Periodico trimestrale di informazione e cultura dell’Associazione Italiana Fisioterapisti Regione Puglia n. 39 (4º Trimestre 2011) - Registrazione c/o il Tribunale di Taranto n 584 del 27.06.01- Spedizione in A.P.-45% art. 2 comma 20/B Legge 662/96 DC/DCI aut. N. 310 del 17.04.01 In allegato PROGETTO AIFI GROUP a cu ra d Mic i hele Can G Mar iulio C none, ontic PT, P ia L MP, u Giu MSc sep cia D elli, P Salv pe Gio e Nuzzo T, MSc Filip atore G vannico , PT, OM u T p , e P o rr Mar T iang Maselli, ieri, PT , OMT ,M ela P Den Mine T, OMT, Sc M r is Pe vini, Sc Ales Raffaele nnella, PT, MS c sand P P ro R olito, P T T ahin ò, PT , MSc La schiena va a scuola 24 GENNAIO 2012 GIORNATA REGIONALE DI EDUCAZIONE E PREVENZIONE 1 INSIEME PER CRESCERE C ari colleghi, amici, soci, l’anno appena finito si è concluso con l’abrogazione dell’articolo 1 septies e con il congresso nazionale, che ha visto la rielezione di Antonio Bortone a Presidente Nazionale. Una rielezione all’insegna della continuità da un lato, e del rinnovamento dall’altro. “Nella continuità per quanto riguarda l’azione di pressione istituzionale per ottenere l’approvazione della legge che istituisce gli Ordini professionali per le professioni sanitarie, per il contrasto all’abusivismo e per la difesa della professionalità. Nel segno del rinnovamento per quanto riguarda il processo di riorganizzazione interna con la creazione di un sistema di servizi in sinergia con le sedi regionali e con l’inserimento negli organi decisionali interni di rappresentanti delle giovani generazioni di fisioterapisti.” ha affermato il Presidente Bortone durante la conferenza stampa dopo il congresso. Molti problemi per la categoria, però, sono ancora in alto mare. Ovviamente il più importante è quello dell’ istituzione dell’ordine professionale, unico strumento che i cittadini hanno per evitare di incontrare abusivi che possano mettere a rischio la loro salute, oltre che truffarli, che ha subito un nuovo stop nell’iter parlamentare dopo l’approvazione in Commissione Sanità del Senato, anche se importanti rassicurazioni sono giunte sul DDL 1142 dall’On. Martini e dal Dott. Leonardi. “Parole soltanto parole” diceva una canzone di Mina, e anche per noi restano tali. Chiediamo a tutte le forze politiche di passare dalle parole ai fatti e di porre fine a rinvii, ripensamenti e strumentalizzazioni di ogni genere. Oltre l’ordine, ci sono anche da affrontare altre questioni, come la riforma dell’università, la riforma del sistema ECM, la revisione dei LEA, l’accreditamento diretto del fisioterapista, ecc. Anche a livello regionale, abbiamo problematiche da affrontare e da risolvere, dal momento che la politica regionale, come quella nazionale, dice, promette e poi non mantiene le promesse e non si assume la responsabilità delle norme emanate. Mi riferisco, in particolare, alla Deliberazione della Giunta Regionale n° 933 del 10 maggio 2011, con la quale il nostro governo regionale ha recepito l’accordo concernente il “piano di indirizzo per la riabilitazione” sancito in Conferenza Stato-Regioni e ha istituito il Coordinamento Regionale per la Rete della Riabilitazione, con il compito di predisporre e di coordinare tutte le iniziative per l’attuazione del “Piano di indirizzo per la riabilitazione”, nonché di programmare il fabbisogno delle principali tipologie di servizi residenziali e semiresidenziali a carattere sanitario e sociosanitario, e nominato i componenti di questo organismo, composto prevalentemente da Dirigenti Medici specialisti in riabilitazione, senza prendere in considerazione, o coinvolgendo marginalmente, le altre competenze specialistiche dell’area della riabilitazione. Un ulteriore appello a noi tutti fisioterapisti, che abbiamo l’obbligo e la responsabilità di far crescere la professione, mantenendo comportamenti eticamente e deontologicamente corretti, garantendo qualità delle prestazioni erogate e denunciando eventuali abusi della professione. Alla crescita della professione si contribuisce anche aderendo all’associazione e contribuendo a delineare l’azione politica istituzionale che l’associazione deve compiere. Come ha affermato il Presidente Bortone: “Chi ha voglia di contribuire a migliorare il panorama professionale, si faccia avanti, si offra e sia positivo portatore di interessi per la collettività. Venite nel nostro sistema associativo e caratterizzatelo con la forza delle vostre opinioni, con i desideri legittimi della nuova generazione, con la grinta e determinazione tratta dalla consapevolezza di essere una professione utile, essenziale, competente per la salute delle persone. Vogliamo essere al servizio della comunità, perché siamo professionisti che servono persone senza essere servi di nessuno”. Cari colleghi, cerchiamo di stare insieme per crescere come professionisti, per offrire un servizio migliore, competente e responsabile. Buon 2012 a tutti voi. Dott. Ft. Fabio Domenico Mazzeo Segreteria Redazionale: A.I.FI. - Puglia Via Zanardelli, 79 - 70125- BARI Direttore Responsabile: Vincenzo Italiano Comitato di Redazione: Denis Pennella Alessandro Stasi Concetta Pesce Alessandro Rahinò Redattore capo: Marco Cordella Rappresentante Legale: Fabio Domenico Mazzeo Stampa: 2 Stampa Sud spa - Mottola (Ta) “La schiena va a scuola: prime regole per rispettarla” Dott. Ft. Rosa Anna Fanelli - Resp.le Ufficio Formazione Nell’ambito del progetto nazionale dal titolo “La schiena va a scuola: prime regole per rispettarla”, l’AIFI Puglia, il 24 Gennaio 2012 è iniziata la campagna di informazione per promuovere il ‘rispetto’ per la schiena dei bambini. L’obiettivo di questa campagna di prevenzione vuole essere quello di sensibilizzare e rendere consapevoli i genitori e gli insegnanti sulle problematiche che riguardano la schiena dei nostri bambini, fornendo semplici concetti su come cresce la schiena, quali sono i principali disagi in cui può incorrere, tra cui la scoliosi, dare consigli per una prima osservazione della schiena del nostro bambino per tenerla sotto controllo prima di rivolgersi ad uno specialista, rispondere ai principali quesiti di insegnanti e genitori. Gli incontri saranno proposti nei Circoli Didattici di ogni provincia della regione e in quell’occasione verrà distribuito un opuscolo guida, fatto di testi e fumetti, messo a punto da esperti AIFI. Il progetto prevede un incontro informativo-interattivo di circa due ore, tenuto da Fisioterapisti AIFI con gli insegnanti, genitori e bambini delle scuole aderenti. Verrà realizzata anche una conferenza stampa per divulgare la conoscenza di questo importante progetto. L’opuscolo, redatto in collaborazione con ISICO (Istituto Scientifico Italiano Colonna vertebrale) e S.I.Fi.R. (Società Italiana Fisioterapia e Riabilitazione), è stato ideato per fornire informazioni e strumenti atti a promuovere comportamenti e stili di vita corretti, utili nella prevenzione delle malattie dell’apparato muscolo-scheletrico (in particolare a livello della colonna vertebrale) dei nostri bambini. Il vademecum, si può richiedere all’AIFI o scaricare direttamente dal sito www.aifi.net. “Siamo focalizzati sulla fascia d’età tra i sei e i dieci anni perchè è la più delicata per lo sviluppo dell’apparato scheletrico” spiega Antonio Bortone Presidente AIFI. “Una vertebra sottoposta a forti pressioni che agiscono solo su una parte di essa, tende ad assumere la forma di un cuneo, e più vertebre a cuneo danno luogo a un dismorfismo, cioè a un’alterazione della forma della colonna”. Questa eccessiva curvatura della colonna vertebrale non è scoliosi ma, se non si interviene, può essere causa di lombalgie oltre che aprire la porta a dolori cronici da adulto. “Tra i sei e i dieci anni - continua il dottor Bortone - merita un’attenzione particolare anche lo sviluppo psicomotorio del bambino. Più tempo passa a muoversi e maggiore sarà la sua elasticità da adulto, con un minore rischio di disturbi alla schiena. Questo perchè grazie al movimento si strutturano e si affinano gli schemi che il bambino utilizzerà per tutta la vita”. A casa ben vengano le sedie ergonomiche e una scrivania proporzionata. Per essere certi di non sbagliare l’acquisto, sarebbe meglio far sedere il bambino e verificare che i piedi siano ben appoggiati per terra. La cura deve essere massima anche a scuola. I fisioterapisti dovrebbero osservare e valutare che gli arredi siano conformi alle norme Uni En 1729 per garantire una corretta postura: esistono prodotti che si adattano anche al grande aumento di statura del bambino in questi anni ed alla sua crescita. Massima cura merita la scelta dello zaino. “Sicuramente lo zaino non fa venire la scoliosi, come si diceva un tempo - sottolinea Bortone - Di certo però se è inadeguato può accentuare le curve della colonna vertebrale e in generale scatenare dolorose lombalgie”. Com’è lo zaino ideale? Molto leggero quando è vuoto e senza aperture a soffietto che incentivano a riempirlo di più. Deve avere bretelle ampie e imbottite e una cintura per fermarlo in vita. Quando il bimbo lo indossa non deve oltrepassare la linea delle anche, e deve avere la parte che appoggia alla schiena imbottita e ben sagomata, per aderire bene altrimenti quando si riempie si crea un effetto “sacco di patate” con un accumulo di peso squilibrato nella parte inferiore. Quanto deve pesare? Non più del 20 per cento del peso del bambino. Noi AIFI Puglia crediamo fortemente nell’ importanza di coinvolgere bambini, famiglie e scuole nella promozione di comportamenti posturali e stili di vita corretti poiché la prevenzione, in questo caso, diviene davvero fondamentale a tutelare la salute che è “un bene prezioso da salvaguardare”. 3 Tesseramento 2012 A.I.Fi – Tante novità per i soci PER ISCRIVERSI Una pioggia di nuovi servizi Per te, solo per te che tieni alla professione compilare il modulo in tutte le sue parti, effettuare il versamento di: Caro collega,un nuovo anno è appena iniziato e qui in Aifi si respira aria di freschezza. Le vele sono spiegate ed il vento in poppa, siamo pronti a raggiungere nuovi orizzonti per la professione. Ecco solo alcune delle novità di quest’anno: € 50,00 soci ordinari neolaureati (sessione autunnale 2011 - sessione primaverile 2012) € 26,00 studenti 2 Corsi ECM gratuiti per i soli soci 2012; € 200,00 soci sostenitori Mentore: Un progetto destinato a supportare la crescita professionale di giovani e meno giovani; sul conto corrente postale n. 43926948 intestato a A.I.FI. Puglia - Via Zanardelli, 79 - 70125 BARI Miglior Tesi: Premieremo la migliore tesi per l’anno accademico 2010-2011; o bonifico bancario IBAN: IT92U0760115800000043926948 La schiena va a scuola: Promozione della prevenzione nelle scuole pilota delle 5 province pugliesi; Basta con il solito sito! Spedire il modulo € 100,00 soci ordinari via fax al n. 080.2220978 via mail: [email protected] Nuovi servizi web arricchiranno il nostro portale giorno dopo giorno, eccone alcuni: per posta (non raccomandata) corredato di: fotocopia del versamento, fotocopia autocertificata del titolo di studio, fotocopia partita IVA (solo per i liberi professionisti) certificato di frequenza (solo per gli studenti) e in più tante ottime convenzioni, come la polizza assicurativa pensata appostaper la tua serenità professionale! Che cosa aspetti? Sede Aifi Puglia PROMEMORIA: Segreteria: 393 1039706 (16,00 - 19,00 lunedì e venerdì) Fax: 080 2220978 (24 h.) e-mail: [email protected] A tutti gli iscritti verrà offerta dal nostro sponsor MEDICAL TOOLS una TAVOLA ANATOMICA Riferimenti dei RESPONSABILI PROVINCIALI: Bari Angela AMODIO - Tel. 329.0552108 - e-mail: [email protected] Brindisi Piero ZACCARIA - Tel. 329.0552110 - e-mail: [email protected] Foggia Giulio CONTICELLI - Tel. 329.0552106 - e-mail: [email protected] Lecce Claudia PATI - Tel. 329.0552109 - e-mail: [email protected] Taranto Massimo MATERA - Tel. 329.0552107 - e-mail: [email protected] 4 one i z i c a nte n u a c o m port im 5 Un caloroso benvenuto ai neolaureati Sessione Novembre 2011 Gruppo UniBA sezione ezione di d Taranto G Gruppo UniFG Gruppo UniBA sezione di Brindisi 6 Bando di concorso “PREMIO MIGLIOR TESI IN FISIOTERAPIA AIFI REGIONE PUGLIA” Edizione 2012 1. Finalità del concorso 4. Caratteristiche dell’abstract La preparazione della tesi di laurea rappresenta per il giovane studente un momento di forte slancio e crescita professionale. Dal punto di vista sociale, la tesi di laurea assume un significato profondo: segna il passaggio del laureando dallo status di studente a quello di membro della Comunità Scientifica. Tutti coloro che risultano in possesso dei due requisiti specificati al punto 2 dovranno tener conto dei seguenti punti: 1. L’abstract dovrà contenere massimo 10.000 battute, inclusi gli spazi e la bibliografia; 2. L’abstract dovrà rispettare la struttura IMRAD (Introduction, Materials and method, Results, Discussion); Attraverso l’istituzione di questo premio si intende: 1. Stimolare gli studenti ad intraprendere percorsi di ricerca validi e di qualità 3. La bibliografia è obbligatoria, pena l’esclusione dal concorso; 2. Favorire l’approfondimento delle best practice e della metodologia della ricerca in riabilitazione 4. Sarà possibile allegare max 3 immagini e 3 tabelle da allegare all’abstract; 3. Gratificare i neolaureati e relatori delle tesi valutate come migliori 5. Saranno accettati solo abstract in formato doc, docx, pdf; 4. Favorire la costruzione di ponti sempre più solidi tra professione e ricerca scientifica 5. Commissione giudicante 2. Destinatari e requisiti La commissione che giudicherà le tesi pervenute sarà composta da elementi scelti all’interno della direzione regionale. A.I.Fi si riserva di chiedere il parere di eventuali esperti nel settore specifico di ciascuna tesi presentata. Il concorso è aperto a tutti gli studenti in fisioterapia che possiedono i seguenti due requisiti 1. Possesso di titolo di studio conseguito in Italia nell’anno accademico 2010-2011 6. Criteri di valutazione 2. Essere regolarmente iscritti ad Aifi Puglia per l’anno 2012 Ogni membro della commissione giudicante valuta autonomamente ogni tesi secondo una scala da uno a 10 per ognuno dei seguenti criteri: 3. Modalità di partecipazione Tutti coloro che risultano in possesso dei due requisiti specificati al punto 2 dovranno allegare ad una email indirizzata a [email protected] i seguenti documenti entro e non oltre il 30 aprile 2012: 1. Originalità: può caratterizzare l’ambito dell’approfondimento o l’ipotesi di lavoro 2. Coerenza interna: prevede che lo sviluppo della tesi rispecchi la metodologia dichiarata e le ipotesi si vedano confermate o meno dalle conclusioni 1. Domanda di partecipazione compilata in ogni sua parte 2. Abstract le cui caratteristiche sono specificate al punto 4 3. Qualità del lavoro: Utilizzo degli strumenti di ricerca (strumenti statistici, questionari, tecniche di ricerca qualitativa); Metodo di lavoro (tipo di studio svolto); Disegno dello studio 3. Fotocopia o scansione del frontespizio della tesi 7 La nostra voce”. Al vincitore sarà inoltre offerto un premio dal nostro sponsor “Medical Tools” del valore di 500,00 €. 4. Pertinenza del lavoro (I): valore dello studio per lo sviluppo delle conoscenze della Scienza riabilitativa 5. Pertinenza del lavoro (II): valore dello studio per la ricaduta nella prassi riabilitativa 9. Insindacabilità del giudizio della giuria e accettazione delle condizioni Il giudizio della commissione è insindacabile e inappellabile. Attraverso la partecipazione al concorso ciascun partecipante accetta, senza riserve, tutti i punti del presente bando ed autorizza A.I.Fi. Puglia all’uso degli abstracts ricevuti a fini promozionali e divulgativi dell’evento. 