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Agricampeggio Scopello
Azienda Agricola Antonella Plaia
SCOPELLO & dintorni…
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Foto agricampeggio di Giuseppe e Salvatore Novara
Testo a cura di Lina Novara
Vietata la riproduzione anche parziale di testo e foto
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L’Agricampeggio Scopello – realizzato in uno splendido scenario di
mare e di roccia – è il luogo ideale per trascorrere un periodo di vacanza o un solo giorno all’aria aperta a contatto con la natura.
Con cadenza settimanale si organizzano escursioni finalizzate alla
valorizzazione e conoscenza del territorio, partendo da Scopello e
seguendo itinerari tra natura, storia e mare.
Con “Scopello e dintorni….” intendiamo fornire le principali informazioni sui tesori culturali e naturalistici circostanti la nostra struttura.
L’opuscolo informativo fornisce informazioni storiche, notizie sui
monumenti, i luoghi da non perdere con l’obiettivo di agevolare il turista nella programmazione delle proprie escursioni.
Antonella Plaia
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Scopello • • • • • • • • • • • •
D
alla sommità di un’altura, il piccolo e suggestivo borgo di Scopello domina il paesaggio che spazia sull’intero Golfo di
Castellammare. Sorto nei pressi della mitica città di Cetaria, cosiddetta per l’abbondanza di tonni, porta nel nome derivante dal greco
Skopelòs, scoglio, o dall’arabo Iscubul, l’incantevole presenza, nel mare
cristallino, dei maestosi e
pittoreschi faraglioni,
ricoperti di vegetazione
mediterranea. Furono gli
Arabi che, una volta
distrutta la città, ristrutturarono la tonnara e ne
incrementarono l’attività.
Dopo essere appartenuta
al demanio pubblico, la
tonnara nel 1442 fu venduta a privati e nel XVII
secolo, grazie ai Gesuiti,
venne ristrutturata, ampliata e provvista di una chiesetta. Le strutture originarie
del marfaraggio, magazzino destinato al deposito
delle barche e dell’attrezzatura, risalgono al XIII secolo.
L’impianto di reti è stato
calato in mare fino ai primi
anni ’80 del XX secolo.
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Approssimandosi a Scopello
si è accolti dalla suggestiva insenatura di Guidaloca, con ghiaia
bianca, protetta da una torre
cilindrica del XVI secolo, che
con le due della tonnara - la
Doria del secolo XVI e l’altra del
secolo XIII- e con l’altra denominata Bennistra, arroccata su
un’aspra rupe, assicurava il controllo della zona dal pericolo
proveniente dal mare.
Il baglio (secolo XIII), tipica
costruzione rurale a pianta quadrata con cortile interno, costituisce assieme alla piazzetta con
l’antico abbeveratoio, il fulcro del
paesino. Alla fine del XVIII secolo,
Ferdinando III di Borbone scelse il
baglio come sua residenza di caccia e
dichiarò riserva reale il bosco circostante, ricco di selvaggina.
Da Scopello si accede alla Riserva Naturale Orientata dello Zingaro (ingresso sud), uno stupendo
paradiso naturale, incontaminato, che
si estende per circa 7 chilometri, fino
a San Vito lo Capo. Di straordinario
valore naturalistico, la Riserva ha una
spiccata diversità di ambienti.
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Ospita espressioni endemiche tra cui la Serratula cichoracea subsp.
