Ognissanti
COMUNITA’
FEDE
ASSOCIAZIONI
CASA SANT'ANGELA RIAPRE
LE PORTE DELLA CARITA'
Pg.4
cara arzignano Pg.14
eccomi a voi Pg.16
il valore della
testimonianza Pg.17
roma Pg.22
il gruppo ministeriale
parrocchiale Pg.26
UN ANNO CHE DARA'
I SUOI FRUTTI Pg.18
QUALE ORIZZONTE DOPO
L'ANNO DELLA FEDE? Pg.20
MATRIMONIO? Pg.21
I nonni tornano
a scuola Pg.8
il gruppo dell'
amicizia Pg.10
karibuni e' Pg.12
DALLA REDAZIONE
Nel dare avvio a questa avventura del “Bollettino Parrocchiale” – Ognissanti c’è la
speranza che la comunità tutta si ritrovi in
queste pagine che vorrebbero riportare le
iniziative, le idee, le proposte, le esperienze
di vita insieme che la Comunità di Ognissanti di Arzignano esprime giorno per giorno,
anno per anno. Forse questo bollettino parrocchiale ci può aiutare a soffermare la nostra attenzione anche su quegli aspetti che
siamo spinti a tralasciare.
Ci siamo posti alcuni interrogativi, eccoli:
perchè dare inizio ad un Bollettino di collegamento tra i parrocchiani di Ognissanti ?
Vorrebbe essere o diventare la voce di tutti
coloro che hanno a cuore la vita e la vitalità
presenti in mezzo a noi e nelle nostre iniziative comunitarie. Per cui tutti coloro che
desiderano contribuire allo sviluppo di una
vita comunitaria e di crescita sono bene accetti in questo opuscolo periodico con i loro
scritti.
Cosa vuole essere e come vuole essere?
Vuole essere la voce di tutti tramite la quale respirare aria di casa nostra, una casa,
una famiglia di credenti che si riconoscono
e amano la loro comunità e vivono o partecipano in prima persona o condividono gli
ideali che la Comunità di Ognissanti vuole
promuovere al suo interno.
Chi partecipa alla sua creazione di numero
in numero?
C’è una redazione, composta di parrocchiani, che insieme con il Parroco, desiderano fare partecipi tutti delle iniziative e dei
progetti che rendono viva la comunità tutta, composta da bambini, ragazzi, giovani,
uomini e donne adulti, anziani, di ogni condizione e ceto. Per questo gli attuali componenti della redazione, qui sotto riportati, attendono collaborazioni di articolisti,
fotografi, storici, artisti, semplici credenti
che desiderano mettersi a disposizione per
contribuire alla crescita della comunità di
Ognissanti.
Cosa si troverà al suo interno?
-2-
La vita della comunità, dei suoi tempi forti, della quotidianità, le notizie provenienti
da vari fointi del volontariato, delle celebrazioni, delle diverse iniziative di animazione
che possono trovare vita e spazio nei nostri
ambienti parrocchiali. Possono arricchire
le pagine del bollettino le fotografie dei momenti lieti e forti di ieri e di oggi.
A chi è indirizzato e per quale motivo si dovrebbe leggere?
Lo stile che si vuole dare a questo mezzo
di comunicazione è quello semplice e lineare che può essere letto e compreso da tutti,
indistintamente, soprattutto da coloro che
desiderano sentirsi sempre in collegamento
e in sintonia con la comunità e la sua vita.
Nicodemo Gasparotto
C’è una redazione che si occupa di raccogliere i contributi di quanti desiderano rendere più evidenti gli aspetti religiosi, storici,
culturali, artistici ecc. della nostra Parrocchia di Ognissanti, vi riportiamo i nomi qui
di seguito. Ciò non toglie che altri possano
inviare notizie ed informazioni, che riguardano la vita comunitaria, alla redazione
[email protected] e consultare il sito
www.ognissanti.org
Direttore: Mons. Mariano Lovato
Coordinatore responsabile di redazione:
Nicodemo Gasparotto
Componenti della redazione: G. Corato, D.
Concato, M. Pegoraro, L. De Marzi, E. Motterle, R. Conzato, E. Roviaro, MR. Scolari.
GENERARE alLa vita
di FEDE
Nei mesi di settembre ottobre il vescovo Beniamino ha presentato la nota catechistica pastorale
“Generare alla vita di fede” nelle varie zone della
diocesi. Il primo di ottobre è venuto a Trissino dove
ha incontrato i Consigli Pastorali Parrocchiali e
rappresentanti dei catechisti dei tre vicariati della
Valle del Chiampo, della Valle dell’Agno e di Montecchio Maggiore. È una nota che dà alcune indicazioni catechistiche a partire da una riflessione che
per anni si è fatto sull’opportunità di un rinnovo
dell’evangelizzazione in generale e della catechesi
in specie.
Me ne ero ben accorto dopo tre anni di vita nella nostra parrocchia soprattutto dell’insofferenza
di tanti ragazzi di terza media che frequentavano
il catechismo in attesa del sacramento della Confermazione o Cresima. Il numero consistente dei
ragazzi metteva in evidenza l’inadeguatezza del
metodo e del momento in cui veniva presentata la
preparazione a questo sacramento ormai universalmente chiamato il sacramento dell’addio cristiano.
Ecco dunque come provvidenziale questa nota
del vescovo nella quale, dopo una chiara lettura
del contesto sociale e culturale di oggi dà alcune
indicazioni anche concrete per riformulare il cammino catechistico per generare i ragazzi alla vita
di fede.
Il contesto attuale evidenzia una sostanziale tenuta da parte delle famiglie circa la richiesta della celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione
cristiana. La quasi totalità chiede il Battesimo, la
Comunione e la Cresima per i loro figli. È pur vero
che la domanda lascia molte perplessità sul radicamento in una fede convinta. Spesso la richiesta
dei sacramenti è fatta come un dovere, un diritto
per tranquillizzare la coscienza e la tradizione per
il rispetto di un gesto religioso giustamente compiuto. I genitori si sentono poco coinvolti nella responsabilità dell’educazione alla fede; partecipano
agli incontri programmati per loro, soprattutto se
si tratta di prepararsi ai sacramenti dei figli (spesso
si riducono a prepararsi alla cerimonia del sacramento stesso), ma non riprendono argomenti o riflessioni all’interno della famiglia.
Abbiamo anche noi avviato una seria riflessione
e coinvolgendo tutte le catechiste abbiamo formulato un primo passo possibile per quest’anno: due
scelte significative per qualificare le catechiste e
coinvolgere i genitori.
Ogni mese, solitamente l’ultima settimana, al
posto del catechismo con i ragazzi faremo un momento di catechesi per le catechiste, un momento di formazione spirituale per loro. Ovviamente a
questo incontro che si tiene il lunedì pomeriggio
alle 15 e si ripete il martedì sera alle 20.30 offriamo
la possibilità di partecipare anche ai genitori dei
ragazzi. Ho scelto come itinerario formativo (dato
la totalità del genere femminile fra le catechiste), di
presentare alcune donne del Vangelo nel loro rapporto con il Signore e nella vita di fede nella chiesa.
Per i genitori abbiamo pensato che la celebrazione stessa del sacramento della Penitenza, che negli
anni precedenti si faceva per i soli ragazzi durante
il catechismo, è bene che si celebri in Duomo insieme ragazzi e genitori. È giustamente opportuno
che nel desiderare il perdono del Signore ci sia un
gesto di comunione e di riconciliazione prima a
livello familiare. Abbiamo organizzato sei celebrazioni penitenziali, una per ogni classe di catechismo, nelle quali celebreremo insieme la misericordia di Dio e la riconciliazione fraterna. Al termine ci
sarà anche la possibilità di accostarsi al sacerdote
per la assoluzione individuale.
Altre grandi novità: con le catechiste di seconda
elementare ci siamo impegnati per l’avvio di un
nuovo cammino catechistico del quale parleremo
nel prossimo numero.
-3-
Don Mariano Lovato
e la comunità delle catechiste
Dettaglio porta d’ingresso.
