DU KH S M A KEDO NI PROVINCIA DI TORINO LE CU MAT A ER R U I T A L TI AS VSH T.E.D.K EN . E SPERIENZE E UROPEE DI P ERCORSI E COMUSEALI • E UROPEAN E XPERIENCES OF E COMUSEUM PATHS E U R V P A I K E S E M P E I R I E S SE O I K O L O G I K A M O U S E I A • E XPERIENCIAS E UROPEAS DE I TINERARIOS POR LOS E COMUSEOS I NDEX l I NTRODUZIONE 3 l l I L PROGETTO TRANSNAZIONALE 5 l 10 l l l I I PROGETTI LOCALI l EISAGVGH TO DIAKRATIKO PROGRAMMA TA TOPIKA SXEDIA TO PERIEXOMENO TVN DIAKRATIKVN 51 ANTALLAGVN 68 EPILOGOS 73 53 58 CONTENUTI DELLO SCAMBIO TRANSNAZIONALE 20 C ONCLUSIONE 25 l l I NTRODUCTION 27 l I NTRODUCCIÓN 75 l TRANSNATIONAL PROJECT 29 l 77 LOCAL PROJECTS 34 l E L PROYECTO T RANSNACIONAL L OS PROYECTOS LOCALES L OS CONTENIDOS DEL INTERCAMBIO TRANSNACIONAL 92 C ONCLUSIÓN 97 l l l l T HE T HE T HE l SUBJECT MATTER OF THE TRANSNATIONAL EXCHANGE 44 C ONCLUSION 49 l 82 LE U IA C L TU RA E T MA R 3 I NTRODUZIONE N el corso degli anni si è affermato un allargamento concettuale dell’espressione “bene culturale” fino a collocarlo in stretta relazione con il territorio che lo ha prodotto, sviscerandone al tempo stesso i contenuti e le prospettive. Per quanto riguarda i contenuti, il passaggio è avvenuto dal bene culturale inteso come oggetto o monumento ad un complesso aggregato di natura e storia, abitudini, lingua e tradizioni. In merito alle prospettive si è invece passati da una politica di conservazione e tutela ad una di valorizzazione, che riveste un’importanza fondamentale nel processo di ricerca e scoperta dell’identità culturale di una regione. I beni culturali, ovvero il patrimonio culturale, non sono poi sinonimi di “risorse culturali”: i primi esprimono staticità e insistono sull’oggetto e sulla proprietà; i secondi al contrario contengono un riferimento implicito all’evoluzione, al movimento e alla progettualità. La contestualizzazione del progetto rispetto al territorio e il radicamento nelle realtà locali delle operazioni di riscoperta e valorizzazione del patrimonio culturale sono uno degli obiettivi principali del progetto “CULTURA MATERIALE”, realizzato nel quadro dell’art.10 del FESR, nell’ambito del quale l’ecomuseo è stato individuato come strumento di “gestione dei risultati”.1 Nell’accezione più comune l’ecomuseo rappresenta una concezione avanzata del museo del territorio, nel quale attraverso la lettura di documenti, manufatti, edifici e testimonianze orali si ricompone un percorso di lettura del territorio stesso. Poiché nella sua articolazione esso esprime il rapporto uomo-ambiente sotto l’aspetto economico, sociale, culturale ma anche geografico e antropologico, l’ecomuseo nasce grazie all’apporto diretto della gente del luogo, che prende coscienza del proprio patrimonio naturale e culturale, lo organizza e rimane coinvolta nella sua valorizzazione e nel suo sviluppo. L’importanza dell’ecomuseo non risiede però soltanto nella dimensione di salvaguardia del bagaglio culturale e di conservazione delle relative testimonianze, secondo i canoni tradizionali dell’organizzazione culturale. La connessione e l’integrazione tra la memoria del passato e la presenza sul territorio di alcuni elementi ancora vivi, trasferiti nell’ecomuseo, possono renderlo uno strumento di analisi per una più corretta gestione dell’ambiente nel quadro di progetti di sviluppo ecocompatibile. L’ecomuseo è dunque da intendersi non come l’applicazione di una metodologia di rappresentazione alternativa al museo tradizionale, quanto piuttosto come un “contenitore spaziale e concettuale” in cui si esprimono le esigenze di riconoscibilità di un gruppo di persone attraverso la messa in valore delle proprie caratteristiche peculiari. L’intento dei tre partner – Italia, Grecia e Spagna – che hanno partecipato al progetto è stato proprio di trarre il massimo vantaggio da una adeguata valorizzazione del capitale culturale locale, individuando percorsi ecomuseali in cui, regioni con diversi livelli di 1 L’articolo 10 del Regolamento CEE 2083/93 prevede che il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) finanzi studi e progetti pilota su temi di rilevante interesse in ambito comunitario, organizzati secondo quattro argomenti: la cooperazione interregionale interna ed esterna alla Comunità europea, l'innovazione finalizzata allo sviluppo economico regionale e locale, la programmazione regionale e le politiche urbane. 4 C U LT U R A M AT E R I A L E sviluppo, promuovono la diffusione del proprio patrimonio culturale cercando di sfruttarne le ricadute sull’economia locale. La specificità di alcune tradizioni culturali, il recupero di un certo “saper fare” e di un background storico significativo costituiscono, per le aree coinvolte nel progetto, un possibile vantaggio in un mercato dove la peculiarità e la qualità del prodotto sono determinati dal successo dell’offerta. Ciò che emerge piuttosto chiaramente da CULTURA MATERIALE è come i prodotti di fruizione culturale abbiano bisogno di essere contestualizzati e radicati nella realtà locale alla quale si riferiscono. Questo aspetto diventa determinante se il quadro di riferimento è un contesto rurale o di montagna, dove la risorsa culturale è per lo più rappresentata dalla cosidetta “cultura materiale”, ovvero dai segni della quotidianità, dalle testimonianze della vita e del lavoro di ieri, dalla memoria degli oggetti e dei luoghi. Senza dubbio si tratta di un’operazione culturale difficile da comunicare perché non eclatante né di immediata suggestione, ma che al contrario ha bisogno di un percorso di lettura articolato. La risorsa economica che può derivare da un patrimonio con queste caratteristiche, e su cui si gioca in parte la scommessa di questo progetto, nasce dall’aver puntato sullo sviluppo di un’offerta di fruizione a 360° che lega con un fil rouge cultura e ambiente, monumenti e paesaggio e che si rivolge ad un’utenza diversificata. Come vedremo meglio in seguito, esistono differenze operative tra le varie regioni rispetto alle attività condotte e ai risultati attesi. Il partner spagnolo, avendo in passato sviluppato con successo progetti di valorizzazione del patrimonio culturale, ha preferito investire sulla creazione di prodotti turistici mirati alla promozione e al consolidamento delle iniziative già in corso. Il partner greco ha invece evidenziato la necessità di acquisire dal progetto il know-how indispensabile per poter ricostruire localmente dei percorsi di valorizzazione delle potenzialità insite nel proprio patrimonio culturale, ivi compresa l’individuazione di agenti catalizzatori di idee e risorse. Il progetto italiano ha attinto da entrambi questi orientamenti, dal momento che ha dato risalto agli aspetti sia di promozione turistica che di sviluppo tecnologico e occupazionale. Da queste prime considerazioni risulta evidente come i contenuti del progetto abbiano trovato un fertile terreno di sviluppo in uno strumento comunitario come l’art.10 del regolamento FESR. L’obiettivo dei progetti di cooperazione interregionale a vocazione culturale, tra i quali rientra anche CULTURA MATERIALE, è infatti di contribuire alla coesione sociale ed economica nelle regioni europee in un contesto di internazionalizzazione dell’economia, finanziando progetti pilota mirati a introdurre logiche di sviluppo a livello locale attraverso la sperimentazione di metodologie di lavoro e strategie di partenariato alternative, stimolare gli scambi locali e transnazionali mettendo in comune esperienze e prodotti innovativi. Con questa pubblicazione cercheremo quindi di illustrare, nei limiti dello spazio disponibile, le caratteristiche principali sia del progetto transnazionale sia dei diversi progetti locali, mettendo a fuoco quegli ingredienti che hanno permesso ai partner non solo di raggiungere gli obiettivi prefissati, ma anche di identificare nuove prospettive di sviluppo. C U LT U R A IL PROGETTO TRANSNAZIONALE M AT E R I A L E L’Unione delle Autorità locali della Macedonia occidentale (UALMO) in Grecia è formata da quattro Unioni di Comuni (quella di Kozani, Grevena, Kastoria e Florina) presenti sul territorio di una delle regioni più periferiche della Grecia, situata al confine nord-occidentale con l’Albania e l’ex Iugoslavia. Costituito nel 1996, l’UALMO è un ente relativamente giovane che viene amministrato da un Consiglio formato da 12 membri