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C'è Ric?
Gigi non è più tra noi
Bicintreno:
una spensierata pedalata sul Garda
che poteva finire male
I ragazzi curiosi dell’Alsazia
Tra Sile e Laguna in Bicicletta
Bicidinverno
42
novembre
ciclostile
BICIPLAN, finalmente si parte!
di Biagio D’Urso Presidente AdB
periodico degli Amici della Bicicletta di Mestre
In redazione:
Laura Borgo, Umberto Vio, Sandra Simeoni
Hanno collaborato:
Andrea Bonifacio, Loris Brunello,
Luigi Ceolin, Alberto Cresti,
Antonio Dalla Venezia,
Alberto De Grandis, Biagio D’Urso,
Gastone Farnea, Nicola Rossi, Aurora Tron, Luigi
Zanon, Nadia Zanoni e Massimiliano Manchiaro.
Foto:
Luca Conterio, Gastone Farnea,
Stefano Gerosa, Andrea Todaro,
Sergio Trabuio, Umberto Vio,
Archivio AdB Mestre
Ideazione grafica
Giulia Pedrocchi
Stampa
Arti Grafiche Venete
Venezia/Quarto d’Altino
foto di copertina:
lungomare di Viareggio,
ciclovacanza lungo la via Francigena
02
Finalmente dopo la sua presentazione ufficiale nel dicembre 2005,
sembra una eternità, si iniziano a costruire le prime tre piste ciclabili a norma:
- parco Piraghetto – Forte Marghera - Via Cavallotti Mestre
- Marghera Mestre - Via Dante
- Mestre Trivignano - Via Castellana
La fase amministrativa e progettuale sono arrivate alla fine del
loro iter burocratico e nel mese di ottobre 2008 vengono consegnati i lavori alla ditta che ha vinto l’appalto e si aprono i cantieri
per la costruzione.
Via Cavallotti, sarà la prima strada interessata a questo intervento
e si collegherà con Via Torino che a sua volta nel progetto si unirà
con Forte Marghera. A quando il ponte sul canal Salso? Il vulcanico
Venturini, presidente della Municipalità di Mestre Centro ha già il
progetto in tasca, ma riuscirà a trovare i finanziamenti necessari
per fare questa opera?
Il tracciato che va dalla Municipalità di Marghera e arriverà fino in
Centro Mestre, verrà migliorata, raccordata e risistemata ed anche
Via Querini avrà la sua pista ciclabile: si potrà andare alle Poste
Centrali di Mestre in bicicletta in tutta sicurezza, guadagnando in
salute e tempo.
Anche gli abitanti di Trivignano potranno arrivare fino a Mestre
utilizzando la bicicletta, infatti questo percorso, il più lungo dei
tre, sarà interamente nuovo e a norma, con segnaletica verticale e
orizzontale, e si raccorderà anche con la pista del nuovo ospedale
di Mestre.
Non resta che aspettare la prossima primavera per inaugurare
questi tracciati e gli Amici della Bicicletta saranno in prima fila.
Nel mese di Marzo 2009 in Viale Garibaldi riprenderanno i lavori
di riqualificazione della strada e il proseguimento della pista ciclabile già esistente, utilizzata da molti studenti che vanno a scuola
in bicicletta.
Spero che dopo questi interventi ve ne siano altri fino al raggiungimento dei 100 km innalzando la qualità della vita della nostra
Mestre. Un occhio particolare si dovrà dare alla manutenzione di
tutte le altre piste ciclabili del Comune di Venezia che necessitano di un restyling, in particolar modo la segnaletica orizzontale
con il pittogramma della bicicletta, intervento non molto costoso
ma sicuramente molto efficace. La richiesta formale è già inviata
all’Ufficio Biciclette.
Cosa resta da fare? Ancora molto:
- la ciclabile del Terraglio, partita bene ma insabbiata subito dopo
il sottopasso fino alla palestra giallo azzurra;
- il collegamento della ciclabile di Via Orlanda
- il collegamento di Campalto con il Parco di San Giuliano, sembra
che anche questi lavori siano a buon punto di realizzazione
- il collegamento da passo Campalto con il Bosco, utilizzando il
ponte in ferro provvisorio già esistente, che l’assessore ai lavori
pubblici ha disposto di lasciare, consentendo ai cittadini di utilizzare e vivere il nuovo bosco di Campalto;
- collegamento Marghera – Riviera del Brenta, FORTE TRON abbandonato a se stesso, in attesa di …?
- ultimo e non ultimo il raccordo fra la stazione di Marghera e il
ponte della libertà per andare a Venezia in bici, richiesto con forza
da nostri soci (592) i quali preferiscono andare al Lido in bicicletta
anziché a Jesolo in automobile. Non meritano un premio, Assessore alla mobilità? Che ne dice di un progetto di fattibilità? La nostra
associazione è sempre disponibile alla collaborazione anche per
questo progetto.
Vi segnalo in pillole altri eventi avvenuti in questi mesi:
- 3 Luglio, un ciclista Nepalese ha fatto tappa a Mestre e presso la
nostra sede, è stato accolto affettuosamente anche dalla comunità
nepalese;
- Richiesta di collaborazione dell’Ufficio biciclette di Mestre per re-
ciclostile 42
styling piste esistenti;
- Incontro con l’Assessore ai lavori pubblici Laura Fincato per il
ponte in ferro a Campalto;
- 20 Settembre pre inaugurazione della pista ciclabile Portegrandi
Caposile, progetto definitivo, con la sponsorizzazione della PROVINCIA DI VENEZIA, della CASSAMARCA e FONDAZIONE CA.RI.
VE. che credono fermamente nel progetto di una greenway Veneta
di cui troverete l’articolo in questo numero.
Vi rammento che stiamo preparando la FESTA DI FINE ANNO,
vi aspetto.
Un ponte e una calle
per arrivare a Forte Marghera
di Andrea Bonifacio
Nell’ultimo secolo il territorio mestrino ha avuto una continua trasformazione e si può senz’altro dire che, visto l’esito attuale, questo processo deve continuare: per completare la composizione di
un tessuto urbano all’altezza del ruolo centrale nel nord-est, ruolo
che già ha e che si può rafforzare, e per correggere gli errori-orrori
del passato.
Al miglioramento della qualità urbanistica corrisponde il miglioramento della qualità della vita. A questo concorrono anche mobilità, viabilità e accessibilità dei luoghi significativi della città, e
questi sono alcuni dei motivi che ci portano a suggerire un piccolo
ripensamento al piano per le piste ciclabili di Mestre, che questo
intervento vuole proporre.
Al centro della proposta c’è Forte Marghera: più di trenta ettari di
aree verdi con numerosi edifici di grande interesse storico architettonico che la cittadinanza sta lentamente scoprendo. Ma non
è solo questo: Forte Marghera è stato costruito a partire dal 1805
per proteggere Venezia dai potenziali attacchi dalla terraferma e
a più riprese sono stati costruiti intorno ad esso numerosi altri
forti andando a creare il Campo trincerato di Mestre. Questo è
stato dismesso dall’esercito da anni e costituisce oggi forse l’unico
sistema in grado di dare al territorio, attraverso il suo riutilizzo
pubblico, memoria storica e identità culturale.
Ma Forte Marghera si trova al centro anche di altri due importanti
sistemi urbani:
1) trovandosi a metà della linea che congiunge Venezia a Mestre,
il forte rappresenta il centro della città anfibia, somma di Venezia
e di Mestre, ed essendo esso stesso anfibio, si presta bene allo
scopo anche dal punto di vista simbolico.
2) Si sta sviluppando e realizzando un grande processo di trasformazione che coinvolgerà Porto Marghera a partire dal Vega Parco
tecnologico, ha già creato il Parco di San Giuliano, per arrivare
fino a Tessera; anche questo sistema, che è stato chiamato Venice
Waterfront, vede al proprio centro il complesso di Forte Marghera.
Quest’ultimo si conferma come uno dei luoghi significativi della
città, e lo sarà sempre di più.
Quale mobilità, viabilità e accessibilità è prevista per raggiungere
questo monumento?
Negli ultimi due secoli il forte è stato un luogo inaccessibile e certamente non era previsto nessun flusso di visitatori. Attualmente
Via Forte Marghera è ancora servita dalla sola linea 9 degli autobus ACTV, che ha una frequenza ed un percorso non sufficienti
dato il costante aumento di attività che si realizzano nel forte e di
pubblico che vi si reca. Si potrebbe pensare di far passare una linea che congiunga direttamente il centro di Mestre con Venezia, e
ne trarrebbero beneficio anche i molti pendolari. Si dovrà pensare
anche ad un collegamento tra il forte e Venezia via acqua.
Ma da subito è necessario provvedere a collegare il forte al circuito
delle piste ciclabili mestrine. Questo non per la
scarsa dotazione di parcheggi del forte ma perché la bicicletta è il mezzo di locomozione ideale,
soprattutto in una città come Mestre, a patto che
ci siano le piste ciclabili.
Basta dare uno sguardo alla mappa delle piste ciclabili di Mestre per capire che nel nostro caso la
soluzione consiste nel rendere fruibile il sentiero
che attualmente attraversa la lunetta a nord di
Forte Marghera (si tratta di un terreno del Demanio attualmente in concessione a un privato)
collegando il forte con la prima fermata di Viale
San Marco della linea ACTV n. 12 e con la pista
che porta al Parco di San Giuliano e al centro di
Mestre.
