SULLE ORME DEL NAZARENO Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Roma NOTIZIARIO BATTISTINO – PROVINCIA ITALIANA Quanto è grande il tuo nome su tutta la terra! 1 Volume 1, Numero 1 QUADRIMESTRALE Attività del ANNO VI - NUMERO 2 MAGGIO-AGOSTO 2013 Governo provinciale Sommario Attività del Governo provinciale 2 Una nuova missione a Fianarantsoa 6 L’amore di Gesù è misterioso 7 La Scuola dell’Infanzia S. Anna all’Arenella … 9 Al via il processo di beatificazione… 10 Ristampa del libro “Sr Crocifissa Militerni” 11 Essere professionisti … 12 Sr Scolastica Dattilo ha compiuto 90 anni 13 La Croce al Beato Alfonso M. 14 Fusco Concerto del Maestro Barba 15 Premio Donna “Luisa Montanari” 2013 16 Pastificio S. Giovanni Battista 17 150° Ordinazione Sacerdotale ... 18 Beato Alfonso M. Fusco 19 Spettacolo dei bambini... 20 Scritti del Beato Alfonso M. Fusco 21 2 Volume 1, Numero 1 maggio – agosto 2013 Dall’alto del trono delle sue grandezze, Maria pensa a noi, ci ama con amore tenerissimo di Madre, brama, desidera e va in cerca di essere da noi amata, ci fa continuamente sentire: “Figlio mio, dammi, il tuo cuore”. (Beato Alfonso M. Fusco) Siamo certe che Maria Santissima ha elargito su noi e sulla Chiesa intera innumerevoli grazie per vivere con più slancio il nostro cammino di donne consacrate nella società di oggi. FORMAZIONE INIZIALE Abbiamo vissuto, in unione con tutta la Chiesa, il mese dedicato a Maria. Quest’anno con cuore di figlie, ogni giorno nel mese di maggio, abbiamo pregato il S. Rosario con le riflessioni tratte dagli scritti del nostro Padre Fondatore. Senz’altro le sue parole ci hanno toccato profondamente, ci hanno reso più unite tra noi e ci hanno infiammato il cuore di un amore più grande per la Vergine Maria e per suo Figlio Gesù. “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”(Gv 15, 16) Tra molti discepoli, il Signore sceglie e chiama alcuni a seguirlo più da vicino, chiedendo di cambiare radicalmente il proprio modo di vivere. Quando Cristo chiama a sé una persona, non è per innalzarla sugli altri, porla sul trono, ma per innalzarla sull’altare e sul trono della croce del suo sevizio e della dedizione agli altri. Per accogliere, far crescere e maturare una vocazione alla “Sequela Christi” è necessario percorrere un cammino di formazione attraverso consorelle un’esperienza di fede e di preghiera per conoscere meglio se stesse e il Signore, cercare e trovare la volontà di Dio nella propria vita, e così stabilire più giuste relazioni Assemblea Suore delle tappe quali il Postulato, il Noviziato, la Prima Professione Religiosa e la Professione Perpetua. Anche oggi nella nostra Famiglia Religiosa alcune giovani hanno vissuto queste tappe fino alla consacrazione definitiva al Signore Gesù. con Dio, con gli altri, col mondo, con se stesse e con il proprio futuro. Sono stati giorni di grazia e di impegno personale. In questo cammino spirituale sono state guidate dal gesuita Padre Domenico Marafioti. FORMAZIONE PERMANENTE Mahajanga - Madagascar Noviziato: 5 giovani malgasce il 29 agosto 2013 hanno fatto il loro ingresso al Noviziato. Assemblea per tutte le Suore A Roma, Casa Provinciale, dal 3 al 5 maggio, si è svolto il Convegno di Formazione permanente per tutte le Suore dal tema: “La vita religiosa Prima Professione: 4 novizie hanno emesso la loro Prima Professione Religiosa il 15 agosto nella Solennità della Beata Vergine Maria Assunta. Italia Mese Ignaziano: Sei giovani Suore, Sr Bernedette R., Sr Jeanne Honirine R., Sr Josephine R., Sr Jsabelle Aimée R., Sr Marie Angeline R., Sr Marie Sandra R., che emetteranno la Professione Perpetua il 29 settembre prossimo, hanno partecipato dal 01 al 31 luglio u.s. al Mese Ignaziano “Cappella Cangiani” di Napoli. Gli Esercizi Spirituali sono stati per le nostre Suore in Convegno 3 Volume 1, Numero 1 “memoria vivente del modo di esistere e di vivere di Gesù”. Vi hanno partecipato una sessantina di Suore. La Superiora provinciale, Sr Lina Pantano dopo aver presentato il programma, ha parlato dell’ ”Anno della Fede come momento di grazia per tutta la Chiesa”, ed ha sottolineato come l’elezione di Papa Francesco è stato un vero dono dello Spirito alla Chiesa e al mondo intero, perché con il suo insegnamento ci indica la strada sicura da percorrere in questi tempi così difficili e ci incoraggia a vivere nella speranza sulle orme di Gesù nostro Sposo. Ha presentato, anche, il II° fascicolo “Voti e Consigli evangelici nella Vita religiosa” e l’opuscolo del Mese di maggio: “In cammino con Maria”. A questo incontro sono intervenuti la Prof.ssa Raffaella Del Pezzo e Padre Sergio Rotasperti. La Prof.ssa Del Pezzo, pronipote del Fondatore, ha illustrato il libro “Raccontano di Lui…”, testo che riporta testimonianze di vita del Beato Alfonso Maria Fusco. Il suo intervento è stato arricchito da alcuni suoi ricordi d’infanzia raccontati in famiglia. Padre Sergio Rotasperti, dehoniano, ha esposto il tema: “Anno della Fede e Vita consacrata” con riferimenti biblici. Nel pomeriggio del 4 maggio ha avuto luogo la tavola rotonda dal tema“Dio ci chiama a vivere il dono della fraternità nella vita religiosa ”: sono intervenute Sr Filomena Cosentino, Sr Lea Christelle Rasoanamina e Sr Gilda Tozzi. Ognuna ha condiviso la sua esperienza nell’attività apostolica ove è impegnata; Sr Filomena nel campo sociale vissuto ad Angri, presso il Consultorio battistino “Granello di senapa”; Sr Lea nella formazione alla vita religiosa in Madagascar e Sr Gilda nel settore delle adozioni a distanza. Nella mattinata di domenica 5 maggio, Sr Lina ha concluso il Convegno presentando in Power Point “Uno sguardo alla Provincia … ”. Le Suore hanno goduto di questi giorni di fraternità e ricchi di contenuti formativi. VISITA ALLE COMUNITA’ Nei giorni 17-26 maggio la Superiora provinciale Sr Lina Pantano e Sr Marta Sartori sono andate per una visita fraterna nelle nostre comunità della Polonia: Lublino, Cracovia e Pasierbiec. E’ stato bello vedere come le nostre Suore svolgono la loro missione inserite nella varie iniziative parrocchiali e vocazionali, nelle due Case famiglia e nell’ambiente scolastico. È stata una gioia cogliere come i bambini presenti nella Case famiglia, anche se privati della famiglia naturale, crescono spontanei e gioiosi perché si sentono amati e curati come figli dalle nostre Suore. Un grazie sincero ed affettuoso alle nostre Suore che svolgono questa delicata missione. ESERCIZI SPIRITUALI Al termine dell’attività scolastica, nel periodo estivo, le Suore hanno partecipato agli Esercizi Spirituali annuali nell’ “Oasi S. Giovanni Battista” a S. Polo dei Cavalieri e ad Angri “Casa Madre”, culla della nostra Congregazione, e all’ombra del nostro Padre Fondatore. Ringraziamo il Signore di questo tempo di grazia e di luce trascorso in intimità con lo Sposo divino, per proseguire con più slancio il cammino di fedeltà 4 Volume 1, Numero 1 a Lui e nel servizio gioioso ai fratelli. RICORRENZE A Roma, Casa Provinciale, è stata celebrata con particolare solennità la Festa del nostro Santo Patrono S. Giovanni Battista. Come da tradizione, ogni anno la nostra Famiglia Battistina si è riunita per partecipare all’Eucarestia insieme ai Laici nostri collaboratori e benefattori. Per tale ricorrenza ogni comunità si è preparata con un Triduo di preghiera e di riflessione sul Precursore di Gesù di Nazareth. Quest’anno la Celebrazione Eucaristica è avvenuta Domenica 23 giugno ed è stata presieduta da Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Marcello Bartolucci della Congregazione dei Santi. Dopo il Sacro Rito ha avuto luogo un’agape fraterna all’aperto, nella Pineta. E’ stato un momento di gioia e di fraternità tra le Suore convenute dalle case di Roma e gli invitati alla festa. ANGRI, 30 MAGGIO : 150.mo ANNIVERSARIO DELL’ORDINAZIONE SACERDOTALE DEL BEATO ALFONSO MARIA FUSCO Il 150.mo Anniversario dell’Ordinazione Sacerdotale del Beato Alfonso Maria Fusco, è stato festeggiato nella nostre comunità e ad Angri con particolare solennità. Nella “Collegiata di S. Giovanni Battista”, è stata celebrata una Solenne Eucarestia presieduta dal Parroco Mons. Vincenzo Leopoldo. E’ stato un momento di lode al Signore e di gioia intensa ricordando che proprio alla Collegiata il nostro Padre Fondatore ha ricevuto il Battesimo, la Prima Comunione e ha celebrato tra l’esultanza del popolo di Angri la sua Prima Santa Messa. Durante l’omelia il Celebrante ha fatto memoria della santità di quest’umile sacerdote e del dono del sacerdozio che ha ricevuto dal Signore per il bene del popolo di Dio e della Chiesa intera. Al Sig. Corrado raineri la nostra profonda gratitudine E’ stato inaugurato a Gherla (Romania) il Pastificio S. Giovanni Battista degli artigianelli del Beato A. M. Fusco CETRARO: EVENTO DEDICATO A SUOR CROCIFISSA MILITERNI Cetraro: Nell’ ambito della settimana benedettina, che si organizza ogni anno nella cittadina di Cetraro il Comune, in collaborazione con la Chiesa Madre “San Benedetto Abate”, ha organizzato un programma per far conoscere la figura e la spiritualità di Suor Crocifissa Militerni, Suora Battistina nata e vissuta a Cetraro. Domenica 30 giugno: Celebrazione Eucaristica nella Parrocchia di S. Benedetto Abate presieduta dal parroco Don Ennio Stamile. Nel Palazzo del Trono è stata inaugurata una Mostra dedicata a Sr Crocifissa Militerni. Lunedì 01 luglio: La Compagnia teatrale “Il Sipario” di Cetraro ha presentato nel Teatro Comunale “Filippo Lanza” il musical “L’Apostola di Cetraro”. Uno spetta- Suore che hanno partecipato al convegno colo in cui sono state rappresentate alcune scene salienti della vita di Suor Crocifissa Militerni. Martedì 02 luglio: Presentazione della ristampa del volume di Igino Giordani, “Suor Crocifissa Militerni delle Suore di S. Giovanni Battista”. Lunedì 08 luglio: Presentazione: “La spiritualità della Croce in S. Benedetto ed in Suor Crocifissa Militerni”. La fede è tanto necessaria che, senza di essa, nessuno può salvarsi. Alfonso M. Fusco 5 Volume 1, Numero 1 Una nuova missione a