LE NUOVE TEORIE DEL LEGAME I limiti della teoria di Lewis La teoria di Lewis, basata sulla condivisione delle coppie elettroniche e sulla regola dell’ottetto, permette di spiegare la formazione delle molecole ma non la loro geometria. A partire dalle formule di Lewis, la geometria molecolare è tuttavia spiegabile mediante la teoria VSEPR. I dati sperimentali ottenuti in tempi recenti con la diffrazione dei raggi X, dimostrano che, effettivamente, come sostenuto dalla teoria di Lewis, la densità elettronica è maggiore nello spazio compreso tra i nuclei dei due atomi legati ma non permettono di stabilire quali e quanti elettroni sono effettivamente presenti in questa zona. Spiegare l’esistenza delle molecole in termini di condivisione di un ben preciso numero di coppie elettroniche, risulta pertanto un’eccessiva forzatura o, quanto meno, una semplificazione. Inoltre, con la teoria di Lewis non è possibile, per esempio, spiegare le uguali lunghezze di legame presenti in molecole quali O3, né spiegare la formazione di molecole quali BH3 o B2H6 (diborano: sostanza sintetizzata in laboratorio). Gli ibridi di risonanza Nel caso di alcune molecole come O3, il modello di Lewis può ancora essere utilizzato, apportando un correttivo: la molecola di ozono,O3, presenta la seguente struttura di Lewis: Secondo tale struttura, un atomo di O è legato agli altri due atomi rispettivamente con un legame semplice (dativo) e con un legame doppio. I due legami dovrebbero avere diversa lunghezza perché un legame doppio è più corto di uno semplice. I dati sperimentali, al contrario, indicano che i due legami sono identici e che la loro lunghezza è circa a metà tra quella di un legame semplice e quella di uno doppio. La formula di struttura, in questo caso, non rappresenta la realtà: gli atomi di ossigeno sono equivalenti e non è logico pensare che i loro elettroni si comportino diversamente. In un caso come questo, un’unica formula di Lewis non può quindi descrivere la struttura della molecola in modo corretto: poiché non è possibile distinguere un legame dall’altro, si fa ricorso al concetto di ibrido di risonanza: ogni legame è da ritenersi una forma intermedia tra le due possibili. La rappresentazione corretta della molecola viene indicata scrivendo due diverse formule di struttura che si differenziano per la posizione del doppio legame: tali formule vengono dette forme limite. Tra le due forme limite viene scritta una freccia a doppia punta per indicare che alla struttura della molecola contribuiscono entrambe le formule anche se nessuna delle due è quella vera. La molecola reale deve essere immaginata come un ibrido derivato da entrambe le formule limite: a questo ibrido si dà il nome di ibrido di risonanza. Un ibrido di risonanza è una molecola la cui struttura è intermedia tra due o più possibili formule di Lewis. IL LEGAME CHIMICO SECONDO LA MECCANICA QUANTISTICA Il modello del legame di Lewis, cioè la regola dell’ottetto (1916) può essere utilizzato tutt’ora per descrivere in modo semplice e, complessivamente corretto, un grandissimo numero di molecole. Una descrizione più rigorosa del comportamento degli elettroni e, in particolare, degli elettroni definiti con la teoria di Lewis, elettroni di legame, deve tuttavia tenere conto delle più moderne acquisizioni, sia teoriche che sperimentali. Ad. es., oggi sappiamo che è impossibile conoscere contemporaneamente la posizione dell’elettrone e la sua velocità (principio di indeterminazione di Heisenberg) e che possiamo solo stabilire la