Atti consiliari della Provincia di Bergamo
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SEDUTA DEL 20 MAGGIO 2011
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APPELLO
PRESIDENTE:
Con la presenza di 27 Consiglieri, dichiaro aperta la seduta del Consiglio Provinciale. Prima di
passare alla trattazione dell’ordine del giorno che loro trovano nella veste depurata degli
argomenti già trattati nella volta precedente, il Consiglio Provinciale augura ai neo sindaci eletti
buon lavoro nelle rispettive Amministrazioni.
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Atti consiliari della Provincia di Bergamo
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SEDUTA DEL 20 MAGGIO 2011
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O.d.g. n. 1 - Delib. n. 50
PRESIDENTE:
Passiamo subito alla trattazione del primo punto all’ordine del giorno così come rivisitato:
“Interpellanza presentata dal Consigliere Milesi (Lista Bettoni) riguardante le funzioni di
Segretario Generale e di Direttore Generale della Provincia”. La parola quindi all’interpellante.
CONSIGLIERE MILESI:
Grazie Presidente. Innanzitutto voglio subito ringraziare a nome anche dei colleghi sindaci per
gli auguri, il Presidente e tutti i colleghi Consiglieri. Rispetto all’interpellanza dico subito che
per questa e per quella successiva, chiaramente i contenuti delle interpellanze non sono riferiti
a valutazioni sulla capacità o sulla qualità del lavoro svolto da tizio piuttosto che da caio, ma
semplicemente un’esigenza di capire il perché della gestione sia della vicenda relativa al
Segretario Generale, al Direttore Generale, sia per l’interpellanza successiva rispetto ai
compensi dati ai dirigenti della Provincia. Questo per sgomberare subito il terreno da equivoci,
rispetto al fatto che si voglia in qualche modo mettere in discussione le capacità di persone
che riteniamo comunque valide e capaci nel loro lavoro. L’interpellanza riguardante le funzioni
del Segretario Generale e del Direttore Generale, nasce dall’esame della delibera del 28
marzo 2011, che aveva come oggetto il conferimento delle funzioni di Direttore Generale.
Nell’interpellanza chiedevamo le ragioni della cessazione del Dottor Passarello dall’incarico di
Segretario Generale e le motivazioni per le quali si era ritenuto di attribuire, in capo a due
figure diverse rispetto al passato, le funzioni rispettivamente di Segretario Generale e di
Direttore Generale, che costituiscono a nostro giudizio un aggravio in termini di costi, e se ci
consentite anche rischiano di essere fonte di ulteriori difficoltà nella direzione e
nell’organizzazione degli uffici. Le due richieste di chiarimenti sono superate dal fatto che ho
chiesto la documentazione relativa a queste vicende, e in qualche modo ho avuto una risposta
rispetto ai quesiti che ponevo. Vorrei porre quindi qualche riflessione e chiedere qualche
chiarimento, rispetto alla vicenda in particolare del Segretario Generale, della nomina del
Segretario Generale. Guardando un po’ le carte, abbiamo visto che il Dottor Passarello è stato
nominato Segretario reggente dal primo ottobre 2009 al 31 gennaio 2010, quattro mesi, ed in
questi quattro mesi la Provincia avrebbe dovuto procedere al concorso, al bando e
all’individuazione del Segretario Generale titolare. Così non è stato, nel gennaio del 2010 la
Provincia chiede al Ministero degli Interni e all’Agenzia dei Segretari di confermare per la
complessità delle problematiche da affrontare, viene chiesta l’emanazione di un Decreto di
reggenza a partire dal primo febbraio 2010 fino alla chiusura del procedimento di nuova
nomina. Poi da febbraio non si fa nulla, la Provincia non si attiva e viene pubblicato anche su
sollecitazione degli organi che gestiscono l’Albo dei Segretari Provinciali, viene sollecitata la
pubblicazione del bando, il bando viene pubblicato il 15 ottobre 2010 con scadenza per la
presentazione delle domande il 25 ottobre 2010. Pervengono 31 domande, però nonostante al
25/10/2010 scadano i termini per la presentazione del bando e vengano presentate 31
domande, passano ancora inutilmente mesi finché il 26 di gennaio del 2011 il Ministero degli
Interni intima alla Provincia, al Presidente della Provincia di concludere il procedimento di
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nomina del Segretario entro il termine di quindici giorni dal ricevimento della nota, con
l’espressa avvertenza che qualora l’inerzia si protragga oltre il termine suddetto, si adirà il
Difensore Civico Regionale affinché provveda a mezzo di Commissione ad acta ai sensi
dell’Articolo 136 del Decreto Legislativo 267/2000 in tema di poteri sostitutivi per omissione o
ritardo di atti obbligatori. C’è quindi questa intimazione da parte del Ministero degli Interni al
Presidente della Provincia rispetto all’omissione di questo dovere di procedere alla nomina del
Segretario Provinciale, e dopo questa nota il Presidente della Provincia provvede, anche se
provvede circa due mesi dopo, nominando con Decreto del 29 marzo 2011 il Dottor Luca
Raffone Segretario Generale, con una motivazione che leggo e che ovviamente come ho già
detto prima non fa riferimento alle competenze o alle capacità del Dottor Raffone.
Semplicemente per segnalare che in questo decreto di nomina si dice che le domande
presentate erano 31 come ho detto prima, e si dice: ritenuto che la manifestazione di interesse
e di relativo curriculum presentato dal Dottor Raffone, il quale interpellato ha confermato il suo
interesse alla nomina risulta essere il più rispondente alle esigenze della sede di Segretaria
singola, anche in considerazione delle elevate conoscenze specifiche, tecnico – giuridiche e
manageriali del nominato, il quale è tra i segretari provinciali iscritti all’albo nazionale, e quindi
sarebbero queste le ragioni.
Siccome poi abbiamo avuto modo di capire che il Dottor Raffone farà il Segretario Generale
della nostra Provincia soltanto fino alla fine di luglio, credo che questa motivazione lascia un
po’ il tempo che trova, perché chiaramente credo che l’esigenza, la necessità rispetto al buon
andamento dei servizi, sia quello di avere una persona che ha davanti a sé più tempo. Poi
abbiamo visto che dopo questa nomina, questo decreto di nomina del Dottor Raffone ce ne
sono subito due altri, uno il conferimento delle funzioni di direttore generale al Dottor
Passarello con quella delibera famosa del 28 marzo, e poi un successivo decreto di
conferimento delle funzioni di Vicesegretario provinciale. Io vorrei chiedere le ragioni di questo
modo di procedere, che al di là del fatto che le leggi in qualche modo possono essere state
anche rispettate, però evidenzia – credo – qualche perplessità, nel senso che è evidente che
in termini sostanziali probabilmente la nomina del Segretario titolare doveva essere fatta in altri
tempi, e quindi si è perso tempo in funzione di poter nominare poi dopo il Dottor Passarello.
Grazie.
PRESIDENTE:
La parola al Presidente, prego.
PRESIDENTE PIROVANO:
Grazie Presidente. La cessazione da Segretario Generale del Dottor Passarello è dovuta
esclusivamente ad un adempimento derivante dall’avvenuta pubblicazione della sede vacante
in data 15 ottobre 2010. Infatti il Segretario Generale, fin dal primo ottobre 2009 ha ricoperto
l’ufficio di Segreteria in qualità di reggente e non di titolare. Entro il termine fissato, ovvero il 25
ottobre 2010, sono pervenuti 31 curricula. Ai sensi dell’Articolo 99 del Testo Unico, il 267 del
2000, il Sindaco e il Presidente della Provincia nominano il Segretario che dipende
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funzionalmente dal capo dell’Amministrazione, scegliendolo tra gli iscritti all’albo di cui
all’Articolo 98. La nomina è un atto di esclusiva competenza del Presidente della Provincia.
Sulla scorta dei curricula è stato individuato il Dottor Luca Raffone, che ha preso servizio con
decorrenza primo aprile 2011 in qualità di titolare della Segreteria Generale. Al fine di
assicurare continuità all’azione amministrativa, gli è stato proposto di ricoprire un ruolo di
Direttore Generale con decorrenza 1/4/2011 con una retribuzione di 70.000 euro per tredici
mensilità, oltre una percentuale del 15% a titolo di indennità di risultato, con un costo
aziendale complessivo di 107.870 euro. L’incarico conferito, rispetto al trattamento in
godimento fino al 30 marzo 2011 comporta una maggiore spesa annua di 5.000 euro, dovuta
all’allineamento della retribuzione media di spettanza di dirigenti della Provincia. La presenza
di due dirigenti, Segretario e Direttore Generale, in ragione delle retribuzioni percepite
comporta una riduzione di spesa rispetto al 31/12/2008. A quella data le funzioni venivano
svolte da un solo funzionario con un costo aziendale di 359.826 euro. Questo è il costo
dell’allora Segretario e Direttore Generale, mentre il costo aziendale dei due funzionari è
stimato oggi in 290.550 euro. Ovvero il Segretario Bari percepiva 359.000 euro, quando il
Dottor Passarello era sia Segretario che Direttore percepiva 282.000 euro, quindi 77.000 euro
in meno di costo aziendale per la Provincia. Oggi il Dottor Passarello percepisce 108.000 e il
Dottor Raffone 182, per un totale di 290.000, ovvero 69.000 euro meno di quanto costava da
solo il Dottor Bari.
Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie Presidente. La parola all’interpellante per le sue considerazioni.
CONSIGLIERE MILESI:
Grazie Presidente. Sono assolutamente insoddisfatto, ovviamente si è sorvolato sulla
questione che il Presidente della Provincia avrebbe dovuto nominare entro 120 giorni il nuovo
Segretario Generale, invece sono passati quasi due anni per nominarlo. Nelle procedure che
dicevo prima è evidente, ma proprio perché c’è anche la nota del Ministero degli Interni che
intima il Presidente della Provincia di provvedere, che si è voluto in qualche modo prendere
tempo per far sì che chi non aveva i requisiti per questo ruolo potesse averli, questo credo sia
abbastanza evidente dalla lettura delle carte.
Riguardo al fatto che poi si risponda sempre quando si chiede conto di qualcosa a quello che è
stato fatto in passato, io credo che anche questo sia un malcostume, perché poi dovreste
rendere conto per quello che fate oggi non per quello che è stato fatto in passato, e non
nascondervi sempre dietro chi magari ha fatto peggio di voi. Oggi siete giudicati voi, e noi
chiediamo conto a voi di quello che fate. Per la verità, faccio anche presente che magari
quando nelle amministrazioni precedenti chi gestiva anche questo ruolo aveva un bilancio, non
certo come quello che abbiamo chiuso nel 2010, che è stato previsto in sede di approvazione
di bilancio di previsione 358.000.000 di euro, e poi è stato chiuso a 183 il bilancio più misero,
in termini assoluti, degli ultimi dieci anni della Provincia di Bergamo. Anche questo per capire
poi i termini delle responsabilità.
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SEDUTA DEL 20 MAGGIO 2011
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PRESIDENTE:
Prego Presidente.
PRESIDENTE PIROVANO:
Farò una richiesta di proposta di legge, che gli emolumenti dei Dirigenti ma anche della
Giunta, del Presidente, dei Consiglieri, siano sottoforma di provvigione in base ai soldi che
girano nelle casse della Provincia.
(Intervento fuori microfono non udibile)
PRESIDENTE PIROVANO:
Credo che sarebbe ottimo, però siccome anche noi saremo giudicati per quello che stiamo
facendo, credo che dimostrare di spendere 77.000 euro in meno all’anno non sia una cosa
insignificante.
PRESIDENTE:
Grazie.
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O.d.g. n. 2 - Delib. n. 51
PRESIDENTE:
Numero 2: “Interpellanza presentata dal Gruppo Consiliare Lista Bettoni riguardante la
retribuzione dei Dirigenti della Provincia”. La parola all’interpellante.
CONSIGLIERE MILESI:
Grazie Presidente. Questa interpellanza nasce dalla visione dei dati relativi alle retribuzioni dei
Dirigenti della Provincia, nelle quali emerge che uno dei dirigenti della Provincia nel 2009 ha
percepito un compenso che ammonta a complessivi 382.000 euro e rotti. Una cifra che è
decisamente più alta rispetto a quella degli altri dirigenti della Provincia, che si aggira
generalmente attorno ai 110.000 euro. Il servizio che ha avuto il Dirigente con questo
compenso è il servizio dell’Avvocatura, noi abbiamo letto una serie di considerazioni rispetto a
come è stato giustificato questo importo. Io mi permetto di rilevare che tra i dirigenti della
Provincia ce ne sono probabilmente altri di altri settori, che hanno ruoli e responsabilità forse
anche maggiori, che magari rispondono anche personalmente. Non voglio citare la Viabilità
piuttosto che l’Ambiente, piuttosto che il Lavoro, credo che ci siano settori dove davvero le
responsabilità siano maggiori e dove il dirigente possa rispondere anche in termini pesanti,
mentre invece tutto sommato il Dirigente del Servizio Avvocatura se vanno bene le cose
prende più soldi, se va male prende comunque il suo stipendio. Questo credo anche per una
precisazione doverosa e perché credo che se tante cause sono state vinte dalla Provincia,
probabilmente il merito è anche di qualche altro dirigente che ha operato bene, e che
immagino predisponga anche gli atti l’Avvocatura, per consentire all’Avvocatura di difendere al
meglio la Provincia. Per chiedere, ovviamente anche qui non è che ce l’abbiamo con
l’Avvocato Vavassori, ci mancherebbe, che venga valutata, visti anche i tempi di difficoltà e
visto che ci si pongono anche questioni di moralità rispetto all’entità di queste retribuzioni, di
valutare la possibilità di definire dei tetti massimi per le retribuzioni dei dirigenti della Provincia,
e anche modalità diverse di valutazione. Proprio perché credo che questa disparità di
trattamento, anche tra dirigenti della Provincia, non sia giustificata proprio perché le
responsabilità in capo anche ad altri settori probabilmente in qualche caso sono anche ben
maggiori di quelle dell’Avvocatura.
Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie Consigliere. La parola al Presidente.
PRESIDENTE PIROVANO:
Grazie Presidente. Lo stipendio di un Dirigente è composto da una parte fissa e da una parte
variabile, in funzione alle competenze che ha e che gli vengono assegnate dalla Provincia. In
questo caso l’Avvocato Vavassori percepisce circa 100.000 euro come stipendio, e questo è
normato dalle Leggi, e circa 283.000 euro nel 2010 per prestazioni professionali, anche queste
normate dalle Leggi. Mentre i legali esterni vengono pagati interamente, anche in caso di
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soccombenza, quando si perde la causa per l’opera prestata i compensi professionali al
Dirigente e agli altri due legali interni dell’Avvocatura sono dovuti solo nel caso in cui la causa
abbia avuto esito favorevole per la Provincia, e l’onorario viene liquidato di norma nella misura
media, come se l’incarico fosse svolto da un solo avvocato, quindi gli avvocati si dividono in tre
il compenso di uno, anche quando gli avvocati dell’Avvocatura sono incaricati in Collegio. Nel
2010 sono state fatte 126 cause, di queste 114 sono state vinte, 12 sono state o transate o
abbandonate, per cui i 283.750 euro percepiti come compenso professionale equivalgono a
circa 2.250 euro per ogni causa. Tralasciando le cause di valore indeterminato, pure rilevanti,
proprio perché di valore non definito, e considerando anche solo il valore economico raggiunto
nelle transazioni rispetto ai valori assai rilevanti delle iniziali pretese economiche, quanto
aveva chiesto chi faceva causa, sono stati versati come perdite 4.124.000 a fronte di
66.600.000. Non vi è chi non possa vedere il vantaggio economico che è derivato all’Ente
dall’attività svolta dal Dirigente dell’Avvocatura e dai suoi collaboratori nel corso del 2010,
senza contare che in caso di affidamento all’esterno degli incarichi, l’applicazione delle tariffe
professionali avrebbe potuto portare per le cause di valore superiore ad un valore superiore di
euro 5.164.000, anche ad una quantificazione degli onorari sino al 3% del valore della
controversia. In passato, nonostante l’Avvocatura avesse tra i suoi compiti anche la
consulenza legale, la direzione generale e la segreteria tecnica dell’ATO nel periodo
2001/2004 hanno affidato incarichi di consulenza legale a professionisti esterni, ed oltre ad
altri legali in particolare all’Avvocato Valeria Bruciamonti di Milano, per un importo complessivo
di 194.805 euro. Dopo tale periodo la consulente ed altri legali sono stati incaricati
direttamente dalle società del Gruppo ABM e dalla Società ABM ICT negli importi così
riassunti, vi prego di prendere nota signori: 2004 132.600 euro, 2005 693.034 euro, nel 2006
290.108 euro, 2007 402.479, nel 2008 123.819, nel 2009 369.778, nel 2010 le consulenze
legali esterne ammontano a 49.071 euro, a fronte dei risultati di esercizio che oggi finalmente
conosciamo.
Io credo che andare a fare i conti ad un dirigente della Provincia che ha fatto in modo di dare
grandi risultati insieme al suo staff, nell’ottenimento di una percentuale altissima di cause vinte,
nell’ottenimento di concordati preventivi per evitare di andare in causa, nell’ottenimento di un
abbattimento dei costi di consulenze esterne assolutamente e sfacciatamente evidente. Io
voglio ringraziare l’Avvocato Vavassori e i due Avvocati che lavorano con lui, rendendogli
merito e assicurandolo che avrà sempre il nostro appoggio, anche di fronte a degli attacchi che
non sembrano indirizzati soltanto all’organizzazione della Provincia.
Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie a lei Presidente. La parola all’interpellante.
CONSIGLIERE MILESI:
Grazie Presidente. Anche qui assolutamente insoddisfatto, vedo che non si vuole neanche
prendere in considerazione la possibilità di definire un tetto alle retribuzioni, io credo che un
dipendente potrebbe anche non essere riconosciuto ulteriormente rispetto allo stipendio base,
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se non per quote che siano di un ordine di ragionevolezza. Il pensare che di questo tipo ci
siano dipendenti della Provincia che prendono 400.000 euro per fare il loro lavoro, perché
fanno il loro lavoro, non è che gli avvocati sono stati assunti per vendere la frutta o la verdura,
ma per fare gli avvocati. Voglio capire se vincono, e quindi fanno bene il loro dovere, se
dobbiamo pagarli in più, però queste sono le stranezze di tanti Enti pubblici nel quale anche la
Provincia non fa eccezione. Mi sarei augurato che visto che predicate tanto contenimento della
spesa e anche una moralità da questo punto di vista nelle retribuzioni, fosse quantomeno
considerata la possibilità di valutare in modo diverso queste retribuzioni extra. Lo dico anche –
ripeto – rispetto agli altri dirigenti della Provincia, probabilmente il Dirigente del Settore Viabilità
ogni tanto è chiamato in sede penale a rispondere per cose che non sono sicuramente
responsabilità sue, e anche altri dirigenti. Lì c’è un riconoscimento ma non c’è un
riconoscimento di quest’ordine di grandezza, e io credo che anche il buon lavoro che può aver
fatto l’Avvocatura, è un buon lavoro che è buono proprio perché ci sono anche altri dirigenti di
questa Provincia, che lavorando bene probabilmente quando ci sono dei contenziosi
consentono – perché hanno lavorato bene – che la Provincia non sia soccombente in questi
giudizi. Io prendo atto che non c’è questa volontà, e chiaramente sono assolutamente
insoddisfatto, poi il riportare questioni o paragoni con il passato e, magari, anche con realtà
che non c’entrano niente con la Provincia, e credo faccia parte di un malcostume del quale
questa Amministrazione, in mancanza di idee sue, caratterizza il suo modo di operare, ma
credo che da questo punto di vista non andremo sicuramente da nessuna parte.
PRESIDENTE:
Prego Presidente.
PRESIDENTE PIROVANO:
Io credo che non ci sia assolutamente l’autorizzazione in quest’Aula di parlare di onestà nei
confronti di un Dirigente della Provincia e di chiunque. L’onestà dovrebbe essere quella di
rispettare l’utilizzo dei soldi pubblici, di non sperperarli con consulenze esterne, e di rispettare
le Leggi che indicano le tariffe e le tabelle, per poter compensare i dirigenti assunti che
svolgono un’attività professionale all’interno di un Ente. Questo è normato, noi siamo nel
perfetto rispetto delle norme e l’onestà è altra cosa, però lascio la parola all’Assessore
Gandolfi che spiegherà perché queste cose si fanno e perché sia conveniente. Le cifre che vi
ho detto non sono milioni di noccioline, sono centinaia di migliaia di euro, credo che l’importo
che vi ho letto arrivi almeno a 2.000.000 di euro nel giro di otto – nove anni. Questi soldi sono
stati sperperati, forse lì si dovrebbe cominciare a pensare all’onestà.
PRESIDENTE:
Prego Assessore Gandolfi.
