ANNIVERSARI SOLARIS
Foglio informativo delle Cooperative Sociali Solaris e Solaris Lavoro e Ambiente ONLUS via Dell’Acqua 9/11 - 20844 TRIUGGIO (MB) stampato in proprio
10 ANNI DI CDD di Macherio: IL VALORE SOCIALE DELLA DISABILITA’
www.coopsolaris.it
NUMERODICEMBRE
UNICO - 2015
MAGGIO 2015
www.lavoroambiente.it
Venerdì 23 ottobre scorso si è tenuta, presso la “sala del camino” di via Veneto a Macherio, una serata in occasione dei 10 anni del Centro Diurno Disabili (CDD) Sottosopra.
L’idea della serata era far intervenire i diversi protagonisti del centro a 10 anni dalla sua
apertura, per confrontarsi su cosa è stato fatto finora e su quelle che sono le prospettive
per il futuro. Alla serata, promossa dall’Amministrazione Comunale e dalla Cooperativa
sociale Solaris, sono intervenuti: Giovanni Merlo direttore regionale di Ledha, Luisella Fazzi
e Tiziano Dassi in rappresentanza dei genitori del CDD, Maria Rosa Redaelli e Fabio Bonacina rispettivamente sindaco e assessore ai servizi sociali del comune di Macherio,
Cinzia Pessina, coordinatrice del CDD.
Ha moderato il dibattito Paolo Camesasca, presidente della cooperativa sociale Solaris.
In apertura Tiziano Dassi (genitore) ha raccontato la giornata tipo dei familiari delle persone con disabilità, raccontando una serie di aneddoti tratta dalla sua esperienza e presentando sei principi ai quali si attiene: 1) prendere coscienza del problema; 2) rifiutare
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buonismi e falsità; 3) sostegno, territorio, possesso (rugby) ; 4) focalizzare e tarare gli
obiettivi da raggiungere; 5) fare largo uso di ironia; 6) non pensare di farcela da soli.
E’ stato un intervento che, con ironia, ha dato uno spaccato molto reale della vita di tanti
genitori, che si è concluso con l’auspicio di riuscire a immagine un futuro autonomo per
le persone con disabilità.
Subito dopo la coordinatrice del CDD Cinzia Pessina ha raccontato cosa è il CDD e cosa
ci sta attorno. Il suo intervento ha illustrato il lavoro quotidiano sulla fragilità e la gravità,
sottolineando l’importanza della relazione del CDD con il contesto che lo ospita, delle relazioni tra le persone con disabilità e l’ambiente nel quale vivono. Il CDD da solo non può
assolvere a tutti i bisogni dei suoi ospiti per fare questo ha bisogno che anche il territorio
circostante ”apprenda” e concorra ai processi di inclusione sociale e autodeterminazione.
L’assessore Fabio Bonacina, a nome dell’Amministrazione, ha raccontato la storia della
nascita del CDD, la scelta di collocarlo “al centro” del paese e di investire economicamente
per la sua realizzazione; sottolineando che l’obiettivo primario oltre che dare un sevizio
alle persone con disabilità era quello di creare partecipazione ritenuta condizione essenziale in cui si incontrano e interagiscono le diversità dei cittadini, diversità che si
reputano fermenti positivi e fondamentali per una piena e reciproca realizzazione umana.
L’apertura del C.D.D. è stato uno dei tasselli più importanti e qualificanti di questa filosofia
politica. Parte dell’intervento è stato diretto su cosa ha portato la riforma di 10 anni fa
da parte di Regione Lombardia e come i centri hanno cercato di ovviare alle ristrettezze
di una riforma che ha creato luoghi specifici e rigidi, volti più alla contabilizzazione e
rubricazione del lavoro di cura che alla presa in carico della persona e del suo Progetto
Individuale. Ha valorizzato l’importanza delle relazioni e dei legami creati con la comunità
che ospita il centro, espressi anche dai numerosi volontari che da anni frequentano il
CDD che rappresentano una forma di partecipazione e presa di responsabilità di una
comunità intera. I CDD con le loro attività possono diventare spazi, luoghi di esperienza
cioè dei luoghi dove sperimentare e ed esercitare legami creati per la realizzazione dei
diritti delle persone con disabilità e non.
Giovanni Merlo ha cominciato il suo intervento dichiarando che è finita l’epoca
d’oro durante la quale sono nati e si sono sviluppati i CDD che ha visto triplicare in Lombardia l’offerta di servizi per persone disabili. La domanda è in continua crescita ma il sistema dei servizi non può svilupparsi ulteriormente con le stesse logiche perché mancano le risorse, occorre invece adottare altri punti di
vista come quello della convenzione ONU della quale ha riportato due pensieri:
• la disabilità è un’idea e non un fatto. Si è disabili nel tempo e nello spazio in
modo diverso, per questo bisogna abbandonare alcune certezze, alcune abitudini
• la persona con disabilità ha il diritto ad una vita autonoma e indipendente (art.19)
Questo cambio di prospettiva porta inevitabilmente a cambiare anche i criteri di valutazione della bontà dei servizi come il CDD, ovvero l’effettiva parità di opportunità offerta.
Un futuro insomma nel quale non solo il sistema dei servizi ma anche la comunità “animata” dai servizi, possa agire per la piena inclusione sociale delle persone con disabilità.
L’intervento di Luisella Fazzi, Genitore, ha concluso la serata riprendendo con forza i
concetti espressi da Merlo e Pessina sull’autodeterminazione. Ha affermato la necessità di creare opportunità di vita al di fuori della famiglia per le persone con disabilità che devono essere considerate portatrici di diritti e non solo bisognose di risposte
sanitarie ed educative. Per capire quale strada seguire Fazzi suggerisce di chiedere
alle persone con disabilità, farsi raccontare dove vogliono andare e cosa vogliono fare.
Chiude con due proposte: usare le risorse dei CDD per fare altre esperienze che vadano
oltre gli attuali CDD, coinvolgere le comunità in una riabilitazione su base comunitaria.
