Anno XCIVI • n. 1 Poste italiane s.p.a. - Sped. A.P. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art.1 c.2, DCB BL Le Marmarole • • • • • • Altezza sul livello del mare: 806 mt Parrocchia dal 10 ottobre 1852 Abitanti al 30 settembre 2011: 2.233 Patrono: San Biagio vescovo e martire Festa patronale: 3 febbraio Chiese: Parrocchiale di S. Biagio, San Giovanni Battista, S. Anna a Rizzios, Madonna del Caravaggio B O L L E T T I N O D E L L A PA R R O C C H I A D I S A N B I A G I O I N C A L A L Z O D I C A D O R E Tempo di Pasqua, un diario intenso C arissimi, rieccoci con il nostro bollettino parrocchiale, che raccoglie come di consueto notizie di vita parrocchiale e creare occcasione di riflessione e di una maggior conoscenza della comunità cristiana. Un particolare saluto vada fin dalle prime righe a quanti ci leggono da lontano ed attendono queste pagine per tenere vivo il rapporto con la propria comunità di origine: emigranti in Italia, in Europa e in altri Paesi del mondo. In questo articolo di apertura desidero soffermarmi su un aspetto della vita della comunità e su un evento. Incontro con le famiglie. Ho appena concluso l’incontro con le famiglie e la benedizione delle case. Visti gli impegni di tutti, non mi è stato possibile incontrarle tutte. Sono contento di conoscere la nostra realtà, scambiare qualche parola con tutti, poter partecipare della vita vera del paese, condividere - almeno nella preghiera - il peso di tante croci. È stata una In questo numero... ◗ L'anno della fede ◗ Il convegno di Aquileia ◗ Due giornale speciali ◗ Cronaca parrocchiale ◗ Personaggi calaltini ◗ Spigolando in archivio ◗ Luigi Accattoli a Calalzo ◗ La pagina del Comune e del volontariato ◗ Anagrafe parrocchiale prima occasione per “leggere” una realtà in cui poter fare del mio meglio come parroco. Ho potuto raccogliere tante testimonianze di vita e di fede, tante sofferenze ed anche tanti ricordi di un paese che non c’è più perché quello che c’era è stato radicalmente cambiato dalla chiusura delle fabbriche. In autunno riprenderò la visita alle famiglie sotto la strada Nazionale. Centenario della nascita di Albino Luciani. Il prossimo 17 ottobre ricorrono i 100 anni della nascita di Albino Luciani, diventato Papa con il nome di Giovanni Paolo I. Di lui, il compianto Vescovo mons., Vincenzo Savio, volle aprire la causa di beatificazione, tuttora in corso. Tutti ricordiamo la grande emozione che attravresò l’intera provincia nell’estate del 1978 sia quando fu eletto Papa il 26 agosto, che quando morì improvvisamente il 28 settembre: solo un mese dopo. Da Patriarca di Venezia pubblicò una serie di lettere intitolata “Illustrissimi” ed indirizzate a personaggi famosi della storia. Anche questo fu un modo per coniugare il Vangelo nella vita di ogni categoria di persone, interrogando il sapere umano e trovandovi risposte incoraggianti. Incoraggiare sulla strada del bene, avere attenzione alle varie situazioni di vita e sdrammatizzando con le verità del Catechismo: questo fu lo stile semplice di Luciani, che passò alla storia come il “Papa del sorriso”. L’ultima lettera, scritta nel maggio del 1974, è inviata a Gesù di Nazaret. In questo tempo pasquale mi è piaciuto rileggerla e ritrovarmi in quelle parole conclusive: “l’importante non è che uno scriva di Cristo, ma che molti amino e imitino Cristo” (Opera Omnia, 1, p. 436). Allora, pur con tatni limti ed imperfezioni, mi sento in buona compagnia perché scopro che siamo ancora in molti ad amare e cercare di imitare Cristo. Questa è una fede “pasquale”, cioè “vittoriosa” e che può portare luce ancora oggi in molti cuori. Appuntamenti importanti. Nel prossimo periodo sono vari gli appuntamenti a cui guardiamo con attesa e speranza. Il 27 maggio ci sarà la festa delle famiglie in Aiarnola. momento di incontro e di festa; il 3 giugno il Vescovo impartirà il sacramento della Cresima ai ragazzi di terza media. Il 16 giugno in Cattedrale il diacono don Alex Vascellari sarà ordinato sacerdote e il 17 celebrerà la sua Prima S. Messa. Nel mese del fioretto e della preghiera del S. rosario affidiamo a Maria questi momenti e la vita di tante persone che la grazia di Dio vuole abbracciare. Il vostro Parroco don Angelo 2 P R I M AV E R A 2 0 1 2 Le Marmarole Vita della Chiesa La Giornata per le vocazioni O gni anno, la quarta domenica di Pasqua, le comunità cristiane sono invitate a pregare per le vocazioni alla vita consacrata e sacerdotale. È un impegno costante che porta i suoi frutti nel tempo, e rafforza la fiducia nella bontà e nella forza della preghiera cristiana. Anche nella nostra comunità non manca chi dedica del tempo a questa preghiera: un modo sereno per far fronte al calo delle vocazioni o alla scomparsa di forme di vita cristiana che sono testimonianza viva dell’amore di Dio. All’estero, Chiese che conoscono la sofferenza del martirio, vedono un fiorire di vocazioni sacerdotali e religiose che fanno ben sperare: forse una modalità meno “stanca” di vivere la fede cristiana, presenta il volto più vero di una Chiesa per la quale vale la pena di dare la vita, consegnandola al Signore per sempre e mettendo responsabilmente in gioco la propria libertà per la causa del Vangelo. La nostra comunità vivrà un mo- mento di grazia il prossimo mese di giugno, quando il diacono don Alex Vascellari, diventerà sacerdote: questo è un buon segno di speranza per l’avvenire. Con lui un altro giovane diventerà diacono: Alessio Strappazzon, dalla Parrocchia di Cencenighe Agordino. Fa ancora ben sperare per il futuro delle nostre comunità che ci siano ragazzi e ragazze che si interrogano sul loro futuro scorgendo nella persona di Gesù una prospettiva per la propria felicità ed offrendo così alla loro vita la possibilità di spenderla anche al servizio della gente per amore di Dio. Ordinazione presbiterale VENERDÌ 15 GIUGNO ORE 20,30 Chiesa parrocchiale: veglia di preghiera in preparazione all'ordinazione presbiterale di DON ALEX VASCELLARI SABATO 16 GIUGNO CATTEDRALE DI BELLUNO ORDINAZIONE PRESBITERALE DOMENICA 17 GIUGNO ORE 10,30 CHIESA PARROCCHIALE DI CALALZO S. MESSA NOVELLA A questo proposito il Papa Benedetto XVI nel suo messaggio delinea anche i tratti fondamentali del futuro sacerdote o religioso. Citando un’antica opera di San Gregorio Magno, il Papa scrive: “Nel terreno del nostro cuore Dio ha piantato prima la radice dell’amore verso di Lui e poi si è sviluppato, come chioma, l’amore fraterno”. Questi sono i tratti qualificanti della vita cristiana in generale, ma ancor di più per chi ha intraprese un cammino vocazionale e la Chiesa ne ha riconosciuto la sincerità. espressione concreta della vocazione è un manifesto amore per Gesù: “Tu lo sai che ti voglio bene” risponde Pietro a Gesù che lo interroga sul suo amore (Vangelo di Giovanni, 21,15): “questo - scrive il Papa - è il segreto di una esistenza donata evissuta in pienezza, e per questo riconla di profonda gioia”. Benedetto XVI continua: “L’altra espressione concreta dell’amore, quello verso il prossimo, soprattutto verso i più bisognosi e sofferenti, è la spinta decisiva che fa del sacerdote e della persona consacrata, un suscitatore di comunione tra la gente e un seminatore di speranza”. Uno dei temi che più assillano le comunità cristiane oggi, quello delle vocazioni è al primo posto. Non tanto perchè verrebbero meno sul territorio preti o religiosi e religiose, ma perché si sta impoverendo il mondo di un modo di vivere la propria fede alla sequela di Gesù. Abbiamo percepito il prete come un organizzatore di feste, un assistente sociale, uno che si dedica ad animare il tempo libero dei ragazzi e degli anziani; così le suore o i religiosi in generale. La ricchezza della loro presenza è la fedeltà al Vangelo su di un percorso di vita complementare a quello di tutti gli altri. Le opere scaturiranno dalla gioia di vivere il Vangelo in una vita di preghiera, di comunione con Dio, di ricerca della felicità sulle strade del mondo maturando costantemente la consapevolezza di aver intrapreso una strada di servizio nella Chiesa e che indica il modello di vita di Gesù. Le Marmarole P R I M AV E R A 2 0 1 2 3 Vita della Chiesa 13-15 aprile: Il Convegno di Aquileia Il messaggio conclusivo alle comunità N oi vescovi delle 15 Chiese del Nordest, che ad Aquileia abbiamo vissuto, insieme ai rappresentanti delle nostre comunità, nella gioia della Pasqua, l’esperienza di fede e di comunione del secondo Convegno ecclesiale, inviamo a tutti voi, nostri fratelli e sorelle nella fede un cordiale saluto di grazia e pace nel Signore risorto. Dopo 22 anni dal primo convegno, ci riamo ritrovati presso la Chiesa-madre di Aquileia per attingere dalla sorgente comune della fede ecclesiale una nuova linfa e per impegnarci – come ci ha esortato il papa Benedetto XVI – «per una nuova evangelizzazione del nostro territorio e consegnare alle generazioni future l’eredità preziosa della fede cristiana»[1]. Ci siamo sentiti in comunione con voi e vi ringraziamo per le preghiere con cui ci avete accompagnato in questi giorni. In un clima intenso di preghiera e di condivisione fraterna noi tutti, radunati ad Aquileia, abbiamo cercato di essere in ascolto di quello che lo Spirito dice, oggi, alle nostre comunità, e, insieme ascoltare