COMUNE DI FORLI’
VERBALE DI SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE
IN SESSIONE ORDINARIA DI PRIMA
CONVOCAZIONE DEL GIORNO 09 MARZO 2009
SEDUTA PUBBLICA ALLE ORE 15,45
Convocato con appositi inviti il Consiglio comunale si è riunito oggi
nella Sala consiliare con l’intervento dei Consiglieri qui appresso indicati,
come risulta dall’appello fatto dal Segretario Generale:
1) APRIGLIANO Francesco
11) MATTEUCCI Leo
2) BACCARINI Romano
12) MILANESI Lea
3) BONAVITA Ottavio
13) MINGHINI Luciano
4) BRIGANTI Mauro
14) MONTANARI Massimo
5) FARNETI Paolo
15) MORGAGNI Diana
6) FRANCIA Fabrizio
16) PERELLI Filiberto
7) GASPERONI Roberto
17) RAGAZZINI Paolo
8) GIUNCHI Flavio
18) RONCHI Alessandro
9) GUGNONI Gabriele
19) SAMORI’ Pietro
10) MANCINI Enrica
20) TAMPELLINI Riccardo
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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Risultano assenti i Conss. Sigg.ri: Avellone Andrea, Biondi Lauro,
Bongiorno Vincenzo, Burnacci Vanda, Camorani Valeria, Casadei Gardini
Francesco, Castagnoli Alessandro, Errani Marco, Gentilini Tatiana, Guerrini
Pio, Manucci Cristian, Marabini Giulio, Masini Nadia, Nervegna Antonio,
Sansavini Luigi, Sbaragli Erio, Tappari Daniele, Tavoletti Giovanni Mario,
Terracciano Ugo, Valentini Marco e Zambianchi Luca.
Partecipano alla seduta gli Assessori:
-
BERTACCINI Pier Giuseppe
- CAPACCI Palmiro
-
BERTOZZI Loretta
- LEGA Loretta
-
BUFFADINI Lodovico
- ZELLI Gabriele
Partecipa alla seduta il Segretario Generale, Dott. Antonio Ventrella.
Essendo legale il numero degli intervenuti il Sig. Minghini Luciano,
assumendo la Presidenza, dichiara aperta la seduta e nomina Scrutatori i
Signori Consiglieri: Briganti, Tampellini e Milanesi.
Giustificano la propria assenza i Conss.: Tavoletti.
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE
OGGETTO N. 6
COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE.
Presidente MINGHINI: Prima di cominciare con le interrogazioni,
due comunicazioni, la prima intanto permettetemi di complimentarmi con il
Cons. Francia che è diventato Presidente dell’Avis comunale di Forlì,
augurandogli un buon lavoro per questo importante incarico, mentre Samorì
è stato confermato Presidente della Uisp provinciale, complimenti anche a
lui.
Seconda comunicazione. I Conss. Gasperoni e Milanesi hanno
comunicato lo scioglimento del gruppo denominato “Gruppo della Libertà”
e il ritorno al Gruppo di Forza Italia che ora si chiama “Forza Italia verso il
Popolo della Libertà”. Se non ci sono interventi in merito, lo diamo per
acquisito e ripristiniamo – non c’è bisogno di fare una deliberazione – le
commissioni consiliari come erano fatte prima della modifica, quindi la
composizione delle commissioni consiliari torna a essere quella fatta
precedentemente la costituzione del Gruppo della Libertà.
Passiamo alle interrogazioni, ne abbiamo due: una della Cons.
Burnacci e una del Cons. Nervegna.
Intanto che arrivano i Consiglieri, do lettura di una risposta che Marco
Tupponi ha fatto in seguito al nostro saluto a sua madre Lucia Tupponi, con
la quale dice “ho appreso dalla stampa locale che su proposta del Cons.
Baccarini avete voluto rendere omaggio a mia madre, ve ne sono grato
anche a nome di mio padre. L’improvvisa malattia della mamma e
soprattutto la debolezza intellettuale in cui si trova attualmente colpisce
molto. Nulla è rimasto della grintosa battagliera donna che ho, abbiamo e
avete sempre conosciuto. Si vede che le oscure trame del destino devono
dipanarsi per questa vita.”
Ricambiamo ancora e salutiamo nuovamente con affetto Lucia
Tupponi.
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Annuncio che faremo in volata 4 argomenti più il verbale, poi
passeremo al Piano di zona per la salute come argomento principale della
giornata.
Vedi deliberazione n. 31
Entra l’Ass. Bucci.
Entra il Presidente della Consulta comunale dei cittadini stranieri
Raies Imed.
INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
OGGETTO N. 1
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 30 GIUGNO
2008
DALLA
CONS.
VANDA
BURNACCI,
PER
AVERE
CHIARIMENTI IN MERITO ALLE SPESE SOSTENUTE DA
QUESTA AMMINISTRAZIONE COMUNALE PER CONSULENZE
E INCARICHI PROFESSIONALI.
Presidente MINGHINI: Ne posso dare lettura, Consigliera?
“La sottoscritta consigliera comunale Burnacci Vanda, facendo
seguito alla sua precedente interrogazione del 27 Febbraio 2006 e alla sua
precedente interpellanza del 7/2/2007,
• Visto che, nonostante le sbandierate promesse della Giunta sulla
finalità di limitare al massimo consulenze e incarichi esterni, dai dati del
Bilancio Consuntivo 2007 risultano invece cifre elevatissime sia per la spesa
corrente che per gli investimenti (progettazione e recupero di opere
pubbliche);
• Considerato che il Comune di Forlì, in base alle caratteristiche della
sua pianta organica, dispone delle professionalità e delle figure necessarie
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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per rendere assolutamente minimale il ricorso a figure di esperti e
professionisti esterni;
Chiede di conoscere
1.
l’elenco dettagliato delle consulenze e degli incarichi relativi
agli anni 2006 e 2007, e le loro entità di costo sia in spesa corrente, sia in
conto capitale;
2.
le caratteristiche dettagliate di ciascuna consulenza o incarico
e le motivazioni chiare, in base alla quale gli obiettivi di tali prestazioni
professionali non vengono ritenuti perseguibili con l’attività del personale
direttamente dipendente dal Comune di Forlì.”
Ass. BUFFADINI: Molto semplicemente per richiamare il ritardo di
questa interrogazione, che è stato sostanzialmente determinato da un
approfondimento che nel rapporto con la Dott.ssa Burnacci è avvenuto poi
definendo una consegna, che io farò esattamente in questa seduta, di tutta la
documentazione che Ella ha richiesto, relativo ai quesiti che poneva
l’interrogazione, vi è stato un accordo verbale che individuava non più il
2006 /2007 ma il 2007 /2008 relativo alle richieste che erano all’interno
dell’interrogazione, quindi ovviamente non mi metto a elencare quanto è
previsto in un dossier abbastanza cospicuo e consistente, che eventualmente
la Consigliera se riterrà per alcuni chiarimenti o direttamente o in una seduta
successiva verranno eventualmente esplicitati, ma mi sembra che nella
documentazione prodotta si possa evincere tranquillamente tutto quello che
è nel quesito che è stato posto.
Entra l’Ass. Galassi.
Cons. BURNACCI: Abbiamo chiarito con l’Ass. Buffadini che la
mia richiesta era intera, nel senso che io chiedevo sia l’elenco degli incarichi
in conto capitale sia quelli in conto corrente. Ringrazio che mi sia stato
fornito, francamente devo dire che disperavo che a questa interrogazione si
rispondesse, visto che sono passati diversi mesi.
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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Mi farò carico, come è mio dovere tra l’altro avendo interrogato
l’Assessore al ramo su questo, di esaminare attentamente e quindi non
voglio fare affermazioni prima di avere visionato il materiale che mi verrà
dato e successivamente però mi riservo di rendere conto al Consiglio
Comunale di quello che sarà l’esame, il risultato dell’esame che farò, quindi
eventualmente trasformerò successivamente in mozione le considerazioni
che ne trarrò, qualora le ritenessi rilevanti ai fini della conoscenza del
Consiglio Comunale.
Entra il Cons. Errani: Presenti n. 21.
Entra la Ass. Zanetti.
Cons. BACCARINI: Credo che tutti i Consiglieri siano interessati a
conoscere esattamente quali sono state le parcelle professionali, è una
questione che ponemmo già all’inizio della legislatura a metà della
legislatura e siccome è sperabile che da allora in qua, dagli avvocati agli
architetti, dagli architetti agli ingegneri e quant’altro, si sia modificata
quella struttura molto rigida di consulenze che faceva riferimento puramente
e semplicemente a due studi professionali, chiedo di conoscere al prossimo
Consiglio comunale, mi sia inviato l’elenco delle parcelle professionali che
sono state liquidate negli ultimi 2 anni.
Presidente MINGHINI: Si dirà di farne una copia a questo punto per
tutti i Capigruppo, impegniamo la Segreteria a farne una copia per tutti i
Capigruppo.
OGGETTO N. 9
INTERROGAZIONE URGENTE, PRESENTATA IN DATA 12
GENNAIO 2009 DAL CONS. ROMANO BACCARINI ED ALTRI
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AFFINCHE' SI DISCUTA CON URGENZA IN CONSIGLIO
COMUNALE LA SITUAZIONE PATRIMONIALE DI SAPRO SPA.
Rinviato
OGGETTO N. 13
INTERPELLANZA, PRESENTATA IN DATA 28 GENNAIO
2009 DAL CONS. ANTONIO NERVEGNA PER SOLLECITARE
SOLUZIONI IN MERITO ALLA LENTEZZA DEI PROCEDIMENTI
DI PIANI URBANISTICI ATTUATIVI.
Rinviato
OGGETTO N. 14
INTERPELLANZA URGENTE, PRESENTATA IN DATA 5
FEBBRAIO 2009 DAL CONS. FLAVIO GIUNCHI PER AVERE
CHIARIMENTI IN MERITO ALLE CELEBRAZIONI DEL GIORNO
DEL RICORDO.
Rinviato
OGGETTO N. 16
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 19 FEBBRAIO
2009 DAL CONS. PAOLO FARNETI PER CONOSCERE LE
INIZIATIVE E I PROTOCOLLI OSPEDALIERI MESSI IN ATTO
ALLO SCOPO DI ARGINARE IL FENOMENO DEL MALESSERE
GIOVANILE.
Rinviato
OGGETTO N. 17
INTERPELLANZA, PRESENTATA IN DATA 19 FEBBRAIO
2009
DAL
CONS.
ANTONIO
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
NERVEGNA
PER
AVERE
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CHIARIMENTI
IN
MERITO
ALL'INQUINAMENTO
ELETTROMAGNETICO.
Entra l’Ass. Marchi.
Presidente MINGHINI: Ne posso dare lettura, Consigliere?
“Con la quale, facendo seguito a precedenti interpellanze, premesso
che in Via Medaglia d’Oro nell’area degli uffici della Telecom esiste
un’antenna alta alcune decine di metri con funzione di ripetitori, che nella
zona è ubicata una chiesa con annesso asilo nido e una scuola materna e
l’asilo nido comunale La Betulla;
Appreso che sarebbe stata presentata una richiesta per istallare nella
nostra alternativa un nuovo impianto per la telefonia mobile;
Considerato che spesso i ripetitori per la telefonia cellulare,
regolarmente approvati, produrrebbero emissioni talvolta superiori ai limiti
consentiti dalle normative vigenti ammesse dalle autorizzazioni connesse;
Interpella per sapere:
- se esiste un rischio per la lettera dei cittadini in relazione anche alla
presenza di siti sensibili, se al fine di tutelare la popolazione abitante nei
pressi del suddetto ripetitore, più esposta ai campi elettrici e magnetici, non
ritenga opportuno tenere sotto costante controllo la situazione e fare quindi
eseguire le necessarie misurazioni e verifiche per rilevare sia i campi che le
radio frequenze e quantificare i valori di emissione in relazione ai limiti
indicati dalla normativa vigente in materia,
- se non ritenga utile e opportuno, al fine di tranquillizzare i residenti
delle zone limitrofe a Via Medaglia d’Oro e renderne la vita futura più
serena, chiedere al gestore di spostare in un’altra sede l’installazione del
ripetitore per la telefonia mobile, individuando un sito più idoneo e a debita
distanza da residenze e sedi sensibili;
Chiede altresì di conoscere l’entità dell’installazione nella zona e le
procedure autorizzative adottate.”
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Ass. CAPACCI: D’accordo con il Cons. Nervegna, a cui ho già
consegnato documentazione che esaminerà con il tempo, do la risposta
molto breve e laconica.
Per quanto riguarda in maniera specifica l’antenna, è in fase di
istruttoria che sarà esaminata nella Conferenza dei servizi il 18 di questo
mese. La prassi di chiedere spostamenti delle antenne dove c’è maggiore
concentrazione di siti sensibili in questo Comune è una richiesta che non
necessariamente porterà, per il potere che ha il Comune in questo campo, a
un esito positivo.
Ho consegnato al Cons. Nervegna e è a disposizione dei Consiglieri
che ne facessero richiesta i risultati dell’indagine su tutte le antenne che
abbiamo nel territorio comunale. Ogni anno facciamo almeno una misura su
ogni antenna presente sul territorio, preciso solo una cosa: non vi sono
antenne fuori norma, anzi mediamente noi risultiamo dei valori di un
milliVolt (mV) metro quadrato, contro un limite di legge dei 6 volt metro
quadrato. In nessun caso si arriva nemmeno ai 3 volt metro, che è un indice
di qualità, un indice massimo di qualità. Mi limiterei a questa affermazione.
Cons. NERVEGNA: Sarà mia cura leggere i dati che mi ha
consegnato l’Assessore, ovviamente preoccupa il fatto che non ci siano
ancora sulla possibilità di rischi alla salute di questi impianti delle certezze e
questo sicuramente ci deve fare muovere verso un senso di limitazione di
vincoli maggiori rispetto al fatto di dare autorizzazioni laddove vengono
richieste. Il fatto stesso che non ci sia certezza, credo che ci debba indurre a
limitare la possibilità di potenziamento delle antenne.
Ribadisco leggerò la documentazione che mi ha consegnato e
ovviamente poi effettuerò un ulteriore quesito o interpellanza.
Cons. GUGNONI: Non voglio fare una polemica strumentale,
perché mi sembra che in questo momento tutto rischia di essere visto in
funzione della campagna elettorale, però mi sembra altrettanto evidente…
Presidente, c’è una confusione! Presidente, mi sembra altrettanto evidente,
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dalle notizie che io ho recepito in questi 5 minuti al di fuori dall’aula, che le
sono state consegnate delle firme per un problema inerente agli asili.
Penso che, siccome la sovranità del Consiglio comunale non possa
essere messa in discussione da parte di nessuno, non dico che oggi sia
obbligatorio affrontare la discussione in merito a questo, Assessore, non mi
permetto di dirle questo, però perlomeno che il Consiglio comunale venisse
informato di quello che è avvenuto prima del Consiglio comunale, o
perlomeno che venissero informati i Consiglieri comunali che le sono state
consegnate delle firme per alcuni problemi mi sembrava doveroso, anche
perché in questo Consiglio comunale discutiamo di tutto sempre, ma quando
c’è una questione che riguarda delle famiglie forlivesi noi immediatamente
diventiamo rigidi e applichiamo rigorosamente il regolamento.
Io non so che decisione voglia prendere, però mi sembra altrettanto
evidente che la presenza di 50 genitori in questa sala non possa essere
sottaciuta! Dopodiché a suo rischio e pericolo prendere qualsiasi tipo di
decisione. Presidente, è Lei il Presidente del Consiglio comunale, Lei si
esprima, Le ho rivolto solo questo appello.
Entra il Sindaco: Presenti n. 22.
Presidente MINGHINI: Ho le copie delle firme che mi sono appena
state consegnate, ho già predisposto nella comunicazione la dicitura “copia
per il Sindaco, gli Assessori e i Consiglieri comunali. Si precisa che tale
petizione ha raccolto l’adesione di circa 800 genitori”, quindi nel corso della
seduta avrete copia della lettera, aspettavo che arrivasse il Sindaco per
consegnarla prima a Lei e poi farne copia per tutti i Consiglieri.
Cons. MILANESI: Riguardo alla lettera che ha letto prima, volevo
chiedere al Capogruppo per il rientro nel Gruppo di Forza Italia Popolo
della Libertà.
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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Presidente MINGHINI: Prima ho dato la comunicazione, di fatto
dicendo che…
Cons. MILANESI: Non c’era il Capogruppo, eravamo tutti fuori.
Presidente MINGHINI: Tra le comunicazioni iniziali ho comunicato
lo scioglimento del Gruppo consiliare denominato “Gruppo della Libertà”
da parte dei due componenti il Cons. Gasperoni e la Cons. Milanesi, che
manifestavano l’intenzione dello scioglimento del Gruppo consiliare e la
riammissione in qualche modo nel Gruppo consiliare originario, quello
all’interno del quale sono stati eletti. Ho chiesto se c’erano obiezioni,
nessuno ha sollevato questioni, quindi ho dato per acquisita la cosa, anche
indicando che la presenza nelle commissioni consiliari tornava a essere
quella originaria rispetto a quella recentemente costituita.
Cons. MILANESI: Ho voluto dirlo adesso perché c’era il
Capogruppo, prima non c’era.
Esce il Cons. Gasperoni: Presenti n. 21.
Cons. NERVEGNA: Non ero presente, quindi non sapevo di questa
cosa. Adesso apprendo che c’è una volontà di rientrare nel Gruppo
consiliare di Forza Italia, visto che di solito quando si entra in casa di
qualcuno si chiede di entrare, io dico che sono d’accordo, non ci sono
problemi e quindi se Lea Milanesi e Gasperoni Roberto chiedono di
rientrare nel Gruppo consiliare di Forza Italia, noi siamo veramente
d’accordo e anche molto felici.
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Cons. GUGNONI: Presidente, pensavo questo, dato che da qui al 6
aprile abbiamo concordato precedentemente in Conferenza dei capigruppo
che faremo dei Consigli comunali tendenzialmente a scadenza settimanale,
possiamo fare questo sulla questione sulla quale ero intervenuto
precedentemente: oggi possiamo, anche se Lei ritiene non affrontare
l’argomento, però Le chiedo formalmente a questo punto di inserire da qui
al 6 aprile, prima che il Consiglio comunale venga sciolto perché ci sono le
elezioni imminenti, una discussione, se l’Ass. Lega è d’accordo, in
Consiglio comunale sulla questione delle 800 firme e affrontare, anche
perché 800 firme ridendo e scherzando sono l’1% dei cittadini forlivesi, un
po’ di meno, però degli aventi diritto al voto.
Per cui secondo me non possiamo lavarcene le mani e fare come
Ponzio Pilato, io chiedo che il Consiglio comunale – lo chiedo formalmente
– se non oggi, entro il 6 aprile affronti la questione. Non la voglio affrontare
in Commissione, perché è ormai giunto il tempo di affrontare le questioni in
assemblea plenaria e affrontare una discussione reale sulla questione, anche
perché siamo in un momento di crisi non indifferente, e siccome il bilancio
del Comune di Forlì è in prevalenza sui servizi sociali, bisogna che di questa
questione ne parliamo seriamente.
Se voi siete d’accordo bene, se non siete d’accordo vi assumete le
vostre responsabilità.
Entra il Cons. Biondi: Presenti n. 22.
Presidente MINGHINI: Cons. Gugnoni, stiamo parlando sempre
della vertenza dei dipendenti, comunque in ogni caso…(indecifrabile)
questa è la stessa cosa, allora come forse avete già letto sulla stampa c’è una
trattativa in corso, che ha termine ultimo il 23 marzo, c’è un tentativo di
conciliazione che scadrà il 23 marzo, il 23 marzo peraltro c’è un Consiglio
comunale e quindi eventualmente in quella sede potrà essere data una
comunicazione sull’esito della trattativa di conciliazione.
