breve presentazione curata da Aldo Pappalepore linguaggio sql: DDL 1 I comandi del linguaggio SQL si dividono nei seguenti sottoinsiemi: - D M L Data Manipulation Language - D D L Data Description Language - D C L Data Control Language Il Data Description Language e’ quella parte del linguaggio SQL, che contiene tutti i comandi per la definizione di un database. Analizzeremo in questa fase i principali comandi che ci permetteranno di costruire un database. linguaggio sql: DDL 2 Per descrivere il formato dei comandi verranno utilizzati i seguenti simboli: <> delimitano i nomi degli elementi del linguaggio; [ ] denotano un elememnto opzionale; … indicano che l’elem. prec. può essere ripetuto; { } raggruppano più elementi di una definizione; a|b indica che gli elementi a e b sono in alternativa. Le parole chiave verranno scritte in maiuscolo. Un comando SQL è normalmente costituito da una operazione seguita da una o più clausole che la specificano. linguaggio sql: DDL 3 Il comando CREATE SCHEMA, si limita a creare una cartella col nome specificato nel comando. La sintassi e’ la seguente : CREATE SCHEMA <nome_schema> Vedi esempio 1 linguaggio sql: DDL 4 La tabella e’ la struttura dati fondamentale di Sql; essa si caratterizza come un insieme di record (righe), ciascuno dei quali contiene un certo numero di campi (colonne). La sua sintassi e’ la seguente: CREATE TABLE <nome tabella> (Nome CHAR(15), Cognome CHAR(20)) Una tabella deve avere almeno un campo. Vedi esempio 2 linguaggio sql: DDL 5 Nella sintassi della creazione di una tabella la definizione di una colonna ha il seguente formato: <nome colonna> <tipo dati> [<clausola_default>] [<definizione_vincolo_di_colonna>] La <clausola di_default> specifica opzionalmente, facendolo precedere dalla parola chiave DEFAULT, il valore di default da assegnare agli elementi della colonna; possono essere delle costanti o delle espressioni dello stesso tipo della colonna cui si riferiscono.Gli altri tre elementi che compongono la definizione della colonna sono il nome, il tipo dei dati e i vincoli di integrita’ linguaggio sql: DDL 6 Numeric,Decimal,Integer e Smallint sono anche definiti ‘Tipi numerici esatti’ e rappresentano i numeri decimali positivi e negativi con o senza la virgola. Float,Real e Double sono anche definiti ‘Tipi Numerici Approssimati’ o Floating Point (Virgola Mobile) e implementano, nei limiti della precisione ottenibile, i numeri reali. linguaggio sql: DDL 7 I principali tipi di dati supportati dal linguaggio SQL, sono i seguenti: - CHARACTER - NUMERIC - DECIMAL - INTEGER - SMALLINT - FLOAT - REAL - DOUBLE PRECISION - DATE linguaggio sql: DDL 8 La sintassi e’: CHARACTER [VARYNG] [<lunghezza>] Il tipo CHARACTER, puo’ essere di lunghezza fissa o variabile; nel primo caso il numero dei caratteri e’ sempre uguale al numero definito da <lunghezza>, nel secondo caso, specificato mediante l’opzione VARYNG, il numero di caratteri di ciascun valore inserito puo’ variare da zero fino a un numero massimo di caratteri pari a <lunghezza>.Una lunghezza non definita e’ per default uguale a 1. CHARACTER CHARACTER(20) CHARACTER VARYNG (100) CHARACTER puo’ essere abbreviato con CHAR e CHARACTER VARYNG con VARCHAR. linguaggio sql: DDL 9 Sintassi : NUMERIC [(<precisione> [,<scala>])] DECIMAL [(<precisione> [,<scala>])] INTEGER SMALLINT La parola chiave INTEGER puo’ essere abbreviata con INT, la parola chiave DECIMAL con DEC. La <precisione> nei tipi NUMERIC e DECIMAL, indica il numero massimo di cifre,comprendendo quelle a destra e a sinistra della virgola escluso il segno; la <scala> specifica il numero di cifre a destra della virgola. La precisione deve essere maggiore o uguale a 1, la scala maggiore o uguale a 0. INTEGER e SMALLINT sono tipi numerici esatti con scala uguale a 0, cioe’ senza virgola.Spesso NUMERIC e DECIMAL sono sinonimi. Vedi esempio 3 linguaggio sql: DDL 10 La rappresentazione dei numerici approssimati