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PROVINCIA DI TORINO
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E SPERIENZE E UROPEE DI P ERCORSI E COMUSEALI • E UROPEAN E XPERIENCES OF E COMUSEUM PATHS
E U R V P A I K E S E M P E I R I E S SE O I K O L O G I K A M O U S E I A • E XPERIENCIAS E UROPEAS DE I TINERARIOS POR LOS E COMUSEOS
I NDEX
l I NTRODUZIONE
3
l
l I L PROGETTO TRANSNAZIONALE
5
l
10
l
l
l
I
I
PROGETTI LOCALI
l
EISAGVGH
TO DIAKRATIKO PROGRAMMA
TA TOPIKA SXEDIA
TO PERIEXOMENO TVN DIAKRATIKVN
51
ANTALLAGVN
68
EPILOGOS
73
53
58
CONTENUTI DELLO
SCAMBIO TRANSNAZIONALE
20
C ONCLUSIONE
25
l
l I NTRODUCTION
27
l I NTRODUCCIÓN
75
l
TRANSNATIONAL PROJECT
29
l
77
LOCAL PROJECTS
34
l
E L PROYECTO T RANSNACIONAL
L OS PROYECTOS LOCALES
L OS CONTENIDOS DEL INTERCAMBIO
TRANSNACIONAL
92
C ONCLUSIÓN
97
l
l
l
l
T HE
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T HE
l
SUBJECT MATTER OF THE
TRANSNATIONAL EXCHANGE
44
C ONCLUSION
49
l
82
LE
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C
L
TU
RA
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T
MA
R
3
I NTRODUZIONE
N
el corso degli anni si è affermato un allargamento concettuale
dell’espressione “bene culturale” fino a collocarlo in stretta
relazione con il territorio che lo ha prodotto, sviscerandone al tempo
stesso i contenuti e le prospettive.
Per quanto riguarda i contenuti, il passaggio è avvenuto dal bene
culturale inteso come oggetto o monumento ad un complesso
aggregato di natura e storia, abitudini, lingua e tradizioni. In merito
alle prospettive si è invece passati da una politica di conservazione e
tutela ad una di valorizzazione, che riveste un’importanza
fondamentale nel processo di ricerca e scoperta dell’identità culturale
di una regione. I beni culturali, ovvero il patrimonio culturale, non
sono poi sinonimi di “risorse culturali”: i primi esprimono staticità e
insistono sull’oggetto e sulla proprietà; i secondi al contrario
contengono un riferimento implicito all’evoluzione, al movimento e
alla progettualità.
La contestualizzazione del progetto rispetto al territorio e il
radicamento nelle realtà locali delle operazioni di riscoperta e
valorizzazione del patrimonio culturale sono uno degli obiettivi
principali del progetto “CULTURA MATERIALE”, realizzato nel
quadro dell’art.10 del FESR, nell’ambito del quale l’ecomuseo è stato
individuato come strumento di “gestione dei risultati”.1
Nell’accezione più comune l’ecomuseo rappresenta una
concezione avanzata del museo del territorio, nel quale attraverso la
lettura di documenti, manufatti, edifici e testimonianze orali si
ricompone un percorso di lettura del territorio stesso. Poiché nella sua
articolazione esso esprime il rapporto uomo-ambiente sotto l’aspetto
economico, sociale, culturale ma anche geografico e antropologico,
l’ecomuseo nasce grazie all’apporto diretto della gente del luogo, che
prende coscienza del proprio patrimonio naturale e culturale, lo
organizza e rimane coinvolta nella sua valorizzazione e nel suo
sviluppo. L’importanza dell’ecomuseo non risiede però soltanto nella
dimensione di salvaguardia del bagaglio culturale e di conservazione
delle relative testimonianze, secondo i canoni tradizionali
dell’organizzazione culturale. La connessione e l’integrazione tra la
memoria del passato e la presenza sul territorio di alcuni elementi
ancora vivi, trasferiti nell’ecomuseo, possono renderlo uno strumento
di analisi per una più corretta gestione dell’ambiente nel quadro di
progetti di sviluppo ecocompatibile. L’ecomuseo è dunque da
intendersi non come l’applicazione di una metodologia di
rappresentazione alternativa al museo tradizionale, quanto piuttosto
come un “contenitore spaziale e concettuale” in cui si esprimono le
esigenze di riconoscibilità di un gruppo di persone attraverso la messa
in valore delle proprie caratteristiche peculiari.
L’intento dei tre partner – Italia, Grecia e Spagna – che hanno
partecipato al progetto è stato proprio di trarre il massimo vantaggio
da una adeguata valorizzazione del capitale culturale locale,
individuando percorsi ecomuseali in cui, regioni con diversi livelli di
1 L’articolo 10 del Regolamento CEE 2083/93 prevede che il Fondo europeo di sviluppo
regionale (FESR) finanzi studi e progetti pilota su temi di rilevante interesse in ambito
comunitario, organizzati secondo quattro argomenti: la cooperazione interregionale interna ed
esterna alla Comunità europea, l'innovazione finalizzata allo sviluppo economico regionale e
locale, la programmazione regionale e le politiche urbane.
4
C U LT U R A
M AT E R I A L E
sviluppo, promuovono la diffusione del proprio patrimonio culturale
cercando di sfruttarne le ricadute sull’economia locale. La specificità
di alcune tradizioni culturali, il recupero di un certo “saper fare” e di
un background storico significativo costituiscono, per le aree coinvolte
nel progetto, un possibile vantaggio in un mercato dove la peculiarità e
la qualità del prodotto sono determinati dal successo dell’offerta.
Ciò che emerge piuttosto chiaramente da CULTURA
MATERIALE è come i prodotti di fruizione culturale abbiano
bisogno di essere contestualizzati e radicati nella realtà locale alla
quale si riferiscono. Questo aspetto diventa determinante se il quadro
di riferimento è un contesto rurale o di montagna, dove la risorsa
culturale è per lo più rappresentata dalla cosidetta “cultura materiale”,
ovvero dai segni della quotidianità, dalle testimonianze della vita e
del lavoro di ieri, dalla memoria degli oggetti e dei luoghi. Senza
dubbio si tratta di un’operazione culturale difficile da comunicare
perché non eclatante né di immediata suggestione, ma che al contrario
ha bisogno di un percorso di lettura articolato. La risorsa economica
che può derivare da un patrimonio con queste caratteristiche, e su cui
si gioca in parte la scommessa di questo progetto, nasce dall’aver
puntato sullo sviluppo di un’offerta di fruizione a 360° che lega con
un fil rouge cultura e ambiente, monumenti e paesaggio e che si
rivolge ad un’utenza diversificata.
Come vedremo meglio in seguito, esistono differenze operative
tra le varie regioni rispetto alle attività condotte e ai risultati attesi. Il
partner spagnolo, avendo in passato sviluppato con successo progetti
di valorizzazione del patrimonio culturale, ha preferito investire sulla
creazione di prodotti turistici mirati alla promozione e al
consolidamento delle iniziative già in corso. Il partner greco ha
invece evidenziato la necessità di acquisire dal progetto il know-how
indispensabile per poter ricostruire localmente dei percorsi di
valorizzazione delle potenzialità insite nel proprio patrimonio
culturale, ivi compresa l’individuazione di agenti catalizzatori di idee
e risorse. Il progetto italiano ha attinto da entrambi questi
orientamenti, dal momento che ha dato risalto agli aspetti sia di
promozione turistica che di sviluppo tecnologico e occupazionale.
Da queste prime considerazioni risulta evidente come i contenuti
del progetto abbiano trovato un fertile terreno di sviluppo in uno
strumento comunitario come l’art.10 del regolamento FESR.
L’obiettivo dei progetti di cooperazione interregionale a vocazione
culturale, tra i quali rientra anche CULTURA MATERIALE, è infatti
di contribuire alla coesione sociale ed economica nelle regioni
europee in un contesto di internazionalizzazione dell’economia,
finanziando progetti pilota mirati a introdurre logiche di sviluppo a
livello locale attraverso la sperimentazione di metodologie di lavoro e
strategie di partenariato alternative, stimolare gli scambi locali e
transnazionali mettendo in comune esperienze e prodotti innovativi.
Con questa pubblicazione cercheremo quindi di illustrare, nei
limiti dello spazio disponibile, le caratteristiche principali sia del
progetto transnazionale sia dei diversi progetti locali, mettendo a
fuoco quegli ingredienti che hanno permesso ai partner non solo di
raggiungere gli obiettivi prefissati, ma anche di identificare nuove
prospettive di sviluppo.
