Ognissanti COMUNITA’ FEDE ASSOCIAZIONI CASA SANT'ANGELA RIAPRE LE PORTE DELLA CARITA' Pg.4 cara arzignano Pg.14 eccomi a voi Pg.16 il valore della testimonianza Pg.17 roma Pg.22 il gruppo ministeriale parrocchiale Pg.26 UN ANNO CHE DARA' I SUOI FRUTTI Pg.18 QUALE ORIZZONTE DOPO L'ANNO DELLA FEDE? Pg.20 MATRIMONIO? Pg.21 I nonni tornano a scuola Pg.8 il gruppo dell' amicizia Pg.10 karibuni e' Pg.12 DALLA REDAZIONE Nel dare avvio a questa avventura del “Bollettino Parrocchiale” – Ognissanti c’è la speranza che la comunità tutta si ritrovi in queste pagine che vorrebbero riportare le iniziative, le idee, le proposte, le esperienze di vita insieme che la Comunità di Ognissanti di Arzignano esprime giorno per giorno, anno per anno. Forse questo bollettino parrocchiale ci può aiutare a soffermare la nostra attenzione anche su quegli aspetti che siamo spinti a tralasciare. Ci siamo posti alcuni interrogativi, eccoli: perchè dare inizio ad un Bollettino di collegamento tra i parrocchiani di Ognissanti ? Vorrebbe essere o diventare la voce di tutti coloro che hanno a cuore la vita e la vitalità presenti in mezzo a noi e nelle nostre iniziative comunitarie. Per cui tutti coloro che desiderano contribuire allo sviluppo di una vita comunitaria e di crescita sono bene accetti in questo opuscolo periodico con i loro scritti. Cosa vuole essere e come vuole essere? Vuole essere la voce di tutti tramite la quale respirare aria di casa nostra, una casa, una famiglia di credenti che si riconoscono e amano la loro comunità e vivono o partecipano in prima persona o condividono gli ideali che la Comunità di Ognissanti vuole promuovere al suo interno. Chi partecipa alla sua creazione di numero in numero? C’è una redazione, composta di parrocchiani, che insieme con il Parroco, desiderano fare partecipi tutti delle iniziative e dei progetti che rendono viva la comunità tutta, composta da bambini, ragazzi, giovani, uomini e donne adulti, anziani, di ogni condizione e ceto. Per questo gli attuali componenti della redazione, qui sotto riportati, attendono collaborazioni di articolisti, fotografi, storici, artisti, semplici credenti che desiderano mettersi a disposizione per contribuire alla crescita della comunità di Ognissanti. Cosa si troverà al suo interno? -2- La vita della comunità, dei suoi tempi forti, della quotidianità, le notizie provenienti da vari fointi del volontariato, delle celebrazioni, delle diverse iniziative di animazione che possono trovare vita e spazio nei nostri ambienti parrocchiali. Possono arricchire le pagine del bollettino le fotografie dei momenti lieti e forti di ieri e di oggi. A chi è indirizzato e per quale motivo si dovrebbe leggere? Lo stile che si vuole dare a questo mezzo di comunicazione è quello semplice e lineare che può essere letto e compreso da tutti, indistintamente, soprattutto da coloro che desiderano sentirsi sempre in collegamento e in sintonia con la comunità e la sua vita. Nicodemo Gasparotto C’è una redazione che si occupa di raccogliere i contributi di quanti desiderano rendere più evidenti gli aspetti religiosi, storici, culturali, artistici ecc. della nostra Parrocchia di Ognissanti, vi riportiamo i nomi qui di seguito. Ciò non toglie che altri possano inviare notizie ed informazioni, che riguardano la vita comunitaria, alla redazione [email protected] e consultare il sito www.ognissanti.org Direttore: Mons. Mariano Lovato Coordinatore responsabile di redazione: Nicodemo Gasparotto Componenti della redazione: G. Corato, D. Concato, M. Pegoraro, L. De Marzi, E. Motterle, R. Conzato, E. Roviaro, MR. Scolari. GENERARE alLa vita di FEDE Nei mesi di settembre ottobre il vescovo Beniamino ha presentato la nota catechistica pastorale “Generare alla vita di fede” nelle varie zone della diocesi. Il primo di ottobre è venuto a Trissino dove ha incontrato i Consigli Pastorali Parrocchiali e rappresentanti dei catechisti dei tre vicariati della Valle del Chiampo, della Valle dell’Agno e di Montecchio Maggiore. È una nota che dà alcune indicazioni catechistiche a partire da una riflessione che per anni si è fatto sull’opportunità di un rinnovo dell’evangelizzazione in generale e della catechesi in specie. Me ne ero ben accorto dopo tre anni di vita nella nostra parrocchia soprattutto dell’insofferenza di tanti ragazzi di terza media che frequentavano il catechismo in attesa del sacramento della Confermazione o Cresima. Il numero consistente dei ragazzi metteva in evidenza l’inadeguatezza del metodo e del momento in cui veniva presentata la preparazione a questo sacramento ormai universalmente chiamato il sacramento dell’addio cristiano. Ecco dunque come provvidenziale questa nota del vescovo nella quale, dopo una chiara lettura del contesto sociale e culturale di oggi dà alcune indicazioni anche concrete per riformulare il cammino catechistico per generare i ragazzi alla vita di fede. Il contesto attuale evidenzia una sostanziale tenuta da parte delle famiglie circa la richiesta della celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana. La quasi totalità chiede il Battesimo, la Comunione e la Cresima per i loro figli. È pur vero che la domanda lascia molte perplessità sul radicamento in una fede convinta. Spesso la richiesta dei sacramenti è fatta come un dovere, un diritto per tranquillizzare la coscienza e la tradizione per il rispetto di un gesto religioso giustamente compiuto. I genitori si sentono poco coinvolti nella responsabilità dell’educazione alla fede; partecipano agli incontri programmati per loro, soprattutto se si tratta di prepararsi ai sacramenti dei figli (spesso si riducono a prepararsi alla cerimonia del sacramento stesso), ma non riprendono argomenti o riflessioni all’interno della famiglia. Abbiamo anche noi avviato una seria riflessione e coinvolgendo tutte le catechiste abbiamo formulato un primo passo possibile per quest’anno: due scelte significative per qualificare le catechiste e coinvolgere i genitori. Ogni mese, solitamente l’ultima settimana, al posto del catechismo con i ragazzi faremo un momento di catechesi per le catechiste, un momento di formazione spirituale per loro. Ovviamente a questo incontro che si tiene il lunedì pomeriggio alle 15 e si ripete il martedì sera alle 20.30 offriamo la possibilità di partecipare anche ai genitori dei ragazzi. Ho scelto come itinerario formativo (dato la totalità del genere femminile fra le catechiste), di presentare alcune donne del Vangelo nel loro rapporto con il Signore e nella vita di fede nella chiesa. Per i genitori abbiamo pensato che la celebrazione stessa del sacramento della Penitenza, che negli anni precedenti si faceva per i soli ragazzi durante il catechismo, è bene che si celebri in Duomo insieme ragazzi e genitori. È giustamente opportuno che nel desiderare il perdono del Signore ci sia un gesto di comunione e di riconciliazione prima a livello familiare. Abbiamo organizzato sei celebrazioni penitenziali, una per ogni classe di catechismo, nelle quali celebreremo insieme la misericordia di Dio e la riconciliazione fraterna. Al termine ci sarà anche la possibilità di accostarsi al sacerdote per la assoluzione individuale. Altre grandi novità: con le catechiste di seconda elementare ci siamo impegnati per l’avvio di un nuovo cammino catechistico del quale parleremo nel prossimo numero. -3- Don Mariano Lovato e la comunità delle catechiste Dettaglio