regione dello spazio dove la probabilità di trovare l’elettrone è alta. Dalla meccanica quantistica hanno avuto origine due teorie che spiegano la formazione del legame chimico: • la teoria del legame di valenza (VB, da Valence Bond) • la teoria degli orbitali molecolari (MO, da Molecular Orbital) La teoria del legame di valenza (VB) La teoria del legame di valenza, proposta nel 1930 da Linus Pauling e da John Slater, fornì una spiegazione convincente del perché gli elementi si combinano per formare certe sostanze stabili e non altre. Tale teoria interpreta i legami chimici sulla base della più moderna teoria quantistica e individua pertanto un metodo per descrivere la formazione del legame covalente a partire dagli orbitali atomici (in cui si trovano gli elettroni esterni appartenenti a due atomi vicini). Secondo tale teoria, il legame covalente si forma quando una coppia di elettroni con spin opposti viene condivisa da due atomi per parziale sovrapposizione dei loro orbitali atomici (ciascun atomo contiene un orbitale con un solo elettrone): gli orbitali semipieni dei due atomi danno origine a un nuovo orbitale che permette loro di condividere gli elettroni di legame, l’orbitale molecolare. E’ quindi la possibilità di riempire orbitali esterni incompleti e non, come proposto da Lewis, la tendenza di un atomo a raggiungere la configurazione esterna del gas nobile più vicino (ovvero l’ottetto), il motivo che spinge gli atomi a legarsi. Le molecole biatomiche secondo la teoria VB Formazione della molecola di H2 Ciascun atomo di H presenta 1 elettrone spaiato in un orbitale 1s. Quando due atomi di H si avvicinano, i loro elettroni (con spin opposto) si appaiano e gli orbitali 1s si sovrappongono parzialmente fino a fondersi formando una nube che si spande su entrambi gli atomi. Vedi fig. 6.3 pag.166, slide 7 e appunti Quando si sovrappongono due orbitali s, il massimo addensamento elettronico è attorno all’asse di legame, simmetrico rispetto ad esso (gli elettroni ruotano simmetricamente attorno all’asse di legame): tra gli atomi di H si forma un legame σ (sigma). Legame σ: legame in cui la distribuzione elettronica è concentrata lungo l’asse di legame ed è disposta in modo simmetrico attorno ad esso. Formazione della molecola di F2 Ciascun atomo di F presenta 1 elettrone spaiato in un orbitale 2p (es 2pz) Quando due atomi di F si avvicinano, i loro elettroni (con spin opposto) si appaiano e gli orbitali 2pz si sovrappongono parzialmente fino a fondersi formando una nube che si spande su entrambi gli atomi. Vedi fig. 6.4 pag.167, slide 9 e appunti Gli orbitali p di ciascun atomo sono tre: quando si sovrappone una sola delle coppie di orbitali p (ad es. i due orbitali pz), la sovrapposizione avviene in modo coassiale (testa a testa) per cui il massimo addensamento elettronico risulta essere attorno all’asse di legame e simmetrico rispetto ad esso (gli elettroni ruotano simmetricamente attorno all’asse di legame): tra gli atomi di F si forma un legame σ. La sovrapposizione di una sola coppia di orbitali p avviene in modo coassiale La sovrapposizione di una sola coppia di orbitali p non avviene in modo parallelo Formazione della molecola di HF Ciascun atomo di H presenta 1 elettrone spaiato in un orbitale 1s. Ciascun atomo di F presenta 1 elettrone spaiato in un orbitale 2p (es 2pz) Quando un atomo di F si avvicina ad un atomo di H, i loro elettroni (con spin opposto) si appaiano e l’orbitale 2pz del F si sovrappone parzialmente all’orbitale s dell’H fino a fondersi e formando