Inoltre risulta necessario modificare il progetto
della parte finale della pista di Via Torino, che
attualmente è previsto vada a morire sul Canal
Salso. Dovrebbe invece piegare a est ed essere collegata a Forte Marghera attraverso la previsione di un ponte ciclopedonale che la porta
all’ingresso del forte e quindi a Viale San Marco.
Sarà quindi possibile creare un nuovo percorso
di collegamento tra il centro di Mestre e il Parco
di San Giuliano, e collegare il Waterfront lagunare da Campalto fino al Vega Park, con la prevista
stazione della SFMR (servizio ferroviario metropolitano regionale) e gli sviluppi futuri di Porto
Marghera.
Tutto questo con trecento metri di pista ciclabile
e un ponte.
Mappa delle piste ciclabili dettaglio tratto dall’opuscolo
BICIPLAN
Piano Ciclabile Comunale
03
ciclostile 42
Passante verde
di Alberto Cresti e Loris Brunello
dall’alto:
immagini di via Cavallotti e via Miranese
04
Via Cavallotti: nuova pista,
nuovi marciapiedi
e nuovi passaggi pedonali
di Umberto Vio
bicinotizie dal territorio
In via Cavallotti, dopo una fase
sperimentale, sono stati realizzati la nuova
pista ciclabile e il rifacimento dell’attiguo
marciapiede, che risultava estremamente
logorato. Di particolare apprezzamento è la
realizzazione del passaggio pedonale rialzato
nell’incrocio tra via Cavallotti e via Dante.
Questa soluzione offre una maggiore sicurezza per i ciclisti e i pedoni che attraversano via Cavallotti; è anche da notare l’installazione di piccoli cartelli che indicano la
meta finale della pista, in questo caso piazza
Ferretto e il centro commerciale Panorama.
Via Miranese:
primi passi della pista ciclabile.
di Umberto Vio
In via Miranese le novità non mancano:
l’assessore alla Mobilità Enrico Mingardi ha
mantenuto la promessa fatta a primavera
di realizzare la pista ciclabile restringendo
la sede stradale riservata ai veicoli. La pista
per ora è evidenziata dalle linee gialle e
dai loghi della bicicletta, in seguito sarebbe
auspicabile una difesa della sede ciclabile più
strutturata. Con questa soluzione la percorribilità della pista è lasciata all’educazione degli automobilisti, che speriamo non la usino
come parcheggio per autovetture. Un’altra
novità sono le boe centrali
nei passaggi pedonali, questa soluzione
andrebbe estesa in tutte le vie con intenso
traffico di attraversamento.
Se forse è noto a tutti che entro l’anno è prevista l’inaugurazione
del passante autostradale di Mestre, meno nota appare la tematica del cosiddetto “PASSANTE VERDE DI MESTRE”.
Trattasi di un’importante opera di corredo prevista per creare una
zona contigua al passante stesso che svolga la funzione di “intercapedine” verde a protezione di un territorio, quello veneto,
ad alta vocazione agricola con molti borghi storici interessati dal
passaggio del “passante”(si perdoni il gioco di parole).
Per la realizzazione di tale opera risultano preventivati 40 milioni
di Euro, la metà dei quali sono già stati stanziati. E’ dunque ben
prevedibile che qualcosa si faccia.
Uno degli attori principali di tale progetto risulta essere la Coldiretti.
Come sempre le opere di nuova viabilità, come appunto il passante di Mestre, se da un lato nascono dalle esigenze di un traffico
convulso e da una diffusa proliferazione abnorme del trasporto
su gomma accentuata dalla globalizzazione e dall’espansione dei
consumi, (anche superflui) dall’altro finiscono coll’intercettare e
tagliare vecchie vie di comunicazione locale, devastare il territorio
e distruggere irreparabilmente angoli residui di mobilità dolce nel
territorio intercittadino della campagna veneta o di quel poco che
di essa è rimasto tra un centro commerciale ed un’area industriale
ingolfata di cemento.
Basta guardare una cartina raffigurante il Passante per capire quale è il suo grado di impatto sul territorio e quanto importante sia
una corretta realizzazione del “Passante verde” compatibile con
l’elevata vocazione cicloturistica del Veneto. Tanto per fare qualche esempio ricollegandosi ai soli percorsi ciclabili lungo le vie
d’acqua, da Ovest ad Est, il Passante interseca alcune delle principali direttive ciclabili della Regione.
Mentre i fiumi ed i loro percorsi, per esempio la riviera del Brenta
(Da Venezia a Padova); Il fiume Tergola (da Stra a Cittadella); Il
Dese, il Sile, Il Piave; il Livenza; etc. etc. diventano assieme ai sedimi delle ferrovie abbandonate per corsi findamentali del viaggio
ciclistico, una linea di intersezione si potrebbe trasformare invece
in una utile congiunzione tra gli stessi.
E’ di fondamentale importanza che il PASSANTE VERDE sia anche
un passante CICLO-VERDE.
Ciò non avverrà se non cresce il livello d’attenzione e non si apportano i suggerimenti opportuni affinchè non si tratti solo di opere
costose ma soprattutto di opere utili eseguite con intelligenza ed
opportuna preveggenza dei problemi legati all’inquinamento.
A Mestre sono tornate le lucciole
di Alberto Cresti
Di quelle vere ormai se ne è persa quasi ogni traccia, vittime come
i grilli, le coccinelle e chissà che altro, dei pesticidi.
Di quelle del “Terraglio” pare che la vita si sia fatta più dura.
Invece non so se vi siete accorti delle nuove lucciole che si aggirano nel primo buio delle nostre sere mestrine di questo tiepido
autunno?
Quasi nessun rumore le accompagna; solo, a volte, qualcosa simile ad un leggero cigolio.
Sono spesso bianche o gialle, lampeggianti ma anche arancioni od
anche fisse nella loro bassa luminosità.
Volano di solito a mezza altezza, raramente ondeggiano, a volte
svicolano.
Son lucciole moderne ma di quel moderno che non sporca, che diffonde nell’aria un’alone di serenità e di lento ma sicuro incedere.
Sto parlando, non so se le avete notate anche voi, delle luci delle
nostre biciclette in allegra, vivida e vivificante scia nelle piste ciclabili di una città che sta cercando di farsi bella.
Viva le lucciole e chi le porta in giro.
ciclostile 42
Gruppo Scuola ADB Mestre
Ieri e domani. Bilanci e prospettive.
di Germana Prencipe, referente Gruppo-scuola
email: progetti.educazione@fiab-onlus.it
In alto:
le attività del gruppo
nelle scuole
05
Quante automobili
di Alberto Cresti
L’Italia è il paese europeo con il più elevato tassi
di motorizzazione. Secondo i dati raccolti da uno
studio condotto dall’AIRP, l'Associazione Italiana
Ricostruttori Pneumatici, a fine 2007 il nostro
Paese contava su una media di 60 autoveicoli
ogni 100 abitanti.
A livello regionale la classifica è guidata dal Lazio
con 69 auto ogni 100 persone, seguito da
Umbria (67) e, a pari merito, Piemonte e Valle
d’Aosta (64). La Lombardia - la regione con il
maggior numero di abitanti - è soltanto al
decimo posto. Ultima la Liguria, con 52 auto ogni
100 cittadini.
Come si legge in nota dell’ AIRP, il primato
europeo dell’Italia si associa inevitabilmente a
diversi aspetti negativi legati al traffico e alla
resa stradale, andando ad incidere marcatamente sul tasso di inquinamento. Secondo
l’Associazione un tale tasso di motorizzazione
comporta la necessità di “incentivare comportamenti e consumi virtuosi in termini ambientali,
come l’uso del gas piuttosto che benzina e gasolio o il sistematico controllo dei pneumatici per
ridurre i consumi e le emissioni di anidride
carbonica”. L'Italia, che nel mondo risulta essere
seconda solo agli Stati Uniti, è davanti a
Germania (57 auto ogni 100 abitanti), Gran
Bretagna (51) e Francia (50).
bicinotizie dal territorio
Al suo secondo anno di attività il gruppo scuola AdB Mestre è
oggi costituito da una squadra di soci ADB a prevalenza femminile
(10 giovani donne: educatrici ambientali, insegnanti, studentesse
universitarie e laureate a vario titolo e 3 uomini esperti meccanici
per professione e/o per hobby). Le socie hanno svolto attività di
educazione alla mobilità sostenibile e si sono distinte per la capacità comunicativa, per la passione per la bicicletta quale mezzo di
trasporto ecologico, in piena armonia con l’ambiente.
Gli esperti meccanici hanno realizzato con gli alunni di scuola medie inferiori e delle classi IV e V delle primarie dei mini laboratori
di conoscenza pratica della bicicletta: riparazione di una foratura
e/o di un freno, istruzioni per un’adeguata manutenzione in vista
di una gita scolastica o di una cicloescursione, avvio di buone pratiche e di utili precauzioni di sicurezza prima di una pedalata.
Si sono incontrate 102 classi delle scuole primarie e 26 tra scuole
secondarie di primo grado, scuola primaria e scuole dell’Infanzia.