È passato un po’ in sordina questo convegno ecclesiale che ha radunato numerose realtà delle 15 diocesi delle Regioni del Nordest (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige). Nei due anni precedenti i consigli pastorali diocesani e gli uffici pastorali che collaborano alla vita docesana nei vari settori, hanno contribuito ad uno studio delle realtà di modo che le comunità non si trovino spaesate e sappiano fare i conti con le difficoltà del tempo presente, senza nostalgie e senza illusioni: solo con tanta fiducia nella Provvidenza. le richieste, le aspirazioni ed i gemiti delle donne e degli uomini di oggi. Esprimiamo la nostra viva solidarietà ai poveri e a tutti coloro che soffrono più acutamente a causa della grave crisi economica e finanziaria. Ci siamo interrogati su come essere oggi testimoni di Cristo e dell’amore di Dio e come saperlo annunciare in un contesto culturale e sociale profondamente cambiato. Nella preghiera di lode abbiamo ringraziato il Signore per le tante opere di bene che ha ispirato e per la generosità di tanti cristiani impegnati nelle comunità. Ma abbiamo anche preso coscienza delle nostre debolezze e delle nostre manchevolezze, e per questo chiediamo sinceramente perdono a Dio e a tutti. Siamo consapevoli della conversione a cui siamo chia- mati per essere Chiesa che annuncia Gesù Cristo, salvezza e speranza dell’umanità. Ci siamo sentiti spronati a non essere una chiesa passiva o in posizione difensiva, ma propositiva e creativa, cercando nuove vie dell’annuncio del Vangelo, in dialogo rispettoso con le culture del nostro tempo. Come comunità cristiana incarnata nel territorio del Nordest, solidale con le popolazioni che lo abitano, avvertiamo la complessità e l’incertezza di un’epoca, che ha visto prodursi trasformazioni strutturali in vari ambiti della vita personale e delle relazioni familiari e sociali. Abbiamo considerato seriamente le difficoltà e gli ostacoli a comprendere e vivere la fede cristiana e le sue esigenze spirituali ed etiche, ma abbiamo anche visto segni e germogli di novità suscitati dallo Spirito. La situazione non ci ha condotto al pessimismo e alla rassegnazione, ma ha stimolato il senso della missione a cui il Signore oggi nuovamente ci chiama, per dare il nostro reciproco contributo al bene comune della società, per proporre la grandezza e bellezza del Vangelo della carità, per alimentare di ispirazione evangelica gli ambiti della vita quotidiana. Ripartiamo, perciò da Aquileia, animati, non da un ottimismo ingenuo, ma da quella speranza che non delude, perché fondata su Gesù Cristo Risorto e la potenza del suo Spirito. Vorremmo condividere con voi la nostra fiducia e la nostra speranza. Questo atteggiamento ci darà l’energia per dare attuazione alle proposte formulate dai gruppi di riflessione e a rafforzare i vincoli di comunione e collaborazione pastorale che si sono stabiliti tra le nostre Diocesi.Grati al Signore per la bella esperienza che abbiamo vissuto ci affidiamo al suo amore e all’intercessione di Maria dei nostri santi protettori. I vescovi delle Chiese del Triveneto 4 P R I M AV E R A 2 0 1 2 Le Marmarole Vita della Chiesa L’anno della Fede I l prossimo mese di ottobre inizierà un anno del tutto speciele che coinvolgerà anhe la nostra parrocchia, infatti il Papa, nell’anno in cui ricorre il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, ha indetto l’Anno della fede: un anno per riscorpire i contenuti essenziali della fede cristiana. Lo scorso mese di ottobre, Benedetto XVI ha presentato una lettera indirizzata a tutti i fedeli del mondo intitolata “La porta della fede”. In essa il Papa dice che è possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata. «Capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato». Nel cuore di chi con semplicità e quotidianamente vive la sua esperienza di fede, non può restare insensibile. Continua il Papa: “Non possiamo accettare che il sale diventi insipido e la luce sia teniuta nascosta”. Un anno dedicato al tema della Fede non solo ci aiuterà a riprendere in mano il catechismo con nuovo slancio e curiosità (quanti possono affermare con sicura certezza di conoscere realmente le verità della fede cristiana?) Un anno dedicato alla virtù della fede ci aiuterà a comprendere anche la grammatica della carità in un’ottica rinnovata di impegno con lo stile dei testimoni. Dal mese di ottobre saranno approntate varie iniziative anche per la nostra parrocchia, ma fin da ora possiamo accogliere un invito: ripensare al “Credo” e farlo diventare preghiera. Ogni domenica molti di noi rimasti fedeli alla S. Messa ripetono a memoria il “Credo”. Questa antica professione di fede contiene in modo essenziale e comprensibile quanto la Chiesa L'incontro mondiale delle famiglie Famiglia, lavoro, festa I primi di giugno si svolgerà a Milano l’incontro mondiale delle famiglie. Tre parole chiave per il nostro tempo animeranno la preghiera e la riflessione: la famiglia, il lavoro e la festa. Famiglia: l’ambiente che è al custodia della vita, che educa alla libertà, al senso della giustizia, del perdono e della fraternità, che trasmette la grammatica della fede in Dio e della fiducia nel prossimo. Il lavoro: in un tempo in cui parlarne sembra fare dell’ironia, si torna a sottolinearne il valore strumentale, ma non per questo meno determinante per l’affermazione nella vita e nella società. La mancanza di lavoro è causa di crisi identitaria delle persone e di smarrimento sociale, così come la precarietà è motivo di insoddisfazione e mancanza di prospettiva. La festa: può essere ridotta al tempo libero, ad un semplice intervallo tra varia fatiche ed impegni, uno “staccare la spina” prima di riprendere a lavorare. Nell’incontro con le famiglie provenienti da tutto il mondo, anche il tema della festa vorrà essere ri-proposto come tempo che celebra la persona umana, immagine di Dio, come signore del proprio tempo e non schiavo dell’economia. Il fonte battesimale della nostra Chiesa. propone di credere. Ogni frase, anzi ogni parola di quel testo, ha dietro di se una lunga storia di fede vissuta sia a livello individuale che di comunità. Il Credo è un piccolo patrimonio a cui attingere quando il dubbio si fa più forte o quando si vuole qualche certezza in più ed essere alla base di una libera adesione: “La conoscenza dei contenuti della fede è essenziale per dare il proprio assenso, cioè per aderire pienamente con l’intelligenza e la volontà a quanto proposto dalla Chiesa”. Il vescovo e teologo Bruno Forte presentando l’Anno della fede, scrive: “Nel brano della Gaia scienza in cui si narra dell’uomo folle che in piena piazza del mercato grida «Dio è morto e noi l’abbiamo ucciso» (Aforisma 125), risuonano agghiaccianti le parole con cui vengono preannunciate le conseguenza della morte di Dio: «Che mai facemmo, a sciogliere questa terra dalle catene del suo sole? (...) Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non si è fatto più freddo? Non seguita a venire notte, sempre più notte?». È questa notte del mondo che il Papa avverte come sfida dolorosa, tanto da chiedere alla Chiesa il sussulto di una “nuova evangelizzazione”, alla cui base altro non c’è che un amore ferito, il desiderio di irradiare su tutti il bene, il vero e il bello di Dio”. Le Marmarole 5 P R I M AV E R A 2 0 1 2 Vita della Chiesa La prima neve di don Emmanuel A colloquio con il sacerdote haitiano presente in parrocchia a Natale G li brillano gli occhi mentre esclama: «Temevo di dovermene andare da Calalzo senza averla vista, e invece oggi è arrivata! È la prima volta che vedo la neve!». E il volto del giovane prete venuto da lontano si illumina di un sorriso aperto e soddisfatto. Sto scambiando quattro chiacchiere pomeridiane in canonica con don Emmanuel Dorvil, giunto a Calalzo il 23 dicembre per coadiuvare il parroco don Angelo nelle celebrazioni natalizie. Da un paio d’ore sta nevicando, e il paesaggio è già tutto spennellato di bianco. «Ad Haiti» dice, «non conosciamo la neve, perché le temperature non scendono mai sotto i 20-25 gradi. E quando fa caldo si arriva anche a 40-45. Qui a Calalzo sento molto il freddo!». E si stringe nel giaccone imbottito, che indossa sebbene alle sue spalle la stufa a legna funzioni a pieno regime. Ma si può ben sopportare il piccolo disagio arrecato dal freddo, se la contropartita consiste in quel soffice candore che rallegra l’anima. E che è sceso dal cielo giusto in tempo: ancora due giorni, e don Emmanuel ripartirà alla volta di Roma, dove studia teologia biblica all’Università Gregoriana ed è ospite del Pontificio Collegio Pio Latino Americano, che in tutto accoglie 84 sacerdotistudenti, di cui 6 haitiani. Vedo sul tavolo un grosso volume dalla copertina gialla: è una grammatica di ebraico biblico. Chiedo a don Emmanuel se trova difficile lo studio dell’ebraico. Lui scuote vivacemente la testa e risponde: «No, non è difficile! Per me è più complicato il greco!». Ebraico e greco sono appunto le due materie che sta approfondendo quest’anno. Gli studi lo impegneranno per un triennio, e solo durante le vacanze estive potrà rivedere la sua terra natale, dove vivono la mamma, le due sorelle maggiori e i due fratelli più giovani (il papà è già in cielo). Don Emmanuel proviene