CASA SANT’ANGELA
RIAPRE LE PORTE
ALLA CARITA’
-4-
Vista del cortile interno Umberto Rensi
Il grande portone si apre sul
“cuore pulsante”
della carità di Arzignano
Il grande portone, sulla storica via Cavour,
si è intanto riaperto per ospitare la Caritas,
la San Vincenzo, il Centro di Aiuto alla vita,
la nuova infermeria e una piccola famiglia
che svolgerà funzioni di accoglienza e custodia. Tutto il resto si aggiungerà strada facendo. I responsabili della Fondazione Casa
Sant’Angela Onlus, che è un’emanazione della parrocchia di Ognissanti, stanno, infatti,
riflettendo su come far diventare la nuova
struttura il “cuore pulsante” della carità in
Arzignano; le idee sono molte però da valutare attentamente sotto l’aspetto economico, funzionale e delle risorse umane.
Ma intanto la soddisfazione di quanti si
sono impegnati per realizzare il sogno di far
rinascere Casa Sant’Angela è grande perché
i lavori di ristrutturazione sono conclusi e
si prospetta l’inaugurazione per sabato 14
Dicembre.
Era il marzo 2011 quando la Parrocchia di
Ognissanti e la Fondazione hanno deciso di
dare il via a quest’opera attesa ed importante.
Grazie ai contributi della Cariverona (400
mila euro), della Regione Veneto (100 mila
euro), del Banco Popolare ma anche all’intervento di molte persone generose si é,
-5-
VIsta dall’alto del cortile interno. Foto Rensi
La casa diverrà un ambiente che,
tramite il volontariato, si dedicherà
all’accoglienza
abitativa temporanea di giovani ed adulti
infatti, deciso di partire, pur se mancava
all’appello una cifra importante.
Ed ora ci siamo: l’opera è terminata, una
parte dei locali è arredata e la struttura sarà
in grado di offrire, nel cuore del centro storico, un luogo di accoglienza ed assistenza
dedicato alle persone deboli e fragili.
Tutto ciò nella tradizione storica delle ex
Orsoline che proprio lì, chiamate all’epoca
da mons. Riccardo Rizzetti, hanno donato
alla città cento anni di impegno caritativo.
E che purtroppo non ci sono più.
La casa diverrà un ambiente che, tramite
il volontariato, si dedicherà all’accoglienza
-6-
abitativa temporanea di giovani ed adulti,
autosufficienti anche sul piano economico,
che necessitano momentaneamente di un
punto abitativo di riferimento stabile e sicuro.
E si promuoverà lì anche il “vieni e vai”,
ossia l’impegno ad essere per la comunità
cristiana e civile, spazio socio-culturale e
formazione verso stili di vita capaci di condivisione.
Non mancherà l’erogazione di una serie
di servizi pratici, rivolti al territorio, come
quello infermieristico.
Cortile interno di casa Sant’Angela.
Tutto rinasce nella tradizione storica
delle ex orsoline che proprio lì
hanno donato alla città cent’anni
di impegno caritativo
Va chiarito un aspetto importante: non diventerà un “pronto soccorso” per situazioni estreme (ad Arzignano c’è già Casa Dalli
Cani) ma quella che già si vuol chiamare una
“Corte che accoglie”.
Fra una cosa e l’altra è stato possibile restaurare, ma solo in parte (ed anche qui si
attendono benefattori) anche la bella chiesetta nel cortile, dedicata a San Giuseppe.
“Per far tutto ciò, molto importante è stata la collaborazione con il Gruppo dell’Amicizia, che è una delle più belle realtà
della nostra vallata” spiega la presidente
della Fondazione Casa Sant’Angela Susanna
Magnabosco. “Il sogno che si avvera – aggiunge il parroco di Ognissanti mons. Mariano Lovato- è offrire un centro attrezzato
di servizi, anche parrocchiali, con un’atmosfera calda e familiare, dove si possano trovare fratellanza, condivisione e solidarietà ”.
Continua in ogni modo la raccolta di offerte e contributi per quanto manca a pagare i
lavori di ristrutturazione e l’arredo.
Daniele Concato
Consigliere di Amministrazione
Fondazione Casa Sant’Angela Onlus
-7-
Partecipanti al Laboratorio di pittura 2013
Partecipanti al Laboratorio di pittura 2013 - Pegoraro.JPG
i nonni tornano
a scuola
Anche quest’anno l’autunno ha riportato sui banchi di scuola i nostri ragazzi.
E non solo…. anche i nonni sono tornati
“tra i banchi”.
L’8 ottobre è infatti ripresa l’ormai tradizionale attività dell’Università Adulti/Anziani. La bellissima serata al teatro Mattarello con la rappresentazione
dell’atto unico di Pirandello “L’altro figlio” ha dato inizio al ventiseiesimo
anno: ventisei anni in cui i corsisti che si
sono avvicinati a questa istituzione hanno potuto sperimentare come la voglia
di conoscere, di imparare e di tenersi
impegnati sia il miglior antidoto contro
l’invecchiamento.
Spesso infatti essi chiedono polemica-8-
mente di chiamare questa istituzione
solo Università degli Adulti e di cancellare la dicitura Anziani, perché sono consapevoli di stare vivendo l’età della piena
realizzazione e non del declino. Si sentono ben inseriti nella realtà quotidiana e
consci che la loro esperienza può risultare di sostegno allo sviluppo della società.
Hanno maturato la convinzione che questa società ha bisogno di loro, perché
senza gli anziani la vita del nostro Paese
s’impoverisce, perdendo la memoria del
passato e il valore di ciò che è umano.
Continuare ad aggiornarsi culturalmente, inoltre, è l’unico modo per mantenere desto il cervello, aprirsi al nuovo,
non lasciarsi vincere dalla rigidità di cui
tanto sono accusati gli anziani. Trovare
il tempo e la voglia di coltivare i propri interessi, il piacere della relazione e
dell’impegno sociale sono l’unico modo
per combattere e sconfiggere fenomeni
di depressione, di insoddisfazione e di
isolamento.
E’ proprio questa la testimonianza che ci
viene continuamente da quanti seguono
da anni i corsi con interesse esemplare e
ammirevole costanza. Il loro entusiasmo,
la freschezza della loro mente, la molteplicità di interessi che li caratterizza
sono una costante fonte di sorpresa per
chi li avvicina. Loro sono una pubblicità
vivente e sicura.
L’Università si propone di offrire soprattutto un’occasione privilegiata per tante
persone, che, in piena efficienza fisica e
liberi da impegni stressanti di lavoro, desiderano coltivare le passioni di una vita:
leggere, dipingere, viaggiare, incontrarsi
con altre persone, scambiarsi opinioni,
dubbi, problemi.
Essa si rivolge a tutti gli adulti, che vogliano impiegare il loro tempo per assaporare il piacere di imparare, capire il
proprio tempo e incontrare nuovi amici
, senza esami e interrogazioni.
Non ci sono limiti di età, né viene richiesto un titolo di studio specifico. Anche la
frequenza è libera. Certo l’esperienza ci
ha insegnato che chi inizia a frequentare
viene ben presto coinvolto e si appassiona a tutte le lezioni.
D’altronde anche il trovarsi con gli altri, condividere riflessioni e dubbi, come
momenti di svago o di divertimento aumenta la voglia di esserci.
E’ infatti statisticamente dimostrato che
la frequenza all’Università contribuisce
a rendere più vivace le vita dei corsisti, i
quali imparano ad uscire di più da casa,
ad intrattenersi di più con le persone e a
viaggiare con curiosità.
Diventano persone che affrontano con
rinnovato ottimismo le inevitabili difficoltà, più vigili di fronte alle insidie della
quotidianità, maggiormente sensibili nei
confronti dei diritti umani, della pace,
dell’ambiente; acquisiscono più fiducia
in se stessi, si sentono e sono ancora e,
più di prima, cittadini che hanno qualco-
sa di importante da comunicare
L’anno accademico è suddiviso in tre bimestri. I corsi si tengono ogni martedì
e giovedì pomeriggio, nell’aula magna
della scuola elementare di via Mazzini.
Accanto ai corsi sono programmati seminari, lezioni straordinarie, cineforum
e visite culturali.
