a cura di Maria Grazia Fiore .fest ebook Questo ebook è una coedizione fra BBN editrice e Guaraldi editore. versione digitale, catalogo BBN: ISBN 978-88-6404-045-5 versione stampata, catalogo Guaraldi: ISBN 978-88-8049-506-2 È distribuito gratuitamente in formato digitale con licenza Creative Commons 2.5 ed è acquistabile, in versione stampa, edito da Guaraldi nella collana “Il futuro del libro 2.0”. www.guaraldi.it e-mail: [email protected] 2 tracce 2010 INDICE Parte prima: riflessioni e esperienze Introduzione 9 Edoardo Roberto Barbieri Continuità e discontinuità nella storia del libro: dal libro cartaceo al libro elettronico 13 Federico Barbino “Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi...” Questioni di reperibilità dei testi in formato digitale accessibile da parte degli studenti disabili nelle università italiane. 18 Simone Bedetti Editori nativi digitali: presente e futuro della nuova editoria indipendente 21 Giulio Blasi E-Book a scuola e in biblioteca: il progetto MediaLibraryOnLine 23 Enrico Bocciolesi Le emozioni in digitale 24 Michele Botrugno e Maurizio Chatel Testi digitali, crearli a scuola 29 Emanuela Bramati e Marinella Molinari “La Shoah. Lo sterminio ebraico”: una narrazione multimediale per il progetto Policultura 31 Nicola Cavalli Print on demand: stampa e distribuzione 34 Francesco Cerchio e Guglielmo Gasparini La Stampa: 150 anni in linea 37 Annalisa Cichella Le Biblioteche e le piattaforme di pubblico accesso 38 3 .fest ebook Gianpaolo D’Amico e Lea Landucci Sistemi ad interazione naturale per l’infanzia 40 Marinella D’Esposito “Recipes” 43 Erika Ena La narrazione digitale in classe: un’esperienza didattica 44 Nicoletta Farmeschi Utilizzo didattico delle ricostruzioni archeologiche in Second Life 47 Maria Grazia Fiore Le mappe digitali nella didattica, tra testo e contesto 49 Maria Grazia Fiore Lab: una mappa, tanti itinerari. Prove tecniche di collaborazione tra editoria, scuola, università 54 Andreas Robert Formiconi La folksonomy: certezza dell’incertezza 57 Cristina Galizia, Gianni Marconato e Mario Mattioli Serve ancora il libro di testo? Se si, quale la funzione, la forma, l’utilizzo nell’era del digitale e di internet? 59 Mario Guaraldi Content is king 67 Marco Guastavigna Dispositivi digitali, lettura, lettori, scuola 74 Maria Guida Un eBook da leggere sottacqua. Il testo digitale nella formazione e nella didattica: potenzialità e nuovi scenari 76 Francesco Leonetti eBook in formato ePub: l’esperienza del corso UniTuscia eBookLearn 79 4 tracce 2010 Ugo Locatelli Ebook interattivo “Atlante Areale”: segni e parole come metafore attive 82 Gian Marco Malagoli L’ebook “multimodale”: imparare e apprendere con la LIM, Lavagna Interattiva Multimediale 84 Davide Mana La curiosità è un treno senza rotaie: narrative non lineari e strategie di apprendimento. 85 Roberto Maragliano Oggetti, soggetti e altro nell’apprendimento 88 Alberto Mari Ebook e selezione naturale. Perché la rete sociale degli amici è il migliore strumento per scegliere un’opera letteraria. 91 Walter Martinelli Scritture Metropolitane: l’esperienza di editoria elettronica delle Biblioteche del Comune di Modena 93 Maria Grazia Mattei Cultura digitale e cambiamento 94 Livio Mondini Editoria elettronica e accessibilità: perché si dice accessibile? Cos’è? Come funziona? 95 Vincenzo e Luca Moretti Piazza Enakapata 99 Gianni Panconesi La costruzione di conoscenza nelle comunità di apprendimento 100 Valeria Pasquino La Venaria Reale: un tesoro da scoprire. Un “frutto” del progetto “Lab: una mappa, tanti itinerari” 103 5 .fest ebook Rosa Pastore Il “myself ebook” nella didattica 105 Giulio Peranzoni E-drawings: un nuovo paradigma dell’illustrazione 107 Mario Rotta La percezione delle caratteristiche, dei significati e dell’impatto degli eBook: stato dell’arte e alcune riflessioni preliminari 109 Enrico Colombini e Fabrizio Venerandi Ipotesi di narrativa digitale: interactive fiction, narrazione atomica, narrativa d’ambiente. 116 Parte seconda: post scripta 119 Maria Cecilia Averame Teologia della redazione a venire: i problemi della conversione nella piccola editoria [introduzione alla omonima tavola rotonda] 121 Marina Boscaino Per amore o per forza? Note a margine sull’obbligatorietà dei libri di testo [intervento nella omonima tavola rotonda] 123 Maurizio Chatel Adozione obbligatoria ovvero il ghiaccio bollente della Gelmini [intervento nella tavola rotonda “Per amore o per forza?...”] 126 Maria Teresa di Palma, Antonio Fini, Maria Grazia Fiore e Giovanni Marconato Sondaggio de La Scuola Che Funziona sui libri di testo 127 Maria Grazia Fiore Per amore o per forza? Note a margine sull’obbligatorietà dei libri di testo [introduzione alla omonima tavola rotonda] 140 Virginia Gentilini Conversioni: eBookFest 2010 142 6 tracce 2010 Giorgio Jannis Figura e sfondo: il libro e la società connessa 146 Davide Mana In che posizione rispetto alla filiera? 150 Giuseppe Ruggiero Riflessioni elementari sull’ebook. Libro elettronico e libro evoluto 154 Virginio Sala Teologia della redazione a venire: i problemi della conversione nella piccola editoria [intervento nella omonima tavola rotonda] Alessandro Vigiani Re-inventare la redazione: nuove competenze redazionali per l’editoria scolastica digitale [introduzione alla omonima tavola rotonda] 156 158 Appendici 161 1) eBookShow 162 Introduzione 162 MICC dell’Università di Firenze Corso UniTuscia eBookLearn Cross-universe eBookFest Università Cattolica di Milano e di Brescia Sardiniaweb T-Page Hyphen-Italia IdeAnimation Erid Lab – Università degli Studi di Foggia Associazione Esplica 163 163 163 163 169 170 170 170 171 171 2) Sitografia 172 3) Brochure eBookFest 173 7 .fest ebook 8 tracce 2010 Introduzione Il blog che raccoglie i contributi e le testimonianze di chi ha partecipato all’eBookFest di Fosdinovo 2010 è stato progettato per offrire al lettore molteplici e diversificate possibilità di esplorazione e fruizione dei suoi contenuti. Liquidi di natura - si legge nel post di introduzione - gli echi digitali delle chiacchiere nel cortile del castello o per i vicoli del paese, dei confronti e riscontri professionali, degli interventi a braccio e di quelli punteggiati da slides meticolose, sono stati conservati così, cercando di rispettarne la forma originaria... Mi piace immaginare che ognuno possa ritrovare nelle varie possibilità, quella più consona al proprio stile e che possa recuperare, tutto ciò che la ricchezza delle sessioni parallele non ha permesso di ascoltare. Le nostre “trame” toccano molti luoghi sparsi per la Rete e utilizzano strumenti diversi per lasciare indizi di sé: Delicious, aNobii, Youtube, Slideshare, Mindomo, WordPress permettono di cercare il contributo del singolo ma anche di apprezzare quello della community. Una cosa è vedere la foresta, un’altra l’insieme dei singoli alberi… Questa ulteriore versione dei liquefatti riprende invece un formato più “tradizionale”, articolato in due filoni di lettura: quello delle riflessioni ed esperienze e quello dei post-scripta. Nella prima parte, sono stati riuniti sia i contributi delle relazioni invitate, sia quelli dei cosiddetti “tab”, seminari brevi finalizzati alle presentazioni di progetti in corso, materiali didattici e strumenti innovativi. Questa scelta non nasce solo dal non aver voluto distinguere i contributi dei seminari da quelli dei tab in formato e lunghezza ma anche dalla volontà di riunificare ciò che la logistica organizzativa ha fatto percepire come “separato”. Punto di forza dell’eBookFest 2010 è stata l’eterogeneità dei partecipanti, interessati a comprendere ed approfondire lo stato dell’arte dell’editoria digitale pur da punti di vista profondamente differenti: 9 .fest ebook abbiamo voluto ricomporre questo caleidoscopio di voci così come lo abbiamo pensato inizialmente, offrendo un ulteriore cambio di prospettiva alla lettura dell’evento. La seconda parte invece raccoglie i contributi postumi di alcuni dei partecipanti che hanno animato le tavole rotonde ma non solo: la dinamica dell’eBookFest ha fatto sì che i barcamp si fondessero alle tavole rotonde, rendendo impossibile – a posteriori – una netta distinzione tra gli uni e le altre. E anche di questo abbiamo voluto lasciare traccia includendo nei liquefAtti anche alcuni dei post pubblicati sui blog personali di qualcuno dei partecipanti all’evento. Negli apparati, potrete trovare la sezione dell’eBookShow (spazio dedicato alle aziende, ai professionisti e alle Università che hanno supportato l’eBookFest, contribuendo in modo decisivo non solo alla quantità ma anche alla qualità dei contenuti), la corposa brochure di presentazione (che permetterà a chi non vi ha partecipato di farsi un’idea orientativa di ciò che è stato) nonché la sitografia necessaria a consultare tutte le risorse disponibili in Rete, che qui non è stato possibile riportare. Il lavoro di raccolta postuma e riorganizzazione multiforme dei contenuti è stato complesso e ancora in fieri (soprattutto per ciò che concerne il materiale video) ma confidiamo che ne sia valsa la pena... in attesa della prossima edizione. Maria Grazia Fiore 10 tracce 2010 Parte prima: “riflessioni e esperienze” 11 .fest ebook 12 tracce 2010 Continuità e discontinuità nella storia del libro: dal libro cartaceo al libro elettronico Edoardo Roberto Barbieri Università Cattolica di Brescia e Milano ------------------------------------------- Sono un esperto di libri antichi, forse uno studioso dell’editoria contemporanea, ma solo un osservatore di quella elettronica. Intendo proporre nuove idee per tentare di capire quali elementi di continuità esistano tra mondo del libro cartaceo e mondo del libro elettronico. 1) Continuità Un tempo si sottolineava la rottura tra il mondo del manoscritto e quello di Gutenberg. Vero, si passa da una produzione strettamente manuale e di singoli manufatti a una parzialmente meccanica (ma artigianale) di multipli tendenzialmente uguali fra loro. Si può però anche osservare che Gutenberg inventò una nuova tecnica per produrre in più copie oggetti in tutto simili ai manoscritti. Voleva cioè produrre manoscritti meccanici, se si può dire. Ciò è facilmente dimostrabile dall’analisi di formato, selezione operata sui caratteri, scelta del testo e della sua presentazione, antichi acquirenti (monasteri). Anche la videoscrittura, in particolare i programmi Word, non fanno che produrre pagine di libri, con tanto di note a piè di pagina o titoli correnti. Anche gli ebook vogliono essere dei libri, imitano i libri, sia nell’impaginazione sia nel formato degli strumenti hardware. Al momento stiamo ancora parlando di libri in formato elettronico anziché cartaceo, ma sempre di libri. 2) Globalizzazione I fenomeni che colpiscono di più la nostra esperienza quotidiana sono senza dubbio: A) Flussi migratori verso l’Europa; B) Sviluppo tecnologico ed economico di Cina e India; C) Pervasività della comunicazione digitale. 13 .fest ebook Ma che rapporto c’è tra elettronica ed editoria? In tutto oggi si usano meccanismi digitali: creazione e scrittura del testo, composizione a freddo, stampa digitale (anche print on demand), archiviazione dei file digitali, gestione generale (posta, comunicazione). Oggi, anche i libri cartacei sono, in realtà, al 90% libri elettronici. Non si tratta, quindi di contrapporre due mondi, ma di capire le interconnessioni. 3) Materialità Da anni collaboro con la Biblioteca del Seminario Patriarcale di Venezia: progetti di valorizzazione del patrimonio librario antico. Nella notte tra il 29 e il 30 di agosto un incendio ha attaccato i tetti del palazzo in ristrutturazione: le fiamme hanno causato danni limitati, e l’acqua dei pompieri ha colpito soprattutto le tele di Tiziano lì conservate. Per fortuna ai libri non è successo nulla: fuoco e acqua li avrebbero distrutti o comunque danneggiati. Ma così sarebbe stato anche se si fosse trattato di libri elettronici, per forza di cose conservati o su memorie di massa esterne (dischi, chiavette) o su un computer o un server: fuoco e acqua li avrebbe distrutti o danneggiati. I libri cartacei o elettronici sono distruttibili in quanto sono oggetti materiali. Anche il libro elettronico è materiale, fatto di impalpabili bit e impulsi elettrici, ma comunque materiali. Libri spirituali sono solo quelli che io posso pensare, sono i libri nella mente dell’autore. 4) Testualità Un libro è fatto innanzitutto di parole. Il linguaggio verbale è il più articolato, duttile e preciso sistema di comunicazione umano. La sua forma scritta ha molti limiti espressivi, ma anche evidenti vantaggi di permanenza nel tempo e nello spazio. La riteniamo importante perché permette la riflessione e lo sviluppo del pensiero (vedi Luca Serianni sul “Corriere della Sera” del 9 settembre 2010). Noi crediamo in una forma di cultura comunitaria che si sviluppa tramite la condivisione delle esperienze (nella fisica come nell’estetica). Come insegna Gino Roncaglia, la storia dell’ebook inizia come storia di trasferimento digitale di testi ricavati dai libri. Gli ebook-reader che conosciamo sono, in effetti, dei libri di plastica sui quali scorrono magicamente pagine di libri. L’esperienza di lettura (ma anche di contenuti assimilati) non è diversa se leggo 14 tracce 2010 Pinocchio dal tascabile Oscar Mondadori o da Kindle. Ma sarà così anche in futuro? Certo, un libro in formato elettronico è comunque dotato di “funzioni” testuali diverse da un cartaceo: dalla possibilità di ricerca automatica di un lemma alla possibilità di consultare con un click un vocabolario. Quando però uso per leggere una tavoletta che è in tutto e per tutto un computer, quel testo diventerà immediatamente un’altra cosa: box, filmati, musiche… Possiamo parlare allora di iperlibri? È davvero uguale leggere Il dottor Živago di Pasternak o vedere l’omonimo film con Omar Sharif? 5) Editore Non è un caso che un incontro come questo sia organizzato soprattutto da editori. Certo, proprio in quanto editori l’evento ha preso una certa forma (a esempio anche dialogica: io non sono innanzitutto un sostenitore dell’ebook, eppure sono stato invitato a parlare). Eppure ci si dovrebbe stupire: ma se dell’ebook parlano gli editori, allora l’ebook è un libro! Fintanto che gli ebook li fanno gli editori, sono libri. In effetti l’editore non crea i testi, fa i libri. Perciò dall’editore dipendono i fattori inerenti alla qualità grafica e materiale, ma anche gli elementi di tipo contenutistico: scelta, verifica, traduzione, autorevolezza, coerenza… tutto il lavoro editoriale. Ma allora, finché a fare i libri saranno li editori, i libri saranno oggetti dotati di un significato. Dunque, il lavoro dell’editore non è finito, anzi, forse è all’inizio. Come dice Mario Guaraldi, allora, al centro saranno finalmente messi i contenuti! È la riscossa dell’editore? Per questo come Master in Professione Editoria dell’Università Cattolica mettiamo a disposizione per l’a.a. 2010-2011 una borsa di studio per chi abbia partecipato a questo eBookFest. 6) Scrittura Occorre non confondere i piani: la scrittura esiste a prescindere dai libri (si pensi a una lettera o un sms) e i libri dalla scrittura (libri fotografici, campionari di tessuti). La scrittura nasce per fissare il pensiero: Platone (facendo parlare Socrate) la 15 .fest ebook condanna perché esenta dal ricordare (sapere). Eppure ci saremmo dimenticati del Fedro se non fosse stato scritto. All’inizio la scrittura è puramente rammemorativa: disegni o sillabe che favoriscono il ricordo, non trascrizioni fonetiche di parole. Gli ideogrammi funzionano ancora sostanzialmente così, con l’ambiguità che per ricordare devi imparare e ricordare tutti i segni che descrivono la realtà. Mirabile fu l’invenzione delle scritture alfabetiche, che sono le più funzionali a una sapienza diffusa e democratica, non di caste di scribi addetti alla scrittura. L’ebook è una tecnica di trasmissione, conservazione e accesso al testo scritto che conserva le caratteristiche della scrittura così come sono note. Certo si potrà parlare della ergonomia messa in atto dell’oggetto libro nella forma codex, che in effetti viene imitata appunto da quasi tutti i book-reader in commercio. Quanto invece al supporto oggi più usato, la carta. Essa è dotata di caratteristiche sue proprie che la rendono un ottimo supporto: in realtà il suo antagonista fu per secoli la pergamena, che resta comunque ancor oggi il migliore oggetto per conservare la scrittura. La carta è dotata di minor peso, di una disponibilità quasi illimitata, di un minor costo, ma anche di minore durata, specie la carta di polpa di cellulosa, quella che usiamo noi. La scrittura può esistere e svilupparsi anche senza carta. 7) Libro/ebook Si possono osservare molti elementi contraddittori. Uno è per esempio quello della fruizione non solo lineare del testo permesso dal libro cartaceo (nella forma codex), mentre l’ebook ha uno scorrimento che ricorda il succedersi delle pagine di un rotolo (volumen). Però in un dizionario un formato elettronico esalta invece proprio l’acceso non lineare. Si pensi alla fissità del testo. In molti casi il ne varietur è un dato essenziale, e questo è esaltato nel libro cartaceo, contro quello elettronico, al limite aggiornabile (ma anche il manoscritto lo era, quando la scrittura veniva erasa). Certo, quando c’è da correggere il libro cartaceo resta sostanzialmente impotente (tranne soluzioni molto macchinose). Per correggere un testo, occorre fare nuove edizioni: quanto ha venduto l’edizione corretta della traduzione del Signore degli anelli? La edizione con la traduzione corretta della Bibbia CEI, solo nel primo anno, ben 350.000 copie… C’è un 16 tracce 2010 mercato anche per i testi corretti! Un elemento di strana continuità è invece costituito dai modi di presentazione dei meta dati. Nei prodotti digitali di natura libraria i meta dati (o dati bibliografici) sono spesso trascuratissimi (basti l’esempio di Google Books). Eppure, nell’iPad, quando visualizzo la serie dei libri che ho a disposizione e che devo scegliere per la lettura, gli ebook vengono presentati su una specie di espositore (come quello delle novità in certe librerie e biblioteche) dotati di tanto di copertina! Mi pare che resti aperta un’altra questione. Gli ebook usano formati di impaginazione particolari, capaci di modellarsi sullo schermo. In un testo articolato che ne è di quella che potremo chiamare la macro segmentazione testuale, quella che supera la sintassi del periodo per divenire sintassi del testo ovvero retorica della grafica? Occorre ricordarsi che il silenzio (i bianchi della pagina) non sono vuoto di significato… 8) Librarietà Detto ciò, gli aspetti problematici sono molti. Ci sono alcune domande ancora aperte da diversi punti di vista. 1. sociologico: che fascia di popolazione è interessata al fenomeno? 2. culturale: potrò davvero leggere tutti i libri? 3. temporale: ma quanto durano i formati adottati? 4. economico: come si organizzerà il mercato e con che prezzi? Con alcuni amici sono rimasto colpito da tre interventi disponibili sul web (e citati in alcuni dei migliori saggi disponibili in italiano sul fenomeno ebook), e abbiamo scelto di tradurli per il pubblico italiano. Ne è nato appunto “Librarietà. Provocazioni sul futuro del libro” Si tratta di un opuscolo di una ventina di pagine che intende offrire alcune riflessioni sul tema: lo si trova disponibile gratuitamente sul sito del Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca dell’Università Cattolica. È indispensabile, in questo momento di trasformazione, continuare a riflettere su cosa sia il libro e su come esso muti il suo aspetto, le sue funzioni, la sua utilità. Nel citato libretto Edward Hutchins scrive, tra l’altro, che di un libro occorre valutare, più che di cosa è fatto o cosa sembra, come è usato e a che scopo serve. Credo che questa sia un’attitudine critica che occorre sempre più coltivare. 17 .fest ebook 9) Engaging the reader Il lunedì 8 novembre a Milano presso la Università Cattolica si svolgerà una giornata di studio dedicata all’ebook dal titolo “Engaging the reader”. La giornata, organizzata dal Master in Professione Editoria, vedrà stand, seminari e tavole rotonde dedicate al mondo della produzione editoriale e delle biblioteche. Ma perché “Engaging the reader”? Si vuole intenzionalmente spostare l’attenzione: tutti parlano degli strumenti hardware, molti si preoccupano delle caratteristiche propriamente editoriali (dai formati ai canali distributivi, ai prezzi), nessuno parla dei lettori. Volutamente non consumatori o clienti, ma lettori. Il l’ebook avrà successo se conquisterà i lettori. Se gli hardware favoriranno la lettura. Se i software renderanno più facile la lettura. Ancora una volta non abbiamo inventato praticamente nulla: le pratiche di lettura si trasformeranno, ma ciò che deve essere al centro è il testo in rapporto al suo lettore. Si tratta di un incontro decisivo. • Sitografia: http://www.delicious.com/ebookfest/sitografia_Barbieri “Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi…”. Questioni di reperibilità dei testi in formato digitale accessibile da parte degli studenti disabili nelle università italiane. Federico Barbino Biblioteca di Scienze dell’Educazione – Alma Mater Studiorum Università di Bologna ------------------------------------------- Il titolo di un famoso brano di Battisti illustra bene quello che è l’atteggiamento incerto a cui le università italiane sono spesso costrette rispetto alle azioni da mettere in campo a garanzia del diritto allo studio a favore dei propri studenti 18 tracce 2010 disabili. È da registrare positivamente che da quasi un decennio i dati1 relativi agli studenti disabili iscritti nelle università italiane presentano un andamento crescente. Le università italiane hanno l’obbligo di garantire e rendere effettivo l’esercizio del diritto allo studio da parte di tutti i propri studenti. Ciò deriva dalla Costituzione della Repubblica Italiana2, dalla legislazione vigente3 e da diverse altre fonti normative4. Ma il nostro discorso può partire più semplicemente dalla constatazione di un dato di fatto che è anche ciò di cui spesso si lamentano gli studenti disabili. Un qualunque studente rispetto ad un volume di suo interesse ha la possibilità di scegliere tra diverse modalitdi fruizione: può decidere di comprare il libro, oppure può decidere di prenderlo prestito in una biblioteca. Uno studente disabile, invece, molto spesso non può agire neppure una delle precedenti alternative. Questa è una forma di “digital divide” con dei tratti paradossali. Infatti non sono i soggetti disabili ad essere “carenti”, al contrario sono culturalmente preparati, dispongono delle tecnologie, sono economicamente capaci, il contesto sociale ristretto in cui si muovono (amici, famiglia, associazioni, ecc.) è adeguato. In altri termini il deficit (motorio, sensoriale, ecc.) che produce la condizione di “handicap” nella persona disabile, grazie alla tecnologia, sarebbe forse già superato. È piuttosto il contesto sociale ed economico (e il mercato editoriale italiano in particolare) ad essere spesso inadeguato e in ritardo, non solo nel merito specifico dell’accessibilità dei prodotti editoriali su supporto digitale, ma proprio in relazione a tali prodotti in generale. Ciò è spiegabile con ragioni interne al mercato (scarse domanda e diffusione di alcune tecnologie), ma anche per la paura degli editori che possa accadere al libro digitale quello che è accaduto alla musica. Quindi, uno studente disabile probabilmente potrebbe non farsene nulla del libro cartaceo. Quello di cui ha bisogno per i suoi studi è una copia in formato digitale alternativo, accessibile e navigabile del testo5. Cioè avere a disposizione una copia che possa essere “letta” mediante un computer dotato di particolari ausili, come per esempio specifici software per la lettura, la sintesi vocale o l’ingrandimento dei contenuti presenti sullo schermo. Inevitabile dunque è il passaggio dal cartaceo al digitale, ma ad un digitale che deve essere realmente fruibile6. La quasi totale mancanza sul mercato della manualistica scientifica in lingua italiana con le caratteristiche ricordate costringe i soggetti disabili, le loro famiglie, 19 .fest ebook le associazioni e le università a pratiche di digitalizzazione (e quindi di copia) molto onerose e spesso al limite della legittimità in relazione al rispetto del diritto d’autore7. Benché la legislazione preveda delle eccezioni a favore dei disabili, si registrano anche degli esiti a dir poco paradossali. Infatti, la copia è consentita per uso personale, perché si tende ad escludere che possa essere fatta da soggetti terzi, ma dovrebbe essere fatta direttamente dall’interessato (il che è aberrante nel caso di una persona disabile). Dopo anni di ritardo è stato emanato un decreto8 attuativo da parte del Ministero dei Beni Culturali con l’indicazione dei beneficiari delle eccezioni. Il decreto però individua tra i beneficiari solo i soggetti con disabilità sensoriale certificata9 (quindi di fatto esclude i soggetti dislessici e i disabili motori). Il decreto prevede altresì che la riproduzione e l’utilizzazione di materiali protetti possa anche essere effettuata tramite le associazioni rappresentative dei disabili, sulla base di appositi accordi stipulati con i titolari dei diritti (gli editori). In questo quadro si inseriscono diversi progetti realizzati dalle università italiane. Si può ricordare un progetto dell’Università di Padova che si propone di creare un portale10 specializzato di ricerca e fruizione di documenti in formato alternativo delle istituzioni culturali italiane. Altro progetto è quello dell’Università di Bologna che nell’ambito della CNUDD-CRUI11 ha istituito un tavolo di confronto con l’AIE12. Tra le finalità vi è quella di pervenire ad accordi che consentano alle università tra l’altro di richiedere agli editori copie digitali (meglio se già accessibili) con la certezza di veder soddisfatta la propria richiesta; di svolgere (se la copia digitale non è disponibile), con piena legittimità un’attività di digitalizzazione e diffusione selettiva dei documenti prodotti, mentre in questo modo gli editori avrebbero la garanzia della tutela dei propri diritti da parte di un soggetto istituzionale accreditato, come l’università. • Slide: http://www.slideshare.net/eBookFest/ebookfest-barbino 1 Sistema di Informazione Statistica sulla Disabilitpromosso dal Ministero della Solidarietà Sociale e realizzato dall’ISTAT <http://www.handicapincifre.it> . Data di ultima consultazione: 10 settembre 2010. 2 Artt. 3, 33 e 34. 3 Es. Legge StancaL.4/2004; Legge n. 17, del 28 gennaio 1999; Legge 5 febbraio 1992, n. 104. 4 Ad es. dagli statuti delle stesse università dalle Direttive dell’Unione Europea variamente recepite nella legislazione nazionale, dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Per lo specifico delle biblioteche anche dai documenti di indirizzo di 20 tracce 2010 importanti agenzie internazionali, come lONU, LUNESCO e dalle associazioni nazionali ed internazionali dei bibliotecari come lIFLA e in Italia lAIB. 5 Per altro come in teoria prescritto dalla Legge Stanca. 6 Per la corretta definizione di cosa si intende per accessibilità fruibilità come tali concetti si sostanziano nelle caratteristiche che i testi debbono avere per le diverse tipologie di disabilità si rimanda a Relazione della segreteria tecnico-scientifica sull’editoria accessibile in Quaderni CNIPA, n.20/2006: Rapporto 2005 - Commissione interministeriale permanente per l’impiego delle ICT a favore delle categorie deboli o svantaggiate < http://www.pubbliaccesso.gov.it/ biblioteca/documentazione/strumenti_didattici/libri_testo.htm>. Data di ultima consultazione: 10 settembre 2010. 7 L.633/1941 e successive modifiche. Per lo specifico delle eccezioni si veda in particolare l’art. 71 bis. 8 Decreto attuativo del Ministero dei Beni culturali n. 239 del 14 novembre 2007. 9 La disabilità sensoriale deve essere accertata ai sensi della Legge 5 febbraio 1992, n. 104. 10 Il progetto, finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, prevede la creazione di un portale, denominato Biblioteca Virtuale Italiana di Testi in Formato Alternativo, che garantirà la possibilità di una maggiore fruizione del patrimonio didattico, scientifico e culturale alle persone con disabilità nel rispetto della loro autonomia e delle pari opportunità http://formatoalternativo.cab.unipd.it/>. Data di ultima consultazione: 10 settembre 2010. 11 CNUDD: Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità http://www.studentidisabili.unibo.it/ServizioDisabili/Studenti+disabili/organizzazione/cnudd.htm> 12 Associazione Italiana Editori Editori nativi digitali: presente e futuro della nuova editoria indipendente di Simone Bedetti Area 51 Publishing ------------------------------------------Ma gli editori sognano pecore elettriche? “Ci si chiederà se davvero in questo mondo tutto proceda così a rovescio da dover essere continuamente capovolto.” (Robert Musil, L’uomo senza qualità) Dall’editore digitale ci si attende sempre qualcosa di tecnologicamente innovativo. Deve sorprendere, trasformare, produrre soluzioni a getto continuo, esercitare ogni forma di sforzo psichico e pensiero laterale per sviare dai canoni, 21 .fest ebook anticipare rivoluzioni, prevedere futuri anteriori. Non bastano competenza sui formati, aggiornamento costante, attenzione ai dettagli – quel che una volta si chiamava un buon artigianato. Per gli editori tradizionali è fin troppo, per lui è solo questo. Intanto questo Paese di facce tristi alza i soliti muri, ricicla arrugginiti meccanismi, trite gerarchie, relazioni più o meno occulte. Tutto corre, ma non scorre. Grande o piccolo, alto o basso, giusto o sbagliato, vero o falso, 0 o 1. Non ci si diverte più. La reazione dev’essere un’ulteriore stretta tecnologica? Sviluppare una forma di tossicodipendenza da tecnologia è il destino dell’editore indipendente in gara con i fantasmi? Un libro non sarà più un libro, ma un editore resta un editore. Questo pensiero mi rallegra perché mi libera della domanda più noiosa: cosa sarà il libro? Siamo editori, non informatici. Me lo ripeto tutte le mattine davanti allo specchio, mentre codici verdi colano sul vetro. Non è importante come-lo-pubblichiamo, ma ciò-che-pubblichiamo. Ripetiamolo cento volte. Cos’è un editore? Cosa pubblichiamo? Due domande e un tempo verbale che mi liberano della seconda parola più noiosa dopo “libro”: “futuro”. Cosa pubblichiamo ora? E qui, signori, qui entriamo nel campo della metafisica, qui oltrepassiamo le anguste porte del tempo per immergerci nella vibrante energia dell’immaginario. Immaginario che non voglio più trattenere, comprimere, strizzare, intubare. Voglio che dilaghi. È la mia missione, la mia natura di editore. Non so a voi, ma a me questo immaginario mi va stretto, mi agita, mi irrita, mi fa venire l’orticaria. Diavolo, mi sembra di ascoltare un’unica voce che ripete sempre le stesse cazzate. Io sento un profondo disagio verso la realtà, non lo nascondo. Non ce la faccio proprio, è più forte di me, odio i premi letterari, gli incontri con l’autore, le smorfie malsane degli sconfitti generazionali, l’anoressia esistenziale delle scrittrici maledette, le vite disperate ma redente, le prediche onanistiche, le cerimonie di consacrazione dei nuovi geni, i custodi del Bene, i martiri, gli eruditi raffinati, gli eloquenti parrucconi, gli esordi sorprendenti, gli scrittori noir, i bravi divulgatori. 22 tracce 2010 Voglio pubblicare cose sbagliate, che non debbano corrispondere a niente a cui dovrebbero corrispondere, somigliare a niente a cui vorrebbero somigliare. Voglio ascoltare il racconto della costante lotta con le programmazioni genetiche, le pulsioni inconsce, gli istinti e la violenza della specie, le pressioni sociali, gli abissi e le eternità cosmiche. Sono a caccia di immagini. Parlo di ciò che una volta si chiamava sperimentare e che apparteneva agli artisti, agli scrittori. L’industria culturale li ha annientati. Il cosmo digitale rimette il gioco in mano all’editore. Noi siamo l’avanguardia perché noi siamo gli unici in grado di fare rete. L’editore indipendente è snello, veloce, agile, leggero come l’aria. Non so se Calvino intendesse questo quando parlava di leggerezza. Lo spero. Ho una visione disincarnata della Rete, la libertà che trascende la tecnologia stessa nella comunione empatica tra le menti e le anime elettriche. Sogno una nuova cosmogonia, una nuova specie umana. Penso positivo. Ps. Sia chiaro però: non voglio più ricevere un curriculum che alla voce “Conoscenze informatiche” rechi “Elaborazione testi-word.” E-Book a scuola e in biblioteca: il progetto MediaLibraryOnLine di Giulio Blasi Ceo Horizons Unlimited -------------------------MediaLibraryOnLine è il primo network italiano di biblioteche digitali pubbliche. Un portale di “digital lending” per accedere (gratis!) a musica, film, e-book, quotidiani, audiolibri, banche dati, oggetti di e-learning e molto altro. 23 .fest ebook Per quanto concerne gli e-book la piattaforma ospita oggi circa 27.700 ebook di cui oltre 2.000 sono e-book commerciali acquisiti da 46 editori (numero in crescita continua). MediaLibraryOnLine risponde a un vuoto grave del panorama italiano: l’assenza di servizi di “prestito digitale” nelle biblioteche italiane. Negli USA circa 8.000 biblioteche pubbliche (per non parlare di quelle accademiche e di ricerca) utilizzano servizi di questo tipo e sono in grado di dare in prestito, via Internet e gratuitamente, contenuti digitali di ogni tipo ai cittadini che hanno una card della biblioteca. Servizi simili si sono sviluppati negli ultimi 10 anni e hanno in qualche modo anticipato la nascita dei servizi commerciali consumer e la diffusione degli e-book reader. In Italia abbiamo saltato questo processo e rinunciato quindi a costruire una comunità di “lettori digitali” consapevoli delle problematiche connesse. MediaLibraryOnLine nasce nel marzo 2009 per rispondere a questo vuoto e per sensibilizzare il mondo dell’editoria e della distribuzione editoriale italiana alle problematiche specifiche della distribuzione digitale nelle biblioteche. • Slide: http://www.slideshare.net/eBookFest/mlol-numbers • Video: http://www.youtube.com/user/ebookfest2010#p/u/4/tFJUsQmRqYo Le emozioni in digitale di Enrico Bocciolesi Università di Perugia – Vega ------------------------------------------Nella società odierna sono numerose le evoluzioni ed i mutamenti in atto, determinati dall’avvento di nuove tecnologie che, in un contesto sociale frenetico, caotico e liquido (Bauman, 2008), coinvolgono la persona nella sua totalità. Questo cambiamento e successivo passaggio a prodotti digitali ha addotto ad una trasformazione del testo scritto e delle sue modalità di lettura, oltre al mutamento del rapporto che si ha con le proprie emozioni. L’avvenimento ha carattere 24 tracce 2010 globale, perché riguarda non solamente la persona, l’educatore o il formatore, ma interessa in primis la scuola nella sua complessità. Un’intelligenza emotiva che si aggiorna nell’era dell’e-book, le possibilità per riflettere, ipotizzare ma anche intervenire sul prodotto informatico con competenza tecnologica, tenendo presente lo stato attuale dell’arte. Introduzione Oggigiorno la percezione e comprensione del proprio stato emozionale è da ritenersi una priorità per il bambino, in quanto secondo lo psicologo D. Goleman (1996), serve a compensare un equilibrio necessario con le capacità intellettuali e razionali. La rinuncia a un’eventuale “alfabetizzazione emozionale”, porta con sé una possibile limitazione di tipo intellettuale, capace di “generare difficoltà nell’apprendimento scolastico” e nei frequenti rapporti interpersonali che si propongono continuativamente (Goleman, 1996, pp.7-8). Un’emotività che si riqualifica in presenza di contesti innovativi, tecnologici e virtuali, divenendo digitale. Emozioni che tutti noi percepiamo secondo il contesto in cui ci troviamo, delle persone che abbiamo accanto o delle gesta che stiamo compiendo. Queste percezioni di tipo emotivo, possono a loro volta essere “positive e nobili come l’entusiasmo, la gioia e l’amore, o negative – distruttive come l’avversione, l’angoscia e la noia” (Goleman e Tenzin, 2004; Rosati, 2006). Lo stato emotivo delle persone adulte e in particolar modo dei bambini, è spesso subordinato a degli oggetti che si possiedono e si utilizzano. Prodotti che nell’era del web 2.0, dei social network e della recente “quarta rivoluzione” (Roncaglia, 2010) sono riproposti sulla base di nuove realtà e specificità di utilizzo della tecnologia. Le nuove scoperte scientifiche supportano questa riflessione, assicurando al tempo stesso che: l’aumento dell’autoconsapevolezza emotiva (Goleman, 1996) trasposta nello strumento tecnologico consente di aumentare efficacemente il controllo emotivo stesso e la propria capacità di essere empatici. Emozioni nell’era dei social media Margie lo scrisse perfino nel suo diario, quella sera. Sulla pagina che portava la data 17 maggio 2157, scrisse: “Oggi Tommy ha trovato un vero libro!” Era un libro antichissimo. Il nonno di Margie aveva detto una volta che, quand’era bambino lui, suo nonno gli aveva detto che c’era stata un’epoca in cui tutte le storie e i racconti erano stampati su carta. 25 .fest ebook Si voltavano le pagine, che erano gialle e fruscianti, ed era buffissimo leggere parole che se ne stavano ferme invece di muoversi, com’era previsto che facessero: su uno schermo, è logico. E poi, quando si tornava alla pagina precedente, sopra c’erano le stesse parole che loro avevano già letto la prima volta. (Asimov, 1991) Margie, nel brano estrapolato da Asimov, lo aveva scritto perfino nel suo diario, la scoperta di Tommy era meravigliosa, avevano avuto modo di trovare un vero libro, di carta, che – informaticamente parlando – potremmo definire analogico. Lo stupore e la sorpresa pervasero i due bambini, la scoperta e la curiosità caratterizzarono questo evento che è oggi il riflesso di quanti di noi, nati in un’epoca in cui non si veniva al mondo come nativi digitali (Prensky, 2001), leggere un libro senza le fruscianti pagine sarebbe stato impensabile. Oggi, dopo circa dieci anni dalla prima proposta di un e-book o libro elettronico denominato Softbook (prodotto intorno alla fine del 1998 con i primi lettori di testi elettronici, ereader chiamati Rocket ebook), ci troviamo ad un bivio decisionale, condizionante per il futuro apprendimento del bambino: libro cartaceo o elettronico, analogico o digitale? Quali conseguenze emotive? Avvalorati da recenti studi in ambito neurologico e psicologico eseguiti sia presso l’Università di Chicago (studio condotto dal neuro scienziato sociale J. Cacioppo), sia nella California State University (con il contributo prodotto nel 2008 a Los Angeles dalle psicologhe K. Subrahmanyam e G. Lin), avendo a riferimento le prime applicazioni sulle tecnologie, la rete e la loro plausibile utilizzazione, si può ipotizzare la produzione di un condizionamento a livello emozionale da parte di nuovi media presenti nella società attuale. Una realtà sociale che non molto tempo fa, vedeva lo strumento informatico e tecnologico come connesso ad una rete di comunicazioni che, paradossalmente era vista come una sconfinata area inanimata, priva di vita per le relazioni sociali ed emozionali. In questo periodo assistiamo all’avvento di una nuova serie di modificazioni, influenzate dalla presenza dei social media, capaci di colmare gap tecnologici creatisi in precedenza e ad attribuire un’accezione di positività allo strumento informatico. Il testo cartaceo ha in qualche modo accompagnato l’uomo in questa “mediamorfosi” (Fidler, 2000), sin dalla seconda rivoluzione, quella che si contraddistingue 26 tracce 2010 per essere “della cultura manoscritta o chirografica” (Baldini, 2003, p.44). Un libro, a partire dalle prime trascrizioni manoscritte, era per quei pochi che potevano permetterselo; motivo di vanto, entusiasmo e gioia, sia per la rarità che esso rappresentava nel contenuto, sia per il valore che si attribuiva alla coperta, spesso ornata di materiali preziosi (Stussi, 2007). Con il ri-mediarsi delle tecnologie della scrittura (Bolter, 1993), la presenza e successiva evoluzione della stampa a caratteri mobili dell’orafo Gutenberg (McLuhan, 1976) fa sì che si diffonda l’alfabetismo e l’interesse appassionante nei riguardi di quell’oggetto, a forma rettangolare, composto da dei fogli sottili, inclusi tra due pagine perlopiù rigide a protezione di esso. Così la curiosità, l’interesse, e l’amore per il sapere consentono ai testi analogici, di diffondersi e modificarsi nella loro stessa struttura. Emozioni in grado di sollecitare delle modifiche in corso d’opera a questo prodotto e, come delle folgorazioni intervengono su chi legge, lasciando nel fruitore del testo una percezione positiva. Con il passare dei secoli la scuola di tutti, pubblica, si appropria del testo scritto come strumento, mezzo e veicolo d’informazioni ma anche ausilio per l’apprendimento. I bambini iniziano così a vivere appieno il mondo, costellato da testi scolastici – detti sussidiari -, letture fantastiche, fiabe e favole che catturano il giovane lettore in un contesto immaginifico che lo spinge a sognare. Pagine di carta bianca, gialla, arancio, o azzurro come i libri illeggibili di Bruno Munari, oppure pieni d’immagini che fanno volare con la fantasia e avvicinano il bambino nello stabilire un rapporto di empatia (Rifkin, 2009, pp. 171-172) con il soggetto del testo in lettura: tanti Cenerentola, Biancaneve, Re Artù, Principe Azzurro e altri si sono appropriati della nostra fanciullezza. Letteratura per l’infanzia, per gli adulti, collane di narrativa, pedagogia, scienze, arte, poesia, musica e quanto altro pensiamo di aver letto e sfogliato, oggigiorno, nel XXI secolo, è affiancato dal supporto digitale, e-book e e-book reader. Si passa così dalla “carta allo schermo” (Roncaglia, 2010, p. 52), da un testo statico a uno dinamico, da lineare a reticolare, che per l’adulto può rappresentare una fonte di imbarazzo, incomprensione, distacco, perché come la gran parte dei media tecnologici e informatici richiede una nuova forma di alfabetizzazione, digitale, mentre per il bambino non è così. Secondo M. McLuhan “quando nuove tecnologie si impongono in società da tempo abituate a tecnologie più antiche, nascono ansie di ogni genere” (McLuhan, 2008). Sicuro è che l’e-book reader 27 .fest ebook mobilita alla coscienza collettiva – richiesta da un eventuale flusso elettronico di informazioni – e attiva quei comportamenti esplorativi di cui parlò nel 1960, D. E. Berlyne nel suo famoso libro Conflitto, attivazione e creatività (Berlyne, 1971), strettamente legati alla curiosità, che lo spingono a sperimentare il nuovo oggetto d’uso. Rappresenta un aspetto interessante, capace di sviluppare ed esercitare la mente, consentendo al bambino e alla persona adulta di adattarsi all’ambiente, sia esso reale o virtuale, purché interessante. “I sensi sono la porta dell’anima” asseriva Maria Montessori mentre cercava di stimolare, con materiali definiti pre-fabbricati, il tatto, la vista ed anche l’olfatto (Montessori, 1962; Rosati e De Santis, 2004, pp. 47-49). Quindi esplorazione, creatività e percezione sensoriale vanno di pari passo con l’evoluzione tecnologica che, per i nuovi nativi digitali, è alla base di ogni media di comunicazione. Il rapporto dei bambini di oggi con lo strumento tecnologico è usualmente positivo, in quanto risultano essere già alfabetizzati e tuttavia attratti da tale settore, questo approccio rende pertanto favorevole l’introduzione dell’e-book nella scuola italiana. Si insinua che entro il 2012 i testi cartacei saranno sostituiti da quelli virtuali ma, questa metamorfosi mediatica deve essere preceduta da numerosi interventi a favore di essa. Diviene perciò necessaria e auspicabile la realizzazione di seminari, incontri, convegni teorici e pratici, veri e propri laboratori di e-book, per insegnanti di ogni ordine e grado, al fine di ottenere una maggiore consapevolezza del mezzo. Oltre ad una buona base tecnologica e conoscitiva del testo elettronico, servirà un pratico, leggero, affidabile e poco costoso lettore di testi digitali, e-book reader. In seguito si dovranno rendere consapevoli e informate le stesse famiglie sulla necessità di poter provvedere a far avvicinare il bambino al “libro in cornice”, anche se la parte più impegnativa spetterà alla scuola. Approfittando dell’interesse che questa nuova forma testuale coadiuva su di sé da parte dei giovani utilizzatori, si può, rifacendosi come possibile linea al “costruzionismo” di Seymour Papert (Capponi, 2008, pp. 43-45), apprendere dai propri errori, cioè sperimentare con la classe in maniera attiva. Un coinvolgimento partecipato di insegnante e alunno per la scoperta della novità, del funzionamento e uso del libro elettronico in classe, strettamente connesso, se non direttamente 28 tracce 2010 vincolato, alla esigenza di porre quesiti, cercare possibili soluzioni, perché no, realizzare dei semplici schemi e brainstorming, ma soprattutto errando, ovvero, imparare sbagliando. Tuttavia tale approccio positivo, riesce a generare e profondere gioia nel bambino che si sente facilitato da un insegnante che non è guida ma, ausilio e sostegno. In questo caso possiamo parlare di emozioni digitali, prodotte dai nativi tecnologici e che si diffondono sia nell’ambiente reale sia in quello virtuale. Conclusione Pertanto è opportuno sollecitare a ulteriori riflessioni ed approfondimenti in merito, poiché le numerose e continue ricerche in campo tecnologico, emozionale e psicologico esortano al ricorrente aggiornamento delle ipotesi precedentemente proposte. Tali peculiarità consentiranno il rinnovamento necessario delle pratiche e metodologie educative in sincronia con eventuali contributi e approfondimenti degli stati emotivi e dell’emotività. Il focalizzare l’attenzione su teorie, oggetti e aspetti caratterizzanti sia per una società mediale, sia per la realtà scolastica consentirà di “rispondere alle formidabili sfide della globalità e della complessità nella vita quotidiana, sociale, politica, nazionale e mondiale” (Morin, 2000, pp. 28-29). • Bibliografia: http://www.anobii.com/ebookfest2010/books • Sitografia: http://www.delicious.com/ebookfest/bibliografia_Bocciolesi Testi digitali, crearli a scuola di Michele Botrugno e Maurizio Chatel Istituto Athenaeum - Istituto Spinelli, BBN ------------------------------------------La seconda fase della storia editoriale dei testi scolastici digitali parte dal concetto di piattaforma. La rete rende disponibile una disseminazione del testo che non va a discapito della comprensione ma che anzi ne aumenta l’accessibilità cognitiva. 