avviene tramite le due componenti mantissa ed esponente: mEn e’ la sua rappresentazione; m*10 n è il suo valore. La mantissa puo’ essere un numero decimale positivo o negativo con o senza virgola, l’esponente e’ un numero intero positivo o negativo. Sintassi : FLOAT [(<precisione>)] REAL DOUBLE PRECISION Nel tipo Float la precisione si riferisce alla lunghezza massima della mantissa linguaggio sql: DDL 11 Esempi di specifica di tipi numerici approssimati sono: FLOAT(20) REAL FLOAT Esempi di costanti di tipo numerico approssimato sono: 150E5 +18E3 -18E3 -25E-10 -23.5E4 linguaggio sql: DDL 12 Il tipo DATE nel linguaggio SQL rappresenta le date come sequenze di tre valori, riferiti all’anno, al mese, al giorno. Le costanti di tipo DATE sono espresse nel seguente formato: DATE ‘AAAA-MM-GG’ Esempio: DATE ‘2002-06-21’ La funzione Current_date, senza parametri, restituisce la data corrente, derivandola dalla data del sistema. linguaggio sql: DDL 13 La definizione di vincoli di integrita’ consente di limitare i valori ammissibili per una determinata colonna della tabella in base a specifici criteri. I vincoli d’integrita’ forniscono forme di controllo che si riferiscono non solo al singolo valore da inserire, ma anche alle relazioni di tale valore con altri valori all’interno della stessa colonna della tabella e con colonne di altre tabelle. La sintassi del vincolo di integrita’ di colonna e’ la seguente: <vincolo_di_colonna> ::= [CONSTRAINT <nome_vincolo>] {<vincolo_NOT_NULL> | <vincolo_di_univocita’> | <vincolo_di_chiave_esterna> | <vincolo_di_controllo>} [<attributi_del_vincolo>] linguaggio sql: DDL 14 La specifica [CONSTRAINT <nome_vincolo>] e’ opzionale, dare un nome al vincolo puo’ essere utile per individuare, durante una operazione di DML, quale vincolo e’ stato violato. {<vincolo_NOT_NULL> | <vincolo_di_univocita’> | <vincolo_di_chiave_esterna> | <vincolo_di_controllo>} sono i possibili tipi di vincoli. Le opzioni <attributi del vincolo> si riferiscono alla modalita’ di applicazione del vincolo. linguaggio sql: DDL 15 Sintassi: <vincolo_not_null> ::= NOT NULL Tale vincolo stabilisce che la colonna NON puo’ contenere valori nulli: i valori della colonna sono obbligatori. Per esempio nella creazione della tabella Veicoli, volendo specificare che il codice modello del veicolo e’ un dato obbligatorio, scriveremo: CREATE TABLE Veicoli (… Cod_Modello CHARACTER (3) NOT NULL, …) Oppure dando il nome V_Cod_Modello al vincolo: Cod_Modello CHARACTER (3) Vedi esempio 4 CONSTRAINT V_Cod_Modello NOT NULL, linguaggio sql: DDL 16 Ci sono due vincoli di unicita’: UNIQUE e PRIMARY KEY La sintassi e’: <vincolo_UNIQUE> ::= UNIQUE <vincolo_PRIMARY_KEY> ::= PRIMARY KEY Ad esempio se volessimo specificare che i nomi dei modelli sono unici, scriveremo: CREATE TABLE Modelli (… Nome_Modello CHARACTER (30) UNIQUE, …) Il vincolo UNIQUE permette l’esistenza di piu’ valori NULL della o delle colonne specificate. Vedi esempio 5 linguaggio sql: DDL 17 PRIMARY KEY e’ invece una combinazione dei vincoli UNIQUE e NOT NULL e serve a specificare la chiave primaria in una tabella, essa e’ unica per ogni tabella. Nel caso in cui la chiave PRIMARY KEY sia composta da una sola colonna, il vincolo puo’ essere specificato come vincolo di colonna: CREATE TABLE Veicoli (Targa CHAR (10) PRIMARY KEY , ……) Vedi esempio 6 linguaggio sql: DDL 18 Nel caso in cui la chiave PRIMARY KEY sia composta da piu’ colonne, il vincolo puo’ essere specificato solo come vincolo di tabella: CREATE TABLE Proprieta’ (Targa CHAR (10), Cod_Proprietario CHAR (5), … PRIMARY KEY (Targa, Cod_Proprietario), …) Vedi esempio 7 linguaggio sql: DDL 19 Date due Tabelle T1 e T2 che rappresentino insiemi di entita’ legati da una relazione, il vincolo di chiave esterna rappresenta in maniera esplicita il fatto che un attributo di T1 e’ utilizzato come chiave esterna legata alla chiave primaria della tabella T2. Si crea quindi