che comprendono i Sindaci e i rappresentanti politici eletti nella regione, e presieduto a turno dai Presidenti delle quattro Unioni di Comuni. Le principali attività dell’Unione comprendono la ricerca, raccolta e studio dell’informazione sui temi di interesse comune per le collettività con l’obiettivo di sostenere ed elaborare iniziative di sviluppo locale. I partner L a Provincia di Torino in Italia (soggetto capofila) è un ente pubblico territoriale con compiti di programmazione e gestione in diversi campi, tra cui la promozione delle attività culturali a tutela e valorizzazione del patrimonio, anche rispetto alle forme espressive della cultura popolare. La Provincia di Torino svolge un’intensa azione di sviluppo delle potenzialità del territorio attraverso iniziative che insistono su tematiche come l’ambiente, il turismo, il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale per sperimentare, in partenariato con altri attori locali, azioni che rispondano ai bisogni della collettività e creino occasioni di lavoro anche nelle aree più decentrate come quelle rurali o montane. La Provincia vanta inoltre un’esperienza consolidata per quanto riguarda la partecipazione e gestione di progetti comunitari su argomenti diversi (cultura, turismo, servizi alle imprese, politiche del lavoro, ambiente ecc.) nel quadro di programmi e iniziative comunitarie (come ECOS Ouverture, Interreg II, Occupazione, ADAPT) e la realizzazione di alcune misure previste dal DOCUP Piemonte ob. 2 (1997-99). A differenza dei due partner precedenti, il Centro di sviluppo rurale della Serranía di Ronda (CEDER Serranía de Ronda) in Spagna è un organismo regionale fondato sotto forma di associazione senza fini di lucro, che ha per obiettivo lo sviluppo e il coordinamento delle azioni culturali, sociali ed economiche nei 21 piccoli comuni facenti parte della Serranía di Ronda, nella regione dell’Andalusia. Grazie all’esperienza maturata con la gestione dei fondi comunitari nell’ambito delle iniziative Leader, Adapt, Youthstart e Now, il CEDER è stato in grado di imprimere un notevole impulso allo sviluppo economico dell’area, promuovendo decisive iniziative imprenditoriali coerenti con la strategia di sviluppo regionale. La politica di questo organismo ha sempre ruotato intorno a tre punti cardine: promuovere l’imprenditorialità a livello locale, sostenere la realizzazione di azioni di sviluppo rurale e incoraggiare una politica di formazione attiva delle risorse umane locali orientata verso forme di autoimpiego. 5 6 C U LT U R A M AT E R I A L E Obiettivi e finalità operative Partendo dall’attenzione che i tre partner dimostrano per i bisogni della collettività locale e per l’attivazione di iniziative di valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale locale che assicurino un impatto reale dal punto di vista della coesione sociale e dello sviluppo economico, le azioni del progetto sono state finalizzate al conseguimento dei seguenti obiettivi: Obiettivi generali A) Superare il concetto tradizionale di museo e sostenere la creazione di una rete di ecomusei a livello locale ed europeo. B) Sostenere lo sviluppo socio-economico delle aree coinvolte, creando nuove opportunità occupazionali, o consolidando quelle esistenti, nei settori del turismo culturale e ambientale. C) Sviluppare una stretta collaborazione tra i partner e garantire un proficuo scambio di conoscenze ed esperienze a livello transnazionale. D) Trasferire know-how e buone pratiche al partner greco. E) Diffondere i risultati ottenuti. Obiettivi operativi 1. Creare le condizioni essenziali per sperimentare lo strumento dell’ecomuseo in Grecia, aprire un certo numero di ecomusei in Italia e sostenere quelli esistenti in Spagna. 2. Stabilire delle pratiche di cooperazione che coinvolgano sia gli attori pubblici sia i soggetti economici del territorio nella realizzazione delle attività. 3. Organizzare visite di studio per facilitare il confronto con esperienze straniere e verificare la metodologia utilizzata nella progettazione e gestione degli ecomusei. 4. Sfruttare le potenzialità della tecnologia moderna, soprattutto per creare dei supporti telematici di facile fruizione da parte di un’utenza differenziata. 5. Diffondere i risultati ottenuti attraverso la pubblicazione di un resoconto sull’esperienza transnazionale e locale e l’organizzazione di un convegno finale. Dinamiche di partenariato Per raggiungere tali obiettivi i tre partner hanno dedicato molte energie alla creazione e al coordinamento di un partenariato locale diversificato, in modo da garantire non solo il desiderato approccio bottom-up e quindi un’attivazione delle risorse endogene, ma anche una migliore responsabilizzazione e distribuzione del carico di lavoro tra gli attori coinvolti. Da questo punto di vista risulta interessante la composizione interna dei diversi partenariati, che si sono distinti sia per numero e tipologie di soggetti partecipanti (settore pubblico, privato, misto), sia per la capacità di interagire con un pubblico diversificato (amministrazioni locali, scuole, università, cooperative, associazioni storiche e culturali; giovani, anziani, donne). Questo approccio ha raggiunto livelli e forme di collaborazione innovativi soprattutto nel caso italiano e greco. PROVINCIA DI TORINO UNIONE DELLE AUTORITÀ LOCALI DELLA MACEDONIA OCCIDENTALE • coop. Al-Jacque di Montejaque • coop. La Molienda di Benalauría • Comune di Ronda • Associazione per la Qualità Agroalimentare • CIT Centro di Iniziativa Turistica della Serranía di Ronda • Associazioni Partigiane • Società di ricerca di Ano Voio • Università Aristotelio di Salonicco • Autorità locali della Prefettura di Grevena • Comune di Petres • Autorità locali della Prefettura di Florina Kozani Siatista Mesovouno Pirgi • Comune di Kastoria di di di di • Autorità locali della Prefettura di Kastoria Comune Comune Comune Comune • • • • • Autorità locali della Prefettura di Kozani • Istituto storico della Resistenza • Politecnico di Torino • CODEX Agenzia di sviluppo • coop. La Meridiana • coop. C.S.A. • Comitato Colle del Lys • Comunità Montana Valli di Lanzo Comune di Angrogna Comune di Rorà Società Studi Rorenghi Scuola media di Bricherasio Associazioni Partigiane storici e guide naturalistiche Concistoro • • • • • • • • Comunità Montana Val Pellice coop. PanAleghe Scuola media di Giaveno Partigiani storici • • • • • Comune di Coazze 7 Il partenariato locale CEDER Serranía de Ronda 8 C U LT U R A M AT E R I A L E Nel caso italiano, la Provincia di Torino ha individuato tre aree locali dove poter avviare le azioni del progetto ed ha quindi proceduto a contattare le rispettive amministrazioni locali (Comune di Coazze nella Val Sangone, Comunità montana Valli di Lanzo e Comunità montana Val Pellice)1 per verificarne la disponibilità e la convergenza di finalità. In questa prima ramificazione del partenariato locale la Provincia ha mantenuto un ruolo predominante di coordinamento e supervisione del programma di lavoro stabilendo, sulla base di convenzioni formalizzate con i singoli soggetti, le modalità di attuazione degli incarichi e impegnandosi a garantire all’iniziativa il necessario sostegno politico e la necessaria visibilità. Dal punto di vista operativo, i tre enti locali individuati hanno scelto a cascata degli interlocutori privilegiati situati sul territorio per formare dei gruppi di lavoro tematici: piccoli comuni situati nelle aree interessate dal progetto, scuole, gruppi di partigiani, esperti, cooperative e altri soggetti. Il partenariato locale si è quindi sviluppato secondo tre livelli, di cui due politici (Provincia e Comuni/Comunità montane) e uno economico/non profit (cooperative e enti diversi). Questi hanno permesso, da un lato, di confermare i legami strategico-politici tra le amministrazioni locali coinvolte e, dall’altro, di rafforzare i rapporti di lavoro con gli attori privati e non del territorio in un’ottica di crescita e sviluppo. Infine vi sono stati alcuni organismi che hanno sviluppato una relazione diretta con la Provincia di Torino sulla base di compiti specifici: l’agenzia di sviluppo Codex incaricata del coordinamento e monitoraggio del partenariato transnazionale, dei rapporti con la Commissione europea e della programmazione delle attività con la Provincia, il Politecnico di Torino garante scientifico del progetto locale impegnato soprattutto sul versante della produzione dello strumento multimediale, l’Istituto Storico della Resistenza quale punto di riferimento per l’approfondimento dei contenuti storici legati al progetto. 