Durante il dibattito è uscita la proposta, concordata tra i presenti, di fare una serie di incontri per:
- immaginare proposte alternative al CDD per dare spazio ad altre persone bisognose dello stesso servizio, vista l’impossibilità di un continuo aumento delle risorse;
-
perseguire la crescita dell’autodeterminazione delle persone coinvolte;
- costruire all’interno del territorio un coinvolgimento di persone e gruppi che possano concorrere alla realizzazione di esperienze legate all’autodeterminazione mettendo a disposizione spazi e tempo.
Al termine della serata si formano gruppetti di persone, si commentano i contenuti del
dibattito appena concluso, con la consapevolezza che la strada da percorrere è ancora
lunga ma con la speranza di poter contribuire ad un cambiamento lanciando un messaggio politico, culturale più che tecnico e operativo.
Si tratta di tre regole mutuate dal rugby: sostenersi a vicenda perché da soli si è sopraffatti; conoscere e presidiare il territorio per muoversi con consapevolezza; “possesso della palla” per poter impostare
le azioni appropriate
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20 ANNI DI CSE ESPERIA: FESTEGGIARE PER CONDIVIDERE E CONOSCERE
In ricordo di Emilia Mosca
In questo numero viene riservato un ampio spazio alla conoscenza
della figura di Emilia Mosca, persona che ha donato alla Cooperativa
lo stabile in cui sono collocati attualmente gli uffici amministrativi di Solaris, di
Solaris Lavoro Ambiente e la sede della Comunità Francesco Mosca.
Grazie ad Emilia e al suo gesto gratuito le due Solaris hanno potuto mettere le
loro radici a Triuggio ed avviare una serie di progetti e servizi che senza una
sede difficilmente sarebbero decollate.
Nel mese di dicembre è
stato organizzato un evento
Una donna che ha saputo, voluto,
in sua memoria consapecompiere e fare, della propria vita
ciò che l’intelligenza e il cuore
voli che le sue scelte corle hanno indicato
aggiose, la sua forza interiore, il suo amore per i più
diseredati hanno consentito la nascita e la crescita
di iniziative finalizzate al
benessere della comunità.
Da questi suoi valori traiamo spunto per guardare
con speranza e slancio al
nostro futuro.
Emilia Mosca
Buone feste a tutti!
Eppur si muove
Nella stagnazione in cui versa il mondo della cooperazione di questo
ultimo periodo tra l’abiura e la ricerca di una nuova identità, la realtà liquida sembra, da piccoli segni di agitazione e di vitalità. Il primo movimento: dopo la raccolta
di centomila firme è finalmente approdata alla camera dei deputati la campagna
“stop alle false cooperative” con la proposta di legge di iniziativa popolare per
impedire il fenomeno delle cooperative spurie e di contralto valorizzare e mettere al riparo quelle 39.579 cooperative, una cifra che corrisponde al 9,3% del Pil
(dati ACI) che hanno ancora voglia di cimentarsi nel mondo dell’impresa con una
motivazione sociale e condivisa.
Secondo movimento, è stato sottoscritto tra le organizzazioni costituenti l’Alleanza
delle Cooperative Italiane e il ministero dell’interno, il protocollo di legalità per
rendere più incisiva l’azione di contrasto ad ogni possibile tentativo di infiltrazione
della criminalità organizzata nel mondo della cooperazione. Protocollo che le centrali cooperativa chiedono di sottoscrivere alle proprie associate.
Terzo movimento, Il 6 novembre 2015 è stata promulgata la nuova legge per la
cooperazione in Lombardia (n°36/2015). Abrogando la vecchia legge regionale
n°21 del 2003. Intanto risulta interessante come Regione Lombardia riconosca il
ruolo delle cooperative, sia come modello imprenditoriale, ma anche come fautore
della partecipazione diretta delle comunità. Citando nelle premesse della legge: “…
riconosce l’importanza e l’attualità del ruolo ricoperto dal mondo cooperativo, in
particolare come strumento efficace contro il problema della disoccupazione e
del disagio sociale in genere”.
Inoltre apre sulla carta, un’importante opportunità per tutte le cooperative, e in
particolare per le B, con l’importante articolo finalizzato alla valorizzazione e al
sostegno dell’inserimento lavorativo per soggetti deboli e svantaggiati. Indicando
nel 5% la percentuale delle forniture e dei servizi da riservare alle cooperative
sociali, e invitando gli altri enti pubblici locali a fare altrettanto.
Movimenti lenti, generici? Forse. Intanto registriamo la scossa, che di questi
tempi indolenti non è poco. Può essere che il refolo porti nuova energia e qualche
effetto concreto per sostenere la le buone prassi delle nostre cooperative
Buone feste a tutti
I festeggiamenti per i 20 anni del CSE Esperia di Verano sono iniziati ad aprile con un pranzo al quale hanno partecipato volontari,
amici, collaboratori e “vecchie” conoscenze del Centro. Non poteva mancare Maria Antonia Molteni, la prima educatrice che ha accolto gli ospiti dell’allora Progetto Esperia (servizio per il tempo libero) il 26 aprile 1995.
Nel mese di maggio abbiamo realizzato il progetto “Rete artistica” in cui sono stati coinvolti i Centri del territorio ( CSE Iride di Calò,
CSE Atelier di Carate Brianza, CDD Orto Magico di Verano Brianza ), le famiglie degli ospiti e l’assessore ai servizi sociali del comune di Verano Paola Redaelli. Il progetto consisteva nel realizzare un pannello artistico, unendo ideee creative e manualità, con gli
intenti di collaborazione e condivisione, proprio come avviene nelle reti sociali. Dato che Esperia è un tipo di farfalla, sono proprio
le farfalle in volo sul mare le protagoniste del pannello realizzato. Questo lavoro in rete è stato presentato ai realizzatori, agli amici
e ai volontari, con un’inaugurazione presso la biblioteca di Verano Brianza - cui è seguito un buffet- dove è rimasto esposto per
tutto il mese di luglio. In questa occasione è stato distribuito a tutti gli intervenuti un opuscolo nel quale era riportata la storia del
progetto Esperia dalla sua nascita ad oggi.
“Mi è piaciuto realizzare il pannello e lavorare con i ragazzi degli altri Centri: è stato divertente” è questo il ricordo di Daniela C.. Alessandro M. invece afferma “il momento più bello è
stato all’inaugurazione quando abbiamo tolto il telo dal pannello è tutti ci hanno applaudito!”. Daniela D.B. invece risponde: “Il momento che ricorderò più volentieri? La torta a sorpresa
con la candela e le scintille!”.
