N. 18 · Luglio 2006 CIRCOLARE ____________ ____________ ________________________________________ Fondata nel 1997 e pubblicata semestralmente dalla Commissione Internazionale per gli Studi Salesiani (ICSS) degli Oblati di S. Francesco di Sales ________________________________________________________________________________ CHE COS’È LO “SPIRITO DELLO CHABLAIS”? I. Introduzione Figura 1 – S. Francesco di Sales che predica nello Chablais, incisione di Pitau su François Chauveau (Francia), da [Henry de Maupas du Tour] La vie du vénérable serviteur de Dieu François de Sales … (Paris, chez la Veuve de Nicolas Belley, 1707). Per concessione della Salesian Library, Provincia di Wilmington-Philadelphia degli Oblati di S. Francesco di Sales. Il Barone d’Hermance, governatore della fortezza degli Allinges, dove Francesco si rifugiava ogni notte quando era nello Chablais, consigliò al giovane sacerdote di non iniziare la sua missione con la celebrazione della Messa, uno dei fattori che maggiormente alimentava la controversia tra calvinisti e cattolici, per timore che questo provocasse l’ostilità della popolazione fin dal principio. L’accettazione di questo consiglio da parte di Francesco è un esempio della sua umiltà e della sua prudenza in una situazione estremamente instabile. Francesco riunì invece la gente tenendo conferenze e omelie sulla fede cattolica e sui sacramenti e rispondendo ai loro dubbi e ai loro interrogativi. Lo stile della sua predicazione cercava di conquistare il cuore degli ascoltatori ed era “edificante”, in quanto mirava a formare la fede cattolica in chi ascoltava. Come Francesco avrebbe scritto un decennio più tardi riguardo alla predicazione: “Dite ciò che volete, ma la bocca parla alle orecchie, il cuore parla al cuore” (Oeuvres XII, 321). In un saggio intitolato “Mitezza e umiltà salesiane in azione: l’apostolato missionario di S. Francesco di Sales nello Chablais”, nell’ultimo numero della Circolare della ICSS (N. 17 – Gennaio/febbraio 2006, pp. 3-5, 12), abbiamo riflettuto su due aspetti fondamentali, ma spesso trascurati della missione di S. Francesco di Sales nello Chablais (1594-98). Innanzitutto abbiamo evidenziato il recupero da parte degli studiosi dell’originario contesto storico della missione nello Chablais: si tratta di un esempio dell’attività missionaria della Chiesa in Europa che era parte della riforma cattolica dell’inizio dell’età moderna e che costituisce un precedente per la nuova evangelizzazione all’alba del terzo millennio cristiano. In un secondo momento abbiamo esaminato il peculiare spirito salesiano che ha animato la missione nello Chablais: l’approccio pastorale-relazionale-ecclesiale di Francesco, il “metodo salesiano” di conquistare i cuori attraverso la persuasione mite, il dialogo orientato all’altro che cerca un terreno comune e che ristabilisce l’unità attraverso la riconciliazione e l’umiltà finalizzata a un ministero in equipe con i missionari suoi collaboratori, coi quali Francesco non era sempre d’accordo e viceversa. In questo numero continueremo a riflettere sulla missione di Francesco nello Chablais prendendo in considerazione l’espressione lo “spirito dello Chablais” entrata recentemente nel lessico salesiano. Un esame dei diversi modi con cui questa espressione o un suo equivalente vengono usati in vari documenti e pubblicazioni rivela che non esiste ancora un consenso unanime riguardo il suo significato preciso e la sua definizione. Questa riflessione, come la precedente nel N. 17 della Circolare della ICSS, ha lo scopo di aiutare gli Oblati di San Francesco di Sales nel loro lavoro di approfondimento di questo primo episodio del ministero di San Francesco di Sales, così da ricavarne il suo significato per l’apostolato missionario della Congregazione nel ventunesimo secolo e per l’opera del Fondo Chablais per le Missioni il cui scopo è di assicurare il finanziamento alle missioni stesse. Non meno importante è che questi due saggi cercano di contribuire al permanente e vitale scambio tra studiosi salesiani sulla missione di Francesco nello Chablais, di mettere in luce le intuizioni riguardo a questo episodio proposte da questo rilevante corpo di studiosi e di condividere con la più ampia famiglia salesiana come uno dei suoi membri abbia fatto propria la narrazione dell’apostolato missionario di Francesco nello Chablais. II. Definire l’espressione L’espressione “spirito dello Chablais” è stata coniata come complemento spirituale all’opera finanziaria del Fondo Chablais per le Missioni 1 , in conformità con la Costituzione 199 degli Oblati di San Francesco di Sales (“Gli Oblati missionari continuano l’opera di San Francesco di Sales, che iniziò la sua vita sacerdotale con tale ruolo”) e con la Costituzione 202 (“L’Oblato che lavora nelle missioni si sforzerà di acquisire le virtù dell’Apostolo dello Chablais”). In riferimento alla prima di queste due Costituzioni è stato notato che “lo spirito dello Chablais” caratterizza l’approccio degli Oblati all’opera missionaria della Chiesa e, in senso più lato, è “lo spirito missionario della congregazione” 2 . Sviluppando ulteriormente la definizione, è stato detto che lo “‘spirito dello Chablais rappresenta la dimensione ‘missionaria’ della nostra vocazione di Oblati in qualità di seguaci di San Francesco di Sales” 3 e che dovrebbe essere una componente della formazione degli Oblati 4 e un criterio di valutazione per tutti i loro ministeri, secondo la seguente definizione dello “spirito dello Chablais”: 1. Una comunità di Oblati in possesso dello spirito dello Chablais è ben radicata nel magistero della Chiesa e nello spirito salesiano. 2. Una simile comunità di Oblati è aperta alle nuove necessità della Chiesa sia entro la propria provincia o regione sia a livello mondiale. 3. Essa individua queste necessità attraverso un processo di discernimento comunitario. 4. È pronta a inserirsi in nuove situazioni e in nuovi posti e a entrare in dialogo con altre culture e regioni. 5. È costantemente aperta e alla ricerca di modi nuovi e più adatti per diffondere il nostro carisma salesiano 5 . Gli studiosi salesiani riflettono sulla missione di Francesco nello Chablais puntando l’attenzione più sulla storia che su uno specifico progetto o una attività apostolica 6 . Questa atten1 L. Fiorelli (dopo consultazione con il Consiglio Generale), “Riflessioni sulle missioni degli Oblati: passato, presente e futuro” (gennaio 2002), pp. 7, 10. 2 The General’s News, [Notizie dal Generale], 19 (2002). 3 Commissione sulle Missioni degli Oblati nel XXI secolo, “Sviluppare un piano globale per le missioni” (ottobre 2003). 4 Books of Proposals, [Libro delle proposte], XVIII Capitolo Generale degli Oblati di San Francesco di Sales, Fockenfeld, Germania, 31 luglio - 11 agosto 2006, proposta C1, p. 19. 5 Ibid. Proposta A1, p. 6. 6 Sull’importanza della storia nello studio della spiritualità cristiana vedi P. Sheldrake, Spirituality and History: Questions of Interpretation and Method [Spiritualità e storia: questioni di interpretazione e di metodo], ed. riv. (Maryknoll, 2 zione alla storia ha facilitato il riconoscimento del contributo specifico di Francesco alla missione nello Chablais al quale è attribuito il buon esito di quel tentativo. L’intento qui non è di fornire una analisi esaustiva di questo insieme di studi, ma di offrire una visione globale delle sue principali linee di pensiero e di sviluppo. Indubbiamente una delle trattazioni più estese e più importanti sulla missione dello Chablais si trova nella magistrale biografia intellettuale di Francesco di E. J. Lajeunie, OP, Saint François de Sales: L’homme, la pensée, l’action, 2 voll. (Paris: Èditions Guy Victor, 1966), seguita da una traduzione inglese vent’anni dopo (Bangalore, S.F.S. Publications, 1986-87) 7 . Secondo questo illustre studioso, l’essenza stessa e il nucleo della missione di Francesco nello Chablais (ciò che si potrebbe propriamente chiamare “spirito dello Chablais”) è quello che il Lajeunie definisce “il metodo salesiano”. In breve, il “metodo salesiano” consisteva nel conquistare i cuori attraverso la persuasione mite così da far intravedere agli abitanti dello Chablais, che erano sotto il potere dei calvinisti da quasi sessant’anni, il volto del Gesù mite e umile di Mt 11, 29, che Francesco abbracciò come “modello unico” prima del suo ministero sacerdotale e poi di quello episcopale. Secondo il Lajeunie il “metodo salesiano” contrasta drammaticamente, da una parte, con la forza e la violenza usate dai calvinisti per costringere lo Chablais a sottomettersi e, dall’altra, con le strategie aggressive e provocatorie dei compagni di missione di Francesco, specialmente del focoso cappuccino Fra’ Chérubin de Maurienne, il cui zelo e il cui estremismo finirono per essere giudicati inopportuni sia dai suoi avversari che dai suoi alleati. Sebbene il suo approccio fosse criticato, perfino dal suo caro amico Antoine Favre, perché troppo mite e pacifico, non sufficientemente zelante e intransigente e troppo lento nel produrre risultati, Francesco vi rimase fedele perché convinto che fosse il modo evangelico di procedere. Da parte sua Francesco era prudente riguardo allo zelo, poiché riteneva che esso portasse alla divisione e al settarismo, che impediscono alla Chiesa di servire da strumento di pace e di riconciliazione. Anni dopo, nel suo libro più noto e più venduto, Introduzione alla Vita Devota (1609), Francesco dà del “metodo salesiano” questa formulazione memorabile: “Chiunque conquista il cuore di una persona, ha conquistato tutta la persona” (IVD III, 23) 8 . L’interpretazione del Lajeunie sulla missione dello Chablais fu anticipata, per citare solo due esempi, da Papa Pio XI nella trattazione di questo episodio nella sua enciclica su Francesco del 1923, Rerum omnium, nn. 6-9, scritta in occasione del terzo centenario della morte del santo, come pure da Michael de la Bedoyere nella biografia di Francesco basata sulle lettere del santo 9 . Inoltre è N.Y.: Orbis Books, 1995), e W. Principe, “Broadening the Focus: Context as a Corrective Lens in Reading Historical Works in Spirituality [Allargare la visuale: il contesto come lente correttiva nel leggere le opere storiche di spiritualità], in Minding the Spirit: The Study of Christian Spirituality [Dare attenzione allo spirito: lo studio della spiritualità cristiana], a cura di E. Dreyer e M. Burrows (Baltimore: Johns Hopkins Univ. Press, 2005), pp. 42-48. 7 Nell’edizione originale francese, 138 pagine sono dedicate all’argomento della missione di Francesco nello Chablais, (I, 233-261). Da ora in poi si fa riferimento alla traduzione in inglese in due volumi dell’opera del Lajeunie di p. Rory O’Sullivan, OSFS. 8 Lajeunie, I, 178 – 340, spec.194, 203, 269, 299, 302-303. 