2009-2013 Dipartimento Politiche Internazionali ambiti d’intervento, azioni e progetti UI ] d a o r b a [ P S itinerario Abbiamo pensato a questa pubblicazione come una guida di viaggio per orientarsi alla scoperta di quello che ci gira intorno, ma anche un viaggio all’interno del nostro mondo Uisp Una bussola per orientarsi 1 Viaggiare informati 3 Reti, connessioni e incroci 4 Dove andare, cosa fare, cosa vedere 17 Atlante geografico 25 Il mondo a misura di tutti 36 Postcards from Europe 40 Una gita in Italia 49 Popoli e culture 52 Per tenersi aggiornati 61 Appunti di viaggio 64 Una bussola per orientarsi «i futuri non realizzati sono solo rami del passato: rami secchi» Italo Calvino. Le città invisibili C’è una politica del dire e una politica del fare. Ci sono i grandi propositi ideali e le azioni, quelle azioni concrete che muovono e concorrono a dare realmente una direzione alle cose. Se la teoria rimane ancorata a se stessa, risulta sterile, senza sbocchi. Anche le azioni, staccate da una programmazione, da un disegno teorico che ne delinea un percorso e che lo comunica, rimangono concrete testimonianze di eventi senza futuro, di spot discontinui. Coniugare le cose non è semplice, ma è nella mescolanza di questi elementi che si distingue un buon lavoro. E noi crediamo di averle seguite e rispettate queste indicazioni nei quattro anni di lavoro svolto. Crediamo, insomma, di aver centrato gli obiettivi che ad inizio legislatura ci eravamo dati con la nascita del dipartimento. Certo, sbavature ed incidenti di percorso ci sono stati, ma in generale, se si riprendono le linee programmatiche del documento presentato in consiglio nazionale nel 2009, si può senza dubbio affermare che il risultato è stato raggiunto e che, in questo caso, le parole si sono realmente trasformate in azioni concrete ed efficaci. Ricordiamo alcune delle nostre parole d’ordine di quattro anni fa: • rappresentare le pulsioni, l’anima e l’essenza della Uisp all’estero, in altre parole quella nostra attitudine a interpretare lo sport e l’attività motoria in chiave sociale e a innalzarla al grado di diritto inalienabile per l’umanità intera. Ed è così, ormai, che siamo visti in Europa, in Africa, in Medio Oriente e in America Latina, sia attraverso le relazioni instaurate per l’organizzazione di eventi internazionali che attraverso i progetti di cooperazione portati avanti dalla nostra ong Peace Games, che negli ultimi anni si è sempre di più messa al servizio e inserita a pieno titolo nel mondo Uisp; • allargare maggiormente gli orizzonti e avvalersi del contributo di settori/leghe/ comitati, inserendo nel contesto internazionale nuove competenze, energie e risorse del territorio che hanno voglia di misurarsi, confrontarsi e progettare al di fuori dei confini nazionali. Anche in questo ambito è stato svolto un grande lavoro di intrecci e contaminazioni – non ancora esaustivo – che ha portato a collaborazioni con diversi settori (citiamo tra gli altri l’ambiente, la formazione, la progettazione, i diritti, l’università, i giovani), numerosi comitati, il Dipartimento Attività e ben 12 leghe (vela, attività subacquee, nuoto, calcio, ciclismo, leginnastiche, area discipline orientali, sport e giochi tradizionali, pallavolo, atletica leggera, montagna, area perlagrandetà); • contare maggiormente a livello internazionale ed essere considerati soggetti autorevoli e credibili. Da tre anni, a capo di Isca Europe c’è il nostro presidente nazionale, Filippo Fossati, e questo ci ha consentito di allargare e approfondire i rapporti con le istituzioni europee ed essere presenti su vari tavoli. Avere vinto negli ultimi anni come capofila presso l’Unità Sport della Commissione Europea due dei quattro bandi sulle azioni preparatorie (su sport e inclusione sociale e sport e tematiche di genere) ci avvantaggia e ci rende particolarmente competitivi in vista della costituzione del fondo strutturale sullo sport in Europa (anni 2014/2020: stanziamento annuale circa 35 milioni di euro) e dei relativi bandi sulle azioni in ambito sportivo. A livello globale, invece, il nostro recente impegno nel forum sociale mondiale ci ha consentito – come prima e unica associazione sportiva – di entrare a far parte del consiglio internazionale e di inserire in agenda anche le tematiche su sport e diritti; 2 Introduzione • mettere a sistema le politiche di integrazione e multiculturalità. In questo settore, da sempre molto vitale, la Uisp a livello locale si è sempre spesa organizzando iniziative, ma non ha mai fatto politiche integrate. In questi anni il lavoro svolto ha portato a una mappatura reale e costante (aggiornata ogni anno per rinnovare l’adesione della Uisp al registro ministeriale delle associazioni che svolgono attività con i migranti), ma anche a un lavoro di relazione e messa in rete delle singole iniziative locali. L’evento di punta in questo ambito, i Mondiali Antirazzisti, è stato utilizzato come traino e come collante per le manifestazioni locali contribuendo così, nel 2012, a mettere insieme più di 50 iniziative territoriali attraverso il progetto “Aspettando i Mondiali”. Contestualmente, questo lavoro di coesione interna ci ha dato più forza e credibilità anche verso l’esterno e ci ha consentito di diventare interlocutori credibili e affidabili presso molte istituzioni (UNAR, FIGC, ANCI). Una cosa che diciamo spesso –e non facciamo mai – è che servirebbe una serena valutazione del lavoro svolto rispetto ai ruoli che la nostra associazione ci affida. Come per il bilancio economico, è normale presentare a chiusura d’esercizio un consuntivo che si confronta con il preventivo, così noi abbiamo sentito l’esigenza di chiudere il nostro mandato tracciando il percorso svolto, i chilometri macinati dal punto di partenza al traguardo, i successi e gli insuccessi. Lo abbiamo fatto e scritto con la gioia e lo stupore di chi riscopre nelle esperienze raccontate stati d’animo, tensioni ed emozioni di allora, ma anche con l’obbligo morale e il senso di responsabilità di chi sa che deve rendere conto all’associazione della fiducia che gli è stata concessa. Questa pubblicazione diventa così anche un modo per trasmettere alla Uisp in maniera documentata parte di quelle esperienze, per condividerle pienamente, per condividere i contatti e le informazioni. Il lavoro è stato divertente e collettivo: ha collaborato alla stesura il gruppo di persone che, a vario titolo, opera all’interno del dipartimento, ma anche molti dirigenti/operatori ed educatori Uisp di comitati e leghe che ci hanno accompagnato nel cammino. Quello che leggete in seguito è quindi il racconto del lavoro svolto, un racconto diviso in capitoli. Carlo Responsabile Dipartimento Politiche Internazionali Uisp Viaggiare informati UISP[abroad] Foto di: Daniela Conti Le attività e i progetti portati avanti in questi anni hanno suscitato un grandissimo interesse da parte dei media e numerosi sono stati gli articoli e le interviste sui giornali, il web e la tv. A livello di comunicazione interna si può affermare che siamo riusciti a documentare molto bene le iniziative su tutti gli organi ufficiali della Uisp. Su sollecitazione di diverse organizzazioni internazionali nel 2011 abbiamo riaperto la newsletter internazionale in inglese che arriva a oltre mille indirizzi in tutto il mondo. La newsletter permette una grande visibilità delle iniziative non solo internazionali ma anche di quelle più rilevanti svolte dall’intero corpo associativo Uisp. In estrema sintesi diamo i numeri degli ultimi due anni di lavoro svolto in collaborazione con l’ufficio comunicazione. 2012 2011 Su Uispress sono usciti 109 articoli sull’Internazionale su 759 articoli (il 14%). Nelle 45 edizioni finora apparse in ogni numero c’è sempre stato almeno 1 articolo sulle attività dell’Internazionale (a parte in 5 numeri). Sono usciti 40 numeri di Uispress International, tutti curati dal Dipartimento Internazionale. Su 106 video 21 sono dedicati ad attività dell’Internazionale (20%) di cui 7 sono servizi Rai o Sky. Su 17 gallerie fotografiche 8 sono dedicate ad attività dell’Internazionale (47%). Su 671 articoli sul sito Uisp 98 riguardano l’Internazionale (15%). Tra Uispress e Discobolo sono usciti 122 articoli su 745 (il 16%). Nelle 17 edizioni di Uispress e 30 del Discobolo online (47 edizioni totali) c’è sempre stato almeno un articolo sulle attività dell’Internazionale (a parte 3 numeri). Sono usciti 16 numeri di Uispress International e 29 del Discobolo International, tutti curati dal dipartimento internazionale. Su 77 video 15 sono dedicati ad attività dell’Internazionale (19%) di cui 6 sono servizi Rai o Sky. Su 20 gallerie fotografiche 4 sono dedicati ad attività dell’Internazionale (20%). Su 732 articoli sul sito Uisp 111 riguardano l’Internazionale (15%). 3 4 Reti, connessioni e incroci «Non vogliate negar l’esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza» Dante Alighieri. Divina Commedia, Inferno. Canto XXVI, 116-120 Ulisse rappresenta il viaggio, la scoperta, la curiosità, l’affacciarsi su mondi sconosciuti per un desiderio di conoscenza. Ulisse ci invita a non fermarci nei confini ristretti della nostra nazione, ma ci sprona ad uscire facendo della curiosità la nostra navicella di esplorazione, a cambiare il punto di vista, a metterci in gioco, perché è l’unico modo per imparare e creare nuovi mondi, nuovi orizzonti. Così la Uisp si è mossa in questi anni intrecciando relazioni, partecipando a progetti, portando il proprio punto di vista nel mondo e tornando in Italia con suggestioni nuove, che hanno contribuito a rinnovare percorsi. ISCA L’ISCA (International Sport and Culture Association) è un’organizzazione internazionale, si occupa di cultura sportiva e conta più di 150 associazioni affiliate in giro per il mondo. Ha la propria sede centrale a Copenhagen ma è presente in tutti i continenti (significativa la presenza di ISCA in tutte le Americhe e in Asia). La parte europea di ISCA (ISCA Europe) è composta da 45 organizzazioni e nel 2010 si è costituita formalmente, eleggendo la Uisp, attraverso il suo presidente, alla guida della struttura continentale. ISCA Europe, in questi anni, ha partecipato a un dialogo strutturato con l’Unione Europea. Le attività europee includono più di 20 progetti e contratti con la Commissione Europea nelle aree legate a sport, salute, gioventù, educazione e cittadinanza. ISCA è membro della European Platform for Action on Diet, Physical Activity and Health, della European Civil Society Platform on Lifelong Learning e della International Platform on Sport and Development. Questi, in sintesi, gli ultimi anni di lavoro della Uisp all’interno di ISCA: • Presidenza ISCA Europe • Lavoro politico di lobbying con Parlamento Europeo e Commissione Europea • Partenariati progetti Eu (Unità sport, DG salute) • Partecipazione all’esecutivo ISCA Mondiale + assemblee • Rapporti bilaterali con vari partner Info: www.isca-web.org About relationship Sulle relazioni UISP[abroad] 5 «It’s all about relationships between sport’s organisations. If you’re there and build relationships, you make a difference in sport. It is a collaboration that has drawn interest for sport and culture for organisations and members from Uisp and ISCA and much more, it was expand to other partners, stakeholders that can make big steps in developing better and healthier European society. This partnership is on the front edge of a new movement among organizations. Any time you have two major organizations collaborating to better serve the community, it is exciting and inspiring also for others. And this is Uisp/ISCA style». (Saska – ISCA) «È tutto relativo alle relazioni fra le organizzazioni sportive. Se ci sei e costruisci relazioni, fai la differenza nello sport. È una collaborazione che ha delineato interessi per lo sport e la cultura, per organizzazioni e soci della Uisp e dell’ISCA e molto altro di più, è stato espandersi verso altri partner, stakeholder che possono fare dei grandi passi in avanti per sviluppare una società europea migliore e più sana. Questo partenariato è la punta di un nuovo movimento di organizzazioni. Ogni volta che due grandi organizzazioni collaborano per servire meglio la comunità, questo è eccitante e di ispirazione anche per gli altri. E questo è lo stile Uisp/ISCA». (Saska – ISCA) Foto di: Ufficio stampa ISCA 6 Reti, connessioni e incroci Piano di azione 2012-2020 elaborato da Isca Europe e firmato dalla maggioranza dei Parlamentari Europei nel 2011 Lavorare attraverso le testimonianze per costruire politiche per lo sport di base in Europa Con la ratificazione del Trattato di Lisbona, lo Sport è diventato un’area di competenza dell’Unione Europea. Sulla base del Libro Bianco sullo Sport, l’Unione Europea può ora intraprendere nuove iniziative di supporto, coordinando e completando il lavoro degli e negli Stati Membri rispetto alla necessità di strutture sportive e opportunità di sport. ISCA Europe sostiene fortemente l’idea che sia le politiche sullo Sport europee che quelle nazionali debbano essere basate su fatti concreti, tenendo in conto la situazione attuale e le sfide riguardo ad esempio ai finanziamenti, alle strutture e al volontariato. Allo stesso tempo, incoraggiamo fortemente le Istituzioni europee a riconoscere un ruolo preminente al settore dello sport di base e delle attività fisiche nelle future iniziative sportive dell’Unione Europea. Lo sport di base (Sport per Tutti, sport di partecipazione) coinvolge il 40% di tutti gli europei che praticano una qualche attività fisica in maniera regolare. Se a questo aggiungiamo il numero di europei che sono fisicamente attivi in altri modi, il 65% degli europei si identifica come attivi in maniera regolare (Eurobarometro, 2010). In ogni caso, c’è un considerevole scarto fra le varie nazioni europee rispetto al livello di coinvolgimento dei cittadini nella vita pubblica in generale e in quella sportiva in particolare. Ridurre lo scarto di attività fisica è possibile dando a tutti gli europei l’opportunità di praticare sport. Se tutte le società sportive europee raggiungessero il livello di partecipazione delle nazioni che vantano il più alto numero di sportivi di base, ci sarebbero oltre 150 milioni di europei in più attivi nello sport. L’Unione Europea ha chiaramente il potenziale di incrementare il numero di cittadini che sono regolarmente attivi nello sport e nelle attività fisiche con altri 100 milioni di individui. E crediamo che questo debba essere il nostro obiettivo comune. VISIONE: 100 MILIONI DI CITTADINI EUROPEI ATTIVI IN PIù NELLO SPORT E NELLE ATTIVITà FISICHE ENTRO IL 2020 I benefici di questa visione sono chiari. Da ricerche precedenti possiamo prevedere che le conseguenze includerebbero un incremento nella qualità di vita e l’abbassamento di malattie e decessi (WHO, 2006); l’inattività fisica da sola causa il 10% dei decessi in Europa. Inoltre, questo incremento del livello di attività fisica dei cittadini potrebbe espandere il mercato correlato al settore dello sport con approssimativamente 50 milioni di euro sulle spese familiari (Amnyos & Eurostrategies, 2010). Per raggiungere l’obiettivo menzionato, dobbiamo innovare, sviluppare e investire nel settore dello sport e delle attività fisiche. Il modo più efficiente potrebbe essere di investire nei 3 pilastri dello sport di base: • fondi pubblici e investimenti per lo sport di base; • sviluppo e accesso in strutture attraenti e attrezzature di alta qualità; • reperimento e formazione di volontari. UISP[abroad] Rete FARE La Rete FARE (Football Against Racism in Europe) nasce nel 1999 grazie all’iniziativa di gruppi di tifosi e Associazioni sportive di diversi paesi europei. La Uisp è membro co-fondatore e dal suo avvio fa parte del comitato esecutivo europeo. Ad oggi la rete comprende un centinaio di organizzazioni in 30 paesi europei. Queste in sintesi le tappe degli ultimi anni gestiti dalla Uisp: • Organizzazione Assemblea Generale a Roma (4-5 maggio 2012), organizzata in collaborazione con FIGC, UNAR e UEFA • Partenariati in diversi progetti europei • Partecipazione Europei di calcio del 2004, del 2008 e del 2012 con una Fans Embassy Italia • Partecipazione ai Mondiali di calcio del 2006 con una Fans Embassy Italia • Rapporti con la Uefa e la Fifa, con i quali intercorrono relazioni di consulenza, di informazione, di organizzazione di eventi. Dal 2001 la Uefa supporta la rete FARE • Rapporti con la FIGC, per la quale vengono organizzati seminari di formazione e consulenza sulle questioni relative ai temi della lotta contro le discriminazioni • Action Week: dal 2001 coordina la campagna nazionale annuale, che ad oggi ha prodotto oltre 200 attività su tutto il territorio nazionale Foto di: Antonio Marcello Info: www.farenet.org 7 8 Reti, connessioni e incroci Calcio contro il razzismo: a Roma l’assemblea della Rete Fare Si è tenuta il 4 e 5 maggio a Roma l’Assemblea del Parlamento del calcio europeo contro le discriminazioni e la xenofobia: 150 dirigenti di associazioni e federazioni calcio di 40 diversi paesi europei hanno dato vita all’Assemblea della Rete FARE (Football Against Racism in Europe). Questa struttura è stata fondata nel 1999, per riunire in un unico network europeo e transnazionale un centinaio di organizzazioni di 20 nazioni che si impegnano a combattere il razzismo e le discriminazioni nel calcio. L’organizzazione di riferimento per la Rete FARE in Italia è la Uisp – Unione Italiana Sport Per tutti. Al termine dell’Assemblea è stato rinnovato il Comitato Direttivo (Executive Board) e Daniela Conti, dirigente nazionale Uisp, è stata eletta unica componente italiana di questo organismo, composto da nove membri, cinque uomini e quattro donne. Nei prossimi giorni il Direttivo si riunirà ed eleggerà il nuovo presidente, incarico ricoperto attualmente dall’inglese Howard Holmes. La presentazione dell’Assemblea si è tenuta venerdì 4 maggio nella sede della Provincia di Roma, con la partecipazione degli esponenti di spicco delle varie organizzazioni coinvolte, dalla Figc alla Uisp, dall’Uefa all’Unar, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali presso la Presidenza del Consiglio. «Il nostro obiettivo e quello delle varie forze che fanno parte della Rete fare è quello di realizzare azioni concrete per contrastare il razzismo – ha detto Filippo Fossati, presidente nazionale Uisp –. Dobbiamo allargare l’insieme delle forze coinvolte, coinvolgere le tifoserie disponibili, fare proposte e costruire occasioni di lavoro comune. Il nostro lavoro quotidiano è quello di includere tutti attraverso