COMUNE DI FORLI’ VERBALE DI SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE IN SESSIONE ORDINARIA DI PRIMA CONVOCAZIONE DEL GIORNO 09 MARZO 2009 SEDUTA PUBBLICA ALLE ORE 15,45 Convocato con appositi inviti il Consiglio comunale si è riunito oggi nella Sala consiliare con l’intervento dei Consiglieri qui appresso indicati, come risulta dall’appello fatto dal Segretario Generale: 1) APRIGLIANO Francesco 11) MATTEUCCI Leo 2) BACCARINI Romano 12) MILANESI Lea 3) BONAVITA Ottavio 13) MINGHINI Luciano 4) BRIGANTI Mauro 14) MONTANARI Massimo 5) FARNETI Paolo 15) MORGAGNI Diana 6) FRANCIA Fabrizio 16) PERELLI Filiberto 7) GASPERONI Roberto 17) RAGAZZINI Paolo 8) GIUNCHI Flavio 18) RONCHI Alessandro 9) GUGNONI Gabriele 19) SAMORI’ Pietro 10) MANCINI Enrica 20) TAMPELLINI Riccardo Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 1 Risultano assenti i Conss. Sigg.ri: Avellone Andrea, Biondi Lauro, Bongiorno Vincenzo, Burnacci Vanda, Camorani Valeria, Casadei Gardini Francesco, Castagnoli Alessandro, Errani Marco, Gentilini Tatiana, Guerrini Pio, Manucci Cristian, Marabini Giulio, Masini Nadia, Nervegna Antonio, Sansavini Luigi, Sbaragli Erio, Tappari Daniele, Tavoletti Giovanni Mario, Terracciano Ugo, Valentini Marco e Zambianchi Luca. Partecipano alla seduta gli Assessori: - BERTACCINI Pier Giuseppe - CAPACCI Palmiro - BERTOZZI Loretta - LEGA Loretta - BUFFADINI Lodovico - ZELLI Gabriele Partecipa alla seduta il Segretario Generale, Dott. Antonio Ventrella. Essendo legale il numero degli intervenuti il Sig. Minghini Luciano, assumendo la Presidenza, dichiara aperta la seduta e nomina Scrutatori i Signori Consiglieri: Briganti, Tampellini e Milanesi. Giustificano la propria assenza i Conss.: Tavoletti. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 2 COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE OGGETTO N. 6 COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE. Presidente MINGHINI: Prima di cominciare con le interrogazioni, due comunicazioni, la prima intanto permettetemi di complimentarmi con il Cons. Francia che è diventato Presidente dell’Avis comunale di Forlì, augurandogli un buon lavoro per questo importante incarico, mentre Samorì è stato confermato Presidente della Uisp provinciale, complimenti anche a lui. Seconda comunicazione. I Conss. Gasperoni e Milanesi hanno comunicato lo scioglimento del gruppo denominato “Gruppo della Libertà” e il ritorno al Gruppo di Forza Italia che ora si chiama “Forza Italia verso il Popolo della Libertà”. Se non ci sono interventi in merito, lo diamo per acquisito e ripristiniamo – non c’è bisogno di fare una deliberazione – le commissioni consiliari come erano fatte prima della modifica, quindi la composizione delle commissioni consiliari torna a essere quella fatta precedentemente la costituzione del Gruppo della Libertà. Passiamo alle interrogazioni, ne abbiamo due: una della Cons. Burnacci e una del Cons. Nervegna. Intanto che arrivano i Consiglieri, do lettura di una risposta che Marco Tupponi ha fatto in seguito al nostro saluto a sua madre Lucia Tupponi, con la quale dice “ho appreso dalla stampa locale che su proposta del Cons. Baccarini avete voluto rendere omaggio a mia madre, ve ne sono grato anche a nome di mio padre. L’improvvisa malattia della mamma e soprattutto la debolezza intellettuale in cui si trova attualmente colpisce molto. Nulla è rimasto della grintosa battagliera donna che ho, abbiamo e avete sempre conosciuto. Si vede che le oscure trame del destino devono dipanarsi per questa vita.” Ricambiamo ancora e salutiamo nuovamente con affetto Lucia Tupponi. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 3 Annuncio che faremo in volata 4 argomenti più il verbale, poi passeremo al Piano di zona per la salute come argomento principale della giornata. Vedi deliberazione n. 31 Entra l’Ass. Bucci. Entra il Presidente della Consulta comunale dei cittadini stranieri Raies Imed. INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE OGGETTO N. 1 INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 30 GIUGNO 2008 DALLA CONS. VANDA BURNACCI, PER AVERE CHIARIMENTI IN MERITO ALLE SPESE SOSTENUTE DA QUESTA AMMINISTRAZIONE COMUNALE PER CONSULENZE E INCARICHI PROFESSIONALI. Presidente MINGHINI: Ne posso dare lettura, Consigliera? “La sottoscritta consigliera comunale Burnacci Vanda, facendo seguito alla sua precedente interrogazione del 27 Febbraio 2006 e alla sua precedente interpellanza del 7/2/2007, • Visto che, nonostante le sbandierate promesse della Giunta sulla finalità di limitare al massimo consulenze e incarichi esterni, dai dati del Bilancio Consuntivo 2007 risultano invece cifre elevatissime sia per la spesa corrente che per gli investimenti (progettazione e recupero di opere pubbliche); • Considerato che il Comune di Forlì, in base alle caratteristiche della sua pianta organica, dispone delle professionalità e delle figure necessarie Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 4 per rendere assolutamente minimale il ricorso a figure di esperti e professionisti esterni; Chiede di conoscere 1. l’elenco dettagliato delle consulenze e degli incarichi relativi agli anni 2006 e 2007, e le loro entità di costo sia in spesa corrente, sia in conto capitale; 2. le caratteristiche dettagliate di ciascuna consulenza o incarico e le motivazioni chiare, in base alla quale gli obiettivi di tali prestazioni professionali non vengono ritenuti perseguibili con l’attività del personale direttamente dipendente dal Comune di Forlì.” Ass. BUFFADINI: Molto semplicemente per richiamare il ritardo di questa interrogazione, che è stato sostanzialmente determinato da un approfondimento che nel rapporto con la Dott.ssa Burnacci è avvenuto poi definendo una consegna, che io farò esattamente in questa seduta, di tutta la documentazione che Ella ha richiesto, relativo ai quesiti che poneva l’interrogazione, vi è stato un accordo verbale che individuava non più il 2006 /2007 ma il 2007 /2008 relativo alle richieste che erano all’interno dell’interrogazione, quindi ovviamente non mi metto a elencare quanto è previsto in un dossier abbastanza cospicuo e consistente, che eventualmente la Consigliera se riterrà per alcuni chiarimenti o direttamente o in una seduta successiva verranno eventualmente esplicitati, ma mi sembra che nella documentazione prodotta si possa evincere tranquillamente tutto quello che è nel quesito che è stato posto. Entra l’Ass. Galassi. Cons. BURNACCI: Abbiamo chiarito con l’Ass. Buffadini che la mia richiesta era intera, nel senso che io chiedevo sia l’elenco degli incarichi in conto capitale sia quelli in conto corrente. Ringrazio che mi sia stato fornito, francamente devo dire che disperavo che a questa interrogazione si rispondesse, visto che sono passati diversi mesi. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 5 Mi farò carico, come è mio dovere tra l’altro avendo interrogato l’Assessore al ramo su questo, di esaminare attentamente e quindi non voglio fare affermazioni prima di avere visionato il materiale che mi verrà dato e successivamente però mi riservo di rendere conto al Consiglio Comunale di quello che sarà l’esame, il risultato dell’esame che farò, quindi eventualmente trasformerò successivamente in mozione le considerazioni che ne trarrò, qualora le ritenessi rilevanti ai fini della conoscenza del Consiglio Comunale. Entra il Cons. Errani: Presenti n. 21. Entra la Ass. Zanetti. Cons. BACCARINI: Credo che tutti i Consiglieri siano interessati a conoscere esattamente quali sono state le parcelle professionali, è una questione che ponemmo già all’inizio della legislatura a metà della legislatura e siccome è sperabile che da allora in qua, dagli avvocati agli architetti, dagli architetti agli ingegneri e quant’altro, si sia modificata quella struttura molto rigida di consulenze che faceva riferimento puramente e semplicemente a due studi professionali, chiedo di conoscere al prossimo Consiglio comunale, mi sia inviato l’elenco delle parcelle professionali che sono state liquidate negli ultimi 2 anni. Presidente MINGHINI: Si dirà di farne una copia a questo punto per tutti i Capigruppo, impegniamo la Segreteria a farne una copia per tutti i Capigruppo. OGGETTO N. 9 INTERROGAZIONE URGENTE, PRESENTATA IN DATA 12 GENNAIO 2009 DAL CONS. ROMANO BACCARINI ED ALTRI Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 6 AFFINCHE' SI DISCUTA CON URGENZA IN CONSIGLIO COMUNALE LA SITUAZIONE PATRIMONIALE DI SAPRO SPA. Rinviato OGGETTO N. 13 INTERPELLANZA, PRESENTATA IN DATA 28 GENNAIO 2009 DAL CONS. ANTONIO NERVEGNA PER SOLLECITARE SOLUZIONI IN MERITO ALLA LENTEZZA DEI PROCEDIMENTI DI PIANI URBANISTICI ATTUATIVI. Rinviato OGGETTO N. 14 INTERPELLANZA URGENTE, PRESENTATA IN DATA 5 FEBBRAIO 2009 DAL CONS. FLAVIO GIUNCHI PER AVERE CHIARIMENTI IN MERITO ALLE CELEBRAZIONI DEL GIORNO DEL RICORDO. Rinviato OGGETTO N. 16 INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 19 FEBBRAIO 2009 DAL CONS. PAOLO FARNETI PER CONOSCERE LE INIZIATIVE E I PROTOCOLLI OSPEDALIERI MESSI IN ATTO ALLO SCOPO DI ARGINARE IL FENOMENO DEL MALESSERE GIOVANILE. Rinviato OGGETTO N. 17 INTERPELLANZA, PRESENTATA IN DATA 19 FEBBRAIO 2009 DAL CONS. ANTONIO Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 NERVEGNA PER AVERE Pag. 7 CHIARIMENTI IN MERITO ALL'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO. Entra l’Ass. Marchi. Presidente MINGHINI: Ne posso dare lettura, Consigliere? “Con la quale, facendo seguito a precedenti interpellanze, premesso che in Via Medaglia d’Oro nell’area degli uffici della Telecom esiste un’antenna alta alcune decine di metri con funzione di ripetitori, che nella zona è ubicata una chiesa con annesso asilo nido e una scuola materna e l’asilo nido comunale La Betulla; Appreso che sarebbe stata presentata una richiesta per istallare nella nostra alternativa un nuovo impianto per la telefonia mobile; Considerato che spesso i ripetitori per la telefonia cellulare, regolarmente approvati, produrrebbero emissioni talvolta superiori ai limiti consentiti dalle normative vigenti ammesse dalle autorizzazioni connesse; Interpella per sapere: - se esiste un rischio per la lettera dei cittadini in relazione anche alla presenza di siti sensibili, se al fine di tutelare la popolazione abitante nei pressi del suddetto ripetitore, più esposta ai campi elettrici e magnetici, non ritenga opportuno tenere sotto costante controllo la situazione e fare quindi eseguire le necessarie misurazioni e verifiche per rilevare sia i campi che le radio frequenze e quantificare i valori di emissione in relazione ai limiti indicati dalla normativa vigente in materia, - se non ritenga utile e opportuno, al fine di tranquillizzare i residenti delle zone limitrofe a Via Medaglia d’Oro e renderne la vita futura più serena, chiedere al gestore di spostare in un’altra sede l’installazione del ripetitore per la telefonia mobile, individuando un sito più idoneo e a debita distanza da residenze e sedi sensibili; Chiede altresì di conoscere l’entità dell’installazione nella zona e le procedure autorizzative adottate.” Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 8 Ass. CAPACCI: D’accordo con il Cons. Nervegna, a cui ho già consegnato documentazione che esaminerà con il tempo, do la risposta molto breve e laconica. Per quanto riguarda in maniera specifica l’antenna, è in fase di istruttoria che sarà esaminata nella Conferenza dei servizi il 18 di questo mese. La prassi di chiedere spostamenti delle antenne dove c’è maggiore concentrazione di siti sensibili in questo Comune è una richiesta che non necessariamente porterà, per il potere che ha il Comune in questo campo, a un esito positivo. Ho consegnato al Cons. Nervegna e è a disposizione dei Consiglieri che ne facessero richiesta i risultati dell’indagine su tutte le antenne che abbiamo nel territorio comunale. Ogni anno facciamo almeno una misura su ogni antenna presente sul territorio, preciso solo una cosa: non vi sono antenne fuori norma, anzi mediamente noi risultiamo dei valori di un milliVolt (mV) metro quadrato, contro un limite di legge dei 6 volt metro quadrato. In nessun caso si arriva nemmeno ai 3 volt metro, che è un indice di qualità, un indice massimo di qualità. Mi limiterei a questa affermazione. Cons. NERVEGNA: Sarà mia cura leggere i dati che mi ha consegnato l’Assessore, ovviamente preoccupa il fatto che non ci siano ancora sulla possibilità di rischi alla salute di questi impianti delle certezze e questo sicuramente ci deve fare muovere verso un senso di limitazione di vincoli maggiori rispetto al fatto di dare autorizzazioni laddove vengono richieste. Il fatto stesso che non ci sia certezza, credo che ci debba indurre a limitare la possibilità di potenziamento delle antenne. Ribadisco leggerò la documentazione che mi ha consegnato e ovviamente poi effettuerò un ulteriore quesito o interpellanza. Cons. GUGNONI: Non voglio fare una polemica strumentale, perché mi sembra che in questo momento tutto rischia di essere visto in funzione della campagna elettorale, però mi sembra altrettanto evidente… Presidente, c’è una confusione! Presidente, mi sembra altrettanto evidente, Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 9 dalle notizie che io ho recepito in questi 5 minuti al di fuori dall’aula, che le sono state consegnate delle firme per un problema inerente agli asili. Penso che, siccome la sovranità del Consiglio comunale non possa essere messa in discussione da parte di nessuno, non dico che oggi sia obbligatorio affrontare la discussione in merito a questo, Assessore, non mi permetto di dirle questo, però perlomeno che il Consiglio comunale venisse informato di quello che è avvenuto prima del Consiglio comunale, o perlomeno che venissero informati i Consiglieri comunali che le sono state consegnate delle firme per alcuni problemi mi sembrava doveroso, anche perché in questo Consiglio comunale discutiamo di tutto sempre, ma quando c’è una questione che riguarda delle famiglie forlivesi noi immediatamente diventiamo rigidi e applichiamo rigorosamente il regolamento. Io non so che decisione voglia prendere, però mi sembra altrettanto evidente che la presenza di 50 genitori in questa sala non possa essere sottaciuta! Dopodiché a suo rischio e pericolo prendere qualsiasi tipo di decisione. Presidente, è Lei il Presidente del Consiglio comunale, Lei si esprima, Le ho rivolto solo questo appello. Entra il Sindaco: Presenti n. 22. Presidente MINGHINI: Ho le copie delle firme che mi sono appena state consegnate, ho già predisposto nella comunicazione la dicitura “copia per il Sindaco, gli Assessori e i Consiglieri comunali. Si precisa che tale petizione ha raccolto l’adesione di circa 800 genitori”, quindi nel corso della seduta avrete copia della lettera, aspettavo che arrivasse il Sindaco per consegnarla prima a Lei e poi farne copia per tutti i Consiglieri. Cons. MILANESI: Riguardo alla lettera che ha letto prima, volevo chiedere al Capogruppo per il rientro nel Gruppo di Forza Italia Popolo della Libertà. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 10 Presidente MINGHINI: Prima ho dato la comunicazione, di fatto dicendo che… Cons. MILANESI: Non c’era il Capogruppo, eravamo tutti fuori. Presidente MINGHINI: Tra le comunicazioni iniziali ho comunicato lo scioglimento del Gruppo consiliare denominato “Gruppo della Libertà” da parte dei due componenti il Cons. Gasperoni e la Cons. Milanesi, che manifestavano l’intenzione dello scioglimento del Gruppo consiliare e la riammissione in qualche modo nel Gruppo consiliare originario, quello all’interno del quale sono stati eletti. Ho chiesto se c’erano obiezioni, nessuno ha sollevato questioni, quindi ho dato per acquisita la cosa, anche indicando che la presenza nelle commissioni consiliari tornava a essere quella originaria rispetto a quella recentemente costituita. Cons. MILANESI: Ho voluto dirlo adesso perché c’era il Capogruppo, prima non c’era. Esce il Cons. Gasperoni: Presenti n. 21. Cons. NERVEGNA: Non ero presente, quindi non sapevo di questa cosa. Adesso apprendo che c’è una volontà di rientrare nel Gruppo consiliare di Forza Italia, visto che di solito quando si entra in casa di qualcuno si chiede di entrare, io dico che sono d’accordo, non ci sono problemi e quindi se Lea Milanesi e Gasperoni Roberto chiedono di rientrare nel Gruppo consiliare di Forza Italia, noi siamo veramente d’accordo e anche molto felici. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 11 Cons. GUGNONI: Presidente, pensavo questo, dato che da qui al 6 aprile abbiamo concordato precedentemente in Conferenza dei capigruppo che faremo dei Consigli comunali tendenzialmente a scadenza settimanale, possiamo fare questo sulla questione sulla quale ero intervenuto precedentemente: oggi possiamo, anche se Lei ritiene non affrontare l’argomento, però Le chiedo formalmente a questo punto di inserire da qui al 6 aprile, prima che il Consiglio comunale venga sciolto perché ci sono le elezioni imminenti, una discussione, se l’Ass. Lega è d’accordo, in Consiglio comunale sulla questione delle 800 firme e affrontare, anche perché 800 firme ridendo e scherzando sono l’1% dei cittadini forlivesi, un po’ di meno, però degli aventi diritto al voto. Per cui secondo me non possiamo lavarcene le mani e fare come Ponzio Pilato, io chiedo che il Consiglio comunale – lo chiedo formalmente – se non oggi, entro il 6 aprile affronti la questione. Non la voglio affrontare in Commissione, perché è ormai giunto il tempo di affrontare le questioni in assemblea plenaria e affrontare una discussione reale sulla questione, anche perché siamo in un momento di crisi non indifferente, e siccome il bilancio del Comune di Forlì è in prevalenza sui servizi sociali, bisogna che di questa questione ne parliamo seriamente. Se voi siete d’accordo bene, se non siete d’accordo vi assumete le vostre responsabilità. Entra il Cons. Biondi: Presenti n. 22. Presidente MINGHINI: Cons. Gugnoni, stiamo parlando sempre della vertenza dei dipendenti, comunque in ogni caso…(indecifrabile) questa è la stessa cosa, allora come forse avete già letto sulla stampa c’è una trattativa in corso, che ha termine ultimo il 23 marzo, c’è un tentativo di conciliazione che scadrà il 23 marzo, il 23 marzo peraltro c’è un Consiglio comunale e quindi eventualmente in quella sede potrà essere data una comunicazione sull’esito della trattativa di conciliazione. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 12 Ora passiamo agli argomenti. Come abbiamo detto in Conferenza dei capigruppo, adesso facciamo gli argomenti per i quali non ci dovrebbe essere discussione, dopodiché facciamo il punto n. 30 il Piano di zona per la salute, che è l’argomento centrale della giornata. ARGOMENTI OGGETTO N. 25 NUOVA QUASCO SOC. CONS. A R.L. – ACCORDO AMMINISTRATIVO TRA I SOCI AI FINI DELLA CONFIGURAZIONE DELLA SOCIETA' QUALE ''IN HOUSE PROVIDING '' - APPROVAZIONE. Presidente MINGHINI: L’oggetto è stato visto in sede di 1^ Commissione consiliare. Esce il Cons. Baccarini; entrano la Cons. Burnacci e il Cons. Marabini; esce la Cons. Milanesi; entra il Conss. Nervegna e Zambianchi: Presenti n. 24. Entra la Vicepresidente della Consulta comunale dei cittadini stranieri Zabsonre Lizeta. Entrano i Conss. Guerrini, Baccarini e la Cons. Camorani; escono il Cons. Giunchi e la Cons. Morgagni: Presenti n. 25. Vedi deliberazione n. 32 Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 13 Presidente MINGHINI: Prima di passare agli altri argomenti, sull’ordine dei lavori, Cons. Biondi prego. Ne abbiamo già parlato però di questa questione. Cons. BIONDI: Presidente, a me non interessa se Lei ne ha già parlato, non c’ero! Presidente MINGHINI: Non possiamo parlare sull’ordine dei lavori e ripetere le cose due o tre volte! Se stava in Consiglio comunale quando è intervenuto il Cons. Gugnoni! Cons. BIONDI: Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori e noi torniamo sull’ordine dei lavori! Presidente MINGHINI: Se è sull’ordine dei lavori nuovo, non sullo stesso! Cons. BIONDI: È sull’ordine dei lavori perché io chiedo, siccome tra l’altro in un’altra occasione molto simile a questa, con la presenza di cittadini e operatori di questa Amministrazione comunale, vi siete lasciati andare, alcuni Consiglieri si sono lasciati andare a giudizi e considerazioni proprio sulla mia forza politica, adesso voglio chiarire alcuni aspetti. Presidente MINGHINI: Sull’ordine dei lavori non si fa un intervento, Cons. Biondi! Lei mi propone qual è il suo ordine dei lavori, non possiamo prendere in giro ancora una volta il Consiglio comunale! Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 14 Cons. BIONDI: Presidente, l’ordine dei lavori che chiedo io è che di vicende come queste bisogna parlarne subito, perché non si può lasciare la Città priva di una qualsiasi informazione rispetto alle rivendicazioni alla situazione che vivono lavoratori di questa Amministrazione comunale e non si può lasciare alla libera contrattazione tra le parti, perché in questo modo si esclude una parte della Città dall’esprimere la mia opinione e il proprio parere su una cosa che a lungo andare, prima per gli altri dipendenti e adesso per questi signori che sono qui presenti, rischia di essere… Presidente MINGHINI: È la stessa vicenda. Cons. BIONDI: Allora bisogna parlarne, Lei non può esimersi dal portare in Consiglio comunale, perché le problematiche… Presidente MINGHINI: Cons. Biondi, se Lei chiede il voto, lo pongo in votazione, però l’avevamo già affrontato e avevamo già deciso che visto che c’è una vertenza in corso e che anche le manifestazioni di protesta sono state revocate… Cons. BIONDI: Noi vogliamo essere informati sui contenuti della vertenza, perché si possa esprimere un’opinione, che sentono i cittadini e di cui ci auguriamo l’Amministrazione comunale vorrà tenere di conto. Presidente MINGHINI: Ci siamo impegnati il 23, che è il termine ultimo della data per la conciliazione, a fare una comunicazione, la Giunta Comunale a quel punto farà una comunicazione sull’esito della vertenza in essere, dopodiché se Lei mi dice vuole parlarne oggi lo pongo in votazione e Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 15 vediamo, il Consiglio comunale chiaramente è sovrano e vediamo quello che si vuole discutere. Cons. BIONDI: Naturalmente, ma io non esigo che se ne parli oggi, ma esigo che se ne parli prima del 23, perché se il 23 si conclude la trattativa e noi non siamo stati informati prima, siccome non siamo demagoghi dall’intervenire eventualmente a trattativa conclusa, vorremmo potere esprimere prima (indecifrabile). Le propongo o una discussione oggi, oppure una riunione in Conferenza dei capigruppo apposita per discutere del problema, perché altrimenti dopo il 23 noi faremo strumentalmente solo della demagogia a intervenire a eventuale negoziato già realizzato e questo non vogliamo farlo. Presidente MINGHINI: C’è una richiesta di discussione. Entra il Cons. Avellone: Presenti n. 26. Cons. BACCARINI: Sentite il fatto che qui siano presenti numerosi cittadini per una vicenda che è in corso, di cui avevamo già accennato nei Consigli comunali, sono stato zitto fino a adesso perché francamente nessuno mi aveva informato delle ragioni e delle motivazioni per cui erano presenti questi cittadini. Adesso so di cosa si tratta, allora chiedo che il prossimo Consiglio comunale, lunedì prossimo in apertura la Giunta comunale faccia una comunicazione sulla vicenda e chiedo nel contempo che la controparte ci scriva due righe ai Capigruppo, due righe sull’attuale situazione della controversia, in modo che siamo informati delle posizioni dei dipendenti e della controparte e la Giunta Comunale ci riferisca sullo stato degli atti a lunedì prossimo, perché se dobbiamo esprimere correttamente, senza demagogia ma correttamente, qual è il pensiero del Consiglio comunale e è Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 16 un problema che non riguarda solo le minoranze, credo che riguardi a maggiore ragione vorrei dire i partiti di maggioranza, a maggiore ragione perché alla fine a decidere sono loro, hanno la maggioranza, hanno i voti per fare la maggioranza. Però credo che sia opportuno fare un dibattito, perché ove le nostre considerazioni e i nostri interventi abbiano una valutazione se non completamente, anche significativamente positiva anche nei banchi della maggioranza, si trovi una strada di mediazione che sia il più possibile vicina e convincente per tutti. Credo che sia un atteggiamento serio, che sia un atteggiamento dovuto, che sia un atteggiamento non demagogico, tanto più che ci troviamo a due mesi prima delle elezioni e quindi questa vicenda, se si conclude in termini di una mediazione possibile, credo sia opportuno per tutti, per chi è in maggioranza e per chi punta a diventare la prossima maggioranza. Chiedo alla Giunta comunale ripeto che di questa cosa si parli lunedì prossimo, chiedo ai rappresentanti che sono qui presenti di scriverci non un testamento, ma 20 righe dalle quali traspaia esattamente qual è a loro avviso l’oggetto del contendere e qual è a loro avviso la possibilità di mediazione tra le due posizioni. Presidente MINGHINI: Ricordo che su questa vicenda, perché è sempre la stessa, abbiamo fatto un Consiglio comunale si è anche concluso con un ordine del giorno, il cui esito poi sappiamo, ci ricordiamo qual è stato. Non è che di questa vicenda non ne abbiamo parlato e a oggi, da quello che mi risulta, non ci sono nuove. Comunque chiedo alla Segreteria, adesso stanno facendo le copie della petizione dei genitori, chiedo che venga fatto, io pensavo che l’avessero visto che era stato indicato a tutti i Consiglieri, una nota dei sindacati che penso sia arrivata o questa mattina o venerdì, chiedo che a questo punto sia distribuita anche ai Consiglieri quella nota dei sindacati che aggiorna sulla vertenza. Io l’ho ricevuto al mio ufficio e pensavo che l’avessero ricevuta anche tutti i Consiglieri, evidentemente non è così e quindi chiedo che anche Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 17 la nota dei sindacati che è venuta non mi ricordo che questa mattina o venerdì, venga distribuita ai Consiglieri. Nel primo Consiglio comunale utile chiederemo alla Giunta comunale un aggiornamento della vicenda, sinceramente ancora non siamo nelle condizioni, come ho detto in Conferenza dei capigruppo, di sapere se il 16 faremo Consiglio Comunale o andiamo direttamente al 23, al più tardi lo facciamo il 23. Cons. GUGNONI: Non voglio rubare tempo a nessuno, però solo per chiarezza. Innanzitutto è una situazione diversa, dal punto di vista giuridico è esattamente la stessa condizione di cui ci siamo trovati a discutere… Presidente MINGHINI: Cons. Gugnoni, adesso sto facendo fare le copie della lettera! Cons. GUGNONI: Aspetti, voglio arrivare! Il problema è che ci sono 800 genitori nel mezzo che il 23, se succede che non si arriva a una conclusione e mettiamo che ci sia lo sciopero da parte delle maestre, gli 800 genitori dove li mandano i bambini? Non è che possiamo rimandare le cose così al primo Consiglio comunale utile o al secondo Consiglio comunale utile! Dobbiamo prendere in considerazione che ci sono 800 famiglie… Presidente MINGHINI: Ma c’erano anche l’altra volta 800 famiglie, ce ne sono anche di più di 800 famiglie, perché sono di più le famiglie che mandano i bambini all’asilo nido e alla scuola materna, quindi il problema ce l’hanno tutti i giorni. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 18 Cons. GUGNONI: Ma oltre alle maestre ci sono anche i genitori, quindi si triplica fondamentalmente il problema! Presidente MINGHINI: Comunque adesso facciamo fare le fotocopie, le stanno facendo di entrambi i documenti, anche di quello dei sindacati mi raccomando. OGGETTO N. 26 PIANO URBANISTICO ATTUATIVO DI INIZIATIVA PRIVATA RELATIVO AD AREA CLASSIFICATA NEL PSC/POC VIGENTE COME AMBITO DI RICOMPOSIZIONE E RIDISEGNO URBANISTICO DENOMINATA ''ADU 4B'', LOC. OSPEDALETTO, VIA FAMIGLIA ZAMPESCHI – APPROVAZIONE PROGETTO E SCHEMA DI CONVENZIONE. Esce il Cons. Avellone: Presenti n. 25. Presidente MINGHINI: L’oggetto è stato visto in sede di 2^ Commissione consiliare. Escono i Conss. Baccarini e Biondi; entra la Cons. Milanesi; esce la Cons. Burnacci; entra la Cons. Morgagni; esce il Cons. Perelli: Presenti n. 23. Vedi deliberazione n. 33 OGGETTO N. 27 PIANO PRIVATA URBANISTICO RELATIVO A ATTUATIVO PRIMO Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 DI INIZIATIVA STRALCIO COMPARTO Pag. 19 UBICATO IN LOC. VILLAGRAPPA TRA LE VIE OSSI E DEL BRALDO, CLASSIFICATO NEL PSC/POC VIGENTE COME ''ADF 10B'' - APPROVAZIONE PROGETTO E SCHEMA DI CONVENZIONE. Entrano la Cons. Burnacci e il Cons. Giunchi; esce il Cons. Nervegna: Presenti n. 24. Presidente MINGHINI: L’oggetto è stato visto in sede di 2^ Commissione consiliare. Vedi deliberazione n. 34 OGGETTO N. 28 PIANO URBANISTICO ATTUATIVO DI INIZIATIVA PRIVATA COMPORTANTE VARIANTE URBANISTICA IN AREA CLASSIFICATA DAL PSC/POC VIGENTE COME ZONA DI NUOVO INSEDIAMENTO ''ZNI B 55'' - IN LOC. S. LEONARDO IN SCHIOVA, VIA DEL BOSCO – APPROVAZIONE PROGETTO E SCHEMA DI CONVENZIONE. Entra il Cons. Avellone; escono i Conss. Farneti e Giunchi: Presenti n. 23. Esce l’Ass. Marchi. Presidente MINGHINI: L’oggetto è stato visto in sede di 2^ Commissione consiliare. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 20 Vedi deliberazione n. 35 OGGETTO N. 29 VERBALE SEDUTA CONSILIARE DEL 23 FEBBRAIO 2009 APPROVAZIONE. Vedi deliberazione n. 36 OGGETTO N. 30 PIANO DI ZONA PER LA SALUTE ED IL BENESSERE SOCIALE 2009/2011 ASSOCIATA DEI E CONVENZIONE SERVIZI PER GESTIONE SOCIALI E SOCIO SANITARI INTEGRATI NEL COMPRENSORIO FORLIVESE - ACCORDO OPERATIVO PER ACCESSO AI DATI ANAGRAFICI - APPROVAZIONE. Presidente MINGHINI: L’oggetto è stato visto in sede di 3^ Commissione consiliare e anche di 1° Commissione consiliare. Facciamo entrare il Dott. Mazzoni Direttore dell’Azienda Unità Sanitaria Locale. Entra il Cons. Biondi: Presenti n. 24. Ass. BERTOZZI: Introduco, poi parlerà dopo di me il Dott. Mazzoni che è il Direttore Generale dell’Azienda U.S.L., perché oggi abbiamo in Consiglio comunale un documento che vede la programmazione sociale e la programmazione sanitaria territoriale per la prima volta in modo integrato, quindi è un piano per la salute e il benessere sociale che unifica i due atti programmatici e abbiamo anche una seconda deliberazione in Consiglio comunale, che è l’accordo di programma che adotta questo Piano e anche la convenzione per la gestione associata dei servizi sociali e sociosanitari Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 21 territoriali, quindi la convenzione tra i 15 comuni del nostro territorio per la gestione associata di una parte del programma del Piano per la salute e il benessere. Queste deliberazioni verranno assunte anche negli altri comuni, hanno già deliberato in questi giorni due comuni, il Comune di Castrocaro ha approvato il Piano la settimana scorsa e il Comune di Santa Sofia, tutti e due con parere favorevole. Questa programmazione è una programmazione che ha in questo atto una visione strategica triennale, quindi non è un piano attuativo, non è un piano operativo, ma è un piano di indirizzi e di obiettivi. Questo Piano dipende dalla Legge regionale che è stata approvata nel maggio 2008, la prima legge che istituisce i piani per la salute e il benessere e questa Legge introduce un’ottica globale, un approccio complessivo ai temi della salute, connettendo in maniera sempre più forte gli aspetti sociali e sanitari anche con quelli di natura ambientale, economica, urbanistica, quindi direi che sicuramente è un approccio fortemente integrato e globale al tema della salute e del benessere. D’altra parte sappiamo che circa il 40% delle malattie dipende dagli stili di vita e dunque dai fattori socioeconomici e ambientali. Noi abbiamo costruito questo Piano su 5 aree di lavoro, su cui hanno lavorato professionisti in modo integrato, la prima area riguarda il rapporto ambiente – salute, la seconda area il tema della coesione sociale e poi i percorsi di salute per l’infanzia, l’adolescenza, i giovani, gli anziani e i disabili e il tema del disagio mentale, delle tossicodipendenze e della medicina delle cure primarie. Noi dobbiamo affrontare alcune questioni molto importanti, intanto un cambiamento demografico. Il tema della non autosufficienza è un tema di grande importanza per i piani per la salute e il benessere, circa il 23% della popolazione anziana e quindi questo tema della non autosufficienza e della cronicità sarà una delle questioni all’attenzione dei percorsi di salute. Ma abbiamo anche, dicevo prima, un insieme di indicatori che riguardano gli stili di vita che destano allarme, il tema dell’abuso, dell’abitudine al fumo e dell’abuso di alcol, dell’eccesso ponderale, abbiamo un cittadino su 4 che è Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 22 sovrappeso. Questi aspetti incidono notevolmente sulla predisposizione delle patologie. Abbiamo poi alcuni elementi che riguardano la prevenzione degli incidenti come questione anche molto attuale nei luoghi di lavoro, così come incidenti stradali e abbiamo da mettere mano alla crescita del consumo dei farmaci come fenomeno non appropriato rispetto anche qui agli stili di vita. Poi ci sono alcune situazioni che debbono destare attenzione: l’aumento delle patologie legate agli aspetti psichici e relazionali, noi abbiamo che in Italia la malattia mentale rappresenta oggi la terza causa di morte, e l’aumento infine dell’uso delle sostanze. Sono indicatori che noi abbiamo valutato nel profilo di comunità per poi stendere le proposte programmatiche, che dicevo prima introducono delle novità dal punto di vista proprio dell’approccio integrato e della continuità dei percorsi di cura, dalla prevenzione alla cura alla riabilitazione, quindi un metodo anche di programmare gli interventi e di fare interagire i diversi settori che è assolutamente nuovo. Noi abbiamo quindi introdotto, in questo Piano, anche azioni strutturali, per esempio si prevedono attivazioni di day hospital e anche di una diversa tipologia di strutture diurne e residenziali per dare risposta alla complessità dei problemi che sono in campo, così come nell’ambito sociale sono stati declinati in modo molto preciso i temi.... Presidente MINGHINI: Cerchiamo di fare silenzio! Capisco che è stato già visto in Commissione consiliare, però credo che bisogna avere rispetto per chi interviene, peraltro su un argomento così importante, cerchiamo tutti quanti di prendere posto e di fare silenzio, altrimenti visto che sarà una discussione sicuramente che potrà coinvolgere molti dei Consiglieri, quindi durerà abbastanza a lungo, usciamo un attimo dall’aula. Anche la dirigenza, Segretario Generale, usciamo un attimo perché così disturbiamo. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 23 Ass. BERTOZZI: Abbiamo presentato dicevo questi contenuti nell’ambito delle tre udienze conoscitive delle tre commissioni consiliari che abbiamo fatto, però io credo che è utile sottolineare alcune questioni, perché non tutti i Consiglieri erano presenti nelle commissioni e comunque questo è il dato del Piano, sono i tratti innovativi di questo Piano. Abbiamo una rete dicevo di interventi per gli anziani, per la disabilità e l’infanzia molto strutturata, ci saranno delle innovazioni nei prossimi 3 anni, vengono delineati progetti nuovi sulla base dei bisogni più flessibilità e maggiore articolazione degli interventi per i disabili, soprattutto anche in riferimento al dopo di noi, alla possibilità di accoglienza laddove non c’è la famiglia, così come sono stati pensati per quanto riguarda i minori e la famiglia degli interventi di sostegno ai genitori e anche in particolare ai nuclei mono genitoriali, che oggi rappresentano il 20% della nostra popolazione. Dicevo le 5 aree di intervento e un riparto di risorse, le risorse del Piano sono le risorse che derivano dai soggetti che partecipano ai programmi, quindi l’Azienda U.S.L., i 15 Comuni, la Provincia, la Regione ovviamente che destina fondi al Piano territoriale per la gestione associata. Il riparto vede un investimento naturalmente maggioritario per quanto riguarda la popolazione anziana, a cui viene destinato circa il 29% degli interventi, poi la popolazione infantile, la disabilità etc.. Il riparto ci dice anche che su un bilancio complessivo proiettato sul programma di oltre 100 milioni di Euro all’anno, il 51% di queste risorse sono risorse che derivano dal fondo sanitario, il Dott. Mazzoni ci dirà e sono quindi i medici, tutta l’organizzazione della medicina dei nuclei di cure primarie, ma anche i consultori, i servizi per le tossicodipendenze, la psichiatria. Le grandi voci di intervento sono queste. Il 51% delle risorse deriva dal programma distrettuale dell’Azienda, il 16% dai bilanci dei comuni e poi il resto dalla Regione. Abbiamo avuto in questi anni un investimento in questi ultimi 5 anni, che ha avuto una progressione in aumento, soprattutto grazie al fatto che c’è stata una assegnazione regionale del fondo della non autosufficienza, che ha implementato le risorse a disposizione nei percorsi post acuto e cronico. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 24 Il Piano è strutturato in questo modo: sono indirizzi triennali, poi le conferenze e i distretti dovranno realizzare invece i piani attuativi annuali. L’accordo di programma che dicevo è stato già deliberato da alcuni comuni, come il Comune di Castrocaro e il Comune di Santa Sofia, però entro il 20 marzo attendiamo le deliberazioni dell’accordo di programma di tutti i 15 Comuni. L’accordo di programma è una modalità che impegna i 15 Comuni, l’Azienda e la Provincia, che ha in questo ambito una funzione di osservatorio e di monitoraggio e raccolta dati. Dicevo l’accordo di programma contiene al suo interno anche una convenzione per la gestione associata tra i comuni, voi sapete che dal 2000 in questo territorio c’è una gestione associata dei servizi, in particolare dei servizi che riguardano i disabili e l’infanzia. Forlì funge da capofila per la gestione di questi servizi, anche per la gestione del personale. Questo rinnovo di convenzione tra i 15 Comuni, questa scelta di rinnovarlo deriva anche dai risultati, da una valutazione positiva che è stata effettuata. Noi siamo riusciti in questi anni a portare maggiore omogeneità nei territori, maggiore prossimità nei servizi, il fatto di programmare e di gestire in forma associata ha portato risultati secondo noi positivi, quindi viene confermato questo modello. Ogni comune partecipa rispetto al fondo associato con una quota proporzionale alla popolazione e nel programma annuale di gestione dei servizi vengono poi destinate come dicevo prima le risorse che provengono dalla programmazione regionale degli Enti Locali e della A.S.L.. L’accordo ha una validità triennale, noi abbiamo avuto una proroga fino a aprile di quest’anno e quindi andremo con questa deliberazione di oggi a riconfermarlo. Per terminare, per dare la possibilità poi ai Consiglieri di intervenire, io credo che intanto è stato fatto un percorso partecipato, le schede programmatiche, gli obiettivi sono stati condivisi con anche i rappresentanti del Terzo settore, continuerà questo lavoro di concertazione con i territori coinvolgendo gli operatori, c’è stato un lavoro integrato e partecipato e Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 25 anche un percorso partecipato, che da ottobre questo Piano è stato preparato con un percorso che ci ha visto partire in ottobre dell’anno scorso. Concludo dicendo questo: in un momento in cui si parla di crisi nei territori nel nostro Paese, io credo che una programmazione che mette, che consolida, che innova i modelli di assistenza sia un fattore di sviluppo, io credo che sia molto importante questa fase della programmazione regionale locale anche perché sono convinta che migliorare la qualità dei servizi, migliorare la qualità anche della coesione sociale sia un contributo allo sviluppo del nostro territorio. Termino qui, lasciando al Dott. Mazzoni che è il nostro Direttore Generale dell’Azienda la parola per quanto riguarda in particolare la parte di programmazione sanitaria, che è contenuta nel Piano. Entrano i Conss. Nervegna e Baccarini: Presenti n. 26. Esce l’Ass. Buffadini. Dott. MAZZONI: Riprendo dalle ultime affermazioni dell’Ass. Bertozzi circa l’importanza di un sistema di welfare del nostro territorio, che possa anche essere strumento per garantire lo sviluppo e la crescita di una comunità e l’importanza di questa fase progettuale, che è partita a livello regionale con il Piano sociale sanitario della Regione Emilia Romagna, che per la prima volta ha trattato le questioni di carattere sanitario e di carattere sociale in maniera unitaria all’interno di un unico contesto programmatorio, poi successivamente l’atto di indirizzo approvato dalla Conferenza sociale sanitaria, attraverso la quale sono state tracciate le linee di indirizzo sia per quanto riguarda l’adozione del Piano di zona per la salute e il benessere, sia per quanto riguarda il successivo Pal che l’Azienda sanitaria si sta apprestando a elaborare per quanto riguarda la struttura e l’organizzazione dei servizi sanitari, che come diceva anche l’Ass. Bertozzi entrano in una Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 26 visione più complessiva di tutto quello che è la pianificazione relativa al welfare di questo territorio. Devo dire che in questo periodo, al di là del compito che la normativa ci ha dato di adottare una nuova programmazione per il triennio 2009 /2011, questo è un momento anche di grande riflessione in relazione a quelli che devono essere i confini del welfare, quello che deve essere il ruolo dell’Azienda sanitaria in questo contesto, anche quella che è una dimensione diversa, diciamo olistica della salute, perché ormai è confermato – ce lo siamo già detti – che se i servizi sanitari influiscono per il 20 – 25% sullo stato di salute di una popolazione, l’ambiente e quindi quelli che sono i fenomeni demografici, quelli che sono i fenomeni di immigrazione, quelli che sono gli stili di vita, quelle che possono anche essere altre contingenze con una crisi economica come quella che stiamo vivendo incidono molto di più, si stima sul 40%. Per cui di fronte a una società che cambia, a bisogni nuovi, consideriamo che il 35% dei nostri assistiti sono anziani immigrati ormai, quindi una grande componente sociale che richiede servizi sanitari, per cui il ragionamento, l’organizzazione, il dimensionamento dei servizi deve tenere conto anche di questi fenomeni di carattere ambientale, quindi un’attenzione particolare a quella che è tutta la parte relativa alla prevenzione e tutte quelle che sono le politiche di promozione della salute. Come si posiziona l’Azienda U.S.L. di Forlì in questo contesto che è cambiato e che sta cambiando rapidamente? D’altronde un Piano triennale deve guardare sempre e comunque anche al futuro, se noi pensiamo che possiamo definire delle strategie per un arco di tempo triennale e a non guardare oltre commettiamo un errore: è quello che è stato fatto poi in questo territorio, in questa Azienda sanitaria. Il Piano zonale per la salute e il benessere sociale che oggi il Consiglio comunale approva e il prossimo Pal che l’Azienda sanitaria adotterà e predisporrà stanno dentro a una politica e a strategie sanitarie che vengono da prima, da lontano, dagli inizi degli anni 2000, una sanità che ha cambiato anche prospettiva, da una sanità che era molto ospedalocentrica a una sanità che mette il cittadino al centro del sistema, con i suoi bisogni, con Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 27 la necessità di avere i servizi e questi sono i principi della nostra Azienda di prossimità dei servizi, sempre più vicini ai bisogni dei cittadini, di equità d’accesso, di inclusività. Rischiamo oggi, di fronte anche a quella che è la crisi economica, di trovarci di fronte a nuova emarginazione, nuove difficoltà. Noi abbiamo bisogno di un sistema che tenga, che eviti il crearsi di disuguaglianze. È per questo che negli anni passati il Piano programmatico che l’Azienda ha adottato per il 2005 /2009, oltre a dare sviluppo e corpo a quella che era la assistenza ospedaliera, si è preoccupata di costruire anche una assistenza territoriale strutturandola in maniera adeguata, a quelle che erano logiche come dicevo prima di inclusione, di prossimità e di equità di accesso, per cui anche nel territorio, che come dicevo qui in questa realtà ha trovato una forte strutturazione con i nuclei di cure primarie da ultimo, ma prima con ospedali di prossimità, Forlimpopoli e Santa Sofia, con i country hospital nei territori fuori, con il fondo regionale per la non autosufficienza. Quindi si è cercato, secondo un progetto, una logica ben definita, di dare sviluppo a queste strutture territoriali, mantenendo comunque una sanità ospedaliera ai più alti livelli. Teniamo presente, proprio per fare un accenno su come sono cambiate dal punto di vista strutturale le cose, se qualche tempo fa, non molto tempo fa, una decina di anni fa l’ospedale incideva per il 70% in muri e per il 30% in tecnologia, oggi stiamo andando verso un ribaltamento di questi parametri, oggi i muri incidono per il 30% e la tecnologia, quando mi riferisco alla tecnologica non penso solamente alle attrezzature, ma penso alle competenze, ai saperi, alle metodiche, incidono molto più dei muri e questo anche dal punto di vista della gestione economica cambia molto. I muri si fanno una volta ogni 40 /50 anni, la tecnologia la sostituiamo e la cambiamo ogni 7 /8 anni, quindi in termini di investimento questo vuol dire molto. È per questo motivo che in questa realtà si è fatto una scelta ben chiara e ben precisa di concentrazione, un ospedale a alta intensità di cura dove la tecnologia gioca un ruolo rilevante, ma con intorno tutta una serie di strutture territoriali di prossimità, come prima ho elencato, che possono dare Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 28 risposte di primo e di secondo livello di carattere integrato, sociale e sanitario, in relazione a quelli che sono i bisogni dei cittadini. E questo dal punto di vista strutturale penso, ragionando con i sindaci del territorio trovo conferma e dal punto di vista strutturale possiamo dire che questo percorso, questo progetto, che oggi altri stanno anche copiando da noi, noi abbiamo iniziato qualche anno fa e si può ritenere soddisfacente e buono. Noi oggi cos’è che abbiamo bisogno di fare? Oggi abbiamo bisogno di fare funzionare bene la nostra organizzazione, se dal punto di vista strutturale di modello assistenziale possiamo dire di avere imboccato una strada giusta, quindi possiamo essere soddisfatti di questo percorso, noi abbiamo bisogno di far funzionare bene il sistema, di perseguire un’efficienza organizzativa che passa attraverso la definizione di percorsi assistenziali certi, condivisi con i professionisti e che diano le più ampie garanzie. Noi abbiamo bisogno di operare molto su questo fronte, anche attraverso una medicina di iniziativa. Prendendo qualche studio che altre realtà hanno fatto sui consumi sanitari, ci si è accorti che in alcune realtà, dove queste analisi sono state fatte, anche quei territori dove hanno la più alta spesa sanitaria non c’era adeguata equità, ripeto anche dove c’erano i livelli più alti di spesa ci si è accorti che non presidiare la domanda, non governare il sistema nelle risposte alla domanda dava disuguaglianze: c’è chi consumava più di quello che aveva bisogno e chi invece non riusciva a avere quello di cui aveva bisogno. C’era un’alea. D’altronde se il sistema non lo governi, prima l’Assessore faceva l’esempio della spesa farmaceutica che nel nostro territorio è a un livello alto, però guardando i dati che l’osservatorio regionale ci dà noi possiamo dire che su tutta la parte territoriale abbiamo un livello di spesa pro capite che rispetto alla media regionale è più alta, noi diamo un’assistenza distrettuale per esempio e quindi tutta la parte dei medici di famiglia, la spesa per la medicina di base – questi sono i dati del 2007, perché ancora quelli del 2008 non li abbiamo – è presso la nostra Azienda di 968,47 Euro contro una media regionale di 919,50, abbiamo una assistenza per gli anziani. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 29 Il nostro territorio sul fronte della spesa per gli anziani è uno dei territori che anche in termini di parametri regionali è quello più vicino agli standard, abbiamo per quanto riguarda i posti letto per gli ultrasettantacinquenni in strutture protette, quindi la residenzialità protetta che rispetto al parametro standard regionale del 4% siamo al 3,83, siamo uno dei territori che ha il parametro più alto, conseguentemente abbiamo anche una spesa per l’assistenza agli anziani più alta della media regionale (880,89 Euro contro i 606,22 della media regionale), una spesa specialistica che anche questa rispetto alla media di 260,30 e la media regionale di 279,50. Come dicevo prima anche dove questi dati sono stati analizzati, dove la spesa era più alta non c’era la garanzia di equità, perché le forze che sono all’interno del sistema sono diverse, c’è anche una diversa strutturazione della nostra società. Ormai c’è una grande diversità, cittadini che hanno livelli culturali molto alti e cittadini che hanno dei livelli invece più bassi, per cui anche questi elementi a volte portano poi a dei comportamenti sanitari diversi, a volte ci sono anche dei condizionamenti esterni. Noi quello che cercheremo di fare e mettere nel Pal è una politica molto attenta e di governo di regia sui percorsi assistenziali, dando anche le giuste informazioni e i giusti indirizzi ai cittadini, in maniera tale che quel patrimonio, quella ricchezza che abbiamo messo in campo in questi anni, un altro dato noi il fondo regionale per la non autosufficienza l’abbiamo utilizzato tutto e forse non ci basterà anche per le ragioni che dicevo prima, perché di fronte a quello che può essere un periodo di crisi i bisogni assistenziali della gente aumenteranno non pensiamo che questo non abbia effetti anche sul consumo di certi servizi, da parte di quelle fasce che si troveranno, a differenza di altri momenti, in una fase di difficoltà, di emarginazione. Noi il fondo per la non autosufficienza l’abbiamo utilizzato tutto, dando risposte che riteniamo anche adeguate. Tutto questo patrimonio e tutto questo capitale deve essere governato e l’attenzione che metteremo, dopo che la parte strutturale l’abbiamo fatta, la parte ardua l’abbiamo messa in piedi, l’ospedale con la sua alta intensità assistenziale, con delle tecnologie di grande livello, che come dicevo prima Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 30 dovranno continuare a esistere, a esserci, non è che con questo ci si disimpegna sul fronte ospedaliero, l’alto livello tecnologico e di competenza e di qualità prestazionale lo si vuole mantenere, ma come dicevo l’attenzione a quelli che sono i percorsi assistenziali, la presa in carico del cittadino, il governo e la regia di quello che deve essere la risposta alle domande assistenziali dei cittadini. E questo per evitare che ci possano essere disuguaglianze, che possono derivare o da discrasie all’interno del sistema, perché come dicevo prima chi non ne ha bisogno non deve consumare perché può farlo, oppure ha una facilità di accesso anche in termini di conoscenza rispetto invece a chi ha bisogno e quindi quello di cui ha bisogno deve essere dato e fornito. Questa come dicevo sarà la linea che seguiremo, senza dimenticare la parte ospedaliera, secondo quelle logiche che ci siamo dati non tanto di capillarità dell’assistenza ospedaliera, anche se oggi ci sono tecnologie di grande avanguardia, delle medicine che possono portare anche in zone remote quello che può servire in termini assistenziali, la logica della concentrazione delle tecnologie e dei saperi, la logica (indecifrabile), se non a 2 anche a 3 o 4 livelli. Ci sono prestazioni specialistiche che hanno bisogno di essere concentrate, con intorno tutta una rete di servizi di prossimità territoriali, di assistenza domiciliare, con un governo forte del sistema, quindi con un’iniziativa non molto una medicina d’attesa riparativa, curativa, ma una medicina di iniziativa che partendo anche da tutta la parte di prevenzione, di promozione della salute, passando poi per i servizi territoriali fino ai servizi specialistici, in un unico sistema all’interno di percorsi unici e condivisi possa dare la migliore risposta assistenziale ai bisogni del cittadino, di quel cittadino che come dicevo all’inizio diventa e è già la centralità, si pone al centro del sistema e non i professionisti, non le strutture, non altri soggetti, ma il cittadino al centro e in relazione ai bisogni dei cittadini si creano i servizi assistenziali che devono essere erogati. Entra l’Ass. Marchi. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 31 Cons. BIONDI: Voglio scusarmi intanto perché ho chiesto di intervenire subito, perché poi per ragioni diverse di carattere personale dovrò assentarmi, quindi chiedo scusa per il fatto che non sarò presente a eventuali repliche, a eventuali risposte. Contesto questo metodo e lo faccio a malincuore, perché credo più che mai in questo settore e in questo campo. Vorrei potere dire e plaudire a una gestione efficace e efficiente delle risorse, dei mezzi e degli strumenti che si mettono a disposizione, che si possono avere e che si hanno a disposizione, perché come ho già avuto modo di dire in altre occasioni questo è un settore sul quale non si scherza. Ma contesto il metodo di carattere complessivo e generale a partire da alcune considerazioni che sento fare dagli esperti, o per dirla con maggiore precisione a partire da alcune considerazioni e affermazioni che fanno gli esperti. Sentivo poc’anzi il Direttore dirci per esempio, indicarci, nominarci, comunicarci, farci presente, rinnovare alla memoria di ciascuno di noi il dato per esempio sull’alta spesa sanitaria sociale del nostro territorio, eppure fino a qualche minuto prima si era soffermato sulla necessità di definire meglio alcuni percorsi di carattere assistenziale, proprio per evitare elementi disequità, il che significa che vedo giusto quando lamento il fatto che qualcosa non vada in ragione di questo duplice aspetto: un’alta spesa e una presenza di condizioni di inequità etc. etc.. Ma non è solo questo purtroppo, è anche tutto questo meccanismo e badate bene uso questi termini non per squalificare l’iniziativa in sé per sé, ma per farmi comprendere e capire in termini – se si può usare questo termine in questo settore – politici, è la farraginosità di questo meccanismo, la complessità e il tentativo persino, attraverso questo accordo di programma, di fare diventare questo momento, questo dato un fatto di carattere più generale e concertativo non secondo l’accezione più nobile del termine, ma secondo un metodo e un concetto che rischia di scadere nella clientela, oserei quasi dire nel conflitto di interessi per alcuni aspetti, perché quando al tavolo concertativo siedono parti interessate poi in qualche modo Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 32 – sto facendo dei ragionamenti – alla gestione con proprie attività, non solo senza fini di lucro ma anche lucrative per qualche aspetto, il rischio è che questo meccanismo che io definisco farraginoso possa diventare altra cosa. Sono poco preoccupato di questo, c’è anche questo rischio ma sono poco preoccupato, perché tutto sommato cosa volete che sia un po’ di clientela? Turba il meccanismo democratico del confronto quotidiano, ma un po’ di clientela non rovina: no. Il meccanismo che mi preoccupa è un altro, è capire quale tipo di risposta uno stato, un paese, una città, un comune, una provincia, un’area vasta devono dare per fare fronte all’emergenza e alle situazioni che si presentano quotidianamente, anche nuove, sul piano sanitario. E allora mi preoccupo che una parte di questa spesa, che è alta e che probabilmente nel tempo dovrà diminuire perché dovrà trovare momenti di efficacia che consentono anche un risparmio sulla spesa sanitaria e percorsi che possono in qualche modo diminuire la richiesta di interventi in questo senso, mi preoccupa il fatto che questa spesa alta venga indirizzata verso taluni settori e meno verso altri, perché in questo senso si riduce la possibilità di dare risposte vere, concrete. Voglio fare un esempio per Forlì. Noi abbiamo è vero nel settore ospedaliero eccellenze e momenti di grande capacità professionale e di risposta tecnologica e specialistica, ma noi proprio per questa ragione a volte ci troviamo nell’insufficienza di dare una risposta casualmente a chi capita, a volte anche a cittadini del nostro stesso territorio, perché alcune efficienze comportano una migrazione per esempio di altri cittadini nel nostro territorio. Allora quella che apparentemente può sembrare un’eccellenza rischia di diventare una disequità, perché non riesce a dare in tempi certi e solleciti, perché naturalmente in questo settore il tempo e la sollecitudine ha la sua importanza, risposte ai cittadini e quant’altro. Allora la prima preoccupazione è di seguire efficacemente e non solo questo progredire, questo crescere della capacità di dare risposte e quindi della richiesta che proviene di per sé stessa nei mercati. Se noi intendiamo questa come priorità, sul piano della spesa dobbiamo indirizzare gran parte dei volumi di spesa che intendiamo dedicare al nostro sistema sanitario Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 33 complessivo, anche a quello che si attiene più all’aspetto di carattere sociale, perché badate bene non capisco cosa voglia dire salute e benessere sociale, o meglio lo capisco ma vorrei capire esattamente come nella sanità moderna si intenda intervenire per dare soluzione ai problemi veri, perché vorrei capire che fine hanno fatto per esempio i medici di base, che non vedo citare mai e che invece sono una struttura capillare, alla quale i cittadini si rivolgono in prima istanza, in molte occasioni integralmente, per avere poi indirizzi etc. etc.. Sento parlare di percorsi assistenziali certi, condivisi con i professionisti, ma dovrebbero eventualmente percorsi di essere assistenza i professionisti sociale diversi, a indicare conoscendo evidentemente nel caso dei medici di base, se non lo conosce il medico di base chi lo deve conoscere? È