L’intervento formativo ideato e sperimentato nel 2007 è stato
implementato nell’anno 2008 con un’iniziativa di educazione alla
Mobilità sostenibile sostenuta dall’assessorato alla Mobilità del Comune di Venezia. L’iniziativa faceva parte delle attività del progetto comunitario CIVITAS MOBILIS a cui il Comune di Venezia
ha partecipato. Nello specifico il progetto ha promosso la Mobilità
Sostenibile in 5 città europee: Venezia, Tolosa, Debrecen, Lubiana, Odense. All’interno di questo progetto è stato realizzato un
fascicolo operativo per bambini “Percorso didattico di educazione
alla mobilità sostenibile per il benessere delle persone e dell’ambiente” che è stato già consegnato ad oltre 2000 alunni delle scuole primarie del Comune di Venezia, assieme a un utile fascetta
catarifrangente e alla patente del bravo pedone e ciclista per chi
ha superato i quiz di verifica, al termine del percorso formativo.
I contenuti del percorso erano differenziati per classi di livello. Il
tempo previsto per l’attività per ogni classe era di due incontri di
due ore, esso è stato purtroppo troppo breve per rispondere all’interesse espresso da molti alunni.
L’entusiasmo degli alunni e la loro attiva partecipazione all’iniziativa é stato il maggior successo ricevuto dai soci del gruppo scuola
e, a tutt’oggi, li sprona a continuare ad approfondire i temi della
sicurezza dei percorsi casa scuola, a sensibilizzare i bambini e gli
adulti alla promozione di piste ciclabili, a iniziative di pedibus e
bicibus per rendere effettivo il diritto alla strada dei bambini. Con
l’assessorato all’Ambiente della Provincia di Venezia è stato realizzato il progetto “Il diritto alla strada di pedoni e ciclisti” che ha
permesso a 26 classi di conoscere il territorio pedalando. A queste 26 classi si è offerto l’accompagnamento in cicloescursioni di
mezza giornata o di una giornata intera attraverso 5 itinerari con
percorsi in bicicletta di circa 8 km o al massimo di 35 km anche
con l’uso anche di mezzi collettivi quali la barca. Con grande sorpresa 7 classi della scuola dell’Infanzia hanno richiesto l’accompagnamento degli Amici della bicicletta per attuare semplici percorsi
di abilità nei cortili scolastici a conclusione dell’anno scolastico e/o
in piste ciclabili che raggiungessero i parchi per un pic nic e/o per
una festa in compagnia in presenza dei genitori.
Per la scuola Cesare Battisti del Centro di Mestre, l’“Amica bicicletta” è stata la protagonista del progetto continuità tra la scuola
materna e la scuola primaria.
Il gruppo scuola Adb ha contributo con piacere alla sperimentazione mirata e guidata di conoscenza della bicicletta per preparare i
piccoli alunni a pedalare da casa-scuola in via Dante in una delle
più belle ciclabili di Mestre.
Il Gruppo-Scuola AdB Mestre domani si prepara a continuare
l’esperienza di educazione alla mobilità sostenibile.
Sono graditi i contributi di nuovi soci/e che volessero affiancarsi
in iniziative innovative e di qualità per promuovere l’uso della bicicletta e della mobilità sostenibile.
Il prossimo progetto con la Provincia “In bici per
l’ambiente” è in fase di programmazione per
l’anno 2009 e vuole rispondere ai bisogni di movimento, di ecologia, di aria pulita, di rispetto
dell’ambiente e alle domande di molti alunni che
su positiva indicazione di alcuni loro insegnanti
hanno compreso che l’educazione stradale centra con la scelta del mezzo di trasporto e con
l’ambiente.
Ora l’obiettivo un po’ ambizioso, ma stimolante è quello di costituire un gruppo affiatato che
possa mantenere una formazione permanente e
formare altri soci/e per promuovere la cultura
dell’educazione alla mobilità sostenibile.
ciclostile 42
BICIDINVERNO 2008/2009
di Sandra Simeoni
Parte, anche quest’anno, “Bicidinverno” con la cena di fine anno e
con una serie di attività varie aperte a tutti e per tutti i gusti.
Faremo, innanzitutto, delle escursioni in bicicletta nei dintorni e
l’ultima alle porte della primavera, come di consueto, al Lido; due
passeggiate la prima a novembre con i bastoncini per provare
la tecnica “nordic walking” e poi a febbraio con le ciaspe sulla
neve.
Due uscite culturali la prima a dicembre a Brescia per vedere la
mostra dedicata ai disegni e ai dipinti di Van Gogh e la seconda a
febbraio a Venezia per visitare una sua parte meno nota ai più, ma
sicuramente interessante e preziosa.
Sono programmate poi diverse serate di proiezione filmati e foto di
viaggi in bici dei nostri soci e di ciclisti che hanno affrontato viaggi
in terre lontane a volte poco conosciute e affascinanti.
I sabati pomeriggio sono per lo più riservati alla presentazione di
libri o iniziative varie e a marzo a un corso pratico di riparazione
di una ruota bucata.
Diverse occasioni quindi per incontrarci e trascorrere qualche ora
assieme; superfluo dire che vi aspettiamo numerosi.
Servizio punzonatura biciclette
bicinotizie dal territorio
06
La punzonatura, il sistema individuato dal Comune per l’identificazione delle biciclette, diventa un servizio permanente a Mestre
a partire dal 7 giugno 2008; l’attività viene garantita al Bicipark
aperto da A.S.M. a fianco della stazione ferroviaria, il martedì mattina e il sabato pomeriggio al costo di 2 Euro.
Oltre alla punzonatura del telaio il Comune ha costituito anche il
“registro delle biciclette”, il sistema di identificazione dei velocipedi circolanti nel comune tra Mestre e il Lido e che permette di
rintracciare i proprietari di bici rubate; infatti con la punzonatura
si appone il proprio codice fiscale sulla canna della bicicletta con
tanto di bollino antifurto. Il cittadino ottiene inoltre una card con
un codice a barre che viene marchiato dalla punzonatrice sulla
canna.
Per ottenere questo servizio basta presentarsi con la tessera magnetica sanitaria.
Per informazioni contattare A.S.M. allo 041976844 oppure scrivere a [email protected]
Danilo, ciclista e autista
intervista di Laura Borgo
Per il viaggio in Alsazia e Lorena con le bici al seguito, fino alla tappa di partenza a Lorrach, ci ha guidato Danilo, titolare della Ditta
Termalbus, che fornisce bus e carrello portabici al seguito,
Noi degli AdB lo conosciamo dal 2002 e con lui andiamo sicuri che
le nostre adorate bici ci accompagnino e giungano con noi a destinazione, senza subire traumi.
Colgo l’occasione per farvi conoscere meglio Danilo, il quale da
giovane amava correre in bicicletta. Nel 1990, aveva costruito con
l’aiuto del padre meccanico, che gestiva un’officina, il primo carrello portabici in Italia, su modello di quelli che aveva visto usare
in Olanda. Riuscì a farlo omologare per il trasporto di ventisette
bici. Con la sua opera, negli anni ’90, collaborava come autista
di bus turistici con l’amico Ermes Paganelli, che gestiva l’agenzia
Viaggi Alice nel Paese delle Meraviglie in quel di Treviso: erano i
primi a proporre viaggi con bici al seguito. Dopo qualche anno,
l’incremento del lavoro gli ha permesso di mettersi in proprio, con
la collaborazione attiva della moglie e della figlia, ad Abano Terme.
Attualmente i carrelli portano una cinquantina di bici; il cicloturismo è talmente diffuso che Danilo lavora da marzo all’autunno
inoltrato e in tutta Italia, a volte anche con gruppi stranieri.
“Se siete contenti parlatene, se non lo siete, fatelo lo stesso…è
sempre pubblicità!” mi dice a conclusione della chiacchierata.
ciclostile 42
Nati da poco
Associazione Amici della Bicicletta
di Treviso
di Luigi Ceolin
Arriva lo sherpa ciclista
Direttivo ADB
Si chiama Furtemba sherpa, come i trasportatori che affrontano le
vette dell’Everest. Ma la sua missione, altrettanto faticosa, si compie
dal 2006 a bordo di una bici con carrelino, piena di bandiera dei
paesi che ha attraversato. Il nepalese ciclista ha fatto tappa anche
nelle nostra sede, dopo aver già percorso 34 mila chilometri per
mettere in contatto cittadini di nazioni diverse con la comunità
nepalese nel mondo. Il suo obiettivo sono 200 mila chilometri a due
ruote. Ad attenderlo curiosi mestrini e numerosi connazionali nepalesi. La prossima tappa, Roma.
in alto: momenti delle attività degli AdB di Treviso
da “Il Vigile Urbano
n. 11” – novembre 2007
a cura di Alberto Cresti
07
Ci sembra opportuno
segnalare i risultati di
un'indagine realizzata dall'Asap - Associazione
amici della polizia stradale, in collaborazione con
la rivista "II Centauro", sulla base di dati
dell'Istat. Secondo la ricerca, in tre anni, in Italia,
sono stati quasi mille i ciclisti vittima di incidenti.
Nel solo anno 2005 si sono registrate 317 morti
per investimenti, più del doppio del gruppo di
ciclisti partecipanti al Giro d'Italia, mentre il
numero dei feriti è stato addirittura di 12.476, con
un incremento di più del 6% rispetto all'anno
precedente. Fra i 317 velocipedisti che hanno
perso la vita i maschi sono stati 239 (75,4%) le
femmine 78 (24,6%). Nei 317, devono essere
altresì annoverate 15 vittime fra i bambini che
andavano in bici dai 4 ai 14 anni (13 maschi e 2
femmine). Sono state invece ben 161 le vittime
fra i ciclisti over 65, pari al 50,8%. Fra gli anziani
122 erano maschi 75,8% e 39 le femmine 24,2%.
