Prodotti cotti esportati verso gli USA. Orientamenti per la scelta e la validazione dell’alternativa identificata per la gestione dei processi produttivi da parte dell’Industria Alimentare. Alternative 1 & 2. Il caso dell’ utilizzo di trattamenti termici post-letali Stefania Quintavalla - SSICA EXPORT USA – 9CFR 430 Bologna, 25 maggio 2004 Alternative 1 & 2 Esempi di trattamenti post-letali Pastorizzazione a vapore / acqua calda Pastorizzazione superficiale pre o postconfezionamento Trattamento con alte pressioni Ozono Campi elettrici pulsati Acidi organici Alternative 1 & 2 Validazione dei trattamenti post-letali – La validazione deve specificare e confermare il livello di riduzione raggiunto dal trattamento. – Punti da considerare nella validazione: Il trattamento post-letale deve essere sufficiente a inattivare i livelli di contaminazione di Lm che possono avverarsi. I prodotti, i trattamenti, o altre variabili che intervengono nel processo applicato dallo stabilimento devono essere uguali a quelle utilizzate in letteratura, altrimenti il trattamento deve essere validato per le condizioni specifiche dell’impianto e per le caratteristiche del prodotto. Alternative 1 & 2 L’efficacia del trattamento post-letale deve essere verificata attraverso la ricerca di Listeria monocytogenes (Lm) – Punti da considerare: I dati dello stabilimento devono verificare l’eliminazione o la riduzione di Lm La documentazione dello stabilimento deve giustificare le procedure di verifica scelte e la frequenza di queste procedure Il caso dell’ utilizzo dei trattamenti termici come “processo post-letale” Determinazione scientifica di un processo di stabilizzazione termica Determinazione della curva di penetrazione del calore nel prodotto Determinazione della termoresistenza del microrganismo target nel prodotto Calcolo del trattamento “teorico” Individuazione delle condizioni di processo che soddisfano il processo “teorico” Termoresistenza microbica DT = Tempo di riduzione decimale = tempo necessario, a una temperatura costante, per distruggere il 90% delle spore o cellule vegetative di un dato microrganismo Esempio: D65 = 5 min N0 = 10000 cfu/g 5 min a 65°C = 1D 1000 cfu/g 10 min a 65°C = 2D 100 cfu/g Tempo di riduzione decimale (DT) 6 Log N° survivors 5 4 D 3 2 D 1 0 0 5 10 time (min) 15 20 Termoresistenza microbica z= intervallo di temperatura necessario per avere una variazione di 10 volte del tempo di riduzione decimale Esempio: D65 = 15.6 min z = 5°C D (65-z) = D60 = 156 min D (65+z) = D70 = 1.56 min 0.1 D T-z = DT = 10 D T+z Curve di morte termica (z) 2,5 2 Log D 1,5 1 0,5 z z 0 -0,5 -1 50 60 70 80 90 100 temperature (°C) 110 120 130 Fattori che influenzano la termoresistenza microbica Resistenza intrinseca differenze interspecifiche e intraspecifiche, cellule vegetative vs. spore Fattori ambientali attivi durante la crescita e la formazione di cellule o spore età, temperatura di crescita, substrato di crescita Fattori ambientali che agiscono durante il trattamento termico pH, aw, tipo di alimento, sali, altre sostanze Termoresistenza di Listeria monocytogenes in alcuni tipi di carne Substrato D (min) z (°C) Rif. Carne suina con additivi D55 = 13.4-19.2 D60 = 0.97-3.48 4.38-6.74 Roast beef macinato D60 = 1.5-2.6 D70 = 0.37-0.46 16.1-20 Grant e Patterson (1995) Omogenato di pollo D60 = 0.75-7.07 D65 = 0.007-0.48 3.41-6.1 Huang et al. (1992) Carne bovina macinata D60 = 4.47 D62.8 = 2.5 7.9 Schoeni et al. (1991) Salsiccia D54.4 = 20.1 D60 = 9.13 10 Schoeni et al. (1991) Carne suina con additivi D60 = 7.3 D66 = 1.0 6.8 Quintavalla e Campanini (1991) Carne bovina D60 = 3.8 D70 = 0.14 7.2 Mackey et al. (1990) Carlier et al. (1996) Calcolo della letalità di un trattamento termico Vi sono tre modi per calcolare la letalità di un trattamento termico: 1.Determinare il livello del microrganismo di interesse prima e dopo il trattamento Calcolo della letalità di un trattamento termico 2. Determinare la minima temperatura e il minimo tempo di mantenimento necessari per ottenere l’inattivazione voluta Calcolo della letalità di un trattamento termico (metodo 2) Minima Temperatura Interna (°C) 60.0 62.2 63.9 65.0 66.1 67.2 68.9 70.0 Rif. 9 CFR §§ 318.17 (a)(1) e 381.150 (a)(1) Minimo Tempo di Mantenimento (in minuti o secondi) alla Minima Temperatura per ottenere 7-D per Salmonella 12 min 5 min 144 sec 91 sec 58 sec 37 sec 19 sec 0 sec Calcolo della letalità di un trattamento termico 3. Determinare come il prodotto si riscalda e si raffredda, e definire un processo basato sui valori integrati tempo-temperatura che permetta di raggiungere la voluta inattivazione microbica Calcolo della letalità di un trattamento termico (metodo 3) L’integrazione dei valori tempo-temperatura prende in considerazione tutte le “temperature letali” incontrate dal prodotto durante tutto il processo, compreso il riscaldamento e il raffreddamento Si considera che gli effetti letali delle diverse temperature nei confronti dei microrganismi posseggano la proprietà additiva Calcolo della letalità di un trattamento termico (metodo 3) Gli effetti letali di ogni temperatura possono