NANOTECNOLOGIE NEL 21^ SECOLO NANOCAP (Nanotechnologies Capacity Building) è un consorzio di 5 associazioni ambientaliste, 5 sindacati e 5 università provenienti da varie parti d’Europa. Il Progetto, finanziato dall’Unione Europea con il Sesto Programma Quadro Scienza e Società, pone l’obiettivo di approfondire la comprensione dei rischi ambientali, della sicurezza e salute dei lavoratori e degli aspetti etici delle nanotecnologie, tramite la pianificazione di un dibattito “mirato” tra associazioni, istituti di ricerca e altri portatori d’interesse. Il progetto è stato avviato nel settembre del 2006 e si concluderà a settembre 2009. L’Ufficio Europeo dell’Ambiente (EEB) è una federazione di oltre 150 associazioni ambientaliste provenienti dai paesi dell’Unione Europea. Queste organizzazioni operano sia in ambito nazionale che internazionale. Il nostro ufficio di Brussels è stato costituito nel 1974 per fornire informazioni indispensabili ai nostri membri affinche siano in grado di monitorare e partecipare all’implementazione delle politiche ambientali in Europa, verificandone l’efficacia. L’EEB si pone l’obiettivo di proteggere e migliorare la qualità dell’ambiente influenzando le politiche dell’Unione Europea, promuovendo lo sviluppo sostenibile e assicurando ai cittadini europei una partecipazione diretta al dibattito pubblico e il corretto della giustizia ambientale. Legambiente, nata nel 1980, è oggi l’associazione ambientalista italiana più diffusa sul territorio. Difende la qualità delle risorse naturali come l’acqua dei fiumi e dei laghi e l’aria dei centri urbani. Sostiene le buone pratiche nella gestione dei rifiuti a favore del riciclo, del riutilizzo e della riduzione e una politica di disimballaggio. Promuove il risparmio energetico e le fonti rinnovabili per la riduzione dei gas serra e dei combustibili fossili e affronta le nuove problematiche delle nanotecnologie e degli OGM. Promuove una politica di riduzione del trasporto su gomma a favore del trasporto pubblico per ridurre l’inquinamento dell’aria e il congestionamento del traffico. Sostiene il turismo ambientale e organizza campi di volontariato nazionali ed internazionali. Printed on 100% recycled Cyclus Offset paper with soy based inks Design and production by FGD SFIDE E OPPORTUNITA’ DELLE NANOTECNOLOGIE VERDI Fascicolo n. 1 – Aprile 2009 Indice • Introduzione 3 • Sfide e opportunità delle nanotecnologie verdi 6 • Acqua sicura per tutti 8 • Tecnologie efficienti per le energie rinnovabili 12 • Inquinamento e gestione dei rifiuti 16 • Le EEB ringrazia la Commissione Europea per il contributo finanziario alla realizzazione di questa serie di opuscoli. nanotecnologie per una produzione e un consumo 18 sostenibili Testi realizzati da: Dr. Rye Senjen • Conclusioni: Il futuro delle nanotecnologie verdi 20 Responsabile editoriale: John Hontelez, Segretario Generale EEB • Bibliografia 21 Traduzione italiana a cura di: Lidia Crivellaro, Legambiente Lombardia Onus, [email protected] Per maggiori informazioni contattare Dragomira Raeva, Referente settore Nanotecnologie EEB, [email protected] Immagini a pagina 7,10,14,17 scaricabili dal sito www.energypicturesonline.com 1 Introduzione Nanotecnologie per l’ambiente: opportunità e rischi Le Nanotecnologie riguardano la manipolazione della materia a scala atomica. I materiali prodotti attraverso queste applicazioni vengono già utilizzati (o stanno per essere distribuiti) in molti settori della vita quotidiana come cosmesi, tessile, attrezzature sportive, vernici, packaging, alimentazione,ecc. Molti ricercatori ritengono che le nanotecnologie potranno fornire un prezioso contributo allo sviluppo sostenibile, promettendo notevoli benefici in diversi campi applicativi. Ma siamo sicuri che le nanotecnologie avranno davvero questi effetti positivi rivoluzionari? Siamo certi che non provochino effetti opposti come una maggiore tossicità dei materiali, l’incremento della produzione e del consumo di materiali e un minor controllo sul modo di vivere la nostra vita? In questo contesto di incertezza, è essenziale per le associazioni ambientaliste migliorare la conoscenza di tutte le caratteristiche e i risvolti connessi a queste tecnologie emergenti, soprattutto per quel che concerne le cosiddette nanotecnologie verdi. Si tratta di applicazioni basate su processi ”nano” che potrebbero favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili, della depurazione delle acque e della sostituzione chimica, fornendo nuovi spunti all’interno del dibattito internazionale e governativo. E’ necessario rafforzare il coinvolgimento ambientalista per costruire una governance delle nanotecnologie e dei prodotti di consumo derivanti, e diventare parte attiva all’interno del dibattito pubblico. E’ indispensabile lavorare concretamente per costruire le basi di uno sviluppo sostenibile e responsabile delle nanotecnologie in misura ancora maggiore visto e considerato il potenziale delle tecnologie verdi. 3 Queste quattro pubblicazioni possono diventare uno strumento utile per le associazioni ambientaliste che vogliono capire i potenziali vantaggi e rischi dei nanomateriali e contribuire ad indirizzare correttamente la politica di gestione dello sviluppo di questo settore. I testi sono stati elaborati in lingua originale da EEB (European Environmental Bureau), nell’ambito del progetto Europeo Nanocap (Nanotechnologies Capacity Building), con l’obiettivo di approfondire la comprensione dei rischi ambientali, della sicurezza e salute dei lavoratori e degli aspetti etici delle nanotecnologie, tramite la pianificazione di un dibattito “mirato” tra associazioni, istituti di ricerca e altri portatori d’interesse. Stati pubblicati a partire dal mese di aprile 2009; la traduzione in italiano è a cura di Legambiente Lombardia, l’associazione italiana che partecipa al progetto e al dibattito italiano sulle nanotecnologie. Le tematiche delle pubblicazioni sono i seguenti: 1. Le sfide e le opportunità delle nanotecnologie verdi; 2. Lo stato della ricerca nel campo dei rischi