SULLE ORME
DEL NAZARENO
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NOTIZIARIO BATTISTINO – PROVINCIA ITALIANA
Quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!
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Volume
1, Numero 1
QUADRIMESTRALE
Attività del
ANNO VI - NUMERO 2
MAGGIO-AGOSTO 2013
Governo provinciale
Sommario
Attività del Governo
provinciale
2
Una nuova missione a
Fianarantsoa
6
L’amore di Gesù è
misterioso
7
La Scuola dell’Infanzia S.
Anna all’Arenella …
9
Al via il processo di
beatificazione…
10
Ristampa del libro “Sr
Crocifissa Militerni”
11
Essere professionisti …
12
Sr Scolastica Dattilo ha
compiuto 90 anni
13
La Croce al Beato Alfonso M.
14
Fusco
Concerto del Maestro Barba
15
Premio Donna “Luisa
Montanari” 2013
16
Pastificio S. Giovanni Battista 17
150° Ordinazione
Sacerdotale ...
18
Beato Alfonso M. Fusco
19
Spettacolo dei bambini...
20
Scritti del Beato Alfonso M.
Fusco
21
2
Volume
1, Numero 1
maggio – agosto 2013
Dall’alto del trono delle sue grandezze, Maria pensa a noi, ci ama
con amore tenerissimo di Madre,
brama, desidera e va in cerca di essere da noi amata, ci fa continuamente sentire: “Figlio mio, dammi, il
tuo cuore”. (Beato Alfonso M. Fusco)
Siamo certe che Maria Santissima
ha elargito su noi e sulla Chiesa
intera innumerevoli grazie per vivere con più slancio il nostro cammino
di donne consacrate nella società di
oggi.
FORMAZIONE INIZIALE
Abbiamo vissuto, in unione con tutta la Chiesa, il mese dedicato a Maria.
Quest’anno con cuore di figlie, ogni
giorno nel mese di maggio, abbiamo
pregato il S. Rosario con le riflessioni tratte dagli scritti del nostro Padre Fondatore. Senz’altro le sue parole ci hanno toccato profondamente, ci hanno reso più unite tra noi e
ci hanno infiammato il cuore di un
amore più grande per la Vergine
Maria e per suo Figlio Gesù.
“Non voi avete scelto me, ma io ho
scelto voi e vi ho costituiti perché
andiate e portiate frutto e il vostro
frutto rimanga”(Gv 15, 16)
Tra molti discepoli, il Signore sceglie e chiama alcuni a seguirlo più
da vicino, chiedendo di cambiare
radicalmente il proprio modo di vivere. Quando Cristo chiama a sé
una persona, non è per innalzarla
sugli altri, porla sul trono, ma per
innalzarla sull’altare e sul trono
della croce del suo sevizio e della
dedizione agli altri.
Per accogliere, far crescere e maturare una vocazione alla “Sequela
Christi” è necessario percorrere un
cammino di formazione attraverso
consorelle un’esperienza di fede e di
preghiera per conoscere meglio se
stesse e il Signore, cercare e trovare
la volontà di Dio nella propria vita,
e così stabilire più giuste relazioni
Assemblea Suore
delle tappe quali il Postulato, il Noviziato, la Prima Professione Religiosa e la Professione Perpetua. Anche oggi nella nostra Famiglia Religiosa alcune giovani hanno vissuto
queste tappe fino alla consacrazione
definitiva al Signore Gesù.
con Dio, con gli altri, col mondo, con
se stesse e con il proprio futuro. Sono stati giorni di grazia e di impegno personale. In questo cammino
spirituale sono state guidate dal
gesuita Padre Domenico Marafioti.
FORMAZIONE PERMANENTE
Mahajanga - Madagascar
Noviziato: 5 giovani malgasce il 29
agosto 2013 hanno fatto il loro ingresso al Noviziato.
Assemblea per tutte le Suore
A Roma, Casa Provinciale, dal 3 al 5
maggio, si è svolto il Convegno di
Formazione permanente per tutte le
Suore dal tema: “La vita religiosa
Prima Professione: 4 novizie hanno
emesso la loro Prima Professione
Religiosa il 15 agosto nella Solennità della Beata Vergine Maria Assunta.
Italia
Mese Ignaziano: Sei giovani Suore,
Sr Bernedette R., Sr Jeanne Honirine R., Sr Josephine R., Sr Jsabelle
Aimée R., Sr Marie Angeline R., Sr
Marie Sandra R., che emetteranno
la Professione Perpetua il 29 settembre prossimo, hanno partecipato
dal 01 al 31 luglio u.s. al Mese Ignaziano “Cappella Cangiani” di Napoli. Gli Esercizi Spirituali sono stati
per
le
nostre
Suore in Convegno
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Volume
1, Numero 1
“memoria vivente del modo di esistere e di vivere di Gesù”. Vi hanno
partecipato una sessantina di Suore. La Superiora provinciale, Sr Lina Pantano dopo aver presentato il
programma, ha parlato dell’ ”Anno
della Fede come momento di grazia
per tutta la Chiesa”, ed ha sottolineato come l’elezione di Papa Francesco è stato un vero dono dello Spirito alla Chiesa e al mondo intero,
perché con il suo insegnamento ci
indica la strada sicura da percorrere
in questi tempi così difficili e ci incoraggia a vivere nella speranza sulle
orme di Gesù nostro Sposo. Ha presentato, anche, il II° fascicolo “Voti e
Consigli evangelici nella Vita religiosa” e l’opuscolo del Mese di maggio: “In cammino con Maria”.
A questo incontro sono intervenuti la Prof.ssa Raffaella Del Pezzo e Padre
Sergio Rotasperti. La Prof.ssa Del
Pezzo, pronipote del Fondatore, ha
illustrato il libro “Raccontano di
Lui…”, testo che riporta testimonianze di vita del Beato Alfonso Maria Fusco. Il suo intervento è stato
arricchito da alcuni suoi ricordi d’infanzia raccontati in famiglia. Padre
Sergio Rotasperti, dehoniano, ha
esposto il tema: “Anno della Fede e
Vita consacrata” con riferimenti
biblici.
Nel pomeriggio del 4 maggio ha
avuto luogo la tavola rotonda dal
tema“Dio ci chiama a vivere il dono
della fraternità nella vita religiosa ”:
sono intervenute Sr Filomena Cosentino, Sr Lea Christelle Rasoanamina e Sr Gilda Tozzi. Ognuna ha
condiviso la sua esperienza nell’attività apostolica ove è impegnata; Sr
Filomena nel campo sociale vissuto
ad Angri, presso il Consultorio battistino “Granello di senapa”; Sr Lea
nella formazione alla vita religiosa
in Madagascar e Sr Gilda nel settore delle adozioni a distanza.
Nella mattinata di domenica 5 maggio, Sr Lina ha concluso il Convegno presentando in Power Point
“Uno sguardo alla Provincia … ”.
Le Suore hanno goduto di questi
giorni di fraternità e ricchi di contenuti formativi.
VISITA ALLE COMUNITA’
Nei giorni 17-26 maggio la Superiora provinciale Sr Lina Pantano e Sr
Marta Sartori sono andate per una
visita fraterna nelle nostre comunità della Polonia: Lublino, Cracovia e
Pasierbiec.
E’ stato bello vedere come le nostre
Suore svolgono la loro missione inserite nella varie iniziative parrocchiali e vocazionali, nelle due Case
famiglia e nell’ambiente scolastico.
È stata una gioia cogliere come i
bambini presenti nella Case famiglia, anche se privati della famiglia
naturale, crescono spontanei e gioiosi perché si sentono amati e curati
come figli dalle nostre Suore. Un
grazie sincero ed affettuoso alle nostre Suore che svolgono questa delicata missione.
ESERCIZI SPIRITUALI
Al termine dell’attività scolastica,
nel periodo estivo, le Suore hanno
partecipato agli Esercizi Spirituali
annuali nell’ “Oasi S. Giovanni Battista” a S. Polo dei Cavalieri e ad
Angri “Casa Madre”, culla della nostra Congregazione, e all’ombra del
nostro Padre Fondatore. Ringraziamo il Signore di questo tempo di
grazia e di luce trascorso in intimità
con lo Sposo divino, per proseguire
con più slancio il cammino di fedeltà
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Volume
1, Numero 1
a Lui e nel servizio gioioso ai fratelli.
RICORRENZE
A Roma, Casa Provinciale, è stata
celebrata con particolare solennità
la Festa del nostro Santo Patrono S.
Giovanni Battista. Come da tradizione, ogni anno la nostra Famiglia
Battistina si è riunita per partecipare all’Eucarestia insieme ai Laici
nostri collaboratori e benefattori.
Per tale ricorrenza ogni comunità si
è preparata con un Triduo di preghiera e di riflessione sul Precursore di Gesù di Nazareth.
Quest’anno la Celebrazione Eucaristica è avvenuta Domenica 23 giugno ed è stata presieduta da Sua
Ecc.za Rev.ma Mons. Marcello Bartolucci della Congregazione dei Santi.
Dopo il Sacro Rito ha avuto luogo
un’agape fraterna all’aperto, nella
Pineta. E’ stato un momento di
gioia e di fraternità tra le Suore
convenute dalle case di Roma e gli
invitati alla festa.
ANGRI, 30 MAGGIO : 150.mo ANNIVERSARIO
DELL’ORDINAZIONE SACERDOTALE
DEL
BEATO ALFONSO MARIA FUSCO
Il 150.mo Anniversario dell’Ordinazione Sacerdotale del Beato Alfonso
Maria Fusco, è stato festeggiato
nella nostre comunità e ad Angri
con particolare solennità.
Nella “Collegiata di S. Giovanni
Battista”, è stata celebrata una Solenne Eucarestia presieduta dal
Parroco Mons. Vincenzo Leopoldo.
E’ stato un momento di lode al Signore e di gioia intensa ricordando
che proprio alla Collegiata il nostro
Padre Fondatore ha ricevuto il Battesimo, la Prima Comunione e ha
celebrato tra l’esultanza del popolo
di Angri la sua Prima Santa Messa.
Durante l’omelia il Celebrante ha
fatto memoria della santità di quest’umile sacerdote e del dono del
sacerdozio che ha ricevuto dal Signore per il bene del popolo di Dio e
della Chiesa intera.
Al Sig. Corrado raineri la nostra profonda gratitudine
E’ stato
inaugurato
a Gherla
(Romania)
il Pastificio
S. Giovanni
Battista
degli
artigianelli
del Beato
A. M. Fusco
CETRARO: EVENTO DEDICATO A SUOR CROCIFISSA MILITERNI
Cetraro: Nell’ ambito della settimana benedettina, che si organizza
ogni anno nella cittadina di Cetraro
il Comune, in collaborazione con la
Chiesa Madre “San Benedetto Abate”, ha organizzato un programma
per far conoscere la figura e la spiritualità di Suor Crocifissa Militerni,
Suora Battistina nata e vissuta a
Cetraro.
Domenica 30 giugno: Celebrazione
Eucaristica nella Parrocchia di S.
Benedetto Abate
presieduta dal
parroco Don Ennio Stamile.