Daniela C. spera di poter festeggiare ancora in questo modo i 40 anni del CSE Esperia. E’ una bella sfida! Per ora ci auguriamo di poter continuare a crescere “volando” sul territorio,
facendo conoscere il nostro micro CSE (ma solo numericamente), portando novità e progetti, insomma…portando noi stessi.
DANIELA C, DANIELA D.B., ALESSANDRO M., GIANCARLO C., DANIELA S., ALESSANDRA V., CRISTINA O.
Solaris Informatica:
da Bruco a Farfalla
Era il 2008. La Cooperativa affermava la sua filosofia, fare inserimenti lavorativi, raccoglieva una sfida, aprire un nuovo settore, sfruttava un’opportunità, i piani Emergo. Ecco
come nasce SI! Solaris Informatica.
La sede, di Arcore, inizia quindi ad accogliere i primi dipendenti, ed i primi tirocinanti. Le
attività lavorative vertono sulla trascrizione del consigli comunali, la scansione documentale, il call center.
In quella sede hanno iniziato a lavorare un tecnico informatico, dedicato alla formazione
professionale, ed un educatore, con mansioni di tutor dell’inserimento lavorativo.
Con il passare dei mesi, la Direzione della Cooperativa ha capito che la competizione con il
mercato era schiacciante, su questo genere di attività. Le commesse, poco
remunerative, non coprivano i costi del personale. Il settore era in
perdita, una perdita sostenuta dalla Cooperativa, ma che non poteva
essere funzionale all’esistenza di questo settore.
Qualunque imprenditore avrebbe preso la decisione di chiudere quel settore, e lasciare a casa i dipendenti.
Pochi avrebbero deciso di rilanciare. Tra questi, la Solaris, che
nel 2010 ha aperto un secondo ufficio, a Cesano Maderno.
Un passaggio transitorio, che ha portato, nel 2012, all’avvio di
uno sviluppo ulteriore, attraverso l’apertura di una copisteria,
l’assunzione di un grafico e la decisione di giocare al rialzo.
In questi passaggi, l’elemento fondamentale è stato credere nelle capacità lavorative dei nostri dipendenti, e
nell’individuare nuovi ambiti commerciali da aggredire.
Ecco quindi che si è reso necessario elevare il profilo professionale dei lavoratori, disabili, assunti in Cooperativa. Una
ricerca svolta in collaborazione con i Servizi di Inserimento
Lavorativo con i quali collaboriamo. Storicamente il Consorzio
Desio Brianza, che ci ha seguiti, in questi anni, lavorando fianco a fianco con tutto il personale della Cooperativa impie-
gato nel Settore Informatica.
Le opportunità sono sempre state colte, ecco quindi i Progetti realizzati con i piani Lift
della Provincia di Monza Brianza, e con la Fondazione delle Comunità di Monza Brianza.
Ma questi erano progetti di sostegno allo start up, di compartecipazione ai costi, agli
investimenti. In questi anni la Cooperativa ha costantemente investito in maniera diretta,
in questo settore, attraverso assunzioni di personale disabile, assunzione di personale
qualificato, corsi di formazione, ore dedicate da parte della figura di responsabile degli
inserimenti lavorativi, investimenti in ambito commerciale e promozionale.
Le attività che ora vengono proposte, dal nostro Settore Informatica e Comunicazione,
sono altamente competitive, ed in alcuni casi addirittura innovative, come la creazione di
App. Ecco quindi che, chi entra in copisteria (a Cesano Maderno in via Como 45), o chi
visita il nostro sito (lavoroambiente.it) ovviamente realizzato dai nostri dipendenti disabili,
può trovare una offerta di servizi altamente competitiva, oltre a personale qualificato in
grado di soddisfare le esigenze di ogni singolo cliente.
Il bruco, che si occupava di scansioni e trascrizioni, ora è una farfalla,
esperta in grafica e comunicazione, in grado di realizzare siti web di
presentazione ed ecommerce (responsive design, mobile friendly,
ottimizzazione Seo), Copywriting (redazione, revisione e impaginazione di testi), creazione applicazioni mobile, stampa di flyer,
cartellette aziendali, address, grandi formati, libri, ed anche
di offrire servizi di promozione sul territorio attraverso la
stampa e la distribuzione di materiale informativo. Ma non
solo: ci occupiamo anche di riversamenti digitali (da vhs, mini
vhs, super 8, diapositive e negativi), di corsi di formazione
informatica di base ed assistenza informatica.
Le nostre sedi, di Cesano Maderno e di Arcore, mantengono
ancora l’attività di scansione documentale, di trascrizione
verbali e di call center in bound, nelle quali abbiamo acquisito
maggiore competenza e professionalità.
La farfalla ora
è pronta a spiccare il volo!
MENU’: il progetto...CONTINUA!
enù
M
scelte etiche per Alimentare la Rete
Il progetto interviene sul disagio sociale ed economico di nuclei o cittadini della
Provincia di Monza e Brianza, incrementando la distribuzione di risorse alimentari
alle famiglie in difficoltà. Le azioni previste, ed il personale impiegato, mirano alla
costruzione ed all’implementazione di un sistema di prassi di intervento e di collaborazioni tra i numerosi attori (istituzionali, privati e del privato sociale) che, da tempo
e per mandato, se ne occupano. Il progetto prevede azioni di sistema ed anche azioni
concrete: la Cooperativa dispone di una rete di orti sociali che possono svolgere la
funzione di orto condiviso, accogliente verso i cittadini che intendono diventare “gestori” di un proprio appezzamento di terra e coltivarlo, al fine di diventare protagonisti
attivi del sostentamento alimentare per sé e per il proprio nucleo familiare. Verrà
condotta una intensa campagna di comunicazione sociale e la creazione di un brand
distintivo e rappresentativo di impegno sociale. Progetto Menù ha trovato il sostegno
dell’iniziativa “La ricetta del Cuore”, concorso aperto alla cittadinanza, fi¬nalizzato alla
raccolta di ricette di cucina legate ai ricordi speciali. Durante la serata realizzata a
Triuggio, il team del Progetto, ha potuto incontrare un centinaio di cittadini, realizzando
informazione e sensibilizzazione, presentando le azioni del Progetto. Il ricavato della
serata, organizzata dalla Commissione Biblioteca del Comune di Triuggio, e che ha
visto la partecipazione del Sindaco di Triuggio Pietro Cicardi, sarà devoluto al Progetto
Menù. Riteniamo importante sottolineare la validità di questo gesto, sia per il sostegno
economico offerto al progetto, sia per l’importante momento di visibilità offerto al Progetto Menù. Il Progetto, realizzato grazie al cofinanziamento della Fondazione della Comunità Monza e Brianza, volge al termine, ed il suo staff sta incominciando a pensare
alla seconda annualità, necessaria per poter raccogliere i frutti del lavoro realizzato.
