\
CIRO
TRABALZA
STUDI
Una
di
cultura
Grilli
laude
-
E PROFILI
umbra
Bevagna
Nota
secentista
1784
-
il Torti
—
F.
Morandì
La
La
-
ariostesca
del
-
—
-
col
-
Monti
Commemorazione
G.
le
e
versioni
stampate
-
G.
B.
(Figli di
Sposi
-
Barbacci
di Umberto
PARAVIA
I.
di L.
Foligno
A.
-
Cerquetti
Mevanates.
E
Vir.LlARDl-PARAVIA)
TORINO-ROMA-MILANO-FIRENZE-NAPOLI
nel
e
Pel dialetto perugino
-
I.
a
letterati reatini
Due
1903
DITTA
la
e
criterio stilistico d' un* grammatico
I Promessi
Ferranti
Gli scrittori
-
poesia latina
odi areostatiche
e
F.
prestanze
curioso
Torti
Il Tommaseo
Squaglia
di
nuova
Un
-
Due
-
polemica
cod.
«n
e
COMP.
-
L,
STUDI
UNA
E
UN
LAUDE
UMBRA
CODICE
DI
PRESTANZE
I.
[RNESTO
Monaci,
nel
comunicare
Lincei
alcune
laude
de*
di Roma
ì
glossario, dopo
f^enne
studiando
)rima
che
di
si possa
tutte
igente
n
coloro
lon
sia
cui
»*
I
Pagg.
Aneddoti
3-4.
Le
questo'
evo
io
per
;
la
Roma,
sono
storia
tip.
"dolessero
letteraria
della
R.
lieto
dei
provincia
relazione
dove
cominciai
un
gli
nucleo
amici
de'
in
fortunato
Lincei,
no
intor-
di
degli stu-
di
Laudesi, dei DtscipUnati
Accad.
cogliere,
rac-
buto
contri-
comunicarmi
e
ciò
a
primo
un
come
e
di-
una
di determinarne
che
altre, che
ben
ad
in
tramandati,
almeno
dedicate,
E
documenti
intento
gliate
sparpa-
di
paese
note
Ma
«
è necessario
senso,
almeno
si
comprensio-
sottoposte
il
del
anni
andarono
ogni
cercare
raggrupparne
sono
chi nel medio
a
serviranno
esse
cui
furon
provenienza.
offrono
a
ci
cui
possibile, per
la
e
i
piena
che
sieno
mettere
per
da
in
ultimi
osservava:
alla
percorrendo
rassegna,
:on
;
alterate
gran-
compiaciuto
questi
essa,
quelle produzioni,
provincia
l'età
ad
reliquie rimastene
le
in
assorgere
e
cia
provin-
importanza
essersi
e
quale
intorno
dovunque
;he
col
interesse
a-escente
le
laudese
letteratura
le della
air
accennato
aver
della
fonetiche, morfologiche
note
con
demia
all'Acca-
21
e
venire.
av-
poter
dei
febbraio
Bian^
1892
;
al
comunicare
secondo
il codice
sapiente degli
Martino
Francesco
S.
del
egli
dovette
popolo
Todi.
come
della
lasciato
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sua
«
mese,
«
denaio
«
chapetananza
el
e
da
.XXX.
delle
neir
«
Peroscia
«
Torsciano,
«
massarie
tra
de
entrata
Perugia
suo
remisece
e
io
d'
«
mille
«
Dio
«
armate
stesse
ne
la
mano
:
a
le
e
«
el
l'ardire
popolo
e
V altro
a
en
chapetano
miele
e
il
che
d' Eddio
muorano
poche
Perugia
Memoria
noie
de
patrio è
in
pella grazia
e
detta
Chiesia
la
avvenuta
:
.v.
avvenne
d'amor
i cittadini
vertù
viva
che
per
Pieno
briga
maie
la
pure
chase
ove
ave
per
Entrando
battaglia
.LXXVI.
prestò
«
»,
ha
stettece
non
; come
bre,
um-
ci
la
chasa
staendo
».
una
truppe
trecento
:
robbate
m'armassero
racconto
le
anno
Ranaldino
foro
avere
papaline,
truppe
istesso
»
egli
fante
.V.
quillo de
fior.
città
altre
che
del
rie
ambasce-
e
ch'avevamo
chon
se,
capitano
di Torsciano
io devia
che
tempo
fu
il ricordo
Roma,
de
Ranaldinc
autorevole,
e
presso
[1370]
tempo
pre
Borgo
ser
Codesto
chapetananza
«
Chiesia
choUa
en
curioso
nel
«
«
deir
E
all' in
un
legazioni
patria
sua
scritta
.SI Do
pubblici, ai quali
e
memorie,
sostenne
e
S
cartacee
(fondo
di
distinto
sue
della
conto
per
fu
dalle
codice
un
Ranaldino
privati
di
Agostino
contenente
e
partecipò.
Torgiano,
a
di
cittadino
un
essere
si rileva
come
modo
qualche
in
S.
cartapecora
con
fatti
a
di
rior
e
sodalizio
quest'ultime
da
privato
allusivo
gnone,
è in
sessantacinque,
carte
memoriale
zioso
del
riunite
Domenico,
i), coperto
di
umbri
perugine
cose
archivi
posseduto
v,
menico, A,
terno,
S.
e
xi
sec.
di
confraternite
delle
e
laude
una
descritto.
sotto
studioso
valente
degli Azzi,
dinatore
qui
di
testo
laude, segnalatami dal dott. Giustiniani
detta
La
il
maestro
e
a
en
gridammo
eie
maie
de
poste
la
tere
la Chiesia,
da
durò
la
redazione
La
del
ug-ino
a.
laude
n
cui
ihe
n
è posta
fu
facessero,
che
ho
vi
fatto
messo
del
netodo
sul
e
eir è
I.
stella del
che
tutt' altro
consonanti
per
laundata.
Ms.
r A.
che
sono
non
1376,
coincide
pe-
rilevare
di
comune
cui
sotto
il
con
tempo
sulla
punteggiatura
delle
maiuscole
conformato
tutto
al
maestro.
MARIA.
ha
mare
voluto
Forse
raddoppiate.
Maria
:
stelJa d'Iddio;
Ms.
d*
corona
T antecedente
ripeter per
4.
sia,
sia
portano
soddisfacente.
laudata
Vergene
e
voie
3.
e
laudata
e
V antecedente
le vergene
Tanno
in
sono
Maria, benedetta
attuttora
dato
del
cambiamento
mi
benedetta
tuttora
com'è
stanze,
AVE
Ave
dialetto
puro
statuti
codice,
delle
che
minuscole,
in
più probabilmente, trascritta. Ed
che meritava
vi
poche osservazioni
aggiungere altro sulla ricostiiu-
senza
ho
e
epoca;
appagarsi
o,
le
con
gli
con
nel
redatta
eccola
;ione
fatto
volesse
Registri degli Uffizi,
è
laude
che
.XV.
questi
chi
:
di
ne*
e
da
nostro
caso
e
d' Eddio
loro
manoscritto
decimoquarto,
dell' istessa
^erugia
À
secolo
raffronto
un
»ra
della
armate,
de
al
sia
Chie-
la
pella grazia
troverebbe
Graziani
del
Cronaca
ella
forse
de
uomene
morte
del
autore
più,
di
aperne
a
suir
che
comba-
a
gente
buon
fuoro
e
la
Basteranno
».
...
cenni
lOchi
de
batagglia
glie schonfiggemo
persone
de
erano
cettonara
.xiiii.
pocho
e*
che
piaza
andammo
subbito
e
la
eddio.
onore.
il benedetta
comprende
volta
terza
5.
Ms.
;
ma
è
porttano.
una
Così
e
il laudata
spiegazione
molte
altre
Ave
Maria, ch'avete
dolce
el vostro
enn
de
le sette
le sette
fo
la salute
devia
voie
Ave
nasda
Cristo
partorire umele
de
la notte
Ave
Natale
la terza
Maria
la santa
venne
voie, Madonna,
a
la quarta
Ave
voie
gli agniole
con
la
lo
Spirto
el portò
e
quisto
fo el dì
de
per
in vive
19. eie vinete
vseta.
23.
Ms.
satta
domine, di Dio.
31.
il
one
TAsessione;
loro
a
onore.
sulla
spirò
29
'n Cielo
lore.
a
a
33
vostro
grande
Maria
santa
;
testa,
'1 corpo
e
e
gU.
oggi.
vivo
ènno,
passcha.
d'
one
27
e
37.
Se
13.
la Madonna
anc'
24.
=
Vk
onore
mezz'
38. Uà
non
è
di mezz'
nascia
oggi
agosto
posto
:
:
nasce',
=3
=
37
d'
ogni
cosa
è rafforzativo.
la
maggiore
appare
agosto.
anche
20.
Ms.
;
se
pur
non
28. Ascensione.
per
la
dagli statuti,aveva
per
e
dere
inten29. Ms.
Chiesa,
una
eh
da
è
=
unc^sso-
glorifichato: il
Ms.
eie
18.
nascere.
venuti.
sono
corba.
Ms.
d' onne,
popolo perugino, che, secondo
per
en
ragione
per
gli apostoglie fo festa
en
anema
anc'
=
26.
costante.
Ms.
25
alegrezze quista fo la maiure.
gli, i.
per
V
Maria,
le sette
e.
gran
el dì de
vinne
santo
Cristo
quasi
glorificato,
in Cielo
lengue de fuoche
enn
21
Maria, legreza sesta,
Ave
7.
;
dolzore.
montare
Pasqua de maggio
con
è
sante
;
core.
collo corpo
quinta legreza fo compita
Ave
en
il vostro
gratia d*
Cristo
glie donar
veseta
1* odore
a
beato,
alegrezza fo de
vedeste
17
fo resciascitato ;
Pasca
Maria, per
salvatore.
figlioumelemente
per
el dì de
13
ancora
Cristo
con
era,
dolcezza,
tanta
Cristo
dolce
smirra
e
venuto
pianezza :
con
alegrezza fo eh' ebe
Ave
a
amore.
salvatore.
nacque
al vostro
incenso
e
suo
alegrezza,
Maria, eie Mage
eie vinete
voie
a
Vergene, che partoristecon
oro
lo
altera,
Maria, la seconda
al
esso
vogliono dire per
se
Tagniolo da cielo
anuntiarve
de
vertude,
gran
Maria, alegrezza primiera
quando
per
figlioalegrezze compiute,
alegrezze piene de
alegrezze
Ave
recevuto
era
tale
vozione
special de-
Ave
del
Marìa,
li foste onorata,
a
regnio del Cielo foste coronata,
regina de le
de
spechio
Ave
chi
a
de
gli agnioglie
de
onore
dirà
onore
de
Madonna
Ave
nemicho
infernale
penitentia en
senza
mortale
dia
ce
lo di.
47
eh* atenda,
pecato
Cristo
sententia
vita etema
avemmarie
sette
con
alegrezze
mora
non
qui,
dì,
onne
Maria, preghiamo
el mal
da
le sette
tenda
41
alegresse
patiennoste
de
celoro.
regno
en
dirà
Donna
sette
ad
le sette
confermata,
del
Maria, ciaschuno
la nostra
chi
temale
vergene
non
ce
prenda,
ce
el salvatore,
defenda
e
campe
amen.
51
II.
degli archivi
quali il Monaci
Ad
uno
lite, dai
fascio
potente
Drigini del
che
nostro
ha
di
dritti
dovrebb'
farà
temale
=
esser
47. Morirà
?9. el mal
nemicho,
eternale,
di
cui
41.
Ms.
genitivo celorum
50.
dei
quasi
ce
con
nostri
si servì
e
per
studio.^
che
in funzione
nel giorno
Dio
campe
mano-
tanti
agtdognioglie: celoro,
pentito, epperò riconciliato
Cristo
il suUodato
interessante
usato
dice
co-
il Mazzatinti,
di
ma
Ms.
di cui
presto
e
ignote
e
curioso
un
indicatore
nuovo
il diavolo.
oscure
neir Indice
importanza,
eterna.
celore,è il
cioè
le
appartiene
pubblico,
del tutto
non
40.
T
benemerito
e
preziosi cimeli,
rima
irradiare
confraternite, che
['infaticabile
suo
confraterquelle stesse
sprigionare un cosi
seppe
titolo Prestange^ e
rilevò
esse
iin
da
teatro,
per
Azzi
Degli
di luce
di
per
la
di aggettivo.
della morte.
defenda da
infernale
sententia,
1
estratto
Gli
albori
del
dall' Umbria,
teatro
italiano ; Perugia,
tip.Umbra,
1898;
Il codice
in
gato
della
temo
E
del
ha
copertina
coi
delle
registro cronologico
un
stituite, spesso
142Ò
al
1468, quando
dare
in
disuso
un' idea
di
neir
:
in
prestate
e
re
Va
da
ad
religiose.*Per
una
ii
rosso
cominciavano
riferirò
ne
"
in
confratelli
de*
cose
solennità
note,
queste
Prestante,
rappresentazioni.
appunto
queste
fronti
parrocchie
delle
sacre
per
Sul
disadorna
X elenco
nomi
è strap
titolo
molto
rile
(la 30*
scritte.
1426, il
confraternita
gotico
carattere
ventinove
carte
quindici
la data
della
arme
di
soltanto
cui
porta
estemo
Agostino, F, 442) è cartaceo,
^.
pergamena,
di
pata),
r
(fondo
an
dare
intero,
per
j
(Data)
Queste
Sancto
de
ternita
le
sono
vennero
per
tolomeo
de
El
Pavolo
^
mantello
la devotione
Francesco
de
Pavolo
Nato,
della
overc
Biagiuola
e
Francesco
de
fra
Bai^
et
imprimis
li morii
de
\
renduti^
"
mano
1
Rossi,
2
Lo
«
critica^pag.
//
Quattrocento
117,
3
«
»)
porco
Morte
4
«
simili
de*
Cacioppola
è
la
«
in
Più
spesso,
le
parole.
manoscritti
(pel
clepsydra
teneva
Tucte
»
mano.
Vallardi, 1899
ignoto)
nome
era
;
; pag.
(che pel Morandi,
storpicelo »
Azzi, Indice
Degli
ta:
de
quelli
a
per
li morti
Pietro
esse
Storpicelo*
Cacioppola^
Le
Domenicho
de
representatione
prestate
cose
»,
V.
invece
sopradicte
è la
che
falce
«
a
chose
Azzr,
fianco,
sono
»
della
»,
arena
ex
op.
Morte.
e
loc.
«
»,
V
testa
di
che
la
cit.
sì scriveva
state
delk
12.
capitozza
horologium
Degli
Antologia
cit.,pag.
Morandi
«
«
213.
rendute
la
sotto
»,
o
no
altn
E
4
la devotionc
per
piovale giallo
2
camiscie
un
7
cinque
e
vesta
d'
le
si
tre
vede,
si
della
più
rappresentazioni »,*
nel
che
esempio,
Cristo
e
1444
la
fatta
il Graziani
nella
prestitinel
nostro
di
Ibid.,
filai,rom.f
pag.
ToRRACA,
257,
in
in
diretta
del
santo
sua
più
257
da
vati,
pri-
a
si
resse
ricor-
S.
stino,
AgoMa
ricca.
della
il
fra
tività
NaV
Domenico
Roberto
1 1
racciolo
Cazione
men-
Cronaca^
strati
regi-
Onde
non
ci par
son
meglio
sgg.
nota.
MoRANDi,
alla
pensiero, poiché,
questo
S.
e
corrono
ri-
1448, delle quali fa
codice.
I,
di
quella
frati di
quella
per
anno
a
volte
altre
rappresentazione
dai
dopo
prestiti fatti
n'era
da
più
ad
a
«
relative
che
come
^
S, Domenico,
cose
«
di
necessari
per
il venerdì
Riv.
di
di
pubblicò gli
dopo* queir
ci tolse
date
oggetti
ne' detti inventari
note
forse, pensavamo,
delle
di
stessi
osservando
e
gli oggetti
per
degli
menzione
creduto
confronto
cuoio
di
confraternita
Domenico,
S.
di
avevam
che
barbe
cinque
il Monaci
che
codice
nostro
confraternita
giugno
tratta
ricordare
si fa
non
per
mezzane
de
encarnate
Inventari
nel
Dapprima,
belle
cinque
calze
colle
notizia, quando
degV
1386
schagnate
angnoglie gialle
avemmo
3
rendute
e
calze
paio de
corone
2
ma
mezzane
encarnata
altro
1
rendute
rendute
estratti
il
bel-
barbe
Come
cui
.
amitto
capellature cinque
le
una
fondo
senza
coir
7
passione
tonecelle
1
I o
la
de
Antologia "c.,
pag.
119.
8
concludere
alla
prestitisi facessero solo
degli oggetti, quando
i
che
mancanza
fatta
veniva
maggior
con
drammi
la
si
o
pompa,
plire
sup-
per
zione
devo-
sentavano
rappre-
di
maggior numero
personaggi : questo, s' intende, quando chi chiedeva
il prestitonon
era
completamente sfornito di oggetti
Dair
per
i
prestitianche
il
ma
dalle
ricorrere
non
Benezone
fosse
»
in
cose
La
«
tione
circa
pensa
e
de
dalla
necessità
di
che
perugino
deva
pren-
morti
in
erano
la notevole
per
(speciedi
mi
dram-
quanto
uso
espressione «
devo-
a
con
representatione», che verrebbe
fosse bisogno, quel che
ormai
si
ne
ce
delle
il significato
parole laude, devozione
rappresentazione.^
Un'
d'
funebri),*che
o
overo
se
Civitella
riferito e' è parsa interessante,
cordo
la qualitàdegli oggetti, né per il ri-
si bene
fermare,
da
abbiam
rappresentazionide'
macabri
le sacre,
richiesto
gine
peru-
prestito.
per
delle
venuta
non
persone
l'aggiunto «
stato
che
nota
non
»,^ e' era
di
il naturalizzato
meglio
specificar
le
campagne,
che
Giova-
de
Perugia venissero
per
dai paesellivicini;
altri nomi
ci fa supporre
«
di
di
richieste
Antonio
«
Benezone
de
alle confraternite
che
r idea
tra
Civitella
gtiino da
«
facevan
quelliche
rappresentazioniun
trovato
aver
arredi
richiedenti
esser
altra
cosa
notata,
che
è che
stictrio si chiedevano
Se
che
da
i
libretti
soltanto
non
in
ciò si possa
prestito,ma
Oggi
2
Degli
3
ToRRACA,
per
Azzi, Indice
op.
letteraria merita
gli oggetti di
anche
ve-
i laudari.
fa il Degli Azzì,
arguire, come
le rappresentazioni erano
molto
Benazzone, villa
1
la storia
per
e
poco
lontana
de* manoscritti
loc. cit.
da
Perugia.
cit.,pag.
12.
numero/
di
;carsi
visto
ibbiam
come
;odìce
delle
?erbar
il ricordo
"
letioni, delle
K
de'
:"
catenella
t
coperto
ma
quali
], de
de
c"
laode
»
«
tione
en
«
da
«
le
«
devotione
le
(anche
charta
assoluto
la
la
punto,
a
I
Op. cit.,pag.
marzo
13.
e
le
dell' amico
laude
livero
de
le
de
zioni
denomina-
riguardar
non
dive-
le
el livero
quali
per
le
de
delle
el
stito
pre-
unico
un
accettar
in
Degli Azzi,
libretti.
non
sembri
questa
degli studiosi.
i
«
in
de
«
»,
»,
;
più
di
Prestante abbiam
Perugia,
»
conclusione
perchè
troppa importanza
delle
pecorina
certamente
de'
scarsezza
[uno
livero
livero
el
bambagina
laudi, ragione
el
il livero
«
»,
dati
«
»,
«
le tavolette
con
Padri
le
le assecielle
con
ricorrono
»,
»),
charta
dovettero
di
E
laude
de
de
«
pistole e vangelie [en pechorino
pecorina
carta
antica
fatte
saran
de'
il
può
non
i libri
vite
le devotione
«
si
oltre
che,
roscio]
de
en
non
circa
le
cuoio
coverte
laude
è
lettera
a
el livero
«
modo
«
che
quelle
si
certo
e
confraternita
costitutioni, delle
era
»
Agostino,
S.
una
tutte
il certo
Perugia
libro
di
ogni rappresentazione
di
di
saprei, poiché
non
per
Prestante
L
;
non
confraternita
alla
icorreva
veramente
1900.
breve
voluto
che
noi
notizia
dare
vogliam
che
per
mera
del
dar
dice
coriosità
cu-
CULTURA
LA
E
BEVAGNA
DI
SCRITTORI
GLI
L
[EVAGNA/
anche
vanta
cultura
alcuni
de*
e
letteratura
:
r
Alberti,
il Torti.
r
ingegno
ad
sé
lettere
la
tutti
la
scuola
clero
che
I
una
delle
I
varie
ebbe
nella
onde
città.
natale
virtù
per
al
tadini
concit-
cose,
sull'aumento
fino
almeno
e
alla
modo
delle
ne'
delle
lustro
e
sciato
la-
campo
viva
e
pria,
pro-
della
tura,
cul-
cinquecento,
più
governata
municipali (di
cinquecentistica
riformagioni
modestissimo
riprodotto perchè
che
rivolto
avrebbero
nel
tener
potè
sapere,
Statuti
latina
Questo
lieve
a
Aleandri,
ai
dal
spesso
laicato.
dal
nostri
redazione
del
V
nostra
paesani
forse
qualche
meno
della
esclusivamente
persone
in
mente
onorevol-
avessero
non
di
scrittori,
essere
Angelis,
se
maggior
qual fu,
elementi
De
meno
delle
di
generale
giovarono
derivare
limitata
puri
traccia
memoria
d*
interesse,
si afifermano
che
il
più,
I
scarso
certo
si credette
E
Piergili,
una
; ma
storia
tradizione
esigua
non
meritevoli
argomenti
di
di
serie
nella
agricolo,
ingloriosa
non
ben
ricordati
chiesastici
una
una
quali
il
eminentemente
paese
sua
abbia
saggio
un
prima
diverso
edizione.
in
cui
abbiamo
bella
deliberata
di
una
lettera), in
verso
bibliografialocale
pubblico
di
fine
la
lettori da
è
qui
quello
12
vedrà
qui
la laurea
Verso
in
del
Caliginosi
;
da
varie
ben
il
sotto
l'inverno
Patria, avendovi
talento
e
Neir
».
Passione
l'estate.La
0
i Bevanati
la
per
poesia, Y
possa chiamarsi
assai
forse
meno
altre
restano
ne
esser
non
fu
un
in
Gesti
e
«
genio
dia
la facon-
e
anche
minato
deter-
quest*altro,
corrente
la seconda
burrasche
cademia,
Ac-
politiche,
prima, che, dopo queste, non
memorie.^
Di un cotale risvegliodovette
come
e
un
fine del
fautrice
se
tipografia,
una
del De
trattato
Seicento
Crispolti
; ma,
frutti
derivarono
perchè, com'
(1696) era
Rerum
appare
da
un
Mevaniensium..,
molto
grosso
tabulae
le
debite
sani
e
volume
municipale
di
Bevagna.
1679.
fondato
stato
deiristitutore
nome
fatte
nel
Angelis
suo,
eccezioni,
abbondanti,
stampato
chronologicae
,
Arch.
l'Am^or
dì
prova
il secolo
Ma
rirsi
prefe-
mero
fu chiamato
I
da
^
della
Seminario, che, dal
un
ne
vicine
eru^
tore
Mariotti, edicapriccio di Antonio
Foligno, quello di pubblicare in Bevagna
Sulla
non
Se
illuminato.
le
compagna
delle opere,
anche
credersi
0
causa
visse
Se
di
data
:
sorgere
ri-
tre conferenze
erudizione
egualmente vitale, argomento
ei^
teste
nostro
fu
approvazione de* capitali,
la prima ufficiale radunanza
per
dei
fermazi
Properziana (altraaf-
favorita da
campanilistica),
i seguenti argomenti \
sopra
tenutesi
della
di
nome
notó
presto, per
poi, dietro impulso *deir istesso
dito, nel 1792,
del
si chiamò
di
l'Alberti,morì
dice
come
effetto
per
Bevagna,
a
cultur^
aumentata
composta
esser
per
rono
consegui-
Perugia.
che,
Properzio
ma,
scrittori
Seicento, V
un* Accademia,
epiteto dato
umori,
dottorale
la metà
fa sorgere
nostri
quanti
appresso
Ms.
l'
del-
13
dall'
li Notizie lasciatocene
:lie
ne
il
i Padri
Dottrinari^
lo
17 17,
condussero
cittadinanza, che
della
espulsi, benché
e morale
filosofia
i corsi di
lo
favore
pieno
li volle
nente
nel
il governo
presero
?enza
Alberti/
final-
iniziati
avessero
sile
an-
obbligatori secon-
non
le tradizioni.
Nel
fu
17 17
Pie, che
ìtr-e
lari,
che
tanto
"i furono
rimasero
estinte
tutte
^o/sra,
patria e
Col
pio
nuovo
le
regno
Torti
di
[aitare
Luigi Bonazzt), ebbero
a' nuovi
elementare
maschile
nasioy per
un
po'
Scuola
r indirizzo
industrie
e
e
can.
Angelico Tra-
molto
benemerito
scuole, che
sione
Francesco
e
insegnanti (basti
V ordinamento
tecnica,che
oggi
laico
completa
ormai
sostituito
tempo
la dire-
vantano
valenti
una
tempi con
femminile,e un
di
Ma^-
».*
chiesa
della
alle buone
cura
spetta al
veramente
uomo
«
:
la
maggior simpatia de' Dottrifino a' giorni nostri, quando
che
il
e
piacemi ricordare
chiamate
d' averle
nerito
iella
riscossero
all'educazione
provveduto
coir affidarne
fanciulle
ielle
anche
da
Scuola
inutile Ginuna
vi dovrebbe
la fiorente
agrario,come
agricole esigerebbero.
sponden
ri-
più
siderabi
de-
avere
agricolturae
le
presenteròciascuno di quei cólti beche scrissero e pubblicarono qualche opera :
vanati
bene
essi soli determinano
s' intende
però che non
della cultura, alla quale possono
la tradizione
tribuire
conanche
quelliche non scrivono, ma, coltivando
i buoni
studi, si distinguono nelle cariche pubbliche,
Qui
neir
sotto
esercizio
delle
armi,
nelle
arti,^in
altre manifestazioni
di civiltà.
1
Foligno, Fofi, 1784.
2
Alberti,
3
Per
Op. cit.
questi v. G. Urbini, Le opere (Varie
in
Bevagna
ili.
14
Ben
in
i nomi
(m.
1170;
Giovanni
furon
non
chi
po-
12); Pantaleone, patriarca d'Antiochia
Egidio, vicario generale a Firenze nel 1338,
CrispoltoPerilli, Ambrogio
tutti vicari
Salemme,
furono
Tre
cavalieri
nel
Alberti
Francesco
Pier
(1432), Bernardino
Camassei;
Giovanni,
Torii
di
maestro
(i^Si), maestro
croce
Annibale
1550,
Spetia,
generali.
:
inquisitori
francescani
Bonaventura
del
che
costoro,
14
Bianconi,
Giacomo
di
di
breve
profilo; ma il
Bevagna, disegnare un
lo consente.
Basti citare pertanto
quadro non
de' principalie non
antichi : Angelo Cini, vescovo
nostro
nel
ancho
vorrei
giustizia:
(principio
per
Ranaldi
maso
Tompodestà di Bologna nel 1323
Alberti, governatori Alessandro
Spetia e Domenico
uditore
Giacinto
Torti, padre del
(settecento),
XVII;
sec.
Torti
Francesco.
nostro
Nelle
si
armi
distinsero
Bianconi, i Ranaldi,
nel
Turchi
Curzolari
Nardo
1566,
nel
Spetia
157 1,
due
i
:
Angelo
e
fu all' assedio
che
Ventura
Vincenzo
Andrea
molti
posto
Scalassi, che
Giuseppe Alberti,
a
si
Pietro
Andrea^
Sorsetto,
Malta
dai
trovò
alle
Paolo
Oc-
coli, Giuseppe Mattòli^ Giuseppe Boschi}
Altri
che,
iuniore. Giacinto
Camassei,
desiderosi
Cfr.
;
2
Alberti,
di
Notizie
Rerum,
Giacomo
una
nulla
una
antiche
e
ViU
Alberti,attesero
Leandro
aver
in
Biancom^
tramandato,
rapida rassegna,
maggiori notizie.
Venezia, Coleti, 1795.
Alberti,
dottore
«
s' attribuisce
cui
Angelico Testa,
senza
agli studi letterari,ma
più facilmente sfuggono a
1
Piermattei,
istruito, »*
molto
filosofia,poeta
del b, Giacomo,
Aurelio
come
moderne
sciando
la-
vagna
riguardanti Be-
II.
lacobilli,^primo
Lo
-ibuisce
^s^o
Properzio,
ritenuti
rambi
critica
gloria, né
nella
fosse
se
non
anto
in
ma
umbro
far
da
crisse,
de^
annarsi
della
:he,
lo
iempre
Due
lon
menziona
della
di
il
più
di
Terracina,
Dio,
Untò,
rifacimenti
Bibl.
non
vissuto
;
lacobilli
a
lui
di
Fulgineae,
Umb.^
originali
e
De
:
a.
fa
afnon
Urbini,
resta
più completo.
nati
Bevagna,
a
d'
secolo,
un
Uomini
fioritiin
Felice
Rainaldi,
due
libri in latino
Alterium,
script, umbr.y
d'un'istessa
che
e
libro dell'
il 1250,
verso
è
secolare
posteriore
Bevagna
autore
egli
narsi
curiosità, infor-
essa
lo
di
in
pubblicazioni,
di
perzio
Pro-
i versi
e
opera;
di-
né
nacque
*
capitolo degli
Storia
sua
Bibl.
Savelli,
Alberti,
nel
il noto
il critico
e
che
dove
per
recenti
di
Spello,
a
visse
luogo
giudizi :
tentar
questo
voglia,
veda
questione,
altri scrittori
il nostro
al
chi
resto
le
che
eccessivo
intorno
storico
^he
I
dotti
dopo
anco
Grazia
ritener
Del
altro.
la vita
per
Bevagna
a
aggiungere
e
campagna,
en-
Ma
recenti, che
né
a
sotto
Callimaco.
vorrei
Bevagna,
a
e
iuniore,
contrasta
critici
a
eliente
ec-
Augusto
qui pronunziar
dicano
né
d*
Plinio
opportuno,
ne
nacque
poco
ece
luogo
checche
nostrare,
assisi,
il
di
intendo
io
i natali
illustre, fiorito
presente
e
at-
Callimaco,
dell' Umbro
concittadini
passata
Caio
familiare
amico
e
dato
aver
a
poeta
e
Traiano
di
impero
d'
anche
poeta,
e
Passieno, erudito
^aolo
lie
gloria
perciò
e
oratore
=t
la
Bevagna
a
bibliografo deirUmbria,
e
Mariano
1658.
—
di
scovo
ve-
sulla
Rai-
L* altro
1764-5, 4 voli,
Cam.
tere
let-
mss^,
Spello.
è
naldi,
di
vescovo
molte
lingue
s\x\V Immortalità
latino
trattato
medesimo
(UH' anima,
ricorda
lo
contro
invece
d'
autore
né
vissuto
i
tra
ui
Vescovi,
che
II
sicuramente
nati
a
BIANCONI,
scolaro
lacobilli
Y
Ug*hellì
suppositivi.
prova
1.
La
—
serie
d' Alberto
la
più
solo
i titoli delle
scritte:
alla
Discesa
G.
di
del
e
tutt'
Berardelli,
S»
si attribuiscono
2.
—
Giacomo
I
Della
in
capp.,
speriamo
seconda
a
Di
della
ser
dev'es-
de'
di cui,
co
Domenila
codici del-
Venezia, dove
questo
per
che
il p.
Catalogo
Paolo
e
la fine.
Sermoni
Bevagna
aver
e
universale
notizia
del
autore
opera
Giudizio
sul
gentilmente,
che
Bianconi,
V.
23
Giovanni
alla ricerca
Morpurgo,
si dice
Specchio de' peccati
2.
;
Calogerà, dà
riporta il principio e
dott.
riferisco
Cristo,in 25 capp.,
di
air Inferno
Trattato
del
di
che
d\
storia
Battesimo, della Passione
col
Biblioteca
messo
Umanità
alla
Bevagna,
latine
opere
giudiziofinale,in
uno
di
Spet-I
1301.
Incarnazione, della Natività, della
Cristo
raccolta
Maria
due
del
Circoncisione,
vita^
letteraria
deir
parla
agosto
22
benefica
e
Specchiodell'
i.
si
cui
che
il
SÌ
di
condiscepolo
e
morto
santa
sua
vile
nella
Parigi
a
d'Aquino,
tando
GIACOMO
con
Magno
Tommaso
scrittori
degli
comincia
Bevagna
in
Li
tempo.
allegando
pur
d' Ef estione,
traduttor
e
cf
inferiore, conoscitore
Nocera
a
s'è
preghiera, il
mìa
riesca
codice
ne
trovarlo.
Gli
vari,
delle
Margarita
iti,,pagg.
due
di
discepole
Taddeo
S9-92.
e
del
b.
Lucia, ricca
17
fondatrice
ìdova,
Margarita,
S.
di
lello
bevanate
nel
1290,
Lucia,
1272,
1280, scrisse
la
di
Vita
de'
Margarita da Cortona,
della
lodata
una
l'altra,nel
e
Giunta,
di S.
di
Monastero
dell' Ordine
GIOVANNI
scrisse
pure
del
1271,
nel
morta
Confessore
e
lale
nel
morta
p.
[inori
1* una,
Vita,
?
?
3.
Del
—
settembre
14
memoria
a
del
incendio
(cit.dallo
sur
1377
la
scrisse
l'Echard
7iacofnOy che
fatta
Camassei,
14 15,
e
Bevagna. Il ms.
ritrovato, è posseduto
ernente
Bevagna,
santamente
prima Vita del B.
lacobilli)afferma
distrutto
allora
conservato
del
di
onventuale
morto
manoscritto
un
di
scrittore
unico
Trecento,
Bonaventura
frate
41
nella
Camassei,
dalla
nostra
nelCasa
recen-
Comunale,
*
41 Ut
In
li
il Quattrocento
tutto
cultura,
tranne
l'ordinazione
Mevaniense
del
libro
^.retino, di
cui
è conservato
lostra
Biblioteca
Apre
—
di
I
Cfr. G.
segno
fatta da
delle
nono
Lettere
il bel
importante
un
Gaspare
di
Leonardo
nella
manoscritto
Comunale}
«
4.
nessun
41
la serie, d'
scrittori,nel
Mazzatinti,
ora
innanzi
Cinquecento,
Inventari
de^
d'Italia; Forlì, Bordandini, 1890,
non
più
il famoso
manoscritti
fase. I.
terrott
infal-
blioteche
delle bi-
i8
Alfonso
sario
fatto
Ceccarelli,
recentemente
getto di studi
e dalk
importanti, in Italia,dal Fumi
dal Riegl e dair Otthenthal/
Sforza, in Germania
la metà
del Cinquecento ; d' inge
Nacque verso
gTio versatile coltivò la medicina, la poesia e la sto
ria,
secolo
XVI
pali a
base
che
la
vi
falsandola.
questa
ma
passione
di esaltazione
scrittori
d'
Nella
il fervore
cominciò
ebbero
«
della
metà
seconda
delle
città
delle
primato. Più che V amore
i potenti eccitò la
adulare
il
che, imbevuti
di
classicismo
munid
storie
e
dei
famiglu
di
gara
patrìi^
fra gì
antico, si sfor
di
favoleggiaresuir origine delle città, supe
randosi
V un
V altro di concezioni
iperboliche,pei
il trapiantarsidi famigli!
stabilire il nascimento
o
che, nel cinquecento, godevano di titoli,privilegi
preminenze magnifiche,o non
magnificatemai abba
stanza
dagli antichi, o ai moderni
note, o a
poco
molti sospette. Uno
di questi scrittori più famosi per
Italia è disgraziatamente umbro,
neirUmbria
tutta
e
di manipolare stori^
molto
esercitò la sua
industria
di Bevagtia perdavi!
Ceccarelli
municipali. Alfonso
dita di guadagni piegò V ingegno, che aveva
colto ^
sottile nelle disciplinemedico-filosofiche,alle storicol
letterarie,e specialmente alla genealogia. Per darJ
antiche
spaccio alle sue pretese scoperte, raffazzonò
cronache, interpolò testi, inventò
documenti, citò o^
i
mai
non
esistite, portando la confusione
e
pere
nel campo
discredito
della storia
dell' erudizione!
e
zarono
Uno
studio
questo
su
soggetto,
mistificatore,potrebbe
tornare
di
monumenti
selezione
de'
lire i fondamenti
i
Cfr. Boll,
nostri
della
cit.,I,
nostra
3, pag.
620.
non
utilissimo
sempre
per
abile
T opera
storici, per stabi
critica, per vedere ca
20
5.
dal
notato
air Alberti
161 3,
Fu
suo
d'
nella
allora, con
di
sé,
diceva
ne
febbraio
io
nella
lettera
di 70 anni
nel
cui
stdla
ci è riferito
qualche
non
so
del
gli scrittori
del
6.
Graziano
Renzi
—
Bernardino
7.
cui
Feltre
da
anch'
nel
1635
morto
a
Vicenza
nel
Convento
Vita
aver
in
fra
L'Alberti
16 14.
voi.
la dice
edita
Cfr.
e
gnante,
inse-
Bevagna,
del B.
Giacomo,
1' Alberti
S.
la cìt. lettera
nel
Benedetto
Gli Archivi
Mazzatinti,
I, fase, lì-;Rocca,
2
4).
sicurava
as-
questi giorni, è
Municipio : nell' ultima
acquistato dal nostro
1' imprimatur di
pagina reca
G.
Vita
visto, riapparso di
stato
Cfr.
in
di
che
pergamena,
nel
della
(Venezia, 1600,
egli,in latino,una
il manoscritto
d'
1
e
Seicento.
FonGtOLI, domenicano
Lorenzo
—
morto
di
con
dotto
nostro
1656, fu agostiniano e baccelliere,autore
scrisse
presso
prelato.
Molti
del B,
miglia
fa-
brano
perduto
come
del
fin
la
e
il manoscritto
conservava
importantissime
carte
patria
da
1604.
pigliasse le parti
latino
andato
manoscritto
zelante
che
nascita, ignoto
il
se
vecchio
scritto
uno
Properzio,di
molt' altre
di
morto
1529
utroque, fu
in
questione properziana,*ardente
dall' Alberti, che
di
il
bevanate
primo
paese
L'anno
dice
essere
egli si
il
lo
che
dovette
trovata
me
1588/
al
1552
dottore
Beci,
Antonio
—
della
Ercolano.
Storia
Casciatio, Cappelli,1897.
del
Beci
al Bonciari.*
d* Italia,
21
8.
Di
—
Quetif
il
sfera
e
Martire
e
cui
a
altre
i due
26,
Ceccarelli,
Sistina, diede
Vergine
S,
di
in Roma
Maria
di Roma
10.
delle
di
G,
da
Spello
(Roma,
Carlo
S,
8). Si
orbe
novo,
due
1646,
Chiesa
sulla
La
linare
Apolgine
Ima-
miracolosa
scrisse
S. Luca
in
della
lazione
Conso-
in latino
T Orazione
nella
Camerino
di
autore
S,
B,
4),
vanità; tenuta
anche
della
di
Maria
S,
pella
cap-
Relazione
Imagine
dipinta da
in
Antichi
della
scritti:
nella
Grazie,
Ugolinellidi
dice
due
ali* ospedale di
Crispolto
—
De
musico
1647, in 4);
(Roma,
Chiesa, unita
detta
di Perugia
Com.
appartenute
divotissima
Portico
in
Madonna
della
in
alle stampe
Manifestazione della
della
intitolato
siano
quel
con
nella
ms.
S.
astronomica.
Odoardo
—
un
pera
un'o-
Bibl. di
confondere
da
sospettano
d* indole
esistita
essere
XIV)
sec.
citati
opere
9.
è
Non
domenicano,
agricole nella
sulle misure
di cui abbiamo
(1065, n.
altro
affermano
Firenze.
in
J^ietro
Martire,
TEchard
e
su/la
IVfarco
Pietro
Collegiatadi
(Foligno, Alteri,
Epigrammi
e
di
che
Liri-
varie,
lì.
maggio
1593
nobili
onorifico
r
da Tommaso
e
due,
Boschi,
Alfenia
nutrito
di
sludi
forse
preso
poetica, avrebbe
vena
nella
storia
della
letteratura
pubblicato
cui
nella
P1ERGILI
anche
ci resta
Vita
la traduzione
solo
la
pjrima
di
S.
18
Boschi,
classici
Sonetti
e
posto
un
nostra,
due
il
nato
Bagliotti e
epitalamica (Foligno, 1643) e
Ode
dal
di
Bagliotti
tutt'
casate
di
ricco
Fulvio
—
se
oltre
tati
(ripor-
Vincenzo),avesse
della Batracomiomachia,
ottava
trasc?'ittacidal-
12
V
Alberti,
e
volume
suo
un
quattro parti:
queste
versi italiani diviso in
di
La
Sampogna
(poesie pastorale
(burlesche),La Cetra
(amorose), // Colascione
Mortagli la moglie,
(religiose).
La
Hra
fece
si
prete,
fu
e
Morì
il 12
in Laorenza.
aprile
priore di S. Maria
che
contiene
l'argomento del poe1664. L'ottava
metto
della
le ridondanze
pseudomerico, ha tutte
poesia secentistica,
r intera
Giambattista
~
r
morto
II
tonotario
dagli anni
Montefalco^con
nella
è
e
più
molte
tra
la
per
in
che
del
le
Vita
notizie della
1600
e
Perugia, pro-
storia
raneo,
vicario fodella
ratura
lette-
diperfettoreligioso
spesidal
santamente
il
nato
S. Michele,
1*Idea
per
Galassi, 1662, in 4), che
beato,
di
lodato
ecclesiastica
dolere
perduta.
1678, addottoratosi
marzo
apostolico,priore
del
farci
da
Piergili,
è meritamente
mostrata
tale
sìa andata
traduzione
12.
è
ma
B,
GiaconUÒ
(Todi,
biografiepiù
della B,
patria e
plete
com-
Chiara
della valle
da
spo-
(Foligno, Alteri, 1642, in 4), che è giustamente
munione
CoDella
anche:
ritenuta fra le migliori.Di lui sono
spirituale(Spoleto, Armazzini, 1644, in 12),
letina
Vita
di S,
Vincenzo
e
di
Benigno (Foligno,Alteri,
S,
zioni
4), Visita del S, Prescbio distinta in 40 medita(Todi, Galassi, 1662, in 4), Panegirico in lode di
S,
Vincenzo
(Todi, Galassi, 1660, in 8), Della città e
Vita del b, Giacomo
da Bedella diocesi di Spoleto,
ms..
novamente
temente
compilata(Todi,Galassi, 1878).Recenvagna
Bartolini pubil compianto p. Giuseppe Maria
blicò,
traendola
da un
ms.
posseduto dal Monastero
di S. Margarita, la Relazione
della solenne processione
1644,
fatta
S,
in
in
Bevagna
Filippo Neri
nella
l* anno
Artigianelli,
1895,
Traslazione
162/
in
a
4, pagg.
di
delle
23
reliquiedi
sacre
se!! j, nò
re
(Foligno,
19),scritta dal Piergili
23
stesso
e
priva d' importanza
religiosi.
non
costumi
13.
bravo
a
medico
esercitò la medicina
Perugia
ed
Umbria.
Morì
sulla
Vipera^
il
non
Intorno
ogni
in Roma
giugno 1692,
Spello, dottore
apostolico. Lasciò
Morte
e
di
di
tre
Cristo
o
stampata
no);
o
in
morto
e
Breve
notizia
sione
della Pas-
racconto
de* Santuari
lebri
piti ce-
sia
Teatro
di
lezioni
adattate
sacre
sopra
gli Evangeli (Foligno, Zenobi, 1693). Gli altri due
furon
visti manoscritti
Storia
una
scrisse
e
mai
una
Gio.
—
vivace, che
di
eguale passione poesie latine
sacre.
e
Nato
1633, laureatosi
I
di
in
Cfr.jG.Urbini,
'97 ;
pag.
65.
nobile
leggi, fu
Le
Opere
studi,
e
d'Arte
con
che
giuridi-
il 5 febbraio
uditore
di
gno
inge-
scrisse
dissertazioni
creato
stono.*
esi-
ebbe
e
famiglia
non
ancora
Angelis
De
nutrì di buoni
buita
attri-
schede
delle
che
documenti
Francesco
mi
to-
probabilmente
raccolse
storia, si bene
è
Gli
dall' Alberti.
Spello; ma
di
compilò degl*indici
15.
4).
(Foligno,Zenobi, 169 1); // sagro
midolla
de* sagri riti (non si sa
se
Gerusalemme
Cerentonista
colla
sopra
priore di S. Lorenzo,
leggi e protonotario
in
opere:
il 1606
nato
fu
il 24
collegiatadi
di Cisterna
acque
Benedetti,
Teodoro
—
tazione
disser-
una
(Temi, Armazzini,
de* Pozzi
e
l'
paesi delun'opera
Scrisse
pubblicata, e
perfezionedelle
scaturiente
altra
14.
alla
mai
se
so
di
fama
ebbe
ne' vari
1688.
marzo
14
stri
no-
16 13, si addottorò
nel
fisico,nacque
e
che
Andreozzi,
Catarino
—
la storia dei
per
e
poi
Spello; Roma,
vi-
nesi,
Da-
24
generale di Spoleto. Mori il 30 settembre
170
Oltre molti scritti inediti e
perduti, egli lasciò tr
di versi latini,che meritano
volumi
un
qualche sti
Vincenziade
dio:
(Todi, Galassi, 1657), Poesie va
Poesia de' sacri fasH (Todi, Galassi, 167 1); 1
(ibid.),
cario
volume
di
latina
prosa
contenente
Trattato
un
szlk
giudizialie estragiudiziali
Confessioni
(Bevagna, Antoiio
Mariotti, 1679),\xvl Apologia giudizialeossia Difesap
perziana per Bevagna,
Astreale
di
; un
Asilo
Bevagna,
ecc.
glioramentie spese
dotali
diritti fluviali,di/e*
pei
altro
trattato
i Ai
sopra
beneficiali
(Perugia,1686,
e
in
un
Ragguaglio del trasferimentodelle reliquiedi ^
fol.),
intomo
Discorso
Carlo (Todi, 1674) e un
a
Bevagna ^\
Episcop. Onom., Perugia, Costantini, 1688).
de
Op.
16.
1629
Di
—
febbraio
27
—
Laorenza,
in
17
17.
14),teologo
abbiamo
e
(29 gennaio
priore di S. Maria
in
1660
primo
d*
onore
reliquia di
una
il Presenzini
afferma
famiglia Mariani
anche
dalla Com.).
—
Boschi
15),dottore
I
V.
Orvieto, Marsili, 1901.
Vincenzo
l'anno
Martire
ricordato
visto
nel
Fulvio
libro
1879 presso
è
che
ma
e
fu
posseduto
Giuseppe
1627 26 novembre
(14 marzo
della Collegiata,
leggi, canonico
—
nelle
// chiostro
aver
Marini,*
Figlio del
Bagliotti
Bevagna
in
S,
Relazùm
una
luogo (Todi, Galassi, 1661,
la
18.
scrisse
processionefatta
di detto
vescovo
trattato
un
Angeli
Isidoro
—
solennissima
della
17
Mattioli
teologico-morale
PrincipaliVirfà (Foligno,Campitelli, 1703, in 4)
sulle
che
Sebastiano
de^ SS.
Domenico
e
Giacomo
in
Bevagna;
25
d'un
autore
Mariotti, 1700,
19.
nato
cariche
città
Onofri
laureatosi
di
contea
le
Carpentras
imperatore Leopoldo il
Pubblicò
la famiglia sua.
b,
Giacomo
de'
casi
Fasti
20.
e
Patria
il governo
Forlì, ed
resoconto
1779),fu
di
die
alla luce
22.
—
delle
ven,
servo
Vita
per
del
Decisioni
molte
zioni
disserta-
Sabbati.
dell' Orto
Bagliotti
di Dio
n.
nel
botanico
del territorio
(V.
di
Roma
in
(morto
Flora
una
1793), iuniore, proposto
Vita del
e
peria
(Forlì,stam-
coscienza
Presidente
Costantino
Fulvio
l'
dal-
ebbe
della
(Ferrara,Barbieri, 1745),l' Orto Romano,
e
splendida pel suo
tempo,
dopo
proseguita dal figlio
—
della
per sé
Ristretto
Sabbati
del
21.
stampare.
Bonafede
polemizzò col sac.
di Properzio(ms. perduto).
settembre
Roma,
di
e
qttestùmidi
Liberato
—
quali
un
(Foligno,
famigliabevanata, ma
leggi,coprìimportanti
degli Eruditi, 1702), e
accademiche,
sulla
e
di
titolo di conte
(Imola, 1720),un
prudenziali di
Spello
di
nelle
ecclesiastiche,tra
e
terminato
foL),non
Filippo
—
Roma,
a
in
Intertcsure dotali
sulle
trattato
romano
opera
il 6^
mente
vera-
tomo
20).
Boschi
di S.
Felice
bre
(1718—26 ottoFilippo,scrisse una
Angelico
Testa
di
Be-
(Macerata, Chiappini e Cortesi, 1780).L'Alberti
di
lettera in cui egli
brano
un
riporta del Testa
vagna
26
prende tempo
scrivere, richiesto, della
a
in
Torti, morta
23.
per
r
che
occupò, e
solo
le opere
di
le Lettere
qualche
altra
Aleandri,
L'
Romana,
piovoso,
in
la liberazione
le cariche
potè
nelle
citare
V accurato
nelle
4), e
di
tizie
No-
sue
fenomeìio
Tavole
(12
di
Roma
Senato
nare
accen-
febbraio
blica
Repub-
seduta
1799) per
celebrare
ventura
della
qualitànella
e
la
grido, ebbe
del
tale
7
anno
eloquenza,
opera.
avvocato
e
precedenti,
Alessandro
in
Presidente
eletto
esser
tutti i
responsivesopra
caligine(Fano, 1783,
della
ria
Ma-
scrisse, è
che
rAlberti
cui
di
la calda
ingegno potente,
Aleandri,
di
più importante
Ben
—
di
singolare virtù.
di
concetto
Vita
del
21
commemorare
le vittorie de'
generali
altri famosi,
francesi
e
Championnet, Macdonald
smagliante e altissimo discorso,
pronunziò uno
degno di nota tanto pel rispetto storico
quanto
per
letterario, che
il
parole:
si
Sì, la Francia
«
sorelle
nostre
più
reso
e
una
finalmente
liberi
hanno
non
vizi
e
gr
e
più
altro
interni
nemico
;
e
Terra,
delitti. La
del
questi
essere
a
libertà
il trionfo
bello
della
de* grandi
la Romana
universale
i Re
che
Repubbli-
al racconto
virtù. Possano
calma
le
tutte
e
assicurando
soKdo
delle
preludi d'
tutta,
memorabili
queste
con
si risentiranno
che
avvenimenti,
hanno
chiude
possano
che
libertà
lici
fe-
i
suadersi
per-
gli uomini
che
temere
triottism
Pa-
i domestici
l'
protetta dal-
della
parsimonia,
impero solo delle leggi, amica
della lealtà,del travaglio,coraggiosa e cortese, fiera
e
benefica, spaventosa
del
Cielo, cui
terra,
osserva
non
e
ridente,
insulta, deride
immobile
le
non
teme
i fulmini
i movimenti
procelle del
Luigi Perego Salvioni, stampatore
Mare
del
della
»
ma,
(Ro-
Senato).
28
minciò
fiori nella prima metà
che
scavi
muovere
rale nelle
del
dalla
giovenl
XVIII,
secolo
Ottenuta
collezioni.
e
fin
benemerito
rendersene
a
col pit
la laurea
dott«
primi gradi della cai
riera ecclesiastica, fu vicario
generale di Fabria
al 76
dal 1753 al 1758, poi di Senigalliafino
no
di
leggi
fino al
Foligno
no
e
percorsi
e
1784,
più verso
poco
il
i
intervallo
con
un
75,
che
passò
84 ritornò alla città nativa,
Neir
trie. In
migliolidi
tendomi
studio
delle
strano
materia
che
a
molto
dirglisiil
lo vide
18
delle
con
ai
glorie
p
al Vei
diceva
1800
agosto
BevagnJ
goder Tozio d'una vita privata, p3rme
nell
età di deliziarmi
la decrepita mia
patrie antichità, le quali mi sommin
«
solo
tornava
del
lettera
una
in
ai
un
attese
ove
all'illustrazione
giovanileardore
cor
di
morire,
».*
ubertosa
31
marzo
il
1 2
E
decrepito
«
1803, Tanno
novembre,
funesl
colpito
d' ap(
plessia.
Lasciò
Nella
molte
Storia
letteraria d* Italia
200) pubblicò una
in
trovate
poi
s* è
Lettera
(che
Bevagna
illustrata nel
raccolta
stampate
opere
giovato
il
e
molte
(tomo
X,
sopra alcune
costituì
dal
1779
Corpus del
Coleti
Bùsching
I
Cam,
dell
della
e
Bormann)
e
;
redasse
nel
tomo
24
T articolo
di Perugia, Carte
Ver
di
della
nella
e
Properzio
altij
Nff\
Vili
e
p^
marginali
nota
argomento
Geografia
Bevagna
miglioli.
qua!
un*
opuscolidel Calogerà (tomo VII, 63,
Patrignani;
X|
e
il fondamento
71) parlò della Patria di Sesto Aurelio
lemizzò
(« egregiamente », dice in una
il Savelli)sulTistesso
della sua
opera
r ab.
616,
iscrizioni antich
sopra la pertinenzaantica del fiume Clitunno
raccolta d*
manoscritt
;
scrisse
col
de
ii
29
ino
trattato
un
Sacri
sui
utensili
le Decisioni
e
(Roma, Giunchi, 1783,
illustrò gli Atti del Martirio di S,
Lciiisse
e
di Bevagna (Camerino, Gori, 1791); e
acervo
Rota
:r-a.
romana
interessante
un
volume
ricco
e
della
fol.)
;
in
Vincenzo
mise
di Notizie
aine
in-
antiche
riguardantiBevagna (Venezia, Coleti, 1785,
fTiroderne
è
che
1783, Calogerà),
ristampa
la futura
Storia
ot-
veramente
un
Bevagna, Noè anche
il suo
vole
cit. libro sul Seminario
Crispolti
olig-no Fofi, 1784). I manoscritti
importanti,che
Elenco
delle antiche medaglie
edo
: un
perduti, sono
in Bevagna e suo
territorio dal 76 al 90 (1°voi.
rvaie
cioè 4 d'oro, 178 d'argento, 109 di bronzo) ; un
n,
materiale
no
per
%g^g^uagliodel
3), le
uint.
Correzioni
dell' Umbria
ri
Museo
nuovo
laghi. Conservati
Varie
la
per
parte
notizie dell*
però
ci
i
sono
V abbondanza
•egevoli,per
Bevagna
a
nel
1787
aggiunte al catalogodegliscrit-
e
del lacobilli
e
(in lat.),
evagna
aperto
di
la
e
che
Umbria,
Rerum
riguarda
città
sue
cit.,assai
precisione della
ma-
jria.
sarà pubblicato V annunziato
Quando
luratoriano, vedremo
le lettere che
l
Italia onora
storico
grande
de'
dizione
api,
e
iniziata
e
V Alberti
diresse
colla monumentale
dal
coraggioso comm.
Bevagna dirette
da
quelle pur
Camerini
dal
istesso
Rerum
esse
con
che
Epistolario
dal
al-
Sancassani.
41 ^
25.
[uando
ti
potè
Urodiade
aorto
Ed
—
eccoci
1' Alberti
solo
Francesco
tramandare
novembre
Torti, sorgente
Infatti ne' Rerum
tramontava.
(« Francesco,
il 17
a
il
ricordo
figliodi
1782
tra
della
Giacinto
il
que-
ripudiata
Torti
—
già
compianto unanime.
30
dal
appena
1784
un
-
erudito
il nostro
nota
come
ventesimo
di
anno
lodato
poema,
usciti
patriziobevanate
—
dai
età
sua
pubblica
»).I^ monografi
critici
già pubblicata fin dal
Torti
posteriorisu Francesco
96
e
miei
senti
mi
dispensano
dal par
lare di lui,in questa
che
illustrata^
ho
che
alla luce
in
Egli è ormai,
suo.
altrove
abbastanza
ancora
onor
Bevagna
altri
qui, dove
e
del
nato
il 30
dalla
sua
degli
studi
settembre
presto alto il
suo
col
si senti
cb
sapientement
Camerino,
nel campo
nott
disegno,
la
tutta
percorsa
a
nome
famose
amicizie
strinse
e
Bevagna,
a
di
1763, educato
madre,
severa
resto,
specialmente
aleggiare l'anima sua buona.
Dirò
solo dunque, per armonia
view
pur
carrier
levJ
Roma,
a
lettere,dovJ
delle
Monti, col Niccolini,
co
Biagioli,col Muzzi, col Vermiglioli,col Thouar, ca
Mayer, col Forti, col Rossini, col Lampredi e molfl
molti
altri,e, dove, tra acerbe critiche proprie ci
e
d'ammi
tempi burrascosi, raccolse larghissima messe
fu e rimase
il m
dove
razione, specie neir Umbria,
grande e originale scrittore di tutta la prima met|
del
secolo
passato.
pubblicò, altre lasciò manoscritti
epistolarioche è de* più importanti tra quel!
Molte
un
con
degli
opere
scrittori di second'ordine.*
discusse
18
il
sono
Prospetto
del
12),l'opera meglio pensata
denza
fece
di
le
stampa,
Monteverde^
più ampie
e
V
V.
che,
lodi
e
in questo
con
volume
detta
a
1
(1808
del
Nic
critica,la Corrispon
di
cui
il
Maye
consigliòla ri
raccoglie tutte le batta
il
Thouar
che
indomito
Due
acclamate
Italiano
morale
romanzo
Antipurismo
glie combattute
I
Parnaso
T Italia in fatto di
colini, avesse
più
Le
ardore
ma
letterati reatini
con
e
sbri
il Torti,
31
liatezza
il Dante
accolta
la
contando
lon
Rivendicato
pedanteria.Di questa
la
pedanti e
i
contro
rivede
edizione
spuria
la terza
per
napoletana
volta
del
35)
*
del conte
prefazione,
per merito
beralità
la sapiente liPasserini e del Comm.
Lapi, che con
voluto in sì bel
li distinguehanno
che tanto
nodo
partecipare alla nostra festa della carità e del
dal Torti fondHiXOrfanotrofio
pensiero, in cui accanto
la sua
dal Frengiielli
lato sorge
scolpita nel marmo
naschia
veneranda
e
figura.
a.
luce,
26.
Del
—
A-GOSTiNO
stimato
"aldo
la
e
ma
il
Torti
primo
Mattòli,
che
ben
dal
amato
lo
Mattòli,
l* elogio fu
tesser
a
pronunziò
sul
Torti, il Mattòli
imparziale ammiratore,
(Strenna Umbra,
prova
Il
la mia
con
1842,
V
e
e
feretro,
fu
ne
elogiocitato
un
n'è
Estr,),
importanti scritti lasciò,ma
affetti e V esempio d' un
tere
caratdelle più pregevoli e varie
solo
non
larghissimaeredità
d'
rarissimo, adomo
virtù.
Nato
il
1802,
a
Seminario di Assisi, che
Fleche, in Francia,
della
militare
r abdicazione
intraprese gli studi
lasciò ben presto pel
sett* anni
di
Napoleone,
Spello sotto il Rosi
vedersi offerta la patria cattedra
secondari
in
si diede
in
Roma
allo
sì
di
studio
legio
Col-
po
Tornatone, do-
compiti gli
e
nel
studi
felicemente
rettorica
che
da
cusò,
ri-
predilettodella
iscompagnò da quelli delle scienze
naturali e matematiche.
ne
Già premiato più volte, ottenla laurea ad honorem
S. Spirito,assistendo
il posto
a
e
per cinque anni i clinici Tagliabò e Dematheis.Dopo aver
la professione a Roma
esercitata
che
Medicina^
I
Si
non
ripubblicain questo
volume.
3^
dalle
anni, sì libera
due
per
di
pastoie
scuola
si
e
più
ideali e la mente
luminosi
disposta alle più profonde
speculazionifilosofiche. La fama conseguita in tutta
coli
altrove
d* insuperabile modico
i mirar Umbria
e
e
fatti nei due
colera che ci afflissero nel 55 e 67,
dà
air
volontario
dimostrano
omiopatia
fosse
quanto
di stampo
deputato
alla Costituente
in
Romana,
Firenze.
dal
uscir
studente, moribondo
istesso
d'
Nel
eletto
Vice-Presidenza
ci fu novità
che
ci
parla
Martini,
in
neppur
con
non
sfregio
e
il
Come
Rigucci
Mattiucci,
a
le medicine
istituzione
e
cui ha
il
e
rinfrescato
Lambruschini
tali
in Laorenza.
morire, dal
ai suoi
Non
giovare
compaesani,
n' è
vivo,
come
nella
strumenti
cessò
con
la
che
se
aprile 1869. Dell'universale
rapire il 22
le
testimonianza
cordoglio furono scarsa
il
che
gli si resero
splendide onoranze
successivo.Oggi
di cui
il Puccini
di
suo
agricoltura,egli istituì premi
strumenti
agricolia chi si segnalasse
della produzione : e tutti ricordano
di S. Maria
vicino
del
riformasse, non
introducesse,
periodicheesposizioni di
Piazzetta
l'
dal-
59
dell'
utili
neir aumento
le
nel
V altro
egli non
favorisse.
o
altri benemeriti
consistenti
de,
figlioAristi-
Firenze, così
che
che
il Tommasini
la fama
ed
il
nulla
buona
fondasse
non
stato
era
far parte del
a
ci fu
non
comune
dov*
non
53
istituzioni. Neil' amministrazione
libere
delle
esser
consigliodi Spoleto.
consigliereprovinciale,fu presceltoalla
del
leale
Consiglio, propugnatore
invitato
60
nel
il
volta
triota
Pa-
conseguente
come
pontificioricevette
governo
essere
in
il
paese,
1' ultima
rivedere
confinato, per
di
onore
e
E
suo
Mattòli.
del
Talto
ebbe
de'
pieno
cuore
valore
il
romano,
premio dell' ^ilio
d*
gli fu concesso
col
d' altri
mai,
parola e
lo videro
profondo
veramente
non
15
giugno
fu mai,
33
Lasciò
il ricordo.
Hvo-polUici
/
•e.
letterari^ in
e
del
orma
moltissimi
intelletto
già annunziato,
Ho
prima,
quanto
lui, del
di
che
lapide
visse,
e
ho
quale
apporrà
si
sulla
del
suo
segnata
cuo-
gran
ne
termi-
a
biografico
studio
le
della
pra
so-
nella
linee
prime
facciata
all'
è
condurlo
tracciato
contemporaneamente
al
di
amministra'
quali
e
spero
completo
un
medici,
de'
ognuno
potente
suo
scritti
in
casa
cui
del
inaugurazione
sto
bu-
Torti.
#
27.
Mattòli
del
(1842- 1886),
ogni
Pubblicò
in
drammatici,
patria
articoli
di
La
Lapi,
al
del
polemizzò
;
lodato
un
1882).
suo
varie
Se
la
poesie,
bozzetti
sulla
(Città
lo
non
affetto
ingegno
tolo
ti-
dal
rivendicato
infinito
vivace
idolatrate.
libriccino
morte
nostro
alla
scuola,
abilmente
Torti
il
e
che
sensi,
ardore
vero
opuscoli
Properzio
lasciato
avesse
be
avrebassai
opera
durevole.
Questo
progressivo
sia
augurio
solo
titolo
alla
di
con
giovane
ancor
certo
non
di
patria
con
e
alla
direttore
e
liberi
di
energia
letterari
Properzio
Castello,
rapito
giornali
EPAMINONDA
insegnante
cittadino
città, egualmente
nativa
più
valoroso
miglior
sua
fu
padre
tanto
Ginnasio,
nostro
consacrò
di
di
Degno
—
opere
di
di
pura
virtuose.
gloria
legittimo
gioventù,
d'ingegni
aumentar
perchè
alla
patria
orgoglio,
le
ma
aggiunga
e
di
tura
cul-
diletta,
sprone
e
ficace
ef-
splendore
LA
NUOVA
E
LE
POESIA
VERSIONI
LATINA
DI
L.
GRILLI
I.
fioritura
JN tanja
studi
di
abbandono
che, rinata
l'umanesimo
onde
gemma
Poliziano
dal
Fontano,
Vitrioli, al Pascoli,
è
Ed
i
richiamati
loro
1
e
nostra
a
Dico
moderna
età
delle
recens.
linee
di
Versioni
d. Ifttt.it.,VIII,
Rossi
che
1900,
dei
della
storiche
poesia
il
e
di
latina
generali impeccabilmente
«
secolo.
X,
n.
latino
Poeta
fu
anche
Cfr.
S.
12,
I.
vero
il
sommo,
»
Massi, vissuto
Grosso
maggio
e
al
1897.
prof.
B.
cui
vivi
letto,
re-
lavorio
storia.
due
esatte,
bibliogr.
si noti
Flamini,
duo
assi-
Rossi,
»
Rass.
dd
il
che
pel Cinquecento,
secoli, oltre
ci danno
le
brevi
veri.
geniali esposizioni e giudizi sempre
2
la
que*
ti
tut-
bene
con
vuole
ragion
al
Umanesimo,
E
213.
pel Quattrocento,
e
V
in
medesimo,
poeti
dico
Bonaventura,
pag.
dal
fur
tanto
pur
meglio
che
noi
non
dell'oblio, nel
sempre
A.
cui
a
mai
la critica viene
«
tima
l'ul-
geniali cultori.*
e
sciauraH
poesia latina, non
nuova
dir
al Grosso,
quello
sarebbe
pace,
un
è
non
genio italico, e
triste
fiume
profittevolechiarendo
e
A.
di
dal
galla
a
quale anzi neir
ma
ben
giorni assistiamo,
giorni,
poderosi
vanta
in
poesia latina,*
dal Sannazaro
e
spettacolo
uno
il
derno,
mo-
coltivata, si può
e
s'adorni
lasciata
nuova
interruzione, fino ai nostri
senza
a
la
biano
ab-
p2ir
pensiero
il veder
sorpresa
quasi completo
con
il
assorbito
interamente
desta
critici,che
al dir di
nella
prima
Magni
in
persona
metà
V
revolissima,
auto-
di questo
istruzione
^
36
è
lingtiaggio
parlatodall' autore, che però non
il fiorentino, ma
italiano napoletanizzato.»^
un
col
esso
che
la riconferma
troviamo
Cinquecento,in cui il volgare
sua
completa maturità, per esso
che
le
per
dottrine
nuove
Valla,* tocca
più
il
stesse
assicurandosi
derivava
giunge
alla
latino, più
il
anche
dal
proclamate
scambievole
di
giorno
Ce,
le
tra
due
in
materie, che dal mondo
quelle stesse
e
nel
pre
giorno semil suo
posto fra i linguaggi
ad accogliere quelle tendenze
si acconcerà
e
che
fastigiodell'arte.
eccelso
meglio, un influsso
lingue: « il volgare andrà
letterari
italiano
stilistiche
diremo
meglio
nel fatto
anche
Di
in
la letteratura
sico
clas-
lingua latina, mentre
si mostrerà
questa
del
decenni
fosse nei pripiù aperta, che non
mi
secolo, agli influssi della letteratura
volgare.»^
Di
elementi
letteratura
nuova
luminosa
tempo
del
;
1
2
caz.)di
nuovi
Op, cit,fIce. cit.
V. il bel capitoloLa
(che fa parte della
Società
V.
era
e
Ciceronianismo
una
Sannazaro,
fu
ancora
del divino
poeti latini
letteratura
Storia
di Professori,-Milano,
Rossi,
e
il
e
di altre
entrati
il cui
pregevole
per
Ariosto.
do
meto-
de'
nella
conda
se-
tro
molt' al-
»^
Cosi,
certo
critica neir op. // Quattrocento
Letteraria
d*
Vallardi,in
lavoro
sai
as-
uno
mancano
non
nella
prova
giustamente
metodo
generale
secolo
suo
dei
del
osserva
fu il metodo
d' imitazioni
del
come
migliori critici,«
metà
una
volgare, n'abbiamo
r\e\V Arcadia
di comporre,
suoi
classici
schiettamente
Italia^scritta da
corso
di pubbli-
del Sabbadini,
questioni letterarie
nelV età
Storia
della
Rinascenza;
3
4
di
Torino, 1885.
Rossi, Op, cit,ypag.
ToRRACA, La materia
Castello,Lapi, iSSS,
pag.
76.
delV Arcadia
128.
del
Sannazaro;
Città
37
sti
poeti volgari del Cinquecento stesso: bal'esempio del Tansillo, il quale, pur poetando
volgare, « continua, da un certo aspetto, la
ne'
tracce
citare
in
tradizione
appartengono,
il
dir
delle
traduzioni
tempo
anche
da
senza
per
(per
sulle
viole
E
del
chi
tra
scrittori
uno), che
dirne
che
molto
zuola
il Firen-
come
originali,
tradusse
»*
Anisio;
fecero
ne
se
cui
a
«
altri,il Fontano,
TAltilio, Giano
il Poderico,
Sannazaro,
di latinisti
dir di molti
non
per
scuola
della
gloriosa »
ode
la mentovata
Poliziano.
la turba
de'
petrarchistidel
cento
Cinque-
il Fontano
uguaglierà in sincerità e in originalità
di voluttà
di
? « Con
e
quel suo
riposato senso
sincero
godimento della vita, il Fontano, in latino, è
il poeta più moderno
del suo
e
e
più vero
tempo
del suo
paese. »^ Quanti poeti volgari della cosidetetà
ta
dell'oro
al
paragonare
altri che
tanti
è la
Tanta
:
poco
tra
della
Cotta, al Navagero, al
molti
atleta
geniale
e
conoscono
della
poesia
deplorevole
è davvero
dico
popolare, non
gli studiosi.
Un
non
ricchezza
e
della
nuovo
esso
si
T
latino, e
giudica
Flamini,
introduzione
e
la trascuranza
contro
del
molto
e
da
V
contro
noi,
Egloga
note;
e
Napoli,
come
neppur
di
latina
del
eh'
essa
ha
la
leggerezza con
i Poemetti
MDCCCXCIII
fosse
di
cosi
«
pur
ro
seve-
levato
è lasciato
una
?
scimento
Rina-
leggero
cui
a
nome
sia
esame
in
se
e
colte, ma
o
grave
tempo
possono
Flaminio
critica, al cui
argomento,
nessun
si
le persone
tra
nostra
sia, è sfuggito,già da
voce
letteratura
nostra
la
che
sua
lo studio
cui
di
palestra
Luigi Tansillo,con
(Bibl.napol. di St.
Lett.).
2
Carducci,
Studi
letteraH; Livorno, Vigo, 1874,
pag.
77.
38
d'imitazione
e
eh' è
sua,
clamanHs
vox
di
cenni
la
rimasta
brevissimi
i
letterarie,qualche pagina
le storie
tutte
non
Infatti, tranne
deserto.
in
è, quasi,
autorevole,
tanto
per
servitù ».^ Ma
disciplina di
una
generalisul Rinascimento, qualii
ger,
del Voigt, del Geinoti del Burckhardt,
meritamente
del Symonds, e alcune
dell' Invemizzi
e
poche
sull'Ariosto,
monografie, quali quelle del Carducci
tano,
del Del Lungo sul Poliziano, del Tallarigo sul Fondi alcuni
del
lavori
sul
Costa
sul Panormita
dini
Barozzi
del
Belmesseri,
sul Valla, del Cristoforì
e
oggi possiamo aggiungere quelladel
A.
Flaminio, noi desideriamo
sia trattata
non
invano
spizzicola
a
Sabba-
e
ta,
sul Cot-
Cuccoli
su
in cui
studio
uno
storia della
M.
poesia
nuova
molto
cominciare
ogfnimodo, dovrebbe
più indietro di quel che non siasi fatto fin qui,come
preso
se
prima del Quattrocento tutto fosse barbarie, comfino ai nostri
il Petrarca, e
arrivare
giorni,
ha subito,
non
dicevo, il culto di essa
perchè,come
siflFatto
studio
si può dire, interruzione.* Ma
uno
latina, che,
1
a
Carducci,
Le
poesie latine edite
inedite di L, Ariosto;
e
Bologna, Zanichelli,1875.
2
Anche
su
questo
il Carducci
punto
originale profondità, notando,
di
inno
Paolino
S.
sulla
della
perduto sentimento
che
annunzia
latino
vum
«
se
Risurrezione,
non
le
in
vorrei, come
o
Dante,
sono
famoso
al
mezzo
poesia
primole del
più largamente della
Italia è per
ora
ha
pensieri de* più valenti. E non
metriche, che non
sono
poi gran
m*è
in
alito di
le
mammole,
«
sueta
con-
ver
plice
semno-
».
nei secoli barbari
se
come
quantità spira un
Questo della poesia
che
a
la
giudica con
proposito del
me
argomento
un
distratto
me,
pure
le ragioni
cosa
per
o
letteratura
così
attraesse
ardua;
ma
secoli per
noi di silenzio
».
studi
e
e
filologiche
ni,
per le ragio-
lecito dir così, psicologiche....
[Mentre] da
otto
tante
impor-
Boezio
a
Qui però ricorda
39
richiede
un' analisi
di ciascuno
di
che
che
più, è
lo
per
almeno
Non
si
produzione poetica,
principalipoeti, senza
giudizigeneralie vaghi,
de'
fare che
possiam
non
suU' intera
minuta
inutile
inutili
dirlo, riescono
creda, peraltro, che
codesta
e
satti.
ine-
produzione
coppella e che tutta si possa
fine godimento
estetico
e
passionale.
leggere con
Non
simo,
parliamo, intanto, di tutto quello, ed è moltis-
latina
di
sia tutt'oro
eh' è pura
erudizione
classica
tazione
pedissequa imide' modelli
che
greci e latini : non parliamo neandi certi lunghi poemi, ne' quali,se vi potremmo
ammirare
la frase elegante e il colorito tutto classico,
sincerità di sentimento, originacercheremmo
invano
lità
di pensiero, e quella che si suol chiamare
analisi
a
psicologica.Tutta questa roba, « a noi avvezzi
desiderare,
del
un'orma
non
pure
proprio
tanti
quadretti,tante
cesello
vita
splendida
volumi
ma,
Loescher,
1890
Ha nei
sec,
V Inno
la Risurrezione
e
1898, pag.
I
ToRRACA,
XII;
206
Ma
cuore.
^
e
e
ritmica
tnedioevale
Roma,
Società
Op, cit,^pag.
129.
viamo
tro-
poeta, il
m,
—
sus-
e,;
poesia latina
Laz., 1892.
delle
212-3.
e
parte
noi
latina nel
Cultura
nel voi. X
nella
umanistica
del
della
freddi,non
sempre
poesia
Metrica
—
finissima
opera
no
colori,se pur desta-
il sentimento
sempre
del Ronca:
XI
di
zioni
descri-
di esteti,di adoratori
fibre del
lirica della
specialmente
due
son
pur
Cosi
interessare.
classica, ci lascian
l'intime
quasi
né
lavora, »*
cui
a
almeno
tante
idilliche,
vivissima
ammirazione
arte
cercano
materia
scene
animale, che
lasci
scrittore
piacere
armonia
e
lo
io nella
certamente
la nostra
ci
che
può
della
di
volere
a
e
V.
Ro"
d'Ita
Del-
chelli,
Opere ; Bologna, Zani-
40
intima del dolore,
gioiaspensierata,la voce
sfogo sincero della passione.
V uosmarrito
In queir incertezza in cui si trovava
mo
in quel contrasto
eh' era
per uscir del medioevo,
sulto della
lo
tra
r ideale
nello
r
della
l'amore
resta
anche
godere
pur
la
vital
il
poeta,
alla
ci
originale,e
lo
veli
senza
e
ci
della
scopo
sottintesi,
ne
che
impuro
o
puro
piace
della
preoccupazione,
senza
passione, egli riesce
sua
passione,
dell' ispirazione
: godere,
sentimento
affetti,la
la
platoniche
proclamar
nel
spiritualmente,ecco
e
fortuna,
principal elemento
limite,
senza
quando
esprime quel suo
e
il
sempre
E
i suoi
dottrine
sottometterla
principalfonte
sempre,
materialmente
e
negar
ardore
con
più volgare,
ragione
nel
nella
e
studiar
religione e
nell' immoralità
impero
e
fato
nel
occulta, nel professarle
viver
vita
credere
e
la
sprezzar
scienza
e
Dio
audacia
con
si manifestava
reale, che
il
e
cero
sin-
sempre
A
commove.
sia,
codesta
unite V efficacia delle forme
e
originalità
vi corrispondono quasi
lo splendore dello stile,che
avrete
tutta
e
una
poesia vera,
umana,
sempre,
sincerità
e
moderna.