C U LT U R A
IL
PROGETTO
TRANSNAZIONALE
M AT E R I A L E
L’Unione delle Autorità locali della Macedonia
occidentale (UALMO) in Grecia è formata da
quattro Unioni di Comuni (quella di Kozani,
Grevena, Kastoria e Florina) presenti sul territorio
di una delle regioni più periferiche della Grecia,
situata al confine nord-occidentale con l’Albania e
l’ex Iugoslavia. Costituito nel 1996, l’UALMO è un ente
relativamente giovane che viene amministrato da un Consiglio
formato da 12 membri che comprendono i Sindaci e i rappresentanti
politici eletti nella regione, e presieduto a turno dai Presidenti delle
quattro Unioni di Comuni.
Le principali attività dell’Unione comprendono la ricerca, raccolta
e studio dell’informazione sui temi di interesse comune per le
collettività con l’obiettivo di sostenere ed elaborare iniziative di
sviluppo locale.
I partner
L
a Provincia di Torino in Italia (soggetto capofila) è un
ente pubblico territoriale con compiti di
programmazione e gestione in diversi campi, tra cui la
promozione delle attività culturali a tutela e valorizzazione
del patrimonio, anche rispetto alle forme espressive della
cultura popolare. La Provincia di Torino svolge un’intensa
azione di sviluppo delle potenzialità del territorio attraverso iniziative
che insistono su tematiche come l’ambiente, il turismo, il recupero e
la valorizzazione del patrimonio storico e culturale per sperimentare,
in partenariato con altri attori locali, azioni che rispondano ai bisogni
della collettività e creino occasioni di lavoro anche nelle aree più
decentrate come quelle rurali o montane. La Provincia vanta inoltre
un’esperienza consolidata per quanto riguarda la partecipazione e
gestione di progetti comunitari su argomenti diversi (cultura, turismo,
servizi alle imprese, politiche del lavoro, ambiente ecc.) nel quadro di
programmi e iniziative comunitarie (come ECOS Ouverture, Interreg
II, Occupazione, ADAPT) e la realizzazione di alcune misure previste
dal DOCUP Piemonte ob. 2 (1997-99).
A differenza dei due partner precedenti, il
Centro di sviluppo rurale della Serranía di
Ronda (CEDER Serranía de Ronda) in Spagna è
un organismo regionale fondato sotto forma di
associazione senza fini di lucro, che ha per obiettivo lo sviluppo e il
coordinamento delle azioni culturali, sociali ed economiche nei 21
piccoli comuni facenti parte della Serranía di Ronda, nella regione
dell’Andalusia. Grazie all’esperienza maturata con la gestione dei
fondi comunitari nell’ambito delle iniziative Leader, Adapt,
Youthstart e Now, il CEDER è stato in grado di imprimere un
notevole impulso allo sviluppo economico dell’area, promuovendo
decisive iniziative imprenditoriali coerenti con la strategia di sviluppo
regionale.
La politica di questo organismo ha sempre ruotato intorno a tre
punti cardine: promuovere l’imprenditorialità a livello locale,
sostenere la realizzazione di azioni di sviluppo rurale e incoraggiare
una politica di formazione attiva delle risorse umane locali orientata
verso forme di autoimpiego.
5
6
C U LT U R A
M AT E R I A L E
Obiettivi e finalità operative
Partendo dall’attenzione che i tre partner dimostrano per i bisogni
della collettività locale e per l’attivazione di iniziative di
valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale locale che
assicurino un impatto reale dal punto di vista della coesione sociale e
dello sviluppo economico, le azioni del progetto sono state finalizzate
al conseguimento dei seguenti obiettivi:
Obiettivi generali
A) Superare il concetto tradizionale di museo e sostenere la
creazione di una rete di ecomusei a livello locale ed europeo.
B) Sostenere lo sviluppo socio-economico delle aree coinvolte,
creando nuove opportunità occupazionali, o consolidando
quelle esistenti, nei settori del turismo culturale e ambientale.
C) Sviluppare una stretta collaborazione tra i partner e garantire un
proficuo scambio di conoscenze ed esperienze a livello
transnazionale.
D) Trasferire know-how e buone pratiche al partner greco.
E) Diffondere i risultati ottenuti.
Obiettivi operativi
1. Creare le condizioni essenziali per sperimentare lo strumento
dell’ecomuseo in Grecia, aprire un certo numero di ecomusei in
Italia e sostenere quelli esistenti in Spagna.
2. Stabilire delle pratiche di cooperazione che coinvolgano sia gli
attori pubblici sia i soggetti economici del territorio nella
realizzazione delle attività.
3. Organizzare visite di studio per facilitare il confronto con
esperienze straniere e verificare la metodologia utilizzata nella
progettazione e gestione degli ecomusei.
4. Sfruttare le potenzialità della tecnologia moderna, soprattutto
per creare dei supporti telematici di facile fruizione da parte di
un’utenza differenziata.
5. Diffondere i risultati ottenuti attraverso la pubblicazione di un
resoconto sull’esperienza transnazionale e locale e
l’organizzazione di un convegno finale.
Dinamiche di partenariato
Per raggiungere tali obiettivi i tre partner hanno dedicato molte
energie alla creazione e al coordinamento di un partenariato locale
diversificato, in modo da garantire non solo il desiderato approccio
bottom-up e quindi un’attivazione delle risorse endogene, ma anche
una migliore responsabilizzazione e distribuzione del carico di lavoro
tra gli attori coinvolti. Da questo punto di vista risulta interessante la
composizione interna dei diversi partenariati, che si sono distinti sia
per numero e tipologie di soggetti partecipanti (settore pubblico,
privato, misto), sia per la capacità di interagire con un pubblico
diversificato (amministrazioni locali, scuole, università, cooperative,
associazioni storiche e culturali; giovani, anziani, donne). Questo
approccio ha raggiunto livelli e forme di collaborazione innovativi
soprattutto nel caso italiano e greco.
PROVINCIA DI TORINO
UNIONE DELLE AUTORITÀ LOCALI
DELLA MACEDONIA OCCIDENTALE
• coop. Al-Jacque di Montejaque
• coop. La Molienda di Benalauría
• Comune di Ronda
• Associazione per la Qualità Agroalimentare
• CIT Centro di Iniziativa Turistica della Serranía di Ronda
• Associazioni Partigiane
• Società di ricerca di Ano Voio
• Università Aristotelio di Salonicco
• Autorità locali della Prefettura di Grevena
• Comune di Petres
• Autorità locali della
Prefettura di Florina
Kozani
Siatista
Mesovouno
Pirgi
• Comune di Kastoria
di
di
di
di
• Autorità locali della
Prefettura di Kastoria
Comune
Comune
Comune
Comune
•
•
•
•
• Autorità locali della
Prefettura di Kozani
• Istituto storico della Resistenza
• Politecnico di Torino
• CODEX Agenzia di sviluppo
• coop. La Meridiana
• coop. C.S.A.
• Comitato Colle del Lys
• Comunità Montana Valli di Lanzo
Comune di Angrogna
Comune di Rorà
Società Studi Rorenghi
Scuola media di Bricherasio
Associazioni Partigiane
storici e guide naturalistiche
Concistoro
•
•
•
•
•
•
•
• Comunità Montana Val Pellice
coop. PanAleghe
Scuola media di Giaveno
Partigiani
storici
•
•
•
•
• Comune di Coazze
7
Il partenariato locale
CEDER
Serranía de Ronda
8
C U LT U R A
M AT E R I A L E
Nel caso italiano, la Provincia di Torino ha individuato tre aree
locali dove poter avviare le azioni del progetto ed ha quindi proceduto a
contattare le rispettive amministrazioni locali (Comune di Coazze nella
Val Sangone, Comunità montana Valli di Lanzo e Comunità montana
Val Pellice)1 per verificarne la disponibilità e la convergenza di finalità.
In questa prima ramificazione del partenariato locale la Provincia ha
mantenuto un ruolo predominante di coordinamento e supervisione del
programma di lavoro stabilendo, sulla base di convenzioni formalizzate
con i singoli soggetti, le modalità di attuazione degli incarichi e
impegnandosi a garantire all’iniziativa il necessario sostegno politico e
la necessaria visibilità.