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Ora passiamo agli argomenti. Come abbiamo detto in Conferenza dei
capigruppo, adesso facciamo gli argomenti per i quali non ci dovrebbe
essere discussione, dopodiché facciamo il punto n. 30 il Piano di zona per la
salute, che è l’argomento centrale della giornata.
ARGOMENTI
OGGETTO N. 25
NUOVA QUASCO SOC. CONS. A R.L. – ACCORDO
AMMINISTRATIVO
TRA
I
SOCI
AI
FINI
DELLA
CONFIGURAZIONE DELLA SOCIETA' QUALE ''IN HOUSE
PROVIDING '' - APPROVAZIONE.
Presidente MINGHINI: L’oggetto è stato visto in sede di 1^
Commissione consiliare.
Esce il Cons. Baccarini; entrano la Cons. Burnacci e il Cons.
Marabini; esce la Cons. Milanesi; entra il Conss. Nervegna e Zambianchi:
Presenti n. 24.
Entra la Vicepresidente della Consulta comunale dei cittadini stranieri
Zabsonre Lizeta.
Entrano i Conss. Guerrini, Baccarini e la Cons. Camorani; escono il
Cons. Giunchi e la Cons. Morgagni: Presenti n. 25.
Vedi deliberazione n. 32
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Presidente MINGHINI: Prima di passare agli altri argomenti,
sull’ordine dei lavori, Cons. Biondi prego. Ne abbiamo già parlato però di
questa questione.
Cons. BIONDI: Presidente, a me non interessa se Lei ne ha già
parlato, non c’ero!
Presidente MINGHINI: Non possiamo parlare sull’ordine dei lavori
e ripetere le cose due o tre volte! Se stava in Consiglio comunale quando è
intervenuto il Cons. Gugnoni!
Cons. BIONDI: Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori e noi
torniamo sull’ordine dei lavori!
Presidente MINGHINI: Se è sull’ordine dei lavori nuovo, non sullo
stesso!
Cons. BIONDI: È sull’ordine dei lavori perché io chiedo, siccome tra
l’altro in un’altra occasione molto simile a questa, con la presenza di
cittadini e operatori di questa Amministrazione comunale, vi siete lasciati
andare, alcuni Consiglieri si sono lasciati andare a giudizi e considerazioni
proprio sulla mia forza politica, adesso voglio chiarire alcuni aspetti.
Presidente MINGHINI: Sull’ordine dei lavori non si fa un
intervento, Cons. Biondi! Lei mi propone qual è il suo ordine dei lavori, non
possiamo prendere in giro ancora una volta il Consiglio comunale!
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Cons. BIONDI: Presidente, l’ordine dei lavori che chiedo io è che di
vicende come queste bisogna parlarne subito, perché non si può lasciare la
Città priva di una qualsiasi informazione rispetto alle rivendicazioni alla
situazione che vivono lavoratori di questa Amministrazione comunale e non
si può lasciare alla libera contrattazione tra le parti, perché in questo modo
si esclude una parte della Città dall’esprimere la mia opinione e il proprio
parere su una cosa che a lungo andare, prima per gli altri dipendenti e
adesso per questi signori che sono qui presenti, rischia di essere…
Presidente MINGHINI: È la stessa vicenda.
Cons. BIONDI: Allora bisogna parlarne, Lei non può esimersi dal
portare in Consiglio comunale, perché le problematiche…
Presidente MINGHINI: Cons. Biondi, se Lei chiede il voto, lo
pongo in votazione, però l’avevamo già affrontato e avevamo già deciso che
visto che c’è una vertenza in corso e che anche le manifestazioni di protesta
sono state revocate…
Cons. BIONDI: Noi vogliamo essere informati sui contenuti della
vertenza, perché si possa esprimere un’opinione, che sentono i cittadini e di
cui ci auguriamo l’Amministrazione comunale vorrà tenere di conto.
Presidente MINGHINI: Ci siamo impegnati il 23, che è il termine
ultimo della data per la conciliazione, a fare una comunicazione, la Giunta
Comunale a quel punto farà una comunicazione sull’esito della vertenza in
essere, dopodiché se Lei mi dice vuole parlarne oggi lo pongo in votazione e
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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vediamo, il Consiglio comunale chiaramente è sovrano e vediamo quello
che si vuole discutere.
Cons. BIONDI: Naturalmente, ma io non esigo che se ne parli oggi,
ma esigo che se ne parli prima del 23, perché se il 23 si conclude la
trattativa e noi non siamo stati informati prima, siccome non siamo
demagoghi dall’intervenire eventualmente a trattativa conclusa, vorremmo
potere esprimere prima (indecifrabile). Le propongo o una discussione oggi,
oppure una riunione in Conferenza dei capigruppo apposita per discutere del
problema, perché altrimenti dopo il 23 noi faremo strumentalmente solo
della demagogia a intervenire a eventuale negoziato già realizzato e questo
non vogliamo farlo.
Presidente MINGHINI: C’è una richiesta di discussione.
Entra il Cons. Avellone: Presenti n. 26.
Cons. BACCARINI: Sentite il fatto che qui siano presenti numerosi
cittadini per una vicenda che è in corso, di cui avevamo già accennato nei
Consigli comunali, sono stato zitto fino a adesso perché francamente
nessuno mi aveva informato delle ragioni e delle motivazioni per cui erano
presenti questi cittadini.
Adesso so di cosa si tratta, allora chiedo che il prossimo Consiglio
comunale, lunedì prossimo in apertura la Giunta comunale faccia una
comunicazione sulla vicenda e chiedo nel contempo che la controparte ci
scriva due righe ai Capigruppo, due righe sull’attuale situazione della
controversia, in modo che siamo informati delle posizioni dei dipendenti e
della controparte e la Giunta Comunale ci riferisca sullo stato degli atti a
lunedì prossimo, perché se dobbiamo esprimere correttamente, senza
demagogia ma correttamente, qual è il pensiero del Consiglio comunale e è
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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un problema che non riguarda solo le minoranze, credo che riguardi a
maggiore ragione vorrei dire i partiti di maggioranza, a maggiore ragione
perché alla fine a decidere sono loro, hanno la maggioranza, hanno i voti per
fare la maggioranza.
Però credo che sia opportuno fare un dibattito, perché ove le nostre
considerazioni e i nostri interventi abbiano una valutazione se non
completamente, anche significativamente positiva anche nei banchi della
maggioranza, si trovi una strada di mediazione che sia il più possibile vicina
e convincente per tutti.
Credo che sia un atteggiamento serio, che sia un atteggiamento
dovuto, che sia un atteggiamento non demagogico, tanto più che ci troviamo
a due mesi prima delle elezioni e quindi questa vicenda, se si conclude in
termini di una mediazione possibile, credo sia opportuno per tutti, per chi è
in maggioranza e per chi punta a diventare la prossima maggioranza. Chiedo
alla Giunta comunale ripeto che di questa cosa si parli lunedì prossimo,
chiedo ai rappresentanti che sono qui presenti di scriverci non un
testamento, ma 20 righe dalle quali traspaia esattamente qual è a loro avviso
l’oggetto del contendere e qual è a loro avviso la possibilità di mediazione
tra le due posizioni.
Presidente MINGHINI: Ricordo che su questa vicenda, perché è
sempre la stessa, abbiamo fatto un Consiglio comunale si è anche concluso
con un ordine del giorno, il cui esito poi sappiamo, ci ricordiamo qual è
stato. Non è che di questa vicenda non ne abbiamo parlato e a oggi, da
quello che mi risulta, non ci sono nuove.
Comunque chiedo alla Segreteria, adesso stanno facendo le copie della
petizione dei genitori, chiedo che venga fatto, io pensavo che l’avessero
visto che era stato indicato a tutti i Consiglieri, una nota dei sindacati che
penso sia arrivata o questa mattina o venerdì, chiedo che a questo punto sia
distribuita anche ai Consiglieri quella nota dei sindacati che aggiorna sulla
vertenza. Io l’ho ricevuto al mio ufficio e pensavo che l’avessero ricevuta
anche tutti i Consiglieri, evidentemente non è così e quindi chiedo che anche
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la nota dei sindacati che è venuta non mi ricordo che questa mattina o
venerdì, venga distribuita ai Consiglieri.
Nel primo Consiglio comunale utile chiederemo alla Giunta comunale
un aggiornamento della vicenda, sinceramente ancora non siamo nelle
condizioni, come ho detto in Conferenza dei capigruppo, di sapere se il 16
faremo Consiglio Comunale o andiamo direttamente al 23, al più tardi lo
facciamo il 23.
Cons. GUGNONI: Non voglio rubare tempo a nessuno, però solo per
chiarezza. Innanzitutto è una situazione diversa, dal punto di vista giuridico
è esattamente la stessa condizione di cui ci siamo trovati a discutere…
Presidente MINGHINI: Cons. Gugnoni, adesso sto facendo fare le
copie della lettera!
Cons. GUGNONI: Aspetti, voglio arrivare! Il problema è che ci sono
800 genitori nel mezzo che il 23, se succede che non si arriva a una
conclusione e mettiamo che ci sia lo sciopero da parte delle maestre, gli 800
genitori dove li mandano i bambini? Non è che possiamo rimandare le cose
così al primo Consiglio comunale utile o al secondo Consiglio comunale
utile! Dobbiamo prendere in considerazione che ci sono 800 famiglie…
Presidente MINGHINI: Ma c’erano anche l’altra volta 800 famiglie,
ce ne sono anche di più di 800 famiglie, perché sono di più le famiglie che
mandano i bambini all’asilo nido e alla scuola materna, quindi il problema
ce l’hanno tutti i giorni.
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Pag. 18
Cons. GUGNONI: Ma oltre alle maestre ci sono anche i genitori,
quindi si triplica fondamentalmente il problema!
Presidente MINGHINI: Comunque adesso facciamo fare le
fotocopie, le stanno facendo di entrambi i documenti, anche di quello dei
sindacati mi raccomando.
OGGETTO N. 26
PIANO
URBANISTICO
ATTUATIVO
DI
INIZIATIVA
PRIVATA RELATIVO AD AREA CLASSIFICATA NEL PSC/POC
VIGENTE COME AMBITO DI RICOMPOSIZIONE E RIDISEGNO
URBANISTICO DENOMINATA ''ADU 4B'', LOC. OSPEDALETTO,
VIA FAMIGLIA ZAMPESCHI – APPROVAZIONE PROGETTO E
SCHEMA DI CONVENZIONE.
Esce il Cons. Avellone: Presenti n. 25.
Presidente MINGHINI: L’oggetto è stato visto in sede di 2^
Commissione consiliare.
Escono i Conss. Baccarini e Biondi; entra la Cons. Milanesi; esce la
Cons. Burnacci; entra la Cons. Morgagni; esce il Cons. Perelli: Presenti n.
23.
Vedi deliberazione n. 33
OGGETTO N. 27
PIANO
PRIVATA
URBANISTICO
RELATIVO
A
ATTUATIVO
PRIMO
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
DI
INIZIATIVA
STRALCIO
COMPARTO
Pag. 19
UBICATO IN LOC. VILLAGRAPPA TRA LE VIE OSSI E DEL
BRALDO, CLASSIFICATO NEL PSC/POC VIGENTE COME ''ADF
10B''
-
APPROVAZIONE
PROGETTO
E
SCHEMA
DI
CONVENZIONE.
Entrano la Cons. Burnacci e il Cons. Giunchi; esce il Cons. Nervegna:
Presenti n. 24.
Presidente MINGHINI: L’oggetto è stato visto in sede di 2^
Commissione consiliare.
Vedi deliberazione n. 34
OGGETTO N. 28
PIANO
URBANISTICO
ATTUATIVO
DI
INIZIATIVA
PRIVATA COMPORTANTE VARIANTE URBANISTICA IN AREA
CLASSIFICATA DAL PSC/POC VIGENTE COME ZONA DI
NUOVO INSEDIAMENTO ''ZNI B 55'' - IN LOC. S. LEONARDO IN
SCHIOVA, VIA DEL BOSCO – APPROVAZIONE PROGETTO E
SCHEMA DI CONVENZIONE.
Entra il Cons. Avellone; escono i Conss. Farneti e Giunchi: Presenti n.
23.
Esce l’Ass. Marchi.
Presidente MINGHINI: L’oggetto è stato visto in sede di 2^
Commissione consiliare.
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 20
Vedi deliberazione n. 35
OGGETTO N. 29
VERBALE SEDUTA CONSILIARE DEL 23 FEBBRAIO 2009 APPROVAZIONE.
Vedi deliberazione n. 36
OGGETTO N. 30
PIANO DI ZONA PER LA SALUTE ED IL BENESSERE
SOCIALE
2009/2011
ASSOCIATA
DEI
E
CONVENZIONE
SERVIZI
PER
GESTIONE
SOCIALI E SOCIO SANITARI
INTEGRATI NEL COMPRENSORIO FORLIVESE - ACCORDO
OPERATIVO
PER
ACCESSO
AI
DATI
ANAGRAFICI
-
APPROVAZIONE.
Presidente MINGHINI: L’oggetto è stato visto in sede di 3^
Commissione consiliare e anche di 1° Commissione consiliare. Facciamo
entrare il Dott. Mazzoni Direttore dell’Azienda Unità Sanitaria Locale.
Entra il Cons. Biondi: Presenti n. 24.
Ass. BERTOZZI: Introduco, poi parlerà dopo di me il Dott. Mazzoni
che è il Direttore Generale dell’Azienda U.S.L., perché oggi abbiamo in
Consiglio comunale un documento che vede la programmazione sociale e la
programmazione sanitaria territoriale per la prima volta in modo integrato,
quindi è un piano per la salute e il benessere sociale che unifica i due atti
programmatici e abbiamo anche una seconda deliberazione in Consiglio
comunale, che è l’accordo di programma che adotta questo Piano e anche la
convenzione per la gestione associata dei servizi sociali e sociosanitari
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 21
territoriali, quindi la convenzione tra i 15 comuni del nostro territorio per la
gestione associata di una parte del programma del Piano per la salute e il
benessere.
Queste deliberazioni verranno assunte anche negli altri comuni, hanno
già deliberato in questi giorni due comuni, il Comune di Castrocaro ha
approvato il Piano la settimana scorsa e il Comune di Santa Sofia, tutti e due
con parere favorevole.
Questa programmazione è una programmazione che ha in questo atto
una visione strategica triennale, quindi non è un piano attuativo, non è un
piano operativo, ma è un piano di indirizzi e di obiettivi. Questo Piano
dipende dalla Legge regionale che è stata approvata nel maggio 2008, la
prima legge che istituisce i piani per la salute e il benessere e questa Legge
introduce un’ottica globale, un approccio complessivo ai temi della salute,
connettendo in maniera sempre più forte gli aspetti sociali e sanitari anche
con quelli di natura ambientale, economica, urbanistica, quindi direi che
sicuramente è un approccio fortemente integrato e globale al tema della
salute e del benessere.
D’altra parte sappiamo che circa il 40% delle malattie dipende dagli
stili di vita e dunque dai fattori socioeconomici e ambientali. Noi abbiamo
costruito questo Piano su 5 aree di lavoro, su cui hanno lavorato
professionisti in modo integrato, la prima area riguarda il rapporto ambiente
– salute, la seconda area il tema della coesione sociale e poi i percorsi di
salute per l’infanzia, l’adolescenza, i giovani, gli anziani e i disabili e il
tema del disagio mentale, delle tossicodipendenze e della medicina delle
cure primarie.
Noi dobbiamo affrontare alcune questioni molto importanti, intanto un
cambiamento demografico. Il tema della non autosufficienza è un tema di
grande importanza per i piani per la salute e il benessere, circa il 23% della
popolazione anziana e quindi questo tema della non autosufficienza e della
cronicità sarà una delle questioni all’attenzione dei percorsi di salute. Ma
abbiamo anche, dicevo prima, un insieme di indicatori che riguardano gli
stili di vita che destano allarme, il tema dell’abuso, dell’abitudine al fumo e
dell’abuso di alcol, dell’eccesso ponderale, abbiamo un cittadino su 4 che è
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 22
sovrappeso. Questi aspetti incidono notevolmente sulla predisposizione
delle patologie.
Abbiamo poi alcuni elementi che riguardano la prevenzione degli
incidenti come questione anche molto attuale nei luoghi di lavoro, così
come incidenti stradali e abbiamo da mettere mano alla crescita del
consumo dei farmaci come fenomeno non appropriato rispetto anche qui
agli stili di vita. Poi ci sono alcune situazioni che debbono destare
attenzione: l’aumento delle patologie legate agli aspetti psichici e
relazionali, noi abbiamo che in Italia la malattia mentale rappresenta oggi la
terza causa di morte, e l’aumento infine dell’uso delle sostanze.
Sono indicatori che noi abbiamo valutato nel profilo di comunità per
poi stendere le proposte programmatiche, che dicevo prima introducono
delle novità dal punto di vista proprio dell’approccio integrato e della
continuità dei percorsi di cura, dalla prevenzione alla cura alla riabilitazione,
quindi un metodo anche di programmare gli interventi e di fare interagire i
diversi settori che è assolutamente nuovo.
Noi abbiamo quindi introdotto, in questo Piano, anche azioni
strutturali, per esempio si prevedono attivazioni di day hospital e anche di
una diversa tipologia di strutture diurne e residenziali per dare risposta alla
complessità dei problemi che sono in campo, così come nell’ambito sociale
sono stati declinati in modo molto preciso i temi....
Presidente MINGHINI: Cerchiamo di fare silenzio! Capisco che è
stato già visto in Commissione consiliare, però credo che bisogna avere
rispetto per chi interviene, peraltro su un argomento così importante,
cerchiamo tutti quanti di prendere posto e di fare silenzio, altrimenti visto
che sarà una discussione sicuramente che potrà coinvolgere molti dei
Consiglieri, quindi durerà abbastanza a lungo, usciamo un attimo dall’aula.
Anche la dirigenza, Segretario Generale, usciamo un attimo perché così
disturbiamo.
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 23
Ass. BERTOZZI: Abbiamo presentato dicevo questi contenuti
nell’ambito delle tre udienze conoscitive delle tre commissioni consiliari
che abbiamo fatto, però io credo che è utile sottolineare alcune questioni,
perché non tutti i Consiglieri erano presenti nelle commissioni e comunque
questo è il dato del Piano, sono i tratti innovativi di questo Piano.
Abbiamo una rete dicevo di interventi per gli anziani, per la disabilità
e l’infanzia molto strutturata, ci saranno delle innovazioni nei prossimi 3
anni, vengono delineati progetti nuovi sulla base dei bisogni più flessibilità
e maggiore articolazione degli interventi per i disabili, soprattutto anche in
riferimento al dopo di noi, alla possibilità di accoglienza laddove non c’è la
famiglia, così come sono stati pensati per quanto riguarda i minori e la
famiglia degli interventi di sostegno ai genitori e anche in particolare ai
nuclei mono genitoriali, che oggi rappresentano il 20% della nostra
popolazione.
Dicevo le 5 aree di intervento e un riparto di risorse, le risorse del
Piano sono le risorse che derivano dai soggetti che partecipano ai
programmi, quindi l’Azienda U.S.L., i 15 Comuni, la Provincia, la Regione
ovviamente che destina fondi al Piano territoriale per la gestione associata.
Il riparto vede un investimento naturalmente maggioritario per quanto
riguarda la popolazione anziana, a cui viene destinato circa il 29% degli
interventi, poi la popolazione infantile, la disabilità etc.. Il riparto ci dice
anche che su un bilancio complessivo proiettato sul programma di oltre 100
milioni di Euro all’anno, il 51% di queste risorse sono risorse che derivano
dal fondo sanitario, il Dott. Mazzoni ci dirà e sono quindi i medici, tutta
l’organizzazione della medicina dei nuclei di cure primarie, ma anche i
consultori, i servizi per le tossicodipendenze, la psichiatria. Le grandi voci
di intervento sono queste.