Fianarantsoa per le Suore Battistine “CASA DEL FANCIULLO” Tutela e formazione per i ragazzi di strada La provincia di Fianarantsoa è la seconda provincia più grande del Madagascar. Il suo capoluogo è la città di Fianarantsoa, comunemente chiamata Fiana, che in lingua malgascia, significa "là dove si apprende il bene" ed è la seconda città del Madagascar in ordine di grandezza, densità di popolazione ed estensione. La provincia è molto povera e si trova nella parte centro-meridionale dell'isola, in una zona ricca di foreste e acqua. Come in tutto il Paese, anche a Fianara è in aumento il numero degli orfani senza tutela. Spesso sono bambini che fuggono dalle famiglie dove sono vittime di violenze e maltrattamenti, e per i quali la strada è l’unica alternativa possibile. Sono minori che vivono senza punti di riferimento, abbandonati a loro stessi, costretti a provvedere da soli al loro sostentamento quotidiano. In risposta a questa realtà del Madagascar noi, Suore Battistine, stiamo avviando a Fianarantsoa un’attività per contribuire ad alleviare le difficoltà almeno di un gruppo di alcuni bambini, attraverso l’apertura di un nuovo centro in un quartiere periferico di Fianarantsoa con l’obiettivo di collaborare a migliorare le loro condizioni umane e sociali aiutando a crescere i bambini in un ambiente sereno e dignitoso, privo di violenza. E’ in progetto quindi la realizzazione di: un Centro “Casa del Fanciullo” per accogliere 40 bambini di strada, aiutarli a crescere, educarli e formarli in un ambiente protetto, lontani dalle violenze della strada; una Scuola dell’Infanzia e Primaria per scolarizzare i bambini e i 6 Volume 1, Numero 1 ragazzi del Centro, aperta anche ai figli degli abitanti del quartiere, con lo scopo di evitare la ghettizzazione e rispondere ai bisogni di scolarità del quartiere che è periferico e povero; attività di preparazione professionale tra la popolazione del luogo. L’amore di Gesù è misterioso ! Testimonianza di Sr Lea Christelle Rasoanamina della nascita dell’Istituto Battistino a Mahajanga. Sono Sr Lea Rasoanamina, vengo dal Madagascar. Con umiltà e amore desidero condividere un pezzo della mia vita vissuta con Gesù che mi ha chiamato a seguirlo più da vicino nella Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista. È la prima volta che arrivo in Italia. Per me è una gioia immensa poter conoscere le radici della nostra Famiglia Battistina, visitare il luogo natio del Padre Fondatore: il “Beato Alfonso M. Fusco”, incontrare tante altre mie consorelle e visitare le diverse comunità in Italia. Tutto questo è grazia che il Signore, nella sua immensa bontà e misericordia, riversa nel profondo del mio cuore facendolo esultare di gioia e meraviglia. Mi sembra di vivere un sogno! Davvero sono un mistero l’amore e la misericordia di Dio! La formazione religiosa l’ho fatta nel Madagascar. Il 6 febbraio 2000, il primo gruppo di ragazze del posto - io ero una di esse - si preparava a diventare le “Spose del Nazareno”con l’ingresso al Noviziato. Insieme con loro ho percorso le fasi 7 Volume 1, Numero 1 In tutte le cose che iniziano ci sono difficoltà e sacrifici che l’accompagnano, ma anche tanta gioia e meraviglia nel vedere manifestarsi la potenza e grandezza di Dio, e così è stato anche per noi. L’esortazione da parte di Sr Lina Pantano quando venne a farci visita proprio all’inizio della nostra missione a Mahajanga: “ciascuna dovrebbe diventare con la sua vita il Padre Fondatore vivo in mezzo alla gente di Mahajanga” mi è rimasta nel cuore e mi ha incoraggiato ad approfondire di più la vita del nostro Beato e ad impegnarmi a vivere nella linea del Fondatore. Gli anni trascorsi nella Casa di Formazione con la Maestra, Sr Judith Pamintuan, di nazionalità filippina e con le giovani malgasce provenienti da diverse parti del Madagascar con mentalità, cultura e educazione diverse, mi hanno arricchito molto, perché la diversità è vera ricchezza e l’altro è dono di Dio nella sequela di Cristo. Nella diversità, anche se vissuta con fatica, ho visto realizzata la promessa di Cristo: “Un sol popolo e un’unica Fede in Dio”. Pilastro della Casa di Formazione: la Celebrazione Eucaristica, l’Adorazione quotidiana del Santissimo, la vita di preghiera e la relazione inti- ma con Gesù, mi ha aiutato a scoprire il vero senso della vita e delle cose; ciò che è essenziale e ciò che non lo è. La frase del Vangelo “Rimanete nel mio amore” (Gv. 8-15,9) e le parole del nostro Beato Padre Fondatore prima di morire “Siate umili… amatevi l’un l’altra… confidate nella Divina Provvidenza”, sono per me luce e forza, nella sequela Christi, fin da quando sono entrata a far parte delle Suore di San Giovanni Battista. Dopo la prima professione religiosa, nell’anno 2002 a Mahajanga, ho ricevuto il mandato come collaboratrice della Maestra delle Novizie: Sr Judith Pamintuan, nella Casa di formazione, dove già mi trovavo e in seguito il mandato come responsabile delle nostre Postulanti. Nei miei pensieri, come apostolato, mi immaginavo con i bambini. Ma “le vie del Signore non sono le nostre vie e i suoi progetti non sono i nostri progetti!” Avere delle responsabilità nel campo della Formazione delle nostre giovani, da cui dipendono il futuro e la vita della Congregazione, non è facile, perché esso è un compito e un servizio molto delicato, soprattutto nel periodo iniziale. Durante questi anni ho ricevuto molto dalle ragazze. Nella loro di- versità mi hanno aiutato a conoscere meglio me stessa sfidandomi a vivere in prima persona ciò che cercavo di trasmettere loro: Essere testimonianza viva dell’amore di Cristo per l’Umanità. Di fronte a tutto ciò le parole del nostro Padre Fondatore: “Dal cielo non vi dimenticherò e pregherò sempre per voi!” sono state per me, e lo sono ancora oggi, un forte aiuto. È una meraviglia dell’amore constatare come Dio, con lo Spirito Santo, lavora nell’animo di una giovane che vuol essere tutta di Gesù! È il mistero dell’Incarnazione che continua ancora oggi nella storia dell’Umanità! “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo... ” (Mt. 28,20). Con la certezza che Dio cammina sempre con me e mi accompagna tutti i giorni della mia vita, anche se a volte ho timore, riprendo vigore e forza confidando in Lui. Ringrazio infinitamente il Signore per il dono della vocazione religiosa, per i miei genitori, strumento di Dio per donarmi la vita, per tutte le persone che ha posto sul mio cammino e per la Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista che mi ha accolto a farne parte. Tutto è grazia ricevuta dal Signore! Lode e gloria a LUI! Termino con le parole del Magnificat: “L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore.” La Fede La fede è un dono. La Fede non si compra. La Fede è un regalo speciale del Signore. La Fede è un gioiello prezioso che ognuno può possedere. La Fede è abbandono, è la cieca fiducia in Dio. La Fede è carità, è ansia è fuoco, bramosia di fare del bene. Testimoniare il Vangelo ovunque. Tutto il Vangelo aleggia nella vita faticosa e sofferente del Beato Alfonso Maria Fusco. Infatti, il Beato Alfonso Maria Fusco spesso era solito privarsi di un piatto caldo per darlo a un povero. Spesso la Madre Provvidenza arrivava in suo soccorso e leniva le sue preoccupazioni. Un giorno un operaio molto indignato, perché doveva riscuotere da tempo una certa somma, si presentò al Beato, il quale senza scomporsi, disse: "Apri quel cassetto"- sapeva però il Beato che quello stesso cassetto era vuoto. L'operaio lo aprì una prima e una seconda volta, ma inutilmente, il cassetto era inesorabilmente vuoto. Allorché l'operaio infastidito disse: "Don Alfonso, lei mi sta prendendo in giro." Il Beato sempre fiducioso rispose: "Apri di nuovo il cassetto". E l'operaio, con somma meraviglia, vi trovò la giusta somma del suo lavoro. Ecco la grande fiducia e il grande abbandono nella misericordia del cuore di Dio.. Mariolina Pentangelo 8 Volume 1, Numero 1 L a S c u o l a d e l l ’ I n f a n z i a S . A n n a a l l ’A r e n e l l a d i N a p o l i inc ontra il Sindaco Luigi De Magistris “È sempre un piacere incontrare i bambini, loro sono i miei ci adini preferi !” Nella mattinata di giovedì 23 maggio il Sindaco di Napoli ha ricevuto i bambini e le bambine della Scuola dell’Infanzia di S. Giovanni Battista accompagnati dalla Direttrice Suor Daniela Panzera e dalle Maestre Suor Maria Teresa Marino e Sabrina Veneruso. Grazie all’aiuto e alla sensibilità del Consigliere Municipale Alessandro Capone, che ha sostenuto l’iniziativa della scuola, gli alunni sono stati ricevuti dal Sindaco Luigi De Magistris e dall’Assessore alla Pubblica Istruzione Annamaria Palmieri che li hanno accolti nell’Aula Consiliare del Palazzo Municipale S. Giacomo. I bambini hanno creato il Passaporto del bravo cittadino: un documento, per tutelare i propri diritti, che è stato firmato dal sindaco e consegnato ad ognuno di loro. Come hanno spiegato le insegnanti l’incontro con il Primo Cittadino è stato motivato dalle finalità educative che la progettazione annuale 2012-2013 ha perseguito: “La Costituzione bussola per la vita”. L’obiettivo principale del progetto è stato educare i bambini sin da piccoli ai valori della legalità considerando la scuola come piccola società e il bambino come piccolo cittadino. 