per l’ambiente e la salute: verso uno sviluppo sostenibile; 3. Lo stato della regolamentazione e delle iniziative legislative in Europa e nel mondo sui nanomateriali; 4. Le linee guida delle associazioni ambientaliste per valutare la sostenibilità delle nanotecnologie. Obiettivi Questi documenti affronteranno alcuni dubbi e incertezze inerenti lo sviluppo e l’utilizzo di nanotecnologie, affrontando in particolare alcuni fondamentali quesiti: • Quale è l’impatto dell’utilizzo di nanotecnologie e materiali sulla biodiversità, le risorse naturali, gli ecosistemi e la salute umana? • Quali sono i rischi e le incertezze in merito agli effetti sulla salute e sull’ambiente? • Qual è il rapporto rischi – benefici? Quali tra questi sono più consistenti? • Quali sono le implicazioni socio-politiche dell’utilizzo di nanotecnologie e quali argomenti dovrebbero essere considerati? Il primo documento esaminerà in rassegna le potenzialità delle nanotecnologie verdi nella riduzione delle principali pressioni ambientali tra cui i cambiamenti climatici e l’eccessivo sfruttamento di risorse naturali, attraverso una produzione e un consumo più sostenibili. In particolare, le nanotecnologie saranno al servizio della purificazione dell’acqua, della produzione di energia rinnovabile, della riduzione dell’inquinamento e della realizzazione di nuovi materiali. Il secondo documento della serie analizzerà le incertezze in merito agli impatti delle nanotecnologie e dei nanomateriali sull’ambiente e la salute umana e le procedure da attuare per tutelare la sicurezza degli individui. Saranno inoltre prese in considerazione le attuali lacune nell’ambito della ricerca, identificando gli attori principali con cui creare una rete di conoscenze e provando a stimare la quota di investimenti necessaria per avviare concreti e sostan- 4 ziali programmi in favore della ricerca sui rischi. Sarà affrontato anche il tema degli standard condivisi a livello internazionale per le procedure e i test tossicologici, in modo da tracciare un adeguato profilo tossicologico delle diverse applicazioni nanotecnologiche. Con il terzo documento, sarà esaminato il quadro dei regimi di regolamentazione e delle misure legislative necessarie per assicurare un corretto e sicuro sviluppo delle nanotecnologie, con particolare riferimento alle nanotecnologie verdi e ai prodotti di consumo già presenti o in fase di distribuzione sul mercato. Con il quarto fascicolo saranno proposte le linee guida delle associazioni ambientaliste per valutare e indirizzare la sostenibilità delle nanotecnologie e dei nanomateriali. Si cercherà inoltre di capire e favorire l’accessibilità dei risultati della ricerca per i governi, le associazioni ambientaliste e il pubblico, studiando anche la formula migliore per la comunicazione ai cittadini. In conclusione, sarà esaminata la percezione pubblica dei possibili rischi dei nanomateriali presenti nei prodotti di consumo. Dossier 1: Sfide e opportunità delle nanotecnologie verdi Problematiche globali – quali soluzioni possono offrire le nanotecnologie I cambiamenti climatici, la dipendenza dalle fonti fossili per la produzione di energia, l’eccessivo sfruttamento di risorse naturali, insieme all’impatto dell’eccessivo consumismo praticato dalle economie occidentali, sono i principali problemi ambientali del 21^ secolo. Si rischia seriamente una devastazione ecologica globale che con un effetto a catena contribuirà a incrementare in maniera costante la povertà e le guerre per lo sfruttamento delle risorse sempre più scarse. Le conseguenze dei cambiamenti climatici sugli equilibri del pianeta sono già in atto, soprattutto nei paesi in via di sviluppo che subiscono danni spropositati a causa di fenomeni quali siccità,desertificazione e inondazioni che si verificano sempre più frequentemente e con maggiore intensità. Sono proprio le aree più svantaggiate del pianeta, dunque, a pagare il prezzo più alto dello scioglimento della calotta polare e della perdita di biodiversità su scala mondiale, pur contribuendo in misura più limitata alla devastazione delle risorse naturali e ottenendo un altrettanto scarso ritorno economico dalla produzione di energia e di derrate alimentari (quali riso e grano). Le nanotecnologie cambieranno la società non solo trainanando la rivoluzione industriale del futuro, ma anche offrendo potenzialmente delle soluzioni tecnologiche a molti di questi problemi. Molte industrie e paesi sostenitori di questa nuova frontiera innovativa, ritengono che le applicazioni basate su processi a scala nanometrica saranno in grado di: • fornire acqua pulita a miliardi di persone attraverso nuove e migliori tecniche di depurazione da fonti contaminate; • risolvere i problemi di efficienza energetica apportando un contributo fondamentale alla diffusione globale delle energie rinnovabili (soprattutto dal fotovoltaico) • ridurre l’inquinamento e migliorare la gestione dei rifiuti. • realizzare materiali più efficienti, con l’impiego di una minor quantità di risorse necessarie per produrli, la garanzia di migliori caratteristiche in termini di resistenza e peso, e una produzione e consumo più sostenibili. Questo primo opuscolo vuole esaminare le effettive opportunità che le nanotecnologie possono offrire nei settori identificati e valutare se tali soluzioni possono essere facilmente realizzate e se esiste una casistica dei rischi legati a specifiche applicazioni. L’innovazione tecnologica è stata presentata in passato, molto spesso, solo con accezioni positive. Alcuni materiali (come l’amianto) e sostanze chimiche (tra cui il DDT) ritenuti miracolosi si sono poi rivelati altamente tossici e nocivi, provocando un vero disastro ambientale con migliaia di morti e feriti. L’ambiente naturale continua a risentire dell’inquinamento provocato dall’immissione di queste sostanze tossiche introdotte sul mercato senza le adeguate protezioni per la salute umana. Le innovazioni portate dalle nanotecnologie, dovranno essere perciò essere confrontate con il contesto culturale di riferimento