29 .fest ebook Alla struttura lineare si sostituisce una metastruttura composta da livelli di competenza – per fasce d’età, per indirizzi di studio – e da livelli di approfondimento – laboratori, archivi di dati; il manuale si trasforma in una costellazione di punti di lettura, alcuni dei quali tipici di ogni disciplina – le competenze di base esposte in forma testuale -, altri che travalicano il puro apprendimento per investire un nuovo rapporto tra autore e lettore – blog, forum, ecc. La sperimentazione messa in atto tra BBN e Athenaeum di Torino è un tentativo di aprire il laboratorio editoriale alle competenze dirette degli insegnanti, non più investiti del semplice ruolo di autori ma di ideatori di una di queste “piattaforme” in tutti i suoi livelli; parallelamente, la scuola si apre alle competenze tecniche dell’editore digitale per innovare i propri metodi di insegnamento. Il risultato, sperimentale, è un tipico testo “liquido”, ovvero “disseminato” nella rete per livelli e per tipologie di linguaggio: dal testo alla pagina WEB, dal filmato al database. All’eBookFest di Fosdinovo è stata presentata la possibilità di creare un testo digitale “liquido” per la materia “Fisica” impartita negli istituti di istruzione superiore secondaria, che supera il concetto di testo digitale così come è costruito oggigiorno spesso nel formato pdf, per diventare testo in continua evoluzione, a più livelli di approfondimento e arricchimento. Partendo dalla progettazione modulare della disciplina, la singola unità didattica o lezione viene strutturata, al primo livello di approfondimento, con una mappa concettuale che individua, per il singolo argomento, i prerequisiti ai contenuti istituzionali della lezione e le verifiche formative di comprensione delle conoscenze (eserciziario di primo livello). Un secondo livello di approfondimento sviluppato è l’applicazione della disciplina nel quotidiano mediante l’integrazione all’enunciato o al fenomeno fisico con applicazioni realizzate in “laboratori virtuali” e con schede di approfondimento (eserciziario di secondo livello) attinte anche dalla rete; si è inoltre ritenuto interessante, a questo livello di approfondimento fornire dei cenni biografici e storici dei fisici e scienziati, opportunamente inseriti nel loro tempo, citati nel testo. Appartiene ancora a questo livello un compendio delle formule relative all’unità didattica. Il terzo livello di approfondimento stimola la ricerca nel discente ed è costituito 30 tracce 2010 da tutta una serie di siti e/o bibliografie che gli autori mettono a disposizione. Il quarto livello infine si perfeziona con forum di discussione on line. La lezione/unità didattica supera i limiti fisici dell’aula e del rapporto frontale col docente, l’uso della rete con forum e blog permette un continuo feed-back sull’adattabilità e la flessibilità dei contenuti migliorando sicuramente la trasmissione dei saperi e la loro fruibilità. “La Shoah. Lo sterminio ebraico”: una narrazione multimediale per il progetto Policultura di Emanuela Bramati e Marinella Molinari Scuola Primaria “Molino Vecchio” di Gorgonzola Scuola Primaria “Eugenio Medea”, Varese ------------------------------------------PoliCultura è un’iniziativa del Politecnico di Milano che si pone l’obiettivo di dimostrare come il connubio tra cultura e tecnologia sia possibile e auspicabile. PoliCultura è innanzitutto un’occasione didattica, in quanto propone la realizzazione di una narrazione multimediale e multicanale su un tema culturale. La narrazione viene realizzata mediante il motore “1001storia”, uno strumento autore messo a disposizione gratuitamente dal Politecnico di Milano, in grado di generare automaticamente una versione per CD-rom, una versione Web e una per iPod. Nel nostro intervento abbiamo illustrato il processo editoriale che ha portato alla costruzione della narrazione multimediale “La Shoah – Lo sterminio ebraico”, nella classe V A della Scuola Primaria “Molino Vecchio” di Gorgonzola (MI). Raccontare una storia o una esperienza è un’attività molto amata dai bambini della scuola primaria e implica una serie di importanti benefici didattici. Se poi si ha la possibilità di raccontare utilizzando la multimedialità il livello di motivazione, di coinvolgimento e di impegno dei bambini aumenta notevolmente. 31 .fest ebook La fase di progettazione In un primo momento abbiamo visionato alcune narrazioni multimediali realizzate nella precedente edizione e la possibilità di vedere il prodotto finito ha accresciuto nei bambini la “voglia di fare” altrettanto. Occorreva innanzitutto scegliere il tema da trattare e tutti concordavano sul fatto che dovesse essere un argomento coinvolgente e di forte impatto emotivo. Poco tempo prima, in occasione della Giornata della Memoria, avevamo trattato il tema della Shoah, soprattutto in riferimento al campo di Terezin dove furono rinchiusi moltissimi bambini ebrei, tra i quali Helga Weissova, di cui avevamo visto i disegni. La scelta è perciò ricaduta su questo argomento; i bambini hanno espresso il desiderio di approfondirlo nonostante la tragicità dell’evento. Seguendo le istruzioni fornite dal Politecnico, abbiamo preparato il piano editoriale, caratterizzato da un’alternanza di fatti storici, testimonianze e riflessioni dei bambini. Abbiamo individuato il titolo della narrazione, gli argomenti e i sottoargomenti. Per alcuni argomenti si è deciso di chiedere ai genitori e ai nonni di raccontare esperienze e ricordi. Successivamente i bambini si sono divisi spontaneamente in coppie e ogni coppia ha scelto liberamente, ma in accordo con i compagni, l’argomento da sviluppare. Nel laboratorio di informatica È quindi iniziata la fase che prevedeva l’utilizzo diretto del computer. Prima di tutto abbiamo inserito nel motore il piano editoriale, per avere la visione globale del lavoro che saremmo andati a svolgere. In seguito i bambini hanno scritto i testi e cercato le immagini, visitando alcuni siti che erano stati inseriti in precedenza nel sito di classe. Ogni coppia ha letto il materiale fornito e ha selezionato le notizie che riteneva più importanti, riscrivendole e rielaborandole con Word. Per la ricerca delle immagini, abbiamo utilizzato Google, inserendo opportune parole chiave. Le immagini trovate sono state salvate nella cartella di coppia, precedentemente preparata, insieme al file di testo. Ogni tanto facevamo il punto della situazione, per eventuali modifiche o integrazioni. Ogni bambino ha tenuto un diario di bordo personale, per avere sempre presente il cammino percorso insieme. Il passo successivo è stato la registrazione delle voci con il programma MyMP3. Ogni coppia, munita di cuffia e microfono, ha letto e registrato il testo che aveva predisposto e il file è stato salvato nella rispettiva cartella. 32 tracce 2010 Testi, immagini e file audio sono stati infine inseriti nel motore, che i bambini hanno imparato a gestire senza difficoltà. Insieme alle immagini reperite in Internet, hanno inserito i disegni che ciascuno di loro aveva realizzato sull’argomento. Uno di questi è stato scelto come copertina della narrazione, tramite votazione. Conclusioni La progettazione/realizzazione della narrazione ha visto la partecipazione corale di tutta la classe ed è stato questo l’aspetto didattico più significativo: avanzare proposte, confrontarle, valutarle per selezionare argomenti e sottoargomenti, ha comportato per gli alunni un’attenta attività di riflessione, senza perdere di vista l’obiettivo finale della narrazione. I bambini si sono sentiti “protagonisti” del percorso, che è stato costruito grazie al contributo personale e creativo di ciascuno. La preparazione dei testi, la ricerca delle immagini, la realizzazione dei disegni, la registrazione delle voci hanno consentito lo sviluppo di abilità importanti, sia nell’ambito cognitivo sia in quello socio-relazionale: la capacità di analisi e sintesi, di confronto e di valutazione critica, la capacità di espressione scritta e grafica, il controllo dell’emotività nella fase della registrazione, la capacità di collaborare e di impegnarsi per un obiettivo comune, il rispetto del punto di vista altrui. L’utilizzo delle nuove tecnologie ha reso tutto più “leggero” e coinvolgente: visualizzare sul monitor e condividere con gli altri il risultato del proprio lavoro è stato molto gratificante per i bambini. Update: riflessioni dopo il convegno… Che cos’è un ebook? Quali caratteristiche deve avere? Durante il convegno a Fosdinovo ci siamo ripetutamente poste queste domande. Numerosi sono gli input emersi dalle relazioni e dai seminari. A nostro parere un ebook non può essere la semplice trasposizione in digitale di un pdf. La natura digitale del libro elettronico implica che vengano utilizzate tutte le opportunità offerte dalla Rete: la condivisione, la multimedialità, la multicodicalità, l’interattività, la modificabilità e l’integrazione. Un ebook, o meglio, come detto da Roberto Maragliano, un ibook (i=internet), deve aprire al mondo della Rete e dare nuove opportunità di conoscenza, non può essere fine a se stesso e chiuso in se stesso. L’utilizzo di linguaggi plurimi può soddisfare quelle “abitudini mentali” cui ha fatto riferimento Maria Grazia Fiore nel suo intervento, 33 .fest ebook affinché sempre più persone possano e siano in grado di fruirne sulla base delle “proprie abitudini mentali”. Quale format per gli ebook? A nostro parere non ci deve essere un format definito: narrazioni, presentazioni, filmati, file audio, animazioni, giochi, raccolte di immagini e/o contenuti testuali, tutti questi elementi individualmente o opportunamente mixati potrebbero essere definiti ebook. Come deve essere un ebook per bambini di scuola primaria? Accattivante, interattivo, reticolare ma ben definito negli obiettivi, animato, con contenuti testuali e iconici, deve lasciare dei punti in sospeso, suscitare degli interrogativi che aprano a nuove conoscenze, deve mettere “alla prova” i bambini, stimolandoli all’intervento attivo e costruttivo. L’ebook non deve essere un punto di arrivo, bensì un punto di partenza: i bambini diventeranno a loro volta autori e l’ebook originario non sarà più lo stesso. Perché non chiedere ai fruitori diretti, ovvero i bambini, come dovrebbe essere un ebook? Cosa dovrebbe contenere? Perché non proporre loro la progettazione di un libro elettronico? E infine… Anche questa relazione potrebbe essere considerata un ebook? • Slide:http://www.slideshare.net/eBookFest/contributo-bramati-molinari Print on demand: stampa e distribuzione di Nicola Cavalli Ledizioni - LediPublishing ------------------------------------------Per print on demand si intende, letteralmente, stampa su richiesta. La richiesta, tipicamente, proviene da un cliente interessato all’acquisto del libro che viene stampato solo a seguito di uno specifico ordine. In realtà il significato del print on demand è un poco più ampio: per print on demand si intende un servizio distribu34 tracce 2010 tivo diverso dal tradizionale, nel senso che alla stampa su richiesta vengono associati tutti i servizi di evasione dell’ordine che proviene da un cliente, non solo la stampa, quindi, ma anche il processo di spedizione direttamente al cliente finale o all’intermediario (libreria, distributore o grossista) che ha ricevuto l’ordine dal suo cliente. Perché un servizio di print on demand funzioni correttamente, oltre alle infrastrutture di stampa idonee, deve esserci anche una “digital warehouse”, un magazzino elettronico, dal quale sia possibile trarre il file da stampare poi attraverso la stampa digitale, appunto. Diverso dal print on demand (POD) è quello che viene definito SRDP (Short Run Digital Printing), già ampiamente utilizzato anche in Italia. Per SRDP si intende l’utilizzo di tecnologie di stampa digitale (direttamente dal file, senza la preparazione degli impianti per la stampa offset) che si sono rivelate più economiche per piccole tirature (inferiori alle 300/400 copie in genere) di volumi in bianco e nero, tipicamente rilegati in brossura fresata, ma anche in brossura cucita o rilegata. La differenza principale fra le piccole tirature stampate in digitale e il print on demand vero e proprio risiede esattamente nelle modalità distributive: tradizionali per l’SRDP ed innovative per il POD. Il POD, infatti, non necessita di magazzino, non necessita di immobilizzare capitale nella veste di copie stampate le cui possibilità di vendita sono spesso incerte e, non necessita obbligatoriamente di un distributore tradizionale, anche se Ledi è in grado di interfacciarsi con tutti i distributori nazionali e locali. Il POD, o meglio il PTO, Print to Order, necessita, come ogni libro, solamente di attività promozionale, che può essere compiuta direttamente dall’editore o da altre aziende specializzate, come avviene anche per la distribuzione tradizionale. È poi sufficiente che la società che gestisce il print on demand sia in grado di spedire il suo prodotto agli indirizzi specificati. Illuminante il caso di Lightning Source. Attualmente la società, nata nel 1998, tratta centinaia di migliaia di titoli, principalmente in lingua inglese e secondariamente in lingua spagnola, per quasi duemila editori anglosassoni. Ad oggi ha stampato più di dieci milioni di copie. Ciò che contraddistingue il modello di questa azienda è proprio il fatto di intendere il print on demand come una innovazione di tutta la catena del valore del libro, in particolare accademico, in quanto caratterizzato da basse tirature. Se tipicamente si stampa un libro e poi 35 .fest ebook lo si vende, secondo il POD di Lighting Source, che Ledi ripropone per il mercato italiano, prima si vende un libro e poi lo si stampa. La forza del modello di Lighting Source risiede chiaramente nel suo magazzino elettronico, che va a sostituire il magazzino fisico dei distributori tradizionali. Se nel modello tradizionale un editore, dopo aver fatto stampare le copie stabilite e pagatone i costi, affidava i suoi titoli ad un distributore, che poi periodicamente inviava dei report sulle vendite, a cui poi andavano, successivamente, detratte le rese, nel modello proposto dal POD di Ledi il processo non cambia, se non a vantaggio della casa editrice: l’editore affida il file digitale, senza quindi incorrere in costi di stampa, al distributore POD, che riceve gli ordini, stampa le copie richieste, le spedisce ai clienti (che possono essere i clienti finali, le librerie o anche altri grossisti o distributori) e periodicamente invia agli editori dei report sulle vendite che non hanno il rischio di rese, aggiungendo i costi di stampa ed eventualmente di spedizione (in caso di invio diretto al cliente finale) solo a libro già venduto. La scelta più facile e meno rischiosa è quella di affidare al sistema di Print to Order libri esauriti o in via di esaurimento, per i quali non si stima conveniente una ristampa, e con i quali si può valutare se tramite il POD sia possibile ottenere nuove modalità di sfruttamento di titoli considerati alla fine del loro ciclo di vita. Attraverso l’implementazione del print on demand non solo a livello di produzione, ma anche a livello strategico è quindi possibile compiere decisi passi verso un cambiamento dell’intero ciclo di vita del libro. Ledi è un partner affidabile nella gestione del servizio di Print to Order, cura tutti gli aspetti del processo, compresa la scannerizzazione per quei titoli di cui non si ha il file digitale, ma solamente la copia cartacea, curandone l’immissione nel sistema di stampa su richiesta attraverso la predisposizione di file pdf, piuttosto che la conversione in epub per la vendita in eBook. La particolarità del servizio Ledi sta nella flessibilità delle opzioni proposte e nella capacità di integrarsi in modo invisibile ed indolore con il sistema distributivo già in essere, nel caso non si voglia alterare le preziose alchimie ottenute negli anni. Con Ledi è quindi possibile inserire in modo semplice ed immediato il Print to Order nella propria casa editrice, sfruttando immediatamente tutti i benefici. • Slide: http://www.slideshare.net/eBookFest/pto 36 tracce 2010 La Stampa: 150 anni in linea di Francesco Cerchio e Guglielmo Gasparini La Stampa - CSI Piemonte ------------------------------------------L’obiettivo dell’iniziativa è quello di istituire la Biblioteca Digitale dell’Informazione Giornalistica (BDIG) per valorizzare, conservare e mettere a disposizione del pubblico la copia digitale del materiale archivistico del Centro di Documentazione della società editrice La Stampa. Il progetto si innesta nella più ampia iniziativa della Biblioteca Digitale Piemontese, curato dalla Regione Piemonte, che ha l’obiettivo di creare il repository dei patrimoni digitali prodotti dalle istituzioni culturali piemontesi, nel rispetto delle linea guida dettate dal progetto la Biblioteca Digitale Italiana del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’iniziativa nasce da un connubio tra Pubblico e Privato. Da un lato l’Editrice La Stampa, che ha messo a disposizione i suoi archivi storici per la digitalizzazione, le Fondazioni Bancarie, che credendo nel progetto hanno contribuito con proprie risorse finanziarie, dall’altro la Regione Piemonte con l’infrastruttura di pubblicazione e fruizione attraverso il CSI Piemonte. Il progetto coordinato dal Comitato per la Biblioteca dell’informazione giornalistica, espressione degli Enti promotori e finanziatori dell’iniziativa coinvolti, è costituito da un membro di ciascuno dei quattro Enti precedentemente indicati. L’Archivio Storico La Stampa, che costituisce il primo nucleo della BDIG, è una iniziativa senza fini di lucro che si rivolge al pubblico per la gratuita consultazione, fornendo al tempo stesso un utile strumento di lavoro per giornalisti, storici, ricercatori, bibliotecari, ed esperti del settore. Un patrimonio di informazioni che comprende un arco temporale che va dal 1867 al 2005, costituito da oltre 1.761.000 pagine e circa 12.000.000 di pezzi giornalistici di cui oltre 5.000.000 scaricabili singolarmente. La Stampa, che nasce in origine con il nome Gazzetta Piemontese, comprende due testate “La Stampa” (con 47.243 edizioni giornaliere dal 1867 al 2005) e “Stampa Sera” (con 18.314 edizioni dal 1931 al 1992). 37 .fest ebook L’Archivio Storico La Stampa permette di consultare tutte le pagine di tutte le edizioni de La Stampa e di Stampa Sera compresi gli allegati e le edizioni locali, tra i quali TorinoSette, TuttoLibri, TuttoScienze, TuttoSoldi, TuttoCome, TuttoDove, MondoScuola, ScuolaLavoro, Global, GIO, VivereRoma, VivereMilano ed altri ancora. • Slide: http://www.slideshare.net/eBookFest/lastampa-varv0220100910-ebookfest-la-stampa-150-anni-in-linea Le Biblioteche e le piattaforme di pubblico accesso di Annalisa Cichella Biblioteca Civica di Cologno Monzese ------------------------------------------Come fare entrare l’ebook in biblioteca dalla porta principale? Come diffondere la consapevolezza di una nuova pratica della lettura? Come armonizzare il patrimonio su carta di una biblioteca civica con quello elettronico? Quali utenti privilegiare? Come affrontare la partita dei diritti d’autore? Sono alcuni degli interrogativi che ci siamo posti insieme ai colleghi G. Cattaneo, M. Cortesini, L. Cumino, L. Ferrieri, C. Giavoni, nell’elaborare il progetto che abbiamo chiamato Books eBooks. Finanziato in parte dalla Regione Lombardia ed inserito in un pacchetto di interventi denominato La biblioteca ti legge il futuro, il progetto si pone in linea di continuità con i primi interventi di alfabetizzazione digitale. Già nel 1997 la Biblioteca di Cologno Monzese ha promosso infatti il progetto Nessuno escluso, rivolto alla alfabetizzazione multimediale della popolazione senior (persone di oltre 55 anni di età), con accesso gratuito a Internet e numerose iniziative di formazione per superare il divario tecnologico. Da marzo a giugno 2010 al progetto si è accompagnato un ciclo di incontri di approfondimento Avviso ai naviganti. L’ebook rappresenta nelle premesse del progetto un’importante frontiera dell’automazione in biblioteca, un esempio di informatica umanistica dal momento che 38 tracce 2010 utilizza le tecnologie più avanzate, e-ink, e-paper, per riprodurre nel modo più fedele possibile l’esperienza della lettura su carta, aggiungendovi i vantaggi dell’accesso a una biblioteca sterminata e completamente dematerializzata. Altro aspetto strategico è quello della gestione dei diritti d’autore visto che le biblioteche spesso sono detentrici di patrimoni fuori diritto. Tra gli obiettivi principali abbiamo individuato quello di caratterizzare la biblioteca come centro di informazione e documentazione aperto a nuove tecnologie, nuovi supporti, nuovi formati; offrire occasioni di confronto, discussione e partecipazione alla popolazione; far circolare e mettere a disposizione di tutti conoscenze, di tipo tecnico e di tipo umanistico, creando circuiti virtuosi per la loro valorizzazione, favorire la diffusione e l’uso consapevole ed evoluto delle tecnologie digitali, ecc. Le linee di intervento o azioni principali sono state: sperimentazione del prestito di ebook. La biblioteca ha acquistato oltre trenta ebook-reader [pdf] per iniziare, diventati quaranta di recente (tredici iLiad Ebook Reader 1st e 2nd edition, otto SONY Prs 600Touch, dieci Booken Cybook Opus, tre Kindle 2 e otto Kindle 3) che ha dato in prestito gratuito in una prima fase per dieci giorni, poi per un mese. È stato stilato un regolamento/accordo [pdf] tra la biblioteca e gli utenti che usufruiscono del prestito. È stata fornita la possibilità di sottolineare e prendere appunti ove possibile, appunti che vengono cancellati una volta restituito lo strumento, a tutela della privacy e per consentire nuovi utilizzi. I lettori sono stati invitati a compilare un questionario. Dai primi risultati emerge che quasi il 70% è costituito da persone di oltre quarant’anni (27% da 41 a 50 anni, 23% da 51 a 60, 16% da 61 a 70) e che il 44% appartiene alla fascia dei cosiddetti lettori fortissimi (persone che leggono oltre venti libri l’anno). Nell’avvicinarsi al device quanto è prevalso nelle motivazioni è stato l’aspetto di curiosità, novità, assaggio. Uno su tre ha trovato difficile la lettura elettronica. E solo uno su tre ha risposto che sulla base dell’esperienza fatta con la biblioteca acquisterebbe un ebook reader [i dati si riferiscono al maggio del 2010]. Uno degli aspetti delicati del progetto ha riguardato la formazione del personale e la costituzione delle collezioni. Per queste ultime abbiamo scelto di memorizzare una limitata biblioteca digitale, composta di classici e di libri fuori diritti. 39 .fest ebook La limitatezza è dovuta anche alla scarsa offerta editoriale in lingua italiana nel momento in cui il progetto è stato lanciato (marzo 2010). Le difficoltà principali hanno riguardato la conversione in formato epub – il formato di elezione – per la quale si è resa necessario l’utilizzo di programmi speciali quali Calibre o Sigil. Sono stati utilizzati in parte anche i libri fuori diritto presenti nel Progetto Manuzio con il quale sono stati presi contatti in vista di una eventuale collaborazione. Sui Kindle sono stati caricati libri in lingua inglese acquistati su Amazon. La nostra iniziativa vuole essere uno stimolo all’editoria perché aumenti la disponibilità di titoli digitali in circolazione. Abbiamo sollecitato la collaborazione dei lettori nell’individuare opere da aggiungere alla biblioteca digitale ed eventualmente nel procurarne copia Altre azioni di verifica si sono concentrate su tre focus group tra i lettori coinvolti e tra lettori “resistenti” (che rifiutano l’utilizzo dell’ebook) per l’analisi dell’esperienza di lettura realizzata attraverso l’ebook: i risultati mostrano entusiasmi e resistenze. I risultati dei focus saranno leggibili sul sito web della biblioteca a giugno. • Video: http://www.youtube.com/watch?v=sa61RFRVgBE Sistemi ad interazione naturale per l’infanzia di Gianpaolo D’Amico e Lea Landucci MICC, Università di Firenze ------------------------------------------Introduzione Da anni il MICC, Media Integration and Communication Center dell’Università degli studi di Firenze, svolge attività di ricerca e trasferimento tecnologico sulle tematiche della natural interaction e dell’usabilità di sistemi interattivi multimediali. In questo intervento saranno descritte le ultime sperimentazioni del Centro riguardanti il design e lo sviluppo di interfacce tangibili multiutente. In particolare saranno presentati TANGerINE Tales e Cipì, due progetti dedicati al mondo dello storymaking e della psicometria sperimentale per bambini. 40 tracce 2010 Interazione naturale L’interazione Naturale è una disciplina che coinvolge campi di ricerca eterogenei come psicologia cognitiva, human-computer-interaction, ergonomia e interaction design. L’idea nasce dal tentativo di rimediare a ciò che Donald Norman definisce “paradosso della tecnologia” ovvero il rischio di rendere la complessità di un compito eseguito attraverso sistemi tecnologici avanzati superiore rispetto a quella insita nella versione analogica del compito stesso. La nostra risposta sta nella ricerca di nuovi linguaggi di interazione ispirati a quelli naturali ed ancestrali dell’essere umano e nella conseguente progettazione e realizzazione di sistemi ad interazione naturale. TANGerINE Tales TANGerINE Tales è una soluzione di storytelling basata sulla piattaforma TANGerINE. L’obiettivo del progetto è la realizzazione di un sistema interattivo digitale per bambini finalizzato a stimolare la collaboratività tra gli utenti. Questo risultato psicopedagogico si integra con l’educazione al rispetto dei ruoli, lo sviluppo dell’alfabetizzazione e dell’abilità narrativa. L’interazione tra il sistema e gli utenti avviene tramite l’interfaccia tangibile TANGerINE costituita da due cubi intelligenti (uno per ogni bambino) ed un tavolo interattivo. Gli utenti interagiscono col sistema grazie alla manipolazione dei cubi che inviano dati al calcolatore tramite una connessione bluetooth. TANGerINE Tales permette di creare e narrare storie combinando paesaggi e personaggi scelti dagli utenti. Inizialmente infatti il bambino seleziona gli elementi che faranno parte del gioco ed esplora l’ambiente all’interno del quale successivamente creerà la sua storia, grazie alla possibilità di registrare la propria voce e la dinamica di gioco. La premessa fondamentale è che l’interazione avvenga grazie alla collaborazione tra i due utenti, che hanno ruoli differenti: uno dei bambini avrà il compito di interagire attivamente per comandare le azioni del personaggio principale della storia, mentre l’altro avrà il ruolo di attivare gli eventi dell’ambiente, in reazione ai movimenti e alle azioni del personaggio. Il target utente di TANGerINE Tales è costituito dai bambini di 7-8 anni, frequentanti il terzo anno di scuola elementare. Tale scelta è stata effettuata in seguito a uno studio sugli aspetti psicopedagogici relativi all’apprendimento collaborativo, alla Human Computer Interaction, all’apprendimento supportato da mezzi tecno41 .fest ebook logici (computer, cellulari, tablet pc, etc.), allo storytelling per bambini e infine alle interfacce tangibili. Cipì Cipì è uno strumento di psicometria sperimentale per la valutazione delle abilità cognitive infantili tramite sistemi ad interazione naturale. Attualmente la psicometria infantile si basa su test in grado di valutare specifiche abilità cognitive: attenzione, percezione, memoria, linguaggio e capacità attitudinali. Se da una parte i test in forma “analogica” risultano spesso lunghi e poco attrattivi, i test automatizzati, somministrati mediante calcolatori standard, richiedono un sostanziale carico cognitivo aggiuntivo per il bambino e risultano quindi in qualche modo falsati. L’idea è quindi quella di sfruttare la digitalizzazione dei test analogici integrandoli in sistemi ad interazione naturale intuitivi e facili da usare che sfruttino grafica accattivante e componente ludica, avvalendosi comunque di procedure psicometriche standardizzate: i test legati alle cinque abilità cognitive di riferimento, ispirati ai corrispondenti test analogici verificati e validati in campo scientifico, vengono visualizzati su tavoli multitouch che facilitano l’interazione intuitiva con il sistema da parte dei bambini. Il sistema prevede la presenza di un personaggio digitale: Cipì, un uccellino che viene personalizzato dal bambino nella prima fase del test e che lo accompagna dispensando suggerimenti ad hoc nelle varie fasi della somministrazione. Il sistema realizzato fornisce inoltre metodi di calcolo e di interpretazione automatica dei punteggi che i soggetti ottengono sottoponendosi al test. Riconoscimenti I progetti presentati sono stati ideati e realizzati in collaborazione con Guido Spugnoli, Stefano Venturi, Anna Stefanova, Riccardo Nencini, dott. Stefano Baraldi, prof. Mariapia Viggiano, prof. Franco Montanari, prof. Alberto Del Bimbo, dott.ssa Giulia Gelmini e il Micrel Lab dell’Università degli studi di Bologna. • Bibliografia: http://www.anobii.com/ebookfest2010/books • Sitografia: http://www.delicious.com/ebookfest/sitografia_D%27Amico-Landucci 42 tracce 2010 “Recipes” di Marinella D’Esposito LSS G. Salvemini - Sorrento ------------------------------------------Recipes, ovvero un’esplorazione del rapporto tra cibo ed identità culturale, mediata dalla Tecnologia. Il mezzo tecnologico, la Lim, si presta in modo eccellente all’operazione di espansione reticolare della conoscenza, offrendo infinite pagine da riempire e da sfogliare: il docente struttura il canovaccio di una performance che lascia poi interpretare agli studenti, protagonisti di un esperimento di apprendimento collaborativo, fatto di lavoro di squadra, scrittura collaborativa, role playing e learning by discovery. Gli strumenti touch, sono gli stessi strumenti che appartengono alla vita quotidiana di un ragazzo di oggi, e ritrovarseli a scuola, significa creare continuità tra il momento dell’apprendimento e quello del tempo libero; inoltre, la tecnologia è multimediale, perché nello stesso ambiente si possono usare linguaggi diversi, codici diversi, parlando a tutte e otto le intelligenze di cui la nostra intelligenza è composta. Il video “pancakes”offre l’opportunità di commentare le immagini, interiorizzare o consolidare il lessico relativo alla ricetta che stanno imparando, ma anche la possibilità di confrontare e comparare, riferendosi ad una festività comune come il carnevale, appunto il “Pancake day”. Un pupazzo fatto di unità di misura (cups, pints, quarts and gallons) aiuta la memoria visiva mentre quella uditiva è rinforzata da un motivetto rap basato sulle unità appena trattate: si crea un “artefatto sinestetico”, mentre la conoscenza diventa meta conoscenza, cioè riflessione sul contenuto culturale, ricerca delle affinità e scoperta di pratiche comuni. • Slide: http://www.slideshare.net/eBookFest/recipes-5269250 43 .fest ebook La narrazione digitale in classe: un’esperienza didattica di Erika Ena ERID Lab - UniFg ------------------------------------------L’utilizzo delle tecnologie in classe comporta una serie di cambiamenti in merito alle metodologie didattiche, agli stili di apprendimento, ai contesti e alla creazione di un setting adeguato. La realizzazione di questo processo richiede l’acquisizione di una competenza non strettamente connessa all’utilizzo di tecnologie ma “una consapevolezza, un’ attitudine ed un’abilità degli individui di utilizzare in modo appropriato gli strumenti e le opportunità digitali per identificare, accedere, gestire, integrare, valutare, analizzare e sintetizzare risorse digitali, costruire nuove conoscenze, creare media e comunicare con gli altri, in contesti specifici delle vita reale, per dar vita ad azioni costruttive e riflettere attorno al processo” (Martin, 2005). Il quadro teorico di riferimento è il costruttivismo, inteso come costruzione e condivisione di conoscenze attraverso le tecnologie “cognitive” finalizzate al coinvolgimento di processi interni della mente. Il compito della scuola in relazione a tale percorso, come afferma Antonio Calvani, consiste nell’assicurarsi che le stesse conoscenze e abilità tecnologiche di base siano acquisite da tutti e far sì che esse stesse si integrino in una dimensione cognitiva più articolata e interconnessa con altre rilevanti capacità e competenze che riguardano la riflessione, la consapevolezza critica e metodologica connessa all’azione tecnologica (Calvani – Fini – Ranieri, 2010). L’esperienza didattica svolta nell’ambito del PON “SAPER COMUNICARE”, rivolto a bambini di età compresa tra i 7 e gli 8 anni, in una scuola Statale Primaria di Foggia (Giulia Catalano) e presentata nell’ambito dell’ebookfest, ha cercato di coniugare le due aspettative delineate precedentemente. Nell’ambito di tale percorso, delle durata di 25 ore, i bambini hanno realizzato un audio libro attraverso un software specifico: IL MIO AUDIO LIBRO. l programma è scaricabile dal sito www.lacartellabella.it e consente la creazio44 tracce 2010 ne di presentazioni personalizzate attraverso la scrittura di storie, ricerche con immagini, testo e audio) in formato libro modificando semplicemente i file txt presenti nella cartella del software consegnato a ciascun bambino. La realizzazione dei libri audio ha previsto una lunga progettazione ed individuazione delle fasi, da parte del docente esperto e del tutor (docente interno nell’ambito del contesto scolastico): 1° fase: dedicata all’accoglienza svolta attraverso una tecnica di gruppo: l’inversione. Essa consiste nel descrivere e presentare i componenti di un gruppo (attraverso il gioco di ruolo). I bambini suddivisi in coppie si sono intervistati reciprocamente. Successivamente, ognuno di loro si è presentato immedesimandosi nell’intervistato. Questa tecnica ha permesso a ciascun bambino di avere un feedback sulla propria descrizione e ha creato un clima più tranquillo tra i componenti; 2° fase: stesura della storia. La scrittura ha una valenza pedagogica di notevole rilevanza per l’apprendimento: “è centrata sul senso e sulla capacità autonoma del soggetto di elaborare narrazione; è una modalità che favorisce il decentramento cognitivo ed emotivo. Permette la condivisione allargata e a distanza, consente riflessione a posteriori; rende possibili correzioni e riflessioni anche di tipo cognitivo e problematizzante; consente processi di differenziazione nella rappresentazione dell’esperienza, ossia di analisi” (Petrucco-De Rossi, 2009, p.97); 3° fase: revisione delle storie ed analisi degli elaborati. Questo processo ha coinvolto tutti (docenti ed alunni) ed ha comportato la suddivisione in periodi corrispondenti a ciascuna pagina dell’audio libro; 4° fase: trascrizione della storia sul file, avvenuta solo dopo aver mostrato ai bambini tale procedura. Attraverso un video proiettore, è stata fatta una simulazione e successivamente, i bambini hanno cominciato a trascrivere la propria storia. Il modello di apprendimento utilizzato (la simulazione) di tipo esperienziale si articola in sperimentazioni, analisi e concettualizzazioni (Ranieri, 2004) ed è perfettamente coerente con le aspettative e gli obiettivi richiesti dall’utilizzo delle tecnologie (maggiore autonomia nei processi di apprendimento, learning by doing, conoscenza e consapevolezza delle tecnologie e del loro utilizzo); 5° fase: inserimento di immagini (scaricate da internet) scelte e selezionate da ciascun bambino. Anche in questa fase, la tecnica utilizzata è stata la simulazione: si è mostrato ai bambini il processo che successivamente loro hanno imitato; 45 .fest ebook 6° fase: inserimento dell’audio attraverso la registrazione. Questo processo è stato coordinato dai docenti utilizzando come strumento un mp3; 7° fase: consegna dei CD ai bambini, autori e protagonisti del processo. L’utilizzo di tale software ha consentito: 1. un maggiore coinvolgimento da parte degli alunni coinvolti nel processo di apprendimento; 2. acquisizione di competenze specifiche nell’utilizzo di alcuni programmi del computer (word, internet); 3. autonomia nei processi di elaborazione; 4. realizzazione di un prodotto finale con risultati apprezzabili, funzionali ed esteticamente validi; 5. elaborazione di tecniche di narrative utilizzate per la stesura delle storia. Tali obiettivi sono perfettamente coerenti con la fascia d’età dei partecipanti coinvolti in questa esperienza didattica (bambini di età compresa dai 3 ai 9 anni) che prevede un approccio ludico-esplorativo. “Si impiegano occasionalmente le nuove tecnologie, in un’ottica principale di learning with, finalizzata a valorizzare dimensioni generali della personalità: creatività, autostima, motivazione, piacere espressivo” (Calvani – Fini – Ranieri, cit., p.59) Il percorso realizzato in 25 ore ha interessato 15 bambini e due docenti (esperto esterno e tutor interno) ha avuto come obiettivo principale l’inserimento delle tecnologie in classe intese come supporto per stimolare e facilitare il processo di apprendimento. Il nuovo tipo di scrittura prodotta dai bambini ha comportato la realizzazione di un testo sinestesico corredato da immagini dinamiche, audio, utilizzati come mezzi espressivi. • Slide: http://www.slideshare.net/eBookFest/presentazione-ena • Bibliografia: http://www.anobii.com/ebookfest2010/books 46 tracce 2010 Utilizzo didattico delle ricostruzioni archeologiche in Second Life di Nicoletta Farmeschi Scuola primaria “L. Santucci” di Castel del Piano (GR) ------------------------------------------In una visione futuristica degli ebook, i testi digitali avranno potenzialità maggiori: si può immaginare facilmente una interattività molto più ampia di quella finora vista. Sicuramente sarà possibile non solo collegarsi ad un link di internet durante la lettura, ma anche visionare video, ascoltare brani musicali o una spiegazione supplementare del docente: perché no? Alcuni ebook contengono già questi elementi. In fondo da un libro virtuale quale l’e-book, soprattutto se scolastico, non ci si aspetta di certo, di avere solo la trasposizione del testo stampato, ma almeno la possibilità di interagire con la narrazione. Proporrà anche una lettura non lineare, sicuramente ipertestuale, legata più ad un concetto di mappa e non di successione, che potrebbe disorientare gli “immigrati digitali”, ma non certo di “nativi digitali”. Per chi frequenta i mondi virtuali (SL, AW…) non è difficile immaginare che in futuro prossimo, da un ebook sarà anche possibile “entrare” in un ambiente 3d che consentirà di “vivere” in prima persona ciò che i nostri alunni devono capire ed apprendere. Non è forse inutile spendere due parole a favore della didattica dei mondi virtuali, non troppo conosciuta, ma che si sta facendo avanti poco alla volta come un potente strumento: i docenti potranno utilizzarlo per consentire agli alunni di riappropriarsi di una concretezza che già a partire dalla prima, con l’apprendimento della lettura e della scrittura, viene a scemare gradatamente fino a sparire del tutto. Il valore aggiunto è proprio nella possibilità di “costruire la conoscenza” in modalità collaborative. Nelle mie classi da diversi anni sperimentiamo l’uso didattico dei mondi virtuali e questa dell’utilizzo didattico delle ricostruzioni archeologiche è una sola delle esperienze realizzate, forse una delle più semplici ma di certo è piuttosto significativa per capire a cosa possono servire i mondi virtuali. Anna Rita Vizzari l’anno scorso ha ricostruito una zona archeologica in un mondo 47 .fest ebook 3d promosso dall’Ansas di Firenze. Nella mia idea di avvio alla storia della classe 3°, una “visita” al suo ambiente era proprio l’ideale: infatti i bambini stavano apprendendo cosa si intende per “fonti della storia”, cosa sono i reperti archeologici, come vengono trovati e trattati dagli archeologi. In pratica stavano muovendo i primi passi confrontandosi con concetti non tanto semplici a questa età. Dopo una spiegazione sommaria tratta dal sussidiario siamo passati alla visita in Second Learning World, una piattaforma simile a Second Life, che, grazie ad Andrea Benassi è aperta alla sperimentazione di un gruppo di docenti, i quali vi lavorano silenziosamente dal 2009. In questa realtà virtuale i bambini visitano la zona dedicata ai giochi archeologici, partecipando attivamente al riconoscimento dei vari reperti ricostruiti in 3d e visitando la zona subacquea, che mostra come potrebbe essere davvero una ricerca sottomarina se fossero loro stessi degli archeologi. Vi sono anche gli strumenti che si potrebbero utilizzare. La “gita” è resa più interessante da una caccia al tesoro e da un museo carico di reperti con le note informative da studiare. Durante la lezione, l’entusiasmo dei bambini è alle stelle! Gli occhi sono concentrati sulle immagini della realtà virtuale sul videoproiettore, le orecchie “ben aperte” all’ascolto e il silenzio è interrotto solo dalle domande pertinenti o esclamazioni sorprendenti per i bambini di quell’età che mai potrebbero dal vero realizzare un’esperienza simile, documentata per questo in un video. È evidente che in questo caso la concretezza è alla base di una didattica efficace ed ecco che la ricostruzione di Anna Rita Vizzari non è un esempio di bravura in quella strana e nuova “disciplina” che si chiama “build”1, ma piuttosto un luogo da utilizzare nell’ambito dell’apprendimento della storia. Molti altri sono gli ambienti didattici che si potrebbero usare a questo scopo: a Scuola3d , il mondo di derivazione Active World, aperto a tutti i docenti dall’Istituto Pedagogico di Bolzano, ci solo Il parco della Preistoria, il Neolitico e il Paleolitico, la città dei Fenici, i Templi greci; a SecondLife, Stonehenge, il Colosseo e tante altre zone archeologiche che attendono solo i nostri alunni, e che sostituiranno ampiamente e senza rimpianti le scarne e talvolta insignificanti illustrazioni dei nostri sussidiari di storia. 48 tracce 2010 Conclusione Immaginiamo di avere tutto questo in un e-book: secondo voi è troppo? Per quanto mi riguarda, penso che la realtà dei testi digitali del futuro, supererà la fantasia! 