Camminata in campagna
Xlendi
L-IMĠARR – IX-XLENDI: 12KM
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Camminata in campagna - Xlendi
Partenza: Porto di L-Imġarr
Arrivo: Ix-Xlendi
Distanza: 13km
Difficoltà: moderata, parzialmente in cima alla scogliera
Paesaggio: costa e campagna
Segnaletica del percorso
Come arrivare e ritornare: Esistono collegamenti regolari
tramite traghetto sul Canale di Gozo tra iċ-Ċirkewwa
(Malta) e il Porto di L-Imġarr. Da Xlendi partono autobus
per Victoria, dove è possibile prendere un autobus di
ritorno per il porto.
Periodo consigliato per la camminata: Da Ottobre a
Maggio
Camminata in campagna - Ħondoq Ir-Rummien
Camminata in campagna - Dwejra
Camminata in campagna - Comino
Camminata in campagna - Daħlet Qorrot
Camminata in campagna - Ramla
Camminata in campagna - Saltpans
Camminata in campagna - Ta’ Ġurdan
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Panoramica della
camminata in campagna
Estendendosi da sud-ovest a sud-est, questo itinerario conduce dal
Porto di Mġarr alla Baia di Xlendi e include la costa più meridionale di
Xatt l-Aħmar fino all’insenatura della Baia di Mġarr ix-Xini, superando
la Torre di guardia risalente all’epoca dei Cavalieri di San Giovanni. La
passeggiata procede risalendo verso le quote più elevate del paese di
Ta’ Sannat, arroccato nei pressi delle maestose scogliere della costa
meridionale. Il percorso in cima alla scogliera offre i migliori panorami
di questo paesaggio selvaggio, prima di ritornare leggermente verso
l’interno entro i confini di Munxar e scendere fino alla Baia di Xlendi.
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Ulteriori informazioni
REGOLE DI COMPORTAMENTO IN CAMPAGNA
• Astenersi dal raccogliere o causare danni a qualsiasi esemplare di flora,
fauna, elemento geologico o reperto archeologico.
•Procedere con passo leggero ed evitare gli schiamazzi.
•Attenersi al tragitto dei sentieri.
•Non disseminare rifiuti o accendere fuochi.
•Rimanere a distanza dal bordo della scogliera.
INDICAZIONI PER LA SALUTE E LA SICUREZZA
•Proteggersi dai raggi UV: indossare un cappello e applicare una
protezione solare, poiché anche nei mesi più freschi il clima può essere
abbastanza caldo.
•Sebbene le precipitazioni siano scarse, a volte la pioggia si presenta con
pesanti acquazzoni che causano allagamenti. Evitare di camminare nelle
valli durante o subito dopo piogge intense.
•Mantenere una distanza di sicurezza dal bagnasciuga o dalle scogliere in
caso di condizioni climatiche avverse con venti forti o mare mosso.
Prima di intraprendere qualsiasi parte di questa camminata, si consiglia di assicurarsi
che le proprie condizioni fisiche e di salute consentano di sottoporsi a tali attività.
Occorre prestare particolare attenzione al terreno, spesso irregolare, e astenersi
dall’intraprendere le camminate in caso di condizioni atmosferiche proibitive. Tutti i
percorsi vengono intrapresi a proprio rischio e pericolo.
Sebbene, al momento della pubblicazione, sia stato fatto il possibile per garantire
la precisione delle informazioni contenute in questo opuscolo, il Ministero di Gozo
non accetta alcuna responsabilità per eventuali imprecisioni od omissioni. Inoltre, il
Ministero di Gozo non assume alcuna responsabilità per incidenti o qualsiasi tipo di
perdita in cui possa incorrere l’escursionista lungo il percorso.
CACCIA
Come nella maggior parte dei territori di campagna, durante la camminata
si incontrano numerosi piccoli rifugi di pietra, i cosiddetti dura, ossia
capanni utilizzati dai cacciatori di uccelli. Durante la camminata occorre
ricordare che il cartello “RTO” (Reserved to owner, ossia “riservato al
proprietario”) significa spesso che il terreno è di proprietà privata.
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Ingresso nel
Porto di Mgarr
Q
uesta camminata ha inizio presso
il Porto di Mgarr di fronte al
terminal passeggeri dei traghetti.
Si tratta dell’unico porto aperto in tutte le
stagioni a Għawdex (Gozo) ed è un luogo
costantemente trafficato da traghetti
per passeggeri in collegamento con
Malta, navi più piccole che collegano con
Kemmuna (Comino), oltre a un idrovolante
che trasporta i passeggeri al Gran Porto
di Il-Belt Valletta. Per la maggior parte
della flotta di pescherecci di Gozo, questo
porto rappresenta un ormeggio sicuro
protetto dai venti più insidiosi, così come
per i numerosi battelli da diporto attraccati
all’unico porto turistico per yacht presente
sull’isola.