ASSESSORE GANDOLFI:
Grazie Presidente. Semplicemente per precisare e ovviare alla lamentela della non risposta
riguardo all’introduzione di un tetto massimo per i dirigenti. Il Consigliere Milesi ha fatto il
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Sindaco per tanti anni e torna a farlo ancora adesso, dovrebbe sapere che per tutti i dipendenti
pubblici, e quindi i dirigenti compresi, sono sottoposti alla contrattazione. Ci sono dei contratti
collettivi nazionali e poi ci sono contratti integrativi decentrati, per cui non è che un sindaco o
un Presidente della Provincia, o una Giunta o un’Amministrazione può dire… è regolamentato
dalla Legge. Nonostante questo nella finanziaria dell’anno scorso, il famoso decreto 78
convertito nell’ormai famigerata Legge 22, è già prevista una limitazione dei compensi che
riguarda anche i dirigenti. Dal primo gennaio 2011 al 31 dicembre 2013 i trattamenti economici
complessivi dei singoli dipendenti, ovviamente in questo caso dirigenti, superiori a 90.000 euro
lordi annui sono ridotti del 5% per la parte eccedente il predetto importo fino a 150.000 euro,
nonché del 10% per la parte eccedente i 150.000 euro. A seguito di tale riduzione il
trattamento economico complessivo non può comunque essere inferiore ai 90.000 euro, quindi
pone anche dei minimi sotto i quali non si può andare. Nella Legge che è stata emanata l’anno
scorso a valore per i prossimi due anni è già contenuta una regolamentazione, se così si può
dire, degli emolumenti dei dirigenti. Volevo terminare il mio intervento facendo un’osservazione
matematica, nel senso che i 280.000 euro che sono stati indicati nei compensi dell’avvocatura
sotto la voce “altro”, come diceva il Presidente prima equivalgono a circa 2.500 euro pro causa
lordi, per cui non mi pare che ci sia… anzi forse sarebbe da apprezzare il fatto che di fronte a
così tante cause, così tante pendenze, ci sia una percentuale di oltre il 90% di cause portate a
casa favorevolmente.
PRESIDENTE:
Grazie.
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O.d.g. n. 3 - Delib. n. 52
PRESIDENTE:
Punto tre: “Interpellanza presentata dai Consiglieri Cornolti, Servidati e Vergalli (Gruppo PD)
relativa al progetto “Misure rivolte a lavoratori in cassa integrazione per la realizzazione di
azioni di training on the job presso gli Uffici Giudiziari di Bergamo.” La parola agli interpellanti.
CONSIGLIERE VERGALLI:
Grazie Presidente. L’interrogazione è del 26 gennaio 2011, quindi un po’ di mesi fa,
presuppone che ci sia un attimo di contestualizzazione. Si parla di una questione datata
maggio dell’anno scorso, eravamo in una fase di forte crisi occupazionale che tuttora credo
permanga, nonostante le indicazioni dei giornali pseudo-ottimistiche, lo 0,1% in più, e si
chiedeva cosa la Provincia potesse fare per caricare su di sé questa politica di governance
funzionale, una risposta nei confronti dei cassa integrati, disoccupati, situazioni necessitarie e
formative. Faccio questa premessa, perché ripeto, il problema non è tanto la questione della
Provincia intesa come palazzo della Provincia, cioè chi sposta che cosa, ma la Provincia
intesa come Ente che deve gestire il territorio, l’organizzazione. L’idea che era nata
dall’Assessorato ricalcava iniziative già fatte a Milano e a Monza, di per sé iniziative valide,
quindi la nostra interrogazione non ha nessuna volontà di contestare la cosa, al contrario pone
l’ottica sulla necessità e sulla prassi, che dovrebbe essere una cosa consolidata, di
rendicontare non solo i numeri ma anche le attività. Se ad un certo punto l’anno scorso, nel
2010 viene presentata alla stampa questa iniziativa come altre, sarebbe poi opportuno che nel
corso d’opera dell’iniziativa si possa avere una rendicontazione dell’efficacia, delle ricadute,
cioè se ad un certo punto questa cosa qui è utile. Si parlava di 40 cassa integrati, l’idea era
che la Provincia dava questa opportunità a questi 40 cassa integrati che andavano a lavorare
in tribunale, ottenendo due aspetti, aiutare il tribunale a risolvere i problemi dal punto di vista
della montagna di lavoro che hanno, e dare un reddito. Dico questo perché non si tratta quindi
soltanto esclusivamente di spostare degli uomini da un Ente all’altro, ma al contrario il compito
specifico era la Provincia si fa carico dei problemi di alcuni cassaintegrati e ha questa piccola
iniziativa. Abbiamo rilevato a gennaio del 2011, quindi sei mesi fa, che alla fine i prospettati
obiettivi non erano stati raggiunti, infatti abbiamo visto che soltanto 8 lavoratori al momento
erano stati occupati per tre mesi, quindi a tempo determinato, massimo tre più tre.
La nostra interrogazione nasceva da questa volontà, chiedere la prassi della rendicontazione
delle attività che vengono in qualche modo presentate alla stampa da lì a fine anno, poi
entrando nel merito le risorse stabilite quante sono state stanziate ed una valutazione
complessiva della reale portata dell’operazione, che tenga anche in considerazione eventuali
errori o mancanze e possibili migliorie da apportare, nel caso venga riproposta nel 2011. Non
credo che venga riproposta, mi sembra di aver capito dalle iniziative di stampa che la prossima
iniziativa è spostiamo un usciere al tribunale, ripeto, stiamo sulle questioni. Il problema è la
Provincia come risolve il tema, o come vuole risolvere il tema della cassa integrazione e della
disoccupazione.
Grazie.
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SEDUTA DEL 20 MAGGIO 2011
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PRESIDENTE:
Grazie. La parola all’Assessore Zucchi.
ASSESSORE ZUCCHI:
Grazie Presidente. È vero che la contestualizzazione rispetto all’interpellanza risale a gennaio,
abbiamo già avuto modo, ancora prima del deposito dell’interpellanza, di fare un piccolo
dibattito sul giornale rispetto alla finalizzazione di un’iniziativa che era legata anche al far sì
che i tribunali, gli uffici giudiziari in difficoltà rispetto all’espletamento delle pratiche potesse
attraverso un accordo con noi, in particolar modo un accordo che è un protocollo che la
Regione Lombardia con le Corti d’Appello di Milano e di Brescia, avevano stipulato l’8 febbraio
2010, per poter venire incontro alle esigenze degli uffici del tribunale, e contestualmente
cercare di coniugare e andare in aiuto rispetto ai cassa integrati, applicando un sistema dalle
politiche passive alle politiche attive. È anche vero che noi abbiamo costruito questo protocollo
e progetto su un’ipotesi di quaranta percorsi attivi, vorrei sottolineare non per puntualizzare in
termini polemici, ma che le affermazioni sul giornale del maggio non era stato detto da noi, tra
virgolette: “entro giugno 40” era scritto, noi cominciavamo il percorso di 40 inserimenti, devo
dire che il risultato – per dare la risposta anche sul primo punto – è che 8 lavoratori sono stati
inseriti, ma c’è anche una motivazione tecnica. Siccome la Regione Lombardia non ha più
attivato nel corso del 2010 il sistema della Dote Lavoro i destinatari sono stati esclusivamente
in via residuale i soggetti in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria pur essendo in deroga
una materia vigente, titolari di ammortizzatori speciali sospesi a zero ore per un periodo di
almeno quattro mesi. Pertanto il potenziale dei numeri dei destinatari si era già notevolmente
ridotto rispetto alla richiesta che poteva essere esaudita.
Un'altra componente di particolare successo rispetto ai numeri previsti, è che l’incentivo
economico attribuibile era pari a 230 euro al mese, quattro mesi, assimilabile al valore del
buono pasto e la quota forfetaria di rimborso spese trasporto. Questo è dettato dal fatto che su
richiesta nostra dell’INPS volevamo capire quanto una quota integrativa rispetto all’utilizzo
della cassa, quindi dell’assegno, non incidesse su una diminuzione di quanto già percepivano,
quella era la quota che l’INPS ha detto su quella quota non c’è nessuna incidenza, e quindi
non veniva tolto anche al cassaintegrato quanto percepiva. Questo era per l’inquadramento da
un punto di vista generale. I tribunali in quella fase non ritenevano opportuno neanche di poter
utilizzare i lavoratori socialmente utili, faccio questo passaggio per darvi anche
l’aggiornamento del lavoro che abbiamo di nuovo fatto con i tribunali, che stiamo facendo
ultimamente. Per rispondere rispetto alle risorse stanziabili e i residui che noi abbiamo rimesso
fino al 31 marzo, rispetto al progetto complessivo di 73.600 euro che erano pari a 63.192,50
prorogati fino al 31 marzo del 2011, e quanto è stato effettivamente liquidato a ciascun
lavoratore coinvolto nel progetto ad oggi. Vi do il dato generale, perché ciascun lavoratore
nome e cognome posso anche farlo, ma forse è un elemento anche di privacy,
complessivamente abbiamo 10.407,50 euro assegnati agli 8 lavoratori con differenziazione,
perché hanno fatto attivazione, quattro mesi più proroga di altri quattro mesi. Devo dire che la
soddisfazione da parte degli uffici del tribunale rispetto all’impiego delle persone, ahimè lo dico
anche io, non rispetto al numero ma rispetto alle limitazioni dettate da alcuni elementi, Regione
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Lombardia, accordo quadro e quant’altro, è una soddisfazione complessiva sia dei lavoratori e
sia del tribunale in quanto tale. Vi do un aggiornamento di un incontro che noi abbiamo
effettuato il 5 maggio con la Dottoressa Marino del tribunale e la Dottoressa Manti, le quali mi
sottolineavano la loro soddisfazione del progetto in quanto tale. La situazione attuale è in
considerazione del nuovo accordo quadro 2011 della Regione Lombardia, stipulato a marzo,
che non prevede più, non consente più il cosiddetto progetto training on the job, quindi le
attività dalle politiche passive alle politiche attive, oltre di un protocollo, quello che ho detto in
premessa, quello fatto tra Regione Lombardia con le Corti d’Appello di Milano e Brescia nel
febbraio del 2010 scaduto. Partendo da questo abbiamo proposto al tribunale di costruire un
progetto di utilizzo dei lavoratori socialmente utili. Devo dire che noi abbiamo poi concordato,
costruito e portato in Commissione Politiche del Lavoro delle linee guida sui lavoratori
socialmente utili, perché c’erano tante volte anche difficoltà di applicazione da parte degli
stessi comuni da questo punto di vista. Noi abbiamo proposto a loro questa attivazione, nella
quale chiaramente vi è solamente l’onere assicurativo a carico del soggetto utilizzatore dei
tribunali rispetto agli eventuali utilizzi dei lavoratori socialmente utili, abbiamo fornito una serie
di documentazioni, stiamo aspettando una risposta da parte loro. Non so se ho dato tutta una
serie di risposte complessive, in generale devo dire che noi rispetto alle situazioni di crisi, il
nostro punto è sempre quello di mettere in garanzia i lavoratori e poi affrontare le situazioni
delle imprese e del territorio. È una filiera continua di lavoro, che in questi due anni ci vede
impegnati da questo punto di vista, quindi vediamo adesso anche con il nuovo accordo quadro
e gli ammortizzatori, e con le nuove proposte che sono comprese nell’accordo quadro rispetto
alle imprese in difficoltà, si chiamano raid, andrà in Giunta Regionale nella prossima delibera
per il sostegno anche delle imprese in difficoltà. Vediamo di trasferire degli elementi, delle
situazioni di politiche passive in politiche attive e in linee di azioni di sviluppo insieme sempre
alle parti, speriamo di concordare non solo documenti ma anche attività coerenti con il nostro
impegno di governance e di aiuto ai lavoratori e alle imprese.
PRESIDENTE:
Grazie signor Assessore. La parola all’interpellante.
CONSIGLIERE VERGALLI:
Grazie Presidente e grazie Assessore per la risposta. Mi sento soddisfatto della risposta che
mi è stata data, che in qualche modo esplicita il fatto che l’iniziativa abbiamo detto che era
un’iniziativa valevole, non ha raggiunto l’obiettivo perseguito. Rimango nella metodologia
chiedendo da qui in avanti di usare un metodo di rendicontazione sia per quanto riguarda la
questione dei lavori socialmente utili, sia per quanto riguarda a che punto è la convenzione
degli uscieri di cui si stava parlando la volta precedente etc. etc. etc. L’osservatorio per il
lavoro so che verrà presentato a breve, e anche in ultimo il temporary management, se fosse
possibile avere in qualche modo una Commissione ad hoc.
Grazie.
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O.d.g. n. 4 - Delib. n. 53
PRESIDENTE:
Signori Consiglieri, come voi avete già preso nota è stato presentato un ordine del giorno
avente carattere d’urgenza, di cui poi discuteremo e vedremo, quello che mi premeva è che
voi l’abbiate sottomano. Sapete che oggi trattiamo la materia delle interpellanze per due ore,
quindi proseguiamo ancora e pregherei il Vicepresidente di sostituirmi un attimo alla
Presidenza del Consiglio, intanto trattiamo il punto quattro all’ordine del giorno: “Interpellanza
presentata dai Consiglieri Cornolti e Vergalli (Gruppo PD) sul progetto “Rinnovare sul serio”.”
Prego Consigliere Vergalli.
Esce il Presidente Magri. La presidenza del Consiglio passa alla Vicepresidente Servidati
CONSIGLIERE VERGALLI:
Grazie Presidente. Anche in questo caso la contestualizzo un attimo, crisi occupazionale, il
problema nelle valli, è un protocollo che ormai viene più volte enunciato da tutte le parti che
riguarda il protocollo della Val Seriana che però in realtà, almeno secondo la mia opinione, poi
mi piacerebbe sentire anche quella dell’Assessore, non ha manifestato a pieno gli obiettivi che
si era prefisso, in termini sia di sviluppo, che di occupazione, che di formazione. Questa
proposta fatta dall’Assessorato serviva per tamponare le necessità che erano rimaste scoperte
a seguito di questo protocollo inevaso, e quindi viene presentato in conferenza stampa il 18
marzo 2010 questa iniziativa “Rinnovare sul serio: sviluppo delle competenze per
l’occupazione nel territorio della Val Seriana”. La Regione Lombardia ha uno specifico
finanziamento per 612.000 euro, di cui una parte in quota pubblica e una parte di
cofinanziamento. Si parla di 800 lavoratori, e l’interrogazione nasce a seguito di un seminario
organizzato qualche mese fa, nel 2011, ad un anno quindi dalla partenza dell’iniziativa. In
questo seminario dal titolo “Occupazione in Valle Seriana: analisi e prospettive” vengono dati
dei dati, però non del tutto soddisfacenti. A questo punto noi chiediamo qui, ma soprattutto in
una seconda istanza, una Commissione più specifica, dati precisi che riguardano questa
iniziativa, per capire se effettivamente ha ottenuto la sua efficacia perché al di là di tutto
bisogna capire se, visto che in qualche modo è venuta a crearsi a seguito del protocollo che
non si è realizzato.
Volevamo sapere il numero dei lavoratori coinvolti dal progetto, distinti tra occupati,
disoccupati in situazioni di mobilità o in cassa, e la conseguente cifra al momento stanziata da
parte pubblica e parte privata. I corsi al momento attivati e per quante ore formative, nonché
quali siano gli Enti che hanno organizzato effettivamente la formazione, per quanti lavoratori e
per quante ore corrispondenti. In ultimo quante aziende sono state coinvolte, con quali finalità
e per quali lavoratori, il numero dei disoccupati e ricollocati al termine del percorso ed una
valutazione complessiva del progetto nei suoi punti di forza e di debolezza. Ripeto,
l’importante è riuscire ad ottenere una visione complessiva dei dati, se questo non è l’ambito
specifico rinviamo ad una Commissione, dove magari possiamo tutti insieme entrare nel
dettaglio.
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VICEPRESIDENTE:
Grazie Consigliere. La parola all’Assessore Zucchi, prego.
ASSESSORE ZUCCHI:
Grazie Presidente. Al di là di approfondire poi in una Commissione ad hoc rispetto ai dati, io
credo che si debba fare sempre, come giustamente dici tu, una contestualizzazione, un quadro
di riferimento complessivo del progetto della Val Seriana, che voglio ricordare era stato
sottoscritto dalle parti, quindi imprese del territorio, Confindustria e Sindacati ad aprile 2009,
senza la sottoscrizione – non richiesta – da parte degli Enti pubblici tra cui Provincia e
Regione. Noi siamo entrati in campo a luglio del 2009, nel documento di novembre che questo
Consiglio ha approvato all’unanimità, sulle azioni di rispetto alla crisi, uno dei componenti era il
rilancio del progetto Valle Seriana. Partendo da questo presupposto abbiamo costruito due
componenti, la prima è la costituzione dello Sportello Val Seriana ad Albino, in accordo con la
comunità montana e con le parti, proprio per rilanciare complessivamente l’azione del progetto
Val Seriana. Il progetto Val Seriana comprende 50 linee di azione di cui alcune se ne deve
occupare Confindustria, alcune gli artigiani, alcuni i commercianti, e noi dovevamo occuparci,
anche se non – facendo la premessa – coinvolti prima rispetto al protocollo, di alcune azioni
specifiche delle nostre competenze sulla questione dei lavoratori. Partendo da questo, quindi
come iter, perché poi nel momento in cui il Consiglio approva una serie di linee di azioni
rispetto alla crisi poi le spuntiamo, perché è questo che stiamo facendo, su questo siamo in
ritardo, giusto per ricordare le componenti. Noi in attuazione di questo, sempre in accordo con
le parti sociali del territorio ed Enti accreditati, abbiamo sostenuto, aiutato, fatto fare un
accordo complessivo tra Confindustria, parti sindacali e imprese del territorio per costruire
questo progetto sul finanziamento della Legge 236 del ’93 che riguarda gli occupati in quanto
tale. Questo è l’obiettivo del finanziamento in quanto tale, questo lo abbiamo non solo portato
in Regione ma sostenuto, e abbiamo avuto l’approvazione per un totale di 612.000 euro di cui
367.000 di quota pubblica e 245 di cofinanziamento. In questi progetti il cofinanziamento viene
elaborato sempre rispetto ai cedolini paga dei lavoratori che partecipano durante le ore di
lavoro, questo giusto per inquadrare il tema.
L’obiettivo di questo progetto, non solo l’obiettivo del progetto in quanto tale, progetto Val
Seriana, era supportare i lavoratori attraverso percorsi formativi specifici, e pienamente
rispondenti al contesto per la prevenzione della disoccupazione, delle figure a rischio e favorire
la ricollocazione. Le modalità con le quali si sono costruiti i corsi rispetto alle esigenze dei
lavoratori, sono state richieste naturalmente a chi? Agli imprenditori attraverso le
organizzazioni di imprese in accordo con i sindacati, proprio per far sì che nel momento in cui
un lavoratore entrasse in formazione, servisse per alzare il livello di competenze. Entriamo su
alcuni numeri, i corsi organizzati sono stati ad oggi, non sarà preciso, in totale 110 corsi per un
totale di 1.923 ore rispetto al previsto di 3.468. I lavoratori coinvolti rispetto ai previsti 800 sono
stati 1047, di questi 930 occupati e 117 in mobilità, non potevano quindi essere le attività
formative dedicate a coinvolgere i disoccupati, perché il finanziamento della 236 del ’93
riguarda gli occupati, e anche i 117 disoccupati abbiamo potuto farli come ABF, perché la
quota di cofinanziamento richiesta l’avevamo già superata. La cifra di parte pubblica prevista
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era 367.000 euro, quella realmente impegnata ad oggi 205.000, mentre il cofinanziamento pari
a 138.000 ad oggi siamo già a 181.782.
Per quanto riguarda i lavoratori coinvolti, i corsi al momento attivati 110, quali sono gli Enti?
Sono gli Enti di emanazione di coloro che hanno firmato l’accordo, questo in premessa. Per
quanto riguarda il mondo dell’artigianato abbiamo la CPTA che è il Comitato Paritetico
Territoriale dell’Artigianato, l’EBA, il Patronato San Vincenzo, ABF e la Scuola Edile degli
Industriali e la SFA che è quella di Confindustria. Finanziamento pubblico CPTA, ore di
formazione previste 200, attuate 200, allievi 132, finanziamento pubblico previsto 20.800,
impegnati 20.800, cofinanziamento sono 16.675, il previsto era 13.866, quindi superiore. Per
quanto riguarda l’EBA, Ente Bilaterale Artigiano previste 200, ore svolte 160, allievi 179,
previsto 20.800, impegnato 16.400. Il Patronato previsto 808, ore di formazione 242, allievi 69.