una nube che si spande su entrambi gli atomi. Vedi fig. 6.5 pag.167 e appunti La sovrapposizione di un orbitale s e di un orbitale p avviene anch’essa in modo tale per cui il massimo addensamento elettronico risulta essere attorno all’asse di legame e simmetrico rispetto ad esso (gli elettroni ruotano simmetricamente attorno all’asse di legame): tra gli atomi di H e F si forma un legame σ. Conclusione: sovrapposizione di un orbitale s e di un orbitale s = legame σ sovrapposizione di un orbitale p e di un orbitale p = legame σ sovrapposizione di un orbitale s e di un orbitale p = legame σ TUTTI I LEGAMI COVALENTI SEMPLICI SONO LEGAMI σ Formazione della molecola di O2 Ciascun atomo di O presenta 2 elettroni spaiati in due orbitali 2p (es. 2px e 2pz) Quando due atomi di O si avvicinano, i loro elettroni (con spin opposto) si appaiano e ciascuna delle due coppie di orbitali 2p si sovrappone parzialmente fino a fondersi formando una nube che si spande su entrambi gli atomi. Tuttavia, mentre la prima delle coppie di orbitali p (ad es. i due orbitali pz), si sovrappone in modo coassiale (testa a testa) per cui il massimo addensamento elettronico risulta essere ancora attorno all’asse di legame e simmetrico rispetto ad esso formando un legame σ, la seconda delle coppie di orbitali p (ad es. i due orbitali px, perpendicolari ai pz), si sovrappone in modo parallelo (o laterale) per cui il massimo addensamento elettronico risulta essere nelle due regioni sopra e sotto l’asse di legame: tra gli atomi di O si forma un secondo legame detto π. Legame : la distribuzione elettronica è concentrata in due zone situate da parti opposte rispetto all’asse di legame e non è disposta simmetricamente intorno a esso. Vedi appunti e slide 12 La sovrapposizione della prima coppia di orbitali p avviene in modo coassiale: legame σ La sovrapposizione della seconda coppia di orbitali p avviene in modo parallelo: legame π O2 N2 Formazione della molecola di N2 Ciascun atomo di N presenta 3 elettroni spaiati in ciascuno dei tre orbitali 2p Quando due atomi di N si avvicinano, i loro elettroni (con spin opposto) si appaiano e ciascuna coppia di orbitali 2p si sovrappone parzialmente fino a fondersi formando una nube che si spande su entrambi gli atomi. In questo caso, solo la prima delle coppie di orbitali p (ad es. i due orbitali pz), si sovrappone in modo coassiale (testa a testa) per cui il massimo addensamento elettronico risulta essere ancora attorno all’asse di legame e simmetrico rispetto ad esso formando un legame σ, la seconda e la terza coppia di orbitali p (ad es. i due orbitali px e i due py , peprpendicolari tra loro e perpendicolari ai pz), si sovrappongono invece in modo parallelo formando due legami π. Tra gli atomi di N si formano quindi tre legami: 1σ e 2 π. In questo caso, il massimo addensamento degli elettroni dei due legami π risulta essere complessivamente in una zona dall’aspetto cilindrico che circonda i due atomi. Vedi appunti e slide 12 Conclusione: NEI LEGAMI COVALENTI MULTIPLI, UNO E’ UN LEGAME LEGAMI π σ, GLI ALTRI SONO Le molecole poliatomiche secondo la teoria VB Formazione della molecola di H2O Ciascun atomo di H presenta 1 elettrone spaiato in un orbitale 1s. L’atomo di O presenta 2 elettroni spaiati in due orbitali 2p (es. 2py e 2pz) Quando un atomo di O si avvicina ad atomi di H, gli orbitali 2py e 2pz dell’O, si sovrappongono parzialmente ad ognuno dei due orbitali s dei due atomi di H (con spin opposto) fino a fondersi: si formano due legami σ (i loro elettroni si