Nel porto è ancora possibile vedere
alcune barche da pesca tradizionali,
come i Luzzu maltesi, che pur avendo
abbandonato i remi e le vele a favore
dei motori, mantengono ancora i colori
tradizionali e si pongono in netto
contrasto con le navi più moderne. Gli
specifici colori utilizzati per la parte
anteriore delle barche da pesca servivano
per riconoscere facilmente il loro luogo
d’origine. La prua ha mantenuto la sua
decorazione tipica, ovvero l’occhio di
Horus. Ritenuta un modo per allontanare
l’occhio cattivo, questa antica strategia
protettiva
potrebbe
essere
stata
ereditata dai Fenici.
Il percorso inizia proprio di fronte
al terminal passeggeri, dopo il Bar
Gleneagles. In cima ai pochi gradini che
conducono alla strada principale, occorre
fare attenzione nell’attraversamento.
Imboccare la strada sulla sinistra, al di
sotto dell’imponente santuario, e salire
la prima rampa di gradini situati sulla
destra*.
*DEVIAZIONE: Se si è camminatori esperti, nelle giornate tranquille è anche possibile tentare il
percorso sulla costa accidentata svoltando l’angolo occidentale del porto.
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Vedetta del Forte
Chambray che
domina Ix-Xatt
l-Aħmar
Nella parete di roccia in alto si trova
una statua della Nostra Signora di
Lourdes, che, protetta all’interno di una
nicchia, domina il porto. Secondo le
tradizioni locali, essa vi fu riposta dopo
che un visitatore del porto si accorse
di una somiglianza tra queste rocce e
la grotta di Lourdes. Ciò accadde nel
1879, ossia soli 27 anni dopo la famosa
apparizione a Bernadette nel rinomato
luogo di pellegrinaggio francese, che
ancora oggi rimane per numerosi devoti
maltesi una delle destinazioni religiose
più popolari. Alcuni anni più tardi, nel
1888, fu costruito il Santuario della Beata
Vergine Maria di Lourdes in stile gotico
ispirato alla basilica di Lourdes. Dal suo
sagrato, la vista si estende sull’intero
porto, con l’isola di Comino sullo sfondo.
Sia Mġarr che Comino fanno
parte dell’amministrazione locale di
Għajnsielem, la cui chiesa parrocchiale
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Il pino d’Aleppo
situata al di sopra del porto condivide
il paesaggio con la chiesa dedicata
a Lourdes. La successiva peculiarità
più imponente è senza dubbio la
fortificazione di Chambray risalente al
diciottesimo secolo, con la sottostante
zona boscosa che rappresenta una
presenza rara di verde sull’isola.
Torre di Mġarr
ix-Xini all’entrata
della baia
Continuare verso sinistra superando la
chiesa lungo la strada adiacente al bosco.
Le specie principali di alberi presenti
sui declivi argillosi al di sotto del Forte
Chambray sono il pino d’Aleppo, l’ulivo
e l’eucalipto e alcuni di questi furono
piantumati nel 1963 in commemorazione
di Papa Giovanni XXIII. Il Ministero di Gozo
ha intrapreso un progetto di allargamento
della superficie boschiva tramite la
piantumazione di oltre 2.000 alberi
indigeni nell’ambito dei progetti EcoGozo
per il mantenimento sostenibile dell’isola.
Una volta arrivati all’ultimo pino lungo
il sentiero, svoltare a destra risalendo
al Forte Chambrey per ammirarne le
massiccie mura esterne. Al momento
della redazione del presente documento,
la fortezza non è accessibile in quanto
soggetta a un progetto di sviluppo di
residenze private. Mantenersi sulla destra
per reimmettersi sulla strada principale di
Għajnsielem, superare l’Ostello di Casa
San Giuseppe e svoltare a sinistra su Triq
Cordina dopo il semaforo. Tenere la destra
fino a raggiungere l’incrocio e prendere
la strada sulla sinistra (indicazione
Diving Wrecks) per Triq il-Fugazz, dove è
possibile ammirare il panorama con i lati
del Forte e la sua vedette, oltre ai pendii
argillosi sottostanti, i campi terrazzati
e la costa irregolare di Ix-Xatt l-Aħmar.
Scendere diritto fino alla costa e, prima
di continuare lungo il percorso costiero,
individuare la fugas, un cannone di pietra,
scolpita nella costa rocciosa subito al di
sotto del percorso. Questo è un luogo
rinomato per le immersioni, dove sono
stati affondati 3 relitti al fine di formare
delle attrazioni per le immersioni e degli
scogli artificiali.
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Tree
Cespugli
Spurge
di euforbia
Fare una breve deviazione sulla sinistra
se si desidera vedere la baia o fare una
nuotata nelle acque basse. La costa è
punteggiata da varie saline, come avviene
per quasi tutte le coste di basso livello
dell’isola.