Dal punto di vista operativo, i tre enti locali individuati hanno scelto
a cascata degli interlocutori privilegiati situati sul territorio per formare
dei gruppi di lavoro tematici: piccoli comuni situati nelle aree interessate
dal progetto, scuole, gruppi di partigiani, esperti, cooperative e altri
soggetti. Il partenariato locale si è quindi sviluppato secondo tre livelli,
di cui due politici (Provincia e Comuni/Comunità montane) e uno
economico/non profit (cooperative e enti diversi). Questi hanno
permesso, da un lato, di confermare i legami strategico-politici tra le
amministrazioni locali coinvolte e, dall’altro, di rafforzare i rapporti di
lavoro con gli attori privati e non del territorio in un’ottica di crescita e
sviluppo. Infine vi sono stati alcuni organismi che hanno sviluppato una
relazione diretta con la Provincia di Torino sulla base di compiti
specifici: l’agenzia di sviluppo Codex incaricata del coordinamento e
monitoraggio del partenariato transnazionale, dei rapporti con la
Commissione europea e della programmazione delle attività con la
Provincia, il Politecnico di Torino garante scientifico del progetto locale
impegnato soprattutto sul versante della produzione dello strumento
multimediale, l’Istituto Storico della Resistenza quale punto di
riferimento per l’approfondimento dei contenuti storici legati al progetto.
1 La Comunità montana è un ente locale che raggruppa i piccoli comuni situati nelle aree
montane o pedemontane sulla base di criteri territoriali, economici, sociali e culturali.
L'obiettivo principale dell'ente è di promuovere lo sviluppo globale delle aree montane
secondo le linee programmatiche fissate dalle autorità regionali e provinciali.
Il sistema messo a punto dal partner greco presenta delle
similitudini con quello italiano, con la differenza che le quattro Unioni
di Comuni che compongono l’Unione della Macedonia occidentale si
sono servite per la prima volta di un organismo relativamente nuovo
per gestire un progetto comunitario. L’UALMO può essere presentato
come un consorzio di amministrazioni pubbliche che, sulla base di un
programma concordato, hanno delegato la loro funzione politica di
rappresentanza ad un unico soggetto, scegliendo di mantenere per sé
un ruolo più operativo. Il coordinamento complessivo del progetto è
spettato all’Unione dei Comuni presenti sul territorio della Prefettura
di Kozani, ormai esperta nella conduzione di progetti comunitari.
Inoltre, anche in questo caso le quattro Unioni hanno coinvolto nella
realizzazione pratica degli interventi altri attori locali a seconda degli
obiettivi operativi previsti: l’Università di Salonicco e le
organizzazioni partigiane per la ricerca storica, soggetti economici per
la realizzazione di prodotti specifici, singoli esperti e altri enti locali
(per es., i Servizi archeologici) per compiti diversi. In generale,
tuttavia nel partenariato locale greco rimangono predominanti la
presenza e il ruolo degli enti di governo locale a scapito di una
maggiore diversificazione nella partecipazione degli attori locali, e
soprattutto del settore privato. Se infatti il soggetto pubblico garantisce
visibilità, sostegno politico e risorse all’iniziativa, il secondo
permetterebbe un maggior radicamento dell’esperienza nel contesto
locale, a tutto vantaggio di uno sviluppo economico reale.
Dalle caratteristiche del partenariato spagnolo emerge al contrario
come il CEDER abbia fortemente limitato l’ambito di intervento del
progetto, e quindi anche il numero di soggetti coinvolti per svolgere le
attività. In questo caso infatti i partner locali sono stati scelti
essenzialmente perché funzionali alla realizzazione di alcune mansioni
specifiche, come ad esempio la produzione di strumenti di
comunicazione e informazione (video, CD-Rom, audiovisivo) e non
perché necessari a sostenere e promuovere l’iniziativa a livello locale.
Come si è già sottolineato, il CEDER è un’associazione senza scopo di
lucro di natura mista pubblico-privata che da anni svolge un ruolo di
C U LT U R A
collettore e distributore dei fondi comunitari, a supporto di iniziative
locali di sviluppo turistico, culturale ed economico nella Serranía di
Ronda; un ruolo che gli ha permesso di guadagnare un
riconoscimento evidente da parte sia dei soggetti
pubblici locali che di quelli privati.
Infine, se è la prima volta che le quattro
Unioni di Comuni greche si trovano a
lavorare insieme in modo coordinato su
un progetto comunitario, e devono quindi
ancora verificare e affinare metodologie
di lavoro comuni, il partner italiano e
soprattutto quello spagnolo si avvalgono
di una consuetudine di collaborazione con gli
attori locali ormai consolidata.
L’articolazione del partenariato locale ha ovviamente
influenzato anche le dinamiche di cooperazione a livello
transnazionale. Inizialmente quest’ultima era stata organizzata in
modo da permettere un trasferimento di know-how principalmente in
due direzioni:
• dal partner italiano al partner greco e spagnolo per quanto
riguarda la gestione operativa e finanziaria del progetto
comunitario (partenariato transnazionale incluso) e la costruzione
di un partenariato locale strategicamente diversificato per creare
il contesto più adatto a gestire le attività del progetto;
• dal partner spagnolo al partner italiano e greco
sull’organizzazione e gestione degli ecomusei, e sulle strategie
per potenziare il modello sperimentato.
Il primo ciclo di visite-studio presso le tre realtà partner ha
quindi permesso di raccogliere informazioni utili non solo sui
contesti di partenza nei quali i partner operano, ma anche sulle loro
metodologie di intervento. Il risultato più rilevante raccolto da questi
primi scambi è stato, come auspicato, l’emergere di campi di
interesse comune più specifici:
– l’importanza di valorizzare il patrimonio storico comune al
M AT E R I A L E
partner italiano e greco, relativo agli anni in cui si svilupparono
i movimenti nazionali di resistenza alle forze nazi-fasciste
durante la Seconda Guerra mondiale;
– il ruolo giocato dalle cooperative nel contesto
italiano e spagnolo, come attori socio-economici
potenzialmente capaci di creare nuove
opportunità di lavoro in campo turistico e
culturale, e porre le basi per uno sviluppo
duraturo dell’economia locale.
In linea con questi nuovi orientamenti, il
secondo ciclo di visite-studio è diventato
occasione per:
– fare incontrare i rappresentanti italiani di due
delle tre cooperative coinvolte nella realizzazione
delle attività con i loro colleghi spagnoli, e avviare
un confronto sull’esperienza dell’ecomuseo di Benalauría e di
un’impresa di marmellate a Montejaque create entrambe da
cooperative locali;
– invitare un membro del Comitato Colle del Lys alla conferenza
organizzata nel comune greco di Tsotili per promuovere l’apertura di
un archivio storico e presentare i primi risultati della ricerca storica
condotta dall’Università di Salonicco sul movimento greco della
Resistenza.2
Gli scambi di informazione e i contatti resi possibili dalle visitestudio hanno quindi permesso un’evoluzione nei contenuti della
cooperazione fino all’individuazione di aree di interesse comune e di
percorsi tematici più precisi nell’ambito dei quali, in prospettiva, potrà
essere prodotto direttamente del know-how.
2 Il Comitato della Resistenza del Colle del Lys è un comitato italiano formato a livello
provinciale per promuovere iniziative e manifestazioni legate al tema della Resistenza
partigiana e del recupero della memoria storica di quegli anni. Il Comitato è presieduto dal
Presidente della Provincia di Torino e prende il nome dal Colle sul quale sorge il monumento
in ricordo dei 2024 caduti delle Valli di Susa, Lanzo, Sangone e Chisone.
9
10
C U LT U R A
I
M AT E R I A L E
PROGETTI LOCALI
Vediamo ora più nel dettaglio quali sono stati i filoni di
intervento sui quali i partner hanno operato
singolarmente.
Il progetto italiano
I
l progetto italiano è stato finalizzato
all’identificazione e creazione di
percorsi ecomuseali in seguito ad un’indagine
approfondita condotta dal Politecnico di Torino
sulle caratteristiche del patrimonio storicoculturale delle diverse aree rurali e montane
presenti nella realtà provinciale. La scelta
dell’ecomuseo come strumento progettuale è
risultata rilevante per recuperare e valorizzare i segni presenti sul
territorio che ancora documentano la storia della vita quotidiana e
lavorativa delle comunità, ricollocandoli nel loro contesto economico,
sociale, culturale e ambientale.
Ai fini del progetto sono stati individuati due percorsi...
1. “Dalla memoria alla pace” per valorizzare il contributo delle
popolazioni montane al movimento della Resistenza e alla Lotta di
Liberazione nazionale (1943-45) e i luoghi significativi della lotta
partigiana;
2. “Il segno della pietra” per indagare, nell’ambito dei temi della
protoindustria, un’attività importante come quella estrattiva legata
all’impiego della pietra nelle architetture locali. 1
...e sono stati scelti tre siti:
1. la Val Sangone, che a partire dal 1943 ha rappresentato uno dei
palcoscenici principali della lotta di liberazione dal nazi-fascismo;
2. le Valli di Lanzo che con il Colle del Lys rappresentano uno
spazio di grande valore storico, naturalistico e culturale;
3. la Val Pellice che assistette alla nascita di
molte brigate partigiane, ma che è anche rinomata
rinomata per l’attività estrattiva del gneiss.