appaiano e si forma una nube che si spande su entrambi gli atomi). Vedi fig. 6.8 pag.169, slide 15 e appunti Poiché i due orbitali p dell’O sono perpendicolari, l’angolo tra i due legami (e, quindi, il massimo addensamento elettronico, corrispondente ciascuno ad un legame) dovrebbe essere di 90°. In realtà l’angolo di legame è di 104,5°. Possiamo giustificare questa divergenza in due modi: a) i due atomi di H (sui quali, essendo meno elettronegativi dell’O, si accumula una parziale carica positiva) si respingono, determinando un allargamento dell’angolo di legame (Vedi slide 15) b) gli orbitali dell’O subiscono un processo di ibridazione (Vedi slide 20 e 21) H2O Esempi di configurazioni elettroniche di alcune molecole secondo la teoria VB (+ modello di Lewis) Formazione degli ioni poliatomici NH4+ e H3O+ Anche la formazione del legame dativo può essere spiegata con la teoria VB. Ad es. negli ioni poliatomici NH4+ e H3O+, l’orbitale 1s vuoto dello ione H+ può condividere la coppia elettronica dell’orbitale 2s dell’azoto di una molecola di ammoniaca, formando lo ione ammonio (A) oppure la coppia elettronica dell’orbitale 2p dell’ossigeno di una molecola di acqua, formando lo ione ossonio (o idronio) (B). L’IBRIDAZIONE DEGLI ORBITALI ATOMICI La configurazione elettronica del C allo stato fondamentale 1s2 2s2 2p2 presenta solo 2 elettroni spaiati per cui, secondo la teoria VB, il C dovrebbe formare solamente 2 legami: i dati sperimentali confermano invece che l’atomo di C, appartenente al IV gruppo e quindi con 4 elettroni di valenza forma sempre, come sostenuto dalla teoria di Lewis, 4 legami. La configurazione elettronica del B allo stato fondamentale 1s2 2s2 2p1 presenta solo 1 elettrone spaiato per cui, secondo la teoria VB, il B dovrebbe formare solamente 1 legame: i dati sperimentali indicano invece che l’atomo di B, appartenente al III gruppo e quindi con 3 elettroni di valenza forma 3 legami covalenti dando luogo a molecole stabili pur senza raggiungere l’ottetto. La configurazione elettronica del Be allo stato fondamentale 1s2 2s2 non presenta elettroni spaiati per cui, secondo la teoria VB, il Be non dovrebbe formare legami covalenti: i dati sperimentali indicano invece che l’atomo di Be appartenente al II gruppo e quindi con 2 elettroni di valenza forma 2 legami covalenti dando luogo a molecole stabili pur senza raggiungere l’ottetto. La teoria del legame di valenza (VB) spiega questo comportamento mediante la teoria dell’ibridazione degli orbitali. Secondo la teoria dell’ibridazione degli orbitali, quando un atomo reagisce, gli elettroni possono passare da un orbitale a più bassa energia a un orbitale dello stesso livello n che presenti una maggiore energia e che non sia occupato: la promozione degli elettroni produce la formazione di orbitali ibridi che l’atomo può utilizzare per formare legami covalenti. Gli orbitali atomici ibridi sono funzioni matematiche che derivano dalla somma algebrica di un certo numero di orbitali atomici aventi energia simile A seconda del numero e del tipo di orbitali che si mescolano, si ottengono diversi tipi di orbitali ibridi a ciascuno dei quali corrisponde una diversa geometria molecolare. I tre tipi di ibridazione più comuni sono: ibridazione sp3, sp2 e sp Ibridazione sp3: C (4 legami semplici), N (in NH3) e O (in H2O) Ibridazione sp2: B (3 legami semplici), C (1 legame doppio e due semplici) Ibridazione sp: Be (2 legami semplici), C (1 legame triplo e uno semplice o due legami doppi) IBRIDAZIONE sp3 Il caso più importante