ABF previste 1.948, 1.900 sono quelle svolte, 204.000 quelle previste dal finanziamento
pubblico, 107.000 quello impegnato. Scuola Edile 48 erano le ore previste, 48 le ore svolte,
4.600 euro quote di finanziamento pubblico, 4.600 quelle impegnate, 3020 in cofinanziamento.
La SFA 264 ore previste, 264 ore svolte pari al 100%, 160 è il numero degli allievi, 31.680 la
quota di finanziamento pubblico, 44.000 la quota di cofinanziamento privato. I totali sono –
come dicevo prima – 1.923 ore svolte rispetto al preventivato di 3.468, 1.148 allievi che hanno
frequentato i 110 corsi rispetto agli 800 previsti, 367.000 euro erano le quote di finanziamento
pubblico previste, spese 205.000, 181.000 sono le quote di cofinanziamento impegnate reali
rispetto ai 138.000. Quanti sono stati complessivamente gli allievi che hanno frequentato? L’ho
detto, sono 1047 più 117 in mobilità, quindi in totale 1.148. Per quanto riguarda la domanda in
relazione agli occupati alla fine del percorso, l’obiettivo era quello di riqualificare le persone
che erano già impegnate nel lavoro, perché la 236 lavora su quello, però avendo noi operato
come ABF, avendo già superato la quota di cofinanziamento 117 persone in mobilità, alla fine
del percorso siamo riusciti ad una decina di persone a trovare l’occupazione. Questi non erano
previsti nel progetto, i 117 non potevano essere previsti nel progetto perché la 236 finanzia
semplicemente coloro che sono occupati, perché le aziende pagano lo 0,5% quindi il cinque
per mille sul monte salari, Legge del ’93 rispetto a questo.
Valutazione complessiva del progetto. Direi che la valutazione complessiva del progetto è
soddisfacente, non mi soddisfa completamente perché bisogna lavorare molto di più sulla
capacità di definizione da parte delle imprese e delle organizzazioni di rappresentanza rispetto
ai reali bisogni formativi delle persone. Si è lavorato molto, che è un tema importante, sulla
sicurezza sui luoghi di lavoro, questo non bisogna dimenticarlo mai.
Le aziende coinvolte sono state più di una cinquantina, molte delle quali imprese artigiane e
qualche grande impresa. Credo che complessivamente si possa e si debba fare di più. Dico
questo come impegno di tutte le parti. Però siamo abbastanza soddisfatti, con la precisazione
che il sottoscritto non si ritiene mai pienamente soddisfatto.
Prima di concludere, vorrei fare solo una annotazione in relazione ad un verbo che è stato
adoperato, ossia “tamponare”. In realtà, rispetto al progetto della Val Seriana, noi non abbiamo
tamponato, ma forse siamo stati gli unici che con lo sportello della Val Seriana e i con altri
progetti abbiamo portato qualcosa al territorio.
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Su 908, valuteremo, prima del convegno di presentazione, i dati del 21 giugno, magari in una
commissione – che approfitto dell’occasione per chiedere a qualche presidente di
commissione di convocare –, per le imprese artigiane, sui 400 mila euro, la maggior parte delle
imprese erano della Val Seriana sulla questione temporary management.
Vi è da fare sempre di più, ma questo è l'imperativo categorico per uscire dalla crisi.
PRESIDENTE:
Grazie, Assessore. Per diritto di replica, ha facoltà di parlare l'interpellante. Prego.
CONSIGLIERE VERGALLI:
Grazie, Presidente. L'interpellante si ritiene soddisfatto – chiedo di poter ricevere i dati –,
perché era proprio ciò che voleva dimostrare: prima di tutto, la buona volontà dell'Assessore,
di cui siamo sicuri, e il fatto che, in qualche modo, ha rimediato. Però, ciò che volevamo
dimostrare è che nessuno, al momento, si sta occupando della disoccupazione in Val Seriana .
È questo il vero problema. Come giustamente l'assessore Zucchi ha più volte detto,
analizzando i dati, il progetto “Rinnovare sul Serio” era rivolto agli occupati, e gli enti che
hanno gestito la fase della formazione, fondamentalmente, sono enti che hanno fatto
formazione correlata all'occupazione. Infatti, il dato rilevante è che su praticamente un migliaio
di lavoratori coinvolti, 930 erano occupati. Certo, questo non dipende dalla volontà
dell'Assessore, soltanto 110 sono i disoccupati o in stato di mobilità. Poiché, però, l'iniziativa
riguardava situazioni di difficoltà occupazionale, rimane inevasa la domanda, che lascio
all'Assessore: chi si occupa dei disoccupati della Val Seriana (ma anche della Val Brembana)?
Cerchiamo – magari insieme – di trovare soluzioni ad hoc, che vadano al di là di
quest'iniziativa, per quanto lodevole (ci mancherebbe), ma rivolta più all’occupazione e a chi
già opera nel settore del privato. Grazie.
La presidenza torna al Presidente Magri
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PRESIDENTE:
Sull’ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Presidente Pirovano. Prego.
PRESIDENTE PIROVANO:
Grazie, Presidente. Vorrei chiedere all'Assemblea e a lei, Presidente, di poter anticipare la
trattazione del punto n. 13 iscritto all'ordine del giorno, perché, probabilmente, la prossima
settimana, dovrò partecipare all'assemblea di Turismo Bergamo, durante la quale si dovrà
consolidare il conto consuntivo, e l'argomento iscritto al punto n. 13 è un problema che dovrò
affrontare in quella sede, quindi gradirei poterne discutere, trattandolo in modo esauriente
durante la seduta odierna. Grazie.
PRESIDENTE:
Chiedo che l'Assemblea si esprima sull'anticipazione della trattazione del punto n. 13 all'ordine
del giorno.
Ha chiesto la parola il consigliere Vergalli: ne ha facoltà.
CONSIGLIERE VERGALLI:
Grazie, Presidente. Premesso che esprimo la mia opinione personale, le interrogazioni sono
state depositate ormai da mesi, pertanto sarebbe opportuno, nel rispetto di tutti i Consiglieri,
seguirne l'ordine cronologico di presentazione.
Non credo che la discussione di un'interrogazione possa determinare i comportamenti del
Presidente Pirovano, magari fosse così! Molte volte, passano in silenzio.
Nel rispetto, quindi, di tutte le interrogazioni che sono state messe in ordine cronologico ormai
da sei mesi, gradirei, almeno per quanto mi riguarda, che si discutessero seguendo l'ordine di
presentazione, nel rispetto di tutti coloro che hanno lavorato. Perché, secondo me, se ogni
volta spostiamo l'ordine, non si finisce più. Grazie.
PRESIDENTE:
Va bene, grazie. Vi è qualche consigliere che desidera prendere la parola per esprimersi a
favore della richiesta del Presidente Pirovano?
Ha chiesto la parola il consigliere Piccioli: ne ha facoltà.
CONSIGLIERE PICCIOLI CAPPELLI:
Grazie, Presidente. Effettivamente, in Conferenza dei Capigruppo avevamo cercato di fare
alcuni spostamenti su richiesta di tutti i consiglieri, di maggioranza e di minoranza, sia sulla
base della priorità dell'argomento sia della data di protocollo.
In questo caso, però, la richiesta del Presidente, in previsione della sua partecipazione
all'assemblea della Turismo Bergamo per l'approvazione del bilancio, mi sembra più che
giustificata. Da questo punto di vista non solo non abbiamo obiezioni, ma addirittura siamo
favorevoli.
L'unico neo è che in Conferenza dei Capigruppo avevamo detto – è vero, Presidente del
Consiglio? – che dovremmo (questo è vero) tenere delle sedute di Consiglio un po' più serrate
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Atti consiliari della Provincia di Bergamo
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nel tempo al fine di smaltire tutti i punti all'ordine del giorno, comprese le interpellanze e le
interrogazioni. Tant'è vero che era emersa la proposta di tenerne una a breve, già lunedì
prossimo, però, purtroppo, manca la disponibilità dell'organo esecutivo a causa di altri impegni,
altrettanto importanti, pertanto non è possibile. Al di là del parere favorevole alla richiesta del
Presidente Pirovano, chiediamo l’impegno al Presidente del Consiglio, in accordo con la
Giunta e il Presidente Pirovano, di programmare a breve un altro Consiglio provinciale, in
modo da poter smaltire tutti questi punti all’ordine del giorno un po' vecchiotti. Grazie.
PRESIDENTE:
Ha chiesto la parola il consigliere Bettera: ne ha facoltà.
CONSIGLIERE BETTERA:
Grazie, Presidente. Per manifestare il favore del Gruppo del Pdl all'anticipo della trattazione
del punto all’ordine del giorno in questione, aggregandoci alla richiesta del consigliere Piccioli
che sia convocata a breve un'altra seduta di Consiglio provinciale per smaltire un po’ di lavoro
pregresso. Grazie.
PRESIDENTE:
Ho già informato la Conferenza dei Capigruppo e l'Ufficio di Presidenza che mi sono fatto parte
diligente col Presidente Pirovano per cercare di fissare una seduta di Consiglio provinciale
lunedì prossimo, ma la risposta è stata negativa.
Pongo in votazione la richiesta avanzata dal Presidente della Provincia Ettore Pirovano di
anticipare la trattazione del punto n. 13 iscritto all'ordine del giorno. È aperta la votazione.
VOTAZIONE
PRESIDENTE:
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 21, contrari 10 (Baronchelli, Cangelli, Carissimi, Cornolti,
D’Amico, Milesi, Rossi M., Servidati, Simonetti, Vergalli), astenuti zero. Il Consiglio provinciale
approva.
A questo punto, propongo di trattare congiuntamente l’interpellanza di cui al punto n. 13
all'ordine del giorno e l'interrogazione presentata in data 28 aprile 2011 dal consigliere
Prevedini avente oggetto assolutamente sovrapponibile ed analogo.
Ha chiesto la parola il consigliere Cornolti: ne ha facoltà.
CONSIGLIERE CORNOLTI:
Grazie, Presidente. L'opinione che l'interrogazione del consigliere Prevedini sia sovrapponibile
alla nostra, mi permetta, Presidente, è una sua opinione, nel senso che …
PRESIDENTE:
Non vorrei giocare con i termini, ma le opinioni, per ragioni etimologiche, sono sempre
opinabili.
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Atti consiliari della Provincia di Bergamo
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CONSIGLIERE CORNOLTI:
Siccome sono di opinione diversa, desidero motivare la mia opinione. Innanzitutto, il
consigliere Prevedini ha tutto il diritto di fare tutte le interpellanze che ritiene, assolutamente.
Me ne guarderei bene, però, le interpellanze in questione sono notevolmente diverse. La
nostra riguarda una serie di delibere fatte recentissimamente dalla Giunta, di cui si chiede,
specificandone l'oggetto, quanto appunto il mio collega dirà; diversamente, l’interrogazione del
consigliere Prevedini riguarda una delibera del 2009. Pertanto, si tratta di due interrogazioni
completamente diverse. Sebbene il titolo sia presumibilmente uguale, non si possono
sovrapporre, sono due cose completamente diverse. La nostra opinione, quindi, diverge da
quella del Presidente del Consiglio.
PRESIDENTE:
Certo. Pongo in votazione la discussione congiunta dell’interpellanza di cui al punto n. 13
all’ordine del giorno, presentata dal Gruppo del Pd in merito alla concessione di contributi per il
turismo, con l’interrogazione presentata, e allegata all'ordine del giorno, dal consigliere
Prevedini, in data 28 aprile 2011. È aperta la votazione.
VOTAZIONE
PRESIDENTE:
Come potete vedere dal tabellone, il sottoscritto si è astenuto, perché, essendo una questione
procedurale, il Presidente si astiene.
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 20, contrari 12 (Baronchelli, Cangelli, Carissimi, Cornolti,
D’Amico, Giudici, Milesi, Rossi M., Servidati, Simonetti, Spada, Vergalli), astenuti 1 (Magri). Il
Consiglio provinciale approva.
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Atti consiliari della Provincia di Bergamo
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SEDUTA DEL 20 MAGGIO 2011
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O.d.g. n. 13 e interrogazione del Consigliere Prevedini sugli omaggi distribuiti in
occasione del 4° raduno “Noter Bergamasch” - Delib. n. 54
PRESIDENTE:
Il consigliere Vergalli ha facoltà di illustrare l’interpellanza di cui al punto n. 13 all’ordine del
giorno. Prego.
CONSIGLIERE VERGALLI:
Grazie, Presidente. A questo punto, cambierò completamente la modalità del mio intervento,
perché di fronte alla serietà del nostro comportamento, onestamente, queste cose sono un po'
ridicole.
Voglio manifestare la mia soddisfazione e la mia solidarietà nei confronti dell'assessore
Zucchi, il quale, di fronte ad interrogazioni specifiche e mirate, in Consiglio provinciale, ci dà
una mano a discutere, a disquisire, a capire quali sono i problemi in campo, come risolverli e
quant'altro. Queste robe sono patetiche, questo modo di continuare ad affrontare i problemi,
senza entrare nel merito, ma cercando di spiegarci cos’è successo nell'aprile del 2009, quando
voi eravate all'opposizione – come vi ho detto un'altra volta –, eravate all’opposizione,
dovevate discutere di queste cose quando eravate all'opposizione, troppo comodo usare
queste questioni per fare delle piazzate. Va bene? A questo punto, svolgerò semplicemente la
mia interrogazione all'Assessore, e ascolterò l'Assessore nel merito, ma poi mi alzerò e me ne
andrò, perché non ho voglia di ascoltare l'interrogazione successiva, perché mi sembra
veramente poco serio nei confronti di chi sta lavorando.
Ebbene, caro Assessore, la mia interrogazione è finalizzata a capire che cosa sta facendo…
(Intervento fuori microfono non udibile)
CONSIGLIERE VERGALLI:
Va bene, farà quello che vuole.
(Intervento fuori microfono non udibile)
CONSIGLIERE VERGALLI:
Se legge questo…
(Intervento fuori microfono non udibile)
CONSIGLIERE VERGALLI:
Va bene, va bene. Stiamo a discutere…
(Intervento fuori microfono non udibile)
CONSIGLIERE VERGALLI:
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Atti consiliari della Provincia di Bergamo
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Maggio 2009…
(Intervento fuori microfono non udibile)
CONSIGLIERE VERGALLI:
Io non ero in questo Consiglio provinciale nel maggio del 2009. Il metodo e la forma sono
rispetto, scusatemi.
(Richiami del Presidente)
CONSIGLIERE VERGALLI:
Detto questo, Assessore, entro nel merito e chiudo. Abbiamo visto che a dicembre vi è una
serie di delibere, e quindi di spese, per il turismo, chiediamo – e leggo perché sia chiaro il
tono, che non è necessariamente polemico – di essere informati sui progetti e le iniziative
organizzate tramite l’Agenzia per lo Sviluppo e la Promozione Turistica e di avere informazioni
relative alla data di inaugurazione del nuovo portale, la cui operatività era prevista entro la
prima metà del 2011, e di calendarizzare adeguate commissione in modo che i Consiglieri
possano prendere visione dei risultati delle iniziative oggetto delle sopracitate delibere, nonché
delle strategie in materia turistica.
Rileggendo l'interrogazione, quindi, semplicemente chiediamo di essere informati. Grazie.
PRESIDENTE:
Il consigliere Prevedini ha facoltà di presentare l'interrogazione del 28 aprile. Prego.
CONSIGLIERE PREVEDINI:
Grazie, Presidente. Mi dispiace che il consigliere Vergalli se ne sia andato, anche perché il
sottoscritto è consigliere provinciale da giugno. Pertanto, mi sembra normale che un
consigliere che è subentrato ad una vecchia amministrazione, ad un vecchio consiglio faccia
una interpellanza, anche se non nel corso di questo nuovo insediamento provinciale.
Il sottoscritto consigliere provinciale, ai sensi dell'articolo 33 del Regolamento del Consiglio
provinciale,
premesso che, con la delibera di Giunta n. 802 del 24 dicembre 2008, è stata concessa
l'erogazione di un contributo pari a 300 mila euro a favore della Turismo Bergamo scarl per
l'organizzazione del quarto raduno internazionale denominato Notér de' Bèrghèm, tenutosi il 3
maggio 2009 presso la Fiera Nuova di Bergamo;
dalla rendicontazione presentata in data 19 maggio 2009 dall'allora presidente di Turismo
Bergamo scarl, Felice Spampatti, si evidenziano spese complessive per 376.245,21 euro ed
entrate totali pari ad 23.833,00 euro, per un disavanzo finale di 353.411,00 euro;
rilevato che, sempre in data 9 maggio 2009, data in cui è stata richiesta dalla Turismo
Bergamo scarl un contributo ulteriore di 50 mila euro a copertura dei costi straordinari
sostenuti a fine manifestazione richiesti dallo stesso ente provinciale.
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In data 14 maggio 2009, cinque giorni prima della richiesta, la Giunta provinciale, con delibera
n. 311/2009 ha stanziato ulteriori 20 mila euro a favore di Turismo Bergamo per
l'organizzazione della manifestazione Notér de' Bèrghèm.
Considerato che a tutti i partecipanti alla manifestazione sono stati consegnati
dall'organizzazione degli omaggi, nello specifico collane di perle per le signore ed orologi per i
signori.
Scusate un attimo, vorrei far vedere ai Consiglieri presenti: questa è la collana di perle e
questo è l'orologio – per poi arrivare alla documentazione economica – che sono stati offerti.
L'orologio e la collana…
(Intervento fuori microfono non udibile)
CONSIGLIERE PREVEDINI:
Nello specifico collane di perle per le signore…
Scusi, consigliere Rossi, o lei ha la coda di paglia (io non ero presente). Mi lasci finire
l'interrogazione, poi se qualcuno ha la coda di paglia, può prendere la parola e giustificare se
ha ricevuto questi omaggi e chi li ha pagati.
Nella rendicontazione, l'unica voce riferita alla fornitura di omaggi è la fattura n. 11 di Robi
Spagnolo per l'acquisto di gadget, per un importo pari a 5.972 euro. Sul quotidiano l'Eco di
Bergamo, a pagina 15 di lunedì 4 maggio 2009, la partecipazione all'evento veniva stimata in
circa 1500 persone.
Il sottoscritto interroga il Presidente della Provincia di Bergamo per sapere se la fornitura di n.
237 collane di perle coltivate, a fattura n. 11 di Robi Spagnolo laboratorio Gemmologico di
Bergamo, è stata sufficiente ad esaudire la notevole affluenza di pubblico stimata dalla stampa
in 1500 persone;
se la società Turismo Bergamo ha provveduto alla copertura della spesa per l'acquisto degli
orologi distribuiti nel corso dell'evento, non risultando alcuna voce ad essi riconducibili nella
rendicontazione presentata alla Provincia di Bergamo;
se il disavanzo residuo di euro 33.411 euro risultante dalla differenza di quanto rendicontato
dalla Turismo Bergamo e quanto erogato complessivamente dalla Provincia di Bergamo sia
stato posto a carico della società consortile Turismo Bergamo;
se del disavanzo residuo e della spesa per l'acquisto degli orologi eventualmente posti a carico
della Turismo Bergamo sia stata data notizia ai soci della società stessa. Grazie.
PRESIDENTE:
Ha facoltà di rispondere l'assessore Bonassoli. Prego.
ASSESSORE BONASSOLI:
Grazie, Presidente. Risponderò alle domande relative alla prima interrogazione, ossia relative
alle delibere di contributi che sono stati dati a fine anno, a dicembre, alla Turismo Bergamo, in
materia di turismo. Vorrei evitare l'ordine, ma le affronterò tutte.
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Partirei dalle più piccole, per arrivare alle più corpose. Parto dalla delibera n. 575 che
ammonta a 10 mila euro, contributo per la manifestazione L’Oro in Bocca, una manifestazione
che si è tenuta l'estate scorsa, sul lago del Sebino, dove, per la prima volta in Italia, erano
presenti 24 produttori di olio Dop, la quasi totalità italiana di produttori d'olio con la
certificazione Dop, tra Lovere e Sarnico, quindi sulla sponda bergamasca del nostro lago. La
manifestazione si svolgeva attraverso degli educational, ai quali sono stati invitati dei giornalisti
esperti di enogastronomia turistica, ossia di turismo legato all'enogastronomia; hanno avuto
luogo degli incontri di sensibilizzazione e di attenzione a questo prodotto, il tutto con delle
ripercussioni positive sul Lago d'Iseo e su questo bacino che può diventare di eccellenza a
livello nazionale per il turismo legato alla tranquillità, al relax e all'enogastronomia. Durante
questo week-end, sono stati portati avanti corsi di formazione specifica, professionale, ma
sono stati proposti anche degli assaggi, molto partecipati, infatti ad ogni incontro hanno
partecipato più di cento persone, che hanno conosciuto il prodotto, il che ha permesso di
mettere in grande evidenza l'olio del Sebino, che è un olio particolare, prodotto nella
bergamasca, che ha bisogno di essere promosso, proprio per la sua eccellenza, che si sposa
bene con tanti altri nostri prodotti tipici, di cui magari disponiamo in quantità minore, ma che
con la loro alta qualità possono veicolare sul nostro territorio attenzione non solo per quanto
riguarda il turismo, ma anche per l’enogastronomia.