Ritornando sul percorso normale, ci
si manterrà sulla costa fino alla baia
successiva, la Baia di Mġarr ix-Xini.
Queste basse scogliere fanno parte
di una delle faglie di Gozo e ricordano
il turbolento passato geologico delle
isole: le forze sollevarono delle colline e
formarono vallate sommerse, separando
così le tre isole principali tramite quelli che
oggi sono conosciuti come i canali nord
e sud di Comino. La prova di tale evento
è visibile nel lato liscio e scivoloso della
scogliera guardando verso est da Ras ilĦobż. Se si abbandona il percorso per
scendere verso la spiaggia, occorre fare
attenzione lungo le scogliere argillose in
erosione del piccolo promontorio.
L’isoletta solitaria e arida che si trova
al largo di questa costa è nota come
Fessej Rock: a fianco di questa cima il
mare si inabissa fino a una profondità di
oltre 50 metri. Procedere lungo il sentiero
costiero fino alla torre di Mġarr ix-Xini
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risalente al diciassettesimo secolo. In
primavera, il sentiero è ricoperto di piccoli
fiori profumati della varietà indigena di
camomilla d’Urville, oltre ai deliziosi fiori
in miniatura del cosiddetto giaggiolo
dei poveretti. Sullo sfondo della torre si
ergono le maestose scogliere calcaree di
Ta’ Ċenċ.
Superata la torre, il percorso segue
uno dei più bei sentieri antichi dell’isola,
appena al di sopra dell’insenatura
tra il fogliame variegato dei cespugli
di euforbia e i movimenti vivaci delle
lucertole maltesi. Compare quindi
l’insenatura della Baia di Mġarr ix-Xini
Baia di Mġarr
ix-Xini
Scogliere calcaree a strapiombo a Ta’ Ċenċ
insieme al suo entroterra verdeggiante.
Il toponimo ne indica il ruolo di luogo di
approdo (mġarr) per le navi (xini). Lungo
il sentiero è piuttosto difficile individuare
il graffito di una nave di circa un metro
inciso nella parete rocciosa. Questo
isolotto era utilizzato dai Cavalieri per
carenare le loro galee. Il “carenaggio”
consiste in un’attività tramite la quale
una nave viene ribaltata su un lato per
effettuare riparazioni o per rimuovere i
crostacei dallo scafo.
Individuare i ripidi gradini di roccia al
termine del sentiero e scendere fino alla
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Camedrio
femmina
Timo arbustivo in fiore (inzio estate)
baia: non affrettarsi e fare attenzione
poiché le rocce sono scivolose e strette.
Si consiglia di godersi un meritato riposo
prima di procedere con la parte in salita
del percorso.
Questa sinuosa valle derivata da un
fiume prosciugato (conosciuta in maltese
come wied) mostra l’azione portentosa
degli antichi fiumi scomparsi da lungo
tempo che scavarono il letto di roccia
attraverso lo strato più duro e antico delle
isole, il calcale corallino inferiore. L’habitat
protetto di macchia fornito dalla wied con
alberelli, ampi cespugli e vegetazione
rigogliosa, si pone sorprendentemente
in contrasto con la gariga prevalente
altrove composta da vegetazione bassa
e presente sugli altopiani esposti e
spesso rocciosi. La valle è stata proposta
come sede di un parco regionale per
opera di due amministrazioni locali che
condividono l’area, Xewkija e Ta’ Sannat.
Laddove la baia è famosa tra i bagnanti
e gli amanti delle immersioni subacquee,
la valle rocciosa offre la possibilità di
cimentarsi in belle arrampicate.
Gli scavi archeologici su un lato della
vallata hanno riportato alla luce dei reperti
che mostrano come la zona sia stata a
lungo utilizzata in deversi modi. Uno dei
siti ha rivelato un ruolo probabilmente
ritualistico in qualità di sepolcro d’epoca
punica o romana, mentre altrove
numerosi solchi tracciati nelle rocce,
probabilmente utilizzati per la pressatura
di uva, sembrano indicare l’esistenza di
un antico settore vitivinicolo risalente
all’epoca classica.
Il percorso segue l’unica strada che
dalla baia risale lungo la valle e consente
di ammirare alcuni panorami di Wied
Ħanżira sulla destra. Sul lato della valle si
trova una vecchia stazione di pompaggio
dell’acqua abbondonata*.
A circa 1,5 Km nell’entroterra della baia,
girare a sinistra per iniziare la salita sulla
ripida scarpata creata da una importante
faglia geologica che scorre al di sotto del
villaggio di Ta’ Sannat.
La pianura, relativamente piatta, è una
delle poche presenti sull’isola e rapprenta
ancora oggi un’importante zona agricola.