essere calcolati relativamente a una temperatura di riferimento Per i prodotti in cui il patogeno target è Listeria monocytogenes Tref = 70°C e z = 7.5°C Calcolo del trattamento “teorico” La finalità di un processo termico è indicata dall’ effetto letale F(T,z), calcolato generalmente a una temperatura di riferimento Tref, ed è definito dall’espressione (in minuti) FTz DT LogN 0 LogN f FTz DT n dove DT= tempo di riduzione decimale alla temperatura costante T N0 = numero iniziale di cellule / spore Nf = numero accettabile di cellule / spore sopravviventi n = numero di riduzioni decimali Per 9 CFR 430 n≥2 Calcolo del trattamento “teorico” Criterio di efficienza minimo da raggiungere in conformità a 9CFR 430 2 D per L. monocytogenes Se D70 = 0.33 min e z = 7.5°C F70 teor =0.33 × 2 = 0.66 min Identificazione delle condizioni di processo Anche temperature diverse da Tref (es. 70°C) hanno effetto letale. Il rapporto di letalità (F/T), ovvero il valore dell’effetto letale di un minuto di permanenza ad altre temperature (T) è definito come valore di letalità (L) e può essere espresso da: L 10 T Tref / z Lethal ratio F/T Tref=70°C °C 55 56 57 58 59 60 61 62 62.5 63 64 65 66 67 68 F/T 0.01 0.0136 0.0185 0.0251 0.0341 0.0464 0.0631 0.0858 0.1 0.1166 0.1585 0.2154 0.2929 0.3981 0.5412 z=7.5°C °C 69 70 71 72 73 74 75 76 77 77.5 78 79 80 81 82 F/T 0.7356 1 1.3594 1.8478 2.5119 3.4145 4.6416 6.3096 8.577 10 11.659 15.849 21.544 29.286 39.811 Curva di penetrazione del calore 100 90 Temperatura (°C) In un prodotto solido, sottoposto a una fonte di calore, vi è un graduale aumento (e diminuzione) della temperatura, con una velocità che dipende dalle caratteristiche fisiche del prodotto 80 70 60 50 40 30 20 10 0 0 20 40 60 80 Tempo (min) Prodotto Forno 100 120 L’effetto letale Freal complessivo del processo termico può essere calcolato dall’approssimazione trapezoidale della curva di letalità (curva di penetrazione del calore) F(T,z) = [(Li-1+Li)/2]*t Temperature Data Logger Calcolo dell’effetto letale di un trattamento termico “reale” – Registrazione della curva di penetrazione del calore nel punto termicamente più sfavorito (“Situazione Peggiore”) – Suddivisione del tempo di trattamento in intervalli uguali (es. 1 min) – Per ogni intervallo di tempo, lettura delle temperature del prodotto – Per ogni T, individuazione del corrispondente valore di F/T – Somma dei valori di F/T e moltiplicazione per l’intervallo di tempo Validazione di un trattamento termico “reale” Se l’effetto letale complessivo Freal determinato per il trattamento termico è uguale o superiore al valore teorico Fteor calcolato in precedenza, allora il processo termico pratico ha un effetto letale equivalente al criterio di efficienza stabilito per la voluta inattivazione del patogeno di riferimento Fattori che influenzano la penetrazione del calore Temperatura di processo (autoclave, forno) Mezzo di riscaldamento (vapore, acqua, aria calda) Uniformità di riscaldamento Lunghezza della fase di “come-up” Tipo, dimensione, forma dei pezzi Materiale del contenitore Consistenza del prodotto Temperatura iniziale del prodotto Ermeticità del contenitore Livelli di contaminazione e considerazioni sul campionamento Probability of obtaining one or more defectives with the following proportions (p) of the lot defective Number of sample units examined per sample, n 200 1000 2000 3000 4000 5000 0.01 0.001 0.0001 0.00001 0.87 1.00 1.00 1.00 1.00 1.00 0.18 0.63 0.86 0.95 0.98 0.99 0.02 0.10 0.18 0.26 0.33 0.39 0.00 0.01 0.02 0.03 0.04 0.05 Il campionamento del prodotto finito non deve essere usato come criterio di accettazione Il caso dell’ utilizzo di sostanze o processi con attività antimicrobica Alternative 1 & 2 Esempi di sostanze o processi antimicrobici Aggiunta di lattato e diacetato alla formulazione Confezionamento ad attività antimicrobica Trattamenti e processi antimicrobici che rendono il prodotto RTE stabile a temperatura ambiente Congelamento durante la shelf life del prodotto Alternative 1 & 2 Validazione della sostanza o processo antimicrobico – Come parte della validazione, lo stabilimento deve avere una documentazione che dimostri che la sostanza o il processo antimicrobico, nelle modalità d’uso, sono efficaci nell’inibire o limitare la crescita di Lm Per esempio, l’impianto deve essere in grado di dimostrare il grado di riduzione del patogeno che la sostanza o il processo antimicrobico possono raggiungere, oppure quale grado di inibizione della crescita, e per quanti giorni la sostanza o il processo antimicrobico sono attivi – Punti da considerare durante la validazione: E’ necessaria la documentazione a supporto dell’uso della sostanza o del processo antimicrobico Alternative 1 & 2 L’efficacia della sostanza o del processo antimicrobico deve essere verificata attraverso la ricerca di Lm – Punti da considerare: I dati dello stabilimento devono dimostrare che la crescita di Lm è inibita o limitata La documentazione dello stabilimento deve supportare la scelta delle procedure di verifica e la frequenza di queste procedure Opti.Form Listeria Control Model™ Domande?