9 François de Sales (New York: Harper & Brothers, 1960), pp. 56-79. Per esempio Bedoyere commenta: “Dobbiamo distinguere tra l’atteggiamento di Francesco nei confronti dell’eresia come male politico e il suo atteggiamento verso la persona dell’eretico … Egli non poteva … concepire che uno stato cattolico desse uguali diritti agli eretici e ai cattolici. Il Duca di Savoia avrebbe avuto tutti i diritti di usare la forza politica e militare per eliminare l’eresia e gli eretici ostinati dalle sue terre … Ma siccome il De Sales, quale persona di profondo intuito spirituale, comprendeva molto bene la differenza tra il metodo dell’amore e della carità cristiana e il metodo della forza, politica o militare che fosse, personalmente era interessato solo a conversioni ottenute con mezzi puramente spirituali … Si dovrebbe inoltre ricordare che i capi dei protestanti, che avevano usato la forza per protestantizzare lo [Chablais], nella tolleranza non vedevano più virtù che i cattolici più fanatici … Le circostanze singolari da entrambe le parti avrebbero potuto essere state programmate apposta per permettere a un santo di mostrare al mondo come dovrebbe essere svolto un autentico apostolato cristiano” (pp. 65-66). Cfr. la testimonianza di Santa Giovanna Francesca di Chantal per il processo di canonizzazione di Francesco che, mentre dà molta attenzione ai pericoli e alle difficoltà apparentemente insormontabili della missione dello Chablais e al coraggio e alla fiducia in Dio mostrati in modo straordinario da Francesco, attribuisce il successo della missione al particolare metodo di Francesco, cioè, la sua mitezza che si tradusse in “uno speciale dono per la conversione”: “Quando [degli avversari ostinati della fede] si volgevano a guardare il suo viso affabile, la loro furia si calmava. Di fatto è proprio così che influiva sulle persone perché il suo viso era tutto mitezza e pace quando ti guardava” (Saint Francis de Sales: A Testimony by St. Chantal [S. Francesco di Sales: la testimonianza di S. Giovanna di Chantal], cu- 3 convalidata dalla maggior parte dei successivi studi salesiani. Ad es. Elisabeth Stopp mostra che le Meditazioni sulla Chiesa (o Controversie, il titolo con cui quest’opera è normalmente conosciuta) di Francesco, parte integrante della missione dello Chablais, sono senza precedenti per due ragioni: fu “il primo tentativo di un’opera divulgativa di teologia scritta in lingua francese” 10 e fu “un autentico tentativo di dialogo e di reale confronto sui punti controversi”11 con i ministri calvinisti di Thonon, i quali avevano giurato solennemente di non andare mai ad ascoltare Francesco e avevano proibito ai loro fedeli di partecipare ai suoi sermoni. Piuttosto che un libro, le Meditazioni nella loro forma originale erano una serie di ottanta fogli (trascritti a mano, forse anche stampati), volti a spiegare la vera natura della Chiesa, che settimanalmente venivano recapitati a mano ai ministri, molti dei quali Francesco conosceva personalmente, alcuni fin dalla sua infanzia. Il “metodo salesiano” in quest’opera emerge con chiarezza: Francesco “non parla mai con arroganza [ai ministri], mai li attacca personalmente, rivolgendosi ad essi come a ‘fratelli separati’, una gentilezza inaudita in quel tempo di feroci controversie. Egli si rivolgeva loro come ad amici e li pregava di ascoltarlo” 12 . André Ravier, SJ, ritiene che Francesco durante la missione nello Chablais subisca un cambiamento o uno sviluppo, poiché in questi anni egli si allontanò dall’intransigenza del giurista nei confronti del protestantesimo per assumere un approccio pastorale e apostolico che cercava di ristabilire l’unità attraverso la riconciliazione 13 . Ravier osserva che Francesco “trattò con rispetto e carità quei protestanti che si tenevano a distanza da lui, che talvolta lo insultarono e lo attaccarono, e, soprattutto, li prese sul serio …. Con la parola, indubbiamente, ma specialmente con tutta la sua vita …, doveva mostrare ai suoi fratelli separati lo spirito e il cuore [mite e umile] di Gesù 14 Cristo” Wendy . M. Wright, nella sua pregnante presentazione della tradizione spirituale salesiana, propone questo giudizio della missione di Francesco nello Chablais: Ci furono conversioni notevoli, che vennero festeggiate e in seguito ricordate, e fu reintrodotto nella regione il rito cattolico. Ancor più significativo è che la missione dello Chablais confermò l’intuizione del giovane sacerdote che la persuasione, espressa da un cuore amante, fosse preferibile alle battaglie, sia combattute con le armi che sotto forma di ingiuriosi dibattiti intellettuali 15 . Altrove la Wright spiega il fondamento teologico e spirituale dell’approccio di Francesco: Ma l’arte della conversazione rispettosa, dell’apologetica costruttiva e della predicazione persuasiva non era per il giovane [Francesco] semplicemente un mezzo per ottenere un fine. I suoi metodi rispettosi erano fondati su una reale affermazione della dignità e del valore intrinseci di ogni singola persona, che deve essere profondamente rispettata come tale, perfino quando, forse soprattutto quando, le idee che ha o i “partiti” che la reclamano la rendono un “nemico”. … Francesco di Sales fu un uomo di autentica riconciliazione, un uomo per il quale l’amore e la sua realizzazione non erano semplicemente il fine, ma il mezzo 16 . rato e tradotto da E. Stopp e con una sua introduzione [Hyattsville Md.: Institute of Salesian Studies, 1967], pp. 52, 49 [da qui in poi Testimony]). 10 “The Art of the Writer” [L’arte dello scrittore] nel suo A Man to Heal Differences: Essays and Talks on St. Francis de Sales [Un uomo per guarire le differenze: saggi e conferenze su S. Francesco di Sales], (Philadelphia: Saint Joseph’s University Press, 1997), 75-84, a pp. 80-81 (originariamente pubblicato in The Month [Il mese], nuova serie, vol. 3, n. 1 [gennaio 1967]: 46-52). 11 “Meditations on the Church (1595-96)” [Meditazioni sulla Chiesa] nel suo A Man to Heal Differences: Essays and Talks on St. Francis de Sales [Un uomo per guarire le differenze: saggi e conferenze su S. Francesco di Sales], pp. 5174, a p. 51 (originariamente pubblicato in Salesian Studies [Studi salesiani], vol. 4, n. 4 [autunno 1967]: 53-69). 12 Stopp, “The Art of the Writer”, p. 80. 13 A. Ravier, Francis de Sales: Sage & Saint, [Francesco di Sales, un dotto e un santo, trad. di Bruno Pistocchi, Milano, Ed. Jaca Book, 1987], trad. di J. Boiler (San Francisco: Ignatius Press, 1988), pp. 92-93. 14 Ibid., pp. 76-77. 15 Heart Speaks to Heart: The Salesian Tradition [Il cuore parla al cuore: la tradizione salesiana], (London: Darton, Longman and Todd, 2004), p. 29. 16 Seeking God’s Together: Discernment in the Salesian World of Hearts [Cercare insieme la volontà di Dio: il discernimento nel mondo salesiano dei cuori] (Wilmington De.: Oblati di San Francesco di Sales, 2003), p. 5. 4 Sulla stessa linea, James F. Cryan, OSFS, richiama l’attenzione sulla centralità del dialogo, come pure sulle sue più ampie implicazioni, nella missione dello Chablais: Nella sua missione dello Chablais Francesco di Sales si allontanò dallo stile polemico … e scelse il dialogo … “voglio discutere, non litigare”, disse a Beza … Il dialogo cerca un terreno comune, cerca di superare la divergenza. È orientato all’altro,il bisogno invece è orientato a sé. Nel dialogo non promuoviamo un nostro programma, rispondiamo agli interessi di un altro …. Un tale capovolgimento di ruoli, un autosvuotamento che permette la sostituzione dell’altro a sé pervade tutto il pensiero salesiano … 17 . Lajeunie tratta in modo esteso del carattere d’equipe della seconda fase della missione dello Chablais (1597-98) e del ruolo chiave che giocò il contegno umile, modesto e mite di Francesco nel determinare il successo in quello che talvolta fu un processo di collaborazione difficile e impegnativo. Più recentemente Jill R. Fehleison analizza questa fase in modo ancora più dettagliato raccontando il cambiamento dall’approccio personale e individuale della prima fase (1594-97) all’invito più sensazionale e pubblico alla gente nella seconda fase, particolarFigura 2. S. Francesco di Sales e suo cugino, Louis di Sales, che invocano la protezione dell’Angelo dello Chablais (dettaglio). Mercoledì 14 settembre 1594, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, S. Francesco di Sales e suo cugino, Louis di Sales, partirono a piedi dall’abitazione della famiglia di Francesco a Sales per recarsi nello Chablais. Portando sulle spalle il leggero bagaglio, perché Monsieur de Boisy aveva proibito a chiunque di accompagnarli, i due cugini si diressero a nord lungo la stessa strada che usavano da bambini per andare a Brens, dove le loro famiglie trascorrevano insieme le vacanze. Nell’entrare nello Chablais, oltre il ponte di Boringe, a Francesco e a Louis si presentarono gli effetti dell’opera di distruzione dei calvinisti – chiese saccheggiate e sottosopra, croci rovesciate e il Castello di Brens devastato. Secondo la tradizione, al loro arrivo nello Chablais, Francesco e Louis si inginocchiarono e pregarono invocando la protezione dell’Angelo della provincia per la loro missione. Poi si affrettarono verso la fortezza degli Allinges, dove il Barone d’Hermance, buon amico del padre di Francesco, accolse calorosamente i due missionari. mente con le celebrazioni delle Quarantore, sontuose, ricche e visivamente sbalorditive, tenute ad Annemasse (7-9 settembre 1597) e a Thonon (20-22 settembre 1598 e 1-3 ottobre 1598). L’autrice spiega: Nel caso delle Quarantore, i missionari nel ducato dello Chablais usarono deliberatamente parole, immagini, azioni e suoni in forma di riti, processioni e rappresentazioni teatrali per attirare i sensi della gente anziché il loro intelletto. Persuasi che la natura introspettiva del calvinismo mancasse di un richiamo pubblico all’emotività, i missionari enfatizzarono quegli aspetti della fede cattolica che esercitavano un richiamo emotivo sulla gente. I missionari speravano di sfruttare la tendenza emotiva presente nella popolazione della regione alpina per determinare un decisivo cambiamento nella sua struttura confessionale 18 . Questa breve analisi della diversità di significati attribuibili all’espressione lo “spirito dello Chablais” indica che la formulazione di una singola definizione universalmente accettata fino ad 17 “Alterity: At the Heart of the Salesian Matrix” [L’alterità: al cuore della matrice salesiana], in Human Encounter in the Salesian Tradition, [L’incontro umano nella tradizione salesiana], di prossima pubblicazione. 