1 La Comunità montana è un ente locale che raggruppa i piccoli comuni situati nelle aree montane o pedemontane sulla base di criteri territoriali, economici, sociali e culturali. L'obiettivo principale dell'ente è di promuovere lo sviluppo globale delle aree montane secondo le linee programmatiche fissate dalle autorità regionali e provinciali. Il sistema messo a punto dal partner greco presenta delle similitudini con quello italiano, con la differenza che le quattro Unioni di Comuni che compongono l’Unione della Macedonia occidentale si sono servite per la prima volta di un organismo relativamente nuovo per gestire un progetto comunitario. L’UALMO può essere presentato come un consorzio di amministrazioni pubbliche che, sulla base di un programma concordato, hanno delegato la loro funzione politica di rappresentanza ad un unico soggetto, scegliendo di mantenere per sé un ruolo più operativo. Il coordinamento complessivo del progetto è spettato all’Unione dei Comuni presenti sul territorio della Prefettura di Kozani, ormai esperta nella conduzione di progetti comunitari. Inoltre, anche in questo caso le quattro Unioni hanno coinvolto nella realizzazione pratica degli interventi altri attori locali a seconda degli obiettivi operativi previsti: l’Università di Salonicco e le organizzazioni partigiane per la ricerca storica, soggetti economici per la realizzazione di prodotti specifici, singoli esperti e altri enti locali (per es., i Servizi archeologici) per compiti diversi. In generale, tuttavia nel partenariato locale greco rimangono predominanti la presenza e il ruolo degli enti di governo locale a scapito di una maggiore diversificazione nella partecipazione degli attori locali, e soprattutto del settore privato. Se infatti il soggetto pubblico garantisce visibilità, sostegno politico e risorse all’iniziativa, il secondo permetterebbe un maggior radicamento dell’esperienza nel contesto locale, a tutto vantaggio di uno sviluppo economico reale. Dalle caratteristiche del partenariato spagnolo emerge al contrario come il CEDER abbia fortemente limitato l’ambito di intervento del progetto, e quindi anche il numero di soggetti coinvolti per svolgere le attività. In questo caso infatti i partner locali sono stati scelti essenzialmente perché funzionali alla realizzazione di alcune mansioni specifiche, come ad esempio la produzione di strumenti di comunicazione e informazione (video, CD-Rom, audiovisivo) e non perché necessari a sostenere e promuovere l’iniziativa a livello locale. Come si è già sottolineato, il CEDER è un’associazione senza scopo di lucro di natura mista pubblico-privata che da anni svolge un ruolo di C U LT U R A collettore e distributore dei fondi comunitari, a supporto di iniziative locali di sviluppo turistico, culturale ed economico nella Serranía di Ronda; un ruolo che gli ha permesso di guadagnare un riconoscimento evidente da parte sia dei soggetti pubblici locali che di quelli privati. Infine, se è la prima volta che le quattro Unioni di Comuni greche si trovano a lavorare insieme in modo coordinato su un progetto comunitario, e devono quindi ancora verificare e affinare metodologie di lavoro comuni, il partner italiano e soprattutto quello spagnolo si avvalgono di una consuetudine di collaborazione con gli attori locali ormai consolidata. L’articolazione del partenariato locale ha ovviamente influenzato anche le dinamiche di cooperazione a livello transnazionale. Inizialmente quest’ultima era stata organizzata in modo da permettere un trasferimento di know-how principalmente in due direzioni: • dal partner italiano al partner greco e spagnolo per quanto riguarda la gestione operativa e finanziaria del progetto comunitario (partenariato transnazionale incluso) e la costruzione di un partenariato locale strategicamente diversificato per creare il contesto più adatto a gestire le attività del progetto; • dal partner spagnolo al partner italiano e greco sull’organizzazione e gestione degli ecomusei, e sulle strategie per potenziare il modello sperimentato. Il primo ciclo di visite-studio presso le tre realtà partner ha quindi permesso di raccogliere informazioni utili non solo sui contesti di partenza nei quali i partner operano, ma anche sulle loro metodologie di intervento. Il risultato più rilevante raccolto da questi primi scambi è stato, come auspicato, l’emergere di campi di interesse comune più specifici: – l’importanza di valorizzare il patrimonio storico comune al M AT E R I A L E partner italiano e greco, relativo agli anni in cui si svilupparono i movimenti nazionali di resistenza alle forze nazi-fasciste durante la Seconda Guerra mondiale; – il ruolo giocato dalle cooperative nel contesto italiano e spagnolo, come attori socio-economici potenzialmente capaci di creare nuove opportunità di lavoro in campo turistico e culturale, e porre le basi per uno sviluppo duraturo dell’economia locale. In linea con questi nuovi orientamenti, il secondo ciclo di visite-studio è diventato occasione per: – fare incontrare i rappresentanti italiani di due delle tre cooperative coinvolte nella realizzazione delle attività con i loro colleghi spagnoli, e avviare un confronto sull’esperienza dell’ecomuseo di Benalauría e di un’impresa di marmellate a Montejaque create entrambe da cooperative locali; – invitare un membro del Comitato Colle del Lys alla conferenza organizzata nel comune greco di Tsotili per promuovere l’apertura di un archivio storico e presentare i primi risultati della ricerca storica condotta dall’Università di Salonicco sul movimento greco della Resistenza.2 Gli scambi di informazione e i contatti resi possibili dalle visitestudio hanno quindi permesso un’evoluzione nei contenuti della cooperazione fino all’individuazione di aree di interesse comune e di percorsi tematici più precisi nell’ambito dei quali, in prospettiva, potrà essere prodotto direttamente del know-how. 2 Il Comitato della Resistenza del Colle del Lys è un comitato italiano formato a livello provinciale per promuovere iniziative e manifestazioni legate al tema della Resistenza partigiana e del recupero della memoria storica di quegli anni. Il Comitato è presieduto dal Presidente della Provincia di Torino e prende il nome dal Colle sul quale sorge il monumento in ricordo dei 2024 caduti delle Valli di Susa, Lanzo, Sangone e Chisone. 9 10 C U LT U R A I M AT E R I A L E PROGETTI LOCALI Vediamo ora più nel dettaglio quali sono stati i filoni di intervento sui quali i partner hanno operato singolarmente. Il progetto italiano I l progetto italiano è stato finalizzato all’identificazione e creazione di percorsi ecomuseali in seguito ad un’indagine approfondita condotta dal Politecnico di Torino sulle caratteristiche del patrimonio storicoculturale delle diverse aree rurali e montane presenti nella realtà provinciale. La scelta dell’ecomuseo come strumento progettuale è risultata rilevante per recuperare e valorizzare i segni presenti sul territorio che ancora documentano la storia della vita quotidiana e lavorativa delle comunità, ricollocandoli nel loro contesto economico, sociale, culturale e ambientale. Ai fini del progetto sono stati individuati due percorsi... 1. “Dalla memoria alla pace” per valorizzare il contributo delle popolazioni montane al movimento della Resistenza e alla Lotta di Liberazione nazionale (1943-45) e i luoghi significativi della lotta partigiana; 2. “Il segno della pietra” per indagare, nell’ambito dei temi della protoindustria, un’attività importante come quella estrattiva legata all’impiego della pietra nelle architetture locali. 