CONTINUA LA COLLABORAZIONE CON
LA FONDAZIONE MONZA E BRIANZA
Progetti sotto l’albero
Il 2015 è stato un anno di intensa attività progettuale. L’impegno della Cooperativa, e quindi dell’ufficio Sociale, è stato su più
fronti. Questa attività si integra nei tre settori produttivi (manutenzione del verde, grafica e comunicazione, energia ed edilizia),
ed in quello sociale (orti sociali), nei quali si realizzano i percorsi di inserimento lavorativo scaturiti dalle progettazioni attive.
Nelle prossime righe andiamo a proporre una presentazione sintetica dei diversi fronti sui quali quotidianamente opera la
compagine sociale.
Fondo Triuggio Solidale:
prosegue la fattiva collaborazione tra la Cooperativa, l’Amministrazione Comunale e la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza Onlus a sostegno delle famiglie di Triuggio in difficoltà, attraverso la realizzazione di percorsi di risocializzazione e di reinserimento lavorativo
in favore di cittadini colpiti dagli effetti della crisi economica e lavorativa. La Cooperativa ha accolto, in questo anno, due percorsi di tirocinio e formazione professionale, che proseguiranno
anche nel 2016. L’iniziativa concretizza la volontà di trovare nuove forme di collaborazione con
l’Amministrazione Comunale, in grado di aiutare le persone e le famiglie colpite dalla crisi.
Costituisce infatti un ulteriore strumento per rispondere con attenzione e vicinanza ai bisogni
del territorio.
Agricoltura Sociale Lombardia:
dalla Provincia di Mantova, l’idea progettuale; dalla provincia di Monza Brianza, l’invito ad aderire. Dalla Cooperativa, la volontà di partecipare ad un progetto finalizzato alla costruzione di una rete territoriale dedicata a quelle
realtà che credono nell’agricoltura sociale. Agricoltura Sociale Lombardia promuove un insieme di pratiche che
coniugano l’aspetto imprenditoriale dell’agricoltura con un programma di sviluppo orientato ai valori sociali,
all’inclusione di persone con disabilità o in situazioni di difficoltà e allo sviluppo delle comunità locali. Tra gli
obiettivi, sviluppare e promuovere un nuovo modello di azione che mira all’inclusione socio-lavorativa di persone
con disabilità e in situazioni di difficoltà, promuovere la costruzione di una rete tra realtà agricolo-sociali lombarde e sostenere i suoi componenti, promuovere il loro prodotto di qualità, proporre un modello innovativo di
agricoltura sociale che mantiene le sue radici nella tradizione.
Sempre in Campo – per rientrare dal fuorigioco:
il progetto, che ha trovato l’approvazione ed il sostegno della Provincia di Monza e Brianza, consiste nell’avvio di un nuovo ramo d’impresa, dedicato esclusivamente ai servizi
di gestione e manutenzione dei campi sportivi, in erba e sintetico. Il Progetto, che vede
una compartecipazione economica della Provincia attraverso i piani LIFT (lavoro integrazione formazione territorio), porterà, attraverso un percorso di tirocinio formativo,
all’assunzione di tre persone disabili, individuate grazie alla collaborazione con i servizi
di inserimento lavorativo del territorio, ed avallate dalla Provincia di Monza. Per la realizzazione del progetto, che ha già visto avviate le fasi di individuazione e selezione del
personale, la Cooperativa ha già provveduto ad acquistare attrezzature specifiche, oltre
all’avvio di azioni di promozione commerciale, finalizzate all’acquisizione di nuovi clienti.
Il nuovo sito lavoroambiente.it è on line
Dal 1° dicembre è finalmente on line il nuovo sito della cooperativa Solaris Lavoro
e Ambiente.
Completamente rinnovato e ricco di contenuti. Un sito rappresentativo del “pianeta
Solaris” e delle sue molteplici iniziative e attività. Le sezioni sui Settori informano
sui nuovi e diversi servizi che la Cooperativa è in grado di offrire e con cui competere in un mercato sempre più complesso e selettivo. L’home page, concepita
come un blog aperto, è periodicamente aggiornata sugli eventi e sulle novità che
coinvolgono l’intera Cooperativa Sociale. Questo nuovo strumento, insieme al tradizionale News cartaceo e alla nuova newsletter periodica, arricchiscono i nostri
strumenti di comunicazione verso tutti i nostri interlocutori.
Il sito è stato realizzato dal Settore Informatica e Comunicazione con il contributo
tecnico dei dipendenti disabili sempre più esperti nella realizzazione di strumenti
comunicativi digitali.
Ringraziamo anche la Fondazione Cariplo che ha in parte contribuito alla sua realizzazione.
SPECIALE 3 DICEMBRE
NEWS IN CALENDARIO
SERVIZIO SOLLIEVO
La cooperativa Solaris, in occasione della “Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità” del 3 dicembre, è stata
presente in alcuni comuni (dove hanno sede i centri) con diversi eventi volti a sensibilizzare tutta la comunità sul valore
dell’inclusione.
La Cooperativa Solaris sta attivando un servizio di sollievo rivolto a tutte le famiglie con
figli con disabilità.
Nella città di Besana è andato in scena lo spettacolo Inchini d’amore. Spettacolo realizzato dal Cdd di Usmate, Trezzo,
Cornate e Vimercate aperto ai 400 bambini delle scuole elementari.