Ripeto, stiamo lavorando su altri eventi per far sì che il Lago d'Iseo diventi un punto di
riferimento legato al mondo dell'olio. In precedenza, da anni, la festa dell'olio veniva
organizzata a Brescia, a Marone, dove al massimo erano presenti nove produttori. Credo,
quindi, che il risultato di avere avuto 24 operatori, provenienti da tutt'Italia sia stato
sicuramente importante, che ha visto per tre giorni Bergamo capitale dell'enogastronomia.
Quest’azione è stata portata avanti – è giusto e doveroso dirlo – grazie anche all'impegno e
all'attività dell'ufficio di rappresentanza della Provincia di Bergamo a Roma, dove ha sede
l'associazione degli oli Dop italiani. È stato un passo importante, che speriamo di poter
riproporre, magari con cadenza biennale o triennale, proprio perché comunque il tema,
l'argomento e le iniziative sul Sebino sono tante, quindi forse la ripetizione biennale è la più
adatta a questo tipo di tema.
L'altro punto che vorrei affrontare è relativo a “Weekend Auguri”, la promozione che si è svolta
nel 2010 per il secondo anno. Non è un'idea che ci siamo inventati noi, ma è una forte richiesta
proveniente dai comprensori sciistici e dagli albergatori delle nostre montagne. L'idea è nata
attraverso questa promozione, questo weekend a pacchetti speciali low cost, proprio per
lanciare la stagione invernale (infatti si svolge sempre ai primi di dicembre) delle nostre
Orobie. Sappiamo che le Orobie non devono vivere solo di sci, ma siamo altrettanto
consapevoli che lo sci non è un'attività sportivo-turistica che dobbiamo abbandonare, quindi a
sostegno del settore, nel 2010, l’iniziativa è stata riproposta a seguito della richiesta di tutti i
comprensori insieme, anzi è stata anche migliorata, infatti la promozione non è stata
concentrata solo in quel weekend iniziale, ma si è protratta durante tutta la stagione, legandola
ad altri avvenimenti, o comunque a promozioni che sono andate a colpire, attraverso la
stampa e la televisione, il bacino della Lombardia e attraverso la radiodiffusione, il canale radio
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Number One, che è considerato il canale degli sciatori, perché è molto presente sul tema
dell'attività sciistica, in tutto il Nord Italia.
Il primo anno è andata bene, ed anche il secondo anno gli operatori hanno avuto dei riscontri,
pertanto ci hanno chiesto di riproporla, abbiamo stretto i panni, e nonostante le difficoltà
economiche, proprio perché crediamo che sia doveroso stimolare attraverso tali iniziative
anche chi, come Foppolo, ha rinnovato gli impianti, come Lizzola, ha realizzato i nuovi rifugi, e
come tante stazioni sciistiche, che hanno investito. Credo che fosse doveroso far presente che
l'Amministrazione provinciale e la Turismo Bergamo sono al loro fianco per sostenere i loro
investimenti a livello promozionale.
Passando agli altri contributi, veniamo al contributo di 80 mila euro relativo alla delibera n. 570
per la serata di presentazione “Visita Bergamo in un click”, serata che si è tenuta il 22
dicembre al Donizetti. Si è trattato di una serata che ha messo in evidenza la volontà di questa
Amministrazione di stimolare i privati, gli operatori turistici ad essere in prima linea insieme con
la Provincia, ma a farlo attraverso delle cose che stimolano. Dobbiamo smetterla di chiedere ai
privati un gettone caduto dall'alto, dobbiamo convincere i privati e gli operatori che investire nel
nostro portale è un'opportunità pubblicitaria. E la presentazione al Donizetti è stato un primo
stimolo in tal senso, per concentrare l'attenzione su questo tipo di opportunità che vogliamo
dare loro: noi non vogliamo l'elemosina dei privati, vogliamo che vedano nei nostri canali
un'opportunità promozionale seria, in cui investire le loro risorse col piacere di avere un ritorno
diretto e concreto.
Vorrei sottolineare che il 60 per cento di questi 80 mila euro sono stati utilizzati per i contenuti
del portale, che sarà presentato non entro la prima metà, ma per la prima metà del 2011. Al
Donizetti eravamo stati chiari: per metà 2011 avremmo presentato il portale e così faremo.
Torno a sottolineare che il 60 per cento di questi 80 mila euro sono stati investiti in contenuti
video, quindi tutta una serie di contenuti che poi saranno presenti nel portale, quindi non sono
riferibili alla serata.
Il restante 40 per cento sono riferibili alla serata, una serata che comunque ha avuto una
triplice valenza, una era di rendere partecipi i cittadini di un evento piacevole, speriamo uno
dei tanti, perché abbiamo mischiato la serata a tante altre iniziative, per esempio a degli
spettacoli; un altro obiettivo era stimolare – come dicevo poc’anzi – gli operatori ad investire in
modo sereno e con voglia nel settore del turismo, tant'è vero che abbiamo voluto mettere gli
operatori in prima fila e i politici dietro, proprio perché la serata era dedicata, in primo luogo, a
chi lavora e a chi investe nel turismo. L'altro obiettivo era ringraziare, dandole l'evidenza che si
merita, un’importante società, la San Pellegrino, che ci ha permesso, a titolo gratuito, e ci
permetterà di essere presente su tante bottiglie, attraverso un sistema che voi conoscete già, il
QR Code, attraverso il quale poter vedere un video promozionale sui telefonini, un video
promosso dalla San Pellegrino a titolo gratuito per la Provincia di Bergamo. Pertanto, ci
sembrava doveroso ringraziarla, mettendo in evidenza un'azienda che ha dato un segnale così
importante per il proprio territorio, facendolo però in modo diverso, nel teatro Donizetti che è il
cuore della nostra Città, rendendole il ringraziamento che si merita.
L'ultimo contributo si riferisce alla delibera n. 576 che ammonta a 525 mila euro, serviti per fare
leva per ottenere il finanziamento necessario alla realizzazione del catalogo unico del brand,
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del marchio d'area e del portale unico del turismo. Si tratta di 125 mila euro extra, oltre la
quota di 375 mila euro che la Provincia mette annualmente in Turismo Bergamo. Però vorrei
sottolineare che tale azione è servita da stimolo, perché non è solo la Provincia che ha creduto
nei nostri progetti, ci ha creduto anche la Camera di Commercio, che ha dato un contributo
extra di 125 mila euro e ci ha creduto anche il Comune che, oltre la quota associativa, ha dato
un contributo extra di 70 mila, con cui ha parificato la quota di proprietà della Turismo
Bergamo.
Credo, quindi, che la soddisfazione di aver coinvolto il Comune e la Camera di Commercio nel
seguire i nostri progetti sia già un passo avanti, ma non è servito solo a questo, è servito ad
ottenere, tramite un protocollo d'intesa, la condivisione con le Comunità montane, di un unico
progetto, progetto che ci ha permesso di andare in Regione e vincere, per la prima volta, tre
bandi sui sistemi turistici. Finalmente, quindi, tutti i nostri tre sistemi turistici sono stati
finanziati. La Provincia di Bergamo è l'unica che ha ricevuto, in tutte le province lombarde,
questo tipo di finanziamento. Vi ricordo, infatti, che su 5 milioni di euro disponibili, 3 milioni di
euro sono andati alla Provincia di Bergamo, alla nostra Provincia. Sicuramente, non è merito
solo dei protagonisti, ma è merito di tutto un territorio che ha saputo fare squadra. A mio
avviso, queste risorse porteranno Bergamo a qualificarsi. Il primo passo è stato l'Urban Center,
anch'esso finanziato da queste iniziative, nonostante abbiamo corso in anticipo, ma la
normativa sui bandi di finanziamento lo permetteva, perché il bando è uscito a luglio. Noi,
quindi, a luglio, siamo partiti direttamente con i lavori, in modo da poter essere pronti a
dicembre. Il che ci ha permesso di essere alla BIT a presentare il nuovo catalogo che
sostituisce questo, che era il catalogo con cui, fino a febbraio, la Provincia di Bergamo si
presentava a tutto il mondo. Un opuscolo degno di un paesino della bassa bergamasca o
dell'alta bergamasca.
(Intervento fuori microfono non udibile)
ASSESSORE BONASSOLI:
Dell'alta o della bassa bergamasca…
Scusate. Degno di un paese, comunque non di una Provincia come quella di Bergamo. Trenta
pagine, testi come se, dal punto di vista grafico, fossero stati scritti dal mio bisnonno. Questo ci
ha permesso di passare ad un catalogo di questo genere, e credo che la rappresentatività
della nostra Provincia, attraverso queste immagini, possa permetterci di presentarci agli
operatori europei e di tutto il mondo e dire: “Bergamo è questo, investite su di noi”.
L'altro è il portale, un portale che, come sapete, unisce cinque portali diversi. Il turista, quindi,
non avrà un messaggio confusionale in partenza, ma avrà le idee chiare, potrà visitare i nostri
territori, potrà visitare le nostre attività produttive. È stato precisato più volte che noi vogliamo
un turista che spenda e che faccia economia. È importante, quindi, mettere in sinergia i bar, i
ristoranti, i produttori di prodotti tipici e tutte le attività che cercano e sperano di vivere di quel
turismo che noi portiamo avanti.
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Il portale sarà pronto a luglio, speriamo possa essere gradito ai Consiglieri, comunque
l'Assessorato resta sempre a disposizione per partecipare alle commissioni e condividere con
voi i percorsi che sta portando avanti. Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie, Assessore. Sul secondo punto dell’interpellanza, ha facoltà di rispondere il Presidente
Pirovano. Prego.
(Intervento fuori microfono non udibile)
PRESIDENTE:
No, dopo vi dichiarate soddisfatti o meno della risposta. No, no. Prego, Presidente.
PRESIDENTE PIROVANO:
Grazie, Presidente. Per velocità di comprensione, comunque anche gli assenti potranno
vedere la registrazione, non abbiamo trovato traccia nella contabilità di Turismo Bergamo – lo
dico perché l’attuale presidente ci ha risposto, dicendoci che non c'era traccia dell'acquisto né
delle collane di perle anucleate – le signore sanno che cosa voglio dire, credo significhi
coltivate – e degli orologi che sono stati ordinati.
Adesso guardiamo: questo è il parziale della contabilità, dove mancano alcuni contributi, però
l'operazione a carico di Turismo Bergamo è costata, alle casse di Turismo Bergamo, 377.245
euro, per quella festa che mi pare si sia svolta il 2 e il 3 maggio 2009. Esattamente 30 giorni
prima delle elezioni provinciali, giusto per capire l'epoca. A fronte di questi 377 mila euro, vi
sono state entrate per 23.833 euro da parte di alcuni sponsor. Sotto c'è un primo acconto della
Provincia di 200 mila euro, che però poi è arrivato a 320 mila euro. Restava, comunque, un
disavanzo a carico di Turismo Bergamo.
Ma andiamo a vedere com’è nata la vicenda delle collane. Il primo documento in nostro
possesso è una mail con la quale si risponde all’allora Presidente della Provincia, a mezzo
della quale si propone il prezzo, è già questo è un po' strano, perché la richiesta di acquisto
delle collane arriva dalla Provincia di Bergamo, ma poi le collane sono transitate da Turismo
Bergamo. Dicevo di una mail in cui si parla del prezzo di queste mille collane di perle, per un
valore, con Iva, di 25.200 euro. Successivamente, abbiamo la conferma d'ordine di Turismo
Bergamo per mille collane, per un totale di 21 mila euro, a questo signore, che è inutile citare,
perché ha fatto semplicemente il suo lavoro. Vi è quindi la conferma d'ordine di Turismo
Bergamo a un'altra società, con la quale si acquistano mille orologi. Uno dei quali avete avuto
modo di vedere poc’anzi, recante il logo della Provincia di Bergamo sia sulla scatola sia sulla
cassa. Di quest’acquisto, però, nella contabilità di Turismo Bergamo, non siamo riusciti a
trovare gli importi pagati. Continuando, possiamo vedere una prima bolla, perché una parte di
queste collane, su 1237, sono state consegnate e pagate da Turismo Bergamo, per un importo
di circa 5 mila euro, e le vedete su questa bolla. Successivamente, potete trovare una mail
della segreteria della presidenza indirizzata a Turismo Bergamo, il cui oggetto è: “gadget per
bergamaschi nel mondo”, nella quale si dice: “Dall'incontro di questa mattina in Provincia, è
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emerso che loro pagano per un massimo di 40 mila euro, Iva compresa. Le fatture sono da
intestare a Rea Dalmine Spa, eccetera, eccetera, eccetera”. Vi è, poi, un'altra mail di Turismo
Bergamo in cui si specifica di fatturare 19.228,00 euro alla Rea Dalmine da fare emettere alla
cortese attenzione del dottor Romei. Successivamente, ci sono le bolle di consegna di 770
collane, il cui destinatario è la Rea di Dalmine Spa, Via Dossi, Dalmine. Presso la
manifestazione “Noter Bergamasc”, presso la Fiera di Bergamo, via Lunga. Vi è un'altra bolla
di consegna di 600 orologi di un modello e 400 di un altro, per un totale di 20 mila euro.
Consigliere Prevedini, non siamo riusciti a trovare traccia dei pagamenti da parte di Turismo
Bergamo, perché Turismo Bergamo non ha pagato né le collane, se non una piccola parte, né
gli orologi. Abbiamo chiesto spiegazioni all'allora presidente, il quale ci ha scritto dicendo di
saperne poco. Evidenzio che il consiglio d'amministrazione, al quale abbiamo fatto le domande
ne era all'oscuro, perché aveva votato all'unanimità durante un Cda di dare incarico, e soltanto
a lui, all’allora presidente di Turismo Bergamo di trattare direttamente sia la festa Noter
Bergamasc, sia l'altra, quella ormai rinomata delle icone russe, costata 784 mila euro al popolo
bergamasco.
Resta il dubbio circa il fatto che non esista – non l'abbiamo trovato, ma sembra non esistere –
un contratto di sponsorizzazione da parte della società Rea nei confronti della Provincia, né il
consenso o il permesso di apporre il logo della Provincia di Bergamo sulle scatole e sulle
casse degli orologi. Quelli che avete in mano, vi prego di restituirli, perché sono di proprietà di
due dipendenti della Provincia che li hanno ricevuti legittimamente.
Pertanto, la risposta è la seguente: questi due gadget omaggi, per un totale di circa 40 mila
euro, non sono un esborso di Turismo Bergamo, perché sono stati pagati, come risulta – non
abbiamo le fatture, ma credo che Turismo Bergamo, attraverso di noi, potrà reperirle – sono
stati pagati dalla Rea di Dalmine. Grazie.
PRESIDENTE:
La parola agli interpellanti per le loro considerazioni. Il Segretario dia atto che in aula non sono
presenti gli interpellanti della prima interrogazione.
Per diritto di replica, ha facoltà di parlare l'interpellante. Prego, consigliere Prevedini.
CONSIGLIERE PREVEDINI:
Grazie, Presidente. Ringrazio il Presidente Pirovano per la spiegazione resami. Guardando i
conti, mi rendo conto che stiamo parlando di una spesa di 433 mila euro, coperti solamente
con 377 mila euro da soldi della Provincia. Stiamo parlando di… ma poi abbiamo un'altra
copertura, comunque una diversità di circa 40 mila euro, che non sono stati dimostrati da
alcuna convenzione di patrocinio o di sponsorizzazione per la manifestazione.
Ad oggi, quindi, non abbiamo documentazione che possa giustificare l'esborso di 40 mila euro
da parte della ditta Rea nei confronti della manifestazione Noter Bergamasc.
PRESIDENTE:
Va bene, grazie. Consigliere, si dichiara soddisfatto o insoddisfatto?
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(Intervento fuori microfono non udibile)
PRESIDENTE:
Soddisfatto. Grazie.
(Intervento fuori microfono non udibile)
PRESIDENTE:
L'ho già chiesto, ma non c'era nessuno in aula. Prego, lo faccia adesso. Prego. Volevo mettere
in evidenza che non si è trattato di una dimenticanza, ma è dovuta alla vostra assenza. Prego,
lo faccia.
CONSIGLIERE VERGALLI:
Al Presidente del Consiglio Provinciale, Avvocato Magri.
Con la presente trasmetto, con profondo dispiacere, la mia formale protesta per quella che
ritengo sia una pretestuosa anticipazione, al di là e al di fuori di quanto stabilito dal nostro
regolamento provinciale e dalla Conferenza dei Capigruppo, di un'interpellanza che nulla
c'entra con la nostra, da molto tempo definita all'ordine del giorno. Tale interpellanza non è
neanche iscritta all'ordine del giorno odierno ed è palesemente priva di fondamento.
Ritenendola, quindi, al di fuori di queste regole, le manifestiamo il nostro disappunto e per
questo abbiamo deciso di non partecipare alla discussione e siamo usciti. Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie a lei, se me la consegna, la mettiamo agli atti. Non può dire se è soddisfatto o
insoddisfatto perché ovviamente non ha ascoltato la risposta.
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O.d.g. n. 5 - Delib. n. 55
PRESIDENTE:
Proseguiamo i nostri lavori con la trattazione del punto n. 5 all'ordine del giorno: Interpellanza
presentata dal consigliere Giudici (UDC) in merito all'Oasi di protezione “Valpredina” in
Comune di Cenate Sopra.
Invito il presentatore ad illustrarla. Prego, consigliere Giudici.
CONSIGLIERE GIUDICI:
Grazie, Presidente. Oasi di protezione Valpredina, è un problema e come tale necessita di
un'analisi, pertanto ci poniamo alcune domande. È un problema perché, a parte la lettera
inviataci dall'Amministrazione comunale, che denota le difficoltà, ci sono pervenute anche le
firme dei cittadini, in quanto la fruizione dell'area interessata determina grossi problemi ai
cittadini e sulla vita antropica del Comune.
Una piccola premessa per capire come si è giunti a quest'oasi di protezione. Partendo dal
1982, il Consiglio regionale, con delibera apposita, in data 8 luglio, istituisce la Riserva
Naturale denominata Valpredina, di 37 ettari, sui fondi di uno specifico lascito da parte dei
coniugi Bardoneschi. Il Consiglio regionale, tre anni dopo, nel marzo dell'85, affidava la
predetta Riserva Naturale in gestione all'associazione WWF Italia.
La delibera della Provincia di Bergamo, susseguente del ‘94, perché l'apposito piano faunistico
venatorio, nel luglio del ’94, ha incluso la Riserva Naturale Valpredina nella propria
pianificazione, con la medesima area di ettari 37. Nulla, quindi, era cambiato. La situazione
cambia però il 9 maggio 2006, quando cambia il piano faunistico venatorio, di cui nei mesi
scorsi abbiamo visto le pecche, perché la Provincia ha ulteriormente esteso l'oasi di protezione
denominata Valpredina che già includeva l'omonima riserva naturale fino a ettari 330,37 e,
contestualmente, istituiva una zona di ripopolamento e cattura, denominata Cenate Sotto,
ricadente parte nel Comune di Cenate Sopra per ulteriori 50 ettari. Il piano faunistico del 2007
rideterminava le dimensioni di questa oasi di protezione, riducendole a 216,13 ettari. Subito
integrati, nel nuovo piano faunistico del 9 luglio 2008, che la riportava a 300 ettari.
Nel frattempo, la Regione Lombardia, nel 2006, aveva individuato e proposto come Sito di
Importanza Comunitaria, SIC, il sito Valpredina, affidandone ancora la gestione al WWF. Nel
2008, il Ministro Alfonso Pecoraro Scanio riconosceva all'area Valpredina la qualifica di Sito di
Importanza Comunitaria, vincolandolo così a tutte la restituzione e le procedure burocratiche
previste per i tutti piani e i progetti da realizzarsi nei siti della rete Natura 2000. Va anche detto
che alcune di queste limitazioni sono proprie precipue caratteristiche della normativa del
decreto che non fanno affidamento, poco o nulla, con la norma europea.
Nel 2001, la Regione Lombardia autorizzava un ulteriore istituto, il centro di recupero animali
selvatici, con sede proprio presso la riserva Valpredina, affidandone ancora una volta la
gestione all'Associazione WWF Italia. Di fatto, determinando una stratificazione di istituti di
protezione, riserva naturale, CRAS, SIC, oasi di protezione, sempre affidati alla stessa
associazione, il WWF, quindi si sono sovrapposte tutta una serie di vincoli protezionistici.