e con la società civile (1). E’ necessario testare la sostenibilità di queste tecnologie durante la fase di progettazione e sperimentazione, identificando i potenziali rischi provenienti da ogni signola fase del ciclo di vita dei materiali e attuando una comparazione della performance rispetto a processi e prodotti esistenti. In questo modo, la produzione e la successiva distribuzione sul mercato, saranno davvero sicure per la salute dei lavoratori e dei consumatori, e potranno realmente contribuire a migliorare la società. Oltre a verificare la sicurezza e l’efficacia dei nanomateriali, è molto importante affrontare nel dibattito altre questioni delicate quali etica e gradimento del pubblico, soprattutto in merito a prodotti destinati al consumo. Le tecnologie e la chimica verdi, si basano sull’applicazione di un insieme di principi per la produzione e il design di prodotto indirizzati verso una progressiva riduzione dell’utilizzo di ingredienti tossici, processi produttivi con basse temperature e risparmio energetico oltre al ricorso a fonti rinnovabili, e infine l’introduzione dell’analisi del ciclo di vita del prodotto. In modo simile, le nanotecnologie verdi tentano di fare propri questi principi puntando a trovare le soluzioni per risolvere le problematiche ambientali e realizzare nanomateriali e prodotti che non comportino ulteriori impatti sull’ambiente e la salute umana. Bisogna dunque puntare sulla corretta applicazione di questi principi, affinchè le nanotecnologie possano avere un ruolo chiave all’interno del Green New Deal, e porre le basi per lo sviluppo sostenibile della società (2). 7 Acqua sicura per tutti Come affrontare la crisi idrica mondiale Quasi due miliardi di persone vivono in zone del mondo con forti problemi di approvvigionamento idrico. L’inquinamento, i cambiamenti climatici e la pressione demografica contribuiscono a rendere più difficoltoso l’accesso all’acqua potabile secondo standard accettabili dal punto di vista sanitario. La crisi idrica mondiale è ormai in atto e le dimensioni sembrano essere devastanti, come dimostrano questi numeri: • due quinti della popolazione mondiale non è in grado di ac cedere all’acqua potabile garantita da adeguati standard sanitari; • l’acqua contaminata è responsabile dell’80% dei disastri sanitari ed ambientali mondiali; • il 50% dei posti ospedalieri mondiali è occupato da persone curabili semplicemente migliorando la qualità dell’acqua nella rete idrica domestica (3). L’accesso all’acqua potabile è una priorità anche per alcune zone dell’Europa. In Belgio, l’industria pesante continua a inquinare i propri bacini idrici a causa dello sversamento incontrollato di sostanze tossiche; l’Europa Meridionale deve fare i conti con l’avvicendarsi di periodi di siccità sempre più frequenti, mentre in Inghilterra sussiste una situazione di irregolarità nella fornitura del servizio idrico. Molte falde acquifere europee, che alimentano il 65% della rete idrica complessiva e servono più del 60% delle città , registrano un livello di inquinamento in costante aumento, con forti rischi per la salubrità delle zone umide presenti in prossimità delle aree urbane e per l’equilibrio dell’intero ecosistema. Un altro grave fenomeno nel vecchio continente è lo scioglimento dei ghiacciai, che negli ultimi decenni sono arretrati del 90%; nelle Alpi svizzere, in particolare (dove alimentano fiumi quali Reno, Rodano e Po) si stanno sciogliendo a un ritmo molto più rapido che in tutte le altre zone del pianeta. I ghiacciai alimentano i bacini idrici che forniscono acqua potabile ad almeno metà 8 della popolazione mondiale, e il loro scioglimento, diretta conseguenza del surriscaldamento del pianeta, è uno dei problemi maggiori per l’approvvigionamento di acqua potabile. I leader europei sono chiamati a non sottovalutare la gravità della situazione, e a rispondere con politiche serie e concrete di gestione delle risorse idriche, cercando le migliori soluzioni, ad esempio, per la rimozione degli inquinanti. Le nanotecnologie sono considerate come una delle più promettenti soluzioni tecnologiche nel campo del trattamento delle acque (4) e potrebbero contribuire a realizzare uno degli obiettivi del millennio individuati dall’Onu: dimezzare il numero di persone che non possono accedere all’acqua potabile entro il 2015 (5). Le nanotecnologie presentano delle potenzialità per la rimozione dei contaminanti dai corpi idrici, offrendo migliori performance in termini di efficienza e resistenza (4). Le fasi in cui, trovano maggiore applicazione, sono: • depurazione, con filtri porosi e membrane per la rimozione degli inquinanti e la desalinizzazione delle acque; • monitoraggio con sensori che misurano la quantità e qualità delle acque e individuano le sostanze nocive. I limiti degli attuali sistemi di filtrazione e decontaminazione delle acque Le tecnologie convenzionali per il trattamento delle acque sono diffuse e utilizzate da secoli a livello domestico, e hanno consentito di raggiungere anche nelle comunità relativamente povere un buon servizio di fornitura dell’acqua potabile. Queste tecnologie includono: filtri (in ceramica, a carboni attivi, fibre e tessuti), trattamenti chimici e radioattivi, desalinizzazione (osmosi inversa, distillazione, filtri assorbenti) e sistemi per la rimozione dell’arsenico (6). Tralasciando la polemica in merito alla titolarità del servizio idrico (collettiva o privatizzata), gli esperti del settore non criticano tanto i vantaggi, quanto i costi dovuti alla dipendenza dagli Stati Uniti per il reperimento delle componenti da sostituire, e all’appoggio degli ambientalisti e dagli operatori sociali per divulgare e diffondere lo sviluppo di queste tecnologie all’interno della società. (6) Il contributo delle nanotecnologie quente, e al momento una maggiore convenienza economica (ben il 75%). Diversi studi stanno recentemente facendo emergere un profilo tossicologico sui nanotubi di carbonio che desta alcune preoccupazioni in termini di rischi per la salute. E’ appurato, infatti, che