riguarda l’atomo di C Quando un atomo di C reagisce con altri atomi, uno degli e- dell’orbitale 2s acquista E e viene “promosso” nell’orbitale p vuoto: si ottengono 4 nuovi orbitali identici tra loro per forma, E e disposizione nello spazio chiamati orbitali ibridi sp3 (esse-pi-tre) perché derivati da un orbitale s e da tre orbitali p. 2p sp3 2s L’atomo di C ha ora 4 orbitali semipieni tutti uguali (sp3) che possono formare 4 legami I 4 orbitali sp3 hanno per ¼ le caratteristiche dell’orbitale 2s e per ¾ le caratteristiche degli orbitali 2p: ognuno dei 4 orbitali ha forma lobata e i 4 lobi sono orientati dal centro verso i vertici di un tetraedro regolare (tra gli orbitali vi sono dunque angoli di 109,5°). Vedi fig.6.9 pag.170, slide 20 e appunti L’orientamento dei 4 orbitali ibridi forma dunque angoli corrispondenti all’ampiezza degli angoli di legame del C misurati sperimentalmente. Inoltre, i dati sperimentali confermano che i 4 legami hanno tutti la stessa lunghezza e la stessa E. Quando il C reagisce formando 4 legami semplici, esso subisce ibridazione sp3. La combinazione di un orbitale sp3 con altri orbitali forma legami σ. L’ibridazione sp3 è molto diffusa: Il C, come detto, la presenta sempre quando forma 4 legami semplici. Il caso più semplice è quello della molecola del metano CH4: ogni orbitale sp3 si sovrappone ad un orbitale s dell’atomo di H formando 4 legami σ con angoli di legame di 109,5°. H H 109.5° H H C sp3 CH4 H Vedi disegno orbitali sugli appunti s Altri casi di ibridazione sp3: N (in NH3) e O (in H2O) Anche la geometria della molecola di H20 e della molecola di NH3 può essere spiegata grazie all’ibridazione sp3 dell’atomo di O e dell’atomo di N. In questi casi, l’ibridazione non è giustificata dalla promozione di 1e- dall’orbitale s all’orbitale p (come nel caso del C), ma dal presupposto che questi atomi anziché avere un orbitale sferico (s) e tre bilobati (p), presentino 4 orbitali uguali sp3. Nel caso dell’ammoniaca NH3, l’atomo di N presenta tre orbitali sp3 impegnati in legami con tre atomi di H e un quarto orbitale sp3 occupato da una coppia di enon impegnati in legami: gli angoli di legame sono leggermente minori rispetto a quelli del tetraedro regolare (107,3° e non 109,5°) in quanto la coppia elettronica libera esercita una repulsione provocando il restringimento degli angoli tra l’N e gli atomi di H. Vedi disegno appunti Nel caso della molecola di H2O, l’atomo di O, presenta due orbitali sp3 impegnati in legami e due orbitali sp3 contenenti ciascuno una coppia di e- non impegnata in legami: poiché le coppie elettroniche sono due, la compressione esercitata è ancora maggiore e l’angolo di legame subisce un’ulteriore restringimento passando a 104,5°. Vedi disegno appunti IBRIDAZIONE sp2 Come nell’ibridazione sp3, uno degli e- dell’orbitale 2s acquista E e viene “promosso” nell’orbitale p vuoto: si ottengono 3 nuovi orbitali identici tra loro per forma, E e disposizione nello spazio chiamati orbitali ibridi sp2 (esse-pi-due) perché derivati da un orbitale s e da due orbitali p. Questo tipo di ibridazione viene utilizzato ad es. per spiegare la formazione di molecole in cui è presente il B (es. BH3 e BF3). Un orbitale p rimane vuoto. 