, cioè un mezzo di
annientamento, e giammai di tortura eterna.
Paolo però non sa dire che cosa gli è successo
esteriormente, appunto perché era in estasi. Infatti, lo
spirito di Cristo lo indusse in uno stato di comunione
con Lui, per cui egli ebbe le sublimi visioni di cui
parla, non rendendosi più conto della realtà materiale.
Se fosse stato rapito col corpo, Luca, che ha
riportato il fatto in Atti 22:17-21, l’avrebbe senz’altro
detto, considerando che il fatto stesso accadde nel
tempio, dove v’erano dei testimoni da cui Luca l’avrà
saputo informandosi “accuratamente”, come era sua
abitudine fare (Luca 1:3).
Quindi, Paolo fu rapito in spirito; in altre parole,
ebbe una visione. Confronta l’esperienza di Pietro in
Atti 10:10-20 e quella di Giovanni in Apoc. 1:10-11.
Vedi anche Atti 11:5-10.
Tormenti eterni o distruzione eterna?
Che cosa è il tormento nei secoli dei secoli di cui si
parla in certi passi biblici?
Vediamo intanto i passi biblici in cui se ne parla.
È scritto che alla fine del Giudizio «il diavolo che le
aveva sedotte [le nazioni] fu gettato nello stagno di fuoco e
di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno
tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli» (Apoc. 20:10).
Nota: La bestia: simbolo di una potenza governativa diabolica.
È pure scritto: «Chiunque adora la bestia e la sua
immagine e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, egli
pure berrà il vino dell’ira di Dio versato puro nel calice della
sua ira; e sarà tormentato con fuoco e zolfo davanti ai santi
angeli e davanti all’Agnello. Il fumo del loro tormento sale nei
secoli dei secoli» (Apoc. 14:10-11).
È scritto anche: «Così avverrà alla fine dell’età presente.
Verranno gli angeli, e separeranno i malvagi dai giusti e li
getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor
dei denti» (Matteo 13:49-50).
Non sono pochi coloro che, prendendo questi
passi, cercano di far credere che i malvagi sarebbero
gettati in un luogo infuocato (in cielo) chiamato
“inferno”, dove piangerebbero e subirebbero atroci
tormenti in eterno. Qual è la verità?
10) 1 Pietro 3:18-20. - Pietro scrisse che Gesù «fu messo
a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo
spirito. E in esso andò a predicare agli spiriti trattenuti in
carcere, che una volta furono ribelli, quando la pazienza di Dio
aspettava, al tempo di Noè, mentre si preparava l’arca…» .
Parecchi qui interpretano che quando Gesù morì il
suo spirito (o la sua anima, come dicono) se ne andò a
predicare agli spiriti dei peccatori morti.
Intanto c’è da dire una cosa: se fosse vero che
esiste un’anima o uno spirito immortale, Gesù non
avrebbe certo avuto bisogno di essere «reso vivente
quanto allo spirito», se lo spirito immortale ce l’aveva già.
La verità è, invece, che Gesù fu «reso vivente quanto
allo spirito» perché era proprio morto.
22
15
Identica cosa Paolo esprime in 2 Timoteo 4:6-8,
scrivendo: «Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso
Il pianto ed il tormento dei malvagi irrecuperabili,
che saranno giudicati degni di distruzione, dureranno
finché sopravverrà la morte. Il fumo è il ricordo del
loro tormento e della loro morte, che saranno di
monito a tutti.
Un esempio ci è dato dalla distruzione di Sodoma e
Gomorra. La Scrittura dice: «Allo stesso modo Sodoma e
in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. Ho
combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho
conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che
il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non
solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la
sua manifestazione».
Qui Paolo precisa e chiarisce tutto: sente la sua
morte vicina [sciogliere le vele], ma ha terminato la
sua corsa, conservando la fede, per cui pur morendo è
sicuro che sarà con Cristo, che gli darà la vita eterna
in gloria (cioè, la corona di giustizia) in quel giorno, vale
a dire al suo ritorno, quando Gesù la darà non solo a
lui, ma a tutti i santi, come Paolo stesso profetizza in 1
Tessalonicesi 4:13-18.
Anche Pietro dice cose simili a quelle di Paolo: «E
quando apparirà il supremo pastore, riceverete la corona della
gloria che non appassisce» (1 Pietro 5:4).
