“Frammenti di Natale”
Racconti natalizi degli amici
di Ljus av Balarm
Questo librettino contiene dieci Frammenti di storie scritti
ognuno da uno degli amici di LaB, partecipando al concorso
“Frammenti di Natale” bandito da Ljus av Balarm nel dicembre
2013.
La raccolta è il regalo che Ljus vuol far loro, a se stessa e a
tutti gli altri Lettori e Narrati di LaB, per celebrare nel modo
più originale e creativo la bellezza del Natale, comunque
ognuno voglia o sappia intenderlo.
In rispetto a chi li ha ideati e scritti, i Frammenti non hanno
subito alcuna modifica se non quelle di formattazione del
paragrafo. Ogni modo di scrivere, infatti, esprime un modo di
essere e di sentire, che resta unico e speciale.
Ancora una volta Ljus av Balarm vuole ringraziare ciascuno
di voi creativi Narratori che avete accolto anche quest’altra
sfida, dimostrando a tutti che scrivere semplicemente di
sentimenti non è un privilegio da Casta.
Un Fantasioso Natale a tutti voi
Ljus
23 Dicembre 2013
Indice dei Frammenti di Natale
Alexia – “Natale lontano”
pag1
Antonello – “Il giorno scomparso”
pag3
Cristo – “Natale a sorpresa”
pag5
Gloriadivita – “Le ragioni per amare Natale”
pag7
Laura – “La persona più speciale”
pag9
Lisa – “Il futuro”
pag11
Lupotto Alberto – “Stella di Natale”
pag13
Michela – “Il regalo perfetto”
pag15
Roberto S. – “Natale indimenticabile”
pag17
Suncrissima – “L’indagine del bambino”
pag19
Alexia “Natale lontano”
Non si può certamente dire che il Natale a Palermo abbia la
classica atmosfera nordica con neve e gelo, però almeno è
inverno! Lì in California invece facevo troppa fatica a credere
persino che fosse dicembre, con la gente che andava su e
giù per la spiaggia in costume costeggiando le timide onde
sull’Oceano. E mi sembravano fuori luogo anche i vari
addobbi natalizi nelle vetrine o gli abeti decorati! Eppure era
Natale pure lì a Miami e la gente anche lì faceva le ultime
compere da vigilia entrando ed uscendo dai centri
commerciali.
L’unica senza pacchetti ero io, che camminavo con passi
mogi verso il monolocale con vista spettacolare sull’Oceano
che mi aveva allettata quando ero a Palermo e fantasticavo
su quanto sarebbe stato bello vivere lì nei due anni del
Master. Ora invece mi mancava tutto della mia città anche
se continuavo a ripetermi che avevo fatto la scelta più giusta
per il mio futuro. Era inutile cercare di essere razionale,
quello che sentivo era solo la nostalgia della mia città!
Aprii la porta di casa pensando che solo una video chat
col mio fidanzato a Palermo mi poteva tirare su. Spalancai gli
occhi di sorpresa però quando mi accorsi che le pareti del
monolocale erano tappezzate con stampe giganti di
Palermo natalizia, il Politeama con l’albero decorato e via
Ruggero Settimo con le luminarie, il Massimo pieno di lucine
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e stelle di natale. Insomma la mia porta si era aperta su un
angolo della mia città! E il mio alberello sparuto ora era bello
decorato e circondato da regali! Pure il mio ragazzo era lì
che rideva della mia faccia inebetita. Gli corsi incontro e lo
abbracciai felice, chiedendogli che ci faceva lì, come aveva
fatto a capire che ero malinconica. Lui mi strinse ridendo e
mi disse che erano tutte domande inutili e che l’importante
era che io avrei avuto il mio pezzo di Palermo anche a Miami,
dove il Natale si festeggia in spiaggia!