Val Sangone
Il progetto è stato organizzato dal
Comune di Coazze secondo tre settori di
intervento:
1. La raccolta e classificazione del
materiale storico a disposizione sul
periodo della lotta partigiana. A tal fine
il Comune ha facilitato la costituzione di un
gruppo di lavoro formato da ex partigiani della
valle, gli storici Gianni Oliva e Claudio della
Valle, gli studenti e i professori della scuola
media “Blaise Pascal”
di Giaveno, con il compito di raccogliere e catalogare
documenti di interesse storico, intervistare i testimoni di quel
periodo e realizzare dei video documentari. La ricerca è terminata con
l’acquisizione di circa 500 immagini inserite in un database
informatizzato e con la produzione di video da archiviare in futuro in
un apposito database visivo. Questo materiale è stato usato per la
costruzione di un ipertesto di alto valore scientifico, realizzato con il
contributo del Comune di Coazze, e per la composizione della guida
1 Il primo percorso ha interessato trasversalmente tutte e tre le aree, mentre il secondo ha
riguardato la Val Pellice.
C U LT U R A
multimediale “I sentieri della Resistenza” curato dal
Politecnico di Torino.
2. L’allestimento di una sede espositiva sulla Resistenza
nei locali del vecchio Comune. La sede rappresenta uno snodo
importante non solo all’interno del percorso ecomuseale ma
anche per la funzione che svolge. Non si tratta infatti di un
luogo statico di visione di “cimeli”, quanto piuttosto di uno
spazio interattivo che fornisce una visione sinottica di tutto ciò
che il territorio offre, attraverso documentazione cartacea,
cartine, video, prodotto multimediale. Il museo è inserito in modo
organico in una struttura che ospita anche il museo etnografico
locale e il laboratorio didattico del suolo.
3. L’identificazione di quattro anelli di percorso in
montagna per un totale di circa 36 km di cammino, che
collegano i luoghi più significativi della lotta
partigiana: l’anello di Coazze, la valle di Sangonetto,
l’area del Ciargiur, la val Sangone. Sia
l’identificazione che il ripristino dei sentieri sono
stati effettuati dalla cooperativa PanAleghe. In questo
settore si inserisce anche la messa in funzione e
l’allestimento della Casa Alpina di Forno, nella vecchia
scuola elementare. La struttura, usata essenzialmente
come spazio ricettivo e foresteria, dispone di 35 posti letto,
oltre a due aule per eventuali momenti formativi.
Valli di Lanzo
Il progetto è stato coordinato dalla Comunità montana
Valli di Lanzo ed ha contemplato:
1. la conduzione di una ricerca storica sui luoghi e i
percorsi segnati dalle vicende partigiane durante la Seconda
Guerra mondiale;
2. la sistemazione, pulizia e riapertura di un certo numero
di sentieri montani utilizzati dai partigiani, al fine di
riappropriarsi di un pezzo di storia rendendola fruibile
attraverso percorsi alternativi.
M AT E R I A L E
Sia per quanto riguarda la realizzazione della ricerca
storica che per la sistemazione dei sentieri la Comunità
montana ha affidato l’incarico a due cooperative del posto.
La cooperativa La Meridiana ha condotto una ricerca sul
movimento della Resistenza nelle Valli di Lanzo e nella
Valle di Susa sulla base di documenti di valore storico e
culturale raccolti in loco e di testimonianze orali. Una parte
del materiale è stato utilizzato per la realizzazione di un
video e per la composizione della guida multimediale. La
cooperativa C.S.A. si è invece occupata dei sentieri partigiani,
ripristinando i tratti non più percorribili e riaprendo quelli ormai
caduti in disuso. Nel complesso si tratta di due percorsi
situati nell’area del Colle del Lys che interessano il
Comune di Viù (Valli di Lanzo) e quello di Rubiana
(Bassa Valle di Susa), per un totale di circa 14 km di
cammino. Il lavoro di ripristino ha previsto anche
l’individuazione di alcuni percorsi di interesse
naturalistico dove allestire aree attrezzate per la
sosta e la posa di segnaletica e supporti informativi
uniformi a quelli usati in Val Sangone e Val Pellice.
L’intervento in quest’area è stato finalizzato anche alla
ristrutturazione dell’ex Casa cantoniera situata al Colle
del Lys, che dovrà ospitare un centro di documentazione
sul movimento della Resistenza. Questo intervento è stato
realizzato grazie al contributo della Provincia di Torino.
Val Pellice
La Comunità montana Val Pellice ha gestito
direttamente tutte le attività previste dal progetto attraverso
la creazione di due gruppi di lavoro: uno sui sentieri
partigiani e l’altro sul museo della pietra.
Il primo gruppo, formato da rappresentanti delle
associazioni partigiane locali, un rappresentante del Comune
di Angrogna, una guida naturalistica e tre operatori della
Comunità montana, ha catalogato e analizzato la
11
12
C U LT U R A
M AT E R I A L E
documentazione storica esistente legata alla presenza di bande
partigiane nella zona. Nella fase di raccolta del materiale sono stati
coinvolti la scuola media di Bricherasio e alcuni storici. Sulla base
dell’analisi condotta sono stati individuati tre sentieri che si snodano
tra la valle di Angrogna e Bricherasio, secondo tre anelli che possono
formarne un terzo più ampio per un totale di circa 6 ore di cammino. I
sentieri sono stati ripristinati e allestiti con la stessa segnaletica
predisposta per gli altri due siti, e sono stati inseriti in una cartina sulla
Val Pellice. È stata inoltre condotta una ricerca etnografica sulla
borgata La Barma, situata sopra Angrogna, che ha costituito il punto di
partenza per un progetto di ristrutturazione finalizzato alla
ricostruzione di uno spaccato di vita nella borgata dall’inizio del
secolo fino a quando i partigiani non iniziarono a stamparvi il loro
primo giornale “Il Pioniere”.
Il secondo gruppo di lavoro si è occupato del recupero e della
valorizzazione di una tradizione locale legata alla lavorazione
del gneiss, che nei primi anni ’50 ha rappresentato l’attività
centrale attorno alla quale ruotava la vita del comune di
Rorà e delle località limitrofe. Gli obiettivi del progetto
erano: 1) allestire uno spazio espositivo nei locali del
museo etnografico valdese di Rorà e 2) ricostruire le fasi
tradizionali della lavorazione della pietra e le scene di vita in
una cava ormai in disuso. Il materiale e la documentazione
raccolti sono serviti per realizzare un opuscolo sulle cave locali e
sulla cultura dei cavatori, un video e una serie di pannelli
esplicativi. Il gruppo era
formato da un rappresentante
del Comune di Rorà,
rappresentanti della Società
Studi Rorenghi, un
rappresentante del Concistoro,
una guida turistica e tre
membri della Comunità
montana.
Le tre aree interessate dal progetto italiano vanno così a formare,
con le loro specificità, i nodi principali di alcuni percorsi ecomuseali
della provincia di Torino.
Questi sono caratterizzati da una
compresenza di itinerari della
memoria storica (i sentieri, gli
spazi di approfondimento nei
musei locali) e di spazi di
vita e di lavoro (la
borgata, la cava) e dal
tentativo di avviare nuove
modalità di conoscenza e
fruizione del territorio da parte
non solo degli addetti ai lavori ma
anche della popolazione locale, delle scuole, del turista occasionale e
di chi, al contrario, è legato a quei luoghi da un profondo senso di
appartenenza. Il passo successivo sarà ora quello di mettere in rete
questi itinerari sia geograficamente che virtualmente per creare un
sistema-territorio integrato, capace di trasformarsi all’occasione in
fucina di animazione locale e imprenditoriale, laboratorio e scuola,
così come in un polo a forte attrazione turistica che permetta alle
collettività locali di realizzare condizioni di sviluppo socioeconomico duraturo.
C U LT U R A
Il progetto greco
La Macedonia occidentale è divisa in quattro
Prefetture che occupano la zona nord-ovest della Grecia,
al confine con l’Albania e l’ex Iugoslavia, in un’area
prevalentemente montuosa, ricca di risorse minerarie e
idriche (la Macedonia occidentale produce il 75%
dell’energia del paese) e che vanta due parchi naturali
nazionali: quello di Pindos - Valia Calda nella
Prefettura di Grevena, e quello di Prespes nella
Prefettura di Florina. Nonostante le risorse naturali e
le attrazioni turistiche non manchino, l’area è oggi
conosciuta per la mancanza di politiche di tutela del
patrimonio ambientale e più in generale di quello
storico e culturale, garanzia imprescindibile per poter
promuovere uno sviluppo turistico equilibrato e
sostenibile.