E se qualcuno avesse ancora qualche dubbio su
quando si verificheranno queste cose, Gesù toglie
ogni dubbio, dicendo: «Tornerò e vi accoglierò presso di
me, affinché dove sono io, siate anche voi» (Giovanni 14:3).
La qual cosa vuol dire che prima del suo ritorno
nessuno può essere con Lui.
9) Leggere 2 Corinti 12:1-5.
Paolo parla di una sua esperienza spirituale avuta
al tempo della sua conversione. In Atti 22:17-21 è
narrato lo stesso episodio e Paolo dice d’essere stato
«rapito in estasi».
Gomorra e le città vicine, che si abbandonarono, come loro,
alla fornicazione e ai vizi contro natura, sono date come
esempio, portando la pena di un fuoco eterno» (Giuda 7).
Al riguardo Gesù disse: «Ricordatevi della moglie di
Lot» (Luca 17:32).
Ora, come abbiamo visto in precedenza, i malvagi
subiranno la distruzione eterna. E la Scrittura non lascia
dubbi in merito. Vediamo altre prove:
L’apostolo Paolo scrisse che gli empi «saranno puniti
di eterna distruzione» (2 Tessalonicesi 1:9) - Versione
Riveduta. Vedi anche: Salmo 37:10.
Gesù disse: «Temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il
potere di gettare nella geenna. Si, vi dico, temete Lui» (Luca
12:5). Vedi anche Matteo 10:28.
La profezia di Isaia è quanto mai chiara e precisa.
Essa, riferendosi al Giudizio del Millennio, dice:
«Quando gli adoratori usciranno, vedranno i cadaveri degli
uomini che si sono ribellati a me; poiché il loro verme non
morirà, e il loro fuoco non si estinguerà; e saranno in orrore a
ogni carne» (Isaia 66:24). Non c’è bisogno di commenti!
La dottrina degli eterni tormenti dei malvagi in un
inferno di fuoco non è biblica. Essa è in aperto
contrasto col piano divino di «restaurazione di tutte le
cose» (Atti 3:21).
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15
Identica cosa Paolo esprime in 2 Timoteo 4:6-8,
scrivendo: «Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso
Il pianto ed il tormento dei malvagi irrecuperabili,
che saranno giudicati degni di distruzione, dureranno
finché sopravverrà la morte. Il fumo è il ricordo del
loro tormento e della loro morte, che saranno di
monito a tutti.
Un esempio ci è dato dalla distruzione di Sodoma e
Gomorra. La Scrittura dice: «Allo stesso modo Sodoma e
in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. Ho
combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho
conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che
il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non
solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la
sua manifestazione».
Qui Paolo precisa e chiarisce tutto: sente la sua
morte vicina [sciogliere le vele], ma ha terminato la
sua corsa, conservando la fede, per cui pur morendo è
sicuro che sarà con Cristo, che gli darà la vita eterna
in gloria (cioè, la corona di giustizia) in quel giorno, vale
a dire al suo ritorno, quando Gesù la darà non solo a
lui, ma a tutti i santi, come Paolo stesso profetizza in 1
Tessalonicesi 4:13-18.
Anche Pietro dice cose simili a quelle di Paolo: «E
quando apparirà il supremo pastore, riceverete la corona della
gloria che non appassisce» (1 Pietro 5:4).
E se qualcuno avesse ancora qualche dubbio su
quando si verificheranno queste cose, Gesù toglie
ogni dubbio, dicendo: «Tornerò e vi accoglierò presso di
me, affinché dove sono io, siate anche voi» (Giovanni 14:3).
La qual cosa vuol dire che prima del suo ritorno
nessuno può essere con Lui.
9) Leggere 2 Corinti 12:1-5.
Paolo parla di una sua esperienza spirituale avuta
al tempo della sua conversione. In Atti 22:17-21 è
narrato lo stesso episodio e Paolo dice d’essere stato
«rapito in estasi».
Gomorra e le città vicine, che si abbandonarono, come loro,
alla fornicazione e ai vizi contro natura, sono date come
esempio, portando la pena di un fuoco eterno» (Giuda 7).
Al riguardo Gesù disse: «Ricordatevi della moglie di
Lot» (Luca 17:32).