La percentuale dei ciclisti sul totale delle vittime
della strada è passata dal 5,3% al 5,8% dei morti
e dal 3,7% al 4% dei feriti.
Secondo il Presidente dell'Asaps, Giordano
Biserni, "... è probabile che sugli incidenti ai
velocipedi incida anche un maggior traffico
sempre meno attento verso questa categoria di
utenti" ma poi giustamente aggiunge che deve
essere tenuta in debito conto anche "... una parte
di responsabilità degli stessi ciclisti, spesso
inosservanti delle più elementari regole della
strada che pur vigono anche per questa categoria, ma vengono interpretate in modo molto
approssimativo e disinvolto. E’ poi ancora insufficiente l’estensione in molte regioni di piste
ciclabili”.
bicinotizie dal territorio
L’anno scorso ci siamo presentati, organizzando una piacevole
serata, grazie soprattutto all’infaticabile aiuto dell’amico Luciano
Renier con il quale abbiamo esposto i principali obiettivi della
Fiab, puntando molto sulla mobilità sostenibile piuttosto che sul
carattere ludico delle gite. A conclusione, abbiamo proiettato un
video di circa 50 minuti, in cui il sottoscritto ed altri due compagni di sventura hanno raggiunto Ljubljana da Calalzo di Cadore
in cinque giorni, naturalmente in bicicletta.
Tornando alla nostra associazione, grazie alla Vicepresidente Anna
Paola Demattè, abbiamo trovato ospitalità ”provvisoria” presso
la sede del Cai in piazza Signori, proprio in centro dove ancora
oggi continuiamo a trovarci ogni giovedì dalle 18.00 alle 19.00,
per le riunioni e le eventuali nuove iscrizioni. Quindi, incoraggiati
dalla discreta affluenza avuta nei primi mesi di costituzione e
grazie al cospicuo interessamento ricevuto durante Bimbimbici
2007, a cui abbiamo lavorato con ben cinque scuole aderenti,
abbiamo stilato un primo programma di gite giornaliere.
Purtroppo abbiamo riscontrato scarsa partecipazione dei soci,
contrariamente alle aspettative dovute all’entusiasmo rivoltoci
inizialmente: ne stiamo ancora analizzando le possibili cause,
tra cui riteniamo di annoverare sicuramente la poca pubblicità
e forse anche la lunghezza eccessiva dei percorsi che può avere
spaventato più d’uno (comunque erano sempre entro i 50 – 70
km e tutti interamente pianeggianti).
Il fatto che diverse gite tendevano verso l’entroterra veneziano,
frutto dell’esperienza collaudata del già citato amico Luciano al
quale, essendo noi alle prime armi, ci eravamo affidati in questa prima fase. Peraltro, una delle poche gite con discreto successo era stata interamente studiata da noi e si profilava nelle
campagne adiacenti partendo direttamente da Treviso. Inoltre,
ipotizziamo la poca dimestichezza e conseguente diffidenza riscontrata tra i trevigiani rispetto alla formula bici più treno - pur
essendo Treviso un buon punto strategico ferroviario per raggiungere mete appetibili quali il Friuli o le colline coneglianesi,
per cui molti sono “cascati dalle nuvole” appena si era accennato
alla possibilità di usufruire di questo servizio.
Solo recentemente si sta verificando un’inversione di tendenza,
grazie anche alle capacità e disponibilità del nostro webmaster
Giampietro, creatore del nostro sito ora facilmente raggiungibile
su http://www.amicidellabicicletta.eu/>, sito che ha attirato diversi visitatori. Ne è la prova che all’ultima ciclomanifestazione
del Sile, grazie al patrocinio delle province di Venezia e Treviso e
alla puntuale collaborazione della Fiab di Mestre, si sono presentati ben 21 persone interessate che sicuramente (ormai nel prossimo anno) si aggiungeranno alle file dei gia nostri 30 iscritti.
Sono rimasti tutti entusiasti di questa giornata in cui tutto è an dato liscio, a parte qualche inevitabile foratura, prontamente riparata dai nostri team.
Chissà che per l’anno venturo si raccolgano i frutti di questo lavoro!
La mia Olanda
di Gastone Farnea
Costretto da un fastidioso mal di schiena a rimanere bloccato a
casa, mi sono venute alla mente due, tre righe “about” il nostro
sogggiorno olandese e che, se unite alle impressioni di viagggio
di qualche altro nostro componente più letterato di me, potrebbero costituire lo spunto per un articoletto a ricordo della nostra
vacanza.
“OLANDA. Non è affatto la nazione piatta e monotona nella quale
ci sono i mulini a vento, le dighe, i polders, i tulipani, Amsterdam
e Van Gogh.
L’ Olanda che abbiamo visto noi, invece, è una terra ricca di boschi, dune, brughiere e di dolci paesaggi che si fondono con grande armonia in una varietà di interessi che ti invitano a sostare, a
gustare ogni angolo e a rallentare il tuo ritmo.
Ogni parco naturale, ogni casetta col tetto di paglia o centro abitato sembra esser concepito per esser fruito al meglio: la incredibile
sensazione di spazio, le piste ciclabili, le acque si trasformano in
spettacolo e occasione per trascorrere il tempo.
Altro che paese museo da guardare e non toccare; questo è il paese delle vacanze…in bici naturalmente !”
Che te ne pare Eliane ? Se lo ritieni opportuno trasmettilo a chi di
dovere, altrimenti rimarranno le due , tre righe di un qualsivoglia
turista che ha percorso, assieme ad alcuni gaudenti amici, un pò
di Olanda in bicicletta!
Quel magnifico viaggio....
in alto: immagini dall’ Olanda
raccontinbici
08
Bicintreno:
quando una spensierata pedalata
sul Garda
si trasforma in un’odissea
di Nicola De Rossi
Viale San Marco 12 - Mestre - Venezia
tel/fax 041.961467
Il treno riparte mentre i cicloturisti scendono e uno di loro si fa
male: un miracolo che non sia finita peggio. Domenica da incubo
alla stazione di Mestre per un gruppo di dieci persone, con una
bimba di tre anni, di rientro da una gita con la bici a Peschiera del
Garda: a denunciare il fatto una di loro, Paola Colla, maestra di
Olmo di Martellago.
La comitiva per raggiungere la meta aveva scelto il treno, prenotando i biglietti in convogli con il servizio-bici: partiti sabato da
Mestre, l’altro ieri per tornare hanno preso, alle 18.50, il Regionale
da Peschiera. «Il viaggio è iniziato male dice Colla Prima il cambio
all’ultimo momento del binario d’arrivo che ci ha costretto a correre, con le bici in spalla, per salire. Poi, mentre saliamo, le porte
che tutto d’un tratto si chiudono: gridando siamo riusciti a richiamare la capotreno, che con la chiave ha tenuto aperte le porte per
farci salire».
Dato il precedente, i cicloturisti all’arrivo a Mestre, alle 20.30,
si preparano per tempo. «Ma mentre stiamo scendendo il treno
all’improvviso riparte per Venezia, con tre di noi che non sono
riusciti a scendere e una bici mezza dentro e mezza fuori la porta,
rimasta aperta. Ho dovuto percorrere tutto il convoglio, fin quasi
a Santa Lucia, per trovare il capotreno, che alle nostre proteste
ha risposto di non essersi accorto che c’erano ancora persone che
stavano scendendo», lamenta la maestra.
Ma oltre all’ansia e ai disagi, tra cui quello di dover riprendere un
treno per tornare a destinazione, al ritorno a Mestre i reduci fanno
un’altra scoperta: uno del gruppo, un 75enne di Mestre, cardiopatico e diabetico, l’ultimo che ce l’aveva fatta a scendere, con la
partenza improvvisa del treno, si è fatto male e gli si è riaperta
una ferita alla gamba dovuta a un recente intervento: ha fatto denuncia in stazione e ieri si è dovuto rivolgere al suo medico.
«Allucinante: posso capire che succeda una volta, ma due nello
stesso viaggio lamenta la maestra Colla Trenitalia fa proclami sul
viaggio sicuro in treno per i ciclisti, ma poi è questa la considerazione che c’è nei loro riguardi?».
ciclostile 42
Ragazzi curiosi in Alsazia
intervista di Laura Borgo
Focus 08/2008
Imparare ad andare in bicicletta è una delle tappe
di crescita dei bambini. I metodi di insegnamento
sono molti: da speciali “manici”sulla bici per farla
reggere da un adulto, alle classiche rotelle. Ma il
più efficace è….togliere i pedali. A ruota libera.
In questo modo i bambini potranno usare la bici
come un monopattino su cui sedersi:spingendosi
da soli con i piedi, sperimentano brevi tratti in
equilibrio, con le suole vicino la terreno. Quando
acquistano più sicurezza, si possono rimontare i
pedali: e non soffriranno
il “distacco” delle rotelle.
09
raccontinbici
In una nuvolosa settimana del luglio scorso, la ciclovacanza in Alsazia e Lorena ha coinvolto un’ottantina di adulti per 400 km. Tra loro
c’erano quattro ragazzini e una bimba tenace di sei anni e mezzo,
Rachele. Per me è stato inevitabile voler conoscere meglio questi
cicloturisti in erba e capire a da cosa veniva l’entusiasmo che manifestavano nel pedalare avanti e indietro lungo la lunga fila che formavamo, serpeggiando a ridosso di fiumi e canali, tra campi di orzo
e, nelle ultime due tappe, attraverso i boschi del Parco Naturale dei
Vosgi, su e giù per colline tra silenziosi paesetti in terra di Lorena.