18 “Appealing to the Senses: The Forty Hours Celebrations in the Duchy of Chablais, 1597-98” [Attirare i sensi: le celebrazioni delle Quarantore nel ducato dlelo Chablais, 1597-98], Sixteenth Century Journal [Il giornale del secolo Sedicesimo] 36 (2005): 375-96, a p. 377. Vd. anche Fehleison, “Visitor and Villager: Communal Dynamics and the Status of Local Religion in the Diocese of Geneva-Anncey during the Time of Catholic Riform, 1579-1640” [Visitatore e paesano: le dinamiche delle comunità e la situazione della religione locale della diocesi di Ginevra-Annecy al tempo della Riforma Cattolica, 1579-1640], tesi di dottorato, Ohio State University, 2001. 5 oggi si è dimostrata difficile. Non sorprende che alcuni ammettano di essere perplessi riguardo al significato di questa espressione, mentre altri manifestano la preoccupazione che la definizione proposta per descrivere un individuo o un gruppo che possieda lo “spirito dello Chablais” appaia generica e applicabile a molte congregazioni religiose 19 . Forse un altro modo di accostarsi a questa questione è di ritornare alla narrazione che è il punto di partenza di queste varie definizioni. Questa attenzione alla storia è molto salesiana, perché Francesco stesso fu abile narratore, come emerge per esempio dal Trattato dell’amore di Dio (1616) nel quale le sue “parabole di grande bellezza … rendono chiaro e facilmente accessibile ciò che non rientra nella sfera della consapevolezza” 20 . Nella fattispecie, la storia è un episodio tratto dalla biografia di Francesco e, come accade spesso nelle narrazioni biografiche, in questa storia si possono individuare due dimensioni diverse, ma inseparabili e collegate tra loro: la storia esterna e quella interiore. Puntare l’attenzione sulla dinamica interno/esterno è pure molto salesiano. Per esempio nella Introduzione, parte III, cap. 23, Francesco afferma: “Per quanto mi riguarda, Filotea, non ho mai potuto approvare il metodo di coloro che iniziano dall’esterno … per riformare la persona. Al contrario mi sembra che dovremmo iniziare dall’interno …. Poiché il cuore è la sorgente delle azioni, come è il cuore così sono le azioni”. Ugualmente nel Direttorio Spirituale Francesco privilegia costantemente l’atteggiamento interiore e la preghiera come sorgente e origine di ogni azione esterna. La storia dello Chablais deve essere “ricomposta” nella sua integrità, perché ci sia qualche speranza di arrivare a una definizione di “spirito dello Chablais” che rifletta in modo fedele e accurato questa narrazione archetipa. III. Ricomporre la narrazione della missione di Francesco nello Chablais La storia esterna della missione nello Chablais è forse quella meglio conosciuta e la più popolare. La trama di fondo si sviluppa così: dopo che il Trattato di Nyon (1589) restituì lo Chablais (una regione nella Francia attuale, lungo il lago di Ginevra, con una lunghezza di una cinquantina di chilometri e una larghezza di circa venticinque) al Duca di Savoia, il duca richiese al vescovo Claude de Granier di Annecy di inviare cinquanta sacerdoti per restaurare il cattolicesimo nella regione, che era rimasta sotto l’occupazione calvinista per quasi sessant’anni. Dopo due anni i calvinisti di Ginevra avevano attaccato lo Chablais, occupato Thonon (la città principale dello Chablais), bandito i cinquanta sacerdoti e devastato le chiese. L’incertezza determinata dalle rivendicazioni sullo Chablais fu finalmente risolta quando il re Enrico VI di Francia abiurò il protestantesimo e offrì una tregua il 31 luglio 1593. Il Duca chiese di nuovo al vescovo de Granier di inviare dei sacerdoti nello Chablais. Alla richiesta del vescovo de Granier, il Francesco, da poco ordinato, intraprende la missione di ricattolicizzare lo Chablais nonostante le molte circostanze avverse: la vigorosa opposizione di suo padre che temeva sia per la vita di suo figlio sia per il disonore che un fallimento avrebbe arrecato al nome della famiglia; il numero limitato di persone (nella prima fase della missione [159497] solo suo cugino Louis, e nella seconda fase [1597-98] un piccolo gruppo di missionari); limitate risorse finanziarie e uno scarso, spesso riluttante, appoggio da parte del Duca di Savoia. Confidando completamente in Dio per avere successo in una situazione che, umanamente parlando, aveva pochissime speranze di successo, Francesco alla fine riuscì dopo aver sopportato sia quattro anni di la19 Vd. per esempio “Rapporto della provincia di Wilmington-Philadelphia sulle discussioni della Regione in preparazione al Capitolo Generale del 2006” (31 maggio 2006), pp. 2-3 e “Risposta della provincia olandese al documento della Commissione sulle Missioni degli Oblati nel XXI secolo”. 20 E. Stopp, “François de Sales” in The Study of Spirituality, a cura di C. Jones e altri (New York: Oxford University Press, 1986), pp. 379-385, a p. 384. La Stopp ritorna su questo aspetto dell’arte letteraria di Francesco nell’ultimo articolo che scrisse prima della sua morte (1986): “François de Sales: The Writer and His Reader [Francesco di Sales: lo scrittore e il suo lettore]” in The Art of Reading: Essays in Memory of Dorothy Gabe Coleman [L’arte di leggere: saggi in memoria di Dorothy Gabe Coleman], a cura di P. Ford a G. Jondorf (Cambridge: Cambridge French Colloquia, 1998), pp. 75-83, spec. p. 78. L’uso frequente da parte di Francesco di storie, immagini e allegorie era autorizzato dall’uso prodigo di queste da parte di Gesù nella sua predicazione e nel suo ministero, e di conseguenza esso evidenzia l’imitazione di Cristo da parte di Francesco e fa comprendere la percezione dei suoi contemporanei che egli “rifletteva il Figlio di Dio come una immagine vivente” (“Lettera di Giovanna Francesca di Chantal a dom Jean de Saint-François [Dicembre 1623]”, in Testimony, pp. 165-172, a p. 172). 6 voro arduo e spesso scoraggiante che stenti, prove e pericoli per la sua persona. Infine gli sforzi eroici di Francesco portarono frutto e la “giustezza” della sua “follia” fu chiara davanti a tutti quando fu proclamato dal Duca l’“Apostolo dello Chablais”. Non c’è dubbio che la storia esterna della missione dello Chablais è una storia affascinante che, quando è raccontata con passione e vigore, può catturare l’immaginazione e suscitare generosità ed entusiasmo per intraprendere i progetti più impegnativi e difficili. Allo stesso tempo questa è soltanto metà della storia. La trama della storia esterna assomiglia a quella di molte storie delle imprese eroiche dei santi e persino di eroi della saggistica o della narrativa, che superarono quelli che, da un punto di vista umano, sembravano essere ostacoli e difficoltà insormontabili nel raggiungere il loro obiettivo o nel realizzare il loro destino. Definire lo “spirito dello Chablais” solamente sulla base della storia esterna della missione dello Chablais può anche essere vago, a meno che vengano individuati esplicitamente gli elementi tipicamente salesiani e questa definizione sia bene illustrata da esempi presi dalla vita stessa e dalla missione di Francesco e completata dalla storia interna. Un’altra preoccupazione è che questa versione della vicenda dello Chablais non sembra fare giustizia del carattere fondamentalmente d’equipe della seconda fase della missione, che fu affrettata dalla minaccia di Francesco di ritirarsi qualora non avesse ricevuto sostegno e rinforzi 21 . Ciò che è di interesse nella storia interna della missione dello Chablais non è tanto il “cosa”, come è nella storia esterna, quanto il “come”. L’attenzione sollecita al particolare, sia di tempo, di luogo, di circostanza, di persona/e, è una delle caratteristiche del ministero di Francesco e della spiritualità salesiana22 . La storia interna della missione dello Chablais ci permette di entrare nella specificità di questo episodio della biografia di Francesco più facilmente, in modo più abbondante e forse in un grado maggiore che non la storia esterna. Essa apre una finestra su come Francesco fu trasformato da questa missione nella quale egli sviluppò ulteriormente, mise alla prova e mise a punto il suo modo tipico di procedere nel ministero e nell’interazione umana. Di fatto è questa storia interna che è stata oggetto di ampia riflessione nella Circolare della ICSS numero 17. Qui è sufficiente fornire una esposizione sintetica di quella disanima. Diversi fattori contribuirono al successo della missione nello Chablais ma forse nessuno in modo tanto significativo quanto il metodo e l’approccio di Francesco nel compiere questa missione e nel superare le sfide che essa poneva. Il modello personale di Francesco nella missione dello Chablais, come pure durante tutto il suo sacerdozio e il suo episcopato, fu il Gesù di Matteo 11, 29 (il versetto scritturistico preferito da Francesco), che si rivela come “mite e umile di cuore”. Fin dalla sua giovinezza Francesco fu attirato a contemplare il cuore di Gesù, a riposare e a trovare appoggio in esso. Nello Chablais l’appropriazione da parte di Francesco del cuore mite e umile di Gesù raggiunse una profondità sempre maggiore forgiata nel crogiolo delle sofferenze e delle fatiche di questa missione e alimentata da lunghe ore di preghiera davanti all’affresco romanico del Cristo nella gloria nella cappella della fortezza degli Allinges. Il processo di Francesco della imitatio Christi trovò espressione concreta e tangibile nel “metodo salesiano” di conquistare i cuori attraverso una persuasione mite, nel dialogo orientato all’altro che cerca un terreno comune e ricostituisce l’unità attraverso la riconciliazione e l’umiltà al servizio di una missione in equipe che fu spesso difficile e impegnativa. “Ricomporre” la narrazione dello Chablais non significa scegliere la storia interna a discapito della storia esterna o viceversa. Piuttosto mira ad abbracciare l’insieme ininterrotto dell’arazzo della narrazione di questo momento nella vita e nel ministero di Francesco che continua per un altro quarto di secolo e si manifesta in modi e con una ricchezza che nel suo apostolato missionario nello Chablais si intravedono soltanto. (Bisognerebbe ricordare che lo Chablais continuò ad essere un “grattacapo amministrativo” per Francesco, specialmente durante il suo episcopato 23 ). Una definizione adeguata e precisa dello “spirito dello Chablais” integrerà sia gli elementi tipicamente salesiani della storia esterna, che bisogna individuare esplicitamente, sia la peculiarità della storia inter21 Vedi Fehleison, “Attirare i sensi”, p. 393. Sull’attenzione al particolare come caratteristica della spiritualità salesiana vedi Circolare della ICSS, N. 14 (luglio 2004), p. 3, e N. 15 (gennaio-febbraio 2005), p. 3. 23 De la Bedoyere, p. 71. 