Ora, come abbiamo visto in precedenza, i malvagi
subiranno la distruzione eterna. E la Scrittura non lascia
dubbi in merito. Vediamo altre prove:
L’apostolo Paolo scrisse che gli empi «saranno puniti
di eterna distruzione» (2 Tessalonicesi 1:9) - Versione
Riveduta. Vedi anche: Salmo 37:10.
Gesù disse: «Temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il
potere di gettare nella geenna. Si, vi dico, temete Lui» (Luca
12:5). Vedi anche Matteo 10:28.
La profezia di Isaia è quanto mai chiara e precisa.
Essa, riferendosi al Giudizio del Millennio, dice:
«Quando gli adoratori usciranno, vedranno i cadaveri degli
uomini che si sono ribellati a me; poiché il loro verme non
morirà, e il loro fuoco non si estinguerà; e saranno in orrore a
ogni carne» (Isaia 66:24). Non c’è bisogno di commenti!
La dottrina degli eterni tormenti dei malvagi in un
inferno di fuoco non è biblica. Essa è in aperto
contrasto col piano divino di «restaurazione di tutte le
cose» (Atti 3:21).
16
21
Non è infatti concepibile che accanto al Regno
eterno di pace, di amore, e di felicità per i giusti vi sia
un luogo di eterni tormenti, dove i malvagi sono nel
dolore, nel pianto e nella disperazione per sempre.
Come si potrebbe nel regno di Dio vivere nella
gioia, sapendo che in un altro luogo le “anime cattive”
piangono e soffrono atrocemente?
E come si fa a concepire che un uomo, per quanto
male si sia comportato in questi settant’anni di vita,
debba poi essere condannato a terribili sofferenze
per l’eternità? Quale proporzione ci sarebbe fra il
male fatto e la pena subìta?
Coloro che credono che Dio abbia concepito la
tortura eterna per i figli disubbidienti, riflettano
meglio, perché il vero Dio non è né crudele, né sadico,
né tanto meno un mostro. Egli è giustizia, amore e
misericordia, e per tale ragione farà perire i malvagi
irrecuperabili (come abbiamo dimostrato), ma non ha
mai concepito di torturarli in eterno.
La verità è che, come dice la Bibbia, nei nuovi cieli
e nella nuova terra «non ci sarà più la morte, né cordoglio,
«Tra questi sono Imeneo e Alessandro, che ho consegnati a
Satana affinché imparino a non bestemmiare» (1 Tim. 1:20).
Vedi pure: 2 Corinti 12:7-10; Ebrei 12:4-11; 1 Pietro 4:1-6.
né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate»
7) Leggere 2 Corinti 5:1-10.
Fra i credenti era viva l’attesa della venuta di
Cristo, da un giorno all’altro, e in questo passo
l’apostolo Paolo parla ai credenti di farsi trovare
integri, affinché al ritorno del Signore siano rivestiti
dell’abitazione celeste. Egli parla della trasformazione
dei santi che saranno ancora viventi alla venuta di
Gesù. Vedi Filippesi 3:21 e tutto sarà chiarissimo.
8) In Filippesi 1:23-24 l’apostolo Paolo scrive:
«Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una
parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con
Cristo, il che sarebbe assai meglio; d’altra parte, è più
necessario per voi che io rimanga nella carne» (Vers. CEI).
Che cosa vuole dire Paolo con l’espressione “essere
sciolto dal corpo per essere con Cristo” ? Basta leggere due
versi prima e Paolo stesso dà la spiegazione: «Per me
infatti il vivere è Cristo e il morire guadagno» (Filip. 1:21).
Paolo, quindi, sta parlando di morire, e non di
9) LA QUESTIONE DELL’ANIMA.
(Per chi vuole approfondire).
Esamineremo ora alcuni passi biblici che, a causa
di inesatta traduzione e/o interpretazione o per altri
motivi, sembrano dire che l’uomo abbia un’anima
immortale.
Vedremo, alla luce della Scrittura, qual è la verità.
andarsene in cielo; e dice che preferisce la morte per
essere liberato dal corpo carnale, che è solo causa di
afflizioni. Morire è per lui aver conseguito la certezza
di essere con Cristo, ovviamente al suo ritorno.
In nessun modo Paolo intende dire che dopo morto
la sua “anima” sarà con Cristo. Egli sarà con Gesù nel
senso che, non essendovi nella morte cognizione del
tempo, quando si sveglierà alla presenza di Lui sarà
come se fosse passato solo un attimo.
