La Voce del
Quartiere
n. 2
Luglio 2008
Periodico di informazioni stampato e distribuito gratuitamente in proprio dal Circolo Vega e dal Comitato Santa Brigida, Piazza S. Brigida 17 Genova.
(scaricabile anche da internet, sul sito www.comitatosbrigida.it)
E’ passato oltre un anno dall’uscita del primo numero del nostro giornalino, foglio autoprodotto che intende non solo far
conoscere meglio e più a fondo questo nostro quartiere, sia nei suoi aspetti storici sia nella sua realtà attuale, ma anche
chiamare i suoi abitanti ad un’opera di collaborazione per la gestione del territorio e dei rapporti con le istituzioni.
Per questo notiziario si era prevista un’uscita più o meno regolare; purtroppo le circostanze ci sono state sfavorevoli per
l’effettiva impossibilità ad occuparsene della persona che ne era e ne è direttamente incaricata – e questo
indipendentemente dalla sua volontà. Solo adesso è in grado di riprendere qualche attività e il suo primo pensiero è stato
quello di interrompere questo lungo silenzio e riprendere quel dialogo appena avviato.
In questo periodo sono avvenute molte cose che meritavano di essere seguite nel loro succedersi, alcune delle quali sono state dei veri e
propri cambiamenti; ora non ci resta che operare una sorta di rincorsa, parlando almeno dei loro principali aspetti.
Poiché il primo numero aveva ottenuto lusinghieri apprezzamenti da parte di coloro che si sono dati la pena di leggerlo – e che ringraziamo
– ci auguriamo che questo nostro lavoro possa trovare la stessa accoglienza.
PER IL RESTAURO DELL’ARCO DI SANTA BRIGIDA
Ricordiamo, a questo proposito, di aver ormai lanciato una sottoscrizione per il restauro del grande
arco d’ingresso al complesso conventuale di Santa Brigida, arco che si trova a metà della salita
omonima e che è sopravvissuto all’abbattimento della Chiesa, quasi a testimoniare il vandalismo e
l’incoscienza che fu alla base di quell’operazione.
Lo abbiamo fatto perché la nota Associazione “Italia Nostra” – che molto si impegna per la
salvaguardia del nostro patrimonio artistico e culturale – ci ha assicurato il suo appoggio. Ebbene,
anche a questo progetto abbiamo destinato una piccolissima somma, proveniente dalla distribuzione
del calendario “a.Pré.stO”, per organizzarci un po’ meglio, preparare un piccolo gadget da offrire a
ricordo del contributo, sia pure modestissimo, offerto dai privati e – perché no? – dalle istituzioni,
cercare qualche sponsorizzazione, aprire un conto corrente e altro.
Vi terremo informati, anche a mezzo del nostro sito web.
Intanto da “ITALIA NOSTRA” riceviamo questa lettera in cui si dichiara questa volontà. Eccola:
Genova, aprile 2008
Associazione Italia Nostra onlus, sezione di Genova.
Piazza Fontane Marose 6/4
Tel e fax 010 542763
L’associazione Italia Nostra onlus, sezione di Genova, da quasi 50 anni impegnata nella tutela del patrimonio storico e artistico del nostro
territorio, è convinta che il recupero e la riqualificazione (ormai conclusi) della piazzetta dei truogoli di Santa Brigida offrano l’occasione
perché si cerchi di recuperare e di valorizzare tutto il percorso, storicamente intitolato alla Santa: questo, dalla piazzetta, attraversata via
Balbi, continua nella salita a monte, sottopassando l’arco di accesso al sito un tempo occupato dal complesso monastico di Santa Brigida,
costruito nel XV secolo e poi coinvolto nell’urbanizzazione ottocentesca.
Proprio in quest’ottica di “percorso da recuperare” Italia Nostra nel 2005 ha già promosso e realizzato il restauro della statua di San
Giovanni Battista posta nella nicchia della palazzata su via Balbi, dove si apre l’arco di accesso, in discesa, alla piazzetta dei Truogoli; oggi,
nuovamente, vuole promuovere il restauro dell’arco di accesso al monastero e della statuetta di Santa Brigida, confidando nella
collaborazione attiva e nel sostegno (anche economico, visto che il preventivo di spesa si aggira intorno ai 25.000 euro) del Consiglio di
Circoscrizione, del Comitato degli abitanti della zona, del Circolo Vega e di tutti coloro che ritengono importante, per costruire un futuro “a
misura d’uomo”, saper conservare e tramandare i segni della memoria del nostro passato.
Il rione di Santa Brigida, nonostante i profondi mutamenti urbanistici e sociali, ha mantenuto nel tempo una sua forte identità, anche per i
recenti studi e l’appassionato impegno di alcuni residenti: ogni forma di aggregazione (compreso l’impegno per recuperare un’architettura
storica) non può che contribuire a migliorarne ancora la vivibilità.
ABBIAMO BISOGNO DEL VOSTRO AIUTO: Volete darci una
mano nel diffondere questa nostra fatica?
La distribuzione della “Voce del quartiere” grava del tutto sui componenti del Comitato, ma soprattutto
sui volontari del Circolo Vega, il quale si è sempre molto impegnato per il quartiere, rendendo possibile
ai residenti incontrarsi, riunirsi e dibattere i problemi della zona.
La distribuzione deve essere tuttavia più rapida possibile ed estesa a tutto il territorio del quartiere.
Perché questo possa avvenire occorre la vostra collaborazione in una forma da concordarsi con i “nuovi
volontari”, che ringraziamo sin da ora.
Se volete aiutarci potete rivolgervi a: M.A. Alberti: 010 2473158 / 3383644925; Comitato Santa Brigida:
Piazza Santa Brigida 17; [email protected].
Pag.1
Circoscrizione e
Municipio
Si è accennato a qualche
cambiamento intervenuto durante
la nostra …latitanza e fra questi il
più rilevante ci sembra quello
determinato dalle ultime elezioni
amministrative. Intanto quella a
cui apparteniamo non è più una
“circoscrizione”,
bensì
un
“Municipio”. A questo cambio di
nome – che sembra già di per sé
significativo – si accompagna una
diversa
configurazione
delle
competenze e delle risorse
economiche rispetto alle vecchie
circoscrizioni.
A reggere le sorti del Municipio
centro-est, ad affrontarne i problemi,
a gestirne le soluzioni ed a
valorizzarne le risorse, l’elettorato ha
chiamato la coalizione di centro-destra
guidata dal Dott. Aldo Siri, il quale,
come vedremo, ha assicurato la sua
intenzione di fare tutto il possibile per
il nostro quartiere. Ci auguriamo che
queste promesse non siano disattese
e che le inevitabili difficoltà che si
presenteranno non scoraggino i nostri
nuovi amministratori.
Il Comitato Santa Brigida, di cui
questo foglio è espressione, assicura
sin d’ora la sua disponibilità a
collaborare con il Municipio in
occasione di iniziative volte al
miglioramento delle creuze e della vita
che vi si svolge.
GLI ABITANTI IN PIAZZA: Il civico n.15 di
piazza Santa Brigida
Dopo l’installazione dei cancelli, gli abitanti
del palazzo adiacente a Vico Cembalo, il n.
15 di Piazza Santa Brigida, dal mese di
agosto e fino all’autunno, sono scesi nello
spazio antistante il loro portone ed hanno
organizzato - coinvolgendo anche altri
residenti del quartiere - serate festose con
cene, giochi, animazioni, nell’intento
anche di tenere lontani eventuali tossicodipendenti in cerca di uno spazio
che sostituisse quello da loro abitualmente frequentato e ormai
irraggiungibile per la presenza dei cancelli.
L’occasione si è subito rivelata adatta ad ospitare incontri e confronti, primi
fra tutti quelli con le istituzioni, chiamate a chiarire l’ordinanza del sindaco
relativa al collocamento dei cancelli e alle azioni che avrebbero dovuto
esserne il corollario. Le ultime elezioni amministrative hanno infatti
rinnovato la Civica Amministrazione. Era opportuno, dunque, che chi si
occupa di centro storico venisse a conoscere personalmente anche la nostra
zona. Sono stati mandati degli inviti subito ben accolti sia dal nuovo
Presidente del Municipio, sia dagli Assessori Comunali al centro storico e alla
sicurezza.
A pagina 3 diamo un breve resoconto di queste visite che si sono svolte in
giorni diversi ed hanno portato anche ad un vasto e proficuo confronto fra
gli abitanti stessi.
Installazione
dei cancelli
Percorrere le creuze ,
adesso, è un po’ più
problematico. Purtroppo,
a volte, per ovviare ad un problema, bisogna ricorrere a
drastici rimedi. E a dolorosi compromessi, dolorosi almeno
per chi considera barriere, limiti e ostruzioni come
testimonianza di una sconfitta o dell’incapacità di risolvere i
problemi con mezzi adeguati ai problemi stessi, senza creare
altre situazioni di disagio.
Da alcuni è stato fatto osservare che i cancelli non sbarrano
un’area privata, come può essere l’accesso ad una proprietà
personale, ma rendono inaccessibile, a chi non sia in
possesso della chiave per aprirli, una parte di suolo pubblico.
Il pensiero corre al caso di Salita Pietra Minuta, la più bella
delle nostre creuze, impercorribile ormai da decenni perché
chiusa da cancelli; essa, tuttavia, non si dirama in altri
percorsi, come nel nostro caso. Basti pensare a coloro che
dalla stazione Principe vogliano raggiungere le varie creuze
che si dipartono da Piazza Santa Brigida (Famagosta,
Balaclava, Santa Brigida, Montebello) per la via più breve,
senza dover passare, cioè, da via Balbi sino all’incrocio con
Salita Santa Brigida. Non si può negare che ciò possa essere
percepito come limitazione dei diritti individuali.
Altri hanno avvertito, invece, un certo disagio nel vedersi e
sentirsi quasi ingabbiati, tagliati fuori dal resto del quartiere
e pensano alle difficoltà che si presenterebbero in casi di
emergenza che richiedano l’intervento di soccorritori –
ambulanze, vigili del fuoco, etc.
Dopo aver accennato ad alcune inevitabili complicazioni
derivate dall’installazione di cancelli, ovunque questo si
verifichi, si deve riconoscere che il problema per il quale
questo intervento era stato più volte invocato dagli abitanti
maggiormente colpiti, perché più vicini al luogo prescelto dai
tossicodipendenti per autodistruggersi o per bivaccare, ha
trovato una soluzione, senza peraltro costituire un massiccio
spostamento del fenomeno in altri anfratti del nostro
quartiere. Certo uno spostamento si sarà verificato verso
altri approdi, perché da quella pratica non si esce,
purtroppo, né con divieti né con difficoltà create ad arte a
scopo di scoraggiamento. Non sta certo a noi prospettare
qualche cosa di diverso; possiamo solo auspicare che
cambino le condizioni di disagio sociale e individuale, in
considerazione del fatto che si tratta pur sempre di persone
che soffrono e finiscono per essere strumento di illecite e
vergognose forme di commercio e arricchimento.
3 agosto 2007: “IO C’ERO”
Fa caldo, ma non troppo e sto proprio bene; il fine settimana, in genere, lo passo al mare: cullato dalle
onde penso che, quando ho deciso di venire a vivere nel centro storico, ho fatto una buona scelta e sono
stato fortunato: nel mio palazzo mi sento come in una grande famiglia. Certo, problemi ce ne sono, ma i
vantaggi mi sembrano ben maggiori. Da un po’ di tempo, però, circolano delle voci: il Comune metterà un
cancello per impedire il passaggio ai tossicodipendenti… la gente non ne può più… bisogna metterli, se ne
parla da anni… ma non si doveva arrivare a tanto… non si può ingabbiare un quartiere… ma l’emergenza
dura da vent’anni… Insomma, nel mio palazzo c’è un po’ d’agitazione.