Il toponimo Ġnien is-Sultan (letteralmente
“giardino del re”) riporta le proprie origini
*DEVIAZIONE: In alternativa, è possibile scegliere di passare sulle scogliere di Ta’ Ċenċ.
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Zafferanetto di
colonna (tardo
inverno)
Enula marina
Ononide bacaja in primavera
al periodo aragonese, quando il territorio
fu istituito come fondo dal re Federico III.
Superata la piccola calchera, un antico
forno per la produzione della calce, tenere
la sinistra e, all’incrocio successivo, andare
a destra dopo la fermata dell’autobus.
Seguire Triq Iċ-Ċnus fino alla fine e
dirigersi verso le scogliere imboccando il
sentiero roccioso sulla destra che conduce
al bordo delle stesse. Mentenere una
distanza di sicurezza dallo strapiombo e
fare una pausa per godersi gli incantevoli
precipizi rocciosi... ricordando di rivolgere
lo sguardo anche verso l’entroterra, poiché
questo altopiano offre bei panorami di
buona parte dell’isola e di Ta’ Sannat con
le sue fattorie circostanti.
La parrocchia di Ta’ Sannat fu istituita
nel 1688 e la chiesa principale situata
nella piazza del paese è dedicata alla
patrona Santa Margherita, la cui festa
viene celebrata ogni anno alla fine di
luglio. Secondo un’antica tradizione,
comunemente adottata in altri luoghi
di Gozo, gli abitanti di Ta’ Sannat si
convertirono al Cristianesimo quando
udirono la parole di San Paolo divulgate
per terra e mare durante le sue predicazioni
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CAMMINATA IN CAMPAGNA - XLENDI
LEGENDA
X - X indica una distanza di 1 km
> indica la direzione del percorso
FERMATA AUTOBUS
IDROVOLANTE
AREA DI RISTORO
AREA PARCHEGGIO
SERVIZI IGIENICI
PUBBLICI
RESTI
ARCHEOLOGICI
TRAGHETTI
PUNTO
PANORAMICO
FAGLIA
GEOLOGICA
PORTO
TURISTICO
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PER YACTH
SCOGLIERA
ZONA BOSCHIVA
SCALINATA
DI PIETRA
PONTE
RELITTO
FUGAS
TORRE
GROTTA
FORTIFICAZIONI
CHIESA
SALINE
STAZIONE
POMPAGGIO ACQUA
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Scilla marittima
Narciso autunnale
Borracina azzurra in procinto di fiorire in primavera
sulla terraferma di Malta. Le prime
testimonianze note della popolazione
insediatasi nel villaggio risalgono al
diciassettesimo secolo.
Le scogliere, che qui raggiungono altezze
superiori a 140 metri sul livello del mare,
rappresentano il caratteristico paesaggio
in cui lo stratto di roccia più antico e duro
delle isole, il calcare corallino inferiore
bianco, è visibile in tutto il suo spessore.
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In alcuni luoghi è facile individuare lo
strato, più sottile e meno solido, di calcare
a globigerina di colore giallo. Il paesaggio
carsico, con la formazione di numerose
piccole cavità nel calcare a causa delle
piogge, ospita importanti microhabitat
che danno vita nella stagione umida a
laghetti temporanei di acqua dolce. Alcuni
di questi offrono sostentamento a varietà
di piante assai rare ma endemiche, oltre
ad affascinanti creature come i minuscoli
anostraci, una particolare specie di
gamberetti. L’habitat principale in questa
zona è rappresentato dalla gariga, con
diverse varietà di robusti cespugli, tra cui
enula marina, serpillo, ononide baccaja,
iperico egiziano e camedrio femmina. La
scilla marittima è una pianta dotata di
bulbo largamente diffusa le cui foglie sono
sorprendentemente larghe in confronto
alle minuscole foglie che caratterizzano la
maggior parte delle altre specie presenti
nella gariga. In autunno, il suolo rado
riprende vita grazie ai fiori colorati di
colchico di Cupani e narciso autunnale,
mentre
all’inizio
della
primavera
Capperi
La pianta nazionale di Malta, il fiordaliso
crassifoglio, fiorisce lungo le scogliere
meridionali all’inizio dell’estate
Borracine di Nizza
compaiono piccoli zafferanetti di colonna
e i fiori del giaggiolo dei poveretti, oltre a
varie orchidee.
Anche le scogliere verticali ospitano
alcune delle piante più robuste, tra cui la
salsola maltese, una varietà endemica di
pianta grassa tollerante al sale. Sul bordo
crescono specie sospese alla scogliera
come i capperi e le borracine di Nizza,
mentre più a est, a Ta’ Ċenċ, è possibile
avvistare la pianta nazionale, il fiordaliso
crassifoglio, che cresce tra le crepe.