Si
dice
orizzonte
raggio
che
tramontati
erano
della
l'uomo
fede,
e
dove
del
i
grandi
s'era
dell' antica
immagine
grandezza
cercasse
dagli splendori dell'arte, non
nel bello e conseguirlo nelle arti. «
pareva
della
vita
l'arte. »*
che
l'unica
e
disegnare
a
irradiata
romana
deliziarsi
che
del
Il sentimento
più
ViLLARi,
del
sicura
guida
la
Rinascimento,
Op. ciL, voi. cit.,pag.
che
234.
cui
spento il
e
immedesimarsi
quale cercava
sentimento
Infatti,guidato da codesto
umana,
bello, l'uomo
I
fosse
ideali
venuta
r
bello
sul
Rinascimento,
'
pur
viveva
con
del
in
41
mezzo
e
decadenza
tanta
a
dotato
come
seppe,
il
scalpelloe
corruzione
e
di
divina,
potenza
una
lo
con
lo
innalzare
pennello,purificaree
potè
morale,
spirito
più splendide creazioni dell'arte. « Ma il supremo
dei godimenti è nell'amore, e nell'amore
è l'essenza
del bello. »^ E come
che
nelle arti figurative,
stessa
il regno
dominano
dello spirito,si consegui la più
alta e ideale espressione, così in quello della poesia,
è la
che
ma
più specialmente della lirica amorosa,
l'eco della passione, noi
del sentimento
viamo
trovoce
e
alle
l'uomo,
le
In
classicità
in
tempo
d'
taron
cui
altra
Un'
breve
«
in
con
:
sarà
non
fatta
Manzoni,
cenno,
sulla
discaro
che
con
forti.
scon-
tore
l'adora-
e
scorta
riguardoal
latini
che
ai lettori del
qualcuno più
noi
di
ne
un
Nel
umanistiche.
cose
poeti
fin d'ora,
auguro,
e
i suoi
l'erudito
scomparso
fiorirono i nuovi
amore
di
e
speranze
dolori
pagana.
del
cultore
i suoi
con
distinzione,inoltre,va
cui
gliene
sue
lirica è
essa
della
.
le
gioie, con
sue
l'uomo,
tutto
de'
can-
Grilli,
cinque
venti-
facciamo
qui un
valente
e
geniale
primo Quattrocento
della
tologica,
suppellettileclassica, e storica e miche abbiamo
deplorato nella lirica d'amore
è punto
sorella
frequente nella sua
volgare, non
r abuso
latina. Forse
la salvò
ne
la
lingua stessa,
che
le dava
verseggiatoriquel tanto di nobiltà che
l'altra ricercava
la educarono
negli strani ornati, oppure
ad
del
discreto
colorito
uso
appagarsi di un
agli occhi
I
E.
Italia nei
XXXIV
dei
Costa,
sec,
XV
Prefaz,
e
XVI;
alla
Antologia
Città di
della
lirica
latina
in
Castello, Lapi, 1888, pag.
utili e interessanti,
nonostante
'
prefazione e antologia molto
che il Gaspary
{Storia della lett, ital.,Torino. Loescher,
1891, voi. II, p. II, pag. 284) dica che « le notizie sui poeti ^
di errori ».
sulle poesie non
scevre
sono
:
42
mitologico,anzi
che
ad
di scuola, i suoi
reminiscenze
facile nella
sua
materialmente
accumulare
calda
precipui modelli:
le
dio,
Ovi-
sensualità; Tibullo, colla
di fronzoli vani; Properzio
eleganza scevra
aggraziatoa malgrado della sua eruzione. Ma
sempre
né r eleganza di Tibullo, né la grazia di Properzio rifioriro
latina del primo Quattronella lirica amorosa
cento,
cosi rispettoalla qualitàcome
la
ale grama
povera
dei componimenti. »* Fu insomma
un
do
perioquantità
sarebbe
il cerdi evoluzione
e di sviluppo, « e vano
care
in esso
creazioni,le qualiportino in sé il marchio
sua
fine
della maturità
periodo
di
e
»* A
della durata.
preparazione
e
il
cavaliere
periodo
del
tra
questo
primo rig-o-
to
letterario,stanno, tanglioso fiorire del Rinascimento
che
d'arte, due
poeti, il
per ragioni di tempo
Campano e Tito Vespasiano Strozzi, che fu, come
lo giudicò il Carducci, « il più bel verseggiatore del
latino »,^ s'intende, prima
del sorg-er
rinnovato
di
al Fontano
schiera di poeti che mette
quell'eletta
capo
al Poliziano.
della
e
Negli ultimi trentanni
V arte latina conseguì,per
prima età della Rinascenza
specialmente di questi due astri or or nominati,
opera
nel
freschezza, eleganza e splendore d'immagine, e
Cinquecento tutta la sua maturità e perfezione con
di artisti,che
luminosa
in
«
una
pleiadeveramente
un
d' entusiasmo
momento
facevano
esclamare
a
cantonio
Mar-
Flaminio:
nimis
Nostra
z
2
tempora,
quae
suos
CatuUos
Op, cit.ypag. 154.
// Risorgimento delV antichità classica
VoiGT,
Rossi,
Valbusa; Firenze, Sansoni, 1888, voi. I,
3
beata
È citaz. del Rossi,
pag.
156.
pag.
5.
ecc.,
trad.
44
Come
I suoi
della
modesta
di
narrano
di soldato, dicollegiale,
essi di godimenti
non
sono
fonte
!
commozione
Grilli,dai primi
II
egli valga.
alcuni
episodi
quanto
ci
Cer-
di
vita
qual
ma
:
di
andati^
Tempi
sua
ramingo
e
la misura
dar
quetti per
del
lodi
le
prosatore, basterebbero
time
ul-
collegio fino alle
di
anni
in questi suoi
Tempi anperipezie che ci narra
lo perseguitino più ne' predatiy e che speriamo non
senti
né negli avvenire, ci rivela un' anima
candida,
del
innamorata
buona,
della
amarezze
vita
mestizia, che
anch'
avute
in
una
pagina
non
ho
cordi
della
t' occhio
del
le
d'
d'
ispirazionevera
dramma,
note
queste
e
delle
leggere
e
Carducci,
dramma
trovato
viva, che
de'
scene
sempre
pieno
e
delle
sue
di
sua
il
racconto
suo
di verità
di
e
pere
poeta
il suolo
motivo
un
sot
ponga
s' abbellano
cui
sentita,
ci
luoghi
l' arte
con
di
che
sia
giusto
ta
diven-
vita, svol-
criticasu
inopportona questa divagazìoncella
tore
autobiografiche del Grilli,perchè « parlare dell'ausembri
Non
I
e
bene,
eb-
pietose immagini
gentili e
Italia, egli ha
il cielo
la
Egli, sia che ci ri
nostalgie della vita di con
le stizze o gli sbadigli
tra
le
grinazioni,e e' illumini
paesaggi e gli orizzonti
e
ho
cosi
vera,
e
Grilli,e
peripezie:
andati
Tempi
reggimento,
quadretti e
mie
rena
se-
le lacrime.
tra
o
felice del
le
cosi
ci conduca
caserma
ospedale
de'
vita
mia
scapestrerieo
vitto, sia che
dell'
più
sono
punto
potuto frenar
le
della
non
di
affetto
il nostro
le
tutte
a
un' aria
gli viene
io, purtroppo,
certo
un
che
da
rassegnata
e
gli conquista
simpatia. Io
nostra
ho
:
bello,
sue
condizioni
intendere
Liriche
il libro
di Annie
e
:
predisposizioni
che
è
il véro
è
un
officio
preparare
del
a
critico »?
Vivanti, nel voi. X, già cit.,
pag. 284-
45
gfentesiin
e
di
inventa
non
lui in persona,
quel
:
e
puro
che
di
san
le ridicole
che
d'aria
sereno
gli è
narra,
romantiche,
pagoda,
imbellettature
accaduto
è schiettamente
la narrazione
e
allumacature
senza
e
sempre
luce.
Egli
a
ambiente
un
le verniciature
senza
le pose
senza
dei
liana,
ita-
istrioniche
decadenti,
senza
setto
ros-
il Carducci, senza
dfrebbe
polvere di riso, come
Perchè, questi ultimi tempi nostri,
pedanteria, insomma.
e
che
manzoniane
il
ria
e
un
nuovo
nel
più
di
da
fate, cominciano
tisi
da
o
e
già
a
grandinando
tutto
anche
seccarsi
una
ai
ristucchi
ormai
comio.
mani-
è
proporre
e
vinetti
gio-
degli
di tante
i buoni
che, sbertucciando
vanno
genere,
rifiorire
arcadica, né
non
si possan
che
giovinette, che,
moccolaie
pinocchiatee
del
di veder
1' onore
pedanteria,
letture
sane
delle
e
non
sferzate
purismo, l'arcadiche-
(dai quali il Martini,
sapersistaccare
!)sono
andati
alle
e
le
di
il
di
suon
a
ma
classicheggiante,
Tempi
orchi
più
de'
regno
sistema
dire, diceva
delle
cacciati
rettoricume, hanno
rettorica, né
I
visto
avevan
delli
mo-
ammorbando
d' Italia.
scuole
Molto
maggior
lode
hanno
le liriche
del
Grilli,
tra le colte
noto
egli é meritamente
delle quali s' ingemmano
le nostre
e
migliori
persone,
antologie poetiche e riviste d' arte.
é qui mio
Non
compito rifare la via che ha percorso
per
le
quali
anzi
la lirica
le Rime
sparse, il Cielo
corona
che
la critica
la
sua
se
n' é
occupata.
poeta
Grilli attraverso
del
vero
e
Dirò
e
la Btcona
elaborazione
largamente
soltanto
originale.
le
Quinquennalia^
Fata, che
degnamente
artistica,tanto più
e
eh'
molto
mente
favorevol-
egli
s' é rivelato
46
Musa
La
cantare
del
Grilli, che
teneramente
eterna
della
del
il
il cielo
:
Ma
ispirazione.
sua
cielo
il
sempre
nelle
sono
di
dolore
e
che
di
Della
vera.
noi
natura,
esseri
di
morbida,
serena,
sentimento
un
dalla
a
inesauribile
e
l'
delsi
tutto
lacrimae
sunt
:
cui
fralezza
la
si sente
mortali
idillico-ele-
contemplazione
dinanzi
natura,
di conseguenza
e
di
E
al
cuore
al cervello
sentimento,
nata
e
costretta
per
e
la
rertitn
/
ispiratrice,il
mandata
squisitafattura
classica
natura
che
è il
il
dal
su
e
sg'orcuore
».*
di
verso
poeta
Luigi
sog'na
rispecchia tutta nello splendore dell'
nella castigata eleganza dello
stile, e
si
ammira,
armonie
forzata, ma
e
intelletto d' arte
Grilli : la bellezza della
la natura
che
risuonano
strofa
I
è
cose,
etema
me
co-
i fenomeni
lesti,
cefulgidevisioni : ammira
r intende
li svolge in una
e
e
poesia buona
Buona
e
perchè non
spremuta dal tenace
vera,
gata dal
della
qui, ne' versi,
le
ha
volere
tutte
mai, ed egliresta
il sentimento
:
più vero
disperazione, non
gridi
di
e
maggiormente
e
caducità
poeta
della
mare
anzi
rende
dalle
del
spirito di mestizia,
uno
battaglia:
nasce
scolorisce
«
di
bellezza
eterna
misteriosi
malinconia
una
d' ira
accenti
non
giaco
è
ma
azzurrità
serena
Anche
cuore.
aleggia
prose,
offusca,ma
non
nella
si smarrisce
non
poeta del
malinconia;
che
ecco
pur
esaltando
via
grandiosa, aperta
le principali fonti
natura
negli ondeggiamenti
e
sentimento
suo
via
venuta
il mare,
e
compiaciuta di
gli affetti piii
era
sinceramente
e
gentilidella famiglia,s' è
nella contemplazione della
e
si
e
PiTTERi,
all'orecchio
sussurra
nell* andatura
nelle
S(:ena
dolci
e
placida
variate
illustrata^i.
nov.
e
melodie
1890,
n.
e
magine
im-
le
del poeta,
aggraziata
del
21.
ritmo.
47
Non
vorrei, riportarqui, a conforto
come
posso,
giudìzi,brani di poesie, perchè mi tocch'ev* è nell' oebbe
riportarlequasi tutte : tanto poco
sia poesia vera
artistica del Grilli che
non
e
"era
i titoli di quelle miLlta : e nemmen
segfnalare
posso
rliori, perchè avrei da scrivere una
lunga lista. Tutcosi perfette,
così ispirate,
di esse
:avia alcune
sono
di esser
*osi fine, che meritano
poste tra il meglio
le'
miei
^be
abbia
i
sul Monte
sonetti
basta
e
Guido
di
le lodi
scioltezza
e
il Grilli
che
quelle eh'
lirici latini
quelle
del
ne
dette.
meritato
piace per
lecitava
Mestica, che sol-
completa alla patria
io
Ovidio
di
dirò
:
e
letteratura
mi
spiace
di Grilli traduttor
l' autorità
abbiano
non
genialissimqpoeta
avranno,
liriche In
la versione
cui
a
le
il Grilli ha
di Giovanni
Tristezze
nuovi
Ma
e
dare
a
delle
la versione
davvero
Mazzoni,
per garbo,
ragioni già
Ovidio,
di
traduttore
Come
aio,
esem-
a
sono,
Trionfa,sole/,
le
per
e
Catria^ quelli intitolati No-
il sonetto
otalgia marina^
famiglia
lirica moderna:
la nostra
e
del
certamente,
critico
che
de'
han
illustre.
la sincerità I
III.
E
per
Abbiamo
esser
sincero, comincio
notato
come
di tutta
con
la
un
appunto.
vasta
zione
produ-
quecento,
poetica degli scrittori latini del Quattro e Cinr interesse
maggiore sia nella parte lirica,
della lirica d' amore,
il poeta
dove
e specialmente
ha lasciato 1' orma
è quasi semdel proprio io, che
pre
titi,
senespressione di affetti veramente
spontanea
dove
soltanto può chi legge trovare
e
godimenti
chiavelli
la stupenda lettera che il Mae conforti.
Ricordate
alscriveva
dagli ozi forzati di S. Casciano
48
fiorentino
r ambasciatore
ri?
Ovidio
Orbene,
nella
scelta
durre
:
in
latini, Tibullo
che
la raccolta
Per
ne
ha
egli
eh'
egli abbia inteso
poesie migliori,de'
quell
et
it
pezzo
degni,
son
a
si
fregia.
quel
eh' è del
tra
a
sag-g-io,
un
E
migliori poeti.
quattro
o
nostro,
di
appar
degli altri
schiera
Tebaldeo,
darg-li
cinque
potremmo
parer
Giraldi, aver
Lilio
dare
a
per
eletta
il Grrilli
curato
impreso
vero,
solo
ma
veramente
dica
il
dir
a
intera,
e
non
alla
tenere
eh'
liriche
neanche,
piena
s' è
fatto poco
questo
delle
delle
questo
nomi
di
pare
che
lode
Vette
pensiero. »
questo
più
classici
passioni
un
mia, godomi
de'
amori, ricordomi
Francesco
Roma,
Leggo [parla de' poeti
ecc.]quelle loro amorose
«
loro
in
per
esempio,
di
cui
ché
chec-
egli, cioè, poetando
prima, in volgare,
fu
loro dispiaciuto,piacendo agi'indotti,^non
era
più che un fabbricatore di arzigogoli e di freddure,
la pena
tradurre
valeva
certo
e
non
que' suoi
grammi
epiin
latino, piaciuto ai dotti, quanto
latini,dove
il
lepore^di
sale
e
son
altro che
cui
leges,
nox
Bacchus.
metuit
invano
il Giovio
intarsio
un
Spernit amor
Nec
abbiamo
li
loda,^
bisticci.^
est
ig^narapudoris.
mihi
sunt
che
e
di
tres
il latino
cercato
non
comites.
in Lilii Gregorii
temporum
Dialogus de Poetis suorum
Giraldi,
Opera; Lugduni, MDCLXXXXVI.
Iovii, Ope2
Elogia virorum litteris illustrium^ in Paulii
ra;
1
Basileae, MDLXXVII.
3
neir
V.
anche
Antologia
Città di
D'
della
Ancona,
nostra
Castello, Lapi, i888,
//
critica
pagg.
Secentismo
lett,
386-7.
inod,
nel
del
Quattrocento
Morandi
;
49
Lege, pudore,
Coniurant
E
de'
uno
si deve
stesso
ricordo
ne'
pur
più
stmis
cui
del
si stenta
Carmina
molte
le
come
anche
la
Ulustrium
quali,
delle
si
spesso
si fecero
che
molte
le
della
forza
passione
1
Carmina
I, pag.
tomo
al
—
Di
è lodato
della
VII),
voi.
gran
d'
storicamente
tivo,
subiet-
argomento
scrupolo
di
quali la
nelle
italorum
il
posto
Lutetiae, 1576,
;
ragione dal Tirabo-
quanta
con
italiana^voli.
letteratura
diligenza, cenni
Costa, troppo
raccolta parliamo più avanti.
so
Poitis
del Giovio
difettosa
».^
questa
(De
flosculos,^
profonda prende
e
non
il
amorose,
poétarum
dell' Arsilli
scorta
sulla
227.
Storia
in
schi
Ulustrium
Questo
2
vera
scolastica
imitazione
deir
bellissime
e
iucundis-
nuovi
malinteso
un
per
alla
italorum,^
qtiosque
liriche
le altre
omettendo
il Toscani,
fama
sua
un
poeti latini
posteriori; i compilatori
delle
solo
curarono
segnatamente,
morale,
Così
Italorum
benìssimo
dice
trovar
poétarum
de'
ne' secoli
e
come
importanti, «
a
importante, ma
certamente
Cinquecento
nel
certo
Taigeto'
Salina, del
latino, deve
suo
codesta
Raccolta
con
sciupato
raccolto
ex
aver
egli credeva
viretis lectìssimos
et feracissimis
dove
Lygda,
Bromius.i
et
migliori non
dire
di
al
che
limina,
biograficontemporanei.
raccolta
nota
in tua
:
Grilli.
del
Frangipane,
del
3
è
versione
Lo
carco
pariter Nox, Amor,
questo
dalla
metu
e
VI
e
VII, dove,
Urbanis^ pubbl. in
del
Giraldi
dice
appen-
citati, si danno,
de' nuovi
biograficie bibliografici
tori
scrit-
latini.
V.
3
U
30^
vet.
nota
3,
non
promesso,
lat.
etc,
pag.
XXV.
vide
mai
II, pag.
I, prefaz.
tomo
4
Tomo
5
Antologia
cit.,pag.
Il
—
2°
la luce.
201.
XLV.
voi.
Cfr.
fu stampato
nel 1577;
Burmann,
Antholo^.
50
Ora
così al nostro
(e torniamo
invece
ce
pareva
fossimo
ne
argomento,
allontanati
do
quan-
di
po),
trop-
quasi altrettanto potrebbe dirsi di questo primo
saggio di versioni che il Grilli presenta al pubblico
italiano,e nel
guida quella
«
r
nota
basta,
quanto
di
farne
disposti, in
Grilli di questo
saggio.
Il quale
in
che
r ode
//
ad
latino
in
»
miglior
;^ del
Poliziano,
giadrissima sulle viole,
degli Albizzi, di
di Albiera
1
Prose
minori,
di Alfonso
note
con
la
lettere
al
Bertoldi
Bembo,
vece
in-
accolto
legia
l'e-
il Bembo
accanto
a
ode
non
se
scris-
in
e
morte
tanti
sparse, pensierie sentenze
e
Firenze, Sansoni,
;
e
quella leg-
Lungo*
il Del
inedite
suo
gior
mag-
Costa,
maravigliosa
cui
del
che
cosa
il
che, speriamo
esempio, del
fauno alle ninfe,avesse
la
ragione, «
senza
E
lui,^
da
molto
destato
sembra
»^
assolvere
unico
il secondo
Borgia che
Lticrezia
a
si fa
bardo,
Lom-
giudizio
esso,
la
dia
bisogno.
se, per
presto, lo seguirà),
che
si
il Grande
suo
avrebbe
farà
(come
fa
il difetto
ci pare
certamente
interesse
di
grazia
n'ha
ve
coltivare,non
non
questo
ma
e
dice:
che
altri
rispettoper
tanto
dissenzienti
pur
siamo
dove
nascere
abbiamo
volerlo
col
e
:
Manzoni
che
lume
stata
mondo,
fa mestieri
non
coltivarlo
altro che
noi, che
e
del
questo
a
sia
gli
sentenza
è necessario
amore
briga
sembra
quale
1897,
pag.
456.
Lo
2
Un'
voi.
combatte
opinione di
XXXVI
A,
con
Op. cit,,pag.
4
Oltre
alla nota
rentia.
Uomini
sul
cose
Nazionale, A.
193
e
in
IX,
segg.).
XLVI.
prefaz. alle
tutto
Poliziano, è
e
pag.
il Fogazzaro
anche
Rassegna
(fase.16 luglio 1887,
3
Lungo
garbo
La
Manzoni;
(Firenze,1867^, per
Del
molto
del
da
Prose
quel
che
vedere
volgari ecc.
qua
e
il recente
là
ha
suo
del
ziano
Poli-
scritto il
libro Fio-
Quattrocento; Firenze, Barbèra, 1897.
52
notando
negli occhietti, nella bocca,
genitori.»^
coi
veni ; tibi Lucìolus
Somne,
Somne
vocat
Somnule
della
o
del
dei
governo
veni.
optime
somne,
veni,
somne,
te, blandule
lunga
miglianze
so-
ocellis ;
somne,
canit ; somne,
dulcicule, blandule
invece
Alcone
blanditur
in thalamos
viso, le
Naeniae?
veni ; venias, blandule
Somne,
su
dulce
tibi
Luciolus
le
veni ; venias, blandule
Ludolus
Così,
E
nel
somne,
somnicule.^
cicalata
cani
da
del
Fracastoro
caccia, che
oggi
il cacciatore
più
più nemmeno
fervido, potevano pigliar posto nel saggio alcune più
del
odi del Cotta, il Catullo
Cinquecento, che « si
in cuor
candido
tenero
e
semplice e passionato mostra
notò
».^ .Medesimail Tommaseo
mente,
sensi forti, come
alla Cleopatra del Castiglione, in cui
accanto
è pur tanta
potenza d* immaginazione e di sentimento,
la stupenda elegia,tutta
avrei voluto
veder
tradotta
del
passione, che V elegante autore
Cortigiano,finge
dalla moglie.
scrittagli
Ma
io lamentando
che vado
quel che nel saggio
dovrei
invece
mentre
manca,
occuparmi di quel che
nel saggio e' è ?
può
non
interessar
Son
—
questi benedetti
curiosi
pur
tutti a un
penserà il Grilli ;
giustamente ripetere il
—
Marziale
bona,
Opere
1877,
:
aliter
E
—
mi
epigramma
noto
Grosso,
Berni,
217.
lettera
a
cura
mediocriay
ftt,amice,
non
Rossi, Op, cit.,pag.
di F.
pag.
quaedam
sunt
legis hic
Quae
3 S.
I
—
trebbe
podi
:
Sunt
1-2
modo
critici,
di
di
sunt
mala
plura
liber.
345.
prefaz.
E.
ai
Camerini
Carmina
;
del Berni,in
Milano,
Sonzogno,
53
E
sue
io
e
subito, per
un
mi
e
di
italiane
versioni
mancano
non
Ardito, che
dell'
ha
parte di quest'ultimo
riosto,
tutte
ma
r intitola
il
veder
può
si
come
minorìy^
il
così
Polidori,
in
nella
bene
raccolta
Y ode
del
r amante
spinto
metriche
il solo
Cotta
ha
che
abbia
de'
con
studio
uno
critico
di
prova
quanto
Cosi
d'ammirazione.
è
quello d'
poco
essi
che
aggiunto
aver
alla
Forse
molto
nuovi
si
di
splendida
tutte
fatto.^
ben
del
merito
duttore
tra-
un
in italiano
onorati
siano
primo
versioni
trovare
traduzioni, è
delle
classica
aveva
antologia della
de'
di traduzioni
quale scarsezza
latini,specialmente qui in Italia, che
terra
una
del Carducci.
di
riata
sfu-
una
che
La
be dir la
è
Altre
felicemente
recato
(come
Pigna)
contro
nell*
la fortuna
avuto
Opere
il
che
tradirlo.
XVI
e
delle
amis,
veduto
XV
sec.
vorax
a
aver
barbara
liriche
poeta
^
sembrami
Poesia
sue
venale,
e
dell' A-
secondo
meretricem
na
buo-
in Lenam
magistralmente dal Carducci,
piena d' indignazione e d' amarezza
ingorda
il
e
una
abbiamo
tradotta
vecchia
liriche
Poliziano
e
ne
valgono
non
del
particolar menzione
tradotto
:
letteratura
spicciolatedi
merita
:
mento
mo-
lirici latini
dei
Versioni
breve
nostra
specialmente, quali
maggiori
quella
alla
manca
Cinquecento.
e
Fontano,
che
dire
raccolta
de'
lasciar
tocca
per
Quattro
le
alle
vengo
versioni.
Che
una
d* orecchio
la tirata
accetto
tori
scrit-
potrebun' altra
studio
e
Grilli si
corona
di
'
traduzioni
di
1
Firenze,
2
Dico
3 G.
ni,1890.
è ricca
cui
Le
Monnier,
sembrami,
Cristofori,
la
letteratura
1857 (a cura
perchè
Giovanni
non
posso
Cotta
italiana, un
del
far
Polidori).
qui il riscontro.
Umanista;
Sassari, Azu-
54
fiore che
le mancava,
d'
e
aver
più popolare tra noi una
indigeno del bel paese.
Al qual merito
altri molti
riguardo anche alle molte
avuto
necessariamente
dovevano
E
di
tentato
è
poesia che
render
tutto
ciò
con
frutto
aggiungono,
difficoltà che glisi
se
ne
presentare.
di tutte, il testo.
prima
delle
Nessuna
latini anteriori
raccolte
numerose
de*
quella brevissima,
a
affidamento
Costa, può dare
lirici
nuovi
del
succosa
ma
assoluto
bontà
sulla
e
precisione del testo.* Quella del Toscani, a esempio
(per non dilungarmi troppo),sulla quale,specialmente,
il Grilli ha
caudasque per
:
genere
errani,
per
lavorato, si fregiadi spropositidi questo
cannexum,
doleto
difficilissima
a
Laocoonte^^ già per
vorrebbe
come
tipografia,
il quale ha V ingenuità di
ignosces operarum
1
Berni.
Le
Mounier,
per
cura
per
Trovato
di A.
noto
per
che, al
curiosità)
1515
tra
Leone
in dono
chiedesse
piuttostocedere
che
Cfr.
—
pag.
commise
dire
Stefano
e
la testa
al
di
a
Lectoriy voi. II, pag.
qtta
cavereL
poesie latine
!
—
ne
»^
del
Cfr. Tedizione
e
Narran
divenuto
gli
al papa,
tra
216.
(lo
le altre condizioni,
il quale, desiderando
un
Geschichte
famoso
storici
apostolo, gliene promise
che non
andò
mai
Bandinelli, ma
Gregorovius,
lector,
Bologna dell* ottobre del
I, questo,
191.
3
Grosso
tempo.
gruppo
d*
le
di
certo
:
fuit, satìs
es.,
stessa
compilatore,
insciHae
15 15 in Roma
convegno
Francesco
il detto
se
Tu, hutnane
«
:
del Sa-
son
il
imkii,
Virgili.
in brevissimo
X
non
far credere
oculeus
prima del
poco
il mondo
lutto
che
ridotte, p.
son
il critico si chiama
Ma
2
toius
sicura
lezione
A
e
typographicarum
Argiis quidem, qui
per
la bella ode
deturpano
intesa,
esser
obOcU
convexum,
per
per protulU, che
sul gruppo
del
obiulU
òiniyoram
iapsusque, vini per
der
Stadi
Rom,
una
pia,
co-
in Francia.
voi.
Ili,
55
Con
siffatti,più.che
testi
Inoltre, la
che
può
delle
ci
in
e
:
talvolta
romana,
(come
alle
riposte
dev'
sui
farti restar
molte
ci
sidio
sussono
dalla
na
pen-
non
Ciò
mancanza
che
colori
e
odi
di
accade
metro
non
sua,
che
per
assoluta
XV
o
lo
più
in
sia
in
la
di
prima
ha
nerbo
da
tuttavia
tutti
dèrni.
mo-
non
modo
un
se
o
origine
sua
di
causa
volta
essendo
alcaico
negli esemplari
la
V immagine
il contenuto
se
XVI,
o
in
ficile
dif-
modo
in
atteggiamenti
saffico
chiude
rac-
più
quale, pur
Torigine
per
che
che
tanto
imita
che
come
spira
limpida
e
la
letteratura
verso
armonie,
sola, che
una
per
nel
talvolta
e
difficile
bellezze
molte
e
del secolo
rivelasse
se
divino
intera
circa
loquacitàrettorica,
s' incontra
della
poesia latina,
forse
troverebbe
latini
stessa
classici, che
è
se
Virgilio)quasi impossibile
le
per
il rendere
forme
Nelle
di
quasi
e
dubbioso
e
«
una
tenenza
con-
un
latine
questo,
ineffabili
la dimostrasse
r altro
di
pescare
usciron
tutto
poeti
lingua
nuova
modellata
alito
sempre
esser
della
ne
a
come
caso
i
poesie
nella
quasi
il
per
queir
loro
elementi
da
rendere
poter
per
non
sentirsi
personali,per
poesie
crude,
e
soggettivo
liriche
a
andare
nuove
prescindere
a
il
le
nude
fatti
a
strazioni,
d'illu-
e
autori.
degli
Ma
davanti
dove
sa
genere,
così,
arrivate
son
si
non
note
necessariamente
si trova
allusiva
o
di
d* argomento
liriche
sentita, deve
quando
quali
le
per
storica
entro
guadagno
quanto
con
assoluta
mancanza
esser
non
molto,
e
aristarchi, bisogna
e
può immaginare.
ognuno
e
indovini,
addirittura
essere
arghi
una
derna.
mo-
certa
antichi
Stazio,
nel-
non
e
per
lirico,quale sarebbe
56
da
domandata
il dialetto
più
d'
del
nel
e
biamo
ab-
Fontano,
dei
neir
nella
e
nel
di che
:
che
di
latini
eleganza
nell' armonia
brìo
si
concezioni,
e
purezza
uguaglia
immagine,
ritmo
del
li
o
dell'
splendore
carezzevole
dalla
si scosta
avvicina
gli si
quanto
nello
altro
ogni
Ne
avuto
aver
nel
luminoso
assai
esempio
un
può
proprie immagini
lingua parlata dall' autore
la
o
che
alle
latina
la veste
dar
e
dolce
e
spontaneità
racconto.
ciò,
Tutto
han
tuttavia
accinga a
Eppure
di
familiarità
eh'
dell'arte
e
e
il
difficoltà
di
parer
nostro
ha
ormai
die
comune
quel
fine
la
per
moderni
possiede
intelletto
s' è potuto
quale
didamente
splen-
solo
acquistata coi
non
per
trionfato
difficoltà,
non
chi
per
lirica latina.
ha
più
per
nell' imitazione,
nuova
conoscenza
e
nimenti
compo-
dalla
queste
egli
pochi
(come,
atteggiamenti propri),
e
cumulo
un
Grilli,a
latini,e per la
dèi latino, ma
vero
caratteri
tutte
tradurre
a
dire
potrebbe
autori, i quali,pur
tradurre
il
si
preso
costituire
ci sembra
che
moltissimi
di
ha
altro
e
1' aver
esempio,
per
si
l'influenza
dimenticare
deve
poesia. »*
di
specie
questa
eh'
affermare
egli
ta
poe-
originale.
Perchè,
inutile
sarebbe
negarlo,
tradurre
per
i
ditori^
poeti : altrimenti, traduttori^trapoeti,bisogna esser
si vuol
Con
ciò, si badi, non
e
peggio ancora.
dire
mica
neir
uovo
che
e
il critico
non
al Grilli:
avrà
di
vorrei
ma
potrà
non
che
alla
I
BuRCKARDT,
Italia^trad. Valbusa
La
;
Civiltà
del
il
qualche
muovere
alla
vederlo
signor critico, davanti
pescare
prova,
pelo
punto
ap-
desto
io, co-
paginetta ingiallita
secolo
del
Rinascimento
in
Firenze, Sansoni, 1876, voi. I, pag. 354-5.
57
dal tempo
cioè
pochi
anzi
nella versione
del
Galatea
Or
che
scherza
il nudo
flutti,e
il fianco
E
Polifemo
da
Galatea
Ne'
ci abbian
poeti
Polifemo
agile
volge, e ondeggiano
tratto, solo
Si
precipita al lido, e
un
Tonda
Rapido
il capo
Rompe,
Striscia sì
il gregge,
maroso
si tuffa.
braccia
levando,
lubrico
come
via
e
ad
la
soltanto
è
già
di
un
tradurre,
il Grilli
esser
che
non
di
ottimo
geniale e leggiadro.
Si veda
V epigramma
come
vera
della
lirica
poesia
Ai
si
Te
Charites
Incedis
Pure
se
sodante
cedi,
un
nox
del
cessura
te comitatur
e
fit
nuovo
ti
a
e
ditezza
ar-
mi
cono
di-
traduttore, poeta
Beccadelli
Grilli. Si
laboHy
Amor,
et illa dies.
lanci,e
ci
gini,
d'imma-
ritmo, che
al fervido
poco
non
tal felice
incedis,spirant violaequerosaeque,
noctu,
Ballo
una
al ballo.
venisy paulum
quando
Quaecumque
Elisa
ha
che
ritrosia
del
strofe
nelle
io
il Grilli traduce
tutto
spontanea
qui
ma
ci vedo
:
colorito
un
così
un'armonia
:
cui
con
merito
gran
flutti
verd* ombra.
altri altrimenti
maestria
su*
serpente
Sotto
Sembrerà
;
;
nel
T enormi
con
fior d* acqua
mamme
abbandonato
a
move,
a
le
caverna
E,
di
leggiadra
corpo
dalla gran
esce
icastica
e
:
Cupo
che
tutti,
il Fontano.
Nude
vedo
che
guadagnato
rappresentazione viva
inseguita
mentre
i
Grilli,compreso
la
ammiri
S'
profumo
soave
sanno.
credo
Io
quel
esalante
e
malincuore,
diventi
parla
58
Con
E
danzano
le Grazie
te
nella danza
t'accompagna
pie si volgono,
i tuoi
Dove
Rose
Amore.
d' intorno ;
viole olezzano
e
.
passi nelle tenebre,
Tu
della notte
E
è
Questa
Vedrà
poesia
il lettore
di
morbidezza
la bellissima
in
forza
Vedrà
d'
che
epigramma
del luogo
in
e
di
inavvedutamente
lo
dum
(Florentes
forte vagans
la
«
il Grilli serbi
tutta
il
Vedrà
gelosiache
Bembo,
vibra
sia
de'
che
di
il
poeta
tradito
lui la vecchiaia
I
Gasparv,
Loescher,
anche
classici.
modelli
sopra
Storia
1891, voi.
o
della
II, pag.
la
Iella
...
rose
re
Amo-
ghirlanda
della
accento
dell* Ariosto
come
a
tro
Pieso
spes-
semplicissimi, infondere
mezzi
con
meriggio
kortos)»/
Grilli. Vedrà
riprodotto dal
soffio di vita
un
ode
fontana
naturalezza.
e
precisioneV
e
bella
nella
egli sappia,
come
calore
quanto
con
nella
freschezza
la loro
ai
sentazione
rappre-
alla
Hyella per
mea
e
dipingere
ama
arde
intreccia
lennità
so-
minio.
Fla-
idilliche
presso
alP intomo
del
aurora
esempio,
fu
qual
con
fons est et nulla salubrior unda);
(Et gelidtis
fra le
che cogliendo fiori nel giardino trova
ed
resa
Poliziano, che
All'
riposo
che
sia
suono
volgare ;
inno
per
»,
fresco,mentre
dolcemente
del
piccole scene
il Navagero
che
«
di
carezza
viole
latino
alle
quadri campestri
in forma
con
e
il bellissimo
come
giorno.
originale.
quanta leggiadria,con
sopra le
leggiadrissimo e
e
fresca
tinte, con
ode
si fa
stessa
Chi
non
in
non
53-4.
ricorda
corrisposto
l'amata?
leti,
ciò eh' è pura
Sentite
ital,; trad.
zione
imita-
le vendette
spera
come
farà
que-
Rossi, Torino,
6o
letteraria che
oggi
del
queste versioni
le onorevoli
tra
puliteV
alle persone
convenga
Grilli meritano
di
collocate
esser
eccezioni.
IV.
L'accoglienzafestosissima
colte
modesta
mi
assai
con
successo
de* titoli che
le furon
è anch'
divenuto
compiacermi
con
secondo
n
utili
quanto
XV
Le
frutto
pervenute
son
tradotte,
è
X
Ne
un
CARDacci,
cit.,pag.
2
Ed.
diedi
art.
e
il
stato
amico
non
posso
primo ad
mio,
e
le
sue
proseguir
altre
Le
suno
nes-
a
dottei
Egloghe
poesie latine dei
vero
che
del
il Grilli ci dà
che
Conversazioni
coli
se-
trovare
zaro
Sannaper
nella nostra
ro
inte-
lingua
perchè
il
liriche
Cielo, fu chiamato,
efficace.
e
e
poeta
del
Quella non
cielo,
mai
divagazioniheiniane^ nel voi.
15.
corredata
conto
per
non
pescherecce
potevano
non
paesista finemente
1
e
migliore, anche
Grilli,dopo le sue
il
come
io
XVI.«
e
veste
con
quali furono
delle
I. Sannazaro
di
a
aggiungendo,
le Selve poli-
fatiche.
cinque egloghe
ci
una
dell'ottimo
belle
e
or
d'esser
stesso
eli'incitarlo
Il secondo
Pescherecce
regalati),come
venuto
maggiore e
si pieno che
me
le versioni
ammirar
il Grilli
esso
sempre
zianesche
prefazione (più
modesta
ripubblicarlaqui, cosi mi sprona a
giunta sugli altri volumi di versioni che
farvi alcuna
prime
con
di
permette
alle
riviste
Grilli la mia
del
versioni
le autorevoli
e
persone
presso le
ci
codeste feli-
incontrò
che
un
subito
poeta
del
testo
nel
Don
traduttore.
; Città di
Castello, Lapi, 1899.
Chisciotte del 18
sett.
1899
in
6i
ammirata
ibbastanza
1 Sannazaro
tanta
si
ìguardo
incantato
apre
dormono
Mira:
lido
sul
£
il flusso
Nella
calma
ogni
un
d'im-
del
hanno
tutto
delle
delle
del
canti
poeta,
gli astri anch'essi
Sannazaro
eroica,
quanto
metriche
alcuna
scovato
gli hanno
composizioni delle egloghe
degli amori
ispiratrici
persone
han
non
satta
ine-
perdonato l'aver
di prefazioneper
diretta
me
facilità
le variazioni
anche
V endecasillabo
con
del
bucolica
approvato
a
che
notato
maneggiato
tanto
non
nella bella lettera
i nomi
balene,
all'esametro
quinta egloga, hanno
interpretazione,non
le date
e
lodi, hanno
bene
men
e
benché
intonazione
ha
orche
de' firmamenti.
s*obblian
Grilli
corrisponde
certi
riso
cosa,
sapore,
le molte
tra
del
certe
orizzonti, che
che
d'affetti,
in pace
Move
Altri,
data
d'
tutta
riposano le foche.
filo d*aria.
un
giro non
in
Quiete:
della
nostro
splendore, in
suo
serenità
Che
pace
Tace
non
Grilli, al
del
!
nagini
che
il
tutto
colori, che
di
:empre
in
cui attinse
genialissima ispi-
sua
versione
freschezza.
vivace
sua
napolitana,in
della
parte
nella
azione,
a
riviera
col
consentito
e
per
e
dei
traduttore
opportunitàdi tradurre per intero le Egloghe nelle
ad essi, come
al Grilli proemiante,
quali non
parve
sia tanta
di passione; e avranno
ben mille
veemenza
ragioni,specie quando si chiamino
Giuseppe Morici^
suir
e
Benedetto
I
verso
Soldati, V
uno
e
Questo geniale critico,poeta
me
storia della
il Grilli così
e
poesia latina
cordialmente;
ma
la
soma
in
cortese
Italia;e
è d'altri
l'altro, del resto, ammi-
e
volle anche
traduttore
da
spronarci
di ciò
omeri
io devo
che
de'
a
tesser
ser
es-
la
ringraziarlo
miei.
62
Grrilli e
del
ratori
che
considerazioni
seconda
mi
fatto
delle
ora
neir efficacia
come
versicJni
traduzioni
di
sia
critica,
siano
non
in
esperimento
di
grado
del
il Franche
dalle
tti
e
fiducia
dubbio
che
se
», e
ste
codead
non
un
sca
già conoe ad un
glioriginali,
che,
il
tanto
divulgazione
estetica
intrinseco
la facile osservazione
ma
di
conoscere
valore
messa
Rossi,
molta
«
riuscire
per
dilettazione
il
aver
non
finora
della
possa
tale opera
praticadi
di
rinnovamento
Caro,
le
ziale
essen-
prima che
poetiche del Grilli.
ho
rileggo, come
parergli« legittimo il
possa
o
delle
Piscatoriae,come
maestro
acuto
speciale si
ed
vero
ha
nessuno
persuadere, quando
so
al
tolgono
traduttore,
serie
Ma, fuori di queste
sua.
nulla
l'eccellenza
in dubbio
Né
poi
d'un
merito
della
dell* opera
in chi
questi ».^
di
il Monti
dico
non
Romagnoli,
i buoni
e
mo
Lascia-
lingue straniere, avrebbero
dunque
inutile di divulgazione, che
opera
il
e
tori
tradut-
fatto
non
e
rebbero
fa-
pare
;
perchè queste versioni dalla nuova
poesia latina,
quando, le fossero additate con più viva insistenza alla
alle persone
colte, non
gioventù studiosa e anche
dare qualcosa di più della semplice diletdovrebbero
tazione
è forse pensiero italiano codesto
esteticaf Non
ma
che
o
i nostri
Umanisti
esprimere
conoscenza
di
estetico
i
solo
più
tutti
latino?
in
traduzioni
codeste
di
a
i secoli
Non
verrebbero
integrare facilmente
della
nostra
storia
tutta
l'arte
italiana?
lontani
letteraria
dalF intendere
Io
la
I
Recens.
la
e
nuova
i
cit.,pag.
213.
di
e
pero
sep-
dunque
credo
pochi che ne conoscono
preferirebbero,per ogni ragione e
latina, ma
anche
vollero
comune
il
giudizio
che
non
poesia
gli originali,
conoscenza
63
Storica
di
e
traduzione
gusto
mettersi
a
Quando
d' arte
mi
nelle
dolore,
di
il
nello
le
stella
4)ésche
nel
di
più
di
sereno
lido
sannazariane,
per
scioltezza
vera
propria
e
V
Con
del
Fontano,
primeggiano
visione, per
verso
sempre
cosi da
:
rosseggiante
(III),e
e
di
attraverso
Posilipo (IV),
Telgone
codesti
racconti
lettori
senza
si è
con
la
appunto
e
virgilianaeleganza
avente
verso
ben
creare
Lapi,
Navagero,
gli
tutte
fuse
ed
opera
del
altre
dello
stile,
sapor
sempre
che
dolcissime
poeti
poesie
il Grilli ha
armonizzate
lucidezza
per
sentimento,
d'arte
nella
del
Grotti, del Flaminio, che
umanisti
sincerità di
doti
sione
ver-
originalità.
moderna
del
tra
e
senza
e
Egloghe pescherecce s'accompagnano
edizione
classica
la
da
facilità di
e
genze
spor-
Luigi Grilli delle Piscatoriae
fedeltà
d'interpretazione, per la
freschezza
conservata
Lico-
(II);
»
amori
d' arte
schietta
per
suo
mentre
morte,
Nisida
rimaner
fatta
poetica
del
(egl.I);
riflette
perchè
vedo
opera
le tracce
la
si
degli
racconto
efficacia. E
correre
tranquilladalle
all' aura
dell' incantevole
non
felice
procelle,segnar
le navi
meditando
dovessero
descrizioni
di
Miseno
sconfortata
acque
augurìo
(V);
Galatea
di
del
Venere
di
delle
specchio
Capri
le
cercar
altri) con
o
tempo
suo
latino.
testo
Licida
mostrasse
favoleggiate trasformazioni
le
e
e
pianto
suo
€
e
Bonaventura
mare,
Mergellina,
risorgente
il
tu
lungi veleggiano
mentre
affidar
ne
per
del
Procida
di
rupi
del
col
tu
memore
distesa
l'ampia
a
(o
dolorosamente
e
felice
giudizio, leggersi una
il Grilli
forme
schiette
di
e
di
musicalità
per
saputo riprodurre
nelle
interamente
sue
nuova.
versioni
64
Già
il sol
pe*campi violento
Gli ardenti
Ligurìna, la
O
rai
disfrena,
greg:giacandida
tua
valle orsù
A
rimena.
degli augelli il canto,
Qui
rapido
e
qui
e
limpida
una
Sorgente si diffonde
Dal
d'un
sen
Dalle
Mentre
ai fior beatamente
le
Via
vaga
Con
Qui la
gli amori
E
narrando
tu.
pastoralesdi Marcantonio
il Grilli ritraduce
che
ventitre*
in
di versioni
nazariana
in
nuovo
un
chiusa.
il
metrica
versione
il sole dall'alto
violento
valle
A
il gregge,
su,
sui
Da
antro,
Nell'edìzz.
cit. del
2
Città
mia,
Driadi
delle
quali, che
Top.
ai fiori
la zampogna
Tu
1
piove
e
sarebbe
CuccoLi;
di
fonte
un
purissimo
sgorga
dai folti rami:
Tapi beate,
susurrano
i zefiri.
te
bella dirà:
col
tuo
canto
gli amori.
celebrerai
comin.
campi saetta;
T ombra
lusinghevolimormoran
E
de'
un
via d'intorno
Qui
grazioso componimento
Ligurina, mena.
Qui degli augelliil canto, qui
E
tutti
con
cosi:
risuona
Già
metricamente
minio,
Fla-
pubblic
opuscoletto,*dove riappendice anche alcuni lodatissimi
saggi
d' Ovidio, con
un' elegia sandai TrisHa
per
Nella
le glorie,
delle Driadi
l'ottavo dei Lusus
gli altri
dirà
virtù,
tue
soavi
Andrai
È
mia
zampogna
zefiro
blando.
susurro
Bella, di
piovono
sciamano
pecchie ronzando;
il sospir lieve di
un
giù
fronde.
conteste
intorno
E
1*ombre
qui
antro;
abbiamo
il tradotto
due
dal
libri di
Grilli,
ne
lusus,
contiene
Bologna, Zanichelli,1897.
Castello, Lapi,
M.
d.
CCCC.
il
29.
primo
Vedi
65
Io
preferisco, benché
più libera, la prima
forse
irersione.
L' orecchio
s' appagherà forse
è indubitato
netrica,ma
ipondermeglio
fattura
;ome
lon
alcun
vi manchi
3Ìteto di
Una
bella
aìrcela un
metriche
5
raffronto
e
e'
meglio che
delle
d' essi
benché
Te-
zione
questa tradu-
de'
rati
ammi-
tanto
Flaminio, potrebbe for-
egualmente
il Tolomei^
ci diedero
ghe,
troppo per le lun-
ci menerebbe
parlarpiù convenientemente
Selve^ che meritano
qualcosa
di
fuggevole
un
di
le facili versioni
con
impedirebbe
della versione
anche
tralasciato
aver
fatto
del
Ltisus
1' esame
altri;* ma
V
come
progresso,
dell' eccellenza
d' alcuni
che
notevole
un
il Grilli ha
imitati
anche
corri-
a
al gregge.
prova
che
oltre
questa,
delForiginale,
segna
neo,
dato
nweum
metrica
e
air indole
fedeltà
e
che
della versione
meno
di
cenno.
V.
del
anni
Quattrocent'
dopo
decimoquinto anniversario
nello
celebrato
avea
la
dalla morte
Virgilio
ziano
Angelo Poli-
fiorentino
studio
che
commemorazione
di
esposizione della Bucolica e con la lettura
d'una Sylva, « Manto
del Poeta, un
altro
», in onor
Del
Isidoro
grande Umanista,
Lungo, nello scritto
del XIX^
geli
commemorativo
centenario
virgiliano.Ancon
r
Politiani
1
V.
nella
Sylvae, diceva:
Raccolta
deir
«
Io ho
AtAnagi,
pensato più volte
De
le
rime
di diversi
nobilipoeti toscani: Venezia, 1565.
2
V.
Versi
et
edito dal Tolomei;
monografia
jtiente
Regole
della
Roma,
1559.
del Cuccoli.
Nuova
—
Poesia
Cfr. per
tutto
Toscana^
il resto
libro
l'esau-
66
quanto
opportuno
messer
Angelo
mili
almeno
gioiellideir
veniente
critico
i libri di
r aridezza,
e
introdotti
nelle
meccanici,
di
critico
ganza
V inele-
distrug
sentimento,
immaginazione,
nazionale.
e
ogni genialitàdomestica
nio dopo questo patriotticoe perciò
del
quali
vanno
d'
d'Ita
scuole
ai
burbanzoso,
vanto
gendo ne' nostri figliuoli
ogni vena
ogni energia di affetto,ogni impeto
monimento
altrisi
essi
con
e
italiano,fossero col con
testo
è
quelle Sylvaedi
di
i Nuiricia,
umanesimo
corredo
lia ; dove
che
sarebbe,
Un
»*
venten
inascoltato
am
illustre, appare
oggi la ver
polizianeschepei
italiana
di Lui^
sione
poetica delle quattro selve
pazientemente e nobilmente
opera
si può ben
n' abbia trat
Grilli,donde, come
pensare
to grande motivo
di conforto
di sodisfazione, nor
e
offerta che gliene
certo, s' intende, per la meritata
ha fatto il Grilli,Isidoro
Del
Lungo, cosi mi parie
cito trar V auspicio che finalmente
quest'Umanesimt
cominci
sciente
mente
E
a
fatto,
di
esser
non
di
sola
sterile incon
proseguito meglio e più larga
conosciuto
studiato
e
dàgF Italiani.
de
lecito augurarselo anche
per ilrafforzamento
ammirazione,
siderato
del sentimento
langxiidendosinel
Noi
di
nazionale
della
cuore
quel grande
rinnovamento
sociale
piùil
gioventù.
che
va
nostra
intellettuale e d
movimento
abbiamo
sempre
esaurientemente
esa
minato
artistico,scientifico;
gli aspettifilologico,
non
abbian
ne
gratamente
«
Gli
Grecia
vano
I
lo
forse
italiani
Roma
come
r entusiasmo
di
e
Florentia
penetrato
che
spirito patriottico
Umanisti
di
mai
cit.,pag.
amavano
loro
compreso
anche
ade
Tinformò
d
grandi scrittori
propri padri : e porta
quest'amore
185»
e
mi
i
nella
poderosa
68
aflfermato
mente
d' ammirazione
riceve
ma
;
egli oggi quel culto
degno ? e specialmente
di cui sarebbe
qual prosatore e poeta latino dove e da chi, se non
da pochissimi e non
tutti Italiani,è ancora
letto ?
le sole Selve per concedergli
Eppure basterebbero
la
d' ammirazione,
consenso
un
conoscenza
delle
cenni
il nome,
qui
che
e
furono
del
osservazioni
concettosa
lettore
Gaspary
nello
Poliziano, che
si
meritare
parmi
la
dove
d'acume,
Manto
e
della
dei
:
niale,
geziano
Poli-
del
delle
sate
sen-
sue
lusioni
pro-
il valore
delle
con
discreta
una
né
in
Selve
di
porre,
com-
sono
a
profondità
tutto
si possa
vole
giudizio poco favoresiastico
su
quello invero quasi entuquale dà la palma anche su
suir Ambra,
Città
di
elegante
di
sia
del
ciò,
a
me
Grilli,*della
della cultura
al
tempo
qui
preme
quale
si
già
son
del rinascimento
dire
y
trad.
rico
FedeSaggio biografico dalPab.
edit.,1865.
; Venezia, Tip. del Commercio
M.
ed.
corredata
del teCastello, Lapi,
sto
dccccij,
Angelo
Brunetti
2
e
Rusticusy al
UnHmmagine
col titolo
con
stile,il metodo
sempre
Nutricia
traduzione
1
e
non
checché
Ma
al solito
quanto,
e
cordati
già ri-
lui, specie sul
con
del
scritto
le
dello
natura
sebbene
dato
Tra
dichiarati
consentire
di riman
monografie transalpine
leggere con molto profitto,
possono
distinto
un
quella del
posto
i criteri d'arte
vedere
a
fiorentino
studio
Rossi.
e
oc
istarò
non
sintesi, dice
verissima
e
Vittorio
mio
quali
Io
contengano.
i
trassero
lette,per
e
diffusa
scorre
onde
ripeterlo,contentandomi
al magistralevolume
e allo
Lungo, alle poche ma come
il lettore
Màhly,^
più
al
sa
a
del Del
sul
e
chi
appena
scritte
siano
cosa
certamente
dare
letterarie
storie
quando
casioni
invece
mentre
:
fosse
ne
se
voi.
Poliziano
y
col
ritratto del Poliziano, di pagg.
258.
69
senza
facile
non
Carducci,
i
lode
al secondo
e
Grilli
felicissimo
:
Lodo
«
esito
se
la
latino.
egli espone
anche
Orbene
i
chi
forse
stato
moria
me-
quello
le
il Poliziano
del
altre belle
di tradurre
suo
di
di
il
concorda.
faceva,
che
specialmente dal
modo
col
stesso
traduttore
cose
prefazionedel
principidel
coronata
qualsiasiavesse
funzione
la
nella
alla
sarebbe
si
miracolo
un
per
tra
Giosuè
e
perseveranza,
saperlo,pienamente
senza
Poliziano,
si dilettava
sua
Ma
».
d' intendere
modo
Grilli, forse
in
Lungo
di
ha strappato questa suprema
vederla, sarebbe
Il
maestri
primo de* quali ha richiamato
nostri capilavoridi traduzioni, come
pel
potuto
Del
Isidoro
due
al
più compiaciuto,
cui
compiaciuti
contentatura,
Goracci,
del
da
eccezione
veruna
suo
greco
Erodiano
tradurre, che
Màhly cosi riassume : « E lo spiritodello scrittore
eh' egli vuol riprodurre,non
le parole; le stesse proprietà
bellezze di lingxiache sono
e
proprie del greco
scrittore
novellamente
si devono
specchiare nella
traduzione
latina. Questa deve
spondere
con
ogni fedeltà riair originale
nel medesimo
; ma
tempo deve
essere
un'opera da se, che respiridella vita latina,
che la purità del dettato sia turbata
da grecisenza
smi,
forestierumi
».* Mutatis
da
mutandis, son
gli
stessi principi a' quali s'è ispiratoil Grilli in tutte
le sue
versioni
che
e
già nella lettera di
espresse
il
prefazione alle
Ma
il Poliziano
mentre
è
al testo
più la
Egloghe pescherecce del Sannazaro.
sue
non
cosa
opera
nel
difficile
r interpretazione
d'una
I
Op. cit.,pagg.
Erodiano, che
lìsticame
sti-
insuperata d'arte, fedelissimo
s'è mantenuto,
era
suo
94-5.
il Grilli
(poiché
ben
rara
le
invece,
selve
quanto
sono
per
difficoltà in
molti
70
luoghi, dato
più
parte d' erudizione),tanto
gran
V
originale,sicché
tale da
V opera
traduzione
come
loro
il contenuto
specialmente
fedelmente
si
sua,
in
ha
guito
se-
voglia riguardare
creazione
come
o
è
che
è
nuova,
sodisfare
disposto
pienissimamante il meno
noso,
all'approvazione.Ne voglio dare un
esempio lumiche mi dispenseràdal ripetere quanto
ho
già
detto,
proposito
a
Grilli,sulla loro
altre
delle
di
serie
versioni
felicità,qui, nelle
rara
del
nute
se/ve^ dive-
insuperabileeccellenza.
Lo
tolgo
dal
RtisHciis
(w. 399-412),dove
zione,
la descri-
già fatta nel Del re
col più vivo
schietto
Varrone, è rielaborata
e
del pollaio esce
d'arte. « Il superbo re
che
ora
del
vittorioso
gallo
da
combattimento
un
affolla la
plebe
delle
è il Rossi
che
traduce
lettori,in prosa
il capo
sommo
suddite
sue
in
nota
:
bellissimo
al
la cresta
gli si
la
—
cui
; luccica
—
de'
comodo
re,
aguzza
pur
Meritamente
—
per
mento
senti-
intomo
e
felicissimamente
ma
al re;
corteggio
rustica
aveva
suoi
fa
plebe
rosseggia
sulla
a
il
nuca
ciuffo
cangiante nel lene tremolio, e questo splendore
di
bellamente
piume si diffonde
per il collo
dorato
e
per le spalle;pendono sul petto muscoloso
a
foggia di barbe gli ampi solenni
bargigli digradanti
dal
rostro,
rosso
il breve
al bianco
rostro;
fieramente;
orecchi
; le
articolate
la
I
sporgono
più in su
la
dell'artiglio
doppia
arricciatura
II quattrocento
il
punta adunca
sua
sastre,
rosgli occhi fiamme
dispiega i larghi candidi
rigidamente irte di pelie
capo
protese lo spazio
battono
colla
schizzano
della
appena
stampa
cielo
gambe
il
; sta
cit.,pag.
rena;
e
zampa
le
la coda
; il duro
ali irte di penne
falcata innalza
dell'apice aguzzo
271-2.
ne
spro-
—
al
».*
7«
Ecco
la
giusto, il vulgo
Sì
come
Fa
al
Ne
la test' alta
La
è
collo
si conviene
Gli
cade
Adunco
saettan
Vaste
e
Sono
Tali
e
Scendonsi
Alto
di
lunghi
la
fiammante
petto
somiglianza;
a
i lionati
baglior
tremendo;
esplica il
capo;
calzate,
robusto
artiglio
gl'ispidi lacerti
e
smisuratamente;
dipartita coda
curva
estremità
le arricciate
Con
l'ampio
ha
robusto
ruvide
gambe
zampe,
la vaga
orecchie
munite
Brevi;
Le
con
veste
e
breve;
e
candide
le
sul
barba
il rostro
Occhi
cervice,
penne;
e
di
giù
folgorante ciuffo
il
bargiglion
riflessi ;
Bianchi
cui
a
eretta
gli omeri
e
delle
Magnificenza
splendido,
re
la
su
error
L'aurato
spettatore
porporeggia
splende
e
grato
Qual
al
corteggio;
re
cresta,
Con
Grilli:
del
versione
s'aderge.
608-625.
w.
Se
non
r hanno
anche
vivacemente
Lungo,
traduttore
degno
bastare
del
interessante
versione
poetica
e
se
degli
neanche
pubblico
i
Poliziano,
unì
questa
e
degli
e
decadenza
del
nomi
a
studiosi.
teraria
let-
Carducci
poeta,
dell'altro,
volta
è sempre
italiana.
di
segno
neppur
critici, del
Grilli
del
un
(talvolta
schiettamente
triste
un
artistica,
e
Del
cosi
più), la
invero
Sarebbe
del
di
hanno
polizianesche
selve
artisticamente
contenuto
cosi
le
sempre
non
scuotere
del
e
Grilli
sero
dovesT indifferenza
ARIOSTESCA
NOTA
I.
|LI esemplari
il
temente
Delle
canto.
r altra
vide
né
più bel
Non
vide
né
7
subito
qui,
di
litanìa
né
d'
cui
del
20*
stanza
:
più giocondo
;
è
questo,
(tranne
(quante
senza
n' ho
han
ed
ed
di
confortarla
la
espressivo
è,
biamente,
indub-
dall'Ariosto,
adoperato
dovere
a
due
formar
tanto
di
vedere,
potute
la
seguono
il
lore
va-
estetico.
prima
sentita
superflua
una
lettura
di
inteso
sempre
(non
tutti, la seconda.
diversità
che, però, hanno
due
opinione
tal
la variante,
discuter
autorevoli
altrove,
essi
neppur
stato
grammaticale
più
editori
mai
più giocondo.
tutti, s* intende,
non
una
'1
né
speciale costrutto
non
Per
gli
farei
gli altri, e
;
lo
di
*J
né
più bel
che
nomi),
Cagione
e
è
V lina
varie
diflFeren-
recano
della
verso
le
e
:
far
prima
'32
Furioso
lezioni
Non
Dico
posso
primo
due
del
stampa
dell' Orlando
ristampe
VI
della
necessità
più
solo
mo
intendia-
voti,
né
che
annotatori
espressa
una
loro
ragioni) né grammatiche
storiche
e
dell'
di chiarire
atteggiamento,
che
un
è
uso
cosi
derno)
motevole
no-
sintattico
73
e
Giova
stilistico insieme.
prima metà
della
da
tutto
se
più bel
né
l'aria
tutta
né,
citata
stanza
vide
Non
'I
né
cercato
la
almen
:
più giocondo
le penne
ove
stese;
il
avesse
di questo il
vedria
sott' occhio
aver
mondo,
più gentil paese.
dunque, in una programmatica, abbiamo
nelle altre
;
posftione : non vide più bel p"iese [diquesto]
vide il più giocondo,il più gentilpaese di que: non
sto:
Per
la
nel
primo
nella
la
secondo,
nel
;
è anch*
sostanza,
forma,
di
cioè,
caso,
un
esso
né
medesimo,
Non
tà,
me-
inutile
sia
circostanze
di
il che
le
padri,
io
che
di
osservar
all' Ariosto
passata che
negativa
con
espresse
avvalorare
e
in
d'
orecchio,
che
periodo largo, magnifico,rotondo,
al finissimo gusto di quei
estranea
voleva
complessità,si
Provatevi,
con
verso,
sodisfatto
in
tele, di
marmi
questo
criterio
presente,
mezza
e
stanza
vedrete
senza
quanto
gli
o
nostri
di
a
7 del
chiedev
ri-
nioso
armo-
la
tutta
di
trattasse
quella prima
quarto
esser
l'
al-
estranea
cinquecentesca,
prosa
pia
cop-
verbi,
avaggettivi o con
quella delle ragioni
spiego, la ragione
E una
ragione non
della
é
esso
spesso
lo
me
estetico
; non
né
mancano
me
Quattro e Cinquecento, co-
in frase
acustica.
pienezza
il
V
potrebbe
quali
ideale
non
ai
spiegarcelo?
adoperato
sempre
del
V altra
(che risparmio
esempi
altri del
ad
dobbiamo
e
speciale,che,
che ha
comparativo, ma
comparativo.
poiché numerosi
lettori)di quest'ultimo
di
parativo
com-
costrutto
metà, di superlativoe, per
per
Ora
con
costrutto
comune
un
sua
ture.
scrit-
ger
rileg-
primo
cada, specie ir\
74
in
dove
questo
r
espressione, e
salga
verso
maniera
nessuna
come,
si arrotondi
e
monia,
reggerebbe d'arinvece, con
gli 7 il
si
il
tutto
giro
della
frase,
pienamente.
Ma
la
principale funzione stilistica di
è, evidentemente,
quella di meglio
vera
articolo
codesto
dichiarare,
la
o
senza
non
far maggiormente
d* enfasi, di
po'
un
risaltare, magnificandole,le
d*
oggetto. Un'
dato
un
nenti
qualità emiosservazione
analoga
boccacgià fatta,a proposito della locuzione
ciesca
de' tre pani (Giom. I, nov.
r un
7*),il Salviati
ne' suoi avvertimenti, cosi esprimendosi : « L' articolo
ci rappresenta
talor la cosa
agli occhi,
quasi davanti
aveva
e
fallaci
//, la,
hanno
vedere
come
in
casi
il vedo, la
o
talvolta,ne'
vengon
sostituiti
\ ille,ecc.),o s' alternan con
ecci^in\
è ancora
perduto
pronominale non
Filippo il BellOy Giovanna
fra queste
quella
noi
abbiamo
Il passaggio dall'
é
non
del
un
me
qui
non
è
Così
senza
parola
pensa
un
fin dall'
di
cui
ma,
ho
egregio amico
scorso.
son
nelle locilzioni
in
esame.
tanto
me
co-
altre
; e,
benissimo
^
meno
mente
sola-
strazion
di-
una
oltre all' ubbidire
sopra
Giulio
toccato,
a
cor-
Cappuccini,
ragioni interpellatosulla questione dì
anno
fasi,
en-
il valore
all' altro,non
costrutto
poeta,
acustica
il mio
in
ticolo
ar-
gua
lin-
conti,
essi. E
Pazza, né
capriccio né
mero
buone
d'
senz'
de'
comprendersi
preso
fantastico
quella esigenza
I
la
ultime, potrebbe
che
forza
costrutti
quello,quella(che,in fin
a
che
an-
spesso
con
meno
o
ma
ecc.,
non
Sicché, specialmente nella
determinativo.
antica,
vedo^
adoperati più
son
lat. ille, illa, ecc..
pron.
pronominale
significato
il loro
come
quando
dal
derivati
eccy
conservato
solo
».
da
cui
76
10
considerazioni,
11
di
poi
e
fin
qui compiuto
quel
che
Sposif Io
prime, benché
delle
perchè
? O
so
;
ma
a
mai
rioso
Fu-
lo studio
che
pare
lo
quellede
avrebbe
più difficile,
assai
e
nessuno
fece per
me
rianti
va-
scherno,
dell' Orlando
ottimamente
non
lo
e
le
per
V ammirazione
le varianti
per
il Folli
/Promessi
strazio
nuovo
studio, pe* quali passarono
ha
voti.
si fece
che
S^osiy lo
Promessi
/
r indifferenza
indi
di
ordine
due
esprimere
a
il chiasso
ricorda
non
de
meglio,
o,
altro
un
a
è questo.
primo
Chi
ciò venire
da
intendo
a
riuscir
più proficuodi quello che si fa sulle seconde
tico.
pel rispettostorico della lingua,sia pel fatto este-
assai
sia
«
dal
e
La
r
ultima, del '32, molto
dell' arme
e
deir opera
sua
com'
mai,
egli si dice,
il concittadino
che
il Poema
suo
per
lo
della
glorioso
lo
portò
averne
il loro
Bembo,
al
giudizio,come
Molza, al Navagero
quali egli
fa menzione
LXXXV
e
ritornò
a
segg.) ;
casa.
E
come
avutone
solca
riosto,
dell'Avide
tutto
dopo la
po
quel tem-
la penna
e
e
col
mento
dell'accresci-
convenevole,
ingegni d' Italia per
il
fece a Monsignore
ed
nell' ultimo
ed
»
anni
lui parve
a
eccellenti
ed
molti
a
che
e
dell' A-
prima
«
sedici
di
spazio
correzione
di
famigliare»,
«
conversazione
prima edizione, né passò mai di per
vi fosse intorno
eh' egli non
con
e
pensiero : poscia, ridottolo al termine
e
to
conten-
nostra
anima
divina
Giraldi,
di stretta
«
fortuna
per
nella
Giambattista
Narra
go
va-
febbrile, nobilissima
la brama
:
pieno
a
*2i,
del
il canior
che
fu mai
non
stette
non
stampa,
mutarono,
degli amori
s* estinse
perfezionenon
per maggior gloria sua,
riosto.
Ludovico
messer
'32 inoperosa: la seconda
al
'i6
sapiente di
lima
altri
canto
il loro
fare
molti, de'
(cfr.ottava
parere,
Apelle
se
delle
ne
sue
71
dipinture,cosi
due
anni
fece
da
giudicata
sua
;
perocché egli
sua
alla stampa,
la lasciò
e
casa,
Finalmente
ciascuno.
città
pareri nella
da
sere
es-
tanti
avuti
gliori
fuori, a quelli si appigliòche mi-
e
di
Esempio, questo, memorando
geniale pazienza, dal quale, io penso, gli
il massimo
tutti, i giovini in ispecie,trarrebbero
gli
umile
della
sala
nella
Opera sua
desse V Opera
che
innanzi
la pose
dell'
e
studiosi
»
parvero.
giovamento,
là dove
messa,
se,
V
dall'altra
una
si
a
discosta, l'edizione del 'i6 accanto
quella del
*32,potessero, sulle giunte e sulle correzioni, a loro
agio meditare
»
valente Giulio
E
.
mettere
1521.^
io
al
il
esprimo
compianto
gognoni,*
Bor-
la seconda
anche
confronto
a
Perciò
—
già
Urbini, parve
1'amico
ricorda
utile, mi
assai
Ferruccio
che
voto
del
Martini,dal quale ho tolto il brano
riportato,
sopra
di sae che, nel
del I Canto, mostrò
perlo
saggio datone
fare assai bene, compia 1' opera cosi felicemente
al desiderio
del Borgognoni,
anche
iniziata,
e, sodisfacendo
che
le varianti
bene
tutti,ci dia raffrontate
di
dell' Orlando
lui n' abbia
tanto
è ormai
Furioso
l' idea, per
smessa
meritato
la
studi
degli
altri, per
o
;
quale
delle
e
ha
tutte
lui,
se
cosi
pur
scuole.
III.
A
mi
sentito,
1
V altro voto,
esprimere
F.
costringe T
//
Martini,
nell'edizione del 1516
2
La
Domenica
3 Sulle
n,
II, 90-1
e
Napoli,
1900.
e
286 ;
del 1532;
del Fracassa
correzioni
e
delV
canto
"l
quel
Orlando
Pavia, Bizzoni,
^
II,
Diaz,
Le
me
costrutto
Furioso
1900;
»
ptefaz.
i.
ariostesche, Gaspary,
Maria
da
ora
pur
che
visto
aver
primo
non
Correzioni
St,
di leti. Hai,
air
Ori,
Fur.;
78
di
ci siamo
cui
j2(Tammatica,né
cuna
letterario
é questa. Gli
me
per
storica, né
parlato. I^
o
normativa
è stato
occupati, non
in
(ben pochi
di
in
della
formazióne,
loro
(se così può dirsi)al
solidità
certa
una
finché
donano,
r
delle
neir
punte
Così
confronto.
maticale
che
solo
cioè
loi
assuntc
hanno
li in
prì
le abban^
poi
riprese dai grammatici delletterario
o
parlato,i quali non fanno
antico, se non
per qualche opportuno
non
moderno,
uso
; da
fo:
le
origine
cui
in
fermezza
e
dall'
momento
storici
seguono
nel
pii
è
non
gli
genere,
fonetiche, morfologiche, sintattiche
periodo
grammatii
tutti,che
fatta,
tal
lacui
quale
nostra
né
vero,
a
moderno
uso
della
della
sodisfacente, italiani),
come,
qualsiasigrammatica
dell'
ragione
storici
illustrato in
sono
dalla
va
il
che
accade
genesi
parla,é perduto
lungo periodo
all'ultimo
grami
in
momento
(lenostre grammatiche
hanno, si può dire, fino a oggi copiato su
gii
per
le prime cinquecentistiche,
che
si compilarono in gè
sui trecentisti),
nere
e
quel che di esso noi troviamo
si
cui
fissato
(non dico
periodo
delle
novo
periodo
gere
tiche
pel
a
il resto
tutto
diversamente
e
poi
noi
veicolo
cadde
che
della
in
che
poi
che
si
in
cono
preesisteva
nel!'
invariato
atteggiando
in
quel
minutissima
Crusca
nelle
durevolmente
e
delle
ne
us"
formand
venne
mediani
disuso, spari prima di
entrar
senza
quel
rimase
si dovrebbe
ma
poco,
non
se
o
nostre
sici. E
sia
origini e
Ma
moderno.
ex
é
tutto) non
scer
che
di vista
parte
e
note
ai
giur
grammi
casualment
nostri
eia
é accaduto
ne
perché la grammatica
s' é fatta mai
storica : quella che
veramente
chiami
é semplicemente genetica, narra,
storica
mo
cioè, sol
il periodo genetico delle forme
grammaticali. Co
ne
questo
scapita
di
perfezione
e
chiarezza
anche
quella
de
79
r
letterario
moderno,
uso
invece
se,
compilasse
ne
I
dove
Mentre
questa
ho
fatta
con
un
errore
Nota
nel
che
ari
non
sia che
dove
che
verrebbe,
av-
non
grammatiche,
fosse veramente
la
genesi,
è l'uso vivo
se
rica,
sto-
V
luzione
evo-
moderno.*
mi
giunge la Medusa
(I, 24),
la prima volta, con
articolo di
un
che, pur
accogliendo l'illustrazione che
registratodalle grammatiche, non consente
leggere il discusso
di stampa
artista. Ma
le bozze,
apparve
del costrutto
me
diverse
stadio, che
rivedo
Fornaci
Raffaello
due
cioè, delle forme
r ultimo
il
parlato;
sola, ma
una
contenesse,
e
di
e
io ho
verso
dell' Ariosto, vedendo
visto un' intenzione
estetica dell'
della variante, restan
voglia essere
sempre
ferme
le conclusioni alle quali logicamente son
pervenuto sulla
necessità di pubblicar un'edizione
dell' Orlando
le varianti
con
di concepire e compilar diversamente
da quel che sé fatto sin
e
qui, la nostra Grammatica.
CURIOSO
UN
iS^SS
irti
frondi
SECENTISTA
Seicento
nostro
giustamente,
par
della
tnagnum
deir
scogli
del
storico
mi
correnti
glandi
; la
la
:
per
ignoto.
»^
da
ai
guti
ar-
loro,
tra
or
due
commiste,
che
conservatrice,
parte
la tradizione
continua
ciò
Tutto
calza
della
vivamente
della
s' occuparono
dei
della
la
dei
lingua,
anche
e
insofferenti
Bblloni,
// Seicento
Vallardi, in
corso
di
giogo
nella
più
virtù
delle
grande
più
s* attengono
e
per
regole
Stona
pubblicaz.; pag.
429.
età
codesta
altri, capricciosamente
del
per
secolo
nel
in
i
ancora
trecentisti, specie per
Crusca,
anche
grande questione
che
molti
il
so
ver-
che
stilistici,
e
dibattuta
Infatti, mentre
ventura
capello,
a
con
ribellione,
alla
vie, spingendosi
si riconnettono
lingua
lici
principii aristote-
spirito di
uno
direttamente
del
vicine
tratto,
grammaticali
linguistici,
gli studi
I
più
or
di
che, presentendo il futuro, s' apre
nuove
uso
delle
serena
innovatrice,
cammino
air
agli
in g^an
animata
XVII.
mare
attenendosi
arditamente,
r
V ombra
qualche
per
nel
«
capricciose tortuosità
paradossi, si svolgono,
ora,
che
ha,
letteraria,frammezzo
sotto
le
tra
letterario
osservato
critica
erudizione,
accademiche,
più lontane,
STILISTICO
GRAMMATICO
D' UN
^NO
CRITERIO
pio
l'esemtemente
coscien-
o
e
dei
letteraria
si-
lia
d^ Ita-
8i
itemi, si fanno
chi
nanca
Iella
cerchi
stessi
accordar
propagatori di novità, non
gli uni e gli altri nell'uso
servabili
grammaticali e stilistici os-
lingua e ne* criteri
dagli scrittori. Un
Gio
veneziano
ogo
nliatore I
tì,
e5si
Egli
Maria
di
tenta
effetto
in
ma
:
Vincenti
conciliare
riesce
non
fu il
tal conciliatore
;
gli uni
che
qual
ma
con-
gli
con
burlarsi
a
teo-
di
al-
tutti,
'ibelle
schietto di que*
agli uni e agli altri,precursore
lostri scapigliatiantipuristidei primi dell'Ottocento,
Torli, che portarono la confusione
principe Francesco
da chiarire
dov' era
e il disordine
e
distinguere.
di « fatiche più serie »
Codesto
Vincenti, autore
«
e di altre
non
meno
gravi già destinate al torchio
in due
di
seicento
volumi
ben
fogli// Mando
gran
Demoniaco
intitolate », pubblicò in Roma, per IgnaHo
ie Laz.
della
gare
nel i66^ ^ Il ne quid nimis
lingua volnelle Regole più praticabili
e
principali.Opera
si sa
ammirar
non
se
più la
volgare, » di cui non
amenità
secentesca
del
Il
ne
«
Con
forma
o
la sistematica
vaganza
stra-
contenuto.
Bellissima
censore
della
la
macchietta
di
probabile suo
tratteggiatanella presentazione che fa di sé
riferita :
quid nimis ad Aristarco, E degna d' esser
alla cintura, di quelle, che la
prolissabarba
notte
conservansi
Robbone,
i
entro
un
sacchetti.
Vestito
di
un
foggia di Toga, sfibbiato al petto, perchè
vi
comparisse medaglione appeso,
insegna di
Dottorato. Nelle mani
hauea
bel paio di guanti
vn
di concia
di gelsomini, con
vno
ricoperta la sinistra,
r altro stretto
nel pugno
della stessa, tenend' ignuda
la destra, affine di farci vedere
V anello con
la effigie
del bue
dorato, altro priuilegiodel suo Dottoramento
nel Bò
alla
di
di
Padoua.
nero
Teneua
cuoio
alla
sul
naso
Spagnuola,
occhialoni,
raccomandati
cerchiati
ac-
82
air orecchio
diuisaua
da
due
forti corde
il mastrone,
Liuto, che
di
delle
dal batter
percosse
forse
tempie,
gli risuegliassero
per occulta simpatia all'intelligenza
il genio, e gli spiriti
animali. »
Contro
il quale giustificato
il titolo,giustifica
Ai lettori sé stesso, uomo
davanti
di religione,dello
scriver
che fa « documenti
del Regolato favellcire »
invece
che del « vivere
tendo
Regolare », anche qui metin bocca
di lui :
a* critici il rimprovero contro
Crusche
le abburattino
4c Le
se
pure gliAccademici,
et
Pedanti, ma
i
più
pure
Dio
pure
chi
per
per
il fior
s* impasti in
farina
della
mondo
satollare,e sostètare
da'
pane
il
Popolo
foglidei Boccacci, dei Danti,
Sonetti
studia, e Madrigali, ò
di
la sua
Diua ; che gì'Amanti
i
tutti
e
de'
le Bibbie
sopra
Tomasi,
spositori,per
accèder'
il mondo
amorosissimo
facitore.
»
della
scopo
sèza
nelle
fine, che
in
tenebre,
o
Ed
fatica:
sua
«
alla
nascer
non
sacre,
gli altri
con
mai
delle
e
Ministri
Petrarchi,
dei
Dio
nell'
amorose
han
sopra
più
da
piegarsi
im-
stini,
degli Agoautoreuoli
del
amore
come
di
Riuolga
suo.
