Giuseppe Fregni Nella famiglia dei marchesi Montecuccoli Di due Iscrizioni, l’una del 1531 del conte Bersanino Montecuccoli e da lui stesso posta sulla sua tomba nella chiesa di S. Domenico di Ferrara, e l’altra in Provincia nostra del 1644 sulla porta del castello di Montetortore Modena, 1917 Alla lapide del conte Francesco Montecuccoli, e di cui vi parlai in una mia precedente memoria1, altra fa seguito della stessa famiglia dei conti Montecuccoli, e cioè di una Iscrizione al nome del conte Bersanino Montecuccoli, uno dei più distinti di questa famiglia, avolo del conto Francesco, e che fu sepolto, non a Ranocchio di Montese, ma nella chiesa di S. Domenico di Ferrara: è su di una tomba, in terra, nella navata di mezzo, a sei metri circa dalla porta maggiore: è tutta in caratteri Romani: così in proposito mi scrive Mons. Can. prof. Don Enrico Zaccaria: ecco la sua lettera: Egregio e car.mo Avv.to Modena, 28-3-’16 A Lei che nell’ultimo opuscolo relativo alla iscrizione di Ranocchio accennava a Bersanino Montecuccoli, sottopongo un’altra iscrizione anch’essa riguardante la costruzione d’un altro sepolcreto, cioè quello di Bersanino stesso che volle egli pure prepararsi la tomba quand’era ancora vivo. Questa iscrizione non contiene sigle, ma tuttavia presenta delle difficoltà e dei punti oscuri; ed è per ciò che mi rivolgo a Lei per sentire il suo parere in proposito. La iscrizione la troviamo riportata dal Guarini che nella sua opera Le chiese di Ferrara, parlando a p. 118 della chiesa di S. Domenico scrive proprio così: “E’ qui congiunto il sepolcro della famiglia Montecuccoli dentro del quale giace il Conte Bersanino personaggio di gran senno e valore il quale servì in tempo di guerra e di pace il Duca Alfonso Secondo, come dal seguente elogio si comprende D. O. M. Comes Bersaninus ex Montecucculo post multa et belli et pacis sub Alphonso II gloriose gesta, cupiens quod viventibus difficillimum datur assequi, sibi ac Isabellae uxori raræ suisque posteris propriæ condictionis memor ex naturæ imperio vivens hoc statuit tricenasimi lustri anno primo”. Certo per potere giudicare fondatamente del significato preciso della iscrizione, converrebbe avere sotto gli occhi la lapide, perché, se non vogliasi ammettere che chi dettò il testo fosse un bestiolo, il trascrittore deve avere commesso degli sbagli, perché intanto qui non si può volere alludere ad Alfonso II che regnò dal 1559 al 1598, mentre Bersanino morì nel 1538, ma ad Alfonso I morto nel 1534, sicché il sepolcreto Bersanino l’avrebbe costruito tra il 1534 e il 1538. Ma prescindendo da questo, io chiedo a Lei: 1°. Può essere giusta la parola tricenasimi della penultima riga? E’ parola dello stile epigrafico degli epitafi antichi? 2°. Se tricenasimi è parola giusta, che cosa significa essa? 3°. Che cosa può avere inteso lo scrittore con quell’assequi cupiens quod viventibus difficillimum datur? 4°. Che invece di rare debba leggersi care? Dalla risposta a queste dimande e dall’altro che Lei potrà dire in proposito di questa lapide, si potrà forse avere qualche lume circa l’età e la vita di questo Bersanino, importante personaggio della casata Montecuccoli, anche perché fondatore della linea di Montese- Ferrara. Aff.mo Dev.mo D. E. Zaccaria Ma nello stesso tempo scrissi pure al parroco della detta chiesa di S. Domenico in Ferrara perché volesse darmi la Iscrizione stessa copiata e precisa, e quale si trova ora sulla tomba del detto conte Bersanino Montecuccoli: così mi scrive il parroco di quella chiesa: ecco la lettera: Ill.mo Sig. Avvocato 1 Di una Iscrizione del 1588 su di un monumento al nome del Conte Francesco Montecuccoli Laderchi nella chiesa Parrocchiale di Ranocchio, in Comune di Montese, Modena 1916 [n.d.r.]