1 Per build si intende la capacità di costruire oggetti 3d in SecondLife. • Slide: http://www.slideshare.net/eBookFest/utilizzo-didattico-delle-ricostruzioni-archeologiche-in-second-life • Video: http://www.youtube.com/watch?v=n9q5TRdEhaI • Sitografia: http://www.delicious.com/ebookfest/sitografia_mondivirtuali_Farmeschi Le mappe digitali nella didattica, tra testo e contesto di Maria Grazia Fiore Università di Foggia - BBN ------------------------------------------Questo contributo nasce sotto forma di mappa perché io… ragiono con le mappe, come acutamente hanno osservato alcune mie alunne qualche anno fa. Per non stravolgere la natura non-lineare del testo e rispettare le esigenze di sintesi della pubblicazione, ho conservato l’autonomia dei nuclei tematici attorno a cui si è articolato il mio seminario, riportandone i contenuti essenziali. Rimando alla versione nativa per una trattazione più approfondita. “Ragionare con le mappe” è un’eccezione? Secondo la teoria della Gestione Mentale di Antoine de La Garanderie lo stile di apprendimento individuale deriva da “abitudini mentali”, cioè da metodi inconsapevoli di lavoro, dipendenti dalle “abitudini evocative” che ciascuno mette in atto per codificare le informazioni, i messaggi, i contenuti di conoscenza da acquisire. Tali abitudini rappresentano il modo di codificare l’informazione percepita ai fini della sua preservazione. Privilegiate spontaneamente fin dall’infanzia, dipenderebbero da automatismi acquisiti secondo il modello del riflesso condi49 .fest ebook zionato e poggiano, in sintesi, su due tipi fondamentali di “supporto”: il primo è uditivo ed è rappresentato dalle immagini di suoni e parole “udite” con la mente; il secondo è visivo ed è costituito da immagini “viste” con la mente. È sempre possibile acquisire nuove abitudini evocative, indipendentemente dall’età. Gestione Mentale e processi di insegnamento/apprendimento Assumendo questa prospettiva teorica, emerge dunque il problema della diversità di procedure di Gestione Mentale tra chi insegna e chi apprende, che viene eventualmente preso in considerazione solo in caso di disabilità e inquadrato come “divergenza dalla norma”. Da ciò deriva che il supporto percettivo di cui si serve l’insegnante nella presentazione dell’informazione può agevolare o meno la comprensione e l’apprendimento, a secondo della sua somiglianza con la forma di evocazione dominante. Per contro, la forma di evocazione dominante influenza la forma di “restituzione” dell’informazione. Dunque lo studente che predilige il supporto visivo verrà facilitato nell’esporre le proprie conoscenze sotto forma di immagine grafico-pittorica, di schema o mappa, invece che sotto forma di esposizione orale (come invece si verifica per chi predilige il supporto uditivo). Pensiero visivo e apprendimento Nell’ambito della cultura occidentale, il pensiero visivo e le sue peculiarità nel processo d’apprendimento non godono di particolare considerazione, relegati nell’alveo di una fase propedeutica allo sviluppo del pensiero astratto e spesso ridotto a “ciambella di salvataggio” da lanciare a quest’ultimo quando è in difficoltà. Nel processo di rivalutazione (almeno a parole) di cui la comunicazione a base visiva sta godendo in questi ultimi decenni, un ruolo importante (anche se non sempre esplicito) lo hanno svolto teorie come quella delle intelligenze multiple di Howard Gardner e la diffusione (inizialmente soprattutto nell’ambito del knowledge management) della tecnica del mapping (e software annessi) per rappresentare la conoscenza attraverso mappe concettuali (Novak) e/o mentali (Buzan). Per chi si occupa di formazione in Rete, preziose indicazioni sono invece derivate da ricerche come quelle di Richard Mayer - relative a come rendere efficace una comunicazione didattica in ambienti digitali, evitando il sovraccarico cognitivo - o quelle di architetti dell’informazione come Peter Morville, sui prodotti visivi per la user experience. Personalmente, però, credo che tutte le teorie e le pratiche pensate da una mente “neurotipico” abbiano bisogno di un confronto e di un’integrazione con i suggerimenti che derivano dalle descrizioni di chi 50 tracce 2010 ha un pensiero visivo “puro” come Temple Grandin. In “Pensare in immagini”, l’autrice - autistica - ben descrive (soprattutto nel primo capitolo) una modalità di pensiero che procede secondo una logica associativa in cui le parole devono essere “tradotte” in suoni e immagini per essere comprensibili. Per chi si occupa di apprendimento, rendersi conto delle difficoltà insite nei processi di astrazione e simbolizzazione su cui si basano i percorsi di insegnamento/apprendimento tradizionali è un ottimo esercizio per cominciare a porsi il problema della scelta delle risorse visive per l’apprendimento e della loro pertinenza rispetto agli obiettivi che ci si è preposti e agli stili cognitivi individuali. Parole e immagini sullo schermo Nonostante il modello comunicativo della Rete sia ben lontano dall’essersi affrancato dal primato del codice verbale, è soprattutto grazie ai processi di formazione a distanza che si torna a parlare delle sinergie più adeguate tra testo e immagini nei processi di apprendimento. Ruth Clark sottolinea come nell’e-learning il punto di connessione principale con lo studente sia rappresentato dallo schermo. “Mentre le pagine sono vettori di testo di facile lettura, gli schermi usufruiscono di una minore quantità di testo e di più immagini. In supporti quali computer e video, ad esempio, la visualizzazione del contenuto è molto più importante rispetto ai supporti cartacei. Tuttavia, è importante integrare il testo con immagini pertinenti e non con immagini che distolgono dall’apprendimento.” Risorse visive per l’apprendimento Quando parliamo di significatività delle immagini rispetto ai processi di apprendimento, dobbiamo essere consapevoli dell’impossibilità di identificare in maniera univoca dei principi universali in merito, in quanto la scelta dovrebbe essere correlata agli specifici contenuti, agli obiettivi didattici che ci si propone e alle abitudini evocative degli studenti. L’analisi di Roland Barthes (2001) e la classificazione delle illustrazioni di Levin (1989; 2002) possono essere utilizzati (Ranieri, 2005, pp.136-144) come utili tracce teorico-operative per un utilizzo pertinente delle immagini nell’apprendimento, ivi inclusa una distribuzione non lineare del testo per evidenziare le relazioni tra i contenuti che lo strutturano. Tale distribuzione - di cui è un caso esemplificativo la mappa che state esplorando - rende esplicite le relazioni tra i contenuti dello stesso, elemento di particolare importanza soprattutto nei casi di neuroatipicità, in 51 .fest ebook cui è il problema è non tanto perdere quanto creare e mantenere “il filo del discorso”. L’elemento costante in tutte le ricerche che si occupano dell’argomento sono le comuni conclusioni circa l’inutilità delle immagini con funzione decorativa per potenziare/facilitare l’apprendimento. Per Barthes, l’interazione testo/immagine è fondamentalmente di due tipi: ancoraggio e ricambio. Nel primo caso, testo e immagine esprimono lo stesso messaggio rafforzandosi reciprocamente: l’immagine illustra il testo e quest’ultimo pilota la lettura dell’immagine; nel secondo tra testo e immagine esiste un rapporto di interdipendenza, tale per cui il significato è costituito dal risultato della combinazione di entrambi i codici. Levin classifica le immagini utilizzate nei testi per l’apprendimento secondo cinque funzioni. In quella decorativa, l’immagine ha un debole rapporto con il testo della pagina o non ne ha affatto (es.: un’illustrazione generica di un albero di pino vicino alla descrizione di un percorso di escursione) mentre in funzione rappresentativa, le immagini rispecchiano in parte o totalmente il contenuto del testo (es.: un’immagine che illustra esattamente illustra una scena descritta in un libro). Le immagini organizzative forniscono una struttura utile a cogliere i legami interni al testo (es.: un programma illustrato con le varie tappe di un’escursione o un’illustrazione che mostra i diversi step per effettuare una rianimazione cardiopolmonare) mentre le immagini interpretative contribuiscono a chiarire un testo difficile (es.: rappresentazione del sistema di pompaggio della pressione sanguigna). Le immagini “trasformazionali” comprendono sistematicamente una serie di riferimenti mnemonici per richiamare e migliorare la memorizzazione delle informazioni contenute nel testo. In tale maniera forniscono una struttura mnemonica grazie alla quale acquisire e organizzare informazioni. Possono essere utilizzate come supporto ad un testo scritto, in particolare per chi ha problemi di memorizzazione verbale. Esperimenti recenti dimostrano che il sistema porta a risultati migliori rispetto alle normali tecniche di studio testuale, soprattutto per quei casi nei quali si devono associare fatti a nomi astratti (classificazione delle piante, associazione nomi di persona-eventi). 52 tracce 2010 Il primato del testo a stampa nell’insegnamento L’apprendimento mediante testo a stampa ha acquisito sempre più importanza e centralità nei sistemi educativi contemporanei, grazie al vantaggio economico di poter riprodurre numerose copie di testi e di insegnare contemporaneamente a gruppi sempre più numerosi. Le conseguenze sono state ovviamente di ampia portata... Primato dell’apprendimento simbolico-ricostruttivo Il modellamento delle istruzioni formative su quello della forma-libro ha determinato il primato sempre più esclusivo di un modello di apprendimento incentrato essenzialmente sul libro e basato sullo sforzo di leggere, interpretare, capire e mandare a memoria per poi ripetere. Il che presuppone (ed impone) un’unica “gestione mentale” dei singoli, rinunciando e/o sottoutilizzando molte di quelle strategie conoscitive che naturalmente la nostra specie ha messo in atto nel corso della sua evoluzione. Ma le conoscenze sono rappresentate nella mente del soggetto con un’organizzazione tutt’altro che lineare... Inoltrarsi per vie mai battute... Scoprire che “ogni volta che qualcosa ha significato non c’è tipo di segno che possa essere escluso dal percorso interpretativo in cui tale qualcosa si colloca”, ci porta a riflettere sul disorientamento che proviamo quando i codici che diamo per universalmente condivisi vengono meno, come succede nel relazionarsi a persone con particolari deficit nella sfera comunicativa. Quasi fossimo portatori inconsapevoli di un modello di segno di matrice saussuriana - in cui significato e significante sono immutabili facce della stessa medaglia - pieghiamo il comportamento osservato ad una logica interpretativa “senza contraddittorio”, che attribuisce significati in base alla propria esperienza o ignora i segni che non riconosce come tali. Risulta allora più proficuo (se si vuole ampliare il nostro orizzonte interpretativo a “vie mai battute) porsi il problema che “interpretare un segno non vuol dire semplicemente identificarlo come quel segno previsto in un determinato sistema” [Ponzio, p.298] e considerare il significato - come ci insegna la semiotica di Charles S. Peirce - non come qualcosa sta nel segno ma nel rapporto tra i segni. Questioni da porsi e qualche esperimento... In questo ramo della mappa ho cui evidenzio qualche questione da tenere a mente sui contenuti affrontati e propongo qualche esperimento in cui ho cercato 53 .fest ebook soluzioni alternative ai testi a stampa per l’apprendimento. Rimando il lettore alla versione online per una fruizione significativa di questo nucleo tematico. • Bibliografia: http://www.anobii.com/ebookfest2010/books • Sitografia: http://www.delicious.com/ebookfest/sitografiaSEMINARIO_Fiore • Mappa su Mindomo: http://www.mindomo.com/it/view.htm?m=c760c86a7bcc42be8e78fd5f9333a2e6 Lab: una mappa, tanti itinerari. Prove tecniche di collaborazione tra editoria, scuola, università di Maria Grazia Fiore Università di Foggia - BBN ------------------------------------------Protagonisti, obiettivi, aree di azione Il progetto “Lab: una mappa tanti itinerari” nasce dalla collaborazione strategica tra ricerca accademica, scuola ed editoria digitale, al fine di sperimentare inedite modalità di ricerca-azione per la realizzazione di testi/contesti digitali di apprendimento digitali aperti ad una pluralità di codici e di stili cognitivi. In tale prospettiva si è provato – grazie ai mezzi ed alla connessioni umane e professionali generosamente messi a disposizione della Rete – ad intervenire in parallelo su tre grandi aree di azione: 1) quella della pratica di un processo di formazione tra pari dei docenti, secondo un meccanismo bottom-up, basato sulla condivisione di background professionali ed esperienze didattiche eterogenee (sia per ambito disciplinare, sia per grado di istruzione), nella convinzione che le buone pratiche formative offrano – con le loro caratteristiche intrinseche – una base di confronto e di discussione, di cui possiamo avvantaggiarci tutti; 2) quella del potenziamento dei meccanismi di comunicazione tra sistema educativo e più ampio contesto sociale, per rendere visibile tutto ciò che il nostro sistema formativo mette in atto, giorno dopo giorno, nelle aule scolastiche ed 54 tracce 2010 universitarie; 3) quella della sperimentazione di inedite modalità di collaborazione tra editori, autori e fruitori dell’editoria scolastica, che diano ragione di una “filiera” produttiva in mutamento grazie ad una infrastruttura comunicativa che ci sta costringendo a riformulare il senso di molte attività. L’individuazione di queste aree nasce dalla consapevolezza che molti mali che affliggono il nostro sistema educativo nascono proprio dalle barriere storiche tra gradi di scuola diversi e tra la scuola e la realtà sociale in cui è immersa. Un rapporto di incongruenza tra sistema educativo informale e quello formale/non formale (Orefice, 1995) che ha un’origine plurifattoriale e si perpetua grazie alla conservazione di approcci comunicativi e didattici inadeguati ad un mondo sempre più interconnesso e transdisciplinare. L’organizzazione “fluida” della piattaforma La base logistica del progetto è stata fornita da una piattaforma Moodle, ospitata sui server della BBN e integrata in maniera significativa attraverso l’embed di Google Docs e di feeds, al fine di renderla più dinamica e veloce in termini di aggiornamento dei contenuti. Quelle che in Moodle vengono definite “categorie dei corsi” rappresentano al tempo stesso degli “spazi” dedicati a specifiche attività ma anche degli “intervalli temporali”, delle fasi di sviluppo di una Comunità di Pratica, secondo quanto teorizzato da Wenger (2007). La preparazione della piattaforma e il coinvolgimento dei potenziali interessati hanno avuto avvio nel giugno 2009 mentre i progetti nelle classi e nelle aule universitarie si sono conclusi nel giugno di quest’anno. I prodotti frutto della sperimentazione saranno oggetto di pubblicazione una volta terminato il lavoro redazionale che riguarderà anche i contributi di chi ha supportato specificatamente la formazione tra pari – come Annarita Vizzari e Davide Mana – nonché i corsi universitari che hanno utilizzato le mappe come testo ma anche come contesto di apprendimento. Focus della sperimentazione portata avanti dai docenti Come si può leggere nel documento di sintesi elaborato in base alle richieste iniziali degli interessati alla sperimentazione, ai docenti è stato chiesto – a partire da un’esperienza significativa di apprendimento (esplorazioni del territorio, visite 55 .fest ebook guidate, esperimenti, ecc.) – di documentare il percorso formativo in corso, progettando e riorganizzando insieme agli studenti il materiale prodotto, attraverso mappe multimediali da modificare, integrare e/o collegare strada facendo. Questa modalità organizzativa è stata utilizzata fin dall’inizio per delineare tanto l’attività collettiva quanto quella dei singoli docenti, che sono stati affiancati dalla responsabile del progetto nella loro realizzazione. Si realizza così una formazione sul campo che permette all’insegnante di impadronirsi consapevolmente di tecniche nuove, applicandole direttamente nel suo lavoro quotidiano (qui e qui qualche mappa di esempio, utilizzata per condividere il processo organizzativo/progettuale di preparazione all’intervento didattico tra docenti e coordinatrice ). Perché usare le mappe nella didattica Le mappe digitali possono essere lette a video o stampate, sotto forma di immagine o testo lineare. Offrono un’integrazione plurisensoriale alla comunicazione verbale, tramite l’utilizzo di audio, video, immagini ed una disposizione dei contenuti che facilita la costruzione di uno sfondo integratore a livello cognitivo. Va sottolineato comunque che: – il potenziale didattico dell’utilizzo delle mappe in un’ottica di apprendimento significativo (e quindi non meccanico) si rivela nel processo di costruzione della mappa e non nell’imparare a memoria uno schema fatto da altri – i percorsi didattici che si concretizzano nella costruzione di mappe, risultano essere uno strumento di integrazione scolastica perché offrono proprio quello schema organizzatore delle informazioni indispensabile – in caso di disabilità cognitive – a sostenerne la comprensione, la memorizzazione e la rielaborazione. L’utilizzo di questo strumento nella didattica permette infine di sperimentare una nuova forma di testo digitale, attraverso cui dare organicità ai percorsi didattici oltrepassando la sequenzialità degli eventi e la gradualità dei contenuti, avvicinandoci così alla modalità con cui noi apprendiamo per esperienza nella realtà quotidiana. • Slide: http://www.slideshare.net/eBookFest/descrizione-mappalab • Bibliografia: http://www.anobii.com/ebookfest2010/books • Sitografia: http://www.delicious.com/ebookfest/sitografiaTAB_Fiore 56 tracce 2010 La folksonomy: certezza dell’incertezza di Andreas Robert Formiconi Università di Firenze ------------------------------------------La mia biblioteca è piccola ma ho dovuto etichettare gli scaffali se voglio avere qualche speranza di ritrovare i libri alla svelta. Stavo leggendo “Il Metodo” di Edgar Morin ma devo interrompere perché mi è arrivato un altro libro che voglio leggere subito. Ho quindi in mano il primo volume, “La natura della Natura”. Dove lo metto? In libreria l’avevo trovato fra i libri di sociologia ma appena mi ero messo a sfogliare i sei volumi, m’era parso che fosse più che altro un libro di filosofia. Quando poi ho attaccato a leggere i primi capitoli mi sono reso conto che stavo facendo il più brillante ripasso delle idee fondamentali della fisica che avevo studiato all’università. Dove mettere questo libro dunque? L’ho trovato nel reparto sociologia della libreria, mi è parso un libro di filosofia sfogliandolo, ci sto ripassando la fisica … Un libro meraviglioso e proprio per questo sostanzialmente inclassificabile. A pensarci bene, solo le banalità sono facilmente classificabili, e anche quelle non sempre. Ma a che serve alfine, classificare? Io sono un povero ignorante, non so. A me sembra in sostanza che serva solo per poter ritrovare i libri quando un pensiero me li fa desiderare. Ma non solo i libri, anche le cose in generale, le informazioni. Poi, quando ho trovato la cosa che desidero, che me ne faccio della classificazione? A quel punto la faccenda è un corpo a corpo fra me e la cosa, fra me e il libro. Mi irrita la pur amata biblioteca qui davanti a me, il libro sempre tra le mani. Mi siedo e mi abbandono ad una fantasia, un Gedankenexperiment. Ecco, immagino che quelli scaffali, vorrei dire di massello ma invece sono quelli del modello Billy Ikea, fossero di un legno di pasta impalpabile, plastica e compenetrabile. Allora mi alzo e li manipolo, come faccio con le figure su questo iPad, ma nello spazio. Sono ora un mago. Li prendo e li allungo quanto basta e li torco nello spazio in modo da raggiungerli agevolmente. 57 .fest ebook Afferro quello della filosofia e gli impongo una esse, così che incroci quello della sociologia. Ecco, su questa losanghina ci piazzo “La natura della Natura”. Poi mi rammento dei capitoli che stavo giusto leggendo e allora curvo gli scaffali in modo che ci passi anche quello della fisica. Fantastico. Ora inizio a respirare. Bello, mi dedico a questo stasera: disordino la libreria godendomi i significati che via via riscopro quando prendo in mano i libri. Mi ritrovo poi nella stanza ormai tutta piena di scaffali ramificati, come un merlo che occhieggia dentro un biancospino. Ma a che serve lo spessore di questi scaffali? Son sì trasparenti ma son troppi, mi confondo per i segni sovrapposti. E allora, che gli scaffali siano fili, tenui ma resistenti come quelli del ragno, e i libri vi stiano appesi come gli insetti catturati nella sua tela. Ecco là, “La natura della Natura”, all’incrocio di tre fili colorati diversamente, quello della filosofia, quello della sociologia e quello della fisica. Respiro al pensiero che quando riprenderò a leggerlo, altri fili magicamente lo intercetteranno, ogni filo un possibile nuovo accesso a quel libro. Ritrovare un libro, un’idea, sarà uno scherzo, mi basterà toccare lievemente tutti i fili che mi parrà giusto e questi convergeranno inevitabilmente su di lui, e magari anche su pochi altri. Potrò anche scoprire nuovi libri e nuove cose sfiorando i fili magici,uno qua, uno là, per vedere in quell’intrico accendersi cose e idee insospettate, e talora scoprendo che da vicino ognuna di quelle cose non è altro che addensamento di tela tessuta fra altre cose. Mi paiono quindi più piccole, cose-atomo, ma quando rimpicciolisco me stesso – non dimentichiamo che sono ora un mago – non capisco più a che scala mi trovi, parendomi le cosine cose e la tela sempre la stessa tela. Frattale dicono i matematici. La mia biblioteca è una tela frattale. La noosfera è una tela frattale. Appendice tecnologica Un piccolo sottoinsieme, pur grande, di quella tela sono magari i miei bookmark in Internet, indirizzi di siti web che mi interessano. I fili della mia tela magica, che come sappiamo hanno ciascuno un nome, ereditato dalle etichette sugli scaffali primordiali, sono le “tag” che ho assegnato ai bookmark. Se sto adoprando tali bookmark con un social network, come per esempio Delicious, allora quel 58 tracce 2010 sottoinsieme di tela è una Folksonomia. Un altro meno piccolo sottoinsieme, pur sempre grande, dei nodi di quella tela magica, sono tutti i siti web esplorati da Google. Le parole e le metaparole rovistate dai web spider di Google, chiamatele pure tag se vi va, sono sempre i fili della mia tela magica, della noosfera. Epilogo Un tempo dovevo costruire scaffali per poter ritrovare gli artefatti che rappresentavano le idee più importanti. Si impolveravano ed era tutto un ricostruire perché seguissero il mondo mutevole. Ora, posso lasciare che le rappresentazioni inverse di quelli artefatti, chiamateli pure ebook o come volete, vadano a sospendersi nella tela magica insieme a tutte le altre idee possibili immaginabili, il mio solo pensiero sufficiente a collocarli nel nodo giusto affiché io li possa poi rinvenire. • Video: http://www.youtube.com/watch?v=_yfSLFM45Jg&feature=related Serve ancora il libro di testo? Se sì, quale la funzione, la forma, l’utilizzo nell’era del digitale e di internet? di Cristina Galizia, Gianni Marconato e Mario Mattioli Membri del network “La scuola che funziona” ------------------------------------------Riflessioni a libro aperto Serve ancora il libro di testo? Se sì, quale la funzione, la forma, l’utilizzo nell’era del digitale e di internet? E’ lo stesso oggetto di 50, 30, 20, 10, 5 anni fa? Assolve sempre alla stessa funzione? Lo si usa sempre allo stesso modo? Vi è stata qualche evoluzione nella sua forma, nel suo contenuto, nel suo uso? Possiamo parlare di un uso attuale tipico? Se sì, quale è? Se no, come possiamo definire il LdT? Quale la funzione del LdT, la forma, l’utilizzo nell’era del digitale e di internet? 59 .fest ebook Da questi interrogativi, il Network La Scuola che Funziona ha cominciato una profonda riflessione sull’uso del LdT nella scuola, sulla didattica e sulle prospettive future che la diffusione delle tecnologie offre al mondo della scuola e dell’insegnamento-apprendimento. Il gran baccano che sta avvenendo, infatti, negli ultimi tempi intorno ai libri di testo per l’obbligo, con l’anno scolastico 2011 – 2012, di avere i libri di testo in formato digitale anche se in forma mista, solleva molte questioni: • quella del senso, oggi, del “libro di testo”; • quella della conversione in formato digitale dei contenuti; • quella di cosa voglia dire fornire una versione on line di un LdT; • quella delle prospettive future dei LdT considerata la maggior diffusione e il maggior accesso alle tecnologie. Il libro di testo – La discussione de LSCF Per libro di testo intendiamo quello che è oggetto di adozione formalmente deliberata dal consiglio di classe, quello la cui “adozione” è obbligatoria, quello che le famiglie sono obbligate ad acquistare e… quello che in più di una occasione rimane nuovo fino alla fine dell’anno scolastico. Per sondare il terreno e analizzare il valore che molti docenti conferiscono a questo strumento, LSCF ha lanciato ad agosto un sondaggio on line che ha ricevuto quasi 500 risposte. Le domande andavano dalla semplice registrazione dell’uso o meno del LdT in classe, all’indicazione di quali sezioni maggiormente utilizzate, al valore aggiunto o meno del LdT alla didattica, a giudizi di valore circa le alternative fornite dalle case editrici, all’individuazione di linee guida per un nuovo strumento da affiancare in classe e a casa. Il sondaggio ha avuto risposte molto variegate, ma su alcune questioni si sono verificate delle convergenze: • il LdT cartaceo viene ancora molto usato a scuola, anche se la maggior parte dei rispondenti affianca materiali online o scaricati dalla rete; • al LdT si rimprovera l’eccessivo costo rispetto al valore didattico (mentre l’eventuale faziosità o imprecisione sono in secondo piano); • il LdT cartaceo viene usato principalmente per i contenuti e gli esercizi, quindi come guida nell’insegnamento e luogo di allenamento per l’apprendimento; • il 40% dei rispondenti lamenta la rigidità del LdT nei percorsi didattici; • significativa la percentuale dei docenti (40/46%) che se non fosse obbligatorio, 60 tracce 2010 non adotterebbe il LdT cartaceo e volentieri lavorerebbe per la stesura di un proprio testo; • timore che la diffusione degli e-book aumenti il digital divide tra scuole attrezzate e non; • idea forte che “e-book” significhi riedizione in pdf dei contenuti cartacei. L’analisi del sondaggio, qui sopra esposta per sommi capi, è oggetto di un contributo pubblicato in un paper diverso. Parallelamente al sondaggio, nel Network (www.lascuolachefunziona.it) si sviluppava analoga discussione all’interno di un forum. La discussione “Serve ancora il libro di testo? Se si, quale la funzione, la forma e l’utilizzo nell’era del digitale e di internet?” si è svolta in pieno periodo feriale: dal 11 agosto al 9 settembre e si è sviluppata in 163 interventi con la partecipazione di 23 membri del network. In questo contesto di discussione il target e la tipologia dei membri partecipanti ha sbilanciato verso alcune posizioni: nel network, frequentato evidentemente da docenti che usano il web tanto per l’aggiornamento quanto nella propria didattica, le posizioni circa l’opportunità d’uso del libro cartaceo sono state più polarizzate, con una maggiore percentuale di chi afferma che il LdT cartaceo, seppur importante percorso lineare da cui partire, non può né costituire la guida della didattica, né non essere integrato, né non essere castrante: Basta libri di testo dai contenuti pre-cotti, belli e pronti, rigidi, che non stimolano a pensare, a costruire, intuire, dedurre..[…] Il testo digitale dovrebbe favorire il diverso approccio didattico Il digitale e internet hanno già cambiato in qualche modo le nostre didattiche (o ne hanno supportato, facilitato il cambiamento) … questa è la direzione in cui, secondo me, va pensato il nuovo LdT che a quel punto non sarà né un “libro” né “di testo” Bisognerebbe riuscire ad eliminare l’obbligo di comprare un libro di testo cartaceo, giusto per lasciare spazio a chi non vuole usarlo. E, commentando il sondaggio, Antonio Fini e Maria Grazia Fiore hanno scritto: Risulta chiaro che il libro di testo ancora si usa, più come male minore che come prima opzione [Ma vien da chiedersi]: quanto l’uso del LdT è dovuto 61 .fest ebook all’inerzia, all’abitudine e quanto alla non esistenza di valide alternative? L’e-book: cos’è? Come già scritto, nel sondaggio è emersa diffidenza o se non altro confusione circa l’e-book: la grande diffusione di contenuti in pdf ha distorto il dibattito, lo ha privato di energie e di interesse da parte degli utenti, che vedevano concretizzarsi davanti agli occhi la solita innovazione “retrò”. Per questo nel forum si è cercato molto di trovare strade da percorrere, di identificare le caratteristiche di un buon libro di testo digitale, di formulare delle proposte da presentare direttamente alle case editrici (alcune delle quali da anni producono materiali didattici senza interrogare minimamente docenti). Gli interventi si sono concentrati tanto sulla forma (intesa sia come caratteristica tecnica del supporto che sulla modalità di presentazione dei materiali) quanto sui contenuti. • Sulla forma caratteristiche tecniche: - formato aperto, adattabile a schermi di dimensioni molto differenti e ampiamente personalizzabile in lettura; sto pensando, ovviamente, all’ePub; - assenza di DRM proprietari e di qualsiasi accorgimento che limiti la fruizione e il passaggio da un dispositivo all’altro; - adozione di licenze come questa Creative Commons, che incoraggia la diffusione e la collaborazione; - apertura alla Rete, abbinando al testo vero e proprio una serie di servizi (approfondimenti, community, condivisione di risorse autoprodotte…) - pensati per promuovere un uso attivo e creativo del LdT. Interessante però anche quest’altra posizione a riguardo, che, considerata la provvisorietà di qualsiasi configurazione, destinata ad essere ben presto sorpassata da una versione diversa o migliore, pone l’accento maggiormente sulla partecipazione di tutti (docenti e alunni) alla costruzione del sapere, identificando in questa “democrazia” del sapere la vera innovazione tecnologica: “Il computer, quale congegno essenziale per la gestione e l’elaborazione dei dati nella vita privata e nel lavoro, si sta estinguendo. Le sue funzionalità sono disperse nella rete che è il substrato fondamentale sul quale cre62 tracce 2010 sce la noosfera. Il computer sta invece mutando in una varietà di congegni che rappresentano le porte per accedere alla noosfera… “ “evitiamo di cadere nella trappola della scarsità; […] quindi utilizzare le più ubiquitarie tecnologie che sia possibile, intanto avvantaggiarsi iniziando a produrre contenuti capillarmente, ognuno i suoi, dinamicamente, potendo continuamente correggerli, glocalmente: tutti li vedono ma ogni contenuto può avere la sua specificità… qui si ara con i buoi e da te con i cavalli… […] navigare nel mare dei wiki prodotti dagli insegnanti, scoprire, aggregare, distillare, indicizzare, taggare, linkare, riusare, migliorare.” “Un incubo per i grandi editori ma forse una succosa prospettiva…” costruzione e presentazione dei materiali “Credo il contenuto principale, il testo vero e proprio, dovrebbe essere un pacchetto scaricabile e fruibile offline (e per questo il formato epub è perfetto). Si potrebbero rilasciare aggiornamenti periodici, come con i software: finché sei abbonato aggiorni gratis, poi ti tieni l’ultima release che hai scaricato, che resta comunque tua” “non sarà semplice trovare l’equilibrio ottimale fra i diversi linguaggi e fra lineare e reticolare” “ciascuna scuola il suo wiki, tutti aperti, ogni insegnante mette i suoi contenuti, questo richiede competenze banali” “liquido vuol dire questo, le diatribe pdf-epub-quello-che-vi-pare sono inessenziali” “ Immagino quindi un LdT agile, costantemente aggiornato, estremamente usabile (anche in mobilità), molto ben strutturato, non dispersivo e sostanzialmente lineare. Attorno ad esso dovrebbe esistere una rete di servizi in grado di stimolare e supportare percorsi di approfondimento, riflessioni critiche, collaborazioni in rete, remix e creazione di materiali originali.” “Questo mi sembra uno spunto interessante. Un gruppo che si proponesse di mantenere costantemente aggiornato un insieme di conoscenze per uso didattico, quali caratteristiche dovrebbe avere? Quali spese dovrebbe affrontare e quali ricavi aspettarsi?” “Una prima idea sulla organizzazione: una direzione in cui siano rappresentati gli editori, ma anche enti culturali ed un nucleo fisso, con specifiche competenze professionali, in grado di reclutare ‘a contratto’ docenti 63 .fest ebook per svolgere lavori specifici e ben delimitati.” “La composizione della direzione dovrebbe dare una certa garanzia che il servizio non sia dettato unicamente dall’interesse economico di pochi, mentre il mantenimento di una rete di partecipazioni dal campo educativo permetterebbe una stretta aderenza alle esigenze concrete, un vivo contatto con le istanze di chi opera nella didattica.” “Ottima la prospettiva del LdT come “servizio”, non più come “prodotto”. Ottima l’idea dell’ interattività.” “ In Internet non c’è bisogno di scaffali.” • Sul contenuto: “Non si tratta più di una evoluzione del libro, inteso come insieme coerente di conoscenze, progettato da un ‘terzo’ per essere attraversato, ma della possibilità di organizzare il mare di informazioni in cui siamo immersi secondo un progetto educativo e formativo” “ non ho molta fiducia nel modello “grassroots” e nelle aggregazioni spontanee; mi sembrano più efficaci modelli misti, con comunità vaste e aperte, ma coordinate da qualcuno che sia in grado di dare ordine al caos creativo, che sappia indirizzare le tante energie disponibili all’interno di un progetto organico e condiviso” “Ecco come immagino il libro di testo nella scuola che verrà. Un libro cartaceo o virtuale (simile ad un ipertesto) suddiviso in 3-4-5 unità di lavoro, ciascuna delle quali affronta un grande tema con valenza educativa ed introdotto da una mappa concettuale interdisciplinare; ogni nodo rimanda ad approfondimenti nelle varie discipline che a loro volta rimandano ad attività per esercitarsi; ogni unità si conclude con attività miranti a valutare non tanto quante cose sa alla fine del percorso l’alunno, ma a cosa sa fare ora con quello che ha appreso: una specie di banco di prova in cui l’alunno dovrà mettere in pratica le sue conoscenze, catapultandolo in una situazione reale ben definita. Insomma, qualcosa simile ad un video gioco in cui ci sono diverse stanze da visitare.” Dunque posizioni diverse, ma tutte molto interessanti per le prospettive che aprono al mondo della scuola e al mondo del sapere in generale. L’e-book viene a configurarsi come un piccolo ambiente di apprendimento tascabile, come luogo stesso dell’interazione sia tra l’alunno e i contenuti, sia tra alunni stessi, una sor64 tracce 2010 ta di piattaforma con contenuti multimediali da attraversare e fruire in base alle esigenze individuali e alle modalità di apprendimento. È questo il valore aggiunto che la tecnologia della rete potrebbe conferire: questa è la direzione in cui, secondo me, va pensato il nuovo LdT che a quel punto non sarà né un “libro” né “di testo”. Libro di testo cartaceo VS e-book? No, non è assolutamente pensabile una dicotomia, un aut aut: la storia insegna che le innovazioni si sono da sempre affiancate alle vecchie attrezzature: impensabile un “badile” vs “aratro”! Piuttosto entrambe hanno dovuto ridefinire i propri ambiti e le proprie specificità d’uso, hanno dovuto ripensarsi alla luce dell’altra. Mentre nel sondaggio alle domande che chiedevano se la tecnologia avrebbe scalzato definitivamente il cartaceo la maggior parte dei rispondenti ha scelto l’item mediano (di fatto non preconizzando nulla), nel forum la maggior parte dei partecipanti non crede affatto che l’una debba esistere in competizione con l’altra, pur notando i vantaggi e gli svantaggi tanto della carta. Schematizzando gli interventi: Vantaggi LdT cartaceo Linearità Facilità di reperimento informazioni Facilità d’uso Non ha bisogno di supporti Ebook Modularità Fruibilità individualizzata Pluralità di percorsi Bassi costi Multimedialità Svantaggi Costi eccessivi Rigidità Contenuti che risentono delle linee editoriali Peso Ingombro Bisogno di ulteriori supporti Connessione e digital divide: rischio di incrementare la difficoltà di accesso al sapere Possibile “disorientamento” 65 .fest ebook Interattività Leggerezza Problematiche vecchie e nuove L’avvento/affiancamento dell’e-book, rideterminando oggetti (materiali e non) e con essi ruoli e professionalità comporterà indubbiamente la nascita o l’acuirsi di alcune problematiche: • Il digital divide: la situazione italiana, si sa, non è florida. Un sapere prevalentemente digitale che viaggiasse ovunque paradossalmente creerebbe nuove frontiere e disuguaglianze; • I costi: dovranno essere valutati e considerati anche i costi indiretti, quali l’impatto ambientale. Se è pur vero che la carta diminuirebbe a vantaggio dei polmoni verdi della Terra, l’informatizzazione dei contenuti presuppone incremento di supporti elettronici di lettura e con essi l’estrazione e lo smaltimento di minerali e sostanze tossiche. Il prezzo dell’e-book dovrà contenere e soppesare anche queste ricadute “l’aspetto del risparmio dei costi, già di per sé non trasparente: si risparmia sulla carta (e sul peso!!!) ma bisogna investire in tecnologia e oculisti, per non parlare dei consumi elettrici mai menzionati” “Sarebbe bello avere i libri gratis o quasi (è giusto però? me lo sto chiedendo, e non dico nei confronti di chi li scrive/produce, intendo proprio nei confronti di chi legge/studia). E non dimentichiamo che non sono solo autori ed editori a vivere sulla lavorazione dei testi: redattori, correttori di bozze, illustratori.. (escludendo prestampa, stampa, magazzino e distribuzione). [...] [Dobbiamo cercare ] strade che non impoveriscano il testo, riducendolo a dispense magari stupende da un punto di vista di contenuti e didattico, ma orribili per altri versi (grafica e iconografia solo per fare l’esempio più banale)” “La filosofia del peer-to-peer sta prendendo piede ovunque. Possibile che prima o poi non prenda piede anche nella scuola?” “Ci sono, poi, supporti che richiedono investimenti consistenti per essere sviluppati e che, per questa loro natura, difficilmente possono essere auto-prodotti. Ecco lo spazio per gli “editori” per quelle che qui sono state denominate “agenzie servizi didattici” (più o meno). In questo caso si può 66 tracce 2010 porre la questione del prezzo “giusto”.” • Il problema del copyright: come tutelare i diritti d’autore dei contenuti immessi in rete? “Come si può pretendere che chi ha fatto un acquisto non lo riproduca, per comodità propria e per altri usi non commerciali?” “Bisognerebbe prendere atto che non ci sono più quelle condizioni di scarsità in cui la legge del copyright aveva trovato giustificazione, secoli fa, al fine di far crescere la circolazione delle idee.” Content is king. di Mario Guaraldi Guaraldi editore - Univ. Carlo Bo di Urbino ------------------------------------------Non amo powerpoint, lavorare per slogan concettuali visualizzati su template omologanti non mi piace. Non ho una natura “sistematica”, sono banalmente un visionario. Per questo – e non per narcisismo – ritengo più utile, oggi, con voi, fare un po’ di autobiografia: per verificare quante e come le miei “visioni” degli ultimi 12/15 anni si siano concretizzate. E da questa verifica prendere spunto per orientarci nell’attuale Far Web, che rappresenta la fase della trasformazione digitale dell’editoria che stiamo attraversando con le nostre rispettive carovane. Comincerò dunque ricordando quel giorno – maledetto e benedetto – del 1996 quando, conclusa in maniera bellicosa le catastrofiche esperienze distributive con PDE e Mondadori, l’intero mio catalogo (ovviamente cartaceo) fu “espulso” dal sistema delle librerie italiane; ed ebbi la “fortuna” di tirare davvero le somme, senza equivoci amministrativi e inganni procedurali, su quale era stato realmente l’esito finale del lavoro editoriale della mia “seconda vita” ( la prima, quella fiorentina, si era conclusa bruscamente nell’estate del 1979 con l’omicidio 67 .fest ebook premeditato della prima Guaraldi Editore ad opera della P2, dietro la quale si nascondevano alcuni editori tuttora vivi e vegeti; e dunque non è ancora tempo di svelarne i retroscena…). Scoprii dunque, grazie a quella drammatica “resa totale” di tutti i miei libri per opera di Mondadori che la vendita dei vari titoli – il vero sellout – non aveva mai superato la soglia effettiva del 30% del distribuito nonostante la ben diversa “apparenza” dei tabulati di rendicontazione che testimoniavano una resa media esattamente inversa, del 30/35%! Fu una vera illuminazione: ciò significava che in tutti quegli anni io avevo beneficiato (sic) di un “credito occulto” del mercato pari alla differenza fra la resa finale effettiva del 70% e quella fittizia delle rendicontazioni: circa il 40% in più del vero sellout, che a quel punto dovevo “restituire”! Per un microbo editoriale come me, questo rappresentava “solo” qualche decina di milioni di vecchie lire (che pure rischiarono di farmi morire per la seconda volta…), ma pensate al credito occulto di cui stanno ancora beneficiando i colossi editoriale: e vi renderete conto di quale sia il vero problema del passaggio dal cartaceo al digitale! Se scomparisse di colpo il mercato della carta, i colossi editoriali sarebbero letteralmente seppelliti dalle rese del sell-in giacente ancora nelle librerie, con conseguente colossale crack finanziario! Ecco la follia del perverso meccanismo delle rese, che i distributori pretendevano di gestire, come camera di compensazione finanziaria, che anticipavo in una mia ormai lontana relazione a Berlino del febbraio 1998… Sono anni che mi ritrovo a gridare, come il bambino della favola di Andersen, che il re è nudo. Il sistema editoriale e distributivo italiano è in effetti caratterizzato dal rifiuto di “vedere” quella serie di clamorose illogicità e di sprechi su cui reggono in precario equilibrio gli interessi in gioco degli operatori del nostro settore. (…) E comunque, al di là dell’evidenza che il re sia davvero nudo, e persino al di là della diagnosi del perché lo sia (ciò che è controverso), gli effetti di questo stato di cose sono limpidamente sotto gli occhi di tutti. Si chiamano: • riduzione della vita media del libro a non più di 3/4 mesi, invasività di un mass-market di bassa lega ( che sfocia in una vera e propria bulimia di prodotti di massa appiattiti sulle mode); rarefazione dei librai “indipendenti” e nascita di catene oligopolistiche di librerie; 68 tracce 2010 • analisi della velocità di rotazione come vangelo nella valutazione dei titoli da “espellere dal mercato”; • marginalità delle esigenze espresse dal mondo universitario e di ricerca; • sbarramento degli spazi concessi agli autori esordienti di talento, ecc. Le conseguenze, in termini culturali (ma persino etici e morali), di questa serie di apparenti “questioni tecniche”, sono la morte annunciata dell’editoria di cultura e una omologazione culturale senza precedenti nella storia recente del nostro Paese. (…) Penso con un certo sgomento, mentre sfoglio certe mie “antiche” edizioni ancora composte a mano, e ne ammiro le sbavature dell’inchiostrazione o la pressione diseguale di certe lettere sulla carta ingiallita ai bordi, alla quantità di trasformazioni della tecnica editoriale cui ho assistito nella mia pur non lunghissima vita. Rivedo come fosse ieri i pacchi di piombo legati con lo spago, accatastati in attesa di una (sperata) ristampa nel corridoio che portava al mio ufficio. Quel cristallino rumore metallico, assordante ma non sgradevole, in Linotipia, dei caratteri che correvano dai serbatoi verso la camera di fusione del piombo! Quelle righe controllate al volo ancora calde da scottarsi le dita, imparando a leggere all’incontrario come Galileo! Non era una meraviglia? E i cliché di zinco? Le quadricromie di allora erano un miracolo di bravura: la messa a registro delle lastre, di per sé un’opera d’arte. Poi la fotocomposizione divorò le Linotype. Scomparse in pochi anni.. Una specie estinta in un fiat, come i dinosauri. Ma anche le grandi e complicate fotocompositrici avrebbero fatto la stessa fine: divorate questa volta da un affarino su cui nessuno avrebbe scommesso due lire, il Personal Computer, un giocattolo o poco più. Ricordo quel gennaio del 1984 (solo 14 anni fa? miodio…. [n.d.r. oggi 26 anni fa!] ) quando mi portarono in ufficio il primo Macintosh: che roba era quel topolino che faceva disegnare sullo schermo? (…) Oggi il destino mi riserva la sorpresa di essere uno dei primi editori italiani a cavalcare la cosiddetta “rivoluzione digitale”! Che diavoleria è mai questa che pretenderebbe, facendo libri virtuali, pubblicando online, stampando on demand anche solo poche copie, di im69 .fest ebook maginare un “modo diverso” di produrre e soprattutto di distribuire i vecchi, cari, irrinunciabili libri di carta? Tutti voi che mi ascoltate sapete benissimo su quali fondamenti si basa questa possibile rivoluzione. Sono essenzialmente tre: •la possibilità di promuovere, prenotare, consultare e acquistare le novità librarie via Internet; •la inedita economicità – grazie alle nuove macchine da stampa digitali – delle piccole tirature a misura del prenotato, soprattutto per le ristampe, le pubblicazioni scientifiche, le ex-dispense universitarie; •la verificata esistenza di ampie nicchie potenziali di edizioni on demand, anche per l’editoria scolastica. Che tutto questo possa essere vissuto come “minaccia” per gli interessi in gioco (soprattutto di intere categorie messe a rischio di estinzione come ad esempio i promotori di libreria o i propagandisti di scolastica) è facilmente comprensibile. (…) Ma le potenzialità di razionalizzazione produttiva e soprattutto distributiva del libro basate sulle nuove tecnologie digitali in abbinamento con il web (permettetemi di sottolineare questo aspetto: non è tanto la rivoluzione digitale in sé ad avere effetti dirompenti, quanto il suo potenziale abbinamento con le caratteristiche del nuovo medium Internet) non rappresentano affatto una minaccia, sono caso mai una sfida che occorre raccogliere e vincere nell’interesse di tutti. Anche se ciò comporta, da parte dei grandi gruppi italiani, una non semplice fase di transizione rispetto agli interessi – soprattutto finanziari – dello status-quo legati soprattutto a quella mole ingente di “finto” fatturato che aleggia sui punti vendita come una gigantesca riserva di credito occulto in attesa della parziale restituzione in forma di resa. E d’altra parte, obiettano editori e librai, solo una presenza massiccia di copie in libreria rende possibile quella “vendita d’impulso” che garantisce i grandi numeri del venduto: giocoforza il libraio deve poter rendere l’invenduto! Come si vede, l’analisi era già chiarissima ben 12 anni fa! Voi mi permetterete di continuare questa autocitazione proprio per dimostrare come la “cecità” del sistema editoriale italiano fosse “colpevole”: non era infatti difficile “prevedere” il cambiamento agli esordi, difficile era caso mai accettare di riconoscere il 70 tracce 2010 fatto che la logica della massimizzazione del profitto producesse dei danni irreversibili alla circolazione della cultura. Al punto che azzardavo una definizione conclusiva: proprio la politica di occupazione degli spazi disponibili sui banchi delle librerie da parte della produzione di massa scalza inevitabilmente la produzione di ricerca e di cultura a limitata diffusione e implica livelli di spreco produttivo che superano abbondantemente il 50% della tiratura iniziale. Cominciamo col dire, allora, che le potenzialità legate alla rivoluzione tecnologica digitale e a Internet invertono clamorosamente la tendenza omologante e favoriscono non solo una inedita capacità di documentazione, di ricerca e di confronto fra culture diverse senza precedenti nella storia; ma anche la visibilità e la legittimità di “nicchie” fino a ieri non comunicabili, e comunque aggregate da interessi spontanei molto articolati . (…) Certo, può sembrare una ubriacatura questa di Internet, ma tutti noi sappiamo bene che non lo è . Nessuno può dire di sapere cosa ci riserverà un futuro sempre più valutato in termini di mesi più che di anni: ma possiamo diagnosticare con certezza che l’assetto attuale sarà spazzato via, e che dunque “vale la pena” sperimentare tutte le possibili alternative: vinca la migliore. Dicevamo, razionalizzazione produttiva: “produrre libri senza sprechi e senza costi di magazzino”, come recitano gli slogan dei produttori di hardware! È vero che, oggi, il libro di ricerca a bassa o minima tiratura ridiventa possibile in termini economici, una salvezza per i piccoli editori. E, nient’affatto teoricamente, ogni insegnante potrebbe – nel quadro della propria “autonomia didattica” – realizzare e stampare il proprio libro di testo! Ma io sono personalmente certo che anche i grandi complessi editoriali e il sistema delle librerie avrebbero in realtà tutto da guadagnare da questa potenziale “rivoluzione”. “Promuovere, prenotare, consultare e acquistare” in rete non significa mettere in discussione il sistema delle librerie o peggio ancora attentare all’esistenza stessa di questo segmento di mercato. Significa caso mai reinventare un modo di essere proprio della libreria e della sua organizzazione interna, in rapporto alle logiche “altre” dei grandi magazzini, dei chioschi di giornali, del sistema bibliotecario. 