LA SECONDA
SOFISTICA
La Seconda Sofistica
Seconda Sofistica è il nome assegnato fin
dall’antichità a un fenomeno culturale che investe
l’oratoria di età imperiale tra II e IV secolo d.C.
La denominazione risale a uno dei rappresentanti
di questo movimento, Flavio Filostrato, che lo
propone e lo spiega nell’introduzione alle sue Vite
dei Sofisti.
Filostrato distingue la sofistica antica,
filosofeggiante (inventata da Gorgia nel V secolo
a.C.) da una sofistica nuova o seconda, che tratta
temi concreti desunti dalla storia e ha il suo
iniziatore nell’oratore Eschine (IV secolo a.C.).
La Seconda Sofistica > La Seconda Sofistica
Salvator Rosa,
Democrito e Protagora (1664)
L’oratoria fittizia
In età imperiale continuano a essere praticate le tre forme canoniche
di oratoria - giudiziaria, deliberativa, epidittica -, anche se i margini
dell’oratoria deliberativa sono fortemente ridotti, legati alla discussione
di questioni di interesse locale.
Ai tre generi tradizionali si affianca però un’oratoria fittizia, cioè priva di un
referente reale, che acquista sempre maggiore rilievo.
Nata come esercizio scolastico, questo tipo
di oratoriasi trasforma in declamazione
pubblica e spettacolare, senza alcuna reale
finalità pratica.
Il pubblico è costituito da ascoltatori cittadini
che affollano il bouleuterion, l’odeion o il
teatro, cornici di queste esibizioni.
L’Odeion di Madaura
La Seconda Sofistica > L’oratoria fittizia
L’esibizione del sofista
Il sofista, protagonista di questa nuova oratoria, è un brillante
conferenziere itinerante, che si esibisce nelle maggiori città dell’impero.
La declamazione del sofista può essere letta o recitata; l’argomento può
far parte del suo repertorio o essere proposto dal pubblico.
La declamazione vera e propria (epídeixis) è generalmente preceduta
da una “conversazione” (diálexis, prolaliá) di tono non elevato, volta a
stabilire un contatto tra oratore e pubblico.
Oltre alla ricchezza dei contenuti, l’uditorio
apprezza nell’oratore la padronanza dei vari
registri stilistici, l’agilità nelle modulazioni
della voce, la gestualità e la mimica.
Il teatro di Efeso
La Seconda Sofistica > L’esibizione del sofista
I temi e la lingua delle declamazioni
I temi delle declamazioni sono patrimonio di una comune educazione: si
rifanno per lo più all’Atene classica, proponendo situazioni non più attuali
e rievocando celebri personaggi del passato o gloriose pagine storiche.
L’ammirazione per il grande passato della Grecia, ma anche per il mito
e il mondo omerico, costituiscono il serbatoio tematico cui attingere.
La lingua delle epideixeis non può che
essere l’attico del V secolo, riportato in
vita artificialmente dal movimento atticista.
La loggia delle Cariatidi (Atene, Acropoli)
La Seconda Sofistica > I temi e la lingua delle declamazioni
I contenuti delle declamazioni
La celebrazione della Grecia classica
appare collegata con l’estrazione sociale
e la posizione politica dei sofisti.
Esponenti delle élites cittadine delle
province, i sofisti sono in contatto con il
potere centrale e riaffermano l’eccellenza
culturale della Grecia anche di fronte alla
perdita della libertà politica.
Essi costituiscono una sorta di tessuto
connettivo che cementa, sul piano della
cultura, l’unità amministrativa tra periferia
e centro dell’impero.
La Seconda Sofistica > I contenuti delle declamazioni
Smirne
Dione di Prusa
Uno dei primi e più importanti esponenti della Seconda Sofistica è Dione
di Prusa in Bitinia (40-110 d.C.).
L’esperienza dell’esilio, inflittogli sotto Domiziano per motivi ignoti, deve
averlo spinto verso la filosofia, come testimonia il suo interesse per
Socrate e Diogene.
Nei discorsi Sulla regalità Dione traccia
il profilo del sovrano ideale e rivendica
per l’intellettuale il ruolo di consigliere
dei prìncipi.
I discorsi più famosi sono l’Euboico, che
propone una visione fortemente
idealizzata della vita rurale in Grecia, e
l’Olimpico, interessante per le riflessioni
sulle arti plastiche.
La Seconda Sofistica > Dione di Prusa
Il ginnasio di Sardi
Favorino di Arles
Nato ad Arles nella Gallia Narbonese, Favorino
vive sotto Traiano e Adriano, durante il regno del
quale viene esiliato a Chio.
Oltre che di retorica, Favorino si interessa di
filosofia, mostrando una certa simpatia per
l’Accademia e lo scetticismo e interesse per
Aristotele.
