REGIONE AUTONOMA FRIULI-VENEZIA GIULIA &216,*/,25(*,21$/( $77,&216,/,$5, '(//¶$66(0%/($ 9,,,A/(*,6/$785$ 6HGXWDQGHOJLXJQR±SRPHULGLDQD $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (197) 3 VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 SEDUTA DI MERCOLEDI’ 28 GIUGNO 2000 POMERIDIANA PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MARTINI INDI DEL VICEPRESIDENTE BORTUZZO ,1',&( PAG. PAG. 6XOSURFHVVRYHUEDOH ......................................... 5-40 CASTALDO, 5HODWRUH.. 8-10-13-27-31-34-37-39 MATTASSI............................11-15-28-29-33-38 ANTONAZ, 5HODWRUH.............................13-21-35 PEGOLO..................................................... 17-21 CRUDER ......................................................... 19 FONTANELLI................................................. 32 BRUSSA .......................................................... 37 ZOPPOLATO .................................................. 40 &RQJHGL ................................................................... 5 5LGX]LRQH GHO WHUPLQH SHU OD GLVWULEX]LRQH GHOOH UHOD]LRQL............................................................. 5 PRESIDENTE.................................................... 5 ZOPPOLATO .................................................... 5 3URSRVWH GL OHJJH ³5HDOL]]D]LRQH GL SURJHWWL DQWLYLROHQ]DHLVWLWX]LRQHGLFHQWULSHUGRQQHLQ GLIILFROWj´ ³,VWLWX]LRQH GL XQ 2VVHUYDWRULR H LQWHUYHQWL UHJLRQDOL LQ PDWHULD GL YLROHQ]D FRQWUR OH GRQQH´6HJXLWRGHOODGLVFXVVLRQH............ 6 PRESIDENTE..............................................6-7-8 .....12-13-15-20-21-22-23-28-29-30-34-35-36-40 ZORZINI, 5HODWULFH ... 6-8-10-18-21-23-26-34-39 BORTUZZO ...................................................... 7 POZZO, $VVHVVRUH SHU OH DXWRQRPLH ORFDOL DOOH IRUHVWHDLSDUFKLHDOODFDFFLD............7-28-35-39 PUIATTI ....................... 7-12-14-15-23-30-31-37 9HULILFDGHOQXPHUROHJDOH.............................. 22-36 PRESIDENTE............................................. 22-36 PUIATTI .......................................................... 22 GOTTARDO.................................................... 36 ,QWHUURJD]LRQLHGLQWHUSHOODQ]D$QQXQ]LR........ 40 2UGLQHGHOJLRUQRGHOODSURVVLPDVHGXWD ........... 40 $//(*$72 ,QWHUURJD]LRQLHGLQWHUSHOODQ]DDQQXQ]LDWH....... 43 $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (197) 5 VIII LEGISLATURA – 35(6,'(1=$'(/35(6,'(17(0$57,1, /DVHGXWDLQL]LDDOOHRUH PRESIDENTE. Dichiaro aperta la centonovantasettesima seduta del Consiglio regionale. 6XOSURFHVVRYHUEDOH PRESIDENTE. Informo che sono a disposizione dei Consiglieri alcune copie del processo verbale della seduta n. 195, e che, se non saranno state sollevate eccezioni nel corso della seduta odierna, il verbale stesso sarà considerato approvato. &RQJHGL PRESIDENTE. Comunico che hanno chiesto congedo, per la seduta pomeridiana, il Presidente della Giunta regionale Antonione, gli assessori Ariis e Tondo ed i consiglieri Budin, Degano e Staffieri. ,FRQJHGLVRQRFRQFHVVL 5LGX]LRQHGHOWHUPLQHSHUODGLVWULEX]LRQH GHOOHUHOD]LRQL PRESIDENTE. Eravamo arrivati, sostanzialmente, alla chiusura del dibattito, salvo lo spazio di queste due ore per completare la presentazione di alcuni ultimi emendamenti. Allora, trovo come ultimo iscritto il collega Zoppolato. Ne ha la facoltà. ZOPPOLATO. Non sono l’ultimo iscritto, Presidente. PRESIDENTE. Mi sembra di sì. – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 ZOPPOLATO. No, mi sono iscritto adesso per porre una questione, non per parlare nel dibattito generale. PRESIDENTE. Ah, ho capito. ZOPPOLATO. Siccome devo parlare all’inizio, altrimenti dopo non posso più parlare... PRESIDENTE. Interviene sull’ordine dei lavori, benissimo. ZOPPOLATO. Intervengo, oltre che per ringraziare il resto della Giunta per la sua assidua e costante presenza, anche perché sento che la Giunta stessa, con i propri rappresentanti vorrebbe intervenire sugli ordini del giorno. Mi diceva Bortuzzo che la Giunta ha espresso delle posizioni sul mio ordine del giorno... ,QWHUUX]LRQH No, non dopo. Mi piacerebbe sapere quali sono... Se la Giunta ritiene, tramite l’assessore Santarossa, o qualcun altro, di esprimere posizioni al di fuori di quest’Aula, io dico alla Giunta: se le tenga quelle posizioni e faccia altro, se lo ritiene. Non si faccia più vedere e ragioneremo. Siamo abituati a lavorare senza la Giunta e continueremo a farlo. Non ci sono problemi. Inoltre, Presidente, poiché sulla legge del personale sono pervenute tutte le relazioni, io chiedo di ridurre il tempo, da 48 ore a 24, affinché, domani, possa essere messa all’ordine del giorno. Quindi, questa è la mia richiesta. PRESIDENTE. Poiché nessuno chiede di parlare, pongo in votazione la richiesta del consigliere Zoppolato. (¶DSSURYDWD Quindi, le relazioni sono arrivate, tutto è a posto. Domani, all’undicesimo punto dell’ordine del giorno, sarà iscritta la legge sul personale. $WWLFRQVLOLDUL - (197) 6 VIII LEGISLATURA – 6HJXLWRGHOODGLVFXVVLRQHVXOOHSURSRVWHGL OHJJH ³5HDOL]]D]LRQHGLSURJHWWLDQWLYLROHQ]DH LVWLWX]LRQHGLFHQWULSHUGRQQHLQGLIILFROWj´ G¶LQL]LDWLYDGHLFRQVLJOLHUL=RU]LQL )RQWDQHOOL3HWULV ³,VWLWX]LRQHGLXQ2VVHUYDWRULRHLQWHUYHQWL UHJLRQDOLLQPDWHULDGLYLROHQ]DFRQWUROH GRQQH´ G¶LQL]LDWLYDGHLFRQVLJOLHUL$QWRQD]H3HJROR PRESIDENTE. Passiamo al punto n. 1 dell’ ordine del giorno, che prevede il seguito della discussione sulle proposte di legge: “Realizzazione di progetti antiviolenza e istituzione di centri per donne in difficoltà” (23), d’ iniziativa dei consiglieri Zorzini, Fontanelli, Petris e “Istituzione di un Osservatorio e interventi regionali in materia di violenza contro le donne” (47), d’ iniziativa dei consiglieri Antonaz e Pegolo. Ci siamo lasciati dopo l’ intervento di Castaldo ed i Relatori che avevano da presentare ancora qualche emendamento. Tutto fatto, tutto presentato? Perfetto. Non vedo iscrizioni. Per cui considero terminata la discussione sulle proposte di legge 23 e 47. La parola, quindi, ai Relatori. Per Castaldo nulla quæstio. La parola alla Relatrice Zorzini. ZORZINI, 5HODWULFH. Signor Presidente, non vorrei perdere altro tempo. Ho espresso già prima la mia opinione sul testo uscito dalla Commissione e sugli emendamenti presentati. Sarebbe meglio, forse, che, quanto prima, passassimo all’ articolato. PRESIDENTE. Antonaz non c’ è, ma ho capito che la sua assenza è per essere sintetico, come la collega Zorzini e il collega Castaldo. La parola alla Giunta. Nulla quæstio. Mi sembra favorevole al lavoro dell’ Aula. 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 Informo che è stato presentato il seguente ordine del giorno: Bortuzzo – Fasola – Guerra – Violino – Zoppolato – Londero – Follegot – Vanin – Seganti –– Narduzzi – Arduini - Franz: “Il Consiglio regionale, appreso da fonti giornalistiche che, con l’ ingresso di immigrati di particolari etnie e credenze religiose, la crudele pratica dell’ infibulazione verrebbe praticata anche nel nostro Paese a danno di bambine vittime della superstizione e dell’ ignoranza; atteso che l’ infibulazione non sembra trovare nel nostro Paese un’ attenzione appropriata, nonostante si tratti di una pratica condannata in ogni paese civile poiché effettuata in violazione di tutti i diritti e di tutte le convenzioni internazionali; rilevato che le motivazioni che conducono a detta pratica barbarica sono, in sostanza, quelle di voler perpetrare sulle donne delle forme di controllo che si realizzano attraverso metodi irrazionali, attinenti a schemi che debbono ormai considerarsi un triste retaggio del passato; accertato che in Parlamento si trova da tempo una Proposta di Legge la quale prevede pene da 6 a 12 anni di reclusione per chi si rende colpevole di simili mutilazioni in particolare su minori e che pone, fra i suoi scopi principali, l’ attuazione dei principi etici valevoli universalmente, cui tutti sono tenuti ad uniformarsi, sia i cittadini dello Stato che gli stranieri; valutato che anche in Regione FriuliVenezia Giulia dimorano cittadini stranieri originari da quelle aree etico - religiose ove l’ infibulazione è una pratica diffusa, impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso i Presidenti delle due Camere del Parlamento e nei confronti di quant’ altri Organi dello Stato abbiano competenza per chiedere: $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (197) 7 VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 che, con la necessaria sollecitudine, si calendarizzi la discussione della Proposta di Legge che considera reato la pratica di infibulazione; BORTUZZO. Chiedo che l’ ordine del giorno venga votato. che si insista sulla necessità di integrare gli extracomunitari nella nostra società, facendo loro assimilare le regole di vita civile del Paese che li accoglie anche attraverso iniziative di carattere informativo e di sensibilizzazione nei confronti dei membri della Comunità in cui è diffusa la pratica delle mutilazioni genitali; BORTUZZO. Dei colleghi Zoppolato e Narduzzi. impegna inoltre la Giunta regionale a rendere pubblica l’ eventuale esistenza in Regione di fenomeni di pratiche di infibulazione attuate fra le comunità di extracomunitari, al fine di sensibilizzare l’ opinione pubblica contro consuetudini schiavizzanti che non rendano onore alla civiltà umana.” Ha chiesto di parlare Bortuzzo. Ne ha facoltà. il consigliere BORTUZZO. Vorrei che la Giunta si esprimesse sull’ ordine del giorno. PRESIDENTE. Nulla quæ stio per un parere sull’ ordine del giorno, che poi andrà votato, chiaro. La parola alla Giunta. POZZO, $VVHVVRUHSHUOHDXWRQRPLHORFDOL DOOHIRUHVWHDLSDUFKLHDOODFDFFLD. Sull’ ordine del giorno la Giunta esprime un parere favorevole, dopo aver verificato come l’ impegno, che viene attribuito alla Giunta stessa, sia finalizzato a promuovere delle iniziative che hanno una valenza di carattere sociale e socioculturale importante. La verifica, che ho potuto fare anche con i gruppi che sostengono la Giunta, va in questa direzione, anche se ho sentito di alcune divergenze. Comunque, per quanto riguarda la posizione ufficiale della Giunta, siamo per accettare l’ ordine del giorno. PRESIDENTE. Soddisfatto, Bortuzzo, o richiede il voto con i due colleghi? PRESIDENTE. A nome suo e di quali altri? PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Puiatti. Ne ha facoltà. PUIATTI. Chiedo la parola per chiedere una votazione per appello nominale, previa verifica del numero legale. Chiedo se c’ è qualche collega che mi dà una mano nel richiedere la verifica del numero legale. ,QWHUUX]LRQH Ci date una mano? Credo sia importante che questa legge non sia votata da dieci, come quella di ieri, sui Santi patroni. ,QWHUYHQWR IXRUL PLFURIRQR GHO FRQVLJOLHUH %RUWX]]R 3UHVLGHQWH SHU FRUWHVLD QRQ q VXR FRPSLWR PD VH VXRQD LO FDPSDQHOOR FRVu YHGLDPRVHULXVFLDPR PRESIDENTE. Siccome, giustamente, i colleghi della Lega hanno chiesto il voto sull’ ordine del giorno, e il collega Puiatti lo chiedeva previo appello nominale, vorrei capire a nome... &RQIXVLRQHLQ$XOD Poiché non è stato raggiunto il quorum per l’ effettuazione della votazione per appello nominale, pongo in votazione semplice l’ ordine del giorno n. 1. (¶DSSURYDWR Se non c’ è opposizione, passiamo all’ esame dei singoli articoli. Do lettura dell’ articolo 1: ³3ULQFLSL 1. La Regione Friuli-Venezia Giulia, con riferimento alla legge 15 febbraio 1996, n. 66 $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (197) 8 VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 riconosce che la violenza contro le donne, in tutte le forme in cui si esplica, rappresenta una specifica limitazione della libertà e dell’ autodeterminazione femminile, ovvero di quei diritti di cittadinanza sanciti dalla Costituzione e dalle leggi vigenti.” sessuale. Si diceva questa mattina che le forme di violenza che vengono esercitate nei confronti delle donne sono anche di altro tipo. Io credo che, accettando il nostro articolo, la nostra impostazione, potremmo by-passare il problema. Sono stati emendamenti: Credo che l’ articolo, in sé, come dicevo prima, spieghi meglio lo scopo e i principi di questa legge e, in questo senso, potrebbe senz’ altro, meglio del precedente, delineare quale sia l’ orientamento che si vuole prendere adottando una legge come questa. Penso che la semplice lettura dell’ articolo faccia capire meglio le mie parole. Grazie. presentati =RU]LQL0DWWDVVL HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR i seguenti SDJLQD VRVWLWXLUHLOFRPPDFRQLOVHJXHQWH /D 5HJLRQH )ULXOL9HQH]LD *LXOLD ULFRQRVFH FKH RJQL WLSR HG RJQL JUDGR GL YLROHQ]D VHVVXDOH SVLFRORJLFD ILVLFD HFRQRPLFD FRQWUR OH GRQQH FRVWLWXLVFH XQ DWWDFFR DOO¶LQYLRODELOLWj GHOOD SHUVRQD H DOOD VXD OLEHUWj VHFRQGR L SULQFLSL VDQFLWL GDOOD &RVWLWX]LRQHHGDOOHYLJHQWLOHJJL$OOHGRQQH FKH LQFRQWUDQR O¶RVWDFROR GHOOD YLROHQ]D QHOOHVXHGLYHUVHIRUPHqDVVLFXUDWRLOGLULWWR HYHQWXDOPHQWH FRQ L SURSUL ILJOL DG XQ VRVWHJQRWHPSRUDQHRDOILQHGLULSULVWLQDUHOD SURSULD LQYLRODELOLWj H GL ULFRQTXLVWDUH OD SURSULD OLEHUWj QHO SLHQR ULVSHWWR GHOOD ULVHUYDWH]]DHGHOO¶DQRQLPDWR!! &DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR VRSSULPHUHODVHJXHQWHIUDVH &RQ ULIHULPHQWR DOOD OHJJH IHEEUDLR Q!! La parola alla Relatrice Zorzini per l’ illustrazione dell’ emendamento di pagina 01. ZORZINI, 5HODWULFH. Signor Presidente, ho presentato questo comma, che, praticamente, va a sostituire l’ articolo 1, insieme al collega Mattassi, perché pensiamo che, così formulato, possa spiegare meglio i principi che ispirano questa legge. Vediamo anche che c’ è un emendamento, a firma Castaldo-Guerra-Saro, il quale invece, prevede di modificare l’ articolo sopprimendo il riferimento alla legge 15 febbraio 1996, n. 66, che parla della violenza PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Relatore Castaldo. Ne ha facoltà. CASTALDO, 5HODWRUH. Ritiriamo l’ emendamento modificativo e accettiamo il testo presentato da Zorzini e Mattassi, che, secondo noi, va incontro alle aspettative. Questa nuova riscrittura è molto più precisa e puntuale dei principi di questa legge. PRESIDENTE. Pongo, quindi, in votazione l’ emendamento di pagina 01, interamente sostitutivo dell’ articolo 1. (¶DSSURYDWR Do lettura dell’ articolo 2: ³)LQDOLWj 1. La Regione, in attuazione della Dichiarazione e del Programma d’ azione della IV Conferenza mondiale sulle donne di Pechino, così come esplicitata nella direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 marzo 1997, promuove, coordina, stimola iniziative per contrastare la cultura della violenza nelle relazioni personali, intervenendo con azioni efficaci contro la violenza sessuale, fisica, psicologica e/o economica, i maltrattamenti, le molestie e i ricatti a sfondo sessuale in tutti gli ambiti sociali, a partire da quello familiare. 