Associazione Famiglie Italiane Prevenzione Suicidio Marco Saura Associazione Famiglie Italiane Prevenzione Suicidio Marco Saura LABORATORIO SARTORIALE DONNA IMPRESA MODA FUTURO VIENI A CONOSCERCI sede operativa Via Giovanni Besio 33/35 – 90145 Palermo Tel./fax A.F.I.Pre.S. 091 685 97 93 Tel “Girasoli” 091 68 55 610 Web : www.afipres.org E-mail : [email protected] A coloro che desiderassero sostenere con un libero contributo le attività dell’Associazione, di seguito indichiamo il numero c/c messo a disposizione dall’A.F.I.Pre.S. e intestato presso Banca Intesa San Paolo Palermo : IBAN IT85 T030 6904 6001 0000 0007 494 oppure LA TUA FIRMA PER UN DONO DI SOLIDARIETA’ DONA IL 5 PER MILLE IRPEF CUD/730/740/UNICO Codice fiscale 97120870825 A.F.I.Pre.S. Marco Saura Progetto DIM Corso laboratoriale di sartoria Conoscenza tecnica base delle fasi di lavorazione di manufatti sartoriali e creazione di accessori di moda. Conoscenza teoriche sulle forme e modalità per costruire un impresa sociale. PROGETTO DIM DONNE IMPRESA MODA FUTURO Disoccupazione , povertà , isolamento e scarsa conoscenza dei propri diritti e opportunità sono state le problematiche su cui hanno deciso di intervenire due Associazioni che lavorano nelle periferie di Palermo. Il progetto “D.I.M. Donne Moda Impresa Futuro” è un progetto presentato dall’ Ass. “Laboratorio Zen Insieme” al cui aderisce l’Associazione A.F.I.Pre.S. MARCO SAURA con l’obiettivo di inclusione sociale e prevenzione del disagio psichico in donne emarginate e in povertà socio-economica. L’Ass. A.F.Pre.S., che svolge il suo lavoro sociale presso il quartiere San Giovanni Apostolo, e l’Ass. Lab. ZEN, presente all’interno del quartiere San Filippo Neri (ex ZEN) sono partner nel progetto e agiscono in assoluta parità e autonomia. Le associazioni coinvolte rappresentano oggi, per i loro quartieri, una realtà altra che tenta di intervenire efficacemente sui bisogni e le necessità di cui l’utenza è portatrice, utilizzando metodi e linguaggi alternativi a quelli del malaffare. Il ruolo sociale che ormai ricoprono li rende occhio privilegiato per il monitoraggio delle dinamiche sociali che si sviluppano nel quartiere; interlocutori diretti dei bisogni e delle necessità di cui la popolazione è portatrice le Associazioni riescono ad integrare la realtà del singolo all’interno del quadro sociale che influenza tutto il sistema collettivo del quartiere . Le due Associazioni, che operano da anni all’interno dei quartieri più disagiati di Palermo, attraverso il confronto della loro esperienza, hanno registrato una certa similarità tra i bisogni dell’utenza ed hanno deciso di intervenire in collaborazione. Dall’analisi dei dati raccolti è emerso come i due quartieri sono entrambi portatori, pur nella loro specificità, degli stessi disagi : dimenticati dalle istituzioni vivono un degrado difficile con alti tassi di disoccupazione, e si registra un’elevata evasione scolastica, che alimenta l’analfabetismo già presente e la difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro. Inoltre la mancanza di servizi, di aree verdi ha contribuito ad emarginare e ghettizzare ulteriormente gli abitanti che si percepiscono abbandonati dalle istituzioni. L’assenza di punti di riferimento e soprattutto di risposte ai bisogni e alle problematiche di cui gli abitanti sono portatori alimenta un forte senso di frustrazione e di abbandono che troppo spesso trova risposta solo nelle sfere malavitose palermitane, condannando la vita di tanti giovani e delle loro famiglie. È l’analisi di tali problematiche che ha spinto le due Associazioni a promuovere un progetto rivolto alle donne residenti nei quartieri CEP e ZEN. Le associazioni hanno deciso di intervenire sulle donne perché rappresentano la sfera sociale più debole. Molto spesso, infatti, sono subordinate al mondo maschile e vivono un “isolamento sociale” troppe volte trascurato. Gli enti spesso combattono il disagio sociale concentrandosi sui minori, trascurando però il legame che il malessere manifestato dal figlio ha con la relazione materna. L’isolamento e la ghettizzazione provocati da una cattiva gestione delle periferie, gli alti tassi di disoccupazione che incidono sulle disponibilità economiche delle famiglie, l’analfabetismo e la scarsa conoscenza dei propri diritti e opportunità produce una depressione diffusa che fa rifugiare le donne in casa. La mancanza di autostima che viene generata da un contesto così difficile porta le donne a chiudersi e a perdere la fiducia nelle proprie