Lettere
tutti
ecco
Scritture
espone
suo
lo
veggiamo tutto dì
luce, seppelliti
rimangono
Libri
ò
letti,
se
pur
letti
una
fiata
sfuggita,gittatipoi in un cantone,
pe nò più
leggersi giàmai ; e questo, ò perchè intenti tutti i
in non
cale
lor Compositorialla materia solo, pongono
ogni forma di dire, col dispettosodispregio di tanti
i Lettori,
(come dicono) quinci, e quindi, onde nauseat'
alla
non
ne
soffrono
si scrupolosi,et
la lettura.
affettati
sono
O
per
còuerso,
nel comporre,
chè
pertomizzando
ana-
discreto,
ogni orecchio
dalle durezze, i libri gitta à rodere dà denti
percosso
del tarmo,
ò da più duri del tempo.
Qui dunque a
va questa Operetta mia, ad arricchire
batter
co
pòfino i
Jota,
che
84
chi par
che
goda,
non
impeccabili le
sue
in
ecc.
1*altrui,quasi
riprender
»
Si
io
non
di
lo voglio dunque lasciar godere
figurise non
delle sue
secentista, io che
composizioni il buon
ho fatto altro che godere di questo
libro,
suo
cui è ingiustoriferir qualche brano per delizia de'
lettori,meritando
è esilarante
Tanto
più
svariati
in fondo
d'esser
esso
questo
non
lingua e
problemi, e
che
son
modo
suo
di
problemi
riferito tutto.
davvero
di
risolvere
i
di
grammatica, che
che problemi I, di
stile.
Il nostro
la
galantuomo
materia
sua
è esposto
ordine
per
del
nimts
quid
ne
alfabetico
:
in
ogni
espone
articolo
solverlo
(perchè il riè risolverlo)il problema
al modo
suo
non
dole
d'invi si recano
e
degli esempi. I problemi sono
morfologica, sintattica, linguistica,
ortografica,
stile.
al fatto dello
tutti egualmente subordinati
ma
Per
ogni questione egli trova, naturalmente, esempi
prò
e
risoluto
e
contro
un
anzi
dato
risoluto
non
vocabolo,
dato
un
costrutto,
quali ne corrispondono altri equi
valenti, o allotropio sinonimi, più spesso
doppioni
è spregevole materiale
l'insieme
E certo
non
per
un
dato
ai
modo,
vocabolario
s'accingeràa darci quel desiderato
volta
di doppioni che una
promise il Morandi, e al
Giovanni
lavorando
stia or
Soli. Ne
quale crediamo
chi
del
tutto
secentista.
la
parte
infondato
Anche
storica
è il criterio
noi
ammettiamo
della
nostra
stilistico del
che,
lingua,
se
nostro
tutta
non
almeno
gran
parte sia anche
alcun
effetto
tanto
dì
oggi adoperabile per conseguire
stilistico,e che è ridicolo lo scrupolo
quelli
che
non
accettano
degli
morta,
quanto
troppo
viva, cioè pur
altri che
mo'
forma
una
nata.
sol
l'accettano
non
Ma
il
punto
perchè
perchè
sta
nel
85
seguir
le
nettamente
opportunità,
air
leggi
arbitrio
retore,
e
dell'artista
e
non
rende
valore
tiene
attraente
Di
d'autorità,
e
sua
dello
tutto
suo
ciò,
libro,
parte,
stile
quanto
fosse
quel
le
che
anche
quell'età
matico
graml'
del-
vono
prescri-
lo
lingua
per
della
Vincenti
un
gli
toglie
ogni
niare,
testimo-
criteri
bizzarra
ci
verso
di
quella
ne'
spirito
e
nostro
l' altro
sol
si
con
il
se
per
lasciandogli
di
stessa
nostra
questo
e
nate
subordi-
materia
lettori
della
alcuno:
il
o
corrispondenza
genio
conto
la
lingua
col
letteratura.
nostra
dai
intima
in
sono
e
dalla
meglio
o
questo
l'
del-
e
dall'essere
di
criteri
emanano
fini
dai
arte,
convenienza
lungi
che,
a*
o
della
leggi
della
e
vagante.
stra-
DUE
ODI
AREOSTATICHE
STAMPATE
A
è
I*UNA
Signor
la
di
FOLIGNO
NEL
Vincenzo
di
notissima
1784
il
MarUgolfier^«
primo
Ai
Monti
fra i
migliori
.
esempi,
eh*
immagini
con
ne'
composta
il
statico,
invenzione
fratelli
di
arti,
»* Ma
segnente.
a
globo
areo-
in
Francia.
dal
Casaletti
nel
Giornale
da
recitata
e
sola
fu
in
blicata
pub-
«
belle
delle
Arcadia
il 4
marzo
neU'istesfco
ripubblicata
inglorioso
non
il
ai
dovuta
Fu
Annonay
ripubblicazione
questa
Torti, che
stringeva
tempo
poi cosi sfortunata,
1
B.
ZuMBiNi,
Monnier,
2
e
sul
ad
Francesco
il nostro
Le
e
editore,
Foligno.
Forse
di
Charles
bricatori
Montgolfier,fab-
Stefano
e
d'un
lo
precedente
pei tipi del Tomassini,
anno
in
carta
febbraio,
28
n.
Michele
Roma
in
dell'anno
più
poco
che
1783, fecero
dicembre
Giuseppe
cioè
1784,
»^
medesimo,
soggetto
ascensione
prima
Robert,
i
del
dato, di far poesia
mai
abbia
dal
tratte
primi
la
dopo
mese
ci
egli
A.
Bertoldi,
commentate;
29-35.
1886;
che
tutti
241.
Poesie
in Firenze,
G.
C.
estraneo
quel
caldissima
Monti
V,
—
Bertoldi,
Vincenzo
Monti
torno
amicizia,
col
conoscono,
Cit. dal
di
in
appunto
la
poesie di
Sulle
pag.
Roma
in
fu
non
celebre
Studi;
v.
Firenze,
nota
scelte
2.
illustrate
Sansoni, Editore, 1891
;
8?
assiduo
fattoglisi
poeta,
e
scrittori
nello
studio
Umbria
sua
intendeva
diletta. Né
compiacenza
senza
stranieri;
e
che
e
grandi
alle splendide
dell* ingegno allor sorgente
circadicherie
romane
de*
neir ammirazione
e
classici,italiani
manifestazioni
ne' lieti passatempi
compagno
dovette
l'ode
grande
diflEusione
dar
l'Umbria
tra le
nella
accoglier
belliissima,se
concittadino, appunto, del Torti, Alessandro
un
Aleandri,
d'ingegno potente, di larghistudi economici, onde
doveva
salire alla denza
poi nel memorabile
presi1779
del Senato
della Repubblica romana,^ s'afirettò
simo,
a
pubblicar nella stessa
Foligno e nell'anno medepei tipi del Fofi, un
ma
sulle
un'
ode
in
Macchine
raffrontata
che
areostatìche,
degna,
tutto
poemetto
titolo di
a
si
in
sillabi
endeca-
chiude
con
curiosità,d'esser
la montiana.
con
Alme
sublimi,
Nate
e belle,
felici,
fino all'orbite
Ascese
Delle
Per
ruotanti
voi
stelle,
non
4
viride
basta
Schiantar
Solo
nobili,
e
selva di
allori,
al merito
compenso
capi vincitori,
Dacché, passando rapide,
Ove, eh* ha Tuom
soggiorno,
De*
Correste
in
all'aere,
mezzo
gira a voi d'intorno.
Novelli Tifi intrepidi.
Che
In voi
diede
ne
8
12
il fato,
Maggior de' prodi Esonidi
A
I
C.
Trabalza,
del
l'inaugurazione
pagg.
66-7.
—
d'uopo
16
in
illustrata
Bevagna
per
Perugia, Donnini, 1901;
scrittori
Gli
busto
inusitato.
a
F.
Questo scritto
Torti;
è il secondo
del presente volume.
88
No, che
Non
portenti argolici
dier sì gran
pensiero,
i
Quanto
dell'aere
tentar
impero;
infrangere
No, che lo seno
L'inviolato
E
Su
Teti,
nettunia
Della
spingere dal Pelio
i remi inquieti,
d'esso
può pararsi all' opera.
Non
cui si
Per
in alto.
ascese
Portando, impresa insolita!
alle nubi
Anche
Al
assalto.
prodigio immobile
gran
fermossi
L'uomo
attento,
lo sorprese
un
palpito
Di gioia e di spavento;
E
Seguendo,
Co*
A
in estasi
sorto
pie* mal fermi al suolo,
guardo acuto, e libero
36
volo.
Il portentoso
pel gioco altissimo
Volar
Vidervi
li Numi,
pur
attratti
Volgendo
Quasi
lumi;
timidi,
restasser
insidiar le
ad
Ch'
fievoli
e
i
lo stupor
Per
Frode
novella
al talamo
voi volesse
da
Il
voi contratta,
con
Onta
Ma
sì
nere
Mentre
Finor
lo spazio
degli
Solo
è
non
giunge.
52
inospite
eterei
campi,
videsi
trascorso
da
lunge.
vi porta Zeffiro
più l'uom
che
48
insidie
Ove
O
fatta;
pensier vostro
Fu
44
la bella Orizia
che
Per
40
voglie
Sorgeste nuovi Tesei
Della divina moglie,
O
32
tuoni,
e
lampi,
56
89
pegli antri squallidi
per le vie fulgenti
voi
Or
E
Segnando
corso
impavidi
e
60
spaziate,e i venti.
cuor
magnanimo
L'aere
Seguite a
II glorioso corso,
Né sia, che d'aspra invidia
vi rallenti il
Mai
Se
però
tràggesi
tutto
al
Tuom
Per
Ad
Esser
chi
oppongasi
fine:
68
ordinarsi
un
conformi
agli omeri
gP imposti pesi,
Debbon
Se
confìne,
suo
fìa di Voi
Non
64
morso.
gli uomini
cadranno
no
Insiem
lor
con
prostesi.
72
rallentar le fervide
Di
Brame
Chi
ricusi,
fia
non
mal
potentiall'opera
Scorge le forze, e gli usi.
piacque al ciel concedere
tutti egual l'ingegno.
Non
A
Onde
Poi
Che
76
ciascun
non
Desir
80
regno.
gloria
vi scorge,
Cercate
Di
un
osasse
di bella
se
pretendere
in core,
pari, e anticipe
procacciarvalore.
Bambin,
che
Torme
84
deboli
Segna primiere al suolo,
Tal
pure
Onde
l'arte scorgesi.
si
apprende il volo.
L'orma, su cui dirigere
I globi è ancora
incerta,
Senza
Sarà
di cui la Ptetica
mai
sempre
Sorga talun,
E
che
la beli' arte
Che
Anche
88
allor
a
inerta,
inanimi,
avvivi,
gli
saranno
volar
92
men
uomini
schivi;
'
9^
I
90
Più allor sarà benefico
glc^biil gran lavoro,
globo più stimabile
De*
E
un
di gemme
e d*oro:
ciascun all'utile
Sarà
Grato
Deir onorata
Grado
£
allor dal suol
sovra
nella
104
resa.
pindiaco
le dotte Suore
Farò, che
Il
merito,
e
sapranne,
Meco
Il Monti
impresa
che tal sia
Ove
loo
al Cielo inalzino
valore.
uman
prima parte
108
delFode
(vv. 1-36)
gazione
prima spedizionenavale alla prima naviaerea,
quasi dolendosi di non esser pel Montgolfier
quel che fu Orfeo per Giasone. L'Aleandri
invece
fare
dice (w. 1-28)non
potersianzi neppur
paragona
un
tal
la
confronto, essendo
impresa
il dotto
della
la seconda
prima:
e
come
assai
invece
più
di
cile
diffi-
rivolger
ode
la sua
mincia
incoMontgolfier,
un' apostrofea tutti gli arditi navigatori
con
aerei (compreso il giovine Andreani, lo Charles
liano,
itanominato
nel poemetto),così non
eglitenta la
liope.
poetica lode, ma la mette sul labbro alla stessa CalInfatti gli ultimi versi precedentiTode, e che
ne
spiegano la chiusa, suonano:
al solo
verso
Tutto
seppi,e vidMo
U* colle dotte Suore
dall'alto monte,
il biondo Nume
Sedea
temprando la sonora
cetera;
Quando sorgendo fra la dotta schiera,
Che
La
Note
A
le forma
divina
seduta
alma
corona,
Calliope,in queste sciolse
festive il modulato
quel che il Monti
dell'ode {« La
scoperta
espone
del
canto.
nella
seconda
pallone volante
parte
fu
una
9^
(v. 65), considerando
invece
cosi
—
il
|"oemetto*
de'
fondamenti
—
termina
globi, »
dell'arte
opportuni
due
è
ricco
dallo
lasciare
zonetta
quellodella canil Savioli, il Frugoni
tezza
creduto
indegno dell'al-
fu
non
«
Panni, »*
stesso
valore
del
il metro
che
al gusto
di esse;
estetico
al
e
nelle
letteratrie
nella
disciplinee
dal
fuori, un
Bonacci
delle
1
GBRÀ,
tomo
42,
Ricerche
2
Bertoldi,
3
Guido
pubblicata
la
op.
Pompìlj
prima
e
Italia
in
la
e
nostra
poetesse d'Italia.
Raccolta
del
Calo-
areostatica,
suWarte
cit.,pag.
volu
miche
econo-
guida, corifea ammirata,
pubblicò anche, nella
L* Aleandri
quali
illustrate
bene
meritamente,
Brunamonti,
la eletta schiera
de'
nelle
quanto
elevato, l'altra,^con
tanto
posto
ma
giudizio degl'intelligenti
politica,così
Aleandri, tiene
nostro
Alinda
storiche
e
di
rimarrebbe
lettori,e degli sposi illustri,l'un
tanto
direzione
prudenza e
ficio
completo il bene-
e
cioè
usarono
il confronto
da
cosa
che
e
dell'ode
stabilire
ond'è
alla
necessario,
è il medesimo,
odi
altri
tanti
vati
tro-
areostatica.
arcadica, che
e
sono
la
reale
sia
Osservato, né sarebbe
delle
note
raccomandando
maggiori studi, affinchè
si
non
«
scientifiche
delle
una
che
i.
Vittoria
Aganoor
questa
notizia.
per
le
cui
nozze
fu
LA
POLEMICA
|tr
vendicato,^ di
di
dove
duca
:^
tanto
altret-
non
crediamo
speriamo,
e
s' imbattè
Città
si
di
ripubbl.
si
come
forme
con-
Monti
pratica
sa,
del
stretta.
del
danteschi
(Collez.opusc.
di
presso
rio
segreta-
era
fu facilmente
servì
Tinaugurazione
per
far
per
1901
scritto
Vincenzo
in
L'amicizia
Castello, Lapi,
Il presente
—
recava
V altro,
e
Braschi.
Passerini).
in
1* uno
Bartolucci,
1
»*
in Letteratura
storia/ che
qui brevemente,
mento
comple-
verità.
Roma,
del
il
ri-
scritti
migliori
abbastanza
note
Dante
forma
che
«
del
de*
produzioni
sue
Torti, ventenne,
aw.
e
è
l'interessante
ritesser
a
Dante
Torti
nota
e
opportuno
r
che
oramai
sono
chiara
a
questo
le altre
tutte
precedenti,
Il
la
Francesco
MONTI
COL
fortuna
come
importanza
di
TORTI
DEL
prefazione
monumento
a
a
questo
F.
Torti
Bevagna.
Minuta
2
di
Ricci, 15 agosto
3
V.
Ciro
Torti^ con
una
perziana, 1896,
4
Quel
fattane da
2.)n'
è
quel che
che
lett. di
1825
mi
di
in 16, di
nella
Emilio
toccato,
Della
Trabalza,
lettera
tortiano
; Arch.
Luigi
pagg.
citata
Bertana
merita
propongo
alcuna
ottener
ad
Torti
Francesco
in
vita
e
Angelo
Maria
Bevagna.
delle
Morandi
;
di Francesco
opere
Bevagna,
Tip.
Pro-
240.
monografia
(Giorn,
nell'ottima
d. Lett,
stor,
correzione
qui.
e
e
maggior
recensione
it.^ 1897, fase.
compiutezza,
94
si
e
V
cercavan
grandi poeti
V altro
un
italiani
spesso
stranieri, rivelando
e
de'
ragionar
per
il Torti
solito
in-
di
rara
giudizio e il Monti
squisitezza
di gusto e poetico ardore.
Tornato
il Torti per eventi
domestici
in Bevagna, sua
delle
patria,si scrivevano
lunghe e affettuose lettere, il cui principalcontenuto
acume
era
V arte, V arte, in
sempre
alla
mano
Basvilliana^ il Monti
volta, manoscritti
amico
di
la
bollente
sua
Bevagtia, che
un'
dopo
di
V amico
al
il Torti
il
alla
il
primo
già
aveva
in
volta
al
giovine
per
lettera
le
rono
colpifossero,
tolo
il ti-
sotto
Basvilliana,
e, come
tanto,
in-
gliene stampava
permesso,
le naturali
in
messo
nella
brano
un
Vinte
canto.
Posto
lettere
desiderò
che
all' opera,
pronto
tanze,
rilut-
spedito
e
manoscritto,
diera
la banquando il Monti, disertando
il
Milano
inalberare
biancogialla,scappa
a
a
tricolore, dimenticando
onde
stato
di
ne
senza
la speranza
rimase,
il
suo
le mal
il Monti
lingua, ma
doveva
il Monti
mirabile
poema,
relazioni
1797
fu
casto
già
della
anche
destinate
cantica,
e
e
un
come
poeti. Il
de'
non
ma
giorno
riallacciate così
d' amicizia.
sua
il Torti
la sorte
ad
sarebbe
loro
sbalordito,
che
il core,
vazioni,
Osser-
prosatore,
avesse
la
convincimento
stata
essere
Osservazioni,
scomunicò
e
massimo
che
quel
con
il
naturalmente,
troncate
nel
V autor
critico
diventar
Torti
le ammirate
e
profetatoche
il massimo
giorno
un
l' amico
aveva
egli credeva
la
Codeste
critiche
chiederne
ottava
nota
gliene esprimeva
rifusione, pubblicate
Osservazioni
senza
di
i canti
stampe,
il Monti
opportuna
impegnar
per
inviava
ammirazione.
tal segno
a
nelle
o
Dante.
ispecie,di
Ma
pigliato
riche
an-
quando
sando,
cantica, confesognun
sa
:
comprese
della
copia
Peccò
qual
delle
la nuazione
contiaccompagnar
forse per la delusione
del
95
l'aspettativa, forse
che
ienza
fors' anche
lui
i
«
se
del
concepì
son
si diede
a
il germe
divisi,Dante
Parnaso
Nuova
delusione
di
lodi
I
II
prendendola
sue
a
Istituzioni
nella
che
ne
che
li
pur
conto,
tortiana,
e
detto
aveva
della
sua
di
di
Pavia,
il
non
Monti,
ben
di
che
gli
per
mille
ora
Bevagna, neppur
degno della fattaglipromessa
1
Bertana,
loc, cit,
2
Bertana,
loc. cit.
3
Le
altre due
Santucci
e
uscirono
Comp.
nel
181
2
a
nelle
rettorica
giunto alla gloria piena, non
(avrebbe potuto ?) alcun
di ricordarsi
segno
ammiratore
teva
po-
bene, quasi
ormai
mico
aveva
leggeva
con
qual
che
e
eloquenza quel Cerretti
cattedra
Osserva-
profilodi
prima parte
Basville
-?
al
il
1806, la
davan
fondamento
d'
delle
che
cioè
Monti,
I, dell' opera
ignorare quel
riavvicinarsi
riuniti I
quegli stessi giornali che
tributo
quel
italiano
li avrebbe
solo
non
legittimo,
stato
per
usci, nel
onde
Prospettodel
vie
fiamme,
alle
sottratto
aveva
Dante,
rielaborando
venne
e
di
preso
poeta,
sarebbe
pur
altre
tentar
e
ticare,
dimen-
(come apparirà da quel
rancore
dire),che
per
Monti,
alcun
affetti
fin
e
potè nulla
non
».*
inediti
T amicizia
celebre
il
verso
anche
queste fiamme
con
anche
negli
era
pru-
scomunicato
ancora
e
Torti, questi
ammirazione
zumi
dello
fortuna
sua
qual
tenace
e,
non
V altra,bruciò
per
parte del Monti
la ricordanza
tanta
e
ragioni di
ripudiarla Basvilliana,»*
a
quella scomunica
con
da
si spense
del
cosa
una
reazionario, per
Ma,
ma
V
per
poeta
compromettenti panegirici
poema
che
il
indussero
le stesse
«
per
ripezie
pe-
dava
dell'
che
di
cesse
suc-
si
«
a-
strava
mo-
asso-
Perugia pei tipidel Costantini,
96
ciarselo
quella dittatura
in
alfine venuta
incontrarsi:
che
avevan
gnato
so-
».*
insieme
Parve
letteraria
fu
e
nel
V occasione
di
nuovamente
furon
1818, quando
lia
in Ita-
note
della Proposta, di
parti del primo volume
uscita
la prima era
circa la metà
del
decembre
l'
la seconda
il 15 delavanti
e
precedente anno,
le due
cui
del
il
Purismo
suo
del
e
consenziente
«
due
sarebbe
Proposta,si
operetta,
sua
se
poesia
e
alle
che
prosa,
a
invece
me
il Purismo
par
la comparsa
ond'eran
paesello
stesso
sulla BasviUiana, alle
s' era
1
Bertana,
2
Eccettuata
dal fondo
trasse
suo
e
dato
opus
magnum
ora
s* è visto
certo, che
voci
nuove
stinzion
la diin
nostra
criterio
Prefazione,
fuori
egli desse
di
far eco,
dall' i-
le
famose
lettere
del Monti
agli studi
tutto
sua
la
di
che
lano
in Mi-
lingua, e
con
loc, cit.
la
Corrispondenza di Monteverde
dell* anima
sua
e
che
egli
stesso
(Monografia cit.,pag. 127),tutte
operette del Torti
:
pubblicar
nella
partite
detta
necessaria
deliberato*
1'animo
con
della
non
a
creduta
più che
»,
il Perticar!:
e
que' due, dell' arte
regolate da diverso
son
versario
av-
HngTiistiche di
il Monti
Questo egli dichiara
linguistico.
ma
si manifesta
dottrine
avesse
non
pubblicò
purista dell'Adige
determinato
fatta da
non
il
«
ingegni »,
che, dopo
consenziente
tanto
Cesari,
invece
nobilissimi
gusto, dove
del
nemico
aperto
il Torti
1818, infatti,
Nel
aprilesuccessivo.
furono
a
luì
già del Prospetto ;
ispirateda
così
è
cause
della
d^W
che
il Torti
il
considerò
le altre opere
tali
dirò acciden-
Risposta
ai
risti
Pu-
Apologia della corrispondenza, della Filosofia Mie
medaglie (lo rilevo dal carteggio del Torti, importantissimo, col
dottor
Marini
di Loreto, V. qui pag. 99, n. 3) e della Patria
di
Properzio: non
importa dire che altrettanto è del Dante
dicato
riven,
^
di cui
stiamo
appunto
facendo
la storia.
97
la
ridestarglicosì
dunque, fin qui,
risentimenti
vedo
come
cui
anche
affettuosa
poiché
deluse,
col
anco
avvenne
Torti
vennero
il Monti
annunziato
nel
con
19,
malanimo
questo
il Torti
contro
annichilir
Dalle
lettere
dai
che
cit.ì,più
romani,
2
Umbria^
dottrina
La
idee
del
«
me
Colelli,
«
che
Neologista.
quali egli
fa
uso
di
e
VII,
—
Si
»
scriveva
il Monti
Le
colla
voci
anche
il 24
il
massima
di
Torti,
[Arch,
la
di
ne'
risti
pu-
del
Cipicchia e
alle mani.
C.
V.
in
Bevagna
balza,
Tra-
Boll,
r,
ripubbl. qui.
fondo, concordava
vi concordassero
le
giudizio di letterati
lora.
d'al-
non
aprile 1824
sia in fatto
non
gliato
scapi-
il
suscitato
Torti, in
più di quello che
era
lo
era,
ferocissimi, appare
Roma
il Torti
3.
meno
qual
è che
ebbero
venire
a
del
linguistica
pare,
simo
nobilis-
principio
pur
Torti
di
Torti, che
fede
il certo
-}
librarie
quasi
Perticari. Questo
A
del
reatini
quella del Monti
con
il
p, delV
st,
fin
letterati
Due
dep.
nelle
s' accalorassero
Gallo
motivi
arrabbiatissimi^
poca
ternpo
le dottrine
come
e
certo
di Rieti,dirette al Torti
del Colelli,
giornali del
ira che
smisurata
quale
chiamandolo
sul
antipuristadi Bevagna
1
I
il
Roma
di
trissiniano
voluto
avesse
uscito
e
Perticari, che
puristi di
dai
e
anno
del
contro
a
Arcadico^ già
Crollis, nel
le idee
e
s' ebbe
saprei proprio scoprire,a
non
egli,sobillato
queir
forse
e
amico
Giornale
Perticari,
ghe
lunvolta
De
un
mano
stesso
quel giornale.
opere
io
ingegno,
non
la
del
le
approvava
che
di
gU ispiratoridi
tra
era
dal
sulla fine di
riconoscere
parve
sé
con
le
questa
V indomabile
articolo
un
solo
anche
attaccato
appunto
Non
?
tacque
ma
ferocemente
veder
ne
Che
genero,
né
carteggio tortiano, in
alcuna
che
rente
riveparola men
il Monti
lodi esplicite,
; anzi
verso
del
speranze
sopita amicizia. Non
palesi né segreti,
grosso
mai
al Perticari.
anche
gli
dal
s' incontra
non
e
la
di
speranza
ed
da
Rieti
in massima
al Torti
il
registrate nel
vocabolario
franchezza, ed
i suoi
ciso
più dedelle
rimproveri
98
forse
di
suo
Roma,*
animo
dal
le informazioni
per
Giornale
di
Napoli,
dico. Eccovi
quale
dal
è
Neir
1
ricavarne
In
2
dell'amico
sotto
favorita
questo
d'
occupo
P.
de'
Minnucci
Sparapani
alcune
ritenerne
e
nio
non
ecc.;
che
straordinario
che
e
in
vostre
letteratura
per
dichiarare
distrutte
fin
Romane
un
Tornerò
che
del
qui attribuite
«
mani
fosse
vissuto
Minnucci
al Torti
farvi
sono
e
di
lettere di
gran
una
parte,
Valenti,di
can.
dovete
conoscere
posso
lettere
una
Colgo
appunto
cui
le
Non
fatta
».
tificazione
Per mor-
ancora
denza,
prima corrispon-
nostra
giovane.
avrebbe
di
io mi
Attualmente
Voi
disperse le
o
che
per
e
logna.
di Bo-
Montanari
secondarmi.
vostre.
cesco
Fran-
a
il g^'
ginare
imma-
di uho
de
rivoluzione
l'opportunità
quelleLettere
pubblicai
mente
recente-
(per Nozze, Bevagna, Tip. Properz., I9^importante argomento,
blicarle
quando mi risolverò a pub-
estratto
suU'
e
italiana, se
qui
:
posizione.
sup-
per mezzo
diceva che
Torti
possiedo
ne
di questo
precoce
abbiate
voi
Teloni
pubblicare tutte
scrisse nella
mi
questa
Tolentino,
e
leggo
[che] le
nostri più grandi ingegni,
nella
di
cit.
resse,
privo d'inte-
diretta
i8ig
Pietro
dovete
traspirare
Arch.
».
quelle di Pizzicanti, del
egli
io rimisi
dee.
Gaetano
voi
e
di far
confermar
l'avv.
Né
il Perticari,
sarà
non
qui ringrazio, il
mancano
eh*
ciò che io
a
carteggio tortiano per
Macerata
medesima
progetto,
alle mie
del
del 18
potrò raccogliere.Già
riunite
lascia
non
che
can.
Puristi io penso
che
avendo
il
che
della
I, parteI,
voi.
abbiurazione
sua
di
vescovo
copia
S.
altro
un
la
si nascondeva
nome
Nel
—
che
Foligno
Bartoli
Atazio
rista
cui questo Pu-
concordare
capitidi dover
da
Teloni,
n' ha
sembra
NotiziaHOy
mi
lettera
una
Ansaldo
me
che
Considera-
nelle
lascino dubbio
rifacendo
sto
di
specie
probabile
mi
gravi
che
solo
non
dico
quello Enciclope-
da
miterino, con
non
ravveduto,
lo
esame
una
è
cui
col Monti
Purista
un
fatto attaccar
avviso, perfettamented'accordo.
mio
a
ingrato
con
(Vedi Proposta,
che
sembra
stile quanto
suo
secolo
dunque,
voi però, né
con
il
mi
seg.)
e
il Perticari
secoletto
amico
qualche
finto Premarti*
un
corrente
di
anche
ma
pel titolo di
appella il
267
da
che
1' avesse
invidia
Arcadico,
fatti al Cesari
pag.
credette
bieca
e
inesatte
integralmente.
lOO
altro
rabbia
isfogarecosi la sua
e il
malumore
suo
certo
non
ingiustificati,
quando il Perticari venne
il 26 giugno 1822.
a
E allora,
mai\care
si sfogò in altro
perduta l'opportunità,
modo, cioè
mettendo
in giro alla sordina, questo
si deve
non
noto
quel suo ormai
negare,
epigrammatico epitaffio,
che sarà bene
qui riferire :
pretesto,*per
Tutto
qui Perticari
è
Vake,
può valer
se
Pedanteria
Che
Ma
Disse
E
le
cose
scritto, pure
nel
Metastasi©.
In
2
Cose
lettera
una
di
tempo
del
dal
di questo
quelle della decenza.
«
un
de* bambini
vale
a
dire
Niccolò
ho
né
morti.
Nella
»
del
riar
tus
dì Orazio
non
3
i suoi
fece ridere
e
qui
è
nell*
il Torti
lettera
stessa
Tutto
concittadini,e
s' ha
da
Macchiavello
anche
di
dubitò
epigrafe del
«
omniSf delle quali locuzioni
II Rossi
Boncompagni,
uscito nel
1
nella
1870)
821,
ed
Notizia
aveva
io
e
gran
mandarlo
con
Quello
scandalizzò
né vivi
dice
che
nel
il Bertana
che
questo
l'abbia m
sola
pretazione
inter-
omnis
non
»
:
mo-
Algarot-
è T antitesi.
bibliografica sul
affermato
la
Federico
quella
zare
scher-
de' ^Hnchioni.
non
trovare
avuto
nimo),
pseudo-
^
scherzo
del
al mascherato
conoscere
non
all' Eliso
e
torno
supposizionein-
illustre contemporaneo
suo
Tasso
questo
espressa
scherzo.
Foligno,
(non
sotto
Macchiavello
Orbene
di
sulla tomba
Roma
leggi della politica,doveva
le
conosceva
maggio iSjóy
già
Montiy
fav,
bollori !
que'
si nascondesse
della mia
mutate
Biblioteca di
di
Amaranti
chi
cercar
alla derivazione
al Limbo
le avrebbe
imitate
31
2
occasionale, del Torti,
suscitar
Torti,
la conferma
trovo
che
frulloni,
minchioni.
.
Piccola
da
veramente
(cosila minuta) sig. Zoello
ancor
.
qui, né
Ossian
1824^ nella
.
e
critiche fatte dal Perticari allo stile del
Le
1
crusche
ognor
Taltro
pubblicato
sale.
altro cotale ;
all'Eliso de*
poetiche di
parole
si duole,
sua
finite
Bellezze
in
senza
sarebbero
certamente
Le
Vada
:
uom
sull* urna
dispera trovar
Sofìa,ch'odia
che
uom
:
Torti
(Perugia,
scritterello
ripetuto ;
ma
è
era
del
lOI
il Monti
dove
continua
(il che
Torti, indubitatamente),e
ammirazione
dispregio,^ se
non
gli avessero
certo
Monti
circolante
tal
al Betti
rammaricandosi
con
*
zelanti
troppo
un
scrivere
quella
del
fierissima
di
dargli modo
pettinar il maéà} di Bevagna
della Proposta già impresso, ma
volume
r ultimo
invece
del
tera
let-
ceva
(Milano, 5 maggio 1824) nella quale di^rtséo e V epigramma
da
un
cosa
/orca,
che
gli fosse pervenuto troppo tardi
il Torti
per
amici
buono
pervenire V epigramma
del Torti, onde
il poeta fu eccitato
da
punto
il Perticari
sima
mede-
fatto
manoscritto
a
V animo
prova
gli
colla
trattato
esser
a
X occasione
fuggita con
nelcendo
di-
la
voglia. Allora
identico
il Torti, per un
veicolo, avuta
copia della
del Monti, dopo avere
lettera
tilmente
aspettato un
pò* inuin atto
che egli mettesse
quella voglia, si
non
com*
24,
e
dimenticar
in
vi si fa del Perticari già morto,
che
cenno
donde
rivendicato^
di
suo
Biblioteca
del fascicolo della Piccola
dalla data
del
Dante
il desiderio
dal
è provato
questo
con
vivo
ancor
appare
sé
da
avanti
fece
che
è
V
aprite
1824.
lettera
prima della sua
così scriveva il 6 luglio1824 al Torti :
al Betti, perchè il Colelli
lettera [le
Se volete far giungere qualche copia della
vostra
«
al Colelli]in Lombardia,
il titolo d* una
lettera
Bellezze
sono
potrete dirigerlefranche di posta a Jacopo Marsigli,stampatore
1
e
II che
libraio
2
Monti,
r
Cassi
ed
anche
Arch.
al Monti
cit.
il Betti
comunicò
che
e
senza
francatura
sulV inetto
ella avrà
:
«
Sì ;
scherzo
quale, da Pesaro, il 20
dell' avergli spedito non
vinta
concittadini, diceva,
giustifichiElla che
alla
la prova
al
(per farglidispetto)
stampe laudative
stampatogli da'
epigramma
1' epigramma
il
Montanari,
Ignazio
1837, rimproverando il Torti
il ritratto
per
».
questi, oltre
era
novembre
e
Bologna
a
Tra
richiesti
potè dolere
non
».
Tomba
Arch,
del
cit.
ancor
le lettere
Perticari
non
adirato
scritte al
sono
sue,
102
tutta
r antica
amicizia
r urbanità
della
deir affetto onde
e
è la
che
di
resse
Ma
la lode
il Monti
mai
di
p.
al Torti
in
1825:
«
ho
non
lettera
mia
La
felice
tratto
mai
r
il
aveva
sentimento,
scriveva
Lampredi,
Monti,
il Colelli
; conviene
amico
ri-*
Del
il 13
sulla
del
mio
sto
ago-
che
qual-
carta
ed
cuore;
insieme
dritti
i
e
il Torti
da
mi
del
riconciliare i due
ha
RÌ3li
il 25
supposto.
dunque
Torti,
s*
della
al
io
bile
possi-
ragione
del
avvilito.-
giugno
dissidio
«
State
JS25,
L* avvilimento
fuggirlo più
che
intromesso
era
».
si
e
per
e
forse di
era
rato
addolo-
amici,
comuni
stesso, che
temperamento)
suo
Illuminato
mali
e
pregato
(tale il
e
de'
il
Forse
placare
come
del
suoi
infami
scriveva
in conciliare
quanto
lagnarmi
finzione, perchè,
era
gettare
rimprovero
me;
cit.
2
ciò
vivo
un
di
Perticari.
Rieti, così
poteva
non
penna
sofferto
tanto
di
ho
non
lagnarsi di
pubblicamente
al Ricci
senza
la delicatezza
Arch.
diceva
si
non
Io
alcuni
giro per tutto
figlio,voglio dir
che
quel
una
di
in
mio
che
«
altamente
me
a
per cui
veva
Dante, poiché scri-
1825:
motivo
morte
abbraccio:
Torti,
il
agosto
ii
dato*
lui, mandando
contro
V
dal
leggere
nessun
ha
egli ne
es.,
datagli dal Torti
istesso dispregio, la
all'invocato
trarre
di
curato
dato
Né
della
autore
principalcausa
è smentito
ma
Lampredi^
1
T
la
certo
si lasciò
non
al
versi
deirinte-
e
ingegno
benevolo,
fu
genero,
neppur
bensì
sua,
fiera. Quest' odio, sopravvivente alla
parrebbe anzi,
fosse
anima
bellezza
della
nep-
il calore
tutto
la nobile
accesa
nobilissimo
al Torti
diletto
mai
riconciliazione, l'ingrato cui nep-
di
più
critica
in
Perticari, il creduto
il
mancata
reso
aveva
spiega in
si
offuscata
non
vivare
rav-
e
scritto.
contro
pur
che
ironia/
d'
si sente
questo
volte
del
lettera
principal fonte
più
polemiche
desiderio
:
qualche punta
da
pur
le meschine
abbraccio
cordiale
un
sano,
»
gli
vi avvilite,
non
è
il
maggiore
può.
»
Arch. cit.
!
I03
io
manente
di
contro
Jontano
non
ciò
di
qualunque
e
me,
dall'
nulla
so
».* Sicché
glielaperdono
senza
vendetta
del
il
contro
nella
che
compiere
senza
Perticari,unico
odio, sopprimendo
suo
tanto
son
rimase
non
non
scritto
conoscerla
neppur
Torti
al
rassegnarsidefinitivamente, ma
un'ultima
egli abbia
offesa, io
V
sia
che
adirarmene,
eh'
oggetto
edizione
nuova
e
degli opuscoli antipuristifatta nel 1829, un
del Monti, queir epiteto di ftoòidopo la morte
raccolta
anno
che
lissimo
gli aveva
avanti,
anni
del
eloquente
prova
oltre
la
al Monti,
affetto,che
immutabile
suo
ultima
come
rava
du-
morte.
la storia
Questa
solo
lasciandolo
e
dieci
ingraziarseloregalato
per
psicologica del
Dante
rivendicato,
più motivi di conforto, anzi che
i nostri scrittori
prender appiglio di scagliarsicontro
accusati
senza
ragione) di aver
(non dico : sempre
sciupato tempo e ingegno in polemiche indecorose,
è
donde
lecito
trarre
studiate, fanno
che, altramente
Ovidio,*
il D*
Di
non
1
é
altrove
Bertoldi
II,
2
1893;
pag.
Le
il
e
3
S*
liano.
ita-
e
é il caso
inedite
Lettere
illustrate ;
Passerini, si
L.
rifarne
di
non
Mazzatinti,
G.
conte
luogo
feci, come
Torino,
1' esposizione
di mostrarne
e
spatse
Roux,
di
V.
1894-96
397.
correzioni
pagg-
del
merito
Monti, raccolte,ordinate
voi.
all' ingegno
se
Qui,^ dove per
ripubblica,non
già
dice
ben
come
fosse per
sé stessa
ressante
integià non
rico,
rispetto psicologico,oltre che nello storivendicato,
ispregevole frutto il Dante
nel
che
più rispettionore
per
questa,
é
invece,
ai Promessi
Sposi
145-6.
intende, nell' ediz. lapiana.
^
ecc.;
Napoli, Morano,
;
I04
r
letteraria
importanza
amori
la
con
avvertirà
de'
sé
che
fa
d'
alla
del
eloquenza
dal
Torti
discutìbile,
non
al
Torti,
e
con
tiche
an-
i loro
rievochi
il
dolore
della
vero
della
perduta
Medesimamente
che, per
scritto
la
il
non
Dante;
accuse
di
me
che
a
e
gio
plaho
scorsa
una
que' due
tranne
plagio
giustificate:
apparse
era
proprio questo
invocava
quali motivi
dove
il
pure
soppressione
per
della
rare
maschefamosa
amicizia.
possiamo
parte
Torti
Torti,
lo faceva
Monti,
onorifica
non
le
che
Proposta
le
se
del
questo
difenda
sono
dolersi
e
calore
stesso,
legittimidi
nota
sue
Monti,
esserlo, perchè
potevano
doleva
le
e
il
carico
occhiata
additati
è molto
ricordi
Monti,
aggiungere
preme
un' altra
luoghi
se
vità
genialitàdell* esposizione,la nonaturalezza
la facondia
e
(non la
al Monti
alle Lezioni
da
stile.
mi
cui
ridata
la
giudizi,la
purità)dello
di
che
poesia, con
da
Solo
col
d' amicizia
relazioni
vedrà
lettore
sincerità di rimpianto il Torti
che
né
il
:
che
dall' osservare
esimerci
riguarda Dante,
riconferma
il
valore
suo
con
dì
affermato
nel 1806
intendendo
già aveva
la grandezza e, soprattutto, \ originalità
sentendo
«
e
del divino
meglio d' ogni altro critico del suo
poema
1' opera
italiano
«
tempo », col Prospettodel Parnaso
diceva
il Niccolini, « che
meglio pensata », come
pubblic
l' Italia in fatto di crìtica »,^ e di cui qui riavesse
il capitolo su
Dante, pel quale appunto
fu spesso
citata con
lode. È un
capitolo che rispetto
agli studi odierni ha molto, necessariamente, del man-
dantista, che
y
I
Bertana,
Dizionario
conte
G.
Ice, ciL
de' Dantisti
L.
Passerini.
e
—
V.
il mio
Dantofili
del
art.
sec,
Fraficesco
XVII
e
Torti nel
XVIIl
del
»o5
chevole
che
fatta astrazione
; ma,
poteva
poche
essere,
oggi potrebbe
sembra
davvero
titolo
di
contiene
cose
trovare
che
dalla forma
a
ridire.
poco
onore
su
Il
è
quella
cui
la critica
che
non
ci
il fecondo
per
la città nagagliardo scrittore, di cui quest'anno
tale,
memore
e
grata, inaugura il busto
marmoreo,
che
fini ai quali rivolse
gli era dovuto
per i nobili
r ingegno, V animo, gli averi.*
fo punto avvertendo
E
che questa ristampa, pel
e
è
Dante
dall' autore
corretta
sulla
condotta
seconda
fatta
I
V.
dal
la mia
pure
sull'edizione
del
riveduta
del
pel capit(5lo
giunte e correzioni
stesso,
con
Pagni
1829
nel
1828.
monografia cit.,pag.
47.
e
Prospetto
dell*
tore
au-
REATINI
LETTERATI
DUE
lOME
stampò
chi
deir arte,
e
le
e
della
sugli oggetti
movènti
i
esse
del
del
più
delle
v'ha
scopo
e
forti
la
esercitar
modo
e
occuparsi
alcuna
tempo,
delle
altre
persone,
libri, cioè,
e
e
ne'
grafie
autobiola
esserne
loro
si
due
in
su
a
chio
sover-
qualche
loro
del
offrire allo, studioso
d'altri
cercherebbero
cose
può
mai
d'esame,
giornali.
modesto
vi
letterario
materia
teria
ma-
tutti, potendo
avendo
e
carteggi
invano
è
che
minori,
movimento
discrezione,
delle
non
spiegazioni importanti
che
sì desiderato
diligenza propria
la
e
nifestazioni
ma-
sue
tiva
un'attrat-
certo
erudizione,
illustre
abbondante
anche
metodo
co'
possono
indagatore
ne'
de'
amicizia
al
delle
per
altrui, cosi
anche
partecipato
care
spirito, ricer-
acconcio
d'
po'
un
utile
a
verso
attra-
conseguir
a
come,
propria indagine
diletto
vantare
d'
Tuomo
più accessibili, ogni
delle
e
ne
più
mezzo
studioso, fornito
r
gradite,
degli epistolari.E
vastissima
suo
e
uomini
studio
suo
intellettuali,artistiche, è
teressan
in-
e
nostro
i chiarimenti
e
campo
sugli
Studiare
effusioni
libere
queste
gi
carteg-
più gustose
diffondono
che
i
nel
orma
scritture
ammirazione.
nostra
in
luce
cioè
loro,
cose
qualche
le
sono
la
per
TORTI
IL
autobiografiche, cosi
le memorie
di
E
Anche
che
qui
oggi,
e
talvolta
fatti
e
su
altrove,
occorrono
in
tanto
io8
Torti,* le minute
al
scrisse
al Colelli, e
del
di
il
Torti:
il loro
il Torti
della
la
con
Torti, il Colelli,il Ricci,
danteschi
della
soave
solo
lume
siva
respon-
stelle
tre
nel
illustri scrittori ; tutt' e
fama
ch'ebbe
e
di cui è
dal Sannazaro, le buone
i contributi
CoLARiETi
ed arti
^
Torti
Cesco
Ciro
Della
parteciparonoal
le traduzioni
inedita di F,
Torti
y
in
Perugia, Tip.
Torti,
P,
e
art.
pedagogia dei proff. Credaro
F.
Torti
stesso, tutt*e
Commedia
Torti
Cent.
cdV abate
in Dantisti
del
e
e
nella
tre
Collez.
in
corso
Angelo
Batta,
Angelo
Maria
Sacchetti-S
; Beva-
Lanci
desimo;
me-
sul
vallo
ca-
Coop.. 1898; Unafnedaglia
Centr.
nel
medesimo
Coop,
Martinazzoli ; Torti
Dantofili del
di
Francesco
XVIII
sec.
1899.
Dizionario
e
al Dante
XIX
dicato
Riven-
rini
d'opuscolidanteschi del Passedi stampa
(quando il presente
pubblicato); Sull'educazione,lettera di
in // pensiero educativo, 1897.
pubbl. dal medesimo
V.
e
opuscoli nuziali pubbl. dal
scritto veniva
2
la
movi-
d* Esiodo
Morandi
Passerini,e Prefazione del medesimo
di
di
opere di Fran
delle
Bayle, Perugia, Tip.
Francesco,
del medesimo
vita
lettera di Luigi
una
con
inedita di F,
lettera
Giobbe
del conte
non
amici
e
illustrazioni alla Divina
Trabalza,
di Bevagna
Una
Inoltre
furon
tre
e
loro
degnissimo, per
Tip. Properziana, 1896;
di
degli
portatialla filologia.Ne dà poche notizie Antonio
in Degli uomini pitidistinti di Rieti per scienze^ lettere
Cenni biografici
; Rieti,S. Trinchi, i86o; pagg.
72-25.
Vedi
1
Tutt*
tempo
tre
:
erudizione, il Ricci
sua
natura.
ammirati
ma
morale, il Colelli
varia
della
deirOttocento
neglialbori
della
e
della
e
poesìa
noti,
più
mite
critica
studi
art.
scrìsse
splendore per T ampio cielo d'Italia,
astri maggiori in quello più angusto
ma
non
diarono
limpido dell* Umbria
nostra, sulla quale irra-
meno
gna,
Ricci*
del
il Torti
che
du^
molto
non
ma
e
missiva
una
di
assetti.
vita
La
Ricci-,Rieti, Trinchi, 1898;
—
vita e le sue
Angelo Maria
Ricci, la sua
Castello,Lapi. 1899; e su questo libro,Em. B.
lett, ital,,a. XVIII, fase. 103,
140.
pag.
e
le
F.
opere
Ficorilli
opere
in
Torti
Gio:
\ Città
Giom,
di
si,
di
d.
10$
letterario
lento
poterono, cioè quanto
che
meglio
intellettuali
gli scarsi commerci
regione, e la gretta e sospettosa censura.
consentivano
e
meglio che il libro e il giornale, valsero
a
orrispondenze epistolari
stringere in
lotizie
)
di
non
la vita
del
si bene
i svolsero
sicché
balzan
T ambiente
tutto
col necessario
li
le
da
cui
in
Più
le
certa
una
sul
non
fuori
tempo
gione
re-
diffonder
a
e
anche
ma
opere,
le dettava:
chi
atti soltanto
eggi,
sulle
pur
di
studiosi
spirito gli
tra
allora
ì
comunione
lo
le
carattere
idee
i
e
codesti
car-
s'agitarono
e
di bizze,
accompagnamento
malumori,
d'inimicizie, di
sfoghi, d'invidie, di
nutui plausi, d'incoraggiamenti e
di
consigli. Ciò
bella prima dai vocativi
stessi delle lettere
a
ippare
ìhe rivelano
naturalmente
la qualità delle relazioni,
1 grado, il crescer
il diminuir
dell'amicizia, la
o
variabile
stima
i^olelli,
per
esempio,
ran
presto al
)er
un
di
po'
ignore^per
arissimo
Torti.
3er
signore
elli
col Nodi/
e
chiarissimo
di
al
nuovo
le
cose
gentilissimoda
una
Ricci
morisse,
Colelli poco
e
per
questo
al
\u\VItaliade
e
fnolto rudi.
La
ma
polemica
I
Poemi
Nistri,
1824.
sul
S, Benedetto
relazione
sulla
^^ se
col Ricci
diversa-
Villustris-
e
prima
che
non
ebbe
più che
Torti, questi rispose con
il Torti
il
fu
alle lodi fatte
due
giudizi
Livorno,
Glauco
certo
originata
poesia ossianesca, veramente
del Ricci,
Co-
tempo
scortesi,
non
mio
caro,
conobbe
l'amicizia
lai Ricci
mio
parte
tempo
profonde radici, tanto
stimatissimo
andaron
il Ricci
li metter
diventa
poi
caro,
arri-
uomOy
poi
e
del
queste
carissimo^ che
dall' altra ; che
del
mezzo
comincian
tempo
Col
col
dell'altro:
caro
tornar
nente, cioè
^mo
mio
fa
l'uno
che
Masi,
1819
da
inte-
e
Pisa,
I IO
della
quale ci occuperemo
spoglio epistolare. Rifacciamoci
ressante
e
nostro
cioè
capo,
Nella
dal
di
tempo
cui
lettera
prima
si
del
abbia
poco
Purismo
gusto,
travaglio » (la parola
di
queste
è facile
prose
la
conoscere
che
van
esser
non
senza
di
che
epistolari,
fabbrica) « ha
tavolino,
riaverlo, che
per
Non
agli abissi
Anzi
2
Altra
opera
del
Torti
12,
poi
in seguito di autorevoli
aveva
levato
gran
vide
ed
ancora,
ger
legsul
io
soltanto
un
non
spetto
il Pro-
richiesto
è novamente
come
a
dove,
come
dell' istesso
Rieti,
ne
anno,
il
alle stelle,e chi' lo cacciava
che
rumore
di
librerie
di
Perugia,
contro
da
apparsa
e
Roma,
cioè
Sciarra, do v' eglido-
Piazza
che,
rassero
s'accalo-
discussioni
le
scatenarono
nel
lo
Roma,
a
pe' tipi del Baduel
puristi,che gli si
di
questo pure
nelle
quella di Cipicchiaa
terminato
hanno
marzo
pare
soverchiamente
ira de*
mi
13
l'innalzava
Pubbl.
provazio
l'ap-
grandi, il Colelli
amico
altro
un
il Torti
Colelli,« chi
1
tali marche
subito; egli lo passò ad
anzi
li,il
di
».
mio
«
approvazioni
altro, riscosse
l'informava
in
i caratteri
incontrato
ancor
italiano y^ e
del Parnaso
».
un
lo volle
e
altro, e quest'altro ad
giro
che ilsuo
«
con
credentisi
aveva
non
quel libro, quando
in
gli
nel
»
dall' indicar
dispensa
ai
affermava, poiché
posso
«
di
disprezzo comune
mio
il Torti
T amico
da
18 19
que' pochi di quest'infelice
doveintendono
Ma
».
non
qualche cosa
molto
pochi gl'intendentiqualcosa, come
sentimento
certo
un
pò di vanità e un
concorde
paese,
lettere.
il Boccaccio
accerta
mi
da
le
che
troppo
^
del
nemico
intanto
febbraio
23
lamentandosi
un
del
conservan
Rieti, il Colelli, pur
strapazzato
corso
nel
riscosse
citazioni.
il 1818,
con
tanta
ogni parte d'Italia.
nel
1806
molte
e
continuata
lodi,onorata
Ili
vette
clubs
nell'altra
e
del
Perugino (ilTorti, essendo
senza
d'autore
nome
4:itoli che
che
il
»,
dovette
cedere
non
di
verso
lui
informato
nella
fu
le
magnifica »
libro
riferire
poteva
della
il tuono
nec
Hercules
come
nella
del
silenzio
dine
moltitu-
contra
duos,
lettera
cedente,*
pre-
dell'amico
des), l'aveva
ut
del
della
edizione
stampato
con
a*ggredito
non
citazione
volte
Piano, dove
venne
produzioni (do
sue
dell'onorevole
«
E
dolersi
senza
e
il
«
del
campo.*
il
stato
informatore
garbato
puntini, e tanto
che egli,memore
con
Palazzo
Perugia)
a
piccoli
altre
come
a
Gallo
de'
nacquero
la conversazione,
si sciolse
e
accadde,
il
strepitaresì che
e
sorgere
Prospetto fatta
Divina
Commedia
del De
Romanis,
Purismo
l'apologia monsignor MartoDall' opuscolo di Monsignor Martorelli rileverete
è d'uopo prepararvi ad
una
battaglia, se
».^ Né
dalla
rispondere. I Puristi fremono
così
avrebbe
relli.^«
che
vorrete
lodi,
se
ora
frivole,ora
era
stato
non
giudicar
dalle
di scopo
»,
mancanti
attaccato
di
giornale letterario
finiva la
a
dire
Biblioteca
che
curiosa
Lett. da
2
Da
Roma,
3
Del
purismo Dissertazione
io
marzo
nel
così:
del
che
resto
era
esistenti
«
il
«
inonda-
torrente
attualmente
reclame
i6
la
cattivo
meno
Roma^
con
imputazioni
cui anch' egli
""
Ciò
1
Crederei
E
».
oppor-
i8ig.
marzo
i8ig.
di Luigi
oraziana
Martorelli
y
da Osimo
indirizzata
alV autore
del
«
Roma, Contedini, 1819; pagg. 61.
volumi di Opere Roma,
Salvioni,
y
4
del
gli sarebber
dall'Acerbi.
giornali letterari
sua
che
notizia
avuto
aveva
gì'impediva
tore de'
che
sapere
scritta
Biblioteca italiana^
aveva
venute
gli faceva
ora
Lett. da
Romu,
16
marzo
nemico
Purismo
Del
18 17
18 ig.
Martorelli
e
21.
del
gusto
si hanno
»/
due
112
che
tuno
v'associaste,
sollecitudine
con
più
letterati,tanto
quando
si faccia
il Torti
pare
della
fosse
Della
lettera del
stessa
che
acerrimo
propugnatore
dalla
trascinare
novità,
il
fa
giudizio che
che, specie per
paio
degli
lo
del
Né
ceri
pia-
É
parto.
associò.
si
parente
del
che
la
l'
del-
«
smo;
Romantici-
siasi
lasciato
di romantiche
del
come
vaganze.
stra-
maggio
di
cortese
altro
un
e
da
dico,
me-
sa,
più
molto
articolisti
i8
ognun
spirito pedantesco
è
giornale
ceva
settario, fa-
Biblioteca,cioè il Giornale
la
con
i
soggetto delle dispute
Escìdapio.Né
d'
Ma
che
senza
era
un'altra
l'Acerbi, ch'era,
chiama
il
In
».
se
peccato
formano
ora
letterati d'Italia
escremento
il
Torti,
di
smania
Queste
Rieti
«
»/
piacemi segnalar
al
soggiungendo:
»
nacque
rivolgeva
altro Torti,
de'
Colelli
in
Tommaseo,
».*
dormendo
de'
quando
Purismo
i dolori
senza
e
«
scere
cono-
dispute
di
del
che
le
e
vostro
parere
dire
concepito
domanda
del
del
a
nuovi,
facile, che
menzione
concezione,
aborto
un
è
altro, per
per
i libri
che
Biblioteca ebbe
della
non
se
Arcadico
fatto sentire
di
Roma:
25
pagine^ il loro ingratissimo raglio, malmenando
da un
siccome
e
l'opera vostra
giumento si può
voi
aspettare
delle
Queste
«
Ma
».
bestie
c'era
bene
han
chi
per
ben
il Torti
compensava
puristi: che ai 6 del 2 1 sempre
le magnifiche parole
il Colelli gli trascriveva
il Biagioli nella ristampa del suo
commento,
de'
insolenze
,
solerte
cui
con
«
dalla
giunta
ancor
non
1
Lett.
2
Alfonso
da
Rieti
^
Rassegna
Vedile
apHle
27
Bertoldi,
Nazionale
y
Firenze, Ufficio della
3
neppure
nel
tomo
R.
//
Anno
a
Roma
il Pro-
», citava
181 g,
Tommaseo
XXIII,
N., Tip. Vestri
ed
475,
di
il Vieusseux
i.
Prato,
U, Aprile-Maggio-Giugno
1901);
Giugno
1901;
(Estr.
pag. 18.
1819.
113
il Torti
dove
spetto^
parlatodi
aveva
Dante
«
in modo
»
,
cosi il
mai
veduto
mi par aver
Biagioli,« che non
lo sguardo in
chi meglio di lui fissato abbia
sicuro
di luce ». Una
tal comunicazione
dava
queir oceano
il Colelli per
far piacere all'amico, che
per conto
avrebbe
di parlardel comfatto volentieri a meno
mento
suo
del Biagioli.Infatti nella lettera del
28
tembre
set-
così
1821
la Divina
Commedia
cose
possono
non
Il mio
«
è gran
non
da
è tale da
miseria
sfogavasi:
attendersi;
me
medesimo
ha
quel
comentatore
è
medesima
per
fatto
già
ha
ne
cui
di Vincenzo
tutto
dal
in
del
con
tator
se
e
ne
se
Canzone,
Né
è
avvedranno
ecc.
si
il
merito
lo
fatto,lo farei
i
d'essermi
comen-
far
di buona
nell'ultima
monito
Am-
tornar
voglia,
rimanente
».
sfogò solo
Illustrazioni^
lettori
timenti
avver-
presente
Lombardi
potessi
della
--
nel
e
ammoni,
degli
uno
tro
con-
Dante,
poeta nostro,
troppo aspramente
di Dante,... dichiaro
che,
quello che
Biagioli
cantica, dice:
comportato
indietro
di
Monti, prima gloria d'Italia
alunno
il pelo
il
Monti, che
alla seconda
primo
e
sua
diatribe
sue
benemerito
tanto
Biagioliravvedutosi,
il
le
;• ed
pubblica abjura; ed
premessi
tempo,
ereticali
conosciuto
al riveder
affatto
sussiste
non
nella
ma
quanto ingiustamentegoda
mostrar
ciò
Lombardi,
sopra
perchè grandi
cosa,
riputazione il Biagioli; riguardo poi
al
comento
dantesche.
per
iscritto,si anche
Infatti il Torti,
nelle
dopo
sue
averlo
in
ringraziatodegli elogi grandissimi da lui fattigli
il dispiaceredi veder
nel
non
gli dissimulava
esse,
primo fascicolo
I
Pubbl.
queste
in fascicoli a
tre
cose:
«
i*^ L'ingiustaper-
Rieti, co* tipi del
Bassani,
1822-23.
8
114
suasione
cui Ella
con
rig'uardatuttora
pedissequo de' francesi
quando il Biagioli stesso
in
contrario;
Roma
verso
delle
bene
3**I^
il
air
del
adottare
Più
poeta,
che
In
Torti
serie
Dante
il Colelli
la
spiegazione del
Spessissimo vi ricorrono
di lettere
mercanti
quali riporta il
che
quel
data
al
fatto
oscillare
sarò
forse
tra
i
primi
confuta
contro
Lanci
i
delle
fatti »/
tuomini,
valen-
due
d'Italia.
dantisti
l'opinione del
al
intorno
Satan.
Pape
mati
affagiorìialisti
miserabili
venditori
e
de'
carteggio de'
alfierano
Dare
spiritosa
nella
innanzi
di
lui
i
d'eìicomj, contro
la
e
al
tor
qualifica
Bologna: « egli è una
io non
profumi. E siccome
il turibolo
incorso
preta
Ella inter-
di
di
si pasce
ginata
imma-
nell'ordine
successiva
Veramente
purista Costa
che
romano;
poema
cui traccie
epigramma
noto
si ha.
non
nato
desti-
libro
nel
certo
erano
lettera
una
nella
ricorre
spesso
allegoriadel
veggo
non
libraio
un
T anacronismo
e
e
vero,
Apollo e
dell'Inferno; allegoria che io
si facilmente, come
quella che
Canto
primo
getta la confusione
idee
da
Marchetti, sulle
cav.
vorrei
Roma
in
conoscere
d'
pubblicarlo iij un
a
adesione
piena
dal
non
risulti
fa
Ella
per
di fatto
prove
anatema
ciò che, posto anche
ne
delle
che
neir
incorsa
vendersi
a
dà
disprezzo
come
Muse,
qual
lì
2^
come
Biag'ìoli
intelligenzadi Dante,
neir
ne
il
nità,
diviho
altare, cosi
suo
tremenda
zione
indigna-
».^
Multa
recedentes
il
per
ferunt
adimunt,
1
2
dice
Colelli, dopo
conforto
che
Lett.
da
Lett.
da
venientes
anni
un
anch'
commoda
al Torti, uscito
secum,
da
una
inulta
tia,
malat-
lungo silenzio, e aggiunge
per
egli è obbligato in casa
ben
182 1.
Bevagna^ 5 Xbre
Rieti^ 17 giugno 1823,
ii6
Trivulzio
marchese
ispacciarglile
per
Arlecchino
letterarie,come
pittore della
Ottavio, antiquario fanatico
la lucerna
cui
ed
ogni
fu mai
ha
i
penuria. Con
il conte
dergli
ven-
per
pantofola
il calcio a Poppea. Ogni età,
suoi impostori e di gonzi non
diede
mestiere
ignorante,
Tolomeo
di
perpetua
Nerone
con
sceglie
natura,
ed
tale
immor-
il nostro
presso
Goldoni,
fanfaluche
sue
la
e
è
il mondo
chiaroscuro
questo
».*
bello
III.
Ora
la
Il
Colelli, in
Muzzi
con,
Giulio
del
Prospettodel
benevolo
che
r
al Colelli
che
era
Monti,
ammirato
che
perciò
».^ La
sig, murch.
Foligno,
a.
Lett.
da
capace
di
sublimar
Colelli
la storia
per
Rieti
27
strare
dimo-
gli animi,
di
dal
cav.
Monti,
riguardante
il
della
varia
dal
spetto
il ri-
tutto
titolo
col
comparve
imitate
viare
d'in-
^/^//"^ vivente, cioè
degnissimo
era
era
il Torti,
per
Le
lezze
Bel-
lettera al
opuscolo
suo
IV
^
2
hominem
quaderno della Piccola
I, aprile 1824, ed è veramente
nel
sia
1
Ossian
Scipione
ecc.,
ad
dall'
si
dovere
in
risposta
risposta
poetiched*
di
è
stato
e
intitolato
una
zione
men-
non
Ora
ossianesca.
poesia
sulle
e
onorata
Torti,
del
lodata, si credette
Ossian
che
Monti
Vincenzo
cav.
sig.
eh,
filologicaal
Parnaso
alla
aveva
....
del
d'Ossian.
piena
Perticari,^
« facendo
del
mostrato
Lettera
una
Proposta
sulla
Opere
si fa
corrispondenza
Biblioteca
tantissima
impor-
fortuna
d'Os-
aprile 1824.
Rieti, Bassanì, 1824.
3 C.
Trabalza, op. cit.,pagg.
esposizione della lettera toctiana.
117
e
segg.,
ov*è
una
lunga
"7
perchè il Torti potè, per la sua
afiFcrmare
intima
assidua
e
corrispondenza col Monti
dimostrare
e
meglio d' altri che « lo spiritodi Monti »
col
(son sue parole) « simpatizzo assai
tempo
per
ziando
genio poetico dell'antica Scozia ».* Il Colelli, ringrar amico
dell'onore
resogli coir indirizzar a lui
sian
la
in
Italia, sia
bella lettera, si lamentava
sua
fatto
rifaceva
discutere
a
di
di
dirgli poi
non
avrebbe
noto
tante
per
la
nella
lettera
carattere
a
«
crebbe,
che
un
pari
fine,
In-
«
stomaco,
e
Em.
di
B.
deir opera
2
Lett.
vostro,
da
Giorn.
ragazzo
la naturale
st. d.
del Trabalza
altro
che
dirò
devole
lo-
con
chiamato
d'
merita
so
non
che
per
sua
ser
es-
parte
cit.
Rieti^ 4 giugno [824,
tura
let-
prima
l'anima,
sensibilità,
e
volessi
saprei
cantici
leti. itaL
la
infiammò
mi
più ragazzo, se
lettura poetica, non
in
già
autore
un
sìg. Torti. Ingenuo
dispiacere con
questo
vi
vecchi
no
o
affermativo
caso
Muzzi,
posta,
non
».* Nel
trascriveva
son
Ossian, sia ne'
1
nel
dei
chiarissimo
di
Trevi?
anonimo
dalla
fatta da
alimentò
e
non
pascermi
mio
:
rispondere
Neil' attesa
Ebbi
sicuro
dell'Ossian
di
questione, sentenza
e
sono
come
che
sentenza
chi, la lettera del
ora
si
;
principio, e
suo
vostro
se
chiamar
prove.
conosciuta.
e
il
ancora
saper
potuto
cortesia
di
»
domandando
fontana
della
1' avvertiva
pubblicamente,
per
sublime
preferirestea tal effetto,o una
bottigliadi
Canarie, di Frontignano, di Cipro, o un fiasco
dell'acqua purissima
non
più
cuore
un
voi
cosa
vin
il
gli
mossa-
«
al
e
sottilmente
fortificherebbe
cosa
accusa
aver
non
sostenendo
concludeva
ultimo
da
di
al bello
sensibile
esser
per
Torti
dal
indirettamefite
dell'
del
1897,
che
dolcemente
il
posporre
Macpherson,
fase.
2,
sione
recen-
Ii8
tradotti
Cesarotti, sia ne' nuovi
dal
dal
della
scopo
le
però
fa torto
non
non
detto, ed
anche
e
Ed* io opino
autore.
Italia
si fa in
che
ne
filosofi,
ma
me;
che
avrò
sarò
andato
dopo;
pezzo
del
farebbe
rispondere, ma
a
l'anonimo
lettera
tra
contese
ben
Io
il Colelli
il Monti
e
il
alla
^
spiega
31
Cesarotti, il
In
lett. del
Colelli
da
nel
i creduti
e
—
moventi
a
nome
bar
ser-
vergli
scri-
dispiacere
al
In questa
delle
il Bettinelli, ormai
note.
2
il
dovette
luglio 1824,
Mazza
esso
decidersi
lui ostinato
al Torti
del
tinuando
con-
da
tacere
il massimo
Rieti
un
».* Ed
fama
sua
dovuto
inutile, che
da
anche
e
Poemi
suoi
in
solo
Monti, il quale
piegare a
sdegno
cosa,
pienamente
cav.
aveva
cagionar
lett. del Colelli
In
stessa
tale
veramente
«
de'
volendosi
Torti, suscitò
tenterò
Trivulzio, altro
provvedere
qualcuno
non
al
da
né anche
giudico,
sono
«
:
ciò
né
lo tenterò
march.
riguardo
».^ Il Colelli
incominciati...
cosi:
del
gressione
di-
a
col
sia
cavoli,
importa,
d' Ossian
ottimamente
quanto
che
non
quanto
i
rità,
ve-
convengo
bastante,
per
non
Torti
srg.
In
escludo
non
rincalzare
ma
almeno
1
lena
a
epistolaredifensore
del
e
il sentimento
anche
parere
badate,
partorirà lode,
quando
ecco
vita
la
dette
cose
lingua,
e
pre
sem-
animo
genere,
traria
con-
va
persuaso.
le
voi
in
fermissimamente
la
sopra
italici ;
da
se
mi
buon
incidenza, in
per
A
sentimento
rimarrà
lettera, cioè
della
debbo
sua.
candido
con
mario
pri-
dere
difen-
io
scritto
avete
proprio
investigando
al resto
detto
il
persuaderà o
esso
o
che
il
di
che
dalla
essere
quello
opinione, poiché
vedete
garizzati
vol-
è
Torti, cioè
del
dell'Ossian,
voglio
non
Smith
che
dunque,
questo
lettera
lodi
sue
e
essere
In
Leoni.
dello
Rieti^ 14 agosto
1824,
119
mio
Torti!
in
il Cielo
Tolga
questo
di
corso
T infausto
posta
sig. Torti sia sostituito
Prospetto,
Siete
il
in
giorno
più
io
di
ho
al
ed
Sì,
il
«
vi amo,
risposta
La
della
Piccola
voglio essere
del
Colelli
del
le due
concluso
nulla.
E
perchè
T affare
non
il Colelli
lettere
un
maestro.
Questi
in
non
se
«
è
».*
non
poiché
Torti
se
ne
concluse
ne
Non
ecc.
di
sia
nulla,
»
difficile,
veva
scri-
manifestar
quel progetto, « che
nell'arena
dar
a
colpi da
atleta
terzo
tomettOj
amore.
quaderno
al
proposto
un
finì li.
nel
discenda
nell* ottavo
suo
forse
air
e
se
più
molto
fu fatto V estratto,
ne
che
al bello
il vostro,
sempre
usci
progetto
ristampar
(e ciò
air amicizia
e
Biblioteca,e
che
sembra
fatto
però
sensibile
esser
per
io
Tho
»,
Giurerete
sensibile
esser
più
Maledirete
comprenderete,
per
del
autore
conoscenza?
ciò
fatto
cuore
subblime
monta)
la mia
leggere?...Da
non
non
faceste
cui
il chiarissimo
tal modo?
in
contento
rissimo
devo,* affinchè al chia-
chi
a
Scrivo
augurio!
è
e
grande ammiratore
della verità,
giustizia,
vostro
un
più amico della
».^
deir indipendenza letteraria. Vedremo
Il terzo
atleta era
Angelo Maria Rìcci,
appunto
nella stessa
Piccola Biblioteca, nel quaderno nono
che
lettera « al eh. Colelli »,
sua
(pagg. 90-8) pubblicò una
amico
del
mio,
ma
1
II Tomassini
2
Lett.
da
Rieti^ 26
3
Lett.
da
Rieti,
IO
ottobre
atleta, gli
dava
corifei del
dopo
d'
avere
America,
Neologisti».
col
Foligno, stampatore
3
Purismo
colla
testé
della Piccola Biblioteca.
agosto 1824.
ottobre
1824. Nella
curiosa
si è
«
buona
nuova
convertito.
lingua del
scritto
susseguente
300
la Storia
:
de
uno
lettera
del terzo
annunziargli l'intervento
nuovamente
questa
scritto
ha
di
mosi
più fa-
Egli è il eh. Botta, che
la Storia
delV
d' Italia
colla
Indipendenza
lingua dei
I20
nel
ristampata, credo,
Pisa
in
estratta
e
Il Ricci
fin dal
L'ombra
r imitazione
Monti
del
è
:
importante
vi
ran
che
pasciuti da
d' infermo
e
che
delle
sullo
la
seconda
toccò
di
il
chi
i licheìiidi Selma
di
vento
d'
parole
tre
scorcio
»^
incolta
e
la
riusci
impareggiabile
ne'
adottarla, »^ che
potrebbe
imitate
timentale,
sen-
romanzo
non
era
tre
men-
Ortis,e la
coli'
Sepolcri,alla
ostante
non
sicismi,
di clas-
poesia bardita,
fortuna
mediocre
il
ma
delle
pensosa
straniere
Settecento,
sian,
d'Os-
i canti
«
nessuno
d' arte
ebbe
peggior destino,
mele
l'Europa, sazia
forme
del
".
cavarne
all'indole
prima
volle
da-
Ape
natura
una
cammino,
l'elegianotturna
«
Ossian, concludeva
a
ingegnosa seppe
lo Zanella,
ripeterò con
nuovo
per
noi
garbatamente
l'Ape
se,
è molto
mento
significantedocu-
dall'
vergine e più confacentisi
nuove
generazioni,han messo
tra
che
ma
ed
respirantiil profumo
negare
11
ingegnosa, ma
lussureggiante svilupperanno
gente
Che
soave.
è
delibati
soave
neppur
lese
pa-
Federico
di
lettera
sua
estetiche
i muschi
«
Sogni
Ma
la
piccolo
gusto. Quanto
mele
pur
è che
le vedute
suo
argutamente
ben
era
dunque immaginare quali idee
nella
questione agitantesi tra il
per
del
Spada
cato
pubbli-
e
facile
esposte, ed
sono
composto
Federico, in cui
di
il Colelli. Certo
e
1806
dell' ossianesca
personali recasse
Torti
letteritidi
de*
giornale
opuscoletto.
un
aveva
canto,
un
Nuovo
T alto
terza
ingegno
frutto
da
lico
ita-
suolo.
1
Della
Lapi, 1887
2
Le
ZuMBiNi,
Monnier,
italiana
letteratura
1886
; pagg.
Sulle
neWultimo
secolo
;
Città
94-5.
poesie liriche di F. Monti, Studi;
; pag.
di Castello,
134.
Firenze,
121
già
Come
il Colelli
contro
Monti
cosi
Avrai
«
:
ticolettaccio
Bada
al eh.
avvilirti
del
autore
dava
nel
V avviso
ar-
Giornale
deve
Prospetto, non
Merita
di
dico,
Arcaha
sposto
ri-
dere
rispon-
riferire ciò che
il Colelli
Roma
di
all' amico
scrisse
lui del
anche
rispondergli.Chi
a
»*
scagliò
si
indecentissimo
un
inserito
te
CinocefaloBetti.
al
di
di
non
gliene
quest^ora
a
contro
di
Roma
di
letto
Torti, V Arcadico
fatto avversario
ormai
amico
un
; e
il
contro
sul
proposito
appioppato al Betti dair ira dei
lenze
d* allora, giustamente accesa
per le insogretticompilatori di quel giornale regalavano
nomignolo
questo
contendenti
che
i
improntitudine
rara
con
chi
a
la pensava
non
in quest'ordinario,
Rispondo air amico
alluda
chiedendogli in grazia, che mi spieghi a cosa
la qualificadi Cinocefalo, eh' egli dà al Betti. Cinocefalo,
che
sa
significatesta di cane : or perchè
ognun
non
applicarglipiuttosto quella di Onocefalo(testad' a? Il mio
Pistèo,
sino) che tanto bene gli converrebbe
volte abbandona
anch' egli,che rare
una
cane
seggiola
loro.
come
il mio
presso
tal
a
due
su
coda
io
rabbia, raspando
destro
è
che
linguaggio
suo
egli disdegna
intendere
e
qualità che
In
che
d'
scrive, mi
al
egli ha ricevuto
perciò si gloria d' esser
che
ha
Colelli
mostrato
da
Rieti,
di
6
la
sul
in
mio
dichiara
protesta altamente
mi
paragonato
esser
ritto
latrando
zampino
un
che
e
cagnesco,
il Betti
lett. del
quello
che
amico
presente, movendo
protezione, e
con
una
Pistèo, dissi,
cane
la
sussurrare
qualche
con
scrivo
chieder
di
inteso
trattata
trovarmi, il mio
segno
di
braccio
I
ho
pie'mentre
in
segno
eh'
tavolino, avendo
questione, che
è venuto
in
«
una
non
novembre
domi
Betti, facencazione,
civile educortesissimo
avere
1826,
;
e
prò-
;
122
seguondo a raccomandarsi, fremendo, mi
comprendere che egli la vuole col
costui
alla
usurpa
in
di
genere
di
cane
razza
Tobia
perchè
:
rismo
del Pudal
cominciando
(caudani moveìis)per
cora
an-
perchè
Betti
il merito
cagnesca
lingua
fatto
ha
il
esprimere
timento
sen-
della
di Dagioia,proseguendo fino al cane
mento
(mulitim latrante Lycisca)per esprimere il sentisolo
dello sdegno, e quindi continuando
non
mone
fino
ma
(Pistéo),
lui
a
si è sempre
col
latrato,
E
perciò
soffrirà mai
il
il
e
Pistèo
ho
non
di
addosso
tirargli
un
in
la
protesta,
sua
air amico
ha
che
Betti
le
sospetto che
genio
di
un'eterna
Ecco
suo
care
comuni-
di
stesso
questo
a
voi
mor-
e
la,
seggio-
sua
promesso
Betti, ed
col
sca.
della Cru-
sulla
prostituito il
che
che
di dolore
in
Il povero
punto,
raspare,
segno
un
ma
dinario,
or-
di
nome
nocefalo
Ci-
prometto di
chi
sarà mai
Ma
questo
risposta.
bestie
sdegnano aver
per compagno? Io
sia o un
figlio o un
nipote erede del
quel Betti,
del
I
al
la
comunicare
questo
faccio
come
applicandolo
letteratura.
su
gli ho
che
che
villano,
un
umilmente
consolarlo
io per
gismo.
il Neolo-
del Vocabolario
tificatissimo,è rimontato
ed
è
dal
volume
dell' ira col
egli non
lissima
genticagnesca
de' cani, in
liberarmi
tesia
cor-
merà
espri-
si
sempre
introdursi
razza
insistito
della
e
quello
e
solo
egli,abbaiando
Allora
la
non
tanto
potuto
e
protestare
parallelofra
merito
ha
cani
tenta
intende
passati,
presenti
amicizia
coda,
indarno
Betti, che
del
usurpatore
dai
della
fra cani
e
delF
espresso
movimento
tutti i cani
a
futuri, il sentimento
e
io
fino
—
che
di
secolo,'^
le parole del
è il noioso
Torti
frascheria "dantesca
voi
cui
:
«
il noioso
E
fate
che
poema
della
autore
sumazione
Connella
menzione
altro
è
mai
se
intitolato La
non
con-
124
del
sepuUo, »^ Cosi
sepolcro. Farce
ossianesca, che
il
fu
terminò
agitata per quasi
un
la
mica
pole-
anno
tra
Torti, il Ricci, il Muzzi, il Trivulzio, il Betti, il
De
Rossi
e
V
ira, lasciando
opinione,
storico
ma
della
calore
né senza
senza
Anguillesi,non
nella propria
accade, ognuno
poi, come
anche
certo
un
po' d' interesse al futuro
letteratura
al
ciò che
in
nostra
spetta specialmente
gusto.
IV.