un vincolo di integrita’ referenziale, il quale impone che ad ogni valore non nullo della tabella T1 corrisponde uno e un solo valore nella tabella T2. T1 e’ detta tabella referente e T2 tabella riferita. La sintassi e’ la seguente: <vincolo_di_chiave_esterna_di_colonna> ::= REFERENCES <tabella_riferita> [<colonna_riferita>[{,<colonna_riferita>}…] [MATCH {FULL ! PARTIAL}] [<azione_innescata>] linguaggio sql: DDL 20 Per esempio nella tabella Veicoli (T1) la colonna Cod_Categoria è chiave esterna legata alla colonna Cod_Categoria della tabella Categorie (T2): si specifica così che ogni veicolo appartiene ad una categoria e che questa è unica per quel veicolo. Veicolo (T1) Categorie (T2) Cod_Categoria Nome_Categoria 1 N Targa Cod_Modello Cod_Categoria Cilindrata Combustibile Cavalli_Fiscali Velocità Posti Immatricolazione linguaggio sql: DDL 21 La sintassi del vincolo di chiave esterna, quando specificato come vincolo di colonna, è la seguente: CREATE TABLE Veicoli (… Cod_Categoria CHARACTER(2) REFERENCES Categorie (Cod_Categoria), …) . Vedi esempio 8 linguaggio sql: DDL 22 È possibile utilizzare anche un vincolo di tabella ad esempio: CREATE TABLE Veicoli (… Cod_Categoria CHARACTER(2), … FOREIGN KEY(Cod_Categoria) REFERENCES Categorie(Cod_Categoria), …) Le clausole MATCH PARTIAL e MATCH FULL sono alternative; la seconda specifica un’ulteriore condizione di vincolo,imponendo che i valori delle colonne referenti siano tutti NULL o contengano tutti valori non nulli. linguaggio sql: DDL 23 La <azione_innescata>,che indica al DBMS l’azione da intraprendere qualora venga violata una delle condizioni del vincolo di chiave esterna in seguito a una operazione di aggiornamento o di cancellazione, ha la seguente sintassi: <azione_innescata> ::= ON UPDATE [{<azione}] [ON DELETE [{<azione}]] | ON DELETE[{<azione}] [ON UPDATE [{<azione}]] dove <azione> è così definita: <azione> ::= CASCADE | SET NULL | SET DEFAULT | NO ACTION Può essere specificata prima la clausola ON UPDATE e poi la clausola ON DELETE o viceversa. linguaggio sql: DDL 24 Nel caso ON DELETE l’azione, che viene attivata dalla cancellazione di righe nella tabella riferita, è eseguita sulle righe corrispondenti della tabella referente e ha il seguente effetto: CASCADE le righe della tabella referente vengono anch’esse cancellate SET NULL i valori della colonna referente vengono imposti a NULL SET DEFAULT i valori nella colonna referente vengono impostati al valore di default definito per la colonna NO ACTION il sistema non innesca alcuna azione speciale: questo è il valore di default linguaggio sql: DDL 25 Nel caso ON UPDATE l’azione, che viene attivata dall’aggiornamento di righe nella tabella riferita, è eseguita sulle righe corrispondenti della tabella referente e ha il seguente effetto: CASCADE i valori nella colonna referente vengono impostati agli stessi valori assegnati alla colonna riferita SET NULL i valori della colonna referente vengono imposti a NULL SET DEFAULT i valori nella colonna referente vengono impostati al valore di default definito per la colonna NO ACTION il sistema non innesca alcuna azione speciale: questo è il valore di default Vedi esempio 9 linguaggio sql: DDL 26 Il vincolo di controllo è utilizzato per verificare generiche condizioni sui valori di una colonna. La sintassi è la seguente: <vincolo_di_controllo>::= CHECK(<condizione>) in cui <condizione> viene espressa con gli operatori di confronto, i connettori logici, gli operatori BETWEEN, IN e LIKE dove: Operatori di confronto: = < > <= >= <> Connettori logici: AND OR NOT Between: <argomento> between <valore1> AND <valore2> In: <argomento> in (‘valore1’,’valore2’,’valore3’) Like: <argomento> like ‘al_3b%’ dove _ indica un carattere qualsiasi e % una sequenza di caratteri qualsiasi linguaggio sql: DDL 27 Ad esempio: CREATE TABLE Veicoli (… Cilindrata NUMERIC (4) CHECK (Cilindrata < 3000), …) Oppure: CREATE TABLE Veicoli (… Cilindrata NUMERIC (4) CHECK (Cilindrata between 1500 and 3000), …) Vedi esempio 9bis linguaggio sql: DDL 28 Tramite il comando DROP SCHEMA viene eliminato uno schema logico, cioè vengono cancellate tutte le definizioni in esso contenute e i dati corrispondenti; tale azione è definitiva e lo schema non sarà più accessibile. La sintassi è: DROP SCHEMA <nome_schema> {RESTRICT | CASCADE} Le opzioni RESTRICT e CASCADE sono alternative ed è obbligatorio specificare l’una o l’altra: con RESTRICT lo schema viene eliminato solo se vuoto, con CASCADE in ogni caso. Ad esempio: DROP SCHEMA Registro_Automobilistico RESTRICT non ha effetto se il database non è vuoto DROP SCHEMA Registro_Automobilistico CASCADE vengono cancellati sia i dati sia le definizioni del database Registro_Automobilistico Vedi esempio 10 linguaggio sql: DDL 29 Il comando DROP TABLE elimina la definizione e il contenuto di una tabella. La sintassi è: DROP TABLE <nome_tabella> {RESTRICT | CASCADE} Le opzioni RESTRICT e CASCADE sono alternative ed è obbligatorio specificare l’una o l’altra. Specificando la prima opzione la tabella viene eliminata solo se non è utilizzata nella definizione di altri oggetti dello schema. Nel caso in cui la colonna, ad esempio Cod_Categoria, sia usata in un vincolo di chiave esterna della tabella Veicoli, il comando DROP TABLE Categorie RESTRICT fallisce linguaggio sql: DDL 30 Quando usiamo CASCADE invece, oltre ad essere eliminata la tabella specifica, vengono eliminate tutte le dipendenze di tale tabella nelle altre definizioni dello schema. Ad esempio: DROP TABLE Categorie CASCADE ha l’effetto di eliminare la definizione e i dati della tabella Categorie, nonché l’eventuale definizione del vincolo di chiave esterna nella tabella Veicoli. Vedi esempio 11 linguaggio sql: DDL 31 La modifica di una tabella in SQL viene realizzata con il comando ALTER TABLE. Tale comando permette di modificare alcune delle caratteristiche di una tabella; in particolare è possibile aggiungere ed eliminare colonne, aggiungere ed eliminare vincoli di tabella, assegnare ed eliminare valori di default. Il comando ha forme sintattiche diverse per ciascuna funzione svolta. La forma: ALTER TABLE <nome_tabella> ADD [column] <definizione_di_colonna> permette di aggiungere una nuova colonna a una tabella, la colonna aggiunta risulterà l’ultima nella numerazione delle colonne. linguaggio sql: DDL 32 La forma: ALTER TABLE <nome_tabella> DROP [column] <nome_colonna>{RESTRICT | CASCADE} permette di eliminare la definizione e i dati di una colonna da una tabella. Le opzioni RESTRICT e CASCADE sono alternative ed è obbligatorio specificare o l’una o l’altra; per il loro significato fare riferimento ai comandi precedenti. Vedi esempio 12 linguaggio sql: DDL 33 La forma: ALTER TABLE <nome_tabella> ADD <vincolo_di_tabella> permette di aggiungere un nuovo vincolo di tabella a quelli già esistenti. Per aggiungere alla tabella Veicoli la verifica che la cilindrata sia inferiore a 3000 scriveremo: ALTER TABLE Veicoli ADD CONSTRAINT Controlla_Cilindrata CHECK (Cilindrata < 3000) Vedi esempio 13 linguaggio sql: DDL 34 La forma: ALTER TABLE <nome_tabella> ALTER [COLUNM] <nome_colonna> SET <clausola_default> permette di aggiungere l’assegnazione di un valore di default a una colonna. Per esempio, per aggiungere il valore di default 0 alla colonna Cilindrata scriveremo: ALTER TABLE Veicoli ALTER Cilindrata SET DEFAULT 0 infine la forma: ALTER TABLE <nome_tabella> ALTER [COLUNM] <nome_colonna> DROP DEFAULT permette di eliminare il valore di default per una colonna,ad esempio: ALTER TABLE Veicoli ALTER Cilindrata DROP DEFAULT Vedi esempio 14 linguaggio sql: DDL 35 Il DML (Data Manipulation Language), è il sottinsieme dei comandi del linguaggio SQL per le operazioni di interrogazione, e di aggiornamento dei dati, quali inserimento,modifica, cancellazione. Nelle prossime slide, ci occuperemo dell’aspetto aggiornamento