9 Volume 1, Numero 1 In questo contesto ovviamente, non può mancare la figura di Gesù come cittadino e dunque l’Umanizzazione di Dio attraverso il Figlio. In aula, attraverso la lettura di alcuni articoli della Costituzione, si è cercato di diffondere una cultura dell’uguaglianza, della pace e del rispetto degli altri. Quindi, la Costituzione è stata spiegata ai più piccoli per definire poche regole che aiutano a vivere meglio insieme. I bambini, intervistati dalla giornalista del TG regionale, alla domanda quali sono le regole del buon comportamento rispondono: “salutare, giocare insieme, chiedere scusa, non buttare le carte a terra”. L’Assessore Palmieri così commenta: “Solo dai bambini ci vengono osservazioni di buon senso che poi possono diventare norma di comportamento se gli adulti ogni tanto li ascoltassero” Ma tante sono anche le domande per il sindaco: “perché le strade sono rotte, perché le strade sono sporche, perché il primo cittadino indossa la fascia tricolore”. Quella a Palazzo S. Giacomo è stata una piacevole occasione di incontro, nella quale i bambini hanno donato al Sindaco un bellissimo cartellone da loro realizzato e dal titolo “sono un bambino ma già cittadino”. Esso contiene una serie di foto e cartoline con i simboli che rappresentano la città di Napoli: dai monumenti principali, alla maschera di Pulcinella e allo stemma del Comune. Veronica Montuoro Al via il processo di beatificazione di suor Crocifissa Militerni Da “La Pro Loco Cetraro” - Anno XV – N° 1 – Gennaio/Giugno 2013 È stato un momento di straordinaria spiritualità l’evento culturale dedicato s suor Crocifissa Militerni di Cetraro nell'ambito delle giornate benedettine, che hanno aperto la stagione estiva. Nell'occasione si è data notizia che è stato avviato il processo di beatificazione della suora cetrarese. Il vescovo Leonardo Bonanno ha annunciato che la diocesi farà tutti i passi necessari che servono in queste circostanze. Visibile soddisfazione ha espresso il primo cittadino Giuseppe Aieta, che ha puntato l'attenzione sull’ impegno della città a ricostruire l'identità culturale e spirituale della comunità. In questa ottica rientrano le giornate benedettine all'interno delle quali è stato presentato il volume sulla vita di suor Crocifissa scritto dal noto 10 Volume 1, Numero 1 intellettuale cattolico Igino Giordani, pubblicato nel 1929, e riproposto dall'editore Demetrio Guzzardi. A presentare l'autore della biografia è stato il senatore Franco Pistoia di Corigliano, che ha tracciato i tratti distintivi del prestigioso intellettuale, cattolico, studioso della dottrina sociale della Chiesa, impegnato a trasmettere alla politica i valori della spiritualità evangelica. Giordani è stato particolarmente apprezzato per le sue copiose pubblicazioni, soprattutto per le biografie dei santi tra cui spiccano la vita di Santa Caterina da Siena e la vita di San Francesco di Paola. Il fatto che un autore di tale levatura abbia scritto la biografia di Suor Crocifissa conferma lo straordinario spessore spirituale della suora battistina cetrarese, vero faro di spiritualità che continua ad irradiare la sua forza sulle coscienze ancora oggi, come ha sottolineato nel corso della serata la madre provinciale suor Lina Pantano. Una preghiera è stata scritta da don Ennio Stamile per suor Crocifissa, che ha già ricevuto l’ imprimatur dal vescovo della diocesi di San Marco Argentano. Un fatto che mi riempie di gioia, ha detto don Ennio, e mi aiuta molto nella mia quotidiana opera di evangelizzazione. La serata si è svolta nella splendida 1ocation dei giardini di Palazzo Del Trono nell'ambito della Settimana dedicata a San Benedetto, organizzata brillantemente dall'assessore alla cultura Fabio Angilica. Gaetano Bencivinni Ristampa del libro Sr Crocifissa Militerni miei fratelli lo avete fatto a me”, ha capito che in ogni uomo c’è Dio. Ed ella ha cercato per tutta la vita il volto di Cristo, si è identificata a lui. E alla fine si è posta sulla croce accanto al Cristo Crocifisso accogliendo con serenità la malattia, soffrendo ed offrendo con amore. E’ lì, sulla croce, che si comprende il dolore, è lì che si impara veramente ad amare. La ristampa di questo libro, scritto da Igino Giordano, edito nel 1929 dall’Istituto grafico Tiberino di Roma, rappresenta, per noi oggi, un contributo significativo nella conoscenza di Sr Crocifissa Militerni, che nel tempo ha mantenuto, nel ricordo della gente di Cetraro, la propria freschezza e singolarità di donna consacrata dedita agli altri nel dono costante di sé “per la gloria di Dio e il bene delle anime”. Sr Crocifissa Militerni, della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista (Battistine), dono di Dio al suo popolo, alla Congregazione e alla Chiesa, è vissuta tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900. Dio Padre, che guida la storia di ogni uomo e porta a compimento il suo piano di salvezza, continua “a passare per le vie del mondo” attraverso quanti si affidano a Lui e desiderano cooperare al suo disegno di salvezza. Sr Crocifissa Militerni, donna semplice, energica e ricca di amore per il Signore, si è resa disponibile a collaborare con Cristo nell’edificazione del suo corpo mistico, ha saputo far risplendere la verità e la bellezza della fede tra la sua gente, nella Cetraro del suo tempo, nel tratto di storia in cui è stata chiamata ad operare. Ha amato senza misura, ha amato con il cuore di Cristo, ha amato i piccoli ed i poveri, gli ammalati ed i sofferenti, quanti bussavano alla sua porta e quanti il Signore poneva sul suo cammino. Ha fatto sue le parole di Gesù “quello che avete fatto al più piccolo dei 11 Volume 1, Numero 1 Bruciava d’amore per il Signore, il suo più autentico desiderio era quello di attendere in ogni momento all’opera delicata e lunga della santificazione. Diceva: “Non a tutte le anime è dato percorrere la medesima via… Tutte però ci dobbiamo far sante”. Sr Crocifissa era convinta che la santità fosse un dovere di tutti, la vita stessa dell’anima nel suo crescere. Il suo impegno costante è stato quello di portare anime a Dio, le anime dei fanciulli che educava e quelle delle giovanette che custodiva come perle preziose, le anime delle consorelle che le erano state affidate e le anime delle novizie che lei preparava per lo Sposo divino. Parlava sempre della santità. La santità è la meta della vita di ogni uomo, il “punto luminoso” da raggiungere. Aveva preso sul serio quanto diceva alle Suore, il Beato Alfonso M. Fusco, nostro Fondatore, “Che cosa credete di essere venute a fare nell’Istituto, forse a formare una famiglia qualsiasi? No, siete venute a formare una famiglia di Sante. Scopo della nostra vita è santificarci”. E lei, il Fondatore, lo aveva conosciuto, lo aveva ospitato nella sua casa quando ancora era in famiglia, ne aveva capito il cuore e l’amore che aveva per il Signore. La vita di Sr Crocifissa ci insegna che quando si guarda in alto le cose di quaggiù impallidiscono e svaniscono e che ritornando al Padre l’unica cosa che rimane è l’amore. Sr Lina Pantano Superiora provinciale Preghiera a Sr. Crocifissa Militerni (per ottenere grazie) Ti lodiamo e ti ringraziamo Santa ed indivisa Trinità per l’innumerevole schiera dei santi religiosi che hanno compiuto la nostra umanità attraverso la santità della prima origine. Umilmente Ti chiediamo di associare a loro la nostra amata Sr. Crocifissa. Attraverso di Lei ci hai trasmesso lo stupore della vocazione come amorevole e pronta risposta al Tuo amore. Venerata sorella Crocifissa intercedi presso il nostro Redentore, perché possiamo imitarti nell’instancabile dono di noi stessi, per essere pane per il mondo nella quotidiana condivisione di ogni frammento di dolore e di gioia Insegnaci a cercare il Volto del Crocifisso Risorto e ad amare Lui sopra ogni cosa, perché sorretti dalle ali della divina grazia voliamo sicuri verso la meta della piena comunione con Dio e con fratelli. Ottienici di superare la tentazione di lamentarci per ciò che ancora ci manca, di scoprire tutto ciò che già possediamo come occasione di condivisione, per costruire una comunità di fratelli. Facci custodi e testimoni della Bellezza di quell’Amore Crocifisso che del creato supera ogni bellezza, allarga le braccia spesso rinchiuse dei nostri cuori, affinché con la forza del perdono e l’offerta di ogni sofferenza, trasformiamo ogni male in sommo bene. Ora ti chiediamo di intercedere anche per questa particolare grazia di cui abbiamo bisogno…. (chiedere la grazia...) Per Cristo nostro Signore Amen. Essere professionisti culturalmente… ma anche cristianamente Sono Tania Randazzo, una studentessa di 5° anno di Giurisprudenza presso l’ Università LUMSA, sono della provincia di Agrigento e da 5 anni vivo a Roma nel Pensionato per studentesse delle Suore di San Giovanni Battista, poco distante dall’università che frequento. In questa struttura siamo invitate a curare la nostra formazione integrale partecipando anche alle intessanti iniziative che realizza la Pastorale Universitaria della Diocesi di Roma. Essendo questo l’anno della Fede, anche per noi universitari è stato organizzato dal Vicariato di Roma un convegno che si è tenuto in Marzo presso la Pontificia Università Lateranense, dal tema: Comunicare la Fede ai giovani Universitari. Io in qualità di membro della Consulta Pastorale Universitaria, ho avuto la gioia di apportare il mio contributo ed ora, voglio comunicare a tutti voi, cari lettori, alcune pillole del Convegno. Con la lettera Apostolica Porta Fidei dell’11 ottobre 2011, il Pontefice Emerito Benedetto XVI ha indetto l’anno della Fede. Questo ha avuto inizio l’11 ottobre 2012, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II e terminerà il 24 novembre 2013, Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’universo. Quest’anno, dunque, sarà una occasione propizia affinché tutti i fedeli comprendano più profondamente che 12 Volume 1, Numero 1 il fondamento della fede cristiana è l’incontro con Gesù Cristo Risorto, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò determina la direzione decisiva. In particolare ho trattato un tema che oggi, risulta essere molto attuale: “ L’annuncio della fede ai giovani che non hanno completato l’iniziazione cristiana”. Il mio intervento, in sintesi, è stato il seguente: Per iniziazione cristiana si può intendere quel processo globale attraverso il quale si diventa CRISTIANI. Si tratta di un cammino diffuso scandito dall’ascolto della Parola, dalla Celebrazione e dalla testimonianza dei discepoli del Signore, attraverso il quale ogni credente compie un apprendistato globale della vita cristiana e si impegna ad una scelta di fede e a vivere come figlio di Dio, ed è assimilato, con il Battesimo, la Confermazione e l’Eucarestia, al