il gioco del calcio e lo sport, anche quei ragazzi di seconda generazione che continuano a rimanere stranieri per le leggi italiane. Le loro famiglie sono sottoposte ad autentiche odissee, a scontrarsi con alcune anacronistiche normative che ostacolano i percorsi di integrazione. Diamo appuntamento ai Mondiali Antirazzisti, una grande festa meticcia di calcio e amicizia che si terrà dal 4 all’8 luglio a Bosco Albergati in provincia di Modena». Anche Giancarlo Abete, presidente della Figc, ha lanciato un appuntamento: «Il 6 giugno saremo ad Auschwitz con la nazionale azzurra di calcio e il tecnico Prandelli per rendere omaggio ai diritti di tutti, al rispetto, al ricordo e alla memoria. C’è tutto il nostro impegno a lavorare a monte, a livello formativo: con la Uisp abbiamo un rapporto fecondo ed è importante che si lavori tutti insieme, federazioni, Enti di promozione sportiva ed istituzioni locali e nazionali. Tra breve la Figc presenterà il primo bilancio sociale e questi temi avranno spazio». William Gaillard, Consigliere del Presidente UEFA Michel Platini, ha sottolineato che in Europa si vive un momento difficile: il calcio può portare benefici a tutta la società, contro ogni discriminazione e contribuendo ad una presa di coscienza di tutta l’opinione pubblica su queste problematiche. Piara Powar, direttore Rete FARE, ha auspicato che il calcio italiano sappia portare avanti con forza la lotta al razzismo, anche rafforzando il rapporto con la Rete Fare. Massimiliano Monnanni, direttore UNAR ha sottolineato che i «fenomeni di razzismo e xenofobia sono in aumento: l’Italia ha preso un impegno, quello di presentare un piano strategico contro il razzismo entro settembre». La conferenza stampa è stata aperta da Nicola Zingaretti, Presidente della Provincia di Roma: «Il calcio e lo sport sono importanti per vincere il razzismo e le discriminazioni perché trasmettono competizione e rispetto. Ovvero, la voglia delle persone e degli sportivi di farcela, di mettersi alla prova. Questa voglia non deve basarsi sulla sopraffazione: lo sport dimostra che si può competere e rispettare colui che ostacola la massima aspirazione di ogni sportivo, ovvero la voglia di vincere. Questo schema è un modello per costruire un paese più civile: rispettando gli altri siamo tutti più forti». Sul sito Uisp il servizio video sulla conferenza stampa. L’Assemblea della Rete Fare si è tenuta presso la Sala Polifunzionale del Consiglio dei Ministri, largo Chigi 19. I lavori sono terminati sabato 5 maggio alle ore 13,30. (I.M.) (pubblicato su Uispress il 07/05/2012) UISP[abroad] TAFISA TAFISA è un’associazione internazionale di sport per tutti. Salute, interazione sociale, integrazione e sviluppo delle comunità e dei cittadini di tutto il mondo sono al centro delle attività promosse. La sua mission è infatti quella di promuovere e facilitare l’accesso per ogni persona allo sport e al benessere dell’individuo. Con questa associazione la Uisp ha sempre mantenuto cordiali rapporti di scambio di informazioni, anche se non ha mai attivato una vera e propria collaborazione. Info: www.tafisa.net CSIT La CSIT (Confederazione Sportiva Internazionale del Lavoro) si è costituita in Belgio nel 1913 con lo scopo di garantire il diritto allo sport dei lavoratori e delle loro famiglie, aderisce all’Internazionale Socialista e partecipa con diritto ai suoi congressi. Oggi la CSIT è composta da 36 associazioni in rappresentanza di 28 paesi, la Uisp ha aderito nel 1982 e ha sempre partecipato ai suoi Campionati a partire dal 1983. L’organizzazione delle attività sportive viene gestita da commissioni tecniche specifiche per ciascuna disciplina, nominate in sede congressuale, per le seguenti discipline sportive: atletica, basket, scacchi, calcio e calcetto, ginnastica, judo, karate, petanque, nuoto, tennis tavolo, tennis, pallavolo e beach volley, lotta e wrestling. La Uisp è presente all’interno della Commissione Tecnica di judo. La CSIT organizza Campionati Mondiali (individuali maschili e femminili, misti e di squadra) per i propri soci pressoché ogni anno per le discipline sopra elencate, a cui si affiancano anche competizioni di streetball (basket 3 vs 3), sport e giochi tradizionali (freccette, bowling, tiro alla fune, ecc.) e attività per la grande età. I Campionati vengono organizzati dalle associazioni che si candidano di anno in anno ad ospitarli. Nel 2008, in occasione delle celebrazioni per il suo 60° anniversario, la Uisp ha organizzato a Rimini i Campionati CSIT di 12 discipline. In quell’anno, Lorenzo Bani era vicepresidente Csit e candidato alla presidenza al Congresso di Tel Aviv svoltosi in ottobre. In quel congresso la linea più aperta e attenta allo sportpertutti e al sociale rappresentata da Bani per conto della Uisp e di altre organizzazioni uscì sconfitta. Prevalse invece una linea che noi per semplificare chiamiamo “business and competition”. Da allora, il ruolo della Uisp all’interno dello Csit si limita a: • Partecipazione a momenti istituzionali • Partecipazione ad assemblee mondiali • Coordinamento Sport e politiche sociali insieme a ICS e ACSI • Invio rappresentative durante i campionati mondiali dei lavoratori Info: www.csit.tv/ 9 10 Reti, connessioni e incroci «Il judo ha una lunga tradizione nella CSIT, si sarebbe detto che la sua comparsa nelle competizioni della CSIT si perde nella notte dei tempi. Da quando io ho memoria, ossia da quando ho cominciato a parteciparvi come capo delegazione Uisp judo (orami 20 anni orsono) e poi nella doppia veste anche di Segretario della CT Judo CSIT, il livello tecnico è sempre stato medio alto, l’agonismo intenso ma corretto e leale. La gestione di Andrè Ferreira prima, poi di George Gress e in continuità di George Michael e mia è stata quella di inserire l’agonismo dentro una dimensione associativa che valorizzasse lo scambio culturale e l’amicizia. Questo ha reso le competizioni di judo interessanti sia sotto il profilo tecnico-agonistico che di relazioni umane e ha visto mediamente una buona partecipazione. Questo fino a che, la crisi economica da una parte e le scelte politiche dell’attuale leadership politica della CSIT dall’altra non hanno reso tutto più difficile. Dal mio osservatorio questa china non riguarda solo il judo ma anche altre discipline. Le competizioni erano la punta di forza dell’attività della CSIT, anche perché il resto non è mai decollato. L’idea dei World Games, lanciata da noi con Rimini2008 aveva tutto un altro spirito rispetto a quello che gli si è dato in seguito. Questo, sommato ai numerosi errori dell’attuale presidenza CSIT sta mettendo, a mio avviso, a rischio un’organizzazione, che sicuramente ha bisogno di rinnovarsi, ma che ha un grande passato e avrebbe avuto un grande futuro. Così non so... e di ciò mi dolgo profondamente». (Franco - ADO Uisp) Assemblea Csit: i prossimi World Games in Bulgaria Tra il 23 e il 30 settembre 2012 si è tenuta l’assemblea generale della Csit, la Confédération sportive internationale du travail, a Varna in Bulgaria. Per la Uisp ha seguito i lavori Carlo Balestri, responsabile Dipartimento internazionale Uisp: «Al centro dell’incontro c’è stato il dibattito sull’organizzazione dei prossimi Csit world sports games. Dopo che la Sesi, l’organizzazione brasiliana inizialmente individuata per ospitare l’evento ha dovuto tirarsi indietro, il compito di organizzare questa manifestazione è stato assegnato alla Bulgarian workers federation sport & health. Si è deciso, quindi, di svolgere i giochi proprio a Varna, tra il 2 e il 9 giugno». «Già negli anni scorsi – continua Balestri – la nostra adesione alla Csit ha permesso ad alcune nostre società sportive e Leghe di partecipare ad eventi internazionali. La Uisp ha organizzato la prima edizione degli World sport games, nel 2008 a Rimini. Abbiamo aperto la strada, ed è stato un successo con oltre tremila partecipanti. Anche a Tallin, nel 2010, hanno partecipato un’ottantina di nostri atleti in differenti discipline. A breve, manderemo una comunicazione, di modo che tutte le Leghe interessate potranno attivarsi». La Csit è un’organizzazione riconosciuta dal Comitato internazionale olimpico con una storia lunga e prestigiosa. «L’anno prossimo, in ottobre, la Csit celebrerà i cento anni dalla nascita. La Uisp è attiva in questo ambito internazionale necessario a poter attivare collaborazioni e dialoghi con associazioni omologhe». Non mancano le criticità: «È un contesto molto orientato all’organizzazione delle attività – conclude Balestri –. Noi lavoriamo da dentro per ampliare lo spazio dedicato all’elaborazione culturale e politica delle tematiche care al mondo dello sport di base». (di F.Se.) (articolo tratto dal sito Uisp) UISP[abroad] Unità Sport – Commissione Europea L’Unità Sport è parte della Direzione Generale Educazione e Cultura della Commissione Europea e coordina l’implementazione delle attività europee in materia di sport. La Uisp partecipa dal 2006 a tutti gli eventi organizzati dall’Unità Sport, fornendo servizi di consulenza, attraverso il periodico rapporto con i funzionari e la realizzazione di progetti sia in veste di promotore che come partner. In sintesi le attività svolte negli ultimi anni: •Lavoro di lobbying: periodici incontri con i funzionari dell’Unità Sport • Partecipazione all’annuale forum europeo sullo sport (Biarritz 2008, Madrid 2010, Budapest 2011, Cipro 2012) • Coinvolgimento dei funzionari nell’assemblea di metà mandato del 2007 e al congresso nazionale del 2009 Rete European Women and Sport (EWS) Il nostro ruolo: • Inserimento nel gruppo di esperti internazionali per definire un piano di azione europeo quinquennale sulle tematiche pari opportunità di genere (promosso da Consiglio d’Europa e Commissione Europea) • Partecipazione al gruppo di lavoro con riunioni internazionali e mailing list di discussione Consiglio d’Europa È un’organizzazione internazionale il cui scopo è promuovere la democrazia, i diritti dell’uomo, l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa e conta 47 stati. La Uisp: • Partecipa periodicamente a diverse conferenza EPAS (Gruppo Enlarged Partial Agreement on Sport) sui temi: sport e pari opportunità, sport contro l’omofobia, sport e salute • Svolge un continuo lavoro di lobbying: incontri e scambi di mail periodici con diversi funzionari Lo sport è salute La salute è benessere Il benessere è felicità Princess – rifugiata politica che vive a Roma 11 12 Reti, connessioni e incroci Social Forum Mondiale Foto di: Antonio Marcello Il Social Forum Mondiale è un luogo di incontro e confronto tra ONG, associazioni e movimenti di tutto il mondo che si battono per un mondo migliore e a cui partecipano in ogni edizione oltre 100.000 persone. La Uisp è presente fin dal primo Social Forum di Porto Alegre del 2001, come partecipante a workshop organizzati da altre associazioni. Queste in sintesi le tappe della Uisp: • Social Forum Italiano: partecipazione al gruppo di coordinamento del Social Forum Italiano • Social Forum Europeo: partecipazione al Social Forum Europeo di Firenze 2002, di Malmö 2008 (proponendo dei workshop sullo sportpertutti) e di Firenze 2012 (in cui la Uisp era nel comitato promotore). • Social Forum Mondiale: partecipazione al Forum di Nairobi del 2007, nel quale la Uisp assieme a Libera è riuscita a organizzare una corsa “per i diritti negli slums” affollata e partecipata. La tappa di Nairobi è stata decisiva nell’elaborazione di una strategia e di un percorso che portasse una presenza della Uisp a Belem (Brasile, 2009) più costruttiva e significativa. Infatti, all’interno del Forum Amazzonico è stata progettata, pensata e allestita una vera e propria Area di Sportpertutti, nella quale hanno giocato migliaia di persone ogni giorno, oltre ad aver promosso seminari e un Vivicittà nelle periferie della città. Nel Social Forum di Dakar (2011) la Uisp ha proposto nuovamente lo spazio di sport e i seminari, oltre a far arrivare la carovana dei ciclisti della BamakoDakar direttamente alla marcia di apertura del Forum. Nel 2013 la Uisp è nel comitato organizzatore del forum di marzo a Tunisi e nell’organizzazione della parte sportiva insieme a ISCA e alla Ligue francese. Nei diversi social Forum hanno partecipato e dato il loro contributo diverse realtà Uisp: Peace Games, Settore Ambiente, Lega Leginnastiche, Lega Nuoto, Lega Calcio, Lega Vela, Area Giochi, Lega Ciclismo, Lega Sub, Comitato di Firenze, Comitato di Genova, Comitato di Milano, Ufficio Comunicazione, Ufficio Grandi eventi, Presidenza e Vicepresidenza Nazionale. • Partecipazione coordinamento mondiale Forum: dal 2011 la Uisp rappresenta l’ISCA che è entrata a far parte del coordinamento internazionale del Social Forum Mondiale, partecipando a tutte le riunioni, promuovendo attività e ponendo al centro dell’attenzione le tematiche relative allo sport UISP[abroad] «La partecipazione al Social Forum di Dakar, insieme a tutto il gruppo Uisp, inizia dal pensiero di poter finalmente, per la prima volta, andare accanto a quei popoli e potergli consegnare un “pezzo di me stessa”. E così è stato: veder ballare la tarantella da 50 musulmani o vedere i 300 bambini delle scuole elementari di Dakar che giocavano a campana, twister e saltavano la fune o l’elastico, invitarli a ballare “ciapa la galeina” è stato il filo di comunicazione che ha permesso alla Uisp di portare i propri valori attraverso alcune delle sue attività agli studenti dell’Università di Dakar e ai diversi popoli presenti al Social Forum. Il ritorno da questa esperienza mi ha aiutato a trasferire alle Ginnastiche Uisp nuovi input che hanno contribuito al percorso di rinnovamento» (Rita – Lega Leginnastiche Uisp) 13 Foto di: Daniela Conti 14 Reti, connessioni e incroci «Siamo in un taxi in movimento che percorre una strada asfaltata. Massimo, Carlo, Daniela ed io. La strada larga, lunga e dritta corre parallela ad un argine. Ci separa dall’argine una balaustra in pilastrini di cemento che permette di intravedere a scatti un corso d’acqua. Poca e dal color beige. L’acqua scorre lenta. Ancora oggi non è piovuto, poi nel primo pomeriggio quando puntualmente arriverà la pioggia (quella equatoriale) quel corso d’acqua diverrà un fiume: grosso, turbolento, irruento. Poi dopo un’ora tornerà come prima. Lento, scarso, color beige. Dall’altro lato del corso d’acqua un’altra balaustra in cemento e poi un’altra strada asfaltata percorsa dai veicoli nel senso inverso al nostro. I veicoli vanno veloci. Non si fermano agli incroci né tantomeno ai semafori, ci dicono che succede perché può essere pericoloso fermarsi, può essere l’occasione per essere assaltati da una banda di ragazzi che cerca l’elemosina o da un gruppo di disperati armati che chiedono denaro e sono disposti a tutto per averlo, anche ad ucciderti. Non hanno niente da perdere. Non possiedono nulla. Sanno che se oggi vorranno sopravvivere dovranno mangiare e quello è rimasto l’unico sistema. Percorrendo il centro storico ed i quartieri residenziali di Belem, se non fosse per questa cruda realtà che apprendi soggiornandoci minuto dopo minuto, sembra una città come tante altre. Piazze, monumenti, edifici moderni, poi spostandoti verso la periferia c’è l’inferno. Ai margini esterni della strada che stiamo percorrendo ed anche su quella gemella aldilà del corso d’acqua ci sono casette, basse e costruite al massimo su un piano. L’una diversa dall’altra. Facciate dai colori diversi: gialle, bianche, verdi. Pareti miste: in legno, in mattoni, in lamiera. Costruite in parte con materiale da risulta. Tutte munite di cancelli, ringhiere, grate in ferro che le circondano, le avvolgono sin nelle terrazze e chiudono ogni spazio oltre la muratura. Come tante carceri. Sono celle di muratura e grate. La gente dentro, carcerata, la vedo chi seduta nei piccoli cortili prospicienti all’abitazione intenta a parlare, chi appoggiata alle grate scrutando il passante, forse consapevole che da un momento all’altro ci possa succedere qualsiasi cosa. E quindi contenta almeno per sé di essere protetta dietro quelle grate. Poi si intravedono costruzioni di più piani circondate da mura di cinta attrezzate con filo spinato e torrette agli angoli presidiate da uomini armati di tutto punto, come anche davanti alle entrate dei negozi. Appena arrivati a Belem ci hanno detto che in particolare per gli stranieri non è consigliato camminare per strada da soli, né percorrere le strade più isolate, mai i vicoli. Quindi è meglio usare il taxi, raccomandando di salire solo su quelli gialli, autorizzati dal governo. Poi di notte è tutto ancor più proibito. Un coprifuoco. Uno stato d’assedio perenne, che non capisci se sia più fastidioso per chi assedia o per chi è assediato. Sono le ore 9, ci stiamo recando nei locali dell’UFPA (Universida Federal do Parà) dove si svolge il Social Forum. Per oggi sono previsti dei seminari sui temi della giustizia sociale, sulle guerre in atto per il controllo dell’acqua e inoltre un incontro organizzato dalla Uisp su sport e diritti sociali. Sul finire della mattinata dobbiamo incontrare Fatima Moreira (Macapà) e dei docenti della stessa università Riflessioni a distanza di quattro anni UISP[abroad] Belem - Stato del Parà – Brasile 27 Gennaio 2009 degli istituti di scienze dell’educazione e della facoltà di scienze motorie che, riuniti in associazione, promuovono delle attività sportive per i ragazzi e i giovani che vivono nelle favelas della città. Gli proporremo la nostra collaborazione per progetti d’integrazione e solidarietà internazionale attraverso le pratiche dello sport sociale. Ieri sera sino a notte fonda abbiamo lavorato ad un protocollo d’intesa seduti attorno al tavolo della cucina. L’unico tavolo della casa dove siamo alloggiati, un’abitazione in stile portoghese della fine dell’Ottocento. La casa è controllata giorno e notte da uomini silenziosi in giacca e cravatta che restano impassibili ad ogni nostra cortesia, compreso il saluto. C’è un caldo umido ed afoso che non lascia respirare. Viaggiamo veloci e con i finestrini chiusi per problemi di sicurezza. Attorno macchine con i vetri oscurati. Angosciante. Se non fosse reale sembrerebbe tutto finto. Finalmente siamo arrivati. Il tassista accosta ai margini della strada sul lato del corso d’acqua. Massimo T. paga il tassista, apro lo sportello per scendere e intravedo tra i pilastrini giù nel letto del corso d’acqua, dove l’asta del torrente è interrotta da un salto, tre bambini. Poche frazioni di secondi per comprendere che avranno dai due ai tre anni di età. Sono nudi. Giocano rincorrendosi, si tuffano, sguazzano