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Antonello “Il giorno scomparso”
Da qualche tempo nel mondo accadeva una cosa strana:
mancava un giorno dell’anno! Tutti sapevano che era così,
ma nessuno sapeva qualche fosse. Sapevano solo che
questa cosa rendeva il cielo dell’inverno sempre scuro, da
mattina a sera, e che i bambini in quel periodo diventavano
tristissimi. Il problema era serio e andava affrontato perché
ne venivano conseguenze antipatiche: il buio costringeva ad
accendere le luci tutto il giorno ed era una grossa spesa e
poi i bambini tristi piangono e i genitori passavano troppo
tempo a consolarli. I più grandi scienziati del mondo furono
interpellati già in estate perché trovassero la soluzione più
efficace. Loro provarono di tutto, ma niente da fare! Finché
qualcuno non ebbe: se un tempo quel giorno c’era stato,
occorreva tornare a “quel tempo” e scoprire cosa fosse
successo e perché. Subito furono chiamati i migliori
ingegneri che costruirono rapidamente una macchina
capace di viaggiare nel tempo. Quando fu pronta due delle
menti più eccelse tornarono in “quel tempo”, dove a prima
perlustrazione non capirono, così fecero domande ai
passanti, che però li presero per pazzi! Finché non furono
avvicinati da un bambino che aveva ascoltato e chiese loro di
portarlo con sé, così che lui potesse vedere il problema. Che
poteva capirne un bimbo di ciò che le menti migliori adulte
non avevano spiegato? Perso per perso i due accettarono la
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proposta. Arrivati nel futuro, il bimbo si stupì subito del cielo
scuro, per strafa le vie spente lo insospettirono. Entrò nelle
case e le stanza disadorne lo ispirarono. Allora allargò le
braccia e candido domandò:
<<Ma voi lo festeggiate Natale?>>.
Gli Eminenti lo ascoltarono dubbiosi: cos’era Natale? Per
evitare brutte figure, consultarono l’archivio storico e in
effetti trovarono notizie di una festa di tanto tempo prima,
che però era stata soppressa perché considerata ormai
inutile e dispendiosa. Si fecero raccontare dal bimbo come si
creava l’atmosfera natalizia e lui parlò delle luci, delle case
calde, dei regali, dell’amore e della gioia di unirsi tutti
insieme almeno per qualche ora. Bisognava provare! I
governanti promanarono un editto che stabilì come misura
immediata l’allestimento degli addobbi in tutto il mondo e la
creazione di regali per tutti gli abitanti. E bastò poco perché
il cielo si rischiarasse e i bambini ridessero. Dunque era
davvero quello? Il bimbo di “quel tempo” fu riempito di
onori, ma lui volle subito tornare a casa sua, dove il Natale lo
aspettava. Prima di partire però si raccomandò con gli adulti
di chiedere ai bambini la soluzione al prossimo problema,
così da avere subito la soluzione più giusta. E gli adulti
promisero augurando dopo tanto tempo “Buon Natale!”.
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Cristo “Natale a sorpresa”
“A Natale si è tutti più buoni”. Mino odiava questa
espressione e non certo perché lui fosse una creatura
cattiva! La odiava perché era un maialino e l’idea che “più
buoni” potesse significare “più appetitosi” lo terrorizzava.
Così, mentre in tutta la fattoria ogni animale si preparava
per le feste, Mino, quatto quatto, rubava e nascondeva gli
addobbi e le lucine degli alberi; oppure spalava frenetico i
primi timidi fiocchi di neve che nel freddo della notte
scendevano; o ancora parlava di vacanze ma al mare e con
un bel sole caldo. Insomma cercava con ogni stratagemma
di distogliere l’attenzione degli umani dalla cena di Natale! Il
suo unico rimorso nel fare quello era per il cucciolo d’uomo,
che così non poteva godersi l’atmosfera natalizia.
Intento nella sua opera di snatalizzazione, si accorse tardi
che gli altri animali spesso confabulavano fra loro e si
zittivano quando lui li raggiungeva. Che novità era quella?
Stavano forse decidendo alle sue spalle che, in caso gli
umani avessero veramente voluto avere per cenone uno di
loro, gli avrebbero suggerito il succulento maialino?!
Traditori! Approfittavano del fatto che Mino non aveva più la
sua mamma a difenderlo?