Vi presento per prima Rachele, che è venuta con la sua bici rosa per
farsi qualche km con le sue forze, ogni mattina ad inizio tappa; la
sua bici veniva poi agganciata alla ruota posteriore della bici di papà
Renzo, mediante un attrezzo prefissato – chiamato follow me - e
composto di due parti che, chiuse a libro quando non si usano, si
aprivano all’occorrenza per agganciare con il pezzo mobile la ruota
anteriore della biciclettina rosa. Papà Renzo, con stoica determinazione l’ha trainata per le prime quattro tappe da Lorrach, situata
appena fuori il confine Svizzero a ridosso di Basilea, fino a Saverne.
Dal sesto giorno, il percorso si preannunciava più impegnativo per
tutti, che ormai sentivano nelle gambe - e non solo - i primi quattro
giorni di strada; quindi alla partenza da Saverne, Rachele è stata
messa sul seggiolino posteriore della bici paterna. Questi passaggi
al traino non sminuiscono la forza della bimba che comunque si è
fatta 400 km in sella, con tappe giornaliere da 90 a 50 km, solo
l’ultimo giorno abbiamo percorso 30 km. Rachele ha partecipato a
questo viaggio con entusiasmo, sebbene sia voluta venire solo per
emulare la sorella Erica. Mi ha detto che le sono piaciuti gli alberghi
più eleganti, dove la sera a cena poteva sfoggiare i suoi vestitini e
le sue acconciature femminili e luccicanti; ha apprezzato il verde
cittadino di Friburgo. La sera si sentiva stanca, aveva male alle
braccia e al collo, un po’ anche al sedere; spesso si addormentava
sul tavolo della cena.
La sorella Erica, ha 12 anni e frequenta la seconda media ed essendo la più grande è una veterana delle gite cicloturistiche. In passato, ha scritto le sue impressioni sulla vacanza in Borgogna, (cfr. Ciclostile n. 39/07). Talvolta tenta di convincere le amiche scettiche:
“Bisogna provare quanto è bella l’esperienza del viaggio in bici”, mi
dice e mi racconta una aneddoto. A scuola, durante un intervallo,
con un paio di amiche stava guardando la cartina della Francia, alla
ricerca della collocazione di Parigi; lei inizia allora a fantasticare – a
voce alta - una gita in bici lungo i viali della capitale francese, subito
interrotta dalle amiche: “Che noiosa sei, a Parigi si va a fare shopping!” , “Non capiscono”, commenta rassegnata.
Mattia ha 13 anni e va in terza media, pratica regolarmente il nuoto
e lo judo. Era felice di essere venuto in vacanza col papà Massimo:
era la prima volta in cui intraprendeva un viaggio in bici così lungo!
Per lui non era una gran fatica, si è divertito molto a correre in bici,
a fare le impennate sulla ruota posteriore, sempre pieno di vitalità.
Si è anche prestato a farsi spingere dal papà per decine di km sulla
bici col cambio avariato di un partecipante, al quale ha dato in cambio la sua, per poter raggiungere l’officina di un meccanico francese.
Nonostante il lungo contrattempo, lui si è sempre divertito.
Fabrizio ha 16 anni e va in III liceo scientifico. Era alla sua terza
esperienza di ciclovacanza, soddisfatto di vivere quella che per lui
rappresentava un’avventura, che può affrontare in compagnia di
tanti amici. “È meglio viaggiare in bici per scoprire nuove terre non
ancora viste.” dice e poi confessa sommessamente: “Mi piacerebbe
incontrare molti altri giovani tra gli Amici della Bicicletta.”
Francesco che ha 15 anni e frequenta l’Istituto di Agraria, è un socio
AdB veterano come Erica. Anche lui, come Fabrizio, ama viaggiare
in bici “per conoscere posti nuovi e mi piacerebbe farlo con gli amici” , dice riferendosi ai suoi amici, che sarebbero curiosi di venire
con lui alle ciclogite, ma poi i genitori non li accompagnano. Francesco è consapevole che andare in bici non inquina e coglie l’occasione
di questa intervista per invitare i ragazzi a raggiungerlo tra gli Amici
della Bicicletta.
Che dire, erano solo cinque tra ottanta, ma che forza!!!
Come insegnare ai bambini ad
andare in bici
Lungo il taglio del Sile,
in bicicletta
tra fiume e barene.
di Laura Borgo
Sabato 20 settembre si è svolta la manifestazione che ha avuto grande successo, con la
partecipazione di circa 200 cicloturisti provenienti da Mestre, Venezia, Treviso, S. Donà e
da località limitrofe. La manifestazione è stata
curata dall’assessorato alle Politiche Ambientali
della Provincia di Venezia, attraverso il Bike
Office, in collaborazione con le associazioni
FIAB : gli AdB di Mestre, quelli di Treviso “In
bici per l’ambiente” e quelli di S. Dona’ di Piave
“Vivilabici”.
Alla tappa di Altino, sono venuti a salutarci le
personalità politiche locali coinvolte nel progetto della via verde-azzurra che unirà Treviso a
Punta Sabbioni via Jesolo; mi sono sembrate
felici di concludere con successo un progetto
che rischiava di restare un desiderio. Il cicloturismo sta vivendo una stagione di successo e
grazie ai contributi delle rispettive Fondazioni
di CassaMarca e della Cassa di Risparmio di
Venezia, le Amministrazioni Comunali coinvolte
dal percorso ciclabile potranno ritirare fuori
dal cassetto i loro rispettivi progetti, dei quali
alcuni trattisono già stati avviati fin dagli inizi
del 2000, e raccordare gli interventi.
Abbiamo incontrato per i saluti e ci
hanno seguito poi per un tratto
di pedalata assieme:
Davide Zoggia, Presidente della
Provincia di Venezia, che ha messo in
risalto l’importanza di un percorso
naturalistico in un territorio peculiare
come è quello della Laguna nord
ricco di valli da pesca, percorso che, dall’altro
capo, offre l’opportunità di conoscere anche
Treviso e l’entroterra trevigiano, luoghi di sicuro richiamo turistico;
raccontinbici
10
Ezio Da Villa, Assessore alla Mobilità e alla Politiche Ambientali della Provincia di Venezia, anche lui molto vicino alla filosofia Fiab, è
venuto in bici con il figlio; ha ricordato la storia travagliata del percorso Caposile – Portegrandi dovuta a problematiche di impatto ambientale e a carenze economiche che hanno colpito la manutenzione,
ha messo in risalto l’aspetto turistico del percorso lungo gran parte
dell’argine del Sile che attraversa un territorio di molteplice valenza,
naturalistica e storica, di interesse non solo locale, ma anche internazionale dato l’afflusso di presenze straniere nella zona; ha promesso
un intervento “leggero” lungo il tratto lagunare, che prevede solo il livellamento del fondo stradale attualmente segnato dalla percorrenza
dei residenti e dei pescatori e la posa di ghiaia, mentre costante dovrà essere l’impegno di manutenzione, indispensabile per godere di
una ciclogita che, giunti a Portegrandi attraversa la zona Salsi, sfiora
Jesolo e raggiunge Punta Sabbioni; inoltre verrà dedicata particolare
attenzione agli interventi di raccordo tra le piste già esistenti in provincia di Treviso e in quella di Venezia con i tratti centrali già attivati
nei Comuni toccati dal percorso;
Ubaldo Fanton, Assessore alla Mobilità e alla Politiche Ambientali
della Provincia di Treviso, che ha espresso grande amore per questo
territorio dove tra l’altro vive e si muove in bicicletta e in tutte le stagioni, regalandoci il ricordo di un’immagine della laguna sullo sfondo
delle montagne innevate in una giornata di freddo e di cielo terso;
ha ricordato che non basta parlare di inquinamento, ma serve offrire
delle soluzioni, pertanto la Provincia di Treviso ha prodotto un atlante
delle piste e delle strade secondarie percorribili in bici nel territorio
provinciale, per fornire una mappa delle possibilità di spostamento
cicloturistico oltre ai vari spezzoni di piste dedicate; conclude augurandosi che la sinergia tra Comuni possa diventare una costante nel
prossimo futuro;
Maurizio Donadelli, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di
Quarto d’Altino,
don Gianni Fazzini, Direttore dell’Ufficio pastorale degli Stili di Vita
del Patriarcato di Venezia, nonché Parroco di Altino,
Maria Furlan, Presidente della Cooperativa Sociale Qualità, che svolge la sua attività nel territorio di Altino con varie proposte culturali,
tra cui escursioni in bicicletta con 60 biciclette disponibili a noleggio in
loco, un bragozzo per escursioni in laguna, percorsi storici con visite
guidate al Museo Nazionale Archeologico di Altino e incontri gastronomici a tema con prodotti del territorio.
Antonio Dalla Venezia, Presidente nazionale degli AdB il quale ha
ricordato la prima manifestazione per sostenere questo tratto lungo
il Sile, da noi organizzata già nel 2002 con grandi aspettative, che in
sei anni si sono confrontate con pochi risultati; adesso si aspetta di
vedere in breve il completamento dell’intervento, considerando i dati
forniti dal sito ufficiale della Fiab, in base ai quali il percorso cicloturistico lungo il Sile è quello più cliccato.