in una pozza poco profonda, ridono. Poi ritornano sul salto e di nuovo giù. Le loro grida e i loro risolini mi attirano. Mi fermo a guardarli. Sono magri con l’addome grosso. Asciutti. Non mi ricordano certo le pubblicità della Rai o di Canale 5. Sono allegri, gioiosi. Vivono la loro età, penso. Pochi secondi che sembrano tanti. Poi la mia vista viene distratta perché avverto una puzza nauseabonda. La mia attenzione passa dall’immagine dei bambini al contesto. Non ci credo. Eppure è vero. Non è un corso d’acqua, ma una fogna a cielo aperto che poi saprò si immette nel Rio delle Amazzoni. E quelli sono veramente dei bambini. Resto sconvolto e a distanza di 4 anni ricordo quell’immagine. È viva. Rifletto e penso ai miei figli e poi a quei bambini. La nostra testimonianza a Belem a quel Social Forum è stata importante. Ha testimoniato che accanto all’opulenza dello sport consumistico e corrotto, immagine di una società capitalistica, può esserci uno sport solidale, che mette prima di tutto al centro l’uomo, che con la sua denuncia e la sua azione promuove un’altra cultura. Che combatte anche per quei bambini, per i loro diritti, per la loro dignità. Tutto ciò mi dà speranza che “un altro mondo è possibile”. Un bambino che gioca è sempre una bella immagine. Lì quel giorno per me è stato uno strazio». (Santino – Lega Montagna) 15 16 Reti, connessioni e incroci Foto di: Daniela Conti «Cari tutti e tutte della Uisp, siamo talmente stanchi che non riesco neppure a trovare le parole giuste, ma vi scrivo lo stesso per dirvi che siete stati GRANDI! Il vostro lavoro qui a Belem ha impressionato tutti quelli con cui ho parlato, gli italiani che vi conoscono e gli internazionali che vi hanno conosciuto qui, per le cose bellissime che avete fatto. Ieri una mia amica latinoamericana mi ha detto: quando ho visto lo spazio dello sport ho pensato: ma che c’entra con il Forum? Poi ci sono passata davanti il giorno dopo, ho visto il campo da gioco pieno di gente di tutti i colori che giocavano insieme e ridevano e ho capito che c’entra, eccome… Siete stati gli unici a porvi il problema della relazione con i quartieri difficili che avevamo intorno, con la maratona. Davvero, sono proprio ammirata, e visto che in questo mondo ormai conosco un sacco di gente continuerò a farvi una sacrosanta propaganda… So la fatica, l’impegno e anche le risorse umane ed economiche che tutto questo vi è costato, però sono sicura che siate giustamente contenti e soddisfatti. A casa nostra il Forum è arrivato poco e come al solito banalizzato, ma non importa. Noi sappiamo quanto è stato importante per dare forza, energia e idee nuove. Mi dispiace che non ci siamo mai visti, che non ho potuto partecipare alle vostre attività. Avevo da fare le mie, e le giornate per quanto lunghissime non bastano mai quando stai da queste parti… Ci tengo però a dirvi che vi ho portato nel cuore, e vi abbraccio fortissimo». (Raffaella – Arci) Dove andare, cosa fare, cosa vedere «Viaggerò lentamente, e arriverò anch’io» Ayi Kwei Armah, scrittore Ghanese Era il 1990, era appena caduto il muro di Berlino e Vivicittà si svolse nella città riunificata dando il via a quella rete che lega sport e impegno civile. Quell’anno ha segnato un momento storico anche all’interno della Uisp. Con il passaggio da sport popolare a sportpertutti e con la nascita della nostra ong – allora UCSI, Uisp Cooperazione Sportiva Internazionale, ora Peace Games – anche il tema della solidarietà internazionale, dei diritti e dell’ambiente diventa il centro della vita della Uisp. Da allora molte le iniziative che hanno contribuito a portare luce in tante parti del mondo e a far conoscere la nostra idea di fare sport. Abbiamo iniziato così a valutare le esigenze delle realtà incontrate nel mondo e ad arricchire le nostre proposte. Via dunque alla costruzione dei primi progetti che applicassero le metodologie Uisp a realtà svantaggiate e al coinvolgimento di comitati e leghe Uisp per collaborare alla loro realizzazione. Via anche, spesso con fondi raccolti al nostro interno, alla costruzione di strutture e alla riabilitazione di esistenti. Oltre vent’anni di belle esperienze che hanno arricchito la Uisp e hanno contribuito a farci conoscere ed apprezzare anche fuori dall’Italia. Bamako-Dakar, il silenzioso tour della solidarietà La Bamako-Dakar è un’iniziativa nata per coniugare cicloturismo e solidarietà, per essere portatrice di una diversa idea di sport, attenta alle esigenze sociali ed ambientali dei territori e delle persone che li abitano, dedicata a tutti coloro che amano la bicicletta. L’iniziativa è stata realizzata grazie al sostegno della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e in collaborazione con il Comitato Bici d’Italia in Africa. Seguendo il percorso della strada che collega Bamako, capitale del Mali, a Dakar, capitale del Senegal, la manifestazione cicloturistica ha unito i due paesi, rappresentando un nuovo modo, sostenibile e solidale, di praticare il cicloturismo in un contesto paesaggistico affascinante, ma soprattutto lasciando un segno tangibile del proprio passaggio sul territorio. Durante le tappe del percorso sono infatti stati attivati progetti di cooperazione internazionale a carattere sportivo, in collaborazione con delle ONG già attive sul territorio. Marzo 2009, edizione zero: un gruppo di 15 ciclisti italiani, insieme a 4 ciclisti senegalesi, ha svolto un percorso esplorativo in Senegal, visitando numerosi progetti di cooperazione italiana ed internazionale. Febbraio 2010, edizione uno: 23 ciclisti italiani, 4 senegalesi e 4 maliani, hanno percorso la strada da Bamako a Dakar, lasciando lungo il percorso libri e materiale sportivo alle scuole di Fatick e Yenne. Nel villaggio di Foundiougne è stato lanciato il progetto di cooperazione Uisp-Peace Games tuttora operativo. Dall’esperienza è nato un libro fotografico, con testi scritti dal giornalista della Gazzetta dello Sport Marco Pastonesi e le fotografie del fotografo internazionale Mjrka Boensch Bees: tutti i soldi raccolti dalla vendita dei libri sono a sostegno del progetto Foundiougne. Febbraio 2011, edizione due: 16 ciclisti italiani, 4 senegalesi e 4 maliani, hanno percorso la strada da Bamako a Dakar in 6 giorni; in Mali, a Kolokani e Didieni, il Tour ha inaugurato due generatori elettrici donati dall’azienda italiana ToscanaEnergia. A Didieni, i ciclisti hanno visitato le “Cases de la solidarité”, spazi destinati ai migranti di ritorno, che il Tour ha contribuito a costruire. Il 6 febbraio i ciclisti hanno partecipato all’apertura del World Social Forum di Dakar, dove la Uisp ha gestito un’area di sport per tutti e due workshop. 17 Foto di: Antonio Marcello 18 Dove andare, cosa fare, cosa vedere La Uisp al Giro d’Italia La Uisp al Giro d’Italia: Filippo Fossati e Marco Pastonesi hanno presentato il libro BamakoDakar. Un ventata di sport sociale e per tutti quest’anno al Giro d’Italia di ciclismo, con la presenza di Filippo Fossati, presidente nazionale Uisp, e Marco Pastonesi, giornalista de’ La Gazzetta dello sport, ospiti di Raisport durante la tappa di martedi 17 maggio, con arrivo a Teramo. Nello spazio dei commenti alla tappa, coordinato dalla giornalista Alessandra De Stefano e trasmesso in diretta da Raisport, si è parlato di bicicletta come protagonista assoluta del “Silenzioso Tour della solidarietà” che si è svolto a febbraio tra le capitali del Mali e del Senegal. «Abbiamo testimoniato come le due ruote possano essere messaggere di solidarietà e di rispetto per l’ambiente circostante – ha detto Fossati – le comunità africane sono state attraversate in maniera silenziosa e non chiassosa, come purtroppo avviene in occasione di manifestazioni motoristiche che, a differenza di questa, non creano legami e amicizia con gli abitanti posto». «Da questa iniziativa della Uisp è nato un libro che contribuisce a raccontare come lo sport su due ruote possa essere strumento di riflessione sui bisogni di popolazioni alle quali è possibile fornire aiuti concreti» ha detto Marco Pastonesi, autore del libro i cui ricavi saranno donati ai progetti di cooperazione internazionale e sport Uisp, in corso a Foundiougne, in Senegal. Chiunque volesse richiedere il libro può farlo telefonando all’Ufficio grandi manifestazioni Uisp: 06-43984338-319, [email protected] Ulteriori informazioni sul sito della manifestazione: dakarbamako.uisp.it Sul sito Uisp l’intervista di Raisport a Filippo Fossati in occasione dell’arrivo a Teramo del Giro d’Italia di ciclismo. (I.M.) (pubblicato sul sito Uisp il 21/05/2011) Foto di: Antonio Marcello Foto di: Mjrka Boensch Bees UISP[abroad] «[…] Il profilo di una piroga al tramonto - i bimbi festanti nelle scuole di Foundiougne - il saluto delle donne della cooperativa di pescatori - il ritorno a Yenne - i disegni degli scolari - un piatto stracolmo di cous-cous offertoci - una coppia di giraffe - il grande viale di Thies l’emozionante ingresso a Dakar - mani di colore diverse che si danno l’arrivederci. In questo angolo d’Africa che il Tour mi ha fatto vivere ho conosciuto una terra amara con il suo orizzonte arido e desertificato, ma ho avuto anche il privilegio di incontrare angoli di gioia infinita nei sorrisi dei bimbi, nelle mani tese delle donne, negli sguardi fieri degli anziani. È per loro che c’è veramente ancora tanto da fare. La strada continua». (Ausilia – ciclista Bamako-Dakar) 19 20 Dove andare, cosa fare, cosa vedere Vivicittà Internazionale “Vivicittà […]Il profilo di una pirogainal25 tramonto - i bimbi festanti scuolequasi di Foundiougne - il saluto si svolge in media città straniere ogni anno,nelle toccando tutti i delle donne della cooperativa di pescatori il ritorno a Yenne i disegni degli scolari un piatto continenti, in collaborazione con partner locali, coinvolgendo circa 20.000 persostracolmo di cous-cous offertoci una coppia di giraffe -il grande viale di Thies l’emozionante ne. ingresso Dakar -Bron, maniBucarest, di colore diverse cheFouchères, si danno l’arrivederci. EUROPA:aAubière, Budapest, Ginevra, Gomel, MarIn questo angolo d’Africa che il Tour mi ha fatto vivere hoSaint conosciuto una terra amara con il siglia, Nova Gorica, Pola, Prijedor, St Etienne du Rouvray, Ouen, Sarajevo, suo orizzonte arido e desertificato, ma ho avuto anche il privilegio di incontrare angoli di gioia Setubal, Tuzla, Varna, Vieux Condé, Zavidovici. infinita nei sorrisi dei bimbi, nelle mani tese delle donne, negli sguardi fieri degli anziani .E’ AFRICA: Dakar, Foundiougne, Kinshasa, Makeni per loro che c’è veramente ancora tanto da fare. La strada continua.” ASIA: Baalbek, Beirut, Gerusalemme, Saida, Yarmouk, Yokohama (Ausilia ciclista Bamako-Dakar) AMERICA– DEL SUD: Belem, Viana * in grassetto tutte le città che hanno cominciato ad organizzare Vivicittà negli ultimi anni Qualche curiosità: 2008: Vivicittà per la prima volta corre a Kinshasa, nello slum di Masina (estrema periferia della città) e nell’Istituto Penitenziario di Selembao. 2009: Vivicittà corre in Brasile, nello stato del Parà, in difesa dell’ambiente, dopo la partecipazione della Uisp al World Social Forum; continua a correre nella ex Jugoslavia, dove è presente dalla fine della guerra. 2010: Vivicittà corre a Gomel, in Bielorussia, insieme ai bambini sordomuti e a tutti quelli che ancora soffrono delle conseguenze dell’esplosione del reattore nucleare di Chernobyl. Corre con i ragazzi di Kinshasa e Makeni, in Africa, per un futuro migliore. 2011: Vivicittà corre a Yokohama, ad un mese e mezzo dallo tsunami che ha devastato il paese; allo stesso tempo corre insieme ai bambini dei campi profughi palestinesi del Libano, di Shu’Fat (Gerusalemme Est) e di Yarmouk, in Siria. 2012: Vivicittà corre sulle mura di Gerusalemme; corre nel piccolo villaggio di Foundiougne, in Senegal, insieme ai bambini delle scuole destinatarie dei progetti di cooperazione Uisp-Peace Games. Vivicittà in Libano La Uisp è andata per la prima volta in Libano nel 2007, per organizzare a Beirut, il 13 maggio, un’edizione speciale di Vivicittà, la corsa internazionale della Uisp che promuove pace e diritti per tutti. Nel 2009 la Uisp ha partecipato all’organizzazione delle Palestiniadi a Siblin, un momento di sport dedicato ai bambini dei campi profughi palestinesi, organizzate dall’ufficio della Cooperazione Italiana di Beirut in collaborazione con UNRWA, Agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi. Nel 2010 un’edizione speciale di “Vivicittà - Run for dialogue”, corsa per tutti i bambini dei 12 campi palestinesi in Libano, organizzata in 5 campi vicino Beirut, Baalbek, Tripoli, Saida e Tiro. Nel frattempo, l’edizione italiana di Vivicittà 2010 ha raccolto 16.500 euro per ristrutturare un playground all’interno del campo di Beddawi. In rappresentanza della Uisp erano presenti i comitati Uisp Sardegna, Lazio, Roma e Reggio Emilia. Il playground è stato inaugurato nell’ottobre 2010 con attività di dodgeball e orienteering, organizzate da operatori Uisp. Il primo maggio 2011 una nuova edizione di “Vivicittà – Run for dialogue” a Saida, che ha coinvolto 750 bambini palestinesi dai campi e 750 alunni libanesi delle scuole locali, per favorire il dialogo tra le nuove generazioni. Dopo il grande successo dell’edizione 2011, il 6 maggio 2012 una nuova edizione di “Vivicittà – Run for dignity” si è svolta a Saida, e per la prima volta anche a Baalbek, coinvolgendo 1400 bambini palestinesi dai campi e 1400 libanesi alunni delle scuole locali. Vivicittà 2012 e 2013 raccolgono fondi per il progetto “Sport & Dignity” all’interno dei 12 campi profughi. Partner organizzativi: Ufficio della Cooperazione Italiana a Beirut UNRWA – Agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi UISP[abroad] «Kinshasa: Gente in fila che reclama maglie. Una maglia, una maglia. Perché averla è uno status symbol, per dire “c’ero anch’io” o semplicemente perché è gratis. Possederla vuol dire fare parte di un gruppo, di quelli che hanno corso, forse i prescelti… chissà magari porta fortuna… o forse soldi. Magari arrivando primi si vince qualcosa, o forse semplicemente si avrà la possibilità di essere notati, di uscire dall’anonimato di una quartiere enorme, popolare, sporco e poverissimo. Una maglia. Una maglia che può cambiare una giornata o forse la tua vita, chissà… E io qui a ripensare alle mie mille maglie chiuse nell’armadio, buttate là, a volte regali, a volte trofei dei miei “c’ero anch’io”, a volte semplicemente cotone che si accumula. Mentre qui il cotone assume un senso proprio, gode di una sua vita uscendo dall’anonimato dell’essere maglie, per assumere il significato di simbolo, tanto da essere conteso, ambito, voluto…». (Daniela - Dip. Internazionale) L’arrivo Vivicittà a Kinshasa Foto di: Antonio Marcello Correndo lungo il muro a Shu’fat Foto di: Eduardo Castaldo 21 22 Dove andare, cosa fare, cosa vedere La corsa dei bambini a Foundiougne Foto di: Raffaella Chiodo La partenza del Vivicittà a Belem Foto di: Francesco Cicoria UISP[abroad] Le premiazioni a Saida Foto di: Elisabetta Taschini La partenza a Baalbek Foto di: Massimo Tossini 23 24 Dove andare, cosa fare, cosa vedere MOVE Week 2012 Foto di: archivio Uisp Bologna Move Week, edizione numero zero della prima manifestazione internazionale di sportpertutti europea, promossa da ISCA in collaborazione con Eurosport e la Fondazione Coca Cola, all’interno della campagna NowWeMove – 100 milioni in più di cittadini europei attivi entro il 2020. 23 paesi coinvolti per un totale di 124 eventi, organizzati da associazioni nazionali di sport per tutti, club sportivi, amministrazioni locali, scuole e singoli individui. La Uisp ha partecipato con 5 iniziative: • 4-7 ottobre, International Games a Camaiore e a Forte dei Marmi; campionati internazionali di ginnastica per le discipline artistica, ritmica, libera, coreografia, acrogym. Competizione non rivolta ai campioni, ma ad un livello medio, nel pieno spirito dello sportpertutti, alla ricerca del benessere e della socialità. • 6 ottobre, Ecorienteering a Udine; otto scuole locali medie e superiori, suddivise in squadre miste formate da quattro concorrenti ciascuna, si sono cimentate nella disciplina inventata da Giammario Missaglia, nel decimo anniversario della sua morte. • 6 ottobre, “1 km in salute” a Bologna, test gratuito per misurare la velocità di passo in resa salute, cioè quella che permette di ottenere il miglior beneficio per il proprio fisico. Per non andare troppo piano perché non aiuta la salute. Per non andare troppo forte perché non è necessario. • 7 ottobre, La Matta Corsa a Campogalliano (Mo); Running Raid dedicata al divertimento, alla salute e alla riscoperta del territorio; a forte impronta goliardica, i partecipanti gareggiano mascherati affrontando ostacoli naturali e artificiali lungo il percorso. • 7 ottobre, L’Eroica, a Gaiole in Chianti (Si). Una cicloturistica con partenza “alla francese”, nata nel 1997 alla ricerca del ciclismo autentico, che rievoca il mito di uno sport duro, faticoso e per questo affascinante. Si svolge in gran parte sulle “strade bianche” su quattro diversi percorsi, 38, 75, 135 e 205 chilometri ed è aperta alla partecipazione di tutti purché dotati di bici d’epoca. Atlante geografico «Non immaginava che era più facile cominciare una guerra che finirla». Gabriel García Márquez. Cent’anni di solitudine Il gioco e lo sport sono linguaggi universali, non occorre parlare la stessa lingua per divertirsi giocando a calcio, a basket o ad altre cento attività. Il gioco e lo sport favoriscono la socializzazione. Certo, può essere piacevole correre da solo ma è sicuramente meglio farlo se si è in due, in tre o ancora di più. Il gioco e lo sport, se correttamente praticati, costituiscono una ottima scuola di legalità. Ci si diverte nel rispetto delle regole, altrimenti che gioco è? Ce l’ha insegnato Stefano Benni nel suo libro Bar Sport, le regole possono essere cambiate anche mentre si gioca. Ma solo se anche questa è, appunto, una regola. Il gioco e lo sport non sono un fine, sono un mezzo per promuovere salute, socialità, benessere, promozione sociale. In qualunque luogo, dal più vicino al più lontano. Dal cortile sotto casa al più sperduto campo profughi nel deserto. Ecco, appunto, sport e cooperazione internazionale sono questo. Sono bambini, donne, anziani che giocano, socializzano, imparando a rispettare le regole, nei campi profughi in Palestina, nei campi Saharawi, in Senegal, o ancora in Chiapas, in Bosnia, in Libano e in quel gioco, in quella rincorsa del pallone, in quel salto c’è, di certo, il piacere del fare ma anche e, soprattutto, il sapore della speranza. Quella di poter costruire o ricostruire momenti di relazione, là dove le relazioni si sono interrotte e ritrovare quelle preziose quotidianità che danno sicurezza. La speranza di veder riconosciuti i diritti individuali e collettivi della propria comunità, la speranza, cioè, di poter condividere con le altre comunità percorsi di promozione sociale. Per fare questo abbiamo bisogno di costruire, a nostra volta, relazioni, di condividere progetti con l’intero nostro corpo associativo, con i Comitati, le Leghe, le Aree, le società sportive, ma anche oltre, con le altre associazioni e reti impegnate a raggiungere il nostro stesso obiettivo, la costruzione di una società più giusta. Per questo, infine, è importante che le informazioni su quanto accade in altre parti del mondo non restino patrimonio di poche, pur volonterose, persone o associazioni. È importante che si sappia perché ci sono popoli i cui diritti risultano continuamente negati, perché c’è un Nord e tanti Sud, perché ci sono, ancora oggi, decine di migliaia di persone che ogni giorno muoiono di fame. Far conoscere, quindi, per condividere strategie ed azioni, campagne, utili affinché tutto questo possa, il prima possibile, terminare. Proprio questo è l’obiettivo di Peace Games Uisp. Operare all’estero per cercare di ricostruire reti di relazione e ridare speranza ed in Italia per informare, condividere e progettare nuovi percorsi di pace. Le attività di cooperazione internazionale rientrano in una strategia più complessiva della Uisp e si suddividono in ambiti di azione determinati dalle condizioni socio-politiche delle aree dove si sceglie di intervenire. In particolare, elenchiamo di seguito le aree nelle quali abbiamo concentrato le nostre azioni: - area del Mediterraneo: (Bosnia, Libano, Tunisia) in cui le nostre azioni sono state determinate spesso dai fatti storici contingenti (guerre, situazioni post conflitto) e da una nostra vicinanza geografica; - area di educazione allo sviluppo: (Senegal) in cui le attività si sono sviluppate in concomitanza con il coinvolgimento delle comunità di migranti in Italia più numerose; - area dei diritti: (Sahara, Palestina e Chiapas) la Uisp è intervenuta in quei paesi dove si sono riscontrate delle palesi violazioni di diritti inalienabili, attività che sono da sempre nel DNA della nostra associazione e tali rimangono; - area delle grandi manifestazioni sportive: (Sud Africa e Brasile) alcuni paesi vivono dei periodi di grande visibilità dovuti ai grandi eventi sportivi, che però hanno luci e ombre, per questo la Uisp ha cercato di promuovere progetti sociali che utilizzassero il volano mediatico per far emergere le criticità del paese. 