Quel pensiero lo rese ancora più nervoso, tanto che,
quando infine la Vigilia arrivò, il cuore gli batteva forte per
l’ansia e la delusione. Che stava a farci ancora lì ora che era
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orfano e indifeso? Meglio fuggire! In fretta e furia preparò le
sue cose e senza salutare nessuno si apprestò alla fuga, ma i
suoi occhi scorsero il cucciolo d’uomo, solo sulla soglia del
fienile. Ne ebbe tenerezza e decise di salutare almeno lui. Il
bimbo lo vide arrivare e con gioia spalancò le braccia.
<<Ciao, Mino! – lo salutò – vuoi entrare?>>.
Il maialino titubò, chiedendosi se quel bimbo potesse
essere o no una trappola. Lo guardò negli occhi, puri e
luminosi, e decise di fidarsi. Così entro nel fienile e quale non
fu la sua sorpresa nel vederlo addobbato a festa!
<<Buon Natale, Mino! – gridarono in coro gli animali della
fattoria – questo è per te, come la tua mamma avrebbe
voluto!>>.
Stupito, si lasciò abbracciare da ciascuno e in un attimo
capì quanto sciocco fosse stato in quei giorni! I suoi amici
avevano immaginato la sua tristezza senza la mamma e gli
avevano regalato quel natale in allegria. Ah, se avessero
conosciuto i suoi sospetti! Meglio non pensarci più invece e
godersi quel Natale e, soprattutto, quegli splendidi amici!
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Gloriadivita “Le ragioni per amare Natale”
G: Non mi piace Natale!
A: Perché no?
G: Perché è una scusa per snervarsi a cercare il regalo pure
alle persone che ti stanno antipatiche, solo perché a Natale
si deve essere buoni cioè ipocriti ed essere carini con tutti. E
poi c’è la cena con le vecchie zie che ancora criticano ogni
cosa che ho fatto e che ho scelto. Per non dire poi che…
A: Eh aspetta, fermati! A te piace vivere?
G: Che domanda! Certo!
A: E ti piace amare?
G: Mah… trovare la persona giusta non è facile, io sono
stata sfigata come uno spaventapasseri… però sì, in teoria
amare è una cosa che mi piace tanto!
A: E ti piace sperare?
G: Che storie! Sperare è la mia forza! Sperare che le cose
cambino finalmente in meglio! Sperare è la cosa che mi ha
sempre tenuto in vita!
A: E ti piace il rosso?
G: Il rosso? Sì mi piace…
A: E ti piacciono gli alberi?
G: Naturalmente…
A: E negli angeli ci credi?
G: Lo sai che sì!
A: Ecco lo vedi? Il Natale ti piace!
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G: Cosa? Come?
A: Sì, tolte tutte le cose superflue tu ami tutte le cose che
fanno davvero fanno Natale. Del resto non ti curare!
G: Oh è vero, che stupida che sono! Meno male che ci sei tu
ogni volta a guidarmi verso il giusto!
A: E’ per questo che esisto, ricordalo. Ma ora scusami devo
volare via, ci sono le prove per il Coro Celeste!
G: Certo certo, vai e fatti valere! Voglio sentirti dal cielo nella
notte di Natale. A presto angelo mio e grazie, grazie sempre!
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Laura “La persona più speciale”
Figlio: Mamma io lo so chi porta i regali di Natale!
Mamma: Davvero, e chi è?
F: è una persona speciale!
M: Speciale come?
F: Ha i poteri più grandi del mondo!
M: Ah sì? Perché può fare tutto quello che vuole?
F: Nooo, perché può rendere felici tutti, può rendere felice a
te e a me!
M: E’ una cosa bellissima! E come ci rende felici? Con i regali
che vogliamo?
F: Anche, ma il modo più grande che ha per renderci felici è
che ci ama tanto e ci protegge, e ci fa ridere quando siamo
tristi, ci cura quando stiamo male, ci fa tante sorprese ed è
sempre di buon umore!
M: ma allora è davvero speciale, amore! Ho capito chi è!!
F: Sìììì, brava mamma! E poi è bello, vero, ha un profumo
buonissimo e quando mi abbraccia mi fa sentire il bambino
più fortunato del mondo!
M: Ti abbraccia, Matti? Babbo Natale viene ad abbracciarti?
F: Ah ah ah ah! Ma mamma! Allora non hai capito davvero!