Il 51% delle risorse deriva dal programma distrettuale dell’Azienda, il
16% dai bilanci dei comuni e poi il resto dalla Regione. Abbiamo avuto in
questi anni un investimento in questi ultimi 5 anni, che ha avuto una
progressione in aumento, soprattutto grazie al fatto che c’è stata una
assegnazione regionale del fondo della non autosufficienza, che ha
implementato le risorse a disposizione nei percorsi post acuto e cronico.
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 24
Il Piano è strutturato in questo modo: sono indirizzi triennali, poi le
conferenze e i distretti dovranno realizzare invece i piani attuativi annuali.
L’accordo di programma che dicevo è stato già deliberato da alcuni comuni,
come il Comune di Castrocaro e il Comune di Santa Sofia, però entro il 20
marzo attendiamo le deliberazioni dell’accordo di programma di tutti i 15
Comuni.
L’accordo di programma è una modalità che impegna i 15 Comuni,
l’Azienda e la Provincia, che ha in questo ambito una funzione di
osservatorio e di monitoraggio e raccolta dati. Dicevo l’accordo di
programma contiene al suo interno anche una convenzione per la gestione
associata tra i comuni, voi sapete che dal 2000 in questo territorio c’è una
gestione associata dei servizi, in particolare dei servizi che riguardano i
disabili e l’infanzia. Forlì funge da capofila per la gestione di questi servizi,
anche per la gestione del personale.
Questo rinnovo di convenzione tra i 15 Comuni, questa scelta di
rinnovarlo deriva anche dai risultati, da una valutazione positiva che è stata
effettuata. Noi siamo riusciti in questi anni a portare maggiore omogeneità
nei territori, maggiore prossimità nei servizi, il fatto di programmare e di
gestire in forma associata ha portato risultati secondo noi positivi, quindi
viene confermato questo modello.
Ogni comune partecipa rispetto al fondo associato con una quota
proporzionale alla popolazione e nel programma annuale di gestione dei
servizi vengono poi destinate come dicevo prima le risorse che provengono
dalla programmazione regionale degli Enti Locali e della A.S.L.. L’accordo
ha una validità triennale, noi abbiamo avuto una proroga fino a aprile di
quest’anno e quindi andremo con questa deliberazione di oggi a
riconfermarlo.
Per terminare, per dare la possibilità poi ai Consiglieri di intervenire,
io credo che intanto è stato fatto un percorso partecipato, le schede
programmatiche, gli obiettivi sono stati condivisi con anche i rappresentanti
del Terzo settore, continuerà questo lavoro di concertazione con i territori
coinvolgendo gli operatori, c’è stato un lavoro integrato e partecipato e
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 25
anche un percorso partecipato, che da ottobre questo Piano è stato preparato
con un percorso che ci ha visto partire in ottobre dell’anno scorso.
Concludo dicendo questo: in un momento in cui si parla di crisi nei
territori nel nostro Paese, io credo che una programmazione che mette, che
consolida, che innova i modelli di assistenza sia un fattore di sviluppo, io
credo che sia molto importante questa fase della programmazione regionale
locale anche perché sono convinta che migliorare la qualità dei servizi,
migliorare la qualità anche della coesione sociale sia un contributo allo
sviluppo del nostro territorio.
Termino qui, lasciando al Dott. Mazzoni che è il nostro Direttore
Generale dell’Azienda la parola per quanto riguarda in particolare la parte di
programmazione sanitaria, che è contenuta nel Piano.
Entrano i Conss. Nervegna e Baccarini: Presenti n. 26.
Esce l’Ass. Buffadini.
Dott. MAZZONI: Riprendo dalle ultime affermazioni dell’Ass.
Bertozzi circa l’importanza di un sistema di welfare del nostro territorio, che
possa anche essere strumento per garantire lo sviluppo e la crescita di una
comunità e l’importanza di questa fase progettuale, che è partita a livello
regionale con il Piano sociale sanitario della Regione Emilia Romagna, che
per la prima volta ha trattato le questioni di carattere sanitario e di carattere
sociale in maniera unitaria all’interno di un unico contesto programmatorio,
poi successivamente l’atto di indirizzo approvato dalla Conferenza sociale
sanitaria, attraverso la quale sono state tracciate le linee di indirizzo sia per
quanto riguarda l’adozione del Piano di zona per la salute e il benessere, sia
per quanto riguarda il successivo Pal che l’Azienda sanitaria si sta
apprestando a elaborare per quanto riguarda la struttura e l’organizzazione
dei servizi sanitari, che come diceva anche l’Ass. Bertozzi entrano in una
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 26
visione più complessiva di tutto quello che è la pianificazione relativa al
welfare di questo territorio.
Devo dire che in questo periodo, al di là del compito che la normativa
ci ha dato di adottare una nuova programmazione per il triennio 2009 /2011,
questo è un momento anche di grande riflessione in relazione a quelli che
devono essere i confini del welfare, quello che deve essere il ruolo
dell’Azienda sanitaria in questo contesto, anche quella che è una dimensione
diversa, diciamo olistica della salute, perché ormai è confermato – ce lo
siamo già detti – che se i servizi sanitari influiscono per il 20 – 25% sullo
stato di salute di una popolazione, l’ambiente e quindi quelli che sono i
fenomeni demografici, quelli che sono i fenomeni di immigrazione, quelli
che sono gli stili di vita, quelle che possono anche essere altre contingenze
con una crisi economica come quella che stiamo vivendo incidono molto di
più, si stima sul 40%.
Per cui di fronte a una società che cambia, a bisogni nuovi,
consideriamo che il 35% dei nostri assistiti sono anziani immigrati ormai,
quindi una grande componente sociale che richiede servizi sanitari, per cui il
ragionamento, l’organizzazione, il dimensionamento dei servizi deve tenere
conto anche di questi fenomeni di carattere ambientale, quindi un’attenzione
particolare a quella che è tutta la parte relativa alla prevenzione e tutte
quelle che sono le politiche di promozione della salute.
Come si posiziona l’Azienda U.S.L. di Forlì in questo contesto che è
cambiato e che sta cambiando rapidamente? D’altronde un Piano triennale
deve guardare sempre e comunque anche al futuro, se noi pensiamo che
possiamo definire delle strategie per un arco di tempo triennale e a non
guardare oltre commettiamo un errore: è quello che è stato fatto poi in
questo territorio, in questa Azienda sanitaria.
Il Piano zonale per la salute e il benessere sociale che oggi il
Consiglio comunale approva e il prossimo Pal che l’Azienda sanitaria
adotterà e predisporrà stanno dentro a una politica e a strategie sanitarie che
vengono da prima, da lontano, dagli inizi degli anni 2000, una sanità che ha
cambiato anche prospettiva, da una sanità che era molto ospedalocentrica a
una sanità che mette il cittadino al centro del sistema, con i suoi bisogni, con
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 27
la necessità di avere i servizi e questi sono i principi della nostra Azienda di
prossimità dei servizi, sempre più vicini ai bisogni dei cittadini, di equità
d’accesso, di inclusività. Rischiamo oggi, di fronte anche a quella che è la
crisi economica, di trovarci di fronte a nuova emarginazione, nuove
difficoltà. Noi abbiamo bisogno di un sistema che tenga, che eviti il crearsi
di disuguaglianze.
È per questo che negli anni passati il Piano programmatico che
l’Azienda ha adottato per il 2005 /2009, oltre a dare sviluppo e corpo a
quella che era la assistenza ospedaliera, si è preoccupata di costruire anche
una assistenza territoriale strutturandola in maniera adeguata, a quelle che
erano logiche come dicevo prima di inclusione, di prossimità e di equità di
accesso, per cui anche nel territorio, che come dicevo qui in questa realtà ha
trovato una forte strutturazione con i nuclei di cure primarie da ultimo, ma
prima con ospedali di prossimità, Forlimpopoli e Santa Sofia, con i country
hospital nei territori fuori, con il fondo regionale per la non autosufficienza.
Quindi si è cercato, secondo un progetto, una logica ben definita, di dare
sviluppo a queste strutture territoriali, mantenendo comunque una sanità
ospedaliera ai più alti livelli.
Teniamo presente, proprio per fare un accenno su come sono cambiate
dal punto di vista strutturale le cose, se qualche tempo fa, non molto tempo
fa, una decina di anni fa l’ospedale incideva per il 70% in muri e per il 30%
in tecnologia, oggi stiamo andando verso un ribaltamento di questi
parametri, oggi i muri incidono per il 30% e la tecnologia, quando mi
riferisco alla tecnologica non penso solamente alle attrezzature, ma penso
alle competenze, ai saperi, alle metodiche, incidono molto più dei muri e
questo anche dal punto di vista della gestione economica cambia molto. I
muri si fanno una volta ogni 40 /50 anni, la tecnologia la sostituiamo e la
cambiamo ogni 7 /8 anni, quindi in termini di investimento questo vuol dire
molto.
È per questo motivo che in questa realtà si è fatto una scelta ben chiara
e ben precisa di concentrazione, un ospedale a alta intensità di cura dove la
tecnologia gioca un ruolo rilevante, ma con intorno tutta una serie di
strutture territoriali di prossimità, come prima ho elencato, che possono dare
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 28
risposte di primo e di secondo livello di carattere integrato, sociale e
sanitario, in relazione a quelli che sono i bisogni dei cittadini. E questo dal
punto di vista strutturale penso, ragionando con i sindaci del territorio trovo
conferma e dal punto di vista strutturale possiamo dire che questo percorso,
questo progetto, che oggi altri stanno anche copiando da noi, noi abbiamo
iniziato qualche anno fa e si può ritenere soddisfacente e buono.
Noi oggi cos’è che abbiamo bisogno di fare? Oggi abbiamo bisogno di
fare funzionare bene la nostra organizzazione, se dal punto di vista
strutturale di modello assistenziale possiamo dire di avere imboccato una
strada giusta, quindi possiamo essere soddisfatti di questo percorso, noi
abbiamo bisogno di far funzionare bene il sistema, di perseguire
un’efficienza organizzativa che passa attraverso la definizione di percorsi
assistenziali certi, condivisi con i professionisti e che diano le più ampie
garanzie.
Noi abbiamo bisogno di operare molto su questo fronte, anche
attraverso una medicina di iniziativa. Prendendo qualche studio che altre
realtà hanno fatto sui consumi sanitari, ci si è accorti che in alcune realtà,
dove queste analisi sono state fatte, anche quei territori dove hanno la più
alta spesa sanitaria non c’era adeguata equità, ripeto anche dove c’erano i
livelli più alti di spesa ci si è accorti che non presidiare la domanda, non
governare il sistema nelle risposte alla domanda dava disuguaglianze: c’è
chi consumava più di quello che aveva bisogno e chi invece non riusciva a
avere quello di cui aveva bisogno. C’era un’alea.
D’altronde se il sistema non lo governi, prima l’Assessore faceva
l’esempio della spesa farmaceutica che nel nostro territorio è a un livello
alto, però guardando i dati che l’osservatorio regionale ci dà noi possiamo
dire che su tutta la parte territoriale abbiamo un livello di spesa pro capite
che rispetto alla media regionale è più alta, noi diamo un’assistenza
distrettuale per esempio e quindi tutta la parte dei medici di famiglia, la
spesa per la medicina di base – questi sono i dati del 2007, perché ancora
quelli del 2008 non li abbiamo – è presso la nostra Azienda di 968,47 Euro
contro una media regionale di 919,50, abbiamo una assistenza per gli
anziani.
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 29
Il nostro territorio sul fronte della spesa per gli anziani è uno dei
territori che anche in termini di parametri regionali è quello più vicino agli
standard,
abbiamo
per
quanto
riguarda
i
posti
letto
per
gli
ultrasettantacinquenni in strutture protette, quindi la residenzialità protetta
che rispetto al parametro standard regionale del 4% siamo al 3,83, siamo
uno dei territori che ha il parametro più alto, conseguentemente abbiamo
anche una spesa per l’assistenza agli anziani più alta della media regionale
(880,89 Euro contro i 606,22 della media regionale), una spesa specialistica
che anche questa rispetto alla media di 260,30 e la media regionale di
279,50.
Come dicevo prima anche dove questi dati sono stati analizzati, dove
la spesa era più alta non c’era la garanzia di equità, perché le forze che sono
all’interno del sistema sono diverse, c’è anche una diversa strutturazione
della nostra società. Ormai c’è una grande diversità, cittadini che hanno
livelli culturali molto alti e cittadini che hanno dei livelli invece più bassi,
per cui anche questi elementi a volte portano poi a dei comportamenti
sanitari diversi, a volte ci sono anche dei condizionamenti esterni.
Noi quello che cercheremo di fare e mettere nel Pal è una politica
molto attenta e di governo di regia sui percorsi assistenziali, dando anche le
giuste informazioni e i giusti indirizzi ai cittadini, in maniera tale che quel
patrimonio, quella ricchezza che abbiamo messo in campo in questi anni, un
altro dato noi il fondo regionale per la non autosufficienza l’abbiamo
utilizzato tutto e forse non ci basterà anche per le ragioni che dicevo prima,
perché di fronte a quello che può essere un periodo di crisi i bisogni
assistenziali della gente aumenteranno non pensiamo che questo non abbia
effetti anche sul consumo di certi servizi, da parte di quelle fasce che si
troveranno, a differenza di altri momenti, in una fase di difficoltà, di
emarginazione. Noi il fondo per la non autosufficienza l’abbiamo utilizzato
tutto, dando risposte che riteniamo anche adeguate.
Tutto questo patrimonio e tutto questo capitale deve essere governato
e l’attenzione che metteremo, dopo che la parte strutturale l’abbiamo fatta,
la parte ardua l’abbiamo messa in piedi, l’ospedale con la sua alta intensità
assistenziale, con delle tecnologie di grande livello, che come dicevo prima
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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dovranno continuare a esistere, a esserci, non è che con questo ci si
disimpegna sul fronte ospedaliero, l’alto livello tecnologico e di competenza
e di qualità prestazionale lo si vuole mantenere, ma come dicevo
l’attenzione a quelli che sono i percorsi assistenziali, la presa in carico del
cittadino, il governo e la regia di quello che deve essere la risposta alle
domande assistenziali dei cittadini.
E questo per evitare che ci possano essere disuguaglianze, che
possono derivare o da discrasie all’interno del sistema, perché come dicevo
prima chi non ne ha bisogno non deve consumare perché può farlo, oppure
ha una facilità di accesso anche in termini di conoscenza rispetto invece a
chi ha bisogno e quindi quello di cui ha bisogno deve essere dato e fornito.
Questa come dicevo sarà la linea che seguiremo, senza dimenticare la
parte ospedaliera, secondo quelle logiche che ci siamo dati non tanto di
capillarità dell’assistenza ospedaliera, anche se oggi ci sono tecnologie di
grande avanguardia, delle medicine che possono portare anche in zone
remote quello che può servire in termini assistenziali, la logica della
concentrazione delle tecnologie e dei saperi, la logica (indecifrabile), se non
a 2 anche a 3 o 4 livelli.
Ci sono prestazioni specialistiche che hanno bisogno di essere
concentrate, con intorno tutta una rete di servizi di prossimità territoriali, di
assistenza domiciliare, con un governo forte del sistema, quindi con
un’iniziativa non molto una medicina d’attesa riparativa, curativa, ma una
medicina di iniziativa che partendo anche da tutta la parte di prevenzione, di
promozione della salute, passando poi per i servizi territoriali fino ai servizi
specialistici, in un unico sistema all’interno di percorsi unici e condivisi
possa dare la migliore risposta assistenziale ai bisogni del cittadino, di quel
cittadino che come dicevo all’inizio diventa e è già la centralità, si pone al
centro del sistema e non i professionisti, non le strutture, non altri soggetti,
ma il cittadino al centro e in relazione ai bisogni dei cittadini si creano i
servizi assistenziali che devono essere erogati.
Entra l’Ass. Marchi.
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 31
Cons. BIONDI: Voglio scusarmi intanto perché ho chiesto di
intervenire subito, perché poi per ragioni diverse di carattere personale
dovrò assentarmi, quindi chiedo scusa per il fatto che non sarò presente a
eventuali repliche, a eventuali risposte.
Contesto questo metodo e lo faccio a malincuore, perché credo più che
mai in questo settore e in questo campo. Vorrei potere dire e plaudire a una
gestione efficace e efficiente delle risorse, dei mezzi e degli strumenti che si
mettono a disposizione, che si possono avere e che si hanno a disposizione,
perché come ho già avuto modo di dire in altre occasioni questo è un settore
sul quale non si scherza. Ma contesto il metodo di carattere complessivo e
generale a partire da alcune considerazioni che sento fare dagli esperti, o per
dirla con maggiore precisione a partire da alcune considerazioni e
affermazioni che fanno gli esperti.
Sentivo poc’anzi il Direttore dirci per esempio, indicarci, nominarci,
comunicarci, farci presente, rinnovare alla memoria di ciascuno di noi il
dato per esempio sull’alta spesa sanitaria sociale del nostro territorio, eppure
fino a qualche minuto prima si era soffermato sulla necessità di definire
meglio alcuni percorsi di carattere assistenziale, proprio per evitare elementi
disequità, il che significa che vedo giusto quando lamento il fatto che
qualcosa non vada in ragione di questo duplice aspetto: un’alta spesa e una
presenza di condizioni di inequità etc. etc..
Ma non è solo questo purtroppo, è anche tutto questo meccanismo e
badate bene uso questi termini non per squalificare l’iniziativa in sé per sé,
ma per farmi comprendere e capire in termini – se si può usare questo
termine in questo settore – politici, è la farraginosità di questo meccanismo,
la complessità e il tentativo persino, attraverso questo accordo di
programma, di fare diventare questo momento, questo dato un fatto di
carattere più generale e concertativo non secondo l’accezione più nobile del
termine, ma secondo un metodo e un concetto che rischia di scadere nella
clientela, oserei quasi dire nel conflitto di interessi per alcuni aspetti, perché
quando al tavolo concertativo siedono parti interessate poi in qualche modo
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 32
– sto facendo dei ragionamenti – alla gestione con proprie attività, non solo
senza fini di lucro ma anche lucrative per qualche aspetto, il rischio è che
questo meccanismo che io definisco farraginoso possa diventare altra cosa.
Sono poco preoccupato di questo, c’è anche questo rischio ma sono
poco preoccupato, perché tutto sommato cosa volete che sia un po’ di
clientela? Turba il meccanismo democratico del confronto quotidiano, ma
un po’ di clientela non rovina: no. Il meccanismo che mi preoccupa è un
altro, è capire quale tipo di risposta uno stato, un paese, una città, un
comune, una provincia, un’area vasta devono dare per fare fronte
all’emergenza e alle situazioni che si presentano quotidianamente, anche
nuove, sul piano sanitario.
E allora mi preoccupo che una parte di questa spesa, che è alta e che
probabilmente nel tempo dovrà diminuire perché dovrà trovare momenti di
efficacia che consentono anche un risparmio sulla spesa sanitaria e percorsi
che possono in qualche modo diminuire la richiesta di interventi in questo
senso, mi preoccupa il fatto che questa spesa alta venga indirizzata verso
taluni settori e meno verso altri, perché in questo senso si riduce la
possibilità di dare risposte vere, concrete.
Voglio fare un esempio per Forlì. Noi abbiamo è vero nel settore
ospedaliero eccellenze e momenti di grande capacità professionale e di
risposta tecnologica e specialistica, ma noi proprio per questa ragione a
volte ci troviamo nell’insufficienza di dare una risposta casualmente a chi
capita, a volte anche a cittadini del nostro stesso territorio, perché alcune
efficienze comportano una migrazione per esempio di altri cittadini nel
nostro territorio. Allora quella che apparentemente può sembrare
un’eccellenza rischia di diventare una disequità, perché non riesce a dare in
tempi certi e solleciti, perché naturalmente in questo settore il tempo e la
sollecitudine ha la sua importanza, risposte ai cittadini e quant’altro.