Nel Palazzo del Trono è stata inaugurata una Mostra dedicata a Sr
Crocifissa Militerni.
Lunedì 01 luglio: La Compagnia
teatrale “Il Sipario” di Cetraro ha
presentato nel Teatro Comunale
“Filippo
Lanza”
il
musical
“L’Apostola di Cetraro”. Uno spetta-
Suore che hanno partecipato al convegno
colo in cui sono state rappresentate
alcune scene salienti della vita di
Suor Crocifissa Militerni.
Martedì 02 luglio: Presentazione
della ristampa del volume di Igino
Giordani, “Suor Crocifissa Militerni
delle Suore di S. Giovanni Battista”.
Lunedì 08 luglio: Presentazione: “La
spiritualità della Croce in S. Benedetto ed in Suor Crocifissa Militerni”.
La fede è tanto necessaria che,
senza di essa, nessuno può salvarsi.
Alfonso M. Fusco
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Una nuova missione
a Fianarantsoa
per le Suore Battistine
“CASA DEL FANCIULLO”
Tutela e formazione
per i ragazzi di strada
La provincia di Fianarantsoa è la seconda provincia più grande del Madagascar. Il suo capoluogo è la città di Fianarantsoa, comunemente chiamata Fiana, che in lingua malgascia, significa "là dove si apprende il bene" ed è la seconda città del Madagascar in ordine di grandezza, densità di popolazione ed estensione. La provincia è molto povera
e si trova nella parte centro-meridionale dell'isola, in una zona ricca di foreste e acqua.
Come in tutto il Paese, anche a Fianara è in aumento il numero degli orfani senza tutela. Spesso sono bambini che
fuggono dalle famiglie dove sono vittime di violenze e maltrattamenti, e per i quali la strada è l’unica alternativa possibile. Sono minori che vivono senza punti di riferimento, abbandonati a loro stessi, costretti a provvedere da soli al
loro sostentamento quotidiano.
In risposta a questa realtà del Madagascar noi, Suore Battistine, stiamo avviando a Fianarantsoa un’attività per contribuire ad alleviare le
difficoltà almeno di un gruppo di
alcuni bambini, attraverso l’apertura di un nuovo centro in un quartiere periferico di Fianarantsoa con
l’obiettivo di collaborare a migliorare
le loro condizioni umane e sociali
aiutando a crescere i bambini in un
ambiente sereno e dignitoso, privo di
violenza.
E’ in progetto quindi la realizzazione
di:
 un Centro “Casa del Fanciullo”
per accogliere 40 bambini di strada, aiutarli a crescere, educarli e
formarli in un ambiente protetto,
lontani dalle violenze della strada;
 una Scuola dell’Infanzia e Primaria per scolarizzare i bambini e i
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Volume
1, Numero 1
ragazzi del Centro, aperta anche
ai figli degli abitanti del quartiere, con lo scopo di evitare la ghettizzazione e rispondere ai bisogni
di scolarità del quartiere che è
periferico e povero;
 attività di preparazione professionale tra la popolazione del luogo.
L’amore
di Gesù
è misterioso !
Testimonianza di Sr Lea Christelle Rasoanamina
della nascita dell’Istituto
Battistino a Mahajanga.
Sono Sr Lea Rasoanamina, vengo dal
Madagascar. Con umiltà e amore
desidero condividere un pezzo della
mia vita vissuta con Gesù che mi ha
chiamato a seguirlo più da vicino
nella Congregazione delle Suore di
San Giovanni Battista.
È la prima volta che arrivo in Italia.
Per me è una gioia immensa poter
conoscere le radici della nostra Famiglia Battistina, visitare il luogo
natio del Padre Fondatore: il “Beato
Alfonso M. Fusco”, incontrare tante
altre mie consorelle e visitare le diverse comunità in Italia. Tutto questo è grazia che il Signore, nella sua
immensa bontà e misericordia, riversa nel profondo del mio cuore
facendolo esultare di gioia e meraviglia.
Mi sembra di vivere un sogno! Davvero sono un mistero l’amore e la
misericordia di Dio!
La formazione religiosa l’ho fatta nel
Madagascar.
Il 6 febbraio 2000, il primo gruppo di
ragazze del posto - io ero una di esse
- si preparava a diventare le “Spose
del Nazareno”con l’ingresso al Noviziato.
Insieme con loro ho percorso le fasi
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In tutte le cose che iniziano ci sono difficoltà e sacrifici che l’accompagnano,
ma anche tanta gioia e meraviglia
nel vedere manifestarsi la potenza e
grandezza di Dio, e così è stato anche per noi.
L’esortazione da parte di Sr Lina
Pantano quando venne a farci visita
proprio all’inizio della nostra missione a Mahajanga: “ciascuna dovrebbe
diventare con la sua vita il Padre
Fondatore vivo in mezzo alla gente
di Mahajanga” mi è rimasta nel cuore e mi ha incoraggiato ad approfondire di più la vita del nostro Beato e
ad impegnarmi a vivere nella linea
del Fondatore.
Gli anni trascorsi nella Casa di Formazione con la Maestra, Sr Judith
Pamintuan, di nazionalità filippina
e con le giovani malgasce provenienti da diverse parti del Madagascar
con mentalità, cultura e educazione
diverse, mi hanno arricchito molto,
perché la diversità è vera ricchezza
e l’altro è dono di Dio nella sequela
di Cristo. Nella diversità, anche se
vissuta con fatica, ho visto realizzata la promessa di Cristo: “Un sol
popolo e un’unica Fede in Dio”.
Pilastro della Casa di Formazione:
la Celebrazione Eucaristica, l’Adorazione quotidiana del Santissimo, la
vita di preghiera e la relazione inti-
ma con Gesù, mi ha aiutato a scoprire il vero senso della vita e delle cose; ciò che è essenziale e ciò che non
lo è.
La frase del Vangelo “Rimanete nel
mio amore” (Gv. 8-15,9) e le parole
del nostro Beato Padre Fondatore
prima di morire “Siate umili… amatevi l’un l’altra… confidate nella
Divina Provvidenza”, sono per me
luce e forza, nella sequela Christi,
fin da quando sono entrata a far
parte delle Suore di San Giovanni
Battista.
Dopo la prima professione religiosa,
nell’anno 2002 a Mahajanga, ho ricevuto il mandato come collaboratrice della Maestra delle Novizie: Sr
Judith Pamintuan, nella Casa di
formazione, dove già mi trovavo e in
seguito il mandato come responsabile delle nostre Postulanti.
Nei miei pensieri, come apostolato,
mi immaginavo con i bambini. Ma
“le vie del Signore non sono le nostre
vie e i suoi progetti non sono i nostri
progetti!”
Avere delle responsabilità nel campo
della Formazione delle nostre giovani, da cui dipendono il futuro e la
vita della Congregazione, non è facile, perché esso è un compito e un
servizio molto delicato, soprattutto
nel periodo iniziale.
Durante questi anni ho ricevuto
molto dalle ragazze. Nella loro di-
versità mi hanno aiutato a conoscere
meglio me stessa sfidandomi a vivere in prima persona ciò che cercavo
di trasmettere loro: Essere testimonianza viva dell’amore di Cristo per
l’Umanità. Di fronte a tutto ciò le
parole del nostro Padre Fondatore:
“Dal cielo non vi dimenticherò e pregherò sempre per voi!” sono state
per me, e lo sono ancora oggi, un
forte aiuto. È una meraviglia dell’amore constatare come Dio, con lo
Spirito Santo, lavora nell’animo di
una giovane che vuol essere tutta di
Gesù! È il mistero dell’Incarnazione
che continua ancora oggi nella storia
dell’Umanità!
“Io sono con voi tutti i giorni, fino
alla fine del mondo... ” (Mt. 28,20).
Con la certezza che Dio cammina
sempre con me e mi accompagna
tutti i giorni della mia vita, anche se
a volte ho timore, riprendo vigore e
forza confidando in Lui.
Ringrazio infinitamente il Signore
per il dono della vocazione religiosa,
per i miei genitori, strumento di Dio
per donarmi la vita, per tutte le persone che ha posto sul mio cammino e
per la Congregazione delle Suore di
San Giovanni Battista che mi ha
accolto a farne parte. Tutto è grazia
ricevuta dal Signore! Lode e gloria a
LUI!
Termino con le parole del Magnificat: “L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio,
mio salvatore.”
La Fede
La fede è un dono.
La Fede non si compra.
La Fede è un regalo speciale del Signore.
La Fede è un gioiello prezioso che ognuno
può possedere.
La Fede è abbandono, è la cieca fiducia in
Dio.
La Fede è carità, è ansia è fuoco, bramosia
di fare del bene.
Testimoniare il Vangelo ovunque.
Tutto il Vangelo aleggia nella vita faticosa e
sofferente del Beato Alfonso Maria Fusco.
Infatti, il Beato Alfonso Maria Fusco spesso
era solito privarsi di un piatto caldo per darlo
a un povero.
Spesso la Madre Provvidenza arrivava in
suo soccorso e leniva le sue preoccupazioni.
Un giorno un operaio molto indignato, perché doveva riscuotere da tempo una certa
somma, si presentò al Beato, il quale senza
scomporsi, disse: "Apri quel cassetto"- sapeva però il Beato che quello stesso cassetto
era vuoto.­
L'operaio lo aprì una prima e una seconda
volta, ma inutilmente, il cassetto era inesorabilmente vuoto.
Allorché l'operaio infastidito disse: "Don
Alfonso, lei mi sta prendendo in giro."
Il Beato sempre fiducioso rispose: "Apri di
nuovo il cassetto".
E l'operaio, con somma meraviglia, vi trovò
la giusta somma del suo lavoro.
Ecco la grande fiducia e il grande abbandono nella misericordia del cuore di Dio..
Mariolina Pentangelo
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Volume
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L a S c u o l a d e l l ’ I n f a n z i a S . A n n a a l l ’A r e n e l l a d i N a p o l i
inc ontra il Sindaco Luigi De Magistris
“È sempre un piacere incontrare i bambini, loro sono i miei ci adini preferi !”
Nella mattinata di giovedì 23 maggio il Sindaco di Napoli ha ricevuto i
bambini e le bambine della Scuola
dell’Infanzia di S. Giovanni Battista
accompagnati dalla Direttrice Suor
Daniela Panzera e dalle Maestre
Suor Maria Teresa Marino e Sabrina Veneruso.
Grazie all’aiuto e alla sensibilità del
Consigliere Municipale Alessandro
Capone, che ha sostenuto l’iniziativa
della scuola, gli alunni sono stati
ricevuti dal Sindaco Luigi De Magistris e dall’Assessore alla Pubblica
Istruzione Annamaria Palmieri che
li hanno accolti nell’Aula Consiliare
del Palazzo Municipale S. Giacomo.
I bambini hanno creato il Passaporto del bravo cittadino: un documento, per tutelare i propri diritti, che è
stato firmato dal sindaco e consegnato ad ognuno di loro.