proprio il meccanismo che io contesto, ma contesto non perché sono facile alle contestazioni, non è nel mio stile e nel mio carattere, ma perché naturalmente mi pongo il problema di migliorare le condizioni nelle quali noi operiamo in questo senso. E le risorse che utilizziamo sono risorse che provengono da tutti i settori, perché poi non dobbiamo fare, questa mattina nella stampa leggevamo di un contributo della Fondazione 400 mila Euro mi pare per questo settore in particolare, quindi le risorse che utilizziamo sono altre oltre queste. Io sono convinto, estremamente convinto che in questo settore dobbiamo fare un’operazione di verifica delle priorità e delle compatibilità e sono convinto che la distribuzione di più momenti organizzati nel territorio, che tengano conto della necessità di un’assistenza sociale, di una assistenza particolare e quant’altro non giochi, non deponga a favore di una crescita complessiva della nostra struttura sanitaria, che pure considero per molti aspetti in alcuni momenti molto importante e molto qualificata. Poi c’è un altro ragionamento che voglio fare: attenzione! In un’operazione più complessiva di area vasta – qui lo voglio dire, per quello che so leggere tra le righe naturalmente – secondo me noi corriamo un pericolo e a seguito dell’individuazione di questo pericolo vorrei dire anche una cosa precisa sulla classe dirigente del nostro territorio, noi per esempio Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 34 il pericolo che in funzione dell’area vasta perdiamo momenti importanti e fondamentali di qualità della nostra capacità e della nostra risposta sanitaria etc. etc. ce l’abbiamo. Il Sindaco ci tranquillizza e ci rassicura in ogni occasione, a ogni nostra domanda, ma per esempio sul trasferimento di anatomia patologica sono obiettivamente preoccupato, perché non mi tornano i conti, perché mentre da una parte ricevo tutte le assicurazioni da parte del Sindaco, quando passo da Pievesestina e quando leggo i giornali noto delle strutture che crescono e che quindi in qualche modo dovranno essere poi riempite – perché vedo anche le targhe che ci sono – da quei servizi che invece, secondo me, non possono essere trasferiti perché rischiano di dequalificare un servizio come quello per esempio in questo caso di chirurgia, che dal mio punto di vista è eccellente e può rimanere tale solo nella misura in cui non lo priviamo di quella che si chiama prossimità di servizi adiacenti etc. etc.. Ma abbiamo altre realtà, vedo, mi rendo conto, in altri settori l’ho anche detto sulla stampa, voglio fare un riferimento anche all’Irst. Abbiamo creato qualcosa di estremamente positivo e valido per la nostra collettività, ma non possiamo viverlo in questi termini, perché più un momento di eccellenza e di approfondimento scientifico si pone l’obiettivo di migliorarsi e di qualificarsi, più dobbiamo capire come vada seguito, vada in qualche modo sostenuto e in che ambito vada sostenuto. Ho preoccupazioni per il futuro dell’Irst magari quando dovesse mancare, per una sua decisione personale e non per altre ragioni, il Prof. Amadori: ho preoccupazione perché non vedo – è l’ultimo ragionamento, è quello che avevo preannunciato prima – una classe politica forlivese che sappia giocarsela sul piano della capacità di valorizzare le cose che noi abbiamo e che in qualche modo abbiamo voluto e che in ragione delle intelligenze e delle scelte che abbiamo presenti sul nostro territorio si sono create, non vedo una classe politica capace di valorizzare questo aspetto e di valorizzarlo nel rapporto con altri, perché purtroppo anche in questo settore giocano le logiche di campanile, che non è propriamente l’abiurare o il contestare la dimensione di area vasta su alcuni aspetti, ma è il tentativo di non fare diventare l’area vasta semplicemente un arricchimento degli altri e Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 35 lo svilimento e l’impoverimento di ciò che invece abbiamo costruito. In questo deve intervenire la politica, io vedo una politica poco impegnata da questo punto di vista. Quindi dico attenzione, perché se non sappiamo gestire bene questi aspetti, e secondo me con questo protocollo non potremo gestirli bene, rischiamo in qualche modo – ecco perché il titolo non è forte – di sprecare delle risorse, che invece potrebbero essere utilizzate in modo diverso e magari, con qualche efficienza e qualche tentativo di renderla più efficace, anche potremo ridurla. Esce il Cons. Nervegna; entra il Cons. Gasperoni: Presenti n. 26. Cons. GUGNONI: Anch’io come il collega Biondi ho chiesto di intervenire subito, perché anche per impegni nel mio caso di studio devo andare a Bologna, di studio di dottorato. La questione sul Piano sociale di zona, a parte che non mi piace molto la dicitura, questa cosa è un fatto puramente estetico, però dal punto di vista puramente estetico chiamare il Piano della salute e del benessere mi sembra abbastanza pleonastico, la questione è questa: l’Ass. Bertozzi lo sa sono sempre stato abbastanza convinto che sul territorio provinciale il lavoro che viene fatto è un lavoro in un certo qual modo condivisibile, è un lavoro che può portare bene allo sviluppo del settore nel territorio provinciale. Tra l’altro io vengo da un comune come quello di Meldola, in cui inevitabilmente l’insediamento dell’Irst, con tanti problemi evidentemente perché quando ci sono cose grandi ci sono anche tanti problemi, però non si può non dire che di per sé abbia portato qualche beneficio, oltre a essere naturalmente una delle due strutture di eccellenza in Italia per la ricerca sul cancro ..(indecifrabile)… ho fatto un riferimento, Romano, come tu ogni tanto fai, lo so che l’hai chiesto per ovvie ragioni! Dal punto di vista della gestione, penso che non si possa addebitare a questo programma, a questo Piano una critica ben definita e dura come Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 36 quella testé effettuata dal Cons. Biondi, tuttavia ci sono alcune questioni che vanno esaminate, evidentemente in primis va esaminato un ragionamento che è stato fatto più volte dal Sen. Baccarini, ovvero che per mantenere alcuni centri di eccellenza come può essere per esempio quello dell’Irst, abbiamo inevitabilmente depotenziato - questo dal punto di vista della discrezionalità amministrativa è un ragionamento politico, non è evidentemente un ragionamento puramente tecnico - alcune strutture dell’ospedale Morgagni Pierantoni. Questa è una scelta che è stata effettuata, una scelta che io in un certo qual modo contesto e contesterei a maggiore ragione nel momento in cui, nonostante le varie continue rassicurazioni da parte del Sindaco prima in Consiglio Comunale, poi sulla stampa, poi anche oggi in Conferenza dei capigruppo, a espressa domanda rivolta al Sindaco dal Cons. Biondi per quanto riguarda la questione di anatomia patologica noi vorremmo una risposta definitiva da questo punto di vista, perché anatomia patologica è una delle eccellenze, poi io penso che sul tecnico interverrà con molta più chiarezza e molta più precisione il Cons. Zambianchi di Forza Italia, però io penso che anche solo uno spostamento parziale dell’attività che viene svolta a anatomia patologica potrebbe essere un ulteriore depotenziamento dell’attività sanitaria locale, perché di questo poi stiamo parlando: dell’attività sanitaria locale. Detto questo, purtroppo, e concludo perché penso che sull’argomento sia stato sviscerato un dibattito che oggi trova solo il suo culmine nella plenarietà dell’assemblea, ma che evidentemente è frutto di un percorso fatto in tutte le commissioni. È evidente, è altrettanto evidente che c’è un problema di clientela, ma in questa Città purtroppo e in questa Provincia purtroppo questo sistema di potere ormai ha invaso tutto e su tutto si potrebbe parlare di clientelarismo o di clientelismo. A Biondi questo non scandalizza, a me invece dà un po’ più noia detto in termini molto chiari, dà un po’ più noia perché, e su questo naturalmente il Direttore non ha alcun tipo di responsabilità, ma che in questa Città ci sia un sistema di potere che è in grado di garantire cose a qualcuno e di avere in ogni settore figli e Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 37 figliastri è abbastanza evidente e è quello per cui noi combattiamo in questo Consiglio comunale. Mi aggancio a questo per concludere, per dire semplicemente una cosa che ho detto in precedenza a un’espressa domanda rivoltami da alcuni giornalisti. Innanzitutto spero che vinca Rondoni e lo dico senza alcun tipo di problema, perché evidentemente sostenendolo speriamo che vinca Rondoni, ma se per caso non vincesse Rondoni quello che mi preoccupa è quello che sta accadendo intorno al Partito Democratico, perché si apprende sulla stampa in questi giorni, e questo non lo posso sapere perché Dio grazie non partecipo alle assemblee interne del Partito Democratico, che il neo candidato a sindaco Prof. Balzani vuole fare… permettete siamo alla fine dei Consigli comunali, se non parliamo di queste cose! L’Ass. Zanetti è andata a fare un incontro con le scuole superiori e non ha parlato altro che delle ronde, io in Consiglio comunale potrò parlare di quello che voglio no?! Siccome si parla delle ronde, lo doveva tirare fuori davanti al Prefetto come ho fatto io, non andare a parlare ai ragazzi di quinta superiore, va beh aperta e chiusa parentesi. Siccome mi sono giunte queste voci, aperta e chiusa parentesi perché ormai al peggio non c’è mai fine, premesso che non sono d’accordo sulle ronde e l’ho già detto e l’ho detto nelle sedi istituzionali corrette, però siccome qui l’Assessore all’urbanistica è contemporaneamente anche Assessore alla cultura, non ci si capisce più niente! A parte questo, stavo dicendo e concludo il ragionamento, perché non voglio rubare troppo tempo ai colleghi, che si legge sulla stampa locale che il candidato a sindaco del Partito Democratico farà una Lista Civica e questo dimostra tutta la debolezza e la confusione interna al Partito Democratico. Credo che se il Partito Democratico è anche il fallimento del progetto del Partito Democratico a livello locale, perché uno che esce dalle primarie eletto come candidato del Partito Democratico, il giorno dopo si sveglia e dice “siccome ho paura di perdere i voti, faccio una Lista Civica”, siamo veramente sulla soglia del ridicolo! A parte questo, penso che alla Città si debba fornire un’alternativa reale, si debba sostenere che il Partito Democratico è in crisi in confusione, Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 38 non è più in grado di governare questa Città e che siamo pronti, se i cittadini lo vogliono. Aspettiamo l’8 giugno, siamo partiti, anche l’Inter non vinceva mai niente, Marco, e so che tu sei interista, eppure ha cominciato a vincere! Per cui può succedere che anche in questa Città, come dice il vostro buon amico Franceschini, (indecifrabile) perché quello che fa ridere è che Franceschini, che ha partecipato da primo attore alla creazione del buio in questa Regione, oggi va in giro a dire (indecifrabile). Penso che siamo alla conclusione di un percorso e spero realmente che a partire da tutto, anche se dico che il settore della sanità è uno di quelli che secondo me in questi anni è stato amministrato con più intelligenza, anche se ci sono stati degli scontri, ma con più intelligenza e con più buonsenso, speriamo che dalla prossima legislatura il Piano di zona lo proponga a questo Consiglio comunale qualcun altro. Esce la Vicepresidente della Consulta comunale dei cittadini stranieri Zabsonre Lizeta. Entra il Cons. Valentini; esce il Cons. Biondi: Presenti n. 26. Cons. TAMPELLINI: Tornerò un po’ su questo argomento, anche perché siamo una Lista Civica e guardiamo a questi argomenti. Il Piano di zona è sicuramente condivisibile, riteniamo che, per fare degli appunti in quanto fornitori delle linee guida e dell’indirizzo, su alcune cose si dovrebbe osare di più e mi riferisco in particolar modo a quando si parla della qualità ambientale. Non voglio parlare della raccolta porta a porta e dei benefici conseguenti che porterebbe, perché non è questo l’argomento. Mi riferisco in particolar modo al concetto di bio-edilizia, di risparmio energetico, di casa passiva e alla necessità di ragionare in questi termini. Si cita nel punto 1.1.2 di prevedere la promozione del riordino dei regolamenti edilizi e urbanistici, in quanto tale si sottolinea la necessità di imporre Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 39 standard qualitativi di tipo prestazionale sia per l’esistente che soprattutto per il nuovo. Aumentare lo standard qualitativo delle abitazioni ha un valore sociale indiscusso e questo a volte avviene anche in maniera indiretta, ossia quando il singolo cittadino, che ha deciso di applicare i sistemi di risparmio energetico per la propria casa, l’ha fatto per un motivo puramente personale: consumare meno e risparmiare; il suo minore consumo ha giovato a lui in termini economici e alla comunità in termini di emissioni, così il benessere derivante dal miglioramento della qualità individuale ha portato beneficio a tutta la comunità. Il ruolo dell’Amministrazione comunale è allora di proseguire su una strada indicata dal cittadino, intervenire prima dove può direttamente ossia sull’edilizia pubblica e poi regolare il resto. Non voglio citare le città tedesche o le città del Trentino, che sono sicuramente all’avanguardia in questo aspetto, ci sono però altri comuni in Romagna che già 3 o 4 anni fa hanno portato avanti un progetto volontario. Il Comune di Forlì potrebbe andare oltre, potrebbe chiedersi e rendere obbligatorie alcune misure di risparmio energetico e di bio-edilizia. Un secondo punto importante, un punto che stiamo toccando con mano anche noi in Consiglio comunale è la questione del problema del lavoro. La nostra Provincia ha diverse grandi realtà e tante piccole medie imprese, che si trovano adesso a affrontare un periodo di crisi molto molto grave. Conosciamo già le situazioni più gravi, ne stanno scoppiando altre, speriamo che non ne scoppino altre, ma comunque il periodo è decisamente serio. È giusto farsi carico delle persone che perderanno la sicurezza del proprio lavoro, nella misura che compete all’Amministrazione comunale. Riteniamo perciò giusto il punto espresso nel Piano, giusta e fondamentale è la politica di riqualificazione professionale, però cerchiamo di farlo in modo mirato, in modo che possa dare specializzazione e che possa farlo relativamente a quei settori che nel futuro saranno trainanti. D’altra parte è fondamentale come segnato anche un aiuto alle imprese, perché possano continuare a assumere, possano continuare a mantenere i collaboratori che hanno e che possono passare questo periodo, perché Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 40 riconosciamo tutti il valore fondamentale delle imprese soprattutto nel nostro territorio. Parlando di lavoro non si può parlare di giovani, i giovani oltre a avere tutti i vari percorsi di studio, perché nel tempo è stato loro detto giustamente che è importante studiare e laurearsi, adesso sono giovani laureati che vogliono esprimersi, giovani che vogliono iniziare una propria attività imprenditoriale, aprire un proprio studio professionale, o semplicemente mettersi in proprio, devono potere avere dei benefit. Possiamo ipotizzare un accesso al credito agevolato, oppure possiamo ipotizzare dei laboratori di confronto, o addirittura trovare dei luoghi dove possano iniziare la propria attività, cercando di essere pratici sul ruolo per loro. Un altro argomento che riguarda i giovani è sicuramente meno importante di tutto ciò che si è detto adesso, ma dal punto di vista sociale ha la sua importanza. Mi riferisco alla necessità di luoghi e di motivi di aggregazione e di motivi di svago e di intrattenimento. Sono argomenti che tendo a trattare spesso, so che a volte può sembrare più futile come cosa, ma siamo una città popolata da tanti ragazzi sia residenti che dai 13 ai 14 anni si pongono il problema di come vivere meglio la propria Città, sia degli universitari. Cerchiamo di creare le occasioni sia per loro e cerchiamo di aiutare chi lavora per creare svago, intrattenimento e aggregazione. Un altro punto dove sicuramente ci troviamo d’accordo è sull’individuazione e promozione di sani comportamenti di vita, sani stili di vita, in particolar modo per i bambini, sia nell’educazione alimentare fondamentale dal punto di vista fisico, ma anche dal punto di vista di una cultura culturale, l’educazione motoria soprattutto scolastica per chi non può permettersi quella extra scolastica, ma anche quella extra scolastica per tutte le grandi realtà che ci sono qua intorno, e un concetto anche di educazione stradale: è stato segnalato il progetto Casa scuola, Pedibus, ma anche un progetto in bicicletta com’è stato fatto a Cesena, sono tutti progetti interessanti e fondamentali per rendere i nostri bambini, i nostri ragazzi pian piano bravi cittadini. Concludo ripetendo che osare a volte non solo paga, ma è necessario, soprattutto per creare nel tempo un contesto ideale per gli abitanti di questo Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 41 territorio e per diversi punti questo territorio ha bisogno di innovazioni grandi. Nel complesso comunque riteniamo questo Piano adeguato, condivisibile e meritevole di approvazione. Esce il Cons. Aprigliano: Presenti n. 25. Cons. MORGAGNI: Innanzitutto vorrei per iniziare ringraziare per la mole di lavoro svolto tutti quelli che a qualsiasi titolo vi hanno preso parte, questo perché per arrivare al Piano di zona per la salute e il benessere per il prossimo triennio c’è stato un percorso molto lungo e articolato, che ha coinvolto oltre 300 soggetti tra amministratori, operatori, dirigenti dei vari Comuni, del comprensorio, Azienda U.S.L., Provincia, Camera di Commercio, Università, Terzo settore, scuole e quant’altro, questo per sottolineare che il Piano sociale di zona è un piano trasversale, che coinvolge tanti settori e tante problematiche, a iniziare da quelle legate alla scuola e al benessere ambientale e locale, per arrivare a quelle più prettamente sanitarie. La cosa che mi preme sottolineare è che a un primo esame già appare quanto sia complesso questo Piano e quanto gli argomenti trattati siano importanti, dalla qualità ambientale alla mobilità, dalla qualità alla salubrità dell’abitare oggi, come ha appena detto anche il Consigliere che mi ha preceduto, quanto però sia importante invece sottolineare in questa giornata che cosa ci sia di nuovo. Già il Direttore Generale nuovo dell’A.S.L. e l’Ass. Bertozzi l’hanno in parte sottolineato, ma finalmente dopo 30 anni da quando si è iniziato a parlare di integrazione sociale e sanitaria si è finalmente messo in pratica questo discorso, nel senso che il sociosanitario è sempre stato un argomento trattato come se fosse uno solo, ma di fatto la sanità è stata per intero sempre svincolata da quello che interessava il sociale. Mi dispiace che il Cons. Biondi sia uscito, perché gli è sfuggito evidentemente leggendo il Piano che non si parla più solo di medici di base, Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 42 ma si parla di nuclei di cure primarie che in Toscana vengono chiamate “casa della salute”, ma altro non sono che un miglioramento, una proposta nuova, innovativa per fare sì che la popolazione abbia a disposizione un primo punto sanitario, che è quello dei medici di base, che è aperto però per più ore