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Non è infatti concepibile che accanto al Regno
eterno di pace, di amore, e di felicità per i giusti vi sia
un luogo di eterni tormenti, dove i malvagi sono nel
dolore, nel pianto e nella disperazione per sempre.
Come si potrebbe nel regno di Dio vivere nella
gioia, sapendo che in un altro luogo le “anime cattive”
piangono e soffrono atrocemente?
E come si fa a concepire che un uomo, per quanto
male si sia comportato in questi settant’anni di vita,
debba poi essere condannato a terribili sofferenze
per l’eternità? Quale proporzione ci sarebbe fra il
male fatto e la pena subìta?
Coloro che credono che Dio abbia concepito la
tortura eterna per i figli disubbidienti, riflettano
meglio, perché il vero Dio non è né crudele, né sadico,
né tanto meno un mostro. Egli è giustizia, amore e
misericordia, e per tale ragione farà perire i malvagi
irrecuperabili (come abbiamo dimostrato), ma non ha
mai concepito di torturarli in eterno.
La verità è che, come dice la Bibbia, nei nuovi cieli
e nella nuova terra «non ci sarà più la morte, né cordoglio,
«Tra questi sono Imeneo e Alessandro, che ho consegnati a
Satana affinché imparino a non bestemmiare» (1 Tim. 1:20).
Vedi pure: 2 Corinti 12:7-10; Ebrei 12:4-11; 1 Pietro 4:1-6.
(Apocalisse 21:4).
né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate»
(Apocalisse 21:4).
9) LA QUESTIONE DELL’ANIMA.
(Per chi vuole approfondire).
Esamineremo ora alcuni passi biblici che, a causa
di inesatta traduzione e/o interpretazione o per altri
motivi, sembrano dire che l’uomo abbia un’anima
immortale.
Vedremo, alla luce della Scrittura, qual è la verità.
7) Leggere 2 Corinti 5:1-10.
Fra i credenti era viva l’attesa della venuta di
Cristo, da un giorno all’altro, e in questo passo
l’apostolo Paolo parla ai credenti di farsi trovare
integri, affinché al ritorno del Signore siano rivestiti
dell’abitazione celeste. Egli parla della trasformazione
dei santi che saranno ancora viventi alla venuta di
Gesù. Vedi Filippesi 3:21 e tutto sarà chiarissimo.
8) In Filippesi 1:23-24 l’apostolo Paolo scrive:
«Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una
parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con
Cristo, il che sarebbe assai meglio; d’altra parte, è più
necessario per voi che io rimanga nella carne» (Vers. CEI).
Che cosa vuole dire Paolo con l’espressione “essere
sciolto dal corpo per essere con Cristo” ? Basta leggere due
versi prima e Paolo stesso dà la spiegazione: «Per me
infatti il vivere è Cristo e il morire guadagno» (Filip. 1:21).
Paolo, quindi, sta parlando di morire, e non di
andarsene in cielo; e dice che preferisce la morte per
essere liberato dal corpo carnale, che è solo causa di
afflizioni. Morire è per lui aver conseguito la certezza
di essere con Cristo, ovviamente al suo ritorno.
In nessun modo Paolo intende dire che dopo morto
la sua “anima” sarà con Cristo. Egli sarà con Gesù nel
senso che, non essendovi nella morte cognizione del
tempo, quando si sveglierà alla presenza di Lui sarà
come se fosse passato solo un attimo.
20
17
Quindi, il buon ladrone non poteva essere in cielo
con Gesù subito dopo la loro morte. E non poteva
andarci prima di Gesù e senza di Gesù! Egli sarà con
Gesù al suo ritorno in gloria, come tutti gli altri fedeli
(1 Tessalonicesi 4:13-18). Questa è la verità.
Alla luce di questi fatti, la promessa di Gesù deve
essere tradotta con la giusta punteggiatura (che allora
non esisteva), e cioè: «In verità ti dico oggi: tu sarai con me
1) In Genesi 2:7 è scritto che l’uomo è fatto di polvere e
di alito vitale di Dio, mentre l’apostolo Paolo scrisse
ai Tessalonicesi: «L’intero essere vostro, lo spirito, l’anima e
in paradiso».
Tradotta con la giusta punteggiatura, la promessa
di Gesù è riferita al futuro, quando Egli ritornerà in
gloria, e non subito dopo la sua morte. E deve essere
così, perché questa è la verità.