Come hanno spiegato le insegnanti
l’incontro con il Primo Cittadino è
stato motivato dalle finalità educative che la progettazione annuale
2012-2013 ha perseguito: “La Costituzione bussola per la vita”.
L’obiettivo principale del progetto è
stato educare i bambini sin da piccoli ai valori della legalità considerando la scuola come piccola società e il
bambino come piccolo cittadino.
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Volume
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In questo contesto ovviamente, non
può mancare la figura di Gesù come
cittadino e dunque l’Umanizzazione
di Dio attraverso il Figlio.
In aula, attraverso la lettura di alcuni articoli della Costituzione, si è
cercato di diffondere una cultura
dell’uguaglianza, della pace e del
rispetto degli altri.
Quindi, la Costituzione è stata spiegata ai più piccoli per definire poche
regole che aiutano a vivere meglio
insieme. I bambini, intervistati dalla
giornalista del TG regionale, alla
domanda quali sono le regole del
buon comportamento rispondono:
“salutare, giocare insieme, chiedere
scusa, non buttare le carte a terra”.
L’Assessore Palmieri così commenta:
“Solo dai bambini ci vengono osservazioni
di
buon senso che
poi possono diventare norma di
comportamento se
gli adulti ogni
tanto li ascoltassero”
Ma tante sono anche le domande per
il sindaco: “perché le strade sono rotte, perché le strade sono sporche,
perché il primo cittadino indossa la
fascia tricolore”.
Quella a Palazzo S. Giacomo è stata
una piacevole occasione di incontro,
nella quale i bambini hanno donato
al Sindaco un bellissimo cartellone
da loro realizzato e dal titolo “sono
un bambino ma già cittadino”. Esso
contiene una serie di foto e cartoline
con i simboli che rappresentano la
città di Napoli: dai monumenti principali, alla maschera di Pulcinella e
allo stemma del Comune.
Veronica Montuoro
Al via il processo di beatificazione di
suor Crocifissa Militerni
Da “La Pro Loco Cetraro” - Anno XV – N° 1 – Gennaio/Giugno 2013
È stato un momento di straordinaria
spiritualità l’evento culturale dedicato s suor Crocifissa Militerni di
Cetraro nell'ambito delle giornate
benedettine, che hanno aperto la
stagione estiva.
Nell'occasione si è data notizia che è
stato avviato il processo di beatificazione della suora cetrarese.
Il vescovo Leonardo Bonanno ha
annunciato che la diocesi farà tutti i
passi necessari che servono in queste circostanze.
Visibile soddisfazione ha espresso il
primo cittadino Giuseppe Aieta, che
ha puntato l'attenzione sull’ impegno della città a ricostruire l'identità
culturale e spirituale della comunità.
In questa ottica rientrano le giornate
benedettine all'interno delle quali è
stato presentato il volume sulla vita
di suor Crocifissa scritto dal noto
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Volume
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intellettuale cattolico Igino Giordani, pubblicato nel 1929, e riproposto
dall'editore Demetrio Guzzardi.
A presentare l'autore della biografia
è stato il senatore Franco Pistoia di
Corigliano, che ha tracciato i tratti
distintivi del prestigioso intellettuale, cattolico, studioso della dottrina
sociale della Chiesa, impegnato a
trasmettere alla politica i valori della
spiritualità evangelica.
Giordani è stato particolarmente
apprezzato per le sue copiose pubblicazioni, soprattutto per le biografie dei santi tra cui spiccano la vita
di Santa Caterina da Siena e la vita
di San Francesco di Paola.
Il fatto che un autore di tale levatura
abbia scritto la biografia di Suor
Crocifissa conferma lo straordinario
spessore spirituale della suora battistina cetrarese, vero faro
di spiritualità che continua ad irradiare la sua forza sulle coscienze
ancora oggi, come ha sottolineato
nel corso della serata la madre provinciale suor Lina Pantano.
Una preghiera è stata scritta da don
Ennio Stamile per suor Crocifissa,
che ha già ricevuto l’ imprimatur dal
vescovo della diocesi di San Marco
Argentano.
Un fatto che mi riempie di gioia, ha
detto don Ennio, e mi aiuta molto
nella mia quotidiana opera di evangelizzazione.
La serata si è svolta nella splendida
1ocation dei giardini di Palazzo Del
Trono nell'ambito della Settimana
dedicata a San Benedetto, organizzata brillantemente dall'assessore
alla cultura Fabio Angilica.
Gaetano Bencivinni
Ristampa del libro
Sr Crocifissa Militerni
miei fratelli lo avete fatto a me”, ha capito
che in ogni uomo c’è Dio. Ed ella ha cercato per tutta la vita il volto di Cristo, si è
identificata a lui. E alla fine si è posta
sulla croce accanto al Cristo Crocifisso
accogliendo con serenità la malattia, soffrendo ed offrendo con amore. E’ lì, sulla
croce, che si comprende il dolore, è lì che
si impara veramente ad amare.
La ristampa di questo libro, scritto da
Igino Giordano, edito nel 1929 dall’Istituto grafico Tiberino di Roma, rappresenta,
per noi oggi, un contributo significativo
nella conoscenza di Sr Crocifissa Militerni, che nel tempo ha mantenuto, nel ricordo della gente di Cetraro, la propria freschezza e singolarità di donna consacrata
dedita agli altri nel dono costante di sé
“per la gloria di Dio e il bene delle anime”.
Sr Crocifissa Militerni, della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista
(Battistine), dono di Dio al suo popolo,
alla Congregazione e alla Chiesa, è vissuta tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900.
Dio Padre, che guida la storia di ogni
uomo e porta a compimento il suo piano
di salvezza, continua “a passare per le vie
del mondo” attraverso quanti si affidano a
Lui e desiderano cooperare al suo disegno
di salvezza.
Sr Crocifissa Militerni, donna semplice,
energica e ricca di amore per il Signore, si
è resa disponibile a collaborare con Cristo
nell’edificazione del suo corpo mistico, ha
saputo far risplendere la verità e la bellezza della fede tra la sua gente, nella Cetraro
del suo tempo, nel tratto di storia in cui è
stata chiamata ad operare. Ha amato senza
misura, ha amato con il cuore di Cristo, ha
amato i piccoli ed i poveri, gli ammalati
ed i sofferenti, quanti bussavano alla sua
porta e quanti il Signore poneva sul suo
cammino. Ha fatto sue le parole di Gesù
“quello che avete fatto al più piccolo dei
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Volume
1, Numero 1
Bruciava d’amore per il Signore, il suo
più autentico desiderio era quello di attendere in ogni momento all’opera delicata e
lunga della santificazione. Diceva: “Non a
tutte le anime è dato percorrere la medesima via… Tutte però ci dobbiamo far sante”. Sr Crocifissa era convinta che la santità fosse un dovere di tutti, la vita stessa
dell’anima nel suo crescere. Il suo impegno costante è stato quello di portare anime a Dio, le anime dei fanciulli che educava e quelle delle giovanette che custodiva come perle preziose, le anime delle
consorelle che le erano state affidate e le
anime delle novizie che lei preparava per
lo Sposo divino. Parlava sempre della
santità. La santità è la meta della vita di
ogni uomo, il “punto luminoso” da raggiungere.
Aveva preso sul serio quanto diceva alle
Suore, il Beato Alfonso M. Fusco, nostro
Fondatore, “Che cosa credete di essere
venute a fare nell’Istituto, forse a formare
una famiglia qualsiasi? No, siete venute a
formare una famiglia di Sante. Scopo
della nostra vita è santificarci”. E lei, il
Fondatore, lo aveva conosciuto, lo aveva
ospitato nella sua casa quando ancora era
in famiglia, ne aveva capito il cuore e
l’amore che aveva per il Signore.
La vita di Sr Crocifissa ci insegna che
quando si guarda in alto le cose di quaggiù impallidiscono e svaniscono e che
ritornando al Padre l’unica cosa che rimane è l’amore.
Sr Lina Pantano
Superiora provinciale
Preghiera a Sr. Crocifissa Militerni
(per ottenere grazie)
Ti lodiamo e ti ringraziamo
Santa ed indivisa Trinità
per l’innumerevole schiera dei santi religiosi
che hanno compiuto la nostra umanità
attraverso
la santità della prima origine.
Umilmente Ti chiediamo di associare a loro
la nostra amata Sr. Crocifissa.
Attraverso di Lei ci hai trasmesso
lo stupore della vocazione
come amorevole e pronta risposta al Tuo
amore.
Venerata sorella Crocifissa
intercedi presso il nostro Redentore,
perché possiamo imitarti
nell’instancabile dono di noi stessi,
per essere pane per il mondo
nella quotidiana condivisione
di ogni frammento di dolore e di gioia
Insegnaci a cercare il Volto
del Crocifisso Risorto
e ad amare Lui sopra ogni cosa,
perché sorretti dalle ali della divina grazia
voliamo sicuri verso la meta
della piena comunione con Dio e con fratelli.
Ottienici di superare la tentazione di
lamentarci
per ciò che ancora ci manca,
di scoprire tutto ciò che già possediamo
come occasione di condivisione,
per costruire una comunità di fratelli.
Facci custodi e testimoni della Bellezza
di quell’Amore Crocifisso
che del creato supera ogni bellezza,
allarga le braccia spesso rinchiuse dei nostri
cuori,
affinché con la forza del perdono e l’offerta
di ogni sofferenza,
trasformiamo ogni male in sommo bene.
Ora ti chiediamo di intercedere
anche per questa particolare grazia
di cui abbiamo bisogno….
(chiedere la grazia...)
Per Cristo nostro Signore
Amen.
Essere professionisti
culturalmente… ma
anche cristianamente
Sono Tania Randazzo, una studentessa di 5° anno di Giurisprudenza presso
l’ Università LUMSA, sono della provincia di Agrigento e da 5 anni vivo a
Roma nel Pensionato per studentesse
delle Suore di San Giovanni Battista,
poco distante dall’università che frequento. In questa struttura siamo invitate a curare la nostra formazione
integrale partecipando anche alle intessanti iniziative che realizza la Pastorale Universitaria della Diocesi di
Roma.
Essendo questo l’anno della Fede, anche per noi universitari è stato organizzato dal Vicariato di Roma un convegno che si è tenuto in Marzo presso
la Pontificia Università Lateranense, dal tema: Comunicare la Fede ai
giovani Universitari. Io in qualità di
membro della Consulta Pastorale Universitaria, ho avuto la gioia di apportare il mio contributo ed ora, voglio
comunicare a tutti voi, cari lettori,
alcune pillole del Convegno.
Con la lettera Apostolica Porta Fidei
dell’11 ottobre 2011, il Pontefice Emerito Benedetto XVI ha indetto l’anno
della Fede. Questo ha avuto inizio l’11
ottobre 2012, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’apertura del
Concilio Ecumenico Vaticano II e terminerà il 24 novembre 2013, Solennità
di Nostro Signore Gesù Cristo, Re
dell’universo.
Quest’anno, dunque, sarà una occasione propizia affinché tutti i fedeli
comprendano più profondamente che
12
Volume
1, Numero 1
il fondamento della fede cristiana è
l’incontro con Gesù Cristo Risorto, che
dà alla vita un nuovo orizzonte e con
ciò determina la direzione decisiva.
