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PIERO FRIGGERI - Comunità Montana di Bossolasco - Etnografia e Storia
Cossano Belbo
altitudine m. 244
Superficie: km² 20,83
Abitanti: 1145
Municipio: p. Balbo, 1 - tel, 0173/88.125
Ristorante La Lanterna: p. Calleri, 4 - tel. 0141/88.570
Ristorante Universo: v. Caduti per la Patria, 6 - tel. 0141/88.167
Ristorante Trattoria Scorrone: fr. Scorrone - tel. 0141/88.117
Trattoria della Posta: c. F. Negro, 5 - tel. 0141/88.126
Agriturismo San Bovo: regione San Bovo, 35 - tel. 0141/88.328
Agriturismo Cascina Serra: tel. 0141/88.572
Bed and Breakfast “La Rovere”: tel. 0141/88.256
Museo Enologico Toso: loc. San Bovo - tel. 0141/83.789
Prodotti locali: uva, Furmentin, Moscato, Asti spumante, pesche, foraggio, grano, mais, tartufi.
Allevamenti del bestiame: bovini; ovini (pecora della Langa)
Cenni storici: essendo state trovate delle stele funerarie, Cossano Belbo vanta origini romane, del I-II sec.
d.C. (fuori dal concentrico del paese, troviamo la stele di un ex legionario tornato a casa dopo il congedo
forse ancora nella prima età imperiale). Già inserito nel Comitato di Alba, fu dominio di Arduino il Glabro.
Nel 1141 il territorio pervenne al marchese Guglielmo di Busca, figlio del grande condottiero Bonifacio del
Vasto (costui era il nipote di Aleramo, che sposando la contessa Alice, divenne parente con i Savoia). Nel
testamento del 1125, Bonifacio del Vasto divise i possedimenti ai suoi sette figli, per cui Guglielmo, sedici
anni dopo, divenne signore di Cossano Belbo, i cui discendenti rimasero feudatari per molti anni. Nel 1229 i
marchesi di Mango (alleati del Comune di Asti) sottomettono il territorio. E’ stato dominio anche dei
marchesi del Monferrato (1335). Signore di Cossano Belbo, troviamo pure Giovanni Gaspare; nel 1670,
Cossano passò al conte Cotignola (feudatario di Mango). Ma i marchesati di Busca e del Monferrato hanno
sempre conteso tale territorio. Con la pace di Utrecht, del 1713, Vittorio Amedeo II, annette in Casa Savoia,
diversi paesi, tra cui Cossano Belbo. Dagli storici locali, appuriamo che vicino al paese, il 4 marzo 1274, si
svolse la battaglia dell’esercito astigiano e quello di Carlo d’Angiò. Gli astesi (¹) sconfitti, ebbero cento morti
e altri 800 furono fatti prigionieri. Cossano Belbo ha intitolato una piazza a Pinin Balbo, medaglia d’oro
della Resistenza.
(1) Asti, divenuta grande potenza, aveva il privilegio, concesso dall’imperatore Corrado nel 1160, di coniare moneta
astese. Ed Enrico Adami specifica che la moneta astese equivaleva «...in soldi di 12 denari, in grossi di 4 soldi, in lire di
20 soldi e fiorini di 56 soldi...». Tale moneta, comunque, era usata in tutto il Piemonte. Le altre monete allora circolanti
(i crosoni, le livre d’argento), venivano ragguagliate in moneta astese.