La programmazione, costruita tenendo conto dei suggerimenti degli iscritti,
si presenta assai interessante e adatta
a soddisfare i più diversi interessi: sono
previsti storia contemporanea, filosofia
del novecento, musica, economia, geografia (Irlanda), letteratura (autori vicentini contemporanei), problemi attuali,
studio della memoria, archeologia del
territorio vicentino.
Nel secondo bimestre poi, dal 7 gennaio al 27 febbraio, vi saranno i seminari,
a scelta dei partecipanti: narrativa, pittura, storia del teatro, bibbia, ricerca sul
territorio, queste alcune proposte
Particolarmente interessante e coinvolgente in questi ultimi anni è stata la realizzazione dei “Concorsi sulla creatività”,
grazie alla quale alcuni frequentanti si
sono cimentati con gli studenti di tutte
le altre sedi universitarie nel dare forma
ai loro ricordi attraverso la scrittura, la
fotografia o la pittura
Nel corso dell’anno inoltre vengono organizzate visite d’istruzione di un
giorno e viaggi di più giorni all’estero:
Uzbekistan, Malta, Dalmazia e Bosnia,
Austria-Ungheria le mete di quest’anno.
Altra esperienza, nata da poco tempo,
ma che ha già dato molte soddisfazioni è
stata la creazione di un proprio coro. Una
trentina di signore e signori ha rispolverato le passate conoscenze musicali e attualmente si esibisce, con crescente maestria e passione, e l’accompagnamento
di alcuni strumenti: sax, chitarre, armoniche e pianola, rigorosamente suonati
da iscritti..
L’aumento esponenziale dei frequentanti, arrivati ben oltre i 200 in questi ultimi 4/5 anni, è la migliore risposta alla
validità del modello e all’efficacia dell’iniziativa.
-9-
Mariuccia Pegoraro
il gruppo
dell’amicizia
A partire da questo numero del Bollettino Parrocchiale, iniziamo a far conoscere la ricchezza delle Associazioni
presenti nella nostra Comunità. Ci piace
iniziare con una delle più simpatiche, sia
per i soggetti che vi partecipano, sia per
la rilevanza dei suoi intenti: Il “Gruppo
dell’Amicizia ONLUS”, fondato nel 1981,
che si occupa di ragazzi disabili. Suo
obiettivo primario è donare loro momenti ricreativi, aggregativi e, perché
no? un po’ di sollievo alle loro famiglie.
Organizziamo mensilmente feste, mo­
menti di svago, uscite. Particolarmen­te
cari per noi sono il week-end sulla neve
e il campeggio in val d’Algone (Trento)
dove viviamo per tredici giorni un’esperienza bellissima d’integra­zione tra età
diverse e una fusione tra le reciproche
capacità e risorse. Sono momenti che
permettono di aprire a nuove relazioni
quei soggetti che a causa del loro handicap sono spesso costretti a vivere nel
ristretto ambito familiare. Inoltre promuovono la sensibilizzazione al problema della divers-abilità nel territorio in
cui viviamo.
Ogni secondo martedì del mese si de­
finiscono in un’apposita riunione, le attività che si svolgeranno nelle settimane
successive, tenendo conto delle esigenze e dei gusti dei ragazzi.
Manteniamo e promuoviamo contatti
con altre associazioni, impe­gnate nelle
stesse finalità, e con gli Enti Territoriali
della nostra valle e dei comuni limitrofi.
Siamo inoltre in possesso di un furgo­
ne, attrezzato per il trasporto di di­sabili,
che ci permette di eseguire gratuita- 10 -
mente servizio di trasporto alla cittadinanza per visite ospedalie­re, attività sociali o altro.
Per offrire un’idea concreta del nostro
operare, ecco alcune attività che balzano agli occhi sfogliando il calendario di
quest’anno o dell’anno precedente.
Gennaio inizia festosamente con il
grande cenone a cui seguono balli e
canti sotto lo schermo che fa scorrere
le più belle immagini delle attività svolte
durante l’anno.
Il mese prosegue con l’arrivo, alle Canossiane, della Befana che con gli altri,
porta un gradito dono: un week end tra
le nevi del Trentino, in un albergo tutto
nostro.
Il Carnevale offre l’occasione di metterci tutti in maschera al Mocambo, la
mitica discoteca di Santa Margherita, ai
piedi del colle che custodisce le spoglie
di quel sant’uomo che fu don Fabiano,
amico dei piccoli e dei semplici, come
lui. Una bella pizza offre alla giornata
una piacevole conclusione.
Il Carnevale è anche l’occasione per rispondere alla richiesta di recitare il nostro pezzo forte, quello del trentennale:
“Giulietta e Romeo”, con i suoi sgargianti costumi e i gesti espressivi dei nostri
attori, cui sono prestate le voci dai volontari del Gruppo. E sempre, ovunque
ci chiamino, c’è un pubblico numeroso
ed entusiasta.
Dal profano al sacro, a conclusione della Quaresima, si partecipa alla grande
Processione del Venerdì Santo per le vie
della città, a pregare e riflettere sui temi
del disagio e dell’emarginazione.
Campeggio 2008 Gruppo dell’ Amicizia superstar.
Dopo Pasqua la primavera ci offre il
cinguettio della Fiera degli uccelli, oltre
il fiume, nella zona sportiva, dove è presente anche il nostro stand.
E con i primi tepori, cosa ci può essere
di meglio che qualche passeggiata lungo il mare? Da tempo la Colonia “Maria
Assunta” di Duna Verde ci apre le porte, con modica spesa, grazie soprattutto
alle mani delle nostre cuoche che sprigionano profumi e gusti d’ogni genere,
a conclusione del mese di aprile.
Maggio è il tempo delle mini-marce,
come quella di Cornedo cui siamo particolarmente affezionati.
Giugno, con i suoi primi calori ci porta sul Delta del Po, a respirare aria salubre e a farci schizzare spruzzi di mare a
bordo dei gommoni. Per continuare con
il fascino dei nostri monti, all’aria aperta, sul Calvarina, protagonista un bosco
selvaggio, ospitale con un maxi tendone che ripara dai raggi meridiani e che
raccoglie i profumi della carne al fuoco,
dopo la devota Messa animata dal coro
dei ragazzi di San Zeno.
L’afoso luglio ci conduce sull’altopiano
di Asiago, dove il CAI ci allieta con i suoi
sapori e, il professor Pegoraro, esperto
di storia e del luogo, ci fa scoprire ogni
anno un ambiente diverso, con i suoi
fortilizi e i ricordi della grande Guerra.
Le sere infrasettimanali propongono
tante iniziative nelle piazze di Arzignano e al Mattarello: l’Estate Festival. Una
di queste ci vede talvolta protagonisti,
come lo scorso anno, con un interessante reading poetico, dove alla declamazione, ha fatto da sfondo la meravigliosa
coreografia dei nostri ragazzi.
Ed ecco, finalmente, le nostre ferie, al
fresco – quando non è davvero freddo,
– a quota 1.150 metri slm. in val d’Algone, al Campeggio presso la Malga Stabli,
sotto le tende che sanno di funghi e di
polvere di stelle della Via Lattea. Il mattino, preghiera a tema e passeggiate nei
boschi. Il pomeriggio è occupato dai lavori di oggettistica e dalla preparazione
del recital per l’Assunta, cui sono invitati
tutti i villeggianti del posto, sempre contenti del nostro piacevole e impegnato
racconto, con voci convincenti, musiche accattivanti e costumi da Cinecittà.
Rientrati a casa, eccoci ancora insieme,
lungo il Chiampo, con la storica “Marcia
del Villaggio”. E poi, via di corsa, con il
brivido dei go-kart, al kartodromo di Arzignano.
Ottobre, ancora mite, offre alla cittadinanza la sua ricchezza più bella: tutte le
Associazioni in piazza. E lì, c’è anche il
nostro gazebo, con molti a presentare
chi siamo e magari a raccogliere qualche nuova adesione. Talvolta c’è anche
un sabato sera per presentare in qualche sala le nostre migliori recite, come
“In nome della madre”, di Erri De Luca.
La Fiera dei Santi riserva un posto privilegiato ai nostri amici, con il pomeriggio della vigilia dei Santi in giostra: che
bellezza!