Il punto di osservazione sulla punta
sporgente di Il-Pinnur merita una sosta
nei dintorni. Si consiglia di ricordare
il nome del luogo e fare attenzione
nelle giornate ventose: pinnur significa
“ventilazione” e si riferisce alla elevata
esposizione del luogo ai diversi venti.
A nord è possibile osservare la
Cittadella fortificata che, da questa
angolatura, non appare risiedere su una
collina molto elevata, poiché le scogliere
salgono significativamente. A est, si
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La Cittadella
La calonectris diomedea
osserva il punto più meridionale di Gozo:
il promontorio di Ras in-Newwiela, che si
estende al di sotto del punto più elevato
delle scogliere di Ta’ Ċenċ. Questa
distesa di scogliere che arriva fino a Xlendi
prende vita nelle notti senza luna dei mesi
estivi, quando centinaia di berte maggiori
ritornano al loro nido, allestito in una delle
tante fessure delle scogliere, dopo una
giornata di pesca in mare.
Dopo Tal-Bardan, ammirare la vista
sull’ultima parte della scogliera verso
ovest e dirigersi verso l’entroterra per
iniziare la discesa verso l’ultimo tratto di
camminata fino a Xlendi*.
Seguire il sentiero di cemento che
svolta verso l’entroterra, poi immettersi
sul percorso a sinistra per procedere in
discesa nella valle nota col nome di Wied
tal-Kantra, fiancheggiata da vasti campi
terrazzati che fanno buon uso del riparo
fornito. Il terrazzamento dei fianchi della
valle e delle colline è probabilmente è
un processo durato secoli e la tecnica di
costruzione delle pareti in pietra è l’abilità
più importante da conoscere in un territorio
in cui il suolo è estremamente scarso e
deve essere conservato a qualsiasi costo.
La funzione di questi diffusi muretti di
pietre è quella di consentire il passaggio
dell’acqua piovana senza rimuovere il
suolo e, in altri luoghi, di proteggere dal
vento o semplicemente dividere i campi
*DEVIAZIONE: In alternativa, è possibile continuare lungo la costa su un sentiero battuto.
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e delineare i sentieri. Questi muretti
sono una caratteristica intrinseca del
patrimonio rurale dell’isola. Da essi
traggono beneficio anche le numerose
creature che abitano le pareti o che le
utilizzano come riparo e nascondiglio. Tra
questi si contano tutte le specie di rettili
presenti su Malta (serpenti, lucertole,
gechi, gongili), oltre ai ricci, i toporagni e
numerosi invertebrati.
Il sentiero abbandona la strada di
campagna per continuare sulla vallata
rocciosa di Wied tal-Kantra, lungo il
sentiero d’origine*. Al termine del sentiero
roccioso, svoltare a sinistra sui campi
terrazzati per raggiungere il promontorio
di Ras il-Bajjada, caratterizzato da
un’ulteriore torre di guardia costiera
a protezione della sua cima. Questa
torre
risalente
al
diciassettesimo
secolo è rimpicciolita dall’innaccesibile
protendersi in verticale delle vicine
scogliere, che formano l’inquietante
fortificazione naturale a guardia della
baia di Xlendi. Insieme a Mġarr ix-Xini, la
vallata parzialmente sommersa di Xlendi
offre la seconda e ultima costa accessibile
alle imbarcazioni. Il toponimo Xlendi pare
avere connotazioni bizantine o arabe
a causa del suo retaggio marittimo:
Xelandion era una tipica imbarcazione.
L’accesso ingannevolmente semplice
ha causato numerosi naufragi, come
testimoniato da un relitto d’epoca romana
le cui anfore giaciono ancora sparse a 60
m di profondità. La bocca della baia ospita
un pericoloso scoglio che emerge nel bel
mezzo della stessa.
Si consiglia di trascorrere un po’ di
tempo visitando il promontorio al di sotto
della torre, le vicine saline e il calcare
ricurvo modellato dagli elementi, che
Endemica e
protetta: la
lucertola maltese
Le campagne abbondano dei tradizionali muretti
a secco
rappresenta un eccellente esempio
dell’effetto modellante del vento e del
mare sulla roccia più morbida di calcare a
globigerina, rendendone le superfici liscie
in contrasto con la totale asperità dello
strato inferiore più duro di calcare corallino
che forma la maggior parte delle scogliere.
Una serie di saline ricavate dalla pietra si
*DEVIAZIONE: In caso di piogge battenti, se il sentiero sul letto della valle è troppo umido, è possibile seguire le proprie orme all’indietro ritornando al sentiero di cemento e svoltare a sinistra per raggiungere finalmente la strada principale che collega Munxar con Xlendi
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Baia di Xlendi
I passaggi che portano alla Grotta di Carolina
riempie spesso di acqua marina a causa
del mare mosso in tempesta: tenersi a
dovuta distanza in tali circostanze.