Ed
del
di
.
r
fallita per
col
riconciliazione
la famosa
Betti
e
fu
Torti, quando
una
più
al momento
eccoci
lettera
epigramma
da
cosa
Monti
in cui
doloroso
sempre
e
diceva
forca*
:
tanto
della
la
questi
vita
speranza
scrisse
il Torti
un
doloroso
al
tristo
che
ne
pati anche la sua salute. « Godo moltissimo, che stiate
è il peggior de' mali.
meglio di salute. L' avvilimento
smaDunque coraggio. Crescit in adversis virtus. Sono
il vostro
lavoro ; ma
di vedere
nioso
già da voi non
di saperne
il titolo. Io credo
si può sperare
neppure
sia un
che
opuscoletto diretto a Vermiglioli sopra la
vostra
patria.Ho colto il punto ?.. Silenzio. »^ Una
al Vermiglioli, ne sulla patriadi
lettera era, ma
non
Properzio : si bene al Monti su Dante RivendicatOy che
del Torti. Piacque moltisè certo
delle miglioricose
1
2
Ibid.
Per
questa polemica assai importante si può vedere
Della
recensione
vita
di Em.
e
delle opere di F,
B.^
e
la cit.
Prefazione al Dante
qui ripubblicata.
3
Lett.
da
Torti^ pagg.
Rieti, 15 aprile 1825.
la
nografia
mo-
98-1 13, la cit.
rivendicato,
amico,
che
con
fenomeno
riveduto
40
anni,
e
conservi
della
lode
al
anche
cui
con
al
ossianica
di
vecchio
e
buon
di
egli
di
del
amico
Ricci,
del
molto
Monti.
che
cui
il
purismo,
mi
che
pare
io fortemente
mie, supponendo
facendo
vo
alla
Bellezze
poetiche
mi
dessi
che
ecc.
nel
non
ristampar
fatta
avesse
Trivulzio.
3
Infatti
scrivevano
fosse
quel
ozio,
per
to
purismo. Quan-
menzione
al
Colelli
pubblicato il
terzo
da
la
riguardo
lettera sulle
della
sta.
rispo-
sua
molti
novembre
da
avrebbero
letto
1824.
Rieti, 13 giugno
1823,
il Monti
della Proposta,
volume
le
luogo dove
che
Roma
ed
Lett.
cose
di
quasi
Dante
alla
23
nelle
male
e
esserglicosì mipedito di risponder subito
,
fa
vanitatum!
Nozze
da Rieti
di fargli
Tempo
«
lima
al
col
tera
let-
mi
rimproverando-
men
pretensione
che
2
che
:
scrivea
far
pografo
ti-
al Ricci
bella
una
gli risposi ringraziandolo, e
si dolse
Vanitas
mi
dal
Torti, mostrandosi
aneddoto
potessi
senza
prima
Ma
1
che
desiderato
avrebbe
al
tera
let-
nella
spedire
pertanto
adoperassi maggior
non
di'lui
memore
piacque, dico,
;
piacere, il seguente
io
Torti,
raccontandogli, certo
e
che
4
tate
No-
diretto.
fatta
di lode
e
rispettabileamico
in
argomento*
cieco
di
aveva
Scrisse
mio
doleva
un
poetica.^Ho
tant' uomo
dopo
parlato
Foligno
ringraziamento
avversario
a
aveva
Colelli, V
Tomassini
ed
vi mando
me
a
reatino,
»''
Piacque
che
pugno
polso fermo,
il
dotto
stesso
caratteri
egli
esser
per
sullo
nato
tor-
era
air irritabilità
i
piacere
ancora
temeva.
un
proprio
contrario
con
del
Intanto
«
:
Monti
cav.
di
lui stesso
da
e
cosi al Torti
dal
idillio scritto
il Monti
ora
maraviglia
gran
scriveva
ne
cui
al Colelli,* con
anche
Simo
sua
stie
«
si
per
lettera al Muzzi,
ragioni
».
In lett.
120
alla
seconda
parto
una
h^ttera
ricamata
la
gloriosa
ridere
confidenza
in
e
nel
alcuno
mentir
di
venire
in
dovere
mia
gratitudine e
per
compenso)
il
gli Idilljy
S.
prime,
più
Nel
così
sillaba
U7ia
servire
V
ciuto
piaper
dere
acca-
sempre
«
stessa
di
mi
le procuri,
abbozzi
gli
combattuta
stati
quasi
sai
as-
nedetto,
S, Be-
sul mio
rumore
i soli predoni,
che
riguardarsi
possano
sione
parafrasavaguest' espres-
assicura
le invincìli
inoltre
Ella
che
ragioni
vi scorge
«
saprebbe
non
»
del
in fatto
mio
rep-
libro
di stilee
di scrivere
lettera
da
che
gU Idilljsono
contro
io
di modello
Lett.
;
della
(non già
me
fu abbastanza
mena
lo stil de^ moderni
medesimo.
che
me
Ricci il Torti
Ella
mi,
fatto-
produzioni, V Italiade,
conviene
ma
oflFro
Le
che
benefattori
maniera
libro
la
argomento,
,
nella
2
si
ora
;
quando
»
Fra
questo
è
ond'
fisionomia
deve
con
poi compatita
e
rispondereal
Ma
«
quando
:
plicareuna
[Il Daniel
di lingua »
può
gismo
neolo-
del
da
Lei
Dopo il dono
presentarle in segno
L' Italiade
i sommi
non
e
presso
accusando
che
il che
lingua
discreta
prelibata*
miserabili
Benedetto,
fortunati
e
«
di
le mie
i manoscritti.
1
fatto di
gli estremi
dell' amicizia
avendo
non
sulle
acchiuderò
la modula
e
di
desiderasse
ne
in
lingua,secolo
riferito.
qui
io sarei
ed
ricusando
lingua altrui ».^
quali argute e sensate
parole faceva seguire
che
meritevole, per V interesse
può avere,
Alle
brano
che
muflfa
della
e
Le
indicata
parole invece di. cose,
la testa
parUmdo con
un
s' Ella
scritto ; fra
suo
scrivergli
eleganze,
strambotto,
abbia
ne
medesimo
ad
rancide
copia. Farmi
insolente
dir
mio
una
stile Ella
di
di
scherzo
uno
per
difficil fatica, e
non
questo
su
volli
«
»
non
Da
non
e
il
vedo
voler
ella possa
come
decidere
Bev agita
Rieti, 5 agosto 1825,
prisco
sermon
,
15
sulle
gere
aggiun-
opinioni»
agosto 1825.
di
127
eroi, ed
come
36 deir
aureo
del
del
consolava
mi
libro.
suo
de'
Si
ogni
Monaci
d'
dal
condannato
di
parecchie
le rime
orgoglio
ne'
miei
al solo
onde
a
do
non
scritti
si diviene
bello
; e
della
Il Torti
di
r
per
e
liade,
il
non
giudizio
così
«
:
da
che
Non
per
la
r Italia
un
Russia
:
Ora
al
infinitamente
nondimeno
prima
ad
ed
mi
onorar-
credermi
a
lui al
da
taccia
rispetto, ecc.
ond'era
rispondente
che
ostacoli
claustrale
eroe
la
e
fatta
son
le
che
di
Dante,
suo
giustizia,
all'
possano
la
il celebre
che
Vita-
onor
zionale.
na-
il
azioni
suo
traversat
at-
eccitare
il
quali
ricoli
pe-
cenza
tranquilla benefi-
? Pietro
più
e
»
piacenza
com-
ricca
grandi
quali passioni
lettore
bizione.
am-
affettazione,
Benedetto, pronunziava
vi
grandi
cortese
qualcuno gli rendesse
6*.
senza
gentile poeta, pieno
poco
grande
dicono, antipatico,
come
spiritopoetico
al
a
questa philantìa
incorrere
al
potrà presentare
d'
sponder
ri-
so
la mia
dell'
mezzo
ammirazione
attaccamento.
nostro
di
che
corrispondenza,
soggetto,
Rispetto
la sfera
non
vera
il molto
lodando
non
Anima
più
e,
accoglienza
sperava
il
regalarmi
scrivo
lettera, pregandola
subito
rispose
pel quale
per
alcuna
core
per
onorevole
sua
sentimento
con
me
per
mia
questa
a
il mio
seccatore,
studio
fine
che
noioso
esser
voluto
mediocrità
mia
basta
Restringo
Arcadico
formato
ha
mi
non
della
mi
e
cifra,ha
lo
asceti-
tutto
domale
nel
opera
convenienti.
natura
; persuaso
pretenzione,
legga
la
resto
ma
Poe-
molti
eppur
credendolo
sua
paj^ina
in Italia per
villanie, alle quali
pure
sue
per
Del
la
la
qu(*sto mìo
Occidente,
titolo
falsando,
in
cultura
co-predicatorio.Ultimamente
signor Betti,
molto
tratta
d'
risorgimento
Patriarca
han
ciò
in
il
grande
S. Benedetto
Thomas
dovette
operò
per
ab-
128
il poema
bandonare
Peireide. »^ E
della
finiva col
siego
sus-
cora
conseguito la gloria^:« Ella che anè giovane può tentare
do
terzo
un
arringo, riunendell' espeinsieme
il fuoco
poetico alla maturità
rienza.
Cui leda potenter erti res, ecc.
glio; tali sono
chi
di
che
racoli
ha
dobbiamo
non
Intanto
chiedeva
alla
gloria,le
lelli
gli riferiva
voleva
non
lodi
non
della
«
coglionerie
e
quadrupedanti
Oh
di
1
Lett.
2
«
da
Il
più
2837, da
nella
spiritie
di
guarda
piegarsi a
giudizio de' più,
in
che
ritrovo
essa
Lett.
da
Rieti,
6
»3
passa.
poi
ottobre
esser
Perugia,
da
lettera
una
autore
Averardo
ben
e
aver
la cui
Montealcun
damento
fon-
elevatezza
improntata
ra
la futu-
ingiustamente dimenticata, non
se
il
in tutto
tortiano.
3
tate
rammen-
non
e
doveva
doveva
adulazione,
tanta
Betti !
Salvatore
giovane poeta,
sentimenti, onde
poteva
Prospetto,
secolo, il sommo
nostro
chiamato
anch'
i
come
rispondere ad
a
prevalente opinione pubblica,
poetica sua,
loro
le
Alighieri?
ammirazione
la cui ardente
SPERELLI,
la
esse
agosto 1824.
15
un
di
del
da
steso
lor, ma
era
»
l' autor
fottuta ! E
critico del
gran
Italiano
Ma
dell'
Beva^na,
Stuffi,
conte
scambievolmente
uomini
di
luto
vo-
aveva
niva
moglie, e figiornalisticontemporanei :
pagina
ragioniam
novembre
opera
del
si avvilisce
Dante,
consiglio aureo
del Parnaso
di
Sileno...
degli
Non
del 29
di
mezza
vergogna
il
grattano
del
Purismo,
articolo
si
ridi,
Effeme-
compianta
sua
de'
né
disputazionie più
perciò rispettano scambievolmente
fatica,e
un
della
ilCo--
Odescalchi,
le dotte
aborriscono
del
neir
nome,
suo
favorevole
articolo
giudicar cosi
col
il
»
giunto
giornali,che
Arcadico, Pietro
sentire
sorella
de'
ciò amicizie
a
dell'
neppur
pubblicar un
marito
aver
egli, benché
anch'
le difese
e
di consultare.
stancarci
però
il direttore
che
mai
1825.
suo
il
non
numeroso
fosse
stato
il
carteggio-
129
Si
vede
immiserirgli di più
lettera
I Della
il D.
anche
renderlo
a
ro
pove-
nervoso,
Colelli,a cui la larghezzadelle idee doveva
buon
e
Gotta, scherzadogli
monna
piedi, cominciava
i
tra
che
bene
S,
«
del
le miserie
all' occhio
d*
esser
supposto
da
ora
citata merita
Mi
è stato
po
tem-
suo
conosciuto
fe-
persona
*
Antinori
dedegna, che vi siete disgustato con
per
di Perticari.
scrisse in morte
r elegia che il medesimo
Dio
buono
che
vi
che
ho
E
I
il
disgustaste anche
la penna,
sotto
questi
Guai
chi
a
Verità
uno
sola
un
altro, e che,
confermar
a
delle
dico
:
se
rebbe
Sa-
—
sciasse
la-
non
proprie opinioni.
jota. »
qualificaassai
che
deir
e
diverge
ne
voi
scritto
uno
eccezione,
senza
preoccuparsi
troppo
di
parlando
pericolo
sarebbe
perchè in
meco,
scrittor
uno
Ci
parcé sepultof
per
pienamente
l'
del-
il carattere
bene
ciò appunto,
da
basta
utilità di questi
V asserta
il rispetto storico,
solo sotto
carteggi,*non
anche
sotto
quello della psicologia.
In ogni modo
è ben
confortante
che questi
1
Lodato
«
scrittore
la terza
risorta per
politica e
ad
I,
Alessandro
poeta, vicecustode
volta nel 1807
Arcadia
».
V.
in Raccolta
dell* Arcadia
O.
due
gina
peru-
Ferrini, Storia
dicala
di studii critici de-
Z"' Ancona
rio
festeggiandosi il XL anniversanibale
suo
insegnamento; Firenze, Barbèra, 1901, pag. 269 ; e AnMariotti
in / professori e gli studenti del
neW
opera sua
del
Liceo
galanteria in
e
ma
Ginnasio
A.
Mariotti
di
di A,
riotti,
MaPerugia in memoria
Studi
storici e letterari ; Perugia, Guerra, 1901, passim.
notizie su
Per
grafia
BioGiuseppe Antinori, vedasi Vermigligli,
degli scfittori perugini; Perugia, Baduel, 1828-29, Tomo
pagg.
2
confuta
56-7.
L* ultima
alcune
lettera del Torti
del
interpretazioni
integralmente
:
ciò che
faiò
al Colelli è
Muzzi.
Merita
tutta
dantesca
d'esser
in altra occasione.
e
cata
pubbli-
I30
così
valentuomini
si
il
in
amicizia,
morte
più
cui
sarebbe
non
tanto
il
n'
era
al
devoti
Ricci
certo
al
che,
arte
e
che
Colelli
di
degno.
di
sto,
gu-
polemiche
alla
desiderabile
impedito
durevolmente
di
e
stato
avesse
le
attraverso
fedeli
umori,
degli
d*
principi
per
anche
serbati,
siano
variare
diversi
di
quanto
e
stretta
l' inattesa
far
lo
trare
en-
siderava,
de-
132
studio
suo
delle
e
amichevoli,
e
Il
se
intendere
a
più grandi
non
se
del
che.
criti-
già la mente
giudicarele
per
del genio, pere
chè
aveva
matura
manifestazioni
cere
sin-
sue
fondate
sempre
allora
non
delle
meglio
pur
dalmata
giovine
aperta
lodi, o
sue
bello
fin da
nutrita di studi vari e forti
piccolo V aveva
e
ardui, specie per V età, se non
ordinati e
sempre
fetti
guidati da maestri sapienti,e nobilitata con
gli afdelicati e potenti del suo
che V azzurro
cuore,
dell' Adriatico
fede
i
e
il cielo
e
dolori
prematuri
ingrandito.Desta
utile
ammaestramento
nostra) il
della
crescente
sé
con
le spese
cioè
di
che
di
incominciò
nulla
ben
de'
diedero
indi
Qui
i
comincia
fa
delle
ardore
divino
suo
studi
sue
dalla
sempre
ch'
fattore. An-
in
che
la bellezza
delle
a
il
già
cose
e
di
desto
le scienze
affetto. Poi,
la voluttà
tra
e
i
gli
nutrimento
matematiche:
lingue, quali 1' illirico e
viaggi, specie quello in Italia, e
sentire
fuori,che
al
fisiche
delle
a
poco
e
giovinetto,la povertà
intimi, più che quelli,gli
parlare
dolori
sentimento,
quattordici anni, qualche
studio
poi
gioventù
proseguisse
que' tempi
qualunque insegnamento, con
gli
gli
presto
la filosofia
lo
la
gli venivan
con
derni
mo-
parte, suscita
ci
che
il
parenti,i
i
e
studi
d'altra
educavano
avvivando
dodici
nel
e
educativi
ficazioni,
versilatino, traduzioni, amplificazioni,
r intelletto ; sicché
venivan
che
ammirata
rezza
tene-
di lavoro
eh' ei
conforti
stessa
cominciò
facevan
studi
dai
natura
in
e
egli
eccessivamente
il racconto
miserie, raddolcite
bellezza
i sistemi
accusa
vedere
commozione
della
raggio
eccessiva
per
quanti e
giovinetto: come,
il Tommaseo
viva
chi
a
di sovraccaricar
il
e
riscaldato e
gli avevano
ser
maraviglia (e potrebbe es-
davvero
sentimentalità
e
d' Italia
cese,
il franle
dell'Italia,
«
leggi.
un
mi-
133
degli spontanei piaceri della natura
g-odimenti dell' arte. » * E seguita
d' intelligenzaordinatrice
filologici
sto
Forcellini.
sul
stesso,
»* A
gegno.
di
legge,
quarto
di
r
in
sente
fuori.
di
mondo
le arti
tra
ingegno
»^
;
«
poi
le
e
Col
primo
due
amori
surar
mi-
spogli
sé
in
luce
nuova
second'
Tinanno
allora
del
i benèfici
tosto
gustar Virgilio,
a
pre
specie cristiana, sco-
scienze
più
modo
fa
e
studente
filosofia
della
a
rinchiuso
risente
ne
cizi
eser-
toma
e
al
principio.Comincia
nesso
;
Rosmini
teologia,e
V altezza,
loro
tra
aprirsia
anni, trovandosi
il
facendo
italiano
pativa,
poteva
poco
conosce
effetti fin dal
intuisce
il cuore
sedici
anno
il
Ma
«
però
e
scribacchia
latini,e
versi
deglisquisiti
e
delle
e
vivo
le
scienze
bellezze
amorettuccio
mi
del
s'aperse
più grandi. Dante
la
e
lingua italiana. Nella primavera del diciottesimo anno
« fu il vero
aprirsidel povero ingegno suo ; »* gusta
dalla
la dolcezza
impara
;
il secolo
e
che
grandi
Che
d'ora.
intomo
questo
a
onde
memorie,
sembràn
mi
Dopo
il
1
2
3
4
tratto
conobbe
all' affetto
la madre
Op. cit.,pag.
Op. cit.,pag.
446.
Op. cit.,pag.
Op. dt., pag.
452.
450.
453.
le
gli fan capire
Iciscia gliantichi,
il conforto
non
tempo,
appare
a'
del
suoi
1821.
secondo
e
da
queste
questi pochi appunti
è
più
1823 legge con
caratteristici,ma
Cinque Maggio, nel
uguale
quale
ho
che
filosofi-
cosi al maggio
Siamo
desiderato, il Manzoni,
sue
meditazioni
non
quelli
con
porgon
conoscesse
aveva
che
linguaggio, ma
suo
dolori
delle
e
I libri moderni
il greco.
il
gli
musica
opere
del
(che gli si
che
certo.
zione
ammira-
Manzoni,
mostrò
molto
del
be-
»34
della
nevola),e
cui
giovò
e
gli regalò una
vamente
compiacque vi1827, quando appunto
il
verso
/ Promessi
comparvero
si
conversazione
Sposi,di
copia
suvvi
con
il Manzoni
cui
stesso
poche
questa
gnifican
si-
ma
parole: Al chiarissimo signor N, Tommaseo
del
T autore
r Autore
che
:
significanti
per la stima
avrà professatoper il giovane dalmata, non
romanzo
altrettanto per l'affetto,
mi sembra
ancora
che, quando
celò
forte cogli amici, il Manzoni
vivo
r ebbe
e
non
mai.
Condottisi
tre
li
lesse, per
in
la
grande
postillòda
pubblicò neW
a
poi
il Cioni
a
la
e
col
molti
noto
de'
senza
non
costume,
suo
di
queste postille
che
Sposi,
sui Promessi
cenci
l'ottobre
in
già
il
Amo,
codeste
viste
seconda
del
1827,
il
redazione
del
altri
Niccolini,
non
postille,
osservato
si, mentre
che
ma
pre
sem-
X. Y.
K.
suo
pseudomino
Promessi
Sposi, che aiutaron
Luti, abbian
ha
fece
succo
Firenze
di
risciacquari
dimostrerebbero
Del
Sposi,egli
come
vita,
articolo
Antologia
perchè, come
luoghi della
si sa,
fondo.
un
i correttori
il Manzoni
tempo,
il lodevole
secondo
capo
faisc. LXXXII,
il
attivissima
sua
; e,
compose
Se
bene
occupar
tutta
avidità
li
la
viaggio verso
regalatiglide' Promessi
preziosivolumi
i
Dalmazia
in
seco
Rigntini/
Romanzo
proverebbero
il
contrario.
Di
esse
dall' illustre
I
Postille
precedute
da
di G.
un
prof.E. Teza,
inedite
suo
di
che
Niccolò
discorso
RiGUTiNi;
il
qualcosa
sapemmo
critico
ne
Tom
e
masèo
pic-
ai Promessi
accompagnate
Firenze, Bemporad,
1890
giugno
pubblicò un
i**
1897;
da
pag.
Sposi
zioni
osserva-
VII.
135
«
e
Antologia*,^
quel piccolo
saggio nella Nuova
che vi fece T illustre professore
saggio e le osservazioni
padovano invogliarono il RigtUim di renderle
di pubblica ragione ».* Ma
tutte
questa pubblicazione
fu ritardata
dalla speranza,
rimaista
trovar
poi delusa, di riil prezioso esemplare, che
maseo
regalato dal Tomalla
Capponi, la marchesa
figlioladi Gino
colo
Parinola,
Marianna
le
postillehanno
cioè
ha
quale
creduto
e
scorso,
illustrate
e
dal
benemerito
sempre
de*
loro
premetter
opportuno
Tommaseo,
critico del
discorso
Bemporad
anno
italiani.
studi
Il
T
soltanto
infaticabile
Rigutìni, sempre
buoni
dal
1897, edite
nel
la luce
visto
ritrovare. Cosi
più
fu potuto
non
il
s'è
pubblicato, come
detto, neir Antologia.
studio
nello
fa parte del
E
note.
intomo
volume
cambiato, cosi crediamo
dell'articolo
per
r
stesso
importanza
ha
augurato
minuta
una
di confutazione
in
(se si farà, non
essendo
de' Promessi
Voi.
1
come
notevolmente
richiamarci
critica
prossimo
un
di
che
commento
impresa
da
conferma
si
o
farà,
pigliarsia gabbo)
XXVII,
serie III,
i
giug^no 1890,
non
16
giugno,
Rigutini.
Rigutini, loc. dt.
3 Nella
un
è
citato nelle
Sposi,
dice il
2
ecc.
dell' opera
prezzo
che
degli studiosi, e per la gravità
il Rigutini chiama
che
bello, e
cona^
delle postille,
alle quali il D' An-
r attenzione
sopra
arte
ristampa
questa
porò
l'incor-
Manzoni
Alessandro
a
e
Ispirazione
in
siccome
il Tommaseo
discorso
Orbene, codesto
recenzione
Éasc. della Rivista
delle
Postille
bibliogr,della
tommaseiane
leti,
ital.,1897,
pubbl. in
»36
E
del
bene
insieme
stesso
citandole
col
nel
Barbèra,
dal
resto
loro
prof.
sapere
che
Enrico
Mestica
ai
commento
altrettanto
e
quelloche, a pezzi e
pubblica il Sansoni.
il
bocconi
Rigntini
venuti
eran
Promessi
facendo
sta
in
già
Sposi
(e me
chi
Petroc-
il
ora
edito
dispiace),
ne
IL
Per
postilledel Tommaseo,
circostanze
luogo
esse
di
e
gloriadell'illustre
si
lagna
in
che
potremmo
non
solo
la
delle
quali
e
e
di
dalla
dro
Alessan-
sul
traiscuri
indotti
giusto. Giova
delle
figlioGirolamo,
quasi la memoria*),
articolo
Patria
tendenza
grandezza
(di cui, a ragione,
facilmente
esser
maturità
di
dalla
uomo
nobile
un
interamente
la
Perchè
in
il determinar
fatte,e
vennero
tempo.
Norsa,
giova
valore
del
poter giudicar degnamente
giudizioforse
un
a
inoltre
del
estetiche
dottrine
non
conoscere
maseo
Tom-
egliintendesse Y ufl5.ciodella letteratura,
della
anche
ma
qual opinione egli si fosse formata
questione della lingua.
e
com*
Il Tommaseo
più
che
varie
tutti i
della
abbraccia
parte
del
dubbio
senza
abbiano
mai
campi
che
è
«
la
con
periodo
in
percorso
Quesf
letteratura...
sua
vita
letterario
delle
una
ogni
menti
senso
lare
singo-
uomo
(i802-1 874) la maggior
ora
quasi finito,ne
alla patria
febbr. 99.
«....
io
letteraria^
auguro
lina
si volga spesso
a
quella ridente colche il pensiero degl'italiani
al folto degli olivi, sorge
fra mezzo
di Settignano, dove
I
Roma
—
modesta, in
grande che
suo
amore
un
umile
lasciò
per
camposanto
sì eccelsa
ogni
cosa
alta
di campagna,
testimonianza
e
buona.
»
del
la tomba
suo
di
sapere,
quel
del
»37
riflette colla
varie,
e
opposte,
febbrile
la
attività multiforme
sua
il culto
cozzanti:
del
impazienza
religiosodell* antico
il dubbio
nuovo;
fede; l'istinto popolare democratico
della
e
contradizione,
all' autorità
del
la critica
erudita
classici
il
e
o
della
la
e
ribellione,
alle
tradizionale
leggi
paissato ; V ispirazioneinventiva
gxisto delle
; il
v'è
Non
prosa
ossequio
sentimento,
romantici
in
V
e
le tendenze
tutte
di
non
di
quaisigenere
abbia
egli non
all' epigramma, dal
trag'ediaall' inno e
di giornale e
alla lettera
parte
delle, scienze
nello
stile i contrasti
morali
de'
de'
scomposto,
composizione
eh'
in versi
forme
serene
rado
e
dalla
trattato,
ticolo
all'ar-
romanzo
familiare;
v'è
non
della
in cui egli
filologia
dato
abbia
non
qualche nuovo
impulso o accennato
alla Pedagostrada, dalla Metafisica
gia
qualche nuova
all'Estetica, dalla Lessicografiaallo studio de'
e
alla traduzione... Nessun
Canti
popolari,dal commento
altro forse più di lui rappresenta
nel pensiero e
le incertezze
e
del/a
nostra
ratura
lette-
»*
moderna.
Questi
e
contrasti
necessariamente
meglio
devon
incertezze
queste
e
esser
rilevati nel
periodo giovanile
della sua
nar
operositàletteraria. Egli stesso, (per accenalla critica)parlando della
soltanto
critica
sua
giovanile,la
chiama
lo stile in che
avanti
G.
e
il
48
e
La
49
avventata,
senile.* E
letteratura
in
y
critica letteraria moderna:
750
e
scrive, posson
uno
Barzellotti,
dopo
della
uggiosa
meno
1
sventata
Morandi,
2
Op. cit.,cap.
la forma
come
la rivoluzione
Antologia
e
di
in Italia
della
nostra
Lapi, Città di Castello, 1893; pagg.
751.
e
se
servir
e
randola
dichia-
pur
Educazione
de IV
ingegno.
138
stregua
convenire
bisogna
averlo
allora
fa sapere
anni
stranezze.*
Promessi
il
ai trenta
E,
non
alle voci
intorno
a
le bellezze
è
intendere
e
del
altro
queste
nostre
vero
biamo
ab-
che
cioè,
mente
tro
al-
manzoniana:
è
giudicare. (Noi
osservazioni
guaci
se-
giudici spassionati.)Inoltre, per
e
egli attendesse alla lettura de'
si può negare
che in viaggio,
Sposi,tuttavia non
lo spirito
impressioni varie e diverse, con
calmo e riposato,
l'arte si può gustare,
sempre
tavolino
e
a
senza
giudicare come
pazioni.
preoccu-
Promessi
sotto
non
non
Nell'immensità
del
maghi della natura,
la piccolezza delle
Che
basta.
quando
se
la fama
dire
quel
consentimento
e
che
la
destato
intomo
come
sorti
e
del
e
al loro
universale
delle
cose
era
autore
cit.,pag.
473.
si
umane!
già grande,
Sposi,tuttavia
non
pos-
si fosse formato
d'ammirazione,
spassionata e senza
formato
oggi. Né dobbiam
Op. cit.,cap.
due
cielo,i
maggiormente
del Manzoni
lettura
e
mare
oh,
i Promessi
comparvero
siam
I
mere
attentamente
quanto
han
altro, ciò
dell'arte
gustare,
in
essere
tempo
novità, erano
principio,che il Tommaseo
la
e
già l'animo
quell'età,avesse
vorremmo
Né
dai
certe
a
e
da
intendere
sente
ci
i
detto, egli postillò
infirma, per
a
gran
antiquate
esser
abbiamo
non
affermato
forse
egli stesso
concetto) che
stile fu tinto della pece
suo
sapendo
come
ciò
stile. Tutto
atti
dovesse
non
Sposi a venticinque anni, e, aggiungiamo
maggior parte di esse
postille riguardano lo
la
ora,
Tommaseo
proprietàdi
poca
che,
sue,
gusto letterario di qualcuno,
il
che
gallicismialternati
forme
ma
del
squisitamente raffinato,se
(con
ventitré
de'
giudicar
per
che il
preconcetti
dimenticare
I40
finissima
un*
era
gire
di
arca
senza
scienza,
detto
che
la
se
servirsene
senza
professato pur
errore
Manzoni
ben
non
lingua:
Morandi.*
ormai
de* lombardismi
mania,
nel
fiorentino
il modo
ne* libri né
romanzo,
per
confutato
di
appunto
la manìa
avesse
mentre
tu
era
al
caso
il
della
dal
esser
afferma
quando
erronea,
facesse
cioè
dell' unità
mostra
quel-
concetto
suo,
in
di ficcar
tt'altro che
assoluta, mancandogli
che
alla
valenti, che
meridiana
romanzo:
necessità
ma
sito.*
propo-
dal Tommaseo
ideale
il Manzoni
postilla,che
a
principio,un
suo
il Tommaseo
E
molti
luce
a
lui nell' opinione
anche
una
il
circa
errore
da
fin dal
avesse,
determinato
sfugf-
a
lingua riguardo alle postillefatte
prima (sibadi bene) redazione del
r
lasciava
qualcuno potrebbe sembrar
della
questione della
argomento
V
opportuno
poco
che
ma
e
accorgersene
Ho
il Tommaseo
che
significare
ironia, voleva
né
appunto
dolo
trovan-
ne* vocabolari.
III.
Da
di
dati
fatto
parrebbe dunque lecito e
il rispetto dell* altutto
tissima
ragionevoleil dedurre, con
che
del Tommaseo,
le postilleai Promente
messi
Sposi^se pur son degne di studio e di discussione
tutte
a
una
a
come
giudica il D' Ancona,
non
una,
un
però avere
grande valore di verità.
posson
questi
Cfr.
1
Napoli,
Prose
e
Prefazione alle
MoRANDi,
D.
Poesie
Morano,
raccolte
1884.
dal
—
Morandi
Un
Critiche del Bonghi;
Lettere
brano
stesso;
è
riportato nelle
Città
di
Castello,
Lapi, 1895, pa^. 650.
2
Punita
V.
il noto
della
volume
Le
Correzioni
lingua; Parma, Battei, 1879.
ai Promessi
Sposi
e
141
dacché
Ma
fondata
parer
può
base
sopra
confermarla
di
cercheremo
potrebbe
il
con
cuno
qual-
a
solidissima, cosi
non
s' intende, delle
sommario,
esame,
conclusione
questa
giudizio che
postille stesse
un
ci
suggerire.
Esame
che
voluto
avremmo
rispiarmarci, d'
accordo
nel
importanza
V
segnalare
ebbe
dire
a
col
siamo
come
delle
Teza, il quale,
postilletommaseiane,
prudenza:
tutta
con
potuto, veramente,
e
chi... volesse
«
di
mandare
ogni sillaba, o gettata o caduta su quei margini, dogli farebbe ingiustizia.
ragione al Tommaseo,
Venne
1* età matura,
germi
presto per lui, e molti
fiorirono
in quelV intelletto fecondo, i giudizi raffinò
o
aggrandì ;
ad
accenna
poiché
via
una
il Teza
de
/
stesso
Promessi
Tommaseo
(e
postillasi raccogliespesso
una
pagina scritta più tardi, o
dalla quale si ritrasse. »* Ma,
zioni
s'augurava che le future edile postille del
Sposi recassero
umile
una
di buono
ha
quanto
in
fosse
dico
non
in
contradizione, che
le si riferissero con
una
egli intendeva
il Rigutini le ha
e
blicate
publarghezza di criteri),
volume
in un
tutte
a
parte, premettendovi
prefazioneil primo discorso su / Promessi ^osi
sicuramente
certa
come
nelV
pubblicato
postille,buone
e
cattive,
e
e
raccomanda
sua
e
e
Aniologia
alla
che
il
quel che
invero,
dobbiamo
cosa
di
I
Art.
ciascuna
cit.
mi
voglia
Colombi
pare
e
di
ragione
al
non
codeste
esse
rità
l'auto-
con
alcuna
l'esame
al-
pensasse,
necessità
delle
fame
di
succo
sfugga
ne
discussione,come
marchese
del
il D'Ancona
non
diritto, il Teza, vien
di
fatto
di
Accademie.
dire
E
mandare
postille?Do-
Tommaseo?
Gli
fa-
142
di
il
molte, delle
Rigutini
evidentemente
il D'
e
è chiaro
che
suir
se
maligni
del
presto
anche
e
I
de
Le
dire
formale:
quelle,filologiche
queste,
distinzione
è
appiccicata
d'arte
con
Quelle
per
che
la
psicologica e
i
Di
esse
più
storica
l' elemento
personaggi,
ve
altro
per
sotto
esleUche
stabilir
una
la forma
sa,
materia
non
elemento
ma
o
n' ha
il
disegno
d'
e
la
generale
minore
di
le
altre
maticità,
dram-
tende
l' originalità,
s' in-
estensione.
e
numero
tutte
l'
del-
l' analisi
invenzione,
realtà,
le
sono
morale-filosofico, la
argute, incomprensibili,strane,
ammirative,
Tommaseo
al
%\x\)^Antologia,
articolo
maggiore
con
ma
vero,
chiamarsi
alla sostanza,
dato
han
materia
è
rale
gene-
tre
estetico, le al-
il fatto
alcune
estetiche^le quali riguardano
opera,
in
connaturato.
essa
il noto
stendere
fecero
raggruppate
esser
loro, perchè, si
tra
anche
ingiusti.
senza
veste
una
vitale
netta
Romanzo
potrebbero
e
camente,
logi-
non
quale
Sposi, pensati
categorie,riguardando
avversari
e
al
Zaiotti, del
non
glino
ripi-
postille,certo
del Tommaseo,
Promessi
esser
critiche
parte, benché
postille potrebbero
l'esecuzione
blicate,
pub-
son
esse
pedanti
dalle
non
discorso
severi, per
troppo
due
se
quelli dello
eco
dicono
indecorose
certe
in gran
derivaron,
che
or
molti
che
Manzoni
quel primo
Ma
ragione
manzoniana,
arte
conto
tener
gioventùsoprattutto debba
non
per altro, perchè non
la
di
apparenza
Non
sbagliate? No,
Ancona.
suir avviso,
posta
da
il Teza.
ingiustizia,risponde
remmo
profonde,
specie :
sbagliate;alcune
imprudentemente
sivamente
ecces-
zanti
sprez-
I
Non
potendo
questo Tha
fatto
né
molto
volendo
bene
riferirle
il
qui
Rigutini
tutte
in
un
(che
libro
143
darò
apposito)',
bastevole
confermar
a
c'è
superflua:non
a
di
fatta
prolissità
di
sull'autorità del
all'arte
è
romanzo
che
manzoniana,
Tommaseo
vittoriosamente.
dialoghie
i
tuta
ripe-
fino, si può dire,
in
Trova
soliloqui;mentre,
più volte
specie lunghi i
giustamente
come
Barbèra,
dell'edizione
commentatori
e
critici l'abbian
molti
combattuta
i
parte del
gran
mia.
quasi capitolo dal quale, secondo
cusa
da
toglieremolte pagine: è l'ac-
sarebbero
ieri,nonostante
caratteristiche
la conclusione
opinione e
il Tommaseo
Secondo
lui,non
V
più
delle
saggio
un
servano
osnon
vine
troppo restii a far bon viso alle osservazioni del gioi soliloqui,in
che
«
dalmata, se è pur vero
chezza,
lunghi ti producono noia e stana
interrompere l'aspecialmente se vengono
quando
genere,
zione
non
è
men
vero
che
questo
la
sua
rara
maestria, perchè
drammatica
anche
mostra
al
son
»,
in
soliloquiosa
Egli scende
nel
dare
movimento
un
sentimenti, li suscita, li
personaggi; e
le
in
motti
piccanti.»^ Il Tommaseo
dov' è
racchiuso
invece
in
mette
questa
malizie, i suoi
sue
vi
umano,
cuore
uno
il Manzoni
«
drammatico.
tutto
più riposti
tanti
azione, quasi altret-
ricerca
analisi
i
animata
sparge
arguti, le sue riflessioni
difetto
vede
dunque un
de' pregi più essenziali
dell'arte manzoniana!
Con
che veniva
questo preconcetto della prolissità,
alla mente
la natura
I
Così
del
e
nel 94
spesso
il Mestica
dice
:
anche
"
faccia il Rigutini del 97
P4, io
proprio
so
!
romanzo,
e
considerar
non
dal
non
ricono-
Rigutini,il quale, nel 97, per
I soliloqui
nel Romanzo,
sono,
troppo
128.
troppo lunghi ». Posatile, pag.
Come
non
dal
anche
del
l'essenza
lodare il Tommaseo
frequenti,
e
Tommaseo
il
e
a
star
d' accordo
col
Rigutinidel
144
la necessità
scere
tal genere
naturale
fame
inutile
della
tutti
a
analiticamente
letterario, era
la narrazione
sempre
di trattar
(e
anche
al
lo stile ih
che
giudicasse tutta
è parsa
mentre
affatto^
Tommaseo
che
la
dice
più maraviglioso
in arte, nonostante
che lunga
e
perfettoci può essere
sembrasse
al Goethe
altri (inue
e ad
tile
pure al Fauriel
a
nessuno); era naturale che tutti glialtri episodi
alla
aver
gli sembrassero
usurpato il luogo riservato
mentre
un
giudice,che speparte principaledell'opera,
cie
il De Sanctis, afferma:
ha competitori,
in questo non
imo
«
di
de'
La
ciò che
pc^si meglio scritti)
Milano
una
sembrare
possono
a
quelli che
logica
Gertrude,
di
monacazione
di
la carestia
avvenimenti
concepiscono
artificiale
con
un
e
la
troppo
luppati
svicome
romanzo
equilibrio di
peste
proporzioni.
nel loro senso
Questi ed altri avvenimenti, rimanendo
come
parti orgagenerale uniti col tutto, vi stanno
niche,
di attività
dotate
e
propria, vere
compiute
universale
poetiche, che in queir armonia
persone
fini e interessi
hanno
propri. »*
inoltre notato
Va
(non a colpa del Tommaseo,
ma
a
discolpa del Manzoni) che la prima edizione
del romanzo
non
corrisponde in tutto alla sua prima
che
stesura, e che molte
parti il Manzoni
soppresse,
avrebbero
potuto, pel disegno generale dell'opera,
dar ragione deir apparente soverchia
lunghezza di episodi.
di
Cosi chi pensi, per
esempio, che la monaca
la fin del romanzo
Monza
ricompariva verso
per aver
secondaria
che
tutto
e
quel che a lei si
parte non
riferiva il Manzoni
gnor
soppresse
per consiglio di monsitroverà
che
sia
Tosi, non
sproporzionato quel
I
È
citazione
del
Rigutini e Mestica, ed.
Barbèra
cit. pag. 347.
,
145
^he r
5u
dice
autore
di
argomento
questo
notare,
di lei ne*
come
brani
fanno
non
capitoliIX
X.
e
si
soppressi
al criterio
iir osservazione
E,
de'
tornar
per
alla
e
oltre
Tommaseo,
le
rilievo
bellezze.
brano
Al
da
Galdino, che
scene
alle
poeta, racchiudono
un
la
accompagnano
dar
a
in
e
inutilità,
egualmente,
se
tutti
e
le
immagini
vivificano
descrizioni,
e
delle vere,
inteso
lari
que* partico-
narrazione,
quasi
a
e
del
maravigliose
consenta
del
i
che,
sentimenti
ai
delle
qual proposito mi si
quel mirabile bozzetto
è tutto
stilistiche
discepoli,
al
dialoghi,coloriscon
potrebbe
de' maestri
discrezione
minuzie, miserie, noie, gli sembran
che
altro
scolastici troppo
i commenti
preoccupati delle minutaglie grammaticali e
la lasciar
E
D'
riportar
Ovidio, Fra
dimostrare,
rettamente,
indi-
s' intende, la falsità del
maseo:
giudiziodel TomI particolari,
le minuzie
«
d'ogni maniera,
ogni tratto, ogni parola od azione de' vari personaggi,
messi
son
ogni frase dell' autore, ogni virgolaperfino,
li a ragion veduta.
felicemente
vi è non
Tutto
men
immaginato che giudiziosamente ponderato (curiosa
direbbe. Petronio)
accordo
Che
codesto
se
felicitasi
mirabile
produce fin dalla prima volta un' impressione
in cui
musicale
concerto
un
gratissima, come
ogni
sia irreprensibilmentesonato,
anche
strumento
se
e
di quelle finezze
stintame
dimolte
manzoniane
subito
sono
avvertite; moltissime
però, a chi queste
chi quelle, sfuggono le prime volte anche
ai lettori
a
tori.
de' letpiù acuti ed esperti, e tanto più alla comune
»* Ma
il Tommaseo,
e
non
glie ne facciamo di
I
;
Le
correzioni
Napoli, Morano,
ai Promessi
93 ; pag.
Sposi
251.
e
la
qtiestionedella
gua
lin-
146
certo
necessario
!
Un* antipatiaferoce
bolla
che
sempre
nella
loro
filosofo
un
buon
All'accusa
un' altra, il
di
Meno
che
vedere
E
che
in
pensiero!
perchè
goffa e
»
e
benché
strane,
molte
dà
ne
una
sublime
un
la
ben
sua
certe
pensata:
sta
«re-
volte, fa delle
delle
seguenti:
le
come
tudine,
simili-
parentesipossa
pensiero.
raccoglie in
a
imitare
e
a
parte inventiva
giudicar
del
manzo,
ro-
che,
molte
«
da
cose
quando
dire, e
periodo ; quando inventa, ci
un
per
cosi
ciliege,
Tommaseo
Tommaseo
al
goccia
bravura,
le
come
esser
di criteri estetici veramente
dire, ha
di
cerca
fingere e
della
e
confusione
una
la narrazione
idee, di
prolissie inutili; Buona
Pare, dunque,
il Manzoni
qualche
poi aggiunga:
criterio,il più
della parte storica
strana.
di
pensa,
com-
».
perchè gli spropositison
porta il
questo della prolissità
a
la
è sempre
Manzoni
capisce come
contenere
e
modo
di certe
E
male
contrappose
ne
collocata;Goffa parentesi,ma sublime
altre simili,da farlo pigliarper matto,
si
non
alla
È curioso, non
è vero?
sce
riconodelle prime postille
una
sufficiente
Dialoghi belli, ma
mal
un
sempre
concisione
troppa
veramente
ma
producon
certo
sviluppo
questo
con
in
circostanze.
se
osservazioni
«
della
in
prolissità
una
ragione »;
sempre
a
che
la
«
che
prolissità,
però,
mancato
male
le
alla riflessione.
di
certe
parentesi,
lettore, richiamandolo
sul
Tommaseo,
del
e
scene,
ha
dire
senza
:
quella cioè
tratto
le
per
ridicolo,mentre
invitandolo
e
poi
aveva
dono
più racchiutarli
arguzia pensieri profondi da medidi
effetto artistico
realtà
bello, inutile il
il
colpa, giudicava brutto
gran
a
goccia
farci sentire
la verità
».
Per
per
farci
rare
assapo-
egli sappia
questa opinione,
com'
I4B
abbiam
visto
come
già
una
dura
benché
fortemente
scosse
esperienza della vita avesse
del cuore
del giovine dalmata, il quale, per
ch'eglisentì
la varietà
potentissimo
sempre
della
lunga
non
le fibre
il fascino
natura
e
per
intensità
aprendo
deglistudi, s' era venuto
ai più vari sentimenti
Si comprende
umani.
quindi
lo spiritodel generoso
facilmente come
vasse
giovine troil più pieno appagamento,
i godimenti piùdelicati
neir analisi profonda che il Manzoni
fa del cuore
ne' Promessi
umano
a
S^osi.Ma, anche
prescinderda
manzoniano
doveva
questo, la psicologiadel romanzo
studioso
del
uno
a
1827, come
apparir cosi nuova
rimane
tuttora
e
vera,
profondamente nuova
sempre
e
da
attrarre
da
destarvi
necessariamente
l'anima
l'ammirazione
più viva.
aggettivi dello,sovrano,
per
esprimer
Tommaseo,
del
Ond'è
stano
gli ba-
divino,divinissimo, non
tutta
la
sua
gli
che
esaltazione
estetica,
ogni volta che si trova dinanzi a quei fasci luminosi
flettent
e risprigionantisiquasi da ogni pagina del poema
i più svariati
chiarissimamente
aspetti e
movimenti
XXI,
per
del
dello
spiritoumano.
esempio, dopo cioè
rapimento
coir innominato,
delle
esce
fatto da
in
Alla
fine
il racconto
Lucia
quest'esclamazione
nulla interamente, che diventa
cap.
vente
commo-
dell'incontro
e
più consolanti opere dell' ingegno umano
anche
a
censurare,
qui, quella tendenza
approvar
del
:
E
«
I
»
una
tavia,
Tut-
a
non
nel Tommaseo
di supercritico assunto
quel tono
partito preso,
della
fin dal principio e alimentatogli dall'abitudine
rinunziare
al quale non
critica giornalistica
sa
e
nepalla rivelazione
davanti
del genio, quasi per la
pur
un
tèma
Manzoni
artista
di
aver
scapitarci,e, dall'altra parte, il non
conseguito ancora
quell'autoritàdi sommo
che
gli è stata poi decretata dal consentimento
il
149
il Tommaseo
conducono
più, queste e altre cause
far degli appunti ne
a
chi
giusti né sereni su certi toce
atteggiamenti psicologici dell'arte manzoniana.
divino queir « E Lucia?
Per esempio, trova
», la parola
de*
sì fu
che
di Renzo
gettata
reduce
divino
dalla
quel
le
traverso
a
è, perchè
tratto
fantasie
Abbondio:
don
di
casa
bieche
e
la bella
e
ramente
ve-
tile
gen-
la Beatrice dantesca, scenda
figurapar che, come
dal cielo sotto
la
rasserenar
a
angeliche sembianze
ritornar nel cuore
fantasia del giovine e a fargli
1*alito
è fiacca »
del bene.
Ma
la
e
poi dice che « cade
bellissima
ripresa: « Ma il pensiero di Lucia, quanti
pensieri tirava seco I » Ma su ciò vedremo
più avanti
esaminando
le postillestilistiche che con
la psicologia
hanno
molta
relazione.
sbagliata la postillaalla fine
passioni di don Rodrigo sono
Assolutamente
cap. VII
«...
:
Le
troppa compiacenza dipinte: ed
nel fondo
dell' animo
d' animo
induca
tante
:
ha fatto
; se
in tutto
ciò
ne
; non
suo
ancora
si
sa
si
non
se
del
con
legge
in lui sia perversità
passione che a quegli eccessi lo
parole si spendono per dire ciò eh' egli
poteva spendere alcuna a dire quanto
o
fosse
di
così
necessario
fermarcisi,
grand'arte
non
commenta
reo.
»
Mi
mostrarne
per
:
fa che
par
che
la
il commento
non
sia
falsità. La
sbocci
dalla
del lettore
limpido nella mente
riproduzione
come
adeguataeh' essa fa della natura. E non vediamo
il Manzoni
in una
il più delle volte racchiuda
tesi
parenin un' interrogazione maliziosa
in una
o
o
vazione
osserfugace gli alti insegnamenti che emanano
dai fatti umani
? Chi non
vede
e descrive
ch'eglinarra
ch'egliha quasi ritegno a ficcar 1'io tra la narrazione
al Tommaseo
e, quando lo fa, lo fa fuggevolmente? E
giudica inoppar quasi il contrario, poiché spesso
I50
che
riflessioni,
certe
portune
Anzi,
all'arte
si dovrebbe
descrivere
la nobiltà
all' artista
impone
il male
dello
fu
il Manzoni
r amore,
come
E
di
non
è necessario, per
dirla
prefigge non
si
sul male
anche
tanto
sol-
passioni,
certe
il
e
nella
che
il male
descrivere
pieno
che
mondo,
non
alimentando
lui, andarle
con
gnanza
ripu-
V arte
a
è cosi
la
esagerata,
restio, ma
cui
fonde.
pro-
appunto
un
che
dire
rigoroso silenzio
società si manifesta.
e
è talvolta
che
scopo
nuove
potesse fare
si
questo
manzoniana,
a
che
in
se
chiama
pur
cogli scritti.
difettosa
Trova
Chi
Né
il De
de'
fa s.ul conto
come
I
così
vedere
»
Gli
cond'
dell' innominato
in
tirata
il
come
;
servo
tate?
can-
al
intomo
talvolta
:
che
dice
ora
Perchè?
i cattivi.
è
un
allora
non
proprio
a
di
cumulo
far le due
si
fil di
me
sommanzi.
ro-
logicai
i caratteri
di don
Rodrigo,
Niente
traddizioni
con-
fanno
riusciti
«
cosa
qual-
tutti
aver
bisogna
sapete perchè ?
di
di
la
se-
serva
cile
più fa-
che
[lodice lui !] fare in pochi tratti un carattere
Attilio, quel podestà son
più capitoli.Quel conte
aria, senza
caratteri
in
comune.
Bisognava
li
Ma
vince.
poi più
sembran
ordine,
l'uomo
di lui
decidere
Conclusione
sembrano
di lodevole
è l'uomo:
qual
cui
han
ne
le
difettoso.
ora
gli
nulla
e
non
per
:
e
buoni
personaggi
Perchè
il Grraf
e
Cristoforo, di
di
di difettoso
«
ripeterlo oggi, dopo
Sanctìs
bellissimo,
carattere
un
dell' innominato.
giusto è quel che afferma
personaggi, contraddicendosi
sempre
carattere
di
coraggio
lodi che
somme
è
il
avrebbe
la conversione
una
trovar
distinguadal
quella parola potente che
divisa
che
li
scolpisse. »
Che
il Manzoni
abbia
con
poche pennellateab-
15»
bozzate
fra
come
della
Piena
Luna
siano
non
secondarie
del romanzo,
figaire
ste
ToGaldino, il sarto del villaggio,
le
magistralmente
individuate, che
le
determinate
e
d* accordo
ecc.,
specie Lucia, don
principali,da
fra
Abbondio,
r innominato,
fisionomie
abbiam
non
tutti
che
prie
pro-
riconosciute,
nale,
Cristoforo, il cardi-
don
Renzo,
dire
ma
:
Rodrigo,
le
come
più originalie finite di cui sia capace un
bestemmia.
artista superiore,è dire una
mezza
si ripeterà
mai
Gli è che alla prima lettura, non
s' intendono,
abbastanza
col D* Ovidio, i Promessi
Sposi non
neanche
dal lettore più acuto e esperto, quale
creazioni
era
e
non
del
nativa
e
del
de*
che
Dalmazia
il
il Tommaseo
Nove
romanzo.
parole
soliloquioson
dunque
volte
il Tommaseo
per
addotte,
sopra
Né
dal
altre che
è
strano
meno
che
e
sbiadita, indeterminata
della
realtà
paesaggio
quel
per
e
de' Promessi
erronea
critica
Il
quale, d'
del
altra
Romanzo
che
dice
Sposi si
senta
il
è, come
addurre.
circa
la
e
in
mento
senti-
particolare,
è troppo
bisogno
duzione
riprochiama
che
di stile. Sul
natura,
guida
lan-
ragioni di
le
natura,
seguenza
con-
che
il che
potrebbero
difetto
della
scritto, perchè io
nel
originalità
si
il dialogo,
inutili. La
per
sparmian
ri-
non
che
sarebbe
vero,
fa della
il Manzoni
e
del romanzo,
lontanissimo
sa,
dieci, pur
su
lunghi
troppo
ticità
dramma-
della
lode, egli dice
di
sia la drammaticità
ognun
prolissità
gere
dispensa dall' aggiun-
sulla pretesa
soliloqui,ci
pensasse
alte
r
della
volta
detto
abbiam
che
quel
bene
alla
maseo
il Tom-
essere
I
dialoghi e
sul
poteva
non
viaggiante
27
Quel
de*
poteva
era,
di
e
troppo
confutar
Tommaseo.
parte, riconosce
;
ma
non
si
gran
varietà
perita gridar bene
e
certi
contro
spesso
Riassumendo,
Tommaseo
dice
cattivo
tanto
delle
serie
prima
Manzoni
del
troppo
di volo,
muni,
co-
buono
che
il
spesso
e
del
della
dir diversamente
quelle cioè
di
esse,
è del
Ci
questa
su
che
quel
«
:
si possa
se
serie di
feconda
andar
per
diremo
postille,
Vedremo
».
gli sembran
ridicoli.
puerili,o
o
che
passi
abbiam
mato
chia-
filologiche.
IV.
Tommaseo
postilledel
Le
/
a
Promessi
Sposi,
filologiche,
per distinguerledalle
fin qui occupati, voglion
delle quali ci siam
estetiche
in due
distinte alla lor volta
esser
gruppi : V uno di
quelle che rigiiardan lo stile, Y altro di quelle che
che
abbiam
chiamato
riguardan
la
Veramente,
sarebbe
lingua, ossia
la
come
:
illogica
cert' ordine,
un
neir
prima,
è
ma
noi
e
comoda
vi
non
assentimento
anche
de'
stile.
mezzi
dello
questa
distinzione
de'
uno
procedere
per
con
dando
rinunziare, fi-
sappiam
lettori.
buoni
un
più illogicopoi sarebbe
taglio netto
le filologiche
tra
dico tra questi due
gruppi, ma
zione
locuc'è
le estetiche: perchè, indubbiamente,
non
la proprietà,
ossia
che si possa
giudicar secondo
il rispetto della lingua, senza
ammetter
secondo
Tanto
non
e
che
la
bontà
sua
stile
dello
e
all' interezza
lìngua, sintassi, stile, fantasmi,
parte
sé stessi,
per
organico
e
Ciò
posto
alcune
:
che
e
delle
aveva
ma
di
metter
tutta
sentimenti
si fondono
sì chiama
prima
di
estetica
in
effetti
buoni
ai
contribuisca
non
un
1'opera
fan
non
tutto
nico
armo-
arte.
sulla
pietra
mica
anato-
postille stilistiche, ci vogliam
il
Tommaseo,
:
quando
le buttava
mandare
do-
giù
153
su* margini de'
ciò
di
che
Le
stile
della
beir
bona
e
sulla sentenza
che
vita
dubbio
di
appunto
Come,
di
Questa
? Uno
E
dev'
1
la
:
È, parmi,
«
generi
e
lo
chiaro,
tivo.
ammira-
ma
può,
non
è
dello stile
errore
de*
grave
Lo
mezzano.
E
».
ghi,
al Bon-
poi :
«
dere
retori, quel divi-
stile elevato,
stile
Sotto
non
è che la
Perchè
nome
ci
la letteratura
critiche
e
con
italiana
prefazionedi L.
Mues, 1873
; terza
non
sia
Morandi
edizione.
e
dello
stampa,
di stileintendo
prima espressione
comprendo
concetto, e però
».
e le cose
Ispirazionee arte cit.,pagg. 491-2.
Valentiner
non
che
segno
quasi contemporaneamente
del
Lettere
rebbe
crede-
stile,se è stile,non
I Lo
stile,e ragionare dello
così, del pensiero
2
rebbe
ride-
all' attenzione
punto
prolissitàanzi
il ToMxMASèo,
Anche
stile dimesso,
dir
esser
lo
additata
grosso
cabolo.
vo-
chiaro
ginnasio
chi
mettere.
am-
manca.
scriveva
in
dev'
prolisso.La
essere
lo stile
a
che
un
così poco
costerebbe
certo
di
stampata,
chico,
psi-
di
pro/tssoe
esser
scolaretto
è
roba
porti
im-
e
question
incongruenza. Eppure,
tanta
voi
potrebbe
Sarà
lo stile
degli scolari,senza
è
È quella
«
intellettuale
nessuno
andare.
però, può
stesso
tempo
lavorio
pensato,
Ma, lasciamo
solo
il Bonghi,
dette
l'idea,e pensarla,
che
lo stile,perchè
ma
:
questo
chiamarsi
possa
?
che
nella mente
bene
prima
sentirla,nessun
nel
mostruosità
una
pensieri pigliano in voi, e che
nell* esprimerliagli altri. »* Ora, che
veder
effetto
il
i vostri
comunicate
e
è
Lo
«
Facciamoci
».
Foscolo,* dello stile ?
del
per far
giudizio:
la definizione
ricordate
:
pensato
facile il
primo,
tomo
pensato, che
sul
croce
e
È
no.
questo
con
chiaro
prolisso,ma
segno
del
osservazioni
si chiudono
esempio,
un
chiara
volumetti, un* idea
lo stile f Recisamente,
sia
dimostrarlo.
famosi
tre
popolare
;
in
e
le parole
Italia
y
Milano, Padova,
154
è
Ma
tener
senza
d* esamìnéir
tempo
intendendo
dovere
a
stile,confonde
sia
cosa
Tommaseo,
il
che
presente
sempre
non
qualche postilla,
stile
di esso,
lingua,che è materia
quanto
per
adoperata a proposito, alla sua vita e
Verso
fine
la
del
dello stile
dominante
I, dice
cap.
[de /
Promessi
che
né
ha
non
di
seguono,
cui
Sposi] sono
Può
che
darsi
confessato
il Manzoni
dir
rimane
vi
Su
poi
Non
:
Lo
«
quel
so
le altre che
son
pesanti,cioè sforzate, dure,
volgo (quale: lombardo
la
lingua
di
della
materiali
stesso^),abbia
stile
Ma
naturalezza.
o
rentino
fio-
prima edizione,
diversi
(r ha
nociuto
all'unità,
alla
cità,
sempli-
e
dall'
sua
nociuto
aver
a
?
ritorna
punto
questo
figureplebee (come
che
invece
sovente,
affettato
(non
Appendice
in Prose
2
E
altre
fatte perqualitàessenziali, all'avergliele
der
ci corre
tutto
assai, mi pare. Se le togliete,
del
1
ad
due
queste
e
biasimo
uguaglianza^ dello
dire
voleva
le
il
capisco
evidentemente
che
di
come
composta
voleva
sioni
espres-
miste
semplicità».
dall' ultimo
r accattate
non
carattere
«
con
lode,
di
parole
né
efficacia.
che
anquel poetiche,e intendo
poco
degli altri tre aggettivi: in ogni modo
dire
voglia
il valore
son
unità
e
sca,
contribui-
che
poetiche, forti, ardite, dipinte,
dall' ultimo
volgo ».
pesanti,accattate
stile
non
minori
Es,
:
Si
espressioni una
che
qui dichiara
la santifica
e
non
cioè
meno
uguale,
Relazione
aUa
note
con
sarebbe
due
chiama)* che
intomo
di A.
sparata,
più
calzante
co
mune
semplice^ cioè
non
all' Unità
poi
dell* altra.
la
prima
usa
lo stile dissonante
Bertoldi
corretto
che
il Manzoni
naturale, rendon
uno^
ecc.
le
affermando
spesso,
della
lingua
cit.,pagg.
335-6.
in buttata
il
Curioso
locuzione
sulfuoco^
e
nel
Rigutini
lario
Vocabo-
(senza restrizione)pel linguaggio figurato e
registra buttarsi sul fuoco!
miliare,
fa-
»56
malizioso, che
deir
Per
manzoniana.
arte
di
questo
sulla futura
E,
».
di
il
non
una
in mezzo,
altrove
:
avrebbero
»
4t
addormentato,
da
tratto
periodo
senza
pre-
dal
:
quei che si
qualche cosa
gli disse Renzo,
....
sua
Risi
«
....
trovavano
ad
essere
tra
approvazione del Rigutini,l'al-
V
senza
; e,
la
approvato
me,
pagato
[quella
ceva
quale fa-
la
ma
assenso,
suo
pesta, che
una
serra,
decisione
«
la fine del
gntini,giudica cattiva
fa
:
la finezza
vede
non
Gertrude] per
torto, secondo
a
felici caratteristiche
esempio,
contrapposto
condizione
mestieri,
più
le
tra
son
mezza
a
con
una
un
con
voce,
sbadata, che
cera
fare qualche altra volta ». (Ossia,
veduto
gli abbiam
di carpir da
quando, con un certo atto trascurato^ cerca
del suo
terribile e malvagio avversario).
Perpetua il nome
Ma, pel solito strano
gli par sublime
compenso,
lo scherzo
che
che
^ costretta
la c'è
per
:
si
«
di
in
mette
novantanove
et
tratti
non
»
è
vivo
VI)
cap.
il
(«
e
vicina
;
le nostre
il colorito
lo
«
lampade;
»
chiesastico.
qui,
(«
:
la
venienza
con-
il Manzoni
che
faraone
era
lasciamo
le
nerai
questipe-
«
il Tommaseo
chiama
vedi
stranezza,
è il più bel periodo
il tempo
può
che
:
gna,
bene, biso-
di
XXIII
Divino;
non
cora,
an-
».
cuore
Riscattiamo
sposo
e* è
il
belli,cattivi ; mentre,
:
più strano
non
cardinali
a
:
perita di postillare
Fortuna
:
affatto compreso
»
pecorelle....
cap.
inventus
est » ibid.),
e che
del libro il brano
accese
monaci
a
pesanti,non
sì
dove
espressionibibliche
certe
bocca
indurito....
contrario,
ha
non
epifonema
forza
farlo per
Medesimamente
storia, di cui dice
agli uomini
che
sa
più volte,
le
al
Come,
scherzo, V ironia
lo
esempio
coli*
indovinare,
a
avvezza/
trova
fa sulla
il Manzoni
che
tardare
:
la
;
notte
mezza-
teniamo
ha, più degli altri,
«57
E
produzio
egualmente la felice,esatta ridi espressioniburocratiche
sche
cancelleree
dell* emergente » cap.
conto
tempo (« render
gli sfuggono
del
XV;
di
e
«
il
trovato,
non
XVIII),
cap.
il
di
XVIII),
onde
schietto
che,
di
è
a
l'enfasi
creduto
il
non
che
di
lazione,
conso-
più,*e
ho
solo
acustiche,
si
ma
frase
il Tommaseo
:
«
»
il costume,
allitterazioni
certe
offendono
allo stile la voluta
conserva
spontaneità.Alla
si
non
che
signor zio
frequentissimenel péirlarfamiliare,
sono
dicolo
ri-
in
nostra
tutto
corrotto,
era
il
e
mettere
di
sempre
parlare.
quasi sempre
conservarle, non
di
vuol
uffici
avvertir
si
trovato
lasciato,dtUgentefreferaHs»
spagnolesche («
dovere
Scontento
a
il
imbarbarendo
smancerie
il nostro
che
e
fatto, il
il
il Manzoni
cui
con
va
fosse mio
cap.
preso*
e
linguaggio degli
si
di certe
il detto
tutto
Giacché
che,
e
le
leggi
impronta
ella
già
ha
quasi per dar la berta:
Giacché,già! Gli è pesante la gradazione vigorosa:
carità....non
carità molto
«
dico pelosa, ma^
una
una
gelosa, sospettosa, permalosa ». E pesanti e affettate
avuto....
»
un' infinità
tali : in
che
di tanto
in
;
frasi
di
anche
tanto
in
—
L* ed.
1
più
invece
su,
2
Non
modo
di
VII,
pag.
il
:
dal
del
di
ciie
che
«
troppe
Dominato
nota,
tutt' altro
invece
sono
Rigutini conviene,
Troppe cose
pesavano
sentiva
X affettazione
preconcetto
che
s' era
Rigutini ha, per isbaglio,poco
perierat^perieat,
sbertarlo, il
Manzoni
aveva
;
anche
che
osservando
al
maseo
Tom-
».
fatto
come,
nel
poco
proposto
il
purgarlo nella Rei, ora cit. : cfr. N. Antologia^ voi.
(e Prose minori cit.,pag. 271-2),quarto prov440-41
vedimento.
Ma
furon
proposte
buttate
al vento
!
158
giudicar V
manzoniana
arte
fa il Manzoni
come
lo
é
vuole
come
stile,gli accade
le intenzioni
citare
pel rispetto del
relativi
i numerosi
n' è discorso
di
esempi
fatto
nel
qualcosa
il romanzo,
troppo
artistiche
malcontento
di
certe
lettore
del
di
cose,
(tanto più che se
di
della
prolissità),
stesso,
perchè
che
ma
air A.
di
a
farne
Cosi
chiama
manzoniana,
fa don
quel maravigliarsiche
di
casa
famosa
alla
stati
Lucia
stesso
e
la
cosa
E
non
:
«
o
frequente
cose
che
o
si chiude
all' autore,
orrore
ma
di
più
cose
spedizione in
Diavolo
! Dov*
Il lettore
«
per
altro don
che
a
e
all'arrivo
sa
dei
è la
che
il
Rigatini
Rodrigo,
quel frequenteaggettivo
desiderate
persone
quella non
e
Misericordia
d'
gono
ven-
sempre
non
I
d'un
l'espressione
o
ai
se
giustamente
e
ciò
per
delle
importune,
esclamazione
maraviglia, d'
già
a
diversamente
preannunzia
di
sapeva
dato
effetti artistici
riuscita
—
gli fa specie ».
si vuol
persuadere
benedetto
invano,
lo
non
dall' A#
domandare
lettiga?
lettiga? Tre, cinque, otto ».
la lettiganon
c'era ; » avverte
il
quel
Rodrigo
mal
la
E
«
:
che
1* intelligenza
i suoi
alcune
come
nostro
circostanziali
curiose,
miseria
sticci.
po-
del
informato
per
situazioni
in
ornamenti
per
stato
conto
al Tommaseo
s' accorge
ignari i personaggi,
felici deir arte
bravi
è
che
e
non
meno
a
ne
toma
trovarsi
comiche.
fare
si
il Manzoni
giudizio
minutaglie
certe
potrebbe, si,
il
quando
annotatore,
racconto,
è
di disconoscere
astengo dal
lui. Mi
figurine,di scenette, che
compiace di dipingere minuziosamente,
danno
idea di appiccicature,di
errato
ticamente
anali-
spesso
ritratti,di
Assolutamente
trattar,
altro,
personaggi,
non
che
con
men
cui si
sentimento
appartengon
ne
ricevon
159
naturalezza
certo
perciò
venze
mo-
son
non
buffone^.
da
humi
o
vivacità, e
e
familiarmente, chi descrive
parla o racconta
sia un
alla buona, specie se
non
elegante e corretto
un
parlatore,ma
simamente,
frequentispopolano qualsiasi,usa
Chi
figuredi
correzione, di attenuazione, di gradazione, di giustificazione,
d' eccezione, che
di scusa,
gli ascoltatori
piglianpiù interesse alla narrazione, son
portati a
nel
loro buon
restan
prestarlemaggior fede, e non
urtati di certe
senso
affermazioni, di certi giudizi,di
cui
certi tratti,che, nella
con
escon
prima forma
dalla bocca, sarebbero
parsi esagerati o inadeguati,
anche
se
del
non
senza
sconvenienti
tutto
fa ? Sia
certe
accorgersene,
Il nostro
scorretti.
o
faccia
parlar i suoi persolui di
discorra
sia che
suo,
quando V argo^^3-ggi,
mento
è familiare, riproduce appunto
quel fare alla
autore
che
buona
della
d'
da
che
conversazione,
comune
togliertila
sione della
dir altro, i
realtà.
Orbene
meglioanzi alla peggio,
anzi,^e espressionicome
un
o
e
descrizione,urtano
E
pazienza.
1
i salvo
il vero,
queste
lui per conto
suo
;
déiV Inlrod.
ingenuamente malizioso
2
Ma
è da
di Lucia ; che, chi
nervi. E
tutta
il
maestro
sa
questa
di
se
che
? in altro
roba
s* ha
non
dire, gli a/la
la narrazione
fino
fiora
ino
la
fargliscappar
quando la pazienza gli
è
dell'
e
a
A., ossia
1* esclama
conveniente
al carattere
tali
pagina.
appunto
gli
momento,
a
Tillu-
il Manzoni
quella mirabile
non
darti
tale
gli eppure, gli
tanfo,un morbo
un
di
naturale
è tratto
ma
:
efficacemente
il Tommaseo
II Misericordia
da
e
si suoi
come
naturalmente,
pre
sem-
per meglio dire, i per
veleno; affondate,
sepolteecc.
argutamente
la
i
direbbe,
si
come
fantastico
del
visione
riesce
d* un' efficacia
mirabile,
naturalezza
una
ti
e
pigliarsul
del famoso
avrebbe
serio !
addio
dato
a*
i6o
la noia
e
scappa,
del
dagl'incantiinfiniti
fa strada
nello
dalmata,
più
Difficilmente
fatti
che
strana
riconciliar
sa
può
»
I
»
Manzoni,
onde
il
romanzo,
in
«
(e perciò «
ma
fatto di frasi
materiali
de'
bella
de'
che
non
c'è
sembra
nel
scelte
posta
manzo
ro-
pensato
e
ridicole^che, venendosi
e
dini,
conta-
stile
villani
di
pie
em-
discorso
franco, goffo
«
a
due
uno
capitolo XIV), gli
naturale,
»,
e
si
le bellezze
col
conto
effetto tenuto
scrivere
non
insieme
tomi, sul
tre
in
far romanzi
triviali
si
protagonisti del
quali,essendo
da
adriaco,
mare
po' irrequieto del giovine
tanto
cosa
poi
de'
margini
si
del
e
scacciata
sempre
tutti i divino, divinissimoysovrano
nonostante
non
cielo
non
difetti I
gli diventin
i
del
spiritoun
è
non
viaggio,
ad
le
tra
pagnar
accom-
di
pronunzia l'A., son causa
trinciati
continue
stonature.
Questi giudizi son
punto
apche
tiene
in quella malaugurata
sul discorso
Renzo
Osteria
della Luna
piena, dove gli capitò il
le nobili che
con
bel
che
caso
il lettore
sapete
:
discorso, dove,
mirabile
della
le
che
prima redazione
parole di Renzo
dovuto
avrebbe
fossero
se
mai,
derarvi
desi-
state, starei per
dire, più triviali,
più materiali, più ridicole: intendo
più proprie
che
non
del
fossero
parlar popolare,
quelle messegli
pigliandole in prestito e
della
dall'uso
affogare!)
dire
contadinesco,
anzi
dal Manzoni,
in bocca
meglio poteva (bereo
come
confusione,
il contano
come
per raccontano;
per supposto,per esempio; più. scelerata,
più
par che abbiano
grossa;
debba
che
rifareil
E
per
resto
venire
; ce
n' ha
ad
altre
quelle onde
il D' Ovidio
finezza
del
vera
quella del
loro
Tommaseo
e
a
a
par
avere,
essere,
minuzie,
il Morandi
dev*
ne
ce
e
che
si
gli
ecc.
essere
precisamente
seppero
con
a
la
quale
venticinquenne (bisognerà pur
gusto,
a
confronto
della
i6i
apertamente!)è
dirlo
facilità,
con
che
stridente
buono;
invece
è // porporato^ come
il Manzoni
chiama
il cardinale
don
che, entrando
nella
le due
appunto
donne
porpora. Contrasto
mi
abbiamo,
come
di fastidiosa
i
la
.
.
,
.
piano che
non
stile
Lo
XXXI
cap.
piccolidifetti
lungheria, la
.* Vedo
del
.
maraviglia. BellOy
fine del
tutti
r
talvolta
in
romanzo,
di
stile,ma
dell' efiìcacia
mancanza
Ora,
breve
quel
d' avvenimenti
le
l'interesse, e da
che
carriera
è
non
stampata
I
alcuna
de*
I
e
rianimar
tentò
più
letteraria,e
sinonimi^
ma
profondamente
puntini indicano
che
opere
nella
si
il
suo
mantener
testo
Ma
al
e
riosa
glo-
lunga
sua
mai
in
Dizionario
del
delle
senso
che
avendovi
sinonimi), pur
del
nostro
vita.
compi
ne
discordia
da
nova
l'impronta
le lacune
lacciar
rial-
vole
fugge-
dell' autor
di
di
parti
quel
tanta
tutto
non
un
varsi
noti, in quel ritro-
più vive,
escluso
(non
in
fatti,in quel riveder
forze
sue
è, se
cosa
Neil' ultime
separati,l'arte
aveva
la
raccontare,
luoghi ben dolorosamente
improvviso di personaggi
Tommaseo
tato
no-
«
il maggiore,
non
di
tutte
d*aver
dichiara
dell' A,
file de'
le sparse
assoluto
senso
un
troppo fecondo; È
ma
è lecito,alquanto diversa.
confronto
spiega
che,
postille,
però eh' è stile assai più proprio e
nel principio del primo tomo
» I
gno
sepiano poi di quest'ultimo diventerà
della vitale stanchezza
del
delle
stessa
notato, desta
pare,
colpire
della
magnificasemplicità
di principi stilistici
confusione
forma
colo
ridi-
per altro è elegante.
equivoco^ ma
Alla
la
per
nella
sarto, doveva
del
casetta
e
si manifesta
.
famoso
cavallo
è trovato
da
.
Queir a
stro
no-
Abbondio
detto
.
qual
con
giudizi,il
di
contrasto
contraddice.
postillatoresi
che
assai, vedete
grossa
suo
forte
postille.
e
102
intelletto, forse
vasto
fantasia
di
e
dove
condurre
deir opera,
suoi
tanti
del
E
solo
di
quel colloquio
la santità
fede,
d' insolito
mente
:
Ma
è stracco
1
cert' altre
che
si
bellezze
E
di
torto
la
di
queste
».
suo
credere
che
Frate,
Renzo]
dove
la
per
cerità
sin-
stile, rifulge
di
injjistente-
non
so
s' accordino
come
Troppo fiorito,
:
della
pienezza
fine di
forza
sua
sfiorettar
nello
que' luoghi disapprovati
ma
fioretti,
vere,
[di Lucia] volto ancor
voto
fiori tutt'
e
nel
a
un
bili
inarrivalorato
disco-
dir ch'era
tratto
del
temessi
di
Capitolo XXXVI).
dei
da
concepito
dire,
lettori,
che, dopo
postille.
abbiamo
mai;
questa
[scioltadal
ci sarebbe
pazienza
almeno
di
sposar
rossore
altro
stancar
il
e
malattia
dalla
contenta
che
potrebbe
nell' intenzione
significare,
la
che
stare
(«
della
Tommaseo
Con
nella
verso
tutt' altro
contengono
vivo
V A.
ancora
stile, lasciando
più
appunto
che
permetteva
»
uno
sioni
impres-
sue
evangelica,
postillecome
vorrebbero
Tommaseo,
del
il
fu
Ma
descrizione
magistero
per
lo
non
parte
non
dottrina
splendore I
V A.
«
più
ma
parte
fin
neir ultima
coli* eroico
della
la
prim' ordine
superar
Renzo
edifizio,
trasandato.
celebre
di
poeta
un
qualche
che
pra
tem-
verso
delle tante
quella
uguagliar d'eccellenza,
di
o
dico
non
abbiamo
purità»e
in
preconcetti, una
romanzo
peste che
cosi maestoso
sentirsene,
senza
incompiuto
più leggerei
della
più resistenti,
delle
un
si che
spossato,
lasciare
dovesse
termine
a
irrequietoe
artista
un
fu
non
è mirabile,
tutto
de'
che
Manzoni,
potesse
che
strano
rendeva
di
bollore
quél
per
lo
che
sentimento
instabile, sembrava
del
appunto
de'
se
e
ciò che
non
volessi
s' è
forti dubbi
far
detto,
sulla
loro
non
il
biano
ab-
finezza
104
giudizio curioso, è
sentite
lombardi
francesi
o
o
certo
«
che
acconciamente
non
lici
fe(!)
sovente
della
ristampa
tori
agli ama-
»/
arte
Quel che importa avvertire qui è che,
un
miscuglio di quel genere, non occorreva
mente
superiore per disapprovare quasi
della seconda
gì*infiniti cambiamenti
dimostrano
della
toscani
prima stampa, quanto nelle docili (I)e
correzioni
(ancorché non sufficienti)
è copia grande d'ammaestramenti
recente,
deir
nei modi
tanto
ciò fosse facile. Ma
quanto
facile dire
non
davanti
certo
a
una
mente:
continua-
edizione
tanto
altret-
era
facile ancora
perchè e meno
gerir
sugrimedi
facili;
eran
cose
pronti e efficaci. Non
il 1830, eravamo
ancora
primieramente perchè, verso
impigliatitra il Cesari, il Perticari (intendo i criteri
loro) e quegli scapigliatidegli antipuristi,
valga per
tutti il mio
TorJv^:al qual proposito giova ricordare
come
già fin d* allora si fosse posto in alto, su tutti,
anche
pel fatto della lingua, il Manzoni, cui già pungeva
desiderio
r onesto
lingua
la
viva
e
sulF unità
a
tutti,il Vocabolario
o
morto
che
un
fosse
questo
merito
di
materiale
di
in dissonanza
del
1
Ibid.
2
App.
avuto,
o
intero
sé
è
e
chè
percome
unico, vivo
facendo
stesso.
E
che,
osservare
gli
la
fiorentino, il quale
lingua che,
con
una
che
ancora
Manzoni,
al
Uso
un
fosse, lombardo
s'è
in
concepita dopo
avesse
come
proposito potremmo
Vocabolario
chi crede
per
al Tommaseo
mancava
non
T
lavoro
un
romanzo) ;* secondariamente,
del
pubblicazione
fornisse
di comporre
(sia detto
vera
dottrina
sua
i
stato
al
caso,
anche
un
se
solamente
su
tal
per
Manzoni.
cit.
