GIOVEDI’ 26 GIUGNO ALLE ORE 15,00, presso il cortile della sezione femminile di San Vittore si terrà la consegna di ventilatori e radio per le donne detenute e orologi da tavolo per le agenti, che la Camera del Lavoro di Milano ha acquistato grazie al ricavato della distribuzione di dvd e dell’opuscolo “I libri sanno volare” (di cui la mostra del 1° ottobre 2013 in CdLM). La consegna avrò luogo con la presenza di una delegazione della Segreteria della Camera del Lavoro di Milano. L’iniziativa si terrà nel cortile del carcere, dove si è appena conclusa la realizzazione di un mural, eseguito dalle donne detenute, in collaborazione col muralista cileno Héctor Carrasco, detto “Mono”, fondatore in Cile del gruppo muralista “Brigadas Ramona Parra” e in Italia dal 1974. Questa è solo una delle tante iniziative all’interno del carcere di San Vittore cui abbiamo contribuito negli ultimi due anni, come dipartimento Politiche sociali e Politiche di Genere della CdLM. Ciò è stato anche possibile grazie alla partecipazione delle donne detenute , dall’ottobre 2012 , al laboratorio d’arte che ogni mercoledì viene curato da Antonella Prota Giurleo e da Giovanna Storti, volontarie Cgil Milano. L’idea di un mural nel cortile dell’aria della sezione femminile di San Vittore, realizzato dalle stesse detenute sotto la guida del muralista cileno Héctor Mono Carrasco, è venuta all’artista Antonella Prota Giurleo, che già nel carcere milanese aveva tenuto un corso di disegno. Antonella ha interessato la Camera del Lavoro di Milano, in particolare Paola Bentivegna e Corrado Mandreoli, che hanno curato l’organizzazione dell’iniziativa. Le varie fasi del lavoro sono state seguite e documentate dalla giornalista Nicoletta Manuzzato e dal fotografo Tullio Quaianni. Una quindicina le detenute che hanno aderito al progetto, quasi tutte molto giovani e provenienti da diversi paesi: Italia, Cile, Paraguay, Marocco, Polonia, Romania. I primi due incontri, in biblioteca, sono stati dedicati all’ideazione del soggetto. Tutte hanno concordato su quello che avrebbero voluto simboleggiare nell’opera: il desiderio di libertà. Il bozzetto prescelto presenta al centro una strada serpeggiante tra due alti muri grigi (la prigione), strada che porta verso il sole della libertà. Intorno, tutto ciò che per le recluse significa la libertà: fiori, farfalle, le onde del mare. Con tre successivi incontri il soggetto è stato trasferito, con pennelli e vernici, sulla parete del cortile, creando una festa di colori dove prima c’era solo un muro grigio e spoglio.