Il Presidente AdB di Mestre, il nostro infaticabile Biagio D’Urso, con la
collaborazione di Luciano Renier ha messo in contatto i suddetti interessati. In particolare, Luciano ha coordinato le tre associazioni Fiab
partecipanti e organizzato il giro, guidando i cicloturisti lungo il percorso con molta energia e con grande entusiasmo, felice della riuscita
manifestazione. Ne abbiamo parlato il giorno stesso a caldo ciclando
lungo quella via ancora dissestata che si affaccia su una splendida
laguna, assolata e gentilmente ventilata, mentre ci lasciavamo Caposile alle spalle e sussultavamo sul fondo infestato dalle buche.
Luciano diceva che numerosi partecipanti, almeno il 40%, erano accorsi liberamente su invito della stampa, di cui alcune testate locali
avevano iniziato a mandare articoli sull’iniziativa fin dalla domenica
precedente. Nonostante ciò, lamentava scarso interesse soprattutto
da parte di radio e tv, che non hanno dato il giusto risalto a questo
evento al quale avrebbe potuto partecipare un maggior numero di
cicloturisti.
Si diceva comunque soddisfatto dell’impegno preso dagli amministratori che hanno promesso di risolvere in tempi ragionevoli, i problemi
tecnici e di raccordo tra i vari tratti di competenza, dando fiducia alle
personalità politiche che erano intervenute alla manifestazione e che
hanno potuto constatare il successo decretato dai cicloturisti per un
percorso immerso tra natura, storia e cultura del territorio.
Da parte mia, la sottoscritta cronista, si sta avverando un piccolo sogno, alimentato dalla lunga frequentazione di questa parte di laguna,
ma inizialmente stuzzicato da una prima manifestazione promossa
dagli AdB di Mestre già nel 1999 e della quale ne fa da testimone il
volantino che ho ritrovato e riportato qui a sinistra.
ciclostile 42
Contro la speculazione edilizia
in via del Tinto - Bosco di Carpenedo
C’è Ric?
Le Associazioni di tutela dell’ambiente di Mestre e Venezia, preoccupate tutte della progettata lottizzazione di uno degli ambiti di protezione e tutela del Bosco di Carpenedo messa in opera
da “noti furboni di quartiere”, vogliono richiamare l’attenzione
dei concittadini e chiedere loro di coalizzarsi tutti in difesa di
un angolo del territorio cittadino che, dopo anni di speculazioni e
sfruttamento generalizzato e irresponsabile, rappresenta un valore pubblico inestimabile per la qualità ambientale e paesaggistica che ancora contiene. Il Bosco di Carpenedo, oasi naturale per
l’autentica rarità botanica (costituisce infatti uno dei pochi esempi
sopravvissuti nel Veneto di foresta planiziale a Querco-Carpineto che si estendeva su tutta la pianura padana) e testimonianza
storica, deve continuare ad essere bandiera e simbolo ambientale
per l’intera città di terraferma, e per questo difeso da ogni aggressione edilizia. Le Associazioni invitiano pertanto tutti i Mestrini a
reagire rispetto questa ennesima “speculazione edilizia” e a sottoscrivere la petizione, oltre che a contribuire economicamente per
consentire di fare fronte al ricorso al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) contro la variante che consente l’edificazione, denunciando le irregolarità dell’iter amministrativo, lo scarso spessore civico e culturale degli autori di tali operazioni immobiliari di
natura squisitamente speculativa, nonché ribadire l’inestimabile
valore storico-ambientale dell’area.
Le Associazioni si battono affinchè i diritti della comunità mestrina
a conservare una testimonianza storica ed ambientale unica, siano assicurati. WWF Venezia, LIPU Venezia, Legambiente Veneto,
Italia Nostra Venezia, VAS Venezia, Amici della bicicletta Mestre,
Gruppo Valdemare, Amico Albero, Associazione Bosco di Mestre,
Ass. Naturalistica Sandonatese, Co.C.I.T., Territori&Paradossi,
Associazione AIRIS ONLUS, Centro Studi Storici di Mestre, Comitato Terraglio, Terraglio & Dintorni, Gruppo per la salvaguardia
dell’ambiente La Salsola, Gruppo di Iniziativa Forte Carpenedo.
Aurora Tron e AdB Mestre
Questa era la domanda che rivolgevo spesso ad
Antonio per accertarmi della presenza di Gigi a
qualche iniziativa Fiab.
Perchè Gigi rendeva qualunque occasione “speciale”, si trattasse di una conferenza o di una
pedalata.
Era colto, (le sue citazioni ormai non si contano
più!), arguto, appassionato, deciso ma anche
paziente, di ampie vedute e di fiduciosa perseveranza, di incrollabili ideali e di grande, innata
e squisita signorilità.
E amava appassionatamente e teneramente la
FiAB.
Il suo sguardo acuto e sorridente, il suo sorriso
luminoso e caldo avevano la capacità di accoglierti e di farti sentire parte del gruppo mentre
le sue parole erano una delizia per la mente
ed un arricchimento per lo spirito. Un regalo
prezioso del quale gli sarò sempre grata e che
mi renderà dolce il suo ricordo.
Per ora, provo, invece, una grande tristezza.
Grazie Gigi per tutto quello che ci hai dato
disinteressatamente e con generosità!
Un abbraccio affettuoso a Rosanna che ricordo
con grande simpatia ed ai figli.
Per informazioni, documentazione, sostegno e consegna delle firme :
Cell. 380/3219135 - 340/9023900 - 347/3361144
NB : per approfondire i contenuti della petizione e scaricare il moduli di
raccolta delle firme visitare il sito www.territorioveneto.it
Il Bici-Park scoppia ma di salute
Direttivo A.d.B.
Le bici un bene da proteggere, con queste parole l’assessore Enrico
Mingardi ha realizzato in un posto strategico, vicino alla stazione
un moderno parcheggio per biciclette. Attualmente ci sono quasi
600 abbonati, servirebbero altro 400 posti, e un particolare da non
sottovalutare è quasi in pareggio da punto di vista economico.
Giorgio Nordico presidente di ASM ci dice che l’edificio non è di nostra proprietà, di conseguenza non possiamo fare gli investimenti
che servirebbero per aumentare la capacità. La nostra intenzione
è quella di mantenere un prezzo basso quasi politico perché la bicicletta è un mezzo che migliora la vivibilità in una città.
Il prezzo è di 9 euro al mese, ed è aperto dalle 6 del mattino fino
alle 23 della sera, la domenica è chiuso.
La gestione è affidata alla cooperativa sociale “Il cerchio”, i quali
ci dicono che ci sarebbe richiesta anche di bici a noleggio ma so
spazio proprio non c’è.
Due anni fa quando apri aveva solo 30 abbonati, si pesava che le
cose non sarebbero andate bene invece la gente ha capito che la
bicicletta è un bene cha va protetto e ben custodito.
Antonio Dalla Venezia, con evidente soddisfazione snocciola i dati
dai quali emerge che le piste ciclabile di Mestre sono trafficate
come autostrade, e questo è dovuto a tutta una serie di comportamenti coerenti che i soggetti coinvolti hanno tenuto in questi
anni e tra questi c’è l’intuizione di Mingardi di realizzare il BiciPark.
Il problema sarà fra un anno circa quando l’edificio sarà ristrutturato e 7-800 persone non sapranno più dove mettere a dormire
le loro biciclette.
1111
...non fa il caffè
ma mi porta a bere
quello buono...
di Alberto de Grandis
Con una spesa che varia dai 150 ai 400
euro, fatta in un momento di pazzia, ci
siamo portati a casa un apparecchio gps
portatile.
Apriamo la scatola dove oltre ai soliti cd,
manuali e accessori vari troviamo una specie
di goffo telefonino, con pochi tasti e tanto schermo lcd. Tecnologicamente però un
apparecchio gps è più assimilabile ad una
radio; infatti é solo un ricevitore di segnali
elettromagnetici. Non emanando nulla almeno non fa male alla salute.
Altra buona notizia é che quasi tutti i modelli
funzionano per oltre 10 ore con 2 comuni ed
economiche pile stilo tipo AA anche ricaricabili (con altre 2 pile di scorta si ha autonomia per pedalare un’ intera giornata, ...solo
per il gps).
Inseriamo le batterie nel loro alloggiamento
che una volta richiuso diventa stagno come
del resto tutto l’ apparecchio. Quindi non c’è
da temere in caso di pioggia o di accidentale
caduta in acqua (profonda fino a ½ metro e
x ½ ora: non serve ai sub).
Accendiamolo e sullo schermo lcd, dopo una
serie di videate iniziali del tipo “durante l’
uso guardare anche la strada”,
verrà visualizzata la pagina iniziale,
dedicata ai satelliti (quelli celesti),
con sovrimpressa una scritta tipo
“ricerca satelliti in corso”.
Infatti come i telefonini
all’ accensione per essere funzionanti
cercano i ‘campi’ delle famigerate antenne,
il nostro gps cerca i segnali elettromagnetici
provenienti da almeno 3 satelliti; infatti ce
ne sono 24 dedicati allo scopo, in orbita nel
cielo a oltre 20.000 km. di altezza.