Il 3 agosto ritorno dal lavoro e trovo i cancelli già saldati, fra due giorni saranno operativi. Allora chiedo: chi di noi era presente quando si è
deciso dove metterli? Non si sa, è venuto il tecnico, c’erano uno o forse due residenti… e si è deciso. Siamo costernati: altri hanno deciso
per noi. Solo a cose fatte veniamo a sapere di una delibera, in cui si parla di un accordo fra il Comune e i palazzi dietro al nostro. Noi ne
siamo fuori, possiamo però chiedere una copia delle chiavi…
La sera del 5 agosto Salvatore ed io scambiamo due parole e siamo già d’accordo: scenderemo giù. Se ne era già parlato nel timore che il
problema dei tossicodipendenti, dopo i cancelli, si sarebbe scaricato sulla nostra piazza. La sera stessa siamo già quattro o cinque e altri ne
scendono. Siamo arrabbiati ma anche contenti di stare insieme.
Dopo qualche sera passata davanti al cancello, portiamo giù un tavolo e delle seggiole. Iniziamo a giocare a carte, la sera dopo si porta un
po’ di vino, poi qualche biscotto, infine compaiono le pizze e addirittura le grigliate…
Da cosa nasce cosa la voce si sparge, politici e giornali si interessano a questa strana forma di protesta. Magari per loro sarà solo una festa
o un tentativo di riappropriarsi del territorio … d’altra parte se non se ne sono mai interessati, perché dovrebbero farlo adesso? Senza
dircelo, stiamo al loro gioco e continuiamo a divertirci. Alcuni bambini scendono con i genitori a giocare … io invento un corso di disegno,
poi ci sarà quello di chitarra e i canti con Armando, Massimo e le ragazze del coro condominiale. È un’umanità meravigliosa e finora
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Segue a pag. 3
nascosta; si vive anche meglio senza televisione, quando si è affezionati vicini di casa. Come abbiamo gestito i problemi? Civilmente. Anche
i condòmini del caseggiato dietro al nostro, qualche volta hanno partecipato mangiando con noi. I tossici li abbiamo mandati via, almeno
fino a che siamo restati lì.
Insieme abbiamo fatto anche altro: una domenica mattina in nove abbiamo pulito tutta la strada: calce, acqua, bidoni da riempire di erbacce, carte ed altro. Nessuno scrive più di noi ma alcuni assessori ci portano ad esempio. Uno di loro vorrebbe riproporre la stessa
iniziativa altrove, ma secondo noi è una cosa che non si può fare a comando, la nostra è stata una scelta spontanea. R.B.
INCONTRI CON LE ISTITUZIONI
L’estate 2007 stava per finire, gli abitanti del civico 15 di piazza
Santa Brigida continuavano ad organizzare lo loro serate all’aperto
invitando ad una larga partecipazione, così hanno colto l’occasione
per venire a conoscere il quartiere di Santa Brigida, con i suoi
problemi e i suoi abitanti, alcuni rappresentanti delle Istituzioni e
precisamente il Dott. Massimiliano Morettini, Assessore al Centro
Storico, Giovani, Città educativa, Emigrazione, poi il Dott. Francesco
Scidone, Assessore alla Città sicura, accompagnato dal Dott.
Marcello Sasso, Funzionario Comunale dell’Ufficio Sicurezza, ed
infine il Dott. Aldo Siri, Presidente del Municipio 1 centro-est.
L’argomento principale di questi incontri è stato, ovviamente,
l’installazione dei cancelli che ha alterato il profilo del nostro
quartiere ed innestato una polemica fra i suoi abitanti i quali,
all’inizio, sembravano aver dato vita a due schieramenti, uno a
favore e l’altro contro tale provvedimento. Averne potuto parlare
pubblicamente, ascoltando e discutendo le ragioni di entrambe le
parti, in definitiva è stato un bene. È stata anche l’occasione per
puntualizzare il comportamento della Civica Amministrazione, la
quale aveva emanato un’ordinanza la cui realizzazione non risulta
ancora completata. Ciò riguarda il controllo e il monitoraggio
dell’installazione (compito che l’Ordinanza del Sindaco affidava alla
Polizia Municipale), la sua ricaduta sugli abitanti, la gestione stessa
dei cancelli, ma riguarda anche il mancato coinvolgimento di tutti i
residenti della zona di Santa Brigida. E non si è persa nemmeno
l’occasione per lamentare la lunga e pregressa latitanza delle Forze
dell’Ordine, più volte chiamate ed invocate a pattugliare, almeno
una volta per notte, una zona notoriamente frequentata da persone
che consumano o spacciano droga.
Bisogna dire che tutti e tre i rappresentanti istituzionali intervenuti
hanno apprezzato l’iniziativa dei condomini del civico 15 di piazza
Santa Brigida, i quali hanno in qualche modo provvisoriamente
coperto quell’assenza di controllo, che avrebbe dovuto consentire di
verificare se i cancelli producevano solo uno spostamento in loco dei
tossicodipendenti o l’auspicato loro allontanamento. Hanno
promesso, nell’ambito delle competenze di ciascuno, di adoperarsi
perché la sorveglianza e il monitoraggio vengano eseguiti.
Il Dott. Sasso, che come funzionario ha seguito tutto l’iter
burocratico e operativo relativo ai cancelli, ha cercato di dare una
valida spiegazione del modo di agire della Civica Amministrazione:
per quanto riguarda il mancato coinvolgimento di tutti i residenti lo
ha giustificato con la mancanza, da parte di questi ultimi, di qualsiasi
esposto in senso contrario a quanto richiesto dai condominii oggi
chiusi dai cancelli; a proposito della convenzione che il Comune ha
siglato, senza darne notizia, con quegli stessi condominii, si è
limitato a rilevarne il normale carattere di “prassi abituale” in simili
circostanze. Non ha tuttavia sfiorato la questione sollevata qui,
riguardante un dovere pubblico, quello dell’informazione e della
richiesta di ampia partecipazione in decisioni che in ultima analisi
riguardano tutti.
Se l’Assessore Morettini ritiene la collocazione di cancelli solo
“un’efficace premessa per passare poi a più significativi interventi di
natura strutturale” e quindi non “definitiva ed esclusiva”, l’Assessore
Scidone – che dice di non essere a priori contrario all’idea dei
cancelli – si preoccupa di entrare nel merito dei contrasti e dei
problemi che agitano gli abitanti: orario di chiusura e apertura dei
cancelli, possibilità e opportunità di dotarli di citofoni, oneri di
gestione e altro ancora.
E’ in questo clima che si concretizza l’idea di formulare un
questionario – da rivolgere a tutti i residenti della zona – che dia
loro il modo di esprimersi sui problemi sollevati. Salvo restando il
fatto che in generale è stata riconosciuta la validità dei cancelli per
la soluzione ad un lungo disagio, viene chiesta anche una generica
opinione sulla presenza di cancelli ovunque essi vengano installati o
proposti. Troverete il questionario come allegato del nostro
giornalino; preghiamo tutti i nostri lettori di compilarlo e di farcelo
avere nel minor tempo possibile, secondo le indicazioni contenute
nel questionario stesso.
Entrambi gli Assessori riconoscono che i cancelli sono una risposta
immediata ad una emergenza che non tollerava ulteriori indugi, ma
Pag.3
la soluzione vera del
problema
passa
attraverso
la
riappropriazione
del territorio da
parte di chi ci vive.
Torna quindi sul
tappeto
quella
proposta
socioculturale sulla quale
il nostro Comitato e
il
Circolo
Vega
hanno tanto lavorato negli anni scorsi, investendovi le loro risorse
umane e relazionali: percorso turistico illustrato, visite guidate e
soprattutto eventi capaci di creare cultura, di dare un vissuto al
territorio, di
offrire momenti positivi di aggregazione e
socializzazione. Non hanno mancato di parlare anche di quegli
interventi di manutenzione che contribuiscono a ridare decoro e
dignità al tessuto urbano circostante. Morettini auspica la
formulazione di un progetto completo che non dimentichi le attività
sociali rispetto alla tossicodipendenza, preveda la creazione di spazi
ed iniziative, sino ad arrivare agli indispensabili interventi di
riparazione delle creuze mal ridotte. Scidone individua nella
occupazione positiva del territorio e nelle iniziative socio-culturali il
compito stesso del Comune, che dovrebbe fare sicurezza in questo
modo e promette il suo appoggio in questa direzione. Non dimentica
però di rilevare l’inadempienza del Comune riguardo alle misure che
dovevano essere il corollario della collocazione dei cancelli, e si
propone di richiedere alla Polizia Municipale e a quella di Stato, una
risoluta applicazione delle forme di controllo e monitoraggio
promesse e previste.
Vogliamo ancora ricordare che l’Assessore Scidone, nell’affrontare il
problema sicurezza, aveva citato un’esperienza in atto a New York,
dove proprietà immobiliare, commercianti e amministrazione
pubblica si sono riunite in iniziative tendenti alla sicurezza, nelle
quali ciascuna delle parti si assume l’onere di una quota del costo.
Il Presidente del Municipio, Aldo Siri, dopo aver promesso il suo
impegno per migliorare la vivibilità del nostro quartiere, ha spiegato
in che cosa consiste la novità del Municipio rispetto alla vecchia
Circoscrizione, quali siano le sue competenze e i suoi limiti: in
sostanza il Comune ha trasferito ai Municipi l’onere della
manutenzione ordinaria della zona che rappresentano, insieme ad
uno stanziamento, la cui misura dipende dalle possibilità del bilancio
comunale. Peraltro prosegue la funzione mediativa del Municipio fra
cittadini e Amministrazione centrale per qualsiasi altra esigenza di
carattere straordinario. Il Presidente si è proposto di attivare
assemblee di quartiere e aprire punti di ascolto nelle varie zone del
territorio. È così che intende instaurare un rapporto vivo e diretto
con la gente, fatto di collaborazione, consigli e suggerimenti.
Quando ha ricordato le origini della sua famiglia, è venuto meno
ogni tono burocratico, per lasciar posto ad una simpatica figura che
apprezza la schiettezza e la sincerità degli abitanti del centro storico
in mezzo ai quali si sente a suo agio, proprio come nell’occasione
presente, nella quale emerge l’attaccamento e l’amore dei residenti
per il proprio quartiere.
Naturalmente si è tornati sull’argomento cancelli: da un lato sono
sembrati tutti d’accordo nell’attribuire loro il merito di aver posto
fine al disagio degli abitanti di Salita Famagosta, dall’altro si è
riaccesa una conflittualità che ha rischiato di far ricadere il dialogo
nell’invettiva e nel rancore. Il Presidente ha invitato a ricomporre i
rapporti, promettendo il suo aiuto per ritrovare un percorso di
condivisione ed intesa. Si è parlato poi degli interventi più urgenti di
diretta competenza del Municipio cioè di quegli interventi di
manutenzione ordinaria che attendono da un pezzo e per i quali
risultano già stanziati i fondi attraverso il Progetto Regionale “Santa
Brigida sicura e vivibile”. Il Presidente Siri a questo proposito si è
detto disponibile ad interessarsene personalmente, proponendosi di
convocare al più presto le aziende, AMGA, AMIU e ASTER, che
dovranno porvi mano.
RIFIUTI INGOMBRANTI: “ECOVAN”
Già da tempo, dietro richiesta e sollecitazione del Circolo Vega e
del Comitato di Quartiere, l’AMIU ha istituito, anche per la nostra zona, il
servizio di ritiro dei rifiuti ingombranti.
Ogni secondo sabato del mese, infatti, dalle ore 9 alle 11,30 circa un
autocarro dell’AMIU – l’ECOVAN – fa sosta in Piazza Santa Brigida e carica
tutti gli ingombranti di cui i residenti vogliono disfarsi. Servirsi di questa
opportunità è un comportamento civile, proprio del buon cittadino, che
collabora per il mantenimento del decoro del proprio quartiere. A meno
che non si preferisca l’illegalità e l’indecenza, questo tipo di smaltimento
presenta delle alternative molto meno agevoli: o il trasporto sino al
piazzale antistante l’azienda in Lungobisagno Dalmazia con un proprio
mezzo, o chiamare l’azienda stessa per il ritiro a domicilio, servizio che
comporta però un costo non indifferente.
