\ CIRO TRABALZA STUDI Una di cultura Grilli laude - E PROFILI umbra Bevagna Nota secentista 1784 - il Torti — F. Morandì La La - ariostesca del - — - col - Monti Commemorazione G. le e versioni stampate - G. B. (Figli di Sposi - Barbacci di Umberto PARAVIA I. di L. Foligno A. - Cerquetti Mevanates. E Vir.LlARDl-PARAVIA) TORINO-ROMA-MILANO-FIRENZE-NAPOLI nel e Pel dialetto perugino - I. a letterati reatini Due 1903 DITTA la e criterio stilistico d' un* grammatico I Promessi Ferranti Gli scrittori - poesia latina odi areostatiche e F. prestanze curioso Torti Il Tommaseo Squaglia di nuova Un - Due - polemica cod. «n e COMP. - L, STUDI UNA E UN LAUDE UMBRA CODICE DI PRESTANZE I. [RNESTO Monaci, nel comunicare Lincei alcune laude de* di Roma ì glossario, dopo f^enne studiando )rima che di si possa tutte igente n coloro lon sia cui »* I Pagg. Aneddoti 3-4. Le questo' evo io per ; la Roma, sono storia tip. "dolessero letteraria della R. lieto dei provincia relazione dove cominciai un gli nucleo amici de' in fortunato Lincei, no intor- di degli stu- di Laudesi, dei DtscipUnati Accad. cogliere, rac- buto contri- comunicarmi e ciò a primo un come e di- una di determinarne che altre, che ben ad in tramandati, almeno dedicate, E documenti intento gliate sparpa- di paese note Ma « è necessario senso, almeno si comprensio- sottoposte il del anni andarono ogni cercare raggrupparne sono chi nel medio a serviranno esse cui furon provenienza. offrono a ci cui possibile, per la e i piena che sieno mettere per da in ultimi osservava: alla percorrendo rassegna, :on ; alterate gran- compiaciuto questi essa, quelle produzioni, provincia l'età ad reliquie rimastene le in assorgere e cia provin- importanza essersi e quale intorno dovunque ;he col interesse a-escente le laudese letteratura le della air accennato aver della fonetiche, morfologiche note con demia all'Acca- 21 e venire. av- poter dei febbraio Bian^ 1892 ; al comunicare secondo il codice sapiente degli Martino Francesco S. del egli dovette popolo Todi. come della lasciato mandato sua « mese, « denaio « chapetananza el e da .XXX. delle neir « Peroscia « Torsciano, « massarie tra de entrata Perugia suo remisece e io d' « mille « Dio « armate stesse ne la mano : a le e « el l'ardire popolo e V altro a en chapetano miele e il che d' Eddio muorano poche Perugia Memoria noie de patrio è in pella grazia e detta Chiesia la avvenuta : .v. avvenne d'amor i cittadini vertù viva che per Pieno briga maie la pure chase ove ave per Entrando battaglia .LXXVI. prestò « », ha stettece non ; come bre, um- ci la chasa staendo ». una truppe trecento : robbate m'armassero racconto le anno Ranaldino foro avere papaline, truppe istesso » egli fante .V. quillo de fior. città altre che del rie ambasce- e ch'avevamo chon se, capitano di Torsciano io devia che tempo fu il ricordo Roma, de Ranaldinc autorevole, e presso [1370] tempo pre Borgo ser Codesto chapetananza « Chiesia choUa en curioso nel « « deir E all' in un legazioni patria sua scritta .SI Do pubblici, ai quali e memorie, sostenne e S cartacee (fondo di distinto sue della conto per fu dalle codice un Ranaldino privati di Agostino contenente e partecipò. Torgiano, a di cittadino un essere si rileva come modo qualche in S. cartapecora con fatti a di rior e sodalizio quest'ultime da privato allusivo gnone, è in sessantacinque, carte memoriale zioso del riunite Domenico, i), coperto di umbri perugine cose archivi posseduto v, menico, A, terno, S. e xi sec. di confraternite delle e laude una descritto. sotto studioso valente degli Azzi, dinatore qui di testo laude, segnalatami dal dott. Giustiniani detta La il maestro e a en gridammo eie maie de poste la tere la Chiesia, da durò la redazione La del ug-ino a. laude n cui ihe n è posta fu facessero, che ho vi fatto messo del netodo sul e eir è I. stella del che tutt' altro consonanti per laundata. Ms. r A. che sono non 1376, coincide pe- rilevare di comune cui sotto il con tempo sulla punteggiatura delle maiuscole conformato tutto al maestro. MARIA. ha mare voluto Forse raddoppiate. Maria : stelJa d'Iddio; Ms. d* corona T antecedente ripeter per 4. sia, sia portano soddisfacente. laudata Vergene e voie 3. e laudata e V antecedente le vergene Tanno in sono Maria, benedetta attuttora dato del cambiamento mi benedetta tuttora com'è stanze, AVE Ave dialetto puro statuti codice, delle che minuscole, in più probabilmente, trascritta. Ed che meritava vi poche osservazioni aggiungere altro sulla ricostiiu- senza ho e epoca; appagarsi o, le con gli con nel redatta eccola ;ione fatto volesse Registri degli Uffizi, è laude che .XV. questi chi : di ne* e da nostro caso e d' Eddio loro manoscritto decimoquarto, dell' istessa ^erugia À secolo raffronto un »ra della armate, de al sia Chie- la pella grazia troverebbe Graziani del Cronaca ella forse de uomene morte del autore più, di aperne a suir che comba- a gente buon fuoro e la Basteranno ». ... cenni lOchi de batagglia glie schonfiggemo persone de erano cettonara .xiiii. pocho e* che piaza andammo subbito e la eddio. onore. il benedetta comprende volta terza 5. Ms. ; ma è porttano. una Così e il laudata spiegazione molte altre Ave Maria, ch'avete dolce el vostro enn de le sette le sette fo la salute devia voie Ave nasda Cristo partorire umele de la notte Ave Natale la terza Maria la santa venne voie, Madonna, a la quarta Ave voie gli agniole con la lo Spirto el portò e quisto fo el dì de per in vive 19. eie vinete vseta. 23. Ms. satta domine, di Dio. 31. il one TAsessione; loro a onore. sulla spirò 29 'n Cielo lore. a a 33 vostro grande Maria santa ; testa, '1 corpo e e gU. oggi. vivo ènno, passcha. d' one 27 e 37. Se 13. la Madonna anc' 24. = Vk onore mezz' 38. Uà non è di mezz' nascia oggi agosto posto : : nasce', =3 = 37 d' ogni cosa è rafforzativo. la maggiore appare agosto. anche 20. Ms. ; se pur non 28. Ascensione. per la dagli statuti,aveva per e dere inten29. Ms. Chiesa, una eh da è = unc^sso- glorifichato: il Ms. eie 18. nascere. venuti. sono corba. Ms. d' onne, popolo perugino, che, secondo per en ragione per gli apostoglie fo festa en anema anc' = 26. costante. Ms. 25 alegrezze quista fo la maiure. gli, i. per V Maria, le sette e. gran el dì de vinne santo Cristo quasi glorificato, in Cielo lengue de fuoche enn 21 Maria, legreza sesta, Ave 7. ; dolzore. montare Pasqua de maggio con è sante ; core. collo corpo quinta legreza fo compita Ave en il vostro gratia d* Cristo glie donar veseta 1* odore a beato, alegrezza fo de vedeste 17 fo resciascitato ; Pasca Maria, per salvatore. figlioumelemente per el dì de 13 ancora Cristo con era, dolcezza, tanta Cristo dolce smirra e venuto pianezza : con alegrezza fo eh' ebe Ave a amore. salvatore. nacque al vostro incenso e suo alegrezza, Maria, eie Mage eie vinete voie a Vergene, che partoristecon oro lo altera, Maria, la seconda al esso vogliono dire per se Tagniolo da cielo anuntiarve de vertude, gran Maria, alegrezza primiera quando per figlioalegrezze compiute, alegrezze piene de alegrezze Ave recevuto era tale vozione special de- Ave del Marìa, li foste onorata, a regnio del Cielo foste coronata, regina de le de spechio Ave chi a de gli agnioglie de onore dirà onore de Madonna Ave nemicho infernale penitentia en senza mortale dia ce lo di. 47 eh* atenda, pecato Cristo sententia vita etema avemmarie sette con alegrezze mora non qui, dì, onne Maria, preghiamo el mal da le sette tenda 41 alegresse patiennoste de celoro. regno en dirà Donna sette ad le sette confermata, del Maria, ciaschuno la nostra chi temale vergene non ce prenda, ce el salvatore, defenda e campe amen. 51 II. degli archivi quali il Monaci Ad uno lite, dai fascio potente Drigini del che nostro ha di dritti dovrebb' farà temale = esser 47. Morirà ?9. el mal nemicho, eternale, di cui 41. Ms. genitivo celorum 50. dei quasi ce con nostri si servì e per studio.^ che in funzione nel giorno Dio campe mano- tanti agtdognioglie: celoro, pentito, epperò riconciliato Cristo il suUodato interessante usato dice co- il Mazzatinti, di ma Ms. di cui presto e ignote e curioso un indicatore nuovo il diavolo. oscure neir Indice importanza, eterna. celore,è il cioè le appartiene pubblico, del tutto non 40. T benemerito e preziosi cimeli, rima irradiare confraternite, che ['infaticabile suo confraterquelle stesse sprigionare un cosi seppe titolo Prestange^ e rilevò esse iin da teatro, per Azzi Degli di luce di per la di aggettivo. della morte. defenda da infernale sententia, 1 estratto Gli albori del dall' Umbria, teatro italiano ; Perugia, tip.Umbra, 1898; Il codice in gato della temo E del ha copertina coi delle registro cronologico un stituite, spesso 142Ò al 1468, quando dare in disuso un' idea di neir : in prestate e re Va da ad religiose.*Per una ii rosso cominciavano riferirò ne " in confratelli de* cose solennità note, queste Prestante, rappresentazioni. appunto queste fronti parrocchie delle sacre per Sul disadorna X elenco nomi è strap titolo molto rile (la 30* scritte. 1426, il confraternita gotico carattere ventinove carte quindici la data della arme di soltanto cui porta estemo Agostino, F, 442) è cartaceo, ^. pergamena, di pata), r (fondo an dare intero, per j (Data) Queste Sancto de ternita le sono vennero per tolomeo de El Pavolo ^ mantello la devotione Francesco de Pavolo Nato, della overc Biagiuola e Francesco de fra Bai^ et imprimis li morii de \ renduti^ " mano 1 Rossi, 2 Lo « critica^pag. // Quattrocento 117, 3 « ») porco Morte 4 « simili de* Cacioppola è la « in Più spesso, le parole. manoscritti (pel clepsydra teneva Tucte » mano. Vallardi, 1899 ignoto) nome era ; ; pag. (che pel Morandi, storpicelo » Azzi, Indice Degli ta: de quelli a per li morti Pietro esse Storpicelo* Cacioppola^ Le Domenicho de representatione prestate cose », V. invece sopradicte è la che falce « a chose Azzr, fianco, sono » della », arena ex op. Morte. e loc. « », V testa di che la cit. sì scriveva state delk 12. capitozza horologium Degli Antologia cit.,pag. Morandi « « 213. rendute la sotto », o no altn E 4 la devotionc per piovale giallo 2 camiscie un 7 cinque e vesta d' le si tre vede, si della più rappresentazioni »,* nel che esempio, Cristo e 1444 la fatta il Graziani nella prestitinel nostro di Ibid., filai,rom.f pag. ToRRACA, 257, in in diretta del santo sua più 257 da vati, pri- a si resse ricor- S. stino, AgoMa ricca. della il fra tività NaV Domenico Roberto 1 1 racciolo Cazione men- Cronaca^ strati regi- Onde non ci par son meglio sgg. nota. MoRANDi, alla pensiero, poiché, questo S. e corrono ri- 1448, delle quali fa codice. I, di quella frati di quella per anno a volte altre rappresentazione dai dopo prestiti fatti n'era da più ad a « relative che come ^ S, Domenico, cose « di necessari per il venerdì Riv. di di pubblicò gli dopo* queir ci tolse date oggetti ne' detti inventari note forse, pensavamo, delle di stessi osservando e gli oggetti per degli menzione creduto confronto cuoio di confraternita Domenico, S. di avevam che barbe cinque il Monaci che codice nostro confraternita giugno tratta ricordare si fa non per mezzane de encarnate Inventari nel Dapprima, belle cinque calze colle notizia, quando degV 1386 schagnate angnoglie gialle avemmo 3 rendute e calze paio de corone 2 ma mezzane encarnata altro 1 rendute rendute estratti il bel- barbe Come cui . amitto capellature cinque le una fondo senza coir 7 passione tonecelle 1 I o la de Antologia "c., pag. 119. 8 concludere alla prestitisi facessero solo degli oggetti, quando i che mancanza fatta veniva maggior con drammi la si o pompa, plire sup- per zione devo- sentavano rappre- di maggior numero personaggi : questo, s' intende, quando chi chiedeva il prestitonon era completamente sfornito di oggetti Dair per i prestitianche il ma dalle ricorrere non Benezone fosse » in cose La « tione circa pensa e de dalla necessità di che perugino deva pren- morti in erano la notevole per (speciedi mi dram- quanto uso espressione « devo- a con representatione», che verrebbe fosse bisogno, quel che ormai si ne ce delle il significato parole laude, devozione rappresentazione.^ Un' d' funebri),*che o overo se Civitella riferito e' è parsa interessante, cordo la qualitàdegli oggetti, né per il ri- si bene fermare, da abbiam rappresentazionide' macabri le sacre, richiesto gine peru- prestito. per delle venuta non persone l'aggiunto « stato che nota non »,^ e' era di il naturalizzato meglio specificar le campagne, che Giova- de Perugia venissero per dai paesellivicini; altri nomi ci fa supporre « di di richieste Antonio « Benezone de alle confraternite che r idea tra Civitella gtiino da « facevan quelliche rappresentazioniun trovato aver arredi richiedenti esser altra cosa notata, che è che stictrio si chiedevano Se che da i libretti soltanto non in ciò si possa prestito,ma Oggi 2 Degli 3 ToRRACA, per Azzi, Indice op. letteraria merita gli oggetti di anche ve- i laudari. fa il Degli Azzì, arguire, come le rappresentazioni erano molto Benazzone, villa 1 la storia per e poco lontana de* manoscritti loc. cit. da Perugia. cit.,pag. 12. numero/ di ;carsi visto ibbiam come ;odìce delle ?erbar il ricordo " letioni, delle K de' :" catenella t coperto ma quali ], de de c" laode » « tione en « da « le « devotione le (anche charta assoluto la la punto, a I Op. cit.,pag. marzo 13. e le dell' amico laude livero de le de zioni denomina- riguardar non dive- le el livero quali per le de delle el stito pre- unico un accettar in Degli Azzi, libretti. non sembri questa degli studiosi. i « in de « », », ; più di Prestante abbiam Perugia, » conclusione perchè troppa importanza delle pecorina certamente de' scarsezza [uno livero livero el bambagina laudi, ragione el il livero « », dati « », « le tavolette con Padri le le assecielle con ricorrono », »), charta dovettero di E laude de de « pistole e vangelie [en pechorino pecorina carta antica fatte saran de' il può non i libri vite le devotione « si oltre che, roscio] de en non circa le cuoio coverte laude è lettera a el livero « modo « che quelle si certo e confraternita costitutioni, delle era » Agostino, S. una tutte il certo Perugia libro di ogni rappresentazione di di saprei, poiché non per Prestante L ; non confraternita alla icorreva veramente 1900. breve voluto che noi notizia dare vogliam che per mera del dar dice coriosità cu- CULTURA LA E BEVAGNA DI SCRITTORI GLI L [EVAGNA/ anche vanta cultura alcuni de* e letteratura : r Alberti, il Torti. r ingegno ad sé lettere la tutti la scuola clero che I una delle I varie ebbe nella onde città. natale virtù per al tadini concit- cose, sull'aumento fino almeno e alla modo delle ne' delle lustro e sciato la- campo viva e pria, pro- della tura, cul- cinquecento, più governata municipali (di cinquecentistica riformagioni modestissimo riprodotto perchè che rivolto avrebbero nel tener potè sapere, Statuti latina Questo lieve a Aleandri, ai dal spesso laicato. dal nostri redazione del V nostra paesani forse qualche meno della esclusivamente persone in mente onorevol- avessero non di scrittori, essere Angelis, se maggior qual fu, elementi De meno delle di generale giovarono derivare limitata puri traccia memoria d* interesse, si afifermano che il più, I scarso certo si credette E Piergili, una ; ma storia tradizione esigua non meritevoli argomenti di di serie nella agricolo, ingloriosa non ben ricordati chiesastici una una quali il eminentemente paese sua abbia saggio un prima diverso edizione. in cui abbiamo bella deliberata di una lettera), in verso bibliografialocale pubblico di fine la lettori da è qui quello 12 vedrà qui la laurea Verso in del Caliginosi ; da varie ben il sotto l'inverno Patria, avendovi talento e Neir ». Passione l'estate.La 0 i Bevanati la per poesia, Y possa chiamarsi assai forse meno altre restano ne esser non fu un in Gesti e « genio dia la facon- e anche minato deter- quest*altro, corrente la seconda burrasche cademia, Ac- politiche, prima, che, dopo queste, non memorie.^ Di un cotale risvegliodovette come e un fine del fautrice se tipografia, una del De trattato Seicento Crispolti ; ma, frutti derivarono perchè, com' (1696) era Rerum appare da un Mevaniensium.., molto grosso tabulae le debite sani e volume municipale di Bevagna. 1679. fondato stato deiristitutore nome fatte nel Angelis suo, eccezioni, abbondanti, stampato chronologicae , Arch. l'Am^or dì prova il secolo Ma rirsi prefe- mero fu chiamato I da ^ della Seminario, che, dal un ne vicine eru^ tore Mariotti, edicapriccio di Antonio Foligno, quello di pubblicare in Bevagna Sulla non Se illuminato. le compagna delle opere, anche credersi 0 causa visse Se di data : sorgere ri- tre conferenze erudizione egualmente vitale, argomento ei^ teste nostro fu approvazione de* capitali, la prima ufficiale radunanza per dei fermazi Properziana (altraaf- favorita da campanilistica), i seguenti argomenti \ sopra tenutesi della di nome notó presto, per poi, dietro impulso *deir istesso dito, nel 1792, del si chiamò di l'Alberti,morì dice come effetto per Bevagna, a cultur^ aumentata composta esser per rono consegui- Perugia. che, Properzio ma, scrittori Seicento, V un* Accademia, epiteto dato umori, dottorale la metà fa sorgere nostri quanti appresso Ms. l' del- 13 dall' li Notizie lasciatocene :lie ne il i Padri Dottrinari^ lo 17 17, condussero cittadinanza, che della espulsi, benché e morale filosofia i corsi di lo favore pieno li volle nente nel il governo presero ?enza Alberti/ final- iniziati avessero sile an- obbligatori secon- non le tradizioni. Nel fu 17 17 Pie, che ìtr-e lari, che tanto "i furono rimasero estinte tutte ^o/sra, patria e Col pio nuovo le regno Torti di [aitare Luigi Bonazzt), ebbero a' nuovi elementare maschile nasioy per un po' Scuola r indirizzo industrie e e can. Angelico Tra- molto benemerito scuole, che sione Francesco e insegnanti (basti V ordinamento tecnica,che oggi laico completa ormai sostituito tempo la dire- vantano valenti una tempi con femminile,e un di Ma^- ».* chiesa della alle buone cura spetta al veramente uomo « : la maggior simpatia de' Dottrifino a' giorni nostri, quando che il e piacemi ricordare chiamate d' averle nerito iella riscossero all'educazione provveduto coir affidarne fanciulle ielle anche da Scuola inutile Ginuna vi dovrebbe la fiorente agrario,come agricole esigerebbero. sponden ri- più siderabi de- avere agricolturae le presenteròciascuno di quei cólti beche scrissero e pubblicarono qualche opera : vanati bene essi soli determinano s' intende però che non della cultura, alla quale possono la tradizione tribuire conanche quelliche non scrivono, ma, coltivando i buoni studi, si distinguono nelle cariche pubbliche, Qui neir sotto esercizio delle armi, nelle arti,^in altre manifestazioni di civiltà. 1 Foligno, Fofi, 1784. 2 Alberti, 3 Per Op. cit. questi v. G. Urbini, Le opere (Varie in Bevagna ili. 14 Ben in i nomi (m. 1170; Giovanni furon non chi po- 12); Pantaleone, patriarca d'Antiochia Egidio, vicario generale a Firenze nel 1338, CrispoltoPerilli, Ambrogio tutti vicari Salemme, furono Tre cavalieri nel Alberti Francesco Pier (1432), Bernardino Camassei; Giovanni, Torii di maestro (i^Si), maestro croce Annibale 1550, Spetia, generali. : inquisitori francescani Bonaventura del che costoro, 14 Bianconi, Giacomo di di breve profilo; ma il Bevagna, disegnare un lo consente. Basti citare pertanto quadro non de' principalie non antichi : Angelo Cini, vescovo nostro nel ancho vorrei giustizia: (principio per Ranaldi maso Tompodestà di Bologna nel 1323 Alberti, governatori Alessandro Spetia e Domenico uditore Giacinto Torti, padre del (settecento), XVII; sec. Torti Francesco. nostro Nelle si armi distinsero Bianconi, i Ranaldi, nel Turchi Curzolari Nardo 1566, nel Spetia 157 1, due i : Angelo e fu all' assedio che Ventura Vincenzo Andrea molti posto Scalassi, che Giuseppe Alberti, a si Pietro Andrea^ Sorsetto, Malta dai trovò alle Paolo Oc- coli, Giuseppe Mattòli^ Giuseppe Boschi} Altri che, iuniore. Giacinto Camassei, desiderosi Cfr. ; 2 Alberti, di Notizie Rerum, Giacomo una nulla una antiche e ViU Alberti,attesero Leandro aver in Biancom^ tramandato, rapida rassegna, maggiori notizie. Venezia, Coleti, 1795. Alberti, dottore « s' attribuisce cui Angelico Testa, senza agli studi letterari,ma più facilmente sfuggono a 1 Piermattei, istruito, »* molto filosofia,poeta del b, Giacomo, Aurelio come moderne sciando la- vagna riguardanti Be- II. lacobilli,^primo Lo -ibuisce ^s^o Properzio, ritenuti rambi critica gloria, né nella fosse se non anto in ma umbro far da crisse, de^ annarsi della :he, lo iempre Due lon menziona della di il più di Terracina, Dio, Untò, rifacimenti Bibl. non vissuto ; lacobilli a lui di Fulgineae, Umb.^ originali e De : a. fa afnon Urbini, resta più completo. nati Bevagna, a d' secolo, un Uomini fioritiin Felice Rainaldi, due libri in latino Alterium, script, umbr.y d'un'istessa che e libro dell' il 1250, verso è secolare posteriore Bevagna autore egli narsi curiosità, infor- essa lo di in pubblicazioni, di perzio Pro- i versi e opera; di- né nacque * capitolo degli Storia sua Bibl. Savelli, Alberti, nel il noto il critico e che dove per recenti di Spello, a visse luogo giudizi : tentar questo voglia, veda questione, altri scrittori il nostro al chi resto le che eccessivo intorno storico ^he I dotti dopo anco Grazia ritener Del altro. la vita per Bevagna a aggiungere e campagna, en- Ma recenti, che né a sotto Callimaco. vorrei Bevagna, a e iuniore, contrasta critici a eliente ec- Augusto qui pronunziar dicano né d* Plinio opportuno, ne nacque poco ece luogo checche nostrare, assisi, il di intendo io i natali illustre, fiorito presente e at- Callimaco, dell' Umbro concittadini passata Caio familiare amico e dato aver a poeta e Traiano di impero d' anche poeta, e Passieno, erudito ^aolo lie gloria perciò e oratore =t la Bevagna a bibliografo deirUmbria, e Mariano 1658. — di scovo ve- sulla Rai- L* altro 1764-5, 4 voli, Cam. tere let- mss^, Spello. è naldi, di vescovo molte lingue s\x\V Immortalità latino trattato medesimo (UH' anima, ricorda lo contro invece d' autore né vissuto i tra ui Vescovi, che II sicuramente nati a BIANCONI, scolaro lacobilli Y Ug*hellì suppositivi. prova 1. La — serie d' Alberto la più solo i titoli delle scritte: alla Discesa G. di del e tutt' Berardelli, S» si attribuiscono 2. — Giacomo I Della in capp., speriamo seconda a Di della ser dev'es- de' di cui, co Domenila codici del- Venezia, dove questo per che il p. Catalogo Paolo e la fine. Sermoni Bevagna aver e universale notizia del autore opera Giudizio sul gentilmente, che Bianconi, V. 23 Giovanni alla ricerca Morpurgo, si dice Specchio de' peccati 2. ; Calogerà, dà riporta il principio e dott. riferisco Cristo,in 25 capp., di air Inferno Trattato del di che d\ storia Battesimo, della Passione col Biblioteca messo Umanità alla Bevagna, latine opere giudiziofinale,in uno di Spet-I 1301. Incarnazione, della Natività, della Cristo raccolta Maria due del Circoncisione, vita^ letteraria deir parla agosto 22 benefica e Specchiodell' i. si cui che il SÌ di condiscepolo e morto santa sua vile nella Parigi a d'Aquino, tando GIACOMO con Magno Tommaso scrittori degli comincia Bevagna in Li tempo. allegando pur d' Ef estione, traduttor e cf inferiore, conoscitore Nocera a s'è preghiera, il mìa riesca codice ne trovarlo. Gli vari, delle Margarita iti,,pagg. due di discepole Taddeo S9-92. e del b. Lucia, ricca 17 fondatrice ìdova, Margarita, S. di lello bevanate nel 1290, Lucia, 1272, 1280, scrisse la di Vita de' Margarita da Cortona, della lodata una l'altra,nel e Giunta, di S. di Monastero dell' Ordine GIOVANNI scrisse pure del 1271, nel morta Confessore e lale nel morta p. [inori 1* una, Vita, ? ? 3. Del — settembre 14 memoria a del incendio (cit.dallo sur 1377 la scrisse l'Echard 7iacofnOy che fatta Camassei, 14 15, e Bevagna. Il ms. ritrovato, è posseduto ernente Bevagna, santamente prima Vita del B. lacobilli)afferma distrutto allora conservato del di onventuale morto manoscritto un di scrittore unico Trecento, Bonaventura frate 41 nella Camassei, dalla nostra nelCasa recen- Comunale, * 41 Ut In li il Quattrocento tutto cultura, tranne l'ordinazione Mevaniense del libro ^.retino, di cui è conservato lostra Biblioteca Apre — di I Cfr. G. segno fatta da delle nono Lettere il bel importante un Gaspare di Leonardo nella manoscritto Comunale} « 4. nessun 41 la serie, d' scrittori,nel Mazzatinti, ora innanzi Cinquecento, Inventari de^ d'Italia; Forlì, Bordandini, 1890, non più il famoso manoscritti fase. I. terrott infal- blioteche delle bi- i8 Alfonso sario fatto Ceccarelli, recentemente getto di studi e dalk importanti, in Italia,dal Fumi dal Riegl e dair Otthenthal/ Sforza, in Germania la metà del Cinquecento ; d' inge Nacque verso gTio versatile coltivò la medicina, la poesia e la sto ria, secolo XVI pali a base che la vi falsandola. questa ma passione di esaltazione scrittori d' Nella il fervore cominciò ebbero « della metà seconda delle città delle primato. Più che V amore i potenti eccitò la adulare il che, imbevuti di classicismo munid storie e dei famiglu di gara patrìi^ fra gì antico, si sfor di favoleggiaresuir origine delle città, supe randosi V un V altro di concezioni iperboliche,pei il trapiantarsidi famigli! stabilire il nascimento o che, nel cinquecento, godevano di titoli,privilegi preminenze magnifiche,o non magnificatemai abba stanza dagli antichi, o ai moderni note, o a poco molti sospette. Uno di questi scrittori più famosi per Italia è disgraziatamente umbro, neirUmbria tutta e di manipolare stori^ molto esercitò la sua industria di Bevagtia perdavi! Ceccarelli municipali. Alfonso dita di guadagni piegò V ingegno, che aveva colto ^ sottile nelle disciplinemedico-filosofiche,alle storicol letterarie,e specialmente alla genealogia. Per darJ antiche spaccio alle sue pretese scoperte, raffazzonò cronache, interpolò testi, inventò documenti, citò o^ i mai non esistite, portando la confusione e pere nel campo discredito della storia dell' erudizione! e zarono Uno studio questo su soggetto, mistificatore,potrebbe tornare di monumenti selezione de' lire i fondamenti i Cfr. Boll, nostri della cit.,I, nostra 3, pag. 620. non utilissimo sempre per abile T opera storici, per stabi critica, per vedere ca 20 5. dal notato air Alberti 161 3, Fu suo d' nella allora, con di sé, diceva ne febbraio io nella lettera di 70 anni nel cui stdla ci è riferito qualche non so del gli scrittori del 6. Graziano Renzi — Bernardino 7. cui Feltre da anch' nel 1635 morto a Vicenza nel Convento Vita aver in fra L'Alberti 16 14. voi. la dice edita Cfr. e gnante, inse- Bevagna, del B. Giacomo, 1' Alberti S. la cìt. lettera nel Benedetto Gli Archivi Mazzatinti, I, fase, lì-;Rocca, 2 4). sicurava as- questi giorni, è Municipio : nell' ultima acquistato dal nostro 1' imprimatur di pagina reca G. Vita visto, riapparso di stato Cfr. in di che pergamena, nel della (Venezia, 1600, egli,in latino,una il manoscritto d' 1 e Seicento. FonGtOLI, domenicano Lorenzo — morto di con dotto nostro 1656, fu agostiniano e baccelliere,autore scrisse presso prelato. Molti del B, miglia fa- brano perduto come del fin la e il manoscritto conservava importantissime carte patria da 1604. pigliasse le parti latino andato manoscritto zelante che nascita, ignoto il se vecchio scritto uno Properzio,di molt' altre di morto 1529 utroque, fu in questione properziana,*ardente dall' Alberti, che di il bevanate primo paese L'anno dice essere egli si il lo che dovette trovata me 1588/ al 1552 dottore Beci, Antonio — della Ercolano. Storia Casciatio, Cappelli,1897. del Beci al Bonciari.* d* Italia, 21 8. Di — Quetif il sfera e Martire e cui a altre i due 26, Ceccarelli, Sistina, diede Vergine S, di in Roma Maria di Roma 10. delle di G, da Spello (Roma, Carlo S, 8). Si orbe novo, due 1646, Chiesa sulla La linare Apolgine Ima- miracolosa scrisse S. Luca in della lazione Conso- in latino T Orazione nella Camerino di autore S, B, 4), vanità; tenuta anche della di Maria S, pella cap- Relazione Imagine dipinta da in Antichi della scritti: nella Grazie, Ugolinellidi dice due ali* ospedale di Crispolto — De musico 1647, in 4); (Roma, Chiesa, unita detta di Perugia Com. appartenute divotissima Portico in Madonna della in alle stampe Manifestazione della della intitolato siano quel con nella ms. S. astronomica. Odoardo — un pera un'o- Bibl. di confondere da sospettano d* indole esistita essere XIV) sec. citati opere 9. è Non domenicano, agricole nella sulle misure di cui abbiamo (1065, n. altro affermano Firenze. in J^ietro Martire, TEchard e su/la IVfarco Pietro Collegiatadi (Foligno, Alteri, Epigrammi e di che Liri- varie, lì. maggio 1593 nobili onorifico r da Tommaso e due, Boschi, Alfenia nutrito di sludi forse preso poetica, avrebbe vena nella storia della letteratura pubblicato cui nella P1ERGILI anche ci resta Vita la traduzione solo la pjrima di S. 18 Boschi, classici Sonetti e posto un nostra, due il nato Bagliotti e epitalamica (Foligno, 1643) e Ode dal di Bagliotti tutt' casate di ricco Fulvio — se oltre tati (ripor- Vincenzo),avesse della Batracomiomachia, ottava trasc?'ittacidal- 12 V Alberti, e volume suo un quattro parti: queste versi italiani diviso in di La Sampogna (poesie pastorale (burlesche),La Cetra (amorose), // Colascione Mortagli la moglie, (religiose). La Hra fece si prete, fu e Morì il 12 in Laorenza. aprile priore di S. Maria che contiene l'argomento del poe1664. L'ottava metto della le ridondanze pseudomerico, ha tutte poesia secentistica, r intera Giambattista ~ r morto II tonotario dagli anni Montefalco^con nella è e più molte tra la per in che del le Vita notizie della 1600 e Perugia, pro- storia raneo, vicario fodella ratura lette- diperfettoreligioso spesidal santamente il nato S. Michele, 1*Idea per Galassi, 1662, in 4), che beato, di lodato ecclesiastica dolere perduta. 1678, addottoratosi marzo apostolico,priore del farci da Piergili, è meritamente mostrata tale sìa andata traduzione 12. è ma B, GiaconUÒ (Todi, biografiepiù della B, patria e plete com- Chiara della valle da spo- (Foligno, Alteri, 1642, in 4), che è giustamente munione CoDella anche: ritenuta fra le migliori.Di lui sono spirituale(Spoleto, Armazzini, 1644, in 12), letina Vita di S, Vincenzo e di Benigno (Foligno,Alteri, S, zioni 4), Visita del S, Prescbio distinta in 40 medita(Todi, Galassi, 1662, in 4), Panegirico in lode di S, Vincenzo (Todi, Galassi, 1660, in 8), Della città e Vita del b, Giacomo da Bedella diocesi di Spoleto, ms.. novamente temente compilata(Todi,Galassi, 1878).Recenvagna Bartolini pubil compianto p. Giuseppe Maria blicò, traendola da un ms. posseduto dal Monastero di S. Margarita, la Relazione della solenne processione 1644, fatta S, in in Bevagna Filippo Neri nella l* anno Artigianelli, 1895, Traslazione 162/ in a 4, pagg. di delle 23 reliquiedi sacre se!! j, nò re (Foligno, 19),scritta dal Piergili 23 stesso e priva d' importanza religiosi. non costumi 13. bravo a medico esercitò la medicina Perugia ed Umbria. Morì sulla Vipera^ il non Intorno ogni in Roma giugno 1692, Spello, dottore apostolico. Lasciò Morte e di di tre Cristo o stampata no); o in morto e Breve notizia sione della Pas- racconto de* Santuari lebri piti ce- sia Teatro di lezioni adattate sacre sopra gli Evangeli (Foligno, Zenobi, 1693). Gli altri due furon visti manoscritti Storia una scrisse e mai una Gio. — vivace, che di eguale passione poesie latine sacre. e Nato 1633, laureatosi I di in Cfr.jG.Urbini, '97 ; pag. 65. nobile leggi, fu Le Opere studi, e d'Arte con che giuridi- il 5 febbraio uditore di gno inge- scrisse dissertazioni creato stono.* esi- ebbe e famiglia non ancora Angelis De nutrì di buoni buita attri- schede delle che documenti Francesco mi to- probabilmente raccolse storia, si bene è Gli dall' Alberti. Spello; ma di compilò degl*indici 15. 4). (Foligno,Zenobi, 169 1); // sagro midolla de* sagri riti (non si sa se Gerusalemme Cerentonista colla sopra priore di S. Lorenzo, leggi e protonotario in opere: il 1606 nato fu il 24 collegiatadi di Cisterna acque Benedetti, Teodoro — tazione disser- una (Temi, Armazzini, de* Pozzi e l' paesi delun'opera Scrisse pubblicata, e perfezionedelle scaturiente altra 14. alla mai se so di fama ebbe ne' vari 1688. marzo 14 stri no- 16 13, si addottorò nel fisico,nacque e che Andreozzi, Catarino — la storia dei per e poi Spello; Roma, vi- nesi, Da- 24 generale di Spoleto. Mori il 30 settembre 170 Oltre molti scritti inediti e perduti, egli lasciò tr di versi latini,che meritano volumi un qualche sti Vincenziade dio: (Todi, Galassi, 1657), Poesie va Poesia de' sacri fasH (Todi, Galassi, 167 1); 1 (ibid.), cario volume di latina prosa contenente Trattato un szlk giudizialie estragiudiziali Confessioni (Bevagna, Antoiio Mariotti, 1679),\xvl Apologia giudizialeossia Difesap perziana per Bevagna, Astreale di ; un Asilo Bevagna, ecc. glioramentie spese dotali diritti fluviali,di/e* pei altro trattato i Ai sopra beneficiali (Perugia,1686, e in un Ragguaglio del trasferimentodelle reliquiedi ^ fol.), intomo Discorso Carlo (Todi, 1674) e un a Bevagna ^\ Episcop. Onom., Perugia, Costantini, 1688). de Op. 16. 1629 Di — febbraio 27 — Laorenza, in 17 17. 14),teologo abbiamo e (29 gennaio priore di S. Maria in 1660 primo d* onore reliquia di una il Presenzini afferma famiglia Mariani anche dalla Com.). — Boschi 15),dottore I V. Orvieto, Marsili, 1901. Vincenzo l'anno Martire ricordato visto nel Fulvio libro 1879 presso è che ma e fu posseduto Giuseppe 1627 26 novembre (14 marzo della Collegiata, leggi, canonico — nelle // chiostro aver Marini,* Figlio del Bagliotti Bevagna in S, Relazùm una luogo (Todi, Galassi, 1661, la 18. scrisse processionefatta di detto vescovo trattato un Angeli Isidoro — solennissima della 17 Mattioli teologico-morale PrincipaliVirfà (Foligno,Campitelli, 1703, in 4) sulle che Sebastiano de^ SS. Domenico e Giacomo in Bevagna; 25 d'un autore Mariotti, 1700, 19. nato cariche città Onofri laureatosi di contea le Carpentras imperatore Leopoldo il Pubblicò la famiglia sua. b, Giacomo de' casi Fasti 20. e Patria il governo Forlì, ed resoconto 1779),fu di die alla luce 22. — delle ven, servo Vita per del Decisioni molte zioni disserta- Sabbati. dell' Orto Bagliotti di Dio n. nel botanico del territorio (V. di Roma in (morto Flora una 1793), iuniore, proposto Vita del e peria (Forlì,stam- coscienza Presidente Costantino Fulvio l' dal- ebbe della (Ferrara,Barbieri, 1745),l' Orto Romano, e splendida pel suo tempo, dopo proseguita dal figlio — della per sé Ristretto Sabbati del 21. stampare. Bonafede polemizzò col sac. di Properzio(ms. perduto). settembre Roma, di e qttestùmidi Liberato — quali un (Foligno, famigliabevanata, ma leggi,coprìimportanti degli Eruditi, 1702), e accademiche, sulla e di titolo di conte (Imola, 1720),un prudenziali di Spello di nelle ecclesiastiche,tra e terminato foL),non Filippo — Roma, a in Intertcsure dotali sulle trattato romano opera il 6^ mente vera- tomo 20). Boschi di S. Felice bre (1718—26 ottoFilippo,scrisse una Angelico Testa di Be- (Macerata, Chiappini e Cortesi, 1780).L'Alberti di lettera in cui egli brano un riporta del Testa vagna 26 prende tempo scrivere, richiesto, della a in Torti, morta 23. per r che occupò, e solo le opere di le Lettere qualche altra Aleandri, L' Romana, piovoso, in la liberazione le cariche potè nelle citare V accurato nelle 4), e di tizie No- sue fenomeìio Tavole (12 di Roma Senato nare accen- febbraio blica Repub- seduta 1799) per celebrare ventura della qualitànella e la grido, ebbe del tale 7 anno eloquenza, opera. avvocato e precedenti, Alessandro in Presidente eletto esser tutti i responsivesopra caligine(Fano, 1783, della ria Ma- scrisse, è che rAlberti cui di la calda ingegno potente, Aleandri, di più importante Ben — di singolare virtù. di concetto Vita del 21 commemorare le vittorie de' generali altri famosi, francesi e Championnet, Macdonald smagliante e altissimo discorso, pronunziò uno degno di nota tanto pel rispetto storico quanto per letterario, che il parole: si Sì, la Francia « sorelle nostre più reso e una finalmente liberi hanno non vizi e gr e più altro interni nemico ; e Terra, delitti. La del questi essere a libertà il trionfo bello della de* grandi la Romana universale i Re che Repubbli- al racconto virtù. Possano calma le tutte e assicurando soKdo delle preludi d' tutta, memorabili queste con si risentiranno che avvenimenti, hanno chiude possano che libertà lici fe- i suadersi per- gli uomini che temere triottism Pa- i domestici l' protetta dal- della parsimonia, impero solo delle leggi, amica della lealtà,del travaglio,coraggiosa e cortese, fiera e benefica, spaventosa del Cielo, cui terra, osserva non e ridente, insulta, deride immobile le non teme i fulmini i movimenti procelle del Luigi Perego Salvioni, stampatore Mare del della » ma, (Ro- Senato). 28 minciò fiori nella prima metà che scavi muovere rale nelle del dalla giovenl XVIII, secolo Ottenuta collezioni. e fin benemerito rendersene a col pit la laurea dott« primi gradi della cai riera ecclesiastica, fu vicario generale di Fabria al 76 dal 1753 al 1758, poi di Senigalliafino no di leggi fino al Foligno no e percorsi e 1784, più verso poco il i intervallo con un 75, che passò 84 ritornò alla città nativa, Neir trie. In migliolidi tendomi studio delle strano materia che a molto dirglisiil lo vide 18 delle con ai glorie p al Vei diceva 1800 agosto BevagnJ goder Tozio d'una vita privata, p3rme nell età di deliziarmi la decrepita mia patrie antichità, le quali mi sommin « solo tornava del lettera una in ai un attese ove all'illustrazione giovanileardore cor di morire, ».* ubertosa 31 marzo il 1 2 E decrepito « 1803, Tanno novembre, funesl colpito d' ap( plessia. Lasciò Nella molte Storia letteraria d* Italia 200) pubblicò una in trovate poi s* è Lettera (che Bevagna illustrata nel raccolta stampate opere giovato il e molte (tomo X, sopra alcune costituì dal 1779 Corpus del Coleti Bùsching I Cam, dell della e Bormann) e ; redasse nel tomo 24 T articolo di Perugia, Carte Ver di della nella e Properzio altij Nff\ Vili e p^ marginali nota argomento Geografia Bevagna miglioli. qua! un* opuscolidel Calogerà (tomo VII, 63, Patrignani; X| e il fondamento 71) parlò della Patria di Sesto Aurelio lemizzò (« egregiamente », dice in una il Savelli)sulTistesso della sua opera r ab. 616, iscrizioni antich sopra la pertinenzaantica del fiume Clitunno raccolta d* manoscritt ; scrisse col de ii 29 ino trattato un Sacri sui utensili le Decisioni e (Roma, Giunchi, 1783, illustrò gli Atti del Martirio di S, Lciiisse e di Bevagna (Camerino, Gori, 1791); e acervo Rota :r-a. romana interessante un volume ricco e della fol.) ; in Vincenzo mise di Notizie aine in- antiche riguardantiBevagna (Venezia, Coleti, 1785, fTiroderne è che 1783, Calogerà), ristampa la futura Storia ot- veramente un Bevagna, Noè anche il suo vole cit. libro sul Seminario Crispolti olig-no Fofi, 1784). I manoscritti importanti,che Elenco delle antiche medaglie edo : un perduti, sono in Bevagna e suo territorio dal 76 al 90 (1°voi. rvaie cioè 4 d'oro, 178 d'argento, 109 di bronzo) ; un n, materiale no per %g^g^uagliodel 3), le uint. Correzioni dell' Umbria ri Museo nuovo laghi. Conservati Varie la per parte notizie dell* però ci i sono V abbondanza •egevoli,per Bevagna a nel 1787 aggiunte al catalogodegliscrit- e del lacobilli e (in lat.), evagna aperto di la e che Umbria, Rerum riguarda città sue cit.,assai precisione della ma- jria. sarà pubblicato V annunziato Quando luratoriano, vedremo le lettere che l Italia onora storico grande de' dizione api, e iniziata e V Alberti diresse colla monumentale dal coraggioso comm. Bevagna dirette da quelle pur Camerini dal istesso Rerum esse con che Epistolario dal al- Sancassani. 41 ^ 25. [uando ti potè Urodiade aorto Ed — eccoci 1' Alberti solo Francesco tramandare novembre Torti, sorgente Infatti ne' Rerum tramontava. (« Francesco, il 17 a il ricordo figliodi 1782 tra della Giacinto il que- ripudiata Torti — già compianto unanime. 30 dal appena 1784 un - erudito il nostro nota come ventesimo di anno lodato poema, usciti patriziobevanate — dai età sua pubblica »).I^ monografi critici già pubblicata fin dal Torti posteriorisu Francesco 96 e miei senti mi dispensano dal par lare di lui,in questa che illustrata^ ho che alla luce in Egli è ormai, suo. altrove abbastanza ancora onor Bevagna altri qui, dove e del nato il 30 dalla sua degli studi settembre presto alto il suo col si senti cb sapientement Camerino, nel campo nott disegno, la tutta percorsa a nome famose amicizie strinse e Bevagna, a di 1763, educato madre, severa resto, specialmente aleggiare l'anima sua buona. Dirò solo dunque, per armonia view pur carrier levJ Roma, a lettere,dovJ delle Monti, col Niccolini, co Biagioli,col Muzzi, col Vermiglioli,col Thouar, ca Mayer, col Forti, col Rossini, col Lampredi e molfl molti altri,e, dove, tra acerbe critiche proprie ci e d'ammi tempi burrascosi, raccolse larghissima messe fu e rimase il m dove razione, specie neir Umbria, grande e originale scrittore di tutta la prima met| del secolo passato. pubblicò, altre lasciò manoscritti epistolarioche è de* più importanti tra quel! Molte un con degli opere scrittori di second'ordine.* discusse 18 il sono Prospetto del 12),l'opera meglio pensata denza fece di le stampa, Monteverde^ più ampie e V V. che, lodi e in questo con volume detta a 1 (1808 del Nic critica,la Corrispon di cui il Maye consigliòla ri raccoglie tutte le batta il Thouar che indomito Due acclamate Italiano morale romanzo Antipurismo glie combattute I Parnaso T Italia in fatto di colini, avesse più Le ardore ma letterati reatini con e sbri il Torti, 31 liatezza il Dante accolta la contando lon Rivendicato pedanteria.Di questa la pedanti e i contro rivede edizione spuria la terza per napoletana volta del 35) * del conte prefazione, per merito beralità la sapiente liPasserini e del Comm. Lapi, che con voluto in sì bel li distinguehanno che tanto nodo partecipare alla nostra festa della carità e del dal Torti fondHiXOrfanotrofio pensiero, in cui accanto la sua dal Frengiielli lato sorge scolpita nel marmo naschia veneranda e figura. a. luce, 26. Del — A-GOSTiNO stimato "aldo la e ma il Torti primo Mattòli, che ben dal amato lo Mattòli, l* elogio fu tesser a pronunziò sul Torti, il Mattòli imparziale ammiratore, (Strenna Umbra, prova Il la mia con 1842, V e e feretro, fu ne elogiocitato un n'è Estr,), importanti scritti lasciò,ma affetti e V esempio d' un tere caratdelle più pregevoli e varie solo non larghissimaeredità d' rarissimo, adomo virtù. Nato il 1802, a Seminario di Assisi, che Fleche, in Francia, della militare r abdicazione intraprese gli studi lasciò ben presto pel sett* anni di Napoleone, Spello sotto il Rosi vedersi offerta la patria cattedra secondari in si diede in Roma allo sì di studio legio Col- po Tornatone, do- compiti gli e nel studi felicemente rettorica che da cusò, ri- predilettodella iscompagnò da quelli delle scienze naturali e matematiche. ne Già premiato più volte, ottenla laurea ad honorem S. Spirito,assistendo il posto a e per cinque anni i clinici Tagliabò e Dematheis.Dopo aver la professione a Roma esercitata che Medicina^ I Si non ripubblicain questo volume. 3^ dalle anni, sì libera due per di pastoie scuola si e più ideali e la mente luminosi disposta alle più profonde speculazionifilosofiche. La fama conseguita in tutta coli altrove d* insuperabile modico i mirar Umbria e e fatti nei due colera che ci afflissero nel 55 e 67, dà air volontario dimostrano omiopatia fosse quanto di stampo deputato alla Costituente in Romana, Firenze. dal uscir studente, moribondo istesso d' Nel eletto Vice-Presidenza ci fu novità che ci parla Martini, in neppur con non sfregio e il Come Rigucci Mattiucci, a le medicine istituzione e cui ha il e rinfrescato Lambruschini tali in Laorenza. morire, dal ai suoi Non giovare compaesani, n' è vivo, come nella strumenti cessò con la che se aprile 1869. Dell'universale rapire il 22 le testimonianza cordoglio furono scarsa il che gli si resero splendide onoranze successivo.Oggi di cui il Puccini di suo agricoltura,egli istituì premi strumenti agricolia chi si segnalasse della produzione : e tutti ricordano di S. Maria vicino del riformasse, non introducesse, periodicheesposizioni di Piazzetta l' dal- 59 dell' utili neir aumento le nel V altro egli non favorisse. o altri benemeriti consistenti de, figlioAristi- Firenze, così che che il Tommasini la fama ed il nulla buona fondasse non stato era far parte del a ci fu non comune dov* non 53 istituzioni. Neil' amministrazione libere delle esser consigliodi Spoleto. consigliereprovinciale,fu presceltoalla del leale Consiglio, propugnatore invitato 60 nel il volta triota Pa- conseguente come pontificioricevette governo essere in il paese, 1' ultima rivedere confinato, per di onore e E suo Mattòli. del Talto ebbe de' pieno cuore valore il romano, premio dell' ^ilio d* gli fu concesso col d' altri mai, parola e lo videro profondo veramente non 15 giugno fu mai, 33 Lasciò il ricordo. Hvo-polUici / •e. letterari^ in e del orma moltissimi intelletto già annunziato, Ho prima, quanto lui, del di che lapide visse, e ho quale apporrà si sulla del suo segnata cuo- gran ne termi- a biografico studio le della pra so- nella linee prime facciata all' è condurlo tracciato contemporaneamente al di amministra' quali e spero completo un medici, de' ognuno potente suo scritti in casa cui del inaugurazione sto bu- Torti. # 27. Mattòli del (1842- 1886), ogni Pubblicò in drammatici, patria articoli di La Lapi, al del polemizzò ; lodato un 1882). suo varie Se la poesie, bozzetti sulla (Città lo non affetto ingegno tolo ti- dal rivendicato infinito vivace idolatrate. libriccino morte nostro alla scuola, abilmente Torti il e che sensi, ardore vero opuscoli Properzio lasciato avesse be avrebassai opera durevole. Questo progressivo sia augurio solo titolo alla di con giovane ancor certo non di patria con e alla direttore e liberi di energia letterari Properzio Castello, rapito giornali EPAMINONDA insegnante cittadino città, egualmente nativa più valoroso miglior sua fu padre tanto Ginnasio, nostro consacrò di di Degno — opere di di pura virtuose. gloria legittimo gioventù, d'ingegni aumentar perchè alla patria orgoglio, le ma aggiunga e di tura cul- diletta, sprone e ficace ef- splendore LA NUOVA E LE POESIA VERSIONI LATINA DI L. GRILLI I. fioritura JN tanja studi di abbandono che, rinata l'umanesimo onde gemma Poliziano dal Fontano, Vitrioli, al Pascoli, è Ed i richiamati loro 1 e nostra a Dico moderna età delle recens. linee di Versioni d. Ifttt.it.,VIII, Rossi che 1900, dei della storiche poesia il e di latina generali impeccabilmente « secolo. X, n. latino Poeta fu anche Cfr. S. 12, I. vero il sommo, » Massi, vissuto Grosso maggio e al 1897. prof. B. cui vivi letto, re- lavorio storia. due esatte, bibliogr. si noti Flamini, duo assi- Rossi, » Rass. dd il che pel Cinquecento, secoli, oltre ci danno le brevi veri. geniali esposizioni e giudizi sempre 2 la que* ti tut- bene con vuole ragion al Umanesimo, E 213. pel Quattrocento, e V in medesimo, poeti dico Bonaventura, pag. dal fur tanto pur meglio che noi non dell'oblio, nel sempre A. cui a mai la critica viene « tima l'ul- geniali cultori.* e sciauraH poesia latina, non nuova dir al Grosso, quello sarebbe pace, un è non genio italico, e triste fiume profittevolechiarendo e A. di dal galla a quale anzi neir ma ben giorni assistiamo, giorni, poderosi vanta in poesia latina,* dal Sannazaro e spettacolo uno il derno, mo- coltivata, si può e s'adorni lasciata nuova interruzione, fino ai nostri senza a la biano ab- p2ir pensiero il veder sorpresa quasi completo con il assorbito interamente desta critici,che al dir di nella prima Magni in persona metà V revolissima, auto- di questo istruzione ^ 36 è lingtiaggio parlatodall' autore, che però non il fiorentino, ma italiano napoletanizzato.»^ un col esso che la riconferma troviamo Cinquecento,in cui il volgare sua completa maturità, per esso che le per dottrine nuove Valla,* tocca più il stesse assicurandosi derivava giunge alla latino, più il anche dal proclamate scambievole di giorno Ce, le tra due in materie, che dal mondo quelle stesse e nel pre giorno semil suo posto fra i linguaggi ad accogliere quelle tendenze si acconcerà e che fastigiodell'arte. eccelso meglio, un influsso lingue: « il volgare andrà letterari italiano stilistiche diremo meglio nel fatto anche Di in la letteratura sico clas- lingua latina, mentre si mostrerà questa del decenni fosse nei pripiù aperta, che non mi secolo, agli influssi della letteratura volgare.»^ Di elementi letteratura nuova luminosa tempo del ; 1 2 caz.)di nuovi Op, cit,fIce. cit. V. il bel capitoloLa (che fa parte della Società V. era e Ciceronianismo una Sannazaro, fu ancora del divino poeti latini letteratura Storia di Professori,-Milano, Rossi, e il e di altre entrati il cui pregevole per Ariosto. do meto- de' nella conda se- tro molt' al- »^ Cosi, certo critica neir op. // Quattrocento Letteraria d* Vallardi,in lavoro sai as- uno mancano non nella prova giustamente metodo generale secolo suo dei del osserva fu il metodo d' imitazioni del come migliori critici,« metà una volgare, n'abbiamo r\e\V Arcadia di comporre, suoi classici schiettamente Italia^scritta da corso di pubbli- del Sabbadini, questioni letterarie nelV età Storia della Rinascenza; 3 4 di Torino, 1885. Rossi, Op, cit,ypag. ToRRACA, La materia Castello,Lapi, iSSS, pag. 76. delV Arcadia 128. del Sannazaro; Città 37 sti poeti volgari del Cinquecento stesso: bal'esempio del Tansillo, il quale, pur poetando volgare, « continua, da un certo aspetto, la ne' tracce citare in tradizione appartengono, il dir delle traduzioni tempo anche da senza per (per sulle viole E del chi tra scrittori uno), che dirne che molto zuola il Firen- come originali, tradusse »* Anisio; fecero ne se cui a « altri,il Fontano, TAltilio, Giano il Poderico, Sannazaro, di latinisti dir di molti non per scuola della gloriosa » ode la mentovata Poliziano. la turba de' petrarchistidel cento Cinque- il Fontano uguaglierà in sincerità e in originalità di voluttà di ? « Con e quel suo riposato senso sincero godimento della vita, il Fontano, in latino, è il poeta più moderno del suo e e più vero tempo del suo paese. »^ Quanti poeti volgari della cosidetetà ta dell'oro al paragonare altri che tanti è la Tanta : poco tra della Cotta, al Navagero, al molti atleta geniale e conoscono della poesia deplorevole è davvero dico popolare, non gli studiosi. Un non ricchezza e della nuovo esso si T latino, e giudica Flamini, introduzione e la trascuranza contro del molto e da V contro noi, Egloga note; e Napoli, come neppur di latina del eh' essa ha la leggerezza con i Poemetti MDCCCXCIII fosse di cosi « pur ro seve- levato è lasciato una ? scimento Rina- leggero cui a nome sia esame in se e colte, ma o grave tempo possono Flaminio critica, al cui argomento, nessun si le persone tra nostra sia, è sfuggito,già da voce letteratura nostra la che sua lo studio cui di palestra Luigi Tansillo,con (Bibl.napol. di St. Lett.). 2 Carducci, Studi letteraH; Livorno, Vigo, 1874, pag. 77. 38 d'imitazione e eh' è sua, clamanHs vox di cenni la rimasta brevissimi i letterarie,qualche pagina le storie tutte non Infatti, tranne deserto. in è, quasi, autorevole, tanto per servitù ».^ Ma disciplina di una generalisul Rinascimento, qualii ger, del Voigt, del Geinoti del Burckhardt, meritamente del Symonds, e alcune dell' Invemizzi e poche sull'Ariosto, monografie, quali quelle del Carducci tano, del Del Lungo sul Poliziano, del Tallarigo sul Fondi alcuni del lavori sul Costa sul Panormita dini Barozzi del Belmesseri, sul Valla, del Cristoforì e oggi possiamo aggiungere quelladel A. Flaminio, noi desideriamo sia trattata non invano spizzicola a Sabba- e ta, sul Cot- Cuccoli su in cui studio uno storia della M. poesia nuova molto cominciare ogfnimodo, dovrebbe più indietro di quel che non siasi fatto fin qui,come preso se prima del Quattrocento tutto fosse barbarie, comfino ai nostri il Petrarca, e arrivare giorni, ha subito, non dicevo, il culto di essa perchè,come siflFatto studio si può dire, interruzione.* Ma uno latina, che, 1 a Carducci, Le poesie latine edite inedite di L, Ariosto; e Bologna, Zanichelli,1875. 