6. Chiarezza della stesura: leggibilità, logica, uso appropriato della terminologia, grafica 7. Pertinenza della bibliografia: qualità delle fonti, pertinenza con lo studio svolto, modalità dei richiami bibliografici 7. Scadenze e pubblicazione risultati Il termine ultimo per la presentazione delle tesi è il 30 aprile 2012. La commissione inserirà sul sito web www.aifipuglia.it i risultati del concorso annunciandone la tesi vincitrice. Info: La Scheda di Iscrizione “MIGLIOR TESI” è scaricabile dal sito www.aifipuglia.it 8. Premiazione La premiazione avverrà durante il Convegno Regionale che si terrà presumibilmente fine maggio inizio giugno 2012. La tesi vincitrice verrà pubblicata in un articolo sulla rivista regionale “Fisioterapisti: 74121 Taranto - Via Duca di Genova, 70 CORSI ECM PER OPERATORI SANITARI PROMO SCONTO 10% su tutti i corsi sas ECMSERVICE isti per i fisioterap 12 20 iscritti A.I.Fi. 1 Corso Base Bobath data inizio 17 aprile 2 L’approccio riabilitativo nel bambino con P.P.I. 1º modulo dal 8 al 10 marzo 2012 3 Terapia Manuale secondo il concetto Kaltenborn-Evjenth (5 Moduli) dal 29 maggio al 2 giugno 2012 (1º Modulo) dal 9 al 13 dicembre 2012 (2º Modulo) 4 Fisioterapia dello sport 25 e 26 febbraio 2012 5 Stabili o mobili? - La comprensione della fisicità propria e del paziente 19 e 29 maggio 2012 6 La riabilitazione respiratoria 3 e 4 marzo 2012 7 Corso base di linfodrenaggio data inizio 17 marzo 2012 8 Specificità dell’intervento psicomotorio nella presa in carico multidisciplinare 10-11 e 24-25 marzo 2012 info: www.ecmservicesas.it - phone: 393.9504842 iscrizioni: fax: 080.2145698 8 Il trattamento conservativo della Ipercifosi da Malattia di Scheuermann Dott. T.O. Tombolini Giuseppe - Dott. FT. Denis Pennella P er “cifosi ” si intendono le curvature concave anteriormente che, alternate alle curvature convesse anteriormente o lordosi, rappresentano una parte delle fisiologiche curve che il rachide struttura durante la crescita, sul piano sagittale. Durante l’età dello sviluppo l’intervallo di valori, misurato in gradi Cobb, considerato fisiologico, è compreso tra 22,5°±2,5 e 42,5°±2,5; valori più bassi sono associati a “dorso piatto” mentre valori più alti a “ipercifosi”. Entrambe le situazioni richiedono valutazione e trattamento specifici. E’ importante intervenire precocemente in quanto la corretta tempistica di intervento è fattore prognostico positivo; Il rachide è abbastanza elastico fino all’adolescenza, nel passaggio dal Risser 3 a 5, periodo in cui le curve si strutturano con successive scarse potenzialità di rimodellamento. Il dorso piatto ha una incidenza bassa sulla popolazione, spesso è accompagnato da curve scoliotiche oppure è di origine iatrogena (terapia sbagliata, scelta errata del corsetto o confezionamento errato dello stesso). L’ipercifosi ha invece una più alta incidenza. In base alla localizzazione dell’apice della curva distinguiamo una Ipercifosi Dorsale, con più alta incidenza, ed una Ipercifosi Dorso-Lombare, od anche Ipercifosi Lunga o Ipercifosi Giunzionale. Tra le cause più frequenti individuiamo l›Osteocondrosi di Sheuermann (1-8 % della popolazione). Questa patologia è caratterizzata da una cuneizzazione anteriore dei corpi vertebrali, provocata da una alterazione istologica reversibile delle cartilagini di accrescimento, la quale determina uno svantaggio meccanico delle aree anteriori dei piatti vertebrali stessi con conseguente interdizione della crescita dei somi vertebrali e dolore associato. In merito all’eziologia sembra avere maggior peso la componente genetica rispetto alla componente ambientale, come evidenziato da uno studio retrospettivo di Damborg su 35.000 gemelli danesi. La Malattia di Sheuermann provoca dolore nella sede osteocondrosica ed una accentuazione importante della cifosi; il rachide appare molto rigido e senza possibilità di inversione della curva, spesso è presente il segno della losanga. La radiografia conferma la diagnosi di M. di Sheuermann: - Cuneizzazione di tre vertebre adiacenti di almeno 5° ognuna; - Restringimento dello spazio discale - Irregolarità dei piatti terminali coinvolti - Ernie di Shmorl, a volte presenti - Aumento dei gradi Cobb della cifosi Segni radiografici della M. di Sheuermann Generalmente l’ipercifosi dorsale da M. di Sheuermann è definita lieve se minore di 50° Cobb, moderata se tra 50° e 70° Cobb e grave se maggiore di 75° Cobb. Per convenzione la misurazione dei gradi Cobb della cifosi dorsale viene effettuata tra la limitante somatica superiore di T4 e la limitante somatica inferiore di T12. Meno frequentemente si può riscontrare una Malattia di Sheuermann di Tipo II allorquando la sede osteocondrosica è alla giunzione dorso-lombare oppure squisitamente lombare; può in tali casi non essere molto estesa, coinvolgendo solo una o due vertebre, ma risultare causa di lombalgia in età adolescenziale. Il trattamento terapeutico si avvale di diversi strumenti: esercizi specifici, corsetto rigido, corsetto gessato ed intervento chirurgico; e si rende sempre 9 necessario per problemi legati al dolore (dura circa un anno o due in età adolescenziale ma recidiva in età adulta) e legati all’estetica. Nell’età adulta inoltre si assiste a limitazioni funzionali degli arti superiori. Gli esercizi specifici sono efficaci in caso di ipercifosi lieve. In caso di ipercifosi rigide di grado moderato fino a 60°-65° Cobb si rende necessario l’utilizzo di un corsetto rigido in associazione agli esercizi specifici; in questi casi il corsetto viene indossato circa 21/23 ore al giorno per poi diminuire progressivamente intensificando la fisioterapia. Quando l’ipercifosi si attesta tra i 65° ed i 75° è indicato l’utilizzo di un corsetto gessato che sarà poi sostituito con il corsetto rigido. Per le ipercifosi maggiori di 75° Cobb l’indicazione al trattamento chirurgico non trova ancora forti livelli di evidenza (sebbene l’approccio con viti peduncolari toraciche posteriori stia dando ottimi risultati); sarebbe utile approfondire lo studio della storia naturale e della eziologia della M. di Sheuermann per migliorare l’approccio terapeutico al paziente. Per limitazioni di spazio non è possibile descrivere il trattamento riabilitativo della ipercifosi da M. di Sheuermann come meriterebbe; basti tener conto che ogni esercizio: - deve essere specifico per le caratteristiche di tensione e forza muscolare del paziente; - deve essere specifico per le caratteristiche di rigidità e ampiezza della curva e degli adattamenti compensativi della stessa alla correzione; - deve tener conto del grado Risser di maturazione ossea; - deve tener conto del tipo di corsetto utilizzato e delle ore di utilizzo; - deve essere compliante per il paziente. I CORSETTI PER L’IPERCIFOSI L’azione del corsetto per le ipercifosi può seguire diversi principi di correzione meccanica, che possono essere approfonditi in altra sede: - concetto 3 punti: Lionese e Maguelone; • - concetto di spinta: Lapadula Modificato; - concetto di trazione: Milwaukee. Corsetto Milwaukee E’ un corsetto di elongazione che si avvale di una stimolazione propriocettiva. E’ formato da una presa di bacino stabile da cui dipartono due aste metalliche posteriori ed una anteriore; queste ultime si uniscono a livello cervicale con un anello che forma la mento10 niera inclinata di 30° anteriormente per permettere i movimenti in sicurezza del capo. La mentoniera deve comunque esercitare una pressione diretta sulla mandibola. Le aste posteriori e la pelotta dorsale possono essere assicurate con fibbie in cuoio per evitare fenomeni di basculamento. • Corsetto Antigravitario Maria Adelaide Corsetto rigido in polietilene con rivestimento interno costruito su misura, con sistema CAD-CAM. Il corsetto è costruito su un modello positivo realizzato dopo progettazione computerizzata personalizzata per ogni paziente. La presa di bacino è simile a quella del corsetto Milwaukee: con appoggio addominale e sui glutei ma senza aste e collare. Si utilizzano aste in acciaio con cremagliera regolabile e pelotta di spinta sternale per la correzione del dorso curvo. Posteriormente la presa di bacino è prolungata in alto, fino sotto l’apice della curva cifotica. • Corsetto di Lione Corsetto rigido, in materiale trasparente ad alta resistenza e struttura in alluminio e acciaio, costruito su misura, con sistema CAD-CAM e modello positivo. E’ formato da due aste, anteriore e posteriore, che si raccordano inferiormente alla presa di bacino e superiormente ad un anello formato dai due ascellari con il compito di controllare i cingoli scapolari. Una spinta delordosizzante sul sacro in associazione alla spinta sternale anteriore e quella sull’apice della cifosi dorsale garantiscono una importante correzione. • Corsetto Maguelone Corsetto bivalve per le ipercifosi pure con apice da D5-6 a D8-9. La correzione è assicurata dai due punti di spinta posteriore, sacrale e dorsale, collegati tra loro da tre barre metalliche che si raccordano anteriormente ad un pancino con funzione di spinta addominale in ipolordosi. Dal pancino dipartono inoltre due aste rigide per le spinte claveari. • Corsetto Lapadula modificato (Sibilla) Corsetto monovalva con apertura anteriore; la presa di bacino molto alta impedisce la perdita dell’azione di correzione quando il paziente è in flessione anteriore. Vi si associano le spinte rigide claveari per il controllo dei cingoli e l’apertura delle spalle. E’ indicato per la correzioni di ipercifosi associate a scoliosi grazie all’utilizzo di drivers in che abbia capacità correttive anche in tal senso. Il corsetto è uno stimolatore meccanico che deve però entrare in sintonia col sistema di controllo della postura e fornire informazioni ai centri superiori, generando quindi anche una risposta correttiva a livello centrale (Nachemson et al., 1995). Il trattamento riabilitativo del paziente in corsetto deve avere come obiettivo la presa di coscienza del rachide e delle sue curve, delle spinte correttive si modo che il corsetto statico diventi un “corsetto attivo”, implementandone notevolmente le potenzialità terapeutiche. Compito del fisioterapista è anche fare in modo che il paziente accetti appieno la terapia, generando alta compliance, insegnare al paziente ad utilizzare il corsetto durante la giornata, promuovere le giuste attività sportive con e senza il corsetto, essere parte attiva del team osservando e valutando il decorso e l’efficacia della terapia nel tempo. Bibliografia 1) F Zaina, S Atanasio, C Ferraro, C Fusco, A Negrini, M Romano, S Negrini. European Journal of Physical and Rehabilitation Medicine 2009. Review of rehabilitation and orthopedic conservative approach to sagittal plane diseases during growth: hyperkyphosis, junctional kyphosis, and Scheuermann disease. 2) TG Lowe et al (Wheat Ridge, CO, USA). Spine 2007. Evidence Based Medicine: Analysis of Scheuermann Kyphosis. 3) HR weiss et al (Gensingen, Germany). Scoliosis 2009. Brace treatment for patients with Scheuermann‘s disease - a review of the literature and first experiences with a new brace design. 4) JC de Mauroy et al (Lyon, France). Scoliosis 2010. Conservative treatment of idhiopatic hyperkyphosis and Sheuermann’s kyphosis (Consensus SOSORT: Lyon 2010) plastazote e barre a T. Ognuno di questi corsetti pone il rachide nella migliore correzione possibile e lo spinge ad accrescersi secondo questa direzione (Stokes et al., 2006). La scelta del corsetto è specifica per il paziente e per il momento storico della patologia; variabili importanti sono l’entità della ipercifosi ed il momento evolutivo della stessa. Occorre ovviamente tener conto di eventuali deformità del rachide anche sul piano frontale con la necessità di optare per un corsetto Tombolini Officine Ortopediche 13485: 2004 TARANTO - BARI - BRINDISI - MATERA www.ortopediatombolini.it SPECIALISTI IN ORTOPROTESICA 11 Consolidare la cultura scientifica in riabilitazione! Dott. Ft. Paola Caruso, Presidente SIFIR L o scorso 9 dicembre si è svolta a Roma l’Assemblea dei Soci S.I.Fi.R. (Società Italiana Fisioterapia e Riabilitazione ) durante la quale si è proceduto al rinnovo delle cariche associative. All’unanimità sono stati riconfermati i precedenti componenti del Consiglio Direttivo, con alcuni avvicendamenti per quanto riguarda il Collegio dei Probi Viri ed i Revisori dei Conti, per cui i nuovi Organi della S.I.Fi.R. sono i seguenti: Presidente: Paola Caruso, Segretario: Orazio Meli, Tesoriere Rosa Bolotta, Consigliere: Mariaconsiglia Calabrese, Consigliere: Maria Concetta De Marinis. A seguire si è svolto il primo Consiglio Direttivo che ha dato l’avvio alla programmazione delle attività per l’anno 2012. La S.I.Fi.R. ha lo scopo istituzionale di sviluppare le conoscenze e la ricerca nell’ambito della fisioterapia e in generale della riabilitazione e dall’implementazione di queste nella pratica clinica. Diventa centrale costruire ed affermare una cultura ed una scienza della Riabilitazione che tenga conto della complessità della disciplina. E per fare ciò è necessario strutturare una metodologia di ricerca che faccia emergere, in maniera rigorosa, il ragionamento effettuato nell’intervento riabilitativo e delle modificazioni ottenute con il paziente. E’ necessario lo sforzo di tutti professionisti per crescere dal punto di vista scientifico e metodologico: studiando insieme e verificando nella pratica clinica si potrà riuscire a migliorare le conoscenze. A tal fine S.I.Fi.R. sta lavorando per definire le fasi propedeutiche all’avvio di alcuni progetti di ricerca multicentrici che saranno realizzati nel corso 12 dell’anno 2012 e la programmazione di eventi formativi di tipo metodologico al nord, al centro e al sud. È proprio a tal fine che l’anno scorso, insieme ad AIFI, è stato bandito il Concorso “Miglior Tesi”: l’iniziativa è stata rivolta ai neolaureati di tutta Italia, che hanno candidato le proprie Tesi svolte nell’ Anno Accademico 2009/2010. Le Tesi rappresentano un momento importante nella vita dello studente ma anche del prossimo fisioterapista: infatti spesso rappresentano l’unico momento in cui sia possibile approfondire tematiche specifiche ed anche, laddove le condizioni universitarie lo permettano, offre la possibilità di partecipare a progetti di ricerca anche molto intriganti ed è per questo che è importante cercare di valorizzarle. Il 17 marzo 2012 si terrà a Roma il Congresso “Miglior Tesi in Fisioterapia”, che concluderà il Concorso promosso con AIFI ed è destinato quindi non solo alla presentazione e premiazione dei lavori migliori, ma anche alla diffusione di esperienze che possano stimolare il progresso delle conoscenze scientifiche in riabilitazione. Anche per quest’anno la S.I.Fi.R. ha rinnovato la convenzione con la Rivista “Scienza della Riabilitazione” edita dalla Società Editrice Universo (SEU) che offre l’abbonamento annuale per il 2012 al prezzo di € 20. La rivista ha al suo interno sezioni per pubblicazione di articoli a carattere scientifico, abstracts di tesi di laurea particolarmente significative, case-report, proprio nell’ottica editoriale di stimolare lo scambio di esperienze ma anche il dibattito scientifico. L’iscrizione alla S.I.Fi.R. per gli associati A.I.FI, che continua ad essere il nostro partner privilegiato, rappresentante della professione, resta per il 2012 di € 30 oppure di € 50 comprensivo dell’abbonamento alla rivista Scienza della Riabilitazione. Particolare attenzione ai neolaureati iscritti all’AIFI e agli Studenti del C.dL in Fisioterapia che potranno iscriversi al prezzo simbolico di € 10 oppure al costo di € 30 comprensivo dell’abbonamento alla rivista Scienza della Riabilitazione. Per iscriversi scaricare il modulo da www.sifironline.it Per informazioni scrivere una mail a [email protected] IL SISTEMA DEI NEURONI A SPECCHIO Dott. Ft. A. Rahinò - Dott. Ft. D. Pennella - Dott. Ft. G. Giovannico - Dott. Ft. M. Cannone “…se mentre si esibisce in pubblico un cantante diventa un po’ rauco, molti dei presenti, come mi ha assicurato una persona di cui ho piena fiducia, tossiscono un pò come per liberarsi la gola,…. mi è stato raccontato anche che, durante le gare, quando un atleta spicca il salto, molti spettatori… muovono i piedi…” (Darwin, 1872) L a scoperta dei Mirror Neurons (Neuroni Specchio), ha portato un’ondata di reinterpretazioni e di rivisitazioni di vecchie e la nascita di nuove teorie su quello che è l’animale umano: un animale sociale che, per sua natura, ha bisogno della relazione con i propri simili, da quella fisica a quella comunicativa. Uno dei meccanismi fondamentali dell’interazione sociale è dunque l’imitazione. Cosa c’è di più semplice della capacità di imitare una azione altrui? In realtà, come spesso ci capita, riusciamo a imitare certi gesti, ma non abbiamo idea di come sia possibile farlo, di cosa si debba sapere per imitare. Una tra le scoperte neurologiche più importanti, appunto, di questi ultimi anni è quella dei cosiddetti Neuroni Specchio. Ma di che cosa si tratta? Quando osserviamo un nostro simile compiere una certa azione si attivano, nel nostro cervello, gli stessi neuroni che si attivano quando siamo noi a compiere quella stessa azione. Per questo possiamo imitare l’azione altrui, perché il nostro cervello risuona assieme a quello della persona che stiamo osservando. Un sistema di questo genere, che risuona alla vista di gesti effettuati da altri, apre le porte ad applicazioni completamente nuove in campo neuroriabilitativo, di facile utilizzo e di semplice somministrazione che scavalca quell’enorme barriera dell’interfaccia culturale, linguistica e cognitiva tra il riabilitatore ed il paziente, come, invece, molte tecniche comportano. Negli ultimi anni spesso abbiamo sentito parlare dei neuroni specchio e del suo sistema presente nel cervello dell’uomo e una mole di informazioni provenienti dalle più svariate fonti come tv, web, corsi e congressi o da semplici ed esplicativi articoli come questo. In realtà troppo si parla della 13 loro scoperta e poco del potenziale in riabilitazione che sia essa neurologica o puramente ortopedica. A quasi