al giorno, che dà un tipo di risposta più articolata e in futuro si spera anche professionalmente più complessa, tant’è che si sta già pensando di inserire qualche professionista specialista all’interno delle sedi dei nuclei di cure primari, proprio per dare una risposta più completa al cittadino, in modo che si venga a scaricare una parte di quello che è una richiesta sanitaria non tanto appropriata rivolta all’ospedale. Sapete che da sempre sono legata alla sanità ospedaliera, quindi è quella che io vedo maggiormente, però credo sia altrettanto importante rispetto alle scelte che si fanno a livello ospedaliero le scelte che si fanno al di fuori dell’ospedale, perché se vogliamo fare della vera prevenzione, che sia prevenzione primaria partendo dagli stili di vita, ma anche della prevenzione terziaria che vuol dire mantenere nell’autosufficienza una fascia di popolazione che per età oppure per malattie croniche e patologie cronicizzanti mantengono l’autosufficienza, se vogliamo fare questo noi dobbiamo farlo partendo al di fuori della sanità istituzionale vista come posto di cura. Dobbiamo farlo cominciando a fare educazione nelle scuole, dobbiamo farlo mettendo a disposizione della popolazione dei nuclei di cure primarie o dei professionisti esterni all’ospedale che siano in grado di aiutarli in questo, dobbiamo farlo facendo in modo che la gente abiti e viva in modo più sano e corretto, che venga stimolata a usare tutti i vari aspetti che gli vengono messi a disposizione, diceva prima il Cons. Tampellini la mobilità per i bambini, per evitare che i bambini crescano soprappeso o che crescano con dei problemi fisici, perché siano degli adulti sani in un domani. Tutto questo se cerchiamo nel Piano di zona di questo triennio è previsto, è previsto integrato con quella sanità che inizialmente era considerata solo sanità, esclusivamente staccata da quello che era il sociale. Sicuramente l’importanza della deliberazione che stiamo trattando è dovuta Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 43 anche all’ammontare economico di oltre 102 milioni di Euro di spesa annua, prevista per fare funzionare tutta quest’area, l’area del welfare e della sanità territoriale per tutto il distretto, per tutti i 15 Comuni. Questo è quello che dobbiamo guardare, non solo a un discorso economico, anche se tutti siamo d’accordo che ottimizzare la spesa è sicuramente uno degli obiettivi prioritari per tutti i campi di intervento, non solo per la sanità e per il welfare, perché questo vale per la scuola, per il lavoro, per tutto quello che riguarda la vita di ogni giorno e l’economia di ogni giorno, soprattutto in periodi di crisi come quella in cui stiamo vivendo. Però non è solo una questione di soldi, è una questione di ottica nella quale vengono fatte le cose, che deve veramente interessarci, spingerci a approfondire questi argomenti, proprio perché è innovativo il modo di affrontare il problema e bisogna riconoscere per questa cosa il lavoro svolto da tutti, perché veramente c’è stato un percorso complesso dietro, del quale si perde traccia man mano che si va avanti a affrontare gli argomenti, ma a volte sarebbe bene ripensare un attimo le tappe precedenti, da dove si è partiti a dove si è arrivati, perché credo che ogni territorio abbia a disposizione tanto al di fuori delle parti istituzionali, noi abbiamo la fortuna di avere da sempre un territorio ricco in volontariato, in Terzo settore, in tutta una serie di strutture o realtà che possono aiutare a applicare in modo corretto questo Piano, che sicuramente è condiviso con tutte le forze, proprio perché questo deve essere lo scopo e lo spirito soprattutto di quello che si fa. Grazie nuovamente a tutti! Entra il Cons. Perelli: Presenti n. 26. Entra il Vicesindaco Castrucci. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 44 Cons. ZAMBIANCHI: Non è la prima volta che parliamo di sanità in questo Consiglio comunale. Devo dire che come anima e come spirito mi sento molto più vicino all’intervento ultimo sentito rispetto ai precedenti e le spiego anche il motivo. Dell’intervento che ha fatto il nostro Direttore Generale mi è piaciuto moltissimo il momento in cui ha detto che il cittadino deve essere al centro del percorso della sanità e per ripetere il discorso che ha fatto adesso anche la collega del Piano sociale di zona, devo dire che il progetto è senz’altro un progetto molto brillante e, se si dovesse verificare nella totalità delle cose, molto ambizioso e molto importante, perché finalmente si riesce a recuperare una figura del medico di base, cosa che negli ultimi anni si era un attimo persa nel percorso dell’inserimento della sanità come prima persona, come prima figura, capace di indirizzare poi all’interno degli ospedali senza fare perdere tempo né al paziente né ai colleghi che lavorano all’interno della struttura, quindi di integrarlo con eventuali specialistiche all’interno del suo ambulatorio riescono poi a svolgere l’attività e questa è la cosa della quale oggi dobbiamo parlare, la cosa veramente importante che Forlì finalmente riesce a mettere in pratica. Degli altri discorsi che ho sentito, e ho deciso di intervenire per questo, non per portare delle critiche a quello che ho sentito oggi, volevo rassicurare i Consiglieri comunali che se anche viene spostata una centralità come potrebbe essere anatomia patologica in un’altra sede, o il laboratorio analisi in altra sede, bisogna aspettare che queste attività prendano piede e si sviluppino per poi portare delle critiche. Non ho mai posto una critica sull’area vasta, perché non riesco a porre una critica prima che questa venga in qualche modo potenziata, ampliata e messa in itinere, poi nel momento in cui in itinere vengono a esserci dei problemi si affrontano, ma si affrontano per risolverli e non per fare della sterile polemica. Il discorso di anatomia patologica è un discorso che può trovare una conferma in quanto dico quando i Consiglieri devono pensare che un laboratorio analisi o un reperto istologico nel momento in cui si fa un intervento non è a portata di tutti in maniera immediata, si pensi ai centri come fino a oggi si operava a Santa Sofia, quando aspettavano per esempio Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 45 l’esame istologico di Forlì poteva essere la stessa cosa e non succedeva nulla al paziente. Il paziente è estremamente tutelato sempre in qualsiasi momento. Il discorso magari che si potrebbe fare in maniera diversa è sulla razionalizzazione delle spese, nel momento in cui si impone a Forlì di fare un ospedale nuovo e si porta avanti un progetto che è stato veramente bello del nuovo ospedale, di inserire a Vecchiazzano le nuove strutture con della tecnologia altissima e con delle spese enormi per la tecnologia e per il rapporto umano che si è venuto a instaurare tra i pazienti e il servizio sanitario, con i paramedici e i medici, che è estremamente importante anche questo, poteva essere estremamente razionalizzata la spesa nel momento in cui era in previsione il trasferimento sia del laboratorio analisi che dell’anatomia patologica, ma io non mi spavento del fatto che queste vengano spostate in altra sede, poi si vedrà in itinere se questo può essere una cosa positiva o negativa. Mentre invece sono come ho detto prima estremamente favorevole per il discorso dei nuclei delle cure primarie. Il dubbio che io ho su quello che può essere la questione dell’attuazione delle cose che si fanno e che si svolgono è proprio la capacità però delle volte di vedere come, e lo faccio dopo con un esempio che era lo stesso che avevo posto nella Commissione, anzi mi dispiace se all’ultima Commissione non sono potuto venire, ma per motivi di lavoro non ce l’ho fatta, se prendiamo per esempio il progetto sull’obesità del bambino nel razionalizzare il progetto dell’obesità del bambino, il Comune stesso non può poi sovvenzionare il Mc Donald’s per fare mangiare i bambini al Mc Donald’s! Bisogna che la destra stringa la sinistra e insieme lavino il viso, non ci possono essere delle situazioni di non opportunità, oppure delle cose che non sono razionalizzate. Solo questo volevo dire, poi per il resto lavoro in sanità, come faccio a essere critico nei confronti di un progetto di questo genere?! Entrano i Conss. Tappari e Farneti: Presenti n. 28. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 46 Cons. TAPPARI: Penso che molte cose su questo Piano siano state già dette e descritte anche in maniera approfondita, in particolare mi sembra che la grande novità sia proprio questa dell’integrazione tra sociale e sanitario, che effettivamente si capisce dalle schede che ci sono state fornite e dal Piano stesso è uno sforzo veramente nuovo. Penso che lo sforzo non sia soltanto nella redazione del documento, ma proprio poi nello studiare, nel mettere in atto dei percorsi operativi che permettano di affrontare i problemi in questa nuova modalità. Mi è piaciuto molto questo nuovo indirizzo, questa nuova impostazione, proprio perché sociale e sanitario hanno influssi reciproci, quindi chiaramente una problematica sanitaria si può tradurre molto facilmente in una problematica sociale e viceversa, però su questo mi sembra che abbia già detto abbastanza la collega Morgagni. Volevo spendere due parole soltanto sul concetto di prevenzione, che mi sembra fortemente richiamato in questo Piano e per me è stato non solo una piacevole sorpresa, ma anche una grande soddisfazione perché è un po’ la chiave di volta di tutti gli interventi, penso nel sociale come nel sanitario, prevenzione che non è soltanto prevenzione primaria cioè del primo manifestarsi di qualche criticità, ma proprio anche la capacità di intervenire di volta in volta a man mano che si manifestano dei segni di aggravamento o comunque dei campanelli di allarme. Questo secondo me è un concetto veramente fondamentale, com’è stato richiamato un ruolo importante viene assegnato a questi centri di cure primarie, a questi nuclei di cure primarie, in cui accanto al medico di base ci sono specialisti, ci sono infermieri che possono intervenire, possono diagnosticare problemi non solo sanitari, ma anche sociali e permettere quindi di intervenire in maniera precoce, perché tanto la tempestività è un elemento fondamentale nella cura di qualsiasi forma di disagio che sia fisico, psichico o di altro genere. Richiamo brevemente alcuni punti, per esempio mi sembra interessante l’accenno che viene fatto per quanto riguarda le malattie psichiatriche alla creazione di punti di sostegno diurno. Purtroppo la malattia psichiatrica è uno di quegli ambiti in cui, da quello che posso Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 47 capire, c’è un’ampia zona grigia: prima che una persona sia conclamata, che sia riconosciuta la sua malattia e che quindi possa essere ricoverata ci sono tante persone che vivono situazioni veramente di fragilità e che richiedono interventi di questo tipo. La famiglia non ce la può fare da sola, ha bisogno di un appoggio che sia diurno, ma che all’occorrenza sia anche residenziale per periodi di crisi, in cui una persona che soffre di problematiche psichiatriche possa essere appoggiata, possa essere aiutata, possa trovare una risposta e possibilmente un aiuto nel suo recupero delle funzioni normali, dell’equilibrio normale. Questo è un aspetto fondamentale, perché purtroppo la nostra società, con la sua frammentazione, con tutte le dinamiche che ben sappiamo, produce elementi che possono incentivare le cadute, la solitudine e tutto quello che gli va dietro. L’altro aspetto che apprezzo particolarmente per esempio è per quanto riguarda il punto 3.2 promozione di una responsabilità collettiva diffusa, gli obiettivi di intervenire su quei ragazzi che comunque già in età precoce dimostrano difficoltà di adattamento, di relazione con i compagni di classe o problemi dal punto di vista fisico e sanitario. Questo secondo me è un aspetto centrale, perché vedendo per esempio quali sono le dinamiche che alle volte – l’ho detto altre volte qui in questo Consiglio Comunale – si instaurano nelle scuole già elementari, ma anche soprattutto nelle medie, con ragazzi che purtroppo hanno delle problematiche difficili da risolvere, è necessaria una presa in carico veramente tempestiva e globale, in cui non si deleghi alla famiglia che molto spesso non c’è, in cui gli insegnanti spesso non sanno come muoversi e quindi hanno bisogno di figure che possono assistere. Per me questo è un concetto importantissimo, avere all’interno della scuola quanto più possibile anche persone che possono instaurare rapporti positivi con i ragazzi e dare una mano a risolvere le problematiche che eventualmente si determinano. Poi ci sono tanti aspetti, l’altro molto importante secondo me è la prevenzione della dipendenza sia da sostanze stupefacenti sia da alcol: questo è un altro tema su cui secondo me la nostra società è molto sorda, Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 48 ormai si sono prese queste problematiche quasi come un dato di fatto da cui non si può uscire. È chiaro che le istituzioni devono fare tutto quanto possibile per informare veramente su quali sono gli effetti di questi comportamenti, che purtroppo mietono ancora tantissime vittime sia tra i giovani che tra gli adulti. Dopo si potrebbe parlare di tante altre cose, il discorso dell’assistenza domiciliare, tutti argomenti su cui ci siamo soffermati in Commissione. L’ultima cosa che volevo dire riguarda un po’ l’accenno che faceva il Cons. Biondi, che però non c’è più, riguardo alla coprogrammazione che nel nostro territorio, di sicuro per quanto riguarda il settore sociale, si è avviata da molti anni, prima ancora che venisse sancita dalle normative nazionali e regionali. Capisco la preoccupazione che esprimeva Biondi, la possibilità di clientelismi e roba del genere, però secondo me sarebbe molto più grave il contrario: se ci fosse un ente pubblico che “nel segreto delle sue stanze” non condividesse niente con nessuno, sarebbe molto peggio perché certo che potrebbe arrivare. Qui cosa c’è? C’è uno sforzo di portare alla luce quelli che sono i bisogni che vengono espressi dalla società, allora se non si crea un ambito dove questi bisogni possono essere espressi, come sarebbe poi possibile? È chiaro che ogni parte, ogni attore deve conservare le sue competenze, quindi per esempio le deliberazioni per quanto riguarda il Piano sociale di zona, quello vecchio quello singolo senza il nome “il benessere sociale”, quindi questo aspetto sanitario, le deliberazioni vengono prese dagli enti pubblici perché sono loro che poi attuano gli interventi e decidono come spendere i soldi. È altrettanto vero, com’è stato giustamente secondo me messo in luce in passata anche dalle opposizioni, che il Comune deve mantenere in maniera salda, in maniera chiara la sua funzione di controllo, però quello che voglio dire questa concertazione, questa coprogrammazione e coprogettazione non è dal mio punto di vista un aspetto deleterio, ma un aspetto di valore, un aspetto positivo, perché permette veramente la condivisione dei bisogni, anche la condivisione di strategie di soluzione, Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 49 evitando l’autoreferenzialità dell’ente pubblico, ma anche in un certo senso il rischio dell’isolamento del privato. Un’ultima nota che facevo la voglio fare sul titolo di questo Piano. A me sinceramente, a differenza di quanto diceva Gugnoni, questo titolo piace perché mi piace il concetto di benessere sociale, perché usciamo dall’idea del benessere come un’idea squisitamente personale: il mio benessere è andare in palestra o avere il fine settimana nei centri di salute per esempio; ma è importante il concetto di benessere sociale: insieme si collabora a creare un contesto, un ambiente, una società che è buona il più possibile per tutti, il nostro sforzo è quello che sia per tutti. In questo senso mi sembra che il titolo sia abbastanza significativo, forse può stonare ma è proprio perché è un concetto dal mio punto di vista nuovo e quindi ci invita a camminare oltre quelli che sono i nostri comportamenti abituali. Esce il Cons. Gugnoni; entra il Cons. Castagnoli: Presenti n. 28. Entra la Vicepresidente della Consulta comunale dei cittadini stranieri Zabsonre Lizeta. Entra l’Ass. Marzocchi. Cons. BURNACCI: Noi abbiamo più volte affrontato temi parziali riguardanti la sanità o riguardanti la socialità. Non è credo lontano dal ricordo di molti che noi abbiamo più volte sollevato la questione delle liste d’attesa, del pronto soccorso, del trasferimento come diceva prima il Cons. Zambianchi a Pievesestina, perché questi sono un po’ anche gli argomenti che sono indicatori più sensibili rispetto al punto di vista dei soggetti direttamente interessati. Però non per questo siamo meno attenti agli aspetti positivi che contiene il Piano sociale di zona e non per questo siamo molto meno attenti Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 50 agli aspetti positivi del fattore integrazione tra sanitario e sociale, che è un fattore molto importante e che quindi pieno di potenzialità, però difficile ovviamente da attuare nei suoi aspetti positivi. Noi ci asterremo su questo Piano sociale di zona, non voteremo contro come si potrebbe pensare rispetto a un piano programmatico, perché contiene un accordo di programma, contiene degli elementi finanziari, contiene però molti obiettivi sui quali siamo d’accordo. Poi possiamo divergere su come gli obiettivi si realizzano nella quantità delle cifre che di volta in volta ci sono su un’iniziativa, però vogliamo sottolineare gli aspetti, il nostro deve intendersi come un voto di incoraggiamento sugli aspetti positivi e come un atteggiamento di riserva, di stimolo, di attesa per gli aspetti che riteniamo più problematici. Dobbiamo sostenere che tutti siamo alla prova, perché mettiamo insieme una massa di energie e una massa di finanze e una massa di personale che potrebbe anche dare origine a un sistema complesso e poco gestibile, quindi a un insieme burocratico. Dobbiamo riuscire a fare di questo sistema complesso e molto articolato, cosa non facile, perché prevede un sistema integrato non solo tra diversi settori, ma tra diversi operatori, tra diversi comuni, tra tali e tanti soggetti e istituzionali e professionali, che potremmo anche creare un sistema che sfugge dal controllo e che diventa più un sistema burocratico. Noi dobbiamo riuscirlo a trasformare in un sistema di efficienza, in un sistema di efficacia, in un sistema che ha come punto di riferimento la salute del cittadino. La salute e il benessere. Vi confesso con molta sincerità che nel mio ruolo di amministratore mi sono interrogata molte volte, sia sul concetto di welfare sia sul concetto di equità sociale. Mi sono domandata se ciascun intervento che facciamo in questo Consiglio Comunale o qualsiasi deliberazione che approviamo vada veramente a coprire un bisogno, il bisogno più forte e se siamo stati in grado e se siamo in grado di corrispondere alle domande nuove in una società che cambia, perché non in altro settore più che in quello sociale ci dovrebbe essere la capacità di capire quali domande sociali nuove ci sono, quali bisogni nuovi si aggiungono ai bisogni forti, qual è la prossimità tra il bisogno forte che conosciamo e il Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 51 bisogno forte che può diventare, che è meno forte ma che può diventare più forte in momento di crisi economica nel giro di pochi giorni e se siamo capaci di cogliere questo bisogno nuovo, che è un’area di prossimità. Sono tra coloro – non lo nascondo – che pure avendo credo sempre ricercato un’impostazione liberale, ritiene che nei momenti di crisi economica l’intervento sociale è intervento economico, perché aiuta la persona, l’individuo e dovrebbe essere più per chi è in una fascia o di bisogno economico o di bisogno di salute o di bisogno finanziario o di bisogno psichico, anche di disagio diverso, giustamente è stato anche posto l’accento in questo Piano sui centri e sui punti di riferimento di alto malessere sociale. Dovrebbe riuscire a avere questa capacità. Quindi voi avete in mano un progetto molto complesso e poi Consiglieri comunali possiamo fare ben poco, se non votare, ma poi dal dire al fare, il trasferire gli obiettivi in atti concreti, in cifre e numeri, in bilanci, in interventi è naturalmente un compito estremamente difficile. Mi auguro – ho chiesto più volte all’Assessore e l’Assessore lo sa – che facessimo anche un convegno di studio, io lo so che la Provincia funziona da osservatorio e che i bisogni in movimento sono sicuramente bisogni che nel momento in cui c’è anche una funzione di osservatorio della Provincia si è in grado di recepirlo, ma avrei preferito capire meglio direttamente con mano, anche sentendolo proprio dire, che tutto quello che è nuovo, che è bisogno, che è bisogno forte, che è prossimità al bisogno veniva valutato e era all’attenzione di chi nel mondo sociale e nel mondo sanitario deve operare per essere considerato. Spero che la prossima legislatura possa partire con una analisi di questo tipo, che la prossima legislatura possa dare a tutti noi la soddisfazione di conoscere quello che è stato fatto, ma anche i punti di partenza per strade nuove e per porre obiettivi a lungo termine e obiettivi intermedi di carattere significativa. Io so bene, condivido gli interventi di chi dice che poi l’ambiente è strettamente connesso alla salute ovviamente, così come i problemi della casa, perché ovviamente i problemi della casa e dell’ambiente favoriscono il benessere e favoriscono quindi il modo di essere di ciascuno di noi. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 52 Non mi dilungherò molto, voglio però affrontare un problema che è quello del mio tormento. Quando noi diciamo che favoriamo un modello che preme sulla domiciliarità, sia come domiciliarità sanitaria attraverso gli infermieri che operano nel territorio sia attraverso l’intervento sociale, io mi domando se siamo in grado di raggiungere tutti quelli che di domiciliarità hanno bisogno e se la media dell’intervento delle ore di domiciliarità è corrispondente al bisogno, o se invece non dipende da un nostro bisogno di destinare a quell’intervento un tanto di risorse. Mi domando se l’assegno di cura che noi scegliamo come una forma che dovrebbe essere di disincentivo rispetto alla struttura protetta per l’anziano o per il disabile, se questo assegno di cura è un assegno di cura che incide nelle scelte delle famiglie o se è soltanto una scelta che noi facciamo per lavarci in qualche modo la coscienza. Poi mi pongo i problemi anche quantitativi, se qualitativamente siamo d’accordo sull’assegno di cura, l’entità dell’assegno di cura e quanti ne diamo? Ho letto a suo tempo negli opuscoli che ci vengono dati che non ci sono liste d’attesa dell’assegno di cura: può essere, ma le liste d’attesa non ci sono perché l’assegno di cura è troppo inconsistente, perché non abbiamo raggiunto tutti o perché veramente non c’è una lista d’attesa. Queste cose mi domando, lo stesso dicasi per la compartecipazione dei cittadini, degli utenti. In quasi tutti i servizi gli utenti compartecipano con una loro spesa ai servizi stessi, io ritengo che sia giusto il concetto della compartecipazione degli utenti ai servizi, ma la fascia di esenzione dalla compartecipazione è una fascia giusta? E rispetto a altri servizi per esempio di accesso alla casa è giusta quella fascia, o invece noi abbiamo alcuni elementi da rivedere? Capisco che questa non è la sede nella quale noi possiamo discutere fino in fondo questa questione, ma noi bisogna che riusciamo prima o poi a essere certi che rispetto ai bisogni fondamentali riusciamo anche quantitativamente, oltre che qualitativamente, a dare le risposte giuste. Si creerà tra gli obiettivi e il passo che facciamo non quella coincidenza, perché è chiaro che gli obiettivi hanno tempi più lunghi, ma bisogna che noi facciamo passo passo una politica sociale che, pur puntando Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 53 sul gradualismo, rende l’obiettivo una cosa che non è un miraggio, che non è un fine, ma che è un obiettivo collocato nel tempo come realizzabile. Voglio soffermarmi alla fine, mi ero preparata anche diversi punti da esaminare numericamente, ma non mi voglio soffermare su questo. C’è un altro problema che voglio esaminare e è questo: avete un compito estremamente delicato, tra questi compiti che avete nel settore della sanità e nel settore sociale avete il compito di dare gambe alla sussidiarietà, che è un argomento assai complesso e delicato, perché bisogna, implica la capacità di fare operare e stimolare l’azione dei privati e l’azione del Terzo settore fino ai limiti della loro espansione, lasciando per il pubblico non poco, non il superfluo ovviamente, perché non sarà mai così, ma lasciando al pubblico una funzione che è quella di non ripetizione automatica rispetto a quello che può fare il soggetto privato e che può fare il Terzo settore, quindi in questo progetto integrato si manifesta ovviamente una grande capacità di governo. A noi non dispiace se avrete capacità di governare questi fenomeni estremamente complessi, non ci dispiacerà fare azione di apprezzamento rispetto a queste situazioni, perché sono compiti di livello alto, compiti difficili, compiti nei quali noi ci rendiamo conto che ci possa essere un gradualismo rispetto al quale perché abbiamo tanto difeso, anche in modo diverso, rispetto alla maggioranza l’istituzione della Zangheri? Perché riteniamo che dove c’è un soggetto che opera bene con eccellenza che occupa uno spazio, fosse anche che il pubblico ha qualche pretesa di metterci le mani, con gliele debba mettere, il pubblico si debba ritrarre, debba apprezzare l’eccellenza e debba occupare altro spazio, perché nel settore sociale per quanto noi facciamo sarà sempre poco, perché secondo noi in una società così mutevole come la nostra, dove non c’è soltanto il fenomeno degli immigrati che pesa, ma c’è il fenomeno di una fascia di povertà che si va modificando e sicuramente allargando, allora noi riteniamo che c’è lavoro per il pubblico in questa fascia di povertà e in questa fascia di bisogno, senza intaccare l’autonomia e senza intaccare l’attività del privato. Il nostro ripeto, mi dispiace essermi dilungata, volevo semplicemente dare il segno di una attenzione, questo Piano l’abbiamo letto e ne abbiamo viste le cifre, ci auguriamo di poterci confrontare poi con l’Assessore al Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 54 ramo e ovviamente voglio dire il Direttore… (indecrifrabile) va bene, Baccarini, adesso tu interverrai, io ho detto la mia opinione! Ritengo che ci siano da parte nostra dei segni di attenzione, che sono di sottolineatura degli aspetti positivi, della fatica del fare e naturalmente che non fa venire meno la nostra posizione di divergenza rispetto ai punti che abbiamo più volte manifestato, per esempio anche sul rapporto tra l’Irst e l’ospedale di Forlì, che sapete abbiamo manifestato delle esigenze di carattere diverso, ma questo non cambia un atteggiamento di attesa e di sfide che secondo noi questo Piano comporta. Esce l’Ass. Bertaccini. Esce il Cons. Castagnoli; entra il Cons. Bongiorno: Presenti n. 28. Cons. RONCHI: Sarò breve, anche perché Baccarini scalpita, allora non conviene farlo attendere! Volevo intervenire su alcuni punti che secondo me non sono stati ancora affrontati oggi. Qualche Consigliere ha parlato di prevenzione primaria, anche utilizzando una spiegazione impropria. La prevenzione primaria non è la diagnosi precoce, la prevenzione primaria riguarda tutte quelle attività che aiutano a evitare che la gente si ammali, non quelle che aiutano a capire in fretta che esiste una malattia e quindi curarla. In questo senso secondo me per la prima volta finalmente c’è qualche riferimento nell’allegato che c’è stato consegnato all’ambiente e al valore che questo assume in un piano per la salute e il benessere sociale. Non è tanto per essere monotematici e noiosi in quello che si espone, però l’abbiamo riferito più volte per esempio anche in occasione della Commissione consiliare nella quale abbiamo affrontato il problema degli impatti negativi dell’inceneritore sulla salute dei cittadini forlivesi, poi su questo c’è stato un dibattito ampissimo che non voglio stare a ripetere, però è chiaro che quando andiamo a affrontare un tema così vasto e diciamo nelle Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 55 premesse che il benessere, la salute dei cittadini parte dalla prevenzione primaria, poi dobbiamo essere conseguenti e quindi dobbiamo individuare degli strumenti con i quali quelle indicazioni di massima diventano operative. Per esempio si fa riferimento alla mobilità e alla tutela dell’ambiente, però è chiaro che il Piano sociale di zona su questo non prevede dei fondi oppure delle azioni vincolanti per i comuni che aderiscono, mentre secondo noi sarebbe importante che almeno qualche indicazione comune a tutto il territorio che viene coinvolto da questo Piano ci fossero, perché altrimenti rimangono solamente dei punti scritti come in ogni programma in maniera piuttosto vaga, però che non trovano assolutamente applicazione. Prevenzione primaria per esempio è anche tutta quella che riguarda la rimozione dell’eternit nelle abitazioni, purtroppo noi a differenza per esempio del Comune di Cesena non prevediamo degli incentivi per i cittadini che intendono rimuovere l’eternit, invece chiaramente questo sarebbe uno dei punti qualificanti, anche perché è l’A.S.L. che ha l’obbligo di verificare la pericolosità insieme all’Arpa di queste cose. Questo per fare un discorso più generale andrebbe introdotto in un Piano di zona come punto qualificante, il problema però è quello di non replicare il programma del Sindaco, perché di fatto l’Amministrazione Comunale ha come scopo… chiedo però un minimo di silenzio! Dicevo che poi, a forza di aggiungere cose a questo Piano sociale, si rischia di replicare il programma del Sindaco, perché effettivamente il Sindaco e l’Amministrazione comunale hanno lo scopo di tutelare il benessere, la salute e il benessere sociale dei cittadini, non ne hanno altri, la sicurezza rientra su questi, così come tutte le attività anche economiche del Comune e si rischia di trovare un’articolazione troppo complessa soprattutto nella gestione, che poi di fatto non garantisce il conseguimento di quegli obiettivi. È chiaro che gli obiettivi che ci poniamo oggi con il programma oppure con questi piani di zona devono essere vincolanti per tutte le azioni che noi facciamo poi in amministrazione, non è pensabile dire che la salute dei cittadini passa per una mobilità sostenibile qui e poi fare l’esatto contrario, ma questo vale per tutti gli ambiti, non solo quelli che sono di mio Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 56 particolare interesse. Forse il punto maestro dovrebbe essere quello dei programmi dei sindaci che fanno parte dell’area vasta che si vuole tutelare. Un’altra considerazione che mi sento di fare è quella della difficoltà di gestione organizzativa di una cosa del genere, perché noi soprattutto con i piani di zona approviamo dei documenti molto importanti e molto corposi, che riuniscono una serie di iniziative che poi non riusciamo a vedere come Consiglio Comunale nel dettaglio, questo amplia ancora l’ambito di applicazione di quanto fatto finora. E quindi il rischio qual è? Quello di approvare un documento di indirizzo molto generico e poi non potere intervenire sulle questioni private, perché è molto particolare, perché se anche io condivido gli obiettivi probabilmente non posso non condividere tutte le azioni che sono contenute e forse sarebbe meglio che questi piani sì avessero un’articolazione generale di indirizzo e poi si concretizzassero più nel dettaglio come una serie di deliberazioni o atti amministrativi, che poi i Consiglieri comunali possono valutare e eventualmente proporre con emendamenti e modifiche, in modo tale che ci sia una vera partecipazione dei cittadini e degli organi elettivi anche nella costituzione di questi piani di zona, altrimenti arriveremo al punto in cui noi a inizio mandato voteremo il programma del Sindaco, poi ci troviamo alla fine del mandato amministrativo, votiamo le conclusioni e abbiamo concluso con questo tutto il dibattito sulle cose che concretamente si fanno in città. Esce il Cons. Perelli: Presenti n. 27. Esce la Vicepresidente della Consulta comunale dei cittadini stranieri Zabsonre Lizeta. Cons. BACCARINI: Volevo aprire proprio il mio intervento con le conclusioni che ha portato adesso l’amico Ronchi. Ci troviamo di fronte a una strategia, a una fotografia o a documenti che ci riportano alle filosofie e Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 57 ai criteri di occupazione sociale del socialismo reale. D’altra parte questa è la logica, io sapete bene come la penso, ma come posso essere di una Sinistra che dovrebbe guardare al socialismo europeo, alla social democrazia europea, se in effetti continua a guardarsi indietro alle strutture, alle modalità di comportamento, alle modalità di intervento nelle politiche, qualsiasi politica che ha sostanzialmente in sé il Dna del socialismo reale, dell’occupazione. In seduta di Consiglio comunale che si è aperta alla presenza di diverse decine di dipendenti comunali che reclamano puramente e semplicemente il dovuto dal punto di vista della retribuzione, presentiamo un documento che prevede 3 milioni di spese aggiuntive per accorpare dei servizi che non sono efficienti e l’inefficienza di questi servizi l’abbiamo scontata di recente con il rinvio delle carte in Tribunale, quindi noi accorpiamo dei servizi che sono inefficienti, ne sovrapponiamo un altro, facciamo un carrozzone con un Presidente, un Direttore…(indecifrabile) come no? È lì! È un Comitato con tanto di Presidente e Consiglieri..(indecifrabile)… come no? È qui, no Sindaci, Assessori che vanno e poi ci dovrà essere un Presidente, ci dovrà essere un Direttore, come no? È lì! E il distacco di personale dai vari Comuni, quando sappiamo bene qual è la posizione e qual è la condizione dell’organico dei comuni. È una sovrapposizione di compiti che toglie spazi alla decisione politica e all’intervento politico dei comuni e toglie autonomia all’A.S.L.. Ho apprezzato le capacità diplomatiche del Direttore sanitario, del Direttore dell’A.S.L., abbiamo girato molto su questioni di principio e gliene do atto, però vorrei chiedere cosa sta succedendo nell’oncologia e se questa struttura di Meldola risponde veramente ai criteri per cui era stata fatta, cioè un punto di eccellenza oppure se purtroppo come accade tutto quello che esce fuori dai cosiddetti protocolli in realtà non trova ancora la via d’uscita verso Milano, verso Bologna e quant’altro. La ragione è molto semplice, c’è una ragione di fondo perché se vuoi fare una struttura di eccellenza in termini di ricerca, puoi andare a Meldola o Premilcuore ma hai bisogno di avere Dulbecco, o se proprio non hai Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 58 Dulbecco avendo per le mani la struttura che raccoglie da 15 - 20 anni tutta la carità disponibile a Forlì, e parlo dello Ior, allora ti attrezzi per fare delle borse di studio, in 20 anni avresti potuto specializzare 20 o 30 giovani in Svizzera, in Svezia, in America, in Inghilterra, in Francia, anche in Italia, laddove ci sono delle eccellenze e probabilmente avresti oggi a disposizione non Dulbecco, ma gente in grado di fare allora sì della ricerca o di base o applicata a altissimo livello. Tu non hai a disposizione queste cose e di più non hai a disposizione neanche, perché a proposito di area vasta con il cavolo che ti mandano gli ammalati da Bologna, con il cavolo che ti mandano gli ammalati da Ravenna, con il cavolo che ti mandano gli ammalati da Rimini e forse dalla stessa Cesena. Con il cavolo! Gli esempi più eclatanti li abbiamo avuti qui, si va magari a Empoli, si va a Milano, si va a Bologna. Anche qui una parentesi: non più tardi di questa mattina ho ricevuto la visita di un sacerdote non abituato alle chiacchiere, che mi riferiva di un caso drammatico di un suo ragazzo, di un suo bambino a Bologna, una ventina di ragazzi in questo reparto di ammalati di leucemia dice “qui se ne salvano 2 di questi” e buona parte di questi venivano dalla nostra zona. Quando si parla della politica e vogliamo parlare di prevenzione delle malattie, allora l’inceneritore ha ragione sarà, ma se il controllore è il controllato o è fatto dai controllati all’Arpa, per cui facciamo gli scandali che abbiamo fatto e poi la Direttrice dell’Arpa va a Ravenna e da Ravenna l’Arpa è incaricata di fare i sopralluoghi sui terreni che sono stati inquinati, se oltretutto a questa oltre a gestire le richieste del pubblico gestiscono anche le richieste dei privati, io ho il sospetto che i controlli abbiano. Allora cosa voglio dire? Sono d’accordo che il Comune maggiore del territorio debba sovvenire i Comuni minori sui problemi degli anziani, dei handicappati, dei giovani e quant’altro, ma a un patto: che noi abbiamo fatto pulizia e efficienza in casa nostra, a partire dai problemi degli anziani. Non ho ancora saputo qual è la risposta del Comune a proposito della Zangheri, non ho ancora saputo qual è la strategia del Comune a proposito dell’assorbimento da parte della vecchia struttura degli orfanotrofi dell’asilo Santarelli, non so ancora chi e quale oggi si direbbe “piano industriale” c’è Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 59 intorno a questi problemi, perché a me sta bene, l’ho detto in Consiglio Comunale sta bene che questa struttura che è stata capitalizzata dai forlivesi sia messa a servizio anche dei comuni limitrofi (Castrocaro, Predappio e quant’altro), che di per sé da soli non possono affrontare il problema, però ripeto a bocce ferme e quando avessimo ottenuto quella capacità di servizio e quell’efficienza di servizio e quell’approntamento tale che ci consente di gestire i nostri problemi e quindi di aggiungere ai nostri problemi anche i problemi degli altri, altrimenti facciamo dei carrozzoni come l’Hera. E che l’Hera sia un incesto e un carrozzone andate a vedere in Borsa, andate a vedere cosa succede delle azioni del Comune di Forlì in Borsa: per favore andate a vedere! Malgrado gli interventi delle Casse di Risparmio, anche questi interventi molto sospetti perché quando all’intervento si aggiunge anche il Consiglio di amministrazione per i Presidenti delle fondazioni, anche qui immagino che non siano interventi fatti solo e soltanto per investire dei denari e per sovvenire delle questioni pubbliche, ma che possono avere anche un retropensiero o un retrogusto che non è esattamente il sapore che dovrebbero avere le cose pubbliche. Volete che facciamo? Anche perché sono gli ultimi interventi in Consiglio Comunale, quindi so bene che non hanno spazio e che non modificano in nulla, anche perché la decadenza ormai del personale non politico, non colpa vostra, la decadenza degli strumenti politici è tale per cui non si ha più capacità di ascolto figuriamoci dei propri, se si può avere capacità di ascolto di chi non ti appartiene o di chi vuole rimanere fuori da questo bipolarismo forzoso e straccione, perché non ha idee, perché non ha progetti, perché il vecchio Partito comunista aveva idee e progetti condivisibili o no, per me non erano condivisibili, ma aveva dei progetti e questi non hanno progetto! Gugnoni, purtroppo non ci sono progetti lì e non ci sono progetti neanche di qua..