Allora la prima preoccupazione è di seguire efficacemente e non solo
questo progredire, questo crescere della capacità di dare risposte e quindi
della richiesta che proviene di per sé stessa nei mercati. Se noi intendiamo
questa come priorità, sul piano della spesa dobbiamo indirizzare gran parte
dei volumi di spesa che intendiamo dedicare al nostro sistema sanitario
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 33
complessivo, anche a quello che si attiene più all’aspetto di carattere sociale,
perché badate bene non capisco cosa voglia dire salute e benessere sociale, o
meglio lo capisco ma vorrei capire esattamente come nella sanità moderna si
intenda intervenire per dare soluzione ai problemi veri, perché vorrei capire
che fine hanno fatto per esempio i medici di base, che non vedo citare mai e
che invece sono una struttura capillare, alla quale i cittadini si rivolgono in
prima istanza, in molte occasioni integralmente, per avere poi indirizzi etc.
etc..
Sento parlare di percorsi assistenziali certi, condivisi con i
professionisti,
ma
dovrebbero
eventualmente
percorsi
di
essere
assistenza
i
professionisti
sociale
diversi,
a
indicare
conoscendo
evidentemente nel caso dei medici di base, se non lo conosce il medico di
base chi lo deve conoscere?
È proprio il meccanismo che io contesto, ma contesto non perché sono
facile alle contestazioni, non è nel mio stile e nel mio carattere, ma perché
naturalmente mi pongo il problema di migliorare le condizioni nelle quali
noi operiamo in questo senso. E le risorse che utilizziamo sono risorse che
provengono da tutti i settori, perché poi non dobbiamo fare, questa mattina
nella stampa leggevamo di un contributo della Fondazione 400 mila Euro mi
pare per questo settore in particolare, quindi le risorse che utilizziamo sono
altre oltre queste.
Io sono convinto, estremamente convinto che in questo settore
dobbiamo fare un’operazione di verifica delle priorità e delle compatibilità e
sono convinto che la distribuzione di più momenti organizzati nel territorio,
che tengano conto della necessità di un’assistenza sociale, di una assistenza
particolare e quant’altro non giochi, non deponga a favore di una crescita
complessiva della nostra struttura sanitaria, che pure considero per molti
aspetti in alcuni momenti molto importante e molto qualificata.
Poi c’è un altro ragionamento che voglio fare: attenzione! In
un’operazione più complessiva di area vasta – qui lo voglio dire, per quello
che so leggere tra le righe naturalmente – secondo me noi corriamo un
pericolo e a seguito dell’individuazione di questo pericolo vorrei dire anche
una cosa precisa sulla classe dirigente del nostro territorio, noi per esempio
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il pericolo che in funzione dell’area vasta perdiamo momenti importanti e
fondamentali di qualità della nostra capacità e della nostra risposta sanitaria
etc. etc. ce l’abbiamo.
Il Sindaco ci tranquillizza e ci rassicura in ogni occasione, a ogni
nostra domanda, ma per esempio sul trasferimento di anatomia patologica
sono obiettivamente preoccupato, perché non mi tornano i conti, perché
mentre da una parte ricevo tutte le assicurazioni da parte del Sindaco,
quando passo da Pievesestina e quando leggo i giornali noto delle strutture
che crescono e che quindi in qualche modo dovranno essere poi riempite –
perché vedo anche le targhe che ci sono – da quei servizi che invece,
secondo me, non possono essere trasferiti perché rischiano di dequalificare
un servizio come quello per esempio in questo caso di chirurgia, che dal mio
punto di vista è eccellente e può rimanere tale solo nella misura in cui non lo
priviamo di quella che si chiama prossimità di servizi adiacenti etc. etc..
Ma abbiamo altre realtà, vedo, mi rendo conto, in altri settori l’ho
anche detto sulla stampa, voglio fare un riferimento anche all’Irst. Abbiamo
creato qualcosa di estremamente positivo e valido per la nostra collettività,
ma non possiamo viverlo in questi termini, perché più un momento di
eccellenza e di approfondimento scientifico si pone l’obiettivo di migliorarsi
e di qualificarsi, più dobbiamo capire come vada seguito, vada in qualche
modo sostenuto e in che ambito vada sostenuto.
Ho preoccupazioni per il futuro dell’Irst magari quando dovesse
mancare, per una sua decisione personale e non per altre ragioni, il Prof.
Amadori: ho preoccupazione perché non vedo – è l’ultimo ragionamento, è
quello che avevo preannunciato prima – una classe politica forlivese che
sappia giocarsela sul piano della capacità di valorizzare le cose che noi
abbiamo e che in qualche modo abbiamo voluto e che in ragione delle
intelligenze e delle scelte che abbiamo presenti sul nostro territorio si sono
create, non vedo una classe politica capace di valorizzare questo aspetto e di
valorizzarlo nel rapporto con altri, perché purtroppo anche in questo settore
giocano le logiche di campanile, che non è propriamente l’abiurare o il
contestare la dimensione di area vasta su alcuni aspetti, ma è il tentativo di
non fare diventare l’area vasta semplicemente un arricchimento degli altri e
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lo svilimento e l’impoverimento di ciò che invece abbiamo costruito. In
questo deve intervenire la politica, io vedo una politica poco impegnata da
questo punto di vista.
Quindi dico attenzione, perché se non sappiamo gestire bene questi
aspetti, e secondo me con questo protocollo non potremo gestirli bene,
rischiamo in qualche modo – ecco perché il titolo non è forte – di sprecare
delle risorse, che invece potrebbero essere utilizzate in modo diverso e
magari, con qualche efficienza e qualche tentativo di renderla più efficace,
anche potremo ridurla.
Esce il Cons. Nervegna; entra il Cons. Gasperoni: Presenti n. 26.
Cons. GUGNONI: Anch’io come il collega Biondi ho chiesto di
intervenire subito, perché anche per impegni nel mio caso di studio devo
andare a Bologna, di studio di dottorato.
La questione sul Piano sociale di zona, a parte che non mi piace molto
la dicitura, questa cosa è un fatto puramente estetico, però dal punto di vista
puramente estetico chiamare il Piano della salute e del benessere mi sembra
abbastanza pleonastico, la questione è questa: l’Ass. Bertozzi lo sa sono
sempre stato abbastanza convinto che sul territorio provinciale il lavoro che
viene fatto è un lavoro in un certo qual modo condivisibile, è un lavoro che
può portare bene allo sviluppo del settore nel territorio provinciale.
Tra l’altro io vengo da un comune come quello di Meldola, in cui
inevitabilmente l’insediamento dell’Irst, con tanti problemi evidentemente
perché quando ci sono cose grandi ci sono anche tanti problemi, però non si
può non dire che di per sé abbia portato qualche beneficio, oltre a essere
naturalmente una delle due strutture di eccellenza in Italia per la ricerca sul
cancro ..(indecifrabile)… ho fatto un riferimento, Romano, come tu ogni
tanto fai, lo so che l’hai chiesto per ovvie ragioni!
Dal punto di vista della gestione, penso che non si possa addebitare a
questo programma, a questo Piano una critica ben definita e dura come
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quella testé effettuata dal Cons. Biondi, tuttavia ci sono alcune questioni che
vanno esaminate, evidentemente in primis va esaminato un ragionamento
che è stato fatto più volte dal Sen. Baccarini, ovvero che per mantenere
alcuni centri di eccellenza come può essere per esempio quello dell’Irst,
abbiamo inevitabilmente depotenziato - questo dal punto di vista della
discrezionalità amministrativa è un ragionamento politico, non è
evidentemente un ragionamento puramente tecnico - alcune strutture
dell’ospedale Morgagni Pierantoni.
Questa è una scelta che è stata effettuata, una scelta che io in un certo
qual modo contesto e contesterei a maggiore ragione nel momento in cui,
nonostante le varie continue rassicurazioni da parte del Sindaco prima in
Consiglio Comunale, poi sulla stampa, poi anche oggi in Conferenza dei
capigruppo, a espressa domanda rivolta al Sindaco dal Cons. Biondi per
quanto riguarda la questione di anatomia patologica noi vorremmo una
risposta definitiva da questo punto di vista, perché anatomia patologica è
una delle eccellenze, poi io penso che sul tecnico interverrà con molta più
chiarezza e molta più precisione il Cons. Zambianchi di Forza Italia, però io
penso che anche solo uno spostamento parziale dell’attività che viene svolta
a anatomia patologica potrebbe essere un ulteriore depotenziamento
dell’attività sanitaria locale, perché di questo poi stiamo parlando:
dell’attività sanitaria locale.
Detto questo, purtroppo, e concludo perché penso che sull’argomento
sia stato sviscerato un dibattito che oggi trova solo il suo culmine nella
plenarietà dell’assemblea, ma che evidentemente è frutto di un percorso
fatto in tutte le commissioni. È evidente, è altrettanto evidente che c’è un
problema di clientela, ma in questa Città purtroppo e in questa Provincia
purtroppo questo sistema di potere ormai ha invaso tutto e su tutto si
potrebbe parlare di clientelarismo o di clientelismo. A Biondi questo non
scandalizza, a me invece dà un po’ più noia detto in termini molto chiari, dà
un po’ più noia perché, e su questo naturalmente il Direttore non ha alcun
tipo di responsabilità, ma che in questa Città ci sia un sistema di potere che
è in grado di garantire cose a qualcuno e di avere in ogni settore figli e
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figliastri è abbastanza evidente e è quello per cui noi combattiamo in questo
Consiglio comunale.
Mi aggancio a questo per concludere, per dire semplicemente una cosa
che ho detto in precedenza a un’espressa domanda rivoltami da alcuni
giornalisti. Innanzitutto spero che vinca Rondoni e lo dico senza alcun tipo
di problema, perché evidentemente sostenendolo speriamo che vinca
Rondoni, ma se per caso non vincesse Rondoni quello che mi preoccupa è
quello che sta accadendo intorno al Partito Democratico, perché si apprende
sulla stampa in questi giorni, e questo non lo posso sapere perché Dio grazie
non partecipo alle assemblee interne del Partito Democratico, che il neo
candidato a sindaco Prof. Balzani vuole fare… permettete siamo alla fine
dei Consigli comunali, se non parliamo di queste cose!
L’Ass. Zanetti è andata a fare un incontro con le scuole superiori e
non ha parlato altro che delle ronde, io in Consiglio comunale potrò parlare
di quello che voglio no?! Siccome si parla delle ronde, lo doveva tirare fuori
davanti al Prefetto come ho fatto io, non andare a parlare ai ragazzi di quinta
superiore, va beh aperta e chiusa parentesi. Siccome mi sono giunte queste
voci, aperta e chiusa parentesi perché ormai al peggio non c’è mai fine,
premesso che non sono d’accordo sulle ronde e l’ho già detto e l’ho detto
nelle sedi istituzionali corrette, però siccome qui l’Assessore all’urbanistica
è contemporaneamente anche Assessore alla cultura, non ci si capisce più
niente!
A parte questo, stavo dicendo e concludo il ragionamento, perché non
voglio rubare troppo tempo ai colleghi, che si legge sulla stampa locale che
il candidato a sindaco del Partito Democratico farà una Lista Civica e questo
dimostra tutta la debolezza e la confusione interna al Partito Democratico.
Credo che se il Partito Democratico è anche il fallimento del progetto del
Partito Democratico a livello locale, perché uno che esce dalle primarie
eletto come candidato del Partito Democratico, il giorno dopo si sveglia e
dice “siccome ho paura di perdere i voti, faccio una Lista Civica”, siamo
veramente sulla soglia del ridicolo!
A parte questo, penso che alla Città si debba fornire un’alternativa
reale, si debba sostenere che il Partito Democratico è in crisi in confusione,
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non è più in grado di governare questa Città e che siamo pronti, se i cittadini
lo vogliono. Aspettiamo l’8 giugno, siamo partiti, anche l’Inter non vinceva
mai niente, Marco, e so che tu sei interista, eppure ha cominciato a vincere!
Per cui può succedere che anche in questa Città, come dice il vostro buon
amico Franceschini, (indecifrabile) perché quello che fa ridere è che
Franceschini, che ha partecipato da primo attore alla creazione del buio in
questa Regione, oggi va in giro a dire (indecifrabile).
Penso che siamo alla conclusione di un percorso e spero realmente che
a partire da tutto, anche se dico che il settore della sanità è uno di quelli che
secondo me in questi anni è stato amministrato con più intelligenza, anche
se ci sono stati degli scontri, ma con più intelligenza e con più buonsenso,
speriamo che dalla prossima legislatura il Piano di zona lo proponga a
questo Consiglio comunale qualcun altro.
Esce la Vicepresidente della Consulta comunale dei cittadini stranieri
Zabsonre Lizeta.
Entra il Cons. Valentini; esce il Cons. Biondi: Presenti n. 26.
Cons. TAMPELLINI: Tornerò un po’ su questo argomento, anche
perché siamo una Lista Civica e guardiamo a questi argomenti. Il Piano di
zona è sicuramente condivisibile, riteniamo che, per fare degli appunti in
quanto fornitori delle linee guida e dell’indirizzo, su alcune cose si dovrebbe
osare di più e mi riferisco in particolar modo a quando si parla della qualità
ambientale. Non voglio parlare della raccolta porta a porta e dei benefici
conseguenti che porterebbe, perché non è questo l’argomento.
Mi riferisco in particolar modo al concetto di bio-edilizia, di risparmio
energetico, di casa passiva e alla necessità di ragionare in questi termini. Si
cita nel punto 1.1.2 di prevedere la promozione del riordino dei regolamenti
edilizi e urbanistici, in quanto tale si sottolinea la necessità di imporre
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standard qualitativi di tipo prestazionale sia per l’esistente che soprattutto
per il nuovo.
Aumentare lo standard qualitativo delle abitazioni ha un valore sociale
indiscusso e questo a volte avviene anche in maniera indiretta, ossia quando
il singolo cittadino, che ha deciso di applicare i sistemi di risparmio
energetico per la propria casa, l’ha fatto per un motivo puramente personale:
consumare meno e risparmiare; il suo minore consumo ha giovato a lui in
termini economici e alla comunità in termini di emissioni, così il benessere
derivante dal miglioramento della qualità individuale ha portato beneficio a
tutta la comunità.
Il ruolo dell’Amministrazione comunale è allora di proseguire su una
strada indicata dal cittadino, intervenire prima dove può direttamente ossia
sull’edilizia pubblica e poi regolare il resto. Non voglio citare le città
tedesche o le città del Trentino, che sono sicuramente all’avanguardia in
questo aspetto, ci sono però altri comuni in Romagna che già 3 o 4 anni fa
hanno portato avanti un progetto volontario. Il Comune di Forlì potrebbe
andare oltre, potrebbe chiedersi e rendere obbligatorie alcune misure di
risparmio energetico e di bio-edilizia.
Un secondo punto importante, un punto che stiamo toccando con
mano anche noi in Consiglio comunale è la questione del problema del
lavoro. La nostra Provincia ha diverse grandi realtà e tante piccole medie
imprese, che si trovano adesso a affrontare un periodo di crisi molto molto
grave. Conosciamo già le situazioni più gravi, ne stanno scoppiando altre,
speriamo che non ne scoppino altre, ma comunque il periodo è decisamente
serio. È giusto farsi carico delle persone che perderanno la sicurezza del
proprio lavoro, nella misura che compete all’Amministrazione comunale.
Riteniamo perciò giusto il punto espresso nel Piano, giusta e
fondamentale è la politica di riqualificazione professionale, però cerchiamo
di farlo in modo mirato, in modo che possa dare specializzazione e che
possa farlo relativamente a quei settori che nel futuro saranno trainanti.
D’altra parte è fondamentale come segnato anche un aiuto alle imprese,
perché possano continuare a assumere, possano continuare a mantenere i
collaboratori che hanno e che possono passare questo periodo, perché
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riconosciamo tutti il valore fondamentale delle imprese soprattutto nel
nostro territorio.
Parlando di lavoro non si può parlare di giovani, i giovani oltre a avere
tutti i vari percorsi di studio, perché nel tempo è stato loro detto giustamente
che è importante studiare e laurearsi, adesso sono giovani laureati che
vogliono esprimersi, giovani che vogliono iniziare una propria attività
imprenditoriale, aprire un proprio studio professionale, o semplicemente
mettersi in proprio, devono potere avere dei benefit. Possiamo ipotizzare un
accesso al credito agevolato, oppure possiamo ipotizzare dei laboratori di
confronto, o addirittura trovare dei luoghi dove possano iniziare la propria
attività, cercando di essere pratici sul ruolo per loro.
Un altro argomento che riguarda i giovani è sicuramente meno
importante di tutto ciò che si è detto adesso, ma dal punto di vista sociale ha
la sua importanza. Mi riferisco alla necessità di luoghi e di motivi di
aggregazione e di motivi di svago e di intrattenimento. Sono argomenti che
tendo a trattare spesso, so che a volte può sembrare più futile come cosa, ma
siamo una città popolata da tanti ragazzi sia residenti che dai 13 ai 14 anni si
pongono il problema di come vivere meglio la propria Città, sia degli
universitari. Cerchiamo di creare le occasioni sia per loro e cerchiamo di
aiutare chi lavora per creare svago, intrattenimento e aggregazione.
Un altro punto dove sicuramente ci troviamo d’accordo è
sull’individuazione e promozione di sani comportamenti di vita, sani stili di
vita, in particolar modo per i bambini, sia nell’educazione alimentare
fondamentale dal punto di vista fisico, ma anche dal punto di vista di una
cultura culturale, l’educazione motoria soprattutto scolastica per chi non può
permettersi quella extra scolastica, ma anche quella extra scolastica per tutte
le grandi realtà che ci sono qua intorno, e un concetto anche di educazione
stradale: è stato segnalato il progetto Casa scuola, Pedibus, ma anche un
progetto in bicicletta com’è stato fatto a Cesena, sono tutti progetti
interessanti e fondamentali per rendere i nostri bambini, i nostri ragazzi pian
piano bravi cittadini.
Concludo ripetendo che osare a volte non solo paga, ma è necessario,
soprattutto per creare nel tempo un contesto ideale per gli abitanti di questo
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territorio e per diversi punti questo territorio ha bisogno di innovazioni
grandi. Nel complesso comunque riteniamo questo Piano adeguato,
condivisibile e meritevole di approvazione.
Esce il Cons. Aprigliano: Presenti n. 25.
Cons. MORGAGNI: Innanzitutto vorrei per iniziare ringraziare per
la mole di lavoro svolto tutti quelli che a qualsiasi titolo vi hanno preso
parte, questo perché per arrivare al Piano di zona per la salute e il benessere
per il prossimo triennio c’è stato un percorso molto lungo e articolato, che
ha coinvolto oltre 300 soggetti tra amministratori, operatori, dirigenti dei
vari Comuni, del comprensorio, Azienda U.S.L., Provincia, Camera di
Commercio, Università, Terzo settore, scuole e quant’altro, questo per
sottolineare che il Piano sociale di zona è un piano trasversale, che
coinvolge tanti settori e tante problematiche, a iniziare da quelle legate alla
scuola e al benessere ambientale e locale, per arrivare a quelle più
prettamente sanitarie.
La cosa che mi preme sottolineare è che a un primo esame già appare
quanto sia complesso questo Piano e quanto gli argomenti trattati siano
importanti, dalla qualità ambientale alla mobilità, dalla qualità alla salubrità
dell’abitare oggi, come ha appena detto anche il Consigliere che mi ha
preceduto, quanto però sia importante invece sottolineare in questa giornata
che cosa ci sia di nuovo. Già il Direttore Generale nuovo dell’A.S.L. e
l’Ass. Bertozzi l’hanno in parte sottolineato, ma finalmente dopo 30 anni da
quando si è iniziato a parlare di integrazione sociale e sanitaria si è
finalmente messo in pratica questo discorso, nel senso che il sociosanitario è
sempre stato un argomento trattato come se fosse uno solo, ma di fatto la
sanità è stata per intero sempre svincolata da quello che interessava il
sociale.