22 7 na, della quale l’appropriazione da parte di Francesco del cuore mite e umile del Gesù di Matteo 11, 29, manifestato dal metodo salesiano e dai suoi elementi costitutivi, costituisce l’anima. IV. Il carisma dello Chablais dei Missionari di S. Francesco di Sales Per un membro della famiglia salesiana, i Missionari di S. Francesco di Sales (conosciuti anche come i Fransaliani), la missione nello Chablais di Francesco è il motivo ispiratore e il paradigma del loro carisma particolare e della loro missione nella Chiesa. I Fransaliani, la congregazione missionaria salesiana per eccellenza, furono fondati nel 1838 per ricattolicizzare Annecy e i suoi dintorni durante il periodo di ripresa dal trauma della Rivoluzione Francese e dai suoi postumi. Sia il Fondatore dei Fransaliani, Pierre Marie Mérmier (1790-1862) che il vescovo di Annecy di allora, Pierre Joseph Rey (1770-1842), sentirono che il mantello dell’Apostolo dello Chablais era caduto su di loro in quel momento della storia cristiana. I Fransaliani esprimono così il loro carisma: Il nuovo testo delle nostre Costituzioni, mentre sottolinea il fatto che siamo chiamati a essere missionari secondo il modo di S. Francesco di Sales, definisce e afferma che è l’“Apostolo dello Chablais” che deve essere l’icona della nostra ispirazione e della nostra imitazione. Questa brevissima espressione “Apostolo dello Chablais” che appare prima nel Prologo e poi nell’art. 5 del nuovo testo dice tutto riguardo alla specificità del carisma di essere Missionario nello spirito di S. Francesco di Sales. La sfida per ogni MSFS è non solo di imitare S. Francesco di Sales, ma di assorbire e manifestare lo stesso zelo apostolico mostrato da lui nel suo apostolato nello Chablais … perciò un Fransaliano, mentre penetra sempre più nelle profondità della spiritualità salesiana, è chiamato a fare della “esperienza dello Chablais” l’origine e il motivo del suo zelo missionario 24 . Affinché i Fransaliani ricordassero sempre che il loro era lo spirito missionario dell’Apostolo dello Chablais, il vescovo Rey affidò loro la fortezza degli Allinges dove Francesco si rifugiava ogni notte durante la sua missione nello Chablais; la fortezza rimane tuttora affidata a loro. Inizialmente i Fransaliani esercitarono il loro ministero esattamente negli stessi luoghi dove Francesco esercitò il suo ministero come sacerdote e vescovo. Ma i loro sforzi vi ebbero un tale successo che fu subito richiesto loro di estendere il loro ministero all’Africa e all’India dove principalmente sono attivi oggi 25 . Il secondo dei tre documenti preparatori redatti per il Capitolo Generale dei Fransaliani del 2007 illustra come la congregazione assimila la narrazione della missione di Francesco nello Chablais come suo carisma (si può trovare sul sito dei Fransaliani: www.fransalians.com). In questo documento la trattazione del tema “S. Francesco di Sales, un leader della missione” mostra come i Fransaliani hanno integrato i componenti esterni ed interni della narrazione dello Chablais in un insieme unitario che è il loro carisma. Il riassunto seguente dei temi principali di questo documento serve a rendere questo processo di integrazione accessibile alla più ampia famiglia salesiana. Dopo la sezione introduttiva sul carisma dello Chablais dei Fransaliani (citata sopra), questo documento guida il lettore dando delle informazioni fondamentali sulla posizione geografica e sulla storia dello Chablais. Procedendo nella narrazione della missione dello Chablais il metodo del documento è prima di offrire una esposizione degli elementi particolari della storia dell’apostolato missionario di Francesco nello Chablais e, poi, di suggerire la sua applicazione per l’oggi alla vocazione missionaria dei Fransaliani. Per es. la difficoltà della missione dello Chablais, con il ricordo fresco della espulsione di cinquanta sacerdoti, e la riluttanza iniziale di Francesco e poi la risposta affermativa al vescovo di Granier trovano il loro corrispettivo oggi: Non dovremmo essere sorpresi che ci saranno solo pochi volontari per missioni difficili come quella dello Chablais. Il richiamo costante alla dimensione missionaria della nostra vocazione, l’or24 “St. Francis de Sales, A Missionary Leader, Fr. Mérmier in His ‘I want Mission Experience’” [“S. Francesco di Sales, un leader della missione, p. Mérmier nel suo ‘Voglio esperienza di missione’”], 2° documento preparatorio per il Capitolo Generale 2007 dei Missionari di S. Francesco di Sales (si può trovare all’indirizzo: www.fransalians.com) 1.1.2. I successivi riferimenti a questo documento sono le sue sezioni numerate. 25 Vd. ibid., 1.2 e Wright, Heart Speaks to Heart [Il cuore parla al cuore], pp. 113-18. 8 goglio per l’opera dei nostri missionari di frontiera, l’incoraggiamento a saper vedere, oltre l’apparente inutilità degli sforzi, i semi nascosti che attendono di germogliare con nuova vita, questi sono gli atteggiamenti che creeranno un clima missionario nella Congregazione per suscitare una risposta missionaria da parte dei suoi membri (1.5.3). Poi è descritta minuziosamente l’accurata preparazione di Francesco alla missione nello Chablais. Fondamentale naturalmente fu la preparazione spirituale per questa missione: Francesco non solo chiese a tutti di pregare per lui, ma si dedicò lui stesso alla preghiera, al digiuno e alla penitenza per disporre ogni fibra del suo essere a essere riempita della “unzione spirituale” di Dio. Altri elementi della preparazione di Francesco inclusero: la conoscenza della situazione della missione; la preparazione intellettuale e attraverso la riflessione per affrontare le sfide della missione; il prendere con sé un compagno per dare testimonianza di una vita in comune (uno dei messaggi centrali forti del Vangelo) e per evitare di finire con l’“essere vittima della tentazione di credersi più giusto e più virtuoso degli altri” (1.6.3); e la preparazione mentale agli stenti e alle privazioni fisiche. Vengono poi considerati gli approcci missionari di Francesco. Il metodo salesiano della mitezza e del rendersi accessibile “è un approccio semplice ma che è valido in ogni epoca. I contatti personali autentici, onesti e rispettosi aprono la strada a un dialogo serio e franco perfino sui temi sui quali siamo in disaccordo, permettendo alla verità di manifestarsi da sola” (1.7.1.2). Sono inoltre messe in luce la perseveranza di Francesco, la creatività e soprattutto la prudenza in un ambiente caratterizzato da estrema instabilità: Francesco diede ascolto al consiglio del barone di Hermance di non iniziare la missione con la celebrazione della messa che era una delle questioni di maggiore divergenza tra i calvinisti e i cattolici. Radunò invece la gente e tenne delle conferenze sulla fede e sui sacramenti e rispose ai loro dubbi e alle loro domande … La prudenza è una strategia molto salutare fatta di rispetto e di attenzione all’altro che ha diversità di opinioni e di credo. Mentre mostra rispetto per le differenze, apre la strada al dialogo reciproco e a un atteggiamento di disponibilità che conduce alla scoperta della verità. Quando ci lanciamo in una nuova area di missione dovrebbe sempre essere una questione di prudenza osservare e studiare la situazione locale prima di dare inizio a qualsiasi cosa che possa provocare l’ostilità della gente (1.7.2.1-2). Altri approcci che Francesco utilizzò nella sua missione nello Chablais furono: la predicazione dialettica finalizzata a persuadere il cuore dei suoi ascoltatori e a formare la fede cattolica in loro; l’ascetismo personale fatto di preghiera, digiuno e penitenza così da poter meglio servire da strumento spirituale nelle mani di Dio e la disponibilità ai contrattempi, alle ingiurie e a lavorare fino alla spossatezza. Infine si parla del carattere d’equipe della seconda fase della missione nello Chablais e della sua permanente attualità. Il ruolo di Francesco nella sua missione d’equipe è un modello per i pastori e i missionari in ogni tempo e luogo. Francesco insisteva sul lavorare insieme come equipe di pastori. Li riuniva periodicamente e li invitava a condividere i loro problemi e le loro esperienze pastorali; gettava luce su questi problemi; approfondiva la loro conoscenza e li istruiva pastoralmente; li aiutava a vedere che l’unione fa la forza. A volte il lavoro nella missione non progredisce in modo soddisfacente per mancanza di unità tra sacerdoti e religiosi. Una insana mentalità competitiva e una reciproca critica negativa impedisce loro di ricorrere all’efficacia e alla potenza del lavoro in equipe … Dove c’è mancanza di organizzazione a livello di persone e di programmi il lavoro missionario manca di orientamento e c’è dispersione di energie, di tempo e di risorse di tutti coloro che sono coinvolti. Abbiamo molto da imparare dal modo con cui Francesco organizzò la missione nello Chablais (1.7.6.2-3). 9 V. La missione di Francesco nello Chablais e il carisma salesiano La sezione del documento preparatorio dei Fransaliani su Francesco come leader missionario offre uno sguardo affascinante sulla assimilazione da parte di questa congregazione missionaria salesiana della narrazione archetipa dell’apostolato missionario di Francesco nello Chablais come loro singolare carisma nella Chiesa. Altri membri della famiglia salesiana attribuiscono pure a questa vicenda grande importanza e ammirazione integrando la loro riflessione su di esso con il loro particolare carisma. Per esempio gli Oblati di S. Francesco di Sales fondati nel 1876, quasi quattro decenni dopo i Fransaliani, hanno un loro preciso punto di partenza. Come i Fransaliani e molti altri membri della famiglia salesiana, gli Oblati di S. Francesco di Figura 3 . Cappella della Fortezza degli Allinges (FranSales sono pure parte della “pentecoste salesiana” del cia). La notte Francesco cercava rifugio nella fortezza XIX secolo 26 . degli Allinges, dove trascorreva lunghe ore in preghiera La madre Maria di Sales Chappuis (1793nella cappella davanti all’affresco romanico del Cristo in 1875), ispiratrice della fondazione degli Oblati di S. Gloria (X – XII sec.). La fondazione e il carisma dei Missionari di S. Francesco di Sales (noti anche come Francesco di Sales, e p. Louis Brisson (1817-1908), Fransaliani) furono ispirati da Francesco Apostolo dello il loro fondatore, consideravano l’umanesimo cristiaChablais. Perché i Fransaliani fossero sempre memori no di S. Francesco di Sales, con la sua visione grande che il loro carisma è lo spirito missionario dell’Apostolo dello Chablais, il vescovo di Annecy all’epoca della loro di un mondo di cuori, quello di Dio e quelli umani, fondazione (1838) affidò a loro la fortezza degli Allincome il rimedio alla rigidità del giansenismo e del ges, di cui i Fransaliani rimangono incaricati a tutt’oggi. secolarismo irreligioso del loro tempo. Invece che scegliere un episodio della vita di Francesco (come fecero i Fransaliani) o un argomento dei suoi scritti, la madre Chappuis e p. Brisson abbracciarono tutto il ricco insieme dello spirito e della dottrina di Francesco di Sales (distillato nel Direttorio spirituale), che è sempre più grande della somma delle sue parti o di una qualsiasi delle sue parti. Le ricerche di p. Alexander T. Pocetto, OSFS, hanno documentato meticolosamente che non solo la madre Chappuis era sicura conoscitrice degli scritti di Francesco di Sales e aveva una profonda comprensione della sua sapienza, ma considerava anche se stessa, ed era ugualmente percepita dai suoi contemporanei, come una ardente e infaticabile “Apostola dello spirito salesiano”. La madre Chappuis aveva una visione molto precisa di ciò che Dio stava chiamando p. Brisson a fare, cioè a fondare la comunità di uomini che Francesco non era vissuto abbastanza a lungo per fondare e del fatto che il carisma proprio di questa comunità e la sua missione sarebbero stati di vivere e di diffondere attraverso i loro vari ministeri (“l’educazione cristiana della gioventù … le missioni [e] tutte le forme di ministero” [Cost. 13]) lo spirito e la dottrina di Francesco di Sales. Questa visione si realizzò con la fondazione degli Oblati di S. Francesco di Sales, che la madre Chappuis sentiva essere l’opera a cui il Signore l’aveva chiamata fin dal tempo in cui era entrata nel noviziato della Visitazione di Friburgo e che era la sua vera raison d’être. P. Brisson esprime così la visione fondazionale degli Oblati di S. Francesco di Sales: Dobbiamo essere pienamente consapevoli che siamo Oblati di S. Francesco di Sales … Inutile dire che ci sono altre congregazioni fondate sotto il nome di S. Francesco di Sales e che scaturiscono dalla sua dottrina. Altri possono anche avere la dottrina di S. Francesco di Sales – più o meno; ma è certo che gli Oblati sono coloro che possiedono questa dottrina nella sua integrità. 