6) In 1 Corinti 5:5 Paolo parlò di un credente che era
caduto nel peccato di fornicazione e disse: «Ho
deciso che quel tale sia dato in mano di Satana, a perdizione
della carne, onde lo spirito sia salvo nel giorno del Signor
Gesù» (Versione Riveduta).
Alcuni, con questa frase di Paolo, vogliono far
credere che egli dicesse che quel credente, anche se
avesse perso il corpo, non avrebbe perso l’anima
immortale. Ma una interpretazione del genere
distorce completamente il pensiero di Paolo.
Che cosa intese dire in realtà Paolo?
Paolo disse ai fedeli di Corinto di abbandonare
quel peccatore nelle mani di Satana, affinché fosse da
lui schiaffeggiato fino a che avesse perduto la sua
carnalità e riacquistato la spiritualità, così da trovarsi
integro al ritorno di Cristo (ritenuto imminente).
Infatti, in un'altra occasione, Paolo stesso, di alcuni
credenti che erano caduti nel peccato, scrive:
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Quindi, il buon ladrone non poteva essere in cielo
con Gesù subito dopo la loro morte. E non poteva
andarci prima di Gesù e senza di Gesù! Egli sarà con
Gesù al suo ritorno in gloria, come tutti gli altri fedeli
(1 Tessalonicesi 4:13-18). Questa è la verità.
Alla luce di questi fatti, la promessa di Gesù deve
essere tradotta con la giusta punteggiatura (che allora
non esisteva), e cioè: «In verità ti dico oggi: tu sarai con me
in paradiso».
Tradotta con la giusta punteggiatura, la promessa
di Gesù è riferita al futuro, quando Egli ritornerà in
gloria, e non subito dopo la sua morte. E deve essere
così, perché questa è la verità.
6) In 1 Corinti 5:5 Paolo parlò di un credente che era
caduto nel peccato di fornicazione e disse: «Ho
deciso che quel tale sia dato in mano di Satana, a perdizione
della carne, onde lo spirito sia salvo nel giorno del Signor
Gesù» (Versione Riveduta).
Alcuni, con questa frase di Paolo, vogliono far
credere che egli dicesse che quel credente, anche se
avesse perso il corpo, non avrebbe perso l’anima
immortale. Ma una interpretazione del genere
distorce completamente il pensiero di Paolo.
Che cosa intese dire in realtà Paolo?
Paolo disse ai fedeli di Corinto di abbandonare
quel peccatore nelle mani di Satana, affinché fosse da
lui schiaffeggiato fino a che avesse perduto la sua
carnalità e riacquistato la spiritualità, così da trovarsi
integro al ritorno di Cristo (ritenuto imminente).
Infatti, in un'altra occasione, Paolo stesso, di alcuni
credenti che erano caduti nel peccato, scrive:
il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore
nostro Gesù Cristo» (1 Tessalonicesi 5:23).
Paolo mise forse in dubbio l’atto creativo di Dio,
dicendo che l’uomo comprende spirito, anima e
corpo? No, perché l’anima di cui egli parla è la
coscienza, l’io.
2) Matteo 10:28 - «Non temete coloro che uccidono il corpo,
ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui
che può far perire l’anima e il corpo nella geenna».
Per comprendere bene quel che Gesù realmente
intende dire, è indispensabile confrontare i seguenti
passi paralleli: Matteo 10:39; Giovanni 12:25; Luca 12:4-5 e
9:24-26; Matteo 16:25-27; Marco 8:35-37.
In tutti questi passi, come in Matteo 10:28, le parole
anima e vita sono tradotte dalla stessa parola greca
psykhé. Considerato questo, ti renderai conto che Gesù
non dice affatto che chi perde il corpo non perde
l’anima (intesa quale entità immateriale e immortale).
Come avrai già capito, Gesù stava dicendo che chi
perdeva questa vita terrena (di carne, di corpo) non
avrebbe perso la vera vita, quella futura ed eterna.
E Gesù non può contraddirsi, perché Egli disse:
«Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo»
(Giovanni 3:13). Quindi, quando l’uomo muore, muore
l’intero suo essere e non c’è un’entità immortale che
esce dal suo corpo e se ne vola in cielo.