vent’anni (Rizzolatti ’94), la loro scoperta è considerata per le neuroscienze ciò che il DNA lo è stato per la biologia. Con questa frase Ramachandran, neurologo e psichiatra indiano, ci fa capire la grande importanza della scoperta di questa classe di neuroni, paragonandoli appunto alla scoperta del DNA. Essendo le neuroscienze una branca implicata in molte discipline, possiamo affermare con cognizione di causa di come la riabilitazione abbia giovato da una simile novità scientifica. Quando si parla di neuroni specchio ci si riferisce ad una particolare classe di neuroni con particolari proprietà visuo-motorie individuati dapprima nel cervello di una scimmia e poi successivamente individuati anche nell’uomo. Che cosa hanno di così sensazionale questi neuroni e perché hanno fatto così clamore da una parte all’altra del globo? Per semplificazione diciamo che costituiscono la base neurologica di alcuni processi imitativi direttamente implicati nell’apprendimento motorio e nell’evoluzione del linguaggio e nello sviluppo empatico di particolari stati emotivi (Empatia) ed inoltre spiegherebbero il processo di holding primario e secondario che si instaura tra madre-bimbo o ancora altro come la teoria della mente, capacità di capire le intenzioni degli altri. I neuroni specchio sono stati individuati la prima volta nell’area F5 (area di Broca, corrispettivo nell’uomo) di una specie di scimmia antropomorfa (Machachi); questi neuroni scaricavano quando la scimmia vedeva compiere, da parte di altri individui similari, alcune tipologie di azioni mano-buccali, come afferrare del cibo e portarlo alla bocca, ma la cosa sorprendente è che questi neuroni scaricano anche quando è la scimmia in prima persona a compiere le stesse azioni, da qui in un primo momento fu dato a questi neuroni il nome “monkey see, monkey do” ossia: scimmia vede, scimmia fa. Da ulteriori studi è emerso che questa tipologia di neuroni non sono solo situati nell’area 44,45 Brodman ma sono presenti anche nel lobo parietale inferiore, e presentano connessioni con il lobo limbico e area motoria primaria e grazie alla loro spiccata capacità di rispecchiamento delle azioni altrui hanno dato il nome di “neuroni Specchio”. Parecchie parti di dati sperimentali dimostrano che il Sistema dei Neuroni Specchio deputati ad azioni di mano, bocca e piede sono presenti anche nell’uomo. Nel presente documento sono mostrate VIA FUMARULO, 2 70029 SANTERAMO IN COLLE - BA 14 le evidenze sperimentali del ruolo del Sistema dei Neuroni Specchio nel riconoscimento delle azioni, nell’apprendere tramite imitazione nuove azioni complesse, e nell’immagine motoria interna delle azioni (motor imagery). Per le caratteristiche base del Sistema dei Neuroni Specchio e il ruolo del riconoscimento delle azioni e imitazione, è discusso il possibile uso dell’osservazione dell’azione e l’imitazione come un approccio per un training sistematico nella riabilitazione di pazienti con danno motorio dopo cerebrolesione o dopo qualsiasi evento capace di far perdere o distorcere lo schema motorio della funzione colpita. Nonostante la loro scoperta risalga al ventennio precedente solo negl’ultimi anni si sono succeduti numerosi approcci che vanno dalla “mirror box” ad opera di Ramachandran per la modulazione del dolore dell’arto fantasma alla action-observation therapy di Buccino, alla mirror therapy e mental therapy in cui il sud Italia, la puglia con l’Università di Bari in primis, sono stati presenti negli ultimi anni a numerosi eventi di grande rilevanza scientifica portando testimonianza di diversi casi clinici trattati sfruttando il sistema specchio costituendo uno stimolo prezioso per ulteriori approfondimenti in questa direzione. References: 1. Rizzolatti G, Fogassi L, Gallese V. Mirrors in the mind. Sci Am. 2006;295(5):54-61. 2. Rahinò A, Lavermicocca V, Dellomonaco A.R., Maselli F, Cannone M, Scaramuzzi M, Giovannico G, Megna M.. THE UPPER LIMB RECOVERY: COMPARISON BETWEEN MIRROR THERAPY AND CONVENTIONAL THERAPY. European Journal Physical and Rehabilitation Medicine. Vol. 47 –suppl. 1 to No. 2 june 2011 3. Sciusco A, Ditrenta G., Rahinò A, Damiani S, Megna M., Ranieri M., Megna G. MIRROR THERAPY IN THE MOTOR RECOVERY OF UPPER EXTREMITIES. Eur Med Phys 2008;44(Suppl. 1 to No. 3) 4. Iacobini M, Woods RP, Brass M, Bekkering H, Mazziotta JC, Rizzolatti G: Cortical mechanisms of human imitation. In Science, 1999 5. Rizzolatti G, Sinigaglia C: So quel che fai. Il cervello che agisce e i neuroni specchio. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2006 a cura di Michele Cannone, PT, PMP, MSc Giulio Conticelli, PT, MSc Maria Lucia De Nuzzo, PT, OMT Giuseppe Giovannico, PT, OMT Salvatore Guerrieri, PT, MSc Filippo Maselli, PT, OMT, MSc Mariangela Minervini, PT, MSc Denis Pennella, PT Raffaele Polito, PT Alessandro Rahinò, PT, MSc DALLA PUGLIA PARTE UN PROGETTO CAPACE DI SUSCITARE RIFLESSIONI E NUOVE INIZIATIVE. Terra di sole, di mare e di vento, contesto ideale per lanciare suggestive regate in barca a vela, l’A.I.Fi. PUGLIA ha voluto cimentarsi in un viaggio “a gonfie vele”, con un Team giovane e di rapido affiatamento e con uno “skipper” capace di pianificare l’impossibile. La metafora della barca a vela è il miglior esempio per spiegare gli obiettivi del progetto implementato da AIFI GROUP; la vela entusiasma, è percepita come esperienza indelebile ma molto spesso ci si ferma a riflettere per paura di osare, di “sfidare” il mare aperto senza motore, in balia del vento. Più si esce da una zona controllata, di comfort, più la percezione del timore sale; ma più forte sarà l’insegnamento del ricordo e l’attività svolta risulterà davvero indelebile. La barca a vela riproduce, con buona approssimazione, le dinamiche che soventi accadono in ogni organizzazione e, di conseguenza, anche nella nostra Associazione. Si può viaggiare ognuno per conto proprio ma qualora si decidesse di cooperare ed interagire, i problemi ordinari e straordinari di viaggio sarebbero meglio affrontati, se non presto risolti, e si finirebbe per andare addirittura più veloci. “Ci sono persone che si soffermano sui dife dei loro amici. Non serve. Io ho sempre rivolto la mia aenzione ai meri dei miei avversari e ne ho trao profio.” “Niente ci informa meglio su noi stessi che vedere di nuovo davan a noi cose prodoe da noi anni prima, per cui abbiamo la possibilita’ di osservarci come si osserva un oggeo.” Johann Wolfgang Goethe (1749-1833) L’indagine introspettiva che AIFI GROUP ha compiuto con questo “viaggio” ha evidenziato aspetti non diversamente rilevabili ed ha soprattutto fatto risaltare la pericolosa dissintonia tra il fare del management associativo ed il dire della base professionale. Avremmo certamente potuto evitare di “uscire in mare aperto”, avremmo sicuramente risparmiato energie psichiche e serenità d’animo; avremmo però impoverito la spinta propulsiva che A.I.Fi. vuol dare per sviluppare il modello organizzativo interno, valorizzare tutte le potenzialità intrinseche e raggiungere l’attenzione di quanti più Colleghi possibili, per arrivare a meglio SERVIRE ALLA CAUSA DELLA CRESCITA CULTURALE E SOCIALE DEL FISIOTERAPISTA. Complimenti A.I.Fi. PUGLIA ed AIFI GROUP. Il vostro viaggio non finirà qui e soprattutto LO FAREMO INSIEME. Il meglio deve ancora venire: CAZZA LA RANDA E VIA A STRAMBARE PER ALTRI LIDI INESPLORATI. Presidente Nazionale A.I.FI. Drr Antonio D Dr. An A ntoni niio Bo n B orrtton o e Bortone PRESENTAZIONE DEL TEAM DI PROGETTO Sono orgoglioso di presentarvi i risultati del progetto “AIFI GROUP: insieme per crescere”, nato dalla necessità di conoscere meglio il volto dei fisioterapisti pugliesi. Attraverso una migliore conoscenza dei protagonisti della nostra Associazione sarà per noi possibile impostare strategie efficaci al fine di favorire la crescita professionale dei singoli e della stessa comunità professionale che trova in A.I.Fi. la sua più naturale caratterizzazione. Dai dati emersi, grazie all’impegno di un team di alto profilo, apriremo un’attenta riflessione su alcuni argomenti molto interessanti. E’ tempo di entrare seriamente in gioco nella promozione di politiche socio-sanitarie per favorire l’innesto definitivo e concreto dell’approccio interdisciplinare. I fisioterapisti, che rappresentano di fatto quel prezioso ponte tra il curare e il prendersi cura, hanno il diritto di rivestire un ruolo cardine nel team riabilitativo. Altro argomento interessante su cui riflettere è quello legato ad una aderenza solo parziale dei fisioterapisti pugliesi ad A.I.Fi.. Infatti lo studio ha dimostrato che i professionisti pugliesi che non aderiscono all’associazione non lo fanno per questioni di economia ma perchè realmente non riconoscono nell’associazione un reale valore aggiunto professionale. D’altro canto, con un po’ di orgoglio, emerge che per taluni aspetti i nostri soci abbiano maggiore consapevolezza professionale. In futuro approfondiremo la nostra Root Causes Analysis per cercare di capire dove si interrompe il legame tra il fisioterapista e A.I.Fi., o meglio se questo legame stenta a svilupparsi sin dal triennio universitario. La conduzione dello studio ha visto l’impegno di un team di 10 giovani fisioterapisti fortemente motivati, fermamente convinti che senza scienza e metodo, applicati a tutto l’ambiente della professione, non si può garantire un futuro sempre migliore ed orientato alla crescita continua. Con grande piacere ed entusiasmo vi presento il gruppo di lavoro che è così costituito: Michele Cannone (responsabile del progetto), Giulio Conticelli e Salvatore Guerrieri (referenti provincia di Foggia/Bat), Filippo Maselli, Alessandro Rahinò e Mariangela Minervini (referenti provincia di Bari), Giuseppe Giovannico e Maria Lucia De Nuzzo (referenti provincia Lecce/Brindisi), Denis Pennella e Raffaele Polito (referenti provincia Taranto). Alla luce dei risultati ottenuti da questo studio, che ci ha permesso di conoscere meglio chi siamo e cosa vogliamo, l’A.I.Fi. PUGLIA intende lanciare nuove sfide per il prossimo futuro. Questo studio rappresenta solo l’inizio della rivoluaiozne che il nuovo gruppo di giovani dirigenti ha l’ambizione di portare avanti nei prossimi anni, certi della forza che questo gruppo ha in sé, ma soprattutto motivati a far crescere la nostra associazione sia numericamente che qualitativamente. L’unione fa la forza! Presidente Regionale A.I.Fi. PUGLIA Dr. Fabio Domenico Mazzeo PROGETTO AIFI GROUP 2 Cannone M. et al. Introduzione Da un punto di vista giuridico, il profilo professionale del fisioterapista è noto grazie ai riferimenti normativi (Decreto Ministero Sanità 14 settembre 1994, n. 741) ma a tutt'oggi nella letteratura scientifica, grigia inclusa, c'è poca traccia di studi che mirano a tracciare un profilo concreto del fisioterapista operante sul territorio italiano ed in particolare non abbiamo parametri di confronto tra coloro che sono soci A.I.Fi. e coloro che non lo sono. Per approfondire la conoscenza del profilo del fisioterapista pugliese abbiamo pianificato uno studio cross-sectional servendoci di un questionario costruito ad hoc e somministrato ad un campione di 550 colleghi il cui 50% non iscritto ad A.I.Fi. Quest’attenta analisi tridimensionale del profilo dei fisioterapisti si è sviluppata su 3 domini di ricerca incentrati sulla percezione del professionista rispetto alla sua professione, alla sua associazione e alle altre figure professionali, associando una misurazione soggettiva della soddisfazione, aspettative e motivazione professionale. I risultati del questionario restituiscono una fotografia del fisioterapista in grado di mettere a fuoco alcuni elementi essenziali legati, ad esempio, agli elevati livelli di soddisfazioni dei colleghi che svolgono la propria attività in regime libero professionale rispetto agli altri, piuttosto che all’assenza pressoché totale di attività interdisciplinari su tutto il territorio regionale. Elementi, questi, essenziali per poter impostare la rotta da seguire per il prossimo futuro. Il progetto, finanziato da A.I.Fi. PUGLIA, nasce da un profondo ed autentico desiderio di crescita associativa e professionale. Il termine stesso racchiude in sé la vision e la mission dell'iniziativa. Il termine inglese group, non a caso, è inteso come sincrasi del verbo grow-up (crescere), proprio in riferimento al processo di crescita indiviudale e collettivo di crescita che nel gruppo si attua. La conduzione del progetto ha visto l'impegno di un team di 10 giovani fisioterapisti fortemente motivati, fermamente convinti che senza scienza e metodo, applicati a tutto l'ambito della professione, non si possa garantire un futuro sempre migliore ed orientato alla crescita continua. Nella speranza di aver contribuito, seppur in minima parte, alla nostra crescita restituiamo ai colleghi i frutti del nostro piccolo ma intenso slancio creativo, scientifico-progettuale. Prima di lasciarvi immergere nella lettura del nostro lavoro sento di ringraziare i colleghi del team, l’ex dirigenza A.I.Fi. PUGLIA ed in particolare Concetta Pesce, la quale, ha sin da subito accettato l’idea di un progetto fortemente innovativo, supportandolo fino in fondo. Grazie! Vice Presidente Regionale A.I.Fi. Project Manager AIFI GROUP Cannone Dr.. Michele Canno Analisi di contesto La popolazione totale dei fisioterapisti in Italia conta un universo che va dalle 40.000 alle 50.000 unità, di cui solo 6.000 sono iscritti all’Associazione Italiana Fisioterapisti con un rapporto di circa 1:8. Per l’anno 2010, in Puglia, il numero di iscritti appartenenti alla classe 20-30 anni è di circa il doppio rispetto alla decade successiva (31-40), stessa cosa accade per le classi 41-50 e 50+ rispetto alla classe 31-40. Queste stime indicano una considerazione poco rilevante della dimensione associativa della professione, soprattutto al crescere dell’anzianità e, di conseguenza, degli anni di servizio. E’ necessario iniziare a pianificare delle soluzioni che puntino, alla luce delle possibili cause di tali problematiche, a migliorare la compliance del fisioterapista nei confronti dell’A.I.Fi.. La forte convinzione che l’A.I.Fi. stia al fisioterapista come il fisioterapista sta al suo assistito ci porta a pensare che la garanzia di outcome di qualità possa esser incentivata solo dalla presenza di una struttura organizzata, più rappresentativa possibile, che riesca a coordinare e scandire gli obiettivi, culturali e politici, che la professione deve raggiungere. Migliorando l’identità della professione si cresce di più come singoli, garantendo così degli standard di cura sempre elevatissimi; il futuro della professione dipende molto dalla capacità di riuscire a costituire un’identità professionale salda ma allo stesso tempo dinamica, slanciata verso il futuro e in grado di adattarsi al cambiamento. Come primo passaggio, ci siamo interrogati su quali elementi costituissero il contesto associativo, per poi decidere su quali di questi elementi iniziare ad agire. Lo schema che segue riassume schematicamente la nostra analisi di contesto. Il quadro ci fornisce una scomposizione semplificata dell’universo complesso nel quale gravita A.I.Fi. PUGLIA. Accanto all’analisi di ogni singolo elemento sarà poi indispensabile lavorare alla costruzione di una visione di insieme per rendere A.I.Fi. PUGLIA un’organizzazione che apprende, anno dopo anno, obiettivo dopo obiettivo. Metodologia e strumenti di lavoro Il progetto è stato sviluppato attraverso quattro fasi, per un totale di 12 mesi di lavoro. La metodologia di progettazione che ha guidato l’intero progetto è quella del Project Management. Per la realizzazione del progetto è stato necessario formare un team di lavoro composto da un coordinatore regionale e nove giovani e motivati fisioterapisti preposti a coordinare le attività progettuali per ciascuna provincia. Trattandosi di un virtual team si è ricorso all’utilizzo di software di messagistica istantanea-Voip (Skype) e di una piattaforma di progetto in rete creata ad hoc, grazie alla quale è stato possibile comunicare con il team e gestire e monitorare tutte i processi necessari al completamento dello studio. Dopo alcune sessioni di brainstorming sono stati sviluppati i domini su cui sviluppare lo studio: • Il fisioterapista e la sua professione • Il fisioterapista e la sua associazione • Il fisioterapista e il team interprofessionale • Soddisfazione Aspettativa Motivazione PROGETTO AIFI GROUP 3 Cannone M. et al. Il questionario, strutturato su scala Likert a 5 punti in maniera tale da essere comprensibile e di facile compilazione, è stato realizzato e tarato sulla base dei dati raccolti attraverso un’intervista preliminare a risposta aperta eff ettuata ad un campione di 60 fisioterapisti (30 soci e 30 non soci). Il campione totale dello studio è stato di 550 fisioterapisti pugliesi, tra soci A.I.Fi. per l’anno 2010 e 250 non-soci. Per facilitare i colleghi