da Gonaïves, non lontano da Port-auPrince, la capitale haitiana. Concerto di Natale Lunga storia quella di Haiti, isola delle Grandi Antille affacciata sul Mar dei Caraibi, nel Centro America. Cristoforo Colombo vi sbarcò la sera del 6 dicembre 1492 e vi perse pochi giorni dopo, nella notte di Natale, la nave ammiraglia, la “Santa Maria”, naufragata contro gli scogli. L’isola fu battezzata Hispaniola e colonizzata dalla Spagna. In seguito divenne base di corsari inglesi e di bucanieri francesi e olandesi. Nel Seicento i Francesi ne occuparono la parte occidentale, che era stata abbandonata dalla Spagna. Hispaniola fu così divisa in due zone: ad est quella spagnola (l’odierna Repubblica Dominicana); ad ovest quella francese, che nel 1804 ottenne l’indipendenza dalla Francia napoleonica diventando lo Stato di Haiti. Ancor oggi la lingua francese (conosciuta però solo dai più colti) è una delle due lingue ufficiali del Paese; l’altra è il creolo haitiano, nato da una trasformazione del francese e parlato dalla totalità della popolazione. Terra povera, Haiti: ne risente anche l’istruzione. Terra bellissima, Haiti (“grande e splendida” la definì Colombo). Ma anche terra sfortunata. Segnata spesso dalla sofferenza e dal pianto, a partire da quando i nativi, CONTINUA A PAG. 6 Dopo il tradizionale concerto natalizio del Coro dei bambini della Scuola primaria di Calalzo seguito con grande attenzione, la nostra Chiesa ha accolto un altro appuntamento musicale con la presenza della Corale parrocchiale diretta da Daniele De Nardo e del Coro Peralba di Campolongo di Cadore diretto da don Angelo. All'organo Nadia Da Pra'. L'occasione è nata da una proposta del Consiglio pastorale, rivolta sia a parrocchiani che agli ospiti del paese. Il concerto di canti natalizi della tradizione popolare e liturgica ha ben corrisposto alle attese del numeroso pubblico . 6 Le Marmarole P R I M AV E R A 2 0 1 2 Vita della Chiesa DALLA PAG. 5 ridotti in schiavitù dai conquistatori, furono decimati dalle fatiche immani a cui erano sottoposti e dalle malattie portate dagli europei. E subito dopo fu la volta degli africani, deportati qui a decine di migliaia dai colonizzatori: manodopera a costo zero, destinata a spezzarsi la schiena nelle miniere o a consumarsi fino allo sfinimento sotto il sole delle piantagioni. Più tardi, e a più riprese, risuonò l’eco cruenta delle ribellioni contro gli occupanti stranieri, delle rivolte interne, delle guerriglie, delle lotte di potere. In anni più vicini a noi, anche la natura è parsa congiurare contro quest’isola: don Emmanuel ricorda bene gli uragani del 2004 e del 2008, con l’acqua che invase il piano superiore delle case e spazzò via migliaia di vite umane, e quel terremoto di violenza inaudita che il 12 gennaio 2010 seminò ancora rovina e morte (si contarono oltre 220.000 vittime). Una ferita ancora aperta, da cui Haiti non sa quando potrà guarire. «Parecchio è stato fatto» dice il sacerdote, «ma tanto resta ancora da fare. Sono arrivati molti aiuti internazionali, ma a causa dell’incerta situazione politica i soldi per la ricostruzione sono fermi nelle banche e presso il Fondo Monetario Internazio- nale, in attesa delle direttive che, dopo le prossime elezioni, verranno date dal futuro presidente e dai nuovi ministri. Purtroppo le tracce di quella catastrofe sono ancora ben visibili, soprattutto nella capitale. Il seminario che ho frequentato io funziona, ma è in parte da ricostruire. Attualmente il numero dei seminaristi, che in precedenza era piuttosto alto, è diminuito, e forse una delle cause va cercata nella serie di problemi creati dal terremoto. Nel sisma ha perso la vita anche l’arcivescovo di Port-auPrince, monsignor Miot. La cerimonia di investitura del suo successore, monsignor Poulard, svoltasi nel marzo 2011, si è dovuta tenere all’aperto, perché la cattedrale è crollata nel terremoto e non è stata ancora riedificata». Il discorso si allarga alla situazione della chiesa haitiana. «Circa il 60% della popolazione» racconta don Emmanuel, «professa il cattolicesimo; altri aderiscono alle chiese protestanti. I preti cattolici sono numerosi, e non manca la presenza di missionari, anche italiani. Abbiamo tre seminari, tutti concentrati nella capitale: due servono a formare i sacerdoti diocesani, il terzo è riservato alle congregazioni. Io sono entrato in seminario a 21 anni. Prima di essere ammessi, bisogna trascorrere un anno in una comunità vocazionale, per veri- ficare la propria vocazione». Ma… come si trova don Emmanuel in Italia? «Nel vostro Paese mi trovo bene» assicura, «e mi piace anche il cibo italiano! Non ci sono grandissime differenze rispetto alla nostra cucina, a parte il fatto che da noi, a pranzo, il riso è fondamentale: lo si consuma praticamente ogni giorno». E come ha vissuto questa breve esperienza calaltina? «Qui sono stato proprio bene!» esclama, «Calalzo è un paese tranquillo, e anche per questo mi è molto piaciuto». Chiedo al giovane sacerdote, prima di congedarmi da lui, se ci sia qualcosa che noi possiamo fare per Haiti. Riflette per qualche istante, e poi dice con convinzione: «Pregare, soprattutto pregare». Sì, don Emmanuel, pregheremo per Haiti, perché il Signore dia ali alla sua speranza. Sono fin troppe le lacrime che la tua terra ha versato. E pregheremo anche per te. Hai accettato così volentieri di posare per qualche scatto in mezzo alla neve! La tua presenza qui è stata fugace, ma sappiamo che tu ti ricorderai di Calalzo ogni volta che guarderai queste fotografie e ripenserai alla tua prima neve, a questo specialissimo regalo davvero “con i fiocchi” che i nostri monti hanno saputo offrire ad un figlio di Haiti. A cura di Elda Gasparini Gruppo missionario Lo scorso mese di dicembre ci è pervenutra questa fotografia di suor Giovanna Rocchi nella cucina della missione di Luwungi in Congo: non mancano mai i soi sluti che ricambiamo anche da queste colonne del nostro bollettino. La sua presenza in Africa porta un po’ del nostro paese in terre lontane e incoragga il lavoro del nostro gruppo missionario. Con il mese di marzo sono infatti ripresi gli incontri mensili del Gruppo missionario insieme al nostro parroco: approfondimenti, lettura della realtà locale, nuovi stimoli per il futuro hanno accompagnato i nostri primi incontri. L’impegno primario del gruppo missionario è quello di conoscere e promuovere la conoscenza del Vangelo, le attività di promozione umana che ne scaturiranno saranno a bene- ficio delle missioni e dei poveri con lo stile che ci ha sempre contraddistinto. il gruppo, da sempre: la preghiera e la discrezione. tra le proposte che abbiamo accolto e che saranno messe in cantiere: la tradizionale pesca missionaria, che sarà affiancata da una mostra fotografica sull’attività missionaria del nostro gruppo; la confezione dell’ulivo che giungerà alle nostre famiglie per rinnovare un impegno quotidiano a favore della pace; la corrispondenza con le realtà che stiamo aiutando è sempre intensa e si aprono nuove prospettive di carità ed attenzione. Sentiamo il bisogno di rinnovare ed allargare questa attività, soprattutto con nuove presenze che potrebbero portare idee e sensibilità nuove. Nel frattempo è continuata la raccolta “Un bicchiere di latte” per 8.300,00 euro frutto della generosità di 180 persone di Calalzo e già inviate a favore del dispensario del quale è responsabile suor Giovanna; sono state consegnate le offerte che i genitori hanno raccolto in occasione della festa della prima comunione dei loro figli per euro 460,00. Infine l’aiuto prestato a suor Lucia Serra che cura bambini disabili in Albania, la quale ci ha scritto nello scorso mese di novembre. Le Marmarole P R I M AV E R A 2 0 1 2 7 Cronaca di vita parrocchiale Festa degli anniversari Domenica 8 febbraio abbiamo festeggiato tutte le coppie che nel corso dell'anno 2011 hanno celebrato tappe significatuive della loro vita coniugale. Così la comunità, amici e familiari, si sono srtetti intorno a chi si è sposato ben 62 annifa e a chi ha festeggiato il primo anno di vita matrimoniale. A tutte le coppie è stato fatto dono di un omaggio floreale come segno di simpatia, di vicinanza e di amicizia. Giornata per la vita 2012 La prima domenica di febbraio p dedicata alla Giornata per la vita. Grazie all'impegno del Centro aiuto alla Vita, abbiamo festeggiato i nati nell'anno 2011insieme a tutti i bambini presenti. grazie al lavoro di alcuni volontari sono state vendute delle primule: il ricavato è andato a sostegno del Progetto Gemma a favore delle donne in grave difficoltà e che non potrebbero accogliere il loro bambino. Oltre numerosi giovani genitori sono intervenuti anche nonni e padrini o madrine. I bambini sono un dono ed un impegno: i genitori si sentano sostenuti ed incoraggiati da tutta la comunità nelle difficoltà educative. 