—
V.
anche
V Introd.
a
/ Promessi
Sposi.
i65
Così
al Tommaseo
accadde
lo stesso
dir
ma
sempre,
darne
senza
Quind^è che,
dover
distruggere
più delle volte,
dico
distruggere,non
la ragione.
poter edificare, e
senza
di
il
ìì non
tranne
sarebbe
e
senza
gione,
ra-
proprio ra.nssìmeLmet\te
gli aggettivi che il Tommaseo
adopera per
su
disapprovar locuzioni e vocaboli son gli stessi,*
per
visto
giù, che gli abbiam
adoperar per disapprovar
il resto
detto,
: affettato,
bello^ mal
pesante^ cattivo, non
usato,
plebeo^goffOystudiato, barbaro,
hanno,
non
che
denotano
critica
gli altri
fatta
significato
preciso e
chi
fornisce
questi
vede, alcun
che
evidentemente
giudizio è
criteri di
vecchia
si
come
sempre
la
altri* che
buffone,ed
da
vecchia
d' ammirazioni
rettorica, la
di
e
biasimi, le
che se ne vedano
perchè, o senza
chiari i perchè. Oggi, a
proposito di vocaboli
di locuzioni, si dice e bisogna dire (non v' è altra
e
via): proprio, o improprio (per riguardo al concetto),e
une
e
deir
Uso
senze
i
comune
morto, poetico,dialettale,
o
pitio
no,
meno
familiare,letterario,nobile, scherzevole,o, quando
maniere
: latinismo
occorrano,
speciali,come
opportuno,
comune,
che
dovrebbe
potrebbe o
frasario è buttato
di
si
far fortuna
ecc.
Oggi
ortiche, e, veramente,
il vecchio
ci
capiamo
rimaner
o
mici
nepiù, e possiamo metterci d* accordo
frequente, e da augurarsi che non
(caso meno
dia più),senza
accapigliarciinutilmente.
è qui solo
Ma
il .difetto delle postillelinguistiche
non
Tommaseo
del
nel
I
errati
e
air
individuale
necessario, modo
imitile,neologismo non
anchs
Usa
con
loro
un
grosso
indeterminato.
spesso
ripstere il
:
non
cioè
nella
loro
natezza,
indetermi-
ragionato biasimo,
vocabolo
punto ammirativo
o
:
la locuzione
modo
anche
che
nel
crede
questo vago
i66
loro
non
sostituire, che
da
utili
si
fatti ;
son
corrette,
felicemente
poi
furon
che
le errate
lodano
di
che,
ben
presto,
la descrizione
incomincia
de'
incessante
spicciola,
la critica
incominciato, per
nel
mantenuto
appare
dal
Per
ritorno
le
tutte
:
e
rono
fu-
che
edizione,
ciò, vi
per
lingua,com'aveva
che « alla pittura,ai
proposito, per altro,
sulla
»,
delle
restante
sbieco,
osservazioni,
que' tali aggettivi.
quali ragioni,e per questa
V arte
invece
complesso, credo opportuno non
delle postillelinguistiche,
che,
ci menerebbe
e
di
per
venire
come
di
e* entra
come
dove
bravi, abbandona
palissima,che nei due discorsi su
V oggetto
quali principalmente son
il fatto della lingua, come
s'è
giudizio che ho* riportato, non
lisi
poi
precisamente
due
fermarsi
non
caratteri, al disegno totale
suo
pur
furon
impeccate, che,
le
se
esse,
che
locuzioni
i progressi
tutti
con
mantenute.
Oltre
non
veramente
sostituite nella seconda
le esatte,
biasimano
è
gli
ma
disapprovano
molt' altre, però, o
liani
migliori ita-
le sarebbero
allora
volte
molte
modi
fine, preziose anch' oggi,
senza
che
o
di
accompagnate
esser
le
lunghe
e
invece, che
non
I
princi-
promessi sposi,\
del
dio,
stu-
presente
da
visto
quel
rioso
cu-
di
che
e' entra
nel
manzoniana
affrontare
Tana-
V altre
cose,
tra
mente,
comoda-
sempre
è tempo,
alla
sione.
conclu-
VI.
Descritte,
di
il Tommaseo
come
tempo,
meglio per
di luogo e
postillò /
qual disposizioneà' animo
e
noi
costanze
poteva, le cir-
di maniera
Promessi
e
si
in che
in cui lesse
Sposi, e
grado
visto
di
con
maturità
167
intellettuale
ci siamo
e
la
con
arrischiati
di
guida
di
ciò fece,
quali criteri
esaminare
rapidamente quante
formarci
a
un
postilleci bastarono
adeguato concetto
deir opera
sime
totale, e, anche
a
prescinder dalle moltisindiscusse
rimaste
ma
talmente
egualmente da noi menconsiderate, ci è sembrato
che
hanno
ne
di
mancano
esse
attribuito. La
osservazioni
fondamento
un
quel grande
assennate
critico
di
quelle
infirmano
non
anche
e
loro
contengono
sull'arte
la
che
giudizio
le
nostra
zoniana,
manclusione,
con-
cemente
sempli-
sono
ragionate, servono
l'efficacia grande che un'arte
e
mostrare
a
che
argute
stare
di
è stato
che
menomamente
perchè, lasciando
ammirative
poter concludere
serio
valore
parte
gran
di
non
mente
sola-
così
periodo non felicissimo
artistica, quella del Manzoni, potè
per la nostra
prosa
esercitare sopra un' anima
giovanileche s' apriva allora
alla contemplazione e al gusto della bellezza:
se
e,
nuova,
qual
mai, possono
fu, in
e
apparve
avere
valore
un
quanto ci rappresentano
intema
di
un
che
mente
una
cosi profonde nella storia
non
filologia;
mai
del Manzoni.
r
importanza
dopo
Sposi fatto
via
per
Tant'è
obiettivo
doveva
del
che
fu il Tommaseo
poi
il
si
a
stesso, che
trentennio, il discorso
del
succo
anche
critico
riferisce
primo
un
spremuto
da
errati, ma
nella forma
e
della
all'arte
restringerne
nel ripubblicare,
su
esse,
orme
segnare
pensiero
che
reale, in
e
dell' elaborazione
momento
quel
vero
giudizi evidentemente
rendendole
un
/
non
le lodi
Promessi
solo tolse
ingrandì
più sincere quanto
dovette
più serenamente
rileggere in età più matura
il mirabile
i biasimi
romanzo,
gravissimi sui perso^^g"?itemperò fino quasi a sopprimerlidel tutto, salvo
fissazioni e certi preconcetti che
in quella
per certe
mente
tenace
ebbero
tanto
posto salde radici, riuscendo
cosi
i68
a
la
mutare
più
ponderata
Il
tra
i
più
la
critico
riveduti;
discorso
nella
tranquillo,
certi
per
rifatte
più
ma
Si
discutano,
Teza,
stabilite
le
e
discorso,
del
Manzoni
primeggia
che
è
Arturo
della
e
le
recenti
e
Graf.
Ovidio,
spirito
anche
le
tutte
pressione,
imle
riescon
commento,
così
tommaseiane,
co'
ma
e
autorevoli
de'
profondo
non
secondo
del
e
noi
da
tratto,
obiettivi,
del
criteri
fatto
di
n'abbiam
anche
più
prima
ravvedimenti
il D'
quello
in,
prossimo
un
la
mente.
circostanze
ai
più
fors'
quali
serena,
postille
che
ascoltando
ma
e
dalla
Rigntini,
le
deduzioni
il Morandi
cui
dal
l'occhio
tenendo
critici
le
trascurando
non
solo
Ancona,
edite
diligentemente
in
ripreseutò
ardore
accade
operazioni
pensiero
di
vivace,
più
pertanto,
il D*
vuole
come
move
come
condo,
se-
colorisce
e
distanza
uguale,
riflesse
dalle
dettate
si
meno
molta
a
del
li
cui
con
che
bella,
men
nismo
l'orga-
dal
vivifica
che
seconda,
aspetti
esposizioni
garbata
quello
e
costituito
ond'nsciron
spirito
recensione,
prima
tra
più
confronto
il
corrispondenti
i
e
forma
prima
lo
tra
ond'è
giudizi
quella
e
facendo
dimostrare
primo
tra
del
facile
importanti
del
critica
coscienziosa.
e
è
che
in
acredine
inconsiderata
primitiva
de'
voci
quali
cialmente
spe-
recentissimi,
e
brato
equili-
jISERBANDO
r
un
di
Cesare
Pascarella,
fatto
dato
di
perugini
linguistica
se
di
e
alta
solo,
dannosi
air
desidero
notare
ritura
rifio-
questa
cioè
cui
con
cuni
al-
lingua
sulla
poesia popolare
questioni
cattedra
di
Io
letto
il dia-
scienza
vera
intendo
non
lezione
dar
a
e
si, lamentar
questo
diffonde
che
parolaia improntitudine
di
Russo,
noi
estetica.
sulla
Intendo
pubblico.
fosser
critica
mettermi
certamente
e
stoni,
Te-
sulla
giudizi
dialettale
non
da
leggerezza
dar
a
poesia
come
:
la
Alfredo
di
Ferdinando
qui
di
Selvatico,
Calvia),*
cui
a
d* Italia
ogni parte
Barbarani,
di
rir
rifio-
rigoglioso
questo
in
occasione
miglior
a
compianto
Pompeo
luogo:
si'impancano
sulla
Berto
curioso
assai
ha
e
del
i nomi
Martoglio,
o
dialettale
Crespi,
di
Nino
di
cause
poesia
(basti ricordare
altri
ad
le
indagar
di
Gaetano
PERUGINO
DIALETTO
PEL
e
cotale
mantiene
ai libri
insegnamento,
alla
e
al
giudizi
pre-
poesia
dialettale.
L'affermar,
un
dialetto
come
perugino,
resistenza,
I
la
breve
s'è
o
succosa
ma
fatta
da
Italo
che
italiano
antologia
Vittorio
di
da
igoi
tutta
Brusa.
che
qui,
almeno
dipende
nell* Almanacco
V.
fatto
ne
più
del
la
è
molto
dal
cause:
Bemporad
poesia
esiste
non
blematica
pronon
di Firenze
dialettale
liana
ita-
I70
intender
Idair
che
ignorar qual
parrà
dal
strano,
effettivamente
sia
cosa
sia
la nostra;
stata
il
interamente
conoscere
non
lingua, e
dipende anche,
una
bolario
voca-
le
stiche
peculiaritàstilidel dialetto di Perugia; dipende dal veder cosi
occhio
certe
a
e
croce
maggiori e minori concordanze
rentino,
del perugino coli' italiano e diremo
meglio col fiodove sia V italiano purtroppo
perchè veramente
perugino,
lo
so
tanto
e
che
libri
ne'
ancora
non
bocche
non
degl'italiani
:
meno
mi
lo
non
sulle
e
risuoni
che
par
trovo,
troppo
uniformemente.
stessa
il
che
sono
data
tanto
cosa:
suo,
tra
con
il
suo.
bene, l'affermar
vuol
e
dir
anche
stati romanizzati
del
un
svolgendo
maniere
r
egregio
vuol
dire
non
c'è
storia
nostra
che
le
furono
Dante
in
nella
quasi
forze
nostre
nostre
parola: e la parola, che
della politicae meno
fortuna
che
noi
costituiti
pezzo,
nella
fatta
da
qui
ignorare la
isolati
vivemmo
comune,
varie
linguaggio che
di
che
certamente
sono
non
letto,
dia-
civile
etruschi
della
popolare,
rione
prima della conquista romana,
importazione e sovrapposizione del latino,
letteraria:
ossia
non
delle
poiché gli abitanti d'un
loro in maggior comunione
quelli d'altri rioni.
Or
dialetto
un
la
son
parole adoperate da una
in
di
guaggio.
linviva
perfetta comunion
lingua, e ogni
ogni dialetto è una
il
Che
dico? ogni parte di città ha
Perciò
città ha
parlando
lingxiaquanto
una
complesso
che
gente
scentificamente
dialetto
Lingxia e
non
non
ancora
reggimento
breve
cerchia
spirituali in
d'altri,nell'arte,
la
ebbe
splendida
dell'arte,fu cosi
amico
ha ricordato
anche
recentemente
(l'
Degli Azzi) parve bruttissima, il che
molto
differente
a
il trecento,
se
dal
le discordanze
suo
tra
fiorentino.
questo
e
Dopo
il perugino
172
è solo
non
di
facile il dimostrarlo
molto
che
miei
ho
alunni
tutti nelle
la formazione
per
dev'essere, né
lingue
quando
del
mondo
che,
dialetto
il
coi
un
come
lingue
o
il bello
che
quale
venga
le
il brutto,
e
tendimen
adoperati con ini poeti,é roba loro.
né
conosce
lingfua
dialetti
lo mettono
ce
tutte
sono
non
in
di
mente
mettersi
a
castrand
quattordici versi incesismi,
ogni sorta d' ingredienti,italianismi,franvocaboli
e locuzioni
posticcee arbitrarie,non
dall' infelice sonetto
argomentare
più difficile che
che
il
poeta dialettale
quella di
saper
nella
obiettività
sua
nella
lingua
fa,cendo astrazione
poesia, anche
tradizionale
dalle altre qualità
deve
cogliere e
e
l'esistenza
conti poetare in dialetto credo
fin de'
In
sia molto
della
compilate
me
poeta dialettale, sciorina
dialetto.
che
di
brutto,
uno
se
al
e
dobbiamo
del
da
simi
moltis-
esempi
con
sé stesse:
per
si tratti di
S'intende
né
bello
d' arte,
fare
schede
stile. Sarebbe
di
e
bolario
saggio di vocaumbro-fiorentino, di prossima pubblicazione.
dialetto perugino dunque esiste, ed è quel che
Il
né
di sintassi
lingua,ma
non
possedere,primissima
1' anima
rendere
popolare
la propria, di
traverso
a
parlare cioè il popolo coi suoi sentimenti, non
un
po'
attribuendoglii propri e svisandolo. Vedete
Torelli
delle migliori poesie dialettali del
alcune
e
far
poi ditemi se Perugia possiede un
degno di gareggiare col toscano
verdeggiante e profumato campo
il dialetto
a Perugia vorrebbe
al
popolo cuore
popolo perugino
e
é
ingegno,
una
ire e
generosi, senza
di disprezzo, privo
e
a
questa
dialetto
e
col
e
E
dire
anche
dire
che
figura pallida, senza
senza
sorrisi, incapace
di
spiritie
eloquente e
di
commovente
nel
romano
dell' arte.
vorrebbe
é ben
se
sali,non
natura
poi
gare
ne-
negare
questo
fremiti
pietà
sibile
più sen-
di
verde.
17Ì
a
questa
da
trabocca
così
a
di
poiché
E
quei
coraggiosi
consolarlo
de'
a
così
anche
corona
la
nostra
una
vita
nuova
onde
rifulge
regina
1902.
a
e
e
si
dei
per
dire
verlo
descri-
si
che
sentandogli
pre-
alle
colli.
a
fetti,
di-
suoi
aggiungendo
alla
gemma
liberi
nome
a
dei
bellezza,
e
amo,
contribuito
emendarlo
noi
e
bene,
preziosa
a
in
preso
abbiate
alla
lo
e
rivolgono
studiatelo
dolori,
alla
conosco
han
fotografia,
sua
educarlo
Perugia,
che
e
suoi
augusta
gli
giovani
la
stravive
protestare
per
che
Studiate
avanti!
:
quasi
calunnie
lo
io
popolo
parlare
le
contro
che
via,
ogni
e
tutti.
questo
voluto
ho
da
angolo,
nell'anima
ancora
suo
ogni
diffonde
si
che
incantatrice
arte
serena
genti
nosa
lumi-
lontane
PROFILI
FERNANDO
volesse
giudicare,
le ormai
stucchevoli
[HI
e
SQUAGLIA
daiores
temporis acti,
di
scetticismo
esiste
non
volesse
chi
lealmente,
il
e
al
patrimonio
della
nostra
è
della
1
Per
Padova;
2
Contro
nell'
della
tutt'
uno
con
tifico.
scien-
di^
poderoso
suo
nostra,^ dimostrava,
E
nell' altro
todo
me-
guaggio,*
lin-
zione,
ispira-
dall' altro
nella
lato.
Università
R.
a
campo,
comune
una
vero,
degli studi
nel
del
tecnicismo
e
scienza,
solo
non
come,
uno
criterio.
di
Sacchetti, 1874.
di che,
tra
gli altri, ha
alle restrizioni del
(Metafore
un
nel
anche
ma
inaugurazione
Padova,
cìari,intorno
e
comune
r
in
1874,
riscontri,
letteratura
è
cipio
prin-
un
a
il movimento
nell'età
fin dal
ch'esso
solo
non
informato
anche
e
contemporanea,
verità, che
dominato
ricerca,
un
sente
pre-
coscenziosa,
e
sana
eh' è
ma
di
Scienza
meridiana,
si
spettoso
di-
tivo,
interroga-
punto
un
letteratura
Messedaglia,
Della
della
è
latie
giovani, pe* quali il
compiacenza,
ricco,
Angelo
luce
il simulato
senza
critica
viva
con
fondamentale
scorso,
e
T avvenire
d'una
cui
de'
elucubrazioni
certi
lume
è svariatamente
da
piagnistei
giudicare, dico, spassionatamente
riconoscerebbe
quello
i soliti
senza
di
quale
fnoda) ; Livorno,
levato
cfr.
la
voce
Torraca,
Giusti,
1895.
il FornaNuove
segne
Ras-
178
che
può
si
moderna,
alla vacuità
ingombrano
librerie,o sciupano
alcune
dalla
de*
penna
critici,a
e
le
inutilmente
massimi
valore
e
le
genze
intellidi
sommo
che
poeti
contemporanei,
di tanti libri
giovani
principaliopere
nostri
noi
il
guardo
ri-
avuto
biblioteche
le
deturpano
e
le
tra
formale
e
teraria
let-
produzione
ricchezza,
altresì,che
è vero,
soltanto
chiamar
sostanziale
che
; ma
fa parte della
ciò che
tutto
non
uscite
sono
rici
stofilologi,
e
basterebbe
locar
col-
a
verse
siano
stati nelle dipiù ricchi che mai
A
noi non
età, il pensiero italiano moderno.
di quellagrande superimporta indagar qui le cause
fetazione
i
tra
letteraria, che
tra
sian
come
dabbene,
persone
riuscite
conseguir
sé
da
fugace
fama
la
e
molto
e
cricca, né
alcuna
a
del
tutto
con
e
mi
questo
fizio della
della
forti
dalle
più
generazione
efficacemente
se
neir
di
gran
nuova,
i maestri
mutuo
male,
e
rimasti
riti.
me-
del
quasi guardati
incensamento
! E
solo
l'edi-
non
per
più per 1' educazione
menticat
specialmente quando i didella gioventù italiana,che
e
eserciterebbero
opinione
dico
nali
ve-
dispensatoridi gloriae
cultura, ma
nostra
siano
de'
i
trascurassero
non
sono,
turba
sia
si
de'
l'
frutti del-
i
conoscessero
se
affiliarsi
mai
alla porta
mai
trascurati
certo
società
che
par
vollero
bussarono
ingegni
rio
lettera-
più abbondante,
facilmente
meno
ignorati,ma
disdegno dalla
d' onori
nullità a
e
patrimonio
nostro
incensatori, meglio si
ingegno e
Quanti
esaminare
meno
farà ragione
ingegni : il tempo
di certe appropriazioniindebite, con
l'ala
tare
pietra dell' oblio : e' interessa però di no-
apparirebbe ancor
che non
egregi uomini
molti
che
an-
d* eletti
moderno
di
ammiratori
mediocrità
tantissime
la ricchezza
come
i suoi
ha
pur
pubblica
il
e
del
loro
alto
governo
stero,
miniaves-
i8o
letterari,pure
studii
E
.
r amore,
per
né
gli sono
»*
legali.
non
.
.
appunto, che lo Squaglia dimostrò
ardentissimo, fin da
fanciullo,per
le
presto sacrificò alle Muse
ben
i severi
ardui
ingrati ne
rarie,
disciplinelette-
le Pandette, che
forse
dato quel grido e quei guadagni
gli avrebber
e
quegli agi, che le figlied' Apollo,non so per quale
Domandò,
capriccio,gli negarono.
pertanto, al governo
facile averla anche
una
cattedra, quando era
titoli,e V ebbe
senza
moltissimi
air
che
una
erudizione
d' arte
veramente
cultura, di
la
tutta
sua
faccenda
andò
vi
dottrina
adatti,che
erano
sedere
a
di
armato
superiore air età,
squisito.E
V
egli se
della
su' banchi
differenza di
altro, egli,a
per
tutt' altra
a
insegnamento,
intelletto
:
scuola, né
di
noti
si
procurata,
era
e
non
una
un
che
fazzonand
raf-
pigliandola
compilazioni afifrettate e spropositate,
lo studio
da sé, con
ma
paziente, severo,
tini
a
tenace, non
spizzico,né a bocconi, de' classici lail coraggio
e
greci e degl*italiani,eh' egli ha avuto
di leggersiintegralmente dai primi agli ultimi.
di
seconda
Si
e
aggiunga
alfieriana
Chi
dalle
mano
eh*
volontà, una
scrive, 1' ha
dico
non
udito
di
oltre che
da natura,
egliebbe
memoria
più
Dante
volte
del
o
recitar brani
del
Trecento
Chi
considerasse, pertanto, le molte
Tolgo
queste
e
notizie
biografiche dal
contemporanei del De Gubernatis
manoscritte
dello Squaglia, composte,
1' una
era
direttore del
prof.Agnolorii,ora
di prosatori
ma
r.
preside
ore
le altre moltissime
scrittori
neir 84
simi,
lunghis-
I
gli rubava,
I
forte j
di ferro.
veramente
Foscolo,
una
e
r.
segnamento
l'in-
ch'egli,
degli
biografie
Dizionario
da
due
dal prof. Bich, che
ginnasio di Caltagirone, e
del
che
liceo di Maddaloni.
l'altradal
i8i
più
dì
sapere
dedicava
allo
sete
per
facilmente
più
che
e
ben
utile
un
il che
eh' ha
tanti
sia sonato
per
che
Di
son
lui il
m' ha
dato
Vannucci,
e
che
alla
i
autorevoli,
di Renato
che
trocento,
Quata
è
durre.
pro-
poco,
sarà
quel
luce, quando
sospetti
non
ai
han
che
di
nomi
Fornaciari, di Pasquale
Villari,di Diego Vitrioli,di Antonio
Firmani,
sempre
del
giudizi
rispondono
Raffaello
di
più
e
carta
della redenzione!
irrefutabili
valorosi
:
verrà
che
e
adulazione,
d'
di certo
valore
campanaccio
prove
lui uomini
di
di
imbrattatori
Egli
poco
d' inedito
ancora
toglie
non
o
di
vedremo,
qui
valore, anzi, potrebbe
suo
a
però
meglio, dell'erudito
che badava
più a immagazzinare
Tuttavia, quel eh' ha pubblicato, non
come
Atto
esempio
dell' umanista,
r idea
dato
guardi, al
fin
abbia
non
gli scritti diversi, poco
:
d' inchiostro.
consumatori
né,
Squaglia
volume
cazioni,
pubbli-
classici,comprenderebbe
de'
tutti
insieme
discreto
un
nulla, chi
esser
lo
di
desiderio
per
studio
come
messi
stampato,
che
Rieppi, di
gelo
An-
Fucini.
III.
Squaglia
Lo
con
breve
una
età assai
scuola,
de'
presenta al pubblico,fin dal 1868,
raccolta^
di versi, da
lo
giovanile: non
troppo
la
si
ma
nostri
dall' alto
anche
:
in essi
maggiori poeti,specie
Pochi
versi ed
una
dissertazione
Caltagirone,Giustiniani,1886.
vi
dicare
giu-
però pedissequa,
non
del
in
soltanto
si sente
non
l' imitazione,
tra
I
composti
possiamo, pertanto,
gli stranieri, del Byron e
non
qualche tinta biblica. Però
e
lui
del
Petrarca,
loung, non
si
cerca
di Fernando
senza
invano
Squaglia
;
l82
r
espressione di
che,
si sente
se
di
e
Eccone
Allor
ch'alta
è
forma
una
eletta
però
pre
sem-
classico.
tutto
saggio
un
sinceri, e
e
pò* studiata,
uno
colorito
un
veri
sentimenti
:
è la notte,
la silente
e
più vivi i bianchi raggi piove,
Su le fredde piume ognor
gemente,
Un arcano
pensier tutto commove
:
Luna
E
la
vèr
illusìon repente
cara
Ed
duol, che
un
Che
indarno
indarno
intanto
Che
Ed
risente,
sé
le più dure
prove.
bramo
sospiro e
I discolorato
ella s'invola, e
una
;
il fior de* miei
piango
la memoria
move
fruga, in
a
lei
langue, oimè
Che
Ma
la
la incalzi
par
Lasso, che
E
desiderando
mia
L* anima
de* suoi
vita desolata
e
verd*anni,
e
mi
non
!
gramo.
resta.
dolci
inganni,
!
mesta
Questi primi versi di un
giovine che metteva
allora allora piede nella repubblica letteraria,dovevan
il ministro
come
se
promessa,
pur valer qualcosa, almeno
deir istruzione, Filippo Cordova,
si perinon
tava
scriverglieh'
di
ho
il 9
che
veduto
che
che,
dalle
pure
Atto
prime
30
frutto di ottimi
sono
vano
face-
che
e
gliene scriveva
:«....
quei versi
rita
me-
Van-
pagine
studii,e
dì
gentili affetti dell' animo
facili,chiare, schiette
e
gentili: e ne auguro
questi bei componimenti
come
conforto
principio
a
Chiudon
1-2
i
vestono
spesso
forme
un
luglio 1869
»
».^ Come
italiane
che
quel
bellissimi
«
lettere
ricordato
esser
nucci
alle
onore
«
eran
alla vita
conforti
la
non
nuovi
raccolta
Dagli autografi da
me
furono
lieta, possano
e
più
alcune
visti.
all'autore
anche
esser
alti. »*
sonettesse
sotto
il
183
titolo
Gogna
La
:
primo
—
con
accompagnamento
vita
morte
—
un
miracoli
e
Pirlone
fisico di don
tratto
il ri-
:
gli è più alto che basso,
E spalleha late a mo* di vangatore ;
la pelle ed al colore,
Sembra
a
un
rospo
un
E
E
dà
nel magro,
che
nel grasso.
quel del tasso ;
pelo lungo come
quando sfiata,olezza un grato odore.
far venir
Da
da
la peste,
servir a*
campi
il crepacuore,
e
per
ingrasso..
gli fu matrigna.
Sta ne lo sguardo indicibil vaghezza,
E la sua
bocca
è bella, quando ghigna.
Ma
se
Ha
due
E
in ciò
natura
piedinicorti
stretti
asconde
E
Costui
ti
posi
Ma
mi
avea
troppa
asprezza.
ignudo nato.
già dubitato :
ignori tu, il malnato,
perseguisse
Per
ghigni
Che
pur
in lui si
lettore
come
poesia
n*
lunghezza :
pudor mi taccio.
con
innante
la
a
tutta
rabbia.
forza fu cacciarlo in questa
Che
Or
braccio,
mezzo
per
s* io
Lettor, di dò
Come
un
proporzion de
a
Il bel che
la
contro
Pirlone
Piuttosto
Al
burleschi
si descrive
V, dove
la sonettessa
Riporto
Ha
dettò
—
dell* autore.
compaesano
Don
—
ossia
—
Pirlone
Don
—
componimenti
Lesina,
il dottor
di
—
orchestra
piena
a
sul trombone
concerto
grattarglila scabbia.
piantato su la Gogna,
gira il danno, e la vergogna.
parrà altrimenti,
le
bernesca
gabbia.
altre,m* ha
ma
fatto
a
codesta
me
ridere
fa ridere, è segno
che
:
e
nettessa,
so-
quando
eli*è
ben
riuscita.
Air
istesso
anno
appartengono
due
altri compo-
i84
contenenti
poetici,'
nimenti
all' autore
accaduta
d' un'
il racconto
quand*
lui,
dice
come
era,
tura
avven-
fraUetto.
un
dissertazione
I^
quanto
so
dore
cui
con
valga ; ma
lo Squaglia
educativo
alle rime, tratta
unita
va
della letteratura
Dell* attinenza
non
che
l* economia
con
è certo
ha
una
e
politica^
delVar-
prova
al
atteso
sempre
stero
magi-
letterario.
e
IV,
Del
che
trovato
benché
è di
filologichedel
:
valore, che
delle
io
non
eppure,
terei
esi-
non
estetiche
dottrine
e
Giordani.
dello
scritto
dello
Squaglia)
seralmente,
che
Lucca,
uno
soggiorno (tolgo queste parole illustrative
Nel
«
menzione
mai
tanto
il codice
chiamarlo
a
fatta
siasi
brevissimo,
a
prefazioncella*
una
curioso, del Giordani, di cui
inedito, assai
scritto
ho
abbiamo
1872
Giordani
del
in
dalla
il Giordani
che
un' eletta
di
convenivano
colà
stanziato
per
fece
molte
in
prefazione
ricordata
in
Roma,
còlte
persone
cagione
di
e
Binda
tal
un
casa,
usava
ufficio
terate,
letda
lare.
conso-
»
«
Una
volta
tempestosa,
i
letterati,sui
fatto deir
1
F.
//
primo
Di
uno
a.
com'
maggiori
eloquenza ; ed
Squaglia;
2
fra le altre essendo
V.
è il
essendo
surta
di
linguanel
nostra
molte
e
diverse
giorno e V ultima notte d* amore.
Caltagirone, Giustiniani, 1868.
scritto
inedito di P.
stione
que-
specialmentefra
costume
scrittori
ivi
Giordani,
Versi di
—
estr,
le
dal
gnatore^
Propu-
'85
opinioni poste
antichi,
portò
che
«
in
egli era
dagli autori
cosi
più
giù giù per secoli fino ai moderni,
e sapiente, da
un
giudizio cosi minuto
cambio
di parlare, avesse
sott' occhio
tutti
qualche
eh'
eruditissimo
il
sua
venendo
e
su
parere
della
richiesto
studii, cominciando
di
ragione
fu
mezzo,
che, da
Giordani,
fatta
in
in
di
che
opera
Ascoltarono
tutti in
della
dottrina
meno
che
cui
favellava
sua
:
quando
e
trattasse.
silenzio,dilettandosi
più
che
unica
grato, facile
modo
del
Italiana
Letteratura
ed
si tacque,
demente
grannon
rara,
eloquente
con
già
pregò il
la
per
»
notte
gli altri licenziatisi,il Binda
voler
di dargli per
Giordani
iscritto
cortese
esser
a
que' suoi giudizi sopra gli scrittori da lui stimati più
lentieri,
egli voinsigni per V eloquenza. Al che assentendo
ben
oltre
tutti
innanzi
al
di
scritto
Binda,
erano
classificati
aveva
dato
in
di
stupendo
sua
mano,
gli scrittori
giudizio.Ma come
conversazione,
scheletro
a
di
laonde
;
la
lamentare
disse
quanto
sui
fu
tutti
a
parve
a
recapitare
un
quaderno, dove
quali in quella sera
letto pubblicamente
siccome
in
quel
fu
che
e
voce,
più
fosse
non
qualcuno,
mancanza
fece
Roma,
partire da
che
veramente
rivenne, ebbe
mi
di
convegno
uno
stenografo,che riproducesse a parola il discorso
letterato.
illustre
Ecco
Novelle
esempio
di
Novelle
vi
è
copia
antichi
di
quello
scheletro
di Franco
di
di
di
Bellissimo
molta
Lo
nel
raccontare.
stile è basso
espressione
di
:
ma
quegli
vivere.
di San
schietta prosa
Sacchetti,
lingua,e
I
detto il Pecorone,
graziosissimaschiettezza
modi
Fioretti
di
Giovanni
ser
l'
del-
»
brano
un
lo
Francesco,
quel
beato
La
più
secolo.
pura
»
e
dolce
e
i86
// Petrarca
«
utilissimo
versi,
e
pecca
sovente
Nel
*
d* inimitata
nelle
nel
fraise anche
figxire
; e
cioè
300,
la
per
dolcezza
a*
ci vuole
i vocaboli
prosatori,
giudizio.»
le frasi hanno
e
dei
suono
tanta
l'ebbero
proprietàe puritàe copia e grazia che non
mai
più. Lo stile,cioè la costruzione, spesso pecca,
si sostiene
e
non
regolarmente. Questo difetto è un
nel 500
minore
(anzi nel Machiavelli, nel Casa,
poco
si trova): ma
la lingua
nel Tasso, nel Palladio
non
tanto
meno
copiosa e varia e vaga che nel 300. La
è filosofica e regolarìssima nel 600 : ma
costruzione
la lingua tanto
abbondante
che nello
meno
e
pura
stesso
500.
»
Segni, Storia
Bernardo
«
scrittore.
i
sia
1700
Oimè
così
era
da
Nel
in voga
1800
oimè
ecc.
insomma
alla
1874,
e
ai
burlone
qualche
che
nuovo
ecc.
al
I
»
di
quella critica
fatta
d* esclamazioni, di issimo, di eccellente,di divino,
base
oggi
codice
un
oimè
Zanotti
Francesco
Tutto
che
lente
1556, Eccel-
Opere, Questo degli scrittori italiani
Dal
a
al
sime
quello,che unisca in sé più pregi.MasDialoghi del sistema
paionmi divini. »
che
parmi
«
1327
»
Galilei,Le
«
dal
crìtica
lo
primi
di
questo secolo, e che
si vorrebbe
temeno
preferire nien-
E
e' è chi ci crede !
moderna.
un
Squaglia, da Treviso, manda
più importante contributo
critica
alla nostra
i88
sillogismodella
il gran
italiana.
E
dentro
fuori
e
dell'amore
sorriso
E
sfumature.
nelle
abbia,
solo
non
di
e
anche
ma
la
la
anima
si direbbe
sua
esattezza,
con
con
splendore
di
Sulle torri merlate
A
•
vita
Terra, esultante
Un
venticel
è
oggi,
forma
bella
biente
poeta: T am-
riprodottoin
vivezza
e
di
dolcezza
e
magini,
d'imverso.
serena
raggio ardente
un
si desta
nuova
la
e
di
e
ricchezza
alba
la rinascente
Manda
i cui
perfettoanche
lo Squaglia
e
come
d'artista
gusto
come
poesia,
timenti
adeguata di quei sench'eran
propri di queiretà,
ideali
e
fresco
e
dimostra
conoscenza
quegr
storico,
tutta
Il che
della
menestrello
è vivo
invero
per
e
il biondo
protagonisti sono
castellana.
T
indipendenza
quadro della vita che si svolgeva
lietata
il castello medioevale,
quella vita al-
un
dal
rivoluzione
:
1*aprica
al vago
etere
estivo:
soavemente
move
piante irradiate
calderno:
Dal tremulo
e gli augelletti
Vanno
intrecciando, fra lor, mille giri,
Le
frondi delle
Nel
sorvolar
Che
dall'oriente
Un
suono
a
la pura
il
a
bene
del lago,
pie' lambe
alle
mura.
festa dal villaggio muove
Pei sacri bronzi:
Credo
onda
che
è
suon
che
il Vannucci
invita al
non
tempio
abbia
giudicato
vanvera.
VI.
Dalla
Dico
I
poesia
italiana
prosa nonostante
alla prosa
che
V Aeina
Reggio Calabria, Stamperia del
latina.
montìs
progresso,
illustratio
1885.
tSg
sia
dall* italiano,perchè ha
versione
una
d*uno
scritto
tutti i
pregi
originale.
quest'illustrazione che lo Squaglia fa del
monte
Etna, piglian posto quattro elementi ; il mitico,
il poetico, lo storico, lo scentifico,secondo
appunto
il soggetto, che. dal
richiedeva
mito, dalla poesia,
In
scienza, è
dalla
stato
Squaglia ha saputo
sintassi
«
ver
dare
forma
una
Ebbene,
lo
tina
la-
schiettamente
lo scientifico,
questi elementi, compreso
che
maggiori difficoltà: latina non
presentava
V atteggiamento della
e più per
per la lìngua,ma
ciascuno
a
solo
famoso.*
tanto
reso
di
il colorito
e
In
dello
stile.
inferiore
regionepost
ridentiòus
campis, colliòtisque
laetis
dulcissime
vice
grata
dire di
Senza
quanta
luxuriatur
aestas
quel luxuriatur^eh*
serenità, quanta
quasi perpetuum
et
sriave
pace
visuque amoenis,
...»
è tutt*
ne
oro
di coppella,
infondono
nel-
r anima
ganno,
questi versi: si prova appunto, o chMo m'inqueir intimo compiacimento che ci viene dalla
placida e poetica musa
virgiliana,quando ci descrive
namente
gli ozi pastoralidi Ti tiro o la famosa giovenca sereSila.
pascolante Terba della magna
In altri punti, invece, lo stile raggiunge una
robustezza
un'efficacia
grandissima, pari appunto
la quale da quella bocca
alla forza con
di fuoco « non
fumi favillarumque vorticosus acervus
infrequenter
prònimpit
...»
Mi
piace
quello di
e
e
avvalorare
uomini
egregi
il mio
debol
il
come
giudizio
Brambilla,
con
il Fucini
il Vitrioli.
Il
I
primo,
V.
dell*opera
nella
Brambilla,
di cui si
citata
Lettera
parla.
lettera, chiama
a
F.
Villustratìo
Squaglia^ riportataa
pag.
8
!90
dello
un'
Squaglia
dice
altrettanto
elegante scrittura
«
in
lettera, che
una
intera, perchè è
un
dalla
Belli
del
penna
gioiello,come
toscano
Tanfucio
attraentissimo
Ho
stato
mio
le mie
discreto
il
e
gennaio 1896.
5
sull'Etna,
scritto
suo
sincere
di
di
—
vecchio
quel
studiavo
quella
è parso
bracco, mi
onorato
tutti
col
Nonostante,
genere.
e
Sono
congratulazioni.
latinista, quando
lavoro
d*un
naso
esce
genialissimo
dopo trentacinque anni circa di
affatto incapace di scovare
sento
ora
lingua; ma,
riposo, mi
i pregi
del
Dianella,
finalmente
faccio
un
ciò che
direttore,
letto
gliene
piace riportar
tutto
e
Fucini
:
«
Caro
mi
Il
».
di sentire
in
quelle pagine un odore di cosi pura latinità da farle
piuttosto originaliche tradotte. Questo il mio
parere
lo perdonino i
giudizio.Se poi avessi sbagliato,me
denigratori ».^
E Diego Vitrioli, quest'illustremisantropo,
suoi
molto
ragione
a
dello
scriveva
è
di
La
letterato
un
e
prose
di
Squaglia
libro
pygiaCy
I
ovvero
di
cariatidi,a cui
del
latina
allo
secolo
Xiphias^ cosi
del
1886:
«...
me
del
ha
San
copiato.
guastava
Etna,
monte
o
Mongi-
stile,il fare di Antonio
costui, che
quello
Autografo da
Squaglia.
gennaio
del
vaglia, di svariata erudizione, autor
versi leggiadrissimi in italiana favella.
bello, ritrae, quanto
nel
dello
autore
nel
latino
un
di
descrizione
sua
detto
stato
notissimo
il
decimonono,
è
che
—
l'ova
per
felice
titolo
:
teo
Gala-
De
intitolato
situ la-
Canipa-
I
denigratori sarebbero
nel
paniere l'onestà
cune
al-
dello
nia,
scuole
ingegno aggirarsi tra
mondo
dice
avuto
avere
Vitrioli, la
Diego
un
(come
cathe-
publicus altioris
esser
vorrebbero
non
patente da
latinità,
di bassa
»*
antecessori
Quanti
di si bello
uomo
un
puerilie
benissimo
potrebbe
mentre
drae
il vedere
wSpiace pertanto
—
mio
un
cui
simile
una
memoria
il
tutto
cole?
amico)
VII.
Saltando
feretro di
Caro^
di A.
Treviso
a
Qui
la cui
nel
della
traduzione
della
quasi
sempre
Tunica
e
finora
e
a
lavoro
come
inferiore
alla
ragione
neanche
da
3
Palermo,
4
Empoli, Traversar!,
Nuova
me
T opera
che
fin
del
ha
qui
la
del
ma
n'è
stata
in esame,
a
non
Caro
chio
oc-
sparmian
ri-
non
è
goduto,
dottissima
sua
Giornale
di
Se
n'è
1895.
—
principalmente
Antologia
libro,
reputata
che
assaie
che
cri-
copiato.
Tipografia
e
ce
non
ritmo
virgole,dimostra
le
nonostante
Autografo
del
e
è stata
perchè
purezza
minuziosamente,
traduzione,
io,
geniale.
la
per
stile
quarto
molto
2
la
il
si bene
godrà, aggiungo
e
più
ben
letterature
Squaglia, pigliando
reputazione
la stampa,
acuto
mirabilmente,
perchè,
di
zamento
volgariz-
prova
delle
oltreché
Caro,
migliore. Lo
croce,
e
del
un
nel
vazioni
Osser-
già vedemmo
una
ha
fine,
critico
modulato
senza
dà
che
insuperabile,anche
una
non
Squaglia
spontaneità dello
la
lingua,
dell' Eneide
prima edizione
conoscenza
classiche, rivelandosi
La
alle
veniamo
sul
1874.
lo
veramente
luminosa
Dara^
quarto libro
sul
discorso
commovente
e
Palazzo
Antonio
critiche
uscita
forbito
un
e
La
il Bollettino
Sicilia^ 1888.
mente
occut)ata favorevol-
Nazione^
il Nuovo
bibliograficodi
tore,
IstituAncona.
tg2
soglion mettere, specie nelle
scuole, gli errori più grossolani!
il pred' abbattere
Già r Algarotti*? aveva
cercato
giudizio,
tica:
la
ma
il
anche
di
ebbe
buona
una
rivela
virgiliano,con
(intuizionedel
nel
non
oltre
un
il dottor
Mondaini,
ha
della
critica dello
il merito
pure
Caro
del
difficoltà
critica:
sua
Squaglia:
d'una
di
del
Caro,
del
traduttore, anche
come
traduzione
la voluttuosa
e
latino
racconto
resta
in
e
scorrette,
1
V.
Opere, voi. V.
2
V.
A.
Caro
e
C.
;
flebile
tutta
melanconia
cara
offesa
e
da
e
con
suoni
la solita
critico, il Mestica:
acume
di
genere,
da
non
».^
qual proposito scrive,
il solito
con
e
turbata
spesso
espressionifiacche e talora
troppo aggradevoli
sempre
Al
essa
in luce,
porre
quella di Virgilio in ispecie.Anche
per lui la
mite dolcezza
dell' esametro
e
virgilianosvanisce
ne' versi
lo
chiamato
aver
dice
centissima
re-
sua
una
perfettaintuizione del sentimento
fine analisi psicologiche
quelle sue
resto
più possibileai nostri tempi che
i difetti
l'enormi
cosi
in
una
500), ma
che
senza
critico
Squaglia critico valoroso;
Più larga ed erudita è la
«
solo
Recentemente
altrettanto, non
pubblicazione,^dopo
non
tempo
poderoso. Meglio di
lo Squaglia, non
a
giudizio
mio
egregio amico e giovine
di
riuscito
speranze,
del
l'uso
seguito.
fare
di
prova
Infatti
soltanto.
belle
cercò
Quadri*
tutti, però, v'è
mio
critica, secondo
sua
irriverente, non
troppo
dare
radici
salde
tante
eleganza
«
A
voler
Livorno, 1764.
Arici
nella traduzione
de W
Eneide,
scorso;
Di-
Brescia, 1884.
/
3
critico
criteri
estetici
e
Paravia, 1897.
4 Op. cit.,pag. 84 e
—
l'operapoetica di
;
seg.
A.
Caro
—
Saggio
193
intera
nella
V
limpida
e
ineffabile
quale spira un
sente
basterebbe
la
come
ovunque
metempsicosi
strana
una
del
traduttore, poiché molte
riposte
nella
nate
scritte, nel
recchio
lingua
consolanti
che
metro,
armonie,
il
ha
uomini
cosi
ricevuto
il
come
all'amico
scriveva
giacché hai
Firmani,
membra
sono
imaginell'o-
nel finissimo
il
cui
vino
di-
maestro
dalla stampa,
da
il
il Fomaciari,
io vedrei
volentieri
più bei libri della
poterlo fare assai bene
di
dotti
egregi e
ai
saggio
lo
del Caro,
Disegno storico^
suo
«...
:
estetico
dato
tenui
non
il
Rieppi,
commento
tuo
lodi
cosi tenero, nel
quale, pur
Virgilio
sempre
quell'arteper
in Virgilio il suo
pertanto, oltre che
Meritamente,
Squaglia
non
».^
autore
suo
di
furono
ultimo
da
e
di
reca
si
nume,
dell* Eneide
quale
ti
vi
e
nelle
passasse
nella
Alighieririconosceva
e
d'un
bellezze
stessa,
insuperabile magistero
e
divino
alito
credo, che T anima
io
neppure,
poesia virgiliana^
presenza
per
e
della
imagine
un
Eneide,
»*
.
.
.
Vili.
Un
L'inedito,
italiano
a
;
2
2^^ Eneide
Prefaz,
Autog.
mirabili
Bertoldi,
1897;
dato
di
risiedere, libero
Che
studi.
interessante, n' é prova
di
dio-evo
me-
Virgiliotrad.
da
A.
il lavoro
questa
Caro,
pag.
Firenze, Barbèra, 1896.
da
e
«
sul
storica
Squaglia potrà portare
lo
centro
un
oltremodo
riesca
Vili
che
d'uffizio,in
cure
1
lavoro
critica
quando gli sarà
compimento,
dalle
:
di
saggio
pag.
197.
L' arte
—
profondamente
pagine
Prose
visto.
me
»
»
del discorso
minori
ecc.
svelata
Del
di A.
di Virgilio è anche
dal
Manzoni
storico
romanzo
Manzoni
;
in
ecc.
«
gistralmente
ma-
alcune
V.
A.
Firenze, Sansoni,
194
principe de* nostri
storici viventi, Pasquale Villari,dirigeva allo Squaglia
fa:
qualche anno
bella
autorevole
e
«
Per
il Ms.
che
letto
P.
la
Con
mi
né
chiaramente
che
r On.
Le
sul
336.
intima
Anche
lodarsi
per
è
non
mi
sarei
non
me
ne
avesse
di
del
genere
umano
amico
filosofo
I
Autog.
da
di
me
quelliche
visto.
Son
una
a
van
ciò,
».*
di
rale
mo-
giunte
persona
al
la
di
precede:
carissimo,
amico
quel
che
potei capire,
avendo
(epitetoche
ironia)pensai d'intitolarle
essere.
tutto
psicologia e
non
conversavamo,
si
pare,
piace riportarne qui
le
da
lezioni,
il desiderio
Pascal.
mi
me,
dirle
espresso
che
conoscenza,
insieme
di
E
narrazione,
vuole
che
in
però
libro, mi
un
dedicatoria
e
lei, come
e
dato
lo-
stampe.
manca
seihpre una
permesso
un'idea
darne
libro:
quello
a
Egregio professoree
«
quando
Non
ho
che,
far delle
per
buon
lavoro
Un
Riflessioni.
di quelle del
genere
Per
avviso.
quale
alle
ancora
un
decidere
dichiarativa
lettera
mia
P.
la
mio
però aggiungere
dissertazione,
una
sempre
Ripeto
n.
forma.
l'ultima
deve
se
iscrivere
per
il
con
materiali
L'ho
—
diligenzci,
dico, perchè
Le
conoscere
lo darei
non
di buoni
raccolta
anche
io
P.
molta
Ciò
franchezza
lavoro, debbo
suo
dall' On.
trovato
acume.
farle
di
sincera
quella forma,
ancora
ho
raccomandato
invio
leggere
a
molto
e
prega
stessa
il
ed
posta, Le
fu dato
mi
coscienza
l'On.
una
della
mezzo
il
che
piacere,perchè vi
con
molta
lettera
forse
molto
gli fu
a
dato
queste Riflessioni,Un
per
la
maggiore, dopo
iq6
da
quel
è
strov'olmente
del
sentimento
Pur
fu il
ing'og'noche
raro
toccata
la corda
il
suona
e
verso
Pelosini),dove
della
mae-
malinconìa
dolcemente
e
patetico.
io ti vidi nell'acerba
etade,
grandi occhi lucenti,
Maraviglia spirar di tua beltade,
ai vili blandimenti.
Nel volgo usato
Giovinetta, da
io che
Ma
Seppi,
t*era
i
amico,
i costumi
e
la boutade
e
tuoi tutti innocenti.
T'adorai
qua! celeste deitade.
In estasi a rapir quaggiù le genti.
DofK) due
E
ramingo omai,
Mi
volgo
Che
cara;
a
han
la delusione
turbò
non
io
o
fidente il guardo
ancor
Che
Ma
lustri,ti rivedo,
tergo,
senza
sembianze,
amara.
speranze
il
e
le
misero
cor
impara
sol le rimembranze!
gli avanzano
IX.
Chi
se
lo
s* è stancato
non
lui
né
lui che
son
della
fortuna.
Qualche
ci
non
si smarrì
sua
vita
e
la
quali gli furon
mai
tra
le vicende
dall' uomo;
sto,
Mode-
sottintesi.
fiaccato
non
citando,
venuto
che
e
lo scrittore
serenità
e
tranquillità
costante
cólta
ma
eglisia.
carattere
scrupoli e
senza
franco; umile,
di
e
mai
scompagna"
vive,
de' detrattori
della
d*uomo
tempra
si
come
ma
sua
ora,
un
non
scrive
di
legger fin qui,veda,
ricco com'è
ingegno cosi svariatamente
noscendo
coSquaglia, che gli fosse resa
giustizia,
pur non
meritava
che
In
di
dà
né
dai
colpi
arguto
motto
l'espressione
del
spirito,
suo
fortunose
della
peregrinazioni,nelle
fidi compagni gli studi e V affetto della
lunga
buona
odissea
signora,
di
che
ne
divise
le
poche
197
gioie e
da qui
Egli dice che, sonato
a
pochi mesi il campanaccio della redenzione, volerà
alla sua
il
Toscana
a
godersi il meritato riposo; ma
de' suoi migliori
si lascerà fuggire uno
non
governo
educatori
valorosi maestri. In ogni modo
non
e
perà
scapdalla repubblica letteraria,alla quale ha V obbligo
i molti
di continuare
suo
dolori.
a
offrire i frutti meritamente
poderoso ingegno
entusiasmo
per
le
e
dal
suo
ancor
attesi dal
nile
giova-
sempre
lettere, di cui
ha
cosi
ricca
r anima.*
nel dover qui aggiungere che, poco
piange il cuore
nel 1897, di questo
dopo la pubblicazione,che avvenne
tempo
mio
scritto,il povero
Squaglia per grave dolore domestico
rono
(fuin
momento
vero
un
d'esaltazione, pose
troppi!),
per
I
Mi
fine ai suoi giorni. Mi
miseramente
quanto
la
soave
prima
V inedito
memoria
pubblicabile,anche
deir infelice amico.
di
propongo
per
far
conoscere
meglio
onorare
FELICIANO
FERRANTI
ANGELO
AD
DI
DE
RADIOSA
GUBERNATIS
OPEROSITÀ
EROICA
MIRACOLO
NUOVO
CELEBRANDOSI
IL
IN
PER
SEGNO
DEVOTO
GIUBILEO
SUO
DI
ESULTANZA
AFFETTO
DI
DISCEPOLO
DEDICO
MCM.
PERUGIA,
I.
|iE,nella
storia
Umbria
italiana
è
nostra
stirpe
la
e
il sorriso
genialità delle
; in
quella
della
espressioni
indamo,
e
della
degni
chi
vi
delle
forme
cultura,
la
perugina
furon
viste
nazionale,
Umbri
e
forse
al
perchè
storica
e
vari
non
ogni
è
non
lavorio
ma
illuminati
cui
della
loco
certo
ma
al
le
del
non
soltanto
occorrono
operai. E
delle
facile
sarà
se
siero
pen-
scienze
zione.
erudicere,
nuo-
per
ricostruzione
i
preparare
eziandio
i
onde
della
Le
non
ville
fa-
pea
dell'epo-
attività
come
formò
in-
ultime
movimento
diritto
lo
per
che
momenti
interrotta
aspettativa
necessario
elementi,
di
V
di
e
manifestazione,
letteratura, del
della
Ma
la
natio
rettitudine
in eroici
parteciparono
italiano, in
come
di
repubblica,
per
forse
posteri, specie
e
balenare
del
amor
delle
e
non
ancora,
nobilissimi,
ai
libertà
di
V
con
tellett
in-
divini
a
civile
viver
si attende
tramandati
esser
del
della
V indole
ispirarono
fasti, non
i suoi
spirito altissimo
nuovi
natura
consegni,
verità,
d'
della
gine
pa-
nalità
origi-
V
ricchezza,
che
opere
delle
una
la
per
l'
bello, al-
del
arti
consacrata
più luminose
e
delle
molti
energie
pensiamo
al
sciplin
dino-
199
vissimo
e
e
forte
che
impulso
della erudizione
agli
studi
dato
la
ha
storica
critica
giovine
deputazione di storia patria,che una
ispiròe sapienti e generosi studiosi
fan
della
nostra
altissima
mente
fecero
sorgere
vita
di
possiamo
rigogliosa,non
vicino
il giorno in cui tutte
le glorie
non
sognare
volume
patrie,radiose e nette, risplendano nel magno
il pensiero umbro
della storia d* Italia, e
s' integri
nel pensiero italiano, vario e poderoso qual fu.
Si vuole
però che queir impulso sia assecondato
e
favorito, specie da chi milita con
coraggio e con
fede nella falange de' cultori delle memorie
cittadine,
affinchè tutti i fatti che meritino
particolarericordo,
le figure che
biano
absiano ricostruiti
illustrati,tutte
e
e
prosperare
luce.
vera
che mai
avverrà
Forse
al meritato
tolgano
e
fisonomia, rivivano
caratteristica
una
oblio
interessanti
ricerca
e
di
cose
è
riedificazione
e
azioni
del
non
di persone
vuol
vita
sciaurati
dimenticate,
dire
riose
glo-
tutto
scrupolosa
una
senza
possibile:
in
loro
affetto si
soverchio
per
si richiamino
fur vivi, ma
non
che
nella
che
e
pia
am-
nessuna
il supremo
salde.
rigetterànella fossa le pietre non
conforti grandi
sarebbe
E l'operafinale non
senza
le forze
delle
necessari
e
ritemprarvi dentro
per
nuove
generazioniavviantisi alle maggiori conquiste
architetto
civiltà.
della
Se
ricordo
delle
potenza
che,
infatti è
se
d'
di
non
certe
che
certo
che
nel
riverente
passate grandezze
sta
popolo civile, non
un
esse
s'
più
avesse
si sentirebbero
al
chiara
cuore
parte della
molta
mi
meno
par
e
religioso
e
più
certi
vero
serena
scienza,
co-
stringimenti,
quegli stringimentie quelleamarezze
i generosi nel contrapporre a
provano
amarezze,
spesso
passato luminoso
un
presente
su
cui
non
ancora
un
si
200
far convergere
poteron
i
tutti
che
raggi
le
nuove
energie sprigionano, di luce e di calore.
Tra questi generosi piace qui ricordare Ruggero
de' più profondi e
vasti
l'
intelletti delBonghi, uno
Italia moderna, che, in quel solenne
e
magnifico
discorso
che
tenne
della
Sala
letteraria
il lamento
di
scomparsa
grande
oggi,
mutati
raccoglierele
a
la sintesi
non
in rilievo
messo
è certo
non
di
secondarie
senza
lasciar di
senza
nel
ragione,
s' è venuta
di
talvolta
nel
bel
del
irradiare
e
un
chi
Ma
pensiero moderno,
la
nuova
compiacersi. Gli è che
possibile,senza
prima aver
è
quello
che
storia
non
formando
della
valutar
nostra
de'
che
riodi
pe-
attraversiamo,
scomparire
a
fatti
traccia, molti
della
Il che
opportuni.
destinate
rivolger cioè
ispecie all' età prime
tra
nessun' al-
intessendo
sta
tendenza, che
una
discipline storiche,
in
buio
piuta
com-
che
son
sé alcuna
rimaner
perchè
il
gli elementi
transizione, com'
figure
Anche
tutti
quale
facilissima,considerato
cosa
molte
a
ancor
pare
la
della
ragione de' tempi
cesse
impulsi nuovi, si fa-
fila onde
di
troverebbe
troppa arditezza
era
fatta
vario, complesso, multiforme,
tela, forse
della fatale
determinato.
e
E
il 49.
e
suU' orizzonte
serio
preoccupazioni e
perciò de' bisogni e
e
48
suscitare
potesse
intellettuale
senza
il
patria,dopo
zione
produ-
alla ricchezza
; all' indomani
appariva
cielo d' Italia, che
movimento
quale
successore
della
redenzione
idealità
al
Uomo,
un
della
di fronte
avanti
di
Biblioteca
la scarsità
nostra
gurazione
l'inau-
per
sincero, all' indomani
era
deg^o
un
sperare
nella
contemporanea
dell' arte
originalità
certo
Manzoni
Manzoniana
sconfortato
Brera, lamentava
e
Alessandro
su
e
meni
feno-
ricordo.
senza
è indubbiamente
nel
le
campo
cure
e
delle
gli stùdi
gerando
letteratura, esa-
l' importanza
di
docu-
20I
menti
scrittori, verso
di
e
indegni di
nota
vissero nel
secolo
vale il
ripulireuna
lucente
ignobileil
avanti
per
il nostro
dopo
e
cure
a
scrittore, la
simpatica figuradi
di
r ammirazione
(ilconcittadino
per
galla dal fiume dell'oblio
noi
a
;
tanto
conservar
vita
gli
Torti
nostro
nel
né
modesta
una
cui
confortò
stra
no-
né umile
si
ma
svolse
ci é
che
risorgimento, e
cui
il
quanto
crediamo
non
le nostre
dedicare
alla
tutti,e che
per
spetti,
ri-
che
pensiamo
antica
cosi
moderna,
una
noi
e' è posto
moneta
tanti
gratitudinee
nostra
poiché
ricerche
delle
invece, per
che
e
alla
Ora,
ricordanza.
quali si soglion giudicar
molti
di quelli eh*
memoria
nostro,
diritto
hanno
terreno
di
e
i
ultimi
cara
del
anni
di
ritratto
meritamente,
cente
re-
come
giudicato gli autorevoli), per il bene che la luce
del suo
ingegno e il calore dell' anima sua operarono
in questa Umbria
diletta, e perché bevve
quest'aure
delle quali s' aprì anche
di vita, alla carezza
pregne
han
essa
la
esistenza.
nostra
Solo
il modo
questa
il
e
che
di
mezzo
figura,perché meglio
la
quasi
in
cui
assoluta
la santa
per
siano
in
messe
risaltare; ma
potesse
rilievo
le
altre
suoi
di
se
non
farle, quando
il tempo
ci
e
e
le forze
verranno
forse
scritti,non
meno,
anche
dell'
e
a
parvero
ap-
Ferranti,
battenti
com-
1' opera
in
e
manifestazioni
del
di
lui,
nuda
quale ne viene
siderosi
però lasciarci de-
sia, la
ingegno
se,
che
rinnovamento,
senza
che
figure
del
varie
che
pensiero umbro
accompagnarono
ci costringe a presentarla sola e
scolpita dai
sfondo
particolari monografie
del
causa
ferti
of-
vi
fianco
a
fossero
si
lo
le molte
secolo
questo
ci
disegnare
di
mancanza
illustrate
siano
in
cui
desiderato
avremmo
prima,
più obbligato di
degna
e
della
altri
me
cornice,
non
volontà
più
dia
vole
autore-
opera
202
a
tratteggiarela
St* ultimo
e
tività del
nostro
fecondo
Ricci*
in que-
al Bonazzi,
Torti
dal
ben
glorie
tutt'
Tat-
si svolse
quale
fecondo, perchè
ammirate,
degnamente
e
dell' Umbria
nel
periodo,
Ferranti:
dal
al Morandi,
letteraria
storia
sciute
cono-
pleiade
una
letti
d'e-
chi,
ingegni, quali il Cristofani,il Cocchi, il Pennacil Montesperelli,il Rossi
ed altri,risplendette
....
intellettuale della
fulgida luce sull' orizzonte
verde
nostra
regione; fecondo, perchè, da una
parte,
novamento
la tradizione
classica, dall' altra, il risveglioe il rindi
suscitati
diffusero
e
delle
buone
qui,
lettere
dall'
arte
non
senza
ottimi
buoni
studi.
de'
e
manzoniana,
nero
manten-
frutti,il culto
II.
Feliciano
Ferranti,
fu
contemporaneo,
scuola
nella
che
nomia,
contorni
meritino
la rendesse
non
ma
propri
la
suo
vita,
figura
sua
particolar fiso-
una
in
rilievo,
letterati
di
Umbri
pur
se
fatta
1' essersi
interessante
i
nella
puro
messi
appunto
tra
e
altro
ogni
si che
non
esser
sé stessa
parte per
d'
manzoniano
un
nell' arte,
e
de'
abbia
non
differenza
a
questo
secolo.
Era
nato
famiglia,che
studi,
se
Umbro
Angelo
Maria
Riccia
Lapi, 1899
opere di A.
Avverto
Non
qui
di
non
M,
e
che
La
sua
Ricci;
vita
18 15
d' adozione.
e
le
Sacchetti
stie
da
desta
mo-
agli
avviarlo
potuto
1' inclinazione
e
nascita, ma
Angelo
gennaio,
avrebbe
volontà
la ferrea
1
2
non
maggio*
il 26
Foligno
a
V.
—
opere
di lui
Ficorilli,
Città
;
Bassetti
La
,
non
stello,
Ca-
di
vita
le
e
Rieti, Trinchi, 1898.
come
della
nell'Appendice.
stampò
il
Giornale
di
bibliografiaferrantiana darò
Foligfw,
notizia
—
pleta
com-
204
dì
battagliaV onore
godere de*
saper
a
r
associare, in
della
idea
intellettuale
che
rimanendo
e,
quella
a
milizia
santa
fianco di Vittorio
nuele
Ema-
parola e della
breccia, dopo che la
le armi
sulla
poi
fu aperta,
breccia
religione, che egli
intese e professò, può
lui
con
l'
al-
d' amore,
e
della
guerreggiò a
di Garibaldi
e
riverenza
anche
ascritto
essere
di
anche
italiana,ma
acquistata libertà,con
cristianamente
e
penna,
frutti dell'
culto
un
bandiera
patria quella
umanamente
ben
della
della
destini
vegliò a guardia de'^nuovi
d' Italia.
Né
il
che
atteggiamento,
e
dubbiosi,
cambiò
carattere
suo
sulla cattedra
soltanto,
egli voleva
mai
ma
tutto
un
pezzo
uno
alla diffusione
Dedito
meglio istituì pel
un
i civili : e,
una
casa
non
è
può
non
paese
se
è
libreria
senza
men
qualcosa
quel
vero
che
vero
della
un
bieco
ha
a
volgare!
la
senza
quale
collocato
esser
qualcosa
città
una
vesse
do-
sorriso
sentimento
dice il De
che
che
qual-
in
se
la Biblioteca,^enza
diritto
aver
guai
:
cultura, riordinò, o
della
Comune
non
catore
nella vita. L' edu-
neppure
d'
né
si
burrasco-
l'idea dell'educatore,
sguardo,in
apparire l'espressioned'un
atto, in
suo
espressione
egli,per volger di tempi
smarrì
non
mai
tra
Amicis, che
della
locanda,
biblioteca
ha
barbarie.
fine, essenzialmente
All' istesso
essendone
de'
uno
borò,
colla-
educativo,
principaliispiratori,in
una
che vantò
Umbra,
pubblicazione annuale, la Strenna
gostini,
l'Ascrittori quali il Pompili, direttore, il Pennacchi,
il Mattòli,^ il Cozza, la Pieràlli, Pompeo
Cam-
I
Di
V.
e
liberale autentico
questo
quel che
gli scrittori
di
n' è
detto
Bevagna.
in
e
insigne scienziato
questo
voi. al cap.
La
e
fattore
benecultun
205
nella
pello,insigne
grandissimo Ariodante
fu ben
in
il
affettuoso
R.
il
quasi
coi
quali
altri illustri
con
lui
V Album,
fu
nel
altri ed
dettava,
cuore
colse,
ac-
ma
la
e
il
e
Famiglia,
Trasimeno,
del
il
Liberale, il Museo
Unione
altri
e
rivista che
Friulano, la Donna
il Polifono,V
Creptiscolo,
Spuches
d*onore, il meglio che
posto
ispiratadal
sola
la
Universo, V Osservatore
famiglia ed
il De
Tommaseo.*
del
Umbra
Annotatore
V
Patria, il Cristofani,
Storia
intelletto
sempre
di
Fanfulla,V
periodici,politicio
di
letterari
educativi.
E
feconda
certo
letteraria
valore,
del
oltre
se,
dava
questa
d' arte
e
quotidianamente
sincerità
rara
pensando
e
minute
di
allora
novità
di
e
contentare
I
e
ricerche
non
V intrinseco
scuola, per
si
quale
con
lungamente
dalle
infinite
sue
versioni, racconti, regole,
discreta
le
che
pubblicazioni di
relativamente
vedremo,
modo
e
amici
anche
tempo,
d'
stemi
si-
certa
zione
osservanon
ogni
il D*
tica
cri-
ai
con
originalitàdi
Foligno aggiunge
risulta.
la
preparava
(com* appare
giudizio,trovava
gì'innumerevoli
di
l'attività
esser
ora
per
vigenti esercitò,come
II Giornale
dalle mie
alla
pedagogica
metodo
di
parte
appunti),oltre
e
dovett'
produzione giornalisticache
d' educazione, oltre
quel che
contenenti
carte
letteraria
a
coscienza
scrivendo
sunti, schemi,
assidua
e
Ferranti,
intenti
aveva
di
e
come
la Percòto,
Tenca,
la Strenna
la ménte
di
Deputazione
vastissimo
Né
e
riamato,
e
corrispondenza amichevole,
Nannarelli,
quel
o
il
e
meritava,
personaggi che lo stimarono
quanto
di
GKacomini, il Campello figlio,oggi Presidente
questa
il
lettere,
Fabretti, de* quali il Ferranti
presto amico
stette
nelle
politicacome
solo
parte
Azeglio,
ma
2o6
dell' Umbria
chiedenti
liberamente
profuse,
nelle
amore
a
dei
glorie e
corrente
vive,
nel
d'
e
imparare
solo
sorretto
da
ebbe
ma
d'
alcun
tempo,
operosità d'
a
cui
e
studiosi
luce
vive
ancora
C.
ammiratori,
di
della
non
sua
psiche,
e
di rettitudine,
fede
gestiva
sug-
e
intera
A.
che
Meschia,
calore
tanto
di tanta
d' affetti volle,
la
per
patria
le lettere.
Cara, edificatrice,santa
ai
di
quali
vivere
della
sostegno
scuola
tralcio, ricco
In
insieme
cui
di
questi
gemme
vari
si
e
di due
diversi
il
dell' arte, nel culto
e
agli animosi
a
quest'amicizia
temperamenti
e
la maturità
intorno
annoso
età
d' operare
e
Ideale, essendo
il
attività
fati,privar, si immaturamente,
di
suoi
regione, e, per
alleata
la sapiente geniale, feconda
freschissimo
giovine ingegno, intomo
amici
il compianto di tanti teneri
intellettuale,di
crudeltà
e
un
un'
più
negli anni
confortevole
la
siero
pen-
greca.
impulso
compagna
ammirazione
del
ambizioni
sue
bontà,
di
e
delle
tenersi al
di
straordinaria
forte
un
consacrati
movimento
lingua
davvero
bellezza
di
la
menti
ele-
il culto
e
delle
filiale
aver
per
anche
del
egli
con
racconti
autodidatticamente
Catone,
quale
suoi
ma
che
frugar
conoscenza
quanto più poteva
italiano,che era una
Nella
fatta
la
tempi passati,
maturi, novello
fu
i molti
popolo
di
fasti cittadini
de'
comporre
diffonder
solo
non
memorie
onde
d* occasione
poesie
bene
d'un
tellett
in-
sero
tol-
non
raggio
nel miistessc
1' esperienza dell'
une
passi dell'altro,quale olmo
va
appoggiando il giovine
e
esercizi
d' umori.
dello
in quest'apo
spirito,
stolato
d' amore,
il nostro
Ferranti, giunto fino al
volle godere nel meritato
1877, non
ne
riposo i frutti:
poiché, giubilato dal patrio Municipio, non
avendo
2o^
ottenuto
ruoli
governativi
desidèri
Roma,
di
continuar
diversamente
suoi
devoti, lasciò
lui
la cattedra
minile^
al Tenca
volte
valorosi
il paese
nella
chi,
Pennac-
poi, per invito d' altri,Y insegnamento
nel Collegio della Sapienza.
non
de' sentimenti
forse
era
delle
e
primato
un
d'
l'ambiente
idee
del
esempio
:
in cui
facevan
desiderare
di
sua
persona
Però
la
all'aria
sole
po'
quiete
aperta,
1' attenzione
Ferranti
d' altra
mai
gli venner
rispetto de'
estimatori,
poteva
anni, gli
famigliolae
sua
forse lontana
un
dalla
più.
la devozione
meno
dei
pochi
de'
de'
valenti,
ma
questi
raccoglieva
ne
nelle
spesso,
con
conversazioni, gli spiritie gli affetti,
d'
i vecchi
chi
vec-
d' alto
maestri
r ottimo
Non
mi
metto
intelletto
ben
cuore
amico
a
serene
gione
quellareli-
quella filiale benevolenza
ossequio, con
ispirarenel
I
le
parte anche
giovani, amici.*
Tra
sanno
citare
eser-
colleghi, l' ammirazione
l'amore
e
della
tennero
dei
non
giovani, il
o
terario
let-
uomo
un
abitudini, che, specialmente negli ultimi
suoi
fem-
normale
e
Perugia
sue
si recò
e
del
Scuola
e
mente
egual-
ma
natio,
proposta
per
d' italiano
ne'
V
più
manifestaci
e
inscriversi
di
insegnamento a
quali irrequietezzedella
per
so
Perugia, dov' ebbe,
in
qui
V idea
non
Fabbri, amici
a
smessa
e
nutriti
anima
sua
al
avendo
o
mio
di
e
fatto de'
prof. Oreste
registrarnomine
a
gentile
che
animo
giovani
rosi,
valo-
Ferrini, che,
membro
di Accademie
a
Deputazioni storiche che, date com'erano
profusione
mi sembra
un
non
aggiungano molto alla fama di uno
tempo,
scrittore. Dì questo parere
parmi sia stato anche il Ferranti,che
e
non
di
conservò
con
troppo
gelosa
cura
le
magne
pergamene
cadiche.
ar-
2o8
quel fine
giudice delle
da
colorirmi
certo
la
tutta
egli è,
eh'
cose
figura del
negli scritti.
Finalmente
umano
cuore
Ferranti,
nostro
acuto
e
potuto illuminarmi
ha
età, gli acciacchi,
V
la nobile
spensero
del
conoscitore
esistenza, nel
che
e
è
non
V esaurimento,
del
pomeriggio
21
il vecchio
gennaio 1887, mentre
apostolo ritornava a
scepoli
dalla Sapienza, e quando amici
casa
e
parenti e di*
l'
solenne
la genial festa delgli preparavano
onomastico
Il
suo.
giovine
Meschia
amico
senza
già preceduto nella tomba, non
fieramente
tragica fine contristato
del
Ferranti,
La
morte.
della
del
V
tempo,
Ma,
del
modesto
del
tempo
affetti ;
I
—
La
in
i
il Giornale
di
breve
Foligno,
i
come
ma
stillerà
Giuseppina
stri,
no-
compianto
sotterra
dalla
e
giornali
interpreti
scesa
la salma
fredda
ala
silenzi dell'oblio, senz'eco.
anche
lo
che
farlo inaridire
.
era
dolore
cui
il
mosse
com-
per
questo
generoso
giusta dispensiera di gloria,come
sulle zolle
non
cui
tra
la
affrettargli
del
gregari soltanto,
che
vorrei
e
sua
animo
tenero
tempi affannosi
in
trasportato nei
io
ad
Umbria,
resero
scrittore,fu
la morte
sorge,
a
umili
unanime,
e
si
accade
degli
Ben
V
tutta
Unione, il Topino
come
non
fosse
di
della
aver
il
aveva
pel Meschia,
stato
era
ammirazione
cui
sincero
com'
quale,
r anima
forse
contribuito
e
V
già
stici
ricoprono, il fiore de' domela mia lode rugiada bastevole
?
Lelmi,
sua
scolara, pubblicò un
racconto
titolato
in-
Orgoglio: Foligno, Sgariglia, 1887; in 16-, di pagg. 74più piccola delle brave figliole,
dire,
Noemi, s'accingevaa esorper
l'occasione,sul pianoforte.
2og
III.
è
Non
ed
varia
facile ricostruire
cosa
estesa
letteraria
opera
né discemere
che
quel
Anche
suoi
in
più difficile che
rivolti a
gli originali,
sa
sia
se
una
troppo
scena
di
che
critici
eterni
la
per
come
quella agitano
son
i
troppa
con
stati
essere
ricerca
che
si
non
tri
al-
degli
po' di luce su
storia
municipale
sforzi
quanti
di
bia
ab-
V anima
tutta
i
palpitie
agiteranno
e
scritti
un
comprensione
essere
di vari
menti
sentie
sempre,
esclusione
i
ispirati
principio d'arte, che, per quanto mirabile,
stato
professato da uno
simo,
spiritopur grandisdovette
lasciarglimolta libertà di pensiero
unico
un
essendo
non
indipendenza
Comunque,
per
giudizio.
parmi
ridurre
si rivelò
V
volgare,
certo
di
a
dello
per
dovere
di
tudine,
grati-
aspetto in
V
scrittore, che
sembra
V impresa,
il tentar
storico
fu di
non
più generazioni
commovere
parve
regione intera,*e
una
che
documento
ingegno
se
dell' opera
prezzo
foss' altro, oltre
non
cui
quale
da
sostanziale.
che
cui
diffondere
assurgono,
alla
i didattici
e
la
esercitata,
men
inutile, resta
angusta,
rado
A.,
r
si da
umana,
di
di
Foligno,
fatto
e
là in riviste
e
qua
surarne
mi-
rimanere
titoli, per
i
appena
di
fatto
del
ebbe
potrà
e
né
Ferranti,
che
ne
vivo
men
conto
conoscono
pubblicati
a
tener
che
tanto
é di
essa
non
a
si
quel
del
Tefficacia
adeguatamente
la
illustrare tutta
e
ancor
di spar-
capace
'
I
Gli
scritti del
Ferranti
gV intellettuali ritrovi eh'
della aristocrazia
nella
sua
munifica
d'un
casa
eran
tempo,
teneva
('non i sol»)venivan
così
e
letti in
beli' ornamento
specialmente
il conte
Paolo
di
e
ne'
vera
quelode
circoli che
Campello,
vanto
2IO
e
la voluta
bsnefica
di
qualche raggio
jfor
nel far
discrezione,
della tradizion
tal
intenti
del
della
con
culturae
secolo.
del XIX®
lavoro.
nostro
diflferenze sostanziali
per
segnamento
d'in-
aule
documento,
la storia
letteraria dell' Umbria
Questi gV
Non
d'un
servirsi
per
nelle
luce
di
principiestetici,
fu un
manzoniano
perchè ho detto che il Ferranti
quant' altri mai,, ma
d'esposizione
puro
per comodità
dividerò
gli scritti di lui in originaM^critici e àMaidai primi i Drammi
tici,escludendo
inediti^di cui
brevità
riservandomi
parlerò con
e
separatamente,
di far cenno
di alcune
biografie,epigrafi,poesie,
edite o no,
d' occasione,
quando capiteràil momen.
to
opportuno.
Degli
originali,che
scritti
popolari
o
gior
mag-
letteraria del Ferranti, i piùson
parte dell' opera
racconti
la
costituiscon
storici, altri racconti
romanzetti
anche
più propriamente fantastici,ma
questi con
1' A.
sfondi storici, a' quali nella finzione
ha tenuto
r occhio
: de'
primi è tipo la Corsa del Palazzo, dei
secondi
la
Noi
racconti
sur
Figlia dell' Organaio,
pertanto ci fermeremo
e
forse
d'
solo
un
potrebbe
soltanto
su
il fermarsi
anche
bastare
questidue
essi,
perocché d* ambedue
Si dice
Di
r
un
pregiando, qual
gli altri
tutti
ci pare
e
rivelando
occuparsi, non
bellezza, e solo rappresentando
decoro
notizie
stesso
del
su
patriziato umbro.
questa
illustre
umbra:
famiglia
Uomo,
V.
vedasi
Storia
voli. 2, Città
la
lunga e inutile
essi
aspetti nuovi
un
documento
Appeìidice.