chiamati a partecipare allo studio, il team ha cercato di costruire il questionario in modo da non superare i 4 minuti come “tempo totale per la compilazione”. La premessa sulla rapidità del tempo è stata parte integrante del consenso informato comunicato a ciascun collega contattato per la somministrazione del questionario. Il reclutamento dei colleghi è avvenuto attraverso varie modalità: • • • • Somministrazione telefonica Somministrazione via internet Somministrazione sul luogo di lavoro Somministrazione durante le assemblee provinciali e regionali A.I.Fi. Accanto allo studio del contesto regionale, si è ritenuto necessario inserire un’attività di benchmarking rispetto alle altre realtà regionali. Le uniche fonti di “letteratura” percepibili circa le varie A.I.Fi. regionali sono state recuperate attraverso un’analisi dei rispettivi siti web attraverso una scheda standard che ci ha permesso di confrontare i vari siti regionali. Accanto alle schede di analisi di ciascun sito web abbiamo intervistato tutti i presidenti regionali, raccogliendo informazioni divise in 4 sezioni: • • • • L’A.I.Fi. E I SUOI ASSOCIATI L’A.I.Fi. E I SUOI SERVIZI L’A.I.Fi. E LE ISTITUZIONI SODDISFAZIONE ASPETTATIVA E MOTIVAZIONE Il monitoraggio e coordinamento dell’intero lavoro è stato effettuato, attraverso la piattaforma online, grazie ad un sistema di reportistica. Ciascun componente del gruppo di lavoro ha compilato dei report periodici in cui riferiva i risultati raggiunti. In questo modo, sono state monitorate le performance individuali di lavoro e quella globale sull’andamento di progetto. E’ stato inoltre possibile monitorare, attraverso le tecniche dell’Earned Value Management (EVM), le previsioni a finire di progetto, in base alla data finale di somministrazione. I dati sono stati analizzati attraverso vari strumenti di indagine statistica: • ANOVA e Bonferroni per il confronto tra gruppi • Pearson per le correlazioni Il livello di significatività preso in cosiderazione è pari a p ≤ α = 0,05. Questo report finale rappresenterà uno strumento nelle mani di A.I.Fi. PUGLIA per poter impostare strategie gestionali dettate dal quadro esigenziale non solo degli associati ma anche di tutti i fisioterapisti pugliesi. FASE DESCRIZIONE 1. RACCOLTA INFORMAZIONI PRELIMINARI Scelta argomenti dello studio. Compilazione e somministrazione di un’intervista ad un campione di 30 soci e 30 non soci sulle tematiche prescelte. La raccolta delle informazioni fornite dai colleghi è servita come base per la costruzione del questionario e dell’intervista sul panorama nazionale. 2. LETTURA DEL TERRITORIO - Redazione e somministrazione di un questionario a 550 fisioterapisti pugliesi (ripartiti equamente tra soci e non soci). 3. PANORAMA NAZIONALE - Intervista a tutti i presidenti regionali A.I.Fi. per avere una panoramica generale dell’andamento nazionale per poterlo confrontare alla realtà pugliese. - Studio della struttura del sito web di ciascuna regione. 4. PRODUZIONE REPORT REGIONALE Produzione, stampa e distribuzione di un dossier riportante: Risultati Indicazioni programmatiche per il futuro Conclusioni Tabella – FASI DEL PROGETTO AIFI GROUP PROGETTO AIFI GROUP 4 Cannone M. et al. RISULTATI DEL PROGETTO AIFI GROUP INDAGINE PRELIMINARE Introduzione Per evitare il rischio di strutturare un questionario basato sulla percezione del gruppo di ricerca, abbiamo realizzato una fase preliminare caratterizzata da 50 interviste aperte tarate sulla stessa struttura questionario. Questa fase si è rivelata molto utile perchè ci ha permesso di testare vari aspetti del nostro studio come contenuti, linguaggio, metodologia, disponibilità, tempi. Partendo dai contenuti dell’intervista abbiamo ricavato gli argomenti più comuni e frequenti nelle risposte dei colleghi in modo che gli item del questionario potessero essere maggiormente associabili alla popolazione. Anche il linguaggio è stato impostato in base ai termini più comunemente utilizzati dai colleghi intervistati. Per quanto riguarda la metodologia, è stato importante capire quale fosse la modalità più efficace (telefono, internet, faccia a faccia) e quale fosse la formula introduttiva più adeguata a catturare l’attenzione e l’interesse del collega (presentazione del progetto e dell’intervistatore). Infine ci siamo accorti che un’intervista aperta, per quanto arricchente e dettagliata, potesse essere di complessa gestione per via del prolungarsi del tempo necessario alla compilazione. I colleghi intervistati mediamente manifestavano una disponibilità di pochi minuti, da 3 a 5. Le domande dell’intervista sono state strutturate secondo il seguente schema: Gruppo 1 – Il fisioterapista e la sua professione 1. Cosa la soddisfa di più del suo lavoro di fisioterapista? 2. Cosa la soddisfa di meno del suo lavoro di fisioterapista? 3. Quali sono i limiti più importanti per il suo lavoro di fisioterapista? Gruppo 2 – Il fisioterapista e la sua associazione 1. Secondo lei, a prescindere che lei sia un socio o meno, quali sono i vantaggi dei servizi offerti da A.I.Fi. PUGLIA 2. Secondo lei, a prescindere che sia un socio o meno, quali sono gli aspetti negativi sui quali A.I.Fi. dovrebbe assolutamente migliorare 3. Descriva brevemente quali sono le sue aspettative rispetto ai servizi che A.I.Fi. PUGLIA dovrebbe offrirle Gruppo 3 – Il fisioterapista e le altre figure professionali 1. Quali sono le figure con cui collabora di più nel suo lavoro di fisioterapista? 2. Descriva in che modo solitamente collabora con le altre figure medico-sanitarie 3. Quale sarebbe secondo lei il modo migliore per lavorare in team? RISULTATI GRUPPO 1 Il fisioterapista e la sua professione 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. PROGETTO AIFI GROUP Il raggiungimento degli obiettivi di salute verso gli assistiti Il rapporto con i miei pazienti Gli ambiti e le competenze professionali Il rapporto con i colleghi Il rapporto con le famiglie e i caregiver La posizione economica L’organizzazione del lavoro da responsabile di servizio L’autonomia professionale Scarsa considerazione da parte delle altre professioni, famiglie, pazienti Gli eccessivi carichi di lavoro in condizioni lavorative spesso precarie La retribuzione economica Mansioni e responsabilità poco definite Assenza del lavoro di equipe Mancanza di un albo (tutela professionale) Carenza di strumenti e/o ausili Assenza di un confronto di equipe Autonomia nel progetto riabilitativo Cultura fisioterapica inadeguata Empowerment professionale Prescizione di indagini strumentali Prescizione di farmaci Prescrizione del trattamento Mancanza di accesso diretto Ambienti non adeguati 5 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. Scarso livello di comunicazione Abusivismo Sistemi di controllo, programmazione e verifica Pazienti difficili da trattare (condizioni cliniche, vita privata) Niente Mancanza di strumentazione per fisioterapia Sviluppo di carriera Inadeguata formazione di base Mancaza di tempo dedicato allo studio di casi clinici Mancanza di continuità dalla presa in carico alla dimissione Tempi di trattamento ristretti Poca chiarezza delle leggi Non essere continuamente aggiornata Scarso peso politico Cannone M. et al. RISULTATI GRUPPO 2 Il fisioterapista e la sua associazione 1. 2. 3. 4. 5. 6. Informazione (leggi, studi,corsi) Sconti sui corsi Associazione come punto di riferimento Nessuno Tutela professionale e legale Scambio con i colleghi 7. 8. 9. 10. Corsi gratis Garanzia della qualità dei corsi Consulenza assicurativa Lotta l'abusivismo 1. 2. 3. 4. 5. 6. Incremento offerta formativa (corsi) Istituire l´albo professionale Maggiore tutela giuridica della professione Maggiori informazioni circa l´associazione Lotta all´abusivismo Nessuna aspettativa 7. 8. 9. 10. Fornire opportunita´ di lavoro L´aifi soddisfa gia´ le aspettative Migliorare la formazione universitaria Ridurre sulla rivista gli articoli di natura giuridica 1. Pochi corsi, costosi, pochi ECM 2. Lotta e rapporti politici per albo professionale e lotta l'abusivismo 3. Maggiore informazione 4. Nessuno 5. Costi elevati 6. Maggiore partecipazione e scambio con i soci 7. Iniziative sul territorio 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. Inefficienza della rivista(arrivi) Sito non aggiornato Non conosco l'associazione Docenti più qualificati Ufficio di consulenza commercialistica Sponsor per ricerca e lavori sperimentali Più interesse verso l'università Maggiore pubblicità RISULTATI GRUPPO 3 Il fisioterapista e le altre figure professionali PROGETTO AIFI GROUP 1. 2. 3. 4. 5. 6. Figure Mediche Non più di 2 figure professionali Con 3 o più figure professionali Fisioterapisti Logopedisti Infermieri 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Colleghi che discutono dei casi clinici Riunione d'equipe regolari/frequenti Incontri informali Scarsa o nulla condivisione Riunione alla prima visita / dimissione Riunione d'equipe sporadiche Rapporto verticale medico-fisioterapista 1. 2. 3. 4. 5. 6. Eseguire riunioni periodiche Lavorare con maggiore collaborazione Altro Essere aperti al confronto professionale Non esiste il modo migliore Va bene così 6 7. 8. 9. 10. 11. OSS E OTA Nessuna collaborazione Educatore Assistente Sociale Assitente Religioso Cannone M. et al. PRESENTAZIONE DEL CAMPIONE Sono stati intervistati 550 fisioterapisti pugliesi, equamente distribuiti tra soci e non soci. La popolazione per classe di età e per provincia segue, grosso modo, l’andamento generale degli iscritti in A.I.Fi. PUGLIA. Il 74% degli intervistati non possiede nessun secondo titolo mentre solo il 10% ha una laurea magistrale; il 60% possiede laurea triennale; il 50% degli intervistati svolge la propria attività presso una struttura ambulatoriale, mentre il 25% del campione lavora come libero professionista. TOTALE INTERVISTATI 550 PROGETTO AIFI GROUP 7 Cannone M. et al. IL FISIOTERAPISTA E LA SUA PROFESSIONE 1. Sono soddisfatto per i risultati raggiunti con i pazienti nella pratica professionale Con questa domanda si è voluto verificare il livello di soddisfazione rispetto agli outcome di salute e poi confrontare tale risultato tra le varie classi in esame. Come si evince dal grafico il 46,5% riporta livelli di soddisfazioni sufficienti, circa il 50% degli intervistati riporta livelli di soddisfazione molto alti e solo il 4% invece percepisce livelli negativi. Dal confronto tra gruppi emerge una differenza tra soci e non soci, i primi sembrano essere più soddisfatti dei risultati raggiunti con i pazienti, tale differenza è confermata dal test di correlazione. Non si registrano altre differenze significative per questo item nel confronto tra gli altri gruppi. 2. Sono solito definire degli obiettivi chiari prima di iniziare un trattamento riabilitativo E’ stato interessante chiedere ai colleghi se fosse loro abitudine fissare degli obiettivi chiari ad inizio trattamento. Dallo studio emerge che solo il 4% non ha questa abitudine, mentre più del 50% risponde con entusiasmo sostenendo di aver molta cura di questo aspetto. Da questo item non emergono significative differenze tra gruppi. 3. Mi servo di scale e test e altri strumenti empirici per valutare i miei pazienti La misurazione empirica è un argomento importante nel settore fisioterapico e riabilitativo in genere. Il quesito era finalizzato a confermare la percezione diffusa che i fisioterapisti facciano poco uso di scale e test. Emerge infatti che ⅓ della popolazione non si serva sistematicamente di strumenti empirici, mentre un altro terzo sostiene di farne un uso sufficiente ed, infine, un restante terzo dichiara di servirsene molto. Tale risultato è abbastanza omogeneo tra tutti i gruppi a confronto per i quali non emergono differenze significative. 4. Sono solito impostare gli obiettivi di recupero anche in risposta a richieste concrete dei miei pazienti L’assistenza sanitaria non può nascere esclusivamente da protocolli standardizzati, ma piuttosto deve essere modellata con maestria sartoriale in modo da rispondere efficacemente alle richieste e ai bisogni di ciascun assistito. I fisioterapisti pugliesi percepiscono questo aspetto della loro professione con grande maturità, lo conferma il dato relativo a questo item in cui solo il 10% degli intervistati sembra non cogliere questo aspetto nella propria pratica clinica. Dal confronto tra gruppi, non emergono differenze significative. E’ riscontrabile, tuttavia, una correlazione positiva, per questo item, tra non soci e soci A.I.Fi., i quali sembrano essere più attenti a questo aspetto. Un altro indice significativo di correlazione positiva è dato dal livello del titolo di studio: i colleghi più titolati sono più attenti a questi aspetti. 5. Sono soddisfatto del rapporto professionale con i miei pazienti Ciascun fisioterapista non può fare a meno della relazione d’aiuto, nella quale vi sia uno scambio reciproco al fine di raggiungere gli obiettivi assistenziali prefissati. Per questo, attraverso quest’item, abbiamo voluto misurare la soddisfazione dei colleghi rispetto al rapporto con i propri assistiti. I fisioterapisti pugliesi si dichiarano soddisfatti della relazione professionale con i propri assistiti. Esiste una correlazione positiva tra soci e non soci e colleghi con primo titolo di più alto livello. I soci e coloro che sono in possesso di titoli maggiori risultano essere maggiormente soddisfatti. PROGETTO AIFI GROUP 8 Cannone M. et al. 6. Sono solito comunicare con chi ha cura dei miei pazienti La comunicazione efficace è una softskill essenziale per il fisioterapista. Dal confronto tra gruppi, emerge una differenza significativa tra soci e non soci, risultando i primi più attenti alla comunicazione verso il caregiver. Altri due gruppi significativamente differenti sono le due province di Foggia e di Bari, infatti, i fisioterapisti del capoluogo di regione registrano punteggi più alti rispetto ai foggiani; medesima differenza si registra tra i colleghi in possesso di titolo di Terapista della Riabilitazione per i quali si registra minore comunicazione rispetto ai colleghi in possesso di laurea triennale. Infine, risulta un indice di correlazione negativa tra classi di età: tra le classi più giovani si è più abituati a comunicare con i caregiver. 7. Sono soddisfatto dei margini di autonomia nel rispetto delle mie competenze professionali L’autonomia professionale, così come sancita dal profilo professionale del fisioterapista, è un argomento al quale tiene molto la professione. Spesso si ha la sensazione che tale autonomia non sia rispettata, tanto che frequentemente i colleghi lamentano insoddisfazione a riguardo. Sebbene questa fosse la percezione iniziale, il risultato dell’item dimostra invece che circa l’80% dei fisioterapisti pugliesi è soddisfatto dei propri margini di autonomia professionale. Si registra una correlazione positiva tra questo item e i soci che risultano essere maggiormente soddisfatti. 8. Ritengo che l'organizzazione del servizio in cui lavoro sia adeguata al bisogno di qualità ll clima organizzativo è un elemento fondamentale per comprendere il setting della riabilitazione pugliese. E’ significativo come ⅓ della popolazione sia convinta che il proprio servizio non sia adeguato al bisogno di qualità. Dal confronto tra gruppi, emerge che, andando da nord a sud, ci sia una maggiore percezione della qualità dei servizi; è significativa anche la maggiore percezione di qualità nelle classi più giovani. Infine risultano differenze significative per tale item nei vari inquadramenti professionali. In particolare i liberi professionisti, la cui organizzazione dipende spesso da se stessi, risultano percepire livelli più alti di qualità rispetto ai dipendenti del SSN e di strutture accreditate. 9. Ritengo sostenibile il mio carico di lavoro quotidiano Tale quesito si pone l’obiettivo di indagare l’effettiva insoddisfazione del campione sul carico di lavoro al quale è quotidianamente sottoposto. L’item non sembra confermare il dato percettivo del gruppo di studio poiché più dei ¾ della popolazione intervistata afferma di ritenere il proprio carico di lavoro sostenibile. In particolare, la percezione positiva è predominante per i soci e per i liberi professionisti, aventi maggiori discrezionalità sull’impostazione del proprio lavoro. 