26 Sulla “pentecoste salesiana” vd. Wright, Heart Speaks to Heart, pp. 110-72, che è anche il testo di riferimento del racconto che segue sulla fondazione degli Oblati di S. Francesco di Sales. 10 La Visitazione la ereditò … è la Buona Madre [la Madre Chappuis] che ci ha trasmesso la comprensione di questa dottrina e di questo tesoro affidati alla Visitazione. Santa di Chantal chiese a S. Francesco di Sales di costituire un istituto di sacerdoti: “Costituite dei sacerdoti che saranno come voi, che conserveranno il vostro spirito”. E siamo noi che – tre secoli dopo – siamo giunti ad entrare in possesso di questa eredità .. 27 Considerati dal punto di vista del carisma salesiano nella sua integrità, il patrimonio spirituale degli Oblati di S. Francesco di Sales, la missione nello Chablais di Francesco e lo “Spirito dello Chablais” assumono la loro collocazione in una serie di narrazioni salesiane archetipe, ognuna delle quali cattura l’immaginazione e ha significato e efficacia spirituali a cui non ci si può sottrarre. Accanto alla narrazione di Francesco Apostolo dello Chablais, ci sono le narrazioni salesiane, tra le altre, di Francesco modello di vescovo post tridentino, Francesco apostolo della parola annunciata e stampata, di Francesco direttore spirituale, di Francesco difensore e maestro della vocazione universale alla santità e alla vita devota, di Francesco fondatore dell’Ordine della Visitazione, di Francesco teologo, di Francesco santo gentiluomo, di Francesco dottore della Chiesa, di Francesco patrono degli scrittori e dei giornalisti e di Francesco precursore del Concilio Vaticano II. Molto degli elementi costitutivi della missione dello Chablais presenti all’inizio del ministero di Francesco facevano presagire quali sarebbero diventati più tardi gli elementi essenziali della dottrina e della spiritualità salesiana, la piena maturità e ricchezza delle quali si dispiegarono nei restanti quasi venticinque anni di ministero di Francesco – nelle sue lettere di direzione spirituale, nelle sue prediche, nella Introduzione alla Vita Devota, nel Trattato dell’Amor di Dio e nella fondazione dell’Ordine della Visitazione. E come ci ha ricordato sr Maria Patricia Burns, VSM, recentemente scomparsa, in occasione del quarto centenario del primo incontro di Francesco e S. Giovanna Francesca di Chantal a Digione nel 1604, senza questo incontro che sfociò nella loro amicizia spirituale e nella fondazione dell’Ordine della Visitazione, non ci sarebbe stato il carisma salesiano come noi lo conosciamo, Francesco forse non sarebbe stato canonizzato e dichiarato Dottore della Chiesa e congregazioni come le Oblate e gli Oblati di S. Francesco di Sales non sarebbero stati fondati (un punto sottolineato in modo analogo dalla citazione riportata sopra di p. Brisson) 28 . VI. Riflessioni conclusive Mentre questo numero della Circolare della ICSS va in stampa, la Chiesa e la famiglia salesiana celebrano la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù. Qui c’è una simmetria poiché questa festa ci riporta al cuore mite e umile di Gesù che nutrì, sostenne e plasmò il ministero di Francesco nella missione nello Chablais e negli anni successivi. Lo stesso Francesco fu cambiato definitivamente dal potere trascendente e trasformante del cuore mite e umile del suo amato Gesù. Francesco lavorò instancabilmente per distogliere il mondo che abitava dalla violenza che era onnipresente in modo da portare i cuori di coloro a cui prestava il suo servizio a battere in armonia con il cuore mite e umile del Salvatore. Il suo “metodo salesiano”, che era il modo specifico che la sua imitazione di Cristo assunse, si distingueva, da un lato, dalla forza e dalla violenza usata dai calvinisti per costringere lo Chablais a sottomettersi e, dall’altro, dalle strategie aggressive e dalle minacce impiegate dai suoi compagni di missione. Il modo di Francesco di stare in un mondo violento, il suo “metodo salesiano”, è un messaggio sempre valido e potente per il nostro mondo violento come il suo, se non di più. Joseph F. Chorpenning, OSFS 27 The True Understanding of the Congregation According to Father Brisson [L’autentica comprensione della congregazione secondo p. Brisson], Testi scelti di p. Brisson a cura di p. Roger Balducelli, OSFS, a uso dei suoi confratelli (Roma: Generalato, 1989), testo n. 9, pp. 30-32, a p. 30. Cfr. Costituzione 17. 28 Vd. “The Flowering of a Friendship” [Lo sbocciare di una amicizia], in Human Encounter in the Salesian Tradition [L’incontro umano nella tradizione salesiana], che sarà pubblicato prossimamente. 11 NOTIZIE DAL MONDO SALESIANO Africa BENIN Agli inizi di luglio il p. Jean-Luc Leroux, OSFS, uno dei fondatori della missione in Benin, vi ritornerà come Superiore Regionale. Il suo principale obiettivo sarà di preparare i giovani Oblati del Benin ad una graduale assunzione di responsabilità nella regione. Come riportato nelle nostre precedenti Circolari, egli è da lungo tempo molto attivo nella RES (Recherches et Ètudes Salésiennes) come suo Presidente e nella promozione del carisma oblato-salesiano in diversi impegni apostolici. Il patrimonio acquisito con l’esperienza sarà messo a frutto per le Conferenze Salesiane Annuali tenute in Benin dalla famiglia salesiana che include non solo gli Oblati, ma anche i Preti di San Francesco di Sales, i Salesiani di Don Bosco e le Salesiane della Visitazione. P. Leroux sarà presente all’ordinazione sacerdotale di tre Oblati del Benin in luglio. REGIONE ASIATICA NUOVO SITO Con una sovvenzione della ICSS e l’esperienza di p. Herbert Winklehner, OSFS, un membro della ICSS e suo webmaster, un nuovo sito, www.osfs-asia.net, per la missione d’Asia è stato costituito così che possa comunicare in modo più efficace l’opera, le attività, i progetti di questa missione, ecc. P. Winklehner ha inserito delle mappe dell’India e delle Filippine così come un mappamondo sul quale sono indicate le varie fondazioni oblate in questi due paesi e nel mondo. Il sito merita decisamente di essere visitato. INDIA Sotto la guida di p. Sebastian Leitner, OSFS, superiore regionale, tutti i membri professi hanno l’opportunità di programmare il futuro della regione. A tutti gli Oblati viene richiesto di partecipare a un incontro annuale generale. Nell’incontro dell’ottobre 2005, ai partecipanti è stato chiesto di riflettere e di condividere il loro pensiero su argomenti come gli aspetti positivi e negativi del loro ministero e come esso possa essere migliorato, la loro visione del sacerdote oblato e che cosa li ha aiutati a crescere come Oblati. I membri hanno discusso le proposte del Capitolo Generale 2006, la fondazione delle Filippine, la situazione finanziaria della regione, la scuola proposta e importanti aspetti del programma di formazione. La teologia è ora situata in una casa in affitto a Mangalore così che i seminaristi possono frequentare il seminario diocesano per i loro studi di teologia. Questo estende la fondazione indiana degli Oblati a un’altra località nello stato di Karnataka. P. Fred Smuda, OSFS, è stato nominato superiore di questa nuova comunità. In qualità di direttore del Fondo Chablais per le Missioni p. James O’Neil, OSFS, ha visitato la regione allo scopo di una migliore conoscenza dei suoi bisogni e delle sue potenzialità. Ha anche colto l’occasione per tenere un numero di conferenze sulla spiritualità salesiana, sottolineando specialmente le virtù salesiane. FILIPPINE Gli Oblati indiani sono d’accordo di dare il loro appoggio alla fondazione in questo paese, ma non sono in grado di mandare nessuno nell’immediato. Nel frattempo, p. Josef Koltringer, OSFS, getta 12 le fondamenta per questa importante fondazione; ha già avuto la formale cerimonia di benedizione della casa, generosamente prestata agli Oblati da una vedova filippina, e già la utilizza come sua residenza. Il vescovo locale ha già promesso di mandare a p. Koltringer parecchie centinaia di giovani per una selezione come possibili candidati Oblati, ma p. Koltringer non è in grado di iniziare un programma di formazione fino a quando non avrà l’aiuto di parecchi altri Oblati. Come riportato altre volte su queste pagine, p. Koltringer intravede nella missione filippina un trampolino per un eventuale invio missionario in Cina. Questo è il pensiero di papa Benedetto XVI, che ritiene che la Chiesa filippina possa giocare un ruolo chiave nell’evangelizzazione dell’Asia e, in particolare, della Cina. Europa PROVINCIA DELL’AUSTRIA–GERMANIA DEL SUD In occasione del 100° anniversario della rivista salesiana LICHT, papa Benedetto XVI ha inviato la sua benedizione apostolica a tutti gli autori, collaboratori e lettori della rivista. Nella sua lettera il Papa scrive: “Possa la rivista LICHT essere un mezzo di comunicazione adeguato anche nel futuro per mostrare agli esseri umani la via per vivere la loro vita come cristiani nella spiritualità di San Francesco di Sales, che è ricca della luce della fede e dell’amore di Dio”. Il testo integrale della lettera, così come altre informazioni sulla rivista salesiana LICHT, si possono trovare su: www.zeitschrift-licht.de. Per commemorare il 100° anniversario la Provincia ha creato un nuovo sito sotto il dominio www.eslebejesus.de (Viva Gesù) che contiene informazioni sulla storia