In particolare ho trattato un tema che
oggi, risulta essere molto attuale: “
L’annuncio della fede ai giovani che
non hanno completato l’iniziazione
cristiana”.
Il mio intervento, in sintesi, è stato il
seguente:
Per iniziazione cristiana si può intendere quel processo globale attraverso
il quale si diventa CRISTIANI. Si tratta di un cammino diffuso scandito
dall’ascolto della Parola, dalla Celebrazione e dalla testimonianza dei
discepoli del Signore, attraverso il
quale ogni credente compie un apprendistato globale della vita cristiana e si
impegna ad una scelta di fede e a vivere come figlio di Dio, ed è assimilato,
con il Battesimo, la Confermazione e
l’Eucarestia, al mistero Pasquale di
Cristo nella Chiesa.
La Fede è un dono di Dio, una virtù
soprannaturale da lui infusa; è un
dono che Dio fa all’uomo gratuitamente. La fede ci fa gustare come in anticipo la gioia e la luce della Gloria Eterna. Allora, proprio in quel momento,
vedremo Dio “ faccia a faccia” (1Cor.
13,1r) “così come egli è” (Gv. 3,r).
La cruda realtà, però, è che la maggioranza dei giovani è relativamente lontana dalle preoccupazioni religiose e
spesso riconosce di non essere stata né
sensibilizzata, né educata in questo
campo. Dunque, in una società, che
per diverse ragioni, coltiva il dubbio e
il cinismo, la paura e l’impotenza, l’immaturità e l’infantilismo, alcuni giovani tendono ad aggrapparsi a modalità
di gratificazione primarie e hanno
difficoltà a diventare maturi.
Questo fenomeno è ancora amplificato
e alimentato dalla psicologia mediatica che oggi permea gli animi e l’universo virtuale creato dai videogiochi e
da internet, avendo così un approccio
lucido alla vita.
Dunque figure importanti per avvicinare, il più possibile, i giovani alla
fede sono oltre ai genitori, anche i catechisti e tutti coloro che sono muniti
del sacerdozio comune mediante il
Battesimo.
A tal proposito ricordiamo Papa Giovanni Paolo II, il quale ha approvato e
poi ha pubblicato il Catechismo della
Chiesa Cattolica, di cui è nota l’ importanza straordinaria sia per la Chiesa
che per ogni uomo di buona volontà.
E’ necessario che il catechista abbia
una profonda spiritualità, cioè viva
nello Spirito, che lo aiuti a rinnovarsi
costantemente nella
sua specifica
identità. Sono lieta di ricordare,a tal
proposito, la felice espressione del
Beato Giovanni Paolo II: “ il vero missionario è il Santo”, la quale enunciazione può essere applicata senza esitazione al catechista: ogni fedele e dunque anche il catechista “ è chiamato
alla santità e alla missione”, cioè a
realizzare la propria vocazione “ con il
fervore dei santi”. Infatti lo stesso Giovanni Paolo II disse: “L’obiettivo a cui
tende il cristiano è la SANTITA’ ”.
Ciò che il catechista propone non deve
essere una scienza meramente umana, neppure la somma delle sue personali opinioni, ma il contenuto della
Fede della Chiesa, unica in tutto il
mondo, che egli vive per primo, che ha
sperimentato e di cui è testimone. Proprio da qui scaturisce la necessità della coerenza e dell’autenticità di vita
per il catechista, ricordando che comunque il catechista deve essere vicino alle nuove generazioni con discrezione ed affetto, senza cioè imporsi.
Dunque ciò che appare sempre più
una sfida da non sottovalutare è il
problema culturale, quel complesso di
messaggi, comportamenti, proposte,
mentalità, che penetra dentro la vita
delle famiglie e delle nuove generazioni e forma come una barriera di impermeabilità al messaggio del Vangelo.
CRISTIANI non si nasce, ma si diventa con l’adesione a Cristo, Figlio di Dio
e Salvatore. Ecco che, l’iniziazione
cristiana è un tempo specifico e privi-
legiato del diventare cristiani, accogliendo e celebrando i 3 sacramenti del
Battesimo, dell’Eucarestia e della Cresima, che formano l’organismo del
cristiano, inserendolo nel Mistero Pasquale e nel Mistero di Comunione
della Chiesa. E’ la fede che permette l’
incontro con Cristo nei sacramenti e li
rende efficaci doni di Santità e di vita
nuova.
E’ chiaro, che l’azione pastorale dovrà
aver cura di sensibilizzare le famiglie
sull’importanza dell’educazione religiosa e del catechismo in particolare.
Allora se è vero che ognuno resta libero di aderire o meno a una fede religiosa, la società non può relegare la dimensione religiosa nel reparto degli
optional della vita, nel campo del nascosto o del privato, pensando che la
Fede non debba avere conseguenze
sulla vita e sulla società.
scere, rispettare e onorare perché
appartiene ad ogni persona e costituisce una delle componenti essenziali
della realtà sociale.
Alla luce di quanto detto, noi giovani
dovremmo avere più coraggio di testimoniare con la nostra vita i principi
morali in cui veramente crediamo, e
che nel corso degli anni abbiamo fatto
propri, perché solo in questo modo si
potrà cambiare la società. Occorre,
oltre ad essere professionisti culturalmente, anche professionisti cristianamente, evitando così che il male possa
prevalere sul bene.
L’augurio è dunque, trovare una rinnovata gioia per il dono di grazia che
ciascuno di noi ha ricevuto nei sacramenti dell’iniziazione cristiana ed un
rinnovato impegno a viverli e testimoniarli nella fede e nella carità in ogni
comunità cristiana.
La vita spirituale è un’esigenza umana che il potere pubblico deve ricono-
SR SCOLASTICA DATTILO HA COMPIUTO 90 ANNI
del 1941 vestii il mio abito da consacrata.
Mie care consorelle tutte,
desidero ringraziarvi, di vero cuore,
per gli auguri al mio 90.mo compleanno. Tornando indietro negli anni, posso dirvi che la mia fanciullezza l’ho
vissuta a Cetraro, Casa San Giuseppe,
dove ho studiato fino a diplomarmi in
quinta elementare, dedicandomi, poi,
alle faccende quotidiane.
Dopo i 18 anni, consigliata da alcune
suore sulla scelta da compiere, se restare o andare via, affidai la decisione,
praticando la devozione dei 15 sabati,
alla Madonna di Pompei e rimasi
nell’Istituto.
Madre Angela Saulo, che si trovava di
passaggio a Cetraro, mi condusse a
Roma ed entrai nel Postulato. Rispondendo con gioia ed entusiasmo alla
chiamata del Signore, il 7 dicembre
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Volume
1, Numero 1
Ho vissuto la mia vita religiosa in varie Case della Congregazione: Viale
Giulio Cesare, Quarticciolo, Cetraro
Colonia e il 5 gennaio del 1989 fui trasferita nella Casa di Napoli
“Sant’Anna All’Arenella”. In questa
comunità mi fu affidato il compito della cura dei bambini, appartenenti a
famiglie povere e disagiate, che vivevano in Semiconvitto. Ho sentito l’incarico come un prosieguo del Beato A.
M. Fusco e come volontà di Dio.
Nel 2003 il Semiconvitto non ebbe più
motivo di esistere in quanto gli assistenti sociali affidavano i bambini alle
Case Famiglie. Tornai, così, alle faccende quotidiane e, ancora oggi, cerco
di fare quel che posso, preparandomi ,
con la preghiera, la via all’incontro con
il mio Sposo.
Sr. Scolastica Dattilo
Posso solamente aggiungere, a quanto
detto da Sr. Scolastica, che nella condizione di donna e di consacrata, vive
da sempre con grande responsabilità
umana e cristiana, in preghiera e con-
templazione.
Dotata di un carattere deciso, ma dolce e ingenuo, utilizza al meglio i suoi
talenti sviluppandoli e mettendoli a
servizio di quanti hanno il piacere di
conoscerla.
Nella scuola, come assistente alla
mensa e nell’attività ricreativa, non
perde occasioni per imprimere nell’animo dei bambini la preghiera e i sentimenti cristiani.
Sr. Scolastica è ben voluta e stimata
non solo dalla Comunità, ma dalle
molte persone che frequentano la nostra Chiesa e in particolare dalla famiglia Camuso che in occasione del suo
90.mo compleanno le hanno dedicato
una pergamena di ringraziamento
sentito e affettuoso. Sono stati felici,
poi, di organizzarle un rinfresco e partecipando alla festa di compleanno con
tutta la comunità.
Suor Scolastica, grazie di tutto. Il Signore ti renda merito.
Ricordati: abbiamo ancora bisogno di
te!
Sr Daniela Panzera e Comunità
La CROCE al Beato Alfonso Maria Fusco
Angri 29 maggio 2013
Nel verde dei monti Lattari che, incorniciano a sud la costiera Amalfitana e a
nord l'Agro Nocerino Sarnese e la valle di
Pompei, nascosto tra la lussureggiante
macchia mediterranea, contrariamente al
naturale degradare del monte, affiora un
pianoro, denominato: “Chianiello”.
Per la sua geografica ubicazione è un
balcone sul golfo di Napoli che, in un
ravvicinato sguardo si distende su Angri,
per poi, focalizzarsi, in graduale dissolvenza, dalle caotiche e super popolate
città al maestoso e misterioso Vesuvio.
Meta di refrigerio nella calura estiva, oasi
di bucolica pace, il Chianiello si posiziona
come crocevia di sentieri che, inerpicandosi tra alberi di castagni, corbezzoli,
cerri e ontani, permettono ai temprati
escursionisti di raggiungere Ravello,
Amalfi, Positano, Punta della Campanella.
È su questo Pianoro (Chianiello) che, il 29
maggio 2013, ricorrenza del centocinquantesimo dell'ordinazione sacerdotale
del nostro amato concittadino, Beato
Alfonso Maria Fusco, è stata innalzata
una Croce.
Un'idea, lanciata dal sottoscritto, lunedì in
Albis 1999, per riannodare quella Croce che, il Beato volle a valle (attuale
Piazza Crocifisso), con questa, posta a
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Volume
1, Numero 1
monte, nella continuità dei pii intenti di
ieri, per i lavoratori delle terre, e oggi, per
i numerosi frequentatori di questo ameno
posto.
A descriverne l'evento, quattro marmoree
targhe sono state incastonate nello spazio
perimetrale del basamento:
A sostenere l'iniziativa, con entusiasmo e
fattiva collaborazione, sono stati gli
“Amici della montagna e del Chianiello”
che, della salvaguardia di questo luogo, ne
hanno fatto un credo di premurosa , vigilante presenza e confortevole accoglienza.
Sul poggio del natio monte
una CROCE il popolo pose
a perenne memoria di
ALFONSO MARIA FUSCO
figlio Beato della terra di Angri
nel centocinquantesimo
dell'ordinazione sacerdotale
29 maggio 2013
Alla realizzazione dell'opera ha contribuito, con generosità ed entusiasmo, la Casa
Madre delle Battistine ed il popolo di
Angri, rappresentato, nel giorno dell'inaugurazione, dal Sindaco dott. Pasquale
Mauri, la cui presenza, ha significato apprezzamento e condivisione.