Ebbene, chiediamo all'Assessore competente in primo luogo quali sono i rapporti economici
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intercorrenti tra la Provincia di Bergamo e la direzione della sopraccitata Riserva Naturale
Valpredina, soprattutto, in merito al servizio di recuperi animali selvatici feriti. Voi sapete che
gli animali selvatici feriti vengono portati là, rimessi in sesto e poi rilasciati.
In secondo luogo, chi è il responsabile della gestione di detta riserva e del CRAS, e se ne ha i
titoli, perché spesso assistiamo a promozioni sul campo, anche senza qualifiche; da chi è stato
nominato e – se è lecito sapere – quanto si resta in carica.
In terzo luogo, se nella prossima pianificazione faunistico-venatoria di competenza della
Provincia di Bergamo sia possibile ricondurre la perimetrazione dell'oasi di protezione entro e
non oltre i confini del rispettivo SIC, come richiesto dall'Amministrazione comunale e in
subordine come si intende affrontare il caso in questione nella prossima pianificazione
venatoria, anche in considerazione delle problematiche di carattere sociale sollevate
dall'Amministrazione. Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie, consigliere Giudici. Ha facoltà di rispondere l'assessore Cottini. Prego.
ASSESSORE COTTINI:
Grazie, Presidente. Si tratta di domande semplici, che presumono risposte semplici, in quanto
sono domande di carattere tecnico.
Per quanto concerne la prima domanda, cioè quali sono i rapporti di carattere economico tra la
Provincia e il caso della Valpredina, cioè il centro di recupero della fauna selvatica, sono
rapporti di carattere convenzionatorio, esiste una convenzione in essere tra la Provincia di
Bergamo e il CRAS, che demanda al CRAS tutte quelle competenze che sarebbero della
Provincia, che ovviamente nessuna provincia è in grado di esercitare, e che allo scopo utilizza
centri specifici che hanno tutte le caratteristiche tecniche. Ben sapendo che gli unici centri
specifici che erano autorizzati ad esercitare questo tipo di funzione erano quelli derivanti dalle
associazioni ambientaliste, prima che fosse emendata la legge n. 26.
Questa convenzione è iniziata nel corso del 2002, è arrivata ad essere un impegno economico
nel 2006 di 20 mila euro annui forfettari, per tutte le competenze specifiche che il CRAS svolge
a nome e per conto della Provincia. Nel 2009 ci fu una rivalutazione Istat e furono portati a 22
mila euro; contemporaneamente fu presentata e portata avanti una richiesta di rivalutazione
dal CRAS della Valpredina, in quanto dimostrarono con certificazione di interventi effettuati un
incremento, nel corso degli anni, del 47 per cento degli interventi di recupero della fauna
selvatica e, a fronte di queste dichiarazioni e certificazioni, necessariamente, poiché il lavoro
va retribuito e, ricordo, le competenze sono della Provincia di Bergamo, venne realizzata una
nuova convenzione che riconosce al CRAS della Valpredina un compenso forfettario annuo di
30 mila euro per tutte le opere che svolge a nome e per conto della Provincia di Bergamo.
Oggi, sapete che la legge n. 26 è stata emendata ed è stata aggiunta tutta una serie di nuovi
parametri che possono individuare nuovi gestori di centri di recupero della fauna selvatica,
sempre che ottengano l'autorizzazione al funzionamento da parte della Regione Lombardia.
La convenzione in essere, quindi, oggi, prevede una componente economica di 30 mila euro
annui, da erogare al CRAS della Valpredina.
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La seconda domanda chiede chi è il responsabile della gestione di detta riserva. Consigliere
Giudici, lo conosciamo tutti bene, lo conosce bene anche lei, è il dottor Enzo Mauri, che è il
gestore dell'oasi e il responsabile del CRAS, del centro di recupero della fauna selvatica della
Valpredina. Se ne ha i titoli? Bene. La nota della Regione Lombardia prevedeva che non ci
dovevano essere titoli all'atto dell'apertura e del convenzionamento, essi furono regolamentati
solo da una delibera di Giunta provinciale successiva, del ’99, che però specificò che erano
fatti salvi tutti coloro che erano stati nominati prima, indipendentemente da ciò che quella
delibera poneva in essere come titoli di merito o di professionalità. Evidentemente, quindi,
allora il dottor Mauri era perfettamente autorizzato a ricoprire i ruoli che ricopre ancora oggi.
Da chi è stato nominato? È competenza del World Wildlife Fund nominare i direttori delle oasi
e i responsabili dei CRAS. La nomina, quindi, è venuta direttamente dall'associazione WWF
della Regione Lombardia, che ha competenza per farlo. Quanto tempo rimane in carica? Un
tempo illimitato il responsabile del CRAS; quattro anni rinnovabili il responsabile dell'oasi della
Valpredina, sempre su nomina della sua associazione di competenza, che è il WWF.
La terza domanda è se nella prossima pianificazione faunistico-venatoria di competenza della
Provincia di Bergamo – del Consiglio provinciale – sia possibile ricondurre la perimetrazione
dell'oasi di protezione Valpredina entro e non oltre i confini del rispettivo SIC, come richiesto
formalmente dal Comune di Cenate.
La pianificazione del piano faunistico venatorio provinciale può determinare aumenti o riduzioni
delle oasi, purché queste non riducano le volumetrie previste dalle definizioni amministrative di
carattere regionale. Tutto ciò che viene in più o in riduzione ulteriore può essere fatto, purché
non intacchi quelli che sono gli elementi superficiali definiti dall'organo preposto, che è la
Regione Lombardia.
In subordine, l'ultima domanda è come intenda affrontare il caso in questione la prossima
pianificazione venatoria, anche in considerazione delle problematiche di carattere sociale
sollevate dall'Amministrazione comunale. Io non ho mai fatto problemi nel riconoscere che
tutte queste competenze sono del Consiglio provinciale e degli organi propedeutici al Consiglio
provinciale, cioè delle commissioni. La domanda, quindi, va posta al Consiglio provinciale e ai
Consiglieri provinciali, se intendano e come intendano intervenire in questo ambito, facendo
però una considerazione – se me lo consentite – di carattere etico e di coerenza
amministrativa, in quanto nella medesima interpellanza presentata è molto ben specificato che
l'oasi era di 37 ettari, che nel piano faunistico del 2006, cioè dal Consiglio provinciale, viene
portata a 330 ettari, che nel 2007 venne ridotta a 216 ettari, che nel 2008 venne riportata a
300 ettari. Al di là di una leggera confusione di carattere superficiale, che da 300 torna a 200
ettari, e poi ritorna a 300 ettari, credo (anche perché nel deliberato è specificato molto bene)
che la questione che riguarda il piano faunistico viene anche discussa al fine di una
conveniente, coerente, condivisa e partecipata gestione faunistica venatoria del territorio agrosilvo-pastorale della Provincia. Il piano faunistico venatorio, quindi, pur parlando ad un
cacciatore, è composto fondamentalmente di due fasi, l’una quella venatoria, che regolamenta
la parte venatoria, l'altra quella faunistica ambientale che, al contrario, definisce
superficialmente quali sono le aree che devono essere destinate a migliorare la qualità
ambientale per la ripopolazione faunistica. Sono due concezioni molto diverse, se non
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contrastanti. Questa seconda concezione che deriva da una valutazione di impatto ambientale
e da una valutazione ambientale strategica, che viene fatta per tre volte e che determina per
tre volte dal Consiglio provinciale la necessità comunque di destinare un'area di certe superfici
a un’oasi di protezione ambientale, per coerenza amministrativa, in quanto i piani faunistici
sono stati approvati quasi all'unanimità, dovrebbe essere mantenuta dal Consiglio provinciale.
Ma evidentemente siccome voi dovete decidere e dovete proporre nel merito, sarete voi che
deciderete se ritenere opportune le proposte del Comune di Cenate che dovrà rifare in ambito
di valutazione ambientale strategiche, in quanto ho detto in commissione che quelle pervenute
possono essere considerate come consigli, ma le osservazione che verranno controdedotte
saranno quelle effettuate poi nell'ambito della conferenza di VAS e sarete voi che dovrete
decidere se queste deliberazioni consiliari erano o non erano coerenti con le vostre indicazioni
o se incoerente, evidentemente, proporre una modifica sostanziale di queste vostre
deliberazioni consiliari.
L'ultima domanda la rimandano al Consiglio non perché me ne voglia lavare le mani, ma la
rimando a voi, ricordando ai Consiglieri presenti in quella consiliatura, che avete affrontato per
tre volte, nella medesima consiliatura, la stessa discussione, la stessa VAS, la stessa VIA e
per tre volte vi siete espressi dicendo che questa determinazione e questa deliberazione
aveva una congruità di carattere etico, ambientale e strategico. Starà, quindi, a coloro che
c'erano allora, ma anche ai nuovi, decidere se è conveniente mantenere questa indicazione o
se è utile, per venire incontro alle nuove esigenze, modificarla.
Spero e mi auguro, anche perché parlo ad un tecnico che conosce molto bene l'ambito
venatorio, di avere soddisfatto le sue richieste, e termino il mio intervento.
PRESIDENTE:
Grazie, Assessore. Per diritto di replica, ha facoltà di parlare l'interpellante. Prego.
CONSIGLIERE GIUDICI:
Grazie, Presidente. Ringrazio l'assessore per la correttezza e la precisione con la quale mi ha
risposto. Giustamente, ricordiamoci che le nostre determinazioni devono essere prettamente
etiche e poi coerenti nell'arco del tempo. Grazie.
PRESIDENTE: Come si dichiara?
CONSIGLIERE GIUDICI:
Con due grazie, direi soddisfatto.
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PRESIDENTE:
Bene. Abbiamo esaurito le due prime due ore dei nostri lavori, pertanto passiamo alla
trattazione delle proposte di deliberazione. Come avevamo deciso in sede di Conferenza dei
Capigruppo, abbiamo due proposte che sono in scadenza, che sono da portare nei consigli di
amministrazione, le proposte di cui ai punti n. 31 e 32 all'ordine del giorno: “Bergamo Fiera
Nuova S.p.A.: modifica dello statuto sociale”. e “Agripromo Bergamo Srl: operazione di
copertura delle perdite e ricostituzione del capitale sociale e conseguente uscita della
Provincia di Bergamo dalla compagine societaria”.
In ordine, tratteremo l'oggetto di cui al punto n. 31, su cui relazionerà l'assessore Anelli.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il consigliere Cornolti: ne ha facoltà.
CONSIGLIERE CORNOLTI:
Non deve porre in votazione lo spostamento dei punti n. 31 e n. 32, Presidente? Io ho
partecipato alla Conferenza dei Capigruppo, ed abbiamo tutti concordato sulla necessità,
aderendo alla richiesta della Giunta, di trattare i due argomenti. Mi sarei aspettato che dopo il
punto n. 16, finite le interpellanze, vi fosse il punto n. 17, ex punto n. 31 e il punto seguente.
Siccome in quest'ordine del giorno vi sono altre imprecisioni, compresa la mancata messa
all'ordine del giorno dell'interpellanza del consigliere Prevedini, non era all'ordine del giorno, e
siccome l'ordine del giorno reca i punti n. 31 e n. 32, chiedo che il Presidente ponga in
votazione l'anticipazione della trattazione dei punti n. 31 e n. 32.
PRESIDENTE:
Dal punto di vista formale, lei ha perfettamente ragione, siccome la
(Intervento fuori microfono non udibile)
PRESIDENTE:
Si, certo. Ha perfettamente ragione. Siccome in sede di Conferenza dei Capigruppo, gli uffici
hanno verbalizzato lo spostamento nell'indicazione dell'ordine del giorno, ma poi di fatto ciò
non è avvenuto, lo davo per pacifico, quindi stanti i motivi e le argomentazioni già ampiamente
trattati nell'Ufficio di Presidenza e nella Conferenza dei Capigruppo, chiedo al Consiglio di
esprimersi circa l'anticipazione della trattazione dei punti n. 31 e n. 32 all'ordine del giorno. È
aperta la votazione.
VOTAZIONE
PRESIDENTE:
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 27, astenuto 1 (Magri). Il Consiglio provinciale approva
all'unanimità.
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O.d.g. n. 31 - Delib. n. 56
PRESIDENTE:
Pertanto, prego il Presidente della Provincia di illustrare al Consiglio la proposta n. 2011/26
avente ad oggetto: Bergamo Fiera Nuova S.p.A.: modifica dello statuto sociale. Prego.
PRESIDENTE PIROVANO:
Grazie, Presidente. Giovedì prossimo, avrà luogo l'assemblea, durante la quale sarà
modificato il numero dei membri della stessa, che sarà portata ad un massimo di cinque e
quindi…
Però, scusatemi, perché non mi hanno ancora dato… Non so come mai… Scusatemi, ma oggi
non è che funzioni molto bene.
Ebbene, vi do lettura del testo così com’era e com’è: “La società è amministrata da un
consiglio di amministrazione composto da cinque a nove membri eletti dall'assemblea. Gli
amministratori possono anche essere non soci. Essi, eccetera, eccetera…”
Andiamo alla modifica, che facciamo prima: “La società è amministrata da un consiglio di
amministrazione composto da un numero massimo di cinque membri eletti dall'assemblea”.
Da nove a cinque come prevede la legge. La modifica dello statuto è semplicemente questa.
Grazie.
PRESIDENTE:
È aperta la discussione generale. Ha chiesto la parola il consigliere Bettera: ne ha facoltà.
CONSIGLIERE BETTERA:
Grazie, Presidente. Per puntualizzare e per vedere se ho capito: si scende da nove a cinque
come numero massimo. In realtà, oggi, i membri del Cda sono sette, almeno così mi pare. In
teoria, quindi, cinque è il massimo, ma potrebbero essere anche di meno. È così? È una
domanda.
PRESIDENTE:
Vi sono altri interventi? No.
(Intervento fuori microfono non udibile)
PRESIDENTE:
Se ci sono altri interventi, il Presidente risponderà a tutte le domande nel corso di un unico
intervento. Prego, Presidente. Al quesito posto dal consigliere Bettera.
PRESIDENTE PIROVANO:
Sì, potrebbero anche essere meno, però vi è una compagine sociale che deve essere
rappresentata, per cui nei cinque si riesce a mantenere l'equilibrio delle quote societarie,
inserendo anche un rappresentante della Regione all'interno dei cinque. Vi dirò che per
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inserire il rappresentante della Regione, la Provincia ha rinunciato ad uno dei suoi due
rappresentanti. Sono cinque, meno di così, neanche a fare le spremute, si riuscirebbe a
mantenere le rappresentanze di tutte le istituzioni che hanno immesso capitali nella Fiera.
PRESIDENTE:
Grazie. È chiusa la discussione generale. Non essendovi richieste di intervento in sede di
dichiarazione, pongo in votazione la proposta di deliberazione. È aperta la votazione.
VOTAZIONE
PRESIDENTE:
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32, contrari zero, astenuti zero. Il Consiglio provinciale
approva all'unanimità.
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O.d.g. n. 32 - Delib. n. 57
PRESIDENTE:
Proseguiamo i nostri lavori con la trattazione del punto n. 32 all'ordine del giorno: Agripromo
Bergamo Srl: operazione di copertura delle perdite e ricostituzione del capitale sociale e
conseguente uscita della Provincia di Bergamo dalla compagine societaria.
Ha facoltà di relazionare al Consiglio il Presidente della Provincia, onorevole Ettore Pirovano.
Prego.
PRESIDENTE PIROVANO:
Grazie, Presidente. Nel corso dei mesi, come sapete, abbiamo interloquito con Agripromo se
vi fossero degli sbocchi per questa società. Da questa postazione avevo anche detto che
avremmo auspicato di poterla inserire, almeno come marchio, all'interno di Turismo Bergamo.
Abbiamo approfondito le questioni relative al bilancio della società e abbiamo anche subito
una legge che ci impedisce di ricapitalizzare le società partecipate, e noi siamo i detentori del
51 per cento delle quote di questa società.
Inoltre, nel periodo in cui abbiamo mantenuto in vita la società Agripromo, abbiamo subito uno
statuto che non potrebbe essere sostenuto da un ente pubblico, perché la
commercializzazione, che è stata inserita nello statuto di Agripromo, non può consentire ad un
ente pubblico di essere parte di una società che la pratica, perché, di fatto, noi ci siamo trovati
di fronte ad una società che incassava dei contributi, ufficialmente non si sa a che titolo, che
servivano a renderla concorrenziale sul mercato, tanto da poter abbassare i prezzi di vendita a
volte anche al di sotto dei prezzi di costo.
Abbiamo a lungo dialogato con i soci, ho dialogato personalmente anche con Coldiretti per
capire quale fosse la loro esatta posizione in materia. E quando ho annunciato alla Banca di
Credito Cooperativo di Treviglio e alla Banca di Credito Cooperativo di Caravaggio la nostra
intenzione di non poter e non voler ricapitalizzare a fronte delle esposizioni di Agripromo che
noi non potevamo e non volevamo più sostenere, hanno cominciato a cercare delle alternative.
Nel corso di una veloce e assidua operazione di scambio di documenti, siamo arrivati alla
formulazione del conto consuntivo, che oggi vi trovate davanti, che sarà oggetto di votazione
nell'assemblea ordinaria di Agripromo, alla quale dovrei partecipare, e se ci sarò parteciperò,
altrimenti delegherò il Direttore generale, dottor Passarello, e, successivamente, ma nella
stessa giornata, si svolgerà l'assemblea straordinaria, durante la quale la Provincia annuncerà
la sua fuoriuscita da Agripromo. La Provincia ha ottenuto che venga cambiato il nome di
Agripromo, per fare in modo che ci sia discontinuità con l'attuale sigla, ed il nuovo nome, da
Agripromo Bergamo S.r.l., sarà Agripromo Società per lo Sviluppo del Territorio S.r.l.
Nel frattempo, però, la Provincia ha scritto, circa un mese e mezzo fa, una lettera – che vi
prego, per cortesia, di portarmi –, una lettera al dottor Malvestiti, con la quale decidiamo di
aderire alla società che è stata creata da Confindustria, dalla Camera di Commercio per la
valorizzazione e la sponsorizzazione del territorio.
Pertanto, la Provincia non ha alcuna intenzione di rinunciare alla promozione dei prodotti
agroalimentari del territorio. Ha scelto, e vi chiede di scegliere, di farlo in modo diverso,
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innanzitutto in sintonia con le leggi, evitando di inserire nelle nostre competenze la
commercializzazione dei prodotti, cosa che non possiamo assolutamente permetterci di fare,
ma di sponsorizzare in modo concreto, attraverso quest’impresa. Adesso vi darò lettura della
lettera, della quale posso fare predisporre delle copie, ma credo che le abbiate già avute, però
la però la formalità è giusta.
L'impegno della Provincia, e mio personale, più che della Provincia, ma che proporrò come
Presidente della Provincia, è quello di trovare una soluzione ai problemi dei dipendenti di
Agripromo che sono in cassa integrazione fino ad agosto. Ovviamente, non posso prendere un
impegno come Presidente, ma come Ettore Pirovano che riveste la carica di Presidente, quindi
lo faccio a titolo personale, utilizzando le conoscenza che ho la fortuna di avere, attraverso il
fatto di essere il Presidente della Provincia, ma ovviamente non posso farlo in quanto
Presidente. Questo credo lo capiate benissimo. Lo farò per fare in modo che queste tre
persone, che oggi sono in cassa integrazione, riescano a trovare una sistemazione dignitosa ,
che dia loro la possibilità di continuare a lavorare, l'ho già detto a loro personalmente, e lo
ribadisco in questa sede.
Resta, però, il fatto che ci vogliamo sganciare da questa società; che vogliamo fare in modo
che la Provincia continui a promuovere il territorio. Vi leggo soltanto quattro righe della delibera
di Giunta del 28 marzo 2011: “Si delibera di aderire in qualità di socio sostenitore alla
Associazione Promozione del Territorio, con sede a Bergamo, in via Borgo Palazzo, dando
atto che l'importo relativo alla quote di adesione a carico della Provincia per l'anno 2011 trova
copertura al capitolo 190, quote di partecipazione alle associazioni delle autonomie locali,
eccetera, eccetera, eccetera”. Però mi manca la lettera, o forse c'è, non c'è. Comunque, a
seguito della delibera di Giunta, ho scritto una lettera di adesione alla società Promozione del
Territorio, quindi, da questo punto di vista, siamo formalmente a posto e garantiti da una forma
associativa che credo sia molto più – mi spiace dirlo – attendibile del lavoro svolto finora da
Agripromo. Mi dispiace per i dipendenti, che sono qui e ci sentono e che non hanno alcuna
responsabilità, però, la conduzione di questa società non ha brillato proprio per capacità
manageriali, non posso non dirlo, anche perché l'ho già detto di persona alle persone alle quali
sono destinate queste mie considerazioni.