25 26 Atlante geografico Libano Le attività di Peace Games e Uisp in Libano sono iniziate nel 2007 con il Vivicittà e con un progetto finanziato dalla Regione Toscana. Da allora sono andate avanti, focalizzandosi soprattutto sul lavoro con i molti profughi palestinesi del Libano. Programma Giovani Beirut Sud Programma realizzato con la rete toscana di solidarietà, con al centro la formazione dei giovani operatori sociali e sportivi delle zone più disagiate di Beirut 2010: Ristrutturazione campo di Beddawi. Il campo da gioco del campo profughi di Beddawi è stato ristrutturato grazie ai fondi raccolti in Italia dal Vivicittà (16.500 euro). Il playground è stato inaugurato nell’ottobre 2010 con attività di dodgeball e orienteering, organizzate da operatori Uisp. Formazione Corso di formazione su sviluppo infantile ed educazione al movimento per gli operatori delle associazioni operanti nei campi profughi palestinesi incentrato su: formazione sullo sviluppo infantile e sull’educazione al movimento; fornire strumenti per usare lo sport come mezzo educativo 2011: Palestiniadi Partecipazione alle olimpiadi dedicate agli abitanti dei campi profughi palestinesi 2012: Sport and Dignity Obiettivi: - l’organizzazione di corsi di formazione sulla soft-boxe per insegnanti ed operatori - equipaggiamento di palestre per le attività di soft-boxe all’interno dei campi. La soft-boxe è una disciplina senza contatto fisico, adatta a tutte le età e incentrata sul rispetto delle persone e delle regole. I due primi corsi per insegnanti UNRWA e per operatori libanesi e palestinesi di organizzazioni locali hanno avuto luogo a gennaio e marzo 2012. Una prima palestra è stata equipaggiata nel centro CYC a Chatila, dove sono stati avviati corsi regolari per i bambini del campo. Ad aprile 2012, attraverso l’iniziativa Vivicittà, la Uisp ha raccolto fondi per nuovi corsi di formazione per operatori e per allestire, nel 2012-2013, altri 15 spazi come palestre per attività di soft-boxe. A settembre 2012, la consegna dei materiali per l’allestimento di altre 7 palestre. Negli stessi giorni, la consegna di una targa per ricordare il trentesimo anniversario del massacro di Sabra e Chatila. Nel 2013 verrà attivato SportingMind, un percorso di formazione sullo sportpertutti per operatori che lavorano con il disagio mentale. Dal 2007 al 2012: Organizzazione di Vivicittà I numeri - 12 campi profughi coinvolti - 5 Vivicittà organizzati - 1 campo sportivo ristrutturato - 16 palestre allestite - 6 corsi di formazione organizzati - 50 operatori formati - 7.000 bambini partecipanti alle attività Collaborazioni Uisp Lega Atletica, Comitati Uisp Puglia, Trento, Bolzano. I partner dei progetti in Libano Ministero Affari Esteri/Ufficio di Beirut, UNRWA, CYC Chatila, Arci Toscana Donors Regione Toscana, UNDP, Ministero Affari Esteri/UTL di Beirut, Regione Puglia Foto di: Elisabetta Taschini UISP[abroad] «Sabra e Chatila sono due nomi indissolubilmente legati tra loro. È come se una sorta di sinapsi linguistica avesse definitivamente sancito la non esistenza dell’una senza quella dell’altra, un automatismo motivato sicuramente dal tragico destino che questi due “campi” ebbero durante la guerra arabo-israeliana nel 1982, che fece conoscere a tutto il mondo due luoghi fini a poche settimane prima assolutamente sconosciuti, facendoli assurgere a simbolo di un mondo tragicamente lacerato da conflitti ideologici, sociali e religiosi. Di questi due “campi” ne rimane oggi solo uno, quello di Chatila, vergognoso simulacro dell’incapacità colpevole di un mondo che, dopo più di mezzo secolo, continua ad arrovellarsi con la questione mediorientale. Chatila, un enorme quadrato di cemento ormai definitivamente inglobato all’interno dei confini di Beirut a causa della folle espansione urbanistica che la città ha conosciuto a partire dalla fine della guerra civile. Una città nella città, o meglio un ghetto nella città, distinto e distante anni luce dai grattacieli scintillanti che compongono la nuova skyline di Beirut. A Chatila è come se il tempo si fosse fermato a quel lontano 1982 eppure è come se continuasse con incredibile velocità. Venti, trenta o forse quarantamila sono i residenti ammassati in questo campo senza speranza prima ancora che senza servizi. Ed è proprio qui che la Uisp e Peace Games hanno deciso di impegnarsi in un progetto, quello della softboxe, ambizioso e folle: ambizioso perché prevede la formazione del personale, l’individuazione e l’allestimento di 12 palestre all’interno dei diversi campi presenti in Libano, folle perché è così che molti hanno giudicato l’opportunità di praticare la boxe in un contesto altamente conflittuale. Vecchi, ma mai troppo logori, luoghi comuni continuano a tallonare la storia della boxe rinchiudendola nel sempre comodo recinto della disciplina violenta. Memorabile la citazione di Carlo Bo che, da rettore del’Università di Urbino, ci ricordava che il pugilato non esalta la violenza ma, al contrario, tende ad esaltare la ragione su di essa, il controllo sulla forza bruta. Ed è con questo spirito che abbiamo affrontato l’esuberanza dei giovanissimi palestinesi che quotidianamente conoscono la violenza asimmetrica, quella vera e tangibile, del forte contro il debole, del sasso contro il carro armato, del diritto negato alla scuola, alla salute, al futuro. Abbiamo provato a far conoscere invece la possibilità di un confronto simmetrico, tra eguali, dove il rispetto delle regole e dell’avversario è prima di tutto rispetto per se stessi, conoscenza dei propri mezzi e quindi dei propri limiti. Siamo convinti che, come recita un noto adagio popolare, sia peggio vivere in guerra che morirci, ma per le due generazioni di palestinesi nati e cresciuti nel conflitto diventa importante sopravvivere malgrado tutto e per noi fondamentale proporre un’alternativa a questa sopravvivenza. Sono due le palestre già attive, una proprio a Chatila all’interno dei locali dell’associazione Cyc (Children and Youth Center), l’altra a Ein el-Hillweh vicino Sidone uno dei campi più problematici del Libano a causa della forte presenza di organizzazioni integraliste. Due realtà molto diverse tra loro ma oggi accomunate dalla possibilità di svolgere attività sportiva per i giovani». (Simone – Palestre Popolari) 27 28 Atlante geografico Senegal Une autre pirogue est possible Le attività che Uisp e Peace Games sviluppano in Senegal si inseriscono in un programma più ampio di solidarietà e cooperazione che la Uisp porta avanti con la popolazione di Foundiougne dall’inizio del 2009. Il progetto include attività di formazione, eventi sportivi, azioni didattiche di sostegno alla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale del territorio per favorire lo sviluppo del turismo responsabile a Foundiougne; mentre in Italia si esplica attraverso la realizzazione di campagne di sensibilizzazione e promozione della conoscenza sulla realtà sociale e culturale senegalese. Il progetto ha come obiettivo generale quello di migliorare le condizioni socioeconomiche e la qualità della vita della popolazione di Foundiougne ed in particolare dei bambini e delle bambine delle scuole primarie e delle donne che operano nel settore della pesca artigianale, rafforzando il loro ruolo nella comunità in cui vivono, considerando che rappresentano gli strati sociali più deboli e vulnerabili del delta del fiume Saloum. Centrale è l’uso dello “sportpertutti” come strumento di sviluppo sociale, culturale e ambientale sia nella sua pratica fisica che come mezzo di sviluppo, di inclusione sociale e importante veicolo di contatto e di conoscenza sia a Foundiougne che in Italia e per la promozione di possibilità di sviluppo del turismo responsabile verso Foundiougne e il Delta del Saloum. Sino ad ora il progetto è stato interamente sostenuto finanziariamente attraverso le raccolte fondi legate ai grandi eventi della Uisp come Vivicittà e Giocagin. Cosa già è stato fatto • 1 piroga per la realizzazione delle visite didattiche delle allieve e allievi delle scuole primarie di Foundiougne • 1 piroga in versione ridotta trasferita in Italia per fare conoscere la storia e la cultura senegalese ed in particolare del delta del fiume Saloum • 10 visite didattiche con la piroga delle allieve e gli allievi delle scuole primarie di Foundiougne per la conoscenza del delta, del suo patrimonio ambientale e culturale • 1 evento sportivo (Vivicittà – corsa competitiva e non competitiva aperta a tutte e tutti sulla distanza da 500m, 1km, 1,5km e 6km) • 1 campo sportivo polivalente nella scuola primaria di Mbam (Foundiougne), dedicato a Giammario Missaglia • 5 corsi di formazione per insegnanti scuole primarie, pescatori e pescatrici, trasformatrici e donne addette al commercio del pesce, associazioni sportive, pompieri e operatori della Croce Rossa Locale per l’uso dello sportpertutti quale strumento privilegiato per combattere l’esclusione sociale e per favorire la conoscenza del proprio territorio e le sue ricchezze ambientali e culturali, • 5 corsi di acquaticità, nuoto e attività subacquee, di sicurezza in acqua e tecniche di salvamento - 5 corsi di BLS (Basic Life Support) - 1 defibrillatore vero * - 1 defibrillatore prova ** - 1 manichino per corso BLS *** - 20 gilet salvagente per visite in piroga in sicurezza. - 30 palloni (20 calcio e 10 pallacanestro) e altro materiale sportivo - 50 mangrovie piantate *, **, *** attrezzatura donata ai pompieri a disposizione della comunità locale. Collaborazioni Uisp Lega Calcio, Lega Ciclismo; Lega Vela, Lega Attività Subacquee, Lega Nuoto. I partner dei progetti in Senegal Scuole di Foundiougne, Comune di Foundiougne; cooperativa Fenagie Peche, Cospe. UISP[abroad] 29 «Ici nous pensons le travail que vous faites dans les écoles et la communauté est très important, car les activités de natation permet aux élèves de se familiariser avec la mer et sur tout de découvrir réellement les connaissances théoriques qu’ils apprennent en classe. Sans oublier les infrastructures sportives que vous construisez dans nos écoles, nous espérons que cette collaboration va continuer». (Ousmane – insegnante di Foundiougne) Foto di: Antonio Marcello «Pensiamo che il lavoro che fate dentro le scuole e la comunità è molto importante, perché le attività di nuoto permettono agli allievi di prendere familiarità con il mare e soprattutto di scoprire realmente le conoscenze teoriche che hanno appreso in classe. Senza dimenticare le infrastrutture sportive che voi avete costruito nelle nostre scuole, sperando che questa collaborazione possa continuare». (Ousmane – insegnante di Foundiougne) 30 Atlante geografico Palestina Peace Games e Uisp lavorano in Palestina dal 2004. I progetti e le attività si sono concentrate su Gerusalemme Est e sul campo profughi di Shu’fat, ma nell’ultimo anno l’azione si è allargata a Ramallah, Betlemme e Gaza. Il cuore delle attività è stato il supporto al centro educativo polivalente Al Zuhur (Shu’fat) e la formazione agli operatori sportivi e sociali, con una finestra sulle attività produttive. Foto di: Layla Mousa I progetti in Palestina negli ultimi 4 anni 2010 – 2013: Play and Work Attività sportiva per donne e giovani, giochi per i bambini dell’asilo, corsi di formazione per gli operatori, servizi sociali per le famiglie e creazione di un laboratorio di ricamo all’interno del centro Zuhur. 2009: Il diritto di giocare in pace 2 Il centro Al Zuhur: gioco sport e asilo per i bambini, attività sportive per gli adolescenti, fitness, corsi di inglese e di computer per le donne, formazione in Palestina e in Italia per gli operatori. 2010: Il diritto di giocare in pace 3 Continuano le molte attività del centro Zuhur, tra educazione, sport e formazione. 2011: Lasciateci giocare in pace Progetto dedicato agli adolescenti del centro Zuhur, con attività sportive e presportive. 2011: Marjam Donne protagoniste, con attività sportive di fitness e corsi di formazione. 2012: Marjam 2 Come un’attività tradizionale può diventare una professione: ricamo, design, packaging… per i centri di Gerusalemme, Shu’fat, Ramallah e limitrofi. 2012: Rawda Bambini palestinesi e bambini triestini: un gemellaggio che parte dai giochi tradizionali e arriva alle ricette cucinate dalle mamme 2012: In gioco contro il muro Un muro divide la Palestina, e noi ci giochiamo contro. Da Gerusalemme a Betlemme, da Gaza a Ramallah, in viaggio con i ludobus di EducAid 2012/2013: Non implodere Lo sport per contrastare l’aggressività che nasce fin dai piccoli quando si è costretti a vivere in condizioni di forte disagio e privazione UISP[abroad] I numeri - 11 progetti finanziati - 5 località coinvolte - 2 Vivicittà organizzati a Shu’fat - 1 Vivicittà organizzato a Gerusalemme - 12 corsi di formazione in Palestina - 4 stage formativi in Italia - 800 bambini coinvolti nelle attività educative e presportive - 500 adolescenti coinvolti nel’attività sportiva - 100 donne coinvolte nelle attività sportive - 100 donne coinvolte nelle attività professionalizzanti - 300 persone coinvolte negli eventi pubblici in Italia - 1.000 persone coinvolte negli eventi pubblici in Palestina Collaborazioni Uisp Comitati Uisp Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Benevento, Trieste, Bologna, Lega Giochi Tradizionali Uisp I partner Centro Educativo Al Zuhur, YDD, Associazione delle donne di Ramallah, Consorzio dei Comuni di Terre d’Acqua, EducAid, Cospe, Consolato d’Italia a Gerusalemme, UNRWA Donors Unione Europea, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna, Regione Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trieste. A supporto di alcuni progetti si sono inoltre raccolti fondi attraverso le Agende Uisp e attraverso Giocagin. Info: www.peacegamesuisp.org Il fiore (al zuhur) della pace «Gerusalemme! Gerusalemme! La città del Rabbi disarmato e del Santo sepolcro, la città della sensuale sulamita del Cantico e del muro del pianto, la città santa (Al Quds) dell’Islam e della moschea Al Aksa (la lontana). Quando sei lontana il cuore è dilaniato dalla nostalgia del limpido splendore della città vecchia all’alba e quando sei vicina dalla testimonianza del dolore e dell’ingiustizia umana secolare. Eppure città una e trina, sei città di Speranza. Dove più vicino è il male, lì è sommo il bene. Mentre cammino per le tue vie notturne e disertate ricordo cose mai viste, mentre cammino di giorno per le strade del mercato sogno aromi e voci note. Ricordo la prima volta con Maria, amata e temuta maestra, e le nostre interminabili discussioni notturne: dietro ai veli, materiali e immateriali, sento che quanto abbiamo fatto qui, nella prigione a cielo aperto del campo profughi di Shu’fat andava fatto come inesorabile necessità e imperativo di giustizia. A dispetto dei nostri errori, delle nostre debolezze, andava fatto. Sulla soglia del Centro Al Zuhur (Centro educativo da Maria tenacemente voluto), spuntano come fiori, tondini d’acciaio tra il vaso di cemento sgretolato delle sue mura. Nel cortile giocano a calcio bambini e bambine sull’altalena; un richiamo di Hanum e tutti si dispongono nel cortile per danzare la dabka. Un ospite straniero è giunto dall’Italia, lo accolgono con dolci tradizionali e the. Tra il pubblico sorridono Mohammed e Kusai, uomini di due mondi, un abbraccio, qui possibile solo tra sessi uguali. Di ritorno con l’autobus numero sette alla città santa, a Porta Nuova ricordo il saluto alle anziane suore salesiane che ospitano bambini e bambine palestinesi nel loro Asilo. Sono ancora loro debitore di una promessa inadempiuta. Questi tre anni nel tempo breve dedicato alla formazione in compagnia di Carmen, Livia, Silvia, Tatiana, mi hanno insegnato ancora: il corpo del bambino quando nasce è tenero e flessibile, il corpo cadavere è duro e rigido. Possiamo ancora la Pace, sottomettendo la mente logica al servizio del cuore, solo restando umani. Salam