10. Ritengo la retribuzione mensile adeguata alle mie responsabilità professionali Questo item chiude la batteria di item del primo gruppo. Indagare sulla retribuzione è servito ad avere elementi per misurare la soddisfazione professionale dei colleghi pugliesi. Sebbene non abbiamo indagato sui livelli retributivi degli intervistati, risulta che circa il 65% degli intervistati ritienga inadeguata la propria retribuzione. I fisioterapisti della nuova provincia (Bat) risultano maggiormente soddisfatti rispetto ai colleghi della provincia di Brindisi, similmente accade tra i giovani colleghi della classe 20/30 anni rispetto a quelli della classe 41/50. E’ anche significativa la differenza tra i colleghi in possesso di titolo magistrale rispetto a quelli in possesso di laurea triennale, i primi hanno livelli di soddisfazione molto inferiori rispetto agli ultimi. IL FISIOTERAPISTA E LA SUA PROFESSIONE Socio vs Non Socio 4,40 3,90 3,40 2,90 2,40 1,90 PROGETTO AIFI GROUP 9 Cannone M. et al. 2. Sono soddisfatto dei margini di autonomia nel rispetto delle mie competenze professionali 6. Sono solito comunicare con chi ha cura dei miei pazienti* 4,30 4,80 4,40 4,00 3,70 3,80 4,00 3,80 4,20 4,10 3,60 3,90 3,40 3,80 3,20 2,90 2,20 2,00 1,90 PROGETTO AIFI GROUP 2,05 2,10 1,80 2,15 1,90 2,20 2,00 2,25 2,10 2,20 2,60 2,50 2,40 2,30 2,20 2,10 2,00 1,90 1,80 2,30 2,35 10. Ritengo la retribuzione mensile adeguata alle mie responsabilità professionali ** 2,40 2,40 10. Ritengo la retribuzione mensile adeguata alle mie responsabilità professionali* 2,45 2,30 2,50 2,10 2,80 2,30 2,90 2,60 10. Ritengo la retribuzione mensile adeguata alle mie responsabilità professionali* 2,40 2,70 2,50 2,50 2,80 10. Ritengo la retribuzione mensile adeguata alle mie responsabilità professionali * 3,00 2,60 3,30 3,10 3,00 3,40 3,20 3,10 3,50 8. Ritengo che l'organizzazione del servizio in cui lavoro sia adeguata al bisogno di qualità (r**) 3,20 8. Ritengo che l'organizzazione del servizio in cui lavoro sia adeguata al bisogno di qualità ** 2,70 3,60 3,70 3,90 4,60 4,20 2,00 6. Sono solito comunicare con chi ha cura dei miei pazienti 10 Cannone M. et al. IL FISIOTERAPISTA E LA SUA ASSOCIAZIONE 1. Sono soddisfatto dei servizi offerti da a.i.fi puglia Per valutare i livelli di gradimento dell’associazione, abbiamo chiesto ai fisioterapisti intervistati se fossero soddisfatti dei servizi offerti da A.I.Fi. PUGLIA. Il 35% non sembra essere soddisfatto, mentre circa il 50% esprime un giudizio sufficiente e solo il 15% dimostra entusiasmo. E’ chiaramente significativa la differenza tra soci e non soci, i primi si esprimono con giudizi poco sopra la sufficienza, mentre i secondi sotto la sufficienza. Infine, vi è un significativo indice di correlazione positiva tra soddisfazione e titolo di studio, per cui all’aumentare del livello accademico posseduto c’è maggiore soddisfazione rispetto ai servizi offerti da A.I.Fi. PUGLIA. 2. Il costo dell’iscrizione A.I.Fi. è adeguato ai servi offerti Il risultato di quest’item è sintomatico della compliance associativa. Il 44% degli intervistati è convinto che il costo associativo sia poco o per niente adeguato ai servizi offerti; un 45% lo ritiene sufficiente adeguato ed infine, solo il 13% si dichiara soddisfatto. Tra i soci si riscontra maggior fiducia rispetto ai non soci. E’ significativa anche la differenza tra colleghi appartenenti alla classe 31-40 che lamentano minore adeguatezza rispetto ai colleghi della classe 41-50 anni. Per quanto riguarda i titoli di studio risultano maggiormente soddisfatti, i colleghi che possiedono titoli di studio di livello più alto; analogamente più soddisfatti sono i colleghi che lavorano in regime libero professionale rispetto a quelli assunti in strutture accreditate. Infine, tra coloro che hanno interrotto il rapporto associativo per più di tre anni, emerge una significativa insoddisfazione per il costo rispetto ai colleghi che hanno interrotto per un anno o che non hanno interrotto affatto. Quest’ultimo dato potrebbe confermare che il costo associativo rappresenta uno dei motivi per cui ad un certo punto s’interrompe l’affiliazione ad A.I.Fi.. 3. Sono soddisfatto di come a.i.fi. mi tiene informato sulle questioni legate alla professione L’informazione agli associati è importante. I 50% degli intervistati risulta mediamente soddisfatto mentre il restante 50% si divide tra punteggi sotto e sopra la sufficienza. In particolare i soci risultano essere soddisfatti più della sufficienza mentre i non soci meno della sufficienza. Tra i giovani vi è maggiore soddisfazione così come, rispetto ai dipendenti di strutture accreditate, tra i liberi professionisti. 4. Ritengo utili gli strumenti offerti da A.I.Fi. PUGLIA (rivista “La nostra Voce” e sito internet) Circa il 23% degli intervistati ritiene inutili gli strumenti a disposizione oggi di A.I.Fi. PUGLIA, mentre il 30% giudica molto positivamente l’utilità di tali strumenti; infine, un 48% dichiara che gli stessi sono sufficientemente utili. Il campione è spaccato dalla significativa differenza del giudizio dei soci e giudizio dei non soci: i primi con punteggi sopra la sufficienza e i secondi sotto la sufficienza. Vi è inoltre un indice di correlazione positivo tra primo e secondo titolo di studio: a maggiore titolo, corrisponde maggiore percezione di utilità di tali strumenti. Quest’ultimo dato farebbe pensare che i fisioterapisti che amano studiare di più sono più propensi alla lettura e consultazione di riviste e web. 5. Sono soddisfatto degli aggiornamenti professionali proposti da A.I.Fi. PUGLIA L’item 5 è un item aperto. Non focalizza su uno strumento solo ma su tutti i canali che A.I.Fi. utilizza per l’aggiornamento professionale, a partire dai corsi fino alla stessa rivista. Solo ⅓ dei colleghi risulta poco soddisfatto mentre, circa il 45% si mantiene nella sufficienza e circa un 20% si dichiara molto soddisfatto. I soci sono significativamente più soddisfatti dei non soci. Per quanto riguarda la struttura di appartenenza, si registra una differenza significativa tra i colleghi non meglio inquadrabili sotto profili noti e il resto degli intervistati. PROGETTO AIFI GROUP 11 Cannone M. et al. 6. Sono a conoscenza delle lotte di A.I.Fi. PUGLIA contro l’abusivismo Abbiamo spesso parlato di strategia di informazione e, a tale riguardo, abbiamo voluto verificare se i fisioterapisti pugliesi fossero a conoscenza o meno dell’operato di A.I.Fi. PUGLIA rispetto alla lotta contro l’abusivismo professionale. Con nostra grande sorpresa, solo un 22% dichiara di non essere a conoscenza di tali informazioni. Il resto risulta mediamente (non soci) o più che mediamente (soci) informato. E’ interessante notare che i colleghi liberi professionisti sono maggiormente informati rispetto ai colleghi dipendenti di strutture pubbliche o accreditate. Tale differenza giustica il maggior bisogno di tutela da parte dei liberi professionisti rispetto ai dipendenti. 7. Sono soddisfatto della lotta all'abusivismo di A.I.Fi. PUGLIA Questo item è sovrapponibile all’item precedente.Ciò sta a significare che coloro che sono meno informati sulle battaglie contro l’abusivismo da parte di A.I.Fi. PUGLIA sono i colleghi allo stesso tempo meno soddisfatti. Molto spesso si ha la percezione che l’informazione non penetri con la giusta intensità nella vita dei fisioterapisti pugliesi. Se da un lato sembra naturale avere una differenza significativa nella soddisfazione dei soci (più alta) rispetto a quella dei non soci, risulta invece interessante il confronto significativo tra i giovani della classe 20-30 con gli adulti della classe 41-50, chiaro segno che con l’avanzare degli anni si diventa più esigenti rispetto a certe tematiche. Tra coloro che hanno interrotto la loro iscrizione ad A.I.Fi. per piu’ di tre anni emerge una significativa caduta di soddisfazione rispetto a chi, invece ha interrotto per 1-2 anni. Ciò conferma che un’interruzione prolungata che va oltre i due anni significa, nella maggior parte dei casi, che il collega abbandona definitivamente l’associazione perchè deluso. 8. Sono soddisfatto del servizio di tutela legale offerta da A.I.Fi. PUGLIA La tutela legale, oltre all’abusivismo, è uno dei pilastri delle garanzie associative. Questo item evidenzia che ci sia un buon livello di soddisfazione tra i colleghi pugliesi, in particolare tra i soci e tra i liberi professionisti. Vi è una significativa correlazione tra la soddisfazione legata alla tutela legale ed il primo e secondo titolo posseduto: infatti a titoli più alti corrisponde soddisfazione maggiore. E’ significativa anche la correlazione negativa tra soddisfazione e anni di allontanamento dall’associazione. 9. Sono motivato a partecipare alle assemblee A.I.Fi. PUGLIA La percezione della dimensione partecipativa è data soprattutto dagli appuntamenti regionali. Dal nostro studio emerge che circa il 50% degli intervistati non è motivato a partecipare alle assemblee A.I.Fi. PUGLIA. Tra i non soci si registra una media molto al di sotto della sufficienza, mentre i soci rispondono con una media poco sopra la sufficienza. E’, inoltre, significativa la maggiore motivazione tra la classe 51-60 e le due più giovani (31-40 e 41-50): questo dato conferma che tra coloro che restano in A.I.Fi. fino alla pensione sono coloro che davvero ci credono! E’ significativa anche la correlazione positiva tra possesso di titoli di studio di maggiore livello e la motivazione alla partecipazione, in particolare tra coloro che sono in possesso di seconda laurea rispetto agli osteopati e a coloro che non hanno un secondo titolo. Anche i liberi professionisti risultano maggiormente motivati rispetto ai dipendenti di strutture accreditate. 10. Essere socio A.I.Fi. rappresenta un valore aggiunto per la mia professione Quest’ultimo item è forse il più importante di tutto lo studio. Una domanda secca e chiara che ci ha permesso di dividere la popolazione in tre terzi. Un primo gruppo ignora le potenzialità di appartenere ad A.I.Fi., un secondo gruppo lo ritiene mediamente importante ed, infine, un gruppo di colleghi, i più convinti, per i quali A.I.Fi. è il valore aggiunto per la propria professione. Se da un lato è vero che la differenza tra soci e non soci è significativo dall’altro, i risultati sono molto vicini tra loro. Il gruppo dei mediamente convinti è fatto di colleghi iscritti, ma anche di colleghi non iscritti ai quali, senz’altro, manca poco per realizzare l’alto valore di A.I.Fi.. La classe 51-60 si conferma estremamente convinta della propria scelta (spesso si tratta di coloro che non hanno mai smesso di crederci). Danno maggiore valore ad A.I.Fi. anche coloro che possiedono percorsi accademici molto alti, sia come primo che come secondo titolo. I liberi professionisti considerano maggiormente il valore di A.I.Fi. rispetto ai colleghi delle strutture accreditate, i quali risultano meno convinti anche dei dipendenti di strutture del SSN. PROGETTO AIFI GROUP 12 Cannone M. et al. PROGETTO AIFI GROUP 13 Cannone M. et al. IL FISIOTERAPISTA E LE ALTRE FIGURE PROFESSIONALI 1. Nella mia pratica professante collaboro con altre professioni sanitarie della riabilitazione Abbiamo chiesto ai fisioterapisti pugliesi se nella propria pratica professionale collaborassero con altre figure riabilitative. Il campione si è diviso in 3 gruppi più o meno omogenei. Circa il 40% dichiara di collaborare in modo insufficiente, il 35% in maniera sufficiente ed infine un 28% dichiara di collaborare in modo più che sufficiente. Dal confronto tra gruppi emerge che i fisioterapisti che prestano servizio domiciliare hanno livelli di collaborazione significativamente inferiori rispetto a coloro che lavorano in ospedale o in Rsa. 2. Sono soddisfatto della collaborazione con le altre professioni sanitarie della riabilitazione In questo secondo item si specifica la qualità della collaborazione tra professionisti della riabilitazione. Circa il 42% dichiara di non essere affatto soddisfatto, un altro 40% lo è sufficientemente ed infine meno del 20% si ritiene più che soddisfatto. Questo dato è senza dubbio sintomatico di un malessere generalizzato in cui i bisogni non sono soddisfatti dal reale scenario interprofessionale. Non emergono differenza significative tra gruppi. 3. Nella mia pratica professionale collaboro con figure mediche specialistiche Dopo aver chiesto informazioni circa la collaborazione con i professionisti della riabilitazione, ci si è soffermati sulla dimensione collaborativa con figure medico-specialistiche. Confrontando questo item con l’item n.1, di questa sezione emerge che si tende a collaborare maggiormente con figure mediche che con figure sanitarie. Infatti solo il 25% dichiara di collaborare meno della sufficienza a differenza del 40% che dichiara lo stesso rispetto alle figure sanitarie. Da nord a sud esiste un indice di correlazione positivo per cui, man mano che si scende, aumentano i livelli di collaborazione con figure mediche. E’ significativa anche la correlazione tra livelli differenti di titolo di studio posseduto: la collaborazione con le figure mediche aumenta all’aumentare della titolarità accademica. 4. Sono soddisfatto della collaborazione con figure mediche specialistiche Anche in questo item vince il confronto con il corrispettivo relativo alla collaborazione tra professionisti sanitari. Solo il 36%, rispetto al 42%, si dichiara insoddisfatto della collaborazione con medici. Il 25%, a differenza del 18% per le professioni sanitarie, si dichiara invece soddisfatto più della media. Da nord a sud il livello di soddisfazione aumenta in maniera significativa e proporzionalmente a livello di collaborazione. 5. Nel mio ambiente di lavoro sono previste riunioni di equipe multidisciplinare per la gestione dei casi clinici L’item 5 indaga a riguardo della cultura organizzativa verificando se nel proprio luogo di lavoro si effettuano oppure no incontri multidisciplinari relativi alla gestione di casi clinici. Il risultato è molto scoraggiante perché circa il 68% si dichiara insoddisfatto. Esiste una differenza significativa tra i fisioterapisti che lavorano presso RSA e quelli che lavorano al servizio domiciliare, per cui i primi riferiscono maggiore presenza di riunioni rispetti agli ultimi. Sembra scontato ma in realtà questo dato ci aiuta a capire che la categoria più sola è proprio quella che lavora sul territorio ma, non bisogna dimenticare che spesso il territorio è il luogo dove si esercita il minor controllo e per tanto il più delicato. Mancano reti e canali di comunicazione fra i vari attori della “domus riabilitativa” ovvero l’ambiente domestico concepito come luogo in cui riabilitarsi. Risulta, infine, che andando da nord a sud la situazione, seppur mal concia, migliori, in particolare è la provincia di Foggia a registrare livelli significativamente più bassi rispetto a Bari e Lecce. PROGETTO AIFI GROUP 14 Cannone M. et al. 6. Sono coinvolto in riunioni di equipe multidisciplinare per la gestione dei casi clinici Al di là del livello culturale ed organizzativo del proprio luogo di lavoro per il quale siano o meno previste riunioni di equipe, abbiamo voluto valutare la percezione del livello di coinvolgimento dei fisioterapisti in tali incontri. Il risultato non è molto incoraggiante circa il 67% riferisce un livello di coinvolgimento molto basso o del tutto assente, il restante 33% si concentra su livelli di coinvolgimento sufficienti o poco più che sufficienti. Si registra una differenza significativa per provincia, in quanto i fisioterapisti di Foggia e Taranto sembrano esser meno coinvolti rispetto alle altre province. In generale passando da nord a sud i livelli di coinvolgimento aumentano. 7. Mi sforzo di promuovere eventuali confronti fra le figure coinvolte in un caso clinico Il 30% dei colleghi ammette di non essere promotore di collaborazione interprofessionale, mentre circa il 40% riferisce livelli sufficienti di promozione. Dai risultati sembra che solo ⅓ dei fisioterapisti pugliesi si caratterizzino per avere forte spinta propositiva verso un auspicato cambiamento culturale e organizzativo. La classi più giovani sono più propositive, lo dimostra l’indice di correlazione negativa per cui all’aumentare dell’età si riduce lo sforzo promozionale. I soci, così come i fisioterapisti con livelli di istruzione più alti, sembrano essere più propositivi. 8. Ritengo importante collaborare con una equipe multidisciplinare Solo il 2% riferisce di non credere nella collaborazione interdisciplinare, mentre più dell’80% riferisce di crederci molto o moltissimo. E’ un segnale forte che posto a confronto con i risultati dell’item 6, ci aiuta a capire come nel sistema ci sia qualche altro attore ad impedire che si compia una definitivo passaggio culturale ed organizzativo all’insegna dell’interprofessionalità. Tra i soci vi è una maggiore consapevolezza sull’importanza della collaborazione in equipe. Esiste una differenza significativa tra fisioterapisti in possesso di Master di II livello, che prevede il possesso di laurea magistrale, che risultno essere maggiormanete consapevoli rispetto ai colleghi che non possiedono un secondo titolo di studio. 