71 .fest ebook Citerò a puro titolo di esempio – anche perché lo stiamo già sperimentando in collaborazione con uno dei grandi gruppi editoriali italiani, la Rizzoli – il recupero potenziale delle mancate vendite di molte migliaia di titoli importanti, non più disponibili sul mercato perché esauriti o messi fuori catalogo. Un semplice computer collegato a Internet, messo a disposizione della clientela, nelle librerie, può consentire ai lettori di ordinare, on demand, con stampa digitale (anche personalizzata col nome del cliente e/o della libreria!) i titoli non più disponibili. Ciò significa letteralmente “risuscitare” un fatturato potenziale valutabile in molti miliardi all’anno, considerando le code di possibile vendita sia delle novità che del catalogo, cui oggi l’industria editoriale rinuncia in relazione al velocissimo turnover delle novità e alla pratica della macerazione a fine anno dell’invenduto, sia per ragioni di spazio fisico che, in Italia, di ordine fiscale. Lo stesso “mass-market” – nemico giurato, come abbiamo visto, della produzione “culturale” –, si troverebbe paradossalmente avvantaggiato dalla “compressione” dell’intera produzione colta e di nicchia dentro i 50 centimetri di un computer messo a disposizione del pubblico, in tutte le librerie e in tutte le biblioteche, per ordini digitali “on demand” evadibili nello stesso lasso di tempo oggi richiesto per l’approvvigionamento fisico dal magazzino periferico o centrale del distributore. E sempre per stare sulle esigenze del mass-market, l’economicità della stampa digitale come “pre-print” di sondaggio e prenotazione, prima dell’investimento in centinaia di migliaia di copie, significa ripensare in modo molto concreto al martketing editoriale oggi arroccato su banali confronti statistici con le vendite pregresse di prodotti analoghi . Così come estremamente avvantaggiato da una informazione permanente e interattiva on line su Internet risulterebbe il rapporto, che considero fondamentale, con il sistema bibliotecario e con il mondo universitario nel suo complesso per l’approvvigionamento delle novità e l’adozione in tempo reale. Come si vede, già 12 anni fa mi azzardavo ad indicare la “centralità” del Sistema Bibliotecario mondiale e la necessità di una re-invenzione dei sistemi distributivi del libro, per la sopravvivenza del libro di cultura: Oggi, in Italia, le Biblioteche si riforniscono, senza alcuna regola, indifferentemente dal libraio “sotto casa”, dai grossisti o direttamente dagli 72 tracce 2010 editori, secondo una logica di autonomia che nasconde solamente piccoli traffici di sconti e di interessi corporativi. Il bibliotecario stesso si configurerebbe come potenziale “editore” dei reprint di testi rari o fuori diritti conservati presso la propria Biblioteca. Più delicato, ovviamente, è il problema dei grandi gruppi distributivi: eppure, anche in questo caso non è difficile pensare che potrebbero diventare protagonisti reali di un nuovo modo di concepire la diffusione del libro trasformandosi in grandi agenzie interattive se non addirittura in terminali di stampa digitale in collegamento permanente con le case editrici. Di fatto costa certamente meno l’acquisto e la gestione di una sofisticata macchina digitale per la stampa da remoto degli ordini che non la costruzione e la gestione di molte migliaia di metri quadri di magazzino! E se tutto questo può apparire vagamente “futurista” – anche nel senso “marinettiano”, non solo di futuribile –, non lo è affatto la serie dirompente di effetti che sta provocando la riduzione consistente dei costi per le piccole tirature e la competitività legata alla nuova dimensione europea del mercato librario, fra non molto basato anche fisicamente sull’euro, la moneta unica europea. La sempre crescente propensione agli acquisti online pone problemi comuni a tutti i paesi membri: già oggi le legislazioni sul diritto d’autore appaiono decisamente obsolete, e la necessità di una riforma a base europea, unificante i sistemi editoriali di tutti i paesi della Comunità, è ormai reclamata dai fatti. La ricerca e la sperimentazione in questa prospettiva sono davvero una necessità urgente. Facciamo dunque tutti un grande sforzo di fantasia per ridisegnare il volto dell’editoria europea di domani. Virtuosa e virtuale. La fantasia al potere, questa volta online, non è davvero un’utopia. Che non fosse un’utopia lo dimostrano gli avvenimenti di questo ultimo periodo, in cui alla “cecità” di quegli anni non tanto lontani è subentrata la dissennata rincorsa delle conseguenze di una metamorfosi annunciata, che è sotto gli occhi di tutti. Una sorta di nuovo Far Web, con carovane lanciate alla conquista dei grandi e fertili territori dell’ebook: ma molti di questi nuovi coloni perderanno lo scalpo prima di giungere alla meta. Una meta che passa per una ridefinizione delle regole e dei concetti che regolano il commercio della cultura, a partire proprio dal copyright. Per questo lancio in 73 .fest ebook questa sede l’unico appello ragionevole per il futuro: convocare una grande Costituente per una nuova economia del Libro che metta insieme tutti i protagonisti della vecchia e della nuova filiera editoriale, a partire dalle professionalità a rischio di estinzione. È questo il compito di studio, di analisi e di propositività creativa che noi stiamo svolgendo in questo nostro eBookFest di Fosdinovo; è questo il compito che le “vecchie” Associazioni di categoria come l’AIE non sono state capaci di assolvere. Dispositivi digitali, lettura, lettori, scuola di Marco Guastavigna IIS Beccari di Torino ------------------------------------------Dei “libri digitali” a scuola non si discute. Gli insegnanti hanno altre priorità, tra cui quest’anno si colloca anche una pseudo riforma delle superiori. Le case editrici tradizionali hanno messo in campo diverse tipologie di versione “mista” dei libri di testo: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”, direbbe il principe di Salina. Poiché per gli strumenti digitali implementano ormai veri e propri modelli di rapporto con le informazioni e con le conoscenze, è bene che noi insegnanti ne confrontiamo le caratteristiche operative, cognitive e culturali con quelle della tradizione, per essere parte attiva di un eventuale, futuribile, dibattito. 1. Atteggiamento tradizionale verso la conoscenza Libri, scaffali, librerie, pubbliche biblioteche e così via: fruiamo da molto tempo di oggetti materiali, distinti, separati, compresenti. La portabilità complessiva dei loro contenuti è a carico della mente; il rimando tra i singoli oggetti (note, citazioni, bibliografie) è a carico degli Autori, ma un loro richiamo attivo è invece a carico dei Lettori; l’indicizzazione è molto parziale e superficiale; la strategia più economica ed efficace per “conoscere” è tesaurizzare le informazioni e gli apprendimenti. 74 tracce 2010 2. Ebook reader e atteggiamenti di conoscenza Possedere ebook reader significa disporre di meta-oggetti materiali, contenenti oggetti immateriali, integrati, ma sovrapposti. I contenuti sono indicizzati in misura molto rilevante; il rimando e il richiamo tra gli oggetti (Link, Url) è a carico degli Autori. Si può ipotizzare una portabilità complessiva a carico del meta-oggetto e che il “conoscere” possa quindi disporre anche di consapevoli strategie per il reperimento contestuale dei contenuti. Un tipo particolare di reader, Kindle, è inoltre portatore del Free Global Wireless, ovvero considera Internet estensione ordinaria dell’Atto di Lettura, non solo come acquisizione di nuovi ebook, ma anche come ricerca su Wikipedia e Google, e – da ultimo – anche come navigazione. 3. Tablet e ibridazione culturale Il settore è attualmente dominato da iPad, ma sono in cantiere numerosi nuovi prodotti, anche con costi più ridotti, destinati a proporre un’integrazione ergonomica ed incrementabile tra fruizione di media, navigazione, comunicazione digitale evoluta ed elaborazione intellettuale (in gergo, “produttività personale”) costruendo un primo profilo di una presenza culturalmente attiva nell’universo digitale. 4. Monitoraggio semantico Da Google Books e Google Desktop a Spotlight, da Delicious ai tag, fino al concept cloud, siamo di fronte a un monitoraggio semantico in costante progress quantitativo, qualitativo e strutturale, che sempre più si applica non solo al web, ma anche a contenuti personali, prodotti o acquisiti, e a contenuti tradizionali. Non sappiamo come andrà a finire la battaglia giuridica sulla questione della digitalizzazione dei libri sponsorizzata da Google. Certo, però, l’idea di applicare alla cultura tradizionale “predigitale” le modalità di indicizzazione che ancora adesso (nonostante la possibilità di compiere ricerche per parole-chiave anche sui file presenti sul nostro PC) tendiamo a considerare caratteristica esclusiva dei contenuti “Internet natives”, apre prospettive operative e di rappresentazione mentale della conoscenza che meritano molta attenzione. Sarà possibile infatti concepire passato e presente della cultura come un insieme unico, fatto di contenuti ad alta reperibilità semantica, innescabile con modalità diverse e integrabili tra di loro. 75 .fest ebook 5. Atteggiamenti di “conoscenza digitalizzata” maturi Cosa significa conoscere efficacemente nell’epoca della diffusione dei dispositivi digitali e della dipendenza da essi? Significa puntare alla fruizione critica di media integrati; poter affidare la portabilità complessiva dei contenuti al supporto e alla rete; contare in qualsiasi momento su efficaci attività di ricerca e di reperimento, sostenute da diverse chiavi di facilitazione semantica; attuare quasi costantemente il passaggio da “Lettore” ad “Autore”, se non sempre di contenuti, certamente di percorsi. Significa però anche, per non rinunciare ad integrare facilità di accesso e disponibilità a complessità e profondità delle conoscenze, saper mobilitare all’occorrenza competenze di validazione della pertinenza dei contenuti raggiunti o ricevuti. 6. Il lettore evoluto Qual è quindi l’obiettivo della scuola? Sia gli insegnanti, in primo luogo, per ragioni intellettuali e professionali, sia gli studenti, devono divenire lettori evoluti, in grado di accostarsi con intenzioni culturalmente significative e consapevoli alle pubblicazioni sia tradizionali sia digitali, nonché alle implicazioni operative e cognitive dell’uso delle une e delle altre, in funzione del variare degli obiettivi e dei contesti di conoscenza. • Slide: http://www.slideshare.net/marcoguastavigna/dispositivi-digitali-lettura-lettori-scuola Un eBook da leggere sottacqua. Il testo digitale nella formazione e nella didattica: potenzialità e nuovi scenari di Maria Guida Liceo Scientifico “G.Salvemini” di Sorrento ------------------------------------------Lentamente anche nelle forme di istruzione più formali si fa strada la concezione che l’idea di insegnamento inteso come semplice trasmissione di informazioni 76 tracce 2010 è inadeguata. Per contro si evidenzia l’efficacia di un apprendimento esperienziale, situato, cioè manipolativo e legato al contesto dove il docente, non più erogatore d’informazioni a studenti passivi, diventa sceneggiatore di esperienze didattiche attivamente vissute e la conoscenza che ne deriva è il prodotto di una costruzione attiva del soggetto. I mondi virtuali tridimensionali consentono di realizzare ambienti di apprendimento che hanno proprio queste caratteristiche anche in quelle situazioni in cui, in un contesto reale, ciò non è possibile o è rischioso o irrealizzabile. Costruire un ambiente siffatto è stato lo scopo delle sperimentazioni didattiche da me condotte in Second Life a partire dal 2007 e rivolte inizialmente ad un’utenza adulta. Si è trattato di una serie di esperienze che mi hanno portato a scoprire in progressione, oltre all’alto potere di coinvolgimento dei mondi virtuali 3D, tre loro caratteristiche peculiari per l’insegnamento (interazione, immersione e condivisione), attraverso le tre fasi dei miei corsi di fotografia. Il mio primo corso, benché strutturato ancora in maniera tradizionale, mi ha fatto scoprire il senso di presenza che può dare il mondo 3D, cioè sentirsi presenti nello spazio circostante e interagire con esso ma anche sentire la presenza di altri “qui ed ora”, premessa ideale affinché l’apprendimento avvenga in un contesto sociale mediando significati attraverso l’interazione con altri. Nel secondo corso ho deciso di dare veramente pochissime nozioni tecniche, quasi solo come si scatta, per partire immediatamente e viaggiare nello spazio e nel tempo. Tra le tante possibilità ho scelto un salto indietro nella storia, conducendo gli studenti a fotografare la reggia di Versailles, una bella ricostruzione del palazzo e degli arredi, indossando un costume d’epoca mentre il salto nello spazio che ho scelto è una meta da sogno: un’isola tropicale con tanto di palme e sabbia rosata. Sentirsi realmente trasportati nello spazio e nel tempo, sentirsi immersi in un’altra epoca e in un altro ambiente posso essere validi ausili per uno studio della storia e della geografia che non sia basato soltanto sul ricevere informazioni attraverso un canale verbale. Esistono anche splendide simulazioni scientifiche che consentono di studiare dal di dentro situazioni e fenomeni non raggiungibili nella vita reale a o che presentano problemi di sicurezza e di incolumità. L’ultimo step di questo primo ciclo di lezioni è stata l’esperienza de “La Camera Chiara” comunità di apprendimento di fotografi in Second Life che si è incontrata 77 .fest ebook settimanalmente per sei mesi condividendo conoscenza e trucchi del mestiere e dimostrando che il senso di presenza e di immersione, tipico dei mondi virtuali, dona un valore aggiunto anche alle comunità di pratica. E veniamo al lavoro più recente, la ricostruzione di un fondale marino interattivo… Per imparare la biologia marina in maniera esperienziale e situata occorrerebbe far immergere gli studenti in aree marine ricche di flora e fauna, probabilmente in aree protette e ad una certa profondità. La ricostruzione dell’ambiente naturale in un mondo virtuale tridimensionale elimina ogni problema e, grazie al suo aspetto così simile ad un videogioco, ingaggia gli studenti a sperimentare oggetti interattivi e ad imparare dall’interazione con essi. L’attività consiste in una caccia al tesoro in fondo al mare in cui, tappa dopo tappa, medusa dopo poseidonia, si apprende la biodiversità e si possono perseguire gli obiettivi di favorire negli studenti lo sviluppo di una coscienza ecologica e di renderli consapevoli che la tutela del patrimonio naturale è necessaria. Concretamente lo studente si immergerà nell’ambiente 3D e interagirà con oggetti che sono la riproduzione di specie animali e vegetali reali. Cliccando su ciascun oggetto si aprirà di volta in volta un piccolo file di testo, una pagina web, una immagine da cui lo studente trarrà informazioni di biologia. Solo se le avrà comprese potrà rispondere correttamente alla domanda che gli verrà posta e così procedere alla tappa successiva. Il percorso può essere strutturato a vari livelli di difficoltà e prevede una variante in stile CLIL, con uso veicolare della lingua inglese per apprendere contenuti scientifici. Naturalmente le domande non servono per valutare lo studente ma per stimolarne la curiosità e per spingerlo a cercare risposte nell’ambiente circostante. C’è posto per il libro in un percorso del genere? Secondo me sì ma solo se esso è capace di cambiare pelle, di re-mediarsi, diventando un oggetto virtuale consultabile all’interno dell’ambiente virtuale di apprendimento. Allora sì che il libro, con la sua funzione di raccolta e riepilogo e precisazione delle informazioni ottenute in situazione, può svolgere l’utile compito di fissare e rinforzare l’apprendimento. 78 tracce 2010 eBook in formato ePub: l’esperienza del corso UniTuscia eBookLearn di Francesco Leonetti Università della Tuscia ------------------------------------------Vorrei parlarvi di ebook per come li spieghiamo nel nostro corso online UniTuscia EbookLearn. Intendiamoci. Un ebook non è il file che si scarica online, si carica sulla pennetta USB e ci si scambia via email. Quello non è un ebook, bensì il file di un libro. Molto probabilmente un file del genere è in formato PDF o .DOC. Un file PDF è un libro liofilizzato. Viene scambiato per via digitale, ma poi fruito e usato eminentemente per via analogiche, su stampanti a getto d’inchiostro o laser se gli va bene. Proprio come la minestrina liofilizzata Knorr, a cui basta aggiungere un po’ d’acqua per farle assumere la rassicurante fisicità che è propria della minestra. Provate a visualizzare un file PDF su un dispositivo per la lettura di ebook, ad esempio su un Kindle, Neobook, eccetera. Vi accorgerete come la minestra non venga bene, perché il PDF non riesce ad adattarsi alle caratteristiche del dispositivo chiedendo solo una morte: la stampa. La solita triste minestra. L’e-book, per essere tale, non è sufficiente che sia rappresentato solo da contenuto digitale, ma prevede che la sua fruizione avvenga attraverso un dispositivo di lettura che nel suo insieme rappresenti un sistema “contenuto-interfaccia” che soddisfi i requisiti di mimicità e autosufficienza. Dove con mimicità si intende il mutuare comportamenti e funzioni attese ad un libro e con autosufficienza che non si debba sentire il bisogno di altro per una corretta e completa fruizione del libro. Un libro in formato PDF non è un ebook, perché non può essere fruito correttamente su un dispositivo dedicato, ma è più spesso visto sul computer con Acrobat Reader, con un’interfaccia scomoda che nulla ha a che fare con l’esperienza tipica di lettura di un libro (manca dunque la mimicità) e inoltre non è autosufficiente perché spesso fa esclamare: “si può stampare?”. 79 .fest ebook Un ebook è un sistema costituito da tre principali componenti: contenuto-formato-dispositivo Il contenuto deve essere digitale, ma non in un formato qualsiasi, bensì un formato che meglio sfrutti caratteristiche e peculiarità del dispositivo che, con la sua interfaccia, rende possibile la fruizione vera e propria del libro. Quando leggiamo un ebook, stiamo di fatto usando il risultato di questi tre componenti, tutti di fondamentale importanza. Il formato PDF non è stato pensato per sfruttare le caratteristiche di un dispositivo digitale, ma piuttosto quelle di una stampante. Insomma, avete capito che PDF proprio non mi piace quando riferito ad un ebook. Sto cercando di fornire argomenti obiettivi e tecnici, se non vi sembrano sufficienti provo con quelli emozionali. La sigla PDF non ricorda quello di un partito politico fallimentare? :) Quale formato dunque risponde meglio ai requisiti che definiscono propriamente un ebook? Naturalmente ePub. Non sentite anche nel suono un significato più positivo e convincente? Non sentite evocate atmosfere da serate con buoni amici? “Dai, andiamo a leggerci un libro all’ePub!”. Ok, questa era la carta emozionale. Potrebbe non bastare, dunque passo alla trattazione tecnica e scientifica del perché ePub, quando si parla di ebook, è meglio. ePub, come è noto, è definito da IDPF (International Digital Publishing Forum), e sfrutta vari standard (simile a SCORM per certi versi) nel definire un formato aperto, non proprietario per la rappresentazione di un ebook. Il formato si preoccupa di definire almeno tre aspetti dell’ebook: il suo contenuto, il suo stile, la sua struttura, composizione e metadatazione (l’indice, per semplificare). Il contenuto viene definito attraverso lo standard XHTML. Lo stile e l’aspetto attraverso lo standard CSS. La struttura e metadatazione attraverso specifiche XML. Dunque abbiamo: XHTML, CSS e XML. Ma… questo è il web! È proprio questa la forza dirompente insita nel formato ePub. E’ un formato web. Liquido, adattativo, capace di essere visto bene da un classico browser, così come da dispositivi dedicati come ebook reader o tablet generalisti quali iPad. Anzi, non è un caso che Apple abbia scelto proprio il formato ePub per rappresentare i contenuti della libreria iBooks. Il formato web dell’ePub consente anche di esplorare forme alternative con cui 80 tracce 2010 parti del contenuto possano essere rappresentate. Ad esempio, si può pensare di affiancare al testo non solo la semplice immagine, ma anche un video. Attraverso un meccanismo definito dall’ePub denominato: “fallback”, sarà l’ebook stesso a decidere, in base alle potenzialità del dispositivo si cui in quel momento sta girando se mostrare il video oppure, se questo non è supportato (come nei dispositivi a tecnologia e-ink attuali) un contenuto alternativo definito dall’autore, ad esempio un’immagine. Se siete curiosi di aprire un file ePub, smontarlo e vedere come è fatto, non dovete fare altro che rinominarlo cambiando l’estensione da .epub a .zip. Scomprimete quindi lo zip e aprite la cartella che avrete ottenuto. Troverete, nella maggior parte dei casi, una cartella chiamata “OEBPS” al cui interno sono collocati: - i file con estensione .htm che rappresentano i contenuti veri e propri, le pagine del libro; - un file .css che definisce lo stile e l’aspetto delle pagine; - un file con estensione .opf che definisce attraverso XML i metadati e la composizione del libro; - un file con estensione .ncx che definisce attraverso XML l’indice del libro. Potrebbe esserci una cartella “img” per eventuali immagini e in generale media utilizzati e riferiti nelle pagine .htm. Trovate inoltre una cartella “META-INF” in cui c’è un unico file: “container.xml” il quale serve ad indicare dove si trova il file .opf che definisce la composizione dell’ebook (contenuto nella cartella OEBPS). E infine il file “mimetype” che definisce il mime-type del formato epub. Tutto qui. Se sapete realizzare pagine web, allora non avrete molti problemi nel realizzare ePub. Se poi non volete impelagarvi con codici e tag, la via più rapida per produrre un ePub è scriverlo in Word e poi convertirlo in formato ePub con Calibre. Non dovrete fare altro che attribuire nel documento Word i giusti stili “Heading1″, “Heading2″, etc. per indicare le voci dei capitoli. Ci penserà Calibre ad interpretarli e tradurli nel rispettivo indice in formato ePub. Salute! 81 .fest ebook Ebook interattivo “Atlante Areale”: segni e parole come metafore attive di Ugo Locatelli Artista e formatore ------------------------------------------Se le porte della percezione fossero liberate, ogni cosa apparirebbe all’uomo come in effetti è, infinita. William Blake Qualsiasi cosiddetta realtà è molto più incerta di quanto appare: la nostra visione non è una semplice immagine di ciò che si trova fuori di noi, ma viene anche determinata dal nostro ‘mondo interiore’, dai processi mentali ed emozionali attraverso i quali osserviamo e costruiamo il reale. “Areale” è un termine che generalmente indica, come aggettivo o sostantivo, la natura o l’identità di una certa area. Per l’autore diventa, dal 1997, un laboratorio nel quale l’a-reale è un campo sensibile e sfumato tra reale e irreale, in cui l’apparenza visibile è la superficie di una profondità. Nel sito www.areale.it si trovano informazioni sul percorso fino ad oggi. L’Atlante areale, realizzato tra il 2006 e il 2010, è una rete viva di legami fra i testi visivi, verbali e sonori che lo costituiscono. Una cartografia aperta, in cui ogni osservazione genera una nuova esperienza dello sguardo, un’estensione della ‘mappa del mondo interiore’. Rovescia il concetto tradizionale secondo il quale le tavole rappresentano i segni della terra, da quelli naturali a quelli costruiti dall’uomo: qui sono invece un “pluriluogo” iniziale, un ipertesto che interagisce con il repertorio emotivo e cognitivo dell’osservatore, diverso da persona a persona come le impronte digitali. In questa prospettiva le relazioni e le risonanze che si possono produrre sono infinite e ogni lettore, con il suo guardare e interpretare, diventa un coautore. Le tavole dell’atlante non sono ‘finite’, ma sensibili: sono come isole mobili del nostro arcipelago interiore. Integrate da contributi critici e da un ‘glossario’, 82 tracce 2010 sono in qualche modo analoghe alle antiche mappe: strumenti di lettura e interpretazione del mondo, utilizzati dagli esploratori per scoprire luoghi sconosciuti o per individuare nuove caratteristiche di un luogo già noto. L’atlante è suddiviso in 7 aree tematiche che generano 35 tavole a struttura modulare. I temi sono la luce, il suono, la forma, il cammino, l’albero, la pietra, il ponte. Nell’Atlante areale ogni immagine può entrare in risonanza con altre e migrare in tutte le direzioni: allargando lo sguardo delle proprie possibilità, influenzando e influenzandosi. Qualunque frame di una tavola è il possibile centro di un’altra. Così l’atlante diventa una geografia fluida di forme-pensiero, e ogni frame una sorta di germoglio mentale: un processo generativo che non può mai essere considerato finito o finale. Gli elementi visivi dell’atlante hanno origini e caratteristiche diverse: fotografie fatte dall’autore, recenti e non; fotografie delegate ad altri, o scelte nei loro archivi; metafotografie, vale a dire immagini mentali in forma di disegni e schemi che visualizzano un’idea (un pensare figurato), o qualcosa che non è – o non era – fotografabile. Il linguaggio fotografico non viene utilizzato per ottenere una testimonianza sul mondo visibile, ma come strumento di riflessione e consapevolezza dello sguardo che esplora, e come metodo operativo per decostruire il soggetto ed entrare in contatto con l’inconscio ottico. Le modalità di presentazione e di comunicazione dell’Atlante Areale possono variare in relazione al contesto, agli obiettivi e alle risorse: videoproiezione automatica o commentata, touch screen, pubblicazione elettronica interattiva, esposizione di tavole e/o di frame. Dopo un’anteprima a Berlino nella galleria “91mq – Art Project Space”, è stato presentato all’eBookFest di Fosdinovo con il supporto di una lavagna interattiva multimediale. È in libreria nella forma di libro-ebook, Mimesis edizioni. • Slide:http://www.slideshare.net/eBookFest/ppt-areal-atlas-relazione-def-2010 • Bibliografia: http://www.anobii.com/ebookfest2010/books • Sitografia: http://www.delicious.com/ebookfest/sitografia_Locatelli 83 .fest ebook L’ebook “multimodale”: imparare e apprendere con la LIM, Lavagna Interattiva Multimediale di Gian Marco Malagoli Docente, Referente per le tecnologie didattiche dell’Ufficio Scolastico provinciale di Modena ------------------------------------------- Questo testo si pone due obiettivi: il primo come riferimento per i docenti di ogni ordine e grado all’utilizzo della LIM (lavagna interattiva multimediale), senza cadere nel manuale tecnico, ma con l’intento di fornire un supporto all’utilizzo didattico, immediato, di questo importante strumento che ha soprattutto il pregio di spostare l’azione didattica del docente non più o solo rivolta alla realizzazione di prodotti per l’apprendimento, ma all’analisi/osservazione dei processi sottesi all’azione didattica stessa. In questo cambiamento la LIM gioca un ruolo importante perché permette di utilizzare tutti i media a disposizione ed in particolare porta in classe Internet come strumento per la didattica. Un’occasione che consente al docente di sfruttare linguaggi e strumenti tipici e condivisibili con i ragazzi/alunni. Il volume accompagna il docente all’utilizzo della LIM rendendola veramente uno strumento a supporto dell’attività del docente e trasformandola in un mediatore comunicativo, utilizzando indifferentemente programmi e internet. E in questo “gioco” il ruolo più importante viene giocato dagli alunni, che sono i veri esperti delle nuove forme di comunicazione, carichi di conoscenze e competenze, che possono finalmente condividerle con il docente in un contesto di “comunità tutorante”, dove la tutorship si realizza con la capacità di orientare i vari soggetti all’autonomia, sostenere e condividere le varie strategie di apprendimento, accompagnamento all’organizzazione dell’apprendimento (tempi e ritmi di studio), capacità di ascolto e accoglienza. Il secondo obiettivo, legato alla ricerca sull’utilizzo degli ebook, è stato quello di cercare da un lato di dare indipendenza e nuova valenza a questi strumenti; dall’altro di progettare una forma di ebook basati sul concetto di “multimodalità”, intendendo con questo termine l’utilizzo della multimedialità non più com84 tracce 2010 plementare al testo, ma strutturato in più forme comunicative che permettono al lettore di comprendere il contenuto utilizzando indifferentemente uno dei media a disposizione. Nello stesso tempo la presenza in parallelo di altre modalità permette di apprendere nuovi stili comunicativi e di condividerli. In questa visione si prendono in considerazione le diverse modalità che permettono di ridurre i problemi di acceso al testo scritto, rendendo e realizzando un “ebook inclusivo”. Per realizzare quanto sopra e in considerazione della mancanza di un sistema condiviso di file digitali, si è utilizzato la struttura portfolio-pdf, che rappresenta una delle novità più interessanti dell’ultima versione del programma di Adobe. Questo vuole essere il primo di una serie di strumenti della collana storica “Frontiere dell’Educazione” dell’Editore Guaraldi (Rimini), che vedrà impegnati diversi esperti nel settore dell’utilizzo delle tecnologie didattiche, con particolare riferimento alla disabilità e alle difficoltà di apprendimento (DSA). La curiosità è un treno senza rotaie: narrative non lineari e strategie di apprendimento. di Davide Mana Centro di geobiologia, Università degli Studi Carlo Bo, Urbino ------------------------------------------Il mio intervento a Fosdinovo voleva sollevare domande più che cercare delle risposte. L’idea di fondo è che, allo stato attuale, l’e-book è stato penalizzato nel suo sviluppo dall’eredità del libro cartaceo. Si continua ad immaginare l’e-book come libro elettronico, necessariamente legato alla metafora del libro cartaceo per essere efficace. Un libro quindi con pagine, capitoli, una copertina, una struttura lineare. Non ci interessa, in questa sede, determinare per quale motivo l’e-book sia rima85 .fest ebook sto così strettamente vincolato al suo corrispettivo cartaceo; la responsabilità è probabilmente da ricercarsi in fattori economici e commerciali. Ci interessa molto di più osservare come, nel tentativo di aggiornare al 21° secolo il prodotto libro, il marketing si sia orientato all’utilizzo di uno strumento mutuato dal cinema (il book-trailer) anziché immaginare, ad esempio, un e-text con una copertina animata (un’idea che risale, nell’ambito della fantascienza, ai primi anni ’50). La non modificabilità del testo e la linearità del testo sono le principali eredità superflue che dal libro cartaceo sono passate nel libro elettronico. Ciò è particolarmente curioso, considerando la non linearità è state usata con successo, su supporto cartaceo tradizionale, tanto nell’editoria da diporto che nella saggistica, fin dai primi anni ’80. Su carta è possibile immaginare un romanzo nel quale la trama si sviluppi secondo un albero di scelte lasciate al lettore, o un saggio che permetta al lettore di seguire lo sviluppo di una idea lungo percorsi diversi. E la struttura non-lineare, con scelte multiple e la possibilità di “navigare” il testo secondo percorsi differenti, è naturalmente la base della struttura della maggior parte dei siti web, è la spina dorsale dell’architettura della rete internet. E tuttavia, l’adozione di un simile modello pare poco probabile proprio dove sarebbe maggiormente efficace – nella didattica. La narrativa non lineare, la disponibilità di scelte multiple, di percorsi che non necessariamente conducono allo stesso risultato, può rivelarsi fondamentale perché nell’apprendimento, a tutti i livelli ed a tutte le età, la curiosità ed il capriccio contano tanto quanto il metodo. E se il metodo permette di memorizzare con efficienza una serie di concetti, curiosità e capriccio portano ad espandere, integrare e valutare criticamente proprio quei concetti. Possiamo immaginare un e-text per la didattica caratterizzato da potenzialità insite nel supporto elettronico, e che permettano di . riorganizzare il testo secondo le esigenze didattiche . espandere ed annotare il testo con contenuti forniti dall’utente . inserire non solo immagini statiche, ma contenuti multimediali 86 tracce 2010 . condividere il materiale con altri(studente-studente, studente-insegnante) . integrare contenuti live dal web Ciò di cui stiamo parlando chiaramente non è un libro tradizionale. Ma non c’è alcun motivo per cui dovrebbe esserlo. Un simile “testo” permetterebbe di integrare il lavoro dello studente sul testo nel processo di valutazione. Sarebbe possibile sviluppare a livello editoriale una base comune, aderente al programma ministeriale (ad esempio), e permetterne la modifica da parte dei docenti e degli studenti. Esistono i mezzi tecnologici per liberare l’attività degli utenti. Esistono i mezzi legali per tutelare gli autori. Il problema, apparentemente, è un problema di immaginazione. Significativamente, il cortometraggio Possible ou Probable, prodotto in Francia nel 2007 su iniziativa del gruppo editoriale EDITIS, ci mostra un futuro prossimo di testi condivisi, georeferenziati, disponibili in cartaceo on-demand, sotto lo stretto controllo tanto dell’autore quanto dell’editore. Ed utilizza, nel mostrarci questo futuro auspicabile, solo software ed hardware già disponibili, ma per i quali non si è ancora pensato di sviluppare una integrazione. Il film ci mostra, in altre parole, non un futuro prossimo, ma un presente che nessuno ha avuto la lungimiranza di, letteralmente, mettere insieme. La narrativa non lineare, la disponibilità di scelte multiple, di percorsi che non necessariamente conducono allo stesso risultato, può rivelarsi fondamentale perché nell’apprendimento, a tutti i livelli ed a tutte le età, la curiosità ed il capriccio contano tanto quanto il metodo. E se il metodo permette di memorizzare con efficienza una serie di concetti, curiosità e capriccio portano ad espandere, integrare e valutare criticamente proprio quei concetti. Difficilmente si potrebbe immaginare uno strumento più utile, quindi, o più importante. 87 .fest ebook In conclusione, vale la pena di notare come le potenzialità offerte dal supporto elettronico siano il più desiderabile ed efficacie strumento per accrescere la competitività dell’e-text rispetto al cartaceo. Campagne sui prezzi, coolness factor e user experience sono nulla se paragonati alla libertà per l’utilizzatore di soddisfare la propria curiosità. • Slide: http://www.slideshare.net/eBookFest/presentazione-mana Oggetti, soggetti e altro nell’apprendimento di Roberto Maragliano Università Roma Tre - Laboratorio di Tecnologie Audiovisive ------------------------------------------Soggetti, oggetti, ambienti dell’apprendimento. C’erano una volta, verrebbe da dire. C’erano una volta, appunto, dei confini chiari tra i diversi enti e delle funzioni altrettanto chiare loro affidate. Chi apprende e chi insegna, i luoghi deputati alla riproduzione del sapere (scuola e università in primo luogo), gli oggetti da e su cui acquisire conoscenza in modo formale (il libro in primo luogo). Poi, è avvenuto che tutte queste distinzioni hanno cominciato ad attenuarsi. Colpa della tecnologia, soprattutto di quella digitale, ben più insidiosa di quella audiovisiva, che ha posto le condizioni perché si affermasse la situazione odierna, dove tutto è confuso e mobile, dove tutto sembra sfuggire e fluire, prevalendo su tutto la dimensione del melmoso e del liquido. Questa è la narrazione consolatoria che abbiamo voluto darci e che i media ereditati dall’era precedente si e ci raccontano con assiduità, in ciò andando in perfetta sintonia con quel che pensa l’uomo della strada (pure accademico, insegnante, saggista che sia: è pur sempre un uomo della strada se indulge allo schema riduttivo del ‘profumo della carta’, e se si fa veicolo dell’argomento del ‘vuoi mettere?’). Come uscire da questa situazione? Intanto riconoscendo che non è veritiera, né per il presente né per il passato, lo 88 tracce 2010 è invece in base ad un approccio parziale al problema, approccio parziale che è proprio delle istituzioni educative, o meglio dell’educazione istituzionalizzata (con la storia che ha avuto e l’identità che si è via via costruita). Ma smette di esserlo se viene posta di fronte ai fatti e a una visione più larga del mondo (almeno più larga di quella interna ai confini dell’approccio accademico). Allora molte cose ‘scomode’ saltano agli occhi. Per esempio, il fatto che c’è una matrice comune che sottosta alla figura dello scrivente e a quella del lettore: se il soggetto scrive e legge dentro lo stesso ambente materiale allora questa matrice risulta evidente. Così è nei carteggi, per esempio in quelli ottocenteschi e novecenteschi, dove la dimensione reticolare, di testi aperti al dialogo e contemporaneamente e provvisoriamente chiusi, rende ciascun frammento non autosufficiente. C’è bisogno dell’e-mail per capirlo? Forse sì…o forse no, visto che i più si rifiutano di comprenderlo. Oppure la constatazione del come l’informale erxtrascolastico abbia sempre pesato sul formale scolastico, favorendo o sfavorendo la carriera scolastica dei singoli in relazione alla mentalità alfabetica di cui erano dotati (non certo per merito della scuola): con la differenza che essendo, col tempo, aumentato il tasso di ‘cultura’ e ‘sapere’ inscritto nell’esperienza conoscitiva non scolastica, questa incidenza potrebbe aumentare (e dovrebbe, se la si sapesse riconoscere e utilizzare, e invece non la si combattesse strenuamente, salvo che nel caso dei figli di papà). Lo stesso argomento, volto a cogliere gli elementi di indeterminatezza, riguarda, anche per il passato, l’oggetto libro. Non tutti i libri, dal punto di vista della forma testuale, sono la stessa cosa: se un saggio e un romanzo sono forme chiuse e organizzate in base a ordinamenti lineari, non è così per una enciclopedia o un dizionario, che sono oggetti organizzati secondo il criterio del tutto arbitrario dell’ordinamento alfabetico. I primi sono testi, i secondi sono database (diremmo oggi). Dal punto di vista concettuale sono dunque cose diverse. Perché chiamarle allo stesso modo? Perché pensare che sollecitino gli stessi comportamenti? Vengo al nostro tema. La lunga introduzione serve a far capire come io propongo l’ottica della tecnologia digitale. Non la vedo come causa ma come effetto e, se volete, come specchio (e dunque occasione di riflessione) di fenomeni reali in atto da tempo, le cui radici sono profonde e risiedono in quello stesso terreno che si pensa sia stato sconvolto dalle 89 .fest ebook nuove strumentazioni (la dimensione reticolare del dialogo è presente nei testi saggistici, come testimoniano gli apparati di note, e la narrazione ad albero è tipica della grande stagione del romanzo ottocentesco). Ecco allora la ‘provocazione’ che faccio qui. Continuiamo pure a chiamarli, se vogliamo, ebook, ma a due condizioni, di non credere troppo né a quella ‘e’ di elettronico né alla dimensione fisica del book. Alla prima andrebbe mentalmente sostituita la ‘i’ di internet e al secondo lo spazio concettuale e mentale del testo (quello di cui parla il bellissimo saggio di Ivan Illich, Nella vigna del testo, da tempo disponibile in traduzione italiana presso l’editore Raffaello Cortina) . Itext starebbe dunque a significare un testo mentalmente e concettualmente incrementabile tramite rete. Non una versione digitale di un libro chiuso, dunque, ma un testo proiettato sulla dimensione dell’autorialità collettiva e connettiva, dunque integrato all’interno di una cornice reticolare. Questo, oltre a tutto, garantirebbe un ruolo dell’editore, che vi potrebbe fungere come tramite tra l’autore originario e la comunità dei coautori, non trovandosi più ad essere venditore di carta ma diventando agente e promotore di idee (dunque recuperando quella dimensione ‘salottiera’ e di veicolo del pensiero degli amici che ha coinciso con la parta più nobile dell’operato dei grandi editori europei). Questo potrebbe valere fin da subito per l’editoria scolastica (prima del crac ormai imminente). L’editore propone un testo (che al limite è Creative Commons, dunque a disposizione di tutti) ma assieme ad esso, a pagamento, fornisce l’accesso allo spazio di commento e arricchimento del testo stesso. Il docente che lo adotta fa da tramite tra il lavorio della sua classe, la comunità del docenti che ugualmente l’hanno adottato e l’autore originario. In un certo senso nell’adottare il testo, il docente ne adotta anche l’autore mettendogli a disposizione, opportunamente filtrato, il quadro di elementi che scaturiscono dal rapporto tra quel testo e il comportamento reale di chi vi studia e lo studia, commentandolo e integrandolo. Man mano che l’esperienza va avanti, il testo aumenta, e si fa, come oggi usa dire, realtà aumentata. Utopia? Certamente. Ma meglio sognare ad occhi aperti che cadere nell’incubo dei luoghi comuni. Meglio pensare al web 3.0 che rifiutare di schiodarsi (quando va bene) dal web 1.0. • Video: http://www.youtube.com/user/ebookfest2010#p/u/8/new2ohDrrkE • Video: http://www.youtube.com/user/ebookfest2010#p/u/7/0V3roX60MqY 90 tracce 2010 EbooK e selezione naturale. Perché la rete sociale degli amici è il migliore strumento per scegliere un’opera letteraria. di Alberto Mari FOX Networks - Millepagine ------------------------------------------Tra i molteplici ruoli che l’editore svolge nel processo produttivo del libro, fondamentale è quello della scelta. Se gli editori non esistessero e tutti gli autori pubblicassero autonomamente i propri lavori su Internet, il primo risultato sarebbe molto semplice: esisterebbero centinaia, forse migliaia di titoli in più. Con la conseguenza che sarebbe molto più difficile per il consumatore scegliere quale libro acquistare. Ogni mese, infatti, vengono pubblicati in Italia centinaia se non migliaia di libri diversi. Se dovessimo leggere anche solo 10 pagine di ciascuno per decidere se il libro è meritevole di lettura, non basterebbe un mese intero di lettura giorno e notte, 24 ore su 24. Per fortuna c’è qualcuno che ha scelto per noi: ha scelto tra migliaia di proposte editoriali, ne ha selezionate 500 meritevoli di pubblicazione e ha creato strumenti di facile consultazione (come la quarta di copertina o le alette). Senza questo lavoro non avremmo altra scelta che leggere tutte le migliaia di proposte. O forse no? Esiste un’alternativa ed è la rete sociale degli amici. Forse ancora più che dell’editore, ci fidiamo del giudizio di amici e conoscenti, per cui basterebbe ridurre la scelta a quei titoli che qualcuno ha già avuto modo di leggere e valutare. Per questo gli strumenti come il pulsante “Mi piace” di Facebook hanno potenzialmente una portata dirompente. Supponiamo che esista un sito in cui vengono pubblicate tutte le proposte editoriali prima che gli editori effettuino la scelta. Ipotizziamo che siano dell’ordine di 10.000 ogni mese e che ognuna di esse sia valutabile tramite il pulsante “Mi piace”. Se la rete sociale di Facebook (1° grado) è composta in media di 100 amici, basterebbe che i contatti di primo e secondo grado leggessero e valutassero una proposta editoriale a testa per riuscire a valutare tutto il 91 .fest ebook bacino delle proposte editoriali disponibili. Dirompente, no? Chi ritiene che la rivoluzione dell’ebook possa rappresentare una minaccia per le imprese editoriali in quanto viene a mancare tutta la filiera produttiva “fisica” del libro (stampa e distribuzione) dimentica che il ruolo degli editori non si limita a quello degli stampatori. Tuttavia la disintermediazione che metterà in campo il libro elettronico è dirompente come abbiamo visto nell’esempio della scelta. Elencando i diversi ruoli che riveste l’editore nella catena del valore, scopriamo che davvero molti di essi sono messi in discussione dal passaggio al libro elettronico: 1. Scelta. Nella moltitudine di manoscritti, idee, proposte editoriali, l’editore opera una prima selezione dei lavori che sono meritevoli di diventare opere editoriali. La scelta potrebbe essere discutibile, legata magari a logiche di mercato più che di effettivo valore letterario, ma è pur sempre una scelta che restringe notevolmente l’ambito in cui il consumatore andrà a operare poi la sua scelta. Da solo, il lettore non avrebbe alcuna possibilità di abbracciare l’intero universo delle proposte editoriali. Tuttavia meccanismi come il pulsante “Like” uniti a una rete sociale sviluppata potrebbero essere in grado di sostituirsi a questa fase. 2. Qualità. Benché il libro sia opera di un autore, una parte del merito della qualità finale spetta all’editore che consiglia, rivede, corregge e supporta l’autore nella realizzazione finale. Ma la qualità è opera di un editor prima che di un editore, e nulla vieta a consulenti editoriali di mettersi in proprio e lavorare direttamente con gli autori. 