mistero Pasquale di Cristo nella Chiesa. La Fede è un dono di Dio, una virtù soprannaturale da lui infusa; è un dono che Dio fa all’uomo gratuitamente. La fede ci fa gustare come in anticipo la gioia e la luce della Gloria Eterna. Allora, proprio in quel momento, vedremo Dio “ faccia a faccia” (1Cor. 13,1r) “così come egli è” (Gv. 3,r). La cruda realtà, però, è che la maggioranza dei giovani è relativamente lontana dalle preoccupazioni religiose e spesso riconosce di non essere stata né sensibilizzata, né educata in questo campo. Dunque, in una società, che per diverse ragioni, coltiva il dubbio e il cinismo, la paura e l’impotenza, l’immaturità e l’infantilismo, alcuni giovani tendono ad aggrapparsi a modalità di gratificazione primarie e hanno difficoltà a diventare maturi. Questo fenomeno è ancora amplificato e alimentato dalla psicologia mediatica che oggi permea gli animi e l’universo virtuale creato dai videogiochi e da internet, avendo così un approccio lucido alla vita. Dunque figure importanti per avvicinare, il più possibile, i giovani alla fede sono oltre ai genitori, anche i catechisti e tutti coloro che sono muniti del sacerdozio comune mediante il Battesimo. A tal proposito ricordiamo Papa Giovanni Paolo II, il quale ha approvato e poi ha pubblicato il Catechismo della Chiesa Cattolica, di cui è nota l’ importanza straordinaria sia per la Chiesa che per ogni uomo di buona volontà. E’ necessario che il catechista abbia una profonda spiritualità, cioè viva nello Spirito, che lo aiuti a rinnovarsi costantemente nella sua specifica identità. Sono lieta di ricordare,a tal proposito, la felice espressione del Beato Giovanni Paolo II: “ il vero missionario è il Santo”, la quale enunciazione può essere applicata senza esitazione al catechista: ogni fedele e dunque anche il catechista “ è chiamato alla santità e alla missione”, cioè a realizzare la propria vocazione “ con il fervore dei santi”. Infatti lo stesso Giovanni Paolo II disse: “L’obiettivo a cui tende il cristiano è la SANTITA’ ”. Ciò che il catechista propone non deve essere una scienza meramente umana, neppure la somma delle sue personali opinioni, ma il contenuto della Fede della Chiesa, unica in tutto il mondo, che egli vive per primo, che ha sperimentato e di cui è testimone. Proprio da qui scaturisce la necessità della coerenza e dell’autenticità di vita per il catechista, ricordando che comunque il catechista deve essere vicino alle nuove generazioni con discrezione ed affetto, senza cioè imporsi. Dunque ciò che appare sempre più una sfida da non sottovalutare è il problema culturale, quel complesso di messaggi, comportamenti, proposte, mentalità, che penetra dentro la vita delle famiglie e delle nuove generazioni e forma come una barriera di impermeabilità al messaggio del Vangelo. CRISTIANI non si nasce, ma si diventa con l’adesione a Cristo, Figlio di Dio e Salvatore. Ecco che, l’iniziazione cristiana è un tempo specifico e privi- legiato del diventare cristiani, accogliendo e celebrando i 3 sacramenti del Battesimo, dell’Eucarestia e della Cresima, che formano l’organismo del cristiano, inserendolo nel Mistero Pasquale e nel Mistero di Comunione della Chiesa. E’ la fede che permette l’ incontro con Cristo nei sacramenti e li rende efficaci doni di Santità e di vita nuova. E’ chiaro, che l’azione pastorale dovrà aver cura di sensibilizzare le famiglie sull’importanza dell’educazione religiosa e del catechismo in particolare. Allora se è vero che ognuno resta libero di aderire o meno a una fede religiosa, la società non può relegare la dimensione religiosa nel reparto degli optional della vita, nel campo del nascosto o del privato, pensando che la Fede non debba avere conseguenze sulla vita e sulla società. scere, rispettare e onorare perché appartiene ad ogni persona e costituisce una delle componenti essenziali della realtà sociale. Alla luce di quanto detto, noi giovani dovremmo avere più coraggio di testimoniare con la nostra vita i principi morali in cui veramente crediamo, e che nel corso degli anni abbiamo fatto propri, perché solo in questo modo si potrà cambiare la società. Occorre, oltre ad essere professionisti culturalmente, anche professionisti cristianamente, evitando così che il male possa prevalere sul bene. L’augurio è dunque, trovare una rinnovata gioia per il dono di grazia che ciascuno di noi ha ricevuto nei sacramenti dell’iniziazione cristiana ed un rinnovato impegno a viverli e testimoniarli nella fede e nella carità in ogni comunità cristiana. La vita spirituale è un’esigenza umana che il potere pubblico deve ricono- SR SCOLASTICA DATTILO HA COMPIUTO 90 ANNI del 1941 vestii il mio abito da consacrata. Mie care consorelle tutte, desidero ringraziarvi, di vero cuore, per gli auguri al mio 90.mo compleanno. Tornando indietro negli anni, posso dirvi che la mia fanciullezza l’ho vissuta a Cetraro, Casa San Giuseppe, dove ho studiato fino a diplomarmi in quinta elementare, dedicandomi, poi, alle faccende quotidiane. Dopo i 18 anni, consigliata da alcune suore sulla scelta da compiere, se restare o andare via, affidai la decisione, praticando la devozione dei 15 sabati, alla Madonna di Pompei e rimasi nell’Istituto. Madre Angela Saulo, che si trovava di passaggio a Cetraro, mi condusse a Roma ed entrai nel Postulato. Rispondendo con gioia ed entusiasmo alla chiamata del Signore, il 7 dicembre 13 Volume 1, Numero 1 Ho vissuto la mia vita religiosa in varie Case della Congregazione: Viale Giulio Cesare, Quarticciolo, Cetraro Colonia e il 5 gennaio del 1989 fui trasferita nella Casa di Napoli “Sant’Anna All’Arenella”. In questa comunità mi fu affidato il compito della cura dei bambini, appartenenti a famiglie povere e disagiate, che vivevano in Semiconvitto. Ho sentito l’incarico come un prosieguo del Beato A. M. Fusco e come volontà di Dio. Nel 2003 il Semiconvitto non ebbe più motivo di esistere in quanto gli assistenti sociali affidavano i bambini alle Case Famiglie. Tornai, così, alle faccende quotidiane e, ancora oggi, cerco di fare quel che posso, preparandomi , con la preghiera, la via all’incontro con il mio Sposo. Sr. Scolastica Dattilo Posso solamente aggiungere, a quanto detto da Sr. Scolastica, che nella condizione di donna e di consacrata, vive da sempre con grande responsabilità umana e cristiana, in preghiera e con- templazione. Dotata di un carattere deciso, ma dolce e ingenuo, utilizza al meglio i suoi talenti sviluppandoli e mettendoli a servizio di quanti hanno il piacere di conoscerla. Nella scuola, come assistente alla mensa e nell’attività ricreativa, non perde occasioni per imprimere nell’animo dei bambini la preghiera e i sentimenti cristiani. Sr. Scolastica è ben voluta e stimata non solo dalla Comunità, ma dalle molte persone che frequentano la nostra Chiesa e in particolare dalla famiglia Camuso che in occasione del suo 90.mo compleanno le hanno dedicato una pergamena di ringraziamento sentito e affettuoso. Sono stati felici, poi, di organizzarle un rinfresco e partecipando alla festa di compleanno con tutta la comunità. Suor Scolastica, grazie di tutto. Il Signore ti renda merito. Ricordati: abbiamo ancora bisogno di te! Sr Daniela Panzera e Comunità La CROCE al Beato Alfonso Maria Fusco Angri 29 maggio 2013 Nel verde dei monti Lattari che, incorniciano a sud la costiera Amalfitana e a nord l'Agro Nocerino Sarnese e la valle di Pompei, nascosto tra la lussureggiante macchia mediterranea, contrariamente al naturale degradare del monte, affiora un pianoro, denominato: “Chianiello”. Per la sua geografica ubicazione è un balcone sul golfo di Napoli che, in un ravvicinato sguardo si distende su Angri, per poi, focalizzarsi, in graduale dissolvenza, dalle caotiche e super popolate città al maestoso e misterioso Vesuvio. Meta di refrigerio nella calura estiva, oasi di bucolica pace, il Chianiello si posiziona come crocevia di sentieri che, inerpicandosi tra alberi di castagni, corbezzoli, cerri e ontani, permettono ai temprati escursionisti di raggiungere Ravello, Amalfi, Positano, Punta della Campanella. È su questo Pianoro (Chianiello) che, il 29 maggio 2013, ricorrenza del centocinquantesimo dell'ordinazione sacerdotale del nostro amato concittadino, Beato Alfonso Maria Fusco, è stata innalzata una Croce. Un'idea, lanciata dal sottoscritto, lunedì in Albis 1999, per riannodare quella Croce che, il Beato volle a valle (attuale Piazza Crocifisso), con questa, posta a 14 Volume 1, Numero 1 monte, nella continuità dei pii intenti di ieri, per i lavoratori delle terre, e oggi, per i numerosi frequentatori di questo ameno posto. A descriverne l'evento, quattro marmoree targhe sono state incastonate nello spazio perimetrale del basamento: A sostenere l'iniziativa, con entusiasmo e fattiva collaborazione, sono stati gli “Amici della montagna e del Chianiello” che, della salvaguardia di questo luogo, ne hanno fatto un credo di premurosa , vigilante presenza e confortevole accoglienza. Sul poggio del natio monte una CROCE il popolo pose a perenne memoria di ALFONSO MARIA FUSCO figlio Beato della terra di Angri nel centocinquantesimo dell'ordinazione sacerdotale 29 maggio 2013 Alla realizzazione dell'opera ha contribuito, con generosità ed entusiasmo, la Casa Madre delle Battistine ed il popolo di Angri, rappresentato, nel giorno dell'inaugurazione, dal Sindaco dott. Pasquale Mauri, la cui presenza, ha significato apprezzamento e condivisione. La Croce, con stilistica semplicità, fuoriesce, per mt.3,50 ,da un piedistallo, il cui manufatto, si armonizza con l'ambiente per la tufacea pietra vulcanica che ne tappezza il basamento. Intenzionalmente è stata posizionata sul confine tra il territorio di Angri e quello di Sant'Antonio Abate, orientata verso il Castello di Lettere, perché, di ogni Croce, si legga non un' appropriazione simbolica o estetica, ma, l'essere sempre sul limite, tra un riconoscerla come segno di fede e il negarla. Sulla seconda, un invito - preghiera per i numerosi escursionisti : Passi che portano in alto fatica che profuma