Fraternità e Servizio - Gruppo Polis
UN PO’ DI STORIA
Il cammino delle persone che hanno dato vita all’Associazione FRATERNITA’ E SERVIZIO e alle sue iniziative, è
passato attraverso varie esperienze di volontariato che costituiscono il supporto storico, la radice che dà identità
e solidità all’albero attuale sia delle opere di solidarietà (��������������������������������������������������������
le Cinque cooperative del Gruppo Polis, le Case di Pron�
ta Accoglienza, la Fattoria Solidale…) sia dei Cammini di fede.
•  10 ottobre 1979. Parte, presso l’Opera della Provvidenza S. Antonio di Sarmeola (PD), la prima esperienza
in Italia dell’Anno di volontariato sociale con quattro ragazze: Mariolina Capuzzo da Terrassa Padovana, Josette
Marzari da Padova, Carla Magro da Noventa Padovana e Germana Bertolin da Tavo di Vigodarzere. A loro si sono
aggiunti tre obiettori di coscienza in servizio civile: Silvio Tondello da Montegrotto, Marco Michelotto da Albigna�
sego e Paolo Maragotto da Abano, dando così inizio all’avventura di promozione umana e di evangelizzazione che
ancora oggi continua. Animatori della piccola comunità erano d. Giuseppe Maniero allora vicedirettore dell’OPSA
e suor Gemma Mezzaro, elisabettina.
•  ottobre 1980. Alcuni del gruppo tornano in famiglia, altri di nuovi si aggiungono.
Il gruppo è impegnato nella promozione e nella qualificazione del volontariato finalizzato all’animazione del tem�
po libero degli ospiti dell’Istituto.
Dalla consuetudine con quel luogo matura la sensibilità verso altre situazioni di bisogno. Così:
•  dal dicembre 1980 a ottobre 1981, con puntate nel 1982/83. Il terremoto dell’Irpinia impegna il gruppo sia
nell’allestimento del magazzino-raccolta indumenti e generi che arrivavano dalla diocesi di Padova, sia nella con�
duzione dei “Campi di lavoro Caritas” a Lioni (AV), dove si sono susseguiti oltre 200 volontari;
•  marzo 1981. Avvio, a Padova in via s. Tommaso 7, della “Comunità di servizio” delle ragazze, che, tra l’altro, fanno
servizio di assistenza domiciliare a persone disabili e accoglienza in comunità di qualche persona in difficoltà;
•  ottobre 1981. Il servizio, iniziato da alcuni del gruppo presso la stazione ferroviaria di Padova con suor Rosa�
dele della Casa famiglia di via Bixio, si sviluppa con la costituzione, da
parte anche di altri volontari, del gruppo “Amici della Stazione” e della “Comunità Vita Nova”
ospitata nel patronato parrocchiale di Mejaniga di Cadoneghe (PD);
•  fine 1981. Avvio della “Comunità di servizio” maschile presso le Cucine Popolari di via N. Tommaseo 12 a Pa�
dova, con obiettori e volontari, i quali un po’ alla volta si sensibilizzano ai bisogni degli ospiti che arrivano sempre
più numerosi per la mensa. Allestiscono nel seminterrato un guardaroba e un obiettore della comunità dà il via
al servizio civile, che si svilupperà sempre di più. La Comunità vi rimarrà fino al 1985.
•  nel 1982, si collabora con l’Associazione “Magnolia” di Piove di sacco, appena sorta;
•  dal giugno 1983 al gennaio 1991, si collabora con l’Associazione Murialdo per la gestione di una comunità di
accoglienza, maschile, a Villatora di Saonara (PD);
•  da settembre 1984 a giugno 1985, con l’Anffas di Milano, per la gestione di una comunità di accoglienza fem�
minile, prima a Padova in via S.Tommaso 7, poi a Legnaro (PD) presso l’Opera S. Giuseppe, piazza Giovanni XXIII;
•  dal 1983 al 1987, si è impegnati con le Cucine Popolari, attraverso la presenza quotidiana di uno o più volontari;
•  nel 1982/83 e 1987/90, con la parrocchia di Valdobbiadene (TV), con il C.V.S. (Centro
Volontari della Sofferenza) di Legnaro, con il comune di Saonara, per l’animazione dei campi estivi per handicap�
pati;
•  20 settembre 1982, per iniziativa di don Giuseppe, di Bepi Finco e alcuni volontari nasce l’Associazione VITA
NOVA con atto costitutivo depositato presso l’Ufficio registro di Padova. E’ stata voluta per dare una risposta, an�
che legale, ai problemi delle persone emarginate, senza dimora che gravitavano attorno alla stazione e alle Cucine
Popolari. Inizia l’attività gestendo la “Comunità Vita Nova” a Mejaniga in via Gramsci 3, che vede la condivisione di
vita di alcuni volontari con le persone senza dimora, ivi accolte.
•  dal 1983, preziosi periodi di servizio volontario da parte dei componenti il gruppo
presso l’Associazione Papa Giovanni XXIII a Rimini e dintorni, presso il Cottolengo di Torino, di
Alba, di Cuneo...;
•  nel periodo 1983/85, il servizio a vantaggio delle persone disabili si concretizza anche nella gestione di due
laboratori occupazionali uno maschile e uno femminile;
•  10 giugno 1983, prima riunione del Consiglio direttivo dell’Associazione VITA NOVA
•  23 giugno 1983, nasce il primo laboratorio maschile nel seminterrato del patronato di Mejaniga di Cadoneghe,
messo a disposizione dal parroco d. Savino Faggin;
•  sempre nel 1983, nasce il primo laboratorio femminile, alla Mandria (Padova città), in un
locale della parrocchia;
•  giugno 1983, a Villatora di Saonara (PD), in collaborazione con l’Associazione Murialdo, è avviata una comunità
di accoglienza maschile, prima con una poi con più persone accolte.