porta d’ingresso. CASA SANT’ANGELA RIAPRE LE PORTE ALLA CARITA’ -4- Vista del cortile interno Umberto Rensi Il grande portone si apre sul “cuore pulsante” della carità di Arzignano Il grande portone, sulla storica via Cavour, si è intanto riaperto per ospitare la Caritas, la San Vincenzo, il Centro di Aiuto alla vita, la nuova infermeria e una piccola famiglia che svolgerà funzioni di accoglienza e custodia. Tutto il resto si aggiungerà strada facendo. I responsabili della Fondazione Casa Sant’Angela Onlus, che è un’emanazione della parrocchia di Ognissanti, stanno, infatti, riflettendo su come far diventare la nuova struttura il “cuore pulsante” della carità in Arzignano; le idee sono molte però da valutare attentamente sotto l’aspetto economico, funzionale e delle risorse umane. Ma intanto la soddisfazione di quanti si sono impegnati per realizzare il sogno di far rinascere Casa Sant’Angela è grande perché i lavori di ristrutturazione sono conclusi e si prospetta l’inaugurazione per sabato 14 Dicembre. Era il marzo 2011 quando la Parrocchia di Ognissanti e la Fondazione hanno deciso di dare il via a quest’opera attesa ed importante. Grazie ai contributi della Cariverona (400 mila euro), della Regione Veneto (100 mila euro), del Banco Popolare ma anche all’intervento di molte persone generose si é, -5- VIsta dall’alto del cortile interno. Foto Rensi La casa diverrà un ambiente che, tramite il volontariato, si dedicherà all’accoglienza abitativa temporanea di giovani ed adulti infatti, deciso di partire, pur se mancava all’appello una cifra importante. Ed ora ci siamo: l’opera è terminata, una parte dei locali è arredata e la struttura sarà in grado di offrire, nel cuore del centro storico, un luogo di accoglienza ed assistenza dedicato alle persone deboli e fragili. Tutto ciò nella tradizione storica delle ex Orsoline che proprio lì, chiamate all’epoca da mons. Riccardo Rizzetti, hanno donato alla città cento anni di impegno caritativo. E che purtroppo non ci sono più. La casa diverrà un ambiente che, tramite il volontariato, si dedicherà all’accoglienza -6- abitativa temporanea di giovani ed adulti, autosufficienti anche sul piano economico, che necessitano momentaneamente di un punto abitativo di riferimento stabile e sicuro. E si promuoverà lì anche il “vieni e vai”, ossia l’impegno ad essere per la comunità cristiana e civile, spazio socio-culturale e formazione verso stili di vita capaci di condivisione. Non mancherà l’erogazione di una serie di servizi pratici, rivolti al territorio, come quello infermieristico. Cortile interno di casa Sant’Angela. Tutto rinasce nella tradizione storica delle ex orsoline che proprio lì hanno donato alla città cent’anni di impegno caritativo Va chiarito un aspetto importante: non diventerà un “pronto soccorso” per situazioni estreme (ad Arzignano c’è già Casa Dalli Cani) ma quella che già si vuol chiamare una “Corte che accoglie”. Fra una cosa e l’altra è stato possibile restaurare, ma solo in parte (ed anche qui si attendono benefattori) anche la bella chiesetta nel cortile, dedicata a San Giuseppe. “Per far tutto ciò, molto importante è stata la collaborazione con il Gruppo dell’Amicizia, che è una delle più belle realtà della nostra vallata” spiega la presidente della Fondazione Casa Sant’Angela Susanna Magnabosco. “Il sogno che si avvera – aggiunge il parroco di Ognissanti mons. Mariano Lovato- è offrire un centro attrezzato di servizi, anche parrocchiali, con un’atmosfera calda e familiare, dove si possano trovare fratellanza, condivisione e solidarietà ”. Continua in ogni modo la raccolta di offerte e contributi per quanto manca a pagare i lavori di ristrutturazione e l’arredo. Daniele Concato Consigliere di Amministrazione Fondazione Casa Sant’Angela Onlus -7- Partecipanti al Laboratorio di pittura 2013 Partecipanti al Laboratorio di pittura 2013 - Pegoraro.JPG i nonni tornano a scuola Anche quest’anno l’autunno ha riportato sui banchi di scuola i nostri ragazzi. E non solo…. anche i nonni sono tornati “tra i banchi”. L’8 ottobre è infatti ripresa l’ormai tradizionale attività dell’Università Adulti/Anziani. La bellissima serata al teatro Mattarello con la rappresentazione dell’atto unico di Pirandello “L’altro figlio” ha dato inizio al ventiseiesimo anno: ventisei anni in cui i corsisti che si sono avvicinati a questa istituzione hanno potuto sperimentare come la voglia di conoscere, di imparare e di tenersi impegnati sia il miglior antidoto contro l’invecchiamento. Spesso infatti essi chiedono polemica-8- mente di chiamare questa istituzione solo Università degli Adulti e di cancellare la dicitura Anziani, perché sono consapevoli di stare vivendo l’età della piena realizzazione e non del declino. Si sentono ben inseriti nella realtà quotidiana e consci che la loro esperienza può risultare di sostegno allo sviluppo della società. Hanno maturato la convinzione che questa società ha bisogno di loro, perché senza gli anziani la vita del nostro Paese s’impoverisce, perdendo la memoria del passato e il valore di ciò che è umano. Continuare ad aggiornarsi culturalmente, inoltre, è l’unico modo per mantenere desto il cervello, aprirsi al nuovo, non lasciarsi vincere dalla rigidità di cui tanto sono accusati gli anziani. Trovare il tempo e la voglia di coltivare i propri interessi, il piacere della relazione e dell’impegno sociale sono l’unico modo per combattere e sconfiggere fenomeni di depressione, di insoddisfazione e di isolamento. E’ proprio questa la testimonianza che ci viene continuamente da quanti seguono da anni i corsi con interesse esemplare e ammirevole costanza. Il loro entusiasmo, la freschezza della loro mente, la molteplicità di interessi che li caratterizza sono una costante fonte di sorpresa per chi li avvicina. Loro sono una pubblicità vivente e sicura. L’Università si propone di offrire soprattutto un’occasione privilegiata per tante persone, che, in piena efficienza fisica e liberi da impegni stressanti di lavoro, desiderano coltivare le passioni di una vita: leggere, dipingere, viaggiare, incontrarsi con altre persone, scambiarsi opinioni, dubbi, problemi. Essa si rivolge a tutti gli adulti, che vogliano impiegare il loro tempo per assaporare il piacere di imparare, capire il proprio tempo e incontrare nuovi amici , senza esami e interrogazioni. Non ci sono limiti di età, né viene richiesto un titolo di studio specifico. Anche la frequenza è libera. Certo l’esperienza ci ha insegnato che chi inizia a frequentare viene ben presto coinvolto e si appassiona a tutte le lezioni. D’altronde anche il trovarsi con gli altri, condividere riflessioni e dubbi, come momenti di svago o di divertimento aumenta la voglia di esserci. E’ infatti statisticamente dimostrato che la frequenza all’Università contribuisce a rendere più vivace le vita dei corsisti, i quali imparano ad uscire di più da casa, ad intrattenersi di più con le persone e a viaggiare con curiosità. Diventano persone che affrontano con rinnovato ottimismo le inevitabili difficoltà, più vigili di fronte alle insidie della quotidianità, maggiormente sensibili nei confronti dei diritti umani, della pace, dell’ambiente; acquisiscono più fiducia in se stessi, si sentono e sono ancora e, più di prima, cittadini che hanno qualco- sa di importante da comunicare L’anno accademico è suddiviso in tre bimestri. I corsi si tengono ogni martedì e giovedì