È stata una brutta avventura. Mi può dire quanti soldi abbiamo…
(Intervento fuori microfono non udibile)
PRESIDENTE PIROVANO:
La Provincia, quindi, dal 2003 al 2009, ha erogato 1 milione 138 mila euro ad Agripromo.
Questi invece?
(Intervento fuori microfono non udibile)
PRESIDENTE PIROVANO:
Le perdite, al 2009, ammontano a 686 mila euro, a fronte di 1 milione 138 mila euro versato
dalla Provincia. Dal 2009, cioè da quando si è insediata questa Amministrazione, non abbiamo
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più dato contributi ad Agripromo, anche perché, a fronte di un contributo, avremmo voluto
vedere dei risultati, o quanto meno un progetto industriale, anche se siamo a livello artigianale,
un progetto artigianale.
(Intervento fuori microfono non udibile)
PRESIDENTE PIROVANO:
Beh, abbiamo dato quello del 2009, perché era già stato deliberato dall'Amministrazione
precedente, però, da quella data in poi, non ne abbiamo più dati, perché avevamo chiesto
come contropartita di farci i progetti di rientro delle perdite. Queste cose, ad oggi, non siamo
riusciti ad ottenerle. Sono convinto che la nuova società, che è sostenuta da due banche, che
credo abbiano trovato altri soci, dovrà trovare il sistema di garantire il rientro del debito, in
tempi decorosi.
Pertanto, ciò che oggi siete chiamati a votare è il mandato al Presidente, o a colui che il
Presidente delegherà, di andare in assemblea ordinaria e straordinaria per decidere la
fuoriuscita definitiva della Provincia di Bergamo dalla società Agripromo.
Abbiamo fatto un riassunto, perché abbiamo parlato già tante volte di questa società, di come,
a volte, si siano trovati anche degli importi consistenti riguardanti consulenze all'interno degli
ammortamenti, in anni passati. Questa volta, il bilancio è stato minuziosamente vergato con
più attenzione. Ovviamente, per deliberare la fuoriuscita deve essere consolidato il conto
consuntivo, ma con la delibera sottoposta alla vostra attenzione vi si chiede di darmi mandato
di andare e di decidere di uscire.
So che è stato presentato un emendamento, che è assolutamente condivisibile, anche perché
non modifica il senso di quanto ci stiamo dicendo. Rendo omaggio ai dipendenti che sono qui
presenti, ai quali ripeto quanto ho detto di persona, l'ho ripetuto in forma ufficiale.
Mi dispiace che sia andata male, perché l'idea iniziale era assolutamente buona, i posteri
andranno a vedere come mai, a me non interessa; mi interessa, però, liberare da questa
piccola palla di piombo la Provincia, perché abbiamo altri problemi da risolvere ed almeno
questo dobbiamo risolverlo in modo definitivo. Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie, Presidente Pirovano. È aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il consigliere Oriani: ne ha facoltà.
CONSIGLIERE ORIANI:
Grazie, Presidente. Ringrazio il Presidente Pirovano innanzitutto per le parole espresse nei
confronti dei dipendenti, che pagano a causa di una gestione poco oculata di considerevoli
cifre dei soldi dei cittadini bergamaschi. Gestione poco oculata, perché Agripromo, in otto anni,
oltre ai finanziamenti della Provincia, ha accumulato perdite nei bilanci di esercizio per oltre
777 mila euro. Probabilmente, fin da subito, l'obiettivo era sbagliato o la gestione per arrivare
all'obiettivo è stata sbagliata, perché la promozione dei nostri prodotti è sicuramente
importante, è sicuramente un'iniziativa da portare avanti, ma le modalità con cui è stata fatta e
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gestita non sono state adeguate, visti i risultati. Probabilmente, l'impresa – perché Agripromo,
oltre alla promozione, faceva commercializzazione – non ha dato i risultati sperati. Qui, come
in altre società della Provincia, si è perso di vista, ancora una volta, il principio di sussidiarietà
che dovrebbe guidare un amministratore pubblico, che dovrebbe guidare un'amministrazione
affinché il pubblico non faccia ciò che fanno egregiamente i privati sul mercato.
Per quanto attiene alla delibera di oggi, vorrei proporre una riflessione, perché ci viene
richiesto, come Consiglio, di dare mandato al rappresentante legale della Provincia, di
esprimere un voto anche sul bilancio. È un'osservazione, ritengo che non è competenza di
questa Assise votare i bilanci delle partecipate, è di competenza del rappresentante legale.
Invece, è sicuramente di nostra competenza stabilire la dismissione delle quote sociali, cioè la
parte straordinaria di quello che verrà in assemblea, e su questo sono perfettamente
d'accordo. Come ha ben detto il Presidente, bisogna chiudere questa pagina di Agripromo,
perché ha generato perdite ed insuccessi; bisogna farlo in questo momento, perché ci sono
dei privati che hanno stabilito e deciso di subentrare e di portare avanti l'attività e di caricarsi
anche della situazione di indebitamento per 686 mila euro, di cui una parte nei confronti dei
fornitori, quindi di agricoltori, di impresa del nostro territorio che, ovviamente, hanno bisogno di
avere una garanzia per poter rientrare dei crediti di cui godono, che per loro, in questo
momento di difficoltà economica sono importanti e fondamentali.
Ribadisco, quindi, che è giusto uscire, è giusto lasciare Agripromo. Ringrazio il Presidente per
l'attenzione nei confronti dei dipendenti. Sono certo che portare avanti quanto qui promesso
davanti a tutti, per cercare di trovare loro un adeguato ricollocamento. Auspico, ed è questo
l'invito che faccio a chi andrà in assemblea, ai nuovi soci, di avere particolare attenzione nel
ripianare i debiti verso i nostri agricoltori, verso i nostri produttori che godono di questi crediti.
Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie, consigliere Oriani. Ha chiesto la parola il consigliere Giudici: ne ha facoltà.
CONSIGLIERE GIUDICI:
Grazie, Presidente. Ricollegandomi a quanto detto dal collega Oriani, auspico anch’io che
vengano soddisfatti i debiti, visto che anche le nostre società agricole vantano qualche credito.
Va bene, però si tratta di piccole cose.
Entrando nel merito, io disgiungerei il problema. Il problema iniziale era che queste società
sono sorte per cercare di valorizzare le nostre produzioni. È pur vero che la partecipazione
non era a tutte le società, era solo di alcune zone. Però l'iniziativa di portare avanti la
valorizzazione, quindi la disponibilità del pubblico nel pubblicizzare la conoscenza dei nostri
prodotti, era positiva. Immaginiamoci, in tal senso, l'esposizione all'aeroporto di Orio, come
rendesse quest'immagine uno specchio, una vetrina dei nostri prodotti. Gestita male. Può
darsi. Non entro nel merito. Ma noi avevamo già contestato la situazione della
commercializzazione, che era inverosimile dal punto di vista gestionale, perché qualche volta
si giocava in concorrenza economica con gli altri venditori, quindi il discorso diventava
abbastanza critico nell’ambito della commercializzazione dei prodotti alimentari, perché
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qualcuno usava il cartello, noi no. Qualche problema, quindi, c'è stato. Tuttavia, l'immagine
delle nostre imprese e delle nostre aziende andava nel mondo. Immaginiamoci chi arrivava ad
Orio come avesse conoscenza dei nostri prodotti. Non andava certo male, quindi non vedo
male i contributi che sono stati dati, perché sono stati finalizzati alla sponsorizzazione dei
nostri prodotti, in quanto le nostre aziende non avevano certo soldi per sponsorizzarsi da sole.
Purtroppo, la gestione è andata a finire così. In generale, però, sorge la domanda: siamo certi
che l'ingresso in questa società che mantiene il marchio, lo stesso marchio, sebbene
modificato sia positiva? Quale possibilità di rappresentanza avrà delle nostre aziende?
E, in seconda battuta, Presidente, conferire alla promozione turistica la responsabilità della
promozione dei nostri prodotti comporterà comunque, indipendentemente da come entriamo,
delle spese in sponsorizzazioni, per cercare di far funzionare la situazione dal punto di vista
turistico promozionale. Pertanto, uscire e chiudere, per entrare in un'altra società, di cui non
sappiamo ancora come finirà la situazione e come inizierà, mi suscita qualche perplessità.
Potrebbe essere comunque proponibile mantenere una minima parte, per avere la possibilità
che qualcuno non privilegi una parte della Provincia, visto che noi stiamo delocalizzando i
trasporti e delocalizzando le imprese.
Fa bene la BREBEMI, lo sappiamo, ma sappiamo cosa costerà alle nostre imprese di media e
di alta valle la delocalizzazione produttiva verso la BREBEMI. Alla fine, non vorrei che fosse
una delocalizzazione anche di responsabilità nella promozionale dei nostri prodotti, per cui
dovremmo poi inventarci in alta montagna un'altra società che scenda a valle alla conquista
del mercato. Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie, consigliere Giudici. Ha chiesto la parola il consigliere Piccioli Cappelli: ne ha facoltà.
CONSIGLIERE PICCIOLI CAPPELLI:
Grazie, Presidente. Purtroppo, siamo arrivati ad un capolinea annunciato, ossia alla
dismissione della Provincia dalla partecipazione maggioritaria di Agripromo. Purtroppo, dico io,
perché sicuramente c’erano tutte le buone intenzioni, in anni diversi dal punto di vista della
disponibilità economica della Provincia, per la valorizzazione e la promozione dei prodotti tipici
bergamaschi, però, a causa sia di un passivo così metodico annuale, costante tutti gli anni,
che noi, come gruppo Lega Nord, già negli anni precedenti avevamo evidenziato quale
elemento di negatività riguardante la gestione di Agripromo, per il quale bisognava trovare una
soluzione. Non era possibile, non era pensabile che ci fosse la sovrapposizione di un'attività di
promozione, legittima ed auspicabile, ed una gestione in negativo, in rosso della società.
Non chiedetemi di analizzare i motivi di questa gestione che comunque dava dei risultati in
passivo, in rosso. Tre anni fa, si è cercato di ridare slancio, di ridare vita, in un'ottica, in
versione diversa, più amministrativa, più gestionale, di marketing, in sostanza, così come si
era sempre sostenuto, che era mancata una politica di marketing in questa società, per cui i
debiti erano stati accumulati per questo motivo, ma neanche gli ultimi due o tre anni sono
serviti a risanare dal punto di vista economico questa società.
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Pertanto non esiste altra soluzione che la dismissione, anche se con dispiacere, ovviamente.
Ricordo che la società stessa, tra l'altro, era servita, negli anni scorsi, come elemento di
promozione di attività di apertura, di commercializzazione e di ristoro. Ricordo che la società
Agripromo aveva creato una società temporanea con un privato per l'apertura in Città Alta di
un centro di ristoro e di commercializzazione dei prodotti tipici bergamaschi; poi su
sollecitazione dell'associazione dei commercianti della Città Alta si decise che la società
uscisse da questa società temporanea, però il privato rimase. In questo caso ci fu una
contestazione, perché la società si era prestata ad un gioco di favoritismi – io ritengo che il
privato abbia fatto tutto il suo interesse, ovviamente – nei confronti di un privato, perché
l'autorizzazione che doveva essere richiesta al Comune di Bergamo era un'autorizzazione
molto difficile da ottenersi, per non dire impossibile. Al di là di questo episodio, in se stesso,
non si è mai capito (io stesso non ho mai capito) fin dove arrivasse l'attività di promozione e
dove iniziasse l'attività di commercializzazione. È questa sovrapposizione che creava, e crea,
nella gestione societaria uno stato di confusione.
Ritengo che la promozione del territorio bergamasco, la promozione dei prodotti tipici, così
come bene sta facendo e ha relazionato nel merito prima l'assessore Bonassoli, sia una cosa
diversa da una gestione amministrativa ed economica negativa della società. Distinguendo i
due aspetti, la promozione che comunque, attraverso una iniziativa, attraverso una gestione,
una promozione da parte dell'assessorato, quindi a livello istituzionale, e una cosa diversa da
una gestione amministrativa ed economica della società stessa, che ha portato ad un passivo,
ad un passivo che questa Amministrazione provinciale non è più in grado, nemmeno da un
punto di vista strettamente economico, di sopportare. E, quindi, la discussione è comunque un
atto dovuto, così come il Presidente ha già accennato alla volontà di rimediare alla
promozione.
Dico infine, ma per importanza, che dispiace che i dipendenti, così come già anticipato,
abbiano sofferto di questa gestione e siano ora in uno stato di sofferenza, se così possiamo
dire, a causa di quest’epilogo purtroppo annunciato. Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie, consigliere Piccioli. Ha chiesto la parola il consigliere Bettera: ne ha facoltà.
CONSIGLIERE BETTERA:
Grazie, Presidente. Innanzitutto, per sostenere la proposta del consigliere Oriani, che credo
preveda, se non ho capito male, l’epurazione della delibera che andremo a votare di qualsiasi
riferimento al bilancio, in quanto il bilancio di Agripromo non è, nemmeno lontanamente, nelle
competenze del Consiglio provinciale. Annuncio, quindi, il mio sostegno, e quello di tutto il
Gruppo del Pdl a questa proposta.
Parlando di Agripromo, due anni fa, quando ci siamo insediati, io, per la prima volta, ho avuto il
piacere di ringraziare gli amministratori che ci hanno preceduto per il lavoro che svolto, ma
ringraziare, naturalmente, non vuol dire condividere, vuol dire riconoscere l'impegno,
riconoscere la fatica, riconoscere il lavoro, che è sempre importante sia per l'opposizione sia
per la maggioranza. Purtroppo, non tutte le ciambelle riescono coi buchi, come si usa dire, e ,
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dai dati analizzati, purtroppo, Agripromo è una società, peraltro, come altre, del pacchetto delle
partecipate, fonte di perdite continue. Pur riconoscendo le buone intenzioni e i propositi della
partenza, dopo alcuni anni (sette o otto anni, mi pare) siamo alla determinazione che la società
è in continua perdita e, quindi, in un momento di ristrettezze come questo non può più essere
mantenuto in vita, così com’è oggi, con la partecipazione della Provincia al 51 per cento,
perché altri servizi ed altre società che erogano servizi molto importanti ed essenziali devono
essere prime nei nostri pensieri.
Pertanto, questa situazione, pur con il rammarico che alcuni dipendenti sono in difficoltà, ma
credo che i nuovi soci che entreranno, e la società che si trasforma potrà adeguatamente
trovare posto un numero dei dipendenti, che mi sembra siano tre, non è un numero altissimo ,
ed invito il Presidente, per quanto possibile, a fare le pressioni dovute sulla nuova società ,
affinché i dipendenti siano collocati al meglio, poiché rischiano di rimanere senza posto di
lavoro.
Fatte queste premesse, non voglio entrare nei dettagli della gestione, anche se appare
quantomeno strano che in una società a responsabilità limitata un socio continui a versare e gli
altri non mettano mai una lira. Questo è un aspetto sul quale vorrei fare una sottolineatura e
invitare tutti quanti ad una riflessione.
Pertanto, noi voteremo a favore… Se la piantate mi fate un piacere, altrimenti non riesco…
Credo… Poi, lo dirò dopo…
Noi voteremo a favore di questa delibera. Ma, per un piccolo inciso fuori tema, credo che in
un’aula, che deve essere esempio della democrazia, il rispetto e l'educazione non debbano
mai mancare. Tutti abbiamo diritto di essere in accordo o in disaccordo, ma francamente
essere definito ridicolo non è una bella cosa. Ti prego, non farlo più, se è possibile. Anche il
consigliere Milesi, ha parlato di malcostume, a me non sembra che questa sia la sede del
malcostume, o ci comportiamo in maniera scostumata. Noi non siamo usi al malcostume.
Credo che tutti possano affermare il loro dissenso e il loro pensiero, senza insultare. Oggi mi
siete sembrati un po' eccitati, giustamente, quando uno vince, magari si eccita un po', lo
capisco, però, insultare gli altri non è una bella cosa. Quindi, penso che qualche battuta
spiritosa sia lecita, dire che noi siamo usi al malcostume o che siamo ridicoli, insomma, mi
sembra francamente un po' troppo e mi auguro che, in futuro, il Presidente del Consiglio abbia
a stigmatizzare questi comportamenti. Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie, consigliere Bettera. Ha chiesto la parola il Consigliere D'Amico: ne ha facoltà.
CONSIGLIERE D'AMICO:
Grazie, Presidente. Siamo entrati già altre volte nel merito della questione, Agripromo chiude,
a mio avviso, perché la sua mission, per come erano state delineate le sue prospettive, fin
dall'inizio, erano poco chiare e contraddittorie, nel senso che, come emerge anche dalla
discussione odierna, non era chiaro se Agripromo avesse dovuto commercializzare i prodotti o
diversamente valorizzare qualitativamente l'agricoltura bergamasca. Questa confusione, però,
di fatto, si è risolta con la scelta della prima strada, cioè proporre una sostanziale e mera
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commercializzazione dei prodotti bergamaschi, rinunciando a quella che avrebbe dovuto
essere la prospettiva vera, reale e progressiva di Agripromo, cioè essere uno strumento per
valorizzare e per adottare pratiche agricole sostenibili per la tutela dell'ambiente e la salute dei
cittadini. Agripromo, quindi, è stata una grande, una straordinaria occasione mancata; poteva
essere il motore di una nuova agricoltura sostenibile, finalizzata a valorizzare la biodiversità
agraria e paesaggistica bergamasca, finalizzata al recupero di piante autoctone e all'utilizzo di
prodotti locali nei processi produttivi. Agripromo avrebbe potuto essere un’agenzia finalizzata
specialmente a favorire il contatto diretto tra i produttori e i consumatori, nella direzione della
riduzione dei passaggi di filiera, promuovendo il consumo dei prodotti locali e di stagione,
scavalcando la grande distribuzione o la distribuzione tradizionale. Implementare, quindi,
processi di produzione sostenibili per l'ambiente, coerenti con la salute e la salvaguardia della
salute dei cittadini, che l'agricoltura industriale, molto spesso, mette in discussione.
Credo, quindi, che questa straordinaria occasione mancata ha prodotto questo risultato
gestionale che è sotto gli occhi di tutti cittadini e gli amministratori, che è un risultato
fallimentare, un risultato fallimentare dal punto di vista economico, come è stato indicato prima
dal Presidente; è un risultato fallimentare dal punto di vista della prospettiva e della funzione di
Agripromo. A mio avviso, le responsabilità devono essere equamente distribuite, come spesso
capita su tanti argomenti che si dischiudono in questa sede, tra l'amministrazione precedente,
l'Amministrazione Bettoni e la Giunta attuale. Credo che la Giunta Pirovano avrebbe dovuto,
invece di tirare a campare per due anni, intervenire in maniera decisa, fin dall'inizio,
indirizzando la società nell'ottica, come dicevo prima, della promozione di un modello di
sviluppo finalizzato a rendere compatibili le esigenze del mondo agricolo con quelle
dell'ambiente e della salute dei cittadini e quindi reindirizzare con coraggio questa prospettiva,
sostenendola pienamente.
Credo che entrambi, Pirovano e Bettoni, abbiano avuto un difetto, ovviamente dal punto di
vista politico, un deficit politico, la mancata capacità di costruire nel medio e nel lungo periodo
un modello, in questo caso di economia agricola, che inverta la rotta negativa (dal mio punto di
vista) dell'agricoltura intensiva, che invece è quella predominante ed egemone. Credo, quindi,
che se si fosse spinto in questa direzione, fin dall'inizio, due anni fa, sebbene con i problemi
economici che rimangono, Agripromo avrebbe potuto riprendere un ruolo ed una funzione che,
evidentemente, oggi non ha più, se rimane così, né dal punto di vista economico né dal punto
di vista delle prospettive di sviluppo.
Un'ultima considerazione, reputo positiva ed importante la dichiarazione del Presidente
Pirovano, secondo la quale egli sta lavorando per la garanzia dei posti di lavoro di Agripromo,
che sicuramente rappresentano un problema prioritario da risolvere. Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie, Consigliere D'Amico. Ha chiesto la parola il consigliere Vergalli: ne ha facoltà.
CONSIGLIERE VERGALLI:
Grazie, Presidente. Alcuni spunti. Anch'io voglio dire che è doveroso ricordare i dipendenti di
Agripromo, e mi fa piacere che il Presidente Pirovano, in qualche modo, si sia assunto
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l'impegno, perché giustamente sono persone che devono poter andare avanti con la loro
professionalità e con il loro futuro.
È chiaro bisogna ricordare i due aspetti di Agripromo, il commercio e la promozione. Ne
abbiamo parlato altre volte. Sappiamo che il tema del commercio, la parte più commerciale era
quella maggiormente messa in discussione, ma non dobbiamo dimenticare il tema della
promozione del territorio, dei prodotti del territorio, soprattutto a fronte del tema dell'Expo.