di libertà respiro che non conosce affanni sguardi che scrivono al cielo silenzi di lode e gratitudine al Creatore. Sul frontale che guarda la montagna, uno stralcio del Cantico delle creature: Laudato si mi Signore per nostra madre terra la quale ne sustenta et governa et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba. La quarta, per teologica sintesi, indica la Croce ,via che, s'illumina di luce pasquale: Per Crucem ad lucem. Da questo giorno, 29 maggio 2013, il Chianiello, insieme al Cerreto, alla Casa rossa, al Megano, all'Elefantone, al Caprile, al Cauraruso, allo Scalandrone, all'Acqua del brecciato, sono nomi che nessuno sa collocare, se non colui che li raggiunge attraverso impervi sentieri, nomi e luoghi che hanno una forza evocatrice. Della forza evocatrice di questi nomi e luoghi della nostra montagna, d'ora in poi, si approprieranno, anche, coloro che, dopo aver sostato ai piedi di questa Croce, raccoglieranno e scriveranno i silenzi dell'anima. Il Chianiello, con il suo confortevole rifugio e la Croce, nella memoria di chi pronunzia questo nome, avrà il potere d'incatenare attenzione, emozione ed orazione. Sac. Luigi La Mura - Provai già nel 2011, in occasione del decimo anno dalla beatificazione, a mettere su un tale concerto, ma quest’ultimo è stato diverso, e visto l’amore del Beato verso i bambini, ho voluto un coro di voci bianche e bambini anche nell’orchestra, che hanno generato una performance eccellente. Gli applausi hanno dato conferma che il concerto ha avuto un ottimo riscontro. Devo ringraziare i miei collaboratori artistici dell’ Associazione Musicale The Sound (Abate Giovanni, Abate Vincenzo, Gaeta Salvatore, Coppola Giuseppina, Campitiello Andrea, Galasso Pasquale, Mauro Giulia, Nunziante Elena, Nunziante Raffaella, Nunziante Gerardo, Sorrentino Pasquale e la mia collaboratrice amministrativa Mauro Roberta). Un sincero grazie va a tutto l’Istituto delle Suore di San Giovanni Battista che hanno voluto affidarmi questo Concerto del Maestro Barba Quest’anno, il 29 maggio, è ricorso il 150° Anniversario dell’Ordinazione Sacerdotale del Beato Alfonso Maria Fusco fondatore dell’Istituto Religioso “Suore di San Giovanni Battista”. Per tale occasione le “Battistine” hanno organizzato ad Angri un vero e proprio programma di attività, non da meno a quello dei grandi eventi, tutto incentrato sulla grande opera caritatevole del Beato “Fondatore”. Si sono alternati momenti di Triduo di preghiera, assemblee del Clero Diocesano, Celebrazioni di Lodi e incontri con i giovani sui temi “Pregare e pagare” e “ La Beatitudine del Beato”. Tutte le tappe religiose si sono svolte dal 7 al 30 maggio presso la Casa madre, la Collegiata di San Giovanni Battista e la Cappella del Beato. A conclusione del percorso di commemorazione del Beato sono stati programmati una Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Vincenzo Leopoldo e un Gran Concerto con Coro di voci bianche e Orchestra di fiati diretto dal Maestro Alberto Barba. Questo concerto è stato testimonianza della grande stima e fiducia reciproca che esiste tra l’Istituto Suore Battistine e il Maestro Alberto Barba. Dalla loro sinergia è nato questo concerto, molto apprezzato, sulla vita del Beato Alfonso M. Fusco, che ha visto l’esibizione di un coro di voci bianche 15 Volume 1, Numero 1 formato da ben 43 bambini compresi tra i 6 e 14 anni; l’ orchestra di fiati formata da 25 elementi; la solista Giulia Mauro e la narratrice Gabriella Magaldi. Il concerto è stato molto articolato: il filo conduttore della voce narrante era associata a intermezzi musicali in tema con i testi e caratterizzati da grandi solennità sonore. Le musiche sono state accompagnate dalla videoproiezione di slide sul Beato, che ha reso ancor più magico ed emozionante i vari passaggi narrati e musicati. Tra i brani eseguiti: Lodi all’Altissimo, The Prayer, I will follow Him (da sister Act), La mia anima canta, Fratello Sole sorella Luna e dall’Aurora al tramonto. Forti e intensi sono stati gli applausi che hanno risuonato nella Collegiata di San Giovanni Battista e Grande è stata la soddisfazione degli artisti per il lavoro svolto. “È stata una grande gioia aver avuto il compito, dalle Suore di San Giovanni Battista, di poter realizzare un concerto in onore del Beato - ammette Barba compito, e a don Enzo per essere venuto incontro a tutte le nostre esigenze logistiche in chiesa. Il Beato ci ha dato la forza di poter realizzare questa bell’opera musicale accompagnandoci in ogni momento e aiutandoci a superare le mille difficoltà che si sono presentate durante il percorso”. Madre Immacolata Vicidomini, ha sottolineato che sono stati giorni di immensa gioia e contemplazione per il loro Padre Fondatore. Vittoria Mandara PREMIO DONNA "LUISA MONTANARI" 2013 Dal sito dell’ Amministrazione comunale di San Polo dei Cavalieri (Roma) Si è tenuta nel magnifico scenario del Castello Orsini di San Polo dei Cavalieri la seconda edizione del Premio Donna "Luisa Montanari", istituito lo scorso anno in memoria del primo Sindaco donna della Provincia di Roma, eletto a San Polo dei Cavalieri nel 1971. L'evento consiste nella consegna di riconoscimenti a donne nate o residenti a San Polo che abbiano conseguito particolari meriti nelle attività pubbliche, professionali e socioculturali ed è abbinato ad un convegno il cui tema è stato quest'anno "IL CORAGGIO DELLE DONNE: ESPERIENZE E TESTIMONIANZE". Coraggio da intendersi come capacità di agire o reagire in un ruolo da protagoniste, superando quello di spettatrici passive o addirittura di vittime in un complesso di circostanze private o pubbliche, come ha illustrato il Sindaco Paolo Salvatori nell'intervento di apertura. Si è parlato dunque del coraggio nell'assecondare vocazioni non condivise, del coraggio di assumere gravi responsabilità politiche e soprattutto del coraggio dell'autocoscienza e della denuncia a fronte del dilagante fenomeno delle violenze ancora oggi subìte, fenomeno quest'ultimo, purtroppo di stringente e drammatica attualità. Molti gli ospiti intervenuti nel dibattito, coordinato da Tania Moriano Responsabile dei Servizi Sociali del Comune di San Polo dei Cavalieri. Hanno preso la parola tra gli altri Giancarlo Sant'Elia Dirigente della Polizia di Stato di Tivoli, il Capitano Emanuela Rocca Comandante della Compagnia Carabinieri di Tivoli, l'Avvocato Laura Cerroni, la scrittrice Alessandra Cristofari e il neodeputato Andrea Ferro, coinvolgendo il folto pubblico in una at16 Volume 1, Numero 1 tenta e partecipata riflessione. Molta commozione ha suscitato la lettura di un messaggio pervenuto da Angela Poltronieri, Sindaco del Comune di Mirabello (Ferrara), che un anno fa fu devastato dal terremoto e che, grazie anche alla straordinaria forza d'animo di Angela, ha reagito con prontezza e dignità. I premi sono stati conferiti nella seconda parte della manifestazione in base alle valutazione dei meriti compiuta da una commissione composta dall'Assessore alle Pari Opportunità Stefania Mozzetta, dalle Consigliere Comunali Federica Placidi e Laura Giannelli, dalle Responsabili di Servizi Comunali Cristina Cerchi e Bernardina Colasanti. Dopo aver premiato le insegnanti sampolesi in pensione, il Premio Donna "Luisa Montanari" anno 2013 è stato consegnato a Suor Loredana Simoncig, superiora delle Suore di San Giovanni Battista che, dopo aver svolto la sua missione in tutto il mondo, si è da anni stabilita a San Polo dei Cavalieri Questa la motivazione formulata dalla Commissione: "Insegnare ai giovani significa dunque non soltanto aiutarli ad elevarsi nella conoscenza, ma anche a far germogliare e crescere in loro i valori del rispetto e della vita. C'è, fra noi, una donna che di questo impegno ha fatto una missione, una missione che dura da ben più di mezzo secolo. Ha viaggiato per il mondo, portando ovunque il messaggio della sua spiritualità applicata al campo educativo scolastico. Edificare la persona umana è una sfida necessaria e ogni persona è portatrice di un proprio progetto animato dallo Spirito Santo, affidato ai genitori, agli educatori e alla persona stessa, ultima responsabile della sua realizzazione. La persona, nella realizzazione di questo progetto, incontra ostacoli che l'educazione aiuta a superare. L'ignoranza, la povertà, la miseria, le malattie fisiche e spirituali. Educare significa, allora e prima di tutto, liberare nella persona questo progetto perché esso si realizzi e la persona possa essere felice e utile alla società. Queste parole esemplari, che sublimano mirabilmente l'educazione come la via per il raggiungimento della libertà individuale e per l'utilità sociale dell'individuo reso libero, sono contenute in uno studio presentato qualche anno fa a Belo Horizonte, in Brasile, ma si elevano sicuramente come un messaggio di chiaro spessore universale. Chi le ha scritte vive tra noi da più di sei anni ed è ormai anche per noi sampolesi madre e amica, confidente ed insegnante: è la carissima Suor Loredana Simoncig. " Giuseppe Verdi nel suo 200° anno di nascita La nostra Scuola Primaria “San Giovanni Battista” – Merlo Bianco di Firenze, si è ispirata per il saggio di fine anno, alla figura di Giuseppe Verdi nel suo 200° anno di nascita. Il lavoro è stato il risultato della stretta collaborazione tra i docenti prevalenti e quelli specialisti (musica, motoria, inglese e soprattutto teatro) e dalla supervisione e organizzazione della nostra Direttrice Sr. Ersilia Rega. Ad ogni classe è stata affidata un’opera famosa di Verdi (Nabucco, Trovatore, Rigoletto, Aida e Traviata) senza però doverne rappresentare fedelmente la trama dell’opera, ma, attraverso l’ascolto musicale e la suggestione delle tematiche, i bambini hanno costruito una sorta di partitura fatta di parole e gestualità supportata dalle musiche originali. In seguito, 17 Volume 1, Numero 1 ogni classe ha eseguito esercizi motori con attrezzi (corda, cerchi, palla, clavette) seguendo gli spunti ritmici della musica verdiana, mentre – contemporaneamente – un’altra classe marcava gli