mucronata, presente anche nelle coste nord-africane e numerose orchidee terricole: la Brassica drepanensis e la Hieracium cophanense, una piccola composita perenne con fiori giallo arancio ed anche endemiche a
livello regionale, come la Brassica bivoniana o Anthemis cupaniana, o
endemiche mediterranee come Lithodora rosmarinifolia e Micromeria graeca. Giunchi e carici assolvono un ruolo importante anche nei confronti della fauna stanziale. Nella riserva vivono conigli, volpi, istrici, ricci,
donnole, per quanto riguarda i mammiferi, e 39 specie di uccelli nidificanti, tra cui la rara aquila del Bonelli (Hieraaetus fasciatus) presente in
tutta Italia solamente con 13-18 coppie. Tra i rapaci si segnalano anche
poiane, gheppi ed un paio di coppie di falco lanario. Sulle cenge delle
pareti rocciose nidifica anche il falco pellegrino, un falcone che caccia
uccelli di medie dimensioni come colombacci, gazze e cornacchie, con
spettacolari picchiate ad ali chiuse. Nelle praterie ad ampelodesma vivono diverse coturnici; la macchia e la gariga offrono rifugio e condizioni per la nidificazione a varie specie di passeriformi: balie, pigliamosche, pettirossi, cinciallegre, occhiocotti, saltimpali, codirossi, merli,
luì, cardellini. Le pareti rocciose riecheggiano delle note chioccianti dei
corvi imperiali e della voce gracchiante delle cornacchie.
Itinerario subacqueo
Un interessante itinerario consente di
ammirare il panorama sottomarino del
mare di Scopello e dello Zingaro con
alghe di diversa natura, piccoli organismi, madrepore, pesci che vivono nelle
pozze di scogliera, relitti di navi. Suggestiva è la Grotta dei gamberi.
Un diving center effettua immersioni guidate, anche notturne.
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Castellammare del Golfo • •
C
astrum ad mare de gulfo
la chiamarono gli
Svevi, ma già l’elima
Segesta aveva qui l’emporio e il porto. Diventò
una roccaforte con il
castello costruito dagli
Arabi che la chiamarono
Al Madarig, gli scalini,
sottolineando la posizione in discesa verso il porto. Nel 1560, a ridosso
del castello, venne fondato un borgo feudale. Grazie alle tonnare e al
caricatore del grano, dal XV al XVIII, fu punto strategico per i flussi
commerciali .
L’imponente e suggestivo castello, di origine araba, ampliato in
epoca normanna e sveva, la più importante fortezza della Sicilia occidentale, contiene elementi di notevole rilevanza architettonica. Di
grande suggestione sono la
scala a chiocciola di epoca
medievale, all’interno di un torrione circolare, e il portaletto
con motivi decorativi tardo
gotici. La torre, ancora esistente, detta dell’Artigliera, risale al
1537.
Il castello accoglie un interessante centro scientificomuseale, suddiviso nelle sezio7
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ni: archeologica con ceppi d’ancora e anfore romane; attività marinare, con
strumenti per la navigazione e attrezzi per la pesca dei tonni; “Nostra
Principalissima Patrona” dedicata ai festeggiamenti in onore della
Madonna del Soccorso; “Castellammare sul set”, documentazione su
film, fiction, spot pubblicitari e reality girati in città. Nell’ala Est si trovano inoltre il Museo dell’Acqua e dei Mulini e il Museo Etno - Antropologico
"Annalisa Buccellato" .
Fra gli edifici di culto domina la chiesa Madre, nel suo attuale
aspetto barocco (1726-36), che custodisce pregevoli opere: la statua in
maiolica della Madonna del Soccorso (1599), gli affreschi di Giuseppe
Tresca (1768), la Crocifissione (1650) di Orazio Ferraro, gli affreschi di
Domenico La Bruna (1738), staccati dalla chiesa del castello di Inici.
Suggestiva, sulla montagna, la chiesa della Madonna delle Scale
(sec. XVII).
In contrada Ponte Bagni, sul
fiume Caldo, si trovano le storiche terme Segestane, con acqua
sulfurea salso-solfato-alcalinoterrosa che sgorga a 44,1°C.
Lo stabilimento dispone di
due piscine e della grotta Regina
(con volta di epoca romana), vera
sauna naturale.
Suggestivi a Castellammare
sono i festeggiamenti in onore
della patrona Maria SS. del Soccorso, dal 19 al 21 agosto, con la processione a mare del simulacro della Madonna e la sorprendente rievocazione storica, nel porto illuminato da straordinari fuochi d’artificio, del
miracolo compiuto dalla stessa nel 1718, con la messa in fuga di cinque navi inglesi che inseguivano un bastimento da carico spagnolo.
