PARROCHHIA DI SANT’ EUFEMIA
GRADO
La mia prima
Confessione
Anno catechistico 2008-2009
GRADO
LUNEDI 27 APRILE
2009
La confessione è composta da cinque parti
che cercheremo di comprendere meglio:
1. L’esame di coscienza;
2. Il pentimento;
3. Il proponimento;
4. La confessione;
5. La felicità.
Prima di accostarti a ricevere il Perdono da Dio Padre è importante
rendersi conto del Suo Amore per noi e che ci aspetta a braccia
aperte. Dio Padre ci ha amato quando ha creato tutte le cose
presenti nell’Universo. Tutto è suo dono. Dio Padre ci ha amato
ancora di più quando ha mandato suo Figlio Gesù, per liberarci dalla
schiavitù del male, per farci scoprire la gioia di essere figli di Dio,
fratelli gli uni degli altri, appartenenti alla stessa famiglia. Anche tu,
con il Battesimo, sei entrato a far parte della grande famiglia
che è la Chiesa, ed è proprio lì che hai imparato a chiamare Dio
«Padre nostro».
1^ TAPPA: L’ESAME DI COSCIENZA
Cos’è il peccato?
PECCATO
è
Non amare Dio e il
prossimo
Non ascoltare Gesù
Non vivere come un figlio
di Dio
L’ESAME DI COSCIENZA
(si fa ogni sera)
Il peccato fa diventare il tuo cuore...
Ti sei ricordato di Dio durante la giornata?
Hai pregato per lodare e ringraziare Dio per i doni che ti ha fatto?
Quando preghi lo fai con il cuore o solo con parole distratte?
Vai a catechismo? Ti comporti bene? Studi con amore il catechismo?
Pronunci inutilmente il Nome di Gesù, della Madonna e dei Santi?
Sei andato a Messa la Domenica e nelle Feste? Partecipi con gioia?
Vuoi veramente bene ai genitori? Hai sempre ubbidito a casa, a scuola?
Gesù è presente in tutte le persone: hai sempre rispettato Gesù nei sacerdoti e nella catechista?
Hai sempre detto la verità a papà e mamma, agli insegnanti, ai compagni?
Hai fatto bene i compiti della scuola?
Hai dato il tuo aiuto a casa e dovunque hanno avuto bisogno di te?
Hai rispettato le cose che adoperi? Se hai rotto qualcosa, hai avuto il coraggio di dirlo? Hai riparato
hai danni che hai fatto?
Hai voluto bene a tutti, pensando che quello che faccio agli altri lo faccio a Gesù? O voglio bene solo
a chi mi è simpatico e non mi importa niente degli altri?
Sono stato invidioso delle cose degli altri?
Hai rispettato la natura? Hai danneggiato le piante? Hai evitato di sporcare?
Ho cacciato pensieri e desideri cattivi? Sono stato geloso delle mie cose?
Ho amato i poveri dando generosamente qualcosa dei miei beni?
Ti aiuta a vedere i peccati dentro il tuo cuore e ti fa dire: “E’
colpa mia, sono stato io! Gesù perdonami”
Con l’esame di coscienza puoi vedere se stai vivendo come un
vero figlio di Dio.
Importantissimo: Per fare bene l’esame di coscienza devi dire
assolutamente la verità!!! E’ inutile mentire, bisogna ammettere
i propri errori senza vergogna.
Quando facciamo peccato? Quando ci allontaniamo da Dio,
facendo del male a noi stessi e agli altri. Il peccato è il male più
grande perché: separa da Dio, fonte del vero bene, e dai
fratelli; provoca disordine, solitudine, sofferenza; coinvolge
tutti, e non solo chi lo compie: Dio stesso, che soffre del
rifiuto e della lontananza di un suo figlio; la comunità cristiana;
la comunità degli uomini.
I peccati possono essere piccoli o grandi, Dio Padre li perdona
tutti, l’importante è riconoscerli e chiedere il Suo aiuto per
cambiare.
Per fare l’esame di coscienza ti puoi aiutare con i 10
comandamenti.