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Parrocchiale di San Giovanni Battista. Essendo la chiesa intitolata al Battista, in primo piano in
alto, il pittore vi ha dipinto “Ecce Agnus Dei”, il cui simbolo è riferito a San Giovanni (sotto i suoi
piedi si nota il Cristo sulla croce e in lontananza il Giordano, per spiegare ai fedeli il luogo del
battesimo di Gesù). A sinistra una santa con croce e gigli (i gigli e le rose sono i simboli di Santa
Chiara). A destra un santo soldato (non ha attributi per identificarlo, però, avendo l’armatura del
soldato, potrebbe essere S. Bovo, protettore delle campagne; nella cappella di S. Bovo, vi sono le
statue di Santa Chiara e di San Bovo, per cui possiamo identificarli vicini nella parrocchiale). A
sinistra, in basso, vediamo S. Pietro (il cui simbolo sono le chiavi; ma il pittore, per essere sicuro
che nessuno lo confondesse con qualche altro santo, ha dipinto, vicino a lui, un angelo, che gli
porge il triregno, ossia il cappello papale). A destra, inconfondibile, c’è S. Martino che taglia in
due il proprio mantello, per donarlo ad un povero.
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Parrocchiale di San Giovanni Battista. Qui (a sinistra) vediamo una suora che prega il Sacro
Cuore (ma non avendo simboli per identificarla, lascio al lettore il dilemma). E’ uno dei tre
affreschi eseguiti dal pittore Luigi Richetti. L’artista, come spiego anche più avanti, ha eseguito
l’opera con la tecnica del trompe-l’oeil, ossia, giocando sui chiari e scuri, dando l’impressione del
rilievo al personaggio. L’inginocchiatoio, che si pone tra Gesù e la santa, evidenzia tale tecnica. A
destra: altro dipinto di Richetti (lo troviamo alla destra della chiesa). Vi è rappresentata una
Madonna con Bambino e un santo frate che le porge un lenzuolo. Non vedendo simboli del santo
(quello del lenzuolo mi è nuovo), si potrebbe pensare a San Francesco (ma non ci sono le stigmate,
né altri particolari per definire con precisione che santo sia).
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Le vetrate interne della parrocchiale.
Dipinto della chiesa.
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La facciata della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, è stata progettata da Oreste Della
Piana di Alba (1939-1942). L’acustica dell’interno è sorprendente, poiché da qualunque parte si
trovino i fedeli, dall’ambone si ode nitidamente la voce del predicante. Il pittore Luigi Richetti di
Milano, nel 1962, ha eseguito tre affreschi, con vari santi, collocandoli (specialmente i due dipinti
laterali), dentro a delle nicchie (trompe-l’oeil), dando l’illusione di vedere i due santi in rilievo.
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Il campanile della parrocchiale. Lo studioso locale, G. Brandone, mi dice che il campanile è la
torre originaria del castello medievale di Cossano Belbo. Si trova a fianco del presbiterio, cui è
addossata la sacrestia. Il campanile è dotato di quattro quadranti che scandiscono le ore.
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L’interno della chiesa.
“Trittico” di portali della parrocchiale. Peccato che le lunette non siano dipinte.
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Il monumento ai Caduti.
Cartello che indica un momento storico di Cossano Belbo.
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Sopra e sotto: ciò che rimane del castello di Cossano Belbo.
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Stele romana, del I sec. d.C., che si trova
murata all’esterno di una casa privata. Ecco la
descrizione:
[Q(uintus) DIDIVS Q(uinti) F(ilius)]
[po]SVIT TITULV[m]
SIBI ET FIL[i]O SVO
C(aio) DIDIO Q(uinto) F(ilio)TRO(mentina tribu)
PR[i]MO VETERA(no),
Q(uinto) [Di]DIO C(ai) F(ilio) P(atri),
VALERIAE C(ai) F(iliae) f. PR
IMAE --- (?)
E’ l’iscrizione di un ex legionario tornato a casa dopo
il congedo forse ancora nella prima età imperiale.
Dentro la chiesa parrocchiale, sulla destra, è stata affissa una lapide commemorativa ai partigiani
che sacrificarono la loro vita per amor della patria.
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Un’altra stele, del I secolo d.C., rinvenuta a Cossano Belbo, si trova ora ad Alba, nel Museo
Civico. Ecco l’iscrizione:
PACON
IA, Q(uinti) F(ilia)
CELSA
A(nnorum) XIIX
Epitaffio di una giovane donna, deceduta all’età di anni 18, il cui nome era Paconia Celsa, di
condizione libera. Una decorazione incisa nella stele, consiste in un grande fiore a sei petali,
inscritto in un cerchio (i sei petali sono un simbolo precristiano e intendono forse raffigurare
un’immagine solare; anche il popolo celtico usava, nelle proprie sculture, il fiore a sei petali, detto
“ruota” o “rosa” celtica).