Ma ormai è tempo di stare al caldo e
cercare di terminare ancora allegramente l’anno, pensando al nuovo veglione di San Silvestro.
Giuseppe Corato
- 11 -
karibuni e’...
diplomati 2013.
Quindici anni sono una bella età: quella
della primavera della vita che fa sperare
e sognare, quella che fa evidenziare potenzialità e qualità. Quindici anni sono
anche l’età dell’Associazione Karibuni
(“benvenuti” in lingua ghanese), diventata ormai un punto di riferimento irrinunciabile per molte famiglie straniere
della nostra città. Nata in sordina, da
una necessità reale, quella di dare una
mano ai bimbi da poco giunti in Italia e
non ancora inseriti con disinvoltura tra i
compagni di scuola, l’intuizione di Silvana Marchesini fu accolta dall’allora parroco di Ognissanti, don Giacomo Bravo,
che non sapeva dire mai di no a progetti
caritativi. Un paio di stanze furono, così,
offerte al gruppo che si valeva di due brave maestre, Luciana e Dania, e di alcuni
volontari, dando nuovi colori all’oratorio
di Ognissanti. A quindici anni dalla sua
fondazione l’Associazione s’ingrandisce
e può usufruire, dallo scorso settembre
di uno spazio maggiore, grazie alla disponibilità di Don Mariano Lovato che
ha messo a disposizione un nuovo locale
- 12 -
all’interno del Mattarello, adiacente agli
altri 2 già esistenti. Dal 1998 l’associazione che fa parte del gruppo Caritas di
Arzignano, è stata doposcuola e centro
educativo per più di 500 bambini e le richieste di accoglienza sono in costante
aumento. Ecco dunque la ragione che ha
indotto la presidente e volontaria Silvana Marchesini Mastrotto a chiedere di
ingrandire lo spazio per incrementare la
propria capacità recettiva, migliorando
la qualità dell’accoglienza, sia dal punto
di vista logistico che organizzativo.
“L’Associazione Karibuni nasceva ad
Arzignano – spiega la signora Silvana
Marchesini Mastrotto – quasi come una
scommessa, dopo alcuni colloqui con
l’Arciprete che, come don Milani, aveva
capito che l’uguaglianza e la dignità delle
persone nascono e si sviluppano a scuola, soprattutto. E dopo tre lustri possiamo parlare di scommessa vinta: i ragazzi
vanno d’accordo tra loro, sono inseriti
pienamente con i compagni italiani e la
lingua comune li unisce, senza discriminazioni”.
I bambini del Karibuni
In questa una struttura di accoglienza
per i figli degli immigrati in età elementare, in particolare per i nuovi arrivati,
sono offerti dei supporti linguistici e l’aiuto nello svolgimento dei compiti didattici dando così la possibilità di stare al
passo con l’intero nucleo classe e diminuire il disagio dovuto alle differenze linguistiche e culturali tipiche dell’incontro
tra culture diverse.
“La vita dell’associazione Karibuni – ci
dice la maestra Angela De Marzi – è resa
possibile grazie alla generosità e alla sensibilità di tanti privati, di tante aziende che
negli anni hanno compreso l’importanza
del servizio. Tutti i giorni, durante l’anno
scolastico, grazie ad un nutrito gruppo
di volontari guidati da noi tre educatrici,
accogliamo 40 bambini (a oggi di 9 paesi diversi e di 6 confessioni religiose) garantendo lo svolgimento dei compiti, lo
studio e l’insegnamento dell’italiano con
percorsi di studio personalizzati”. “A tutto
questo si aggiungono – prosegue Elena,
che segue i più piccini – delle attività per
il tempo libero, con animazione, canto,
giochi ed escursioni, per far conoscere i
valori e i principi della cultura ospitante.
All’interno delle stanze c’è una biblioteca
che cresce nella misura degli apporti di
soci, volontari e amici, con materiali utili
per l’approfondimento e la conoscenza
delle varie tematiche da affrontare”.
“E’ davvero una grande soddisfazione
vedere il riconoscimento che ci è dato
dalle istituzioni locali – conclude la presidente Silvana Marchesini – come l’Amministrazione Comunale arzignanese e la
scuola pubblica, ma la gioia più grande
per Karibuni è vedere i propri “figli” crescere bene, diplomati e anche laureati”.
Per festeggiare il quindicesimo compleanno si sta già pensando a una grande festa aperta alla comunità all’insegna della condivisione, dell’integrazione e della
pace, allietata dal coro di voci di Karibuni.
- 13 -
Giuseppe Corato
Cara Arzignano
Quest’anno vi scrivo in anticipo rispetto
gli anni scorsi. La Fiera dei Santi è appena
passata.
Grazie alla disponibilità di alcune persone
animate da buona volontà, si sta preparando la seconda stesura del bollettino; perciò
nel numero di Natale, non manca questo
spazio dedicato a voi, cari amici, che ci leggete ormai da 30 anni.
Per l’occasione è stato attivato un nuovo
sito della Parrocchia: www.ognissanti.org.;
così potrete collegarvi ogni volta che vorrete, consultarci ed informarvi costantemente. Vi sentirete ancora più “parrocchiani”!
* La Fiera: appuntamento importante per
noi Arzignanesi, per le giostre immancabili,
per le bancherelle di dolciumi e di vestiario, per le attività culturali e sportive, che le
fanno da corona.
Ho fatto un giretto fra la folla, che ha invaso i Broli nell’odore dei marroni arrostiti
(costano una fortuna!) e quello delle fritole
con la maresina, che i volontari della Pro
Loco e gli Alpini hanno preparato incessante-mente, segni della nostra tradizione.
Pensate che la fiera dei Santi è viva da più
di 750 anni.
In Duomo, la sera di venerdì 1° novembre
abbiamo assistito ad un concerto eccezionale per la bravura dei coristi e la professionalità degli esecutori.
* Il concerto, offerto dall’Amministrazione
Comunale e pensato per l’anno della Fede
è stato eseguito dall’Assemblea “ Il Teatro Armonico” diretto da Margherita Dalla
Vecchia. Iniziato con il Concerto Grosso da
chiesa di A. Corelli, seguito dal brano per
solo organo di Frescobaldi e dal Miserere
(Salmo 51) di G. Allegri, si è infine concluso
con il celebre “Credo” di J. S. Bach.
* Si chiude ormai l’ Anno della Fede, il 24
novembre prossimo, anno ricco di iniziative
per sostenere la Nuova Evangelizzazione e
- 14 -
la partecipazione di fedeli di tutto il mondo,
specie a Roma. Anche la nostra Parrocchia
ha organizzato un pellegrinaggio a Roma,
dal 27 al 29 settembre in occasione della
giornata della Fede per i Catechisti, convocati dal Papa. Quest’anno della Fede sarà
ricordato come l’Anno aperto da Benedetto
XVI e concluso da Papa Francesco. Si aprì lo
scorso 11 ottobre 2012 nel 50° dall’inizio del
Concilio Vaticano II, per mettere con forza
“Gesù al centro della Fede cristiana”. Ricordiamo tutti con commozione il 28 febbraio
quando Papa Ratzinger comunicò al mondo
la decisione di lasciare il ministero Petrino,
frutto di lunga e meditata preghiera, certamente sostenuta dalla luce dello Spirito
Santo.
Ed è opera ancora dello Spirito Santo, che
assiste e accompagna la sua Chiesa, l’elezione di Papa Bergoglio il 13 marzo 2013.
* In parrocchia sono diminuiti i sacerdoti e
questo ci ha preoccupato non poco durante
l’estate. Il Vescovo ha provveduto ai trasferimenti dei presbiteri per il bene pastorale della Chiesa vicentina. Anche alla nostra
parrocchia è stato chiesto un sacrificio particolare. Il Vescovo ha chiesto a Don Cristiano Mussolin la disponibilità a prestare il suo
servizio a Schio, alla curazia di S. Nicolò,
anche perchè è stata lasciata vacante dai
Cappuccini.
