La Voce del Quartiere n. 2 Luglio 2008 Periodico di informazioni stampato e distribuito gratuitamente in proprio dal Circolo Vega e dal Comitato Santa Brigida, Piazza S. Brigida 17 Genova. (scaricabile anche da internet, sul sito www.comitatosbrigida.it) E’ passato oltre un anno dall’uscita del primo numero del nostro giornalino, foglio autoprodotto che intende non solo far conoscere meglio e più a fondo questo nostro quartiere, sia nei suoi aspetti storici sia nella sua realtà attuale, ma anche chiamare i suoi abitanti ad un’opera di collaborazione per la gestione del territorio e dei rapporti con le istituzioni. Per questo notiziario si era prevista un’uscita più o meno regolare; purtroppo le circostanze ci sono state sfavorevoli per l’effettiva impossibilità ad occuparsene della persona che ne era e ne è direttamente incaricata – e questo indipendentemente dalla sua volontà. Solo adesso è in grado di riprendere qualche attività e il suo primo pensiero è stato quello di interrompere questo lungo silenzio e riprendere quel dialogo appena avviato. In questo periodo sono avvenute molte cose che meritavano di essere seguite nel loro succedersi, alcune delle quali sono state dei veri e propri cambiamenti; ora non ci resta che operare una sorta di rincorsa, parlando almeno dei loro principali aspetti. Poiché il primo numero aveva ottenuto lusinghieri apprezzamenti da parte di coloro che si sono dati la pena di leggerlo – e che ringraziamo – ci auguriamo che questo nostro lavoro possa trovare la stessa accoglienza. PER IL RESTAURO DELL’ARCO DI SANTA BRIGIDA Ricordiamo, a questo proposito, di aver ormai lanciato una sottoscrizione per il restauro del grande arco d’ingresso al complesso conventuale di Santa Brigida, arco che si trova a metà della salita omonima e che è sopravvissuto all’abbattimento della Chiesa, quasi a testimoniare il vandalismo e l’incoscienza che fu alla base di quell’operazione. Lo abbiamo fatto perché la nota Associazione “Italia Nostra” – che molto si impegna per la salvaguardia del nostro patrimonio artistico e culturale – ci ha assicurato il suo appoggio. Ebbene, anche a questo progetto abbiamo destinato una piccolissima somma, proveniente dalla distribuzione del calendario “a.Pré.stO”, per organizzarci un po’ meglio, preparare un piccolo gadget da offrire a ricordo del contributo, sia pure modestissimo, offerto dai privati e – perché no? – dalle istituzioni, cercare qualche sponsorizzazione, aprire un conto corrente e altro. Vi terremo informati, anche a mezzo del nostro sito web. Intanto da “ITALIA NOSTRA” riceviamo questa lettera in cui si dichiara questa volontà. Eccola: Genova, aprile 2008 Associazione Italia Nostra onlus, sezione di Genova. Piazza Fontane Marose 6/4 Tel e fax 010 542763 L’associazione Italia Nostra onlus, sezione di Genova, da quasi 50 anni impegnata nella tutela del patrimonio storico e artistico del nostro territorio, è convinta che il recupero e la riqualificazione (ormai conclusi) della piazzetta dei truogoli di Santa Brigida offrano l’occasione perché si cerchi di recuperare e di valorizzare tutto il percorso, storicamente intitolato alla Santa: questo, dalla piazzetta, attraversata via Balbi, continua nella salita a monte, sottopassando l’arco di accesso al sito un tempo occupato dal complesso monastico di Santa Brigida, costruito nel XV secolo e poi coinvolto nell’urbanizzazione ottocentesca. Proprio in quest’ottica di “percorso da recuperare” Italia Nostra nel 2005 ha già promosso e realizzato il restauro della statua di San Giovanni Battista posta nella nicchia della palazzata su via Balbi, dove si apre l’arco di accesso, in discesa, alla piazzetta dei Truogoli; oggi, nuovamente, vuole promuovere il restauro dell’arco di accesso al monastero e della statuetta di Santa Brigida, confidando nella collaborazione attiva e nel sostegno (anche economico, visto che il preventivo di spesa si aggira intorno ai 25.000 euro) del Consiglio di Circoscrizione, del Comitato degli abitanti della zona, del Circolo Vega e di tutti coloro che ritengono importante, per costruire un futuro “a misura d’uomo”, saper conservare e tramandare i segni della memoria del nostro passato. Il rione di Santa Brigida, nonostante i profondi mutamenti urbanistici e sociali, ha mantenuto nel tempo una sua forte identità, anche per i recenti studi e l’appassionato impegno di alcuni residenti: ogni forma di aggregazione (compreso l’impegno per recuperare un’architettura storica) non può che contribuire a migliorarne ancora la vivibilità. ABBIAMO BISOGNO DEL VOSTRO AIUTO: Volete darci una mano nel diffondere questa nostra fatica? La distribuzione della “Voce del quartiere” grava del tutto sui componenti del Comitato, ma soprattutto sui volontari del Circolo Vega, il quale si è sempre molto impegnato per il quartiere, rendendo possibile ai residenti incontrarsi, riunirsi e dibattere i problemi della zona. La distribuzione deve essere tuttavia più rapida possibile ed estesa a tutto il territorio del quartiere. Perché questo possa avvenire occorre la vostra collaborazione in una forma da concordarsi con i “nuovi volontari”, che ringraziamo sin da ora. Se volete aiutarci potete rivolgervi a: M.A. Alberti: 010 2473158 / 3383644925; Comitato Santa Brigida: Piazza Santa Brigida 17; [email protected]. Pag.1 Circoscrizione e Municipio Si è accennato a qualche cambiamento intervenuto durante la nostra …latitanza e fra questi il più rilevante ci sembra quello determinato dalle ultime elezioni amministrative. Intanto quella a cui apparteniamo non è più una “circoscrizione”, bensì un “Municipio”. A questo cambio di nome – che sembra già di per sé significativo – si accompagna una diversa configurazione delle competenze e delle risorse economiche rispetto alle vecchie circoscrizioni. A reggere le sorti del Municipio centro-est, ad affrontarne i problemi, a gestirne le soluzioni ed a valorizzarne le risorse, l’elettorato ha chiamato la coalizione di centro-destra guidata dal Dott. Aldo Siri, il quale, come vedremo, ha assicurato la sua intenzione di fare tutto il possibile per il nostro quartiere. Ci auguriamo che queste promesse non siano disattese e che le inevitabili difficoltà che si presenteranno non scoraggino i nostri nuovi amministratori. Il Comitato Santa Brigida, di cui questo foglio è espressione, assicura sin d’ora la sua disponibilità a collaborare con il Municipio in occasione di iniziative volte al miglioramento delle creuze e della vita che vi si svolge. GLI ABITANTI IN PIAZZA: Il civico n.15 di piazza Santa Brigida Dopo l’installazione dei cancelli, gli abitanti del palazzo adiacente a Vico Cembalo, il n. 15 di Piazza Santa Brigida, dal mese di agosto e fino all’autunno, sono scesi nello spazio antistante il loro portone ed hanno organizzato - coinvolgendo anche altri residenti del quartiere - serate festose con cene, giochi, animazioni, nell’intento anche di tenere lontani eventuali tossicodipendenti in cerca di uno spazio che sostituisse quello da loro abitualmente frequentato e ormai irraggiungibile per la presenza dei cancelli. L’occasione si è subito rivelata adatta ad ospitare incontri e confronti, primi fra tutti quelli con le istituzioni, chiamate a chiarire l’ordinanza del sindaco relativa al collocamento dei cancelli e alle azioni che avrebbero dovuto esserne il corollario. Le ultime elezioni amministrative hanno infatti rinnovato la Civica Amministrazione. Era opportuno, dunque, che chi si occupa di centro storico venisse a conoscere personalmente anche la nostra zona. Sono stati mandati degli inviti subito ben accolti sia dal nuovo Presidente del Municipio, sia dagli Assessori Comunali al centro storico e alla sicurezza. A pagina 3 diamo un breve resoconto di queste visite che si sono svolte in giorni diversi ed hanno portato anche ad un vasto e proficuo confronto fra gli abitanti stessi. Installazione dei cancelli Percorrere le creuze , adesso, è un po’ più problematico. Purtroppo, a volte, per ovviare ad un problema, bisogna ricorrere a drastici rimedi. E a dolorosi compromessi, dolorosi almeno per chi considera barriere, limiti e ostruzioni come testimonianza di una sconfitta o dell’incapacità di risolvere i problemi con mezzi adeguati ai problemi stessi, senza creare altre situazioni di disagio. Da alcuni è stato fatto osservare che i cancelli non sbarrano un’area privata, come può essere l’accesso ad una proprietà personale, ma rendono inaccessibile, a chi non sia in possesso della chiave per aprirli, una parte di suolo pubblico. Il pensiero corre al caso di Salita Pietra Minuta, la più bella delle nostre creuze, impercorribile ormai da decenni perché chiusa da cancelli; essa, tuttavia, non si dirama in altri percorsi, come nel nostro caso. Basti pensare a coloro che dalla stazione Principe vogliano raggiungere le varie creuze che si dipartono da Piazza Santa Brigida (Famagosta, Balaclava, Santa Brigida, Montebello) per la via più breve, senza dover passare, cioè, da via Balbi sino all’incrocio con Salita Santa Brigida. Non si può negare che ciò possa essere percepito come limitazione dei diritti individuali. Altri hanno avvertito, invece, un certo disagio nel vedersi e sentirsi quasi ingabbiati, tagliati fuori dal resto del quartiere e pensano alle difficoltà che si presenterebbero in casi di emergenza che richiedano l’intervento di soccorritori – ambulanze, vigili del fuoco, etc. Dopo aver accennato ad alcune inevitabili complicazioni derivate dall’installazione di cancelli, ovunque questo si verifichi, si deve riconoscere che il problema per il quale questo intervento era stato più volte invocato dagli abitanti maggiormente colpiti, perché più vicini al luogo prescelto dai tossicodipendenti per autodistruggersi o per bivaccare, ha trovato una soluzione, senza peraltro costituire un massiccio spostamento del fenomeno in altri anfratti del nostro quartiere. Certo uno spostamento si sarà verificato verso altri approdi, perché da quella pratica non si esce, purtroppo, né con divieti né con difficoltà create ad arte a scopo di scoraggiamento. Non sta certo a noi prospettare qualche cosa di diverso; possiamo solo auspicare che cambino le condizioni di disagio sociale e individuale, in considerazione del fatto che si tratta pur sempre di persone che soffrono e finiscono per essere strumento di illecite e vergognose forme di commercio e arricchimento. 