Lo spettacolo ha parlato dell’amore che ci fa battere forte il cuore; dell’amicizia e il piacere di stare insieme della passione
per quello che ci piace o ci piacerebbe fare; di un sorriso, un abbraccio, un saluto; dello stare bene con noi stessi e con il
nostro corpo; della bellezza. Semplicemente…”
Parallelamente presso l’atrio del comune è stata allestita una mostra con quadri sensoriali; i cittadini hanno potuto “toccarli
e vederli” attraverso l’uso dei sensi ad occhi bendati.
Il servizio si rivolge alle famiglie o servizi sociali comunali che intendono proporre dei
periodi di distacco e sollievo al proprio congiunto disabile.
Ai servizi diurni per disabili che intendono proporre ai propri utenti esperienze di micro
soggiorno e /o di autonomia dal contesto familiare.
Nella città di Carate presso il comune è stata allestita una mostra fotografica realizzata dai ragazzi ed operatori del cdd
di Villa Raverio. Ogni fotografia rappresenta un volto, una storia, una emozione; rappresenta la vita e la quotidianità di ogni
ospite del centro.
La mostra è stata visitata dalle scuole di Carate e Costa Lambro che successivamente si sono recate presso Cse Atelier
dove hanno partecipato ai laboratori sensoriali gestiti dagli operatori ed ospiti.
Nella città di Verano il cdd Ortomagico di Verano e il Cse Esperia sono stati presenti presso l’atrio del Comune con
l’allestimento di un grande libro dove viene illustrata la storia del Cse. Tutto ciò è stata una occasione preziosa per farsi
conoscere
Nella città di Lissone il Cdd è stato presente presso l’ingresso dell’ asilo nido con una bancarella di giochi, libri. Ciò è stato un modo per sensibilizzare le famiglie lissonesi.
Nella città di Vimercate il Cse piccoli ha esposto in Comune un pannello illustrativo realizzato con i disegni dei bambini . Il messaggio vuole sottolineare che “ Ognuno di
noi è unico, Ognuno di noi è diverso, Ognuno di noi è l’universo”.
In tutti i comuni sono state distribuite delle locandine realizzate durante il concorso “Rappresenta la disabilità”. Ad ogni visitatore è stata regalata una splendida cartolina.
Ne facciamo omaggio anche a voi riportandola qui sotto.
La finalità è quella di garantire sollievo alle famiglie dalla gestione quotidiana, favorendo un avvicinamento alla residenzialità per costruire il dopo di noi durante noi.
GIORNATE DIURNE DI SOLLIEVO dalle 9.00-17.30
WEEK END DI SOLLIEVO da sabato a domenica
SOLLIEVO in giorni INFRASETTIMANALE comprensivo di NOTTE
MICRO SOGGIORNI a supporto dei Centri Diurni.
ASSISTENZA nei POMERIGGI e periodi di chiusura del centro
intervento in caso di URGENZA
SERVIZIO OFFERTO GARANTISCE:
· Assistenza continua con operatori che conoscono l’utente
· Attività di tempo libero ( con uso di un mezzo di trasporto e attività
in integrazione con oratorio)
APPUNTAMENTI AL DI LA’ BARRIERE
Continuano gli eventi promossi all’interno della manifestazione al di là delle barriere:
Per i mesi di Gennaio e Marzo sono previsti nuovi appuntamenti aperti a tutta la cittadinanza e agli operatori che lo desiderassero:
- “un the e quater pass a Santa Caterina”: attraverso un percorso al buio verrà ricostruita, nelle sale di Villa Filippini a Besana, la fiera di santa Caterina: suoni, odori da scoprire
attraverso i sensi. Nel percorso saremo percorso guidati dalla Dott.ssa Claudia Consonni
- “una cena famigliare” al buio per risvegliare i sensi e per comunicare oltre le parole.
Durante la cena al buio e l’esplorazione della fiera di Santa Caterina saremo avvolti da
un mondo di sensazioni; nella cena potremmo gustare un prelibato e misterioso menu e
lasciarci coinvolgere, tra una portata e l’altra, dalle varie attività proposte in un esaltante
gioco di riconoscimenti e sperimentazione percettive.
Modalità di accesso
La richiesta deve essere avanzata almeno un mese prima a Crippa Elena vagliando le
date in calendario. La prenotazione anticipata permette di programmazione il personale,
organizzare gli spazi e le attività. La Referente raccoglie le necessità, valuta la compatibilità , attiva le risorse necessarie, inserisce la richiesta nella programmazione mensile,
consegna il regolamento di utilizzo e garantisce la corretta comunicazione tra i soggetti
interessati, registra le presenze, si accorda per la fatturazione.
Il riferimento è:
Crippa Elena contattabile al 349 5068337 - [email protected]
Giornata Mondiale disabilità
Solaris Lavoro e Ambiente fa il BIS!
3 dicembre
Provate a pensare alle persone che amate, ai loro volti, ai loro corpi, ai loro caratteri,
alle loro particolarità che li rende unici e che voi percepite come qualcosa che li rende
familiari e che ve li farebbe riconoscere fra mille. Pensateci intensamente.
La prima volta che ognuno di noi incontra una persona disabile la prima cosa che
nota sono quelle caratteristiche fisiche e comportamentali che lo rendono “diverso”
da noi, che a volte ci fa guardare quella persona con un po’ di timore o curiosità e che
ce lo fa sembrare così lontano da noi. Se voi, come noi, aveste la fortuna di frequentare queste persone ogni giorno dopo un po’ quello che vedreste sarebbe qualcosa di
molto diverso, qualcosa di bello e veramente unico, loro sono prima di tutto persone
e conoscendole molto presto la loro disabilità passa in secondo piano rispetto alla loro
personalità.
Ci sono carrozzine che diventano una possibilità e non una limitazione, ci sono visi
che diventano delle storie di vita che si raccontano, ci sono sorrisi che sono più grandi
di un abbraccio, ci sono occhi che parlano quando non c’è voce, ci sono mani che
stringono, accarezzano, si nascondono, ci sono baci, ci sono gesti di cura che danno a
chi li riceve tanto quanto a chi li fa, c’è la forza di chi quotidiamente sorride nonostante ogni avversità o difficoltà.