dei dati di un database. Vedremo i comandi che consentono di inserire nuovi dati in una tabella precedentemente definita, di modificare i dati contenuti in una tabella e di effettuarne la cancellazione. linguaggio sql: DML 36 Il comando INSERT è utilizzato per l’inserimento dei dati in una tabella. La sua sintassi è: <comando insert> ::= INSERT INTO <nome_tabella> [(lista_di_colonne)] <origine> dove: <nome_tabella> identifica la tabella di destinazione <lista_di_colonne> identifica tutte o alcune colonne in cui i dati vanno inserirti <origine> identifica i valori o la tabella di provenienza dei dati da inserire linguaggio sql: DML 37 Nel caso in cui i valori da inserire vengono indicati esplicitamente <origine> ::= VALUES <lista_di_valori> Come nell’esempio: INSERT INTO Veicoli VALUES (‘A123456X’,’01’,’85’,’195’,’5’, DATE ’1998-1230’,’1796’,’004’,’01’) I valori elencati devono rispettare l’ordine che le colonne presentano nella tabella e corrispondere ai tipi di dato in esse specificate. Vedi esempio 15 linguaggio sql: DML 38 Nel caso in cui i valori da inserire sono contenuti in una tabella questa deve avere la stessa struttura della tabella di destinazione (ordine e domini delle colonne) Per inserire allora i dati contenuti in Veicoli1 nella tabella Veicoli la prima tabella deve avere la stessa struttura della seconda ed il comando sarà: INSERT INTO Veicoli SELECT * FROM Veicoli1 {WHERE Cilindrata not null} Tutte {solo quelle con cilindrata non nulla} le righe della tabella Veicoli1 vengono così aggiunte alla tabella Veicoli linguaggio sql: DML 39 Se la <lista_di_colonne> manca viene considerata composta da tutte le colonne della tabella; va invece sempre utilizzata quando <origine> specifica almeno una delle seguenti condizioni: • non specifica tutte le colonne della tabella di destinazione • specifica le colonne in ordine diverso da cole le stesse si trovano nella tabella INSERT INTO Veicoli (Targa, Cod_Modello) VALUES (‘D238765W’,’002’) le colonne non inserite vengono poste a null e quindi devono ammettere tale valore: vanno quindi sempre specificate le colonne che costituiscono la chiave primaria Vedi esempio 16 linguaggio sql: DML 40 Il comando UPDATE è utilizzato per la modifica dei dati in una tabella. La sua sintassi è: <comando update> ::= UPDATE <nome_tabella> SET <nome_colonna>=<espressione> [, <nome_colonna>=<espressione>…] [WHERE <condizione>] dove: <nome_tabella> identifica la tabella da aggiornare SET <nome_colonna>=<espressione> [, <nome_colonna>=<espressione>…] identifica le colonne e i valori con cui vanno aggiornate [WHERE <condizione>] identifica le righe a cui l’aggiornamento va limitato linguaggio sql: DML Vedi esempio 17 41 Il comando DELETE permette di effettuare la cancellazione di righe dati da una tabella. La sua sintassi è: <comando_delete> ::= DELETE FROM <nome_tabella> [WHERE <condizione>] dove: <nome_tabella> indica la tabella da cui cancellare le righe [WHERE <condizione>] specifica le righe da cancellare se la <condizione> non viene specificata la tabella viene completamente svuotata linguaggio sql: DML Vedi esempio 18 42 Occupiamoci ora di quella parte del DML che analizza tutti i comandi finalizzati allo svolgimento delle operazioni di ricerca su dati già esistenti e tabelle già definite. Nelle prossime slide, ci occuperemo dell’aspetto interrogazione di un database. I comandi di interrogazione -query- permettono di effettuare operazioni di ricerca sui dati contenuti nelle tabelle del database, impostando le condizioni che tali dati devono soddisfare. Tutte le interrogazioni sul database vengono effettuate utilizzando in maniera diretta o indiretta il comando di selezione specificato mediante l’operazione SELECT linguaggio sql: DML 43 Le selezioni operano su tabelle e restituiscono come risultato una tabella. La sintassi del comando di selezione è la seguente: <comando_select> ::= SELECT [ALL | DISTINCT] <lista_di_selezione> <espressione_di_tabella> [<clausola_di_ordinamento>] dove <espressione_di_tabella> è così definita: <espressione_di_tabella> ::= <clausola_FROM> [<clausola_WHERE>] [<clausola_GROUP_BY>] [<clausola_HAVING>] linguaggio sql: DML 44 Nel comando è obbligatorio specificare, oltre alla <lista_di_selezione>, la clausola FROM. La clausola FROM indica la tabella o le tabelle su cui eseguire la selezione. La forma più semplice della lista di selezione è quella costituita da uno o più nomi di colonna della stessa tabella. Questa forma del comando di selezione realizza direttamente l’operazione di proiezione definita nell’algebra relazionale. Ad esempio: SELECT Cod_Modello, Nome_Modello FROM Modelli E’ da notare che l’ordine in cui viene chiesta la restituzione delle colonne è indipendente dall’ordine utilizzato al momento della costruzione della tabella. Vedi esempio 19 linguaggio sql: DML 45 E’ possibile ridenominare le colonne della tabella risultante nel modo seguente: SELECT <nome_colonna> ‘<nome>’FROM <nome_tabella> Ad esempio: SELECT Cod_Modello ‘Codice’ FROM Modelli Qualora sia necessario selezionare tutte le colonne di una tabella, è possibile realizzare ciò, attraverso la seguente forma: SELECT * FROM <nome_tabella> Ad esempio: SELECT * FROM Modelli Vedi esempio 20 linguaggio sql: DML 46 Col comando: SELECT Cod_Modello ‘Modelli presenti’ FROM Veicoli si ottiene una tabella con tante righe quante sono le righe di Veicoli, alcune delle quali contengono lo stesso codice modello. Per eliminare i valori duplicati esiste la specifica di interrogazione DISTINCT Ad esempio: SELECT DISTINCT Cod_Modello ‘Modelli presenti’ FROM Veicoli Il risultato è una tabella dove i valori di Cod_Modello non vengono ripetuti. Vedi esempio 21 linguaggio sql: DML 47 La clausola WHERE permette di specificare delle condizioni nella selezione. La sua sintassi è: <clausola_where> ::= WHERE <condizione> L’uso della clausola WHERE nel comando di selezione realizza l’operazione di selezione o restrizione definita nell’algebra relazionale: data una tabella e una condizione logica definita sugli attributi, la selezione restituisce una tabella con gli stessi attributi di quella di partenza, ma con le sole righe che soddisfano la condizione Le condizioni della clausola where sono specificate mediante gli operatori di confronto, i connettori logici e gli operatori BETWEEN, IN, LIKE, IS NULL. Negli esempi che seguono, mostreremo l’uso della clausola WHERE con i vari tipi di operatori. linguaggio sql: DML 48 Operatori di confronto: = ,<>,>,<,>=,<= SELECT * FROM Veicoli WHERE Cilindrata>1000 Connettori logici: AND, OR, NOT SELECT * FROM Veicoli WHERE Cod_Combustibile=‘01’ AND Cilindrata>1000 Vedi esempio 22 linguaggio sql: DML 49 Le espressioni finora esaminate operano sulle righe della tabella e restituiscono sempre una tabella. Esistono però delle funzioni che calcolano espressioni su insiemi di righe e restituiscono un caso molto particolare di tabella, ovvero un singolo valore scalare. Le funzioni disponibili sono le seguenti: MAX MIN SUM AVG COUNT valore massimo valore minimo somma di valori media di valori conteggio di valori Di seguito mostreremo alcuni esempi di utilizzo di queste funzioni: linguaggio sql: DML 50 SELECT MAX(Cilindrata) ‘Cilindrata massima’ FROM Veicoli SELECT AVG(Cilindrata) ‘Cilindrata media’ FROM Veicoli SELECT COUNT(*) ‘Numero Veicoli’ FROM Veicoli SELECT MIN(Cilindrata) ‘Cilindrata minima’ FROM Veicoli WHERE Cod_Combustibile=‘01’ Vedi esempio 23 linguaggio sql: DML 51 L’ordinamento può essere effettuato in base a una o più colonne e per ciascuna colonna può essere crescente o decrescente. La clausola ha il seguente formato: <clausola_di_ordinamento> :: = ORDER BY <ordine> [{,<ordine>} …] dove <ordine> ::= <nome_colonna>|<numero_colonna> [ASC|DESC] le specifiche ASC e DESC indicano se l’ordinamento deve essere crescente (default) o decrescente Vedi esempio 24 