-
va-
maggiori
Per
splendida pubblicazionedello
documentata
di
prende.
troppo
fatica r
di
ch'uom
aneddotica
di
una
Castello, Lapi, 1899-900.
miglia
fa-
212
assimilarsi
senza
estetico
fino
(per
a
di
pensiero
forse
nel
Sposi, il
a
fatto ne'
si
tran
suoi
se
ne
natale
la vita
e
cosi
Il Ferranti
della
culto
questo
a
più
primo
41
nel
suo
detto
aveva
nel
vie
rendere
:
«
Altre
strizioni
re-
non
de'
messi
/Pro-
mèta
prema
su-
incessantemente,
V
che
intreccio,
lo
non
en-
bene,
psicologico.Orla psicologia
si vuole
quanto
siano
dì
e
non
nel
è
il solo
benché
tutta
romanzo.
suo
il
popolo, di alimentarvi
d' ogni gentilevirtù. Ed anche
il
religione e
rinserrarsi
correva
con-
congiungeva l'analisi psicologica
d'educare
l'intento
con
una
grande lorhbardo,
la natura
tutta
come
indubbiamente,
; ma,
del
popolo,
psicologia
fece
oltre
altri elementi
dell' arte
il
tra
Colpito,come
sensibile, dalla profondità
profonda, originale,nova
elemento
ranti
Fer-
dell' arte
concezioni.
sue
e
sempre
del Manzoni
il
mezzo
per
della
romanzetti,
dire
può
Mentre
più vasti orizzonti
vole,
proposito suo, lode-
il
novità
tendere
cui
ristretto
per
animo
Ferranti
campo
volontariamente.
suo
e
originalità
un
Graf) molto
divulgare
s'impose
essere
e
Anche
di
verso,
V ala
della
a
dovette
batter
propria città
impastoiarlo nelle
la storia
del
in
semplice punto.
un
d* arte.
e
un
per
frase
una
bene
poteva
si chiudono
pregi, e
usare
ridursi
a
i
popolo
l'arte
monotona
uno
o
Ormai
veniva
necessariamente
Già
sua.
fin
dal
primi racconti, Caterina,
gli osti e le osterie ingombrano
de'
stima
più necessari alla
ogni lavoro letterario. Niuno
di taluni, le
scandolo
dignità della poesia, con
grave
reggie e gli appartamenti dorati, qual maraviglia? La
letteratura
va
col
diritto
I
che
Pag.
facendosi
povero
si faccia
20.
incomincia
umana;
popolo,
servire
il
quale
chiede
all'educazione.
liarizzarsi
fami-
a
a
»* Ma
buon
farsi
213
doveva
non
umana
bellezze
di
fantasmi,
alla natura.
abbia
verun
com'è
a
il
cuore
fissato
il segno
al
del
molto
Della
Con
miracolosi
ogni
genil),se
Ferranti,
al
e
lavoro
suo
La
ciò, per
le
tutta
nostri
tele, o
da
tutto
pò più
affreschi che
ne
togli la
minati
illusica,
mu-
di cui andava
dicendo
letterario,ma
più
di
Figlia dell' Organaio,
certe
a
vine
di-
la letteratura
doti
zione,
innegabilid'inven-
intreccio, di condotta, per certi buoni
artistici,e anche
per le qualitàdel dettato, su
un
il bisogno
arti
care
d'
fermeremo
traendo
ri-
abbondar
sentire
che
quasi
tace
nostre
vedremo.
tutti, come
andò
Maestro,
si dovesse
bellezza
(o
cara
ornato
esser
nostro
irradiare,
foste
dedito
negli scritti. E si che i
ben
parlar d'altro, avrebber
Ferranti
qualche mirabile
non
descrittiva!
Ferranti
non
fomentando
paesaggi umbri, a
potuto ispirareal
possono
dal
affermava
il Maestro
perchè
mondo,
d'andarle
pagina
all'arte
tinte
at-
che
che
tanto
umano,
di
e
realistiche
La
studiare
bastare
di simboli
nemica
ideali,di bellezze
passioni che
o
dire
quale,specialmente,par
linguaggio pel Ferranti, tutto
oltre
anche
voler
lungo, gli scritti
effetti
cui ci
del modesto
folignate si
certo piacere,e,
con
un
rileggono ancora
di
indubbiamente,
con
miglior profittomorale
quel
che
accada
non
appestando
Alla
acclamati
Corsa
locali
I
aspetta
e
È dedicata
ancora
di
il suo
tanti
morbosi
i nostri
luoghi più
del Palazzo"^ hanno
i libri delle
a
racconti
che
vanno
cari.
offerto materia
Reformationi del
dizioni
tra-
Comune
Fior anzi
quella Marianna
ÌVaddington^che
biografoe descrittore del suo celebre salotto.
214
di
Fuligno del
ben
triste
l'anonimo
della
vecchia
una
di
e
li
che
popolo
un
l'imitazione
subito
/
a
un
manzoniana:
Promessi
Sposi qui è
fanciulla,Aurelia,
suo
ribile
inesau-
chiaro
ma
il
vicinato,
la
finzione,
l'autore
rimasta
Una
commovente.
sola
e
Montefalco,
paese,
un
e
solo
lei, che
come
la
conduce
a
s'ispira.
orfana
trova
con
se
a
vera
po-
dopo
amico
un
orfano
protettore in Michele, giovine generoso,
e
dimenti
inten-
agli
estetici,perfettamente consoni
quelli del Manzoni, ai quali
La
storia è semplice, ma
del
bia
ab-
non
Stella, narratrice
indiretto
cenno
una
dignità.
sua
Maria
artistici ed
l'incendio
riguarda
popolari, autorevole in tutto
regolatricedel Rosario : con
cose
come
di
Introduzione
comare,
medichessa
qui
rivela
proemio
che
quel
per
indegna
perduta la
usanza,
interamente
Il
XVI
sec.
Folig-no in
reni
semiglior fortuna. I primi tempi scorremo
la fanciulla, caduta
tranquillinel lavoro, ma
d'un
non
agguato per casi specialiriuscito
di
cerca
e
vittima
esiziale al
suo
impazzisce :
onore,
è assistita
da
buone
breve
rato)
(occorre dirlo ? già di lei innamoda Astorre, giovinetto patrizio,per
e
cui, nel
intervallo dell'agguato,gli occhi di lei erano
stati
pieni
amiche,
Michele
da
vita
egualmente
forte
in
un
giovani vegliano
dell'orfana
la
si svampa
I due
d' incanto.
e
pur
lirico
diversa:
adorata
«
entusiasmo,
non
sì
tendono
con-
passione
con
l'amore
e
e
d' Astorre
sa
resistere
d'una
sia
fantapiù oltraggiosisospetti;è la fiamma
che una
artistica piuttosto che un patto del cuore,
è timido
di Michele
seria e rispettosatutela : V amore
ed operoso,
di quegli affetti che trovano
uno
sempre
r occasione
di agire e perdono sempre
V occasione
dì
ai
parlare, che
stessi
in
mezzo
non
hanno
alle
ardue
tempo
di
necessità
confessarsi
della vita,
a
e
sé
che
21S
finiscono
a
col rimanere
tutti
raggiungere
del
lavoro.
nel
smarrita
fantasia
di
novità
del
d'
Ma
in
d' Astorre,
venuto
il giorno
della
se
il
la
ognun
è svolto
mancano:
suo
vero
ma,
come
vede,
? è
L'
in
la
di
mezzi
solazion
de-
sua
società
accade
rude
vata.
depra-
tenuto
stato
desto,
sicuro
certo
con
che
storica. Ma
risultati,il dramma
estensione, nella
colorito.
legge,
animo
un
costumanza
una
Idee,
starei
soverchia
ne'
per
di
Credo
dimento
ar-
piena
sua
non
melodrammi
dire
un
in
istato
giovine
l'una
e
felicemente
disuguaglianza,che è difetto
per istudi incompleti e non
se
non
motivi
scene,
talvolta
inesperienza d' arte ?
espressione non chiamerei
nuoce
lia,
Ceci-
fantastico
intreccio
un
buoni
è fecondità
da
la forza della
della
principianti,rimangono
crisalide;
ser
es-
del Palazzo.
nella
lui
colpe
sulle
la necessaria
con
luce, nel
senza
di
d'
può dirsi che sia
psicologicaè esercitata
non
doveva
aiutato
l'eroismo
r interesse
e
rinchiudere
della Corsa
presa
facendo
veto,
rapire e
e
secondo
Cosi
scioglimento
suo
il
rando
strappa agliaguzzini,e dichia-
sposare,
trionfa
generoso
l'analisi
dei
vedova,
e
E
perversità
di disonore, donde
giorno
cuore
tica
aristocra-
dalla
fatale.Michele,
la sposa.
e
la boria
aiutata
Foligno
il
una
giovine patrizio.»
ponesse
giovane
volerla
Come
ha
casa
al ludibrio
la salva
ma
da
tratta
di
sate
all'u-
reola
naturalo, dall'au-
trionferebbero, se
una
di
il
circonda
Astorre
amica
le
che
ignominiosi sicari, non
r infelice
di
com'è
affascinati,
padre
allontanare
ritornata
pericolo corso,
e
coscienza
oggetti, « si affida, come
il suo
fedele dell'operaio;ma
sono
attrattive
queste
povertà
ai noti
sorella, al braccio
la
sacrifizi della
gli altri
terribile
immagini,
e
coir andare
fanciulla, ricuperata la
La
»
ignoratinell'anima,
gegno
in-
l'altra.
perfetta:
di chi
sia
chi
man-
intera-
2l6
da
lìbero
mente
V intonazione
1*atteg-g-iamento
e
è insomma
non
più
di
pastoie, ma
certe
le
nuoce
manifestamente
zoniani;
man-
originale,individuale,
ilche
rigor di termini, non è riuscita. Il g'enio,
concependo, esprime già prima che il concepto sia
materialmente
comunicato
agli altri : perciò o V espressione
è proprietà dell'artista,o
è espressione,
non
vuol
dire,
ossia
è bellezza.
non
lettore
a
può
acuto
il
è
suo
già
in
anno
in
quello
a
uno
scandalo
periodo
ben
congegnato
vine
gioprosa
fu il precedente
pubblicato,che
e
che
vera,
di
^mpo
come
critiche del
Bonghi
Quando poi il
sacrilegio.
le Lettere
cui
parvero
osservazione
del
Corsa
questa
l'
affermazione, fatta ragion del-
fu
il libro
cui
in
ogni modo,
bella
una
stile il
principio di
un
scorgere
In
scrittore.
Pure
un
scorrevole
e
inchiude
riveli T intuizione
una
pronta, sicura
de* fatti dello
di
spirito,allora,specie a chi si piaccia
gerazione,
esapsicologica,la prosa del Ferranti, senza
Un
esempio (saràgran
piace e comnipve.
arte
male
d'arte
riferir
Tarte?
per
e
que' libri,onde
di scrittori
voci
certe
evocar
essi
che vissero
nostri
qualche periodo
le modeste
trassero
che
or
disfazioni
sod-
intime
giacciono polverosi nelle
Le
poche
errò
come
volte
raggio
di
gaudio
che
d'una
viene
del
nascere
brillava
che
la
ciò
labbra,
sole.
sul
venne
av-
mulo
Quel tre-
volto
della
parola più eloquente che
patimenti gli parlasse di speranza:
il palpitoleggero
quel sorriso fosse come
vita
splendido
dall'alto, si
ispirato nel
che
e
sospesa
sorriso, questo
emanata
sul
Michele
per
le smorte
ai suoi
mezzo
gli pareva
il
in
sempre
fanciulla,era
in
un
riflesso per
un
quasi
che
«...
biblioteche?):
fuggitivosorriso [allapazza]
a
risorgere;
in noi
una
luce
sol
quando
ci
qualche presentimento
di
segno
riavviva
cuore
accenna
di
forse
217
bene;
Michele
e
che
il
to), dov'
esso
«
detta
a
qualcosa di più
che
bella
una
alla
(dovuto
indubbiamente
abbiam
riportatele parole chiuse
in
lui
il
e
del
penna
tra
Crepu-
l'articolo
chiudeva
donde
Tenca),
virgolette,«
italiano.
romanziere
buon
un
pubblico come
promessa,
chiesuola,
di
sospetto
dal
fu accolto
»,
ratura
lette-
nella
posto onorevolissimo
un
contemporanea
scoloynon
Ferranti, che,
del
romanzo
friulano (ispiratocerto dalla Caterina
stato
era
pubblicato in appendice, prendeva
deir Annotatore
con
tiva
sen-
questa religiosa
a
peso
idee
sue
(Pag. 123)
»
Ond'è
Parco
dar
dover
di
vagamente
credenza.
semplicitàdelle
nella
conizzando
pre-
»
VI.
Una
lode
oltre che
r Autore
il
del
fece
lavoro
suo
quest'altro
Ferranti
nostro
I
Dedicata
balda
letteratura
giornali di
Popolo
della
e
I
e
Roma
sua
accolse
2),
e
che
dovette
mutato,
imitazione
anteriore
Il venerando
di
marzo
d'altrove
nativa
Spoleto, che
anche
il mio
memore
ne
ne
anzi, direi
stra
superstitedi quellano-
che
più che
combatte
Uomo
senza
accorgesse,
fece
nario
nonage-
intrepida
si è spento
quest' anno,
se
;
arte
strettamente
al 48, il
omiopatica
-
il
pregi,T
passo
gran
Pompili^
umbra
il 19
Roma
ristampe
ricco di
pur
un
nella
incompresi ideali.
suoi
in
de*
fa
non
della Rivista
direttore
pe'
racconto,
Gioacchino
a
dell* organaio,^
prediletto.
cristallizzandosi
che,
dalle
titolo
con
conseguire,
Figlia
La
con
arguirlo
anche
di
Ferranti
il
racconti,
dobbiam
se
ne
Con
molti
con
che,
essere
tale cercò
una
che
cidament
pla-
alcuno
tranne
necrologia
rimpianto (Anno I,
//
fettuosa
afmeri
nu-
2l8
manzoniana,
non
avvenne
il
dell' AutoYe,
vedeva
di
all'arte
salute,
e
che
hanno
di
ha
la
però senza
quale fuori
alla
Manzoni
del
alle idee
ascetico,
che
quella certa
Corsa
del Palazzo,
gran
che
almeno
o
anche
assentendo
che
accentua
non
d'individualità
impronta
Ciò
essa
convincimento
del
prosa
italiana
religiosee
già
non
Manzoni
venuto
era
nella
fondo
pronon
altra via
sempre
morali
loro
in
più
quel
essenza
ramente,
ve-
Invece
singolarmentecristiana e democratica.
dunque d* espandersi, l' idea estetica del Ferranti, in
più larghiorizzonti, si venne
più restringendo,
sempre
avvicinato
di
d'essersi
e, quando più egli credeva
molto
al
Maestro,
Com'
(e
se
i mediocri
un
ne
era
infinitamente
invece
lontanato.
al-
accade, del resto, di tutti gì'imitatori
stati
sono
confronto
se
è
troppo) del
imitabile
possibile,il meno
gli scrittori. Né occorre
ragione quel generoso
Manzoni,
che
è,
di tutti
ben
a
perchè. Onde
spiritodel Dall' Ongaro (anche
risorgono e pullulano tanti
questo dimenticato, mentre
d' esser
di chi non
si credette
mai
nomi
poeta) con
rara
franchezza
additava
dire
il
al Ferranti,
nella
lettera
che
pubblicheremo in Appendice, la falsità o 1' erroneità
de' principiestetici ai quali si ispirava: come
udremo
altro suo
lamentarsene
anche
un
generosissimo amico
valente
e
agitatore,Carlo Tenca. Pure a tante anime
celestiale figlia dell'organaio
buone
codesta
troppo
parte per la simpatia che
piacque; piacque, da una
la pietà anche
la religiosità
destano
e
inopportune,
quando sian circondate dall' aureola del sacrificio della
gioventù e della bellezza, dall' altra, per l' indole del
nostro
e
popolo umbro
per effetto di quella corrente
romantica
che
sicismo
clasqui da noi tra le anticagliedi un
stantio
e
decrepito si fu sprigionata; il popolino
poi
non
imbevuto
di
idee
estetiche, ne
fornito
220
si diede
con
e
malore, che
r
giunta
fin da
si fece
ma
sua
crebbe
a
V aiuto
di
ne
queir
come
un
anni
una
del
che
idea
mo,
l'ani-
rato,
prime disperiusci
stessa
si costituì
pace
si vide
serenamente
fu sulle
Celestina
nella
santamente
di
scaldato
disperazionee
fu
logoro dagli
al culto
Luigi
fu
non
mori. Celestina
poco
aveva
monaca.
con
la
li
dedicarsi
giovinetta le
e
che
di
ora
di
V organo
sodisfazione
spirito del vecchio
fanciulla,
la
verso
finche
lavoro,
quella grande
al debole
dal
al
essa
Ma
completo.
urto
d* animo
inclinazione
diversa
con
a
minar
do-
famigliuola,
lavoro.
che si svolge neir anguQuesto il breve dramma
sto
spazio di un rione di Foligno : botteghe, taverne,
menti
chiostro, donnicciole, giocatori,i comcase, un
povere
della
la materia
deir arte
poveraglia, ecco
cosi descrittiva
del nostro
diremo
Ferranti, il quale,
di popolo, cresciuto
tra
care
stacnato
se
non
ne
sa
esso,
né con
V anima
umile
la fantasia, né con
e pia.
L' occhio
del lettore pertanto può poco
spaziare,né
volta
lembo
di cielo,
alcuna
un
gli si stende davanti
una
verdeggiante, un tratto di mare
tato
agicampagna
é calma, tutto é penombra, né air orecchio
: tutto
che quelle mestissime
deir organo
giungono altre melodie
l'andatura
dimessa
dello
paterno. Aggiungete
che
stile e lo spiritomistico, V unico
qui aleggi,che
r animi
un
po', e vi sentirete rapitisi dalla lettura,
vostra
ma
zione
partecipaquasi per forza d' inerzia, senza
interiore, e alla fine V animo
di
stanco
é
Non
benché
dolcezza, di
tanta
soavità
sentirà
religiosa.
che
dicon
dunque V arte
oggg^ suggestiva,
s' esplichipianamente, aggraziata quanto appunto
i sentimenti
psicologico del
di
tanta
si
vostro
novità
e
di
e
libro.
V idee
che
formano
Questo é veramente
atteggiamenti interessanti.
il contenuto
non
scarso
Neil' animo
22
il Ferranti
vede
disinvoltura
certa
con
talvolta
aria
con
semplice (non
giudizio personale
Qualche esempio.
che
si
parlando
pensiero. Gli
naturalmente
non
descrive
porre
inter-
senza
però
mancano
dell* imitazione
la citazione
o
lo
e
naturalezza
e
le aiFettazioni
questo
acutamente,
1
anche
in
il
manzoniana)
di alcuna
etica.
legge
Questa singolare fanciulla parca
ste
ispirasseal segreto di qualche celela voce
sguardi le si avvivavano;
«
armoniosa
le
tenerissima
e
quell'interna commozione
vibrava
si rivelano
onde
le
di
tie
simpa-
Le
idee si fanno
buone
lume
«
degli affetti. »
a vicenda,
e
quella di far qualcosa a prò' dell'amico
de' suoi primi anni, entrò
cosi dire da sé nelle
per
di quei giorni occupavano
che
il pensiero della
cure
Celestina. » Di episodi il racconto
è ricchissimo,
non
efficacia e maestria
resi con
ma
certa
que' pochi son
di stile, specialmente quello del sacrifizio di Celestina,
nel quale si sente
il candore
della pia anima
tutto
del Ferranti.
Nella
a
penombra del tempio ornato
festa e pieno della folla devotamente
curiosa, dopo
la recisione
delle lunghe trecce
raccolte
nel piatto
d' argento, mentre
censo
si diffonde nell' aria profumata d' in-
la
compie
si sublima:
Ma
e
qualche
basic
e
Christi, e
creazioni
in
Il Ferranti
manca.
durevoli
tentativo
prosa
l'Unione),misurate
con
in
Noemi
per
si
l'effetto dell'
della
dramma
vero
qualitànecessarie,
altro
tutto
rappresentarlo bene,
per
molte
alle
è
questo
il
il romanzo,
ingegno
meno
sponsa
della
giante
giovinetta bianchegtrasfigurazione
la grata, è quasi un
dietro
rapimento d' estasi,
potente, comprensivo,
e
Veni
del
la
l'anima
arte.
melodia
soave
:
e
aveva
gli
ma
versi
cuore
vennero
le circostanze
sicché, dopo
revoli
favofatto
aver
la Romita
con
vita,
del Su-
(romanzo pubblicato
più equamente
le
sue
forze
nel-
al di-
222
fantastiche
delle
leguarsi
lasciò
perchè deboli,
peraltro intime
sì diede
A
soddisfazioni
alla didattica
vita
egli fu
il
tutto
alla fede.
o
è di
l'Italia
notevoli,
Son
e
l'affetto
in
versi
finì,in
cui
se
manzoniana,
di
questo genere
avvertissi
non
inediti, dove
celebra
// sabato
dell' Avvento, la
Quaresima,
privi di
bei
versi
caldo,
e
stati
sono
che
di
e
di
belle
nessun
già
di
inedite,
le
conseguita
// tremendo
subito
santi
scarso
bertà
li-
servaggio
l'intonazione
la
zoni
Man-
pure
nica
Dome-
Innocenti,Epifania,
valore
immagini
benché
né
di
non
mento
senti-
interesse, perché tali soggetti
trattati
tutti ci sentiamo
:
armonia
vivissima,
ebbe
dell' Avvento,
Natività, i
Passione, tutti
finisce:
compiacerti. E al
negli Inni Sacri
che
ispiròmedesimamente
si
sublimi
di
troveresti
piena
la
sie
poe-
natio, l'altra
Fra
smentito.
un'altra, la Stella d'Italia,consacra
con
le edite, due
il Ferranti
che
religiosa,
mai
patrio non
cizia,
all'ami-
Emanuele, che
dove
Emanuele,
suoi
de'
patria,o
libero il suol
e
la fede
vanno
tra
Vitlorio
a
Dio, far grande
Vittorio
e
interprete,
scontento
della
tore:
scrit-
di
nome
visse, de' sentimenti
V una
patriottiche,
causa
che
comuni
buon
gode
all' amore
o
compaesani ispirati
gli si
pe' quali
occasioni
infelice né
che
e
al colle luminose
la via
tutto
sui motivi
chi
a
non
tempo
qui battuta, non senza
plausi d' ammiratori,
le infinite
si ricorre
inafferrate
d'arte
alla crìtica.
e
di poetare
presentarono
per
e
precludersidel
non
ed
fin
la via
dell'arte,colse
nella
visioni
insuperabilmente con
risonar
ancora
inni
nell'animo.
(ci ha lasciato dei drammi
inediti, già pronti per la stampa) é detto tutto, quando
si dica che sono
anch' essi ispirati
a que' criteri d' arte,
onde
abbiam
visto guidati gli altri lavori
romantici
del Ferranti,né so
di qual effetto sarebbero
si
se
De'
tentativi
drammatici
22i
rappresentassero
del
ingegno,
suo
ogiìimodo
in
attestano
:
tenacia
la
la versatilità
cui
con
egli
venne
che
perseguendo gl'idealiestetici ed educativi,
dinanzi.
di brillargli
mai
cessarono
non
VII.
Nella
didattica
della
lieve
r esercizio
aiuti
e
bontà,
della
d'
fin dal
preliminariallo
discorso
esponendo
volumi
perchè qui
ma
ma
via
s' era
non
niana
manzo-
certo
non
venuta
sempre
del
innamorata
d'
bello
invocata
era
sostrato
a
l' arte
:
una
per
sua
i suoi
per
giovine amico, gli
bene
solo
non
all' anima
imitazione,
Già
nuovi.
guidò
meno
dello
mo-
a
insegnamento,
a
educativi.
intenti
un
orma
ciò, l'esperienza e
riuscir
lo
perché
svelando
meglio
In
per
poi l'ispiròe
fallace,anche
mente.
lasciò
intellettuale d'un
luce
validi
critica
scuola, V affetto vivissimo
della
discepoli,la
furono
eletta
sua
nella
e
Nel
1859
studio della
sui nuovi
ed
melodi
usato
discrezione
molto
non
dopo
^
principi sani
di scrivere
il frutto
e
Nozioni
dell'insegnamentoclassico
1870 pubblicò opera
naciari. E
con
grammatica
affermando
dell' arte
fuori alcune
dato
aveva
delle
e
cavata
sue
con
e
veramente
più consistente,
dagli esempi
lezioni, né
genialità,é
Puoti
qual fu
il
del
due
For-
metodo,
inefficace.
rinnovata
giù é la scuola del
De
Sanctis : presentare
dal grande maestro
Francesco
al giovine un
brano
scelto d' autore
e
pra
ragionarci socon
spontaneitàe con calore, cercando di scoprire
Su
il
per
segreto dell'
arte
nella
concezione
particolari,di cogliere lo spiritoche
parole, quelle locuzioni, studiate
Gli
genialità.
Esempi
del
come
totale
nei fatti
e
vivifica
segni
Fornaciari
quelle
di
tica
poe-
resistono
224
anche
rifar di
con
ali*azione
oggi
metodi
criteri
dell' arte
bene
po' esclusivi, ma
un
classica
insegnare. E
modo
da
ho
giovare in
revole,
giudice ben autosa
divide
T opera,
primo parla,dopo un
della Elocuzione, e gli esempi son
simili, nel
volgarizzatoe scritture
gli esempi
costituiti
son
zioni,
narrazioni, descri-
di
didascalici
ritratti,lettere, dialoghi, brani
oratòri, iscrizioni:
con
I criteri
delle
ognuna
le osservazioni
; ma
il brano
sminuzza
questi fa seguire
questi si
quando
lo
serve,
creda
breve
suo
dell* autore
r arte
cui
il
e
opportuno
:
in
ciò
si
sente
memorabili
Bonghi.
Il libro
così un* interessante
non
e
un
maestri
e
addentrarsi
continua
più
insieme
né
stantio, tale
ancora
ne'
dell'
ai
segreti
oggi, specie la parte
complessa della prima,
Mi
sulla
riuscir
da
che
anche
la
antologìa
utile
a'
intendessero
senza
la
guida
consigliabileanche
par
seconda,
già
stilistica,
ragionato,
discepoli
dell* arte
insegnante.
Lettere
di
trattato
pedantesco
guarda
ri-
critiche del
efficacia delle
prose
ognuno
che
commento,
salutare
di
ad
risparmiare il biasimo,
senza
riesce
Il
Ferranti.
gli espedienti stilisticidi
e
non
di
dani
Gior-
stesso
più bocconi,
in
servate.
os-
nell' Arte
del
tutte
son
e
ranti,
analisi il Fer-
dallo
lodati
e
e
chiude
dette
cose
ai
scrivere, criteri approvati
di
parti si
quali s' ispira nella sua
quelli stabiliti dal Condillac
son
quale
due
delle
riassunto
opportuno
un
come
Invenzione^ scelta,disposizione
e legame delle
A^W
e
possa
nel
volumi:
proemio succoso,
presi dair Esopo
Idee,
si
come
ne
un
Egli
quel gusto
con
so
se
di
Tommaseo.
detto, in due
secondo
lode
la
raccolti, sia pur
certo
non
il Ferranti
riscuotere
Nicolò
cui
senza
in tanto
tempo,
libri,perchè son
di
e
del
distruttrice
assai
quale
più
il Tommaseo
nutrita
e
scrisse
225
air autore
altre
le
con
lettera
quella mirabile
nostro
che
remo
riporte-
Appendice, piena di novità,
la mente
che
e
vigorosa come
in
d'insegnamenti,franca
la dettò, e della quale certo, si dica a
lode, il
sua
Ferranti seppe
far prò' nella compilazione del secondo
volume.
delle pagine
veramente
gistrali,
maQuesto contiene
avvivate
senso
e
perchè ispiratedal buon
dal caldo
e
affetto che
scolari. Noi
gli
per
qual dovette
della
nutriva
cattedra,
maestro
compreso
rapito nella contemplazione
e
riscaldarsi
spesso
sulla
d'
quasi dimentico
esposizionedelle
dare, alla vivace
il
tutto
abbandonarsi,
e
la scuola
per
ritroviamo
esse
sulla
bello : lo vediamo
da
in
essere
missione
sua
nostra
il Ferranti
grande
del
arte
precetti
impressioni.
aver
sue
Vili.
de*
Ma
nostri
gli spiritiond' avvivò
il quale d' ora
in poi sarà
Tarte
per
il solo
autore,
suo
né
al Ferranti
che
ne
le lezioni
vi
si
quanto
per
egli
in
né
angusta
e
studio
sui
oscura,
estetico al
Comincio
cui fu
grande
col
dire
il
maestro
; ma
di
spaziar
chiudersi
rinsolo
un
si
non
dell' arte
può
un
e
che
con
libera
con
i
lunga
frutto il sup
immortale
il
completi critici,nel
nialità
ge-
e
Né
ma
profonda
cosiddetto
mento
Com-
romanzo.
Graf,
suo
gare
ne-
manzoniana,
discepoli suoi.
Sposi egli improvvisò:
sapientemente
apparecchiando
venne
e
seppe
/ Promessi
preparazione,di
sereni
grandissimo
giovò
non
nell' ammirazione
e
questa cerchia
condurvi
Certo
alcun
debba
si
e
possa
onore.
ad
V unico
maestro,
suo
si
faccia
può giovare
nello
scrittore
cui
fu il Manzoni,
sua,
V unico
da
bello stile che
toglierlo
più,specie
scrittori chi l'attrasse di
uno
recente
de' nostri
mirabile
più
vo-
226
lume
Foscolo, Manzoni^ Leopardi^ha chiamato
su
Commento
il
giudizio,a
nella
è
condizione
molto
è tutt' altra
meno
è
ciò che
certo
prescinder anche
ben
quel che
poco,
da
a
disegno troppo
stesso,
a
tutta
per
de
tutt'alpiùlo
sia da
non
facile
narlo,
determiMa
importa
invero
difettoso
in
tal
un
angusto,
si propone
mar
chia-
dir commento.
che
troppo
e
/ Promessi
di
serve
si deve
più
vasto
il fine che
r arte
si
è
mento,
com-
s' intende
come
è
non
questo,
un
estetico: T estetica
potrebbe chiamare, quando
non
è
non
cosi l'esposizione,
come
si
spetto
ri-
Già
accettare.
lo studio
che
divagazione stilistica,
il
da
commento
un
il libro
critica manzoniana
sia
pare
»* E
valore.
poco
dalla critica letteraria
cosa
comunemente:
studio
della
sbagliato,perchè
né
di
considerando
e
interezza, mi
sua
il titolo
severi
esser
ali-attuale
e
prolissa e
scrittura
«
questo
di
libro è
nel tempo
fondo
descriver
mente
special-
Sposi, in quanto
specialiespedienti e
strumenti
per
è il modo
più lodevole
produrre i suoi effetti: ne
onde
quel disegno è stato attuato, eseguito. Quel
voler
dalla mente
perchè prestabilito
del Manzoni
in ciascun
delle
passaggio, nel succedersi
nel comparire e sparire de'
scene,
personaggi, nella
del dialogo,
introduzione
degli espisodi,nella condotta
de' soliloqui,
nella tessitura
nella elaborazione
della
materia
noioso :
storica, è illogico,eccessivo
e anche
questo è cosi, perchè bisognava che fosse così :
tal modo
di giudicare dipende dal considerar
un
per me
trovar
sempre
un
—
—
r arte
del
genio,
come
lavora
che
è
è
un
della
prodotto
un
molto
voler
volontà,
liberamente,
ridurre
a
se
sistema
e
non
ciò
non
consciam
inche
indefinibile,inesplicabileimpressione, spontanea
I
Torino, Loescher, 1898;
pag.
142,
in nota.
228
nialità loro, per
per
novità,
la
è davvero
che
il numero,
il
Qui
inoltre,
d'
da
noi
infaticabile
del
come
le
che
colpo
imperava ancora
ai principi
avversa
Sicché
Manzoni.
il modesto
sembra
che
dato
aveva
lanciava
/ Promessi
la vecchia
è la bellezza
tanta
il
parte
violento
le Lettere
con
tiche^
cri-
critica, in massima
professatie attuati dal
mi
lode
di
per più rispettidegno
professoredel ginnasio di Foligno,
d'arte
all' Italia
di
assiduo
tenace,
bibliografo.
nonostante
Bonghi
In
essa.
libro
voluminoso
un
Sposi,quasi tutto
quell'arte mirabile
di
rapita
il
in
resto
Italia,specie nelle scuole,
anche
sì smisurato, da
ormai
più diligentee
sgomentare
profondità,e
la
per
dalla
uscito
intomo
a
mente
sua
piegata allo
quel pelago immenso
studio
e
che
eglinon naufragò,
far
di certo
ma
un
po' si smarrì, si aggirò senza
molta
trame
via, senza
grandi tesori : per altro molte
e
importanti indagini e scoperte vi fece, e la gran
del
ricondusse
barca
di
il
di
nuove,
é
certo
di
brani
non
non
contiene
calore
riesce
I
e
a
meglio,
una
sempre
via, costituita
acute,
di vedute
Né
di
riportarnel loro commento*
quello del Ferranti, che si
sono
pagine
buon
un
o
resta
ne
ziose,
pre-
giudizi,sensati.
piaggeria quella del Rigutini e del
questioni di
che
:
ancora,
regge
buttarsi
merci
metafora
di
il vano,
e
di
vuota
non
Fuor
osservazioni
stata
di
porto
troppo
parte da
buona
poema,
del Ferranti
libro
estraendone
in
fecondi.
semi
del
terzo
grandioso
arte
e
di
certamente
il
stile
tutto
Commento,
spontaneità
fare quel che
d'
e
qua
riferiscono
a
psicologia:
meglio, che
fa mirabilmente
tali
vi-
brani
molte
belle
veramente
esposizione. Egli
Firenze, Sansoni, 1894.
là molti
e
di
il
stica,
Me-
per
raramente
il De
Sanctis
229
nelle
insuperate esposizioni che
sue
devono
di
propone
dar
per
di
farne
fa
e
importanza
dicendo,
d*
critica storica
che
illogica,
è
che
di lavori
avente
non
che
il critico
esercitò
quei
di
lavori
ricerche
letterarie,facilmente
opere
più
sità
neces-
chiamano
invero
cosa
lavori
intorno
Jin^ unico,
in
alle
mente
sola-
ma
serie
una
particolariyindipendenti
nessun'
senza
ignoti,e
della critica letteraria,
si risolve
fini
Oggi
altra
fuori
connessione
)"^ Così
quale tutti quanti operano.
di qualche anno
addietro
che
se
espoil giudizio estetico, senza
far alcun
oggetto sul
altro di
un
si
ma
la
estetica,
dei
che
e
;
d*
che
quella
V idea
con
particolaricon
deir
o
cozza
complesso
dair altro, e
uno
di
punto
ap-
ricerche
occorrono
ammettendo
cosidetta
oggetto unico
un
t* al
il
«
letterarie
opere
crìtici
si viene
della
e
;
per ottenerlo.
fatti, scoperte
di
almeno
o
creazioni
sforzo
contemperamento
un
strana,
ogni
studi
a
fonti,ricostruzioni
via
r
altrettante
essere,
quali
sono,
positive
alle
intorno
è dimenticato,
riesce
tut-
di scarsa
fuggevole ricordo
è tale. Ripeto, il suo
ammirazione
mento
Com: il Ferranti
è veramente
prolisso, e questo difetto se ne
molti
tira dietro
si può legaltri,naturalmente
: ma
gere
ancora
con
profittospecie dai giovani e talvolta
anche
il
con
e
piacere.E bene han fatto il Mestica
mente
più durevoli alcune buone veraRigutini a renderne
ricevere
a
assennate
e
un
osservazioni.
Dandpne
un
meglio la natura
saggio, spero chiarire anche
Gertrude
si
pregio deir intero libro. Quando
indurre
a
osserva
:
I
pag.
B.
24.
sottoscriver
«
Questo
Croce,
La
la
è il
nota
primo
supplica,
passo
critica letteraria; Roma,
che
breve
e
il
lascia
il Ferranti
la
misera
Loescher, 1896;
230
muove
malgrado
suo
V* è
Non
di
cosa
avendo
non
si viene
parte,
una
rivalersi
all' occasione.
Rodrigo
ha
«
L'
:
buona
voglia ;
che
voce
lo
e* è
potendolo
non
trova
azione
la
lo
usa
linguaggio
stesso
nelle
tromette
dell' interesse
citati
legge
di
nostro
:
in
ha
lasciato
della
chi s'in
»
guastarle.
per
nel parlare
Manzoni:
del
cosi
fa
si
nestà
diso-
il Griso
birbone
bella
una
spesso
racconto,
un
e
il Ferranti
scrittore
gendo
travol-
Chiamerà
Anche
T arte
o
una
un* azione
ha
sommossa
ossia
gli
darcene
e
Il
Manzoni
svolto
le
direttamente
ultimi
quelli
notizia
d'andare
avvenimenti
del
nel modo
si espongono
coli* indiretto.
premendogli
giornata
di
Lo
le circostanze
una
storicamente,
; ma,
destar
e non
più riprese, e 1* arte sta nel cogliere
Il più delle
volte, le parti
opportune.
episodio
XIII
«
che
violenza
riassumono
innanzi
diretto, nell* altra
st'
sa
soffocare,e
chiama
e
una
cuore
vizio.
guerra.
di
a
le occasioni
due
:
metterci
drammatica,
son
che
commentatori
del
pagina
del
felice è
sempre
del
ingannarsi
sporche imprese
sue
(Pag. 100) Quasi
i due
gli fa
fa mai
le orecchie
e
e
che don
lo
non
più turpe
la
restante
vorrebbe
virtù
della
il
fondo
d'
cedendone
ranti
riflette ilFer-
chiuder
modo
giustiziache
noi, quando,
Sull'idea
male,
egli
di
onorata
salvare
in
si studia
il vocabolario
dunque
il
che
e
miglior
spesso
fa
della
proprio diritto,
acutamente
sempre
accusa
il
(Pag. 87)
cosi
che
uomo
di
»
dell* onorey
in
sorge
segnata.
studio
patto col nemico,
a
la speranza
con
nello
difendere
di
così dire
per
che
penosa
V animo
le hanno
che
interesse
maggior
la guerra
vita, che
la via
per
giorno
al momento
ne*
dietro
di
in que-
particolarit
capitoli XII
al
Renzo,
suo
quella
appresso,
e
rosa
clamo-
dosi
riserban-
opportuno.
E que-
sto
è il
appunto
cominciando
momento,
vero
illanguidire.» (Pag. 204)
a
profondamente
Anima
pia,
il Ferranti
del
r arte
nella
Il
mio
di
ti
Dio,
avendolo
ha
è
ciò che
mai
dote
la
burrascosa,
e
vederlo
dentro
deir
avvenire
la
che
che
egli
vi
fa
come
un
voi
gli
perdono
e
sentite
quella
voi
d'udire
prema
cane
a
Dio
certo
sposi,specie dal
fatte delle
meglio
Or
«
che
soliloquio
gli
150-1)
D'
di
calino
;
;
occhi
e
andato
come
m'é
vi
faceva
Renzo
sera
dormire
a
giù,
si
la
toccata
tina
mat-
giovine
riempion
de
Morandi,
il
la
mettendosi
la mirabile
ragiona
tutto
chiedere
dette
fine osservazioni, che
discorso
poi
in
averle
minuzie
dal
sieri
pen-
e
mai
povero
—
il
grazia
paglia,rin-
al
quando
questo
sui
divozioni
e' é
essere
nostro
importarvi
tuttavia
non
di
Sulle
Ovidio
lungo
sentite
»
per
e
veramente
d'un
giornata tanto
e
Che
? E
svegliata »
esclamate,
(Pagg.
»
«
peggio
dire
bella
fatto
gli toglie af-
mai
solo
dormire.
per
quelle divozioni,
avanti
ciò
le solite
dice
ci
vedibile,
pre-
trepidazione pel
capanna
:
che
vero,
?.... S'inginocchiasulla
giacer
a
sono
universale,
una
potrebbe
Provvidenza,
si mette
questo
quella
mento
senti-
soprannaturale.Tutto
Dopo
di
piena
voi, che
per
fatto
un
deirinteresse....
giovine
sì
è
:
pato
scam-
primo suo
sue
parole
inatteso, né
riesce
tanto
dire
sentito, è naturalmente
universalmente
né
il
:
del
la dottrina
nocchiat
ingi-
appena
questo
la filosofia
tutta
Y uomo,
a
viva
av-
eloquentemente
prime
Tutto
ringrazio!
trovato
fondata
fa
al cielo
gratitudine, le
che
Renzo
che
quel
volge
che
pericolo,è
un
è
gli
capanna
primo sguardo
da
Ecco
Manzoni.
penetra
religioso
maraviglia lo spiritoumanamente
«
l'azione
arte
Ferranti
all' avvicinarsi
/
I
—
di lacrime.
Promessi
state
sono
dichiarano
del Manzoni.
sopra
al
paese
il
di
cugino.
suo
Tutte
«
:
perchè
divina,
quella
e
godiamo
sul
avrebbe
non
ospite
che
trovarci
nelle
che
cose
considerarlo
guardargli
quell'ospite
da
tornata
un
legge che,
una
altre, in
simili
lettore,
che
mostrar
sul
come
con
dà
d'
vorrei
quant'arte
come
un
viene
modo.
Se
stretto
co-
dritto,
non
data,
ticata
dimen-
allora
che
si doveva
era,
che
negare
parentela
non
in
era
forza
tante
come
infrangere.» (Pag. 190)
tra
al
l' attenzione
Federigo
Ferranti
il Manzoni
a
non
come
d' antica
e
gli
nel
delle
averlo
una
stri
mo-
d' immischiarsi
qualche
richiamar
dialogo
occasione
che
strana,
cosa
potere
suo
cose
quel
chi
uggia
casa,
conoscenza
sangue,
dello
mo-
entrato
poteva
non
disconosciuta
pezzo,
reclamare
a
una
di
lui
su
di
attinenza
quasi
altre
avesse
suo
a
dopo
faccia,
in
sconoscergli
poteva
una
non
pretesa
:
Perche
un
invitato, che
essere
bene,
Il
altro,
certa
in
trovato
V
fosse
{^na
colla
esclamare
L'innominato
«
gli
regolarle
e
la
cugino
di
tra
visione.
come
d'
dispetto
nostre
a
di
era,
aspetta
non
per
a
di
V
; se
scelleratezze)
dal
trascurabile
par
nemico
queir importuno
cuore
non
dire
saputo
il
Bortolo,
da
gioiello e
un
quella conversione,
perspicacia
questa
sue
di
proposito
provvidenza
(Pag. 218)
»
certo
me
a
timento
sen-
vero
allietando
ragione
»
è
ma
con
va
fare
di
azione
volontieri
avuto
aveva
critica ;
si
gradite,
noi
nella
cui
tori
commenta-
già s'aspettava,perchè essa
che
l* InnomincUo
di
bella
vedergli
la Provvidenza!
si ravvede
dalla
di
speranze
lui nel
che
e' è
I^
a
accompagniamo
con
ci mostra
riescono
fiducia
santa
accoglienza
generosa
«
lo
e
cuore,
egregi
partecipare
non
sua
le
tutte
a
due
commosso
possiamo
non
a
suo
cuore
co'
minuzie
queste
col
Renzo
Riassumo
e
Don
Su
del
bondio
Ab-
(pagg. 219-22)di
abbia
saputo
rac-
233
precetti fondamentali
i
cogliere
Cristo, sul vario neU*
della
di
natura
San
sfolgora il
alla
concetto
de'
di
nella
la
alti
suoi
premiar l' uno
stessa
religione «
altre
via
1' altro
e
di
state
da
e
che
de
suoi
affetti
dalla
/ Promessi
difettoso, in molte
quel
che
eccessivamente
nulla.
e' è
Ferranti
il
a
lunga e
Aggiungerò solo
il
troppo
e
Storia,
completamente falso,lo
me
troppo
valore.
rebbe
sa-
tunità
l'oppor-
nel
cose
del
Ma
l'impresa
libro
difficilmente
strano:
denti,
ar-
con
1' utilità poca,
il vano,
del
resti
trovenee
estra-
non
critica moderna.
certa
E
ciò
non
fa d'
onor
poco
argomento.
IX.
Opera più
meno
modesta
difettosa
sono
del
le
Commento
Osservazioni
e
nostro
la
ha
perchè
se
crificar
sa-
mostrar
converrebbe
che
»
di
del
Poesia,
organismo
parti è di molto
s' è detto, anche
che
vorrei
un
sue
mezzo
Sposi, questioni ancora
il lettore
come
quale
(pag. 317);
»
critica
la
col
e
è pronta
importanza
illuminate
il libro, preso
basti
adoprato
sofferti,quella
de' dolori
poveretta
maggior
certo
son
bene, la
di
mettersi
di
Ferranti, il Vero, la Dottrina,
r umorismo
cui
farsi ascoltar
per
Lucia,
la
cui
a
Renzo
serve
lazzaretto
innocenti
cose
siano
come
si
la
per
più
al
uomo
al sacrifizio
istintiva
cui
del
capanna
più
da
scienza
coperfezionamento, la sua
destini » (pagg. 281-82); su quello
religione trova
i
fenomeno
dell'
amore
dato
nome
morale
di
Cristoforo
fra
più bello spettacolo
sublime
«
innata
di
mezzo
come
V
:
il
«
di
religione
(pag. 273), sul
»
peste,
venerazione
sua
«
dell'arte
e
Carlo
eh' è
uno
della
estetico,ma
fatte
che
an-
col Mq-
234
schia
alle varianti
intomo
I Promessi
de
Sposi (Foligno,
Sgariglia 1880,* voi. I., p. L, fino al cap. VI).
I^
questione delle varianti nel 1880 non era più
Le
del De
sanova,
certanìente
nuova.
Capitani,del Caopere
del
Folli, del Morandi
citar alcune
perchè
più
del
schia
del
recenti
Rigutini
nella
la maniera
delle varianti, che
alcuni
come
Certo
caso.
di
grado
i
compiere
frenandosi
e
tal
a
nella
anche
gettiva
og-
fatto,
parziali ebbero
o
lavoro,
vicenda
:
secondo
no
collaboratori
sereni
un
nuovi,
approvando
sistematicamente
provando,
disap-
critici
due
il Me-
e
non
spiegando, illustrando, e approvando
ma
il
ne
stica,
Me-
blicate
pub-
discussione
condussero
sistematicamente
sempre
nella
materia, ossia
e
di riuscir
disposizione del libro, ma
della
trattazione
son
Rigutini
il Ferranti
Ma
stesso.
come
tommaseiane*
Postille
la
e
(per
troppo note,
lettori,
ai
Venturi, del
felicemente
trovaron
solo
non
ricordarle
Petrocchi,
dal
ormai
principali)sono
dobbianìo
noi
le
note
delle
D' Ovidio
del
e
aiutandosi,
il Ferranti
in
erano
nandosi
illumi-
forse per
dell' arte,
un
po' più dell' altro conscio
lungo amore
forse
o
meglio de' segreti dell' arte manzoniana, ma
direi cieco, nelun
po' più spinto,non
per ciò stesso
r ammirazione
di
ma
più
libero
e
1
lavoro
Nel
composto
D* Ovidio
2
Promessi
Meschia,
bollente
meno
e
più sano
indipendente : entrambi
gusto
delle
il loro
il
;
assai
necessità didattiche
di
comparazione,
frontespiziointerno
verso
la
fine, perchè
è
vi
alle
ed
1879
son
;
tore,
ammira-
d'
ingegno assai
formati
pienamente inquali s' ispirava
egualmente
«"a
deside-
tutt'al
citati i
più sarà stato
Sa^gi critici del
(Napoli, 1879).
V., in questo
Sposi.
volume,
Io studio
su
//
Tommaseo
e
i
236
anche
molto
con
autori
mettere
e
in
criteri
con
chiarezza
nei
fissi,
ben
libro,che
un
per
problemi
riforma
Che
prosa.
i due
preparati alla fatica
salutare
una
nostra
che
di
pò*
un
soltanto
richiesto
era
siamo
giustezza. Pos-
non
si accinsero
operare
della
che
degnamente
erano
vi
intrapresa, ma
larghi e liberi, come
doveva
discreta
e
affermare
pertanto
egregi
ordine
lo scopo
nella
ratura
lette-
sia stato
ogni particolardiscussione
guistici
lin-
giunto,
rag-
siasi
bato
ser-
il
mi parrebbe audacia
il dirlo,
giusto mezzo,
tanto
più che qui (né altrove sarebbe
necessario)non
è il luogo di mettersi
discutere la discussione
ta
fata
è però che, anche
delle varianti.
Certo
alla prima
occhiata, il libro
che
non
si
del
nostro
dovrebbe
vincimento
con-
giovani
in
perciò fo punto,
e
che
opera,
de'
s'entrerebbe
qui
più spinosa
molto
un'altra
a
Ma
il
desta
nelle mani
metterlo
a
sbaglierebbe.
questione
fatto,e
ben
appar
una
sando
pas-
ma,
l'ulti-
esser
scrittore.
operoso
X.
si riallaccia
Essa
già
da
esaminata
noi
direi
riglia,1882).La
non
si
venire
dal
da
movesse
alla teoria,
brano,
che
Manzoni,
classico.
/
prendere
novità
bollente
che
e
che
Promessi
allora
Sposi
la
non
era
crescente
scrittore
teoria
fossero
è
i cosiddetti
quasi
tutt' altro
di bello
maestro
ammirazione
per
illustrata
ritenuto
esempio
ispirata al vecchio
ognor
di
vedete, è nell' aver
a
per
(Foligno, Sgacon
quella,se li
son
esemplificativi
i brani
novità, come
La
fu
qui
mentre
qui
classici,mentre
tutti del
brano
dato
li gli scrittori
se
e
un
ha
comporre
tutt' uno
anzi
ed
di scrivere y
Dell'arte
all'arte del
titolo Introduzione
all'altra
gì'intendimenti
per
osato
scrivere:
dalla
per
sua
l'arte
^37
manzoniana
lavori del
Commento
Ma
cioè
come
corollario
delle
Varianti
derivata
e
e
principidi
i
del
canone
la libera
e
delle idee in
legame
del
precedenti
celebre
letteraria
son
cui
si
manzo.
ro-
gli stessi
specialmente quel famoso
teoria
quelli del Condillac,
dai
tutta
voleva
dotta
ri-
della parola.
geniale arte creatrice
Al libro, pertanto, pieno ancora
l'
delle solite doti delelocuzione e delle %o\\\,^figuree de' soliti tropi^
troppo
esclusivo
forse e certo
in quella parte in cui
audace
vorrebbe
un
e
esser
solo
invecchiato
autore,
nel
certi
seguire
tutt*
trascorso
cioè neir additare
nuovo,
curioso
invece, per
principiletterari
di
secolo
un
dottrine
modello
come
sui
penso,
com-
quali era
estetiche
s' era
e
già inalzata trionfatrice la critica desanctisiana,*son
preferibili
o, meglio, surrogabili le sette
paginette
della prefazioneargute, succose
e
dove, tra
sensate,
le altre
1
;* e
»
si
il De
Anche
fredde
Le
stesso.
«
presso
di lui
del
ai
:
suoi
le opere
con
regole
Beauzèe
V
Croce,
volume
che
maestri
e
ragione
inculcò
libri di
testo
via,
forse
e
di queste
fece
mettersi
è l'unica
(Sandron edit.
fare
posso
allo
scolari,attendono
misura
pag.
tato
ten-
studio
critico
sé
parte per
grazia
fronte
a
a
le im
dell'arte.
»
381), splendido
raccomandare
di
meno
a
1902;
sofiche
filo-
aveva
trovarono
non
di
sicuro
grammatiche
Condillac
presto
lo
«
letterarie,
accogliendone ingenuamente
Estetica
non
della
delle
del
e
ben
ma
giovani
pressioni,perchè l'analisi
B.
sulle tracce
che
rimedio
consiglia come
grammatica logica,
una
sui
buttato
tempo
Sanctis
Marsais,
affermato
fatto
comporre,
dove
del Du
fronte
del
scuole, è
nostre
peggio
è baldamente
cose,
dell'arte
studio
delle
belle
e
a
quanti,
teorico
della
letteratura.
2
V.
della
deW
con
a
proposito il
questo
forma
»
del
italiano nelle scuole
esempi^ che
mio
Manuale
secondarie
col presente
Vili
cap.
volume
—
«
La
rettorica
e
same
l'e-
Hoepli V insegnamento
esposizioneteorico-pratica
esce
alla luce.
238
«
sostituire
insomma
di
e' è stato
che
e
sudato
nel
il De
opera
per
il comporre,
dare
per
il vecchio
del
Condillac
fatto e* è
pure
dalle
mai
del
tutto
il
buon
suo
Ormai
poi
negli
in
dato
aveva
che
dare
a
a
Dio
e
tutti
gentili.*
L* indole di questo
del Dall*
Ongaro
di sopra
neppur
nella
:
e
tanto
Favilla^
più
dove
interessare,avrà
serie
della
medesimo.
Favilla
che
che
pertanto
uscirà
la
nel
compiuta: egli
altro
noi
a
un
riportarqui
del Tommaseo
alle quali
letterati,
hanno
sta
ancor
fu
o
nato
accen-
la luce
pubblicato,
facendo.
la
ho
visto
Chi
pazienza d'attendere
1903,
stava
glire-
di
consente
del Tenga,
ne
nel
di affetti
Profilo
se
un' Arte
operosità e
mi
non
cora
an-
apparsa
bell'anima,
le lettere
questo
s'era
se
a
purtroppo
non
esse
intorno
era
tenace
che
g^ida
non
fibra, e
saggio
sua
d' altri illustri
nell' Estratto
deve
di
né
:
volume
Appendice bibliografiané
utile
sa
sua
opera
la
di
esempio
soave
caro
I
sua
poteva
quanto
la
parte
Polifono di Foligno, la
partirsempre
T
s' affaticava
anni
tratto!
esperienza sua,
passione della scuola
dal pelago alla riva.
sua
anche
non
mente
perchè,interagliava
professore si travai freddi
tra
principi
Manzoni
del
(che
tutta
trarlo
a
invecchiava
poetica in versi, già
la
e
bastare
ultimi
la:
scuo-
denza,
rispon-
gran
filosofo francese
del
senso
un
di
si
arte
staccato),e
tutto
darsi
ricor-
senza
giovani alcun'
il nuovo,
e
dottrine
potevano
non
né r
ai
metodo
la ardente
e
pensare
applicazione, alcuna
qui era stato, non
buon
capovolto. Il nostro
tra
senza
a
quando andavano
consigli che, parrà strano,
alcuna
d' arte
bene,
Colonia^ o
dal detto
al
perchè....
perchè anche queir ottimo
dair
libri ; il segreto
quei
a
sopra,
e
libro
senso
scrivono
quanti
affermazioni
trovano
buon
al mondo
d' averci
»
di
pò*
un
fine
deW
e
seguentemente
con-
se
la
ne
nuova
Estratto
GUGLIELMO
BARBACCI
I.
sincerità*
jA
nella
del
desiderio
lui, doveva
in
modesta
sarebbe
ciò
Tutto
di
in questa
dal
di
sincera
di
amici
giudizi
del
Con
facoltà
di
dovermene
#
comunicatimi.
medesimo
e
Barbacci
anche
dello
e
potuto
scelta
la
delle
zione
afferma-
è
Barbacci,
del
cav.
o
da
Torquato
o
il resto
opinioni personali,
è
sione
espres-
corroborati
da
critici autorevoli.
e
di
Tutto
avesse
avrebbe
figlio di lui
quale
agevole
non
prefazione biografica
dal
al
profilo dell'uomo
dagli scritti stessi
stumo
po-
desiderio
Torquato,
cosi
di
vano
quel
ma
duzione
pro-
insieme
e
virtù,non
sarà, quale
originali conservati
ricordi
di
un
mente
morale
tenue
lumeggiato,
che
varia
che, nella
figliocav.
il
nesto
l'o-
giorni
Luigi Morandi,
se
alla
me
non
fatto, è attinto
documenti
2
del
magistero
sua
degnamente
come
felicemente
essere,
quelli
che,
onorevole
scrittore
creduto
V affetto
Ond^è
fatica.
E
onore.
designar
non
fonte
soddisfatto,
ricorso
della
testamento
suo
perenne
d'
suoi
ventù
gio-
raccogliesse*da
si
meglio
attese
della
del
mezzo
per
volumetto,
il
ma
stato
potuto
il
un
essere
titolo
da
popolo
buono
e
poetica
1
all'educazione
vita
che, lui morto,
valente
amico
ebbe
Barbacci
lettere, gì*ispirò negli ultimi
delle
una
Guglielmo
lunga
sua
e
e
onde
emendare
giovare.
il testo;
ma
io
non
ho
2^0
poesie
l'
risponderàperfettamenteagi'intenti delall' opera
a* più sicuri criteri d' arte. Ma
non
estinto
e
dell' uno
SI
dicata
la
cimento
dell' altra ben
che
maggior
che
saldo
specie quando
neir
efficacia educativa
consacrata
letterati umbri
de'
intellettuale
o
del
il loro
di
servir
che
Di
lui
carissimo
e
Cassarotti
di
la
idee
e
nostri
non
di
regione
e
se
se
in
cui
tra la
non
rono
esercita-
patriottico,non
che
umili
molto
ciò
di
Luigi
affetti della
suffragatada
prose
non
il
o
fa precipuament
fatto
gente
sua
da
aveva
sublime,
che
scritto
nell' essersi
grandezza
giacche quella mente
gliardia che avvisa e giunge
quale
la
ha
Gerboni
ed eleganza
genialità
degli
pena
ap-
più per
giornali
per
gli
amico
veniva
civiltà
Città di Castello, del
consistere
interpretedelle
«
grandezza non
che
potrei ridire
1'usata
con
cun
al-
movimento
loro
a
la penna
valoroso
e
fonda
pro-
poti,
tanti
que'
onde
educativo
con
ho
curanti
ogni ciarlataneria, in-
grido
della
o
paese
desiderassero.
nobilmente
di
d'
che
fece quel
devoto
apostolato
disdegnando
il mio
gratitudine in
progrediente
molto
levarono
libri,non
cerchia
della
lettera d' amico
qualche
della
grandi centri,
barlume
carono
signifi-
cui vissero,
fede
uno
che, odiatori
di ricordo,
stessi nella parola,
gloriolafugace,segregati dal
della
un
è
convin.
dalla
chi
verso
Barbacci
e
de.
aver
dal
e
degni
se
tra
gente
qualche calore,
Guglielmo
del
della
me
son
ritrassero
con
modo
e
solo
non
in
i minori
anco
i sentimenti
ma
derivata
cura,
d'
dire
posso
:
gistrali,
poesie ma-
l'ardita ga-
né
T
tezza
acu-
né il lampo
ogni fibra del cuore,
data
fongeniale che scolpisce e colora ogni affetto ; ma
sul fatto che
T opera
sua
corrispondeva a un
che
reale
scruta
bisogno,
era
popolari,
era,
V
espressione
diciamo
pure,
collettiva
1' unica
di
menti
senti-
manifesta-
241
fra noi
zione
nel
di
quello spiritopoetico,
»'
degli Umbri.
cuore
eh' è
tente
la-
pur
IL
di
vita
La
volere
umane
nel
nobilitarsi
Nato
lavoro
il i8
ottobre
dì
Arbori,
nelle
e
non
da
1818
alta
le
contro
lignità
ma-
temprarsi, insomma,
angustie d'ogni maniera.
continuo
un
:
povertà,
onesta
educativa, lotta
missione
tenace,
fu
Barbacci
Guglielmo
Natale
betta
Elisa-
da
e
sociale, fu
condizione
e
tezzato
bat-
Guglielmo Luigi in Scheggia, di
cui, fanciullo, frequentò le pubbliche scuole, finché,
col
per
di
di
consenso
Gubbio,
lo
Vincenzo
mons.
Loccatelli,
vescovo
riconosciuto
Manghieri, che aveva
volontà di studio,
ingegno vivace e buona
fece ammettere
in quel pio Istituto degli
il
nel Barbacci
non
di
nome
can.
Orfani, dove, dal
1834 al 40,
anche
trasse
iscarsi
non
intellettuali
dagl'insegnamentidi aritmetica,
filosofia. Maturo
e
grammatica
superiore, rettorica
l' invito
volentieri
accolto
per il magistero, avrebbe
di un
tal padre Reali
di
cattedra
a
una
occupare
guadagni
lettere
umane
in
Bitonto,
se
non
preferirequella del Collegio de' Nobili in
dazione
assegnatagli nel 1841 per particolareraccoman-
dover
del
medesimo
Loccatelli, non
del
uffici del
letterato, e per i buoni
Ignazio Montanari, il quale cosi scriveva
In
«...
ma
di
creduto
avesse
sulle
presto sarà
I
Le
versi
poesie di
latini
avrà
prime
e
in modo
Gaetano
Cassarotti
prose
di Castello, Lapi, 1898;
e
prefazione
pag.
IV.
all' amico
e
d'avere
con
di
Luigi
gevole
spre-
purista
noto
il trattamento
collocato
tutto
bino,
Ur-
non
anche
appendice
Gerboni
:
più :
emo-
di
grafi,
epi-
; Città
242
Sono
lumento.
si troverà
poi
contentissimo
fa credere
mi
r
vestir
Ma
ad
del
case
l'abito
già dichiarato
in Apiro, per
la stessa
Io
«
mi
in
anche
letto
Da
2
Da
e
e
buon
che
da
vari
d'
5
28
parere,
onorevoli
la
ebbe
ha
cui
da
lo
revoli
degli amo-
vi terrà proposito.
Barchi
il
una
1841,
aprile 1844.
fino
nità,
Comu-
quella
Vichi,
lunga
scrivere
con
:
istruzione, eh' Ella ha adottato
novembre
ritto
di-
riceviate
Barbacci
a
scenza
cono-
Giovane
voi
sur
stica,
Me-
maestro
egregi maestri,
Mestica, che
Phar-
attuale
lo confortiate
sottopostaglidal
autorevol
Urbino,
Pesaro,
della
Francesco
che
ampia
segnante
d'in-
stento,
a
procurarvi
merita
lode
ebbe
V istesso
il metodo
1
non
insegnamento impartitoin
didattica
deir
Questo
stima,
solo
e
dì
dopo
fama
queste
con
dell'i-
anno
buona
amico
suo
1844
agosto
un
di
consigli sull'oggetto
non
Torricelli
1842 fu
ottobre
20
Guglielmo Barbaccia
amicizia,
»* Deir
ma
il
crescendo
compiaccio
nostra
vostra
1847
»^
altrove
21
La
memoria,
Mondaino.
vostri
al
a' buoni
infelice traduttor
non
presentarlo al
deir ab.
nella
quilla,
tran-
ottobre
29
conseguendo
dunque
benedetta
alla
il
a
verà
Egli tro-
amore
si desiderano
Mondavio.
a
il Cassi, il
salia, poteva
pubblico
queir
cattedra
Barchi,
a
anche
eleggibilità
gli veniva
parole :
è necessaria.
eleggibileil
secondo
anno
di
chiamato
grammatica superiore, umanità e
Mondaino, dove
insegnò due anni, e poi,
a
che
sentirà
come
se,
di vita veramente
Calasanzio
che
Anzi,
la
per
rettorica
tanto
breve.
vesti, perchè
non
nominato
r
fra
studioso
uno
quella bontà,
e
stesso
se
abito, si porrà in via
nelle
egli si porteràbene,
che
Petrini, egli si
il
quale
studi
certo
il
lazione
re-
ghiera
pre«
Ho
nella
244
letane
recitando
e
ne*
accademie,
conviti
non
cessati
dopo
di
sconvolgimenti
difeso
Ma
disordini
dalle
dichiarandolo
autorità bar-
amiche
fuoco, spiegavano
di
tiomo
e
tuito.
anni, desti-
memorabili
due
que'
e
stica,*
Me-
al generoso
infruttuosi
rapidi e
stevole
ba-
con
fatto fu,
di
accadeva
abilmente
che, pur
chiesi
i
non
come
esser,
contemporaneamente
come
teatri/ ma
nei
e
cautela, si da
nelle
poesie patriottiche
e
prose
zia
tribunifini antidemagogici della sua
pacifici
predicazione in Barchi e ne' paesi limitrofi,e ne
le virtù di cittadino, i meriti d' insegnante,
esaltavano
i
la fede
cristiano, fu
di
1849, reintegrato
Ma,
o
sua
novembre
13
ufficio.
suo
desiderio
per
d' avanzarsi
carriera,
nella
più soddisfacente e a se conveniente
in Barchi, come
dimora
può argomentarsi da una
in cui diposteriore lettera al Priore comunale,
trovar
non
per
la
o
nel
interinalmenteyil
cevasi
«
dieci
per
anni
isperanzitoe deluso, »
venisser
ricompensate
per
la
quale
che,
febbr. 1848:
"
dìvien
avido
^\ G.
Prose
e
3
nota
che
si è
fatto
perii
SinigagliaU
paesi intemi
it
la
ove
ogni
generalmente
le sorti d' Italia
dì
pi^
prossime
»
biografica in
E.
ne*
da
e
tivando
molti rassomigliassero, coldiffondersi,
a
istruzione,vedendo
di
il
gli scriveva
desiderabile
Sarebbe
Mestica,
Poesie
Da
così
tina,
la-
mitologia, »
concorso
interamente.
V.
2
d*
di
onorevolmente,
ma
opinione nel Popolo, che
maturarsi
XIX
trattatino
gioventù,
grammatica
una
«
alla
il
luce della civiltà tarda
r
date
cure
risorto,
malamente
applaudite accademie,^
Castellano
Pietro
1
e
vinto,
non
sue
italiana, un
utili
istituito
le
e
che
lagnavasi
e
composto
aveva
un' altra
atterrato
sempre
Manuale
riportata a
Mestica
Sassofenato,
2
della
Hai,
del
sec,
114-16 dell* antologia di
pagg.
; Città
Leti,
di
agosto 1854,
Castello, Lapi, 1897.
245
nolfianodi Fano, accettò la
belle lettere in quello Seniinate
Liceo
e
il 17
«
ne'
ed
buoni
cittadini
un
di
senso
Barchi
a
dispiacere
indifferente. »*
non
Nella
lode,
sede
nuova
di
esaminatore,
da
il
nomine
zioni,
soddisfa-
nuove
di
accademie,
di
membro
a
autorevoli
di
parte
letterati
di
maestri
e
ricelli,
valenti, il Cassi, il Vichi, il Tor-
ritenuti
que' luoghi
presto
stipendio e attestati amplissimi di
gli venivan
piovendo lettere di chiamata
mentre
stima
ebbe
di
aumenti
a
Sassoferrato, aggiudicat
di
1853, lasciando
settembre
onesti
di rettorica
cattedra
il
Fabretti, il Petrelli, il Romiti,
Fabrizi, il
Fogliardi, il Becci (F oscurità d' alcuni di essi nulla
non
vano
dispiacetoglie al fatto nostro),ai quali anche
veniva
le prime prove
poetiche che il Barbacci
tentando.
Talché
il
novembre
1859
valente
E
di
provvigione
miglior avvenire.
questo,
gli procurò
buona
superiori
se
fu per
non
della
180
la
scudi
e
del
e
merito,
del
fece
mai
comprati
I
di
battere
o
Lettera
i8s4,
non
in
da
per
la
autorità
Ministero,
da
amici
cassa
gran
del
gonfaloniere
cui gli si proponeva
stipendio (cento
scudi
e
la
e
vie
messe
pro-
di rose,
dalla
locali
da
di
e
che
compiacenti
illustri maestri
con
pieno
di civile poeta
il suo
nome
luoghi, dove
e
giudizioso insegnante giungeva per le
que'
per
sodisfazioni
cittadinanza, dalle
Provincia
una
il 14
d' eloquenza
cattedra
lui tutto
costanti
nondimeno
della
per
affrettò
si
professore con
ottima
di
parte
chiamare
^
il nostro
tempi
d'Amelia
Municipio
altri
colto
maestre
egli non
da
o
e
si
giornali
accarezzati.
Evangelisti
da
di ritornarvi
casa).
Barchi, 2$
con
un
naio
gen-
aumento
24^
Infatti, appena
vinta
Amelia,
di
fu dal
mano,
air
tecniche, il
20
Ginnasi
ne'
delle
materie
dicembre
del
il Palmucci
il
e,
4
esami
senza
nelle Scuole
letterarie
1864,
man
informazioni
allora
era
stipendio:
riceveva
ne
caldo, abilitato
superiori.
il Municipio
Intanto
di
che
Comune
del
aumento
ottime
che
ammiratore
insegnamento
V insistenze
su
agli studi
Barbacci
per
promozioni
Ministero,
Provveditore
del
le
nale,
Comu-
della
bibliotecario
un
Spoleto
di
Municipio
di
da
accompagnate
gli elogi e
dal
quello
e
accettava
non
d' Amelia
tra
offriva
Ginnasio
nel
esami,
per
loquenza,
d'e-
la cattedra
stabilmente
concorso
gli si
che
e,
in
ufficio
r istesso
saliva
1865,
agosto
vScheggia lo dichiarava,
ottobre
1867, con
orgoglio e gratitudine « persona
tino
la patria,come
che onora
poeta italiano e lamisero
che
in ogni
ciondolo, si dirà, ma
: »
il 9
è la consacrazione
modo
tutta
giù
petti che
su
manna,
dal
e
fosco
cielo
Quind' innanzi,
Scuole
delle
onorifici
lo
di
vennero
stima
I meritati
I
di
Nel
insegnava
s* è poc' anzi
nome
e
fetto
V af-
con
e
che
vale
delle
menzogne
oltre
la direzione
assai
sociali.
del
Ginnasio
e
e
onerosi e
(1873),*gì'incarichi
chiesti, fino alla
inseguendo non
nel 1883 ^^^
gli fu accordata
P^^'
di
ammirazione.
riposi desiderò
1874 ebbe
Preside
nel
non
se
tecniche
giubilazione,che
nezza
rettitudine,
una
tri
più di allucenti, piovuti,come
provvida
ebbero
mai
non
palpitigenerosi
gente,
una
dorati
ciondoli
di
poetica, fatta
la incoronazione
dì
di
l'onorevole
della Scuola
anche
V
parlato.
Reale
goderli in Barchi,
inclusiva
di Città
egregio poeta
nel
di
Gaetano
concorso
dove
alla
Castello, dove
rica
ca-
lora
al-
Cassarotti,di cui
i47
aveva
i
mosso
primi passi
trepida baldanza
con
*nel-
r
insegnamento e nella vita e riscossa tanto affettuosa
neanche
V opera
simpatia; ma
qui cessò dal mettere
al servizio
sua
altrui, di assessore
municipale,soprintendente
della
scolastico, membro
Congregazione di
V applicarità,giudice conciliatore, commissario
cazione
per
delle imposte ; per i quali uffici,rettamente
tenuti, oltre che per le qualitàe i frutti dell'ingegno
e le benemerenze
educative, fu nel 1892 degnamente
e
meritamente
cavaliere
nominato
della
d* I-
Corona
talia.
Ma,
colà, dove
purtroppo,
frutto
poderetti, magro
la vecchiezza
perdita
a
fida
della
in
mettersi
tolse, il
razione
13
acquistatode*
fatiche, lo giunsero
sopragun* infermità, che, dopo la
di
e
tante
nel 1895
lo costrinse
compagna,
le affettuose cure
dell'amato
sotto
sua
Orte
figlioTorquato,
s' era
finche
marzo
V inesorabile
alla
1900,
de* devoti
amici
benevolenza
parenti, tra
e
morte
alFammi-
e
il
lo
non
compianto
cittadino.
fu dato
Gli
quest'anno
gli è
stato
eretto
quest'epigrafeda
recante
TRE
dove
riposo in quel cimitero,
r eterno
monumento
dettata:
me
RADIOSE
SCUOLA
modesto
un
STELLE
PATRIA
ARTE
GUIDARONO
PER
DA
LA
UMILI
VIA
DEL
GRADI
A
GUGLIELMO
EDUCATORE
SACRIFIZIO
ECCELSE
BARE
VETTE
ACCI
PATRIOTA
POETA
III.
Non
nel
sembri
raccontare
che
ci siamo
i fatti
più
giati
indu-
soverchiamente
salienti
della
vita
del-
248
segriendolonelle sue peregrinazioni
ne' quali esercitò
d'insegnante e tra gl'istituti
alle piccole agglomevaria
la sua
attività,in mezzo
razioni
d' abitanti, per tempi cosi diversi, come
quelli
dai principieroici della nostra
rivoluzione
che vanno
r
modestissimo,
uomo
secolo
del
chiara
fine così
alla
politicafin quasi
poiché
decimonono;
sociale, come
s' è venuta
vi
Barbacci, così noi
in
tale
formando
troviamo
ne
spiritualmente
poco
sfera
atmo-
del
1'arte
i movimenti
i chiarimenti.
e
Quello di lui, a giudicar dalle espressioni del
un
vero
e schietto
pensiero poetico,non chiamerei
suo
artista,d' artista facile
d'
temperamento
trasognato, il fascino
delle
intime
ardori, in
anime
di
moralista
a
sé
e
poterla esercitare
del
simboli
siasi
cui si
assunto
al
popolo
non
dirò
più
vedere
effetti,
persuaso
dipintura veristica
a
gliori
baramente,
ve-
missione
una
compiaccia
efficacemente,
intorno
di doverla
minuto
del
virtù
la
con
cile
fa-
non
di chiarissimi
usque
costume.
ci
adriaco, delle memori
tria,
tutto
bellezza, dietro
al Barbacci
umbro, nato
spieghiamo come
così eloquentemente silenziosi dell' Apenmonti
lina
umbro
-marchigiano, vissuto sulla deliziosa colin vista d' una
di Barchi
lunga striscia di mare
Così
nino
indomati
con
meglio dell' esempio vestito
(artem expellas furca, tamen
della
recurretl)o
vada,
inafFerrati;sì bene,
che
fatto estetico, che
ma
che
di
benefici
gì'immediati
si scopre,
tra'
fantasmi
pratica,di
educativa
e
d'ideali
misteriosi
le voci
potente della natura,
umane,
di
cerca
sentire, quasi
a
poi
e
è
a
verde
fantasime
villerecci
alture
Sassoferrato
e
l'aria
d'antiche
e
pura
del
Sanvicino
in Amelia
sempre
e
in
e
del
Orte,
Ca-
dove
veleggiata da
ne'
figure, dove fiorisce ancora
canti, negli aspetti delle cose
tanta
poesia
249
naturale, ci
spieghiamo
le vette
come
fresca
V erbe
come
de'
le linfe cadenti
come
misteriose
i volti
grazie,come
negli occhi.
Altri aspetti a
fissandolo
sociali
l'occhio,
le condizioni
la
de'
il
tra
militare
di
sorriso, ne
21
si mostrarono,
tempi
il
trattare
verso
il
mutate.
erano
avvenimenti
48,
gravi
quando già
«
alle
venuta
era
umane
naturale, al Giusti.
era
e
teso
pro-
candide, lampeggiando
a
impressione degli
diversi svoltisi
penombre
insistentemente
si diede
onde
satirico,tenendo
Sotto
il Perugino,
maravigliandolo?
quelli delle
e
brutture:
Ma
più
lui
semplici
vide
e
nelle
le braccia
accenti
amorosi
con
di
Raffaello
mirò
che
abbia
più spesso non
quotidiana irresistibilmente
della vita
e
adorna
bassure,
lui
a
cari monti,
de' suoi
nevose
verdeggianti piani umbri, pura
dalle alte rocce
o
sorgenti in
dalle
polle
contamin
Bellezza, in-
T etema
come
mani
e
la rivoluzion
rati
lette-
dei
giornalisti;e campeggiava la declamazione, e
sètte si rinfocolavano
a
curarsi,
distruggere senza
e
le
o
del
poco,
crescevano
di rado
le condizioni
e
gioventù
la
coir affrontare
il
quali
e
d' avanti
chi
e
e
chi
a
pochi
stato
V
e
alla
prigionie,vuoi
e
de'
la
; e
si
e
pensatori
89, quali alla
principi stranieri,quasi
popolare;
e
tra
la nobiltà
i
nelle
alle
e
o
sangue
chi
;
col-
congiure
alle
miravano
chi
letture
fischiare
gentil
constituzione
e
all'Inghilterra,
all' unità, molti
col
il
non
bisogni non nostri
opposizione, vuoi
disperdeva
vigoria
sciti
fuoru-
dalle
e
paese;
sentimenti
teatro
pratico
senno
del
s' infervorava
le
l'applaudire in
e
vere
s' imbeveano
straniere
le
pubblicazioni de'
disconoscendo
l'agitazione,
pur
sostituire;
liano;
ita-
riforme
alla Francia
dinastie
tutti
regnanti
all'indipendenza
giovani e gli esuli allo
la borghesia benestante,
e
250
infastidite
delle
imposizioni e
il governo,
il
la
popolo
prorompere
proceder
violenta
civiltà nazionale
di
e
v'era
che
libertà. »* E
Toscana,
in
terreno,
vecchio
la traccia
di
di
sco
grotte-
virtù
la
turi
fu-
lavori
ai
nel
mirabilmente
per
italiano
schiettamente
di
proruppe
gna,
arci-
e
dall' edifizio della
radere
straniero, segnando
della
adatto
ciò
e
condizioni,
dolente, caustica
a
tecipare
par-
sotto
essere:
di tali
e
a
aborrivano;
ben
di tali avvenimenti
dovea
la satira
sovversioni
materiale
nel
si sdraiava
impressione
e
dalle
aspirando
pure
d'un
più
gno
inge-
cultura, di
di
spiriti,
fede, Giuseppe Giusti.
Ma
il
dopo
e
che
secolo,
mezzo
della
offrivano
e,
fu
scemare
del
produzione
cui
letteraria
r Italia presente, di
più
mento
logoro stru-
pel
che
nuovo
in
più
genere
particolarmente
fatto fu
la
per
l'Italia
tutta
di
come
di
giovine Stato piemontese,»'
propizio anche
nazionale, in
ormai
e
serio
da
vissuti
eravamo
vecchio
così
sospesa,
rappresentata,
«
primo
fantastico
fu abbandonato
letteratura
il terreno
mancare
il
»
le condizioni
la
come
cui
in
al
mondo
quel
tutto
d'idee
sentimenti
sfasciatosi
il 49,
e
fatti,«
de'
cimento
48
in
e
a
tica,
poli-
esservi
potesse
la passata,
scorcio
veniva
satira
quella
che
del
Giusti,
nello sfondo
la futura.
E
il Barbacci
sapeva
spingere
1
Carducci,
Zanichelli, 1899;
2
avanti
pagg.
736-7.
anche
avvide,
se
n'
di
là dalla
poiché
breve
l'occhio
cerchia
del
Opere-Primi Saggi, Giuseppe Giusti; Bologna,
331-2.
pagg.