I DIECI COMANDAMENTI
Io sono il Signore Dio tuo!
1. Non avrai altro Dio all'infuori di me
(Non voglio fare come se Dio non ci fosse per vivere come mi pare
e piace! Cerco la parola di Dio! Non mi rivolgo alle stelle, ai
pendoli, a chi dice di leggere o di vedere bene e male o futuro o
colpe in carte o cristalli!)
2. Non nominare il Nome di Dio invano
(Lodo e ringrazio Dio per quello che lui è oltre che per quello che fa!
Cerco le parole più belle per parlare di Lui! Attribuisco a Dio il bene, e
tutto il bene, sia quello che faccio io che quello che fanno gli altri! Non
dò la colpa a Dio del male che capita, del peccato degli uomini, delle mie
incapacità di vivere obbediente a lui.
Non lo nomino per scherzo, come protagonista di barzellette… )
Dio ti ama, amalo anche tu
3. Ricordati di santificare le feste
(Se in quel giorno pensi solo a te stesso hai dimenticato il tuo Dio, sei già
fuori strada. Se la tua vita è in attesa di Dio e lo apprezzi, celebri la
festa con amore, con gioia, con pace! )
4. Onora il padre e la madre
(Mi considero debitore a genitori, a nonni, a fratelli: essi sono stati, sono e
saranno segno dell’amore di Dio per me! Cerco di essere anch’io dono di Dio
per loro!
5. Non uccidere
(Il mio prossimo è immagine di Dio: lo onoro e lo rispetto, anche se non
contraccambia! Tengo il sorriso pronto per ogni persona! Non approvo e non
proteggo chi fa il male: sarei peggiore di lui! Non tolgo l’onore, la stima, il
buon nome, la salute a nessuno!
6. Non commettere adulterio
(Considero il matrimonio come missione che rivela la fedeltà e la fecondità di
Dio)
7. Non rubare
(Considero le ricchezze proprietà di Dio; Mi accontento del necessario, sono
generoso con i poveri. Non adopero il denaro per accontentare gola e vanità,
piaceri e prepotenze, né per comprare l’amore degli amici. )
8. Non dire falsa testimonianza
(Sapendo che gli altri sono figli di Dio, non mi permetto di ingannarli, anzi, mi
presento loro limpido come l’acqua di sorgente! Sapendo che io sono figlio di
Dio, non imparo dal padre della menzogna! Non voglio che gli altri perdano la
fiducia in me. Con la mia vita voglio essere testimone che Dio è amore
paziente! Non voglio che la mia vita faccia pensare ad un Dio senza cuore e
antipatico.)
9. Non desiderare la donna d'altri
(Sto attento tra i pensieri e i desideri. Confronto i miei desideri con la
parola di Gesù e accolgo solo quelli che mi realizzano come figlio di Dio!
Custodisco il mio cuore nella fedeltà alla mia missione in famiglia e faccio il
possibile che anche le altre famiglie siano unite e stabili.)
10. Non desiderare la roba d'altri
(Quanto io possiedo è strumento per la mia missione nel mondo. Se un altro
adopera le mie cose per il Regno di Dio, ecco, le adoperi pure! Domino
l’invidia. L’invidia rende avari, chiude gli occhi alle necessità dei fratelli, fa
litigare e odiare.
GRADO
LUNEDI 4 MAGGIO
2009
2^ TAPPA: IL PENTIMENTO
Non basta elencare i peccati che abbiamo commesso,
bisogna anche capire che ogni volta che commettiamo un
peccato facciamo del male a qualcuno (la mamma, gli
amici, Gesù,…); per questo dobbiamo essere tristi e
dispiaciuti e pentirci del male che abbiamo commesso.
Diciamo che quando una persona compie un’azione
sbagliata o dire una bugia, disobbedire alla mamma,…) poi
prova un senso di colpa che non la fa stare bene e la
porta a pentirsi di ciò che ha fatto. Con l’esame di
coscienza capisci che hai fatto peccato e che hai
sbagliato, ma è difficile dire: “E’ colpa mia!!” Perché hai
paura di dire la verità e riconoscere di aver sbagliato?