2. La Regione, per le finalità di cui al $WWLFRQVLOLDUL - (197) 9 VIII LEGISLATURA – comma 1, riconosce e valorizza i percorsi di elaborazione culturale e le pratiche di accoglienza anche autogestite, basate sulla valorizzazione della persona e dei rapporti interpersonali, anche avvalendosi delle esperienze e delle competenze espresse localmente dalle associazioni ed istituzioni operanti nel settore.” Sono stati emendamenti: presentati i seguenti &DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 VRVWLWXLUHLOFRPPDFRQLOVHJXHQWH /D 5HJLRQH SHU OH ILQDOLWj GL FXL DO FRPPD ULFRQRVFH H YDORUL]]D L SHUFRUVL GL HODERUD]LRQH FXOWXUDOH H OH SUDWLFKH GL DFFRJOLHQ]D DXWRQRPH HG DXWRJHVWLWH GHOOH GRQQH EDVDWH VXOOH UHOD]LRQL WUD GRQQH DYYDOHQGRVL GHOOH HVSHULHQ]H H GHOOH FRPSHWHQ]H HVSUHVVH ORFDOPHQWH GDOOH DVVRFLD]LRQL IHPPLQLOL FKH VLDQR LVFULWWH DJOL DOEL GHOOH DVVRFLD]LRQL GL YRORQWDULDWR HR ³2QOXV´ FKH SRVVRQR GLPRVWUDUH DOPHQR GXH DQQLGLHVSHULHQ]DQHOORVSHFLILFRVHWWRUH!! DO FRPPD GRSR OH SDUROH &RQVLJOLR GHL 0LQLVWUL!! DJJLXQJHUH OH VHJXHQWL G¶(XURSD!! =RU]LQL0DWWDVVL HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR =RU]LQL)RQWDQHOOL&DVWDOGR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR /D5HJLRQHVHFRQGRL SULQFLSL GL FXL DOO¶DUWLFRORHSHUOHILQDOLWjGLFXLDOFRPPD ULFRQRVFH H YDORUL]]D L SHUFRUVL GL HODERUD]LRQH FXOWXUDOH H OH SUDWLFKH GL DFFRJOLHQ]D DXWRQRPH HG DXWRJHVWLWH EDVDWH VXOOH UHOD]LRQL IUD GRQQH DYYDOHQGRVL GHOOH HVSHULHQ]HHGHOOHFRPSHWHQ]H HVSUHVVH DQFKH ORFDOPHQWH GDOOH DVVRFLD]LRQL IHPPLQLOL FKH SHUVHJXRQR HVFOXVLYDPHQWH R LQ SUHYDOHQ]D OH ILQDOLWjGLFXLDOODSUHVHQWHOHJJH!! DO SULPR FRPPD TXDUWD ULJD GRSR OH SDUROH VWLPROD SHU FRQWUDVWDUH!! VRVWLWXLUHOHSDUROHODFXOWXUDGHOODYLROHQ]D QHOOH UHOD]LRQL SHUVRQDOL!! FRQ OH VHJXHQWL LO ULFRUVR DOO¶XVR GHOOD YLROHQ]D IUD L VHVVL!! =RU]LQL0DWWDVVL SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR DO FRPPD VRVWLWXLUH OH SDUROH OD FXOWXUD GHOOD YLROHQ]D QHOOH UHOD]LRQL SHUVRQDOL!! FRQ OH VHJXHQWL LO ULFRUVR DOO¶XVRGHOODYLROHQ]DIUDLVHVVL!! =RU]LQL 5HODWULFH SDJLQD VXEHPHQGDPHQWR PRGLILFDWLYR DOO¶HPHQGDPHQWRGLSDJSDJLQD VRVWLWXLUH OD IUDVH VXFFHVVLYD DOOD SDUROD ³2QOXV´!! FRQ OD VHJXHQWH OH FXL UHVSRQVDELOL SRVVDQR GLPRVWUDUH DOPHQR GXH DQQLGLHVSHULHQ]DQHOORVSHFLILFRVHWWRUH!! &DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR SDJLQD VRVWLWXLUHLOFRPPDFRQLOVHJXHQWH =RU]LQL)RQWDQHOOL&DVWDOGR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR DO SULPR SHULRGR GRSR OD SDUROD DXWRJHVWLWH!! VRVWLWXLUH OH SDUROH EDVDWHVXOODYDORUL]]D]LRQHGHOODSHUVRQDH GHLUDSSRUWL LQWHUSHUVRQDOL DQFKH DYYDOHQGRVL GHOOH HVSHULHQ]H H GHOOH FRPSHWHQ]H HVSUHVVH ORFDOPHQWH GDOOH DVVRFLD]LRQL HG LVWLWX]LRQL RSHUDQWL QHO VHWWRUH!! FRQ OH VHJXHQWL EDVDWH VXOOH UHOD]LRQL WUD GRQQH VXOOD YDORUL]]D]LRQH GHOOD SHUVRQD H GHL UDSSRUWL LQWHUSHUVRQDOL DQFKH DYYDOHQGRVL GHOOH HVSHULHQ]H H GHOOH FRPSHWHQ]H HVSUHVVH ORFDOPHQWH GDOOH DVVRFLD]LRQL IHPPLQLOL 9HQJRQR ULFRQRVFLXWL DOWUHVu LO ODYRUR H O¶HVSHULHQ]D GL DOWUH LVWLWX]LRQL RSHUDQWL QHO VHWWRUH!! $WWLFRQVLOLDUL - (197) 10 VIII LEGISLATURA – =RU]LQL)RQWDQHOOL&DVWDOGR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR GRSRLOFRPPDDJJLXQJHUHLOVHJXHQWH /D 5HJLRQH IDYRULVFH H SURPXRYH LQWHUYHQWL GL UHWH VLD FRQ O¶LQVLHPH GHOOH LVWLWX]LRQL DVVRFLD]LRQL RUJDQL]]D]LRQL HQWL SXEEOLFL H SULYDWL VLD FRQ O¶LQVLHPH GHOOH FRPSHWHQ]H H ILJXUH SURIHVVLRQDOL SHU RIIULUH OH GLIIHUHQWL ULVSRVWH LQ PHULWR DOOH GLYHUVH WLSRORJLHGLYLROHQ]DVXLGDQQLLQIHUWLHDFRPH HVVL DJLVFRQR VXOOH VLQJROH GRQQH VLDQR HVVH FLWWDGLQHLWDOLDQHRVWUDQLHUH!! =RU]LQL0DWWDVVL HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR SDJLQD GRSRLOFRPPDDJJLXQJHUHLOVHJXHQWH ELV /D 5HJLRQH IDYRULVFH H SURPXRYH LQWHUYHQWL GL UHWH VLD FRQ O¶LQVLHPH GHOOH LVWLWX]LRQL DVVRFLD]LRQL RUJDQL]]D]LRQL HQWL SXEEOLFL H SULYDWL VLD FRQ O¶LQVLHPH GHOOH FRPSHWHQ]H H ILJXUH SURIHVVLRQDOL SHU RIIULUH OH GLIIHUHQWL ULVSRVWH QHFHVVDULH DOOH GLYHUVH WLSRORJLH GL YLROHQ]D SHU L GDQQL GD HVVH FDXVDWH H VXJOL HIIHWWL SURFXUDWL DOOH VLQJROH GRQQH VLDQR HVVH FLWWDGLQH LWDOLDQH R VWUDQLHUH!! La parola al Relatore Castaldo, per l’ illustrazione dell’ emendamento di pagina 4. CASTALDO, 5HODWRUH. L’ emendamento di pagina 2 viene ritirato, perché è una precisazione, in quanto era una direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri. Per quanto riguarda l’ emendamento di pagina 4, il comma 2, che viene sostituito, è stato riscritto tenendo presente soprattutto che le associazioni femminili siano iscritte agli albi delle associazioni di volontariato, o “ ONLUS” , e, quindi, possano dimostrare almeno due anni di esperienza nello specifico settore. Quindi, è una puntualizzazione e una precisazione, per dire che queste associazioni debbono avere delle caratteristiche e delle peculiarità. Non devono essere associazioni che sorgono d’ emblée, all’ improvviso, come 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 dei funghi. Quindi, sono favorevole a questo. Poi, per gli altri emendamenti la prima firmataria è la collega Zorzini. PRESIDENTE. La parola alla Relatrice Zorzini per l’ illustrazione degli emendamenti di pagina 3, 3.0.1, 3.1 e 6. ZORZINI, 5HODWULFH. L’ emendamento che va a modificare il comma 1 dell’ articolo 2 sostituisce praticamente le parole “ … la cultura della violenza nelle relazioni personali” con le seguenti: “ il ricorso all’ uso della violenza fra i sessi” . Penso che, in maniera più puntuale, delinei l’ ipotesi di cui si parla, perché, purtroppo, si parla di ricorso all’ uso della violenza, più che di cultura in sé. Quindi, sarebbe importante contrastare, già con l’ emanazione di questa legge, la cultura della violenza e non nelle relazioni personali, ma fra i sessi, perché di questo argomento specifico si parla. C’ è stato un momento di impasse, per cui l’ emendamento di pagina 3, ZorziniFontanelli-Castaldo, è uguale all’ emendamento Zorzini-Mattassi... Chiedo scusa... Poi, passando avanti, sempre all’ articolo 2, a pagina 3.1 c’ è un nostro subemendamento. È stato illustrato prima dal collega Castaldo, che ne è primo firmatario. Verrebbe modificato il comma 2 dell’ articolo 2, laddove viene detto che “ la Regione riconosce e valorizza i percorsi di elaborazione culturale e le pratiche di accoglienza autonome ed autogestite delle donne, basate sulle relazioni fra donne, avvalendosi delle esperienze e delle competenze espresse localmente dalle associazioni femminili che siano iscritte agli albi di associazioni di volontariato e/o <Onlus>.” Queste associazioni devono dimostrare - qui viene detto - due anni di esperienza nello specifico settore. Ecco, noi subemendiamo proprio questa parte. Dopo la parola “ Onlus” non diciamo che le associazioni devono dimostrare almeno due anni di esperienza nello specifico settore, ma che le loro responsabili possano dimostrare almeno due anni di esperienza nello specifico settore. $WWLFRQVLOLDUL - (197) 11 VIII LEGISLATURA – Questo è facilmente comprensibile, perché nella nostra realtà regionale, dove c’ è bisogno di risposte di questo tipo, si verificano, anche negli ultimi tempi, fatti per cui determinati sportelli e determinate realtà che lavoravano in una certa maniera sul territorio, per ragioni varie, fra cui anche avvicendamenti delle Giunte comunali, eccetera, si trovano nell’ impossibilità di proseguire il loro lavoro. Quindi, credo non sia giusto limitare o restringere lo spettro di riconoscimenti ad associazioni che possono dimostrare due anni, ma alle persone, agli esperti che hanno lavorato in queste associazioni. Quindi, anche associazioni che abbiano meno di due anni, ma che abbiano, fra le promotrici, delle responsabili esperte, che dimostrino almeno due anni di esperienza, dovrebbero essere incluse. Poi c’ è l’ emendamento Zorzini-Mattassi, che si pone, chiaramente, non in antitesi, ma tratta dello stesso argomento trattato dall’ emendamento Castaldo-Guerra-Saro. Non è in antitesi, perché, in sostanza, vuole raggiungere lo stesso fine, ma spiega in altra maniera l’ intendimento. Praticamente, qui viene detto che “ la Regione, secondo i principi di cui all’ articolo 1 e per le finalità di cui al comma 1, riconosce e valorizza i percorsi di elaborazione culturale e le pratiche di accoglienza autonome ed autogestite, basate sulle relazioni fra donne, avvalendosi delle esperienze e delle competenze espresse, anche localmente, dalle associazioni femminili, che perseguono esclusivamente o in prevalenza le finalità di cui alla presente legge” . Per quanto riguarda l’ emendamento di pagina 5, visto l’ avvicendarsi degli emendamenti successivi, credo che anche il collega Castaldo sia concorde nel dire che non ha più senso, quindi lo ritirerei. Quello di pagina 5, a firma Zorzini-Fontanelli-Castaldo, era precedente agli altri emendamenti. Invece, mi sembra importante che sia aggiunto all’ articolo 2 un emendamento che va a riprendere un comma della proposta di legge Serafini-Mussi in discussione al Parlamento, laddove viene fatto vedere come sia giusto che tutta una serie di esperienze fatte da istituzioni, 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 associazioni e organizzazioni, Enti pubblici e privati, siano messe in rete. Qui viene detto: “ … sia con l’ insieme delle competenze e figure professionali, per offrire le differenti risposte, in merito alle diverse tipologie di violenza, sui danni inferti e a come essi agiscono sulle singole donne, siano esse cittadine italiane o straniere” . A questo punto, l’ emendamento di pagina 6.1 è uguale a quello di pagina 6. Credo sia uguale. Chiedo scusa. Quindi, non so, se il collega Mattassi volesse esplicitare, quando interverrà, la diversità, mi sarebbe d’ aiuto. A questo punto mi fermerei. Grazie. PRESIDENTE. La parola al consigliere Mattassi per l’ illustrazione degli emendamenti di pagina 4.1 e 6.1. MATTASSI. Intervengo nel dibattito, Presidente, perché la collega ha già illustrato sufficientemente gli emendamenti. Nel dibattito parto da questa ultima precisazione. Che differenza c’ è tra l’ emendamento di pagina 6 e l’ emendamento di pagina 6.1? Si aggiunge un comma, di fatto, e mi pare che su questo vi sia la convergenza, collega Castaldo. La differenza sta nell’ ultima riga. Secondo me è scritta meglio quella che illustro io. Invece di dire “ sui danni inferti e a come essi agiscono sulle singole donne, siano esse cittadine italiane o straniere” , forse è meglio scrivere così: “ per i danni ad esse causate e sugli effetti procurati alle singole donne” . Questa è la differenza. Differenza di sostanza non ce n’ è. Mi pare semplicemente sia scritto meglio. Quello che, invece, mi permetterei di sottolineare nel dibattito è che ora, colleghi, stiamo scrivendo le finalità, non le metodologie per la distribuzione dei contributi o le azioni. Va da sé che, nel momento in cui definiamo le finalità, non possiamo autolimitarci. Questo è il punto. Quindi, il resto è oggetto di precisazioni, però la differenza tra l’ emendamento di pagina 4, a firma CastaldoGuerra-Saro, e l’ emendamento di pagina 4.1 è sostanzialmente la seguente. L’ emendamento di pagina 4.1 è formulato come se si $WWLFRQVLOLDUL - (197) 12 VIII LEGISLATURA – rapportasse all’ universo delle associazioni femminili che operano nel campo della tutela della donna e della sua difesa contro i soprusi, eccetera, e che, quindi, si rivolgono a coloro che perseguono le finalità della legge. Il testo che presentate, invece, dice che sostanzialmente voi intendete rivolgervi solo a coloro che hanno due anni di esperienza. Va letto così. Quindi, se è vero che quei “ due anni” di esperienza è un tema che può essere valorizzato, ma naturalmente è un limite nell’ erogazione di contributi, va messo più avanti nel testo della legge. Non può essere messo nelle finalità, perché è una autolimitazione del testo di legge, che, come dire, è contraddittoria. Dal punto di vista della sistematica legislativa mi permetto di sostenere l’ emendamento proposto da me e dalla collega Zorzini, in quanto più coerente con il disegno legislativo. Non per essere contrario alla necessità di valorizzare e mettere anche dei limiti. Naturalmente, coloro che hanno esperienza debbono essere premiati e riconosciuti. Ma non possiamo limitarci nell’ interlocuzione. Domani nasce un nuovo gruppo e, evidentemente, la legge si applica anche ad esso. Non è che dobbiamo dire che la legge si applica solo a coloro che hanno due anni di esperienza. Francamente, mi pare poco coerente con l’ impostazione legislativa. Mi si scusi questa sottolineatura. Si può discutere se dare esclusivamente i soldi a quelli che hanno due anni di esperienza in questa fase; non possiamo scrivere che la legge si rivolge esclusivamente a quelli che hanno due anni di esperienza. Questo, francamente, è contraddittorio. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Relatrice Zorzini. Ne ha facoltà. L’ emendamento di pagina 6 è ritirato. Ha chiesto di parlare il consigliere Puiatti. Ne ha facoltà. PUIATTI. Concordo con la parte finale del ragionamento del consigliere Mattassi, quando 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 dice che nelle finalità non devono esserci limiti rispetto all’ erogazione dei contributi, eccetera, ma si devono mettere degli articoli giusti. E fin qui è un discorso di corretta tecnica legislativa. Ma voglio sottolineare una cosa, che riguarda sia l’ emendamento di pagina 4, a firma Castaldo-Guerra-Saro, sia l’ emendamento di pagina 4.1 a firma Zorzini-Mattassi, che mi pare limitativo. Qual è la differenza tra l’ attuale secondo comma e quello nuovo? Il secondo comma della legge diceva che “ la Regione riconosce e valorizza i percorsi di elaborazione culturale, le pratiche di accoglienza, anche autogestite, basate sulla valorizzazione della persona e dei rapporti interpersonali, anche avvalendosi delle competenze e delle esperienze espresse localmente dalle associazioni ed istituzioni operanti nel settore” . Non è una formulazione meravigliosa, però è ampia. La nuova formulazione è sostanzialmente identica, o quasi, da parte di ambedue, e dice che la Regione “ riconosce e valorizza i percorsi” , eccetera, “ le pratiche di accoglienza autonome e autogestite delle donne, basate sulle relazioni fra donne, avvalendosi dell’ esperienza e delle competenze espresse localmente dalle associazioni femminili” - qui bisognerebbe capire qual è, da un punto di vista giuridico, la definizione di “ associazione femminile” - “ che siano iscritte agli albi delle associazioni di volontariato” (albi non meglio identificati), “ o Onlus” . Cosa sia un “ Onlus” è chiaro, perché c’ è una legge che lo stabilisce. A mio parere, non c’ è nessuna definizione che stabilisca con precisione quali sono gli albi delle associazioni di volontariato, perché non si fa riferimento ad un albo regionale, ma si parla di albi, al plurale. Introduce questo fatto di novità, secondo me limitativo, anche se comprensibile, che è quello di avvalersi delle associazioni femminili, anche qui non meglio identificate, e il tutto entra in una logica che aveva un senso vent’ anni fa, oggi un po’ meno, a mio parere: si parla di “ pratiche di accoglienza, autonome ed autogestite delle donne, basate sulle relazioni fra donne” . $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (197) 13 VIII LEGISLATURA – Potrei anche sollevare dei dubbi di costituzionalità su una norma di questo genere, ma, al di là di questo, secondo me è limitativa in modo sbagliato. Non so se ci sono associazioni che hanno anche dei maschi al proprio interno, ma la logica della criminalizzazione di una parte del genere umano, basata sulla tipologia sessuale, credo sia sbagliata. Non voglio fare grandi polemiche, ma invito i formulatori a riflettere su questa formulazione. Personalmente non la condivido. PRESIDENTE. La parola ai Relatori. Nulla quaestio. La Giunta si rimette all’ Aula. Passiamo alle votazioni. L’ emendamento di pagina 2 è stato ritirato. Pongo in votazione l’ emendamento di pagina 3.1. 1RQqDSSURYDWR Pongo in votazione l’ emendamento di pagina 4. (¶DSSURYDWR L’ emendamento di pagina 4.1 è, quindi, decaduto. Pongo in votazione l’ emendamento di pagina 6.1. (¶DSSURYDWR – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 Do lettura dell’ articolo 3: ³2VVHUYDWRULRUHJLRQDOHVXOODYLROHQ]D FRQWUROHGRQQH 1. E’ istituito l’ Osservatorio regionale sulla violenza contro le donne, di seguito denominato Osservatorio, che è strumento della Regione per il perseguimento degli obiettivi della presente legge, con il fine di studiare, monitorare e divulgare l’ impatto che il fenomeno della violenza contro le donne ha nelle diverse realtà regionali, anche al fine di promuovere la prevenzione del fenomeno stesso.” E’ stato emendamento: presentato &DVWDOGR*XHUUD6DUR HPHQGDPHQWRVRSSUHVVLYR il seguente SDJLQD VRSSULPHUHJOLDUWLFROLH La parola al Relatore Castaldo, per l’ illustrazione dell’ emendamento di pagina 7. CASTALDO, 5HODWRUH. Questo emendamento sopprime tutti gli articoli riguardanti l’ Osservatorio. Come è stato detto prima, i dati che sono in possesso delle associazioni femminili, che fanno un monitoraggio esatto della problematica della violenza sulle donne, sono più che sufficienti per poter portare avanti questa legge. Quindi riteniamo che l’ Osservatorio, anche se in altri casi può avere una sua validità, in questo caso particolare può e deve essere soppresso. L’ emendamento di pagina 4.2 è decaduto. Quindi, si sopprime non solamente l’ articolo 3, ma anche gli articoli 4, 5, 6, 7 e 8, che riguardano tutti l’ Osservatorio. Gli emendamenti di pagina 5 e 6 sono stati ritirati. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Relatore Antonaz. Ne ha facoltà. Pongo, quindi, in votazione l’ articolo 2 nel testo modificato. (¶DSSURYDWR ANTONAZ, 5HODWRUH Credo che questo sia il passaggio più difficile della discussione che stiamo facendo, perché una parte dei colleghi, non ho capito se a nome di tutta la maggioranza o meno, propone la soppressione dell’ istituzione dell’ Osservatorio. Ora, è $WWLFRQVLOLDUL - (197) 14 VIII LEGISLATURA – evidente - e l’ ho detto a lungo nella relazione introduttiva – che l’ aspetto importante dell’ Osservatorio riguardava tutta la parte della prevenzione, cioè il monitoraggio, lo studio del fenomeno sul territorio, quindi nel Friuli Venezia Giulia, e l’ individuazione di interventi culturali, non pratici, come progetti di caserifugio, che diffondano nella regione la pratica e la cultura della non violenza sulle donne. Non ho sentito argomenti o motivazioni tali per ritenere che questo aspetto, questa parte della legge così importante, possa essere eliminata o cassata. Non ho sentito argomenti forti. Credo che aleggi in questa sala, in quest’ Aula, il solito argomento del “ carrozzone” , cioè il timore di creare un’ ennesima Commissione, senza funzioni pratiche concrete e precise, l’ ennesimo istituto regionale dove qualcuno va ogni tanto per prendere i gettoni di presenza. Mi pare che questo sia il motivo che sottende alla richiesta di soppressione di questi articoli. Però, come dicevo nella relazione introduttiva, il problema è nostro, cioè sta a noi proporre o istituire un Osservatorio che funzioni; sta a noi individuare le componenti di questo Osservatorio, in maniera tale che sia una struttura utile alla prevenzione del fenomeno della violenza sulle donne. Si è così pessimisti, poi, guardate, proprio da parte della maggioranza, cioè di coloro che, in questo momento, decidono le nomine. Se proprio dalla maggioranza proviene questo senso di sfiducia, di pessimismo, che porta a dire: “ tanto si può rinunciare a questo aspetto, perché sappiamo che non servirà a niente” , va bene, ne prendo anche atto. Però è un peccato rendere monca una legge che, così come è uscita dalla Commissione, con questo equilibrio abbastanza complesso e delicato, è una legge in cui non mi ritrovo al cento per cento. L’ ho detto: non è la legge originaria, però è una legge in cui l’ unanimità della Commissione si è ritrovata. Allora, sinceramente non capisco il perché. L’ Osservatorio è un canale per fare un patrimonio dell’ esperienza delle associazioni delle donne, perché, alla fine, la parte più 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 consistente di questo Osservatorio è composta dalle associazioni delle donne, che propongono le candidate che poi la Giunta sceglie. Quindi, è un’ opportunità per mettere a frutto anni e decenni di impegno su questo terreno, che sicuramente altri operatori, per quanto bravi e per quanto acculturati, e che studiano questo fenomeno sui libri, non hanno. Se eliminiamo l’ Osservatorio, è come se dicessimo: “ tutto quello che è stato fatto in questa regione, fino ad ora, sul terreno della prevenzione e, molto spesso, anche della pratica di accoglienza delle donne che hanno subìto violenza, non ci interessa, non lo vogliamo, non ha nessuna importanza, perché sono esperienze che non hanno segnato nulla di positivo” . Credo che questa richiesta di cassare l’ istituzione dell’ Osservatorio sia irrazionale. Quindi, mi appello al senso di responsabilità dei colleghi perché questi emendamenti siano ritirati. Se c’ è qualche problema sull’ Osservatorio e sulle sue funzioni, beh, si può emendare. Se c’ è qualche problema, se c’ è qualche suggerimento che viene dalla maggioranza, dal Polo e dalla Lega, basta proporre degli emendamenti che vadano a delimitare ulteriormente le funzioni dell’ Osservatorio, oppure ad arricchirne le funzioni. Su questo non c’ è problema. Però, eliminarlo “ sic et simpliciter” mi pare sbagliato e mi sembra anche il modo per rompere questa convergenza che si è faticosamente realizzata. Non è che voglia fare minacce, perché, poi, non abbiamo questa forza, con i nostri voti, in quest’ Aula, ma è chiaro che se l’ Osservatorio verrà abrogato, avrò qualche difficoltà a votare a favore di questa legge (per quello che vale questo tipo di considerazione). 35(6,'(1=$'(/9,&(35(6,'(17( %2578==2 PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Puiatti. Ne ha facoltà. PUIATTI. Intanto rivolgo una domanda $WWLFRQVLOLDUL - (197) 15 VIII LEGISLATURA – tecnica alla Presidenza. Questo emendamento è un unico emendamento, che prevede la soppressione di sei articoli. Lo si vota con votazione unica? PRESIDENTE. No, per Statuto dobbiamo votare articolo per articolo, perché non prevede... PUIATTI. Quindi questo è un emendamento ammissibile? PRESIDENTE. Sì, è ammissibile, collega Puiatti, solo che dovremo procedere articolo per articolo, perché così prevede lo Statuto. PUIATTI. Quindi non è ammissibile. Bisognerà dividerlo in sei parti. ,QWHUUX]LRQH Questo è un altro discorso. No, è un dato tecnico, dopodiché, secondo me, bastava ripresentarlo in modo corretto. Ma, a parte questo discorso tecnico, c’ è un discorso di sostanza che ho già, in qualche modo, sollevato stamattina e che ripeto. Posso concordare con chi dice: “ l’ Osservatorio qui previsto rischia di diventare una baracca, come tante altre Commissioni, per cui, in realtà, non serve a nulla” . Questo può essere vero. Se è così, se qualcuno ha idee diverse su come debba essere fatto un istituto di questo tipo, lo si modifichi, ma dire che decidiamo alcune cose perché questa legge ha un articolo 1 e un articolo 2, quindi ha degli scopi e delle finalità ben precisi e definiti, e che da nessuna parte possiamo avere delle informazioni su questa questione, è un dato di contraddizione. Cioè, noi diciamo che la Regione persegue un certo tipo di scopi, obiettivi e finalità, e, subito dopo, decidiamo che questi scopi li raggiunge finanziando dei progetti che alcuni soggetti ben definiti possono presentare. Non ci interessa capire l’ entità del fenomeno, le esigenze, i bisogni, niente. Questo, secondo me, è un dato sbagliato. Dopodiché, qua c’ è la maggioranza, evidentemente blindata, perché su questo, mi pare di capire, non ci sono grandi discussioni, nel senso che questa cosa è stata appaltata alla Lega Nord dalla maggioranza, 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 per cui non succederà quello che è successo ieri sulla nomina del Difensore civico o del Tutore dei minori. Però, insisto con il dire - dopodiché la maggioranza faccia quello che crede - che è sbagliato sopprimere l’ Osservatorio, perché dobbiamo avere un luogo, deve esserci qualcuno da qualche parte che tiene una sorta di “ registro dei bisogni e delle situazioni di difficoltà, di crisi e di rischio” . Non so se il paragone calzi, ma uno dei modi per cercare di operare in modo serio, nel campo oncologico, è quello di fare un serio lavoro sul piano dell’ informazione. Da alcuni anni, quasi dappertutto, ci sono i registri dei tumori che servono per avere una serie di dati e di elementi per capire questo fenomeno. Su questo settore, noi dobbiamo avere una cosa simile, ossia deve esserci qualcuno che – insisto – raccoglie informazioni e le coordina, soprattutto. Se voi togliete questo strumento, questo Osservatorio sparisce e, quindi, non c’ è più da nessuna parte. La legge diventa una legge assolutamente monca. Ossia, diventa una legge fatta non per affrontare il problema, ma per finanziare alcuni progetti, che è una cosa totalmente diversa rispetto alla finalità che abbiamo appena votato. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Mattassi. Ne ha la facoltà. MATTASSI. Colleghi, io so… probabilmente mi pare di intuire le ragioni che motivano all’ improvviso il collega Castaldo a maturare una posizione diversa rispetto al tema dell’ Osservatorio. Io, naturalmente, sospendo il mio dire, perché ho bisogno, poi, che qualcuno anche riferisca… &RQIXVLRQHLQ$XOD Collega Santarossa, mi spiace disturbarla, ma io ho bisogno di interloquire con il Relatore di maggioranza, perché è vero che noi parliamo al Presidente del Consiglio, perché ci senta l’ Assessore competente, ma siccome l’ Assessore competente non c’ è e quando c’ è $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (197) 16 VIII LEGISLATURA – su questa materia è incompetente, è evidente che con qualcuno bisogna parlare. E poi, queste sono le verità. Ricordo che il collega Relatore di maggioranza Castaldo durante la discussione in Commissione non pose problemi circa l’ istituzione dell’ Osservatorio, che pareva anche a noi, all’ inizio, un organismo che poteva essere accusato di pletoricità, di dispendio di denaro pubblico; in verità, va tenuto conto del fatto che - lo ribadisco questo provvedimento è messo in capo alla Direzione sanità e politiche sociali, dove non c’ è nulla, nessuno strumento e nessuna cultura su questa tipologia di argomento. Probabilmente la valutazione dei progetti, la distribuzione delle risorse saranno affidate al Direttore. Pace all’ anima sua! Nel momento in cui… ,QWHUUX]LRQH A parte questo. Il problema è: questo ha un profilo amministrativo, mi auguro rimanga in servizio finché andrà in pensione, perché abbiamo bisogno di continuità, però, se abbiamo bisogno di continuità, con tutto il mio rispetto, lungi da chiunque pensare che quel soggetto sia in grado di affrontare questo argomento con la dovuta competenza ed il dovuto approfondimento. Detto questo, che strumenti usa? Sicuramente avrà l’ imbeccata dalla collega Guerra per le sue amiche. Questo è pacifico. Però, non vorrei che alla fine questo fosse l’ unico criterio con il quale informare il distributore delle risorse economiche. Perché qui si tratta di garantire, a fronte di progetti credibili, finanziamenti adeguati. E la credibilità dei progetti deriva dalla possibilità della loro analisi, della loro coerenza con l’ idea di questa Regione dell’ iniziativa da mettere in campo su questo argomento. Chi ha fatto le barricate per abolire l’ Osservatorio, probabilmente saprà che, nel momento in cui la collega Guerra va a Roma o da qualche altra parte, si potrà approvare esattamente il contrario. – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 Cioè, avere ottenuto l’ esatto contrario di quello che si immaginava. Cioè, anziché fare le cose bene con la dovuta informazione, con il dovuto approfondimento, in modo tale da dimostrare che si fa meglio e si ha più diritto di altri, succederà che presumibilmente ci sarà, anziché la collega Guerra, che magari va a Roma, la collega Seganti che rimane in Regione; anziché le amiche di Udine, ci saranno quelle di Trieste e, alla fine, questo sarà il risultato. ,QWHUUX]LRQH Ma certo! Avete tante amiche, ma il problema è che abbiamo amiche anche noi. E poi ci sono le amiche di tutti. E poi, le donne che subiscono violenza sono quelle che non hanno colori, amici, ma e che hanno semplicemente dei bisogni e che chiedono delle risposte. Io voglio essere brutale per questa ragione; perché, evidentemente, qui si è fatto un ragionamento di esclusiva caratterizzazione del profilo della buona amministrazione: “ non si devono spendere i soldi per organismi pletorici” . Al posto di questi organismi pletorici, che inseriscono la cultura nell’ organizzazione regionale, c’ è il nulla. L’ alternativa è il nulla. A chi giova questo? Come dicevo, non c’ è altra spiegazione: alle pratiche clientelari. Questa è l’ unica spiegazione possibile. È evidente che io invito ad un ripensamento, perché è ben vero che molti organismi diventano pletorici, sono superati nel tempo, eccetera. Questo è un argomento che viene per la prima volta affrontato, non solo da questo Consiglio, ma dall’ intero apparato regionale. È un argomento che non ha un titolo; nella legge 7/88 non si sa chi debba occuparsi di questo argomento. Quindi, prima di buttare via un’ idea, che poi rappresenta uno strumento, pensateci due volte. Consentitemi di dire: pensateci due volte! Perché, ripeto: nessuno di noi è eterno, mentre questi argomenti rimangono validi per i prossimi vent’ anni. Va via l’ amica di turno, ne viene un’ altra! $WWLFRQVLOLDUL - (197) 17 VIII LEGISLATURA – Ne viene un’ altra, Alessandra. È così! Dopodiché, le tue amiche passano in seconda battuta e alla fine succederà che noi non facciamo una legge per tutti, ma la facciamo per gli amici del momento. E allora, torno ad insistere: era meglio non fare la legge, ma piuttosto inserire un articolo nella legge finanziaria dicendo: “ Diamo il contributo a Toni” o a Bepi. In questo caso a Beppina o Antonia. È evidente che questa è la vostra cultura. Io mi auguro che duri il tempo della contingenza e ritorni anche l’ idea di uno Stato di diritto, in cui tutti quanti possano avere pari opportunità. Se si vuole uscire da questo sospetto, che mi pare fin troppo fondato, abbiate un attimo di ripensamento. Non volete istituire l’ Osservatorio, che poi è semplicemente un organismo di cultura generale? Proponete qualcosa d’ altro, ma tenete conto che poi ci sono le donne ed i loro bisogni, presenti in tutta la società regionale e non solo in alcuni luoghi rispetto ad altri. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Pegolo. Ne ha la facoltà. PEGOLO. Signor Presidente, io colgo che è vi è stata sensibilità da parte di tutte le forze politiche intorno al tema, perché si tratta di un tema sicuramente rilevante dal punto di vista sociale. Questo è un fatto positivo. Dopodiché, bisogna intenderci: questa legge rappresenta l’ opportunità per disseminare un po’ di risorse a qualche struttura operante o in costruzione, attraverso queste logiche di elargizioni non controllate? Oppure questa legge costituisce la base per fare una politica sul problema delle condizioni delle donne? E quando intendo “ politica” intendo un intervento organico, controllato sia nelle sue finalità che nei suoi esiti. Se puntiamo ad una politica, noi non possiamo accontentarci di erogare una serie di fondi, essenzialmente per promuovere centri antiviolenza o case di accoglienza, senza poi riuscire a trarre un elemento di valutazione sull’ efficacia di questi strumenti, per poter progressivamente correggerne anche le 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 eventuali disfunzioni, per poter mappare le esigenze reali dei bisogni delle donne in questa regione e, quindi, le necessità di quanto vadano potenziate queste strutture. Per questo motivo,– e mi rivolgo in particolare al collega di maggioranza – una legge che si limiti ad erogare risorse, ma che non dia gli strumenti per valutare queste politiche, per trarre gli insegnamenti dalle pratiche che si fanno e, quindi, indirizzare gli interventi successivi, è una legge che perde gran parte della sua efficacia. Io credo che l’ elemento negativo sia rappresentato dal fatto che noi non possiamo disseminare questa regione di una serie di centri che operano, di fatto, ognuno secondo proprie logiche e senza che queste esperienze vengano ricondotte a sintesi. Ci deve essere un luogo nel quale queste esperienze hanno la possibilità di essere confrontate, di essere valutate e di capire fino a che punto rispondano agli effettivi bisogni delle donne in questa regione. In questa legge è contenuta una proposta specifica, che è quella dell’ Osservatorio, come strumento per mappare queste esperienze, per esprimere elementi di valutazione e, quindi, consentire a chi governa di esercitare una vera e propria politica su queste questioni. Se voi volete togliere questo aspetto dalla legge, la legge cambia di significato e non si trasforma più in una legge contro la violenza sulle donne, che si propone, quindi, un intervento organico in materia, ma si tratta di una legge che eroga fondi a singole strutture che operano in questo campo. Allora, siccome so che all’ interno dei banchi di questa maggioranza più di una volta sono emerse le critiche e si è fatta quasi una bandiera della lotta contro il clientelismo, i finanziamenti a pioggia – tutte cose che io condivido -, nel momento in cui viene meno il raccordo fra queste esperienze, diventa automatico che si apra la strada ad una pratica di quel tipo. Io posso accettare le critiche nel merito $WWLFRQVLOLDUL - (197) 18 VIII LEGISLATURA – della proposta di questo Osservatorio. Se i colleghi della maggioranza hanno da avanzare delle proposte alternative sulle modalità di funzionamento di una struttura che ha questo compito di raccordo, di analisi e di proposta complessiva, bene, le avanzino. Da parte nostra non c’ è un’ obiezione pregiudiziale, rispetto ad altri tipi di proposte, ma la soppressione fa venire meno qualsiasi logica di tipo programmatorio. Quindi, veramente, se chi lo fa in buona fede, lo fa con l’ obiettivo di ridurre spese che può giudicare improprie, si espone ancora di più al rischio, di fatto, di mettere in piedi dei canali di spesa le cui finalità non saranno, alla fin fine, pienamente controllate e valutate nei proprie esiti. Quindi, dal mio punto di vista, si può essere contrari alla proposta, si può conseguentemente avanzare una controproposta, ma la eliminazione di strumenti di questo tipo vanifica la possibilità di una politica regionale. Dal punto di vista economico si traduce, di fatto, in una scelta largamente discutibile, perché non esistono più le condizioni di un pieno controllo sull’ erogazione dei fondi. Invito, pertanto, i colleghi della maggioranza a pensarci molto bene prima di risolvere le cose brutalmente; se occorre, avanzino delle controproposte, però ricordino che qui stiamo parlando di una politica nei confronti delle donne e non semplicemente di qualche finanziamento ad un centro o ad un altro presente in questa regione. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Relatrice Zorzini. Ne ha la facoltà. ZORZINI. 