pomeriggio, nell’aula magna della scuola elementare di via Mazzini. Accanto ai corsi sono programmati seminari, lezioni straordinarie, cineforum e visite culturali. La programmazione, costruita tenendo conto dei suggerimenti degli iscritti, si presenta assai interessante e adatta a soddisfare i più diversi interessi: sono previsti storia contemporanea, filosofia del novecento, musica, economia, geografia (Irlanda), letteratura (autori vicentini contemporanei), problemi attuali, studio della memoria, archeologia del territorio vicentino. Nel secondo bimestre poi, dal 7 gennaio al 27 febbraio, vi saranno i seminari, a scelta dei partecipanti: narrativa, pittura, storia del teatro, bibbia, ricerca sul territorio, queste alcune proposte Particolarmente interessante e coinvolgente in questi ultimi anni è stata la realizzazione dei “Concorsi sulla creatività”, grazie alla quale alcuni frequentanti si sono cimentati con gli studenti di tutte le altre sedi universitarie nel dare forma ai loro ricordi attraverso la scrittura, la fotografia o la pittura Nel corso dell’anno inoltre vengono organizzate visite d’istruzione di un giorno e viaggi di più giorni all’estero: Uzbekistan, Malta, Dalmazia e Bosnia, Austria-Ungheria le mete di quest’anno. Altra esperienza, nata da poco tempo, ma che ha già dato molte soddisfazioni è stata la creazione di un proprio coro. Una trentina di signore e signori ha rispolverato le passate conoscenze musicali e attualmente si esibisce, con crescente maestria e passione, e l’accompagnamento di alcuni strumenti: sax, chitarre, armoniche e pianola, rigorosamente suonati da iscritti.. L’aumento esponenziale dei frequentanti, arrivati ben oltre i 200 in questi ultimi 4/5 anni, è la migliore risposta alla validità del modello e all’efficacia dell’iniziativa. -9- Mariuccia Pegoraro il gruppo dell’amicizia A partire da questo numero del Bollettino Parrocchiale, iniziamo a far conoscere la ricchezza delle Associazioni presenti nella nostra Comunità. Ci piace iniziare con una delle più simpatiche, sia per i soggetti che vi partecipano, sia per la rilevanza dei suoi intenti: Il “Gruppo dell’Amicizia ONLUS”, fondato nel 1981, che si occupa di ragazzi disabili. Suo obiettivo primario è donare loro momenti ricreativi, aggregativi e, perché no? un po’ di sollievo alle loro famiglie. Organizziamo mensilmente feste, mo menti di svago, uscite. Particolarmente cari per noi sono il week-end sulla neve e il campeggio in val d’Algone (Trento) dove viviamo per tredici giorni un’esperienza bellissima d’integrazione tra età diverse e una fusione tra le reciproche capacità e risorse. Sono momenti che permettono di aprire a nuove relazioni quei soggetti che a causa del loro handicap sono spesso costretti a vivere nel ristretto ambito familiare. Inoltre promuovono la sensibilizzazione al problema della divers-abilità nel territorio in cui viviamo. Ogni secondo martedì del mese si de finiscono in un’apposita riunione, le attività che si svolgeranno nelle settimane successive, tenendo conto delle esigenze e dei gusti dei ragazzi. Manteniamo e promuoviamo contatti con altre associazioni, impegnate nelle stesse finalità, e con gli Enti Territoriali della nostra valle e dei comuni limitrofi. Siamo inoltre in possesso di un furgo ne, attrezzato per il trasporto di disabili, che ci permette di eseguire gratuita- 10 - mente servizio di trasporto alla cittadinanza per visite ospedaliere, attività sociali o altro. Per offrire un’idea concreta del nostro operare, ecco alcune attività che balzano agli occhi sfogliando il calendario di quest’anno o dell’anno precedente. Gennaio inizia festosamente con il grande cenone a cui seguono balli e canti sotto lo schermo che fa scorrere le più belle immagini delle attività svolte durante l’anno. Il mese prosegue con l’arrivo, alle Canossiane, della Befana che con gli altri, porta un gradito dono: un week end tra le nevi del Trentino, in un albergo tutto nostro. Il Carnevale offre l’occasione di metterci tutti in maschera al Mocambo, la mitica discoteca di Santa Margherita, ai piedi del colle che custodisce le spoglie di quel sant’uomo che fu don Fabiano, amico dei piccoli e dei semplici, come lui. Una bella pizza offre alla giornata una piacevole conclusione. Il Carnevale è anche l’occasione per rispondere alla richiesta di recitare il nostro pezzo forte, quello del trentennale: “Giulietta e Romeo”, con i suoi sgargianti costumi e i gesti espressivi dei nostri attori, cui sono prestate le voci dai volontari del Gruppo. E sempre, ovunque ci chiamino, c’è un pubblico numeroso ed entusiasta. Dal profano al sacro, a conclusione della Quaresima, si partecipa alla grande Processione del Venerdì Santo per le vie della città, a pregare e riflettere sui temi del disagio e dell’emarginazione. Campeggio 2008 Gruppo dell’ Amicizia superstar. Dopo Pasqua la primavera ci offre il cinguettio della Fiera degli uccelli, oltre il fiume, nella zona sportiva, dove è presente anche il nostro stand. E con i primi tepori, cosa ci può essere di meglio che qualche passeggiata lungo il mare? Da tempo la Colonia “Maria Assunta” di Duna Verde ci apre le porte, con modica spesa, grazie soprattutto alle mani delle nostre cuoche che sprigionano profumi e gusti d’ogni genere, a conclusione del mese di aprile. Maggio è il tempo delle mini-marce, come quella di Cornedo cui siamo particolarmente affezionati. Giugno, con i suoi primi calori ci porta sul Delta del Po, a respirare aria salubre e a farci schizzare spruzzi di mare a bordo dei gommoni. Per continuare con il fascino dei nostri monti, all’aria aperta, sul Calvarina, protagonista un bosco selvaggio, ospitale con un maxi tendone che ripara dai raggi meridiani e che raccoglie i profumi della carne al fuoco, dopo la devota Messa animata dal coro dei ragazzi di San Zeno. L’afoso luglio ci conduce sull’altopiano di Asiago, dove il CAI ci allieta con i suoi sapori e, il professor Pegoraro, esperto di storia e del luogo, ci fa scoprire ogni anno un ambiente diverso, con i suoi fortilizi e i ricordi della grande Guerra. Le sere infrasettimanali propongono tante iniziative nelle piazze di Arzignano e al Mattarello: l’Estate Festival. Una di queste ci vede talvolta protagonisti, come lo scorso anno, con un interessante reading poetico, dove alla declamazione, ha fatto da sfondo la meravigliosa coreografia dei nostri ragazzi. Ed ecco, finalmente, le nostre ferie, al fresco – quando non è davvero freddo, – a quota 1.150 metri slm. in val d’Algone, al Campeggio presso la Malga Stabli, sotto le tende che sanno di funghi e di polvere di stelle della Via Lattea. Il mattino, preghiera a tema e passeggiate nei boschi. Il pomeriggio è occupato dai lavori di oggettistica e dalla preparazione del recital per l’Assunta, cui sono invitati tutti i villeggianti del posto, sempre contenti del nostro piacevole e impegnato racconto, con voci convincenti, musiche accattivanti e costumi da Cinecittà. Rientrati a casa, eccoci ancora insieme, lungo il Chiampo, con la storica “Marcia del Villaggio”. E poi, via di corsa, con il brivido dei go-kart, al kartodromo di Arzignano. Ottobre, ancora mite, offre alla cittadinanza la sua ricchezza più bella: tutte le Associazioni in piazza. E lì, c’è anche il nostro gazebo, con molti a presentare chi siamo e magari a raccogliere qualche nuova adesione. Talvolta c’è anche un sabato sera per presentare in