Aleikum». (Ivan – Peace Games) 31 32 Atlante geografico Campi profughi Saharawi L’impegno di Peace Games e Uisp nei campi profughi Saharawi, in particolare a Smara ed El Ayoun, nasce nel 2008 da un input della Lega Atletica Leggera Uisp, ed è proseguito negli anni successivi con diversi progetti portati avanti con la cooperazione decentrata, in collaborazione con diversi partner, fino ad arrivare nel 2012 a coprire le wilaya di Dakla, Auserd, El Ayoun, Smara, 27 Febrero. Il filo conduttore di tutte le azioni: la formazione agli operatori sportivi, in particolare alle donne. In questo ambito è stato sperimentato un modello sistemico e integrato di solidarietà, cooperazione ed educazione alla mondialità nel quale Uisp e Peace Games hanno collaborato in ogni fase dalla ideazione alla redazione. Il metodo di lavoro e i risultati ottenuti hanno convinto pienamente il Ministero dello Sport saharawi che ha richiesto di condividere proposte per la riorganizzazione del modello sportivo saharawi, di estendere l’intervento a tutte le scuole delle cinque regioni, di ospitare in Italia nel piccoli atleti saharawi e di organizzare un tour di solidarietà con la causa saharawi per la nazionale di calcio. I progetti 2009/2010: Educa Sport Formazione delle operatrici sportive della Casa dello Sport di Smara; attività sportiva continuativa nella stessa casa dello sport 2010/2011: Giocando Tra le dune Le azioni di Educa sport si allargano e si spostano nella wilaya di El Ayoun, per lavorare sempre con le operatrici sportive di quella wilaya 2012: Educare al gioco e allo sport tra le dune Le esperienze acquisite nei due progetti precedenti permettono di realizzare, in entrambe le wilaya (Smara ed El Ayoun) un corso di formazione avanzato, dove oltre che alle discipline sportive, le operatrici vengono formate nella gestione di impianti e nell’organizzazione di attività 2012/2013: progetto Tifariti Partecipazione alla fattibilità del progetto volto al re-insediamento della popolazione Saharawi nei territori del Sahara liberato. I numeri - 5 progetti finanziati - 6 wilaya coinvolte - 14 corsi di formazione realizzati - 8 conferenze di sensibilizzazione in Italia - 80 operatrici coinvolte nella formazione - 500 bambini coinvolti nell’attività pomeridiana dei centri - 400 persone coinvolte negli eventi pubblici in Italia - 200 bambini delle scuole medie coinvolti in Italia - 300 studenti universitari di Bologna, Forlì e Ravenna coinvolti Collaborazioni Uisp Comitati Uisp Reggio Emilia, Modena, Catanzaro, Benevento, Emilia-Romagna, Lega Atletica Leggera Uisp, Lega Giochi Tradizionali Uisp. Possibili nuove collaborazioni con Centro Uisp di Rosignano, Uisp Cecina, Uisp Pisa I partner Associazione El Ouali, Sahara Marathon, Associazione Kabara Lagdaf, Consorzio Comuni di Terre D’Acqua, Ambasciata della Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD) in Italia, Ministero dello Sport della RASD, Ministero della Cooperazione della RASD, Red Deporte y Cooperaccion, Jaima Saharawi Donors Regione Emilia-Romagna, Comune di Reggio Emilia, Comune di Catanzaro, Fondo Territoriale Modenese. A supporto dei progetti si sono raccolti fondi anche attraverso il 5x1000 Uisp e attraverso Giocagin. Info: www.peacegamesuisp.org UISP[abroad] «Dopo essere stata svegliata la prima volta dal Muezzin alle 5,30 e la seconda alle 6,30 dalle capre, alle 7,30 vengo nuovamente svegliata da Dupat, la mia amica e figlia maggiore della mia famiglia Saharawi che mi ospita ogni volta che vado nei campi profughi in Sahara. Mi alzo e vado a fare colazione con la famiglia, per me hanno preparato anche il caffè. Mangiamo, mi chiedono se ho dormito bene poi parliamo un po’ del più e del meno, scherziamo e mi chiedono quali saranno i miei impegni di lavoro della giornata, se tornerò a pranzo e cosa mi piacerebbe mangiare... non hanno i soldi per comprare nulla eppure se desiderassi qualcosa di diverso dal cibo degli aiuti umanitari venderebbero la loro capra per comprarmelo. Mi sento coccolata e protetta... questa è la gente per cui lavoro. Esco dalla tenda, nel deserto polveroso, e comincio la mia giornata». (Silvia – Uisp Reggio Emilia) Foto di: Paolo Crisi Foto di: Paolo Crisi 33 34 Atlante geografico Brasile Peace Games e Uisp hanno partecipato a diverse attività in Brasile nell’ultimo quadriennio, in particolare sull’utilizzo dello sport per tutti nelle attività con le comunità indigene e con gli abitanti delle periferie delle metropoli. A seguito della partecipazione al Social Forum di Belem si sono aperte numerose possibilità di contatto con alcune organizzazioni a Belem, a Rio de Janeiro e San Paolo, con le quali si sta tentando di dare avvio a progetti strutturati. Nei prossimi anni il Brasile sarà il luogo in cui si concentreranno tutti i più grandi eventi sportivi: Mondiali di Calcio nel 2014 e Olimpiadi nel 2016, con in mezzo altri eventi di preparazione e accompagnamento (Confederation Cup, olimpiadi militari). Questo significherà non solo una grande esposizione mediatica, ma anche un afflusso di soldi per adeguare o costruire infrastrutture sportive e di accoglienza. Come spesso accade, però, non è detto che questo significhi un beneficio immediato per le classi sociali più svantaggiate: infatti i miglioramenti previsti dai vari piani regolatori sono a favore dei quartieri centrali e spesso in alcune città si pensa ad un vero e proprio sbancamento delle favelas senza pensare a dove le migliaia di persone che ci vivono potranno andare. Per questo la Uisp sta pensando di promuovere progetti di sport sociale, con formazione di operatori sportivi di strada, con piccoli impianti multi sport nei barrios o nelle favelas limitrofe alle zone dove si svolgeranno i grandi eventi, a progetti di formazione per promuovere professionalità da spendere durante gli eventi stessi (accompagnatori, traduttori, addetti all’accoglienza). Al momento, si sta cercando di reperire dei fondi sia in Europa che direttamente in Brasile e si stanno portando avanti, assieme alla Uisp di Modena, delle micro iniziative a Rio de Janeiro grazie ai fondi reperiti attraverso il 5x1000. Sudafrica e Mozambico I progetti 2009/2010: Campagna “Verso Sudafrica 2010” Sensibilizzazione in Italia sulle problematiche del Sudafrica e sullo sfruttamento della prostituzione al latere dei grandi eventi sportivi, attraverso incontri e conferenze stampa. Donazione di kit di base per il calcio per i bambini delle comunità rurali dei dintorni di Johannesburg 2010: Campagna “Io non festeggio comprando una schiava” Nei mesi precedenti i mondiali molte ragazze dal Mozambico sono state attirate in Sudafrica con la promessa di un lavoro e inserite forzatamente nel giro della prostituzione: per questo la Uisp ha sostenuto la campagna “Red Light 2010” della società civile mozambicana e ha realizzato materiali da distribuire in Italia e Sudafrica 2010: Premio Nelson Mandela Seconda edizione del premio Solidarietà Nelson Mandela, attribuito a persone e associazioni che si fossero distinte nel 2009 e 2010 per l’impegno contro il razzismo I numeri - 1 premiazione pubblica a Johannesburg - 1 premiazione pubblica in Italia - 1 giornata di formazione per i giornalisti - 2 campagne di sensibilizzazione in Italia - 1 campagna di sensibilizzazione in Mozambico - 1 mostra fotografica - 10 kit di avviamento al calcio donati Foto di: Antonio Marcello I Mondiali di calcio del 2010 in Sudafrica sono stati un evento sportivo molto importante per catalizzare l’attenzione del mondo sulle problematiche del continente africano. Non solo sport professionistico però, ma soprattutto sport per tutti, anche nelle realtà del Sudafrica lontane dai riflettori della coppa del mondo. Alcune attività sono state realizzate in collaborazione con il progetto Football for development. UISP[abroad] Collaborazioni Uisp Lega Calcio Uisp, ASD Liberi Nantes I partner WLSA Mozambico, DreamsField Project, Associazione Benny Nato, Ambasciata del Sudafrica in Italia, Ministero sudafricano della Cultura Info: www.peacegamesuisp.org Bosnia Peace Games e Uisp hanno lavorato in Bosnia per diversi anni, in particolare con progetti che avevano l’obiettivo di portare l’attività ludica e sportiva nelle aree disagiate, attraverso ludoteche mobili chiamate “Ludobus”. Le aree toccate dai progetti sono state: Cantone di Mostar, Cantone di Sarajevo, Cantone di Zenica, Repubblica Srpska (città di Banja Luka e Srebrenica), Zavidovici. I numeri - 2 progetti finanziati - 15 operatori bosniaci formati - 20.000 bambini partecipanti alle attività - 2 corsi di formazione per operatori - 1 giardino dell’amicizia inaugurato a Mostar Collaborazioni Uisp Comitato Uisp Marche, Lega Giochi Tradizionali Uisp I partner Associazione EducAid, Università di Bologna Chiapas Attualmente Peace Games è impegnata a sostenere diverse comunità del Chiapas (San Marcos Avilés, municipio di Chilòn, comunità autonoma di San Patricio, municipio autonomo La Dignidad, Municipio autonomo Zapatista, Caracol de Morelia) lavorando in stretto contatto con la società civile locale. I progetti sostenuti da Peace Games si focalizzano in particolare sulle attività professionali, sia sostenendo direttamente i lavoratori, sia finanziando la costruzione di infrastrutture dove si svolgono corsi di formazione al lavoro. Prosegue inoltre il sostegno alle comunità indigene di Chimix e Canolal (Chenalhò) attaverso la vendita delle bamboline educative sulla nascita realizzate a mano da un gruppo di lavoratori del posto. In Italia vengono inoltre realizzati incontri nelle scuole per raccontare ai bambini la realtà di quei territori. Info: www.peacegamesuisp.org 35 36 Il mondo a misura di tutti «Volevamo braccia sono arrivate persone» Max Frisch Attraverso la ong Peace Games la Uisp ha portato avanti diversi progetti di cooperazione allo sviluppo che hanno come paese di svolgimento la stessa Italia. Tali interventi – molti dei quali realizzati insieme alla Federazione di ong “Cocis” – rientrano sotto il nome di “educazione allo sviluppo” o “educazione alla mondialità”. I progetti 2009: Non c’è pace senza cooperazione Campagne di sensibilizzazione e conferenze pubbliche sull’importanza della cooperazione internazionale 2009/2010: Archivio della cooperazione La messa in rete dei progetti di cooperazione allo sviluppo realizzati dalle diverse Ong, attraverso seminari di scambio e la creazione di un portale dedicato 2010/2011: Ong Files Proseguimento del progetto precedente, come le Ong affrontano la comunicazione 2.0 2010/2012: Lontani da Dove? Corsi di formazione per operatori sull’educazione alla mondialità, interventi nelle scuole I numeri - 3 progetti finanziati - 2 progetti autofinanziati - 15 workshop nelle scuole - circa 1500 alunni partecipanti ai workshop - 4 corsi di formazione - 60 operatori formati - partecipazione a 2 corsi di formazione - 2 portali web realizzati insieme al Cocis - 4 eventi pubblici nazionali Collaborazioni Uisp Comitati Uisp Marche, Toscana, Liguria, Genova, Firenze, Cecina, Bologna, Reggio Emilia, Modena, Pesaro, Trieste I partner Cocis – Federazione di Ong e Ong federate al Cocis, Università di Bologna, Forlì, Ravenna Donors Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ministero Affari Esteri Info: www.peacegamesuisp.org UISP[abroad] Rapporti transfrontalieri Nel corso di questi anni si è lavorato sodo con alcuni comitati per sviluppare relazioni/progetti e scambio di buone pratiche con loro potenziali partner di oltre confine. Questo ha prodotto alcuni progetti specifici, tra i quali, nel 2010, “La Via Alpina in movimento”. Un percorso che ha coinvolto molti dei comitati dell’area alpina (da ovest ad est) ed alcune delle associazioni di sportperttutti transfrontaliere. Dal progetto sono nate alcune collaborazioni tra nostri comitati e i partner stranieri che hanno dato vita a presentazioni di progetti e partecipazioni a bandi. Uno dei risultati più significativi di questi ultimi anni è stata la costituzione di un’associazione transfrontaliera formata da rappresentanti dei nostri comitati confinanti con la Francia (Liguria, Piemonte e Val d’Aosta) e le rappresentanze francesi dell’associazione Usep confinanti con la nostra penisola. L’associazione si chiama “Usep-Uisp alpi mediterranee”. 37 38 il mondo a misura di tutti «Pochi giorni dopo il terremoto – che ha sconvolto le vite le abitudini di migliaia di persone oltre ad avere sradicato molte strutture sportive – ci sarebbero dovuti essere i campionati di ginnastica a Formigine. Sono stati rinviati e trasferiti a Cattolica trasformando quel momento di competizione e di festa in una gara di solidarietà. Solidarietà: è questa la parola che ricorre subito dopo anche nella disponibilità di mettere a disposizione a Forlì e a Riccione i palazzetti per far allenare i ginnasti e le ginnaste rimasti senza struttura… e la solidarietà ha spinto alla nascita di gemellaggi tra comitati e società sportive della Toscana e società sportive di Mirandola e Medolla con i toscani che hanno ospitato giovani ginnaste emiliane dando loro la possibilità di allenarsi e creando così l’occasione – al di fuori dell’attività sportiva – di allacciare relazioni e creare rapporti duraturi tra le persone. Ci siamo quando è il momento del bisogno. Questa è la Uisp (o meglio) così dovrebbe sempre essere la Uisp! Sono partito da una storia perché credo possa essere esemplare e diventare il tratto distintivo di un individuo. Certe storie ci fanno intuire di che pasta siamo fatti. Quindi anche la nostra associazione può caratterizzarsi attraverso una storia/un racconto che la rende esemplare, che la spiega. Ed è un racconto che intreccia l’attività per tutti (che noi facciamo) con l’attenzione per alcuni valori, primi fra tutti i diritti, l’ambiente e la solidarietà. Non sto dicendo che tutto il nostro corpo associativo (dal singolo membro alle società via via salendo) stia dentro a questo schema – che è volutamente generico – ma sto dicendo che un lettore attento ci legge (e spesso ci legge) in questo modo e trova che questi valori ci distinguano più o meno marcatamente dagli altri enti di promozione sportiva e dalle federazioni. Forse dovremo per questo esserne più consapevoli e valorizzare a tutti i livelli questa nostra peculiarità. Ma la solidarietà spesso agisce a fronte di emergenze e aldilà del terremoto, vi sono altre emergenze continue (l’Italia è il paese delle emergenze continue) in cui parti della nostra associazione sono impegnate. Se il nostro è uno sport per tutti nessuno escluso è chiaro che cerchiamo di affrontare con gli strumenti che abbiamo (la competenza sul corpo, sul movimento del corpo e dei corpi, l’educazione al gioco, la padronanza della disciplina, la flessibilità della disciplina, la grammatica universale del gioco) anche il tema dell’inclusione: permettere, ad esempio, con la ginnastica dolce anche alle persone anziane di fare movimento rientra in questa categoria, così come trovare il modo e le forme perché il disagio psichico e fisico possa esprimersi e liberarsi nel gioco (matti per il calcio). Ma facciamo dell’altro, molto altro: entriamo in carcere (in molte carceri italiane/maschili/femminili/minori) con le nostre attività; quasi tutte le nostre grandi iniziative nazionali si rivestono annualmente di messaggi sociali (extrasportivi) su ambiente/diritti e diventano veicolo di raccolta fondi per progetti di sostegno e solidarietà portati avanti nei luoghi più martoriati del mondo dalla nostra ONG Peace Games; infine, il nostro ruolo, il ruolo dello sportpertutti, è fondamentale nelle politiche di integrazione come potente strumento di dialogo interculturale (dall’esperienza dei Mondiali Antirazzisti, al progetto Diritti in campo, all’attenzione per lo sport per gli altri (tipo cricket) alle mille iniziative multiculturali sui territori. Noi siamo come un racconto, noi siamo un racconto: siamo fatti di trama (lo scheletro, la colonna portante del racconto) e intreccio (la polpa, il modo in cui il racconto prende corpo e diventa sostanza). La trama è la nostra disciplina, sono le nostre attività; l’intreccio, beh, l’intreccio è il mondo circostante con cui siamo in relazione e che la Uisp ha scelto di riempire di valore – di valori – semplificando: diritti, ambiente, solidarietà». (Carlo - Dip. Internazionale Uisp) UISP[abroad] tratte dal fumetto “Lontani da dove?” di Luca Piersantelli 39 40 Postcards from Europe «(...) si abbandona un tipo di spiegazione lineare e si adotta un tipo di spiegazione in movimento, circolare, una spiegazione in cui per cercare di comprendere il fenomeno si va dalle parti al tutto e dal tutto alle parti» Edgar Morin. Le vie della complessità Relazioni che hanno dato vita a progetti, progetti che hanno creato nuove reti e relazioni. Lungo e intenso è stato il lavoro della Uisp nell’ambito della progettazione europea, che ci ha visto protagonisti sia come promotori e coordinatori di progetti, che come partner attivi di azioni portate avanti da altre associazioni. Active network – 2013-2014 Il progetto ha come obiettivo principale quello di testare e creare una rete europea sostenibile di municipalità e associazioni sportive, che si focalizzino sull’incrementare la partecipazione dei cittadini alla pratica sportiva. Il progetto è coordinato dall’ISCA, la Uisp è partner ed è finanziato dall’Unione Europea (azioni preparatorie per lo sport). Il progetto parte a febbraio 2013. Partner ISCA (Danimarca); Romanian Federation Sport for All e Comune di Falticeni (Romania); Uisp e Comune di Firenze (Italia); Cyprus Sports Organisations e Comune di Larnaka (Cipro); StreetGames e Birmingham City Council (UK); Estonian Sports Association Jõud e Comune di Pärnu (Estonia); Instituto Provincial de Deportes de Castellon e Club Deportivo Marató I Mitja-Penyagolosa (Portogallo); South Lanarkshire Leisure and Culture e Clyesdale Sports Council (Scozia); UBAE, Madeira Sport for All Association, e Comune di Funchal (Spagna); UFOLEP e Comune di Mouy (Francia); HSE Community Games e South Dublin County Sports Partnership (Irlanda); NEMUNAS e Zarasai District Municipality (Lituania); LTSA (Lettonia); ASPV (Rep. Slovacca); STB, Schwäbischer Turnerbund (Germania). European Street Soccer Cup – 2013-2014 Il progetto promosso dalla DGI e finanziato dall’Unione Europea (azioni preparatorie per lo sport) ha come obiettivo quello di promuovere un evento con gruppi di migranti che vivono in diversi paesi europei e rappresentano la propria nazionalità di origine. Verrà organizzata una serie di tornei di street soccer in diversi stati, i quali poi si affronteranno in una finale