3. Produzione. La realizzazione finale del libro stampato che si compone di impaginazione, bozze e stampa, viene stravolta dall’ebook. Una parte di lavoro produttivo deve comunque essere fatto, ma anche in questo caso l’autore stesso o un buon consulente potrebbero occuparsene. 4. Promozione. Un ottimo lavoro, se non comunicato adeguatamente, potrebbe non essere acquistato da nessuno. Come in qualsiasi altro settore merceologico, il ruolo del marketing è fondamentale per il successo di un prodotto editoriale. Oggi di questo lavoro se ne occupano insieme l’editore, il distributore e il libraio. Domani, saranno i nuovi retailer digitali (amazon, apple, google e tutti i nuovi 92 tracce 2010 player del mercato). Per riassumere, se gli editori non saranno in grado di reinventarsi il proprio ruolo, diventare consulenti a 360 gradi per gli autori, cambiare il proprio ruolo di promotori editoriali, costruire una rete sociale forte in grado di coinvolgere il lettore anche nella scelta editoriale, rischieranno di essere schiacciati dalla rivoluzione ebook. • Slide: http://www.slideshare.net/eBookFest/ebook-e-selezione-naturale Scritture Metropolitane: l’esperienza di editoria elettronica delle Biblioteche del Comune di Modena di Walter Martinelli Biblioteche decentrate del Comune di Modena ------------------------------------------Nata nel 2005, la collana di e-book Scritture Metropolitane propone titoli di narrativa, grafica (fumetti) e documentazione. Il progetto si rivolge prevalentemente a giovani autori, non professionisti, interessati ad un percorso nuovo e “alternativo” di distribuzione e condivisione di esperienze e contenuti creativi. Tutti gli e-book sono rilasciati sotto licenza Creative Commons, e liberamente scaricabili dal sito www.comune.modena.it/biblioteche/holden/ebook.htm Scritture Metropolitane fa parte di Zona Holden, la sigla che raccoglie le iniziative che le biblioteche del Comune di Modena rivolgono ai giovani. Le proposte targate Zona Holden si caratterizzano per i contenuti legati ai diversi linguaggi creativi e comunicativi (prosa, poesia, grafica, fumetto, musica, video, etc.), e per l’attenzione ai nuovi media. 93 .fest ebook Cultura digitale e cambiamento di Maria Grazia Mattei MGM Digital Communication ------------------------------------------Affrontare il tema del cambiamento nel nostro Paese, significa incominciare a parlare di cultura in senso innovativo, guardando ai grandi cambiamenti sociali ed economici in atto che sotto l’impatto delle nuove tecnologie digitali stanno ridefinendo la società e il suo modo di afforntare il futuro. È quindi fondamentale mettere a fuoco il legame tra cultura e innovazione per orientare il pensiero prevalente che, in Italia, oggi sembra privilegiare la “tradizione” piuttosto che il nuovo. Innovazione intesa, dunque, come cultura, metodo e consapevolezza prima ancora che come progresso tecnologico, sui quali poggiare le basi per lo sviluppo delle generazioni future, partendo da alcune grandi questioni sottese. Come si consolida la cultura di un Paese? Come si (ri)bilanciano innovazione e tradizione? Quali sono i fattori che si estrinsecano in termini di tendenza alla conservazione e di propensione al nuovo? L’Italia ha una sua coerenza nella cultura dell’innovazione? La risposta a queste domande implica una comprensione profonda dei meccanismi di creazione e trasmissione culturale e una riflessione sistematica e “a mente aperta” su quali sono i principali attori del processo di creazione e diffusione della cultura dell’innovazione e su quale ruolo essi hanno e dovrebbero avere. Fra questi: educatori, politici, famiglia, giovani, luoghi di aggregazione culturale e sociale, imprese. “Padri analogici, figli digitali” è un progetto che la Camera di Commercio di Roma ha lanciato online per comprendere e fare leva sulle differenze culturali, per trasformarle in coesione e cambiamento. Basato sull’ipotesi di fondo che il nostro Paese possa accelerare il suo processo innovativo nel caso in cui siano individuati gli elementi comuni a tutte le culture dei diversi segmenti della società, e che, agendo sui valori comuni, questi possono diventare acceleratori dell’innovazione, sono state svolte ricerche socioeconomiche, incontri di approfondimento e avviate discussioni online. Tra i tanti fattori e aspetti determinanti per la conferma di uno status quo, appiattente ma tranquillizzante, risulta la mancanza di una cultura digitale intesa 94 tracce 2010 come conoscenza delle reali possibilità di sviluppo creativo e produttivo come leva principale di una svolta sociale consapevole e critica.. La conoscenza della storia e dell’evoluzione degli strumenti digitali, delle ricerche e sperimentazioni condotte lungo gli assi della simulazione, dell’interazione e infine della comunicazione telematica (WEB, mobile) etc .. sono alcuni dei punti che verranno sottolineati durante l’incontro e la cui conoscenza è la “conditio sine qua non” per poter divenire cittadini digitali. L’avvio del progetto online di una comunità su web animata da qualificati protagonisti della cultura italiana, vuole contribuire, attraverso una forte interattività, a far mettere in gioco su questo tema il più ampio numero possibile di persone. • Video: http://www.youtube.com/watch?v=0YN58tlnU1w Editoria elettronica e accessibilità: perché si dice accessibile? Cos’è? Come funziona? di Livio Mondini digital craftsman ------------------------------------------L’intento semantico e l’accessibilità Le tecnologie assistive utilizzate da ipovedenti e non vedenti per funzionare si basano su un layer del sistema operativo utilizzato sul computer dell’utente (in assoluta prevalenza Windows, ma anche Mac OS X e Linux), rilevando in questo layer precise istruzioni (nel caso in oggetto, gli elementi accName, accRole e accValue) che permettono di ricostruire in modo elettronico le informazioni semantiche che il nostro occhio rileva immediatamente e che il nostro cervello elabora in base a un modello visivo consolidato permettendoci di riconoscere “a colpo d’occhio” gli elementi che costituiscono il corpo di un documento, ovvero il testo normale, titoli, immagini, tabelle, elenchi puntati e numerati, e così via. Tutto questo avviene indipendentemente dal contenuto di questi elementi, la 95 .fest ebook semplice rappresentazione grafica codificata ci permette l’identificazione dell’intento semantico di quel particolare elemento informativo. Lo scopo delle tecnologie assistive è riprodurre tramite computer questa struttura semantica, in modo che sia percepibile anche a chi abbia difficoltà o completo impedimento a vedere il monitor. Questo avviene soltanto se le istruzioni citate in precedenza sono presenti e correttamente utilizzate. Si tratta di una questione tecnicamente molto semplice: se la tecnologia assistiva individua il ruolo di un elemento tramite una corretta istruzione accRole, questa sarà in grado di assegnare all’elemento il valore semantico corretto e quindi, per esempio, potrà ricostituire l’indice del documento cercando nel contenuto gli elementi che possiedono accRole=H1, H2, H3 e così via (alle condizioni esposte nel post “Il problema della grammatica formale pubblicata”). È evidente che l’assenza di queste informazioni nel documento ne provoca l’inaccessibilità: per esempio, un utente di Jaws (lettore di schermo) premendo la combinazione di tasti Ins+F6 otterrà un laconico messaggio “Nessuna intestazione presente nel documento” invece di un vero e proprio indice navigabile, come accadrebbe invece se il computer rilevasse i corretti ruoli semantici assegnati agli elementi (lavoro che deve essere svolto da chi impagina il documento). È facile riprodurre visualmente l’effetto della mancanza di queste informazioni fondamentali: basta provare a visualizzare un documento in cui sono presenti dei titoli. I titoli sono immediatamente riconoscibili perché di corpo più grande, in grassetto, e di dimensioni che ne indicano l’importanza gerarchica (intento semantico degli elementi al lavoro) e immaginare di osservare lo stesso testo ma tutto nello stesso carattere e senza interruzioni di paragrafo: una marmellata di caratteri incomprensibile, che per essere decodificata richiede un elevato stress cognitivo all’utente (ed ammesso che questo sia possibile). Il secondo caso, seppur leggibile da un lettore di schermo o visibile sul monitor da parte di un ipovedente, non può essere ritenuto accettabile e/o accessibile. Per definire un testo “accessibile” non è certo sufficiente la condizione “un lettore di schermo lo legge”. 96 tracce 2010 È vero, il lettore di schermo legge quanto appare sul monitor, è il suo lavoro, ma a noi interessa che l’utente ne possa fruire proprio come se si trattasse dello stesso documento su carta, non che una tecnologia effettui la lettura di caratteri disposti alla rinfusa sullo schermo. Il problema del formato Quale formato utilizzare per i libri elettronici accessibili? È evidente che il formato di trasformazione da utilizzare è quello che permette di rispettare le condizioni esposte in precedenza, che possiede le più estese caratteristiche di universalità (ovvero, che non richieda l’utilizzo di tecnologie proprietarie e/o particolari per la sua fruizione) e che possa essere liberamente adattato a monitor nelle sue caratteristiche grafiche (tipo e colore del carattere, colore di sfondo, allineamento) in modo da poter essere fruibile sia dagli utenti non vedenti sia da quelli ipovedenti. L’ipovisione è un problema molto complesso da risolvere, poiché ha sfumature infinite (non esiste una soluzione unica, ogni utente ha le sue necessità di personalizzazione). E quindi, quale formato di distribuzione utilizzare? Per quanto riguarda gli utenti non vedenti, un formato dedicato e diffuso è quello denominato Daisy (Digital Accessible Information System). C’è però un problema di base rispetto alle richieste degli ipovedenti: questo formato, benché si auto‐definisca accessibile, è dedicato esclusivamente ai non vedenti, privilegia la riproduzione vocale dei documenti ma non la loro personalizzazione grafica a monitor, e quindi non è adatto a tutte le altre problematiche che invece desideriamo risolvere (il mondo dell’ipovisione non ne trae alcun vantaggio diretto). È in qualche modo il contraltare elettronico del Braille. Di aiuto certamente per i non vedenti che conoscono questo linguaggio (peraltro conosciuto da una percentuale minima di non vedenti), ma di nessuna utilità per chiunque non sia in questa condizione. Il formato PDF accessibile è personalizzabile anche per quello che riguarda colore 97 .fest ebook del testo e dello sfondo, e quindi potrebbe rappresentare una soluzione più universale poiché fruibile sia con un lettore di schermo sia personalizzabile a video. Però, ha una limitazione sul versante ipovisione: non è possibile cambiare tipo di carattere, e quindi l’utente dovrà subire le scelte grafiche di chi realizza il documento. Per un utente ipovedente è molto importante poter scegliere fra caratteri con grazie o bastoni, poter variare il peso del carattere in grassetto o togliere i corsivi, è necessario poter personalizzare con la massima flessibilità la presentazione del documento. Ecco che anche PDF risolve parzialmente le richieste. Un altro formato possibile è XML. In effetti, essendo un file XML costituito da solo testo strutturato, è il più flessibile in assoluto, il formato che qualsiasi tecnologia passata, presente e futura potrà sempre utilizzare. In più, se correttamente utilizzato, è anche strutturato ovvero permette di ricostruire le informazioni semantiche di cui abbiamo parlato in precedenza. Ma sarà fruibile da parte di una tecnologia assistiva o dagli utenti ipovedenti? No, spieghiamo il perché. Il problema della grammatica formale pubblicata Per funzionare una tecnologia assistiva deve potersi riferire al layer che gestisce nomi, ruoli e scopi degli elementi e mapparli a qualcosa di conosciuto. È una relazione diretta: in Windows, per esempio, l’elemento MSAA (Microsoft Active Accessibility, ora Microsoft UI Automation) che rappresenta un elenco puntato deve avere un ruolo mappabile a una grammatica formale pubblicata (ovvero, una grammatica definita e pubblica in cui tutti gli elementi siano definiti e conosciuti a priori) in modo che la mappatura fra elemento MSAA e elemento codificato dalla grammatica possa essere diretto ed univoco. In pratica, se la tecnologia assistiva leggendo un documento HTML rileva un elemento con accRole=h2 nel livello MSAA del sistema operativo, il lettore di schermo” capirà” immediatamente che si tratta di un titolo di secondo livello, perché esiste una mappatura certa (h2 fa riferimento alla DTD XHTML pubblicata dal W3C) e potrà rappresentarne correttamente l’intento semantico di questo elemento nell’indice navigabile generato automaticamente. La stessa cosa avviene con testo normale, link, immagini, tabelle, elenchi puntati e numerati, e così via. È determinante che accRole possa riferirsi a un elemento 98 tracce 2010 conosciuto, oppure la tecnologia assistiva non sarà in grado di rilevarne l’intento semantico. Lo stesso accade con un documento PDF accessibile, che possiede una grammatica formale pubblicata standard ISO. Per sua natura, XML non possiede una grammatica formale pubblicata: la sua potenza consiste proprio nel permettere l’utilizzo di nomi di elementi personalizzati. Però è evidente che se nel documento è presente un elemento che ha accRole=titolone (definito da chi impagina), non essendo “titolone” riferibile a una grammatica formale pubblicata la tecnologia assistiva non saprà come utilizzarlo, e certamente non lo interpreterà come titolo. La risposta di un lettore di schermo sarà sempre “Spiacente, non sono presenti intestazioni nel documento”. Quindi XML non è adatto a risolvere le nostre necessità, a meno di non ricorrere a una rimappatura degli elementi utilizzando tecnologie come XSLT o altre trasformazioni per ricondurre la DTD personale a una DTD standard riconosciuta dalle tecnologie assistive. Per PDF invece occorrerà ricorrere al meccanismo chiamato “mappa ruolo”. • Sitografia: http://www.delicious.com/ebookfest/sitografia_Mondini Piazza Enakapata di Vincenzo e Luca Moretti Università di Salerno ------------------------------------------A Piazza Enakapata si racconta di un viaggio diventato un libro. Il libro si intitola Enakapata, Storie di strada e di scienza da Secondigliano a Tokyo, è edito da Ediesse nella collana Carta Bianca diretta da Angelo Ferracuti e racconta per l’appunto del viaggio dei due autori, Vincenzo e Luca Moretti, padre e figlio, a 99 .fest ebook Tokyo. Il padre in cerca di serendipity, decision making, talento e organizzazione, sensemaking, in uno dei centri di ricerca più importanti del mondo, il Riken, presieduto dal Nobel Prize Ryoji Noyori. Il figlio in cerca di cultura, manga, tradizioni, musica e ciliegi in fiore. Padre e figlio in cerca di differenze, scoperte, incontri, ricordi. A Piazza Enakapata si racconta di un blog (24666 pagine visitate al 6 giugno 2010). Di più, di una comunità di lettori. Ancora di più, di una comunità di autori. Sì, perché anche al tempo dei social network quello che ci piace di più di internet, il cambiamento più importante, continua ad essere la possibilità di produrre e non solo consumare contenuti. Piazza Enakapata è 222 post, 1245 commenti, 101 recensioni, centinaia di tautogrammi, acrostici e altri giochi linguistici ispirati dal libro. E poi ancora dipinti, idee, scrittura creativa, invenzioni, relazioni. A Piazza Enakapata si racconta di un eBook che forse diventa un Book che di certo è figlio del blog che è figlio del libro. Per adesso vi diciamo soltanto che si tratta di un eBook pensato e scritto a più mani. Presi da un improvviso attacco di bontà possiamo aggiungere che un po’ di queste mani neanche si sono mai strette o anche solo sfiorate. La costruzione di conoscenza nelle comunità di apprendimento di Gianni Panconesi Comunicatore ------------------------------------------Nella Società della Conoscenza, in cui l’apprendimento individuale viene considerato nell’arco intero della vita ed il suo continuo miglioramento è un bene individuale e della collettività insieme, il concetto stesso di conoscenza si è diversificato in due diversi modelli: quello tradizionale, in cui essa è pre-esistente e viene trasmessa da pochi ai più, passivi ricevitori del messaggio; l’altro in cui è 100 tracce 2010 un processo collettivo, basato sulla condivisione e sul progresso collaborativo. Il primo modello ha avuto un forte impatto nella trasmissione della conoscenza scientifica, basata su una catena di intermediari tra l’autore ed il lettore, ed imperniata su regole socio-economiche ben delineate, come il diritto di autore ed il pagamento per abbonamento; il secondo ha trovato un ambito di sviluppo nell’applicazione delle ICT e del modello “open”, ed è seguito nelle comunità che si riconoscono nell’ “open source” (libera condivisione dei “sorgenti” dei programmi informatici), “open access” (modello alternativo di editoria e di comunicazione scientifica), “open content” (condivisione di materiale didattico in ambiente e-learning). Attualmente coesistono dunque due tendenze nella diffusione del sapere, verticalizzazione e orizzontalizzazione, in cui la prima si basa sulla codificazione, le regole, le istituzioni, i processi di controllo, i repertori competenziali, e invece la seconda sulle comunità e i network, la comunicazione P2P, la creatività e i significati personali. In entrambe le tendenze il ruolo delle tecnologie è cruciale, basti pensare, per quanto riguarda l’orizzontalizzazione, all’espressione individuale attraverso i blog, agli strumenti di collaborazione collettiva, ai social network. Una comunità di apprendimento in definitiva può essere rappresentata come l’ambiente in cui i soggetti si sentono reciprocamente coinvolti nel condividere e sperimentare una cultura dell’apprendimento, nel quale il focus è centrato sulla conoscenza distribuita e il sapere è il risultato di un processo sociale che aggiunge valore ai singoli apprendimenti. Apprendimento di un comportamento e crescita personale all’interno di una comunità sono dunque un unico processo ed il cambiamento dell’esperienza dei membri equivale al cambiamento delle competenze in seno ad essa. Le Tecnologie Educative hanno come oggetto la progettazione e l’allestimento di ambienti e sistemi formativi e l’uso dei media per l’apprendimento, in una modalità caratterizzata da un approccio “sistemico”, cioè dalla necessità di affrontare i problemi in rapporto a riferimenti più generali (modelli teorici, analisi del contesto complessivo), esplicitando razionalmente le procedure e i criteri seguiti, ponendo l’attenzione al software e ai suoi sviluppi, ma soprattutto alle impalcature concettuali e metodologiche che sovrintendono all’attività formativa 101 .fest ebook e che le permettono, o meno, di essere efficace, efficiente e attraente. La Rete ormai da anni penetra pervasivamente la nostra vita influenzando sempre più le abitudini quotidiane, le pratiche comunicative, le forme della partecipazione sociale, i modi della conoscenza, la nostra stessa identità, ed all’interno di questo processo più generale, una particolare rilevanza ha acquisito l’ambito che riguarda l’incontro di Internet con le problematiche della Formazione. In questo quadro le TE ampliano i propri orizzonti e la propria filosofia d’intervento allargando l’oggetto di interesse da quello più canonico relativo agli ambienti di apprendimento, a quello più ampio di “comunità di conoscenza”, mettendo in primo piano la trama interpersonale che lega i soggetti e che fa da necessario substrato alle dinamiche conoscitive. Uno dei nodi che interessano la progettazione dei nuovi ambienti riguarda i “dosaggi” da stabilire tra presenza e virtualità, e nella riflessione attuale c’è un’accettazione di massima dell’idea che essi saranno sempre più misti (“blended”), basati cioè su specifici raccordi tra presenza e virtualità nell’acquisizione concreta degli atteggiamenti e delle pratiche di comportamento che caratterizzano la professione (learning to be). Questo fa sì che formazione e gestione di conoscenza siano aspetti sempre più interdipendenti, e da questo punto di vista le problematiche di e-learning si intrecciano con quelle del Knowledge Management. Questi riferimenti concettuali sono alla base dell’esperienza fatta insieme ai membri di un corso di coaching ai quali ho proposto, ed insieme a loro attuato, un percorso di conoscenza delle potenzialità offerte dalla Rete alla Formazione. Ciò allo scopo di fornire strumenti utili alla progettazione di percorsi che possano usare al meglio anche le potenzialità offerte dai mondi virtuali, nel caso specifico Second Life, come il senso di presenza fisica (“emotional bandwidth”). Tutta l’esperienza è stata raccontata in un ebook. 102 tracce 2010 La Venaria Reale: un tesoro da scoprire. Un “frutto” del progetto “Lab: una mappa, tanti itinerari” di Valeria Pasquino II C. D. Scuola Primaria “G.Rigola” Venaria Reale (TO) ------------------------------------------Il progetto Lab è stato l’occasione per proporre un percorso realmente significativo in grado di fornire a insegnanti ed alunni nuovi strumenti per migliorare le pratiche didattiche e contribuire alla costruzione di un nuovo ambiente di apprendimento. Nove classi del plesso “G. Rigola” del II Circolo Didattico di Venaria (To), coordinate dalla sottoscritta, hanno “cucito” in una mappa multimediale un percorso didattico costruito attorno ad un bene culturale, individuato nel complesso de “La Venaria Reale” comprendente la Reggia, i Giardini e l’annesso Parco La Mandria. Sfruttando appieno le numerose e diversificate opportunità offerte dal complesso della Venaria si sono potuti strutturare percorsi di scoperta adeguati all’età e alle competenze dei partecipanti comprendenti uscite sul territorio, incontri con esperti, rielaborazioni di gruppo ed individuali ed attività di implementazione multimediale. Prima di iniziare il lavoro è stato necessario confrontarsi sull’utilizzo delle mappe mentali a fini didattici, per mettere in evidenza le potenzialità che esse offrono ed individuarne le possibili criticità. Con le insegnanti si è, quindi, preparato un percorso personalizzato per ogni classe scegliendo un argomento da ampliare ed organizzato uscite e laboratori con gli esperti. I primi incontri con le classi sono stati dedicati a visionare alcune mappe concettuali per capirne la struttura e l’utilità e alla presentazione dei programmi con cui si sarebbe lavorato . Abbiamo testato Mindomo e XMind, decidendo, infine, di utilizzare XMind. Questa scelta che ha avuto l’approvazione unanime di insegnanti e alunni si è 103 .fest ebook rivelata vincente per una serie di motivi: · il programma è free, facilmente scaricabile anche dalle famiglie (cosa peraltro avvenuta); · l’interfaccia è molto intuitiva tanto che, anche i bambini di prima, non hanno incontrato difficoltà nell’utilizzo; · è molto versatile, permette di inserire immagini, video, testi e collegamenti; · permette il salvataggio delle mappe in formati diversi dall’HTML al jpeg. Ogni classe, per qualche settimana, ha, quindi lavorato per conto proprio cercando di prendere confidenza con il programma e preparando del materiale da implementare. In seguito , in laboratorio, utilizzando il brainstorming e la discussione collettiva abbiamo cercato il “tipo” di mappa più consona all’argomento e ne abbiamo costruito la struttura. Si sono poi scelti e rielaborati i materiali di approfondimento più interessanti e pertinenti che sono stati caricati in Google Documents in modo da poterli condividere ed effettuare le eventuali modifiche anche da casa e, in un secondo tempo, inseriti nella mappa con un semplice copia ed incolla. In ultimo, tutte le mappe sono state unite a formare un’unica grande mappa: il traguardo del nostro lavoro. Per poter avere una documentazione fisica e visiva del progetto ho preparato una dispensa in cui ho inserito tutte le mappe con i relativi approfondimenti che verrà conservata in biblioteca ed ho preparato grandi poster delle mappe che sono stati attaccati lungo i corridoi. • Slide: http://www.slideshare.net/eBookFest/la-venaria-reale-un-tesoro-da-scoprire • Mappa su Mindomo: http://www.mindomo.com/view.htm?m=66defb7d15774a79900f40312fa490c3 • Sitografia: http://www.delicious.com/ebookfest/sitografia_Pasquino 104 tracce 2010 Il “myself ebook” nella didattica di Rosa Pastore Istituto Marco Polo, Bari ------------------------------------------Il percorso di evoluzione del formato ebook in Italia è stato molto lento e ha tardato a divenire uno standard come altri media culturali forse perché associato al valore della “lettura” dei libri, ambito in cui l’Italia ha purtroppo i più bassi indici in Europa. Da qualche anno la domanda di ebook è aumentata con l’aumentare dei dispositivi di lettura ma soprattutto con la diminuzione del loro prezzo e il potenziamento con altre funzioni non presenti sui vecchi dispositivi. Nella scuola, finalmente, arrivano gli ebook ma non per i lettori tipici ma per l’uso integrato nella didattica con il pc e la Lim. Mai nel passato si è parlato per 30 anni di un dispositivo come l’ebook reader senza che questo si integrasse in realtà con gli altri media in circolazione, difatti è difficile trovare scuole o Università in Italia che abbiano adottato questo dispositivo come strumento di apprendimento mentre è stato più facile adottare pc sempre più piccoli e lavagne interattive. E allora, come hanno reagito gli studenti a questo new entry nel panorama delle tecnologie per la didattica? I ragazzi non sembrano interessati ad usare un semplice lettore mentre sono molto interessati ad usare cellulari sempre più potenti o dispositivi come l’ultimo Ipad che è in grado di gestire la multimedialità. E a proposito di multimedialità, i nostri ragazzi hanno da tempo adottato un formato come l’ebook in formato flash. Hanno realizzato, con un software open source, interessanti libri interattivi ricchi di testi, immagini, video, file musicali, integrabili anche su siti web. Questa modalità di apprendimento ha reso possibile la commutazione del livello di fruizione dei testi: l’alunno autore e non solo lettore. Partendo dall’analisi di un problema di valorizzazione dei beni culturali del territorio, i ragazzi sono stati coinvolti in un progetto a largo respiro che ha visto anche l’inclusione di partner europei con i quali è stato realizzato anche un sito web, all’indirizzo: www.bibliomeeting.it. 105 .fest ebook L’obiettivo fondamentale era quello di sviluppare il dialogo interculturale, attraverso il confronto tra scuole e giovani di diversi Paesi, a partire dalle dirette esperienze di tutela e valorizzazione di beni significativi del proprio patrimonio culturale. I nostri ragazzi si sono occupati della Chiesa Rupestre di S. Candida, un insediamento rupestre, databile X-XI secolo, in pessimo stato di conservazione. La chiesa è ubicata nella lama Picone alla periferia di Bari. Gli studenti della classe hanno condotto ricerche utilizzando fonti bibliografiche e sitografiche e realizzato diversi sopralluoghi documentati da video. Hanno inoltre potuto disporre del contributo di alcuni qualificati esperti. Quando ci siamo interrogati sulla modalità di socializzazione di tutte le informazioni raccolte, i ragazzi non hanno avuto dubbi sulla scelta dell’ebook in formato flash, sia per la potenzialità multimediale che per l’appeal comunicativo. Hanno creato gruppi di lavoro suddividendosi i compiti di redazione e hanno messo su i propri lavori nell’arco di un mese. Come è avvenuto per gli strumenti del web 2.0, la potenzialità dello strumento risiede nella capacità di coinvolgimento diretto nella produzione di contenuti culturali che può diventare, se amministrato con intelligenza negli ambienti scolastici, un viatico per lo stimolo alla lettura della produzione letteraria che dovrà avvicinarsi sempre di più a questo formato in cui la crossmedialità assume un’importanza primaria. Allora il percorso di insegnamento e di apprendimento si articola in un nuovo processo di produzione in cui “la sfida culturale e pedagogica a cui chiamano le nuove tecnologie della comunicazione multimediale e telematica è quella dell’integrazione dei linguaggi, sottolineando che la spiegazione-comprensione di sé, degli altri, delle cose, non si può tradurre soltanto in competence, cioè nell’acquisizione di conoscenze sintattiche e semantiche per leggere i testi del sapere, ma anche in performance, cioè in impegni pragmatici di comunicazione espressiva cooperativa, per trasformare il sistema sociale a partire da relazioni interpersonali trasparenti, gratuite,solidali”. (da Linguaggi non verbali e multimediali di Luciano Galliani) • Slide: http://www.slideshare.net/eBookFest/ebook-tab-myself-ebook-di-rosa-pastore 106 tracce 2010 E-drawings: un nuovo paradigma dell’illustrazione di Giulio Peranzoni Illustratore ------------------------------------------Nel partecipare al Festival dell’e-book di Fosdinovo che si è svolto nei primi giorni di settembre del 2010, ho avuto l’occasione di discutere e riflettere su un aspetto che considero importante nel panorama dell’editoria elettronica: le illustrazioni. L’immagine disegnata ha sempre accompagnato il testo scritto in tutte le epoche e in maniera non secondaria, ma in questi ultimi tempi nel dibattito sull’e-book si continua, giustamente, a parlare di iper testi, e-reader, tablet, e-editor, e solo di sfuggita di immagini. Probabilmente gli ‘addetti ai lavori’ che discutono di e-book, provengono nella maggioranza dei casi dal mondo informatico, editoriale o universitario e non conoscono a fondo il lavoro di un creatore di immagini e di tutto l’universo corrispondente che ruota intorno a lui. Nel libro che sto pubblicando on-line “E-DRAWING nuovo paradigma dell’illustrazione” edito da Area 51 publisher, ho cercato di descrivere e analizzare una nuova tipologia di disegni che si sta affermando in questi ultimi tempi nel contesto degli e-book, una tipologia radicalmente diversa da quelle tradizionali. La produzione di immagini si è sempre adeguata ad ogni rivoluzione del processo e del mezzo della comunicazione scritta. Codici miniati, litografia, punta secca, bulino, fotografia, fotolito, l’illustrazione è sempre riuscita a riadattarsi alla nuova rivoluzione tecnologica del periodo. Però a differenza delle precedenti rivoluzioni in quest’ultima abbiamo una novità assoluta per quanto concerne l’immagine che accompagna un testo, la sua dinamicità, e che deriva come normale conseguenza dal dinamismo del loro contenitore, l’e-book. Nelle precedenti innovazioni tecnologiche l’immagine che accompagnava un testo era disegnata o stampata e cioè in un unico originale o ripetuta in numerose copie ma aveva una caratteristica comune: la sua inamovibilità! 107 .fest ebook In copia unica e dipinta a mano su un codice amanuense o incisa su lastra e ripetuta migliaia di volte in stampa su un libro, una volta impressa al suo supporto di lettura, l’illustrazione era quella, definitiva, intoccabile, eterna come l’oggetto che la conteneva. Ora in questa quarta rivoluzione, l’immagine disegnata, che per millenni è stata a fianco della forma scritta con un aspetto fisso e definitivo, cambia completamente la sua struttura, la sua funzionalità rispetto al testo, diventando appunto un immagine dinamica con numerose nuove soluzioni comunicative. In questi ultimi tempi si possono già distinguere come potranno essere le illustrazioni future che accompagneranno gli e-book. Immagini che gradualmente dal bianco della pagina affiorano e prendono consistenza non improvvisamente come quando sfogliando un libro ce le troviamo di fronte immediate e definitive, ma focalizzandosi durante il tempo di lettura, oppure immagini che da una posizione della pagina si spostano e si collocano in un altro spazio, dettagli del disegno che escono dal loro contesto e ingrandendosi danno maggiori informazioni, o ancora immagini che seguendo il tempo di lettura e dunque interagendo con il testo cambiano la loro forma e colore. La tecnologia del touch screen porta poi ad una ulteriore rivoluzione all’interno di questo nuovo paradigma dell’illustrazione. Oltre alla possibilità di muoversi e trasformarsi all’interno di un testo, l’immagine disegnata ora può essere manovrata, mossa dal lettore all’interno della pagina. Le possibilità che la tecnologia del touch-screen offre ad un illustratore e ad un lettore sono numerose e completamente nuove. Partendo dunque dalla inamovibilità iniziale del classico disegno stampato si è aggiunto un suo intrinseco dinamismo e ora con l’utilizzo del touch-screen un’altra caratteristica dell’immagine fissa viene superata: la sua passività. La quarta rivoluzione annulla anche questa. Non solo, ma se nelle prime versioni di questa funzione tattile si interveniva come con un comune interruttore, e cioè facendo partire una animazione con un percorso già programmato, ora invece con gli ultimi progressi di questa tecnologia, posso spostare l’immagine, ingrandirla, muovere un dettaglio, ruotarlo a mio libero arbitrio, insomma posso entrare nell’interno del disegno e gestirlo a 108 tracce 2010 seconda delle mie esigenze e che la lettura mi suggerisce. L’affermarsi del libro elettronico è una occasione unica per gli illustratori e più in generale per i creatori di immagini. Nei prossimi anni con l’espandersi dell’utilizzo degli e-book, si andrà configurando una elevata richiesta di immagini. Questo perché l’e-book non è la sostituzione del libro cartaceo ma una sua evoluzione, un oggetto completamente nuovo che di conseguenza aprirà la strada ad un nuovo mercato editoriale. Di fronte a questa situazione inedita credo sia importante per noi illustratori italiani riflettere sulle tipologie di disegno che il nuovo scenario richiede, quali tecnologie usare, quali nuove soluzioni creative proporre ma soprattutto non trovarsi impreparati a offrire un nostro prodotto. Quello che mi piacerebbe evitare è una ulteriore colonizzazione culturale da parte del mercato anglosassone come sta capitando, per esempio, nel cinema di animazione in 3D o come è già accaduto nel cinema di animazione tradizionale. Penso che sia fondamentale portare questo dibattito ad ogni appuntamento futuro come l’eBookFest o nei classici appuntamenti editoriali coinvolgendo tutte le associazioni di categoria ma anche organizzare seminari e incontri negli istituti d’arte e Accademie dove da quei luoghi usciranno le future generazioni di ‘digital-born’. La percezione delle caratteristiche, dei significati e dell’impatto degli eBook: stato dell’arte e alcune riflessioni preliminari di Mario Rotta Università di Firenze ------------------------------------------Di cosa si parla esattamente quando si parla di eBook? Siamo sicuri che la percezione di questo “fenomeno inarrestabile” (per citare il linguaggio dell’informa109 .fest ebook zione) sia condivisa da tutti coloro che ne parlano? Siamo certi che il problema sia stato correttamente e coerentemente definito nelle sue componenti essenziali, nei suoi aspetti caratterizzanti e nella sue reale complessità? Questo contributo cercherà di dare alcune risposte a questi e altri interrogativi, partendo da alcune serie di dati raccolti attraverso un sondaggio qualitativo condotto su alcuni gruppi di interesse. Il sondaggio qualitativo di cui si presentano i risultati è stato predisposto per aiutare gruppi specifici di utenti (studenti, docenti, bibliotecari o semplici lettori) a capire e condividere alcune implicazioni della “rivoluzione digitale” in corso e per attivare discussioni preliminari sulle caratteristiche e i possibili significati di questa nuova tecnologia del libro, partendo da una lista di concetti più o meno condivisibili ricavati dalla letteratura sull’argomento. Questo approccio è stato più volte utilizzato come base per impostare studi, seminari e approfondimenti, e soprattutto per identificare i nodi critici del dibattito sugli eBook ed è illustrato in dettaglio in: ● Scheidlinger, Z. (2004). The E-book vs. the ordinary book. “Educational Technology & Society”, 7 (1), 1-5. ● Rotta M., Bini M. & Zamperlin P. (2010), Insegnare e apprendere con gli eBook. Dall’evoluzione della tecnologia del libro ai nuovi scenari educativi. Roma, Garamond. Qui di seguito si propone una rielaborazione originale di questa strategia di attivazione, sotto forma di sondaggio Quality Sort. Si sottopongono a gruppi di interessati una serie di affermazioni (issues) attraverso le quali è possibile identificare alcune caratteristiche essenziali o potenzialità specifiche degli eBook rispetto ai libri cartacei e più in generale rispetto ai “formati” librari che precedono la rivoluzione digitale. Le affermazioni sono raggruppate in macro aree, per agevolare una percezione più accurata del problema e allo stesso tempo evidenziare meglio gli ambiti su cui con ogni probabilità gli eBook eserciteranno un impatto determinante. Rispetto a ciascuna affermazione si può esprimere accordo o disaccordo secondo una scala che va da -2 a + 2. Tendenzialmente, su alcune affermazioni si riscontrerà un sostanziale accordo, su altre un sostanziale disaccordo. Ma non è questo l’aspetto più interessante del sondaggio: la tecnica Quality Sort aiuta infatti a evidenziare prima di tutto la dissonanza tra quanti si dichiarano d’accordo su una certa affermazione e quanti, rispetto alla stessa affermazione, appaiono in disaccordo. Questo “scarto” aiuta a evidenziare i nodi critici e gli argomenti su cui evidentemente c’è ancora bisogno di fare chiarezza, o di chiarire meglio i 110 tracce 2010 presupposti e le conseguenze legate all’affermazione controversa. Calcolando lo scarto su base percentuale (da +100 = tutti d’accordo, a -100 = tutti in disaccordo rispetto all’affermazione), si considerano nodi critici i temi e gli argomenti evidenziati dalle affermazioni su cui si registra una percentuale di scarto compresa tra +30 e -30, mentre coefficienti superiori a 75-80 sono considerati al contrario indicatori di una forte convergenza di percezione. Una ulteriore forma di validazione dei risultati ottenuti consiste nell’elaborare separatamente i questionari sottoposti a un campione definito di utenti rispetto a quelli somministrati a un insieme più ampio ed eterogeneo. Si potrà così verificare se emergono le stesse tendenze o se, al contrario, la differente composizione dei gruppi campione influisce sul risultato, in che misura e rispetto a quali affermazioni. Nell’elaborazione che qui si riassume, in particolare, sono stati elaborati i risultati ottenuti sottoponendo il questionario a un gruppo più omogeneo e a gruppi allargati più eterogenei. In particolare si presentano e si commentano i risultati ottenuti: ● elaborando le risposte di un campione definito di partecipanti a una giornata dedicata agli eBook organizzata dal gruppo di ricerca sul Web Semantico e dalla Biblioteca delle Oblate di Firenze (da 22 a 24 risposte in media, gruppo composto prevalentemente da bibliotecari o addetti a servizi editoriali e informativi); ● elaborando le risposte di un campione allargato ottenuto sommando i risultati dei questionari sottoposti ai partecipanti ad alcune esperienze formative e seminari sugli eBook (dal tutorial online in occasione del congresso SIe-L di Salerno ad alcuni corsi su “insegnare e apprendere con gli eBooK” che si sono tenuti in parte online e in parte ad Avellino e Matera, per un totale di circa 80 risposte, gruppi composti da insegnanti, ricercatori, studenti). Proviamo a osservare più in dettaglio quanto emerge, sezione per sezione. Il primo gruppo di affermazioni riguarda i cambiamenti che gli eBook possono introdurre nella filiera della produzione e della distribuzione editoriale. Sia il campione definito che il campione allargato evidenziano un sostanziale accordo sulle 7 affermazioni di questa sezioni, con una significativa eccezione: nel campione definito emerge un certo scetticismo rispetto all’affermazione 7 (sulla traducibilità degli eBook), su cui, al contrario, il campione allargato si esprime in modo più aperto. Piuttosto interessante risulta invece l’allineamento dei due campioni sulle affermazioni 3 (reperibilità) e 4 (aggiornamento), oltre che la tendenziale convergenza sull’affermazione 1 (investimenti e quantità). In generale, si osserva 111 .fest ebook che la percezione del fenomeno eBook in senso lato è piuttosto omogenea e chiara: dell’evoluzione in corso si colgono soprattutto gli elementi che rappresentano un vantaggio netto per gli utenti, ovvero la possibilità di reperire libri più velocemente e più efficacemente e la possibilità di contare su aggiornamenti rapidi e continui, mentre i fattori economici e tecnologici vengono colti in misura minore, anche se non rappresentano nodi critici. Il secondo gruppo di affermazioni (ricadute pratiche) produce risultati decisamente più controversi. Di fatto, soltanto 2 affermazioni su 7 evidenziano un atteggiamento neutro, le altre mostrano al contrario perplessità o divergenze significative tra il campione definito e quello allargato. Le reazioni rispetto alle affermazioni 8 e 11 sulla leggibilità degli eBook ad esempio appaiono fortemente contraddittorie. Nel campione definito emerge una convergenza rispetto alla leggibilità intrinseca (8) ma un disaccordo generale (coefficiente 0) sul fatto che la maggiore leggibilità possa effettivamente agevolare la lettura e ridurre i fattori di distrazione (affermazione 11): una percezione molto diversa da quella del campione allargato, più neutrale sugli effetti della leggibilità (11) e più indeciso, al contrario, sull’affermazione specificamente dedicata ai fattori di distrazione (9), su cui invece il campione definito si mostra più decisamente contrario e convergente sulla contrarietà. Significativa è invece l’ampia convergenza sul potenziamento multimediale degli eBook (affermazione 13), considerando anche che neppure l’affermazione apparentemente più scontata (la 10, sulla ricerca full text) evidenzia un accordo così ampio. Infine, il campione definito appare fortemente critico sulla maggiore facilità di conservazione degli eBook (affermazione 14). Paradossalmente, si potrebbero interpretare questi dati come indizi evidenti di un atteggiamento “conservatore” degli utenti, o quanto meno di una percezione orientata a una relativa diffidenza: in pratica, non sembra che almeno per il momento gli eBook siano considerati più interessanti o più funzionali dei libri tradizionali relativamente ad alcuni elementi primari (e trasversali) quali la leggibilità e la praticità, mentre si apprezza come un valore aggiunto un elemento intrinseco (ma non caratterizzante) del mondo digitale come l’integrazione tra testualità e “oralità”. Come vedremo più avanti, questi risultati possono essere letti anche alla luce delle reazioni degli utenti rispetto ad altre affermazioni. Ma appare subito chiaro che, allo stato attuale, il confronto istintivo che gli utenti tendono a fare tra le tecnologie del libro più tradizionali e quelle più innovative non si fonda sulle similitudini e sulle sovrapposizioni ma sulle differenze più evidenti. 