stessi ritmi con lo strumentario Orff. Il saggio si è aperto con l’immancabile riferimento al canto “Va pensiero” dal Nabucco, che tutte le classi hanno cantato sventolando la bandiera tricolore, e si è concluso con la suggestiva “Vergine degli Angeli” intonata all’unisono come saluto augurale e materno alle famiglie. Il grande musicista e compositore italiano, rinnova in noi l’orgoglio di essere italiani. Infatti la sua musica, benché artisticamente alta, può anche considerarsi di gusto popolare: il compositore riusciva infatti a creare melodie immediatamente comprensibili per il suo pubblico. Non a caso Verdi è considerato il più patriottico dei compositori italiani: un patriottismo che si esprime soprattutto nelle pagine corali delle sue opere, dove viene dato libero sfogo all'amore per la patria e agli ideali di libertà e di lotta. In questa speciale occasione, abbiamo chiuso per un attimo gli occhi e ci è sembrato di scorgere tra il pubblico un distinto signore vestito di scuro con l’indimenticabile cilindro e la barba folta, il volto serio e un po’ arcigno, che scruta noi tutti. Cercando di capire chi siamo, abbiamo ritrovato il battito del suo cuore che insieme ai nostri, ha seguito le note degli spartiti di una musica senza tempo e insieme carica di storia. La nostra storia. Le insegnanti della Scuola Paritaria “San Giovanni Battista” di Firenze 150° ORDINAZIONE SACERDOTALE DEL BEATO A. M. FUSCO Un granello di sabbia nel mare della solidarietà. Sono numerosi i progetti che portano il suo nome! Dal Quotidiano: “Le Cronache del salernitano” Anno I n. 28 (7 giugno 2013) - Agro Nocerino. Solenni festeggiamenti in occasione del 150° anniversario dell'ordinazione sacerdotale del Beato Alfonso Maria Fusco, il sacerdote angrese che spese, la sua intera vita in favore dei poveri affinché questi avessero, nel nome di Gesù, una speranza di vita migliore e degna dei figli di Dio. Un esempio, quindi, alla cui ombra imparare a fare del bene. E ad Angri, piccolo borgo ai piedi dei Monti Lattari, laddove un tempo i Doria regnarono per circa duecento anni elevando il feudo al rango di principato, non sono mancati, nel corso dei secoli, discepoli di Dio che hanno messo la loro vita al servizio del prossimo. Don Enrico Smaldone, don Carlo La Mura sono i nomi che adesso vengono in mente. Ma c'è una figura a cui gli angresi sono molto legati: il Beato Alfonso Maria Fusco, sacerdote che si distinse per l'assiduità al servizio liturgico e per la diligenza nell'amministrazione dei sacramenti. E proprio nella ricorrenza di 150 anni dalla sua ordinazione sacerdotale, le sue figlie spirituali, le suore Battistine, hanno 18 Volume 1, Numero 1 organizzato una grande festa per ricordare il loro Padre fondatore. Tre giorni di intensa preghiera hanno impegnato le Suore e la comunità di fedeli riuniti nella Collegiata San Giovanni Battista seguiti da un grande concerto in onore dello stesso Beato, diretto dal Maestro Alberto Barba. A cantare per il Beato Alfonso un coro di voci bianche e orchestra di fiato insieme a gruppi di bambini che hanno rappresentato gli episodi più importanti della vita di Alfonso Maria Fusco. Il suo carisma è stato quello di promuovere la cultura e la formazione. Non solo istruzione, educazione ma anche insegnamenti di "mestieri" che il Beato insegnava ai suoi allievi. Una vita quindi dedicata ai poveri, agli orfanelli per i quali ha fondato proprio in questa terra la Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista, un granello di sabbia nel mare della solidarietà che si è diffuso in sedici nazione con lo scopo di realizzare il regno di Gesù Cristo e dare speranza ai più bisognosi. In questi giorni la comunità angrese ha festeggiato don Alfonso beato dal 2001 per aver miracolato un bambino di quattro anni dello Zambia, ammalato gravemente e guarito il 2 febbraio del 1998. Oggi il corpo del Beato Fusco riposa nella cappella realizzata nella Casa Madre in via M. Caputo e una statua in piazza Annunziata sancisce il legame con la città e i tanti fedeli. La Congregazione oggi porta avanti le opere del Padre fondatore con umiltà e dedizione e tanta generosità sia nella scuola e che in altre opere come l'assistenza agli anziani, ai non vedenti, agli ammalati. Il messaggio delle Battistine nel mondo attuale è quello che ha sempre trasmesso il Beato Alfonso quando era in vita, ovvero preparare le future generazioni mettendo davanti ad ogni cosa la Parola di Dio. Attraverso le tante scuole presenti sul territorio non solo nazionale, ma internazionale, le Battistine non impartiscono solamente nozioni, ma i valori fondamentali del Cristianesimo al fine di creare l'uomo della futura società. Luigi Novi BE ATO ALFONSO M AR I A FUSCO—150° DI S ACERDO ZIO Domenica,02 giugno 2013, una bella giornata di sole ci apre il sorriso e il cuore a celebrare con gioia il 150" anniversario di Ordinazione sacerdotale del Beato Alfonso Maria Fusco (29-05-1863). Una ricorrenza che la Comunità delle Suore Battistine di Viale Giulio Cesare, gli amici, i simpatizzanti del rione Prati in Roma che frequentano la chiesa Maria Assunta, hanno voluto solennizzare con un pellegrinaggio alla Casa Madre, in Angri, che custodisce le spoglie del Beato. Anche la scelta della giornata è significativa: oggi infatti si celebra la festa annuale del Corpus Domini. Eucaristia e Sacerdozio sono intimamente collegati. E la giornata è stata intensamente caratterizzata dalla preghiera e dalla riflessione su questi due Sacramenti. Nell'andata, ai cinquantacinque partecipanti, la Signora Margherita Grillo, con la competenza che la distingue in campo biblico e la fede che la anima, ci ha infervorati nel trattare il tema: Pane e Eucaristia. Partendo dal commento alle parabole evangeliche del seminatore e del lievito che la donna nasconde in tre staia di farina finché tutto è fermentato, descrive gli elementi che compongono il pane e che sono i simboli dell'Eucaristia. Passa quindi ad analizzare i due miracoli della moltiplicazione dei pani e dei pesci, compiuti da Gesù per sfamare le folle che lo seguivano. La sostanziosa riflessione ci ha illuminati nel comprendere che aldilà dei simboli che pure hanno il loro valore, la realtà dei miracoli operati da Gesù per sfamare la gente rimane il fatto più certo, tanto è vero che le folle lo inseguono per farlo Re. Allora il Signore fa un discorso densissimo sul "Pane vero", su di Sé: "Pane vivo disceso dal cielo, cibo che rimane per la vita eterna, che il Figlio dell'Uomo darà" (Gv 6, 1-70). Gesù sta preparando i suoi all'evento definitivo e pronuncia il discorso definito "eucaristico" che realizzerà, nell'Ultima Cena e che rinnoverà fino alla fine dei 19 Volume 1, Numero 1 secoli attraverso il ministero dei Sacerdoti. Con queste affascinanti riflessioni raggiungiamo la Casa Madre in Angri, accolti con calore dalla Comunità delle Suore Battistine che ci fanno sentire come a casa nostra. ta. Nel ministero sacerdotale non si tirava mai indietro e la sua totale disponibilità era ben nota a quanti lo conoscevano. Ci ritroviamo nella cappellina dedicata al Beato Fondatore, vero gioiello di semplicità e finezza artistica. La celebrazione eucaristica, intensamente partecipata, ci ha tatto sentire particolarmente uniti al Beato Fondatore che avevamo la gioia di poter vedere rivestito con le sue vesti sacerdotali. La celebrazione della Messa costituisce il cuore della festosa giornata. P. Tomei, accompagnato da P. Vedasto Kwajaba, Superiore della Casa Generalizia dei Missionari della Consolata in Roma, commenta il Vangelo di Luca (9, 11-17) che riporta il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Miracolo denso di significato eucaristico. Il gesto compiuto da Gesù lo ripete il sacerdote quando celebra l'Eucaristia. La riflessione, pertanto, si concentra sulla figura di Alfonso Maria Fusco, Sacerdote. Don Alfonso ha speso la sua vita per i bene e la promozione umana e spirituale dei poveri e degli emarginati, ed a tale scopo ha dato vita all'Istituto delle Suore Battistine. Ma tutta la sua azione è segnata profondamente dal suo sacerdozio. Dall'inizio della sua Ordinazione sacerdotale si dedicò al ministero, inserendosi nella vita parrocchiale della Collegiata: si prestava per ascoltare le confessioni, assiduo nell'istruire i ragazzi, sempre disponibile per la predicazione e la celebrazione dei Sacramenti. Le sue giornate erano scandite da un orario a cui rimaneva fedele, soprattutto per i periodi riservati alla preghiera. La Messa era il momento culminante della sua giornata di preghiera; assiduo alla celebrazione delle quarantore, visitava la chiesa di turno dove era solennemente esposto Gesù Eucaristia, passando lungo tempo in adorazione. La sua spiritualità sacerdotale era arricchita da una tenerissima devozione alla Madonna. I titoli della Vergine da lui preferiti erano l'Immacolata e l'Addolora- Tutte riflessioni che hanno ancora una volta accresciuto in noi ammirazione e devozione verso questo sacerdote santo. La seconda parte della giornata si è snodata presso il ristorante "La Brace d'oro" dove tutti sono rimasti contenti per il pranzo e per la gentilezza del personale addetto. Come previsto dal programma, passiamo nuovamente in Casa Madre per un’ ultima preghiera davanti all'urna del Beato Fondatore. Coroniamo il nostro pellegrinaggio con la visita al Museo Beato Alfonso Maria Fusco, guidata con competenza e tanto entusiasmo da Suor Immacolata. Ci ha descritto con dettagli ed interessanti aneddoti l'origine ed il significato degli oggetti esposti: mobili, oggetti personali e familiari, paramenti liturgici, documenti vari, libri di preghiere e di studi. E' stato come un ripercorrere le tappe più significative della vita del Sacerdote e Fondatore Alfonso Maria Fusco. Abbiamo trascorso una intensa giornata: il Corpus Domini, l'Eucaristia e il Sacerdozio. Una giornata che ha riempito di gioia il cuore di tutti; come ha dimostrato l'esplosione di canti che hanno accompagnato, sul pullman, il ritorno a Roma. È stata corale l'espressione di ringraziamento a Dio, al Beato Fondatore, alla Comunità delle Suore Battistine che ci hanno fatto respirare aria di fraternità, di amore e di devozione per il loro Fondatore. Salutando, alla fine del viaggio, anche l'autista mi ha gioiosamente confidato: cento di questi giorni! P. Ernesto Tomei. IMC Spettacolo dei bambini della Scuola primaria ad Angri, Casa Madre Nella Scuola Primaria Paritaria Alfonso Maria Fusco, come di consueto, abbiamo assistito a uno spettacolo straordinario. Domenica 17 marzo gli alunni della classe 5a B della maestra Teresa Ferraioli, hanno rappresentato “Cenerentola a teatro” di Iolanda Iovane. Dovremmo essere abituati alle varie e stupende manifestazioni che si svolgono dalle Suore Battistine, eppure ogni volta ci stupiscono. Quello che piace nelle fiabe è che sono sempre in evoluzione sorprendentemente, nuove e capaci di calarsi in una realtà o situazioni diverse dal contesto in cui furono create. È come se avessero vita propria, adeguandosi alle nuove circostanze di tempo e di luogo. Questo però non avviene automaticamente, ma per opera di persone con sensibilità creativa e visione ampia e straordinaria che accolgono questa intuizione e la aggiornano. È ciò che ha realizzato la prof.ssa Iolanda Iovane con i bravissimi attori, preparati dalla maestra Teresa Ferraioli, e la collaborazione di tante altre persone coinvolte nella rappresentazione. 