Questi segnali, inviati a brevi intervalli, contengono le informazioni della posizione nello
spazio del satellite che li genera. Il nostro
gps ricevendoli viene a conoscere la posizione del satellite e, calcolando il tempo trascorso dall’ invio alla ricezione del segnale,
anche la precisa distanza tra se e il satellite
stesso. I punti equidistanti dallo strumento
a un satellite disegneranno sulla superficie
della Terra un cerchio. I punti equidistanti da
un secondo satellite disegneranno un altro
cerchio che si interseca col primo in due
punti. Con un terzo avremo l’ intersezione in
uno solo dei due punti: la nostra posizione
sulla Terra.
I satelliti son stati distribuiti in modo che in
ogni parte del mondo ce ne siano almeno
5 sopra la linea dell’ orizzonte, così un gps
potrà funzionare su tutto il globo terrestre...
fuori che ... a casa nostra!! Infatti il nostro
nuovo gps non riesce a trovare nulla. Sarà
guasto?
No. E qui arriva il punto debole del sistema:
i relativi segnali elettromagnetici inviati dai
satelliti sono molto deboli e vengono schermati da muri, vegetazione fitta, gallerie e
quindi anche dalle pareti domestiche, proprio
il gps
12
‘dentro’ casa nostra. Non solo, ma la qualità del segnale peggiora in gole, vicoli tra case alte, veicoli chiusi con vetri speciali...
Invece nuvole, nebbia, pioggia, vetro comune, plastica sono
ininfluenti. Meno buono è il segnale minore sarà la precisione
dello strumento, come per telefonini, radio, tv, ecc... Quindi se in
una vasta area aperta il gps mi darà la posizione con margine di
errore inferiore ai 2 metri, in un bosco fitto questo margine potrà
salire ai 50 metri fino a far perdere completamente l’ indicazione
della posizione.
Attenzione quindi.
Scoperto l’ inghippo usciamo di casa col nostro aggeggio, e cerchiamo un posto diverso da una stretta calle tra due alti palazzi.
Dopo poco sul gps nella pagina iniziale, quella dei satelliti celesti,
sparirà la scritta “attendere” mentre compariranno 4 5 o più barre,
una per satellite ricevuto. Schiacciamo il tasto dedicato al cambiare pagina fino a portarci alla pagina carta (o mappa). Vedremo una
piccola punta di freccia al centro della schermata, siamo noi! Ora,
controllando anche dove mettiamo i piedi, facciamo una ventina di
passi in una direzione qualsiasi: la freccetta si girerà e una codina
comincerà ad uscire e a crescere dalla freccetta stessa finché non
ci fermiamo, sono le nostre orme digitali chiamate “traccia”.
Lo strumento infatti aggiorna in tempo reale la nostra posizione e
la visualizza con la freccetta nello schermo. Se ci muoviamo, muoverà anche la freccetta, lasciando un punto ad indicare la vecchia
posizione. Disegna poi un segmento di linea che congiunge il nuovo punto a quello precedente, costruendo così sempre in tempo
reale, la pianta in scala del nostro percorso sul suo schermo.
Facciamo altri 10 passi in un altra direzione: la freccetta dopo essersi girata, disegnerà un altro segmento di traccia con un angolo,
rispetto al primo segmento, uguale a quello della nostra deviazione. Se avessimo camminato in neve fresca, l’ intera traccia disegnata dalla freccetta sarebbe la copia di quella impressa sulla neve
dai nostri passi, in scala ridotta. Ora immaginiamo un improvviso
nebbione, se volessimo tornare al punto di partenza, basterebbe
seguire le impronte lasciate sulla neve; invece in estate senza
neve sull’ asfalto bollente ci potremmo affidare alle orme digitali:
ci muoveremo in modo che la freccetta sul gps ripercorra in senso
inverso la traccia prima disegnata. Certo in un raggio di 30 passi
da casa è difficile perdersi, ma se fossimo in bici a 30 Km. dalla
partenza in una zona sconosciuta... stanchi, senz’ acqua, all’ imbrunire, con lupi ululanti in una notte di luna piena...
Ma al di là della situazione d’ emergenza il gps è utilissimo anche
in condizioni normali. Infatti, man mano che proseguiamo nella
nostra gita, avremo una traccia composta da una serie di punti
in ognuno dei quali son memorizzati: orario, posizione e spesso
anche altitudine. Con questi dati, elaborati dal gps al momento,
potremo ricostruire con precisione il nostro giro su una carta, ad
un bivio scegliere la direzione giusta, memorizzare un posto che
ci interessa, trovarne uno memorizzato, ... E’ come se durante
la nostra gita potessimo salire in cielo quanto alto vogliamo, per
tener d’ occhio la nostra situazione a terra!
Non solo finito il giro, se a casa abbiamo un PC, potremo memorizzarlo come una foto ricordo e anche rielaborarlo per preparare
la traccia del prossimo. Ancora potremo spedire con una e-mail la
traccia del giro a nostri amici che non son potuti venire quel giorno o agli adb di Trapani che fra 20 giorni hanno la ciclovacanza in
Veneto. Questi, caricando il file ricevuto con un PC nei loro gps,
potranno fare il nostro giro senza essere guidati da noi, senza doverci pagare il caffè nell’ unico bar buono della zona da noi trovato
e segnalato nel file. Al contrario se i ‘doich’-adb ci mandassero
qualche traccia dei loro giri in Alsazia e Lorena sarebbe un po’
come averli virtualmente come guida locale per la nostra ciclovacanza; in questo caso però conoscendo i gusti teutonici è meglio
che, per quanto riguarda il caffè, ci arrangiamo da noi.
Spero di esser riuscito a dimostrare la teoria del titolo dell’ articolo
e così termino, almeno per questa volta.
Alla prossima e ... Buon caffè!
ciclostile 42
Da speciale qui Touring
METE, Terre dei Tiepolo
Tra Mestre e Treviso
La ciclabile delle ville
di Nadia Zanoni e Massimiliano Manchiamo
Percorso Km 31: Mogliano Veneto, Zerman, Preganziol, Campocroce, loc. Marocco.
Difficoltà Il percorso è completamente pianeggiante.
Aquileia La pineta di San Marco e Belvedere
Percorso
Km 23:
Monastero,
Aquileia,
foce del Natissa,
chiesetta
di san Marco,
ponte
Tiel Belvedere,
Boscat,
Fiumicello,
Monastero.
Difficoltà
Il percorso è
completamente
pianeggiante su
strade sterrate
e asfaltate.
Consigliato a
primavera
per ammirare
le fioriture.
Una nuova pubblicazione sarà presto in distribuzione grazie anche alla collaborazione offerta
dall’associazione FIAB-GIS ciclisti e pedoni che
opera a Mirano e in comuni limitrofi. Il progetto
METE (una iniziativa INTERREG a cui hanno partecipato Confesercenti e altri soggetti) interessa
il territorio di sette comuni del Miranese (Mirano,
Spinea, Salzano, Martellago, Santa Maria di Sala,
Scorzè, Noale). Un’area di vasto interesse storico
naturalistico conosciuta con il nome di “Terra dei
Tiepolo” particolarmente vocata alle attività turistiche ciclopedonali.
Proprio in funzione a questo aspetto, alcuni degli
incaricati della associazione hanno offerto la loro
esperienza e competenza individuando i percorsi ciclopedonali che interessano in modo globale
l’intera area turistica. Questi percorsi vengono
dunque suggeriti e valorizzati come una modalità
di visita moderna e sostenibile, particolarmente
adatta al tessuto urbanistico del Miranese, in grado di presentare un’offerta diversificata e diffusa.
La pubblicazione è stata realizzata sotto forma di
cofanetto che contiene: la mappa cicloturistica, la
scheda “In Bici” (Itinerari arte, storia e natura),
la scheda Natura (I parchi, la flora e la fauna), la
scheda Eventi (Folklore e gastronomia), la scheda
Storia (Le pagine dei secoli nel Milanese), la scheda Arte (Tiepolo : arte del territorio).
il cofanetto sarà disponibile (prezzo di copertina
10 euro)quasi certamente entro fine anno presso
librerie e sedi FIAB.
13
Amsterdam e New York
due realtà ciclabili a confronto.
di Umberto Vio
Quest’anno ho trascorso le mie vacanze ad Amsterdam e a New
York. Ad Amsterdam mi aspettavo un uso diffuso della bicicletta,
ma non in quelle dimensioni, non vi sono luogo od ora dove la
bicicletta non sia protagonista. Ogni strada ha le piste ciclabili, vi
sono molti negozi per noleggiarla e i parcheggi sono veri e propri
silos multipiano pieni di biciclette. Gli abitanti girano in sella alle
proprie biciclette con grande fierezza anche con il tempo avverso
e in molti casi sono i veri padroni della strada. È superfluo dire
che tutta la città è dotata di una rete estesa e completa di piste
ciclabili.
I Newyorkesi cominciano in questi anni a scoprire questo mezzo,
lo apprezzano nell’esteso centro di Manhattan e nei lungo fiume.