linguaggio sql: DML 52 Vediamo ora come si effettua la ricerca di informazioni mettendo in relazione i dati presenti in tabelle diverse.Utilizzeremo a questo scopo la tecnica delle join (congiunzioni) che realizza tali operazioni definite dalla algebra relazionale. Consideriamo due tabelle che abbiano colonne contenenti dati in comune, tale condizione permette di definire una operazione di join. I nomi delle due colonne spesso sono uguali, ma ciò non è strettamente necessario; le due colonne devono in ogni caso avere lo stesso significato, ovvero i valori delle due colonne devono appartenere allo stesso dominio. Un caso molto comune e significativo di colonne comuni a due tabelle è quello in cui l’appartenenza allo stesso dominio deriva dalla presenza di relazioni tra le due entità rappresentate dalle due tabelle, e quindi dalla presenza di chiavi esterne. linguaggio sql: DML 53 La Equi-Join realizza l’operazione di giunzione naturale definita nell’algebra relazionale: restituisce infatti una terza tabella le cui righe sono tutte e sole quelle ottenute dalle righe delle due tabelle di partenza in cui i valori delle colonne in comune sono uguali. L’operazione di equi-join è implementata in SQL come una forma particolare del comando di selezione: - nella clausola FROM vanno indicate le due tabelle correlate su cui va effettuata la join; - nella clausola WHERE va espresso il collegamento tra le due tabelle, mediante un’apposita condizione detta condizione di join. Per evitare ambiguità nella clausola WHERE e nella lista_di_selezione> è possibile indicare i nomi delle colonne qualificandoli mediante il nome della tabella cui appartengono nel seguente modo: nome_tabella.nome_colonna linguaggio sql: DML 54 Ad esempio, utilizziamo la equi-join per visualizzare per ciascun veicolo la descrizione della relativa categoria; in questo caso la ricerca coinvolge le due tabelle Veicoli e Categorie, poiché l’informazione relativa al nome della categoria, Nome_Categoria, non è presente nella tabella Veicoli. Il comando SELECT che realizza l’equi-join è il seguente: SELECT Targa, Categorie.Cod_Categoria, Nome_Categoria FROM Veicoli, Categorie WHERE Veicoli.Cod_Categoria = Categorie.Cod_Categoria Nella clausola WHERE possono essere aggiunte altre condizioni combinandole in AND con la condizione di JOIN per restringere l’insieme delle righe restituite o combinandole in OR con la condizione di join per estendere l’insieme delle righe restituite. linguaggio sql: DML 55 Se volessimo restringere l’esempio precedente ai soli veicoli con cilindrata maggiore di 1600 e ordinare le righe per valori di targa crescenti, avremo: SELECT Targa, Categorie.Cod_Categorie, Nome_Categoria FROM Veicoli, Categorie WHERE Veicoli.Cod_Categoria = Categorie.Cod_Categoria AND Cilindrata > 1600 ORDER BY Targa Per evitare di specificare i nomi di tutte le colonne di una determinata tabella è definita la seguente notazione abbreviata: <nome_tabella>.* Vedi esempio 25 linguaggio sql: DML 56 La equi-join è un caso particolare di inner-join: per la inner-join la condizione di join non deve essere necessariamente una condizione di uguaglianza. Nelle ultime revisioni allo standard sono stati introdotti, per specificare il tipo di join, dei costrutti ad hoc che però, alcune volte, non sono supportati da DBMS commerciali. Per realizzare la inner-join, e quindi anche, come caso particolare, per la equi-join, è stato introdotto il comando INNER-JOIN, il cui formato è il seguente: <comando_INNER_JOIN> ::= <riferimento_a_tabella> [NATURAL] INNER JOIN <riferimento_a_tabella> [ON <condizione_di_join> | USING <lista_colonne_di_join>] linguaggio sql: DML 57 Le clausole ON e USING sono alternative e servono entrambe a specificare la condizione di join. Utilizzando la prima clausola la condizione deve essere espressa esplicitamente e può contenere operatori diversi da quello di uguaglianza; la seconda è una forma