qualche sala le nostre migliori recite, come “In nome della madre”, di Erri De Luca. La Fiera dei Santi riserva un posto privilegiato ai nostri amici, con il pomeriggio della vigilia dei Santi in giostra: che bellezza! Ma ormai è tempo di stare al caldo e cercare di terminare ancora allegramente l’anno, pensando al nuovo veglione di San Silvestro. Giuseppe Corato - 11 - karibuni e’... diplomati 2013. Quindici anni sono una bella età: quella della primavera della vita che fa sperare e sognare, quella che fa evidenziare potenzialità e qualità. Quindici anni sono anche l’età dell’Associazione Karibuni (“benvenuti” in lingua ghanese), diventata ormai un punto di riferimento irrinunciabile per molte famiglie straniere della nostra città. Nata in sordina, da una necessità reale, quella di dare una mano ai bimbi da poco giunti in Italia e non ancora inseriti con disinvoltura tra i compagni di scuola, l’intuizione di Silvana Marchesini fu accolta dall’allora parroco di Ognissanti, don Giacomo Bravo, che non sapeva dire mai di no a progetti caritativi. Un paio di stanze furono, così, offerte al gruppo che si valeva di due brave maestre, Luciana e Dania, e di alcuni volontari, dando nuovi colori all’oratorio di Ognissanti. A quindici anni dalla sua fondazione l’Associazione s’ingrandisce e può usufruire, dallo scorso settembre di uno spazio maggiore, grazie alla disponibilità di Don Mariano Lovato che ha messo a disposizione un nuovo locale - 12 - all’interno del Mattarello, adiacente agli altri 2 già esistenti. Dal 1998 l’associazione che fa parte del gruppo Caritas di Arzignano, è stata doposcuola e centro educativo per più di 500 bambini e le richieste di accoglienza sono in costante aumento. Ecco dunque la ragione che ha indotto la presidente e volontaria Silvana Marchesini Mastrotto a chiedere di ingrandire lo spazio per incrementare la propria capacità recettiva, migliorando la qualità dell’accoglienza, sia dal punto di vista logistico che organizzativo. “L’Associazione Karibuni nasceva ad Arzignano – spiega la signora Silvana Marchesini Mastrotto – quasi come una scommessa, dopo alcuni colloqui con l’Arciprete che, come don Milani, aveva capito che l’uguaglianza e la dignità delle persone nascono e si sviluppano a scuola, soprattutto. E dopo tre lustri possiamo parlare di scommessa vinta: i ragazzi vanno d’accordo tra loro, sono inseriti pienamente con i compagni italiani e la lingua comune li unisce, senza discriminazioni”. I bambini del Karibuni In questa una struttura di accoglienza per i figli degli immigrati in età elementare, in particolare per i nuovi arrivati, sono offerti dei supporti linguistici e l’aiuto nello svolgimento dei compiti didattici dando così la possibilità di stare al passo con l’intero nucleo classe e diminuire il disagio dovuto alle differenze linguistiche e culturali tipiche dell’incontro tra culture diverse. “La vita dell’associazione Karibuni – ci dice la maestra Angela De Marzi – è resa possibile grazie alla generosità e alla sensibilità di tanti privati, di tante aziende che negli anni hanno compreso l’importanza del servizio. Tutti i giorni, durante l’anno scolastico, grazie ad un nutrito gruppo di volontari guidati da noi tre educatrici, accogliamo 40 bambini (a oggi di 9 paesi diversi e di 6 confessioni religiose) garantendo lo svolgimento dei compiti, lo studio e l’insegnamento dell’italiano con percorsi di studio personalizzati”. “A tutto questo si aggiungono – prosegue Elena, che segue i più piccini – delle attività per il tempo libero, con animazione, canto, giochi ed escursioni, per far conoscere i valori e i principi della cultura ospitante. All’interno delle stanze c’è una biblioteca che cresce nella misura degli apporti di soci, volontari e amici, con materiali utili per l’approfondimento e la conoscenza delle varie tematiche da affrontare”. “E’ davvero una grande soddisfazione vedere il riconoscimento che ci è dato dalle istituzioni locali – conclude la presidente Silvana Marchesini – come l’Amministrazione Comunale arzignanese e la scuola pubblica, ma la gioia più grande per Karibuni è vedere i propri “figli” crescere bene, diplomati e anche laureati”. Per festeggiare il quindicesimo compleanno si sta già pensando a una grande festa aperta alla comunità all’insegna della condivisione, dell’integrazione e della pace, allietata dal coro di voci di Karibuni. - 13 - Giuseppe Corato Cara Arzignano Quest’anno vi scrivo in anticipo rispetto gli anni scorsi. La Fiera dei Santi è appena passata. Grazie alla disponibilità di alcune persone animate da buona volontà, si sta preparando la seconda stesura del bollettino; perciò nel numero di Natale, non manca questo spazio dedicato a voi, cari amici, che ci leggete ormai da 30 anni. Per l’occasione è stato attivato un nuovo sito della Parrocchia: www.ognissanti.org.; così potrete collegarvi ogni volta che vorrete, consultarci ed informarvi costantemente. Vi sentirete ancora più “parrocchiani”! * La Fiera: appuntamento importante per noi Arzignanesi, per le giostre immancabili, per le bancherelle di dolciumi e di vestiario, per le attività culturali e sportive, che le fanno da corona. Ho fatto un giretto fra la folla, che ha invaso i Broli nell’odore dei marroni arrostiti (costano una fortuna!) e quello delle fritole con la maresina, che i volontari della Pro Loco e gli Alpini hanno preparato incessante-mente, segni della nostra tradizione. Pensate che la fiera dei Santi è viva da più di 750 anni. In Duomo, la sera di venerdì 1° novembre abbiamo assistito ad un concerto eccezionale per la bravura dei coristi e la professionalità degli esecutori. * Il concerto, offerto dall’Amministrazione Comunale e pensato per l’anno della Fede è stato eseguito dall’Assemblea “ Il Teatro Armonico” diretto da Margherita Dalla Vecchia. Iniziato con il Concerto Grosso da chiesa di A. Corelli, seguito dal brano per solo organo di Frescobaldi e dal Miserere (Salmo 51) di G. Allegri, si è infine concluso con il celebre “Credo” di J. S. Bach. * Si chiude ormai l’ Anno della Fede, il 24 novembre prossimo, anno ricco di iniziative per sostenere la Nuova Evangelizzazione e - 14 - la partecipazione di fedeli di tutto il mondo, specie a Roma. Anche la nostra Parrocchia ha organizzato un pellegrinaggio a Roma, dal 27 al 29 settembre in occasione della giornata della Fede per i Catechisti, convocati dal Papa. Quest’anno della Fede sarà ricordato come l’Anno aperto da Benedetto XVI e concluso da Papa Francesco. Si aprì lo scorso 11 ottobre 2012 nel 50° dall’inizio del Concilio Vaticano II, per mettere con forza “Gesù al centro della Fede cristiana”. Ricordiamo tutti con commozione il 28 febbraio quando Papa Ratzinger comunicò al mondo la decisione di lasciare il ministero Petrino, frutto di lunga e meditata preghiera, certamente sostenuta dalla luce dello Spirito Santo. Ed è opera ancora dello Spirito Santo, che assiste e accompagna la sua Chiesa, l’elezione di Papa Bergoglio il 13 marzo 2013. * In parrocchia sono diminuiti i sacerdoti e questo ci ha preoccupato non poco durante l’estate. Il Vescovo ha provveduto ai trasferimenti dei presbiteri per il bene pastorale della Chiesa vicentina. Anche alla nostra parrocchia è stato chiesto un sacrificio particolare. Il Vescovo ha chiesto a Don Cristiano Mussolin la disponibilità a prestare il suo servizio a Schio, alla curazia di S. Nicolò, anche perchè è stata