Tornando indietro verso l’entroterra
rivolgendosi verso il resort lungo
la spiaggia e il piccolo villaggio di
pescatori di Xlendi, luogo frequentato
assiduamente sia dai turisti che dai locali,
è possibile ritrovare la via attraverso
WiedTal-Kantrs tramite una serie di
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gradini ricavati nella pietra lungo il fianco
della valle che conducono a un ponte di
pietra arcuato. I gradini possono essere
abbastanza scivolosi: fare attenzione.
In tarda primavera, i pendii della vallata
sono ricchi di fiori lilla di violaciocca
maltese. Seguendo il sentiero costiero
piantumato di tamarischi, si raggiunge la
baia stessa. Una statua di Sant’Andrea,
patrono dei pescatori, domina la baia. La
fermata dell’autobus si trova proprio dietro
gli edifici situati in fila sul lungomare.
All’estremità opposta della baia, una
ripida scalinata conduce alla piccola grotta
costiera nota come Grotta di Carolina. Per
molti anni questo luogo è stato riservato
alla balneazione delle suore domenicane.
Carolina Cauchi e la sua famiglia furono
noti benefattori della chiesa. Sebbene
faccia parte del distretto di Munxar, in
tardo agosto Xlendi celebra la propria
festa in onore della Beata Vergine Maria
del Monte Carmelo. La chiesa dedicata
alla Beata Vergine risale al 1868 e si trova
sulla sporgenza rocciosa all’inizio della
collina. Proprio al di sotto della chiesa,
nei suoi sotterranei, si trova un elemento
inatteso: un mulino di emergenza scavato
nella roccia verso la metà degli anni ‘50.
Frammenti
La torre di Mġarr ix-Xini
LA TORRE DI GUARDIA
COSTIERA DI XLENDI
1
La torre fu commissionata e
costruita nel 1650 quando il
Gran Maestro Lascaris era alla
guida dell’Ordine di San Giovanni
di Malta. La funzione principale della
torre consisteva nel prevenire i traffici
clandestini e altre attività di contrabbando,
come ad esempio lo sbarco di persone
evase dalla quarantena, e nel dare l’allarme
in caso di avvistamento di navi pirata in
avvicinamento. L’entrata alla torre avveniva
tramite un ponte levatoio, ora sostituito da
un ponte di pietre in muratura che collega
la torre alla scalinata. La torre ricoprì il suo
ultimo ruolo militare durante la Seconda
Guerra Mondiale, quando era utilizzata
come punto di osservazione dalla polizia
costiera di Gozo. Dopo la guerra, la torre
iniziò ad essere affittata a privati. La torre
è ora sottoposta a restauro su iniziativa
dell’organizzazione per la protezione del
patrimonio storico-artistico Din l-Art Ħelwa
e dell’amministrazione locale di Munxar.
LA TORRE DI GUARDIA
COSTIERA DI MĠARR IX-XINI
2
Costruita durante il regno
dei Cavalieri di San Giovanni,
questa torre di guardia costiera
si erge ancora oggi sulla bocca
dell’insenatura di Mġarr ix-Xini, da cui
essa trae il nome. Completata nel 1661,
essa appare estremamente simile alle 13
torri costruite in serie a Malta ed erette
dal Gran Maestro De Redin in un periodo
leggermente precedente.
Durante il periodo dei Cavalieri, la torre
era equipaggiata di due cannoni e tre
uomini. Consentiva di tenere sott’occhio
il canale di Gozo-Comino ed era utile per
dare un primo allarme in caso di incursioni,
le quali per secoli hanno rappresentato
19
La vedetta
una minaccia molto temuta, soprattutto
a causa della vicina insenatura che offre
un approdo semplice e riparato dai venti
provenienti da nord-ovest. Tale timore era
peraltro sostenuto da un’amara esperienza,
poiché solo un secolo prima la popolazione
dell’intera isola di Gozo era stata decimata e
ridotta in schiavitù durante un assedio degli
Ottomani.
La tradizione vuole che il vicino
promontorio sia stato il luogo da cui più
di 5000 gozitani furono spediti a Tripoli
come schiavi. Dopo la partenza dell’Ordine,
fino agli anni ‘70 dell’ottocento la funzione
di guardia fu svolta dal Royal Malta
Fencible Regiment, ma da allora in poi la
torre fu progressivamente abbandonata.