2 Anche su questo il Carducci punto originale profondità, notando, di inno Paolino S. sulla della perduto sentimento che annunzia latino vum « se Risurrezione, non le in vorrei, come o Dante, sono famoso al mezzo poesia primole del più largamente della Italia è per ora ha pensieri de* più valenti. E non metriche, che non sono poi gran m*è in alito di le mammole, « sueta con- ver plice semno- ». nei secoli barbari se come quantità spira un Questo della poesia che a la giudica con proposito del me argomento un distratto me, pure le ragioni cosa per o letteratura così attraesse ardua; ma secoli per noi di silenzio ». studi e e filologiche ni, per le ragio- lecito dir così, psicologiche.... [Mentre] da otto tante impor- Boezio a Qui però ricorda 39 richiede un' analisi di ciascuno di che che più, è lo per almeno Non si produzione poetica, principalipoeti, senza giudizigeneralie vaghi, de' fare che possiam non suU' intera minuta inutile inutili dirlo, riescono creda, peraltro, che codesta e satti. ine- produzione coppella e che tutta si possa fine godimento estetico e passionale. leggere con Non simo, parliamo, intanto, di tutto quello, ed è moltis- latina di sia tutt'oro eh' è pura erudizione classica tazione pedissequa imide' modelli che greci e latini : non parliamo neandi certi lunghi poemi, ne' quali,se vi potremmo ammirare la frase elegante e il colorito tutto classico, sincerità di sentimento, originacercheremmo invano lità di pensiero, e quella che si suol chiamare analisi a psicologica.Tutta questa roba, « a noi avvezzi desiderare, del un'orma non pure proprio tanti quadretti,tante cesello vita splendida volumi ma, Loescher, 1890 Ha nei sec, V Inno la Risurrezione e 1898, pag. I ToRRACA, XII; 206 Ma cuore. ^ e e ritmica tnedioevale Roma, Società Op, cit,^pag. 129. viamo tro- poeta, il m, — sus- e,; poesia latina Laz., 1892. delle 212-3. e parte noi latina nel Cultura nel voi. X nella umanistica del della freddi,non sempre poesia Metrica — finissima opera no colori,se pur desta- il sentimento sempre del Ronca: XI di zioni descri- di esteti,di adoratori fibre del lirica della specialmente due son pur Cosi interessare. classica, ci lascian l'intime quasi né lavora, »* cui a almeno tante idilliche, vivissima ammirazione arte cercano materia scene animale, che lasci scrittore piacere armonia e lo io nella certamente la nostra ci che può della di volere a e V. Ro" d'Ita Del- chelli, Opere ; Bologna, Zani- 40 intima del dolore, gioiaspensierata,la voce sfogo sincero della passione. V uosmarrito In queir incertezza in cui si trovava mo in quel contrasto eh' era per uscir del medioevo, sulto della lo tra r ideale nello r della l'amore resta anche godere pur la vital il poeta, alla ci originale,e lo veli senza e ci della scopo sottintesi, ne che impuro o puro piace della preoccupazione, senza passione, egli riesce sua passione, dell' ispirazione : godere, sentimento affetti,la la platoniche proclamar nel spiritualmente,ecco e fortuna, principal elemento limite, senza quando esprime quel suo e il sempre E i suoi dottrine sottometterla principalfonte sempre, materialmente e negar ardore con più volgare, ragione nel nella e studiar religione e nell' immoralità impero e fato nel occulta, nel professarle viver vita credere e la sprezzar scienza e Dio audacia con si manifestava reale, che il e cero sin- sempre A commove. sia, codesta unite V efficacia delle forme e originalità vi corrispondono quasi lo splendore dello stile,che avrete tutta e una poesia vera, umana, sempre, sincerità e moderna. Si dice orizzonte raggio che tramontati erano della l'uomo fede, e dove del i grandi s'era dell' antica immagine grandezza cercasse dagli splendori dell'arte, non nel bello e conseguirlo nelle arti. « pareva della vita l'arte. »* che l'unica e disegnare a irradiata romana deliziarsi che del Il sentimento più ViLLARi, del sicura guida la Rinascimento, Op. ciL, voi. cit.,pag. che 234. cui spento il e immedesimarsi quale cercava sentimento Infatti,guidato da codesto umana, bello, l'uomo I fosse ideali venuta r bello sul Rinascimento, ' pur viveva con del in 41 mezzo e decadenza tanta a dotato come seppe, il scalpelloe corruzione e di divina, potenza una lo con lo innalzare pennello,purificaree potè morale, spirito più splendide creazioni dell'arte. « Ma il supremo dei godimenti è nell'amore, e nell'amore è l'essenza del bello. »^ E come che nelle arti figurative, stessa il regno dominano dello spirito,si consegui la più alta e ideale espressione, così in quello della poesia, è la che ma più specialmente della lirica amorosa, l'eco della passione, noi del sentimento viamo trovoce e alle l'uomo, le In classicità in tempo d' taron cui altra Un' breve « in con : sarà non fatta Manzoni, cenno, sulla discaro che con forti. scon- tore l'adora- e scorta riguardoal latini che ai lettori del qualcuno più noi di ne un Nel umanistiche. cose poeti fin d'ora, auguro, e i suoi l'erudito scomparso fiorirono i nuovi amore di e speranze dolori pagana. del cultore i suoi con distinzione,inoltre,va cui gliene sue lirica è essa della . le gioie, con sue l'uomo, tutto de' can- Grilli, cinque venti- facciamo qui un valente e geniale primo Quattrocento della tologica, suppellettileclassica, e storica e miche abbiamo deplorato nella lirica d'amore è punto sorella frequente nella sua volgare, non r abuso latina. Forse la salvò ne la lingua stessa, che le dava verseggiatoriquel tanto di nobiltà che l'altra ricercava la educarono negli strani ornati, oppure ad del discreto colorito uso appagarsi di un agli occhi I E. Italia nei XXXIV dei Costa, sec, XV Prefaz, e XVI; alla Antologia Città di della lirica latina in Castello, Lapi, 1888, pag. utili e interessanti, nonostante ' prefazione e antologia molto che il Gaspary {Storia della lett, ital.,Torino. Loescher, 1891, voi. II, p. II, pag. 284) dica che « le notizie sui poeti ^ di errori ». sulle poesie non scevre sono : 42 mitologico,anzi che ad di scuola, i suoi reminiscenze facile nella sua materialmente accumulare calda precipui modelli: le dio, Ovi- sensualità; Tibullo, colla di fronzoli vani; Properzio eleganza scevra aggraziatoa malgrado della sua eruzione. Ma sempre né r eleganza di Tibullo, né la grazia di Properzio rifioriro latina del primo Quattronella lirica amorosa cento, cosi rispettoalla qualitàcome la ale grama povera dei componimenti. »* Fu insomma un do perioquantità sarebbe il cerdi evoluzione e di sviluppo, « e vano care in esso creazioni,le qualiportino in sé il marchio sua fine della maturità periodo di e »* A della durata. preparazione e il cavaliere periodo del tra questo primo rig-o- to letterario,stanno, tanglioso fiorire del Rinascimento che d'arte, due poeti, il per ragioni di tempo Campano e Tito Vespasiano Strozzi, che fu, come lo giudicò il Carducci, « il più bel verseggiatore del latino »,^ s'intende, prima del sorg-er rinnovato di al Fontano schiera di poeti che mette quell'eletta capo al Poliziano. della e Negli ultimi trentanni V arte latina conseguì,per prima età della Rinascenza specialmente di questi due astri or or nominati, opera nel freschezza, eleganza e splendore d'immagine, e Cinquecento tutta la sua maturità e perfezione con di artisti,che luminosa in « una pleiadeveramente un d' entusiasmo momento facevano esclamare a cantonio Mar- Flaminio: nimis Nostra z 2 tempora, quae suos CatuUos Op, cit.ypag. 154. // Risorgimento delV antichità classica VoiGT, Rossi, Valbusa; Firenze, Sansoni, 1888, voi. I, 3 beata È citaz. del Rossi, pag. 156. pag. 5. ecc., trad. 44 Come I suoi della modesta di narrano di soldato, dicollegiale, essi di godimenti non sono fonte ! commozione Grilli,dai primi II egli valga. alcuni episodi quanto ci Cer- di vita qual ma : di andati^ Tempi sua ramingo e la misura dar quetti per del lodi le prosatore, basterebbero time ul- collegio fino alle di anni in questi suoi Tempi anperipezie che ci narra lo perseguitino più ne' predatiy e che speriamo non senti né negli avvenire, ci rivela un' anima candida, del innamorata buona, della amarezze vita mestizia, che anch' avute in una pagina non ho cordi della t' occhio del le d' d' ispirazionevera dramma, note queste e delle leggere e Carducci, dramma trovato viva, che de' scene sempre pieno e delle sue di sua il racconto suo di verità di e pere poeta il suolo motivo un sot ponga s' abbellano cui sentita, ci luoghi l' arte con di che sia giusto ta diven- vita, svol- criticasu inopportona questa divagazìoncella tore autobiografiche del Grilli,perchè « parlare dell'ausembri Non I e bene, eb- pietose immagini gentili e Italia, egli ha il cielo la Egli, sia che ci ri nostalgie della vita di con le stizze o gli sbadigli tra le grinazioni,e e' illumini paesaggi e gli orizzonti e ho cosi vera, e Grilli,e peripezie: andati Tempi reggimento, quadretti e mie rena se- le lacrime. tra o felice del le cosi ci conduca caserma ospedale de' vita mia scapestrerieo vitto, sia che dell' più sono punto potuto frenar le della non di affetto il nostro le tutte a un' aria gli viene io, purtroppo, certo un che da rassegnata e gli conquista simpatia. Io nostra ho : bello, sue condizioni intendere Liriche il libro di Annie e : predisposizioni che è il véro è un officio preparare del a critico »? Vivanti, nel voi. X, già cit., pag. 284- 45 gfentesiin e di inventa non lui in persona, quel : e puro che di san le ridicole che d'aria sereno gli è narra, romantiche, pagoda, imbellettature accaduto è schiettamente la narrazione e allumacature senza e sempre luce. Egli a ambiente un le verniciature senza le pose senza dei liana, ita- istrioniche decadenti, senza setto ros- il Carducci, senza dfrebbe polvere di riso, come Perchè, questi ultimi tempi nostri, pedanteria, insomma. e che manzoniane il ria e un nuovo nel più di da fate, cominciano tisi da o e già a grandinando tutto anche seccarsi una ai ristucchi ormai comio. mani- è proporre e vinetti gio- degli di tante i buoni che, sbertucciando vanno genere, rifiorire arcadica, né non si possan che giovinette, che, moccolaie pinocchiatee del di veder 1' onore pedanteria, letture sane delle e non sferzate purismo, l'arcadiche- (dai quali il Martini, sapersistaccare !)sono andati alle e le di il di suon a ma classicheggiante, Tempi orchi più de' regno sistema dire, diceva delle cacciati rettoricume, hanno rettorica, né I visto avevan delli mo- ammorbando d' Italia. scuole Molto maggior lode hanno le liriche del Grilli, tra le colte noto egli é meritamente delle quali s' ingemmano le nostre e migliori persone, antologie poetiche e riviste d' arte. é qui mio Non compito rifare la via che ha percorso per le quali anzi la lirica le Rime sparse, il Cielo corona che la critica la sua se n' é occupata. poeta Grilli attraverso del vero e Dirò e la Btcona elaborazione largamente soltanto originale. le Quinquennalia^ Fata, che degnamente artistica,tanto più e eh' molto mente favorevol- egli s' é rivelato 46 Musa La cantare del Grilli, che teneramente eterna della del il il cielo : Ma ispirazione. sua cielo il sempre nelle sono di dolore e che di Della vera. noi natura, esseri di morbida, serena, sentimento un dalla a inesauribile e l' delsi tutto lacrimae sunt : cui fralezza la si sente mortali idillico-ele- contemplazione dinanzi natura, di conseguenza e di E al cuore al cervello sentimento, nata e costretta per e la rertitn / ispiratrice,il mandata squisitafattura classica natura che è il il dal su e sg'orcuore ».* di verso poeta Luigi sog'na rispecchia tutta nello splendore dell' nella castigata eleganza dello stile, e si ammira, armonie forzata, ma e intelletto d' arte Grilli : la bellezza della la natura che risuonano strofa I è cose, etema me co- i fenomeni lesti, cefulgidevisioni : ammira r intende li svolge in una e e poesia buona Buona e perchè non spremuta dal tenace vera, gata dal della qui, ne' versi, le ha volere tutte mai, ed egliresta il sentimento : più vero disperazione, non gridi di e maggiormente e caducità poeta della mare anzi rende dalle del spirito di mestizia, uno battaglia: nasce scolorisce « di bellezza eterna misteriosi malinconia una d' ira accenti non giaco è ma azzurrità serena Anche cuore. aleggia prose, offusca,ma non nella si smarrisce non poeta del malinconia; che ecco pur esaltando via grandiosa, aperta le principali fonti natura negli ondeggiamenti e sentimento suo via venuta il mare, e compiaciuta di gli affetti piii era sinceramente e gentilidella famiglia,s' è nella contemplazione della e si e PiTTERi, all'orecchio sussurra nell* andatura nelle S(:ena dolci e placida variate illustrata^i. nov. e melodie 1890, n. e magine im- le del poeta, aggraziata del 21. ritmo. 47 Non vorrei, riportarqui, a conforto come posso, giudìzi,brani di poesie, perchè mi tocch'ev* è nell' oebbe riportarlequasi tutte : tanto poco sia poesia vera artistica del Grilli che non e "era i titoli di quelle miLlta : e nemmen segfnalare posso rliori, perchè avrei da scrivere una lunga lista. Tutcosi perfette, così ispirate, di esse :avia alcune sono di esser *osi fine, che meritano poste tra il meglio le' miei ^be abbia i sul Monte sonetti basta e Guido di le lodi scioltezza e il Grilli che quelle eh' lirici latini quelle del ne dette. meritato piace per lecitava Mestica, che sol- completa alla patria io Ovidio di dirò : e letteratura mi spiace di Grilli traduttor l' autorità abbiano non genialissimqpoeta avranno, liriche In la versione cui a le il Grilli ha di Giovanni Tristezze nuovi Ma e dare a delle la versione davvero Mazzoni, per garbo, ragioni già Ovidio, di traduttore Come aio, esem- a sono, Trionfa,sole/, le per e Catria^ quelli intitolati No- il sonetto otalgia marina^ famiglia lirica moderna: la nostra e del certamente, critico che de' han illustre. la sincerità I III. E per Abbiamo esser sincero, comincio notato come di tutta con la un appunto. vasta zione produ- quecento, poetica degli scrittori latini del Quattro e Cinr interesse maggiore sia nella parte lirica, della lirica d' amore, il poeta dove e specialmente ha lasciato 1' orma è quasi semdel proprio io, che pre titi, senespressione di affetti veramente spontanea dove soltanto può chi legge trovare e godimenti chiavelli la stupenda lettera che il Mae conforti. Ricordate alscriveva dagli ozi forzati di S. Casciano 48 fiorentino r ambasciatore ri? Ovidio Orbene, nella scelta durre : in latini, Tibullo che la raccolta Per ne ha egli eh' egli abbia inteso poesie migliori,de' quell et it pezzo degni, son a si fregia. quel eh' è del tra a sag-g-io, un E migliori poeti. quattro o nostro, di appar degli altri schiera Tebaldeo, darg-li cinque potremmo parer Giraldi, aver Lilio dare a per eletta il Grrilli curato impreso vero, solo ma veramente dica il dir a intera, e non alla tenere eh' liriche neanche, piena s' è fatto poco questo delle delle questo nomi di pare che lode Vette pensiero. » questo più classici passioni un mia, godomi de' amori, ricordomi Francesco Roma, Leggo [parla de' poeti ecc.]quelle loro amorose « loro in per esempio, di cui ché chec- egli, cioè, poetando prima, in volgare, fu loro dispiaciuto,piacendo agi'indotti,^non era più che un fabbricatore di arzigogoli e di freddure, la pena tradurre valeva certo e non que' suoi grammi epiin latino, piaciuto ai dotti, quanto latini,dove il lepore^di sale e son altro che cui leges, nox Bacchus. metuit invano il Giovio intarsio un Spernit amor Nec abbiamo li loda,^ bisticci.^ est ig^narapudoris. mihi sunt che e di tres il latino cercato non comites. in Lilii Gregorii temporum Dialogus de Poetis suorum Giraldi, Opera; Lugduni, MDCLXXXXVI. Iovii, Ope2 Elogia virorum litteris illustrium^ in Paulii ra; 1 Basileae, MDLXXVII. 3 neir V. anche Antologia Città di D' della Ancona, nostra Castello, Lapi, i888, // critica pagg. Secentismo lett, 386-7. inod, nel del Quattrocento Morandi ; 49 Lege, pudore, Coniurant E de' uno si deve stesso ricordo ne' pur più stmis cui del si stenta Carmina molte le come anche la Ulustrium quali, delle si spesso si fecero che molte le della forza passione 1 Carmina I, pag. tomo al — Di è lodato della VII), voi. gran d' storicamente tivo, subiet- argomento scrupolo di quali la nelle italorum il posto Lutetiae, 1576, ; ragione dal Tirabo- quanta con italiana^voli. letteratura diligenza, cenni Costa, troppo raccolta parliamo più avanti. so Poitis del Giovio difettosa ».^ questa (De flosculos,^ profonda prende e non il amorose, poétarum dell' Arsilli scorta sulla 227. Storia in schi Ulustrium Questo 2 vera scolastica imitazione deir bellissime e iucundis- nuovi malinteso un per alla italorum,^ qtiosque liriche le altre omettendo il Toscani, fama sua un poeti latini posteriori; i compilatori delle solo curarono segnatamente, morale, Così Italorum benìssimo dice trovar poétarum de' ne' secoli e come importanti, « a importante, ma certamente Cinquecento nel certo Taigeto' Salina, del latino, deve suo codesta Raccolta con sciupato raccolto ex aver egli credeva viretis lectìssimos et feracissimis dove Lygda, Bromius.i et migliori non dire di al che limina, biograficontemporanei. raccolta nota in tua : Grilli. del Frangipane, del 3 è versione Lo carco pariter Nox, Amor, questo dalla metu e VI e VII, dove, Urbanis^ pubbl. in del Giraldi dice appen- citati, si danno, de' nuovi biograficie bibliografici tori scrit- latini. V. 3 U 30^ vet. nota 3, non promesso, lat. etc, pag. XXV. vide mai II, pag. I, prefaz. tomo 4 Tomo 5 Antologia cit.,pag. Il — 2° la luce. 201. XLV. voi. Cfr. fu stampato nel 1577; Burmann, Antholo^. 50 Ora così al nostro (e torniamo invece ce pareva fossimo ne argomento, allontanati do quan- di po), trop- quasi altrettanto potrebbe dirsi di questo primo saggio di versioni che il Grilli presenta al pubblico italiano,e nel guida quella « r nota basta, quanto di farne disposti, in Grilli di questo saggio. Il quale in che r ode // ad latino in » miglior ;^ del Poliziano, giadrissima sulle viole, degli Albizzi, di di Albiera 1 Prose minori, di Alfonso note con la lettere al Bertoldi Bembo, vece in- accolto legia l'e- il Bembo accanto a ode non se scris- in e morte tanti sparse, pensierie sentenze e Firenze, Sansoni, ; e quella leg- Lungo* il Del inedite suo gior mag- Costa, maravigliosa cui del che cosa il che, speriamo esempio, del fauno alle ninfe,avesse la ragione, « senza E lui,^ da molto destato sembra »^ assolvere unico il secondo Borgia che Lticrezia a si fa bardo, Lom- giudizio esso, la dia bisogno. se, per presto, lo seguirà), che si il Grande suo avrebbe farà (come fa il difetto ci pare certamente interesse di grazia n'ha ve coltivare,non non questo ma e dice: che altri rispettoper tanto dissenzienti pur siamo dove nascere abbiamo volerlo col e : Manzoni che lume stata mondo, fa mestieri non coltivarlo altro che noi, che e del questo a sia gli sentenza è necessario amore briga sembra quale 1897, pag. 456. Lo 2 Un' voi. combatte opinione di XXXVI A, con Op. cit,,pag. 4 Oltre alla nota rentia. Uomini sul cose Nazionale, A. 193 e in IX, segg.). XLVI. prefaz. alle tutto Poliziano, è e pag. il Fogazzaro anche Rassegna (fase.16 luglio 1887, 3 Lungo garbo La Manzoni; (Firenze,1867^, per Del molto del da Prose quel che vedere volgari ecc. qua e il recente là ha suo del ziano Poli- scritto il libro Fio- Quattrocento; Firenze, Barbèra, 1897. 52 notando negli occhietti, nella bocca, genitori.»^ coi veni ; tibi Lucìolus Somne, Somne vocat Somnule della o del dei governo veni. optime somne, veni, somne, te, blandule lunga miglianze so- ocellis ; somne, canit ; somne, dulcicule, blandule invece Alcone blanditur in thalamos viso, le Naeniae? veni ; venias, blandule Somne, su dulce tibi Luciolus le veni ; venias, blandule Ludolus Così, E nel somne, somnicule.^ cicalata cani da del Fracastoro caccia, che oggi il cacciatore più più nemmeno fervido, potevano pigliar posto nel saggio alcune più del odi del Cotta, il Catullo Cinquecento, che « si in cuor candido tenero e semplice e passionato mostra notò ».^ .Medesimail Tommaseo mente, sensi forti, come alla Cleopatra del Castiglione, in cui accanto è pur tanta potenza d* immaginazione e di sentimento, la stupenda elegia,tutta avrei voluto veder tradotta del passione, che V elegante autore Cortigiano,finge dalla moglie. scrittagli Ma io lamentando che vado quel che nel saggio dovrei invece mentre manca, occuparmi di quel che nel saggio e' è ? può non interessar Son — questi benedetti curiosi pur tutti a un penserà il Grilli ; giustamente ripetere il — Marziale bona, Opere 1877, : aliter E — mi epigramma noto Grosso, Berni, 217. lettera a cura mediocriay ftt,amice, non Rossi, Op, cit.,pag. di F. pag. quaedam sunt legis hic Quae 3 S. I — trebbe podi : Sunt 1-2 modo critici, di di sunt mala plura liber. 345. prefaz. E. ai Camerini Carmina ; del Berni,in Milano, Sonzogno, 53 E sue io e subito, per un mi e di italiane versioni mancano non Ardito, che dell' ha parte di quest'ultimo riosto, tutte ma r intitola il veder può si come minorìy^ il così Polidori, in nella bene raccolta Y ode del r amante spinto metriche il solo Cotta ha che abbia de' con studio uno critico di prova quanto Cosi d'ammirazione. è quello d' poco essi che aggiunto aver alla Forse molto nuovi si di splendida tutte fatto.^ ben del merito duttore tra- un in italiano onorati siano primo versioni trovare traduzioni, è delle classica aveva antologia della de' di traduzioni quale scarsezza latini,specialmente qui in Italia, che terra una del Carducci. di riata sfu- una che La be dir la è Altre felicemente recato (come Pigna) contro nell* la fortuna avuto Opere il che tradirlo. XVI e delle amis, veduto XV sec. vorax a aver barbara liriche poeta ^ sembrami Poesia sue venale, e dell' A- secondo meretricem na buo- in Lenam magistralmente dal Carducci, piena d' indignazione e d' amarezza ingorda il e una abbiamo tradotta vecchia liriche Poliziano e ne valgono non del particolar menzione tradotto : letteratura spicciolatedi merita : mento mo- lirici latini dei Versioni breve nostra specialmente, quali maggiori quella alla manca Cinquecento. e Fontano, che dire raccolta de' lasciar tocca per Quattro le alle vengo versioni. Che una d* orecchio la tirata accetto tori scrit- potrebun' altra studio e Grilli si corona di ' traduzioni di 1 Firenze, 2 Dico 3 G. ni,1890. è ricca cui Le Monnier, sembrami, Cristofori, la letteratura 1857 (a cura perchè Giovanni non posso Cotta italiana, un del far Polidori). qui il riscontro. Umanista; Sassari, Azu- 54 fiore che le mancava, d' e aver più popolare tra noi una indigeno del bel paese. Al qual merito altri molti riguardo anche alle molte avuto necessariamente dovevano E di tentato è poesia che render tutto ciò con frutto aggiungono, difficoltà che glisi se ne presentare. di tutte, il testo. prima delle Nessuna latini anteriori raccolte numerose de* quella brevissima, a affidamento Costa, può dare lirici nuovi del succosa ma assoluto bontà sulla e precisione del testo.* Quella del Toscani, a esempio (per non dilungarmi troppo),sulla quale,specialmente, il Grilli ha caudasque per : genere errani, per lavorato, si fregiadi spropositidi questo cannexum, doleto difficilissima a Laocoonte^^ già per vorrebbe come tipografia, il quale ha V ingenuità di ignosces operarum 1 Berni. Le Mounier, per cura per Trovato di A. noto per che, al curiosità) 1515 tra Leone in dono chiedesse piuttostocedere che Cfr. — pag. commise dire Stefano e la testa al di a Lectoriy voi. II, pag. qtta cavereL poesie latine ! — ne »^ del Cfr. Tedizione e Narran divenuto gli al papa, tra 216. (lo le altre condizioni, il quale, desiderando un Geschichte famoso storici apostolo, gliene promise che non andò mai Bandinelli, ma Gregorovius, lector, Bologna dell* ottobre del I, questo, 191. 3 Grosso tempo. gruppo d* le di certo : fuit, satìs es., stessa compilatore, insciHae 15 15 in Roma convegno Francesco il detto se Tu, hutnane « : del Sa- son il imkii, Virgili. in brevissimo X non far credere oculeus prima del poco il mondo lutto che ridotte, p. son il critico si chiama Ma 2 toius sicura lezione A e typographicarum Argiis quidem, qui per la bella ode deturpano intesa, esser obOcU convexum, per per protulU, che sul gruppo del obiulU òiniyoram iapsusque, vini per der Stadi Rom, una pia, co- in Francia. voi. Ili, 55 Con siffatti,più.che testi Inoltre, la che può delle ci in e : talvolta romana, (come alle riposte dev' sui farti restar molte ci sidio sussono dalla na pen- non Ciò mancanza che colori e odi di accade metro non sua, che per assoluta XV o lo più in sia in la di prima ha nerbo da tuttavia tutti dèrni. mo- non modo un se o origine sua di causa volta essendo alcaico negli esemplari la V immagine il contenuto se XVI, o in ficile dif- modo in atteggiamenti saffico chiude rac- più quale, pur Torigine per che che tanto imita che come spira limpida e la letteratura verso armonie, sola, che una per nel talvolta e difficile bellezze molte e del secolo rivelasse se divino intera circa loquacitàrettorica, s' incontra della poesia latina, forse troverebbe latini stessa classici, che è se Virgilio)quasi impossibile le per il rendere forme Nelle di quasi e dubbioso e « una tenenza con- un latine questo, ineffabili la dimostrasse r altro di pescare usciron tutto poeti lingua nuova modellata alito sempre esser della ne a come caso i poesie nella quasi il per queir loro elementi da rendere poter per non sentirsi personali,per poesie crude, e soggettivo liriche a andare nuove prescindere a il le nude fatti a strazioni, d'illu- e autori. degli Ma davanti dove sa genere, così, arrivate son si non note necessariamente si trova allusiva o di d* argomento liriche sentita, deve quando quali le per storica entro guadagno quanto con assoluta mancanza esser non molto, e aristarchi, bisogna e può immaginare. ognuno e indovini, addirittura essere arghi una derna. mo- certa antichi Stazio, nel- non e per lirico,quale sarebbe 56 da domandata il dialetto più d' del nel e biamo ab- Fontano, dei neir nella e nel di che : che di latini eleganza nell' armonia brìo si concezioni, e purezza uguaglia immagine, ritmo del li o dell' splendore carezzevole dalla si scosta avvicina gli si quanto nello altro ogni Ne avuto aver nel luminoso assai esempio un può proprie immagini lingua parlata dall' autore la o che alle latina la veste dar e dolce e spontaneità racconto. ciò, Tutto han tuttavia accinga a Eppure di familiarità eh' dell'arte e e il difficoltà di parer nostro ha ormai die comune quel fine la per moderni possiede intelletto s' è potuto quale didamente splen- solo acquistata coi non per trionfato difficoltà, non chi per lirica latina. ha più per nell' imitazione, nuova conoscenza e nimenti compo- dalla queste egli pochi (come, atteggiamenti propri), e cumulo un Grilli,a latini,e per la dèi latino, ma vero caratteri tutte tradurre a dire potrebbe autori, i quali,pur tradurre il si preso costituire ci sembra che moltissimi di ha altro e 1' aver esempio, per si l'influenza dimenticare deve poesia. »* di specie questa eh' affermare egli ta poe- originale. Perchè, inutile sarebbe negarlo, tradurre per i ditori^ poeti : altrimenti, traduttori^trapoeti,bisogna esser si vuol Con ciò, si badi, non e peggio ancora. dire mica neir uovo che e il critico non al Grilli: avrà di vorrei ma potrà non che alla I BuRCKARDT, Italia^trad. Valbusa La ; Civiltà del il qualche muovere alla vederlo signor critico, davanti pescare prova, pelo punto ap- desto io, co- paginetta ingiallita secolo del Rinascimento in Firenze, Sansoni, 1876, voi. I, pag. 354-5. 57 dal tempo cioè pochi anzi nella versione del Galatea Or che scherza il nudo flutti,e il fianco E Polifemo da Galatea Ne' ci abbian poeti Polifemo agile volge, e ondeggiano tratto, solo Si precipita al lido, e un Tonda Rapido il capo Rompe, Striscia sì il gregge, maroso si tuffa. braccia levando, lubrico come via e ad la soltanto è già di un tradurre, il Grilli esser che non di ottimo geniale e leggiadro. Si veda V epigramma come vera della lirica poesia Ai si Te Charites Incedis Pure se sodante cedi, un nox del cessura te comitatur e fit nuovo ti a e ditezza ar- mi cono di- traduttore, poeta Beccadelli Grilli. Si laboHy Amor, et illa dies. lanci,e ci gini, d'imma- ritmo, che al fervido poco non tal felice incedis,spirant violaequerosaeque, noctu, Ballo una al ballo. venisy paulum quando Quaecumque Elisa ha che ritrosia del strofe nelle io il Grilli traduce tutto spontanea qui ma ci vedo : colorito un così un'armonia : cui con merito gran flutti verd* ombra. altri altrimenti maestria su* serpente Sotto Sembrerà ; ; nel T enormi con fior d* acqua mamme abbandonato a move, a le caverna E, di leggiadra corpo dalla gran esce icastica e : Cupo che tutti, il Fontano. Nude vedo che guadagnato rappresentazione viva inseguita mentre i Grilli,compreso la ammiri S' profumo soave sanno. credo Io quel esalante e malincuore, diventi parla 58 Con E danzano le Grazie te nella danza t'accompagna pie si volgono, i tuoi Dove Rose Amore. d' intorno ; viole olezzano e . passi nelle tenebre, Tu della notte E è Questa Vedrà poesia il lettore di morbidezza la bellissima in forza Vedrà d' che epigramma del luogo in e di inavvedutamente lo dum (Florentes forte vagans la « il Grilli serbi tutta il Vedrà gelosiache Bembo, vibra sia de' che di il poeta tradito lui la vecchiaia I Gasparv, Loescher, anche classici. modelli sopra Storia 1891, voi. o della II, pag. la Iella ... rose re Amo- ghirlanda della accento dell* Ariosto come a tro Pieso spes- semplicissimi, infondere mezzi con meriggio kortos)»/ Grilli. Vedrà riprodotto dal soffio di vita un ode fontana naturalezza. e precisioneV e bella nella egli sappia, come calore quanto con nella freschezza la loro ai sentazione rappre- alla Hyella per mea e dipingere ama arde intreccia lennità so- minio. Fla- idilliche presso alP intomo del aurora esempio, fu qual con fons est et nulla salubrior unda); (Et gelidtis fra le che cogliendo fiori nel giardino trova ed resa Poliziano, che All' riposo che sia suono volgare ; inno per », fresco,mentre dolcemente del piccole scene il Navagero che « di carezza viole latino alle quadri campestri in forma con e il bellissimo come giorno. originale. quanta leggiadria,con sopra le leggiadrissimo e e fresca tinte, con ode si fa stessa Chi non in non 53-4. ricorda corrisposto l'amata? leti, ciò eh' è pura Sentite ital,; trad. zione imita- le vendette spera come farà que- Rossi, Torino, 6o letteraria che oggi del queste versioni le onorevoli tra puliteV alle persone convenga Grilli meritano di collocate esser eccezioni. IV. L'accoglienzafestosissima colte modesta mi assai con successo de* titoli che le furon è anch' divenuto compiacermi con secondo n utili quanto XV Le frutto pervenute son tradotte, è X Ne un CARDacci, cit.,pag. 2 Ed. diedi art. e il stato amico non posso primo ad mio, e le sue proseguir altre Le suno nes- a dottei Egloghe poesie latine dei vero che del il Grilli ci dà che Conversazioni coli se- trovare zaro Sannaper nella nostra ro inte- lingua perchè il liriche Cielo, fu chiamato, efficace. e e poeta del Quella non cielo, mai divagazioniheiniane^ nel voi. 15. corredata conto per non pescherecce potevano non paesista finemente 1 e migliore, anche Grilli,dopo le sue il come io XVI.« e veste con quali furono delle I. Sannazaro di a aggiungendo, le Selve poli- fatiche. cinque egloghe ci una dell'ottimo belle e or d'esser stesso eli'incitarlo Il secondo Pescherecce regalati),come venuto maggiore e si pieno che me le versioni ammirar il Grilli esso sempre zianesche prefazione (più modesta ripubblicarlaqui, cosi mi sprona a giunta sugli altri volumi di versioni che farvi alcuna prime con di permette alle riviste Grilli la mia del versioni le autorevoli e persone presso le ci codeste feli- incontrò che un subito poeta del testo nel Don traduttore. ; Città di Castello, Lapi, 1899. Chisciotte del 18 sett. 1899 in 6i ammirata ibbastanza 1 Sannazaro tanta si ìguardo incantato apre dormono Mira: lido sul £ il flusso Nella calma ogni un d'im- del hanno tutto delle delle del canti poeta, gli astri anch'essi Sannazaro eroica, quanto metriche alcuna scovato gli hanno composizioni delle egloghe degli amori ispiratrici persone han non satta ine- perdonato l'aver di prefazioneper diretta me facilità le variazioni anche V endecasillabo con del bucolica approvato a che notato maneggiato tanto non nella bella lettera i nomi balene, all'esametro quinta egloga, hanno interpretazione,non le date e lodi, hanno bene men e benché intonazione ha orche de' firmamenti. s*obblian Grilli corrisponde certi riso cosa, sapore, le molte tra del certe orizzonti, che che d'affetti, in pace Move Altri, data d' tutta riposano le foche. filo d*aria. un giro non in Quiete: della nostro splendore, in suo serenità Che pace Tace non Grilli, al del ! nagini che il tutto colori, che di :empre in cui attinse genialissima ispi- sua versione freschezza. vivace sua napolitana,in della parte nella azione, a riviera col consentito e per e dei traduttore opportunitàdi tradurre per intero le Egloghe nelle ad essi, come al Grilli proemiante, quali non parve sia tanta di passione; e avranno ben mille veemenza ragioni,specie quando si chiamino Giuseppe Morici^ suir e Benedetto I verso Soldati, V uno e Questo geniale critico,poeta me storia della il Grilli così e poesia latina cordialmente; ma la soma in cortese Italia;e è d'altri l'altro, del resto, ammi- e volle anche traduttore da spronarci di ciò omeri io devo che de' a tesser ser es- la ringraziarlo miei. 62 Grrilli e del ratori che considerazioni seconda mi fatto delle ora neir efficacia come versicJni traduzioni di sia critica, siano non in esperimento di grado del il Franche dalle tti e fiducia dubbio che se », e ste codead non un sca già conoe ad un glioriginali, che, il tanto divulgazione estetica intrinseco la facile osservazione ma di conoscere valore messa Rossi, molta « riuscire per dilettazione il aver non finora della possa tale opera praticadi di rinnovamento Caro, le ziale essen- prima che poetiche del Grilli. ho rileggo, come parergli« legittimo il possa o delle Piscatoriae,come maestro acuto speciale si ed vero ha nessuno persuadere, quando so al tolgono traduttore, serie Ma, fuori di queste sua. nulla l'eccellenza in dubbio Né poi d'un merito della dell* opera in chi questi ».^ di il Monti dico non Romagnoli, i buoni e mo Lascia- lingue straniere, avrebbero dunque inutile di divulgazione, che opera il e tori tradut- fatto non e rebbero fa- pare ; perchè queste versioni dalla nuova poesia latina, quando, le fossero additate con più viva insistenza alla alle persone colte, non gioventù studiosa e anche dare qualcosa di più della semplice diletdovrebbero tazione è forse pensiero italiano codesto esteticaf Non ma che o i nostri Umanisti esprimere conoscenza di estetico i solo più tutti latino? in traduzioni codeste di a i secoli Non verrebbero integrare facilmente della nostra storia tutta l'arte italiana? lontani letteraria dalF intendere Io la I Recens. la e nuova i cit.,pag. 213. di e pero sep- dunque credo pochi che ne conoscono preferirebbero,per ogni ragione e latina, ma anche vollero comune il giudizio che non poesia gli originali, conoscenza 63 Storica di e traduzione gusto mettersi a Quando d' arte mi nelle dolore, di il nello le stella 4)ésche nel di più di sereno lido sannazariane, per scioltezza vera propria e V Con del Fontano, primeggiano visione, per verso sempre cosi da : rosseggiante (III),e e di attraverso Posilipo (IV), Telgone codesti racconti lettori senza si è con la appunto e virgilianaeleganza avente verso ben creare Lapi, Navagero, gli tutte fuse ed opera del altre dello stile, sapor sempre che dolcissime poeti poesie il Grilli ha armonizzate lucidezza per sentimento, d'arte nella del Grotti, del Flaminio, che umanisti sincerità di doti sione ver- originalità. moderna del tra e senza e Egloghe pescherecce s'accompagnano edizione classica la da facilità di e genze spor- Luigi Grilli delle Piscatoriae fedeltà d'interpretazione, per la freschezza conservata Lico- (II); » amori d' arte schietta per suo mentre morte, Nisida rimaner fatta poetica del (egl.I); riflette perchè vedo opera le tracce la si degli racconto efficacia. E correre tranquilladalle all' aura dell' incantevole non felice procelle,segnar le navi meditando dovessero descrizioni di Miseno sconfortata acque augurìo (V); Galatea di del Venere di delle specchio Capri le cercar altri) con o tempo suo latino. testo Licida mostrasse favoleggiate trasformazioni le e e pianto suo € e Bonaventura mare, Mergellina, risorgente il tu lungi veleggiano mentre affidar ne per del Procida di rupi del col tu memore distesa l'ampia a (o dolorosamente e felice giudizio, leggersi una il Grilli forme schiette di e di musicalità per saputo riprodurre nelle interamente sue nuova. versioni 64 Già il sol pe*campi violento Gli ardenti Ligurìna, la O rai disfrena, greg:giacandida tua valle orsù A rimena. degli augelli il canto, Qui rapido e qui e limpida una Sorgente si diffonde Dal d'un sen Dalle Mentre ai fior beatamente le Via vaga Con Qui la gli amori E narrando tu. pastoralesdi Marcantonio il Grilli ritraduce che ventitre* in di versioni nazariana in nuovo un chiusa. il metrica versione il sole dall'alto violento valle A il gregge, su, sui Da antro, Nell'edìzz. cit. del 2 Città mia, Driadi delle quali, che Top. ai fiori la zampogna Tu 1 piove e sarebbe CuccoLi; di fonte un purissimo sgorga dai folti rami: Tapi beate, susurrano i zefiri. te bella dirà: col tuo canto gli amori. celebrerai comin. campi saetta; T ombra lusinghevolimormoran E de' un via d'intorno Qui grazioso componimento Ligurina, mena. Qui degli augelliil canto, qui E tutti con cosi: risuona Già metricamente minio, Fla- pubblic opuscoletto,*dove riappendice anche alcuni lodatissimi saggi d' Ovidio, con un' elegia sandai TrisHa per Nella le glorie, delle Driadi l'ottavo dei Lusus gli altri dirà virtù, tue soavi Andrai È mia zampogna zefiro blando. susurro Bella, di piovono sciamano pecchie ronzando; il sospir lieve di un giù fronde. conteste intorno E 1*ombre qui antro; abbiamo il tradotto due dal libri di Grilli, ne lusus, contiene Bologna, Zanichelli,1897. Castello, Lapi, M. d. CCCC. il 29. primo Vedi 65 Io preferisco, benché più libera, la prima forse irersione. L' orecchio s' appagherà forse è indubitato netrica,ma ipondermeglio fattura ;ome lon alcun vi manchi 3Ìteto di Una bella aìrcela un metriche 5 raffronto e e' meglio che delle d' essi benché Te- zione questa tradu- de' rati ammi- tanto Flaminio, potrebbe for- egualmente il Tolomei^ ci diedero ghe, troppo per le lun- ci menerebbe parlarpiù convenientemente Selve^ che meritano qualcosa di fuggevole un di le facili versioni con impedirebbe della versione anche tralasciato aver fatto del Ltisus 1' esame altri;* ma V come progresso, dell' eccellenza d' alcuni che notevole un il Grilli ha imitati anche corri- a al gregge. prova che oltre questa, delForiginale, segna neo, dato nweum metrica e air indole fedeltà e che della versione meno di cenno. V. del anni Quattrocent' dopo decimoquinto anniversario nello celebrato avea la dalla morte Virgilio ziano Angelo Poli- fiorentino studio che commemorazione di esposizione della Bucolica e con la lettura d'una Sylva, « Manto del Poeta, un altro », in onor Del Isidoro grande Umanista, Lungo, nello scritto del XIX^ geli commemorativo centenario virgiliano.Ancon r Politiani 1 V. nella Sylvae, diceva: Raccolta deir « Io ho AtAnagi, pensato più volte De le rime di diversi nobilipoeti toscani: Venezia, 1565. 2 V. Versi et edito dal Tolomei; monografia jtiente Regole della Roma, 1559. del Cuccoli. Nuova — Poesia Cfr. per tutto Toscana^ il resto libro l'esau- 66 quanto opportuno messer Angelo mili almeno gioiellideir veniente critico i libri di r aridezza, e introdotti nelle meccanici, di critico ganza V inele- distrug sentimento, immaginazione, nazionale. e ogni genialitàdomestica nio dopo questo patriotticoe perciò del quali vanno d' d'Ita scuole ai burbanzoso, vanto gendo ne' nostri figliuoli ogni vena ogni energia di affetto,ogni impeto monimento altrisi essi con e italiano,fossero col con testo è quelle Sylvaedi di i Nuiricia, umanesimo corredo lia ; dove che sarebbe, Un »* venten inascoltato am illustre, appare oggi la ver polizianeschepei italiana di Lui^ sione poetica delle quattro selve pazientemente e nobilmente opera si può ben n' abbia trat Grilli,donde, come pensare to grande motivo di conforto di sodisfazione, nor e offerta che gliene certo, s' intende, per la meritata ha fatto il Grilli,Isidoro Del Lungo, cosi mi parie cito trar V auspicio che finalmente quest'Umanesimt cominci sciente mente E a fatto, di esser non di sola sterile incon proseguito meglio e più larga conosciuto studiato e dàgF Italiani. de lecito augurarselo anche per ilrafforzamento ammirazione, siderato del sentimento langxiidendosinel Noi di nazionale della cuore quel grande rinnovamento sociale piùil gioventù. che va nostra intellettuale e d movimento abbiamo sempre esaurientemente esa minato artistico,scientifico; gli aspettifilologico, non abbian ne gratamente « Gli Grecia vano I lo forse italiani Roma come r entusiasmo di e Florentia penetrato che spirito patriottico Umanisti di mai cit.,pag. amavano loro compreso anche ade Tinformò d grandi scrittori propri padri : e porta quest'amore 185» e mi i nella poderosa 68 aflfermato mente d' ammirazione riceve ma ; egli oggi quel culto degno ? e specialmente di cui sarebbe qual prosatore e poeta latino dove e da chi, se non da pochissimi e non tutti Italiani,è ancora letto ? le sole Selve per concedergli Eppure basterebbero la d' ammirazione, consenso un conoscenza delle cenni il nome, qui che e furono del osservazioni concettosa lettore Gaspary nello Poliziano, che si meritare parmi la dove d'acume, Manto e della dei : niale, geziano Poli- del delle sate sen- sue lusioni pro- il valore delle con discreta una né in Selve di porre, com- sono a profondità tutto si possa vole giudizio poco favoresiastico su quello invero quasi entuquale dà la palma anche su suir Ambra, Città di elegante di sia del ciò, a me Grilli,*della della cultura al tempo qui preme quale si già son del rinascimento dire y trad. rico FedeSaggio biografico dalPab. edit.,1865. ; Venezia, Tip. del Commercio M. ed. corredata del teCastello, Lapi, sto dccccij, Angelo Brunetti 2 e Rusticusy al UnHmmagine col titolo con stile,il metodo sempre Nutricia traduzione 1 e non checché Ma al solito quanto, e cordati già ri- lui, specie sul con del scritto le dello natura sebbene dato Tra dichiarati consentire di riman monografie transalpine leggere con molto profitto, possono distinto un quella del posto i criteri d'arte vedere a fiorentino studio Rossi. e oc istarò non sintesi, dice verissima e Vittorio mio quali Io contengano. i trassero lette,per e diffusa scorre onde ripeterlo,contentandomi al magistralevolume e allo Lungo, alle poche ma come il lettore Màhly,^ più al sa a del Del sul e chi appena scritte siano cosa certamente dare letterarie storie quando casioni invece mentre : fosse ne se voi. Poliziano y col ritratto del Poliziano, di pagg. 258. 69 senza facile non Carducci, i lode al secondo e Grilli felicissimo : Lodo « esito se la latino. egli espone anche Orbene i chi forse stato moria me- quello le il Poliziano del altre belle di tradurre suo di di il concorda. faceva, che specialmente dal modo col stesso traduttore cose prefazionedel principidel coronata qualsiasiavesse funzione la nella alla sarebbe si miracolo un per tra Giosuè e perseveranza, saperlo,pienamente senza Poliziano, si dilettava sua Ma ». d' intendere modo Grilli, forse in Lungo di ha strappato questa suprema vederla, sarebbe Il maestri primo de* quali ha richiamato nostri capilavoridi traduzioni, come pel potuto Del Isidoro due al più compiaciuto, cui compiaciuti contentatura, Goracci, del da eccezione veruna suo greco Erodiano tradurre, che Màhly cosi riassume : « E lo spiritodello scrittore eh' egli vuol riprodurre,non le parole; le stesse proprietà bellezze di lingxiache sono e proprie del greco scrittore novellamente si devono specchiare nella traduzione latina. Questa deve spondere con ogni fedeltà riair originale nel medesimo ; ma tempo deve essere un'opera da se, che respiridella vita latina, che la purità del dettato sia turbata da grecisenza smi, forestierumi ».* Mutatis da mutandis, son gli stessi principi a' quali s'è ispiratoil Grilli in tutte le sue versioni che e già nella lettera di espresse il prefazione alle Ma il Poliziano mentre è al testo più la Egloghe pescherecce del Sannazaro. sue non cosa opera nel difficile r interpretazione d'una I Op. cit.,pagg. Erodiano, che lìsticame sti- insuperata d'arte, fedelissimo s'è mantenuto, era suo 94-5. il Grilli (poiché ben rara le invece, selve quanto sono per difficoltà in molti 70 luoghi, dato più parte d' erudizione),tanto gran V originale,sicché tale da V opera traduzione come loro il contenuto specialmente fedelmente si sua, in ha guito se- voglia riguardare creazione come o è che è nuova, sodisfare disposto pienissimamante il meno noso, all'approvazione.Ne voglio dare un esempio lumiche mi dispenseràdal ripetere quanto ho già detto, proposito a Grilli,sulla loro altre delle di serie versioni felicità,qui, nelle rara del nute se/ve^ dive- insuperabileeccellenza. Lo tolgo dal RtisHciis (w. 399-412),dove zione, la descri- già fatta nel Del re col più vivo schietto Varrone, è rielaborata e del pollaio esce d'arte. « Il superbo re che ora del vittorioso gallo da combattimento un affolla la plebe delle è il Rossi che traduce lettori,in prosa il capo sommo suddite sue in nota : bellissimo al la cresta gli si la — cui ; luccica — de' comodo re, aguzza pur Meritamente — per mento senti- intomo e felicissimamente ma al re; corteggio rustica aveva suoi fa plebe rosseggia sulla a il nuca ciuffo cangiante nel lene tremolio, e questo splendore di bellamente piume si diffonde per il collo dorato e per le spalle;pendono sul petto muscoloso a foggia di barbe gli ampi solenni bargigli digradanti dal rostro, rosso il breve al bianco rostro; fieramente; orecchi ; le articolate la I sporgono più in su la dell'artiglio doppia arricciatura II quattrocento il punta adunca sua sastre, rosgli occhi fiamme dispiega i larghi candidi rigidamente irte di pelie capo protese lo spazio battono colla schizzano della appena stampa cielo gambe il ; sta cit.,pag. rena; e zampa le la coda ; il duro ali irte di penne falcata innalza dell'apice aguzzo 271-2. ne spro- — al ».* 7« Ecco la giusto, il vulgo Sì come Fa al Ne la test' alta La è collo si conviene Gli cade Adunco saettan Vaste e Sono Tali e Scendonsi Alto di lunghi la fiammante petto somiglianza; a i lionati baglior tremendo; esplica il capo; calzate, robusto artiglio gl'ispidi lacerti e smisuratamente; dipartita coda curva estremità le arricciate Con l'ampio ha robusto ruvide gambe zampe, la vaga orecchie munite Brevi; Le con veste e breve; e candide le sul barba il rostro Occhi cervice, penne; e di giù folgorante ciuffo il bargiglion riflessi ; Bianchi cui a eretta gli omeri e delle Magnificenza splendido, re la su error L'aurato spettatore porporeggia splende e grato Qual al corteggio; re cresta, Con Grilli: del versione s'aderge. 608-625. w. Se non r hanno anche vivacemente Lungo, traduttore degno bastare del interessante versione poetica e se degli neanche pubblico i Poliziano, unì questa e degli e decadenza del nomi a studiosi. teraria let- Carducci poeta, dell'altro, volta è sempre italiana. di segno neppur critici, del Grilli del un (talvolta schiettamente triste un artistica, e Del cosi più), la invero Sarebbe del di hanno polizianesche selve artisticamente contenuto cosi le sempre non scuotere del e Grilli sero dovesT indifferenza ARIOSTESCA NOTA I. |LI esemplari il temente Delle canto. r altra vide né più bel Non vide né 7 subito qui, di litanìa né d' cui del 20* stanza : più giocondo ; è questo, (tranne (quante senza n' ho han ed ed di confortarla la espressivo è, biamente, indub- dall'Ariosto, adoperato dovere a due formar tanto di vedere, potute la seguono il lore va- estetico. prima sentita superflua una lettura di inteso sempre (non tutti, la seconda. diversità che, però, hanno due opinione tal la variante, discuter autorevoli altrove, essi neppur stato grammaticale più editori mai più giocondo. tutti, s* intende, non una '1 né speciale costrutto non Per gli farei gli altri, e ; lo di *J né più bel che nomi), Cagione e è V lina varie diflFeren- recano della verso le e : far prima '32 Furioso lezioni Non Dico posso primo due del stampa dell' Orlando ristampe VI della necessità più solo mo intendia- voti, né che annotatori espressa una loro ragioni) né grammatiche storiche e dell' di chiarire atteggiamento, che un è uso cosi derno) motevole no- sintattico 73 e Giova stilistico insieme. prima metà della da tutto se più bel né l'aria tutta né, citata stanza vide Non 'I né cercato la almen : più giocondo le penne ove stese; il avesse di questo il vedria sott' occhio aver mondo, più gentil paese. dunque, in una programmatica, abbiamo nelle altre ; posftione : non vide più bel p"iese [diquesto] vide il più giocondo,il più gentilpaese di que: non sto: Per la nel primo nella la secondo, nel ; è anch* sostanza, forma, di cioè, caso, un esso né medesimo, Non tà, me- inutile sia circostanze di il che le padri, io che di osservar all' Ariosto passata che negativa con espresse avvalorare e in d' orecchio, che periodo largo, magnifico,rotondo, al finissimo gusto di quei estranea voleva complessità,si Provatevi, con verso, sodisfatto in tele, di marmi questo criterio presente, mezza e stanza vedrete senza quanto gli o nostri di a 7 del chiedev ri- nioso armo- la tutta di trattasse quella prima quarto esser l' al- estranea cinquecentesca, prosa pia cop- verbi, avaggettivi o con quella delle ragioni spiego, la ragione E una ragione non della é esso spesso lo me estetico ; non né mancano me Quattro e Cinquecento, co- in frase acustica. pienezza il V potrebbe quali ideale non ai spiegarcelo? adoperato sempre del V altra (che risparmio esempi altri del ad dobbiamo e speciale,che, che ha comparativo, ma comparativo. poiché numerosi lettori)di quest'ultimo di parativo com- costrutto metà, di superlativoe, per per Ora con costrutto comune un sua ture. scrit- ger rileg- primo cada, specie ir\ 74 in dove questo r espressione, e salga verso maniera nessuna come, si arrotondi e monia, reggerebbe d'arinvece, con gli 7 il si il tutto giro della frase, pienamente. Ma la principale funzione stilistica di è, evidentemente, quella di meglio vera articolo codesto dichiarare, la o senza non far maggiormente d* enfasi, di po' un risaltare, magnificandole,le d* oggetto. Un' dato un nenti qualità emiosservazione analoga boccacgià fatta,a proposito della locuzione ciesca de' tre pani (Giom. I, nov. r un 7*),il Salviati ne' suoi avvertimenti, cosi esprimendosi : « L' articolo ci rappresenta talor la cosa agli occhi, quasi davanti aveva e fallaci //, la, hanno vedere come in casi il vedo, la o talvolta,ne' vengon sostituiti \ ille,ecc.),o s' alternan con ecci^in\ è ancora perduto pronominale non Filippo il BellOy Giovanna fra queste quella noi abbiamo Il passaggio dall' é non del un me qui non è Così senza parola pensa un fin dall' di cui ma, ho egregio amico scorso. son nelle locilzioni in esame. tanto me co- altre ; e, benissimo ^ meno mente sola- strazion di- una oltre all' ubbidire sopra Giulio toccato, a cor- Cappuccini, ragioni interpellatosulla questione dì anno fasi, en- il valore all' altro,non costrutto poeta, acustica il mio in ticolo ar- gua lin- conti, essi. E Pazza, né capriccio né mero buone d' senz' de' comprendersi preso fantastico quella esigenza I la ultime, potrebbe che forza costrutti quello,quella(che,in fin a che an- spesso con meno o ma ecc., non Sicché, specialmente nella determinativo. antica, vedo^ adoperati più son lat. ille, illa, ecc.. pron. pronominale significato il loro come quando dal derivati eccy conservato solo ». da cui 76 10 considerazioni, 11 di poi e fin qui compiuto quel che Sposif Io prime, benché delle perchè ? O so ; ma a mai rioso Fu- lo studio che pare lo quellede avrebbe più difficile, assai e nessuno fece per me rianti va- scherno, dell' Orlando ottimamente non lo e le per V ammirazione le varianti per il Folli /Promessi strazio nuovo studio, pe* quali passarono ha voti. si fece che S^osiy lo Promessi / r indifferenza indi di ordine due esprimere a il chiasso ricorda non de meglio, o, altro un a è questo. primo Chi ciò venire da intendo a riuscir più proficuodi quello che si fa sulle seconde tico. pel rispettostorico della lingua,sia pel fatto este- assai sia « dal e La r ultima, del '32, molto dell' arme e deir opera sua com' mai, egli si dice, il concittadino che il Poema suo per lo della glorioso lo portò averne il loro Bembo, al giudizio,come Molza, al Navagero quali egli fa menzione LXXXV e ritornò a segg.) ; casa. E come avutone solca riosto, dell'Avide tutto dopo la po quel tem- la penna e e col mento dell'accresci- convenevole, ingegni d' Italia per il fece a Monsignore ed nell' ultimo ed » anni lui parve a eccellenti ed molti a che e dell' A- prima « sedici di spazio correzione di famigliare», « conversazione prima edizione, né passò mai di per vi fosse intorno eh' egli non con e pensiero : poscia, ridottolo al termine e to conten- nostra anima divina Giraldi, di stretta « fortuna per nella Giambattista Narra go va- febbrile, nobilissima la brama : pieno a *2i, del il canior che fu mai non stette non stampa, mutarono, degli amori s* estinse perfezionenon per maggior gloria sua, riosto. Ludovico messer '32 inoperosa: la seconda al 'i6 sapiente di lima altri canto il loro fare molti, de' (cfr.ottava parere, Apelle se delle ne sue 71 dipinture,cosi due anni fece da giudicata sua ; perocché egli sua alla stampa, la lasciò e casa, Finalmente ciascuno. città pareri nella da sere es- tanti avuti gliori fuori, a quelli si appigliòche mi- e di Esempio, questo, memorando geniale pazienza, dal quale, io penso, gli il massimo tutti, i giovini in ispecie,trarrebbero gli umile della sala nella Opera sua desse V Opera che innanzi la pose dell' e studiosi » parvero. giovamento, là dove messa, se, V dall'altra una si a discosta, l'edizione del 'i6 accanto quella del *32,potessero, sulle giunte e sulle correzioni, a loro agio meditare » valente Giulio E . mettere 1521.^ io al il esprimo compianto gognoni,* Bor- la seconda anche confronto a Perciò — già Urbini, parve 1'amico ricorda utile, mi assai Ferruccio che voto del Martini,dal quale ho tolto il brano riportato, sopra di sae che, nel del I Canto, mostrò perlo saggio datone fare assai bene, compia 1' opera cosi felicemente al desiderio del Borgognoni, anche iniziata, e, sodisfacendo che le varianti bene tutti,ci dia raffrontate di dell' Orlando lui n' abbia tanto è ormai Furioso l' idea, per smessa meritato la studi degli altri, per o ; quale delle e ha tutte lui, se cosi pur scuole. III. A mi sentito, 1 V altro voto, esprimere F. costringe T // Martini, nell'edizione del 1516 2 La Domenica 3 Sulle n, II, 90-1 e Napoli, 1900. e 286 ; del 1532; del Fracassa correzioni e delV canto "l quel Orlando Pavia, Bizzoni, ^ II, Diaz, Le me costrutto Furioso 1900; » ptefaz. i. ariostesche, Gaspary, Maria da ora pur che visto aver primo non Correzioni St, di leti. Hai, air Ori, Fur.; 78 di ci siamo cui j2(Tammatica,né cuna letterario é questa. Gli me per storica, né parlato. I^ o normativa è stato occupati, non in (ben pochi di in della formazióne, loro (se così può dirsi)al solidità certa una finché donano, r delle neir punte Così confronto. maticale che solo cioè loi assuntc hanno li in prì le abban^ poi riprese dai grammatici delletterario o parlato,i quali non fanno antico, se non per qualche opportuno non moderno, uso ; da fo: le origine cui in fermezza e dall' momento storici seguono nel pii è non gli genere, fonetiche, morfologiche, sintattiche periodo grammatii tutti,che fatta, tal lacui quale nostra né vero, a moderno uso della della sodisfacente, italiani), come, qualsiasigrammatica dell' ragione storici illustrato in sono dalla va il che accade genesi parla,é perduto lungo periodo all'ultimo grami in momento (lenostre grammatiche hanno, si può dire, fino a oggi copiato su gii per le prime cinquecentistiche, che si compilarono in gè sui trecentisti), nere e quel che di esso noi troviamo si cui fissato (non dico periodo delle novo periodo gere tiche pel a il resto tutto diversamente e poi noi veicolo cadde che della in che poi che si in cono preesisteva nel!' invariato atteggiando in quel minutissima Crusca nelle durevolmente e delle ne us" formand venne mediani disuso, spari prima di entrar senza quel rimase si dovrebbe ma poco, non se o nostre sici. E sia origini e Ma moderno. ex é tutto) non scer che di vista parte e note ai giur grammi casualment nostri eia é accaduto ne perché la grammatica s' é fatta mai storica : quella che veramente chiami é semplicemente genetica, narra, storica mo cioè, sol il periodo genetico delle forme grammaticali. Co ne questo scapita di perfezione e chiarezza anche quella de 79 r letterario moderno, uso invece se, compilasse ne I dove Mentre questa ho fatta con un errore Nota nel che ari non sia che dove che verrebbe, av- non grammatiche, fosse veramente la genesi, è l'uso vivo se rica, sto- V luzione evo- moderno.* mi giunge la Medusa (I, 24), la prima volta, con articolo di un che, pur accogliendo l'illustrazione che registratodalle grammatiche, non consente leggere il discusso di stampa artista. Ma le bozze, apparve del costrutto me diverse stadio, che rivedo Fornaci Raffaello due cioè, delle forme r ultimo il parlato; sola, ma una contenesse, e di e io ho verso dell' Ariosto, vedendo visto un' intenzione estetica dell' della variante, restan voglia essere sempre ferme le conclusioni alle quali logicamente son pervenuto sulla necessità di pubblicar un'edizione dell' Orlando le varianti con di concepire e compilar diversamente da quel che sé fatto sin e qui, la nostra Grammatica. CURIOSO UN iS^SS irti frondi SECENTISTA Seicento nostro giustamente, par della tnagnum deir scogli del storico mi correnti glandi ; la la : per ignoto. »^ da ai guti ar- loro, tra or due commiste, che conservatrice, parte la tradizione continua ciò Tutto calza della vivamente della s' occuparono dei della la dei lingua, anche e insofferenti Bblloni, // Seicento Vallardi, in corso di giogo nella più virtù delle grande più s* attengono e per regole Stona pubblicaz.; pag. 429. età codesta altri, capricciosamente del per secolo nel in i ancora trecentisti, specie per Crusca, anche grande questione che molti il so ver- che stilistici, e dibattuta Infatti, mentre ventura capello, a con ribellione, alla vie, spingendosi si riconnettono lingua lici principii aristote- spirito di uno direttamente del vicine tratto, grammaticali linguistici, gli studi I più or di che, presentendo il futuro, s' apre nuove uso delle serena innovatrice, cammino air agli in g^an animata XVII. mare attenendosi arditamente, r V ombra qualche per nel « capricciose tortuosità paradossi, si svolgono, ora, che ha, letteraria,frammezzo sotto le tra letterario osservato critica erudizione, accademiche, più lontane, STILISTICO GRAMMATICO D' UN ^NO CRITERIO pio l'esemtemente coscien- o e dei letteraria si- lia d^ Ita- 8i itemi, si fanno chi nanca Iella cerchi stessi accordar propagatori di novità, non gli uni e gli altri nell'uso servabili grammaticali e stilistici os- lingua e ne* criteri dagli scrittori. Un Gio veneziano ogo nliatore I tì, e5si Egli Maria di tenta effetto in ma : Vincenti conciliare riesce non fu il tal conciliatore ; gli uni che qual ma con- gli con burlarsi a teo- di al- tutti, 'ibelle schietto di que* agli uni e agli altri,precursore lostri scapigliatiantipuristidei primi dell'Ottocento, Torli, che portarono la confusione principe Francesco da chiarire dov' era e il disordine e distinguere. di « fatiche più serie » Codesto Vincenti, autore « e di altre non meno gravi già destinate al torchio in due di seicento volumi ben fogli// Mando gran Demoniaco intitolate », pubblicò in Roma, per IgnaHo ie Laz. della gare nel i66^ ^ Il ne quid nimis lingua volnelle Regole più praticabili e principali.Opera si sa ammirar non se più la volgare, » di cui non amenità secentesca del Il ne « Con forma o la sistematica vaganza stra- contenuto. Bellissima censore della la macchietta di probabile suo tratteggiatanella presentazione che fa di sé riferita : quid nimis ad Aristarco, E degna d' esser alla cintura, di quelle, che la prolissabarba notte conservansi Robbone, i entro un sacchetti. Vestito di un foggia di Toga, sfibbiato al petto, perchè vi comparisse medaglione appeso, insegna di Dottorato. Nelle mani hauea bel paio di guanti vn di concia di gelsomini, con vno ricoperta la sinistra, r altro stretto nel pugno della stessa, tenend' ignuda la destra, affine di farci vedere V anello con la effigie del bue dorato, altro priuilegiodel suo Dottoramento nel Bò alla di di Padoua. nero Teneua cuoio alla sul naso Spagnuola, occhialoni, raccomandati cerchiati ac- 82 air orecchio diuisaua da due forti corde il mastrone, Liuto, che di delle dal batter percosse forse tempie, gli risuegliassero per occulta simpatia all'intelligenza il genio, e gli spiriti animali. » Contro il quale giustificato il titolo,giustifica Ai lettori sé stesso, uomo davanti di religione,dello scriver che fa « documenti del Regolato favellcire » invece che del « vivere tendo Regolare », anche qui metin bocca di lui : a* critici il rimprovero contro Crusche le abburattino 4c Le se pure gliAccademici, et Pedanti, ma i più pure Dio pure chi per per il fior s* impasti in farina della mondo satollare,e sostètare da' pane il Popolo foglidei Boccacci, dei Danti, Sonetti studia, e Madrigali, ò di la sua Diua ; che gì'Amanti i tutti e de' le Bibbie sopra Tomasi, spositori,per accèder' il mondo amorosissimo facitore. » della scopo sèza nelle fine, che in tenebre, o Ed fatica: sua « alla nascer non sacre, gli altri con mai delle e Ministri Petrarchi, dei Dio nell' amorose han sopra più da piegarsi im- stini, degli Agoautoreuoli del amore come di Riuolga suo. Lettere tutti ecco Scritture espone suo lo veggiamo tutto dì luce, seppelliti rimangono Libri ò letti, se pur letti una fiata sfuggita,gittatipoi in un cantone, pe nò più leggersi giàmai ; e questo, ò perchè intenti tutti i in non cale lor Compositorialla materia solo, pongono ogni forma di dire, col dispettosodispregio di tanti i Lettori, (come dicono) quinci, e quindi, onde nauseat' alla non ne soffrono si scrupolosi,et la lettura. affettati sono O per còuerso, nel comporre, chè pertomizzando ana- discreto, ogni orecchio dalle durezze, i libri gitta à rodere dà denti percosso del tarmo, ò da più duri del tempo. Qui dunque a va questa Operetta mia, ad arricchire batter co pòfino i Jota, che 84 chi par che goda, non impeccabili le sue in ecc. 1*altrui,quasi riprender » Si io non di lo voglio dunque lasciar godere figurise non delle sue secentista, io che composizioni il buon ho fatto altro che godere di questo libro, suo cui è ingiustoriferir qualche brano per delizia de' lettori,meritando è esilarante Tanto più svariati in fondo d'esser esso questo non lingua e problemi, e che son modo suo di problemi riferito tutto. davvero di risolvere i di grammatica, che che problemi I, di stile. Il nostro la galantuomo materia sua è esposto ordine per del nimts quid ne alfabetico : in ogni espone articolo solverlo (perchè il riè risolverlo)il problema al modo suo non dole d'invi si recano e degli esempi. I problemi sono morfologica, sintattica, linguistica, ortografica, stile. al fatto dello tutti egualmente subordinati ma Per ogni questione egli trova, naturalmente, esempi prò e risoluto e contro un anzi dato risoluto non vocabolo, dato un costrutto, quali ne corrispondono altri equi valenti, o allotropio sinonimi, più spesso doppioni è spregevole materiale l'insieme E certo non per un dato ai modo, vocabolario s'accingeràa darci quel desiderato volta di doppioni che una promise il Morandi, e al Giovanni lavorando stia or Soli. Ne quale crediamo chi del tutto secentista. la parte infondato Anche storica è il criterio noi ammettiamo della nostra stilistico del che, lingua, se nostro tutta non almeno gran parte sia anche alcun effetto tanto dì oggi adoperabile per conseguire stilistico,e che è ridicolo lo scrupolo quelli che non accettano degli morta, quanto troppo viva, cioè pur altri che mo' forma una nata. sol l'accettano non Ma il punto perchè perchè sta nel 85 seguir le nettamente opportunità, air leggi arbitrio retore, e dell'artista e non rende valore tiene attraente Di d'autorità, e sua dello tutto suo ciò, libro, parte, stile quanto fosse quel le che anche quell'età matico graml' del- vono prescri- lo lingua per della Vincenti un gli toglie ogni niare, testimo- criteri bizzarra ci verso di quella ne' spirito e nostro l' altro sol si con il se per lasciandogli di stessa nostra questo e nate subordi- materia lettori della alcuno: il o corrispondenza genio conto la lingua col letteratura. nostra dai intima in sono e dalla meglio o questo l' del- e dall'essere di criteri emanano fini dai arte, convenienza lungi che, a* o della leggi della e vagante. stra- DUE ODI AREOSTATICHE STAMPATE A è I*UNA Signor la di FOLIGNO NEL Vincenzo di notissima 1784 il MarUgolfier^« primo Ai Monti fra i migliori . esempi, eh* immagini con ne' composta il statico, invenzione fratelli di arti, »* Ma segnente. a globo areo- in Francia. dal Casaletti nel Giornale da recitata e sola fu in blicata pub- « belle delle Arcadia il 4 marzo neU'istesfco ripubblicata inglorioso non il ai dovuta Fu Annonay ripubblicazione questa Torti, che stringeva tempo poi cosi sfortunata, 1 B. ZuMBiNi, Monnier, 2 e sul ad Francesco il nostro Le e editore, Foligno. Forse di Charles bricatori Montgolfier,fab- Stefano e d'un lo precedente pei tipi del Tomassini, anno in carta febbraio, 28 n. Michele Roma in dell'anno più poco che 1783, fecero dicembre Giuseppe cioè 1784, »^ medesimo, soggetto ascensione prima Robert, i del dato, di far poesia mai abbia dal tratte primi la dopo mese ci egli A. Bertoldi, commentate; 29-35. 