in Danimarca. Il progetto inizia febbraio 2013 e la Uisp è partner. Partner StreetGame (UK); UFOLEP (Francia); Straatvoetbalbond Vlaanderen zw (Belgio); ISCA (Danimarca) Forum Europeo dello sport per i giovani – 2012-2013 Il forum Europeo dello sport per i giovani è un evento di 6 giorni che ha coinvolto giovani appartenenti a organizzazioni sportive e giovanili per discutere 2 tematiche chiave: volontariato e salute e come questi temi possono incrementare la cittadinanza attiva. Il forum è stato organizzato dall’ISCA a Cipro. La Uisp ha partecipato come partner e il progetto è stato finanziato dal Programma Youth in Action e dalla European Youth Foundation. Numeri - 17 formatori europei, fra cui uno della Uisp Roma - 100 giovani dirigenti da tutta Europa Partner ISCA (Danimarca); Engso Youth (UK); KOA (Cipro); Volunteers4sport; Streetgames (UK); Sports and Citizenship (Francia); Peace Players International Cyprus (Cipro) UISP[abroad] Football for Equality II – 2011-2013 Obiettivo del progetto è creare un network europeo in grado di sensibilizzare i gruppi giovanili, gli adulti, le tifoserie, le associazioni, le organizzazioni, l’opinione pubblica ed il mondo dello sport in generale al problema dell’omofobia nel mondo sportivo e proporre azioni per contrastare queste forme di discriminazione attraverso il supporto delle reti sportive di gay e lesbiche. Il progetto è stato coordinato da FairPlay-VIDC e finanziato dall’Unione Europea (DG Giustizia), la Uisp ha partecipato come partner. Numeri - 4 incontri partner a livello europeo – Vienna, Roma, Amburgo, Lubiana - 1 campagna di comunicazione nazionale UGUALE E/O DIVERSO?! “Le differenze dell’uguaglianza” - 1 conferenza finale per la presentazione dei risultati del progetto a Bratislava - 10 azioni ed attività organizzate durante l’Action Week 2011/2012 sui temi dell’omofobia - 1 mostra Internazionale “Contro le regole” tradotta ed esposta durante i Mondiali Antirazzisti edizione 2012 – Mostra esposta nella versione inglese durante le Olimpiadi di Londra 2012. Partner del progetto FairPlay-VIDC (Austria); EGLSF (Olanda); FSE (rete europea); Spolint (Slovenia); Ludia Proti Rasizmu (Rep. Slovacca). Info: www.footballforequality.org Good Governance in Grassroots Sport – 2011-2013 Il progetto ha avuto come obiettivo quello di incrementare la capacità organizzativa per ottenere una buona governance focalizzando l’attenzione sulla trasparenza e la rendicontazione, soprattutto per le associazioni sportive di base. Il progetto ha avuto come obiettivo quello di lavorare con le associazioni sportive di base e metterle in condizione di avere implementare delle strategie di buona governance. Il progetto è stato coordinato da ISCA e finanziato dall’Unione Europea (azioni preparatorie per lo sport). La Uisp è partner del progetto Numeri - 2 workshop - 3 corsi di formazione - 1 incontro di consulenza - 10 sessioni di consulenza fra i partner Partner ISCA (Danimarca); Sport et Citoyennete (Francia); Special Olympics E/E (Belgio); Transparency International (Germania); Romanian Sport for All Association (Romania); DTB (Germania); JOUD (Estonia); SOKOL (Rep. Ceca); UFOLEP (Irlanda); Belfast City (Irlanda); DGI (Danimarca); UBAE (Spagna); Università di Cassino (Italia); Institute for Sport Studies (Danimarca); SUS (Slovenia); Municipalità di Casalecchio di Reno (Italia); Associazione Sportiva Masi (Italia); City of Pärnu (Estonia); Cardiff Metropolitan University (UK); Semmelweis University Hungary (Ungheria) Info: http://www.goodgovsport.eu/home 41 42 postcards from europe MIMOSA: Migrant’s Inclusion Model through Sport for All 2011-2012 L’iniziativa promossa dalla Uisp è finanziata dall’Unione Europea (unità Sport) ed ha avuto la finalità di costruire e validare un modello di inclusione sociale ed empowerment dei migranti e rifugiati, in particolare donne rifugiate e rom. Un modello che utilizza lo strumento della pratica sportiva, attraverso la condivisione e la costruzione di buone pratiche nell’ambito di un ampio partenariato europeo, che comprende associazioni di sport per tutti, enti locali ed istituti di ricerca. Al termine del progetto è stata prodotta: 1. una guida metodologica con delle raccomandazioni pratiche rivolte al mondo dell’associazionismo sportivo, delle Federazioni, degli enti locali nazionali ed europei; 2. una relazione scientifica sulle indagini di caso e sull’uso della carta etica da parte degli enti locali. Numeri - 4 tavole rotonde europee che hanno coinvolto 40 esperti europei - 2 micro ricerche in Italia e Spagna che hanno coinvolto 6 ricercatori e 50 migranti e rifugiati - Convegno di presentazione finale presso il Consiglio dei Ministri a Roma - 1 presentazione al Foum Europeo dello Sport di Cipro - 1 presentazione al Congresso dell’Isca in Brasile - 1 presentazione ai Mondiali Antirazzisti del 2012 - finanziamento totale: 204.655,16 Euro Partner del progetto VIDC (Austria); ISCA (Danimarca); DTB (Germania); Fundación Red Deporte Y Cooperación (Spagna); Dirección General de Coordinación de Políticas Migratorias, Consejería de Empleo, Junta de Andalucia (Spagna); Taller ACSA (Spagna); Foundation Policy Center for Roma and Minorities (Romania); Fondazione Schole Futuro; Provincia di Gorizia; Centro Regionale Contro le Discriminazioni del Servizio Politiche per l’Accoglienza e l’Integrazione Sociale della Regione EmiliaRomagna; Regione Toscana; UNAR; Università del Molise www.mimosaproject.net Foto di: Antonio Amendola «La gratificante esperienza di ricerca sull’iniziativa Liberi Nantes Touch Rugby che la Uisp mi ha offerto di condurre nel quadro del progetto M.I.Mo.S.A., ha messo in luce elementi determinanti dell’esperienza “integrazione”: compagnia, sudore, impegno, gruppo, lontananza, cammino, storia, fiducia, tentativo, tifo, corsa, ricordo, osservazione, paura, sforzo, condivisione». (Micol – ricercatrice universitaria) UISP[abroad] SPIN - 2011-2012 La partecipazione dei migranti alla vita sportiva europea è un problema tutt’ora aperto. A fronte di una crescita nella partecipazione alle attività sportive non si riscontra un incremento parallelo nella presenza in posizioni dirigenziali. Il progetto SPIN – Sport Inclusion Network ha avuto come oggetto principale il lavoro su questo tema, attraverso attività di formazione ai formatori e workshop destinati ai dirigenti sportivi. Il progetto è stato coordinato dalla VIDC e finanziato dall’Unione Europea (Azioni preparatorie per lo sport), la Uisp ha partecipato come partner. I numeri - 1 corso europeo di formazione ai formatori in Italia - 1 corso di formazione con per dirigenti sportivi migranti in Italia - 1 corso di formazione per arbitri di cricket in Italia - 1 evento di sensibilizzazione durante la Genoa Value Cup - 12 workshop rivolti a dirigenti sportivi in vari paesi d’Europa (a cura dei partner) - festival a Roma in occasione della giornata mondiale del rifugiato - 2 conferenze europee su sport e integrazione I partner VIDC (Austria); FAI (Irlanda); SJPF (Portogallo); Camino (Germania); Likukkaa (Finlandia); Mahatma Gandhi for Human Right Organisation (Ungheria); ASD Liberi Nantes (Italia); Lega Giochi Tradizionali Uisp www.sportinclusion.net È sempre un piacere … vedervi … parlare con voi … incontrarvi … lavorare con voi … discutere con voi … pianificare eventi con voi … organizzare attività con voi … divertirsi con voi … mondializzarvi (Markus – FairPlay Austria) always a pleasure ... ... seeing you ... talking to you ... meeting you ... working with you ... debating with you ... planning events with you ... organising activities with you ... having fun with you … mondialsing you (Markus – FairPlay Austria) 43 44 postcards from europe Uisp: la nuova Carta dei diritti donne e sport Un doppio appuntamento per presentare la nuova Carta dei diritti delle donne nello sport: martedi 24 maggio, alle 18,30, nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles e giovedi 26 maggio, alle 17, nel Teatro dal Verme a Milano. La Carta europea dei diritti delle donne nello sport è stata elaborata dalla Uisp in collaborazione con altri partner internazionali, nell’ambito del progetto “Olympia: equal opportunities via and within sport”, promosso e coordinato dall’associazione italiana. L’incontro di domani a Bruxelles, oltre ad illustrare i contenuti della Carta frutto di un lavoro durato 15 mesi, sarà l’occasione per discutere sulle future politiche comunitarie in merito alle pari opportunità di genere. Il testo è la rivisitazione e l’ammodernamento di un documento analogo prodotto dalla Uisp nel 1985 e adottato dal Parlamento Europeo due anni dopo. Daniela Conti, del Dipartimento internazionale Uisp, è una delle dirigenti coinvolta nella stesura del testo. «A distanza di oltre 25 anni dalla prima Carta dei diritti delle donne nello sport permangono ancora grosse diseguaglianze di genere, soprattutto per ciò che concerne il coinvolgimento delle donne in ruoli di potere e comando, all’interno degli Enti, delle Federazioni, delle società sportive. Si perpetuano inoltre gli stereotipi relativi alla pratica vera e propria, a quelle che sarebbero le discipline riservate alle donne o ad esclusivo appannaggio degli uomini». Quali sono le principali differenze rispetto alla prima versione? «C’è sicuramente una maggiore attenzione al tema della multiculturalità – risponde – e più in generale a tutte le forme di discriminazione, culturali, religiose. Si parla anche di disabilità è c’è un capitolo specifico relativo all’orientamento sessuale. Per la prima volta poi viene affrontato il tema del rapporto delle donne con il tifo organizzato. Alla Carta – aggiunge la Conti – è associata una mappatura delle ricerche esistenti in materia di differenze di genere, che suggerisce quali sono le aree e le problematiche che andrebbero maggiormente indagate». La Carta è strutturata in cinque capitoli a carattere tematico e nello specifico riguardano: la pratica dello sport; la leadership; il mondo dell’educazione; donne sport e media; le donne e il tifo organizzato. La Carta contiene delle raccomandazioni pratiche per intervenire all’interno dei club sportivi e nei programmi di formazione – Da parte della Uisp c’è l’impegno a promuovere e discutere la Carta all’interno e all’esterno dell’associazione e a tradurre in azioni concrete le raccomandazioni previste. La presentazione della Carta è ospitata e patrocinata dall’onorevole Silvia Costa, europarlamentare. Tra gli altri, interverranno anche Filippo Fossati, presidente Uisp e Bart Ooijen, dell’Unità sport della Commissione Europea. Modererà l’incontro Daniela Conti. Oltre alla Uisp hanno partecipato al progetto “Olympia: equal opportunities via and within Sport” e alla stesura della Carta l’associazione austriaca Vidc, Vienna institute for international dialogue, la francese Licra, Ligue internationale contre le racisme et l’antisemitisme, l’Isca, l’International sport and culture association, network internazionale con base in Danimarca, e il Dipartimento di scienze dello sport dell’Università di Copenhagen. (pubblicato sul sito Uisp il 23/05/2011) UISP[abroad] OLYMPIA: equal opportunities via and within Sport – 20102011 Olympia ha consistito in un processo di costruzione di modelli da sperimentare per la partecipazione attiva delle donne a tutti i livelli. Un elemento rilevante è stato il rinnovo della Carta dei diritti delle donne nello sport che la Uisp ha elaborato, promosso e presentato all’Unione europea nel 1987. Nella nuova carta sono state inserite delle raccomandazioni di azioni concrete volte a favorire il processo di creazioni di politiche di genere. A tal fine sono state realizzate sia delle tavole rotonde europee di discussione ed elaborazione, sia degli eventi di sensibilizzazione in ogni nazione e si è concluso con la presentazione dei risultati al Parlamento Europeo Bruxelles. Il progetto è stato promosso dalla Uisp ed è stato finanziato all’interno delle Azioni Preparatorie per lo sport (Unità Sport-Commissione Europea) I numeri - 6 tavole rotonde europee con 16 esperti europei - 1 corso di formazione in Italia che ha coinvolto 70 fra dirigenti e tecnici territoriali e nazionali Uisp - 1 convegno di presentazione finale a Bruxelles alla presenza di 4 parlamentari europei e vari esponenti della commissione europea - 1 evento in Austria che ha coinvolto 200 persone - 1 presentazione a Parigi che ha coinvolto 100 persone - 4 presentazioni della Carta che hanno coinvolto 500 persone - 1 presentazione ai Mondiali Antirazzisti del 2011 - finanziamento totale: 262.204,49 euro Partner del progetto VIDC (Austria); LICRA (Francia); ISCA (Danimarca); Università di Copenhagen (Danimarca) www.olympiaproject.org Football for Equality I – 2009-2011 Il progetto di cui la Uisp è partner è finanziato dall’Unione Europea (DG Giustizia). L’obiettivo principale del progetto è stato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, i media e il mondo del calcio rispetto al problema dell’omofobia nel mondo dello sport e proporre azioni per contrastare queste forme di discriminazione. Inoltre, obiettivo secondario è stato quello di supportare le reti sportive di gay e lesbiche. Attraverso il calcio è possibile raggiungere i giovani di diverse parti di Europa e farli riflettere sull’importanza dell’agenda europea sui diritti fondamentali e di cittadinanza, in particolare attraverso l’Action Week e i Mondiali Antirazzisti. Numeri - Organizzazione dei Mondiali Antirazzisti - finanziamento alla Uisp: 34.230 euro Partner del progetto Progetto Ultrà – Uisp Emilia Romagna; EGLSF (Olanda); FURD (Inghilterra); Ludia Proti Rasizmu (Rep. Slovacca); LICRA (Francia). Info: http://www.footballforequality.org/ Foto di: Antonio Marcello Football for Development – 2009-2011 Football for Development è un progetto finanziato dall’Unione Europea (EuropeAid) di cui la Uisp è partner insieme ad altre organizzazioni attive nell’ambito di progetti che legano lo sport alle tematiche dello sviluppo e della cooperazione. Il progetto si è proposto di usare la popolarità del calcio come strumento per promuovere la consapevolezza, la partecipazione e il supporto allo sviluppo sostenibile, rivolgendosi in particolar modo ai giovani, alle autorità sportive, alle ONG e ai mezzi di comunicazione, sportivi e non. Le principali attività previste dal progetto sono state eventi pubblici, formazione all’interno delle scuole, giornate di sensibilizzazione negli stadi, tornei regionali di calcio, programmi di scambio Europa/Africa per i giornalisti. 45 46 postcards from europe Numeri - 1.000 studenti coinvolti nei workshop - 350 giovani coinvolti nel torneo MYSA - 650 studenti coinvolti nei tornei in giro per l’Europa - 1 workshop per operatori a livello europeo - 1 workshop per operatori in Italia - 1 workshop per giornalisti in Italia - 1 workshop per giornalisti in Austria - 5 giornate d’azione organizzate negli stadi - 15.000 persone coinvolte nella African Fan Zone in Austria - 1 conferenza internazionale su calcio e sviluppo - 1 seminario internazionale per ong - finanziamento: 42.465,00 Euro Partner del progetto VIDC (Austria); Inex (Rep. Ceca); Mahatma Gandhi for Human Right Organisation (Ungheria); Lisped (Rep. Dem. Congo); Mathare Youth Sport Association (Kenya), Search and Groom (Nigeria); SOS Children’s Villages (Ghana); SAFPU (Sud Africa); Name*it, Comitati Territoriali Uisp di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Benevento, Cecina, Firenze, Roma, Varese, Genova, Pesaro, Lega Calcio Uisp, Peace Games Uisp Info: www.footballfordevelopment.org EuroVolNet: A network for developing voluntary competence in sport organisations –2011-2012 EuroVolNet è un progetto transnazionale che favorisce lo scambio di buone pratiche in materia di aspetti giuridici, organizzativi e di finanziamento connessi ad di attività di volontariato nello sport a livello europeo. La raccolta e la documentazione di esempi innovativi di impegno, di gestione di gestione per il volontariato attraverso le attività del progetto ha fornito contenuti che attualmente costituiscono la base di conoscenze di tutorial online disponibili sulle pagine dedicate all’iniziativa. Il progetto è stato coordinato dall’ISCA e finanziato dall’Unione Europea (azioni preparatorie per lo sport), la Uisp ha partecipato come partner. Numeri - 3 seminari internazionali - 1 workshop internazionale - 1 conferenza finale - 15 partner coinvolti Partner Sport et Citoyennete (Francia); NIF (Norvegia); University of Kent (UK); Community Games (Irlanda); DTB (Germania); JOUD (Estonia); SOKOL (Rep. Ceca); UFOLEP (Francia); SALSC (Scozia); DGI (Danimarca); CASPV (Rep. Ceca); LTSA (Lettonia); NSA (Olanda); SUS (Slovenia); ISCA (Danimarca) Info: http://www.eurovolnet.info/ 47 Foto di: Novella Oliana UISP[abroad] «È stata una bella cavalcata. Volete sapere la forza della nostra attività internazionale in questi anni? Non abbiamo aspettato che avvenissero tragedie nel mondo per muoverci, non ci siamo accodati alle carovane di aiuti, non abbiamo seguito le mode, non abbiamo cercato di ingraziarci i poteri che regolano e finanziano i flussi della cooperazione internazionale. Abbiamo fatto gli sfrontati: abbiamo fatto noi l’agenda. Abbiamo animato i social forum mondiali quando non c’erano più i media a seguirli e in gioco c’era la crescita della società civile in paesi in cui il nostro paese aveva relazioni solo con i governanti corrotti. Abbiamo scelto l’Africa e proposto lo sportpertutti come possibilità di crescita umana e sociale delle persone, delle Comunità, in Senegal, nel povero Mali che oggi è percorso da una brutta guerra che rischia di ucciderne lo spirito aperto e tollerante. Abbiamo rimesso al centro del discorso della solidarietà i profughi palestinesi, e giocato con i loro bimbi e bimbe, fin dentro i campi del Libano, dove grazie a noi si è potuto correre, senza allarmare le guardie armate. Siamo arrivati prima, con Vivicittà in Romania prima che il razzismo anti rom deflagrasse, in Brasile a sostenere gli sforzi terribili dei governi di Lula per far uscire dalla miseria i bambini delle favelas. In Europa, dove le azioni preparatorie della Unione Europea in vista di un programma di lungo periodo sullo sport sono state scandite dai nostri progetti, per l’inclusione dei migranti nello e con lo sport, per le pari opportunità di genere nello sport. Abbiamo imposto una visione: lo sport come ricerca e possibilità di un maggior benessere, di una maggior socialità fra le persone. Tutte le persone. Cento milioni di cittadini europei in più, abbiamo detto, entro il 2020, nello