Ci sono tante vite di persone che vivono serenamente la loro di “normalità” perché
ognuno ha la sua, non ne esiste una che valga per tutti e compreso questo concetto a
chiunque verrà più semplice avvicinarsi al “mondo della diversità” con un approccio
diverso e più umano.
Ognuna delle persone ha una famiglia, degli amici, delle persone che gli piacciono e
delle persone che gli stanno antipatiche come tutti noi. Non pensate che la loro vita
sia costellata da sofferenze perché non è così, non sempre. Come nella vita di ognuno
di noi ci sono sofferenze, momenti di gioia, momenti di tristezza grandi risate,
qualche lacrima, tutto, c’è proprio tutto.
Ecco, questo è il modo in cui noi li vediamo, il modo in cui, ha detta di chi di loro riesce
ad esprimerlo, vogliono essere visti.
Ora godetevi le foto e con lo sguardo leggero e il regalo di un nostro sorriso.
Gli educatori e gli utenti
del centro diurno disabili “FuoriOnda” di Villa Raverio della cooperativaSolaris
Ottobre 2015. Villa Erba, Cernobbio (CO)
NINFEAMUS: “Gocce di relax”
Anche quest’anno Solaris ha dato vita ad una serie di prestigiose realizzazioni, con
l’obiettivo di dare concretezza e continuità alla propria specializzazione nella realizzazione
di giardini creativi ed allestimenti tematici.
Una di queste ha preso luogo durante il weekend del 25 Aprile nell’ambito dell’evento
“Ninfeamus” presso il parco di Villa Litta a Lainate (MI), dove Solaris Lavoro e Ambiente
ha realizzato un nuovo allestimento di “Gocce di relax”, progetto già vincitore del premio
“Grandi Giardini Italiani”, questa volta in veste “Spring edition”.
In Ottobre Solaris si è resa protagonista della realizzazione di un innovativo progetto ‘The
Green ‘O’‘, presentato al Concorso internazionale “Giardini Creativi” in occasione dell’evento
Orticolario 2015 tenutosi nella cornice del magnifico Parco di Villa Erba (CO). Il tema di
Orticolario 2015 è stato il tatto, il fiore prescelto l’ortensia e Solaris ha così deciso di fare il
Bis partecipando all’allestimento di questo giardino, dando seguito a quanto iniziato l’anno
passato ad Orticolario 2014.
‘The Green ‘O’’ si concentra su un nuovo livello di lettura nel mondo dei giardini donando
un’esperienza tattile unica. In uno spazio tripartito, equilibrato e bilanciato, il visitatore è
guidato all’interno dell’elemento centrale, realizzato con materiali naturali e adornato da
eleganti giochi d’acqua e di luce: un connubio tra la sensorialità tattile e la spiritualità degli
elementi primi. Piante erbacee tomentose, vellutati muschi e morbide corolle di Ortensia
accompagnano lungo percorsi caratterizzati da materiali sfusi e consolidati, regalando un
itinerario tattile da godere con calma, alla ricerca di sensazioni perdute.
‘The Green ‘O’’ ha riscosso notevole successo e la giuria composta da esperti di settore,
nell’ambito del Concorso internazionale “Giardini Creativi”, ha assegnato al progetto il Premio “Stampa”, per uno spazio che racconta…comunica…ed emoziona.
Quest’anno la realizzazione è stata molto impegnativa dal punto di vista tecnico, infatti i
lavori di allestimento si sono svolti in sinergia con altre imprese che hanno partecipato
insieme a Solaris alla realizzazione di ‘The Green ‘O’’.
L’esperienza è stata comunque molto gratificante e stimolante sia per gli addetti
all’allestimento che per tutti gli amici che, a diverso titolo, hanno partecipato all’evento e
sono venuti a trovarci a Villa Erba nonostante la pioggia!
‘The Green ‘O’’
Progetto di Antonio Severino e Andrea Musto
Verde & allestimento: Solaris Lavoro e Ambiente
Articolo a cura di Antonio Severino
ORTICOLARIO: ‘The Green ‘O”
CUSTODIRE LA MEMORIA: IL RICORDO DI EMILIA MOSCA
In breve riportiamo la storia di Emilia e i motivi delle sue scelte di vita
Emilia, laureata in farmacia e residente a Montesiro, forma la sua cultura
sempre tra un’impostazione laica ed una formazione religiosa profonda
che durerà tutta la vita. Sono due dimensioni dello stesso volto a cui se ne
aggiungerà ben presto una terza: la passione altrettanto esigente per una
politica orientata verso il sociale, in particolare verso i diritti dei lavoratori. Da questa prospettiva avrà origine e si svilupperà in lei un’apertura
maggiore versoi bisogni dei più deboli, specialmente verso i portatori di
disabilità, i tossicodipendenti e gli anziani.
La “dottoressa”, come veniva famigliarmente chiamata, ha gestito fino al
pensionamento la farmacia di Montesiro, sempre con la massima premura ed attenzione verso i più deboli.
Accadeva di frequente che intervenisse a pagare personalmente di tasca
sua, farmaci non mutuabili ad anziani in difficoltà economiche, garantendo sempre un servizio inappuntabile a tutti, senza far mancare consigli,
suggerimenti, indicazioni preziose. Competenza, generosità e professionalità erano le sue doti, le sue caratteristiche che eri sicuri di trovare nella
Farmacia comunale, sempre disponibile e frequentatissima da clienti di
tutte le frazioni.
Raggiunto il pensionamento, pensava di ritagliarsi un paio di locali nel “suo
Terrazzo” a Triuggio, divenuto ormai Struttura per il recupero di tossicodipendenti “Francesco Mosca” (questa la titolazione della Comunità).
I RAPPORTI CON LA COMUNITA’ DI MONTESIRO E LA PARROCCHIA
La disponibilità e l’affabilità del carattere ben presto resero Emilia un
punto di riferimento per la comunità intera e la Parrocchia. In particolare
presenziava a molte delle attività parrocchiali.
In particolare, non appena venne a conoscenza del fatto che presso
l’oratorio ogni martedì con ritmo quindicinale si teneva un incontro biblico per giovani-adulti sotto la guida del coadiutore don Giovanni Gatti non
mancò di partecipare. La lettura e il commento dei testi biblici si svolgeva
in gruppo; seguiva un ampio dibattito tra i frequentanti che costituivano
un gruppo ben affiatato di amici con i quali la” dottoressa”, partecipando
con interventi e domande sempre pertinenti, intreccia relazioni di vera
amicizia.