1 ...e sono stati scelti tre siti: 1. la Val Sangone, che a partire dal 1943 ha rappresentato uno dei palcoscenici principali della lotta di liberazione dal nazi-fascismo; 2. le Valli di Lanzo che con il Colle del Lys rappresentano uno spazio di grande valore storico, naturalistico e culturale; 3. la Val Pellice che assistette alla nascita di molte brigate partigiane, ma che è anche rinomata rinomata per l’attività estrattiva del gneiss. Val Sangone Il progetto è stato organizzato dal Comune di Coazze secondo tre settori di intervento: 1. La raccolta e classificazione del materiale storico a disposizione sul periodo della lotta partigiana. A tal fine il Comune ha facilitato la costituzione di un gruppo di lavoro formato da ex partigiani della valle, gli storici Gianni Oliva e Claudio della Valle, gli studenti e i professori della scuola media “Blaise Pascal” di Giaveno, con il compito di raccogliere e catalogare documenti di interesse storico, intervistare i testimoni di quel periodo e realizzare dei video documentari. La ricerca è terminata con l’acquisizione di circa 500 immagini inserite in un database informatizzato e con la produzione di video da archiviare in futuro in un apposito database visivo. Questo materiale è stato usato per la costruzione di un ipertesto di alto valore scientifico, realizzato con il contributo del Comune di Coazze, e per la composizione della guida 1 Il primo percorso ha interessato trasversalmente tutte e tre le aree, mentre il secondo ha riguardato la Val Pellice. C U LT U R A multimediale “I sentieri della Resistenza” curato dal Politecnico di Torino. 2. L’allestimento di una sede espositiva sulla Resistenza nei locali del vecchio Comune. La sede rappresenta uno snodo importante non solo all’interno del percorso ecomuseale ma anche per la funzione che svolge. Non si tratta infatti di un luogo statico di visione di “cimeli”, quanto piuttosto di uno spazio interattivo che fornisce una visione sinottica di tutto ciò che il territorio offre, attraverso documentazione cartacea, cartine, video, prodotto multimediale. Il museo è inserito in modo organico in una struttura che ospita anche il museo etnografico locale e il laboratorio didattico del suolo. 3. L’identificazione di quattro anelli di percorso in montagna per un totale di circa 36 km di cammino, che collegano i luoghi più significativi della lotta partigiana: l’anello di Coazze, la valle di Sangonetto, l’area del Ciargiur, la val Sangone. Sia l’identificazione che il ripristino dei sentieri sono stati effettuati dalla cooperativa PanAleghe. In questo settore si inserisce anche la messa in funzione e l’allestimento della Casa Alpina di Forno, nella vecchia scuola elementare. La struttura, usata essenzialmente come spazio ricettivo e foresteria, dispone di 35 posti letto, oltre a due aule per eventuali momenti formativi. Valli di Lanzo Il progetto è stato coordinato dalla Comunità montana Valli di Lanzo ed ha contemplato: 1. la conduzione di una ricerca storica sui luoghi e i percorsi segnati dalle vicende partigiane durante la Seconda Guerra mondiale; 2. la sistemazione, pulizia e riapertura di un certo numero di sentieri montani utilizzati dai partigiani, al fine di riappropriarsi di un pezzo di storia rendendola fruibile attraverso percorsi alternativi. M AT E R I A L E Sia per quanto riguarda la realizzazione della ricerca storica che per la sistemazione dei sentieri la Comunità montana ha affidato l’incarico a due cooperative del posto. La cooperativa La Meridiana ha condotto una ricerca sul movimento della Resistenza nelle Valli di Lanzo e nella Valle di Susa sulla base di documenti di valore storico e culturale raccolti in loco e di testimonianze orali. Una parte del materiale è stato utilizzato per la realizzazione di un video e per la composizione della guida multimediale. La cooperativa C.S.A. si è invece occupata dei sentieri partigiani, ripristinando i tratti non più percorribili e riaprendo quelli ormai caduti in disuso. Nel complesso si tratta di due percorsi situati nell’area del Colle del Lys che interessano il Comune di Viù (Valli di Lanzo) e quello di Rubiana (Bassa Valle di Susa), per un totale di circa 14 km di cammino. Il lavoro di ripristino ha previsto anche l’individuazione di alcuni percorsi di interesse naturalistico dove allestire aree attrezzate per la sosta e la posa di segnaletica e supporti informativi uniformi a quelli usati in Val Sangone e Val Pellice. L’intervento in quest’area è stato finalizzato anche alla ristrutturazione dell’ex Casa cantoniera situata al Colle del Lys, che dovrà ospitare un centro di documentazione sul movimento della Resistenza. Questo intervento è stato realizzato grazie al contributo della Provincia di Torino. Val Pellice La Comunità montana Val Pellice ha gestito direttamente tutte le attività previste dal progetto attraverso la creazione di due gruppi di lavoro: uno sui sentieri partigiani e l’altro sul museo della pietra. Il primo gruppo, formato da rappresentanti delle associazioni partigiane locali, un rappresentante del Comune di Angrogna, una guida naturalistica e tre operatori della Comunità montana, ha catalogato e analizzato la 11 12 C U LT U R A M AT E R I A L E documentazione storica esistente legata alla presenza di bande partigiane nella zona. Nella fase di raccolta del materiale sono stati coinvolti la scuola media di Bricherasio e alcuni storici. Sulla base dell’analisi condotta sono stati individuati tre sentieri che si snodano tra la valle di Angrogna e Bricherasio, secondo tre anelli che possono formarne un terzo più ampio per un totale di circa 6 ore di cammino. I sentieri sono stati ripristinati e allestiti con la stessa segnaletica predisposta per gli altri due siti, e sono stati inseriti in una cartina sulla Val Pellice. È stata inoltre condotta una ricerca etnografica sulla borgata La Barma, situata sopra Angrogna, che ha costituito il punto di partenza per un progetto di ristrutturazione finalizzato alla ricostruzione di uno spaccato di vita nella borgata dall’inizio del secolo fino a quando i partigiani non iniziarono a stamparvi il loro primo giornale “Il Pioniere”. Il secondo gruppo di lavoro si è occupato del recupero e della valorizzazione di una tradizione locale legata alla lavorazione del gneiss, che nei primi anni ’50 ha rappresentato l’attività centrale attorno alla quale ruotava la vita del comune di Rorà e delle località limitrofe. Gli obiettivi del progetto erano: 1) allestire uno spazio espositivo nei locali del museo etnografico valdese di Rorà e 2) ricostruire le fasi tradizionali della lavorazione della pietra e le scene di vita in una cava ormai in disuso. Il materiale e la documentazione raccolti sono serviti per realizzare un opuscolo sulle cave locali e sulla cultura dei cavatori, un video e una serie di pannelli esplicativi. Il gruppo era formato da un rappresentante del Comune di Rorà, rappresentanti della Società Studi Rorenghi, un rappresentante del Concistoro, una guida turistica e tre membri della Comunità montana. Le tre aree interessate dal progetto italiano vanno così a formare, con le loro specificità, i nodi principali di alcuni percorsi ecomuseali della provincia di Torino. Questi sono caratterizzati da una compresenza di itinerari della memoria storica (i sentieri, gli spazi di approfondimento nei musei locali) e di spazi di vita e di lavoro (la borgata, la cava) e dal tentativo di avviare nuove modalità di conoscenza e fruizione del territorio da parte non solo degli addetti ai lavori ma anche della popolazione locale, delle scuole, del turista occasionale e di chi, al contrario, è legato a quei luoghi da un profondo senso di appartenenza. Il passo successivo sarà ora quello di mettere in rete questi itinerari sia geograficamente che virtualmente per creare un sistema-territorio integrato, capace di trasformarsi all’occasione in fucina di animazione locale e imprenditoriale, laboratorio e scuola, così come in un polo a forte attrazione turistica che permetta alle collettività locali di realizzare condizioni di sviluppo socioeconomico duraturo. C U LT U R A Il progetto greco La Macedonia occidentale è divisa in quattro Prefetture che occupano la zona nord-ovest della Grecia, al confine con l’Albania e l’ex Iugoslavia, in un’area prevalentemente montuosa, ricca di risorse minerarie e idriche (la Macedonia occidentale produce il 75% dell’energia del paese) e che vanta due parchi naturali nazionali: quello di Pindos - Valia Calda nella Prefettura di Grevena, e quello di Prespes nella Prefettura di Florina. Nonostante le risorse naturali e le attrazioni turistiche non manchino, l’area è oggi conosciuta per la mancanza di politiche di tutela del patrimonio ambientale e più in generale di quello storico e culturale, garanzia imprescindibile per poter promuovere uno sviluppo turistico