E poi, lo stesso passo di Matteo 10:28 dice che Dio
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1) In Genesi 2:7 è scritto che l’uomo è fatto di polvere e
di alito vitale di Dio, mentre l’apostolo Paolo scrisse
ai Tessalonicesi: «L’intero essere vostro, lo spirito, l’anima e
il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore
nostro Gesù Cristo» (1 Tessalonicesi 5:23).
Paolo mise forse in dubbio l’atto creativo di Dio,
dicendo che l’uomo comprende spirito, anima e
corpo? No, perché l’anima di cui egli parla è la
coscienza, l’io.
2) Matteo 10:28 - «Non temete coloro che uccidono il corpo,
ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui
che può far perire l’anima e il corpo nella geenna».
Per comprendere bene quel che Gesù realmente
intende dire, è indispensabile confrontare i seguenti
passi paralleli: Matteo 10:39; Giovanni 12:25; Luca 12:4-5 e
9:24-26; Matteo 16:25-27; Marco 8:35-37.
In tutti questi passi, come in Matteo 10:28, le parole
anima e vita sono tradotte dalla stessa parola greca
psykhé. Considerato questo, ti renderai conto che Gesù
non dice affatto che chi perde il corpo non perde
l’anima (intesa quale entità immateriale e immortale).
Come avrai già capito, Gesù stava dicendo che chi
perdeva questa vita terrena (di carne, di corpo) non
avrebbe perso la vera vita, quella futura ed eterna.
E Gesù non può contraddirsi, perché Egli disse:
«Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo»
(Giovanni 3:13). Quindi, quando l’uomo muore, muore
l’intero suo essere e non c’è un’entità immortale che
esce dal suo corpo e se ne vola in cielo.
E poi, lo stesso passo di Matteo 10:28 dice che Dio
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può uccidere non solo il corpo, ma anche l’anima
nella geenna. Il che vuol dire che l’anima non è
immortale, dato che può essere uccisa.
Quindi, i sostenitori dell’immortalità dell’anima
dovrebbero riflettere, perché quando citano Matteo
10:28 per sostenere che l’anima non può morire, non
fanno altro che dimostrare proprio il contrario!
5) Diversi testi biblici traducono il passo di Luca 23:43
in questo modo: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel
paradiso» (Versione CEI).
Gesù stava parlando al buon ladrone.
Secondo i sostenitori dell’immortalità dell’anima,
Gesù avrebbe promesso al ladrone che immediatamente dopo la morte, cioè quel giorno stesso, Egli lo
avrebbe portato con sé in cielo, in paradiso.
Gesù, è vero, ha fatto al ladrone la promessa che
sarà in paradiso con Lui. Ma quando lo sarà?
La frase originale in greco è la seguente:
3) In Matteo 27:50, Marco 15:37, Luca 23:46, Giov. 19:30,
Atti 7:59, Ecclesiaste 12:9 è detto che lo spirito viene
rimesso a Dio o che torna a Dio.
Tali espressioni non significano che alla morte
l’anima, intesa quale entità immortale, salga a Dio.
Significano, invece, che l’alito o principio vitale (o
soffio o energia vitale) o la potenza spirituale, alla
morte, viene a mancare, perché torna a Dio che l’ha
dato. Infatti, è scritto: «Tu ritiri il loro fiato e muoiono,
ritornano nella polvere» (Salmo 104:29).
«Veramente io dico a te oggi con me tu sarai in paradiso».
4) Leggere 2 Corinti 4:16 ed Efesini 4:24.
Che cosa vuol dire Paolo quando parla del «nostro
uomo interiore» ed «uomo nuovo che è creato a immagine di
Dio»? Vuole forse dire che dentro il nostro corpo vive
un’altra entità, un altro essere interiore indipendente
creato appositamente da Dio? O parla, invece, di un
cambiamento, di un rinnovamento profondo della
nostra personalità, del nostro modo di essere, che
avviene mediante la potenza rigeneratrice dello
Spirito Santo?
Prova a leggere: Efesini 4:17-32; Colossesi 3:1-17;
Efesini 3:15-21 e 2:1-10; Colossesi 2:11-13; Romani
6:1-14 e 7:21-25. Confronta 1 Pietro 1:22-25.
Ora vediamo come stanno le cose.
Gli Ebrei rimarcavano sempre il tempo in cui
facevano delle promesse. E Gesù indicò oggi quale
tempo della sua promessa. Tant’è vero che il ladrone
stesso gli aveva detto: «Gesù, ricordati di me quando sarai
venuto nel tuo regno!» (Luca 23:42).