alcune particolare forme di nanotubo si comportino nell’ambiente come le fibre di amianto (7). Oltre alla casistica sui nanotubi di carbonio, ci sono aspetti rilevanti ancora da chiarire in merito all’applicazione di nanotecnologie nel trattamento delle acque. Per la loro produzione sono richieste procedure e materiali sofisticati, attualmente disponibili solo in strutture specializzate localizzate nei paesi sviluppati. Per la fase di utilizzo, non sono ancora stati effettuati test per capire come le nanoparticelle nei filtri per l’acqua vengano recepite nell’ambiente e negli organismi. Perciò, si deve procedere ad un’attenta valutazione della fattibilità tecnologica, dei reali impatti economici, ambientali e sulla salute, prima di poter considerare queste applicazioni sicure e sostenibili. Le industrie e i sostenitori delle tecnologie per il trattamento delle acque a base “nano” promettono una maggiore economicità, durata, efficienza rispetto alle metodologie convenzionali (4). Attualmente sul mercato i nanomateriali trovano applicazione in membrane, reti, filtri, ceramiche, argille e assorbenti, zeoliti e catalizzatori. Le membrane composte in nanotubi di carbonio sono un esempio pratico di tecnologia per il filtraggio di contaminanti. Grazie a un’ampia area superficiale, un’alta permeabilità, e una buona stabilità meccanica e termica, sono in grado di rimuovere un numero di contaminanti dall’acqua in sedimentazione, come batteri, virus, e sostanze organiche, e potrebbero essere utilizzati entro 5-10 anni nelle tecniche di desalinizzazione. Una performance comparabile con le membrane ad osmosi, anche se queste richiedono una manutenzione meno fre- 9 Confrontando le diverse soluzioni, sembra che attualmente le applicazioni “nano” in realtà comportino costi maggiori, materie prime difficilmente reperibili e trattabili localmente, disattendendo le promesse degli operatori del settore. Per risolvere la crisi idrica, non basta la migliore tecnologia disponibile senza prevedere un piano per l’utilizzo e la gestione di materiali e manodopera a livello locale. Un’esperienza interessante, a questo proposito, è stata attivata in Bangladesh per ridurre il numero di batteri del colera contenuti nelle fonti idriche locali. Il progetto pilota si è basato sul ripristino di usi e costumi come il tradizionale abito Sari, e ha consentito di rimuovere il 99% dei batteri del colera dall’acqua; è stato adottato inoltre da 45.000 persone visto l’adattamento nello specifico ambito territoriale e culturale locale. I responsabili del progetto stanno verificando la possibilità di pretrattare il Sari con nanomateriali1, in modo da filtrare sali e sostanze organiche/inorganiche solubili, e di garantire il pieno controllo da parte delle popolazioni locali. Questi abiti vengono prodotti localmente dalle donne che coltivano i bachi da seta selvatici e lavorano i tessuti. I modelli e materiali più antichi, tra l’altro, risultano più efficaci rispetto a quelli più moderni nel neutralizzare i batteri, e consentono quindi di recuperare i metodi di lavorazione tradizionali e di riutilizzare tessuti che si pensava non fossero più utili. La questione dell’accesso all’acqua pulita non può essere limitato a una questione tecnologica, ma presenta dei profondi risvolti politici ed economici che producono un impatto rilevante all’interno della società. Il secondo rapporto delle Nazioni Unite sulla distribuzione di acqua potabile, dimostra come i principali fattori che ostacolano l’accesso all’acqua potabile nel mondo, siano la cattiva gestione dei servizi di fornitura, corruzione in appalti pubblici, carenza di istituzioni preposte e infrastrutture, burocrazia e scarsità di investimenti a favore dell’occupazione nel settore (8). I regolamenti e la proprietà dei diritti di sfruttamento delle risorse idriche avranno un ruolo sempre più crescente, e influenzeranno enormemente sia le industrie che gli investitori nell’ambito dei sistemi di trattamento per migliorare la qualità dell’acqua disponibile. Le tecnologie per la desalinizzazione e purificazione sono ormai entrate a far parte dell’industria globale, e anche le nanotecnologie si inseriranno in questo circuito. Molti progetti inerenti alle applicazioni “nano” in questo settore vengono avviati in dipartimenti universitari finanziati dai governi per cercare delle soluzioni a favore delle popolazioni più povere, però la maggior parte di queste scoperte finisce per essere commercializzata con il principale scopo di incrementare il profitto delle industrie private. 10 Le compagnie che gestiscono le tecnologie di purificazione delle acque, che siano piccole o grandi entità pubbliche o private, sono controllate generalmente da multinazionali o grandi holding, che generano fatturati da miliardi di dollari. Ad esempio, la divisione operativa di General Electric per i trattamenti delle acque, nel 2007 aveva un patrimonio pari a 1,5 billioni di dollari. La società della Dow Chemicals che si occupa di desalinizzazione e depurazione ha fatto registrare nel 2006 la maggiore crescita all’interno del gruppo, conseguendo un utile di 500 milioni di dollari. La Siemens, nota compagnia tedesca, ha investito nel settore acquistando una compagnia americana che produce filtri per le acque per 1 billione di dollari, diventando un attore rilevante all’interno del settore. Molte di queste aziende stanziano annualmente ingenti fondi per la ricerca su nanotecnologie e sistemi di filtraggio dell’acqua (3). I TRATTAMENTI DELLE ACQUE CON NANOTECNOLOGIE Vantaggi attesi: MOLTO ELEVATI Fattibilità: POSITIVA, MA PER ORA SOLO IN PROGETTI PILOTA O IN APPLICAZIONI LIMITATE Complessità: MOLTO ALTA Vantaggi: ALLA PARI O MAGGIORI RISPETTO ALLA TECNOLOGIA ESISTENTE Ambiente, salute e sicurezza: NELLA FASE DI UTILIZZO IMPATTI SCONOSCIUTI; DA ANALISI IN LABORATORIO SU NANOTUBI RISULTATI EFFETTI SULLA SALUTE SIMILI A QUELLI DELLE FIBRE DI AMIANTO Nonostante le potenzialità delle nanotecnologie per migliorare i servizi per la purificazione e il trattamento delle acque, la