L'altro giorno, l'assessore Lanzani ha presentato a Bergamo l’Urban Center, alla presenza dei
sindaci della Provincia. È un peccato lasciarsi sfuggire la valenza dell'Expo per il nostro
territorio, anche in termini di sviluppo e di promozione dei prodottici enogastronomici, ed in tal
senso, immaginare che una società come Agripromo veda la propria fine proprio in questo
periodo. Del resto, la situazione finanziaria è nota a tutti, è sotto gli occhi, ed è di difficile
soluzione.
Seguendo un po' la delibera, che è stata molto precisa nei vari passaggi, vorrei mettere in
evidenza alcune incongruenze, alcuni aspetti che ci preoccupano un po’. Innanzitutto il bilancio
netto negativo del 31 dicembre 2009, con una perdita di esercizio di 210 mila euro. Sappiamo
che, in questo caso, la norma del Codice Civile, dice: “Se per la perdita di oltre un terzo del
capitale, questo si riduce al di sotto del minimo stabilito dal numero, gli amministratori devono
senza indugio convocare l'assemblea per deliberare la riduzione del capitale e/o del
contemporaneo aumento del medesimo ad una cifra non inferiore del detto minimo”. Il codice
civile, quindi, dice “devono senza indugio”. Ebbene, da questo punto di vista, effettivamente, si
sta parlando del 28 giugno 2010, quando è stato votato il bilancio, con l'impegno di convocare
l'assemblea straordinaria per settembre 2010, ma vediamo che, ad oggi, quest'assemblea
straordinaria non è ancora stata convocata, e la delibera ben definisce i vari passaggi:
l'audizione il 21 ottobre 2010 in commissione; successivamente un'assemblea ordinaria il 15
dicembre 2010, che, mi sembra di capire, si poneva ancora il tema della mission, degli
obiettivi; e poi l'assemblea che doveva essere convocata il 6 maggio 2011, della quale la
Provincia chiede un rinvio, il presidente della società definisce la data al 24 maggio 2011, mi
sembra. È chiaro che lo scopo era definire la mission eventuale o qual era il futuro di
Agripromo, ma abbiamo perso un anno.
Pertanto, si apprezza un forte stridore rispetto alla norma del Codice Civile, secondo la quale
“senza indugio” deve essere convocata l'assemblea straordinaria.
L'altro passaggio che evidentemente – sia chiaro – è espresso in modo palese nella delibera,
che però ci lascia un po' perplessi, è, a seguito di quel giro di missive tra Provincia ed
Agripromo, la modifica delle cifre del bilancio consuntivo. Essendo un bilancio consuntivo, ci si
chiede – io non m'intendo di bilancio – ma, insomma, se si chiudono … come sia possibile
passare da 15 mila euro di perdita a 86 mila euro, a seguito di una missiva della Provincia,
insomma, fa un po' discutere. Del resto, abbiamo sottoposto tale bilancio all’esame di qualche
commercialista, ed, effettivamente, in questo bilancio ci sono alcune voci che potrebbero
essere gestite in modo diverso. Ad esempio, ci fanno notare queste imposte anticipate. In
seguito alle imposte anticipate, la perdita del 2010 sarebbe pari a 178 mila anziché gli 86 mila
euro che sono indicati nel bilancio attuale. Io non intendo di bilanci, pongo il dato in
discussione, penso che voi, che ne sapete più di me, potete darmi una risposta. Mi hanno
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spiegato che si tratta di una prassi che si può usare, però se la società ha un futuro, se la
società chiude, effettivamente, tornano a perdita.
Per queste ragioni, personalmente, nutro dei forti dubbi sulla gestione del bilancio. Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie, consigliere Vergalli. Ha chiesto la parola la consigliera Servidati: ne ha facoltà.
CONSIGLIERA SERVIDATI:
Grazie, Presidente. Anch'io desidero iniziare il mio breve intervento, esprimendo la mia
solidarietà nei confronti dei dipendenti, invitando il Presidente a farsi parte diligente per
risolvere la questione, che, per chi la vive, è davvero grave e molto dolorosa.
Il Presidente Pirovano diceva che Agripromo è un'idea buona dalla gestione fallimentare. Ed io
condivido. Il mio intervento si limita ad una domanda: come amministratori ci dobbiamo limitare
ad una presa d'atto, a fare in qualche modo i ragionieri, decidendo semplicemente l'uscita da
Agripromo, abdicando al nostro ruolo e alla nostra responsabilità? Oppure assumiamo la
complessità e i problemi, come deve fare un Governo provinciale?
Stasera apprendiamo che la Provincia entrerà nella società Sviluppo Territorio, ma non
sappiamo in quali termini, con quali finalità. Inoltre, mi pare che Sviluppo Territorio abbia una
mission decisamente più ampia rispetto ad Agripromo la cui mission era specifica. Il turismo è
un'occasione di rilievo per il rilancio e lo sviluppo del nostro territorio, come ci dicono anche i
recenti dati, pubblicati in questi giorni sui giornali. Sappiamo che del turismo bergamasco, del
made in Bergamo sono parti rilevanti le peculiarità agroalimentari, quindi, in questo modo
perdiamo un'occasione, abdichiamo, ancora una volta. Continuando così, con le ritirate e i
disimpegni, questo Governo provinciale rischia di essere ricordato come l'amministrazione
della rinuncia o, per dirla con Pio IX, del non possumus. Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie, consigliera Servidati. Ha chiesto la parola il consigliere Milesi: ne ha facoltà.
CONSIGLIERE MILESI:
Grazie, Presidente. Prendo la parola per dire che la proposta di deliberazione sottoposta
all'approvazione del Consiglio provinciale, è stata da noi pesantemente criticata nella seduta di
commissione in particolare a causa del dispositivo. Da questo punto di vista, esprimo subito
apprezzamento per quanto espresso dal collega Oriani, che va nella direzione quantomeno di
proporre al Consiglio un dispositivo che possa essere in linea con le competenze di questo
organo consiliare.
Detto questo, ovviamente, abbiamo una serie di rilievi critici da fare. Parto anch'io dalla
considerazione che diceva il Presidente. L'idea iniziale era assolutamente buona, questo mi
pare già un riconoscimento positivo. Mi pare forse anche una novità rispetto a tante altre
affermazione. Io dico che se l'idea era assolutamente buona, se l'idea iniziale era
assolutamente buona, e nella gestione non siamo sufficientemente bravi, anziché buttare via
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l'idea iniziale assolutamente buona, bisognava pensava di far diventare effettivamente buona
quest'idea, sapendo che la promozione costa. È inutile, quindi, continuare a dire che sono stati
spesi dei soldi in contributi, peraltro, perché la Provincia mi pare abbia sempre sostenuto
l'attività di Agripromo attraverso contributi. Credo, quindi, che si giustifichi anche un po' il fatto
che probabilmente era la Provincia che di più o esclusivamente partecipava a questa
promozione, ma di una società che era al 51 per cento della Provincia e che conteneva al suo
interno come soci tre comunità montane, due comuni, banche, ed una serie di associazioni del
mondo agricolo. Anche questo tipo di composizione societaria diceva di una capacità di
mettere assieme istituzioni e mondi diversi, che non poteva che essere di segno positivo.
Io guardo ai dati degli ultimi due anni, perché i dati degli ultimi due anni – è stato anche detto –
sono più negativi rispetto ai precedenti, sia perché non c'è più stato il contributo della
Provincia, ma anche perché la Provincia ha manifestato la volontà di non portare più avanti
l'idea iniziale assolutamente buona. Da questo punto di vista, credo che i dati siano
significativi, alcuni sono ballerini, altri invece possono essere espressivi di quella che è la
situazione. Nel 2009 abbiamo avuto un valore della produzione e ricavi per 1.089.000 euro; nel
2010 di 478 mila euro, 600 mila euro in più. Poi è difficile spiegare perché nel 2009 le perdite
di esercizio erano 210 mila euro e nel 2010, prima 16 mila euro e poi, con la correzione, 87
mila euro, quando si era parlato, fino a qualche mese fa – e credo che l’assessore Piccinelli
l'avesse detto –, si parlava di una perdita di esercizio nel 2000 di 500 mila euro.
Probabilmente, da questo punto di vista, vi è qualche capacità magica da parte non so se della
Provincia o di chi ha amministrato la società, ma la Provincia che si dice così attenta a queste
problematiche, probabilmente, com’è stato detto sia dal Presidente sia dall'Assessore,
determinati numeri, è evidente che qualche riflessione su questo tema si rende necessaria.
Il collega Vergalli poc’anzi diceva che la società doveva essere chiusa, probabilmente, l'anno
scorso, nel senso che, siccome era stato azzerato il capitale sociale e il patrimonio netto
negativo era di 142 mila euro, per legge, dovevano essere fatte una serie di operazioni di
ricapitalizzazione o di chiusura. Abbiamo perso un altro anno ed altre risorse. Credo che
queste siano decisamente responsabilità vostre, che dovete assumervi.
Per quanto riguarda i dipendenti, ho sentito stasera parole responsabili da parte del
Presidente, che mi auguro non siano solo parole, perché credo che i dipendenti parole ne
abbiano sentite tante, solo che qualcuno si era dimenticato anche che esistessero, tant'è che
la ragione dell'interrogazione che dovevamo discutere stasera, presentata dal nostro gruppo
circa la situazione di Agripromo nasceva proprio dalla segnalazione dei dipendenti, i quali
lamentavano di non sapere qual sarà il loro futuro, perché probabilmente chi gestiva si era
dimenticato che c'erano anche tre dipendenti.
Mi auguro, quindi, che non siano solo parole, perché nell'incontro col presidente di Agripromo ,
l'altra sera, ho capito sostanzialmente che esprimeva solidarietà nei confronti dei tre
dipendenti, ma che si dovevano preoccupare di trovare un posto di lavoro, perché comunque
la nuova società non terrà conto delle loro esigenze di carattere lavorativo.
Si pone, quindi, a mio avviso, la necessità di fare qualche riflessione in più. Ho appreso
stasera – come avevo chiesto in commissione – che la Provincia intende partecipare alla
società della Camera di Commercio. È una buona notizia, ieri sera avevo chiesto informazioni
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espressamente su questo tema, dicendo anche che era assurdo che due società, con una
partecipazione pubblica facessero più o meno le stesse cose e che non si trovasse la capacità
di metterle assieme, probabilmente bisogna mettere assieme anche Agripromo….
(Richiamo del Presidente ai limiti di tempo dell’intervento)
CONSIGLIERE MILESI:
Mi fermo qui, riservandomi di concludere il mio intervento con la dichiarazione di voto.
PRESIDENTE:
Grazie, consigliere Milesi. Ha chiesto la parola il consigliere Spada: ne ha facoltà.
CONSIGLIERE SPADA:
Grazie, Presidente. Noi abbiamo sollecitato a più riprese che si prendessero delle decisioni
circa le società partecipate, ovviamente per quelle che producono solo dei passivi, senza dare
dei servizi corrispondenti. Finalmente, stasera ci troviamo a prendere delle decisioni.
Finalmente dico, su una delle società, siamo comunque in ritardo, però è meglio tardi che mai,
ed è meglio farne una alla volta, piuttosto che tutte assieme, però l'importante è che arrivino
presto.
Ci troviamo a parlare di una società che ha fallito, ha fallito innanzitutto come obiettivi, perché
l'obiettivo principale, e credo unico, di questa società era la promozione dei prodotti tipici
bergamaschi, invece si è finito con l’operare nel campo della commercializzazione dei prodotti
tipici, creando dei problemi di concorrenza, anche perché la promozione va fatta di tutti
prodotti, non solo la commercializzazione dei prodotti di alcune aziende, creando alcuni
problemi. Ha fallito come gestione, perché abbiamo assistito ad un accumularsi praticamente
da sempre di continue perdite, senza dare i risultati sperati. Si è fallito anche come tempi ,
perché la situazione che noi stiamo esaminando stasera, pur cambiando un po' le cifre ,
potevamo portarla in quest’aula esattamente un anno fa, e forse avremmo evitato altre perdite,
che invece ci sono state.
Poi vorrei capire – è stato accennato in commissione congiunta, però sinceramente quel
cenno di spiegazione che è stato dato, non mi ha assolutamente convinto – le cifre della
seconda bozza di bilancio che la società Agripromo ha trasmesso alla Provincia, ma non dopo
un anno, dopo otto giorni, le cifre erano cambiate completamente, e non stiamo parlando di
arrotondamenti, ma non riesco a capire perché le cifre sono cambiate in modo molto
significativo.
Per esempio, la perdita d’esercizio – ho qui la delibera, leggo la parte corretta – passiamo
(arrotondando) da 16 mila euro a 87 mila euro, è scritto qui sulla bozza di delibera che avete
distribuito, questo a distanza di otto giorni. O era fasulla la prima o c'è qualcosa che non va
sulla seconda.
Il patrimonio netto negativo da 157 mila euro, sempre arrotondando, passa a 228 mila euro,
siamo nell'ordine di più del 50 per cento di aumento. Spesa a carico della Provincia per
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copertura delle perdite della società, andiamo da 81 mila euro a 117 mila euro, anche qui, una
volta e mezza.
Ebbene, vorrei capire, come mai vi è questa differenza a distanza di otto giorni, era una bozza
di bilancio la prima, ed è una bozza di bilancio la seconda, riferita alle stesse date; come mai
le cifre sono cambiate completamente. Ripeto, non si tratta di arrotondamenti.
Detto questo, una nuova società è chiaro che può andare bene, purché si raggiungano gli
obiettivi che noi ci prefiggiamo e purché non diventi – spero – la copia di questa, magari fra un
anno o due o a distanza ancora più breve. Però la nuova società, se dobbiamo in qualche
modo non dico entrarci, ma c’entrarci, bisognerebbe capire quali sono gli obiettivi di questa
società, quali sono le intenzioni e, soprattutto, quali sono le garanzie sul futuro dei dipendenti,
prendendo per buone, ovviamente, le promosse del Presidente, però, vorremmo avere
qualcosa di più concreto, perché i dipendenti, che non hanno alcuna responsabilità del
fallimento di questa società, devono avere la dovuta tranquillità. Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie, consigliere Spada. Ha chiesto la parola il consigliere Cornolti: ne ha facoltà.
CONSIGLIERE CORNOLTI:
Grazie, Presidente. Prima di fare la dichiarazione di voto, avrei bisogno di un chiarimento da
parte del Presidente o del Segretario generale, perché ho notato una certa differenza tra
quanto ha affermato il Presidente nella presentazione della delibera, cioè ha affermato
chiaramente che l'intenzione di questa Amministrazione è di uscire da Agripromo – e si può
essere d'accordo o meno, ma la cosa è chiara – e la delibera (perché noi approviamo la
delibera, non le dichiarazioni del Presidente) che dice: “qualora l'operazione sia portata a
termine attraverso la partecipazione dei soci”. La domanda al Segretario: e qualora non
avvenisse, che cosa facciamo? Non usciamo? Torniamo in Consiglio? Apriamo…
Non ho fatto la domanda al Consigliere Prevedini, poi se vuole rispondermi al posto del
Presidente va bene. A me è parsa, ma può darsi sia parso solo a me, una dichiarazione
decisamente che andasse in una direzione, e questa stessa dichiarazione non la trovo nella
delibera. Siccome la delibera è una presa di decisione, il “qualora” secondo me si presta ad
un’interpretazione non definitiva, ripeto ancora signor Segretario, il “qualora non avvenisse”
cosa vuol dire? Vuol dire che c’è un altro qualora, allora vorrei sapere cosa è questo altro
qualora.
Seconda cosa. Prima di farci fare la dichiarazione di voto sulla delibera, gradirei avere la
modifica della delibera in modo che abbiamo con precisione, e quindi possiamo esprimere un
nostro voto con cognizione di causa con il nuovo testo della delibera. Grazie.
PRESIDENTE:
Prego signor Segretario.
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LUCA RAFFONE (SEGRETARIO GENERALE):
Per quanto riguarda la delibera in generale, c’è stata – se non vado errato – la dichiarazione
del Consigliere Oriani, che ipotizzava una certa modifica nel testo, cosa che dovremmo
formalizzare e credo prima votare, quindi il testo sarà emendato. Nell’altro capoverso, quando
si dice “qualora”, è per valutare immediatamente, in sede di assemblea straordinaria che sono
consecutive con la presenza del notaio, la possibilità di vendere immediatamente ai soci che
fossero lì presenti e che vogliono ricapitalizzare, e quindi attualizzare immediatamente il
passaggio delle quote societarie.
(Intervento fuori microfono non udibile)
LUCA RAFFONI (SEGRETARIO GENERALE):
La mettiamo in vendita al pubblico o la liquidiamo, il problema è duplice. Se non c’è qualcuno
che ricapitalizza è una possibilità che possa esserci, ci si augura, credo che sia nell’interesse
della Provincia di Bergamo augurarsi che ci sia quantomeno un socio ricapitalizzatore, il quale
assumerà poi, e sembra essere nell’ordine del giorno che ha fatto il Consiglio
d’Amministrazione. Non vedo perché il Presidente del Consiglio d’Amministrazione abbia
indirizzato quel tipo di ordine del giorno e l’Assemblea straordinaria.
PRESIDENTE:
Grazie signor Segretario.
(Intervento fuori microfono non udibile)
PRESIDENTE:
Prego Presidente, ha bisogno di fare delle precisazioni?
PRESIDENTE PIROVANO:
Grazie Presidente. Vorrei innanzitutto riprecisare, pensavo di essere stato chiaro ma
evidentemente soffiamo via la nebbia. Io mi sono impegnato a titolo personale, utilizzando le
conoscenze che ho, a cercare ed ottenere una sistemazione ai dipendenti di Agripromo, noi
non conosciamo lo statuto nuovo, della nuova Società qualora venga formata, ma sono certo
che nello statuto della nuova società ci sia la commercializzazione. Questo ci impedisce di
entrare, perché le banche e i produttori, che probabilmente saranno di un’estrazione diversa,
siccome sono due banche della Bassa probabilmente saranno quelli di Calvenzano della
cooperativa, mi dicono che ci sono anche della Valle, forse Selvino, non lo so. Non so chi ci
sia, ma chiunque vuole continuare su questa strada vorrà fare la commercializzazione, noi non
possiamo entrarci neanche con uno 0,0001, è proibito dalla Legge. Può darsi che nello Statuto
ci siano anche altre cose, sapete che sta venendo alla ribalta oltre che come aspetto
ambientale anche come aspetto commerciale il problema dei nitrati, la sua gestione, le
biomasse etc. Una volta uno dei Presidenti delle banche mi ha accennato anche questa
eventualità, e lì allora diventa addirittura una società, non è soltanto commercializzazione di
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prodotti locali. Non lo abbiamo lo Statuto, non ce lo hanno dato perché noi non saremo
chiamati ad entrare nella nuova società, e il “qualora” significa che se loro fanno la società noi
siamo fuori, se loro non fanno la società o la facciamo fallire o torniamo, ma comunque sia per
farla fallire che per trovare un’altra soluzione, sempre il Consiglio me lo deve dire. Quel
“qualora” è siccome sappiamo che l’orientamento dell’Assemblea straordinaria è quello di
votare un nuovo statuto, nello statuto non ci sarà la presenza della Provincia perché glielo
abbiamo già annunciato, quindi il qualora significa quello. A me piacerebbe – Consigliere
D’Amico – avere il potere di riconvertire l’agricoltura intensiva, però davvero non credo
neanche sia una competenza della Provincia, non mi pare. Possiamo fare degli spot dicendo è
bello il chilometro zero, ma da lì ad essere noi i promotori di una conversione dell’agricoltura
credo che sia un sogno al di là del sognabile, credo che non si possa fare. Il Consigliere
Vergalli dice è una cosa che si può fare nel bilancio se la società continua, a quanto sappiamo
noi oggi la società continua.
Il fatto che ci siano state continue modifiche, perché noi abbiamo chiesto maggiore
precisazione e lo stiamo chiedendo da mesi, il fatto che non sia stata chiusa prima è perché
non c’era la soluzione alternativa al fallimento. Fino a questi ultimi mesi durante i quali
abbiamo continuamente chiesto di essere aggiornati sui numeri veri, e i numeri veri non sono
quelli che dice il Consigliere Milesi, ma sono che il debito è stato prodotto fino al 2009, perché
da allora in poi sono stati solo costi di gestione, sono gli stipendi, che non potevano essere
gestiti in altro modo e hanno smesso di commercializzare, perché non avevano più neppure i
soldi per comprare i formaggi e i prosciutti. Vi dirò che quando ci hanno detto che c’erano
80.000 euro di giacenza di prodotti alimentari siamo andati a vedere e forse c’erano anche i
frigoriferi spenti con i cagnotti che giravano, perché quelle quote che dicevano essere una
rimanenza di fondo di magazzino, nella realtà erano le consulenze messe in ammortamento.