Non è Babbo Natale che è così speciale!
M: ma… e allora chi è?
F: il mio papàààà! Lui è il più speciale di tutti! Nessuno è
come lui! Nemmeno Babbo Natale lo può superare!
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Questo dialogo fra me e mio figlio oggi è ancora fantasia, ma
fra qualche anno lo so per certo che sarà quello che lui
penserà e dirà di suo padre, mio marito, l’uomo più speciale
del mondo!
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Lisa “Il futuro”
Il camino è acceso e scoppietta. Mio figlio e i suoi bambini
addobbano l’albero altissimo e i piccoli ridono perché si
rendono conto che quando dovranno metterci il puntale con
la stella cometa dovranno stare attenti a non far perdere
l’equilibrio a tutto. Mio marito ha messo su della musica, le
classiche canzoni di natale che se ci pensi ti sembrano la
cosa più banale del mondo ma invece in questo momento,
con quest’atmosfera di serenità, sono una carezza per tutti i
cuori. Le candele rosse dell’avvento brillano tutte e le luci si
riflettono sui cristalli dei bicchieri che abbelliscono la tavola
apparecchiata a festa.
Io sono ferma sulla soglia della porta, approfitto del fatto
che nessuno mi ha ancora vista per godermi questa scena e
sentire quanto sono felice con tutta la mia famiglia riunita.
Chiudo un attimo gli occhi e quando li apro mio marito è
davanti a me, che mi bacia e mi sorride e mi chiede a bassa
voce:
<<Che facevi, dormivi?>>.
Io lo guardo stupita chiedendomi come gli possa venire in
mente che io mi addormento all’impiedi, ma poi mi accorgo
che invece sono seduta sulla poltrona del salotto e non sulla
soglia del salone, che l’albero di natale si deve ancora fare e
che nostro figlio di due anni sta per tuffarsi dentro lo
scatolone con gli addobbi.
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<<No che dici, non dormivo>> gli dico <<guardavo il
futuro>>
<<Ah sì e che ci hai visto?>> mi dice lui.
Io lo abbraccio ma poi mi alzo per raggiungere mio figlio
prima che sparga ovunque le palline e le lucette. Dopo mi
giro verso mio marito che ancora sta inginocchiato vicino la
poltrona e guarda me e il nostro bambino. Gli sorrido e gli
mando un bacio in punta di dita.
<<Che saremo felici per sempre>> gli dico finalmente
<<anche fra tantissimi anni!>>.
Lui ride divertito e si alza per prendere in braccio nostro
figlio. Spero che mi creda, ma sono sicura di sì, perché io
sono certa di avere visto davvero il nostro futuro!
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Lupotto Alberto “Stella di Natale”
Nevicava così forte che la visuale era ridotta a neanche un
metro. Lo chalet “caratteristico e caldo” pubblicizzato
dall’opuscolo dell’agenzia era in realtà sperduto e con un
unico grande camino di pietra, che per accenderlo c’era
voluto mezz’ora di tempo e tutta la sua pazienza. Il “Natale
nelle atmosfere nordiche” stava diventando “l’incubo alla
periferia del Polo Nord”. La sua fidanzata già da un quarto
d’ora si era ritirata in camera da letto e si era seppellita sotto
una sette veli di coperte e pellicce, nervosa perché quella
vacanza l’aveva scelta lui mentre lei avrebbe preferito
“Natale a Sharm El Sheikh”. Avevano litigato e lui non aveva
nessuna voglia di raggiungerla a letto per ascoltarsi il resto
delle lamentele. Tanto fra sé e sé quelle lamentele se le
faceva pure lui e si dava dell’idiota per aver abboccato alla
più banale delle “sole turistiche”!
Si ostinava a guardare oltre il vetro anche se vedeva solo
neve sotto un cielo notturno soffocato di nuvole nere.