sport. Perché la civiltà di un continente si vede anche da qui. Da come si gioca insieme, da come ci si mette in gioco, dal gioco delle parole e dei corpi che si incontrano. Internazionale. Senza confini. Per imparare, capire, le mosse, dunque le ragioni dell’altro, e scambiare saperi, aiutare ed aiutarsi. Questa è la Uisp. Una cosa tanto bella che non può avere altro che il mondo, come patria, e chi ci ama lo sa, e viene con noi». (Filippo – Presidente Uisp) 48 postcards from europe SANTE: Sport action network of Europe – 2010-2011 Sulla scia del progetto PATHE, questa iniziativa finanziata dall’Unione Europea (Unità Sport) ha coinvolto 17 partner stranieri, tra cui la Uisp, in rappresentanza di associazioni sportive, università ed istituzioni. Tutte queste realtà hanno utilizzato le loro specifiche esperienze e lo scambio di buone pratiche per promuovere il cambiamento e il miglioramento delle salute Europea. Sante ha avuto come obiettivo quello di promuovere e valorizzare l’attività sportiva e livello intergenerazionale attraverso azioni concrete quali: seminari tematici, scambi di studi ed esperienze con esperti del settore e l’evento MOVE 2010, il congresso europeo dello sport per tutti. Numeri - 1 handbook di raccolta di buone pratiche a livello europeo - 1 confernza finale - 1 seminario all’Università di Cassino - 1 seminario sull’attività motoria della terza età - 1 incontro dei leader Isca Europe Partner ISCA (Danimarca); DGI (Danimarca); DTB (Germania); FIAF (Italia); FEPI (UK); LTSA (Lettonia); LKSKS (Lituania); NSA (olanda); SALSC (Scozia); COS (Rep. Ceca); SUS (Slovenia); UBAE (Spagna); Università di Cassino (Italia); INATEL (Portogallo). Foto di: Antonio Amendola Info: http://www.mysante.info/ Una gita in Italia «Il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevole su se stessi» Marguerite Yourcenar. Memorie di Adriano Aspettando i Mondiali al Sud - 2012 Realizzazione grafica e illustrazione: Mario Breda Il progetto finanziato dal Fondo Sociale gestito dall’UNAR ha avuto come scopo principale quello di sfruttare l’esperienza maturata dai Mondiali Antirazzisti come veicolo di promozione di una nuova cultura dello sport inclusiva, aperta al confronto, in grado di far dialogare soggetti differenti. Sono stati organizzati nelle 4 regioni obiettivo (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) una serie di appuntamenti sportivi e giornate di sensibilizzazione rivolte alla popolazione. Inoltre, una selezione di ragazzi stranieri di ogni città coinvolta ha avuto la possibilità di partecipare ai Mondiali Antirazzisti di luglio con una propria squadra. I numeri - 6 eventi sportivi di calcio e cricket - 4 eventi di sensibilizzazione - 2.000 ragazzi e ragazze di diverse comunità di migranti coinvolti - finanziamento totale 39.000 Euro Partner Uisp Campania, Uisp Puglia, Uisp Palermo, Piazza Vittorio Cricket Club, Mediterraneo Antirazzista, BFC Lecce, Palestra Popolare Cosenza. 49 50 una gita in italia Lo sport garantisce già il diritto di cittadinanza «Una follia negare la cittadinanza ai figli d’immigrati fin dalla nascita». Così il capo dello Stato Giorgio Napolitano ieri al Quirinale, durante l’incontro con le chiese evangeliche. E mentre il mondo della politica si confronta e si divide, il mondo dello sport plaude. Perché lo sport come diritto di cittadinanza è un principio da tempo garantito. Dalla Uisp in primis. Il commento di Chiara Stinghi, responsabile nazionale del Settore integrazione e multiculturalità Uisp: «Ai nostri soci non abbiamo mai chiesto la cittadinanza italiana. La cittadinanza è una di quelle voci del tutto assente nella griglia che un nostro socio deve compilare per tesserarsi. Siamo contenti che la massima autorità dello Stato si sia dichiarato a favore di un cambio di visione. È un segnale importante non solo dal punto di vista culturale ma anche legislativo. Rispetto al contesto in cui viviamo, quella sulla cittadinanza è una legge basata su un modello di società ormai vecchio. Altri Paesi hanno iniziato ad interrogarsi prima. I modelli anglosassoni e americani ad esempio, hanno basato il diritto di cittadinanza proprio sul principio del suolo. Non possiamo che condividere, quindi, quanto detto da Napolitano. Per noi della Uisp, non cambierebbe assolutamente nulla. Potrebbe però cambiare qualcosa per la maggior parte delle federazioni che, invece, hanno delle norme diverse, distinte, per gli italiani e i non italiani». Un esempio che testimonia l’impegno della Uisp nel garantire il diritto di cittadinanza agli stranieri attraverso la pratica sportiva è Diritti in campo, il nuovo progetto nazionale contro le discriminazioni che ha l’obiettivo di mettere in fuorigioco i problemi economici e le barriere linguistiche e culturali che limitano l’accesso dei migranti allo sport. Il fischio d’inizio è già stato dato. E i progetti esecutivi dei comitati coinvolti in tutta Italia, raccolti. «Abbiamo deciso di puntare sulle seconde generazioni – annuncia Chiara Stinghi – perché crediamo abbiano un valore strategico per la valorizzazione di entrambe le culture, quella d’origine e quella italiana». Abbiamo coinvolto nella discussione anche Mauro Valeri, sociologo autore del libro Black italians (Palombi Editori, 2006): «Il dato importante è che ci sia stata una presa di posizione da parte del Presidente – afferma Valeri – su un tema molto delicato anche per lo sport, perché in Italia c’è al momento un’anomalia rispetto agli altri paesi europei. In Europa chi nasce sul territorio acquisisce la cittadinanza automaticamente, da noi l’acquisizione funziona in base all’ascendenza, bisogna avere almeno un genitore italiano, o un nonno per gli oriundi. Tutte le volte che le federazioni internazionali varano un regolamento prevedendo quote limitative per gli stranieri, si traduce in Italia in politiche discriminatorie verso i ragazzi nati qui ma non cittadini. Si tratta di una vera discriminazione istituzionale, voluta dalle federazioni che applicano le regole in maniera poco razionale, applicando norme internazionali che hanno del concetto di straniero un’interpretazione diversa. Questo stato di cose crea due mondi - continua il sociologo - quello del dilettantismo e delle associazioni come la Uisp, che permettono a tutti di giocare senza distinzione, vivono anzi in maniera piena lo sport come integrazione. Invece l’atro mondo è quello del professionismo, dove le limitazioni impediscono ai figli di migranti di fare carriera sportiva, se non in casi molto rari. Ne abbiamo un esempio sfogliando gli almanacchi del calcio delle serie A e B, dove troviamo pochissimi figli di migranti, mentre ce ne sarebbero molti nel settore giovanile: dopo una certa età scattano delle forme di discriminazione per cui si restringe per loro la possibilità di fare attività professionale. C’è un mondo molto chiuso che risponde a logiche politiche ed economiche, che vuole limitare la concorrenza, ad esempio legato al sistema dei procuratori. In tempi di Olimpiadi – conclude Mauro Valeri – riemerge il tema dei talenti nati in Italia che non riescono ad avere la cittadinanza, diventando quindi un problema dell’Italia sportiva. In Italia ci sono circa 600/700mila bambini figli di immigrati che, grazie alla riforma Gelmini, sono iscritti come italiani alle scuole, lasciando lo sport indietro rispetto alla società reale. In questo modo si perde il ruolo di stimolo al cambiamento che era proprio dello sport». (L. B.) (pubblicato sul sito UISP il 23/11/2011) UISP[abroad] 51 Diritti in campo – 2011-2012 Il progetto, basato sull’integrazione sociale attraverso lo sport come strumento di promozione di processi d’inserimento delle comunità migranti, ha coinvolto attivamente cittadini di prima e seconda generazione attraverso attività sportive, corsi di formazione per dirigenti sportivi e arbitri con competenze multiculturali sulla costituzione e gestione di società ed eventi sportivi. Il progetto è stato cofinanziato al Ministero delle Politiche Sociali 383 I numeri - 1175 destinatari coinvolti di età compresa tra i 15 e i 35 anni - 100 dirigenti sportivi e tecnici - 9 discipline sportive proposte: cricket, calcio, streetsoccer, parkour, pallamano, palla strada, atletica, gruppi di cammino, danza - 8 società sportive costituite con una componente predominante di migranti - finanziamento totale € 220.000 Partner Comitati Uisp Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Palermo, scuole secondarie di 2° grado, cooperative locali Info: http://legge383.uisp.it/progetti/dirittincampo/index.php?sezione=18 Collaborazioni all’interno di altri settori Uisp • dipartimento attività • settore progettazione • FEI: Formazione, Educazione e Innovazione • Settore Ambiente • Settore Comunicazione • Area di Cittadinanza • Leghe: Atletica, Nuoto, Sub, Vela, Calcio, Le Ginnastiche, Pallavolo, Ciclismo, Pattinaggio, ADO, Area Giochi, Indysciplinati • Numerosi comitati regionali e provinciali Foto di: Vincenzo Dell’Aversano Progetti in attesa di risposta • Lo sport in rete!: Gioventù in Azione (partner di Libertas) • Fondo Europeo per i Rifugiati: con ARCI capofila • Fondo Europei per gli Immigrati: capofila Uisp Roma e Uisp Torino 52 Popoli e culture «La pluralità umana, condizione fondamentale sia del discorso sia dell’azione, ha il duplice carattere dell’eguaglianza e della distinzione. Se gli uomini non fossero uguali, non potrebbero né comprendersi fra loro, né comprendere i propri predecessori, né fare progetti per il futuro e prevedere le necessità dei loro successori. Se gli uomini non fossero diversi, e ogni essere umano distinto da ogni altro che è, fu o mai sarà, non avrebbero bisogno né del discorso né dell’azione per comprendersi a vicenda. Sarebbero soltanto sufficienti segni e suoni per comunicare desideri e necessità immediati e identici». Hannah Arendt. Vita Activa La Uisp propone il concetto di intercultura partendo dai processi educativi e di cittadinanza e ha individuato lo sport come uno dei primi e prioritari contesti per realizzare una reale integrazione. Il valore dello sport in tema di integrazione è confermato dal Libro Bianco sullo sport della Commissione Europea (Com 2007/391). «Tutti i componenti della società dovrebbero avere accesso allo sport: occorre pertanto tener conto delle esigenze specifiche e della situazione dei gruppi meno rappresentati, nonché del ruolo particolare che lo sport può avere per i giovani, le persone con disabilità e quanti provengono da contesti sfavoriti. Lo sport può anche facilitare l’integrazione nella società dei migranti e delle persone d’origine straniera, e sostenere il dialogo interculturale». Le sfide dell’integrazione richiedono competenze diverse, che riguardano una pluralità di attori (istituzioni, enti locali, terzo settore, media, etc) e avviano un processo di cambiamento dell’intera comunità pertanto sono fondamentali le reti territoriali, i rapporti con la comunità non organizzata e le istituzioni. La Uisp attraverso la metodologia dello sportpertutti si sperimenta attraverso molteplici risposte di attività e con la sua presenza in reti e organismi del territorio. La qualificazione in senso multiculturale delle nostre attività ad alta percentuale di persone di diverse origini tiene conto degli elementi di eterogeneità della popolazione, che comprende sia le persone neo-arrivate (che spesso non padroneggiano l’italiano) sia le seconde e terze generazioni nate e cresciute in Italia (normalmente italofoni con un senso di appartenenza molto forte al nostro Paese), assieme anche alle cause della migrazione (richiedenti asilo/rifugiati politici, ricongiungimenti). Le attività della Uisp sul tema dell’integrazione, ai vari livelli (nazionale, regionali, territoriali) sono molte e aumentano ogni anno. I partecipanti ai progetti pervenuti sono oltre 42.000 (rilevamento attività Uisp 2011): le iniziative che hanno il maggior numero di partecipanti sono le ormai consolidate iniziative nazionali dei Mondiali Antirazzisti e l’Action Week. Le comunità straniere con le quali facciamo attività sono numerose, quasi trenta comunità diverse e tra i beneficiari delle progettualità sono presenti anche target specifici come minori non accompagnati, minori e adulti con problemi di giustizia, richiedenti asilo, rifugiati, persone senza fissa dimora. Le attività sono molteplici: da singoli eventi a progettualità strutturate continuative di accoglienza, da progetti educativi nelle scuole a iniziative in centri di accoglienza o strutture di diverso tipo, da iniziative di sport di strada a tornei disciplinari organizzati e molto altro. Foto di: Antonio Amendola UISP[abroad] Registro delle associazioni e degli enti che svolgono attività a favore degli immigrati La Uisp è iscritta dal 2008 alla Prima Sezione del Registro delle associazioni e degli enti che operano a favore degli immigrati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione Divisione IV. Le associazioni iscritte al registro possono partecipare alle misure di integrazione sociale promosse dal Ministero. http://www.integrazionemigranti.gov.it/ UNAR – Ufficio Antidiscriminazioni Razziali La Uisp dal 2010 è iscritta presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità – al Registro delle associazioni e degli enti che svolgono attività nel campo della lotta alle discriminazioni. Tale Registro consente di realizzare un continuo raccordo operativo tra l’UNAR e le associazioni e gli enti iscritti per avere sempre chiaro il quadro di chi opera concretamente sul campo, al fine di espletare attività di prevenzione, promozione e rimozione di qualsiasi forma di discriminazione. http://www.unar.it/ Seminari nazionali e internazionali Seminari con la FIGC (serie A, B, Lega Pro) Sono stati organizzati nel 2011 e 2012 una serie di appuntamenti in collaborazione con la FIGC sui temi dell’antirazzismo e la lotta alla discriminazione e dei seminari di formazioni per le società di calcio e iniziative collaterali. Abbiamo, inoltre collaborato all’organizzazione di attività antirazziste con alcune società di serie A come il Genoa Calcio. Convegno Comune di Arezzo su cittadinanza sportiva (con Anci e Consiglio d’Europa) La Uisp ha stretto recentemente rapporti e relazioni con la rete delle Città per il Dialogo Intercultuale – sostenuta dall’Anci e dal Consiglio d’Europa. Capofila della rete è il comune di Reggio Emilia, lo stesso che, attraverso il suo sindaco, esprime la leadership nell’Anci. Questi rapporti hanno portato a una fitta collaborazione e consulenza nella costruzione di un convegno sui temi della cittadinanza sportiva e sulle opportunità e gli ostacoli per una piena cittadinanza che si è svolto ad Arezzo il 17 dicembre 2012. Le riflessioni emerse durante quella giornata hanno consentito all’Anci di comprendere maggiormente la rilevanza e l’importanza del fenomeno e la necessità di pianificare azioni per risolvere alcune forme di discriminazione istituzionale. Una di queste prime azioni è stata la firma, nel gennaio 2013, di un protocollo d’intesa con il Coni per l’integrazione dei minori stranieri attraverso lo sport. Gioco Anch’io La Campagna “Gioco Anch’io” parte da varie associazioni di sport di base, fra cui molte palestre popolari legate alla Uisp, e prende le mosse dalla campagna nazionale “L’Italia sono anch’io”, che promuove il diritto di cittadinanza per gli immigrati “di seconda generazione”, ovvero i ragazzi nati in Italia da genitori stranieri. Gioco anch’io si occupa di cittadinanza in questo caso sportiva e si propone di estendere il diritto di giocare a tutta la popolazione migrante, rifugiati inclusi. È un tentativo, una scommessa, per mettere insieme esperienze eterogenee, dalle palestre popolari alle polisportive, per evidenziare le norme discriminatorie nei confronti delle persone migranti, soprattutto di seconda generazione, esistenti anche nel mondo sportivo. Le regole esistenti sono nate anche con alcune buone intenzioni, ad esempio per evitare la tratta degli atleti dai paesi più poveri verso l’Europa, ma ora queste regole, come dice Gallob della Polisportiva San Precario di Padova «sono diventate solo un meccanismo inibitorio nella pratica sportiva di centinaia di migliaia di persone, sia dei più giovani che degli adulti». 