5HODWULFH Signor Presidente e colleghi, io non sarò molto lunga. Approvo gli interventi fatti poc’ anzi dai colleghi Puiatti, Mattassi e Pegolo, il quale mi ha appena preceduto. Non c’ è nessun sordo peggior sordo di chi non vuol sentire. Io spero veramente che i colleghi della maggioranza ed il collega Castaldo in primis, con cui avevamo dibattuto in maniera molto proficua in Commissione, recepiscano le giuste argomentazioni che sono state esposte circa il 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 mantenimento di un organismo che in questo caso veniva chiamato Osservatorio, ma che potremmo chiamare in una qualsiasi altra maniera; ma un organismo che si prefigga i fini che sono stati delineati poc’ anzi. Noi, in Commissione, credo abbiamo ottenuto una mediazione proficua. Se si temeva che questo Osservatorio diventasse un carrozzone, laddove si decideva di spartire del denaro pubblico ad una o un’ altra associazione, ad uno o ad un altro ente, secondo gli orientamenti del momento, questo tentativo è stato sventato quando abbiamo accettato, in Commissione, per esempio, che l’ Osservatorio non avesse la funzione di sottostare immediatamente al Consiglio, al sostegno che doveva essere dato all’ ente che erogava i contributi a dei progetti fatti sul territorio. L’ Osservatorio, invece, voleva avere altri scopi, che sono stati ben delineati dai colleghi che mi hanno preceduto. Visto che andiamo a parlare di un problema particolare, si prefiggeva, intanto, lo scopo di monitorare sul territorio, di coordinare il flusso statistico. E lo abbiamo detto stamattina quanto ci sia bisogno di informazione di questo tipo, su questi punti, di un organismo che, appunto, coordinasse e incanalasse le informazioni per quel che riguarda il quadro complessivo della problematica della violenza nei confronti delle donne. Questo Osservatorio doveva anche presentare alla Giunta regionale - quale indicazione di indirizzo, di programmazione e di bilancio della Regione - dei progetti che cercassero di intervenire sui problemi concreti che si andavano a delineare sul territorio e che, appunto, venivano monitorati da questo Osservatorio. Ora, non si capisce veramente bene, passato il primo anno, il primo stanziamento, come ci si programmerà, come si potrà lavorare, in futuro, in questa maniera, sperando che questa legge passi. Chiedo ai colleghi di maggioranza di cercare di trovare una mediazione su questo punto. Questa mattina si è parlato del fatto che si potrebbe, per esempio, in determinati passaggi, far intervenire altri organismi. $WWLFRQVLOLDUL - (197) 19 VIII LEGISLATURA – Si è citata, per esempio, la Commissione regionale pari opportunità, che è stata definita, da qualcuno, una sovrastruttura. A me dispiace che si ragioni in questa maniera. Lo dico molto sinceramente. Questa Commissione, come tante altre Commissioni - come anche, purtroppo, le nostre Commissioni consiliari – si sarà potuta trovare, in certi momenti, in situazioni di impasse, avrà potuto avere dei problemi nel suo interno; non avrà potuto operare con il dovuto acume e la puntualità, con tutto il buon senso che qualche volta spetterebbe ad un organismo di questo tipo. Però, non dobbiamo dimenticare che non è detto che un organismo di questo tipo, composto, nel caso, da donne, come altre Commissioni sono composte sia da uomini che da donne, che quindi sono anche fallibili, in sé debba essere soppresso, perché è uno strumento consultivo che si vorrebbe introdurre, in questa maniera, introducendo l’ Osservatorio. E’ uno strumento di programmazione democratica indispensabile in una legge di questo tipo. Io credo che bisognerebbe pensare comunque di poter concertare – e penso ci si possa mettere d’ accordo per arrivare ad una mediazione, a questo punto -, di trovare uno strumento che comunque possa e debba dare una rilevazione sistematica del fenomeno della violenza su base annuale, individuare le buone prassi e predisporre annualmente una relazione, quale indicazione di indirizzo per la Giunta regionale. Questo è un punto da cui non si può prescindere, pena la vanificazione di una legge come questa, che diventerebbe una legge che distribuisce, puntualmente, sul territorio, al momento attuale, dei contributi a determinate associazioni di turno, come è stato già detto, ma che non cercherebbe di fare una programmazione seria ed un discorso che vada verso il futuro. In Commissione, come è stato accennato da più colleghi, tutti hanno rinunciato. Su determinati punti, anche per quel che riguarda l’ Osservatorio, i colleghi di Rifondazione Comunista hanno rinunciato, rispetto ad una 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 primaria impostazione che si dava dello stesso. Io credo che a questo punto tutti dovrebbero fare un esame di coscienza, giudicare e rispondere, riflettere su questo problema, appunto, con libertà di coscienza, cercando di svincolarsi dalle imposizioni di colleghi che magari si sono improvvisati all’ ultimo momento sull’ argomento; e che, magari, in questo momento prestano ascolto a determinati Consiglieri che, nel caso, erano sì portatori di consigli con pari dignità, degni di essere ascoltati, ma appunto consigli che possono essere anche parziali e, quindi, che non tengono in dovuta considerazione tutto lo spettro e la casistica del problema in questione su base regionale. Grazie. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Cruder. Ne ha la facoltà. CRUDER. Presidente e colleghi, io non ho seguito questo argomento, non essendo un componente della Commissione competente. Però, questa mattina, dagli interventi che ho seguito in quest’ Aula, mi è parso di capire che il Consiglio regionale si apprestava ad esaminare un argomento di grande importanza e di altrettanta delicatezza. Mi compiacevo del fatto che c’ era una trasversalità per costruire in positivo un provvedimento che doveva anche connotare altrettanto positivamente l’ operatività di questa Aula, di questo Consiglio. La serie di emendamenti che è stata presentata sta a denunciare uno scadimento, a mio modo di vedere, abbastanza penoso. Ci addentriamo in discussioni che nulla hanno a che fare con le premesse, con quanto dispone l’ articolo 1, con le grandi finalità che questa legge intende perseguire, rispetto ad un fenomeno verso il quale dobbiamo tutti dimostrare, credo, una responsabilità effettiva, reale, che deve travalicare, ovviamente, le collocazioni politiche, all’ interno e all’ esterno di quest’ Aula. Perciò, io non posso non condividere le preoccupazioni che i colleghi che mi hanno preceduto hanno espresso in ordine a questo emendamento. Non ho capito neanch’ io, dalle $WWLFRQVLOLDUL - (197) 20 VIII LEGISLATURA – parole del collega Castaldo, che giudico persona seria, preparata ed onesta, soprattutto intellettualmente, quali siano le recondite ragioni per le quali si vuole sopprimere questo Osservatorio. Ma se facciamo qualche passo indietro o qualche passo in avanti, leggendo il provvedimento nella sua interezza, con gli emendamenti presentati, comprendiamo tutte le ragioni, collega Antonaz, per le quali si vuole sopprimere l’ Osservatorio. Voi avete utilizzato parole convincenti per indurre i presentatori di questo emendamento a fare un passo indietro e ad intravedere, nell’ Osservatorio, un organo – non un carrozzone – che sovrintende ad una programmazione di un servizio che dobbiamo dare per risolvere un problema. Dobbiamo dare risposta ad un bisogno. Non dico ad un’ emergenza, ma ad un bisogno reale, vero, che emerge da questa società, che sta andando sempre più a rotoli. Uso una parola eufemistica. Le ragioni, allora, le troviamo nell’ approccio politico complessivo, a questo come ad altri problemi. Vi ricordate che questa Giunta regionale e questa maggioranza, ad esempio, hanno soppresso l’ OLF, l’ Osservatorio della lingua friulana? Era un carrozzone, l’ OLF? No, semplicemente non rispondeva a logiche di maggioranza. Questo è il motivo per cui si vuole… Dobbiamo fare un approfondimento… Lo faremo… Io neanche lo farei! Abbandonerei l’ Aula! Guardate che cosa arrivo a dire! Andiamo a leggere l’ articolo 16 di questo provvedimento. Due righe. Il titolo è: “ Relazioni e Rendiconti” . I rendiconti sono cose serie, nella pubblica amministrazione, vero? L’ articolo dice: “ I soggetti promotori di cui all’ articolo 9” - poi andremo a vedere che cosa dirà l’ articolo 9, quando verrà votato e prosciugato da alcuni elementi che danno fastidio alla maggioranza - “ presentano ogni anno alla Giunta regionale una relazione sull’ andamento e sulla funzionalità dei centri antiviolenza e delle case di accoglienza” . 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 Non si dice quanto si è speso per fare questo… , eccetera. No. “ Scriverà una relazione” . Se correliamo questo articolo con l’ articolo 9, così come uscirà dopo gli emendamenti presentati, comprendiamo quali sono le finalità della maggioranza. E lo comprendiamo ancora di più se andiamo a leggere, fra le righe, le affermazioni che ha fatto la collega Guerra stamattina in ordine alla Commissione pari opportunità. Sono Commissioni che non rispondono alle logiche della maggioranza e, pertanto, tutto ciò che non corrisponde a questa logica è carrozzone. Ci rendiamo conto di come siamo in grado, in Aula, di lordare e massacrare anche le cose più belle, più nitide, più alte in ordine alle quali un’ Assemblea può legiferare? Queste sono le ragioni per le quali questo emendamento viene proposto, perché l’ interesse non è rispetto al problema, ma è verso gli amici che sono interessati al problema per ragioni, credo nobili, ma, in definitiva, a questo punto, credo che anche la nobiltà di questo interesse debba essere fortemente messa in dubbio. &RQIXVLRQHLQ$XOD Anch’ io, allora, collega Castaldo, per queste ragioni sono a richiedere un ripensamento. Senza Osservatorio, questa legge servirà soltanto per accontentare qualche - e non tutte, ovviamente: guai se fossero tutte! – associazione che si occupa di questo problema. Invece credo che la risposta debba essere data complessivamente dall’ istituzione civile, dall’ istituzione in sé, che è rappresentata, in questo caso, dall’ Osservatorio in termini di regia, oltre che di rappresentanza di una programmazione, che ha bisogno di essere il più possibile precisa, democratica e limpida. Qui non c’ è nulla di preciso, nulla di democratico, nulla di limpido, ma è il sistema con cui legifera questa maggioranza. PRESIDENTE. Preciso che le varie parti di cui si compone l’ emendamento di pagina 7 (soppressive degli articoli 3, 4, 5, 6, 7 e 8) $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (197) 21 VIII LEGISLATURA – verranno poste ai voti separatamente, in sede di esame dei singoli articoli. Passiamo alle repliche. La parola al Relatore Antonaz. ANTONAZ, 5HODWRUH. Contrario. PRESIDENTE. La parola alla Relatrice Zorzini. ZORZINI, 5HODWULFH Contraria. PRESIDENTE. Pongo in votazione il mantenimento dell’ articolo 3. 1RQqDSSURYDWR Do lettura dell’ articolo 4: ³)XQ]LRQLGHOO¶2VVHUYDWRULR 1. L’ Osservatorio ha le seguenti funzioni e compiti: a) assicurare criteri uniformi e sistematici di rilevamento del fenomeno della violenza contro le donne sul territorio regionale, nel quadro complessivo della problematica della violenza, coordinando il flusso statistico; b) analizzare e divulgare le informazioni raccolte; c) individuare le proposte di "buone prassi" per la prevenzione e gli interventi diretti dei soggetti pubblici e privati; d) predisporre, entro il mese di settembre di ogni anno, una relazione annuale sull’ attività svolta e sull’ andamento del fenomeno della violenza contro le donne, da presentare alla Giunta regionale quale indicazione di indirizzo per la predisposizione dei documenti di programmazione e di bilancio della Regione. In fase di prima applicazione, la suddetta relazione viene presentata entro il mese di settembre dell’ anno successivo all’ entrata in vigore della presente legge.” – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 E’ stato emendamento: presentato il seguente =RU]LQL0DWWDVVL SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR DOFRPPDOHWWHUDDVRSSULPHUHOHSDUROH QHOTXDGURFRPSOHVVLYRGHOODSUREOHPDWLFD GHOODYLROHQ]D!! La parola alla Relatrice Zorzini, per l’ illustrazione dell’ emendamento di pagina 7.1. ZORZINI, 5HODWULFH Sinceramente, signor Presidente, io penso che questo emendamento, ormai, sia improponibile, perché veniva a cascata dopo l’ istituzione dell’ Osservatorio, perché nel caso si parla delle funzioni dell’ Osservatorio di cui sopra. PRESIDENTE. Lei ha ragione, Consigliera, ma se non modifichiamo lo Statuto, io devo far procedere… Lei non è obbligata… ZORZINI, 5HODWULFH Va decaduti; non discuto sui miei… bene, sono PRESIDENTE. Va bene, questo è un intervento appropriato. Se nessuno solleva obiezioni, rimane così stabilito. &RVuULPDQHVWDELOLWR Ha chiesto di parlare il consigliere Pegolo. Ne ha la facoltà. PEGOLO. Faccio una dichiarazione del tutto personale. Io non intendo partecipare ulteriormente per quanto riguarda l’ esame di questa legge. L’ atto che è stato compiuto è gravissimo, snatura completamente tutto il significato di questa legge; di fatto la trasforma in una legge clientelare, anziché in uno strumento di programmazione. Per quanto mi riguarda, lascio volentieri ai componenti della maggioranza di votarsi questa legge, perché non intendo avere nulla a che spartire con queste logiche. $WWLFRQVLOLDUL VIII LEGISLATURA – 9HULILFDGHOQXPHUROHJDOH PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Puiatti. Ne ha la facoltà. PUIATTI. Chiedo un’ altra volta una verifica del numero legale, se ci sono dei colleghi che mi danno una mano, in modo tale da capire se la maggioranza c’ è o no. PRESIDENTE. Poiché la richiesta della verifica del numero legale è stata formulata ai sensi dell’ articolo 48 del Regolamento, procediamo alla verifica stessa. Ricordo che, ai sensi del quarto comma dell’ articolo 48 del Regolamento, i Consiglieri che sono in congedo, entro il limite massimo di un quinto dei componenti del Consiglio, non vengono computati per fissare il numero legale. Sono presenti: Arduini Baritussio Ciani Cisilino Di Natale Follegot Lippi Pozzo Romoli Saro Serpi Violino Asquini Castaldo Ciriani Dal Mas Dressi Guerra Marini Ritossa Santarossa Seganti Venier-Romano Zoppolato Sono in congedo FRQFHVVR QHOOD VHGXWD RGLHUQD: Antonione Ariis Budin Degano Staffieri Tondo Comunico il risultato della verifica del numero legale, tenuto conto che, ai sensi del comma 7 dell’ articolo 48 del Regolamento, i richiedenti vengono sempre considerati presenti: Presenti: 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (197) 22 - 29 – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 In congedo: Numero legale: 6 28 Il Consiglio è, pertanto, in numero legale per deliberare. 6HJXLWRGHOODGLVFXVVLRQHVXOOHSURSRVWHGL OHJJHQQH PRESIDENTE. Pongo, quindi, in votazione il mantenimento dell’ articolo 4. 1RQqDSSURYDWR Do lettura dell’ articolo 5: ³,VWLWX]LRQHHLQVHGLDPHQWR GHOO¶2VVHUYDWRULR 1. La Giunta regionale dà avvio alle procedure di istituzione dell’ Osservatorio entro trenta giorni dalla pubblicazione della presente legge nel Bollettino Ufficiale della Regione. 2. Le associazioni e i movimenti delle donne, entro sessanta giorni dalla richiesta, comunicano i nomi delle candidature e i relativi curricula al Presidente della Giunta regionale, che provvede alla costituzione dell’ Osservatorio entro i successivi trenta giorni. 3. Il Presidente della Giunta regionale, entro trenta giorni dalla pubblicazione del decreto di costituzione dell’ Osservatorio nel Bollettino Ufficiale della Regione, convoca l’ organismo e procede al suo insediamento.” ,QWHUUX]LRQH L’ articolo 28 dello Statuto mi impone di votare articolo per articolo. Questo dice lo Statuto. So che è una cosa anomala, ma io devo fare come mi dice lo Statuto. Pongo in votazione dell’ articolo 5. 1RQqDSSURYDWR il mantenimento $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (197) 23 - VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 Do lettura dell’ articolo 6: ³&RPSRVL]LRQHGHOO¶2VVHUYDWRULR 1. L’ Osservatorio è composto da: a) la Presidente della Commissione regionale pari opportunità tra uomo e donna, o sua delegata; b) la consigliera per l’ attuazione del principio di parità di trattamento di cui alla legge 19 dicembre 1984, n. 863; c) tre esperti eletti dal Consiglio regionale, con voto limitato a uno, scelti tra quanti, nell’ ambito delle proprie competenze professionali, di specializzazione e/o di esperienza diretta, hanno maturato ricerche, pratiche, iniziative e realizzazioni concrete nei confronti delle situazioni di violenza contro le donne; d) sei esperte nominate dal Presidente della Giunta regionale sulla base di candidature richieste alle associazioni e movimenti delle donne. 2. Fanno altresì parte, di diritto, dell’ Osservatorio, con voto consultivo, le consigliere regionali in carica.” E’ stato emendamento: presentato il seguente =RU]LQL)RQWDQHOOL&DVWDOGR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR $OOD OHWWHUD F VRVWLWXLUH OH SDUROH WUH HVSHUWL!!FRQOHVHJXHQWLWUHHVSHUWHL!! HOHWWL!! GD HOHWWHL!! XQR!! GD XQDR!! VFHOWL!! GD VFHOWHL!! TXDQWL!!GDTXDQWHL!! Relatrice Zorzini, lo ritira? ZORZINI, 5HODWULFH Sì. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Puiatti. Ne ha la facoltà. PUIATTI. Non aveva dubbi? PRESIDENTE. No, no. Non avevo nessun dubbio. PUIATTI. Se non aveva dubbi… non so… Allora, io dico una cosa. Lo Statuto dice che gli articoli devono essere votati uno per uno. Certo. Io le ho chiesto se sono votabili. Ossia, secondo lei, se il Consiglio votasse l’ articolo 6, potrebbe votarlo? Come fa, adesso, il Consiglio a votare un articolo che ha per titolo: “ Composizione dell’ Osservatorio” e dice: “ L’ Osservatorio è composto da… ” , se l’ Osservatorio non c’ è, perché l’ articolo che lo istituiva è stato bocciato? Come fa? &RQIXVLRQHLQ$XOD Non è votabile, secondo me. Perché, una volta approvato l’ emendamento all’ articolo 3, quindi cassato l’ articolo 3, il resto non sta in piedi. PRESIDENTE. Consigliere, mi pare di essere stato chiaro. Lei ha ragione, però non esistono gli strumenti formali per dire quello che lei dice. Pertanto, dobbiamo seguire la prassi. Pongo in votazione dell’ articolo 6. il mantenimento 1RQqDSSURYDWR Do lettura dell’ articolo 7: ³3UHVLGHQ]DHIXQ]LRQDPHQWR GHOO¶2VVHUYDWRULR 1. Per quanto attiene il funzionamento e la durata in carica dell’ Osservatorio, si fa riferimento all’ articolo 4, comma 5 e all’ articolo 6 della legge regionale 21 maggio 1990, n. 23.” Pongo in votazione dell’ articolo 7. 