Hai paura di non essere scusato? Ma non devi aver paura
perché Gesù è in mezzo a noi e con Lui possiamo
imparare a riconoscere i nostri peccati. Non c’è più
bisogno di cercare scuse. Ricorda che Gesù ti ama così
come sei e ogni volta che chiedi perdono, sarai
perdonato! Riconoscere i peccati = “è colpa mia, Gesù ti
chiedo di perdonarmi”.
Giovanni Battista iniziava le sue omelie predicando la necessità di
purificarsi attraverso il pentimento (Matteo, 3:2-6). Era una novità per il
suo pubblico: a quel tempo i giudei avevano un modo molto particolare di
“liberarsi dai peccati”. Una volta l’anno, al tempo della Pasqua, essi
trasferivano simbolicamente i loro peccati dentro a degli agnelli. Poi
uccidevano questi agnelli-“peccatori” come “offerta a Dio” e mangiavano i
loro corpi.
Ovviamente, tale assurdità non faceva che aumentare la loro colpa agli
occhi di Dio.
No, i propri peccati non possono essere trasferiti su qualcun altro. Solo la
stessa persona può lavarseli di dosso con un sincero pentimento.
NON C’E’ PERDONO SENZA PENTIMENTO
La conversione dal peccato e la domanda di perdono sono atteggiamenti
importanti nella vita dei cristiani.
E’ importante educare i piccoli all’amore e al timore di Dio, alla fedeltà, agli
atteggiamenti di fiducia, perché la legge e il giudizio non facciano paura e non
nascano sentimenti di scoraggiamento o di ansietà.
IL BARILOTTO
Tempo fa, in una terra lontana, viveva un signore potente e famoso in ogni angolo
del regno. Sull’orlo di una nera scogliera aveva fatto costruire una roccaforte
così solida e ben armata, da non temere né re, né conti, né duchi, né principi, né
visconti.
Un peccatore impenitente
E questo possente signore aveva un bel aspetto, nobile e imponente.
Ma nel suo cuore era sleale, astuto e ipocrita, superbo e crudele.
Non aveva paura né di Dio né degli uomini. Ad una festa di soldatacci anche
peggiori di lui aveva devastato e raso al suolo villaggi e città. Il desiderio di far
del male era per lui un ossessione.
Sorvegliava come un falco i sentieri e le strade che passavano nella regione e
piombava sui pellegrini e mercanti per rapinarli. Aveva da tempo calpestato tutte
le promesse e le regole della cavalleria. La sua crudeltà era divenuta proverbiale.
Disprezzava apertamente la gente e le leggi della Chiesa. Ogni Venerdì santo
invece di digiunare e rinunciare a mangiare carne organizzava grandi festini e
lauti banchetti per i suoi cavalieri. Si divertiva a tiranneggiare vassalli e servitù.
Ma un giorno, durante un combattimento, un colpo di balestra lo ferì gravemente
ad un fianco. Per la prima volta, il crudele signore provò la sofferenza e la paura.
Mentre giaceva ferito, i suoi cavalieri gli fecero balenare davanti agli occhi la
gola spalancata e infuocata dell’inferno a cui era sicuramente destinato se non si
fosse pentito dei suoi peccati e confessato in chiesa. “Pentirmi io? Mai! Non
confesserò neppure un peccato!”. Tuttavia il pensiero dell’inferno gli provocò un
po’ di spavento salutare. A malincuore gettò elmo, spada e armatura e si diresse
a piedi verso la caverna di un santo eremita.
Una penitenza semplice
Con tono sprezzante, senza neppure inginocchiarsi, raccontò al santo frate tutti
i suoi peccati: uno dietro l’altro, senza dimenticarne neppure uno. Quando ebbe
finito la sua confessione in tono arrogante protestò:“Adesso ti ho detto tutti i
fatti miei: sei contento? Ora lasciami in pace! E’ tutto finito!” Il povero eremita
si mostrò ancora più afflitto:“Sire, certamente hai detto tutto, ma non sei
pentito. Dovresti almeno fare un po’ di penitenza, per dimostrare che vuoi
davvero cambiare vita”.