Barzkllotti,
e
dopo il 48 e
moderna
che
del
La
letteratura
il "/p, in
Morandi;
e
la
Antologia
Città
di
rivoluzione
della
nostra
in
Italia
critica letteraria
Castello, Lapi, 1893;
252
d'Italia,anche
di
le condizioni
per
pacificheo meno
regione, « dove,
essa
della
e
dalla
italiano. »^
certo
un
sempre
tirannide
L'umbro
satirico che
d'un
encomiabili
ha
Né
forse
il Barbacci
per
stesso,
se
fine umorismo
al male
l'avversione
Anche
mentre
fatto
ha potuto
non
non
e
mente
viva-
sentiva
non
alieno
era
molto
portato
avrebbe
umanistica
artistici: tant'è
altri sentieri
per
gli sforzi
estetico.
dirò
cultura
sua
avviarlo
dovuto
che,
la
rattere
ca-
concilia l'indulgenza con
che
nel
: tanto
genere*
per
pur
dispetto,il fastidio del male
scherzo, fu per
propria natura
quel
in
più
attecchito.
il
dallo
servato
con-
volgare, il Torelli,
non
fermamente
nell'Umbria
mai
slancio
lirico,neanche
poeta
ha
mistico,
temperamento
proclive alla pietà che all'ira, di poco
che la poesia dialettale che ha
è vero
più
oppresse
valloni
scoglio cui de' caarrivan solamente
glisprazzi,
contemplare e studiare il perenne
burrasca
sconvolgimento
vamente
relati-
sempre
da
come
più facilmente
si pò tea
state
posto nella
trovar
vero
duzione
pro-
sua
male,
scapito della bellezza anche fornutrì invece
più e meglio le sue poesie latine
sono
incomparabilmente migliori.
italiana, con
che
Ma
pregi
questo
tutto
poesie
delle
condizioni
si maturarono,
non
all'educazione
del
di
solo
tempo
popolo,
Certo, la facilità
Barbacci,
I
non
Carducci,
e
op.
ancora
non
iscarsi
cit.,pag.
dal
332.
conto
essere
reggono
punto
ap-
in cui
utili
assai
godimenti
tellettua
in-
del
produttività
paziente lavoro della
l'abbondante
accompagnate
tenuto
anche
ma
i molti
scemare
d'ambiente
e
possono
alla lettura, fornendo
bene
per
Barbacci, che,
del
delle
è detto
non
253
lima, dovettero
stessi
metri
con
assunti,
dire
che
manchi
la verità
poesie, che
rappresentata,
la
Tra
perfetta armonia
in
simbolo.
né
falsa
Talvolta
anzi
ma
nessuno
nelle
sue
abbastanza
con
vezza
vi-
rare
deside-
troppo
descrive
fiore,la
né
del
la
vero
danno
e
la vita
d'un
d'un
rale,
mine-
natura
oscura
l'allegoria.
con
quella del
sprazzi
dignitàd'arte
a
nati
gover-
pregi,ad esempio, è notevole
cui egli ha saputo
fondere
la
d'un
la luce
i
i
la verità
concentrate
assurge
sia
Mentr*egli
l'aspetto
animale,
non
la vita
tutto
vi si faccia
che
e
la naturalezza.
realità col
vi
non
se
sazietà;
del
forma;
della
lungo andare,
a
ferma, generano
mano
potrebbe
finezza
alla
nuocere
simbolo
vivi
ben
il
e
sieme
in-
verso
vera.
IV.
Delle
sue
raccolte
poetiche
migliore quella
non
Tre
interessanti
e
l'indole
tutta
paziente, e
dal male
e
bonaria
si
e
sono
generosa
del
più ai
si
sta
manife-
nostro
polo
po-
distraendolo
suoi
alle riviste serie d'
mestieri.
allora,come
di
all'amico
Luigi Morandi
d,ellaquale piacemi riportar questo brano :
Rivista
Gennaio
una
europea di Firenze, nel
1871, così annunziò
alla pag.
che
tevoli
dilet-
meno
migliorarlo
sempre
anche
lettera
non
popolari,dove
di
cerca
innamorandolo
Piacquero difatti
da
i CanH
perciò appunto
regni della natura^
Ma
priva d'originalità.
é
rilevo
sui
sembrami
suo
fascicolo
il volumetto
tore,
au«
del
delle
La
i.
tue
Guglielmo Barbacci da Scheggia
ha pubblicato a Foligno un
volumetto
de' suoi
Canti popolari,che. ci piace distinguere dalla colluvie
di versi
che inonda
bacci
quotidianamente l'Italia. Il Baré sempre
felice cantore, e qualche volta
non
poesie,
347
:
«
^54
cade
; ma
e
l'indole
un
e
che
nella
che
future
di
alcuni
la scelta, al
lettore.
l'elogio
Come
più che
tanto
non
Per
questo, io che
fosse
mi
nella
così
lo rendono
caro
che
dirti
belle
le
italiano
sebben
:
1
è restato
ci
tra
La
lettera è
senza
data,
ma
pre
latini,sem-
ho
»
stranieri, le
centi
re-
Grilli
e
danno
dall'ingegno
bandite
demia
dall' Acca-
del
ventura,
Bona-
più che
noi
una
lingua viva,
liani
maggioranza degl'Ita-
pochi rispetto alla
fa maraviglia veder
certo
tra
e
e
persuadono
ognora
doti che
eleganti, non
critici italiani
internazionali
gare
cerità
quellasin-
tuoi versi
poetiche del
splendide prove che si
Amsterdam,
di
De'
«
versioni
nelle
il latino
studi
il Morandì
rare
e
bency pulchre^optime!
questo:
I moderni
:
bri
sem-
non
con
molte
facili,sempre
inspirati,
sempre
a
Barbacci,
delle
nel
d'oggi giorno: e
fin qui, cosi vorrei
tine
le poesie laesser
belle. Anche
al
orme
anche
lode, sì che
esser
addirittura
è l'ultima
non
sulle
nominato,
or
la
d' andar
affermo
se
lettera diceva
citata
che
ce
creduto,
Barbacci
del
d'
cercato
lusinghiero,
dell' articoletto,
autore
ai lettori ammaliziati
ho
del
gusto
assai
sforzo
mi
alcuno, contengo
com'
misurato
è
buon
ispecie poeti! »^
in
nessuno,
illustre maestro,
e
eccessiva
che
Gubernatis,
il De
adulare
adular
non
vedi,
usa
dell' amato
1*intiero
antologie,e però raccomandiamo
libretto, fidandoci, per
»
il movimento
poesia popolare; egliè
fede nella religione,
nel lavoro
spesso impeti bellissimi. Noi
fortuna
questi canti faranno
patria gli danno
crediamo
poeti professori
alla
la
e
de*
di sentire
dimostra
conviene
credente,
vero
nelle
più
lo
per
stile affettato
nello
egli pure
sempre
questo
dev'essere
del
albero
1872.
se-
255
della
colare
umanìstica, radicato
cultura
nel-
potente
fiorito
romanità,
lussureggiante
di maturi
frutti nel Quatcol Petrarca, carico
tro
in ogni primavera anche
e
Cinquecento, metter
quellidel
degli anni più miserevoli
per V Italia,come
dallo
immune
nuovi
sei e settecento,
getti,rimaiier
r italiana coscienza
mal
una
le radici
dovrebbe
i teutoni
esclusi
che
elegantemente
esser
inconscienti
della
dominio
gloria
e
rinfrescare
ammiratori,
se
e
fare
la
il
ha
ogni gente
né
noi
tutt'altro
per
a
specie nel
di
come
rinverdire
tradizione.
temperamento
né
;
sfaccendati
di
né inconsulti
fuori il Parlamento,
di
dico
millenaria
blaterar
cile
diffi-
aglistranieri,
servi
non
suo
lergli
vo-
continuiamo
pur
sforzo
ogni
sembra
scrivono
filologia,inorgoglirne
preconcetti di scuola,
e
quali
costantemente
è che
Vero
il latino
de*
e
nostra,
tutta
che
oggi,
ciascuno
davanti
e
durre
pro-
ambiente
un
invece
e
anche
utilitaria
respirazione,mentre
inorgoglirne in casa
non
frutti
creargli
e
italiana,
e
nuovi
e
dottrina
concetta
scalzar
alla
fiori
nuovi
sempre
che
francese
rivoluzioni
delle
accette
della
tro
den-
provvedimenti
varranno
a
legislativi,
estirparla pianta più bella e
rigogliosadella classica terra e a distoglieregFItaliani
E ci* dovrebbe
dal coltivarla con
monire
amreligiosoamore.
anche
ha
contribuito
vita
il vecchio
condanniamo,
scuole
nelle
il campo
V opera
più
facil
allor
può
latina, pur
oggi
al
; e
del
cosa
tutte
sue,
la nostra
guerresco
fornir
chiericato
a
alla
a
é bene
di
in
che
che
le disertava
ne
usava
per
rebbe
gioventù, sa-
animosa
d'
no,
mantener
resto, i metodi
quando
o
aver
dato
nella
mezzi
che
vital
un
filologia,
gioventù, e un indirizzo
mento
nutri-
corto
la rinnovata
intellettuale
quale, se
il merito
negar
che, volere
d' altri
meglio
e
tronco
ingiusto il
cultura
del
tutti
que*
arti-
256
stico, anche
talvolta
se
efficacia. E
all' educazione
Barbacci
il nostro
della
di
la
ancora
buona
sua
noi
a
pure
naturali
deve
Con
non
allegra V arguzia, che
è il
che
an-
nel
neggio
ma-
nella
egli
cilità
fa-
comune
non
assai
sembran
certa
appunto
che
tutto
latini,dove
i carmi
di
riuscita
acquistata una
avesse
verso,
e
clericale
lingrualatina.
poesia italiana
formale,
puramente
meglio
tanei
spon-
solo
pietta
scop-
precipuo
tenuto
con-
anche
si sente
poesie italiane, ma
il
lo spiritodel poeta
delinearsi
vibrare
si vede
e
in
carattere
suo
simpatico atteggiamento, e anche
raggiare di tempo in tempo quella bellezza delle cose,
avanti
delle
sue
cui
il
a
poeta
rimasto
era
quasi
inerte.
Spirant hinc zephiri suaviores,
feraxque tellus.
Prata hic pietà virent,virentque colles,
Et
est
aura
decoratur
Fructibus
Sarà
forse
noi
a
figlioletto,
d'
arte
e
furono
in
le ultime
italiani dell' infaticato
versi
e
d'
un
eccellenza
a
Favole
V
ma
;
la morte
assurgere
cinquanta
che
arbos.
gV ispira per
sembra
valere
omnis
sentimentalismo
il nostro
il dolore
che
"vens,
dieci
cedio
episuo
vera
Bozzetti
temporanei,
con-
produzioni poetiche
vegliardo.
V.
Nessuno
morale
che
vorrebbe
bene
la verità
tutti
i
con
vi
tempi
di
; ma
certe
e
disapprovare
il
descrive, per
com*
popolano
è
che
esempio,
il Fucini
sottrae
Belli
con
la donna
consueta
spirito
rappresentino
sono
di
quanta
arte,
qual impeto
lirico
con
che
chiede
mirabile, quando
alla
lo
sociali, che
brutture
vedete
che
negare
efficacia drammatica,
che
;
il
informa,
le
mai
vi
bevuta
V elemosina
presenta
il sol-
257
dino
bravi
tra
al compagno
darlo
per
così
schietta
parte frolla della
Pascarella
vìva,
d'
si sublimi
scarsi
non
cosi poco
paese
gradite a
matrimoni,
:
al
pathos.
impressione fu più
V
hanno
del
Barbacci
cosi
i versi
frequenti e
letterato
un
che
anche
nel
vive
ordinazioni
monacazioni,
della
il sonetto
come
e
perchè
occasione, delle occasioni
qual
con
il costume
e
air epos
pregi
affermando
ora
ritrae
società;
nostra
de'
uno
e
Trilussa,
il
favola
nella
contrario, forse
Al
stanno
ammirazione,
magistero poetico
del
si
che
poeti popolari
fame;
ha
che
piccolo
di
doti,
sacer-
feste
nascite, morti, recite, accademie,
religiose,
patriottiche,
guarigioni,donativi, ringraziamenti, petizioni.
la nota
Il Barbacci
trovar
sa
giusta e
spesso
r idea
necessità
in
una
Pietro
Ardito,
spesso
distolsero
dispiacciache
amico, due
ho
quando
che
ho
mi
eri
tu
che
e
casa
lavoro, ma
—
e
tornare
sono
lascia
testa
la testa
la
poesia
cosicché
! Oh,
più, ma
mi
capo
giù
Ecco
al Toni
tutto,
e
e
serbo
io
capo
di
tre
in
bine
bamio
mio
sento
che
tranne
che
dovrò
Nicastro
menato
vuota.
e
era
zia
una
fratello
un
se
colpi,
mi
perdei
anni,
capisco nulla,
non
Diedi
a
che
che
;
scusa
e
e
figlio,
alcuno
senza
ho
39
:
Non
Stimatissimo
«
marzo
madre
a
:
Ginnasio,
19
troppo
cendo
intero, benedi-
la sventura
come
muore
Spoleto e
Barbacci,che non
! Mi
fretta dal
allevato
e
una
lui
di
ingegno
lettere.
nostre
di
seconda
beli'
la
poesie,
domestiche
per
Spoleto, il
a
che
queste
quel
riporti qui
memoria
in
di
delle
culto
la
stata
era
educato
deserta
sventure
prima. Oltre
scritto
uomo
le
dal
righe
e
famiglia,
che
lettera
che
io
alcune
sua
lacrimata
alla
non
Ad
imponeva.
alluda
credo
il sentimento
naturale
felice,e render
sciare
la-
caro
meno
al
mezzo
ho
V anima
passiamo
quelle
tre.
olche
258
mandasti
a
del
del
le
e
me,
mio
mi
rimase
ove
:
adduce
fare. Avrei
in
desiderato
ma
non
Al
Gubematis
te,
le bozze
poesia, e,
di
del
foglio,ove ho
pagina un breve
ad
ancora
le notizie
mandato
lasciato
1 2
pie'di
a
io Tho
e
riuscito
sono
ho
e
scuse,
tua
ricordo
De
nuove
sempre
riportatouna
il beli' ingegno
tutte
perciòti ringrazio
hai procurato
nel farmi
leggere
Il mio
è andato
tre
libro non
più olè ora, perchè il tipoDecembre,
grafo
tue.
cose
in
trovo
Barbacci,
carissimo
piacere,che
nuove
sempre
averle.
biografiche
riguardano,perch'egli compili V articolo sul
Barbacci
mio
un
bisogtia aspettare ancora
; ma
po',
perchè siamo alla lettera M, % %\ dovrà giungere alla
Z, e poi fare in appendice quello che è stato omesso.
Pensa
dunque a star bene, che i tuoi amici hanno
ti vogliono veder
di te, e prima di tutto
premura
Mi sento
un
sano.
po' sollevato con questa breve
dolore.
conversazione
tra
noi, e cosi lusingo il mio
che
ti
—
Tanti
tanti saluti
e
Pietro
tissimo
cosi
E
altrettanta
Barbacci
di
e
ho
mi
non
sue
di
fosse
purtroppo
quelle d'
trovato,
stato
altre
ho
tra
altri
è stato,
affeziona-
tuo
sempre
»*
Ardito.
fortuna
; ma,
credimi
e
lettere
come
lui
dall'
ha poco
esso
le carte
a
di
concesso
trascegliercon
epistolariodel
interesse, perchè
rinvenuta
alcuna
pia
co-
dirette, il meglio che
il lettore
ha
visto,
vi
messo
profittoin queste modeste
pagine.
fu tutta
L' operositàdel Barbacci
l'
dalassorbita
fastidi e incarichi
insegnamento e dagl'innumerevoli
affetto gli procurarono.
r altrui stima
che
ché,
Sice
i suoi ritaglidi tempo
di concedere
invece
alla
già
a
comunione
I
Da
spirituale,pur
Spoleto,21
cosi desiderabile,
aprile 1880.
con
amici
ALFONSO
CERQUETTI
I.
nuovi
QUESTI
Montecòsaro,
di
chiudere
sono
sua,
studi
né
la
esigua
non
d'
e
io, indegnamente
due
di
il
61)
di
Ordine
Ancona
che
in
alle
Marche,
Italia,
si
e
nutre
r affetto
:
e
di
ma
perenne,
Alfonso
in
questa
per
atto
con
di
cui
di
di
e
nell'
senz'
e
e
gioventù
d'
gratitudine
altro,
storico,
e
sorella
rando,
ono-
come
glio
me-
tarlo
det-
seppero
che
promessa
italiana
grata,
quel
insegnamenti.
l'
dalpretato
inter-
aver
Umbria,
intelletto
di
devota
Perugia
di
di
e
di Rotìia
patria dell' Uomo
reverenza
la
mettervi
pre-
piere
adem-
compiacenza
ammirazione
Eccolo
spiriti
Patria
sembra
giudizio
non
a
augurale
Liberale
il debole
e
invito
77),
nobile
Lui.
Cerquetti,
benefizio
dalla
particolarmente
caldo
sia,
commesso,
da
e
giovani:
noi
X articolo
parole
(XLII,
di
gpraditissimo benché
ma
accolto
con
il sentimento
a
suo
dall' Unione
segnalato
e
opera
prefazione,saprei meglio
quale,
{II, 76), riprodotto
{XX,
del
ristampando
commemorativo,
utile
quel patrimonio
tramanda
egli
attendibile
non
ufizio, che
grave
di
voler
di
fine
senza
onorato
righe
questo
e
parte
eh'
esperienza
minaccia
cui
con
lunga
filologo
dell' illustre
Epigrammi
altrui
di
è
moria
me-
accetta
sì prezioso
26l
n.
Alfonso
anno
e
Cerquetti compie oggi il settantunesimo
età in Osimo, quasi dimenticato
di sua
da* vecchi
dai potenti,
quasi ignoto ai giovani, trascurato
agli umili
bufera
incompreso,
nella
desolata
casa,
dove
la
del
disinganno portò via con
inaspettata violenza ogni più caro oggetto, ogni fiore
che
gentile,solo lasciandogliun' inconsolata
figliola
gli tergesse le lacrime infrenate. Eppur non vinto dal
nel ricordo
dolore, ancor
tetragono ai colpi di ventura,
della
de'
consacra
morte
suoi
e
lutti,neirindiflFerenza
nello
ancora
studio
della
che
lo circonda,
lingfuail
materna
culto delle
di patria e il vero
grandissimo amor
segna,
glorie italiane, e in originalie forbiti Epigrammi congrato,
inaltra preziosa eredità che lascia al secolo
i frutti della sua
esperienza;
lunga e amara
suo
ancor
credente
negli altri
in
nostri
Dante,
nel
maggiori,e
Parini,
nello stuolo
nel
«
Manzoni,
numerato
degli amici, unico conforto, unica speranza.
Ripensare oggi la sua vita e i servizi da lui resi
alla lingfua,
tro
alla critica, all'arte, cioè alla Patria, denè solo gratitudine
la scuola
e fuori,non
doverosa,
ma
severo.
potrebbe anche fruttare ammonimento
i giovani che hanno
l'animo
Li ripensino con
me
il bene
servatori
più aperto a sentire e ad ammirare
; che, osdalle proprie o
ammaliziati
non
e lettori
la
dalle altrui tri3tizie,meglio potranno
riconoscere
tenderne
vera
gprandezzamorale di certe eroiche figure e inanche
meglio il pensiero, gli studi ; che,
eredi delle fortune
e de' dolori della Patria, purificati,
nobilitati dalla gratitudineverso
i buoni, i valenti,
spintidai luminosi
esempi della virtù insospettabile
sulla via della rettitudine, quelle fortune cercheranno
e
casto
»
202
di
accrescere,
que*
scrittore, se
questa
r animo
e'
inutilmente,
vissuto
esser
non
nerà
tor-
e
gita
ricompensa terrena, la fuggrande : grande nella bontà,
d' un' Italia
visione
venerando
potrà accogliere neldell' intraprendereil gran viaggio,
sorridere, suprema
a
Al
di diminuire.
speranza
sul momento
parrà certo
nel
dolori
pensiero, nell' opere.
Vivere
fu pel Cerquetti studiare, educare,
tare
aumen-
lingua,servire all' arte e alla
studio più intenso, più diligente,
critica: né ci fu mai
vòlto a più nobili fini che il suo
tivo
:
magistero educadel suo
citato
più illuminato ed efficace, perchè eseril
patrimonio
della
soda
dottrina
con
scientifico
meno
d' errori
scevro
religioneond' egli lo
servì
arte
e
la
venne
coltivò
pensare,
nel
più
senso
il
per la
suo,
l'
al-
; nessuno
venerazione
la sincerità
la
con
;
quale
nell' utilità della
criticare, nello
della
scrivere, fu
sfata
L'
parola, fu irreprensibile.
1' accusa
nettamente
d' incertezza, fatta d' oltr' Alpe,
senza
al confronto
e
ira, all' ingegno
ogni miglior lavoro
da
prensibili
irre-
sicografi
les-
studi
d' inettitudine,
noi
italiano
della
nel
italiano
anzi, nel rispettode' suoi
sua,
accettata
contributo
;
numerevo
lingua e dell' arte inspropositidi altri,anche grandissimi,non
venir
mai
agg^uagliata; nel sentire, nel
possa
alto
che
preparando
con
maggior
semplicità,la sicurezza,
egli corrèsse
pare
1' arte
e
bontà
rara
e
supinamente
:
dotta
essa
sfida
Germania.
III.
Nato
marzo
ben
a
Montecòsaro
in
quel
1830, quivi iniziò i suoi
presto
de'
Giannini
classici
non
fece
latini
e
di
Macerata,
il
i8
studi, innamorandosi
mato
italiani,finché il rino-
divampare quest'amore
in
203
ardente
tranquillapassione, che
ma
il
vinetto
diligentegio-
lo studio della filosofia
accoppiare con
delle leggi, di quella in Morrovalle, di questa in
e
Macerata.
Nel 1850 cominciò
a insegnar privatamente,
minor
nobiltà, e, dopo dieci anni
ne
questo con
per
seppe
di
oscuro
utile tirocinio, sali la cattedra
ma
nel
ceo
Li-
Morgagni di Forlì,ormai tutto dedito agli studi
di lingua e già vicino
alto il nome
levar
di
suo
a
valente
che lo fece succedere
filologo,
poi, il 1877,
al RJontanarinel Liceo
fu
Campana d' Osimo, dove
vive
e
or
pensionato.
fu collocato
Se ufficialmente non
più in alto per
la miopia de' nostri supremi moderatori
degli studi
le guerricciolesorde che suol suscitar negl'ine
per
trastabile,
vidi, ne' battuti, V adamantina
virtù,il merito inconsoflRiso di
egli vi si pose però da sé, non
della luce che egli dalla parola
ma
gloria mondana,
studiata, dall' arte
tenacemente
difesa
dagli abboccatutto,
trasse
per
Non
d'
esser
forza
ebbe
da'
sirditamente
lui
per
li chiama),
rivista]
(come
volontà, d' ingegno, di g^sto.
di
quegli
neppur
onori
che
mente
difficil-
non
attingono gì'inetti, i ciarlatani, i guastamestieri
d' ogni maniera
: tutto
quel che gli toccò, fu
nominato
membro
missione
(!)nel 1868 della regia Comde'
testi
di
lingua, di
fu detto
suoi
egli si
»
tributò
;
esser
ma
da
se
cui
venuta
«
(non
a
man
veramente
onore
co' dotti
e
so
se
nevolment
ragio-
versari
degliav-
monumentale
volumi
granitici
blicati.
pub-
IV.
Sei
de'
della Crusca
quali
di
correggono
Correzioni
e
giunte
(sullemedesime
al
Vocabolario
stampe
di
264
gli Accademici) infinite lezioni en'ate,
r inesatta lessigrafia
de* singoli autori, che, a detta
del Bindi, « è non
tico
ispregevole parte del colonto anindicazioni, numerazioni
sbagliate,tut», erronee
si serviron
cui
t'
stesso
di
insomma
caos
un
tempo
non
sentita
per
conosciuti
d' autori
centinaia
da
bolario
Voca-
giunte al
di
proposte
numerose
avvalorate
neir i-
spropositi,contenendo
dire.
Cerquetti, ne' suoi lavori, si lasciò ispirare
dall'aureo
trascurato,
principio,quasi universalmente
il Vocabolarista....
che
«
meglio che di far le ricolte
la
buone
di fame
delle
con
grandi, abbia in animo
di un
sicuro per lunghi studi
scorta
giudizio renduto
italiano ».
sulla proprietàdell' idioma
sulla natura
e
n
E
così lo seppe
il
Tommaseo,
ne'
francesismiil Viani,
dell' operetta
Lessico
molto
del
Manuzzi,
il
»,
e
diceva
il Fanfani
corrotta
nell' abbellirsi
i8òo,
Cerquetti, lo
canoni
come
fin dal
che
valente
dell* infima e
date
Fanfani,
prim' ordine, accolsero
la più parte delle
giunte del
fecero
nell' Appendice ai pretesi
Cerquetti. Altrettanto
poeta
il
lessicografidi
Vocabolari
loro
che
attuare,
italianità
le osservazioni
e
;
«
filologoe
1' Arlia
dove
nel loro
sono
che
an-
linguisticheche
giornali.Onore
pubblicando ne'
Cerquetti andava
certo
grandissimo.
Né
senza
grande ragione, parlando degli scritti
altri cinque
di lui (editi in
e
lessicografici
filologici
affermava
fin dal 1879 che «gioveranno
volumi), il Morandi
il
moltissimo
»,
ancor
al
di là da
Vocabolario
storico
della
venire, perchè troppo
poco
gua
linci
più glorioso patrimonio della nostra
ì lessicografi
nazione, troppo pochi sono
appassionati,
pochissimi quelli che usano
la diligenzadel Cerquetti.
Che
1q stesso
Morandi
V Ap'
citando
gli riconosceva
sta
a
cuore
il
205
al Vocabolario
pendice di lui all' Appendice
la
fa parte di
quale
altro
un
Rigutìni,
(altriquattro o
g^ppo
cinque volumetti) di pubblicazionidi
ai vocabolari
in
primi
tre
Gli
e
dieresi
senza
Sulla
Nuovi
;
del
Il
Re
Sanctis,
mondo
sineresi
Discorso
Biblioteca
»), sono
«
chi
di
chi
vi
entrò
«
e
esser
che
forza
al
lingua ;
quante
tra
»
che
usci
ne
ondate
r aridità
del
mandati
tempio,
i barbassori
di
rivelate
apparente
inutilmente
gridi
di
di
codesto
quasi
son
cittadino
sdegno
tra
di
in
il
del
viene
quanta
è
pure
le
«
dallo
E
studio
nei
vera
studio,
forme
parole
».
pienza
sa-
:
non
quanta
della
polmoni
;
spiritodi bontà I Né
chi
degli scritti del Cerquetti cercodesta italianità.Son
spirito,
;
quanto
i
parentesi contro
che
lingua
e
di
o
lunga
gran
italianità
frecciate
della
suoni
Gioberti,
al cervello
e
bellezze
puri
il
diceva
Sposi;
disse
come
»,
diligenza e
della parola non
di
parole, erra
cuore
resi
Die-
;
innumerevoli.
lo studio
credono,
crede,
rola
pa-
leopardiana (non compilato
veramente
! Poiché
molti
succosi
esempi
I Promessi
ne
Quanta pazienza, quanta
come
Pro-
esempi) ;
(1*ultimo
Corona
della
/ versi
recanatese
«
altri Nuovi
;
plurale (più di dugento
del
degnissimo
De
dai
e
Storia della
Pagitottanie
;
voce
Martire);
catalogodella
modo
Cerquetti scrisse,
esempi di
nel
letterario
povero
dal
Appendice al prec, ; Difesadi Irrequieto
;
di sineresi; Buon
// valore
il
che
Beatrice,sapientee sapienza,trisilloH
;
dieresi
non
con
poi
arguti,quali:
e
del
del
a
Manzoni.
articoli
Roccolo
mancanti
vigile accorgimento,
postumi del Leopardi e da /
volumi
Sposi del
messi
voci
quelli del Fanfani,
GìorginiBroglio,desunte
e
genere
Rigatini, del Gotti,
Cerquetti qua e là,
del
paiono
sine
e
dell'arte, son
nausea
contro
fJrofanatori
ictu
brevi
contro
mazioni
escla-
gì'impostori ;
266
ma
di
chi
per
padre,
sente
vede,
e
voci
son
severe
e
buone
d' italiano.
Rammentiamo
lui
con
ai
«
giovani
lo
come
cettare
ac-
ragionevolidi coloro che sanno...
di felice disposizionea ben riuscire in ogni
disciplina;e del contrario, il contrario ».
la amonizioni
sia indizio
di
maniera
«
Giovani
pli de
italiani I
/ Pf omessi
dice nella Prefazione
»
^osi,
air ed. Hoe-
studiate, studiate
«
in
questo
preziosissimo Libro, dal quale, come
imparerete a
parlare l'onnipotente lingua del popolo e a scrivere
impostura, così, e
senz'
rerete
più importa, impadiventar
galantuomini veri : dico veri,perchè
galantuominifalsi « ne son piene le fosse » ;
a
de*
oggi
benché
dalle
uscire
il santo
che
lor bocche,
molto
di Dio.
nome
occasioni, sentirete
in certe
»
V.
Nel
più propriamente critico, il Cerquetti
campo
oltre il testo
della
vero
del
Leopardi
molt' altre
di
e
Monti
del
stesso,
Batrocomiomackia
e
di
prose
de'
e
lipomeni
Para-
del Leopardi
poesie
Giordani
del
e
egli addita più di mille errori
da questo e da quello),ci ha saputo dare,
abboccati
dice il
dopo due rispettivisaggi preparatòri,e, come
», il Testo più
Michelangeli, « con
maravigliose cure
d'altri
sicuro
delle Odi
dal
errori
di
che
stampa,
lo
Morandi
ebbe
Son
son
cui
Parini, citato
/ Promessi
a
onorevolmente
e
guito
se-
(con un Saggio di falselezioni e degli
colo,
calil mio
più di 4500 secondo
deturpano dal
de
fosse
del
Carducci
edizione
se
in
(volume
dire
al
lygi
Sposi del
che
tornato
al
mondo,
lavori
che
pochi
se
ne
don
sanno
iSgr), e un' infallibile
Manzoni,
sarebbe
cui
il
compiaciuto,
Alessandro
e
di
posson
stesso.
fare, e
di
268
punteggiatura. Dal che
qual dovette essere
egli stesso
se
anche
si
il
ci
non
tare
argomen-
del
magistero
questo
su
anche
potrebbe
Cerquetti,
voluto
avesse
mandar
qualche sprazzo di luce, fugace ma vivo, come
alle quali
critiche
quando parla delle esercitazioni
addestrando
veniva
i suoi
infine,gli scritti polemici del
ricordiamo,
Se
Discorso
filologointorno alle cose
Pietro Fan/ani e le sue
su
(di cui la Patria s' occupò
quali
uscirà
della
luminosa
in Modena^
del
della
s' improntò, non
tutta
di
carattere,
ammirazione
grande
sua), se
cui
nostro
che
nore
1
un
Esce
un
tale Uomo
invece,
dell'infaticabile
ha
quanti lo
de'
segno
che
tanta
del
cuore
anzi
altezza
compresi
questa felicità d' ingegno,
accogliere
possiamo non
di fiero orgoglioper T oitaliano !
aggiunto al nome
non
esser
rito
vede, qui in Perugia, per megeniale tipografoGuglielmo Donninì, che,
già postosi in alto per sola forza d' ingegno
giudiziodegl'intendenti,ncll'affetto de' suoi
di
e
ognun
come
e
senso
il
grammi
gli Epi-
e
volume,*
e
nerando
vee
recentemente,
bontà
possiamo
d'attitudine, d'energie, non
neir animo
rara
per
opere,
pensiamo
a
scapito
andò
non
Crusca,
della
secondo
un
attività
operositàintellettuale
e
alunni.
conoscono,
mostra,
e
di
volontà
operai
e
nel
mirazione
nell'am-
in ciò simile ai
poch*
grandi Editori, di sapere e di volere degnamente onorare
i veri cultori degli studi e dell'arte.
di lui.
2 È degno del primo, e della mente
e del carattere
che tutti quanti i componimenti, ond' è costituito,
Basti notare
furono approvati nel manoscritto, come
senza
compiacenza
non
è pari alla profonmi scrive l'illustre vegliardo,la cui modestia
dità
del suo
del suo
e
dice
giudire, da un
all'impeccabilità
sapere
nostri
ch'egli chiama, qual è di fatto, " valoroso e di
N' è pronto
squisito », Alfonso Bertoldi.
—
un
terzo
volume.
gusto
per
la
ramente
ve-
blicazio
pub-
26g
Quel
che
duole
st' ammirazione
ben
la
che
i
sarebbe
che
minor
i
bene
nostri
di
occupiamo
Intanto
buono
e
solo
retto
e
nostre
Alfonso
desiderabili
della
una
coscienze,
godrà
onori,
degli
massimo
agli
Perugia,
Eroi
18
onori
sarà
che
del
lavoro.
marzo
1901
18
-
e
si
dal
se
di
lieto
maggio.
vani
di
mente.
inutil-
o
più
non
che
questo
civile
cordo
ri-
ripercuota
ricordato
popolo
un
animo
d'ogni
che
schivo
e
ci
d'estetica.
avremo
cosi
Cerquetti,
che
vanvera
a
beneficata;
non
di
saperla
rispondono
troppo
ammonitrice
voce
male
sa
orribilmente;
dovere
Patria
la
ignorati,
non
critica,
com'è
ricordiamo,
si
o
di
sono
che
grande;
di
sa
deturpati
son
que-
senza
grido
scolastici
lingua,
sorgerà
il
ma
fine
ha
non
ordinamenti
nessun
a
nelle
autori
male,
nostri
chi
da
che
sono
si
non
è
anima
non
Italia
in
anche
lingua
nostra
più;
che
prova,
V
stringe
quest'orgoglio
e
trista
che
e
può
è
butare
tri-
LUIGI
Giovani,
Ej^egi
|N
MORANDI
blando
un
Signore
giovinetto biondo,
Gli
Perusia.
del
carezza
La
Todi
bacio
materno
il
mentre
r occhio
luogo natio,
caro
dietro
perdendo
fuga
la
di
le
di
bel
modesta
la
dall' alta
finestra, g^uardando
preghiera
che
Dio
neir
cuori
quasi
aria, quasi
che
si andava
fantasia
La
che
madre,
confondeva
la
Brillava
l' occhio
con
mattinale
diletto,
figlio suo
dal
quel
di
declivio
commossa
con
natura,
giù pel
esilio.
in
la
ca,
bian-
arrestar
verdi.
al
glista
an-
fetti.
d' af-
la via
1' afflitta
l' augurio
con
volto
vulcano
campanile
e
innamorato,
s' allontanava
luce
la
fremito
serena
di
due
gentili.
—
della
ti
a
e
sul
cercava
de' colli
vette
lasciava
AeVC
per
cara
un
volta
;
un
giù
quella
rivedeva
desioso
cuore
biondo
quel
casuccia
lacrime
andava
giovinetto
umido
nel
;
andava,
carrozza
alla
s'avviava
gonfi di
occhi
1861,
sedicenne,
appena
e
del
autunnale
mattino
la marzia
Signori, ^
e
Va', figliomio,
tua
povera
sorreggerà
I
giugno
Conferenza
del
1899.
buono
ti sia
mamma
ne' brevi
tenuta
e
sconforti,
alla
R.
Scuola
bravo
:
davanti,
sempre
t'
l' immagine
incoraggerà
norm.
m.
di
essa
a
vin-
Perugia nel
2^1
gli ostacoli, t' infonderà
lasciare le tue preghiere or
la fede
cer
tua
ti invocherà
non
desterà
la dimane
tra le braccia
la
della
tua
i monti
tra
ti
come
mio
dolce
figlio
Così, come
e
di
e
ausilio
magico
ardere
chiama
nel
tenerelle
priva già
questa scuola,
della
nella
lei
maestro
luce
;
i monti
di
queir
intellettuale
di
già ai grandi misteri
ne
fu la
e
del volto
d'
egli,spronato
idealità,corse
di balza
in balza
monte
mena
della
dritto
da
fino
a
illuminato
altrui per
dei
fidente,e
raggiungere
de'
: non
quella
raggi
ascese,
la vetta
del
la
di tante
giovane
forza
un' intima
e
che
mente
sorrisi
del
sereno
via, ardito
si rischiarò
affettuosa, né
mamma
creaturine
buone
s' a-
loro
quella
laggetto
vil-
che
anima
dell' arte
pulita,rifulse
e
;
nelle loro
la mente
non
del
i bimbi
ma
sentirono
non
e
che
fantasia
commossa
scoletta, ordinata
:
con
gonfiava il cuore
quelle immagini festose
il
vecchiarella
cara
giovani
quel
o
d' affetti che
profumo
grandi affetti ;
ai
s' affacciava
voi,
di
molti
—
I
egli tornò a
perduto tra
anime
felici.Va,
saremo
quei voti ardenti, quali possono
di quella fata benefica
si
che
cuore
mamma
Ed
di
io sarò
maestro,
come
a
giovinetto biondo ; con
pietose che gliarridevano
col
lieto,bello,
quel villaggettoperduto
sarà pulitala tua scoletta,
Luigi Morandi,
speranze
presto
il Signore t*accompagni I
che
del
e
oh
come
carissimi, siete venuti
cumulo
toma
torna,
in
su
bene,
caro,
né ti
la sera,
mamma,
maestro,
vorranno
della madre
voce
sonno
e
povera
vedrai
:
: non
maestri, rispettali,
servati
con-
bravo:
e
de' tuoi bambini
mamma
il
i tuoi
sarai
quando
:
la
che
esse
ama
:
buono
sempre
superbo
con
nella vittoria
stro
mae-
d' affetti
ascese
del
pianeta
lettoso
diche
ogni calle, il fulgido pianeta
fede, della libertà,dell'
arte
!
2T2
Così, come
Luigi Morandi, possiateascendere
voi,
Questo è il
modesta
la mia
significatoche vijol avere
parola
d'og^: augurio, cioè, che, ispiratidall'esempio del
o
giovani, e
antico
vostro
v*assidete
la vita
luminosa.
la vetta
toccare
che
compagno
voi, informando
ora
intima
dell* anima
che
agl'Ideali
sedette
la
della
illuminaron
del loro
cui
egli sali, e
alimentando
quella fiamma
indistrutta
cosa
per
lità pura
che
ziate
la speranza
siate
realmente
e
qualunque
grande, la pura,
sia
il campo,
volontà, delle
Qualcosa :
solo
la
fede,
però
maestri,
educatoriynel
nel
che
senso
cuor
bene,
ma
pos
virtù
oggi
\i
u
dellJ
affetti
vostri
se
altissimo
vuole
accarez
d' essere,
per
forze, de'
senso
mora
possiate godere
e
qualcosa
vostre
fati
posto d' o
un
professori
ma
anch^
della
parola^
Principi reali, critici,deputati :
di
maestri
ne
società
importa, badate
non
solo
soddisfazione
la nobile
scendo. dal nulla, divenuti
vostra
ne' vostri
viva
conseguire nella
nore,
mente
splendore l'erta
non
nutriate
ne
vostra
bene, di virtù, di
di
dentro,
gli arse
dov(
coscienza, tu.tta
vostra
vostra,
banchi
sui
l'Italia nostra, l'U
manità.
Ma
rarsi
:
voi
l' ispirazione
ha
diretta
del
morale
e
a
;
coli che
del
come
basti
non
ispi^
conoscenza
sviluppando la coscienz^
da
esser
venne
che
tratta
che
dalla
vogliam proporci
egli adoprò
a
mettere
ii
gli si agitava dentro ; degli ostai
scelse i
ebbe
a
; degli affetti che
superare
si venni
in una
cammino,
parola del come
formando
che
il carattere
personalità
Perciò
vostro
de' mezzi
la vita
azione
si
come
bene
intellettuale dell' uomo
modello
duci
comprendete
e
moltiplicando e integrando
l
sua.
gradirete
sguardo
la
che
figura
ai
scolpire dinanzi
rico
e
Luigi Morandi,
io tenti
di
273
linee, V edificio della
brevi
struire,con
operosità
sua
letteraria.
Nessuna
questa scuola, che
fama
proposito, ciò
a
me
in
cara,
nel volume
Vale
«
la pena
fra i
come
nell'anno
un
di
del
dalla
la
onora
carattere,
e
e
efficacia fossero
che
cattedra
vi
ha
che
:
dura
e
giovani
idea, da
1' amicizia
Certo
il destino
preparato
che
vero
la
azione
efficacia sulla volontà
per
di
1' altro,
quanta
gli
1' esempio
mediante
e
litico,
po-
e
gnamenti
inse-
dalla
»*
parte mia, d' inalzare il turibolo
di
da
ormai
e
uomo
mente.
argomentare
l'una
per
è
sua
può
e
il
le virtù dell' animo
essa
se
la
si
insigne
con
aver
ma
ricevevano.
Nessun'
al santo
i
di
iscritti
si
genialitàdella
uomo;
sull'intelletto,ben
vi si trovano
legga con
legittimo orgoglio
di
e
la
diretta
ben
della Scuola,
onore
letterato
la Scuola
:
fondazione,
sua
patria sua
con
dell'illustre
educativa
ad
notare,
compiacenza
pretende
non
di
lavoro
vostro
Luigi Morandi,
di
che
e
del
voi
a
persona
prossima pubblicazione,
dieci alunni, che
primi
1861-62
senso
nome
fru^H
di
una
di
ricordi,
che
anzi
scrive
volume
un
de'
che
ricca
meritamente
Basterà
tradizioni.
buone
questo
a
e
di
e
cosi
è
pur
fasti di
magnificare i
di
pretesa dunque
cui
mi
Luigi Morandi,
onora
anni, fin da quando cioè egli
dieci
all' Università
la stima
di
esaminava
cui
contro
che
egli m' ha gratificato
ogni mio merito, anmio
destissimo
moprefazione a un
pubblicamente in una
lavoro,
I
Masch.
I. Benci
VENNI
e
in
di Perugia, Ntwvi
introduzione
del Dott.
Tipografia Cent.
che
mi
ancor
Gli
Allievi
frutti
Ciro
di
Roma,
mi
conserva,
della
del lavoro
Trabalza,
Coop., 1899,
^^
e
R.
P^gR-
Scuola
illtistrati a
prof, di
260.
restereb-
cura
Norm.
e
con
lett. ital. ; Perugia,
^74
bero
che oneste,
profanate,se io, con intenzioni men
parlassia voi dell' illustre amico : ed io son
troppo
geloso custode di tanta amicizia, di tanta stima.
Niente
verà
tropiù che lo scopo, che credo nessuno
niente
più,dico, che lo scopo
degno di censura,
di presentare alla
antico
voi,
nelle
di sentire, ad
battagliaiVi
alla
V
orgogliodi
statue
dolori
che
di odi
su
r onestà
alla Patria
ardente
più
dato
la
Poco
quando
; e
sanguinose
una
vivo, anche
quel
famoso
verso
di nobili
abbiamo
c'è
a
da
si fosse
;
pentircidi
non
detto'
sulla
eh'
essa
sarebbe
si riversa
della loro
vita
fu
per
perchè,un
essercene
di
d' intendimenti,
modestia
non
ora
estinta!
chi vive
Ideali umani
la
se
che
sprezziam, lodiamo
dire
statrice
deva-
che
illustri,
nobiltà
con
accorgerci di
non
inoperosa vecchiaia,
non
1' onorare,
d'un
che
le forze
tutte
bene
di
delle
piazze
tanti cittadini
Farmi
viva
le
e
grandi,
questa bufera
tra
vietarlo.
Mostriamo
non
di
e
vita
vero
de'
memoria
le vie
danno
e
male
Virtù
pel trionfo
tristezze
di vendette
giovinezza
volesse
fosse
I
invece, viviy quei grandi,
di
l'integrità
e
han
pur
sua
e
e
sarà gran
non
sentire, soprattutto,
perversar
sinceri, tra questo im-
esser
popolando
van
città italiane, mentre
ebber
di
postumi rimpiantialla
di
T
augurio, che
menti, le ispiria nobiltà
fiammi
concepimenti, e v'in-
faccia
voler
a
vostro
la,
questa Scuo-
a
che
allievi maestri
essere
D' altra parte,
le cui
più
vostre
altezza
il ritratto d'un
insieme
onore
air Italia: niente
e
stampandosi
esso,
fa
che
compagno,
a
fantasia
vostra
Luigi
spesa
la Patria
bel
e
no,
gior-
accorti.
Morandi:
interamente
a
276
Forlì, dì Parma
di
tecnico
tuto
si fece
d'insegnantea Spoleto
notevoli
iniziative : la prima
vita
lettere, V istituzione
dalle
com'egli
da
fu
disse
stesso
una
parte è
e
dall'altro
non
d'una
Marche
alla
che
»,
lotta
una
del
popolare,che,
d'una
Biòòlioteche
stà,
one-
sua
; la
«
Circolanti
L'Umbria
le
e
Marche,
il
e
Settembrini,
; la
tuzione
terza, l'istiScuole serali
delle
e
poco
seconda, la pubblicazio
come
il Mamiani
gli
critica che
elettorale,d'uomo
uomini
e
della
Sanseverino
a
ciò che
f ala:
non
mondo
stampavasi
il Fiorentino, il Vannucci
delle
aliena
rivista letteraria,
collaborarono
quale
quali,molto
documento
la confutazione
sua
di tre
Banca
una
Nella
promotore
argutamente,
faccende
pratico delle
delle
di
scarso
rivolta,durante
di Roma.
e
gfratuitamentedirette, alle quali deve molto la
italiana. Professore
diffusione della popolare cultura
da
lui
pareggiato nell' Università
più volte, per amore
di
deputazione,l'opera
della
quefcH anni ricevendo dal ministro Correnti
dì venticinquelire! »
che questi fatti e l'enormezze
che
Ricordato
di
uno
commetteva
non
fiutato,
ri-
quale ha
alla
Roma,
tolsero all'on. Morandi
cazione
gratifi-
una
il Comune
fermare
il piacere di potere af-
«
a
deglianni passati
me
Spoleto il più caro ricordo,e considera quellapatriotticacittà coseconda patria,» la Scuola pareggiata prosegue:
« Entrato
sua
verno,
dopo quei tredici anni, al servizio del Goper regolare concorso,
tutta
con
vi rimase
di gola
sincerità,ch'egli conserva
per
altri diciassette anni, finché
lo costrinse ad abbandonare
non
i suoi trent' anni
la ebbero
di servizio
non
ebbe
una
l'insegnamento.
E
così
prima
per
1902
il Morandi
di loro
conto
dei
fu
de' suoi
punito dell'essere
al servizio
comuni
e
del
Governo.
dello stato
all'ospedale! » V.
(XXI, 93), dove questo
anche
entrato
«
E
io avrei
V Unione
riassunto
Ma
soldo di pensione,
un
colleghirimasti nel
di Spoleto, perchè quel ginnasio diventò
alcuni
malattia
fu
per
tre
men-
ginnasio
reggiato
pa-
governativo.
diciassett'anni
così, egli conclude,
potuto
finire
liberale ^'^X 24
ripubblicato.
damente
como-
aprile
277
Facoltà
dalla
molti
e
T ufficio di
anni
di
molti
gli è
gliene dette
a
un
il
cresima
anche
vero,
fece
volle
del
cordialissimamente
1870, che
nel
che
del
67
nel
Come
tenergli
Morandi
patriotta
Garibaldi, che
con
il Morandi
Caro
ha
bambini.
maggiore e lo
una
: di
poesia
stato
col
recentemente,
molti
da
la campagna
suo
afFezionatissimo,come
e
nepotino Ugo,
suo
invidiabile
babbo
devoto
rimasto
prova,
come
italiana
la letteratura
anni
che
V amò
che
Ruggero Bonghi,
da
agliesami parziali
il Re
dal compianto
figlio,
insegnò per
poli,*
al Principe di Na-
S. M.
a
esercita
richiesto, vi
esaminatore
Proposto
laurea.
sistente
italiana, di cui fu in-
di letteratura
d'insegnante
sua
stimò
e
sul 30
lo
amò
lo
posta
aprile,com-
all'eroe, questi
inviava
gfrazieper la vo*
28 e per la magnificapoesia.» Nominato
stra del
poi
al Barrili, Segretario
dall' istesso
Garibaldi, insieme
del Consiglio di guerra, fu presceltoad accompagnare
il.Pianciani
nell'occupazione di Tivoli, di cui tenne
gli
scriveva:
cosi bene
in
«
difficili momenti
quei
politicae civile, che
Romano
un
fautore
ardente
ed
di
del
è stato
Scuola
Ma
I
Luigi
vecchia
Cfr.
Come
Morandi;
si
fu
1 E
della
pace
versale,
uni-
di
tale rappresentante
un
onora.
e,
che
1' Osservatore
compiaceva
data
spesa
Civiltà,immacolata
sono,
quel
perfino
molto
Todi, che
di
si
della
ne
ce
lo lodò
vita, dunque, operosa
e
l'amministrazione
zionale
Segretario del Congresso internaOra è deputato, in seconda
legislatura,
Roma.
altamente
di
e
Collegio
Una
ne
il Pianciani
di che
y
Morandi,
rarissima,
cosa
più
beneficio
Paravia,
1901.
che
po-
d' errori.
scevra
Vittorio Emanuele
della
come
sempre,
in lui è ammirabile,
educato
Roma,
a
si è il tem-
III.
Ricordi
di
278
del
peramento
la
V
carattere,
integritàdella
coscienza,
qualitàdell' ingegno.
ciò
Su
in ciò
che
permetterete
sta
la
appunto
fermi
mi
un
spiegazione
di
chè
per-
poco,
la
tutta
sua
originalissimaproduzione letteraria.
di
il cuore
aflFetti grandissimi scaldarono
Tre
: la
Luigi Morandi
Famiglia, la Scuola, la Patria :
della Famiglia apprese
esercitò
nel santuario
pre
seme
libertà
le più squisitevirtù morali ; all' unità
e
le forze
della Patria ardentemente
aspirò e dedicò
della mente
del braccio
e
sacro
tempio della
; nel
de' giovani, i
Scuola
egli sposò, per V educazione
nobili aflFettidella famiglia e della patria sempre.
Specchiatevi in quest'esempio luminoso, voi, o
giovani che vivete in un tempo nel quale, in nome
vasta
e
camuflEate
chimere
di certe
nell*
che, innati
neanche
ai
a
sentire
virtù,come
cui
per
dove
i
culla
rozzi
di
e
e
furono
ignoti
si vorrebbe
e
esercitare
occasione;
pura
fabili
inef-
crescemmo
a
di-
sentimenti
non
cui
aflFettie
sospirarono
tanto
; in
nascemmo
primi
quei
natura,
umana
popoli più
il paese
educati
Ideali, si vorrebbe
famiglia,soffocando
la
sgfregare
da
e
soflfrirono
siderare
con-
fummo
le
prime
questa patria,
i padri nostri,
più, allargarlasino ai confini
d' ogni coscienza
d' un
di nazionalità
cosmopolitismo nemico
festazioni
e
perciò della sorgente delle più alte manidel genio e dell' arte, e, starei
dire,
per
d' ogni più nobile
entusiasmo.
è prova
aflFettuosità di figliolo
Della sua
questa
tenera
poesia che s' intitola Preghiera di un fanciullo:
tutt' al
ripudiarla,o,
.
La
E
Via
E
mia
io
non
se
so
che
la porta
lascia
su
è là sul
mamma
povera
farle,meschinello
il morbo
la terra
un
Jetto
!
maledetto,
orfanello
^79
Misero,
pane
senza
mio
Ah, guaritelavoi, Gesù
Voi
foste
pure
Movetevi
Senza
il babbo
e
!
Guaritela, Gesù
E
Portatemi
Del
sul
precede
che
^
poesia
nel
lui, vissutone
le
e
preghiera;
cure
natio
paese
e
una
fecero
il
amato
suo
!
seno
al
sì chiude
quasi
gravi
guerra,
la sera.
poesia
una
gli occhi
!
la volete, almeno
Campanile
La
intero.
serrar
in
no,
d' Italia, quand* apparvero,
scuole
per
se
:
la terra ?
su
attaccamento
testimonianza
don
mamma
lei nel vostro
con
forte
suo
la
più la mia
vi dirò
guarir non
se
destino
voi fatto in tanta
avreste
non
bello ;
bambino
povero
un
pietà del mio
a
Come
Io
tetto!...
senza
e
e
che
prosa
di tutte
giro
che
suo
desiderio
paese,
le
le
riferir
vorrei
col desiderio
ren-
di
che
sempre
fuori, tra
de' suoi
è assai significauffizi,
tivo
i centri
polosi
po-
di bontà:
mi
Quando
Dal
giunga la dipartita
crudele di questa vita.
a
e gentile.
requie, mesto
Bel Campanile.
mar
Sonami
aspirazioni patriottichefan fede, tra
poesie, questi immaginosi e pateticistornelli
Delle
le altre
scritti il
tra
sue
2
i
cora,
aprile 1866, quando Venezia
aspettava anfremiti, di ricongiungersi alla gran patria
italiana.
Non
buona
di
vi
e
gravi
sana
I
1888;
V.
pagg.
77-9.
e
di
rondinella
in Poesie
li
ve
fa tanto
vaneggiamenti
O
che
di
Luigi
rilegga:
bene
un
al .core,
pò* di poesia
in quest'età
pallide fantasime.
che
per
Morandi
l'aria vaii
; Città di
Castello,Lapi,
2 Ho
Come
forti che salirono in alto
gli uomini
al
incentivo
nella gioconda povertà un
incessante, e negli ostacoli rafforzò
e
tutti
grado, ebbe
lavoro
onesto
la fede
eh* ebbe
poveretto ed
Son
Vedo
nella
viva
sempre
la
con
armato
ho
lo
da
conosce
Chi
mirabile.
vicino,
che
sa
non
inoperoso. Il sempre
dies dell* imperatore Tito
vecchie
e
vane
parole.
trascorso
nuUa
L* animo
ha
mille
in
artefatta,
non
sincera, tutta
come
ce
conosciuto
lui
non
buono,
e
e
vero
dav-
sono
sta
manife-
lo
bontà, badate
tante,
son
titolo
altro
una
giorno gliè mai
vo/it dell* Alfieri e il
per
una
ne
:
paesana
:
V ha
di
e
schietta,
ma
lode
di
bene,
per
lui,
lasciò mai
reggia,non
del buon
però il più genpopolano, essendo
tile
squisitode* gentiluomini.Bisognerebbe essere
che, dalla
il fare
e
stato
diversi
piena.
un
eccessivamente
modi
:
volontà
ferrea
di
sempre
veramente
costanza
cena
fantasie fiorite
tante
L'anima
Fu
:
in fraterna lite
ogni giorno il pranzo
Eppur di
vittoria
giorno
un
arrivato
casetta
Todi
a
familiarità
alla
lu i per
con
vedere
quanta
con
cittadino.
più umile
notevole
anche
Cosa
tanti piccoli
questa, oggi che
si degnano, quando
ritornano
al
non
grandi uomini
natio che li vide crescer
magari co* vestiti che
paese
sincera
ridevano, di stender
di
sporcarsi
A
che
un
tale
egli
la
le mani.
buono
che
sapeva
e
Ho
ve
al
mano
detto
suoi
i nemici,
che
che
siamo
lavoratore
che
lo dimostro
gli chiedeva
gì*invidi,
oggi,
col
conversa
perchè
avversari,
bisogna
cosi
l'animo
con
lontani
tema
ha
sivamente
ecces-
aneddoto.
un
b eneficasse
rispose che
vincerli
per
i
quelli
tristi,
coli* affetto. Cosa
dalle
proverbiaU
28l
virtù degli antichi, appena
Gr
illuminano
cui opere
svilupparononell'
di
civili
lo rendono
caro
artistiche
e
tutti
virtù, che
esperienzadella vita felicemente
contemjprate, ci spiega com' egli studiasse
affetto
con
e
variamente
italiani,
dotati,chi più
in tutte
se
chi
le opere
loro
dobbiamo
non
di
intorno
il
:
devolo
humour^
al sentimento
affettuoso
e
che
bontà
con
ticolare
par-
ingegni
tutt'e
tre
serpeggia
Baretti, il Belli,il Manzoni
attribuir
scolaro
le
di
;
dine
gratitu-
fatiche
spese
Luigi Bonazzi, spiritoquant* altri
bisogno dì dirlo qui in Perugia, bizzarro.
al
mai, né
dell'
terato.
let-
tra loro
tre
profittoimmenso,
ma
produttivi e geniali,
meno,
tanto
di
d'
e
si
quei
come
e
indivisibile
compagna
le
e
sole onde
uomo
come
narlo
parago-
esempio
raggio di
Luigi Morandi
simpatico
Quest' arguzia,
d' animo
di
morali
e
di
temerei
cui
e
finissima
una
V ultimo
animo
e
e
il
Manzoni,
furono
non
modestia
rispettonon
questo
precipue
queste
serena
grande
Alessandro
ad
germi
luce
di
preziose virtù, una
arguzia.Per
la testimonianza
se
indiscutibile.
fosse
non
crederebbe,
si
di
nome
ho
parlare,arguto nello scrivere : perchè
il Morandi
scrive
come
parla e parla benissimo ;
V uomo
è in perfetta armonia
perchè nel Morandi
Arguto
lo scrittore
con
ebbe
bene
vita
e
da
al
va
Manzoni,
miraggio
come
più
nobili
d'
riconquista
vuoti
a
sempre
la nostra
Machiavelli
affetti dell' anima
di
un
oggi,
dalla
fantasmi,
chimere, trascurando
fece
tura
lettera-
più scompagnando
Machiavelli, dal
i
la
la
desideratissima
cosa
dietro
indistinte
al
desiderata, quando
sempre
correr
per
alimentare,
Dante
cosa
la Patria;
l'arte si
reale
:
unico
per
supremo,
in cui
e
nel
a
steriose
mi-
nutrire
grande
arte
al Parini
umana.
e
282
Fine
nel
soltanto
fine, non
nel
ma
sentire
V arte
in
più difficile,
M*
alla
davvero,
ora
che
dichiarare
vasto
che,
accorgo
perchè
campo,
la finirei
quel
ho
che
avvicino, ed è
di
andar
altrimenti
per
v* ho
promesso
Ma
qui
volo
per
devo
questo
quest'oggi
non
più.
D* altra parte,
di critica
tissimo
squisi-
Bello.
letteraria.
opera
toccherà
mi
del
gusto
un
sentimento
un
volerlo, mi
senza
sfumature.
Morandi
nel
Buono,
sua
lievi
cor
an-
critico, compilatore di
dell' arte,
del
Vero,
del
è
parola, che
più
sue
sempre
raffinato
e
della
arte
le
tutte
scolastici, trovi
sanissimo
V
e
di commedie,
Poeta, scrittor
libri
grado V ingegno del Morandi :
cogliere le relazioni tra le cose,
al massimo
non
letteraria, né
prometto
:
io
solito
son
è assai,
•ttiscorso
un
a
dar
quel
mantengo
se
piùdi
che
pattuito.
L' opera
in
gruppi
tre
gli studi
letteraria
critici,e
Ne'
primi
:
le
abbiamo
di
Luigi
Morandi
si
gli scritti che chiamerò
compilazioni scolastiche.
le Poesie
e
Due
può
dere
divi-
artistici,
Commedie,
già qualche saggio ; pen
quel che valgano, basterà citare i giudizi autorevoi
lissimi di tre diversi
giudici,il Fanfani, il Mamiani,
il Guerrazzi, il quale, nella foga dell' ammirazione,
dire : « Oggi, se vivevo
ai tempi di
ebbe
Giove;
a
correva
un
giorno ben nero
per le bestie, però che
ecatombe, cento
buoi, quasi
gli avrei sagrificatouna
tutto
il Senato
del Regno
di Siam, e ciò pel fausto
Delle
evento,
Anche
Poesie
che
nella
ho
oggi ho
dato
scoperto
poesia rimane
un
poèta
il Morandi
in
Italia.»
schiettamente
284
Maestro
ebbe
ereditata, la volle dimostrata
nel fatto. In
anche
fu
Morandi
il
questo
vera,
ma
superiore
nella teoria fu il primo
Bonghi, che, mentre
della
discussa
direi quasi il più ardito
sostenitore
e
dottrina del Manzoni,
fin dal 1855, quando pubblicò
le famose
Lettere Critkke, nel fatto poi cadde
in continue
al
anche
tradizioni.
con
Pietosissima
commediola
la
piccola attrice
allora, o meglio, come
per
d'
la
delle
in
Gremma
Cuniberti,
Cuniberti, fu recitata
Torino
e
Infatti il
per
ingegno
di
critica
dal
venna,
di Ra-
al Ba^
di
d' Italia.
volo, in questo primo
gli studi dove
meglio rifulse,furono gli studi
specialmente quelli sulla teoria
del Morandi
letteraria
di
piemontese
cinque
ì teatri
andar
successo
Politeama
di Milano,
di scritti,trionfo
r
in
al
sere
tutti
replicatain
Riassumendo,
gruppo
tre
al Carcano
sette
stori
la Ri-
babbo, che
Bambine^ intitolata la Figliasenza
lacrime.
può rileggeresenza
ebbe, fu strepitoso.Tradotta
che
Dusina
la
allor la chiamarono,
si
non
scritta
atto
un
e
completo. Ma
manzoniana.
fu detto
Il Morandi
è il
ed
più
fervente
niano
manzo-
d* Italia.
«
ha
del
teoria
fatto molto
autore
e
La
la espose
essere
nella
molte
che
tra
oggi,
luminoso
letterato
unità
nel
tempo
della
lingua
quale
il
suo
superiormente autorevole,
^si,
esempio dei Promessi
critica
con
se
suir
dal
cammino
la illustrò col
tanto
Manzoni
dissensi
e
e
discussioni
letterato sulla
ci
possono
questione teorica,
tutti tacitamente
cordo
d'acormai
pratica andiamo
zionali
na; e r unità
politicapiù intensa, i contatti
ogni giorno più immediati, il bisogno di dir
cose
e
della
di
farci
coltura
capire presto
generale
e
e
bene,
il progresso
linguistica,e ajtri
285
coefficenti minori
più
su
si fanno
nei
libri
e
punto
Anzi,
periodicidi
sui
è dovuto
in
necessità
alla
che alla
diffusione
sua
Pochi,
ha
Manzoni
il
nella
teoria, traviava
alla
rità,
ve-
V
poco
non
dei
eletti: il
ma
o-
zoniani.
man-
Giorgini,
d' accordo
col
tini,
pratica),il Rigaprimo fra tutti per
nella
D'Ovidio,
il
Petrocchi,
zoniano
man-
giusto riconoscere
(il quale però,
Broglio,il Bonghi
concetto
convincente
il vero,
dire
a
e
letteraria,
bontà,
contribuito
convinta
perseverante,
pera
è
; tuttavia
sua
discussioni
critica
parte alla
gran
scute
di-
si
non
se
e
;
piuttosto di stile che di lingua.
Questo progressivo effettuarsi del
sono
il
questo
tivamente
defini-
comporre
secolare.
la controversia
neppur
col
termineranno
e,
ardore. Luigi Morandi.
La
teoria
r
ingegno
satto, libero
doveva
manzoniana
da
del
Morandi,
feticismi
aperto d* ogn' altro
indubitabilmente
lucido, equilibrato,e-
arcaici
e
lingua fossero consigliatedal
di
logiòa.Egli poi,
accademici,
quelle innovazioni
a
nella
lettare
al-
buon
che
in
senso
più
e
ria
matee
dalla
professore
in istituti d* indole
più popolare e professionaleche
classica,nei quali la lingua va
insegnata nella sua
corrente
dizioni
vivacità, spoglia dal paludamento delle traarcaiche, potè studiare e applicare il principio
manzoniano
ancor
barbogiche
scuole
son
anche
si
vivi
V
sotto
più della
condizione
sua
di
aspetto didattico,
necessità
di
svecchiare
e
si
vinse
con-
i metodi
allora
(e pur troppo, in molte
oggi) neir insegnare la lingua
usavano
anche
italiana.
Frutto
di
questi convincimenti
più di
stampò, son
Sposi e V unità
raffronti sulle
il libro
anni, sulle Correzioni
venti
della
due
fu
lavoro
lingtia,
edizioni
di
del celebre
ch'egli
ai Promessi
simi
pazientisromanzo.
286
V
mostrare
per
quella
non
meno
Amo
diede
in
fil di
logica le
a* suoi
lo dico
della
dai
delle
l'abitudine
idee
in relazione
ebbe
critica
mature
più fuggevolisfu-
alle
un' idea
dell'
onore
gegno,
principale fu un poderoso indella filodi Napoli e
logia
Università
D' Ovidio.
italiana, Francesco
dimostra
italiane
lettere
nel
e
dice
:
«
Al
dell'
dica
la de-
letto
Ovidio
al Morandi,
d' intendimenti
quanto
con
la
fare
fece
Io ho
D'
altezza
si componesse
dedica
affetto.
con
che
la lotta
il manzoniano
destra
e
con
Cinquecento
La
del
polemico
fu combattuta
modi
che
volume
un
che
cipio
prin-
suo
avversario
suo
di
nutagli
ve-
studi sulla
minutissimi
pensiero manzoniano, e avrete
vigore logico eh' egli pose a servizio del
prediletto.»*
Il
; aggiungete
acuta,
del
del
a
pre
sem-
chiarissime
della
lunghi e pazienti e
considerata
parola
tirarne
per
di frasi. Il Morandi
argomento
queste
a
e
revoli
favopiù vittoriosamente
lingua.Dico a fil di logica,e
amore
per
questo
su
lombardi,
cenci
conclusioni
air unità
non
dì
importanza artistica e linguistica
celebre
risciacquatache il Manzoni
anche
a
questione
fucilate
dell'
manzoniano
delle
onore
secolare
terati.
i let-
estrema
sinistra,con
estrema
di
e
stima
»
E, dopo liticato,furono,
come
sono,
più
amici
di
prima.
r
Ma
operositàdel
al Manzoni
soltanto.
Si
Morandi
deve
si fermò
non
a
lui
se
il
qui ne
gegno
Baretti, In-
quant' altro mai
po' bizzarro ma
riginalissimo,ha conseguito il posto d' onore
un
spettava nella letteratura. Il volume
I
anno
G.
Soli
fa.
in
un
del
acuto
che
Morandi,
profilo pubblicato nel Rinnovamento,
e
o-
gli
Voi-
che
qual-
28;
taù^e contro
solo
in
Shakespeare
lodatissimo
Baretti
ammiratissimo,
e
Voltaire^ fu
contro
non
si conveniva
come
notevole
più direi quasi, cosa
di quel Voltaire
il Baretti
che
assai, nella Francia
frustò di santa
ragione per glispropositiche il fiero
beffardo
differe
ine
ma
con
grandissimo filosofo schiccherò
anche
Italia,ma
e
massima,
più
de' tre
nel
ingegni che
Shakespeare
Omero,
attraentissimo, e
uomini
cui
vivevano
la vastità
per
L' opera
e
del
Joret
e
T
e
con
lingua che
Romaneschi
Per
e
le
del
alcuni
nelle
è tutt'
gonfie e
ha
astruse
un'
è
come
che
studiata
nella
nella
perfezione.
ni
osservazio-
acute
Il
Bonghi,
nel
lodare
que-
brio
con
di
oro
insuperabilee
coppella.
V edizione
de'
Sonetti
pascolo gradito nelle
trovano
che
di certa
modesto
in
questa
in acqua
o
aere
del
di
vera
la
Morandi
per
luce, per
fonologia e
la
nella
se
tal traccia
schiuma,
sul
l'arte
l' e-
codeste
mentre
ma,
;
per
Cerquetti,questo
di crìtica lascian
opere
sua
dal
fiezze
gon-
letteraria,ripeterò
scrisse
stesso
Sposi curata
valore
sua
critica
il Morandi
importanza grandissima
messa
facile
era
Belli.
Qua! fummo
le opere
non
terarie
let-
gli stranieri,il Moland,
è addirittura
dizione de' Promessi
lavoro
scritta
astrusità
parole
le condizioni
e
all'unisono
vanno
Morandi,
Monumentale
col massimo
fatti,a
dei
apparsi
sul Baretti
efficacissimamente.
d* altri ; tra
del
fiato
un
è illustrata da
il Dejob,
siano
ritratti,e
sono
sul conto
Dante.
e
parla
importanza
st'opera
una
d'
legge
rilievo
tacer
mai
Morandi, questo
di cui
Baretti
in
messa
noi, per
tra
si
Gli
in
farlo apposta,
a
tutti i libri del
interesse.
il
colossali
mondo,
Come
è
manco
dell' autore
lingua
sua
di
Belli, sono
che
che
vi
è
efficacia,
per
288
il corredo
di
cognizioni di
tante
altrimenti
che
storia
resterebbero
di
e
psicologia,
demo-
la
sotto
pietra
dell' oblio.
L* opera
«
è
vasta,
di
nel
romana
calda,
e' è
storia
insieme
suo
agitata,colta
(e quali anni!) dal
tutto
tipi umani
:
che
primissimo ordine,
la cronaca,
nelle
e
del
avvenimenti
e
la
ventina
una
1849. Li
al
1828
cumento
do-
dà
vi
e
parti,vera,
sue
sul vivo, per
mossa,
d'anni
integra
insigne di letteratura, un
monumento
un
storico
vita
Belli, riprodotta così
del
dentro
la
giorno,
piazza e la sagrestia,V osteria
il palazzo, la preghiera e V imprecazione. L' opera
e
nella
del Morandi,
seguita il Ferrigni, contenuta
che
Prefazione(che è, aggiungo io, un volume,
può
da sé, suir originedi Pasquino e delle Pasquinate
star
suir importanza della poesia dialettale)
Note,
e
e nelle
e
la
—
è il lavoro
—
di
d'
e
erudito
un
diarista
un
che
Bovet
«
:
perduto
potrebbe
V opera
senza
la metà
ottener
Salto
lo
r Arte
studio
monografia
sull'
sima
critici
che
tre
Gaspary
mi
suo
valore.
maggior
e
nella
e
e
il
ci fermassi
sopra
giovine
del
Belli, il
be
avreb-
critico
a
non
sulla Francesca
acuto
Bonazzi
di
interesse
studi
corderò
ri-
un
racconto
di
dena
Mo-
Gustavo
prefazioneil Morandi
cui
cui tutti
Rajna,
Cantu,
Belli
Un
»
tesse
la
vita
V
zione
importantissima prefala
Bonghi, salto anche
Origine della Lingua
a
e
il
tacer
successo.
del
critiche del
alle Lettere
il
Morandi,
Perugino, salto
dell' illustre
da
del
dell' opera
stia,
scritto
nostre
cose
riografo
sto-
uno
per
Cesare
e
ha
nuovo
vivacità
grande
con
del
un
Dantey V edizione
e
Heyse
delle
E
pari. »
recentemente
svizzero, innamorato
filosofo,d'
un
senza
d* altri critici,quali Paolo
quel
di
e
e'
italiana, lodatis-
inchiniamo, il Bonghi,
che
meriterebbero
certo
lungo, specie quesf
ulti-
289
è
che
mo
questione,
\
mia
lascio
monografia
sul
Torli,
sparsi per le
degli
gruppo
terzo
è
fare
fare
a
le
strana
antologia un'
V
ticoli
ar-
al
vengo
Morandi,
riuscito
Parrà
critica letteraria
nostra
giornali e
del
Antologie fatte
le
sono
i
notevoli
lazioni.
compi-
impossibile,
1' affermazione
che
d' arte
per
opera
; ma
è proprio cosi.
Morandi
quelle del
Due
d' un'
Mazzini,
su
un' infinità di
e
scritti
cioè un' opera d' arte.
si possa
e
riviste
il Morandi
Qui
e
Maralli, la prefazionealla
sulla
e
alla secolare
contributi
stilla Guerra
i Discorsi
Carducci
sul
Saggi
più notevoli
de*
uno
dal
Morandi,
della
una
moderna, X altra di Prose
Poesie
e
italiane.
Quanto
fosse
il fatto
lo dimostra
additava, nel
E
in Francia.
quarta edizione,
di
des
cui
studiato,
V istesso
90,
tornava
anche
ma
Ecco
:
desiderabile
sarebbe
libro,
Hatzefeld
vale
Essa
et
quanto
critici
il
sulle
Graf,
un' ottima
che
moderni,
il D'
sia
letteratura
conosca
bene,
a
letteratura
un
fondo
una
e-
rono
usci-
94
dix-neuviéme
che
letteraria,perchè
dai
scritto
il
Carducci,
il Monaci
e
nostri
il D'Ancona,
i molti
interessano
lo
altri,
mento
svolgi-
nazionale, l' origine de' generi
libro siffatto
la scuola
conoscenza
nel
stato
letterari,e gl'intendimentie i metodi
Or
cellente,
ec-
ci fosse X
che
storia
quali
Ovidio,
principaliquestioni
della
della
Meunier.
raccoglieil meglio
maggiori
imitato
un' opera
lingua. E infatti
quivalente nella nostra
a
Parigi Les CritiquesLittéraires du
siècle par
come
giornale,parlando
dire
a
Mounier
1885, Marc
Débats, questo
solo
non
nel
della prima,
ispiratrice
che, fin dal
Journal
d' essere,
degno
l' idea
nuova
e
della critica
non
lo
non
abbia
può
sana.
fare chi
della
larghissima. Non
non
nostra
è
que-
2go
forbici
di
stione
calcolare
vantaggio abbia recato
libro ai giovani delle nostre
quanto
codesto
recare
Perchè
de' nostri
vi
essi
soltanto
v'
del
metodo
de' nostri
s' educa.
e
solo
Un
la mente,
la esercita
ma
fors' anche
e
è
al
già
lissima
ginnasticauti-
una
fin
qui, sopravvive
importantee
meno
non
utile, è
1' Antologia delle
in Italia,
eloquentissimo
70^ migliaio. Quanta parte abbia
so
non
:
ma,
pensiero
certo,
:
A
ottenero
ha
vecchio
il
fregi di
si
sempre
ma
grande
un
qualeil
raccomandato
libro che
un
in
avuto
al
uomo
Giuseppe Bellucci,
Perugina, mio
non
dell'
illustre
nome
questa
come
può
il
felice
con
Università
non
arricchisce
non
Poesie, che, sintomo
Morandi
dedica
ma
più «diffusamente
questa fortuna
libro,
si rafforza
alle imitazioni.
altra indole,
ben
Prose
Con
vera
una
ingegno
che
che
ricer-
delle
e
vi trovano
il loro
libro, insomma,
rigoglioso anche
Di
cui
grandi
del pensiero
conoscenza
libro, infine,che, almeno
un
:
far la
a
migliori,e
palestraintellettuale,in
condarie.
se-
i profili
piccolie
critico, degli studi
letterati
scuole
soltanto
non
un' infinità di
imparano
sarà per
e
soltanto
prosatori,non
de' vari periodi letterari,
e
storici
risoluta
problemi, ma
e
trovano
grandi poeti
le sintesi de' caratteri
non
è difficilissimoil
altro I Ed
ci vuol
:
decoro
suo
una
l'
del-
amico,
nuovo
successo.
giovani carissimi, godo di poter qui
universitari
si preparano
unire, oggi che gli studenti
lustre
d' insegnamento del loro ila
festeggiareil 30'* anno
e di
professore,i due nomi di Luigi Morandi
Ed
io,
o
Giuseppe Bellucci, perchè,tutt' e
forza di
volontà, di ferreo
profondo,
nel
due
campo
modelli
dell' arte,
di
l' altro
grandi illustrazioni
di
e
due
di
de
gran-
gegno
integro carattere, d' in-
civili
in
uomini
virtù,sono,
quello
questa
cara
della
terra
Tuno
scienza,
Umbra
2g2
i
nare
nefici
famiglia,e farli cardi
nazionale, conquistata col sangue
precipitarlain un abisso di cui non
giovani dal
dell'unità
tanti
della
santuario
martiri, per
si vede il fondo, oh ! allora
si
spande
d'amore
si ribella
V animo
Iddii
i minacciati
più
in
abbracciare
per
stretto
Casa
della
la
e
scienza
co-
plesso
am-
della
e
Patria!
Orbene,
italiana
gravi materie,
del
questione del
di
ore
tuo
l'arbitrato
ecc.,
qual è,
maestro
che
al
inconcussa,
Da
questo
all'ultima
se
non
vere
ferenze
sof-
dovere,
incrollabile
argomento
del
della
nel
E
qui,
si
le
fede,
e
sere
es-
o
carlo.
edu-
vire
ser-
gnante,
inse-
signori,
attitudini
educare
il
farla viva,
perfezionamento.
accostarmi
volentieri
è
attuando
Morandi
sa
valente
volontà,
che
la
plessa
com-
e
non
educare
la
e
mente
necessaria-
scuola,
morale
Morandi,
lingua, il
la
:
saprei mal
anche
e
un
della
non
moderna,
deve
essere
educare
può
maturarlo
e
educare
ildisarmo,
l'Italia
tra
vita
stiche,
giornali-
e
e
non
si accorge
non
la forza
sapessi che
dell'unità
pensiero,
istruire,deve
opera
La
sarà educatore.
non
del
Papato,
giovani
libri, potrà
lavoro, educare
sentimento
elettorali
siffatto
ai
mostrata
il loro
codesti
il
e
educativo.
attrarre
deve
non
le
internazionale
libro
un
eminentemente
ma
zioni
condi-
nostre
mio, del riposo festivo,delle
del
e
l'Italia
tra
ecc.
di
colera, le
lavoro, le magagtie
le relazioni
Il
il
agricole,commerciali,
la guerra,
Francia
smo
l'eroi-
risorgimento nazionale,
sociale ne' delitti,
poveri, la responsabilità
dei
otto
tamente
schiet-
forma
una
però efficacissima,tante
e
durante
economiche,
in
stemmia,
maldicenza, il duello, la be-
la
come
dell'esercito
tratti
moderna
e
la storia
la
che
libro
un
la
grammatica,
il principio
insieme
col
mio
293
caro
ben
amico
Cappuccini
viva
d' italianità
che
altro
ha
scavare
gente
sor-
dir
il valore
dimostrarvi
per
una
patriottismo.Dovrei
di
e
questo
saputo
di
nedetta
grammatica,* la primissima, da che questa bene' libri,
grammatica la s' è voluta confinar
la lingua italiana sia trattata
col dovuto
rispetto,
questa
in cui
e
d*un
col sussidio
dica che
ha
essa
scientifico. Basti
criterio
approvazione di quella
Europa il primato degli
E
mio
troppo
cortese
alla
la
coscienze
dere
que'
su
biondo
dov'
di
dover
scuole
zione
Di
di
non
dedicare
cui è
una
vi
della
vostra
così
abbozzatavi
non
a
gassi
interro-
chiedessi
in
se
legittimo orgoglio di ses' assise
quel giovinetto
suo
pensiero, dair animo
moralità,
v'invitassi
non
termine
d' idealità ?
a
Come
mandargli
un
laggiù in quella Roma,
abbandonati
gli studi, ha creduto
le mature
forze
del
suo
ingegno
saluto
sorella
minore
la
Grammatichetta
per
le
elementari.