•  1984, nasce il secondo laboratorio femminile prima alla Mandria poi a Legnaro, nell’Opera S. Giuseppe.
•  1984, nasce un secondo laboratorio maschile, a S. Andrea di Campodarsego (PD), per interessamento dell’im�
presario Romeo Tonello di Ponte di Brenta, che offre tutta l’attrezzatura per lavorare il polistirolo;
•  nel 1984, c’è la rilevazione dell’Associazione Vita Nova, e alcuni membri del gruppo vanno
in via Gramsci 3 a Mejaniga a fare comunità con le persone senza fissa dimora ivi accolte;
•  28 febbraio 1985, i laboratori maschile e femminile vengono unificati e viene costituita la Cooperativa di
solidarietà sociale POLIS NOVA. Soci fondatori sono: Maniero d. Giuseppe, Baldo Roberto, Capovilla Flavio,
Benetazzo Flavio, Agnolin Luigi, Zangheri Maria Luisa Altichieri Federica, Fungenzi Luisa, Capuzzo Maria, Piva Paola.
Il nome “Polis Nova” (Città-società Nuova) rappresenta un auspicio e un programma che viene espresso nello
Statuto di fondazione Tit II^ n. 3 comma 2^.
“La Cooperativa promuove l’integrazione lavorativa, sociale, culturale fra persone normodotate che hanno fatto una
scelta di condivisione nella fraternità e soggetti portatori di handicap o comunque in difficoltà.”. “I soci lavoratori sono
persone che hanno fatto una scelta di condivisione nella fraternità.”
(Tit III^ n.5a )
•  1986, dallo scantinato del Patronato di Mejaniga si passa progressivamente tutti nel capannone di via Correr, a
Pontevigodarzere;
•  nel 1986, c’è l’avvio del gruppo famiglia maschile in via Due Palazzi a Padova;
•  1987, esigenze di spazio spingono la cooperativa Polis Nova a prendere in affitto un capannone più capiente
in via Botte a Reschigliano (Campodarsego-PD);
•  nel periodo 1988/90, viene svolto un servizio settimanale di alcuni volontari all’Ospedale Psichiatrico di via dei
Colli, a Padova.
•  28 dicembre 1988. L’associazione Vita Nova prende il nome di FRATERNITA’ E SERVIZIO, che viene costituita
come Associazione di Volontariato con atto notarile. Si caratterizza per la duplice missione: promozione umana
ed evangelizzazione. Soci Fondatori: Maniero d. Giuseppe, Agnolin Luigi, Fungenzi Luisa, Pittaro Luigino, Baldo
Roberto, Benetazzo Flavio, Altichieri Federica, Piva Paola, La Gamba Annalisa, Bordin Lucia, Masin Oscar
•  nel marzo del 1989, viene costituito il Gruppo famiglia di via Callegari, a Padova,
•  1991, iniziano i lavori di una nuova struttura della S.E.E.F., in via Due Palazzi, a Padova, che fa sperare in uno
sviluppo delle attività e nella possibilità di avere un Centro di riferimento di tutte le espressioni e le iniziative
dell’Associazione. Purtroppo i lavori si fermano per mancanza di fondi. Riprenderanno molto tempo dopo, nel
gennaio 1997...
•  inizio 1992, il gruppo famiglia di via Callegari si fonde con la comunità di via Benedetti, sempre a Padova;
•  1993, la cooperativa Polis Nova prende in affitto un secondo capannone, in via Botte, adiacente al primo.
•  1994, aprile, nasce il GRUPPO R (R = Risurrezione, Rinascita, Ripresa, Rilancio), gestito dall’Associazione Fra�
ternità e Servizio. Opera in favore di persone che si trovano in emarginazione sociale grave o che sono senza
fissa dimora. Inizia l’attività occupazionale in un laboratorio presso la canonica dell’Ospedale dei Colli, in via dei
Colli, 4, a Padova; subito dopo viene preso in affitto un appartamento in Riviera San Benedetto, sempre a Padova
Il Motto è: Un tetto, un lavoro, una famiglia per chi è sulla strada!.
•  1994, 19 maggio, il gruppo famiglia maschile, finora portato avanti in collaborazione con
l’Associazione Murialdo, e il gruppo famiglia femminile vengono unificati e gestiti con la costituzione della Coo�
perativa sociale “Il PORTICO”, per l’accoglienza in strutture residenziali di persone con disagio psichiatrico e di�
sabilità mentale. Soci fondatori sono: Maniero d. Giuseppe, Baldo Roberto, Fungenzi Luisa, Melone Andrea, Basso
Marina, Barison Pier Luigi, Zangheri Maria Luisa, Panozzo Fabrizio, Vanzetto d. Tiziano.
•  1996, gennaio si avvia presso l’abitazione dei coniugi Zilio-Capuzzo un’attività indirizzata prevalentemente
a persone in difficoltà psicologiche, chiamata LABORATORIO D’ARTIGIANATO. L’attività voluta espressamente a
carattere artigianale è particolarmente adatta al tipo di utenti cui è indirizzata
•  1997, settembre, l’iniziativa prende maggiore consistenza, tanto che si prospetta la possibilità di avviare una
cooperativa sociale. Ma nel
•  1998, settembre, l’attività viene momentaneamente ridotta per mancanza di spazio, e poi sospesa, in attesa
della ristrutturazione di un edificio. La parrocchia del Redentore in Monselice, nel frattempo, assume in pro�
prio il Progetto e costituisce, in loco, un’Associazione, a carattere cittadino, denominata LE CINQUE DITA, che
richiama un motto significativo di madre Teresa di Calcutta relativo al detto di Gesù: Lo(1) avete(2) fatto(3) a(4)
me(5).