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In una casa privata, vicino alla cappella di San Carlo Borromeo, troviamo una meridiana del 1887.
Come già scritto per altri Comuni di Langa, spero che la cultura degli orologi solari non venga
dimenticata, per cui mi auguro che alla citata meridiana le venga restituito lo gnomone e i numeri
delle ore siano ridipinti. Tanto più che detto reperto è ultra centenario.
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Affresco di Francesco Bo, datato 1938, che si trova nell’omonima piazza di Cossano, proprio nella
parete che fu la casa del pittore. Francesco Bo, personaggio ricordato tuttora, è nato nel 1875 e
morto il 13 dicembre 1957, all’età di 82 anni. Soprannominato “Cichinin” è stato autore di diverse
centinaia di “quadri” naïf, soprattutto di ex-voto (nelle chiese di Cossano Belbo se ne trovano di
tutte le dimensioni). Di notevole rilievo l’affresco de “Le quattro stagioni” fatto nell’ex asilo
infantile Cresta, i cui dipinti sono “semplicemente” eccezionali. Il prof. Renato Grimaldi, in una
interessante monografia, per onorare Cichinin, descrive con dovizia di termini “Le quattro stagioni”
del pittore.
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Altro dipinto ad olio di Francesco Bo, che si trova nella sala consiliare del Comune di Cossano
Belbo. Detto pittore non si è arricchito con le sue opere; anzi, per un piatto di minestra, si offriva a
“decorare” una parete oppure a disegnare un ex-voto.
Monumento nazionale
L’abside di S. Martino, del 1200. Già abbazia dei frati benedettini, l’edificio è stato ristrutturato
diverse volte. Le finestre strombate denotano il motivo ornamentale nell’architettura romanica.
L’edificio, a pianta rettangolare, presenta ancora l’abside rivolta ad Oriente e l’entrata per i fedeli
ad Occidente. I costruttori di una volta, seguivano con scrupolo un canone preciso per l’erezione
delle chiese: l’altare rivolto ad Oriente, era il simbolo del Cristo risorto.
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Quadro di S. Martino vescovo con Santi che pregano la Madonna.
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Strano “geroglifico” scolpito nella pietra, che si trova alla sinistra della porta, il cui autore ha
voluto mandare un messaggio ai posteri. Lo propongo ai lettori così come l’ho visto.
Cappella di San Carlo Borromeo, del 1885. A differenza di tutte le altre chiese di Langa, che sono
costruite con la pietra arenaria, la presente cappella è stata eretta con i mattoni. Il portale, molto
lavorato, presenta quattro colonne rotonde e due rettangolari, terminanti con i rispettivi capitelli e
una lunetta quasi ogivale. Ai lati due guglie “gotiche” che vogliono sembrare due campanili. Sopra
la lunetta (nel cui interno è affrescato S. Carlo), troviamo degli archetti pensili, che intendono
imitare il gotico.
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La piazza principale di Cossano.
La sede del Municipio.
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I giochi delle bocce ora sono vuoti, ma nei pomeriggi estivi si animano di giocatori e spettatori.
Il campo da calcio.
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Una scritta ci dice che…
Ristoro e Spizzicheria.
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Caratteristica insegna.
La scritta in pietra arenaria, invita a fermarsi…
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Chiesa Madonna delle Grazie (alcuni testi dicono “della Neve”), costruita nel 1784.
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L’arco in mattoni è un fregio della cappella del cimitero. E’ contornato da tante figure simboliche.
Due figure emblematiche della cappella del cimitero.
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Casa signorile di fine 1800. Il portico ed il terrazzo, denotano una certa raffinatezza nei confronti
della Langa povera.