Pensate che Don Cristiano era qui con noi
da appena un anno! Con amarezza e commozione lo abbiamo salutato l’8 settembre e lo abbiamo affidato alle cure della
Madonna di Monte Berico nel giorno della
sua festa. Per grazia di Dio resta con noi un
altro anno Don Mark Opere Omol che sta
stendendo la tesi per ottenere la licenza in
teologia pastorale. Lo Spirito Santo ci ha
inviato in questi giorni un aiuto insperato:
Don Stefano Manni, così potremo guardare
avanti, senza rimpiangere tempi e situazio-
ni passate. Andrea Bruttomesso, studente in
Seminario, ha ricevuto l’ordinazione Diaconale il 12 maggio scorso. Egli ci regala la
sua presenza e la cura delle liturgie ogni
fine settimana. Anche di questo siamo grati
al Signore.
* Fra le attività programmate e vissute nel
nuovo anno segnalo lo svolgimento, dal 14
al 19 ottobre, degli Esercizi Spirituali che
hanno avuto come tema la Chiesa; 1) Chiesa che prega e ascolta; 2) Chiesa mistero e
comunione; 3) Chiesa segno e strumento di
unità; 4) La Santità della Chiesa; 5) La Chiesa missionaria, della carità per la vita nel
mondo.
* In settembre il nostro Vescovo Mons. Beniamino ha presieduto, presso la Chiesa di
San Pietro a Trissino, il Convegno Diocesano
dei Catechisti, ed ha presentato una “Nota
Pastorale” nella quale traccia un cammino
di nuova catechesi, in dialogo con l’uomo
contemporaneo, partendo dalle famiglie, in
particolare dagli adulti-genitori. Per approfondire questa nuova proposta, le catechi-
ste e le famiglie (genitori e nonni) si sono
incontrate in parrocchia sempre nel mese
di settembre per tre lunedì consecutivi! Auguriamo che ci sia una risposta concreta
per “generare alla vita della Fede”.
Ormai siamo in conclusione di questa lunga chiacchierata. Poichè il bollettino sarà
stampato per la metà di dicembre, non ci
resta che inviarvi i migliori auguri per un
Natale più sereno possibile a nome di tutta
la Comunità.
Per finire desidero farvi conoscere queste
tre belle signore che vivono in Australia da
60 anni. “Siamo oltre ottanta, dice Elide Parlato (che vedete sulla destra) a sinistra c’è
Cecilia Zorzanello e al centro Maria Selmo.
Sono partite tutte e tre dalla Campagnola e
sono ancora insieme!
Ci ringraziano per la fedeltà di questi 30
anni di corrispondenza e noi le ringraziamo
per la loro carica di affetto ed auguriamo
ogni bene con la loro numerosa discendenza.
Buon Natale da Maria Rosa Scolari.
Da destra Elide Parlato, Maria Selmo, Cecilia Zorzanello.
- 15 -
Don Stefano Manni e Don Mariano Lovato
Eccomi a voi!
Provengo da S. Pietro in Schio (anche lì
ero CP) dopo essere stato “cappellano” a S.
Antonio in Marostica e al Villaggio del Sole
in Vicenza, curato a Lonigo (dove ho conosciuto la famiglia di don Mariano, mentre
lui lo conoscevo già dai tempi antichi del seminario), di nuovo cappellano a S. Clemente
in Valdagno e a Trissino con Cornedo, e poi
parroco a Posina-Fusine-Castana-Laghi , ai
confini con l’antico Impero austro-ungarico, e a SS. Trinità e a S. Urbano in Montecchio Maggiore. Proprio alla Trinità (dove
sono stato “deviato” dall’arcivescovo Nosiglia, in “zona Cesarini”, da altra destinazione!), ho avuto la grazia di seguire l’intero
cammino di formazione seminaristica di un
giovanotto, promessa della Coldiretti, don
Fabio Balzarin (per un periodo di tempo è
stato in servizio nella vicina Chiampo), ordinato sacerdote il 2 giugno 2012. Esperienza
che mi ha ancora una volta convinto della
- 16 -
bontà dell’antico detto popolare:“Il Signore scrive dritto anche sulle righe storte”.
Il buon Dio mi voleva proprio alla Trinità!
E per otto anni! Potrei anche fare l’elenco
delle parrocchie dove ero stato assegnato
dal vescovo e nelle quali però, per varie vicissitudini, non ho mai preso servizio, ma
ve lo risparmio! Nei ritagli di tempo ho potuto fare un po’ di bene anche nell’Arma dei
Carabinieri, all’ospedale di Valdagno e nella
case di riposo di Gambellara e di Valbella a
Schio. Inizio ora questa esperienza con voi,
pur essendo consapevole di “non avere né
oro né argento”, come disse un giorno san
Pietro allo storpio del tempio. Quello che
ho, però, ve lo do volentieri. E cos’hai? mi
chiederà qualcuno. Almeno il desiderio di
“fare bene quel poco bene possibile” (beato
don Baldo). Fino a quando il buon Dio, e i
superiori, vorranno!
Don Stefano Manni, CP
Il valore della
testimonianza
La Nota catechistico-pastorale
del Vescovo di Vicenza
chiama a responsabilità anche la Caritas
interparrocchiale
«L’uomo d’oggi ascolta più volentieri i testimoni che i maestri», ebbe a dire Paolo VI, il
Papa che nel 1971 diede vita all’organismo
pastorale della Caritas.
Dopo 40 anni, il valore della testimonianza dell’amore di Dio viene ribadito dal nostro Vescovo Beniamino attraverso la Nota
“Generare alla Vita di Fede”, che capovolge
il tradizionale metodo di trasmissione della
fede ponendo al centro dell’azione pastorale
non più i ragazzi e i fanciulli, ma gli adulti.
Infatti - considera mons. Pizziol - a nulla vale
lo sforzo sempre più eroico dei catechisti se
poi i ragazzi non trovano attorno a loro una
comunità che vive il Vangelo nella ferialità.
L’analisi contenuta nella Nota non fa sconti: “Oggi, proprio le comunità sono spesso in
difficoltà ad accogliere e condividere la fede,
prima ancora che ad annunciarla”.
Da questo punto di vista, la Caritas interparrocchiale di Castello e Ognissanti è chiamata
a una duplice responsabilità: da un lato, affiancarsi ai catechisti per individuare esperienze di prossimità da far vivere ai ragazzi
che completano il cammino sacramentale
dell’iniziazione cristiana; dall’altro, intensificare la sensibilizzazione e il coinvolgimento degli adulti, affinché l’attenzione al
fratello, specie se in difficoltà, sia “patrimonio” di tutti e non “prerogativa” di un gruppo
ristretto di persone. Il servizio della Caritas,
infatti, non si misura in prima istanza nella diminuzione dei poveri, ma nella crescita
della fraternità.
La San Vincenzo, l’Unitalsi, le Zelatrici Missionarie, il Terz’Ordine Francescano, il Gruppo dell’Amicizia, il Gruppo Volontariato Arzignano, l’Istituto San Giuseppe e il Centro
Abramo, che partecipano all’opera della
Caritas interparrocchiale attraverso un proprio rappresentante, si sono dati appuntamento il 24 febbraio e il 17 marzo 2014 per
riflettere, confrontarsi e iniziare a delineare
i passi di una rinnovata azione pedagogica
modellata sulle indicazioni del Vescovo di Vicenza. La differenza dei carismi che ogni sodalizio porta con sé è certamente un valore
aggiunto, che arricchisce il discernimento e
non mancherà di portare frutto.
- 17 -
Luca De Marzi
Un anno che dara’ i
suoi frutti...
ti della fede professata, celebrata, vissuta
In novembre, con la festa di Cristo Re, si è
e pregata, e riflettere sullo stesso atto con
concluso l’anno della Fede. Sono passati già
cui si crede, è un impegno che ogni credenoltre dodici mesi da quando papa Benedette deve fare proprio, soprattutto in questo
to XVI, nelle ricorrenza del cinquantesimo
Anno.”
anniversario dell’apertura del Concilio VatiNell’approssimarsi quindi della solenne
cano II e del ventesimo anniversario della
conclusione dell’Anno della Fede che avverpubblicazione del Catechismo della Chiesa
rà domenica 24 novembre, festa di Cristo
Cattolica, ha indetto l’Anno della Fede.