(indecifrabile)… non mi sbaglio, purtroppo non mi sbaglio, perché gli uni e gli altri si presenteranno al dibattito elettorale con 10 o 15 pagine di programmi. Purtroppo, e chiudo, quando le pagine sono più di 3 – lo dico per esperienza professionale – un po’ come le polizze assicurative Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 60 sono soltanto oggetto di confusione e oggetto di occupazione, le polizze assicurative vanno guardate proprio. Questo documento si inserisce proprio nella logica e nella filosofia delle polizze assicurative, aveva ragione Ronchi prima quando diceva “toglie tutti gli spazi di intervento” perché un documento programmatico in due pagine risolve tutti i problemi, se è un documento programmatico, se è un documento invece di occupazione e di burocratizzazione dei problemi è un documento di 30, 40, 50 pagine di difficile lettura e soprattutto di difficile interpretazione: è questo! Sono convinto che questa è un’altra dimostrazione della fine della politica, perché un documento di questo genere non potrebbe essere presentato alle sezioni della D.C. o del Partito socialista o alle cellule del Partito comunista. Nelle vecchie cellule del Partito comunista, aveste presentato un documento di questo genere, vi avrebbero riso dietro, perché non avrebbe capito nulla nessuno, nessuno avrebbe potuto capire e quando un documento politico non è comprensibile vuol dire che è un documento politico che non va votato. Non lo voto, come non voterò mai che la politica culturale del Comune di Forlì sia appaltata alla Fondazione. Noi stiamo continuando a appaltare tutto, stiamo espropriando i Consigli comunali di tutto, già abbiamo espropriato i partiti della politica, espropriamo i Consigli comunali di tutto, dopodiché ben venga il capo popolo, ben venga il carisma del capo, ben venga chi fa i documenti, questi sono documenti che faceva il Fascismo: se Voi andate a vedere le deliberazioni dei fascisti erano deliberazioni di 30 o 40 pagine, soddisfacevano apparentemente tutti e in realtà erano documenti soltanto di carattere burocratico. Entrano i Conss. Manucci e Giunchi: Presenti n. 29. Cons. MILANESI: Volevo chiedere cosa si fa realmente per i disabili, perché io vivo in una situazione con un figlio disabile, ormai sono 7 Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 61 anni, è invalido al 100%, non è cosa semplice. Diciamo che ora riesco a gestirmelo da sola, devo sempre, quando devo assentarmi, trovare qualcuno che me lo accudisca, che me lo badi, perché solo non può restare. A parte questo, volevo sapere a parte l’assegno di cura come si è parlato, chi ne ha diritto? Perché non ho mai saputo niente di questo assegno di cura, eppure essendo disabile al 100% dovrebbe averne diritto, allora come mai le famiglie non sanno quasi nulla di questa cosa? Questi centri, questi nuovi 5 centri che si stanno creando hanno barriere architettoniche, oppure una persona può tranquillamente portare un disabile? Perché io mi sono trovata spessissimo sia all’ospedale, all’Inps, in Via della Rocca, a dovere portare mio figlio e se non eravamo in due non riuscire a trasportarlo. Vorrei sapere questo. Entra la Cons. Gentilini: Presenti n. 30. Cons. GASPERONI: Vorrei fare un attimo un passo indietro, perché questo documento mi sembra in perfetta continuità con l’attività dell’Ass. Bertozzi nei precedenti due mandati e quindi è l’evoluzione di un qualcosa che complessivamente non è assolutamente nell’ambito delle mie convinzioni politiche e culturali. Dico questo anche perché c’è stato questo curioso cambiamento di tattica: nei precedenti due mandati in cui si doveva nascondere l’evidente conflitto di interessi dell’allora Sindaco Rusticali non si parlava di sanità, volutamente nel Piano che precedeva questo non si parlava per nulla di sanità e per 9 anni non si è parlato quasi mai di sanità, quindi l’allora Assessore era Assessore ai servizi sociali, ma alla sanità Assessore ombra. Guarda caso in questi 5 anni la situazione si è completamente ribaltata, evidentemente anche a seguito purtroppo di vicende molto tristi che hanno avuto l’epilogo, pochi giorni fa, con una condanna in primo grado per una vicenda abbastanza emblematica come dirò subito dopo. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 62 Dico questo perché faccio fatica a immaginare che il documento che distilla, che sintetizza questo tipo di approccio possa essere convincente, laddove le sue premesse non lo sono, questo dico perché non si è arrivati neanche con forse ha usato il collega la parola magica coprogrammazione, ma non è una parola che riesca a nascondere più di tanto la realtà. La realtà l’ha descritta con parole anche dure Baccarini, quella di un’impostazione dirigista e anche tecnocratica, il che in un’accezione di Sinistra esisteva solo nell’ambito sovietico. Su questo sono perfettamente d’accordo con lui: quindi socialismo reale, l’unico addentellato di Sinistra era lì, quindi dopo la caduta del muro di Berlino direi che dovrebbe essere consegnato alla storia. Perché dico questo? Perché non può un Piano di questo genere imporre, arrivare nel dettaglio di imporre gli approcci e gli strumenti al privato sociale, perché a quel punto è l’esatto contrario della sussidiarietà, perché la sussidiarietà è valorizzare quello che il privato sociale, con le proprie forze, ha sviluppato, che porta in sé una cultura anche tecnica, ma una cultura che non è solo tecnica, è una cultura di confrontarsi con i bisogni. Avrei voluto sentire e anche leggere di più questo concetto, perché nel concetto dell’accreditamento in realtà manca proprio questo, perché alla fine io posso perfettamente fare tutto il percorso descritto in questo documento, senza essermi mai confrontato con i bisogni dei diretti interessati, che sia l’ambito sociale, che sia l’ambito sanitario e nel caso dei minori e nel caso dell’handicap e nel caso della non autosufficienza non avere mai consultato le famiglie. Provate a dimostrarmi il contrario, poi io potrò cambiare idea eventualmente. Dico questo perché mi è stato suggerito da chi opera nel settore, che ha toccato con mano come il Comune di Forlì, solo dopo essere stato messo di fronte ai fatti anche giuridicamente, non applicando le leggi, ha chiesto e chiede tuttora peraltro, seppure in misura minore, una compartecipazione alle famiglie dei disabili per i servizi, comprendendo nei redditi l’assegno di accompagnamento e i redditi familiari al contrario di quello che prevede la legge. Scusate ma qui quando sento parlare di legalità Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 63 e poi vedo questo tipo di comportamenti, allora bisogna fare prima una revisione in casa propria e vedere se si è conseguenti tra i concetti, le enunciazioni di principio e i fatti. Sul conflitto di interessi, perché l’espressione più precisa è questa, è esattamente questa: confusione di ruoli e conflitto di interessi, la cosa è molto semplice e faccio due esempi per chiarirlo, ma molto brevemente. Se l’Amministrazione comunale vuole invadere il campo che non è proprio e viceversa il privato sociale invade di fatto il campo che non è proprio per fare e capisco che si inventano queste paroline magiche “coprogrammazione”, chiamatela come volete, ma poi succedono degli episodi spiacevoli e gli episodi spiacevoli sono successi, quindi non è che la previsione è stata fatta pensando male: no. L’evento che ha avuto una sanzione, seppure in primo grado, di condanna penale con molestie a danni di un bambino è avvenuto perché qualcuno ha sbagliato, vedremo se ci sarà la condanna anche per chi ha sbagliato e questo vedremo perché è un successivo processo. Non voglio entrare nel merito del processo, però dico che politicamente la cosa è già chiara, anche amministrativamente la cosa è già chiara. Questo lo si capisce proprio sull’esempio del diverso trattamento, e qui mi raccontano esperienze persone, cittadini forlivesi che meritano di essere riportati in quest’aula. Com’è possibile che coppie di persone del tutto normali e uso volutamente questo termine disprezzato al punto di diventare dispregiativo, come abbiamo visto di recente anche in trasmissioni televisive e parlo del festival di Sanremo, ma non voglio certo banalizzare però sono lo specchio del degrado culturale a cui siamo arrivati, che la normalità diventi qualcosa che deve dimostrare di essere giusto, ora è il contrario: è la normalità che deve dimostrare il proprio modo di essere, come la normalità deve essere accettata solo come tale, non dimostrando di essere normalità. In che termini sto parlando? Sto parlando di coppie perfettamente normali che vengono rivoltate letteralmente come un calzino per potere accedere alla possibilità di adottare un figlio, al contrario troviamo una persona che evidentemente non è stata rivoltata come un calzino, a cui è Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 64 stato affidato un bambino di 5 anni, al di fuori delle norme di legge, perché io ho letto la corposa relazione del Segretario Generale e lo dice chiaramente. Non so se tuttora è secretata, peraltro sarebbe anche utile sapere se tuttora è secretata o se è possibile divulgarla, perché vorrei farla leggere anche a qualcun altro io, perché dice questo. Vi faccio un altro esempio meno drammatico, ma altrettanto interessante dal punto di vista di come poi in questo corposo documento ci sono anche dei buchi, perché sfugge, prima è stato detto “nuovi bisogni o comunque nuove realtà e nuove problematiche”, sfugge che l’evoluzione di alcuni tipi di problematiche richiede delle cose che qui dentro non sono affrontate: l’esempio della dislessia e quindi disturbi specifici di apprendimento. È un campo in cui devono parlarsi, intanto parlarsi e poi possibilmente fare anche delle cose, poi possibilmente avere anche delle competenze adeguate, cosa che purtroppo non sempre è, servizi sociali sanitari e scuola. Mi è stato raccontato anche in questo campo che è già difficile decidere dove trovarci, “dove ci troviamo? Nell’ufficio di Via Colombo o presso la scuola?”: mi sembra che siamo un po’ all’anno zero! Per mettere insieme un neuropsichiatra, una logopedista e degli insegnanti forse è bene che cominciamo a lavorarci, perché qui a Forlì ve lo dico per certo, conoscendo altre realtà regionali, siamo all’anno zero, spero in un prossimo documento di trovare qualcosa di più convincente, perché la realtà a questo punto fa abbastanza acqua. Ho dimostrato credo seppure in breve perché c’è poca sussidiarietà, l’unica sussidiarietà che c’è in questo documento come al solito è quella verticale: un ruolo del Comune capoluogo che ovviamente più strutturato più ha delle competenze di legge nei confronti degli altri comuni del territorio dell’Azienda U.S.L., però effettivamente non andiamo oltre. Credo quindi che è la fine di un percorso che può trovare possibilmente, dal mio punto di vista, una vera propria caduta del muro di Berlino, quindi ci sia completamente un rimodellamento su tutti altri principi del prossimo mandato. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 65 Sono d’accordo al riconoscimento di obiettivi che sono stati ottenuti seppure a costi molto alti, quindi nessuno e nemmeno il sottoscritto ha intenzione di negare dei risultati, quindi sul riconoscimento dei risultati non ho problemi, è già stato detto, non ho insistito, io stesso come sapete sono, soprattutto quando si parla di bilancio, una persona che parla anche degli aspetti positivi, non sono per un’opposizione preconcetta, però mi è piaciuto dare anche un quadro un po’ più ampio di quello che non è stato fatto anche da alcuni interventi precedenti, perché diversamente questa fase finale di un modello e di un ciclo da ogni punto di vista andava sancita come tale. Entra il Cons. Castagnoli; esce il Cons. Bongiorno: Presenti N. 30. Esce l’Ass. Galassi. Presidente RAIES: Non sono un medico, non capisco niente di ospedali, l’unica cosa che sarà un progetto sicuramente ha un significato e ha un obiettivo valido, però volevo intervenire per un fatto di una cosa di sanità, qui parlo di sanità forlivese. Siamo molto dietro, Direttore Generale, ci interessa molto (indecifrabile) e praticamente qui la nostra sanità è a zero! Vedo come l’ospedale è stato fatto, sono stati spesi migliaia e migliaia di Euro per una sanità dove mancano parecchie cose, perché non voglio fare critica, perché guardavo il Sindaco che faceva dei gesti che è un po’ strano.. (indecifrabile)... no, (indecifrabile) perché praticamente parliamo del centro per il tumore, abbiamo un ospedale a norma che parecchi pazienti devono spostarsi da Forlì a Meldola per curarsi, soprattutto la gente anziana che non ha il mezzo per spostarsi deve chiamarsi a pagamento e questa è mancanza. Perché non allarghiamo questo centro per i tumori al nostro ospedale? Poi un’altra cosa, parecchi forlivesi, parecchia gente parla del pronto soccorso che sembra un pronto soccorso da terzo mondo! Un bambino di 6 anni davanti ai miei occhi si mette 3 o 4 ore con il gomito rotto e le ossa fuori, io penso che non c’è rispetto per questi bambini, o una bambina che Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 66 ha la febbre a 39 e deve aspettare 3 ore e poi la mandano su in pediatria. Sarà un progetto di valore, una cosa valida, però dobbiamo guardarci anche altre cose per il nostro ospedale di Forlì, sarà un bel ospedale bello grande, bello fuori e non so dentro come è fatto! Parliamo anche (incomprensibile) non ha neanche una settimana con questo intervento, ho lavorato 14 anni qui, ho sempre lavorato in regola, quando mi faccio male e lavoro devo andare a pagamento, perché la sanità, l’ospedale non mi garantisce l’intervento! Questo non va bene, con un foglio scritto “garanzia zero”, se vi operate al Morgagni la garanzia è zero: sono d’accordo, fate il progetto, però guardiamo anche il nostro ospedale. Andare dal fisioterapista, ok vado dal fisioterapista, però la terapia all’ospedale Morgagni mi dicono “no, non abbiamo certi terapisti, devi andare a pagamento” e va bene, vado a pagamento, io sono ricco, sono il figlio di Berlusconi, va bene! Però se vado all’Inail per chiedere come funziona, all’Inail non mi rimborsano niente e come funziona questa cosa in Italia? Non voglio fare critica, non sono un dottore, non sono un medico, io faccio il muratore e sono un medico dell’edilizia, però dobbiamo dare aiuto ai cittadini che hanno bisogno di questa iniziativa per la sanità. Nella sanità siamo molto indietro qua a Forlì. Io devo operarmi e devo sentire chiedere, magari qui a Forlì conosco tanti medici, io parlo anche con parecchi extracomunitari qua e sono stati operati per fare cosa? Perché non lo sanno a chi deve andare, a chi deve rivolgere, poi rimangono mezzi handicappati. L’ultima volta, l’abbiamo fatto quando c’è stato venerdì “contro la violenza alle donne”, c’era anche il Sindaco e l’Assessore, c’è stata anche la nostra collega, c’è stata una ragazza e parlava che ha il problema di una malattia infettiva: deve andare in Sud America per curarsi, perché qui in Italia non c’è, non c’è un centro a posta per curarsi questa malattia infettiva.. (incomprensibile)… beh, (incomprensibile) perché dobbiamo guardarci, perché dobbiamo fare un progetto che il nostro ospedale, per fare l’esame del sangue devo spostarmi da un’altra parte e portare questi esami da un’altra parte, ma scusa un attimo me li faccio all’ospedale di Forlì, perché se sono malato di tumore devo andare a Meldola? Perché se mi sono Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 67 spaccato un polso devo andare a Modena per operarmi? Mi opero qui a Forlì, avete speso un sacco di soldi per un ospedale che manca di parecchie cose. Ci sono parecchi forlivesi che criticano queste cose, sono anch’io uno di questi forlivesi che criticano queste cose, perché non è giusto spendere dei soldi per avere una sanità che è zero qua a Forlì. Dobbiamo ragionarci un attimo, non voglio, non dico se la Destra o se la Sinistra criticano per questa roba, io dico che dobbiamo lavorare insieme, a ragionarci insieme come facciamo questo ospedale. La sanità qua a Forlì ancora non è in grado di andare avanti. Entra il Cons. Terracciano: Presenti N. 31. Dott. MAZZONI: Partirei da quest’ultimo intervento del Consigliere sulle valutazioni del nostro ospedale e del nostro sistema sanitario per fare alcune precisazioni e per dare la disponibilità dell’Azienda, mia anche personale, per capire meglio e per avere anche delle prove concrete sulle affermazioni fatte. Il nostro sistema sanitario in questo Paese, in questa Città, perché in questo territorio riprende quelli che sono i principi costituzionali del diritto alla salute, di una salute di una assistenza sanitaria universale per tutti, gratuita, che ha fatto anche di questo sistema sanitario uno dei migliori sistemi sanitari al mondo e non proprio perché qui si hanno delle cure di maggiore qualità rispetto a altri territori, a altri paesi, ma proprio per i principi e i valori che stanno alla base del sistema, quello che dicevo prima dell’universalità, dell’equità e di una sanità per tutti gratuita, indipendentemente dalle differenze di sesso, di cultura, di paese, economiche, di religione, quindi questo intendo sottolinearlo perché mi fa specie che dentro la struttura sanitaria di Forlì a qualcuno, ancora prima di essere curato, gli abbiano chiesto o la carta di credito o una solidità Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 68 economica. Non è di questo sistema, semmai in altri paesi e in altri sistemi sanitari questo può succedere, ma non da noi. Ho bisogno di capire, voglio capire e sarà mio impegno se qualcuno – ma mi permetta di dubitare questa affermazione – non ha rispettato il diritto alla salute, il diritto di cittadinanza, indipendentemente anche dal posto di provenienza, questo ne risponderà. Non voglio tanto fare una difesa d’ufficio della nostra sanità e del nostro ospedale, io penso che voglio fare alcuni passaggi solamente su quello che è stato il percorso di questi anni in ordine all’evoluzione che il nostro sistema ha avuto, agli investimenti che sono stati fatti e anche alle criticità che ci sono ancora. Non sono qui a dire che tutto è perfetto e non ci sono cose da migliorare. Noi abbiamo riorganizzato, riammodernato tutta la nostra rete sanitaria, sia ospedaliera che territoriale, coinvolgendo in questo anche il privato di questo territorio, quindi con anche uno sforzo organizzativo non di poco conto, è quello che ho detto all’inizio dell’intervento e quello che oggi dobbiamo fare dobbiamo acquistare maggiore efficienza organizzativa, le risorse le abbiamo immesse nel sistema, abbiamo anche dei risultati che ci confortano in questo e dobbiamo renderle il più efficienti possibili, superando anche quelle criticità. In questo lavoro abbiamo, intanto per dare una risposta se può essere un indicatore di qualità, ma io penso sì agli inizi degli