equilibrato e sostenibile. La Prefettura di Kozani è la più ampia della regione e ne occupa la parte più orientale. L’area è rinomata per i suoi ricchi giacimenti di lignite, cromo e amianto, come anche per un rilevante numero di cave di marmo e altro materiale inerte. La Prefettura di Grevena è localizzata nella parte meridionale della regione, dove prevale una tradizione più agricola. A nord è posizionata la Prefettura di Florina che presenta la maggiore superficie di territorio coltivato (28%). La Prefettura di Kastoria si trova nella parte nord-ovest sia della regione che dell’intera Grecia, in una delle zone più montuose, a 800 metri di altitudine. I tratti distintivi di quest’area sono rappresentati dalla presenza di un’avviata industria della pelliccia, che assorbe l’80% della popolazione attiva dell’area, e da preziose bellezze naturalistiche. Alla base del progetto greco vi è il tentativo di trovare delle vie di sviluppo alternative alla tradizione industriale e agricola locale, in un’ottica di lotta alla disoccupazione e all’abbandono crescente della regione, andando a stimolare e ad attivare le risorse naturalistiche, culturali e storiche locali, e cercando nel contempo di creare un’offerta turistica periferica rispetto ai grandi circuiti del “turismo di mare” per i quali la Grecia è rinomata. M AT E R I A L E Nell’ambito del progetto sono stati individuati tre filoni di intervento: 1. storico 2. archeologico 3. turistico-ambientale. Nel primo filone è stata realizzata una ricerca per indagare le radici storiche del movimento greco di Resistenza nazionale contro il Fascismo sviluppatosi nella regione tra il 1940 e il ’44. La ricerca è stata condotta in collaborazione con l’Università Aristotelio di Salonicco, il Comune di Kozani, una società di studi della città di Ano Voio e numerosi gruppi di ex partigiani. Per sensibilizzare la popolazione locale all’iniziativa, facilitare l’accesso alle fonti storiche e diffondere i primi risultati dell’indagine sono state organizzate diverse manifestazioni, tra le quali il convegno tenutosi a Tsotili nel giugno del ’98 per pubblicizzare l’apertura di un archivio storico dedicato al movimento della Resistenza nella Macedonia occidentale, che ha suscitato l’interesse non solo delle autorità nazionali ma anche di una nutrita delegazione straniera. Sempre in questo ambito sono state eseguite una serie di operazioni di manutenzione e restauro di alcuni monumenti storici situati nella Prefettura di Kozani e dedicati a episodi avvenuti durante la lotta di liberazione nazionale. Tali monumenti sono stati raccolti in un calendario (“1998 – Monuments of National Resistance in Kozani’s Prefecture”) pubblicato dall’Unione pan-ellenica dei partigiani che hanno combattuto nel 13 14 C U LT U R A M AT E R I A L E movimento di Resistenza nazionale di Kozani, in collaborazione con il Comune di Kozani.2 Il filone archeologico è stato incentrato sulla promozione del patrimonio culturale localizzato nell’antica città di Petron, nella Prefettura di Florina. Secondo gli studi condotti a partire dai primi scavi del 1982 risulta che la città, fondata nel III sec. a.C., raggiunse il suo periodo di massima fioritura durante l’ellenismo prima di decadere nel I sec. a.C. ed essere di nuovo occupata in epoca romana, quando venne trasferita dove sorge l’odierna Petres. La città presenta una fortificazione esterna che conteneva un sistema urbano costituito di edifici pubblici e privati e ampie strade; la presenza di un edificio a due piani testimonia la continuità storica con l’architettura caratteristica di tutta la Macedonia. Oggi gli scavi stanno procedendo parallelamente ai lavori di ristrutturazione e consolidamento dei resti. Grazie al coordinamento con l’archeologo ufficiale del sito è stato 2 I monumenti ristrutturati sono: il monumento della Resistenza di Fardikampos a Siatista, il monumento “Il giardino degli eroi” del comune di Pirgi, il monumento ai caduti del comune di Mesovouno e il monumento ai caduti della città di Kozani. Il calendario ne raccoglie dodici. possibile individuare le attività da far rientrare nel progetto, soprattutto per quanto riguarda la raccolta, catalogazione e archiviazione del materiale raccolto. Ovviamente il progetto complessivo, coordinato dal Ministero per i Beni culturali, è molto più ampio e comprende anche l’allestimento di zone di sosta per i visitatori, la creazione di un osservatorio che offra al visitatore informazioni sulle attrazioni turistiche circostanti, un sistema di segnaletica apposito, la realizzazione di materiale promozionale. Il terzo filone è stato dedicato alla valorizzazione del parco nazionale Valia Calda di Pindos e dei complessi montani di Grammos e Vitsi, situati nella Prefettura di Kastoria. Entrambi i luoghi sono caratterizzati da particolari tipi di fauna e flora e da un’abbondanza di foreste e corsi d’acqua. Gli interventi hanno previsto: – la creazione di un centro informazioni sulla regione per facilitare l’accesso dei turisti al parco e monitorare più da vicino la fruizione di questi ambienti montani, a tutela del sistema ecologico; – la produzione di materiale promozionale sulle attrazioni turistiche locali, itinerari particolari, prodotti tipici regionali, topografia locale; – l’allestimento di un sistema informatico per la visione di prodotti multimediali. Con il contributo della Prefettura di Grevena è stata pubblicata una guida turistica relativa all’area. La città di Kastoria, una delle più pittoresche della regione grazie al ricco patrimonio architettonico risalente all’epoca bizantina, si è fatta invece promotrice di un progetto per la realizzazione di un punto informativo dove raccogliere materiale turistico sulla regione. A tale scopo è stato anche prodotto un CD-Rom in inglese che presenta i principali ambiti di intervento del progetto greco e le località regionali interessate. C U LT U R A M AT E R I A L E Nel caso del progetto greco si può osservare come il programma di lavoro sia stato caratterizzato da una serie di interventi puntuali che, pur rispondendo a priorità individuate in modo congiunto dalle amministrazioni locali, risultano ancora poco integrati tra di loro. Se infatti, nel quadro dei piani di sviluppo regionale esistenti, si è giunti all’identificazione di alcuni siti locali sui quali condurre le azioni di recupero e valorizzazione del patrimonio regionale, continua a mancare una politica di programmazione e gestione delle risorse (ambientali, culturali, finanziarie, ecc.) concertata e condivisa dai diversi attori locali. Consapevole di questa difficoltà, l’UALMO ha concentrato i propri sforzi proprio sulla fase di promozione e pubblicizzazione delle attività condotte, facendo attenzione che le azioni di sensibilizzazione e informazione venissero indirizzate non solo agli enti di governo locale ma anche alle comunità locali. 15 16 C U LT U R A M AT E R I A L E Il progetto spagnolo A differenza dei contesti greco ed italiano – dove si è trattato di impostare una nuova strategia di lavoro coinvolgendo essenzialmente le amministrazioni locali nel primo caso, e di mettere in pratica una metodologia di lavoro innovativa con una varietà di soggetti locali nel secondo – la Serranía di Ronda dispone già di un notevole numero di esperienze nel campo dello sviluppo rurale, attuate attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale. Dall’inizio degli anni ’90 il CEDER opera infatti per annullare il forte disequilibrio di cui soffre la Serranía a vantaggio della vicina e più turistica costa di Malaga, promuovendo iniziative che, sfruttando la ricchezza del patrimonio endogeno, riescono a radicarsi sul territorio e a garantire alla popolazione una reale fonte di sviluppo. Nel quadro di questo progetto il partner spagnolo ha quindi preferito privilegiare non tanto l’impostazione e realizzazione di iniziative nuove quanto il potenziamento degli investimenti già effettuati, attraverso azioni finalizzate a: C U LT U R A – sostenere la commercializzazione dei prodotti agroalimentari locali e la promozione turistica della rete di alloggi rurali creati nella zona grazie alla realizzazione del video “Artigianato agroalimentare della Serranía di Ronda” e di un audiovisivo intitolato “Turismo rurale nella Serranía di Ronda”, da utilizzare in occasione di eventi di particolare rilievo, convegni, manifestazioni culturali, azioni formative; – fornire informazioni ai visitatori sulle possibilità di turismo rurale e culturale esistenti nell’area in modo da incrementare il turismo e creare effetti positivi indiretti in altri settori come quello artigianale, alberghiero, ecc.; – allestire sei punti informativi interattivi per offrire una presentazione del patrimonio culturale locale attraverso un CD-Rom da localizzare nei punti di maggiore passaggio turistico (hotel, ristoranti, musei, ecc.) della Serranía. M AT E R I A L E Nelle pagine seguenti cercheremo di presentare più da vicino i contenuti dello scambio di know-how transnazionale secondo i due filoni di lavoro del progetto: la realizzazione dei percorsi ecomuseali e il recupero della memoria storica. 