•  1997, si avviano i preliminari per l’acquisto di un capannone, a Terraglione di Vigodarzere che viene inaugura�
to il 22.6.’97.
•  19 gennaio 1998, viene costituita ufficialmente con atto notarile la nuova Cooperativa P.N.L. (POLIS NOVA
LAVORO) per gli inserimenti lavorativi, che si insedia nel capannone di Terraglione. Soci fondatori sono: Baldo
Roberto, Masin Oscar, Agnolin Luigi, Rizzolo Marco, Breda Tiziano, Scquizzato Marco, Bordin Andrea, Zampieri
Emanuela, Saorin Angelo, Tacchetto Emanuela, Maniero d. Giuseppe.
•  8 giugno 1998, viene aperto il Centro di Via due Palazzi 16. Diventa subito nuova sede legale e operativa
della Polis Nova e nuova sede legale dell’Associazione Fraternità e Servizio. In seguito diventerà la sede legale
di tutte le realtà del Gruppo Polis.
•  2001 marzo, L’attività del Gruppo R si trasferisce in Via D. Manin a Vigodarzere. Gestisce due gruppi apparta�
mento e il laboratorio occupazionale.
•  2001 giugno, nasce PROGETTO L (L = Liberazione) per offrire un percorso di inserimento sociale e lavora�
tivo alle donne straniere vittime di tratta o in difficoltà. Nel 2001 viene avviato un laboratorio in Via dei Colli 4
presso la canonica e un appartamento a Tencarola.
•  19 novembre 2001. Il Gruppo R diventa Cooperativa sociale “GRUPPO R”, con atto notarile. Soci fondatori:
Maniero d. Giuseppe, Tacchetto Emanuela, Gallo Fabio, Conte Alessandra, Cavinato PierCarlo, Baldo Roberto,
Strini Gino, Panozzo Fabrizio, Bisagni Stefania, Andreoli Ricccardo, Pilli Francesco, Scquizzato Marco, Cabras
Antonio.
•  11 luglio 2003, viene inaugurata la CASA DELLA CARITA’ SAN BENEDETTO a Praglia, avviata dall’Associa�
zione Fraternità e Servizio. C’è, inizialmente, al primo piano, la prima accoglienza per ragazze vittime di tratta, in
seguito per donne in difficoltà in particolare mamme con bambini, e, al piano terra, un Centro per la formazio�
ne e l’evangelizzazione.
•  16 dicembre 2003, nasce la cooperativa sociale SINFONIA. Si occupa di comuicazione sociale, di progetta�
zione e sviluppo, di ricerca e approfondimento sulle tematiche del sociale. Soci fondatori: Maniero d. Giuseppe,
Bomprezzi Franco, Obetti Simone, Citran Massimo, Rizzolo Marco, Panozzo Fabrizio, Cabras Antonio, Pittaro
Luigino, Baldo Roberto, Maurizio Stefano, Bortolato Marco.
•  21 ottobre 2007, viene inaugurata la CASA DEL BUON SAMARITANO a Volparo di Legnaro, per la pronta
accoglienza di donne e in particolare mamme con bambini senza dimora.
•  25 gennaio 2008, viene approvato dai Consigli di Amministrazione delle cooperative : Polis Nova, Il Portico,
P.N.L., Gruppo R, Sinfonia, la costituzione del GRUPPO PARITETICO COOPERATIVO GRUPPO POLIS che
tiene assieme le cinque cooperative nate dall’Associazione Fraternità e Servizio.
•  2009, L’attività di Progetto L passa alla cooperativa Gruppo R.
•  2009. L’Associazione Fraternità e Servizio legge la chiusura dei fondi da parte dell’Ente pubblico per l’acco�
glienza delle donne in difficoltà e delle mamme con bambini, a Praglia, come una provocazione a ritornare per
questo servizio alle origini, ossia ad affidarsi unicamente al volontariato e alla Provvidenza. Così viene avviata
l’accoglienza in Casa S. Benedetto a Praglia e in Casa del Buon Samaritano a Volparo di Legnaro, in collabora�
zione con le Cucine popolari, la Caritas diocesana e il C.A.V. di Abano.
•  29 marzo 2012,. Si inaugura la CASA DEL BUON SAMARITANO a Olmo di Bagnoli con la pronta acco�
glienza di due mamme e due bambini. Ha la stessa finalità della Casa della Carità San Benedetto di Praglia e
della Casa del Buon Samaritano di Legnaro
•  21 settembre 2013,. Inaugurazione ufficiale della FATTORIA SOLIDALE in Via Arzerini 42-44-46 a Brugine;
avviata da Fraternità e Servizio in collaborazione con l’Associazione Comunità e Famiglia del Veneto per vivere
e promuovere: la condivisione, la fraternità, la solidarietà, tra persone e tra famiglie, e la salvaguardia dell’am�
biente naturale.
TRE DATE STORICHE:
ricordate da Don Giuseppe
Premessa
Alla fine degli anni settanta e inizio degli anni ottanta, prima come vicedirettore dell’Opera della Provvidenza e
poi come responsabile della Caritas diocesana ho avuto la fortuna di partecipare a importanti Convegni che a
livello Nazionale mettevano le basi organizzative al servizio Civile e al volontariato: erano i tempi in cui il Volon�
tariato stava imponendosi a vasto raggio e il servizio civile faticava a imporsi.