della Provincia, i suoi membri attuali e le sue attività di apostolato, oltre ai diversi eventi di quest’anno giubilare. Il sito contiene anche una documentazione storica sviluppata da p. Franz Wehrl, OSFS. Questa documentazione è anche disponibile in una brochure intitolata “Dokumentation der Oblaten des hl. Franz von Sales. Schwerpunkt: Österreichisch-Süddeutsche Provinz anlässlich ihres 100-jährigen Bestehens” (Documentazione sugli Oblati di San Francesco di Sales: la Provincia dell’Austria-Germania del Sud in occasione del suo 100° anniversario). In cooperazione con Alfons Wittmann e Monika Rauh, due membri del personale della biblioteca dell’Università Cattolica di Eichstätt-Ingolstadt (Germania), p. Herbert Winklehner, OSFS, un membro della ICSS, ha realizzato la prima enciclopedia on-line su San Francesco di Sales e la spiritualità salesiana. Questo sito si può trovare su: www.franzvonsaleslexikon.de. Tutti gli studiosi salesiani di lingua tedesca sono invitati a presentare voci salesiane per questa enciclopedia. PROVINCIA OLANDESE P. Dirk Koster, un membro della ICSS, la cui biografia di Francesco di Sales ha ricevuto recensioni molto positive in tutto il mondo ha recentemente ultimato una biografia di p. Louis Brisson, il fondatore delle Oblate e degli Oblati di San Francesco di Sales. Attualmente è in corso la traduzione in lingua tedesca e inglese di questa biografia scritta in olandese. P. Winklehner ha costituito uno speciale sito su p. Brisson: www.louisbrisson.org. Il 25 marzo il Superiore Generale, p. Lewis Fiorelli, OSFS, ha inaugurato la nuova residenza provinciale situata nella città di Schijndel. Contiene una cappella, una sala per conferenze, una biblioteca ed è grande abbastanza per contenere gruppi fino a 50 persone per conferenze. La residenza è attualmente utilizzata dagli Oblati così come da altri gruppi salesiani. 13 Dal 26 maggio al 2 giugno 2006 c’è stato un pellegrinaggio salesiano a Annecy con la partecipazione di circa 40 persone. Il provinciale, p. Kess Jongeneelen, e p. Koster accompagnavano il gruppo come esperti salesiani e guide spirituali. In cooperazione con la (Cattolica) Radbound Università di Nijmegen, la provincia olandese ha preso dei contatti con p. Rob Faesen s.j., professore di Letteratura Mistica Medievale olandese e titolare della Cattedra di Studi Ignaziani e Gesuitici alla Facoltà di teologia dell’Università Cattolica di Lovanio (Belgio) per cercare di trovare uno studioso che sia interessato a fare una ricerca sulla direzione spirituale secondo San Francesco di Sales a partire dalle sue lettere e dai suoi incontri (per es. Louise de Charmoisy, Jacqueline Favre, Angélique Arnaud, Jean-Pierre Camus e il diplomatico Antoine des Hayes). PROVINCIA FRANCESE L’ANNUALE CONFERENZA SALESIANA, ÉCHANGES SALÉSIENS, SPONSORIZZATA DA RES (RECHERCHES ET ÉTUDES SALÉSIENNES) SI TERRÀ QUEST’ANNO (10-14 LUGLIO) A TROYES, LA CITTÀ DOVE SIA LE OBLATE CHE GLI OBLATI DI SAN FRANCESCO DI SALES SONO STATI FONDATI. IL TEMA SARÀ: PELERINS D’AMOUR: DU QUOTIDIEN À L’ÉTERNITÉ, “PELLEGRINI D’AMORE: DAL QUOTIDIANO ALL’ETERNITÀ”. QUEST’ANNO CI SARÀ QUALCOSA DI NUOVO. CI SARANNO ANCHE SESSIONI PER GIOVANI CHE DESIDERANO FAMILIARIZZARE CON LA SPIRITUALITÀ SALESIANA. IL REFERENTE PER QUESTA CONFERENZA È P. JEAN-LUC LEROUX, OSFS: [email protected]. I contributi di p. Jean Gayet, OSFS, ex provinciale della provincia francese e ex membro della ICSS, per promuovere gli studi salesiani sono incalcolabili. Oltre a molti ritiri, conferenze, conversazioni, ecc, dati negli oltre sessant’anni del suo sacerdozio come Oblato, abbiamo frequentemente menzionato il suo monumentale lavoro di scansione della edizione di Annecy delle Oeuvres. Ha quasi scansionato ventitré dei ventisette volumi e li ha messi su CD-Rom. Questo lavoro è già stato di incalcolabile aiuto a studiosi salesiani di ogni parte del mondo, non solo in Francia, ma anche negli Stati Uniti, in Irlanda e in Argentina, specialmente per le tesi di dottorato. Di grande interesse per la Congregazione sono i passi avanti compiuti per riprendere la causa di beatificazione della Madre Chappuis. La sospensione fu decretata nel 1921 dalla Congregazione dei Riti dopo che il Santo Uffizio aveva stabilito che “gli scritti della Madre Chappuis non potevano essere accettati” (tolerari non posse). Grazie alla benevolenza e comprensione delle autorità competenti, è stato possibile a p. Roger Balducelli, OSFS, archivista della Congregazione, avere accesso alla documentazione relativa a questa sospensione e compiere con agio uno studio della stessa. Questo studio è ancora in corso. Uno studio parallelo viene condotto sulle lettere della Buona Madre da p. Regnouf (1000 pagine stampate a computer!). I risultati cumulativi saranno sottoposti alle autorità di Roma così che possano giudicare se le circostanze che richiesero o condizionarono la sospensione meritino ancora la considerazione data loro negli anni ’20. P. Balducelli continuerà il suo lavoro non richiesto ma utile finché potrà ma le sable est bas dans le sablier, come dicono i francesi (la sabbia sta finendo nella clessidra). Egli compirà presto ottantasette anni. Il Servizio di Formazione alla Fede per Adulti della diocesi di Annecy, in collaborazione con la stazione radio cattolica dell’Alta Savoia (RCF Alta Savoia) ha organizzato due tavole rotonde, una per gli studenti e l’altra per il gran pubblico, dopo due proiezioni del film “Il codice Da Vinci”, in uno dei cinema della città. Gli invitati erano p. Michel Tournade, OSFS, provinciale di Francia e ex membro della ICSS, e Jean-Yves Thomas, un laico teologo. Il libro di Dan Brown e l’adattamento per il film sono stati giudicati come un esempio di marketing molto ingegnoso che fa leva sulla ingenua credulità del pubblico e la sua inclinazione per le cose esoteriche e che sanno di cospirazione. La prima chiesa della Visitazione (la Sainte Source) è stata completamente restaurata. La chiesa, sin dal 1920, è stata il centro dei cattolici italiani residenti a Annecy, ma nel 2000 è stato chiesto ai sa14 lesiani di assumere questo servizio. I salesiani sono riusciti ad ottenere una sovvenzione dal governo italiano, sotto il patrocinio del Ministero della Cultura, per il restauro della chiesa. Essi hanno sostenuto che Francesco di Sales e la Visitazione hanno avuto origine in quello che nel 1610 era essenzialmente uno Stato italiano e che l’impatto dello spirito salesiano e delle comunità della Visitazione è stato grande in tutta l’Italia e lungo il 1600 e il 1700. In ogni caso, il Ministero Italiano della Cultura ha dato risposta favorevole. Il progetto di restauro è stato pagato e completato. L’interno della chiesa è stato meravigliosamente rinnovato. I visitatori e i turisti di Annecy ora fanno più di frequente sosta a questa importante tappa sul cammino salesiano. Una mostra intitolata “Regard sur la Visitation” (Sguardo sulla Visitazione) è permanentemente aperta al Museo Bourbonnais di Moulins, dove è stato fondato il terzo monastero della Visitazione e dove morì Giovanna di Chantal. La mostra è stata resa possibile dagli sforzi congiunti di 28 monasteri di Francia e Belgio, che hanno messo a disposizione il loro patrimonio d’objets d’arts (oggetti d’arte) che abbraccia cinque secoli. Vi sono anche oggetti personali appartenuti ai fondatori e oggetti che evocano la vita quotidiana delle visitandine. Per ricevere brochure colorate molto ben fatte della mostra scrivere a Musée Bourbonnais, 4, place de l’Ancien Palais, 03000 Moulins, France, o telefono: 04 70 44 39 03. PROVINCIA ITALIANA P. Emilio Testa, OSFS, che ha una lunga e feconda esperienza di rapporti con il Vaticano e i suoi vari dicasteri, per conto degli Oblati, si sta occupando dell’introduzione della causa di beatificazione di p. Louis Brisson. Egli ha assistito p. Roger Balducelli, OSFS, nella preparazione dell’enorme quantità di documentazione da sottoporre alla Congregazione delle Cause dei Santi. La Visitazione di Salò ha gentilmente accettato di tradurre la Circolare della ICSS in italiano. Le sorelle hanno fatto un eccellente lavoro preparando la versione italiana del libretto della ICSS L’autorità nella tradizione salesiana, distribuito ai monasteri italiani della Visitazione. Con la versione italiana, la circolare potrà essere disponibile in sei lingue sul sito della ICSS e essere particolarmente accessibile ai Salesiani di Don Bosco, molti dei quali conoscono l’italiano. L’ultimo numero della Circolare segnalava la recente pubblicazione del pionieristico libro di p. Morand Wirth, SDB, François de Sales et l’éducation (Parigi: Éditions Don Bosco, 2005). Questo lavoro è stato tradotto in italiano col titolo Francesco di Sales e l’educazione. Formazione umana e umanesimo integrale e pubblicato dalla Libreria Ateneo Salesiano. Una breve descrizione in italiano del contenuto di questa opera può essere vista sul sito della Pontificia Università Salesiana: http://www.ups.urbe.it/index.php?method=news&action=zoom&id=78. Può essere ordinato on-line a: http://las.ups.urbe.it/wwwroot/web/catalogo.html. MONACO Quelli che leggono il francese troveranno una interessante storia di come agli Oblati è stata affidata la responsabilità della parrocchia di St. Charles in questo Principato e l’importante ruolo che p. J. Francis Tucker, OSFS, suo primo pastore Oblato e cappellano del Principe Ranieri, ha giocato in questo apostolato su: http://www.eglise-saint-charles.com/StFrancois1.htm#toppre. FIGLIE DI SAN FRANCESCO DI SALES Sul sito www.franz-von-sales.org delle Figlie di San Francesco di Sales è ora possibile porre domande su San Francesco di Sales. P. Herbert Winklehner, OSFS, membro della ICSS, risponderà a queste domande. Sotto il tasto “Angefragt” (“chiesto”) le risposte saranno accessibili su questo sito. 15 Il gruppo svizzero delle Figlie di San Francesco di Sales è contento di avere ottenuto un nuovo direttore spirituale generale, p. Thomas Falak dalla Polonia. È un Prete di San Francesco di Sales e consigliere dei due gruppi polacchi delle Figlie a Varsavia e Lodz. Gli estendiamo i nostri migliori auguri per essersi assunto questa ulteriore responsabilità. Il gruppo austriaco delle Figlie ha celebrato la consacrazione di Rosemarie Hofmayer avvenuta il 24 giugno 2006 dopo due anni di formazione. La consacrazione è avvenuta durante l’eucaristia all’Abbazia di Seckau in Styria, Austria. Rosemarie ha fatto le sue promesse davanti al direttore spirituale del gruppo, p. Leo Liedermann, alla presenza dei suoi familiari e del gruppo dell’Austria occidentale delle Figlie. L’abituale pellegrinaggio a Annecy sarà il momento culminante dell’anno per i gruppi dell’Austria sia orientale che occidentale. Avverrà dal 2 al 9 settembre 2006. Regione dell’America del Sud Il numero di novembre 2005 della circolare regionale, Encontro