La Croce, con stilistica semplicità, fuoriesce, per mt.3,50 ,da un piedistallo, il cui
manufatto, si armonizza con l'ambiente
per la tufacea pietra vulcanica che ne tappezza il basamento.
Intenzionalmente è stata posizionata sul
confine tra il territorio di Angri e quello di
Sant'Antonio Abate, orientata verso il
Castello di Lettere, perché, di ogni Croce,
si legga non un' appropriazione simbolica
o estetica, ma, l'essere sempre sul limite,
tra un riconoscerla come segno di fede e
il negarla.
Sulla seconda, un invito
- preghiera per i numerosi escursionisti :
Passi che portano in alto
fatica che profuma di libertà
respiro che non conosce affanni
sguardi che scrivono al cielo
silenzi di lode e gratitudine al Creatore.
Sul frontale che guarda la montagna, uno
stralcio del Cantico delle creature:
Laudato si mi Signore
per nostra madre terra
la quale ne sustenta et governa et produce
diversi fructi con coloriti fiori et herba.
La quarta, per teologica sintesi, indica la
Croce ,via che, s'illumina di luce pasquale:
Per Crucem ad lucem.
Da questo giorno, 29 maggio 2013, il Chianiello, insieme al Cerreto, alla Casa rossa,
al Megano, all'Elefantone, al Caprile, al
Cauraruso, allo Scalandrone, all'Acqua
del brecciato, sono nomi che nessuno sa
collocare, se non colui che li raggiunge
attraverso impervi sentieri, nomi e luoghi
che hanno una forza evocatrice.
Della forza evocatrice di questi nomi e
luoghi della nostra montagna, d'ora in poi,
si approprieranno, anche, coloro che, dopo aver sostato ai piedi di questa Croce,
raccoglieranno e scriveranno i silenzi
dell'anima.
Il Chianiello, con il suo confortevole
rifugio e la Croce, nella memoria di chi
pronunzia questo nome, avrà il potere
d'incatenare attenzione, emozione ed
orazione.
Sac. Luigi La Mura
- Provai già nel
2011, in occasione
del decimo anno
dalla beatificazione, a mettere su un
tale concerto, ma quest’ultimo è stato
diverso, e visto l’amore del Beato verso
i bambini, ho voluto un coro di voci
bianche e bambini anche nell’orchestra, che hanno generato una performance eccellente. Gli applausi hanno
dato conferma che il concerto ha avuto
un ottimo riscontro. Devo ringraziare i
miei collaboratori artistici dell’ Associazione Musicale The Sound (Abate
Giovanni, Abate Vincenzo, Gaeta Salvatore, Coppola Giuseppina, Campitiello Andrea, Galasso Pasquale, Mauro Giulia, Nunziante Elena, Nunziante Raffaella, Nunziante Gerardo, Sorrentino Pasquale e la mia collaboratrice amministrativa Mauro Roberta).
Un sincero grazie va a tutto l’Istituto
delle Suore di San Giovanni Battista
che hanno voluto affidarmi questo
Concerto del Maestro Barba
Quest’anno, il 29 maggio, è ricorso il
150° Anniversario dell’Ordinazione
Sacerdotale del Beato Alfonso Maria
Fusco fondatore dell’Istituto Religioso
“Suore di San Giovanni Battista”.
Per tale occasione le “Battistine” hanno organizzato ad Angri un vero e proprio programma di attività, non da
meno a quello dei grandi eventi, tutto
incentrato sulla grande opera caritatevole del Beato “Fondatore”.
Si sono alternati momenti di Triduo di
preghiera, assemblee del Clero Diocesano, Celebrazioni di Lodi e incontri
con i giovani sui temi “Pregare e pagare” e “ La Beatitudine del Beato”. Tutte le tappe religiose si sono svolte dal 7
al 30 maggio presso la Casa madre, la
Collegiata di San Giovanni Battista e
la Cappella del Beato.
A conclusione del percorso di commemorazione del Beato sono stati programmati una Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da Mons.
Vincenzo Leopoldo e un Gran Concerto
con Coro di voci bianche e Orchestra di
fiati diretto dal Maestro Alberto Barba. Questo concerto è stato testimonianza della grande stima e fiducia
reciproca che esiste tra l’Istituto Suore
Battistine e il Maestro Alberto Barba.
Dalla loro sinergia è nato questo concerto, molto apprezzato, sulla vita del
Beato Alfonso M. Fusco, che ha visto
l’esibizione di un coro di voci bianche
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Volume
1, Numero 1
formato da ben 43 bambini compresi
tra i 6 e 14 anni; l’ orchestra di fiati
formata da 25 elementi; la solista Giulia Mauro e la narratrice Gabriella
Magaldi. Il concerto è stato molto articolato: il filo conduttore della voce narrante era associata a intermezzi musicali in tema con
i testi e caratterizzati da grandi
solennità
sonore. Le musiche sono state
accompagnate
dalla
videoproiezione
di
slide sul Beato,
che ha reso
ancor più magico ed emozionante i vari
passaggi narrati e musicati.
Tra i brani eseguiti: Lodi all’Altissimo,
The Prayer, I will follow Him (da sister Act), La mia anima canta, Fratello Sole sorella Luna e dall’Aurora al
tramonto. Forti e intensi sono stati gli
applausi che hanno risuonato nella
Collegiata di San Giovanni Battista e
Grande è stata la soddisfazione degli
artisti per il lavoro svolto.
“È stata una grande gioia aver avuto il
compito, dalle Suore di San Giovanni
Battista, di poter realizzare un concerto in onore del Beato - ammette Barba
compito, e a don Enzo per essere venuto incontro a tutte le nostre esigenze
logistiche in chiesa. Il Beato ci ha dato
la forza di poter realizzare questa
bell’opera musicale accompagnandoci
in ogni momento e aiutandoci a superare le mille difficoltà che si sono presentate durante il percorso”.
Madre Immacolata Vicidomini, ha
sottolineato che sono stati giorni di
immensa gioia e contemplazione per il
loro Padre Fondatore.
Vittoria Mandara
PREMIO DONNA
"LUISA MONTANARI"
2013
Dal sito dell’ Amministrazione comunale di San Polo dei Cavalieri (Roma)
Si è tenuta nel magnifico scenario del
Castello Orsini di San Polo dei Cavalieri
la seconda edizione del Premio Donna
"Luisa Montanari", istituito lo scorso anno in memoria del primo Sindaco donna
della Provincia di Roma, eletto a San Polo
dei Cavalieri nel 1971.
L'evento consiste nella consegna di riconoscimenti a donne nate o residenti a San
Polo che abbiano conseguito particolari
meriti nelle attività pubbliche, professionali e socioculturali ed è abbinato ad un
convegno il cui tema è stato quest'anno
"IL CORAGGIO DELLE DONNE:
ESPERIENZE E TESTIMONIANZE".
Coraggio da intendersi come capacità di
agire o reagire in un ruolo da protagoniste, superando quello di spettatrici passive
o addirittura di vittime in un complesso di
circostanze private o pubbliche, come ha
illustrato il Sindaco Paolo Salvatori
nell'intervento di apertura. Si è parlato
dunque del coraggio nell'assecondare
vocazioni non condivise, del coraggio di
assumere gravi responsabilità politiche e
soprattutto del coraggio dell'autocoscienza e della denuncia a fronte del dilagante
fenomeno delle violenze ancora oggi subìte, fenomeno quest'ultimo, purtroppo di
stringente e drammatica attualità. Molti
gli ospiti intervenuti nel dibattito, coordinato da Tania Moriano Responsabile dei
Servizi Sociali del Comune di San Polo
dei Cavalieri. Hanno preso la parola tra
gli altri Giancarlo Sant'Elia Dirigente
della Polizia di Stato di Tivoli, il Capitano
Emanuela Rocca Comandante della Compagnia Carabinieri di Tivoli, l'Avvocato
Laura Cerroni, la scrittrice Alessandra
Cristofari e il neodeputato Andrea Ferro,
coinvolgendo il folto pubblico in una at16
Volume
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tenta
e
partecipata
riflessione.
Molta commozione ha suscitato la lettura
di un messaggio pervenuto da Angela
Poltronieri, Sindaco del Comune di Mirabello (Ferrara), che un anno fa fu devastato dal terremoto e che, grazie anche alla
straordinaria forza d'animo di Angela, ha
reagito con prontezza e dignità.
I premi sono stati conferiti nella seconda
parte della manifestazione in base alle
valutazione dei meriti compiuta da una
commissione composta dall'Assessore alle
Pari Opportunità Stefania Mozzetta, dalle
Consigliere Comunali Federica Placidi e
Laura Giannelli, dalle Responsabili di
Servizi Comunali Cristina Cerchi e Bernardina Colasanti.
Dopo aver premiato le insegnanti sampolesi in pensione, il Premio Donna "Luisa
Montanari" anno 2013 è stato consegnato
a Suor Loredana Simoncig, superiora
delle Suore di San Giovanni Battista che,
dopo aver svolto la sua missione in tutto il
mondo, si è da anni stabilita a San Polo
dei Cavalieri
Questa la motivazione formulata dalla
Commissione:
"Insegnare ai giovani significa dunque
non soltanto aiutarli ad elevarsi nella
conoscenza, ma anche a far germogliare e
crescere in loro i valori del rispetto e
della vita. C'è, fra noi, una donna che di
questo impegno ha fatto una missione,
una missione che dura da ben più di mezzo secolo. Ha viaggiato per il mondo,
portando ovunque il messaggio della sua
spiritualità applicata al campo educativo
scolastico. Edificare la persona umana è
una sfida necessaria e ogni persona è
portatrice di un proprio progetto animato
dallo Spirito Santo, affidato ai genitori,
agli educatori e alla persona stessa, ultima responsabile della sua realizzazione.
La persona, nella realizzazione di questo
progetto, incontra ostacoli che l'educazione aiuta a superare. L'ignoranza, la povertà, la miseria, le malattie fisiche e
spirituali.
Educare significa, allora e prima di tutto,
liberare nella persona questo progetto
perché esso si realizzi e la persona possa
essere felice e utile alla società. Queste
parole esemplari, che sublimano mirabilmente l'educazione come la via per il
raggiungimento della libertà individuale e
per l'utilità sociale dell'individuo reso
libero, sono contenute in uno studio presentato qualche anno fa a Belo Horizonte,
in Brasile, ma si elevano sicuramente
come un messaggio di chiaro spessore
universale. Chi le ha scritte vive tra noi
da più di sei anni ed è ormai anche per
noi sampolesi madre e amica, confidente
ed insegnante: è la carissima Suor Loredana Simoncig. "
Giuseppe Verdi nel suo 200° anno di nascita
La nostra Scuola Primaria “San
Giovanni Battista” – Merlo Bianco
di Firenze, si è ispirata per il saggio
di fine anno, alla figura di Giuseppe
Verdi nel suo 200° anno di nascita.