8 P R I M AV E R A 2 0 1 2 Le Marmarole Cronaca di vita parrocchiale Bilancio parrocchiale Anno 2011 Il Bel Bambin ENTRATE Elemosine 19.089,94 Candele votive 4.535,24 Offerte servizi 4.935,00 Attività parrocchiali 8.591,00 Questue oerdinarie Offerte di Enti e privati Affitti e rendite ENTRATE STRAORDINARIE Offerte straordinarie PARTITE DI GIRO Cassa anime Offerte imperate 6.480,00 15.500,70 699,53 13.043,00 1.306,53 3.474,27 RIPORTO ATTIVO ANNO 2010 143.567,63 TOTALE ENTRATE 221.212,74 USCITE Imposte ed assicurazioni 5.813,59 Remunerazioni e stipendi 1.647,00 Spese di culto 16.370,00 Attività parrocchiali 20.945,59 Spese di gestione 17.999,11 Manutenzione fabbricati 16.812,40 varie USCITE STRAORDINARIE Uscite straordinarie PARTITE DI GIRO Cassa anime Offerte imperate TOTALE USCITE ATTIVO AL 31 DICEMBRE 2011 238,80 5.652,00 1.306,53 3.474,27 91.548,69 129.664,05 Osservazioni • Rispetto al precedente bilancio ricompare la voce "Queste ordinarie" relativa alle offerte date al Parroco durente la visita alle famiglie. • Nelle spese di culto sono inseriti anche i rimborsi viaggio dati ai sacerdoti che hanno collaborato nelle attività parrocchiali nei momenti di assenza del parroco. • Tra le uscite, alla voce attività parrocchiali, è inserito anche il nuovo confessionale. • Tra le offerte enti-privati si inseriscono anche le offerte che i coscritti della classe 1940 hanno devoluto in memoria dei loro defunti. • Alla voce "manutenzione fabbricati": spese di sistemazione ambienti della canonica in vista dell'ingresso del nuovo parroco e lavori di ordianria manutenzione dei locali, della Chiesa e delle adiacenze. Alla voce "uscite straordinarie" è compreso un acconto del compenso per il progetto del restauro interno della Chiesa parrocchiale e relativo modello F24. • Il presente bilancio è stato approvato dal Consiglio per gli affari economici in data 10 gennaio 2012 e presentato anche al Consiglio parrocchiale in data 24 gennaio 2012. • Si ringrazia a nome di tutti la collaborazione zelante e attenta dei membi del consiglio amministrativo e il buon cuore di tutti. Le tradizioni nella vita di un paese sono importanti: "tramandano" la storia e le usanze tra le generazioni. Anche le tradizioni religiose aiutano nella loro crescita i nostri ragazzi in un dialogo costante con la storia della comunità in cui vivono. Il canto del "Bel Bambin" durante il tempo della Novena è giunto nelle case grazie ad un gruppetto di bambini volenterosi che, accompagnati dalle catechiste hanno percorso le vie di Calalzo, recando la tradizionale portantina con Gesù Bambino e le note di canti popolari. “Non ti preoccupare: lo fanno tutti" Giovanni aveva sei anni e accompagnava suo padre in auto. Un poliziotto fermò il padre per eccesso di velocità e lui gli mise in mano un biglietto da 50 euro ed il poliziotto lo lasciò andare. "Non preoccuparti, figliolo, fanno tutti così" gli disse il padre. All'età di otto anni, ascoltò una convesazione di suo zio sul modo migliore di evadere le tasse: "Non preoccuparti, fanno tutti così", gli disse lo zio. Aveva nove anni, quando sua madre lo portò a teatro la prima volta. Non aveva prenotato alcun posto a sedere, ma sua madre diede una mancia all'incaricato che le trovò due posti, facendo alzare due ragazzi che si erano regolarmente accomodati. "Non preoccuparti, figliolo, fan tutti così". A quindici anni giocava a calcio. L'allenatore gli insegnò a prendere l'avversario per la maglietta fino a quando non fosse visto dall'arbitro. "Non ti preoccupare figliolo, fan tutti così". A sedici anni, durante l'estate, alvorò oper la prima volta in un supermercato. il suo lavoro consisteva nel collocare la frutta più matura in fondo alla cassa e ricoprirla con frutta buona. "Non preoccuparti figliolo fan tutti così". A diciotto anni uno studente più anziano gli propose di vednergli una prova d'esame dietro adeguata somma: "Non preoccuparti figliolo fan tutti così". Ma questa volta fu scoperto e venne espulso dall'Università. "Come è possibile! - gli gridò suo padre - La nostra è una famiglia onoratissima. Come hai potuto farci del malea tua madre e a me? Noi non ti abbiamo in seganto queste cose!"". Lo stesso gli dissero i suoi zii. E Giovanni incominciò a chiedersi dove aveva ascoltato una frase famosa che ronzava nellsa sua testa: "Non preoccuparti figliolo fan tutti così!" Le Marmarole 9 P R I M AV E R A 2 0 1 2 Cronaca di vita parrocchiale "Il mio San Biagio" La normale attività di catechismo è stata arricchita da altre occasioni di incontro per i ragazzi e i bambini quali la festa di San Biagio e il Carnevale. Per San Biagio è stato proposto un concorso a premi sul tema: "Il mio San Biagio". I ragazzi dalla prima elementare alla terza media, si sono cimentati con fantasia in vari lavori alcuni dei quali premiati da una giuria. L'obiettivo del concorso è stato quello di far conoscere, mediante una ricerca personale, la vita del nostro Santo Patrono. "La bottega dei colori" Sono state brave le nostre catechiste che per l'ultimo di Carnevale hanno saputo organizzare per i bambini ed i ragazzi un momento di festa. Così lunedì 4 febbraio 2012 il salone della canonica si è trasformato in un palcoscenico, anzi in una "bottega di colori": i colori della vita, dell'amicizia, della simpatia e della fede con cui i presenti sono stati a loro volta "colorati". Dopo la rappresentazione, tutti con la propria maschera, hanno portato per le vie del paese un po' ed gioia ed allegria. Come spesso accade in queste occasioni, non è mancato un affettuoso ricordo per Adelina Palladino che, negli anni con la collaborazione delle sue colelghe, è stata artefice di numerosi momenti come questo, portando nei cuori di tutti un modo gioioso di vivere la propria fede. Avevo una scatola di colori ... (Tali Sorek, israeliana) Avevo una scatola di colori, brillanti, decisi e vivaci. Avevo una scatola di colori. alcuni caldi, altri molto freddi. Non avevo il rosso per il sangue dei feriti. Non avevo il nero per il pianto degli orfani. Non avevo il bianco per le mani e il volto dei morti. Non avevo il giallo per le sabbie ardenti. Ma avevo l'arancio per la gioia della vita. E il verde per i germogli e i nidi. E il celeste dei chiari cieli splendenti. E il rosa per i sogni e il riposo. Mi sono seduta e ho dipinto la pace. 10 Le Marmarole P R I M AV E R A 2 0 1 2 Cronaca di vita parrocchiale Congratulazioni ed auguri Attività estive CAMPEGGIO IN AIARNOLA Elena Molinari di Gianni e Mirella Dal Pont si è laureata in economia e commercio il 28 ottobre 2011 persso l'Università di Udine, discutendo la tesi "il Codice etico in diritto del lavoro" con la relatrice Martina Brollo, preside della facoltà. Nello stesso giorno sempre all'Università di Udine si è laureato in economia politica, Sergio De Gerone discutendo la tesi: “la privatizzazione dell'Autostrada". Relatore il prof. Antonio Masserutto Elisa Tarozzo, si è laureata, all'Università di Padova il 12 marzo 2012. Ha discusso la tesi "la disassuefazione da alcol". Relatore: il prof. Sandro Reatti GREST ESTIVO e campo scuola AL MARE Giulia Del Monego, dottoressa in logopedia, si è laureata, all'Università di Padova il 29 novrembre 2011. Ha discusso la tesi "Inventari fonetici e processi fonologici nei bambini dai 18 ai 36 emsi di età valutati con un nuovo test fonetico". Relatore: il prof. Claudio Zmarich Auguri Per il 40° di matrimonio: ai coniugi Valerio Frescura e Clelia Tormen il 15 aprile 2012 Silvia Lambruschi, di Sarzana merita un particolare plauso per il suo impegno tenace nel mondo dello sport e per gli eccellenti risultati finora conseguiti. Il Gruppo Natura e Sport organizza il campeggio in Malga Aiarnola per i ragazzi dalla quinta elementare in su. Si svolgerà dal 22 luglio al 2 agosto. L’esperienza è ormai collaudata ed è portata avanti dagli ultimi due anni da questa nuova realtà. La Parrocchia collabora mettendo a disposizione le tende e quanto i locali della canonica per l’organizzazione del campeggio. Per tempo si provvederà ad inviare ai ragazzi i moduli delle iscirizioni. ai coniugi Igino Fanton e Giovanna Palatini il 6 maggio 2012 Nel mese di luglio è previsto nei locali della Canonica il Grest estivo nei pomeriggi del mese di luglio, dal lunedì al venerdì. Questa attività prevede anche la settimanale gita in montagna con la sezione C.A.I. di Calalzo. Per iscrizioni ed informazioni rivolgersi al Parroco. Il campo scuola al mare si effettuerà nell’ultima settimana di giugno al Villaggio San Paolo al Cavallino per i bambini dalla terza alla quinta elementare. Le iscrizioni vanno effettuate in Canonica a Pieve di Cadore nei giorni 13, 20 e 21 maggio. Pe questo primo anno la proposta è limitata. Campeggio a malga Copada Nel mese di agosto si terrà in due turni il campo a Malga Copada organizzato dalla Pastorale giovanile del Centro Cadore per i ragazzi delle medie (primo turno) e delle superiori (secondo turno) delle Parrocchie del Centro Cadore. Le Marmarole P R I M AV E R A 2 0 1 2 11 Cronaca di vita parrocchiale FEBBRAIO FESTA DI SAN BIAGIO Il giorno 3 febbraio abbiano celebrato la festa del Santo patrono. La giornata è stata intensa e dedicata in mdo aprticolare al concorso “Il mio San Biagio” di cui abbiamo dato resoconto in altro spazio. Notizie in breve... FESTA DELLA VITA Domenica 5 febbraio abbiano celebrato la Giornata per la Vita. Grazie all’impegno di alcuni volontari, è stato possibile offrire a tutti delle primule, il cui ricavato è andato per il Progetto Gemma. GIORNATA DELLA SOFFERENZA Il giorno 11 febbraio abbiano celebrato la Giornata della sofferenza. Durante le S. Messe in onore della Madonna di Lourdes, è stato amministrato il sacramento dell’unzione