112 tracce 2010 Rispetto al terzo gruppo di affermazioni (sui rapporti tra autori, lettori ed editori) emergono molte divergenze e criticità, e in misura più accentuata nel campione definito. Di fatto c’è disaccordo su quasi tutte le affermazioni proposte, se si esclude una relativa accettazione condivisa dell’ipotesi che l’affermarsi degli eBook porti a un progressivo superamento della mediazione dell’editore nella relazione tra autore e lettori. Per il resto il campione allargato rafforza ed evidenzia tre perplessità che appaiono ancora più significative se si comprende che si tratta di argomenti che vengono riproposti costantemente nella letteratura e nel dibattito giornalistico sui libri digitali. Prima di tutto non si crede in misura uniforme all’ipotesi che le pubblicazioni digitali possano garantire agli autori diritti più consistenti. Le divergenze su questo punto possono essere dovute un certo scetticismo nei confronti della consistenza potenziale delle vendite di libri digitali, ma il dato è significativo, e denota probabilmente una certa persistenza dei modelli di distribuzione più consolidati. Analogamente, gli utenti non credono in modo uniforme (o non credono affatto) che attraverso gli eBook si possa stabilire un contatto più diretto tra autore e lettore, nonostante che proprio questa opzione sia oggetto di varie sperimentazioni (si veda ad esempio l’ipotesi dell’abbonamento all’autore come modalità distributiva per libri digitali aperti). Infine, i due campioni considerati si mostrano decisamente divergenti rispetto all’ipotesi che gli eBook possano agevolare la crescita del numero dei lettori, per quanto sussistano indicatori positivi in tal senso. Probabilmente, si tratta anche in questo caso di scetticismo nei confronti della nuova tecnologia del libro. Tutti elementi su cui gli editori dovranno riflettere. Più convergenti i pareri dei campioni considerati rispetto al quarto gruppo di affermazioni (come cambiano le biblioteche nel mondo digitale). Nel campione definito (dove, occorre ricordarlo, c’è una percentuale maggiore di addetti ai lavori) emergono due sole criticità (sulla possibilità del ritorno dal digitale all’analogico come modalità di sicurezza nella conservazione dei testi e sulla presunta facilità di catalogazione dei libri digitali), mentre il campione allargato mostra una generale convergenza, con un’enfasi piuttosto accentuata (coefficienti superiori a 90) sulla flessibilità degli eBook rispetto alle problematiche di conservazione, sulle potenzialità dell’ipertestualizzazione come modalità di relazione dinamica tra testo e fonti e sulla relativa facilità di assemblaggio di opere derivate da fonti digitali. In sostanza, è come se i campioni considerati, gli stessi che mostrano scetticismo sulle implicazioni socio-economiche dell’evoluzione del 113 .fest ebook libro, riuscissero a cogliere in modo netto i vantaggi materiali degli eBook e una parte consistente del loro impatto epistemologico e metodologico-organizzativo. Probabilmente, questa percezione condivisa è legata ad alcune aspettative relativamente semplici: ci si aspetta che gli eBook aiutino a risolvere problemi quali le tipiche difficoltà gestionali delle biblioteche tradizionali o che agevolino la raccolta e la consultazione di insiemi di fonti che altrimenti risulterebbe difficoltoso reperire e utilizzare. Sono indicatori molto interessanti, che dovrebbero suggerire a chi intende sviluppare dei progetti che in questa fase bisogna investire soprattutto sul processo di digitalizzazione del patrimonio librario e documentario e sulla “de-materializzazione” delle biblioteche, come del resto si sta facendo da tempo in diversi paesi. Sono queste le priorità percepite. Non le sperimentazioni d’avanguardia o le prospettive concettuali: ma la disponibilità (ampia, variegata e sotto certi aspetti incondizionata) di contenuti digitali. Una sostanziale convergenza si riscontra anche nel gruppo di affermazioni che propongono alcune interpretazioni degli eBook come fenomeno socio-culturale. La convergenza del campione definito sulla connotazione degli eBook come oggetti integrati e polivalenti appare rafforzata nel campione allargato. Lo stesso campione allargato converge anche sulla presunta flessibilità degli eBook rispetto ai contenuti e perfino sull’importanza dell’integrazione tra libri digitali e sviluppo tecnologico. Quest’ultimo dato è significativo: solitamente la velocità con cui le tecnologie si evolvono è vissuta dagli utenti come un ostacolo o addirittura come un fastidio; in questo caso, invece, è percepita uniformemente come una potenzialità. Non se ne può automaticamente dedurre che negli utenti sta maturando un atteggiamento aperto e positivo nei confronti dell’accelerazione che si è verificata nella diffusione dei dispositivi tecnologici dedicati (eReader), ma è un segnale positivo in tal senso. Infine, com’era prevedibile, si riscontrano più divergenze che convergenza sulle affermazioni raggruppate sotto la voce “implicazioni educative e cognitive”. Nel campione definito le criticità prevalgono largamente sull’identità di vedute. 4 di esse, in particolare, risultano confermate e talora rafforzate nel campione allargato. Prima di tutto non si è del tutto convinti che l’uso degli eBook possa essere utile per insegnare ai bambini a leggere o a scrivere in modo più efficace (gli studi di Terence Cavanaugh in realtà dimostrerebbero il contrario), ma questa incertezza potrebbe essere dovuta all’assenza di sperimentazioni dirette in tal senso 114 tracce 2010 da parte degli utenti che hanno risposto al sondaggio. Più difficile è interpretare la forte divergenza riscontrata rispetto all’affermazione 43 (gli eBook agevolano l’approccio critico): gli stessi utenti che avevano percepito in modo netto il valore della flessibilità degli eBook e l’utilità delle biblioteche digitali, ora appaiono scettici sull’ipotesi che utilizzare gli eBook (“insiemi” di eBook è specificato nella formulazione dell’affermazione) in un contesto educativo possa supportare lo sviluppo del critical thinking. Il dato va probabilmente messo in relazione con altre delle criticità che emergono: c’è ad esempio una forte divergenza di percezione anche rispetto all’ipotesi che i libri digitali possano giocare un ruolo decisivo nello sviluppo di una scuola costruttivista e centrata sull’approccio problemico (affermazione 46). Probabilmente, una parte degli utenti intervistati non crede in questo modello o non lo conosce, e di conseguenza non concorda sul ruolo che i contenuti digitali potrebbero giocare in tal senso. Emerge inoltre molta incertezza (ben 24 utenti del campione allargato si attestano sul “non so”). L’ultima criticità riscontrata è infine quasi inevitabile: provocatoriamente, l’affermazione 50 suggerisce che il vero ostacolo alla diffusione degli eBook nei contesti educativi sia rappresentata dall’inadeguatezza e dalla carenza di competenze degli insegnanti, non certo dall’atteggiamento presumibilmente aperto dei cosiddetti “nati digitali”. Ovviamente, il campione, composto in prevalenza da adulti e con una discreta percentuale di insegnanti, non è d’accordo. Ma non necessariamente perché si ritiene adeguato al compito: vari commenti raccolti a margine del sondaggio, infatti, suggeriscono che gli insegnanti in particolare, pur cogliendo il bisogno di acquisire nuove competenze, restino convinti che i veri ostacoli siano di natura organizzativa o economica. In sostanza, cosa si può ricavare complessivamente dalla lettura e dall’interpretazione dei risultati di questo sondaggio qualitativo? Apparentemente, sembra emergere un quadro relativamente contraddittorio, punteggiato di incertezze e di incongruenze. In realtà prende forma uno scenario che corrisponde alle aspettative e che segue tendenzialmente una successione logica, una sorta di approccio su più livelli. Ad un primo livello si colloca la sostanziale convergenza di tutti i campioni considerati sulla percezione degli eBook come fenomeno (di costume, sociale, o semplicemente come novità tecnologica accettabile in quanto tale). Questa valutazione positiva apre la strada alla percezione di altri aspetti e implicazioni: in prima istanza legati all’impatto organizzativo che gli eBook potranno avere nei 115 .fest ebook vari contesti (percepito, va detto, più positivamente nelle biblioteche che nelle scuole), e in seconda istanza accettando almeno alcune ipotesi di lavoro sull’impatto epistemologico che i libri digitali potranno avere nel medio periodo, anche se quest’ultima dimensione resta in parte da esplorare e chiarire. Più problematica appare invece la percezione degli effetti che gli eBook potranno produrre sul sistema dei saperi e altrettanto incerta si rivela la percezione delle possibili ricadute metodologiche dei libri digitali, specie in ambito educativo, dove evidentemente mancano ancora sperimentazioni e buone pratiche consolidate. Quasi del tutto incerta resta invece la percezioni di possibili ricadute positive degli eBook sul piano cognitivo, con criticità evidenti per quanto riguarda soprattutto gli effetti sull’atteggiamento verso la lettura, sul consolidamento dell’approccio problemico e sullo sviluppo del pensiero critico. Rappresentando questo percorso attraverso un diagramma di flusso si può osservare meglio come le prime tre dimensioni appaiano già sufficientemente esplorate, mentre le altre possono essere considerate su due diversi livelli di priorità (evidenziati rispettivamente in rosso e in grigio). La ricerca e conseguentemente la progettualità degli autori, degli editori e degli altri operatori coinvolti nella filiera della produzione di contenuti digitali dovrebbe/potrebbe tenere adeguatamente conto di queste indicazioni. Ipotesi di narrativa digitale: interactive fiction, narrazione atomica, narrativa d’ambiente. di Enrico Colombini e Fabrizio Venerandi autore, Quintadicopertina - Editore, Quintadicopertina ------------------------------------------Ci si potrebbe chiedere, parlando di narrativa interattiva, se la lettura di un libro tradizionale sia effettivamente una attività passiva, ovvero se la cosiddetta narrativa interattiva sia qualcosa di diverso e contrapposto ad una narrativa tradizionale, o se invece si tratti di due aspetti di un medesimo fenomeno. In realtà, 116 tracce 2010 quando uno scrittore si avvicina ad una fabula e crea un romanzo, effettua una operazione di manipolazione sul materiale di partenza: nasconde episodi, riassume, amplifica, crea un intreccio che poi il lettore dovrà a sua volta manipolare per arrivare a ricostruire una sua idea della fabula originaria. La narrativa interattiva è quindi una esplicitazione di questa funzione attiva dello scrittore, dove l’oggetto virtuale ‘libro’ non corrisponde più all’oggetto fisico del libro. La storia narrata non ha necessariamente un inizio, uno svolgimento e una fine, ma viene collocata in ambienti narrativi relazionati tra di loro, interrogabili dal lettore in maniera dinamica e non esclusiva. Si passa quindi da iperromanzi come “Il gioco del mondo” di Cortazar, dove il romanzo cambia a seconda del percorso di lettura intrapreso dal lettore, alla circolarità dell’”Infinite Jest” di Wallace, dove l’incrocio dei piani temporali, il fitto apparato di note scardina la struttura libro tradizionalmente intesa, passando per il “Pallido fuoco” di Nabokov, dove fabule diverse si intrecciano tra versi e commenti ai versi stessi fino ad arrivare alla narrativa digitale degli anni ottanta. Dalle avventure testuali ai Mud, il mondo informatico si impossessa delle parole scritte, perché metodo digitalmente economico per ricreare mondi. Divora narrazioni tradizionali come “The hobbit” o “La guida intergalattica per autostoppisti” frammentando la narrazione lineare e rimodulandola in un ambiente virtuale in cui il lettore si muove interagendo con personaggi, oggetti, plot. L’ambiente narrativo ludico dei Mud, poi, vive anche se nessuno è connesso e, quando i lettorigiocatori sono connessi e interagiscono fra di loro, è l’utilizzo degli strumenti informatici dell’intreccio interattivo che danno vita a fabule sociali che non erano state previste né programmate dallo scrittore-creatore dell’ambiente. L’inversione qua è completa: non è la fabula a dover essere raccontata attraverso un intreccio, ma è dall’intreccio dinamico di un ambiente narrativo-sociale che si crea una fabula. Attinenti a questo percorso sono i librigioco, che forzano l’oggetto libro a diventare interattivo con un meccanismo forse rudimentale ma efficace. La storia ha in genere un inizio, uno svolgimento e una fine, ma il lettore sceglie in qualche misura la modalità con cui questo svolgimento arriva alla sua fine (o alle sue fini). Arriviamo alla contemporaneità e allo sviluppo recentissimo degli ebook. 117 .fest ebook Nel momento in cui si possono leggere romanzi con device digitali interattivi che possono essere portati con sé come un libro tradizionale e che consentono letture prolungate senza affaticare la vista, si possono prendere tutte queste esperienze di narrativa interattiva di cui abbiamo parlato e ripensarle per costruire nuovi modi di leggere digitale, unendo la narrazione ad ampio respiro di un romanzo classico, con gli strumenti di ipertestualità che fanno ormai parte del linguaggio di lettura quotidiano. L’idea si è concretizzata con una collana di ebook chiamata Polistorie, pubblicata da quintadicopertina, che non vuole essere solo una collana, ma una vera e propria messa in pratica di quell’iperromanzo di cui parlava Calvino al termine delle sue Lezioni Americane. Cosa è una polistoria? Si tratta di un ‘libro digitale’ la cui fabula (o le cui fabule) sono pensate dallo scrittore come isole narrative collegate fra di loro con dei ponti. La navigazione fra le diverse isole viene decisa dal lettore e dà vita a una lettura unica e personale dell’ambiente fabula ideato dallo scrittore. Lo strumento polistoria non vincola lo scrittore nel tipo di narrazione da costruire, ma offre uno strumento diverso per manipolare le fabule e i loro intrecci. Ne è riprova che i primi testi pubblicati nella collana sono radicalmente differenti fra di loro. ‘Locusta Temporis’ di Enrico Colombini si presenta come un gioconarrazione in cui non si gira mai pagina. Ogni isola di testo ha almeno un elemento ipertestuale con cui interagire che porta in una diversa isola, muovendosi in un fittissimo arcipelago di oltre cinquemila isole e più di undicimila ponti di collegamento. Eppure questa continua interazione narrativa ha una unica linea narrativa: l’interazione non è nello scegliere cosa fare, ma come fare. “Verrà HP e avrà i tuoi occhi” di Antonio Koch è l’opposto: un romanzo in cui ampi capitoli portano a scelte che creano universi paralleli e contigui, dando l’idea di un romanzo che si moltiplica in eterno, ma che alla lunga collassano in se stessi, mostrando un mondo frammentato di possibili romanzi incompiuti. Slide: http://www.slideshare.net/eBookFest/venerandi-colombini-quintadicopertina 118 tracce 2010 Parte seconda: Post Scripta 119 .fest ebook 120 tracce 2010 Teologia della redazione a venire: i problemi della conversione nella piccola editoria di Maria Cecilia Averame (moderatrice della omonima tavola rotonda) editrice, Quintadicopertina ------------------------------------------- Una tavola rotonda per cui è stato scelto un titolo un po’ escatologico: d’altronde la terminologia ad uso della descrizione e della partecipazione digitale spesso prende in prestito radici bibliche. Parliamo di salvataggio, di conversione, di second life contrapposta alla real life, esperti in materia si propongono come ‘eretici digitali’… Così per il web, ancor più per l’editoria digitale: possibile che ci si ritrovi così spesso a parlarne come se si dovesse affrontare un ‘atto di fede’? In psichiatria poi, il termine ‘conversione’ indica quel comportamento per cui si ha una trasposizione del conflitto psichico in sintomi fisici e sensoriali. Un malessere psicologico che si manifesta sintomi fisici e corporali, che nascondono il vero problema che c’è dietro, probabilmente nemmeno chiaramente identificato. E quando si parla del cambiamento che sta avvenendo nel mondo editoriale, forse molti dei timori più nominati (la mancanza dell’odore della carta, il timore della scomparsa di figure editoriali, di valori) nascondono se non altre paure, una mancata definizione delle problematiche che il passaggio al digitale comporta. Forse, per convertirci, abbiamo bisogno non tanto di un atto di ‘fede’, ma dell’identificazione della causa primaria del malessere, perché per riconoscere una paura c’è bisogno di chiamarla con il giusto nome. Tre giorni di incontri e dibattiti sull’editoria digitale ci possono essere di aiuto per riuscire ad affrontare le resistenze psicologiche, e passare da un livello emotivo dove si ragiona su paure o su atti di fede, ad un momento razionale dove concentrarsi sulle difficoltà oggettive. Difficoltà che, al terzo giorno, abbiamo citato e chiarito: non si tratta, in fin dei conti, di fare altro che tirare le somme, e ripensare i processi che ci sono stati. Conversione. Possiamo indicare tre conversioni che sta attraversando l’editoria in questa fase: Una conversione della filiera editoriale di produzione di un testo all’interno 121 .fest ebook delle case editrici. Come cambia (se deve cambiare) la professionalità di chi fa editoria? Quali nuove figure servono, quali strumenti abbiamo? La conversione dei files, la digitalizzazione dei cataloghi cartacei. Chi deve affrontarne la spesa? Quali formati vanno utilizzati? Oggi si parla di .ePub come standard certo su cui lavorare. Ma questa certezza solo otto mesi fa non la avevamo. E i nuovi lettori? E il colore? E il multimediale? Come si può affrontare questa sfida senza correre il rischio di rifare, di nuovo, il lavoro più volte? Conversione della catena editoriale, della distribuzione, della promozione e della vendita. Il mondo editoriale che si converte al digitale di che genere di promozione necessita? Quali sono gli strumenti? Chi sono i nuovi intermediari e di chi abbiamo realmente bisogno? Non più camion, ma cosa? Per parlare di questi temi, abbiamo con noi un esperto di editoria digitale e tradizionale, il prof. Virginio Sala dell’Università di Firenze, che già nel 2000 parlava e scriveva di digitale. Virginio Sala ci aiuta a capire quali sono gli elementi fondanti di un libro. Al di là del formato, delle modalità di diffusione e degli strumenti utilizzati per consultarlo, per noi ha principale importanza il contenuto. Continuando a utilizzare un linguaggio che prende dal trascendentale, Virginio Sala parla dell’ontologia del testo’, mostrando quali siano gli elementi fondamentali di un libro, al fine di abbandonare le ‘paure vacue’ e concentrarsi sulla sfida editoriale. [vai all’intervento di Virginio Sala] Agostino Quadrino, Laureato in filosofia e in teologia, è direttore editoriale della casa editrice Garamond, specializzata in editoria digitale e multimediale e di rete per la scuola. Con la sua casa editrice già dal 1989 ha ‘creduto’ e lavorato per diffondere e promuovere l’uso didattico delle tecnologie digitali. Con lui possiamo ragionare sul significato, per un editore, del termine ‘conversione’. Giancarlo Fornei, formatore motivazionale, scrittore & mental coach, è autore di Bruno Editore, casa editrice fondata nel 1987 e che sul digitale scommette molto. Scommessa che pare vincente, visti i dati diffusi recentemente sull’andamento delle vendite. Giancarlo Fornei nel suo intervento spiega che non ha avuto bisogno di un particolare atto di fiducia nel digitale: anzi, in un certo senso, è stato l’editore ad aver fiducia in lui. Dopo l’intervento di Giancarlo Fornei prende la parola Mario Guaraldi, editore della omonima casa editrice e professore di editoria presso l’Università di Urbino, 122 tracce 2010 per sottolineare due cose (fra le altre). Riguardo alla conversione del catalogo, chiede chi e come se ne debba occupare. Riprendendo il discorso sulle ‘competenze’ chiede di chi sia competenza effettuare questo genere di conversioni? Siamo sicuri che l’editore si debba trovare solo di fronte ad un mercato che cambia? Guaraldi stimola poi il dibattito riflettendo sui side-effect che l’editoria digitale può proporre: ‘libri o libracci?’ Cosa indica la qualità di un libro, e come evitare che il digitale diventi una scappatoia per facili pubblicazioni ‘veloci’? Le risposte a questa seconda domanda vengono da parte del pubblico stesso: alla fine, è la vendibilità di un testo e l’eventuale successo di pubblico a decretarne il valore. Che sia su carta o in digitale, questo è sempre accaduto, al di là del genere e del tipo di libro. Giancarlo Fornei, come autore, accenna al fatto che per lui è importante quanto un libro piaccia al suo lettore, il momento dell’acquisto in fin dei conti decreta il successo del lavoro suo e dell’editore, e della reciproca collaborazione. Questo accenno dà la possibilità di riflettere su un ulteriore spunto: autore ed editore, nel digitale, hanno l’opportunità di un contatto più diretto, sia in fase di progettazione di un testo, quanto nella promozione e nella diffusione. E questo nuovo paradigma di dialogo potrebbe allargarsi fino ad includere i lettori stessi, grazie alla possibilità di parlare senza intermediari, grazie alla rete. La community che si è in grado di creare attorno ad un editore o un libro, è un contributo vincente. Per amore o per forza?: note a margine sull’obbligatorietà dei libri di testo di Marina Boscaino (intervento nella omonima tavola rotonda) docente e pubblicista ------------------------------------------Per il secondo anno ho partecipato alle non-conferenze di Fosdinovo e per la seconda volta ho avuto l’impressione che possa ancora esistere una comunità di persone che abbiano qualcosa da dire, indipendentemente dallo sloganismo di 123 .fest ebook maniera che inquina in molte sedi il dibattito sulla scuola in questo momento. Non è un risultato marginale. Quest’anno sono stata chiamata da Noa e Maria Grazia come interlocutrice in una tavola rotonda. “Per amore o per forza: note a margine dell’obbligatorietà dei libri di testo”. Confesso il mio scetticismo iniziale: un mio pregiudizio relativo al fatto che il problema dell’obbligatorietà dell’adozione possa oggi rappresentare un tema significativo, mentre la scuola viene vessata da ben altri provvedimenti, che ne impoveriscono il carattere emancipante e di strumento di “rimozione degli ostacoli”, come recita l’art. 3 della Costituzione. Il disinvestimento programmatico e sistematico sulla scuola ha prodotto effetti tali – dal punto di vista culturale, sociale, della cittadinanza – talmente enormi e negativi che nessun libro di testo, su qualsiasi dispositivo, anche i migliori, potranno mai scongiurare la caduta libera del sistema scuola. Questi 2 anni di mobilitazione e di impegno pressante sulle condizioni della scuola mi hanno fatto entrare a contatto con una condizione di disagio diffusa e omogenea molto profonda, che parte da lontano, che porterà – considerati i provvedimenti dell’attuale governo – molto lontano dagli obiettivi della scuola democratica. E invece la domanda di Maria Grazia sulle Indicazioni Nazionali ha aperto un nuovo fronte di riflessione, che – grazie anche agli interventi degli altri partecipanti – si è subito rivelato interessante e potenzialmente ricco di sviluppi. Mi sono occupata per ProteoFareSapere di compiere un’analisi su queste bozze per quanto riguarda il mio gruppo disciplinare (Italiano e Latino al triennio). Le Indicazioni Nazionali – i programmi, come si chiamano più comunemente – mentre scrivo sono ancora in bozza, nel senso che non hanno valore di legge, dal momento che non hanno percorso l’iter giuridico che le renderebbe tali. Eppure zelanti case editrici si sono affrettate a licenziare libri di testo che accogliessero – già in maggio, quando i collegi dei docenti sono stati chiamati ad adottare i testi per il corrente anno scolastico – gli indirizzi di contenuto di quelle bozze. Nel merito non posso che entrare marginalmente: si tratta di un affrettato copiaincolla, che il ministero ha prodotto variando in maniera totalmente irragionevole sezioni delle tradizionali scansioni (la letteratura italiana delle origini – la più ostica! – spostata al termine del secondo anno di liceo, durante il quale si leggono 124 tracce 2010 anche i Promessi Sposi, per esempio; la conseguente solita enfasi sul Novecento (da più di 10 anni annuncio sostanzialmente ignorato e non praticato dalla nostra scuola); mancanza di una specifica definizione di competenze, a vantaggio di una centralità assoluta delle conoscenze disciplinari; attaccamento ai vecchi programmi invece che individuazione di “nuclei fondamentali e imprescindibile”; nessun interesse per la pluridisciplinarità; nessun cenno alla necessità di un rinnovamento dei paradigmi epistemologici delle discipline per accompagnare il cambiamento di un mondo sempre più complesso). Sapore di passato, nemmeno immarcescibile. Queste modalità rozze e dismesse sono uno dei tanti specchi del modo in cui chi ci governa ha messo mano alla scuola: con disimpegno, con dismissione, con una rinuncia definitiva ad affidare alla scuola stessa un progetto culturale differente dal risparmio ai danni delle fasce più svantaggiate della popolazione e della rinuncia alla costruzione (che significa elaborazione, studio, riflessione, confronto consapevole) di una società della conoscenza che abbia un effettivo peso rispetto alla sviluppo e alla crescita del Paese. È per questo che il criterio dell’obbligatorietà del libro di testo può anche rappresentare, in questo specifico momento, un elemento di garanzia nella dissipazione dei fondamentali diritti esigibili: diritto allo studio e all’apprendimento, diritto alla libertà di insegnamento, diritti alle pari opportunità per tutti i cittadini del nostro Paese. La giungla di proposte, l’incedere violento dei localismi, di una logica da diritto di nascita; le dichiarazioni continue di distinzione tra Nord a Sud; il trattamento differente riservato agli studenti dei tecnici e dei professionali (i segmenti ad utenza socialmente più debole) rispetto a quelli liceali impongono una vigilanza ferrea e norme che non lascino margini di arbitrio. E che non avallino criteri di improvvisazione e di fai da te cui molte scuole sembrano propense. E che creerebbero – anche nella strumentazione – ulteriore disomogeneità. Il criterio di autorevolezza – a prescindere dalla specificità del dispositivo (cartaceo o digitale) – deve essere necessariamente quello al quale noi insegnanti e le famiglie dobbiamo esigere di informare le nostre scelte e i prodotti che destiniamo ai nostri alunni. La parola “obbligatorietà” – come nel caso dell’obbligo scolastico – assurge in questa accezione a tutela dell’interesse generale e della scuola come luogo della concretizzazione delle pari opportunità e dell’inclusione. 125 .fest ebook Adozione obbligatoria ovvero il ghiaccio bollente della Gelmini di Maurizio Chatel (intervento nella tavola rotonda “Per amore o per forza”...) Insegnante, responsabile scientifico area umanistica BBN ------------------------------------------- Ho già avuto modo di scrivere come la penso sulla circolare Gelmini per l’adozione obbligatoria dei testi digitali dall’anno scolastico 2012. Vorrei ora fare un passo avanti e riflettere sulle reali difficoltà dell’applicazione di quell’insensato ukase. Parlavo allora di una totale carenza di preparazione strutturale, finanziaria e culturale, da parte del ministero, capace di rendere operativa una riforma che non sarebbe esagerato definire epocale. La digitalizzazione dei testi non è infatti un fenomeno riducibile alla semplice trasformazione del testo cartaceo in PDF, ma questo sembra essere il tipo di aspettativa che l’ufficio della Gelmini sottintende nella sua decisione. È fin troppo noto a tutti coloro che hanno una minima confidenza con la navigazione in Internet come l’utilizzo di un file PDF aumenti e non semplifichi le difficoltà della lettura. Non parliamo poi se questo file dev’essere usato da una collettività di studenti. È dunque in un’altra direzione che l’editoria scolastica deve marciare per risolvere la questione della manualistica digitale. Ma quale? E qui entrano in gioco le altre gravi carenze di cui sopra: l’assenza di sostegni finanziari alle scuole per migliorare il loro apparato informatico e renderlo accessibile al maggior numero di utenti, e la mancanza di ogni qualsivoglia tipo di formazione dei docenti nell’ambito dei nuovi mezzi di comunicazione “sociale” (o social netwotks). Le innovazione che alcuni editori, come la BBN, stanno perseguendo richiedono infatti nuove competenze soprattutto da parte degli insegnanti, che sono, nella catena di produzione dei libri di testo (autore-editore-docenti-utenti), l’anello più debole. Altrove infatti notavo ancora come la resistenza dei professori verso il mondo della rete sia l’ultimo grave ostacolo da superare per una trasformazione del testo digitale in realtà efficace. I blog, i forum, le piattaforme multifunzionali appaiono alla maggior parte degli insegnanti italiani (è bene sottolinearlo) 126 tracce 2010 come una sorta di terreno minato, la riserva indiana degli adolescenti, un luogo di evasione e cazzeggio di massa. Mentre le università del resto del mondo occidentale stanno “liquefando” (quasi) tutto il loro repertorio didattico nei punti di accesso on-line più diversi, la scuola nostrana ritiene ancora che apparire in rete con nome e cognome e con un proprio scritto sia estremamente “delicato” (quasi pedofilia?). In sostanza: a prescindere dalle urgenti e fondamentali questioni di principio sulla libertà d’insegnamento e le speculazioni economiche editoriali che conosciamo bene, il primo compito che il mondo della rete e i suoi operatori devono risolvere è l’alfabetizzazione degli insegnanti verso i nuovi sistemi di utilizzo della medesima. L’anello debole va saldato alla realtà, che oggi è fatta di una varietà di accessi alla lettura e allo studio, tra cui il PDF è solo una e non la più efficace. Sondaggio de La Scuola Che Funziona sui libri di testo di Maria Teresa di Palma, Antonio Fini, Maria Grazia Fiore e Giovanni Marconato La scuola che funziona, community online ------------------------------------------- [Antonio Fini e Maria Grazia Fiore hanno realizzato le elaborazioni statistiche dei dati che sono poi “letti”da Maria Teresa di Palma, mentre Gianni Marconato ha provveduto alla premessa e all’inquadramento generale]. Introduzione Il social network “La scuola che funziona” è stato invitato a tenere un seminario sui libri di testo digitali all’eBookFest di Fosdinovo (MS) quale espressione di un consistente numero di insegnanti (all’epoca poco più di 1300) ma, anche, perché il network si era interessato alla questione attraverso l’attività di un gruppo animato da Noa Carpignano. Per portare a quel seminario riflessioni argomentate e supportate da dati sono state realizzate due iniziative preparatorie: una discussione tra i membri del network (di cui si dà conto in altro contributo) e un sondaggio. 127 .fest ebook Il sondaggio è stato sviluppato (senza testing iniziale considerati i tempi stretti) da Maria Teresa di Palma, Cristina Galizia, Giovanni Marconato e Simona Martini, tutti membri del network. Il sondaggio, che è stato sviluppato e gestito attraverso la piattaforma per sondaggi on-line Kwik Survey; è stato aperto il giorno 5 agosto 2010 e chiuso il 5 settembre; la sua diffusione è avvenuta esclusivamente attraverso strumenti web, principalmente il network “La scuola che funziona” e Facebook. Gli insegnanti che hanno risposto sono stati complessivamente 483, un numero ragguardevole se si pensa che si era in pieno periodo feriale. Il contesto che ha generato l’idea del sondaggio e della correlata discussione è rappresentato dall’imminente introduzione obbligatoria del libro di testo digitale nella scuola italiana e dalle riflessioni che, nella parte più avveduta e consapevole degli insegnanti italiani, si stavano sviluppando circa la natura che il libro di testo con l’avvento del digitale (e di internet, binomio inscindibile) avrebbe potuto o dovuto assumere per cogliere al meglio le opportunità di cui queste tecnologie sono portatrici. Sul piano concettuale, prima di avventurarsi nell’esplorazione degli scenari aperti o apribili dal digitale, è stato ritenuto opportuno esplorare il significato del libro di testo (LdT) oggi, il ruolo reale che questo ricopre nelle pratiche didattiche degli insegnanti e l’uso che ne fanno gli studenti. Solo una volta chiarito cosa sia, oggi, il LdT “normale”, chi lo usa (è per l’insegnante o per lo studente?), quale ne sia l’uso, quali le finalizzazioni, quali le interazioni LdT-insegnante (è l’insegnante o il LdT che insegna?), si possono fare delle ipotesi sensate su come debba essere il LdT digitale. Sempre “di testo” o solo “libro”? Da queste considerazioni scaturisce la struttura del sondaggio: • Una sezione iniziale per delineare il profilo dei rispondenti • Copertura delle attività didattiche attraverso il LdT • Valutazione del LdT • Motivazioni all’uso • Atteggiamenti verso il LdT • Tendenze quantitative all’uso del LdT • Le alternative 128 tracce 2010 • • • • • Gli usi degli studenti Rapporti con gli editori LdT analogico vs. digitale Atteggiamenti verso il LdT digitale Aspettative dal LdT digitale Premessa sulla lettura dei dati Il sondaggio è stato chiuso il giorno 5 settembre con 483 partecipanti a cui erano state proposte 19 domande, alcune semplici, altre a risposta multipla, altre ancora con una valutazione (scala Likert) o con una graduatoria. Questo report rappresenta una restituzione ancora piuttosto grezza della gran mole dei dati raccolti rimandando ad altra pubblicazione lo studio analitico degli stessi. Va evidenziato che: 1) Molti hanno risposto solo parzialmente al sondaggio e la percentuale è calcolata sul numero dei rispondenti e non sul numero totale; a volte si deve però segnalare che la percentuale dei rispondenti sul numero totale (483) è davvero bassa. 2) I dati sono stati incrociati solo per due variabili alla volta (ad esempio: O per scuola, O per disciplina): incroci più elaborati verranno fatti in seguito (per scuole E per disciplina). 3) Alcuni dati sono generici: ad esempio “scuole superiori di 2° grado” comprende sia gli Istituti Professionali sia i Licei Classici: tipi di scuole decisamente diversi in cui diverso presumibilmente è l’impiego del libro di testo; la stessa cosa vale per le discipline. Ad esempio, l’area letteraria comprende materie diverse a seconda del tipo di scuola e tali materie a loro volta sono molto diverse come approcci didattici (si pensi alla differenza dell’uso che si può fare dei materiali on-line su geografia e quelli su latino!). Ovviamente su questo non si potranno fare approfondimenti nemmeno in seguito. Identikit dei rispondenti C’è una maggioranza di docenti delle superiori 129 .fest ebook DOMANDA 1: In quale scuola insegni? (risposte 473/483) Scuola primaria 148 31% Scuola secondaria di 1^ grado 121 26% Scuola secondaria di 2^ grado 184 39% Formazione professionale 13 3% Altro 7 1% .. e di docenti di area umanistica DOMANDA 2 : Disciplina insegnata (risposte 466/483) Area umanistica 156 33% Area matematica 72 15% Area storico – filosofica 12 3% Area scientifica 44 9% Lingue straniere 61 13% Materie professionali 23 5% Musica 14 3% Scienze motorie 6 1% Sostegno 26 6% Tecnologie 24 5% Religione 6 1% Altro 22 5% Chi ha risposto è molto interessato alle nuove tecnologie (dato, questo, determinato dal fatto di essere stato diffuso e compilato on-line) ed ha anche una buon livello di conoscenza dei libri di testo in formato digitale DOMANDA 15: I libri di testo in formato digitale (risposte 193/ 483) Non ne ho mai sentito parlare 2 1% Ne ho sentito parlare ma non li uso 117 61% Li ho provati e ne sono rimasta soddisfatta 44 23% Li ho provati e sono meglio di quelli tradizionali 30 16% .. ed è abituato a usare materiali diversi a integrazione o in alternativa al libro di testo tradizionale 130 tracce 2010 DOMANDA 10: Cosa usi in alternativa o in integrazione al libro di testo (risposte?) 20% materiali scaricati da Internet 19% dispense autoprodotte 18% materiali fruibili direttamente online 14% libri di testo diversi da quello adottato 11% testi specialistici 11% video reperibili in Internet 7% quotidiani E questo a differenza di quanto fanno gli studenti che, secondo i rispondenti, (domanda 11) dei libri di testo poco apprezzano i materiali on line, interessati piuttosto dalla chiarezza espositiva e dalla grafica accattivante. Inoltre gli studenti usano il LdT soprattutto (secondo le risposte alla domanda 12) perché voluto dall’insegnante e perché facilita lo studio a casa grazie ai riassunti e perché traccia un percorso da studiare Infine, ultimo tratto caratteristico del profilo di coloro che hanno risposto sta nel rapporto con l’editoria scolastica (domanda 13) che è molto disincantato: l’87% dei 190 rispondenti non ritiene gli editori partner insostituibili, né credono che essi operino in base alle esigenze didattiche degli insegnanti; i libri di testo non sono valutati come particolarmente faziosi, né come particolarmente errati, ma costano troppo rispetto al valore didattico che hanno e dovrebbero esere scritti da persone che stanno più a contatto con la scuola. L’uso dei libri di testo Chi ha risposto al sondaggio, pur essendo tra le persone molto disponibili all’innovazione, usa nella grande maggioranza dei casi il LdT DOMANDA 3: 36% 39% 17% 4% 3% Nel tuo insegnamento usi il libro di testo? (risposte 203/483) quotidianamente spesso solo in alcune occasioni o limitatamente ad alcune sezioni molto di rado mai 131 .fest ebook E questo è un dato abbastanza omogeneo per ordini di scuola diversi (tranne per la Formazione Professionale, che è un discorso a parte sia per l’esiguità delle risposte, sia per il tipo di scuola) Frequenza di uso del LdT secondo l’ordine di scuola Sempre, quotidianamente Spesso In alcune occasione, per alcune sezioni Molto di rado Mai Primaria 34% 41% 18% 5% 2% Media 43% 41% 13% 2% 2% Superiore 39% 41% 16% 3% 1% Il dato è, forse, più significativo se lo si legge in relazione all’area disciplinare : Umanistica (comprendente le aree umanistica, storico-filosofico, religione e musica), Matematico-Scientifica (aree matematica, scientifica, tecnologica, professionale), Lingue Straniere e Altro (le rimanenti aree, inclusa Educazione fisica) Frequenza di uso del LdT secondo l’area disciplinare Sempre, quotidianamente Spesso In alcune occasioni Molto di rado Mai Umanistica 44% 42% 14% 3% 3% Matem.-Scientifica Lingue 34% 43% 38% 48% 18% 9% 5% 0% 4% 0% Altro 10% 40% 30% 20% 0% Ma per cosa viene utilizzato il libro di testo? DOMANDA 6: Quali sono le sezioni del LdT che utilizzi maggiormente? (risposte 416/483) Contenuti 144 33% Approfondimenti 44 10% Esercizi 151 35% Glossario 20 5% Immagini 52 12% 132 tracce 2010 CD allegati 25 6% Anche in questo caso, l’analisi rispetto al tipo di scuola non offre una significativa varianza ma soltanto alcune piccole differenze che possono tuttavia essere interessanti. Si può notare, ad esempio, come la necessità di approfondimenti sia avvertita maggiormente per le scuole superiori Sezioni del LdT maggiormente utilizzate per ordine scolastico Contenuti Approfondimenti Esercizi Glossario Immagini CD allegato Primaria 31% 7% 40% 4% 13% 4% Media 34% 7% 32% 4% 15% 8% Superiore 34% 15% 35% 5% 9% 3% La disciplina insegnata implica, anche se in piccola parte, qualche differenza nell’uso del libro di testo. Per le lingue straniere sembra infatti avere notevole importanza la presenza del CD allegato, mentre la presenza degli esercizi è il fattore principale per l’area matematico-scientifica Sezioni del LdT maggiormente utilizzate per area disciplinare Contenuti Approfondimenti Esercizi Glossario Immagini CD allegato Umanistica Matematico-Scientifico 37% 33% 11% 12% 31% 40% 7% 3% 10% 12% 5% 1% Lingue 25% 3% 35% 2% 13% 22% Altro 35% 10% 25% 5% 25% 0% Le carenze che sono maggiormente riscontrate nei libri di testo in uso (domanda n. 4) riguardano soprattutto la rigidità del percorso didattico (per il 40% dei rispondenti, con differenze tra i tipi di scuola: 29% per la primaria e 42% per medie e superiori). Il 22% ritiene anche che gli audiovisivi in dotazione siano irrilevanti. La grafica e gli apparati iconografici sono invece molto meno criticati (soltanto 133 .fest ebook dal 2-4% dei rispondenti). DOMANDA 4: Quali sono le carenze che ricorrono più frequentemente in un LdT? (Risp. 196/483) Sono soprattutto gli insegnanti dell’area umanistica ad avvertire il problema della rigidità dei percorsi (45%), mentre i docenti di lingue (anche a causa del maggior uso dichiarato di questo tipo di supporti) lamentano l’inadeguatezza degli audiovisivi (55%). Molto interessanti le risposte alla domanda 7 (194/ 483), piuttosto complessa con diversi item da scegliere dando anche una scala di gradimento (da 1=totale disaccordo-5=totale accordo) DOMANDA 7: Esprimi il tuo grado di accordo (5) o disaccordo (1) sulle seguenti affermazioni 1 2 3 4 5 Il libro di testo sostiene il lavoro di preparazione delle lezioni 11% 23% 34% 23% 9% Il libro di testo è uno strumento superato 27% 17% 31% 16% 9% Il libro di testo favorisce il lavoro interdisciplinare 30% 34% 24% 10% 2% Il libro di testo rende rigido il lavoro dell’insegnante 19% 22% 23% 19% 17% Il libro di testo è uno strumento indispensabile per l’attività didattica 18% 21% 31% 14% 17% Il libro di testo è richiesto e apprezzato dagli studenti 5% Se l’adozione del libro di testo non fosse obbligatoria, ricorrerei ad altre risorse 134 17% 36% 29% 13% tracce 2010 per la mia didattica 10% 9% 21% 18% 42% Il libro di testo mi obbliga ad una didattica disciplinare 29% 19% 29% 14% 9% Spesso i libri di testo sono ripetitivi 9% 19% 27% 24% 21% Il libro di testo è un’ottima guida per la lezione 12% 31% 36% 15% 6% Il libro di testo facilita lo studio dei contenuti da parte degli studenti 5% Chi scrive i libri di testo non conosce molto la realtà scolastica 13% 24% 28% 23% 13% Ogni insegnante dovrebbe potersi costruire il proprio libro di testo 6% On-line si trovano tanti materiali didattici che il libro di testo è praticamente inutile 14% 19% 30% 22% 15% Il libro di testo serve più all’insegnante che allo studente 39% 25% 23% 7% 5% 14% 35% 27% 20% 8% 13% 26% 46% Emerge una certa contraddizione relativamente alla interdisciplinarietà: il 64% non è accordo su “il libro di testo favorisce il lavoro interdisciplinare” ma il 48% non ritiene neppure che “il libro di testo obbliga ad una didattica disciplinare”. Rispetto alla percezione che si ha dell’uso del LdT da parte dei colleghi c’è quasi accordo (85%) sul fatto che sia molto usato come guida per l’attività didattica e che questa sia una tendenza stabile e tutt’al più (ma solo per il 10%) in diminuzione. E il libro di testo digitale? Si è già detto che la maggior parte dei rispondenti ha buona conoscenza dei testi 135 .fest ebook digitali, e che sono abbastanza critici rispetto al testo cartaceo tradizionale, ma non credono che sia destinato a scomparire DOMANDA 14: Con l’avvento del digitale e della rete il libro di testo mantiene (1) o esaurisce (5) la sua funzione? (risposte 194/483) 1 22 11% 2 37 19% 3 85 44% 4 35 18% 5 15 8% Se si associa questa risposta all’ordine scolastico si nota che i docenti delle superiori forniscono le risposte più polarizzate (36% verso il mantenimento, 26% per l’esaurimento), all’opposto nella scuola primaria c’è più incertezza (50% sul livello 3) ma anche una maggiore tendenza verso i livelli 4 e 5 della scala (28%). In base alle risposte date alla domanda 16 la questione su cui si manifesta maggiore accordo (43% di livello 5) è che con l’avvento degli e–book si risentirà ancora di più delle carenze tecnologiche delle scuole e che gli e-book in circolazione siano una riedizione in formato digitale del testo cartaceo. Viene poi anche espressa preoccupazione sul fatto che la loro introduzione potrebbe aumentare il digital divide. DOMANDA 16: Esprimi accordo (5) o disaccordo(1) sulle seguenti affermazioni. (risposte 193/483) 1 2 3 4 5 Gli e-book sono la vera innovazione digitale per la scuola 19% 19% 33% 17% 12% Gli e-book non soppianteranno i libri di testo in formato tradizionale (a stampa) 136 8% 11% 23% 27% 31% tracce 2010 Gli e-book in circolazione sono una riedizione digitale del LdT cartaceo 3% 10% 31% 32% 25% Con gli e-book si risentirà ancor di più delle carenze tecnologiche delle scuole 6% 5% Il LdT in formato tradizionale è tutt’oggi valido 9% 19% 30% 16% 26% Gli e-book introdurranno nuove disparità 12% 12% 27% 23% 27% 20% 26% 43% Infine, le caratteristiche più rilevanti di un testo digitale dovrebbero essere nell’ordine: la Multimedialità, la presenza di video, l’ipertestualità, l’interattività, la presenza di audio, la modificabilità, la facilità d’uso e la disponibilità di esercizi. Anche la collaborazione tra le classi è considerata importante. DOMANDA 17: Quanto sono importanti ( scala da 1 a 5) queste caratteristiche/funzionalità di un testo digitale? (risposte 194/483) Caratteristica Video Multimedialità Ipertestualità Interattività Audio Modificabilità Facilità d’uso Esercizi Uso modulare Giochi didattici Animazioni Collaborazione con altre classi % (4+5) 85% 84% 79% 79% 78% 77% 75% 72% 69% 65% 64% 61% % (solo 5) 50% 58% 49% 49% 50% 49% 54% 40% 39% 44% 38% 35% Qualche conclusione Il sondaggio ha avuto risposte molto variegate, ma su alcune questioni si sono 137 .fest ebook verificate delle convergenze: il LdT cartaceo viene ancora molto usato a scuola, anche se la maggior parte dei rispondenti affianca materiali on line o scaricati dalla rete; al LdT si rimprovera l’eccessivo costo rispetto al valore didattico (mentre l’eventuale faziosità o imprecisione sono in secondo piano); il LdT cartaceo viene usato principalmente per i contenuti e gli esercizi, quindi come guida nell’insegnamento e luogo di allenamento per l’apprendimento; viene lamentata la rigidità del LdT nei percorsi didattici ed è significativa la percentuale dei docenti – che se non fosse obbligatorio – non adotterebbe il LdT cartaceo e volentieri lavorerebbe per la stesura di un proprio testo; timore che la diffusione degli e-book aumenti il digital divide tra scuole attrezzate e non; l’dea forte è che “e-book” significhi riedizione in pdf dei contenuti cartacei. Il sondaggio, mentre conferma la “tenuta” del LdT come “strumento” presente ed utilizzato da insegnanti e studenti, segnala nel contempo una scena in movimento ben evidente nella dialettica tra discussione e sondaggio LSCF: il rapporto tra l’insegnante ed il LdT è molto aperto e pare collocarsi lungo un continuum che va da dalla “dipendenza” piena dal LdT (la programmazione didattica pare essere affidata/delegata al libro) ad una totale autonomia/indipendenza (il LdT non viene neppure preso in considerazione); il LdT da strumento ad uso degli studenti si sposta ad essere usato in misura significativa anche dagli insegnanti (qualcuno afferma che il LdT fa il lavoro dell’insegnante e l’insegnante quello dello studente; e lo studente che fa?); 138 tracce 2010 la didattica si avvale di una molteplicità di risorse di cui il LdT ne rappresenta una; le integrazioni comprendono sempre più spesso risorse reperite in rete, costruite dall’insegnante, co-costruite da una comunità i cui confini sono in espansione; sempre più docenti costruiscono i propri supporti per la didattica senza schemi precostituiti, con creatività , in modo provvisorio ed in relazione alla realtà della classe; pare essere presente, in forma di segnale ancora debole, la tendenza ad affidarsi più ad un “libro” che ad un “libro di testo”: andare alle origini, al pensiero diretto dell’autore bypassando la mediazione del redattore e assumendo su di sé, docente, la mediazione didattica; il “fascino” della rete comincia ad essere percepito: la possibilità di “pescare” in un immenso serbatoio di risorse didattiche, di condividere, di co-costruire, di mettere in relazione interessi. Tutti questi elementi segnalano una nuova epoca per i supporti didattici: il passaggio da un “libro di testo”, solido, strutturato, ordinato, protettivo, prescrittivo, deresponsabilizzante, validato esternamente, cui si deve rispetto … ad ambienti in rete, aperti, mobili, provvisori, modulari, da validare ad ogni uso, vissuti ed usati con disincanto e con assunzione di responsabilità. La tendenza pare essere questa: segnali deboli ma precisi, presenti nelle fasce più consapevoli dei docenti, negli innovatori, in quelli che sanno assumere il rischio del non conosciuto. Una platea piccola ma in espansione, una platea che assume visibilità e consistenza soprattutto in rete e che nella rete trova linfa vitale per la propria crescita. 