. 1 Eccole l’iscrizione incisa su la lapide ornatissima che chiude la sepoltura del conte Bressanino Montecuccoli in S. Domenico di Ferrara: COMES BRESSANINVS EX MONTECVCVLO POST MVLTA ET BELLI ET PACIS SVB ALPHONSO III GLORIOSE GESTA CVPIENS QVOD VIVENTIBVS DIFFICILLIMVM DATVR ASSEQVI SIBI AC ISABELLAE UXORI PARE (Rare?) SVISQ. POSTERIS PROPRIE CONDITIONIS MEMOR EX NATVRAE S-IMPERIO VIVENS HOC STATVIT TRICETESSIMI SEPTIMI LVSTRI ANNO PRIMO Le lettere che ho cercato di riprodurre con inchiostro rosso - e che qui noi abbiamo portato in corsivo - sono rase dall’attrito. L’iscrizione è un po’ sibillina: non ha un senso molto chiaro, almeno per me, ignaro delle gesta di quel signore. Gradisca i miei ossequi e mi creda Dev.mo D. Tommaso Alfonsi D. P. Ferrara, 9 aprile 1916 E fino qui il prof. Don Enrico Zaccaria ed il M. illustre sig. Prevosto della chiesa di S. Domenico di Ferrara. Le copie non sono del tutto uguali, i miei corrispondenti caddero in qualche imprecisione: ma non importa: la Iscrizione si legge lo stesso, ed eccomi allo studio della medesima. Le prime difficoltà cadono sulla seconda riga e precisamente su quel Alphonso III: Alfonso III - dicono gli storici nostri - non risponderebbe alla vita del conte Bersanino Montecuccoli: il conte Bersanino Montecuccoli fu un secolo prima: altre difficoltà cadono pure, nel mezzo della Iscrizione, sulle parole parce raræ o caræ dopo la voce uxori, sulle voci propriæ conditionis, sulla lettera S posta in testa e mista alla lettera i della voce imperio, ed infine sulla data, e cioè sulle parole trecessimi septimi lustri anno primo: data che sembrò a non pochi storici illeggibile: ma difficoltà non ve ne sono di sorta, si legge tutta chiaramente: il III applicato ad Alfonso, va benissimo, ma vi è duopo di una osservazione: qui per III non s’intende Alfonso III di nome, ma Alfonso III di grado e cioè III Duca di Ferrara, di Modena, Reggio etc.: il I Duca estense fu il Duca Borso: il II fu Ercole I, e il III Duca fu Alfonso I: la espressione di Alfonso III non sarà del tutto precisa, ma non è neanche un errore: Alfonso III fu Alfonso I di nome, ma fu Duca III di grado: ecco l’equivoco: la Iscrizione va bene, e si deve leggere sub Alphonso III e cioè sotto Alfonso I terzo Duca di Ferrara, di Modena, Reggio etc.: nel corpo della Iscrizione dopo la voce uxori si trova una parola che mai seppero leggere gli storici e gli antiquari nostri: è la parola par pare corrosa dal tempo e dal passaggio dei frequentatori del tempio: la lessero per parcæ raræ ad anche caræ, ma non è così che si legge, e neanche così è scritta: sulla lapide vi è scritto par o pare io stesso fui a vederla a Ferrara e la esaminai in persona: la voce par... o pare... è una voce nostra, comune, ben nota, deriva da parens parentis è abbreviata e corrosa dal passaggio e dal tempo, tutti la conoscono, e vuol dire parentibus e cioè ai parenti: seguono le due voci propriæ conditionis: si leggono come sono scritte, vanno bene e vogliono dire memore della propria condizione, della propria sorte o stato etc.: segue la voce imperio, ma sulla lettera i evvi intorno un s: quella lettera s si legge sub e tutte e due unite, in un concetto