Mi dispiace che il Cons. Biondi sia uscito, perché gli è sfuggito
evidentemente leggendo il Piano che non si parla più solo di medici di base,
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ma si parla di nuclei di cure primarie che in Toscana vengono chiamate
“casa della salute”, ma altro non sono che un miglioramento, una proposta
nuova, innovativa per fare sì che la popolazione abbia a disposizione un
primo punto sanitario, che è quello dei medici di base, che è aperto però per
più ore al giorno, che dà un tipo di risposta più articolata e in futuro si spera
anche professionalmente più complessa, tant’è che si sta già pensando di
inserire qualche professionista specialista all’interno delle sedi dei nuclei di
cure primari, proprio per dare una risposta più completa al cittadino, in
modo che si venga a scaricare una parte di quello che è una richiesta
sanitaria non tanto appropriata rivolta all’ospedale.
Sapete che da sempre sono legata alla sanità ospedaliera, quindi è
quella che io vedo maggiormente, però credo sia altrettanto importante
rispetto alle scelte che si fanno a livello ospedaliero le scelte che si fanno al
di fuori dell’ospedale, perché se vogliamo fare della vera prevenzione, che
sia prevenzione primaria partendo dagli stili di vita, ma anche della
prevenzione terziaria che vuol dire mantenere nell’autosufficienza una
fascia di popolazione che per età oppure per malattie croniche e patologie
cronicizzanti mantengono l’autosufficienza, se vogliamo fare questo noi
dobbiamo farlo partendo al di fuori della sanità istituzionale vista come
posto di cura.
Dobbiamo farlo cominciando a fare educazione nelle scuole,
dobbiamo farlo mettendo a disposizione della popolazione dei nuclei di cure
primarie o dei professionisti esterni all’ospedale che siano in grado di
aiutarli in questo, dobbiamo farlo facendo in modo che la gente abiti e viva
in modo più sano e corretto, che venga stimolata a usare tutti i vari aspetti
che gli vengono messi a disposizione, diceva prima il Cons. Tampellini la
mobilità per i bambini, per evitare che i bambini crescano soprappeso o che
crescano con dei problemi fisici, perché siano degli adulti sani in un
domani.
Tutto questo se cerchiamo nel Piano di zona di questo triennio è
previsto, è previsto integrato con quella sanità che inizialmente era
considerata solo sanità, esclusivamente staccata da quello che era il sociale.
Sicuramente l’importanza della deliberazione che stiamo trattando è dovuta
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anche all’ammontare economico di oltre 102 milioni di Euro di spesa annua,
prevista per fare funzionare tutta quest’area, l’area del welfare e della sanità
territoriale per tutto il distretto, per tutti i 15 Comuni.
Questo è quello che dobbiamo guardare, non solo a un discorso
economico, anche se tutti siamo d’accordo che ottimizzare la spesa è
sicuramente uno degli obiettivi prioritari per tutti i campi di intervento, non
solo per la sanità e per il welfare, perché questo vale per la scuola, per il
lavoro, per tutto quello che riguarda la vita di ogni giorno e l’economia di
ogni giorno, soprattutto in periodi di crisi come quella in cui stiamo
vivendo.
Però non è solo una questione di soldi, è una questione di ottica nella
quale vengono fatte le cose, che deve veramente interessarci, spingerci a
approfondire questi argomenti, proprio perché è innovativo il modo di
affrontare il problema e bisogna riconoscere per questa cosa il lavoro svolto
da tutti, perché veramente c’è stato un percorso complesso dietro, del quale
si perde traccia man mano che si va avanti a affrontare gli argomenti, ma a
volte sarebbe bene ripensare un attimo le tappe precedenti, da dove si è
partiti a dove si è arrivati, perché credo che ogni territorio abbia a
disposizione tanto al di fuori delle parti istituzionali, noi abbiamo la fortuna
di avere da sempre un territorio ricco in volontariato, in Terzo settore, in
tutta una serie di strutture o realtà che possono aiutare a applicare in modo
corretto questo Piano, che sicuramente è condiviso con tutte le forze,
proprio perché questo deve essere lo scopo e lo spirito soprattutto di quello
che si fa.
Grazie nuovamente a tutti!
Entra il Cons. Perelli: Presenti n. 26.
Entra il Vicesindaco Castrucci.
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Cons. ZAMBIANCHI: Non è la prima volta che parliamo di sanità in
questo Consiglio comunale. Devo dire che come anima e come spirito mi
sento molto più vicino all’intervento ultimo sentito rispetto ai precedenti e le
spiego anche il motivo.
Dell’intervento che ha fatto il nostro Direttore Generale mi è piaciuto
moltissimo il momento in cui ha detto che il cittadino deve essere al centro
del percorso della sanità e per ripetere il discorso che ha fatto adesso anche
la collega del Piano sociale di zona, devo dire che il progetto è senz’altro un
progetto molto brillante e, se si dovesse verificare nella totalità delle cose,
molto ambizioso e molto importante, perché finalmente si riesce a
recuperare una figura del medico di base, cosa che negli ultimi anni si era un
attimo persa nel percorso dell’inserimento della sanità come prima persona,
come prima figura, capace di indirizzare poi all’interno degli ospedali senza
fare perdere tempo né al paziente né ai colleghi che lavorano all’interno
della struttura, quindi di integrarlo con eventuali specialistiche all’interno
del suo ambulatorio riescono poi a svolgere l’attività e questa è la cosa della
quale oggi dobbiamo parlare, la cosa veramente importante che Forlì
finalmente riesce a mettere in pratica.
Degli altri discorsi che ho sentito, e ho deciso di intervenire per
questo, non per portare delle critiche a quello che ho sentito oggi, volevo
rassicurare i Consiglieri comunali che se anche viene spostata una centralità
come potrebbe essere anatomia patologica in un’altra sede, o il laboratorio
analisi in altra sede, bisogna aspettare che queste attività prendano piede e si
sviluppino per poi portare delle critiche. Non ho mai posto una critica
sull’area vasta, perché non riesco a porre una critica prima che questa venga
in qualche modo potenziata, ampliata e messa in itinere, poi nel momento in
cui in itinere vengono a esserci dei problemi si affrontano, ma si affrontano
per risolverli e non per fare della sterile polemica.
Il discorso di anatomia patologica è un discorso che può trovare una
conferma in quanto dico quando i Consiglieri devono pensare che un
laboratorio analisi o un reperto istologico nel momento in cui si fa un
intervento non è a portata di tutti in maniera immediata, si pensi ai centri
come fino a oggi si operava a Santa Sofia, quando aspettavano per esempio
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l’esame istologico di Forlì poteva essere la stessa cosa e non succedeva
nulla al paziente. Il paziente è estremamente tutelato sempre in qualsiasi
momento.
Il discorso magari che si potrebbe fare in maniera diversa è sulla
razionalizzazione delle spese, nel momento in cui si impone a Forlì di fare
un ospedale nuovo e si porta avanti un progetto che è stato veramente bello
del nuovo ospedale, di inserire a Vecchiazzano le nuove strutture con della
tecnologia altissima e con delle spese enormi per la tecnologia e per il
rapporto umano che si è venuto a instaurare tra i pazienti e il servizio
sanitario, con i paramedici e i medici, che è estremamente importante anche
questo, poteva essere estremamente razionalizzata la spesa nel momento in
cui era in previsione il trasferimento sia del laboratorio analisi che
dell’anatomia patologica, ma io non mi spavento del fatto che queste
vengano spostate in altra sede, poi si vedrà in itinere se questo può essere
una cosa positiva o negativa.
Mentre invece sono come ho detto prima estremamente favorevole per
il discorso dei nuclei delle cure primarie. Il dubbio che io ho su quello che
può essere la questione dell’attuazione delle cose che si fanno e che si
svolgono è proprio la capacità però delle volte di vedere come, e lo faccio
dopo con un esempio che era lo stesso che avevo posto nella Commissione,
anzi mi dispiace se all’ultima Commissione non sono potuto venire, ma per
motivi di lavoro non ce l’ho fatta, se prendiamo per esempio il progetto
sull’obesità del bambino nel razionalizzare il progetto dell’obesità del
bambino, il Comune stesso non può poi sovvenzionare il Mc Donald’s per
fare mangiare i bambini al Mc Donald’s! Bisogna che la destra stringa la
sinistra e insieme lavino il viso, non ci possono essere delle situazioni di
non opportunità, oppure delle cose che non sono razionalizzate.
Solo questo volevo dire, poi per il resto lavoro in sanità, come faccio a
essere critico nei confronti di un progetto di questo genere?!
Entrano i Conss. Tappari e Farneti: Presenti n. 28.
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Cons. TAPPARI: Penso che molte cose su questo Piano siano state
già dette e descritte anche in maniera approfondita, in particolare mi sembra
che la grande novità sia proprio questa dell’integrazione tra sociale e
sanitario, che effettivamente si capisce dalle schede che ci sono state fornite
e dal Piano stesso è uno sforzo veramente nuovo. Penso che lo sforzo non
sia soltanto nella redazione del documento, ma proprio poi nello studiare,
nel mettere in atto dei percorsi operativi che permettano di affrontare i
problemi in questa nuova modalità.
Mi è piaciuto molto questo nuovo indirizzo, questa nuova
impostazione, proprio perché sociale e sanitario hanno influssi reciproci,
quindi chiaramente una problematica sanitaria si può tradurre molto
facilmente in una problematica sociale e viceversa, però su questo mi
sembra che abbia già detto abbastanza la collega Morgagni.
Volevo spendere due parole soltanto sul concetto di prevenzione, che
mi sembra fortemente richiamato in questo Piano e per me è stato non solo
una piacevole sorpresa, ma anche una grande soddisfazione perché è un po’
la chiave di volta di tutti gli interventi, penso nel sociale come nel sanitario,
prevenzione che non è soltanto prevenzione primaria cioè del primo
manifestarsi di qualche criticità, ma proprio anche la capacità di intervenire
di volta in volta a man mano che si manifestano dei segni di aggravamento o
comunque dei campanelli di allarme.
Questo secondo me è un concetto veramente fondamentale, com’è
stato richiamato un ruolo importante viene assegnato a questi centri di cure
primarie, a questi nuclei di cure primarie, in cui accanto al medico di base ci
sono specialisti, ci sono infermieri che possono intervenire, possono
diagnosticare problemi non solo sanitari, ma anche sociali e permettere
quindi di intervenire in maniera precoce, perché tanto la tempestività è un
elemento fondamentale nella cura di qualsiasi forma di disagio che sia
fisico, psichico o di altro genere.
Richiamo brevemente alcuni punti, per esempio mi sembra
interessante l’accenno che viene fatto per quanto riguarda le malattie
psichiatriche alla creazione di punti di sostegno diurno. Purtroppo la
malattia psichiatrica è uno di quegli ambiti in cui, da quello che posso
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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capire, c’è un’ampia zona grigia: prima che una persona sia conclamata, che
sia riconosciuta la sua malattia e che quindi possa essere ricoverata ci sono
tante persone che vivono situazioni veramente di fragilità e che richiedono
interventi di questo tipo.
La famiglia non ce la può fare da sola, ha bisogno di un appoggio che
sia diurno, ma che all’occorrenza sia anche residenziale per periodi di crisi,
in cui una persona che soffre di problematiche psichiatriche possa essere
appoggiata, possa essere aiutata, possa trovare una risposta e possibilmente
un aiuto nel suo recupero delle funzioni normali, dell’equilibrio normale.
Questo è un aspetto fondamentale, perché purtroppo la nostra società, con la
sua frammentazione, con tutte le dinamiche che ben sappiamo, produce
elementi che possono incentivare le cadute, la solitudine e tutto quello che
gli va dietro.
L’altro aspetto che apprezzo particolarmente per esempio è per quanto
riguarda il punto 3.2 promozione di una responsabilità collettiva diffusa, gli
obiettivi di intervenire su quei ragazzi che comunque già in età precoce
dimostrano difficoltà di adattamento, di relazione con i compagni di classe o
problemi dal punto di vista fisico e sanitario. Questo secondo me è un
aspetto centrale, perché vedendo per esempio quali sono le dinamiche che
alle volte – l’ho detto altre volte qui in questo Consiglio Comunale – si
instaurano nelle scuole già elementari, ma anche soprattutto nelle medie,
con ragazzi che purtroppo hanno delle problematiche difficili da risolvere, è
necessaria una presa in carico veramente tempestiva e globale, in cui non si
deleghi alla famiglia che molto spesso non c’è, in cui gli insegnanti spesso
non sanno come muoversi e quindi hanno bisogno di figure che possono
assistere.
Per me questo è un concetto importantissimo, avere all’interno della
scuola quanto più possibile anche persone che possono instaurare rapporti
positivi con i ragazzi e dare una mano a risolvere le problematiche che
eventualmente si determinano.
Poi ci sono tanti aspetti, l’altro molto importante secondo me è la
prevenzione della dipendenza sia da sostanze stupefacenti sia da alcol:
questo è un altro tema su cui secondo me la nostra società è molto sorda,
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ormai si sono prese queste problematiche quasi come un dato di fatto da cui
non si può uscire. È chiaro che le istituzioni devono fare tutto quanto
possibile per informare veramente su quali sono gli effetti di questi
comportamenti, che purtroppo mietono ancora tantissime vittime sia tra i
giovani che tra gli adulti. Dopo si potrebbe parlare di tante altre cose, il
discorso dell’assistenza domiciliare, tutti argomenti su cui ci siamo
soffermati in Commissione.
L’ultima cosa che volevo dire riguarda un po’ l’accenno che faceva il
Cons. Biondi, che però non c’è più, riguardo alla coprogrammazione che nel
nostro territorio, di sicuro per quanto riguarda il settore sociale, si è avviata
da molti anni, prima ancora che venisse sancita dalle normative nazionali e
regionali.
Capisco la preoccupazione che esprimeva Biondi, la possibilità di
clientelismi e roba del genere, però secondo me sarebbe molto più grave il
contrario: se ci fosse un ente pubblico che “nel segreto delle sue stanze” non
condividesse niente con nessuno, sarebbe molto peggio perché certo che
potrebbe arrivare. Qui cosa c’è? C’è uno sforzo di portare alla luce quelli
che sono i bisogni che vengono espressi dalla società, allora se non si crea
un ambito dove questi bisogni possono essere espressi, come sarebbe poi
possibile? È chiaro che ogni parte, ogni attore deve conservare le sue
competenze, quindi per esempio le deliberazioni per quanto riguarda il
Piano sociale di zona, quello vecchio quello singolo senza il nome “il
benessere sociale”, quindi questo aspetto sanitario, le deliberazioni vengono
prese dagli enti pubblici perché sono loro che poi attuano gli interventi e
decidono come spendere i soldi.
È altrettanto vero, com’è stato giustamente secondo me messo in luce
in passata anche dalle opposizioni, che il Comune deve mantenere in
maniera salda, in maniera chiara la sua funzione di controllo, però quello
che voglio dire questa concertazione, questa coprogrammazione e
coprogettazione non è dal mio punto di vista un aspetto deleterio, ma un
aspetto di valore, un aspetto positivo, perché permette veramente la
condivisione dei bisogni, anche la condivisione di strategie di soluzione,
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evitando l’autoreferenzialità dell’ente pubblico, ma anche in un certo senso
il rischio dell’isolamento del privato.
Un’ultima nota che facevo la voglio fare sul titolo di questo Piano. A
me sinceramente, a differenza di quanto diceva Gugnoni, questo titolo piace
perché mi piace il concetto di benessere sociale, perché usciamo dall’idea
del benessere come un’idea squisitamente personale: il mio benessere è
andare in palestra o avere il fine settimana nei centri di salute per esempio;
ma è importante il concetto di benessere sociale: insieme si collabora a
creare un contesto, un ambiente, una società che è buona il più possibile per
tutti, il nostro sforzo è quello che sia per tutti.
In questo senso mi sembra che il titolo sia abbastanza significativo,
forse può stonare ma è proprio perché è un concetto dal mio punto di vista
nuovo e quindi ci invita a camminare oltre quelli che sono i nostri
comportamenti abituali.
Esce il Cons. Gugnoni; entra il Cons. Castagnoli: Presenti n. 28.
Entra la Vicepresidente della Consulta comunale dei cittadini stranieri
Zabsonre Lizeta.
Entra l’Ass. Marzocchi.
Cons. BURNACCI: Noi abbiamo più volte affrontato temi parziali
riguardanti la sanità o riguardanti la socialità. Non è credo lontano dal
ricordo di molti che noi abbiamo più volte sollevato la questione delle liste
d’attesa, del pronto soccorso, del trasferimento come diceva prima il Cons.
Zambianchi a Pievesestina, perché questi sono un po’ anche gli argomenti
che sono indicatori più sensibili rispetto al punto di vista dei soggetti
direttamente interessati.
Però non per questo siamo meno attenti agli aspetti positivi che
contiene il Piano sociale di zona e non per questo siamo molto meno attenti
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agli aspetti positivi del fattore integrazione tra sanitario e sociale, che è un
fattore molto importante e che quindi pieno di potenzialità, però difficile
ovviamente da attuare nei suoi aspetti positivi.
Noi ci asterremo su questo Piano sociale di zona, non voteremo contro
come si potrebbe pensare rispetto a un piano programmatico, perché
contiene un accordo di programma, contiene degli elementi finanziari,
contiene però molti obiettivi sui quali siamo d’accordo. Poi possiamo
divergere su come gli obiettivi si realizzano nella quantità delle cifre che di
volta in volta ci sono su un’iniziativa, però vogliamo sottolineare gli aspetti,
il nostro deve intendersi come un voto di incoraggiamento sugli aspetti
positivi e come un atteggiamento di riserva, di stimolo, di attesa per gli
aspetti che riteniamo più problematici.
Dobbiamo sostenere che tutti siamo alla prova, perché mettiamo
insieme una massa di energie e una massa di finanze e una massa di
personale che potrebbe anche dare origine a un sistema complesso e poco
gestibile, quindi a un insieme burocratico. Dobbiamo riuscire a fare di
questo sistema complesso e molto articolato, cosa non facile, perché
prevede un sistema integrato non solo tra diversi settori, ma tra diversi
operatori, tra diversi comuni, tra tali e tanti soggetti e istituzionali e
professionali, che potremmo anche creare un sistema che sfugge dal
controllo e che diventa più un sistema burocratico. Noi dobbiamo riuscirlo a
trasformare in un sistema di efficienza, in un sistema di efficacia, in un
sistema che ha come punto di riferimento la salute del cittadino.
La salute e il benessere. Vi confesso con molta sincerità che nel mio
ruolo di amministratore mi sono interrogata molte volte, sia sul concetto di
welfare sia sul concetto di equità sociale. Mi sono domandata se ciascun
intervento che facciamo in questo Consiglio Comunale o qualsiasi
deliberazione che approviamo vada veramente a coprire un bisogno, il
bisogno più forte e se siamo stati in grado e se siamo in grado di
corrispondere alle domande nuove in una società che cambia, perché non in
altro settore più che in quello sociale ci dovrebbe essere la capacità di capire
quali domande sociali nuove ci sono, quali bisogni nuovi si aggiungono ai
bisogni forti, qual è la prossimità tra il bisogno forte che conosciamo e il
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bisogno forte che può diventare, che è meno forte ma che può diventare più
forte in momento di crisi economica nel giro di pochi giorni e se siamo
capaci di cogliere questo bisogno nuovo, che è un’area di prossimità.