9. Ritengo che il mio parere professionale abbia peso nel confronto con le altre figure La percezione dell’importanza del proprio ruolo all’interno del sistema salute si manifesta bene in questo item per il quale risulta che più del 50% dei fisioterapisti pugliesi ritiene di avere una buona influenza nel confronto con le altre figure medico-sanitarie. Solo un 10% non ritiene di aver sufficiente peso nel confronto. Tra i soci si registra un punteggio maggiore rispetto ai non soci; inoltre è curioso l’indice di correlazione negativa per classe di età per cui i più giovani ritengono di aver maggior peso rispetto ai meno giovani. Infine, anche i fisioterapisti maggiormente titolati registrano punteggi più alti. 10. Sono soddisfatto del livello di collaborazione in team nel mio ambiente di lavoro L’item finale misura la soddisfazione globale rispetto all’argomento in studio. In linea con i precedenti risultati, emergono alti livelli di insoddisfazione (45%) che ci spingono a credere che molto ancora resta da fare in questa direzione. E’ infatti urgente impostare strategie per il cambiamento cogliendo le pressioni che arrivano da ogni parte, come ad esempio dall’OMS con il suo “Framework for Action on Interprofessional Education & Collaborative Practice (WHO/HRH/HPN/10.3)”. La provincia di Foggia registra livelli di soddisfazione significativamente inferiori rispetto a Bari e Lecce. PROGETTO AIFI GROUP 15 Cannone M. et al. Il dato più importante che emerge dal terzo gruppo di item ci aiuta a mettere in risalto il forte contrasto tra il bisogno di coinvolgimento in attività multidisciplinari e il vissuto quotidiano nel quale, invece, sembra non trovare spazio il lavoro in team. Il riconoscimento, da parte dei fisioterapisti pugliesi, dell’opportunità di praticare nella propria organizzazione un approccio multidisciplinare è un segno di maturità. Il dato ci spinge a dover approfondire tali aspetti anche aprendo una riflessione con le istituzioni politiche. PROGETTO AIFI GROUP 16 Cannone M. et al. SAM: Soddisfazione, Motivazione, Aspettativa DISCUSSIONE Abbiamo chiesto ai fisioterapisti pugliesi il loro grado di motivazione professionale. I risultati denotano una buon livello di soddisfazione generale. Infatti, il 65% si dichiara più che sufficientemente soddisfatto e solo l’11% risulta essere poco o per niente soddisfatto. Si registra anche un buon risultato rispetto al livello di aspettativa: più del 70% dichiara di avere livelli di aspettativa elevati o elevatissimi. Solo il 10% circa possiede livelli bassi o assenti di aspettativa. I punteggi migliori, infine, si registrano per la motivazione. Circa l’80% dei fisioterapisti pugliesi si dichiara molto motivato e solo il 5%, invece, risulta essere poco o per niente motivato. Dal confronto tra gruppi, emergono differenze significative trai fisioterapisti iscritti A.I.Fi., i quali registrano livelli motivazionali e di aspettativa pià elevati rispetto ai colleghi non iscritti. Per quanto riguarda le province, abbiamo una significativa differenza tra i colleghi di Foggiaper i quali si evince minore aspettativa rispetto a quelli di Bari. ! I colleghi più giovani, precisamente le classi 20-30 e 31-40, sono più motivati rispetto ai colleghi della classe 41-50. La maggiore motivazione dei 20-30 è riscontrabile anche nei livelli di aspettativa, contrariamente alla classe 31-40, del tutto simile nei risultati ai 41-50. Quest’ultimo dato ci può far pensare che mentre nel decennio 31-40 i livelli motivazionali si mantengono comunque alti, iniziano a sfumare le aspettative ed i sogni legati alla carriera professionale, i quali rimangono più vivi nei giovanissimi. Per quanto concerne i titoli di studio, registriamo una maggiore aspettativa tra i colleghi in possesso di laurea triennale rispetto ai Terapisti della Riabilitazione e ai colleghi in possesso di Diploma Universitario. Esistono differenze anche rispetto ai livelli motivazionali: coloro che sono in possesso di laurea triennale sono più motivati rispetto a chi possiede un titolo di Terapista della Riabilitazione, un Diploma universitario o una Laurea magistrale. Infine, interessanti differenze emergono tra i colleghi che lavorano come liberi professionisti, più soddisfatti rispetto a coloro che lavorano presso il SSN e coloro che sono in cerca di occupazione. I colleghi del SSN sono significativamente meno soddisfatti dei colleghi liberi professionisti e di coloro che lavorano in strutture accreditate. Anche l’aspettativa è maggiore nei liberi professionisti rispetto ai dipendenti del SSN, i quali hanno minore aspettative anche rispetto ai dipendenti di strutture accreditate. I livelli motivazionali sono più elevati nei liberi professionisti rispetto ai dipendenti di strutture accreditate e del SSN. Infine questi ultimi risultano meno motivati anche rispetto ai colleghi che lavorano in strutture accreditate e a coloro che sono impiegati in strutture private non accreditate. ! Risulta che la categoria di lavoratori con più elevati livelli di soddisfazione, aspettativa e motivazione è quella dei liberi professionisti; al contrario, i dipendenti del SSN sono coloro che registrano i livelli più bassi su tutti e tre i domini. La lettura e l’elaborazione di questi tre aspetti può rappresentare un indicatore del livello di salute del professionista, una sorta di sgabello a tre piedi per cui venga garantito un sano equilibrio professionale. PROGETTO AIFI GROUP 17 Cannone M. et al. PROGETTO AIFI GROUP 18 Cannone M. et al. Conclusioni il punto di vista dei dati Dall’analisi dei dati emersi abbiamo tratto delle conclusioni molto interessanti, anche in virtù della dimensione del campione che ci permette di dare attendibilità ai risultati ottenuti. Il primo gruppo ha messo in luce caratteristiche e attitudini dei fisioterapisti pugliesi che non possono che onorare la nostra professione. La categoria si è mostrata, infatti, attenta ai bisogni dei propri assistiti attraverso una capacità di comunicare e di raccogliere informazioni, di impostare gli obiettivi terapeutici in maniera precisa ma anche e soprattutto in risposta alle loro concrete esigenze. Riabilitare significa rispondere al bisogno di riappropriarsi del proprio quotidiano ed è per questo che, sappiamo bene, il fisioterapista pone l’accento non solo sul curare ma anche sul ridare, a volte anche solo attraverso consulenza, la massima autonomia possibile. E’ forse per questo che lo studio ha registrato un’ ottima soddisfazione nel rapporto professionale professionista-assistito. Infine, siamo soddisfatti perchè per alcuni aspetti i fisioterapisti che scelgono A.I.Fi. si sono dimostrati più attenti. Il secondo gruppo, a proposito di A.I.Fi., ha evidenziato che circa il 50% dei fisioterapisti pugliesi si ritiene soddisfatto dei servizi offerti, in particolare rispetto a informazione e formazione professionale e questioni giuridiche. La stessa percentuale dichiara che la quota associativa risponde in maniera proporzionale all’offerta. La lotta all’abusivismo e le questioni legate all’ordine professionale registrano un minor gradimento e maggior perplessità ma ovviamente a fare la differenza, rispetto a tali risultati, sono i fisioterapisti non associati. Prendiamo atto di una scarsa motivazione a partecipare ai momenti assembleari che dovrebbero essere, invece, preziosi momenti di incontro e scambio. Tale risultato ci fornisce un input per iniziare ad analizzare quali modalità potrebbero stimolare una maggiore partecipazione. Se per molti è scontato che “appartenere” sia il valore aggiunto dell’essere professione, emerge, tuttavia, una netta divisione in tre terzi. Solo il 35% dei fisioterapisti pugliesi non riconosce in A.I.Fi. il valore aggiunto alla propria professione. Il terzo gruppo ha messo in evidenzia uno scenario segnato da una diffusa incapacità sistemica di concepire la riabilitazione come un complesso processo di problem solving da fare necessariamente in team. Nonostante il bisogno percepito dei fisioterapisti pugliesi, in Puglia sembra essere quasi del tutto assente l’approccio interdisiciplinare in riabilitazione. Sarà necessario avviare analisi più approfondite e poi provare a sviluppare strategie di cambiamento di concerto con le istituzioni politiche. L’approccio interdisciplinare non è solo un capriccio di A.I.Fi. PUGLIA ma è la risposta più efficace, anche a detto di OMS, al bisogno di appropriatezza delle cure associato ad alta efficacia ed efficienza. Dall’indagine SAM, infine, emerge come il fisioterapista libero professionista goda di uno status professionale assolutamente migliore rispetto al fisioterapista dipendente dal SSN. Questo risultato apre la strada a nuovi sviluppi di indagine tra le due categorie sia in relazione agli outcome di salute sia alla retribuzione e all’organizzazione dei servizi. L’utilità di tali dati è fondamentale per iniziare a ragionare in termini di legame tra salute professionale e professioni della salute. il punto di vista del management L’approccio scientifico alla progettazione dimostra che è possibile realizzare progetti ambiziosi in condizioni di scarsità di risorse ed in assenza di un team di lavoro dedicato e a tempo pieno. Il progetto AIFI GROUP ha fatto uso di strategie di management riconosciute in tutto il mondo e racchiuse nel Project Management Body Of Knowledge (PMBOK). In particolare è stato fondamentale lo studio ed applicazione dei principi di gestione di virtual team. Questo ha permesso di abbattere notevolmente i costi di progettazione e soprattutto di esecuzione. La fase di pianificazione è stata condivisa quanto più possibile per evitare difetti di comunicazione e riduzione di aderenza al progetto. Gli incontri del team in presenza sono stati ridotti a 4 in un anno di lavoro, questi momenti hanno sempre coinciso con le milestone di progetto per le quali era necessario un confronto in presenza. Il resto del flusso di lavoro, compresa la somministrazione del questionario, è stato gestito online attraverso conference call, report online, grazie ai quali, tutti i componenti del team hanno avuto la possibilità di monitorare gli avanzamenti di progetto. Anche rispetto all’uso della piattaforma e degli strumenti per poter lavorare online, abbiamo abbattuto i costi, evitando costosi applicativi di project management. Gli strumenti più utilizzati sono stati forniti da google, come Google Docs e Calendar ed in aggiunta Skype, al quale è poi subentrato Google+. Il tutto è stato integrato in un sito web, gestito in Wordpress, dal quale il team poteva gestire l’intero flusso di lavoro. Durante l’evolversi di progetto, sono sempre state calcolate le performance individuali e globali con annesse anche le stime a venire attraverso la tecnica dell’Earned Value Management. Infine, è risultata vincente la scelta di adottare un sistema premiante, con il quale è stato riconosciuto il merito ai componenti del team che hanno garantito performance più alte. Quando un progetto si conclude nei limiti del budget, della timeline e della qualità può ritenersi riuscito, specialmente se accanto a questi elementi vi sono buoni punteggi di customer satisfaction interna ed esterna. Il team è cresciuto ed è molto soddisfatto di aver vissuto un’esperienza di questo livello; anche il gruppo dirigente A.I.Fi. PUGLIA è molto soddisfatto del lavoro portato a termine. Vogliamo sottolineare, infine, la sensazione che il raggiungimento di una certa maturità professionale, ci impone di iniziare a pensare all’eccellenza non solo in mabito clinico. Il Project Management in Sanità è un stella nascente il cui scopo, purtroppo, è ancora poco noto. Il bisogno di raggiungere obiettivi in un sistema di vincoli, spesso molto complesso, fa sì che il project manager sia e sarà un ruolo di cui non se ne potrà più fare a meno. Da appassionati ed orgogliosi esploratori della disciplina non ci resta che sperare in nuovi orizzonti da raggiungere e di riuscire a riportare risultati sempre migliori. LA VERSIONE INTEGRALE DEL REPORT SARA’ PRESTO DISPONIBILE AL SEGUENTE INDIRIZZO: www.aifiPuglia.it/aifigroup Per info e domande scrivi a [email protected] PROGETTO AIFI GROUP 19 Cannone M. et al. Inserto speciale allegato al periodico trimestrale di informazione e cultura dell’Associazione Italiana Fisioterapisti Regione Puglia n. 38 Registrazione c/o il Tribunale di Taranto n 584 del 27.06.01- Spedizione in A.P.-45% art. 2 comma 20/B Legge 662/96 DC/DCI aut. N. 310 del 17.04.01 Tiratura: 2.000 copie Selezione Mentore Certificato AIFI - - %$%- $$#- - &#- ! (!#%$4- $#* - (!#%$5- $#* - (!#%$6- $#* - (!#%$7- $#* - (!#%$8- $#* - 2# $ (!#%$$%!#%$##&$#* &%!# ' $%# !%*. " 01 $$ 2 01 01  01 !#$*22 01 )! 2# %+% $#+%#% #. 22# %+!#$*$#+%#&#%%+% #. " # $ ## % 01 01 &% #** %#%%% %!#$ %&%"&$% & &##&&'%$#%.46 .$.4:9/5336 15 %' %"$&! #'"$&!$&!"'!$$"$!&&!! &!$ ( !$%&&$& &$ &1 $**! )))0"'0&2%*! &!$%!""'$( &!$ 5"'0& (!&&'!'$$'',%&&!('&&!""$!(&!/$($' %"'%$ (&&!$' &%&76! %$($+ %'$$&'!(!%! !"$ %! $%"&&!!%"$&!"$!&&!0 '"$&!&%&%$' & %$&! 1 ! &!$%$&&0 ' #'"!&$+(%! $&'!"$!!( &' &"$% &$' $%& "$($&! &!$0 ' !' !&%$+! &!$&"$!&&!$($+ $%&/!"!($% &""$!(&/"$!(($+ !&$$& ! &&&! &!$ &0 (!&%$ ! &&&!! &'! &($%"$! $%"&&$#'%$ !! & '& $($ &'%"!%&&&$! 0 !"!"$!! &&&!! &!($ ($' $"!$&3 4 &!&&(/&"!&+(%&"$%%& %0 !"!! ! &&&!! &!($$%&$$! 34 $! &&$&&&/&"!&!!&+ ! &$!0 "$!! &!$ / &!& ! /!($ ($' $"!$& 3 4 &' '*!%'$ & "$'&'$!0 &'! &!$%$'&!&'! &"$-%""%$ &!$ &$%%"$!%%! &+0 "$!&&!&'&&"$&" &$($ !' &&%&&! & $! &!$"$#'%,&&%"$ * &!$ 0 16 UNA SPERANZA VALIDA PER LA COMUNICAZIONE ATTRAVERSO TECNOLOGIE E PERCORSI RIABILITATIVI Dott. Francesco Savino - Dott. Ferdinando Aquilino INTRODUZIONE ocked in syndrome, sta a significare sindrome da chiavistello o dell’uomo incatenato definita anche come disconnessione cerebromedullospinale , stato de-efferentato, pseudo coma oppure sindrome ventrale pontina . I casi stimati in Italia sono uno ogni 100.000 abitanti , significa che 600 persone vivono in una ‘‘corazza’’ e che molte potrebbero essere considerate , per errata diagnosi e per una non conoscenza della malattia nelle cliniche , in coma, in stato vegetativo o di minima coscienza . I pazienti affetti da locked-in syndrome mantengono le funzioni mentali , sono pienamente coscienti , sanno esattamente dove si trovano le loro braccia e le loro gambe e a differenza dei pazienti paralizzati, possono ancora percepire sensazioni tattili e dolorifiche. Il quadro è spesso complicato dalla concomitanza di dispnea , disfagia ,alterazioni dei movimenti oculari, disturbi del sonno e del controllo sfinterico .Il recupero non è mai completo .Per la locked-in non c’è nè cura e nè un trattamento standard, sembra essere migliore per le forme non vascolari . Accanto alle forme stabilizzate complete ci sono vari gradi di recupero motorio, relativamente frequente è il recupero di un certo controllo motorio delle dita che tende a migliorare in direzione disto-prossimale. L Metodi : Per quanto vorremmo spiegare con esattezza questa malattia , al momento non è possibile , perché 17 non abbiamo i mezzi per stabilire l’entità del danno . Studi recenti rivelano un’ interessamento dell’arteria basilare , questo vuol dire che il danno è localizzato a livello del poligono di Willis . Esso rappresenta il “cuore” della nostra circolazione intracranica , quindi intervenire chirurgicamente in maniera immediata e repentina non sarebbe possibile perché l’emorragia , avviene tempestivamente .Essendo presente questo enorme problema , gli studi mirano a capire come è possibile intervenire e quindi evitare la LIS . Le manifestazioni cliniche sono la tetraplegia ,diplegia facciale ,paralisi labio-glosso-faringe , paralisi laringea , paralisi pseudo bulbare con conservazione della motilità oculare (almeno sul piano verticale) e dell’ammiccamento. Mentre vengono risparmiate le vie della sensibilità somatica , la formazione reticolare tronco-encefalica responsabile della vigilanza e dello stato di allerta , diencefalo , emisferi cerebrali , sensibilità tattile , dolorifica, propriocettiva e alcuni raggruppamenti neuronali mesencefalici che permettono il sollevamento delle palpebre. Ci sono varie forme di l.i.s. e alquanto complicate da diagnosticare. Oltre alle metodiche d’urgenza in terapia intensiva , l’approccio successivo consiste nel riabilitare il pa- che aiuta sia noi sanitari che i pazienti a raggiungere risultati ottimali e di autonomia. ziente e renderlo quanto più autonomo possibile . Per ogni “forma”, c’è un percorso assistenziale differente . Nella locked-in l’uso della parola viene a mancare, questo determina un riscontro psico-sociale molto forte da parte dei famigliari e dell’assistito. Perché si possa interagire con il paziente viene utilizzato quotidianamente , grazie a uno studio francese , un alfabeto nel quale mostra in ordine decrescente le vocali e le consonanti più usate nella lingua italiana: E IAO NTR LS C D U PM G V H F B Z Q W KYX J Questo nuovo codice è molto semplice: un interlocutore legge l’alfabeto e il paziente chiude l’/gli occhio/i sulla lettera che vuole comunicare per iniziare una frase. Mentre per il si di solito chiediamo al paziente di battere la palpebra una solo volta mentre per il no due volte . Inizialmente questo metodo verrà utilizzato in maniera molto lenta, ma