tematica della gestione delle risorse idriche è molto più complessa e richiede più azioni e risorse che una singola innovazione tecnologica è in grado di offrire. Ci deve essere anche un cambiamento nel modo di sfruttare le nostre risorse idriche attraverso una riduzione degli sprechi e un migliore sistema di gestione dei bacini fluviali. Solo affrontando in maniera integrata tutti questi aspetti, si potrà assicurare l’accesso ad acqua pulita e salubre e soddisfare i bisogni umani, senza compromettere le scarse risorse di cui disponiamo. Disponibilità commerciale: MOLTI PRODOTTI SONO IN FASE DI COLLAUDO; IL LANCIO SUL MERCATO DIPENDE DALLA PRODUZIONE SU LARGA SCALA ATTUABILE IN 5 ANNI Convenienza: NANOTUBI DI CARBONIO POTREBBERO ESSERE PIÙ CONVENIENTI, ALTRE APPLICAZIONI A PREZZI CONCORRENZIALI (6). Risultati attesi per la collettività: POTENZIALMENTE MOLTI BENEFICI, ANCHE SE LA E C N O L O G I A PER IL TRATTAMENTO È SOLO UNA DELLE PROBLEMATICHE LEGATE ALL’ACQUA; L’AMBITO POLITICO E SOCIALE COSÌ COME LA GESTIONE A LIVELLO LOCALE NECESSITANO DI UNA RIFLESSIONE 1.Con nanomateriali intendiamo materiali ottenuti da processi di manipolazione della materia avvenuti su scala nanometrica (1 nm= 1 miliardesimo di millmetro) 11 Tecnologie efficienti per le energie rinnovabili Una delle maggiori sfide del ventunesimo secolo è quella di sostituire progressivamente lo sfruttamento di risorse energetiche da combustibili fossili con fonti rinnovabili. I cambiamenti climatici e la scarsità di petrolio rendono necessaria la ricerca di nuove soluzioni, soprattutto se non intendiamo modificare il nostro stile di vita. Le nanotecnologie sono considerate da molti esperti un’avanguardia tecnologica in grado di fornire soluzioni per conseguire una migliore produzione, conservazione e distribuzione di energia. I settori delle nanotecnologie indirizzati verso la fabbricazione di materiali (come ad esempio in nanotubi di carbonio) più leggeri e resistenti di quelli tradizionali può migliorare l’efficienza anche nei consumi di carburanti in automobili e aerei. L’inserimento di nanocatalizzatori (sostanze che accellerano le reazioni chimiche) in vari dispositivi per auto consente un risparmio di materia del 70-90% rispetto all’utilizzo di sistemi convenzionali. Ulteriori benefici si possono conseguire nel settore delle batterie, grazie all’incremento della capacità di immagazzinare energia, della durata del ciclo di vita e la sicurezza. Ad esempio, si sta sperimentando l’utilizzo di nanofibre di carbonio nelle batterie al litio per aumentarne la durata (9). Se efficienza e risparmio di materiali sono obiettivi strategici, la legislazione esistente e le procedure dei test per valutare l’aspetto ecotossicologico non sono in grado di garantire la qualità e la sicurezza della performance di queste tecnologie. Energia solare Il settore dell’energia solare, con particolare riferimento al fotovoltaico, è forse quello che offre le maggiori opportunità per risolvere i nostri problemi energetici. La luce del sole è liberamente accessibile ed è una fonte rinnovabile al 100%. Ad ogni modo, lo sviluppo di questa tecnologia è rimasto bloccato per molti anni, a causa di insufficienti investimenti governativi, problemi di efficienza e i costi molto elevati (dovuti a materie prime non facilmente reperibili e alla bassa efficienza del capitale). Le nanotecnologie potrebbero superare queste difficoltà tecnologiche e produttive che le celle solari hanno incontrato fino a questo momento Le tecnologie convenzionali I pannelli fotovoltaici attualmente sul mercato sono composti da semiconduttori in silicio e il processo di lavorazione richiama l’attività dell’industria della microelettronica. I costi sono molto elevati (anche se stanno diventando più 12 competitivi grazie alla crescita della domanda) a fronte però di una scarsa efficienza nel rendimento. Il silicio è però una materia prima scarsa, e ad alto costo, e questo avrà quindi delle ricadute anche sui costi delle celle solari. Molti esperti del settore, assicurano che l’efficienza dei pannelli fotovoltaici, anche grazie al contributo delle nanotecnologie, raggiungerà il 60%, ma i dati reali odierni non sembrano confermare questa tendenza. Attualmente, i pannelli a base di wafer di silicio cristallizzati, possono raggiungere un efficienza del 25%, quelli con film sottili di telluro di silicio e cadmio amorfo il 19%, i pannelli elettrochimici a colori o con biossido di titanio non poroso il 10% mentre le celle polimeriche con fullereni solo il 5%. (10) L’attuale produzione di pannelli solari, analizzando l’intero ciclo di vita, non risulta avere un “impatto zero”. Gli agenti chimici utilizzati per i diversi tipi di celle solari sono numerosi. Ad esempio, nella fase di pulizia e rimozione delle impurità dai materiali semiconduttori,si impiegano sostanze corrosive quali l’acido cloridrico, solforico, nitrico e floruro di idrogeno. Il piombo è spesso utilizzato nei circuiti elettronici dei pannelli fotovoltaici con cablaggio, pellicole di rame aggregate, e colle di stampa (11). Non è mai stata quantificata la domanda di energia necessaria per alimentare il processo produttivo. Un profilo tossicologico potrebbe emergere in fase di smaltimento alla fine del ciclo di vita, dato che deve avvenire in discarica o inceneritore per la presenza di materiali e sostanze considerate rifiuti speciali. L’approvvigionamento stesso di materie prime, riscontra difficoltà non solo per la scarsità di risorse, ma anche perché pochi materiali impiegati per la produzione di celle solari possono essere completamente riciclati. Se i componenti in silicio possono essere riciclati all’interno dei processi di riciclaggio del vetro, il recupero di altri componenti come cadmio (disponibile in maniera limitata) è sperimentale, oppure non è ancora stato intrapreso (come per il selenio). Il riciclo di film ultrasottili non è nemmeno stato preso in considerazione. Il contributo delle nanotecnologie Una delle maggiori opportunità offerte dalle nanotecnologie applicate al settore del fotovoltaico, è di elevare l’efficienza solare attraverso nanoparticelle di biossido di titanio e argento insieme a materiali nanostrutturati e telluro di cadmio, da utilizzare prevalentemente nelle celle solari a film sottili. Purtroppo, nessuno dei pannelli solari a base “nano” già disponibili sul mercato sembra già in grado di incrementare l’efficienza e dimezzare i costi. Ad esempio, Nanosolar, azienda americana specializzata nel settore, produce celle a film sottili con un’efficienza che supera di poco il 14% (contro il 25% dei pannelli convenzionali) e auspica di raggiungere una produzione di mercato ad un costo pari a 1 dollaro per watt (12). 