Re, si apre per noi il tempo di una prima
Era l’11 ottobre quando il Santo Padre con
riflessione sul quanto e sul come abbiamo
la Lettera apostolica “Porta fidei” si rivolgevissuto questo impegno particolare al quale
va a tutti i credenti dicendo :
siamo stati e siamo chiamati come persona
“Desideriamo che questo Anno susciti in
singola e come comunità di credenti.
ogni credente l’aspirazione a confessare la
Confesso che quando vengono proclamati,
fede in pienezza e con rinnovata convindi volta in volta, dalle varie Istituzioni anni
zione, con fiducia e speranza. Sarà un’ocspeciali dedicati a qualcuno o qualcosa (per
casione propizia anche per intensificare la
fare un esempio basti pensare a questo 2013
celebrazione della fede nella liturgia, e in
che è stato dichiarato dall’ONU “anno di
particolare nell’Eucarestia, che è “il culmiCooperazione per l’Acqua” così come il 2012
ne verso cui tende l’azione della Chiesa e inera stato dichiarato “anno dell’Energia sosieme la fonte da cui promana tutta la sua
stenibile” o come il 2011 dichiarato “anno
energia”. Nel contempo, auspichiamo che
della Chimica”) provo una sorta di allergia
la testimonianza di vita dei credenti cresca
e direi quasi un senso di fastidio come se
nella sua credibilità. Riscoprire i contenu- 18 -
si pretendesse che questi enormi problemi,
solo per il fatto di essere posti in vetrina per
dodici mesi, debbano magicamente risolversi, salvo poi ritrovarsi caduti nel dimenticatoio per le stagioni successive..
Temevo così fosse anche per l’Anno delle
Fede. Ma per fortuna mi sbagliavo. Non mi
rendevo conto che la fede, per un cristiano
battezzato, è come l’abito quotidiano di cui,
sempre e comunque, ti rivesti, nuovo o vecchio, pesante o leggero che sia; è qualcosa
di epidermico che ti senti addosso; è la tua
carta di identità che ti fa capire chi sei. Ed è
soprattutto un atto, una storia d’amore che
ti investe, ti compenetra e, talvolta ti inquieta, perché va oltre i calcoli della ragione per
to al fonte battesimale e proiettato verso la
pienezza dei tempi, senza soluzione di continuità.
Grazie Don Mariano, grazie Don Vittorio,
grazie Don Roberto per averci accompagnato lungo questa strada come i discepoli di
Emmaus. Ci avete aiutato a individuare il
viale senza tramonto. Sta a noi proseguire
con impegno, andando oltre i limiti temporali ed occasionali dettati da questo anno
dedicato alla fede, perché la fede non conosce confini né di spazio né di orologio, Essa
va ben al di là di ogni calendarizzazione per
rinnovarsi continuamente con il Signore
che fa nuove tutte le cose.
E se abbiamo speso anche solo pochi mo-
...secondo i tempi
del Signore...
radicarsi nel cuore.
Come atto d’amore la fede non può rimanere statica, ma è ineluttabilmente dinamica.
La sua essenzialità vitale è pertanto quella
di andare verso qualcuno, di andare verso
Colui che è sorgente dell’amore, verso Colui
che è amore. E simbolicamente ci siamo entrati attraversando quella porta (una sorta
di “stargate della fede”) che da un anno staziona presso il fonte battesimale.
Ecco quindi che le proposte offerte dalla
nostra parrocchia di Ognissanti di addentrarsi nei misteri sacramentali, a cominciare da quello del battesimo e con particolare
riguardo al mistero eucaristico, sono state
tappe efficaci del nostro pellegrinaggio nel
solco della Parola dettata dal Vangelo, che
si fa strumento dialogante nella Liturgia per
realizzarsi quindi come matura e concreta
esperienza di vita. Ci siamo così ritrovati in
tanti, come pellegrini in ricerca, a passare
dal silenzio dell’ascolto all’operosità dell’annuncio testimoniale in un cammino inizia-
menti per riflettere sulla nostra fede, se anche ci sembra che poco o niente sia cambiato in noi, non disperiamo. La fiducia in
Cristo Gesù ci dice che i frutti della fede non
si producono secondo le stagioni degli uomini, ma secondo i tempi di Dio.
Anche perché la fede, e questo è un altro
suo fondamentale aspetto, non ci chiude
nell’individualismo ma, essendo una relazione concreta con Cristo Gesù, ci apre alla
dimensione comunitaria, ci fa entrare in comunione con gli altri.
Concludo adattando a noi credenti l’invito che papa Francesco, nei mesi scorsi, ha
rivolto ai preti novelli “ Leggete e meditate
assiduamente la parola del Signore per credere ciò che avete letto, annunciate ciò che
avete appreso nella fede, vivete ciò che avete annunciato”.
Così facendo l’anno della fede durerà tutta
la vita.
Egidio Motterle
- 19 -
quale orizzonte
dopo l’anno della
fede?
Un nuovo anno sociale si sta aprendo
per le nostre comunità
A giugno dell’anno scorso le nostre comunità sono state invitate dal Vescovo
Beniamino al nuovo cammino proposto
a tutta la Chiesa Vicentina. La sua nota
pastorale portava il titolo “ La fede, una
porta sempre aperta” che invitata le nostre comunità a rispondere e a vivere
l’anno della Fede, fortemente voluto da
Papa Benedetto XVI. È stato un anno di
riflessione sul “Credo” e sui documenti
del Concilio Vaticano II. Anche la comunità di Ognissanti si è impegnata, nelle
varie celebrazioni, ad approfondire i vari
aspetti del nostro vivere la fede; ha dato
impulso alle serate di “Lectio divina” del
giovedì per approfondire documenti del
Concilio, a riflettere sul rapporto “cristiani – fede”. Il Vescovo Beniamino così
risponde ad un’intervista alla “Voce dei
Berici” , settimanale d’informazione della Diocesi di Vicenza.
“E’ un cammino che prosegue nella continuità e nella novità di vita. Nella nostra testimonianza siamo chiamati a trasmettere la fede alle
nuove generazioni e a tutte le persone che sono
alla ricerca del senso della vita. Passiamo così
alla – professione della fede – alla testimonianza, all’impegno di generare alla vita di fede. La
Chiesa è madre che genera alla vita, per questo
- 20 -
ho inteso accompagnare le comunità cristiane
della Diocesi con una Nota pastorale specifica.
L’ obiettivo principale rimane quello di accompagnare e introdurre i catecumeni e i battezzati
all’incontro personale con Cristo in una comunità che si sente tutta corresponsabile in questo
compito di generare alla vita di fede”. In particolare nella “Nota pastorale” il Vescovo nell’introduzione alla nota stessa, dice, fra l’altro “ …
Sottolineo solo alcune caratteristiche di questa
proposta catecistico-pastorale: la centralità della comunità e degli adulti, in modo particolare
della famiglia, il ripristino della sequenza originaria dei sacramenti dell’iniziazione alla vita
cristiana, l’ispirazione catecumenale, la valorizzazione della mistagogia, la pastorale giovanile…. “
La nostra comunità è impegnata in questo
progetto di vita cristiana con un’azione forte
nel proporre a bambini e famiglie e alla comunità tutta un cammino di testimonianza e impegno nel vivere la fede.
Nicodemo Gasparotto
Matrimonioù?
Una scelta sempre più controcorrente
Nello scorso anno i matrimoni religiosi
al minimo storico
In città sono stati 32 ( 7 a Ognissanti)
mentre quelli civili sono stati 20
Nei mesi scorsi i dati Istat evidenziavano
che il matrimonio religioso resta sì ancora
la scelta prevalente in Italia (60,20 % - anche se solo una decina di anni fa arrivava
all’’80%) , ma che sale in percentuale il matrimonio celebrato in Comune (già il più
praticato nelle regioni del Nord con il 51,7 %
contro il 48,3%).
La tendenza è chiara : cresce il ricorso al
rito civile, anche se, nel complesso, ci si sposa sempre meno, prevalendo la convivenza.