con la pratica diviene un esercizio quasi automatico. La riabilitazione è quindi l’approccio che un fisioterapista deve avere d’avanti a questi pazienti per lo più allettati, dovrà riguardare le corrette posizioni a letto e in carrozzina con variazioni di decubiti, evitando cosi ulcerazioni, le varie manovre lungo i distretti articolari , cercare di ridurre la spasticità attraverso applicazione di ghiaccio e pompa al baclofen, in fine renderlo autonomo (per quanto si possa) raggiungendo cosi degli obbiettivi prefissi inizialmente. Terminata la riabilitazione, dobbiamo valutare il recupero del paziente dopo i primi sei mesi dall’esordio del quadro clinico . Facendo riferimento a Patterson e Grabois , potremmo verificare se c’e stato un recupero assente, minimo, moderato , buono o totale. L’ultimo concetto che affronterò e che cercherò di dare , sarà il supporto che la tecnologia ha disposizione per questi soggetti . Questo è un’enorme traguardo per la medicina perché dove non è possibile arrivare con la nostra diagnostica di base e con i mezzi a disposizione , c’è questa enorme branca 18 Risultato Studi recenti hanno portato a dei risvolti incredibili, infatti impiantando un elettrodo nel cervello, il soggetto è in grado di produrre alcuni suoni vocalici tramite un sintetizzatore vocale. L’obbiettivo finale di questa ricerca consiste nel cercare magari un giorno, di restituire la voce a chi è affetto da gravi paralisi. Lo stesso dicasi per l’aspetto motorio , infatti un prototipo in fase di sperimentazione non ancora in commercio, sta dando buoni risultati ma non ancora del tutto ottimi .Tutto ciò è partito da un progetto europeo , chiamato TOBI , che ha preposto tre aspetti interessanti: funzionalità , possibilità di indipendenza e facilità d’uso . Questo progetto si occupa di molteplici strumenti per diagnosticare e effettuare poi un approccio riabilitativo. L’argomento cardine si occupa dell’l’interfaccia cervello computer, dove L’U.E., ha voluto affermare che l’utilizzo di questi dispositivi non è assolutamente invasivo. I punti chiave su cui agisce questo progetto sono: la comunicazione e controllo , sostituto motorio , intrattenimento e ripresa motoria . Oltre a questo c’è un altro , introdotto da Veronique Blandin e dal Dott. Steven Laureys che utilizza l’interfaccia cervello computer per la prima diagnosi o identificazione della coscienza e la comunicazione. Tra i prototipi abbiamo una sedia a rotelle con braccio robotico, questa è una sedia intelligente, (evita di urtare contro gli oggetti) che cattura attraverso un casco, onde cerebrali conosciute come P300 del soggetto e li converte in azioni. I ricercatori sostengono che il braccio robotico può essere controllato “senza che l’utente muovesse un muscolo”. Tutte queste tecnologie interagiscono grazie alla risposta P300, quest’ultima è ritenuta espressione di un processo cognitivo di discriminazione e categorizzazione degli stimoli che presuppone adeguati livelli di vigilanza, attenzione, memoria e motivazione . Ovviamente anche l’informatica ha dato i suoi risvolti nel campo medico , portando sul commercio numerosi hardware e software . Tra gli hardware troviamo l’eye tracker, una sorta di mouse oculare , che una volta tarati sulla singola persona , consentono a chi è costretto all’assoluta immobilità di comunicare solo con lo sguardo su di uno schermo. Altri come l’ headmouse, un sensore ottico wireless e click-N-Type , una tastiera virtuale su schermo. Mentre il software più utilizzato e l’eyeclick, utile per comunicare semplicemente attraverso il battito delle ciglia . Non richiede di applicare sensori al corpo, ma analizza le immagini attraverso una comune webcam per PC, in modo da pilotare il cursore del mouse o per scrivere ; questo grazie ad efficienti tecniche a scansione . Infine ci sono dei social network come il Twitter dove è stato creato nel marzo 2006 dalla Obvious Corporation di San Francisco, fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite messaggi di testo , con una lunghezza massima di 140 caratteri. Gli aggiornamenti possono essere effettuati tramite il sito stesso, via SMS con programmi di messaggistica istantanea e e-mail .Il finanziamento per l’acquisto di questi prodotti , in Italia , è partita dalla regione Toscana, assessorato per il diritto alla salute, che ha deciso di mettere a disposizione 350.000 euro per ausili che hanno ciascuno un costo variabile tra i 13.000 e i 22.000 euro per persone affette da gravissime patologie. L’obiettivo quindi, è quello di agevolare e incentivare la comunicazione interpersonale di questi pazienti è la possibilità di mantenere una certa vita di relazione anche nelle fasi più acute e invalidanti della patologia . Conclusioni Prima di dare spazio alle conclusioni voglio accennare un’ultimissima cosa : lo specialista statunitense Bradley Greger facendo ripetere in maniera 19 continuativa dieci parole chiavi (sì, no, freddo, caldo, fame, sete, ciao , arrivederci, di più e di meno) , ad un paziente , attraverso un apparecchio e degli elettrodi messi sul capo , ha ottenuto dei risultati fantastici . In definitiva è stato provato che l’apparecchio è in grado di accoppiare gli imput cerebrali alle singole parole con una percentuale di riuscita fra il 76 e il 90% , cosi da permettere ai pazienti affetti da patologie come ictus o l.i.s., di poter comunicare. Gli scienziati affermano, che “solo pensare una parola senza dirla produrrebbe lo stesso segnale cerebrale e questo potrebbe permettere di arrivare in tempi brevi ad un sistema di traduzione capace di ripetere le parole che stiamo pensando”. Con questo deduco che tutti questi esperimenti ,ci serviranno in futuro per una migliore diagnosi, un miglior recupero e forse anche a prevenire questa enorme patologia . In definitiva la l.i.s. è una patologia invalidante, aggressiva che ti colpisce all’improvviso senza nessun avvertimento e senza conoscerne la causa. Questi soggetti quindi hanno bisogno di assistenza continua da parte delle famiglie e del personale medico. L’A.I.FI. Puglia e la formazione Dott.ssa Claudia Pati, Responsabile A.I.FI. Puglia prov. Lecce N ell’ultimo trimestre 2011 diverse iniziative hanno caratterizzato l’impegno dell’A.I.FI. Puglia nella realizzazione di conferenze ed eventi scientifici; nello specifico anche quest’anno si è rinnovato l’appuntamento con la Segreteria Provinciale della Federazione Sindacati Indipendenti in collaborazione con la ASL di Lecce ed il Collegio Ipasvi di Lecce per l’organizzazione della Conferenza su “L’organizzazione del lavoro nelle aziende sanitarie”. Evento che si è svolto a Campi Salentina (LE) suddiviso in due moduli (28/29 ottobre ed 18/19 novembre 2011) è risultato essere un’opportunità per gli oltre trecento partecipanti provenienti da tutta la Regione Puglia di confrontarsi sul tema della programmazione e della pianificazione del lavoro all’interno delle Aziende Sanitarie. La Conferenza ha avuto lo scopo, non solo, di sensibilizzare gli operatori del Servizio Sanitario Nazionale sul tema dell’organizzazioni del lavoro nelle Aziende Sanitarie, ma soprattutto quello di focalizzare la missione e la visione dell’organizzazione, elaborandone i principi, i valori di riferimento, le linee strategiche e le azioni guida che ne sostengono l’attuazione attraverso azioni e comportamenti adeguati. Infatti, la realizzazione dei bisogni e delle aspettative dei clienti e delle altre parti interessate tiene conto sia del contesto in cui si opera sia delle strategie da attuare che necessitano, da par- Dott. Michele Fortuna, (Presidente Collegio IPAVI Lecce), Dott. Antonio Battista (Presidente ANMDO Regione Puglia), Dott. ssa Claudia Pati (Responsabile A.I.FI. Puglia prov. Lecce), Dott. Franco Greco (Responsabile Segreteria Scientica), Rag. Franco Perrone (Responsabile Segreteria Organizzativa F.S.I. Adass) te di tutti gli operatori, una cultura aperta, pronta a confrontarsi ed a imparare dagli errori, disponibile a superare le divisioni organizzative, ad integrare le discipline e le professionalità, a condividere gli strumenti di analisi, e trattamento. L’A.I.FI. ha preso parte alla tavola rotonda che ha caratterizzato il primo modulo riguardante gli aspetti generali dell’organizzazione del lavoro, dalla programmazione alle norme contenute nei CC.NN.LL in Sanità, con la Dott.ssa Claudia Pati (responsabile A.I.FI. Puglia prov. Lecce) la quale ha definito il ruolo dell’associazione in Regione Puglia ed ha Cridi Nasci e a nienti cridi Nu percè nu bbuei Ma percè nu sai. Cchiù rranne te faci, crisci, mpari, a ncerte cose cridi e sempre rittu annanti ài sinu a quannu nu ttueppi e a nterra cadi. Ci sì forte e nu te ttacchi, te ausi, ci invece a nterra rimani, mangiare ddienti pe ttutte ddre urpi ca subbra se minanu comu cani. Perciò cridi, a quarche cosa cridi, e sacci ca, nne scuerpi nne petre te potenu fermare mai, puru ci nu bbidi. Cridi L’uomo, nascendo, non ha “credo” alcuno; successivamente segue e persegue un suo ideale ma il cammino per il raggiungimento di quel fine non sempre è agevole, spesso è impervio e, se si è deboli, facilmente ci si può perdere. Se invece la volontà di arrivare al traguardo è ferrea, è forte, niente, nemmeno gli ostacoli più grandi possono fermarti e facilmente vengono superati. Tratta da “Emozioni” di Franco Greco Tratta da “Emozioni” di Franco Greco 20 riportato anche ciò che caratterizza il professionista sanitario fisioterapista in materia di organizzazione del lavoro, il secondo modulo che prevedeva gli aspetti applicativi nonché i modelli organizzativi in ogni area sanitaria, quelli riguardanti la struttura di riabilitazione sono stati riportanti dalla Dott.ssa Rosa Anna Fanelli – Responsabile Ufficio Formazione A.I.FI. Puglia. Al termine dei lavori il Responsabile della Segreteria Scientifica Dott. Franco Greco ha consegnato al responsabile A.I.FI. Puglia Lecce una poesia da lui redatta dedicandola a tutti i fisioterapisti che quotidianamente sono impegnati nell’assistenza di una persona affinché in loro ci sia sempre la consapevolezza che “prendersi cura” degli altri richiede innanzitutto prestare cura ed attenzioni a se stessi!!! Il 25-26-27 novembre 2011 invece si è tenuta a Lecce la 1° edizione del Congresso Internazionale Ionico-Salentino di Ortopedia e Traumatologia dove si è affrontato il grande problema dell’Ortogeriatria, ossia della moderna strategia di cura del paziente anziano con patologia ortopedica e/o traumatologica e delle problematiche correlate, che presuppone un approccio integrato multidisciplinare con lo scopo di salvaguardare la salute dell’anziano e che prevede una scelta strategico-operativa nell’Aziende Sanitarie ed una collaborazione fra medici specialisti e varie figure professionali. L’evento scientifico durante il Meeting Aggregato Interdisciplinare che si è svolto domenica 27 novembre ha previsto interventi di colleghi fisioterapisti con argomenti quali il ruolo e i limiti della riabilitazione nella patologia cognitiva (Dott. Antonio Augusti), la rieducazione alla deambulazione (Dott.ssa Maria Di Emidio) e il ruolo del fisioterapista nella valutazione multidimensionale dell’anziano fragile (Dott.ssa Giovanna Coccioli), inoltre la discussione al termine di ogni sessione congressuale ha consentito ai moderatori fisioterapisti Dott.ssa Marzia Di Giulio e Claudia Pati di confrontarsi con le altre Partecipanti Fisioterapisti Iscritti A.I.FI. Puglia 21 Dott.ssa Marzia Di Giulio (Probiviro A.I.FI. Puglia), Dott. Vincenzo Tanzarella (Dirigente Medico Fisiatra), Dott. M. Mannarini Dirigente Medico Ortopedico) associazioni professionali e le rispettive figure professionali (infermieri, tecnici ortopedici, medici specialisti, ecc), che gravitano nell’orbita dell’ortogeriatria, sulla complessità del paziente ortopedico con l’obbiettivo di arricchirsi reciprocamente per migliorare la qualità Dott.ssa Giovanna Coccioli dell’assistenza, la facilità del percorso di cura e l’entità dei risultati finali, in definitiva il bene del paziente. Norme per gli autori L’accettazione degli articoli è subordinata al giudizio della redazione. I testi inviati per la pubblicazione devono essere inediti, con un numero massimo di 10.000 battute (spazi inclusi) e devono riportare i riferimenti bibliografici. Qualora nell’articolo l’Autore inserisca citazioni tratte da testi scientifici o di altro tipo deve evidenziare il passo citato e segnalarne la fonte La redazione si riserva di chiedere all’Autore eventuali modifiche o chiarimenti del testo Gli articoli pubblicati impegnano esclusivamente la responsabilità dell’Autore. FISIOTERAPIA DELLO SPORT: NUOVI ORIZZONTI LA PALLAVOLO: DALLA CURA ALLA PREVENZIONE Dott.ssa ft. A. Amodio I ngredienti fondamentali per la buona riuscita di un lavoro: qualità, passione, esperienza e conoscenza. La vetta si raggiunge con il sacrificio così come i risultati. Dopo qualche anno di lavoro in squadre di livello nazionale (B1 maschile) adulti, ho pensato di prendere alla lettera il motto: prevenire è meglio che curare. La ragione? Molti atleti di alto livello, hanno traumi e lesioni pregressi da sovraccarico che è difficile eliminare o risolvere in modo efficace ed efficiente come lo sport vuole ed in poco tempo senza lasciare il campo. Ho voluto unire la mia conoscenza personale legata al gesto tecnico ed alla atletica del volley, alla consapevolezza che ridurre i rischi di lesione, nei giovani atleti avrebbe potuto in qualche modo, portare questi piccoli campioni all’età adulta per lo meno, con danni ridotti. Lesione della cuffia, ginocchio del saltatore, distorsioni, patologie congenite venute a galla grazie a screening ripetuti ogni sei mesi,con la collaborazione di osteopata, e medico dello sport, non hanno fatto altro che ridurre il costo delle spese mediche e riabilitative, e cosa più piacevole per me da scrivere oggi, in un solo anno… Abbiamo vinto il campionato europeo 2011 U18; Conseguito il secondo posto alle finali nazionali 2011 U14; ed un bel terzo posto con la selezione regionale Puglia (CQR- Comitato Regionale Puglia) nel trofeo delle regioni 2011. Il 50 % di tutte le lesioni sportive sono provocate dall’effetto lesivo di microtraumatismi ripetuti ciclicamente per tempi molto prolungati o con intensità elevata. Cause e concause Nella genesi della patologia da sovraccarico funzionale intervengono diversi fattori: alcuni la cui presenza è indispensabile affinché il fenomeno avvenga (cause); altri favorenti od aggravanti la patologia già comparsa (concause) Intrinseche Difetti di assialità: un arto (ginocchio varo o valgo) o un segmento scheletrico (cifosi o scoliosi del rachide, piede piatto o cavo) possono presentare alterazioni delle normali curve fisiologiche: questo può comportare una eccessiva distribuzione del carico solo su determinati segmenti. 