capacità. Questo pensiero di sconfitta porta le donne a sperimentare, durante il corso della giornata, un senso di vuoto che viene riempito da abitudini malsane come dormire fino a tardi. Tale abitudine viene così trasmessa anche ai figli che risentono del malessere della madre e manifestano il loro disagio attraverso comportamenti aggressivi e antisociali sia dentro che fuori le mura domestiche. Per intervenire sulle difficoltà che sperimentano le donne, l’Ass. A.F.I.Pre.S Marco Saura e l’Ass. Lab. ZEN, hanno attivato due laboratori sartoriali presso le loro sedi operative al fine di facilitare l’uscita delle donne dall’isolamento e promuoverne l’integrazione sociale e lavorativa delle stesse. Il Lab. sartoriale si sviluppa in 30 giorni per un totale di 128 ore. Le attività e gli incontri sono programmati da ottobre 2010 ad aprile 2011. Durante gli incontri le partecipanti avranno l’occasione di imparare le tecniche base per la realizzazione di manufatti sartoriali e accessori moda, e saranno formate sulle forme e modalità per costruire un impresa sociale. L’obiettivo principale che si intende raggiungere è dare la possibilità alle donne di apprendere un mestiere, sicuri che le attività manuali riescono ad innescare un processo virtuoso che conferisce autostima. Risvegliare le capacità nascoste stimola la percezione positiva che le donne hanno di se stesse e permette di scardinare la vecchia convinzione secondo cui il ruolo della donna è limitato alla conduzionee gestione della vita familiare. Intervenire sull’isolamento, aumentare la consapevolezza dei propri diritti ed opportunità, potenziare l’autostima e stimolare l’individuo all’inserimento lavorativo consente alle donne di rendersi autosufficienti e parte attiva nel processo sociale e produttivo della città combattendo efficacemente la depressione che soffoca oggi le loro energie; inoltre consente ai figli di vivere un’adolescenza serena che possa distoglierli dalla vita malavitosa. L’A.F.I.Pre.S., che ormai da anni lavora per i giovani e le sue famiglie, è sempre più sicura che sostenere la genitorialità è un metodo privilegiato nella tutela dei giovani. Infatti ha inserito nelle attività dell’Associazione uno lo SPAZIO FAMIGLIA aperto alle famiglie e gli abitanti del luogo che all’interno di questo momento di incontro e discussione possono trovare un valido appoggio nei momenti di crisi. All’interno dello Spazio famiglia una parte delle attività, gestite dalle figure professionali (psicoterapeuti e psicologi) del centro, è infatti dedicata al sostegno delle famiglie nel ruolo educativo e genitoriale attraverso momenti di colloquio e confronto tra pari. All’interno dello SPAZIO FAMIGLIA, accanto alle attività di sostegno, sono stati attivati i Laboratori di Ballo, Informatica e Cucina Interetnica pensati per migliorare la socializzazione e il confronto tra adulti attraverso attività ludico-creative. Questo strumento di sostegno fa riferimento alle strategie educative della Peer Education (letteralmente "Educazione tra Pari") volta ad attivare un processo spontaneo di passaggio di conoscenze, di emozioni e di esperienze da parte di alcuni membri di un gruppo ad altri membri di pari status; un intervento che mette in moto un processo di comunicazione globale, caratterizzato da un’esperienza profonda di sintonia tra i soggetti coinvolti. Questi momenti diventano un’occasione per il singolo di discutere liberamente con il gruppo e arricchire, attraverso il contributo di ciascuno, il proprio bagaglio di conoscenze e modi di fare personale. Ecco perché l’opportunità di partecipare al Progetto DIM è stata per l’Ass. A.F.I.Pre.S. un’ importante occasione per consolidare il lavoro che da anni svolge con gli adulti e le famiglie del quartiere. Inoltre il progetto ha l’obiettivo di sensibilizzare la collettività al recupero delle tradizioni e dei vecchi mestieri attraverso la valorizzazione del lavoro artigianale, con l’obiettivo di stimolare il senso di appartenenza ad un bagaglio culturale comune ricco di conoscenze che non devono andar perse. La formazione pratica del corso è arricchita da approfondimenti teorici riguardanti: la dignità al lavoro, il tema della democrazia nel processo di lavoro, le forme e modalità per avviare un impresa sociale e i fondamenti educativi sul commercio equo-solidale. Ci si interrogherà sulle difficoltà che rallentano la partecipazione attiva delle donne nel contesto sociale, cercando di tracciare insieme i problemi e le possibili soluzioni che in questo