lasciata vacante dai Cappuccini. Pensate che Don Cristiano era qui con noi da appena un anno! Con amarezza e commozione lo abbiamo salutato l’8 settembre e lo abbiamo affidato alle cure della Madonna di Monte Berico nel giorno della sua festa. Per grazia di Dio resta con noi un altro anno Don Mark Opere Omol che sta stendendo la tesi per ottenere la licenza in teologia pastorale. Lo Spirito Santo ci ha inviato in questi giorni un aiuto insperato: Don Stefano Manni, così potremo guardare avanti, senza rimpiangere tempi e situazio- ni passate. Andrea Bruttomesso, studente in Seminario, ha ricevuto l’ordinazione Diaconale il 12 maggio scorso. Egli ci regala la sua presenza e la cura delle liturgie ogni fine settimana. Anche di questo siamo grati al Signore. * Fra le attività programmate e vissute nel nuovo anno segnalo lo svolgimento, dal 14 al 19 ottobre, degli Esercizi Spirituali che hanno avuto come tema la Chiesa; 1) Chiesa che prega e ascolta; 2) Chiesa mistero e comunione; 3) Chiesa segno e strumento di unità; 4) La Santità della Chiesa; 5) La Chiesa missionaria, della carità per la vita nel mondo. * In settembre il nostro Vescovo Mons. Beniamino ha presieduto, presso la Chiesa di San Pietro a Trissino, il Convegno Diocesano dei Catechisti, ed ha presentato una “Nota Pastorale” nella quale traccia un cammino di nuova catechesi, in dialogo con l’uomo contemporaneo, partendo dalle famiglie, in particolare dagli adulti-genitori. Per approfondire questa nuova proposta, le catechi- ste e le famiglie (genitori e nonni) si sono incontrate in parrocchia sempre nel mese di settembre per tre lunedì consecutivi! Auguriamo che ci sia una risposta concreta per “generare alla vita della Fede”. Ormai siamo in conclusione di questa lunga chiacchierata. Poichè il bollettino sarà stampato per la metà di dicembre, non ci resta che inviarvi i migliori auguri per un Natale più sereno possibile a nome di tutta la Comunità. Per finire desidero farvi conoscere queste tre belle signore che vivono in Australia da 60 anni. “Siamo oltre ottanta, dice Elide Parlato (che vedete sulla destra) a sinistra c’è Cecilia Zorzanello e al centro Maria Selmo. Sono partite tutte e tre dalla Campagnola e sono ancora insieme! Ci ringraziano per la fedeltà di questi 30 anni di corrispondenza e noi le ringraziamo per la loro carica di affetto ed auguriamo ogni bene con la loro numerosa discendenza. Buon Natale da Maria Rosa Scolari. Da destra Elide Parlato, Maria Selmo, Cecilia Zorzanello. - 15 - Don Stefano Manni e Don Mariano Lovato Eccomi a voi! Provengo da S. Pietro in Schio (anche lì ero CP) dopo essere stato “cappellano” a S. Antonio in Marostica e al Villaggio del Sole in Vicenza, curato a Lonigo (dove ho conosciuto la famiglia di don Mariano, mentre lui lo conoscevo già dai tempi antichi del seminario), di nuovo cappellano a S. Clemente in Valdagno e a Trissino con Cornedo, e poi parroco a Posina-Fusine-Castana-Laghi , ai confini con l’antico Impero austro-ungarico, e a SS. Trinità e a S. Urbano in Montecchio Maggiore. Proprio alla Trinità (dove sono stato “deviato” dall’arcivescovo Nosiglia, in “zona Cesarini”, da altra destinazione!), ho avuto la grazia di seguire l’intero cammino di formazione seminaristica di un giovanotto, promessa della Coldiretti, don Fabio Balzarin (per un periodo di tempo è stato in servizio nella vicina Chiampo), ordinato sacerdote il 2 giugno 2012. Esperienza che mi ha ancora una volta convinto della - 16 - bontà dell’antico detto popolare:“Il Signore scrive dritto anche sulle righe storte”. Il buon Dio mi voleva proprio alla Trinità! E per otto anni! Potrei anche fare l’elenco delle parrocchie dove ero stato assegnato dal vescovo e nelle quali però, per varie vicissitudini, non ho mai preso servizio, ma ve lo risparmio! Nei ritagli di tempo ho potuto fare un po’ di bene anche nell’Arma dei Carabinieri, all’ospedale di Valdagno e nella case di riposo di Gambellara e di Valbella a Schio. Inizio ora questa esperienza con voi, pur essendo consapevole di “non avere né oro né argento”, come disse un giorno san Pietro allo storpio del tempio. Quello che ho, però, ve lo do volentieri. E cos’hai? mi chiederà qualcuno. Almeno il desiderio di “fare bene quel poco bene possibile” (beato don Baldo). Fino a quando il buon Dio, e i superiori, vorranno! Don Stefano Manni, CP Il valore della testimonianza La Nota catechistico-pastorale del Vescovo di Vicenza chiama a responsabilità anche la Caritas interparrocchiale «L’uomo d’oggi ascolta più volentieri i testimoni che i maestri», ebbe a dire Paolo VI, il Papa che nel 1971 diede vita all’organismo pastorale della Caritas. Dopo 40 anni, il valore della testimonianza dell’amore di Dio viene ribadito dal nostro Vescovo Beniamino attraverso la Nota “Generare alla Vita di Fede”, che capovolge il tradizionale metodo di trasmissione della fede ponendo al centro dell’azione pastorale non più i ragazzi e i fanciulli, ma gli adulti. Infatti - considera mons. Pizziol - a nulla vale lo sforzo sempre più eroico dei catechisti se poi i ragazzi non trovano attorno a loro una comunità che vive il Vangelo nella ferialità. L’analisi contenuta nella Nota non fa sconti: “Oggi, proprio le comunità sono spesso in difficoltà ad accogliere e condividere la fede, prima ancora che ad annunciarla”. Da questo punto di vista, la Caritas interparrocchiale di Castello e Ognissanti è chiamata a una duplice responsabilità: da un lato, affiancarsi ai catechisti per individuare esperienze di prossimità da far vivere ai ragazzi che completano il cammino sacramentale dell’iniziazione cristiana; dall’altro, intensificare la sensibilizzazione e il coinvolgimento degli adulti, affinché l’attenzione al fratello, specie se in difficoltà, sia “patrimonio” di tutti e non “prerogativa” di un gruppo ristretto di persone. Il servizio della Caritas, infatti, non si misura in prima istanza nella diminuzione dei poveri, ma nella crescita della fraternità. La San Vincenzo, l’Unitalsi, le Zelatrici Missionarie, il Terz’Ordine Francescano, il Gruppo dell’Amicizia, il Gruppo Volontariato Arzignano, l’Istituto San Giuseppe e il Centro Abramo, che partecipano all’opera della Caritas interparrocchiale attraverso un proprio rappresentante, si sono dati appuntamento il 24 febbraio e il 17 marzo 2014 per riflettere, confrontarsi e iniziare a delineare i passi di una rinnovata azione pedagogica modellata sulle indicazioni del Vescovo di Vicenza. La differenza dei carismi che ogni sodalizio porta con sé è certamente un valore aggiunto, che arricchisce il discernimento e non mancherà di portare frutto. - 17 - Luca De Marzi Un anno che dara’ i suoi frutti... ti della fede professata, celebrata, vissuta In novembre, con la festa di Cristo Re, si è e pregata, e riflettere sullo stesso atto con concluso l’anno della Fede. Sono passati già cui si crede, è un impegno che ogni credenoltre dodici mesi da quando papa Benedette deve fare proprio, soprattutto in questo to XVI, nelle ricorrenza del cinquantesimo Anno.” anniversario dell’apertura del Concilio VatiNell’approssimarsi quindi della solenne cano II e del ventesimo anniversario della conclusione dell’Anno della Fede che avverpubblicazione del Catechismo della Chiesa rà domenica 24 novembre, festa di Cristo Cattolica, ha indetto l’Anno della Fede. Re, si apre per noi il tempo di una prima Era l’11 ottobre quando il Santo Padre con riflessione