22 Estrinseche Allenamento non corretto: carichi non bilanciati, errata periodizzazione, periodi di recupero insufficienti. Materiali ed attrezzi non idonei: materiale di piste e palestre o troppo rigidi o troppo elastici, terreni dei campi di gioco troppo pesanti in inverno o troppo secchi in estate, attrezzi non adatti in assoluto o relativamente alla morfologia dell›atleta. Squilibri muscolari tra gruppi flessori ed estensori : Gesto atletico “non fisiologico” : l’atleta può ripetere un gesto atletico non corretto: o per errore (e questo accade spesso negli atleti amatoriali) o perché il gesto viene “estremizzato” alla ricerca della massima prestazione soprattutto nei “top level”. L’età: la comparsa dei fenomeni di sovraccarico è più frequente negli atleti “maturi” sia Campionato U14, con gli stessi atleti campionato serie D; campionato U16 e con gli stessi serie C ed in fine campionato U18 e con gli stessi serie B2 (nazionale) 23 per fenomeni di sommazione in relazione alla durata della carriera sportiva, sia perché con l’età le strutture inserzionali sono meno resistenti ai carichi ripetuti ed hanno una minore capacità di recupero. Il mio lavoro di ricerca non fa altro che eliminare per lo meno le maggior parte delle concause, abbassare il fenomeno delle cause, così da poter avere ritmi alti. 5-6 allenamenti a settimana più gara di 2,30 h e nei periodi vicini alle finali nazionali o trofei nazionali, si aggiungono doppie sedute di allenamento nei collegiali e doppia gara al giorno durante le competizioni. Alimentazione, gesti corretti, buon riscaldamento e molta pazienza, fanno del lavoro di squadra un risultato. La cosa più difficile è prendere le decisioni giuste al momento giusto per ogni atleta vedendolo prima di tutto dal punto di vista medico. E per questo fortunatamente, ho la collaborazione di un grande medico dello sport, abituato a vedere la differenza sostanziale tra ADULTO E RAGAZZO IN ETA’ EVOLUTIVA. Le patologie congenite infatti, sono le prime che cerchiamo di mettere in evidenza per costruire al meglio il programma personale di ogni ragazzo. L’informazione ai genitori è altra cosa di prima necessità.. In conclusione… Un buon allenamento, preceduto da una ottimale preparazione, riducono i rischi di infortuni sui principali traumi da sovraccarico. Ginocchia, spalle e colonna vertebrale, sono colpite da fenomeni che si possono prevedere… Ogni individuo (case report) è unico. L’allenamento di squadra deve portare gli atleti allo stesso livello tattico e fisico. Come fare? Bisogna tener conto dei problemi di base dell’atleta e di quelli che con il tempo, possono giungere. SANITÀ FOGGIANA: ecco tutti i problemi *Conticelli G. - **Guerrieri S. Il porsi costantemente dei problemi sta alla base della saggezza. Poiché attraverso il dubbio siamo portati all’indagine, e attraverso l’indagine arriviamo alla verità. Pierre Abélard, Sic et non, XII sec. D a anni la sanità è nell’occhio del ciclone e sempre più spesso i media e le associazioni di tutela dei malati portano all’attenzione di cittadini ed utenti le croniche problematiche che investono il mondo della salute. Noi di A.I.FI. Puglia (sezione di Foggia) abbiamo cercato di capire quali fossero i problemi della fisioterapia e della riabilitazione e quanto siano presenti nella nostra provincia. Abbiamo individuato un fisioterapista per ogni grande struttura presente nella nostra provincia al quale abbiamo chiesto quali fossero i problemi che riscontrava nel suo luogo di lavoro. Abbiamo raccolto questi dati e li abbiamo analizzati. Eccone una sintesi: - in primis l’annosa questione del management e coordinamento delle professioni sanitarie (Legge 43/06), spesso tale figura non è contemplata o, se presente, non appartiene al profilo professionale della riabilitazione; la legge non obbliga le strutture sanitarie ad instituire la figura del coordinatore, ma qualora questo venga ritenuto necessario dal datore di lavoro la nomina dovrà essere fatta ad un appartenente alla categoria maggiormente rappresentativa che quasi sempre è quella dei fisioterapisti. Una non chiara conoscenza delle attuali normative da parte dei datori di lavoro porta ad imbatterci ogni tanto in educatori professionali o psicologi che erroneamente svolgono le funzioni di coordinatori dei fisioterapisti. - in diverse strutture non esiste una equipe multidisciplinare e quindi viene meno quella giusta interazione e collaborazione tra le varie figure professionali coinvolte nel processo riabilitativo; in altre strutture invece l’equipe multidisciplinare è presente ma solo sulla carta. Ciò porta ad una scarsa interazione tra le varie figure professionali che la compongono fino ad arrivare ad una non comunicazione tra di loro. Si lavora spesso per compartimenti stagni dove ognuno non sa cosa fa l’altro. 24 - altro neo è quello legato alla formazione che spesso è attuata dalle aziende con argomenti generici aperti a tutte le figure sanitarie e quindi poco professionalizzanti; le strutture per abbattere i costi della formazione “obbligatoria” non organizzano quasi mai corsi su tematiche specifiche. - altro neo è quello legato alla formazione che spesso è attuata dalle aziende con argomenti generici aperti a tutte le figure sanitarie e quindi poco professionalizzanti; in questo momento di forte crisi è un bel risparmio per le strutture sanitarie organizzare un solo corso per tutte le figure professionali ma questo non può che andare a scapito della professionalità di noi fisioterapisti. - in alcune strutture vi è carenza di personale ausiliario e i luoghi di lavoro non sono propriamente adeguati a pazienti e ai lavoratori stessi; in diverse strutture pubbliche si lavora in piani interrati spesso privi di luce naturale e di finestre. - altro problema riscontrato, fortunatamente poco frequente, è la mancanza di adeguamento del contratto collettivo nazionale ed erogazione degli arretrati spettanti. Da questa indagine emerge che per noi fisioterapisti la struttura lavorativa con meno problemi e quindi meno lamentele da parte dei colleghi è risultata quella degli Ospedali Riuniti di Foggia. Tutti concordano nel richiedere alla Regione Puglia l’accreditamento diretto dei fisioterapisti così come già fatto in altre regioni. * Dott. FT, Responsabile Provinciale A.I.Fi. Foggia. ** Dott. Mag.le in Scienze della Riabilitazione, Responsabile Libera Professione A.I.Fi. Puglia. LA SARCOPENIA: APPROCCIO RIABILITATIVO Dott. Ft. Gaetano Massimo Matera, Dr. Mirko Parabita (Med. Spec.), Dott.sa Ft. Daniela Perrone nonché ulteriori comorbilità quali malattie e malnutrizione. L’allenamento di resistenza intensiva da svolgersi in maniera continuativa e costante, sembra essere l’intervento più efficiente per contrastare la sarcopenia, soprattutto negli anziani. Riassunto La sarcopenia è la riduzione della massa del muscolo scheletrico come conseguenza dell’invecchiamento e può condurre ad inabilità fisica e perdita di autonomia, tenendo conto che la massa muscolare inizia a ridursi dopo i 45 anni e che tale processo diviene molto rapido nei soggetti ultrasettuagenari con riduzione dell’attività motoria. Dato per assodato che il muscolo rappresenta l’unità funzionale, la cui progressiva perdita di attività, determina il quadro sarcopenico, indotto dalla riduzione della massa, diametro e forza e dalla infiltrazione di adipociti (miosteatosi), ci si è concentrati sulle performance muscolari, ricercando le cause determinanti deficit prestazionali. La fisiopatologia della sarcopenia è multifattoriale, comprendenti fattori intrinseci ed estrinseci che riducono la capacità rigenerativa delle fibre muscolari danneggiate, ad opera delle cellule denominate satelliti; queste si attivano, proliferano, si differenziano e sostituiscono le cellule alterate. I meccanismi riparativi possono essere inibiti da situazioni patologiche e dai ROS (specie ossigeno reattive) prodotti dal muscolo invecchiato, soprattutto durante l’esercizio fisico di elevata intensità.; sono state dimostrate strette relazioni con i processi infiammatori cronici anche se di basso grado. Il quadro della sarcopenia è aggravato da una complessa interazione di diversi fattori tra i quali l’invecchiamento, il ridotto utilizzo, tipico dell’anziano, così come anche l’immobilizzazione, 25 Introduzione Il muscolo scheletrico è il tessuto più rappresentato nel corpo umano, organizzato come una serie di unità anatomiche, innervate da motoneuroni con corpo cellulare localizzato nelle corna anteriori del midollo spinale. L’attività muscolare funzionale può essere compromessa con un deficit di attivazione dell’unità motoria centrale o periferica, per variazione nel meccanismo eccitazione-contrazione (E-C) o per alterazione degli elementi contrattili delle cellule muscolari. Nell’anziano si riscontra una riduzione della massa muscolare (sarcopenia) del 20-30% fra i 20 e gli 80 anni, con punte del 70% in soggetti con attività fisica costantemente ridotta. La sarcopenia differisce dalla cachessia, legata alla presenza di alcune citochine, come nell’artrite reumatoide, nell’insufficienza cardiaca congestizia e nell’insufficienza renale; differisce inoltre dalla perdita di peso indotta da inadeguata alimentazione, malattia tumorale avanzata o sindrome di immunodeficienza acquisita. La sarcopenia è causa di diminuzione della forza muscolare cui consegue riduzione dell’attività fisica, condizione che è particolarmente manifesta nell’anziano, e di conseguenza la comparsa di una condizione di disabilità. E’ noto che per “disabilità” si intende una limitazione o perdita delle capacità di compiere un’attività nel modo o nei limiti considerati normali per un essere umano. Il compito precipuo della riabilitazione è quello di ridurre e/o emendare le disabilità. Gli obiettivi della riabilitazione comprendono sia gli interventi “sanitari”, precipui delle fasi acute e subacute dei processi patologici, sia quelli “sociali”, finalizzati al reinserimento della persona disabile nel pieno contesto relazionale e sociale. L’esercizio riduce la perdita della massa magra corporea correlata all’età, contribuendo a ridurre l’incidenza di malattie croniche (coronaropatie, ipertensione, diabete mellito, depressione) . L’esercizio energico, intenso, determina invece un aumento dei ROS (specie ossigeno reattive), che consumano gli antiossidanti endogeni e danneggiano molecole biologiche e cellule. Negli ultimi due decenni è stato dimostrato che l’esercizio pesante aumenta la produzione di radicali liberi ed il danno ossidativo per il muscolo scheletrico. Nell’anziano i danni ossidativi da esercizio pesante si sommano all’aumento, dovuto all’età avanzata, della quota basale di ROS prodotta, all’aumento di prodotti dannosi ossidativi per i lipidi e per il DNA. Il deficit nutrizionale ed una vita sedentaria causano una maggiore sensibilità allo stress ossidativo. Approccio terapeutico I muscoli più interessati dal processo sarcopenico sono i cosiddetti “muscoli posturali della catena cinetica inferiore”, ossia quadricipiti, glutei, gemelli, estensori del dorso, lombari ed addominali (> trasverso dell’addome); ciò può causare un aumento delle cadute e quindi un aumento delle fratture, causa di disabilità fisica e perdita di autonomia. Il primo intervento terapeutico da considerare, consiste nell’introduzione di un corretto programma di allenamento, considerando che non tutte le forme di esercizio hanno la stessa efficacia nel promuovere un aumento di forza muscolare. Per ottenere un miglioramento di forza, massa e performance muscolare, si rendono necessari protocolli che comprendano esercizi anaerobici di potenza (resistance), isometrici, dinamici isotonici e dinamici isocinetici. L’American College of Sport Medicine (ACSM) prevede un’ alternanza tra esercizi di endurance ed esercizi di resistance, nella popolazione anziana, che includano sia l’attività aerobica (passeggiate, jogging o cyclette), che esercizi di rinforzo muscolare, di equilibrio e di stabilità posturale . Secondo alcuni Autori si rendono necessari esercizi ad alta intensità, mentre programmi di lavoro a bassa intensità sono poco efficaci . Un altro lavoro ha evidenziato come due tipi di programma, ad alta e bassa intensità, ottengano un aumento della forza muscolare associato con ipertrofia di fibre di tipo I e II. Al pari di studi su soggetti giovani, anche in soggetti anziani, una o due sedute di allenamento alla settimana sono sufficienti per mantenere gli incrementi di forza ottenuti in un training di rinforzo muscolare . L’esercizio dunque indurrebbe un effetto antiossidante che riduce il danno da stress 26 ossidativo nel muscolo dell’anziano. Numerosi studi pubblicati sottolineano come, un programma di esercizi ad alta intensità, se eseguito correttamente, induce numerosi benefici a livello della performance muscolare addirittura maggiori di quelli indotti in soggetti più giovani. La riabilitazione, quindi, è incentrata, non tanto sull’uso di tecniche ed “esercizi terapeutici”, ma nell’effettuazione e mantenimento di una regolare attività fisica. Naturalmente l’ impegno fisico e motorio deve essere consigliato e “dosato” considerando il quadro clinico globale della persona anziana. Gli obiettivi da raggiungere, soprattutto sul piano funzionale, devono essere stabiliti e discussi con il fisioterapista che deve essere partecipe del progetto di cura e riabilitazione anche attraverso l’insegnamento di esercizi attivi e passivi per il miglioramento del controllo motorio, della flessibilità articolare, della forza e resistenza e di eventuali modifiche ambientali. Bibliografia 1. Di Donna S, Renault V, Forestier C, et al. Regenerative capacity of human satellite cells: the mitotic clock in cell transplantation. Neurol Sci 2000; 21:S943-S951 2. Banavaud S, Agbulut O, Nizard R, et al. A discrepancy resolved: human satellite cells are not preprogrammed to fast and Slow lineages. Neuromuscul Disord 2001; 11(8): 747-752 3. Moore. MAS Stem cell concepts. In: Muscle Regeneration. Mauro A (ed.). New York: Raven Press 1979: 1-7. 4. Zhuang W, Eby JC, Cheong M, et al. The susceptibility of muscle cells to oxidative stress is independent of nitric oxide synthase expression. Muscle Nerve 2001; 24 (4):502-511. 5. Ji LL, Leeuwenburgh C, Leichtweis S, et al. Oxidative stress and aging: role of exercise and its influences on antioxidants system. Ann N Y Acad Sci 1998; 854:102- 117. 6. Mecocci P, Fano G, Fulle S, et al. Age-dependent increases in oxidative damage to DNA, lipids and proteins in human skeletal muscle. Free Radic Biol Med 1999; 26(3- 4):303-308. 7. Meydani M, Evans WJ. Free radicals, exercise and aging. In: Free Radicals in Aging. Yu BP (ed).1993; 183-204. CRC Press Boca Raton, Florida. 8. Reid MB. Nitric oxide, reactive oxygen species and skeletal muscle contraction. Med Sci Sports Exerc 2001; 33(3):371-376. 9. Taaffe DR, Pruitt L, Pyka G, et al. Comparative effects of high and low-intensity resistance training on thigh strength, fiber area, and tissue composition in elderly women. Clin Physiol 1996; 16:381- 391. 10. Nicklas BJ, Brinkley TE. Exercise training as a treatment for chronic inflammation in the elderly. Exerc Sport Sci Rev. 2009 Oct;37(4):16570. 11. Taaffe DR, Henwood TR, Nalls MA, Walker DG, Lang TF, Harris TB. Alterations in muscle attenuation following detraining and retraining in resistance-trained older adults. Gerontology.2009;55(2):217-23. 12. Campbell WW, Crim MC, Young VR, et al. Increased energy requirements and changes in body composition with resistance training in older adults. Am J Clin Nutr 1994;60:167-175. 13. Creig BW, Everhart J, Brown R. The influence of high-resistance training on glucose tollerance in young and elderly subject. Mech Ag Dev 1989; 49:147-157. 14. Di Tano G, Beltramin A, Parabita M, Fanò G. Sarcopenia: una non malattia dell’invecchiamento del muscolo scheletrico. Trends in Medicine, 2003; vol.3 (2). SEGNALA DIRETTAMENTE L’ABUSO PROFESSIONALE SEGNALAZIONE DI SOSPETTO ABUSIVISMO FISIOTERAPICO (art. 348 codice penale e Decreto Ministero Sanità nr. 741/1994) AL COMANDO CARABINIERI NAS DI ............................................................ via ……............................................................................................................…….. (competente per le province di ………………………) Segnalo a codesto Comando NAS Carabinieri, per le opportune verifiche di competenza, tese a contrastare il dilagante fenomeno dell’abusivismo fisioterapico nella Regione Puglia da parte di persone non abilitate alla professione di “Fisioterapista”, quanto segue: in ________________________________________________________________________ _______________________ (indicare indirizzo completo luogo di svolgimento dell’attività abusiva che si intende segnalare, precisando se si tratta di abitazione privata od altra tipologia di esercizio); il ____________________________________________________________ (indicare i presumibili giorni della settimana ed orari nei quali il soggetto da segnalare eroga le prestazioni abusive); tale ______________________________________________ (indicare nome e cognome della persona segnalata che procederebbe all’attività abusiva, con tutte le ulteriori informazioni utili ad individuarlo ed a comprendere se riveste un particolare ruolo all’interno ad esempio di una palestra, poliambulatorio, ecc.); dalle informazioni raccolte e dalle verifiche eseguite sembrerebbe che eserciti abusivamente, in quanto, molto probabilmente, non in possesso di titolo abilitante – D.M. Sanità nr. 741 /1994 ed equipollenti) – le seguenti tipologie di prestazioni d’esclusiva competenza del Fisioterapista: ________________________________________________________________________ (indicare se effettua terapie manuali, se usa particolari apparecchiature, farmaci, ecc.); e le ha erogate anche nei confronti delle seguenti persone________________________ ________________________________________________________________________ (inserire il nome e cognome dei soggetti che risulta che siano stati “trattati” dall’abusivo, indicando tutti i dati in possesso per poterli in qualche modo individuare, ovvero un numero di telefono oltre al nome e/o cognome, il luogo di residenza con l’eventuale presumibile età, ecc.). che si erano rivolte al su indicato____________________________________________ allo scopo di ottenere un intervento terapeutico rispetto ad una specifica patologia N.B. - SENZA TALE INFORMAZIONE LA PRESENTE SEGNALAZIONE AVRA’ POCHE POSSIBILITA’ DI OTTENERE UN VALIDO RISULTATO DA PARTE DEI CARABINIERI. E’ inoltre utile indicare se il paziente ha ottenuto la prestazione in relazione ad una patologia specifica. Segnalo anonimamente quanto sopra, affinché venga comunque perseguito l’illecito esercizio abusivo di professione sanitaria, anche con grave rischio dei pazienti che ottengono tali prestazioni d’esclusiva competenza del “Fisioterapista” giuridicamente abilitato. Luogo e data ______________________ 27 28