1886; che tutti 241. Poesie in Firenze, G. C. estraneo quel caldissima Monti V, — Bertoldi, Vincenzo Monti torno amicizia, col conoscono, Cit. dal di in appunto la poesie di Sulle pag. Roma in fu non celebre Studi; v. Firenze, nota scelte 2. illustrate Sansoni, Editore, 1891 ; 8? assiduo fattoglisi poeta, e scrittori nello studio Umbria sua intendeva diletta. Né compiacenza senza stranieri; e che e grandi alle splendide dell* ingegno allor sorgente circadicherie romane de* neir ammirazione e classici,italiani manifestazioni ne' lieti passatempi compagno dovette l'ode grande diflEusione dar l'Umbria tra le nella accoglier belliissima,se concittadino, appunto, del Torti, Alessandro un Aleandri, d'ingegno potente, di larghistudi economici, onde doveva salire alla denza poi nel memorabile presi1779 del Senato della Repubblica romana,^ s'afirettò simo, a pubblicar nella stessa Foligno e nell'anno medepei tipi del Fofi, un ma sulle un' ode in Macchine raffrontata che areostatìche, degna, tutto poemetto titolo di a si in sillabi endeca- chiude con curiosità,d'esser la montiana. con Alme sublimi, Nate e belle, felici, fino all'orbite Ascese Delle Per ruotanti voi stelle, non 4 viride basta Schiantar Solo nobili, e selva di allori, al merito compenso capi vincitori, Dacché, passando rapide, Ove, eh* ha Tuom soggiorno, De* Correste in all'aere, mezzo gira a voi d'intorno. Novelli Tifi intrepidi. Che In voi diede ne 8 12 il fato, Maggior de' prodi Esonidi A I C. Trabalza, del l'inaugurazione pagg. 66-7. — d'uopo 16 in illustrata Bevagna per Perugia, Donnini, 1901; scrittori Gli busto inusitato. a F. Questo scritto Torti; è il secondo del presente volume. 88 No, che Non portenti argolici dier sì gran pensiero, i Quanto dell'aere tentar impero; infrangere No, che lo seno L'inviolato E Su Teti, nettunia Della spingere dal Pelio i remi inquieti, d'esso può pararsi all' opera. Non cui si Per in alto. ascese Portando, impresa insolita! alle nubi Anche Al assalto. prodigio immobile gran fermossi L'uomo attento, lo sorprese un palpito Di gioia e di spavento; E Seguendo, Co* A in estasi sorto pie* mal fermi al suolo, guardo acuto, e libero 36 volo. Il portentoso pel gioco altissimo Volar Vidervi li Numi, pur attratti Volgendo Quasi lumi; timidi, restasser insidiar le ad Ch' fievoli e i lo stupor Per Frode novella al talamo voi volesse da Il voi contratta, con Onta Ma sì nere Mentre Finor lo spazio degli Solo è non giunge. 52 inospite eterei campi, videsi trascorso da lunge. vi porta Zeffiro più l'uom che 48 insidie Ove O fatta; pensier vostro Fu 44 la bella Orizia che Per 40 voglie Sorgeste nuovi Tesei Della divina moglie, O 32 tuoni, e lampi, 56 89 pegli antri squallidi per le vie fulgenti voi Or E Segnando corso impavidi e 60 spaziate,e i venti. cuor magnanimo L'aere Seguite a II glorioso corso, Né sia, che d'aspra invidia vi rallenti il Mai Se però tràggesi tutto al Tuom Per Ad Esser chi oppongasi fine: 68 ordinarsi un conformi agli omeri gP imposti pesi, Debbon Se confìne, suo fìa di Voi Non 64 morso. gli uomini cadranno no Insiem lor con prostesi. 72 rallentar le fervide Di Brame Chi ricusi, fia non mal potentiall'opera Scorge le forze, e gli usi. piacque al ciel concedere tutti egual l'ingegno. Non A Onde Poi Che 76 ciascun non Desir 80 regno. gloria vi scorge, Cercate Di un osasse di bella se pretendere in core, pari, e anticipe procacciarvalore. Bambin, che Torme 84 deboli Segna primiere al suolo, Tal pure Onde l'arte scorgesi. si apprende il volo. L'orma, su cui dirigere I globi è ancora incerta, Senza Sarà di cui la Ptetica mai sempre Sorga talun, E che la beli' arte Che Anche 88 allor a inerta, inanimi, avvivi, gli saranno volar 92 men uomini schivi; ' 9^ I 90 Più allor sarà benefico glc^biil gran lavoro, globo più stimabile De* E un di gemme e d*oro: ciascun all'utile Sarà Grato Deir onorata Grado £ allor dal suol sovra nella 104 resa. pindiaco le dotte Suore Farò, che Il merito, e sapranne, Meco Il Monti impresa che tal sia Ove loo al Cielo inalzino valore. uman prima parte 108 delFode (vv. 1-36) gazione prima spedizionenavale alla prima naviaerea, quasi dolendosi di non esser pel Montgolfier quel che fu Orfeo per Giasone. L'Aleandri invece fare dice (w. 1-28)non potersianzi neppur paragona un tal la confronto, essendo impresa il dotto della la seconda prima: e come assai invece più di cile diffi- rivolger ode la sua mincia incoMontgolfier, un' apostrofea tutti gli arditi navigatori con aerei (compreso il giovine Andreani, lo Charles liano, itanominato nel poemetto),così non eglitenta la liope. poetica lode, ma la mette sul labbro alla stessa CalInfatti gli ultimi versi precedentiTode, e che ne spiegano la chiusa, suonano: al solo verso Tutto seppi,e vidMo U* colle dotte Suore dall'alto monte, il biondo Nume Sedea temprando la sonora cetera; Quando sorgendo fra la dotta schiera, Che La Note A le forma divina seduta alma corona, Calliope,in queste sciolse festive il modulato quel che il Monti dell'ode {« La scoperta espone del canto. nella seconda pallone volante parte fu una 9^ (v. 65), considerando invece cosi — il |"oemetto* de' fondamenti — termina globi, » dell'arte opportuni due è ricco dallo lasciare zonetta quellodella canil Savioli, il Frugoni tezza creduto indegno dell'al- fu non « Panni, »* stesso valore del il metro che al gusto di esse; estetico al e nelle letteratrie nella disciplinee dal fuori, un Bonacci delle 1 GBRÀ, tomo 42, Ricerche 2 Bertoldi, 3 Guido pubblicata la op. Pompìlj prima e Italia in la e nostra poetesse d'Italia. Raccolta del Calo- areostatica, suWarte cit.,pag. volu miche econo- guida, corifea ammirata, pubblicò anche, nella L* Aleandri quali illustrate bene meritamente, Brunamonti, la eletta schiera de' nelle quanto elevato, l'altra,^con tanto posto ma giudizio degl'intelligenti politica,così Aleandri, tiene nostro Alinda storiche e di rimarrebbe lettori,e degli sposi illustri,l'un tanto direzione prudenza e ficio completo il bene- e cioè usarono il confronto da cosa che e dell'ode stabilire ond'è alla necessario, è il medesimo, odi altri tanti vati tro- areostatica. arcadica, che e sono la reale sia Osservato, né sarebbe delle note raccomandando maggiori studi, affinchè si non « scientifiche delle una che i. Vittoria Aganoor questa notizia. per le cui nozze fu LA POLEMICA |tr vendicato,^ di di dove duca :^ tanto altret- non crediamo speriamo, e s' imbattè Città si di ripubbl. si come forme con- Monti pratica sa, del stretta. del danteschi (Collez.opusc. di presso rio segreta- era fu facilmente servì Tinaugurazione per far per 1901 scritto Vincenzo in L'amicizia Castello, Lapi, Il presente — recava V altro, e Braschi. Passerini). in 1* uno Bartolucci, 1 »* in Letteratura storia/ che qui brevemente, mento comple- verità. Roma, del il ri- scritti migliori abbastanza note Dante forma che « del de* produzioni sue Torti, ventenne, aw. e è l'interessante ritesser a Dante Torti nota e opportuno r che oramai sono chiara a questo le altre tutte precedenti, Il la Francesco MONTI COL fortuna come importanza di TORTI DEL prefazione monumento a a questo F. Torti Bevagna. Minuta 2 di Ricci, 15 agosto 3 V. Ciro Torti^ con una perziana, 1896, 4 Quel fattane da 2.)n' è quel che che lett. di 1825 mi di in 16, di nella Emilio toccato, Della Trabalza, lettera tortiano ; Arch. Luigi pagg. citata Bertana merita propongo alcuna ottener ad Torti Francesco in vita e Angelo Maria Bevagna. delle Morandi ; di Francesco opere Bevagna, Tip. Pro- 240. monografia (Giorn, nell'ottima d. Lett, stor, correzione qui. e e maggior recensione it.^ 1897, fase. compiutezza, 94 si e V cercavan grandi poeti V altro un italiani spesso stranieri, rivelando e de' ragionar per il Torti solito in- di rara giudizio e il Monti squisitezza di gusto e poetico ardore. Tornato il Torti per eventi domestici in Bevagna, sua delle patria,si scrivevano lunghe e affettuose lettere, il cui principalcontenuto acume era V arte, V arte, in sempre alla mano Basvilliana^ il Monti volta, manoscritti amico di la bollente sua Bevagtia, che un' dopo di V amico al il Torti il alla il primo già aveva in volta al giovine per lettera le rono colpifossero, tolo il ti- sotto Basvilliana, e, come tanto, in- gliene stampava permesso, le naturali in messo nella brano un Vinte canto. Posto lettere desiderò che all' opera, pronto tanze, rilut- spedito e manoscritto, diera la banquando il Monti, disertando il Milano inalberare biancogialla,scappa a a tricolore, dimenticando onde stato di ne senza la speranza rimase, il suo le mal il Monti lingua, ma doveva il Monti mirabile poema, relazioni 1797 fu casto già della anche destinate cantica, e e un come poeti. Il de' non ma giorno riallacciate così d' amicizia. sua il Torti la sorte ad sarebbe loro sbalordito, che il core, vazioni, Osser- prosatore, avesse la convincimento stata essere Osservazioni, scomunicò e massimo che quel con il naturalmente, troncate nel V autor critico diventar Torti le ammirate e profetatoche il massimo giorno un l' amico aveva egli credeva la Codeste critiche chiederne ottava nota gliene esprimeva rifusione, pubblicate Osservazioni senza di i canti stampe, il Monti opportuna impegnar per inviava ammirazione. tal segno a nelle o Dante. ispecie,di Ma pigliato riche an- quando sando, cantica, confesognun sa : comprese della copia Peccò qual delle la nuazione contiaccompagnar forse per la delusione del 95 l'aspettativa, forse che ienza fors' anche lui i « se del concepì son si diede a il germe divisi,Dante Parnaso Nuova delusione di lodi I II prendendola sue a Istituzioni nella che ne che li pur conto, tortiana, e detto aveva della sua di di Pavia, il non Monti, ben di che gli per mille ora Bevagna, neppur degno della fattaglipromessa 1 Bertana, loc, cit, 2 Bertana, loc. cit. 3 Le altre due Santucci e uscirono Comp. nel 181 2 a nelle rettorica giunto alla gloria piena, non (avrebbe potuto ?) alcun di ricordarsi segno ammiratore teva po- bene, quasi ormai mico aveva leggeva con qual che e eloquenza quel Cerretti cattedra Osserva- profilodi prima parte Basville -? al il 1806, la davan fondamento d' delle che cioè Monti, I, dell' opera ignorare quel riavvicinarsi riuniti I quegli stessi giornali che tributo quel italiano li avrebbe solo non legittimo, stato per usci, nel onde Prospettodel vie fiamme, alle sottratto aveva Dante, rielaborando venne e di preso poeta, sarebbe pur altre tentar e ticare, dimen- (come apparirà da quel rancore dire),che per Monti, alcun affetti fin e potè nulla non ».* inediti T amicizia celebre il verso anche queste fiamme con anche negli era pru- scomunicato ancora e Torti, questi ammirazione zumi dello fortuna sua qual tenace e, non V altra,bruciò per parte del Monti la ricordanza tanta e ragioni di ripudiarla Basvilliana,»* a quella scomunica con da si spense del cosa una reazionario, per Ma, ma V per poeta compromettenti panegirici poema che il indussero le stesse « per ripezie pe- dava dell' che di cesse suc- si « a- strava mo- asso- Perugia pei tipidel Costantini, 96 ciarselo quella dittatura in alfine venuta incontrarsi: che avevan gnato so- ».* insieme Parve letteraria fu e nel V occasione di nuovamente furon 1818, quando lia in Ita- note della Proposta, di parti del primo volume uscita la prima era circa la metà del decembre l' la seconda il 15 delavanti e precedente anno, le due cui del il Purismo suo del e consenziente « due sarebbe Proposta,si operetta, sua se poesia e alle che prosa, a invece me il Purismo par la comparsa ond'eran paesello stesso sulla BasviUiana, alle s' era 1 Bertana, 2 Eccettuata dal fondo trasse suo e dato opus magnum ora s* è visto certo, che voci nuove stinzion la diin nostra criterio Prefazione, fuori egli desse di far eco, dall' i- le famose lettere del Monti agli studi tutto sua la di che lano in Mi- lingua, e con loc, cit. la Corrispondenza di Monteverde dell* anima sua e che egli stesso (Monografia cit.,pag. 127),tutte operette del Torti : pubblicar nella partite detta necessaria deliberato* 1'animo con della non a creduta più che », il Perticar!: e que' due, dell' arte regolate da diverso son versario av- HngTiistiche di il Monti Questo egli dichiara linguistico. ma si manifesta dottrine avesse non pubblicò purista dell'Adige determinato fatta da non il « ingegni », che, dopo consenziente tanto Cesari, invece nobilissimi gusto, dove del nemico aperto il Torti 1818, infatti, Nel aprilesuccessivo. furono a luì già del Prospetto ; ispirateda così è cause della d^W che il Torti il considerò le altre opere tali dirò acciden- Risposta ai risti Pu- Apologia della corrispondenza, della Filosofia Mie medaglie (lo rilevo dal carteggio del Torti, importantissimo, col dottor Marini di Loreto, V. qui pag. 99, n. 3) e della Patria di Properzio: non importa dire che altrettanto è del Dante dicato riven, ^ di cui stiamo appunto facendo la storia. 97 la ridestarglicosì dunque, fin qui, risentimenti vedo come cui anche affettuosa poiché deluse, col anco avvenne Torti vennero il Monti annunziato nel con 19, malanimo questo il Torti contro annichilir Dalle lettere dai che cit.ì,più romani, 2 Umbria^ dottrina La idee del « me Colelli, « che Neologista. quali egli fa uso di e VII, — Si » scriveva il Monti Le colla voci anche il 24 il massima di Torti, [Arch, la di ne' risti pu- del Cipicchia e alle mani. C. V. in Bevagna balza, Tra- Boll, r, ripubbl. qui. fondo, concordava vi concordassero le giudizio di letterati lora. d'al- non aprile 1824 sia in fatto non gliato scapi- il suscitato Torti, in più di quello che era lo era, ferocissimi, appare Roma il Torti 3. meno qual è che ebbero venire a del linguistica pare, simo nobilis- principio pur Torti di Torti, che fede il certo -} librarie quasi Perticari. Questo A del reatini quella del Monti con il p, delV st, fin letterati Due dep. nelle s' accalorassero Gallo motivi arrabbiatissimi^ poca ternpo le dottrine come e certo di Rieti,dirette al Torti del Colelli, giornali del ira che smisurata quale chiamandolo sul antipuristadi Bevagna 1 I il Roma di trissiniano voluto avesse uscito e Perticari, che puristi di dai e anno del contro a Arcadico^ già Crollis, nel le idee e s' ebbe saprei proprio scoprire,a non egli,sobillato queir forse e amico Giornale Perticari, ghe lunvolta De un mano stesso quel giornale. opere io ingegno, non la del le approvava che di gU ispiratoridi tra era dal sulla fine di riconoscere parve sé con le questa V indomabile articolo un solo anche attaccato appunto Non ? tacque ma ferocemente veder ne Che genero, né carteggio tortiano, in alcuna che rente riveparola men il Monti lodi esplicite, ; anzi verso del speranze sopita amicizia. Non palesi né segreti, grosso mai al Perticari. anche gli dal s' incontra non e la di speranza ed da Rieti in massima al Torti il registrate nel vocabolario franchezza, ed i suoi ciso più dedelle rimproveri 98 forse di suo Roma,* animo dal le informazioni per Giornale di Napoli, dico. Eccovi quale dal è Neir 1 ricavarne In 2 dell'amico sotto favorita questo d' occupo P. de' Minnucci Sparapani alcune ritenerne e nio non ecc.; che straordinario che e in vostre letteratura per dichiarare distrutte fin Romane un Tornerò che del qui attribuite « mani fosse vissuto Minnucci al Torti farvi sono e di lettere di gran una parte, Valenti,di can. dovete conoscere posso lettere una Colgo appunto cui le Non fatta ». tificazione Per mor- ancora denza, prima corrispon- nostra giovane. avrebbe di io mi Attualmente Voi disperse le o che per e logna. di Bo- Montanari secondarmi. vostre. cesco Fran- a il g^' ginare imma- di uho de rivoluzione l'opportunità quelleLettere pubblicai mente recente- (per Nozze, Bevagna, Tip. Properz., I9^importante argomento, blicarle quando mi risolverò a pub- estratto suU' e italiana, se qui : posizione. sup- per mezzo diceva che Torti possiedo ne di questo precoce abbiate voi Teloni pubblicare tutte scrisse nella mi questa Tolentino, e leggo [che] le nostri più grandi ingegni, nella di cit. resse, privo d'inte- diretta i8ig Pietro dovete traspirare Arch. ». quelle di Pizzicanti, del egli io rimisi dee. Gaetano voi e di far confermar l'avv. Né il Perticari, sarà non qui ringrazio, il mancano eh* ciò che io a carteggio tortiano per Macerata medesima progetto, alle mie del del 18 potrò raccogliere.Già riunite lascia non che can. Puristi io penso che avendo il che della I, parteI, voi. abbiurazione sua di vescovo copia S. altro un la si nascondeva nome Nel — che Foligno Bartoli Atazio rista cui questo Pu- concordare capitidi dover da Teloni, n' ha sembra NotiziaHOy mi lettera una Ansaldo me che Considera- nelle lascino dubbio rifacendo sto di specie probabile mi gravi che solo non dico quello Enciclope- da miterino, con non ravveduto, lo esame una è cui col Monti Purista un fatto attaccar avviso, perfettamented'accordo. mio a ingrato con (Vedi Proposta, che sembra stile quanto suo secolo dunque, voi però, né con il mi seg.) e il Perticari secoletto amico qualche finto Premarti* un corrente di anche ma pel titolo di appella il 267 da che 1' avesse invidia Arcadico, fatti al Cesari pag. credette bieca e inesatte integralmente. lOO altro rabbia isfogarecosi la sua e il malumore suo certo non ingiustificati, quando il Perticari venne il 26 giugno 1822. a E allora, mai\care si sfogò in altro perduta l'opportunità, modo, cioè mettendo in giro alla sordina, questo si deve non noto quel suo ormai negare, epigrammatico epitaffio, che sarà bene qui riferire : pretesto,*per Tutto qui Perticari è Vake, può valer se Pedanteria Che Ma Disse E le cose scritto, pure nel Metastasi©. In 2 Cose lettera una di tempo del dal di questo quelle della decenza. « un de* bambini vale a dire Niccolò ho né morti. Nella » del riar tus dì Orazio non 3 i suoi fece ridere e qui è nell* il Torti lettera stessa Tutto concittadini,e s' ha da Macchiavello anche di dubitò epigrafe del « omniSf delle quali locuzioni II Rossi Boncompagni, uscito nel 1 nella 1870) 821, ed Notizia aveva io e gran mandarlo con Quello scandalizzò né vivi dice che nel il Bertana che questo l'abbia m sola pretazione inter- omnis non » : mo- Algarot- è T antitesi. bibliografica sul affermato la Federico quella zare scher- de' ^Hnchioni. non trovare avuto nimo), pseudo- ^ scherzo del al mascherato conoscere non all' Eliso e torno supposizionein- illustre contemporaneo suo Tasso questo espressa scherzo. Foligno, (non sotto Macchiavello Orbene di sulla tomba Roma leggi della politica,doveva le conosceva maggio iSjóy già Montiy fav, bollori ! que' si nascondesse della mia mutate Biblioteca di di Amaranti chi cercar alla derivazione al Limbo le avrebbe imitate 31 2 occasionale, del Torti, suscitar Torti, la conferma trovo che frulloni, minchioni. . Piccola da veramente (cosila minuta) sig. Zoello ancor . qui, né Ossian 1824^ nella . e critiche fatte dal Perticari allo stile del Le 1 crusche ognor Taltro pubblicato sale. altro cotale ; all'Eliso de* poetiche di parole si duole, sua finite Bellezze in senza sarebbero certamente Le Vada : uom sull* urna dispera trovar Sofìa,ch'odia che uom : Torti (Perugia, scritterello ripetuto ; ma è era del lOI il Monti dove continua (il che Torti, indubitatamente),e ammirazione dispregio,^ se non gli avessero certo Monti circolante tal al Betti rammaricandosi con * zelanti troppo un scrivere quella del fierissima di dargli modo pettinar il maéà} di Bevagna della Proposta già impresso, ma volume r ultimo invece del tera let- ceva (Milano, 5 maggio 1824) nella quale di^rtséo e V epigramma da un cosa /orca, che gli fosse pervenuto troppo tardi il Torti per amici buono pervenire V epigramma del Torti, onde il poeta fu eccitato da punto il Perticari sima mede- fatto manoscritto a V animo prova gli colla trattato esser a X occasione fuggita con nelcendo di- la voglia. Allora identico il Torti, per un veicolo, avuta copia della del Monti, dopo avere lettera tilmente aspettato un pò* inuin atto che egli mettesse quella voglia, si non com* 24, e dimenticar in vi si fa del Perticari già morto, che cenno donde rivendicato^ di suo Biblioteca del fascicolo della Piccola dalla data del Dante il desiderio dal è provato questo con vivo ancor appare sé da avanti fece che è V aprite 1824. lettera prima della sua così scriveva il 6 luglio1824 al Torti : al Betti, perchè il Colelli lettera [le Se volete far giungere qualche copia della vostra « al Colelli]in Lombardia, il titolo d* una lettera Bellezze sono potrete dirigerlefranche di posta a Jacopo Marsigli,stampatore 1 e II che libraio 2 Monti, r Cassi ed anche Arch. al Monti cit. il Betti comunicò che e senza francatura sulV inetto ella avrà : « Sì ; scherzo quale, da Pesaro, il 20 dell' avergli spedito non vinta concittadini, diceva, giustifichiElla che alla la prova al (per farglidispetto) stampe laudative stampatogli da' epigramma 1' epigramma il Montanari, Ignazio 1837, rimproverando il Torti il ritratto per ». questi, oltre era novembre e Bologna a Tra richiesti potè dolere non ». Tomba Arch, del cit. ancor le lettere Perticari non adirato scritte al sono sue, 102 tutta r antica amicizia r urbanità della deir affetto onde e è la che di resse Ma la lode il Monti mai di p. al Torti in 1825: « ho non lettera mia La felice tratto mai r il aveva sentimento, scriveva Lampredi, Monti, il Colelli ; conviene amico ri-* Del il 13 sulla del mio sto ago- che qual- carta ed cuore; insieme dritti i e il Torti da mi del riconciliare i due ha RÌ3li il 25 supposto. dunque Torti, s* della al io bile possi- ragione del avvilito.- giugno dissidio « State JS25, L* avvilimento fuggirlo più che intromesso era ». si e per e forse di era rato addolo- amici, comuni stesso, che temperamento) suo Illuminato mali e pregato (tale il e de' il Forse placare come del suoi infami scriveva in conciliare quanto lagnarmi finzione, perchè, era gettare rimprovero me; cit. 2 ciò vivo un di Perticari. Rieti, così poteva non penna sofferto tanto di ho non lagnarsi di pubblicamente al Ricci senza la delicatezza Arch. diceva si non Io alcuni giro per tutto figlio,voglio dir che quel una di in mio che « altamente me a per cui veva Dante, poiché scri- 1825: motivo morte abbraccio: Torti, il agosto ii dato* lui, mandando contro V dal leggere nessun ha egli ne es., datagli dal Torti istesso dispregio, la all'invocato trarre di curato dato Né della autore principalcausa è smentito ma Lampredi^ 1 T la certo si lasciò non al versi deirinte- e ingegno benevolo, fu genero, neppur bensì sua, fiera. Quest' odio, sopravvivente alla parrebbe anzi, fosse anima bellezza della nep- il calore tutto la nobile accesa nobilissimo al Torti diletto mai riconciliazione, l'ingrato cui nep- di più critica in Perticari, il creduto il mancata reso aveva spiega in si offuscata non vivare rav- e scritto. contro pur che ironia/ d' si sente questo volte del lettera principal fonte più polemiche desiderio : qualche punta da pur le meschine abbraccio cordiale un sano, » gli vi avvilite, non è il maggiore può. » Arch. cit. ! I03 io manente di contro Jontano non ciò di qualunque e me, dall' nulla so ».* Sicché glielaperdono senza vendetta del il contro nella che compiere senza Perticari,unico odio, sopprimendo suo tanto son rimase non non scritto conoscerla neppur Torti al rassegnarsidefinitivamente, ma un'ultima egli abbia offesa, io V sia che adirarmene, eh' oggetto edizione nuova e degli opuscoli antipuristifatta nel 1829, un del Monti, queir epiteto di ftoòidopo la morte raccolta anno che lissimo gli aveva avanti, anni del eloquente prova oltre la al Monti, affetto,che immutabile suo ultima come rava du- morte. la storia Questa solo lasciandolo e dieci ingraziarseloregalato per psicologica del Dante rivendicato, più motivi di conforto, anzi che i nostri scrittori prender appiglio di scagliarsicontro accusati senza ragione) di aver (non dico : sempre sciupato tempo e ingegno in polemiche indecorose, è donde lecito trarre studiate, fanno che, altramente Ovidio,* il D* Di non 1 é altrove Bertoldi II, 2 1893; pag. Le il e 3 S* liano. ita- e é il caso inedite Lettere illustrate ; Passerini, si L. rifarne di non Mazzatinti, G. conte luogo feci, come Torino, 1' esposizione di mostrarne e spatse Roux, di V. 1894-96 397. correzioni pagg- del merito Monti, raccolte,ordinate voi. all' ingegno se Qui,^ dove per ripubblica,non già dice ben come fosse per sé stessa ressante integià non rico, rispetto psicologico,oltre che nello storivendicato, ispregevole frutto il Dante nel che più rispettionore per questa, é invece, ai Promessi Sposi 145-6. intende, nell' ediz. lapiana. ^ ecc.; Napoli, Morano, ; I04 r letteraria importanza amori la con avvertirà de' sé che fa d' alla del eloquenza dal Torti discutìbile, non al Torti, e con tiche an- i loro rievochi il dolore della vero della perduta Medesimamente che, per scritto la il non Dante; accuse di me che a e gio plaho scorsa una que' due tranne plagio giustificate: apparse era proprio questo invocava quali motivi dove il pure soppressione per della rare maschefamosa amicizia. possiamo parte Torti Torti, lo faceva Monti, onorifica non le che Proposta le se del questo difenda sono dolersi e calore stesso, legittimidi nota sue Monti, esserlo, perchè potevano doleva le e il carico occhiata additati è molto ricordi Monti, aggiungere preme un' altra luoghi se vità genialitàdell* esposizione,la nonaturalezza la facondia e (non la al Monti alle Lezioni da stile. mi cui ridata la giudizi,la purità)dello di che poesia, con da Solo col d' amicizia relazioni vedrà lettore sincerità di rimpianto il Torti che né il : che dall' osservare esimerci riguarda Dante, riconferma il valore suo con dì affermato nel 1806 intendendo già aveva la grandezza e, soprattutto, \ originalità sentendo « e del divino meglio d' ogni altro critico del suo poema 1' opera italiano « tempo », col Prospettodel Parnaso diceva il Niccolini, « che meglio pensata », come pubblic l' Italia in fatto di crìtica »,^ e di cui qui riavesse il capitolo su Dante, pel quale appunto fu spesso citata con lode. È un capitolo che rispetto agli studi odierni ha molto, necessariamente, del man- dantista, che y I Bertana, Dizionario conte G. Ice, ciL de' Dantisti L. Passerini. e — V. il mio Dantofili del art. sec, Fraficesco XVII e Torti nel XVIIl del »o5 chevole che fatta astrazione ; ma, poteva poche essere, oggi potrebbe sembra davvero titolo di contiene cose trovare che dalla forma a ridire. poco onore su Il è quella cui la critica che non ci il fecondo per la città nagagliardo scrittore, di cui quest'anno tale, memore e grata, inaugura il busto marmoreo, che fini ai quali rivolse gli era dovuto per i nobili r ingegno, V animo, gli averi.* fo punto avvertendo E che questa ristampa, pel e è Dante dall' autore corretta sulla condotta seconda fatta I V. dal la mia pure sull'edizione del riveduta del pel capit(5lo giunte e correzioni stesso, con Pagni 1829 nel 1828. monografia cit.,pag. 47. e Prospetto dell* tore au- REATINI LETTERATI DUE lOME stampò chi deir arte, e le e della sugli oggetti movènti i esse del del più delle v'ha scopo e forti la esercitar modo e occuparsi alcuna tempo, delle altre persone, libri, cioè, e e ne' grafie autobiola esserne loro si due in su a chio sover- qualche loro del offrire allo, studioso d'altri cercherebbero cose può mai d'esame, giornali. modesto vi letterario materia teria ma- tutti, potendo avendo e carteggi invano è che minori, movimento discrezione, delle non spiegazioni importanti che sì desiderato diligenza propria la e nifestazioni ma- sue tiva un'attrat- certo erudizione, illustre abbondante anche metodo co' possono indagatore ne' de' amicizia al delle per altrui, cosi anche partecipato care spirito, ricer- acconcio d' po' un utile a verso attra- conseguir a come, propria indagine diletto vantare d' Tuomo più accessibili, ogni delle e ne più mezzo studioso, fornito r gradite, degli epistolari.E vastissima suo e uomini studio suo intellettuali,artistiche, è teressan in- e nostro i chiarimenti e campo sugli Studiare effusioni libere queste gi carteg- più gustose diffondono che i nel orma scritture ammirazione. nostra in luce cioè loro, cose qualche le sono la per TORTI IL autobiografiche, cosi le memorie di E Anche che qui oggi, e talvolta fatti e su altrove, occorrono in tanto io8 Torti,* le minute al scrisse al Colelli, e del di il Torti: il loro il Torti della la con Torti, il Colelli,il Ricci, danteschi della soave solo lume siva respon- stelle tre nel illustri scrittori ; tutt' e fama ch'ebbe e di cui è dal Sannazaro, le buone i contributi CoLARiETi ed arti ^ Torti Cesco Ciro Della parteciparonoal le traduzioni inedita di F, Torti y in Perugia, Tip. Torti, P, e art. pedagogia dei proff. Credaro F. Torti stesso, tutt*e Commedia Torti Cent. cdV abate in Dantisti del e e nella tre Collez. in corso Angelo Batta, Angelo Maria Sacchetti-S ; Beva- Lanci desimo; me- sul vallo ca- Coop.. 1898; Unafnedaglia Centr. nel medesimo Coop, Martinazzoli ; Torti Dantofili del di Francesco XVIII sec. 1899. Dizionario e al Dante XIX dicato Riven- rini d'opuscolidanteschi del Passedi stampa (quando il presente pubblicato); Sull'educazione,lettera di in // pensiero educativo, 1897. pubbl. dal medesimo V. e opuscoli nuziali pubbl. dal scritto veniva 2 la movi- d* Esiodo Morandi Passerini,e Prefazione del medesimo di di opere di Fran delle Bayle, Perugia, Tip. Francesco, del medesimo vita lettera di Luigi una con inedita di F, lettera Giobbe del conte non amici e illustrazioni alla Divina Trabalza, di Bevagna Una Inoltre furon tre e loro degnissimo, per Tip. Properziana, 1896; di degli portatialla filologia.Ne dà poche notizie Antonio in Degli uomini pitidistinti di Rieti per scienze^ lettere Cenni biografici ; Rieti,S. Trinchi, i86o; pagg. 72-25. Vedi 1 Tutt* tempo tre : erudizione, il Ricci sua natura. ammirati ma morale, il Colelli varia della deirOttocento neglialbori della e della e poesìa noti, più mite critica studi art. scrìsse splendore per T ampio cielo d'Italia, astri maggiori in quello più angusto ma non diarono limpido dell* Umbria nostra, sulla quale irra- meno gna, Ricci* del il Torti che du^ molto non ma e missiva una di assetti. vita La Ricci-,Rieti, Trinchi, 1898; — vita e le sue Angelo Maria Ricci, la sua Castello,Lapi. 1899; e su questo libro,Em. B. lett, ital,,a. XVIII, fase. 103, 140. pag. e le F. opere Ficorilli opere in Torti Gio: \ Città Giom, di si, di d. 10$ letterario lento poterono, cioè quanto che meglio intellettuali gli scarsi commerci regione, e la gretta e sospettosa censura. consentivano e meglio che il libro e il giornale, valsero a orrispondenze epistolari stringere in lotizie ) di non la vita del si bene i svolsero sicché balzan T ambiente tutto col necessario li le da cui in Più le certa una sul non fuori tempo gione re- diffonder a e anche ma opere, le dettava: chi atti soltanto eggi, sulle pur di studiosi spirito gli tra allora ì comunione lo le carattere idee i e codesti car- s'agitarono e di bizze, accompagnamento malumori, d'inimicizie, di sfoghi, d'invidie, di nutui plausi, d'incoraggiamenti e di consigli. Ciò bella prima dai vocativi stessi delle lettere a ippare ìhe rivelano naturalmente la qualità delle relazioni, 1 grado, il crescer il diminuir dell'amicizia, la o variabile stima i^olelli, per esempio, ran presto al )er un di po' ignore^per arissimo Torti. 3er signore elli col Nodi/ e chiarissimo di al nuovo le cose gentilissimoda una Ricci morisse, Colelli poco e per questo al \u\VItaliade e fnolto rudi. La ma polemica I Poemi Nistri, 1824. sul S, Benedetto relazione sulla ^^ se col Ricci diversa- Villustris- e prima che non ebbe più che Torti, questi rispose con il Torti il fu alle lodi fatte due giudizi Livorno, Glauco certo originata poesia ossianesca, veramente del Ricci, Co- tempo scortesi, non mio caro, conobbe l'amicizia lai Ricci mio parte tempo profonde radici, tanto stimatissimo andaron il Ricci li metter diventa poi caro, arri- uomOy poi e del queste carissimo^ che dall' altra ; che del mezzo comincian tempo Col col dell'altro: caro tornar nente, cioè ^mo mio fa l'uno che Masi, 1819 da inte- e Pisa, I IO della quale ci occuperemo spoglio epistolare. Rifacciamoci ressante e nostro cioè capo, Nella dal di tempo cui lettera prima si del abbia poco Purismo gusto, travaglio » (la parola di queste è facile prose la conoscere che van esser non senza di che epistolari, fabbrica) « ha tavolino, riaverlo, che per Non agli abissi Anzi 2 Altra opera del Torti 12, poi in seguito di autorevoli aveva levato gran vide ed ancora, ger legsul io soltanto un non spetto il Pro- richiesto è novamente come a dove, come dell' istesso Rieti, ne anno, il alle stelle,e chi' lo cacciava che rumore di librerie di Perugia, contro da apparsa e Roma, cioè Sciarra, do v' eglido- Piazza che, rassero s'accalo- discussioni le scatenarono nel lo Roma, a pe' tipi del Baduel puristi,che gli si di questo pure nelle quella di Cipicchiaa terminato hanno marzo pare soverchiamente ira de* mi 13 l'innalzava Pubbl. provazio l'ap- grandi, il Colelli amico altro un il Torti Colelli,« chi 1 tali marche subito; egli lo passò ad anzi li,il di ». mio « approvazioni altro, riscosse l'informava in i caratteri incontrato ancor italiano y^ e del Parnaso ». un lo volle e altro, e quest'altro ad giro che ilsuo « con credentisi aveva non quel libro, quando in gli nel » dall' indicar dispensa ai affermava, poiché posso « di disprezzo comune mio il Torti T amico da 18 19 que' pochi di quest'infelice doveintendono Ma ». non qualche cosa molto pochi gl'intendentiqualcosa, come sentimento certo un pò di vanità e un concorde paese, lettere. il Boccaccio accerta mi da le che troppo ^ del nemico intanto febbraio 23 lamentandosi un del conservan Rieti, il Colelli, pur strapazzato corso nel riscosse citazioni. il 1818, con tanta ogni parte d'Italia. nel 1806 molte e continuata lodi,onorata Ili vette clubs nell'altra e del Perugino (ilTorti, essendo senza d'autore nome 4:itoli che che il », dovette cedere non di verso lui informato nella fu le magnifica » libro riferire poteva della il tuono nec Hercules come nella del silenzio dine moltitu- contra duos, lettera cedente,* pre- dell'amico des), l'aveva ut del della edizione stampato con a*ggredito non citazione volte Piano, dove venne produzioni (do sue dell'onorevole « E dolersi senza e il « del campo.* il stato informatore garbato puntini, e tanto che egli,memore con Palazzo Perugia) a piccoli altre come a Gallo de' nacquero la conversazione, si sciolse e accadde, il strepitaresì che e sorgere Prospetto fatta Divina Commedia del De Romanis, Purismo l'apologia monsignor MartoDall' opuscolo di Monsignor Martorelli rileverete è d'uopo prepararvi ad una battaglia, se ».^ Né dalla rispondere. I Puristi fremono così avrebbe relli.^« che vorrete lodi, se ora frivole,ora era stato non giudicar dalle di scopo », mancanti attaccato di giornale letterario finiva la a dire Biblioteca che curiosa Lett. da 2 Da Roma, 3 Del purismo Dissertazione io marzo nel così: del che resto era esistenti « il « inonda- torrente attualmente reclame i6 la cattivo meno Roma^ con imputazioni cui anch' egli "" Ciò 1 Crederei E ». oppor- i8ig. marzo i8ig. di Luigi oraziana Martorelli y da Osimo indirizzata alV autore del « Roma, Contedini, 1819; pagg. 61. volumi di Opere Roma, Salvioni, y 4 del gli sarebber dall'Acerbi. giornali letterari sua che notizia avuto aveva gì'impediva tore de' che sapere scritta Biblioteca italiana^ aveva venute gli faceva ora Lett. da Romu, 16 marzo nemico Purismo Del 18 17 18 ig. Martorelli e 21. del gusto si hanno »/ due 112 che tuno v'associaste, sollecitudine con più letterati,tanto quando si faccia il Torti pare della fosse Della lettera del stessa che acerrimo propugnatore dalla trascinare novità, il fa giudizio che che, specie per paio degli lo del Né ceri pia- É parto. associò. si parente del che la l' del- « smo; Romantici- siasi lasciato di romantiche del come vaganze. stra- maggio di cortese altro un e da dico, me- sa, più molto articolisti i8 ognun spirito pedantesco è giornale ceva settario, fa- Biblioteca,cioè il Giornale la con i soggetto delle dispute Escìdapio.Né d' Ma che senza era un'altra l'Acerbi, ch'era, chiama il In ». se peccato formano ora letterati d'Italia escremento il Torti, di smania Queste Rieti « »/ piacemi segnalar al soggiungendo: » nacque rivolgeva altro Torti, de' Colelli in Tommaseo, ».* dormendo de' quando Purismo i dolori senza e « scere cono- dispute di del che le e vostro parere dire concepito domanda del del a nuovi, facile, che menzione concezione, aborto un è altro, per per i libri che Biblioteca ebbe della non se Arcadico fatto sentire di Roma: 25 pagine^ il loro ingratissimo raglio, malmenando da un siccome e l'opera vostra giumento si può voi aspettare delle Queste « Ma ». bestie c'era bene han chi per ben il Torti compensava puristi: che ai 6 del 2 1 sempre le magnifiche parole il Colelli gli trascriveva il Biagioli nella ristampa del suo commento, de' insolenze , solerte cui con « dalla giunta ancor non 1 Lett. 2 Alfonso da Rieti ^ Rassegna Vedile apHle 27 Bertoldi, Nazionale y Firenze, Ufficio della 3 neppure nel tomo R. // Anno a Roma il Pro- », citava 181 g, Tommaseo XXIII, N., Tip. Vestri ed 475, di il Vieusseux i. Prato, U, Aprile-Maggio-Giugno 1901); Giugno 1901; (Estr. pag. 18. 1819. 113 il Torti dove spetto^ parlatodi aveva Dante « in modo » , cosi il mai veduto mi par aver Biagioli,« che non lo sguardo in chi meglio di lui fissato abbia sicuro di luce ». Una tal comunicazione dava queir oceano il Colelli per far piacere all'amico, che per conto avrebbe di parlardel comfatto volentieri a meno mento suo del Biagioli.Infatti nella lettera del 28 tembre set- così 1821 la Divina Commedia cose possono non Il mio « è gran non da è tale da miseria sfogavasi: attendersi; me medesimo ha quel comentatore è medesima per fatto già ha ne cui di Vincenzo tutto dal in del con tator se e ne se Canzone, Né è avvedranno ecc. si il merito lo fatto,lo farei i d'essermi comen- far di buona nell'ultima monito Am- tornar voglia, rimanente ». sfogò solo Illustrazioni^ lettori timenti avver- presente Lombardi potessi della -- nel e ammoni, degli uno tro con- Dante, poeta nostro, troppo aspramente di Dante,... dichiaro che, quello che Biagioli cantica, dice: comportato indietro di Monti, prima gloria d'Italia alunno il pelo il Monti, che alla seconda primo e sua diatribe sue benemerito tanto Biagioliravvedutosi, il le ;• ed pubblica abjura; ed premessi tempo, ereticali conosciuto al riveder affatto sussiste non nella ma quanto ingiustamentegoda mostrar ciò Lombardi, sopra perchè grandi cosa, riputazione il Biagioli; riguardo poi al comento dantesche. per iscritto,si anche Infatti il Torti, nelle dopo sue averlo in ringraziatodegli elogi grandissimi da lui fattigli il dispiaceredi veder nel non gli dissimulava esse, primo fascicolo I Pubbl. queste in fascicoli a tre cose: « i*^ L'ingiustaper- Rieti, co* tipi del Bassani, 1822-23. 8 114 suasione cui Ella con rig'uardatuttora pedissequo de' francesi quando il Biagioli stesso in contrario; Roma verso delle bene 3**I^ il air del adottare Più poeta, che In Torti serie Dante il Colelli la spiegazione del Spessissimo vi ricorrono di lettere mercanti quali riporta il che quel data al fatto oscillare sarò forse tra i primi confuta contro Lanci i delle fatti »/ tuomini, valen- due d'Italia. dantisti l'opinione del al intorno Satan. Pape mati affagiorìialisti miserabili venditori e de' carteggio de' alfierano Dare spiritosa nella innanzi di lui i d'eìicomj, contro la e al tor qualifica Bologna: « egli è una io non profumi. E siccome il turibolo incorso preta Ella inter- di di si pasce ginata imma- nell'ordine successiva Veramente purista Costa che romano; poema cui traccie epigramma noto si ha. non nato desti- libro nel certo erano lettera una nella ricorre spesso allegoriadel veggo non libraio un T anacronismo e e vero, Apollo e dell'Inferno; allegoria che io si facilmente, come quella che Canto primo getta la confusione idee da Marchetti, sulle cav. vorrei Roma in conoscere d' pubblicarlo iij un a adesione piena dal non risulti fa Ella per di fatto prove anatema ciò che, posto anche ne delle che neir incorsa vendersi a dà disprezzo come Muse, qual lì 2^ come Biag'ìoli intelligenzadi Dante, neir ne il nità, diviho altare, cosi suo tremenda zione indigna- ».^ Multa recedentes il per ferunt adimunt, 1 2 dice Colelli, dopo conforto che Lett. da Lett. da venientes anni un anch' commoda al Torti, uscito secum, da una inulta tia, malat- lungo silenzio, e aggiunge per egli è obbligato in casa ben 182 1. Bevagna^ 5 Xbre Rieti^ 17 giugno 1823, ii6 Trivulzio marchese ispacciarglile per Arlecchino letterarie,come pittore della Ottavio, antiquario fanatico la lucerna cui ed ogni fu mai ha i penuria. Con il conte dergli ven- per pantofola il calcio a Poppea. Ogni età, suoi impostori e di gonzi non diede mestiere ignorante, Tolomeo di perpetua Nerone con sceglie natura, ed tale immor- il nostro presso Goldoni, fanfaluche sue la e è il mondo chiaroscuro questo ».* bello III. Ora la Il Colelli, in Muzzi con, Giulio del Prospettodel benevolo che r al Colelli che era Monti, ammirato che perciò ».^ La sig, murch. Foligno, a. Lett. da capace di sublimar Colelli la storia per Rieti 27 strare dimo- gli animi, di dal cav. Monti, riguardante il della varia dal spetto il ri- tutto titolo col comparve imitate viare d'in- ^/^//"^ vivente, cioè degnissimo era era il Torti, per Le lezze Bel- lettera al opuscolo suo IV ^ 2 hominem quaderno della Piccola I, aprile 1824, ed è veramente nel sia 1 Ossian Scipione ecc., ad dall' si dovere in risposta risposta poetiched* di è stato e intitolato una zione men- non Ora ossianesca. poesia sulle e onorata Torti, del lodata, si credette Ossian che Monti Vincenzo cav. sig. eh, filologicaal Parnaso alla aveva .... del d'Ossian. piena Perticari,^ « facendo del mostrato Lettera una Proposta sulla Opere si fa corrispondenza Biblioteca tantissima impor- fortuna d'Os- aprile 1824. Rieti, Bassanì, 1824. 3 C. Trabalza, op. cit.,pagg. esposizione della lettera toctiana. 117 e segg., ov*è una lunga "7 perchè il Torti potè, per la sua afiFcrmare intima assidua e corrispondenza col Monti dimostrare e meglio d' altri che « lo spiritodi Monti » col (son sue parole) « simpatizzo assai tempo per ziando genio poetico dell'antica Scozia ».* Il Colelli, ringrar amico dell'onore resogli coir indirizzar a lui sian la in Italia, sia bella lettera, si lamentava sua fatto rifaceva discutere a di di dirgli poi non avrebbe noto tante per la nella lettera carattere a « crebbe, che un pari fine, In- « stomaco, e Em. di B. deir opera 2 Lett. vostro, da Giorn. ragazzo la naturale st. d. del Trabalza altro che dirò devole lo- con chiamato d' merita so non che per sua ser es- parte cit. Rieti^ 4 giugno [824, tura let- prima l'anima, sensibilità, e volessi saprei cantici leti. itaL la infiammò mi più ragazzo, se lettura poetica, non in già autore un sìg. Torti. Ingenuo dispiacere con questo vi vecchi no o affermativo caso Muzzi, posta, non ».* Nel trascriveva son Ossian, sia ne' 1 nel dei chiarissimo di Trevi? anonimo dalla fatta da alimentò e non pascermi mio : rispondere Neil' attesa Ebbi sicuro dell'Ossian di questione, sentenza e sono come che sentenza chi, la lettera del ora si ; principio, e suo vostro se chiamar prove. conosciuta. e il ancora saper potuto cortesia di » domandando fontana della 1' avvertiva pubblicamente, per sublime preferirestea tal effetto,o una bottigliadi Canarie, di Frontignano, di Cipro, o un fiasco dell'acqua purissima non più cuore un voi cosa vin il gli mossa- « al e sottilmente fortificherebbe cosa accusa aver non sostenendo concludeva ultimo da di al bello sensibile esser per Torti dal indirettamefite dell' del 1897, che dolcemente il posporre Macpherson, fase. 2, sione recen- Ii8 tradotti Cesarotti, sia ne' nuovi dal dal della scopo le però fa torto non non detto, ed anche e Ed* io opino autore. Italia si fa in che ne filosofi, ma me; che avrò sarò andato dopo; pezzo del farebbe rispondere, ma a l'anonimo lettera tra contese ben Io il Colelli il Monti e il alla ^ spiega 31 Cesarotti, il In lett. del Colelli da nel i creduti e — moventi a nome bar ser- vergli scri- dispiacere al In questa delle il Bettinelli, ormai note. 2 il dovette luglio 1824, Mazza esso decidersi lui ostinato al Torti del tinuando con- da tacere il massimo Rieti un ».* Ed fama sua dovuto inutile, che da anche e Poemi suoi in solo Monti, il quale piegare a sdegno cosa, pienamente cav. aveva cagionar lett. del Colelli In stessa tale veramente « de' volendosi Torti, suscitò tenterò Trivulzio, altro provvedere qualcuno non al da né anche giudico, sono « : ciò né lo tenterò march. riguardo ».^ Il Colelli incominciati... cosi: del gressione di- a col sia cavoli, importa, d' Ossian ottimamente quanto che non quanto i rità, ve- convengo bastante, per non Torti srg. In escludo non rincalzare ma almeno 1 lena a epistolaredifensore del e il sentimento anche parere badate, partorirà lode, quando ecco vita la dette cose lingua, e pre sem- animo genere, traria con- va persuaso. le voi in fermissimamente la sopra italici ; da se mi buon incidenza, in per A sentimento rimarrà lettera, cioè della debbo sua. candido con mario pri- dere difen- io scritto avete proprio investigando al resto detto il persuaderà o esso o che il di che dalla essere quello opinione, poiché vedete garizzati vol- è Torti, cioè del dell'Ossian, voglio non Smith che dunque, questo lettera lodi sue e essere In Leoni. dello Rieti^ 14 agosto 1824, 119 mio Torti! in il Cielo Tolga questo di corso T infausto posta sig. Torti sia sostituito Prospetto, Siete il in giorno più io di ho al ed Sì, il « vi amo, risposta La della Piccola voglio essere del Colelli del le due concluso nulla. E perchè T affare non il Colelli lettere un maestro. Questi in non se « è ».* non poiché Torti se ne concluse ne Non ecc. di sia nulla, » difficile, veva scri- manifestar quel progetto, « che nell'arena dar a colpi da atleta terzo tomettOj amore. quaderno al proposto un finì li. nel discenda nell* ottavo suo forse air e se più molto fu fatto V estratto, ne che al bello il vostro, sempre usci progetto ristampar (e ciò air amicizia e Biblioteca,e che sembra fatto però sensibile esser per io Tho », Giurerete sensibile esser più Maledirete comprenderete, per del autore conoscenza? ciò fatto cuore subblime monta) la mia leggere?...Da non non faceste cui il chiarissimo tal modo? in contento rissimo devo,* affinchè al chia- chi a Scrivo augurio! è e grande ammiratore della verità, giustizia, vostro un più amico della ».^ deir indipendenza letteraria. Vedremo Il terzo atleta era Angelo Maria Rìcci, appunto nella stessa Piccola Biblioteca, nel quaderno nono che lettera « al eh. Colelli », sua (pagg. 90-8) pubblicò una amico del mio, ma 1 II Tomassini 2 Lett. da Rieti^ 26 3 Lett. da Rieti, IO ottobre atleta, gli dava corifei del dopo d' avere America, Neologisti». col Foligno, stampatore 3 Purismo colla testé della Piccola Biblioteca. agosto 1824. ottobre 1824. Nella curiosa si è « buona nuova convertito. lingua del scritto susseguente 300 la Storia : de uno lettera del terzo annunziargli l'intervento nuovamente questa scritto ha di mosi più fa- Egli è il eh. Botta, che la Storia delV d' Italia colla Indipendenza lingua dei I20 nel ristampata, credo, Pisa in estratta e Il Ricci fin dal L'ombra r imitazione Monti del è : importante vi ran che pasciuti da d' infermo e che delle sullo la seconda toccò di il chi i licheìiidi Selma di vento d' parole tre scorcio »^ incolta e la riusci impareggiabile ne' adottarla, »^ che potrebbe imitate timentale, sen- romanzo non era tre men- Ortis,e la coli' Sepolcri,alla ostante non sicismi, di clas- poesia bardita, fortuna mediocre il ma delle pensosa straniere Settecento, sian, d'Os- i canti « nessuno d' arte ebbe peggior destino, mele l'Europa, sazia forme del ". cavarne all'indole prima volle da- Ape natura una cammino, l'elegianotturna « Ossian, concludeva a ingegnosa seppe lo Zanella, ripeterò con nuovo per noi garbatamente l'Ape se, è molto mento significantedocu- dall' vergine e più confacentisi nuove generazioni,han messo tra che ma ed respirantiil profumo negare 11 ingegnosa, ma lussureggiante svilupperanno gente Che soave. è delibati soave neppur lese pa- Federico di lettera sua estetiche i muschi « Sogni Ma la piccolo gusto. Quanto mele pur è che le vedute suo argutamente ben era dunque immaginare quali idee nella questione agitantesi tra il per del Spada cato pubbli- e facile esposte, ed sono composto Federico, in cui di il Colelli. Certo e 1806 dell' ossianesca personali recasse Torti letteritidi de* giornale opuscoletto. un aveva canto, un Nuovo T alto terza ingegno frutto da lico ita- suolo. 1 Della Lapi, 1887 2 Le ZuMBiNi, Monnier, italiana letteratura 1886 ; pagg. Sulle neWultimo secolo ; Città 94-5. poesie liriche di F. Monti, Studi; ; pag. di Castello, 134. Firenze, 121 già Come il Colelli contro Monti cosi Avrai « : ticolettaccio Bada al eh. avvilirti del autore dava nel V avviso ar- Giornale deve Prospetto, non Merita di dico, Arcaha sposto ri- dere rispon- riferire ciò che il Colelli Roma di all' amico scrisse lui del anche rispondergli.Chi a »* scagliò si indecentissimo un inserito te CinocefaloBetti. al di di non gliene quest^ora a contro di Roma di letto Torti, V Arcadico fatto avversario ormai amico un ; e il contro sul proposito appioppato al Betti dair ira dei lenze d* allora, giustamente accesa per le insogretticompilatori di quel giornale regalavano nomignolo questo contendenti che i improntitudine rara con chi a la pensava non in quest'ordinario, Rispondo air amico alluda chiedendogli in grazia, che mi spieghi a cosa la qualificadi Cinocefalo, eh' egli dà al Betti. Cinocefalo, che sa significatesta di cane : or perchè ognun non applicarglipiuttosto quella di Onocefalo(testad' a? Il mio Pistèo, sino) che tanto bene gli converrebbe volte abbandona anch' egli,che rare una cane seggiola loro. come il mio presso tal a due su coda io rabbia, raspando destro è che linguaggio suo egli disdegna intendere e qualità che In che d' scrive, mi al egli ha ricevuto perciò si gloria d' esser che ha Colelli mostrato da Rieti, di 6 la sul in mio dichiara protesta altamente mi paragonato esser ritto latrando zampino un che e cagnesco, il Betti lett. del quello che amico presente, movendo protezione, e con una Pistèo, dissi, cane la sussurrare qualche con scrivo chieder di inteso trattata trovarmi, il mio segno di braccio I ho pie'mentre in segno eh' tavolino, avendo questione, che è venuto in « una non novembre domi Betti, facencazione, civile educortesissimo avere 1826, ; e prò- ; 122 seguondo a raccomandarsi, fremendo, mi comprendere che egli la vuole col costui alla usurpa in di genere di cane razza Tobia perchè : rismo del Pudal cominciando (caudani moveìis)per cora an- perchè Betti il merito cagnesca lingua fatto ha il esprimere timento sen- della di Dagioia,proseguendo fino al cane mento (mulitim latrante Lycisca)per esprimere il sentisolo dello sdegno, e quindi continuando non mone fino ma (Pistéo), lui a si è sempre col latrato, E perciò soffrirà mai il il e Pistèo ho non di addosso tirargli un in la protesta, sua air amico ha che Betti le sospetto che genio di un'eterna Ecco suo care comuni- di stesso questo a voi mor- e la, seggio- sua promesso Betti, ed col sca. della Cru- sulla prostituito il che che di dolore in Il povero punto, raspare, segno un ma dinario, or- di nome nocefalo Ci- prometto di chi sarà mai Ma questo risposta. bestie sdegnano aver per compagno? Io sia o un figlio o un nipote erede del quel Betti, del I al la comunicare questo faccio come applicandolo letteratura. su gli ho che che villano, un umilmente consolarlo io per gismo. il Neolo- del Vocabolario tificatissimo,è rimontato ed è dal volume dell' ira col egli non lissima genticagnesca de' cani, in liberarmi tesia cor- merà espri- si sempre introdursi razza insistito della e quello e solo egli,abbaiando Allora la non tanto potuto e protestare parallelofra merito ha cani tenta intende passati, presenti amicizia coda, indarno Betti, che del usurpatore dai della fra cani e delF espresso movimento tutti i cani a futuri, il sentimento e io fino — che di secolo,'^ le parole del è il noioso Torti frascheria "dantesca voi cui : « il noioso E fate che poema della autore sumazione Connella menzione altro è mai se intitolato La non con- 124 del sepuUo, »^ Cosi sepolcro. Farce ossianesca, che il fu terminò agitata per quasi un la mica pole- anno tra Torti, il Ricci, il Muzzi, il Trivulzio, il Betti, il De Rossi e V ira, lasciando opinione, storico ma della calore né senza senza Anguillesi,non nella propria accade, ognuno poi, come anche certo un po' d' interesse al futuro letteratura al ciò che in nostra spetta specialmente gusto. IV. Ed del di . r fallita per col riconciliazione la famosa Betti e fu Torti, quando una più al momento eccoci lettera epigramma da cosa Monti in cui doloroso sempre e diceva forca* : tanto della la questi vita speranza scrisse il Torti un doloroso al tristo che ne pati anche la sua salute. « Godo moltissimo, che stiate è il peggior de' mali. meglio di salute. L' avvilimento smaDunque coraggio. Crescit in adversis virtus. Sono il vostro lavoro ; ma di vedere nioso già da voi non di saperne il titolo. Io credo si può sperare neppure sia un che opuscoletto diretto a Vermiglioli sopra la vostra patria.Ho colto il punto ?.. Silenzio. »^ Una al Vermiglioli, ne sulla patriadi lettera era, ma non Properzio : si bene al Monti su Dante RivendicatOy che del Torti. Piacque moltisè certo delle miglioricose 1 2 Ibid. Per questa polemica assai importante si può vedere Della recensione vita di Em. e delle opere di F, B.^ e la cit. Prefazione al Dante qui ripubblicata. 3 Lett. da Torti^ pagg. Rieti, 15 aprile 1825. la nografia mo- 98-1 13, la cit. rivendicato, amico, che con fenomeno riveduto 40 anni, e conservi della lode al anche cui con al ossianica di vecchio e buon di egli di del amico Ricci, del molto Monti. che cui il purismo, mi che pare io fortemente mie, supponendo facendo vo alla Bellezze poetiche mi dessi che ecc. nel non ristampar fatta avesse Trivulzio. 3 Infatti scrivevano fosse quel ozio, per to purismo. Quan- menzione al Colelli pubblicato il terzo da la riguardo lettera sulle della sta. rispo- sua molti novembre da avrebbero letto 1824. Rieti, 13 giugno 1823, il Monti della Proposta, volume le luogo dove che Roma ed Lett. cose di quasi Dante alla 23 nelle male e esserglicosì mipedito di risponder subito , fa vanitatum! Nozze da Rieti di fargli Tempo « lima al col tera let- mi rimproverando- men pretensione che 2 che : scrivea far pografo ti- al Ricci bella una gli risposi ringraziandolo, e si dolse Vanitas mi dal Torti, mostrandosi aneddoto potessi senza prima Ma 1 che desiderato avrebbe al tera let- nella spedire pertanto adoperassi maggior non di'lui memore piacque, dico, ; piacere, il seguente io Torti, raccontandogli, certo e che 4 tate No- diretto. fatta di lode e rispettabileamico in argomento* cieco di aveva Scrisse mio doleva un poetica.