La cosa più semplice è dunque quella di servirsi dell’ECOVAN: non costa
UN PO’ DI STORIA:
Edifici e strutture
conventuali
Antiche piante e vedute della vecchia
Genova indicano con precisione l’area di
pertinenza della chiesa di Santa Brigida e
degli
edifici
conventuali:
al
centro
l’imponente luogo di culto, mentre lungo le
attuali Salite Famagosta e Montebello si
collocavano le strutture abitative: dormitori,
cucine, refettorio e tutti quei locali di servizio
che rendono autonoma la vita che si svolge
in un monastero.
Se la Chiesa - dopo essere stata usata come
officina e come filanda - fu completamente
rasa al suolo a metà dell’800, conservando
in alzato solo le possenti mura esterne e
l’abside rettangolare, gli altri edifici vennero
destinati ad usi civili già molto presto
rispetto all’abbandono da parte delle ultime
monache.
Il complesso edilizio formato attualmente dai
numeri civici 25, 25a, 27 e 29 di Salita Santa
Brigida corrisponde all’antico dormitorio
femminile del convento. Da un censimento
parrocchiale dell’epoca risulta che già nel
1804 vi erano presenti degli inquilini. Ora,
all’interno di un appartamento al piano
nulla ed è per così dire “sotto
casa”, non comporta più fatica di
quanta ce ne vuole per trascinare
reti da letto, materassi, sedie e
mobili di cui ci si vuol liberare, e
abbandonarli in strada, sia pure
accanto ai normali cassonetti che
a volte non sono più raggiungibili
a causa di ciò che la gente vi
porta. Ciò serve soltanto a rendere più complicato il lavoro degli
operatori ecologici e più squallido l’aspetto del quartiere.
Perciò vi invitiamo a dare un segnale di civiltà e di buona educazione,
approfittando del servizio messo a disposizione dall’AMIU, affinché non
si debbano più vedere le nostre creuze ingombre di vecchi oggetti e di
ogni genere di ciarpame.
terra del civico 25
si conservano
- oltre a resti di
muri e arcate della
primitiva struttura delle decorazioni
pittoriche che
risalgono, appunto,
ad un primo
ottocento.
La ristrutturazione dell’intero edificio per
portarlo allo stato attuale, avvenne però a
metà circa di quel secolo. Ora siamo in
grado di affermare che il dormitorio delle
monache ebbe una fase ottocentesca …di
tutto rispetto.
L’edificio, infatti, attirò l’attenzione di un
famoso artigiano del mobile, l’inglese Henry
Thomas Peters, che,
giunto a Genova verso
il 1817, voleva
fermarvisi e aveva bisogno di locali dove
collocare e lavorare i legni pregiati,
provenienti dall’estero, di cui si serviva
per i mobili artistici che produceva.
Prese in affitto, quindi l’intero edificio
che a quel tempo si affacciava ancora su via
Balbi. Il grandioso laboratorio che ne risultò
si può ammirare graficamente realizzato
su un foglio promozionale
in cui lo stesso
Peters illustrava
la sua attività
e offriva la sua
produzione di
mobili di alta
qualità. In tale
disegno il
dormitorio delle monache conserva ancora
l’aspetto originario, su due livelli e con due
arcate anteriori nella parte centrale e tre
livelli in quelle laterali. Le puntuali
corrispondenze con quanto vi è oggi, sono
desumibili dalla lettura del disegno.
Dobbiamo il ritrovamento di questo per noi
prezioso documento all’interesse per i mobili
antichi che ha portato la Sig.ra Massimiliana
Mulas - titolare del negozio “Mumä–Non solo
tè”, in Piazza Truogoli di Santa Brigida, 8 all’Archivio Storico del Comune di
Genova, dove il foglio si trova insieme
ad una serie di documenti riguardanti
l’atélier del Peters. Alla Sig.ra Mulas,
che ce ne ha fatto parte, va il nostro
sentito ringraziamento.xxxxxxxxxx
DOVE PRENDIAMO I FONDI
Abbiamo fatto un
CALENDARIO !
È il risultato di una collaborazione che ha visto
insieme Il Circolo Vega, il Comitato Santa Brigida,
l’Associazione La coscienza di Zena, il Consorzio dei
Commercianti di Piazza dei Truogoli e altre persone
o associazioni. Lo scopo è stato quello di
abbracciare in un unico lavoro l’intero storico Borgo
di Pré, di vederne l’unitarietà in quel che resta
dell’antico, in quel che si è salvato con gli interventi recenti, presentandone
le realtà e le risorse per vedere meglio dove è necessario intervenire.
Dai bastioni al mare, quindi, si snoda un itinerario ideale che percorre tutto
il Borgo mettendo in congiunzione i due estremi, i poli museali del Castello
D’Albertis – oggi sede del Museo delle Culture del mondo – e il Galata –
Museo del mare e della Navigazione.
Vi sono raffigurati molti angoli caratteristici e significativi della storia del
Borgo, ma anche le moderne realizzazioni e peculiarità della zona – come
l’impianto integrato dell’ascensore Balbi-Monte Galletto. Ogni immagine è
corredata da uno scritto che ne spiega il significato, o ne racconta la storia
o ne illustra l’attività.
È stato distribuito non proprio capillarmente (i tempi erano proprio stretti)
ed è stata proposta un’offerta libera e volontaria a beneficio delle attività
del Comitato e soprattutto del restauro del grande arco di Salita Santa
Brigida. È ancora disponibile e ci farebbe piacere consegnarlo a chi non lo
avesse ”incontrato” e desiderasse averlo e conservarlo.
Pag.4
La nostra attività, del tutto volontaria, e quella del Circolo
Vega che si basa anch’essa essenzialmente sul volontariato,
non consentirebbero certo di realizzare iniziative come
queste, in cui i costi non sono le persone, bensì gli
indispensabili materiali di impiego, come ad esempio gli
oggetti che hanno costituito i premi del concorso, o i colori e
i supporti con relative protezioni per i pannelli del Klee.
Questi costi vengono in parte supportati dal Progetto
Regionale, ormai concluso, “Santa Brigida sicura e vivibile”,
in parte dalla Fondazione “Fabrizio De André” e dall’industria
dolciaria “Saiwa” ed in parte dalle raccolte fondi organizzate
dal Circolo Vega e dal Comitato Santa Brigida in varie
occasioni, come quella della distribuzione del calendario del
2008 “a.Pré.stO”.
FONDAZIONE
FABRIZIO DE ANDRE’
ONLUS
Per il pieghevole GENOVA NASCOSTA – le creuze di Santa
Brigida dai bastioni al mare, – da noi realizzato in formato
digitale nel testo e nelle immagini, a completamento del
percorso turistico – abbiamo ottenuto una sovvenzione
pubblica da parte dell’Assessorato ai musei. La cartolina
“benvenuti in Santa brigida” è stata finanziata dall’allora
Circoscrizione I Centro-Est.
PREMIAZIONE DEL PRIMO CONCORSO A PREMI “SANTA BRIGIDA” E
ESPOSIZIONE DEI PANNELLI ILLUSTRATI DAGLI ALUNNI DEL “PAUL KLEE”
Presso l’ex Oratorio delle Cinque Piaghe, in via delle Fontane, che attualmente ospita le attività del Circolo Vega, si è concluso il 7 dicembre
dello scorso anno il Primo Concorso “Santa Brigida” con la premiazione degli autori delle opere
vincenti, secondo il verdetto della giuria, i cui componenti sono stati:
Aldo Siri, presidente del Municipio 1 – centro est
Ornella Cocorocchio, dell’Associazione “La coscienza
di Zena”
Fausto Ferraiuolo, dell’Associazione “Contemporart”
Gustavo Giacosa, dell’Associazione Contemporart”
Riccardo Ferrari, dell’Associazione “Anonimedia”
Franco Paolo Oliveri, Professore di Filosofia al Liceo
classico Doria
Antida Gazzola, Docente della Facoltà di Architettura
Claudio Muci, Esperto di Comunicazione
Emanuela Sciutto, del Circolo “Vega”
La partecipazione al concorso è stata buona, ma non tutte le categorie di opere previste erano
rappresentate; pertanto la Giuria ha deciso di scegliere le opere migliori in senso assoluto e di
premiarne gli autori.
In ordine i premi sono stati assegnati a questi lavori:
Iº premio, per la fotografia che riprende un vecchio cancello chiuso in via di Balaclava, in
cui era stata inserita un’immagine religiosa, alla Sig.ra Rita Rossi, esperta di botanica,
guida turistica, molto osservatrice e appassionata di fotografia
L’opera prima classificata al
IIº premio, per un racconto ambientato nella Salita Santa Brigida, definibile come di
concorso
genere pseudo-fantasy, ma anche un po’ non-sense, onirico introspettivo, ad Eleonora
Marocchini, studentessa quindicenne del Liceo Classico Colombo
IIIº premio, per un’altra bella fotografia scattata durante la rappresentazione dello spettacolo itinerante per le creuze di Santa
Brigida, allestito dalla compagnia del Circolo Vega “Teatro OrtaeT” e ispirato alla figura della Santa e alla vita che si svolgeva
nell’antico convento. La foto riprende gli attori in un angolo molto caratteristico del nostro quartiere, dove le persistenze degli
edifici conventuali vengono riutilizzati nella ristrutturazione ottocentesca. È stata scattata dal Sig. Marco Pezzati, notevole
intenditore di fotografia, al quale è andato il premio.
I premi consistevano in altrettante fotocamere digitali, corredate di stampante; a tutti i partecipanti al
concorso presenti alla premiazione è stato consegnato un libro: Enrico Pedemonte-Vincenzo
Tagliafico, Genova per chi, edito e offerto da Fratelli Frilli Editori.
Nell’occasione sono stati presentati i primi sette pannelli realizzati dagli allievi della seconda classe del
Liceo Artistico Paul Klee, sotto la guida del Professor Franco Bufarello. Rappresentano aspetti della
vita e delle attività che si svolgevano nelle comunità religiose di un tempo, quando il convento
tendeva ad essere autosufficiente ed a produrre i necessari beni di consumo.
All’iniziativa avevamo accennato già nel primo e sinora unico numero de “La Voce del Quartiere” e se
ne trova notizia anche sul nostro sito. L’idea si deve al Dott. Roberto Balestrino, membro del Comitato
di Santa Brigida, che si è messo personalmente in contatto con la scuola, ottenendone la
collaborazione. Lo stesso Balestrino, insieme a Maria Antonietta Alberti, basandosi anche su
documenti specifici riguardanti il Monastero di Santa Brigida, ha fornito illustrazioni e immagini
dell’epoca, alle quali i giovani artisti potessero ispirarsi per illustrare la vita dell’antica comunità
conventuale. Il risultato di questa iniziativa potrà essere valutato ed apprezzato fra breve, in quanto si
sta procedendo alla posa dei pannelli in alcuni punti delle creuze.
Uno dei pannelli realizzati dagli allievi del Klee
DEVIANZA E REINSERIMENTO:
occupiamoci anche del disagio.
Anche questo numero del nostro giornale è ricco di informazioni e notizie
sul nostro amato quartiere. La voglia di migliorare il contesto in cui
viviamo, attraverso proposte costruttive e condivise, è il principale motore
del Circolo Vega e del Comitato di Santa Brigida. A questo proposito ci fa
piacere spendere qualche parola rispetto alle attività solidaristiche e
sociali che nel nostro quartiere si affiancano e si integrano a quelle
culturali e di animazione. Ricordiamo che presso la sede del Vega e del
Comitato, risiede anche "il Nodo Parlato" primo ed unico ente che in
Liguria si occupa di Mediazione Penale, offrendo sostegno alle vittime di
reati ed incontrandone gli autori, nella prospettiva di una riconciliazione e
di una riparazione del danno inferto alla vittima o, in senso lato, alla
società. Il Circolo Vega si occupa anche del recupero di ragazzi che hanno
commesso reati, intervenendo tempestivamente dopo il primo fatto
deviante, in modo da prevenire la recidiva. Così capita spesso che ragazzi
che hanno commesso "errori di percorso" si ritrovino ad offrire un proprio
contributo alle attività di animazione e rilancio del quartiere. Crediamo
che questo sia un bell'esempio di coinvolgimento di persone che molto
spesso si tende ad emarginare o affrontare, anteponendo la logica
punitiva a quella di reinserimento e riparazione. Anche rispetto ai
tossicodipendenti il Circolo Vega ha voluto evitare la scorciatoia, peraltro
illusoria, della loro eliminazione. Così una parte dei locali di via delle
Fontane (altra sede del Circolo), ospita il servizio Drop-in "la Boa",
gestito dall'Associazione Afet Aquilone Onlus.