20 Volume 1, Numero 1 Ha colpito in assoluto il messaggio nuovo, profondo e allo stesso tempo semplice che sgorgava dalle parole e dalle azioni dei piccoli artisti. La storia è stata contestualizzata con espressioni dialettali e interferenze della gente comune, arricchendo così il dialogo dei personaggi con i valori e le preoccupazioni del nostro quotidiano: i problemi, le necessità, le ricerche e con i pregiudizi sempre presenti nella vita e nelle scelte altrui. Tutto scorreva in modo interessante e divertente, con delle battute che facevano il gioco tra l’arte e la vita, che s’intrecciavano e si confrontavano nella bellezza dei significati e riflessioni possibili. La giovane Cenerentola era ricca di una bellezza che oltrepassava i criteri convenzionali: non era fisica, superficiale o riduttiva…era qualcosa al di là delle parole e azioni. C’era in lei una dolcezza forte, sicura di sé, anche quando sembrava dominata, sottomessa ai soprusi della matrigna e delle sorellastre. I vestiti semplici rilevavano il suo essere superiore, più splendido e nascosto che ha incantato il Princi- pe, improvvisamente innamorato. La generosità, la gentilezza, l’amore facevano contrasto con la superficialità, l’egoismo e il vuoto camuffato dal materialismo del nostro tempo. La scarpetta, segno di chi sa la strada giusta, è stata messa al piede dell’unica donna capace di mettere in ginocchio il Principe facendogli riconoscere la bellezza smisurata della Cenerentola, che non si traveste, non ha niente da aggiungere, continuando a essere la stessa giovane di sempre, perché cosciente della sua verità e dell’identità conservata nell’anima, come “un segno che non passa mai”, anche quando all’esterno “tutto è falso e inutile”. La Coordinatrice delle attività educative e didattiche, suor Margherita Longobardi, si è complimentata con gli alunni: “Grazie, bambini, per questa Cenerentola che parla a tutti noi dei valori fondamentali oggi nascosti, quasi inesistenti, nella nostra quotidianità, che costituiscono la base solida di una società più umana e più giusta”. Giuseppe De Simone SCRITTI SUL BEATO ALFONSO M. FUSCO Il libro “Raccontano di lui...” a Cura di Raffaella Del Pezzo, pronipote del nostro Fondatore, raccoglie le testimonianze al processo diocesano delle Virtù eroiche del Beato Alfonso M. Fusco . Qui di seguito verranno pubblicate alcune di queste testimonianze per dare la possibilità ai lettori di conoscere sempre di più la figura del Beato. SALVATORE CATANIA Mi chiamo Salvatore Catania, dei furono Giovanni e Maria D’Auria, sono nato in Angri il 3 Maggio 1872, sono Sacerdote dal 1895 ed a ualmente Canonico Curato della insigne Collegiata di Angri. Ho conosciuto il Can. Fusco nel 1895 quando ascesi al Sacerdozio. In detto anno da Lui stesso fui chiamato ad impartire lezioni elementari ai fanciulli orfani da Lui raccolti nella Casa Madre delle Battistine di Angri e così entrai in intimità con Lui. Ho stimato il Can. Fusco sempre un sacerdote secondo il cuore di Dio e desidero vivamente che egli venga beatificato per la maggior gloria di Dio. Il Servo di Dio nacque in Angri il 23 Marzo 1839 da Aniello Fusco e Giuseppina Schiavone, fu battezzato lo stesso giorno nella collegiata di Angri dall’Economo Curato Don Gaetano De Angelis e fu chiamato Alfonso. Fu il primogenito di cinque altri figliuoli, fu cresimato dal Vescovo pro tempore, Mons. D’Auria. Padrino fu Don Gaetano De Angelis. So che egli aveva una devozione speciale per la Vergine Addolorata e spesso la invocava nelle circostanze della vita. So che esercitava il ministero della confessione e predicazione nella casa 21 Volume 1, Numero 1 delle Suore Battistine; so che si mostrava buono affabile con i peccatori, accogliendoli con grande carità e paternità. confessava anche ai Padri Balestra e Pecorari, e so che aveva per direttore spirituale straordinario anche il Padre Losito. Non mi consta di alcuna conversione operata dal Servo di Dio durante il suo ministero sacerdotale. So soltanto che pregava molto per i peccatori più ostinati. Il Servo di Dio fu sempre animato da una grande fede che esercitava apertamente in tutte le manifestazioni della sua vita, accrescendola e rafforzandola, coll’orazione assidua e specialmente colla meditazione sulla Passione e Morte di Nostro S. Gesù Cristo. Gran fede dimostrò nella predicazione, che aveva tutti i caratteri della unzione sacerdotale, salvatrice delle anime e nelle confessioni in cui si dimostrava l’uomo di Dio, che in nome e per autorità di Dio dava la pace e la serenità alle coscienze. Non mi consta di inspirazione divina avuta dal Servo di Dio nell’istituire la Congregazione delle Suore Battistine; so soltanto che era acceso di un grande desiderio di voler mettere mano ad un’opera che avesse per scopo la redenzione e preservazione dell’infanzia orfana ed abbandonata, e l’idea dominante nel governo del suo Istituto fu quella di formare le sue Suore per la carità verso Dio, dalla quale doveva nascere quella verso il prossimo e specialmente verso i giovani e le giovani orfane e derelitte. Ho conosciuto la Madre Fondatrice Suor Crocifissa Caputo e so per mia personale esperienza e per testimonianza di altri, che fu una donna di grandi virtù. Ella si incontrò col Fusco nel desiderio ardente di fondare un Istituto che avesse per scopo la salvezza di tante anime, specialmente giovanili. Portò in dote un piccolo peculio di lire 5; ma uno zelo indefinito e una passione accesissima di lavorare col Servo di Dio per le grandi finalità dell’Istituto. Dovendo in una parola sola riassumere la fisionomia morale del Servo di Dio, posso affermare che fu il perfetto e scrupoloso osservatore della legge di Dio. Il suo confessore ordinario era il Padre Leone della Congregazione del SS. Redentore. In mancanza di questi, si Dalla fede nasceva in lui la speranza, che aveva la caratteristica di un completo abbandono alla provvidenza divina. Nelle ore tristi, incerte, del suo Istituto, la sua speranza era la forte corazza che lo sosteneva e lo difendeva da tutti i colpi delle avversità, delle amarezze ed anche della malvagità degli uomini. La stessa speranza inculcava anche agli altri, specialmente nelle calamità e tentazioni. Il Servo di Dio sentì sempre vivo ed ardente l’amore verso Dio, a cui rivolgeva continuamente i suoi pensieri, affetti e palpiti del suo cuore. Questa grande carità verso il suo Dio dimostrava specialmente nella celebrazione della S. Messa, in cui tutto raccolto in Dio e acceso nel volto di amore superno, sembrava un serafino di carità. Da questo amore verso Dio nasceva l’amore verso il prossimo, che egli amava per amore di Dio, senza differenza tra amici e nemici. Questa sua grande carità si estrinse- cava anche in abbondanti elargizioni ai poveri e indigenti, a cui qualche volta donava persino i suoi abiti ed indumenti. Il Servo di Dio fu animato da grande prudenza, la quale gli suggeriva di niente fare che non ridondasse alla maggior gloria di Dio. Fu anche prudente nel senso che resse l’Istituto con quella cristiana saggezza, che se qualche volta ha delle savie temperanze, diventa rude fortezza, quando trattasi degli interessi spirituali delle anime e dell’amore di Dio. Il Servo di Dio fu sempre ubbidiente in tutta quanta la sua vita, sia ai genitori, sia verso i superiori ecclesiastici e verso il suo Vescovo. So che il Servo di Dio fu un uomo di invitta fortezza, che dimostrò specialmente nelle svariate traversie del suo Istituto. Fu forte nel sopportare con cristiana pazienza e grande rassegnazione le persecuzioni e le lotte che non gli mancarono nel corso della sua vita. Il Servo di Dio fu sempre temperante non soltanto nel senso che cercava incessantemente di sottomettere i sensi alla ragione e di dominare tutte le passioni, ma anche nel senso che si mortificava volontariamente, mangiando cibi umili e vestendo indumenti poveri. Parlando quanto meno era possibile, memore del detto dello Spirito Santo, che il silenzio è indizio di cristiana sapienza. dalla grande modestia, nel portamento, negli sguardi. Egli si asteneva financo dal farsi baciare la mano dai suoi ammiratori e dai suoi penitenti, come il giglio che schiva ogni contatto. Amò molto il Servo di Dio la povertà. Sempre distaccato dalle ricchezze, dai beni di fortuna, dalle comodità della vita, preferiva le cose più semplici. Aveva per abitazione una piccola e disadorna stanzetta, con un lettino modesto un tavolino e due sedie. Per lui quella stanzetta era una reggia. So, per averlo sentito, di doni soprannaturali e di grazie gratis date del Servo di Dio. L’ultima infermità del Servo di Dio, a quanto ho sentito dire, fu un accesso di