- 10 ottobre 1979. E’ una data importante per il Volontariato e il servizio civile a Padova e anche in Italia. Inizia la
sua storia l’Anno di Volontariato femminile presso l’Opera della Provvidenza S. Antonio, a Sarmeola di Rubano (PD).
Il cielo mi perdoni se dico che ho avuto la soddisfazione e anche l’orgoglio di tenere a battesimo la prima espe�
rienza organizzata di servizio civile volontario delle donne (chiamato Anno di volontariato sociale), non solo a
Padova ma in Italia. E’ stato il risultato di una sfida ingaggiata con l’allora direttore Mons. Francesco Frasson. Al
mio progetto di proporre a delle ragazze di fare un anno di volontariato a tempo pieno, presso la Casa di Sar�
meola, egli, pur apprezzando l’idea, la riteneva irrealizzabile, perché era impossibile, diceva, trovare ragazze che si
impegnassero così a lungo, “perdendo” un anno di lavoro o di studio e soprattutto trovare genitori disponibili a
lasciarle andare a vivere fuori della famiglia senza essere sposate o consacrate… Finché erano i ragazzi che per
legge dovevano fare il servizio militare, si poteva anche ritenere possibile che scegliessero il servizio civile, ma le
ragazze no. Ma il sottoscritto ci ha creduto e ha lanciato la proposta. (Cfr pag. 7)
E’ stata una bella soddisfazione quando, lanciata la proposta, ho visto in breve tempo arrivare quattro ragazze
desiderose di fare l’esperienza dell’Anno di Volontariato.. Mi piace qui citarne i nomi in ordine di arrivo. Sono state
le prime coraggiose a iniziare un cammino in seguito intrapreso da tante altre: Mariolina Capuzzo da Terrassa Pa�
dovana, Carla Magro da Noventa Padovana, Josette Marzari da Padova, Germana Bertolin da Tavo di Vigodarzere.
All’inizio del 1980 la Caritas Nazionale Italiana, che avevamo tenuto al corrente della nostra esperienza, tramite
l’allora segretario Mons. Giuseppe Pasini che mi aveva incoraggiato1, ha preso in considerazione l’iniziativa e ha
organizzato a Roma un incontro per verificare la possibilità di lanciare e proporre l’Anno di Volontariato Sociale
a livello nazionale.
1 Nel primo Convegno ecclesiale Nazionale tenuto a Roma nel 1976 in una commissione (la 6°) nel documento finale si era detto:
La comunità cristiana locale deve essere messa in grado di conoscere i bisogni presenti nel suo territorio; deve farsi carico della preparazione e
della formazione permanente di operatori cristiani che operano sia nei servizi civili sia nelle strutture assistenziali cristiane; va dato particolare
impulso alle forme del volontariato; che esprimono per loro natura l’amore come condivisione.
Per questo la commissione chiede al convegno di fare propria la proposta di farsi carico della promozione del servizio civile sostitutivo di quello
militare nella comunità italiana, come scelta esemplare e preferenziale dei cristiani, e di allargare proposte di servizio civile anche alle donne.
Siamo stati convocati anche noi e abbiamo condiviso il percorso fatto per lanciare l’Anno di Volontariato presen�
tando e spiegando il documento con le finalità, le motivazioni e l’organizzazione che nel frattempo ci eravamo
data…
E’ stato proprio in quell’incontro che la Caritas Italiana ha deciso di farsi promotrice a nome della Chiesa Italia�
na dell’Anno di Volontariato Sociale e da allora l’ha proposto e continua a proporlo a tutte le ragazze e ora in
maniera più esplicita anche ai ragazzi che desiderano donare un Anno della propria vita a servizio dei fratelli più
bisognosi di aiuto e di amore.
(Cfr Le relazioni delle ragazze sui primi passi dell’esperienza, a pag. 9)
Al gruppo delle quattro ragazze, che alloggiavamo, allora, presso l’OPSA, si sono uniti anche gli obiettori in ser�
vizio civile: le finalità del servizio erano praticamente le stesse. Così, all’interno dell’Opera, si è costituito quel
gruppo, quella comunità che, pur variando nelle sue componenti, ha dato il via all’Associazione, prima chiamata
Vita Nova e poi FRATERNITA’ E SERVIZIO (da notare le parole-programmatiche: fraternità, servizio, comunione e
carità), dalla quale sono nate tutte quelle iniziative di solidarietà che oggi costituiscono il GRUPPO POLIS
- 2 dicembre – 23 dicembre 1979 . Avvento di Fraternità all’OPSA organizzato dalla Caritas diocesana e dai
Volontari dell’Opera della Provvidenza. (Cfr Numero unico del periodico LA PROVVIDENZA di gennaio 1980.)
- E’ stato lanciato l’impegno della solidarietà a livello ecclesiale soprattutto associativo, è stata raccomandata l’u�
nità di azione caritativa tra le associazioni.
- Mons. Sartori Dice che la Chiesa è chiamata a offrire, alla comunità civile modelli di risposta ai bisogni dei poveri.
Un periodo particolare - TERREMOTO IN IRPINIA: i Campi di lavoro.