Sono tra coloro – non lo nascondo – che pure avendo credo sempre
ricercato un’impostazione liberale, ritiene che nei momenti di crisi
economica l’intervento sociale è intervento economico, perché aiuta la
persona, l’individuo e dovrebbe essere più per chi è in una fascia o di
bisogno economico o di bisogno di salute o di bisogno finanziario o di
bisogno psichico, anche di disagio diverso, giustamente è stato anche posto
l’accento in questo Piano sui centri e sui punti di riferimento di alto
malessere sociale. Dovrebbe riuscire a avere questa capacità.
Quindi voi avete in mano un progetto molto complesso e poi
Consiglieri comunali possiamo fare ben poco, se non votare, ma poi dal dire
al fare, il trasferire gli obiettivi in atti concreti, in cifre e numeri, in bilanci,
in interventi è naturalmente un compito estremamente difficile. Mi auguro –
ho chiesto più volte all’Assessore e l’Assessore lo sa – che facessimo anche
un convegno di studio, io lo so che la Provincia funziona da osservatorio e
che i bisogni in movimento sono sicuramente bisogni che nel momento in
cui c’è anche una funzione di osservatorio della Provincia si è in grado di
recepirlo, ma avrei preferito capire meglio direttamente con mano, anche
sentendolo proprio dire, che tutto quello che è nuovo, che è bisogno, che è
bisogno forte, che è prossimità al bisogno veniva valutato e era
all’attenzione di chi nel mondo sociale e nel mondo sanitario deve operare
per essere considerato.
Spero che la prossima legislatura possa partire con una analisi di
questo tipo, che la prossima legislatura possa dare a tutti noi la
soddisfazione di conoscere quello che è stato fatto, ma anche i punti di
partenza per strade nuove e per porre obiettivi a lungo termine e obiettivi
intermedi di carattere significativa.
Io so bene, condivido gli interventi di chi dice che poi l’ambiente è
strettamente connesso alla salute ovviamente, così come i problemi della
casa, perché ovviamente i problemi della casa e dell’ambiente favoriscono il
benessere e favoriscono quindi il modo di essere di ciascuno di noi.
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Non mi dilungherò molto, voglio però affrontare un problema che è
quello del mio tormento. Quando noi diciamo che favoriamo un modello
che preme sulla domiciliarità, sia come domiciliarità sanitaria attraverso gli
infermieri che operano nel territorio sia attraverso l’intervento sociale, io mi
domando se siamo in grado di raggiungere tutti quelli che di domiciliarità
hanno bisogno e se la media dell’intervento delle ore di domiciliarità è
corrispondente al bisogno, o se invece non dipende da un nostro bisogno di
destinare a quell’intervento un tanto di risorse.
Mi domando se l’assegno di cura che noi scegliamo come una forma
che dovrebbe essere di disincentivo rispetto alla struttura protetta per
l’anziano o per il disabile, se questo assegno di cura è un assegno di cura
che incide nelle scelte delle famiglie o se è soltanto una scelta che noi
facciamo per lavarci in qualche modo la coscienza. Poi mi pongo i problemi
anche quantitativi, se qualitativamente siamo d’accordo sull’assegno di
cura, l’entità dell’assegno di cura e quanti ne diamo? Ho letto a suo tempo
negli opuscoli che ci vengono dati che non ci sono liste d’attesa
dell’assegno di cura: può essere, ma le liste d’attesa non ci sono perché
l’assegno di cura è troppo inconsistente, perché non abbiamo raggiunto tutti
o perché veramente non c’è una lista d’attesa.
Queste cose mi domando, lo stesso dicasi per la compartecipazione
dei cittadini, degli utenti. In quasi tutti i servizi gli utenti compartecipano
con una loro spesa ai servizi stessi, io ritengo che sia giusto il concetto della
compartecipazione degli utenti ai servizi, ma la fascia di esenzione dalla
compartecipazione è una fascia giusta? E rispetto a altri servizi per esempio
di accesso alla casa è giusta quella fascia, o invece noi abbiamo alcuni
elementi da rivedere? Capisco che questa non è la sede nella quale noi
possiamo discutere fino in fondo questa questione, ma noi bisogna che
riusciamo prima o poi a essere certi che rispetto ai bisogni fondamentali
riusciamo anche quantitativamente, oltre che qualitativamente, a dare le
risposte giuste.
Si creerà tra gli obiettivi e il passo che facciamo non quella
coincidenza, perché è chiaro che gli obiettivi hanno tempi più lunghi, ma
bisogna che noi facciamo passo passo una politica sociale che, pur puntando
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sul gradualismo, rende l’obiettivo una cosa che non è un miraggio, che non
è un fine, ma che è un obiettivo collocato nel tempo come realizzabile.
Voglio soffermarmi alla fine, mi ero preparata anche diversi punti da
esaminare numericamente, ma non mi voglio soffermare su questo. C’è un
altro problema che voglio esaminare e è questo: avete un compito
estremamente delicato, tra questi compiti che avete nel settore della sanità e
nel settore sociale avete il compito di dare gambe alla sussidiarietà, che è un
argomento assai complesso e delicato, perché bisogna, implica la capacità di
fare operare e stimolare l’azione dei privati e l’azione del Terzo settore fino
ai limiti della loro espansione, lasciando per il pubblico non poco, non il
superfluo ovviamente, perché non sarà mai così, ma lasciando al pubblico
una funzione che è quella di non ripetizione automatica rispetto a quello che
può fare il soggetto privato e che può fare il Terzo settore, quindi in questo
progetto integrato si manifesta ovviamente una grande capacità di governo.
A noi non dispiace se avrete capacità di governare questi fenomeni
estremamente complessi, non ci dispiacerà fare azione di apprezzamento
rispetto a queste situazioni, perché sono compiti di livello alto, compiti
difficili, compiti nei quali noi ci rendiamo conto che ci possa essere un
gradualismo rispetto al quale perché abbiamo tanto difeso, anche in modo
diverso, rispetto alla maggioranza l’istituzione della Zangheri? Perché
riteniamo che dove c’è un soggetto che opera bene con eccellenza che
occupa uno spazio, fosse anche che il pubblico ha qualche pretesa di
metterci le mani, con gliele debba mettere, il pubblico si debba ritrarre,
debba apprezzare l’eccellenza e debba occupare altro spazio, perché nel
settore sociale per quanto noi facciamo sarà sempre poco, perché secondo
noi in una società così mutevole come la nostra, dove non c’è soltanto il
fenomeno degli immigrati che pesa, ma c’è il fenomeno di una fascia di
povertà che si va modificando e sicuramente allargando, allora noi riteniamo
che c’è lavoro per il pubblico in questa fascia di povertà e in questa fascia di
bisogno, senza intaccare l’autonomia e senza intaccare l’attività del privato.
Il nostro ripeto, mi dispiace essermi dilungata, volevo semplicemente
dare il segno di una attenzione, questo Piano l’abbiamo letto e ne abbiamo
viste le cifre, ci auguriamo di poterci confrontare poi con l’Assessore al
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ramo e ovviamente voglio dire il Direttore… (indecrifrabile) va bene,
Baccarini, adesso tu interverrai, io ho detto la mia opinione!
Ritengo che ci siano da parte nostra dei segni di attenzione, che sono
di sottolineatura degli aspetti positivi, della fatica del fare e naturalmente
che non fa venire meno la nostra posizione di divergenza rispetto ai punti
che abbiamo più volte manifestato, per esempio anche sul rapporto tra l’Irst
e l’ospedale di Forlì, che sapete abbiamo manifestato delle esigenze di
carattere diverso, ma questo non cambia un atteggiamento di attesa e di
sfide che secondo noi questo Piano comporta.
Esce l’Ass. Bertaccini.
Esce il Cons. Castagnoli; entra il Cons. Bongiorno: Presenti n. 28.
Cons. RONCHI: Sarò breve, anche perché Baccarini scalpita, allora
non conviene farlo attendere! Volevo intervenire su alcuni punti che
secondo me non sono stati ancora affrontati oggi.
Qualche Consigliere ha parlato di prevenzione primaria, anche
utilizzando una spiegazione impropria. La prevenzione primaria non è la
diagnosi precoce, la prevenzione primaria riguarda tutte quelle attività che
aiutano a evitare che la gente si ammali, non quelle che aiutano a capire in
fretta che esiste una malattia e quindi curarla. In questo senso secondo me
per la prima volta finalmente c’è qualche riferimento nell’allegato che c’è
stato consegnato all’ambiente e al valore che questo assume in un piano per
la salute e il benessere sociale.
Non è tanto per essere monotematici e noiosi in quello che si espone,
però l’abbiamo riferito più volte per esempio anche in occasione della
Commissione consiliare nella quale abbiamo affrontato il problema degli
impatti negativi dell’inceneritore sulla salute dei cittadini forlivesi, poi su
questo c’è stato un dibattito ampissimo che non voglio stare a ripetere, però
è chiaro che quando andiamo a affrontare un tema così vasto e diciamo nelle
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premesse che il benessere, la salute dei cittadini parte dalla prevenzione
primaria, poi dobbiamo essere conseguenti e quindi dobbiamo individuare
degli strumenti con i quali quelle indicazioni di massima diventano
operative.
Per esempio si fa riferimento alla mobilità e alla tutela dell’ambiente,
però è chiaro che il Piano sociale di zona su questo non prevede dei fondi
oppure delle azioni vincolanti per i comuni che aderiscono, mentre secondo
noi sarebbe importante che almeno qualche indicazione comune a tutto il
territorio che viene coinvolto da questo Piano ci fossero, perché altrimenti
rimangono solamente dei punti scritti come in ogni programma in maniera
piuttosto vaga, però che non trovano assolutamente applicazione.
Prevenzione primaria per esempio è anche tutta quella che riguarda la
rimozione dell’eternit nelle abitazioni, purtroppo noi a differenza per
esempio del Comune di Cesena non prevediamo degli incentivi per i
cittadini che intendono rimuovere l’eternit, invece chiaramente questo
sarebbe uno dei punti qualificanti, anche perché è l’A.S.L. che ha l’obbligo
di verificare la pericolosità insieme all’Arpa di queste cose.
Questo per fare un discorso più generale andrebbe introdotto in un
Piano di zona come punto qualificante, il problema però è quello di non
replicare il programma del Sindaco, perché di fatto l’Amministrazione
Comunale ha come scopo… chiedo però un minimo di silenzio! Dicevo che
poi, a forza di aggiungere cose a questo Piano sociale, si rischia di replicare
il
programma
del
Sindaco,
perché
effettivamente
il
Sindaco
e
l’Amministrazione comunale hanno lo scopo di tutelare il benessere, la
salute e il benessere sociale dei cittadini, non ne hanno altri, la sicurezza
rientra su questi, così come tutte le attività anche economiche del Comune e
si rischia di trovare un’articolazione troppo complessa soprattutto nella
gestione, che poi di fatto non garantisce il conseguimento di quegli obiettivi.
È chiaro che gli obiettivi che ci poniamo oggi con il programma
oppure con questi piani di zona devono essere vincolanti per tutte le azioni
che noi facciamo poi in amministrazione, non è pensabile dire che la salute
dei cittadini passa per una mobilità sostenibile qui e poi fare l’esatto
contrario, ma questo vale per tutti gli ambiti, non solo quelli che sono di mio
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particolare interesse. Forse il punto maestro dovrebbe essere quello dei
programmi dei sindaci che fanno parte dell’area vasta che si vuole tutelare.
Un’altra considerazione che mi sento di fare è quella della difficoltà di
gestione organizzativa di una cosa del genere, perché noi soprattutto con i
piani di zona approviamo dei documenti molto importanti e molto corposi,
che riuniscono una serie di iniziative che poi non riusciamo a vedere come
Consiglio Comunale nel dettaglio, questo amplia ancora l’ambito di
applicazione di quanto fatto finora.
E quindi il rischio qual è? Quello di approvare un documento di
indirizzo molto generico e poi non potere intervenire sulle questioni private,
perché è molto particolare, perché se anche io condivido gli obiettivi
probabilmente non posso non condividere tutte le azioni che sono contenute
e forse sarebbe meglio che questi piani sì avessero un’articolazione generale
di indirizzo e poi si concretizzassero più nel dettaglio come una serie di
deliberazioni o atti amministrativi, che poi i Consiglieri comunali possono
valutare e eventualmente proporre con emendamenti e modifiche, in modo
tale che ci sia una vera partecipazione dei cittadini e degli organi elettivi
anche nella costituzione di questi piani di zona, altrimenti arriveremo al
punto in cui noi a inizio mandato voteremo il programma del Sindaco, poi ci
troviamo alla fine del mandato amministrativo, votiamo le conclusioni e
abbiamo concluso con questo tutto il dibattito sulle cose che concretamente
si fanno in città.
Esce il Cons. Perelli: Presenti n. 27.
Esce la Vicepresidente della Consulta comunale dei cittadini stranieri
Zabsonre Lizeta.
Cons. BACCARINI: Volevo aprire proprio il mio intervento con le
conclusioni che ha portato adesso l’amico Ronchi. Ci troviamo di fronte a
una strategia, a una fotografia o a documenti che ci riportano alle filosofie e
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ai criteri di occupazione sociale del socialismo reale. D’altra parte questa è
la logica, io sapete bene come la penso, ma come posso essere di una
Sinistra che dovrebbe guardare al socialismo europeo, alla social
democrazia europea, se in effetti continua a guardarsi indietro alle strutture,
alle modalità di comportamento, alle modalità di intervento nelle politiche,
qualsiasi politica che ha sostanzialmente in sé il Dna del socialismo reale,
dell’occupazione.
In seduta di Consiglio comunale che si è aperta alla presenza di
diverse decine di dipendenti comunali che reclamano puramente e
semplicemente il dovuto dal punto di vista della retribuzione, presentiamo
un documento che prevede 3 milioni di spese aggiuntive per accorpare dei
servizi che non sono efficienti e l’inefficienza di questi servizi l’abbiamo
scontata di recente con il rinvio delle carte in Tribunale, quindi noi
accorpiamo dei servizi che sono inefficienti, ne sovrapponiamo un altro,
facciamo un carrozzone con un Presidente, un Direttore…(indecifrabile)
come no? È lì!
È un Comitato con tanto di Presidente e Consiglieri..(indecifrabile)…
come no? È qui, no Sindaci, Assessori che vanno e poi ci dovrà essere un
Presidente, ci dovrà essere un Direttore, come no? È lì! E il distacco di
personale dai vari Comuni, quando sappiamo bene qual è la posizione e qual
è la condizione dell’organico dei comuni. È una sovrapposizione di compiti
che toglie spazi alla decisione politica e all’intervento politico dei comuni e
toglie autonomia all’A.S.L..
Ho apprezzato le capacità diplomatiche del Direttore sanitario, del
Direttore dell’A.S.L., abbiamo girato molto su questioni di principio e
gliene do atto, però vorrei chiedere cosa sta succedendo nell’oncologia e se
questa struttura di Meldola risponde veramente ai criteri per cui era stata
fatta, cioè un punto di eccellenza oppure se purtroppo come accade tutto
quello che esce fuori dai cosiddetti protocolli in realtà non trova ancora la
via d’uscita verso Milano, verso Bologna e quant’altro.
La ragione è molto semplice, c’è una ragione di fondo perché se vuoi
fare una struttura di eccellenza in termini di ricerca, puoi andare a Meldola o
Premilcuore ma hai bisogno di avere Dulbecco, o se proprio non hai
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Dulbecco avendo per le mani la struttura che raccoglie da 15 - 20 anni tutta
la carità disponibile a Forlì, e parlo dello Ior, allora ti attrezzi per fare delle
borse di studio, in 20 anni avresti potuto specializzare 20 o 30 giovani in
Svizzera, in Svezia, in America, in Inghilterra, in Francia, anche in Italia,
laddove ci sono delle eccellenze e probabilmente avresti oggi a disposizione
non Dulbecco, ma gente in grado di fare allora sì della ricerca o di base o
applicata a altissimo livello.
Tu non hai a disposizione queste cose e di più non hai a disposizione
neanche, perché a proposito di area vasta con il cavolo che ti mandano gli
ammalati da Bologna, con il cavolo che ti mandano gli ammalati da
Ravenna, con il cavolo che ti mandano gli ammalati da Rimini e forse dalla
stessa Cesena. Con il cavolo! Gli esempi più eclatanti li abbiamo avuti qui,
si va magari a Empoli, si va a Milano, si va a Bologna.
Anche qui una parentesi: non più tardi di questa mattina ho ricevuto la
visita di un sacerdote non abituato alle chiacchiere, che mi riferiva di un
caso drammatico di un suo ragazzo, di un suo bambino a Bologna, una
ventina di ragazzi in questo reparto di ammalati di leucemia dice “qui se ne
salvano 2 di questi” e buona parte di questi venivano dalla nostra zona.
Quando si parla della politica e vogliamo parlare di prevenzione delle
malattie, allora l’inceneritore ha ragione sarà, ma se il controllore è il
controllato o è fatto dai controllati all’Arpa, per cui facciamo gli scandali
che abbiamo fatto e poi la Direttrice dell’Arpa va a Ravenna e da Ravenna
l’Arpa è incaricata di fare i sopralluoghi sui terreni che sono stati inquinati,
se oltretutto a questa oltre a gestire le richieste del pubblico gestiscono
anche le richieste dei privati, io ho il sospetto che i controlli abbiano.
Allora cosa voglio dire? Sono d’accordo che il Comune maggiore del
territorio debba sovvenire i Comuni minori sui problemi degli anziani, dei
handicappati, dei giovani e quant’altro, ma a un patto: che noi abbiamo fatto
pulizia e efficienza in casa nostra, a partire dai problemi degli anziani.
Non ho ancora saputo qual è la risposta del Comune a proposito della
Zangheri, non ho ancora saputo qual è la strategia del Comune a proposito
dell’assorbimento da parte della vecchia struttura degli orfanotrofi dell’asilo
Santarelli, non so ancora chi e quale oggi si direbbe “piano industriale” c’è
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intorno a questi problemi, perché a me sta bene, l’ho detto in Consiglio
Comunale sta bene che questa struttura che è stata capitalizzata dai forlivesi
sia messa a servizio anche dei comuni limitrofi (Castrocaro, Predappio e
quant’altro), che di per sé da soli non possono affrontare il problema, però
ripeto a bocce ferme e quando avessimo ottenuto quella capacità di servizio
e quell’efficienza di servizio e quell’approntamento tale che ci consente di
gestire i nostri problemi e quindi di aggiungere ai nostri problemi anche i
problemi degli altri, altrimenti facciamo dei carrozzoni come l’Hera.
E che l’Hera sia un incesto e un carrozzone andate a vedere in Borsa,
andate a vedere cosa succede delle azioni del Comune di Forlì in Borsa: per
favore andate a vedere! Malgrado gli interventi delle Casse di Risparmio,
anche questi interventi molto sospetti perché quando all’intervento si
aggiunge anche il Consiglio di amministrazione per i Presidenti delle
fondazioni, anche qui immagino che non siano interventi fatti solo e soltanto
per investire dei denari e per sovvenire delle questioni pubbliche, ma che
possono avere anche un retropensiero o un retrogusto che non è esattamente
il sapore che dovrebbero avere le cose pubbliche.
Volete che facciamo? Anche perché sono gli ultimi interventi in
Consiglio Comunale, quindi so bene che non hanno spazio e che non
modificano in nulla, anche perché la decadenza ormai del personale non
politico, non colpa vostra, la decadenza degli strumenti politici è tale per cui
non si ha più capacità di ascolto figuriamoci dei propri, se si può avere
capacità di ascolto di chi non ti appartiene o di chi vuole rimanere fuori da
questo bipolarismo forzoso e straccione, perché non ha idee, perché non ha
progetti, perché il vecchio Partito comunista aveva idee e progetti
condivisibili o no, per me non erano condivisibili, ma aveva dei progetti e
questi non hanno progetto!