degli infermi, ai malati ed agli anziani presenti in Chiesa. Nella foto in alto: foto ricordo dei volontari coadiuvati da Giovanna Francescutti, insieme al Parroco. Sotto: i bambini di quarta il giorno della loro Prima confessione. PRIMA CONFESSIONE La prima domenica di febbraio i bambini di quarta elementare hanno ricevuto il sacramento della Confessione per la prima volta. Preparati dalle catechiste Antonella, Enrica, Elisabetta e Gabriella ed accompagnati dai loro genitori, domenica 26 febbraio hanno vissuto questa celebrazione in modo semplice ma sentito. MARZO BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE Dal 12 marzo al 20 aprile il parroco ha visitato le famiglie residenti nella parte alta del paese, del centro storico e di Rizzios. Gli orari non sempre hanno conciliato la possibilità di trovare tutte le persone in casa, tuttavia si rinnova la disponiblità a tornare nel corso dell’anno. LABORATORIO PARROCCHIALE Il laboratorio parrocchiale “Ponto e soraponto”, ha organizzato per sabato 23 marzo un viaggio a Vicenza in visita ad una mostra inerente l’artigianato. Una corriera è così partita da Calalzo alla volta della fiera di Vicenza. Nelle prossime manifestazioni non mancheremo di gustare le novità apprese e portate a casa. VIA CRUCIS Molto partecipata la celebrazione della Via Crucis svoltasi venerdì 30 marzo lungo le vie De Stefani, Lagole, C. A. Dalle Chiesa e Stazione. È stata animata di ragazzi di terza media . APRILE Giornata dedicata al Gruppo Sportivo Centro Cadore Domenica 1 aprile si è svolta la Giornata dedicata al Gruppo Sporti- vo Centro Cadore. Alla S. Messa delle 10,30 hanno partecipato numerosi ragazzi impegnati nei corsi di sci. Nel corso della giornata Silvano Cetta, ha ricevuto da parte dell’Amministrazione Comunale, un pubblico riconoscimento per i 36 anni di servizio a favore dello sport giovanile. SETTIMANA SANTA Sono state ben partecipate le celebrazioni della Settimana Santa, iniziate con la Processione delle Palme e culminate con la Veglia pasquale. Durante la S. Messa in Cena Domini, la sera del giovedì Santo, il parroco ha presentato i bambini di Prima Comu- 12 Le Marmarole P R I M AV E R A 2 0 1 2 Cronaca di vita parrocchiale nione che sono stati anche i protagonisti del Rito della Lavanda dei piedi. La stessa sera sono state raccolte le cassettine della Colletta quaresimale Un pane per amor di Dio, pari ad euro 1113,24 già devolute all’Ufficio Missionario diocesano. Tutte le celebrazioni sono state accompagnate dai canti della Nuova Corale e dall’organista Nadia Da Pra’ che ha accompagnato con soddisfazione di tutti il “Gloria” di Antonio Vivaldi. CHIERICHETTI IN CATTEDRALE Al mattino del Giovedì Santo un nutrito gruppo di chierichetti ha partecipato alla S. Messa del Crisma in Cattedrale a Belluno. Un’occasione per salutare con gioia e affetto don Lorenzo. FESTA DELLA PRIMA COMUNIONE Si è celebrata domenica 22 aprile la festa della Prima comunione, maggior spazio, anche fotografico, lo daremi sul prossimo numero. CELEBRAZIONI DEL 25 APRILE Mercoledì 25 aprile si è svolta presso la Chiesa di S. Francesco all’Orsina una S. Messa in suffragio di tutte le guerre celebrata dal parroco alla presenza dei Sindaci del comprensorio. È seguita la commemorazione civile da parte delle autorità presenti essendo il 25 aprile una delle date fondamentali della storia d’Italia. Il Presidente della Sezione Cadore dell’A.N.A. ha ricordato che la Chiesa, seppur spoglia di opere d’arte sigificative, fu costruita nel 1512. Per noi S. Francesco all’Orsina è un’ottimo biglietto da visita. Anche quest’anno il Coro dell’istituto comprensivo di Calalzo è stato ammesso alle finali del concorso internazionale “Cuoricino d’oro, musica per crescere” piazzandosi al 14 posto. le finali si svolgeranno a Luino il prossimo 9 e 10 giugno. LAVORI INTORNO ALLA CHIESA DEL CARAVAGGIO A fine aprile sono iniziati i lavori per al realizzazione del Parco che il Comune ha dedicato al Re Alberto dei Belgi che frequentava la Val d’Oten durante le sue vacanze in Cadore. 27 maggio PROSSIMI APPUNTAMENTI 26 maggio Festa della Madonna del Caravaggio Festa delle famiglie in Aiarnola 31 maggio Chiusura del mese di maggio 3 giugno CORO DEI BAMBINI DELLA SCUOLA ELEMENTARE Celebrazione della Cresima Pellegrinaggio in terra agordina O Signore, stammi sempre vicino. Tieni la tua mano sul mio capo, ma fa’ che anch’io tenga il capo sotto la tua mano. Prendimi come sono, con i miei difetti, i miei peccati, ma fammi diventare come tu desideri e come anch’io desidero. Albino Luciani Il primo maggio si è svolto il 19° pellegrinaggio delle parrocchie dell’Arcidiaconato del Cadore con meta i luoghi di Papa Luciani nel centenario della sua nascita avvenuta a Canale d’Agordo il 17 ottobre 1912. Dopo l’arrivo al Santuario della madonna della Grazie, ai piedi del Civetta, la S. Messa concelebrata dai sacerdoti presenti e presieduta dall’Arcidiacono, i pellegrini si sono recati a Canale dìAgordo, dove - nella Chiesa parrocchiale, hanno potuto sostare davanti al Battistero e di seguito, visitare il museo e il paese con la casa natale. Bella e toccante la testimonianza sia delle guide che ci hanno accolto in paese, sia dell’Arcidiacono che lo ebbe come insegnante e come superiore quanto Albino Luciani divenne Vicario generale. Le Marmarole 13 P R I M AV E R A 2 0 1 2 Cronaca di vita parrocchiale Festa dei giovani 2012 Un nutrito gruppo di giovani delle nostre parrocchie ha partecipato lo scorso 4 marzo alla Festa dei giovani, organizzata dai Salesiani, a Jesolo. Anche dalla nostra parrocchia non è mancata una buona rappresentanza: un'occasione per vivere una tra giorni di festa, di formazione personale, di confronto e dialogo in mezzo a migliaia di altri giovani provenienti da tutta la regione e non solo. Riportiamo la testimonianza di Francesca e di maddalena che hanno partecipato agli stage organizzati nei giorni precedenti. DIARIO DI TRE GIORNI “Don Bosco io do la mia vita” È lo slogan di quest’anno scelto per la festa dei giovani tenutasi a Jesolo. E’ proprio sulle orme di Don Bosco che dobbiamo camminare,come Don Bosco ha dato la sua vita per i giovani anche noi dobbiamo donare la nostra vita: non si vive per se stessi ma si vive per amare. Realtà come la festa dei giovani non è diffusa in tutti gli oratori, o i comuni, e così non tutti i ragazzi hanno la possibilità di viverla. Noi invece abbiamo avuto questa fortuna! Tutto è iniziato quando io e Maddalena abbiamo deciso di partecipare a questo evento: poiché l’anno scorso ero andata come spettatrice portando a casa una bella esperienza, quest’anno ho voluto partecipare nuovamente ma prendendo parte ai workshop! Per entrambe quindi era la prima volta e si sa in questi casi l’emozione è sempre più grande! A Mestre, all’ Istituto Salesiano verso le 14.30 siamo state accolte da una grande folla di giovani sorridenti. Che sorpresa scoprire quanti ragazzi, di età e luoghi diversi, erano lì pronti per iniziare l’avventura! Dopo la proiezione di un simpaticissimo video di presentazione, ciascuno si è diretto al workshop che aveva scelto al momento dell’iscrizione; il nostro era Canto moderno, Walter e Roberto i nostri maestri. La nostra classe era formata da Luisa, Matilda, Valeria, Gaia, Laura, Emmy, Federica, Berny, Carmine, Francesco, Arianna, Giulia, Nicole, Virginia e Veronica, tutti giovani in gamba con cui abbiamo trascorso splendide giornate! Tutte le giornate avevano un programma preciso da seguire, bisognava riuscire a fare tutto e nel modo migliore, sempre all’insegna del divertimento! Mattina, pomeriggio, sera: prove su prove per cercare di diventare una sola voce, un unico cuore. La preghiera è stato il filo conduttore delle nostre giornate. È difficile credere che si possano creare legami saldi in pochi giorni tra persone con caratteri così diversi che si intrecciano tra loro come le note di uno spartito: alla fine però tutti trovano la loro giusta posizione. Per realizzare bei progetti ci vuole tanta buona volontà spirito di adattamento e determinazione! Ciascuno di noi si è messo in gioco con la voglia di crescere insieme agli altri , di riuscire a sfiorare le corde delle anime degli altri e di quelle delle seimila persone presenti con noi domenica, portyando una testimonianza di gioia. Ballare, volteggiare, esprimersi, cantare: incanalare tutte le energie per un obiettivo comune! Certo c’è la paura di sbagliare, la vergogna per una steccata o un passo fatto fuori tempo. Ma quanto può essere importante, quando il tuo nuovo amico sorride al tuo fianco? In questi tre giorni sembrava di essere in una favola, abbiamo conosciuto giovani fantastici con cui speriamo di poter mantenere questi bei rapporti nati da questa incredibile esperienza! E’ stato un sogno ad occhi aperti, un grazie a tutti coloro che lo hanno condiviso con noi, e ancora grazie a coloro che ci hanno permesso di realizzarlo! La cosa che ci ha più colpito è stato sentirci Noi Stesse anche in una situazione non comune come quella di cantare davanti ad un pubblico. È stata un’occasione unica che ci ha fatto comprendere la straordinarietà del senso della nostra vita che va vissuta quotidianamente affrontando ogni situazione con lo sguardo rivolto al cielo. La nostra vita è come un