^Ho tant' uomo dopo parlato Foligno ringraziamento avversario a aveva Colelli, V Tomassini ed vi mando me a reatino, »'' Piacque che pugno polso fermo, il dotto stesso caratteri egli esser per sullo nato tor- era air irritabilità i piacere ancora temeva. un proprio contrario con del Intanto « : Monti cav. di lui stesso da e cosi al Torti dal idillio scritto il Monti ora maraviglia gran scriveva ne cui al Colelli,* con anche Simo sua stie « si per lettera al Muzzi, ragioni ». In lett. 120 alla seconda parto una h^ttera ricamata la gloriosa ridere confidenza in e nel alcuno mentir di venire in dovere mia gratitudine e per compenso) il gli Idilljy S. prime, più Nel così sillaba U7ia servire V ciuto piaper dere acca- sempre « stessa di mi le procuri, abbozzi gli combattuta stati quasi sai as- nedetto, S, Be- sul mio rumore i soli predoni, che riguardarsi possano sione parafrasavaguest' espres- assicura le invincìli inoltre Ella che ragioni vi scorge « saprebbe non » del in fatto mio rep- libro di stilee di scrivere lettera da che gU Idilljsono contro io di modello Lett. ; della (non già me fu abbastanza mena lo stil de^ moderni medesimo. che me Ricci il Torti Ella mi, fatto- produzioni, V Italiade, conviene ma oflFro Le che benefattori maniera libro la argomento, , nella 2 si ora ; quando » Fra questo è ond' fisionomia deve con poi compatita e rispondereal Ma « quando : plicareuna [Il Daniel di lingua » può gismo neolo- del da Lei Dopo il dono presentarle in segno L' Italiade i sommi non e presso accusando che il che lingua discreta prelibata* miserabili Benedetto, fortunati e « di le mie i manoscritti. 1 fatto di gli estremi dell' amicizia avendo non sulle acchiuderò la modula e di desiderasse ne in lingua,secolo riferito. qui io sarei ed ricusando lingua altrui ».^ quali argute e sensate parole faceva seguire che meritevole, per V interesse può avere, Alle brano che muflfa della e Le indicata parole invece di. cose, la testa parUmdo con un s' Ella scritto ; fra suo scrivergli eleganze, strambotto, abbia ne medesimo ad rancide copia. Farmi insolente dir mio una stile Ella di di scherzo uno per difficil fatica, e non questo su volli « » non Da non e il vedo voler ella possa come decidere Bev agita Rieti, 5 agosto 1825, prisco sermon , 15 sulle gere aggiun- opinioni» agosto 1825. di 127 eroi, ed come 36 deir aureo del del consolava mi libro. suo de' Si ogni Monaci d' dal condannato di parecchie le rime orgoglio ne' miei al solo onde a do non scritti si diviene bello ; e della Il Torti di r per e liade, il non giudizio così « : da che Non per la r Italia un Russia : Ora al infinitamente nondimeno prima ad ed mi onorar- credermi a lui al da taccia rispetto, ecc. ond'era rispondente che ostacoli claustrale eroe la e fatta son le che di Dante, suo giustizia, all' possano la il celebre che Vita- onor zionale. na- il azioni suo traversat at- eccitare il quali ricoli pe- cenza tranquilla benefi- ? Pietro più e » piacenza com- ricca grandi quali passioni lettore bizione. am- affettazione, Benedetto, pronunziava vi grandi cortese qualcuno gli rendesse 6*. senza gentile poeta, pieno poco grande dicono, antipatico, come spiritopoetico al a questa philantìa incorrere al potrà presentare d' sponder ri- so la mia dell' mezzo ammirazione attaccamento. nostro di che corrispondenza, soggetto, Rispetto la sfera non vera il molto lodando non Anima più e, accoglienza sperava il regalarmi scrivo lettera, pregandola subito rispose pel quale per alcuna core per onorevole sua sentimento con me per mia questa a il mio seccatore, studio fine che noioso esser voluto mediocrità mia basta Restringo Arcadico formato ha mi non della mi e cifra,ha lo asceti- tutto domale nel opera convenienti. natura ; persuaso pretenzione, legga la resto ma Poe- molti eppur credendolo sua paj^ina in Italia per villanie, alle quali pure sue per Del la la qu(*sto mìo Occidente, titolo falsando, in cultura co-predicatorio.Ultimamente signor Betti, molto tratta d' risorgimento Patriarca han ciò in il grande S. Benedetto Thomas dovette operò per ab- 128 il poema bandonare Peireide. »^ E della finiva col siego sus- cora conseguito la gloria^:« Ella che anè giovane può tentare do terzo un arringo, riunendell' espeinsieme il fuoco poetico alla maturità rienza. Cui leda potenter erti res, ecc. glio; tali sono chi di che racoli ha dobbiamo non Intanto chiedeva alla gloria,le lelli gli riferiva voleva non lodi non della « coglionerie e quadrupedanti Oh di 1 Lett. 2 « da Il più 2837, da nella spiritie di guarda piegarsi a giudizio de' più, in che ritrovo essa Lett. da Rieti, 6 »3 passa. poi ottobre esser Perugia, da lettera una autore Averardo ben e aver la cui Montealcun damento fon- elevatezza improntata ra la futu- ingiustamente dimenticata, non se il in tutto tortiano. 3 tate rammen- non e doveva doveva adulazione, tanta Betti ! Salvatore giovane poeta, sentimenti, onde poteva Prospetto, secolo, il sommo nostro chiamato anch' i come rispondere ad a prevalente opinione pubblica, poetica sua, loro le Alighieri? ammirazione la cui ardente SPERELLI, la esse agosto 1824. 15 un di del da steso lor, ma era » l' autor fottuta ! E critico del gran Italiano Ma dell' Beva^na, Stuffi, conte scambievolmente uomini di luto vo- aveva niva moglie, e figiornalisticontemporanei : pagina ragioniam novembre opera del si avvilisce Dante, consiglio aureo del Parnaso di Sileno... degli Non del 29 di mezza vergogna il grattano del Purismo, articolo si ridi, Effeme- compianta sua de' né disputazionie più perciò rispettano scambievolmente fatica,e un della ilCo-- Odescalchi, le dotte aborriscono del neir nome, suo favorevole articolo giudicar cosi col il » giunto giornali,che Arcadico, Pietro sentire sorella de' ciò amicizie a dell' neppur pubblicar un marito aver egli, benché anch' le difese e di consultare. stancarci però il direttore che mai 1825. suo il non numeroso fosse stato il carteggio- 129 Si vede immiserirgli di più lettera I Della il D. anche renderlo a ro pove- nervoso, Colelli,a cui la larghezzadelle idee doveva buon e Gotta, scherzadogli monna piedi, cominciava i tra che bene S, « del le miserie all' occhio d* esser supposto da ora citata merita Mi è stato po tem- suo conosciuto fe- persona * Antinori dedegna, che vi siete disgustato con per di Perticari. scrisse in morte r elegia che il medesimo Dio buono che vi che ho E I il disgustaste anche la penna, sotto questi Guai chi a Verità uno sola un altro, e che, confermar a delle dico : se rebbe Sa- — sciasse la- non proprie opinioni. jota. » qualificaassai che deir e diverge ne voi scritto uno eccezione, senza preoccuparsi troppo di parlando pericolo sarebbe perchè in meco, scrittor uno Ci parcé sepultof per pienamente l' del- il carattere bene ciò appunto, da basta utilità di questi V asserta il rispetto storico, solo sotto carteggi,*non anche sotto quello della psicologia. In ogni modo è ben confortante che questi 1 Lodato « scrittore la terza risorta per politica e ad I, Alessandro poeta, vicecustode volta nel 1807 Arcadia ». V. in Raccolta dell* Arcadia O. due gina peru- Ferrini, Storia dicala di studii critici de- Z"' Ancona rio festeggiandosi il XL anniversanibale suo insegnamento; Firenze, Barbèra, 1901, pag. 269 ; e AnMariotti in / professori e gli studenti del neW opera sua del Liceo galanteria in e ma Ginnasio A. Mariotti di di A, riotti, MaPerugia in memoria Studi storici e letterari ; Perugia, Guerra, 1901, passim. notizie su Per grafia BioGiuseppe Antinori, vedasi Vermigligli, degli scfittori perugini; Perugia, Baduel, 1828-29, Tomo pagg. 2 confuta 56-7. L* ultima alcune lettera del Torti del interpretazioni integralmente : ciò che faiò al Colelli è Muzzi. Merita tutta dantesca d'esser in altra occasione. e cata pubbli- I30 così valentuomini si il in amicizia, morte più cui sarebbe non tanto il n' era al devoti Ricci certo al che, arte e che Colelli di degno. di sto, gu- polemiche alla desiderabile impedito durevolmente di e stato avesse le attraverso fedeli umori, degli d* principi per anche serbati, siano variare diversi di quanto e stretta l' inattesa far lo trare en- siderava, de- 132 studio suo delle e amichevoli, e Il se intendere a più grandi non se del che. criti- già la mente giudicarele per del genio, pere chè aveva matura manifestazioni cere sin- sue fondate sempre allora non delle meglio pur dalmata giovine aperta lodi, o sue bello fin da nutrita di studi vari e forti piccolo V aveva e ardui, specie per V età, se non ordinati e sempre fetti guidati da maestri sapienti,e nobilitata con gli afdelicati e potenti del suo che V azzurro cuore, dell' Adriatico fede i e il cielo e dolori prematuri ingrandito.Desta utile ammaestramento nostra) il della crescente sé con le spese cioè di che di incominciò nulla ben de' diedero indi Qui i comincia fa delle ardore divino suo studi sue dalla sempre ch' fattore. An- in che la bellezza delle a il già cose e di desto le scienze affetto. Poi, la voluttà tra e i gli nutrimento matematiche: lingue, quali 1' illirico e viaggi, specie quello in Italia, e sentire fuori,che al fisiche delle a poco e giovinetto,la povertà intimi, più che quelli,gli parlare dolori sentimento, quattordici anni, qualche studio poi gioventù proseguisse que' tempi qualunque insegnamento, con gli gli presto la filosofia lo la gli venivan con derni mo- parte, suscita ci che il parenti,i i e studi d'altra educavano avvivando dodici nel e educativi ficazioni, versilatino, traduzioni, amplificazioni, r intelletto ; sicché venivan che ammirata rezza tene- di lavoro eh' ei conforti stessa cominciò facevan studi dai natura in e egli eccessivamente il racconto miserie, raddolcite bellezza i sistemi accusa vedere commozione della raggio eccessiva per quanti e giovinetto: come, il Tommaseo viva chi a di sovraccaricar il e riscaldato e gli avevano ser maraviglia (e potrebbe es- davvero sentimentalità e d' Italia cese, il franle dell'Italia, « leggi. un mi- 133 degli spontanei piaceri della natura g-odimenti dell' arte. » * E seguita d' intelligenzaordinatrice filologici sto Forcellini. sul stesso, »* A gegno. di legge, quarto di r in sente fuori. di mondo le arti tra ingegno »^ ; « poi le e Col primo due amori surar mi- spogli sé in luce nuova second' Tinanno allora del i benèfici tosto gustar Virgilio, a pre specie cristiana, sco- scienze più modo fa e studente filosofia della a rinchiuso risente ne cizi eser- toma e al principio.Comincia nesso ; Rosmini teologia,e V altezza, loro tra aprirsia anni, trovandosi il facendo italiano pativa, poteva poco conosce effetti fin dal intuisce il cuore sedici anno il Ma « però e scribacchia latini,e versi deglisquisiti e delle e vivo le scienze bellezze amorettuccio mi del s'aperse più grandi. Dante la e lingua italiana. Nella primavera del diciottesimo anno « fu il vero aprirsidel povero ingegno suo ; »* gusta dalla la dolcezza impara ; il secolo e che grandi Che d'ora. intomo questo a onde memorie, sembràn mi Dopo il 1 2 3 4 tratto conobbe all' affetto la madre Op. cit.,pag. Op. cit.,pag. 446. Op. cit.,pag. Op. dt., pag. 452. 450. 453. le gli fan capire Iciscia gliantichi, il conforto non tempo, appare a' del suoi 1821. secondo e da queste questi pochi appunti è più 1823 legge con caratteristici,ma Cinque Maggio, nel uguale quale ho che filosofi- cosi al maggio Siamo desiderato, il Manzoni, sue meditazioni non quelli con porgon conoscesse aveva che linguaggio, ma suo dolori delle e I libri moderni il greco. il gli musica opere del (che gli si che certo. zione ammira- Manzoni, mostrò molto del be- »34 della nevola),e cui giovò e gli regalò una vamente compiacque vi1827, quando appunto il verso / Promessi comparvero si conversazione Sposi,di copia suvvi con il Manzoni cui stesso poche questa gnifican si- ma parole: Al chiarissimo signor N, Tommaseo del T autore r Autore che : significanti per la stima avrà professatoper il giovane dalmata, non romanzo altrettanto per l'affetto, mi sembra ancora che, quando celò forte cogli amici, il Manzoni vivo r ebbe e non mai. Condottisi tre li lesse, per in la grande postillòda pubblicò neW a poi il Cioni a la e col molti noto de' senza non costume, suo di queste postille che Sposi, sui Promessi cenci l'ottobre in già il Amo, codeste viste seconda del 1827, il redazione del altri Niccolini, non postille, osservato si, mentre che ma pre sem- X. Y. K. suo pseudomino Promessi Sposi, che aiutaron Luti, abbian ha fece succo Firenze di risciacquari dimostrerebbero Del Sposi,egli come vita, articolo Antologia perchè, come luoghi della si sa, fondo. un i correttori il Manzoni tempo, il lodevole secondo capo faisc. LXXXII, il attivissima sua ; e, compose Se bene occupar tutta avidità li la viaggio verso regalatiglide' Promessi preziosivolumi i Dalmazia in seco Rigntini/ Romanzo proverebbero il contrario. Di esse dall' illustre I Postille precedute da di G. un prof.E. Teza, inedite suo di che Niccolò discorso RiGUTiNi; il qualcosa sapemmo critico ne Tom e masèo pic- ai Promessi accompagnate Firenze, Bemporad, 1890 giugno pubblicò un i** 1897; da pag. Sposi zioni osserva- VII. 135 « e Antologia*,^ quel piccolo saggio nella Nuova che vi fece T illustre professore saggio e le osservazioni padovano invogliarono il RigtUim di renderle di pubblica ragione ».* Ma tutte questa pubblicazione fu ritardata dalla speranza, rimaista trovar poi delusa, di riil prezioso esemplare, che maseo regalato dal Tomalla Capponi, la marchesa figlioladi Gino colo Parinola, Marianna le postillehanno cioè ha quale creduto e scorso, illustrate e dal benemerito sempre de* loro premetter opportuno Tommaseo, critico del discorso Bemporad anno italiani. studi Il T soltanto infaticabile Rigutìni, sempre buoni dal 1897, edite nel la luce visto ritrovare. Cosi più fu potuto non il s'è pubblicato, come detto, neir Antologia. studio nello fa parte del E note. intomo volume cambiato, cosi crediamo dell'articolo per r stesso importanza ha augurato minuta una di confutazione in (se si farà, non essendo de' Promessi Voi. 1 come notevolmente richiamarci critica prossimo un di che commento impresa da conferma si o farà, pigliarsia gabbo) XXVII, serie III, i giug^no 1890, non 16 giugno, Rigutini. Rigutini, loc. dt. 3 Nella un è citato nelle Sposi, dice il 2 ecc. dell' opera prezzo che degli studiosi, e per la gravità il Rigutini chiama che bello, e cona^ delle postille, alle quali il D' An- r attenzione sopra arte ristampa questa porò l'incor- Manzoni Alessandro a e Ispirazione in siccome il Tommaseo discorso Orbene, codesto recenzione Éasc. della Rivista delle Postille bibliogr,della tommaseiane leti, ital.,1897, pubbl. in »36 E del bene insieme stesso citandole col nel Barbèra, dal resto loro prof. sapere che Enrico Mestica ai commento altrettanto e quelloche, a pezzi e pubblica il Sansoni. il bocconi Rigntini venuti eran Promessi facendo sta in già Sposi (e me chi Petroc- il ora edito dispiace), ne IL Per postilledel Tommaseo, circostanze luogo esse di e gloriadell'illustre si lagna in che potremmo non solo la delle quali e e di dalla dro Alessan- sul traiscuri indotti giusto. Giova delle figlioGirolamo, quasi la memoria*), articolo Patria tendenza grandezza (di cui, a ragione, facilmente esser maturità di dalla uomo nobile un interamente la Perchè in il determinar fatte,e vennero tempo. Norsa, giova valore del poter giudicar degnamente giudizioforse un a inoltre del estetiche dottrine non conoscere maseo Tom- egliintendesse Y ufl5.ciodella letteratura, della anche ma qual opinione egli si fosse formata questione della lingua. e com* Il Tommaseo più che varie tutti i della abbraccia parte del dubbio senza abbiano mai campi che è « la con periodo in percorso Quesf letteratura... sua vita letterario delle una ogni menti senso lare singo- uomo (i802-1 874) la maggior ora quasi finito,ne alla patria febbr. 99. «.... io letteraria^ auguro lina si volga spesso a quella ridente colche il pensiero degl'italiani al folto degli olivi, sorge fra mezzo di Settignano, dove I Roma — modesta, in grande che suo amore un umile lasciò per camposanto sì eccelsa ogni cosa alta di campagna, testimonianza e buona. » del la tomba suo di sapere, quel del »37 riflette colla varie, e opposte, febbrile la attività multiforme sua il culto cozzanti: del impazienza religiosodell* antico il dubbio nuovo; fede; l'istinto popolare democratico della e contradizione, all' autorità del la critica erudita classici il e o della la e ribellione, alle tradizionale leggi paissato ; V ispirazioneinventiva gxisto delle ; il v'è Non prosa ossequio sentimento, romantici in V e le tendenze tutte di non di quaisigenere abbia egli non all' epigramma, dal trag'ediaall' inno e di giornale e alla lettera parte delle, scienze nello stile i contrasti morali de' de' scomposto, composizione eh' in versi forme serene rado e dalla trattato, ticolo all'ar- romanzo familiare; v'è non della in cui egli filologia dato abbia non qualche nuovo impulso o accennato alla Pedagostrada, dalla Metafisica gia qualche nuova all'Estetica, dalla Lessicografiaallo studio de' e alla traduzione... Nessun Canti popolari,dal commento altro forse più di lui rappresenta nel pensiero e le incertezze e del/a nostra ratura lette- »* moderna. Questi e contrasti necessariamente meglio devon incertezze queste e esser rilevati nel periodo giovanile della sua nar operositàletteraria. Egli stesso, (per accenalla critica)parlando della soltanto critica sua giovanile,la chiama lo stile in che avanti G. e il 48 e La 49 avventata, senile.* E letteratura in y critica letteraria moderna: 750 e scrive, posson uno Barzellotti, dopo della uggiosa meno 1 sventata Morandi, 2 Op. cit.,cap. la forma come la rivoluzione Antologia e di in Italia della nostra Lapi, Città di Castello, 1893; pagg. 751. e se servir e randola dichia- pur Educazione de IV ingegno. 138 stregua convenire bisogna averlo allora fa sapere anni stranezze.* Promessi il ai trenta E, non alle voci intorno a le bellezze è intendere e del altro queste nostre vero biamo ab- che cioè, mente tro al- manzoniana: è giudicare. (Noi osservazioni guaci se- giudici spassionati.)Inoltre, per e egli attendesse alla lettura de' si può negare che in viaggio, Sposi,tuttavia non lo spirito impressioni varie e diverse, con calmo e riposato, l'arte si può gustare, sempre tavolino e a senza giudicare come pazioni. preoccu- Promessi sotto non non Nell'immensità del maghi della natura, la piccolezza delle Che basta. quando se la fama dire quel consentimento e che la destato intomo come sorti e del e al loro universale delle cose era autore cit.,pag. 473. si umane! già grande, Sposi,tuttavia non pos- si fosse formato d'ammirazione, spassionata e senza formato oggi. Né dobbiam Op. cit.,cap. due cielo,i maggiormente del Manzoni lettura e mare oh, i Promessi comparvero siam I mere attentamente quanto han altro, ciò dell'arte gustare, in essere tempo novità, erano principio,che il Tommaseo la e già l'animo quell'età,avesse vorremmo Né dai certe a e da intendere sente ci i detto, egli postillò infirma, per a gran antiquate esser abbiamo non affermato forse egli stesso concetto) che stile fu tinto della pece suo sapendo come ciò stile. Tutto atti dovesse non Sposi a venticinque anni, e, aggiungiamo maggior parte di esse postille riguardano lo la ora, Tommaseo proprietàdi poca che, sue, gusto letterario di qualcuno, il che gallicismialternati forme ma del squisitamente raffinato,se (con ventitré de' giudicar per che il preconcetti dimenticare I40 finissima un* era gire di arca senza scienza, detto che la se servirsene senza professato pur errore Manzoni ben non lingua: Morandi.* ormai de* lombardismi mania, nel fiorentino il modo ne* libri né romanzo, per confutato di appunto la manìa avesse mentre tu era al caso il della dal esser afferma quando erronea, facesse cioè dell' unità mostra quel- concetto suo, in di ficcar tt'altro che assoluta, mancandogli che alla valenti, che meridiana romanzo: necessità ma sito.* propo- dal Tommaseo ideale il Manzoni postilla,che a principio,un suo il Tommaseo E molti luce a lui nell' opinione anche una il circa errore da fin dal avesse, determinato sfugf- a lingua riguardo alle postillefatte prima (sibadi bene) redazione del r lasciava qualcuno potrebbe sembrar della questione della argomento V opportuno poco che ma e accorgersene Ho il Tommaseo che significare ironia, voleva né appunto dolo trovan- ne* vocabolari. III. Da di dati fatto parrebbe dunque lecito e il rispetto dell* altutto tissima ragionevoleil dedurre, con che del Tommaseo, le postilleai Promente messi Sposi^se pur son degne di studio e di discussione tutte a una a come giudica il D' Ancona, non una, un però avere grande valore di verità. posson questi Cfr. 1 Napoli, Prose e Prefazione alle MoRANDi, D. Poesie Morano, raccolte 1884. dal — Morandi Un Critiche del Bonghi; Lettere brano stesso; è riportato nelle Città di Castello, Lapi, 1895, pa^. 650. 2 Punita V. il noto della volume Le Correzioni lingua; Parma, Battei, 1879. ai Promessi Sposi e 141 dacché Ma fondata parer può base sopra confermarla di cercheremo potrebbe il con cuno qual- a solidissima, cosi non s' intende, delle sommario, esame, conclusione questa giudizio che postille stesse un ci suggerire. Esame che voluto avremmo rispiarmarci, d' accordo nel importanza V segnalare ebbe dire a col siamo come delle Teza, il quale, postilletommaseiane, prudenza: tutta con potuto, veramente, e chi... volesse « di mandare ogni sillaba, o gettata o caduta su quei margini, dogli farebbe ingiustizia. ragione al Tommaseo, Venne 1* età matura, germi presto per lui, e molti fiorirono in quelV intelletto fecondo, i giudizi raffinò o aggrandì ; ad accenna poiché via una il Teza de / stesso Promessi Tommaseo (e postillasi raccogliespesso una pagina scritta più tardi, o dalla quale si ritrasse. »* Ma, zioni s'augurava che le future edile postille del Sposi recassero umile una di buono ha quanto in fosse dico non in contradizione, che le si riferissero con una egli intendeva il Rigutini le ha e blicate publarghezza di criteri), volume in un tutte a parte, premettendovi prefazioneil primo discorso su / Promessi ^osi sicuramente certa come nelV pubblicato postille,buone e cattive, e e raccomanda sua e e Aniologia alla che il quel che invero, dobbiamo cosa di I Art. ciascuna cit. mi voglia Colombi pare e di ragione al non codeste esse rità l'auto- con alcuna l'esame al- pensasse, necessità delle fame di succo sfugga ne discussione,come marchese del il D'Ancona non diritto, il Teza, vien di fatto di Accademie. dire E mandare postille?Do- Tommaseo? Gli fa- 142 di il molte, delle Rigutini evidentemente il D' e è chiaro che suir se maligni del presto anche e I de Le dire formale: quelle,filologiche queste, distinzione è appiccicata d'arte con Quelle per che la psicologica e i Di esse più storica l' elemento personaggi, ve altro per sotto esleUche stabilir una la forma sa, materia non elemento ma o n' ha il disegno d' e la generale minore di le altre maticità, dram- tende l' originalità, s' in- estensione. e numero tutte l' del- l' analisi invenzione, realtà, le sono morale-filosofico, la argute, incomprensibili,strane, ammirative, Tommaseo al %\x\)^Antologia, articolo maggiore con ma vero, chiamarsi alla sostanza, dato han materia è rale gene- tre estetico, le al- il fatto alcune estetiche^le quali riguardano opera, in connaturato. essa il noto stendere fecero raggruppate esser loro, perchè, si tra anche ingiusti. senza veste una vitale netta Romanzo potrebbero e camente, logi- non quale Sposi, pensati categorie,riguardando avversari e al Zaiotti, del non glino ripi- postille,certo del Tommaseo, Promessi esser critiche parte, benché postille potrebbero l'esecuzione blicate, pub- son esse pedanti dalle non discorso severi, per troppo due se quelli dello eco dicono indecorose certe in gran derivaron, che or molti che Manzoni quel primo Ma ragione manzoniana, arte conto tener gioventùsoprattutto debba non per altro, perchè non la di apparenza Non sbagliate? No, Ancona. suir avviso, posta da il Teza. ingiustizia,risponde remmo profonde, specie : sbagliate;alcune imprudentemente sivamente ecces- zanti sprez- I Non potendo questo Tha fatto né molto volendo bene riferirle il qui Rigutini tutte in un (che libro 143 darò apposito)', bastevole confermar a c'è superflua:non a di fatta prolissità di sull'autorità del all'arte è romanzo che manzoniana, Tommaseo vittoriosamente. dialoghie i tuta ripe- fino, si può dire, in Trova soliloqui;mentre, più volte specie lunghi i giustamente come Barbèra, dell'edizione commentatori e critici l'abbian molti combattuta i parte del gran mia. quasi capitolo dal quale, secondo cusa da toglieremolte pagine: è l'ac- sarebbero ieri,nonostante caratteristiche la conclusione opinione e il Tommaseo Secondo lui,non V più delle saggio un servano osnon vine troppo restii a far bon viso alle osservazioni del gioi soliloqui,in che « dalmata, se è pur vero chezza, lunghi ti producono noia e stana interrompere l'aspecialmente se vengono quando genere, zione non è men vero che questo la sua rara maestria, perchè drammatica anche mostra al son », in soliloquiosa Egli scende nel dare movimento un sentimenti, li suscita, li personaggi; e le in motti piccanti.»^ Il Tommaseo dov' è racchiuso invece in mette questa malizie, i suoi sue vi umano, cuore uno il Manzoni « drammatico. tutto più riposti tanti azione, quasi altret- ricerca analisi i animata sparge arguti, le sue riflessioni difetto vede dunque un de' pregi più essenziali dell'arte manzoniana! Con che veniva questo preconcetto della prolissità, alla mente la natura I Così del e nel 94 spesso il Mestica dice : anche " faccia il Rigutini del 97 P4, io proprio so ! romanzo, e considerar non dal non ricono- Rigutini,il quale, nel 97, per I soliloqui nel Romanzo, sono, troppo 128. troppo lunghi ». Posatile, pag. Come non dal anche del l'essenza lodare il Tommaseo frequenti, e Tommaseo il e a star d' accordo col Rigutinidel 144 la necessità scere tal genere naturale fame inutile della tutti a analiticamente letterario, era la narrazione sempre di trattar (e anche al lo stile ih che giudicasse tutta è parsa mentre affatto^ Tommaseo che la dice più maraviglioso in arte, nonostante che lunga e perfettoci può essere sembrasse al Goethe altri (inue e ad tile pure al Fauriel a nessuno); era naturale che tutti glialtri episodi alla aver gli sembrassero usurpato il luogo riservato mentre un giudice,che speparte principaledell'opera, cie il De Sanctis, afferma: ha competitori, in questo non imo « di de' La ciò che pc^si meglio scritti) Milano una sembrare possono a quelli che logica Gertrude, di monacazione di la carestia avvenimenti concepiscono artificiale con un e la troppo luppati svicome romanzo equilibrio di peste proporzioni. nel loro senso Questi ed altri avvenimenti, rimanendo come parti orgagenerale uniti col tutto, vi stanno niche, di attività dotate e propria, vere compiute universale poetiche, che in queir armonia persone fini e interessi hanno propri. »* inoltre notato Va (non a colpa del Tommaseo, ma a discolpa del Manzoni) che la prima edizione del romanzo non corrisponde in tutto alla sua prima che stesura, e che molte parti il Manzoni soppresse, avrebbero potuto, pel disegno generale dell'opera, dar ragione deir apparente soverchia lunghezza di episodi. di Cosi chi pensi, per esempio, che la monaca la fin del romanzo Monza ricompariva verso per aver secondaria che tutto e quel che a lei si parte non riferiva il Manzoni gnor soppresse per consiglio di monsitroverà che sia Tosi, non sproporzionato quel I È citazione del Rigutini e Mestica, ed. Barbèra cit. pag. 347. , 145 ^he r 5u dice autore di argomento questo notare, di lei ne* come brani fanno non capitoliIX X. e si soppressi al criterio iir osservazione E, de' tornar per alla e oltre Tommaseo, le rilievo bellezze. brano Al da Galdino, che scene alle poeta, racchiudono un la accompagnano dar a in e inutilità, egualmente, se tutti e le immagini vivificano descrizioni, e delle vere, inteso lari que* partico- narrazione, quasi a e del maravigliose consenta del i che, sentimenti ai delle qual proposito mi si quel mirabile bozzetto è tutto stilistiche discepoli, al dialoghi,coloriscon potrebbe de' maestri discrezione minuzie, miserie, noie, gli sembran che altro scolastici troppo i commenti preoccupati delle minutaglie grammaticali e la lasciar E D' riportar Ovidio, Fra dimostrare, rettamente, indi- s' intende, la falsità del maseo: giudiziodel TomI particolari, le minuzie « d'ogni maniera, ogni tratto, ogni parola od azione de' vari personaggi, messi son ogni frase dell' autore, ogni virgolaperfino, li a ragion veduta. felicemente vi è non Tutto men immaginato che giudiziosamente ponderato (curiosa direbbe. Petronio) accordo Che codesto se felicitasi mirabile produce fin dalla prima volta un' impressione in cui musicale concerto un gratissima, come ogni sia irreprensibilmentesonato, anche strumento se e di quelle finezze stintame dimolte manzoniane subito sono avvertite; moltissime però, a chi queste chi quelle, sfuggono le prime volte anche ai lettori a tori. de' letpiù acuti ed esperti, e tanto più alla comune »* Ma il Tommaseo, e non glie ne facciamo di I ; Le correzioni Napoli, Morano, ai Promessi 93 ; pag. Sposi 251. e la qtiestionedella gua lin- 146 certo necessario ! Un* antipatiaferoce bolla che sempre nella loro filosofo un buon All'accusa un' altra, il di Meno che vedere E che in pensiero! perchè goffa e » e benché strane, molte dà ne una sublime un la ben sua certe pensata: sta «re- volte, fa delle delle seguenti: le come tudine, simili- parentesipossa pensiero. raccoglie in a imitare e a parte inventiva giudicar del manzo, ro- che, molte « da cose quando dire, e periodo ; quando inventa, ci un per cosi ciliege, Tommaseo Tommaseo al goccia bravura, le come esser di criteri estetici veramente dire, ha di cerca fingere e della e confusione una la narrazione idee, di prolissie inutili; Buona Pare, dunque, il Manzoni qualche poi aggiunga: criterio,il più della parte storica strana. di pensa, com- ». perchè gli spropositison porta il questo della prolissità a la è sempre Manzoni capisce come contenere e modo di certe E male contrappose ne collocata;Goffa parentesi,ma sublime altre simili,da farlo pigliarper matto, si non alla È curioso, non è vero? sce riconodelle prime postille una sufficiente Dialoghi belli, ma mal un sempre concisione troppa veramente ma producon certo sviluppo questo con in circostanze. se osservazioni « della in prolissità una ragione »; sempre a che la « che prolissità, però, mancato male le alla riflessione. di certe parentesi, lettore, richiamandolo sul Tommaseo, del e scene, ha dire senza : quella cioè tratto le per ridicolo,mentre invitandolo e poi aveva dono più racchiutarli arguzia pensieri profondi da medidi effetto artistico realtà bello, inutile il il colpa, giudicava brutto gran a goccia farci sentire la verità ». Per per farci rare assapo- egli sappia questa opinione, com' I4B abbiam visto come già una dura benché fortemente scosse esperienza della vita avesse del cuore del giovine dalmata, il quale, per ch'eglisentì la varietà potentissimo sempre della lunga non le fibre il fascino natura e per intensità aprendo deglistudi, s' era venuto ai più vari sentimenti Si comprende umani. quindi lo spiritodel generoso facilmente come vasse giovine troil più pieno appagamento, i godimenti piùdelicati neir analisi profonda che il Manzoni fa del cuore ne' Promessi umano a S^osi.Ma, anche prescinderda manzoniano doveva questo, la psicologiadel romanzo studioso del uno a 1827, come apparir cosi nuova rimane tuttora e vera, profondamente nuova sempre e da attrarre da destarvi necessariamente l'anima l'ammirazione più viva. aggettivi dello,sovrano, per esprimer Tommaseo, del Ond'è stano gli ba- divino,divinissimo, non tutta la sua gli che esaltazione estetica, ogni volta che si trova dinanzi a quei fasci luminosi flettent e risprigionantisiquasi da ogni pagina del poema i più svariati chiarissimamente aspetti e movimenti XXI, per del dello spiritoumano. esempio, dopo cioè rapimento coir innominato, delle esce fatto da in Alla fine il racconto Lucia quest'esclamazione nulla interamente, che diventa cap. vente commo- dell'incontro e più consolanti opere dell' ingegno umano anche a censurare, qui, quella tendenza approvar del : E « I » una tavia, Tut- a non nel Tommaseo di supercritico assunto quel tono partito preso, della fin dal principio e alimentatogli dall'abitudine rinunziare al quale non critica giornalistica sa e nepalla rivelazione davanti del genio, quasi per la pur un tèma Manzoni artista di aver scapitarci,e, dall'altra parte, il non conseguito ancora quell'autoritàdi sommo che gli è stata poi decretata dal consentimento il 149 il Tommaseo conducono più, queste e altre cause far degli appunti ne a chi giusti né sereni su certi toce atteggiamenti psicologici dell'arte manzoniana. divino queir « E Lucia? Per esempio, trova », la parola de* sì fu che di Renzo gettata reduce divino dalla quel le traverso a è, perchè tratto fantasie Abbondio: don di casa bieche e la bella e ramente ve- tile gen- la Beatrice dantesca, scenda figurapar che, come dal cielo sotto la rasserenar a angeliche sembianze ritornar nel cuore fantasia del giovine e a fargli 1*alito è fiacca » del bene. Ma la e poi dice che « cade bellissima ripresa: « Ma il pensiero di Lucia, quanti pensieri tirava seco I » Ma su ciò vedremo più avanti esaminando le postillestilistiche che con la psicologia hanno molta relazione. sbagliata la postillaalla fine passioni di don Rodrigo sono Assolutamente cap. VII «... : Le troppa compiacenza dipinte: ed nel fondo dell' animo d' animo induca tante : ha fatto ; se in tutto ciò ne ; non suo ancora si sa si non se del con legge in lui sia perversità passione che a quegli eccessi lo parole si spendono per dire ciò eh' egli poteva spendere alcuna a dire quanto o fosse di così necessario fermarcisi, grand'arte non commenta reo. » Mi mostrarne per : fa che par che la il commento non sia falsità. La sbocci dalla del lettore limpido nella mente riproduzione come adeguataeh' essa fa della natura. E non vediamo il Manzoni in una il più delle volte racchiuda tesi parenin un' interrogazione maliziosa in una o o vazione osserfugace gli alti insegnamenti che emanano dai fatti umani ? Chi non vede e descrive ch'eglinarra ch'egliha quasi ritegno a ficcar 1'io tra la narrazione al Tommaseo e, quando lo fa, lo fa fuggevolmente? E giudica inoppar quasi il contrario, poiché spesso I50 che riflessioni, certe portune Anzi, all'arte si dovrebbe descrivere la nobiltà all' artista impone il male dello fu il Manzoni r amore, come E di non è necessario, per dirla prefigge non si sul male anche tanto sol- passioni, certe il e nella che il male descrivere pieno che mondo, non alimentando lui, andarle con gnanza ripu- V arte a è cosi la esagerata, restio, ma cui fonde. pro- appunto un che dire rigoroso silenzio società si manifesta. e è talvolta che scopo nuove potesse fare si questo manzoniana, a che in se chiama pur cogli scritti. difettosa Trova Chi Né il De de' fa s.ul conto come I così vedere » Gli cond' dell' innominato in tirata il come ; servo tate? can- al intomo talvolta : che dice ora Perchè? i cattivi. è un allora non proprio a di cumulo far le due si fil di me sommanzi. ro- logicai i caratteri di don Rodrigo, Niente traddizioni con- fanno riusciti « cosa qual- tutti aver bisogna sapete perchè ? di di la se- serva cile più fa- che [lodice lui !] fare in pochi tratti un carattere Attilio, quel podestà son più capitoli.Quel conte aria, senza caratteri in comune. Bisognava li Ma vince. poi più sembran ordine, l'uomo di lui decidere Conclusione sembrano di lodevole è l'uomo: qual cui han ne le difettoso. ora gli nulla e non per : e buoni personaggi Perchè il Grraf e Cristoforo, di di di difettoso « ripeterlo oggi, dopo Sanctìs bellissimo, carattere un dell' innominato. giusto è quel che afferma personaggi, contraddicendosi sempre carattere di coraggio lodi che somme è il avrebbe la conversione una trovar distinguadal quella parola potente che divisa che li scolpisse. » Che il Manzoni abbia con poche pennellateab- 15» bozzate fra come della Piena Luna siano non secondarie del romanzo, figaire ste ToGaldino, il sarto del villaggio, le magistralmente individuate, che le determinate e d* accordo ecc., specie Lucia, don principali,da fra Abbondio, r innominato, fisionomie abbiam non tutti che prie pro- riconosciute, nale, Cristoforo, il cardi- don Renzo, dire ma : Rodrigo, le come più originalie finite di cui sia capace un bestemmia. artista superiore,è dire una mezza si ripeterà mai Gli è che alla prima lettura, non s' intendono, abbastanza col D* Ovidio, i Promessi Sposi non neanche dal lettore più acuto e esperto, quale creazioni era e non del nativa e del de* che Dalmazia il il Tommaseo Nove romanzo. parole soliloquioson dunque volte il Tommaseo per addotte, sopra Né dal altre che è strano meno che e sbiadita, indeterminata della realtà paesaggio quel per e de' Promessi erronea critica Il quale, d' del altra Romanzo che dice Sposi si senta il è, come addurre. circa la e in mento senti- particolare, è troppo bisogno duzione riprochiama che di stile. Sul natura, guida lan- ragioni di le natura, seguenza con- che il che potrebbero difetto della scritto, perchè io nel originalità si il dialogo, inutili. La per sparmian ri- non che sarebbe vero, fa della il Manzoni e del romanzo, lontanissimo sa, dieci, pur su lunghi troppo ticità dramma- della lode, egli dice di sia la drammaticità ognun prolissità gere dispensa dall' aggiun- sulla pretesa soliloqui,ci pensasse alte r della volta detto abbiam che quel bene alla maseo il Tom- essere I dialoghi e sul poteva non viaggiante 27 Quel de* poteva era, di e troppo confutar Tommaseo. parte, riconosce ; ma non si gran varietà perita gridar bene e certi contro spesso Riassumendo, Tommaseo dice cattivo tanto delle serie prima Manzoni del troppo di volo, muni, co- buono che il spesso e del della dir diversamente quelle cioè di esse, è del Ci questa su che quel « : si possa se serie di feconda andar per diremo postille, Vedremo ». gli sembran ridicoli. puerili,o o che passi abbiam mato chia- filologiche. IV. Tommaseo postilledel Le / a Promessi Sposi, filologiche, per distinguerledalle fin qui occupati, voglion delle quali ci siam estetiche in due distinte alla lor volta esser gruppi : V uno di quelle che rigiiardan lo stile, Y altro di quelle che che abbiam chiamato riguardan la Veramente, sarebbe lingua, ossia la come : illogica cert' ordine, un neir prima, è ma noi e comoda vi non assentimento anche de' stile. mezzi dello questa distinzione de' uno procedere per con dando rinunziare, fi- sappiam lettori. buoni un più illogicopoi sarebbe taglio netto le filologiche tra dico tra questi due gruppi, ma zione locuc'è le estetiche: perchè, indubbiamente, non la proprietà, ossia che si possa giudicar secondo il rispetto della lingua, senza ammetter secondo Tanto non e che la bontà sua stile dello e all' interezza lìngua, sintassi, stile, fantasmi, parte sé stessi, per organico e Ciò posto alcune : che e delle aveva ma di metter tutta sentimenti si fondono sì chiama prima di estetica in effetti buoni ai contribuisca non un 1'opera fan non tutto nico armo- arte. sulla pietra mica anato- postille stilistiche, ci vogliam il Tommaseo, : quando le buttava mandare do- giù 153 su* margini de' ciò di che Le stile della beir bona e sulla sentenza che vita dubbio di appunto Come, di Questa ? Uno E dev' 1 la : È, parmi, « generi e lo chiaro, tivo. ammira- ma può, non è dello stile errore de* grave Lo mezzano. E ». ghi, al Bon- poi : « dere retori, quel divi- stile elevato, stile Sotto non è che la Perchè nome ci la letteratura critiche e con italiana prefazionedi L. Mues, 1873 ; terza non sia Morandi edizione. e dello stampa, di stileintendo prima espressione comprendo concetto, e però ». e le cose Ispirazionee arte cit.,pagg. 491-2. Valentiner non che segno quasi contemporaneamente del Lettere rebbe crede- stile,se è stile,non I Lo stile,e ragionare dello così, del pensiero 2 rebbe ride- all' attenzione punto prolissitàanzi il ToMxMASèo, Anche stile dimesso, dir esser lo additata grosso cabolo. vo- chiaro ginnasio chi mettere. am- manca. scriveva in dev' prolisso.La essere lo stile a che un così poco costerebbe certo di stampata, chico, psi- di pro/tssoe esser scolaretto è roba porti im- e question incongruenza. Eppure, tanta voi potrebbe Sarà lo stile degli scolari,senza è È quella « intellettuale nessuno andare. però, può stesso tempo lavorio pensato, Ma, lasciamo solo il Bonghi, dette l'idea,e pensarla, che lo stile,perchè ma : questo chiamarsi possa ? che nella mente bene prima sentirla,nessun nel mostruosità una pensieri pigliano in voi, e che nell* esprimerliagli altri. »* Ora, che veder effetto il i vostri comunicate e è Lo « Facciamoci ». Foscolo,* dello stile ? del per far giudizio: la definizione ricordate : pensato facile il primo, tomo pensato, che sul croce e È no. questo con chiaro prolisso,ma segno del osservazioni si chiudono esempio, un chiara volumetti, un* idea lo stile f Recisamente, sia dimostrarlo. famosi tre popolare ; in e le parole Italia y Milano, Padova, 154 è Ma tener senza d* esamìnéir tempo intendendo dovere a stile,confonde sia cosa Tommaseo, il che presente sempre non qualche postilla, stile di esso, lingua,che è materia quanto per adoperata a proposito, alla sua vita e Verso fine la del dello stile dominante I, dice cap. [de / Promessi che né ha non di seguono, cui Sposi] sono Può che darsi confessato il Manzoni dir rimane vi Su poi Non : Lo « quel so le altre che son pesanti,cioè sforzate, dure, volgo (quale: lombardo la lingua di della materiali stesso^),abbia stile Ma naturalezza. o rentino fio- prima edizione, diversi (r ha nociuto all'unità, alla cità, sempli- e dall' sua nociuto aver a ? ritorna punto questo figureplebee (come che invece sovente, affettato (non Appendice in Prose 2 E altre fatte perqualitàessenziali, all'avergliele der ci corre tutto assai, mi pare. Se le togliete, del 1 ad due queste e biasimo uguaglianza^ dello dire voleva le il capisco evidentemente che di come composta voleva sioni espres- miste semplicità». dall' ultimo r accattate non carattere « con lode, di parole né efficacia. che anquel poetiche,e intendo poco degli altri tre aggettivi: in ogni modo dire voglia il valore son unità e sca, contribui- che poetiche, forti, ardite, dipinte, dall' ultimo volgo ». pesanti,accattate stile non minori Es, : Si espressioni una che qui dichiara la santifica e non cioè meno uguale, Relazione aUa note con sarebbe due chiama)* che intomo di A. sparata, più calzante co mune semplice^ cioè non all' Unità poi dell* altra. la prima usa lo stile dissonante Bertoldi corretto che il Manzoni naturale, rendon uno^ ecc. le affermando spesso, della lingua cit.,pagg. 335-6. in buttata il Curioso locuzione sulfuoco^ e nel Rigutini lario Vocabo- (senza restrizione)pel linguaggio figurato e registra buttarsi sul fuoco! miliare, fa- »56 malizioso, che deir Per manzoniana. arte di questo sulla futura E, ». di il non una in mezzo, altrove : avrebbero » 4t addormentato, da tratto periodo senza pre- dal : quei che si qualche cosa gli disse Renzo, .... sua Risi « .... trovavano ad essere tra approvazione del Rigutini,l'al- V senza ; e, la approvato me, pagato [quella ceva quale fa- la ma assenso, suo pesta, che una serra, decisione « la fine del gntini,giudica cattiva fa : la finezza vede non Gertrude] per torto, secondo a felici caratteristiche esempio, contrapposto condizione mestieri, più le tra son mezza a con una un con voce, sbadata, che cera fare qualche altra volta ». (Ossia, veduto gli abbiam di carpir da quando, con un certo atto trascurato^ cerca del suo terribile e malvagio avversario). Perpetua il nome Ma, pel solito strano gli par sublime compenso, lo scherzo che che ^ costretta la c'è per : si « di in mette novantanove et tratti non » è vivo VI) cap. il (« e vicina ; le nostre il colorito lo « lampade; » chiesastico. qui, (« : la venienza con- il Manzoni che faraone era lasciamo le nerai questipe- « il Tommaseo chiama vedi stranezza, è il più bel periodo il tempo può che : gna, bene, biso- di XXIII Divino; non cora, an- ». cuore Riscattiamo sposo e* è il belli,cattivi ; mentre, : più strano non cardinali a : perita di postillare Fortuna : affatto compreso » pecorelle.... cap. inventus est » ibid.), e che del libro il brano accese monaci a pesanti,non sì dove espressionibibliche certe bocca indurito.... contrario, ha non epifonema forza farlo per Medesimamente storia, di cui dice agli uomini che sa più volte, le al Come, scherzo, V ironia lo esempio coli* indovinare, a avvezza/ trova fa sulla il Manzoni che tardare : la ; notte mezza- teniamo ha, più degli altri, «57 E produzio egualmente la felice,esatta ridi espressioniburocratiche sche cancelleree dell* emergente » cap. conto tempo (« render gli sfuggono del XV; di e « il trovato, non XVIII), cap. il di XVIII), onde schietto che, di è a l'enfasi creduto il non che di lazione, conso- più,*e ho solo acustiche, si ma frase il Tommaseo : « » il costume, allitterazioni certe offendono allo stile la voluta conserva spontaneità.Alla si non che signor zio frequentissimenel péirlarfamiliare, sono dicolo ri- in nostra tutto corrotto, era il e mettere di sempre parlare. quasi sempre conservarle, non di vuol uffici avvertir si trovato lasciato,dtUgentefreferaHs» spagnolesche (« dovere Scontento a il imbarbarendo smancerie il nostro che e fatto, il il il Manzoni cui con va fosse mio cap. preso* e linguaggio degli si di certe il detto tutto Giacché che, e le leggi impronta ella già ha quasi per dar la berta: Giacché,già! Gli è pesante la gradazione vigorosa: carità....non carità molto « dico pelosa, ma^ una una gelosa, sospettosa, permalosa ». E pesanti e affettate avuto.... » un' infinità tali : in che di tanto in ; frasi di anche tanto in — L* ed. 1 più invece su, 2 Non modo di VII, pag. il : dal del di ciie che « troppe Dominato nota, tutt' altro invece sono Rigutini conviene, Troppe cose pesavano sentiva X affettazione preconcetto che s' era Rigutini ha, per isbaglio,poco perierat^perieat, sbertarlo, il Manzoni aveva ; anche che osservando al maseo Tom- ». fatto come, nel poco proposto il purgarlo nella Rei, ora cit. : cfr. N. Antologia^ voi. (e Prose minori cit.,pag. 271-2),quarto prov440-41 vedimento. Ma furon proposte buttate al vento ! 158 giudicar V manzoniana arte fa il Manzoni come lo é vuole come stile,gli accade le intenzioni citare pel rispetto del relativi i numerosi n' è discorso di esempi fatto nel qualcosa il romanzo, troppo artistiche malcontento di certe lettore del di cose, (tanto più che se di della prolissità), stesso, perchè che ma air A. di a farne Cosi chiama manzoniana, fa don quel maravigliarsiche di casa famosa alla stati Lucia stesso e la cosa E non : « o frequente cose che o si chiude all' autore, orrore ma di più cose spedizione in Diavolo ! Dov* Il lettore « per altro don che a e all'arrivo sa dei è la che il Rigatini Rodrigo, quel frequenteaggettivo desiderate persone quella non e Misericordia d' gono ven- sempre non I d'un l'espressione o ai se giustamente e ciò per delle importune, esclamazione maraviglia, d' già a diversamente preannunzia di sapeva dato effetti artistici riuscita — gli fa specie ». si vuol persuadere benedetto invano, lo non dall' A# domandare lettiga? lettiga? Tre, cinque, otto ». la lettiganon c'era ; » avverte il quel Rodrigo mal la E « : che 1* intelligenza i suoi alcune come nostro circostanziali curiose, miseria sticci. po- del informato per situazioni in ornamenti per stato conto al Tommaseo s' accorge ignari i personaggi, felici deir arte bravi è che e non meno a ne toma trovarsi comiche. fare si il Manzoni giudizio minutaglie certe potrebbe, si, il quando annotatore, racconto, è di disconoscere astengo dal lui. Mi figurine,di scenette, che compiace di dipingere minuziosamente, danno idea di appiccicature,di errato ticamente anali- spesso ritratti,di Assolutamente trattar, altro, personaggi, non che con men cui si sentimento appartengon ne ricevon 159 naturalezza certo perciò venze mo- son non buffone^. da humi o vivacità, e e familiarmente, chi descrive parla o racconta sia un alla buona, specie se non elegante e corretto un parlatore,ma simamente, frequentispopolano qualsiasi,usa Chi figuredi correzione, di attenuazione, di gradazione, di giustificazione, d' eccezione, che di scusa, gli ascoltatori piglianpiù interesse alla narrazione, son portati a nel loro buon restan prestarlemaggior fede, e non urtati di certe senso affermazioni, di certi giudizi,di cui certi tratti,che, nella con escon prima forma dalla bocca, sarebbero parsi esagerati o inadeguati, anche se del non senza sconvenienti tutto fa ? Sia certe accorgersene, Il nostro scorretti. o faccia parlar i suoi persolui di discorra sia che suo, quando V argo^^3-ggi, mento è familiare, riproduce appunto quel fare alla autore che buona della d' da che conversazione, comune togliertila sione della dir altro, i realtà. Orbene meglioanzi alla peggio, anzi,^e espressionicome un o e descrizione,urtano E pazienza. 1 i salvo il vero, queste lui per conto suo ; déiV Inlrod. ingenuamente malizioso 2 Ma è da di Lucia ; che, chi nervi. E tutta il maestro sa questa di se che ? in altro roba s* ha non dire, gli a/la la narrazione fino fiora ino la fargliscappar quando la pazienza gli è dell' e a A., ossia 1* esclama conveniente al carattere tali pagina. appunto gli momento, a Tillu- il Manzoni quella mirabile non darti tale gli eppure, gli tanfo,un morbo un di naturale è tratto ma : efficacemente il Tommaseo II Misericordia da e si suoi come naturalmente, pre sem- per meglio dire, i per veleno; affondate, sepolteecc. argutamente la i direbbe, si come fantastico del visione riesce d* un' efficacia mirabile, naturalezza una ti e pigliarsul del famoso avrebbe serio ! addio dato a* i6o la noia e scappa, del dagl'incantiinfiniti fa strada nello dalmata, più Difficilmente fatti che strana riconciliar sa può » I » Manzoni, onde il romanzo, in « (e perciò « ma fatto di frasi materiali de' bella de' che non c'è sembra nel scelte posta manzo ro- pensato e ridicole^che, venendosi e dini, conta- stile villani di pie em- discorso franco, goffo « a due uno capitolo XIV), gli naturale, », e si le bellezze col conto effetto tenuto scrivere non insieme tomi, sul tre in far romanzi triviali si protagonisti del quali,essendo da adriaco, mare po' irrequieto del giovine tanto cosa poi de' margini si del e scacciata sempre tutti i divino, divinissimoysovrano nonostante non cielo non difetti I gli diventin i del spiritoun è non viaggio, ad le tra pagnar accom- di pronunzia l'A., son causa trinciati continue stonature. Questi giudizi son punto apche tiene in quella malaugurata sul discorso Renzo Osteria della Luna piena, dove gli capitò il le nobili che con bel che caso il lettore sapete : discorso, dove, mirabile della le che prima redazione parole di Renzo dovuto avrebbe fossero se mai, derarvi desi- state, starei per dire, più triviali, più materiali, più ridicole: intendo più proprie che non del fossero parlar popolare, quelle messegli pigliandole in prestito e della dall'uso affogare!) dire contadinesco, anzi dal Manzoni, in bocca meglio poteva (bereo come confusione, il contano come per raccontano; per supposto,per esempio; più. scelerata, più par che abbiano grossa; debba che rifareil E per resto venire ; ce n' ha ad altre quelle onde il D' Ovidio finezza del vera quella del loro Tommaseo e a a par avere, essere, minuzie, il Morandi dev* ne ce e che si gli ecc. essere precisamente seppero con a la quale venticinquenne (bisognerà pur gusto, a confronto della i6i apertamente!)è dirlo facilità, con che stridente buono; invece è // porporato^ come il Manzoni chiama il cardinale don che, entrando nella le due appunto donne porpora. Contrasto mi abbiamo, come di fastidiosa i la . . , . piano che non stile Lo XXXI cap. piccolidifetti lungheria, la .