Pag.5
L'attività consiste nell’offerta di un primo sostegno ai tossicodipendenti:
un pasto, la possibilità di lavarsi e usufruire di una lavanderia.
Ovviamente ciò vuole essere soprattutto un “appiglio” per orientare
queste persone verso il contenimento del danno nei confronti di se
stessi e degli altri, auspicando di rafforzare le prospettive di
disintossicazione.
Sempre in materia di droga, il Comitato Santa Brigida e il Vega hanno
realizzato un convegno (di cui si potranno vedere le riprese sul sito),
dal titolo "Droga e Alcool - Conseguenze dell'uso e dell'abuso" con lo
scopo di acquisire competenze sul problema e sulle risposte adottate in
contesti diversi. Insomma, l'intento è quello di comprendere i fenomeni
per proporre soluzioni che superino le sterili contrapposizioni
ideologiche e la tendenza ad esprimersi senza cognizione di causa
sull'argomento.
In definitiva, forse in controtendenza con la consuetudine di
proteggere il proprio "orticello", vorremmo che del miglioramento del
contesto fossero attori e destinatari anche coloro che vivono in una
condizione di disagio ed emarginazione.
F.G.
Archivolto di S. Brigida:
immagine tratta da
“Genova (in)visibile” di
Silvia Ambrosi.
Il nostro Comitato: PARLIAMO DI PERSONE.
Un comitato, si sa, è fatto di persone, persone diverse fra loro che hanno però qualche interesse comune. Nel nostro, c’è un po’ di tutto:
giovani, anziani, impiegati, pensionati, artigiani e anche qualche individuo che senza eufemismi si definisce decisamente vecchio, quindi uno
che poco può dare, se non la propria esperienza di vita e prendere molto, invece, come quel senso di continuare a vivere per qualche cosa,
di essere magari ancora un po’ utile a quella comunità di cui si sente parte. Vi sembra patetico? Non lo è e noi lo verifichiamo qui, al nostro
interno. Queste persone vogliamo cominciare a farvi conoscere, un po’ per scherzo e un po’ sul serio.
Uno dei primi. Il quartiere gli deve molto, è stato sempre presente alle
riunioni qui in loco e in quegli uffici comunali che sembrava volessero
occuparsi dei nostri problemi, delle nostre prospettive e delle nostre
proposte, non ha mai mollato ed è per noi tutti un esempio di tenacia e
perseveranza: Eccolo:
In poco tempo infatti giungeranno
non una, ma tre birbe,
prima le due, l’altra dopo un anno,
e ora… se le sorbe
Il suo nome è Pietro, Pietro Ghio
Ma poi lo chiaman Gianni
gli amici e lui risponde: sì son io,
da più di sessant’anni.
Quando di Stato eran le Ferrovie,
curava gli orologi
e non faceva far loro follie
e riceveva elogi.
quando va a far quel ch’è il suo dovere,
occuparsi di loro,
se c’è bisogno, anche giornate intere,
ad ascoltare il coro.
Un bimbo perché chiamarlo Pietro?
Un nome tramandato
dal nonno al nipote, avanti e indietro,
ormai è superato.
Già allora, come ancor adesso
lo porti al bar e chiede
‘n toccu de fugassa cu vin giancu;
così sempre succede.
Il quartiere da lui si aspetta ancora
quel che lui sa dare:
comunica con tutti e si accalora
mentre si dà da fare.
E Gianni dondolando appena un po’
puntuale sempre arriva,
magari aspetta, ma no, lui non può,
…fermarsi sulla riva.
Al Comitato ancora lui propone
di offrir della focaccia
col vino bianco, in ogni occasione,
qualunque tempo faccia.
È simpatico e gli vogliamo bene;
se qualche volta appare
giù di corda – e ne ha le tasche piene
–“Gianni, non ti crucciare”
Ne andrebbe della sua attività,
quella che gli ha dato
una pensione e la puntualità.
Quale dunque il passato?
“Mancu ‘n nevettu”, lui si lamentava
un po’ di anni addietro,
quando ancora non immaginava
ci pensasse San Pietro.
bisogna dir, “non fare il brontolone,
difendiamo il quartiere,
tiriamo avanti”…Ma è sua la ragione,
son tutte cose vere.
E’ sceso in
Piazza, ha
portato il suo
“vin bianco”, era presente
quando i rappresentanti
delle
istituzioni
sono
venuti; senza scomporsi ha
detto cose essenziali, ha
ricordato promesse non
mantenute,
interventi
decisi ma non realizzati,
ecco, proprio le cose… che
lo fanno star male.
COMITATI “AMICI”: Il Cantiere del Carmine
La zona del Carmine è stata oggetto di un “Programma di Riqualificazione Urbana” (PRU) che andasse dalla chiesa e
dall’ex Abbazia di S.Bernardino, sino al caratteristico mercato davanti al quale sembra essersi arenato, malgrado il
Comune avesse già stanziato dei fondi. Ma quel programma, nato dalla volontà popolare, aveva ormai coinvolto quelle
associazioni spontanee che intendono rilanciare e rivitalizzare il quartiere, attraverso manifestazioni ed iniziative
culturali. È recente la lettura integrale delle tre cantiche dantesche – Inferno, Purgatorio, Paradiso – svoltasi nei giorni
precedenti la Pasqua, in tre punti cardine della zona: mercato, chiesa ed ex-abbazia, organizzata dalla Parrocchia e dalle
associazioni.
L’associazione della quale vi parliamo, non è propriamente un “comitato”, ma si presenta come un “CANTIERE” in cui
un gruppo di persone – ponendosi la domanda: “cosa dai tu alla città?” – lavora per il proprio quartiere, ma in
definitiva sente di offrire qualcosa ad una città … che, secondo un luogo comune, “non ti dà niente”. Il Sig. Stefano
Bruzzone, che opera nel “Cantiere” e che nel prossimo futuro ospiteremo ben volentieri in queste pagine, ricorda le vicende del 1970,
quando l’impegno sociale di un prete scomodo, Don Gallo, allora vice-Parroco del Carmine, non piacque alla Curia Genovese. Invano i
parrocchiani si opposero per impedirne l’allontanamento: ormai era deciso. Dalla rievocazione di questa “storica” vicenda il Cantiere è
partito con la manifestazione “Mi hanno rubato il prete – il Carmine in Piazza”: mostre fotografiche, esposizione di giornali
dell’epoca, incontri, il tutto accompagnato da pratici interventi di manutenzione del territorio. Poi ci sono state le iniziative natalizie con
al centro il “Presepe vivente” per le strade del borgo e il “Presepe …tra gli Angeli” nel mercato comunale. Attualmente il Cantiere lavora
ad un progetto di recupero dell’intero borgo e ha collaborato alla costituzione del CIV Zecca-Carmine che, a sua volta, si propone come
elemento di riqualificazione del quartiere.
In origine l’attuale zona del Carmine non era dissimile dalla nostra: ricca di acque e di vegetazione, si offriva al pascolo e alle
coltivazioni. Era conosciuta con i nomi di Pasturezza, Olivella e Giuggiola, mentre l’area specifica dove è sorta la Chiesa del Carmine era
detta “Terriccio” . La parte inferiore della zona, per la sua luminosità, era chiamata Valle Chiara. La testimonianza del legame che
esisteva fra le località di Santa Brigida e del Carmine, si trova nel termine di “Carbonara” (o Carbonaria). In documenti anteriori all’anno
1000, con questo nome si indicava la vallata compresa fra il colle Albano (Castelletto), ad est, e Montegalletto con Pietra Minuta, ad
ovest. Vi si parlava anche di torri su monte Albano (Pietra Maior) e su Pietra Minuta (Pietra Minor): un’ unica località che prendeva
nome dalle fosse, dette appunto ”carbonarie”, scavate a ridosso delle porte di città e altre opere difensive per ostacolarne il
superamento. La stessa origine toponomastica aveva il rio Carbonara, che andava a sfociare a Ponte Calvi,.
Fu in località Terriccio che un gruppo di Carmelitani ottenne dapprima in affitto una casa e poi, acquistato altro terreno, il permesso di
costruire una loro chiesa con relativo convento: il 9 giugno 1262 fu posta la prima pietra. Due Ordini diversi di Carmelitani si
alternarono nel complesso monastico, che durò sino al 1797, l’anno della soppressione degli ordini. Alla Chiesa, riaperta al culto due
anni dopo, fu aggregata la Parrocchia di Sant’Agnese, soppressa nello stesso anno e demolita poi nel 1820 per ragioni di viabilità.
L’intera zona era stata interessata dalle trasformazioni urbanistiche dovute prima alla costruzione dell’Albergo dei
Poveri, poi al tracciato della circonvallazione a monte, quando fu aperta Via Polleri. per avere una via carrozzabile dalla
Zecca e la Nunziata all’Albergo dei Poveri e oltre.
Il borgo, già nel XIV secolo, era diventato parte viva della città. I commercianti, in prevalenza droghieri e confettieri, vi
costruirono le loro abitazioni e vi esercitarono i loro commerci. Ai primi vicoli fu dato il nome della merce che vi si
vendeva: zucchero, cioccolatte, etc. Più in basso, in Vallechiara, vennero aperti laboratori e botteghe: fabbri,
cordanieri, conciatori di pelli, ma soprattutto tessitori di lana, attività che richiede abbondanza d’acqua e in cui erano
maestri i Frati Umiliati, che avevano costruito la chiesa della Nunziata con il doppio convento di monaci e suore dello
stesso ordine.
In questa parte orientale di Carbonara sorgevano altri edifici religiosi di cui restano notevoli vestigia: l’Abbazia di
S.Bernardino [foto 2], la Chiesa di San Nicolosio [foto 3] e quella di San Bartolomeo dell’Olivella (1305) [foto1] con un
monastero di Suore Cistercensi dipendenti dall’Abbazia di Tiglieto; passato alle Agostiniane, fu soppresso nel 1797. In tempi più recenti questa
chiesa fu utilizzata per proiezioni cinematografiche, mentre il convento si mutò ben presto in abitazioni popolari.
1
2
3
Pag.6
ATTIVITA’ CULTURALI:
FRATELLI FRILLI
Già da tempo è in atto
una collaborazione tra la
Casa Editrice FRATELLI
FRILLI e il Circolo VEGA
–
Comitato
SANTA
BRIGIDA, per rispondere
a quel desiderio di
cultura
che
viene
avvertito sempre più spesso anche nel
nostro quartiere.
BIBLIOTECA
E’ già in via di formazione: partita da pochi
testi esistenti o forniti da
qualche privato donatore, ha
visto crescere notevolmente
la sua consistenza proprio in
Sono piccola
virtù del fatto che i Fratelli
ma crescerò!
Frilli
gratuitamente hanno
fornito una copia di tutti i loro libri in
catalogo. Almeno quando saranno ultimati i
lavori di restauro della sede storica del Vega
e questo vi sarà rientrato, si potrà
organizzare la presentazione dei libri appena
usciti, ma non è detto che ciò non possa
avvenire anche prima nella sede provvisoria.
L’incremento della biblioteca potrà avvenire
anche attraverso libri che gli abitanti del
RECENSIONI
Sono usciti di recente
due libri che vogliamo
segnalarvi. Entrambi, in
qualche modo, hanno a
che fare con il nostro
quartiere.