13 Nonostante sia difficile confrontare il costo per watt, il dato europeo dei tradizionali sistemi per lo sfruttamento dell’energia solare è intorno a 0,50 euro per watt (13). Naturalmente, lo sviluppo dei pannelli a film sottili con nanomateriali è appena iniziato, e ci sono notevoli margini di miglioramento e potenzialità per affrontare la questione dei costi e dell’efficienza. I pannelli fotovoltaici, garantiscono la produzione di energia da una fonte completamente rinnovabile e consentono di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Ad ogni modo, è necessario procedere con un’analisi dell’intero ciclo di vita, valutando l’impatto di ogni singola fase, soprattutto per quanto concerne l’utilizzo di nanomateriali e di sostanze prodotte tramite processi a livello nanometrico. Altre tecniche includono il deposito di nanocristalli e particelle sospese in inchiostri, nanostrutture, fili, celle di argento e la produzione di laminati per proteggere le celle solari. Molte delle più promettenti applicazioni delle nanotecnologie nel settore del solare, tra cui materiali plastici per convertire raggi solari e infrarossi, sono ancora in fase sperimentale PRODUZIONE DI ENERGIA RINNOVABILE CON NANOTECNOLOGIE Vantaggi attesi: ELEVATI Fattibilità: POSITIVA, MA DA APPROFONDIRE Complessità MOLTO ALTA Vantaggi: MOLTI, MA MINORI RISPETTO ALLE ASPETTATIVE Ambiente, salute e sicurezza: PROFILO TOSSICOLOGICO ED ECOTOSSICOLOGICO NON IDENTIFICATO Anche in presenza di importanti benefici per la società, lo sviluppo di pannelli fotovoltaici realizzati con nanotecnologie deve avvenire in modo sostenibile e sicuro, attraverso l’adozione di misure e protocolli per la protezione della salute dei lavoratori e la riduzione dell’impatto ambientale, applicando il principio di precauzione in attesa di dati certi sulla valutazione del rischio (11). Le celle solari a film sottile che utilizzano nanoparticelle quali cadmio, argento e biossido di titanio oltre a nanostrutture ingegnerizzate, sembrano presentare un profilo tossicologico rilevante. Molti ricercatori stanno elaborando degli studi sull’impatto di queste sostanze, utilizzate anche in altri numerosi ambiti applicativi delle nanotecnologie. 14 Disponibilità commerciale: ALCUNI PANNELLI DISPONIBILI, ALTRI ANCORA IN FASE DI SPERIMENTAZIONE O TEST Convenienza: POSSIBILE CONVENIENZA RISPETTO ALLE TECNOLOGIE CONVENZIONALI MA ANCORA DA VALUTARE LA FASE DI SMALTIMENTO Risultati attesi per la collettività: ELEVATI, A PATTO DI GARANTIRE UN INTERO CICLO DI VITA SOSTENIBILE 15 Inquinamento e gestione dei rifiuti Due fenomeni in costante aumento Le nanotecnologie offrono buone prospettive nel ripristino ambientale e la gestione dei rifiuti. Alcuni esperti stimano che il mercato mondiale delle nanotecnologie applicate ai servizi ambientali raggiungerà i 6,1 bilioni di dollari entro il 2010 (4). Naturalmente, anche dotandosi delle migliori tecnologie in tali ambiti, occorre intervenire a monte della situazione di inquinamento, attivando campagne di prevenzione in modo da evitare o almeno ridurre l’entità dei danni provocati. Le tecniche di ripristino ambientale, non sono ad esempio in grado di risolvere pienamente problemi quali la potabilizzazione dell’acqua, la rimozione di inquinanti di origine aerea, siti contaminati da attività industriali. Ad esempio, la contaminazione del suolo viene risolta in gran parte asportando strati potenzialmente coltivabili di terreno, e conferendoli in discarica. Con questo metodo, il problema viene trasferito da un sito ad un altro. Il ruolo delle nanotecnologie. Ci sono una serie di tecniche per la rimozione dell’inquinamento e la bonifica ambientale basate sull’utilizzo di nanotecnologie. La fotocatalisi, impiegando nanoparticelle di biossido di titanio, è in grado di abbattere inquinanti come nitrati e composti organici volatili e trova numerose applicazioni nel settore della chimica. Ad esempio, le vernici a base di questa sostanza stanno sostituendo i tradizionali prodotti a base organica usati per mantenere pulite le superfici degli edifici. Nel futuro, grazie alle sue proprietà fotocatalitiche, si potrebbero ridurre gli inquinanti presenti nell’aria. I componenti organici nelle soluzioni tradizionali sono molto tossici mentre il biossido di titanio nella sua dimensione normale è considerato sicuro. In realtà, anche questa sostanza, se utilizzata in forma “nano”, durante la pulizia delle superifici potrebbe mescolarsi con l’acqua piovana e terminare in corsi d’acqua provocando possibili problemi tossicologici agli organismi acquatici (15,16). Per questi motivi, le nanoparticelle di titanio, sono oggetto di numerosi studi epidemiologici da parte di numerosi istituti di ricerca. Proprio recentemente, sono stati riscontrati effetti intergenerazionali: uno studio ha evidenziato in alcuni esemplari di topi in gravidanza il trasferimento di queste molecole da alla prole, con relativi danni al sistema nervoso e all’apparato riproduttivo negli esemplari maschi (17). In Australia, invece, l’applicazione di filtri solari a base di titanio su nuovi tetti in acciaio, ha provocato una reazione non prevista più forte e rapida di 100 volte rispetto al previsto. 