3 agosto 2007: “IO C’ERO” Fa caldo, ma non troppo e sto proprio bene; il fine settimana, in genere, lo passo al mare: cullato dalle onde penso che, quando ho deciso di venire a vivere nel centro storico, ho fatto una buona scelta e sono stato fortunato: nel mio palazzo mi sento come in una grande famiglia. Certo, problemi ce ne sono, ma i vantaggi mi sembrano ben maggiori. Da un po’ di tempo, però, circolano delle voci: il Comune metterà un cancello per impedire il passaggio ai tossicodipendenti… la gente non ne può più… bisogna metterli, se ne parla da anni… ma non si doveva arrivare a tanto… non si può ingabbiare un quartiere… ma l’emergenza dura da vent’anni… Insomma, nel mio palazzo c’è un po’ d’agitazione. Il 3 agosto ritorno dal lavoro e trovo i cancelli già saldati, fra due giorni saranno operativi. Allora chiedo: chi di noi era presente quando si è deciso dove metterli? Non si sa, è venuto il tecnico, c’erano uno o forse due residenti… e si è deciso. Siamo costernati: altri hanno deciso per noi. Solo a cose fatte veniamo a sapere di una delibera, in cui si parla di un accordo fra il Comune e i palazzi dietro al nostro. Noi ne siamo fuori, possiamo però chiedere una copia delle chiavi… La sera del 5 agosto Salvatore ed io scambiamo due parole e siamo già d’accordo: scenderemo giù. Se ne era già parlato nel timore che il problema dei tossicodipendenti, dopo i cancelli, si sarebbe scaricato sulla nostra piazza. La sera stessa siamo già quattro o cinque e altri ne scendono. Siamo arrabbiati ma anche contenti di stare insieme. Dopo qualche sera passata davanti al cancello, portiamo giù un tavolo e delle seggiole. Iniziamo a giocare a carte, la sera dopo si porta un po’ di vino, poi qualche biscotto, infine compaiono le pizze e addirittura le grigliate… Da cosa nasce cosa la voce si sparge, politici e giornali si interessano a questa strana forma di protesta. Magari per loro sarà solo una festa o un tentativo di riappropriarsi del territorio … d’altra parte se non se ne sono mai interessati, perché dovrebbero farlo adesso? Senza dircelo, stiamo al loro gioco e continuiamo a divertirci. Alcuni bambini scendono con i genitori a giocare … io invento un corso di disegno, poi ci sarà quello di chitarra e i canti con Armando, Massimo e le ragazze del coro condominiale. È un’umanità meravigliosa e finora Pag.2 Segue a pag. 3 nascosta; si vive anche meglio senza televisione, quando si è affezionati vicini di casa. Come abbiamo gestito i problemi? Civilmente. Anche i condòmini del caseggiato dietro al nostro, qualche volta hanno partecipato mangiando con noi. I tossici li abbiamo mandati via, almeno fino a che siamo restati lì. Insieme abbiamo fatto anche altro: una domenica mattina in nove abbiamo pulito tutta la strada: calce, acqua, bidoni da riempire di erbacce, carte ed altro. Nessuno scrive più di noi ma alcuni assessori ci portano ad esempio. Uno di loro vorrebbe riproporre la stessa iniziativa altrove, ma secondo noi è una cosa che non si può fare a comando, la nostra è stata una scelta spontanea. R.B. INCONTRI CON LE ISTITUZIONI L’estate 2007 stava per finire, gli abitanti del civico 15 di piazza Santa Brigida continuavano ad organizzare lo loro serate all’aperto invitando ad una larga partecipazione, così hanno colto l’occasione per venire a conoscere il quartiere di Santa Brigida, con i suoi problemi e i suoi abitanti, alcuni rappresentanti delle Istituzioni e precisamente il Dott. Massimiliano Morettini, Assessore al Centro Storico, Giovani, Città educativa, Emigrazione, poi il Dott. Francesco Scidone, Assessore alla Città sicura, accompagnato dal Dott. Marcello Sasso, Funzionario Comunale dell’Ufficio Sicurezza, ed infine il Dott. Aldo Siri, Presidente del Municipio 1 centro-est. L’argomento principale di questi incontri è stato, ovviamente, l’installazione dei cancelli che ha alterato il profilo del nostro quartiere ed innestato una polemica fra i suoi abitanti i quali, all’inizio, sembravano aver dato vita a due schieramenti, uno a favore e l’altro contro tale provvedimento. Averne potuto parlare pubblicamente, ascoltando e discutendo le ragioni di entrambe le parti, in definitiva è stato un bene. È stata anche l’occasione per puntualizzare il comportamento della Civica Amministrazione, la quale aveva emanato un’ordinanza la cui realizzazione non risulta ancora completata. Ciò riguarda il controllo e il monitoraggio dell’installazione (compito che l’Ordinanza del Sindaco affidava alla Polizia Municipale), la sua ricaduta sugli abitanti, la gestione stessa dei cancelli, ma riguarda anche il mancato coinvolgimento di tutti i residenti della zona di Santa Brigida. E non si è persa nemmeno l’occasione per lamentare la lunga e pregressa latitanza delle Forze dell’Ordine, più volte chiamate ed invocate a pattugliare, almeno una volta per notte, una zona notoriamente frequentata da persone che consumano o spacciano droga. Bisogna dire che tutti e tre i rappresentanti istituzionali intervenuti hanno apprezzato l’iniziativa dei condomini del civico 15 di piazza Santa Brigida, i quali hanno in qualche modo provvisoriamente coperto quell’assenza di controllo, che avrebbe dovuto consentire di verificare se i cancelli producevano solo uno spostamento in loco dei tossicodipendenti o l’auspicato loro allontanamento. Hanno promesso, nell’ambito delle competenze di ciascuno, di adoperarsi perché la sorveglianza e il monitoraggio vengano eseguiti. Il Dott. Sasso, che come funzionario ha seguito tutto l’iter burocratico e operativo relativo ai cancelli, ha cercato di dare una valida spiegazione del modo di agire della Civica Amministrazione: per quanto riguarda il mancato coinvolgimento di tutti i residenti lo ha giustificato con la mancanza, da parte di questi ultimi, di qualsiasi esposto in senso contrario a quanto richiesto dai condominii oggi chiusi dai cancelli; a proposito della convenzione che il Comune ha siglato, senza darne notizia, con quegli stessi condominii, si è limitato a rilevarne il normale carattere di “prassi abituale” in simili circostanze. Non ha tuttavia sfiorato la questione sollevata qui, riguardante un dovere pubblico, quello dell’informazione e della richiesta di ampia partecipazione in decisioni che in ultima analisi riguardano tutti. Se l’Assessore Morettini ritiene la collocazione di cancelli solo “un’efficace premessa per passare poi a più significativi interventi di natura strutturale” e quindi non “definitiva ed esclusiva”, l’Assessore Scidone – che dice di non essere a priori contrario all’idea dei cancelli – si preoccupa di entrare nel merito dei contrasti e dei problemi che agitano gli abitanti: orario di chiusura e apertura dei cancelli, possibilità e opportunità di dotarli di citofoni, oneri di gestione e altro ancora. E’ in questo clima che si concretizza l’idea di formulare un questionario – da rivolgere a tutti i residenti della zona – che dia loro il modo di esprimersi sui problemi sollevati. Salvo restando il fatto che in generale è stata riconosciuta la validità dei cancelli per la soluzione ad un lungo disagio, viene chiesta anche una generica opinione sulla presenza di cancelli ovunque essi vengano installati o proposti. Troverete il questionario come allegato del nostro giornalino; preghiamo tutti i nostri lettori di compilarlo e di farcelo avere nel minor tempo possibile, secondo le indicazioni contenute nel questionario stesso. Entrambi gli Assessori riconoscono che i cancelli sono una risposta immediata ad una emergenza che non tollerava ulteriori indugi, ma Pag.3 la soluzione vera del problema passa attraverso la riappropriazione del territorio da parte di chi ci vive. Torna quindi sul tappeto quella proposta socioculturale sulla quale il nostro Comitato e il Circolo Vega hanno tanto lavorato negli anni scorsi, investendovi le loro risorse umane e relazionali: percorso turistico illustrato, visite guidate e soprattutto eventi capaci di creare cultura, di dare un vissuto al territorio, di offrire momenti positivi di aggregazione e socializzazione. Non hanno mancato di parlare anche di quegli interventi di manutenzione che contribuiscono a ridare decoro e dignità al tessuto urbano circostante. Morettini auspica la formulazione di un progetto completo che non dimentichi le attività sociali rispetto alla tossicodipendenza, preveda la creazione di spazi ed iniziative, sino ad arrivare agli indispensabili interventi di riparazione delle creuze mal ridotte. Scidone individua nella occupazione positiva del territorio e nelle iniziative socio-culturali il compito stesso del Comune, che dovrebbe fare sicurezza in questo modo e promette il suo appoggio in questa direzione. Non dimentica però di rilevare l’inadempienza del Comune riguardo alle misure che dovevano essere il corollario della collocazione dei cancelli, e si propone di richiedere alla Polizia Municipale e a quella di Stato, una risoluta applicazione delle forme di controllo e monitoraggio promesse e previste. Vogliamo ancora ricordare che l’Assessore Scidone, nell’affrontare il problema sicurezza, aveva citato un’esperienza in atto a New York, dove proprietà immobiliare, commercianti e amministrazione pubblica si sono riunite in iniziative tendenti alla sicurezza, nelle quali ciascuna delle parti si assume l’onere di una quota del costo. Il Presidente del Municipio, Aldo Siri, dopo aver promesso il suo impegno per migliorare la vivibilità del nostro quartiere, ha spiegato in che cosa consiste la novità del Municipio rispetto alla vecchia Circoscrizione, quali siano le sue competenze e i suoi limiti: in sostanza il Comune ha trasferito ai Municipi l’onere della manutenzione ordinaria della zona che rappresentano, insieme ad uno stanziamento, la cui misura dipende dalle possibilità del bilancio comunale. Peraltro prosegue la funzione mediativa del Municipio fra cittadini e Amministrazione centrale per qualsiasi altra esigenza di carattere straordinario. Il Presidente si è proposto di attivare assemblee di quartiere e aprire punti di ascolto nelle varie zone del territorio. È così che intende instaurare un rapporto vivo e diretto con la gente, fatto di collaborazione, consigli e suggerimenti. Quando ha ricordato le origini della sua famiglia, è venuto meno ogni tono burocratico, per lasciar posto ad una simpatica figura che apprezza la schiettezza e la sincerità degli abitanti del centro storico in mezzo ai quali si sente a suo agio, proprio come nell’occasione presente, nella quale emerge l’attaccamento e l’amore dei residenti per il proprio quartiere. Naturalmente si è tornati sull’argomento cancelli: da un lato sono sembrati tutti d’accordo nell’attribuire loro il merito di aver posto fine al disagio degli abitanti di Salita Famagosta, dall’altro si è riaccesa una conflittualità che ha rischiato di far ricadere il dialogo nell’invettiva e nel rancore. Il Presidente ha invitato a ricomporre i rapporti, promettendo il suo aiuto per ritrovare un percorso di condivisione ed intesa. Si è parlato poi degli interventi più urgenti di diretta competenza del Municipio cioè di quegli interventi di manutenzione ordinaria che attendono da un pezzo e per i quali risultano già stanziati i fondi attraverso il Progetto Regionale “Santa Brigida sicura e vivibile”. Il Presidente Siri a questo proposito si è detto disponibile ad interessarsene personalmente, proponendosi di convocare al più presto le aziende, AMGA, AMIU e ASTER, che dovranno porvi mano. RIFIUTI INGOMBRANTI: “ECOVAN” Già da tempo, dietro richiesta e sollecitazione del Circolo Vega e del Comitato di Quartiere, l’AMIU ha istituito, anche per la nostra zona, il servizio di ritiro dei rifiuti ingombranti. Ogni secondo sabato del mese, infatti, dalle ore 9 alle 11,30 circa un autocarro dell’AMIU – l’ECOVAN – fa sosta in Piazza Santa Brigida e carica tutti gli ingombranti di cui i residenti vogliono disfarsi. Servirsi di questa opportunità è un comportamento civile, proprio del buon cittadino, che collabora per il mantenimento del decoro del proprio quartiere. A meno che non si preferisca l’illegalità e l’indecenza, questo tipo di smaltimento presenta delle alternative molto meno agevoli: o il trasporto sino al piazzale antistante l’azienda in Lungobisagno Dalmazia con un proprio mezzo, o chiamare l’azienda stessa per il ritiro a domicilio, servizio che comporta però un costo non indifferente. La cosa più semplice è dunque quella di servirsi dell’ECOVAN: non costa UN PO’ DI STORIA: Edifici e strutture conventuali Antiche piante e vedute della vecchia Genova indicano con precisione l’area di pertinenza della chiesa di Santa Brigida e degli edifici conventuali: al centro l’imponente luogo di culto, mentre lungo le attuali Salite Famagosta e Montebello si collocavano le strutture abitative: dormitori, cucine, refettorio e tutti quei locali di servizio che rendono autonoma la vita che si svolge in un monastero. Se la Chiesa - dopo essere stata usata come officina e come filanda - fu completamente rasa al suolo a metà dell’800, conservando in alzato solo le possenti mura esterne e l’abside rettangolare, gli altri edifici vennero destinati ad usi civili già molto presto rispetto all’abbandono da parte delle ultime monache. Il complesso edilizio formato attualmente dai numeri civici 25, 25a, 27 e 29 di Salita Santa Brigida corrisponde all’antico dormitorio femminile del convento. Da un censimento parrocchiale dell’epoca risulta che già nel 1804 vi erano presenti degli inquilini. Ora, all’interno di un appartamento al piano nulla ed è per così dire “sotto casa”, non comporta più fatica di quanta ce ne vuole per trascinare reti da letto, materassi, sedie e mobili di cui ci si vuol liberare, e abbandonarli in strada, sia pure accanto ai normali cassonetti che a volte non sono più raggiungibili a causa di ciò che la gente vi porta. Ciò serve soltanto a rendere più complicato il lavoro degli operatori ecologici e più squallido l’aspetto del quartiere. Perciò vi invitiamo a dare un segnale di civiltà e di buona educazione, approfittando del servizio messo a disposizione dall’AMIU, affinché non si debbano più vedere le nostre creuze ingombre di vecchi oggetti e di ogni genere di ciarpame. terra del civico 25 si conservano - oltre a resti di muri e arcate della primitiva struttura delle decorazioni pittoriche che risalgono, appunto, ad un primo ottocento. La ristrutturazione dell’intero edificio per portarlo allo stato attuale, avvenne però a metà circa di quel secolo. Ora siamo in grado di affermare che il dormitorio delle monache ebbe una fase ottocentesca …di tutto rispetto. L’edificio, infatti, attirò l’attenzione di un famoso artigiano del mobile, l’inglese Henry Thomas Peters, che, giunto a Genova verso il 1817, voleva fermarvisi e aveva bisogno di locali dove collocare e lavorare i legni pregiati, provenienti dall’estero, di cui si serviva per i mobili artistici che produceva. Prese in affitto, quindi l’intero edificio che a quel tempo si affacciava ancora su via Balbi. Il grandioso laboratorio che ne risultò si può ammirare graficamente realizzato su un foglio promozionale in cui lo stesso Peters illustrava la sua attività e offriva la sua produzione di mobili di alta qualità. In tale disegno il dormitorio delle monache conserva ancora l’aspetto originario, su due livelli e con due arcate anteriori nella parte centrale e tre livelli in quelle laterali. Le puntuali corrispondenze con quanto vi è oggi, sono desumibili dalla lettura del disegno. Dobbiamo il ritrovamento di questo per noi prezioso documento all’interesse per i mobili antichi che ha portato la Sig.ra Massimiliana Mulas - titolare del negozio “Mumä–Non solo tè”, in Piazza Truogoli di Santa Brigida, 8 all’Archivio Storico del Comune di Genova, dove il foglio si trova insieme ad una serie di documenti riguardanti l’atélier del Peters. Alla Sig.ra Mulas, che ce ne ha fatto parte, va il nostro sentito ringraziamento.xxxxxxxxxx DOVE PRENDIAMO I FONDI Abbiamo fatto un CALENDARIO ! È il risultato di una collaborazione che ha visto insieme Il Circolo Vega, il Comitato Santa Brigida, l’Associazione La coscienza di Zena, il Consorzio dei Commercianti di Piazza dei Truogoli e altre persone o associazioni. Lo scopo è stato quello di abbracciare in un unico lavoro l’intero storico Borgo di Pré, di vederne l’unitarietà in quel che resta dell’antico, in quel che si è salvato con gli interventi recenti, presentandone le realtà e le risorse per vedere meglio dove è necessario intervenire. Dai bastioni al mare, quindi, si snoda un itinerario ideale che percorre tutto il Borgo mettendo in congiunzione i due estremi, i poli museali del Castello D’Albertis – oggi sede del Museo delle Culture del mondo – e il Galata – Museo del mare e della Navigazione. Vi sono raffigurati molti angoli caratteristici e significativi della storia del Borgo, ma anche le moderne realizzazioni e peculiarità della zona – come l’impianto integrato dell’ascensore Balbi-Monte Galletto. Ogni immagine è corredata da uno scritto che ne spiega il significato, o ne racconta la storia o ne illustra l’attività. È stato distribuito non proprio capillarmente (i tempi erano proprio stretti) ed è stata proposta un’offerta libera e volontaria a beneficio delle attività del Comitato e soprattutto del restauro del grande arco di Salita Santa Brigida. È ancora disponibile e ci farebbe piacere consegnarlo a chi non lo avesse ”incontrato” e desiderasse averlo e conservarlo. Pag.4 La nostra attività, del tutto volontaria, e quella del Circolo Vega che si basa anch’essa essenzialmente sul volontariato, non consentirebbero certo di realizzare iniziative come queste, in cui i costi non sono le persone, bensì gli indispensabili materiali di impiego, come ad esempio gli oggetti che hanno costituito i premi del concorso, o i colori e i supporti con relative protezioni per i pannelli del Klee. Questi costi vengono in parte supportati dal Progetto Regionale, ormai concluso, “Santa Brigida sicura e vivibile”, in parte dalla Fondazione “Fabrizio De André” e dall’industria dolciaria “Saiwa” ed in parte dalle raccolte fondi organizzate dal Circolo Vega e dal Comitato Santa Brigida in varie occasioni, come quella della distribuzione del calendario del 2008 “a.Pré.stO”. FONDAZIONE FABRIZIO DE ANDRE’ ONLUS Per il pieghevole GENOVA NASCOSTA – le creuze di Santa Brigida dai bastioni al mare, – da noi realizzato in formato digitale nel testo e nelle immagini, a completamento del percorso turistico – abbiamo ottenuto una sovvenzione pubblica da parte dell’Assessorato ai musei. La cartolina “benvenuti in Santa brigida” è stata finanziata dall’allora Circoscrizione I Centro-Est. PREMIAZIONE DEL PRIMO CONCORSO A PREMI “SANTA BRIGIDA” E ESPOSIZIONE DEI PANNELLI ILLUSTRATI DAGLI ALUNNI DEL “PAUL KLEE” Presso l’ex Oratorio delle Cinque Piaghe, in via delle Fontane, che attualmente ospita le attività del Circolo Vega, si è concluso il 7 dicembre dello scorso anno il Primo Concorso “Santa Brigida” con la premiazione degli autori delle opere vincenti, secondo il verdetto della giuria, i cui componenti sono stati: Aldo Siri, presidente del Municipio 1 – centro est Ornella Cocorocchio, dell’Associazione “La coscienza di Zena” Fausto Ferraiuolo, dell’Associazione “Contemporart” Gustavo Giacosa, dell’Associazione Contemporart” Riccardo Ferrari, dell’Associazione “Anonimedia” Franco Paolo Oliveri, Professore di Filosofia al Liceo classico Doria Antida Gazzola, Docente della Facoltà di Architettura Claudio Muci, Esperto di Comunicazione Emanuela Sciutto, del Circolo “Vega” La partecipazione al concorso è stata buona, ma non tutte le categorie di opere previste erano rappresentate; pertanto la Giuria ha deciso di scegliere le opere migliori in senso assoluto e di premiarne gli autori. In ordine i premi sono stati assegnati a questi lavori: Iº premio, per la fotografia che riprende un vecchio cancello chiuso in via di Balaclava, in cui era stata inserita un’immagine religiosa, alla Sig.ra Rita Rossi, esperta di botanica, guida turistica, molto osservatrice e appassionata di fotografia L’opera prima classificata al IIº premio, per un racconto ambientato nella Salita Santa Brigida, definibile come di concorso genere pseudo-fantasy, ma anche un po’ non-sense, onirico introspettivo, ad Eleonora Marocchini, studentessa quindicenne del Liceo Classico Colombo IIIº premio, per un’altra bella fotografia scattata durante la rappresentazione dello spettacolo itinerante per le creuze di Santa Brigida, allestito dalla compagnia del Circolo Vega “Teatro OrtaeT” e ispirato alla figura della Santa e alla vita che si svolgeva nell’antico convento. La foto riprende gli attori in un angolo molto caratteristico del nostro quartiere, dove le persistenze degli edifici conventuali vengono riutilizzati nella ristrutturazione ottocentesca. È stata scattata dal Sig. Marco Pezzati, notevole intenditore di fotografia, al quale è andato il premio. I premi consistevano in altrettante fotocamere digitali, corredate di stampante; a tutti i partecipanti al concorso presenti alla premiazione è stato consegnato un libro: Enrico Pedemonte-Vincenzo Tagliafico, Genova per chi, edito e offerto da Fratelli Frilli Editori. Nell’occasione sono stati presentati i primi sette pannelli realizzati dagli allievi della seconda classe del Liceo Artistico Paul Klee, sotto la guida del Professor Franco Bufarello. Rappresentano aspetti della vita e delle attività che si svolgevano nelle comunità religiose di un tempo, quando il convento tendeva ad essere autosufficiente ed a produrre i necessari beni di consumo. All’iniziativa avevamo accennato già nel primo e sinora unico numero de “La Voce del Quartiere” e se ne trova notizia anche sul nostro sito. L’idea si deve al Dott. Roberto Balestrino, membro del Comitato di Santa Brigida, che si è messo personalmente in contatto con la scuola, ottenendone la collaborazione. Lo stesso Balestrino, insieme a Maria Antonietta Alberti, basandosi anche su documenti specifici riguardanti il Monastero di Santa Brigida, ha