In occasione del Terremoto in Irpinia, fine anno 1980 il gruppo dell’A.V. S. e del servizio civile, in parte rinnovato
e aumentato di numero, ha organizzato, a livello diocesano, in collaborazione con la Caritas diocesana
- un magazzino, all’interno dell’OPSA, per la raccolta di vestiario e di generi alimentari che venivano poi
portati nei luoghi del terremoto;
- campi di lavoro di 15 giorni da novembre ‘80 a ottobre ’81, in cui si sono alternati circa 200 volontari…
con puntate per altri due anni nei periodi di Natale e Pasqua.
- La fornitura di prefabbricati: case per famiglie, strutture per le chiese e canoniche di Lioni e di S. Angelo
dei Lombardi.
- 2 ottobre 1981. Al termine dei Campi di Lavoro in Irpinia, in cripta della Basilica di S. Giustina, d. Giuseppe,
appena nominato responsabile della Caritas diocesana, ha chiamato a raccolta tutta la schiera dei volontari che
avevano partecipato ai campi e anche tutti coloro che desideravano impegnarsi nella solidarietà. Erano presenti
anche fratel Ettore di Milano e p. Spicacci di Napoli.- E’ stata lanciata la mobilitazione dei volontari a offrire servizi
possibilmente completi come quello del Buon Samaritano e sono state indicate le varie aree di impegno. Da
allora il volontariato si è messo in moto in una forma più organizzata: per i senza dimora ���������������������
è nato il������������
Gruppo AMI�
CI DELLA STAZIONE – E’ stata presa in affitto, nei pressi della stazione, una stanza per una pronta accoglienza
notturna di 6/7 persone “Il Buco”- Sempre per persone senza dimora è stata avviata la Comunità di accoglienza
VITA NOVA a Mejaniga. Viene costituita l’Associazione VITA NOVA che in seguito si chiamerà FRATERNITA’ E
SERVIZIO, la quale, attenta alla formazione e ai bisogni emergenti avvierà risposte specifiche e qualificate, che, una
volta consolidate, diventano cooperative, quelle appunto che oggi costituiscono il Gruppo Polis.
ALCUNE NOTE CONCLUSIVE
1 - Fondamentale nella storia di Fraternità e Servizio e del Gruppo Polis è stata la formazione, la coltivazione delle
motivazioni umane per tutti e di fede per chi crede (queste danno una visione ultraterrena e una motivazione
in più nel servizio).
2 – Anche dopo la costituzione della prima cooperativa abbiamo voluto continuare con l’Associazione di volon�
tariato, la quale sempre attenta alla formazione e ai bisogni emergenti ha permesso e permette di avviare sempre
nuove risposte diversificate a seconda delle situazioni di povertà incontrate.
3 – Siamo convinti che è indispensabile che l’Associazione rimanga accanto al Gruppo di cooperative (Gruppo
Polis) nato da lei, come memoria storica e proposta continua di fedeltà ai valori e allo spirito delle origini.
d. Giuseppe
APPENDICI
1)
Nel 1979 parte dall’OPSA, per iniziativa dell’allora vicedirettore d. Giuseppe, la proposta dell’ANNO DI VO�
LONTARIATO SOCIALE FEMMINILE. Eccola
UNA PROPOSTA DI VITA: L’ANNO DI VOLONTARIATO
Premessa
- La vocazione cristiana è essenzialmente vocazione all’amore (caritas, agape).
- In nome di questa vocazione proviamo a donare totalmente ed esclusivamente un anno della nostra
vita giovanile a Cristo nei fratelli più bisognosi.
- Il volontariato “ a tempo pieno” presso l’Opera della Provvidenza dà questa possibilità di maturare o
approfondire una mentalità e una spiritualità di servizio.
( SEGUE: Descrizione della Fisionomia dell’Opera della Provvidenza S. Antonio di Sarmeola - Padova)
A chi è fatta la proposta e perché
1) La proposta è fatta ai giovani all’interno del movimento di Volontariato che ultimamente si è sviluppato nei
riguardi dell’Opera.
Pur apprezzando e incoraggiando ancora il Volontariato del tempo libero, l’Opera con la sua particolare fisio�
nomia, la sua ricchezza di valori, il bisogno che c’è in lei di un servizio di promozione degli ospiti, più sistematico
e continuativo (nei laboratori, in palestra, nei giochi, nell’animazione del tempo libero) pensa che in un arco di
tempo più lungo dà la possibilità di un servizio più incisivo e permette ai volontari di introdursi più efficacemente
nello spirito del “ dare la vita” e non solo qualcosa ai fratelli. Lo spazio di un anno e anche di più tempo per chi
lo desiderasse, offre senz’altro maggiore possibilità di organizzazione e quindi di formazione.
2) L’esperienza è particolarmente adatta a chi desidera:
- iniziare la storia della propria vita matura, caratterizzandola con un gesto di solidarietà (con e) per gli
“ultimi”;
- verificare o ricaricare la propria capacità di accogliere il fratello “diverso”, “povero”, “sofferente”, “
emarginato” e la propria disponibilità di servirlo nel nome, nello spirito, nello stile di Cristo;
- maturare sempre più, attraverso l’esperienza e l’approfondimento socio-tecnico-giuridico del pro�
blema di “tutti i fratelli emarginati”, una mentalità sociale, di servizio, di promozione umana da vivere
nell’ambito della propria vocazione personale, in famiglia, in parrocchia, nel quartiere;
- approfondire il significato di appartenenza alla Chiesa locale diocesana, vivendo in una istituzione che
è l’espressione diretta della sua vocazione-missione d’amore per i fratelli;
- accertare la possibilità di donare totalmente ed anche esclusivamente la propria esistenza a Cristo
nei fratelli “più poveri”, mediante un periodo di approfondimento e di chiarificazione della propria
vocazione particolare.