Quando in oratorio non era possibile l’incontro, Emilia era ben felice di
aprire le porte di casa sua per ospitare gli amici e trasformare la serata
quasi in una àgape di fraternità e lo faceva con molta disponibilità non
mancando di offrire qualche dolcetto.
Proprio per sue caratteristiche umane, la coesione di tutte le persone
della comunità fu ammirevole sia nell’evento del rapimento e nei mesi
della prigionia, sia nella preghiera corale e nella preghiera personale.
La notte della liberazione il 26 febbraio 1980 fu una gran festa per tutti; la
notizia comunicata attraverso le TV nazionali arrivò subito in tutte le case:
la gente bussava alle porte dei vicini, piena di gioia e poi si riuniva in Via
San Siro, nonostante il freddo e l’ora tarda, in attesa del ritorno della ““
dottoressa”” a casa sua.
Era una folla quella che l’accolse con i carabinieri e la fedele Bice Ferrari
e che l’applaudì quando apparve rimessa in forma, sorridente e felice
come sempre.
Il Parroco svegliato nel cuore della notte, rispose che avrebbe sciolto le
campane e scampanato la mattina prestissimo, cosa che venne risvegliando la gioia di tutti.
L’anno successivo volle ritornare sui luoghi della prigionia e nel bosco del
rilascio, in una specie di pellegrinaggio, con gli amici e le amiche più care,
per risentire il fischio del treno che per quattro mesi le aveva fatto compagnia nelle ore di solitudine, come i rintocchi del campanile di un paese
vicino.
Chiese poi un’udienza personale al Papa S. Giovanni Paolo II, udienza che
le fu concessa insieme al parroco Don Enrico Gobbi a Roma, dove si recò
con un pullman carico di montesiresi
che la accompagnarono, prima in pellegrinaggio al Santuario di S. Rita di cui
era devotissima a Cascia, poi a Rocca
Porena ed infine a Roma.
IL SEQUESTRO E I MESI DELLA
PRIGIONIA
Emilia Mosca
Una donna che ha saputo, voluto,
compiere e fare, della propria vita
ciò che l’intelligenza e il cuore
le hanno indicato
Così Francesca Bassani ricorda la
sera del rapimento.
“Erano le 19.30e pioveva a dirotto.
Avevamo già chiuso la porta, quando
alla vetrina si affacciò un ragazzo che
teneva una mano sulla guancia, come
se avesse un forte mal di denti. Fuori,
nascosti nell’oscurità, c’era altri due
uomini. Fecero irruzione. Mi presero
per i capelli, mi gettarono a terra, poi
mi legarono con la cintura di un impermeabile ad uno scaffale. Legarono
anche la” dottoressa” mettendole un
cerotto sugli occhiali. Mentre la trascinavano via, perse gli zoccoli.
Accidentalmente partì un colpo di pistola che la ferì ad una mano. La caricarono sul sedile posteriore di un’auto:
in due si sedettero sopra di lei, per
nasconderla alla vista di eventuali
passanti.”
Veramente profetica la reazione emotiva di Emilia Mosca al suo ritorno:
“Ringrazio il rapimento, diceva sempre,
perché mi ha fatto capire che la gente
di Montesiro mi vuole bene”. Così come la sua testimonianza durante la S.
Messa: “So che avete pregato per me – disse - e vi ringrazio; so che si
dice che i drogati, i balordi e le prostitute sono gente da ammazzare, ma
io ho vissuto questa esperienza in prima persona e vi dico che è gente da
amare”.
Una bella lezione di vita, da una donna forte ed intelligente che, al termine
di un percorso difficile che l’aveva arricchita, sapeva coinvolgere tutti:
già in lei germinava l’idea di donare il ristorante il “Terrazzo” di cui era
proprietaria a Triuggio, alla Cooperativa Solaris, per il recupero dei tossicodipendenti.
Ed intanto faceva le prove della sua nuova disponibilità, ospitando a casa
sua, come una madre, un disabile calabrese di Monza, Francesco, che
come lascito vivente, continua tuttora a frequentare Montesiro, presso una
famiglia di amici che tengono vivo per mezzo di lui il ricordo della” dottoressa”.
Adesso può essere utile fermarci sull’impatto e le ricadute che gli eventi
che la videro protagonista, ebbero sulla vita, il carattere, la personalità di
Emilia.
La donna che dopo la liberazione riprese la sua vita di sempre, ne uscì
rafforzata e più determinata che mai.
Rilasciata nelle campagne di Appiano Gentile, indebolita da 4 mesi di segregazione nel solaio di un cascinale di Oleggio, sporca e stressata, la dottoressa sembrava un’altra donna: sempre forte e determinata, nonostante le ferite e le cicatrici interiori, aveva acquistato una dolcezza nuova
con una capacità di amore e di donazione straordinaria che riversava su
chiunque veniva in contatto con lei.
Il progetto di una donazione de “il terrazzo” prendeva sempre di più con-
torni precisi: ne parlava con gli amici,
chiedendo pareri e consigli specie ad
un medico, ad uno psicologo ed alle
amiche, cercando le procedure giuste
perla trasformare il sogno in realtà. La
donna che dopo la liberazione riprese
la sua vita di sempre ne uscì rafforzata e più determinata che mai.
Ma l’aspetto più straordinario era il
fatto che la nuova Emilia, pur continuando a rivivere i dolorosi ricordi
di quell’esperienza drammatica, da
sempre donna positiva ed ottimista,
sembrò acquistare un nuovo sguardo
sul mondo e sugli uomini: riusciva a
cercare ed a trovare sempre il bello,
il buono, il vero in tutto e tutti. Non era
solo lo sguardo di chi vede sempre il
bicchiere mezzo pieno, ma la sicurezza interiore che tutto ciò che accade
ha un suo perché, un suo scopo: il suo
era un ottimismo fondato sulla fede
in una Provvidenza che ha cura degli uomini e guida le cose tutte ad un
fine di bene. Chi l’accostava, avvertiva
in lei un’energia vitale molto forte che
la sollecitava sempre a prendere posizione, la spingeva a percorrere nuove strade, a non accontentarsi mai
del passato, del vissuto, ma a coltivare
sempre di più la vivissima speranza
che le cose possono cambiare.