Il
primo,
GENOVA
PREROMANA,
Una
città
portuale
del
Mediterraneo fra il
VII e il III secolo
a.C.,
è stato scritto dalla
più autorevole
conoscitrice del sottosuolo genovese, la Dott.ssa
Piera Melli, alto funzionario della Soprintendenza
Archeologica e pubblicato dalla casa editrice
Fratelli Frilli Non nascondiamo che il primo
impulso a parlarvene, ci è venuto dal fatto che
l’autrice abita proprio nel nostro quartiere e siamo
quasi orgogliosi che lo abbia scelto a sua
residenza, tanti anni fa. Immaginiamo che le sia
piaciuto abitare qui, non solo per la vicinanza al
suo luogo di lavoro, ma anche per quelle
caratteristiche che anche noi apprezziamo:
tranquillità e silenzio, continuità del suo vissuto,
testimonianze del suo passato. Tuttavia, questo
suo ultimo lavoro merita proprio di per sé
un’attenzione particolare, da parte di tutti i
genovesi.
Viene infatti a colmare un vuoto nella storia della
nostra città, dalle origini sino al suo ingresso
nell’orbita di Roma. E’ un periodo sul quale solo
l’archeologia può proiettare la sua luce, in
mancanza di fonti scritte. L’autrice di questo libro
lo fa in maniera mirabile, leggendo in ogni
scoperta e provenienza dal sottosuolo genovese
tutti i dati oggettivi e le notizie certe che se ne
possono trarre.
In questo modo accompagna il lettore in un
viaggio che va alla scoperta della città: la sua
primitiva nascita e lo sviluppo determinato
dall’insediamento etrusco; la crescita e il
raggiungimento di un benessere attraverso le
attività materiali – soprattutto commerciali e
marittime – che vi si svolgevano; gli scambi
culturali e gli apporti di civiltà maggiormente
strutturate; le possibilità offerte dalla naturale
conformazione dell’arco costiero, ma anche dalla
facilità di penetrazione verso l’interno. Tutto
questo
ed
altro
ancora
(abbigliamento,
alimentazione, struttura sociale, scrittura) in un
linguaggio capace di giungere a tutti, senza
esclusione dei “non addetti ai lavori”, ma anche
senza
mai
cedere
alla
congettura
e
all’immaginazione.
Insomma, è un libro da
leggere, ma anche da tenere in mano, da sfogliare,
perché dotato di un pregevole apparato grafico e
illustrativo.
M.A.A.
quartiere vorranno prendere dal loro scaffale
per farne dono al loro Comitato di
quartiere,il quale si riserva di accettarli dopo
averne preso visione – recandosi a domicilio
– ed aver verificato che abbiano interesse…
Non vorremmo essere sommersi soltanto da
vecchi e superati libri scolastici! La nostra
sarà una biblioteca pubblica a tutti gli effetti,
aperta alla consultazione e al prestito.
VIDEOTECA
Anche questa è in fase di formazione e
dispone già di circa quindicimila titoli.
Anche le videocassette saranno disponibili
per la visione in loco, o per il prestito.
Il secondo, invece, vuol ricostruire un’immagine della Genova quattrocentesca e ci interessa
molto perché riproduce in modo suggestivo anche tutta la nostra zona. Si tratta di Ritratto di
Genova nel ‫ۥ‬400 – veduta d’invenzione, di Ennio Poleggi e Isabella Croce, edito dalla
Sagep.
Nel titolo vi è già l’anticipazione del lavoro che sta alla base di questa nuova immagine della
nostra città. Con una operazione che potrebbe suscitare qualche riserva, gli autori delineano
questo ritratto, partendo dalla celebre veduta di Genova eseguita nel 1597 da Cristoforo De
Grassi, per incarico dei Padri del Comune, affinché non si perdesse memoria di una
precedente immagine della città, ormai rovinata dal tempo di autore anonimo. In pratica il De
Grassi riprodusse fedelmente una veduta che risaliva ad oltre un secolo prima, come
suggeriscono le insegne della flotta genovese rappresentata nel porto e che ricorda la
spedizione di Otranto contro i Turchi del 1481.
Nel testo di Poleggi-Croce, là dove si riporta integralmente il cartiglio che si trova sulla destra
in basso della veduta del De Grassi, compare, ci sembra, un malaugurato errore di stampa
che riguarda l’anno in cui la copia venne commissionata dai Padri del Comune: l’anno che
compare nel cartiglio è il MDXCVII, ma nel testo viene invece riportato l’anno MDXLVII e ciò
può creare un po’ di confusione in chi non abbia avuto occasione di osservare direttamente la
veduta del De Grassi che, ricordiamo, è esposta al Galata, Museo del mare e della
navigazione.
A parte questo, gli autori hanno ricostruito il “Ritratto di Genova nel ’400” avvalendosi di
lunghe ed approfondite indagini documentarie e di altre fonti grafiche dell’epoca, non tendenti
a dare una veduta d’insieme della città, bensì a fornire specifiche indicazioni sulle proprietà e
attività commerciali e artigianali. Nel titolo del libro viene indicato chiaramente il fine ultimo di
questo lavoro, che viene raggiunto attraverso la stretta collaborazione dello studio grafico
Croce&Zibordi e Poleggi. La ricerca era iniziata in occasione delle celebrazioni del 2006 per il
cinquecentenario della nascita di Cristoforo Colombo, quando si vollero individuare i luoghi
che lo videro bambino e giovinetto. Da tali precedenti ha cominciato a prender forma,
quartiere per quartiere, un’immagine inedita – plausibile se non reale – della Genova
quattrocentesca che è stata chiamata “Ipergrassi”, in stretta relazione con la storica veduta da
cui proviene.
Ma veniamo a noi, cioè alla zona in cui sorse il
Monastero di Santa Brigida. La particolare tecnica
adottata
per
realizzare
questo
“ritratto”
(puntualmente descritta dalla coautrice Isabella
Croce) consente al nostro complesso monastico di
elevarsi a ridosso della parte abitata del borgo di Pré
con notevole precisione e verosimiglianza: si
distinguono molto bene la Chiesa – ovviamente – e gli
edifici conventuali, il dormitorio dei frati, quasi un
prolungamento della chiesa a sinistra, il dormitorio
delle monache proteso verso le mura difensive e altri
edifici alle spalle della chiesa, fra cui era certamente il
refettorio, ancora in piedi e attualmente in fase di
restauro. Il tutto appare ben distinto dall’abitato laico
– a cui è collegato da una strada terminante davanti
all’arco con cancello d’ingresso, strada che è l’attuale
Salita Santa Brigida – e immerso nella villa o zona
verde che lo circondava.
Per noi che conosciamo bene la zona questa
immagine risulta particolarmente familiare, perché i dormitori sono tutt’ora in piedi anche se
ristrutturati entrambi, più pesantemente quello maschile in quanto danneggiato dai
bombardamenti dell’ultima guerra, rialzato di due piani quello femminile.
Ad ogni sezione dell’Ipergrassi – suddivisa per quartieri da ponente a levante – seguono le
schede relative alle strutture identificate e rappresentate. Quella che riguarda la Chiesa e il
monastero di Santa Brigida – quasi non ne fosse rimasto nulla – ci sembra un po’ troppo
povera data la grandiosità del luogo di culto e di ritiro, di cui le notizie non mancano e che ha
lasciato comunque il nome a tutto un quartiere.
Certo lo scopo di questa pubblicazione è ben altro e tanto basta per farci apprezzare
l’importanza di un lavoro e di uno studio che ha visto collaborare tante persone per dare ai
genovesi – e non solo a loro – la rappresentazione più antica della nostra città.
M.A.A.
Pag.7
LE PARROCCHIE E I LORO PARROCI
San Carlo, San Sisto, San Giovanni: tre parrocchie, tre punti di riferimento per il nostro quartiere, ma anche tre identità definibili, ma non diverse,
che trovano una loro unità, non solo nel territorio, ma anche e soprattutto nella figura dei tre sacerdoti ai quali sono affidate. Non ci sembra un
caso, infatti, che questo compito sia stato assegnato, ormai da molti anni, non a tre figure generiche di sacerdoti, bensì ad una comunità religiosa,
la ”Fraternità della Santissima Vergine Maria”. E’ questo l’Ordine cui appartengono i nostri tre Parroci.
Ma anche in questo ambito, vi è stato, nell’ultimo anno qualche cambiamento: l’avvicendamento di due di loro.
Padre Marco Maria, infatti, ha lasciato
la Parrocchia di San Carlo per svolgere
altri
compiti
assegnatigli
dalla
Fraternità: lo ricordiamo con affetto e
gratitudine e da queste pagine
vogliamo rivolgergli un saluto ed un
augurio.
Al suo posto, dall’ottobre scorso, a
reggere questa Parrocchia è stato
chiamato Padre Gabriele Maria.
Insieme alle responsabilità parrocchiali,
lo attendeva anche un annoso
problema pratico, quello di una grossa
infiltrazione d’acqua sotto la cripta
della chiesa, dovuta alla presenza di
uno dei tanti rivi coperti e incanalati
dai Balbi nel ‘600, quando aprirono la
loro strada e che hanno dato non
pochi grattacapi ai governanti genovesi
nel corso dei secoli. Questi lavori
fortunatamente ora sono terminati: è
stato fatto tutto quanto era possibile,
considerato che la chiesa è stata
costruita in pendenza e alle falde di
una collina in cui i corsi d’acqua sono
stati sempre copiosi.
Padre Gabriele ha però avviato anche
altri progetti nella chiesa. Si tratta del
restauro della parte marmorea e degli
stucchi del coro, nonché dell’impianto
di illuminazione. Qui si parla di costi
notevoli che la Parrocchia, da sola, non
può certo sostenere. Quindi Padre
Gabriele si sta adoperando per trovare
una adeguata sponsorizzazione, come
ormai è prassi abituale. Gli auguriamo
un buon successo, specie in un
momento da tutti definito difficile.
Lavori a San Carlo
Padre Gabriele, nonostante questi
impegni di natura pratica, è riuscito ad
organizzare in modo positivo le attività
consuete della parrocchia, come la
distribuzione mensile di un modesto
quantitativo di prodotti alimentari – di
cui si occupa un piccolo gruppo di
volontarie – o le attività musicali e gli
incontri spirituali, cercando in tutti i
modi di incrementare i rapporti e i
contatti con i parrocchiani. È anche
una persona di grande cultura, come
del resto tutti i Confratelli dell’Ordine,
ed è forse interessante sapere che,
proprio nel territorio dove un tempo
sorgevano la Chiesa e il Convento di
Santa Brigida, sia giunto un Sacredote
che della Santa e delle sue opere è un
grande conoscitore.
Diamogli
dunque
un
caloroso
benvenuto.