17 18 TAVOLA RIASSUNTIVA OBIETTIVI GENERALI CREARE UNA RETE DI ECOMUSEI A LIVELLO LOCALE SOSTENERE LO SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO DEI TERRITORI COINVOLTI OBIETTIVI OPERATIVI • creare le condizioni per avviare esperienze di percorsi ecomuseali • aprire degli ecomusei • consolidare le esperienze già avviate • introdurre logiche di cooperazione tra gli attori locali • costruire partenariati locali diversificati • verifica delle potenzialità del contesto locale necessarie per la costruzione di percorsi ecomuseali • predisposizione di un piano di intervento in relazione alle linee di sviluppo regionale, e individuazione di 3 filoni di intervento (storico, archeologico e ambientale) • contatto con gli attori locali e coinvolgimento delle amministrazioni pubbliche • primi interventi operativi • organizzazione del partenariato locale secondo una logica centralizzata, dove il livello politico rappresentato dalle amministrazioni locali ha un peso determinante ai fini del progetto • coinvolgimento di soggetti diversi (Università, privati, associazioni culturali, ecc.) sulla base di compiti specifici ATTIVITÀ GRECIA TRASFERIRE CONOSCENZE ED ESPERIENZE A LIVELLO TRANSNAZIONALE DIFFONDERE I RISULTATI E I PRODOTTI OTTENUTI • organizzare visite-studio • identificare strumenti di comunicazione e informazione adeguati • realizzare prodotti locali • organizzare momenti di confronto e disseminazione allargati, sia a livello locale che transnazionale Grecia, Italia, Spagna: Livello locale: • organizzazione di 2 cicli di visite-studio nelle tre realtà partner, di cui il primo a scopo informativo generale e il secondo incentrato su: a) valorizzazione del patrimonio storico comune al partner greco e italiano e b) ruolo delle cooperative nelle realtà italiana e spagnola • coinvolgimento diretto dei soggetti pubblici e privati attivi nel progetto (partigiani, archeologo, amministratori locali, ecc.) • scambio di documentazione sulle realtà partner • utilizzo dei consueti strumenti di comunicazione • due seminari nell'ambito del filone storico, al secondo del quale hanno partecipato rappresentanti del Ministero e ospiti stranieri • stampa degli atti delle giornate seminariali • stampa di un calendario sui monumenti della Resistenza • CD-Rom di presentazione delle aree toccate dal progetto (in inglese) • guida turistica • articoli apparsi sugli organi di stampa locali 19 OBIETTIVI GENERALI CREARE UNA RETE DI ECOMUSEI A LIVELLO LOCALE SOSTENERE LO SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO DEI TERRITORI COINVOLTI TRASFERIRE CONOSCENZE ED ESPERIENZE A LIVELLO TRANSNAZIONALE DIFFONDERE I RISULTATI E I PRODOTTI OTTENUTI ITALIA • identificazione e verifica di due filoni di intervento (storico e protoindustria) • progettazione degli interventi operativi sul campo, costruzione e allestimento dei percorsi ecomuseali • collegamento dei principali nodi ecomuseali attraverso lo strumento telematico • apertura di 2 percorsi ecomuseali: 1. sui sentieri della Resistenza trasversale alle 3 aree e composto da diversi nodi centrali e periferici 2. legato al tema della lavorazione della pietra locale • organizzazione di forme di collaborazione tra gli attori locali su due livelli: uno politico tra amministrazioni pubbliche e uno economico e non-profit tra soggetti privati, Università, scuole, associazioni culturali, ecc. • creazione di gruppi di lavoro tematici locali Livello locale: • ricerche sui movimenti della Resistenza nelle 3 aree locali • raccolta di documentazione storica e catalogazione • database di immagini di archivio • video documentari • materiale divulgativo • cartine geografiche • segnaletica e cartellonistica • guida multimediale (in italiano e inglese) • conferenze stampa di lancio dell’iniziativa e di inaugurazione delle sedi museali SPAGNA • predisposizione di azioni di consolidamento delle esperienze ecomuseali e di sviluppo rurale già avviate in precedenza attraverso: 1. sostegno alla commercializzazione dei prodotti agroalimentari locali 2. diffusione dell'informazione turistica sul territorio 3. allestimento di punti informativi interattivi di promozione dell'offerta turistica locale • organizzazione delle strategie di partenariato locale attorno ad un organismo di natura mista pubblico-privata che funge da catalizzatore, da un punto di vista sia politico-decisionale sia operativo e organizzativo Livello locale: • video sull'artigianato agroalimentare • audiovisivo sul turismo rurale • CD-Rom sul patrimonio culturale locale • presentazioni pubbliche di lancio dei prodotti realizzati • articoli apparsi sugli organi di stampa locali Livello transnazionale: • pubblicazione di un resoconto (in 4 lingue) sull'esperienza transnazionale • organizzazione di un convegno internazionale finale 20 C U LT U R A M AT E R I A L E I CONTENUTI DELLO SCAMBIO TRANSNAZIONALE I percorsi ecomuseali C ome abbiamo già sottolineato, i percorsi evidenziati nell’ambito del progetto hanno associato regioni con diversi livelli di sviluppo. In particolare, se in Italia grazie al rilevante impegno e investimento della Provincia di Torino si è trattato di dare il via alla fase progettuale per riuscire a rendere operativi un certo numero di percorsi ecomuseali, in Grecia ci si è limitati a creare il contesto più adeguato affinché ad iniziative di questo tipo vengano garantiti il giusto sostegno, soprattutto politico, e le risorse opportune in termini di competenze e di finanziamento. Il trasferimento di know-how e lo scambio di esperienze sono quindi avvenuti in senso privilegiato tra il partner italiano e quello spagnolo, che hanno individuato nell’ecomuseo una modalità per creare sinergie tra realtà analoghe. In entrambe le situazioni in primo piano ci sono il territorio, la gente che vi abita, le iniziative che a livello locale sono sorte o esistono come potenziali, l’esigenza di creare un sistema che diventi prodotto turistico e fonte di sviluppo economico e occupazionale. Nonostante le premesse comuni, le azioni sviluppate nel corso del progetto dai partner sono risultate piuttosto diverse. Nella Serranía di Ronda il progetto si è infatti sviluppato come azione di sostenimento e diffusione di iniziative già avviate nelle comunità locali. In questo caso l’ecomuseo, come offerta coordinata di fruizione turistica, è diventato lo strumento di sintesi di tutto quanto la regione è in grado di offrire all’attenzione del pubblico: piccole realtà museali, artigianato locale, attività economiche condotte in forma cooperativa, per lo più nel settore della produzione e lavorazione dei prodotti tipici locali. Il tutto con un'attenzione particolare, da un lato, a incentivare la piccola impreditoria da parte soprattutto delle fasce di popolazione più esposte al rischio di disoccupazione, come le donne e i giovani, e dall’altro a frenare l’abbandono delle aree rurali più decentrate. Per la Provincia di Torino il progetto si è inserito in un discorso più ampio che ha portato alla creazione di una rete ecomuseale che coinvolge l’intero territorio provinciale, con le sue diverse caratteristiche storico-ambientali. In questo progetto ci si è limitati a due tematiche: quella storica legata alla Resistenza e quella centrata sull’attività di estrazione, lavorazione e utilizzo della pietra nelle architetture locali. La scelta di due temi così diversi ha consentito di verificare l’applicabilità dello strumento ecomuseale e affinare le metodologie di intervento. La forte valenza storica del progetto ha inoltre richiesto di sviluppare un percorso