La torre riassunse per breve tempo il
proprio ruolo originale durante la Seconda
Guerra Mondiale, quando fu utilizzata
come punto di osservazione dalla polizia
costiera di Gozo. La torre è stata restaurata
nel 1999 su iniziativa di Wirt Għawdex,
un’organizzazione locale volontaria che
si occupa del patrimonio storico-artistico,
e parte dei fondi è stata raccolta tramite
la donazione di singoli blocchi di pietra. È
possibile visitare la torre su appuntamento
20
scrivendo all’indirizzo e-mail info@
wirtghawdex.org oppure visitando il sito
web (www.wirtghawdex.org) per conoscere
gli orari di apertura. La torre è aperta al
pubblico quando la bandiera è issata.
LA FUGAS
3
La fugas era un’arma utilizzata
per la difesa delle coste,
principalmente
per
evitare
lo sbarco dei nemici su parti
vulnerabili della costa. La fugas è in realtà
un mortaio o cannone scavato nella roccia
avente la forma di un cono tronco invertito,
con l’apertura larga in cima e stretta sul
fondo, dove si trova lo spazio dedicato alle
polveri da sparo. Mediamente, il diametro
e la profondità di una fugas misurano
rispettivamente 2 metri e 2,5 metri. Dopo
aver riempito il fondo di polveri da sparo, la
buca veniva riempita di grandi quantità di
pietre di tutte le misure; quando la polvere
da sparo veniva incendiata, l’esplosione che
ne derivava causava la caduta delle pietre
sul nemico mentre tentava di avvicinarsi
al territorio. Lungo la costa di Gozo erano
posizionate dodici fugas.
IL FORTE CHAMBRAY
4
Nei primi anni del diciottesimo
secolo, il solo rifugio disponibile
per i gozitani era rappresentato
dalla Cittadella presso Victoria;
quest’ultima, oltre a essere di dimensioni
troppo limitate, era anche considerata
troppo vulnerabile e troppo debole per
resistere a un eventuale assedio. L’Ordine
di San Giovanni decise di costruire una
nuova città fortificata che dominasse il
porto e che fosse in grado di accogliere
l’intera popolazione e il bestiame; l’incarico
di progettare la fortezzaa fu affidato
all’ingegnere militare de Tignè.
I fondi necessari per la costruzione
del progetto furono offerti dal cavaliere
francese Jacques François de Chambrai
(1687-1756). La fortezza aveva lo scopo di
respingere lo sbarco delle forze nemiche
nella zona del Porto di Mġarr e sorvegliare
le navi nel canale di Comino. La costruzione
delle fortificazioni fu completata nel 1762,
ma furono erette solo alcune delle strutture
progettate e la nuova città non riuscì ad
attirare nuovi residenti. Solamente una
volta, all’epoca dell’invasione napoleonica
nel 1798, gli abitanti vi cercarono rifugio,
ma si arresero e la abbandonarono dopo
una resistenza puramente simbolica.
Attualmente il forte è sottoposto a lavori
al fine di essere trasformato in zona
residenziale.
restaurato dall’Amministrazione Locale
di Munxar ed è in fase di realizzazione un
progetto di apertura al pubblico su base
regolare.
GLI UCCELLI
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Alcune antiche canzoni popolari
offrono degli spunti sulle razze di
uccelli più diffusi nella zona. Una
di queste canzoni fa riferimento
al Ċawla (corvo) che gracchiava nella
valle di Mġarr ix-Xini prima di estinguersi
e scomparire dalle isole maltesi. La
valle accoglieva anche l’ultima coppia di
barbagianni prima che venisse sterminata
negli anni ‘80. Un’altra canzone ricorda il
falco pellegrino (il famoso falco maltese),
che nidificava nelle fessure delle scogliere e
dava la caccia ai piccioni selvatici.
I MULINI DI EMERGENZA
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Negli anni ‘50, quando Malta
era ancora colonia britannica,
fu deciso di costruire dei mulini
sotterranei
che
fungessero
da fonte di cibo d’emergenza in caso di
eventuali conflitti. Il mulino di Xlendi è
l’unico presente su Gozo. Tutti i mulini
furono costruiti su Malta, lontano dalle
zone del porto.
Per ricavare i mulini, veniva scavato
un tunnel nella roccia fino a 30 m di
profondità, creando poi una camera divisa
in tre piani. Il silo vantava una capacità di
1000 tonnellate. Questo mulino è stato
Averla capirossa
La presenza di diverse razze di uccelli,
specialmente lungo la costa meridionale di
Gozo, ha fatto dell’isola un’area considerata
a livello internazionale come Important
Bird Area (IBA, area importante per la
conservazione della popolazione di uccelli)
e rimane un sito di estrema importanza per
numerose specie come la berta maggiore,
la berta minore mediterranea, il gabbiano
reale zampegialle, la procellaria e il passero
solitario, l’uccello nazionale di Malta, che
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preferisce le scogliere verticali, mentre la
sterpazzola di Sardegna, lo strillozzo e la
calandrella preferiscono gli altopiani.
riconoscerle per i loro versi, simili a pianti
di bambini, che riempiono l’atmosfera
e regalano un’esperienza sonora unica
nel suo genere! Il suo nome scientifico
diomedea è infatti legato all’eroe greco
Diomede e questo uccello è considerato,
da un punto di vista mitologico, come il
compagno metamorfizzato dell’eroe che
continua a piangere la sua morte ogni
notte con i suoi gemiti.