capolavoro. “‘Non tutti sono chiamati ad essere artisti nel senso specifico del termine. Secondo l’espressione della Genesi, tuttavia, ad ogni uomo è affidato il compito di essere artefice della propria vita: in un certo senso, egli deve farne un’opera d’arte, un capolavoro’. (Lettera del Papa Giovanni Paolo II agli Artisti 1999)” Francesca & Maddalena 14 Le Marmarole P R I M AV E R A 2 0 1 2 Personaggi calaltini Un ricordo di Adelmo Peruz Incontrando le famiglie, mi sono reso conto di quante belle attitudini e capacità è ricca questa comunità: musica, arte, artigianato. Nello scorso numero abbiamo dedicato un trafiletto ad Enrica Toffoli, la quale - nel frattempo - ha aggiunto un altro premio nazionale che evidenzia ancora una volta le sue capacità. In questo numero ricordiamo Adelmo Peruz, prendendo spunto dall’articolo che presentava la mostra delle sue iopere e svoltasi a palazzo FioriFanton -Giacobbi nell’agosto 2011. In quell’occasione Patrizia Nemesio aveva riordinato le pagine del diario di Adelmo che raccolgono le sue memorie e ne tratteggiano - in una gustosa antologia intitolata “Ricordi dolci amari... “ - la personalità e l’arte. Dell’articolo di Giovanni De Donà e Walter Musizza e apparso sull’Amico del Popolo del 18 settembre 2011, si riporta uno stralcio interessante che riguarda uno dei luoghi più belli e storicamente importanti del territorio comunale. «Come sottolinea Patrizia Demesio, che ha riordinato le pagine del diario firmando la prefazione, Adelmo era veemente come uomo e come pittore e la sua indole si accendeva di luci e di improvvise ombre, così come, tra modernità e tradizione, tra successi e delusioni si consumò sempre la sua intera travagliata esistenza. I suoi ricordi partono dal 1943 [...] alla fine troviamo pure un capitoletto per molti versi sorprendente, che va al di là di un’esperienza personale e getta nuova luce sulla storia dell’intero Cadore. Egli viene infatti a parlare dei laghetti di Lagole e quindi anche dei relativi scavi archeologici in zona, che lo videro impegnato in prima persona assieme a Giovanni Battista Frescura e, talcolta, a Roberto Ciotti. «Nel 1947 - egli dice - quando lavoravo presso l’occhialeria Lozza, Frescura mi mostrò un bronzetto raffigurante un guerriero e mi confidò di averlo trovato a Lagole, a pochi metri di profondità. Nei giorni successivi e per tutto il resto Adelmo Peruz , ritratto con la sua immancabile tavolozza, all'esterno del suo atelier, il fienile di Cresta di Croda. dell’anno, andavamo tutte le sere, dopo il lavoro, compresa la domenica, a scavare nonostante non avessimo grande attrezzatura. I Comuni della zona informati, non ci diedero alcun sostegno o contributo. Durante tutto il periodo degli scavi vennero alla luce numerosi reperti. figure di guerrierei in bronzo con scolpite scritte paleovenete, targhe di arme, mestoli, tazze, secchielli, animaletti, fubule, monete, anfore, spade, coltelli e numerosi altri attrezzi, Tutto il materiale fu depositatoa casa di G.B. Frescura. Venne a conoscenza di questo nostro impegno il dottor Enrico De Lotto che spesso veniva a farci visita sul luogo degli scavi, dandoci una mano a catalogare i vari reperti dando anche notevole pubblicità ai ritrovamenti attraverso i giornali». Il De Lotto riuscì pure a ottenere qualche fondo e gli scavi durati dal 1947 al 1952 seppur frettolosi e alquanto disordinati, diedero grandi soddisfazioni. «Nel sottosuolo - continua Adelmo - il terreno si presentava molto diversificato, la profondità variava da un minimo di qualche centimetro a un massimo di tre metri con molti avvallamenti pieni di ossa e corna di montoni ben conservate, cenere e carbone, specialmente nel punto centrale n. 1. Questo era a un metro di profondità e vedeva la presenza di resti di muratura in pietra e tufo molto ben lavorati e il ritrovamento di una figura denominata Apollo». Questo manufatto sembra non sia stato preso in considerazione, tamnto che venne successivamente distruttio, forse perché il Frescura e il De Lotto davano per scontato che il tempio votivo dovesse essere posto su palafitte. Fatto sta, che, o per divergenze su questa questione o per altri moltivi qui non esposti, Adelmo non partecipò più alle ricerche e il suo nome finì, stranamente quanto ingiustamente, cancellato dalle memorie di Lagole. Secondo Adelmo però «nel sottosuolo ci sarà acnora del materiale, forse più importante di quello finora ritrovato, sia in quantità che in preziosità storica”. Le conclusioni dell’articolo citato, oltre che stimolare ancora la ricerca archeologica e l’approfondimento storico su Lagole, lascia intuire “l’ecclettismo dell’uomo e la poliedricità dei suoi interessi”. Le Marmarole P R I M AV E R A 2 0 1 2 15 La pagina della storia... Correva l'anno 1718... a cura di Ivana Francescutti Contestazione sulla domanda per avere la Chiesa Sacramentale in Calalzo (Seconda parte) La risposta alla supplica inoltrata al Patriarca Dionisio, a firma dei due Laudadori, Valentino Rochi e Lucio Antonio Toffoli, tardava a pervenire. La Regola di Calalzo si riunì pertanto 15 settembre dello stesso anno: «In Calalzo di Cad.re nel Pub(blic)o Pavione (*) ove congregata la Mag.ca Regola di Calalzo, fatta comandar con ordine, e comissione, di D.(eputat) o Giuseppe De Bon attuale marico, assieme con Gio.B.a Giacomel e Valentin Rocchi Laudatori, per provvedere, e deliberare le materie insieme con li Deputati sopra tal materia aspettanti a D.(etta) Regola darsi l’att. (enzio)ne sull’importante affare, che hà la sud.(dett)a Regola per la necessità estrema di avere nella Chiesa di S. Biagio il Sacram(ent)o assieme con ministro e sperando nella Benignità e pietà dell’Ecc.mo Patriarca invasa a beneficare l’Anime bisognose, come fu diretta la visita Pastorale per solievo dell’Anime componenti l’anted(ett)a Regola, che cogli documenti e carte predicano, dopo lungo e circolar discorso, Fù deliberato, che tosto debba portarsi due uomini D.(eputat)° Valentin Rocchi Laud.e e D.° Lucio Ant.° Toffoli Dep.° assieme con un soggetto riguardevole, che sarà da questi pregato, ed uniti andranno a bacciarli le vener.i vesti di Eccel.mo Rev.mo Arcivescovo di Udine, acciò esaudisca questo Popolo a senso della nostra suplica rassegnata all’Ecc.za Rev.ma dal Nob.m° Franc°. Galeazzi, a fare tutto quello che sarà necessario in tale proposito. Ant.° Giacobbi Cancelliere» A questa supplica faceva seguito questa missiva inviata dall’Arcivescovo al Mansionario di Pieve: «Cons.° Fratello, Essendoci stato presentato da parte della Regola di Calalzo, Regola soggetta a codesta sua Pieve, un memoriale per la concessione del SS.mo Sacram.o sacri Ogli ed erezione del sacro fonte nella ven.(erand)a chiesa di San Biagio di Calalzo, se ne avanziamo copia del memoriale med.° per sua notizia e perchè venga da di lei comunicata a cotesti Sindici di Pieve, ed alla Regola di Pozzale pure di Pieve sud. soggetta, da parte de quali è stato in questa Curia annotato prosieguo per ascolto, significando che volendo noi provedere su di ciò in via deliberativa, debba ogni una delle sud. Parti aver prodotte avanti di noi in scrittura le rispettive ragioni entro il pross.° vent.° ottobre. Già che passato t. tempo si devenirà da noi alla risoluzione di Sigillo in ceralacca dell'Arcivescovo di Udine apposto dalle cancellerie sui documenti ufficiali: un sistema antico per confermare l'autenticità dei documenti. tal affare, e con ciò v’auguriamo dal Signore ogni bene.. Udine, 24 settembre 1771 Aff.mo come Fratello Arcivescovo d’Udine» La risposta non tardò ad arrivare... Lo stesso giorno dalla Cancelleria Arcivescovile: «All’Arch.° di Pieve di Cadore Mercoledì 24 settembre 1771 Udine in Ofizio Arciv.le. Comparve in questa Cancelleria Arciv.le M. Francesco Genova facendo per nome del Sindico della ven. Chiesa di San Tomaso di Pozale, prima Filiale della Pieve di Cadore, e de Capi di quella Villa, e Regola, ed iniziò a notarsi, che non sia fatta novità sopra ricorsi fatti, o che si facessero per parte della villa e Regola di Calalzo seconda filiale di quella Pieve, non avendosi ragionevole motivo della Filiale che sia fatta novità, perché sono ben servite in tutti i bisogni spirituali dal Rev.mo Sig. Pievano, e suoi Cooperatori, intendendo in ogni caso di qualche tentativo di Calalzo esser essi Sindico, e Capi di Pozzale citati per far uso di sue raggioni, che così, e con ogni miglior modo e ciò inerendo anche ad altro Costituto nelle passate visite Pastorali annotato».Ex Canc.ria Arcivesc. Hieronimus Pavona. Notaio Arcivescovile. La decisione tardava a giungere, ma la Regola di Calalzo unitamente alla Regola di Pozzale non demordevano, come andò a finire? (*)da Paveon = padiglione, luogo d’incontro Bibl. - Archivio dell’Arcidiaconato di Pieve di Cadore Ivana Francescutti 16 P R I M AV E R A 2 0 1 2 Le Marmarole La pagina della volontariato Sempre all'opera i volontari in pensione L’inverno appena concluso non ha fermato la marcia dei volontari in pensione di Calalzo. Complice una stagione con poche precipitazione nevose che ha permesso al nostro gruppo di proseguire i lavori per il recupero della strada di Trasaghe. Stiamo lavorando - affermano i coordinatori del gruppo - per rendere quel percorso adatto per i mesi invernali agli escursionisti