3) La proposta è soprattutto rivolta:
- ai ragazzi e alle ragazze, prima che inizino a costruirsi il proprio avvenire, la professione, la famiglia, la siste�
mazione: donare un periodo di tempo ai fratelli aiuta senz’altro a impostare “più cristianamente” la propria
esistenza;
- ai giovani che, per motivi di coscienza, in alternativa al servizio militare scelgono “ il servizio civile” nel nome
della pace, della fraternità e del servizio ai fratelli secondo lo spirito di Cristo.
Garanzie e impegni relativi all’esperienza
A chi desidera fare tale esperienza di volontariato si richiede l’impegno di vivere una scelta di fede, una scelta di
vita povera, una scelta di vita comunitaria, una scelta di servizio aperto ad una Diaconia di carità:
a) scelta di fede, caratterizzata dall’ascolto della Parola di Dio, dalla preghiera personale (adorazione) e comuni�
taria (celebrazione eucaristica e liturgica delle ore quotidiana);
b) scelta di vita povera: si vive con quello che offre la provvidenza ecclesiale per il semplice sostentamento quo�
tidiano, completamente indipendenti dalla famiglia;
c) scelta di vita comunitaria con gli altri volontari, vissuta nella condivisione di beni materiali e spirituali in un rap�
porto di disponibilità e collaborazione con la Direzione ed accoglienza con gli altri operatori della Provvidenza e
di comunione con il Vescovo diocesano e con tutti i cristiani della diocesi;
d) scelta di servizio aperto a una Diaconia della Carità: cioè un servizio disinteressato, continuo ai fratelli, concre�
to verso gli ospiti della Provvidenza, ma potenzialmente aperto verso tutti gli emarginati e quindi caratterizzato
dall’impegno a maturare una qualificazione socio-tecnico-culturale nel campo della solidarietà umana e cristiana
per poter vivere la propria vita come servizio caritativo, assistenziale, preventivo, promozionale nella comunità o
quartiere in cui si ritornerà dopo l’esperienza.
IN OGNI COMUNITA’ CRISTIANA ACCANTO AGLI ANIMATORI PERMANENTI DELLA CATECHESI E
DELLA LITURGIA CI DEVONO ESSERE anche e soprattutto GLI ANIMATORI DELLA CARITAS PARROC�
CHIALE E DELLA PROMOZIONE UMANA NEL TERRITORIO!
II)
1 – Relazion della ragazza che per prima ha aderito alla proposta dell’Anno di Volontariato
Ecco quanto Mariolina Capuzzo, una delle prime quattro ragazze, ha raccontato in una tavola rotonda organizzata
all’OPSA nel dicembre del 1979, descrivendo i primi passi della nuova esperienza
La nostra esperienza di servizio qui all’Opera della Provvidenza è piuttosto giovane, ancora in gestazione, si sta maturando un po’ alla volta, perciò la mia esposizione non sarà chiara come le esperienze relazionate precedentemente.
Il nostro gruppo è composto da otto persone: quattro ragazze qui da ottobre decise a rimanerci almeno per tutto l’anno;
quando siamo arrivate c’erano già tre obbiettori di coscienza che avevano scelto di fare all’OPSA il loro servizio civile. La
loro scelta di venire qui non è stata casuale e direi che qualifica la scelta di servizio civile. Con noi inoltre c’è una suora
elisabettiana, pure lei volontaria, nel senso che non è stata mandata dalla Casa Madre ma ha scelto lei, spontaneamente, di venire qui all’Opera, e questo in prospettiva di un servizio in terra di missione.
Che cosa facciamo qui dentro? Stiamo ancora tentando di trovare la nostra strada, comunque per il momento cerchiamo di vitalizzare l’ambiente e cioè di dare ai ragazzi una mano a sviluppare le loro capacità di movimento non
compromesse dalle lesioni cerebrali. Cerchiamo cioè di fare emergere e sviluppare quelle potenzialità sia psichiche sia
psicomotorie che si sono salvate dalle lesioni cerebrali.
Facciamo questo lavoro con la collaborazione di volontari del tempo libero che cerchiamo di coordinare, in prospettiva
c’è anche l’idea di potenziare il lavoro nei laboratori per utilizzare tutte quelle capacità espressive e creative che anche
queste persone possiedono.
Ci siamo assunti questo compito in quanto l’Opera garantisce l’assistenza primaria ma rimane quasi completamente
scoperto l’ambito (della animazione e) della promozionalità, ed è l’impegno che noi tentiamo di assolvere.
Il gruppo tenta anche di darsi una fisionomia e quindi uno stile; il lavoro è scelto e condotto comunitariamente, tentando
di approfondire sempre di più la conoscenza della realtà umana con cui lavora. C’è quindi lo sforzo di approfondimento
teorico, la volontà di qualificarci per svolgere il nostro lavoro con competenza, Cerchiamo contatti con persone più esperte di noi, con altre esperienze di aiuto a persone handicappate. Inoltre tentiamo di mantenere sempre viva l’attenzione
e l’informazione di tutte le esperienze ecclesiali e non solo di servizio agli handicappati, e questo per non perdere il
senso globale del problema dell’emarginazione.
A prescindere da tutto questo stiamo comunque maturando tutta una serie di valori, principalmente il valore dell’accoglienza incondizionata alle persone in un servizio gratuito e in uno spirito di povertà e condivisione della vita. Il fatto
stesso che viviamo qui è motivato da questo voler condividere la vita con tutte le altre persone che vi abitano, lasciandoci coinvolgere fino in fondo.