contesto storico e sociale influenzano lo sviluppo dell’autonomia femminile. Il setting utilizzato all’interno del Progetto DIM è il lavoro di gruppo, perché ritenuto lo strumento assolutamente più adatto per la creazione di un ambiente favorevole agli scambi umani reciproci. Il gruppo, gestito da un tecnico, è affiancato dagli operatori A.F.I.Pre.S. che, oltre ad occuparsi degli spazi di socializzazione, hanno messo a disposizione le loro competenze socio-psico-educative per sostenere le dinamiche gruppali e interagire con le capacità e bisogni delle partecipanti. Inoltre il progetto ha favorito lo scambio e il confronto delle esperienze vissute tra le utenze dei due laboratori organizzando degli incontri periodici con lo scopo di stimolare la socializzazione e la crescita formativa delle donne. I prodotti realizzati durante il corso laboratoriale Progetto DIM saranno esposti attraverso una mostra-mercato a cui prenderanno parte le realtà associative coinvolte e le partecipanti del laboratorio che hanno preso parte alle attività. LABORATORIO SARTORIALE DONNA IMPRESA MODA FUTUTO da ottobre 2010 ad aprile 2011 presso il Centro Aggregativo ed Educativo i Girasoli ATTIVITA’ E RISULTATI PROGETTO DIM Il Laboratorio Sartoriale attivato dall’ Ass .A.F.Pre.S. si è svolgo presso i locali del centro “I Girasoli” da ottobre 2010 ad aprile 2011; con un calendario di 30 incontri per un totale di 128 ore. prima di tutti hanno stimolato l’interesse e l’impegno delle donne nelle attività laboratoriali, l’atteggiamento di curiosità e apertura con cui le donne si sono approcciate al laboratorio è stato, fin dall’inizio, un incentivo importante che ha garantito il successo di tutto il progetto. Il corso, completamente gratuito per le partecipanti, è stato condotto da un tecnico che ha fornito la conoscenza base delle fasi di lavorazione pratica per la realizzazione di manufatti sartoriali e creazione di accessori moda. Il programma del laboratorio è stato arricchito da una base teorica sulle forme e modalità per costruire un impresa sociale. Le donne che vi hanno partecipato sono venute a conoscenza del laboratorio, nella maggior parte dei casi, attraverso il materiale pubblicitario distribuito all’interno del quartiere. I luoghi di maggior contatto con l’utenza sono stati i mercati rionali, importanza rilevante ha assunto anche il lavoro di rete con le altre realtà presenti sul territorio come Chiese e Scuole. Il lavoro di sartoria è per eccellenza l’attività artigianale che maggiormente crea entusiasmo tra le donne, le attività manuali rappresentano, nella nostra cultura, un passaggio di tradizioni intergenerazionali importanti dentro cui la storia collettiva si intreccia. Spesso le custodi di questi segreti tramandati sono proprio le donne. Rispondere allo stimolo della creatività e apprendere le tecniche per creare accessori moda sono gli obiettivi che Durante gli incontri l’Ass. A.F.I.Pre.S. ha garantito la presenza dei suoi operatori che hanno collaborato all’interno del laboratorio per la gestione degli spazi del centro e per accompagnare le attività di socializzazione, mettendo a disposizione le conoscenze socio-psicoeducative acquisite per sostenere le dinamiche gruppali e interagire con le capacità e bisogni delle partecipanti. I due laboratori hanno preso inizio nello stesso momento ognuno presso la sede della propria Associazione. I primi incontri sono stati incentrati sull’accoglienza e socializzazione tra le partecipanti del laboratorio; per inaugurare l’avvio delle attività è stato programmato un incontro tra le donne provenienti da entrambi i quartieri coinvolti nel progetto. Questi momenti di incontro tra le Ass. A.F.I.Pre.S. e Ass. Lab. ZEN e le rispettive partecipanti hanno permesso lo scambio di esperienze sul laboratorio; importante stimolo al confronto delle competenze acquisite e dei risultati raggiunti. I prodotti realizzati durante il corso laboratoriale Progetto DIM saranno esposti attraverso una mostra a cui prenderanno parte le realtà associative coinvolte e le partecipanti del laboratorio che hanno preso parte alle attività. Il gruppo, gestito dall’A.F.Pre.S., solo in piccola percentuale è composto da donne che in giovane età hanno avuto esperienze in sartoria. Per la restante parte delle componenti del Progetto DIM è la prima occasione per un percorso formativo sulle tecniche sartoriali. I risultati raggiunti con il laboratorio, direttamente misurati con le donne, hanno soddisfatto le esigenze di tutto il gruppo nonostante la