fornito illustrazioni e immagini dell’epoca, alle quali i giovani artisti potessero ispirarsi per illustrare la vita dell’antica comunità conventuale. Il risultato di questa iniziativa potrà essere valutato ed apprezzato fra breve, in quanto si sta procedendo alla posa dei pannelli in alcuni punti delle creuze. Uno dei pannelli realizzati dagli allievi del Klee DEVIANZA E REINSERIMENTO: occupiamoci anche del disagio. Anche questo numero del nostro giornale è ricco di informazioni e notizie sul nostro amato quartiere. La voglia di migliorare il contesto in cui viviamo, attraverso proposte costruttive e condivise, è il principale motore del Circolo Vega e del Comitato di Santa Brigida. A questo proposito ci fa piacere spendere qualche parola rispetto alle attività solidaristiche e sociali che nel nostro quartiere si affiancano e si integrano a quelle culturali e di animazione. Ricordiamo che presso la sede del Vega e del Comitato, risiede anche "il Nodo Parlato" primo ed unico ente che in Liguria si occupa di Mediazione Penale, offrendo sostegno alle vittime di reati ed incontrandone gli autori, nella prospettiva di una riconciliazione e di una riparazione del danno inferto alla vittima o, in senso lato, alla società. Il Circolo Vega si occupa anche del recupero di ragazzi che hanno commesso reati, intervenendo tempestivamente dopo il primo fatto deviante, in modo da prevenire la recidiva. Così capita spesso che ragazzi che hanno commesso "errori di percorso" si ritrovino ad offrire un proprio contributo alle attività di animazione e rilancio del quartiere. Crediamo che questo sia un bell'esempio di coinvolgimento di persone che molto spesso si tende ad emarginare o affrontare, anteponendo la logica punitiva a quella di reinserimento e riparazione. Anche rispetto ai tossicodipendenti il Circolo Vega ha voluto evitare la scorciatoia, peraltro illusoria, della loro eliminazione. Così una parte dei locali di via delle Fontane (altra sede del Circolo), ospita il servizio Drop-in "la Boa", gestito dall'Associazione Afet Aquilone Onlus. Pag.5 L'attività consiste nell’offerta di un primo sostegno ai tossicodipendenti: un pasto, la possibilità di lavarsi e usufruire di una lavanderia. Ovviamente ciò vuole essere soprattutto un “appiglio” per orientare queste persone verso il contenimento del danno nei confronti di se stessi e degli altri, auspicando di rafforzare le prospettive di disintossicazione. Sempre in materia di droga, il Comitato Santa Brigida e il Vega hanno realizzato un convegno (di cui si potranno vedere le riprese sul sito), dal titolo "Droga e Alcool - Conseguenze dell'uso e dell'abuso" con lo scopo di acquisire competenze sul problema e sulle risposte adottate in contesti diversi. Insomma, l'intento è quello di comprendere i fenomeni per proporre soluzioni che superino le sterili contrapposizioni ideologiche e la tendenza ad esprimersi senza cognizione di causa sull'argomento. In definitiva, forse in controtendenza con la consuetudine di proteggere il proprio "orticello", vorremmo che del miglioramento del contesto fossero attori e destinatari anche coloro che vivono in una condizione di disagio ed emarginazione. F.G. Archivolto di S. Brigida: immagine tratta da “Genova (in)visibile” di Silvia Ambrosi. Il nostro Comitato: PARLIAMO DI PERSONE. Un comitato, si sa, è fatto di persone, persone diverse fra loro che hanno però qualche interesse comune. Nel nostro, c’è un po’ di tutto: giovani, anziani, impiegati, pensionati, artigiani e anche qualche individuo che senza eufemismi si definisce decisamente vecchio, quindi uno che poco può dare, se non la propria esperienza di vita e prendere molto, invece, come quel senso di continuare a vivere per qualche cosa, di essere magari ancora un po’ utile a quella comunità di cui si sente parte. Vi sembra patetico? Non lo è e noi lo verifichiamo qui, al nostro interno. Queste persone vogliamo cominciare a farvi conoscere, un po’ per scherzo e un po’ sul serio. Uno dei primi. Il quartiere gli deve molto, è stato sempre presente alle riunioni qui in loco e in quegli uffici comunali che sembrava volessero occuparsi dei nostri problemi, delle nostre prospettive e delle nostre proposte, non ha mai mollato ed è per noi tutti un esempio di tenacia e perseveranza: Eccolo: In poco tempo infatti giungeranno non una, ma tre birbe, prima le due, l’altra dopo un anno, e ora… se le sorbe Il suo nome è Pietro, Pietro Ghio Ma poi lo chiaman Gianni gli amici e lui risponde: sì son io, da più di sessant’anni. Quando di Stato eran le Ferrovie, curava gli orologi e non faceva far loro follie e riceveva elogi. quando va a far quel ch’è il suo dovere, occuparsi di loro, se c’è bisogno, anche giornate intere, ad ascoltare il coro. Un bimbo perché chiamarlo Pietro? Un nome tramandato dal nonno al nipote, avanti e indietro, ormai è superato. Già allora, come ancor adesso lo porti al bar e chiede ‘n toccu de fugassa cu vin giancu; così sempre succede. Il quartiere da lui si aspetta ancora quel che lui sa dare: comunica con tutti e si accalora mentre si dà da fare. E Gianni dondolando appena un po’ puntuale sempre arriva, magari aspetta, ma no, lui non può, …fermarsi sulla riva. Al Comitato ancora lui propone di offrir della focaccia col vino bianco, in ogni occasione, qualunque tempo faccia. È simpatico e gli vogliamo bene; se qualche volta appare giù di corda – e ne ha le tasche piene –“Gianni, non ti crucciare” Ne andrebbe della sua attività, quella che gli ha dato una pensione e la puntualità. Quale dunque il passato? “Mancu ‘n nevettu”, lui si lamentava un po’ di anni addietro, quando ancora non immaginava ci pensasse San Pietro. bisogna dir, “non fare il brontolone, difendiamo il quartiere, tiriamo avanti”…Ma è sua la ragione, son tutte cose vere. E’ sceso in Piazza, ha portato il suo “vin bianco”, era presente quando i rappresentanti delle istituzioni sono venuti; senza scomporsi ha detto cose essenziali, ha ricordato promesse non mantenute, interventi decisi ma non realizzati, ecco, proprio le cose… che lo fanno star male. COMITATI “AMICI”: Il Cantiere del Carmine La zona del Carmine è stata oggetto di un “Programma di Riqualificazione Urbana” (PRU) che andasse dalla chiesa e dall’ex Abbazia di S.Bernardino, sino al caratteristico mercato davanti al quale sembra essersi arenato, malgrado il Comune avesse già stanziato dei fondi. Ma quel programma, nato dalla volontà popolare, aveva ormai coinvolto quelle associazioni spontanee che intendono rilanciare e rivitalizzare il quartiere, attraverso manifestazioni ed iniziative culturali. È recente la lettura integrale delle tre cantiche dantesche – Inferno, Purgatorio, Paradiso – svoltasi nei giorni precedenti la Pasqua, in tre punti cardine della zona: mercato, chiesa ed ex-abbazia, organizzata dalla Parrocchia e dalle associazioni. L’associazione della quale vi parliamo, non è propriamente un “comitato”, ma si presenta come un “CANTIERE” in cui un gruppo di persone – ponendosi la domanda: “cosa dai tu alla città?” – lavora per il proprio quartiere, ma in definitiva sente di offrire qualcosa ad una città … che, secondo un luogo comune, “non ti dà niente”. Il Sig. Stefano Bruzzone, che opera nel “Cantiere” e che nel prossimo futuro ospiteremo ben volentieri in queste pagine, ricorda le vicende del 1970, quando l’impegno sociale di un prete scomodo, Don Gallo, allora vice-Parroco del Carmine, non piacque alla Curia Genovese. Invano i parrocchiani si opposero per impedirne l’allontanamento: ormai era deciso. Dalla rievocazione di questa “storica” vicenda il Cantiere è partito con la manifestazione “Mi hanno rubato il prete – il Carmine in Piazza”: mostre fotografiche, esposizione di giornali dell’epoca, incontri, il tutto accompagnato da pratici interventi di manutenzione del territorio. Poi ci sono state le iniziative natalizie con al centro il “Presepe vivente” per le strade del borgo e il “Presepe …tra gli Angeli” nel mercato comunale. Attualmente il Cantiere lavora ad un progetto di recupero dell’intero borgo e ha collaborato alla costituzione del CIV Zecca-Carmine che, a sua volta, si propone come elemento di riqualificazione del quartiere. In origine l’attuale zona del Carmine non era dissimile dalla nostra: ricca di acque e di vegetazione, si offriva al pascolo e alle coltivazioni. Era conosciuta con i nomi di Pasturezza, Olivella e Giuggiola, mentre l’area specifica dove è sorta la Chiesa del Carmine era detta “Terriccio” . La parte inferiore della zona, per la sua luminosità, era chiamata Valle Chiara. La testimonianza del legame che esisteva fra le località di Santa Brigida e del Carmine, si trova nel termine di “Carbonara” (o Carbonaria). In documenti anteriori all’anno 1000, con questo nome si indicava la vallata compresa fra il colle Albano (Castelletto), ad est, e Montegalletto con Pietra Minuta, ad ovest. Vi si parlava anche di torri su monte Albano (Pietra Maior) e su Pietra Minuta (Pietra Minor): un’ unica località che prendeva nome dalle fosse, dette appunto ”carbonarie”, scavate a ridosso delle porte di città e altre opere difensive per ostacolarne il superamento. La stessa origine toponomastica aveva il rio Carbonara, che andava a sfociare a Ponte Calvi,. Fu in località Terriccio che un gruppo di Carmelitani ottenne dapprima in affitto una casa e poi, acquistato altro terreno, il permesso di costruire una loro chiesa con relativo convento: il 9 giugno 1262 fu posta la prima pietra. Due Ordini diversi di Carmelitani si alternarono nel complesso monastico, che durò sino al 1797, l’anno della soppressione degli ordini. Alla Chiesa, riaperta al culto due anni dopo, fu aggregata la Parrocchia di Sant’Agnese, soppressa nello stesso anno e demolita poi nel 1820 per ragioni di viabilità. L’intera zona era stata interessata dalle trasformazioni urbanistiche dovute prima alla costruzione dell’Albergo dei Poveri, poi al tracciato della circonvallazione a monte, quando fu aperta Via Polleri. per avere una via carrozzabile dalla Zecca e la Nunziata all’Albergo dei Poveri e oltre. Il borgo, già nel XIV secolo, era diventato parte viva della città. I commercianti, in prevalenza droghieri e confettieri, vi costruirono le loro abitazioni e vi esercitarono i loro commerci. Ai primi vicoli fu dato il nome della merce che vi si vendeva: zucchero, cioccolatte, etc. Più in basso, in Vallechiara, vennero aperti laboratori e botteghe: fabbri, cordanieri, conciatori di pelli, ma soprattutto tessitori di lana, attività che richiede abbondanza d’acqua e in cui erano maestri i Frati Umiliati, che avevano costruito la chiesa della Nunziata con il doppio convento di monaci e suore dello stesso ordine. In questa parte orientale di Carbonara sorgevano altri edifici religiosi di cui restano notevoli vestigia: l’Abbazia di S.Bernardino [foto 2], la Chiesa di San Nicolosio [foto 3] e quella di San Bartolomeo dell’Olivella (1305) [foto1] con un monastero di Suore Cistercensi dipendenti dall’Abbazia di Tiglieto; passato alle Agostiniane, fu soppresso nel 1797. In tempi più recenti questa chiesa fu utilizzata per proiezioni cinematografiche, mentre il convento si mutò ben presto in abitazioni popolari. 