139 .fest ebook Per amore o per forza?”: note a margine sull’obbligatorietà dei libri di testo di Maria Grazia Fiore (moderatrice della omonima tavola rotonda) Università di Foggia - BBN ------------------------------------------- Il libro di testo non è un libro qualsiasi e la sua storia non è assimilabile a quella del libro tout court. Lo specifico contesto di utilizzo ha fatto sì che nel tempo potesse essere contraddittoriamente usato tanto come potente strumento di controllo culturale (l’opera di fascistizzazione e successiva defascistizzazione [pdf] dei testi scolastici è l’esempio a noi più vicino) quanto come garanzia di libertà d’insegnamento, non dismettendo mai il ruolo implicito di “metronomo” del progressivo e regolare svolgersi del “programma”, qualunque esso fosse. La sua storia si intreccia strettamente con quella di un modello trasmissivo fondato su una “gestione burocratica del sapere” (Ardoino 2001, 15) ed una sua “distribuzione ordinata”, regolata secondo l’articolazione disciplinare delle conoscenze e una relazione comunicativa uno-a-molti, asimmetrica e unidirezionale. È la storia del primato di un approccio cognitivo – caratterizzato da informazioni acquisite in modo lento e controllato da un numero limitato di fonti, tramite processi singoli e ben definiti – ma anche di quello del codice verbale, del lavoro individuale e della linearità dei contenuti, a scapito di logiche reticolari e di un pensiero visivo ridotto a una fase “preparatoria” al pensiero astratto o ad una specie di stampella a cui ricorrere quando quest’ultimo si trova in difficoltà. È la storia del primato di un testo chiuso e concluso, pensato e scritto seguendo un filo narrativo teorico non sempre rispondente al contesto materiale ed relazionale in cui lo si utilizzerà. In estrema sintesi è la storia di un libro a stampa utilizzato in un preciso contesto di cui ha influenzato la forma e il dispositivo (Massa, 1997). 140 tracce 2010 L’attenzione per il supporto che veicola il testo non è casuale, dato che l’importanza e la centralità dell’apprendimento mediante testo a stampa ha acquisito sempre più importanza e centralità nei sistemi educativi contemporanei, grazie al vantaggio economico di poter riprodurre numerose copie di testi e di insegnare contemporaneamente a gruppi sempre più numerosi. E sono – in primis – le ragioni economiche che stanno imponendo la transizione al digitale del libro di testo. Ma – al di là dell’impossibilità dei docenti di sottrarsi a tale obbligo – qual è la loro opinione su questo strumento di lavoro, oggi? Può l’adeguamento alla necessità implicare in automatico la virtù di innovare quelle prassi didattiche stancamente ed esclusivamente trascinate dal rito salvifico di “Aprite il libro a pagina…”? Le ragioni di una petizione che già nel 1997 chiedeva l’abolizione dell’obbligatorietà dei libri di testo continuano ad avere senso ancor oggi? Ad aprire il dibattito è stato Mario Mattioli (docente e membro del network La scuola che funziona), che ha illustrato i principali risultati del sondaggio promosso dal network sul libro di testo e qualche dato tra più rilevanti circa la discussione che si è svolta in merito. A seguire, Maurizio Chatel (docente e responsabile scientifico area umanistica BBN) ha dato voce alle perplessità derivanti da un obbligo di adozione dei testi digitali calato dall’alto “senza la minima preparazione strutturale, finanziaria e culturale”, così come denunciato nel suo post “Effetto boomerang” del 5 aprile 2009. Marina Boscaino (docente e pubblicista) ha affrontato invece il problema delle adozioni di libri di testo per la “nuova scuola” targata Gelmini che, nonostante l’imminente partenza, deve fare i conti con una semplice la bozza delle Indicazioni nazionali mentre Valeria Pasquino (docente di scuola primaria) ci ha parlato della sua scelta per forme alternative all’uso dei libri di testo sin dall’inizio della sua carriera. Ho reputato importante dare voce a chi abitualmente manipola, rielabora, trasforma e produce il materiale didattico necessario al proprio lavoro, mettendo da parte il libro di testo per utilizzarlo come un database essenziale per prendere qui e lì ciò che serve. E questo perché (al di là delle disquisizioni, talvolta un po’ ete141 .fest ebook ree, sulla linearità/non linearità del testo e la reticolarità delle relazioni e delle conoscenze), il libro di testo di cui si parla sembra troppo spesso pervicacemente agganciato al modello tradizionale in versione cartacea, così come si continuano a confondere due piani di discussione che dovrebbero rimanere ben distinti (come ho già scritto l’anno scorso): quello dell’avvento del passaggio cartaceo/digitale e quello delle discussioni relative all’opportunità di liberare i percorsi di insegnamento/apprendimento dalla dittatura della modalità simbolico-ricostruttiva. L’obbligatorietà del libro di testo è allora da ridiscutere nei termini in cui ognuno deve poter scegliere tra materiali, forme e contenuti didattici che più si adeguano al proprio (e altrui) stile di insegnamento (e apprendimento). Al testo digitale non dobbiamo chiedere di fare le stesse cose che facciamo con i libri “tradizionali”, concordavamo con Davide Mana: dove sarebbe il senso dell’innovazione? Conversioni: eBookFest 2010 di Virginia Gentilini ------------------------------------------Avevo promesso di scrivere una sintesi sulla situazione dei grandi editori USA nel campo dell’ebook ma… è difficile mantenere una promessa del genere dopo aver passato il weekend nel castello di Fosdinovo, immersa in un overload di informazioni, sollecitazioni, dubbi, possibilità e (soprattutto!) persone che proprio intorno a questo tema ragionano. E dunque non proverò neppure a fare davvero ordine tra le tante cose sentite (non tutte, sarebbe stato impossibile dato il programma fittissimo), ma di alcune voglio mantenere una traccia anche se non so sempre in quale prospettiva metterle, o a che punto stiano esattamente nell’ordine del ragionamento. Intanto, la conversione. Uno dei grandi temi del dibattito è la guerra dei formati (epub, pdf, mobi) e la loro associazione, più o meno coatta, con particolari device. Ma più in generale, la conversione riguarda un tema più profondo e che 142 tracce 2010 ruota intorno a una domanda: parlare di ebook significa “semplicemente” trovare una soluzione efficiente alla conversione in digitale dei cataloghi editoriali già esistenti, oppure ripensare completamente quell’organizzazione dei contenuti che per brevità chiamiamo “libro”? Forse l’ebook non avrà un successo di massa fintanto che il pubblico non ci troverà Camilleri e i suoi amici, ma il suo successo potrebbe risiedere anche in un’evoluzione in direzioni radicalmente diverse, che possiamo immaginare in un miglioramento dell’integrazione fra contenuti testuali e grafici come indica nel suo intervento Gino Roncaglia (Cosa possiamo fare per gli ebook), ma anche in qualcosa di un po’ più spiazzante come l’idea che il prodotto di un editore possa essere non più un libro, ma, ad esempio, un’applicazione per iPhone come questa. Che ne sarà, insomma, della narrazione lineare di fronte alla possibilità concreta di assistere a forme estreme di multimedialità e ipertestualità? Secondo: il fantasma (siamo in un castello!) della disintermediazione. Se pensavamo, noi bibliotecari, di essere i soli ad essere minacciati (in quanto professione) dalla rete, mi sembra invece che siamo in buona compagnia! Anche se il fantasma viene subito scacciato: il ruolo dell’editore come ideatore, organizzatore, e investitore su un autore che possa dar vita a dei contenuti resta, anche se subisce una trasformazione. E anche i costi di produzione non sono affatto azzerati dal digitale: ce lo spiega in modo colorito l’editore di Area51 Publishing, Simone Bedetti, in una ricca elencazione dei compiti e delle fatiche dell’editore nativo digitale, impegnato in una continua rincorsa all’aggiornamento, all’autoaggiornamento, alle collaborazioni con figure professionali molteplici (non il solo redattore, ma il programmatore, ad esempio) in un mondo che richiede un’elasticità forse mai vista prima. Ciò che è invece più facile che in passato, anche per il piccolo editore, e che rappresenta una forma più autentica di disintermediazione positiva, è la possibilità di entrare in contatto diretto col lettore grazie al web, di capirne desideri ed esigenze, di comunicare con lui anche al di fuori dei grandi budget della pubblicità editoriale (quelli per cui, per intenderci, i bibliotecari che lavorano al pubblico si sentono richiedere lo stesso titolo per diverse volte al giorno… cosa che a me fa sempre pensare cupamente a che cosa significhi poi, in fondo, fare “promozione della lettura”…) 143 .fest ebook Terzo: la distribuzione. Più del fantasma della disintermediazione, ciò che mi sembra crei un certo nervosismo (?!) fra gli editori indipendenti, ampiamente rappresentati al festival, è l’idea che anche nel campo dell’ebook si stia riproponendo la stessa filiera della produzione e della distribuzione tipiche del mercato a stampa. Può essere lo stesso il ruolo del distributore quando si parla di oggetti non più fisici? A quale parte della filiera spettano il compito e l’onere economico dello sviluppo informatico e della conversione dei formati? È giusto che si formino nuovamente grandi interlocutori semi-monopolistici che tentano di occupare la fetta maggiore possibile del mercato? Troppi intermediari faranno lievitare eccessivamente i prezzi per un pubblico che tende già oggi ad aspettarsi ogni contenuto digitale come quasi gratuito? Il rischio, che oggi si sta spostando dalla libreria all’editore, deve essere redistribuito in modo più equo? Fra i vari modelli di distribuzione possibili prevarrà il freemium (leggi un capitolo gratis, paghi il resto), il print on demand (paghi la stampa), o la fruizione su schermo (sia esso un pc, un tablet, un cellulare, con relative varianti e-paper/altre tecnologie)? Alla prossima edizione dell’eBookFest, vi consiglio comunque di venire non fosse altro che per vedere con quanta forza il grande Mario Guaraldi sa mettere sul piatto alcuni di questi temi… E poi: le biblioteche. Alcuni gli interventi che toccano direttamente il tema. Il primo è quello di Giulio Blasi ed illustra Medialibraryonline, il servizio per le biblioteche pubbliche su cui è ormai disponibile abbastanza materiale (ad esempio, l’articolo su Biblioteche oggi di marzo con dati abbastanza aggiornati). Rimandandovi là per i dettagli, due sono invece gli elementi in MLOL che mi sembra rivestano una portata più vasta, perché illustrano alcune tendenze che sono proprie del mercato dell’editoria o di quello dell’informazione in generale: la flattizzazione dell’accesso ai contenuti (direi di aver creato un orrendo neologismo, se non fosse che su Google questo termine ha già 87 occorrenze!) e l’eterogeneità delle collezioni delle biblioteche. La prima cosa che noi bibliotecari dobbiamo forse capire è che in un futuro prossimo le nostre collezioni non saranno più fatte di scelte puntuali sul singolo “pezzo”, ma di abbonamenti a collane, pacchetti il cui accesso verrà commercializzato come un intero (un abbonamento flat), cosa che riveste evidentemente un 144 tracce 2010 carattere di novità profonda sia rispetto alle attuali abitudini di lavoro, sia al concetto stesso di controllo sulle collezioni. La libertà di scelta potrebbe spostarsi, almeno in parte, sull’editore (o su chi commercializza i pacchetti), ma anche sull’utente finale che avrà a disposizione un numero probabilmente maggiore di documenti fra cui scegliere. Inoltre, ci troveremo a comporre delle collezioni eterogenee sotto il punto di vista fisico (carta e digitale, in cui “digitale” va letto come una pluralità di formati), dei diritti (l’ultimo romanzo di Camilleri insieme ad un’edizione in pubblico dominio dei Promessi sposi, con la relativa differenze che questo comporterà per gli utenti finali), e della fruizione (lettura tradizionale, lettura a schermo, lettura su device dedicato, in streaming, con possibilità di download, eccetera). Il secondo intervento, un po’ meno articolato perché parte di una tavola rotonda a più voci, è quello di Giuseppe Vitiello, che ricorda come la biblioteca tradizionale sia un prodotto della scarsità, una risposta nata per rispondere alle ristrettezze del print divide, e come questa prospettiva sia oggi completamente stravolta dall’economia dell’abbondanza informativa, dalla tendenza al costo zero (Chris Anderson) e dal ruolo svolto da Google. Possibili riposizionamenti delle biblioteche: la definizione di un nuovo ruolo all’interno della gestione dei flussi informativi delle loro istituzioni di appartenenza, e open access per il mondo della ricerca. Non poco, certamente, ma personalmente aggiungerei il potenziale ruolo delle biblioteche pubbliche in un certo numero di cose che già presa una ad una rappresentano una sfida! La formazione degli adulti, ad esempio, l’alfabetizzazione tradizionale e digitale, l’integrazione fra vecchie e nuove cittadinanze, l’inclusione sociale. Nella stessa tavola rotonda, di nuovo Blasi che sottolinea l’aspetto perdente e via via residuale della catalogazione tradizionale delle biblioteche (gli opac), questi sì potenzialmente spazzati via dalla potenza di attori come Google Books e i sistemi di raccomandazione automatica basati sul collaborative, semantic filtering come quello di Amazon. Quello in cui le biblioteche possono invece dare un contributo importante è lo sviluppo dell’idea del libro come servizio e non come oggetto o prodotto. Purtroppo, non posso riferire praticamente niente sulla parte relativa agli ebook 145 .fest ebook nel contesto scolastico, che pure era presente a Fosdinovo: non sono riuscita a sentire gli interventi e mi mancano troppi passaggi. Ho solo colto una certa polemica fra editori digitali che lavorano per la scuola e una scuola che frena l’adozione dell’ebook sulla base dell’idea che esso venga imposto in modo acritico dalla riforma Gelmini… Insieme a molti altri spezzoni di parole e ragionamenti, spero sia una parte che ci potranno ridare il materiale che verrà pubblicato sul sito o sparso online. Verificheremo! Figura e sfondo: il libro e la società connessa di Giorgio Jannis (note a margine della tavola rotonda “il futuro del libro si chiama biblioteca...”) semiologo e social designer ------------------------------------------- Dei ragionamenti complessi si sono intrecciati a Fosdinovo, durante il convegno. Bisognava parlare di molte cose che stanno dietro o prima del libro elettronico, la progettazione e la produzione e l’autorialità, e di molte cose che stanno davanti al libro e all’ebook in particolare, come la ricezione dei contenuti secondo le nuove possibilità tecnologiche, oppure i modelli economici che possiamo immaginare si riveleranno maggiormente adeguati a cogliere le novità portate dall’attuale Rinascimento digitale. In particolare, andrebbero puliti i concetti stessi che utilizziamo per pensare la tematica dell’editoria digitale – trattandosi in fondo di intendersi sui nuovi significati di certe parole, come “libro”, o su certe parole nuove come “web sociale” – avendo provato a fermare alcuni punti fermi dei ragionamenti: c’è da colmare un ancor ampio spazio di confronto e conoscenza riguardo le potenzialità del dispositivo di lettura come oggetto tecnologico, riguardo le modificazioni che la scrittura stessa subirà dalle nuove forme di contenuto praticabili, oppure l’analisi della “user experience” (da re-introdurre nel circuito della progettazione del 146 tracce 2010 testo) in quanto dimensioni dell’esperienza del lettore, della sua immersione nel mondo narrativamente organizzato in pagine e rimandi intertestuali. Ma credo si stia ancora sottovalutando quanto il contesto sia cambiato negli ultimi vent’anni. Ragionando sul singolo libro, sul singolo testo per quanto “aumentato” dalle possibilità tecnologiche di fruizione, ci concentriamo troppo sul messaggio, mentre sappiamo che il senso scaturisce sempre dal gioco figura-sfondo, dallo stagliarsi del contenuto contro l’enciclopedia stessa, intesa come insieme dei saperi socialmente condivisi e dalla collettività mantenuti vivi. Il modello di pensiero grazie al quale leggiamo i fenomeni nuovi che stanno accadendo, in questo caso intorno all’ebook come simbolo della nuova editoria, è ancora legato a una visione classica costruita da biblioteche e quotidiani, stamperie e diritto di copia. Ma ora noi abitiamo in Rete, e tutto cambia. Un secolo dopo le avanguardia artistiche del Novecento, viviamo ancora dentro modelli di pensiero che non solo concepiscono l’opera come romanticamente formata in modo compiuto dentro la scatola cranica del suo autore, ma hanno in sé una propensione a leggere comunque il fare espressivo come svincolato dal contesto culturale in cui esso appare. Senza voler esasperare i termini, senza voler estremizzare le affermazioni di cui sopra – in fin dei conti i percorsi storici dei linguaggi espressivi più o meno “artistici” appartengono alla cultura generale della nostra epoca – rimane comunque viva l’idea di un “oggetto culturale” in sé conchiuso, capace di veicolare il proprio significato contando solo sulle proprie forze, sulla propria capacità di mettere in scena le circostanze di enunciazione e la relazione comunicativa con il fruitore, che sarebbe meglio da subito chiamare interlocutore. Nella storia del ’900 troviamo esplicite delle riflessioni teoriche e delle pratiche progettuali e realizzative che minano profondamente questa nostra fiducia piuttosto ingenua nella solitudine dell’opera: l’ideologia romantica perde molto del suo significato in un mondo dove molti possono accedere alla fruizione e alla produzione di immaginario nelle forme codificate – abbiamo quindi una democratizzazione dell’autore. Inoltre, l’industria culturale nel suo frammentare e rimescolare i processi produttivi e espositivi delle storie giunge (o permette al nostro 147 .fest ebook pensiero critico di giungere) alla considerazione merceologica del nostro abitare riti e miti che però trovano format di divulgazione mediati dall’intelligenza di chi ragiona in termini di marketing, dando luogo a una Società dello Spettacolo, del simulacro. Ancor di più, l’analisi testuale ha mostrato come il testo in realtà sia sempre molti testi, e stiamo parlando proprio del punto di vista autoriale e della sua capacità di riorganizzare il contesto narrativo, piuttosto che concentrare la propria attenzione sul semplice messaggio. Lungi dall’essere isolato, il testo è nativamente permeabile, attraversato da altre narrazioni, da libri che richiamano altri libri, e in fin dei conti in una biblioteca tutto si tiene con tutto, e tutte le biblioteche del mondo concepite come luoghi del sapere statico riecheggiano le une con le altre, nel tessere le forme stabili della Conoscenza. Ma il modello biblioteca, tanto quanto quello di opera autonoma, oggi non sono più sufficienti. Oggi possiamo letteralmente vedere il farsi della cultura, nei processi dinamici dell’emergere della Conoscenza in Rete, su web, o su quelle nuove pratiche fisiche rese possibili dall’esistenza della Rete. Rete che va ribadito è sempre esistita, come legame tra le persone, tra le collettività, tra i libri e i depositi di conoscenza (memoria interne o esterna a noi) che tra loro tessono trame, e che le tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno potenziato, facendone emergere gli strati osservabili, il fare concreto umano di condivisione e scambio, il fare cultura che è sempre intercultura. Di un testo oggidì immateriale, slegato dal suo storico supporto e veicolo cartaceo, anzi in grado di abitare indifferentemente la nuvola dei dispositivi di lettura oggi disponibili o nelle reti di visibilità elettroniche, comprendiamo la sua capacità di ri-giocare la relazione tra la figura e lo sfondo, relazione da cui orginariamente sgorga il senso dell’opera, nonché il senso del nostro fruire l’opera, nell’interazione. Anche ragionare al di là della figura dell’Autore, della sua intenzionalità, ci riesce facile nel provare a insistere con lo sguardo su paesaggi di pratiche culturali assolutamente innovative, quali quelle che vediamo a esempio per prove e errori sperimentare dall’industria editoriale, alla ricerca di nuovi equilibri e modelli economici di funzionamento, nell’epoca in cui non tanto l’informazione quanto l’attenzione è un bene prezioso, da contendersi. 148 tracce 2010 Proprio questo è il posto dove ci troviamo: non più circoli di intellettuali dell’antica Grecia o cenacoli rinascimentali o avanguardie culturali tratteggiano il valore e la forma degli oggetti della conoscenza, ma in maniera condivisa e collaborativa tutti insieme nella Grande Conversazione stiamo patteggiando tra noi il modello di pensiero con cui pensiamo lo sfondo, il contesto da cui sappiamo dipende il senso enunciato dei messaggi, dei testi, delle opere d’ingegno. E anche noi procediamo per prove e errori, congetture e confutazioni nel negoziare un concetto stabile (una credenza, sempre ipotetica e fallibile) di come sia da rappresentare lo sfondo, utilizzando metafore della Rete tecnosociale che richiamano rizomi, città di testi, viabilità delle idee, ambienti artificiali connessi in cui le collettività vivono, la mente che abita dentro e fuori di noi, l’ecosistema della conoscenza, il bosco delle narrazioni; da questo calderone un giorno nasceranno modelli maggiormente attagliati alla complessità attuale, nativi, e non banali adeguamenti di modi di fare obsoleti. Agli albori del cinema, i Lumiere cercavano di rendere una realtà teatrale, mentre Georges Melies già sperimentava narrazioni nuove, avendo compreso il montaggio come proprium del linguaggio cinematografico. Inizialmente abbiamo sempre adeguamenti di vecchi format dentro i nuovi linguaggi, ma dovremmo ormai anche aver compreso che proprio in simili situazioni conviene osare qualcosa in più, per avere fiducia poi nella “pubblicazione” del nostro fare, rendere pubblico tramite la Rete, quale garanzia etica di controllo intersoggettivo, di trasparenza, di dialogo e pluralità. I libri quindi, ma in realtà ogni porzione di contenuto di qualsiasi lunghezza o argomento, su molti media differenti, insomma qualsiasi testo, abita da sempre in Rete. Oggi in più si muove rapidamente su scala planetaria, innesca conversazioni in tempo reale, connota di sé relazioni e situazioni. E il supporto tecnologico che lo veicola, passando dalla lenta carta all’interattivo ebook reader, diventa come una polla d’acqua nelle terre di risorgiva, dove affiorano in superficie brani di contenuti che circolano comunque in Rete. Il testo che leggiamo su un dispositivo connesso diventa segno e metonimia dello Scibile tutto, segno non solo letterario ma anche concreto in quanto permanentemente connesso con l’insieme, metonimia da interpretare dinamicamente, come capacità dell’opera di restare sintonizzata con il contesto di riferimento (l’ambito del discorso), e magari di cangiar forma e contenuti su pulsione di quello. 149 .fest ebook Quello che potremmo vedere in poco tempo, e che mi piacerebbe osservare, sarebbe la possibilità per il dispositivo di lettura di “campionare” e di riportare quel contesto unico e originale dato dal nostro personale interagire con il testo, la vera situazione di fruizione, riuscendo a tracciare dentro il flusso delle conversazioni in Rete alcune caratteristiche di questa relazione, quali i suoni ambientali, il ritmo e i tempi di lettura, l’insieme delle annotazioni e dei commenti e delle sottolineature del testo… Qualcosa di simile già accade con i nuovi ebook reader, dove un manuale o un saggio di studio, vivi e cangianti, si modificano sotto i nostri occhi, per mostrarci come altri hanno letto quel testo, come lo hanno sottolineato, in una piena concezione social della tecnologia e della condivisione culturale. In ogni caso, io ho paura delle idee vecchie, non di quelle nuove. In che posizione rispetto alla filiera? di Davide Mana Centro di geobiologia, Università degli Studi Carlo Bo, Urbino ------------------------------------------Primo di una serie di post ad argomento e-book, e-learning, e-publishing, e-ccetera, stimolati dalla tre-giorni di Fosdinovo, l’ebookfest del quale abbiamo già parlato poco prima della partenza. E tanto per andare controcorrente, comincerò subito con le note dolenti. Non che sia stata una brutta esperienza, o inutile – tutt’altro. È stato fantastico, ho assistito ad un paio di presentazioni assolutamente entusiasmanti e il livello di scambio e generazione di idee è stato elevatissimo. Una fatica improba? Potete scommetterci il vostro beneamato e-reader, che è stata una sfacchinata – mi ci vorrà una settimana per digerire tutto (da cui la serie ipotetica di post a tema) e posso immaginare quanto il peso dell’organizzazione abbia spremuto fino 150 tracce 2010 all’ultima goccia di energia dalle organizzatrici dell’evento, Noa Carpignano e Maria Grazia Fiore. Viste al volo poco prima di prendere la strada verso casa, parevano appena sbarcate dalle scialuppe di salvataggio della “Glen Carrig”. Quindi, mettiamolo subito in chiaro – è stato grande. Avrebbe potuto essere più grande? Avrebbe potuto essere meglio? Certamente sì. Ogni cosa è perfettibile. E allora, che note dolenti? Beh, per una interessante coincidenza, quasi un espediente narrativo giocato dagli eventi, entrambi i motivi di una certa delusione sono sintetizzati da un breve dialogo. Che vado a riferire. Si cenava. Ora io sono della vecchia scuola – se è vero come diceva un mio insegnante che i problemi di terreno si risolvono sul terreno, non nel lounge dell’albergo, è anche vero che seminari, conferenze, tavole rotonde e dotti interventi non contano nulla: le idee fermentano e germogliano a tavola, è a cena che ci si confronta, si chiacchiera, si diventa una squadra. Perciò, cena. Chiacchiere. Breve, informale e inevitabile post-mortem delle prime due giornate. C’è stato molto di buono, si dice. Ci sono state cose che non hanno funzionato. Notoriamente incapace di tacere e di mantenere un profilo basso, dico la mia. “Ciò che è davvero mancato, io credo, sono stati i lettori. Gli utenti ultimi dell’ebook, qui all’ebookfest, non si sono visti.” Mi guardo attorno in cerca di reazioni, conferme, spunti. 151 .fest ebook Un commensale due sedie più in là mi guarda e mi domanda… “Tu che posizione occupi esattamente nella filiera dell’ebook?” Caspita! Cerco di spiegare. L’insegnamento, le nuove tecnologie, l’Atlante Online dei Foraminiferi, i lunghi dibattiti qui, su questo blog, fra appassionati di lettura (in ogni forma, su ogni supporto)… Cerco. Lui si volta, comincia a parlare con qualcun altro. Fine della discussione, per lo meno su quel versante. OK. Ora ricapitoliamo. L’assenza dei lettori è critica. È legata io credo solo in parte alla diffusione della notizia, e discuteremo magari fra un paio di giorni (o nei commenti!) sul perché i lettori se ne sono stati a casa – a leggere, presumibilmente. Di sicuro, tuttavia, la struttura aperta di molte discussioni – affascinantissime, utili, stimolanti – ha sentito fortissima la mancanza del punto di vista dell’utilizzatore finale. Hanno parlato gli autori. Gli editori. I distributori. I fornitori di supporto logistico. Gli accademici. Persino uno stravolto come il sottoscritto (le slide del mio intervento vanno online in capo a 24 ore, e poi le linko qui, e ne parliamo). Ma non i lettori. Riguardo alla mia posizione rispetto alla filiera dell’ebook, si tratta certamente della forma più convoluta che mai io abbia incontrato del semplice “E tu chi cazzo saresti?” Sottointende – e il successivo sganciarsi dalla discussione conferma il sospetto – 152 tracce 2010 che l’opinione sia nulla senza un curriculum approvato a supportarlo. Resta da vedere chi debba essere a fornire l’approvazione del curriculum. E da questo deriva forte, fortissima, l’idea che alcuni siano qui non per gli ebook, l’elearning, l’epublishing o quant’altro, ma stiano semplicemente manovrando, come da sempre si manovra nel mondo accademico, per occupare quel posto, quella poltrona, quel ruolo – la posizione di quello che approva i curricula. L’ipotesi della presenza di simili manovre politiche passatiste (si può dire passatiste?) dove invece si dovrebbe discutere della realtà e del futuro è sufficiente ad avvilirmi. Possibile che sia ancora una volta la solita corsa a diventare il padrone dell’argomento di ricerca per poi saturare le solite riviste dei soliti articoli che nessuno (ma davvero nessuno) si fila? Comunque sia, la mia risposta alla domanda è stata palesemente la risposta sbagliata. Non so quale avrebbe potuto essere quella giusta. Di certo, il mio tentativo di spiegare la presenza di un paleontologo fra tanti cultori della letteratura, ha fallito, ed ha automaticamente delegittimato la mia opinione agli occhi dell’interlocutore. Oppure chissà – è stata la mia pettinatura, o un qualsiasi altro dettaglio idiota. Mi resta, forte, irrisolto e chiaramente fondamentale, il problema della mia posizione nei confronti della filiera dell’ebook. Non so. Forse questa….? [immagine] 153 .fest ebook Riflessioni elementari sull’ebook. Libro elettronico e libro evoluto di Giuseppe Ruggiero Docente ------------------------------------------Su invito di Noa (che ringrazio pubblicamente) ho partecipato all’eBookFest tenutosi a Fosdinovo nei giorni 10-11-12 del Settembre 2010. Molti gli aspetti affrontati e molti gli stimoli e le indicazioni ricevute, anche grazie alla presenza di diversi operatori del settore editoriale (editori, autori, redattori, insegnanti). Cercherò in questa sede di focalizzare in maniera molto semplice alcuni degli aspetti che ritengo interessanti, augurandomi che possano servire ad un dibattito in rete, ideale prosecuzione dell’eBookFest. Mi scuso sin d’ora se a taluni sembrerò didascalico o addirittura pedante in queste note; ritengo tuttavia che sia un prezzo da pagare se si cerca di riordinare e dare un minimo di struttura a materiali sicuramente interessanti ma eterogenei e frammentari. Credo che si vuole parlare di un oggetto (in generale) e della sua evoluzione possibile o in atto, convenga innanzitutto tentare di darne una definizione, per quanto parziale e provvisoria possa essere (a tal proposito cito gli articoli tradotti e pubblicati dalla CRELEB – Università Cattolica di Milano – edizioni CUSL, raccolti in MINIMA BIBLIOGRAFICA, 5 e distribuiti gratuitamente durante la manifestazione di Fosdinovo. Personalmente rifuggo da tentazioni neo-platoniche e neo-scolastiche, per cui non mi interessa definire la librarietà (traduzione del termine inglese bookness utilizzato negli articoli originali sopracitati), mentre ritengo utile considerare alcune delle proprietà di ciò che siamo abituati a chiamare libro (copertina, pagine, sequenza, narrazione, illustrazioni, sommario ed indici, forma, scopo, significato, possibilità di essere conservato e trasmesso, etc.). L’ebook possiede molte di queste proprietà, alcune delle quali addirittura risultano potenziate (si pensi alla possibilità di trasmissione attraverso la rete ed a quella di indicizzazione e ricerca all’interno del suo contenuto), per cui possiamo 154 tracce 2010 a ragione parlate di libro evoluto. Va però anche sottolineato ciò che nell’ebook si perde, ad esempio il contatto tattile con un oggetto tangibile che manca (si tratta a mio avviso di un’esperienza sensoriale importante, soprattutto nei libri della categoria “intrattenimento”, quale è la narrativa in genere). Se ciò che permane nell’oggetto libro può dunque essere definito (sull’argomento ricordo anche l’interessante intervento di Virginio Sala), rimane da riflettere su quali siano le novità e le opportunità che il formato elettronico offre. Sotto questo aspetto credo che i problemi importanti siano almeno due: la conoscenza degli strumenti di formazione e trasmissione dell’ebook e, al contempo, la provvisorietà e mutevolezza della sua forma. Spesso durante gli incontri ho sentito parlare di ebook come “testo liquido”, alludendo alla sua intrinseca mobilità, flessibilità, possibilità di collegamenti ed integrazioni; credo che proprio per tale caratteristica di “fluidità”, nel caso dell’ebook rivestano particolare importanza gli strumenti ed i supporti che si utilizzano, che occorre necessariamente conoscere pur senza esserne degli specialisti (ciò vale per tutti gli operatori: editori, autori, redattori etc.). In altri termini, mi si passi la metafora, è il supporto o contenitore che dà forma al contenuto, proprio perché quest’ultimo è “liquido”. Si è discusso sulle possibilità dell’ebook come strumento formativo in ambito scolastico; in questo ambito le possibilità e le novità sembrano davvero molte e tali da rendere possibile una vera trasformazione del modo di trasmettere conoscenza e, soprattutto, di imparare facendo, utilizzando testi interattivi con contenuti multimediali. È tuttavia necessario che ciò avvenga in un orizzonte legislativo definito, sia pure in maniera provvisoria e migliorabile, e non su indicazioni contenute in bozze che non hanno valore cogente e non fissano riferimenti attendibili (sinceramente, mi è parsa strana la polemica innescata su tale punto da un editore contro l’intervento chiaro e preciso di un insegnante-giornalista). Infine, ma non meno importante, vanno considerati gli aspetti economici e di mercato che l’ebook va a modificare. Realisticamente credo l’ebook possa abbattere in modo significativo i costi nel settore dell’istruzione e della formazione in generale, ma non credo che possa accadere di avere libri completamente gratuiti (editori, autori, redattori etc. dovranno pur vivere!). 155 .fest ebook Tengo a sottolineare che già una riduzione (possibile) del 50% del costo dei libri in ambito scolastico rappresenterebbe un risultato molto apprezzabile e con notevoli ricadute per una migliore allocazione delle risorse del settore (d’altra parte, basta pensare all’importanza del risultato se si riuscisse ad estendere una riduzione dei costi del 50% all’intera pubblica amministrazione). Le logiche di mercato, dunque, sono esistite, esistono e probabilmente esisteranno, anche se si prospettano per esse notevoli trasformazioni. Piuttosto che demonizzare genericamente i libri scolastici come sono stati sinora prodotti, sulla base di visioni manichee che non condivido, credo che convenga esaminare e denunciare eventuali distorsioni di mercato, che l’ebook potrebbe forse eliminare o almeno limitare. Teologia della redazione a venire: i problemi della conversione nella piccola editoria di Virginio B. Sala (intervento nella omonima tavola rotonda) Università di Firenze ------------------------------------------C’è molta preoccupazione per il tema della “conversione”, a quanto pare. Ma non penso che sia davvero la cosa importante. Intanto, bisogna ricordare sempre che la realtà in cui ci troviamo a operare è in movimento: un anno fa non parlavamo neanche di iPad, oggi è già diventato una specie di oggetto di culto, chissà cosa ci riserva il prossimo anno… Solo qualche anno fa la parola d’ordine era “disintermediazione”, oggi vediamo riproporsi potentemente la figura del distributore, che ha solo cambiato pelle. Non bisogna concentrarsi troppo su quello che c’è oggi, bisogna invece tenere un atteggiamento il più aperto possibile. Ci sono alcune cose, invece, che mi sembrano molto importanti, e di cui invece si parla poco o nulla. 156 tracce 2010 Uno degli aspetti più interessanti del mondo digitale è che ci ha costretti a riformulare il senso di molte attività, a ripensare la loro funzione liberandola dalle contingenze di particolari condizioni fisiche. Per gli editori, significa dover ripensare il proprio ruolo, una volta che si è liberato dal rapporto esclusivo, o almeno privilegiato, con la carta. Ci si rende conto allora che il “pubblicare” va riesplorato, in un contesto che ci mette a disposizione un repertorio di strumenti molto più ampio. Parliamo tanto ancora di “libro”, ma se pensiamo al nostro comportamento di lettori o più genericamente di utenti o fruitori, la verità è che non siamo tanto interessati al libro in sé, bensì alla conoscenza, all’informazione, alla formazione, perché no, anche all’intrattenimento. Per qualche secolo, la tecnologia del libro è stata la risposta migliore a queste esigenze, e si è tanto perfezionata che oggi sembra a molti l’unica risposta degna di questo nome. Se mi concentro sulla domanda (conoscenza, informazione, formazione, intrattenimento), mi rendo conto però che oggi abbiamo a disposizione molti strumenti diversi e che possiamo scegliere fra tecnologie diverse o fra mix di tecnologie differenti, per svolgere al meglio il nostro compito, in funzione di quello che deve essere comunicato, di chi comunica e a chi comunica, e genericamente del contesto. Questo è il campo in cui hanno sempre lavorato realmente gli editori, e possono continuare a farlo, usando la carta quando è il veicolo più adatto, ma anche altre forme quando si presentano più adeguate. Molte critiche rivolte agli editori si basano sull’idea che siano solo degli intermediari, lì seduti tranquilli ad aspettare che arrivi un autore con il suo manoscritto che poi non faranno altro che “pubblicare”. Chiunque abbia fatto un po’ questo lavoro sa bene, invece, che gran parte delle opere pubblicate sono il risultato di idee nate dentro la casa editrice: si cercano di interpretare segnali deboli, si cerca di capire quali “cose” interessanti ci siano nel mondo, quali bisogni potrebbero avere i potenziali fruitori; poi si costruisce un progetto, andando a cercare l’autore o gli autori, discutendo del modo migliore di impostarlo e di realizzarlo. Credo che questa funzione sia ancora importante, e che su questo chi vuol fare l’editore debba concentrarsi – “convertendosi” però dalla carta a una visione più ampia, popolata da un numero molto maggiore di possibili “supporti”. 157 .fest ebook C’è un altro aspetto che penso sia importante: i formati evolvono, qualche volta scompaiono o sono sostituiti da altri. Preoccuparsi troppo della conversione a un formato specifico (ePub, così come è oggi) è probabilmente poco redditizio sul lungo periodo. Bisognerebbe concentrarsi di più sulla rappresentazione del testo che si pone alla base del formato: qual è il modo migliore di rappresentare strutturalmente il testo (nel senso più generale del termine)? DocBook, tanto per fare un esempio? O ci serve qualcosa di più fine? Ogni forma di rappresentazione, bene o male, incorpora un’idea di che cosa sia l’oggetto analizzato, di quali siano le sue parti importanti o significative. Quanto migliore sarà la rappresentazione, tanto più immune sarà ai colpi della sorte (leggi: cambiamenti di formato) e tanto meglio saprà adattarsi ai cambiamenti. D’altra parte, non bisogna essere troppo remissivi nei confronti di chi realizza il software: che lo faccia pure chi è specializzato, ma se cerchiamo di capire meglio i meccanismi di costruzione dei testi, le loro strutture possibili, e le modalità di fruizione possibili, possiamo anche avanzare delle richieste, formulare i requisiti per le applicazioni. I programmi di lettura sono ancora insoddisfacenti: cercano un po’ troppo di utilizzare la metafora del libro, non fanno molto invece per modellare lo spazio di fruizione, che per molti è anche spazio di lavoro. Re-inventare la redazione: nuove competenze redazionali per l’editoria scolastica digitale di Alessandro Vigiani (presentazione della omonima tavola rotonda) Docente master editoria Università Cattolica di Milano e collaboratore Mondadori Education. ------------------------------------------- È noto che il quadro normativo concernente i requisiti dei libri di testo e le modalità della loro adozione da parte delle scuole è mutato in maniera sostanziale per effetto dell’art. 15 della legge 133/08 e dell’art. 5 della legge 169/08. Tuttavia 158 tracce 2010 la nuova disciplina sui libri di testo, che avrebbe potuto preludere a una radicale svolta della produzione editoriale verso soluzioni digitali innovative, non sembra al momento aver determinato discontinuità rilevanti nel panorama dell’editoria scolastica italiana. Ciò, com’è ovvio, non significa che le case editrici non si siano attrezzate per ottemperare agli obblighi del dettato legislativo, ma che lo hanno fatto accelerando tendenze evolutive già in atto piuttosto che ripensando a fondo la struttura, la funzione e i contenuti del prodotto editoriale per la scuola. La cornice entro cui stanno prendendo forma le nuove proposte degli editori è essenzialmente quella del “libro misto”: un volume cartaceo più snello rispetto al passato corredato di “espansioni online” (dal più sofisticato LO multimediale e interattivo al misero pdf statico) e a volte affiancato dalla sua versione digitale “sfogliabile” con incorporati i link alle varie risorse web. Questi materiali sono concepiti ora per la fruizione collettiva in classe (mediante l’uso della LIM), ora per quella individuale da parte dell’allievo o del docente (tramite il pc domestico). Marginale, ma comunque non assente, è invece l’utilizzo delle potenzialità di internet per la messa a disposizione di rudimentali piattaforme didattiche online (“classi virtuali”) e di ambienti di condivisione collegati a specifiche sezioni dei cataloghi o ai libri di testo adottati (forum, blog ecc.). L’evoluzione dei prodotti, insomma, non è repentina né eclatante, eppure si avverte, specie nella fucina editoriale: la mole del materiale da vagliare e assemblare aumenta; la filiera si infittisce con l’ingresso di nuovi attori legati al mondo del digitale e del multimedia; strumenti, processi e linguaggi che la redazione si trova a “maneggiare” evolvono. Tutto ciò avviene spesso in presenza di politiche di contenimento dei costi aziendali e all’interno di un mercato del lavoro sempre più asfittico e precarizzato. Non solo: stante il particolare ciclo di vita del libro di testo i tempi di produzione sono rimasti invariati a fronte di un’accresciuta complessità del lavoro. Nelle case editrici si potenziano i reparti di progettazione multimediale e si introducono figure di raccordo tra la redazione e i fornitori di oggetti digitali. Idealmente le competenze dei redattori dovrebbero estendersi ad ambiti tradizionalmente di pertinenza di altri settori (ad esempio la produzione audiovisiva), ma di rado si realizzano le condizioni perché ciò accada: la formazione di base fornita da università e corsi professionali è spesso inadeguata; quella azienda159 .fest ebook le, quand’anche sia continua ed efficace (e non sempre lo è), non coinvolge il personale temporaneo e i collaboratori esterni, sempre più numerosi; gli stessi redattori mostrano spesso disinteresse e scarsa propensione alla riqualificazione e all’aggiornamento professionale. Nonostante la congiuntura poco favorevole, tra i libri misti pubblicati non mancano prodotti di elevata qualità scientifica, didattica ed editoriale. Una qualità che, al contrario, difficilmente si riscontra nei testi digitali “fai-da-te” che hanno fatto capolino qua e là negli elenchi adozionali delle nostre scuole grazie allo spirito di iniziativa e alla capacità di “fare rete” di alcuni docenti. Occorre infatti ricordare che un libro di testo, quale che sia la sua riuscita, è comunque un’impresa collettiva a cui concorrono figure professionali in possesso di competenze che non possono essere improvvisate. Allo stesso tempo, le aziende editoriali sono ad oggi le uniche organizzazioni in grado di mobilitare risorse tecniche ed economiche, ma anche progettuali e relazionali, insostituibili se lo scopo è quello di realizzare un prodotto che sia contemporaneamente affidabile, ben strutturato e funzionale. Gli insegnanti che collaborano con le case editrici in veste di autori sono consci di tutto ciò. Sarebbe auspicabile che tale consapevolezza diventasse patrimonio comune di tutti i docenti e che gli editori, e soprattutto i redattori, i grafici, gli iconografi e le altre figure professionali che operano nel sottobosco dell’editoria scolastica, fossero considerati un prezioso alleato e non – come talora purtroppo avviene, anche in maniera ingiustificata – un ostacolo al compimento della missione educativa della scuola italiana. 