con ciaspe e sci d’alpinismo mentre per gli altri mesi dell’anno può essere utilizzato dagli appassionati di mtb o come passeggiata tra i boschi. Questo progetto l’abbiamo iniziato il Settembre scorso. Fin dai primi giorni è emersa la necessità del taglio alcuni alberi ai bordi della strada onde permettere l’innevamento spontaneo della carreggiata e per dar modo a chi vi transita di ammirare la centrale idroelettrica di Ciampato ed i manufatti che convogliano le acque alla vicina centrale di S. Giovanni. Ottenuti i nullaosta e le necessarie autorizzazioni dagli enti competenti, nei primi giorni di novembre si è potuto iniziare il diradamento della vegetazione. Tra settembre e novembre abbiamo completato il collegamento di via Cortina con il ponte della Molinà, concretizzando così il progetto denominato “Alla riscoperta degli antichi sentieri di fondovalle”. I sentieri sono dieci, si intrecciano sul territorio di Calalzo, Domegge e di Pieve di Cadore, hanno una lunghezza complessiva di 50 Km, un dislivello totale di 1260 metri e si percorrono in 20 ore circa. Sono illustrati in un opuscolo di alcune pagine. Ad ognuno di essi è deddicata una mappa con vista dall’alto, una breve descrizione del percorso, le foto più significative e i dati tecnici. per la loro promozione vi sarà un sito internet, mentre apposite guide saranno in distribuzione non appena ci saranno gli sponsor per la loro pubblicazione. Si stanno contattando a questo proposito, i gestori dei negozi del paese che vorranno promuovere le loro attività inserendole negli apposti spazi pubblicitari previsti nella guida. I lavori del percorso per ciaspe sta proseguendo: dopo il disboscamento vi sarà la pulizia della ramaglia, il posizionamento delle canalette di sgrondo lungo il percorso e per tutti gli altri i lavori che si renderanno necessari. Per il 2012 molte idee in cantiere. Insieme alle falciature, daremo priorità fra l’altro, al ripasso di tutte quelle strutture in legno che abbiamo costruito da quel ormai lontano Maggio del 2005. Anche quest’anno contiamo sull’ aiuto dei giovani volontari dei paesi del Cadore, ma contiamo pure sugli over 80! I nominativi di alcuni di loro ci sono già. Non c’è un’ età per la quale si debba fare una cosa piuttosto che un’ altra. E’questione innanzitutto di salute ma anche e in modo particolare dello stimolo di un traguardo da raggiungere, un progetto da realizzare che riaccenda la voglia di fare e rafforzi la tenacia per il raggiungimento degli obiettivi. I nostri paesi ed i territori che li circondano hanno bisogno di noi e noi di loro. Appunto per questo confermiamo di voler continuare sempre più numerosi su questa strada: decisamente è arrivata per Calalzo l’ora dell’impegno collettivo. Nelle foto di questa pagina sono ripresi alcuni lavori in corso ed altri ultimati. Le Marmarole 17 P R I M AV E R A 2 0 1 2 La pagina del Comune Due interventi nel sociale. Amministratore di sostegno “Aiuta chi ha bisogno di aiuto”, questo lo slogan che ha accompagnato le serate di sensibilizzazione sul tema dell’Amministrazione di Sostegno e il corso di formazione che si è tenuto a Tai di Cadore. La figura dell’Amministratore di Sostegno (L.6/2004) è nata per tutelare le persone che, per effetto di una grave malattia o infermità, oppure che si trovano in condizioni di particolare fragilità non sono in grado di provvedere ai propri interessi e difendere i propri diritti. L’Amministratore di Sostegno può essere un familiare o un volontario e viene formalmente nominato dal Giudice Tutelare per accompagnare la persone debole nel compimento di quegli atti che non è in grado di portare avanti da sola (ad esempio ritirare la pensione, pagare le bollette, riscuotere affitti, vendere o acquistare un bene, richiedere il riconoscimento dell’invalidità o di altri benefici, ecc…). Lo strumento previsto dalla legge pone al centro dell’attenzione la persona con la sua storia, le sue difficoltà, esigenze e aspirazioni. In base alle peculiarità della situazione, infatti, il Tribunale affida all’Amministratore specifici compiti di affiancamento alla persona che da sola non è più in grado di tutelare i propri interessi o rischia di essere raggirata. Il Centro Servizi per il Volontariato di Belluno, in collaborazione con la Conferenza dei Sindaci e con il Tribunale, ha attivato anche in Cadore un corso dedicato a chi svolge questo ruolo e a coloro che intendono dare la propria disponibilità. Il corso si è Un progetto strategico per il paese, realizzato a costo quasi zero con l’obiettivo di renderlo un riferimento operativo per i genitori che lavorano. Un altro tassello del nostro progetto sociale di contrasto allo spopolamento, su cui investiamo molto anche in termini di aspettative perché sia utile davvero a tutto il territorio. E’ nato da pochissime settimane “Studio Giovani”, un centro per lo studio assistito e le attività pomeridiane dedicato agli alunni delle elementari e che si svolge nei locali “ex asilo vecchio” in via Toffoli, vicino alla piazza del paese. Una iniziativa per cui abbiamo lavorato molto e in cui davvero crediamo, come amministrazione, perché guarda 20 anni avanti e sostiene i papà e le mamme che lavorano lontano offrendo la possibilità di lasciare i figli in mani sicure dopo la scuola. Abbiamo creato quindi un luogo dedicato ai bambini, dove svolgano i compiti scolastici e possano impegnarsi in attività ludiche e istruttive una volta terminata la fase di studio. Come ad esempio il Corso di Inglese, appena iniziato e che ha già raccolto diverse adesioni. I bambini sono assistiti da una giovane neolaureata, supportata Lo studio GIOVANI nella parte ludica da volontari e associazioni. La gestione è ad opera di una Cooperativa sociale. Ciò che tengo a sottolineare è che per il Comune questo progetto parte a costo praticamente nullo, se consideriamo il contributo prezioso offertoci dalla ditta De Menego per gli arredi, il contributo diretto di Cariverona che ha capito l’importanza dell’iniziativa ed il bando, sempre della Fondazione Cariverona, a cui abbiamo partecipato e che prevede l’impiego anche di neolaureati inoccupati. Ma se anche avessimo dovuto in qualche modo aumentare l’impegno economico a carico del Comune, avremmo comunque cercato di farvi fronte nel migliore dei modi, tanto consideriamo questo progetto sentito e fondamentale. Lavoreremo pertanto per incrementarlo ed estenderlo il più possibile a tutte le famiglie che presentano questa esigenza. Il progetto presenta ampi svolto in 3 giornate e ha visto la partecipazione di circa 40 persone, di cui ben 7 calaltini. Un ulteriore conferma che in paese abbiamo tante persone sensibili alle tematiche sociali e disponibili a prestare il loro tempo libero per chi si trova in difficoltà, con l’obiettivo di tutelare le persone deboli e di migliorare la qualità della vita della nostra comunità. Per qualsiasi informazione su questa figura giuridica è possibile rivolgersi allo “Sportello Amministratore di Sostegno” presso il CSV di Belluno (dr. ssa Alessia Munaro, tel. 0437950374) o alla Porta di Accesso ai Servizi Sociali del Comune di Calalzo (ogni giovedì dalle 15.00 alle 17.30). Luca De Carlo Chiara Egitto spazi di miglioramento: i contributi ricevuti ci consentono di intraprenderlo con prudenza senza gravare sulle casse del Comune. E’ però il primo mattone di un servizio strategico, che costituisce anche un ulteriore punto di aggregazione giovanile rispetto alla Casa della Gioventù e alla Biblioteca. E per noi rappresenta il coronamento di un percorso in cui abbiamo investito progettualità e fatica nell’ultimo anno e mezzo, certi di poterlo incrementare rendendolo di aiuto a quante più famiglie possibile anche non di Calalzo. Il sindaco Luca De Carlo 18 Le Marmarole P R I M AV E R A 2 0 1 2 Un incontro: Luigi Accattoli Cerco fatti di Vangelo L a sera del due maggio scorso, la nostra comunità ha avuto un ospite illustre: Luigi Accattoli. Giornalista, vaticanista, editorialista e scrittore sta dedicando il suo tempo in una ricerca appassionata. Il suo esordio è stato proprio soprendente: «Il motto che ho scelto vorrebbe comunicare in breve lo spirito dell’impresa che vado svolgendo: come uno dice “cerco pellicce usate”, o “cerco mobili d’epoca”, così io cerco “fatti di Vangelo”, cioè storie che attestino la possibilità di essere cristiani oggi nel nostro paese». hi si aspettava da un giornalista di questo calibro (inizò nel 1975 a “Repubblica” per continuare nella redazione del “Corriere della Sera”) analisi severe della società o della Chiesa del nostro tempo, è stato piacevolmente sorpreso da una lettura di quanto accade intorno a noi con una visuale pacata ma approfondita. ello scorrere dei nomi, delle testimonanze di vita, di situazioni che Luigi Accattoli ha raccolto in tanti anni di lavoro giornalistico, abbiamo potuto scoprire una prospettiva cristiana di affrontare la vita, la morte, la malattia, la sofferenza, le difficoltà del lavoro, la famiglia, la politica. el giro di due orette di conferenza abbiamo sentito storie di uomini e donne, giovani e anziani la cui esperienza di vita è a dir poco incoraggiante: sembavano storie di altri tempi, ma sono cronaca dei nostri giorni. “Mi sono convinto negli anni che ci sono santi intorno a