Di lui ci sono giunte tre orazioni complete:
De exilio: una consolatio per lenire il dolore
dell’esilio, fondata sui concetti del cosmopolitismo
e del carattere non necessario dei beni di fortuna;
De Fortuna: difesa della fortuna dall’accusa di
causare la rovina degli uomini; Corinthiaca:
riflessione sull’abitudine di dedicare statue a
personaggi famosi.
La Seconda Sofistica > Favorino di Arles
Anfiteatro romano di Arles
Elio Aristide
Elio Aristide (117-180 d.C.) vede la sua brillante carriera di conferenziere
minacciata dall’insorgere di una misteriosa malattia che per due anni lo
trattiene nel tempio di Asclepio a Pergamo; sul decorso della malattia e
suoi suoi riflessi spirituali ci informa lo stesso Elio nei Discorsi sacri.
L’ideale artistico e di vita di Aristide si incentra tutto sulla retorica.
Tra le orazioni che ci sono giunte vanno ricordate:
 A Roma, che celebra la pax Romana e l’impero che ha fatto di tutto
il mondo un’unica città-stato, cancellando la differenza tra greco
e barbaro;
 il Panatenaico, elogio di Atene, dei suoi meriti culturali e dell’attico,
lingua comune del genere umano, insuperabile per dignità e grazia.
La Seconda Sofistica > Elio Aristide
Flavio Filostrato
Flavio Filostrato (tra il 160-170 e il 244-249) in seguito al suo successo
come conferenziere viene incaricato dell’educazione dei futuri imperatori
Caracalla e Geta e opera in stretto contatto con Giulia Domna, moglie
di Settimio Severo.
Tra le opere a lui attribuite due hanno
particolare importanza:
 Le vite dei sofisti, raccolta di biografie
degli esponenti della Seconda Sofistica,
con particolare attenzione per la
descrizione delle declamazioni, per le
tecniche di improvvisazione e la scelta
dei temi;
 La Vita di Apollonio di Tiana, biografia
di un taumaturgo e predicatore che
godette di grande fama e venerazione.
La Seconda Sofistica > Flavio Filostrato
Il tondo severiano (Giulia Domna,
Settimio Severo, Caracalla)
Luciano di Samosata
Nell’ambito della Seconda Sofistica e più in generale nel panorama della
letteratura greca di età imperiale Luciano di Samosata è una delle figure
più versatili e interessanti.
Tra le caratteristiche che lo mettono in risalto rispetto ai suoi colleghi
spiccano:
 l’ampia gamma degli argomenti, dall’elogio della mosca ai dialoghi
degli dèi;
 l’estrema varietà dei toni, dall’invettiva alla comicità;
 la capacità di descrivere sia la realtà contemporanea sia una realtà
fantastica;
 l’abilità nell’allusione e nella rielaborazione delle opere letterarie
del passato.
La Seconda Sofistica > Luciano di Samosata
Dati biografici
Luciano nasce a Samosata nella Siria Commagene introno al 120 d.C.
Proveniente da famiglia non ricca, avrebbe
dapprima tentato la carriera di scalpellino
presso uno zio, poi avrebbe scelto la
retorica in seguito a un sogno in cui gli
apparvero due donne, la cultura letteraria
e l’arte statuaria.
Viaggia lungamente, toccando Ionia,
Gallia, Grecia, Italia.
Negli ultimi anni di vita ricopre
un’importante carica nella burocrazia
provinciale in Egitto.
Muore dopo il 180.
La Seconda Sofistica > Dati biografici
F.-L. J. Watteau, Battaglia presso le piramidi (1799)
La produzione
Il corpus lucianeo è costituito da 80 opere ritenute autentiche, tutte in
prosa tranne La Gotta, in trimetri giambici.
In assenza di elementi utili alla datazione, anche relativa, delle opere,
si propone una classificazione basata sui generi e sui contenuti,
operazione resa difficile dall’estrema varietà di forme e dalla mistione
dei generi praticata da Luciano.
Nella sua produzione è dunque possibile distinguere esercizi retorici,
opere animate da corrosiva ironia nei confronti dei costumi
contemporanei, opere di fantasia in forma dialogica, uno (forse due?)
romanzi.
La Seconda Sofistica > La produzione
Gli esercizi retorici
Il gruppo degli esercizi retorici è quello che presenta al suo interno la
maggiore varietà di temi e di forme, in quanto direttamente collegato con
l’attività di conferenziere svolta da Luciano. Comprende:
 scritti in forma di ekfraseis (descrizioni) e
di prolaliai (brevi discorsi introduttivi alla
declamazione);
 encomi paradossali, soprattutto di oggetti
sgradevoli, come l’Elogio della mosca;
 opere fantastiche, p. es. Il giudizio delle
vocali, in cui le vocali devono giudicare il
tau, colpevole di aver soppiantato il sigma
Stoà di Mileto
nella fonetica degli atticisti;
 declamazioni, molte delle quali prendono
di mira le storture della retorica e della
filosofia contemporanee.