160 tracce 2010 Appendici 161 .fest ebook eBookShow introduzione Le aziende e i professionisti che hanno supportato l’eBookFest, esponendo i loro prodotti o illustrandoci i loro servizi, hanno contribuito in modo decisivo non solo alla quantità ma anche alla qualità dei contenuti. Tutti hanno avuto modo di vedere i “tab” presentati sulle LIM che ci ha messo a disposizione Roberto Venturi di MixPro (garantendoci anche continua assistenza), e bisogna ammettere che – essendo quasi tutti contenuti didattici – non avrebbero avuto la stessa resa se fossero stati semplicemente proiettati. Su una Lim abbiamo anche potuto vedere i prodotti di Ugo Mancusi per Ideanimation, la relazione di Alessandro Conte per Il Mondo Digitale, la relazione di Francesco Cerchio e Guglielmo Gasparini del CSI Piemonte, e scoprire un’eccellenza sarda: SardiniaWeb con i progetti Alpaca e Storie sociali. Hanno inoltre supportato e partecipato all’evento: Vainer Broccoli e Giovanni Cellucci dell’Istituto per Ciechi Francesco Cavazza, che hanno esposto tecnologie assistive per non vedenti e tenuto un seminario; Claudio Tubertini di ArchetipoLibri che ha portato il software T-Page; Marco Barulli che ci ha presentato il prossimo appuntamento, Ebook Lab Italia; l’Associazione Esplica che ha realizzato un evento cross-universe, per far conoscere al pubblico il libro “virtuale” e l’attività editoriale che si è sviluppata in questi anni nel Metaverso. Un ringraziamento agli sponsor (Simplicissimus, Hyphen Italia, Garamond, Enhanced Press, BBN editrice, ADVidea e Language Point) nonché alla prof.ssa Franca Pinto Minerva dell’Università di Foggia (che ha presieduto il comitato scientifico), al MICC dell’Università di Firenze, al prof. Edoardo Barbieri dell’Università Cattolica di Milano e Brescia e al corso online UniTuscia eBookLearn. 162 tracce 2010 eBookShow i contributi MICC dell’Università di Firenze [vedi contributo D’Amico-Landucci] Corso UniTuscia eBookLearn [vedi contributo Leonetti] Università Cattolica di Milano e di Brescia [vedi contributo Barbieri] Cross-universe eBookFest 1. Premessa Esplica in collaborazione con Second Physics, SL Art, Immersiva.2life e Solaris Experience (gruppi di Second Life) ha realizzato, in occasione della manifestazione Ebook.fest 2010 di Fosdinovo, un evento cross-universe per far conoscere al pubblico il libro “virtuale” e l’attività editoriale che si è sviluppata in questi anni nel Metaverso. Un aspetto rilevante della cultura SL è rappresentato dalla presenza di istituzioni universitarie, agenzie di formazione e società di produzione RL, che usano il metaverso per la formazione e/ o l’aggiornamento di studenti e dipendenti.1 Le molteplici attività di comunicazione, divulgazione e formazione che si svolgono nell’ambiente virtuale Second Life (SL) fanno uso di strumenti messi a disposizione dalla piattaforma stessa e di altri oggetti che sono stati realizzati dai Residenti del Metaverso. Tra questi spicca il libro “virtuale” di cui ha ampiamente parlato Juanita Deharo nel corso di una intervista in diretta dall’Australia, durante la quale l’ospite di Esplica ha spiegato le peculiarità del libro “virtuale” e le differenze con gli ebook. 163 .fest ebook Virtual books are not the same as e-books. Emphasis is on books as object as much as the content, and they are more likely to demand interaction with an object as well as text. In virtual books content is embedded in software that makes them appear to be a book, their pages turn, and although they are on a screen you appear to react with them like a real book. Many libraries are using this page turning technology software to provide a more realistic on-line reading experience for their clients. Virtual books in virtual worlds are produced from 3D modeling and animation programs and appear even more like real life objects. They can be used, manipulated, and read by avatars. Avatars can pick them up, carry them around, keep them on their coffee table, or use them to make a house if they are so inclined. An added bonus is that they can be made large or small, there’s no limit. Avatars read these books by manipulating their view via a camera device that allows them to pan and zoom, and turning the pages by clicking.2 Questo tipo di pubblicazioni si colloca perciò in SL tra gli strumenti divulgativi maggiormente utilizzati e trasferisce la consueta immagine bidimensionale del testo digitale in un contesto 3D ove è possibile arricchire i contenuti dei libri con animazioni e realizzazioni specifiche degli ambienti virtuali che aumentano il grado di apprendimento grazie all’immersività che li contraddistingue. Learning in Second Life takes advantage from the “feeling present” effect that “though balanced by the awareness of not being in a real environment, involves the participants […] and triggers the adult student in a stronger way than in the usual environment”; and by the “ludic educational experience”, that “lowers the critical level with the rise of the immersive experience”. These are two features that represent an “amazing way of learning” both for educational aims and for the popularization of science in the metaverse3 164 tracce 2010 La diffusione del libro “virtuale” e le tecniche di realizzazione sono stati alcuni degli argomenti che hanno condotto l’evento Cross-universe ebook.fest attraverso tre giorni di collegamenti in diretta, dimostrazioni pratiche e proiezioni di video su SL: un vero ponte tra la realtà dell’editoria digitale ed i progetti editoriali legati ai mondi virtuali. I primi passi, le esperienze, le difficoltà ed i risultati dei pionieri del Metaverso che da diversi parti del mondo hanno tradotto la loro passione per la lettura in una possibilità fruibile anche nella seconda vita. Editors, publishers ed altri professionisti che hanno creato il libro dove non esisteva e lo hanno modificato in modo da poterci interagire e renderlo uno strumento unico ed efficace a scopo didattico e divulgativo. 2. Evento cross-universe L’evento Cross-universe ebook.fest è stato organizzato e realizzato in modo da raggiungere il pubblico presente a Fosdinovo e gli spettatori presenti in SL. Il termine cross-universe viene infatti utilizzato per descrivere la particolarità di questo evento che, a differenza di quanto avviene abitualmente, non si è svolto solo in SL o solo in un luogo fisico, ma ha legato la realtà con l’ambiente virtuale attraverso un collegamento di 3 giorni. A tale scopo sono state realizzate delle strutture di accoglienza in entrambi gli ambienti, utilizzate per seguire un programma molto fitto di interviste, proiezioni e letture. 2.1 Leggiamo in Second Life Per tutta la durata del fest è stato possibile leggere e conoscere i libri “virtuali”. A Fosdinovo sono state predisposte due postazioni con PC, connessione e cuffie da cui il pubblico poteva collegarsi in SL coadiuvato dal personale di Esplica che era presente alla manifestazione. In Second Life, presso la land4 di Second Physics5, è stata creata una zona lettura attrezzata con poltrone e tavolini e circa 60 libri virtuali in diverse lingue. 165 .fest ebook Il pubblico di Fosdinovo veniva accompagnato dall’addetto di Esplica (dott.ssa Michela Fragona, N.d.R.) nell’ambiente virtuale mediante l’utilizzo di avatar di servizio creati per dare assistenza ed arrivava nella zona di lettura dove trovava ad assisterlo un Mentor od un collaboratore di Esplica SL (gruppo dell’associazione operante in SL). In questo modo c’era una doppia assistenza reale/virtuale. Una volta ambientati nel Metaverso, i nuovi lettori virtuali hanno avuto a loro disposizione circa 60 libri virtuali tra i quali replica di testi reali (ad esempio il Faust di Goethe, Romeo e Giulietta di Shakespeare, etc.), romanzi e novelle edite da case editrici di SL (ad esempio La Stamperia il Faro -editore italiano-, Second Editors – editori internazionali riuniti -, etc.), testi scientifici di divulgazione (ad esempio il Libro delle Illusioni Ottiche di Talete Flanagan, Chemical History of a Candle di Michael Faraday, etc), libri fotografici, libri per bambini e manuali. 2.2. Second Life Movie Altra attività organizzata nel corso del fest è stata la proiezione di video realizzati in SL. Nel corso delle sue attività, Esplica ha raccolto un’importante numero di clip realizzate in SL da utenti, istituzioni e registi che tramite tecniche di video produzione, tra le quali il Machinima, hanno dato un serio contributo alla diffusione dell’immagine educativa di SL. I video proposti nel corso dell’evento sono stati scelti per mostrare al pubblico quante e quali attività culturali e didattiche si svolgano continuamente in SL. Tra gli altri citiamo i video delle Lezioni di fisica moderna tenutesi a Second Physics [Oltre la terza dimensione: VIII lezione, Oltre la terza dimensione: V lezione ], quelli realizzati dall’University of West Australia [ WUA Virtual Campus, A Wonderful World - UWA 3D Art Challenge: April 2010 Winners by Iono Allen]per la divulgazione delle attività del loro campus in SL e quelli del regista Adam Falco che collabora con i maggiori gruppi di SL realizzando filmati di alta qualità. 2.3 Cross Universe Events e Mini cross-universe events L’editoria negli ambienti virtuali è stata oggetto di studi e ricerche dell’associazione Esplica che per l’organizzazione dell’evento in collaborazione con l’ebook. fest di Fosdinovo ha proposto i risultati dei suoi studi attraverso la voce e le espe166 tracce 2010 rienze di vari professionisti dell’editoria digitale che lavorano in Second Life. In collegamento diretto con varie parti del mondo sono stati realizzati gli eventi Cross-universe (1 ora) e Mini cross-universe (30 min), durante i quali editori, creatori di script, librarians ed esponenti della cultura di SL hanno condiviso le loro esperienze con il pubblico presente in SL e quello collegato dalla sede del fest. Il personale di Esplica ha realizzato i collegamenti cross-universe e condotto le interviste con la collaborazione in SL di speakers, traduttori e mentor che hanno condotto le interviste dal Metaverso. Tra le altre citiamo le interviste al produttore di Intellibook (USA) uno dei due sistemi di realizzazione di libri virtuali attualmente fruibili in SL, l’intervista a Juanita Deharo (Australia) del gruppo dei Second Editors che ha realizzato dei libri virtuali di nuova generazione che contengono delle animazioni che rendono unico e distinguibile il libro virtuale rispetto al libro digitale. [...]Second Life Offers many opportunities to add to the reading experience. The British Archives Office has recreated the WW11 Western Front as a virtual environment. Avatars are given a costume to be either a nurse or a combat soldier. As they wander through the trenches, complete with aircraft droning overhead, bombs exploding and roaming rats, there are stations where one can hear and read poetry from the trenches and the recollections of WW1 servicemen and women. The text is embedded in a recreated environment which makes it come alive in a way just words on a page may not be able to achieve.[...] Initially I was interested in replicating traditional book formats, but in time I began to see replicas of the real life book object as a very limited use of the creative tools available in virtual worlds, and I began experimenting with the idea of virtual artist books – artworks that retained a connection with the notion of book, but made full use of the potential of virtual worlds.The Second Life tools possible for the reasonably easy development of immersive story telling and 3D illustration. One of the earliest storytelling sites was Storybook Island. Visitors are able to follow a trail to write a story, participate in a poetry project, or various other writing projects. Results are published and can be read on the project website…. 167 .fest ebook [...]When we first started, all we wanted to do was to recreate the RL university, and had no thought as to research, art or teaching. Well, I hoped that if we did a good job creating the campus, that we might some years down the track, encourage the academic staff to use the space for teaching. But as serendipity would have it, 2 weeks after we got into SL, I saw a girl riding a bicycle on UWA land, and she told me she was a student in RL at UWA. Through her, I found out that her lecturer Professor Wade Halvorson for the Electronic Communications Strategy Unit, which is a 2nd year Bachelor of Commerce Unit in the School of Business was trying to use SL for he unit. He had no idea anyone else in the Uni was using SL. We immediately started working together and we built the UWA sky theatre as his primary venue for teaching, and through this we managed to bring in many notable lecturers from overseas to teach UWA students through SL. The first complete unit taught through SL happened in the 2nd half of 2009, and since then, this has become a staple for the Business Degree, and we have expanded the teaching programme to Singapore and Denmark.6 Le interviste a Juanita Deharo e Asmita Duranyaja (Editore tedesco in SL) sono state filmate e si possono visualizzare in web. 3. Conclusioni L’esperienza di Cross-universe ebook.fest ha confermato i risultati delle ricerche condotte da Esplica nel Metaverso editoriale. La presenza italiana è molto limitata e rappresentata perlopiù da individui autonomi che pubblicano testi personali e pubblicazioni realizzate da istituti o piccoli editori allo scopo di divulgare un progetto. Ammirevole il lavoro dei piccoli editori come La Stamperia Il Faro che con la loro attività consolidano la presenza italiana nel mondo dell’editoria virtuale. Una novità editoriale interessante è stata presentata durante uno dei collegamenti live con second life da Talete Flanagan fondatore di Second Physics e membro di Esplica. Questo nuovo progetto si basa su una collana di libri digitali in second life dedicati a eventi o attività svolte in SL ma attinenti argomenti di 168 tracce 2010 validità globale. Un esempio sono eventi o progetti che in SL sono dedicati alla cultura, all’arte, alla divulgazione scientifica e cosi via, nei quali SL costituisce solo l’ambiente ove sono prodotti. Esempi più specifici possono essere corsi di addestramento o apprendimento riferiti a pratiche della RL svolti in SL o anche pratiche di e-learning in ambiente virtuale, o ancora esposizioni e riproduzioni di opere d’arte, gallerie musei e attività di divulgazione in settori culturali o scientifici. Questi SLebook saranno sempre bilingue ( italiano e inglese) per assicurarne la massima fruibilità. Un libro in second life che anticipa questi criteri è lo SLebook “Illusioni” [“Illusions”] realizzato da Second Physics e Immersiva per la Delphin Editions. Il nuovo progetto prevede che, anche se la collana prodotta sarà unificata nel design grafico e nel formato, vi partecipino diverse stamperie di varie comunità. La composizione del catalogo della collana sarà determinata da un comitato editoriale di prestigio. Le tirature saranno rigidamente fissate, gli SLebook (no copy) saranno distribuiti solo nominalmente. La lista dei residenti che avranno ricevuto un libro costituirà poi il comitato di lettori per la attribuzione del premio al miglior libro pubblicato ogni anno. I libri della collana saranno editati nella stessa forma anche in RL. Insomma si cerca un partner tra gli editori presenti a Fosdinovo! Un progetto assolutamente “cross”. Cross-publisher, cross-editor, cross-reader, cross-universe. Una bella, ma non facile avventura, Auguri ai proponenti. Ne hanno veramente bisogno. Sardiniaweb Sardiniaweb, piccola impresa di Cagliari specializzata nella creazione di videogiochi educativi, nel 2007 ha realizzato un sistema per la comunicazione aumentativa e l’alfabetizzazione alternativa per l’autismo: ALPACA (Alternative Literacy with PDA and Augmentative Communication for Autism). Il kit ALPACA è costituito da un palmare touch screen, un set di immagini personalizzate e un software per la gestione integrata di immagini e audio. Le manifestazioni di interesse rispetto alle caratteristiche di questo strumento, semplicità, economicità e adattabilità, espresse da insegnanti, terapisti e genitori hanno portato a studiare anche altre applicazioni per lo schermo del palmare, come le Storie Sociali. 169 .fest ebook T-Page T-Page è un’applicazione multiutente per la creazione, la gestione e la distribuzione di contenuti editoriali – per la stampa e per il web – creata in compartecipazione da Logo, Muneri, ArchetipoLibri. Hyphen-Italia Società che opera nel mondo dell’information technology dal 1998, Hyphen ha sviluppato una profonda conoscenza in alcune aree specifiche del mercato: nel mondo della comunicazione d’impresa e di prodotto, in quello editoriale e nella gestione tecnica degli ambienti per l’industria, il commercio e i servizi. Hyphen propone per il mondo dell’editoria una soluzione per il cross-media publishing: Hyphen Book System. Il sistema offre funzionalità per la gestione della produzione, ottimizzando i flussi editoriali, mantenendo le attività di editing dei contenuti il più possibile indipendenti dalla formattazione specifica per il media e fornendo tool per il porting su ciascuno: stampa o formati digitali per piattaforme ebook, web, applicazioni. IdeAnimation IdeAnimation è un’azienda dedicata all’ideazione e alla realizzazione di progetti innovativi che credono nelle nuove forme di relazione e di creatività ed in particolare all’utilizzo dell’animazione quale strumento importante nell’ambito del marketing e della comunicazione. IdeAnimation è specializzata in processi a supporto della formazione e dell’informazione: filmati educativi, percorsi interattivi, pillole informative, videocorsi, progetti multimediali per LIM, oltre a servizi specifici per l’editoria quali ebook, mediabook e booktrailer. Infine da pochi mesi è nata Corebook la casa editrice multimediale che pubblica 170 tracce 2010 ebook e mediabook e li promuove in modo capillare all’interno della rete grazie all’ausilio di booktrailer di qualità. Erid Lab – Università degli Studi di Foggia Il laboratorio ERID – coordinato dal prof. Pierpaolo Limone dell’Università di Foggia – è composto da uno staff di giovani ricercatori, dottori, dottorandi e assegnisti di ricerca in possesso di competenze multidisciplinari. Un comitato scientifico di studiosi provenienti da centri di ricerca europei e americani assicura al team ERID una guida scientifica, un supporto metodologico e un confronto costante con esperienze internazionali. Gli studi e le indagini si concentrano, in particolare, sulle tendenze e sui mutamenti in atto negli ambiti della ricerca educativa e della pratica didattica. Nel 2006, ERID Lab ha attivato il master universitario Nuovi Media e Formazione che è oggi giunto alla IV edizione. Associazione Esplica Esplica è un’associazione no profit che nasce nel 2010 riunendo le esperienze di divulgazione della scienza fatte da gruppi e singoli soggetti nel mondo virtuale di Second Life. La missione di Esplica scaturisce dalla profonda convinzione che la attuale separazione tra “cultura” e “cultura scientifica” sia un retaggio storico e che non esistano le due culture. La nostra missione è quindi contribuire a superare e ricomporre questa frattura nella percezione pubblica della scienza, operando con questa finalità in tutti i settori culturali, scientifici, tecnologici e politici con attività aperte a tutte le componenti delle società civile, con particolare interesse ai giovani ed al mondo della scuola per la capacità proiettiva che un’azione in questo ambiente può avere sulla società tutta. Per l’eBookFest ha curato l’evento cross-universe. 171 .fest ebook Sitografia 1) Blog degli atti: http://ebookfest2010.bibienne.net/ 2) Mappa dell’evento e dei suoi contenuti su Mindomo: http://tinyurl.com/6dvovgf [versione html: http://tinyurl.com/66uodru ] 3) Canale video su Youtube: http://www.youtube.com/user/ebookfest2010 4) Sitografie degli autori su Delicious: http://www.delicious.com/ebookfest 5) Slides degli interventi su SlideShare: http://www.slideshare.net/eBookFest 6) Bibliografie su aNobii: http://www.anobii.com/ebookfest2010/books 172 tracce 2010 Brochure Fosdinovo 10, 11, 12 settembre 2010 www.ebookfest.it 173 .fest ebook .fest L’ ebook nasce come logica e naturale evoluzione di due precedenti esperienze di successo: il BookCamp di Rimini (2008) e lo SchoolBookCamp di Fosdinovo (2009). Sullo sfondo, la necessità – sempre più sentita nel mondo dell’editoria come in quello della formazione - di supportare culturalmente i processi di cambiamento scaturiti dal ritmo serrato dell’innovazione tecnologica. .fest ebook evento organizzato da: BBN edizioni - Noa Carpignano Guaraldi Editore - Mario Guaraldi Associazione Tecknos - Laura Marchini con il sostegno e la collaborazione del Comune di Fosdinovo. in collaborazione con Associazione Faucenova Associazione Enrosadjra diventare di color rosa con il patrocinio di Comune di Fosdinovo, Regione Toscana, Provincia di Massa e Carrara, Comunità montana della Lunigiana, Confindustria La Spezia gruppo giovani, Confindustria Massa Carrara gruppo giovani e con la sponsorizzazione di: 174 LA ST T RU .fest SchoolBookCamp eBookLife II edizione del BarCamp dedicato all’editoria digitale. II edizione del BarCamp dedicato all’editoria scolastica digitale. Focus: PRODUZIONE DISTRIBUZIONE LA GUERRA DEI FORMATI DRM PRINT ON DEMAND NUOVE SCRITTURE BIBLIO Focus: NORMATIVA DIDATTICA SOSTENIBILITA’ ACCESSIBILITA’ RA BookCamp TU ebook eBookShow Convegno Tavole rotonde e seminari di formazione in cui docenti, editori e professionisti del settore si confrontano sulle tematiche trattate nel BookCamp e nello SchoolBookCamp. Mostra interattiva Supporti tecnologici, video, installazioni, dimostrazioni live e buone pratiche in esposizione. Tutto quello che, se non si può toccare, si può vedere o sentire. + eBookTab: brevi presentazioni di 15 min. + spazio per brevi presentazioni Partecipazione Partecipazione Partecipazione L’iscrizione ai gruppi di lavoro di entrambi i barcamp seguirà la modalità standard sulla pagina wiki dedicata: http://barcamp.org/eBookFest L’accesso ai seminari, alle tavole rotonde e ai Tab è libero e gratuito. L’accesso alle zone espositive è libero e gratuito. Metaverse eBookFest Relatori Espositori Oltre ai relatori invitati è possibile sottoporre il proprio contributo per brevi presentazioni di max 15 min. sulle tematiche trattate e/o prodotti esposti. La partecipazione da parte di scuole, aziende, professionisti del settore alla mostra interattiva è subordinata a una selezione preventiva, per saperne di più consulta la pagina dedicata. Verrà organizzato un evento cross-universe che si svolgerà in Second Life. Qui a Fosdinovo un’antica e suggestiva sala medievale sarà luogo di incontro tra i due mondi, si potrà sperimentare l’immersività in SL e accedere alla lettura di libri digitali in SL. Su un grande schermo saranno visibili gli incontri e le interviste con realtà operative presenti in Second Life nel mondo dell’editoria digitale, publishers, editors, vendors, librarians, graphyc composers, authors and readers di libri digitali realizzati e diffusi in SL. WEB TV: Alcuni appuntamenti saranno trasmessi in streaming, per altri apriremo un canale youtube. ... on move REDAZIONE RAGAZZI: Una speciale redazione di ragazzini della scuola di Fosdinovo realizzerà interviste filmate dei partecipanti, e farà un upload in tempo reale su un blog. Kinderheim: È previsto un servizio di intrattenimento dei bambini per agevolare la partecipazione dei genitori. “CLICK” Spettacolo all’aperto del sabato sera :) 175 UT O EN NV BE I lavori inizieranno venerdì 10, alle ore 14, nel salone del castello Malaspina. I barcamp, i seminari e le tavole rotonde inizieranno venerdì alle ore 15 e proseguiranno sabato dalle ore 9 alle ore 19 e domenica dalle 10 alle 17. Il programma esatto, con i giorni e gli orari di tutti gli interventi, è pubblicato sul sito. KIDS È previsto un servizio “ludoteca” per intrattenere in modo attivo e formativo i bambini dei partecipanti. Venerdì e sabato alcune educatrici li impegneranno in attività ludiche e formative. Parteciperanno alla dimostrazione aperta al pubblico RoboCup Junior dove potranno sperimentare le api robot Bee Bot, e impareranno a creare dei bellissimi libri animati con gli oggetti più disparati. Si segnala inoltre che l’associazione che gestisce il castello ha un programma “scuole” utilizzabile e parte integrante delle attività proposte. 176 M P Il Barcamp è un tipo di manifestazione nato di recente. Viene chiamato anche “non conferenza” poiché lo svolgimento non è frontale ma si creano gruppi di lavoro su argomenti proposti dagli organizzatori e dagli stessi partecipanti. I barcamp sono (nella loro breve storia) eventi atipici, nati “dal basso” e organizzati a costi zero, o quasi, con sponsorizzazioni minime possibilmente legate al possibile mercato di riferimento (il concetto è quello della condivisione di saperi non influenzata o influenzabile dalla logica imprenditoriale – open source). CA AR IB cos’è un BARCAMP BookCamp, II edizione PRODUZIONE - Il lavoro editoriale: da impacchettatori di contenuti a gestori di fondi culturali. Come cambia la filiera produttiva in casa editrice. DISTRIBUZIONE - Dall’andata e ritorno sulle carrettiere della carta verso le librerie-bazar, all’autostrada elettronica a costo zero del web 2.0 DRM - La protezione dei testi nell’era digitale. Protezione da che? E per chi? POD - Esiste ancora un futuro per il print-on-demand? O è troppo tardi? NUOVE SCRITTURE - La nascita della Web Story e la rivoluzione del sapere. BIBLIO - Il bibliotecario di domani: da custode di Museo a Direttore della Banca Valori Culturali. LA GUERRA DEI FORMATI - lit, pdf, epub: schieramenti commerciali e ereader. SchoolBookCamp, II edizione Normativa: finanziaria 2009 e decreto Gelmini, fatti, misfatti e apparenti contraddizioni tra le diverse norme. Adozioni, aggiornamenti e rapporti con le scuole. accessibilità, dal decreto Stanca alle disposizioni ministeriali in fase di studio, i DRM e lo spauracchio della pirateria informatica. DIDATTICA: Oltre il libro, per un uso l’uso riflessivo e critico delle tecnologie nella didattica. Per un approccio non strumentale ma epistemologico della tecnologia. Potenzialità del testo didattico digitale: superamento della questione peso/costo, e focus sulla collaborazione tra scuole ed editoria per la creazione di contenuti didattici che vadano oltre il consueto concetto di testo. SOSTENIBILITA’: Nuovi modelli di business: promozione e distribuzione. 177 .fest ebook barcamp Il cuore dell’eBookFest sono e rimarranno i BarCamp. E saranno svolti nella forma più libera e collaborativa, niente post it e niente speech, solo gruppi di lavoro che si auto-organizzano nelle sale e nei giardini del castello di Fosdinovo. Questa formula dei cluster tematici garantisce la possibilità a tutti di intervenire e di socializzare liberamente. Abbiamo quindi scelto di estrapolare gli interventi più corposi e/o strutturati e collocarli parallelamente per salvaguardare lo spazio della discussione, del confronto collettivo, dell’inedito sui temi proposti nei Camp. I due barcamp (BookCamp e SchoolBookCamp) sono così affiancati da un convegno di stampo più divulgativo, l’eBookLife, che prevede alcune tavole rotonde e ventitre seminari di 45 minuti: relazioni invitate dedicate all’editoria digitale, letteratura, sistema bibliotecario, formazione e didattica, diritto allo studio e accessibilità, strumenti (ereader), ricerca semantica. Presentazioni/seminari più brevi (15 minuti) sono previste nello spazio eBookTab. Nello spazio show invece sarà possibile autogestire delle presentazioni video: un tabellone sarà a disposizione per prenotare lo spazio (15/20 minuti). 178 kL 23 seminari – venerdì pomeriggio, sabato e domenica mattina. oo eB Le relazioni invitate ife Evento formativo che prevede relazioni invitate di 45 minuti, dedicate all’editoria digitale, letteratura, sistema bibliotecario, formazione/didattica, diritto allo studio/accessibilità, strumenti (ereader), ricerca semantica. Saluti e presentazione dei seminari: Franca Pinto Minerva (Preside della facoltà di Scienze della Formazione, Università di Foggia) Mario Guaraldi (Editore, Università Carlo Bo di Urbino) Maurizio Châtel (Direttore editoriale BBN) Edoardo Barbieri: (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano-Brescia) Continuità e discontinuita’ nella storia del libro: dal libro cartaceo al libro elettronico Federico Barbino: “Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi...” Questioni di da parte degli studenti disabili nelle università italiane Simone Bedetti Editori nativi digitali: presente e futuro della nuova editoria indipendente Giulio Blasi (CEO at Horizons, Università di Bologna) E-Book a scuola e in biblioteca: il progetto MediaLibraryOnLine Vainer Broccoli e Giovanni Cellucci: (Istituto dei ciechi Francesco Cavazza) Strumenti e tecniche per la fruizione dell’informazione da parte dei minorati della vista Nicola Cavalli: Print on demand: stampa e distribuzione Fabio Ciotti: (Università Roma Tor Vergata) Dal document repository al knowledge repository: per una convergenza tra Biblioteche Digitali Semantic Web e Digital Humanities Gianpaolo D’Amico e Lea Landucci: Sistemi ad interazione naturale per l’infanzia Maria Grazia Fiore: (Università di Foggia) Le mappe digitali nella didattica, tra testo e contesto Andreas Formiconi: La folksonomy: certezza dell’incertezza Mario Guaraldi: Content is king Marco Guastavigna: Dispositivi digitali, lettura, lettori, scuola Davide Mana: (Università Carlo Bo di Urbino) La curiosità è un treno senza rotaie: narrative non lineari e strategie di apprendimento Roberto Maragliano: Oggetti, soggetti e altro nell’apprendimento Gianni Marconato: Serve ancora il libro di testo? Se si, quale la funzione, la forma, l’utilizzo nell’era del digitale e di internet? (Biblio-Videoteca “Mario Gattullo” Università di Bologna) reperibilità dei testi in formato digitale accessibile (Editore, Area51 publishing) (International Bookseller Ledizioni - LediPublishing) (MICC, Università di Firenze) (Univerità di Firenze) (Editore, Università Carlo Bo di Urbino) (IIS Beccari di Torino) (Università Roma Tre) (Psicologo e formatore) 179 .fest ebook Maria Grazia Mattei: Cultura digitale e cambiamento Livio Mondini: Accessibilità: come funziona? Vincenzo e Luca Moretti: Piazza Enakapata (MGM Digital Communication) (Digital craftsman) (Università di Salerno) Ebook a scuola: un’occasione per ripensare la forma libro nell’apprendimento. Gino Roncaglia: Libri elettronici: la seconda generazione Agostino Quadrino: (Editore, Garamond) (Università della Tuscia) Mario Rotta: (Università di Firenze) Libri digitali e conoscenza aumentata. Potenzialità, criticità e prospettive sull’uso degli eBook in ambito educativo Letizia Sechi: L’editore dalla carta al digitale (BookRepublic) Fabrizio Venerandi ed Enrico Colombini: Narrazione non lineare su ebook: (Editore, Quinta di Copertina - Autore) ipertesto e lettura atomica “Il futuro del libro si chiama biblioteca”: biblioteche, ricerca semantica e folksonomy - Giorgio Jannis (semiologo e social designer), Andreas Formiconi (Università di Firenze), Giulio Blasi (CEO at Horizons, Università di Bologna), Giuseppe Vitiello (NATO Defense College, Roma), modera Mario Guaraldi (Editore, Università Carlo Bo di Urbino). “Re-inventare la redazione”: nuove competenze redazionali per l’editoria scolastica digitale - Filippo Cabiddu (Capoverso) , Elena Asteggiano (redattrice editoriale), Tullia Colombo (Giunti Scuola) modera Alessandro Vigiani (docente master editoria Università Cattolica di Milano e collaboratore Mondadori Education). “Opposte opportunità per il web-commercio”: due facce della nuova medaglia distributiva via web Marco Ghezzi (BookRepublic), Valerio Eletti (Università Sapienza di Roma), Simone Bedetti (Editore, Area 51 Publishing) , modera Mario Guaraldi (Editore, Università Carlo Bo di Urbino). “Teologia della redazione a venire”: i problemi della conversione nella piccola editoria - Virginio Sala Quadrino (Editore, Garamond), Alessandro Conte (Editore, Il Mondo Digitale), Giancarlo Fornei (Bruno Editore) modera Maria Cecilia Averame (Editore, Quinta di copertina) (Università di Firenze), Agostino “Per amore o per forza?”: note a margine sull’obbligatorietà dei libri di testo - Marina Boscaino (Insegnante e pubblicista), Maurizio Chatel (Insegnante, direttore editoriale BBN), Mario Mattioli (Insegnante, menbro del network “La scuola che funziona”), Pasqua Colafrancesco (Università di Bari), Valeria Pasquino (Insegnante), modera Maria Grazia Fiore (Università di Foggia) 180 tracce 2010 eBookTab Seminari brevi, della durata di 15 minuti, durante i quali verranno segnalate iniziative, raccontate esperienze, dimostrati prodotti, presentati progetti in corso. Marco Barulli e Mafe De Baggis: Presentazione di eBookLab Italia Enrico Bocciolesi: Le emozioni in digitale Emanuela Bramati e Marinella Molinari: (Scuola Primaria “Molino Vecchio” di Gorgonzola) “La Shoah. Lo sterminio ebraico”: una narrazione multimediale per il progetto Policultura Maurizio Chatel e Michele Botrugno: Testi digitali, crearli a scuola Annalisa Cichella: Le Biblioteche e le piattaforme di pubblico accesso Alessandro Conte: (il Mondo Digitale) Il Mondo Digitale Editore: Ebook per la didattica universitaria Marinella D’Esposito: “Recipes” Erika Ena: La narrazione digitale in classe: un’esperienza didattica Nicoletta Farmeschi: Utilizzo didattico delle ricostruzioni archeologiche in Second Life Giorgio Federici: (Presidente del consorzio universitario E-Form) Insegnare e apprendere con gli ebook (EridLab, Università di Foggia) Maria Grazia Fiore: Lab: una mappa, tanti itinerari. Prove tecniche di collaborazione tra editoria, scuola, università Guglielmo Gasparini: La Stampa: 150 anni in linea Maria Guida: Un eBook da leggere sottacqua. Il testo digitale nella formazione e nella didattica: potenzialità e nuovi scenari Francesco Leonetti: eBook in formato ePub: l’esperienza del corso UniTuscia eBookLearn Ugo Locatelli: ebook interattivo “Atlante Areale”: segni e parole come metafore attive Gian Marco Malagoli: L’ebook “multimodale”: Imparare e apprendere con la LIM; Lavagna Interattiva Multimediale Alberto Mari: (FOX Networks) Ebook e selezione naturale. Perché la rete sociale degli amici è il migliore strumento per scegliere un’opera letteraria Giovanni Marcianò, Simonetta Siega: L’impiego didattico di piccoli robot nella scuola italiana Walter Martinelli: Scritture Metropolitane: l’esperienza di editoria elettronica delle Biblioteche del Comune di Modena Gianni Panconesi: La costruzione di conoscenza nelle comunità di apprendimento (eBookLab Italia) (Università di Perugia – Vega) (BBN, Istituto Spinelli, Istituto Athenaeum) (Biblioteca Civica di Cologno Monzese) (LSS G. Salvemini - Sorrento) (EridLab, Università di Foggia) (Istituto Comprensivo O.Vannini, Castel del Piano – GR) (Centro di Competenza Turismo e Cultura - CSI Piemonte) (Liceo Scientifico “G.Salvemini” di Sorrento) (Università della Tuscia) (Artista) (Docente, Referente per le tecnologie didattiche dell’Ufficio Scolastico provinciale di Modena) (Robocup Jr Italia) (Biblioteche decentrate del Comune di Modena) (Giornalista) Valeria Pasquino: (II C. D. Venaria Reale (TO) La Venaria Reale: un tesoro da scoprire. Un “frutto” del progetto “Lab: una mappa, tanti itinerari” Rosa Pastore: Il “myself ebook” nella didattica (Istituto Marco Polo, Bari) Giulio Peranzoni: E-drawings: un nuovo paradigma dell’illustrazione Roverto Venturi: Dimostrazione d’uso delle lavagne interattive (Illustratore) (Mix Pro) 181 ho w kS oo eB Sono previsti spazi espositivi per ebook reader e hardware dedicato, supporti tecnologici, video, dimostrazioni live e buone pratiche in esposizione. Tutto quello che, se non si può toccare, si può vedere o sentire. Questa sezione non è dedicata solo agli editori, e alle società di hardware e software coinvolte, ma anche alle scuole e all’università impegnate nel campo dell’innovazione didattica attraverso la realizzazione di prodotti digitali di qualità. I progetti delle scuole e delle università sono selezionati da un comitato scientifico. La call è scaricabile dal sito in formato A4 e in formato locandina A3. Comitato tecnico-scientifico: Franca Pinto Minerva (Preside della facoltà di Scienze della Formazione, Università di Foggia), Valerio Eletti (Direttore del Master IELM presso la facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma) Loretta Del Tutto (Presidente del Corso di Laurea Specialistica in Editoria Media e Giornalismo, Carlo del Bo, Urbino), Giulio Blasi (DigitalMediaLibrary), Mario Guaraldi (editore, Università Carlo del Bo di Urbino), Maurizio Chatel (BBN editrice), Marco Barulli (Ebook Lab Italia), Maria Grazia Fiore (Università di Foggia - BBN editrice). VEDERE TOCCARE PROVARE L’eBookFest non è un evento “commerciale”, non è – per intenderci – una “fiera del libro”, ma unendo lo spirito di condivisione tipico dei Camp con momenti più divulgativi come seminari e tavole rotonde, vuole essere un momento di riflessione e di proposte. Anche per la zona espositiva quindi pensiamo a un’approccio più narrativo e descrittivo che fieristico, immaginiamo una galleria interattiva, una rassegna di testimonianze. Non è possibile per ora pubblicare un elenco di chi esporrà cosa, e forse non lo sarà fino all’ultimo momento, ma vi posso anticipare che avrete modo di vedere i lavori elaborati dal corso di editoria digitale dell’Università della Tuscia, potrete scoprire come funziona una Wii board, vedere all’opera display braille e altri ausili per non vedenti sia su pc che su mac. Potrete chiedere informazioni sul master di editoria dell’Università Cattolica, farvi un giro in piazza Enakapata, e pure provare le penne digitali (spettacolo!). Ci saranno opere digitali e ebook di vari editori, ma anche ereader da toccare con mano, lavagne interattive e presentazioni di progetti editoriali nati nelle scuole e nelle Università, ad esempio il progetto Lab dell’Università di Foggia. In mostra anche l’opera ebook dell’artista Ugo Locatelli: una cartografia aperta e ipertestuale costituita da una rete viva di segni e parole. Insomma, ci sarà da curiosare, da imparare, da divertirsi. 182 M et er av Metaverse eBookFest: leggiamo in Second Life se In occasione dell’eBookFest verrà organizzato un evento cross-universe che si svolgerà in Second Life. Lo spazio dedicato sarà localizzato nella land di “Second Physics” e sarà in collegamento permanente con una postazione all’interno della manifestazione tra le mura del paese. Qui a Fosdinovo un’antica e suggestiva sala medievale sarà luogo di incontro tra i due mondi, con due PC collegati tramite i quali i visitatori potranno sperimentare l’immersività in SL e accedere alla lettura di libri digitali in SL. Su un grande schermo a orari prefissati saranno visibili gli incontri e le interviste con realtà operative presenti in Second Life nel mondo dell’editoria digitale, publishers, editors, vendors, librarians, graphyc composers, authors and readers di libri digitali realizzati negli standard diffusi in SL. Queste attività cross universe sono rese possibili grazie al gemellaggio con l’associazione Esplica, Laboratorio di Divulgazione culturale e scientifica nell’era digitale. ... “CLICK” on move Sabato sera, alle 21,30... spettacolo all’aperto. 183 9 00 20 08 -2 ESPERIENZE PRECEDENTI L’esperienza del BookCamp di Rimini. Il primo Bookcamp italiano (secondo al mondo a un mese da quello di Parigi) è stato organizzato l’11 luglio presso il castello malatestiano di Rimini dall’editore Guaraldi e da Simplicissimus Book Farm, e ha avuto un notevole successo sia di pubblico che di stampa. Hanno partecipato presidi e docenti, rappresentanti di Università, di grandi case editrici, giornalisti di testate nazionali. Fra questi: Università di Bologna, Università di Roma, Università di Lecce, Università di Udine, Queen University (Canada), Mondadori - Messaggerie, Apogeo, Garamond, Feltrinelli, Zanichelli, Tecnica della Scuola, La Stampa, L’Unità. E un servizio con intervista a Mario Guaraldi e ad Antonio Tombolini sulla versione italiana di IntrudersTv connettersi qui: http://tiny.cc/7hdfc L’esperienza dello SchoolBookCamp di Fosdinovo. Il BookCamp, barcamp sull’editoria elettronica – già organizzato a Rimini – aveva un gruppo di lavoro finalizzato alla scolastica, argomento che ha finito per contagiare anche altri gruppi: è stata quindi subito evidente l’opportunità di replicare il convegno mirandolo esclusivamente alla scuola, soprattutto considerando l’articolo 15 della finanziaria e la circolare sull’adozione dei libri di testo che prevedono l’adozione esclusiva di testi scolastici digitali entro il 2011. All’evento, organizzato da Noa Carpignano (BBN editrice) e da Mario Guaraldi editore, hanno partecipato redattori e editori attivi nell’editoria scolastica (De Agostini, Mondadori, Garamond...), ma anche insegnanti di scuole di ogni grado, formatori e rappresentati delle associazioni genitori. Resoconti e riflessioni È possibile vedere una videointervista, registrata in occasione dello SchoolBookCamp agli editori Carpignano, Guaraldi, Quadrino, e ai formatori Guastavigna e Marconato 184 connettersi qui: http://tiny.cc/6txte connettersi qui: http://vimeo.om/4944192 VE DO Il Castello di Fosdinovo Il Castello, feudo di uno dei rami dei Malaspina del Ramo Fiorito dal XIV al XVIII secolo, riveste una notevole importanza storica e architettonica. La costruzione dell’imponente fortezza, che si fonde incredibilmente con la roccia arenaria tanto da farla sembrare scolpita nella pietra viva, ebbe inizio nella seconda metà del XII secolo. Innalzata a dominio e difesa del primitivo Castro di Fosdinovo, nel 1340 venne ufficialmente ceduta dai Nobili di Fosdinovo a Spinetta Malaspina. La vista di cui si gode dal castello di Fosdinovo, a partire dalle Alpi Apuane, è la perfetta dimostrazione di come quella che lo circonda sia una splendida e complessa terra di contrasti. Dai camminamenti di ronda, nel breve volgere di un’occhiata, si abbraccia il lungo corso della costa tirrenica, il sinuoso corso del fiume Magra, il golfo di La Spezia, Portovenere, l’isola Palmaria e, in particolari giornate, nella chiara distesa del mare, la Capraia, la Gorgona e i monti della lontana Corsica. La Torre Malaspiniana Annessa al castello è stata recentemente restaurata e, gestita dal comune, ospita il punto informazioni, i consigli comunali e piccoli convegni. Durante la stagione turistica è adibita a spazio espositivo. Altri spazi La biblioteca comunale, l’ex internet point, il centro polivalente, piazza Matteotti (la piazza del Municipio), la Chiesa della Torretta e il parco della Torretta ospiteranno il percorso espositivo, le attività dei bambini e altre presentazioni gestite in tempo reale. Castello Malaspina Piazza del Municipio Torre Malaspiniana Chiesa della Torretta 185 .fest ebook 186 tracce 2010 187 Fosdinovo 10, 11, 12 settembre 2010 www.ebookfest.it