Anche la molto più rara berta minore
mediterranea nidifica lungo le sogliere,
ma con una popolazione molto più ridotta
e in un periodo precedente. Entrambe le
specie continuano ad essere regolarmente
sottoposte a ricerche e monotoraggi da
parte dell’associazione BirdLife Malta.
Il passero solitario, l’uccello nazionale di Malta
LE PUFFIN CENDRÉ DE SCOPOLI
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La Calonectris diomedea (Ċiefa
in maltese) è un uccello marino
appartenente alla famiglia degli
albatross dotato di apertura
alare fino a 126 cm. Il suo nome comune
è berta maggiore ed è rinomato per la sua
capacità di volare a filo dell’acqua con le
estremità delle ali che quasi toccano la
superficie marina. Ha il becco di colore
giallo con la punta uncinata marrone, il
piumaggio superiore è marroncino-grigio,
mentre quello inferiore è bianco. La berta è
un uccelllo gregario che nidifica in colonie
all’interno delle crepe e delle fessure delle
scogliere, dove depone un solo uovo nel
mese di maggio e ritorna nello stesso
luogo anno dopo anno. Più di 1.000 coppie
nidificano lungo le scogliere a partire da
Ta’ Ċenċ fino a Xlendi; per questo motivo
la zona è divenuta una delle aree più
importanti. La berta maggiore trascorre la
maggior parte della propria vita in mare,
ma durante l’estate al tramonto è possibile
osservare centinaia di esemplari riuniti in
ampi gruppi prima del loro ritorno ai rispettivi
nidi, a cui fanno visita solamente di notte.
Questo è il momento in cui è più probabile
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IL PINO D’ALEPPO
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Il Pinus halepensis (Żnuber in
maltese) è nativo della regione del
Mediterraneo ed è molto adatto
a questo clima caratterizzato
da estati lunghe e secche. Si tratta di una
conifera di media misura che raggiunge
un’altezza massima di 20 metri. A Malta
questo albero è presente fin dall’antichità,
essendo probabilmente una delle principali
specie delle foreste che ricoprivano le
isole millenni di anni fa e che sono da
lungo tempo scomparse, ad eccezione di
aree ristrette rappresentate dai rimanenti
esemplari di querce sempreverdi.
Il pino d’Aleppo fu reintrodotto e utilizzato
nella progettazione del paesaggio e nella
forestazione. Gli aghi di questo pino sono
foglie altamente adattete che riducono di
gran lunga la perdita di acqua, consentendo
all’albero di sopravvivere alla siccità delle
lunghe estati. Il caldo estivo comporta
spesso la creazione di un odore intenso di
resina, accompagnato dal suono crepitante
delle pigne che si aprono per rilasciare e
disperdere i semi nel vento . Per ciascuna
pigna femmina il tempo di maturazione è
di 3 anni. Le pigne maschio sono molto più
piccole, non legnose e sono visibili per un
periodo breve dell’anno, quando rilasciano
nuvole di polline se sfiorate.
Informazioni
SITI WEB:
www.gozo.gov.mt
www.visitgozo.com
www.ecogozo.com
www.gozochannel.com
UFFICIO INFORMAZIONI TURISTICHE A GOZO:
No. 17, Independence Square, Victoria, Gozo, VCT 1021
Tel: (+356) 22915452
ORARI DI APERTURA:
Dal lunedì al sabato: dalle 09:00 alle 17:30 (ultimo accesso alle 17:15)
La domenica e i giorni festivi*: dalle 09:00 alle 13:00 (ultimo accesso alle 12:45)
N.B.: * eccetto i giorni di Natale, Capodanno, Venerdì Santo e Domenica di Pasqua
ORARI DEGLI AUTOBUS:
www.transport.gov.mt
Tutti i diritti riservati. Sono vietate la riproduzione, la conservazione in sistemi
di recupero dati e la trasmissione sotto qualsiasi forma o tramite qualsiasi mezzo
(elettronico, meccanico, fotocopia, registrazione ecc.) di qualsiasi parte di questa
pubblicazione senza previo consenso per iscritto del titolare del copyright.
È possibile inviare richieste direttamente al Ministero di Gozo.
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Fotografia:
TED ATTARD
DANIEL CILIA
RENO RAPA
ANALISE FALZON
ETIENNE MICALLEF
GEORGE SCERRI
ARON TANTI
MUNXAR LOCAL COUNCIL
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Progetto cofinanziato dall’Unione Europea
Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale
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Xlendi