Gugnoni, purtroppo non ci sono progetti lì e non ci sono progetti
neanche di qua..(indecifrabile)… non mi sbaglio, purtroppo non mi sbaglio,
perché gli uni e gli altri si presenteranno al dibattito elettorale con 10 o 15
pagine di programmi. Purtroppo, e chiudo, quando le pagine sono più di 3 –
lo dico per esperienza professionale – un po’ come le polizze assicurative
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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sono soltanto oggetto di confusione e oggetto di occupazione, le polizze
assicurative vanno guardate proprio.
Questo documento si inserisce proprio nella logica e nella filosofia
delle polizze assicurative, aveva ragione Ronchi prima quando diceva
“toglie tutti gli spazi di intervento” perché un documento programmatico in
due pagine risolve tutti i problemi, se è un documento programmatico, se è
un documento invece di occupazione e di burocratizzazione dei problemi è
un documento di 30, 40, 50 pagine di difficile lettura e soprattutto di
difficile interpretazione: è questo!
Sono convinto che questa è un’altra dimostrazione della fine della
politica, perché un documento di questo genere non potrebbe essere
presentato alle sezioni della D.C. o del Partito socialista o alle cellule del
Partito comunista. Nelle vecchie cellule del Partito comunista, aveste
presentato un documento di questo genere, vi avrebbero riso dietro, perché
non avrebbe capito nulla nessuno, nessuno avrebbe potuto capire e quando
un documento politico non è comprensibile vuol dire che è un documento
politico che non va votato.
Non lo voto, come non voterò mai che la politica culturale del
Comune di Forlì sia appaltata alla Fondazione. Noi stiamo continuando a
appaltare tutto, stiamo espropriando i Consigli comunali di tutto, già
abbiamo espropriato i partiti della politica, espropriamo i Consigli comunali
di tutto, dopodiché ben venga il capo popolo, ben venga il carisma del capo,
ben venga chi fa i documenti, questi sono documenti che faceva il Fascismo:
se Voi andate a vedere le deliberazioni dei fascisti erano deliberazioni di 30
o 40 pagine, soddisfacevano apparentemente tutti e in realtà erano
documenti soltanto di carattere burocratico.
Entrano i Conss. Manucci e Giunchi: Presenti n. 29.
Cons. MILANESI: Volevo chiedere cosa si fa realmente per i
disabili, perché io vivo in una situazione con un figlio disabile, ormai sono 7
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anni, è invalido al 100%, non è cosa semplice. Diciamo che ora riesco a
gestirmelo da sola, devo sempre, quando devo assentarmi, trovare qualcuno
che me lo accudisca, che me lo badi, perché solo non può restare.
A parte questo, volevo sapere a parte l’assegno di cura come si è
parlato, chi ne ha diritto? Perché non ho mai saputo niente di questo assegno
di cura, eppure essendo disabile al 100% dovrebbe averne diritto, allora
come mai le famiglie non sanno quasi nulla di questa cosa? Questi centri,
questi nuovi 5 centri che si stanno creando hanno barriere architettoniche,
oppure una persona può tranquillamente portare un disabile? Perché io mi
sono trovata spessissimo sia all’ospedale, all’Inps, in Via della Rocca, a
dovere portare mio figlio e se non eravamo in due non riuscire a
trasportarlo. Vorrei sapere questo.
Entra la Cons. Gentilini: Presenti n. 30.
Cons. GASPERONI: Vorrei fare un attimo un passo indietro, perché
questo documento mi sembra in perfetta continuità con l’attività dell’Ass.
Bertozzi nei precedenti due mandati e quindi è l’evoluzione di un qualcosa
che complessivamente non è assolutamente nell’ambito delle mie
convinzioni politiche e culturali.
Dico questo anche perché c’è stato questo curioso cambiamento di
tattica: nei precedenti due mandati in cui si doveva nascondere l’evidente
conflitto di interessi dell’allora Sindaco Rusticali non si parlava di sanità,
volutamente nel Piano che precedeva questo non si parlava per nulla di
sanità e per 9 anni non si è parlato quasi mai di sanità, quindi l’allora
Assessore era Assessore ai servizi sociali, ma alla sanità Assessore ombra.
Guarda caso in questi 5 anni la situazione si è completamente ribaltata,
evidentemente anche a seguito purtroppo di vicende molto tristi che hanno
avuto l’epilogo, pochi giorni fa, con una condanna in primo grado per una
vicenda abbastanza emblematica come dirò subito dopo.
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Dico questo perché faccio fatica a immaginare che il documento che
distilla, che sintetizza questo tipo di approccio possa essere convincente,
laddove le sue premesse non lo sono, questo dico perché non si è arrivati
neanche con forse ha usato il collega la parola magica coprogrammazione,
ma non è una parola che riesca a nascondere più di tanto la realtà. La realtà
l’ha descritta con parole anche dure Baccarini, quella di un’impostazione
dirigista e anche tecnocratica, il che in un’accezione di Sinistra esisteva solo
nell’ambito sovietico.
Su questo sono perfettamente d’accordo con lui: quindi socialismo
reale, l’unico addentellato di Sinistra era lì, quindi dopo la caduta del muro
di Berlino direi che dovrebbe essere consegnato alla storia.
Perché dico questo? Perché non può un Piano di questo genere
imporre, arrivare nel dettaglio di imporre gli approcci e gli strumenti al
privato sociale, perché a quel punto è l’esatto contrario della sussidiarietà,
perché la sussidiarietà è valorizzare quello che il privato sociale, con le
proprie forze, ha sviluppato, che porta in sé una cultura anche tecnica, ma
una cultura che non è solo tecnica, è una cultura di confrontarsi con i
bisogni.
Avrei voluto sentire e anche leggere di più questo concetto, perché nel
concetto dell’accreditamento in realtà manca proprio questo, perché alla fine
io posso perfettamente fare tutto il percorso descritto in questo documento,
senza essermi mai confrontato con i bisogni dei diretti interessati, che sia
l’ambito sociale, che sia l’ambito sanitario e nel caso dei minori e nel caso
dell’handicap e nel caso della non autosufficienza non avere mai consultato
le famiglie.
Provate a dimostrarmi il contrario, poi io potrò cambiare idea
eventualmente. Dico questo perché mi è stato suggerito da chi opera nel
settore, che ha toccato con mano come il Comune di Forlì, solo dopo essere
stato messo di fronte ai fatti anche giuridicamente, non applicando le leggi,
ha chiesto e chiede tuttora peraltro, seppure in misura minore, una
compartecipazione alle famiglie dei disabili per i servizi, comprendendo nei
redditi l’assegno di accompagnamento e i redditi familiari al contrario di
quello che prevede la legge. Scusate ma qui quando sento parlare di legalità
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e poi vedo questo tipo di comportamenti, allora bisogna fare prima una
revisione in casa propria e vedere se si è conseguenti tra i concetti, le
enunciazioni di principio e i fatti.
Sul conflitto di interessi, perché l’espressione più precisa è questa, è
esattamente questa: confusione di ruoli e conflitto di interessi, la cosa è
molto semplice e faccio due esempi per chiarirlo, ma molto brevemente. Se
l’Amministrazione comunale vuole invadere il campo che non è proprio e
viceversa il privato sociale invade di fatto il campo che non è proprio per
fare
e
capisco
che
si
inventano
queste
paroline
magiche
“coprogrammazione”, chiamatela come volete, ma poi succedono degli
episodi spiacevoli e gli episodi spiacevoli sono successi, quindi non è che la
previsione è stata fatta pensando male: no.
L’evento che ha avuto una sanzione, seppure in primo grado, di
condanna penale con molestie a danni di un bambino è avvenuto perché
qualcuno ha sbagliato, vedremo se ci sarà la condanna anche per chi ha
sbagliato e questo vedremo perché è un successivo processo. Non voglio
entrare nel merito del processo, però dico che politicamente la cosa è già
chiara, anche amministrativamente la cosa è già chiara.
Questo lo si capisce proprio sull’esempio del diverso trattamento, e
qui mi raccontano esperienze persone, cittadini forlivesi che meritano di
essere riportati in quest’aula. Com’è possibile che coppie di persone del
tutto normali e uso volutamente questo termine disprezzato al punto di
diventare dispregiativo, come abbiamo visto di recente anche in trasmissioni
televisive e parlo del festival di Sanremo, ma non voglio certo banalizzare
però sono lo specchio del degrado culturale a cui siamo arrivati, che la
normalità diventi qualcosa che deve dimostrare di essere giusto, ora è il
contrario: è la normalità che deve dimostrare il proprio modo di essere,
come la normalità deve essere accettata solo come tale, non dimostrando di
essere normalità.
In che termini sto parlando? Sto parlando di coppie perfettamente
normali che vengono rivoltate letteralmente come un calzino per potere
accedere alla possibilità di adottare un figlio, al contrario troviamo una
persona che evidentemente non è stata rivoltata come un calzino, a cui è
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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stato affidato un bambino di 5 anni, al di fuori delle norme di legge, perché
io ho letto la corposa relazione del Segretario Generale e lo dice
chiaramente. Non so se tuttora è secretata, peraltro sarebbe anche utile
sapere se tuttora è secretata o se è possibile divulgarla, perché vorrei farla
leggere anche a qualcun altro io, perché dice questo.
Vi faccio un altro esempio meno drammatico, ma altrettanto
interessante dal punto di vista di come poi in questo corposo documento ci
sono anche dei buchi, perché sfugge, prima è stato detto “nuovi bisogni o
comunque nuove realtà e nuove problematiche”, sfugge che l’evoluzione di
alcuni tipi di problematiche richiede delle cose che qui dentro non sono
affrontate: l’esempio della dislessia e quindi disturbi specifici di
apprendimento. È un campo in cui devono parlarsi, intanto parlarsi e poi
possibilmente fare anche delle cose, poi possibilmente avere anche delle
competenze adeguate, cosa che purtroppo non sempre è, servizi sociali
sanitari e scuola.
Mi è stato raccontato anche in questo campo che è già difficile
decidere dove trovarci, “dove ci troviamo? Nell’ufficio di Via Colombo o
presso la scuola?”: mi sembra che siamo un po’ all’anno zero! Per mettere
insieme un neuropsichiatra, una logopedista e degli insegnanti forse è bene
che cominciamo a lavorarci, perché qui a Forlì ve lo dico per certo,
conoscendo altre realtà regionali, siamo all’anno zero, spero in un prossimo
documento di trovare qualcosa di più convincente, perché la realtà a questo
punto fa abbastanza acqua.
Ho dimostrato credo seppure in breve perché c’è poca sussidiarietà,
l’unica sussidiarietà che c’è in questo documento come al solito è quella
verticale: un ruolo del Comune capoluogo che ovviamente più strutturato
più ha delle competenze di legge nei confronti degli altri comuni del
territorio dell’Azienda U.S.L., però effettivamente non andiamo oltre.
Credo quindi che è la fine di un percorso che può trovare
possibilmente, dal mio punto di vista, una vera propria caduta del muro di
Berlino, quindi ci sia completamente un rimodellamento su tutti altri
principi del prossimo mandato.
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 65
Sono d’accordo al riconoscimento di obiettivi che sono stati ottenuti
seppure a costi molto alti, quindi nessuno e nemmeno il sottoscritto ha
intenzione di negare dei risultati, quindi sul riconoscimento dei risultati non
ho problemi, è già stato detto, non ho insistito, io stesso come sapete sono,
soprattutto quando si parla di bilancio, una persona che parla anche degli
aspetti positivi, non sono per un’opposizione preconcetta, però mi è piaciuto
dare anche un quadro un po’ più ampio di quello che non è stato fatto anche
da alcuni interventi precedenti, perché diversamente questa fase finale di un
modello e di un ciclo da ogni punto di vista andava sancita come tale.
Entra il Cons. Castagnoli; esce il Cons. Bongiorno: Presenti N. 30.
Esce l’Ass. Galassi.
Presidente RAIES: Non sono un medico, non capisco niente di
ospedali, l’unica cosa che sarà un progetto sicuramente ha un significato e
ha un obiettivo valido, però volevo intervenire per un fatto di una cosa di
sanità, qui parlo di sanità forlivese. Siamo molto dietro, Direttore Generale,
ci interessa molto (indecifrabile) e praticamente qui la nostra sanità è a zero!
Vedo come l’ospedale è stato fatto, sono stati spesi migliaia e migliaia
di Euro per una sanità dove mancano parecchie cose, perché non voglio fare
critica, perché guardavo il Sindaco che faceva dei gesti che è un po’ strano..
(indecifrabile)... no, (indecifrabile) perché praticamente parliamo del centro
per il tumore, abbiamo un ospedale a norma che parecchi pazienti devono
spostarsi da Forlì a Meldola per curarsi, soprattutto la gente anziana che non
ha il mezzo per spostarsi deve chiamarsi a pagamento e questa è mancanza.
Perché non allarghiamo questo centro per i tumori al nostro ospedale?
Poi un’altra cosa, parecchi forlivesi, parecchia gente parla del pronto
soccorso che sembra un pronto soccorso da terzo mondo! Un bambino di 6
anni davanti ai miei occhi si mette 3 o 4 ore con il gomito rotto e le ossa
fuori, io penso che non c’è rispetto per questi bambini, o una bambina che
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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ha la febbre a 39 e deve aspettare 3 ore e poi la mandano su in pediatria.
Sarà un progetto di valore, una cosa valida, però dobbiamo guardarci anche
altre cose per il nostro ospedale di Forlì, sarà un bel ospedale bello grande,
bello fuori e non so dentro come è fatto!
Parliamo anche (incomprensibile) non ha neanche una settimana con
questo intervento, ho lavorato 14 anni qui, ho sempre lavorato in regola,
quando mi faccio male e lavoro devo andare a pagamento, perché la sanità,
l’ospedale non mi garantisce l’intervento! Questo non va bene, con un
foglio scritto “garanzia zero”, se vi operate al Morgagni la garanzia è zero:
sono d’accordo, fate il progetto, però guardiamo anche il nostro ospedale.
Andare dal fisioterapista, ok vado dal fisioterapista, però la terapia
all’ospedale Morgagni mi dicono “no, non abbiamo certi terapisti, devi
andare a pagamento” e va bene, vado a pagamento, io sono ricco, sono il
figlio di Berlusconi, va bene! Però se vado all’Inail per chiedere come
funziona, all’Inail non mi rimborsano niente e come funziona questa cosa in
Italia?
Non voglio fare critica, non sono un dottore, non sono un medico, io
faccio il muratore e sono un medico dell’edilizia, però dobbiamo dare aiuto
ai cittadini che hanno bisogno di questa iniziativa per la sanità. Nella sanità
siamo molto indietro qua a Forlì. Io devo operarmi e devo sentire chiedere,
magari qui a Forlì conosco tanti medici, io parlo anche con parecchi
extracomunitari qua e sono stati operati per fare cosa? Perché non lo sanno a
chi deve andare, a chi deve rivolgere, poi rimangono mezzi handicappati.
L’ultima volta, l’abbiamo fatto quando c’è stato venerdì “contro la
violenza alle donne”, c’era anche il Sindaco e l’Assessore, c’è stata anche la
nostra collega, c’è stata una ragazza e parlava che ha il problema di una
malattia infettiva: deve andare in Sud America per curarsi, perché qui in
Italia non c’è, non c’è un centro a posta per curarsi questa malattia infettiva..
(incomprensibile)… beh, (incomprensibile) perché dobbiamo guardarci,
perché dobbiamo fare un progetto che il nostro ospedale, per fare l’esame
del sangue devo spostarmi da un’altra parte e portare questi esami da
un’altra parte, ma scusa un attimo me li faccio all’ospedale di Forlì, perché
se sono malato di tumore devo andare a Meldola? Perché se mi sono
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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spaccato un polso devo andare a Modena per operarmi? Mi opero qui a
Forlì, avete speso un sacco di soldi per un ospedale che manca di parecchie
cose.
Ci sono parecchi forlivesi che criticano queste cose, sono anch’io uno
di questi forlivesi che criticano queste cose, perché non è giusto spendere
dei soldi per avere una sanità che è zero qua a Forlì. Dobbiamo ragionarci
un attimo, non voglio, non dico se la Destra o se la Sinistra criticano per
questa roba, io dico che dobbiamo lavorare insieme, a ragionarci insieme
come facciamo questo ospedale. La sanità qua a Forlì ancora non è in grado
di andare avanti.
Entra il Cons. Terracciano: Presenti N. 31.
Dott. MAZZONI: Partirei da quest’ultimo intervento del Consigliere
sulle valutazioni del nostro ospedale e del nostro sistema sanitario per fare
alcune precisazioni e per dare la disponibilità dell’Azienda, mia anche
personale, per capire meglio e per avere anche delle prove concrete sulle
affermazioni fatte.
Il nostro sistema sanitario in questo Paese, in questa Città, perché in
questo territorio riprende quelli che sono i principi costituzionali del diritto
alla salute, di una salute di una assistenza sanitaria universale per tutti,
gratuita, che ha fatto anche di questo sistema sanitario uno dei migliori
sistemi sanitari al mondo e non proprio perché qui si hanno delle cure di
maggiore qualità rispetto a altri territori, a altri paesi, ma proprio per i
principi e i valori che stanno alla base del sistema, quello che dicevo prima
dell’universalità,
dell’equità
e
di
una
sanità
per
tutti
gratuita,
indipendentemente dalle differenze di sesso, di cultura, di paese,
economiche, di religione, quindi questo intendo sottolinearlo perché mi fa
specie che dentro la struttura sanitaria di Forlì a qualcuno, ancora prima di
essere curato, gli abbiano chiesto o la carta di credito o una solidità
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 68
economica. Non è di questo sistema, semmai in altri paesi e in altri sistemi
sanitari questo può succedere, ma non da noi.
Ho bisogno di capire, voglio capire e sarà mio impegno se qualcuno –
ma mi permetta di dubitare questa affermazione – non ha rispettato il diritto
alla salute, il diritto di cittadinanza, indipendentemente anche dal posto di
provenienza, questo ne risponderà.
Non voglio tanto fare una difesa d’ufficio della nostra sanità e del
nostro ospedale, io penso che voglio fare alcuni passaggi solamente su
quello che è stato il percorso di questi anni in ordine all’evoluzione che il
nostro sistema ha avuto, agli investimenti che sono stati fatti e anche alle
criticità che ci sono ancora. Non sono qui a dire che tutto è perfetto e non ci
sono cose da migliorare.
Noi abbiamo riorganizzato, riammodernato tutta la nostra rete
sanitaria, sia ospedaliera che territoriale, coinvolgendo in questo anche il
privato di questo territorio, quindi con anche uno sforzo organizzativo non
di poco conto, è quello che ho detto all’inizio dell’intervento e quello che
oggi dobbiamo fare dobbiamo acquistare maggiore efficienza organizzativa,
le risorse le abbiamo immesse nel sistema, abbiamo anche dei risultati che ci
confortano in questo e dobbiamo renderle il più efficienti possibili,
superando anche quelle criticità.
In questo lavoro abbiamo, intanto per dare una risposta se può essere
un indicatore di qualità, ma io penso sì agli inizi degli anni 2000 avevamo
una mobilità passiva molto forte verso altri territori, i forlivesi andavano più
facilmente oltre (incomprensibile) in altri posti. Avevamo un saldo negativo
di mobilità di diversi milioni di Euro, comunque era negativa e noi oggi nel
saldo della mobilità non siamo più in negativo. La gente è ritornata a usare i
servizi di Forlì, ma non solo i forlivesi, in alcuni ambiti di attività abbiamo
una mobilità attiva anche di rilevanza.