Il lavoro è stato il risultato della
stretta collaborazione tra i docenti
prevalenti e quelli specialisti
(musica, motoria, inglese e soprattutto teatro) e dalla supervisione e
organizzazione della nostra Direttrice Sr. Ersilia Rega. Ad ogni classe è
stata affidata un’opera famosa di
Verdi (Nabucco, Trovatore, Rigoletto, Aida e Traviata) senza però doverne rappresentare fedelmente la
trama dell’opera, ma, attraverso
l’ascolto musicale e la suggestione
delle tematiche, i bambini hanno
costruito una sorta di partitura fatta di parole e gestualità supportata
dalle musiche originali. In seguito,
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Volume
1, Numero 1
ogni classe ha eseguito esercizi motori con attrezzi (corda, cerchi, palla, clavette) seguendo gli spunti
ritmici della musica verdiana, mentre – contemporaneamente – un’altra classe marcava gli stessi ritmi
con lo strumentario Orff. Il saggio
si è aperto con l’immancabile riferimento al canto “Va pensiero” dal
Nabucco, che tutte le classi hanno
cantato sventolando la bandiera
tricolore, e si è concluso con la suggestiva “Vergine degli Angeli” intonata all’unisono come saluto augurale e materno alle famiglie.
Il grande musicista e compositore
italiano, rinnova in noi l’orgoglio di
essere italiani. Infatti la sua musica, benché artisticamente alta, può
anche considerarsi di gusto popolare: il compositore riusciva infatti a
creare melodie immediatamente
comprensibili per il suo pubblico.
Non a caso Verdi è considerato il
più patriottico dei compositori italiani: un patriottismo che si esprime soprattutto nelle pagine corali
delle sue opere, dove viene dato
libero sfogo all'amore per la patria
e agli ideali di libertà e di lotta.
In questa speciale occasione, abbiamo chiuso per un attimo gli occhi e
ci è sembrato di scorgere tra il pubblico un distinto signore vestito di
scuro con l’indimenticabile cilindro
e la barba folta, il volto serio e un
po’ arcigno, che scruta noi tutti.
Cercando di capire chi siamo, abbiamo ritrovato il battito del suo
cuore che insieme ai nostri, ha seguito le note degli spartiti di una
musica senza tempo e insieme carica di storia. La nostra storia.
Le insegnanti della Scuola Paritaria
“San Giovanni Battista” di Firenze
150° ORDINAZIONE SACERDOTALE
DEL BEATO A. M. FUSCO
Un granello di sabbia
nel mare della solidarietà.
Sono numerosi i progetti
che portano il suo nome!
Dal Quotidiano: “Le Cronache del salernitano” Anno I n. 28 (7 giugno 2013) - Agro Nocerino.
Solenni festeggiamenti in occasione
del 150° anniversario dell'ordinazione sacerdotale del Beato Alfonso
Maria Fusco, il sacerdote angrese
che spese, la sua intera vita in favore dei poveri affinché questi avessero, nel nome di Gesù, una speranza
di vita migliore e degna dei figli di
Dio. Un esempio, quindi, alla cui
ombra imparare a fare del bene.
E ad Angri, piccolo borgo ai piedi dei
Monti Lattari, laddove un tempo i
Doria regnarono per circa duecento
anni elevando il feudo al rango di
principato, non sono mancati, nel
corso dei secoli, discepoli di Dio che
hanno messo la loro vita al servizio
del prossimo. Don Enrico Smaldone,
don Carlo La Mura sono i nomi che
adesso vengono in mente. Ma c'è
una figura a cui gli angresi sono
molto legati: il Beato Alfonso Maria
Fusco, sacerdote che si distinse per
l'assiduità al servizio liturgico e per
la diligenza nell'amministrazione
dei sacramenti. E proprio nella ricorrenza di 150 anni dalla sua ordinazione sacerdotale, le sue figlie
spirituali, le suore Battistine, hanno
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Volume
1, Numero 1
organizzato una grande festa per
ricordare il loro Padre fondatore.
Tre giorni di intensa preghiera hanno impegnato le Suore e la comunità
di fedeli riuniti nella Collegiata San
Giovanni Battista seguiti da un
grande concerto in onore dello stesso
Beato, diretto dal Maestro Alberto
Barba. A cantare per il Beato Alfonso un coro di voci bianche e orchestra di fiato insieme a gruppi di
bambini che hanno rappresentato
gli episodi più importanti della vita
di Alfonso Maria Fusco.
Il suo carisma è stato quello di promuovere la cultura e la formazione.
Non solo istruzione, educazione ma
anche insegnamenti di "mestieri"
che il Beato insegnava ai suoi allievi. Una vita quindi dedicata ai poveri, agli orfanelli per i quali ha fondato proprio in questa terra la Congregazione delle Suore di San Giovanni
Battista, un granello di sabbia nel
mare della solidarietà che si è diffuso in sedici nazione con lo scopo di
realizzare il regno di Gesù Cristo e
dare speranza ai più bisognosi.
In questi giorni la comunità angrese
ha festeggiato don Alfonso beato dal
2001 per aver miracolato un bambino di quattro anni dello Zambia,
ammalato gravemente e guarito il 2
febbraio del 1998. Oggi il corpo del
Beato Fusco riposa nella cappella
realizzata nella Casa Madre in via
M. Caputo e una statua in piazza
Annunziata sancisce il legame con la
città e i tanti fedeli.
La Congregazione oggi porta avanti
le opere del Padre fondatore con
umiltà e dedizione e tanta generosità sia nella scuola e che in altre opere come l'assistenza agli anziani, ai
non vedenti, agli ammalati. Il messaggio delle Battistine nel mondo
attuale è quello che ha sempre trasmesso il Beato Alfonso quando era
in vita, ovvero preparare le future
generazioni mettendo davanti ad
ogni cosa la Parola di Dio. Attraverso le tante scuole presenti sul territorio non solo nazionale, ma internazionale, le Battistine non impartiscono solamente nozioni, ma i valori
fondamentali del Cristianesimo al
fine di creare l'uomo della futura
società.
Luigi Novi
BE ATO ALFONSO M AR I A FUSCO—150° DI S ACERDO ZIO
Domenica,02 giugno 2013, una bella giornata di sole ci apre il sorriso e il cuore a
celebrare con gioia il 150" anniversario di
Ordinazione sacerdotale del Beato Alfonso Maria Fusco (29-05-1863).
Una ricorrenza che la Comunità delle
Suore Battistine di Viale Giulio Cesare,
gli amici, i simpatizzanti del rione Prati
in Roma che frequentano la chiesa Maria
Assunta, hanno voluto solennizzare con
un pellegrinaggio alla Casa Madre, in
Angri, che custodisce le spoglie del Beato.
Anche la scelta della giornata è significativa: oggi infatti si celebra la festa annuale del Corpus Domini. Eucaristia e
Sacerdozio sono intimamente collegati. E
la giornata è stata intensamente caratterizzata dalla preghiera e dalla riflessione
su questi due Sacramenti.
Nell'andata, ai cinquantacinque partecipanti, la Signora Margherita Grillo, con
la competenza che la distingue in campo
biblico e la fede che la anima, ci ha infervorati nel trattare il tema: Pane e Eucaristia.
Partendo dal commento alle parabole
evangeliche del seminatore e del lievito
che la donna nasconde in tre staia di
farina finché tutto è fermentato, descrive
gli elementi che compongono il pane e
che sono i simboli dell'Eucaristia. Passa
quindi ad analizzare i due miracoli della
moltiplicazione dei pani e dei pesci, compiuti da Gesù per sfamare le folle che lo
seguivano. La sostanziosa riflessione ci
ha illuminati nel comprendere che aldilà
dei simboli che pure hanno il loro valore,
la realtà dei miracoli operati da Gesù per
sfamare la gente rimane il fatto più certo, tanto è vero che le folle lo inseguono
per farlo Re. Allora il Signore fa un discorso densissimo sul "Pane vero", su di
Sé: "Pane vivo disceso dal cielo, cibo che
rimane per la vita eterna, che il Figlio
dell'Uomo darà" (Gv 6, 1-70). Gesù sta
preparando i suoi all'evento definitivo e
pronuncia
il
discorso
definito
"eucaristico" che realizzerà, nell'Ultima
Cena e che rinnoverà fino alla fine dei
19
Volume
1, Numero 1
secoli attraverso il ministero dei Sacerdoti. Con queste affascinanti riflessioni
raggiungiamo la Casa Madre in Angri,
accolti con calore dalla Comunità delle
Suore Battistine che ci fanno sentire
come a casa nostra.
ta. Nel ministero sacerdotale non si tirava mai indietro e la sua totale disponibilità era ben nota a quanti lo conoscevano.
Ci ritroviamo nella cappellina dedicata al
Beato Fondatore, vero gioiello di semplicità e finezza artistica.
La celebrazione eucaristica, intensamente partecipata, ci ha tatto sentire particolarmente uniti al Beato Fondatore che
avevamo la gioia di poter vedere rivestito
con le sue vesti sacerdotali.
La celebrazione della Messa costituisce il
cuore della festosa giornata. P. Tomei,
accompagnato da P. Vedasto Kwajaba,
Superiore della Casa Generalizia dei
Missionari della Consolata in Roma, commenta il Vangelo di Luca (9, 11-17) che
riporta il miracolo della moltiplicazione
dei pani e dei pesci. Miracolo denso di
significato eucaristico. Il gesto compiuto
da Gesù lo ripete il sacerdote quando
celebra l'Eucaristia.
La riflessione, pertanto, si concentra
sulla figura di Alfonso Maria Fusco, Sacerdote. Don Alfonso ha speso la sua vita
per i bene e la promozione umana e spirituale dei poveri e degli emarginati, ed a
tale scopo ha dato vita all'Istituto delle
Suore Battistine. Ma tutta la sua azione
è segnata profondamente dal suo sacerdozio.
Dall'inizio della sua Ordinazione sacerdotale si dedicò al ministero, inserendosi
nella vita parrocchiale della Collegiata: si
prestava per ascoltare le confessioni,
assiduo nell'istruire i ragazzi, sempre
disponibile per la predicazione e la celebrazione dei Sacramenti.
Le sue giornate erano scandite da un
orario a cui rimaneva fedele, soprattutto
per i periodi riservati alla preghiera. La
Messa era il momento culminante della
sua giornata di preghiera; assiduo alla
celebrazione delle quarantore, visitava la
chiesa di turno dove era solennemente
esposto Gesù Eucaristia, passando lungo
tempo in adorazione.
La sua spiritualità sacerdotale era arricchita da una tenerissima devozione alla
Madonna. I titoli della Vergine da lui
preferiti erano l'Immacolata e l'Addolora-
Tutte riflessioni che hanno ancora una
volta accresciuto in noi ammirazione e
devozione verso questo sacerdote santo.
La seconda parte della giornata si è snodata presso il ristorante "La Brace d'oro"
dove tutti sono rimasti contenti per il
pranzo e per la gentilezza del personale
addetto.
Come previsto dal programma, passiamo
nuovamente in Casa Madre per un’ ultima preghiera davanti all'urna del Beato
Fondatore.