16 La bonifica dei terreni, specialmente in siti industriali e militari abbandonati, è un’esigenza sempre crescente nei paesi industrializzati. L’utilizzo di materiali ferrosi nanostrutturati e ossidi di ferro viene considerato l’unico vero rimedio in grado di apportare seri miglioramenti alle performance delle operazioni di bonifica, anche se attualmente i costi risultano decisamente più elevati rispetto a quelli dei prodotti attualmente in uso (19). Mentre in alcune aree dell’Europa e degli Stati Uniti l’applicazione di questi prodotti sta mostrando risultati molto significativi, non ci sono abbastanza informazioni in merito al rilascio di nanoparticelle negli ecosistemi e ai possibili rischi per la biosfera,falde acquifere, ecc. Soluzioni non ancora mature Le applicazioni delle nanotecnologie per le tecniche di bonifica e ripristino ambientale sono state testate in laboratorio e alcune sono state lanciate sul mercato, ma sono pochissime quelle che presentano standard sulla sicurezza e l’efficienza. Molte soluzioni presentate sono ancora in fase sperimentale o oppure fanno parte di specifici progetti pilota. Ci sono diverse questioni fondamentali da risolvere: come è possibile assicurare che la tecnologia utilizzata sia davvero efficace o che addirittura non sia non più dannosa degli stessi inquinanti rimossi? I nanomateriali utilizzati per filtrare i contaminanti potrebbero finire nella catena alimentare, causare patologie croniche e/o degradare il terreno e l’ecosistema? Quale è il reale carico ambientale che l’utilizzo di questi nanomateriali comporta? Infine, ogni nuova soluzione deve essere confrontata con quelle esistenti per dimostrare un miglioramento in efficienza ed economicità, impatto ambientale e sociale. (21) La migliore strategia attuabile, in un’ottica di sostenibilità, resta quella di ridurre l’inquinamento e la produzione di rifiuti nel ciclo produttivo a monte. RIPRISTINO AMBIENTALE CON LE NANOTECNOLOGIE Vantaggi attesi: ELEVATI Fattibilità: POSITIVA Complessità tecnologica: MOLTO ELEVATA Vantaggi: PRESENTI, ANCHE RISPETTO ALLA TECNOLOGIA ESISTENTE Ambiente, salute e sicurezza: IMPATTO NELLA FASE DI UTILIZZO RISULTA SCONOSCIUTO Disponibilità commerciale: ALCUNI PRODOTTI SONO GIÀ SUL MERCATO, ALTRI IN FASE DI SPERIMENTAZIONE Convenienza: PROBABILE, MA ANCORA DA ACCERTARE Risultati attesi per la collettività: SE LA SICUREZZA VIENE GARANTITA, SONO ATTESI NOTEVOLI BENEFICI NEI SETTORI IN CUI IL RIPRISTINO AMBIENTALE È RICHIESTO 17 Le nanotecnologie per una produzione e un consumo sostenibili Una delle maggiori aspettative provenienti dalle nanotecnologie verdi, è quella di raggiungere una produzione di merci più sostenibile, risparmiando energia e risorse (materie prime, acqua) e impiegando materiali meno tossici. Ad ogni modo,è molto difficile confrontare processi produttivi tradizionali con quelli più innovativi in cui si inseriscono le nanotecnologie. Sono stati avviate ben poche analisi del ciclo di vita del prodotto, per comparare la sostenibilità dei materiali realizzati con e senza manipolazioni a livello nanometrico. In ogni caso, da un’indagine della situazione attuale emerge come i vantaggi ambientali conseguiti grazie alle nuove applicazioni sembrano essere inferiori rispetto ai possibili impatti ambientali negativi causati dalla loro produzione e utilizzo. Il ruolo delle nanotecnologie nella conversione della chimica I nanoprodotti sono spesso proposti quali valide alternative a sostanze chimiche dannose come metalli pesanti e agenti chimici notevolmente tossici. Non ci sono dubbi che questa sia una brillante prospettiva, applicabile soprattutto nel campo dei rivestimenti e degli adesivi. Ad esempio, le attuali pitture autopulenti necessitano di agenti chimici molto forti e tossici per poter essere efficaci. I nanomateriali consentono di sostituire l’effetto del reagente chimico con uno di tipo strutturale, riducendo la tendenza di adesione alle vernici da parte degli organismi. Le nanoparticelle di biossido di titanio, biossido di silicio, ossido di magnesio o zinco possono sostituire le sostanze chimiche ritardanti considerati estremamente tossiche. Sfortunatamente, in alcuni di questi casi, non è chiaro se la sostituzione si verificherà in modo completamente sicuro. Le nanotecnologie hanno delle grandi potenzialità per ridurre l’utilizzo di sostanze dannose,ma in definitiva la maggior parte dei vantaggi non è ancora quantificabile in maniera puntuale (22). E’ benefica la produzione di nanomateriali? I nanomateriali vengono spesso etichettati come “ecoefficienti”, in quanto più leggeri e resistenti dei materiali che sostituiscono. Ad esempio,con i nanotubi di carbonio si possono ottenere componenti industriali che funzionano con minore energia. Questi minuscoli cilindri fatti di carbonio, sono le fibre più forti e resistenti mai inventate e possiedono proprietà elettriche davvero uniche. Sono già disponibili sul mercato in molti campi soprattutto nella componentistica di auto e aerei, plastiche ad altro rendimento, filtri per carburanti, strumenti elettronici e batterie al litio in carbonio. Potreb- PRODUZIONE SOSTENIBILE CON LE NANOTECNOLOGIE Vantaggi attesi: MOLTO ELEVATI bero essere in grado di garantire per automobili e aerei un’elevata illuminazione e un minor consumo meno carburante, riducendo in maniera significat- Fattibilità: PRODUZIONE GIÀ AVVIATA va il costo ambientale del viaggio. Complessità Ad ogni modo, ci sono delle versioni ampiamente tecnologica: MOLTO ELEVATA Vantaggi: PRESENTI tubi di carbonio. La produzione di questi nanoma- Ambiente, salute e sicurezza: POSSIBILI IMPATTI DEL CICLO PRODUTTIVO SU AMBIENTE E SALUTE UMANA, MENTRE NELLA SOSTITUZIONE DEI PRODOTTI CHIMICI RISULTANO SCONOSCIUTI Disponibilità MERCATO commerciale: discordanti sulle prospettive di sviluppo dei nano- ALCUNI PRODOTTI SONO GIÀ SUL Convenienza: PROBABILE teriali potrebbe anche avere inaspettati e maggiori impatti ambientali. Dalla necessità di lavorare in ambienti specializzati, a un elevato utilizzo di energia e acqua; da una crescente produzione di rifiuti speciali, alle emissioni di gas serra, e infine all’utilizzo di agenti chimici tossici e solventi quali il benzene. (23,24) . Il ciclo di