solo, si leggono S-I sub imperio: infine evvi la data, ma anche questa non presenta difficoltà di sorta: si legge trecentesimi septimi lustri anno primo che vuol dire nel 307 lustro e nel primo anno dell’ultimo lustro: moltiplicate i 307 lustri per 5 ed avrete 1535 - ma egli dice dell’ultimo lustro e nel I anno, e cioè levando quattro anni dall’ultimo lustro, resta l’anno 1531 - in questo anno 1531 dice il conte Bersanino Montecuccoli - a sé alla sua moglie ai suoi parenti e discendenti loro, costruì questa tomba: in quel tempo era vivente Alfonso I e cioè il III Duca di Ferrara, di Modena, Reggio etc.: Alfonso I morì nel 1534 e il conte Bersanino nel 1538 e quindi tutto in ordine - nome e data vanno benissimo: ed ecco come vi do tutta la Iscrizione in lingua latina e in lingua italiana: in lingua latina essa dice: COMES BRESSANINVS EX MONTECVCVLO 2 POST MVLTA ET BELLI ET PACIS SUB APHONSO III GLORIOSE GESTA CVPIENS QVOD VIVENTIBVS DIFFICILLIMVM DATVR ASSEQVI SIBI AC ISABELLAE VXORI PARENTIBUS SVISQVE POSTERIS PROPRIAE CONDITIONIS MEMOR EX NATVURAE SVB IMPERIO VIVENS HOC STATVIT TRECENTESIMI SEPTIMI LVSTRI ANNO PRIMO Che in lingua italiana vuol dire: Il conte Bersanino o Bressanino Montecuccoli dopo molte cose gloriosamente compite in tempo di guerra e di pace, sotto Alfonso I terzo Duca di Ferrara, di Modena, Reggio etc. desiderando di conseguire quello che ai viventi è difficilissimo dato di ottenere o che non è possibile conseguire e cioè la felicità o la quiete, a sé ed alla di lui moglie Isabella, ai parenti e discendenti loro, memore della propria sorte e che sotto l’imperio della legge naturale è duopo subire, vivente costruì questa tomba, e che pose nel 307° lustro, anno primo, e cioè nel 1531. Ecco questa Iscrizione in lingua latina e in lingua italiana: non ha gran pregi epigrafici, sente dei tempi - è in forma originale - vi dice che non essendo possibile conseguire alcuna felicità in questa vita e che dovendo ognuno di noi, per legge naturale, subire il destino comune, a sé, e a sua moglie Isabella, ai parenti e discendenti loro, pose questo sepolcro: La data è fuori dal comune, è calcolata a lustri, ma è in termini precisi e classici: può anche meritare l’attenzione degli studiosi. E giacché siamo nel campo delle Iscrizioni a questa illustre famiglia dei Montecuccoli, allontanandomi da Ferrara, e ritornando nei nostri luoghi, ci piace riportare altra Iscrizione che fu posta sulla porta del castello di Montetortore - uno dei più rinomati castelli della nostra provincia- quando questo diventò feudo dei Montecuccoli - ma che poi fu levata nel 1796 alla venuta dei Francesi in Italia: mi fu anche questa favorita dal prof. Can. Don Enrico Zaccaria: essa dice: D. O. M. ARX ISTA QUAE ANNORUM PONDERE FESSA ET SITU VETUSTATIS OBRUTA SEMISEPULTA IACEBAT, RESTITUTA EST ANNO XPI MDCXLIV FRANCISCO ATESTINO PRIMO MUTINAE &C. DUCE VIII FRANCISCO MONTECUCCULO MONTISTURTURIS &C. MARCHIONE CURANTE CAROLO BALUGOLA CHILIARCHA PATRITIO CARPENSI Questa Iscrizione è per sé chiara, e non avendo bisogno di spiegazione alcuna mi dispenso da qualunque commento in proposito. Al molto Illustre e Rev.do Mons. Can. Prof. Don Enrico Zaccaria, che mi favorì dette Iscrizioni, e che mi diè motivo di studio su d’una delle più note e delle più distinte famiglie della nostra città, i miei più sentiti e doverosi ossequi: con stima di lei Modena, 10 marzo 1917 Dev.mo G. Fregni I Montecuccoli di Montese - Percorso storico 3