5B: 1s2 2s2 2p1 2p sp2 p 2s I tre orbitali ibridi sp2 permettono al Boro di formare molecole stabili con tre legami semplici σ (quindi senza raggiungere l’ottetto). Gli orbitali ibridi sp2, come quelli sp3, hanno forma lobata ma giacciono sullo stesso piano, disponendosi dal centro verso i vertici di un triangolo equilatero, quindi a 120° l’uno dall’altro. Questa disposizione corrisponde agli angoli di legame delle molecole contenenti B misurati sperimentalmente. Vedi slide 20 e disegno appunti Anche il C può presentare ibridazione sp2: in questo caso, si ha sempre la “promozione” di un e- dall’orbitale 2s all’orbitale 2p ma uno dei tre orbitali p non entra nel processo di ibridazione (resta inalterato). 2s 2p sp2 2p Si formano pertanto tre orbitali ibridi sp2, contenenti 1 e- ciascuno, disposti su di un piano con angoli di 120° (formano tre legami σ). L’orbitale p che non ha partecipato al processo di ibridazione e che contiene il quarto e- del C, si dispone perpendicolarmente al piano contenente gli orbitali ibridati. Questo e- viene utilizzato per formare un ulteriore legame tra l’atomo di C e uno dei tre atomi ad esso già legati, atomo (ad es. un altro atomo di C), che deve avere subito un analogo processo di ibridazione e deve quindi disporre di un orbitale p non ibrido: la sovrapposizione dei due orbitali p avviene lateralmente e perciò dà luogo ad un legame π. Tra i due atomi si viene perciò a formare un doppio legame (1σ e 1π). Es. molecola di etilene CH2 = CH2 Vedi fig.6.10 pag.171, slide 20 e appunti L’atomo di C subisce ibridazione sp2 quando forma 1 legame doppio (e due semplici). IBRIDAZIONE sp Anche in questo caso, uno degli e- dell’orbitale 2s acquista E e viene “promosso” nell’orbitale p vuoto: si ottengono 2 nuovi orbitali identici tra loro per forma, E e disposizione nello spazio chiamati orbitali ibridi sp (esse-pi) perché derivati da un orbitale s e da un orbitali p. Questo tipo di ibridazione viene utilizzato ad es. per spiegare la formazione di molecole in cui è presente il Be (es. BeH2 e BeF2). Due orbitali p rimangono vuoti. 4Be: 1s2 2s2 2p sp p 2s I due orbitali ibridi sp permettono al Berillio di formare molecole stabili con due legami semplici σ (quindi senza raggiungere l’ottetto). Gli orbitali ibridi sp, come gli sp3 e gli sp2, hanno forma lobata ma si dispongono sulla stessa retta, quindi a 180° l’uno dall’altro: la molecola ha geometria lineare. Questa disposizione corrisponde agli angoli di legame delle molecole contenenti Be misurati sperimentalmente. Vedi slide 20 e disegno appunti Anche il C può presentare ibridazione sp: in questo caso, si ha sempre la “promozione” di un e- dall’orbitale 2s all’orbitale 2p ma due dei tre orbitali p non entrano nel processo di ibridazione (restano inalterati). 2s 2p sp 2p Si formano pertanto due orbitali ibridi sp, contenenti 1 e- ciascuno, disposti su di una retta con angoli di 180° (formano due legami σ). Gli orbitali p che non hanno partecipato al processo di ibridazione e che contengono, ciascuno, uno degli altri due e- del C, si dispongono perpendicolarmente all’asse contenente gli orbitali ibridati e, perpendicolarmente tra di loro. Questi due e- vengono utilizzati per formare ciascuno un ulteriore legame tra l’atomo di C e uno dei due atomi ad esso già legati, atomo (ad es. un altro atomo di C), che deve avere subito un analogo processo di ibridazione e deve quindi disporre di due orbitali p non ibridi: la sovrapposizione delle due coppie di orbitali p avviene lateralmente e perciò dà luogo a due legami π. Tra i due atomi si viene perciò a formare un triplo legame (1σ e 2π). Es. molecola di acetilene CH ≡ CH Vedi fig. 6.12 pag.172, slide 20 e appunti L’atomo di C subisce ibridazione sp quando forma 1 legame triplo (e uno semplice). L’atomo di C subisce ibridazione sp anche quando forma 2 legami doppi