Con mia sorpresa tutti i ponti sospesi che da un esame superficiale
sembrano riservati solo al traffico automobilistico e alla linee della
metropolitana, sono dotati di larghe piste ciclabili e marciapiedi
per i pedoni. Un’altra sorpresa è che anche la metropoli è dotata
di numerose piste ciclabili. Inoltre i ciclisti di New York, organizzati in agguerrite associazioni ciclabili, ogni mese con catene di
sms o di e-mail organizzano senza preavviso una manifestazione
a cui partecipano migliaia di ciclisti perché vogliono che la città
sia dotata di una rete completa di piste ciclabili proprio come ad
Amsterdam.
a destra dall’alto:
immagini di Amsterdam e New York
Nell’era dei satelliti,
servono ancora le carte geografiche ?
di Luigi Zanon
in alto ed in basso:
immagini delle pubblicazioni Tabacco
Ruotalpina
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Sono sempre state l’incubo del cicloturista, soprattutto di chi ha
l’incarico di prepare un percorso per un gruppo di amici per poi
guidarli durante il tragitto: facile a farsi se uno ha avuto la possibilità di provare il giro, magari più volte; molto meno se progetto
ed esecuzione del percorso sono affidati alla lettura di carte geografiche. Immagina di voler progettare, per una ciclovacanza,
la traversata Est/ovest della Sardegna avendo solo conoscenze
limitate di alcune zone, basandoti quindi essenzialmente sulla
cartografia esistente.
Per prima cosa devi procurarti una carta della Sardegna; con
quali criteri ?
Bisognerebbe conoscere la “professionalità” dell’editore ma
forse la scelta è talmente limitata che dovrai accontentarti di
scegliere la scala : probabilmente troverai in commercio scale
da 1:200.000 fino a 1:400.000 e sicuramente sceglierai la 1:
200.000 (ad esempio l’atlante stradale del Touring Club Italiano,
usa questa scala) …. perché ? Facciamo un passo indietro; inutile
procedere se non è chiaro il concetto di scala cartografica.
Scala 1:200.000 significa che le lunghezze reali sono state divise per 200.000 e riportate sulla carta o, inversamente, che
misurando una distanza sulla carta, la distanza nella realtà sarà
200.000 volte più grande. Ed esempio se la distanza in linea retta tra SASSARI e ALGHERO sulla carta suddetta è di 14 cm, nella
realtà questa distanza sarà 14 x 200.000 cm = 2.800.000 cm =
28.000 m = 28 Km.
E’ evidente che in una tale scala per rappresentare tutta la Sardegna ho bisogno di molte pagine standard (formato A4): l’atlante TCI ne usa 10.
Usando una scala assai più piccola 1:1.000.000 potrei avere tutta l’isola in un solo foglio ma con grave perdita di precisione e
ritrovando solo le strade e le cittadine più importanti. Purtroppo,
nemmeno la scala 1:200.000 è abbastanza grande per rappresentare le strade nella loro larghezza reale, né le curve di livello
per valutare le altimetrie né la viabilità minore all’interno delle
città; basti pensare che se viene disegnata una strada (doppio
bordo) con un mm di larghezza, questa dovrebbe, nella realtà
essere larga 200.000 mm = 200 m (come un aeroporto !) e viceversa, volendo rispettare la scala, una strada larga 8 m dovrebbe essere disegnata con spessore di 0,04 mm (praticamente
invisibile !) …… non se ne esce … ci vorrebbe una scala ancora
più grande … magari 1:100.000 o meglio 1:50.000 o le I.G.M 1:
25000 … o no ?
No, sorgono altri problemi : per primo in certe zone come appunto la Sardegna non trovi le scale 1:100000 o 1:50000 mentre le IGM (Istituto Geografico Militare) sono “aggiornate” (si fa
per dire) ad oltre 30 anni or sono; inoltre raddoppiando la scala
si quadruplica la carta necessaria per rappresentare il territorio
(per la Sardegna 1:100.000 servirebbero non 10 ma 40 A4 …)
Quindi bisogna arrangiarsi con le carte TCI (o simili): anche se
mancano alcune strade se ne trovano sempre in abbondanza
per progettare percorsi fuori dalle strade più trafficate (che in
Sardegna sono pochissime !) quello che invece ti mancherà è
l’altimetria; impossibile individuare le quote dei passi o di fondovalle su terreni montagnosi, con questa scala. Tra l’altro noterai
che le poche quote presenti sulla carta sono riferite alle cime dei
monti e raramente alla strada, salvo i valichi più importanti o i
paesi. Se con un po’ di bravura (e di fortuna) potrai valutare le
lunghezze delle varie tappe con un errore entro il 20 %, quando
si tratta di stimare il dislivello in salita rischierai di commetere
errori del 100% e più (credevi di dover fare un dislivello di 700
ciclostile 42
m ed a fine giornata il computer/altimetro sentenzia: 1500 ! Le
gambe confermano … i compagni di viaggio, se ne accorgono
….decisamente arrabbiati!).
Se il percorso è decisamente montano, val la pena di fare questa
semplice stima: posta una lunghezza di 60 Km supponiamo 1/3
quasi piano + 1/3 salita + 1/3 discesa; risultano 20 Km di salita che, ad una pendenza media del 5% (raramente è di meno)
rendono plausibile un dislivello di 0,05 x 20.000 = 1000 m (e se
risulteranno di meno, nessuno si lamenterà).
Supponiamo ora che il tuo percorso sia un giro, in giornata, nell’ambiente collinare o prealpino del triveneto.
Siamo veramente fortunati, noi cicloescursionisti con la passione
per le strade di montagna, perchè qualcuno ha già risolto il problema cartografico, con molta cura: si chiama Tabacco la Casa
Editrice di Udine che ha coperto “quasi” tutto il territorio alpino
e prealpino dalla Val Venosta a Trieste con accuratissime carte
1: 25.000. Ultime sfornate sono la “050 – Altopiano di Asiago” e
“051 – Massiccio del M. Grappa”.
Il “quasi” si riferisce alla mancanza delle Prealpi Trevigiane SudOvest (Valdobbiadene – Monte Cesen) e delle Colline Trevigiane.
Tuttavia anche queste zone sono coperte dalle cartine Zanetti
che, pur non al livello “Tabacco” e con scala 1:30.000, sono un
ottimo sussidio per progettare escursioni in bici e a piedi nel meraviglioso territorio pedemontano a noi prossimo.
Le ultime carte 1:25000 escono dotate di un interessante strumento: il reticolo UTM, una trama di sottili linee verticali ed orizzontali, che suddividono le carte in quadrati di 4 cm di lato, che
corrispondono nel terreno a quadrati di 1 Km. Poiché ogni linea
è identificata da un numero (coordinata) con questo sistema è
possibile individuare numericamente una posizione sulla carta
(di un rifugio, di una fontana ecc.) per poi inserirla su un moderno GPS (vedi apposita rubrica, curata da Alberto, su questa
stessa rivista).
Scale e scalimetri
Un’ultima osservazione importante e spesso trascurata riguarda
uno strumento che potremmo chiamare “icona scalimetrica” o
“scalimetro”: si tratta di un segmento di una certa lunghezza con
riportato il suo corrispondente valore nel reale; ad es. un tratto
di 4 cm con scritto 1 Km e con le suddivisioni ettometriche (4
mm). Naturalmente scala e scalimetro si corrispondono perfettamente … a meno che non venga fatta una riduzione fotostatica
(ad es. se il percorso, per poco, non entra nel foglio A4 potrebbe
venir ridotto all’80%. In tal caso la scritta scala 1:25000 resta
invariata ma diventa fasulla, mentre lo scalimetro con scritto 1
Km diventa di 32 mm e continua a dire la verità.
Considerate inoltre che la rappresentazione di mappe su computer (con Map Source di Garmin) su GPS e Navigatori non usano
la scala ma solo gli scalimetri : ad es. quando apro Map Source
nel PC a 19 pollici, mi compaiono le mappe con disegnato un segmentino lungo 26 mm; se imposto lo scalimetro a 700 m questo
equivarrà ad una scala 26:700.000 = 1: 27.000 (circa).
Nel GPS (schermo molto più piccolo) lo scalimetro è di 8 mm
ed impostandolo al valore 200 m ottengo una equivalente scala
8:200.000 = 1: 25.000 (proprio quella delle carte Tabacco).
Quale futuro ?
Si avvicina la possibilità di usare programmi come Google Earth
per vedere il territorio nella realtà come se volassimo a qualche Km dal suolo, vedere strade e paesi, fiumi …. ma anche di
tracciare un nostro percorso con pochi clik del mouse, di leggere le quote raggiunte, di vedere foto dei luoghi che intendiamo
attraversare. Per sapere qualcosa di più su questo futuro basta
attendere …. il prossimo numero di Ciclostile.
Pes.co*
Festa
di fine anno
2008
Concorso fotografico, escursioni,
cena, musica e balli!!!
Quest’anno la festa
si terrà
sabato 22 novembre
al Pes.co*
a Tessera
inizierà
dalle ore 18.30
in poi
con cena a buffet,
premiazione
concorso
fotografico,
proiezioni musica
e balli fino
a notte inoltrata.
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Siete tutti invitati soci e non.
Quota di partecipazione
euro 24,OO a testa.
Via Triestina 159
30300 Tessera (VE)
Tel: 041 54 16 343
Cell: 3315097187
CICLI TRABUCCO
Via Zermanesa,72-Mogliano V. - Treviso - 10%
via della Vittoria 141 30035
Mirano Venezia
tel 041 5703092
Regolamento
concorso fotografico
Anche quest’anno ci sarà
il concorso fotografico,
con alcune novità:
il tema, ed il numero delle foto
che si possono presentare.
Il tema sarà il seguente:
Il cicloturismo
Il numero massimo è fissato
in 5 foto da presentare in formato JPG
Buoni scatti e buon cicloraduno.
Non buttiamo
l’olio esausto della cucina
nel lavandino:
un litro d’olio inquina
un metro cubo di acqua
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Ciclostile n. 42