Come gruppo inoltre tentiamo di vivere un’esperienza di comunione fraterna dei beni spirituali e materiali.
2 – Relazione, sempre di Mariolina Capuzzo, allora responsabile della Comunità di Servizio, al Convegno Nazionale
delle Caritas diocesane a Roma. Settembre 1982
N.B. La comunità dell’Anno di Volontariato nel 1981 si è trasferita, dall’OPSA, in vi S. Tomaso 7, a Padova, in un
appartamento della Parrocchia di S. Tomaso.
La Comunità di Servizio
1 - La “Comunità di Servizio” di via S. Tomaso, 7, a Padova si occupa per ora prevalentemente del servizio domiciliare
agli handicappati del territorio in collaborazione con le istituzioni pubbliche e in comunione con la comunità cristiana.
La scelta di servizio domiciliare nasce dalla constatazione delle serie difficoltà in cui vengono spesso a trovarsi le famiglie dell’handicappato fisico o psichico grave (e povero) e della tendenza da parte di queste famiglie a ricorrere in
extremis al ricovero in istituti totali del proprio membro in difficoltà, La scelta del servizio domiciliare si pone perciò
come possibile alternativa all’istituzionalizzazione…
Fanno parte della Comunità coloro che condividono quotidianamente la vita, la preghiera, il servizio e le scelte del
gruppo.
La Comunità si offre inoltre come punto di riferimento per tutti coloro che ne condividono lo spirito e desiderano maturare insieme in questo senso. In particolare si offre come punto di riferimento per ragazze dell’Anno di volontariato,
anche impegnate in altre attività e per obiettori di coscienza in servizio civile.
Le persone della Comunità fanno esperienza di vita comune pregando insieme e condividendo i propri beni materiali
e spirituali. La Comunità, unita nella Parola di Dio da cui nasce e da cui si alimenta, si apre alla solidarietà con i poveri,
gli oppressi e con tutti coloro che subiscono quotidianamente la violenza dei meccanismi sociali di emarginazione per
una comune liberazione.
La Comunità, in coerenza con il proprio spirito di servizio all’uomo, offre ospitalità temporanea a persone in difficoltà.
Nei limiti delle proprie possibilità, la Comunità collabora inoltre alle attività della Caritas diocesana in particolare per la
promozione e la crescita del volontariato nelle varie comunità parrocchiali. Attualmente si occupa della preparazione
dei volontari che si avvicendano nelle zone terremotate e ne coordina i compiti di lavoro.
2 - Che cosa si propone la “Comunità di Servizio”:
- la collaborazione con gli operatori delle istituzioni pubbliche, consapevoli delle carenze attuali delle istituzioni stesse;
- il volontariato come denuncia-annuncio; no alla copertura delle carenze pubbliche, ma proposte in positivo;
- creare nelle famiglie la consapevolezza dei suoi diritti; mettersi accanto alla famiglia per rivendicare i servizi di cui
hanno diritto se la famiglia non ha capacità contrattuali;
- far emergere il bisogno e prospettare in positivo la soluzione;
- nascere con la prospettiva di morire quando le istituzioni pubbliche subentrassero decentemente;
- il servizio volontario come testimonianza d’amore. Volontariato:“anima delle istituzioni”.
3 - L’ Anno di volontariato civile per le donne.
L’anno di volontariato è una esperienza che ha avuto l’avvio proprio a Padova presso l’Opera della Provvidenza S.
Antonio; essa viene ora proposta a tutte le ragazze oltre i diciotto anni dalla Caritas Italiana, la quale, in un opuscolo
reperibile presso la Caritas Diocesana, ne specifica i termini.
La diocesi di Padova, tramite la Caritas Diocesana ha fatto propria la proposta dell’Anno di volontariato e si è assunta
il compito di promuovere l’iniziativa in diocesi e la responsabilità della formazione delle ragazze che vi aderissero.
Uno degli spazi privilegiati in cui attualmente le ragazze che accolgono la proposta possono vivere il loro anno di volontariato è la “Comunità di servizio” di Via S. Tomaso,7 int. 4 la quale ha una sua propria fisionomia. La Caritas provvede
per questa Comunità l’animatrice-responsabile, le spese di affitto e l’assicurazione infortuni.
Altri gruppi, associazioni, parrocchie che desiderassero offrire spazio alle volontarie concorderanno con la Caritas Diocesana i progetti di servizio e l’organizzazione comunitaria.
La Caritas Diocesana attraverso l’Anno di volontariato si propone di offrire alle ragazze, oltre una intensa esperienza di
servizio-condivisione fraterna con gli “ultimi”, anche una esperienza forte di vita comunitaria attorno alla Parola dalla
quale la Comunità nasce e si costruisce. Le ragazze durante l’anno vissuto assieme hanno la possibilità di sperimentare
il dono della Comunità e della Comunione fraterna che il Signore promette a chi si pone in ascolto della Parola in permanente atteggiamento di conversione.
Tale esperienza dovrebbe diventare per le ragazze prototipo e proposta di comunione con tutti gli altri fratelli di fede
della Chiesa del Signore e col proprio Vescovo, in una apertura di annuncio, di accoglienza e di servizio verso ogni altro
fratello del mondo.
CASE PER L’ACCOGLIENZA E LA FORMAZIONE ALLA SOLIDARIETA’
“Amatevi COME io vi ho amato”
(Gv 15,12)
Casa S. Benedetto – Praglia
Teolo
Casa del Buon Samaritano
Olmo di Bagnoli
Casa del Buon Samaritano
Legnaro
ATTIVITA’ PREVISTE
Ospitalità: pronta e/o prima accoglienza e integrazione sociale di donne nel disagio, in particolare mamme con
bambini.