Un barilotto da riempire
“Farò qualunque penitenza. Non ho paura di niente, io! Purchè sia finita questa
storia”. “Digiunerai ogni Venerdì per sette anni…!”. “Ah, no! Questo puoi
scordartelo!”. “Vai in pellegrinaggio fino a Roma…”. “Neanche per sogno!”.
Vestiti di sacco per un mese…”. “Mai!”. Il superbo cavaliere respinse tutte le
proposte del buon frate, che alla fine propose:“Bene, figliolo. Fa soltanto una
cosa: vammi a riempire d’acqua questo barilotto e poi riportamelo”.
“Scherzi? E’ una penitenza da bambini o da donnette!”. Sbraitò il cavaliere
agitando il pugno minaccioso. Ma la visione del diavolo sghignazzante lo
ammorbidì subito. Prese il barilotto sotto braccio e brontolando si diresse al
fiume. Immerse il barilotto nell’acqua, ma quello rifiutò di riempirsi. “E’ un
sortilegio magico”, ruggì il penitente, “ma ora vedremo”. Si diresse verso una
sorgente: il barilotto rimase ostinatamente vuoto. Furibondo, si precipitò al
pozzo del villaggio. Fatica sprecata! Provò ad esplorare l’interno del barilotto
con un bastone: era assolutamente vuoto. “Cercherò tutte le acque del mondo”
sbraitò il cavaliere. “Ma riporterò questo barilotto pieno!”. Si mise in viaggio,
cos com’era, pieno di rabbia e di rancore. Prese ad errare sotto la pioggia e in
mezzo alle bufere. Il suo viso si bruciò al sole. Ad ogni sorgente, pozza d’acqua,
lago o fiume immergeva il suo barilotto e provava e riprovava, ma non riusciva a
fare entrare una sola goccia d’acqua. Ogni volta, però, cadeva qualche pietra del
muro di superficie che aveva nell’anima. Sempre più lacero e sofferente
attraversò regioni selvagge e deserti.
“Sarò dannato per l’eternità…”
Anni dopo, il vecchio eremita vide arrivare un povero straccione dai piedi
sanguinanti e con un barilotto vuoto sotto il braccio.“Padre mio,” – disse il
cavaliere (era proprio lui) con voce bassa e addolorata – “ho girato tutti i fiumi
e le fonti del mondo. Non ho potuto riempire il barilotto… Ora so che i miei
peccati non saranno perdonati. Sarò dannato per l’eternità! Ah, i miei peccati
così pesanti… Troppo tardi mi sono pentito”. Le lacrime scorrevano sul suo
volto scavato. Una lacrima piccola piccola scivolando sulla folta barba finì nel
barilotto. Di colpo il barilotto si riempì fino all’orlo dell’acqua più pura, più
fresca e buona che mai si fosse vista. Una sola piccola lacrima di pentimento…
L’ESPERIENZA NASCOSTA NEL RACCONTO:
Il cavaliere del racconto scopre, con fatica e sofferenza personale, la radice
del vero pentimento essenziale per ottenere il perdono di Dio e la pace vera
dell’anima.
- Qual è il peccato più grave del cavaliere? Perché il cavaliere non riesce a
riempire il barilotto? Che cosa gli manca veramente? - Perché alla fine il
barilotto si riempie? - Che cosa è veramente necessario per ottenere il
perdono di Dio? - un buon proposito?
GRADO
LUNEDI 11 MAGGIO
2009
3^ TAPPA: PROPONIMENTO
Se ti penti per ciò che di sbagliato hai fatto, allora è
normale che ti impegni per non farlo più. Quando
capisci di aver fatto una cosa sbagliata, è giusto che ti
riproponi di non farla più (es: se dico una bugia alla
mamma, dopo aver capito che ho sbagliato ed essermi
pentito, devo impegnarmi a non dire più bugie).