La Prefettura di Kozani è la più ampia della regione e ne occupa la
parte più orientale. L’area è rinomata per i suoi ricchi giacimenti di
lignite, cromo e amianto, come anche per un rilevante numero di cave
di marmo e altro materiale inerte. La Prefettura di Grevena è
localizzata nella parte meridionale della regione, dove prevale una
tradizione più agricola. A nord è posizionata la Prefettura di Florina
che presenta la maggiore superficie di territorio coltivato (28%). La
Prefettura di Kastoria si trova nella parte nord-ovest sia della regione
che dell’intera Grecia, in una delle zone più montuose, a 800 metri di
altitudine. I tratti distintivi di quest’area sono rappresentati dalla
presenza di un’avviata industria della pelliccia, che assorbe l’80%
della popolazione attiva dell’area, e da preziose bellezze naturalistiche.
Alla base del progetto greco vi è il tentativo di trovare delle vie di
sviluppo alternative alla tradizione industriale e agricola locale, in
un’ottica di lotta alla disoccupazione e all’abbandono crescente della
regione, andando a stimolare e ad attivare le risorse naturalistiche,
culturali e storiche locali, e cercando nel contempo di creare
un’offerta turistica periferica rispetto ai grandi circuiti del “turismo di
mare” per i quali la Grecia è rinomata.
M AT E R I A L E
Nell’ambito del progetto sono stati individuati tre
filoni di intervento:
1. storico
2. archeologico
3. turistico-ambientale.
Nel primo filone è stata realizzata una ricerca
per indagare le radici storiche del movimento
greco di Resistenza nazionale contro il Fascismo
sviluppatosi nella regione tra il 1940 e il ’44. La
ricerca è stata condotta in collaborazione con
l’Università Aristotelio di Salonicco, il Comune di
Kozani, una società di studi della città di Ano Voio e
numerosi gruppi di ex partigiani. Per sensibilizzare la
popolazione locale all’iniziativa, facilitare l’accesso alle
fonti storiche e diffondere i primi risultati dell’indagine sono
state organizzate diverse manifestazioni, tra le quali il convegno
tenutosi a Tsotili nel giugno del ’98 per pubblicizzare l’apertura di
un archivio storico dedicato al movimento della Resistenza nella
Macedonia occidentale, che ha suscitato l’interesse non solo delle
autorità nazionali ma anche di una
nutrita delegazione straniera.
Sempre in questo ambito sono state
eseguite una serie di operazioni di
manutenzione e restauro di alcuni
monumenti storici situati nella
Prefettura di Kozani e dedicati a
episodi avvenuti durante la lotta di
liberazione nazionale.
Tali monumenti sono stati
raccolti in un calendario (“1998 –
Monuments of National Resistance
in Kozani’s Prefecture”) pubblicato
dall’Unione pan-ellenica dei
partigiani che hanno combattuto nel
13
14
C U LT U R A
M AT E R I A L E
movimento di Resistenza nazionale di Kozani, in collaborazione con
il Comune di Kozani.2
Il filone archeologico è stato incentrato sulla promozione del
patrimonio culturale localizzato nell’antica città di Petron, nella
Prefettura di Florina. Secondo gli studi condotti a partire dai primi
scavi del 1982 risulta che la città, fondata nel III sec. a.C., raggiunse
il suo periodo di massima fioritura durante l’ellenismo prima di
decadere nel I sec. a.C. ed essere di nuovo occupata in epoca romana,
quando venne trasferita dove sorge l’odierna Petres. La città presenta
una fortificazione esterna che conteneva un sistema urbano costituito
di edifici pubblici e privati e ampie strade; la presenza di un edificio a
due piani testimonia la continuità storica con l’architettura
caratteristica di tutta la Macedonia. Oggi gli scavi stanno procedendo
parallelamente ai lavori di ristrutturazione e consolidamento dei resti.
Grazie al coordinamento con l’archeologo ufficiale del sito è stato
2 I monumenti ristrutturati sono: il monumento della Resistenza di Fardikampos a Siatista, il
monumento “Il giardino degli eroi” del comune di Pirgi, il monumento ai caduti del comune di
Mesovouno e il monumento ai caduti della città di Kozani. Il calendario ne raccoglie dodici.
possibile individuare le attività da far rientrare nel progetto, soprattutto
per quanto riguarda la raccolta, catalogazione e archiviazione del
materiale raccolto. Ovviamente il progetto complessivo, coordinato dal
Ministero per i Beni culturali, è molto più ampio e comprende anche
l’allestimento di zone di sosta per i visitatori, la creazione di un
osservatorio che offra al visitatore informazioni sulle attrazioni
turistiche circostanti, un sistema di segnaletica apposito, la
realizzazione di materiale promozionale.
Il terzo filone è stato dedicato alla valorizzazione del parco
nazionale Valia Calda di Pindos e dei complessi montani di Grammos e
Vitsi, situati nella Prefettura di Kastoria. Entrambi i luoghi sono
caratterizzati da particolari tipi di fauna e flora e da un’abbondanza di
foreste e corsi d’acqua.
Gli interventi hanno previsto:
– la creazione di un centro informazioni sulla regione per facilitare
l’accesso dei turisti al parco e monitorare più da vicino la fruizione
di questi ambienti montani, a tutela del sistema ecologico;
– la produzione di materiale promozionale sulle attrazioni
turistiche locali, itinerari particolari, prodotti tipici regionali,
topografia locale;
– l’allestimento di un sistema informatico per la visione di
prodotti multimediali.
Con il contributo della Prefettura di Grevena
è stata pubblicata una guida turistica relativa
all’area. La città di Kastoria, una delle più
pittoresche della regione grazie al ricco
patrimonio architettonico risalente all’epoca
bizantina, si è fatta invece promotrice di un
progetto per la realizzazione di un punto
informativo dove raccogliere materiale turistico
sulla regione. A tale scopo è stato anche
prodotto un CD-Rom in inglese che presenta i
principali ambiti di intervento del progetto
greco e le località regionali interessate.
C U LT U R A
M AT E R I A L E
Nel caso del progetto greco si può osservare come il programma
di lavoro sia stato caratterizzato da una serie di interventi puntuali
che, pur rispondendo a priorità individuate in modo congiunto dalle
amministrazioni locali, risultano ancora poco integrati tra di loro. Se
infatti, nel quadro dei piani di sviluppo regionale esistenti, si è giunti
all’identificazione di alcuni siti locali sui quali condurre le azioni di
recupero e valorizzazione del patrimonio regionale, continua a
mancare una politica di programmazione e gestione delle risorse
(ambientali, culturali, finanziarie, ecc.) concertata e condivisa dai
diversi attori locali. Consapevole di questa difficoltà, l’UALMO ha
concentrato i propri sforzi proprio sulla fase di promozione e
pubblicizzazione delle attività condotte, facendo
attenzione che le azioni di sensibilizzazione e
informazione venissero indirizzate non solo agli enti di
governo locale ma anche alle comunità locali.
15
16
C U LT U R A
M AT E R I A L E
Il progetto spagnolo
A differenza dei contesti greco ed italiano – dove si è trattato di
impostare una nuova strategia di lavoro coinvolgendo essenzialmente
le amministrazioni locali nel primo caso, e di mettere in pratica una
metodologia di lavoro innovativa con una varietà di soggetti locali nel
secondo – la Serranía di Ronda dispone già di un notevole numero di
esperienze nel campo dello sviluppo rurale, attuate
attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale e
ambientale. Dall’inizio degli anni ’90 il CEDER
opera infatti per annullare il forte disequilibrio
di cui soffre la Serranía a vantaggio della vicina
e più turistica costa di Malaga, promuovendo
iniziative che, sfruttando la ricchezza del
patrimonio endogeno, riescono a radicarsi sul
territorio e a garantire alla popolazione una reale
fonte di sviluppo.
Nel quadro di questo progetto il partner
spagnolo ha quindi preferito
privilegiare non tanto
l’impostazione e
realizzazione di
iniziative nuove
quanto il
potenziamento degli investimenti già
effettuati, attraverso azioni finalizzate a:
C U LT U R A
– sostenere la
commercializzazione dei
prodotti agroalimentari locali
e la promozione turistica della
rete di alloggi rurali creati
nella zona grazie alla
realizzazione del video
“Artigianato agroalimentare
della Serranía di Ronda” e di un
audiovisivo intitolato “Turismo rurale nella Serranía di Ronda”,
da utilizzare in occasione di eventi di particolare rilievo,
convegni, manifestazioni culturali, azioni formative;
– fornire informazioni ai visitatori sulle possibilità di turismo rurale
e culturale esistenti nell’area in modo da incrementare il turismo e
creare effetti positivi indiretti in altri settori come quello
artigianale, alberghiero, ecc.;
– allestire sei punti informativi interattivi per offrire una
presentazione del patrimonio culturale locale attraverso un
CD-Rom da localizzare nei punti di maggiore passaggio
turistico (hotel, ristoranti, musei, ecc.) della Serranía.