abbreviata che esprime una equi-join effettuata in base alla lista di colonne che seguono la parola chiave USING. L’opzione NATURAL è un’ulteriore abbreviazione che indica una equi-join effettuata in base a tutte le colonne che nelle due tabelle sono identificate dallo stesso nome. Il seguente comando: SELECT * FROM Veicoli,Categorie WHERE Veicoli.Cod_Categoria = Categorie.Cod_Categoria usando il comando INNER JOIN diventa: linguaggio sql: DML 58 Categorie INNER JOIN Veicoli ON Categorie.Cod_Categorie = Veicoli.Cod_Categoria oppure Categorie INNER JOIN Veicoli USING Cod_Categoria oppure Categorie NATURAL INNER JOIN Veicoli Vedi esempio 26 linguaggio sql: DML 59 L’operazione di prodotto tra due tabelle , definita nell’algebra relazionale, si ottiene mediante una operazione di join espressa in maniera tradizionale in cui non venga specificata la condizione di join. Se le due tabelle sono composte da n e da m righe, la nuova tabella conterrà n*m righe, ottenute accodando ciascuna riga della prima tabella con ciascuna riga della seconda tabella, quindi: SELECT Categorie.*,Fabbriche.* FROM Categorie, Fabbriche Questo caso è previsto esplicitamente dalle nuove revisioni dello standard; è stato infatti definito il comando CROSS JOIN con la seguente sintassi: <riferimento_a_tabella> CROSS JOIN <riferimento_a_tabella> il comando precedente diventa: Categorie CROSS JOIN Fabbriche (comando non presente in mysql) linguaggio sql: DML 60 Le viste logiche, dette anche viste o view, possono essere definite come tabelle virtuali. Le viste, a differenza delle tabelle usate finora dette tabelle base, non contengono dati propri ma sono costituite dalla riaggregazione dei dati contenuti nelle tabelle base. Anche le viste hanno una loro struttura che però è basata su quella delle tabelle base. Le view insomma non contengono dati ma forniscono una diversa visione dei dati delle tabelle. La definizione di una vista può essere basata su una o su più tabelle (o su una o più viste). La vista appare all’utente come una nornale tabella e può essere utilizzata per eseguire operazioni sul database quali la ricerca e l’aggiornamento dei dati. I dati che vengono modificati operando su una vista risulteranno modoficati anche nelle tabelle in base alle quali la lista è definita. linguaggio sql: DML 61 La sintassi del comando del DDL che consente di creare una vista è la seguente: CREATE VIEW <nome_view> [(<nome_colonna> {,<nome_colonna>}…..)] AS <comando_select> [WITH [LOCAL | CASCADED] CHECK OPTION] dove: <nome_view> è il nome della vista <nome_colonna> indicano i nomi assegnati alle colonne della vista <comando_select> seleziona con condizioni le colonne e le tabelle con cui riempire le colonne della vista [WITH CHECK OPTION] assicura che le modifiche attraverso la vista soddisfano la clausola WHERE della selezione LOCAL | CASCADED sono opzioni alternative; CASCADE, specificata in V2, non permette di modificare dati tramite V1 che violano le condilinguaggio sql: DML zioni di V2 Vedi esempio 27 62 Il comando del DDL che elimina la definizione di una vista è il seguente: DROP VIEW <nome_view> {RESTRICT | CASCADE} le opzioni RESTRICT | CASCADE sono alternative: • con RESTRICT la vista viene eliminata solo se non è riferita nella definizione di altre viste: se la vista V1 è stata usata nella definizione della vista V2 il comando DROP VIEW V1 RESTRICT non ha effetti sul database • con CASCADE invece oltre ad essere eliminata la vista V1 viene eliminata anche quella V2 che da essa dipende linguaggio sql: DML 63 In generale per la selezione dei dati è possibile utilizzare una vista al posto di una tabella; il DBMS in effetti traduce i riferimenti ad una vista in riferimenti alle tabelle che la definiscono. Per esempio il comando seguente: SELECT A1_Targa FROM A1 WHERE A1_Cilindrata>1000 Viene tradotto in: SELECT Targa FROM Veicoli WHERE Cilindrata<1500 AND Cilindrata>1000 linguaggio sql: DML 64