Es. molecola di diossido di carbonio CO2 Vedi fig. 6.11 pag.172, slide 20 e appunti In questo caso, ciascuno dei due orbitali sp del C forma un legame σ con un orbitale p di ognuno dei due atomi di O (es.py), i due orbitali p non ibridi del C formano invece ciascuno, un legame π, combinandosi lateralmente con un orbitale p di un atomo di O (es. il pz del C con il pz di un O e il px del C con il px dell’altro atomo di O). RIEPILOGO IBRIDAZIONE ATOMO DI C L’atomo di carbonio presenta diversi stati di ibridazione a seconda del tipo di molecola che va a formare. ALTRI TIPI DI IBRIDAZIONE La teoria del legame di valenza, ricorrendo al concetto di ibridazione, permette di interpretare anche la formazione di molecole in cui l’atomo centrale non obbedisce alla regola dell’ottetto formando più di 4 legami. Esempio: pentacloruro di fosforo PCl5 Il fosforo forma 5 legami covalenti semplici mettendo in compartecipazione 5 elettroni con 5 elettroni di altrettanti atomi di cloro (vedi struttura di Lewis pag.173) Secondo la teoria VB, ciò richiede che l’atomo di P abbia nella sua configurazione esterna 5 orbitali con 1 elettrone. In realtà, il P, allo stato fondamentale, presenta configurazione elettronica esterna 3s2 3p3 e quindi solo 3 elettroni spaiati. Per spiegare la presenza di 5 orbitali con un elettrone ciascuno si ricorre all’ibridazione sp3d : un elettrone dell’orbitale 3s viene promosso in un orbitale 3d. P stato fondamentale 3s 3p 3d P stato ibridato sp3d 3d I 5 orbitali ibridi sp3d si dispongono nello spazio alla massima distanza reciproca: la molecola assume la forma di una bipiramide a base triangolare vedi fig.6.13 pag.173 Esempio: esafluoruro di zolfo SF6 Lo zolfo forma 6 legami covalenti semplici mettendo in compartecipazione 6 elettroni con 6 elettroni di altrettanti atomi di fluoro (vedi struttura di Lewis pag.173) Secondo la teoria VB, ciò richiede che l’atomo di S abbia nella sua configurazione esterna 6 orbitali con 1 elettrone. In realtà, lo S, allo stato fondamentale, presenta configurazione elettronica esterna 3s2 3p4 e quindi solo 2 elettroni spaiati. Per spiegare la presenza di 6 orbitali con un elettrone ciascuno si ricorre all’ibridazione sp3d2 : un elettrone dell’orbitale 3s e un elettrone dell’orbitale 3p vengono promossi in due orbitali 3d. stato fondamentale S 3s 3p 3d S stato ibridato sp3d2 3d I 6 orbitali ibridi sp3d2 si dispongono nello spazio secondo i vertici di un ottaedro (angoli di legame di 90°) vedi fig.6.14 pag.174 6. La teoria degli orbitali molecolari e i suoi vantaggi Secondo la teoria degli orbitali molecolari, il numero di orbitali molecolari che si formano è sempre pari al numero di orbitali atomici che si combinano. Dalla combinazione di due orbitali atomici si ottengono un orbitale molecolare di legame e un orbitale molecolare di antilegame. Il legame covalente si forma quando orbitali atomici di energia e simmetria simili si combinano per formare un orbitale molecolare di energia inferiore a quella degli orbitali atomici di partenza; a tale orbitale molecolare corrisponde una coppia di elettroni aventi spin opposti. 6. La teoria degli orbitali molecolari e i suoi vantaggi Un orbitale di antilegame è un orbitale molecolare con energia superiore rispetto agli orbitali atomici di partenza. Se viene occupato da elettroni destabilizza la molecola. 6. La teoria degli orbitali molecolari e i suoi vantaggi Una molecola si forma soltanto se il numero di elettroni negli orbitali di legame è superiore a quello negli orbitali di antilegame.