1 2 3 Pag.6 ATTIVITA’ CULTURALI: FRATELLI FRILLI Già da tempo è in atto una collaborazione tra la Casa Editrice FRATELLI FRILLI e il Circolo VEGA – Comitato SANTA BRIGIDA, per rispondere a quel desiderio di cultura che viene avvertito sempre più spesso anche nel nostro quartiere. BIBLIOTECA E’ già in via di formazione: partita da pochi testi esistenti o forniti da qualche privato donatore, ha visto crescere notevolmente la sua consistenza proprio in Sono piccola virtù del fatto che i Fratelli ma crescerò! Frilli gratuitamente hanno fornito una copia di tutti i loro libri in catalogo. Almeno quando saranno ultimati i lavori di restauro della sede storica del Vega e questo vi sarà rientrato, si potrà organizzare la presentazione dei libri appena usciti, ma non è detto che ciò non possa avvenire anche prima nella sede provvisoria. L’incremento della biblioteca potrà avvenire anche attraverso libri che gli abitanti del RECENSIONI Sono usciti di recente due libri che vogliamo segnalarvi. Entrambi, in qualche modo, hanno a che fare con il nostro quartiere. Il primo, GENOVA PREROMANA, Una città portuale del Mediterraneo fra il VII e il III secolo a.C., è stato scritto dalla più autorevole conoscitrice del sottosuolo genovese, la Dott.ssa Piera Melli, alto funzionario della Soprintendenza Archeologica e pubblicato dalla casa editrice Fratelli Frilli Non nascondiamo che il primo impulso a parlarvene, ci è venuto dal fatto che l’autrice abita proprio nel nostro quartiere e siamo quasi orgogliosi che lo abbia scelto a sua residenza, tanti anni fa. Immaginiamo che le sia piaciuto abitare qui, non solo per la vicinanza al suo luogo di lavoro, ma anche per quelle caratteristiche che anche noi apprezziamo: tranquillità e silenzio, continuità del suo vissuto, testimonianze del suo passato. Tuttavia, questo suo ultimo lavoro merita proprio di per sé un’attenzione particolare, da parte di tutti i genovesi. Viene infatti a colmare un vuoto nella storia della nostra città, dalle origini sino al suo ingresso nell’orbita di Roma. E’ un periodo sul quale solo l’archeologia può proiettare la sua luce, in mancanza di fonti scritte. L’autrice di questo libro lo fa in maniera mirabile, leggendo in ogni scoperta e provenienza dal sottosuolo genovese tutti i dati oggettivi e le notizie certe che se ne possono trarre. In questo modo accompagna il lettore in un viaggio che va alla scoperta della città: la sua primitiva nascita e lo sviluppo determinato dall’insediamento etrusco; la crescita e il raggiungimento di un benessere attraverso le attività materiali – soprattutto commerciali e marittime – che vi si svolgevano; gli scambi culturali e gli apporti di civiltà maggiormente strutturate; le possibilità offerte dalla naturale conformazione dell’arco costiero, ma anche dalla facilità di penetrazione verso l’interno. Tutto questo ed altro ancora (abbigliamento, alimentazione, struttura sociale, scrittura) in un linguaggio capace di giungere a tutti, senza esclusione dei “non addetti ai lavori”, ma anche senza mai cedere alla congettura e all’immaginazione. Insomma, è un libro da leggere, ma anche da tenere in mano, da sfogliare, perché dotato di un pregevole apparato grafico e illustrativo. M.A.A. quartiere vorranno prendere dal loro scaffale per farne dono al loro Comitato di quartiere,il quale si riserva di accettarli dopo averne preso visione – recandosi a domicilio – ed aver verificato che abbiano interesse… Non vorremmo essere sommersi soltanto da vecchi e superati libri scolastici! La nostra sarà una biblioteca pubblica a tutti gli effetti, aperta alla consultazione e al prestito. VIDEOTECA Anche questa è in fase di formazione e dispone già di circa quindicimila titoli. Anche le videocassette saranno disponibili per la visione in loco, o per il prestito. Il secondo, invece, vuol ricostruire un’immagine della Genova quattrocentesca e ci interessa molto perché riproduce in modo suggestivo anche tutta la nostra zona. Si tratta di Ritratto di Genova nel ۥ400 – veduta d’invenzione, di Ennio Poleggi e Isabella Croce, edito dalla Sagep. Nel titolo vi è già l’anticipazione del lavoro che sta alla base di questa nuova immagine della nostra città. Con una operazione che potrebbe suscitare qualche riserva, gli autori delineano questo ritratto, partendo dalla celebre veduta di Genova eseguita nel 1597 da Cristoforo De Grassi, per incarico dei Padri del Comune, affinché non si perdesse memoria di una precedente immagine della città, ormai rovinata dal tempo di autore anonimo. In pratica il De Grassi riprodusse fedelmente una veduta che risaliva ad oltre un secolo prima, come suggeriscono le insegne della flotta genovese rappresentata nel porto e che ricorda la spedizione di Otranto contro i Turchi del 1481. Nel testo di Poleggi-Croce, là dove si riporta integralmente il cartiglio che si trova sulla destra in basso della veduta del De Grassi, compare, ci sembra, un malaugurato errore di stampa che riguarda l’anno in cui la copia venne commissionata dai Padri del Comune: l’anno che compare nel cartiglio è il MDXCVII, ma nel testo viene invece riportato l’anno MDXLVII e ciò può creare un po’ di confusione in chi non abbia avuto occasione di osservare direttamente la veduta del De Grassi che, ricordiamo, è esposta al Galata, Museo del mare e della navigazione. A parte questo, gli autori hanno ricostruito il “Ritratto di Genova nel ’400” avvalendosi di lunghe ed approfondite indagini documentarie e di altre fonti grafiche dell’epoca, non tendenti a dare una veduta d’insieme della città, bensì a fornire specifiche indicazioni sulle proprietà e attività commerciali e artigianali. Nel titolo del libro viene indicato chiaramente il fine ultimo di questo lavoro, che viene raggiunto attraverso la stretta collaborazione dello studio grafico Croce&Zibordi e Poleggi. La ricerca era iniziata in occasione delle celebrazioni del 2006 per il cinquecentenario della nascita di Cristoforo Colombo, quando si vollero individuare i luoghi che lo videro bambino e giovinetto. Da tali precedenti ha cominciato a prender forma, quartiere per quartiere, un’immagine inedita – plausibile se non reale – della Genova quattrocentesca che è stata chiamata “Ipergrassi”, in stretta relazione con la storica veduta da cui proviene. Ma veniamo a noi, cioè alla zona in cui sorse il Monastero di Santa Brigida. La particolare tecnica adottata per realizzare questo “ritratto” (puntualmente descritta dalla coautrice Isabella Croce) consente al nostro complesso monastico di elevarsi a ridosso della parte abitata del borgo di Pré con notevole precisione e verosimiglianza: si distinguono molto bene la Chiesa – ovviamente – e gli edifici conventuali, il dormitorio dei frati, quasi un prolungamento della chiesa a sinistra, il dormitorio delle monache proteso verso le mura difensive e altri edifici alle spalle della chiesa, fra cui era certamente il refettorio, ancora in piedi e attualmente in fase di restauro. Il tutto appare ben distinto dall’abitato laico – a cui è collegato da una strada terminante davanti all’arco con cancello d’ingresso, strada che è l’attuale Salita Santa Brigida – e immerso nella villa o zona verde che lo circondava. Per noi che conosciamo bene la zona questa immagine risulta particolarmente familiare, perché i dormitori sono tutt’ora in piedi anche se ristrutturati entrambi, più pesantemente quello maschile in quanto danneggiato dai bombardamenti dell’ultima guerra, rialzato di due piani quello femminile. Ad ogni sezione dell’Ipergrassi – suddivisa per quartieri da ponente a levante – seguono le schede relative alle strutture identificate e rappresentate. Quella che riguarda la Chiesa e il monastero di Santa Brigida – quasi non ne fosse rimasto nulla – ci sembra un po’ troppo povera data la grandiosità del luogo di culto e di ritiro, di cui le notizie non mancano e che ha lasciato comunque il nome a tutto un quartiere. Certo lo scopo di questa pubblicazione è ben altro e tanto basta per farci apprezzare l’importanza di un lavoro e di uno studio che ha visto collaborare tante persone per dare ai genovesi – e non solo a loro – la rappresentazione più antica della nostra città. M.A.A. Pag.7 LE PARROCCHIE E I LORO PARROCI San Carlo, San Sisto, San Giovanni: tre parrocchie, tre punti di riferimento per il nostro quartiere, ma anche tre identità definibili, ma non diverse, che trovano una loro unità, non solo nel territorio, ma anche e soprattutto nella figura dei tre sacerdoti ai quali sono affidate. Non ci sembra un caso, infatti, che questo compito sia stato assegnato, ormai da molti anni, non a tre figure generiche di sacerdoti, bensì ad una comunità religiosa, la ”Fraternità della Santissima Vergine Maria”. E’ questo l’Ordine cui appartengono i nostri tre Parroci. Ma anche in questo ambito, vi è stato, nell’ultimo anno qualche cambiamento: l’avvicendamento di due di loro. Padre Marco Maria, infatti, ha lasciato la Parrocchia di San Carlo per svolgere altri compiti assegnatigli dalla Fraternità: lo ricordiamo con affetto e gratitudine e da queste pagine vogliamo rivolgergli un saluto ed un augurio. Al suo posto, dall’ottobre scorso, a reggere questa Parrocchia è stato chiamato Padre Gabriele Maria. Insieme alle responsabilità parrocchiali, lo attendeva anche un annoso problema pratico, quello di una grossa infiltrazione d’acqua sotto la cripta della chiesa, dovuta alla presenza di uno dei tanti rivi coperti e incanalati dai Balbi nel ‘600, quando aprirono la loro strada e che hanno dato non pochi grattacapi ai governanti genovesi nel corso dei secoli. Questi lavori fortunatamente ora sono terminati: è stato fatto tutto quanto era possibile, considerato che la chiesa è stata costruita in pendenza e alle falde di una collina in cui i corsi d’acqua sono stati sempre copiosi. Padre Gabriele ha però avviato anche altri progetti nella chiesa. Si tratta del restauro della parte marmorea e degli stucchi del coro, nonché dell’impianto di illuminazione. Qui si parla di costi notevoli che la Parrocchia, da sola, non può certo sostenere. Quindi Padre Gabriele si sta adoperando per trovare una adeguata sponsorizzazione, come ormai è prassi abituale. Gli auguriamo un buon successo, specie in un momento da tutti definito difficile. Lavori a San Carlo Padre Gabriele, nonostante questi impegni di natura pratica, è riuscito ad organizzare in modo positivo le attività consuete della parrocchia, come la distribuzione