Facendo l’esame di coscienza, ti sei reso conto di alcuni
tuoi difetti, di quanti sbagli fai magari anche
spesso…non preoccuparti, Dio Padre ti ama come sei,
l’importante è dispiacersi per il male fatto (anche
quando non è molto grave… ricordi che i peccati piccoli
sono come tanti sassolini…anche se sono piccoli fanno
male se entrano nella scarpa…soprattutto se sono
tanti!) e decidere di cambiare in meglio la nostra vita.
Un consiglio: scegli il tuo difetto più “grosso”, quello
che ti allontana di più dal Signore, dirai al Sacerdote
che quello è il difetto che vuoi impegnarti a correggere
con l’aiuto di Dio Padre.
4^ TAPPA: LA CONFESSIONE
Questo è il momento in cui ricevi il
sacramento: ti siedi di fronte al sacerdote
pronto a chiedere e ricevere il perdono di
Gesù.
Il sacerdote inizia con il segno della croce.
(fallo anche tu)
Mi rivolge una parola di saluto e di accoglienza
a nome di Gesù.
Poi, tu dici al sacerdote (che in quel momento
rappresenta Gesù) quegli sbagli, quei peccati
che hai trovato facendo l'esame di coscienza,
indicando quello che più ti vuoi impegnare a
correggere.
Allora il prete, a nome di Gesù, ti dà alcuni
consigli per migliorare la tua vita.
A questo punto, con questa preghiera dici che
ti dispiace di aver sbagliato e che non vuoi
sbagliare più:
ATTO DI DOLORE
Mio Dio ho peccato contro
di te e contro i miei fratelli,
ma tu che sei buono cancella le mie colpe.
Crea in me un cuore nuovo,
così potrò vivere secondo il tuo amore
AMEN
GRADO
LUNEDI’ 18 MAGGIO
2009
Il prete, a nome di Dio, ti consiglia un gesto di
penitenza, un proposito, cioè un impegno per
comportarti in maniera diversa, cercando di evitare i
peccati che hai confessato. Questo gesto di
conversione può essere: una preghiera che esprime la
propria fede in Dio e il desiderio di fare la sua volontà,
un piccolo servizio; un gesto di carità, o altro.
Poi il sacerdote ti dona il perdono di Dio con queste
parole:
Dio, Padre di misericordia che ha riconciliato a sé il
mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio,
e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei
peccati ti conceda, mediante il ministero della Chiesa,
IL PERDONO E LA PACE.
E IO TI ASSOLVO
DAI TUOI PECCATI
NEL NOME DEL PADRE E DEL FIGLIO E DELLO
SPIRITO SANTO».
E tu, con gioia e riconoscenza a Dio, che ti ha
perdonato, fai il segno della croce e rispondi:
Amen.
5^ TAPPA: LA FELICITA’
Che bello!! Finalmente hai ricevuto l’abbraccio di
Dio Padre, il suo Perdono, il suo Amore, ora puoi
ricominciare a vivere in un modo nuovo.
Ora è il momento per ringraziare Gesù del dono che
ti ha fatto: esprimi subito la tua gratitudine nella
preghiera e fai appena possibile il gesto che il
sacerdote ti ha indicato come penitenza, come
impegno per la tua nuova vita.
QUALCHE RISPOSTA ALLE TUE DOMANDE
Quando mi devo confessare
ancora?
Non farne una questione di data. la
tua catechista ti proporrà ancora
Devo confessarmi sempre
dei momenti per vivere questo
dallo stesso sacerdote?
sacramento insieme ai tuoi compagni
in modo particolare. Ma è
Non è necessario. È bene però
importante che tu ti confessi
che tu ti scelga un confessore
quanto senti il bisogno di migliorare
che ti diventi amico e ti
il tuo modo di vivere, dopo un
conosca di più: tutto qui.
peccato che senti più grave.
Quali peccati devo dire?
Non certo quelli di cui ti sei già confessato. È invece un
obbligo dire le cose che sono gravi. i peccati di cui non sei
certo che siano tali farai bene a chiedere consiglio al
confessore.
GRADO 25 MAGGIO 2009
Un saluto dalla vostra catechista Eleonora e un arrivederci
al prossimo anno
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La Confessione nuova