ecomuseale sia di tipo fisico che virtuale, laddove le testimonianze ancora esistenti non erano sufficienti a garantire un'adeguata lettura dell’ambiente di vita e di lavoro tradizionale. La presenza poi di vestigia architettoniche rilevanti (la cava di pietra, le case dei minatori come nel caso della Val Pellice) ha comportato anche un intervento di ristrutturazione con conseguente impiego di manodopera locale. La molteplicità degli elementi che compongono il progetto italiano ha implicato il coinvolgimento di strutture operative a diversi livelli: dal Politecnico di Torino che ha impiegato dei borsisti per la fase di ricerca e progettazione degli interventi architettonici e per la costruzione del Benalauría C U LT U R A L’ecomuseo di Benalauría è stato l'esempio proposto dal partner spagnolo quale modello di realizzazione di successo. L'idea nasce da un progetto di recupero degli spazi e delle forme tradizionali per riconoscere e ricreare il patrimonio etnografico della comunità di Benalauría. Il percorso progettuale ha compreso la ristrutturazione di un vecchio mulino destinato alla produzione dell'olio, risalente al XVIII sec. e situato nella parte alta del paese. All’interno dei locali ristrutturati si è organizzato un museo etnografico, dove sono stati ricreati i luoghi della lavorazione arredati con gli utensili tradizionali. In un altro punto del paese è stato ristrutturato un secondo frantoio che è stato trasformato in un ristorante/agriturismo dove vengono serviti piatti di cucina tradizionale, e sono stati ristrutturati con materiali locali un certo numero di alloggi. Alla radice del progetto troviamo una cooperativa di giovani, La Molienda, che circa una decina di anni fa decise di investire sullo sviluppo delle risorse umane locali, progettando e sperimentando un modello di sviluppo rurale per combattere l'abbandono diffuso delle aree rurali a favore della più appetibile Costa del Sole, creare attrazione turistica – spostando il centro dell'attenzione dalla costa verso zone più periferiche del paese – e promuovere una cultura del turismo rurale rispettosa dell’ambiente e delle tradizioni locali. Ultimamente questo progetto si è arricchito di una dimensione sociale, che ha visto l’avvio di nuove esperienze, prima sotto forma di TALLER ARTESANAL con una forte componente formativa, per culminare con misure di sostegno alla nascita di nuove imprese addette alla lavorazione dei prodotti locali (castagna, legno e pietra), produzione di composizioni floreali con fiori secchi, manutenzione delle zone boschive. Fondamentale per la realizzazione di queste attività è stato il contributo delle diverse iniziative comunitarie realizzate nella zona. Grazie a CULTURA MATERIALE il partner spagnolo ha sviluppato degli strumenti promozionali per diffondere e potenziare la ricaduta di esperienze come quella di Benalauría su tutto il territorio della Serranía di Ronda, migliorandone la promozione soprattutto a fini turistici e commerciali. M AT E R I A L E prodotto multimediale, alle cooperative multifunzionali locali per realizzare la ricerca storica, predisporre la messa a norma dei sentieri e preparare la segnaletica. A differenza poi della situazione spagnola, dove l’ecomuseo ha rappresentato la condivisione di esperienze già operative a carattere sostanzialmente privato, in provincia di Torino si avvia ora la fase gestionale a partecipazione presumibilmente mista, pubblico-privata. La creazione dell’ecomuseo nel contesto greco rappresenta il momento conclusivo di un progetto in cui la componente storica si lega strettamente al territorio. In particolare l’anello di congiunzione, soprattutto con il progetto italiano, è stato lo studio condotto sul movimento della Resistenza e la costruzione di un itinerario che tocca i luoghi e le testimonianze di un periodo così denso di significato, non solo per la popolazione locale ma anche per l’intera Europa. Rispetto alla realtà italiana, dove la ricerca storica sui movimenti antifascisti è ormai consolidata, tanto che non mancano le attività didattiche nelle scuole inferiori e superiori, la regione macedone tramite il progetto ha ottenuto l’opportunità di aprirsi a nuove iniziative di collaborazione con rinomati istituti di ricerca come l’Università di Salonicco, e stabilire relazioni di più lunga prospettiva con organismi stranieri. L’ecomuseo greco, quando verrà attuato, permetterà di promuovere un rafforzamento della memoria storica, finora 21 22 C U LT U R A M AT E R I A L E patrimonio soprattutto di quanti hanno vissuto direttamente quel periodo, e di avvicinare i visitatori anche alle bellezze naturali e paesaggistiche del luogo, stimolando progressivamente la realizzazione di infrastrutture ricettive e di accoglienza di cui la regione macedone è ancora carente. Le divergenze di percorso emerse, al di là di confermare le specificità delle singole realtà partner, possono essere inserite in un ciclo di apprendimento più ampio, che ha contemplato un trasferimento di know-how dal partner spagnolo a quello italiano e greco sul tema della progettazione, gestione e consolidamento di esperienze ecomuseali avviate sul territorio. I tre contesti locali possono infatti venire visualizzati metaforicamente come i tre stadi necessari per avviare un processo di sviluppo di percorsi ecomuseali, secondo lo schema seguente. Le tappe del percorso ecomuseale xvbn, aa s GRECIA Primo gradino del processo dove vengono affrontate le problematiche relative alla definizione concettuale dello strumento “ecomuseo” e alle logiche di strategia operativa che riguardano, per esempio, la creazione del partenariato locale, la definizione di una metodologia di intervento concertata, l’individuazione dei nodi della rete ecomuseale, ecc. xv bn,aas ITALIA Secondo gradino dove vengono verificati i percorsi scelti, vengono sviluppati i primi interventi operativi e, sulla base dei risultati raggiunti, si procede alla composizione della rete ecomuseale collegando i vari nodi tra di loro, anche utilizzando lo strumento telematico. xv bn , a a s x v SPAGNA Terzo gradino dove, terminato il periodo di incubazione, si può avviare la fase più matura di consolidamento delle esperienze, predisponendo un piano di lancio e promozione dei progetti, servendosi dei canali e dei mezzi di informazione e comunicazione più adatti. C U LT U R A Il secondo filone identificato per lo scambio di esperienze è quello legato al tema della Resistenza, il movimento popolare di opposizione politica e militare sviluppatosi in Italia come in Grecia, e in molti altri paesi europei occupati dai nazi-fascisti, nel corso della Seconda Guerra mondiale. Nel territorio della provincia di Torino sono numerose le zone soprattutto di montagna che furono teatro della lotta di liberazione nazionale, rimanendone profondamente segnate, come per l'appunto la Val Sangone, le Valli di Lanzo e la Val Pellice. Inserire in un progetto di lavoro centrato sulla predispozione e sperimentazione di sistemi ecomuseali anche un percorso dedicato alla Resistenza partigiana ha significato non solo una volontà di recupero e conservazione della memoria storica per difendere la verità, ma anche un tentativo di usare quelle testimonianze per interpretare il presente e costruire un futuro di pace. Ma Resistenza oggi non significa soltanto Storia; significa anche conquistare una politica specifica per la montagna, spesso esclusa dalle strategie di sviluppo, fornendole nuovi strumenti di intervento proprio a partire dalla sua cultura e dalla sua storia. Per quanto riguarda il progetto italiano le attività condotte nelle aree locali hanno compreso: – un rigoroso lavoro di ricostruzione storica e di raccolta e catalogazione di materiale e documenti, anche fotografici, attinenti le vicende storiche legate alla lotta partigiana nei luoghi interessati; – il contatto con gli ultimi testimoni diretti o indiretti di quegli eventi, nel tentativo di conservare la memoria dei protagonisti e registrare un pezzo di storia non ancora scritta; “Glossario” elenca i termini specialistici o desueti; “Biografie” riporta il sommario dei partigiani, militari e civili citati; “Crediti” elenca i contributi dei soggetti coinvolti nella realizzazione; “Progetto Cultura materiale” presenta l'iniziativa e “Laboratorio” permette all'utente di prendere appunti direttamente