dos Oblatos, riporta l’incontro tenuto a Roma dei Superiori Maggiori sulla vita consacrata. Parecchie delle virtù che hanno elencato come necessarie per sviluppare i nuovi atteggiamenti per i tempi nuovi sono caratteristiche della spiritualità salesiana, specialmente non violenza/mitezza e spirito di libertà. Questo riconferma l’attualità della spiritualità salesiana per il nostro mondo. La Regione ha aperto formalmente la celebrazione del suo 100° anniversario il 21 aprile 2006. Stati Uniti PROVINCIA DI TOLEDO-DETROIT La Provincia ha recentemente costituito la Comunità Regionale Brisson composta da sei membri che vivono in varie aree geografiche e non dipendono da nessuna comunità della Provincia. L’idea è stata di fratel Jim Petrait, OSFS, che è stato nominato coordinatore regionale del gruppo. Ogni anno si tengono quattro incontri on-line. Fratel Jim sceglie delle letture dagli scritti di San Francesco di Sales o articoli sulla spiritualità salesiana; ogni membro è invitato a dare, via e-mail o per telefono, una riflessione personale sulle letture, insieme alle sue ultime notizie. Finora c’è stata una partecipazione del 100%. P. David Whalen. Provinciale, scrive: “Questo è per noi un inizio e lo potrebbe essere anche per le comunità religiose negli Stati Uniti. Ovviamente il modo con cui questa regione funzionerà sarà molto diverso dal modo con cui altre comunità regionali funzionano e servirà tempo e pazienza per riuscire a capire come sarà esattamente, ma l’importante è che sia già operativa”. “Danzare nelle tenebre: una spiritualità della speranza ad ogni età” sarà il tema della 24° conferenza annuale intitolata a Joseph F. Power, OSFS, sulla spiritualità di Francesco di Sales e Giovanna di Chantal. Si terrà dal 3 al 6 agosto al Hilton Durham , a Durham, nel Nord Carolina. Ecco alcuni dei relatori e degli argomenti in programma: p. James Yeakel, OSFS, “Danzare attraverso la vita: vivere Gesù in tempi difficili”; sr Mary Greenan, FMA, “Danzare con gli “alieni” e con gli angeli: i giovani oggi nella Chiesa”; sr Jacqueline Burke, VHM, “Continuare l’eredità di San Francesco e Santa Giovanna: il dono della sapienza salesiana”; p. Roland Calvert, OSFS, “Francesco e Giovanna nell’arena politica”. Per ulteriori informazioni e per iscriversi on-line, contattare il De Sales Ministries and Resources su: www.desalesresource.org. All’incontro annuale della provincia (21-24 giugno 2005) ha presentato l’argomento della settimana p. David Whalen, OSFS, “Comprendere e gestire la rabbia, nostra e degli altri”; la settimana è stata 16 organizzata da sr Lynn Levo, SSJ. La circolare della provincia, Bondings, ha riassunto così l’argomento: “Che imparare a comprendere, percepire e gestire la rabbia sia difficile è il minimo che si possa dire. Esplodere e danneggiare le relazioni, se stessi o le cose non è una scelta sana. E neppure lo è reprimerla innalzando pericolosamente la pressione sanguigna o cadere in depressione o chiudersi in se stessi come un porcospino. San Francesco di Sales, che pure riconosceva la difficoltà di gestire la rabbia, prevedeva che sarebbe stato libero da ogni sentimento di rabbia 15 minuti dopo la sua morte e nella sua Introduzione alla vita devota consigliava: “È meglio tentare di trovare un modo di vivere senza rabbia piuttosto che avere la pretesa di farne un uso misurato”. Lo stesso numero di Bondings contiene il necrologio di p. Anthony Ceresko, OSFS, al quale noi abbiamo reso omaggio nell’ultimo numero di questa Circolare. L’articolo sottolinea il suo impegno nel promuovere la giustizia e osserva: “Tutto il suo insegnamento, la sua ricerca e il suo bisogno di rispondere nel modo più radicale erano fondati sulla sua professione religiosa e sul suo amore e sul suo zelo per lo spirito salesiano nella sua totalità. Era sempre in ricerca di modi per cogliere gli elementi tradizionali del nostro spirito e per mostrare quanto fossero compatibili con seri studi biblici e con una teologia genuina con qualsiasi nome fosse sul momento in voga”. Molti suoi articoli sul pensiero salesiano si possono trovare nel suo libro, San Francesco di Sales e la Bibbia (Bangalore: SFS Publications, 2005) che è stato pubblicato poco prima della sua morte, come pure on-line sul sito del Salesian Center for Faith and Culture a: www4.desales.edu/SCFC/SalStudies2.htm#Ceresko. Nel numero della primavera 2006 di Bondings, P. Paul Henry, che è a capo dell’Office of Special Ministry of Spirituality dell’arcidiocesi di Baltimora, ha pubblicato una recensione molto favorevole del libro Spiritual Direction: A Methodology [Direzione spirituale: una metodologia] di p. Devasta Manel, MSFS. P. Henry qualifica il libro come “un’opera sistematica sulla metodologia della direzione spirituale salesiana”. La parrocchia intitolata a Gesù a Toledo nell’Ohio, di cui è parroco p. James Cryan, OSFS, ha offerto in quaresima una serie di quattro sessioni sulle virtù salesiane; le sessioni hanno incontrato molto favore. PROVINCIA DI WILMINGTON-PHILADELPHIA Il numero della primavera 2006 di Mosaic, una pubblicazione della Holy Family University (Università della Sacra Famiglia), dà ampio spazio a p. Alberto Smith, OSFS, andato ora in pensione dopo diciotto anni di zelante servizio come cappellano dell’Università e Assistente Spirituale del Campus. Il suo lungo e fecondo ministero non solo con gli studenti, ma anche con il personale e con il corpo insegnante è stato caratterizzato da ottimismo salesiano, disponibilità e affabilità. P. Smith ha impregnato la sua vita e il suo lavoro di spirito salesiano, che ha promosso in ogni occasione. Le nostre congratulazioni e i nostri auguri più calorosi a p. Smith che inizia una nuova fase della sua vita sacerdotale di Oblato! Complimenti a p. Michael Murray, OSFS, e al Centro di Spiritualità De Sales (DSC) per aver completato la prima fase di traduzione in spagnolo delle risorse salesiane di questo centro. Sono state inserite nel sito del DSC le seguenti risorse in spagnolo: 1) Le Domeniche salesiane, riflessioni di una pagine sulle letture della domenica, delle solennità e dei giorni festivi di tutto l’anno liturgico 2005/2006; 2) diciassette pagine di Preghiere del cuore; 3) sei volumi delle Salesian Perspectives; 4) due versioni del Direttorio spirituale; 5) le dieci meditazioni dall’Introduzione alla vita devota, parte I; 6) Ogni giorno con San Francesco di Sales, che offre, mese per mese, un pensiero di Francesco di Sales per ogni giorno dell’anno. Ci sono ora più di duecento diverse risorse salesiane in spagnolo disponibili sulla nuova pagina principale del sito in lingua spagnola del DSC: http://www.oblates.org/spirituality/es/. 17 Il DSC è molto lieto di offrire seminari di discepolato salesiano per comunità di fede nelle parrocchie. Lo scopo di questi seminari della durata di un giorno è di aiutare a costituire un gruppo di persone che lavorerà con i responsabili parrocchiali per aiutare gli altri ad imparare, a vivere e a condividere il modo concreto con cui la spiritualità salesiana fa aderire al Vangelo e fa “vivere Gesù”. Per ulteriori informazioni si può contattare il direttore esecutivo su: [email protected]. Dave Herrington, direttore regionale per la regione della Florida del De Sales Spiritualità Center, su invito della diocesi di Venice, ha tenuto una conferenza agli insegnanti e ai catechisti della diocesi nel corso di un seminario estivo agli inizi di giugno. L’argomento era: “Un bouquet salesiano: vivere l’ordinario in modo straordinario”. Dave, ufficiale militare in pensione, è uno dei più entusiasti e impegnati collaboratori laici degli Oblati. P. Joseph Chorpenning, OSFS, presidente e membro della ICSS, ha curato la mostra “Emblemata sacra: “libri emblematici” della Biblioteca Maurits Sabbe, Katholieke Universiteit Leuven”, aperta durante la primavera del 2006 presso la biblioteca Francis A. Drexel alla Saint Joseph’s University a Philadelphia. Ha anche curato il catalogo che accompagnava la mostra contribuendovi con un saggio. Il materiale esposto ha aperto una finestra sul mondo dei simboli e delle immagini nelle quali San Francesco di Sales viveva ed esercitava il suo ministero. Quattordici studenti e quattro Oblati della De Sales University hanno completato il loro programma della durata di un anno nel Salesian Leadership Institute (SLI [Istituto di Leadership Salesiana]), sotto l’egida del Salesian Center for Faith and Culture (SCFC [Centro salesiano per la fede e la cultura]) e con un generoso finanziamento da parte di Frank Ryan e della Fondazione Ryan. Una equipe di Oblati (p. Douglas Burns, p. Peter Leonard, p. Mark Plaushin e p. Christopher Hudgin), sotto la direzioone di p. Thomas Dailey, OSFS, direttore del SCFS, ha lavorato in collaborazione con i membri del Catholic Leadership Institute (Istituto Cattolico di Leadership) per integrare la spiritualità salesiana con il programma dello stesso. Il programma ha due componenti principali: L.E.A.P. (Leaders Experiential Adventure Program) che mira alla scoperta del proprio profilo personale e lo sviluppo della propria missione e B.E.I.T. (Being Energized and Inspired Together: [Essere stimolati e ispirati insieme]) che pone l’accento sulla riflessione personale e sul confronto di gruppo con animatori esperti in leadership salesiana. Quattordici nuovi studenti parteciperanno al programma il prossimo anno accademico. Ulteriori informazioni sul SLI sono disponibili sul sito del SCFS: http://www4.desales.edu/SCFC/Leadership/SLI-front.htm. In parte aiutato da una sovvenzione della ICSS, p. Alexander Pocetto, OSFS, ex presidente e membro della ICSS e attualmente capo cronista della Circolare della ICSS, è riuscito a digitalizzare due libri nella Salesian Collection della Trexler Library della De Sales University. È stato digitalizzato A Revolution in Charity (Una rivoluzione nella carità) di Ruth Kleinman, salvato come file pdf e posto in via sperimentale su internet; è ora disponibile su: http://nt1.desales.edu/courses/Charity.pdf. È stato utilizzato come “testo” in un nuovo corso on-line ideato e diretto nel marzo-aprile 2006 da p. Pocetto, “Una civiltà salesiana dell’amore”. È stata digitalizzata anche la prima traduzione in inglese del Trattato dell’amor di Dio (1630) e presto sarà messa in internet in modo da essere accessibile agli studiosi salesiani di tutto il mondo. Questa traduzione di Miles Carr nell’inglese elisabettiano si può studiare da molti punti di vista, non ultimo quello dell’impatto dello spirito salesiano sul cattolicesimo inglese in un periodo di intensa persecuzione. Due nuovi corsi on-line sono stati offerti dal SCFC: “Scritture salesiane”, corso che esamina come San Francesco di Sales ha assimilato l’insegnamento sulla Sacra Scrittura e lo ha integrato nella sua predicazione e nei suoi scritti, con esempi dai suoi Sermoni e dalla sua Esposizione mistica sul Cantico dei Cantici. Questo corso è stato guidato da p. Dailey; il secondo “Una civiltà salesiana dell’amore” da p. Pocetto (vd. sopra). 