E’ una costruzione trecentesca interamente inglobata tra altri edifici. La
facciata a capanna, presenta un rosone e due finestroni laterali ad arco di
foggia ottocenetsca. L’interno è a navata unica con volta a botte, un arco a
tutto sesto divide l’aula dall’area presbiterale. E’ una chiesa sicuramente
molto antica situata all’interno delle mura castellane. Per moltissimi anni è
stata la sede di una compagnia laicale in cappa intitolata ai santi Cosma e
Damiano e successivamente alla Natività di Maria, poi al Santissimo
Sacramento. La chiesa, attualmente, è officiata nelle celebrazioni feriali e
in qualche festa (Domenica delle Palme – Presentazione del Signore
(Candelora) e per altre eventuali occasioni) come punto di partenza per la
Processione prevista dai riti di quelle celebrazioni. Vi si svolgono anche le
prove settimanali del Coro.
Sulla vita di Cosma e Damiano le notizie
sono scarse. Si sa che erano gemelli e
cristiani. Nati in Arabia, si dedicarono alla
cura dei malati dopo aver studiato l'arte
medica in Siria. Ma erano medici speciali.
Spinti da un'ispirazione superiore infatti non
si facevano pagare. Di qui il soprannome di
anàgiri (termine greco che significa «senza
argento»,«senza denaro»). Ma questa
attenzione ai malati era anche uno strumento efficacissimo di apostolato.
«Missione» che costò la vita ai due fratelli, che vennero martirizzati.
Durante il regno dell'imperatore Diocleziano, forse nel 303, il governatore
romano li fece decapitare. Successe a Ciro, città vicina ad Antiochia di Siria
dove i martiri vengono sepolti. Un'altra narrazione attesta invece che
furono uccisi a Egea di Cilicia, in Asia Minore, per ordine del governatore
Lisia, e poi traslati a Ciro. Il culto di Cosma e Damiano è attestato con
certezza fino dal V secolo. La Chiesa ne celebra la memoria liturgica il 26
Settembre.
LA CHIESA PARROCCHIALE DI GAVORRANO
Stampato a cura
della Parrocchia di San Giuliano Martire
Gavorrano (Gr)
Dedicata al Martire San Giuliano, la Chiesa
Parrocchiale di Gavorrano, sorge nella parte alta
del paese, in piazza B. Buozzi ad angolo con il
palazzo comunale. Si presume che sia stata
costruita sulle mura dell’antica rocca. La chiesa
attuale è stata eretta nella seconda metà del XVIII
secolo ed i lavori ebbero termine nel 1792. La
precedente chiesa parrocchiale - citata in una Bolla
di Papa Clemente III inviata nel 1188 a Gualfredo
vescovo di Grosseto - era situata nei pressi della
Porta di Sotto, una delle tre Porte che esistevano
nel perimetro della cinta muraria del castello. Questa
chiesa venne chiusa al culto nella prima metà del sec.
XVIII a causa del franamento del tetto e dell'instabilità
delle pareti portanti. A testimonianza dell'ubicazione
urbana dell'antica e diruta chiesa di S. Giuliano, esiste
ancora - all'interno di un giardino privato - un antico
fonte battesimale in pietra, sul quale è incisa la data
del 1580 e la sigla dell'Opera Parrocchiale di Gavorrano
che ne commissionò la realizzazione. Sul lato destro
della facciata si erge la torre
campanaria la quale ospita 5
campane, 4 delle quali, benedette e poste sul
campanile in occasione delle feste per il ritorno a
Gavorrano della statua della Madonna del Carmine
nel 1935; la prima dedicata a tutti i Caduti, la
seconda dedicata al Redentore, la terza dedicata alla
Madonna e la quarta (la più piccola) dedicata ai santi
patroni, Giuliano, Rocco e Ansano, la quinta
campana, posta al centro del campanile, la più antica
di tutte, batte le ore dell’orologio. La facciata, è stata
interamente ricostruita nel 1927, come attesta
l’iscrizione scolpita sull’architrave del portale
d’ingresso. Sopra, al centro, un grandissimo rosone a
vetri policromi, dà luce all’interno della Chiesa.
L’interno, a forma basilicale, è diviso in tre navate da colonne uniti ad
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Altre notizie e informazioni le puoi trovare visitando il sito:
www.parrocchiagavorrano.jimdo.com
archi. Entrando, sulla sinistra nella parete di
controfacciata,
troviamo
la
nicchia
contenete la statua marmorea della
Madonna del Carmine opera dello scultore
Giovanni d’Agostino che realizzò nel XIV
secolo. (vedi fig. pag. 1).