sullo schermo del computer, memorizzare i passi effettuati e operare su questa traccia per costruire un proprio STORY-BOARD. L’applicazione multimediale prevede una doppia articolazione: un documento masterizzato su CD-Rom e consultabile OFF-LINE nei tre siti ecomuseali, e un documento in linguaggio “HTML” da collocare sul WEB della Provincia di Torino. I sentieri della Resistenza Il filone storico La guida multimediale “I sentieri della Resistenza” è stata progettata e realizzata dal Politecnico di Torino, in collaborazione con diversi soggetti locali, per presentare una lettura virtuale dei luoghi paradigmatici per la memoria della Resistenza dal 1943 al 1945 attraverso dei percorsi guida. La guida interessa i territori di Coazze, Angrogna e Colle del Lys, ed è articolata secondo otto capitoli: “Cronologia” comprende i 36 mesi dal gennaio del 1943 al dicembre 1945 e riporta eventi locali, regionali, nazionali e mondiali; “Luoghi” presenta una mappa di riferimento per la porzione di territorio presa in esame, un sommario dei luoghi menzionati nella guida, una visita guidata organizzata all'interno di ogni singolo comparto territoriale; “Argomenti” include schede sull’identità dei partigiani, la loro organizzazione politica e militare, le forme della guerriglia e della comunicazione, la letteratura sulla Resistenza, ecc.; M AT E R I A L E 23 24 C U LT U R A M AT E R I A L E – l’individuazione dei segni lasciati sul territorio da quelle vicende e la ricostruzione di itinerari per ripercorrere i luoghi più significativi, raccontandone la storia. L’omogeneità del lavoro svolto nei tre siti è stata garantita dal “contenitore” ecomuseale ideato, nel quale gli itinerari locali si sono andati ad inserire per formare i nodi di un unico percorso che congiunge le tre aree geograficamente, grazie ad un sistema di segnaletica omogeneo, ma anche virtualmente attraverso una guida multimediale. Anche la regione della Macedonia occidentale soffrì negli anni dal 1941 al ’44 sotto la dominazione tedesca e assistette alla nascita di un movimento di Resistenza e liberazione nazionale. L’occupazione delle forze dell’Asse in questa regione fu particolarmente dura, e provocò molte distruzioni e grande sofferenza umana. Ciò nonostante, il movimento di Resistenza che vi nacque non ebbe paralleli in altre parti della Grecia. La volontà espressa dall’Unione della Macedonia occidentale di privilegiare questo filone nasce dall’intento di: – recuperare e registrare la storia di quegli anni che venne oscurata da vicende politiche successive non meno laceranti, come la Guerra civile (1946-49); – valorizzare una parte dei luoghi della memoria che oggi ricordano il contributo delle popolazioni locali alla lotta contro il nazi-fascismo. Il primo obiettivo è stato raggiunto grazie alla realizzazione di un’approfondita ricerca storica, condotta dal Dipartimento di Storia dell’Università Aristotelio di Salonicco, articolata in quattro fasi: 1) raccolta delle testimonianze orali dei sopravvissuti agli eventi di quegli anni; 2) trascrizione delle interviste; 3) confronto dei documenti con le testimonianze di alcuni combattenti di comprovato valore scientifico; 4) produzione di copie finali per l’archivio centrale. Le testimonianze, raccolte da un gruppo di ricercatori con l’ausilio di studiosi, ammontano oggi a 120 e comprendono una breve nota biografica, un indice dei nomi e dei luoghi, e una breve sintesi in inglese. La valorizzazione dei luoghi della memoria è invece cominciata con il riassetto e la pulizia di alcuni dei 12 monumenti simbolo della Resistenza nazionale situati nella Prefettura di Kozani, per arrivare alla loro promozione grazie al posizionamento di apposita segnaletica, la riproduzione della ricerca, l’organizzazione di convegni di sensibilizzazione, l’apertura di un archivio storico nel comune di Tsotili, la pubblicazione di un calendario e di un CD-Rom. Anche in questo caso, come per il partner italiano, il recupero della memoria assolve una duplice funzione: da un lato, abbraccia un discorso di valorizzazione storica che esula dal periodo specifico e finisce per investire anche il presente; dall’altro, viene inserito in un progetto di sviluppo di più ampio respiro, mirato ad allontanare il localismo rendendo fruibili momenti di storia di regioni periferiche rurali o di montagna che, proprio grazie ad un progetto comunitario, vengono ribaltate sul palcoscenico europeo. C ONCLUSIONE L ungo il suo cammino, durato poco più di due anni, il progetto CULTURA MATERIALE ha ovviamente incontrato alcune difficoltà sia di natura operativa che gestionale, dovute in parte anche al suo ambizioso contenuto di carattere storico-culturale e al non facile intento di integrare realtà nazionali diverse. Si può tuttavia affermare che, al di là del conseguimento degli obiettivi da parte dei singoli attori locali, l’intento di sviluppare una stretta collaborazione tra i partner e di garantire un proficuo scambio di conoscenze ed esperienze a livello transnazionale sia stato pienamente raggiunto. A questo sono serviti i due cicli di visite-studio organizzate nelle tre aree interessate dal progetto, il frequente scambio di documentazione e materiale divulgativo sui diversi contesti territoriali, il contatto con alcuni degli operatori locali direttamente coinvolti nelle attività. Gli incontri frequenti hanno inoltre permesso di superare il livello più superficiale di conoscenza reciproca per arrivare a indagare nuove forme di collaborazione in campi diversi: così è successo per una delle tre cooperative italiane che si è ritrovata partner con la cooperativa spagnola che gestisce l’ecomuseo di Benalauría in un progetto M AT E R I A L E 25 C U LT U R A C U LT U R A Leonardo, centrato sulla predisposizione di moduli formativi destinati alle comunità rurali per raggiungere un livello di professionalizzazione delle attività locali e incentivare forme di autoimpiego. Così è avvenuto per i rappresentanti delle organizzazioni partigiane greche ed italiane che hanno presentato un altro progetto Leonardo sulla formulazione di percorsi didattici per le scuole che prevedano un approfondimento delle tematiche legate alla Resistenza. Fondamentale in questo senso è stato sicuramene il ruolo di mediazione svolto dai tre partner principali, la Provincia di Torino, l’Unione delle Autorità locali della Macedonia occidentale e il CEDER Serranía de Ronda, che hanno fatto in modo di filtrare e valutare gli input che sono emersi di volta in volta nel corso della realizzazione, per poi passarli agli attori che sul territorio lavorano direttamente nei settori di intervento interessati. Altrettanto importante, soprattutto nel caso italiano e greco, è infine stato l’effetto di leva suscitato dal contributo comunitario che ha garantito il vero successo delle azioni intraprese dalla Provincia di Torino e dalle singole Unioni locali greche, in termini di investimento diretto di risorse umane e finanziarie. PIEMONTE \ ANDALUSIA Torino MACEDONIA OCCIDENTALE Ronda Kozani Provincia di Torino Servizio Attività e Beni Culturali Via Gaudenzio Ferrari, 1 I-10123 Torino Tel. +39 011 8613630/3615 Fax +39 011 8613611 Email: [email protected] www.provincia.torino.it Union of Local Authorities of Western Macedonia 1-3 Fon Karagianni GR-50100 Kozani Tel. +30 461 26430 Fax +30 461 41779 Email: [email protected] CEDER Serranía de Ronda c/. Armiñán 24, b E-29400 Ronda (Malaga) Tel. +34 95 2872747 Fax +34 95 2872746 Email: [email protected] www.serraniaronda.org/ A cura di/Coordinated by PROVINCIA DI TORINO UNION OF LOCAL AUTHORITIES OF WESTERN MACEDONIA CEDER Serranía de Ronda Redazione e traduzione/Edited and translated by CODEX • Agenzia di sviluppo (TO) Impaginazione e fotolito/Design and Typesetting VISUAL GRAFIKA • Torino Stampa/Printing GRAFICA PIEMONTESE • Volpiano (TO) Si ringraziano/Thanks to SERGIO RUFFA e VALERIO RU per le foto dei sentieri in Val Sangone e Valli di Lanzo for the photos of the mountain tracks in the Sangone and Lanzo valleys VIOLA BERLANDA per le foto delle sculture lignee di Rorà for the photos of the woodden sculptures of Rorà Finito di stampare nel mese di marzo 1999 – Printed in Italy CULTURA MATERIALE è un progetto cofinanziato dalla Commissione europea Direzione Generale XVI, nel quadro dell’art.10 del Fondo europeo di sviluppo regionale.