1RQqDSSURYDWR Do lettura dell’ articolo 8: il mantenimento $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (197) 24 - VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 ³7UDWWDPHQWRHFRQRPLFR 1. Ai componenti dell’ Osservatorio compete un gettone di presenza pari a lire 100.000 per ogni seduta; è dovuto inoltre un rimborso spese nella misura prevista dalla legge regionale 23 agosto 1982, n. 63 e successive modificazioni ed integrazioni.” E’ stato emendamento: presentato il =RU]LQL0DWWDVVL SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR seguente DO FRPPD SULPD GHOOH SDUROH ³$L FRPSRQHQWL«´DJJLXQJHUHODSDUROD³$OOH´ Chiedo alla Relatrice Zorzini se ritira l’ emendamento. /D5HODWULFH=RU]LQLULWLUDO¶HPHQGDPHQWR Grazie. Pongo, quindi, in votazione il mantenimento dell’ articolo 8. 1RQqDSSURYDWR Do lettura dell’ articolo 9: ³3URJHWWLDQWLYLROHQ]D 1. L’ Amministrazione regionale, per le finalità della presente legge, finanzia "Progetti antiviolenza" presentati, in via alternativa: a) da enti locali singoli o associati; b) da associazioni femminili e soggetti operanti nel privato sociale, presenti in regione; c) di concerto, da enti locali, singoli o associati, associazioni femminili e soggetti operanti nel privato sociale, presenti in regione. 2. I progetti, da realizzarsi anche in più annualità, possono prevedere due fasi di intervento: a) il "Centro antiviolenza", facilmente accessibile, adeguatamente pubblicizzato, che svolge le seguenti funzioni e attività di prima accoglienza: 1) colloqui preliminari per individuare i bisogni e fornire le prime informazioni utili; 2) percorsi personalizzati, basati sull’ analisi delle specifiche situazioni della violenza, tendenti a rafforzare la fiducia della donna nelle proprie capacità e risorse, e a favorire nuovi progetti di vita e di autonomia, attraverso la valorizzazione della persona e dei rapporti interpersonali; 3) colloqui informativi di carattere legale; 4) affiancamento della donna, qualora la stessa lo richieda, nella fruizione dei servizi pubblici o privati, nel rispetto dell’ identità culturale e della libera scelta di ognuna; b) una o più "Case di accoglienza", segrete o con garanzia di sicurezza, quali strutture di ospitalità temporanea per le donne che si trovano in situazioni di necessità o di emergenza; le ospiti sono coadiuvate da operatrici di ospitalità che favoriscono l’ autogestione. 3. L’ accesso alle Case di accoglienza avviene unicamente per il tramite del Centro antiviolenza, secondo le valutazioni ed i pareri espressi dalle operatrici di accoglienza. 4. A dette strutture, si possono rivolgere tutte le donne, siano esse sole o con figli minori, indipendentemente dal loro status giuridico o di cittadinanza, che siano vittime di violenza psicofisica, sessuale, economica o di maltrattamenti.” Sono stati emendamenti: presentati =RU]LQL0DWWDVVL HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR i SDJLQD seguenti DOFRPPDOHWWHUDDGRSROHSDUROHR DVVRFLDWL!! DJJLXQJHUH OH SDUROH GDQGR SULRULWj D TXHOOL SUHVHQWDWL GL FRQFHUWR FRQ OH $WWLFRQVLOLDUL - (197) 25 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 DVVRFLD]LRQLIHPPLQLOL!! &DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR &DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR DOFRPPD GRSR OD OHWWHUD F DJJLXQJHUH LOVHJXHQWHFRPPD DOFRPPDVRSSULPHUHODOHWWHUDE , SURJHWWL DQWLYLROHQ]D SUHVHQWDWL GDL VRJJHWWL GL FXL DOOH OHWWHUH D H E GRYUDQQR HVVHUH SUHYHQWLYDPHQWH VRWWRSRVWL DO SDUHUH GHOODFRPSHWHQWH&RPPLVVLRQHFRQVLOLDUH!! DO FRPPD VRVWLWXLUH OD OHWWHUD E FRQ OD VHJXHQWH &DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR E GD DVVRFLD]LRQL IHPPLQLOL RSHUDQWL LQ UHJLRQH FKH SHUVHJXDQR HVFOXVLYDPHQWH R LQ SUHYDOHQ]D OH ILQDOLWj GL FXL DOOD SUHVHQWH OHJJH LVFULWWH DJOL VSHFLDOL DOEL GHO YRORQWDULDWR H GHOOH 21/86 H FKH DEELDQR PDWXUDWRHVSHULHQ]HHFRPSHWHQ]HVSHFLILFKHLQ PDWHULDGLYLROHQ]DFRQWUROHGRQQH!! DO FRPPD VRSSULPHUH OD VHJXHQWH IUDVH GXHIDVLG¶LQWHUYHQWR!! =RU]LQL 5HODWULFH SDJLQD VXEHPHQGDPHQWR PRGLILFDWLYR DOO¶HPHQGDPHQWRGLSDJLQD =RU]LQL0DWWDVVL HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR DOFRPPDOHWWHUDDDOSXQWRGRSROD SDUROD SHUFRUVL!! DJJLXQJHUH OH SDUROH GLXVFLWDGDOODYLROHQ]D!! =RU]LQL0DWWDVVL HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR SDJLQD SDJLQD DO FRPPD O VRVWLWXLUH OD OHWWHUD E FRQ OD VHJXHQWH E GD DVVRFLD]LRQL IHPPLQLOL RSHUDQWL LQ UHJLRQH FKH SHUVHJXDQR HVFOXVLYDPHQWH R LQ SUHYDOHQ]DOHILQDOLWjGLFXLDOODSUHVHQWHOHJJH LVFULWWH DJOL VSHFLDOL DOEL GHO YRORQWDULDWR H GHOOH2QOXV!! =RU]LQL0DWWDVVL HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR SDJLQD DOFRPPDVRSSULPHUHODOHWWHUDF &DVWDOGR*XHUUD6DUR HPHQGDPHQWR PRGLILFDWLYRSDJLQD &DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR DO FRPPD VRVWLWXLUH LO SXQWR FRQ LO VHJXHQWH SHUFRUVL SHUVRQDOL]]DWL EDVDWL VXOO¶DQDOLVL GHOOH VSHFLILFKH VLWXD]LRQL GHOOD YLROHQ]DWHQGHQWLD UDIIRU]DUH OD ILGXFLD GHOOD GRQQD QHOOH SURSULH FDSDFLWj H ULVRUVH H D IDYRULUHQXRYLSURJHWWLGLYLWDHGLDXWRQRPLD DWWUDYHUVROHUHOD]LRQLIUDGRQQH!! =RU]LQL0DWWDVVL SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR DO FRPPD VRVWLWXLUH OD OHWWHUD F FRQ OD VHJXHQWH $OFRPPDOHWWHUDDDOSXQWRGRSROD SDUROD SHUFRUVL!! DJJLXQJHUH OH SDUROH GLXVFLWDGDOODYLROHQ]D!! 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'HJDQR SDJLQD HPHQGDPHQWR PRGLILFDWLYR VRVWLWXLUHLOFRPPDFRQLOVHJXHQWH /¶DFFHVVR DOOH FDVH GL DFFRJOLHQ]D YLHQH YDOXWDWR GDL VHUYL]L VRFLDOL WHUULWRULDOL VHQWLWL L SDUHUL HVSUHVVL GDOOH RSHUDWULFL GL DFFRJOLHQ]D ,Q FDVR GL XUJHQ]D O¶DFFRJOLHQ]D SXz DYYHQLUH GLUHWWDPHQWH WUDPLWH LO &HQWUR DQWLYLROHQ]D!! =RU]LQL0DWWDVVL SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR DOFRPPDVRVWLWXLUHOHSDUROH&DVHGL DFFRJOLHQ]D!! FRQ OH VHJXHQWL &DVH ULIXJLR!! La parola alla Relatrice Zorzini per l’ illustrazione degli emendamenti di cui è firmataria. ZORZINI, 5HODWULFH Se il collega Mattassi è d’ accordo, io lascerei a lui l’ illustrazione degli emendamenti che propriamente ha stilato lui, per una migliore esplicazione del concetto. Per cui, sull’ emendamento a pagina 8.2, chiederei se potesse intervenire lui per illustrarlo. Dopodiché, proseguirei per il resto, se lui è d’ accordo, dicendo, per esempio, che l’ emendamento di pagina 9.1, al comma 1, lettera b) dell’ articolo 9, vuole riproporre, praticamente, il ripristino della stesura del contenuto iniziale dell’ articolo 9. All’ articolo 9, all’ inizio, in origine, il testo che era stato presentato, e che faceva parte della nostra proposta di legge, riconosceva tre soggetti passibili del finanziamento regionale, riconosciuti, quindi, e abilitati a presentare i progetti antiviolenza. Questi erano – veniva detto – enti locali singoli od associati, associazioni femminili operanti in regione. Nella Commissione si era arrivati a trovare questo accordo, che ci era sembrato calibrato ed opportuno e che, secondo noi, ci faceva vedere in maniera chiara la fotografia di tutte le varie situazioni della tipologia che su questo argomento esiste a livello regionale. Noi, poi, in Commissione, abbiamo visto modificare questi articoli, questi commi. In questa maniera, invece, noi chiediamo venga ripristinata la forma originaria, rafforzandola, cioè dicendo che queste associazioni femminili operanti in regione devono essere associazioni che perseguono esclusivamente, in prevalenza, le finalità di cui alla presente legge, iscritte all’ albo del volontariato, della Onlus, e che abbiano maturato esperienze e competenze specifiche in materia di interventi a favore delle donne, vittime di violenza. Vi chiediamo, quindi, precise garanzie, che, credo, dovrebbero essere accettate dall’ Aula, $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (197) 27 - VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 per quanto riguarda, appunto, la tipologia che si vuole ascrivere alle associazioni femminili. Quindi, non capiamo l’ intendimento della maggioranza, che in Commissione si è espressa in una determinata maniera. Ma sappiamo che la maggioranza è stata aiutata, in questo frangente, invece, in Aula, da interventi dell’ ultima ora, che se in una certa parte ci hanno trovati d’ accordo, per un’ altra parte, invece – soprattutto per quel che riguardava il voler ripristinare il significato precedente che avevano determinati commi ed articoli -, vanno a modificare in maniera sostanziale una determinata impostazione, laddove, per esempio, da questo comma, da queste lettere, vanno a togliere la figura delle associazioni femminili. La maggioranza, nelle sue modifiche, solamente in questo caso, inserisce gli enti locali, i singoli associati e gli enti locali che operano di concerto con le associazioni femminili. L’ emendamento di pagina 9.2 va a interpretare in maniera un po’ diversa quello che ho appena detto, cioè la lettera b) del comma 1, dando un’ interpretazione forse più restrittiva alle associazioni operanti in regione, sperando, quindi, che una versione o l’ altra possa essere accolta dall’ Aula. Nella filosofia degli emendamenti che avevamo presentato, siccome volevamo rimanessero gli Enti locali e le associazioni, a questo punto la lettera c) viene ad essere soppressa. Per quanto riguarda l’ articolo 9 ci sarebbe ancora un mio subemendamento modificativo, di pagina 13: laddove i colleghi Castaldo, Guerra e Saro, al comma 2, parlano di “ percorsi personalizzati basati sull’ analisi delle specifiche situazioni della violenza, tendenti a rafforzare la fiducia delle donne nelle proprie capacità e risorse e a favorire nuovi progetti di vita, di autonomia, attraverso le relazioni fra donne” , introduco – e questi sono i vari percorsi e progetti previsti per il finanziamento – dopo la parola “ percorsi” , le parole “ ...di uscita dalla violenza” . Poi, sempre all’ articolo 9, chiederei al collega Mattassi, visto che ha stilato l’ emendamento, di voler illustrare l’ emendamento di pagina 14.1, comma 2, lettera a). Invece, per quanto riguarda l’ emendamento di pagina 14.2, al comma 2, lettera b), ho voluto ripristinare il termine adottato precedentemente, in origine, dai progetti di legge, laddove si parlava di “ case rifugio” e non di “ case di accoglienza” , perché mi è stato fatto rilevare, soprattutto dalle associazioni femminili che lavorano nel settore, come fosse impropria questa terminologia, in quanto uno è il momento dell’ accoglienza (il primo, quello intrinsecato dal centro antiviolenza); altra cosa sono le case rifugio. La stessa cosa succede con l’ emendamento di pagina 15.1 e credo di aver finito. Grazie. PRESIDENTE. La parola al Relatore Castaldo per l’ illustrazione degli emendamenti a sua firma. CASTALDO, 5HODWRUH. Ci sono degli emendamenti, ma a questo punto volevo puntualizzare una cosa a proposito dell’ articolo 9. Ho proposto, in tempi successivi, degli emendamenti sostitutivi ed aggiuntivi all’ articolo 9. C’ era un primo emendamento, a firma Zorzini-Fontanelli-Castaldo, del 20 giugno, un emendamento sostitutivo e, nello stesso tempo, aggiuntivo. Al punto 1, comma b), avevamo aggiunto qualche cosa... ,QWHUUX]LRQH Perché è decaduto? Non penso lo sia, per lo meno... Poi c’ è un altro emendamento modificativo, riguardante sempre il comma 1, in cui la lettera b) viene soppressa. A questo punto, onestamente, non sono stato, e non lo sono nemmeno in questo momento, coerente, perché sono due emendamenti che, purtroppo, sono nati in momenti diversi: un primo momento all’ inizio del percorso, lo abbiamo quando questa legge, è uscita dalla Commissione con unanimità su tutto. Poi c’ è stato un successivo ripensamento ed una riscrittura di questa legge e ciò lo dico a onor $WWLFRQVLOLDUL - (197) 28 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 del vero, quindi, con onestà morale. C’ è stato un andamento diverso, dettato anche da una condizione politica che ha imposto, giustamente, qualche modifica. A questo punto, per quanto riguarda questo articolo, mi rimetto all’ Aula e alla Giunta, soprattutto per i punti b) e c), con riferimento all’ altro emendamento modificativo in cui si parla “ di concerto da Enti locali, singoli o associati, e associazioni femminili operanti in Regione” . Quindi, è stata cassata la parte di cui alla lettera c) recante: “ soggetti operanti nel privato sociale, presenti in regione” . Nell’ emendamento di pagina 11, al comma 1, dopo la lettera c) si dice: “ i progetti anti violenza presentati dai soggetti di cui alle lettera a) e b) dovranno essere preventivamente sottoposti al parere della competente Commissione consiliare” . Questo emendamento, secondo me, si può ritirare, perché c’ è un emendamento analogo della collega Zorzini, che va posto al punto giusto, all’ articolo 15, quando si parla di Assessorato regionale. In questo caso, quando si dice “ alla Giunta, su proposta dell’ Assessore regionale alla sanità” va posta qui l’ espressione: “ sentito il parere della competente Commissione consiliare” , la quale stabilisce i criteri di priorità. Quindi, questo si può ritirare. Poi c’ è l’ emendamento di pagina 12 modificativo del comma 2, dove vengono soppresse le parole “ due fasi di intervento” . Rimangono le parole: “ i progetti da realizzarsi anche in più annualità, possono prevedere...” . All’ articolo 9, il comma 2, n. 2, è stato così sostituito: “ percorsi personalizzati basati sull’ analisi delle specifiche situazioni della violenza, tendenti a rafforzare la fiducia della donna nelle proprie capacità e risorse, e a favorire nuovi progetti di vita e di autonomia, attraverso la relazione fra donne” . Quindi, è un altro emendamento modificativo. Non ci sono altri emendamenti all’ articolo 9. PRESIDENTE. Rimane l’ emendamento di pagina 15 del collega Degano. Chiedo se qualche collega di gruppo intende farlo proprio. Vuole anche illustrarlo, consigliere Gottardo? No, bene. Ha chiesto di parlare l’ assessore Pozzo. Ne ha la facoltà. POZZO, $VVHVVRUHSHUOHDXWRQRPLHORFDOL DOOHIRUHVWHDLSDUFKLHDOODFDFFLD. Vorrei far presente, - non so se è un problema di coordinamento - che l’ articolo 9, dopo che la legge è stata depurata dagli articoli precedenti, non deve più portare la dicitura “ in via alternativa al punto 1” , perché diventa l’ unica via perseguibile, non essendoci l’ Osservatorio. È solo quella. Poi, onestamente, ci siamo anche consultati, ma nessuno ci ha spiegato il motivo della proposta di abrogazione della lettera b), punto 1: “ le associazioni femminili, soggetti operanti nel privato sociale, presenti in regione” . Il consigliere Castaldo dice che si rimette all’ Aula. Vorremmo capire per quale motivo vengono tolte le associazioni femminili e i soggetti operanti. Se magari qualcuno degli altri ce lo vuol spiegare... PRESIDENTE. È in Assessore, tra a), b) e c). via alternativa, POZZO, $VVHVVRUHSHUOHDXWRQRPLHORFDOL DOOHIRUHVWHDLSDUFKLHDOODFDFFLD. Cioè, a me va bene l’ emendamento di pagina 14 (ZorziniFontanelli-Castaldo), ma non riusciamo a capire l’ altro che è in contrasto. Pagina 9 e 10. Se è così... PRESIDENTE. La parola al consigliere Mattassi per l’ illustrazione dell’ emendamento di pagina 9.1. MATTASSI. Spiego il mio, dopodiché, se vogliono capiscono, altrimenti pazienza. Naturalmente farò anche dei commenti. Ora, Assessore e Presidente di Commissione, il perno di questa legge, come l’ abbiamo pensata, - e voi l’ avete condivisa, salvo poi andare per strane strade, - è quello di valorizzare l’ esperienza dei gruppi (associazioni, centri e così via). Qual è la vostra preoccupazione? È quella di blindare alcuni passaggi nel dire $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (197) 29 - VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 “ diamo i contributi” . Addirittura, nelle finalità è scritto: “ quelli che hanno due anni di esperienza” . Dopodiché che cosa succede, nel divenire? Invece di mantenere un terreno coerente, cosa fate? Demandate tutto – chiusa l’ esperienza dell’ Osservatorio – all’ Assessorato, dove è facile intervenire, per chi è al governo, mentre è meno facile per chi è all’ opposizione. Siccome avete la preoccupazione che alcune procedure sfuggano di mano, avete blindato, in periferia, l’ accordo, per cui le associazioni, secondo queste richieste, non possono più fare richieste direttamente. Lo possono fare solo a condizione che siano d’ intesa con gli Enti locali. Allora, è evidente che, anziché percorrere una strada che è quella... Ma con chi parlo io? Non l’ ho capito! Presidente del Consiglio e Presidente della Commissione, visto che lei è un autorevole Relatore di maggioranza, ancorché un po’ confusionario (ma posso capirla perché ha questa pressione continua)... Naturalmente, dagli spalti e dalle porte, appena esce la consigliera Guerra, entra uno che le bussa alla porta e le dice “ vieni qua che dobbiamo fare” ... E’ evidente che in questo stato di confusione, lei rischia di perdere il filo. E quello che sta accadendo da parte vostra è che avete perso il filo. Perché, ripeto, all’ inizio, all’ articolo 2, avete addirittura detto: valorizziamo solo quelle che hanno due