La Seconda Sofistica > Gli esercizi retorici
L’ironia
In un gruppo di opere prevale un orientamento
che potremmo accostare alla moderna “satira
di costume”: la graffiante ironia di Luciano si
avventa contro personaggi e aspetti della società
contemporanea.
Tre gli scritti più importanti di questo gruppo:
 Contro un ignorante che comperava molti libri,
in cui il bersaglio è costituito da un incolto
parvenu;
 Alessandro o il falso profeta, su Alessandro
di Abonutico, biografia dissacrante del
ciarlatanesco fondatore di un nuovo culto
religioso;
Statua di filosofo cinico
 La morte di Peregrino, resoconto polemico e
ironico del suicidio pubblico del filosofo cinico
Peregrino, gettatosi su una pira durante le Olimpiadi del 165.
La Seconda Sofistica > L’ironia
I dialoghi
Il genere forse più rappresentativo della produzione lucianea è il dialogo,
nato dal connubio fra dialogo filosofico e commedia. Luciano
rivendica con forza la paternità di questo rinnovato genere letterario, che
inganna gli spettatori offrendo loro, dietro l’apparente serietà filosofica,
il riso.
Alcuni dialoghi sono più vicini al modello platonico, come il Nigrino
(critica ai ricchi e ai falsi filosofi) o l’Ermotimo, in cui allo stoico Ermotimo
vengono mostrati difetti e contraddizioni insiti in ogni scuola filosofica.
Altri dialoghi invece con le loro fantasiose trovate richiamano la
commedia antica, come i Fuggitivi (i grandi filosofi del passato tornano
in terra per denunciare Luciano) o I filosofi all’asta (filosofi venduti al
miglior offerente).
La Seconda Sofistica > I dialoghi
I dialoghi
Alla commedia nuova invece sembra che Luciano abbia attinto spunti per
le scenette di sapore quotidiano che costituiscono i Dialoghi degli Dèi,
i Dialoghi marini e i Dialoghi delle cortigiane.
I Dialoghi dei morti si rifanno alla figura e al pensiero
del filosofo cinico Menippo di Gadara; a lui Luciano
guarda come a una figura di sano contestatore degli
aspetti corrotti della società, con il suo richiamo a uno
stile di vita fondato su onestà e coerenza.
Caratteristica comune a tutti i dialoghi è la mescolanza
di serio e faceto (spoudaiogheloion), tratto tipico
della diatriba stoico-cinica.
Diego Velàzquez, Menippo (1599)
La Seconda Sofistica > I dialoghi
I romanzi
Sotto il nome di Luciano ci sono stati tramandati
due romanzi.
Lucio o l’asino racconta le vicissitudini di un
giovane trasformato in asino per effetto di una
pozione magica e ritornato infine uomo.
Si tratta dello stesso argomento delle
Metamorfosi di Apuleio e di un perduto romanzo
di Lucio di Patre, sofista contemporaneo di
Luciano.
La storia vera narra di un viaggio immaginario
oltre i confini del mondo conosciuto e si
presenta come la distorsione parodica dei
romanzi d’avventura e dei resoconti di alcuni
storici, ma anche come l’ironica applicazione a
un fantastico viaggio sulla luna dei canoni della
storiografia.
La Seconda Sofistica > I romanzi
La luna, una delle tappe della Storia vera
I temi
La variegata produzione di Luciano è
percorsa da alcuni temi ricorrenti:
 la critica contro i retori contemporanei,
volta a stigmatizzare gli eccessi fonetici
e lessicali dell’atticismo (il purismo
atticista e il gusto per il vocabolo
arcaico e ricercato);
 la critica contro i falsi filosofi, accusati
di ipocrisia e di litigiosità: la verità non
va cercata nel dogmatismo delle grandi
scuole, ma in una filosofia fondata sul
buon senso, vicina allo spirito del
cinismo e dello scetticismo;
 la critica contro gli eccessi della
religiosità e i ciarlatani che approfittano
della dabbenaggine delle persone semplici.
La Seconda Sofistica > I temi
J. H. W. Tischbein, Diogene cerca l’uomo
(anni ‘80 del XVIII sec.)
Pubblicazione e stile
In merito alla modalità di pubblicazione delle opere di Luciano
sussistono varie incertezze:
è probabile che gli esercizi di retorica siano stati declamati di fronte
al pubblico;
è possibile, come sostengono alcuni studiosi, che i dialoghi siano stati
letti pubblicamente da Luciano;
non si può però escludere che essi abbiano avuto una circolazione
scritta, dal momento che spesso Luciano si riferisce alle opere
dialogiche col nome di “libro”.
Per quanto riguarda lo stile, Luciano è considerato un campione
dell’atticismo, ma non nelle forme puriste ed esasperate prese di mira
nelle sue stesse opere.
Suoi obiettivi sono la chiarezza e l’eleganza, ricercate soprattutto
in tre modelli: Platone, Aristofane, Demostene.
La Seconda Sofistica > Pubblicazione e stile
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La seconda sofistica - Sono arrivati i nuovi campus