Padre Maurizio Maria è, dall’aprile dello Padre Rinaldo Maria, invece, continua ad occuparsi – e a
scorso anno, il Parroco di San Giovanni. profondervi le sue energie – del territorio parrocchiale che fa
Questa chiesa, che potremmo definire la capo alla Chiesa di San Sisto. Nemmeno qui la vita è facile, i
più preziosa delle tre quanto a storia e problemi sono analoghi a quelli cui abbiamo accennato a
struttura, è legata sin dall’origine alla proposito di San Giovanni. Padre Rinaldo li conosce bene da
funzione del complesso “ospitaliero” della tempo, essendo tra noi ormai da una diecina d’anni. Ha visto
Commenda, complesso che, attualmente, più volte l’illegalità e la violenza causate anche dallo spaccio
fa capo a tre diverse entità: la Chiesa di droga, l’abusivismo abitativo e lo sfruttamento delle
stessa, i Cavalieri di Malta e il Comune di miserie di chi cerca un alloggio da parte di proprietari di
Genova; il suo Parroco si trova in qualche case fatiscenti, privi di scrupoli. La realtà territoriale nel
modo al centro dei loro rapporti, corso degli ultimi anni ha subito un ulteriore disagio,
trattandosi di spazi adiacenti con accessi avvertito soprattutto dai commercianti, molti dei quali hanno
comuni. Nel settore pubblico di questo scelto di chiudere o intendono farlo, di fronte alla presenza
complesso è prevista l’apertura di un sempre più massiccia di etnie diverse, che tendono a
nuovo museo dedicato alla Genova sostituire le vecchie botteghe tipiche della via con esercizi
medievale, in cui saranno riunite le nuovi, come nuovi sono i consumatori e le loro abitudini
testimonianze storico-artistico-architetto- alimentari. I problemi della strada – e la realtà del tessuto
niche di un periodo così importante nella economico e sociale – sono stati messi in ottima evidenza
storia cittadina. Padre Maurizio si augura dallo stesso Padre Rinaldo dalle colonne del Settimanale
che questo progetto diventi operativo. La Diocesano nel settembre del 2007, quando ricordava ai
sua realizzazione, con un inserimento più genovesi la celebrazione della festa patronale.
convincente nel patrimonio artistico e
Parliamo un po’, allora, di
turistico cittadino, potrebbe contribuire,
questa Chiesa, anch’essa
attirando maggiore attenzione sulla zona,
antichissima al pari di San
ad affrontare le difficoltà che essa
Giovanni, ma indubbiamente
presenta.
oggi meno nota ai genovesi.
L’immigrazione ne ha infatti cambiato in
Risale alla fine dell’ XI
gran parte la popolazione. In questo
secolo la costruzione della
settore più occidentale del Borgo di Pré –
prima Chiesa, intitolata al
ormai popolato quasi esclusivamente da
Santo Papa Sisto II martire,
immigrati in cerca di accettabili condizioni La prima chiesa (dipinto-XIV sec.) che pare fosse sbarcato qui
di vita – vi è una prevalenza di persone (ricordiamo che a quei tempi Via Prè costeggiava la riva)
provenienti dal Sud-America, la cui proveniente dalla Spagna per recarsi a Roma. Si era nel III
devozione,
pur
nell’ambito
del secolo della nostra era, nel pieno delle persecuzioni volute
cattolicesimo, può assumere aspetti che dall’Imperatore Valeriano; eletto Papa, Sisto guidò la Chiesa
denunciano la tendenza a conservare per un solo anno. Fu infatti sorpreso nelle catacombe di
ataviche pratiche sincretistiche.
La Protestato, mentre celebrava una funzione: arrestato, fu
famiglia si basa più spesso su una forma sottoposto a martirio. Il primitivo impianto medievale durò
di convivenza che non su un matrimonio; fino alla fine del ‘500, quando fu sostituito da un secondo
mentre il ruolo della donna, la figura edificio in forme gotiche. Infine, agli inizi del 1800, la Chiesa
maschile, la cura dei figli, l’ambiente seicentesca era ormai così mal ridotta, che gli abitanti stessi
esterno e l’uso della strada, rivelano sentirono l’esigenza di costruirne una nuova. Ed è quella che
mentalità e abitudini del tutto particolari. oggi possiamo vedere, e che fu detta “la Chiesa dei re”,
Se a ciò si aggiunge la modesta estrazione dopo che i Savoia ne divennero illustri parrocchiani, avendo
sociale di queste persone, insieme alle scelto a loro residenza il vicino palazzo di via Balbi,
indubbie difficoltà economiche, ci si rende acquistandolo dai Durazzo. I reali vi avevano una tribuna
conto di quanto sia arduo per un Parroco loro riservata, alla quale accedevano direttamente dal loro
portare avanti un discorso religioso e palazzo, mediante un passaggio che scavalcava via Pré.
spirituale e come siano vani i tentativi di Fu in questo periodo che si intensificò la devozione, già
intervenire nelle loro abitudini sociali e esistente almeno dal XVI secolo, per Maria Bambina. Alla
familiari. Non c’è bisogno di usare mezzi metà dell’800 infatti risale la sistemazione della cappella con
termini per definire la situazione di l’urna della Bambina, sotto alla quale fu posto il corpo del
degrado che caratterizza oggi la Piazza martire San Vittorio, donato alla Chiesa proprio dai Savoia. Il
della Commenda e che è sotto gli occhi di culto di Maria Bambina si diffuse così ampiamente che la
tutti. L’impegno del religioso, in questo Chiesa ne ebbe quasi una seconda intitolazione e divenne
contesto, è particolarmente messo alla popolare come “Chiesa della Bambina”. Tornando
prova, ma Padre Maurizio ha tutti i numeri all’attualità, non si può non citare la conclusione
per affrontare positivamente una realtà di dell’opuscolo dedicato alla Chiesa di S. Sisto dalla
questo tipo.
Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio, a
Anche a lui un affettuoso benvenuto da conclusione dei restauri condotti in questi ultimi anni. La
parte dei parrocchiani e di tutti noi.
gloria passata e la realtà attuale si trovano perfettamente
definite in queste parole: “È certamente particolare il
rapporto di contrasto che lega la chiesa dei re a via Pré,
strada tradizionalmente popolare e dove permangono
situazioni di degrado a tutti ben note. Percorrere via Pré e
affacciarsi sulla chiesa costituisce certamente motivo di
meraviglia: due mondi si confrontano e dialogano in un
reciproco scambio di valori e culture”. Forse per questo,
entrandovi, viene voglia di inginocchiarsi e di pregare.
Commenda e S. Giovanni (dal
Cabreo del 1774)
Pag.8
I LAVORI DI RESTAURO DEL REFETTORIO:
sede storica del CIRCOLO VEGA
Durante tutto l’anno sono proseguiti i lavori di restauro dell’antico
refettorio del Convento, oggi di proprietà comunale. Tutto il percorso
formato da via e salita Famagosta è stato pesantemente interessato
da questi lavori: per renderlo transitabile ad un piccolo mezzo
cingolato per iltrasporto di materiali, si è reso necessario colmare i
dislivelli delle creuze con gettate di cemento e transennare almeno
alcune parti, rendendo il meno disagevole possibile il passaggio dei
pedoni.
Non dovrebbe mancare molto al completamento di questa
ristrutturazione che restituirà al Circolo Vega la sua sede “storica”, ma
diventerà anche, per il quartiere tutto, un punto di riferimento,
offrendo occasioni di incontro e socializzazione.
È in fase piuttosto avanzata la ricostruzione dell’avancorpo già
esistente, ma demolito secondo quanto previsto dal progetto; questo
UNA STORIA FINISCE, UN’ALTRA
COMINCIA
Ha chiuso la Panteka -
Dopo dodici anni i gestori del
locale gettano la spugna.
(elaborato sulla base dell’articolo del 5 gennaio 2008 di
Francesco Pedemonte, apparso su www.mentelocale.it)
Sabato 29 dicembre 2007 la Panteka ha
aperto per l'ultima volta. Dopo dodici anni il
contratto d’affitto era scaduto e, per i
gestori, erano troppo alte le richieste del
proprietario per rinnovare il contratto. Se ne
va un locale storico che ha interessato più di
una generazione di giovani, nato come
spazio alternativo frequentato da .una
gioventù un po’ protestataria ma impegnata e pensante, che si guardava
allo scopo di rubare meno spazio alla creuza in quel punto ed
inserire il corpo moderno nel cortiletto laterale, facendogli
assumere l’aspetto di un piccolo giardino pensile da attrezzare con
un po’ di verde ed una o due panchine; potranno accedervi gli
abitanti del quartiere ma anche eventuali turisti il cui passaggio si
auspica da tanti anni. Non ci stancheremo mai di dire quanto
abbiamo lavorato a questo progetto, e quanto siamo rimasti delusi
dalle promesse mai mantenute dagli Enti Pubblici.
Ci auguriamo che l’inaugurazione possa avvenire al più presto
(sono già stati abbondantemente sforati i tempi previsti) e che ciò
possa essere un segnale ed un inizio di riqualificazione del nostro
quartiere. Anche all’interno i lavori stanno procedendo:
potremo essere in
grado, nel prossimo
numero,
di
dirvi
qualche
cosa
di
preciso su quanto
verrà
salvato
e
mantenuto di una
decorazione pittorica
venuta
alla
luce
durante
l’attuale
ristrutturazione.
attorno e, nel confrontarsi con gli altri, cercava una sua identità.
Stefano, che gestiva il locale insieme alla moglie – l’oste e l’ostessa ricorda: «i primi anni sono stati i più difficili; abbiamo dovuto fare
anche i conti con una certa diffidenza delle istituzioni, ma con l'andare
del tempo le cose si sono sistemate. Abbiamo sempre cercato di
offrire un servizio di qualità, che conciliasse le esigenze dei nostri
clienti con quelle di chi al mattino si alzava per andare al lavoro». La
Panteka ha saputo guadagnarsi la fiducia del quartiere. «Questa è una
zona con molti problemi - confida - noi eravamo un punto di incontro,
quasi una famiglia. Alcuni vicini hanno organizzato una cena di addio,
qualcuno si è addirittura offerto per fare una colletta». Vi si faceva
della buona musica, in una città in cui «non ci sono molti posti dove le
giovani band emergenti possano esibirsi. Il nostro palco era aperto a
chiunque. Rispetto ad altri abbiamo sempre avuto una mentalità più
romantica. Qui dentro veniva chiunque: persino genitori e nonni che
volevano ascoltare i loro giovani musicisti».
Con un po’ di nostalgia, salutiamo gli amici della Panteka.
Carpe diem: con questo nome di ascendenza classica – chissà cosa ne penserebbe il buon Orazio – si
presenta un locale aperto di recente da alcuni giovani “gastronomi” che in cucina ci sanno fare. Proprio nel
gomito di Vico Tana a sinistra dell’arco di Santa Brigida e ben visibile da via Balbi, si presenta come uno spazio
intimo e accogliente; intimo e accogliente proprio perché piccolo e perché a portarvi le loro pizze e le altre
specialità che sanno fare, sono gli stessi ... che le preparano, le cuociono nel forno a legna o le friggono nel
padellone fumante sui loro fornelli, secondo i casi. E se si preferisce, ti mandano tutto a casa. Siamo andati a
conoscerli, abbiamo parlato con loro, ci siamo accorti che lo spirito con cui hanno intrapreso questa attività è
proprio quello di cui ha bisogno il nostro quartiere: l’occupazione positiva del territorio, per sottrarlo alle attività
Pizzeria Carpe diem
e alle presenze indesiderabili. Ci è venuto in mente quello che ha detto, nella nostra piazza, l’Assessore Scidone
Vico Tana 4r.
e che avete letto qui nel nostro giornale.
Ma non mancano i progetti per consolidare la loro presenza nel territorio, come organizzare serate, riunire i Aperto tutti i giorni (tranne domenica)
dalle 11 alle 15.30 e dalle 18.30 alle 23.
ragazzi magari partendo dalla parrocchia e altro ancora. Diamogli tempo: sono qui da poco più di tre mesi;
Tel.010.9413629 - 328 3889268
cercheremo di aiutarli a conoscere questo pezzo del centro storico, per potervisi inserire compiutamente.
Che cosa sono i Punti di Ascolto del Municipio I – Centro Est
Sebbene siano già in funzione dal novembre scorso, forse non tutti sanno che con l’Istituzione del MUNICIPIO I GENOVA – CENTRO EST si è prevista
l’attivazione di punti di ascolto distribuiti nel territorio del Municipio stesso. Si è offerta quindi a tutti i residenti la possibilità di accedere al luogo più vicino per
segnalare direttamente alle istituzioni i problemi del proprio quartiere, fare proposte, presentare richieste.
Sono dieci in tutto questi “punti”, di cui il Municipio ha precisato localizzazione e disponibilità di orario. Li elenchiamo tutti, così come sono stati comunicati.