M AT E R I A L E
Nelle pagine seguenti cercheremo di presentare più da vicino i
contenuti dello scambio di know-how transnazionale secondo i due
filoni di lavoro del progetto: la realizzazione dei percorsi ecomuseali
e il recupero della memoria storica.
17
18
TAVOLA
RIASSUNTIVA
OBIETTIVI
GENERALI
CREARE UNA RETE DI ECOMUSEI
A LIVELLO LOCALE
SOSTENERE LO SVILUPPO
SOCIO-ECONOMICO DEI
TERRITORI COINVOLTI
OBIETTIVI
OPERATIVI
• creare le condizioni per avviare
esperienze di percorsi ecomuseali
• aprire degli ecomusei
• consolidare le esperienze
già avviate
• introdurre logiche di
cooperazione tra gli
attori locali
• costruire partenariati
locali diversificati
• verifica delle potenzialità del
contesto locale necessarie per la
costruzione di percorsi ecomuseali
• predisposizione di un piano di
intervento in relazione alle linee di
sviluppo regionale, e individuazione
di 3 filoni di intervento (storico,
archeologico e ambientale)
• contatto con gli attori locali e
coinvolgimento delle
amministrazioni pubbliche
• primi interventi operativi
• organizzazione del
partenariato locale
secondo una logica
centralizzata, dove il
livello politico
rappresentato dalle
amministrazioni locali ha
un peso determinante ai
fini del progetto
• coinvolgimento di soggetti
diversi (Università, privati,
associazioni culturali,
ecc.) sulla base di
compiti specifici
ATTIVITÀ
GRECIA
TRASFERIRE CONOSCENZE
ED ESPERIENZE A LIVELLO
TRANSNAZIONALE
DIFFONDERE I RISULTATI
E I PRODOTTI OTTENUTI
• organizzare visite-studio
• identificare strumenti di
comunicazione e
informazione adeguati
• realizzare prodotti locali
• organizzare momenti di confronto
e disseminazione allargati, sia a
livello locale che transnazionale
Grecia, Italia, Spagna:
Livello locale:
• organizzazione di 2 cicli
di visite-studio nelle tre
realtà partner, di cui il
primo a scopo
informativo generale e il
secondo incentrato su:
a) valorizzazione del
patrimonio storico
comune al partner greco
e italiano e b) ruolo
delle cooperative nelle
realtà italiana e
spagnola
• coinvolgimento diretto
dei soggetti pubblici e
privati attivi nel progetto
(partigiani, archeologo,
amministratori locali,
ecc.)
• scambio di
documentazione sulle
realtà partner
• utilizzo dei consueti
strumenti di
comunicazione
• due seminari nell'ambito del
filone storico, al secondo del
quale hanno partecipato
rappresentanti del Ministero e
ospiti stranieri
• stampa degli atti delle giornate
seminariali
• stampa di un calendario sui
monumenti della Resistenza
• CD-Rom di presentazione delle
aree toccate dal progetto (in
inglese)
• guida turistica
• articoli apparsi sugli organi di
stampa locali
19
OBIETTIVI
GENERALI
CREARE UNA RETE DI ECOMUSEI
A LIVELLO LOCALE
SOSTENERE LO SVILUPPO
SOCIO-ECONOMICO DEI
TERRITORI COINVOLTI
TRASFERIRE CONOSCENZE
ED ESPERIENZE A LIVELLO
TRANSNAZIONALE
DIFFONDERE I RISULTATI
E I PRODOTTI OTTENUTI
ITALIA
• identificazione e verifica di due
filoni di intervento (storico e
protoindustria)
• progettazione degli interventi
operativi sul campo, costruzione
e allestimento dei percorsi
ecomuseali
• collegamento dei principali nodi
ecomuseali attraverso lo
strumento telematico
• apertura di 2 percorsi
ecomuseali:
1. sui sentieri della Resistenza
trasversale alle 3 aree e
composto da diversi nodi
centrali e periferici
2. legato al tema della lavorazione
della pietra locale
• organizzazione di forme
di collaborazione tra gli
attori locali su due livelli:
uno politico tra
amministrazioni
pubbliche e uno
economico e non-profit
tra soggetti privati,
Università, scuole,
associazioni culturali,
ecc.
• creazione di gruppi di
lavoro tematici locali
Livello locale:
• ricerche sui movimenti della
Resistenza nelle 3 aree locali
• raccolta di documentazione
storica e catalogazione
• database di immagini di archivio
• video documentari
• materiale divulgativo
• cartine geografiche
• segnaletica e cartellonistica
• guida multimediale (in italiano e
inglese)
• conferenze stampa di lancio
dell’iniziativa e di inaugurazione
delle sedi museali
SPAGNA
• predisposizione di azioni di
consolidamento delle esperienze
ecomuseali e di sviluppo rurale già
avviate in precedenza attraverso:
1. sostegno alla
commercializzazione dei prodotti
agroalimentari locali
2. diffusione dell'informazione
turistica sul territorio
3. allestimento di punti informativi
interattivi di promozione
dell'offerta turistica locale
• organizzazione delle
strategie di partenariato
locale attorno ad un
organismo di natura
mista pubblico-privata che
funge da catalizzatore, da
un punto di vista sia
politico-decisionale sia
operativo e organizzativo
Livello locale:
• video sull'artigianato
agroalimentare
• audiovisivo sul turismo rurale
• CD-Rom sul patrimonio culturale
locale
• presentazioni pubbliche di lancio
dei prodotti realizzati
• articoli apparsi sugli organi di
stampa locali
Livello transnazionale:
• pubblicazione di un resoconto
(in 4 lingue) sull'esperienza
transnazionale
• organizzazione di un convegno
internazionale finale
20
C U LT U R A
M AT E R I A L E
I
CONTENUTI
DELLO SCAMBIO
TRANSNAZIONALE
I percorsi ecomuseali
C
ome abbiamo già sottolineato, i percorsi evidenziati nell’ambito
del progetto hanno associato regioni con diversi livelli di
sviluppo. In particolare, se in Italia grazie al rilevante impegno e
investimento della Provincia di Torino si è trattato di dare il via alla
fase progettuale per riuscire a rendere operativi un certo numero di
percorsi ecomuseali, in Grecia ci si è limitati a creare il contesto più
adeguato affinché ad iniziative di questo tipo vengano garantiti il
giusto sostegno, soprattutto politico, e le risorse opportune in termini
di competenze e di finanziamento. Il trasferimento di know-how e lo
scambio di esperienze sono quindi avvenuti in senso privilegiato tra il
partner italiano e quello spagnolo, che hanno individuato
nell’ecomuseo una modalità per creare sinergie tra realtà analoghe. In
entrambe le situazioni in primo piano ci sono il territorio, la gente che
vi abita, le iniziative che a livello locale sono sorte o esistono come
potenziali, l’esigenza di creare un sistema che diventi prodotto
turistico e fonte di sviluppo economico e occupazionale.
Nonostante le premesse comuni, le azioni sviluppate nel corso del
progetto dai partner sono risultate piuttosto diverse. Nella Serranía di
Ronda il progetto si è infatti sviluppato come azione di sostenimento
e diffusione di iniziative già avviate nelle comunità locali. In questo
caso l’ecomuseo, come offerta coordinata di fruizione turistica, è
diventato lo strumento di sintesi di tutto quanto la regione è in grado
di offrire all’attenzione del pubblico: piccole realtà museali,
artigianato locale, attività economiche condotte in forma cooperativa,
per lo più nel settore della produzione e lavorazione dei prodotti tipici
locali. Il tutto con un'attenzione particolare, da un lato, a incentivare
la piccola impreditoria da parte soprattutto delle fasce di popolazione
più esposte al rischio di disoccupazione, come le donne e i giovani, e
dall’altro a frenare l’abbandono delle aree rurali più decentrate.