18 La prima classe di sette studenti della Nativity Preparatory School (scuola media), che ha aperto nel 2003, ha completato il suo ciclo di studi in giugno. Tutti questi studenti sono stati accettati in scuole superiori private nell’area di Wilmington, nel Delaware. Il fratello Edward Ogden, OSFS, preside della Nativity Preparatory School, è fiducioso che tutti loro saranno in grado di affrontare le sfide del programma della scuola superiore. La scuola, in tre anni con orario ridotto, grazie ai suoi programmi rigorosi ed esigenti impregnati del carisma e della spiritualità salesiani, è sulla buona strada per preparare i futuri leader provenienti da situazioni svantaggiate. In maggio, l’Associazione delle Nazioni Unite degli Stati Uniti in collaborazione con l’ONU, ha ospitato la settima conferenza annuale dell’ONU sullo standard scolastico mondiale nell’edificio della sede delle Nazioni Unite. Più di 2300 studenti da tutti gli Stati Uniti e da altre 17 nazioni hanno partecipato a questa iniziativa. I padri John Hurley, OSFS, e John Spellman, OSFS, hanno guidato una delegazione congiunta di cinquantuno studenti del Father Judge, Salesianun e delle scuole superiori cattoliche del Nordest per vincere in questo prestigiosissimo dibattito accademico a livello mondiale. La targa del Segretariato Generale (dell’ONU) quale riconoscimento della migliore squadra del mondo è stata assegnata alla “squadra salesiana”. Le nostre sincere congratulazioni alla “squadra salesiana” e ai loro insegnanti Oblati. Non c’è dubbio che le Nazioni Unite stesse abbiano potuto approfittare di una infusione di spirito salesiano. Missionari di San Francesco di Sales (Fransaliani) Sono in corso i preparativi per il Capitolo Generale 2007 dei Fransaliani. A questo scopo una grande quantità di materiale è stato inserito sul loro sito (www.fransalians.com), compreso uno schema conciso, un opuscolo preparatorio e delle preghiere, un orario e una serie di tre documenti di lavoro. Questi ultimi sono di particolare interesse poiché offrono serie riflessioni su tre temi adatti al nostro tempo: 1) Gesù missionario, Gesù capo; 2) San Francesco di Sales, un leader della missione e p. Mermier nel suo “Voglio esperienza di missione”; 3) Le sfide che incontra un leader della missione oggi. I fransaliani sono stati fondati nel 1838 da p. Mermier sotto la protezione di San Francesco di Sales, Apostolo dello Chablais, che è “l’icona della loro ispirazione e imitazione”. Perciò il loro è il carisma missionario dello Chablais. NUOVE PUBBLICAZIONI LIBRI Elisabeth Stopp, Adrien Gambart’s Emblem Book: The Life of St. Francis de Sales in Symbols (Libro degli emblemi di Adrien Gambart: la vita di San Francesco di Sales in simboli) (Philadelphia: Saint Joseph’s University Press, 2005). Questo volume contiene l’ultimo studio ancora inedito di Elisabeth Stopp di La vie symbolique du bienheureux François de Sales (1664), un saggio introduttivo di Agnès Guiderdoni-Bruslé che aggiorna e integra il lavoro della Stopp e un facsimile del libro degli emblemi di Gambart. Jose Kumblolickal, MSFS, La unión con Dios en San Juan de la Cruz y San Francisco de Sales: Estudio comparativo de su propuesta doctrinal (Unione con Dio in San Giovanni della Croce e San Francesco di Sales: studio comparativo della loro dottrina spirituale) (Burgos, Spagna: Editorial Monte Carmelo, 2002). Un indice dettagliato del contenuto in inglese si può vedere su: http://www.fransalians.com/sfs-views/kumblolickal-j.htm. È disponibile per l’acquisto su: http://www.montecarmelo.com. Benni Grigoriose Koottanal, MSFS, Eucharist is Love: A Dogmatic and Hermeneutic Understanding of Salesian Eucharistic Theology in the Calvinistic Era (L’eucaristia è amore: una interpreta19 zione dogmatica e ermeneutica della teologia eucaristica salesiana nel periodo calvinista) (Bangalore: SFS Pubblication, 2005). Un dettagliato profilo di ciascun capitolo è disponibile su: http://www.fransalians.com/sfs-views/kootanal-b.htm. Hans Urs von Balthasar ( 1905-1988), Love Alone is Credible (Solo l’amore è credibile), trad. D.C. Schindler (San Francisco: Ignatius Press, 2004). Come riportato nella copertina del libro in questa nuova traduzione, von Balthasar “scava più profondamente nella sua esplorazione di cosa significhi amore, cosa fa l’amore divino di Dio e come noi dobbiamo diventare amanti di Dio sulle orme di santi come Francesco di Sales, Giovanni della Croce e Teresa di Lisieux”. Philippe Legros, François de Sales, un maître en pédagogie (Francesco di Sales, un maestro in pedagogia) (Parigi, Éditions Don Bosco, 2005). Stefan Hauptmann, un parroco di Markt Indersdorf vicino Monaco e ammiratore di San Francesco di Sales ha pubblicato una novena a San Francesco di Sales che ha usato in un primo tempo nella sua parrocchia in preparazione alla Pentecoste 2006. Come indica il titolo, consiste in nove giorni di preparazione spirituale alla solennità della Pentecoste nello spirito di San Francesco di Sales. Chiunque è interessato a saperne di più su questa novena può contattare p. Hauptmann via e-mail: [email protected]. Anne Hoffmann, Mit der Kraft des Lächelns. Von der Lust, neue Wege zu beschreiten – Aus dem Leben des heiligen Franz von Sales (Con il potere del sorriso. Il piacere di usare un approccio diverso: la vita di San Francesco di Sales) (Monaco: Don Bosco Verlag, 2006). L’opuscolo contiene una agile e breve biografia di San Francesco di Sales nella serie “Lebensgeschichten aus der Don Bosco Familie” (Storie dalla famiglia di Don Bosco). Antony Kolencherry, MSFS, Von Herz zu Herz. Mystische Dialoge (Da cuore a cuore. Dialoghi mistici) (Eichstätt: Franz Sales Verlag, 2006). Questa opera consiste in una serie di articoli precedentemente pubblicati che, nella tipica maniera salesiana, pone il cuore e la mistica del cuore al centro della vita spirituale. È ben scritta e presenta l’insegnamento di San Francesco di Sales in modo accessibile. André Compte-Sponville, A Small Treatise on the Great Virtue: The Uses of Philosophy in Everyday Life (Un breve trattato sulle grandi virtù: come usare la filosofia nella vita quotidiana) (New York: Metropolitan Books, 2001). Tra le virtù trattate ci sono mitezza e amore. Il saggio sull’amore include un buon commento sul Trattato dell’amor di Dio. P. James Cryan, OSFS, scrive che lo usa come vademecum. Non precedentemente menzionati in queste pagine, ma di possibile interesse per alcuni del nostri lettori sono i seguenti: Mino Bergamo, L’Anatomie de l’âme: De François de Sales à Fénélon (L’anatomia dell’anima: da Francesco di Sales a Fénélon) (Parigi: Jérôme Millon, 1994); Tullio Poli, Punta suprema dell’anima: virtù teologali, preghiere semplici e adesioni alla volontà divina secondo San Francesco di Sales, (Roma: Università Gregoriana Editrice, 1982). Sfortunatamente, entrambi i libri sono ora esauriti. ARTICOLI Binu Edathumparambil, “Incarnational Love: A Salesian Response to Deviations and Disintegration in Society Today” (Amore incarnato: una risposta salesiana alle deviazioni e alla disintegrazione nella società di oggi), Indian Journal of Spirituality 18 (luglio-settembre 2005): 326-32. 20 David Frank Allen, “St. Francis de Sales and the Hospitaller Knights of St. John of Jerusalem” (San Francesco di Sales e i Cavalieri di Malta di San Giovanni di Gerusalemme), Downside Review 123 (luglio 2005): 170-79. Patricia Siege, “The Unsung Hero of the Reformation: Saint Francis de Sales” (L’eroe non celebrato della riforma: San Francesco di Sales) in War and Its Uses: Conflict and Creativity (La Guerra e i suoi usi: conflitto e creatività), curato da J. Kleist e B. Butterfield (New York: Peter Lang, 1999), 47-59. Glen C. Scorgie, “Yearning for God: The Potential and Poverty of the Catholic Spirituality of Francis de Sales” (Il desiderio ardente di Dio: le potenzialità e i limiti della spiritualità cattolica di Francesco di Sales), Journal of the Evangelical Theological Society (Giornale della Società Teologica Evangelica), (Settembre 1998). Questo articolo offre intuizioni molto interessanti su come i protestanti vedono o dovrebbero vedere la spiritualità salesiana ed è disponibile on-line su: http://www.findarticles.com/p/articles/mi_qa3817/is_199809/ai_n8813437. Il sito dei Fransaliani ha una “Facile consultazione tematica di prospettive salesiane su vari argomenti. Una lista di circa 70 argomenti da ‘Abbandono’ a ‘volontà di Dio’” su: http://www.fransalians.com/sfs-views/salesian-views.htm. John McCaslin, autore della rubrica “Inside the Beltway” (“All’interno della circonvallazione”) del The Washington Times e collaboratore su Townhall.com, ha scritto un breve articolo nella sua rubrica del 24 gennaio 2006 su Francesco di Sales come santo patrono dei giornalisti. In The General’s News XXVI(Notizie del Generale) (aprile-maggio 2006), pp. 4-6, p. Lewis Fiorelli, OSFS, presenta alcuni paralleli tra le idee dell’amore di Francesco di Sales e del papa Benedetto XVI nella prima parte dell’enciclica Deus caritas est. John Sankarathil, OSFS, “Pope John Paul II and St. Francis de Sales” (Papa Giovanni Paolo II e San Francesco di Sales), Indian Journal of Spirituality 18 (aprile-giugno 2005), studia i temi delle omelie del papa Giovanni Paolo II durante la sua visita in Francia dal 4 al 7 ottobre 1986 così come la lettera del Papa del 23 novembre 2002 per ricordare il quarto centenario dell’ordinazione episcopale di San Francesco di Sales. La Circolare della ICSS è stata fondata nel 1997 ed è pubblicata semestralmente dalla Commissione Internazionale per gli Studi Salesiani (ICSS) degli Oblati di S. Francesco di Sales (Joseph F. Chorpenning, OSFS, Presidente; Herbert Winklehner, OSFS; Dirk Koster, OSFS). Il suo obiettivo principale è diffondere su scala mondiale le informazioni relative agli Studi Salesiani (S. Francesco di Sales; S. Giovanna di Chantal; P. Louis Brisson, fondatore degli Oblati di S. Francesco di Sales; gli Oblati di S. Francesco di Sales; le Oblate di S. Francesco di Sales; la Visitazione di S. Maria; Istituti Laicali e Religiosi, membri della famiglia salesiana). Direttore: Joseph F. Chorpenning, OSFS (Saint Joseph’s University Press, 5600 City Avenue, Philadelphia, PA 19131-1395, USA; e-mail: [email protected]) Capocronista: Alexander T. Pocetto, OSFS. Le notizie per i numeri futuri devono essere spedite a P. Pocetto via e-mail ([email protected]), fax (610/282-2059), o per posta (De Sales University, 2755 Station Avenue, Center Valley, PA 18034-9568, USA). Grafica, composizione e stampa presso il Printing Office della Saint Joseph’s University Press, 5600 City Avenue, Philadelphia, PA 19131-1395,USA. 21