Lungo la parete della navata destra è posto
l’altare della Madonna del Buon Consiglio, olio su
tela raffigurante la Madonna col bambino del XVI
secolo. mentre lungo la navata sinistra quello di
San Giuliano (vedi notizie sul santo patrono a
pag.seguente). Al centro del presbiterio è posto
l’altare realizzato in marmo bianco di Carrara con
particolari in marmi policromi; sulla parte sinistra
del presbiterio, il Fonte Battesimale e l’organo.
Una bellissima balaustra realizzata con marmo bianco di Carrara e
broccatello di Siena, “separa” il presbiterio dall’assemblea. Con lo stesso
materiale è stato realizzato anche il Fonte Battesimale. L’abside è
arricchito da tre finestroni decorati a vetri policromi con la figura di San
Giuliano e dei due santi compatroni, Rocco e Ansano. Nella nostra chiesa ci
sono due manufatti realizzati con il marmo
delle vicine cave di Caldana e noto con il
nome di “marmo Portasanta”, così chiamato
perché con questo tipo sono stati fatti gli
stipiti della porta che si apre per il Giubileo
nella Basilica di San Pietro a Roma. Si tratta
del vecchio Fonte Battesimale - ora collocato
dietro l’altare maggiore - e dell’acquasantiera
posta a sinistra all’ingresso della chiesa. Il vecchio Fonte è marmo
“Portasanta Classico” con tracce di persichino, caratteristica qualità
marmorea delle storiche e dismesse cave di Caldana. Il Portasanta estratto
a Caldana è diffusamente presente a Firenze, ovvero nei rivestimenti
parietali della Tribuna di Galileo, nella Specola di via Romana, nella chiesa
della S.S. Annunziata nelle quattro colonne delle due edicole monumentali
in marmo del Caccini, contenenti le statue di San Pietro e San Paolo e nei
rivestimenti delle basi stesse, ove mostra i classici clasti grigi. Nella chiesa
del Carmine si ritrova in alcune formelle laterali poste sopra la mensa
dell’altare maggiore come in Orsanmichele, sempre in alcune formelle
laterali sopra la mensa dell’altare a sinistra del Tabernacolo dell’Orcagna.
Infine da segnalare la sua presenza in Palazzo Pitti ed in particolare negli
stipiti di una porta della Sala Poccetti della Galleria Palatina, ed in molte
altre chiese fiorentine e toscane. Inoltre tale marmo Portasanta si trova
anche nella costruzione della chiesa di Santa Maria di Provenzano a Siena,
nella Prepositura di Livorno e nella chiesa dei Cavalieri di S. Stefano a Pisa,
nonché nei restauri ottocenteschi della facciata del Duomo di Grosseto.
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IL SANTO PATRONO
Originario di Vienne (Francia), Giuliano, serviva
nell'armata dell’Impero Romano agli ordini di Ferreolo.
Durante la persecuzione di Diocleziano fuggí a
Brioude. Ricercato si presentò spontaneamente ai
soldati, che gli mozzarono la testa e, dopo averla
lavata in una vicina fontana, la riportarono a Vienne,
mentre il corpo lasciato sul posto, venne raccolto e
seppellito presso Brioude, in località detta Vincella,
divenuta in seguito il víllaggio di St.-Ferréol. Dopo un
periodo di abbandono, verso il 385, grazie a una nobile
spagnola a cui il martire aveva salvato il marito, il
sepolcro diventò centro di intensa venerazione e su di
esso fu éretta una basilica. S. Germano, vescovo di
Auxerre, di passaggio per Brioude, fissò la festa del
santo al 28 agosto. Verso il 470-75 venne attribuita a Giuliano una vittoria
riportata sui saccheggiatori burgundi; la basilica fu allora ricostruita dal
duca Vittorio, nello stesso periodo in cui a Vienne si ritrovava la testa di
Giuliano nella tomba di S. Ferreolo. L'attuale chiesa fu costruita, tra l'XI e il
XIV sec., sul luogo di quella del sec. V e di un'altra
ricostruita nell'825. A St.-Ferréol esiste ancora la
fontana miracolosa di San Giuliano. Novantuno
comuni di Francia portano il nome del santo.
Ricordato nel Martirologio Geronimiano al 28 agosto,
Giuliano, tramite Floro e Usuardo, passò alla stessa
data nel Martirologio Romano.
L’ORATORIO DEI SS. COSMA E DAMIANO
Uscendo dalla chiesa, di fronte, a pochi passi nella Via
di Mezzo, si trova l’Oratorio del Santissimo
Sacramento, dedicato ai Santi Martiri Cosma e
Damiano, meglio conosciuto dai Gavorranesi come “la Chiesina”.
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