mensile di un modesto quantitativo di prodotti alimentari – di cui si occupa un piccolo gruppo di volontarie – o le attività musicali e gli incontri spirituali, cercando in tutti i modi di incrementare i rapporti e i contatti con i parrocchiani. È anche una persona di grande cultura, come del resto tutti i Confratelli dell’Ordine, ed è forse interessante sapere che, proprio nel territorio dove un tempo sorgevano la Chiesa e il Convento di Santa Brigida, sia giunto un Sacredote che della Santa e delle sue opere è un grande conoscitore. Diamogli dunque un caloroso benvenuto. Padre Maurizio Maria è, dall’aprile dello Padre Rinaldo Maria, invece, continua ad occuparsi – e a scorso anno, il Parroco di San Giovanni. profondervi le sue energie – del territorio parrocchiale che fa Questa chiesa, che potremmo definire la capo alla Chiesa di San Sisto. Nemmeno qui la vita è facile, i più preziosa delle tre quanto a storia e problemi sono analoghi a quelli cui abbiamo accennato a struttura, è legata sin dall’origine alla proposito di San Giovanni. Padre Rinaldo li conosce bene da funzione del complesso “ospitaliero” della tempo, essendo tra noi ormai da una diecina d’anni. Ha visto Commenda, complesso che, attualmente, più volte l’illegalità e la violenza causate anche dallo spaccio fa capo a tre diverse entità: la Chiesa di droga, l’abusivismo abitativo e lo sfruttamento delle stessa, i Cavalieri di Malta e il Comune di miserie di chi cerca un alloggio da parte di proprietari di Genova; il suo Parroco si trova in qualche case fatiscenti, privi di scrupoli. La realtà territoriale nel modo al centro dei loro rapporti, corso degli ultimi anni ha subito un ulteriore disagio, trattandosi di spazi adiacenti con accessi avvertito soprattutto dai commercianti, molti dei quali hanno comuni. Nel settore pubblico di questo scelto di chiudere o intendono farlo, di fronte alla presenza complesso è prevista l’apertura di un sempre più massiccia di etnie diverse, che tendono a nuovo museo dedicato alla Genova sostituire le vecchie botteghe tipiche della via con esercizi medievale, in cui saranno riunite le nuovi, come nuovi sono i consumatori e le loro abitudini testimonianze storico-artistico-architetto- alimentari. I problemi della strada – e la realtà del tessuto niche di un periodo così importante nella economico e sociale – sono stati messi in ottima evidenza storia cittadina. Padre Maurizio si augura dallo stesso Padre Rinaldo dalle colonne del Settimanale che questo progetto diventi operativo. La Diocesano nel settembre del 2007, quando ricordava ai sua realizzazione, con un inserimento più genovesi la celebrazione della festa patronale. convincente nel patrimonio artistico e Parliamo un po’, allora, di turistico cittadino, potrebbe contribuire, questa Chiesa, anch’essa attirando maggiore attenzione sulla zona, antichissima al pari di San ad affrontare le difficoltà che essa Giovanni, ma indubbiamente presenta. oggi meno nota ai genovesi. L’immigrazione ne ha infatti cambiato in Risale alla fine dell’ XI gran parte la popolazione. In questo secolo la costruzione della settore più occidentale del Borgo di Pré – prima Chiesa, intitolata al ormai popolato quasi esclusivamente da Santo Papa Sisto II martire, immigrati in cerca di accettabili condizioni La prima chiesa (dipinto-XIV sec.) che pare fosse sbarcato qui di vita – vi è una prevalenza di persone (ricordiamo che a quei tempi Via Prè costeggiava la riva) provenienti dal Sud-America, la cui proveniente dalla Spagna per recarsi a Roma. Si era nel III devozione, pur nell’ambito del secolo della nostra era, nel pieno delle persecuzioni volute cattolicesimo, può assumere aspetti che dall’Imperatore Valeriano; eletto Papa, Sisto guidò la Chiesa denunciano la tendenza a conservare per un solo anno. Fu infatti sorpreso nelle catacombe di ataviche pratiche sincretistiche. La Protestato, mentre celebrava una funzione: arrestato, fu famiglia si basa più spesso su una forma sottoposto a martirio. Il primitivo impianto medievale durò di convivenza che non su un matrimonio; fino alla fine del ‘500, quando fu sostituito da un secondo mentre il ruolo della donna, la figura edificio in forme gotiche. Infine, agli inizi del 1800, la Chiesa maschile, la cura dei figli, l’ambiente seicentesca era ormai così mal ridotta, che gli abitanti stessi esterno e l’uso della strada, rivelano sentirono l’esigenza di costruirne una nuova. Ed è quella che mentalità e abitudini del tutto particolari. oggi possiamo vedere, e che fu detta “la Chiesa dei re”, Se a ciò si aggiunge la modesta estrazione dopo che i Savoia ne divennero illustri parrocchiani, avendo sociale di queste persone, insieme alle scelto a loro residenza il vicino palazzo di via Balbi, indubbie difficoltà economiche, ci si rende acquistandolo dai Durazzo. I reali vi avevano una tribuna conto di quanto sia arduo per un Parroco loro riservata, alla quale accedevano direttamente dal loro portare avanti un discorso religioso e palazzo, mediante un passaggio che scavalcava via Pré. spirituale e come siano vani i tentativi di Fu in questo periodo che si intensificò la devozione, già intervenire nelle loro abitudini sociali e esistente almeno dal XVI secolo, per Maria Bambina. Alla familiari. Non c’è bisogno di usare mezzi metà dell’800 infatti risale la sistemazione della cappella con termini per definire la situazione di l’urna della Bambina, sotto alla quale fu posto il corpo del degrado che caratterizza oggi la Piazza martire San Vittorio, donato alla Chiesa proprio dai Savoia. Il della Commenda e che è sotto gli occhi di culto di Maria Bambina si diffuse così ampiamente che la tutti. L’impegno del religioso, in questo Chiesa ne ebbe quasi una seconda intitolazione e divenne contesto, è particolarmente messo alla popolare come “Chiesa della Bambina”. Tornando prova, ma Padre Maurizio ha tutti i numeri all’attualità, non si può non citare la conclusione per affrontare positivamente una realtà di dell’opuscolo dedicato alla Chiesa di S. Sisto dalla questo tipo. Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio, a Anche a lui un affettuoso benvenuto da conclusione dei restauri condotti in questi ultimi anni. La parte dei parrocchiani e di tutti noi. gloria passata e la realtà attuale si trovano perfettamente definite in queste parole: “È certamente particolare il rapporto di contrasto che lega la chiesa dei re a via Pré, strada tradizionalmente popolare e dove permangono situazioni di degrado a tutti ben note. Percorrere via Pré e affacciarsi sulla chiesa costituisce certamente motivo di meraviglia: due mondi si confrontano e dialogano in un reciproco scambio di valori e culture”. Forse per questo, entrandovi, viene voglia di inginocchiarsi e di pregare. Commenda e S. Giovanni (dal Cabreo del 1774) Pag.8 I LAVORI DI RESTAURO DEL REFETTORIO: sede storica del CIRCOLO VEGA Durante tutto l’anno sono proseguiti i lavori di restauro dell’antico refettorio del Convento, oggi di proprietà comunale. Tutto il percorso formato da via e salita Famagosta è stato pesantemente interessato da questi lavori: per renderlo transitabile ad un piccolo mezzo cingolato per iltrasporto di materiali, si è reso necessario colmare i dislivelli delle creuze con gettate di cemento e transennare almeno alcune parti, rendendo il meno disagevole possibile il passaggio dei pedoni. Non dovrebbe mancare molto al completamento di questa ristrutturazione che restituirà al Circolo Vega la sua sede “storica”, ma diventerà anche, per il quartiere tutto, un punto di riferimento, offrendo occasioni di incontro e socializzazione. È in fase piuttosto avanzata la ricostruzione dell’avancorpo già esistente, ma demolito secondo quanto previsto dal progetto; questo UNA STORIA FINISCE, UN’ALTRA COMINCIA Ha chiuso la Panteka - Dopo dodici anni i gestori del locale gettano la spugna. (elaborato sulla base dell’articolo del 5 gennaio 2008 di Francesco Pedemonte, apparso su www.mentelocale.it) Sabato 29 dicembre 2007 la Panteka ha aperto per l'ultima volta. Dopo dodici anni il contratto d’affitto era scaduto e, per i gestori, erano troppo alte le richieste del proprietario per rinnovare il contratto. Se ne va un locale storico che ha interessato più di una generazione di giovani, nato come spazio alternativo frequentato da .una gioventù un po’ protestataria ma impegnata e pensante, che si guardava allo scopo di rubare meno spazio alla creuza in quel punto ed inserire il corpo moderno nel cortiletto laterale, facendogli assumere l’aspetto di un piccolo giardino pensile da attrezzare con un po’ di verde ed una o due panchine; potranno accedervi gli abitanti del quartiere ma anche eventuali turisti il cui passaggio si auspica da tanti anni. Non ci stancheremo mai di dire quanto abbiamo lavorato a questo progetto, e quanto siamo rimasti delusi dalle promesse mai mantenute dagli Enti Pubblici. Ci auguriamo che l’inaugurazione possa avvenire al più presto (sono già stati abbondantemente sforati i tempi previsti) e che ciò possa essere un segnale ed un inizio di riqualificazione del nostro quartiere. Anche all’interno i lavori stanno procedendo: potremo essere in grado, nel prossimo numero, di dirvi qualche cosa di preciso su quanto verrà salvato e mantenuto di una decorazione pittorica venuta alla luce durante l’attuale ristrutturazione. attorno e, nel confrontarsi con gli altri, cercava una sua identità. Stefano, che gestiva il locale insieme alla moglie – l’oste e l’ostessa ricorda: «i primi anni sono stati i più difficili; abbiamo dovuto fare anche i conti con una certa diffidenza delle istituzioni, ma con l'andare del tempo le cose si sono sistemate. Abbiamo sempre cercato di offrire un servizio di qualità, che conciliasse le esigenze dei nostri clienti con quelle di chi al mattino si alzava per andare al lavoro». La Panteka ha saputo guadagnarsi la fiducia del quartiere. «Questa è una zona con molti problemi - confida - noi eravamo un punto di incontro, quasi una famiglia. Alcuni vicini hanno organizzato una cena di addio, qualcuno si è addirittura offerto per fare una colletta». Vi si faceva della buona musica, in una città in cui «non ci sono molti posti dove le giovani band emergenti possano esibirsi. Il nostro palco era aperto a chiunque. Rispetto ad altri abbiamo sempre avuto una mentalità più romantica. Qui dentro veniva chiunque: persino genitori e nonni che volevano ascoltare i loro giovani musicisti». Con un po’ di nostalgia, salutiamo gli amici della Panteka. Carpe diem: con questo nome di ascendenza classica – chissà cosa ne penserebbe il buon Orazio – si presenta un locale aperto di recente da alcuni giovani “gastronomi” che in cucina ci sanno fare. Proprio nel gomito di Vico Tana a sinistra dell’arco di Santa Brigida e ben visibile da via Balbi, si presenta