Per la Provincia di Torino il progetto si è inserito in un discorso
più ampio che ha portato alla creazione di una rete ecomuseale che
coinvolge l’intero territorio provinciale, con le sue diverse
caratteristiche storico-ambientali. In questo progetto ci si è limitati a
due tematiche: quella storica legata alla Resistenza e quella centrata
sull’attività di estrazione, lavorazione e utilizzo della pietra nelle
architetture locali. La scelta di due temi così diversi ha consentito di
verificare l’applicabilità dello strumento ecomuseale e affinare le
metodologie di intervento. La forte valenza storica del progetto ha
inoltre richiesto di sviluppare un percorso ecomuseale sia di tipo
fisico che virtuale, laddove le testimonianze ancora esistenti non
erano sufficienti a garantire un'adeguata lettura dell’ambiente di vita
e di lavoro tradizionale. La presenza poi di vestigia architettoniche
rilevanti (la cava di pietra, le case dei minatori come nel caso della
Val Pellice) ha comportato anche un intervento di ristrutturazione
con conseguente impiego di manodopera locale. La molteplicità
degli elementi che compongono il progetto italiano ha implicato il
coinvolgimento di strutture operative a diversi livelli: dal Politecnico
di Torino che ha impiegato dei borsisti per la fase di ricerca e
progettazione degli interventi architettonici e per la costruzione del
Benalauría
C U LT U R A
L’ecomuseo di Benalauría è stato l'esempio proposto dal
partner spagnolo quale modello di realizzazione di successo.
L'idea nasce da un progetto di recupero degli spazi e delle
forme tradizionali per riconoscere e ricreare il patrimonio
etnografico della comunità di Benalauría. Il percorso
progettuale ha compreso la ristrutturazione di un vecchio
mulino destinato alla produzione dell'olio, risalente al XVIII
sec. e situato nella parte alta del paese. All’interno dei locali
ristrutturati si è organizzato un museo etnografico, dove sono
stati ricreati i luoghi della lavorazione arredati con gli utensili
tradizionali. In un altro punto del paese è stato ristrutturato un
secondo frantoio che è stato trasformato in un
ristorante/agriturismo dove vengono serviti piatti di cucina
tradizionale, e sono stati ristrutturati con materiali locali un
certo numero di alloggi. Alla radice del progetto troviamo una
cooperativa di giovani, La Molienda, che circa una decina di
anni fa decise di investire sullo sviluppo delle risorse umane
locali, progettando e sperimentando un modello di sviluppo
rurale per combattere l'abbandono diffuso delle aree rurali a
favore della più appetibile Costa del Sole, creare attrazione
turistica – spostando il centro dell'attenzione dalla costa verso
zone più periferiche del paese – e promuovere una cultura del
turismo rurale rispettosa dell’ambiente e delle tradizioni locali.
Ultimamente questo progetto si è arricchito di una dimensione
sociale, che ha visto l’avvio di nuove esperienze, prima sotto
forma di TALLER ARTESANAL con una forte componente
formativa, per culminare con misure di sostegno alla nascita
di nuove imprese addette alla lavorazione dei prodotti locali
(castagna, legno e pietra), produzione di composizioni
floreali con fiori secchi, manutenzione delle zone boschive.
Fondamentale per la realizzazione di queste attività è stato il
contributo delle diverse iniziative comunitarie realizzate
nella zona. Grazie a CULTURA MATERIALE il partner
spagnolo ha sviluppato degli strumenti promozionali per
diffondere e potenziare la ricaduta
di esperienze come quella di Benalauría su tutto il territorio
della Serranía di Ronda, migliorandone la promozione
soprattutto a fini turistici e commerciali.
M AT E R I A L E
prodotto multimediale, alle cooperative multifunzionali locali per
realizzare la ricerca storica, predisporre la messa a norma dei sentieri
e preparare la segnaletica. A differenza poi della situazione spagnola,
dove l’ecomuseo ha rappresentato la condivisione di esperienze già
operative a carattere sostanzialmente privato, in provincia di Torino
si avvia ora la fase gestionale a partecipazione presumibilmente
mista, pubblico-privata.
La creazione dell’ecomuseo nel contesto greco rappresenta il
momento conclusivo di un progetto in cui la componente storica si lega
strettamente al territorio. In particolare l’anello di congiunzione,
soprattutto con il progetto italiano, è stato lo studio condotto sul
movimento della Resistenza e la costruzione di un itinerario che tocca i
luoghi e le testimonianze di un periodo così denso di significato, non
solo per la popolazione locale ma anche per l’intera Europa. Rispetto
alla realtà italiana, dove la ricerca storica sui movimenti antifascisti è
ormai consolidata, tanto che non mancano le attività didattiche nelle
scuole inferiori e superiori, la regione macedone tramite il progetto ha
ottenuto l’opportunità di aprirsi a nuove iniziative di collaborazione con
rinomati istituti di ricerca come l’Università di Salonicco, e stabilire
relazioni di più lunga prospettiva con organismi stranieri.
L’ecomuseo greco, quando verrà attuato, permetterà di
promuovere un rafforzamento della memoria storica, finora
21
22
C U LT U R A
M AT E R I A L E
patrimonio soprattutto di quanti hanno vissuto direttamente quel
periodo, e di avvicinare i visitatori anche alle bellezze naturali e
paesaggistiche del luogo, stimolando progressivamente la
realizzazione di infrastrutture ricettive e di accoglienza di cui la
regione macedone è ancora carente.
Le divergenze di percorso emerse, al di là di confermare le
specificità delle singole realtà partner, possono essere inserite in un
ciclo di apprendimento più ampio, che ha contemplato un
trasferimento di know-how dal partner spagnolo a quello italiano e
greco sul tema della progettazione, gestione e consolidamento di
esperienze ecomuseali avviate sul territorio. I tre contesti locali
possono infatti venire visualizzati metaforicamente come i tre stadi
necessari per avviare un processo di sviluppo di percorsi ecomuseali,
secondo lo schema seguente.
Le tappe del percorso ecomuseale
xvbn, aa s
GRECIA
Primo gradino del processo dove vengono
affrontate le problematiche relative alla
definizione concettuale dello strumento
“ecomuseo” e alle logiche di strategia
operativa che riguardano, per esempio, la
creazione del partenariato locale, la
definizione di una metodologia di
intervento concertata, l’individuazione dei
nodi della rete ecomuseale, ecc.
xv bn,aas
ITALIA
Secondo gradino dove vengono verificati i
percorsi scelti, vengono sviluppati i primi
interventi operativi e, sulla base dei
risultati raggiunti, si procede alla
composizione della rete ecomuseale
collegando i vari nodi tra di loro, anche
utilizzando lo strumento telematico.
xv bn , a a s x v
SPAGNA
Terzo gradino dove, terminato il periodo di
incubazione, si può avviare la fase più
matura di consolidamento delle
esperienze, predisponendo un piano di
lancio e promozione dei progetti,
servendosi dei canali e dei mezzi di
informazione e comunicazione più adatti.
C U LT U R A
Il secondo filone identificato per lo scambio di esperienze è quello
legato al tema della Resistenza, il movimento popolare di opposizione
politica e militare sviluppatosi in Italia come in Grecia, e in molti altri
paesi europei occupati dai nazi-fascisti, nel corso della Seconda Guerra
mondiale. Nel territorio della provincia di Torino sono numerose le
zone soprattutto di montagna che furono teatro della lotta di liberazione
nazionale, rimanendone profondamente segnate, come per l'appunto la
Val Sangone, le Valli di Lanzo e la Val Pellice. Inserire in un progetto
di lavoro centrato sulla predispozione e sperimentazione di sistemi
ecomuseali anche un percorso dedicato alla Resistenza partigiana ha
significato non solo una volontà di recupero e conservazione della
memoria storica per difendere la verità, ma anche un tentativo di usare
quelle testimonianze per interpretare il presente e costruire un futuro di
pace. Ma Resistenza oggi non significa soltanto Storia; significa anche
conquistare una politica specifica per la montagna, spesso esclusa dalle
strategie di sviluppo, fornendole nuovi strumenti di intervento proprio a
partire dalla sua cultura e dalla sua storia.
Per quanto riguarda il progetto italiano le attività condotte nelle
aree locali hanno compreso:
– un rigoroso lavoro di ricostruzione storica e di raccolta e
catalogazione di materiale e documenti, anche fotografici, attinenti
le vicende storiche legate alla lotta partigiana nei luoghi interessati;
– il contatto con gli ultimi testimoni diretti o indiretti di quegli
eventi, nel tentativo di conservare la memoria dei protagonisti e
registrare un pezzo di storia non ancora scritta;
“Glossario” elenca i termini
specialistici o desueti;
“Biografie” riporta il
sommario dei partigiani,
militari e civili citati; “Crediti”
elenca i contributi dei
soggetti coinvolti nella
realizzazione; “Progetto
Cultura materiale” presenta
l'iniziativa e “Laboratorio”
permette all'utente di
prendere appunti
direttamente sullo schermo
del computer, memorizzare i
passi effettuati e operare su
questa traccia per costruire
un proprio STORY-BOARD.
L’applicazione multimediale
prevede una doppia
articolazione: un documento
masterizzato su CD-Rom e
consultabile OFF-LINE nei tre
siti ecomuseali,
e un documento in
linguaggio “HTML” da
collocare sul WEB della
Provincia di Torino.