anni 2000 avevamo una mobilità passiva molto forte verso altri territori, i forlivesi andavano più facilmente oltre (incomprensibile) in altri posti. Avevamo un saldo negativo di mobilità di diversi milioni di Euro, comunque era negativa e noi oggi nel saldo della mobilità non siamo più in negativo. La gente è ritornata a usare i servizi di Forlì, ma non solo i forlivesi, in alcuni ambiti di attività abbiamo una mobilità attiva anche di rilevanza. È chiaro che quando programmi, tu utilizzi dei parametri che si possono verificare o meno, un’alea la tiene sempre in considerazione, non dico che debba succedere un 11 settembre ogni volta, quindi l’imprevedibilità, però quando si fa programmazione si cavalca anche un po’ il futuro. Noi la rete di servizi che abbiamo creato in questo territorio Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 69 non l’abbiamo fatto in questi anni considerando il presente, abbiamo cercato di leggere come stiamo facendo oggi, come è la base della programmazione integrata sociale e sanitaria, cercare di leggere i fenomeni che si stanno verificando e si verificheranno sempre più, una società che cambia avrà nuovi bisogni, una crisi economica che sta venendo avanti e qualche Consigliere l’ha sottolineato: ci sarà una fascia di prossimità che oggi riesce a cavarsela e domani rischia di entrare nell’ambito delle difficoltà, quindi questo chiederà anche il modellare certi servizi in base ai bisogni. Qui ci vuole il buon governo è vero, in quanto devi essere attento a interpretare e leggere anche in prospettiva futura questi fenomeni. Si è cercato, proprio per questo, di fare un grande investimento sul territorio anche con i nuclei di cure primarie, perché attraverso il coinvolgimento dei medici di medicina generale, il loro associazionismo, teniamo conto che il nostro Paese ha il doppio dei medici in base alla popolazione rispetto a Inghilterra e Stati Uniti, non è che siamo poveri di professionisti. Abbiamo bisogno questi professionisti di coinvolgerli all’interno del sistema, in passato lavoravano più come liberi professionisti che come professionisti appartenenti a un sistema. Hanno accettato questa sfida, hanno capito questa necessità, tutti i medici di questo territorio hanno accettato l’associazionismo, sono entrati nei nuclei di cure primarie, è stato un grande sforzo di investimento. Oggi non possiamo certo dire che i medici di base non siano dentro il sistema, non facciano parte al sistema. Noi negli 11 nuclei che abbiamo aperto in questo anno, e questo era un impegno che ci eravamo presi, in questo anno metteremo in ogni nucleo anche l’assistenza infermieristica, quell’assistenza infermieristica che sarà legata anche all’assistenza domiciliare, perché è chiaro più ci si allontana e più difficile è conoscere i problemi contingenti di una realtà, anche di una famiglia, non dico dei nuclei più grandi. Questo disegno parte da lontano, penso che sia un disegno condiviso un po’ di anni fa anche all’interno di questo Consiglio Comunale, che vedeva un grande potenziamento del territorio, insieme a una forte qualificazione dall’assistenza ospedaliera, secondo quella logica che dicevo prima: specializzare l’ospedale, dargli Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 70 eccellenza, non solo tanto fare dei muri e metterci dei posti letto, ma metterci attrezzature, metterci competenze professionali. Abbiamo molti professionisti che hanno scelto di lavorare qui, di rimanere qui, di fare la loro attività qui e hanno scelto anche il rapporto esclusivo in questa Azienda, quindi hanno fatto anche questi una scelta di campo ben precisa. In questo progetto un ospedale per alta intensità di cura, un ospedale che dà delle risposte eccellenti, un ospedale che si occuperà principalmente di clinica, con anche la possibilità e questo è nel nostro progetto, tutte quelle attività di supporto, tutte quelle che sono le piattaforme logistiche dove si fanno gli acquisti, dove si fanno gli stipendi, o dove anche si fanno delle analisi cliniche, queste possono essere bene anche fatte insieme a altre aziende, possono essere concentrate senza togliere niente alla qualità, alla sicurezza e alla tempestività dell’intervento clinico, cercando di portare in questo territorio la più ampia autosufficienza. Nessuno deve andare più fuori per avere una risposta sanitaria che sia di carattere diagnostico, che sia di carattere medico, che sia di carattere chirurgico. Poi a volte ci sono anche gli imprevisti, prima si parlava di prevenzione e è giusto anche sottolinearlo, una delle emergenza che stiamo cercando di fronteggiare, dovuta anche alla grande mobilità che c’è, è quella di malattie infettive nuove, sconosciute e ci stiamo attrezzando, ma i confini sono aperti, si circola, girano aeroplani, scendono da tutte le parti e anche questo è un problema che per quanto cerchiamo di affrontare, prendiamo l’esempio della (incomprensibile) c’è arrivata: chi la conosceva dal punto di vista pratico? In ogni modo posso tranquillizzare i Consiglieri che l’obiettivo è quello dell’autosufficienza, quello dell’universalità e equità nell’erogazione delle cure e della gratuità. Poi tutto questo sistema come dicevo all’inizio deve funzionare, noi il nostro impegno sarà quello dell’efficienza organizzativa e quello dell’efficienza produttiva, perché cambi – questo qualcuno l’ha sottolineato e lo ringrazio – la grande complessità. Immaginate un medico che fino al giorno prima prescriveva con carta e penna! Dentro la nostra struttura ospedaliera abbiamo investito sul fronte informatico e abbiamo cambiato radicalmente il modo di operare e anche il modo in cui circolano le Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 71 informazioni. A regime, in ogni punto del nostro sistema ospedaliero e territoriale, potremo avere tutte le informazioni cliniche di un paziente e tutte le conoscenze del caso. Oggi la sfida in campo sanitario si vince anche su questo, quella dell’informatica è una grande piattaforma logistica se fare arrivare in tutti i punti e in tempo reale le informazioni e le conoscenze. Tutto questo nella cultura degli operatori, dei medici, nei meccanismi operativi immaginate che sconquasso ha fatto, è impensabile che da un giorno all’altro possa essere tutto a regime e essere tutto perfettamente efficiente. Devo dire che oggi siamo soddisfatti, in questi 4 anni dall’avvio del nuovo ospedale e della riorganizzazione del territorio possiamo dire che abbiamo e questo ce lo riconoscono in molti, ma anche dall’estero stanno venendo per copiare il nostro modello organizzativo, il nostro modello gestionale per intensità di cura. Devo dire che tante osservazioni e tante riflessioni che qui si stanno facendo si fanno qui e non da altre parti per la ricchezza di esperienze che ci sono, per la ricchezza delle cose messe in campo, senza fare paragoni con nessuno in altre realtà del nostro Paese certi problemi oggi non se li pongono, non se li creano, perché non sono proprio nelle condizioni strutturali anche per chiederseli. L’impegno dell’Azienda comunque è quello di intervenire anche su quelle che sono le criticità, sul fronte dell’accessibilità ai servizi, quelle che possono essere le liste d’attesa, però ripeto un dato positivo che io qui voglio sottolineare è quello di avere abbattuto la mobilità passiva e già oggi, semmai anche in qualche circostanza con qualche ritardo, nel nostro territorio la risposta si trova per tutti. Dobbiamo fare funzionare la macchina, dobbiamo come dicevo prima governare il sistema, la gente non deve andare a pagamento, dobbiamo cercare anche per questo di ristabilire un rapporto di grande fiducia con il cittadino. Noi la guerra per la prestazione immediata, il giorno dopo, se non ce n’è bisogno non la faremo mai la competizione con il privato, se sono 30 giorni. Intanto tutte le urgenze e le urgenze differibili vengono soddisfatte nei tempi previsti, quindi già questo lo voglio sottolineare, però sul resto Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 72 dovremo raggiungere quelli che sono gli standard regionali. Delle cose ne avete dette tante, quindi è anche impossibile toccare tutti i temi, alcune considerazioni, non tanto risposte, di carattere generale su quelli che possono essere stati gli stimoli che sono venuti dal dibattito di questa sera. Escono i Conss. Farneti e Giunchi e la Cons. Gentilini: Presenti n. 28. Ass. BERTOZZI: Intanto voglio ringraziare per i contributi che sono arrivati da questo confronto, ritengo importante rispondere a almeno 3 aspetti che sono emersi come rilevanti. Il primo è la sottolineatura che questo Piano prevede anche un modello complesso per la gestione, è un piano complesso nei contenuti, partecipato da più soggetti e dunque va trovata anche una forma di governance, una forma per governare l’intero sistema integrato. Non credo che qui c’è una cultura vecchia, io non ritengo che parlare di sistemi integrati, di sistemi complessi oggi significa tornare a concezioni stataliste o come si vogliono chiamare. Penso che è invece il futuro, governare la complessità è la sfida del futuro. Ma detto questo, sul tema dell’accordo di programma che noi abbiamo, il Piano è accompagnato da un accordo di programma che sarà firmato dai 15 Comuni di questo territorio, dall’Azienda U.S.L. e dalla Provincia. L’accordo di programma verrà firmato anche nel territorio ravennate, anche nel territorio bolognese, anche nel territorio di Modena, Parma e Piacenza. L’accordo di programma è quello che prevede la Legge regionale per l’adozione dei piani per la salute e il benessere. Noi in questo territorio quello che prevede oggi abbiamo fatto – lo diceva mi pare la Morgagni – un accordo di programma già dal 2000, abbiamo messo insieme i comuni di questo territorio insieme all’Azienda U.S.L., insieme alla Provincia e abbiamo dal 2000 cominciato a fare programmazione, analisi dei bisogni, verifica sui livelli di assistenza per quanto riguarda i vari comparti d’intervento. Abbiamo dal 2000 cominciato Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 73 anche a gestire la programmazione ma anche la gestione come comune capofila su alcune attività, che non potevano essere gestite dai comuni singolarmente, dai piccoli comuni singolarmente. Questo pensiero strategico, politico, istituzionale è quello che oggi viene assunto da tutti i territori, perché la programmazione adesso obbligatoriamente su questi temi sociali e sanitari si fanno a livello distrettuale, quindi i confini entro i quali fare la programmazione sono quelli distrettuali. Questo non vuol dire che i comuni perdano i Consigli Comunali, perdano il loro ruolo e la loro competenza, anzi semmai io dico aumenta il ruolo e la competenza, perché è competenza di un Comune guardarsi, guardare alla comunità allargata, a un territorio allargato, fare funzionare la sussidiarietà verticale e fare funzionare la sussidiarietà orizzontale. Io sfido veramente, e poi ci possiamo ritornare, a dire che con un modello leggero, perché non andiamo a costituire un’azienda per la gestione, facciamo una convenzione tra enti locali che non aggiunge niente, nessuna sovrastruttura a quello che è il normale lavoro. Costruiamo un Comitato, certo è il luogo dove si incontrano i comuni che è l’organismo, ma che non decide sui bilanci perché sui bilanci che sono momenti di programmazione decidono i singoli Consigli Comunali, poi nel Comitato dell’accordo di programma si trasferisce ciò che è il patrimonio che ogni territorio porta in termini di risorse, un modo di fare la programmazione di area allargata. Anche la questione che si costituisce un fondo, che si chiama il fondo sociale distrettuale, vuol dire che c’è una compartecipazione di ogni soggetto con una quota associativa entro la quale confluisce anche il fondo che la Regione destina ai territori, perché la Regione destina ai territori il riparto del fondo sociale nazionale e regionale sulla base dei piani distrettuali: a ogni distretto fa arrivare le risorse. Non possiamo utilizzare le risorse che spettano a tutti i 15 comuni, anche sulla base della 328 anche il riparto del fondo nazionale avviene non per singoli comuni, ma per distretti territoriali, anche il riparto del fondo nazionale arriva alle regioni e le regioni lo destinano. È cambiato un approccio. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 74 La Cons. Burnacci poneva giustamente i temi della governance, di come governare la complessità, non è mica vero che ancora abbiamo risolto tutti i problemi, perché per esempio dobbiamo fare partecipare di più i Consigli Comunali, dovranno i futuri amministratori coinvolgere di più tutte le categorie economiche e sociali, perché il welfare di comunità vuol dire coinvolgere di più tutti nella progettazione e nell’analisi dei bisogni. Il tema del Terzo settore, che è di diritto ai tavoli della concertazione, lo dico perché anche in questo ambito noi abbiamo eletto una conferenza del Terzo settore che è rappresentata da 15 persone che non rappresentano sé stesse e lo diceva bene il Cons. Tappari, il Terzo settore è lì in una veste di rappresentante di interessi diffusi, non partecipa, quindi questa è la concertazione di questo territorio che ha colto una sfida che è quella di anche ridiscutere modelli e organizzazioni. Io non faccio la difesa di niente, ma davvero in questi anni in questo territorio – lo diceva Mazzoni – sono partiti dei progetti che hanno visto forte innovazione e abbiamo anche raggiunto non solo forte innovazione nei modelli assistenziali, ma anche raggiunto dei livelli di assistenza alti. Seguiamo l’11% della popolazione infantile, è un dato molto alto perché in Regione la media è il 6%, noi abbiamo un sistema di servizi che ci permette dal punto di vista della protezione sociale un livello molto alto. Abbiamo il livello più alto, uno dei più alti sulla rete per gli anziani e per i disabili. Si diceva cos’è questa rete per anziani disabili? È fatta da tante risposte differenziate, che vanno dall’assistenza domiciliare all’assegno e per ogni servizio, per ogni intervento c’è un regolamento che accompagna la fruizione di questo intervento. Lo dico, Consigliere, perché come si fa a avere l’assegno di cura? C’è un regolamento. Come si fa a avere l’assistenza domiciliare, quanto e come e chi compartecipa? C’è un regolamento, così come per le strutture protette, che da noi sono in tutto il territorio. Guardate anche questa gestione così associata ha permesso in questi anni di fare l’operazione che diceva il Dott. Mazzoni: attenzione anche ai piccoli territori. Non abbiamo smobilitato niente, abbiamo rafforzato tutti i presidi, le case di riposo, i servizi distrettuali, i servizi sociali, sono entrati nelle piante organiche dei piccoli comuni le assistenti sociali per la prima Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 75 volta, poi c’è anche una gestione associata e quindi alcune funzioni che coordiniamo come ufficio di piano e come ufficio di direzione dell’accordo di programma, quindi la direzione ha dei momenti anche centralizzati, ma c’è una grande prossimità, un gran decentramento dei servizi. Chiudo intanto dicendo che noi adesso, approvato nei 15 comuni il Piano e l’accordo di programma, andremo a fare il Piano attuativo e io spero di riuscire, almeno per restituire, correttamente penso un’amministrazione che finisce fa un bilancio sociale e quindi io spero di potere fare questo convegno di restituzione sui dati, sulla rendicontazione sociale, spero che riusciamo a farla. Ma voglio concludere su una questione che è stata posta e che è aperta, che è un tema vero e è quello della sostenibilità e della equità, dire: ma siamo sicuri che riusciamo a rispondere a tutti nel modo? Questo tema di come, stiamo lavorando su un’ipotesi – c’è scritto nel Piano – di individuare non più solo le singole persone soggette a intervento, ma il nucleo familiare e quindi di ricapire quale tipo di sostegno l’insieme degli interventi sulle persone di un nucleo che efficacia hanno sull’intero, quindi il tema della famiglia, del nucleo familiare e non più solo della singola persona, perché è vero che si vanno a sommare interventi spesso sulle famiglie a portare anche ripetizione di interventi. Il tema dell’equità e della ridistribuzione delle risorse è un tema di interesse, anche perché si accompagna a quello della sostenibilità. Le risorse sono quelle, quindi hai bisogno di capire quanto dai e come lo dai. Lo dico perché il sistema informativo che abbiamo costruito ci dovrebbe dare a breve alcuni risultati, per capire anche e per mettere a fuoco questo tema dell’equità e della ridistribuzione sociale del nostro welfare territoriale. Escono i Conss. Baccarini, Avellone e Castagnoli: Presenti n. 25. Vedi deliberazione n. 37 MOZIONI E ORDINI DEL GIORNO Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 76 OGGETTO N. 1 MOZIONE VOLTA A IMPEGNARE L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE SUL TEMA DELL’IMMIGRAZIONE. Rinviato OGGETTO N. 2 ORDINE DEL GIORNO VOLTO A INTITOLARE UNA VIA O UNA PIAZZA DELLA NOSTRA CITTÀ ALL’AVVOCATO GIOVANNI FONTANA ELLIOT. Rinviato OGGETTO N. 3 ORDINE DEL GIORNO VOLTO A INTITOLARE UNA VIA, UNA PIAZZA O UNA STRUTTURA DI INTERESSE COMUNALE ALLA MEMORIA DI GIACOMO FILIPPI DECEDUTO NELLA TRAGEDIA DI USTICA. Rinviato OGGETTO N. 4 MOZIONE VOLTA A UN’INTESA TRA I PARTITI DI MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE PER LA RISOLUZIONE DI PROBLEMATICHE. Rinviato OGGETTO N. 5 Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 77 MOZIONE VOLTA A UN IMPEGNO PER FAR CONOSCERE LA CARTA COSTITUZIONALE ALLA GENTE E IN PARTICOLARE AI GIOVANI NELLE SCUOLE. Rinviato OGGETTO N. 6 ORDINE DEL GIORNO VOLTO A ANNULLARE O CORREGGERE LA DELIBERA CON LA QUALE SI È DATO MANDATO AL SINDACO DI PRESENTARE QUERELA VERSO I GIORNALI LOCALI SUL CASO AFFIDI. Rinviato OGGETTO N. 7 ORDINE DEL GIORNO IN MERITO A UNA CORRETTA APPLICAZIONE DELLA LEGGE N. 194/1978. Rinviato OGGETTO N. 8 MOZIONE VOLTA A IMPEDIRE LA DECISIONE DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA IN MERITO ALLA SPERIMENTAZIONE DELLA PILLOLA RU 486. Rinviato OGGETTO N. 9 ORDINE DEL GIORNO IN MERITO ALLE POLITICHE ABITATIVE. Rinviato OGGETTO N. 10 Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 78 ORDINE DEL GIORNO IN MATERIA DI ISTRUZIONE E UNIVERSITÀ. Rinviato OGGETTO N. 11 ORDINE DEL GIORNO IN MERITO AL TRASFERIMENTO DI DA FORLÌ A ALTRA SEDE DEI SERVIZI E ATTIVITÀ DI ANATOMIA PATOLOGICA. Rinviato OGGETTO N. 12 ORDINE DEL GIORNO PER DICHIARARE IL TERRITORIO COMUNALE DENUCLEARIZZATO. Rinviato OGGETTO N. 15 "ACQUA BENE COMUNE": ORDINE DEL GIORNO DI ADESIONE AL MANIFESTO PER L'ACQUA E AL COORDINAMENTO ENTI LOCALI PER L'ACQUA PUBBLICA, IMPEGNI CONSEGUENTI. Rinviato OGGETTO N. 17 ORDINE DEL GIORNO IN MERITO AL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE. Rinviato Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 79 Presidente MINGHINI: Direi che possiamo terminare qui il Consiglio Comunale, i prossimi Consigli comunali li terremo il 23 e 30 marzo e il 6 aprile, è ancora in discussione lunedì prossimo, quindi entro domani nel caso arriveranno le comunicazioni per lunedì prossimo, altrimenti si va al 23 marzo. Buonasera a tutti. Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 80 La seduta ha termine alle ore 19,45. Fatto, letto e sottoscritto. Il Presidente (Luciano Minghini) Il Funzionario Il Segretario Generale (Aura Casadei) (Antonio Ventrella) Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009 Pag. 81