come uno spazio intimo e accogliente; intimo e accogliente proprio perché piccolo e perché a portarvi le loro pizze e le altre specialità che sanno fare, sono gli stessi ... che le preparano, le cuociono nel forno a legna o le friggono nel padellone fumante sui loro fornelli, secondo i casi. E se si preferisce, ti mandano tutto a casa. Siamo andati a conoscerli, abbiamo parlato con loro, ci siamo accorti che lo spirito con cui hanno intrapreso questa attività è proprio quello di cui ha bisogno il nostro quartiere: l’occupazione positiva del territorio, per sottrarlo alle attività Pizzeria Carpe diem e alle presenze indesiderabili. Ci è venuto in mente quello che ha detto, nella nostra piazza, l’Assessore Scidone Vico Tana 4r. e che avete letto qui nel nostro giornale. Ma non mancano i progetti per consolidare la loro presenza nel territorio, come organizzare serate, riunire i Aperto tutti i giorni (tranne domenica) dalle 11 alle 15.30 e dalle 18.30 alle 23. ragazzi magari partendo dalla parrocchia e altro ancora. Diamogli tempo: sono qui da poco più di tre mesi; Tel.010.9413629 - 328 3889268 cercheremo di aiutarli a conoscere questo pezzo del centro storico, per potervisi inserire compiutamente. Che cosa sono i Punti di Ascolto del Municipio I – Centro Est Sebbene siano già in funzione dal novembre scorso, forse non tutti sanno che con l’Istituzione del MUNICIPIO I GENOVA – CENTRO EST si è prevista l’attivazione di punti di ascolto distribuiti nel territorio del Municipio stesso. Si è offerta quindi a tutti i residenti la possibilità di accedere al luogo più vicino per segnalare direttamente alle istituzioni i problemi del proprio quartiere, fare proposte, presentare richieste. Sono dieci in tutto questi “punti”, di cui il Municipio ha precisato localizzazione e disponibilità di orario. Li elenchiamo tutti, così come sono stati comunicati. Ci si può servire di uno qualunque di essi, compreso nell’elenco, ma osserviamo che quello più comodo per i residenti di Santa Brigida è proprio l’Ufficio del Presidente in via delle Lunedì (escluso i festivi) Venerdì (escluso i festivi) Fontane, al secondo Dalle Ore 8.15 Ufficio Presidente Via delle Fontane Dalle Ore 8.15 Villa Piaggio C.so Firenze, 24 piano, aperto tutti i alle Ore 9.00 Piano 2 alle Ore 9.00 lunedì dalle 8,15 alle 9 Dalle Ore 9.15 Parrocchia S.Marco al Molo Dalle Ore 9.15 Via Assarotti, 44/2 – Piano terra c/o del mattino. alle ore 10.00 Via del Molo, 18 alle Ore 10.00 UNITALSI Dalle Ore 10.15 Centro Civico “Remigio Zena” Dalle Ore 10.15 Locale sopra Autosilos Via Napoli (Fronte via alle Ore 11.00 Salita del Prione, 26/1 alle Ore 11.00 Vesuvio) Dalle Ore 11.15 Sc. Vespertina Dalle Ore 11.15 Ex Circoscrizione Oregina Lagaccio alle Ore 12.00 “Rina Govi” Via Fieschi 16 alle Ore 12.00 Via Carbone, 31r Per conferire direttamente con il Presidente e gli Dalle Ore 12.15 Centro Sociale Anziani Municipio I Centro Est Assessori del Municipio è necessario contattare la alle Ore 13.00 Via del Lagaccio segreteria del Presidente Dalle Ore 18.30 Cineclub Consolazione (tel. 010/5572336 91508149) alle Ore 19.30 Via della Consolazione Pag. 9 ULTIME NOTIZIE Risanamento del quartiere Il giorno 8 Aprile, in piazza Santa Brigida, per iniziativa e con la presenza del Presidente del Municipio Aldo Siri, si sono incontrati gli incaricati dell’AMIU, dell’AMGA e dell’ASTER, gli esponenti dell’Assessorato al Centro storico e alcuni rappresentanti del Comitato di quartiere, allo scopo di osservare a che punto sono i lavori di manutenzione ordinaria e gli interventi sul territorio già da tempo previsti e finanziati sui fondi del progetto regionale “Santa Brigida sicura”. Facendo il punto della situazione, vi è da constatare che è stata colmata una grave mancanza nel nostro quartiere, da anni segnalata dai residenti: è stata infatti finalmente installata la presa d’acqua per il collegamento di idranti ad uso dei Vigili del Fuoco, in caso di incendi, e dell’AMIU, per il lavaggio delle strade. Anche le chiuse di alcuni tombini, gravemente manomesse dai tossicodipendenti che frequentavano la zona, sono state sostituite con un tipo di grate più efficienti e sicure. Il risanamento della zona, se così si può dire, è partito da Piazza Santa Brigida, dove l’AMGA ha provveduto a sistemare un tubo rotto della fognatura, in modo che l’ASTER possa procedere ai lavori necessari per rimettere a posto quei lastroni di pietra del selciato che avevano ceduto. Interverrà quindi l’AMIU per dare una diversa collocazione ai bidoni per la raccolta dei rifiuti, i quali, non appena saranno state sistemate le opportune barriere per impedire o regolare i posteggi e facilitare il passaggio dei mezzi di servizio e dei privati, saranno radunati nello spazio d’angolo antistante l’ex Panteka. Å ieri……….. Percorso turistico e segnaletica In occasione dell’incontro dell’8 Aprile abbiamo chiesto notizie all’Architetto D’Ambros degli accordi che dovevano essere presi – come ci aveva preannunciato l’Assessore Morettini a settembre – durante una riunione fra le Istituzioni e i rappresentanti dei Musei Galata e Castello d’Albertis. Se non si è ancora concretizzato nulla – ci è stato risposto – dipende dal fatto che un terzo polo museale verrà prossimamente ad aggiungersi ai due già esistenti, un museo della città con sede alla Commenda. Ciò rimette in discussione i punti da coinvolgere in un possibile percorso storico-culturale da consigliare ad eventuali turisti interessati. In pratica è stato il Museo Galata a fare delle difficoltà, preferendo puntare soprattutto sulla Commenda. Francamente non vediamo quale ostacolo costituirebbe il proporre una salita in ascensore (Balbi-Montegalletto), una visita al Museo delle Culture del Mondo e un ritorno a piedi in Via Balbi, attraverso le creuze di Santa Brigida. Dovremo farci sentire ancora una volta. Restauro dell’Arco All’incontro per strada dell’8 Aprile erano presenti anche i responsabili dell’Associazione ITALIA NOSTRA, i quali insieme a due esponenti del Comitato Santa Brigida hanno ricordato al Presidente Siri e all’Architetto Lorenzo Spinetti, espressamente incaricato da Aldo Siri a questo scopo, l’iniziativa presa riguardo al restauro del grande Arco di Salita Santa Brigida. È chiaro che non ci si può aspettare un finanziamento adeguato né da parte del Municipio né da parte dell’Amministrazione Comunale. Italia Nostra ribadisce la sua attenzione e il suo impegno per la nostra zona già prima d’ora; per quanto riguarda l’Arco è merito di questa Associazione avere già pronto un progetto di spesa firmato da un Architetto della Soprintendenza ai Beni Artistici e Culturali. Ripetiamo qui che il Comitato Santa Brigida, da parte sua, è impegnato nel lancio di una sottoscrizione fra i residenti della zona e i privati cittadini in genere, i quali vogliano dare un contributo, sia pure modesto, a questa operazione, il che sarebbe un segnale forte di coinvolgimento, di interesse e di amore per il proprio quartiere.È altrettanto chiaro che solo l’intervento di una o più sponsorizzazioni può portare alla realizzazione del progettato restauro ed è in questa direzione che abbiamo chiesto l’aiuto del Municipio, quale Ente Pubblico in grado di dare ufficialità all’iniziativa. Ma può fare anche di più, dare suggerimenti utili, indicare le modalità giuste, individuare gli Enti – banche o aziende che siano – cui rivolgersi e altro ancora. L’architetto Spinetti ci ha intanto suggerito di partire mettendo per iscritto questa richiesta d’aiuto indirizzandola al Municipio nella persona del suo Presidente. E così faremo. Di eventuali sviluppi vi daremo notizia attraverso il nostro sito e questo foglio informativo. …oggi Æ ANTICIPAZIONI Bookcrossing - dal nostro sito web, una notizia interessante: Un gruppo di condomini del civico n. 15 di Piazza S. Brigida hanno aderito all'iniziativa "bookcrossing", ovvero libri in viaggio per il mondo. Tutto è nato grazie alla piccola biblioteca di condominio creata da un anno circa all'interno del palazzo. A breve si esporranno tutti i libri in partenza presso il negozio di te' e spezie MuMa di Piazza Truogoli di S. Brigida (Sig.ra Massimiliana), che ha anche funzione di punto di prestito della biblioteca del civico 15. Se volete saperne di più sul bookcrossing: www.bookcrossing-italy.com/info Le serate in Piazza. Come è ormai noto, i condòmini del civico 15 di Piazza Santa Brigida, ci hanno preso gusto alle loro uscite sulla piazza e ai loro raduni “gastronomici”. Infatti vi è stata recentemente una “pizzata” ed una bevuta nel solito posto (è una specie di terrazzino che sembra fatto apposta), malgrado la stagione non sia certo ancora del tutto favorevole ad eventi di questo tipo. Allora che cosa c’è in programma o nelle intenzioni di questi intraprendenti signori? Per ora questo: non si sa ancora quando, ma sarà bene sin d’ora tenere occhi e orecchie ben aperte, si pensa ad una “polentata” a base di cinghiale e salsicce. Buon appetito! C’era una volta un cinema Uno degli ultimi cinema a luci rosse della città, quello di via Balbi, non c’è più o per lo meno verrà notevolmente ridimensionato e ne verrà ridotta anche la visibilità su una strada che l’Unesco ha elevato al rango di “patrimonio dell’umanità” per i suoi bellissimi palazzi. Da un po’ di tempo infatti Via Balbi ha riacquistato quella sua dignità che sembrava aver perduto con il progressivo degrado della sottostante via Pré e un po’ di tutto il territorio circostante, mal frequentato e ancor peggio tenuto. Corre voce che al posto del cinema verrà aperto un forno: se ne sentiva il bisogno nella zona, tanto più adesso che gli analoghi negozi di via Pré sono stati costretti alla chiusura. Pag. 10 (Segue) anticipazioni Una bella notizia: sta per nascere il “Count Basie”. Aprirà prossimamente un centro di notevole interesse musicale – e speriamo non solo – proprio a ridosso dell’arco di Santa Brigida, in vico Tana, in quei locali dove per tanti anni ha avuto sede il “Drop in”, un servizio sociale rivolto ai tossicodipendenti, ora trasferitosi in Piazza Santa Fede conosciuta anche come Piazzetta di Vico Nuovo nº 5, alle spalle dell’ex oratorio di via Fontane, nel quale il Circolo Vega svolge attualmente le proprie consuete attività. Ne abbiamo avuto notizia direttamente dal suo ideatore e fondatore, il musicista Fausto Ferraiuolo, che ringraziamo e al quale lasciamo il compito di spiegarci di che cosa si tratta. Così ci scrive: Il locale nasce dall’incontro di alcuni musicisti genovesi che hanno suonato e suonano jazz alla “Bottega del conte”, uno storico locale nei vicoli, proprio dietro a dove si trovava il Fitzcarraldo e sarà diretto da Daniela, una cara amica artista e amante della musica jazz che prova a scommettere sul nostro quartiere. Il locale, due ampie sale, è ricavato dai fondi