Quando però ad un certo punto scorse una figura tra i
fiocchi vorticosi fu certo che non fosse un abbaglio: una
giovane donna era apparsa là fuori, in piedi sulla neve,
vestita di bianco con un cappotto di pelliccia e un colbacco
su dei lunghi capelli biondi, circondata da un alone azzurro
fosforescente. Lui trattenne il respiro per quanto era
stupefatto e di più quando lei gli sorrise. Allora corse alla
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porta e la spalancò per uscire e si accorse che il vento si era
calmato anche se l’aria restava gelida. La donna sollevò una
mano e indicò il cielo. Lui subito alzò gli occhi e vide le
nuvole aprirsi e svelare un’enorme stella cadente arancione.
Affascinato pensò alla sua fidanzata e si dispiacque che lei
non fosse lì a vedere quel prodigio. Poi la stella scomparve e
il cielo si richiuse. Anche la donna non c’era più, così si chiese
se avesse fantasticato ad occhi aperti. Rientrò in casa,
voleva lo stesso correre a raccontare tutto alla sua
fidanzata, ma vide lei stessa che gli veniva incontro con gli
occhi luminosi, così capì che anche lei aveva visto. E lei capì
lo stesso di lui, così bastò che si abbracciassero.
Quel natale sarebbe davvero stato indimenticabile!
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Michela “Il regalo perfetto”
C’era una volta Babbo Natale, che cercava ispirazione per i
suoi regali...
Cerca e ricerca, nei suoi mille giri per tutto il Pianeta,
finalmente si imbatté nell’idea più semplice e anche più
preziosa, in quella più desiderata ma anche più mancante:
l’amore! Quindi tornò rapido al Polo Nord e chiamò a
raccolta tutti i suoi aiutanti e, poiché il lavoro che si
prospettava era davvero grandioso e impegnativo, si rivolse
pure a tutte le fate, ai folletti, alle ninfe e a ogni creatura
fantastica che popolava da sempre le pieghe più segrete
dell’universo. Alacre affidò ad ognuno un compito; lui stesso
non si risparmiò e trovò il modo di mettere all’opera persino
tutte le renne!
Il tempo scorreva e la notte più magica di tutte si avvicinava,
alternandosi entusiasmo e paura per quell’impresa così
grandiosa.
Quando la notte delle notti infine giunse, e le renne
fremevano già impazienti di spiccare il volo, Babbo Natale
prese dalle mani stanche ma felici della Regina delle fate
l’enorme sacco pulsante e caldo. Vi sbirciò dentro e persino
lui, sì, persino Babbo Natale, sentì una lacrima di
commozione bagnargli le ciglia: eccolo lì il regalo che entro
la nuova mattina tutti i bambini, ma proprio tutti, avrebbero
avuto per sé: un cuore amorevole e presente, capace di
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rispetto e comprensione, ascolto e fiducia, da infondere in
tutti, ma proprio tutti, i genitori del pianeta. E il mondo da
Natale sarebbe stato perfetto, perché chi ama e protegge il
proprio bambino mai vorrebbe che anche solo un altro
bambino restasse senza genitori. E allora niente più odio,
niente più violenza, né omicidi e guerre. Un mondo fatto di
cuori amorevoli. Il regalo perfetto!
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Roberto S. “Natale indimenticabile”
Natale oggi sembra essere più una corsa ai regali, quasi
rabbiosa a volte come se fosse una lotta per la
sopravvivenza. Ma non ci faccio troppo caso perché il mio
spirito di Natale è quello che ho stampato indelebile nella
mia memoria.
Sono in una città che non conosco ancora molto bene, di
certo bella ma a volte diffidente con me che vengo dal Sud.
E’ la sera di Natale e sono solo in questa casa nuova e
grande. O forse sembra grande perché è ancora poco
arredata. Sono sul divano e me ne sto avvolto nel plaid a
quadretti, un occhio alla TV che dà un vecchio film con
James Stewart che conosco a memoria ma che ancora mi
piace e l’altro occhio alla finestra, oltre cui la neve cade a
grossi fiocchi. All’inizio sono stato a guardarlo affascinato,
non ne ho mai vista tanta, poi però il freddo attraverso i
vetri gelidi mi ha spinto di nuovo sotto il calore soffice del
plaid sul divano. L’albero e le luci intermittenti mi fanno
compagnia. Mia madre mi ha chiamato due volte dalla Sicilia,
rammaricandosi che io non sia sceso per le feste, che è triste
trascorrere la vigilia di Natale senza la famiglia. È inutile che
io le spieghi che sono rimasto quassù per stare vicino alla
persona che amo, lei ancora questa cosa non l’ha capita e
non l’accetta, soprattutto perché lo sa che lui stanotte
lavora e che quindi io sono solo. Lo so che Natale è una festa
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da compagnia, ma preferisco così, preferisco essere solo
nella stessa città dove c’è lui, nella nostra casa da riempire,
piuttosto che in compagnia di tutta la famiglia allargata in
una casa piena ma in una città dove lui non c’è!