E’ una tendenza che vale anche per Arzignano dove dai 73 matrimoni complessivi (52
religiosi e 21 civili) del 2007 si è passati ai 63
del 2011 (39 religiosi e 24 civili). In Ognissanti
si è passati dalle 23 celebrazioni del 2003
alle 10 del 2011 e alle 7 del 2012. Perchè? Al di
là delle motivazioni di comodo, sembra ci si
sposi meno perché si è sempre meno disposti (in una società dove imperano l’egocentrismo e l’individualismo) a far diventare la
propria scelta d’amore da, fatto personale e
privato, a fatto sociale e pubblico. Ci si sposa
di meno perché tanti giovani (per volontà
o per necessità) procrastinano il momento
delle decisioni fondamentali della vita: che
lavoro farò, quando sarò economicamente
indipendente, dove andrò ad abitare, quando
e con chi? Sul fronte religioso, la disaffezione al sacramento nuziale sembra essere in
linea con la più diffusa tendenza a staccarsi
dalla dottrina cattolica, in una progressiva
laicizzazione della società, con l’autoproposizione, semmai, di una fede religiosa ad uso
e consumo personali per cui “…sono sì cattolico, ma non pratico e non credo in questa
chiesa…”.
Se vogliamo cogliere in tutto ciò almeno un
aspetto “positivo”, questo è dato dal fatto
che si mette fine a certe ipocrisie, a matrimoni in chiesa fatti solo per tradizione, o per
la “location”.
Come comunità cristiana è importante
prendere coscienza di questo, rinnovare il
comune impegno ad una nuova evangelizzazione, pregare lo Spirito Santo. Ma sopra
ogni cosa l’importante è essere testimoni
credibili della fede nella quotidianità, far capire che, come avvenne a Cana duemila anni
fa, “…l’aver invitato anche Gesù…” alle nostre nozze ha costituito e costituisce il segno
distintivo del nostro essere persone, coppia
e famiglia, ricchi di quella Presenza preziosa, come la perla evangelica, che dà pieno
senso alla nostra esistenza.
P.S. Ritorna la speranza : quest’anno ( 2013)
i matrimoni in Ognissanti sono raddoppiati.
Sono passati da 7 a 14. Continuiamo a pregare lo Spirito Santo perché dia ai giovani
consiglio e sapienza.
- 21 -
Egidio Motterle
ROMA
L’anno della fede ci ha portato
alla scoperta delle nostre radici
L’ Anno della Fede, indetto da Papa Benedetto
XVI, ci ha dato tante occasioni per riflettere,
per pregare, per ricercare, per approfondire il
nostro rapporto con la fede ed è stato per tutti un vero Anno di Grazia. Tanto più per noi
catechiste, perché ci ha permesso di incontrare Papa Francesco a Roma nella giornata
dei catechisti, il 29 settembre scorso.
Siamo partiti in trentaquattro da Arzignano il
27 settembre, guidati dal nostro parroco don
Mariano; non eravamo tutti catechisti, ma chi
si è unito a noi, ha accolto pienamente lo spirito del pellegrinaggio ed ha condiviso tutte
le tappe previste.
Siamo andati a vedere dove sono vissuti, dove hanno pregato ed anche dove sono
morti tanti nostri fratelli di fede, i primi cristiani di Roma.
Prima di arrivare nella capitale, ci siamo fermati nella chiesa di S. Maria in Vescovìo, un
edificio a una sola navata, molto sobrio, es-
senziale, dove si sono formate le prime comunità cristiane e dove la tradizione vuole
S. Pietro tenesse i suoi incontri di catechesi.
Fu sede episcopale da cui deriva il nome Vescovio. Il Padre brasiliano che ci ha fatto da
guida raccontandoci le vicende del santuario
distrutto, ricostruito e restaurato più volte, ci
ha fatto sentire la presenza silenziosa di tanti
cristiani che qui hanno pregato, che qui hanno affrescato episodi dell’Antico e del Nuovo
Testamento, che hanno testimoniato la loro
fede nonostante i pericoli e le minacce (la storia si ripete ancora oggi in Nigeria, in Pakistan e......)
Un’altra esperienza molto significativa è stata
poter pregare il Credo presso la tomba di Pietro nella necropoli sotterranea della Basilica
di S. Pietro.
La tomba, sopra la quale sorge l’altare maggiore, custodisce i frammenti di ossa di ogni
parte dello scheletro, fuorché dei piedi, ap-
- 22 -
Partecipanti al pellegrinaggio a Roma
Partecipanti al pellegrinaggio a Roma
partenenti ad un uomo di corporatura ro- Vangelo in cui Gesù entra di sabato nella Sinabusta, alto 1,65m., di età tra i 60 ed i 70 anni, goga di Nazareth (Lc 4, 14-22)
custodite in un loculo inglobato e ricoperto Il Papa ci ha detto che, quando perdiamo la
da costruzioni successive, dove una scritta in memoria di Dio, tutto si appiattisce e rischiamo di inseguire il ulla.
greco dice: “Pietro è qui”
E stare lì ha significato provare la gioia di Il catechista ha il compito di custodire la meprofessare la stessa fede e vivere la gratitudi- moria di Dio e di offrirla agli altri: una bella
ne per ciò che è stato Pietro per noi, per la responsabilità!
Perciò è necessario avere familiarità con
Chiesa intera.
Una grandissima gioia per gli occhi e per lo Gesù, fermarsi con Lui ma poi, ripartendo da
Spirito è stato visitare la Cappella Sistina: i di- Cristo, bisogna uscire da sé e fidarsi, non aver
pinti di Michelangelo tolgono il respiro tant’è paura di andare nelle periferie, non avere
la loro bellezza. Ma lì, in quel luogo storico, schemi prefissati perché Dio non è rigido ed
non si può fare a meno di pensare al Conclave essere pronti a cambiare.
per l’elezione del Pontefice, alle grandi deci- Prima di lasciare Roma abbiamo visitato le
sioni prese qui dai Cardinali, alle preghiere catacombe di Priscilla; percorrendo i numeelevate al Signore, ai dubbi e alle paure del rosi cunicoli, abbiamo scoperto che le catacombe non erano luoghi usati per sfuggicandidato prescelto.
Abbiamo poi vissuto due momenti forti per la re alle persecuzioni, come comunemente si
catechesi: l’incontro e la messa nella chiesa di crede, ma erano semplicemente un cimitero
S. Gregorio VII assieme a catechisti che giun- dove venivano inumati i corpi dei cristiani fra
gevano da diocesi diverse (Milano, Bologna, i quali anche tanti martiri. Nelle catacombe
Tivoli, Trento, Bolzano e Vicenza) e la messa di Priscilla si sono conservati affreschi molto
in piazza S. Pietro celebrata dal Papa e conce- interessanti dal punto di vista artistico e bilebrata da un centinaio di preti, qui convenuti blico-teologico, come la più antica rappresentazione della Madre di Dio.
proprio per la giornata dei Catechisti.
Monsignor Fisichella, nell’omelia della MesGiuliana Zampiva, Erika Bailo
sa a S. Gregorio, ha commentato il brano del
- 23 -
Alcuni commenti sul viaggio raccolti
fra i partecipanti.
“Ciao. Eccomi qui. Posso dirvi che sono
stati tre giorni bellissimi ed intensi sia dal
punto di vista fisico che spirituale.
Siamo entrati nella storia del Cristianesimo e vedere la tomba di San Pietro è stata
una grande emozione, come pure la Messa con Papa Francesco e i catechisti. Mi è
piaciuta in modo particolare la celebrazione
con Monsignor Fisichella, perché si respirava un’aria di comunione vera. Almeno
questo è quello che è arrivato a me, una celebrazione gioiosa e fraterna. Forse anche
i primi cristiani quando si riunivano per
pregare insieme provavano quello che ho
provato io! E’ stato tutto bello, interessante
ed istruttivo. Certo che Roma ed il Vaticano
sono bellissimi e pieni di storia, penso che
non basterebbe un mese per vedere tutto
quello che c’è!!!”
Tiziana
“Ho apprezzato tantissimo l’incontro nella
chiesa di S. Gregorio VII dedicato ai catechisti, momento di spiritualità, partecipazione e gioia. Non ero spettatrice, ma mi
sentivo parte di un gruppo in cui, persone
tanto diverse, da luoghi tanto diversi, nutrivano lo stesso sentimento.”