* Vedo del . maraviglia. BellOy fine del tutti r talvolta in romanzo, di stile,ma dell' efiìcacia mancanza Ora, breve quel d' avvenimenti le l'interesse, e da che carriera è non stampata I alcuna de* I e rianimar tentò più letteraria,e sinonimi^ ma profondamente puntini indicano che opere nella si il suo mantener testo Ma al e riosa glo- lunga sua mai in Dizionario del delle senso che avendovi sinonimi), pur del nostro vita. compi ne discordia da nova l'impronta le lacune lacciar rial- vole fugge- dell' autor di di parti quel tanta tutto non un varsi noti, in quel ritro- più vive, escluso (non in fatti,in quel riveder forze sue è, se cosa Neil' ultime separati,l'arte aveva la raccontare, luoghi ben dolorosamente improvviso di personaggi Tommaseo tato no- « il maggiore, non di tutte d*aver dichiara dell' A, file de' le sparse assoluto senso un troppo fecondo; È ma è lecito,alquanto diversa. confronto spiega che, postille, però eh' è stile assai più proprio e nel principio del primo tomo » I gno sepiano poi di quest'ultimo diventerà della vitale stanchezza del delle stessa notato, desta pare, colpire della magnificasemplicità di principi stilistici confusione forma colo ridi- per altro è elegante. equivoco^ ma Alla la per nella sarto, doveva del casetta e si manifesta . famoso cavallo è trovato da . Queir a stro no- Abbondio detto . qual con giudizi,il di contrasto contraddice. postillatoresi che assai, vedete grossa suo forte postille. e 102 intelletto, forse vasto fantasia di e dove condurre deir opera, suoi tanti del E solo di quel colloquio la santità fede, d' insolito mente : Ma è stracco 1 cert' altre che si bellezze E di torto la di queste ». suo credere che Frate, Renzo] dove la per cerità sin- stile, rifulge di injjistente- non so s' accordino come Troppo fiorito, : della pienezza fine di forza sua sfiorettar nello que' luoghi disapprovati ma fioretti, vere, [di Lucia] volto ancor voto fiori tutt' e nel a un bili inarrivalorato disco- dir ch'era tratto del temessi di Capitolo XXXVI). dei da concepito dire, lettori, che, dopo postille. abbiamo mai; questa [scioltadal ci sarebbe pazienza almeno di sposar rossore altro stancar il e malattia dalla contenta che potrebbe nell' intenzione significare, la che stare (« della Tommaseo Con nella verso tutt' altro contengono vivo V A. ancora stile, lasciando più appunto che permetteva » uno sioni impres- sue evangelica, postillecome vorrebbero Tommaseo, del il fu Ma descrizione magistero per lo non parte non dottrina splendore I V A. « più ma parte fin neir ultima coli* eroico della la prim' ordine superar Renzo edifizio, trasandato. celebre di poeta un qualche che pra tem- verso delle tante quella uguagliar d'eccellenza, di o dico non abbiamo purità»e in preconcetti, una romanzo peste che cosi maestoso sentirsene, senza incompiuto più leggerei della più resistenti, delle un si che spossato, lasciare dovesse termine a irrequietoe artista un fu non è mirabile, tutto de' che Manzoni, potesse che strano rendeva di bollore quél per lo che sentimento instabile, sembrava del appunto de' se e ciò che non volessi s' è forti dubbi far detto, sulla loro non il biano ab- finezza 104 giudizio curioso, è sentite lombardi francesi o o certo « che acconciamente non lici fe(!) sovente della ristampa tori agli ama- »/ arte Quel che importa avvertire qui è che, un miscuglio di quel genere, non occorreva mente superiore per disapprovare quasi della seconda gì*infiniti cambiamenti dimostrano della toscani prima stampa, quanto nelle docili (I)e correzioni (ancorché non sufficienti) è copia grande d'ammaestramenti recente, deir nei modi tanto ciò fosse facile. Ma quanto facile dire non davanti certo a una mente: continua- edizione tanto altret- era facile ancora perchè e meno gerir sugrimedi facili; eran cose pronti e efficaci. Non il 1830, eravamo ancora primieramente perchè, verso impigliatitra il Cesari, il Perticari (intendo i criteri loro) e quegli scapigliatidegli antipuristi, valga per tutti il mio TorJv^:al qual proposito giova ricordare come già fin d* allora si fosse posto in alto, su tutti, anche pel fatto della lingua, il Manzoni, cui già pungeva desiderio r onesto lingua la viva e sulF unità a tutti,il Vocabolario o morto che un fosse questo merito di materiale di in dissonanza del 1 Ibid. 2 App. avuto, o intero sé è e chè percome unico, vivo facendo stesso. E che, osservare gli la fiorentino, il quale lingua che, con una che ancora Manzoni, al Uso un fosse, lombardo s'è in concepita dopo avesse come proposito potremmo Vocabolario chi crede per al Tommaseo mancava non T lavoro un romanzo) ;* secondariamente, del pubblicazione fornisse di comporre (sia detto vera dottrina sua i stato al caso, anche un se solamente su tal per Manzoni. cit. — V. anche V Introd. a / Promessi Sposi. i65 Così al Tommaseo accadde lo stesso dir ma sempre, darne senza Quind^è che, dover distruggere più delle volte, dico distruggere,non la ragione. poter edificare, e senza di il ìì non tranne sarebbe e senza gione, ra- proprio ra.nssìmeLmet\te gli aggettivi che il Tommaseo adopera per su disapprovar locuzioni e vocaboli son gli stessi,* per visto giù, che gli abbiam adoperar per disapprovar il resto detto, : affettato, bello^ mal pesante^ cattivo, non usato, plebeo^goffOystudiato, barbaro, hanno, non che denotano critica gli altri fatta significato preciso e chi fornisce questi vede, alcun che evidentemente giudizio è criteri di vecchia si come sempre la altri* che buffone,ed da vecchia d' ammirazioni rettorica, la di e biasimi, le che se ne vedano perchè, o senza chiari i perchè. Oggi, a proposito di vocaboli di locuzioni, si dice e bisogna dire (non v' è altra e via): proprio, o improprio (per riguardo al concetto),e une e deir Uso senze i comune morto, poetico,dialettale, o pitio no, meno familiare,letterario,nobile, scherzevole,o, quando maniere : latinismo occorrano, speciali,come opportuno, comune, che dovrebbe potrebbe o frasario è buttato di si far fortuna ecc. Oggi ortiche, e, veramente, il vecchio ci capiamo rimaner o mici nepiù, e possiamo metterci d* accordo frequente, e da augurarsi che non (caso meno dia più),senza accapigliarciinutilmente. è qui solo Ma il .difetto delle postillelinguistiche non Tommaseo del nel I errati e air individuale necessario, modo imitile,neologismo non anchs Usa con loro un grosso indeterminato. spesso ripstere il : non cioè nella loro natezza, indetermi- ragionato biasimo, vocabolo punto ammirativo o : la locuzione modo anche che nel crede questo vago i66 loro non sostituire, che da utili si fatti ; son corrette, felicemente poi furon che le errate lodano di che, ben presto, la descrizione incomincia de' incessante spicciola, la critica incominciato, per nel mantenuto appare dal Per ritorno le tutte : e rono fu- che edizione, ciò, vi per lingua,com'aveva che « alla pittura,ai proposito, per altro, sulla », delle restante sbieco, osservazioni, que' tali aggettivi. quali ragioni,e per questa V arte invece complesso, credo opportuno non delle postillelinguistiche, che, ci menerebbe e di per venire come di e* entra come dove bravi, abbandona palissima,che nei due discorsi su V oggetto quali principalmente son il fatto della lingua, come s'è giudizio che ho* riportato, non lisi poi precisamente due fermarsi non caratteri, al disegno totale suo pur furon impeccate, che, le se esse, che locuzioni i progressi tutti con mantenute. Oltre non veramente sostituite nella seconda le esatte, biasimano è gli ma disapprovano molt' altre, però, o liani migliori ita- le sarebbero allora volte molte modi fine, preziose anch' oggi, senza che o di accompagnate esser le lunghe e invece, che non I princi- promessi sposi,\ del dio, stu- presente da visto quel rioso cu- di che e' entra nel manzoniana affrontare Tana- V altre cose, tra mente, comoda- sempre è tempo, alla sione. conclu- VI. Descritte, di il Tommaseo come tempo, meglio per di luogo e postillò / qual disposizioneà' animo e noi costanze poteva, le cir- di maniera Promessi e si in che in cui lesse Sposi, e grado visto di con maturità 167 intellettuale ci siamo e la con arrischiati di guida di ciò fece, quali criteri esaminare rapidamente quante formarci a un postilleci bastarono adeguato concetto deir opera sime totale, e, anche a prescinder dalle moltisindiscusse rimaste ma talmente egualmente da noi menconsiderate, ci è sembrato che hanno ne di mancano esse attribuito. La osservazioni fondamento un quel grande assennate critico di quelle infirmano non anche e loro contengono sull'arte la che giudizio le nostra zoniana, manclusione, con- cemente sempli- sono ragionate, servono l'efficacia grande che un'arte e mostrare a che argute stare di è stato che menomamente perchè, lasciando ammirative poter concludere serio valore parte gran di non mente sola- così periodo non felicissimo artistica, quella del Manzoni, potè per la nostra prosa esercitare sopra un' anima giovanileche s' apriva allora alla contemplazione e al gusto della bellezza: se e, nuova, qual mai, possono fu, in e apparve avere valore un quanto ci rappresentano intema di un che mente una cosi profonde nella storia non filologia; mai del Manzoni. r importanza dopo Sposi fatto via per Tant'è obiettivo doveva del che fu il Tommaseo poi il si a stesso, che trentennio, il discorso del succo anche critico riferisce primo un spremuto da errati, ma nella forma e della all'arte restringerne nel ripubblicare, su esse, orme segnare pensiero che reale, in e dell' elaborazione momento quel vero giudizi evidentemente rendendole un / non le lodi Promessi solo tolse ingrandì più sincere quanto dovette più serenamente rileggere in età più matura il mirabile i biasimi romanzo, gravissimi sui perso^^g"?itemperò fino quasi a sopprimerlidel tutto, salvo fissazioni e certi preconcetti che in quella per certe mente tenace ebbero tanto posto salde radici, riuscendo cosi i68 a la mutare più ponderata Il tra i più la critico riveduti; discorso nella tranquillo, certi per rifatte più ma Si discutano, Teza, stabilite le e discorso, del Manzoni primeggia che è Arturo della e le recenti e Graf. Ovidio, spirito anche le tutte pressione, imle riescon commento, così tommaseiane, co' ma e autorevoli de' profondo non secondo del e noi da tratto, obiettivi, del criteri fatto di n'abbiam anche più prima ravvedimenti il D' quello in, prossimo un la mente. circostanze ai più fors' quali serena, postille che ascoltando ma e dalla Rigntini, le deduzioni il Morandi cui dal l'occhio tenendo critici le trascurando non solo Ancona, edite diligentemente in ripreseutò ardore accade operazioni pensiero di vivace, più pertanto, il D* vuole come move come condo, se- colorisce e distanza uguale, riflesse dalle dettate si meno molta a del li cui con che bella, men nismo l'orga- dal vivifica che seconda, aspetti esposizioni garbata quello e costituito ond'nsciron spirito recensione, prima tra più confronto il corrispondenti i e forma prima lo tra ond'è giudizi quella e facendo dimostrare primo tra del facile importanti del critica coscienziosa. e è che in acredine inconsiderata primitiva de' voci quali cialmente spe- recentissimi, e brato equili- jISERBANDO r un di Cesare Pascarella, fatto dato di perugini linguistica se di e alta solo, dannosi air desidero notare ritura rifio- questa cioè cui con cuni al- lingua sulla poesia popolare questioni cattedra di Io letto il dia- scienza vera intendo non lezione dar a e si, lamentar questo diffonde che parolaia improntitudine di Russo, noi estetica. sulla Intendo pubblico. fosser critica mettermi certamente e stoni, Te- sulla giudizi dialettale non da leggerezza dar a poesia come : la Alfredo di Ferdinando qui di Selvatico, Calvia),* cui a d* Italia ogni parte Barbarani, di rir rifio- rigoglioso questo in occasione miglior a compianto Pompeo luogo: si'impancano sulla Berto curioso assai ha e del i nomi Martoglio, o dialettale Crespi, di Nino di cause poesia (basti ricordare altri ad le indagar di Gaetano PERUGINO DIALETTO PEL e cotale mantiene ai libri insegnamento, alla e al giudizi pre- poesia dialettale. L'affermar, un dialetto come perugino, resistenza, I la breve s'è o succosa ma fatta da Italo che italiano antologia Vittorio di da igoi tutta Brusa. che qui, almeno dipende nell* Almanacco V. fatto ne più del la è molto dal cause: Bemporad poesia esiste non blematica pronon di Firenze dialettale liana ita- I70 intender Idair che ignorar qual parrà dal strano, effettivamente sia cosa sia la nostra; stata il interamente conoscere non lingua, e dipende anche, una bolario voca- le stiche peculiaritàstilidel dialetto di Perugia; dipende dal veder cosi occhio certe a e croce maggiori e minori concordanze rentino, del perugino coli' italiano e diremo meglio col fiodove sia V italiano purtroppo perchè veramente perugino, lo so tanto e che libri ne' ancora non bocche non degl'italiani : meno mi lo non sulle e risuoni che par trovo, troppo uniformemente. stessa il che sono data tanto cosa: suo, tra con il suo. bene, l'affermar vuol e dir anche stati romanizzati del un svolgendo maniere r egregio vuol dire non c'è storia nostra che le furono Dante in nella quasi forze nostre nostre parola: e la parola, che della politicae meno fortuna che noi costituiti pezzo, nella fatta da qui ignorare la isolati vivemmo comune, varie linguaggio che di che certamente sono non letto, dia- civile etruschi della popolare, rione prima della conquista romana, importazione e sovrapposizione del latino, letteraria: ossia non delle poiché gli abitanti d'un loro in maggior comunione quelli d'altri rioni. Or dialetto un la son parole adoperate da una in di guaggio. linviva perfetta comunion lingua, e ogni ogni dialetto è una il Che dico? ogni parte di città ha Perciò città ha parlando lingxiaquanto una complesso che gente scentificamente dialetto Lingxia e non non ancora reggimento breve cerchia spirituali in d'altri,nell'arte, la ebbe splendida dell'arte,fu cosi amico ha ricordato anche recentemente (l' Degli Azzi) parve bruttissima, il che molto differente a il trecento, se dal le discordanze suo tra fiorentino. questo e Dopo il perugino 172 è solo non di facile il dimostrarlo molto che miei ho alunni tutti nelle la formazione per dev'essere, né lingue quando del mondo che, dialetto il coi un come lingue o il bello che quale venga le il brutto, e tendimen adoperati con ini poeti,é roba loro. né conosce lingfua dialetti lo mettono ce tutte sono non in di mente mettersi a castrand quattordici versi incesismi, ogni sorta d' ingredienti,italianismi,franvocaboli e locuzioni posticcee arbitrarie,non dall' infelice sonetto argomentare più difficile che che il poeta dialettale quella di saper nella obiettività sua nella lingua fa,cendo astrazione poesia, anche tradizionale dalle altre qualità deve cogliere e e l'esistenza conti poetare in dialetto credo fin de' In sia molto della compilate me poeta dialettale, sciorina dialetto. che di brutto, uno se al e dobbiamo del da simi moltis- esempi con sé stesse: per si tratti di S'intende né bello d' arte, fare schede stile. Sarebbe di e bolario saggio di vocaumbro-fiorentino, di prossima pubblicazione. dialetto perugino dunque esiste, ed è quel che Il né di sintassi lingua,ma non possedere,primissima 1' anima rendere popolare la propria, di traverso a parlare cioè il popolo coi suoi sentimenti, non un po' attribuendoglii propri e svisandolo. Vedete Torelli delle migliori poesie dialettali del alcune e far poi ditemi se Perugia possiede un degno di gareggiare col toscano verdeggiante e profumato campo il dialetto a Perugia vorrebbe al popolo cuore popolo perugino e é ingegno, una ire e generosi, senza di disprezzo, privo e a questa dialetto e col e E dire anche dire che figura pallida, senza senza sorrisi, incapace di spiritie eloquente e di commovente nel romano dell' arte. vorrebbe é ben se sali,non natura poi gare ne- negare questo fremiti pietà sibile più sen- di verde. 17Ì a questa da trabocca così a di poiché E quei coraggiosi consolarlo de' a così anche corona la nostra una vita nuova onde rifulge regina 1902. a e e si dei per dire verlo descri- si che sentandogli pre- alle colli. a fetti, di- suoi aggiungendo alla gemma liberi nome a dei bellezza, e amo, contribuito emendarlo noi e bene, preziosa a in preso abbiate alla lo e rivolgono studiatelo dolori, alla conosco han fotografia, sua educarlo Perugia, che e suoi augusta gli giovani la stravive protestare per che Studiate avanti! : quasi calunnie lo io popolo parlare le contro che via, ogni e tutti. questo voluto ho da angolo, nell'anima ancora suo ogni diffonde si che incantatrice arte serena genti nosa lumi- lontane PROFILI FERNANDO volesse giudicare, le ormai stucchevoli [HI e SQUAGLIA daiores temporis acti, di scetticismo esiste non volesse chi lealmente, il e al patrimonio della nostra è della 1 Per Padova; 2 Contro nell' della tutt' uno con tifico. scien- di^ poderoso suo nostra,^ dimostrava, E nell' altro todo me- guaggio,* lin- zione, ispira- dall' altro nella lato. Università R. a campo, comune una vero, degli studi nel del tecnicismo e scienza, solo non come, uno criterio. di Sacchetti, 1874. di che, tra gli altri, ha alle restrizioni del (Metafore un nel anche ma inaugurazione Padova, cìari,intorno e comune r in 1874, riscontri, letteratura è cipio prin- un a il movimento nell'età fin dal ch'esso solo non informato anche e contemporanea, verità, che dominato ricerca, un sente pre- coscenziosa, e sana eh' è ma di Scienza meridiana, si spettoso di- tivo, interroga- punto un letteratura Messedaglia, Della della è latie giovani, pe* quali il compiacenza, ricco, Angelo luce il simulato senza critica viva con fondamentale scorso, e T avvenire d'una cui de' elucubrazioni certi lume è svariatamente da piagnistei giudicare, dico, spassionatamente riconoscerebbe quello i soliti senza di quale fnoda) ; Livorno, levato cfr. la voce Torraca, Giusti, 1895. il FornaNuove segne Ras- 178 che può si moderna, alla vacuità ingombrano librerie,o sciupano alcune dalla de* penna critici,a e le inutilmente massimi valore e le genze intellidi sommo che poeti contemporanei, di tanti libri giovani principaliopere nostri noi il guardo ri- avuto biblioteche le deturpano e le tra formale e teraria let- produzione ricchezza, altresì,che è vero, soltanto chiamar sostanziale che ; ma fa parte della ciò che tutto non uscite sono rici stofilologi, e basterebbe locar col- a verse siano stati nelle dipiù ricchi che mai A noi non età, il pensiero italiano moderno. di quellagrande superimporta indagar qui le cause fetazione i tra letteraria, che tra sian come dabbene, persone riuscite conseguir sé da fugace fama la e molto e cricca, né alcuna a del tutto con e mi questo fizio della della forti dalle più generazione efficacemente se neir di gran nuova, i maestri mutuo male, e rimasti riti. me- del quasi guardati incensamento ! E solo l'edi- non per più per 1' educazione menticat specialmente quando i didella gioventù italiana,che e eserciterebbero opinione dico nali ve- dispensatoridi gloriae cultura, ma nostra siano de' i trascurassero non sono, turba sia si de' l' frutti del- i conoscessero se affiliarsi mai alla porta mai trascurati certo società che par vollero bussarono ingegni rio lettera- più abbondante, facilmente meno ignorati,ma disdegno dalla d' onori nullità a e patrimonio nostro incensatori, meglio si ingegno e Quanti esaminare meno farà ragione ingegni : il tempo di certe appropriazioniindebite, con l'ala tare pietra dell' oblio : e' interessa però di no- apparirebbe ancor che non egregi uomini molti che an- d* eletti moderno di ammiratori mediocrità tantissime la ricchezza come i suoi ha pur pubblica il e del loro alto governo stero, miniaves- i8o letterari,pure studii E . r amore, per né gli sono »* legali. non . . appunto, che lo Squaglia dimostrò ardentissimo, fin da fanciullo,per le presto sacrificò alle Muse ben i severi ardui ingrati ne rarie, disciplinelette- le Pandette, che forse dato quel grido e quei guadagni gli avrebber e quegli agi, che le figlied' Apollo,non so per quale Domandò, capriccio,gli negarono. pertanto, al governo facile averla anche una cattedra, quando era titoli,e V ebbe senza moltissimi air che una erudizione d' arte veramente cultura, di la tutta sua faccenda andò vi dottrina adatti,che erano sedere a di armato superiore air età, squisito.E V egli se della su' banchi differenza di altro, egli,a per tutt' altra a insegnamento, intelletto : scuola, né di noti si procurata, era e non una un che fazzonand raf- pigliandola compilazioni afifrettate e spropositate, lo studio da sé, con ma paziente, severo, tini a tenace, non spizzico,né a bocconi, de' classici lail coraggio e greci e degl*italiani,eh' egli ha avuto di leggersiintegralmente dai primi agli ultimi. di seconda Si e aggiunga alfieriana Chi dalle mano eh* volontà, una scrive, 1' ha dico non udito di oltre che da natura, egliebbe memoria più Dante volte del o recitar brani del Trecento Chi considerasse, pertanto, le molte Tolgo queste e notizie biografiche dal contemporanei del De Gubernatis manoscritte dello Squaglia, composte, 1' una era direttore del prof.Agnolorii,ora di prosatori ma r. preside ore le altre moltissime scrittori neir 84 simi, lunghis- I gli rubava, I forte j di ferro. veramente Foscolo, una e r. segnamento l'in- ch'egli, degli biografie Dizionario da due dal prof. Bich, che ginnasio di Caltagirone, e del che liceo di Maddaloni. l'altradal i8i più dì sapere dedicava allo sete per facilmente più che e ben utile un il che eh' ha tanti sia sonato per che Di son lui il m' ha dato Vannucci, e che alla i autorevoli, di Renato che trocento, Quata è durre. pro- poco, sarà quel luce, quando sospetti non ai han che di nomi Fornaciari, di Pasquale Villari,di Diego Vitrioli,di Antonio Firmani, sempre del giudizi rispondono Raffaello di più e carta della redenzione! irrefutabili valorosi : verrà che e adulazione, d' di certo valore campanaccio prove lui uomini di di imbrattatori Egli poco d' inedito ancora toglie non o di vedremo, qui valore, anzi, potrebbe suo a però meglio, dell'erudito che badava più a immagazzinare Tuttavia, quel eh' ha pubblicato, non come Atto esempio dell' umanista, r idea dato guardi, al fin abbia non gli scritti diversi, poco : d' inchiostro. consumatori né, Squaglia volume cazioni, pubbli- classici,comprenderebbe de' tutti insieme discreto un nulla, chi esser lo di desiderio per studio come messi stampato, che Rieppi, di gelo An- Fucini. III. Squaglia Lo con breve una età assai scuola, de' presenta al pubblico,fin dal 1868, raccolta^ di versi, da lo giovanile: non troppo la si ma nostri dall' alto anche : in essi maggiori poeti,specie Pochi versi ed una dissertazione Caltagirone,Giustiniani,1886. vi dicare giu- però pedissequa, non del in soltanto si sente non l' imitazione, tra I composti possiamo, pertanto, gli stranieri, del Byron e non qualche tinta biblica. Però e lui del Petrarca, loung, non si cerca di Fernando senza invano Squaglia ; l82 r espressione di che, si sente se di e Eccone Allor ch'alta è forma una eletta però pre sem- classico. tutto saggio un sinceri, e e pò* studiata, uno colorito un veri sentimenti : è la notte, la silente e più vivi i bianchi raggi piove, Su le fredde piume ognor gemente, Un arcano pensier tutto commove : Luna E la vèr illusìon repente cara Ed duol, che un Che indarno indarno intanto Che Ed risente, sé le più dure prove. bramo sospiro e I discolorato ella s'invola, e una ; il fior de* miei piango la memoria move fruga, in a lei langue, oimè Che Ma la la incalzi par Lasso, che E desiderando mia L* anima de* suoi vita desolata e verd*anni, e mi non ! gramo. resta. dolci inganni, ! mesta Questi primi versi di un giovine che metteva allora allora piede nella repubblica letteraria,dovevan il ministro come se promessa, pur valer qualcosa, almeno deir istruzione, Filippo Cordova, si perinon tava scriverglieh' di ho il 9 che veduto che che, dalle pure Atto prime 30 frutto di ottimi sono vano face- che e gliene scriveva :«.... quei versi rita me- Van- pagine studii,e dì gentili affetti dell' animo facili,chiare, schiette e gentili: e ne auguro questi bei componimenti come conforto principio a Chiudon 1-2 i vestono spesso forme un luglio 1869 » ».^ Come italiane che quel bellissimi « lettere ricordato esser nucci alle onore « eran alla vita conforti la non nuovi raccolta Dagli autografi da me furono lieta, possano e più alcune visti. all'autore anche esser alti. »* sonettesse sotto il 183 titolo Gogna La : primo — con accompagnamento vita morte — un miracoli e Pirlone fisico di don tratto il ri- : gli è più alto che basso, E spalleha late a mo* di vangatore ; la pelle ed al colore, Sembra a un rospo un E E dà nel magro, che nel grasso. quel del tasso ; pelo lungo come quando sfiata,olezza un grato odore. far venir Da da la peste, servir a* campi il crepacuore, e per ingrasso.. gli fu matrigna. Sta ne lo sguardo indicibil vaghezza, E la sua bocca è bella, quando ghigna. Ma se Ha due E in ciò natura piedinicorti stretti asconde E Costui ti posi Ma mi avea troppa asprezza. ignudo nato. già dubitato : ignori tu, il malnato, perseguisse Per ghigni Che pur in lui si lettore come poesia n* lunghezza : pudor mi taccio. con innante la a tutta rabbia. forza fu cacciarlo in questa Che Or braccio, mezzo per s* io Lettor, di dò Come un proporzion de a Il bel che la contro Pirlone Piuttosto Al burleschi si descrive V, dove la sonettessa Riporto Ha dettò — dell* autore. compaesano Don — ossia — Pirlone Don — componimenti Lesina, il dottor di — orchestra piena a sul trombone concerto grattarglila scabbia. piantato su la Gogna, gira il danno, e la vergogna. parrà altrimenti, le bernesca gabbia. altre,m* ha ma fatto a codesta me ridere fa ridere, è segno che : e nettessa, so- quando eli*è ben riuscita. Air istesso anno appartengono due altri compo- i84 contenenti poetici,' nimenti all' autore accaduta d' un' il racconto quand* lui, dice come era, tura avven- fraUetto. un dissertazione I^ quanto so dore cui con valga ; ma lo Squaglia educativo alle rime, tratta unita va della letteratura Dell* attinenza non che l* economia con è certo ha una e politica^ delVar- prova al atteso sempre stero magi- letterario. e IV, Del che trovato benché è di filologichedel : valore, che delle io non eppure, terei esi- non estetiche dottrine e Giordani. dello scritto dello Squaglia) seralmente, che Lucca, uno soggiorno (tolgo queste parole illustrative Nel « menzione mai tanto il codice chiamarlo a fatta siasi brevissimo, a prefazioncella* una curioso, del Giordani, di cui inedito, assai scritto ho abbiamo 1872 Giordani del in dalla il Giordani che un' eletta di convenivano colà stanziato per fece molte in prefazione ricordata in Roma, còlte persone cagione di e Binda tal un casa, usava ufficio terate, letda lare. conso- » « Una volta tempestosa, i letterati,sui fatto deir 1 F. // primo Di uno a. com' maggiori eloquenza ; ed Squaglia; 2 fra le altre essendo V. è il essendo surta di linguanel nostra molte e diverse giorno e V ultima notte d* amore. Caltagirone, Giustiniani, 1868. scritto inedito di P. stione que- specialmentefra costume scrittori ivi Giordani, Versi di — estr, le dal gnatore^ Propu- '85 opinioni poste antichi, portò che « in egli era dagli autori cosi più giù giù per secoli fino ai moderni, e sapiente, da un giudizio cosi minuto cambio di parlare, avesse sott' occhio tutti qualche eh' eruditissimo il sua venendo e su parere della richiesto studii, cominciando di ragione fu mezzo, che, da Giordani, fatta in in di che opera Ascoltarono tutti in della dottrina meno che cui favellava sua : quando e trattasse. silenzio,dilettandosi più che unica grato, facile modo del Italiana Letteratura ed si tacque, demente grannon rara, eloquente con già pregò il la per » notte gli altri licenziatisi,il Binda voler di dargli per Giordani iscritto cortese esser a que' suoi giudizi sopra gli scrittori da lui stimati più lentieri, egli voinsigni per V eloquenza. Al che assentendo ben oltre tutti innanzi al di scritto Binda, erano classificati aveva dato in di stupendo sua mano, gli scrittori giudizio.Ma come conversazione, scheletro a di laonde ; la lamentare disse quanto sui fu tutti a parve a recapitare un quaderno, dove quali in quella sera letto pubblicamente siccome in quel fu che e voce, più fosse non qualcuno, mancanza fece Roma, partire da che veramente rivenne, ebbe mi di convegno uno stenografo,che riproducesse a parola il discorso letterato. illustre Ecco Novelle esempio di Novelle vi è copia antichi di quello scheletro di Franco di di di Bellissimo molta Lo nel raccontare. stile è basso espressione di : ma quegli vivere. di San schietta prosa Sacchetti, lingua,e I detto il Pecorone, graziosissimaschiettezza modi Fioretti di Giovanni ser l' del- » brano un lo Francesco, quel beato La più secolo. pura » e dolce e i86 // Petrarca « utilissimo versi, e pecca sovente Nel * d* inimitata nelle nel fraise anche figxire ; e cioè 300, la per dolcezza a* ci vuole i vocaboli prosatori, giudizio.» le frasi hanno e dei suono tanta l'ebbero proprietàe puritàe copia e grazia che non mai più. Lo stile,cioè la costruzione, spesso pecca, si sostiene e non regolarmente. Questo difetto è un nel 500 minore (anzi nel Machiavelli, nel Casa, poco si trova): ma la lingua nel Tasso, nel Palladio non tanto meno copiosa e varia e vaga che nel 300. La è filosofica e regolarìssima nel 600 : ma costruzione la lingua tanto abbondante che nello meno e pura stesso 500. » Segni, Storia Bernardo « scrittore. i sia 1700 Oimè così era da Nel in voga 1800 oimè ecc. insomma alla 1874, e ai burlone qualche che nuovo ecc. al I » di quella critica fatta d* esclamazioni, di issimo, di eccellente,di divino, base oggi codice un oimè Zanotti Francesco Tutto che lente 1556, Eccel- Opere, Questo degli scrittori italiani Dal a al sime quello,che unisca in sé più pregi.MasDialoghi del sistema paionmi divini. » che parmi « 1327 » Galilei,Le « dal crìtica lo primi di questo secolo, e che si vorrebbe temeno preferire nien- E e' è chi ci crede ! moderna. un Squaglia, da Treviso, manda più importante contributo critica alla nostra i88 sillogismodella il gran italiana. E dentro fuori e dell'amore sorriso E sfumature. nelle abbia, solo non di e anche ma la la anima si direbbe sua esattezza, con con splendore di Sulle torri merlate A • vita Terra, esultante Un venticel è oggi, forma bella biente poeta: T am- riprodottoin vivezza e di dolcezza e magini, d'imverso. serena raggio ardente un si desta nuova la e di e ricchezza alba la rinascente Manda i cui perfettoanche lo Squaglia e come d'artista gusto come poesia, timenti adeguata di quei sench'eran propri di queiretà, ideali e fresco e dimostra conoscenza quegr storico, tutta Il che della menestrello è vivo invero per e il biondo protagonisti sono castellana. T indipendenza quadro della vita che si svolgeva lietata il castello medioevale, quella vita al- un dal rivoluzione : 1*aprica al vago etere estivo: soavemente move piante irradiate calderno: Dal tremulo e gli augelletti Vanno intrecciando, fra lor, mille giri, Le frondi delle Nel sorvolar Che dall'oriente Un suono a la pura il a bene del lago, pie' lambe alle mura. festa dal villaggio muove Pei sacri bronzi: Credo onda che è suon che il Vannucci invita al non tempio abbia giudicato vanvera. VI. Dalla Dico I poesia italiana prosa nonostante alla prosa che V Aeina Reggio Calabria, Stamperia del latina. montìs progresso, illustratio 1885. tSg sia dall* italiano,perchè ha versione una d*uno scritto tutti i pregi originale. quest'illustrazione che lo Squaglia fa del monte Etna, piglian posto quattro elementi ; il mitico, il poetico, lo storico, lo scentifico,secondo appunto il soggetto, che. dal richiedeva mito, dalla poesia, In scienza, è dalla stato Squaglia ha saputo sintassi « ver dare forma una Ebbene, lo tina la- schiettamente lo scientifico, questi elementi, compreso che maggiori difficoltà: latina non presentava V atteggiamento della e più per per la lìngua,ma ciascuno a solo famoso.* tanto reso di il colorito e In dello stile. inferiore regionepost ridentiòus campis, colliòtisque laetis dulcissime vice grata dire di Senza quanta luxuriatur aestas quel luxuriatur^eh* serenità, quanta quasi perpetuum et sriave pace visuque amoenis, ...» è tutt* ne oro di coppella, infondono nel- r anima ganno, questi versi: si prova appunto, o chMo m'inqueir intimo compiacimento che ci viene dalla placida e poetica musa virgiliana,quando ci descrive namente gli ozi pastoralidi Ti tiro o la famosa giovenca sereSila. pascolante Terba della magna In altri punti, invece, lo stile raggiunge una robustezza un'efficacia grandissima, pari appunto la quale da quella bocca alla forza con di fuoco « non fumi favillarumque vorticosus acervus infrequenter prònimpit ...» Mi piace quello di e e avvalorare uomini egregi il mio debol il come giudizio Brambilla, con il Fucini il Vitrioli. Il I primo, V. dell*opera nella Brambilla, di cui si citata Lettera parla. lettera, chiama a F. Villustratìo Squaglia^ riportataa pag. 8 !90 dello un' Squaglia dice altrettanto elegante scrittura « in lettera, che una intera, perchè è un dalla Belli del penna gioiello,come toscano Tanfucio attraentissimo Ho stato mio le mie discreto il e gennaio 1896. 5 sull'Etna, scritto suo sincere di di — vecchio quel studiavo quella è parso bracco, mi onorato tutti col Nonostante, genere. e Sono congratulazioni. latinista, quando lavoro d*un naso esce genialissimo dopo trentacinque anni circa di affatto incapace di scovare sento ora lingua; ma, riposo, mi i pregi del Dianella, finalmente faccio un ciò che direttore, letto gliene piace riportar tutto e Fucini : « Caro mi Il ». di sentire in quelle pagine un odore di cosi pura latinità da farle piuttosto originaliche tradotte. Questo il mio parere lo perdonino i giudizio.Se poi avessi sbagliato,me denigratori ».^ E Diego Vitrioli, quest'illustremisantropo, suoi molto ragione a dello scriveva è di La letterato un e prose di Squaglia libro pygiaCy I ovvero di cariatidi,a cui del latina allo secolo Xiphias^ cosi del 1886: «... me del ha San copiato. guastava Etna, monte o Mongi- stile,il fare di Antonio costui, che quello Autografo da Squaglia. gennaio del vaglia, di svariata erudizione, autor versi leggiadrissimi in italiana favella. bello, ritrae, quanto nel dello autore nel latino un di descrizione sua detto stato notissimo il decimonono, è che — l'ova per felice titolo : teo Gala- De intitolato situ la- Canipa- I denigratori sarebbero nel paniere l'onestà cune al- dello nia, scuole ingegno aggirarsi tra mondo dice avuto avere Vitrioli, la Diego un (come cathe- publicus altioris esser vorrebbero non patente da latinità, di bassa »* antecessori Quanti di si bello uomo un puerilie benissimo potrebbe mentre drae il vedere wSpiace pertanto — mio un cui simile una memoria il tutto cole? amico) VII. Saltando feretro di Caro^ di A. Treviso a Qui la cui nel della traduzione della quasi sempre Tunica e finora e a lavoro come inferiore alla ragione neanche da 3 Palermo, 4 Empoli, Traversar!, Nuova me T opera che fin del ha qui la del ma n'è stata in esame, a non Caro chio oc- sparmian ri- non è goduto, dottissima sua Giornale di Se n'è 1895. — principalmente Antologia libro, reputata che assaie che cri- copiato. Tipografia e ce non ritmo virgole,dimostra le nonostante Autografo del e è stata perchè purezza minuziosamente, traduzione, io, geniale. la per stile quarto molto 2 la il si bene godrà, aggiungo e più ben letterature Squaglia, pigliando reputazione la stampa, acuto mirabilmente, perchè, di zamento volgariz- prova delle oltreché Caro, migliore. Lo croce, e del un nel vazioni Osser- già vedemmo una ha fine, critico modulato senza dà che insuperabile,anche una non Squaglia spontaneità dello la lingua, dell' Eneide prima edizione conoscenza classiche, rivelandosi La alle veniamo sul 1874. lo veramente luminosa Dara^ quarto libro sul discorso commovente e Palazzo Antonio critiche uscita forbito un e La il Bollettino Sicilia^ 1888. mente occut)ata favorevol- Nazione^ il Nuovo bibliograficodi tore, IstituAncona. tg2 soglion mettere, specie nelle scuole, gli errori più grossolani! il pred' abbattere Già r Algarotti*? aveva cercato giudizio, tica: la ma il anche di ebbe buona una rivela virgiliano,con (intuizionedel nel non oltre un il dottor Mondaini, ha della critica dello il merito pure Caro del difficoltà critica: sua Squaglia: d'una di del Caro, del traduttore, anche come traduzione la voluttuosa e latino racconto resta in e scorrette, 1 V. Opere, voi. V. 2 V. A. Caro e C. ; flebile tutta melanconia cara offesa e da e con suoni la solita critico, il Mestica: acume di genere, da non ».^ qual proposito scrive, il solito con e turbata spesso espressionifiacche e talora troppo aggradevoli sempre Al essa in luce, porre quella di Virgilio in ispecie.Anche per lui la mite dolcezza dell' esametro e virgilianosvanisce ne' versi lo chiamato aver dice centissima re- sua una perfettaintuizione del sentimento fine analisi psicologiche quelle sue resto più possibileai nostri tempi che i difetti l'enormi cosi in una 500), ma che senza critico Squaglia critico valoroso; Più larga ed erudita è la « solo Recentemente altrettanto, non pubblicazione,^dopo non tempo poderoso. Meglio di lo Squaglia, non a giudizio mio egregio amico e giovine di riuscito speranze, del l'uso seguito. fare di prova Infatti soltanto. belle cercò Quadri* tutti, però, v'è mio critica, secondo sua irriverente, non troppo dare radici salde tante eleganza « A voler Livorno, 1764. Arici nella traduzione de W Eneide, scorso; Di- Brescia, 1884. / 3 critico criteri estetici e Paravia, 1897. 4 Op. cit.,pag. 84 e — l'operapoetica di ; seg. A. Caro — Saggio 193 intera nella V limpida e ineffabile quale spira un sente basterebbe la come ovunque metempsicosi strana una del traduttore, poiché molte riposte nella nate scritte, nel recchio lingua consolanti che metro, armonie, il ha uomini cosi ricevuto il come all'amico scriveva giacché hai Firmani, membra sono imaginell'o- nel finissimo il cui vino di- maestro dalla stampa, da il il Fomaciari, io vedrei volentieri più bei libri della poterlo fare assai bene di dotti egregi e ai saggio lo del Caro, Disegno storico^ suo «... : estetico dato tenui non il Rieppi, commento tuo lodi cosi tenero, nel quale, pur Virgilio sempre quell'arteper in Virgilio il suo pertanto, oltre che Meritamente, Squaglia non ».^ autore suo di furono ultimo da e di reca si nume, dell* Eneide quale ti vi e nelle passasse nella Alighieririconosceva e d'un bellezze stessa, insuperabile magistero e divino alito credo, che T anima io neppure, poesia virgiliana^ presenza per e della imagine un Eneide, »* . . . Vili. Un L'inedito, italiano a ; 2 2^^ Eneide Prefaz, Autog. mirabili Bertoldi, 1897; dato di risiedere, libero Che studi. interessante, n' é prova di dio-evo me- Virgiliotrad. da A. il lavoro questa Caro, pag. Firenze, Barbèra, 1896. da e « sul storica Squaglia potrà portare lo centro un oltremodo riesca Vili che d'uffizio,in cure 1 lavoro critica quando gli sarà compimento, dalle : di saggio pag. 197. L' arte — profondamente pagine Prose visto. me » » del discorso minori ecc. svelata Del di A. di Virgilio è anche dal Manzoni storico romanzo Manzoni ; in ecc. « gistralmente ma- alcune V. A. Firenze, Sansoni, 194 principe de* nostri storici viventi, Pasquale Villari,dirigeva allo Squaglia fa: qualche anno bella autorevole e « Per il Ms. che letto P. la Con mi né chiaramente che r On. Le sul 336. intima Anche lodarsi per è non mi sarei non me ne avesse di del genere umano amico filosofo I Autog. da di me quelliche visto. Son una a van ciò, ».* di rale mo- giunte persona al la di precede: carissimo, amico quel che potei capire, avendo (epitetoche ironia)pensai d'intitolarle essere. tutto psicologia e non conversavamo, si pare, piace riportarne qui le da lezioni, il desiderio Pascal. mi me, dirle espresso che conoscenza, insieme di E narrazione, vuole che in però libro, mi un dedicatoria e lei, come e dato lo- stampe. manca seihpre una permesso un'idea darne libro: quello a Egregio professoree « quando Non ho che, far delle per buon lavoro Un Riflessioni. di quelle del genere Per avviso. quale alle ancora un decidere dichiarativa lettera mia P. la mio però aggiungere dissertazione, una sempre Ripeto n. forma. l'ultima deve se iscrivere per il con materiali L'ho — diligenzci, dico, perchè Le conoscere lo darei non di buoni raccolta anche io P. molta Ciò franchezza lavoro, debbo suo dall' On. trovato acume. farle di sincera quella forma, ancora ho raccomandato invio leggere a molto e prega stessa il ed posta, Le fu dato mi coscienza l'On. una della mezzo il che piacere,perchè vi con molta lettera forse molto gli fu a dato queste Riflessioni,Un per la maggiore, dopo iq6 da quel è strov'olmente del sentimento Pur fu il ing'og'noche raro toccata la corda il suona e verso Pelosini),dove della mae- malinconìa dolcemente e patetico. io ti vidi nell'acerba etade, grandi occhi lucenti, Maraviglia spirar di tua beltade, ai vili blandimenti. Nel volgo usato Giovinetta, da io che Ma Seppi, t*era i amico, i costumi e la boutade e tuoi tutti innocenti. T'adorai qua! celeste deitade. In estasi a rapir quaggiù le genti. DofK) due E ramingo omai, Mi volgo Che cara; a han la delusione turbò non io o fidente il guardo ancor Che Ma lustri,ti rivedo, tergo, senza sembianze, amara. speranze il e le misero cor impara sol le rimembranze! gli avanzano IX. Chi se lo s* è stancato non lui né lui che son della fortuna. Qualche ci non si smarrì sua vita e la quali gli furon mai tra le vicende dall' uomo; sto, Mode- sottintesi. fiaccato non citando, venuto che e lo scrittore serenità e tranquillità costante cólta ma eglisia. carattere scrupoli e senza franco; umile, di e mai scompagna" vive, de' detrattori della d*uomo tempra si come ma sua ora, un non scrive di legger fin qui,veda, ricco com'è ingegno cosi svariatamente noscendo coSquaglia, che gli fosse resa giustizia, pur non meritava che In di dà né dai colpi arguto motto l'espressione del spirito, suo fortunose della peregrinazioni,nelle fidi compagni gli studi e V affetto della lunga buona odissea signora, di che ne divise le poche 197 gioie e da qui Egli dice che, sonato a pochi mesi il campanaccio della redenzione, volerà alla sua il Toscana a godersi il meritato riposo; ma de' suoi migliori si lascerà fuggire uno non governo educatori valorosi maestri. In ogni modo non e perà scapdalla repubblica letteraria,alla quale ha V obbligo i molti di continuare suo dolori. a offrire i frutti meritamente poderoso ingegno entusiasmo per le e dal suo ancor attesi dal nile giova- sempre lettere, di cui ha cosi ricca r anima.* nel dover qui aggiungere che, poco piange il cuore nel 1897, di questo dopo la pubblicazione,che avvenne tempo mio scritto,il povero Squaglia per grave dolore domestico rono (fuin momento vero un d'esaltazione, pose troppi!), per I Mi fine ai suoi giorni. Mi miseramente quanto la soave prima V inedito memoria pubblicabile,anche deir infelice amico. di propongo per far conoscere meglio onorare FELICIANO FERRANTI ANGELO AD DI DE RADIOSA GUBERNATIS OPEROSITÀ EROICA MIRACOLO NUOVO CELEBRANDOSI IL IN PER SEGNO DEVOTO GIUBILEO SUO DI ESULTANZA AFFETTO DI DISCEPOLO DEDICO MCM. PERUGIA, I. |iE,nella storia Umbria italiana è nostra stirpe la e il sorriso genialità delle ; in quella della espressioni indamo, e della degni chi vi delle forme cultura, la perugina furon viste nazionale, Umbri e forse al perchè storica e vari non ogni è non lavorio ma illuminati cui della loco certo ma al le del non soltanto occorrono operai. E delle facile sarà se siero pen- scienze zione. erudicere, nuo- per ricostruzione i preparare eziandio i onde della Le non ville fa- pea dell'epo- attività come formò in- ultime movimento diritto lo per che momenti interrotta aspettativa necessario elementi, di V di e manifestazione, letteratura, del della Ma la natio rettitudine in eroici parteciparono italiano, in come di repubblica, per forse posteri, specie e balenare del amor delle e non ancora, nobilissimi, ai libertà di V con tellett in- divini a civile viver si attende tramandati esser del della V indole ispirarono fasti, non i suoi spirito altissimo nuovi natura consegni, verità, d' della gine pa- nalità origi- V ricchezza, che opere delle una la per l' bello, al- del arti consacrata più luminose e delle molti energie pensiamo al sciplin dino- 199 vissimo e e forte che impulso della erudizione agli studi dato la ha storica critica giovine deputazione di storia patria,che una ispiròe sapienti e generosi studiosi fan della nostra altissima mente fecero sorgere vita di possiamo rigogliosa,non vicino il giorno in cui tutte le glorie non sognare volume patrie,radiose e nette, risplendano nel magno il pensiero umbro della storia d* Italia, e s' integri nel pensiero italiano, vario e poderoso qual fu. Si vuole però che queir impulso sia assecondato e favorito, specie da chi milita con coraggio e con fede nella falange de' cultori delle memorie cittadine, affinchè tutti i fatti che meritino particolarericordo, le figure che biano absiano ricostruiti illustrati,tutte e e prosperare luce. vera che mai avverrà Forse al meritato tolgano e fisonomia, rivivano caratteristica una oblio interessanti ricerca e di cose è riedificazione e azioni del non di persone vuol vita sciaurati dimenticate, dire riose glo- tutto scrupolosa una senza possibile: in loro affetto si soverchio per si richiamino fur vivi, ma non che nella che e pia am- nessuna il supremo salde. rigetterànella fossa le pietre non conforti grandi sarebbe E l'operafinale non senza le forze delle necessari e ritemprarvi dentro per nuove generazioniavviantisi alle maggiori conquiste architetto civiltà. della Se ricordo delle potenza che, infatti è se d' di non certe che certo che nel riverente passate grandezze sta popolo civile, non un esse s' più avesse si sentirebbero al chiara cuore parte della molta mi meno par e religioso e più certi vero serena scienza, co- stringimenti, quegli stringimentie quelleamarezze i generosi nel contrapporre a provano amarezze, spesso passato luminoso un presente su cui non ancora un si 200 far convergere poteron i tutti che raggi le nuove energie sprigionano, di luce e di calore. Tra questi generosi piace qui ricordare Ruggero de' più profondi e vasti l' intelletti delBonghi, uno Italia moderna, che, in quel solenne e magnifico discorso che tenne della Sala letteraria il lamento di scomparsa grande oggi, mutati raccoglierele a la sintesi non in rilievo messo è certo non di secondarie senza lasciar di senza nel ragione, s' è venuta di talvolta nel bel del irradiare e un chi Ma pensiero moderno, la nuova compiacersi. Gli è che possibile,senza prima aver è quello che storia non formando della valutar nostra de' che riodi pe- attraversiamo, scomparire a fatti traccia, molti della Il che opportuni. destinate rivolger cioè ispecie all' età prime tra nessun' al- intessendo sta tendenza, che una discipline storiche, in buio piuta com- che son sé alcuna rimaner perchè il gli elementi transizione, com' figure Anche tutti quale facilissima,considerato cosa molte a ancor pare la della ragione de' tempi cesse impulsi nuovi, si fa- fila onde di troverebbe troppa arditezza era fatta vario, complesso, multiforme, tela, forse della fatale determinato. e E il 49. e suU' orizzonte serio preoccupazioni e perciò de' bisogni e e 48 suscitare potesse intellettuale senza il patria,dopo zione produ- alla ricchezza ; all' indomani appariva cielo d' Italia, che movimento quale successore della redenzione idealità al Uomo, un della di fronte avanti di Biblioteca la scarsità nostra gurazione l'inau- per sincero, all' indomani era deg^o un sperare nella contemporanea dell' arte originalità certo Manzoni Manzoniana sconfortato Brera, lamentava e Alessandro su e meni feno- ricordo. senza è indubbiamente nel le campo cure e delle gli stùdi gerando letteratura, esa- l' importanza di docu- 20I menti scrittori, verso di e indegni di nota vissero nel secolo vale il ripulireuna lucente ignobileil avanti per il nostro dopo e cure a scrittore, la simpatica figuradi di r ammirazione (ilconcittadino per galla dal fiume dell'oblio noi a ; tanto conservar vita gli Torti nostro nel né modesta una cui confortò stra no- né umile si ma svolse ci é che risorgimento, e cui il quanto crediamo non le nostre dedicare alla tutti,e che per spetti, ri- che pensiamo antica cosi moderna, una noi e' è posto moneta tanti gratitudinee nostra poiché ricerche delle invece, per che e alla Ora, ricordanza. quali si soglion giudicar molti di quelli eh* memoria nostro, diritto hanno terreno di e i ultimi cara del anni di ritratto meritamente, cente re- come giudicato gli autorevoli), per il bene che la luce del suo ingegno e il calore dell' anima sua operarono in questa Umbria diletta, e perché bevve quest'aure delle quali s' aprì anche di vita, alla carezza pregne han essa la esistenza. nostra Solo il modo questa il e che di mezzo figura,perché meglio la quasi in cui assoluta la santa per siano in messe risaltare; ma potesse rilievo le altre suoi di se non farle, quando il tempo ci e e le forze verranno forse scritti,non meno, anche dell' e a parvero ap- Ferranti, battenti com- 1' opera in e manifestazioni del di lui, nuda quale ne viene siderosi però lasciarci de- sia, la ingegno se, che rinnovamento, senza che figure del varie che pensiero umbro accompagnarono ci costringe a presentarla sola e scolpita dai sfondo particolari monografie del causa ferti of- vi fianco a fossero si lo le molte secolo questo ci disegnare di mancanza illustrate siano in cui desiderato avremmo prima, più obbligato di degna e della altri me cornice, non volontà più dia vole autore- opera 202 a tratteggiarela St* ultimo e tività del nostro fecondo Ricci* in que- al Bonazzi, Torti dal ben glorie tutt' Tat- si svolse quale fecondo, perchè ammirate, degnamente e dell' Umbria nel periodo, Ferranti: dal al Morandi, letteraria storia sciute cono- pleiade una letti d'e- chi, ingegni, quali il Cristofani,il Cocchi, il Pennacil Montesperelli,il Rossi ed altri,risplendette .... intellettuale della fulgida luce sull' orizzonte verde nostra regione; fecondo, perchè, da una parte, novamento la tradizione classica, dall' altra, il risveglioe il rindi suscitati diffusero e delle buone qui, lettere dall' arte non senza ottimi buoni studi. de' e manzoniana, nero manten- frutti,il culto II. Feliciano Ferranti, fu contemporaneo, scuola nella che nomia, contorni meritino la rendesse non ma propri la suo vita, figura sua particolar fiso- una in rilievo, letterati di Umbri pur se fatta 1' essersi interessante i nella puro messi appunto tra e altro ogni si che non esser sé stessa parte per d' manzoniano un nell' arte, e de' abbia non differenza a questo secolo. Era nato famiglia,che studi, se Umbro Angelo Maria Riccia Lapi, 1899 opere di A. Avverto Non qui di non M, e che La sua Ricci; vita 18 15 d' adozione. e le Sacchetti stie da desta mo- agli avviarlo potuto 1' inclinazione e nascita, ma Angelo gennaio, avrebbe volontà la ferrea 1 2 non maggio* il 26 Foligno a V. — opere di lui Ficorilli, Città ; Bassetti La , non stello, Ca- di vita le e Rieti, Trinchi, 1898. come della nell'Appendice. stampò il Giornale di bibliografiaferrantiana darò Foligfw, notizia — pleta com- 204 dì battagliaV onore godere de* saper a r associare, in della idea intellettuale che rimanendo e, quella a milizia santa fianco di Vittorio nuele Ema- parola e della breccia, dopo che la le armi sulla poi fu aperta, breccia religione, che egli intese e professò, può lui con l' al- d' amore, e della guerreggiò a di Garibaldi e riverenza anche ascritto essere di anche italiana,ma acquistata libertà,con cristianamente e penna, frutti dell' culto un bandiera patria quella umanamente ben della della destini vegliò a guardia de'^nuovi d' Italia. Né il che atteggiamento, e dubbiosi, cambiò carattere suo sulla cattedra soltanto, egli voleva mai ma tutto un pezzo uno alla diffusione Dedito meglio istituì pel un i civili : e, una casa non è può non paese se è libreria senza men qualcosa quel vero che vero della un bieco ha a volgare! la senza quale collocato esser qualcosa città una vesse do- sorriso sentimento dice il De che che qual- in se la Biblioteca,^enza diritto aver guai : cultura, riordinò, o della Comune non catore nella vita. L' edu- neppure d' né si burrasco- l'idea dell'educatore, sguardo,in apparire l'espressioned'un atto, in suo espressione egli,per volger di tempi smarrì non mai tra Amicis, che della locanda, biblioteca ha barbarie. fine, essenzialmente All' istesso essendone de' uno borò, colla- educativo, principaliispiratori,in una che vantò Umbra, pubblicazione annuale, la Strenna gostini, l'Ascrittori quali il Pompili, direttore, il Pennacchi, il Mattòli,^ il Cozza, la Pieràlli, Pompeo Cam- I Di V. e liberale autentico questo quel che gli scrittori di n' è detto Bevagna. in e insigne scienziato questo voi. al cap. La e fattore benecultun 205 nella pello,insigne grandissimo Ariodante fu ben in il affettuoso R. il quasi coi quali altri illustri con lui V Album, fu nel altri ed dettava, cuore colse, ac- ma la e il e Famiglia, Trasimeno, del il Liberale, il Museo Unione altri e rivista che Friulano, la Donna il Polifono,V Creptiscolo, Spuches d*onore, il meglio che posto ispiratadal sola la Universo, V Osservatore famiglia ed il De Tommaseo.* del Umbra Annotatore V Patria, il Cristofani, Storia intelletto sempre di Fanfulla,V periodici,politicio di letterari educativi. E feconda certo letteraria valore, del oltre se, dava questa d' arte e quotidianamente sincerità rara pensando e minute di allora novità di e contentare I e ricerche non V intrinseco scuola, per si quale con lungamente dalle infinite sue versioni, racconti, regole, discreta le che pubblicazioni di relativamente vedremo, modo e amici anche tempo, d' stemi si- certa zione osservanon ogni il D* tica cri- ai con originalitàdi Foligno aggiunge risulta. la preparava (com* appare giudizio,trovava gì'innumerevoli di l'attività esser ora per vigenti esercitò,come II Giornale dalle mie alla pedagogica metodo di parte appunti),oltre e dovett' produzione giornalisticache d' educazione, oltre quel che contenenti carte letteraria a coscienza scrivendo sunti, schemi, assidua e Ferranti, intenti aveva di e come la Percòto, Tenca, la Strenna la ménte di Deputazione vastissimo Né e riamato, e corrispondenza amichevole, Nannarelli, quel o il e meritava, personaggi che lo stimarono quanto di GKacomini, il Campello figlio,oggi Presidente questa il lettere, Fabretti, de* quali il Ferranti presto amico stette nelle politicacome solo parte Azeglio, ma 2o6 dell' Umbria chiedenti liberamente profuse, nelle amore a dei glorie e corrente vive, nel d' e imparare solo sorretto da ebbe ma d' alcun tempo, operosità d' a cui e studiosi luce vive ancora C. ammiratori, di della non sua psiche, e di rettitudine, fede gestiva sug- e intera A. che Meschia, calore tanto di tanta d' affetti volle, la per patria le lettere. Cara, edificatrice,santa ai di quali vivere della sostegno scuola tralcio, ricco In insieme cui di questi gemme vari si e di due diversi il dell' arte, nel culto e agli animosi a quest'amicizia temperamenti e la maturità intorno annoso età d' operare e Ideale, essendo il attività fati,privar, si immaturamente, di suoi regione, e, per alleata la sapiente geniale, feconda freschissimo giovine ingegno, intomo amici il compianto di tanti teneri intellettuale,di crudeltà e un un' più negli anni confortevole la siero pen- greca. impulso compagna ammirazione del ambizioni sue bontà, di e delle tenersi al di straordinaria forte un consacrati movimento lingua davvero bellezza di la menti ele- il culto e delle filiale aver per anche del egli con racconti autodidatticamente Catone, quale suoi ma che frugar conoscenza quanto più poteva italiano,che era una Nella fatta la tempi passati, maturi, novello fu i molti popolo di fasti cittadini de' comporre diffonder solo non memorie onde d* occasione poesie bene d'un tellett in- sero tol- non raggio nel miistessc 1' esperienza dell' une passi dell'altro,quale olmo va appoggiando il giovine e esercizi d' umori. dello in quest'apo spirito, stolato d' amore, il nostro Ferranti, giunto fino al volle godere nel meritato 1877, non ne riposo i frutti: poiché, giubilato dal patrio Municipio, non avendo 2o^ ottenuto ruoli governativi desidèri Roma, di continuar diversamente suoi devoti, lasciò lui la cattedra minile^ al Tenca volte valorosi il paese nella chi, Pennac- poi, per invito d' altri,Y insegnamento nel Collegio della Sapienza. non de' sentimenti forse era delle e primato un d' l'ambiente idee del esempio : in cui facevan desiderare di sua persona Però la all'aria sole po' quiete aperta, 1' attenzione Ferranti d' altra mai gli venner rispetto de' estimatori, poteva anni, gli famigliolae sua forse lontana un dalla più. la devozione meno dei pochi de' de' valenti, ma questi raccoglieva ne nelle spesso, con conversazioni, gli spiritie gli affetti, d' i vecchi chi vec- d' alto maestri r ottimo Non mi metto intelletto ben cuore amico a serene gione quellareli- quella filiale benevolenza ossequio, con ispirarenel I le parte anche giovani, amici.* Tra sanno citare eser- colleghi, l' ammirazione l'amore e della tennero dei non giovani, il o terario let- uomo un abitudini, che, specialmente negli ultimi suoi fem- normale e Perugia sue si recò e del Scuola e mente egual- ma natio, proposta per d' italiano ne' V più manifestaci e inscriversi di insegnamento a quali irrequietezzedella per so Perugia, dov' ebbe, in qui V idea non Fabbri, amici a smessa e nutriti anima sua al avendo o mio di e fatto de' prof. Oreste registrarnomine a gentile che animo giovani rosi, valo- Ferrini, che, membro di Accademie a Deputazioni storiche che, date com'erano profusione mi sembra un non aggiungano molto alla fama di uno tempo, scrittore. Dì questo parere parmi sia stato anche il Ferranti,che e non di conservò con troppo gelosa cura le magne pergamene cadiche. ar- 2o8 quel fine giudice delle da colorirmi certo la tutta egli è, eh' cose figura del negli scritti. Finalmente umano cuore Ferranti, nostro acuto e potuto illuminarmi ha età, gli acciacchi, V la nobile spensero del conoscitore esistenza, nel che e è non V esaurimento, del pomeriggio 21 il vecchio gennaio 1887, mentre apostolo ritornava a scepoli dalla Sapienza, e quando amici casa e parenti e di* l' solenne la genial festa delgli preparavano onomastico Il suo. giovine Meschia amico senza già preceduto nella tomba, non fieramente tragica fine contristato del Ferranti, La morte. della del V tempo, Ma, del modesto del tempo affetti ; I — La in i il Giornale di breve Foligno, i come ma stillerà Giuseppina stri, no- compianto sotterra dalla e giornali interpreti scesa la salma fredda ala silenzi dell'oblio, senz'eco. anche lo che farlo inaridire . era dolore cui il mosse com- per questo generoso giusta dispensiera di gloria,come sulle zolle non cui tra la affrettargli del gregari soltanto, che vorrei e sua animo tenero tempi affannosi in trasportato nei io ad Umbria, resero scrittore,fu la morte sorge, a umili unanime, e si accade degli Ben V tutta Unione, il Topino come non fosse di della aver il aveva pel Meschia, stato era ammirazione cui sincero com' quale, r anima forse contribuito e V già stici ricoprono, il fiore de' domela mia lode rugiada bastevole ? Lelmi, sua scolara, pubblicò un racconto titolato in- Orgoglio: Foligno, Sgariglia, 1887; in 16-, di pagg. 74più piccola delle brave figliole, dire, Noemi, s'accingevaa esorper l'occasione,sul pianoforte. 2og III. è Non ed varia facile ricostruire cosa estesa letteraria opera né discemere che quel Anche suoi in più difficile che rivolti a gli originali, sa sia se una troppo scena di che critici eterni la per come quella agitano son i troppa con stati essere ricerca che si non tri al- degli po' di luce su storia municipale sforzi quanti di bia ab- V anima tutta i palpitie agiteranno e scritti un comprensione essere di vari menti sentie sempre, esclusione i ispirati principio d'arte, che, per quanto mirabile, stato professato da uno simo, spiritopur grandisdovette lasciarglimolta libertà di pensiero unico un essendo non indipendenza Comunque, per giudizio. parmi ridurre si rivelò V volgare, certo di a dello per dovere di tudine, grati- aspetto in V scrittore, che sembra V impresa, il tentar storico fu di non più generazioni commovere parve regione intera,*e una che documento ingegno se dell' opera prezzo foss' altro, oltre non cui quale da sostanziale. che cui diffondere assurgono, alla i didattici e la esercitata, men inutile, resta angusta, rado A., r si da umana, di di Foligno, fatto e là in riviste e qua surarne mi- rimanere titoli, per i appena di fatto del ebbe potrà e né Ferranti, che ne vivo men conto conoscono pubblicati a tener che tanto é di essa non a si quel del Tefficacia adeguatamente la illustrare tutta e ancor di spar- capace ' I Gli scritti del Ferranti gV intellettuali ritrovi eh' della aristocrazia nella sua munifica d'un casa eran tempo, teneva ('non i sol»)venivan così e letti in beli' ornamento specialmente il conte Paolo di e ne' vera quelode circoli che Campello, vanto 2IO e la voluta bsnefica di qualche raggio jfor nel far discrezione, della tradizion tal intenti del della con culturae secolo. del XIX® lavoro. nostro diflferenze sostanziali per segnamento d'in- aule documento, la storia letteraria dell' Umbria Questi gV Non d'un servirsi per nelle luce di principiestetici, fu un manzoniano perchè ho detto che il Ferranti quant' altri mai,, ma d'esposizione puro per comodità dividerò gli scritti di lui in originaM^critici e àMaidai primi i Drammi tici,escludendo inediti^di cui brevità riservandomi parlerò con e separatamente, di far cenno di alcune biografie,epigrafi,poesie, edite o no, d' occasione, quando capiteràil momen. to opportuno. Degli originali,che scritti popolari o gior mag- letteraria del Ferranti, i piùson parte dell' opera racconti la costituiscon storici, altri racconti romanzetti anche più propriamente fantastici,ma questi con 1' A. sfondi storici, a' quali nella finzione ha tenuto r occhio : de' primi è tipo la Corsa del Palazzo, dei secondi la Noi racconti sur Figlia dell' Organaio, pertanto ci fermeremo e forse d' solo un potrebbe soltanto su il fermarsi anche bastare questidue essi, perocché d* ambedue Si dice Di r un pregiando, qual gli altri tutti ci pare e rivelando occuparsi, non bellezza, e solo rappresentando decoro notizie stesso del su patriziato umbro. questa illustre umbra: famiglia Uomo, V. vedasi Storia voli. 2, Città la lunga e inutile essi aspetti nuovi un documento Appeìidice. - va- maggiori Per splendida pubblicazionedello documentata di prende. troppo fatica r di ch'uom aneddotica di una Castello, Lapi, 1899-900. miglia fa- 212 assimilarsi senza estetico fino (per a di pensiero forse nel Sposi, il a fatto ne' si tran suoi se ne natale la vita e cosi Il Ferranti della culto questo a più primo 41 nel suo detto aveva nel vie rendere : « Altre strizioni re- non de' messi /Pro- mèta prema su- incessantemente, V che intreccio, lo non en- bene, psicologico.Orla psicologia si vuole quanto siano dì e non nel è il solo benché tutta romanzo. suo il popolo, di alimentarvi d' ogni gentilevirtù. Ed anche il religione e rinserrarsi correva con- congiungeva l'analisi psicologica d'educare l'intento con una grande lorhbardo, la natura tutta come indubbiamente, ; ma, del popolo, psicologia fece oltre altri elementi dell' arte il tra Colpito,come sensibile, dalla profondità profonda, originale,nova elemento ranti Fer- dell' arte concezioni. sue e sempre del Manzoni il mezzo per della romanzetti, dire può Mentre più vasti orizzonti vole, proposito suo, lode- il novità tendere cui ristretto per animo Ferranti campo volontariamente. suo e originalità un Graf) molto divulgare s'impose essere e Anche di verso, V ala della a dovette batter propria città impastoiarlo nelle la storia del in semplice punto. un d* arte. e un per frase una bene poteva si chiudono pregi, e usare ridursi a i popolo l'arte monotona uno o Ormai veniva necessariamente Già sua. fin dal primi racconti, Caterina, gli osti e le osterie ingombrano de' stima più necessari alla ogni lavoro letterario. Niuno di taluni, le scandolo dignità della poesia, con grave reggie e gli appartamenti dorati, qual maraviglia? La letteratura va col diritto I che Pag. facendosi povero si faccia 20. incomincia umana; popolo, servire il quale chiede all'educazione. liarizzarsi fami- a a »* Ma buon farsi 213 doveva non umana bellezze di fantasmi, alla natura. abbia verun com'è a il cuore fissato il segno al del molto Della Con miracolosi ogni genil),se Ferranti, al e lavoro suo La ciò, per le tutta nostri tele, o da tutto pò più affreschi che ne togli la minati illusica, mu- di cui andava dicendo letterario,ma più di Figlia dell' Organaio, certe a vine di- la letteratura doti zione, innegabilid'inven- intreccio, di condotta, per certi buoni artistici,e anche per le qualitàdel dettato, su un il bisogno arti care d' fermeremo traendo ri- abbondar sentire che quasi tace nostre vedremo. tutti, come andò Maestro, si dovesse bellezza (o cara ornato esser nostro irradiare, foste dedito negli scritti. E si che i ben parlar d'altro, avrebber Ferranti qualche mirabile non descrittiva! Ferranti non fomentando paesaggi umbri, a potuto ispirareal possono dal affermava il Maestro perchè mondo, d'andarle pagina all'arte tinte at- che che tanto umano, di e realistiche La studiare bastare di simboli nemica ideali,di bellezze passioni che o dire quale,specialmente,par linguaggio pel Ferranti, tutto oltre anche voler lungo, gli scritti effetti cui ci del modesto folignate si certo piacere,e, con un rileggono ancora di indubbiamente, con miglior profittomorale quel che accada non appestando Alla acclamati Corsa locali I aspetta e È dedicata ancora di il suo tanti morbosi i nostri luoghi più del Palazzo"^ hanno i libri delle a racconti che vanno cari. offerto materia Reformationi del dizioni tra- Comune Fior anzi quella Marianna ÌVaddington^che biografoe descrittore del suo celebre salotto. 