composizione eterogenea delle esperienze delle partecipanti. A fine progetto abbiamo incontrato le donne e abbiamo provato a rilevare con loro la soddisfazione rispetto le attività svolte all’interno del laboratorio.Queste sono le dichiarazioni delle partecipanti che hanno risposto alle nostre domande. “ …sono molto soddisfatta delle attività proposte – afferma Vita Pizzuso – tutto il percorso si è svolto in maniera seria e costante, con interesse e impegno da parte delle partecipanti e dei responsabili”. Il confronto con l’esperta sartoriale del corso ha permesso uno scambio importante di esperienze e tecniche anche per chi aveva avuto altre esperienze sartoriali. “Sono contenta dei risultati raggiunti…” – dichiara la Sig.ra Girolama Chiaramonte – “…ho integrato con soddisfazione le conoscenze apprese con quelle assimilate in passato durante un’esperienza in sartoriale.”- Continua la Sig.ra Chiaramonte - “ Le attività svolte sono state molto utili … adesso che il laboratorio è terminato le mie conoscenze si sono ampliate. Il contenuto delle lezioni e le indicazioni da seguire durante le attività sono stati spiegati con chiarezza e completezza, ma avremmo avuto bisogni di più tempo” Il desiderio di continuare questo percorso è comune a tutte le donne che hanno preso parte al progetto DIM. “ si…questo corso mi è piaciuto – afferma la Sig.ra Spanò Concetta – l’insegnante, avendo grande esperienza ha saputo trasmetterci con semplicità e pazienza le conoscenze di taglio e cucito…vorrei ancora partecipare a laboratori sartoriali per imparare sempre di più.” Il coinvolgimento diretto delle donne nella creazione degli accessori di moda ha fatto risvegliato il desiderio delle donne di mettersi in gioco…stimolate dai risultati raggiunti e sulle capacità scoperte vogliono continuare a integrare le conoscenze sartoriali in loro possesso. “…continuerò a far pratica” è l’impegno che la Sig.ra Ilenia Di cara e le sue compagne di corso hanno preso con se stesse. Molte infatti hanno investito su questo nuovo hobby e hanno acquistato delle macchine da cucire per continuare a fare esperienza anche dopo la fine del corso. Dal corso hanno acquisito le competenze necessarie per poter realizzare dei piccoli manufatti autonomamente e sono straordinariamente contente di mostrare i loro progressi anche a noi. La maggior parte di loro che non aveva mai avuto esperienze in campo sartoriale, a termine del corso, ha raggiunto un livello base di conoscenza che le permette di realizzare piccoli manufatti in completa autonomia. Gli elaborati prodotti nel laboratorio, confessano le partecipanti, hanno avuto molto successo all’interno dei nuclei familiari e amicali delle donne che con orgoglio ci confessano di aver già delle commissioni da soddisfare. “ la mia gioia, oltre la soddisfazione personale, è poter utilizzare quello che ho imparato al corso per me , la mia famiglia e le mie amiche e poi magari fare anche altro…”- dice la Sig.ra Chiaramonte. Le donne dichiarano apertamente il desiderio di continuare questa esperienza con A.F.I.Pre.S. per consolidare le conoscenze apprese e acquisirle delle nuove, in un percorso di crescita che vorrebbero condividere ancora una volta insieme. “…adesso vorrei ancora proseguire il corso per imparare sempre di più…”confessa la Sig. Spanò Concetta. Tutte le partecipanti, infatti, hanno dato la propria disponibilità per partecipare ad altre iniziative laboratoriali presso l’Ass. A.F.I.Pre.S. e prenderebbero volentieri parte ad incontri laboratoriali di informatica, cucina, lingue straniere (preferibilmente inglese), ballo. Propongono anche l’attivazione di corsi professionali riconosciuti. Hanno le idee chiare su come continuare e poco prima di lasciarci ci hanno indicato qualche suggerimento utile per un nuovo laboratorio sartoriale : “il consiglio che vorrei dare è di aumentare il materiale didattico soprattutto manichini per sarte, tagli e cuci, altre macchine da cucire…”- concordano la Sig. Rita Mellina e la Sig.ra Roberta Lo Verde “…continuate così!!!” è l’augurio che le donne e gli operatori A.F.I.Pre.S. si sono scambiati reciprocamente al brindisi di chiusura Laboratorio. Le Donne del Progetto DIM Le informazioni, le riflessioni e suggerimenti inseriti all’interno dell’opuscolo sono ottenuti dall’ analisi delle schede di valutazione somministrate alle partecipanti del laboratorio. Le foto e le immagini dei manufatti sono relativi al Lab. Sartoriale Progetto Dim, promosso dall’Associazione A.F.I.Pre.S presso la sede I Girasoli.