sangue al cervello, che gli arrestò la circolazione del sangue, determinando un collasso cardiaco, che ne causò la fine. So che sopportò i dolori e la morte con grande pazienza e rassegnazione. Le esequie riuscirono imponenti per lo straordinario concorso del popolo, che salutava la salma dell’uomo giusto. Posso attestare che la fama di uomo giusto del Servo di Dio è ancora viva nel popolo. GAETANO SMALDONE Mi chiamo Gaetano Smaldone dei furono Tobia e Raffaella Barba, sono nato il 6 Ottobre 1866, sono sacerdote dal 1889 ed attualmente sono Canonico Curato della Collegiata in Angri di S. Giovanni Battista. Il Servo di Dio fu umile. Questa umiltà può dirsi la caratteristica della sua vita interiore e del suo ministero saHo conosciuto il Servo di Dio fin dalla cerdotale. Si reputava innanzi a Dio un umile verme della terra, un servo inutile, capace solamente Alla sera della vita di imperfezioni e di peccati. saremo giudicati sull’amore Si reputava inferiore a tutti; e di tutti si professava umile servitore, tutti riveriva e stimava con grande cortesia. Il Servo di Dio, pur essendo di complessione forte e robusta, esercitò la virtù della castità perfettamente ed addirittura con eroismo. Questa sua castità traspariva dal trattare con persone di diverso sesso, dal suo parlare sempre edificante, 22 Volume 1, Numero 1 mia ascensione al sacerdozio, che avvenne nel 1889, quando dal Servo di Dio fui chiamato come Confessore nell’Orfanatrofio da Lui fondato e diretto. Ebbi ancora occasione di conoscerlo meglio nella missione di Mercato Cilento unitamente al Can. Don Filippo Vignola, ora defunto. Ho una speciale divozione per il Servo di Dio e ne desidero vivamente la beatificazione, perché sono convinto che il Servo di Dio ha esercitato in terra tutte le virtù in grado eroico, come sono per riferire. Il Servo di Dio a causa di uno strano malinteso, di Mons. Vitagliano, Vescovo del tempo, dové subire l’umiliazione della sospensione dal ministero di predicare la parola di Dio in tutte le Chiese della Diocesi. Tanto è vero che il Servo di Dio era immune da ogni colpa, che il Vescovo Del Forno, appena prese possesso della Diocesi, lo reintegrò e gli volle sempre un bene grandissimo. Il Servo di Dio nutriva una particolare devozione per la Vergine SS. Addolorata, per l’Angelo Custode e per S. Gioacchino. Grande era il concorso del popolo alle prediche e alle confessioni del Servo di Dio. Riusciva molto efficace nei suoi consigli a sollievo delle coscienze che venivano rasserenate. Si mostrò sempre buono e paterno coi peccatori. Ispirazione vera e propria del Servo di Dio nella fondazione della sua Congregazione non mi consta che ne abbia avuta; ma quello che è certo e posso affermare con sicura coscienza è che era dominato da un grande desiderio di beneficare le anime con la fondazione di un’opera prettamente caritativa, quale difatti fece il suo Istituto che accolse l’infanzia abbandonata ed orfana, dando ad essa formazione ed educazione cristiana. Questa carità verso le anime fu l’idea centrale del Fondatore nel governo della sua Congregazione. Ebbi occasione di conoscere la Cofondatrice Madre Crocifissa Caputo e di ammirarne le virtù eccellenti, specialmente uno spirito di sin- golare dedizione, che la spingeva a lavorare con tutti i mezzi per la santificazione delle anime. Questo spirito la spinse ad unirsi al Fondatore nell’attuazione del grandioso disegno della fondazione di una Congregazione religiosa. Essa consegnò nelle mani del Fondatore la sua dote, che fu di 5 lire appena. Ma il suo zelo era indefinito. In questo incontro di due anime tutte di Dio per uno scopo così nobile e celeste vi scorgo chiaramente i segni della provvidenza Divina, di cui quelle due anime erano gli strumenti. Il carattere morale del Servo di Dio si può riassumere in queste parole: Era l’uomo di Dio. Il Servo di Dio fu un sacerdote di gran fede, che alimentava coll’esercizio continuo la presenza di Dio, che invocava spesso con ardenti giaculatorie. Questa fede soprannaturale traspariva in una maniera singolare nella celebrazione del S. Sacrificio della Messa, nella sua continua orazione, nella predicazione della parola di Dio, che era persuasiva e penetrante e in tutti gli altri ministeri della vita sacerdotale per cui di Lui si poteva dire: Iustus ex fide vivit. Il Servo di Dio dimostrò una fiduciosa ed incrollabile speranza nella Divina Provvidenza, che Gli faceva ripetere spesso: «Lasciamo fare al Signore» e lo sosteneva nelle prove dolorose. Ingiurie, calunnie, incomprensioni, non gli mancarono in vita, specialmente quando si verificò lo spirito separatistico nella Congregazione, per cui la Casa di Roma non voleva riconoscerlo come fondatore. Il Servo di Dio ebbe un grande amore verso Dio, che manifestava col suo continuo spirito di raccoglimento e che gli faceva ripetere spesso le parole di S. Francesco d’Assisi: Deus meus est omnia. Questa carità verso Dio lo portava ad amare le anime per cui ebbe sempre uno zelo ardentissimo. Amava tutti con amore soprannaturale, senza distinzione tra amici e nemici. Il Servo di Dio fu un uomo prudente. La prudenza fu la virtù regolatrice della sua vita nel governo dell’Istituto. Quando dové subire l’umiliazione della revoca del permesso di predicare in Diocesi, accettò l’umiliazione senza proteste, senza forti risentimenti, rimettendosi completamente nelle mani della divina Provvidenza, Fu prudente quando alla Casa di Roma non fu nep- 23 Volume 1, Numero 1 pure ricevuto, ed invece di protestare se ne tornò alla Casa Madre di Angri a pregare, perché il Signore illuminasse quelle Suore dissidenti. Il Servo di Dio fu sempre ubbidiente verso i suoi genitori prima, verso i suoi Superiori ecclesiastici dopo, specialmente verso il suo Vescovo. Il Servo di Dio mostrò grande fortezza nel governo della sua Congregazione, fortezza che attingeva dalla sua fede ardente, che lo sosteneva nelle lotte e nelle dure prove a cui fu sottoposta la sua Congregazione, per cui anche nei momenti più tristi e critici lo si vedeva sempre sereno e calmo. Il Servo di Dio fu temperante non solo nel senso che seppe dominare tutti gli istinti malnati e le passioni, non solo nella castigatezza esteriore del portamento sempre umile e dimesso, ma anche in tutte le azioni e i bisogni della vita ordinaria: mangiare, bere, dormire, passeggiare, parlare, trattare, ecc. Il Servo di Dio esercitò in grado eroico la virtù della pazienza, specialmente nelle sue grandi tribolazioni, che lo misero a dura prova, conformandosi al divino modello Gesù, che fu patiens et humilis corde. Il Servo di Dio fu umile nel senso più rigoroso della parola. Egli si stimava sempre inferiore a tutti; “umile verme della terra”, come soleva spesso ripetere di sé, a cui applicava anche le parole di S. Paolo: Servi inutiles sumus. La virtù della castità ebbe in lui un incanto speciale; gli traspariva dal volto sempre sereno, calmo, sorridente e dall’anima aperta a tutte le bellezze ed incanti della natura per cui si beava di un cielo stellato, si compiaceva del profumo di un fiorellino. Era l’anima in cui abitava Dio con la sua grazia e con i suoi doni soprannaturali. Di questa virtù egli ne faceva somma stima, come dimostrava nel trattare con tutte le regole della cristiana modestia persone di altro sesso, da cui non si faceva baciare neppure la mano. Il Servo di Dio ebbe in grande onore la povertà. Distaccato dalle ricchezze, dagli agi della vita, professava la povertà di spirito, che Gesù canonizzava nella quarta beatitudine. Anche nell’abitazione, nel vitto, nel vestire, presentò i segni di questa povertà celeste. La sua stanzetta era riposta nell’angolo più remoto dell’Istituto, povera e disadorna, con le suppellettili strettamente necessario. Mangiava cibi poveri ed usuali, come pure vestiva indumenti umili e consunti. L’ultima infermità del Servo di Dio fu determinata da forte afflusso di sangue al cervello, che ne cagionò dopo pochi giorni la morte, dopo di avere ricevuto con grande edificazione gli ultimi Sacramenti dal Parroco D. Luigi Smaldone. Grande fu la sua forza, la sua pazienza, il suo spirito di conformità alla volontà di Dio negli ultimi dolori della morte, che fu veramente il dolce transito del giusto. Mi consta per propria scienza che il Servo di Dio mentre era in vita, era da tutti ritenuto un santo e chiamato uomo tutto di Dio. So, perché vi partecipai, che le esequie riuscirono assai imponenti per la larghissima partecipazione del popolo, non solo di Angri, ma anche dei paesi vicini. La salma del Servo di Dio fu tumulata nel cimitero di Angri, donde fu translocata con grande pompa nella Cappella di Casa Madre, dove fu murata nella parete a sinistra a parte evangelii con la scritta: «Corpus Fundatoris Nostri». La fama di santità del Servo di Dio, dopo la sua morte non solo è rimasta immutata, ma è andata sempre aumentando nel popolo, che ne desiderava presto il formale ed autentico riconoscimento della Chiesa con la beatificazione e canonizzazione. Congregazione Suore di S. Giovanni Battista Provincia Italiana SULLE ORME DEL NAZARENO Notiziario Battistino - Provincia Italiana Quadrimestrale n. 2 - maggio - agosto 2013 EDITORE Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista Via del Casale di San Pio V, 1 - Roma Redazione Via del Casale di San Pio V, 1 - Roma Direttore Responsabile SR LINA PANTANO Registrato presso il tribunale Civile di Roma al n. 94/2010 in data 16/03/2010 Periodico stampato in proprio www.battistine.it www.battistine.it www.battistine.it www.battistine.it Le offerte per il sostegno a distanza dei bambini e per la collaborazione a progetti delle nostre Missioni in Polonia - Madagascar - Moldova - Romania vanno intestate a Associazione Battistina “Alfonso M. Fusco” - ONLUS Via del Casale di San Pio V, 1— 00165 - ROMA email: [email protected] C/C Bancario IBAN IT 21 Z 03359 01600 100000001685 C/C Postale IBAN IT 95 K 07601 03200 000087532412 Pagina 24 24 Volume 1, Numero 1 Il Signore aiuta quando con fiducia si intraprendono opere di bene. (A.M. Fusco)