Coroniamo il nostro pellegrinaggio con la
visita al Museo Beato Alfonso Maria Fusco, guidata con competenza e tanto entusiasmo da Suor Immacolata. Ci ha
descritto con dettagli ed interessanti
aneddoti l'origine ed il significato degli
oggetti esposti: mobili, oggetti personali e
familiari, paramenti liturgici, documenti
vari, libri di preghiere e di studi. E' stato
come un ripercorrere le tappe più significative della vita del Sacerdote e Fondatore Alfonso Maria Fusco.
Abbiamo trascorso una intensa giornata:
il Corpus Domini, l'Eucaristia e il Sacerdozio. Una giornata che ha riempito di
gioia il cuore di tutti; come ha dimostrato
l'esplosione di canti che hanno accompagnato, sul pullman, il ritorno a Roma.
È stata corale l'espressione di ringraziamento a Dio, al Beato Fondatore, alla
Comunità delle Suore Battistine che ci
hanno fatto respirare aria di fraternità,
di amore e di devozione per il loro Fondatore. Salutando, alla fine del viaggio,
anche l'autista mi ha gioiosamente confidato: cento di questi giorni!
P. Ernesto Tomei. IMC
Spettacolo dei bambini della Scuola primaria ad Angri, Casa Madre
Nella Scuola Primaria Paritaria Alfonso Maria Fusco, come di consueto, abbiamo assistito a uno spettacolo straordinario. Domenica 17 marzo
gli alunni della classe 5a B della
maestra Teresa Ferraioli, hanno
rappresentato “Cenerentola a teatro” di Iolanda Iovane.
Dovremmo essere abituati alle varie
e stupende manifestazioni che si
svolgono dalle Suore Battistine,
eppure ogni volta ci stupiscono.
Quello che piace nelle fiabe è che
sono sempre in evoluzione sorprendentemente, nuove e capaci di calarsi in una realtà o situazioni diverse
dal contesto in cui furono create. È
come se avessero vita propria, adeguandosi alle nuove circostanze di
tempo e di luogo.
Questo però non avviene automaticamente, ma per opera di persone
con sensibilità creativa e visione
ampia e straordinaria che accolgono
questa intuizione e la aggiornano. È
ciò che ha realizzato la prof.ssa Iolanda Iovane con i bravissimi attori,
preparati dalla maestra Teresa Ferraioli, e la collaborazione di tante
altre persone coinvolte nella rappresentazione.
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Volume
1, Numero 1
Ha colpito in assoluto il messaggio
nuovo, profondo e allo stesso tempo
semplice che sgorgava dalle parole e
dalle azioni dei piccoli artisti. La
storia è stata contestualizzata con
espressioni dialettali e interferenze
della gente comune, arricchendo così
il dialogo dei personaggi con i valori
e le preoccupazioni del nostro quotidiano: i problemi, le necessità, le
ricerche e con i pregiudizi sempre
presenti nella vita e nelle scelte altrui.
Tutto scorreva in modo interessante
e divertente, con delle battute che
facevano il gioco tra l’arte e la vita,
che s’intrecciavano e si confrontavano nella bellezza dei significati e
riflessioni possibili.
La giovane Cenerentola era ricca di
una bellezza che oltrepassava i criteri convenzionali: non era fisica,
superficiale o riduttiva…era qualcosa al di là delle parole e azioni. C’era
in lei una dolcezza forte, sicura di
sé, anche quando sembrava dominata, sottomessa ai soprusi della matrigna e delle sorellastre.
I vestiti semplici rilevavano il suo
essere superiore, più splendido e
nascosto che ha incantato il Princi-
pe, improvvisamente innamorato.
La generosità, la gentilezza, l’amore
facevano contrasto con la superficialità, l’egoismo e il vuoto camuffato
dal materialismo del nostro tempo.
La scarpetta, segno di chi sa la strada giusta, è stata messa al piede
dell’unica donna capace di mettere
in ginocchio il Principe facendogli
riconoscere la bellezza smisurata
della Cenerentola, che non si traveste, non ha niente da aggiungere,
continuando a essere la stessa giovane di sempre, perché cosciente della
sua verità e dell’identità conservata
nell’anima, come “un segno che non
passa mai”, anche quando all’esterno “tutto è falso e inutile”.
La Coordinatrice delle attività educative e didattiche, suor Margherita
Longobardi, si è complimentata con
gli alunni: “Grazie, bambini, per
questa Cenerentola che parla a tutti
noi dei valori fondamentali oggi nascosti, quasi inesistenti, nella nostra
quotidianità, che costituiscono la
base solida di una società più umana
e più giusta”.
Giuseppe De Simone
SCRITTI SUL BEATO ALFONSO M. FUSCO
Il libro “Raccontano di lui...” a Cura di Raffaella Del Pezzo, pronipote del nostro Fondatore, raccoglie le testimonianze al processo
diocesano delle Virtù eroiche del Beato Alfonso M. Fusco .
Qui di seguito verranno pubblicate alcune di queste testimonianze per dare la possibilità ai lettori di conoscere sempre di più la
figura del Beato.
SALVATORE CATANIA
Mi chiamo Salvatore Catania, dei furono
Giovanni e Maria D’Auria, sono nato in Angri il 3 Maggio 1872, sono Sacerdote dal
1895 ed a ualmente Canonico Curato della
insigne Collegiata di Angri.
Ho conosciuto il Can. Fusco nel 1895
quando ascesi al Sacerdozio.
In detto anno da Lui stesso fui chiamato ad impartire lezioni elementari
ai fanciulli orfani da Lui raccolti nella
Casa Madre delle Battistine di Angri e
così entrai in intimità con Lui.
Ho stimato il Can. Fusco sempre un
sacerdote secondo il cuore di Dio e
desidero vivamente che egli venga
beatificato per la maggior gloria di
Dio.
Il Servo di Dio nacque in Angri il 23
Marzo 1839 da Aniello Fusco e Giuseppina Schiavone, fu battezzato lo
stesso giorno nella collegiata di Angri
dall’Economo Curato Don Gaetano De
Angelis e fu chiamato Alfonso. Fu il
primogenito di cinque altri figliuoli, fu
cresimato dal Vescovo pro tempore,
Mons. D’Auria. Padrino fu Don Gaetano De Angelis.
So che egli aveva una devozione speciale per la Vergine Addolorata e spesso la invocava nelle circostanze della
vita.
So che esercitava il ministero della
confessione e predicazione nella casa
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Volume
1, Numero 1
delle Suore Battistine; so che si mostrava buono affabile con i peccatori,
accogliendoli con grande carità e paternità.
confessava anche ai Padri Balestra e
Pecorari, e so che aveva per direttore
spirituale straordinario anche il Padre
Losito.
Non mi consta di alcuna conversione
operata dal Servo di Dio durante il suo
ministero sacerdotale. So soltanto che
pregava molto per i peccatori più ostinati.
Il Servo di Dio fu sempre animato da
una grande fede che esercitava apertamente in tutte le manifestazioni della
sua vita, accrescendola e rafforzandola, coll’orazione assidua e specialmente colla meditazione sulla Passione e
Morte di Nostro S. Gesù Cristo. Gran
fede dimostrò nella predicazione, che
aveva tutti i caratteri della unzione
sacerdotale, salvatrice delle anime e
nelle confessioni in cui si dimostrava
l’uomo di Dio, che in nome e per autorità di Dio dava la pace e la serenità
alle coscienze.
Non mi consta di inspirazione divina
avuta dal Servo di Dio nell’istituire la
Congregazione delle Suore Battistine;
so soltanto che era acceso di un grande
desiderio di voler mettere mano ad
un’opera che avesse per scopo la redenzione e preservazione dell’infanzia
orfana ed abbandonata, e l’idea dominante nel governo del suo Istituto fu
quella di formare le sue Suore per la
carità verso Dio, dalla quale doveva
nascere quella verso il prossimo e specialmente verso i giovani e le giovani
orfane e derelitte.
Ho conosciuto la Madre Fondatrice
Suor Crocifissa Caputo e so per mia
personale esperienza e per testimonianza di altri, che fu una donna di
grandi virtù. Ella si incontrò col Fusco
nel desiderio ardente di fondare un
Istituto che avesse per scopo la salvezza di tante anime, specialmente giovanili. Portò in dote un piccolo peculio di
lire 5; ma uno zelo indefinito e una
passione accesissima di lavorare col
Servo di Dio per le grandi finalità
dell’Istituto.
Dovendo in una parola sola riassumere la fisionomia morale del Servo di
Dio, posso affermare che fu il perfetto
e scrupoloso osservatore della legge di
Dio.
Il suo confessore ordinario era il Padre
Leone della Congregazione del SS.
Redentore. In mancanza di questi, si
Dalla fede nasceva in lui la speranza,
che aveva la caratteristica di un completo abbandono alla provvidenza divina.
Nelle ore tristi, incerte, del suo Istituto, la sua speranza era la forte corazza
che lo sosteneva e lo difendeva da tutti
i colpi delle avversità, delle amarezze
ed anche della malvagità degli uomini.
La stessa speranza inculcava anche
agli altri, specialmente nelle calamità
e tentazioni.
Il Servo di Dio sentì sempre vivo ed
ardente l’amore verso Dio, a cui rivolgeva continuamente i suoi pensieri,
affetti e palpiti del suo cuore. Questa
grande carità verso il suo Dio dimostrava specialmente nella celebrazione
della S. Messa, in cui tutto raccolto in
Dio e acceso nel volto di amore superno, sembrava un serafino di carità.
Da questo amore verso Dio nasceva
l’amore verso il prossimo, che egli
amava per amore di Dio, senza differenza tra amici e nemici.
Questa sua grande carità si estrinse-
cava anche in abbondanti elargizioni
ai poveri e indigenti, a cui qualche
volta donava persino i suoi abiti ed
indumenti.
Il Servo di Dio fu animato da grande
prudenza, la quale gli suggeriva di
niente fare che non ridondasse alla
maggior gloria di Dio.
Fu anche prudente nel senso che resse
l’Istituto con quella cristiana saggezza, che se qualche volta ha delle savie
temperanze, diventa rude fortezza,
quando trattasi degli interessi spirituali delle anime e dell’amore di Dio.
Il Servo di Dio fu sempre ubbidiente in
tutta quanta la sua vita, sia ai genitori, sia verso i superiori ecclesiastici e
verso il suo Vescovo.
So che il Servo di Dio fu un uomo di
invitta fortezza, che dimostrò specialmente nelle svariate traversie del suo
Istituto. Fu forte nel sopportare con
cristiana pazienza e grande rassegnazione le persecuzioni e le lotte che non
gli mancarono nel corso della sua vita.
Il Servo di Dio fu sempre temperante
non soltanto nel senso che cercava
incessantemente di sottomettere i sensi alla ragione e di dominare tutte le
passioni, ma anche nel senso che si
mortificava volontariamente, mangiando cibi umili e vestendo indumenti
poveri.