53 54 popoli e culture Siamo palestre, polisportive, semplici amatori, atleti, associazioni: quello che ci unisce è la pratica dello sport come esperienza che offre possibilità di integrazione ed affermazione di diritti, da vivere come bene comune. In questi anni a partire dalle nostre esperienze differenti per luogo, forma e storia, abbiamo visto come lo sport possa diventare veicolo di relazioni, occasione di incontro e scambio, in molti quartieri e territori, anche difficili. La pratica sportiva è una grande occasione per dare senso e valore all’aggregazione sociale, all’integrazione di chi troppo spesso perché straniero o diverso viene escluso. Praticare sport è un diritto e come tale deve essere riconosciuto ai migranti, senza pre-condizioni, perché tutti possano esercitare pienamente i diritti di cittadinanza in questa società. Cinque milioni di cittadini stranieri regolari, un numero indefinito di persone presenti senza un regolare titolo, innumerevoli storie, progetti di vita, ambizioni sono il segno di una società mutata. Nonostante questo, ancora, in questo paese una miriade di leggi, regolamenti, requisiti, si trasformano in barriere, propongono esclusione, producono discriminazione, consegnando ai nostri occhi una società incapace di raccogliere ed affrontare le sfide del presente. Basti pensare alla normativa sulla cittadinanza, che ancora esclude i nati in Italia costringendoli a vivere da “stranieri” nel paese in cui sono nati. Anche dal mondo dello sport noi vogliamo contribuire alla conquista per tutti di una cittadinanza piena e completa. La situazione attuale vede la stessa legislazione sportiva, peraltro differente federazione per federazione, configurata in maniera tale da contenere diverse barriere e restrizioni per chi è straniero; esistono infatti limitazioni legali e amministrative per la partecipazione dei non italiani nell’attività sportiva sia a livel- lo professionistico che dilettantistico. Un caso emblematico è quello del mondo del calcio, in particolare dilettantistico, dove chi ha voglia di giocare trova mille ostacoli, dovendo presentare una copiosa documentazione come ad esempio la residenza pregressa di un anno, il permesso di soggiorno che deve valere fino al termine della stagione, senza contare il limite di tesseramento nelle squadre per chi ha già giocato nel paese d’origine. Noi crediamo fermamente nel diritto universale di accesso allo sport (per altro sancito a livello europeo dal trattato di Lisbona e a livello internazionale dalla Convenzione dei diritti dell’uomo e del fanciullo) come piena possibilità di realizzazione della persona, basata sulla socializzazione, l’auto-affermazione, il benessere fisico e psichico, la partecipazione e la cultura. Questi sono elementi indispensabili per la promozione e l’emancipazione dell’individuo all’interno dei gruppi e delle comunità entro cui si trova, che dovrebbero essere universalmente garantiti alla persona, indipendentemente dalla sua appartenenza o colore della pelle. Dare cittadinanza ai migranti ed ai loro figli nello sport è per noi una battaglia di civiltà oramai indispensabile in questo paese. Ci sembra importante che vengano eliminati dai regolamenti sportivi nazionali le norme che ostacolano la partecipazione di migranti e di persone con background migratorio. Per questo chiediamo al Coni e alle Federazioni sportive le revisioni dei regolamenti al fine di consentire il diritto allo sport a tutti, nessuno escluso! In particolare per il calcio agonistico chiediamo che tutti gli stranieri siano equiparati, secondo la normativa antidiscriminatoria, ai giovani italiani e non debbano subire iter burocratici pesanti e trattamenti diversi dai loro coetanei. «Lo stupore di trovarsi d’accordo… sul fatto che in fondo includere è così semplice. Quante scuse per dimostrare che è impossibile, prima costa troppo, poi non sarebbe capito, poi... Le ricette sono uguali ovunque, lì a portata di mano». (Simona – Fondazione Schole Futuro) UISP[abroad] Action Week Ogni anno nel mese di ottobre la rete FARE promuove la Settimana di Azione contro il Razzismo (Action Week). L’Action Week si avvale della collaborazione della Uefa. Ed infatti alcuni grandi eventi del calcio europeo – come la Champions League – sono affiancati da campagne di sensibilizzazione, dirette agli sportivi e agli spettatori. Ma centrale è l’impegno dei gruppi di base – tifoserie organizzate, associazioni di volontariato, gruppi di migranti – protagonisti di centinaia di eventi sportivi e culturali in tutta Europa, che nel 2012 hanno organizzato circa 300 attività in 40 paesi. In Italia la Uisp ha coordinato come ogni anno le attività che nel 2012 sono state 35 su tutto il territorio nazionale I numeri - 35 attività organizzate - oltre 5.000 persone - coinvolte 100 fra associazioni sportive, comunità di migranti ed enti locali - finanziamento: 8.350 Euro (contributo FARE e progetto Football for Equality II) Partner: Uisp Varese, S.S. Virtus Monopoli, A.S.D. NONE FC, ASD Oasi San Feliciana, RFC Lions Ska Football Club Caserta, Esquilino Football Club, La resistente Genova, Liberi Nantes ASD, Associazione onlus Gli Amici di Pablo, Hic Sunt Leones Football Antirazzista Bologna, Ancona Social Club, U.C. Sampdoria Rude Boys & Girls 1987, Acli Marche, Coop. Soc. Famiglia Ottolini, Lokomitv Zapata, Spartak Lecce, Pol. Assata Shakur Ancona 2001, a.s.d. “La Tana del Folletto” Uisp, U.S. ACLI Ascoli Piceno, Associazione Sportiva Mustakì, “Dare to be different”, A.s.d Balon Mundial Onlus, Gioventù in Fiore, ASD Socrates, ASD San Precario, MyROMA, GAV Genova, Uisp Roma Info: http://www.farenet.org/default.asp?intPageID=107 Manifesto Gioco anch’io 55 56 popoli e culture Aspettando i Mondiali Molti comitati territoriali, associazioni legate alla Uisp, comunità di migranti durante l’anno organizzano delle iniziative che si ispirano allo spirito dei Mondiali Antirazzisti. Per dare visibilità a tutte queste iniziative nel 2012 è stata creata la campagna “Aspettando i Mondiali” che ha riunito sotto un unico slogan tutte le diverse iniziative antirazziste, che nell’arco di 5 mesi hanno dato vita ad un ricco calendario di attività. Il sito appositamente creato insieme al coordinato grafico creato appositamente ha fatto da filo conduttore principale. I numeri - 65 iniziative - 24 città coinvolte - 30 comitati territoriali e regionali coinvolti Foto di: Vincenzo Dell’Aversano Info: http://aspettandoimondiali.mondialiantirazzisti.org/ UISP[abroad] Mondiali Antirazzisti I Mondiali Antirazzisti nascono nel 1997 con l’intento di dimostrare che la paura del diverso si può eliminare tramite la conoscenza, magari utilizzando il calcio e la sua straordinaria capacità di comunicazione non verbale. Nel corso degli anni la manifestazione è diventata una vera e propria festa multiculturale che cerca di portare avanti ulteriori azioni di sensibilizzazione anche su temi come la lotta contro il sessismo e l’omofobia. Tutto ciò utilizzando un approccio giocoso e provocatorio, con workshop creativi, giochi di ruolo e dibattiti che accompagnano i momenti di sport, di musica e di gastronomia. La manifestazione ha da sempre voluto creare rapporti intensi con il territorio che la ospita, sul quale nel corso dell’anno si svolgono progetti che coinvolgono la popolazione in diverse occasioni: dai dibattiti nelle scuole a quelli pubblici, dall’interazione con gli organi di informazione comunali alle riunioni e alla collaborazione con le comunità di migranti. I numeri - 30 paesi partecipanti - 70 nazionalità rappresentate - 204 squadre di calcio - 32 squadre di basket - 16 squadre di pallavolo - 12 squadre di cricket - 6 squadre di rugby - 6 squadre di softball - 5 giorni di attività - 8.000 partecipanti ai tornei - 30.000 partecipanti alla manifestazione - 16 anni di storia Partner Rete Fare, Regione Emilia-Romagna, La città degli Alberi, Fondazione Matteo Bagnaresi, Shoot4Change, D.E-R, Scomunicati, Provincia di Modena, Comune di Castelfranco Emilia, FIGC Donors Rete FARE, FIGC, Alce Nero, Gruppo Hera, Unar Info: www.mondialiantirazzisti.org 57 Foto di: Novella Oliana Foto di: Antonio Marcello Foto di: Antonio Marcello Foto di: Antonio Amendola 58 popoli e culture 4-7 luglio 2013 Castelfranco Emilia Foto di: archivio Mondiali Antirazzisti UISP[abroad] 59 60 popoli e culture Foto di: Antonio Marcello «Come ogni anno partecipare ai Mondiali Antirazzisti è sempre un’emozione: forte, intensa, che ti pervade appena oltrepassi l’entrata dell’area organizzata. Un insieme di colori, sapori e profumi che s’intrecciano spontaneamente tra loro e ti avvolgono come il calore di un abbraccio. Non è facile descrivere la spontaneità e la forza dello stare bene insieme, bisogna viverla la bellezza di questa manifestazione, ricca d’incontri, valori e significati, dove culture e lingue diverse si mescolano reciprocamente tra loro e si arricchiscono vicendevolmente. I Mondiali Antirazzisti non sono solo sport, ma anche cultura, aggregazione, divertimento e partecipazione: dibattiti, concerti, workshop, tornei di cricket, basket e pallavolo, corsi di yoga, pilates, thai-chi, giocoleria e tanto altro ancora accompagnano il torneo di calcio che chiama squadre da tutto il mondo. Duecentoquattro in tutto, che si sono incontrate sui campi da gioco, dimostrando lealtà, spirito di fair play e sana competizione. Si gioca senza arbitro ai Mondiali, perché ciò che conta è la voglia e la capacità di dialogare e sapersi confrontare anche sul campo. Non esistono né nemici né avversari, ma solo uomini e donne con in comune la passione per il calcio, linguaggio universale condiviso. I giocatori si autogestiscono, trovando insieme la soluzione agli eventuali dissapori che possono crearsi durante la partita. Come ci ricorda, infatti, Amine, capitano e difensore fascia sinistra della squadra “Curva Pazza” della Uisp di Varese – “l’importante non è vincere ma essere qui. Si respira un’aria diversa ai Mondiali – prosegue Amine – ricca di aggregazione e di voglia di stare insieme, evento raro, purtroppo, in una società come la nostra, attraversata più spesso da ventate di tensione e scontri costanti”. “Chi l’avrebbe detto che essere qui sarebbe stato così bello” – dichiara Abdul, difensore di fascia destra di “Curva Pazza” – anche l’anno prossimo non mancheremo!” Eh sì, i Mondiali Antirazzisti sono proprio questi, visti con gli occhi di chi ci partecipa da anni e vorrebbe durassero 365 giorni l’anno. Una cosa è certa, però: ciò che abbiamo conosciuto e imparato in questi cinque giorni, ci farà compagnia per tutto l’anno, in attesa dei prossimi Mondiali. Vogliamo che tutti i colori del mondo possano avere la propria cittadinanza e ai Mondiali questo è possibile!». (Alessandra – Uisp Varese) Foto di: Antonio Marcello Per tenersi aggiornati Carta Europea dei diritti delle donne nello sport Documento prodotto all’interno del progetto Olympia. Lingue: italiano, inglese, francese e tedesco Mappatura sull’uguaglianza di genere negli sport europei Documento prodotto all’interno del progetto Olympia. Lingue: italiano, inglese L’inclusione sociale attraverso lo sport Guida metodologica prodotta all’interno del progetto Mimosa. Lingue: italiano, inglese, spagnolo, tedesco, rumeno Ricerca e codice etico Materiale prodotto all’interno del progetto Mimosa. Lingue: italiano, inglese, spagno, tedesco e rumeno Bamako-Dakar. Il silenzioso tour della solidarietà il libro fotografico che racconta la prima edizione della Bamako-Dakar, svoltosi a febbraio 2010. Curato da Marco Pastonesi, giornalista de La Gazzetta dello Sport, raccoglie le foto del freelance internazionale, Mjrka Boensch Bees Il calcio per lo sviluppo Manuale operativo per insegnanti prodotto dal progetto Football for Development. Lingue: italiano, inglese, tedesco, ceco, ungherese Good practice guide on development initiatives through football Guida alle buone pratiche del progetto Football for Development. Lingua: inglese Inclusion of migrants in and throughout sport Guida alle buone pratiche prodotta dal progetto Spin. Lingua: italiano e inglese Lontani da dove? Kit didattico di educazione alla mondialità per le scuole. Lingua: italiano Rawda – Gemellaggio asilo Al Zuhur, Shu’fat camp Gerusalemme e Società Ginnastica Triestina, Trieste Giochi tradizionali, ricette e immagini dal progetto Rawda. Lingue: italiano, arabo Giochi di società all’aperto e in casa Programmi ricreativi per giovani. Lingue: italiano, arabo Le ong fanno la pace? Opuscolo realizzato all’interno del progetto “Non c’è pace senza cooperazione”. Lingua: italiano Non c’è pace senza cooperazione Kit didattico per insegnanti prodotto dal progetto “Non c’è pace senza cooperazione”. Lingua: italiano I volunteer! I make a difference! Opuscolo prodotto all’interno del progetto “EuroVolNet”. Lingua: inglese Sport di un altro mondo Opuscolo sulle regole del cricket prodotto dal progetto “Contro il razzismo facciamo squadra”. Lingue: italiano, inglese To play for peace Opuscolo di giochi di tavoliere dal mondo prodotto dal progetto “Contro il razzismo facciamo squadra”. Lingue: italiano Due calci al razzismo Manuale multilingue per l’arbitro antirazzista, progetto “Contro il razzismo facciamo squadra” Lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo 61 62 Per tenersi aggiornati Mostre Durante questi anni sono state organizzate diverse mostre fotografiche che sono state esposte durante alcuni eventi Uisp e non solo • Vivicittà in Congo: foto e testi dell’esperienza del Vivicittà del 2008 in Congo. Esposta ai Mondiali Antirazzisti del 2008, al Social Forum di Belem nel 2009 (http://www.s4c.it/photos/congo/) • Mostra Shoot4Changes con alcuni pannelli dedicati alle attività internazionali Uisp e ai Mondiali Antirazzisti, esposta a Palazzo Valenti a Roma nel 2011 e alla mostra internazionale di fotografia a Reggio Emilia nel 2012 • Esposizione di foto del Senegal: foto sull’esperienza del progetto a Foundiougne, esposta ai Mondiali Antirazzisti del 2011, al Social Forum di Dakar 2011 • Esposizione di una riproduzione di una tipica piroga senegalese al Museo del mare di Genova nel 2011 e al museo di Cesenatico nel 2012 • Mostra fotografica sul Sahara: foto che raccontano alcuni momenti dei progetti sul territorio e immagini che raccontano la realtà dei campi. Esposte negli eventi di sensibilizzazione in Emilia-Romagna. • Chiapas: immagini tratte dall’esperienza delle persone coinvolte nelle diverse attività, esposte nelle scuole e negli spazi pubblici della città di Torino. • Varie mostre fotografiche sulle attività della Uisp Internazionale, esposte durante i Mondiali Antirazzisti del 2009-2010-2011 • Mostra EGLSF: mostra sulla tematica dello sport contro l’omofobia prodotta dall’EGLSF e tradotta dalla Uisp ed esposta ai Mondiali Antirazzisti del 2012 • Mostra sull’apartheid: collettaneo di foto e documenti relativi alle attività contro l’Apartheid realizzate in Italia ed esposta ai Mondiali Antirazzisti del 2010 AreaUisp e Fuori Area Rubrica fissa sulla cooperazione Agenda sport per tutti Ogni anno la redazione nazionale Uisp e Peace Games producono l’agenda sport per tutti, che unisce contenuti letterari alla descrizione delle attività Uisp e dei progetti di cooperazione. I fondi dell’agenda sono devoluti alla campagna “Una speranza per il futuro”, e negli ultimi anni hanno sostenuto i progetti di cooperazione all’estero. Il dipartimento internazionale sul Web www.uisp.it – Dipartimento internazionale (in italiano) Facebook: http://www.facebook.com/UispInternational (in inglese) www.peacegamesuisp.org (italiano e inglese) www.facebook.it/peacegamesuisp Uispress International www.uisp.it – Uispress International (in inglese) UISP[abroad] Uispress è anche international Uispress international, l’edizione in lingua inglese della nostra agenzia settimanale, questa settimana apre con la Giornata internazionale del volontariato, che ha visto l’incontro a Roma di molti rappresentanti del settore, compresi due volontari Uisp che hanno raccontato la loro esperienza sul palco dell’Auditorium della Conciliazione. L’agenzia è realizzata per arrivare ad un pubblico internaizonale, fatto di università straniere, istituzioni europee, giornalisti di testate estere, associazioni di sportpertutti presenti a livello europeo e mondiale. In questo numero anche l’intervista ai due ragazzi ghanesi che fanno parte della squadra di calcio che partecipa al campionato Uisp organizzato dal co- mitato di Enna. Si parla di Firenze, invece, in occasione del conferimento del titolo di Città europea dello sport per il 2012 per il capoluogo toscano; per il comitato Uisp di Firenze parla il presidente Mauro Dugheri. Infine, spazio all’edizione in audiolibro per il manuale di immersioni, realizzato dalla Lega attività subacquee Uisp. Uispress international nasce dalla collaborazione tra la redazione nazionale di Uispress e l’ufficio internazionale Uisp. In redazione: Francesca D’Ercole, Layla Mousa, Elisabetta Taschini, Martino Simcik. Sul sito www.uisp.it, sotto il banner Uispress, potete trovare tutti i numeri dell’agenzia. (pubblicato sul sito Uisp il 10/12/2011) 63 64 Appunti di viaggio GENNAIO 01/01 - Giornata Mondiale della Pace 16/01 - Giornata Mondiale dei Migranti 27/01 - Giornata Internazionale della Memoria (Shoa) MARZO 08/03 - Giornata Internazionale della Donna (Nazioni Unite) 21/03 - Giornata Mondiale per l’eliminazione della discriminazione razziale APRILE VIVICITTÀ 22/04 - Giornata Mondiale della Terra MAGGIO 01/05 - Giornata Mondiale del Lavoro 03/05 - Giornata Internazionale della Liberta’ di Stampa 16/05 - Giornata Mondiale contro l’omofobia GIUGNO 05/06 - Giornata Internazionale dell’ Ambiente 18/06 - Giornata Mondiale del Rifugiato 20/06 - Giornata Mondiale dei Profughi 27/06 - Giornata Internazionale per le Vittime di Torture LUGLIO MONDIALI ANTIRAZZISTI SETTEMBRE 26/09 - Giornata Internazionale della Pace OTTOBRE 13/10 - Giornata Mondiale contro la pena di morte NOVEMBRE 14/11 - Giornata Mondiale dei Diritti del Bambino 24/11 - Giornata Internazionale della memoria Transgender (vittime omossessuali) 25/11 - Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne DICEMBRE 21/12 - Giornata Mondiale dei Diritti Umani 22/12 - Giornata Internazionale dei Migranti compagni di viaggio A vario titolo, cioè chi più o chi meno (o meglio chi tanto e chi poco!) hanno collaborato a questa pubblicazione, e per questo vanno assolutamente ringraziati, i seguenti uispini (rigidamente in ordine alfabetico): Carlo Balestri, Franco Biavati, Daniele Borghi, Laura Bonasera, Santino Cannavò, Sara Ceci, Raffaella Chiodo Karpinsky, Francesco Cicoria, Daniela Conti, Francesca D’Ercole, Silvia Ferrari, Elena Fiorani, Filippo Fossati, Ivan Lisanti, Ivano Maiorella, Antonio Marcello, Vittorio Martone, Layla Mousa, Paola Palombo, Alessandra Pessina, Fabrizio Pompei, Simone Sallusti, Francesco Sellari, Rita Scalambra, Martino Simcik, Francesca Spanò, Chiara Stinghi, Elisabetta Taschini, Massimo Tossini. Inoltre, come amici della Uisp hanno collaborato anche: Antonio Amendola, Mjrka Boensch Bees, Raffaella Bolini, Eduardo Castaldo, Alessandro Conte, Vincenzo Dell’Aversano, Saska Benedic Tomat, Alessandra Fratoni, Novella Oliana, Markus Pinter, Micol Pizzolati, Ousmane Thiam, Princess, Ausilia Vistarini, Simona Zamboni. Hanno accompagnato il Dipartimento Internazionale nel suo viaggio lungo questi anni: Fabrizio de Meo, Livia Dusatti, Maria Grazia Pugliese, Giulia Stacul e anche: Francesco Aceti, Riccardo Alberghini, Alessandro Baldi, Lorenzo Bani, Michele Bellucci, Paolo Belluzzi, Andrea Bulgarelli, Irene Bruttini, Fabio Casadio, Davide Ceccaroni, Andrea Ciogli, Sara Conversi, Luca Dalvit, Elena Debetto, Elisa Di Cristofaro, Simone Ermini, Tore Farina, Gaia Fiorini, Valeria Frigerio, Massimo Gasparetto, Giorgio Gollini, Ousein Guye, Antonio Iannetta, Anne-Lise Kooreman, Annalisa Lapisti, Vincenzo Liaci, Carmen Maddaloni, Vincenzo Manco, Stefania Marchesi, Michele Marzullo, Daniele Masala, Ardelio Michielli, Paris Moni, Tatiana Olivieri, Paola Paltretti, Simone Ricciatti, Tommaso Ricci, Roberto Rinaldi, Federica Rossi, Claudia Rutka, Gabriele Tagliati, Francesco Tenti, Marco Tommasi, Andrea Vanini, Gionata Vatteroni e mille altri che ci siamo dimenticati. Una dedica speciale va a Maria Dusatti, che continua ad accompagnarci nei nostri viaggi. Grafica e DTP: Mario Breda Stampa: Grafica90 Supplemento a Sport-Il Discobolo, periodico di informazione - N. 2 - luglio-dicembre 2012 - Direttore responsabile: Ivano Maiorella - Aut. Trib. di Roma n. 18186 dell’ 11-071980 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 - DCB Roma - Sede nazionale Uisp: Largo Nino Franchellucci, 73 Roma - Tel. 06.439841 2013-2017... «Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si era visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini». Josè Saramago. Viaggio in Portogallo dove vog andare? liamo one step b eyond