vita delle nanofibre di carbonio è uno dei primi casi su cui è stato applicato il metodo LCA (life cycle assessment). Alcuni ricercatori ritengono che possano influire su fenomeni quali i cambiamenti climatici e il buco dell’ozono, e che possa essere cento volte più dannoso, per unità di peso, verso l’uomo e l’ambiente rispetto a materiali tradizionali quali alluminio, acciaio e polipropilene (25). Sembra quindi molto probabile che ogni vantaggio in termini ambientali del prodotto finito , sia compensato da elevati costi ambientali di produzione. Fino a quando non ci saranno studi precisi in grado di fornire una valutazione del rischio condivisa e completa, rimarrà l’incertezza circa le reali potenzialità e gli impatti delle Nanotecnologie verso l’ambiente e la salute dei lavoratori e dei consumatori. La grande e vera sfida proposta con lo sviluppo delle nanotecnologie verdi, è quella di trasferire l’efficienza ottenuta grazie a queste innovazioni tecnologiche, all’intero ciclo di produzione e consumo, rendendolo sostenibile. Purtroppo,l’efficienza produttiva si ottiene ancora incentivando un consumo su larga scala piuttosto che conseguendo un rispamio ambientale. Sfortunatamente l’innovazione tecnologica da sola non è mai sufficiente a garantire risultati positivi in termini ambientali e sociali. Risultati attesi per la collettività: DISCUTIBILI, DA ACCERTARE CON PRECISIONE E DA SUPPORTARE CON ANALISI DEL CICLO DI VITA 18 19 References Conclusioni: Il futuro delle nanotecnologie verdi A dispetto delle molte promesse di una riduzione delle pressioni ambientali e di una produzione sostenibile di merci, fatte dai produttori e sostenitori delle nanotecnologie, ben poche di queste soluzioni alternative sono state già attuate. Molte potenziali applicazioni nel trattamento delle acque, nel ripristino e bonifica ambientale,nel trattamento dei rifiuti sono ancora in fase di speirmentazione. La commercializzazione a scala globale potrebbe verificarsi nei prossimi 5-10 anni. Ancora più importante è il fatto che molti di questi prodotti o tecnologie sono sviluppate senza una disciplina normativa per la salvaguardia dell’ambiente, della salute e della sicurezza. Visto che gli studi sulla tossicologia dei nanomateriali stanno procedendo piuttosto lentamente rispetto all’evoluzione tecnologica, le preoccupazioni per i possibili danni alla salute e all’ambiente, stanno crescendo. Questo immobilismo rende ancora più necessaria la richiesta delle associazioni ambientaliste di applicare il principio di precauzione prima della distribuzione sul mercato a larga scala di questi prodotti e applicazioni. 20 1. Allenby, B. R. and D. Rejeski (2009). “The industrial ecology of emerging technologies.” Journal of Industrial Ecology 12(3): 267-270. 2. Karn, B. (2008). “The road to green nanotechnology.” Journal of Industrial Ecology 12(3): 262-26618. 3. Barlow, M. (2007). Blue Covenant - the global water crisis and the coming battle for the right to water. Melbourne, Black Inc. 4. Hillie, T. et al. (2007). Nanotechnology, water and development. 5. Salamanca-Buentello, F. et al. (2005). “Nanotechnology and the developing world (2005).” PLoS Medicine 2(5). 6. Meridian_Institute (2006). “Overview and comparison of conventional water treatment technologies and nano-based water treatment technologies.” Global Dialogue on nanotechnology and the poor: opportunities and risks. Chennai, India, Meridian Institute. 7. SCENIHR (2009). Risk Assessment of Products of Nanotechnologies. 8. UNESCO (2006). “Water - a shared responsibility (executive summary).” UN-WATER/WWAP/2006/3. 9. Ortego, J. (2008). “Nanotechnology: Energizing the Future.” Nanofrontiers Newsletter Fall 2008. Washington D.C., Project on emerging nanotechnologies. 10. Luther, W. (2008). “Applications of nanotechnologies in the energy sector.” Aktionslinie Hessen Nanotech Number 9. 11. SVTC (2009). Toward a Just and Sustainable Solar Energy Industry. S. V. T. Coalition. 12. Bergeson, K. (2009). “What Are Thin Film Flexible Solar Cells?” EzineArticles.com, from http://ezinearticles. com/?What-Are-Thin-Film-Flexible-Solar-Cells?&id=1906366. 13. Greenpeace and EPIA (2008). Solar Generation V – 2008. 14. BCC_Research. (2006). “Nanotechnology in Environmental Applications (Summary).” Retrieved 16/3/09, 2009, from http://www.bccresearch.com/report/NAN039A.html. 15. Lubick, N. (2009). “Promising green nanomaterials.” Environmental Science Technology 43(5): 1247-1249.22. Fiedeler, U. (2008). “Using nanotechnology for the substitution of hazardous chemical substances.” Industrial Ecology 12(3): 307-314. 16. Kaegi, R. et al. (2008). “Synthetic TiO2 nanoparticle emission from exterior facades into the aquatic environment.” Environmental Pollution (156): 233–239. 17. Takeda, K. et al. (2009). “Nanoparticles Transferred from Pregnant Mice to Their Offspring Can Damage the Genital and Cranial Nerve Systems” Journal of Health Sciences 55(1): 95-102. 18. Barker, P. J. and A. Branch (2008). “The interaction of modern sunscreen formulations with surface coatings.” Progress in Organic Coatings (62): 313–320. 19. Zhang, W.-x. (2003). “Nanoscale iron particles for environmental remediation: An overview.” Journal of Nanoparticle Research 5(3-4): 326-328. 20. Gheorghiu, F. et al. (2005). In-Situ Treatments using Nano-Scale Zero-Valent Iron Implemented in North America and Europe. US EPA Workshop on Nanotechnology for Site Remediation. Washington. 21. Ramsden, J. (2006). Complexity and risk in environmental remediation using nanoparticles (abstract). Report from the Workshop on Nanotechnologies for Environmental Remediation. 23. Kushnir, D. and B. o. A. Sand´en (2008). “Energy requirements of carbon nanoparticle production.” Industrial Ecology 12(3): 360-375. 24. Senguel, H. et al. (2008). “Toward sustainable nanoproducts: an overview of nanomanufacturing methods.” Industrial Ecology 12(3). 25. Khanna, V. et al. (2008). “Carbon Nanofiber Production Life Cycle Energy Consumption and Environmental Impact.” Journal of Industrial Ecology 12(3). 21