sul quanto e sul come abbiamo la Lettera apostolica “Porta fidei” si rivolgevissuto questo impegno particolare al quale va a tutti i credenti dicendo : siamo stati e siamo chiamati come persona “Desideriamo che questo Anno susciti in singola e come comunità di credenti. ogni credente l’aspirazione a confessare la Confesso che quando vengono proclamati, fede in pienezza e con rinnovata convindi volta in volta, dalle varie Istituzioni anni zione, con fiducia e speranza. Sarà un’ocspeciali dedicati a qualcuno o qualcosa (per casione propizia anche per intensificare la fare un esempio basti pensare a questo 2013 celebrazione della fede nella liturgia, e in che è stato dichiarato dall’ONU “anno di particolare nell’Eucarestia, che è “il culmiCooperazione per l’Acqua” così come il 2012 ne verso cui tende l’azione della Chiesa e inera stato dichiarato “anno dell’Energia sosieme la fonte da cui promana tutta la sua stenibile” o come il 2011 dichiarato “anno energia”. Nel contempo, auspichiamo che della Chimica”) provo una sorta di allergia la testimonianza di vita dei credenti cresca e direi quasi un senso di fastidio come se nella sua credibilità. Riscoprire i contenu- 18 - si pretendesse che questi enormi problemi, solo per il fatto di essere posti in vetrina per dodici mesi, debbano magicamente risolversi, salvo poi ritrovarsi caduti nel dimenticatoio per le stagioni successive.. Temevo così fosse anche per l’Anno delle Fede. Ma per fortuna mi sbagliavo. Non mi rendevo conto che la fede, per un cristiano battezzato, è come l’abito quotidiano di cui, sempre e comunque, ti rivesti, nuovo o vecchio, pesante o leggero che sia; è qualcosa di epidermico che ti senti addosso; è la tua carta di identità che ti fa capire chi sei. Ed è soprattutto un atto, una storia d’amore che ti investe, ti compenetra e, talvolta ti inquieta, perché va oltre i calcoli della ragione per to al fonte battesimale e proiettato verso la pienezza dei tempi, senza soluzione di continuità. Grazie Don Mariano, grazie Don Vittorio, grazie Don Roberto per averci accompagnato lungo questa strada come i discepoli di Emmaus. Ci avete aiutato a individuare il viale senza tramonto. Sta a noi proseguire con impegno, andando oltre i limiti temporali ed occasionali dettati da questo anno dedicato alla fede, perché la fede non conosce confini né di spazio né di orologio, Essa va ben al di là di ogni calendarizzazione per rinnovarsi continuamente con il Signore che fa nuove tutte le cose. E se abbiamo speso anche solo pochi mo- ...secondo i tempi del Signore... radicarsi nel cuore. Come atto d’amore la fede non può rimanere statica, ma è ineluttabilmente dinamica. La sua essenzialità vitale è pertanto quella di andare verso qualcuno, di andare verso Colui che è sorgente dell’amore, verso Colui che è amore. E simbolicamente ci siamo entrati attraversando quella porta (una sorta di “stargate della fede”) che da un anno staziona presso il fonte battesimale. Ecco quindi che le proposte offerte dalla nostra parrocchia di Ognissanti di addentrarsi nei misteri sacramentali, a cominciare da quello del battesimo e con particolare riguardo al mistero eucaristico, sono state tappe efficaci del nostro pellegrinaggio nel solco della Parola dettata dal Vangelo, che si fa strumento dialogante nella Liturgia per realizzarsi quindi come matura e concreta esperienza di vita. Ci siamo così ritrovati in tanti, come pellegrini in ricerca, a passare dal silenzio dell’ascolto all’operosità dell’annuncio testimoniale in un cammino inizia- menti per riflettere sulla nostra fede, se anche ci sembra che poco o niente sia cambiato in noi, non disperiamo. La fiducia in Cristo Gesù ci dice che i frutti della fede non si producono secondo le stagioni degli uomini, ma secondo i tempi di Dio. Anche perché la fede, e questo è un altro suo fondamentale aspetto, non ci chiude nell’individualismo ma, essendo una relazione concreta con Cristo Gesù, ci apre alla dimensione comunitaria, ci fa entrare in comunione con gli altri. Concludo adattando a noi credenti l’invito che papa Francesco, nei mesi scorsi, ha rivolto ai preti novelli “ Leggete e meditate assiduamente la parola del Signore per credere ciò che avete letto, annunciate ciò che avete appreso nella fede, vivete ciò che avete annunciato”. Così facendo l’anno della fede durerà tutta la vita. Egidio Motterle - 19 - quale orizzonte dopo l’anno della fede? Un nuovo anno sociale si sta aprendo per le nostre comunità A giugno dell’anno scorso le nostre comunità sono state invitate dal Vescovo Beniamino al nuovo cammino proposto a tutta la Chiesa Vicentina. La sua nota pastorale portava il titolo “ La fede, una porta sempre aperta” che invitata le nostre comunità a rispondere e a vivere l’anno della Fede, fortemente voluto da Papa Benedetto XVI. È stato un anno di riflessione sul “Credo” e sui documenti del Concilio Vaticano II. Anche la comunità di Ognissanti si è impegnata, nelle varie celebrazioni, ad approfondire i vari aspetti del nostro vivere la fede; ha dato impulso alle serate di “Lectio divina” del giovedì per approfondire documenti del Concilio, a riflettere sul rapporto “cristiani – fede”. Il Vescovo Beniamino così risponde ad un’intervista alla “Voce dei Berici” , settimanale d’informazione della Diocesi di Vicenza. “E’ un cammino che prosegue nella continuità e nella novità di vita. Nella nostra testimonianza siamo chiamati a trasmettere la fede alle nuove generazioni e a tutte le persone che sono alla ricerca del senso della vita. Passiamo così alla – professione della fede – alla testimonianza, all’impegno di generare alla vita di fede. La Chiesa è madre che genera alla vita, per questo - 20 - ho inteso accompagnare le comunità cristiane della Diocesi con una Nota pastorale specifica. L’ obiettivo principale rimane quello di accompagnare e introdurre i catecumeni e i battezzati all’incontro personale con Cristo in una comunità che si sente tutta corresponsabile in questo compito di generare alla vita di fede”. In particolare nella “Nota pastorale” il Vescovo nell’introduzione alla nota stessa, dice, fra l’altro “ … Sottolineo solo alcune caratteristiche di questa proposta catecistico-pastorale: la centralità della comunità e degli adulti, in modo particolare della famiglia, il ripristino della sequenza originaria dei sacramenti dell’iniziazione alla vita cristiana, l’ispirazione catecumenale, la valorizzazione della mistagogia, la pastorale giovanile…. “ La nostra comunità è impegnata in questo progetto di vita cristiana con un’azione forte nel proporre a bambini e famiglie e alla comunità tutta un cammino di testimonianza e impegno nel vivere la fede. Nicodemo Gasparotto Matrimonioù? Una scelta sempre più controcorrente Nello scorso anno i matrimoni religiosi al minimo storico In città sono stati 32 ( 7 a Ognissanti) mentre quelli civili sono stati 20 Nei mesi scorsi i dati Istat evidenziavano che il matrimonio religioso resta sì ancora la scelta prevalente in Italia (60,20 % - anche se solo una decina di anni fa arrivava all’’80%) , ma che sale in percentuale il matrimonio celebrato in Comune (già il più praticato nelle regioni del Nord con il 51,7 % contro il 48,3%). La tendenza è chiara : cresce il ricorso al rito civile, anche se, nel complesso, ci si sposa sempre meno, prevalendo la convivenza. E’ una tendenza che vale anche per Arzignano dove dai 73 matrimoni complessivi (52 religiosi e 21 civili) del 2007 si è passati ai 63 del 2011 (39 religiosi e 24 civili). In Ognissanti si è passati dalle 23 celebrazioni del 2003 alle 10 del 2011 e alle 7 del 2012. Perchè? Al di là delle motivazioni di comodo, sembra ci si sposi meno perché si è sempre meno disposti (in una società dove imperano l’egocentrismo e l’individualismo) a far diventare la propria scelta d’amore da, fatto personale e privato, a fatto sociale e pubblico. Ci si sposa di meno perché tanti giovani (per volontà o per necessità) procrastinano il momento delle decisioni fondamentali della vita: che lavoro farò, quando sarò economicamente indipendente, dove andrò ad abitare, quando e con chi? Sul fronte religioso, la disaffezione al sacramento nuziale sembra essere in linea con la più diffusa tendenza a staccarsi dalla dottrina cattolica, in una progressiva laicizzazione della società, con l’autoproposizione, semmai, di una fede religiosa ad uso e consumo personali per cui “…sono sì cattolico, ma non pratico e non credo in questa chiesa…”. Se vogliamo cogliere in tutto ciò almeno un aspetto “positivo”, questo è dato dal fatto che si mette fine a certe ipocrisie, a matrimoni in chiesa fatti solo per tradizione, o per la “location”. Come comunità cristiana è importante prendere coscienza di questo, rinnovare il comune impegno ad una nuova evangelizzazione, pregare lo Spirito Santo. Ma sopra ogni cosa l’importante è essere testimoni credibili della fede nella quotidianità, far capire che, come avvenne a Cana duemila anni fa, “…l’aver invitato anche Gesù…” alle nostre nozze ha costituito e costituisce il segno distintivo del nostro essere persone, coppia e famiglia, ricchi di quella Presenza preziosa, come la perla evangelica, che dà pieno senso alla nostra esistenza. P.S. Ritorna la speranza : quest’anno ( 2013) i matrimoni in Ognissanti sono raddoppiati. Sono passati da 7 a 14. Continuiamo a pregare lo Spirito Santo perché dia ai giovani consiglio e sapienza. - 21 - Egidio Motterle ROMA L’anno della fede ci ha portato alla scoperta delle nostre radici L’ Anno della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI, ci ha dato tante occasioni per riflettere, per pregare, per ricercare, per approfondire il nostro rapporto con la fede ed è stato per tutti un vero Anno di Grazia. Tanto più per noi catechiste, perché ci ha permesso di incontrare Papa Francesco a Roma nella giornata dei catechisti, il 29 settembre scorso. Siamo partiti in trentaquattro da Arzignano il 27 settembre, guidati dal nostro parroco don Mariano; non eravamo tutti catechisti, ma chi si è unito a noi, ha accolto pienamente lo spirito del pellegrinaggio ed ha condiviso tutte le tappe previste. Siamo andati a vedere dove sono vissuti, dove hanno pregato ed anche dove sono morti tanti nostri fratelli di fede, i primi cristiani di Roma. Prima di arrivare nella capitale, ci siamo fermati nella chiesa di S. Maria in Vescovìo, un edificio a una sola navata, molto sobrio, es- senziale, dove si sono formate le prime comunità cristiane e dove la tradizione vuole S. Pietro tenesse i suoi incontri di catechesi. Fu sede episcopale da cui deriva il nome Vescovio. Il Padre brasiliano che ci ha fatto da guida raccontandoci le vicende del santuario distrutto, ricostruito e restaurato più volte, ci ha fatto sentire la presenza silenziosa di tanti cristiani che qui hanno pregato, che qui hanno affrescato episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento, che hanno testimoniato la loro fede nonostante i pericoli e le minacce (la storia si ripete ancora oggi in Nigeria, in Pakistan e......) Un’altra esperienza molto significativa è stata poter pregare il Credo presso la tomba di Pietro nella necropoli sotterranea della Basilica di S. Pietro. La tomba, sopra la quale sorge l’altare maggiore, custodisce i frammenti di ossa di ogni parte dello scheletro, fuorché dei piedi, ap- - 22 - Partecipanti al pellegrinaggio a Roma Partecipanti al pellegrinaggio a Roma partenenti ad un uomo di corporatura ro- Vangelo in cui Gesù entra di sabato nella Sinabusta, alto 1,65m., di età tra i 60 ed i 70 anni, goga di Nazareth (Lc 4, 14-22) custodite in un loculo inglobato e ricoperto Il Papa ci ha detto che, quando perdiamo la da costruzioni successive, dove una scritta in memoria di Dio, tutto si appiattisce e rischiamo di inseguire il ulla. greco dice: “Pietro è qui” E stare lì ha significato provare la gioia di Il catechista ha il compito di custodire la meprofessare la stessa fede e vivere la gratitudi- moria di Dio e di offrirla agli altri: una bella ne per ciò che è stato Pietro per noi, per la responsabilità! Perciò è necessario avere familiarità con Chiesa intera. Una grandissima gioia per gli occhi e per lo Gesù, fermarsi con Lui ma poi, ripartendo da Spirito è stato visitare la Cappella Sistina: i di- Cristo, bisogna uscire da sé e fidarsi, non aver pinti di Michelangelo tolgono il respiro tant’è paura di andare nelle periferie, non avere la loro bellezza. Ma lì, in quel luogo storico, schemi prefissati perché Dio non è rigido ed non si può fare a meno di pensare al Conclave essere pronti a cambiare. per l’elezione del Pontefice, alle grandi deci- Prima di lasciare Roma abbiamo visitato le sioni prese qui dai Cardinali, alle preghiere catacombe di Priscilla; percorrendo i numeelevate al Signore, ai dubbi e alle paure del rosi cunicoli, abbiamo scoperto che le catacombe non erano luoghi usati per sfuggicandidato prescelto. Abbiamo poi vissuto due momenti forti per la re alle persecuzioni, come comunemente si catechesi: l’incontro e la messa nella chiesa di crede, ma erano semplicemente un cimitero S. Gregorio VII assieme a catechisti che giun- dove venivano inumati i corpi dei cristiani fra gevano da diocesi diverse (Milano, Bologna, i quali anche tanti martiri. Nelle catacombe Tivoli, Trento, Bolzano e Vicenza) e la messa di Priscilla si sono conservati affreschi molto in piazza S. Pietro celebrata dal Papa e conce- interessanti dal punto di vista artistico e bilebrata da un centinaio di preti, qui convenuti blico-teologico, come la più antica rappresentazione della Madre di Dio. proprio per la giornata dei Catechisti. Monsignor Fisichella, nell’omelia della MesGiuliana Zampiva, Erika Bailo sa a S. Gregorio, ha commentato il brano del - 23 - Alcuni commenti sul viaggio raccolti fra i partecipanti. “Ciao. Eccomi qui. Posso dirvi che sono stati tre giorni bellissimi ed intensi sia dal punto di vista fisico che spirituale. Siamo entrati nella storia del Cristianesimo e vedere la tomba di San Pietro è stata una grande emozione, come pure la Messa con Papa Francesco e i catechisti. Mi è piaciuta in modo particolare la celebrazione con Monsignor Fisichella, perché si respirava un’aria di comunione vera. Almeno questo è quello che è arrivato a me, una celebrazione gioiosa e fraterna. Forse anche i primi cristiani quando si riunivano per pregare insieme provavano quello che ho provato io! E’ stato tutto bello, interessante ed istruttivo. Certo che Roma ed il Vaticano sono bellissimi e pieni di storia, penso che non basterebbe un mese per vedere tutto quello che c’è!!!” Tiziana “Ho apprezzato tantissimo l’incontro nella chiesa di S. Gregorio VII dedicato ai catechisti, momento di spiritualità, partecipazione e gioia. Non ero spettatrice, ma mi sentivo parte di un gruppo in cui, persone tanto diverse, da luoghi tanto