Promozione: della fraternità e della comunione ecclesiale, del volontariato e del servizio civile.
Sensibilizzazione e formazione: alla solidarietà, alla giustizia, alla pace, al rispetto dell’ambiente, ai Nuovi stili di vita…
Socializzazione: iniziative per la qualità di vita delle persone in genere e in particolare di quelle anziane, promuo�
vendo relazioni intergenerazionali, scambi interculturali…
Solidarietà: con chi ha bisogno di aiuto: doposcuola, insegnamento della lingua italiana per stranieri, ecc., in genere
attività a servizio dei bisogni del territorio…
Incontri: di evangelizzazione, di spiritualità sociale e missionaria…
ASSOCIAZIONE FRATERNITA’ E SERVIZIO ONLUS
Sede legale: via Due Palazzi 16, 35136 – Padova. Tel 049 8900506 – Cell. 3485493053
Sedi operative: Casa san Benedetto: cell. 3335621910 (Carla)
Case del Buon Samaritano - Olmo: 3474432039 (Francesco); – Legnaro: 3486104141 (Pasqualino)
FATTORIA SOLIDALE
STORIA
La Fattoria Solidale nasce per iniziativa dell’Associazione Fraternità e Servizio che ha sede legale a Padova in Via
Due Palazzi 16.
La Comunità di famiglie era un sogno di Fraternità e Servizio coltivato già dall’inizio degli anni 1990, sogno che
però per vari motivi allora non si è realizzato. Fu per merito e la tenacia soprattutto dei coniugi Buoso, Fabio e
Cristina, soci dell’Associazione Fraternità e Servizio che, verso l’anno 2007 il sogno si è rifatto vivo e si incominciò
a cercare luoghi e mezzi per poterlo realizzare.
Fu provvidenziale l’interessamento di d. Graziano, parroco di Brugine e soprattutto la grande generosità di Ago�
stino Chinello, che ha messo a disposizione buona parte della sua proprietà: la “Barchessa” e il terreno adiacente
in Via Arzerini a Brugine; ciò ha permesso al sogno di iniziare a realizzarsi con la prospettiva della Fattoria Soli�
dale. Nel frattempo Fabio e Cristina e Paolo e Paola, che si erano aggiunti a loro con lo stesso scopo, avevano
interessato alcune famiglie dell’ACFV (Associazione Comunità Famiglie del Veneto) tre delle quali si dissero
disposte a seguirli nell’avventura di Via Arzerini. Mancavano però i mezzi per la ristrutturazione della Barchessa
e ce ne volevano tanti. Abbiamo partecipato a un Bando della Fondazione della Cassa di Risparmio del Veneto.
A un certo punto mentre attendevamo la risposta, siamo venuti a conoscenza che la nostra domanda, per vari
motivi, era stata accantonata. Ma un suggerimento inaspettato, impensabile, che abbiamo letto come un segno del
Cielo, ci ha fatto mettere in moto le giuste strategie che hanno portato il Consiglio della Fondazione a rivedere
la decisione e ad approvare il progetto assegnandoci il contributo previsto . Abbiamo iniziato la ristrutturazione
della “barchessa”, anche se le risorse non erano sufficienti … Abbiamo detto: “Partiamo con quello che abbiamo:
se è un progetto voluto dall’Alto, come le avvisaglie sembrano confermarlo, i mezzi per portarlo a compimento
prima o poi arriveranno”. Questa logica ci ha sempre accompagnato in tutte le opere avviate da Fraternità e Ser�
vizio e andate a buon fine. E infatti i lavori iniziati in maggio 2011 a novembre 2012 erano già terminati.. Mentre si
svolgevano i lavori di ristrutturazione della Barchessa, e anche questo è stato visto provvidenziale, si era liberata
una casa, con due appartamenti, proprio a fianco della “Barchessa”, praticamente sulla stessa corte. Abbiamo
colto l’occasione e l’abbiamo acquistata con un mutuo che le cinque famiglie si sono impegnate a sostenere. Così
nella Barchessa e nella casa acquistata - chiamata Casa santa Rita perché acquistata proprio il 22 maggio, festa di
santa Rita da Cascia - hanno trovato posto tutte e cinque le famiglie.
LA FATTORIA SOLIDALE E’ LA SINTESI DEI VALORI E DELLE FINALITA’ DI FRATERNITA’ E SERVIZIO
I tre pilastri della nostra Associazione FRATERNITA’ E SERVIZIO fin dalla sua nascita sono sempre stati: la Fraternità,
la Solidarietà, l’Ascolto- Annuncio della Parola di Dio.
Questi tre valori sono presenti concretamente nella Fattoria Solidale di via Arzerini a Brugine; c’è l’impegno di
viverli e promuoverli sia all’interno che e nel territorio.
Le cinque famiglie che costituiscono “il condomino solidale”, chiamato “Terra d’incontro”, hanno costituzionalmen�
te la finalità di vivere la condivisione, la fraternità e in prospettiva l’apertura ai bisogni del territorio.
La comunità fraterna Mani Aperte, in casa del donatore Agostino (Casa Mani Aperte), composta da membri con�
viventi e membri esterni, si prefigge di vivere e promuovere, all’interno e all’esterno della Fattoria, la fraternità, la
solidarietà e l’Ascolto-Annuncio della Parola di Dio.
Nei terreni della Fattoria opera anche la Cooperativa sociale Caresà che è un valore aggiunto al Progetto…
La Fattoria solidale vista da Via Arzerini
Scarica

un po` di storia