Parlando quanto meno era possibile,
memore del detto dello Spirito Santo,
che il silenzio è indizio di cristiana
sapienza.
dalla grande modestia, nel portamento, negli sguardi.
Egli si asteneva financo dal farsi baciare la mano dai suoi ammiratori e
dai suoi penitenti, come il giglio che
schiva ogni contatto.
Amò molto il Servo di Dio la povertà.
Sempre distaccato dalle ricchezze, dai
beni di fortuna, dalle comodità della
vita, preferiva le cose più semplici.
Aveva per abitazione una piccola e
disadorna stanzetta, con un lettino
modesto un tavolino e due sedie. Per
lui quella stanzetta era una reggia.
So, per averlo sentito, di doni soprannaturali e di grazie gratis date del
Servo di Dio. L’ultima infermità del
Servo di Dio, a quanto ho sentito dire,
fu un accesso di sangue al cervello, che
gli arrestò la circolazione del sangue,
determinando un collasso cardiaco,
che ne causò la fine.
So che sopportò i dolori e la morte con
grande pazienza e rassegnazione.
Le esequie riuscirono imponenti per lo
straordinario concorso del popolo, che
salutava la salma dell’uomo giusto.
Posso attestare che la fama di uomo
giusto del Servo di Dio è ancora viva
nel popolo.
GAETANO SMALDONE
Mi chiamo Gaetano Smaldone dei furono Tobia e Raffaella Barba, sono
nato il 6 Ottobre 1866, sono sacerdote
dal 1889 ed attualmente sono Canonico Curato della Collegiata in Angri di
S. Giovanni Battista.
Il Servo di Dio fu umile. Questa umiltà può dirsi la caratteristica della sua
vita interiore e del suo ministero saHo conosciuto il Servo di Dio fin dalla
cerdotale. Si reputava innanzi a Dio un umile verme della terra, un servo
inutile, capace solamente
Alla sera della vita
di imperfezioni e di peccati.
saremo giudicati sull’amore
Si reputava inferiore a
tutti; e di tutti si professava umile servitore, tutti
riveriva e stimava con
grande cortesia.
Il Servo di Dio, pur essendo
di complessione forte e
robusta, esercitò la virtù
della castità perfettamente
ed addirittura con eroismo.
Questa sua castità traspariva dal trattare con persone di diverso sesso, dal suo
parlare sempre edificante,
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Volume
1, Numero 1
mia ascensione al sacerdozio, che avvenne nel 1889, quando dal Servo di
Dio fui chiamato come Confessore
nell’Orfanatrofio da Lui fondato e diretto. Ebbi ancora occasione di conoscerlo meglio nella missione di Mercato Cilento unitamente al Can. Don
Filippo Vignola, ora defunto.
Ho una speciale divozione per il Servo
di Dio e ne desidero vivamente la beatificazione, perché sono convinto che il
Servo di Dio ha esercitato in terra
tutte le virtù in grado eroico, come
sono per riferire.
Il Servo di Dio a causa di uno strano
malinteso, di Mons. Vitagliano, Vescovo del tempo, dové subire l’umiliazione
della sospensione dal ministero di predicare la parola di Dio in tutte le Chiese della Diocesi. Tanto è vero che il
Servo di Dio era immune da ogni colpa, che il Vescovo Del Forno, appena
prese possesso della Diocesi, lo reintegrò e gli volle sempre un bene grandissimo.
Il Servo di Dio nutriva una particolare
devozione per la Vergine SS. Addolorata, per l’Angelo Custode e per S.
Gioacchino. Grande era il concorso del
popolo alle prediche e alle confessioni
del Servo di Dio. Riusciva molto efficace nei suoi consigli a sollievo delle coscienze che venivano rasserenate. Si
mostrò sempre buono e paterno coi
peccatori.
Ispirazione vera e propria del Servo di
Dio nella fondazione della sua Congregazione non mi consta che ne abbia
avuta; ma quello che è certo e posso
affermare con sicura coscienza è che
era dominato da un grande desiderio
di beneficare le anime
con la fondazione di
un’opera prettamente
caritativa, quale difatti
fece il suo Istituto che
accolse l’infanzia abbandonata ed orfana, dando
ad essa formazione ed
educazione
cristiana.
Questa carità verso le
anime fu l’idea centrale
del Fondatore nel governo della sua Congregazione. Ebbi occasione di
conoscere la Cofondatrice Madre Crocifissa Caputo e di ammirarne le
virtù eccellenti, specialmente uno spirito di sin-
golare dedizione, che la spingeva a
lavorare con tutti i mezzi per la santificazione delle anime. Questo spirito la
spinse ad unirsi al Fondatore nell’attuazione del grandioso disegno della
fondazione di una Congregazione religiosa. Essa consegnò nelle mani del
Fondatore la sua dote, che fu di 5 lire
appena. Ma il suo zelo era indefinito.
In questo incontro di due anime tutte
di Dio per uno scopo così nobile e celeste vi scorgo chiaramente i segni della
provvidenza Divina, di cui quelle due
anime erano gli strumenti.
Il carattere morale del Servo di Dio si
può riassumere in queste parole: Era
l’uomo di Dio. Il Servo di Dio fu un
sacerdote di gran fede, che alimentava
coll’esercizio continuo la presenza di
Dio, che invocava spesso con ardenti
giaculatorie. Questa fede soprannaturale traspariva in una maniera singolare nella celebrazione del S. Sacrificio
della Messa, nella sua continua orazione, nella predicazione della parola di
Dio, che era persuasiva e penetrante e
in tutti gli altri ministeri della vita
sacerdotale per cui di Lui si poteva
dire: Iustus ex fide vivit.
Il Servo di Dio dimostrò una fiduciosa
ed incrollabile speranza nella Divina
Provvidenza, che Gli faceva ripetere
spesso: «Lasciamo fare al Signore» e lo
sosteneva nelle prove dolorose. Ingiurie, calunnie, incomprensioni, non gli
mancarono in vita, specialmente quando si verificò lo spirito separatistico
nella Congregazione, per cui la Casa
di Roma non voleva riconoscerlo come
fondatore.
Il Servo di Dio ebbe un grande amore
verso Dio, che manifestava col suo
continuo spirito di raccoglimento e che
gli faceva ripetere spesso le parole di
S. Francesco d’Assisi: Deus meus est
omnia. Questa carità verso Dio lo portava ad amare le anime per cui ebbe
sempre uno zelo ardentissimo. Amava
tutti con amore soprannaturale, senza
distinzione tra amici e nemici.
Il Servo di Dio fu un uomo prudente.
La prudenza fu la virtù regolatrice
della sua vita nel governo dell’Istituto.
Quando dové subire l’umiliazione della
revoca del permesso di predicare in
Diocesi, accettò l’umiliazione senza
proteste, senza forti risentimenti, rimettendosi completamente nelle mani
della divina Provvidenza, Fu prudente
quando alla Casa di Roma non fu nep-
23
Volume
1, Numero 1
pure ricevuto, ed invece di protestare
se ne tornò alla Casa Madre di Angri a
pregare, perché il Signore illuminasse
quelle Suore dissidenti.
Il Servo di Dio fu sempre ubbidiente
verso i suoi genitori prima, verso i suoi
Superiori ecclesiastici dopo, specialmente verso il suo Vescovo.
Il Servo di Dio mostrò grande fortezza
nel governo della sua Congregazione,
fortezza che attingeva dalla sua fede
ardente, che lo sosteneva nelle lotte e
nelle dure prove a cui fu sottoposta la
sua Congregazione, per cui anche nei
momenti più tristi e critici lo si vedeva
sempre sereno e calmo.
Il Servo di Dio fu temperante non solo
nel senso che seppe dominare tutti gli
istinti malnati e le passioni, non solo
nella castigatezza esteriore del portamento sempre umile e dimesso, ma
anche in tutte le azioni e i bisogni della vita ordinaria: mangiare, bere, dormire, passeggiare, parlare, trattare,
ecc.
Il Servo di Dio esercitò in grado eroico
la virtù della pazienza, specialmente
nelle sue grandi tribolazioni, che lo
misero a dura prova, conformandosi al
divino modello Gesù, che fu patiens et
humilis corde.
Il Servo di Dio fu umile nel senso più
rigoroso della parola. Egli si stimava
sempre inferiore a tutti; “umile verme
della terra”, come soleva spesso ripetere di sé, a cui applicava anche le parole di S. Paolo: Servi inutiles sumus.
La virtù della castità ebbe in lui un
incanto speciale; gli traspariva dal
volto sempre sereno, calmo, sorridente
e dall’anima aperta a tutte le bellezze
ed incanti della natura per cui si beava di un cielo stellato, si compiaceva
del profumo di un fiorellino. Era l’anima in cui abitava Dio con la sua grazia e con i suoi doni soprannaturali. Di
questa virtù egli ne faceva somma
stima, come dimostrava nel trattare
con tutte le regole della cristiana modestia persone di altro sesso, da cui
non si faceva baciare neppure la mano.
Il Servo di Dio ebbe in grande onore
la povertà. Distaccato dalle ricchezze,
dagli agi della vita, professava la povertà di spirito, che Gesù canonizzava
nella quarta beatitudine. Anche nell’abitazione, nel vitto, nel vestire, presentò i segni di questa povertà celeste.
La sua stanzetta era riposta nell’angolo più remoto dell’Istituto, povera e
disadorna, con le suppellettili strettamente necessario. Mangiava cibi poveri ed usuali, come pure vestiva indumenti umili e consunti.
L’ultima infermità del Servo di Dio fu
determinata da forte afflusso di sangue al cervello, che ne cagionò dopo
pochi giorni la morte, dopo di avere
ricevuto con grande edificazione gli
ultimi Sacramenti dal Parroco D. Luigi Smaldone. Grande fu la sua forza,
la sua pazienza, il suo spirito di conformità alla volontà di Dio negli ultimi
dolori della morte, che fu veramente il
dolce transito del giusto.
Mi consta per propria scienza che il
Servo di Dio mentre era in vita, era da
tutti ritenuto un santo e chiamato
uomo tutto di Dio.
So, perché vi partecipai, che le esequie riuscirono assai imponenti per la
larghissima partecipazione del popolo,
non solo di Angri, ma anche dei paesi
vicini.
La salma del Servo di Dio fu tumulata
nel cimitero di Angri, donde fu translocata con grande pompa nella Cappella di Casa Madre, dove fu murata nella parete a sinistra a parte evangelii
con la scritta: «Corpus Fundatoris
Nostri».
La fama di santità del Servo di Dio,
dopo la sua morte non solo è rimasta
immutata, ma è andata sempre aumentando nel popolo, che ne desiderava presto il formale ed autentico riconoscimento della Chiesa con la beatificazione e canonizzazione.
Congregazione Suore di S. Giovanni Battista
Provincia Italiana
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Quadrimestrale n. 2 - maggio - agosto 2013
EDITORE
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SR LINA PANTANO
Registrato presso il tribunale Civile di Roma al n. 94/2010 in data 16/03/2010
Periodico stampato in proprio
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1, Numero 1
Il Signore aiuta quando con fiducia si intraprendono opere di bene. (A.M. Fusco)
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