Questo ve l’ho già detto e lo ripeto. È vero Consigliere Servidati, probabilmente era buona
l’idea, ma da quando hanno inserito il commerciale noi siamo stati fuori legge, quindi ben
venga che si possa uscire da questa situazione. Non abbiamo lo statuto, quindi non vi posso
dire che cosa faranno, io ho sentito che sicuramente c’è la commercializzazione. Do per certo
che non voglia chiudere, però vi do per certo che gli altri Enti pubblici mi hanno già detto che
usciranno, quindi sarà – credo – assolutamente e unicamente una società privata, quello che
farà non dipende da noi, potranno fare quello che vogliono con il nuovo marchio, sarebbe stato
bello poterlo avere, ma avremmo dovuto comprarlo il marchio dalla società. I 600.000 euro
servono solo in caso di fallimento, per non chiuderla in caso di fallimento ci sono da sborsare
600.000 euro di più, dei quali più di 400.000 sono debiti verso le banche, che tra l’altro sono le
stesse che avranno una quota maggiore adesso nella società, e di debiti verso i fornitori, quelli
sono i debiti.
Io vi dico che se avessimo potuto saremmo usciti prima, ma non c’era la soluzione, perché la
soluzione ha cominciato ad essere ipotizzata in modo concreto… quando abbiamo aperto lo
sportello a Treviglio? Tre mesi fa? A fine febbraio? In quell’occasione io ho ricevuto il
Presidente della Banca del Credito Cooperativo di Caravaggio, che mi ha detto che c’era
questo nuovo interesse da parte di alcuni produttori, alcuni agricoltori etc. etc. etc. Solo allora
abbiamo cominciato a capire che potevamo evitare di farla fallire, altrimenti sarebbe fallita
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perché non avevamo alcuna intenzione di ripianare i debiti, perché non avevamo i soldi,
perché non avevamo neanche la possibilità di legge di farlo, quindi qualora spero che sia vero
il “qualora”.
PRESIDENTE:
Prego Assessore Piccinelli.
ASSESSORE PICCINELLI:
Grazie Presidente. Per precisazione rispetto ad alcune istanze che sono state portate avanti
dai Consiglieri. Devo dire che la questione Agripromo è stata più volte discussa in
Commissione, e io avevo evidenziato fin dall’inizio del mandato come girando per la Provincia,
e incontrando le associazioni agricole che sono gli utenti, quelle che dovevano trovare
beneficio da questa promozione. Fermo restando che – come abbiamo detto tutti – la mission
era giusta, è chiaro che però quelli che devono trarre vantaggio dalla missione se poi non lo
traggono evidentemente c’è qualcosa che non funziona. Io vi posso assicurare, se volete vi
porto in giro con me nei vari incontri, che non c’è un’associazione, non c’è stato un incontro da
parte della Coldiretti, della Confagricoltura, della CIA, dagli agricoltori, da chiunque doveva
trarre un beneficio da questo, che mi abbia detto che Agripromo non funzionava bene, anzi
tutti mi chiedevano per cortesia di chiuderla. È chiaro che non è che noi andiamo a voci, però
sentire le esigenze del territorio credo che sia una cosa fondamentale. Partendo da questo
presupposto abbiamo cominciato a ragionare, perché ovviamente le partecipate fanno capo al
Presidente, di cosa succedeva in questa Agripromo abbiamo visto che evidentemente la
promozione non veniva più portata avanti o portata avanti poco, perché è vero quello che dice
il Consigliere Milesi, la promozione possiamo anche farla, costa, però se ha dei benefici si può
continuare su questa linea. Io vi dico che l’Assessorato all’Agricoltura, l’ho già detto in
Commissione e lo ripeto, dal 2000 ha dato ad Agripromo 1.700.000 euro, il Presidente ha
parlato dal 2003, l’Assessorato che compete a me 1.700.000, sono una cifra considerevole. Se
a fronte di questo, io andando sul territorio avessi sentito che c’era un minimo di consenso,
che questo aveva portato dei benefici ai nostri coltivatori diretti, perché non devono portare
benefici al Consiglio, devono portare benefici a chi produce, allora si poteva andare avanti,
benefici non ce ne erano, anzi c’erano delle grandissime lamentele che continuano a
sussistere. A questo punto visto che di benefici non se ne portavano e i conti erano anche… io
quando parlavo di mezzo milione di euro – Consigliere Milesi – era la cifra che ha detto il
Presidente, dei debiti si andava da 400 a 600, siccome poi alla fine le cifre arrivavano con il
contagocce dall’azienda l’ordine di grandezza si è alla fine elevato, poi si può aggiungere il 50
o il 60 rispetto alla cifra iniziale, ma l’ordine di grandezza per non farla fallire è questa. Detto
questo il suggerimento, anche parlando con i colleghi Assessori, per la promozione abbiamo
ritenuto necessario, insieme al Presidente anche l’Assessore Bonassoli, di portare avanti un
progetto unico. Io non ritenevo e non ritengo giusto avere dei canali, dei blocchi, tra l’altro che
nemmeno… che si parlavano tra produzione agricola, promozione del turismo, promozione
culturale, avere dei carrozzoni che vengono finalizzati, che non interagiscono tra di loro, ma la
promozione della produzione agricola secondo me deve essere collegata inesorabilmente al
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turismo, oltre – qua rispondo al Consigliere D’Amico – a quello che la Provincia come la buona
agricoltura deve fare. In questo senso noi non abbiamo la possibilità, e l’ho già detto cento
volte in Commissione e lo ripeto, di fare una politica agricola, noi non possiamo incidere, primo
perché non abbiamo le competenze e secondo perché non abbiamo le risorse. Il Consigliere
Cornolti e qualcun altro ha visto cosa fa l’Assessorato all’Agricoltura, se volete magari ve lo
spiega anche lui che non è di parte e ve lo può spiegare. Noi stiamo facendo un grosso lavoro
di sostegno alle nostre aziende ma non possiamo fare una politica agricola, non possiamo
andare a dire agli agricoltori fate questo piuttosto che quest’altro, possiamo indirizzarli. È
chiaro che l’Expo, come diceva il Consigliere Vergalli, è una vetrina, ma è legata al turismo e
alla promozione, lo abbiamo ribadito più volte, abbiamo l’aeroporto, qua vengono 10.000.000
di persone, non è che dobbiamo lasciarle andare a Brescia o a Milano. Abbiamo dei prodotti
che devono essere venduti come pacchetto complessivo, perché tutti voi avete girato, quando
uno va in internet se deve andare in Spagna già vede a Valencia cosa c’è e cosa non c’è. Noi
dobbiamo preparare, secondo me, poi non voglio subentrare ad altri, dei pacchetti completi,
dove si vanno a vedere i nostri laghi, le nostre montagne, quando vanno in montagna, in Val di
Scalve vanno a vedere i formaggi, sciano e comprano il formaggio, vanno al lago e comprano
l’olio. Ha fatto bene a ricordare prima l’Assessore Bonassoli l’oro in bocca dell’olio, anche io ho
sponsorizzato quella cosa lì, perché noi abbiamo dell’olio buonissimo di nicchia, non ne
abbiamo tanto però abbiamo la DOP dell’olio a Predore ed a Sarnico, questo a cosa serve?
Serve a valorizzare i nostri prodotti, si è fatta quella bella kermesse dove anche i nostri
produttori hanno partecipato. Agripromo alla fine credo che sia stato necessario chiuderla, è
stata un’esperienza iniziata bene ma gestita male, ma non è che va persa, perché la Provincia
di Bergamo non può abdicare come diceva qualcuno, alla promozione dei propri prodotti, lo fa
in un'altra maniera e in un'altra forma, credo più redditizia e produttiva.
Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie. Prima di passare alle dichiarazioni di voto, vorrei precisare quali sono i termini della
modifica della deliberazione. Il punto primo della parte deliberativa vedrebbe la soppressione
delle parole che vanno da “sulla base” fino a “relativi elaborati”. Le parole immediatamente
successive, “ed esprima” sono mutate in “ad esprimere”, in modo da organizzare e
sintonizzare i tempi e i modi dei verbi. È chiaro per tutti? Prego per le dichiarazioni di voto. Ha
chiesto di intervenire il Consigliere Cornolti, prego.
CONSIGLIERE CORNOLTI:
Grazie Presidente. Il Gruppo del Partito Democratico non voterà favorevolmente la delibera
riguardante la Società Agripromo per le seguenti ragioni, poiché nei nostri interventi abbiamo
cercato di dividere quelle che sono le ragioni di carattere politico – amministrativo da quello di
carattere più squisitamente economico – finanziario. Le ragioni in buona sintesi sono queste:
prima, dalla ricostruzione della gestione dei bilanci dal 2009 in poi abbiamo rilevato non poche
leggerezze riferite ai compiti degli amministratori e agli obblighi dei soci, in primis la Provincia
che ne detiene la maggioranza. Secondo, già nel 2010 stante la situazione economica
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debitoria l’Assemblea della Società doveva ripianare le perdite oppure mettere in liquidazione
la Società stessa. Pertanto si evince che nel 2010 o il 2010 abbia avuto una gestione non
completamente confacente alle disposizioni del Codice Civile, e di queste scelte non vogliamo
essere corresponsabili né offrire alcuna copertura, poiché nella delibera al punto 1 si prende
atto del progetto di bilancio, e quindi non è sufficiente – secondo noi – prendere atto. Terza
motivazione. È assolutamente inutile dichiarare nella delibera che la Provincia non parteciperà
alla copertura delle perdite sociali poiché è la Legge che lo impone, quindi l’Amministrazione
Provinciale non può che comportarsi in questo modo. Quarta motivazione. Uscire
completamente ed irrevocabilmente dalla Società Agripromo può aprire una falla nelle politiche
dell’Amministrazione Provinciale, anche se abbiamo sentito le dichiarazioni dell’Assessore
all’Agricoltura in ordine alla promozione, al sostegno e alla valorizzazione dei prodotti
agroalimentari bergamaschi, anche in prospettiva della tematica dell’Expo, che individua nel
nutrimento del pianeta una delle esigenze primarie di una vita dignitosa per tutte le persone.
Infine dalla delibera e dalla corrispondenza con il Presidente di Agripromo compaiono buoni
propositi, i quali però non garantiscono un futuro quantomeno accettabile. Ieri avevamo
chiesto in Commissione di sbilanciarsi, di sbottonarsi un po’ di più per quanto riguardava le
prospettive, la risposta del Presidente dell’Agripromo è stata che non poteva neanche allentare
la cravatta, per intenderci. Il Presidente oggi ha detto qualcosa in più, abbiamo capito tra le
righe, ma francamente il futuro ci sembra molto, molto problematico.
Infine, ma non per ultimo, pur prendendo atto delle dichiarazioni personali del Presidente,
riteniamo comunque che finora sia stata non sufficiente l’attenzione data ai lavoratori che oggi
si trovano in cassa integrazione. Personalmente come Gruppo riteniamo che chi si fa carico di
rilevare la Società deve accettare sia gli aspetti positivi, e qui voglio rimarcare che il marchio
Agripromo ha una sua dignità e una sua rispettabilità e conoscenza in tutto il territorio
bergamasco. Si rilevano quindi e si hanno gli aspetti positivi, e ve ne sono, ma anche
dovrebbero – chi rileva la società – avere e rilevare gli eventuali costi, ovviamente personale
compreso.
PRESIDENTE:
Grazie. La parola al Consigliere Spada.
CONSIGLIERE SPADA:
Grazie Presidente. Io innanzitutto vorrei sottolineare due cose, primo che è stato detto che se
si fosse affrontato l’argomento un anno fa non c’era la soluzione, penso che se la soluzione
non la si trovava, portando magari la discussione in quest’Aula la si trovava. Come ho detto
prima, siamo comunque e sempre in ritardo. Ho fatto delle richieste molto precise su una
spiegazione per quanto riguarda le enormi differenze di cifre tra la prima bozza di bilancio, che
è pervenuta alla Provincia, e la seconda, a distanza di otto giorni sono cambiate
completamente le cifre, ho chiesto una spiegazione ma non mi è stata data. Anche sulla base
di questo non potremo assolutamente votare a favore della delibera.
Grazie.
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PRESIDENTE:
Grazie. Prego Consigliere D’Amico.
CONSIGLIERE D’AMICO:
Grazie Presidente. Ci troviamo – lo abbiamo visto in modo molto evidente – di fronte ad un
doppio fallimento per quanto riguarda Agripromo, il fallimento della gestione d’esercizio e il
fallimento politico, nel senso che si diceva prima. Agripromo rimane un contenitore che ha
senso di esistere se viene riconvertita la sua missione, se viene rinnovata la sua funzione,
nella direzione di promuovere, di favorire lo sviluppo, la nascita di un modello di agricoltura
finalizzata – come diceva prima – a rendere compatibili le esigenze del mondo agricolo con
quelle dell’ambiente e della salute. Dunque non si tratta di rifondare l’agricoltura bergamasca,
e quindi di mettere un impegno da parte della Provincia che non è quello di sua competenza,
ma è quello di cercare attraverso piccoli provvedimenti, un’azione che parte dal basso, di
avere un’attenzione particolare verso il piccolo produttore di promuovere quella che è la filiera
corta, promovendo alcuni prodotti specifici dell’agricoltura bergamasca. Credo che se
Agripromo riconvertisse la propria funzione in questa direzione potrebbe avere ancora un
senso, diversamente credo che il doppio fallimento a cui ci troviamo di fronte sia
oggettivamente un dato acquisito e che non si può assolutamente eludere. Credo che questa
sia la direzione, o rimane come contenitore che deve essere declinato nella sua funzione e
nella sua missione, diversamente così come è ovviamente ci troviamo di fronte ad un dato che
è assolutamente incontrovertibile.
PRESIDENTE:
Grazie. Prego Consigliere Milesi.
CONSIGLIERE MILESI:
Grazie Presidente. Solo per dire che l’aspetto positivo di questa discussione è che finalmente
la Provincia, chi governa questa Provincia decide, decide male ma decide, e tirare a campare
sicuramente è peggio che non decidere.Decide in ritardo, tant’è che in questi due anni si sono
accumulati ulteriori debiti a carico della Società Agripromo anche per la mancanza di una linea
precisa da parte della Provincia, o meglio per tutta una serie di posizioni che hanno portato la
Provincia a non credere più in questa società, e quindi oggi siamo all’epilogo di questa
esperienza. Credo che l’aspetto preoccupante è che il Presidente e lo stesso Assessore
abbiano detto che l’idea era buona, che l’idea era ottima, ma che poi nella gestione non siamo
riusciti ad ottenere i risultati sperati. È evidente che se l’idea era buona e non siamo riusciti ad
ottenere i risultati sperati in una società dove il 51% delle quote era della Provincia, è evidente
che le responsabilità sono della Provincia, probabilmente di quella che c’era prima, ma
sicuramente anche di quella che ha amministrato in questi due anni.
Credo che questo sia il modo più semplice per risolvere i problemi, chiudere le società pur
come in questo caso riconoscendo che l’idea era buona. Se l’idea era buona bisognava
trovare il modo per far sì che anche i risultati della gestione fossero in linea con quelli che
erano gli obiettivi della società, così non è stato, da questa maggioranza sicuramente non è
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che ci aspettiamo nulla di significativo, perché da questo punto di vista grandi idee non ce ne
sono. L’unica idea è dalla di demolire quello che è stato fatto in passato e quindi siamo su
questa linea, il Presidente ha anche detto che i dati che avevo riferito non erano corretti. Io
dico solo che ho letto semplicemente i dati che ci avete fornito voi come documentazione per
l’esame di questa deliberazione. Per queste ragioni il nostro voto sarà un voto contrario.
PRESIDENTE:
Grazie. La parola al Consigliere Giudici.
CONSIGLIERE GIUDICI:
Grazie Presidente. Solo per raccomandare, il Presidente non c’è ma glielo dirò a quattrocchi,
che le banche che subentrano poi si impegnino a pagare i creditori, perché se noi piccole
aziende di montagna ci svendiamo anche qualche migliaia in formaggelle non è il massimo.
Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie. Prego Consigliere Pisoni.
CONSIGLIERE PISONI:
Grazie Presidente. Volevo semplicemente dire che avendo partecipato alla fase fondante di
questa idea, di promozione di cui avete parlato in molti degli interventi, avendo già esaurito in
sede di Commissione il mio contributo di idee ho preferito astenermi dal fare considerazioni
all’interno di questo consesso, per suggellare questo tentativo di non lasciarmi coinvolgere
magari anche sull’aspetto emotivo di vicinanza al mondo agricolo in questa posizione che
voglio mantenere, annuncio la mia non partecipazione alla votazione. Concludo
semplicemente affermando una forte dimostrazione di stima per le capacità gestionali e anche
umane dell’attuale Presidente Mangoni.
PRESIDENTE:
Grazie. La parola al Consigliere Piccioli Cappelli.
CONSIGLIERE PICCIOLI CAPPELLI:
Grazie Presidente. Soltanto per ribadire la nostra posizione e il nostro voto, è un atto
inevitabile per i conti in passivo, è un atto dovuto, sofferto, chiaramente avremmo sperato in un
percorso diverso da parte di questa società. Prima non si poteva fare, perché non c’era questa
ipotesi di soluzione, che consente alla Provincia Istituzione di risparmiare ben 600.000 euro,
rilevando con rammarico il paradosso, la contraddizione di chi vota contrario soprattutto da
parte di coloro che hanno sempre sostenuto, in ogni situazione, in ogni momento, che le
società partecipate che non funzionano dal punto di vista economico devono essere liquidate,
devono essere chiuse. Qua abbiamo un esempio di virtuosismo non soltanto di dismissione, in
quanto la soluzione consente un grosso risparmio economico alla Provincia, ciò nonostante si
vota contro. È un paradosso e una contraddizione, quindi questo ci dispiace.
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PRESIDENTE:
Grazie. La parola al Consigliere Bettera.
CONSIGLIERE BETTERA:
Grazie Presidente. Per annunciare il nostro voto a favore della delibera così come è stata
modificata, sottolineando due aspetti per cui noi voteremo a favore. Voteremo a favore perché
in questo consesso siamo prima di tutto amministratori e non politici, e quindi non possiamo
tollerare che questa azienda, come altre della Provincia, viva continuamente nel passivo, che
la Provincia negli anni ha in qualche modo ripianato versando una media di circa 200.000 euro
all’anno come socio del 51%, mentre gli altri soci non versavano nulla. Che poi si fosse usato
l’escamotage di chiamare questo versamento contributo va bene, ma siccome nessuno qui ha
le pezze sugli occhi, deve anche sviscerare quelli che sono i dati reali e pratici. Voteremo
anche coloro perché sì l’idea era buona, ma purtroppo come ha detto Giorgio Gaber le idee
non si mangiano, e quindi non possiamo pensare di tenere in piedi, usando il termine
semplice, la Provincia soltanto con le idee, purtroppo dobbiamo tenerla in piedi la nostra
Provincia, facendo anche quadrare i conti economici, pertanto il voto del PDL sarà a favore.
Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie. Signori Consiglieri metto in votazione l’emendamento proposto dal Consigliere Oriani,
che ho prima in maniera specifica individuato ed indicato. Vi prego di esprimere il vostro voto
sulla modifica.
VOTAZIONE
PRESIDENTE:
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 23, contrari 6, astenuti 2. Il Consiglio Provinciale approva.
Ora metto in votazione la delibera nel suo complesso, così come modificata. Prego.
VOTAZIONE
PRESIDENTE:
Presenti 31, votanti 30, favorevoli 19, contrari 10, astenuti 2. Il Consiglio Provinciale approva.
Ora pongo in votazione l’immediata esecutività della delibera, così come modificata. Prego.
VOTAZIONE
PRESIDENTE:
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 26, contrari 2, astenuti 3. Il Consiglio Provinciale approva.
Nella conferenza dei Capigruppo si era informalmente stabilito, perché non ci sono formalità
sotto questo profilo, di chiudere i lavori alle ore 20.00, se voi siete d’accordo interrompiamo i
lavori.
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(Intervento fuori microfono non udibile)
PRESIDENTE:
Non lo so, dobbiamo andare al nuovo ruolo perché una delle ipotesi era quella di proseguire
lunedì, ma la questione non è percorribile, non è possibile. Prego Consigliere Bettera.
CONSIGLIERE BETTERA:
Grazie Presidente. Se volevate proseguire entro la mezz’ora il Gruppo è favorevole, se
vogliamo andare alle 20:00…
(Interventi fuori microfono non udibili)
PRESIDENTE:
La mozione Bettera non ha trovato consensi. Chiedo al Consigliere Milesi se alla luce della
discussione che abbiamo fatto su Agripromo, l’interpellanza da lei presentata si intende ritirata.
(Il Consigliere Milesi conferma fuori microfono)
PRESIDENTE:
Vi ringrazio, dichiaro chiusa la seduta.
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20 maggio 2011 - Provincia di Bergamo