Ci si può servire di uno qualunque di essi, compreso nell’elenco, ma osserviamo che quello più comodo per i residenti di Santa Brigida è proprio l’Ufficio del
Presidente in via delle
Lunedì (escluso i festivi)
Venerdì (escluso i festivi)
Fontane, al secondo
Dalle Ore 8.15
Ufficio Presidente Via delle Fontane Dalle Ore 8.15
Villa Piaggio C.so Firenze, 24
piano, aperto tutti i
alle Ore 9.00
Piano 2
alle Ore 9.00
lunedì dalle 8,15 alle 9
Dalle Ore 9.15
Parrocchia S.Marco al Molo
Dalle Ore 9.15
Via Assarotti, 44/2 – Piano terra c/o
del mattino.
alle ore 10.00
Via del Molo, 18
alle Ore 10.00
UNITALSI
Dalle Ore 10.15
Centro Civico “Remigio Zena”
Dalle Ore 10.15
Locale sopra Autosilos Via Napoli (Fronte via
alle Ore 11.00
Salita del Prione, 26/1
alle Ore 11.00
Vesuvio)
Dalle Ore 11.15
Sc. Vespertina
Dalle Ore 11.15
Ex Circoscrizione Oregina Lagaccio
alle Ore 12.00
“Rina Govi” Via Fieschi 16
alle Ore 12.00
Via Carbone, 31r
Per conferire direttamente con il Presidente e gli
Dalle Ore 12.15
Centro Sociale Anziani Municipio I Centro Est
Assessori del Municipio è necessario contattare la
alle Ore 13.00
Via del Lagaccio
segreteria del Presidente
Dalle Ore 18.30
Cineclub Consolazione
(tel. 010/5572336 91508149)
alle Ore 19.30
Via della Consolazione
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ULTIME NOTIZIE
Risanamento del quartiere
Il giorno 8 Aprile, in piazza Santa Brigida, per
iniziativa e con la presenza del Presidente del
Municipio Aldo Siri, si sono incontrati gli
incaricati dell’AMIU, dell’AMGA e dell’ASTER,
gli esponenti dell’Assessorato al Centro
storico e alcuni rappresentanti del Comitato di
quartiere, allo scopo di osservare a che punto
sono i lavori di manutenzione ordinaria e gli
interventi sul territorio già da tempo previsti e
finanziati sui fondi del progetto regionale
“Santa Brigida sicura”.
Facendo il punto della situazione, vi è da
constatare che è stata colmata una grave
mancanza nel nostro quartiere, da anni
segnalata dai residenti: è stata infatti
finalmente installata la presa d’acqua per il
collegamento di idranti ad uso dei Vigili del
Fuoco, in caso di incendi, e dell’AMIU, per il
lavaggio delle strade. Anche le chiuse di
alcuni tombini, gravemente manomesse dai
tossicodipendenti che frequentavano la zona,
sono state sostituite con un tipo di grate più
efficienti e sicure.
Il risanamento della zona, se così si può dire,
è partito da Piazza Santa Brigida, dove
l’AMGA ha provveduto a sistemare un tubo
rotto della fognatura, in modo che l’ASTER
possa procedere ai lavori necessari per
rimettere a posto quei lastroni di pietra del
selciato che avevano ceduto.
Interverrà quindi l’AMIU per dare una diversa
collocazione ai bidoni per la raccolta dei
rifiuti, i quali, non appena saranno state
sistemate le opportune barriere per impedire
o regolare i posteggi e facilitare il passaggio
dei mezzi di servizio e dei privati, saranno
radunati nello spazio d’angolo antistante l’ex
Panteka.
Å ieri………..
Percorso turistico e segnaletica
In occasione dell’incontro dell’8 Aprile
abbiamo
chiesto
notizie
all’Architetto
D’Ambros degli accordi che dovevano essere
presi – come ci aveva preannunciato
l’Assessore Morettini a settembre – durante
una riunione fra le Istituzioni e i
rappresentanti dei Musei Galata e Castello
d’Albertis. Se non si è ancora concretizzato
nulla – ci è stato risposto – dipende dal fatto
che
un
terzo
polo
museale
verrà
prossimamente ad aggiungersi ai due già
esistenti, un museo della città con sede alla
Commenda. Ciò rimette in discussione i punti
da coinvolgere in un possibile percorso
storico-culturale da consigliare ad eventuali
turisti interessati. In pratica è stato il Museo
Galata a fare delle difficoltà, preferendo
puntare
soprattutto
sulla
Commenda.
Francamente non vediamo quale ostacolo
costituirebbe il proporre una salita in
ascensore (Balbi-Montegalletto), una visita al
Museo delle Culture del Mondo e un ritorno a
piedi in Via Balbi, attraverso le creuze di
Santa Brigida. Dovremo farci sentire ancora
una volta.
Restauro dell’Arco
All’incontro per strada dell’8 Aprile erano presenti
anche i responsabili dell’Associazione ITALIA
NOSTRA, i quali insieme a due esponenti del
Comitato Santa Brigida hanno ricordato al
Presidente Siri e all’Architetto Lorenzo Spinetti,
espressamente incaricato da Aldo Siri a questo
scopo, l’iniziativa presa riguardo al restauro del
grande Arco di Salita Santa Brigida. È chiaro che
non ci si può aspettare un finanziamento
adeguato né da parte del Municipio né da parte
dell’Amministrazione Comunale. Italia Nostra
ribadisce la sua attenzione e il suo impegno per la
nostra zona già prima d’ora; per quanto riguarda
l’Arco è merito di questa Associazione avere già
pronto un progetto di spesa firmato da un
Architetto della Soprintendenza ai Beni Artistici e
Culturali. Ripetiamo qui che il
Comitato Santa Brigida, da parte sua, è impegnato nel lancio di una sottoscrizione fra i residenti
della zona e i privati cittadini in genere, i quali vogliano dare un contributo, sia pure modesto, a
questa operazione, il che sarebbe un segnale forte di coinvolgimento, di interesse e di amore per il
proprio quartiere.È altrettanto chiaro che solo l’intervento di una o più sponsorizzazioni può portare
alla realizzazione del progettato restauro ed è in questa direzione che abbiamo chiesto l’aiuto del
Municipio, quale Ente Pubblico in grado di dare ufficialità all’iniziativa. Ma può fare anche di più,
dare suggerimenti utili, indicare le modalità giuste, individuare gli Enti – banche o aziende che
siano – cui rivolgersi e altro ancora.
L’architetto Spinetti ci ha intanto suggerito di partire mettendo per iscritto questa richiesta d’aiuto
indirizzandola al Municipio nella persona del suo Presidente. E così faremo.
Di eventuali sviluppi vi daremo notizia attraverso il nostro sito e questo foglio informativo.
…oggi Æ
ANTICIPAZIONI
Bookcrossing - dal nostro sito web, una notizia interessante:
Un gruppo di condomini del civico n. 15 di Piazza S. Brigida hanno aderito all'iniziativa "bookcrossing", ovvero libri in viaggio
per il mondo. Tutto è nato grazie alla piccola biblioteca di condominio creata da un anno circa all'interno del palazzo. A breve
si esporranno tutti i libri in partenza presso il negozio di te' e spezie MuMa di Piazza Truogoli di S. Brigida (Sig.ra
Massimiliana), che ha anche funzione di punto di prestito della biblioteca del civico 15.
Se volete saperne di più sul bookcrossing: www.bookcrossing-italy.com/info
Le serate in Piazza.
Come è ormai noto, i condòmini del civico 15 di Piazza Santa Brigida, ci hanno preso gusto alle loro uscite sulla
piazza e ai loro raduni “gastronomici”. Infatti vi è stata recentemente una “pizzata” ed una bevuta nel solito posto (è una specie di
terrazzino che sembra fatto apposta), malgrado la stagione non sia certo ancora del tutto favorevole ad eventi di questo tipo.
Allora che cosa c’è in programma o nelle intenzioni di questi intraprendenti signori? Per ora questo: non si sa ancora
quando, ma sarà bene sin d’ora tenere occhi e orecchie ben aperte, si pensa ad una “polentata” a base di cinghiale e
salsicce. Buon appetito!
C’era una volta un cinema
Uno degli ultimi cinema a luci rosse della città, quello di via Balbi, non c’è più o per lo meno
verrà notevolmente ridimensionato e ne verrà ridotta anche la visibilità su una strada che
l’Unesco ha elevato al rango di “patrimonio dell’umanità” per i suoi bellissimi palazzi. Da un po’ di
tempo infatti Via Balbi ha riacquistato quella sua dignità che sembrava aver perduto con il
progressivo degrado della sottostante via Pré e un po’ di tutto il territorio circostante, mal
frequentato e ancor peggio tenuto. Corre voce che al posto del cinema verrà aperto un forno: se
ne sentiva il bisogno nella zona, tanto più adesso che gli analoghi negozi di via Pré sono stati
costretti alla chiusura.
Pag. 10
(Segue)
anticipazioni
Una bella notizia: sta per nascere il “Count Basie”.
Aprirà
prossimamente un centro di notevole interesse musicale – e speriamo non solo – proprio a
ridosso dell’arco di Santa Brigida, in vico Tana, in quei locali dove per tanti anni ha avuto
sede il “Drop in”, un servizio sociale rivolto ai tossicodipendenti, ora trasferitosi in Piazza
Santa Fede conosciuta anche come Piazzetta di Vico Nuovo nº 5, alle spalle dell’ex oratorio di
via Fontane, nel quale il Circolo Vega svolge attualmente le proprie consuete attività. Ne
abbiamo avuto notizia direttamente dal suo ideatore e fondatore, il musicista Fausto
Ferraiuolo, che ringraziamo e al quale lasciamo il compito di spiegarci di che cosa si tratta.
Così ci scrive:
Il locale nasce dall’incontro di alcuni musicisti genovesi che hanno suonato e suonano jazz
alla “Bottega del conte”, uno storico locale nei vicoli, proprio dietro a dove si trovava il
Fitzcarraldo e sarà diretto da Daniela, una cara amica artista e amante della musica jazz che
prova a scommettere sul nostro quartiere. Il locale, due ampie sale, è ricavato dai fondi della
Chiesa di Santa Brigida ed è molto suggestivo, essendo stato restaurato in modo che pietre
ed archi conservassero il fascino della loro antichità.
Il programma? Musica tutte le settimane con Jam-session ed ospiti di passaggio come americani o musicisti di fama internazionale. La direzione
artistica sarà affidata periodicamente ai soci fondatori: il contrabbassista Massimiliano Rolf, lo scrivente Fausto Ferraiuolo pianista e compositore
nonché insegnante al biennio di specializzazione di piano jazz al Conservatorio N. Paganini, il sassofonista Stefano Riggi, il batterista Maurizio
Borgia, il trombettista Giampiero Lobello.
Insomma, sta per nascere il “Count Basie” – questo il nome scelto in onore di un compositore ed arrangiatore americano grande al pari di Duke
Ellington – un Club, che sarà un Circolo Arci con relativo tesseramento, ancora da stabilire.
L’apertura ufficiale è prevista per la prossima stagione, ma se saranno finiti i lavori all’interno del locale ci sarà una presentazione in anteprima.
Abbiamo anche altri progetti, fra cui un periodico di informazione sul jazz e sugli eventi, un ufficio “booking and management” ed altro ancora, il
tutto in una splendida atmosfera di buon gusto e un ottimo servizio bar. Un arrivederci dunque al Count Basie, da Fausto Ferraiolo.
Un pannello illustrato per far conoscere la zona di Santa Brigida
Un altro progetto che abbiamo messo in cantiere da molto tempo e per il quale
abbiamo lavorato a lungo, riguarda un pannello -tecnicamente definito “totem”- da
porre di fronte a quello che illustra il Castello D’Albertis, proprio accanto all’entrata
dell’ascensore Balbi – Dogali.
Naturalmente questo progetto ha lo scopo di interessare eventuali utenti
dell’ascensore (specialmente i turisti che vanno a visitare il Museo delle Culture del
Mondo installato nel Castello) a percorrere in discesa le nostre creuze e quindi a
conoscere il nostro quartiere, che avremmo voluto – ed è qui il caso di ripeterlo
ancora una volta – opportunamente illustrato da quei pannelli che ne raccontano
storia e trasformazione, promessi e mai installati dagli Uffici Comunali.