diversi, nutrivano lo stesso sentimento.” Debora “Un pensiero durante l’omelia di Monsignor Fisichella: “Signore, tieni fissi i tuoi occhi sul mio volto perché io possa essere testimone del tuo tempo”. Dio ci guarda e ci ama, questo mi ha particolarmente segnato.” Rosetta “Grazie a tutti, mi sono proprio sentita in famiglia” Franca - 24 - “Il piccolo gruppo di Vicenza aggregato al pellegrinaggio di Arzignano ha fin da subito colto la fraterna accoglienza con cui si è condivisa l’esperienza del viaggio a Roma, alle fonti della nostra fede. Aggiungendo forse al bagaglio del pellegrino, già così ricco di sensazioni e ispirazioni, una piccola sfumatura in più: comunità mai chiuse e isolate ma aperte, accoglienti verso gli altri, in cammino insieme.” Paola “Pur non essendo una catechista, sono andata a Roma con loro. Ero curiosa di vedere da vicino il nuovo Papa. Non avevo mai avuto curiosità del genere. Quest’uomo dall’aria triste e sofferente Folla in piazza San Pietro ha una dialettica semplice ma assoluta che penetra profondamente. La sua mestizia sparisce nell’istante stesso in cui si avvicina alla gente. E il suo sorriso si propaga e coinvolge come un virus. La semplicità che lo distingue non è artefatta o una posa bensì nasce dall’aver vissuto a lungo a contatto diretto con miserie umane di ogni genere. Mi auguro che possa resistere a lungo e possa dare alla Chiesa quel tono di umanità e di vicinanza la cui carenza si è fatta sentire per tanto tempo. Che Dio gli dia la forza di innovare profondamente sia dal punto di vista etico che strutturale la Chiesa nel suo complesso. Grazie Papa Francesco.” Maria Grazia - 25 - Il Gruppo ministeriale parrocchiale. Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sul “Gruppo Ministeriale Parrocchiale” per offrire la possibilità a tutti di conoscere questa realtà ecclesiale e richiamare l’attenzione di tutti circa il futuro della nostra comunità. Pertanto, va sottolineato che la riflessione ecclesiale su questo argomento è ormai all’ordine del giorno per il fatto che tocca una dimensione importante dell’essere chiesa di Cristo, oggi. A partire dal Concilio Vaticano II, la Chiesa è cresciuta maturando la coscienza di essere una realtà di “comunione” del nuovo popolo di Dio. Tale coscienza di sé ha attivato l’impegno per la promozione della “corresponsabilità” e della “partecipazione attiva” nella vita della chiesa. La missione ecclesiale, nella sua triplice dimensione di annuncio, liturgia e diaconia, è riservata a tutti i battezzati. Questo è ulteriormente ribadito dal forte richiamo conciliare a tutti ad impegnarsi a realizzare la vocazione alla santità (Lumen Gentium, 5). La pastorale ecclesiale post-conciliare è fortemente influenzata e plasmata da questa realtà. Nel periodo sto- 26 - rico attuale è anche la penuria dei sacerdoti a rendere necessario un discernimento comunitario circa il coinvolgimento attivo dei laici nella vita ecclesiale. La nostra parrocchia deve tenere in considerazione la situazione attuale. Il gruppo ministeriale parrocchiale, è definito un’ “equipe di animazione pastorale” composta di laici e di ministri ordinati, che assume la cura pastorale di una comunità cristiana. Questa forma di gestione della comunità cristiana conosce già una storia lunga in alcuni paesi. Perciò, non si tratta di qualcosa di inedito. L’Italia, da diversi anni, sta prendendo in considerazione la possibilità di coinvolgere i laici nella cura pastorale. Questo avviene non tanto per supplire alla penuria di sacerdoti, quanto per valorizzare, alla luce del Vaticano II, il ruolo che ogni battezzato può e deve giocare nella missione ecclesiale. L’equipe pastorale conosce anche tanti nomi con cui viene chiamata. Da notare, in questa gamma di nomi, il concetto dell’animazione pastorale. Coloro che compongono l’equipe pastorale hanno la respon- “la penuria dei sacerdoti rende necessario un discernimento comunitario circa il coinvolgimento attivo dei laici nella vita ecclesiale” sabilità ecclesiale di animare la vita della fede della comunità cristiana e sostenere il cammino spirituale della stessa. Il concetto dell’animazione è importante per distinguere la “cura delle anime” propria dei sacerdoti e la cura ed animazione pastorale. Coloro che vengono chiamati a far parte dell’ equipe di animazione pastorale sono scelti o meglio “eletti” tra i membri della comunità e ricevono un mandato dall’autorità ecclesiastica. Perciò, in virtù di questo mandato, il loro primo compito non è quello di rappresentanza, ma di una missione che essi devono compiere nella e per la comunità. La costituzione dell’equipe avviene con un “atto canonico” dell’autorità competente (solitamente il vescovo o chi per lui). Con questo atto, il gruppo ministeriale acquista un ruolo ecclesiale particolare all’interno della parrocchia e lavora sempre a fianco del parroco. L’affidamento di questo compito avviene, normalmente, durante una celebrazione liturgica nella quale i membri vengono presentati alla comunità. La chiesa italiana, cercando di attuare questa esperienza, sottolinea l’importanza del “in nome della chiesa” nel costituirsi del gruppo ministeriale parrocchiale. Questo è importante anche per evidenziare il fatto che il battezzato che ne fa parte non agisce a nome proprio come individuo, ma a nome della chiesa e per la chiesa. Pertanto, va esclusa qualsiasi comprensione del gruppo ministeriale che alluda alla nomina per “diritti”. Gli incarichi e i ministeri di questo gruppo sono prettamente di natura evangelizzatrice e missionaria. Il criterio principale di idoneità è quello di essere battezzato e desideroso di servire la chiesa e i fretelli. In fondo, questo è anche l’insegnamento del Concilio Vaticano II, il quale ha inteso lanciare il concetto della corresponsabilità e della partecipazione attiva di tutti in virtù del battesimo. Tutti sono chiamati, nessuno è escluso dal partecipare alle cose sante e alla comunione ecclesiale. Sac. Mark Opere Omol - 27 - È buona cosa sentirsi partecipi della comunità parrocchiale cui si appartiene. A volte però, per necessità, accade di partecipare alla Messa in altra chiesa. Ma soprattutto è importante santificare il giorno del Signore, la Domenica, per cui se si è andati alla Messa il sabato sera, nella speranza che non sia una sacrosanta abitudine, si trovi il modo di vivere un momento di preghiera e/o di comunione ecclesiale. ORARI DELLE MESSE IN ARZIGNANO OGNISSANTI IN ARZIGNANO Sabato ore 18.30 Domenica ore 8.00 - 9.15 (S. Rocco) 10.00 - 11.15 - 19.30 CASTELLO D’ARZIGNANO Sabato ore 19.30 Domenica ore 8.30 - 10.30 S. BORTOLO DI ARZIGNANO Sabato ore 19.30 Domenica ore 8.30 - 10.30 (luglio e agosto solo ore 9.30) S. GIOVANNI BATTISTA IN ARZIGNANO Sabato ore 17.00 Domenica ore 9.30 - 11.00 S. ZENO DI ARZIGNANO Sabato ore 19.00 (ora legale 19.30) Domenica ore 8.00 - 10.00 Libretto pastorale/Numero Uno della Parrocchia di Ognissanti - Natale Dicembre 2013. Redazione in Via Cavour 2 Arzignano (Vicenza). Direttore: Mons. Mariano Lovato. Coordinatore responsabile di redazione: Nicodemo Gasparotto. Componenti della redazione: G. Corato, D. Concato, M. Pegoraro, L. De Marzi, E. Motterle, R. Conzato, E. Roviaro, MR. Scolari. Questa pubblicazione è disponibile in www.ognissanti.org , Per la foto di casa sant Angela si ringrazia Studio fotografico Rensi Via Rizzetti 15 36071 ARZIGNANO (Vi) tel.0444-451955 tel.338-1008753