Il film è ai titoli di coda, devo essermi assopito. Avrei
voluto che lui mi chiamasse allo scoccare della mezzanotte
per farmi gli auguri, ma capisco che il suo è un lavoro
delicato. Sarà per questo allora che allucino il profumo del
suo dopobarba? Sento dei passi, mi giro e invece lui è
davvero lì, l’impermeabile zuppo e una bottiglia di
champagne in mano e il suo sorriso mozzafiato sulle labbra.
Mi raggiunge sul divano e io lo abbraccio incredulo ma
felice.
<<Non ci potevo stare sapendo che il mio amore era qua
solo la notte di Natale>> mi sussurra <<mi sono preso due
ore e me ne sono venuto. Domani mi cazziano? Chi se ne
fotte! Buon Natale, amore mio!>>.
E sono felice, in paradiso, è questo il mio Natale, lo spirito
di Natale che non ho mai cancellato dentro di me in tutti
questi anni che sono passati da allora!
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Suncrissima “L’indagine del bambino”
Per tanti bambini arriva il momento di scoprire che Babbo
Natale non esiste e che sono mamma e papà a mettere i
regali sotto l’albero. Tonino però di questa cosa non si
faceva convinto perché gli sembrava davvero troppo strano
che tutti i genitori del mondo si mettevano d’accordo per
dire questa storiella ai figli. Ci voleva un’indagine seria per
scoprire la vera verità, una di quelle che solo i bambini di
sette anni sanno fare!
Per prima cosa cercò per tutta la casa ma non trovò
neanche l’ombra di un regalo nascosto. Impossibile che ci
fosse un Natale senza doni e quindi se non erano in casa
poteva averceli solo Babbo Natale!
La seconda ricerca fu quella del vestito rosso e bianco di
Babbo Natale. L’anno prima Babbo Natale si era presentato
a casa sua con il sacco dei doni e, se veramente quello era
suo papà travestito, quel vestito doveva saltare fuori! E
invece niente, nemmeno quello c’era in casa.
L’ultimo elemento importante era quello che anche un
poco lo preoccupava, perché si trattava di aspettare sveglio
la notte di Natale dietro la finestra per controllare se
spuntava in cielo la slitta con le renne e le campanelle. Alle
undici accettò di mettersi a letto ma rimase sveglio e con le
orecchie tese. A un tratto sentì davvero un fruscio, poi dei
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sussurri e già questo gli fece accapponare la pelle.
Spaventato ed eccitato scese dal letto, ma proprio in quel
momento sentì trillare tanti campanellini e il cuore gli
scoppiò: Babbo Natale era arrivato! Si ficcò sotto le coperte
col cuore nelle orecchie, sperando che lui non si fosse
accorto dei suoi dubbi! Tornò il silenzio e si rilasso, di sicuro
era tutto a posto invece. E ci volle poco perché si
addormentasse, stanco com’era per tutta quella emozione.
Al piano di sotto intanto i suoi genitori soffocavano le
risate, divertiti perché il padre era inciampato in uno
scatolone ed era finito dritto sull’albero facendo tremare
tutti gli addobbi, così che le campanelline avevano fatto un
rumore pazzesco! Il loro Tonino però non si era svegliato
evidentemente perché se no sarebbe corso a vedere che
succedeva, curioso com’era. Bene, così c’era modo di
mettere tutti i regali sotto l’albero e l’indomani il loro
bambino avrebbe avuto tutte le sue sorprese!
20 | P a g i n a
Ljus av Balarm
La Biografa della Gente Comune
www.ljusavbalarm.com
[email protected]
© 2013 Ljus av Balarm
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