214 di Fuligno del ben triste l'anonimo della vecchia una di e li che popolo un l'imitazione subito / a un manzoniana: Promessi Sposi qui è fanciulla,Aurelia, suo ribile inesau- chiaro ma il vicinato, la finzione, l'autore rimasta Una commovente. sola e Montefalco, paese, un e solo lei, che come la conduce a s'ispira. orfana trova con se a vera po- dopo amico un orfano protettore in Michele, giovine generoso, e dimenti inten- agli estetici,perfettamente consoni quelli del Manzoni, ai quali La storia è semplice, ma del bia ab- non Stella, narratrice indiretto cenno una dignità. sua Maria artistici ed l'incendio riguarda popolari, autorevole in tutto regolatricedel Rosario : con cose come di Introduzione comare, medichessa qui rivela proemio che quel per indegna perduta la usanza, interamente Il XVI sec. Folig-no in reni semiglior fortuna. I primi tempi scorremo la fanciulla, caduta tranquillinel lavoro, ma d'un non agguato per casi specialiriuscito di cerca e vittima esiziale al suo impazzisce : onore, è assistita da buone breve rato) (occorre dirlo ? già di lei innamoda Astorre, giovinetto patrizio,per e cui, nel intervallo dell'agguato,gli occhi di lei erano stati pieni amiche, Michele da vita egualmente forte in un giovani vegliano dell'orfana la si svampa I due d' incanto. e pur lirico diversa: adorata « entusiasmo, non sì tendono con- passione con l'amore e e d' Astorre sa resistere d'una sia fantapiù oltraggiosisospetti;è la fiamma che una artistica piuttosto che un patto del cuore, è timido di Michele seria e rispettosatutela : V amore ed operoso, di quegli affetti che trovano uno sempre r occasione di agire e perdono sempre V occasione dì ai parlare, che stessi in mezzo non hanno alle ardue tempo di necessità confessarsi della vita, a e sé che 21S finiscono a col rimanere tutti raggiungere del lavoro. nel smarrita fantasia di novità del d' Ma in d' Astorre, venuto il giorno della se il la ognun è svolto mancano: suo vero ma, come vede, ? è L' in la di mezzi solazion de- sua società accade rude vata. depra- tenuto stato desto, sicuro certo con che storica. Ma risultati,il dramma estensione, nella colorito. legge, animo un costumanza una Idee, starei soverchia ne' per di Credo dimento ar- piena sua non melodrammi dire un in istato giovine l'una e felicemente disuguaglianza,che è difetto per istudi incompleti e non se non motivi scene, talvolta inesperienza d' arte ? espressione non chiamerei nuoce lia, Ceci- fantastico intreccio un buoni è fecondità da la forza della della principianti,rimangono crisalide; ser es- del Palazzo. nella lui colpe sulle la necessaria con luce, nel senza di d' può dirsi che sia psicologicaè esercitata non doveva aiutato l'eroismo r interesse e rinchiudere della Corsa presa facendo veto, rapire e e secondo Cosi scioglimento suo il rando strappa agliaguzzini,e dichia- sposare, trionfa generoso l'analisi dei vedova, e E perversità di disonore, donde giorno cuore tica aristocra- dalla fatale.Michele, la sposa. e la boria aiutata Foligno il una giovine patrizio.» ponesse giovane volerla Come ha casa al ludibrio la salva ma da tratta di sate all'u- reola naturalo, dall'au- trionferebbero, se una di il circonda Astorre amica le che ignominiosi sicari, non r infelice di com'è affascinati, padre allontanare ritornata pericolo corso, e coscienza oggetti, « si affida, come il suo fedele dell'operaio;ma sono attrattive queste povertà ai noti sorella, al braccio la sacrifizi della gli altri terribile immagini, e coir andare fanciulla, ricuperata la La » ignoratinell'anima, gegno in- l'altra. perfetta: di chi sia chi man- intera- 2l6 da lìbero mente V intonazione 1*atteg-g-iamento e è insomma non più di pastoie, ma certe le nuoce manifestamente zoniani; man- originale,individuale, ilche rigor di termini, non è riuscita. Il g'enio, concependo, esprime già prima che il concepto sia materialmente comunicato agli altri : perciò o V espressione è proprietà dell'artista,o è espressione, non vuol dire, ossia è bellezza. non lettore a può acuto il è suo già in anno in quello a uno scandalo periodo ben congegnato vine gioprosa fu il precedente pubblicato,che e che vera, di ^mpo come critiche del Bonghi Quando poi il sacrilegio. le Lettere cui parvero osservazione del Corsa questa l' affermazione, fatta ragion del- fu il libro cui in ogni modo, bella una stile il principio di un scorgere In scrittore. Pure un scorrevole e inchiude riveli T intuizione una pronta, sicura de* fatti dello di spirito,allora,specie a chi si piaccia gerazione, esapsicologica,la prosa del Ferranti, senza Un esempio (saràgran piace e comnipve. arte male d'arte riferir Tarte? per e que' libri,onde di scrittori voci certe evocar essi che vissero nostri qualche periodo le modeste trassero che or disfazioni sod- intime giacciono polverosi nelle Le poche errò come volte raggio di gaudio che d'una viene del nascere brillava che la ciò labbra, sole. sul venne av- mulo Quel tre- volto della parola più eloquente che patimenti gli parlasse di speranza: il palpitoleggero quel sorriso fosse come vita splendido dall'alto, si ispirato nel che e sospesa sorriso, questo emanata sul Michele per le smorte ai suoi mezzo gli pareva il in sempre fanciulla,era in un riflesso per un quasi che «... biblioteche?): fuggitivosorriso [allapazza] a risorgere; in noi una luce sol quando ci qualche presentimento di segno riavviva cuore accenna di forse 217 bene; Michele e che il to), dov' esso « detta a qualcosa di più che bella una alla (dovuto indubbiamente abbiam riportatele parole chiuse in lui il e del penna tra Crepu- l'articolo chiudeva donde Tenca), virgolette,« italiano. romanziere buon un pubblico come promessa, chiesuola, di sospetto dal fu accolto », ratura lette- nella posto onorevolissimo un contemporanea scoloynon Ferranti, che, del romanzo friulano (ispiratocerto dalla Caterina stato era pubblicato in appendice, prendeva deir Annotatore con tiva sen- questa religiosa a peso idee sue (Pag. 123) » Ond'è Parco dar dover di vagamente credenza. semplicitàdelle nella conizzando pre- » VI. Una lode oltre che r Autore il del fece lavoro suo quest'altro Ferranti nostro I Dedicata balda letteratura giornali di Popolo della e I e Roma sua accolse 2), e che dovette mutato, imitazione anteriore Il venerando di marzo d'altrove nativa Spoleto, che anche il mio memore ne ne anzi, direi stra superstitedi quellano- che più che combatte Uomo senza accorgesse, fece nario nonage- intrepida si è spento quest' anno, se ; arte strettamente al 48, il omiopatica - il pregi,T passo gran Pompili^ umbra il 19 Roma ristampe ricco di pur un nella incompresi ideali. suoi in de* fa non della Rivista direttore pe' racconto, Gioacchino a dell* organaio,^ prediletto. cristallizzandosi che, dalle titolo con conseguire, Figlia La con arguirlo anche di Ferranti il racconti, dobbiam se ne Con molti con che, essere tale cercò una che cidament pla- alcuno tranne necrologia rimpianto (Anno I, // fettuosa afmeri nu- 2l8 manzoniana, non avvenne il dell' AutoYe, vedeva di all'arte salute, e che hanno di ha la però senza quale fuori alla Manzoni del alle idee ascetico, che quella certa Corsa del Palazzo, gran che almeno o anche assentendo che accentua non d'individualità impronta Ciò essa convincimento del prosa italiana religiosee già non Manzoni venuto era nella fondo pronon altra via sempre morali loro in più quel essenza ramente, ve- Invece singolarmentecristiana e democratica. dunque d* espandersi, l' idea estetica del Ferranti, in più larghiorizzonti, si venne più restringendo, sempre avvicinato di d'essersi e, quando più egli credeva molto al Maestro, Com' (e se i mediocri un ne era infinitamente invece lontanato. al- accade, del resto, di tutti gì'imitatori stati sono confronto se è troppo) del imitabile possibile,il meno gli scrittori. Né occorre ragione quel generoso Manzoni, che è, di tutti ben a perchè. Onde spiritodel Dall' Ongaro (anche risorgono e pullulano tanti questo dimenticato, mentre d' esser di chi non si credette mai nomi poeta) con rara franchezza additava dire il al Ferranti, nella lettera che pubblicheremo in Appendice, la falsità o 1' erroneità de' principiestetici ai quali si ispirava: come udremo altro suo lamentarsene anche un generosissimo amico valente e agitatore,Carlo Tenca. Pure a tante anime celestiale figlia dell'organaio buone codesta troppo parte per la simpatia che piacque; piacque, da una la pietà anche la religiosità destano e inopportune, quando sian circondate dall' aureola del sacrificio della gioventù e della bellezza, dall' altra, per l' indole del nostro e popolo umbro per effetto di quella corrente romantica che sicismo clasqui da noi tra le anticagliedi un stantio e decrepito si fu sprigionata; il popolino poi non imbevuto di idee estetiche, ne fornito 220 si diede con e malore, che r giunta fin da si fece ma sua crebbe a V aiuto di ne queir come un anni una del che idea mo, l'ani- rato, prime disperiusci stessa si costituì pace si vide serenamente fu sulle Celestina nella santamente di scaldato disperazionee fu logoro dagli al culto Luigi fu non mori. Celestina poco aveva monaca. con la li dedicarsi giovinetta le e che di ora di V organo sodisfazione spirito del vecchio fanciulla, la verso finche lavoro, quella grande al debole dal al essa Ma completo. urto d* animo inclinazione diversa con a minar do- famigliuola, lavoro. che si svolge neir anguQuesto il breve dramma sto spazio di un rione di Foligno : botteghe, taverne, menti chiostro, donnicciole, giocatori,i comcase, un povere della la materia deir arte poveraglia, ecco cosi descrittiva del nostro diremo Ferranti, il quale, di popolo, cresciuto tra care stacnato se non ne sa esso, né con V anima umile la fantasia, né con e pia. L' occhio del lettore pertanto può poco spaziare,né volta lembo di cielo, alcuna un gli si stende davanti una verdeggiante, un tratto di mare tato agicampagna é calma, tutto é penombra, né air orecchio : tutto che quelle mestissime deir organo giungono altre melodie l'andatura dimessa dello paterno. Aggiungete che stile e lo spiritomistico, V unico qui aleggi,che r animi un po', e vi sentirete rapitisi dalla lettura, vostra ma zione partecipaquasi per forza d' inerzia, senza interiore, e alla fine V animo di stanco é Non benché dolcezza, di tanta soavità sentirà religiosa. che dicon dunque V arte oggg^ suggestiva, s' esplichipianamente, aggraziata quanto appunto i sentimenti psicologico del di tanta si vostro novità e di e libro. V idee che formano Questo é veramente atteggiamenti interessanti. il contenuto non scarso Neil' animo 22 il Ferranti vede disinvoltura certa con talvolta aria con semplice (non giudizio personale Qualche esempio. che si parlando pensiero. Gli naturalmente non descrive porre inter- senza però mancano dell* imitazione la citazione o lo e naturalezza e le aiFettazioni questo acutamente, 1 anche in il manzoniana) di alcuna etica. legge Questa singolare fanciulla parca ste ispirasseal segreto di qualche celela voce sguardi le si avvivavano; « armoniosa le tenerissima e quell'interna commozione vibrava si rivelano onde le di tie simpa- Le idee si fanno buone lume « degli affetti. » a vicenda, e quella di far qualcosa a prò' dell'amico de' suoi primi anni, entrò cosi dire da sé nelle per di quei giorni occupavano che il pensiero della cure Celestina. » Di episodi il racconto è ricchissimo, non efficacia e maestria resi con ma certa que' pochi son di stile, specialmente quello del sacrifizio di Celestina, nel quale si sente il candore della pia anima tutto del Ferranti. Nella a penombra del tempio ornato festa e pieno della folla devotamente curiosa, dopo la recisione delle lunghe trecce raccolte nel piatto d' argento, mentre censo si diffonde nell' aria profumata d' in- la compie si sublima: Ma e qualche basic e Christi, e creazioni in Il Ferranti manca. durevoli tentativo prosa l'Unione),misurate con in Noemi per si l'effetto dell' della dramma vero qualitànecessarie, altro tutto rappresentarlo bene, per molte alle è questo il il romanzo, ingegno meno sponsa della giante giovinetta bianchegtrasfigurazione la grata, è quasi un dietro rapimento d' estasi, potente, comprensivo, e Veni del la l'anima arte. melodia soave : e aveva gli ma versi cuore vennero le circostanze sicché, dopo revoli favofatto aver la Romita con vita, del Su- (romanzo pubblicato più equamente le sue forze nel- al di- 222 fantastiche delle leguarsi lasciò perchè deboli, peraltro intime sì diede A soddisfazioni alla didattica vita egli fu il tutto alla fede. o è di l'Italia notevoli, Son e l'affetto in versi finì,in cui se manzoniana, di questo genere avvertissi non inediti, dove celebra // sabato dell' Avvento, la Quaresima, privi di bei versi caldo, e stati sono che di e di belle nessun già di inedite, le conseguita // tremendo subito santi scarso bertà li- servaggio l'intonazione la zoni Man- pure nica Dome- Innocenti,Epifania, valore immagini benché né di non mento senti- interesse, perché tali soggetti trattati tutti ci sentiamo : armonia vivissima, ebbe dell' Avvento, Natività, i Passione, tutti finisce: compiacerti. E al negli Inni Sacri che ispiròmedesimamente si sublimi di troveresti piena la sie poe- natio, l'altra Fra smentito. un'altra, la Stella d'Italia,consacra con le edite, due il Ferranti che religiosa, mai patrio non cizia, all'ami- Emanuele, che dove Emanuele, suoi de' patria,o libero il suol e la fede vanno tra Vitlorio a Dio, far grande Vittorio e interprete, scontento della tore: scrit- di nome visse, de' sentimenti V una patriottiche, causa che comuni buon gode all' amore o compaesani ispirati gli si pe' quali occasioni infelice né che e al colle luminose la via tutto sui motivi chi a non tempo qui battuta, non senza plausi d' ammiratori, le infinite si ricorre inafferrate d'arte alla crìtica. e di poetare presentarono per e precludersidel non ed fin la via dell'arte,colse nella visioni insuperabilmente con risonar ancora inni nell'animo. (ci ha lasciato dei drammi inediti, già pronti per la stampa) é detto tutto, quando si dica che sono anch' essi ispirati a que' criteri d' arte, onde abbiam visto guidati gli altri lavori romantici del Ferranti,né so di qual effetto sarebbero si se De' tentativi drammatici 22i rappresentassero del ingegno, suo ogiìimodo in attestano : tenacia la la versatilità cui con egli venne che perseguendo gl'idealiestetici ed educativi, dinanzi. di brillargli mai cessarono non VII. Nella didattica della lieve r esercizio aiuti e bontà, della d' fin dal preliminariallo discorso esponendo volumi perchè qui ma ma via s' era non niana manzo- certo non venuta sempre del innamorata d' bello invocata era sostrato a l' arte : una per sua i suoi per giovine amico, gli bene solo non all' anima imitazione, Già nuovi. guidò meno dello mo- a insegnamento, a educativi. intenti un orma ciò, l'esperienza e riuscir lo perché svelando meglio In per poi l'ispiròe fallace,anche mente. lasciò intellettuale d'un luce validi critica scuola, V affetto vivissimo della discepoli,la furono eletta sua nella e Nel 1859 studio della sui nuovi ed melodi usato discrezione molto non dopo ^ principi sani di scrivere il frutto e Nozioni dell'insegnamentoclassico 1870 pubblicò opera naciari. E con grammatica affermando dell' arte fuori alcune dato aveva delle e cavata sue con e veramente più consistente, dagli esempi lezioni, né genialità,é Puoti qual fu il del due For- metodo, inefficace. rinnovata giù é la scuola del De Sanctis : presentare dal grande maestro Francesco al giovine un brano scelto d' autore e pra ragionarci socon spontaneitàe con calore, cercando di scoprire Su il per segreto dell' arte nella concezione particolari,di cogliere lo spiritoche parole, quelle locuzioni, studiate Gli genialità. Esempi del come totale nei fatti e vivifica segni Fornaciari quelle di tica poe- resistono 224 anche rifar di con ali*azione oggi metodi criteri dell' arte bene po' esclusivi, ma un classica insegnare. E modo da ho giovare in revole, giudice ben autosa divide T opera, primo parla,dopo un della Elocuzione, e gli esempi son simili, nel volgarizzatoe scritture gli esempi costituiti son zioni, narrazioni, descri- di didascalici ritratti,lettere, dialoghi, brani oratòri, iscrizioni: con I criteri delle ognuna le osservazioni ; ma il brano sminuzza questi fa seguire questi si quando lo serve, creda breve suo dell* autore r arte cui il e opportuno : in ciò si sente memorabili Bonghi. Il libro così un* interessante non e un maestri e addentrarsi continua più insieme né stantio, tale ancora ne' dell' ai segreti oggi, specie la parte complessa della prima, Mi sulla riuscir da che anche la antologìa utile a' intendessero senza la guida consigliabileanche par seconda, già stilistica, ragionato, discepoli dell* arte insegnante. Lettere di trattato pedantesco guarda ri- critiche del efficacia delle prose ognuno che commento, salutare di ad risparmiare il biasimo, senza riesce Il Ferranti. gli espedienti stilisticidi e non di dani Gior- stesso più bocconi, in servate. os- nell' Arte del tutte son e ranti, analisi il Fer- dallo lodati e e chiude dette cose ai scrivere, criteri approvati di parti si quali s' ispira nella sua quelli stabiliti dal Condillac son quale due delle riassunto opportuno un come Invenzione^ scelta,disposizione e legame delle A^W e possa nel volumi: proemio succoso, presi dair Esopo Idee, si come ne un Egli quel gusto con so se di Tommaseo. detto, in due secondo lode la raccolti, sia pur certo non il Ferranti riscuotere Nicolò cui senza in tanto tempo, libri,perchè son di e del distruttrice assai quale più il Tommaseo nutrita e scrisse 225 air autore altre le con lettera quella mirabile nostro che remo riporte- Appendice, piena di novità, la mente che e vigorosa come in d'insegnamenti,franca la dettò, e della quale certo, si dica a lode, il sua Ferranti seppe far prò' nella compilazione del secondo volume. delle pagine veramente gistrali, maQuesto contiene avvivate senso e perchè ispiratedal buon dal caldo e affetto che scolari. Noi gli per qual dovette della nutriva cattedra, maestro compreso rapito nella contemplazione e riscaldarsi spesso sulla d' quasi dimentico esposizionedelle dare, alla vivace il tutto abbandonarsi, e la scuola per ritroviamo esse sulla bello : lo vediamo da in essere missione sua nostra il Ferranti grande del arte precetti impressioni. aver sue Vili. de* Ma nostri gli spiritiond' avvivò il quale d' ora in poi sarà Tarte per il solo autore, suo né al Ferranti che ne le lezioni vi si quanto per egli in né angusta e studio sui oscura, estetico al Comincio cui fu grande col dire il maestro ; ma di spaziar chiudersi rinsolo un si non dell' arte può un e che con libera con i lunga frutto il sup immortale il completi critici,nel nialità ge- e Né ma profonda cosiddetto mento Com- romanzo. Graf, suo gare ne- manzoniana, discepoli suoi. Sposi egli improvvisò: sapientemente apparecchiando venne e seppe / Promessi preparazione,di sereni grandissimo giovò non nell' ammirazione e questa cerchia condurvi Certo alcun debba si e possa onore. ad V unico maestro, suo si faccia può giovare nello scrittore cui fu il Manzoni, sua, V unico da bello stile che toglierlo più,specie scrittori chi l'attrasse di uno recente de' nostri mirabile più vo- 226 lume Foscolo, Manzoni^ Leopardi^ha chiamato su Commento il giudizio,a nella è condizione molto è tutt' altra meno è ciò che certo prescinder anche ben quel che poco, da a disegno troppo stesso, a tutta per de tutt'alpiùlo sia da non facile narlo, determiMa importa invero difettoso in tal un angusto, si propone mar chia- dir commento. che troppo e / Promessi di serve si deve più vasto il fine che r arte si è mento, com- s' intende come è non questo, un estetico: T estetica potrebbe chiamare, quando non è non cosi l'esposizione, come si spetto ri- Già accettare. lo studio che divagazione stilistica, il da commento un il libro critica manzoniana sia pare »* E valore. poco dalla critica letteraria cosa comunemente: studio della sbagliato,perchè né di considerando e interezza, mi sua il titolo severi esser ali-attuale e prolissa e scrittura « questo di libro è nel tempo fondo descriver mente special- Sposi, in quanto specialiespedienti e strumenti per è il modo più lodevole produrre i suoi effetti: ne onde quel disegno è stato attuato, eseguito. Quel voler dalla mente perchè prestabilito del Manzoni in ciascun delle passaggio, nel succedersi nel comparire e sparire de' scene, personaggi, nella del dialogo, introduzione degli espisodi,nella condotta de' soliloqui, nella tessitura nella elaborazione della materia noioso : storica, è illogico,eccessivo e anche questo è cosi, perchè bisognava che fosse così : tal modo di giudicare dipende dal considerar un per me trovar sempre un — — r arte del genio, come lavora che è è un della prodotto un molto voler volontà, liberamente, ridurre a se sistema e non ciò non consciam inche indefinibile,inesplicabileimpressione, spontanea I Torino, Loescher, 1898; pag. 142, in nota. 228 nialità loro, per per novità, la è davvero che il numero, il Qui inoltre, d' da noi infaticabile del come le che colpo imperava ancora ai principi avversa Sicché Manzoni. il modesto sembra che dato aveva lanciava / Promessi la vecchia è la bellezza tanta il parte violento le Lettere con tiche^ cri- critica, in massima professatie attuati dal mi lode di per più rispettidegno professoredel ginnasio di Foligno, d'arte all' Italia di assiduo tenace, bibliografo. nonostante Bonghi In essa. libro voluminoso un Sposi,quasi tutto quell'arte mirabile di rapita il in resto Italia,specie nelle scuole, anche sì smisurato, da ormai più diligentee sgomentare profondità,e la per dalla uscito intomo a mente sua piegata allo quel pelago immenso studio e che eglinon naufragò, far di certo ma un po' si smarrì, si aggirò senza molta trame via, senza grandi tesori : per altro molte e importanti indagini e scoperte vi fece, e la gran del ricondusse barca di il di nuove, é certo di brani non non contiene calore riesce I e a meglio, una sempre via, costituita acute, di vedute Né di riportarnel loro commento* quello del Ferranti, che si sono pagine buon un o resta ne ziose, pre- giudizi,sensati. piaggeria quella del Rigutini e del questioni di che : ancora, regge buttarsi merci metafora di il vano, e di vuota non Fuor osservazioni stata di porto troppo parte da buona poema, del Ferranti libro estraendone in fecondi. semi del terzo grandioso arte e di certamente il stile tutto Commento, spontaneità fare quel che d' e qua riferiscono a psicologia: meglio, che fa mirabilmente tali vi- brani molte belle veramente esposizione. Egli Firenze, Sansoni, 1894. là molti e di il stica, Me- per raramente il De Sanctis 229 nelle insuperate esposizioni che sue devono di propone dar per di farne fa e importanza dicendo, d* critica storica che illogica, è che di lavori avente non che il critico esercitò quei di lavori ricerche letterarie,facilmente opere più sità neces- chiamano invero cosa lavori intorno Jin^ unico, in alle mente sola- ma serie una particolariyindipendenti nessun' senza ignoti,e della critica letteraria, si risolve fini Oggi altra fuori connessione )"^ Così quale tutti quanti operano. di qualche anno addietro che se espoil giudizio estetico, senza far alcun oggetto sul altro di un si ma la estetica, dei che e ; d* che quella V idea con particolaricon deir o cozza complesso dair altro, e uno di punto ap- ricerche occorrono ammettendo cosidetta oggetto unico un t* al il « letterarie opere crìtici si viene della e ; per ottenerlo. fatti, scoperte di almeno o creazioni sforzo contemperamento un strana, ogni studi a fonti,ricostruzioni via r altrettante essere, quali sono, positive alle intorno è dimenticato, riesce tut- di scarsa fuggevole ricordo è tale. Ripeto, il suo ammirazione mento Com: il Ferranti è veramente prolisso, e questo difetto se ne molti tira dietro si può legaltri,naturalmente : ma gere ancora con profittospecie dai giovani e talvolta anche il con e piacere.E bene han fatto il Mestica mente più durevoli alcune buone veraRigutini a renderne ricevere a assennate e un osservazioni. Dandpne un meglio la natura saggio, spero chiarire anche Gertrude si pregio deir intero libro. Quando indurre a osserva : I pag. B. 24. sottoscriver « Questo Croce, La la è il nota primo supplica, passo critica letteraria; Roma, che breve e il lascia il Ferranti la misera Loescher, 1896; 230 muove malgrado suo V* è Non di cosa avendo non si viene parte, una rivalersi all' occasione. Rodrigo ha « L' : buona voglia ; che voce lo e* è potendolo non trova azione la lo usa linguaggio stesso nelle tromette dell' interesse citati legge di nostro : in ha lasciato della chi s'in » guastarle. per nel parlare Manzoni: del cosi fa si nestà diso- il Griso birbone bella una spesso racconto, un e il Ferranti scrittore gendo travol- Chiamerà Anche T arte o una un* azione ha sommossa ossia gli darcene e Il Manzoni svolto le direttamente ultimi quelli notizia d'andare avvenimenti del nel modo si espongono coli* indiretto. premendogli giornata di Lo le circostanze una storicamente, ; ma, destar e non più riprese, e 1* arte sta nel cogliere Il più delle volte, le parti opportune. episodio XIII « che violenza riassumono innanzi diretto, nell* altra st' sa soffocare,e chiama e una cuore vizio. guerra. di a le occasioni due : metterci drammatica, son che commentatori del pagina del felice è sempre del ingannarsi sporche imprese sue (Pag. 100) Quasi i due gli fa fa mai le orecchie e e che don lo non più turpe la restante vorrebbe virtù della il fondo d' cedendone ranti riflette ilFer- chiuder modo giustiziache noi, quando, Sull'idea male, egli di onorata salvare in si studia il vocabolario dunque il che e miglior spesso fa della proprio diritto, acutamente sempre accusa il (Pag. 87) cosi che uomo di » dell* onorey in sorge segnata. studio patto col nemico, a la speranza con nello difendere di così dire per che penosa V animo le hanno che interesse maggior la guerra vita, che la via per giorno al momento ne* dietro di in que- particolarit capitoli XII al Renzo, suo quella appresso, e rosa clamo- dosi riserban- opportuno. E que- sto è il appunto cominciando momento, vero illanguidire.» (Pag. 204) a profondamente Anima pia, il Ferranti del r arte nella Il mio di ti Dio, avendolo ha è ciò che mai dote la burrascosa, e vederlo dentro deir avvenire la che che egli vi fa come un voi gli perdono e sentite quella voi d'udire prema cane a Dio certo sposi,specie dal fatte delle meglio Or « che soliloquio gli 150-1) D' di calino ; ; occhi e andato come m'é vi faceva Renzo sera dormire a giù, si la toccata tina mat- giovine riempion de Morandi, il la mettendosi la mirabile ragiona tutto chiedere dette fine osservazioni, che discorso poi in averle minuzie dal sieri pen- e mai povero — il grazia paglia,rin- al quando questo sui divozioni e' é essere nostro importarvi tuttavia non di Sulle Ovidio lungo sentite » per e veramente d'un giornata tanto e Che ? E svegliata » esclamate, (Pagg. » « peggio dire bella fatto gli toglie af- mai solo dormire. per quelle divozioni, avanti ciò le solite dice ci vedibile, pre- trepidazione pel capanna : che vero, ?.... S'inginocchiasulla giacer a sono universale, una potrebbe Provvidenza, si mette questo quella mento senti- soprannaturale.Tutto Dopo di piena voi, che per fatto un deirinteresse.... giovine sì è : pato scam- primo suo sue parole inatteso, né riesce tanto dire sentito, è naturalmente universalmente né il : del la dottrina nocchiat ingi- appena questo la filosofia tutta Y uomo, a viva av- eloquentemente prime Tutto ringrazio! trovato fondata fa al cielo gratitudine, le che Renzo che quel volge che pericolo,è un è gli capanna primo sguardo da Ecco Manzoni. penetra religioso maraviglia lo spiritoumanamente « l'azione arte Ferranti all' avvicinarsi / I — di lacrime. Promessi state sono dichiarano del Manzoni. sopra al paese il di cugino. suo Tutte « : perchè divina, quella e godiamo sul avrebbe non ospite che trovarci nelle che cose considerarlo guardargli quell'ospite da tornata un legge che, una altre, in simili lettore, che mostrar sul come con dà d' vorrei quant'arte come un viene modo. Se stretto co- dritto, non data, ticata dimen- allora che si doveva era, che negare parentela non in era forza tante come infrangere.» (Pag. 190) tra al l' attenzione Federigo Ferranti il Manzoni a non come d' antica e gli nel delle averlo una stri mo- d' immischiarsi qualche richiamar dialogo occasione che strana, cosa potere suo cose quel chi uggia casa, conoscenza sangue, dello mo- entrato poteva non disconosciuta pezzo, reclamare a una di lui su di attinenza quasi altre avesse suo a dopo faccia, in sconoscergli poteva una non pretesa : Perche un invitato, che essere bene, Il altro, certa in trovato V fosse {^na colla esclamare L'innominato « gli regolarle e la cugino di tra visione. come d' dispetto nostre a di era, aspetta non per a di V ; se scelleratezze) dal trascurabile par nemico queir importuno cuore non dire saputo il Bortolo, da gioiello e un quella conversione, perspicacia questa sue di proposito provvidenza (Pag. 218) » certo me a timento sen- vero allietando ragione » è ma con va fare di azione volontieri avuto aveva critica ; si gradite, noi nella cui tori commenta- già s'aspettava,perchè essa che l* InnomincUo di bella vedergli la Provvidenza! si ravvede dalla di speranze lui nel che e' è I^ a accompagniamo con ci mostra riescono fiducia santa accoglienza generosa « lo e cuore, egregi partecipare non sua le tutte a due commosso possiamo non a suo cuore co' minuzie queste col Renzo Riassumo e Don Su del bondio Ab- (pagg. 219-22)di abbia saputo rac- 233 precetti fondamentali i cogliere Cristo, sul vario neU* della di natura San sfolgora il alla concetto de' di nella la alti suoi premiar l' uno stessa religione « altre via 1' altro e di state da e che de suoi affetti dalla / Promessi difettoso, in molte quel che eccessivamente nulla. e' è Ferranti il a lunga e Aggiungerò solo il troppo e Storia, completamente falso,lo me troppo valore. rebbe sa- tunità l'oppor- nel cose del Ma l'impresa libro difficilmente strano: denti, ar- con 1' utilità poca, il vano, del resti trovenee estra- non critica moderna. certa E ciò non fa d' onor poco argomento. IX. Opera più meno modesta difettosa sono del le Commento Osservazioni e nostro la ha perchè se crificar sa- mostrar converrebbe che » di del Poesia, organismo parti è di molto s' è detto, anche che vorrei un sue mezzo Sposi, questioni ancora il lettore come quale (pag. 317); » critica la col e è pronta importanza illuminate il libro, preso basti adoprato sofferti,quella de' dolori poveretta maggior certo son bene, la di mettersi di Ferranti, il Vero, la Dottrina, r umorismo cui farsi ascoltar per Lucia, la cui a Renzo serve lazzaretto innocenti cose siano come si la per più al uomo al sacrifizio istintiva cui del capanna più da scienza coperfezionamento, la sua destini » (pagg. 281-82); su quello religione trova i fenomeno dell' amore dato nome morale di Cristoforo fra più bello spettacolo sublime « innata di mezzo come V : il « di religione (pag. 273), sul » peste, venerazione sua « dell'arte e Carlo eh' è uno della estetico,ma fatte che an- col Mq- 234 schia alle varianti intomo I Promessi de Sposi (Foligno, Sgariglia 1880,* voi. I., p. L, fino al cap. VI). I^ questione delle varianti nel 1880 non era più Le del De sanova, certanìente nuova. Capitani,del Caopere del Folli, del Morandi citar alcune perchè più del schia del recenti Rigutini nella la maniera delle varianti, che alcuni come Certo caso. di grado i compiere frenandosi e tal a nella anche gettiva og- fatto, parziali ebbero o lavoro, vicenda : secondo no collaboratori sereni un nuovi, approvando sistematicamente provando, disap- critici due il Me- e non spiegando, illustrando, e approvando ma il ne stica, Me- blicate pub- discussione condussero sistematicamente sempre nella materia, ossia e di riuscir disposizione del libro, ma della trattazione son Rigutini il Ferranti Ma stesso. come tommaseiane* Postille la e (per troppo note, lettori, ai Venturi, del felicemente trovaron solo non ricordarle Petrocchi, dal ormai principali)sono dobbianìo noi le note delle D' Ovidio del e aiutandosi, il Ferranti in erano nandosi illumi- forse per dell' arte, un po' più dell' altro conscio lungo amore forse o meglio de' segreti dell' arte manzoniana, ma direi cieco, nelun po' più spinto,non per ciò stesso r ammirazione di ma più libero e 1 lavoro Nel composto D* Ovidio 2 Promessi Meschia, bollente meno e più sano indipendente : entrambi gusto delle il loro il ; assai necessità didattiche di comparazione, frontespiziointerno verso la fine, perchè è vi alle ed 1879 son ; tore, ammira- d' ingegno assai formati pienamente inquali s' ispirava egualmente «"a deside- tutt'al citati i più sarà stato Sa^gi critici del (Napoli, 1879). V., in questo Sposi. volume, Io studio su // Tommaseo e i 236 anche molto con autori mettere e in criteri con chiarezza nei fissi, ben libro,che un per problemi riforma Che prosa. i due preparati alla fatica salutare una nostra che di pò* un soltanto richiesto era siamo giustezza. Pos- non si accinsero operare della che degnamente erano vi intrapresa, ma larghi e liberi, come doveva discreta e affermare pertanto egregi ordine lo scopo nella ratura lette- sia stato ogni particolardiscussione guistici lin- giunto, rag- siasi bato ser- il mi parrebbe audacia il dirlo, giusto mezzo, tanto più che qui (né altrove sarebbe necessario)non è il luogo di mettersi discutere la discussione ta fata è però che, anche delle varianti. Certo alla prima occhiata, il libro che non si del nostro dovrebbe vincimento con- giovani in perciò fo punto, e che opera, de' s'entrerebbe qui più spinosa molto un'altra a Ma il desta nelle mani metterlo a sbaglierebbe. questione fatto,e ben appar una sando pas- ma, l'ulti- esser scrittore. operoso X. si riallaccia Essa già da esaminata noi direi riglia,1882).La non si venire dal da movesse alla teoria, brano, che Manzoni, classico. / prendere novità bollente che e che Promessi allora Sposi la non era crescente scrittore teoria fossero è i cosiddetti quasi tutt' altro di bello maestro ammirazione per illustrata ritenuto esempio ispirata al vecchio ognor di vedete, è nell' aver a per (Foligno, Sgacon quella,se li son esemplificativi i brani novità, come La fu qui mentre qui classici,mentre tutti del brano dato li gli scrittori se e un ha comporre tutt' uno anzi ed di scrivere y Dell'arte all'arte del titolo Introduzione all'altra gì'intendimenti per osato scrivere: dalla per sua l'arte ^37 manzoniana lavori del Commento Ma cioè come corollario delle Varianti derivata e e principidi i del canone la libera e delle idee in legame del precedenti celebre letteraria son cui si manzo. ro- gli stessi specialmente quel famoso teoria quelli del Condillac, dai tutta voleva dotta ri- della parola. geniale arte creatrice Al libro, pertanto, pieno ancora l' delle solite doti delelocuzione e delle %o\\\,^figuree de' soliti tropi^ troppo esclusivo forse e certo in quella parte in cui audace vorrebbe un e esser solo invecchiato autore, nel certi seguire tutt* trascorso cioè neir additare nuovo, curioso invece, per principiletterari di secolo un dottrine modello come sui penso, com- quali era estetiche s' era e già inalzata trionfatrice la critica desanctisiana,*son preferibili o, meglio, surrogabili le sette paginette della prefazioneargute, succose e dove, tra sensate, le altre 1 ;* e » si il De Anche fredde Le stesso. « presso di lui del ai : suoi le opere con regole Beauzèe V Croce, volume che maestri e ragione inculcò libri di testo via, forse e di queste fece mettersi è l'unica (Sandron edit. fare posso allo scolari,attendono misura pag. tato ten- studio critico sé parte per grazia fronte a a le im dell'arte. » 381), splendido raccomandare di meno a 1902; sofiche filo- aveva trovarono non di sicuro grammatiche Condillac presto lo « letterarie, accogliendone ingenuamente Estetica non della delle del e ben ma giovani pressioni,perchè l'analisi B. sulle tracce che rimedio consiglia come grammatica logica, una sui buttato tempo Sanctis Marsais, affermato fatto comporre, dove del Du fronte del scuole, è nostre peggio è baldamente cose, dell'arte studio delle belle e a quanti, teorico della letteratura. 2 V. della deW con a proposito il questo forma » del italiano nelle scuole esempi^ che mio Manuale secondarie col presente Vili cap. volume — « La rettorica e same l'e- Hoepli V insegnamento esposizioneteorico-pratica esce alla luce. 238 « sostituire insomma di e' è stato che e sudato nel il De opera per il comporre, dare per il vecchio del Condillac fatto e* è pure dalle mai del tutto il buon suo Ormai poi negli in dato aveva che dare a a Dio e tutti gentili.* L* indole di questo del Dall* Ongaro di sopra neppur nella : e tanto Favilla^ più dove interessare,avrà serie della medesimo. Favilla che che pertanto uscirà la nel compiuta: egli altro noi a un riportarqui del Tommaseo alle quali letterati, hanno sta ancor fu o nato accen- la luce pubblicato, facendo. la ho visto Chi pazienza d'attendere 1903, stava glire- di consente del Tenga, ne nel di affetti Profilo se un' Arte operosità e mi non cora an- apparsa bell'anima, le lettere questo s'era se a purtroppo non esse intorno era tenace che g^ida non fibra, e saggio sua d' altri illustri nell' Estratto deve di né : volume Appendice bibliografiané utile sa sua opera la di esempio soave caro I sua poteva quanto la parte Polifono di Foligno, la partirsempre T s' affaticava anni tratto! esperienza sua, passione della scuola dal pelago alla riva. sua anche non mente perchè,interagliava professore si travai freddi tra principi Manzoni del (che tutta trarlo a invecchiava poetica in versi, già la e bastare ultimi la: scuo- denza, rispon- gran filosofo francese del senso un di si arte staccato),e tutto darsi ricor- senza giovani alcun' il nuovo, e dottrine potevano non né r ai metodo la ardente e pensare applicazione, alcuna qui era stato, non buon capovolto. Il nostro tra senza a quando andavano consigli che, parrà strano, alcuna d' arte bene, Colonia^ o dal detto al perchè.... perchè anche queir ottimo dair libri ; il segreto quei a sopra, e libro senso scrivono quanti affermazioni trovano buon al mondo d' averci » di pò* un fine deW e seguentemente con- se la ne nuova Estratto GUGLIELMO BARBACCI I. sincerità* jA nella del desiderio lui, doveva in modesta sarebbe ciò Tutto di in questa dal di sincera di amici giudizi del Con facoltà di dovermene # comunicatimi. medesimo e Barbacci anche dello e potuto scelta la delle zione afferma- è Barbacci, del cav. o da Torquato o il resto opinioni personali, è sione espres- corroborati da critici autorevoli. e di Tutto avesse avrebbe figlio di lui quale agevole non prefazione biografica dal al profilo dell'uomo dagli scritti stessi stumo po- desiderio Torquato, cosi di vano quel ma duzione pro- insieme e virtù,non sarà, quale originali conservati ricordi di un mente morale tenue lumeggiato, che varia che, nella figliocav. il nesto l'o- giorni Luigi Morandi, se alla me non fatto, è attinto documenti 2 del magistero sua degnamente come felicemente essere, quelli che, onorevole scrittore creduto V affetto Ond^è fatica. E onore. designar non fonte soddisfatto, ricorso della testamento suo perenne d' suoi ventù gio- raccogliesse*da si meglio attese della del mezzo per volumetto, il ma stato potuto il un essere titolo da popolo buono e poetica 1 all'educazione vita che, lui morto, valente amico ebbe Barbacci lettere, gì*ispirò negli ultimi delle una Guglielmo lunga sua e e onde emendare giovare. il testo; ma io non ho 2^0 poesie l' risponderàperfettamenteagi'intenti delall' opera a* più sicuri criteri d' arte. Ma non estinto e dell' uno SI dicata la cimento dell' altra ben che maggior che saldo specie quando neir efficacia educativa consacrata letterati umbri de' intellettuale o del il loro di servir che Di lui carissimo e Cassarotti di la idee e nostri non di regione e se se in cui tra la non rono esercita- patriottico,non che umili molto ciò di Luigi affetti della suffragatada prose non il o fa precipuament fatto gente sua da aveva sublime, che scritto nell' essersi grandezza giacche quella mente gliardia che avvisa e giunge quale la ha Gerboni ed eleganza genialità degli pena ap- più per giornali per gli amico veniva civiltà Città di Castello, del consistere interpretedelle « grandezza non che potrei ridire 1'usata con cun al- movimento loro a la penna valoroso e fonda pro- poti, tanti que' onde educativo con ho curanti ogni ciarlataneria, in- grido della o paese desiderassero. nobilmente di d' che fece quel devoto apostolato disdegnando il mio gratitudine in progrediente molto levarono libri,non cerchia della lettera d' amico qualche della grandi centri, barlume carono signifi- cui vissero, fede uno che, odiatori di ricordo, stessi nella parola, gloriolafugace,segregati dal della un è convin. dalla chi verso Barbacci e de. aver dal e degni se tra gente qualche calore, Guglielmo del della me son ritrassero con modo e solo non in i minori anco i sentimenti ma derivata cura, d' dire posso : gistrali, poesie ma- l'ardita ga- né T tezza acu- né il lampo ogni fibra del cuore, data fongeniale che scolpisce e colora ogni affetto ; ma sul fatto che T opera sua corrispondeva a un che reale scruta bisogno, era popolari, era, V espressione diciamo pure, collettiva 1' unica di menti senti- manifesta- 241 fra noi zione nel di quello spiritopoetico, »' degli Umbri. cuore eh' è tente la- pur IL di vita La volere umane nel nobilitarsi Nato lavoro il i8 ottobre dì Arbori, nelle e non da 1818 alta le contro lignità ma- temprarsi, insomma, angustie d'ogni maniera. continuo un : povertà, onesta educativa, lotta missione tenace, fu Barbacci Guglielmo Natale betta Elisa- da e sociale, fu condizione e tezzato bat- Guglielmo Luigi in Scheggia, di cui, fanciullo, frequentò le pubbliche scuole, finché, col per di di consenso Gubbio, lo Vincenzo mons. Loccatelli, vescovo riconosciuto Manghieri, che aveva volontà di studio, ingegno vivace e buona fece ammettere in quel pio Istituto degli il nel Barbacci non di nome can. Orfani, dove, dal 1834 al 40, anche trasse iscarsi non intellettuali dagl'insegnamentidi aritmetica, filosofia. Maturo e grammatica superiore, rettorica l' invito volentieri accolto per il magistero, avrebbe di un tal padre Reali di cattedra a una occupare guadagni lettere umane in Bitonto, se non preferirequella del Collegio de' Nobili in dazione assegnatagli nel 1841 per particolareraccoman- dover del medesimo Loccatelli, non del uffici del letterato, e per i buoni Ignazio Montanari, il quale cosi scriveva In «... ma di creduto avesse sulle presto sarà I Le versi poesie di latini avrà prime e in modo Gaetano Cassarotti prose di Castello, Lapi, 1898; e prefazione pag. IV. all' amico e d'avere con di Luigi gevole spre- purista noto il trattamento collocato tutto bino, Ur- non anche appendice Gerboni : più : emo- di grafi, epi- ; Città 242 Sono lumento. si troverà poi contentissimo fa credere mi r vestir Ma ad del case l'abito già dichiarato in Apiro, per la stessa Io « mi in anche letto Da 2 Da e e buon che da vari d' 5 28 parere, onorevoli la ebbe ha cui da lo revoli degli amo- vi terrà proposito. Barchi il una 1841, aprile 1844. fino nità, Comu- quella Vichi, lunga scrivere con : istruzione, eh' Ella ha adottato novembre ritto di- riceviate Barbacci a scenza cono- Giovane voi sur stica, Me- maestro egregi maestri, Mestica, che Phar- attuale lo confortiate sottopostaglidal autorevol Urbino, Pesaro, della Francesco che ampia segnante d'in- stento, a procurarvi merita lode ebbe V istesso il metodo 1 non insegnamento impartitoin didattica deir Questo stima, solo e dì dopo fama queste con dell'i- anno buona amico suo 1844 agosto un di consigli sull'oggetto non Torricelli 1842 fu ottobre 20 Guglielmo Barbaccia amicizia, »* Deir ma il crescendo compiaccio nostra vostra 1847 »^ altrove 21 La memoria, Mondaino. vostri al a' buoni infelice traduttor non presentarlo al deir ab. nella quilla, tran- ottobre 29 conseguendo dunque benedetta alla il a verà Egli tro- amore si desiderano Mondavio. a il Cassi, il salia, poteva pubblico queir cattedra Barchi, a anche eleggibilità gli veniva parole : è necessaria. eleggibileil secondo anno di chiamato grammatica superiore, umanità e Mondaino, dove insegnò due anni, e poi, a che sentirà come se, di vita veramente Calasanzio che Anzi, la per rettorica tanto breve. vesti, perchè non nominato r fra studioso uno quella bontà, e stesso se abito, si porrà in via nelle egli si porteràbene, che Petrini, egli si il quale studi certo il lazione re- ghiera pre« Ho nella 244 letane recitando e ne* accademie, conviti non cessati dopo di sconvolgimenti difeso Ma disordini dalle dichiarandolo autorità bar- amiche fuoco, spiegavano di tiomo e tuito. anni, desti- memorabili due que' e stica,* Me- al generoso infruttuosi rapidi e stevole ba- con fatto fu, di accadeva abilmente che, pur chiesi i non come esser, contemporaneamente come teatri/ ma nei e cautela, si da nelle poesie patriottiche e prose zia tribunifini antidemagogici della sua pacifici predicazione in Barchi e ne' paesi limitrofi,e ne le virtù di cittadino, i meriti d' insegnante, esaltavano i la fede cristiano, fu di 1849, reintegrato Ma, o sua novembre 13 ufficio. suo desiderio per d' avanzarsi carriera, nella più soddisfacente e a se conveniente in Barchi, come dimora può argomentarsi da una in cui diposteriore lettera al Priore comunale, trovar non per la o nel interinalmenteyil cevasi « dieci per anni isperanzitoe deluso, » venisser ricompensate per la quale che, febbr. 1848: " dìvien avido ^\ G. Prose e 3 nota che si è fatto perii SinigagliaU paesi intemi it la ove ogni generalmente le sorti d' Italia dì pi^ prossime » biografica in E. ne* da e tivando molti rassomigliassero, coldiffondersi, a istruzione,vedendo di il gli scriveva desiderabile Sarebbe Mestica, Poesie Da così tina, la- mitologia, » concorso interamente. V. 2 d* di onorevolmente, ma opinione nel Popolo, che maturarsi XIX trattatino gioventù, grammatica una « alla il luce della civiltà tarda r date cure risorto, malamente applaudite accademie,^ Castellano Pietro 1 e vinto, non sue italiana, un utili istituito le e che lagnavasi e composto aveva un' altra atterrato sempre Manuale riportata a Mestica Sassofenato, 2 della Hai, del sec, 114-16 dell* antologia di pagg. ; Città Leti, di agosto 1854, Castello, Lapi, 1897. 245 nolfianodi Fano, accettò la belle lettere in quello Seniinate Liceo e il 17 « ne' ed buoni cittadini un di senso Barchi a dispiacere indifferente. »* non Nella lode, sede nuova di esaminatore, da il nomine zioni, soddisfa- nuove di accademie, di membro a autorevoli di parte letterati di maestri e ricelli, valenti, il Cassi, il Vichi, il Tor- ritenuti que' luoghi presto stipendio e attestati amplissimi di gli venivan piovendo lettere di chiamata mentre stima ebbe di aumenti a Sassoferrato, aggiudicat di 1853, lasciando settembre onesti di rettorica cattedra il Fabretti, il Petrelli, il Romiti, Fabrizi, il Fogliardi, il Becci (F oscurità d' alcuni di essi nulla non vano dispiacetoglie al fatto nostro),ai quali anche veniva le prime prove poetiche che il Barbacci tentando. Talché il novembre 1859 valente E di provvigione miglior avvenire. questo, gli procurò buona superiori se fu per non della 180 la scudi e del e merito, del fece mai comprati I di battere o Lettera i8s4, non in da per la autorità Ministero, da amici cassa gran del gonfaloniere cui gli si proponeva stipendio (cento scudi e la e vie messe pro- di rose, dalla locali da di e che compiacenti illustri maestri con pieno di civile poeta il suo nome luoghi, dove e giudizioso insegnante giungeva per le que' per sodisfazioni cittadinanza, dalle Provincia una il 14 d' eloquenza cattedra lui tutto costanti nondimeno della per affrettò si professore con ottima di parte chiamare ^ il nostro tempi d'Amelia Municipio altri colto maestre egli non da o e si giornali accarezzati. Evangelisti da di ritornarvi casa). Barchi, 2$ con un naio gen- aumento 24^ Infatti, appena vinta Amelia, di fu dal mano, air tecniche, il 20 Ginnasi ne' delle materie dicembre del il Palmucci il e, 4 esami senza nelle Scuole letterarie 1864, man informazioni allora era stipendio: riceveva ne caldo, abilitato superiori. il Municipio Intanto di che Comune del aumento ottime che ammiratore insegnamento V insistenze su agli studi Barbacci per promozioni Ministero, Provveditore del le nale, Comu- della bibliotecario un Spoleto di Municipio di da accompagnate gli elogi e dal quello e accettava non d' Amelia tra offriva Ginnasio nel esami, per loquenza, d'e- la cattedra stabilmente concorso gli si che e, in ufficio r istesso saliva 1865, agosto vScheggia lo dichiarava, ottobre 1867, con orgoglio e gratitudine « persona tino la patria,come che onora poeta italiano e lamisero che in ogni ciondolo, si dirà, ma : » il 9 è la consacrazione modo tutta giù petti che su manna, dal e fosco cielo Quind' innanzi, Scuole delle onorifici lo di vennero stima I meritati I di Nel insegnava s* è poc' anzi nome e fetto V af- con e che vale delle menzogne oltre la direzione assai sociali. del Ginnasio e e onerosi e (1873),*gì'incarichi chiesti, fino alla inseguendo non nel 1883 ^^^ gli fu accordata P^^' di ammirazione. riposi desiderò 1874 ebbe Preside nel non se tecniche giubilazione,che nezza rettitudine, una tri più di allucenti, piovuti,come provvida ebbero mai non palpitigenerosi gente, una dorati ciondoli di poetica, fatta la incoronazione dì di l'onorevole della Scuola anche V parlato. Reale goderli in Barchi, inclusiva di Città egregio poeta nel di Gaetano concorso dove alla Castello, dove rica ca- lora al- Cassarotti,di cui i47 aveva i mosso primi passi trepida baldanza con *nel- r insegnamento e nella vita e riscossa tanto affettuosa neanche V opera simpatia; ma qui cessò dal mettere al servizio sua altrui, di assessore municipale,soprintendente della scolastico, membro Congregazione di V applicarità,giudice conciliatore, commissario cazione per delle imposte ; per i quali uffici,rettamente tenuti, oltre che per le qualitàe i frutti dell'ingegno e le benemerenze educative, fu nel 1892 degnamente e meritamente cavaliere nominato della d* I- Corona talia. Ma, colà, dove purtroppo, frutto poderetti, magro la vecchiezza perdita a fida della in mettersi tolse, il razione 13 acquistatode* fatiche, lo giunsero sopragun* infermità, che, dopo la di e tante nel 1895 lo costrinse compagna, le affettuose cure dell'amato sotto sua Orte figlioTorquato, s' era finche marzo V inesorabile alla 1900, de* devoti amici benevolenza parenti, tra e morte alFammi- e il lo non compianto cittadino. fu dato Gli quest'anno gli è stato eretto quest'epigrafeda recante TRE dove riposo in quel cimitero, r eterno monumento dettata: me RADIOSE SCUOLA modesto un STELLE PATRIA ARTE GUIDARONO PER DA LA UMILI VIA DEL GRADI A GUGLIELMO EDUCATORE SACRIFIZIO ECCELSE BARE VETTE ACCI PATRIOTA POETA III. Non nel sembri raccontare che ci siamo i fatti più giati indu- soverchiamente salienti della vita del- 248 segriendolonelle sue peregrinazioni ne' quali esercitò d'insegnante e tra gl'istituti alle piccole agglomevaria la sua attività,in mezzo razioni d' abitanti, per tempi cosi diversi, come quelli dai principieroici della nostra rivoluzione che vanno r modestissimo, uomo secolo del chiara fine così alla politicafin quasi poiché decimonono; sociale, come s' è venuta vi Barbacci, così noi in tale formando troviamo ne spiritualmente poco sfera atmo- del 1'arte i movimenti i chiarimenti. e Quello di lui, a giudicar dalle espressioni del un vero e schietto pensiero poetico,non chiamerei suo artista,d' artista facile d' temperamento trasognato, il fascino delle intime ardori, in anime di moralista a sé e poterla esercitare del simboli siasi cui si assunto al popolo non dirò più vedere effetti, persuaso dipintura veristica a gliori baramente, ve- missione una compiaccia efficacemente, intorno di doverla minuto del virtù la con cile fa- non di chiarissimi usque costume. ci adriaco, delle memori tria, tutto bellezza, dietro al Barbacci umbro, nato spieghiamo come così eloquentemente silenziosi dell' Apenmonti lina umbro -marchigiano, vissuto sulla deliziosa colin vista d' una di Barchi lunga striscia di mare Così nino indomati con meglio dell' esempio vestito (artem expellas furca, tamen della recurretl)o vada, inafFerrati;sì bene, che fatto estetico, che ma che di benefici gì'immediati si scopre, tra' fantasmi pratica,di educativa e d'ideali misteriosi le voci potente della natura, umane, di cerca sentire, quasi a poi e è a verde fantasime villerecci alture Sassoferrato e l'aria d'antiche e pura del Sanvicino in Amelia sempre e in e del Orte, Ca- dove veleggiata da ne' figure, dove fiorisce ancora canti, negli aspetti delle cose tanta poesia 249 naturale, ci spieghiamo le vette come fresca V erbe come de' le linfe cadenti come misteriose i volti grazie,come negli occhi. Altri aspetti a fissandolo sociali l'occhio, le condizioni la de' il tra militare di sorriso, ne 21 si mostrarono, tempi il trattare verso il mutate. erano avvenimenti 48, gravi quando già « alle venuta era umane naturale, al Giusti. era e teso pro- candide, lampeggiando a impressione degli diversi svoltisi penombre insistentemente si diede onde satirico,tenendo Sotto il Perugino, maravigliandolo? quelli delle e brutture: Ma più lui semplici vide e nelle le braccia accenti amorosi con di Raffaello mirò che abbia più spesso non quotidiana irresistibilmente della vita e adorna bassure, lui a cari monti, de' suoi nevose verdeggianti piani umbri, pura dalle alte rocce o sorgenti in dalle polle contamin Bellezza, in- T etema come mani e la rivoluzion rati lette- dei giornalisti;e campeggiava la declamazione, e sètte si rinfocolavano a curarsi, distruggere senza e le o del poco, crescevano di rado le condizioni e gioventù la coir affrontare il quali e d' avanti chi e e chi a pochi stato V e alla prigionie,vuoi e de' la ; e si e pensatori 89, quali alla principi stranieri,quasi popolare; e tra la nobiltà i nelle alle e o sangue chi ; col- congiure alle miravano chi letture fischiare gentil constituzione e all'Inghilterra, all' unità, molti col il non bisogni non nostri opposizione, vuoi disperdeva vigoria sciti fuoru- dalle e paese; sentimenti teatro pratico senno del s' infervorava le l'applaudire in e vere s' imbeveano straniere le pubblicazioni de' disconoscendo l'agitazione, pur sostituire; liano; ita- riforme alla Francia dinastie tutti regnanti all'indipendenza giovani e gli esuli allo la borghesia benestante, e 250 infastidite delle imposizioni e il governo, il la popolo prorompere proceder violenta civiltà nazionale di e v'era che libertà. »* E Toscana, in terreno, vecchio la traccia di di sco grotte- virtù la turi fu- lavori ai nel mirabilmente per italiano schiettamente di proruppe gna, arci- e dall' edifizio della radere straniero, segnando della adatto ciò e condizioni, dolente, caustica a tecipare par- sotto essere: di tali e a aborrivano; ben di tali avvenimenti dovea la satira sovversioni materiale nel si sdraiava impressione e dalle aspirando pure d'un più gno inge- cultura, di di spiriti, fede, Giuseppe Giusti. Ma il dopo e che secolo, mezzo della offrivano e, fu scemare del produzione cui letteraria r Italia presente, di più mento logoro stru- pel che nuovo in più genere particolarmente fatto fu la per l'Italia tutta di come di giovine Stato piemontese,»' propizio anche nazionale, in ormai e serio da vissuti eravamo vecchio così sospesa, rappresentata, « primo fantastico fu abbandonato letteratura il terreno mancare il » le condizioni la come cui in al mondo quel tutto d'idee sentimenti sfasciatosi il 49, e fatti,« de' cimento 48 in e a tica, poli- esservi potesse la passata, scorcio veniva satira quella che del Giusti, nello sfondo la futura. E il Barbacci sapeva spingere 1 Carducci, Zanichelli, 1899; 2 avanti pagg. 736-7. anche avvide, se n' di là dalla poiché breve l'occhio cerchia del Opere-Primi Saggi, Giuseppe