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Baglio di Inici
Sulle pendici del monte Inici, nel quale si trovano numerose cavità, tra cui la spettacolare grotta
dell’Eremita, con diversi ingressi e uno sviluppo di
m.4.500, e l’interessante abisso dei Cocci con due
ingressi e uno sviluppo di 2000 metri (visitabili
accompagnati da guide e muniti di attrezzature
speleologiche), si trova la maestosa mole di un
baglio, struttura rurale fortificata, costruita, secondo la tradizione, nel sito della mitica città di Inico.
L’attuale edificio, risalente al secolo XVII e appartenuto ai Gesuiti, mantiene i due cortili comunicanti, gli ambienti interni, le torri e la chiesetta.
Castello di Baida
Fino ai primi dell’Ottocento, Baida fu una baronia comprendente
una vasta zona boschiva con prevalenti attività di allevamento del
bestiame e di caccia. Al centro del feudo era il cosiddetto castello,
una struttura fortificata con corte centrale, posta su un’altura.
Costruito presumibilmente verso la fine del XIII secolo e successivamente ampliato, conserva tracce
delle antiche strutture: ruderi dei
torrioni, tratti di mura, una chiesetta ed un bel portale ad arco
ribassato con ghiera a bugne diamantate, sormontato da un campaniletto a vela. Un’iscrizione in
latino ricorda la visita di Ferdinando III di Borbone.
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Segesta • • • • • • • • • • • • •
R
inomato sito archeologico, sulle pendici del monte Barbaro,
Segesta, severa custode dei resti della città elima, di uno straordinario tempio dorico, di un teatro ellenistico e di possenti fortificazioni, è oggi uno dei più importanti parchi archeologici della Sicilia.
Il tempio in forme greche
(secolo V a. C.), ancora integro, è
un austero esempio di periptero
esastilo, che con la sua incompiutezza consente di individuare le
fasi di costruzione dei templi.
Sulla sommità del monte, il
magnifico teatro (metà secolo II
a.C.) nel quale in estate si svolgono
spettacoli e rappresentazioni classiche, i resti di un edificio di età classica e un bouleterion ellenistico
documentano la vita della città, mentre un portico, un cortile lastricato e un colonnato, segnano l’accesso a quella che fu l’agorà nell’età
ellenistica e romana.
Nei pressi del teatro si
trovano i resti di un villaggio di età musulmana con
moschea, e di insediamenti normanni e svevi, con
un castello.
Resti di un santuario
(secolo VI-V a.C.) si trovano inoltre nella contrada
Mango.
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Alcamo • • • • • • • • • • • • •
C
ittà del vino, città
d’arte, città di Ciullo,
tre appellativi che identificano e qualificano
Alcamo, città ridente e
solare, dai mille tesori
da scoprire nei luoghi
particolari, nei palazzi
storici, nelle chiese e nei
castelli, ma anche nel
territorio
collinare
dominato da vigneti,
che declinando verso il
mare, giunge alla spiaggia di Alcamo Marina
Scelta da Elimi, Romani e
Bizantini per la posizione strategica sulle vie occidentali di accesso a
Palermo, con gli Arabi guadagnò il
nome di Alqamah ed il grado di
casale. Attorno al castello (secolo
XIV) si costituì il primo consistente nucleo abitativo della città che
oggi si presenta con un tessuto
viario regolare, lungo l’asse del
corso principale VI Aprile.
Fortezza inespugnabile e prestigiosa dimora di Enrico e Federico
Chiaramonte, che probabilmente
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lo costruirono tra il 1340 e il 1350, il castello prende nome dai Conti
di Modica che ne furono proprietari dal 1410 al 1812. Con la sua robusta mole, impostata su una pianta romboidale, e con le quattro torri
alternate, due cilindriche e due quadrate, ha protetto la città e resistito
per secoli a violenti attacchi, tra cui quello famigerato di un pirata islamico, il corsaro Barbarossa.