E il ladrone, che era israelita, sapeva che il Messia
doveva venire in gloria a ristabilire il regno di Dio, e
sapeva che si trattava di un evento futuro. Infatti, dalle
sue stesse parole notiamo che stava chiedendo una
grazia che doveva avverarsi al ritorno di Cristo e alla
risurrezione dei morti.
Tutto ciò è confermato dai fatti accaduti dopo la
risurrezione di Gesù.
Infatti, Gesù fu risuscitato dopo tre giorni e tre notti
dalla sua morte (Matteo 12:40); e dopo la risurrezione
disse a Maria Maddalena di non essere ancora salito
in cielo, al Padre. (Giovanni 20:17).
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può uccidere non solo il corpo, ma anche l’anima
nella geenna. Il che vuol dire che l’anima non è
immortale, dato che può essere uccisa.
Quindi, i sostenitori dell’immortalità dell’anima
dovrebbero riflettere, perché quando citano Matteo
10:28 per sostenere che l’anima non può morire, non
fanno altro che dimostrare proprio il contrario!
3) In Matteo 27:50, Marco 15:37, Luca 23:46, Giov. 19:30,
Atti 7:59, Ecclesiaste 12:9 è detto che lo spirito viene
rimesso a Dio o che torna a Dio.
Tali espressioni non significano che alla morte
l’anima, intesa quale entità immortale, salga a Dio.
Significano, invece, che l’alito o principio vitale (o
soffio o energia vitale) o la potenza spirituale, alla
morte, viene a mancare, perché torna a Dio che l’ha
dato. Infatti, è scritto: «Tu ritiri il loro fiato e muoiono,
ritornano nella polvere» (Salmo 104:29).
4) Leggere 2 Corinti 4:16 ed Efesini 4:24.
Che cosa vuol dire Paolo quando parla del «nostro
uomo interiore» ed «uomo nuovo che è creato a immagine di
Dio»? Vuole forse dire che dentro il nostro corpo vive
un’altra entità, un altro essere interiore indipendente
creato appositamente da Dio? O parla, invece, di un
cambiamento, di un rinnovamento profondo della
nostra personalità, del nostro modo di essere, che
avviene mediante la potenza rigeneratrice dello
Spirito Santo?
Prova a leggere: Efesini 4:17-32; Colossesi 3:1-17;
Efesini 3:15-21 e 2:1-10; Colossesi 2:11-13; Romani
6:1-14 e 7:21-25. Confronta 1 Pietro 1:22-25.
5) Diversi testi biblici traducono il passo di Luca 23:43
in questo modo: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel
paradiso» (Versione CEI).
Gesù stava parlando al buon ladrone.
Secondo i sostenitori dell’immortalità dell’anima,
Gesù avrebbe promesso al ladrone che immediatamente dopo la morte, cioè quel giorno stesso, Egli lo
avrebbe portato con sé in cielo, in paradiso.
Gesù, è vero, ha fatto al ladrone la promessa che
sarà in paradiso con Lui. Ma quando lo sarà?
La frase originale in greco è la seguente:
«Veramente io dico a te oggi con me tu sarai in paradiso».
Ora vediamo come stanno le cose.
Gli Ebrei rimarcavano sempre il tempo in cui
facevano delle promesse. E Gesù indicò oggi quale
tempo della sua promessa. Tant’è vero che il ladrone
stesso gli aveva detto: «Gesù, ricordati di me quando sarai
venuto nel tuo regno!» (Luca 23:42).
E il ladrone, che era israelita, sapeva che il Messia
doveva venire in gloria a ristabilire il regno di Dio, e
sapeva che si trattava di un evento futuro. Infatti, dalle
sue stesse parole notiamo che stava chiedendo una
grazia che doveva avverarsi al ritorno di Cristo e alla
risurrezione dei morti.
Tutto ciò è confermato dai fatti accaduti dopo la
risurrezione di Gesù.
Infatti, Gesù fu risuscitato dopo tre giorni e tre notti
dalla sua morte (Matteo 12:40); e dopo la risurrezione
disse a Maria Maddalena di non essere ancora salito
in cielo, al Padre. (Giovanni 20:17).
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l`uomo è mortale o immortale?