Giusti; Bologna, 331-2. pagg. Barzkllotti, e dopo il 48 e moderna che del La letteratura il "/p, in Morandi; e la Antologia Città di rivoluzione della nostra in Italia critica letteraria Castello, Lapi, 1893; 252 d'Italia,anche di le condizioni per pacificheo meno regione, « dove, essa della e dalla italiano. »^ certo un sempre tirannide L'umbro satirico che d'un encomiabili ha Né forse il Barbacci per stesso, se fine umorismo al male l'avversione Anche mentre fatto ha potuto non non e mente viva- sentiva non alieno era molto portato avrebbe umanistica artistici: tant'è altri sentieri per gli sforzi estetico. dirò cultura sua avviarlo dovuto che, la rattere ca- concilia l'indulgenza con che nel : tanto genere* per pur dispetto,il fastidio del male scherzo, fu per propria natura quel in più attecchito. il dallo servato con- volgare, il Torelli, non fermamente nell'Umbria mai slancio lirico,neanche poeta ha mistico, temperamento proclive alla pietà che all'ira, di poco che la poesia dialettale che ha è vero più oppresse valloni scoglio cui de' caarrivan solamente glisprazzi, contemplare e studiare il perenne burrasca sconvolgimento vamente relati- sempre da come più facilmente si pò tea state posto nella trovar vero duzione pro- sua male, scapito della bellezza anche fornutrì invece più e meglio le sue poesie latine sono incomparabilmente migliori. italiana, con che Ma pregi questo tutto poesie delle condizioni si maturarono, non all'educazione del di solo tempo popolo, Certo, la facilità Barbacci, I non Carducci, e op. ancora non iscarsi cit.,pag. dal 332. conto essere reggono punto ap- in cui utili assai godimenti tellettua in- del produttività paziente lavoro della l'abbondante accompagnate tenuto anche ma i molti scemare d'ambiente e possono alla lettura, fornendo bene per Barbacci, che, del delle è detto non 253 lima, dovettero stessi metri con assunti, dire che manchi la verità poesie, che rappresentata, la Tra perfetta armonia in simbolo. né falsa Talvolta anzi ma nessuno nelle sue abbastanza con vezza vi- rare deside- troppo descrive fiore,la né del la vero danno e la vita d'un d'un rale, mine- natura oscura l'allegoria. con quella del sprazzi dignitàd'arte a nati gover- pregi,ad esempio, è notevole cui egli ha saputo fondere la d'un la luce i i la verità concentrate assurge sia Mentr*egli l'aspetto animale, non la vita tutto vi si faccia che e la naturalezza. realità col vi non se sazietà; del forma; della lungo andare, a ferma, generano mano potrebbe finezza alla nuocere simbolo vivi ben il e sieme in- verso vera. IV. Delle sue raccolte poetiche migliore quella non Tre interessanti e l'indole tutta paziente, e dal male e bonaria si e sono generosa del più ai si sta manife- nostro polo po- distraendolo suoi alle riviste serie d' mestieri. allora,come di all'amico Luigi Morandi d,ellaquale piacemi riportar questo brano : Rivista Gennaio una europea di Firenze, nel 1871, così annunziò alla pag. che tevoli dilet- meno migliorarlo sempre anche lettera non popolari,dove di cerca innamorandolo Piacquero difatti da i CanH perciò appunto regni della natura^ Ma priva d'originalità. é rilevo sui sembrami suo fascicolo il volumetto tore, au« del delle La i. tue Guglielmo Barbacci da Scheggia ha pubblicato a Foligno un volumetto de' suoi Canti popolari,che. ci piace distinguere dalla colluvie di versi che inonda bacci quotidianamente l'Italia. Il Baré sempre felice cantore, e qualche volta non poesie, 347 : « ^54 cade ; ma e l'indole un e che nella che future di alcuni la scelta, al lettore. l'elogio Come più che tanto non Per questo, io che fosse mi nella così lo rendono caro che dirti belle le italiano sebben : 1 è restato ci tra La lettera è senza data, ma pre latini,sem- ho » stranieri, le centi re- Grilli e danno dall'ingegno bandite demia dall' Acca- del ventura, Bona- più che noi una lingua viva, liani maggioranza degl'Ita- pochi rispetto alla fa maraviglia veder certo tra e e persuadono ognora doti che eleganti, non critici italiani internazionali gare cerità quellasin- tuoi versi poetiche del splendide prove che si Amsterdam, di De' « versioni nelle il latino studi il Morandì rare e bency pulchre^optime! questo: I moderni : bri sem- non con molte facili,sempre inspirati, sempre a Barbacci, delle nel d'oggi giorno: e fin qui, cosi vorrei tine le poesie laesser belle. Anche al orme anche lode, sì che esser addirittura è l'ultima non sulle nominato, or la d' andar affermo se lettera diceva citata che ce creduto, Barbacci del d' cercato lusinghiero, dell' articoletto, autore ai lettori ammaliziati ho del gusto assai sforzo mi alcuno, contengo com' misurato è buon ispecie poeti! »^ in nessuno, illustre maestro, e eccessiva che Gubernatis, il De adulare adular non vedi, usa dell' amato 1*intiero antologie,e però raccomandiamo libretto, fidandoci, per » il movimento poesia popolare; egliè fede nella religione, nel lavoro spesso impeti bellissimi. Noi fortuna questi canti faranno patria gli danno crediamo poeti professori alla la e de* di sentire dimostra conviene credente, vero nelle più lo per stile affettato nello egli pure sempre questo dev'essere del albero 1872. se- 255 della colare umanìstica, radicato cultura nel- potente fiorito romanità, lussureggiante di maturi frutti nel Quatcol Petrarca, carico tro in ogni primavera anche e Cinquecento, metter quellidel degli anni più miserevoli per V Italia,come dallo immune nuovi sei e settecento, getti,rimaiier r italiana coscienza mal una le radici dovrebbe i teutoni esclusi che elegantemente esser inconscienti della dominio gloria e rinfrescare ammiratori, se e fare la il ha ogni gente né noi tutt'altro per a specie nel di come rinverdire tradizione. temperamento né ; sfaccendati di né inconsulti fuori il Parlamento, di dico millenaria blaterar cile diffi- aglistranieri, servi non suo lergli vo- continuiamo pur sforzo ogni sembra scrivono filologia,inorgoglirne preconcetti di scuola, e quali costantemente è che Vero il latino de* e nostra, tutta che oggi, ciascuno davanti e durre pro- ambiente un invece e anche utilitaria respirazione,mentre inorgoglirne in casa non frutti creargli e italiana, e nuovi e dottrina concetta scalzar alla fiori nuovi sempre che francese rivoluzioni delle accette della tro den- provvedimenti varranno a legislativi, estirparla pianta più bella e rigogliosadella classica terra e a distoglieregFItaliani E ci* dovrebbe dal coltivarla con monire amreligiosoamore. anche ha contribuito vita il vecchio condanniamo, scuole nelle il campo V opera più facil allor può latina, pur oggi al ; e del cosa tutte sue, la nostra guerresco fornir chiericato a alla a é bene di in che che le disertava ne usava per rebbe gioventù, sa- animosa d' no, mantener resto, i metodi quando o aver dato nella mezzi che vital un filologia, gioventù, e un indirizzo mento nutri- corto la rinnovata intellettuale quale, se il merito negar che, volere d' altri meglio e tronco ingiusto il cultura del tutti que* arti- 256 stico, anche talvolta se efficacia. E all' educazione Barbacci il nostro della di la ancora buona sua noi a pure naturali deve Con non allegra V arguzia, che è il che an- nel neggio ma- nella egli cilità fa- comune non assai sembran certa appunto che tutto latini,dove i carmi di riuscita acquistata una avesse verso, e clericale lingrualatina. poesia italiana formale, puramente meglio tanei spon- solo pietta scop- precipuo tenuto con- anche si sente poesie italiane, ma il lo spiritodel poeta delinearsi vibrare si vede e in carattere suo simpatico atteggiamento, e anche raggiare di tempo in tempo quella bellezza delle cose, avanti delle sue cui il a poeta rimasto era quasi inerte. Spirant hinc zephiri suaviores, feraxque tellus. Prata hic pietà virent,virentque colles, Et est aura decoratur Fructibus Sarà forse noi a figlioletto, d' arte e furono in le ultime italiani dell' infaticato versi e d' un eccellenza a Favole V ma ; la morte assurgere cinquanta che arbos. gV ispira per sembra valere omnis sentimentalismo il nostro il dolore che "vens, dieci cedio episuo vera Bozzetti temporanei, con- produzioni poetiche vegliardo. V. Nessuno morale che vorrebbe bene la verità tutti i con vi tempi di ; ma certe e disapprovare il descrive, per com* popolano è che esempio, il Fucini sottrae Belli con la donna consueta spirito rappresentino sono di quanta arte, qual impeto lirico con che chiede mirabile, quando alla lo sociali, che brutture vedete che negare efficacia drammatica, che ; il informa, le mai vi bevuta V elemosina presenta il sol- 257 dino bravi tra al compagno darlo per così schietta parte frolla della Pascarella vìva, d' si sublimi scarsi non cosi poco paese gradite a matrimoni, : al pathos. impressione fu più V hanno del Barbacci cosi i versi frequenti e letterato un che anche nel vive ordinazioni monacazioni, della il sonetto come e perchè occasione, delle occasioni qual con il costume e air epos pregi affermando ora ritrae società; nostra de' uno e Trilussa, il favola nella contrario, forse Al stanno ammirazione, magistero poetico del si che poeti popolari fame; ha che piccolo di doti, sacer- feste nascite, morti, recite, accademie, religiose, patriottiche, guarigioni,donativi, ringraziamenti, petizioni. la nota Il Barbacci trovar sa giusta e spesso r idea necessità in una Pietro Ardito, spesso distolsero dispiacciache amico, due ho quando che ho mi eri tu che e casa lavoro, ma — e tornare sono lascia testa la testa la poesia cosicché ! Oh, più, ma mi capo giù Ecco al Toni tutto, e e serbo io capo di tre in bine bamio mio sento che tranne che dovrò Nicastro menato vuota. e era zia una fratello un se colpi, mi perdei anni, capisco nulla, non Diedi a che che ; scusa e e figlio, alcuno senza ho 39 : Non Stimatissimo « marzo madre a : Ginnasio, 19 troppo cendo intero, benedi- la sventura come muore Spoleto e Barbacci,che non ! Mi fretta dal allevato e una lui di ingegno lettere. nostre di seconda beli' la poesie, domestiche per Spoleto, il a che queste quel riporti qui memoria in di delle culto la stata era educato deserta sventure prima. Oltre scritto uomo le dal righe e famiglia, che lettera che io alcune sua lacrimata alla non Ad imponeva. alluda credo il sentimento naturale felice,e render sciare la- caro meno al mezzo ho V anima passiamo quelle tre. olche 258 mandasti a del del le e me, mio mi rimase ove : adduce fare. Avrei in desiderato ma non Al Gubematis te, le bozze poesia, e, di del foglio,ove ho pagina un breve ad ancora le notizie mandato lasciato 1 2 pie'di a io Tho e riuscito sono ho e scuse, tua ricordo De nuove sempre riportatouna il beli' ingegno tutte perciòti ringrazio hai procurato nel farmi leggere Il mio è andato tre libro non più olè ora, perchè il tipoDecembre, grafo tue. cose in trovo Barbacci, carissimo piacere,che nuove sempre averle. biografiche riguardano,perch'egli compili V articolo sul Barbacci mio un bisogtia aspettare ancora ; ma po', perchè siamo alla lettera M, % %\ dovrà giungere alla Z, e poi fare in appendice quello che è stato omesso. Pensa dunque a star bene, che i tuoi amici hanno ti vogliono veder di te, e prima di tutto premura Mi sento un sano. po' sollevato con questa breve dolore. conversazione tra noi, e cosi lusingo il mio che ti — Tanti tanti saluti e Pietro tissimo cosi E altrettanta Barbacci di e ho mi non sue di fosse purtroppo quelle d' trovato, stato altre ho tra altri è stato, affeziona- tuo sempre »* Ardito. fortuna ; ma, credimi e lettere come lui dall' ha poco esso le carte a di concesso trascegliercon epistolariodel interesse, perchè rinvenuta alcuna pia co- dirette, il meglio che il lettore ha visto, vi messo profittoin queste modeste pagine. fu tutta L' operositàdel Barbacci l' dalassorbita fastidi e incarichi insegnamento e dagl'innumerevoli affetto gli procurarono. r altrui stima che ché, Sice i suoi ritaglidi tempo di concedere invece alla già a comunione I Da spirituale,pur Spoleto,21 cosi desiderabile, aprile 1880. con amici ALFONSO CERQUETTI I. nuovi QUESTI Montecòsaro, di chiudere sono sua, studi né la esigua non d' e io, indegnamente due di il 61) di Ordine Ancona che in alle Marche, Italia, si e nutre r affetto : e di ma perenne, Alfonso in questa per atto con di cui di di e nell' senz' e e gioventù d' gratitudine altro, storico, e sorella rando, ono- come glio me- tarlo det- seppero che promessa italiana grata, quel insegnamenti. l' dalpretato inter- aver Umbria, intelletto di devota Perugia di di e di Rotìia patria dell' Uomo reverenza la mettervi pre- piere adem- compiacenza ammirazione Eccolo spiriti Patria sembra giudizio non a augurale Liberale il debole e invito 77), nobile Lui. Cerquetti, benefizio dalla particolarmente caldo sia, commesso, da e giovani: noi X articolo parole (XLII, di gpraditissimo benché ma accolto con il sentimento a suo dall' Unione segnalato e opera prefazione,saprei meglio quale, {II, 76), riprodotto {XX, del ristampando commemorativo, utile quel patrimonio tramanda egli attendibile non ufizio, che grave di voler di fine senza onorato righe questo e parte eh' esperienza minaccia cui con lunga filologo dell' illustre Epigrammi altrui di è moria me- accetta sì prezioso 26l n. Alfonso anno e Cerquetti compie oggi il settantunesimo età in Osimo, quasi dimenticato di sua da* vecchi dai potenti, quasi ignoto ai giovani, trascurato agli umili bufera incompreso, nella desolata casa, dove la del disinganno portò via con inaspettata violenza ogni più caro oggetto, ogni fiore che gentile,solo lasciandogliun' inconsolata figliola gli tergesse le lacrime infrenate. Eppur non vinto dal nel ricordo dolore, ancor tetragono ai colpi di ventura, della de' consacra morte suoi e lutti,neirindiflFerenza nello ancora studio della che lo circonda, lingfuail materna culto delle di patria e il vero grandissimo amor segna, glorie italiane, e in originalie forbiti Epigrammi congrato, inaltra preziosa eredità che lascia al secolo i frutti della sua esperienza; lunga e amara suo ancor credente negli altri in nostri Dante, nel maggiori,e Parini, nello stuolo nel « Manzoni, numerato degli amici, unico conforto, unica speranza. Ripensare oggi la sua vita e i servizi da lui resi alla lingfua, tro alla critica, all'arte, cioè alla Patria, denè solo gratitudine la scuola e fuori,non doverosa, ma severo. potrebbe anche fruttare ammonimento i giovani che hanno l'animo Li ripensino con me il bene servatori più aperto a sentire e ad ammirare ; che, osdalle proprie o ammaliziati non e lettori la dalle altrui tri3tizie,meglio potranno riconoscere tenderne vera gprandezzamorale di certe eroiche figure e inanche meglio il pensiero, gli studi ; che, eredi delle fortune e de' dolori della Patria, purificati, nobilitati dalla gratitudineverso i buoni, i valenti, spintidai luminosi esempi della virtù insospettabile sulla via della rettitudine, quelle fortune cercheranno e casto » 202 di accrescere, que* scrittore, se questa r animo e' inutilmente, vissuto esser non nerà tor- e gita ricompensa terrena, la fuggrande : grande nella bontà, d' un' Italia visione venerando potrà accogliere neldell' intraprendereil gran viaggio, sorridere, suprema a Al di diminuire. speranza sul momento parrà certo nel dolori pensiero, nell' opere. Vivere fu pel Cerquetti studiare, educare, tare aumen- lingua,servire all' arte e alla studio più intenso, più diligente, critica: né ci fu mai vòlto a più nobili fini che il suo tivo : magistero educadel suo citato più illuminato ed efficace, perchè eseril patrimonio della soda dottrina con scientifico meno d' errori scevro religioneond' egli lo servì arte e la venne coltivò pensare, nel più senso il per la suo, l' al- ; nessuno venerazione la sincerità la con ; quale nell' utilità della criticare, nello della scrivere, fu sfata L' parola, fu irreprensibile. 1' accusa nettamente d' incertezza, fatta d' oltr' Alpe, senza al confronto e ira, all' ingegno ogni miglior lavoro da prensibili irre- sicografi les- studi d' inettitudine, noi italiano della nel italiano anzi, nel rispettode' suoi sua, accettata contributo ; numerevo lingua e dell' arte inspropositidi altri,anche grandissimi,non venir mai agg^uagliata; nel sentire, nel possa alto che preparando con maggior semplicità,la sicurezza, egli corrèsse pare 1' arte e bontà rara e supinamente : dotta essa sfida Germania. III. Nato marzo ben a Montecòsaro in quel 1830, quivi iniziò i suoi presto de' Giannini classici non fece latini e di Macerata, il i8 studi, innamorandosi mato italiani,finché il rino- divampare quest'amore in 203 ardente tranquillapassione, che ma il vinetto diligentegio- lo studio della filosofia accoppiare con delle leggi, di quella in Morrovalle, di questa in e Macerata. Nel 1850 cominciò a insegnar privatamente, minor nobiltà, e, dopo dieci anni ne questo con per seppe di oscuro utile tirocinio, sali la cattedra ma nel ceo Li- Morgagni di Forlì,ormai tutto dedito agli studi di lingua e già vicino alto il nome levar di suo a valente che lo fece succedere filologo, poi, il 1877, al RJontanarinel Liceo fu Campana d' Osimo, dove vive e or pensionato. fu collocato Se ufficialmente non più in alto per la miopia de' nostri supremi moderatori degli studi le guerricciolesorde che suol suscitar negl'ine per trastabile, vidi, ne' battuti, V adamantina virtù,il merito inconsoflRiso di egli vi si pose però da sé, non della luce che egli dalla parola ma gloria mondana, studiata, dall' arte tenacemente difesa dagli abboccatutto, trasse per Non d' esser forza ebbe da' sirditamente lui per li chiama), rivista] (come volontà, d' ingegno, di g^sto. di quegli neppur onori che mente difficil- non attingono gì'inetti, i ciarlatani, i guastamestieri d' ogni maniera : tutto quel che gli toccò, fu nominato membro missione (!)nel 1868 della regia Comde' testi di lingua, di fu detto suoi egli si » tributò ; esser ma da se cui venuta « (non a man veramente onore co' dotti e so se nevolment ragio- versari degliav- monumentale volumi granitici blicati. pub- IV. Sei de' della Crusca quali di correggono Correzioni e giunte (sullemedesime al Vocabolario stampe di 264 gli Accademici) infinite lezioni en'ate, r inesatta lessigrafia de* singoli autori, che, a detta del Bindi, « è non tico ispregevole parte del colonto anindicazioni, numerazioni sbagliate,tut», erronee si serviron cui t' stesso di insomma caos un tempo non sentita per conosciuti d' autori centinaia da bolario Voca- giunte al di proposte numerose avvalorate neir i- spropositi,contenendo dire. Cerquetti, ne' suoi lavori, si lasciò ispirare dall'aureo trascurato, principio,quasi universalmente il Vocabolarista.... che « meglio che di far le ricolte la buone di fame delle con grandi, abbia in animo di un sicuro per lunghi studi scorta giudizio renduto italiano ». sulla proprietàdell' idioma sulla natura e n E così lo seppe il Tommaseo, ne' francesismiil Viani, dell' operetta Lessico molto del Manuzzi, il », e diceva il Fanfani corrotta nell' abbellirsi i8òo, Cerquetti, lo canoni come fin dal che valente dell* infima e date Fanfani, prim' ordine, accolsero la più parte delle giunte del fecero nell' Appendice ai pretesi Cerquetti. Altrettanto poeta il lessicografidi Vocabolari loro che attuare, italianità le osservazioni e ; « filologoe 1' Arlia dove nel loro sono che an- linguisticheche giornali.Onore pubblicando ne' Cerquetti andava certo grandissimo. Né senza grande ragione, parlando degli scritti altri cinque di lui (editi in e lessicografici filologici affermava fin dal 1879 che «gioveranno volumi), il Morandi il moltissimo », ancor al di là da Vocabolario storico della venire, perchè troppo poco gua linci più glorioso patrimonio della nostra ì lessicografi nazione, troppo pochi sono appassionati, pochissimi quelli che usano la diligenzadel Cerquetti. Che 1q stesso Morandi V Ap' citando gli riconosceva sta a cuore il 205 al Vocabolario pendice di lui all' Appendice la fa parte di quale altro un Rigutìni, (altriquattro o g^ppo cinque volumetti) di pubblicazionidi ai vocabolari in primi tre Gli e dieresi senza Sulla Nuovi ; del Il Re Sanctis, mondo sineresi Discorso Biblioteca »), sono « chi di chi vi entrò « e esser che forza al lingua ; quante tra » che usci ne ondate r aridità del mandati tempio, i barbassori di rivelate apparente inutilmente gridi di di codesto quasi son cittadino sdegno tra di in il del viene quanta è pure le « dallo E studio nei vera studio, forme parole ». pienza sa- : non quanta della polmoni ; spiritodi bontà I Né chi degli scritti del Cerquetti cercodesta italianità.Son spirito, ; quanto i parentesi contro che lingua e di o lunga gran italianità frecciate della suoni Gioberti, al cervello e bellezze puri il diceva Sposi; disse come », diligenza e della parola non di parole, erra cuore resi Die- ; innumerevoli. lo studio credono, crede, rola pa- leopardiana (non compilato veramente ! Poiché molti succosi esempi I Promessi ne Quanta pazienza, quanta come Pro- esempi) ; (1*ultimo Corona della / versi recanatese « altri Nuovi ; plurale (più di dugento del degnissimo De dai e Storia della Pagitottanie ; voce Martire); catalogodella modo Cerquetti scrisse, esempi di nel letterario povero dal Appendice al prec, ; Difesadi Irrequieto ; di sineresi; Buon // valore il che Beatrice,sapientee sapienza,trisilloH ; dieresi non con poi arguti,quali: e del del a Manzoni. articoli Roccolo mancanti vigile accorgimento, postumi del Leopardi e da / volumi Sposi del messi voci quelli del Fanfani, GìorginiBroglio,desunte e genere Rigatini, del Gotti, Cerquetti qua e là, del paiono sine e dell'arte, son nausea contro fJrofanatori ictu brevi contro mazioni escla- gì'impostori ; 266 ma di chi per padre, sente vede, e voci son severe e buone d' italiano. Rammentiamo lui con ai « giovani lo come cettare ac- ragionevolidi coloro che sanno... di felice disposizionea ben riuscire in ogni disciplina;e del contrario, il contrario ». la amonizioni sia indizio di maniera « Giovani pli de italiani I / Pf omessi dice nella Prefazione » ^osi, air ed. Hoe- studiate, studiate « in questo preziosissimo Libro, dal quale, come imparerete a parlare l'onnipotente lingua del popolo e a scrivere impostura, così, e senz' rerete più importa, impadiventar galantuomini veri : dico veri,perchè galantuominifalsi « ne son piene le fosse » ; a de* oggi benché dalle uscire il santo che lor bocche, molto di Dio. nome occasioni, sentirete in certe » V. Nel più propriamente critico, il Cerquetti campo oltre il testo della vero del Leopardi molt' altre di e Monti del stesso, Batrocomiomackia e di prose de' e lipomeni Para- del Leopardi poesie Giordani del e egli addita più di mille errori da questo e da quello),ci ha saputo dare, abboccati dice il dopo due rispettivisaggi preparatòri,e, come », il Testo più Michelangeli, « con maravigliose cure d'altri sicuro delle Odi dal errori di che stampa, lo Morandi ebbe Son son cui Parini, citato / Promessi a onorevolmente e guito se- (con un Saggio di falselezioni e degli colo, calil mio più di 4500 secondo deturpano dal de fosse del Carducci edizione se in (volume dire al lygi Sposi del che tornato al mondo, lavori che pochi se ne don sanno iSgr), e un' infallibile Manzoni, sarebbe cui il compiaciuto, Alessandro e di posson stesso. fare, e di 268 punteggiatura. Dal che qual dovette essere egli stesso se anche si il ci non tare argomen- del magistero questo su anche potrebbe Cerquetti, voluto avesse mandar qualche sprazzo di luce, fugace ma vivo, come alle quali critiche quando parla delle esercitazioni addestrando veniva i suoi infine,gli scritti polemici del ricordiamo, Se Discorso filologointorno alle cose Pietro Fan/ani e le sue su (di cui la Patria s' occupò quali uscirà della luminosa in Modena^ del della s' improntò, non tutta di carattere, ammirazione grande sua), se cui nostro che nore 1 un Esce un tale Uomo invece, dell'infaticabile ha quanti lo de' segno che tanta del cuore anzi altezza compresi questa felicità d' ingegno, accogliere possiamo non di fiero orgoglioper T oitaliano ! aggiunto al nome non esser rito vede, qui in Perugia, per megeniale tipografoGuglielmo Donninì, che, già postosi in alto per sola forza d' ingegno giudiziodegl'intendenti,ncll'affetto de' suoi di e ognun come e senso il grammi gli Epi- e volume,* e nerando vee recentemente, bontà possiamo d'attitudine, d'energie, non neir animo rara per opere, pensiamo a scapito andò non Crusca, della secondo un attività operositàintellettuale e alunni. conoscono, mostra, e di volontà operai e nel mirazione nell'am- in ciò simile ai poch* grandi Editori, di sapere e di volere degnamente onorare i veri cultori degli studi e dell'arte. di lui. 2 È degno del primo, e della mente e del carattere che tutti quanti i componimenti, ond' è costituito, Basti notare furono approvati nel manoscritto, come senza compiacenza non è pari alla profonmi scrive l'illustre vegliardo,la cui modestia dità del suo del suo e dice giudire, da un all'impeccabilità sapere nostri ch'egli chiama, qual è di fatto, " valoroso e di N' è pronto squisito », Alfonso Bertoldi. — un terzo volume. gusto per la ramente ve- blicazio pub- 26g Quel che duole st' ammirazione ben la che i sarebbe che minor i bene nostri di occupiamo Intanto buono e solo retto e nostre Alfonso desiderabili della una coscienze, godrà onori, degli massimo agli Perugia, Eroi 18 onori sarà che del lavoro. marzo 1901 18 - e si dal se di lieto maggio. vani di mente. inutil- o più non che questo civile cordo ri- ripercuota ricordato popolo un animo d'ogni che schivo e ci d'estetica. avremo cosi Cerquetti, che vanvera a beneficata; non di saperla rispondono troppo ammonitrice voce male sa orribilmente; dovere Patria la ignorati, non critica, com'è ricordiamo, si o di sono che grande; di sa deturpati son que- senza grido scolastici lingua, sorgerà il ma fine ha non ordinamenti nessun a nelle autori male, nostri chi da che sono si non è anima non Italia in anche lingua nostra più; che prova, V stringe quest'orgoglio e trista che e può è butare tri- LUIGI Giovani, Ej^egi |N MORANDI blando un Signore giovinetto biondo, Gli Perusia. del carezza La Todi bacio materno il mentre r occhio luogo natio, caro dietro perdendo fuga la di le di bel modesta la dall' alta finestra, g^uardando preghiera che Dio neir cuori quasi aria, quasi che si andava fantasia La che madre, confondeva la Brillava l' occhio con mattinale diletto, figlio suo dal quel di declivio commossa con natura, giù pel esilio. in la ca, bian- arrestar verdi. al glista an- fetti. d' af- la via 1' afflitta l' augurio con volto vulcano campanile e innamorato, s' allontanava luce la fremito serena di due gentili. — della ti a e sul cercava de' colli vette lasciava AeVC per cara un volta ; un giù quella rivedeva desioso cuore biondo quel casuccia lacrime andava giovinetto umido nel ; andava, carrozza alla s'avviava gonfi di occhi 1861, sedicenne, appena e del autunnale mattino la marzia Signori, ^ e Va', figliomio, tua povera sorreggerà I giugno Conferenza del 1899. buono ti sia mamma ne' brevi tenuta e sconforti, alla R. Scuola bravo : davanti, sempre t' l' immagine incoraggerà norm. m. di essa a vin- Perugia nel 2^1 gli ostacoli, t' infonderà lasciare le tue preghiere or la fede cer tua ti invocherà non desterà la dimane tra le braccia la della tua i monti tra ti come mio dolce figlio Così, come e di e ausilio magico ardere chiama nel tenerelle priva già questa scuola, della nella lei maestro luce ; i monti di queir intellettuale di già ai grandi misteri ne fu la e del volto d' egli,spronato idealità,corse di balza in balza monte mena della dritto da fino a illuminato altrui per dei fidente,e raggiungere de' : non quella raggi ascese, la vetta del la di tante giovane forza un' intima e che mente sorrisi del sereno via, ardito si rischiarò affettuosa, né mamma creaturine buone s' a- loro quella laggetto vil- che anima dell' arte pulita,rifulse e ; nelle loro la mente non del i bimbi ma sentirono non e che fantasia commossa scoletta, ordinata : con gonfiava il cuore quelle immagini festose il vecchiarella cara giovani quel o d' affetti che profumo grandi affetti ; ai s' affacciava voi, di molti — I egli tornò a perduto tra anime felici.Va, saremo quei voti ardenti, quali possono di quella fata benefica si che cuore mamma Ed di io sarò maestro, come a giovinetto biondo ; con pietose che gliarridevano col lieto,bello, quel villaggettoperduto sarà pulitala tua scoletta, Luigi Morandi, speranze presto il Signore t*accompagni I che del e oh come carissimi, siete venuti cumulo toma torna, in su bene, caro, né ti la sera, mamma, maestro, vorranno della madre voce sonno e povera vedrai : : non maestri, rispettali, servati con- bravo: e de' tuoi bambini mamma il i tuoi sarai quando : la che esse ama : buono sempre superbo con nella vittoria stro mae- d' affetti ascese del pianeta lettoso diche ogni calle, il fulgido pianeta fede, della libertà,dell' arte ! 2T2 Così, come Luigi Morandi, possiateascendere voi, Questo è il modesta la mia significatoche vijol avere parola d'og^: augurio, cioè, che, ispiratidall'esempio del o giovani, e antico vostro v*assidete la vita luminosa. la vetta toccare che compagno voi, informando ora intima dell* anima che agl'Ideali sedette la della illuminaron del loro cui egli sali, e alimentando quella fiamma indistrutta cosa per lità pura che ziate la speranza siate realmente e qualunque grande, la pura, sia il campo, volontà, delle Qualcosa : solo la fede, però maestri, educatoriynel nel che senso cuor bene, ma pos virtù oggi \i u dellJ affetti vostri se altissimo vuole accarez d' essere, per forze, de' senso mora possiate godere e qualcosa vostre fati posto d' o un professori ma anch^ della parola^ Principi reali, critici,deputati : di maestri ne società importa, badate non solo soddisfazione la nobile scendo. dal nulla, divenuti vostra ne' vostri viva conseguire nella nore, mente splendore l'erta non nutriate ne vostra bene, di virtù, di di dentro, gli arse dov( coscienza, tu.tta vostra vostra, banchi sui l'Italia nostra, l'U manità. Ma rarsi : voi l' ispirazione ha diretta del morale e a ; coli che del come basti non ispi^ conoscenza sviluppando la coscienz^ da esser venne che tratta che dalla vogliam proporci egli adoprò a mettere ii gli si agitava dentro ; degli ostai scelse i ebbe a ; degli affetti che superare si venni in una cammino, parola del come formando che il carattere personalità Perciò vostro de' mezzi la vita azione si come bene intellettuale dell' uomo modello duci comprendete e moltiplicando e integrando l sua. gradirete sguardo la che figura ai scolpire dinanzi rico e Luigi Morandi, io tenti di 273 linee, V edificio della brevi struire,con operosità sua letteraria. Nessuna questa scuola, che fama proposito, ciò a me in cara, nel volume Vale « la pena fra i come nell'anno un di del dalla la onora carattere, e e efficacia fossero che cattedra vi ha che : dura e giovani idea, da 1' amicizia Certo il destino preparato che vero la azione efficacia sulla volontà per di 1' altro, quanta gli 1' esempio mediante e litico, po- e gnamenti inse- dalla »* parte mia, d' inalzare il turibolo di da ormai e uomo mente. argomentare l'una per è sua può e il le virtù dell' animo essa se la si insigne con aver ma ricevevano. Nessun' al santo i di iscritti si genialitàdella uomo; sull'intelletto,ben vi si trovano legga con legittimo orgoglio di e la diretta ben della Scuola, onore letterato la Scuola : fondazione, sua patria sua con dell'illustre educativa ad notare, compiacenza pretende non di lavoro vostro Luigi Morandi, di che e del voi a persona prossima pubblicazione, dieci alunni, che primi 1861-62 senso nome fru^H di una di ricordi, che anzi scrive volume un de' che ricca meritamente Basterà tradizioni. buone questo a e di e cosi è pur fasti di magnificare i di pretesa dunque cui mi Luigi Morandi, onora anni, fin da quando cioè egli dieci all' Università la stima di esaminava cui contro che egli m' ha gratificato ogni mio merito, anmio destissimo moprefazione a un pubblicamente in una lavoro, I Masch. I. Benci VENNI e in di Perugia, Ntwvi introduzione del Dott. Tipografia Cent. che mi ancor Gli Allievi frutti Ciro di Roma, mi conserva, della del lavoro Trabalza, Coop., 1899, ^^ e R. P^gR- Scuola illtistrati a prof, di 260. restereb- cura Norm. e con lett. ital. ; Perugia, ^74 bero che oneste, profanate,se io, con intenzioni men parlassia voi dell' illustre amico : ed io son troppo geloso custode di tanta amicizia, di tanta stima. Niente verà tropiù che lo scopo, che credo nessuno niente più,dico, che lo scopo degno di censura, di presentare alla antico voi, nelle di sentire, ad battagliaiVi alla V orgogliodi statue dolori che di odi su r onestà alla Patria ardente più dato la Poco quando ; e sanguinose una vivo, anche quel famoso verso di nobili abbiamo c'è a da si fosse ; pentircidi non detto' sulla eh' essa sarebbe si riversa della loro vita fu per perchè,un essercene di d' intendimenti, modestia non ora estinta! chi vive Ideali umani la se che sprezziam, lodiamo dire statrice deva- che illustri, nobiltà con accorgerci di non inoperosa vecchiaia, non 1' onorare, d'un che le forze tutte bene di delle piazze tanti cittadini Farmi viva le e grandi, questa bufera tra vietarlo. Mostriamo non di e vita vero de' memoria le vie danno e male Virtù pel trionfo tristezze di vendette giovinezza volesse fosse I invece, viviy quei grandi, di l'integrità e han pur sua e e sarà gran non sentire, soprattutto, perversar sinceri, tra questo im- esser popolando van città italiane, mentre ebber di postumi rimpiantialla di T augurio, che menti, le ispiria nobiltà fiammi concepimenti, e v'in- faccia voler a vostro la, questa Scuo- a che allievi maestri essere D' altra parte, le cui più vostre altezza il ritratto d'un insieme onore air Italia: niente e stampandosi esso, fa che compagno, a fantasia vostra Luigi spesa la Patria bel e no, gior- accorti. Morandi: interamente a 276 Forlì, dì Parma di tecnico tuto si fece d'insegnantea Spoleto notevoli iniziative : la prima vita lettere, V istituzione dalle com'egli da fu disse stesso una parte è e dall'altro non d'una Marche alla che », lotta una del popolare,che, d'una Biòòlioteche stà, one- sua ; la « Circolanti L'Umbria le e Marche, il e Settembrini, ; la tuzione terza, l'istiScuole serali delle e poco seconda, la pubblicazio come il Mamiani gli critica che elettorale,d'uomo uomini e della Sanseverino a ciò che f ala: non mondo stampavasi il Fiorentino, il Vannucci delle aliena rivista letteraria, collaborarono quale quali,molto documento la confutazione sua di tre Banca una Nella promotore argutamente, faccende pratico delle delle di scarso rivolta,durante di Roma. e gfratuitamentedirette, alle quali deve molto la italiana. Professore diffusione della popolare cultura da lui pareggiato nell' Università più volte, per amore di deputazione,l'opera della quefcH anni ricevendo dal ministro Correnti dì venticinquelire! » che questi fatti e l'enormezze che Ricordato di uno commetteva non fiutato, ri- quale ha alla Roma, tolsero all'on. Morandi cazione gratifi- una il Comune fermare il piacere di potere af- « a deglianni passati me Spoleto il più caro ricordo,e considera quellapatriotticacittà coseconda patria,» la Scuola pareggiata prosegue: « Entrato sua verno, dopo quei tredici anni, al servizio del Goper regolare concorso, tutta con vi rimase di gola sincerità,ch'egli conserva per altri diciassette anni, finché lo costrinse ad abbandonare non i suoi trent' anni la ebbero di servizio non ebbe una l'insegnamento. E così prima per 1902 il Morandi di loro conto dei fu de' suoi punito dell'essere al servizio comuni e del Governo. dello stato all'ospedale! » V. (XXI, 93), dove questo anche entrato « E io avrei V Unione riassunto Ma soldo di pensione, un colleghirimasti nel di Spoleto, perchè quel ginnasio diventò alcuni malattia fu per tre men- ginnasio reggiato pa- governativo. diciassett'anni così, egli conclude, potuto finire liberale ^'^X 24 ripubblicato. damente como- aprile 277 Facoltà dalla molti e T ufficio di anni di molti gli è gliene dette a un il cresima anche vero, fece volle del cordialissimamente 1870, che nel che del 67 nel Come tenergli Morandi patriotta Garibaldi, che con il Morandi Caro ha bambini. maggiore e lo una : di poesia stato col recentemente, molti da la campagna suo afFezionatissimo,come e nepotino Ugo, suo invidiabile babbo devoto rimasto prova, come italiana la letteratura anni che V amò che Ruggero Bonghi, da agliesami parziali il Re dal compianto figlio, insegnò per poli,* al Principe di Na- S. M. a esercita richiesto, vi esaminatore Proposto laurea. sistente italiana, di cui fu in- di letteratura d'insegnante sua stimò e sul 30 lo amò lo posta aprile,com- all'eroe, questi inviava gfrazieper la vo* 28 e per la magnificapoesia.» Nominato stra del poi al Barrili, Segretario dall' istesso Garibaldi, insieme del Consiglio di guerra, fu presceltoad accompagnare il.Pianciani nell'occupazione di Tivoli, di cui tenne gli scriveva: cosi bene in « difficili momenti quei politicae civile, che Romano un fautore ardente ed di del è stato Scuola Ma I Luigi vecchia Cfr. Come Morandi; si fu 1 E della pace versale, uni- di tale rappresentante un onora. e, che 1' Osservatore compiaceva data spesa Civiltà,immacolata sono, quel perfino molto Todi, che di si della ne ce lo lodò vita, dunque, operosa e l'amministrazione zionale Segretario del Congresso internaOra è deputato, in seconda legislatura, Roma. altamente di e Collegio Una ne il Pianciani di che y Morandi, rarissima, cosa più beneficio Paravia, 1901. che po- d' errori. scevra Vittorio Emanuele della come sempre, in lui è ammirabile, educato Roma, a si è il tem- III. Ricordi di 278 del peramento la V carattere, integritàdella coscienza, qualitàdell' ingegno. ciò Su in ciò che permetterete sta la appunto fermi mi un spiegazione di chè per- poco, la tutta sua originalissimaproduzione letteraria. di il cuore aflFetti grandissimi scaldarono Tre : la Luigi Morandi Famiglia, la Scuola, la Patria : della Famiglia apprese esercitò nel santuario pre seme libertà le più squisitevirtù morali ; all' unità e le forze della Patria ardentemente aspirò e dedicò della mente del braccio e sacro tempio della ; nel de' giovani, i Scuola egli sposò, per V educazione nobili aflFettidella famiglia e della patria sempre. Specchiatevi in quest'esempio luminoso, voi, o giovani che vivete in un tempo nel quale, in nome vasta e camuflEate chimere di certe nell* che, innati neanche ai a sentire virtù,come cui per dove i culla rozzi di e e furono ignoti si vorrebbe e esercitare occasione; pura fabili inef- crescemmo a di- sentimenti non cui aflFettie sospirarono tanto ; in nascemmo primi quei natura, umana popoli più il paese educati Ideali, si vorrebbe famiglia,soffocando la sgfregare da e soflfrirono siderare con- fummo le prime questa patria, i padri nostri, più, allargarlasino ai confini d' ogni coscienza d' un di nazionalità cosmopolitismo nemico festazioni e perciò della sorgente delle più alte manidel genio e dell' arte, e, starei dire, per d' ogni più nobile entusiasmo. è prova aflFettuosità di figliolo Della sua questa tenera poesia che s' intitola Preghiera di un fanciullo: tutt' al ripudiarla,o, . La E Via E mia io non se so che la porta lascia su è là sul mamma povera farle,meschinello il morbo la terra un Jetto ! maledetto, orfanello ^79 Misero, pane senza mio Ah, guaritelavoi, Gesù Voi foste pure Movetevi Senza il babbo e ! Guaritela, Gesù E Portatemi Del sul precede che ^ poesia nel lui, vissutone le e preghiera; cure natio paese e una fecero il amato suo ! seno al sì chiude quasi gravi guerra, la sera. poesia una gli occhi ! la volete, almeno Campanile La intero. serrar in no, d' Italia, quand* apparvero, scuole per se : la terra ? su attaccamento testimonianza don mamma lei nel vostro con forte suo la più la mia vi dirò guarir non se destino voi fatto in tanta avreste non bello ; bambino povero un pietà del mio a Come Io tetto!... senza e e che prosa di tutte giro che suo desiderio paese, le le riferir vorrei col desiderio ren- di che sempre fuori, tra de' suoi è assai significauffizi, tivo i centri polosi po- di bontà: mi Quando Dal giunga la dipartita crudele di questa vita. a e gentile. requie, mesto Bel Campanile. mar Sonami aspirazioni patriottichefan fede, tra poesie, questi immaginosi e pateticistornelli Delle le altre scritti il tra sue 2 i cora, aprile 1866, quando Venezia aspettava anfremiti, di ricongiungersi alla gran patria italiana. Non buona di vi e gravi sana I 1888; V. pagg. 77-9. e di rondinella in Poesie li ve fa tanto vaneggiamenti O che di Luigi rilegga: bene un al .core, pò* di poesia in quest'età pallide fantasime. che per Morandi l'aria vaii ; Città di Castello,Lapi, 2 Ho Come forti che salirono in alto gli uomini al incentivo nella gioconda povertà un incessante, e negli ostacoli rafforzò e tutti grado, ebbe lavoro onesto la fede eh* ebbe poveretto ed Son Vedo nella viva sempre la con armato ho lo da conosce Chi mirabile. vicino, che sa non inoperoso. Il sempre dies dell* imperatore Tito vecchie e vane parole. trascorso nuUa L* animo ha mille in artefatta, non sincera, tutta come ce conosciuto lui non buono, e e vero dav- sono sta manife- lo bontà, badate tante, son titolo altro una giorno gliè mai vo/it dell* Alfieri e il per una ne : paesana : V ha di e schietta, ma lode di bene, per lui, lasciò mai reggia,non del buon però il più genpopolano, essendo tile squisitode* gentiluomini.Bisognerebbe essere che, dalla il fare e stato diversi piena. un eccessivamente modi : volontà ferrea di sempre veramente costanza cena fantasie fiorite tante L'anima Fu : in fraterna lite ogni giorno il pranzo Eppur di vittoria giorno un arrivato casetta Todi a familiarità alla lu i per con vedere quanta con cittadino. più umile notevole anche Cosa tanti piccoli questa, oggi che si degnano, quando ritornano al non grandi uomini natio che li vide crescer magari co* vestiti che paese sincera ridevano, di stender di sporcarsi A che un tale egli la le mani. buono che sapeva e Ho ve al mano detto suoi i nemici, che che siamo lavoratore che lo dimostro gli chiedeva gì*invidi, oggi, col conversa perchè avversari, bisogna cosi l'animo con lontani tema ha sivamente ecces- aneddoto. un b eneficasse rispose che vincerli per i quelli tristi, coli* affetto. Cosa dalle proverbiaU 28l virtù degli antichi, appena Gr illuminano cui opere svilupparononell' di civili lo rendono caro artistiche e tutti virtù, che esperienzadella vita felicemente contemjprate, ci spiega com' egli studiasse affetto con e variamente italiani, dotati,chi più in tutte se chi le opere loro dobbiamo non di intorno il : devolo humour^ al sentimento affettuoso e che bontà con ticolare par- ingegni tutt'e tre serpeggia Baretti, il Belli,il Manzoni attribuir scolaro le di ; dine gratitu- fatiche spese Luigi Bonazzi, spiritoquant* altri bisogno dì dirlo qui in Perugia, bizzarro. al mai, né dell' terato. let- tra loro tre profittoimmenso, ma produttivi e geniali, meno, tanto di d' e si quei come e indivisibile compagna le e sole onde uomo come narlo parago- esempio raggio di Luigi Morandi simpatico Quest' arguzia, d' animo di morali e di temerei cui e finissima una V ultimo animo e e il Manzoni, furono non modestia rispettonon questo precipue queste serena grande Alessandro ad germi luce di preziose virtù, una arguzia.Per la testimonianza se indiscutibile. fosse non crederebbe, si di nome ho parlare,arguto nello scrivere : perchè il Morandi scrive come parla e parla benissimo ; V uomo è in perfetta armonia perchè nel Morandi Arguto lo scrittore con ebbe bene vita e da al va Manzoni, miraggio come più nobili d' riconquista vuoti a sempre la nostra Machiavelli affetti dell' anima di un oggi, dalla fantasmi, chimere, trascurando fece tura lettera- più scompagnando Machiavelli, dal i la la desideratissima cosa dietro indistinte al desiderata, quando sempre correr per alimentare, Dante cosa la Patria; l'arte si reale : unico per supremo, in cui e nel a steriose mi- nutrire grande arte al Parini umana. e 282 Fine nel soltanto fine, non nel ma sentire V arte in più difficile, M* alla davvero, ora che dichiarare vasto che, accorgo perchè campo, la finirei quel ho che avvicino, ed è di andar altrimenti per v* ho promesso Ma qui volo per devo questo quest'oggi non più. D* altra parte, di critica tissimo squisi- Bello. letteraria. opera toccherà mi del gusto un sentimento un volerlo, mi senza sfumature. Morandi nel Buono, sua lievi cor an- critico, compilatore di dell' arte, del Vero, del è parola, che più sue sempre raffinato e della arte le tutte scolastici, trovi sanissimo V e di commedie, Poeta, scrittor libri grado V ingegno del Morandi : cogliere le relazioni tra le cose, al massimo non letteraria, né prometto : io solito son è assai, •ttiscorso un a dar quel mantengo se piùdi che pattuito. L' opera in gruppi tre gli studi letteraria critici,e Ne' primi : le abbiamo di Luigi Morandi si gli scritti che chiamerò compilazioni scolastiche. le Poesie e Due può dere divi- artistici, Commedie, già qualche saggio ; pen quel che valgano, basterà citare i giudizi autorevoi lissimi di tre diversi giudici,il Fanfani, il Mamiani, il Guerrazzi, il quale, nella foga dell' ammirazione, dire : « Oggi, se vivevo ai tempi di ebbe Giove; a correva un giorno ben nero per le bestie, però che ecatombe, cento buoi, quasi gli avrei sagrificatouna tutto il Senato del Regno di Siam, e ciò pel fausto Delle evento, Anche Poesie che nella ho oggi ho dato scoperto poesia rimane un poèta il Morandi in Italia.» schiettamente 284 Maestro ebbe ereditata, la volle dimostrata nel fatto. In anche fu Morandi il questo vera, ma superiore nella teoria fu il primo Bonghi, che, mentre della discussa direi quasi il più ardito sostenitore e dottrina del Manzoni, fin dal 1855, quando pubblicò le famose Lettere Critkke, nel fatto poi cadde in continue al anche tradizioni. con Pietosissima commediola la piccola attrice allora, o meglio, come per d' la delle in Gremma Cuniberti, Cuniberti, fu recitata Torino e Infatti il per ingegno di critica dal venna, di Ra- al Ba^ di d' Italia. volo, in questo primo gli studi dove meglio rifulse,furono gli studi specialmente quelli sulla teoria del Morandi letteraria di piemontese cinque ì teatri andar successo Politeama di Milano, di scritti,trionfo r in al sere tutti replicatain Riassumendo, gruppo tre al Carcano sette stori la Ri- babbo, che Bambine^ intitolata la Figliasenza lacrime. può rileggeresenza ebbe, fu strepitoso.Tradotta che Dusina la allor la chiamarono, si non scritta atto un e completo. Ma manzoniana. fu detto Il Morandi è il ed più fervente niano manzo- d* Italia. « ha del teoria fatto molto autore e La la espose essere nella molte che tra oggi, luminoso letterato unità nel tempo della lingua quale il suo superiormente autorevole, ^si, esempio dei Promessi critica con se suir dal cammino la illustrò col tanto Manzoni dissensi e e discussioni letterato sulla ci possono questione teorica, tutti tacitamente cordo d'acormai pratica andiamo zionali na; e r unità politicapiù intensa, i contatti ogni giorno più immediati, il bisogno di dir cose e della di farci coltura capire presto generale e e bene, il progresso linguistica,e ajtri 285 coefficenti minori più su si fanno nei libri e punto Anzi, periodicidi sui è dovuto in necessità alla che alla diffusione sua Pochi, ha Manzoni il nella teoria, traviava alla rità, ve- V poco non dei eletti: il ma o- zoniani. man- Giorgini, d' accordo col tini, pratica),il Rigaprimo fra tutti per nella D'Ovidio, il Petrocchi, zoniano man- giusto riconoscere (il quale però, Broglio,il Bonghi concetto convincente il vero, dire a e letteraria, bontà, contribuito convinta perseverante, pera è ; tuttavia sua discussioni critica parte alla gran scute di- si non se e ; piuttosto di stile che di lingua. Questo progressivo effettuarsi del sono il questo tivamente defini- comporre secolare. la controversia neppur col termineranno e, ardore. Luigi Morandi. La teoria r ingegno satto, libero doveva manzoniana da del Morandi, feticismi aperto d* ogn' altro indubitabilmente lucido, equilibrato,e- arcaici e lingua fossero consigliatedal di logiòa.Egli poi, accademici, quelle innovazioni a nella lettare al- buon che in senso più e ria matee dalla professore in istituti d* indole più popolare e professionaleche classica,nei quali la lingua va insegnata nella sua corrente dizioni vivacità, spoglia dal paludamento delle traarcaiche, potè studiare e applicare il principio manzoniano ancor barbogiche scuole son anche si vivi V sotto più della condizione sua di aspetto didattico, necessità di svecchiare e si vinse con- i metodi allora (e pur troppo, in molte oggi) neir insegnare la lingua usavano anche italiana. Frutto di questi convincimenti più di stampò, son Sposi e V unità raffronti sulle il libro anni, sulle Correzioni venti della due fu lavoro lingtia, edizioni di del celebre ch'egli ai Promessi simi pazientisromanzo. 286 V mostrare per quella non meno Amo diede in fil di logica le a* suoi lo dico della dai delle l'abitudine idee in relazione ebbe critica mature più fuggevolisfu- alle un' idea dell' onore gegno, principale fu un poderoso indella filodi Napoli e logia Università D' Ovidio. italiana, Francesco dimostra italiane lettere nel e dice : « Al dell' dica la de- letto Ovidio al Morandi, d' intendimenti quanto con la fare fece Io ho D' altezza si componesse dedica affetto. con che la lotta il manzoniano destra e con Cinquecento La del polemico fu combattuta modi che volume un che cipio prin- suo avversario suo di nutagli ve- studi sulla minutissimi pensiero manzoniano, e avrete vigore logico eh' egli pose a servizio del prediletto.»* Il ; aggiungete acuta, del del a pre sem- chiarissime della lunghi e pazienti e considerata parola tirarne per di frasi. Il Morandi argomento queste a e revoli favopiù vittoriosamente lingua.Dico a fil di logica,e amore per questo su lombardi, cenci conclusioni air unità non dì importanza artistica e linguistica celebre risciacquatache il Manzoni anche a questione fucilate dell' manzoniano delle onore secolare terati. i let- estrema sinistra,con estrema di e stima » E, dopo liticato,furono, come sono, più amici di prima. r Ma operositàdel al Manzoni soltanto. Si Morandi deve si fermò non a lui se il qui ne gegno Baretti, In- quant' altro mai po' bizzarro ma riginalissimo,ha conseguito il posto d' onore un spettava nella letteratura. Il volume I anno G. Soli fa. in un del acuto che Morandi, profilo pubblicato nel Rinnovamento, e o- gli Voi- che qual- 28; taù^e contro solo in Shakespeare lodatissimo Baretti ammiratissimo, e Voltaire^ fu contro non si conveniva come notevole più direi quasi, cosa di quel Voltaire il Baretti che assai, nella Francia frustò di santa ragione per glispropositiche il fiero beffardo differe ine ma con grandissimo filosofo schiccherò anche Italia,ma e massima, più de' tre nel ingegni che Shakespeare Omero, attraentissimo, e uomini cui vivevano la vastità per L' opera e del Joret e T e con lingua che Romaneschi Per e le del alcuni nelle è tutt' gonfie e ha astruse un' è come che studiata nella nella perfezione. ni osservazio- acute Il Bonghi, nel lodare que- brio con di oro insuperabilee coppella. V edizione de' Sonetti pascolo gradito nelle trovano che di certa modesto in questa in acqua o aere del di vera la Morandi per luce, per fonologia e la nella se tal traccia schiuma, sul l'arte l' e- codeste mentre ma, ; per Cerquetti,questo di crìtica lascian opere sua dal fiezze gon- letteraria,ripeterò scrisse stesso Sposi curata valore sua critica il Morandi importanza grandissima messa facile era Belli. Qua! fummo le opere non terarie let- gli stranieri,il Moland, è addirittura dizione de' Promessi lavoro scritta astrusità parole le condizioni e all'unisono vanno Morandi, Monumentale col massimo fatti,a dei apparsi sul Baretti efficacissimamente. d* altri ; tra del fiato un è illustrata da il Dejob, siano ritratti,e sono sul conto Dante. e parla importanza st'opera una d' legge rilievo tacer mai Morandi, questo di cui Baretti in messa noi, per tra si Gli in farlo apposta, a tutti i libri del interesse. il colossali mondo, Come è manco dell' autore lingua sua di Belli, sono che che vi è efficacia, per 288 il corredo di cognizioni di tante altrimenti che storia resterebbero di e psicologia, demo- la sotto pietra dell' oblio. L* opera « è vasta, di nel romana calda, e' è storia insieme suo agitata,colta (e quali anni!) dal tutto tipi umani : che primissimo ordine, la cronaca, nelle e del avvenimenti e la ventina una 1849. Li al 1828 cumento do- dà vi e parti,vera, sue sul vivo, per mossa, d'anni integra insigne di letteratura, un monumento un storico vita Belli, riprodotta così del dentro la giorno, piazza e la sagrestia,V osteria il palazzo, la preghiera e V imprecazione. L' opera e nella del Morandi, seguita il Ferrigni, contenuta che Prefazione(che è, aggiungo io, un volume, può da sé, suir originedi Pasquino e delle Pasquinate star suir importanza della poesia dialettale) Note, e e nelle e la — è il lavoro — di d' e erudito un diarista un che Bovet « : perduto potrebbe V opera senza la metà ottener Salto lo r Arte studio monografia sull' sima critici che tre Gaspary mi suo valore. maggior e nella e e il ci fermassi sopra giovine del Belli, il be avreb- critico a non sulla Francesca acuto Bonazzi di interesse studi corderò ri- un racconto di dena Mo- Gustavo prefazioneil Morandi cui cui tutti Rajna, Cantu, Belli Un » tesse la vita V zione importantissima prefala Bonghi, salto anche Origine della Lingua a e il tacer successo. del critiche del alle Lettere il Morandi, Perugino, salto dell' illustre da del dell' opera stia, scritto nostre cose riografo sto- uno per Cesare e ha nuovo vivacità grande con del un Dantey V edizione e Heyse delle E pari. » recentemente svizzero, innamorato filosofo,d' un senza d* altri critici,quali Paolo quel di e e' italiana, lodatis- inchiniamo, il Bonghi, che meriterebbero certo lungo, specie quesf ulti- 289 è che mo questione, \ mia lascio monografia sul Torli, sparsi per le degli gruppo terzo è fare fare a le strana antologia un' V ticoli ar- al vengo Morandi, riuscito Parrà critica letteraria nostra giornali e del Antologie fatte le sono i notevoli lazioni. compi- impossibile, 1' affermazione che d' arte per opera ; ma è proprio cosi. Morandi quelle del Due d' un' Mazzini, su un' infinità di e scritti cioè un' opera d' arte. si possa e riviste il Morandi Qui e Maralli, la prefazionealla sulla e alla secolare contributi stilla Guerra i Discorsi Carducci sul Saggi più notevoli de* uno dal Morandi, della una moderna, X altra di Prose Poesie e italiane. Quanto fosse il fatto lo dimostra additava, nel E in Francia. quarta edizione, di des cui studiato, V istesso 90, tornava anche ma Ecco : desiderabile sarebbe libro, Hatzefeld vale Essa et quanto critici il sulle Graf, un' ottima che moderni, il D' sia letteratura conosca bene, a letteratura un fondo una e- rono usci- 94 dix-neuviéme che letteraria,perchè dai scritto il Carducci, il Monaci e nostri il D'Ancona, i molti interessano lo altri, mento svolgi- nazionale, l' origine de' generi libro siffatto la scuola conoscenza nel stato letterari,e gl'intendimentie i metodi Or cellente, ec- ci fosse X che storia quali Ovidio, principaliquestioni della della Meunier. raccoglieil meglio maggiori imitato un' opera lingua. E infatti quivalente nella nostra a Parigi Les CritiquesLittéraires du siècle par come giornale,parlando dire a Mounier 1885, Marc Débats, questo solo non nel della prima, ispiratrice che, fin dal Journal d' essere, degno l' idea nuova e della critica non lo non abbia può sana. fare chi della larghissima. Non non nostra è que- 2go forbici di stione calcolare vantaggio abbia recato libro ai giovani delle nostre quanto codesto recare Perchè de' nostri vi essi soltanto v' del metodo de' nostri s' educa. e solo Un la mente, la esercita ma fors' anche e è al già lissima ginnasticauti- una fin qui, sopravvive importantee meno non utile, è 1' Antologia delle in Italia, eloquentissimo 70^ migliaio. Quanta parte abbia so non : ma, pensiero certo, : A ottenero ha vecchio il fregi di si sempre ma grande un qualeil raccomandato libro che un in avuto al uomo Giuseppe Bellucci, Perugina, mio non dell' illustre nome questa come può il felice con Università non arricchisce non Poesie, che, sintomo Morandi dedica ma più «diffusamente questa fortuna libro, si rafforza alle imitazioni. altra indole, ben Prose Con vera una ingegno che che ricer- delle e vi trovano il loro libro, insomma, rigoglioso anche Di cui grandi del pensiero conoscenza libro, infine,che, almeno un : far la a migliori,e palestraintellettuale,in condarie. se- i profili piccolie critico, degli studi letterati scuole soltanto non un' infinità di imparano sarà per e soltanto prosatori,non de' vari periodi letterari, e storici risoluta problemi, ma e trovano grandi poeti le sintesi de' caratteri non è difficilissimoil altro I Ed ci vuol : decoro suo una l' del- amico, nuovo successo. giovani carissimi, godo di poter qui universitari si preparano unire, oggi che gli studenti lustre d' insegnamento del loro ila festeggiareil 30'* anno e di professore,i due nomi di Luigi Morandi Ed io, o Giuseppe Bellucci, perchè,tutt' e forza di volontà, di ferreo profondo, nel due campo modelli dell' arte, di l' altro grandi illustrazioni di e due di de gran- gegno integro carattere, d' in- civili in uomini virtù,sono, quello questa cara della terra Tuno scienza, Umbra 2g2 i nare nefici famiglia,e farli cardi nazionale, conquistata col sangue precipitarlain un abisso di cui non giovani dal dell'unità tanti della santuario martiri, per si vede il fondo, oh ! allora si spande d'amore si ribella V animo Iddii i minacciati più in abbracciare per stretto Casa della la e scienza co- plesso am- della e Patria! Orbene, italiana gravi materie, del questione del di ore tuo l'arbitrato ecc., qual è, maestro che al inconcussa, Da questo all'ultima se non vere ferenze sof- dovere, incrollabile argomento del della nel E qui, si le fede, e sere es- o carlo. edu- vire ser- gnante, inse- signori, attitudini educare il farla viva, perfezionamento. accostarmi volentieri è attuando Morandi sa valente volontà, che la plessa com- e non educare la e mente necessaria- scuola, morale Morandi, lingua, il la : saprei mal anche e un della non moderna, deve essere educare può maturarlo e educare ildisarmo, l'Italia tra vita stiche, giornali- e e non si accorge non la forza sapessi che dell'unità pensiero, istruire,deve opera La sarà educatore. non del Papato, giovani libri, potrà lavoro, educare sentimento elettorali siffatto ai mostrata il loro codesti il e educativo. attrarre deve non le internazionale libro un eminentemente ma zioni condi- nostre mio, del riposo festivo,delle del e l'Italia tra ecc. di colera, le lavoro, le magagtie le relazioni Il il agricole,commerciali, la guerra, Francia smo l'eroi- risorgimento nazionale, sociale ne' delitti, poveri, la responsabilità dei otto tamente schiet- forma una però efficacissima,tante e durante economiche, in stemmia, maldicenza, il duello, la be- la come dell'esercito tratti moderna e la storia la che libro un la grammatica, il principio insieme col mio 293 caro ben amico Cappuccini viva d' italianità che altro ha scavare gente sor- dir il valore dimostrarvi per una patriottismo.Dovrei di e questo saputo di nedetta grammatica,* la primissima, da che questa bene' libri, grammatica la s' è voluta confinar la lingua italiana sia trattata col dovuto rispetto, questa in cui e d*un col sussidio dica che ha essa scientifico. Basti criterio approvazione di quella Europa il primato degli E mio troppo cortese alla la coscienze dere que' su biondo dov' di dover scuole zione Di di non dedicare cui è una vi della vostra così abbozzatavi non a gassi interro- chiedessi in se legittimo orgoglio di ses' assise quel giovinetto suo pensiero, dair animo moralità, v'invitassi non termine d' idealità ? a Come mandargli un laggiù in quella Roma, abbandonati gli studi, ha creduto le mature forze del suo ingegno saluto sorella minore la Grammatichetta per le elementari. 