anni di esperienza, dopodiché, quando andate a individuare chi ha la titolarità della presentazione dei progetti antiviolenza, quelle associazioni spariscono, non hanno titolo a presentare progetti. Perché se sopprimete il comma b) è evidente che scompare il soggetto titolare della protezione. Salvo, poi – ribadisco – recuperarle nel rapporto stretto con gli Enti locali, in cui l’ Ente locale presenta un progetto, se è d’ intesa con le associazioni femminili, voi lo finanziate… Non c’ è il riconoscimento del lavoro fatto da chi ha operato, ma solo di quelle associazioni che sono più gradite ai Comuni. Cioè, intendo dire che il pasticcio è totale e l’ operazione “ paraclientelare” rischia addirittura di non andare in porto, perché questo è quello che voi fate. Ora, gli emendamenti proposti – quello di pagina 9.1 – tendono invece ad enfatizzare il ruolo delle associazioni femminili, dicendo che: “ abbiano maturato esperienze e competenze specifiche in materia di violenza contro le donne” , nel senso che non è semplicemente l’ essere associazione femminile titolo per poter presentare un progetto, così come in qualche modo era scritto lì. Naturalmente viene recuperato il concetto di Onlus, che è quello che voi avete poi messo nel comma b) dell’ articolo 2. Come dire: abbiamo scritto un testo coerente, presumibilmente con il principio, le finalità di questa legge, almeno quelle che vogliamo noi, che è quello di valorizzare l’ esperienza al femminile e l’ esperienza del passato. L’ altra… Arriviamo a dire, al comma 1… Presidente, io non so! La collega Guerra, oltre che pretendere la distribuzione dei contributi, pretende anche di non far sentire al collega Castaldo il dibattito! Cosa che, invece, lei dovrebbe garantire, dovrebbe garantire che le mie parole vadano all’ interlocutore, perché io sto aiutando l’ interlocutore a fare chiarezza nelle sue carte. Almeno spero! Se ci sono interferenze continue, è difficile che ciò potrà produrre un risultato. ,QWHUUX]LRQH Non ho finito, Presidente! PRESIDENTE. Pare che da parte dell’ oratore vengano delle proposte al Relatore, pertanto… MATTASSI. Se la collega Guerra mi consente di interloquire con il Consiglio, in particolar modo con il Relatore, è evidente che probabilmente riesco ad aiutarlo a tirare le fila. Torno a ripetere: articolo 9, emendamento di pagina 8.2: “ gli enti locali protagonisti, con priorità per i progetti fatti insieme con le associazioni femminili.” . Questo aiuta a $WWLFRQVLOLDUL - (197) 30 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 rafforzare il valore delle esperienze fatte dalle associazioni. Il comma b) non toglietelo; lasciatelo, ma rafforzate il concetto: “ quelle che hanno avuto esperienza” . Non deve essere scritto: “ le amiche della consigliera Guerra” , ma “ quelle che hanno avuto esperienza in questo campo” , perché quelle sono titolate a dare risposte concrete, mentre esser amici della collega Guerra non è requisito sufficiente per poter poi essere professionisti sul campo. Allora, questo è il titolo che io propongo alla vostra attenzione, sperando che questo contributo di chiarezza vi aiuti a seguire il filo e a non perderlo. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Puiatti. Ne ha la facoltà. &RQIXVLRQHLQ$XOD PUIATTI. Io non ho nessuna fretta. &RQIXVLRQHLQ$XOD ,QWHUUX]LRQH&KLHGDODVRVSHQVLRQH1R" PRESIDENTE. Consigliere Castaldo, ritiene che si debba sospendere per cinque minuti? &RQIXVLRQHLQ$XOD &DVWDOGR 5HODWRUH SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR VRVWLWXLUHO¶DUWLFRORFRQLOVHJXHQWH ³$UW 3URJHWWLDQWLYLROHQ]D /¶$PPLQLVWUD]LRQH UHJLRQDOH SHU OH ILQDOLWj GHOOD SUHVHQWH OHJJH ILQDQ]LD 3URJHWWL DQWLYLROHQ]D!! SUHVHQWDWL LQ YLD DOWHUQDWLYD D GDHQWLORFDOLVLQJROLRDVVRFLDWL E GD DVVRFLD]LRQL IHPPLQLOL RSHUDQWL LQ UHJLRQH FKH DEELDQR PDWXUDWR HVSHULHQ]H H FRPSHWHQ]H VSHFLILFKH LQ PDWHULD GL YLROHQ]DFRQWUROHGRQQH F GL FRQFHUWR GD HQWL ORFDOL VLQJROL R DVVRFLDWLHDVVRFLD]LRQLIHPPLQLOLRSHUDQWL LQUHJLRQH , SURJHWWL DQWLYLROHQ]D SUHVHQWDWL GDL VRJJHWWLGLFXLDOOHOHWWHUHDEHFGRYUDQQR HVVHUH SUHYHQWLYDPHQWH VRWWRSRVWL DO SDUHUH GHOODFRPSHWHQWH&RPPLVVLRQHFRQVLOLDUH , SURJHWWL GD UHDOL]]DUVL DQFKH LQ SL DQQXDOLWjSRVVRQRSUHYHGHUH Il consigliere Castaldo chiede di sospendere il Consiglio per cinque minuti. Se non ci sono opposizioni, il Consiglio è sospeso. D LO &HQWUR DQWLYLROHQ]D!! IDFLOPHQWH DFFHVVLELOH DGHJXDWDPHQWH SXEEOLFL]]DWR FKH VYROJH OH VHJXHQWL IXQ]LRQL H DWWLYLWj GL SULPD DFFRJOLHQ]D PUIATTI. Ma perché solo per cinque minuti? Il tempo di fumare un toscano, altrimenti a che cosa serve una sospensione?! FROORTXL SUHOLPLQDUL SHU LQGLYLGXDUH L ELVRJQL H IRUQLUH OH SULPH LQIRUPD]LRQL XWLOL /DVHGXWDYLHQHVRVSHVDDOOHRUH /DVHGXWDULSUHQGHDOOHRUH PRESIDENTE. Dichiaro riaperta la seduta. Comunico che è stato presentato il seguente emendamento: SHUFRUVL GL XVFLWD GDOOD YLROHQ]D SHUVRQDOL]]DWL EDVDWL VXOO¶DQDOLVL GHOOH VSHFLILFKH VLWXD]LRQL GHOOD YLROHQ]D WHQGHQWL D UDIIRU]DUH OD ILGXFLD GHOOD GRQQDQHOOHSURSULHFDSDFLWjHULVRUVHHD IDYRULUH QXRYL SURJHWWL GL YLWD H GL DXWRQRPLD DWWUDYHUVR OH UHOD]LRQL IUD GRQQH FROORTXLLQIRUPDWLYLGLFDUDWWHUHOHJDOH $WWLFRQVLOLDUL - (197) 31 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 DIILDQFDPHQWR GHOOD GRQQD TXDORUD OD VWHVVD OR ULFKLHGD QHOOD IUXL]LRQH GHL VHUYL]L SXEEOLFL R SULYDWL QHO ULVSHWWR GHOO¶LGHQWLWjFXOWXUDOHHGHOODOLEHUDVFHOWD GLRJQXQD E XQD R SL &DVH GL DFFRJOLHQ]D!! VHJUHWH R FRQ JDUDQ]LD GL VLFXUH]]D TXDOL VWUXWWXUHGLRVSLWDOLWjWHPSRUDQHDSHUOHGRQQH FKH VL WURYDQR LQ VLWXD]LRQL GL QHFHVVLWj R GL HPHUJHQ]D OH RVSLWL VRQR FRDGLXYDWH GD RSHUDWULFL GL RVSLWDOLWj FKH IDYRULVFRQR O¶DXWRJHVWLRQH /¶DFFHVVR DOOH &DVH GL DFFRJOLHQ]D DYYLHQH XQLFDPHQWH SHU LO WUDPLWH GHO &HQWUR DQWLYLROHQ]DVHFRQGROHYDOXWD]LRQLHGLSDUHUL HVSUHVVLGDOOHRSHUDWULFLGLDFFRJOLHQ]D $ GHWWH VWUXWWXUH VL SRVVRQR ULYROJHUH WXWWH OH GRQQH VLDQR HVVH VROH R FRQ ILJOL PLQRUL LQGLSHQGHQWHPHQWH GDO ORUR VWDWXV JLXULGLFRRGLFLWWDGLQDQ]DFKHVLDQRYLWWLPHGL YLROHQ]D SVLFRILVLFD VHVVXDOH HFRQRPLFD R GL PDOWUDWWDPHQWL´ La parola al Relatore Castaldo l’ illustrazione di tale emendamento. per CASTALDO, 5HODWRUH. C’ è stata una riscrittura parziale dell’ articolo 9. Al punto 1: “ L’ Amministrazione regionale, per le finalità della presente legge, finanzia <progetti antiviolenza> presentati, in via alternativa” : rimane lo stesso – a) “ da enti locali singoli o associati” . Il punto b), invece, viene in questo modo riscritto: “ da associazioni femminili operanti in regione che abbiano maturato esperienze e competenze specifiche in materia di violenza contro le donne” . Punto c): “ di concerto da enti locali, singoli o associati e associazioni femminili operanti in regione” . Poi, al punto 2: “ I progetti antiviolenza presentati dai soggetti di cui alle lettere a), b) e c) dovranno essere preventivamente sottoposti al parere della competente Commissione consiliare. Il punto 3 rimane: “ I progetti da realizzarsi in più annualità possono prevedere: comma a) – è lo stesso -: “ il <<Centro antiviolenza>>, facilmente accessibile, adeguatamente pubblicizzato, che svolge le seguenti funzioni e attività di prima accoglienza:… ” . Punto 1: “ colloqui preliminari per individuare i bisogni e fornire le prime informazioni utili” ; punto 2: “ percorsi di uscita dalla violenza personalizzati, basati sull’ analisi delle specifiche situazioni della violenza, tendenti a rafforzare la fiducia della donna nelle proprie capacità e risorse, e a favorire nuovi progetti di vita e di autonomia, attraverso le relazioni fra donne” ; il punto 3 rimane lo stesso: “ colloqui informativi di carattere legale” ; il punto 4 è lo stesso. Quindi, le modifiche sono soprattutto inerenti ai punti b) e c) del succitato articolo 9. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Puiatti. Ne ha la facoltà. PUIATTI. A questo punto, mi esprimo su questo nuovo testo che sostituisce tutto il resto. Resta, però, un elemento di contraddizione, che io vorrei capire, collega Castaldo. Allora, resta il dato “ in via alternativa” . Si dice: “ L’ Amministrazione regionale, per le finalità della presente legge, finanzia <progetti antiviolenza> presentati, in via alternativa: a)… ; b)… ; c)… ” . Che cosa significa questo? Che si fa una scelta o che le cose non possono andare assieme? Qual è il sento di dire “ in via alternativa” ? Perché continuate a mantenere questa dizione? Perché il Comune di Trieste presenta un progetto e a Udine un’ associazione femminile ne presenta un altro? Sono incompatibili? Secondo me, no. Allora, perché c’ è questa alternatività? Questa è la prima questione. Seconda questione. Punto 3. Si dice: “ I progetti, da realizzarsi anche in più annualità, possono prevedere:… ” . Fra le cose che si possono prevedere, c’ è anche il centro antiviolenza, che non è un obbligo per nessuno; è una possibilità. $WWLFRQVLOLDUL - (197) 32 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 Quindi, il centro antiviolenza è una delle possibilità. Dopo, però, al penultimo comma, si dice: “ L’ accesso alle case di accoglienza avviene unicamente per il tramite del Centro antiviolenza” . Questo significa che, se per avventura non c’ è nessun centro antiviolenza, ma ci sono solo le case di accoglienza, tutto si blocca, perché l’ accesso alle case di accoglienza passa necessariamente ed obbligatoriamente attraverso un centro antiviolenza che non è obbligatorio, ma è una delle ipotesi possibili. Quindi, questo è un altro elemento di contraddizione, rispetto alla funzionalità. Queste sono cose con gli stessi elementi di contraddittorietà che c’ erano prima, nel testo licenziato dalla Commissione, e questo è uno dei motivi per i quali secondo me non funzionava tanto, ma questi elementi restano ancora integri. Quindi, mi fermo qui. Se volete che questa legge funzioni, questi elementi di contraddittorietà devono essere superati. Per cui, il centro antiviolenza diventa una cosa obbligatoria, e, quindi, deve esserci qualcuno che lo istituisce, non in via volontaria, ma obbligatoriamente. Ma è difficile costringere un qualsiasi privato a fare una cosa. Questo centro antiviolenza diventa il titolare dell’ accesso alle case di accoglienza. Questo è il filtro, è il titolare che decide se una persona può o non può essere accolta nelle case di accoglienza. Quindi, questo è un passaggio che, se resta obbligatorio, deve avere una sua definizione giuridica molto precisa, molto puntuale anche nei meccanismi: chi lo fa, come lo fa e come funziona, eccetera, perché altrimenti si fa una cosa tutta teorica che dopo, dal punto di vista pratico, quando si tratta di attuare questa norma, non può funzionare in questo modo. Mi fermo qua, collaborativa. in via assolutamente PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Fontanelli. Ne ha la facoltà. FONTANELLI. L’ atmosfera che si era creata nella III Commissione, che ha elaborato il testo uscito all’ unanimità, evidentemente era molto diversa da quella che si è determinata qui, inducendo alcuni colleghi a rinunciare all’ elaborazione che avevano fatto in Commissione e ad accettare le proposte un po’ improvvisate - se mi si permette - che la collega Guerra ha imposto a tutta la maggioranza. Io credo che di fronte a questa legge bisogna, invece, ragionare in assoluta libertà di coscienza, perché noi abbiamo a che fare non tanto con i problemi di alcune associazioni o di alcuni enti locali, ma - come ho detto nel mio discorso iniziale - con i problemi delle donne che subiscono violenze, a cui noi dobbiamo dare risposta. Più risposte, in modo efficiente ed in modo, se possibile, anche ragionevolmente uniforme sul territorio regionale, senza pensare di avere zone di serie A, in cui ci sono delle persone molto brave che danno delle risposte ottime e, dall’ altra parte, delle risposte condizionate da appartenenza politica. Quindi, dobbiamo ragionare e magari sforzarci di recuperare quei ragionamenti. Però – ed entro nel merito - ringrazio il collega Castaldo che ha voluto in questo emendamento riorganizzare tutti i vari emendamenti che si sono succeduti, e pongo due domande. La prima. Il comma 2 dice: “ I progetti antiviolenza presentati dai soggetti di cui alle lettere a), b) e c) dovranno essere preventivamente sottoposti al parere della competente Commissione consiliare” . Mi permetta, collega Castaldo: sposti questa norma dove si parla del regolamento, che l’ Assessorato dovrà produrre per erogare i finanziamenti. Il regolamento sì, vada in Commissione, nella sua Commissione e lì venga valutato per un parere, ma non certo i criteri, i progetti singoli, che non è certo compito del legislatore andare a valutare. Cerchiamo di non farci del male. Noi qui dobbiamo stabilire delle regole generali, che serviranno – speriamo – a $WWLFRQVLOLDUL - (197) 33 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 risolvere il problema fuori di qua. dell’ estetica, guardiamo la sostanza. Dopodiché, chi eroga materialmente è la Giunta, che si assume tutte le responsabilità della gestione della legge. Quindi, io vi chiedo di presentare un subemendamento per togliere questo comma 2 e spostarlo, invece, laddove si parla di regolamento. Per quanto riguarda, invece, il problema delle due possibilità tra centro antiviolenza e case di accoglienza o case rifugio, so che dietro a queste due parole ci stanno ragionamenti diversi, ma nella sostanza, poi, cambia abbastanza poco. Qui, però, rischiamo di fare il nulla, sotto vuoto spinto, perché alla fine abbiamo fatto una grande discussione, abbiamo cercato di ridare titolarità agli enti locali, alle associazioni e così via, però, in mezzo, abbiamo infilato il cuneo. Io credo che si potrebbe anche immaginare che una casa di accoglienza o di rifugio stia in un certo posto e lì arrivino, dai centri antiviolenza sparsi sul territorio, le donne da ospitare. Quindi, il centro antiviolenza, cioè lo sportello che c’ è a Pasian di Prato o a Monfalcone, fa un lavoro di sensibilizzazione, di informazione, e, per i casi più seri, telefona alla Casa Rifugio di Chiopris e dice: “ Avete posto? Bene, vi mandiamo una donna, perché ha questi problemi:… ” . Quindi, si può pensare di disgiungere le due funzioni con due associazioni diverse; se riescono a collaborare! Non lo so. La legge apre molte possibilità di intervento degli enti locali, delle associazioni, di concerto e quant’ altro. Perché qui è una risposta da costruire, per questo problema. Quindi, credo che stia in piedi così. Ovviamente, sarebbe logico che chi fa il centro, la casa-rifugio abbia anche lo sportello, perché la cosa, altrimenti, diventerebbe un po’ complicata, ma potrebbe stare anche nella formulazione, così come è stata fatta. Sull’ articolo 9 mi fermo qua. Grazie. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Mattassi. Ne ha la facoltà. MATTASSI. Ritengo che il collega Puiatti abbia posto un problema reale, che riguarda la contestualità del rapporto fra centro antiviolenza e casa di accoglienza, che noi chiediamo venga ad essere sostituita. Non è un bel termine quello che si usa, ma al di là Abbiamo detto – lo avete detto voi, ovviamente! -: “ Non mettiamo l’ osservatorio, che poi ci fa perdere soldi, ci fa perdere tempo, impedisce la spesa, è un inutile sperpero, però lo mandiamo in Commissione” . Voi sapete che la Commissione si riunisce quando normalmente non si riunisce la Prima. Siccome in questa legislatura è frequente, fintanto che ci sarà il Presidente Asquini, che tutto quello che passa, lo scibile, passi per la prima Commissione integrata, è evidente che sono poche le giornate utili per poter riunire la Commissione, almeno in questi due anni di esperienza (la terza, la quarta; forse la quinta è fuori quota, diciamo); sicuramente, se la Commissione competente è la terza… &RQIXVLRQHLQ$XOD Vuole dire che se la collega Guerra non è d’ accordo su un progetto, basta fare in modo che la Commissione competente non abbia mai modo di esprimersi, perché poi succede anche abbastanza facilmente, che ci sia un po’ di ostruzionismo. Siccome abbiamo sempre da fare altre cose e, alla fine, l’ obbligo dell’ espressione del parere è a carico della Commissione competente, voi sapete che la Commissione competente ha l’ obbligo di formalizzare un’ istruttoria, perché nessuno di noi è un esperto potenziale su questo argomento. Va da sé che dal momento in cui vengono presentate le domande l’ Assessorato competente, il quale fa un minimo di istruttoria, le trasferisce alla Commissione, la quale, appunto, fa l’ istruttoria, se e quando riesce a riunirsi… Probabilmente i progetti, forse fra un anno e l’ anno dopo, verranno certificati, timbrati, e così via. A me pare un cattivo modo di legiferare. La confusione tra esecutivo e potere $WWLFRQVLOLDUL - (197) 34 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 legislativo si ripropone e avevo intravisto che andava a finire così. Io ritengo che, proprio per venire incontro al fatto che i colleghi Castaldo e Guerra hanno questa grande passione di portare all’ attenzione della Commissione competente i progetti specifici, non la problematica, almeno non venga sentita in via preventiva. Cioè, come dire: vincolare la procedura dell’ erogazione. Si faccia la comunicazione, vengano mandate alla Commissione per informativa. È utile sempre che i Consiglieri dispongano di informazioni, in particolar modo all’ inizio dell’ attuazione di questa legge, visto che l’ Osservatorio non c’ è più, per sapere che cosa accade, quali sono i progetti. Però, non vincoliamoli, Presidente, al parere. Per piacere! Ognuno faccia il suo mestiere. L’ Assessorato faccia l’ Assessorato, l’ Esecutivo e la Commissione si occupino di controllo, di indirizzo e non certo di materia amministrativa, perché questa è una specifica competenza. Quindi, io invito a modificare questo titolo, nel senso indicato. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Relatore Castaldo. Ne ha la facoltà. CASTALDO, 5HODWRUH Facevo degli emendamenti orali, per cercare di venire incontro anche alla critica costruttiva da parte dei colleghi. PRESIDENTE. Consigliere Castaldo, le volevo dire che ci sono già due subemendamenti. Se lei li mette per iscritto, è preferibile, perché non vorremmo trovarci, poi… CASTALDO, 5HODWRUH Giustamente, c’ è un emendamento orale che abolisce “ In via alternativa” . Basta. Punto numero 2: “ I progetti antiviolenza, presentati, di cui alla lettera… . e con il parere… ” , pure quello, attualmente, bisogna eliminarlo, perché nell’ articolo 15, poi, sarà riproposto. Basta. Solo questo. PRESIDENTE. La prego di formalizzarli per iscritto. Pertanto devo sospendere per altri cinque minuti il Consiglio regionale. /DVHGXWDYLHQHVRVSHVDDOOHRUH /DVHGXWDULSUHQGHDOOHRUH PRESIDENTE. Dichiaro riaperta la seduta. Informo che sono stati presentati i seguenti subemendamenti: &DVWDOGR 5HODWRUH SDJLQD VXEHPHQGDPHQWR PRGLILFDWLYR DOO¶HPHQGDPHQWRGLSDJ DOFRPPDVRSSULPHUHOHSDUROHLQYLD DOWHUQDWLYD!! =RU]LQL 5HODWULFH SDJLQD VXEHPHQGDPHQWR PRGLILFDWLYR DOO¶HPHQGDPHQWRGLSDJ VRSSULPHUHLOFRPPD =RU]LQL 5HODWULFH SDJLQD VXEHPHQGDPHQWR PRGLILFDWLYR DOO¶HPHQGDPHQWRGLSDJ DO FRPPD GRSR LO WHUPLQH SUHYHQWLYDPHQWH!! VRVWLWXLUH OH SDUROH VRWWRSRVWL DO SDUHUH!! FRQ OH VHJXHQWL FRPXQLFDWLDOOD««!! La parola alla Relatrice Zorzini per l’ illustrazione dei subemendamenti di pagina 8.1.0.1 e 8.1.0.2. ZORZINI, 5HODWULFH Io parlerò anche a proposito dei miei due subemendamenti. Per quello che riguarda l’ articolo 9, credo sinceramente che sia stata ottenuta una mediazione che possa andare nel verso di accontentare più sensibilità esistenti in quest’ Aula. $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (197) 35 - VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 Mi piace, in maniera particolare, che come soggetti considerati in questa legge e come soggetti che possono presentare, appunto, progetti antiviolenza, siano state riconsiderate nuovamente le associazioni femminili. Anzi, il fatto è stato rinforzato, dicendo, appunto: “ Le associazioni femminili operanti in regione, che abbiano maturato esperienza, competenza specifica in materia di violenza contro le donne” . Questo ci dovrebbe dare un’ adeguata garanzia. Non capisco, però, perché si sia voluto inserire, al comma 2, il passaggio che, appunto, questi progetti dovranno essere preventivamente sottoposti al parere della competente Commissione consiliare. Io stessa ho presentato degli emendamenti che andavano in questo verso, cioè che chiedevano l’ intervento, per dire la verità, della Commissione pari opportunità, in certi passaggi. Probabilmente è ritenuto importante il ruolo consultivo svolto dalla Commissione consiliare, anche per l’ individuazione dei criteri di priorità con cui questi progetti dovrebbero venire finanziati. In questo senso, io credo, veramente, che sia un voler dare alla Commissione consiliare permanente dei compiti che non le spettano in questo contesto, che appesantiranno, in un certo senso, il lavoro che dovrebbe essere svolto nel senso, appunto, di approvare e giudicare la priorità di questi progetti. In questo senso, quindi, faccio questo subemendamento, con il quale chiedo di sopprimere il passaggio; in caso contrario, chiedo che, in luogo di “ sottoposti al parere della competente Commissione consiliare” , venga aggiunto: “ comunicati alla Commissione competente consiliare” , anche perché, in un emendamento successivo che abbiamo presentato, noi abbiamo previsto, in capo all’ Assessorato alla sanità, un ufficio con delle competenze che possano assicurare annualmente la rilevazione sistematica del fenomeno della violenza contro le donne, che individuino le buone prassi e predispongano annualmente una relazione, quale indicazione di indirizzo. So che questo emendamento è stato accolto dalla maggioranza, anche se modificato… Si è tolto, con questo, il passaggio che voleva, da parte nostra, che in questo compito ci si avvalesse dell’ apporto di professionalità esterne. Però, voglio dire che questo passaggio esiste. Io penso, quindi, appesantisca la legge, volendolo inserire nuovamente, in questo modo. Per quel che concerne il resto, anche se l’ articolo è stato riformulato in toto gli emendamenti che sono stati presentati, potrebbero essere mantenuti con l’ accoglimento dei miei emendamenti che, praticamente dicono che, in luogo della dizione “ case di accoglienza” , si ripristini il termine “ case rifugio” . Questo dovrebbe essere fatto al punto d) dell’ articolo 9, e al comma 3 dello stesso, così come modificato. Io li avevo già presentati, come prima conformato l’ ordine dell’ articolo. Credo non ci siano stati degli spostamenti in questi punti. Quindi, chiedo siano mantenuti. Devo rifarli? PRESIDENTE. No, non ha più tempo, Consigliera, perché siamo alle repliche. La parola al Relatore Antonaz. ANTONAZ,5HODWRUH. Mi rimetto all’ Aula. PRESIDENTE. Bene. La parola alla Giunta. POZZO, $VVHVVRUHSHUOHDXWRQRPLHORFDOL DOOHIRUHVWHDLSDUFKLHDOODFDFFLDMi rimetto all’ Aula. PRESIDENTE. Passiamo alle votazioni. Pongo in votazione il subemendamento di pagina 8.1.0.0.1. (¶DSSURYDWR Pongo in votazione il subemendamento di $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (197) 36 - VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 pagina 8.1.0.1. Antonione Budin Staffieri (¶DSSURYDWR Il subemendamento di pagina 8.1.0.2 è decaduto. 9HULILFDGHOQXPHUROHJDOH PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Gottardo. Ne ha la facoltà. GOTTARDO. numero legale. Chiedo la verifica del PRESIDENTE. A nome di chi? GOTTARDO. Quelli che alzano la mano. Ariis Degano Tondo Comunico il risultato della verifica del numero legale, tenuto conto che, ai sensi del comma 7 dell’ articolo 48 del regolamento, i richiedenti vengono sempre considerati presenti: Presenti: In congedo: Numero legale: 28 6 28 Il Consiglio è pertanto in numero legale per deliberare. 6HJXLWRGHOODGLVFXVVLRQHVXOOHSURSRVWHGL OHJJHQQH PRESIDENTE. Poiché la richiesta della verifica del numero legale è stata formulata, ai sensi dell’ articolo 48 del Regolamento, dai consiglieri Gottardo, Puiatti, Brussa, Antonaz, Molinaro, procediamo alla verifica stessa. PRESIDENTE. Pongo, quindi, in votazione l’ emendamento di pagina 8.1.1, sostitutivo dell’ intero articolo 9. Ricordo che, ai sensi del quarto comma dell’ articolo 48 del Regolamento, i Consiglieri che sono in congedo, entro il limite massimo di un quinto dei componenti del Consiglio, non vengono computati per fissare il numero legale. Tutti gli altri emendamenti all’ articolo 9 decadono. Sono presenti: Asquini Ciani Dressi Fontanelli Lippi Marini Narduzzi Saro Serpi Venier-Romano Violino Baritussio Di Natale Follegot Guerra Londero Molinaro Pozzo Seganti Vanin Zoppolato Zorzini Sono in congedo FRQFHVVR QHOOD VHGXWD RGLHUQD (¶DSSURYDWR relativi Do lettura dell’ articolo 10: ³$OWUHDWWLYLWjGHO&HQWURDQWLYLROHQ]D 1. Il Centro antiviolenza svolge inoltre le seguenti attività: a) raccolta ed analisi dei dati relativi all’ accoglienza e all’ ospitalità; b) diffusione dei dati elaborati ed analisi delle risposte dei servizi pubblici e privati contattati e coinvolti; c) formazione ed aggiornamento delle operatrici; d) iniziative culturali, di pubblicizzazione, di sensibilizzazione e di denuncia in merito al problema della violenza contro le donne, anche $WWLFRQVLOLDUL - (197) 37 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 in collaborazione con altri enti, istituzioni e associazioni; e) raccolta di documentazione sull’ argomento da mettere a disposizione di singole persone o di gruppi interessati.” Sono stati emendamenti: presentati i seguenti &DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR $O FRPPD VRVWLWXLUH OD ORFX]LRQH ,O &HQWUR DQWLYLROHQ]D VYROJH LQROWUH OH VHJXHQWL DWWLYLWj!! FRQ OD VHJXHQWH ,O &HQWUR DQWLYLROHQ]DHOH&DVHGLDFFRJOLHQ]DVYROJRQR OHVHJXHQWLDWWLYLWj!! &DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR $O FRPPD OHWWHUD F GRSR OD SDUROD RSHUDWULFL!! DJJLXQJHUH GHL &HQWUL H RSHUDWRULVRFLDOLLVWLWX]LRQDOL!! &DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR $O FRPPD OHWWHUD G GRSR OH SDUROH LQL]LDWLYH FXOWXUDOL!! DJJLXQJHUH GL SUHYHQ]LRQH!! La parola al Relatore Castaldo l’ illustrazione di tali emendamenti. per CASTALDO,5HODWRUH. Signor Presidente e colleghi, potrei dire che l’ emendamento si illustra da sé. E’ un emendamento modificativo che sostituisce la locuzione “ Il Centro antiviolenza svolge le seguenti attività” con “ Il Centro antiviolenza e le Case di accoglienza svolgono le seguenti attività” . Questo per quanto riguarda l’ emendamento di pagina 16. Per quanto riguarda l’ emendamento di pagina 17: “ Al comma 1, lettera c), dopo la parola <<operatrici>> aggiungere: <<dei Centri e operatori sociali istituzionali>>. Per quanto riguarda, ancora, il comma 1, lettera d), dopo le parole <<iniziative culturali>>, aggiungere le parole “ <<di prevenzione>>” . PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Brussa. Ne ha la facoltà. BRUSSA. Presidente, volevo fare una domanda. All’ articolo 10 si parla di altre attività del Centro antiviolenza e il precedente riferimento – se non vado errato – era il comma dell’ articolo 9. Allora, la mia domanda è molto banale. Non vedo, nell’ ambito dell’ articolato, come si sia formato questo Centro antiviolenza. Cioè, viene detto, poi, che collabora, eccetera... In questo caso viene spiegato come raccoglie i dati, diffonde i dati, però – di fatto – questa legge non determina com’ è composto questo Centro antiviolenza. Allora io chiedo ai Relatori, visto che, evidentemente, hanno partecipato a tutte le attività: ha senso immaginare tutte queste attività quando non sappiamo com’ è composto questo centro? Si parla di operatori, ma gli operatori sono quelli che operano, no? Quindi, evidentemente, ci manca – a mio modesto modo di vedere – proprio la caratterizzazione di questo Centro antiviolenza. Quindi, inviterei i Relatori di maggioranza e di minoranza – se non ho letto male o non ho capito male – a predisporre un emendamento che delinei la composizione del Centro antiviolenza. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Puiatti. Ne ha la facoltà. PUIATTI. Secondo me, più andiamo avanti e peggio ci impantaniamo su questa norma. Allora, la formulazione attuale dice: “ Altre attività del Centro antiviolenza” . Perché altre attività? Perché alcune attività sono specificate nell’ articolo 9 appena votato. Il quale dice che il Centro antiviolenza deve essere facilmente accessibile, adeguatamente pubblicizzato... tutte cose che non significano niente, perché “ facilmente accessibile” cosa significa? Non deve avere barriere architettoniche? Deve essere posto in un luogo dove c’ è il $WWLFRQVLOLDUL - (197) 38 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 parcheggio? Non lo so. “ Adeguatamente pubblicizzato” . Anche qui non si capisce cosa significhi la parola “ adeguatamente” . Eccetera. E svolge... ,QWHUUX]LRQH Sì, ma l’ articolo 9 e l’ articolo 10 sono collegati. Perché nell’ articolo 9 si dicono alcune cose – secondo me “ aeree” – ma si dicono. Dopodiché, l’ articolo 10 dice: “ Altre attività del Centro antiviolenza” , quindi aggiuntive rispetto... E le altre attività sono: “ raccolta ed analisi dei dati relativi all’ accoglienza, diffusione dei dati elaborati, formazione ed aggiornamento delle operatrici, iniziative culturali, eccetera” . Ossia, a me – che non ho partecipato ai lavori della III Commissione - pare di capire che il Centro antiviolenza è un luogo che fa da “ coordinamento” . Tant’ è che, nell’ articolo votato, avete scritto che per accedere alle Case di accoglienza bisogna passare obbligatoriamente attraverso il Centro antiviolenza. Quindi, è una sorta di punto di raccordo che accoglie le richieste, le esigenze ed i bisogni e smista. Quindi, io immagino un Centro antiviolenza al servizio di più case di accoglienza. Adesso si dice che tutte queste altre attività che dovrebbe svolgere il Centro antiviolenza vengono fatte anche dalle case di accoglienza. E vi chiedo se ha senso. Castaldo, qual è la logica? La casa di accoglienza dovrebbe gestire – da un punto di vista pratico, concreto – le accoglienze con le metodologie che avete, in parte, ipotizzato e, in parte, saranno lasciate alla capacità e all’ esperienza degli operatori. Che senso ha dire che la casa di accoglienza, per esempio, fa attività di formazione e di aggiornamento? Quindi, ogni singola Casa di accoglienza fa attività di formazione e di aggiornamento? Secondo me non ha nessun senso. Aveva senso che queste attività fossero fatte dal Centro di primo livello o di livello superiore, no? O di coordinamento. La raccolta e l’ elaborazione dei dati eccetera, che è un’ esigenza primaria, è l’ attività che – secondo me – doveva fare l’ Osservatorio o organo simile. Se queste cose, invece di farle l’ Osservatorio, le fa il Centro antiviolenza, benissimo: quello è un luogo che si individua per fare questo tipo di attività. Ma questo ha senso perché si raccolgono i dati, le notizie, le esperienze di tutti. Che senso ha dire che ogni casa di accoglienza fa tutto questo? Ossia, le cose si fanno assieme. La titolarità, o meglio, le funzioni sono frazionate in questo modo. Ecco, secondo me, non ha nessun senso. Quindi, per carità, non riesco a capire qual è la logica di questo emendamento. Secondo me, va a peggiorare l’ impianto iniziale dell’ articolo 10 che aveva una sua razionalità. Quindi, questi emendamenti, dal mio punto di vista, non migliorano l’ articolo, ma vanno a peggiorare l’ impostazione che veniva dall’ articolo 10. Per cui – ripeto – io non so qual è la ratio, non ho capito. Perché altre cose potevo immaginarle, ma questa proprio non l’ ho capita. E vorrei che qualcuno me la spiegasse o che riflettesse su questo passaggio, perché – ripeto – a me pare un emendamento sicuramente peggiorativo. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Mattassi. Ne ha la facoltà. MATTASSI. Credo che dei due temi posti, il primo, quello sollevato dal collega Brussa, relativamente ad una nostra possibilità di definizione organizzativa dei Centri antiviolenza, trovi una risposta da sé. Io non è che voglia dare o debba dare le risposte. Naturalmente, qui ci sono anche altri colleghi che sono stati coprotagonisti della realizzazione e della scrittura di questo testo. C’ è un dato: noi partiamo, in questa legge, dal riconoscimento dell’ esperienza degli altri, del privato, fondamentalmente, delle associazioni. Possiamo, con la nostra legge, ridefinire e puntualizzare gli obiettivi ed, eventualmente, riconoscere delle funzioni. $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (197) 39 - VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 Quindi, come dire? Il giorno in cui dovessimo decidere che le attività dovranno essere svolte dal pubblico, dal sociosanitario e così via, allora avremo titolo a normare le funzioni organizzative. Oggi, non ne abbiamo titolo. Possiamo, però, determinare, delineare e rimarcare gli obiettivi. L’ altro elemento è, invece, - come dire? più proprio, nel senso che la legge stabilisce una gerarchia delle funzioni e dei compiti. Dice, in modo esplicito, che sono i Centri antiviolenza gli organi organizzativi. Dice, addirittura, che per andare alle Case bisogna passare attraverso il Centro. Circa il fatto di affermare che altre funzioni (che sono quelle legate alla raccolta ed all’ analisi dei dati, alla diffusione dei dati elaborati, alla formazione e aggiornamento delle operatrici, alle iniziative culturali, eccetera) possono essere svolte da entrambi, ha ragione il collega Puiatti. Non si fa altro che aumentare la confusione. Perché o il Centro antiviolenza è l’ organo organizzativo ed, evidentemente, svolge – com’ è scritto nella legge – anche compiti di formazione, coordinamento e così via, oppure tutti possono fare tutto. Non va bene. Si creano confusioni. In questo modo si ingenerano confusioni. Invito il collega Castaldo a ritirare questo emendamento. Immagino che vi sia stata una richiesta. Però, abbiamo anche il compito di sapere quali sono i nostri interlocutori. I nostri interlocutori sono quelli iscritti in legge. Se, poi, attribuiamo loro una funzione gerarchica, nella norma successiva non possiamo disconoscerla. C’ è un problema di coerenza legislativa. Il secondo... qui, invece, la materia è un po’ più complicata, nel senso che noi attribuiamo il compito e le funzioni di formazione per i soggetti istituzionali, a soggetti privati. Io non so se questa cosa regge. Possiamo fare convenzioni, possiamo far sì che, nella libera organizzazione, il soggetto pubblico (i Consultori familiari della nostra regione, che vedono molti casi passare attraverso la loro quotidianità) possa cooperare per progetti formativi, ma non che i soggetti istituzionali vadano in questi luoghi obbligatoriamente per fare la formazione. Scusatemi, ma questa cosa non sta in piedi. E’ inutile scriverlo, perché, poi, in pratica, non avverrà. Questo è un punto importante da capire. Non avverrà. Ovvero, se avverrà, probabilmente, sarà legato al fatto che c’ è un clima positivo di collaborazione, di reciproco riconoscimento di funzioni. Questo è il dato. Il fatto che noi scriviamo in legge che la formazione degli operatori sociali ed istituzionali avviene presso alcune strutture il cui progetto antiviolenza non è definito, e così via, ci pare rovesciare le funzioni, insomma. Invito i colleghi della maggioranza a ritirare questi emendamenti che saranno oggetto di approfondimento successivo. Seguiremo la prassi che si instaurerà, ma noi non possiamo scrivere in legge queste due cose. Significherebbe istituzionalizzare un eventuale conflitto fra i Consultori ed i Centri antiviolenza, ad esempio, che attualmente non c’ è. Ma, nel momento in cui si scrive che uno si occupa della formazione degli operatori degli altri, non facciamo altro che aumentare i pasticci. Mi pare evidente. Aiutiamo a far sì che questi Centri decollino, che si radichino, che crescano con il nostro aiuto. Non aumentiamo la confusione, né – tanto meno – rischiamo dei conflitti che nascerebbero, inevitabilmente, fra gli operatori che, poi, sono quelli che realizzano il servizio. PRESIDENTE. Castaldo. La parola al Relatore CASTALDO, 5HODWRUH. Mi rimetto all’ Aula. PRESIDENTE. La parola alla Relatrice Zorzini. ZORZINI, 5HODWULFH. Contrari agli emendamenti di pagina 16 e 17. Favorevoli all’ emendamento di pagina 18. PRESIDENTE. La parola alla Giunta. POZZO, $VVHVVRUHSHUOHDXWRQRPLHORFDOL DOOHIRUHVWHDLSDUFKLHDOODFDFFLD La Giunta $WWLFRQVLOLDUL - (197) 40 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 è favorevole. PRESIDENTE. Pongo in votazione l’ emendamento modificativo di pagina 16. (¶DSSURYDWR Pongo in votazione l’ emendamento di pagina 17. (¶DSSURYDWR Pongo in votazione l’ emendamento di pagina 18. (¶DSSURYDWR Pongo in votazione l’ articolo 10 nel testo emendato. (¶DSSURYDWR Sono le ore 18.29... ,QWHUUX]LRQHGHOFRQVLJOLHUH=RSSRODWR Arduini: “ Snellimento catastali?” (476) delle procedure Ritossa: “ Riapertura linea ferroviaria FS Treviso/Portogruaro effetti conseguenti anche sul trasporto ferroviario del Friuli-Venezia Giulia” (477); nonché la seguente interpellanza: Alzetta, Sonego: “ Sull’ autosospensione di un Assessore della Giunta regionale per una proposta di localizzazione della P.E.T. diversa dal CRO di Aviano” . I relativi testi saranno riportati in allegato al presente resoconto. 6XOSURFHVVRYHUEDOH PRESIDENTE. Poiché non ci sono state osservazioni sul processo verbale della seduta n. 195, del 28 giugno 2000, lo stesso si intende approvato. Collega Zoppolato, c’ è stato un accordo, a livello di capigruppo,... 2UGLQHGHOJLRUQRGHOODSURVVLPDVHGXWD ZOPPOLATO. Presidente, scusi, c’ è anche un altro accordo che si dovrebbe fare: finire domani alle 14.00. Altrimenti, domani, finiamo alle 18.30… PRESIDENTE. Informo che il Consiglio è convocato per il giorno 29 giugno 2000, alle ore 10.00, con il seguente ordine del giorno: $QQXQ]LRGLLQWHUURJD]LRQLHG LQWHUSHOODQ]D PRESIDENTE. Comunico che sono pervenuti alla Presidenza le seguenti interrogazioni a risposta orale: Cisilino: “ Il vero costo della mostra dei Patriarchi di Grado” (474) Travanut: “ Sull’ autosospensione dell’ assessore regionale Maurizio Salvador e sugli effetti di questa sul funzionamento complessivo del governo regionale” (475) l. Seguito della discussione sulla seguenti proposte di legge: “ Realizzazione di progetti antiviolenza e istituzione di centri per donne in difficoltà” (23) (d’ iniziativa dei consiglieri Zorzini, Fontanelli, Petris) “ Istituzione di un osservatorio e interventi regionali in materia di violenza contro le donne” (47) (d’ iniziativa dei consiglieri Antonaz, Pegolo) (Relatori Zorzini-Castaldo-Antonaz) 2. Discussione sulla seguente proposta di legge: "Modifiche dell’ articolo 11 della legge regionale 21/1993" (104) $WWLFRQVLOLDUL - (197) 41 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 (d’ iniziativa dei consiglieri Londero, Vanin, Saro, Molinaro, Di Natale, Petris, Cruder, Baiutti) (Relatori di maggioranza Vanin-Di Natale) (Relatori di minoranza GherghettaPuiatti) 3. Discussione sulla seguente proposta di legge: “ Costituzione di una società per la cooperazione transfrontaliera” (134) (d’ iniziativa dei consiglieri Saro, Baritussio, Follegot) e sul rinvio limitato abbinato: “ Costituito dai commi 17, 18, 19 e 20 dell’ articolo 8 (Altre norme finanziarie intersettoriali e norme contabili), oggetto di rinvio limitato da parte del Governo della legge regionale n. 110 (Finanziaria 2000)” (110-II-RL) (Relatore di maggioranza Dal Mas) (Relatori di minoranza Petris-Moretton) 4. Discussione sulla seguente proposta di legge: “ Adozione della bandiera della Regione Friuli-Venezia Giulia, disposizioni per il suo uso ed esposizione. nonché per quelle della Repubblica italiana e dell’ Unione europea” (135) (d’ iniziativa dei consiglieri Baiutti, de Gioia) (Relatore Baiutti) 5. Discussione sulla proposta di legge: "Nuove disposizioni per le zone montane in attuazione della legge 31 gennaio 1994, n. 97" (57) (d’ iniziativa dei consiglieri Cruder, Gottardo, Brussa, Degano, Molinaro, Moretton) e sul disegno di legge abbinato: “ Classificazione del territorio montano in zone omogenee di svantaggio socioeconomico” (83) (Relatori di maggioranza Cruder-Vanin) (Relatori di minoranza Asquini-PetrisRitossa) 6. Discussione sul seguente disegno di legge: “ Disposizioni in materia di personale e organizzazione degli uffici” (132) (Relatori di maggioranza Saro-Ritossa) (Relatori di minoranza Degrassi-DeganoPuiatti) 7. Parere del Consiglio regionale sul Piano regionale per la gestione dei rifiuti Sezione rifiuti urbani. Discussione sulla proposta di deliberazione. (Relatore Violino) 8. Discussione su: “ Modifiche al regolamento interno del Consiglio regionale concernenti l’ esame dei disegni di legge di approvazione e di assestamento del Bilancio di previsione della regione, del disegno di legge finanziaria e del Piano regionale di sviluppo” (d’ iniziativa dei consiglieri Asquini, Zoppolato, Ciriani) (Relatore di maggioranza Asquini) (Relatori di minoranza Molinaro-ZvechPuiatti) 9. Seguito della votazione per la elezione del Tutore pubblico dei minori (art. 20 L.R. 49/1993 come sostituito dall’ art. 16 della L.R. 16/1996) 10. Seguito della votazione per la elezione del Difensore Civico (L.R. 23 aprile 1981, n. 20) 11. Votazione per l’ elezione di tre rappresentanti della Regione nel Consiglio di amministrazione del Collegio del Mondo Unito dell’ Adriatico (art. 8 dello Statuto del Collegio) 12. Discussione sul seguente progetto di legge: “ Interventi per lo sviluppo del trasporto combinato” (106/1) (*) (Relatori di maggioranza MattassiSeganti) (Relatore di minoranza Puiatti) $WWLFRQVLOLDUL - (197) 42 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 *Il progetto di legge 106/1 è stato notificato, ai sensi della LR 9/1998, alla Commissione dell’ UE e potrà essere discusso solo a seguito della conclusione dell’ esame comunitario. Dichiaro chiusa la seduta. /DVHGXWDWHUPLQDDOOHRUH $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (197) 43 - VIII LEGISLATURA – ALLA SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 ,QWHUURJD]LRQLHGLQWHUSHOODQ]HDQQXQ]LDWH ,QWHUURJD]LRQLDULVSRVWDRUDOH realizzarlo; “ Il sottoscritto Consigliere regionale, - premesso che da una attenta riflessione ho potuto constatare anche con l’ ausilio della stampa l’ avvento della mostra dei Patriarchi di Grado dal 10 corrente al 9 settembre; - ravvisato che la mostra è stata guarnita di una serie di avvenimenti come la stampa di un opuscolo con la presentazione innovativa da parte del commissario liquidatore ESA; - considerato che l’ opuscolo è stato programmato con la tempistica della mostra e ciò, pare di ritenere, al fine di evadere il tutto a trattativa privata; Tutto ciò premesso, interroga la Giunta Regionale corrisponde al vero: per sapere se 1) se il catalogo che ha comportato un grosso impegno finanziario per l’ ESA è stato programmato e affidato secondo una logica di trattativa privata e ciò ha comportato una dilatazione della spesa; 2) se corrisponde al vero che tale lavoro sia stato affidato in via privatistica vista l’ urgenza e per un importo decisamente maggiore rispetto al preventivato; 3) se il modo di gestire i richiamati eventi corrispondono agli indirizzi dati dalla Giunta al fine di conciliare i costi con i benefici; 4) come intende la Giunta Regionale fronteggiare la costante dilatazione dei costi dell’ iniziativa, considerata la scarsa sensibilità dimostrata sia nell’ impostare il progetto sia nel 5) si chiede inoltre di conoscere se un ente in liquidazione e in stato di commissariamento, debba continuare a gestire eventi così importanti.” “ Cisilino” (474) “ Il sottoscritto Consigliere regionale, avuta notizia che l’ assessore Salvador in una seduta di Giunta, si presume alquanto agitata, ha comunicato la propria volontà di autosospendersi dall’ incarico, con una decisione senza precedenti; ritenuto tale atto di protesta di estremo rilievo ed importanza per la funzionalità dell’ Esecutivo e per la vita dello stesso assessore e gravido di conseguenze non solo per la maggioranza di cui fa parte ma per l’ insieme della nostra Regione, con particolare riferimento alle 9.000 domande che attendono dall’ Assessore neo autosospeso i contributi per la prima casa, interroga il Presidente della Giunta regionale per sapere: a) se, nel prendere atto dell’ autosospensione dell’ assessore Salvador, abbia avocato a se le deleghe a suo tempo concessegli al fine di evitare un drammatico vuoto di potere; b) se siano contestualmente cessati i benefit attribuiti ai componenti l’ esecutivo regionale ( macchina con autista, segreteria, indennità ecc. ) di cui lo stesso usufruiva; c) quale effetto concreto, in assenza delle conseguenze di cui al punto a) e b) , la scelta coraggiosa dell’ autosospensione produca nei confronti dell’ assessore Salvador e di eventuali colleghi che volessero seguirne le orme.” “ Travanut” (475) $WWLFRQVLOLDUL - (197) 44 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – ! ALLA SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 “ RISULTA allo scrivente che il servizio concernente i programmi del Catasto abbia fornito nuovi programmi di lenta applicazione e di difficile gestione, in assenza peraltro di un adeguato corso di preparazione a favore del personale preposto; Portogruaro - Treviso - Castelfranco Vigodarzene - Padova Campo di Marte per il traffico diretto verso Sud. Tanto da divenire pure itinerario alternativo merci (insieme alla Treviso- Vicenza, alla medio Padana, alla Ferrara - Rimini, ecc); GLI utenti interessati lamentano lentezze procedimentali causate da detti programmi, che si concretizzano in un appesantimento delle attività di rilascio dei certificati e nel rallentamento dei tempi, constatabili peraltro, anche dalle lunghe file che costituiscono oramai la prassi negli uffici catastali; PRESO ATTO che tale tratta ferroviaria ricostruita a binario unico elettrificato è omologata per una velocità massima di 125 Km/h che presenta una pendenza di soli 5 mm/m sulla rampa da Motta di Livenza al Ponte sul Livenza. Che l’ armamento è tale da sopportare un carico assiale di 22,5 tonnellate (categoria D4), ossia il massimo carico ammesso in Italia; CIO’ determina l’ impossibilità di ottenere risposte certe e celeri in merito a pratiche urbanistiche ed edilizie anche con riferimento a semplici atti quali, per esempio, l’ acquisizione di visure catastali; Si vuol pertanto conoscere Quale misura intende adottare il Signor Presidente della Giunta regionale, al fine di rimediare alla situazione qui illustrata, che si pone in netta controtendenza rispetto ai principi aspiratori dell’ attuale orientamento giuridico amministrativo, che vanno verso l’ efficacia, l’ efficienza lo snellimento delle procedure amministrative, in qualsiasi settore.” “ Arduini” (476) “ Il sottoscritto Consigliere regionale, RILEVATO che in data 29 febbraio 2000 è iniziata la fase di preesercizio, con la circolazione di quattro treni merci al giorno, della linea ferroviaria Treviso - Portogruaro; CONVENUTO che la tratta Treviso Portogruaro, anche a seguito della costruzione dello scalo di smistamento a Cervignano del Friuli, crea uno sbocco ferroviario alternativo agli intasati nodi di Mestre e Padova Centrale, creando un asse di "gronda" merci Cervignano - Portogruaro – Treviso - Vicenza, per il traffico diretto verso il nord - ovest, e un secondo itinerario alternativo sulla direttrice CONSTATATO che dall’ apertura dello scalo di Cervignano smistamento nel 1997, si era deciso di deviare 26 treni merci al giorno sull’ itinerario Cervignano - Gorizia - UdineTreviso - Vicenza, che presenta una lunghezza di 237 km e un tempo di percorrenza di circa quattro ore. INTERROGA il Presidente della Giunta e l’ Assessore competente, per sapere sia a conoscenza di tale evento e dell’ opportunità che si presenta per la regione FVG qualora si opti per insistere sul percorso Cervignano del Friuli, Portogruaro, Treviso che presenta una lunghezza di 156 Km e un tempo di percorrenza medio di due ore e un quarto, con un risparmio di ben 81 Km e di quasi due ore di percorrenza. E’ evidente che la riduzione dei chilometri abbasserà pure i costi di trasporto e permetterà un miglior utilizzo dei personale di macchina. Itinerario che potrebbe portare grandi benefici al nodo di Mestre, finora gravato dal transito giornaliero di 340 treni, come pure la linea Mestre - Padova, intasata giornalmente da 80 coppie di treni viaggiatori di cui 35 di treni merci. Oggi questi 35 treni merci potranno essere deviati sulla linea messa a regime in base al programma stabilito dalle FS. $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (197) 45 - VIII LEGISLATURA – ! ALLA SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000 Se ci si renda conto, inoltre, che tale nuova linea verrebbe a portare a funzioni fisiologiche il traffico sul raccordo ferroviario Ronchi Sud/Ronchi Nord che tanti inconvenienti crea alla viabilità automobilistica della statale Monfalcone/Udine, con i passaggi a livello. Questo al fine di valutare attentamente se grandi sottopassi e sopraelevare siano o meno necessari qualora il traffico oggi sulla linea Cervignano - Gorizia - Udine, possa essere dirottato nella sua globalità, o quasi, sulla Cervignano - Portogruaro - Treviso.” “ Ritossa” (477) ,QWHUSHOODQ]D “ I sottoscritti Consiglieri regionali, appreso dalla stampa della "autosospensione" dell’ assessore Maurizio Salvador dalla Giunta regionale per la vicenda della localizzazione della donazione di un’ apparecchiatura scientifica P.E.T. da parte della Danieli S.p.A.; rilevato come le preoccupazioni da più parti sollevate nei mesi scorsi sulla collocazione dell’ apparecchiatura in oggetto si stanno rivelando fondate vista la ormai certa destinazione diversa da quella del CRO di Aviano e, ciò che più sorprende, diversa da quanto formalmente indicato all’ atto dell’ espressione delle volontà della signora Cecilia Danieli di donare la P.E.T. al servizio sanitario regionale; constatata per l’ ennesima volta la totale inaffidabilità degli Assessori Santarossa e Salvador e dei consiglieri Ciriani, Dal Mas, Narduzzi che avevano a più riprese affermato in pubblici incontri, a mezzo stampa, in interviste che la P.E.T. sarebbe andata ad Aviano e che se ciò non si fosse verificato ne avrebbero tratto le conseguenze di carattere politico; rilevato altresì come da più parti, tecniche e scientifiche, sia emersa chiara l’ indicazione della sede dove collocare una apparecchiatura destinata per lo più alla cura oncologica e che tale sede era il CRO di Aviano, interpellano il Presidente della Giunta regionale per sapere: a) formalmente ed urgentemente quale sarà la destinazione dell’ apparecchiatura P.E.T. donata dalla ditta Danieli di Buttrio; b) se tale destinazione, come sembra apparire dalle cronache dei giornali e come si potrebbe evincere dall’ anomalo gesto dell’ assessore Salvador, non sarà Aviano, quali saranno le azioni che si intendono attivare per tutelare la dignità dell’ istituzione Regione a fronte dei propri Assessori che non mantengono gli impegni e la parola data pubblicamente su questo ma anche su altri argomenti.” “ Alzetta-Sonego” (443) $FXUDGHO6HUYL]LR5HVRFRQWL&RQVLOLDULGHOOD5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD 7UDVFUL]LRQH$57&26DQ*LRUJLRGL1RJDUR6WDPSD6WDPSHULDGHO&RQVLJOLR5HJLRQDOH7ULHVWH 6WDPSDFRSHUWLQDHULOHJDWXUD7LSRJUDILD$GULDWLFD7ULHVWH