IL RILASCIO E LA LIBERTA’: NUOVI ORIENTAMENTI DI VITA
Il nuovo vigore che la drammatica esperienza le aveva arrecato risultò da
subito molto evidente nell’operosità instancabile, nell’accavallarsi di progetti, di idee, di attività intraprese con coraggio, con audacia e condotte,
anzi portate a termine in breve tempo.
Il CRABS, centro ricreativo anziani a Brugora, che raggruppava il primo
gruppetto di volontari presso la Residenza sanitaria di Brugora, fortemente voluto da lei, ben presto si ampliò con volontari e volontarie provenienti dalle frazioni, anzi fu il primo nucleo AVULLS, associazione molto
fiorente a tutt’oggi, che assiste anziani ricoverati o comunque bisognosi di
assistenza e volontari che gestiscono il bar interno alla struttura.
Fu ancora la “dottoressa” la prima persona che si diede da fare per realizzare il suo auspicio di creare in Parrocchia il Gruppo Caritas, il primo
gruppo che fece da volano all’istituzione della Caritas Besanese che attualmente riunisce volontari di tutte le frazioni.
Contemporaneamente prendeva sempre più forma e concretezza il progetto che la “dottoressa” aveva nel cuore: un centro per la cura e rieducazione di tossicodipendenti, in un periodo in cui in Brianza la diffusione
dell’eroina toccava vertici assai pericolosi.
Il Ristorante il Terrazzo con sempre maggior chiarezza diventava per lei
la possibilità concreta per la realizzazione di questo sogno e così si arrivò
alla donazione dello stabile, con l’appoggio degli amici di Montesiro, Correzzana, Carate, alla Cooperativa Solaris che allora muoveva i primi passi.
LA NASCITA DELLA COOPERATIVA E LA DONAZIONE
Nel febbraio 1984, anno particolarmente complesso, pieno di contraddizioni ma anche di straordinarie intuizioni, nasceva la cooperativa Solaris
(Società Lavoro Riabilitazione Sociale) che poi nel 1993 gemmerà la cooperativa Solaris Lavoro e Ambiente.
Anni difficili in cui si viveva uno sforzo enorme nel tentativo di dare corpo
e concretezza alla realizzazione un progetto sociale fondato su idee, valori
e tanta determinazione, alla ricerca di risorse e di un luogo, una sede in
cui poter costruire il proprio futuro. Si era presi dalla ricerca di cascinali
o edifici simili ma nessuno risultava alla portata della cooperativa: erano o
troppo costosi o troppo fatiscenti.
Finchè nell’86 avviene l’incontro inaspettato con Emilia Mosca. C’erano
Emilia, Danilo Villa, Roberto Cecchetti e il gruppo di Montesiro. Particolarmente intensa in quell’incontro la presenza di Zaccheo Moscheni col quale
Emilia aveva fin da subito stabilito un rapporto di piena fiducia che poi
riverserà sulla cooperativa stessa. Sul “Terrazzo” Emilia aveva un sogno:
riabilitarlo, dopo anni di chiusura (per fatti di cui né lei né il padre erano
responsabili) riservando un piccolo posto, un bilocale, più che per lei per
qualcuno a lei caro o per qualche persona in difficoltà.Per lei riabilitare
il Terrazzo significava riconnotare quel luogo a nuovi incontri, un luogo
sociale e solidale. E così è avvenuto con la donazione alla Solaris. E il desiderio di Emilia di dare un posto a qualcuno si è concretizzato nel progetto
della Comunità Terapeutica che si realizzerà tra il 92 e il 93.
Ma già durante l’opera iniziale di ristrutturazione il destino della Casa
Francesco Mosca si evidenzia: prendere possesso di un grande edificio è
stato per noi un processo vivo, coinvolgente, di precisazione nel lo sforzo
di trovare un equilibrio tra la mission della cooperativa e i desideri dei soci.
In questa grande casa hanno messo le loro mani e le loro fatiche non
poche persone del paese di Triuggio, riparando, ricostruendo, restaurando e accompagnandoci nella conquista degli spazi rovinati dal tempo
e dall’incuria. Lì c’erano assieme ad Emilia molte altre “brave persone” e
grazie all’impegno di tutti si è riusciti nell’impresa che in qualche occasione si è temuto di non portare a termine. Emilia aveva verso di loro un
particolare affetto.
Un giorno l’abbiamo festeggiata con una cena nella grande sala dove oggi
c’è la comunità e tutti loro erano presenti. Era felice quella sera, si sentiva
in famiglia, non solo socia onoraria, ma una di noi.
Da allora le sue visite si fecero più frequenti. Arrivava con la sua auto, una
Fiat 127, e la si sentiva scalare la marcia prima della curva. Entrava in ufficio con il suo sorriso aperto. A volte portava un dolce o qualcuno con sé.
Si informava e si compiaceva di come si affrontavano le molte difficoltà
dovute ad una crescita costante e “costantemente” squattrinata. E quando
vedeva delle incomprensioni tra chi gestiva la cooperativa si intristiva.
I lavori di ristrutturazione non terminavamo mai ed erano affidati al volontariato. Poi si riuscì ad ottenere dal Ministero degli Interni un finanziamento per realizzare la comunità terapeutica e tutto prese un’entusiastica
accelerazione peraltro accompagnata da uno stato di salute economico
della cooperativa che ben faceva sperare.
E fu così che la nostra storia della Solaris ha potuto svilupparsi negli anni
a seguire poggiando su solide fondamenta.
Intanto la sua malattia peggiorava ed Emilia piano piano perdeva le forze.
Lo capimmo dalla suo camminare un po’ instabile e dalle ammaccature
dell’auto. Poi abbiamo iniziato ad andare noi a casa sua.
In questi ultimi anni molte vite personali andavano intrecciando con Emilia
legami di affetto e simpatia reciproci perché Emilia prima dei progetti
sapeva e voleva incontrare e conoscere le donne e gli uomini che ci avrebbero lavorato.
Grazie Emilia!
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