noi sconosciuti anche a se stessi, più numerosi di quanto immaginiamo e genuinamente evangelici, benché spesso non rispondenti alle “note” della santità canonica. Li chiamo “i santi delle strade e delle siepi” con riferimento alla “Parabola del banchetto” nella narrazione che ne fa Luca al capitolo 14: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili a entrare, perché la mia casa si riempia”. Q C N N altre stagioni storiche. I martiri della giustizia: Tobagi, Moro, Bachelet... persone normali uccise mentre si recavano al loro lavoro quotidiano: “Non è attraverso il sangue di quei martiri dalla vita ordinaria e attraverso le parole dei loro familiari che la testimonianza viva della fede ha incrociato l’epoca? uesto comunque solo un saggio con nomi divenuti tristemente famosi, accanto però che resteranno prarticamente sconosciuti, ma che possono aiutarci a comprendere quanti fatti di Vangelo si scrivono ancora nelle nostre case, in modo silenzioso e senza chiasso. l termine della serata sono state poste al giornalista alcune domande su Giovanni Paolo II. Luigi Accattoli lo ha accompagnato, come vaticanista e inviato speciale, nei suoi numerosi viaggi in tutto il mondo. Così ci ha donato la testimonianza di un altro collega ed amico Domenico Del Rio, ricoverato al Gemelli, ormai terminale e sapendo che l’amico era restìo alle visite così come non avesse amicizie, Luigi Accattoli gli fece questa domanda: “Vuoi dire qualcosa a qualcuno?”. Ha risposto: «Al Papa! Vorrei far sapere al Papa che lo ringrazio per l’aiuto che mi ha dato a credere. «Io avevo tanti dubbi e tanta difficoltà a credere. Mi è stata di aiuto la forza della sua fede. Vedendo che credeva con tanta forza, allora anch’io un poco mi facevo forza. «Questo aiuto l’avevo a vederlo pregare, quando si mette in Dio e si vede che questo mettersi in Dio lo salva da tutto”. gesti concreti di vita quotidiana permettono al cristiano di annunciare l’amore di Dio con efficacia, umiltà e concretezza. Per questo, la serata del due maggio - a chi ha avuto la bontà di accoglierne l’invito - ha permesso di prendere coscienza di un ruolo quello dei cristiani - che non possiamo lasciar cadere: quello di scrivere ancora fatti di Vangelo, senza i quali attorno a noi ci sarebbe più buio. U na serata davvero interessante che ci ha decisamente rincuorato. “Credo vi sia una particolare attualità del Vangelo nell’Italia di oggi – un’attualità riscontrabile nella cronaca d’ogni giorno. Per fatti di Vangelo intendo le testimonianze cristiane più radicali e disinteressate, direttamente ispirate alle beatitudini e all’esempio di Gesù: la fede pagata con la vita, ogni forma di misericordia, la povertà scelta o accolta, la sofferenza redenta dalla grazia, l’amore senza motivo e quello per i nemici, l’accettazione della morte nella speranza della risurrezione. È attraverso tali fatti che i cristiani d’Italia hanno saputo dare in questi anni risposte creative a incredibili esplosioni di violenza, alle solitudini metropolitane, alla crisi sociale della famiglia, all’arrivo tra noi di altre genti, alla droga e all’Aids, a ogni nuova paura della morte”. d ancora, dal testo della confernza: “In un tempo di grandi mutazioni culturali e antropologiche dovremmo riscoprire la capacità di avvertire le novità divine, i nuovi segni dell’amore di Dio che vengono inviati alla nostra epoca”. ugi Accattoli ci ha poi parlato di segni che conraddistnguono na la nostra epoca perchè nuovi rispetto ad E L A I Le Marmarole 19 P R I M AV E R A 2 0 1 2 Anagrafe parrocchiale NELLA PACE DI SANTI RINATI NEL BATTESIMO Anno 2011 1. SCIULARA FRANCESCO GABRIELE il 6 gannaio 2012 2. GIACOMELLI ALEX il 7 gennaio 2012 3. ZANDANEL SIMONE il 18 marzo 2012 4. OLIVOTTO MATTIA il 18 amrzo 2012 5. PRADETTO COCCOLO ANDREA il 15 aprile 2012 6. CALLIGARO ANDREA il 13 maggio 2012 23. SERRA ANTONIO il 23 dicembre 2011 di anni 48 Anno 2012 1. ROCCHI FERDINANDO il 2 gennaio 2012 di anni 53 2. CHIESA MIRELLA l'8 gennaio 2012 di anni 73 7. FRESCURA FILOMENA il 15 febbraio 2012 di anni 91 3. ROCCHI ALBERTA il 15 gennaio 2012 di anni 87 8. TABACCHI JOHN il 22 marzo 2012 di anni 54 4. ZEN ENZO il 9 gennaio 2012 di anni 53 9. FEDON LUCIO il 5 maggio 2012 di anni 88 10. DA PRA' DORA il 6 maggio 2012 di anni 72 11. FRESCURA LINO l' 8 maggio 2012 di anni 83 FRESCURA GAIA di Daniele e di De Lorenzo Magda è stata battezzata nella parrocchia di Cadola il 25 marzo 2012 12. MASIERO ARMANDO il 12 maggo 2012 di anni 84 5. ROCCHI EMILIO (MILO) il 26 gennaio 2012 di anni 83 SPOSI IN CRISTO 1. GIOVANNI FIORI e DANIELA FRESCURA il 13 maggio nella Chiesa di Rizzios 6. DALLA CHIESA MARIA il 15 febbraio 2012 di anni 83 “Io credo che la morte sia solo la fine del primo tempo (…). Ci ho sempre creduto. È stato uno sviluppo continuo, ed è sempre rimasto intatto questo stupore davanti al mistero. Credo più nelle cose che non si vedono che in quelle che si vedono. In quello che non vediamo c’è di più”. (Lucio Dalla ,5 novembre 2011). Direttore: don Angelo Balcon Resp. ai sensi di legge: Lorenzo Dell'Andrea. Redazione: Ufficio parrocchiale, via C. Fanton 26, 32042 Calalzo di Cadore - Iscr. Trib. Bl n. 2/1986. Testi a cura della Parrocchia di Calalzo - Stampa: Tipografia Piave s.r.l., Piazza Piloni 11 320100 BL 20 P R I M AV E R A 2 0 1 2 Le Marmarole Racconto di una vita Per riflettere... Una chiara e coraggiosa testimonianza che fa riflettere, portata anche a Belluno lo scorso mese di marzo. Una pagina che può scuotere un modo stanco di essere cristiani. “Il mio nome è Shahbaz Bhatti. Sono nato in una famiglia cattolica. Mio padre, insegnante in pensione, e mia madre casalinga, mi hanno educato secondo i valori cristiani e gli insegnamenti della Bibbia, che hanno influenzato la mia infanzia. Fin da bambino ero solito andare in Chiesa e trovare profonda ispirazione negli insegnamenti, nel sacrificio, e nella crocifissione di Gesù. Fu l’amore di Gesù che mi indusse a offrire i miei servizi alla Chiesa. Le spaventose condizioni in cui versavano i cristiani del Pakistan mi sconvolsero. Ricordo un venerdì di Pasqua, quando avevo solo tredici anni: ascoltai un sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra salvezza e per la salvezza del mondo. E pensai di corrispondere a quel suo amore donando amore ai nostri fratelli e sorelle, ponendomi al servizio dei cristiani, specialmente dei poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo paese islamico. Mi sono state proposte alte cariche di governo e mi è stato chiesto di abbandonare la mia battaglia, ma io ho sempre rifiutato, persino a rischio della mia stessa vita. La mia risposta è sempre stata la stessa: «No. Io voglio servire Gesù da uomo comune». Questa devozione mi rende felice. Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che considererei privilegiato qualora - in questo mio sforzo e in questa mia battaglia per aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan - Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita. Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire. Non provo alcuna paura in questo paese. Molte volte gli estremisti hanno cercato di uccidermi e di imprigionarmi; mi hanno minacciato, perseguitato e hanno terrorizzato la mia famiglia. Gli estremisti, qualche anno fa, hanno perfino chiesto ai miei genitori, a mia madre e mio padre, di dissuadermi dal continuare la mia missione in aiuto ai cristiani, altrimenti mi avrebbero perso. Mio padre mi ha sempre incoraggiato. Io dico che, finché avrò vita, fino all’ultimo respiro, continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri. Voglio dirvi che trovo ispirazione nella Parola di Dio e nella vita di Gesù Cristo. Più leggo la Parola del Signore più si rinsaldano la mia forza e la mia determinazione. Quando rifletto sul fatto che Gesù Cristo ha sacrificato tutto, che Dio ha mandato il Suo stesso Figlio per la nostra redenzione e la nostra salvezza, mi chiedo come possa io seguire il cammino del Calvario. Nostro Signore ha detto «Vieni con me, prendi la tua croce e seguimi». I passi che più amo della Bibbia recitano: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto serte e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, carcerato e siete venuti a trovarmi». Così, quando vedo gente povera e bisognosa, penso che sotto le loro sembianzze sia Gesù a venirmi incontro”. Shabaz Bhatti, classe 1968, fu assassinato il 3 marzo 2011: fu tolto a forza dalla sua macchina e ucciso a sangue freddo da talebani pakistani, a causa del suo impegno politico ed umanitario. Quando divenne ministro, unico cattolico in un governo islamico, si presentò dicendo che accettava l’incarico per il bene degli emarginati del Pakistan e che aveva dedicato la propria vita alla lotta per l’uguaglianza umana, della giustizia sociale, libertà religiosa, e per elevare e dare potere alle comunità delle minoranze religiose. Aggiunse che avrebbe voluto inviare un messaggio di speranza alle persone che vivono una vita di illusione e disperazione. In un clima di intolleranza anticristiana non cercava il martirio e nemmeno la popolarità: entrambi gli vennero incontro a suggellare una giovane vita che oggi raccogliamo come una delle più belle ed alte testimonianza di fede, nella Chiesa dei nostri giorni.