È chiaro che quando programmi, tu utilizzi dei parametri che si
possono verificare o meno, un’alea la tiene sempre in considerazione, non
dico che debba succedere un 11 settembre ogni volta, quindi
l’imprevedibilità, però quando si fa programmazione si cavalca anche un
po’ il futuro. Noi la rete di servizi che abbiamo creato in questo territorio
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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non l’abbiamo fatto in questi anni considerando il presente, abbiamo cercato
di leggere come stiamo facendo oggi, come è la base della programmazione
integrata sociale e sanitaria, cercare di leggere i fenomeni che si stanno
verificando e si verificheranno sempre più, una società che cambia avrà
nuovi bisogni, una crisi economica che sta venendo avanti e qualche
Consigliere l’ha sottolineato: ci sarà una fascia di prossimità che oggi riesce
a cavarsela e domani rischia di entrare nell’ambito delle difficoltà, quindi
questo chiederà anche il modellare certi servizi in base ai bisogni.
Qui ci vuole il buon governo è vero, in quanto devi essere attento a
interpretare e leggere anche in prospettiva futura questi fenomeni. Si è
cercato, proprio per questo, di fare un grande investimento sul territorio
anche con i nuclei di cure primarie, perché attraverso il coinvolgimento dei
medici di medicina generale, il loro associazionismo, teniamo conto che il
nostro Paese ha il doppio dei medici in base alla popolazione rispetto a
Inghilterra e Stati Uniti, non è che siamo poveri di professionisti.
Abbiamo bisogno questi professionisti di coinvolgerli all’interno del
sistema, in passato lavoravano più come liberi professionisti che come
professionisti appartenenti a un sistema. Hanno accettato questa sfida, hanno
capito questa necessità, tutti i medici di questo territorio hanno accettato
l’associazionismo, sono entrati nei nuclei di cure primarie, è stato un grande
sforzo di investimento. Oggi non possiamo certo dire che i medici di base
non siano dentro il sistema, non facciano parte al sistema.
Noi negli 11 nuclei che abbiamo aperto in questo anno, e questo era
un impegno che ci eravamo presi, in questo anno metteremo in ogni nucleo
anche l’assistenza infermieristica, quell’assistenza infermieristica che sarà
legata anche all’assistenza domiciliare, perché è chiaro più ci si allontana e
più difficile è conoscere i problemi contingenti di una realtà, anche di una
famiglia, non dico dei nuclei più grandi. Questo disegno parte da lontano,
penso che sia un disegno condiviso un po’ di anni fa anche all’interno di
questo Consiglio Comunale, che vedeva un grande potenziamento del
territorio, insieme a una forte qualificazione dall’assistenza ospedaliera,
secondo quella logica che dicevo prima: specializzare l’ospedale, dargli
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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eccellenza, non solo tanto fare dei muri e metterci dei posti letto, ma
metterci attrezzature, metterci competenze professionali.
Abbiamo molti professionisti che hanno scelto di lavorare qui, di
rimanere qui, di fare la loro attività qui e hanno scelto anche il rapporto
esclusivo in questa Azienda, quindi hanno fatto anche questi una scelta di
campo ben precisa. In questo progetto un ospedale per alta intensità di cura,
un ospedale che dà delle risposte eccellenti, un ospedale che si occuperà
principalmente di clinica, con anche la possibilità e questo è nel nostro
progetto, tutte quelle attività di supporto, tutte quelle che sono le piattaforme
logistiche dove si fanno gli acquisti, dove si fanno gli stipendi, o dove anche
si fanno delle analisi cliniche, queste possono essere bene anche fatte
insieme a altre aziende, possono essere concentrate senza togliere niente alla
qualità, alla sicurezza e alla tempestività dell’intervento clinico, cercando di
portare in questo territorio la più ampia autosufficienza.
Nessuno deve andare più fuori per avere una risposta sanitaria che sia
di carattere diagnostico, che sia di carattere medico, che sia di carattere
chirurgico. Poi a volte ci sono anche gli imprevisti, prima si parlava di
prevenzione e è giusto anche sottolinearlo, una delle emergenza che stiamo
cercando di fronteggiare, dovuta anche alla grande mobilità che c’è, è quella
di malattie infettive nuove, sconosciute e ci stiamo attrezzando, ma i confini
sono aperti, si circola, girano aeroplani, scendono da tutte le parti e anche
questo è un problema che per quanto cerchiamo di affrontare, prendiamo
l’esempio della (incomprensibile) c’è arrivata: chi la conosceva dal punto di
vista pratico? In ogni modo posso tranquillizzare i Consiglieri che
l’obiettivo è quello dell’autosufficienza, quello dell’universalità e equità
nell’erogazione delle cure e della gratuità.
Poi tutto questo sistema come dicevo all’inizio deve funzionare, noi il
nostro impegno sarà quello dell’efficienza organizzativa e quello
dell’efficienza produttiva, perché cambi – questo qualcuno l’ha sottolineato
e lo ringrazio – la grande complessità. Immaginate un medico che fino al
giorno prima prescriveva con carta e penna! Dentro la nostra struttura
ospedaliera abbiamo investito sul fronte informatico e abbiamo cambiato
radicalmente il modo di operare e anche il modo in cui circolano le
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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informazioni. A regime, in ogni punto del nostro sistema ospedaliero e
territoriale, potremo avere tutte le informazioni cliniche di un paziente e
tutte le conoscenze del caso.
Oggi la sfida in campo sanitario si vince anche su questo, quella
dell’informatica è una grande piattaforma logistica se fare arrivare in tutti i
punti e in tempo reale le informazioni e le conoscenze. Tutto questo nella
cultura degli operatori, dei medici, nei meccanismi operativi immaginate
che sconquasso ha fatto, è impensabile che da un giorno all’altro possa
essere tutto a regime e essere tutto perfettamente efficiente. Devo dire che
oggi siamo soddisfatti, in questi 4 anni dall’avvio del nuovo ospedale e della
riorganizzazione del territorio possiamo dire che abbiamo e questo ce lo
riconoscono in molti, ma anche dall’estero stanno venendo per copiare il
nostro modello organizzativo, il nostro modello gestionale per intensità di
cura.
Devo dire che tante osservazioni e tante riflessioni che qui si stanno
facendo si fanno qui e non da altre parti per la ricchezza di esperienze che ci
sono, per la ricchezza delle cose messe in campo, senza fare paragoni con
nessuno in altre realtà del nostro Paese certi problemi oggi non se li
pongono, non se li creano, perché non sono proprio nelle condizioni
strutturali anche per chiederseli.
L’impegno dell’Azienda comunque è quello di intervenire anche su
quelle che sono le criticità, sul fronte dell’accessibilità ai servizi, quelle che
possono essere le liste d’attesa, però ripeto un dato positivo che io qui
voglio sottolineare è quello di avere abbattuto la mobilità passiva e già oggi,
semmai anche in qualche circostanza con qualche ritardo, nel nostro
territorio la risposta si trova per tutti. Dobbiamo fare funzionare la
macchina, dobbiamo come dicevo prima governare il sistema, la gente non
deve andare a pagamento, dobbiamo cercare anche per questo di ristabilire
un rapporto di grande fiducia con il cittadino.
Noi la guerra per la prestazione immediata, il giorno dopo, se non ce
n’è bisogno non la faremo mai la competizione con il privato, se sono 30
giorni. Intanto tutte le urgenze e le urgenze differibili vengono soddisfatte
nei tempi previsti, quindi già questo lo voglio sottolineare, però sul resto
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 72
dovremo raggiungere quelli che sono gli standard regionali. Delle cose ne
avete dette tante, quindi è anche impossibile toccare tutti i temi, alcune
considerazioni, non tanto risposte, di carattere generale su quelli che
possono essere stati gli stimoli che sono venuti dal dibattito di questa sera.
Escono i Conss. Farneti e Giunchi e la Cons. Gentilini: Presenti n. 28.
Ass. BERTOZZI: Intanto voglio ringraziare per i contributi che sono
arrivati da questo confronto, ritengo importante rispondere a almeno 3
aspetti che sono emersi come rilevanti.
Il primo è la sottolineatura che questo Piano prevede anche un
modello complesso per la gestione, è un piano complesso nei contenuti,
partecipato da più soggetti e dunque va trovata anche una forma di
governance, una forma per governare l’intero sistema integrato. Non credo
che qui c’è una cultura vecchia, io non ritengo che parlare di sistemi
integrati, di sistemi complessi oggi significa tornare a concezioni stataliste o
come si vogliono chiamare. Penso che è invece il futuro, governare la
complessità è la sfida del futuro.
Ma detto questo, sul tema dell’accordo di programma che noi
abbiamo, il Piano è accompagnato da un accordo di programma che sarà
firmato dai 15 Comuni di questo territorio, dall’Azienda U.S.L. e dalla
Provincia. L’accordo di programma verrà firmato anche nel territorio
ravennate, anche nel territorio bolognese, anche nel territorio di Modena,
Parma e Piacenza. L’accordo di programma è quello che prevede la Legge
regionale per l’adozione dei piani per la salute e il benessere.
Noi in questo territorio quello che prevede oggi abbiamo fatto – lo
diceva mi pare la Morgagni – un accordo di programma già dal 2000,
abbiamo messo insieme i comuni di questo territorio insieme all’Azienda
U.S.L., insieme alla Provincia e abbiamo dal 2000 cominciato a fare
programmazione, analisi dei bisogni, verifica sui livelli di assistenza per
quanto riguarda i vari comparti d’intervento. Abbiamo dal 2000 cominciato
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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anche a gestire la programmazione ma anche la gestione come comune
capofila su alcune attività, che non potevano essere gestite dai comuni
singolarmente, dai piccoli comuni singolarmente.
Questo pensiero strategico, politico, istituzionale è quello che oggi
viene assunto da tutti i territori, perché la programmazione adesso
obbligatoriamente su questi temi sociali e sanitari si fanno a livello
distrettuale, quindi i confini entro i quali fare la programmazione sono quelli
distrettuali. Questo non vuol dire che i comuni perdano i Consigli Comunali,
perdano il loro ruolo e la loro competenza, anzi semmai io dico aumenta il
ruolo e la competenza, perché è competenza di un Comune guardarsi,
guardare alla comunità allargata, a un territorio allargato, fare funzionare la
sussidiarietà verticale e fare funzionare la sussidiarietà orizzontale.
Io sfido veramente, e poi ci possiamo ritornare, a dire che con un
modello leggero, perché non andiamo a costituire un’azienda per la
gestione, facciamo una convenzione tra enti locali che non aggiunge niente,
nessuna sovrastruttura a quello che è il normale lavoro. Costruiamo un
Comitato, certo è il luogo dove si incontrano i comuni che è l’organismo,
ma che non decide sui bilanci perché sui bilanci che sono momenti di
programmazione decidono i singoli Consigli Comunali, poi nel Comitato
dell’accordo di programma si trasferisce ciò che è il patrimonio che ogni
territorio porta in termini di risorse, un modo di fare la programmazione di
area allargata.
Anche la questione che si costituisce un fondo, che si chiama il fondo
sociale distrettuale, vuol dire che c’è una compartecipazione di ogni
soggetto con una quota associativa entro la quale confluisce anche il fondo
che la Regione destina ai territori, perché la Regione destina ai territori il
riparto del fondo sociale nazionale e regionale sulla base dei piani
distrettuali: a ogni distretto fa arrivare le risorse. Non possiamo utilizzare le
risorse che spettano a tutti i 15 comuni, anche sulla base della 328 anche il
riparto del fondo nazionale avviene non per singoli comuni, ma per distretti
territoriali, anche il riparto del fondo nazionale arriva alle regioni e le
regioni lo destinano. È cambiato un approccio.
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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La Cons. Burnacci poneva giustamente i temi della governance, di
come governare la complessità, non è mica vero che ancora abbiamo risolto
tutti i problemi, perché per esempio dobbiamo fare partecipare di più i
Consigli Comunali, dovranno i futuri amministratori coinvolgere di più tutte
le categorie economiche e sociali, perché il welfare di comunità vuol dire
coinvolgere di più tutti nella progettazione e nell’analisi dei bisogni.
Il tema del Terzo settore, che è di diritto ai tavoli della concertazione,
lo dico perché anche in questo ambito noi abbiamo eletto una conferenza del
Terzo settore che è rappresentata da 15 persone che non rappresentano sé
stesse e lo diceva bene il Cons. Tappari, il Terzo settore è lì in una veste di
rappresentante di interessi diffusi, non partecipa, quindi questa è la
concertazione di questo territorio che ha colto una sfida che è quella di
anche ridiscutere modelli e organizzazioni.
Io non faccio la difesa di niente, ma davvero in questi anni in questo
territorio – lo diceva Mazzoni – sono partiti dei progetti che hanno visto
forte innovazione e abbiamo anche raggiunto non solo forte innovazione nei
modelli assistenziali, ma anche raggiunto dei livelli di assistenza alti.
Seguiamo l’11% della popolazione infantile, è un dato molto alto perché in
Regione la media è il 6%, noi abbiamo un sistema di servizi che ci permette
dal punto di vista della protezione sociale un livello molto alto. Abbiamo il
livello più alto, uno dei più alti sulla rete per gli anziani e per i disabili.
Si diceva cos’è questa rete per anziani disabili? È fatta da tante
risposte differenziate, che vanno dall’assistenza domiciliare all’assegno e
per ogni servizio, per ogni intervento c’è un regolamento che accompagna la
fruizione di questo intervento. Lo dico, Consigliere, perché come si fa a
avere l’assegno di cura? C’è un regolamento. Come si fa a avere l’assistenza
domiciliare, quanto e come e chi compartecipa? C’è un regolamento, così
come per le strutture protette, che da noi sono in tutto il territorio.
Guardate anche questa gestione così associata ha permesso in questi
anni di fare l’operazione che diceva il Dott. Mazzoni: attenzione anche ai
piccoli territori. Non abbiamo smobilitato niente, abbiamo rafforzato tutti i
presidi, le case di riposo, i servizi distrettuali, i servizi sociali, sono entrati
nelle piante organiche dei piccoli comuni le assistenti sociali per la prima
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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volta, poi c’è anche una gestione associata e quindi alcune funzioni che
coordiniamo come ufficio di piano e come ufficio di direzione dell’accordo
di programma, quindi la direzione ha dei momenti anche centralizzati, ma
c’è una grande prossimità, un gran decentramento dei servizi.
Chiudo intanto dicendo che noi adesso, approvato nei 15 comuni il
Piano e l’accordo di programma, andremo a fare il Piano attuativo e io spero
di riuscire, almeno per restituire, correttamente penso un’amministrazione
che finisce fa un bilancio sociale e quindi io spero di potere fare questo
convegno di restituzione sui dati, sulla rendicontazione sociale, spero che
riusciamo a farla.
Ma voglio concludere su una questione che è stata posta e che è
aperta, che è un tema vero e è quello della sostenibilità e della equità, dire:
ma siamo sicuri che riusciamo a rispondere a tutti nel modo? Questo tema di
come, stiamo lavorando su un’ipotesi – c’è scritto nel Piano – di individuare
non più solo le singole persone soggette a intervento, ma il nucleo familiare
e quindi di ricapire quale tipo di sostegno l’insieme degli interventi sulle
persone di un nucleo che efficacia hanno sull’intero, quindi il tema della
famiglia, del nucleo familiare e non più solo della singola persona, perché è
vero che si vanno a sommare interventi spesso sulle famiglie a portare anche
ripetizione di interventi.
Il tema dell’equità e della ridistribuzione delle risorse è un tema di
interesse, anche perché si accompagna a quello della sostenibilità. Le risorse
sono quelle, quindi hai bisogno di capire quanto dai e come lo dai. Lo dico
perché il sistema informativo che abbiamo costruito ci dovrebbe dare a
breve alcuni risultati, per capire anche e per mettere a fuoco questo tema
dell’equità e della ridistribuzione sociale del nostro welfare territoriale.
Escono i Conss. Baccarini, Avellone e Castagnoli: Presenti n. 25.
Vedi deliberazione n. 37
MOZIONI E ORDINI DEL GIORNO
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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OGGETTO N. 1
MOZIONE VOLTA A IMPEGNARE L’AMMINISTRAZIONE
COMUNALE SUL TEMA DELL’IMMIGRAZIONE.
Rinviato
OGGETTO N. 2
ORDINE DEL GIORNO VOLTO A INTITOLARE UNA VIA O
UNA
PIAZZA
DELLA
NOSTRA
CITTÀ
ALL’AVVOCATO
GIOVANNI FONTANA ELLIOT.
Rinviato
OGGETTO N. 3
ORDINE DEL GIORNO VOLTO A INTITOLARE UNA VIA,
UNA PIAZZA O UNA STRUTTURA DI INTERESSE COMUNALE
ALLA MEMORIA DI GIACOMO FILIPPI DECEDUTO NELLA
TRAGEDIA DI USTICA.
Rinviato
OGGETTO N. 4
MOZIONE VOLTA A UN’INTESA TRA I PARTITI DI
MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE PER LA RISOLUZIONE DI
PROBLEMATICHE.
Rinviato
OGGETTO N. 5
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
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MOZIONE VOLTA A UN IMPEGNO PER FAR CONOSCERE
LA
CARTA
COSTITUZIONALE
ALLA
GENTE
E
IN
PARTICOLARE AI GIOVANI NELLE SCUOLE.
Rinviato
OGGETTO N. 6
ORDINE
DEL
GIORNO
VOLTO
A
ANNULLARE
O
CORREGGERE LA DELIBERA CON LA QUALE SI È DATO
MANDATO AL SINDACO DI PRESENTARE QUERELA VERSO I
GIORNALI LOCALI SUL CASO AFFIDI.
Rinviato
OGGETTO N. 7
ORDINE DEL GIORNO IN MERITO A UNA CORRETTA
APPLICAZIONE DELLA LEGGE N. 194/1978.
Rinviato
OGGETTO N. 8
MOZIONE VOLTA A IMPEDIRE LA DECISIONE DELLA
REGIONE
EMILIA
ROMAGNA
IN
MERITO
ALLA
SPERIMENTAZIONE DELLA PILLOLA RU 486.
Rinviato
OGGETTO N. 9
ORDINE DEL GIORNO IN MERITO ALLE POLITICHE
ABITATIVE.
Rinviato
OGGETTO N. 10
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 78
ORDINE DEL GIORNO IN MATERIA DI ISTRUZIONE E
UNIVERSITÀ.
Rinviato
OGGETTO N. 11
ORDINE DEL GIORNO IN MERITO AL TRASFERIMENTO
DI DA FORLÌ A ALTRA SEDE DEI SERVIZI E ATTIVITÀ DI
ANATOMIA PATOLOGICA.
Rinviato
OGGETTO N. 12
ORDINE DEL GIORNO PER DICHIARARE IL TERRITORIO
COMUNALE DENUCLEARIZZATO.
Rinviato
OGGETTO N. 15
"ACQUA BENE COMUNE": ORDINE DEL GIORNO DI
ADESIONE
AL
MANIFESTO
PER
L'ACQUA
E
AL
COORDINAMENTO ENTI LOCALI PER L'ACQUA PUBBLICA,
IMPEGNI CONSEGUENTI.
Rinviato
OGGETTO N. 17
ORDINE DEL GIORNO IN MERITO AL SERVIZIO CIVILE
NAZIONALE.
Rinviato
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 79
Presidente MINGHINI:
Direi che possiamo terminare qui il
Consiglio Comunale, i prossimi Consigli comunali li terremo il 23 e 30
marzo e il 6 aprile, è ancora in discussione lunedì prossimo, quindi entro
domani nel caso arriveranno le comunicazioni per lunedì prossimo,
altrimenti si va al 23 marzo. Buonasera a tutti.
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 80
La seduta ha termine alle ore 19,45.
Fatto, letto e sottoscritto.
Il Presidente
(Luciano Minghini)
Il Funzionario
Il Segretario Generale
(Aura Casadei)
(Antonio Ventrella)
Consiglio Comunale di data 09 marzo 2009
Pag. 81
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9 marzo 2009 - Comune di Forlì