Ottenuto il necessario consenso dell’AMT ad occupare quello spazio di sua
pertinenza, abbiamo chiesto – allo scopo di mantenere con il “totem” sul Castello
D’Albertis la dovuta omogeneità – la collaborazione dello studio grafico Arteprima,
che lo ha realizzato. L’Architetto Luigi Berio, titolare dello studio, è stato molto
gentile e ce l’ha concessa senza nulla chiedere, mettendo a punto una prima bozza
del pannello. Stiamo mettendo insieme il materiale figurato dei punti più
interessanti della zona in modo da preparare la versione definitiva del pannello nel
più breve tempo possibile.
Verso l’entrata dell’ascensore.
Å la bozza del pannello, gentilmente realizzata da Luigi Berio
Appello alla collaborazione
Queste colonne sono aperte a tutti gli abitanti del quartiere che vogliano servirsene per far sentire la propria voce,
per segnalare altre situazioni o iniziative di cui siano a conoscenza, o per darci semplicemente una mano, se
ritengono utile ciò che stiamo facendo.
A questo proposito ricordiamo che, non appena terminato di lavorare al calendario,
volendo riprendere al più presto la pubblicazione di questo “giornalino”, ne avevamo
comunicato l’imminente uscita attraverso un avviso che era stato affisso in punti diversi
del nostro quartiere. In questo avviso si chiedeva appunto una collaborazione da parte
dei residenti: forse non eravamo stati abbastanza chiari o la diffusione dell’avviso non è
stata sufficiente, il fatto è che non abbiamo ricevuto alcun contributo né scritto, né
d’altro genere.
Eppure erano successe tante cose, alle quali la partecipazione degli abitanti era stata molto numerosa e vivace: erano stati installati dei
cancelli, erano venuti esponenti delle Istituzioni, e la gente c’era, aveva discusso, si era fatta sentire. Fra loro c’erano anche quelle persone
che avevano molto da dire e che avrebbero potuto certamente darci quella mano che avevamo chiesto e approfittare di uno spazio in cui
mettere “nero su bianco” o semplicemente ribadire il proprio punto di vista. In quel momento sarebbe stato necessario che “ci foste voi” ....
la nostra povera redazione era veramente in difficoltà. Ciò non è avvenuto, ma, ripetiamo, forse è colpa nostra: “non ci abbiamo saputo
fare”.
Proviamo a ripeterlo qui, ora, questo appello e ad offrire questi spazi. Sarebbe bello che queste pagine diventassero di
tutti noi che qui viviamo e abbiamo interesse per il nostro quartiere. Sarebbe bello che metteste in comune ricordi e
impressioni, episodi legati alla zona e situazioni del vivere quotidiano, iniziative e proposte.
Tutto ciò esiste e ce ne siamo accorti dall’uso che alcuni di voi fanno del nostro sito.
Confermiamo l’appello, dunque e aspettiamo le vostre collaborazioni, che potete farci avere nel modo che preferite o
semplicemente via e-mail alla casella [email protected]
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Formalizzazione del COMITATO.
Il nostro Comitato, come è noto, si è formato spontaneamente intorno ad
un piccolo gruppo di persone che aveva intrapreso una seria ricerca
storica, partendo da alcune evidenti persistenze architettoniche, ma anche
dalla convinzione che determinate caratteristiche del quartiere fossero la
spia di un passato meritevole di essere meglio conosciuto e valorizzato.
Queste persone, forse semplicemente più curiose di altre, si erano rivolte,
per saperne qualche cosa di più, a chi abitava in queste creuze da molto
tempo, ma si erano rese conto che in questo modo facevano poca strada:
dato per scontato che Santa Brigida era stato un convento, non si andava
molto avanti. Può esserne esempio la presenza del locale che dopo essere
stato (di recente) la prima sede del teatro dell’Archivolto, ospitava adesso
l’«arcinoto» Circolo Vega: c’era chi riteneva fosse una Chiesa o un
oratorio, oppure un qualunque avanzo non identificabile del convento e chi
non se lo era mai chiesto. È stato proprio sotto quelle vòlte, dove per
secoli si riunirono frati e monache all’ora dei pasti, che è nata quella voglia
di sapere il più possibile della vita che qui si era svolta ed è qui che è nato
il Comitato Santa Brigida. Lo scopo era quello di ridare al quartiere –
attraverso la storia, la conoscenza e la divulgazione del suo passato –
quella dignità e quel rispetto che allora sembrava avesse perduto. Era
anche quello di far conoscere alla città e alle sue Istituzioni quale
patrimonio andava perduto e che cosa invece meritava di essere
riscoperto e valorizzato.
Di strada il Comitato ne ha fatta tanta e se il Comune di Genova non ha
ancora mantenuto quelle promesse (il percorso turistico, per primo) che
erano nate intorno ai suoi progetti e alle sue fatiche, qualche risultato lo
può vantare: la conferenza nella Biblioteca Universitaria del 27 Gennaio
2004 (cui partecipò il Prof Poleggi), il sito, il pieghevole “Genova nascosta:
le creuze di Santa Brigida dai bastioni al mare” suggerito e finanziato
dall’Assessorato ai Musei, alla cui guida era allora il Dott. Luca
Borzani, poi il notiziario, le collaborazioni del Klee e di Arteprima per
l’AMT, i percorsi guidati lungo le creuze sono tutte realtà confortanti
per noi. Anche i piccoli interventi di manutenzione del territorio (la
presenza dell’Ecovan, lìinstallazione di una bocchetta antincendio, la
sostituzione dei chiusini delle caditoie ecc.), sono stati ottenuti grazie
alle iniziative del Comitato e del Circolo Vega, con la partecipazione di
tanti abitanti che credono nella possibilità di riscatto del quartiere.
Oggi – e il coinvolgimento di “Italia Nostra” è pur sempre frutto della
serietà e dell’impegno del Comitato nella ricostruzione e divulgazione
storica – la sottoscrizione per il restauro dell’arco ci impone una
svolta: ufficializzare la figura del Comitato di Santa Brigida, proprio
intorno a questo progetto e con questo scopo; ed è quello che stiamo
facendo. Gli aderenti ci sono, basta formalizzare il tutto con la
registrazione di un atto costitutivo, nominare un presidente le altre
figure che lo rappresentino. E così potremo aprire un conto corrente
(postale e/o bancario) per la raccolta dei contributi, tenendo il dovuto
registro contabile. Le poche spese sinora affrontate – stampa della
cartolina e preparazione del relativo timbro per attestare ad personam
ogni singolo contributo (parliamo di stampa, perché l’autrice del
disegno riprodottovi è uno di noi) –
sono state sostenute di propria
iniziativa da un componente del
Comitato, che ringraziamo.
Se a qualcuno dei nostri lettori
interessasse rientrare nel numero dei
soci fondatori – magari solo per dire
a scopo raggiunto: “c’ero anch’io” –
ce lo faccia sapere e ne saremo ben
contenti.
AGGIORNAMENTO DEL SITO
Mentre “La Voce del Quartiere” starà raggiungendo le vostre case, ci saremo già messi al lavoro per riordinare e aggiornare il nostro sito
web. Anche questo, infatti, ha ... sofferto degli stessi mali che hanno reso difficile la riapparsa del nostro notiziario: la mancanza di una
persona che se ne occupasse con una certa regolarità. Ha tuttavia funzionato, come ha potuto, per la buona volontà dei suoi frequentatori e
di uno, in particolare, degli Amministratori del sito stesso. Molti hanno infatti capito la situazione e si sono rivolti essenzialmente a lui, per
inviare commenti o manifestare la propria partecipazione, attraverso la pagina “parliamo fra noi”.
Ce la metteremo tutta, sperando, ovviamente, che non ci venga meno – ma anzi aumenti – la collaborazione e la solidarietà degli abitanti,
affinché questo mezzo di informazione e comunicazione non resti una mera curiosità. Noi vorremmo che si riempisse di “voci”, voci del
dissenso, magari, o di critica costruttiva ... senza malevolenza, cosa che non avrebbe senso.
Una notizia che non vorremmo dare.
Eravamo ormai nella fase di stampa, quando ci è giunta la sconfortante notizia di una brutale aggressione avvenuta la mattina del 5 Luglio a
danno di una signora che abita nel nostro quartiere. In Salita Santa Bigida, proprio all’altezza dell’ arco, per strapparle una catenina d’oro
che portava al collo, la signora è stata violentemente percossa, gettata a terra e malmenata in tutti i modi, tanto da richiedere il suo
trasporto al pronto soccorso. Stava tornando a casa dopo aver fatto la spesa, accompagnata dal marito che ha tentato invano di intervenire
con il bastone che usa per aiutarsi nel camminare: entrambi, marito e moglie, sono persone anziane e costituiscono quella fascia debole su
cui si accanisce la criminalità più vigliacca e brutale. Non possiamo certo ancora sapere quali siano le conseguenze del trauma subito e
l’entità dello choc provocato: speriamo sia lieve, ne chiederemo notizie ai familiari, mentre alla signora rivolgiamo l’augurio di riprendersi al
meglio e di superare al più presto questa penosissima esperienza.
DUE PAROLE DI COMMIATO
E’’ difficile chiamare ”foglio” questo nostro
notiziario, viste le dimensioni raggiunte. Le cose
da dire – l’ intervallo che lo separa dal primo
numero è stato lungo – erano tante e abbiamo
pensato fosse bene fissarle in uno scritto.
Ma nonostante lo spazio che gli avvenimenti
avrebbero occupato, non abbiamo saputo
rinunciare a quella che vorremmo diventasse una
rubrica fissa, cioè quella dedicata alla storia del
quartiere nei secoli passati. Bisognava dare
almeno notizia della scoperta più recente, proprio
perché inedita e proprio perché si riferisce alla
prima destinazione degli edifici conventuali dopo
il loro abbandono.
Ci auguriamo che la mole di questo giornalino,
non vi abbia indotto a cestinarlo senza troppi
complimenti e che abbiate voluto dare almeno
una scorsa ai titoli per soffermarvi su qualche
argomento di maggiore interesse per voi.
Vi sono contenuti anche quei progetti che le
Istituzioni hanno promesso di attuare, ma di cui
non abbiamo ancora visto l’avvio. Per questo è
bene averne fissato parola, e non perdere
occasione per ricordarli a chi di dovere. Non
vorremmo che anche questa Amministrazione,
come in passato, si limitasse a qualche
promessa. Ci riferiamo, ovviamente, a quel
progetto – al quale abbiamo lavorato per anni,
che è stato più volte approvato e apprezzato dal
Comune cui peraltro non sarebbe costato nulla –
che è rimasto nei nostri cassetti e in quelli dei
vari Assessori ai quali lo abbiamo presentato, o
piuttosto dei loro Funzionari (nonché in quelli
dell’Ufficio del passato sindaco, che lo aveva
molto apprezzato).
Ma torniamo a noi, “qui ed ora”. Ci
accorgiamo, che c’è in queste pagine la
testimonianza di un anno di vita del nostro
quartiere; se non altro per questo, merita
di restare per un po’ nelle nostre case.Al
solito, sarebbe bello che, magari attraverso
il nostro sito, ci faceste sapere che cosa
pensate di questa nostra... fatica, che ci
faceste delle osservazioni
e
delle
proposte, in una parola:vale la pena
continuare?
A chi ha avuto la pazienza di leggerci, vada
il nostro grazie; ma anche a chi ha preferito
ignorarci, vada comunque il saluto di questa
“sparuta redazione”, animata da buona
volontà e da amore per un quartiere che ci
sembra
sempre
più
meritevole
di
considerazione, tanto da sacrificargli tempo
ed energia.
Per contattarci: [email protected] ■ Maria Antonietta Alberti: [email protected]; 010.2473158 – 338.3644925 ■
Comitato di Santa Brigida: Piazza S. Brigida 17, 16126 Genova - [email protected] ■
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