I sentieri della Resistenza
Il filone storico
La guida multimediale
“I sentieri della Resistenza” è
stata progettata e realizzata
dal Politecnico di Torino, in
collaborazione con diversi
soggetti locali, per
presentare una lettura
virtuale dei luoghi
paradigmatici per la memoria
della Resistenza dal 1943 al
1945 attraverso dei percorsi
guida. La guida interessa i
territori di Coazze, Angrogna
e Colle del Lys, ed è
articolata secondo otto
capitoli: “Cronologia”
comprende i 36 mesi dal
gennaio del 1943 al
dicembre 1945 e riporta
eventi locali, regionali,
nazionali e mondiali;
“Luoghi” presenta una
mappa di riferimento per la
porzione di territorio presa in
esame, un sommario dei
luoghi menzionati nella
guida, una visita guidata
organizzata all'interno di ogni
singolo comparto territoriale;
“Argomenti” include schede
sull’identità dei partigiani, la
loro organizzazione politica e
militare, le forme della
guerriglia e della
comunicazione, la letteratura
sulla Resistenza, ecc.;
M AT E R I A L E
23
24
C U LT U R A
M AT E R I A L E
– l’individuazione dei segni lasciati sul territorio da quelle
vicende e la ricostruzione di itinerari per ripercorrere i luoghi
più significativi, raccontandone la storia.
L’omogeneità del lavoro svolto nei tre siti è stata garantita dal
“contenitore” ecomuseale ideato, nel quale gli itinerari locali si sono
andati ad inserire per formare i nodi di un unico percorso che
congiunge le tre aree geograficamente, grazie ad un sistema di
segnaletica omogeneo, ma anche virtualmente attraverso una guida
multimediale.
Anche la regione della Macedonia occidentale soffrì negli anni dal
1941 al ’44 sotto la dominazione tedesca e assistette alla nascita di un
movimento di Resistenza e liberazione nazionale. L’occupazione delle
forze dell’Asse in questa regione fu particolarmente dura, e provocò
molte distruzioni e grande sofferenza umana. Ciò nonostante, il
movimento di Resistenza che vi nacque non ebbe paralleli in altre
parti della Grecia.
La volontà espressa dall’Unione della Macedonia occidentale di
privilegiare questo filone nasce dall’intento di:
– recuperare e registrare la storia di quegli anni che venne
oscurata da vicende politiche successive non meno laceranti,
come la Guerra civile (1946-49);
– valorizzare una parte dei luoghi della memoria che oggi
ricordano il contributo delle popolazioni locali alla lotta contro
il nazi-fascismo.
Il primo obiettivo è stato raggiunto grazie alla realizzazione di
un’approfondita ricerca storica, condotta dal Dipartimento di Storia
dell’Università Aristotelio di Salonicco, articolata in quattro fasi:
1) raccolta delle testimonianze orali dei sopravvissuti agli eventi
di quegli anni;
2) trascrizione delle interviste;
3) confronto dei documenti con le testimonianze di alcuni
combattenti di comprovato valore scientifico;
4) produzione di copie finali per l’archivio centrale.
Le testimonianze, raccolte da un gruppo di ricercatori con
l’ausilio di studiosi, ammontano oggi a 120 e comprendono una
breve nota biografica, un indice dei nomi e dei luoghi, e una breve
sintesi in inglese.
La valorizzazione dei luoghi della memoria è invece cominciata
con il riassetto e la pulizia di alcuni dei 12 monumenti simbolo della
Resistenza nazionale situati nella Prefettura di Kozani, per arrivare
alla loro promozione grazie al posizionamento di apposita segnaletica,
la riproduzione della ricerca, l’organizzazione di convegni di
sensibilizzazione, l’apertura di un archivio storico nel comune di
Tsotili, la pubblicazione di un calendario e di un CD-Rom.
Anche in questo caso, come per il partner italiano, il recupero
della memoria assolve una duplice funzione: da un lato, abbraccia un
discorso di valorizzazione storica che esula dal periodo specifico e
finisce per investire anche il presente; dall’altro, viene inserito in un
progetto di sviluppo di più ampio respiro, mirato ad allontanare il
localismo rendendo fruibili momenti di storia di regioni periferiche
rurali o di montagna che, proprio grazie ad un progetto comunitario,
vengono ribaltate sul palcoscenico europeo.
C ONCLUSIONE
L
ungo il suo cammino, durato poco più di due anni, il progetto
CULTURA MATERIALE ha ovviamente incontrato alcune
difficoltà sia di natura operativa che gestionale, dovute in parte anche
al suo ambizioso contenuto di carattere storico-culturale e al non
facile intento di integrare realtà nazionali diverse.
Si può tuttavia affermare che, al di là del conseguimento degli
obiettivi da parte dei singoli attori locali, l’intento di sviluppare una
stretta collaborazione tra i partner e di garantire un proficuo scambio
di conoscenze ed esperienze a livello transnazionale sia stato
pienamente raggiunto. A questo sono serviti i due cicli di visite-studio
organizzate nelle tre aree interessate dal progetto, il frequente
scambio di documentazione e materiale divulgativo sui diversi
contesti territoriali, il contatto con alcuni degli operatori locali
direttamente coinvolti nelle attività.
Gli incontri frequenti hanno inoltre permesso di superare il livello
più superficiale di conoscenza reciproca per arrivare a indagare nuove
forme di collaborazione in campi diversi: così è successo per una delle
tre cooperative italiane che si è ritrovata partner con la cooperativa
spagnola che gestisce l’ecomuseo di Benalauría in un progetto
M AT E R I A L E
25
C U LT U R A
C U LT U R A
Leonardo, centrato sulla predisposizione di moduli formativi destinati
alle comunità rurali per raggiungere un livello di professionalizzazione
delle attività locali e incentivare forme di autoimpiego. Così è
avvenuto per i rappresentanti delle organizzazioni partigiane greche ed
italiane che hanno presentato un altro progetto Leonardo sulla
formulazione di percorsi didattici per le scuole che prevedano un
approfondimento delle tematiche legate alla Resistenza.
Fondamentale in questo senso è stato sicuramene il ruolo di
mediazione svolto dai tre partner principali, la Provincia di Torino,
l’Unione delle Autorità locali della Macedonia occidentale e il
CEDER Serranía de Ronda, che hanno fatto in modo di filtrare e
valutare gli input che sono emersi di volta in volta nel corso della
realizzazione, per poi passarli agli attori che sul territorio lavorano
direttamente nei settori di intervento interessati.
Altrettanto importante, soprattutto nel caso italiano e greco, è
infine stato l’effetto di leva suscitato dal contributo comunitario che
ha garantito il vero successo delle azioni intraprese dalla Provincia di
Torino e dalle singole Unioni locali greche, in termini di investimento
diretto di risorse umane e finanziarie.
PIEMONTE
\
ANDALUSIA
Torino
MACEDONIA OCCIDENTALE
Ronda
Kozani
Provincia di Torino
Servizio Attività e Beni Culturali
Via Gaudenzio Ferrari, 1
I-10123 Torino
Tel. +39 011 8613630/3615
Fax +39 011 8613611
Email: [email protected]
www.provincia.torino.it
Union of Local Authorities
of Western Macedonia
1-3 Fon Karagianni
GR-50100 Kozani
Tel. +30 461 26430
Fax +30 461 41779
Email: [email protected]
CEDER Serranía de Ronda
c/. Armiñán 24, b
E-29400 Ronda (Malaga)
Tel. +34 95 2872747
Fax +34 95 2872746
Email: [email protected]
www.serraniaronda.org/
A cura di/Coordinated by
PROVINCIA DI TORINO
UNION OF LOCAL AUTHORITIES OF WESTERN MACEDONIA
CEDER Serranía de Ronda
Redazione e traduzione/Edited and translated by
CODEX • Agenzia di sviluppo (TO)
Impaginazione e fotolito/Design and Typesetting
VISUAL GRAFIKA • Torino
Stampa/Printing
GRAFICA PIEMONTESE • Volpiano (TO)
Si ringraziano/Thanks to
SERGIO RUFFA e VALERIO RU per le foto dei sentieri in Val Sangone e Valli di Lanzo
for the photos of the mountain tracks in the Sangone and Lanzo valleys
VIOLA BERLANDA per le foto delle sculture lignee di Rorà
for the photos of the woodden sculptures of Rorà
Finito di stampare nel mese di marzo 1999 – Printed in Italy
CULTURA MATERIALE è un progetto cofinanziato dalla Commissione europea Direzione Generale XVI,
nel quadro dell’art.10 del Fondo europeo di sviluppo regionale.
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