Debora
“Un pensiero durante l’omelia di Monsignor Fisichella: “Signore, tieni fissi i tuoi
occhi sul mio volto perché io possa essere
testimone del tuo tempo”. Dio ci guarda e ci
ama, questo mi ha particolarmente segnato.”
Rosetta
“Grazie a tutti, mi sono proprio sentita in
famiglia”
Franca
- 24 -
“Il piccolo gruppo di Vicenza aggregato al
pellegrinaggio di Arzignano ha fin da subito colto la fraterna accoglienza con cui si è
condivisa l’esperienza del viaggio a Roma,
alle fonti della nostra fede. Aggiungendo
forse al bagaglio del pellegrino, già così
ricco di sensazioni e ispirazioni, una piccola sfumatura in più: comunità mai chiuse e
isolate ma aperte, accoglienti verso gli altri,
in cammino insieme.”
Paola
“Pur non essendo una catechista, sono andata a Roma con loro. Ero curiosa di vedere
da vicino il nuovo Papa.
Non avevo mai avuto curiosità del genere. Quest’uomo dall’aria triste e sofferente
Folla in piazza San Pietro
ha una dialettica semplice ma assoluta che
penetra profondamente. La sua mestizia
sparisce nell’istante stesso in cui si avvicina
alla gente. E il suo sorriso si propaga e coinvolge come un virus. La semplicità che lo
distingue non è artefatta o una posa bensì
nasce dall’aver vissuto a lungo a contatto
diretto con miserie umane di ogni genere.
Mi auguro che possa resistere a lungo e
possa dare alla Chiesa quel tono di umanità
e di vicinanza la cui carenza si è fatta sentire per tanto tempo. Che Dio gli dia la forza
di innovare profondamente sia dal punto di
vista etico che strutturale la Chiesa nel suo
complesso.
Grazie Papa Francesco.”
Maria Grazia
- 25 -
Il Gruppo
ministeriale
parrocchiale.
Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa
sul “Gruppo Ministeriale Parrocchiale” per
offrire la possibilità a tutti di conoscere
questa realtà ecclesiale e richiamare l’attenzione di tutti circa il futuro della nostra
comunità. Pertanto, va sottolineato che la
riflessione ecclesiale su questo argomento
è ormai all’ordine del giorno per il fatto che
tocca una dimensione importante dell’essere chiesa di Cristo, oggi. A partire dal
Concilio Vaticano II, la Chiesa è cresciuta
maturando la coscienza di essere una realtà di “comunione” del nuovo popolo di Dio.
Tale coscienza di sé ha attivato l’impegno
per la promozione della “corresponsabilità” e della “partecipazione attiva” nella
vita della chiesa. La missione ecclesiale,
nella sua triplice dimensione di annuncio,
liturgia e diaconia, è riservata a tutti i battezzati. Questo è ulteriormente ribadito dal
forte richiamo conciliare a tutti ad impegnarsi a realizzare la vocazione alla santità
(Lumen Gentium, 5). La pastorale ecclesiale
post-conciliare è fortemente influenzata e
plasmata da questa realtà. Nel periodo sto- 26 -
rico attuale è anche la penuria dei sacerdoti a rendere necessario un discernimento
comunitario circa il coinvolgimento attivo dei laici nella vita ecclesiale. La nostra
parrocchia deve tenere in considerazione
la situazione attuale. Il gruppo ministeriale
parrocchiale, è definito un’ “equipe di animazione pastorale” composta di laici e di
ministri ordinati, che assume la cura pastorale di una comunità cristiana. Questa
forma di gestione della comunità cristiana
conosce già una storia lunga in alcuni paesi. Perciò, non si tratta di qualcosa di inedito. L’Italia, da diversi anni, sta prendendo
in considerazione la possibilità di coinvolgere i laici nella cura pastorale. Questo avviene non tanto per supplire alla penuria di
sacerdoti, quanto per valorizzare, alla luce
del Vaticano II, il ruolo che ogni battezzato
può e deve giocare nella missione ecclesiale. L’equipe pastorale conosce anche tanti
nomi con cui viene chiamata. Da notare, in
questa gamma di nomi, il concetto dell’animazione pastorale. Coloro che compongono l’equipe pastorale hanno la respon-
“la penuria dei sacerdoti rende
necessario un discernimento
comunitario circa il coinvolgimento
attivo dei laici nella vita ecclesiale”
sabilità ecclesiale di animare la vita della
fede della comunità cristiana e sostenere
il cammino spirituale della stessa. Il concetto dell’animazione è importante per distinguere la “cura delle anime” propria dei
sacerdoti e la cura ed animazione pastorale. Coloro che vengono chiamati a far parte
dell’ equipe di animazione pastorale sono
scelti o meglio “eletti” tra i membri della
comunità e ricevono un mandato dall’autorità ecclesiastica. Perciò, in virtù di questo mandato, il loro primo compito non è
quello di rappresentanza, ma di una missione che essi devono compiere nella e per
la comunità. La costituzione dell’equipe
avviene con un “atto canonico” dell’autorità competente (solitamente il vescovo o chi
per lui). Con questo atto, il gruppo ministeriale acquista un ruolo ecclesiale particolare all’interno della parrocchia e lavora
sempre a fianco del parroco. L’affidamento
di questo compito avviene, normalmente,
durante una celebrazione liturgica nella quale i membri vengono presentati alla
comunità. La chiesa italiana, cercando di
attuare questa esperienza, sottolinea l’importanza del “in nome della chiesa” nel
costituirsi del gruppo ministeriale parrocchiale. Questo è importante anche per
evidenziare il fatto che il battezzato che ne
fa parte non agisce a nome proprio come
individuo, ma a nome della chiesa e per la
chiesa. Pertanto, va esclusa qualsiasi comprensione del gruppo ministeriale che alluda alla nomina per “diritti”. Gli incarichi
e i ministeri di questo gruppo sono prettamente di natura evangelizzatrice e missionaria. Il criterio principale di idoneità
è quello di essere battezzato e desideroso
di servire la chiesa e i fretelli. In fondo,
questo è anche l’insegnamento del Concilio Vaticano II, il quale ha inteso lanciare
il concetto della corresponsabilità e della
partecipazione attiva di tutti in virtù del
battesimo. Tutti sono chiamati, nessuno è
escluso dal partecipare alle cose sante e
alla comunione ecclesiale.
Sac. Mark Opere Omol
- 27 -
È buona cosa sentirsi partecipi della comunità
parrocchiale cui si appartiene. A volte però, per
necessità, accade di partecipare alla Messa in altra chiesa. Ma soprattutto è importante santificare il giorno del Signore, la Domenica, per cui
se si è andati alla Messa il sabato sera, nella speranza che non sia una sacrosanta abitudine, si
trovi il modo di vivere un momento di preghiera
e/o di comunione ecclesiale.
ORARI DELLE MESSE IN ARZIGNANO
OGNISSANTI IN ARZIGNANO
Sabato ore 18.30
Domenica ore 8.00 - 9.15 (S. Rocco) 10.00 - 11.15 - 19.30
CASTELLO D’ARZIGNANO
Sabato ore 19.30
Domenica ore 8.30 - 10.30
S. BORTOLO DI ARZIGNANO
Sabato ore 19.30
Domenica ore 8.30 - 10.30
(luglio e agosto solo ore 9.30)
S. GIOVANNI BATTISTA IN ARZIGNANO
Sabato ore 17.00
Domenica ore 9.30 - 11.00
S. ZENO DI ARZIGNANO
Sabato ore 19.00 (ora legale 19.30)
Domenica ore 8.00 - 10.00
Libretto pastorale/Numero Uno della Parrocchia di Ognissanti - Natale Dicembre 2013. Redazione in Via Cavour 2 Arzignano (Vicenza). Direttore: Mons. Mariano Lovato. Coordinatore responsabile di redazione: Nicodemo Gasparotto. Componenti
della redazione: G. Corato, D. Concato, M. Pegoraro, L. De Marzi, E. Motterle, R. Conzato, E. Roviaro, MR. Scolari.
Questa pubblicazione è disponibile in www.ognissanti.org
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Per la foto di casa sant Angela si ringrazia Studio fotografico Rensi Via Rizzetti 15 36071 ARZIGNANO (Vi)
tel.0444-451955 tel.338-1008753
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Gennaio 2014