Sul prospetto nord resistono al tempo due originarie finestre
monofore e, nel cortile interno, bifore e trifore.
Sul monte Bonifato si trova la Riserva Naturale Orientata "Bosco
d’Alcamo, un'area verde
di notevole interesse sia
per la vegetazione arborea,
che per la sua funzione
ricreativa e culturale.
La vetta del monte è un
interessante sito archeologico che ha restituito strutture e reperti dei periodi
pre-protostorico, arcaico,
classico e medievale.
Scurati • • • • • • • • • • • • •
È
un piccolo borgo nel comune di Custonaci, sovrastato da un
costone roccioso, prolungamento del Monte Cofano, su cui si
aprono grotte e ripari naturali, alcuni dei quali sono stati in passato utilizzati dai pastori.
In questo suggestivo scenario, la preistorica Grotta Mangiapane,
la più grande del comprensorio, ospita all’interno un minuscolo villaggio, costruito dalla famiglia Mangiapane che vi abitò fino al 1950. Oggi
nella grotta si svolgono periodicamente due eventi etnologici di gran12
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dissimo interesse, il Presepe Vivente a Natale e il
Museo Vivente in estate,
che rievocano momenti
di vita quotidiana degli
inizi del Novecento,
nell’agro ericino. Attori
sono veri artigiani, contadini, pastori, donne,
bambini, venditori che
ripetono gesti antichi e
fanno rivivere mestieri
oggi scomparsi.
All’interno del piccolo borgo sono riprodotte
botteghe
e
ambienti domestici,
corredati da utensili e
attrezzi originali.
Nel periodo natalizio l’evento si arricchisce del quadro della Natività, nel cuore
della grotta.
Da qui si raggiunge la
Riserva Naturale Orientata del
Monte Cofano, un’oasi di
notevole interesse per la
presenza di 325 specie di
flora e di uccelli nidificanti.
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A Custonaci si possono inoltre visitare le cave dei pregiati marmi
ed il santuario cinquecentesco nel quale si venera il famoso quadro
della Madonna di Custonaci.
Bosco di Scorace • • • • • • •
A
11 Km da Buseto Palizzolo si trova il bosco di Scorace, Sito di
Importanza Comunitaria (SIC) per la biodiversità delle specie animali e vegetali.
Si estende su 750 ettari e conserva un lembo residuo di bosco storico
di sugheri, Quercus suber, che rappresenta una nicchia ecologica di
straordinario valore botanico. Il bosco prende nome dal termine di
origine bizantina Arcudaci, riferito prima ad un casale arabo e poi ad
una baronia. In questo habitat incontaminato vive una fauna costituita da cinghiali, daini, conigli, lepri, istrici e piccoli roditori.
Nei punti in cui le querce sono prevalenti è rigoglioso e vi abbonda il cisto. Altri tipi di arbusti presenti sono: il corbezzolo, il mirtillo, il prugnolo, il biancospino, le ginestre, il pungitopo. Vi si trovano anche
particolari specie di funghi, come
l’Amanita Caesareo, dai Romani chiamato
“cibo degli Dei” per la sua prelibatezza.
Attraverso i sentieri, si arriva alle aree
attrezzate con panche e tavoli rustici,
punti di cottura, scivoli e altalene per i
bambini ed anche al laghetto collinare.
Dalla cima della collina, alta metri 646
s.l.m. si gode un panorama incantevole
che spazia fino a Segesta e sui monti
Inici, Sparagio e Montagna Grande,
nonché sul Golfo di Castellammare.
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COME RAGGIUNGERCI
• Provenendo da Palermo, immettersi sulla A29, direzione
Mazara del Vallo, svincolare a Castellammare del Golfo,
proseguendo per S.S. 187, dopo circa 5 Km svoltare a destra.
La segnaletica vi condurrà a Scopello.
• Provenendo da Trapani o da San Vito Lo Capo, immettersi
sulla S.S. 187 con direzione Castellammare del Golfo, seguire le indicazioni stradali e, giunti al bivio di Scopello, girare a sinistra.
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