2
me
riverente
egli,pur
1
da
un
dal
profumo
se
il
dove
emanato
potrei far punto,
caldo,
se,
non
e
ora
banchi
ha
che
tanto
suo,
sentite
non
dar
abusare
non
alla
s' informa.
Morandi
qui
più
fu il
che
figiiradi Luigi Morandi,*
le vostre
voi
pur
pazienza.
potrei fermarmi,
come
meglio
esse
vorrei
e
discorso, per
questo
Ma
ciò,
di
basti
l'Accadem
del-
manzoniana,
del
la Grammatica
quale appunto
Ascoli
queir Ascoli
dottrina
della
avversario
poderoso
Graziadio
di
Milano,
vi
V
ricevuto
gloriaitaliana che tiene in
il senatore
studi glottologici,
di
che
V.
il mio
diretto
articolo
Eleggete Luigi Morandi
(I, 6),che completa, in
parlamentare, questo
n^W
Imbersato
modo, specie per V
profilocritico-biografico.
certo
a
294
e
della
è
che
sua
stata
E
operositàa vantaggio
di
in
pensieri?
vada
cima
tutti
a
i suoi
fantasia, il
lui, sulle ali della
a
saluto, recandogli la riconoscenza
egli luminoso
proponimento, che
che
nel vostro
a
lui
cuore
energie
dire
animosi
di
l'immagine
in
E
maturo
che
di
benevolo
del
arrisero
le
che
combatter
vuol
sempre
Umano,
davanti,
con
la
con
ranza
spe-
vittoria!
sforzo
chiudere
di
santo
votare
popolo,
dell'Ideale
madre
il
e
realizzò, di
trionfo
esempio
ideali che
puri
Patria, di
santa
ultimo
il
ci hanno
più
d'
e
festa
una
pel
una
un
permettermi
in
che
vostro
fate, di riscaldare
voi
e
V
per
mostrato,
suo
santi
della
core
ora,
onor
della
fidenti
e
a
vostra
sé
in
all'educazione
beneficio
a
ha
quei
giovinetto e
vostre
vi
Patria,
questa
amore
d'
della
bontà,
vostra
corso
di ques
volte
qui
nostre
te
radunati
per
ferenze,
con-
insieme
tra
intellettualità,
il sorriso
gentilisignore e signorine, sotto
la paterna protezione di così egregi professori e cospicui
io
cittadini di Perugia, ai quali tutti fin d' ora
mio
vostro
nome
e
un
vivo, cordiale ringraa
ziamento*
porgo
Come
r idea
di
tante
nascesse
addestrarvi,
argomenti importanti
dimenticarvi
scolari, e
per
per
giovani,
alla
1' aumento
perfezionamento della
ripetere.Certo
saprei davvero
a
delle
o
il
e
non
nella
si maturasse
e
vostre
vedere
a
per
fare, raccolti
un
nel
aveste
in
voi
scuola
è che,
di
tura
cul-
vostra
elementare,
quando
breve
istante
vostro
spìnto,
stessi
mente
trattazione
della
energie psichiche, delle
se
mia
vostre
d'
un
vitai
v'inessere
esame
attitudini,
la forza di tentare
^95
studio
qualsiasi,letterario,
storico,pedagogico, fantastico,patriottico,in cui il
uno
vidi balenar
fatto di
avesse
non
programma
fede,
d'
adoma
dì fiori
patria e
della
tutti coi
vostri
parola
gli occhi
il frutto
fede neir opera
fine del
compagni
tutti
su
appariva
voi
e
tenerezza
Ecco
di
con
le
furon
Né
Se
nulla
—
dissi
fervore, con
anche
me
abbiate
salutanti
della
lembo
e
mozione
com-
di cielo
!
la
che
Oh,
la
quenti,
fiori, vivi, fre-
di
calde
un' idea
—
voi,
sincere
e
di
e
tutti
ci
buona
ponemmo
:
lo
—
all' o-
entusiasmo, riscaldati dalla luce
credo
la
aspirazioni
gli applausi
!
alto, nobile, puro
r opera
sua
di
pochi giorni uno
gli applausi echeg-
Dopo
lacrime
tra
la
a
sue
udire
serenamente
adorna
versate
le
le lacrime
conferenze,
sia
vostra
avvantaggiata, pur
che voi
!
lode
impreso
suoi
quel
e
d' ammirazione
e
Ideale
un
veder
gli occhi,
diceste,credo, anche
pera
e
nell' aula
davvero
della
avesse
de' maestri
fantasmi
de'
inaugurava
giaron
lieto
parve
finestra,sorrider
dalla
suggestione
mi
; e
del
l'aspetto
cercanti
quasi
lorito
sco-
speranza
rivelar
riflessioni,
a
sue
e
discorso,
suo
della
cuore
presentato,
al bene
e
raccolti
attoniti,ad ascoltar
e
rigeneratricedella scuola,
al bello
de'
foste
vi
lontana, che
delle
solenne,
e
salito in tribuna,
accesi
l' avevo
cui
mia
religione,della
quale
il
pieno
ma
e
viva,
nella
gaia
della
maestro,
vecchierella
con
esporre
simboli
d" luce
ebbi
aula
maestri, attenti
con
cara
volontà,
scienza, nella
volto,
trionfo, e
mia
de'
e
né poco,
punto
raggio
d' un'
visione
dell' allievo
nel
della
sguardi un
affetto, di
la
come
né
entrar
a
ne' vostri
mente
la
argomento
un
sur
ricevuto
!
sciupata.
stata
mente
tuttavia
una
se
non
non
spinta
fosse
ne
é poco
al
per
davvero
lavoro, allo
2g6
studio, che
che
vi
di voi
abbiate
vissuto
siate
sentiti
nella
stima
tribuna, che
del
abbiate
sollevato
Francesco
della
Torti
fondato,
restaurazione
della
scuola
con
Manozzi
agricolo e manuale,
Re,
illustre
uomo
Sacchi,
del
Quanta
Oh,
del
che
conseguita
d'
non
fiamma
quanto
voi
non
col
cuore
dovrò
sull' educazione
I
con
la
accolto
la
per
spezzato da
con
cui
riaccendere
mia
ho
tanti
buoni
modesta
mia
e
rola,
pa-
lavoro
!
qui
sciagura
venuto
tremenda
questo
mai
d' istitutore
grato io, che,
una
ziativa.
ini-
io
dovere, del
bene, del
esservi
vita
vedere
di
di
energia
tanta
breve
slancio,
tanto
con
ho
(perdonatemi questa nota
tristissima),
inaspettato,negli sguardi vostri, nel
la scintilla
gura
fi-
!
maggiore
più
quella
del
che
avete
gara
discepoli accendersi,
della
tra
che
insegnante,
bravi
E
mia
Papà
ringrazi dal più profondo
io vi
sodisfazione
nella
tore
diret-
leggendaria
d' idealità
affetti,
si nobile
Nessuna
e
Caprera
carnato
inl'
del-
del venerando
alla
sto
gu-
Patria
scuola, col
la
giovani carissimi,
spiritodi devozione,
con
della
del
al culto coscienzioso
o
tanto
lavoro,
di
d'
somma
lasciate
cuore,
con
Leone
biondo
alle vicende
Diofebi
con
lore,
folk-
del lavoro
all' efficacia dell' arte
fanciullo,
del
festazioni
mani-
problema
mezzo
per
dal
del
campo
del grave
contemplazione
Berardi
con
delle varie
nel
s' intitola
cui
a
alla
Gelmini
Fabiani
con
ricordo
al
orfanotrofio
all' ideale
Gismondi
letterario,con
nel
all' esame
discussione
alla
lui
con
neir
vissuta
psiche popolare
Furiant
con
qioesta
su
spirito,con
benefattore
qual fu
pianto
Veneri
con
della
della
abbiate
e
sali
verso
il vostro
colto
un
vita d' orfanello
sua
Torti
di
idealità,
reciproco
che
compagno
d'
ora
V affetto
crescer
air ammirazione
/^eaU
qualche
trovato,
vostro
povero
soro
te-
volto
cuore
297
che
avea
batterà
E
e
prima
sempre
provazione
di
Morandi
delle
che
su
invochi, nel
quel
I
nostro
e che
idealità,
più care
di là dalla tomba
voi, anche
per
lasciate anche
d' idealità io
Luig"!
vibrato
questa
nome
d' affetti
somma
vostro
I
e
mio, Tap-
padre intellettuale
che
è
COMMEMORAZIONE'
DI
UMBERTO
I.
Concittadini!
\UESTE
verdi
nostre
valli
ubertose,
assiduamente
dustre
nobili
sensi
di
che
giorno
bello
di
assisa
e
generale,
che
agli
artisti
modesta
cittadino
Lo
agli
si
videro, in
mente
maestosa-
Dei
e
V affetto
agli uomini,
e
sua
cosi poetico
lembo
fosse
vivo
della
soldati, lieto
valorosi
questo
un
spontaneo,
cara
nella
pel Re, pel primo
un
echi
L'ammirarono
cielo
in
e
limpida
degli scalpitìide'
armonia
cara
esultanza,
piena
nell'aria
luminoso,
musiche
delle
mescevano
con
gli
evviva
e
valli
ca-
del
festante.
popolo
Alla
I
famiglia e
memorando,
agli
espansione,
e
sotto
pura,
in
dell' in-
pace
di
nova
d'Italia!
videro
mentre
serena
destriero, adomo
poeti, sì
rude
e
dell'Italia
affetti
e
nostre
queste
patria, Lo
forti
tra
diletta
ai
e
bel
anche
Terra,
sua
di
e
restò
e
suo
la
miti
religione
sul
orgoglioso
della
illuminò
volle
si
il sole
dove
riscaldando
lavoro,
colline,
fantasia
commossa
Tenuta
che
per
nel
Teatro
la
de'
patria
Torti
di
soldati
vecchi
avevano
Bevagna
sfidato
il
20
dipenden
dell' inla morte
agosto
1900.
300
mondo,
L'ha
benedetto
nostra
ch'Egli
da
parola
nell'amplesso del
raccolto
mente
sia
dalla
si rassegna
non
bruto,
nell'amore
de'
Le
ferite, onde
la
alla ferale
da
morte
sua
vile
un
nella
quando
nell' anima
tranquillacoscienza,
Cristo, che
martirio, eppure
ancora
caduto, colpitoa
esecrabile
un
di
santa
idea
italiano,
sua
serena
e
fidente
generosa,
più graditi e
Lui
caldi gli applausi de' fieri da
premiati ginnasti
del Popolo predilettodi Monza
!
lombardi, gli evviva
mortali
figli,scendevano
suoi
fu trafitta la
sacra
di
persona
più stille vermiglie, ma il cuore
dell' Italia tutta
! E
dolorosamente
sanguina ancora
invano
ancora
implorerebbe rugiada di conforto, tanto
l'immane
sotto
dolore, se, dopo il compianto
par chiuso
Lui,
hanno
non
ormai
infinito de'
buoni, l'esecrazione
assassino, la fratellanza
alla venerata
umili
dai
e
universale
saldamente
ristretta
salma, le preghiere innalzate
porporati,nelle
oscure
intorno
Dio
dagli
e
dagli
capanne
affermazione
altari sublimi, la concorde
a
l'
del-
di nobili
positi,
pro-
ne'
giuramenti riaffermata
nella
alti della Patria
destini
dì
e
gloriosa Dinastia
si fosse ripercossa in ogni angolo della
Savoia, non
penisolae delle isole generose, gagliardamente sonora
la fede
e
fermamente
e
d' Italia
sicura, la
nuova,
giovine Re, che,
del
forza
solenni
con
acclamato
con
la
più
rola
paviva
sul trono
simpatia,impavido e baldo è asceso
I La
quale ora, rialzate le ginocchia d' intomo
vittima
insanguinata,levato il collo, spianata
la
sacra
la
fronte, spinge animosamente
nel
rasserenato
Queste
non
attesa, ristoratrice
tolgono,
italiano
sgorgante
è
la
con
fiducia
l'occhio
dell'avvenire!
sole
risorte
e
speranze,
agli
vero,
tristissima
vermiglio
da
tre
questa
occhi
visione
fede
rinnovellata
lacrimosi
del
del
sangue
ferite mortali, par
polo
Po-
che,
guizzi
301
nella
sinistramente
di fiori
virtù, onde
luminose
martirio
alla
rifulse il
della
violenza
e
neir ineflfabile
la nozione
de'
questi solenni
in
delle
il sangue
purissimo
alto
de'
martiri,
altro
Umberto,
scanno
Con
un
Casa
di
Savoia
della
missione
patria libera, era
una
popolo
intero
luminosa
e
sorrisa
poteva
sforzi,furono
ie?bfee.,la
sua
d' eroi.
assidua
da
sul
gran
lei
l'
dal-
ora,
fatidico,
par
guida
calpestatidiritti.
de' suoi
fosco
secoli
che
per
porsi volonterosa
e
senza
da
otto
a
nome
e
sgomentare
gli
darun
Savoia, brillando
d'
orizzonte
Dio, la nobilissima
otto
supremo
storia^ l' illustre
la coscienza
principio assumer
la stella di
fallire. Furono
gono
s'impon-
della
impresa
Ma
pensiero,
dar
a
che
volgo disperso
un
perversa
im-
tutelare, protegge I
nome
rivendicatrice
Redimere
non
d' Italia
quie
re-
si smarrisca
e
vene,
nume
fin da
parve
de' destini
sue
domini
negli augusti
entrata
del
neir interesse
fino
che
dà
neir animo
italiano
ogni
I amò
Umberto
Patria, che
della
che
tumulti
momenti
e
coronato,
cordoglio, non
a
delle
santità, di
di
al capo
che
doveri
campo
ricordo
aureola
passione
si che, pur
un
Migliore dei Re,
i tormentosi
calma
avvolge
V incessante
ma
splendono, novissima
di gloria,intorno
e
Gli
ora
profumi ;
di
e
che
penombra
meta,
secoli
d' infaticato
di
tava,
Italia,addie
l'impresa
magnanimi
lavoro, in
parte ogni germoglio
della
cui
nobile
Dinastia.
ad allargare i
principisaggi che intendono
confini del piccolo Paese; son
principibuoni che vi
di civili virtù; son
i semi
legislatoriche
spargono
dan forza e assetto
Stato ; son
politico all' angusto
Son
Ì02
letterati
vero;
son
di
e
artisti
sono
raffinano
che
poeti
che
il
popolo
l'educano
air
del bello
amore
piiche, purificando lo spiritopubblico per
carità e parola ispirata,s'assidono
negli
de', santi
della
alle
vittorie;
per
il triste
chiesa;
che
che
ormai
ardimenti
per
di
nembi
in
e
che, dai mari
di
e
incantati
anime
son
di poesia
sete
per
giovanili,salgono ai
una
piange,
gente che
abbandoni
con
sapere
ratori
esplo-
piantan
tricolorej
atmosfere!
vessillo
corsi
genda
leg-
la
son
nuovi
echeggiare anche in quelle silenti
epica parola Sempre avanti Savoia;
santa,
eroiche
il
scanni
corona
che
gloria;
entusiasmi
negl'intentatighiacciaidel polo
facendo
la
depongono
eroi
opere
che volano
d'eserciti
esilio; son
onorato
ma
duci
son
martiri
son
involge
la
culto del
nel
troni
tra
serene
insangxiinati,
intrepide tra i pugnali degli assassini, commovendo,
umili
esaltando
potenti,dotti e indotti; e tutti padri
del popolo, pel quale e tra il quale vivono
con
la semplicitàdi costumi
e
degna
propria de' Grandi
più di leggenda che di storia.
In
e
principe e quella del popolano,
del
grande Casa,
vittoria
ottenuta
solenne
che,
cuore
e
ogni
! In
questo
cantata
della
e
il segreto
sta
la forza
sta
della
legame
di questa
finale,insperata
la
virtù
di
civili
e
alta
poesia
nemente
perenche
eroi-
domestiche,
religiose,il soglio augusto, parlerà eterna
degl'Italiani, nella gioia e nel dolore, nelle
ne'
lutti
angolo
commozione
gì' inni
adorabile
della
mestissima
pace,
delle
la
cessati
i
Dolente,
la
magnanime
vi
come
piena
ma
che,
ora
di
Patria,
Donne
echeggia
della
peana
e
magnanime
illuminarono
fulgidissime,
luce
destra
la
avvince
ingentilitadalle
e
che, gemme
Donne
e
che
legame
stretto
questo
al
ste
fe-
per
più
intensa
di
vittoria
più augusta,
sabaude,
la
la
più
scon-
303
solata
regina Margherita ha innalzata ali* eterno, traendola dal fondo
della purissima anima, la laude più
lirica che siasi mai
spontaneamente
concepita anche
in questa verde
Umbria
nostra, dove
Jacopo di Todi,
di passione, piangeva i dolori di Cristo,
accenti
con
d' Assisi
serafico ame Francesco
plesso
stringeva nel suo
d* amore
di Dio ! In
game,
ogni creatura
questo ledalla
sventura
ora
meglio rinsaldato, sta il
trionfo
deir avvenire
Ma
in
anche, purtroppo,
trova
esso
il nostro
strazio
orribile
!
il pensare
pensiero
si levò
non
Italia
risorta
appunto
di
virtù.Chi
Casa
e
essi
fu
volta
una
non
sarà
di
veramente
secoli,
serena
sé
in
in
tempi
della
Chi
uccidere
solo
i
verso
pace
tutte
più puro
il simbolo
sempre
giore
mag-
popolano, la quale
sola, per
raccolto
aveva
e
nella
ora,
è
suo
benedire, anche
per
lieti,siasi levata
non
del
lungo volger
mai, per
principisabaudi, se
non
poiché
:
la destra
che
il
le
della
!
*
Tale
Lo
rendono
della Nazione,
La
vita
la
amore
I
V
cordoglio infiniti
il
e
Storia
della
sentenza
Umberto
di
tristissimi per
la
tale
V
si
Italia, quando
chiudeva
!
in
momenti
segreta doveva
esser
ogni aspirazione all' unità e
indipendenza,quando il sangue de' primi martiri della
de'
tiranni.
libertà rosseggiava sulle forche
Le
sue
si ripercossero piene di allegrezza
grida infantili non
per
pareva
le
libertà
lugubri
né la luce
di
dell'Avo
del
e
e
suo
fanciullo
che,
non
muta
sale della
pensose
sguardo
valse
a
più Re,
e
del
rasserenare
esulava
reggia
di Torino
sorriso
suo
la buia
dal
cente
inno-
fronte
fatale campo
;
504
di Novara,
del
nuovo
giovinezza, mentre
Re,
per
per
eroismo
Ministri, per
Duci, per fede
di
della
i destini
sì
favorevoli
alla
sui
mostrare
santa
di
sue
era
del
la guerra
1866
giugno
il Padre
nel
col
Umberto
di
così
infausta
air ammirazione
era
nome
Garibaldi,
chiede
che
il
e
quale
compiacenza, gli fece
Italia,e
Bixio,
di
pochi
anni
innanzi, in
primo
suo
Re
riconoscenza
secondo
futuro
Re
di
sintetizza
italiana
d'italiano,la
la destra
ora
dei
già
che
il
Mille,
si
forza
risorgente; primo
che
l'Erede
la
spada
congiunge
solenne
del
e
per
che
come
V Italia,
soldato
primo d^' Mille,
all' Italia da
Stretta
rinnovata
del
e
E
lealtà di
con
mano
remo
consacrata
fuoco.
la
stretta,
aveva
conto
rac-
Giovanni
mano.
felice
di
legittima
San
di
giorno
un
il
ascoltato
Villafranca, di stringergli la
presso
Popolo
V amico
giovanile ma
air incontro
sua
si presenta
del
gratitudine
ottiene, dopo
Principe, fiero
la
scrive
d*
Nino
il 24
quella Custoza
in
storia
durante
Amedeo,
all' Avo,
alla
e
del
italiano, in
valoroso
Savoia,
prima pagina gloriosa nella
del
Savoia,
dei
sangue
quartier generale
insieme
59
stata
era
così
che
il sangue
che
battaglia
vene,
permisero, potè
italiano !
Seguito
e
ravano
matu-
V occhio
sotto
Glielo
causa.
campi
nelle
sangue
il
si
di una
santissima
dre,
maprovvide cure
loroso,
e
forte, principe illuminato e soldato vache, quando gli anni
e
gli eventi, ormai
buono
che
Popolo,
di
Apostoli,
; crebbe
primi
virtù di
e
martirii
di
i
crebbe
le
con
scorreva
Patria
E
alba
oscura
lealtà
per
di
senno
vigile e
trepida e
Padre.
deir augusto
regno
della
anni
la
rischiarare
a
non
indurirono,
quella
con
del
tesimo
primo batsimboleggia e
un
poesia della Patria
noscenza
di ricogrande tributo
Trono
e
si meritava
dall'Ita-
305
grande
Ka, come
^soalla
^rchè
santa
del
in
disastro,
di
s'
come
di
di
può
esser
E
vittoria.
principe del
cipe
prin-
un
combattenti
segno
da
condotto
era
ai
I-ui
risorgimento: grande,
la condotta
mezzo
da
servizio
primo
nostro
decisivi
sangue
motivo
del
causa
momenti
in
il
stato
era
berto
Umdato
sol-
da
sangue,
italiano I
airitalia
Roma
Ridata
Umberto
regno,
alla
Patria
della
il Padre
mentre
i
percorre
intende
secolare,
voto
e
tecipa
par-
assumendo
Nazione,
il
consolidare
a
dell* esercito
gradi
civile della
vita
sciolto il
e
sidenze
pre-
zioni,
istitupatronati di società e di benefiche
portando dappertutto il profumo della sua bontà,
della
del suo
fiamma
amore
pel popolo, il candore
e
la
fede
sua
libertà 1
nella
Cosi,
le virtù
mentre
militari
Lo
a
preparavano
degnamente V eredità del trono della Nazione
pre
quelle civili,semricomposta pel valore degFItaliani,
ricever
esercitate
vana
ambizione
come
primo
E
sul
da
retta
con
cosi
salì
intensa
Cessato
Re,
V universal
tutti
gli animi
Monarca, che,
della
suo
per
popolo,
non
ricco
tanto
il
di
rassegnarsi
la
con
forze
alla
civili
che
improvvisa
cordoglio
la morte
fiduciosi
si rivolsero
ebbe
ebbe
non
pensieri
che
fu
più
di
del
primo
giovine
al
palpitiche
per
rali,
mo-
pativa.
anni, fino all'ultimo
ventidue
e
scomparsa
rinnovellata
per
e
non
prima
II, la Patria
esistenza,
troncata
per
additando
venivano
simpatia circondato,
agr Italiani
grande perdita che,
Emanuele
non
d* Italia 1
cittadino
difficile
Vittorio
coscienza,
Lo
popolarità,
di
trono
sicura
e
la
istante
per
il
grandezza
deir Italia.
fu
Apostolo fervente e
il più geloso custode,
convinto
così
che
della
non
solo
libertà,ne
mantenne
3o6
la fede
immacolata
la
nobile
sua
che
vita
nella
raro
la monarchia
narchia
Lui,
nel
anche
doveri
Né
scemati
dal
innocuo
dal
nostro
pensiero, alla
air affetto
esso
che
la
la
Il ch"
la visione
indistrut
suo
la
lui benedicente
di
anni
altri ventidue
per
sacra
il memore
corre
memoria
del
persona
Migliore
il
pel popolo,
tanto
tanto
era
vivo
e
la
cieca
era
saldo i
fede il
sua
1
!
impulsi alla
forti
:
e
non
beneficenza
i suoi
solo
si fecer
profuse
sua
vita
olocausto
alle
supreme
copia,
la
Oh,
con
il generoso
tugurio squallido
del
recato
montanaro
in
esposta
della
sventure
sussidio
in Lu
cosi
larghi!
previdente pensierq
averi
spontaneità di
volle più volte
stessa
nel
il
dolore,
venerata
coscienza,
sua
affetto
sima
ma
ginna
gara
pericolo,e regalata la vita al
alla sua,
attentato
approvò mai cW
balda
era
guardia intorno a sé : tanto
aveva
Gr
più
morte
sua
Re!
pura
suo
parola
d' Italia I
libertà,né
di
degl'Italiani
aumentasse
e
qu€
demc
della
chiara
Re
un
per
la Libertà!
avesse
conservare
seppe
Né, scampato
vile
nella
momento
supremo
dei
Egli
me
minimamente
pel popolo, Gli venner
pugnale del suo
primo assassino, reso
vigile coraggio di Cairoli, al quale, in
questo
che
alto
partecipanti alla
com'
della
e
fatale della
rappresentante
questa fede
tibile affetto
più
senso
de' diritti di
e
anzi
unic
rende
a
effettivamente
fu
stessa
sera
statuetta
una
dimostra
de'
la
qualsiasiDinastia,
regno
ai Triestini
regalando
stica
suo
tutt
esempio più
con
e
Democratico
dimostrò
istituzioni,ma
popolare, a far
propria democrazia:
e
il
nelle
spesa,
di
storia
vera
in
cratico.
«ome
volle
liberale
una
fu
che
giurata
da
Patria
mano
come
\Ì
!
ignoti
languente,nel!
3o8
alla vita
delle
il poso
macerie
r occhio
con
che
Re,
il vostro
por
;
piangete
inebetito, chino
che
mano
pietà;
nella
voi
o
che
dolcissima
visione
il
dimenticaste
vi
voi
in
sentiste
la
ferite
delle
dolore
di
calda
sua
che, impavido,
Lui
di
ste,
vede-
di
nella
capo
Lo
sopra
profondo cordoglio : o voi
fredda
dallo spasimo stretta
sul
che
voi
o
di
atto
di
tolse
vi
le
ve
e
Piangete per voi e per i vostri amici
di
parenti,che spirarono sereni nella rosea
speranza
vita migliore, perchè nel
loro
una
guardo errante
medicava.
brillò il
voi, colerosi
senza
pensare
r
il
che
anima,
sia
letto
dolore
di
che
di
e
morte,
O
spenti dal fiero morbo,
il refrigeriodella sua
vi
giunse
novella
potrete
rattenere
il
contro
e
O
pianto
primo
chi
arrivar
risorti
alla
tra
teme
in
di
di
i
ha
Lo
tempo
danari
a
in
e
per
in
passar
se,
ma
proteggere
letto
tra
sdegno,
morti
a
queir ampie
comparire
di
la
e
conforti, sfidando
il
voi, nel
Re, insanguinato
buon
la
con
come
contro
fatto venire
vostro
gelida
ferite,come
di
maledizione
vedeste
più benefici, e
la morte
colpi,e
della
vita, che
lutto, ve
letto
d'altrui
d' innocenza
e
pace
santissimo
perfido che
?
di
stro
vo-
d' amore,
ardente
mano
dì
morte,
1*urlo
dolente
e
più
sulla fronte
che
di
beatitudine, il
della
regno
di
accendervi
non
vile,
mondo
vostro
potrete
sul
curvo
pensoso
Re,
buon
?
stesso
in codesto
il vostro
vedeste
sé
se
passar
assassinato
stato
di
sentiste
di
sua
miglior medico,
vostro
che
pietà,e a loro chiuse
mano
sua
regale 1
di Busca
di Napoli, come
e
tete
poil gelo nelsentirvi
strazio, senza
della
spenti la
gli occhi
E
lume
santo
chi
vita
sale di
inatteso,
fretta
non
di
non
teme
degli
moribondi,
intrepido
altri,
fondendo
proil pe-
3op
ricolo,difeso
scudo
a
del
chi
soltanto
chi
e
vostro
al
Chi
pianto
di
voi
nella
imbianca
le
più
scolpita
neir
e
più
reale
:
ha
ne
fantasia
trecce
tutt'
un
vita
v'in-
Le
bionde, che
si
non
poema
sul
quel
di
magine
im-
venerata
la
ricingeluminoso
già il dolore implacato
muovon
di
la
?
anima
non
grazie fascinatrici
racchiudeva
I
morto
le sante,
tra
quel
zolle del
le
è
tutto
preghiera 1
non
Il diadema
gloria delle
alla
e
stilla di
Re
buon
Ah,
?
inaffiato
ha
santissima
donna,
augusta
e
sola
una
! Il nostro
giardino di Monza
Piangete e pregate!
Un'
tomba,
morte
a
perchè quel
quella mano
il Popolo Italiano
che
vermiglio
cercate
sangue,
dalla
darebbe
non
? Voi
uccìso
benedire
a
sangue
puro
ha
si risollevi
capo
augusta torni
suo
U
offrite il
? Voi
r assassino
il vostro
pietàe dallo
il dolore vi spinge,
della
corazza
dite, dite, ove
sacrifizio,
chiedete
venerato
dalla
sorriso
carità,
bro
lab-
purpureo
d'
in
amore
cui
si
e
di
fioriscon le rose,
più non
diffuso pallore ricopre: e quel dolcissimo
che un
chio,
ocche vi si specineffabile gaudio di ogni anima
chiò,
illuminò
la
sole fulgidissimo che perennemente
lenti,
reggia e il tugurio, le sale fastose e gliospedali dodi
penetrando perfino del suo
raggio ardente
carità la pupilla del cieco, in cui suscitò ebbrezze
di
occhio
di fata benefica,di
luce, quel dolcissimo
nova
donna
in lente disperate
pia, di augusta regina,ora le nuota
lacrime, che la religioneassiduamente
asciuga,
un
e r affetto di
ria
memoPopolo doloroso, e. la sacra
che Le fu signore e re I Infelice,scondel Martire
solata
nostra
più infelici e sconsolati
Regina ! Ma
ti vedremo
noi, che non
più, gloriosa nella tua leggiadra
fede
:
nelle
gote candide
beltà, luminosa
del
tuo
sorriso
sereno,
viva
ilo
del
gaudio, spandere
tuo
bimbi
baciar
mestizia, in
o
frettolosa
air
o
al tuo
ora
devoti,
e
r anima
con
tempio
e
straziata
invito
ebbe
non
pregare
noi
non
inchinarci
al
tuo
seguirticol
e
sempre
preghiamo
rancore
a
passerai
pel tuo
tu
:
A
saggio
pas-
pensiero
dovunque, come
fatta
prece,
I
in
mondo,
questo
alcuno, perdonò sempre
verso
sterà,
re-
mesto
l'altissima
di pietà e d* amore
giustizia,
O Signore, egli fece
bene
«
di
tuo
lacrime.
conforto, che
muti
e
al
ospedale a terger
supremo
dizioni,
bene-
dolore
il nostro
accrescere
non
correre
per
e
bisognosi,
soccorrere
infinita dell* occhio
la tristezza
Re,
di
veste
grazie
passerai fuggitiva,in atto di
ci guarderai più,
pianto, e non
gentile,per
sempre
con
sventurati,
afflitti! Tu
consolare
noi
di
sopra
a
chi
al bene
e
gli fece male, sacrificò la vita al dovere
della patria fino ali*ultimo
respiro e si studiò di
adempiere la sua missione.
Per quel suo
«
vermiglio, che sgorgò da
sangne
ferite, per
tre
in
che
la
cura
e
braccia
tramanderà
piute
giustizia comgiusto, ricevetelo
e
dategli il premio
per
generoso
ai
tu,
proteggere
sarà
più
o
lontani
etemo.
nostra
nepoti
adorata
»
pur
Margherita,
vivere
dì
questa Patria, che al
sempre
distrutti
fede in-
con
forza
regina, attinger la
nostra
sempre
ancora
e
di
e
di tutt' un
Popolo
pensiero e nella visione
tua
preghiera ispirata ripeterà con
religiosa
possa
o
bontà
vita. Signore, pietoso
nelle vostre
Nel
di
le opere
diletta, benché
cuore
non
tuo
abbia
alla pace
della tua estrema
serena
saputo conservare
adorazione
il Compagno
infelicissimo
età, alla tua
della
tua
Sarà
unanime
vita.
pur
nel
diletta, poiché concorde
proposito
di vendicare
nel
pianto,par
il sangue
prezioso
311
del
dei
Migliore
intomo
al tuo
nobiltà
rivelando
Re,
con
augusto
d'
ideali,luminoso
nelle
prime parole
in
baleno
un
d* inconfortabile
della
lutto
s' era
che
Nazione,
pato
strap-
e
il fitto
energica
mano
con
eroico
pensiero,animo
ne' primi atti, ha già
e
l'anima
potentemente
scosso
stringersipiù fortemente
tere,
Figlio,che fermezza di caratlo
velo
suU' orizzonte
disteso
d'Italia!
O
Italiani, mostriamoci
O
soldati
che
armi, sappiate
la
gioia
non
vi
del
compiuto
difesa della
che
Oriente
suo
e
cui
con
solo
assassine,
coi
Nazione
nostra
più
porgeva
il
vi
il
col
al Re
nequizie di tempi
là dove
né
colla
si
e
la specchiata
con
l'onta
che
governo,
o
gli odi partigiani,e
e
le
già
liberale,che
dalla
grava
mentari,
parla-
sola
scorta
;
radiose
né
getevi,
strin-
virtù,
il dolore
vigilecura dello Stato,
di pericolo dall' accorrere
tema
muore
di
liani
degl'Ita-
Patria, lasciate le dannose
della
e
operoso
lavate,
ai cittadini
elegge perchè le forze varie
del carattere
vizio
spendiate in ser-
d'imitarne
distraggono
chiamato,
uomini
popolo
desiderio
e
le mani
puri eroismi,
; o
genialidella mente
della grandezza
battagliedell'ambizione
non
Re
nitarie
uma-
riudirete
civile che
e
sonno
il povero
non
il mondo
che
il
che
e
e
di
disciplinae
intomo
le lotte civili
dell' Italia,fate vedere
sono
miglie,
fa-
gagliardamente
religionedella
augurale
tutto
se
alla
alle vostre
il saluto
non
sulla
di guerra
voce
dalla
cuore
salpaste per
dell'Estremo
parola
nel
e
gustare
rinnovellati
officine,
nelle
e
delle
si che,
dovere,
possiate tornare
braccio
voi
la fedeltà
e
voglia Iddio,
come
campi
nel
nell'esercizio
sacrosanto
Nazione,
sui
la calda
addestrate
l'obbedienza
con
chiami,
Patria; o
vi
di Luil
degni
o
dell'elettissima
magistrati,cui è
né
né
pagna,
Comaffidata
312
più
la missione
render
giustìzia,rendetela
la vita, mirando
che
vi
voi, educatori
e
più
di
sul
ardua
che
là buona
immacolato,
vivere
uomo
e
non
il
«
cittadino, educate
della
al culto
delicata
meno
più
saggia parola, ma
e
costi
vi
pur
religionee della patria
ammonitori
e ispiratori;
quella
avete
V
se
della
capo
formare
di
civile, quelladi
società
incorrotti
ai simboli
pendon
o
con
della
delicata
T
con
esempio
sta
Patria, all'one-
dell'onore
operosità,al sentimento
»; o sacerdoti
sparsi in centri popolosi e in plaghe remote, deponete
gli odiosi desideri di riconquiste che né
per sempre
né il Vangelo vogliono, e, ispirandovi ai
la Storia
luminosi
esempi di santi Vescovi
preganti per il Re
assassinato
che
proclamò Roma
gianti
intangibilee innegal Re
quella vera
afflittie
e
d'anime
cura
sulla Croce,
i
e
ammaliatore
buon
del
né
cuore,
e
nervoso
de'
gli
campì
con
dolore
e
di
di
di
venire
mostrando
e
in
cosi
come
il
non
del
rosa
ope-
e
senso:
suggeriron
desiderio
ma
dei diseredati
la Casa
fede
continua
buon
la
per
buona
benefica
e
è
giovine Re, a cui
legittimo sdegno
del
vendetta,
soccorso
e
vostro
parola
figlio né
di
di
vindice
la
supremo
capo
repressione
del
anche
nuova
la virtù
storia, per
e
disabbellan
che
(verrà un' era
degli uomini
braccio
anzi,
sacro
d'italiano
di
della
feroci
la forza
per
vostro
venuta,
il
la volontà
per
progresso
già
tutti, lavoratori
odi
di
la coscienza
e
ma
di
soccorrendo
e
oltraggia ogni principio di autorità
umanità, foriera
la vita
e
che
parola
voi,
voi
morendo
additava
confortando
e
assumete
raggi
gli occhi agi'incantevoli micol caleidoscopio
apostoli vi suscitano
de' loro sogni, chiudete
gli orecchi
fallaci
che
di
Cristo
che
educate
perduti;
tale,
officine,chiudete
delle
alla
la manterrà
che
nuovo
di
Savoia
siti
propo-
quasi
tuna,
dalla for-
sappia
313
vendicare
il sangue
le voci
con
vostra
voi
del
vostro
;
oh,
de'
coscienza
voi
se
delle
carezze
confida, sappiate
figlitutti quei sentimenti
gentilezza,che repugnano
sangue
seno
cittadini,pensate che in
vostri
di
vostro
le
con
e
mente,
voi, final-
e
esser
belle, sappiate instillare negli animi
siete
come
cuore
la Patria
principalmente
de*
martiri);
i futuri
crescete
mano,
buone
suoi
italiane,che, col latte del
madri
e
de'
bene
avrete
pietà,di
di
violenza
alla
arato
nità,
umae
la
coltivato
e
al
•
vostri
seme
malvagio,
pargoli, nessun
dite
trapiantatovi,vi potrà germogliare : bancomunque
dalla vostra
tutto
casa
quel che è brutto, parole
disoneste, atti sgarbati,turpi bestemmie,
imprecazioni
orribili
nella
e
minacce
del
pace
educando
culto
voi,
re,
di
scuola,
operosità,al
«
al
desiderio
e
concittadini,
e
che
setta
pugnali e
regicida: cosi
il tributo
d'onore
più
Lui ; così
soltanto
ci renderemo
successore
bello
e
del
il nostro
dall'esecrando
altri
dell'arme
crociata
santa
assassinato
ci ha
che, imbaldanzita
affila minacciosa
augusto
degli affetti,
mitezza
i maestri
come
bellamente,
e
operando tutti, o
costituire
la lega santa, la
vivendo
r infame
amato
bene
».
potremo
contro
nella
e
Patria, all'onesta
della
dell'onore
noi
lavoro
anche
Cosi
crudeli, e vivete
s' addestra
soltanto
degni
nel
reso
memoria
delle
di
virtù dell'
all' Italia
amore
neggio
ma-
avremo
alla venerata
suo
trionfo,
e
alla
libertà !
Cittadini!
Lieti
italiana
di nostro,
d'immaginare
di Vit
di
torio
umbro,
che
Emanuele
nell' anima
III vibri
poichélo guidò
schiettamente
anche
nello
qualcosa
studio
della
314
letteratura
patrìa
Lulg^
Morandi,
Elena,
d'
Italia,
r
mandiamo
ne
unanimi
devoto
che
Egli,
resti
indisturbato
umbro,
illumina
omaggio
antica,
età,
già
che
cordiale
tarda
popolano
un
al
delle
della
ricondotta
sereno
e
custode.
saggio
sue
Re
e
alla
e
virtù
il
fedeltà,
nostra
V
felice,
Italia
fino
buono,
ggina
Re-
Trono
e
alla
alla
V
gurio
au-
dezza
gran-
più
3«6
ed eroi liberatori;viaggiatoriarditi e
purificatori
scopritoridi nuovi veri ; poeti che narrati
niverso
/3
perchè
son
varia
e
molti
scrutano
italica
festa
in
siamo
la festa
e
:
molte
son
: perchè
festeggiabili
i
la nostra
ricca
Oggi
e
V universo
V idea
che
è
grandissima, e la celebriamo
coscienza, perchè quest'idea è la nostra
perchè essa vi spirò sempre
gran cuore,
E
Air
Ospedale
CONGREGAZIONE
DI
RINOVABILI
ESEMPI
RICONOSCENZA
PUBBLICA
BUONI
I
COME
QUI
CONGIUNTI
VITA
IN
DEL
RELIGIONE
DALLA
SACRA
ADDITATI
VOLLE
ALLA
DESIDEROSA
PIETÀ
ALLA
SEDE
BENE
i nomi)
{Segiwno
Mattòli
facciata di Casa
:
BEVAGNA
DELL*
PENSOSA
RISORGIMENTO
ITALICO
DEPUTÒ
MATTÒLI
AGOSTINO
ALTI
AGLI
ASSALITA
E
MDCCCLV
NEL
IL
CUORE
E
ORGOGLIOSA
SULLE
ALLA
PROVINCIALE
LXVII
DAL
COLERA
SALVA
FU
PER
E
COMUNALE
CONSIGLI
DEI
ROMANA
COSTITUENTE
DELLA
SEGGI
LA
DI
MURA
DELLA
NE
CONSACRA
IN
IL
CUI
NOME
DE*
MCMI.
LUI
FIGLIO
TANTO
CASA
VENERAZIONE
DI
SCIENZA
VENTURI
oggi
dentro,
cospetto
VIRTÙ
DI
è
colo
piclebriamo,
ce-
grande
gloria; con
BENEFICANDO
VISSE
feste,
con
CARITÀ
DI
CHI
QUESTA
IN
Sulla
noi
:
MEMORE
DI
in
superbamente,
LA
u-
mirabilmente
il paese
noi:
; ma
V
stirpe.
anche
è povera
le
ziati
scien-
VISSE
gnificandolo.
ma-
dell' Um-
^17
forte
bria
di
candore
questo
è
Essa
che
buona, noi
e
che
del
ricco
la
mano
dà
all'affamato
che
alla
sana;
:
quella
che
silenziosa
va
tugurio, del
orfano
animi,
in
forma
a
povero;
del
i ciarlatani
non
nasconde
ma
meschino
s' avvolge
Qui
giorni
lacrimosamente
inoperoso
la
;
la mano,
che
e
languisce nel
o
grande
fame
e
di
sidio
dischi
!
oro
magnifica idea
il
di
muor
nell'
calamitosi,
ben
di chiacchiere
non
cose,
l'
micidiale, delcolpito dal morbo
mira a pacificar
gli
; quella che
effettivamente
quel desiderato
misero
preparare
chi
di
tutti, un
a
storico, in cui sarà scomparso
momento
;
il conforto
la dote:
gli eroi,
onori,
cerca
abbandonato
e
quella del
fatta di durevoli
vuole
non
edùca
pia, illuminata, intrepida
; sempre
quella che
;
a
vergine indotata,
la beneficenza
ed
soccorre
all'infermo,
pane;
nobilitarsi
di
mezzo
nel
marmo.
la beneficenza
avvicina
che
afFermiamo, scolpendola
V
aleggiò mai
fame
per
o
sempre
; e, in
pèste,
per
essa
ci salvò.
A
chi,
del
e
attento
vivente
il buon
aver
si aprono,
:
nitrice
ammo-
vi
negliarchi-
veramente
d'
cittadino
con
una
bile
no-
polvere e le tarme,
insegnamenti e di
la
tra
voce
entrate
entri
Italia,vi
storia, ricche
della
pagine
d*
può
che
sete
patria,tutte
le
maggior poeta
nelle biblioteche
quella
alla
obbediente
e
d'
conforti.
Ed
sono
in
eloquenti
una
Tni conduceva
Il 1828
amore
della
fu assai
triste
scarso
l'industria
fiumi
per
mia
la nostra
devastato
raccolto, prodotto la fame
delle
nostre
vantate
Casa
di
natale
aveva
pochi giorni or
me
a
abbandonata
camera
straripamentodei
lo
s' aprirono
e
Nalli, dove
terra.
Bevagna
:
lo
le campagne
questa, sospeso
rinomate
tele,unica
;
;
3i«
risorsa
del
Eran
paese.
tremila
i
poveri,
dice
come
pontefice; i granai vuoti sì da muovere
al pianto ; come
ne* tempi delle storiche calamità, si
vendeva, s'impegnava ogni più caro
oggetto: un' aria
di tristezza e di languore incombeva
sulla caligine
del nostro
si chiamò
»
Quell' « anno
paese.
povero
poi « della fame »I Ma la pietà di chi possedeva e
di chi aveva
fece sorgere
ficenza,
un
cuore,
Opificiodi benenel
là raccolte, si
somme
e
quale, con
qua
diede lavoro
i8 famiglied'imbiancatrici, a 52 capi
a
di famiglia,canapini e cordari, a
tessare
e
or140
ditrici,a
e
il
al
esposto
un
lavoro, confortevole
col
dalle
discordie
libbre
di
tratto
parole
che
chi
di
la Patria
a
da
far
crescer
santa
cólta
sar
ces-
Ne'
si
mesi
lavorarono
eloquenti,
grazie
pietà:
ha
I lavoranti
«
all'altissimo
perchè
si
ove
delle
nella
ed
a
loro
chi
razione
dispe-
vedevan
gittati,
gli spezzò, onde
poter vivere.
quest'altrepur degne di ricordo : «
il pane
si chiude
mire
1829
a
—
813 pezze di tele:
scudi. La relazione, end' ho
nell'abbattimento
e
ebbero
del
tant' opera,
ispiratoa
venne
venerare
impuri 1
semplici ma
leggono senza
render
di
cessaron
non
si
non
a
;
si fecero
duemila
cifre
queste
e
canape
il paese
tutto
a
manifesto,
un
discorsi
giugno
e
fu di circa
r esito
cosi
—
dire
insegnò
cosa,
dai
e
aprile,maggio
20521
E
Dio,
di
santo
nome
di
il che vuol
filatrici,
504
con
questa deputazione furono
tempo
la
ciava,
minac-
le tante
tudini
vicissi-
illanguiditoe quasi distrutto, e a
buoni
e
speculatori cittadini
quella
emulazione
che
popolazione
ogni incontro
per
Le
sollevare
a
imperiosamente
il commercio
rianimare
ne'
che
fame
dalla
dirette
»
forma
che
e
preserva
quella classe
considerazione
e
il più bel carattere
che
sagrifici
»,
dalle
sempre
la classe
d'
in
sventure
meritò
dell'
una
e
rita
me-
operaio.
319
Ma
è
prestarono
poi Pio
nel
a
è pur
in cui
siano
frutto
vati
troquesti scartafacci da me
son
segnati i nomi di coloro che
il danaro.
E tra tutti que' nomi,
quello
dell* arcivescovo
pagina d*oro
quella in cui
la
IX,
di
n* è
ce
scritte queste
vostro
Quel
cuore
parole
che
vi
al
accanto
prego
di
quale
scolpire
scudi^offerta
gratuitasenza
^o
concittadini
o
nome,
:
solo,
uno
uno,
fu
che
Mastai,
rivalsa.
l'indovinate, è il
miei, voi
Torti!
gloriosodi Francesco
In quella breve
postilladi quel quadro statistico,
vedete
la grandiosa figuradi lui : dà più di
voi tutta
mente
come
tutti,dona
più nobilperchè viveva
nessuno;
molto
d'ogni altro, perchè mirava
più in là
nell* orizzonte
tano
ancora
oscuro
e londegli altri,mirava
di questi tempi nuovi, alle conquiste e alle lotte
d'oggi, onde, auguriamocelo,il Popolo italiano uscirà
virtù delle
libere istituzioni,
per virtù propria, per
educato
al bene, cosciente
e
padrone delle sue forze,
nome
corifeo,
novamente
scienza, della
i nostri
La
stesso
come
civiltà,quale
poeti, i
nostri
in
il
cui
bagno
un
alma
e,
sotto
novello
il bacio
del
del
32, di
quello
settantenne,
con
e
le
Rousseau,
spondenza
Corri-
brutture
del
consigliava
della nostra
oceano
sole, alla
l'
del-
carezza
profumata.
Bisognava
: egli r
rinnovarsi
avrebbe
: una
accolta
radicale riforma
anche
da
spezzato
i
ceppi
ond'era
stretta
era
cessaria
ne-
quello stesso
di cui condannava
l'amministrazione,
governo
si fosse ispirataal principio della
la riforma
avesse
nostri
all'Italia,nella
purificatorenell' ampio
natura,
aria
Torti, ormai
Monteverde, le piaghe
teocratico,
governo
i martiri
porta la data
rivelava
giovanile entusiasmo
di
lo vollero
pensatori.
citata relazione
anno
dell'arte, della
tempo,
un
purché
libertà,
la vita
e
il
Ì20
pensiero
del
cittadino
d'inutili
di
anacoreti,
al
generosa
Il Torti
ogni
era
la fede
polo
poderosi
desi-
avesse
mante,
viva, fiam-
dell'umanità!
cuore
nel
cristiano
della
atto
Cristo
di
restituita
e
un
di lavoratori
popolo
un
formule
un
fatto di
avesse
perfezionamento,e
alle vecchie
sottratta
di
onesto,
vita
sua
alto della parola:
senso
dall'evangelio
muove
Cristo !
Figlio^è
all'autorità
devoto
genitori,ne' quali venera
soltanto, sì bene
con
negli studi,
le
tra
la
anche
tirannica
santità;
col
non
le opere,
progredendo
menando
una
brigate spenderecce
vita
cuore
guendosi
distin-
e
e
pura
leggere
e
de'
delle
na
sere-
scuole
d' allora.
Amico
il
sincero
fedele, magnifica,non
e
genio dell'amico,
dall'abbandono:
più
e
ne
l'ama
fiammate
son
fino alla
nutriti tenacemente
se
invido,
ofiFeso
resta
ne
d'affetto,
sensi
ma
nostalgia.
Cittadino^sacrifica gli agi, i godimenti della
del
all'amor
sua
umile
gente, di
Ricco, vive
Gli
natio
loco, dove
cui
indaga
vive
i
lieto
bisogni
e
tale,
capila
tra
le
razioni.
aspi-
poveramente.
oltraggi e
le
improntitudini de' pedanti
non
patì,e dal tempio dell'arte e della ragione, come
li volle espulsi.Così, nel primo
profanatori,
periodo
della
sua
meschini
critico
difendere
dà
insolita
con
danza
bal-
la grandezza del gee
originalità
nio
dalle
de'
Dante
accuse
gesuiti e de' critici
ciechi, e ciò sa fare meglio d' ogni altro
e
del suo
quel Prospettodel Parnaso
tempo, con
a
di
attività letteraria, si
italiano,che
de'
è
vero
primordi
X
titolo
d'
onore
per
la
critica
liana
ita-
dell'Ottocento; nel secondo,
batte
comgagliardamente i puristi,le cui dottrine parvero
321
a
lui soverchiamente
r
più
forte il
E
del
di far
bisogno
anche
della
ingegno
la letteratura
in
il libero
inceppare
questo,
se
nazione,
genio
staccar
e
una
avidi
di
diede
pur
vendetta, odiatori
di
ranza,
intempeformarsi
da
de'
la
tutta
come
V ammirazione
dietro
sempre
alcuna
in
però battagliarein modo
le oppugnazioni
scuola, e con
trarsi
tisichi
in-
popolo, quando invece era più
servire al popolo la letteratura.
seppe
quasi
e
battuti
piccola,
pali
princi-
gente
molti
de'
letterati d' Italia.
Ma
la vendetta
mentre
di
avversari
questi
era
ici voleva
inchiostro, quella de' retrogradi polii
sol d*
il
capestro. E
di
Monteverde,
altamente
della
Corrispondenza
gli ardimenti
V opera
la quale egli compie
sua
per
con
patriotticaispirataa Dante,
Moralità,
ebbe
a
sentirlo
quel capestro, nella
Leopardi,
Così
alla
quale
della
Ragione,
anche
Corrispondenza fu
Popolo,
sé
al
da
quel
per
il governo
liberale,perchè anch'
troppo
pareva
al
Voce
proporre
al
alla
Papa,
naldo
Mo-
teocratico
elettivo I
esso
l'onore
concesso
ser
d'es-
proscrittadalla Sacra Congregazione dell'Indice,
altro mirabile
d' ispiraral Torti
e
scritto, 1' Apoun
^^g^K dove il glorioso vecchio, già da tempo varcati
i settant' anni, effondeva
l'ancor giovanile anima
tutta
tutti
sua,
i suoi
della libertà del
causa
Né
non
lasciarono
del
dell'umanità.
bene
sostenute
quelli
contro
che
si
versari
av-
devano
difen-
spossato. Parve
anzi
resa
vita, altre
di
altre
concepì
sono
e
la santa
per
la fibra,di
più consistente
fortissima, poiché, per gli altri sei anni
ebbe
che
forca, lo
avessero
ne
pensiero
queste lotte poderose
allora formidabili, come
colla
che
entusiasmi
vivi
sempre
e
insieme
scrisse, altre
opere
lasciò
abbozzate
novelle
e
sul
luminose
tura
na-
che
incominciò,
letto
prove
di
morte,
del
suo
322
grande
affetto alla
Bevagna,
sua
vastità ^
della
e
profonditàdel suo originale intelletto.
nel
E quasi ottantenne
si spegneva
42,
sempre
de' suoi patriottici
tenace
uguale a sé stesso, sempre
ha valore, ripetiamolo più gaconvincimenti, che non
gliardam
dalla
r atto
che gli si fece sottoscrivere
facile astuzia
de* preti allora dominatori
; si spegneva
in vita, generoso,
come
legando al Comune
sempre,
il suo
vistoso
tutto
patrimonio per V istituzione d* un
Orfanotrofio.
Non
di
padre
esserlo
famigliain vita, volle
dopo
la morte.
Oh, quante
42
oggi
a
lacrime
patria !
Quante povere
madri
vi
di
s* era
il pane
cessario,
ne-
religionee
anch'
mossero
paglia il
dove
della
al culto
buoni
crescere
e
della
sul letto
alla casa
genitore, mossero
benefattore
glorioso,per avere
il
dal
terso
dalla squallida
fanciulli,
lasciavano
ove
ha
del
cadavere
spento
volontà
sua
quanti miserevoli
:
campestre,
casa
la
esse,
dolore
per
raggio
di benefica
luce
più illanguiditi
dagli occhietti non
ne' quali si esprimeva vivacemente
de' loro figlioli,
lo spiritorinvigoritodal pane
dalla morbida
e
saporoso
accogliere neir
fanciuUetti
Quanti
dalla
dal
oscurata
dell' invisibile
C2trezza
salvati
anima
benefattore
sottratti
avviati
prigione, e
I
all' ozio
al
un
corruttore,
mestiere
voro
al la-
o
campi e agli studi. Quanti, quanti entrarono
nel cuore
uscirono
e
ne
pio luogo colla mestizia
de'
nel
aperto al sorriso, la fronte
col labbro
capace
di
provvedere
Gloria
poiché
quel tuo
e
a
te,
il tuo
o
la vita, il
Francesco
spirito
labbro, che
ancor
fu
sì
serena,
buono
cuore
Torti,
la
mano
!
padre nostro :
sopravvive, fa che da
eloquente, venga a noi
o
3^4
quella scienza di cui doveva
poi divenir maestro, rìnunziati gli onori e le ricchezze
che
V attendevano
sicuramente
alla capitalee altrove,
le sue
al suo
tutte
e
egli toma
gli consacra
paese
sbriga
diforze : esercita
la professionesenza
emolumento,
di cui fu
assiduamente
gli affari del Comune
principifondamentali
sindaco
di
fonda
perpetuo,
V
educativi
agricoltura,pubblica scritti
del popolo alla
desta il cuore
scientifici,
incoraggia
gente,
anima
e
delle
paese,
di
onore
veramente
de*
IJ
anche
confine
il
a
a
67.
dal
come
le
case
da
ai
sua
del
suo
Firenze, dove
a
luce
la
sua
gli si
:
della
lì è
di
un
studente,
nel
sé,
sordo
de'
la' grandezza
mattina
a
manda
sera
degli appestati,
guarisce.
Con
sé
del
Grecia, è
cuore
alle
non
e
trae
stampate
fa che
dove
un
salire
appare,
giovane
e
55
riuscendo
di
renne,
peil
tutto
preghiere
le
e
e
decimati
paesi circonvicini,
quali però
ribondo
mo-
principi
leriche
epidemie co-
il ricordo
di
per
1' infallibilità de'
dell' antica
duce
a
messo
tutta
apparve
sua
d' uscire
nega
figlioAristide
tutta
Egli, incurante
morbo,
usare,
diffuse
dove
suo,
offerte danarose
alle
il
Ma
incancellabile
paese.
V esilio
omiopatica, fu nelle
che
ci afflissero negli infausti anni
queir eroica lotta che egli sostenne
trionfatore
la
profonda.
dottrina
sua
Di
e
donde
volta
Firenze.
dell' animo
della
al
e
lui affida l'alto
a
commozione
con
dell' anima
Bevagtia,
1' ultima
riveder
ancora
danaro,
il calore
e
tutta
V idolo
E
il paese
patria gli frutta
sdegnò
scienza
e
lo ricorda
della
amor
E
riscossa
della Costituente
glorioso consesso
in quella breve
epica ora attrasse
la simpatia de' colleghi, alcuno
dove
r occhio
quali
di
e
nel
sedere
sé
di
V anima
romana.
vicine.
genti
romana,
su
libertà. E
della
sentimento
città,
la
istituti,abbellisce
cure
da
scendere
mente
miracolosainfermiere
;
325
dove
da
può arrivare,
non
militi
E
manda
valorosi, che
squadriglie capitanate
spettacolo di pietà e
uno
il coraggio.
imitarne
cercano
d' ardimento
veramente
sublime.
Lo
quel giovine infermiere, oggi
dica
vivo,
ancor
del
vedete
e,
Torti, Filippo Renzi
squadriglia,anch'
al
onoranze
Ambrogio
nelle
E
del
gli
il colera
pelo,
bianco
le
tra
decretò
del 67
di
ma
daglie
me-
cica
luc-
indipendenza
Re
durante
resi
Bartoli, di
tradizione
una
o
più
mi
ad
in
che,
or
aggiunto
essa
punto
ape
68*
giovane
nostra
neficenz
be-
rammentarla;
fa appunto
chi
po-
anello
nuovo
un
del
collega
compianto
nostro
un
esalto
m'
io
il pensare
commove
della
gloriosa questa
signori, e
mesi, veniva
da
d'
guerre
il governo
che
l'
del-
I
cuore
e
quei capi-
Torti, sul cui petto valoroso,
i servizi
per
di
uno
vivo, prìncipalpromotore
esso
guadagnate
quella
dica
; lo
degli orfanelli
cuoco
caso,
tuna
for-
per
Pietro
Comitato,
più degli altri s' infervorava
nel pensiero di
colpito a
questa genial festa, era
da
inesorabile
morte
morbo, che gli lasciava appena
il tempo
di disporre del suo
patrimonio a favore del
alla visorridevi
sione
nostro
amico. Tu
Ospedale. Povero
Ponti,
che
d'
un
promettevi
cui
busto
d' inaffiare
di Francesco
cui
E
sei
tempo,
riconoscenza
lapide che
sorgente
anche
con
ha'lor
V
per
partito a
salutar
ispirò
V onesta
il tuo
quello
tua
consacrato,
il
di
invece,
e
Tombra
riverente
magnanimo
atto
vita.
si scopre
nome
di
orfanelli
molt'anni,
per
f
i fiori che
tra
degli
amor
direttore
Torti, che
si chiuse
oggi
e
marmoreo
fosti affettuoso
innanzi
con
più
quando
altri
con
alla
nostra
benefattori, in quella
pietoso
e
memore
la
pensiero,
Congregazione
di
carità
pii
dovrei
nel!' atrio
l'
del-
Ospedale.
altri
Quant'
cui
delle
la
tutta
generosi
ricchezze,
poveraglia
godono,
Quale
iliade
di
essi,
ricordo
pensare
che
r ultimo
sospiro
dolori
essi
si
soffre,
chi
a
al
è
chi
a
dote.
all' anima
il
è
dolore
piamente
spensero
malati
hanno
non
il benefizio
secoli,
de*
serie
anche
ristoro
da
ma
ci svela
non
qual
ricordare,
anni
che
virtuose
di
ma
da
non
V ininterrotta
e
le donzelle
e
e
il
rivolgendo
misero
1
CùUuiim/
Solleviamo
nel
ricordo
di
dico
madre
di
convergere
Le
questa
purifichiamoli
cuori,
stringiamoli
e
del
grandezza
dico
e
le
paese,
alla
energie
fisiche
chinino
riverenti
sol
un
nostro
dell'Italia, che
nostre
in
comune
spirituali
e
sempre.
fronti
nostre
cosi
si
in
per
scoprire
che
il nostro
non
offenda
la
lapide
Torti,
ppi
e
pur
che
laggiù
fatto
e
geme
la
benefattori,
altri
degli
tripudio,
rechiamo
dinanzi
a
viamo,
mo-
pellegrinaggio, all' Ospedale,
santo
il male
Francesco
di
venerabile
come
e
della
Bevagna
devono
i nostri
virtù
tante
quello
desiderio,
alto
in
ricca
bontà
di
lotta
nelle
pietà,
di
e
tristi
delle
semente
muti,
sie,
cor-
nostre
preghiere.
Esulteremo
nella
sotto
che
storia
oggi
del
la
casa
1' ultime
scriveremo
tòli, dove
gloriosa
poi
noi
nostro
Gloria, intanto,
consacriamo
Agostino
di
righe
di
con
questa
caratteri
paese.
a
Francesco
Torti
!
Mat-
pagina
d'oro
NOTA
Degli Studia di cui
il
volume,
vide
I.
il
in
in
2.
in Scritti varii di
la luce
pubbl. dai discepoli di
zani, MCMI)
illustrata
Bevagna
collaborazione
busto
del
A.
con
Bellucci
lirici latini
poetiche dai
Monaci
E,
G.
e
il 3.
parte qui
XV
fase, deir
il 7.
pilJ-Aganoor
;
Torti
Collez.
nella
di
di
Castello, Lapi, 1901) ; PS.
di
St. p, deW
prefazione alle
come
Donnini,
il
1902).
il
1897) ;
la parte
scelte
me
Patria
I.
ordinate
e
(XXI,
A.
Donnini
fu
dal
pubbl.
Favilla
È
perdonare
contrario
ad
alcune
composizione
ond'
deve
Municipio
apportare
Al
e
è
leggersi :
4-5
di
son
della
e
Moke
di
F.
(Città
(II, 5-6
e
; il io.
nuova
Angelini
(Perugia,
la
seconda,
e
debbo
mende
il 4.,
il
;
già pubbl. nella
5.
Appendice
in
parte
epigrammi
fu
i
;
il
a
pag.
flutto
un
61
sopore
che
cortesi
nel
2.
fase,
ho
non
mi
scurato
tra-
parvero
lettori
a
de* suoi versi
ecc.
di
al Torti.
delle bozze, il Grilli
il 5.
1902).
Profili^ il
Commemorazione
tipografichesfuggite nella
revisione
da
pubbl
ai
già edita
cambiamenti
pregare
da
Barbacci
(Perugia, Donnini,
interamente
alla
G.
ai Nuovi
1901)
X, onde
prossimamente
di
latine
Properziana, ^00)
che
al cap.
anche
uscirà
Bevagna
tutti quei
il
qui
sgg.) fino
un*
come
io) dedicato
deturpato
Pont-
Deputaz,
Umbria
S.
prefazione
di
superfluo avvertire
di
R,
costituiscono
Morandi-Coatti
Nozze
(XXI,
nelP
ne
italiane
serve
(Bevagna, Tip.
I
della
(Foligno, Campitelli) ;
Discorsi^ che
due
Umberto
della
per
il 6. nel
del Passerini, 70-71
A.
(Perugia, Donnini,
Cerquetti
comincia
Rivendicato
la parte
di
; il 3.
nuova
II, 76),
(Roma,
De*
—
Favilla
qui
Grilli
L.
opuscolo (Bevagna, Tip. Properziana,
separato
prefazione alle Poesie
come
G.
nella
2.
comincia
di
in
pubbl.
fu
I.
comincia
Profili^che
razione
inaugu-
Nozze
per
Dante
il 9-
Peruginate
De*
—
al
Bollettino
(VII, 3) ;
VI, onde
al cap.
fino
sgg.)
Umbria
nel
V
onde
IV,
cap.
danteschi
opusc,
pubbl.
(Firenze, I, 20);
prefazione
come
;
me
per
di
(Perugia, IV, 21-24) pubbl.
Umbria
giubileo
suo
1901) da
XVI
e
Medusa
nella
il 4.
nuova;
For-
prefazione d\\^ Versioni
(Città di Castello, Lapi, 1898) fino al
la
pel
Urbini,
covaQ
secoli
dei
filologia(Roma,
Donnini,
Terugia,
Torti;
F,
a
prima parte d«l presente
la
costituita
è
di
portuni.
op-
voler
fretta
quella
della
vissima
gra-
citati,che
INDICE
Acerbi
G., iii,
V., 92.
Aganoor
Agostini,
Aloerti
A.,
26, 27, 87-92.
io,
280.
Algarotti F., 100, 192.
Alighieri D., 38, 104, 114, 128,
180, 193, 235,
170,
133.
261,
281, 287.
G., 37.
Alunni
Scuola
296.
Berti
D., 275.
A., 50, 86, 91, 92, 103,
154,
147,
S., 101-128.
Betti
124.
Bich,
129.
180.
Ardito
Arici
Boccaccio
G.,
Boezio
S., 38.
P., 53, 257, 258.
C, 192.
Ariosto
L., 36-58, 72-79.
Arlìa C,
264.
de
Voltaire
U., 243.
no.
A., 92.
A., 34-67, 254.
BonacciBrunamonti
F., 287
Bonaventura
Bonazzi
Arsilli F., 49.
Ascoli G. L, 293.
Bonciari
Atanagi D., 65.
Bonghi
L., 13, 202, 281, 288.
M. A., 11, 20.
228,
R., 153,
200,
277-288.
Bartolini
G.
M.,
F.
BagliottiBoschi
G., 24.
F.,
Botta
21.
{iunior)25.
^
Barbarani
B., 169.
Baretti G., 281, 287.
Barozzi
L., 38.
Barrili A. G., 277.
Barzellotti
Beauzée
Beccadelli
M.,
Bovet
C, 119.
E., 288.
Brambilla
P., 189.
Broglio E., 265, 285.
Brilli U., 291.
Brunetti
F., 68.
I. V., 169.
Brusa
,
Burckhardt
22.
G., 137,
A., 77.
Borgognoni
22.
Bagliotti Boschi
Bagliotti Boschi
Bartolitti G.
268.
S., 118.
Bianconi
G., 14, 16.
Biagioli G., 30, II 2-1 14.
Blair
Arouet
193,
Bettinelli
23.
Angeli I., 24.
Angu illesi,123,
G.,
93-104,
108.
112,
Norm.,
C,
Antinori
P., 50, 58, 76.
Bencivenni
I., 273.
Benedetti
T., 23.
Berardelli M.
D., 16.
Berni
F., 52, 54, 235.
Bertana
E., 117, 124,
Bertoldi
AltilJo
Andreozzi
P., 38.
Bembo
180.
Alfieri V.,
G., 290.
Belmesseri
F., 10-29.
Aleandrì
NOMI
Bellucci
112.
204.
Agnoloni,
DEI
250.
(de) N., 237.
A. (Panormita), 38,
J., 38, 56.
Burmann,
49.
Btksching, 28.
Byron G., 187.
57.
Becci, 245.
Beci A., II, 20.
Belli G., 256, 281, 287, 288.
Belloni A., 80.
Callimaco
C,
Calogerà A.,
15.
16-29,
Cai via P., 169.
Camassei
B., 17.
92.
330
Catnassei
C,
Camerini,
Camerini
D'Ancona
14.
D'
75.
52,
G.
A., 42.
Campano
Campello Paolo, 205.
Campello Pompeo, 204,
Cantù
Capponi G., 135.
Cappuccini G., 74,
Carducci
G.,
209.
293.
37-71»
250,
252,
267. 289. 291.
Caro A., 62, 187-193.
Azeglio M.,
205,
Amicis
De
De
Capitani G.
De
Colonia
B., 234.
D., 238.
De
CroUis,
97.
E"egliAzzi G., 2-9, 170.
De
Gubernatis
A., 180, 198,
254, 258.
Dejob C, 287.
Della Casa
G., 186.
Del Lungo
L, 38-71,
Demostene, 35.
Carrara
F., 179.
Casaletti,86.
Casanova
A., 234.
Casella G., 75.
De
Romanis
Cassarotti G., 240-6.
Cassi F., 242, 245.
Castellano P., 244.
De
Rossi G., 123-4.
Sanctis F., 144,
CastiglioneB.,
De
De
Cerretti L., 95.
Cesari A., 96, 98, 164.
Cesarotti M.. 118.
CesUro
F. P., 147.
Chesneau
du Marsais C,
Cicerone
M.
T.,
237.
35.
Cioni G., 134.
Cocchi L., 202.
Colarìeti A., 108.
Colelli S., 97-130.
Coleti G. D., 28.
Condillac
(de) S.
F.,
B.,
224,
182.
Costa
C, 276.
E., 38-54.
Costa
P.
Cotta
G.,
Cozza
37-53.
G., 204.
C,
205.
38, 53.
Croce
B., 229, 237, 267.
Grotti E. G., 63.
Cuccoli
E., 38, 64-5.
231,
Ongaro
I45i
234,
^Sh
285,
Fabbri, 207.
Fabretti, 245.
Fabretti A., 205, 245.
Fabrizi, 245.
Fanfani P., 235, 266, 265, 282,
Fauriel C, 144.
F.. 198-238.
C.
(Vorick),288.
Ferrini O., 129, 207.
Ficorilli G. B., 108, 202.
Fiorentino
F., 276.
Firenzuola
A., 37.
Firmani
A., 187, 193.
Flamini
F., 34, 37.
M. A., 37-65.
Flaminio
Florenzi Waddington M., 213-
Fogazzaro
A.,
50
Fogliardi,145.
Folli R., 76, 234
Dair
223,
Echard, 17, 21.
Efestione, 19.
Erodiano, 69.
Esiodo, 108.
Ferranti
Credaro
Cristofori
150,
205.
103,
160, 168, 227,
286, 289,
Ferrigni P.
114.
L., 108.
Crespi G., 169.
Cristofani
A., 202,
123.
iii,
Evangelisti,245.
237-8.
Cordova
Correnti
275.
265, 267,
Spuches G.,
Diaz M., 77.
D'Ovidio
F.,
260-9, 287.
44,
F.,
228, 237,
52.
Ceccarelli A., 18, 19.
Ceccarelli O., 21.
Cerquetti A.,
135-168,
Edm., 51, 204.
Angelis G. F., 10-23.
De
2d8.
C,
75,
289.
29.
E.,
A., 48,
F., 218, 238.
Fongoli L.,
20.
332
Minnucci, 98.
Pieralli A., 204.
Moland
L., 287.
F. M., 77..
Molza
Monaci
E., 1-9, 289.
PiergiliG.
Mondainl, 192.
Monnier
M.» 289.
Montanari
P., 98.
MontesperelliA., 128,
Monti
V.,
91»
27,
93-130,
Pigna
21,
io,
G.
B.,
53.
Pizzicanti,98.
Poderico, 37.
202.
Morali O., 75.
Morandi
L., 6, 7, 48, 84, 93,
108, 137, 140, 153, 160, 163,
168, 202, 2^1, 234, 239, 253,
254, 266. 270-297.
Morici
Polidori
F.
Poliziano
L., 53.
A.,
Pompili G.,
34-71.
G., 34-63.
Porretti, 243.
Premarti, 98.
Presenzini
Puccini
Nannarelli
204-17.
92,
Fontano
A.,
Properzio S.,
G., 61.
Morpurgo S., 16.
L. A., 27.
Muratori
Muzzi S., 30, 1 15-129.
24.
15, 33, 42.
12,
N., 32.
Pulci
L.,
51.
Puoti
B.,
223.
Quetif, 21.
104,
134.
Rainaldi
F.
Rajna P.,
Renzi
M.,
e
15,
288.
G., 20.
M.,
Odescalchi
Ricci
Omero,
Riegl A.,
Rieppi A., 181, 193.
Riguccì G. B., 32.
P., 128.
35, 287.
A.
102-130,
F., 25.
Ottenthal, 18.
Ovidio
P., 42, 64.
Romagnoli E.,
Romiti, 245.
62.
Palladio A., 186.
Panizzi A., 75.
Panormita, v. Beccadelli.
Pardi G., 11.
Parini G., 92, 261, 281.
U., 39.
Rosi V., 31.
Rosini G., 30.
Rosmini
A., 133.
Rossi
A., 100, 202.
Rossi V., 6, 34-70-
Parravicini
Rossini,
Ronca
115.
L.
A.,
243.
Pascal B., 294.
Pascarella C, 169, 257.
Pascoli G., 34.
Passerini G. L., 31, 93,
104,
Passieno
Rousseau
103,
108.
P., 15.
Patrignani, 28.
Pennacchi
G., 202, (204, 207.
Percòto
C, 205, 217.
Perticari G., 96-129, 164.
Petrarca
202.
18.
Onofri
Pagni,
22.
Pitteri R., 46.
30, 62, 86, 90,
266.
F., 205.
Navagero A., 37-76.
Niccolinl G. B., 30,
Norsa
A., 136.
B.,
Piermattei A., 14.
Pietro M., 21.
F., 181, 186,
Petrelli,245.
Picciola G., 75.
255.
115.
G.
G.,
319.
Sabati C, 25.
Sabati L., 25.
Sabbadini
R., 36, 38.
Sacchetti F. 185.
Sacchettì-Sassettì A., 108,
Sacchi G., 296.
Sadoleto
I., 54.
Salviati
Salina, 49.
L.,
Sancassani,
74-75.
29.
Sannazzaro
I, 34-61,
108.
202.
333
Savelli
A.,
15,
Sa violi
L.,
92.
Trabalza
186.
97,
Segni
B.,
Selvatico
R.,
F.,
Semmoli
Sforza
G.,
169.
115.
287.
M.,
C,
49,
11,
104,
100,
117,
124,
237»
273,
54.
60, 86, 93,
20,
108, 116,
105,
191»
197,
217,
234,
77,
155-
293.
257.
5- 124.
II
118.
Soave
F.,
Soldati
Soli
W.,
G.
Trilussa,
Trivulzio,
18.
Shakespeare
Smith,
Toscani
28.
19,
243.
Ughelli
16,
61.
Ugolini
G.,
B.,
G.,
84,
283,
Urbini
286.
Sparapani,
98.
Squaglia F., 177-197.
Valenti,
Stazio
Valla
P.,
Strozzi
55.
T.
V.,
Symonds
Vannucci
42.
J. A.,
38.
19.
G.,
23,
15.
13,
98.
L., 36, 38.
A., 181, 182, 187,
188,
276.
Varrone
Taigeto
G.
Tallarigo
A.,
C.
Tansillo
L.,
Tasso
T.,
186,
A.,
Tenca
C,
Teocrito,
14.
169.
127.
P., 30.
Tibullo
A.,
G.,
168,
205,
M.,
243.
Virgili A.,
54.
P.,
x8i,
40,
35,
G.
Vincentini,
81,
55,
65,
192,
181,
189,
190,
35,
D.,
34,
Voltaire
N.,
52,
112,
131-
224,
227,
238,
264,
G.,
38,
42.
(de),
v.
Young
E.,
181.
Zaiotti
F.,
186.
Arouet.
267.
Tommasini
Torelli
Mattiucci
R.,
32.
172.
F., 7,
Torricelli, 245.
F.,
P.,
Zamboni
Torraca
Torti
IO,
87,
93-130,
203,
211,
194.
85.
191.
Voigt
49.
65.
Tommaseo
P.,
Vitrioli
42.
C,
30,
193.
Thouar
Tolomei
245.
Villari
Virgilio
134-168.
Tiraboschi
•Vichi,
Vincenti
A.,
E.,
Thomas,
235.
48.
51.
Teza
28,
27,
124,
129.
Vìani
P., 264.
205-238.
A.,
Testoni
59.
38.
37.
100,
Tebaldeo
Testa
49,
M.,
T., 70.
L., 234.
G.
Vermiglioli
B.,
Venturi
8, 36,
39,
n?-
Zanella
Zannoni
13,
29-33,
164,
296,
315-
201,
81, 86,
202,
Zanotti
V.,
G.,
G.,
F.,
75.
51,
120,
123.
186.
Zecchini
A.,
235.
Zumbini
B.,
86,
120.
GENERALE
INDICE
Dboica
Pag.
V
Studi
Una
I.
laude
umbra
e
codice
un
di
stanze
preI
»
II.
Im
III.
La
cultura
V.
scrittori
latina
di
e
Bevagna.
versioni
le
Grilli
curioso
criterio
stilistico
d*un
io
»
di
Ariostesca
Nota
Un
gli
poesia
nuova
L,
IV.
e
»
34
»
72
»
80
^
^6
matico
gram-
secentista
....
VI.
odi
Due
areostatiche
nel
VII.
La
Vili.
Due
stampate
gno
Foli-
a
1784
polemica
Torti
del
letterati
reatini
col
il
e
Monti,
Torti
.
IX.
//
Pel
X.
Tommaseo
e
I
Promessi
.
Sposi.
perugino
dialetto
.
.
93
»
.
»
106
»
131
169
»
.
.
Profili
I.
Fernando
Squaglia
II.
Feliciano
Ferranti
....
.
.
III.
IV.
V.
Guglielmo
Luigi
....
.
.
.
.
Morandi
.
.
di
Umberto
.
177
»
198
»
239
»
260
»
270
.
Barbacci
Cerquetti.
Alfonso
.
»
.
.
Discorsi
I.
Commemorazione
I.
»
298
»
315
.
II.
Mevanates
Nota
Indice
de*
Nomi
»
327
»
329
Scarica

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