Portone del centro storico.
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Le curiosità
Caratteristico pozzo costruito in mattoni, del 1887.
In un dipinto della parrocchiale di S. Giovanni Battista, si può notare questo strano piede, che
sembra dotato di 6 dita.
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Cartello che indica che siamo arrivati al Santuario Madonna della Rovere.
Santuario Madonna della Neve.
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Caratteristica finestra del Santuario.
I vigneti di Cossano Belbo.
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Panorama.
Rendiamo onore a queste scritte. Il più delle volte ci dimentichiamo che questi uomini sono morti
per noi e per quell’ideale che si chiama Patria. Ricordiamoli.
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L’ex asilo infantile Cresta, dove Francesco Bo (detto Cichinin) ha dipinto all’interno le Quattro
stagioni. Sotto: particolare del dipinto.
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“Le quattro stagioni” di Cichinin nell’asilo infantile Cresta (opuscolo donatomi dal Comune di
Cossano, per integrare la Banca-dati della Langa) è stato scritto dal prof. Renato Grimaldi (Fabiano
editore), in cui descrive l’opera realizzata da Francesco Bo. Le storie dei pittori “umili” (potremmo
definirli nel Gruppo Umili), sono le più commoventi, poiché questi artisti non si sono arricchiti nel
“dipingere” chiese o cappelle votive, i più sono addirittura anonimi, dimenticati… Ha fatto bene il
Grimaldi a rendere omaggio ad un “Umile” di Cossano Belbo, perché i “ricordi” devono sempre
essere impressi nella Memoria.
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Bocciofila: quattro giochi.
Tennis: campo regolamentare.
Pallone elastico: competizioni locali.
Calcio: competizioni locali.
Fiumi: Belbo
Venti: marino.
Geologia: terreno di origine argillo-sabbiosa.
Flora: castagno, ciliegio selvatico, betulla, faggio, frassino, gaggia, ginestra, pioppo, pino, ontano nero,
roverella.
Fauna: rondine, capinera, passero, pettirosso, scricciolo, merlo, upupa, picchio, cuculo, tortora, pernice
rossa, quaglia, fagiano, gheppio o falchetto, poiana. Scoiattolo, ghiro, tasso, lepre, volpe, cinghiale.
Rapaci notturni: gufo, civetta.
Rettili: vipera, biscia, orbettino.
CHIESE E CAPPELLE
Parrocchiale di San Giovanni Battista: costruita in pietra arenaria locale, nel 1939-42. All’interno si
trovano affreschi del pittore Luigi Richetti di Milano, eseguiti nel 1962.
Santuario della Madonna della Neve (conosciuto anche come Santuario Madonna della Rovere): la sua
costruzione è anteriore al 1600. Il Santuario conserva diversi ex voto, eseguiti tutti da Francesco Bo
detto Cichinin (nato nel 1875, morto nel 1957). E’ autore di decine e decine di quadri, che dipingeva
e che regalava per un piatto di minestra.
San Martino: è una delle chiese più antiche, poiché la sua erezione risale al 1253, forse di un priorato di
benedettini. Il tempio è stato ristrutturato negli anni 1914 e 1987-88. E’ monumento nazionale.
Santa Libera: del 1750.
S. Bovo: la chiesetta è stata costruita nel 1700, con restauri del 1982 e nel 1987 all’esterno.
Santi Pietro e Paolo: del 1800.
Madonna della Neve: costruita nel 1784 (altri testi dicono Madonna delle Grazie).
S. Giovanni: la sua costruzione risale al 1900. Vi sono dipinti di Francesco Bo.
Madonna delle Rose: eretta nel 1881.
San Borromeo: del 1885. Vi è dipinto, all’entrata della chiesa, l’omonimo santo.
Cossano Belbo dipende: Tribunale di Alba, Pretura di Alba, Carabinieri di Santo Stefano Belbo,
Comunità Montana di Bossolasco. Prefisso 0141 - CAP 12054.
Denominazione: Cossanesi.
Meridiane: una.
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