2 me riverente egli,pur 1 da un dal profumo se il dove emanato potrei far punto, caldo, se, non e ora banchi ha che tanto suo, sentite non dar abusare non alla s' informa. Morandi qui più fu il che figiiradi Luigi Morandi,* le vostre voi pur pazienza. potrei fermarmi, come meglio esse vorrei e discorso, per questo Ma ciò, di basti l'Accadem del- manzoniana, del la Grammatica quale appunto Ascoli queir Ascoli dottrina della avversario poderoso Graziadio di Milano, vi V ricevuto gloriaitaliana che tiene in il senatore studi glottologici, di che V. il mio diretto articolo Eleggete Luigi Morandi (I, 6),che completa, in parlamentare, questo n^W Imbersato modo, specie per V profilocritico-biografico. certo a 294 e della è che sua stata E operositàa vantaggio di in pensieri? vada cima tutti a i suoi fantasia, il lui, sulle ali della a saluto, recandogli la riconoscenza egli luminoso proponimento, che che nel vostro a lui cuore energie dire animosi di l'immagine in E maturo che di benevolo del arrisero le che combatter vuol sempre Umano, davanti, con la con ranza spe- vittoria! sforzo chiudere di santo votare popolo, dell'Ideale madre il e realizzò, di trionfo esempio ideali che puri Patria, di santa ultimo il ci hanno più d' e festa una pel una un permettermi in che vostro fate, di riscaldare voi e V per mostrato, suo santi della core ora, onor della fidenti e a vostra sé in all'educazione beneficio a ha quei giovinetto e vostre vi Patria, questa amore d' della bontà, vostra corso di ques volte qui nostre te radunati per ferenze, con- insieme tra intellettualità, il sorriso gentilisignore e signorine, sotto la paterna protezione di così egregi professori e cospicui io cittadini di Perugia, ai quali tutti fin d' ora mio vostro nome e un vivo, cordiale ringraa ziamento* porgo Come r idea di tante nascesse addestrarvi, argomenti importanti dimenticarvi scolari, e per per giovani, alla 1' aumento perfezionamento della ripetere.Certo saprei davvero a delle o il e non nella si maturasse e vostre vedere a per fare, raccolti un nel aveste in voi scuola è che, di tura cul- vostra elementare, quando breve istante vostro spìnto, stessi mente trattazione della energie psichiche, delle se mia vostre d' un vitai v'inessere esame attitudini, la forza di tentare ^95 studio qualsiasi,letterario, storico,pedagogico, fantastico,patriottico,in cui il uno vidi balenar fatto di avesse non programma fede, d' adoma dì fiori patria e della tutti coi vostri parola gli occhi il frutto fede neir opera fine del compagni tutti su appariva voi e tenerezza Ecco di con le furon Né Se nulla — dissi fervore, con anche me abbiate salutanti della lembo e mozione com- di cielo ! la che Oh, la quenti, fiori, vivi, fre- di calde un' idea — voi, sincere e di e tutti ci buona ponemmo : lo — all' o- entusiasmo, riscaldati dalla luce credo la aspirazioni gli applausi ! alto, nobile, puro r opera sua di pochi giorni uno gli applausi echeg- Dopo lacrime tra la a sue udire serenamente adorna versate le le lacrime conferenze, sia vostra avvantaggiata, pur che voi ! lode impreso suoi quel e d' ammirazione e Ideale un veder gli occhi, diceste,credo, anche pera e nell' aula davvero della avesse de' maestri fantasmi de' inaugurava giaron lieto parve finestra,sorrider dalla suggestione mi ; e del l'aspetto cercanti quasi lorito sco- speranza rivelar riflessioni, a sue e discorso, suo della cuore presentato, al bene e raccolti attoniti,ad ascoltar e rigeneratricedella scuola, al bello de' foste vi lontana, che delle solenne, e salito in tribuna, accesi l' avevo cui mia religione,della quale il pieno ma e viva, nella gaia della maestro, vecchierella con esporre simboli d" luce ebbi aula maestri, attenti con cara volontà, scienza, nella volto, trionfo, e mia de' e né poco, punto raggio d' un' visione dell' allievo nel della sguardi un affetto, di la come né entrar a ne' vostri mente la argomento un sur ricevuto ! sciupata. stata mente tuttavia una se non non spinta fosse ne é poco al per davvero lavoro, allo 2g6 studio, che che vi di voi abbiate vissuto siate sentiti nella stima tribuna, che del abbiate sollevato Francesco della Torti fondato, restaurazione della scuola con Manozzi agricolo e manuale, Re, illustre uomo Sacchi, del Quanta Oh, del che conseguita d' non fiamma quanto voi non col cuore dovrò sull' educazione I con la accolto la per spezzato da con cui riaccendere mia ho tanti buoni modesta mia e rola, pa- lavoro ! qui sciagura venuto tremenda questo mai d' istitutore grato io, che, una ziativa. ini- io dovere, del bene, del esservi vita vedere di di energia tanta breve slancio, tanto con ho (perdonatemi questa nota tristissima), inaspettato,negli sguardi vostri, nel la scintilla gura fi- ! maggiore più quella del che avete gara discepoli accendersi, della tra che insegnante, bravi E mia Papà ringrazi dal più profondo io vi sodisfazione nella tore diret- leggendaria d' idealità affetti, si nobile Nessuna e Caprera carnato inl' del- del venerando alla sto gu- Patria scuola, col la giovani carissimi, spiritodi devozione, con della del al culto coscienzioso o tanto lavoro, di d' somma lasciate cuore, con Leone biondo alle vicende Diofebi con lore, folk- del lavoro all' efficacia dell' arte fanciullo, del festazioni mani- problema mezzo per dal del campo del grave contemplazione Berardi con delle varie nel s' intitola cui a alla Gelmini Fabiani con ricordo al orfanotrofio all' ideale Gismondi letterario,con nel all' esame discussione alla lui con neir vissuta psiche popolare Furiant con qioesta su spirito,con benefattore qual fu pianto Veneri con della della abbiate e sali verso il vostro colto un vita d' orfanello sua Torti di idealità, reciproco che compagno d' ora V affetto crescer air ammirazione /^eaU qualche trovato, vostro povero soro te- volto cuore 297 che avea batterà E e prima sempre provazione di Morandi delle che su invochi, nel quel I nostro e che idealità, più care di là dalla tomba voi, anche per lasciate anche d' idealità io Luig"! vibrato questa nome d' affetti somma vostro I e mio, Tap- padre intellettuale che è COMMEMORAZIONE' DI UMBERTO I. Concittadini! \UESTE verdi nostre valli ubertose, assiduamente dustre nobili sensi di che giorno bello di assisa e generale, che agli artisti modesta cittadino Lo agli si videro, in mente maestosa- Dei e V affetto agli uomini, e sua cosi poetico lembo fosse vivo della soldati, lieto valorosi questo un spontaneo, cara nella pel Re, pel primo un echi L'ammirarono cielo in e limpida degli scalpitìide' armonia cara esultanza, piena nell'aria luminoso, musiche delle mescevano con gli evviva e valli ca- del festante. popolo Alla I famiglia e memorando, agli espansione, e sotto pura, in dell' in- pace di nova d'Italia! videro mentre serena destriero, adomo poeti, sì rude e dell'Italia affetti e nostre queste patria, Lo forti tra diletta ai e bel anche Terra, sua di e restò e suo la miti religione sul orgoglioso della illuminò volle si il sole dove riscaldando lavoro, colline, fantasia commossa Tenuta che per nel Teatro la de' patria Torti di soldati vecchi avevano Bevagna sfidato il 20 dipenden dell' inla morte agosto 1900. 300 mondo, L'ha benedetto nostra ch'Egli da parola nell'amplesso del raccolto mente sia dalla si rassegna non bruto, nell'amore de' Le ferite, onde la alla ferale da morte sua vile un nella quando nell' anima tranquillacoscienza, Cristo, che martirio, eppure ancora caduto, colpitoa esecrabile un di santa idea italiano, sua serena e fidente generosa, più graditi e Lui caldi gli applausi de' fieri da premiati ginnasti del Popolo predilettodi Monza ! lombardi, gli evviva mortali figli,scendevano suoi fu trafitta la sacra di persona più stille vermiglie, ma il cuore dell' Italia tutta ! E dolorosamente sanguina ancora invano ancora implorerebbe rugiada di conforto, tanto l'immane sotto dolore, se, dopo il compianto par chiuso Lui, hanno non ormai infinito de' buoni, l'esecrazione assassino, la fratellanza alla venerata umili dai e universale saldamente ristretta salma, le preghiere innalzate porporati,nelle oscure intorno Dio dagli e dagli capanne affermazione altari sublimi, la concorde a l' del- di nobili positi, pro- ne' giuramenti riaffermata nella alti della Patria destini dì e gloriosa Dinastia si fosse ripercossa in ogni angolo della Savoia, non penisolae delle isole generose, gagliardamente sonora la fede e fermamente e d' Italia sicura, la nuova, giovine Re, che, del forza solenni con acclamato con la più rola paviva sul trono simpatia,impavido e baldo è asceso I La quale ora, rialzate le ginocchia d' intomo vittima insanguinata,levato il collo, spianata la sacra la fronte, spinge animosamente nel rasserenato Queste non attesa, ristoratrice tolgono, italiano sgorgante è la con fiducia l'occhio dell'avvenire! sole risorte e speranze, agli vero, tristissima vermiglio da tre questa occhi visione fede rinnovellata lacrimosi del del sangue ferite mortali, par polo Po- che, guizzi 301 nella sinistramente di fiori virtù, onde luminose martirio alla rifulse il della violenza e neir ineflfabile la nozione de' questi solenni in delle il sangue purissimo alto de' martiri, altro Umberto, scanno Con un Casa di Savoia della missione patria libera, era una popolo intero luminosa e sorrisa poteva sforzi,furono ie?bfee.,la sua d' eroi. assidua da sul gran lei l' dal- ora, fatidico, par guida calpestatidiritti. de' suoi fosco secoli che per porsi volonterosa e senza da otto a nome e sgomentare gli darun Savoia, brillando d' orizzonte Dio, la nobilissima otto supremo storia^ l' illustre la coscienza principio assumer la stella di fallire. Furono gono s'impon- della impresa Ma pensiero, dar a che volgo disperso un perversa im- tutelare, protegge I nome rivendicatrice Redimere non d' Italia quie re- si smarrisca e vene, nume fin da parve de' destini sue domini negli augusti entrata del neir interesse fino che dà neir animo italiano ogni I amò Umberto Patria, che della che tumulti momenti e coronato, cordoglio, non a delle santità, di di al capo che doveri campo ricordo aureola passione si che, pur un Migliore dei Re, i tormentosi calma avvolge V incessante ma splendono, novissima di gloria,intorno e Gli ora profumi ; di e che penombra meta, secoli d' infaticato di tava, Italia,addie l'impresa magnanimi lavoro, in parte ogni germoglio della cui nobile Dinastia. ad allargare i principisaggi che intendono confini del piccolo Paese; son principibuoni che vi di civili virtù; son i semi legislatoriche spargono dan forza e assetto Stato ; son politico all' angusto Son Ì02 letterati vero; son di e artisti sono raffinano che poeti che il popolo l'educano air del bello amore piiche, purificando lo spiritopubblico per carità e parola ispirata,s'assidono negli de', santi della alle vittorie; per il triste chiesa; che che ormai ardimenti per di nembi in e che, dai mari di e incantati anime son di poesia sete per giovanili,salgono ai una piange, gente che abbandoni con sapere ratori esplo- piantan tricolorej atmosfere! vessillo corsi genda leg- la son nuovi echeggiare anche in quelle silenti epica parola Sempre avanti Savoia; santa, eroiche il scanni corona che gloria; entusiasmi negl'intentatighiacciaidel polo facendo la depongono eroi opere che volano d'eserciti esilio; son onorato ma duci son martiri son involge la culto del nel troni tra serene insangxiinati, intrepide tra i pugnali degli assassini, commovendo, umili esaltando potenti,dotti e indotti; e tutti padri del popolo, pel quale e tra il quale vivono con la semplicitàdi costumi e degna propria de' Grandi più di leggenda che di storia. In e principe e quella del popolano, del grande Casa, vittoria ottenuta solenne che, cuore e ogni ! In questo cantata della e il segreto sta la forza sta della legame di questa finale,insperata la virtù di civili e alta poesia nemente perenche eroi- domestiche, religiose,il soglio augusto, parlerà eterna degl'Italiani, nella gioia e nel dolore, nelle ne' lutti angolo commozione gì' inni adorabile della mestissima pace, delle la cessati i Dolente, la magnanime vi come piena ma che, ora di Patria, Donne echeggia della peana e magnanime illuminarono fulgidissime, luce destra la avvince ingentilitadalle e che, gemme Donne e che legame stretto questo al ste fe- per più intensa di vittoria più augusta, sabaude, la la più scon- 303 solata regina Margherita ha innalzata ali* eterno, traendola dal fondo della purissima anima, la laude più lirica che siasi mai spontaneamente concepita anche in questa verde Umbria nostra, dove Jacopo di Todi, di passione, piangeva i dolori di Cristo, accenti con d' Assisi serafico ame Francesco plesso stringeva nel suo d* amore di Dio ! In game, ogni creatura questo ledalla sventura ora meglio rinsaldato, sta il trionfo deir avvenire Ma in anche, purtroppo, trova esso il nostro strazio orribile ! il pensare pensiero si levò non Italia risorta appunto di virtù.Chi Casa e essi fu volta una non sarà di veramente secoli, serena sé in in tempi della Chi uccidere solo i verso pace tutte più puro il simbolo sempre giore mag- popolano, la quale sola, per raccolto aveva e nella ora, è suo benedire, anche per lieti,siasi levata non del lungo volger mai, per principisabaudi, se non poiché : la destra che il le della ! * Tale Lo rendono della Nazione, La vita la amore I V cordoglio infiniti il e Storia della sentenza Umberto di tristissimi per la tale V si Italia, quando chiudeva ! in momenti segreta doveva esser ogni aspirazione all' unità e indipendenza,quando il sangue de' primi martiri della de' tiranni. libertà rosseggiava sulle forche Le sue si ripercossero piene di allegrezza grida infantili non per pareva le libertà lugubri né la luce di dell'Avo del e e suo fanciullo che, non muta sale della pensose sguardo valse a più Re, e del rasserenare esulava reggia di Torino sorriso suo la buia dal cente inno- fronte fatale campo ; 504 di Novara, del nuovo giovinezza, mentre Re, per per eroismo Ministri, per Duci, per fede di della i destini sì favorevoli alla sui mostrare santa di sue era del la guerra 1866 giugno il Padre nel col Umberto di così infausta air ammirazione era nome Garibaldi, chiede che il e quale compiacenza, gli fece Italia,e Bixio, di pochi anni innanzi, in primo suo Re riconoscenza secondo futuro Re di sintetizza italiana d'italiano,la la destra ora dei già che il Mille, si forza risorgente; primo che l'Erede la spada congiunge solenne del e per che come V Italia, soldato primo d^' Mille, all' Italia da Stretta rinnovata del e E lealtà di con mano remo consacrata fuoco. la stretta, aveva conto rac- Giovanni mano. felice di legittima San di giorno un il ascoltato Villafranca, di stringergli la presso Popolo V amico giovanile ma air incontro sua si presenta del gratitudine ottiene, dopo Principe, fiero la scrive d* Nino il 24 quella Custoza in storia durante Amedeo, all' Avo, alla e del italiano, in valoroso Savoia, prima pagina gloriosa nella del Savoia, dei sangue quartier generale insieme 59 stata era così che il sangue che battaglia vene, permisero, potè italiano ! Seguito e ravano matu- V occhio sotto Glielo causa. campi nelle sangue il si di una santissima dre, maprovvide cure loroso, e forte, principe illuminato e soldato vache, quando gli anni e gli eventi, ormai buono che Popolo, di Apostoli, ; crebbe primi virtù di e martirii di i crebbe le con scorreva Patria E alba oscura lealtà per di senno vigile e trepida e Padre. deir augusto regno della anni la rischiarare a non indurirono, quella con del tesimo primo batsimboleggia e un poesia della Patria noscenza di ricogrande tributo Trono e si meritava dall'Ita- 305 grande Ka, come ^soalla ^rchè santa del in disastro, di s' come di di può esser E vittoria. principe del cipe prin- un combattenti segno da condotto era ai I-ui risorgimento: grande, la condotta mezzo da servizio primo nostro decisivi sangue motivo del causa momenti in il stato era berto Umdato sol- da sangue, italiano I airitalia Roma Ridata Umberto regno, alla Patria della il Padre mentre i percorre intende secolare, voto e tecipa par- assumendo Nazione, il consolidare a dell* esercito gradi civile della vita sciolto il e sidenze pre- zioni, istitupatronati di società e di benefiche portando dappertutto il profumo della sua bontà, della del suo fiamma amore pel popolo, il candore e la fede sua libertà 1 nella Cosi, le virtù mentre militari Lo a preparavano degnamente V eredità del trono della Nazione pre quelle civili,semricomposta pel valore degFItaliani, ricever esercitate vana ambizione come primo E sul da retta con cosi salì intensa Cessato Re, V universal tutti gli animi Monarca, che, della suo per popolo, non ricco tanto il di rassegnarsi la con forze alla civili che improvvisa cordoglio la morte fiduciosi si rivolsero ebbe ebbe non pensieri che fu più di del primo giovine al palpitiche per rali, mo- pativa. anni, fino all'ultimo ventidue e scomparsa rinnovellata per e non prima II, la Patria esistenza, troncata per additando venivano simpatia circondato, agr Italiani grande perdita che, Emanuele non d* Italia 1 cittadino difficile Vittorio coscienza, Lo popolarità, di trono sicura e la istante per il grandezza deir Italia. fu Apostolo fervente e il più geloso custode, convinto così che della non solo libertà,ne mantenne 3o6 la fede immacolata la nobile sua che vita nella raro la monarchia narchia Lui, nel anche doveri Né scemati dal innocuo dal nostro pensiero, alla air affetto esso che la la Il ch" la visione indistrut suo la lui benedicente di anni altri ventidue per sacra il memore corre memoria del persona Migliore il pel popolo, tanto tanto era vivo e la cieca era saldo i fede il sua 1 ! impulsi alla forti : e non beneficenza i suoi solo si fecer profuse sua vita olocausto alle supreme copia, la Oh, con il generoso tugurio squallido del recato montanaro in esposta della sventure sussidio in Lu cosi larghi! previdente pensierq averi spontaneità di volle più volte stessa nel il dolore, venerata coscienza, sua affetto sima ma ginna gara pericolo,e regalata la vita al alla sua, attentato approvò mai cW balda era guardia intorno a sé : tanto aveva Gr più morte sua Re! pura suo parola d' Italia I libertà,né di degl'Italiani aumentasse e qu€ demc della chiara Re un per la Libertà! avesse conservare seppe Né, scampato vile nella momento supremo dei Egli me minimamente pel popolo, Gli venner pugnale del suo primo assassino, reso vigile coraggio di Cairoli, al quale, in questo che alto partecipanti alla com' della e fatale della rappresentante questa fede tibile affetto più senso de' diritti di e anzi unic rende a effettivamente fu stessa sera statuetta una dimostra de' la qualsiasiDinastia, regno ai Triestini regalando stica suo tutt esempio più con e Democratico dimostrò istituzioni,ma popolare, a far propria democrazia: e il nelle spesa, di storia vera in cratico. «ome volle liberale una fu che giurata da Patria mano come \Ì ! ignoti languente,nel! 3o8 alla vita delle il poso macerie r occhio con che Re, il vostro por ; piangete inebetito, chino che mano pietà; nella voi o che dolcissima visione il dimenticaste vi voi in sentiste la ferite delle dolore di calda sua che, impavido, Lui di ste, vede- di nella capo Lo sopra profondo cordoglio : o voi fredda dallo spasimo stretta sul che voi o di atto di tolse vi le ve e Piangete per voi e per i vostri amici di parenti,che spirarono sereni nella rosea speranza vita migliore, perchè nel loro una guardo errante medicava. brillò il voi, colerosi senza pensare r il che anima, sia letto dolore di che di e morte, O spenti dal fiero morbo, il refrigeriodella sua vi giunse novella potrete rattenere il contro e O pianto primo chi arrivar risorti alla tra teme in di di i ha Lo tempo danari a in e per in passar se, ma proteggere letto tra sdegno, morti a queir ampie comparire di la e conforti, sfidando il voi, nel Re, insanguinato buon la con come contro fatto venire vostro gelida ferite,come di maledizione vedeste più benefici, e la morte colpi,e della vita, che lutto, ve letto d'altrui d' innocenza e pace santissimo perfido che ? di stro vo- d' amore, ardente mano dì morte, 1*urlo dolente e più sulla fronte che di beatitudine, il della regno di accendervi non vile, mondo vostro potrete sul curvo pensoso Re, buon ? stesso in codesto il vostro vedeste sé se passar assassinato stato di sentiste di sua miglior medico, vostro che pietà,e a loro chiuse mano sua regale 1 di Busca di Napoli, come e tete poil gelo nelsentirvi strazio, senza della spenti la gli occhi E lume santo chi vita sale di inatteso, fretta non di non teme degli moribondi, intrepido altri, fondendo proil pe- 3op ricolo,difeso scudo a del chi soltanto chi e vostro al Chi pianto di voi nella imbianca le più scolpita neir e più reale : ha ne fantasia trecce tutt' un vita v'in- Le bionde, che si non poema sul quel di magine im- venerata la ricingeluminoso già il dolore implacato muovon di la ? anima non grazie fascinatrici racchiudeva I morto le sante, tra quel zolle del le è tutto preghiera 1 non Il diadema gloria delle alla e stilla di Re buon Ah, ? inaffiato ha santissima donna, augusta e sola una ! Il nostro giardino di Monza Piangete e pregate! Un' tomba, morte a perchè quel quella mano il Popolo Italiano che vermiglio cercate sangue, dalla darebbe non ? Voi uccìso benedire a sangue puro ha si risollevi capo augusta torni suo U offrite il ? Voi r assassino il vostro pietàe dallo il dolore vi spinge, della corazza dite, dite, ove sacrifizio, chiedete venerato dalla sorriso carità, bro lab- purpureo d' in amore cui si e di fioriscon le rose, più non diffuso pallore ricopre: e quel dolcissimo che un chio, ocche vi si specineffabile gaudio di ogni anima chiò, illuminò la sole fulgidissimo che perennemente lenti, reggia e il tugurio, le sale fastose e gliospedali dodi penetrando perfino del suo raggio ardente carità la pupilla del cieco, in cui suscitò ebbrezze di occhio di fata benefica,di luce, quel dolcissimo nova donna in lente disperate pia, di augusta regina,ora le nuota lacrime, che la religioneassiduamente asciuga, un e r affetto di ria memoPopolo doloroso, e. la sacra che Le fu signore e re I Infelice,scondel Martire solata nostra più infelici e sconsolati Regina ! Ma ti vedremo noi, che non più, gloriosa nella tua leggiadra fede : nelle gote candide beltà, luminosa del tuo sorriso sereno, viva ilo del gaudio, spandere tuo bimbi baciar mestizia, in o frettolosa air o al tuo ora devoti, e r anima con tempio e straziata invito ebbe non pregare noi non inchinarci al tuo seguirticol e sempre preghiamo rancore a passerai pel tuo tu : A saggio pas- pensiero dovunque, come fatta prece, I in mondo, questo alcuno, perdonò sempre verso sterà, re- mesto l'altissima di pietà e d* amore giustizia, O Signore, egli fece bene « di tuo lacrime. conforto, che muti e al ospedale a terger supremo dizioni, bene- dolore il nostro accrescere non correre per e bisognosi, soccorrere infinita dell* occhio la tristezza Re, di veste grazie passerai fuggitiva,in atto di ci guarderai più, pianto, e non gentile,per sempre con sventurati, afflitti! Tu consolare noi di sopra a chi al bene e gli fece male, sacrificò la vita al dovere della patria fino ali*ultimo respiro e si studiò di adempiere la sua missione. Per quel suo « vermiglio, che sgorgò da sangne ferite, per tre in che la cura e braccia tramanderà piute giustizia comgiusto, ricevetelo e dategli il premio per generoso ai tu, proteggere sarà più o lontani etemo. nostra nepoti adorata » pur Margherita, vivere dì questa Patria, che al sempre distrutti fede in- con forza regina, attinger la nostra sempre ancora e di e di tutt' un Popolo pensiero e nella visione tua preghiera ispirata ripeterà con religiosa possa o bontà vita. Signore, pietoso nelle vostre Nel di le opere diletta, benché cuore non tuo abbia alla pace della tua estrema serena saputo conservare adorazione il Compagno infelicissimo età, alla tua della tua Sarà unanime vita. pur nel diletta, poiché concorde proposito di vendicare nel pianto,par il sangue prezioso 311 del dei Migliore intomo al tuo nobiltà rivelando Re, con augusto d' ideali,luminoso nelle prime parole in baleno un d* inconfortabile della lutto s' era che Nazione, pato strap- e il fitto energica mano con eroico pensiero,animo ne' primi atti, ha già e l'anima potentemente scosso stringersipiù fortemente tere, Figlio,che fermezza di caratlo velo suU' orizzonte disteso d'Italia! O Italiani, mostriamoci O soldati che armi, sappiate la gioia non vi del compiuto difesa della che Oriente suo e cui con solo assassine, coi Nazione nostra più porgeva il vi il col al Re nequizie di tempi là dove né colla si e la specchiata con l'onta che governo, o gli odi partigiani,e e le già liberale,che dalla grava mentari, parla- sola scorta ; radiose né getevi, strin- virtù, il dolore vigilecura dello Stato, di pericolo dall' accorrere tema muore di liani degl'Ita- Patria, lasciate le dannose della e operoso lavate, ai cittadini elegge perchè le forze varie del carattere vizio spendiate in ser- d'imitarne distraggono chiamato, uomini popolo desiderio e le mani puri eroismi, ; o genialidella mente della grandezza battagliedell'ambizione non Re nitarie uma- riudirete civile che e sonno il povero non il mondo che il che e e di disciplinae intomo le lotte civili dell' Italia,fate vedere sono miglie, fa- gagliardamente religionedella augurale tutto se alla alle vostre il saluto non sulla di guerra voce dalla cuore salpaste per dell'Estremo parola nel e gustare rinnovellati officine, nelle e delle si che, dovere, possiate tornare braccio voi la fedeltà e voglia Iddio, come campi nel nell'esercizio sacrosanto Nazione, sui la calda addestrate l'obbedienza con chiami, Patria; o vi di Luil degni o dell'elettissima magistrati,cui è né né pagna, Comaffidata 312 più la missione render giustìzia,rendetela la vita, mirando che vi voi, educatori e più di sul ardua che là buona immacolato, vivere uomo e non il « cittadino, educate della al culto delicata meno più saggia parola, ma e costi vi pur religionee della patria ammonitori e ispiratori; quella avete V se della capo formare di civile, quelladi società incorrotti ai simboli pendon o con della delicata T con esempio sta Patria, all'one- dell'onore operosità,al sentimento »; o sacerdoti sparsi in centri popolosi e in plaghe remote, deponete gli odiosi desideri di riconquiste che né per sempre né il Vangelo vogliono, e, ispirandovi ai la Storia luminosi esempi di santi Vescovi preganti per il Re assassinato che proclamò Roma gianti intangibilee innegal Re quella vera afflittie e d'anime cura sulla Croce, i e ammaliatore buon del né cuore, e nervoso de' gli campì con dolore e di di di venire mostrando e in cosi come il non del rosa ope- e senso: suggeriron desiderio ma dei diseredati la Casa fede continua buon la per buona benefica e è giovine Re, a cui legittimo sdegno del vendetta, soccorso e vostro parola figlio né di di vindice la supremo capo repressione del anche nuova la virtù storia, per e disabbellan che (verrà un' era degli uomini braccio anzi, sacro d'italiano di della feroci la forza per vostro venuta, il la volontà per progresso già tutti, lavoratori odi di la coscienza e ma di soccorrendo e oltraggia ogni principio di autorità umanità, foriera la vita e che parola voi, voi morendo additava confortando e assumete raggi gli occhi agi'incantevoli micol caleidoscopio apostoli vi suscitano de' loro sogni, chiudete gli orecchi fallaci che di Cristo che educate perduti; tale, officine,chiudete delle alla la manterrà che nuovo di Savoia siti propo- quasi tuna, dalla for- sappia 313 vendicare il sangue le voci con vostra voi del vostro ; oh, de' coscienza voi se delle carezze confida, sappiate figlitutti quei sentimenti gentilezza,che repugnano sangue seno cittadini,pensate che in vostri di vostro le con e mente, voi, final- e esser belle, sappiate instillare negli animi siete come cuore la Patria principalmente de* martiri); i futuri crescete mano, buone suoi italiane,che, col latte del madri e de' bene avrete pietà,di di violenza alla arato nità, umae la coltivato e al • vostri seme malvagio, pargoli, nessun dite trapiantatovi,vi potrà germogliare : bancomunque dalla vostra tutto casa quel che è brutto, parole disoneste, atti sgarbati,turpi bestemmie, imprecazioni orribili nella e minacce del pace educando culto voi, re, di scuola, operosità,al « al desiderio e concittadini, e che setta pugnali e regicida: cosi il tributo d'onore più Lui ; così soltanto ci renderemo successore bello e del il nostro dall'esecrando altri dell'arme crociata santa assassinato ci ha che, imbaldanzita affila minacciosa augusto degli affetti, mitezza i maestri come bellamente, e operando tutti, o costituire la lega santa, la vivendo r infame amato bene ». potremo contro nella e Patria, all'onesta della dell'onore noi lavoro anche Cosi crudeli, e vivete s' addestra soltanto degni nel reso memoria delle di virtù dell' all' Italia amore neggio ma- avremo alla venerata suo trionfo, e alla libertà ! Cittadini! Lieti italiana di nostro, d'immaginare di Vit di torio umbro, che Emanuele nell' anima III vibri poichélo guidò schiettamente anche nello qualcosa studio della 314 letteratura patrìa Lulg^ Morandi, Elena, d' Italia, r mandiamo ne unanimi devoto che Egli, resti indisturbato umbro, illumina omaggio antica, età, già che cordiale tarda popolano un al delle della ricondotta sereno e custode. saggio sue Re e alla e virtù il fedeltà, nostra V felice, Italia fino buono, ggina Re- Trono e alla alla V gurio au- dezza gran- più 3«6 ed eroi liberatori;viaggiatoriarditi e purificatori scopritoridi nuovi veri ; poeti che narrati niverso /3 perchè son varia e molti scrutano italica festa in siamo la festa e : molte son : perchè festeggiabili i la nostra ricca Oggi e V universo V idea che è grandissima, e la celebriamo coscienza, perchè quest'idea è la nostra perchè essa vi spirò sempre gran cuore, E Air Ospedale CONGREGAZIONE DI RINOVABILI ESEMPI RICONOSCENZA PUBBLICA BUONI I COME QUI CONGIUNTI VITA IN DEL RELIGIONE DALLA SACRA ADDITATI VOLLE ALLA DESIDEROSA PIETÀ ALLA SEDE BENE i nomi) {Segiwno Mattòli facciata di Casa : BEVAGNA DELL* PENSOSA RISORGIMENTO ITALICO DEPUTÒ MATTÒLI AGOSTINO ALTI AGLI ASSALITA E MDCCCLV NEL IL CUORE E ORGOGLIOSA SULLE ALLA PROVINCIALE LXVII DAL COLERA SALVA FU PER E COMUNALE CONSIGLI DEI ROMANA COSTITUENTE DELLA SEGGI LA DI MURA DELLA NE CONSACRA IN IL CUI NOME DE* MCMI. LUI FIGLIO TANTO CASA VENERAZIONE DI SCIENZA VENTURI oggi dentro, cospetto VIRTÙ DI è colo piclebriamo, ce- grande gloria; con BENEFICANDO VISSE feste, con CARITÀ DI CHI QUESTA IN Sulla noi : MEMORE DI in superbamente, LA u- mirabilmente il paese noi: ; ma V stirpe. anche è povera le ziati scien- VISSE gnificandolo. ma- dell' Um- ^17 forte bria di candore questo è Essa che buona, noi e che del ricco la mano dà all'affamato che alla sana; : quella che silenziosa va tugurio, del orfano animi, in forma a povero; del i ciarlatani non nasconde ma meschino s' avvolge Qui giorni lacrimosamente inoperoso la ; la mano, che e languisce nel o grande fame e di sidio dischi ! oro magnifica idea il di muor nell' calamitosi, ben di chiacchiere non cose, l' micidiale, delcolpito dal morbo mira a pacificar gli ; quella che effettivamente quel desiderato misero preparare chi di tutti, un a storico, in cui sarà scomparso momento ; il conforto la dote: gli eroi, onori, cerca abbandonato e quella del fatta di durevoli vuole non edùca pia, illuminata, intrepida ; sempre quella che ; a vergine indotata, la beneficenza ed soccorre all'infermo, pane; nobilitarsi di mezzo nel marmo. la beneficenza avvicina che afFermiamo, scolpendola V aleggiò mai fame per o sempre ; e, in pèste, per essa ci salvò. A chi, del e attento vivente il buon aver si aprono, : nitrice ammo- vi negliarchi- veramente d' cittadino con una bile no- polvere e le tarme, insegnamenti e di la tra voce entrate entri Italia,vi storia, ricche della pagine d* può che sete patria,tutte le maggior poeta nelle biblioteche quella alla obbediente e d' conforti. Ed sono in eloquenti una Tni conduceva Il 1828 amore della fu assai triste scarso l'industria fiumi per mia la nostra devastato raccolto, prodotto la fame delle nostre vantate Casa di natale aveva pochi giorni or me a abbandonata camera straripamentodei lo s' aprirono e Nalli, dove terra. Bevagna : lo le campagne questa, sospeso rinomate tele,unica ; ; 3i« risorsa del Eran paese. tremila i poveri, dice come pontefice; i granai vuoti sì da muovere al pianto ; come ne* tempi delle storiche calamità, si vendeva, s'impegnava ogni più caro oggetto: un' aria di tristezza e di languore incombeva sulla caligine del nostro si chiamò » Quell' « anno paese. povero poi « della fame »I Ma la pietà di chi possedeva e di chi aveva fece sorgere ficenza, un cuore, Opificiodi benenel là raccolte, si somme e quale, con qua diede lavoro i8 famiglied'imbiancatrici, a 52 capi a di famiglia,canapini e cordari, a tessare e or140 ditrici,a e il al esposto un lavoro, confortevole col dalle discordie libbre di tratto parole che chi di la Patria a da far crescer santa cólta sar ces- Ne' si mesi lavorarono eloquenti, grazie pietà: ha I lavoranti « all'altissimo perchè si ove delle nella ed a loro chi razione dispe- vedevan gittati, gli spezzò, onde poter vivere. quest'altrepur degne di ricordo : « il pane si chiude mire 1829 a — 813 pezze di tele: scudi. La relazione, end' ho nell'abbattimento e ebbero del tant' opera, ispiratoa venne venerare impuri 1 semplici ma leggono senza render di cessaron non si non a ; si fecero duemila cifre queste e canape il paese tutto a manifesto, un discorsi giugno e fu di circa r esito cosi — dire insegnò cosa, dai e aprile,maggio 20521 E Dio, di santo nome di il che vuol filatrici, 504 con questa deputazione furono tempo la ciava, minac- le tante tudini vicissi- illanguiditoe quasi distrutto, e a buoni e speculatori cittadini quella emulazione che popolazione ogni incontro per Le sollevare a imperiosamente il commercio rianimare ne' che fame dalla dirette » forma che e preserva quella classe considerazione e il più bel carattere che sagrifici », dalle sempre la classe d' in sventure meritò dell' una e rita me- operaio. 319 Ma è prestarono poi Pio nel a è pur in cui siano frutto vati troquesti scartafacci da me son segnati i nomi di coloro che il danaro. E tra tutti que' nomi, quello dell* arcivescovo pagina d*oro quella in cui la IX, di n* è ce scritte queste vostro Quel cuore parole che vi al accanto prego di quale scolpire scudi^offerta gratuitasenza ^o concittadini o nome, : solo, uno uno, fu che Mastai, rivalsa. l'indovinate, è il miei, voi Torti! gloriosodi Francesco In quella breve postilladi quel quadro statistico, vedete la grandiosa figuradi lui : dà più di voi tutta mente come tutti,dona più nobilperchè viveva nessuno; molto d'ogni altro, perchè mirava più in là nell* orizzonte tano ancora oscuro e londegli altri,mirava di questi tempi nuovi, alle conquiste e alle lotte d'oggi, onde, auguriamocelo,il Popolo italiano uscirà virtù delle libere istituzioni, per virtù propria, per educato al bene, cosciente e padrone delle sue forze, nome corifeo, novamente scienza, della i nostri La stesso come civiltà,quale poeti, i nostri in il cui bagno un alma e, sotto novello il bacio del del 32, di quello settantenne, con e le Rousseau, spondenza Corri- brutture del consigliava della nostra oceano sole, alla l' del- carezza profumata. Bisognava : egli r rinnovarsi avrebbe : una accolta radicale riforma anche da spezzato i ceppi ond'era stretta era cessaria ne- quello stesso di cui condannava l'amministrazione, governo si fosse ispirataal principio della la riforma avesse nostri all'Italia,nella purificatorenell' ampio natura, aria Torti, ormai Monteverde, le piaghe teocratico, governo i martiri porta la data rivelava giovanile entusiasmo di lo vollero pensatori. citata relazione anno dell'arte, della tempo, un purché libertà, la vita e il Ì20 pensiero del cittadino d'inutili di anacoreti, al generosa Il Torti ogni era la fede polo poderosi desi- avesse mante, viva, fiam- dell'umanità! cuore nel cristiano della atto Cristo di restituita e un di lavoratori popolo un formule un fatto di avesse perfezionamento,e alle vecchie sottratta di onesto, vita sua alto della parola: senso dall'evangelio muove Cristo ! Figlio^è all'autorità devoto genitori,ne' quali venera soltanto, sì bene con negli studi, le tra la anche tirannica santità; col non le opere, progredendo menando una brigate spenderecce vita cuore guendosi distin- e e pura leggere e de' delle na sere- scuole d' allora. Amico il sincero fedele, magnifica,non e genio dell'amico, dall'abbandono: più e ne l'ama fiammate son fino alla nutriti tenacemente se invido, ofiFeso resta ne d'affetto, sensi ma nostalgia. Cittadino^sacrifica gli agi, i godimenti della del all'amor sua umile gente, di Ricco, vive Gli natio loco, dove cui indaga vive i lieto bisogni e tale, capila tra le razioni. aspi- poveramente. oltraggi e le improntitudini de' pedanti non patì,e dal tempio dell'arte e della ragione, come li volle espulsi.Così, nel primo profanatori, periodo della sua meschini critico difendere dà insolita con danza bal- la grandezza del gee originalità nio dalle de' Dante accuse gesuiti e de' critici ciechi, e ciò sa fare meglio d' ogni altro e del suo quel Prospettodel Parnaso tempo, con a di attività letteraria, si italiano,che de' è vero primordi X titolo d' onore per la critica liana ita- dell'Ottocento; nel secondo, batte comgagliardamente i puristi,le cui dottrine parvero 321 a lui soverchiamente r più forte il E del di far bisogno anche della ingegno la letteratura in il libero inceppare questo, se nazione, genio staccar e una avidi di diede pur vendetta, odiatori di ranza, intempeformarsi da de' la tutta come V ammirazione dietro sempre alcuna in però battagliarein modo le oppugnazioni scuola, e con trarsi tisichi in- popolo, quando invece era più servire al popolo la letteratura. seppe quasi e battuti piccola, pali princi- gente molti de' letterati d' Italia. Ma la vendetta mentre di avversari questi era ici voleva inchiostro, quella de' retrogradi polii sol d* il capestro. E di Monteverde, altamente della Corrispondenza gli ardimenti V opera la quale egli compie sua per con patriotticaispirataa Dante, Moralità, ebbe a sentirlo quel capestro, nella Leopardi, Così alla quale della Ragione, anche Corrispondenza fu Popolo, sé al da quel per il governo liberale,perchè anch' troppo pareva al Voce proporre al alla Papa, naldo Mo- teocratico elettivo I esso l'onore concesso ser d'es- proscrittadalla Sacra Congregazione dell'Indice, altro mirabile d' ispiraral Torti e scritto, 1' Apoun ^^g^K dove il glorioso vecchio, già da tempo varcati i settant' anni, effondeva l'ancor giovanile anima tutta tutti sua, i suoi della libertà del causa Né non lasciarono del dell'umanità. bene sostenute quelli contro che si versari av- devano difen- spossato. Parve anzi resa vita, altre di altre concepì sono e la santa per la fibra,di più consistente fortissima, poiché, per gli altri sei anni ebbe che forca, lo avessero ne pensiero queste lotte poderose allora formidabili, come colla che entusiasmi vivi sempre e insieme scrisse, altre opere lasciò abbozzate novelle e sul luminose tura na- che incominciò, letto prove di morte, del suo 322 grande affetto alla Bevagna, sua vastità ^ della e profonditàdel suo originale intelletto. nel E quasi ottantenne si spegneva 42, sempre de' suoi patriottici tenace uguale a sé stesso, sempre ha valore, ripetiamolo più gaconvincimenti, che non gliardam dalla r atto che gli si fece sottoscrivere facile astuzia de* preti allora dominatori ; si spegneva in vita, generoso, come legando al Comune sempre, il suo vistoso tutto patrimonio per V istituzione d* un Orfanotrofio. Non di padre esserlo famigliain vita, volle dopo la morte. Oh, quante 42 oggi a lacrime patria ! Quante povere madri vi di s* era il pane cessario, ne- religionee anch' mossero paglia il dove della al culto buoni crescere e della sul letto alla casa genitore, mossero benefattore glorioso,per avere il dal terso dalla squallida fanciulli, lasciavano ove ha del cadavere spento volontà sua quanti miserevoli : campestre, casa la esse, dolore per raggio di benefica luce più illanguiditi dagli occhietti non ne' quali si esprimeva vivacemente de' loro figlioli, lo spiritorinvigoritodal pane dalla morbida e saporoso accogliere neir fanciuUetti Quanti dalla dal oscurata dell' invisibile C2trezza salvati anima benefattore sottratti avviati prigione, e I all' ozio al un corruttore, mestiere voro al la- o campi e agli studi. Quanti, quanti entrarono nel cuore uscirono e ne pio luogo colla mestizia de' nel aperto al sorriso, la fronte col labbro capace di provvedere Gloria poiché quel tuo e a te, il tuo o la vita, il Francesco spirito labbro, che ancor fu sì serena, buono cuore Torti, la mano ! padre nostro : sopravvive, fa che da eloquente, venga a noi o 3^4 quella scienza di cui doveva poi divenir maestro, rìnunziati gli onori e le ricchezze che V attendevano sicuramente alla capitalee altrove, le sue al suo tutte e egli toma gli consacra paese sbriga diforze : esercita la professionesenza emolumento, di cui fu assiduamente gli affari del Comune principifondamentali sindaco di fonda perpetuo, V educativi agricoltura,pubblica scritti del popolo alla desta il cuore scientifici, incoraggia gente, anima e delle paese, di onore veramente de* IJ anche confine il a a 67. dal come le case da ai sua del suo Firenze, dove a luce la sua gli si : della lì è di un studente, nel sé, sordo de' la' grandezza mattina a manda sera degli appestati, guarisce. Con sé del Grecia, è cuore alle non e trae stampate fa che dove un salire appare, giovane e 55 riuscendo di renne, peil tutto preghiere le e e decimati paesi circonvicini, quali però ribondo mo- principi leriche epidemie co- il ricordo di per 1' infallibilità de' dell' antica duce a messo tutta apparve sua d' uscire nega figlioAristide tutta Egli, incurante morbo, usare, diffuse dove suo, offerte danarose alle il Ma incancellabile paese. V esilio omiopatica, fu nelle che ci afflissero negli infausti anni queir eroica lotta che egli sostenne trionfatore la profonda. dottrina sua Di e donde volta Firenze. dell' animo della al e lui affida l'alto a commozione con dell' anima Bevagtia, 1' ultima riveder ancora danaro, il calore e tutta V idolo E il paese patria gli frutta sdegnò scienza e lo ricorda della amor E riscossa della Costituente glorioso consesso in quella breve epica ora attrasse la simpatia de' colleghi, alcuno dove r occhio quali di e nel sedere sé di V anima romana. vicine. genti romana, su libertà. E della sentimento città, la istituti,abbellisce cure da scendere mente miracolosainfermiere ; 325 dove da può arrivare, non militi E manda valorosi, che squadriglie capitanate spettacolo di pietà e uno il coraggio. imitarne cercano d' ardimento veramente sublime. Lo quel giovine infermiere, oggi dica vivo, ancor del vedete e, Torti, Filippo Renzi squadriglia,anch' al onoranze Ambrogio nelle E del gli il colera pelo, bianco le tra decretò del 67 di ma daglie me- cica luc- indipendenza Re durante resi Bartoli, di tradizione una o più mi ad in che, or aggiunto essa punto ape 68* giovane nostra neficenz be- rammentarla; fa appunto chi po- anello nuovo un del collega compianto nostro un esalto m' io il pensare commove della gloriosa questa signori, e mesi, veniva da d' guerre il governo che l' del- I cuore e quei capi- Torti, sul cui petto valoroso, i servizi per di uno vivo, prìncipalpromotore esso guadagnate quella dica ; lo degli orfanelli cuoco caso, tuna for- per Pietro Comitato, più degli altri s' infervorava nel pensiero di colpito a questa genial festa, era da inesorabile morte morbo, che gli lasciava appena il tempo di disporre del suo patrimonio a favore del alla visorridevi sione nostro amico. Tu Ospedale. Povero Ponti, che d' un promettevi cui busto d' inaffiare di Francesco cui E sei tempo, riconoscenza lapide che sorgente anche con ha'lor V per partito a salutar ispirò V onesta il tuo quello tua consacrato, il di invece, e Tombra riverente magnanimo atto vita. si scopre nome di orfanelli molt'anni, per f i fiori che tra degli amor direttore Torti, che si chiuse oggi e marmoreo fosti affettuoso innanzi con più quando altri con alla nostra benefattori, in quella pietoso e memore la pensiero, Congregazione di carità pii dovrei nel!' atrio l' del- Ospedale. altri Quant' cui delle la tutta generosi ricchezze, poveraglia godono, Quale iliade di essi, ricordo pensare che r ultimo sospiro dolori essi si soffre, chi a al è chi a dote. all' anima il è dolore piamente spensero malati hanno non il benefizio secoli, de* serie anche ristoro da ma ci svela non qual ricordare, anni che virtuose di ma da non V ininterrotta e le donzelle e e il rivolgendo misero 1 CùUuiim/ Solleviamo nel ricordo di dico madre di convergere Le questa purifichiamoli cuori, stringiamoli e del grandezza dico e le paese, alla energie fisiche chinino riverenti sol un nostro dell'Italia, che nostre in comune spirituali e sempre. fronti nostre cosi si in per scoprire che il nostro non offenda la lapide Torti, ppi e pur che laggiù fatto e geme la benefattori, altri degli tripudio, rechiamo dinanzi a viamo, mo- pellegrinaggio, all' Ospedale, santo il male Francesco di venerabile come e della Bevagna devono i nostri virtù tante quello desiderio, alto in ricca bontà di lotta nelle pietà, di e tristi delle semente muti, sie, cor- nostre preghiere. Esulteremo nella sotto che storia oggi del la casa 1' ultime scriveremo tòli, dove gloriosa poi noi nostro Gloria, intanto, consacriamo Agostino di righe di con questa caratteri paese. a Francesco Torti ! Mat- pagina d'oro NOTA Degli Studia di cui il volume, vide I. il in in 2. in Scritti varii di la luce pubbl. dai discepoli di zani, MCMI) illustrata Bevagna collaborazione busto del A. con Bellucci lirici latini poetiche dai Monaci E, G. e il 3. parte qui XV fase, deir il 7. pilJ-Aganoor ; Torti Collez. nella di di Castello, Lapi, 1901) ; PS. di St. p, deW prefazione alle come Donnini, il 1902). il 1897) ; la parte scelte me Patria I. ordinate e (XXI, A. Donnini fu dal pubbl. Favilla È perdonare contrario ad alcune composizione ond' deve Municipio apportare Al e è leggersi : 4-5 di son della e Moke di F. (Città (II, 5-6 e ; il io. nuova Angelini (Perugia, la seconda, e debbo mende il 4., il ; già pubbl. nella 5. Appendice in parte epigrammi fu i ; il a pag. flutto un 61 sopore che cortesi nel 2. fase, ho non mi scurato tra- parvero lettori a de* suoi versi ecc. di al Torti. delle bozze, il Grilli il 5. 1902). Profili^ il Commemorazione tipografichesfuggite nella revisione da pubbl ai già edita cambiamenti pregare da Barbacci (Perugia, Donnini, interamente alla G. ai Nuovi 1901) X, onde prossimamente di latine Properziana, ^00) che al cap. anche uscirà Bevagna tutti quei il qui sgg.) fino un* come io) dedicato deturpato Pont- Deputaz, Umbria S. prefazione di superfluo avvertire di R, costituiscono Morandi-Coatti Nozze (XXI, nelP ne italiane serve (Bevagna, Tip. I della (Foligno, Campitelli) ; Discorsi^ che due Umberto della per il 6. nel del Passerini, 70-71 A. (Perugia, Donnini, Cerquetti comincia Rivendicato la parte di ; il 3. nuova II, 76), (Roma, De* — Favilla qui Grilli L. opuscolo (Bevagna, Tip. Properziana, separato prefazione alle Poesie come G. nella 2. comincia di in pubbl. fu I. comincia Profili^che razione inaugu- Nozze per Dante il 9- Peruginate De* — al Bollettino (VII, 3) ; VI, onde al cap. fino sgg.) Umbria nel V onde IV, cap. danteschi opusc, pubbl. (Firenze, I, 20); prefazione come ; me per di (Perugia, IV, 21-24) pubbl. Umbria giubileo suo 1901) da XVI e Medusa nella il 4. nuova; For- prefazione d\\^ Versioni (Città di Castello, Lapi, 1898) fino al la pel Urbini, covaQ secoli dei filologia(Roma, Donnini, Terugia, Torti; F, a prima parte d«l presente la costituita è di portuni. op- voler fretta quella della vissima gra- citati,che INDICE Acerbi G., iii, V., 92. Aganoor Agostini, Aloerti A., 26, 27, 87-92. io, 280. Algarotti F., 100, 192. Alighieri D., 38, 104, 114, 128, 180, 193, 235, 170, 133. 261, 281, 287. G., 37. Alunni Scuola 296. Berti D., 275. A., 50, 86, 91, 92, 103, 154, 147, S., 101-128. Betti 124. Bich, 129. 180. Ardito Arici Boccaccio G., Boezio S., 38. P., 53, 257, 258. C, 192. Ariosto L., 36-58, 72-79. Arlìa C, 264. de Voltaire U., 243. no. A., 92. A., 34-67, 254. BonacciBrunamonti F., 287 Bonaventura Bonazzi Arsilli F., 49. Ascoli G. L, 293. Bonciari Atanagi D., 65. Bonghi L., 13, 202, 281, 288. M. A., 11, 20. 228, R., 153, 200, 277-288. Bartolini G. M., F. BagliottiBoschi G., 24. F., Botta 21. {iunior)25. ^ Barbarani B., 169. Baretti G., 281, 287. Barozzi L., 38. Barrili A. G., 277. Barzellotti Beauzée Beccadelli M., Bovet C, 119. E., 288. Brambilla P., 189. Broglio E., 265, 285. Brilli U., 291. Brunetti F., 68. I. V., 169. Brusa , Burckhardt 22. G., 137, A., 77. Borgognoni 22. Bagliotti Boschi Bagliotti Boschi Bartolitti G. 268. S., 118. Bianconi G., 14, 16. Biagioli G., 30, II 2-1 14. Blair Arouet 193, Bettinelli 23. Angeli I., 24. Angu illesi,123, G., 93-104, 108. 112, Norm., C, Antinori P., 50, 58, 76. Bencivenni I., 273. Benedetti T., 23. Berardelli M. D., 16. Berni F., 52, 54, 235. Bertana E., 117, 124, Bertoldi AltilJo Andreozzi P., 38. Bembo 180. Alfieri V., G., 290. Belmesseri F., 10-29. Aleandrì NOMI Bellucci 112. 204. Agnoloni, DEI 250. (de) N., 237. A. (Panormita), 38, J., 38, 56. Burmann, 49. Btksching, 28. Byron G., 187. 57. Becci, 245. Beci A., II, 20. Belli G., 256, 281, 287, 288. Belloni A., 80. Callimaco C, Calogerà A., 15. 16-29, Cai via P., 169. Camassei B., 17. 92. 330 Catnassei C, Camerini, Camerini D'Ancona 14. D' 75. 52, G. A., 42. Campano Campello Paolo, 205. Campello Pompeo, 204, Cantù Capponi G., 135. Cappuccini G., 74, Carducci G., 209. 293. 37-71» 250, 252, 267. 289. 291. Caro A., 62, 187-193. Azeglio M., 205, Amicis De De Capitani G. De Colonia B., 234. D., 238. De CroUis, 97. E"egliAzzi G., 2-9, 170. De Gubernatis A., 180, 198, 254, 258. Dejob C, 287. Della Casa G., 186. Del Lungo L, 38-71, Demostene, 35. Carrara F., 179. Casaletti,86. Casanova A., 234. Casella G., 75. De Romanis Cassarotti G., 240-6. Cassi F., 242, 245. Castellano P., 244. De Rossi G., 123-4. Sanctis F., 144, CastiglioneB., De De Cerretti L., 95. Cesari A., 96, 98, 164. Cesarotti M.. 118. CesUro F. P., 147. Chesneau du Marsais C, Cicerone M. T., 237. 35. Cioni G., 134. Cocchi L., 202. Colarìeti A., 108. Colelli S., 97-130. Coleti G. D., 28. Condillac (de) S. F., B., 224, 182. Costa C, 276. E., 38-54. Costa P. Cotta G., Cozza 37-53. G., 204. C, 205. 38, 53. Croce B., 229, 237, 267. Grotti E. G., 63. Cuccoli E., 38, 64-5. 231, Ongaro I45i 234, ^Sh 285, Fabbri, 207. Fabretti, 245. Fabretti A., 205, 245. Fabrizi, 245. Fanfani P., 235, 266, 265, 282, Fauriel C, 144. F.. 198-238. C. (Vorick),288. Ferrini O., 129, 207. Ficorilli G. B., 108, 202. Fiorentino F., 276. Firenzuola A., 37. Firmani A., 187, 193. Flamini F., 34, 37. M. A., 37-65. Flaminio Florenzi Waddington M., 213- Fogazzaro A., 50 Fogliardi,145. Folli R., 76, 234 Dair 223, Echard, 17, 21. Efestione, 19. Erodiano, 69. Esiodo, 108. Ferranti Credaro Cristofori 150, 205. 103, 160, 168, 227, 286, 289, Ferrigni P. 114. L., 108. Crespi G., 169. Cristofani A., 202, 123. iii, Evangelisti,245. 237-8. Cordova Correnti 275. 265, 267, Spuches G., Diaz M., 77. D'Ovidio F., 260-9, 287. 44, F., 228, 237, 52. Ceccarelli A., 18, 19. Ceccarelli O., 21. Cerquetti A., 135-168, Edm., 51, 204. Angelis G. F., 10-23. De 2d8. C, 75, 289. 29. E., A., 48, F., 218, 238. Fongoli L., 20. 332 Minnucci, 98. Pieralli A., 204. Moland L., 287. F. M., 77.. Molza Monaci E., 1-9, 289. PiergiliG. Mondainl, 192. Monnier M.» 289. Montanari P., 98. MontesperelliA., 128, Monti V., 91» 27, 93-130, Pigna 21, io, G. B., 53. Pizzicanti,98. Poderico, 37. 202. Morali O., 75. Morandi L., 6, 7, 48, 84, 93, 108, 137, 140, 153, 160, 163, 168, 202, 2^1, 234, 239, 253, 254, 266. 270-297. Morici Polidori F. Poliziano L., 53. A., Pompili G., 34-71. G., 34-63. Porretti, 243. Premarti, 98. Presenzini Puccini Nannarelli 204-17. 92, Fontano A., Properzio S., G., 61. Morpurgo S., 16. L. A., 27. Muratori Muzzi S., 30, 1 15-129. 24. 15, 33, 42. 12, N., 32. Pulci L., 51. Puoti B., 223. Quetif, 21. 104, 134. Rainaldi F. Rajna P., Renzi M., e 15, 288. G., 20. M., Odescalchi Ricci Omero, Riegl A., Rieppi A., 181, 193. Riguccì G. B., 32. P., 128. 35, 287. A. 102-130, F., 25. Ottenthal, 18. Ovidio P., 42, 64. Romagnoli E., Romiti, 245. 62. Palladio A., 186. Panizzi A., 75. Panormita, v. Beccadelli. Pardi G., 11. Parini G., 92, 261, 281. U., 39. Rosi V., 31. Rosini G., 30. Rosmini A., 133. Rossi A., 100, 202. Rossi V., 6, 34-70- Parravicini Rossini, Ronca 115. L. A., 243. Pascal B., 294. Pascarella C, 169, 257. Pascoli G., 34. Passerini G. L., 31, 93, 104, Passieno Rousseau 103, 108. P., 15. Patrignani, 28. Pennacchi G., 202, (204, 207. Percòto C, 205, 217. Perticari G., 96-129, 164. Petrarca 202. 18. Onofri Pagni, 22. Pitteri R., 46. 30, 62, 86, 90, 266. F., 205. Navagero A., 37-76. Niccolinl G. B., 30, Norsa A., 136. B., Piermattei A., 14. Pietro M., 21. F., 181, 186, Petrelli,245. Picciola G., 75. 255. 115. G. G., 319. Sabati C, 25. Sabati L., 25. Sabbadini R., 36, 38. Sacchetti F. 185. Sacchettì-Sassettì A., 108, Sacchi G., 296. Sadoleto I., 54. Salviati Salina, 49. L., Sancassani, 74-75. 29. Sannazzaro I, 34-61, 108. 202. 333 Savelli A., 15, Sa violi L., 92. Trabalza 186. 97, Segni B., Selvatico R., F., Semmoli Sforza G., 169. 115. 287. M., C, 49, 11, 104, 100, 117, 124, 237» 273, 54. 60, 86, 93, 20, 108, 116, 105, 191» 197, 217, 234, 77, 155- 293. 257. 5- 124. II 118. Soave F., Soldati Soli W., G. Trilussa, Trivulzio, 18. Shakespeare Smith, Toscani 28. 19, 243. Ughelli 16, 61. Ugolini G., B., G., 84, 283, Urbini 286. Sparapani, 98. Squaglia F., 177-197. Valenti, Stazio Valla P., Strozzi 55. T. V., Symonds Vannucci 42. J. A., 38. 19. G., 23, 15. 13, 98. L., 36, 38. A., 181, 182, 187, 188, 276. Varrone Taigeto G. Tallarigo A., C. Tansillo L., Tasso T., 186, A., Tenca C, Teocrito, 14. 169. 127. P., 30. Tibullo A., G., 168, 205, M., 243. Virgili A., 54. P., x8i, 40, 35, G. Vincentini, 81, 55, 65, 192, 181, 189, 190, 35, D., 34, Voltaire N., 52, 112, 131- 224, 227, 238, 264, G., 38, 42. (de), v. Young E., 181. Zaiotti F., 186. Arouet. 267. Tommasini Torelli Mattiucci R., 32. 172. F., 7, Torricelli, 245. F., P., Zamboni Torraca Torti IO, 87, 93-130, 203, 211, 194. 85. 191. Voigt 49. 65. Tommaseo P., Vitrioli 42. C, 30, 193. Thouar Tolomei 245. Villari Virgilio 134-168. Tiraboschi •Vichi, Vincenti A., E., Thomas, 235. 48. 51. Teza 28, 27, 124, 129. Vìani P., 264. 205-238. A., Testoni 59. 38. 37. 100, Tebaldeo Testa 49, M., T., 70. L., 234. G. Vermiglioli B., Venturi 8, 36, 39, n?- Zanella Zannoni 13, 29-33, 164, 296, 315- 201, 81, 86, 202, Zanotti V., G., G., F., 75. 51, 120, 123. 186. Zecchini A., 235. Zumbini B., 86, 120. GENERALE INDICE Dboica Pag. V Studi Una I. laude umbra e codice un di stanze preI » II. Im III. La cultura V. scrittori latina di e Bevagna. versioni le Grilli curioso criterio stilistico d*un io » di Ariostesca Nota Un gli poesia nuova L, IV. e » 34 » 72 » 80 ^ ^6 matico gram- secentista .... VI. odi Due areostatiche nel VII. La Vili. Due stampate gno Foli- a 1784 polemica Torti del letterati reatini col il e Monti, Torti . IX. // Pel X. Tommaseo e I Promessi . Sposi. perugino dialetto . . 93 » . » 106 » 131 169 » . . Profili I. Fernando Squaglia II. Feliciano Ferranti .... . . III. IV. V. Guglielmo Luigi .... . . . . Morandi . . di Umberto . 177 » 198 » 239 » 260 » 270 . Barbacci Cerquetti. Alfonso . » . . Discorsi I. Commemorazione I. » 298 » 315 . II. Mevanates Nota Indice de* Nomi » 327 » 329