della Chiesa di Santa Brigida ed è molto suggestivo, essendo stato restaurato in modo che pietre ed archi conservassero il fascino della loro antichità. Il programma? Musica tutte le settimane con Jam-session ed ospiti di passaggio come americani o musicisti di fama internazionale. La direzione artistica sarà affidata periodicamente ai soci fondatori: il contrabbassista Massimiliano Rolf, lo scrivente Fausto Ferraiuolo pianista e compositore nonché insegnante al biennio di specializzazione di piano jazz al Conservatorio N. Paganini, il sassofonista Stefano Riggi, il batterista Maurizio Borgia, il trombettista Giampiero Lobello. Insomma, sta per nascere il “Count Basie” – questo il nome scelto in onore di un compositore ed arrangiatore americano grande al pari di Duke Ellington – un Club, che sarà un Circolo Arci con relativo tesseramento, ancora da stabilire. L’apertura ufficiale è prevista per la prossima stagione, ma se saranno finiti i lavori all’interno del locale ci sarà una presentazione in anteprima. Abbiamo anche altri progetti, fra cui un periodico di informazione sul jazz e sugli eventi, un ufficio “booking and management” ed altro ancora, il tutto in una splendida atmosfera di buon gusto e un ottimo servizio bar. Un arrivederci dunque al Count Basie, da Fausto Ferraiolo. Un pannello illustrato per far conoscere la zona di Santa Brigida Un altro progetto che abbiamo messo in cantiere da molto tempo e per il quale abbiamo lavorato a lungo, riguarda un pannello -tecnicamente definito “totem”- da porre di fronte a quello che illustra il Castello D’Albertis, proprio accanto all’entrata dell’ascensore Balbi – Dogali. Naturalmente questo progetto ha lo scopo di interessare eventuali utenti dell’ascensore (specialmente i turisti che vanno a visitare il Museo delle Culture del Mondo installato nel Castello) a percorrere in discesa le nostre creuze e quindi a conoscere il nostro quartiere, che avremmo voluto – ed è qui il caso di ripeterlo ancora una volta – opportunamente illustrato da quei pannelli che ne raccontano storia e trasformazione, promessi e mai installati dagli Uffici Comunali. Ottenuto il necessario consenso dell’AMT ad occupare quello spazio di sua pertinenza, abbiamo chiesto – allo scopo di mantenere con il “totem” sul Castello D’Albertis la dovuta omogeneità – la collaborazione dello studio grafico Arteprima, che lo ha realizzato. L’Architetto Luigi Berio, titolare dello studio, è stato molto gentile e ce l’ha concessa senza nulla chiedere, mettendo a punto una prima bozza del pannello. Stiamo mettendo insieme il materiale figurato dei punti più interessanti della zona in modo da preparare la versione definitiva del pannello nel più breve tempo possibile. Verso l’entrata dell’ascensore. Å la bozza del pannello, gentilmente realizzata da Luigi Berio Appello alla collaborazione Queste colonne sono aperte a tutti gli abitanti del quartiere che vogliano servirsene per far sentire la propria voce, per segnalare altre situazioni o iniziative di cui siano a conoscenza, o per darci semplicemente una mano, se ritengono utile ciò che stiamo facendo. A questo proposito ricordiamo che, non appena terminato di lavorare al calendario, volendo riprendere al più presto la pubblicazione di questo “giornalino”, ne avevamo comunicato l’imminente uscita attraverso un avviso che era stato affisso in punti diversi del nostro quartiere. In questo avviso si chiedeva appunto una collaborazione da parte dei residenti: forse non eravamo stati abbastanza chiari o la diffusione dell’avviso non è stata sufficiente, il fatto è che non abbiamo ricevuto alcun contributo né scritto, né d’altro genere. Eppure erano successe tante cose, alle quali la partecipazione degli abitanti era stata molto numerosa e vivace: erano stati installati dei cancelli, erano venuti esponenti delle Istituzioni, e la gente c’era, aveva discusso, si era fatta sentire. Fra loro c’erano anche quelle persone che avevano molto da dire e che avrebbero potuto certamente darci quella mano che avevamo chiesto e approfittare di uno spazio in cui mettere “nero su bianco” o semplicemente ribadire il proprio punto di vista. In quel momento sarebbe stato necessario che “ci foste voi” .... la nostra povera redazione era veramente in difficoltà. Ciò non è avvenuto, ma, ripetiamo, forse è colpa nostra: “non ci abbiamo saputo fare”. Proviamo a ripeterlo qui, ora, questo appello e ad offrire questi spazi. Sarebbe bello che queste pagine diventassero di tutti noi che qui viviamo e abbiamo interesse per il nostro quartiere. Sarebbe bello che metteste in comune ricordi e impressioni, episodi legati alla zona e situazioni del vivere quotidiano, iniziative e proposte. Tutto ciò esiste e ce ne siamo accorti dall’uso che alcuni di voi fanno del nostro sito. Confermiamo l’appello, dunque e aspettiamo le vostre collaborazioni, che potete farci avere nel modo che preferite o semplicemente via e-mail alla casella [email protected] Pag. 11 Formalizzazione del COMITATO. Il nostro Comitato, come è noto, si è formato spontaneamente intorno ad un piccolo gruppo di persone che aveva intrapreso una seria ricerca storica, partendo da alcune evidenti persistenze architettoniche, ma anche dalla convinzione che determinate caratteristiche del quartiere fossero la spia di un passato meritevole di essere meglio conosciuto e valorizzato. Queste persone, forse semplicemente più curiose di altre, si erano rivolte, per saperne qualche cosa di più, a chi abitava in queste creuze da molto tempo, ma si erano rese conto che in questo modo facevano poca strada: dato per scontato che Santa Brigida era stato un convento, non si andava molto avanti. Può esserne esempio la presenza del locale che dopo essere stato (di recente) la prima sede del teatro dell’Archivolto, ospitava adesso l’«arcinoto» Circolo Vega: c’era chi riteneva fosse una Chiesa o un oratorio, oppure un qualunque avanzo non identificabile del convento e chi non se lo era mai chiesto. È stato proprio sotto quelle vòlte, dove per secoli si riunirono frati e monache all’ora dei pasti, che è nata quella voglia di sapere il più possibile della vita che qui si era svolta ed è qui che è nato il Comitato Santa Brigida. Lo scopo era quello di ridare al quartiere – attraverso la storia, la conoscenza e la divulgazione del suo passato – quella dignità e quel rispetto che allora sembrava avesse perduto. Era anche quello di far conoscere alla città e alle sue Istituzioni quale patrimonio andava perduto e che cosa invece meritava di essere riscoperto e valorizzato. Di strada il Comitato ne ha fatta tanta e se il Comune di Genova non ha ancora mantenuto quelle promesse (il percorso turistico, per primo) che erano nate intorno ai suoi progetti e alle sue fatiche, qualche risultato lo può vantare: la conferenza nella Biblioteca Universitaria del 27 Gennaio 2004 (cui partecipò il Prof Poleggi), il sito, il pieghevole “Genova nascosta: le creuze di Santa Brigida dai bastioni al mare” suggerito e finanziato dall’Assessorato ai Musei, alla cui guida era allora il Dott. Luca Borzani, poi il notiziario, le collaborazioni del Klee e di Arteprima per l’AMT, i percorsi guidati lungo le creuze sono tutte realtà confortanti per noi. Anche i piccoli interventi di manutenzione del territorio (la presenza dell’Ecovan, lìinstallazione di una bocchetta antincendio, la sostituzione dei chiusini delle caditoie ecc.), sono stati ottenuti grazie alle iniziative del Comitato e del Circolo Vega, con la partecipazione di tanti abitanti che credono nella possibilità di riscatto del quartiere. Oggi – e il coinvolgimento di “Italia Nostra” è pur sempre frutto della serietà e dell’impegno del Comitato nella ricostruzione e divulgazione storica – la sottoscrizione per il restauro dell’arco ci impone una svolta: ufficializzare la figura del Comitato di Santa Brigida, proprio intorno a questo progetto e con questo scopo; ed è quello che stiamo facendo. Gli aderenti ci sono, basta formalizzare il tutto con la registrazione di un atto costitutivo, nominare un presidente le altre figure che lo rappresentino. E così potremo aprire un conto corrente (postale e/o bancario) per la raccolta dei contributi, tenendo il dovuto registro contabile. Le poche spese sinora affrontate – stampa della cartolina e preparazione del relativo timbro per attestare ad personam ogni singolo contributo (parliamo di stampa, perché l’autrice del disegno riprodottovi è uno di noi) – sono state sostenute di propria iniziativa da un componente del Comitato, che ringraziamo. Se a qualcuno dei nostri lettori interessasse rientrare nel numero dei soci fondatori – magari solo per dire a scopo raggiunto: “c’ero anch’io” – ce lo faccia sapere e ne saremo ben contenti. AGGIORNAMENTO DEL SITO Mentre “La Voce del Quartiere” starà raggiungendo le vostre case, ci saremo già messi al lavoro per riordinare e aggiornare il nostro sito web. Anche questo, infatti, ha ... sofferto degli stessi mali che hanno reso difficile la riapparsa del nostro notiziario: la mancanza di una persona che se ne occupasse con una certa regolarità. Ha tuttavia funzionato, come ha potuto, per la buona volontà dei suoi frequentatori e di uno, in particolare, degli Amministratori del sito stesso. Molti hanno infatti capito la situazione e si sono rivolti essenzialmente a lui, per inviare commenti o manifestare la propria partecipazione, attraverso la pagina “parliamo fra noi”. Ce la metteremo tutta, sperando, ovviamente, che non ci venga meno – ma anzi aumenti – la collaborazione e la solidarietà degli abitanti, affinché questo mezzo di informazione e comunicazione non resti una mera curiosità. Noi vorremmo che si riempisse di “voci”, voci del dissenso, magari, o di critica costruttiva ... senza malevolenza, cosa che non avrebbe senso. Una notizia che non vorremmo dare. Eravamo ormai nella fase di stampa, quando ci è giunta la sconfortante notizia di una brutale aggressione avvenuta la mattina del 5 Luglio a danno di una signora che abita nel nostro quartiere. In Salita Santa Bigida, proprio all’altezza dell’ arco, per strapparle una catenina d’oro che portava al collo, la signora è stata violentemente percossa, gettata a terra e malmenata in tutti i modi, tanto da richiedere il suo trasporto al pronto soccorso. Stava tornando a casa dopo aver fatto la spesa, accompagnata dal marito che ha tentato invano di intervenire con il bastone che usa per aiutarsi nel camminare: entrambi, marito e moglie, sono persone anziane e costituiscono quella fascia debole su cui si accanisce la criminalità più vigliacca e brutale. Non possiamo certo ancora sapere quali siano le conseguenze del trauma subito e l’entità dello choc provocato: speriamo sia lieve, ne chiederemo notizie ai familiari, mentre alla signora rivolgiamo l’augurio di riprendersi al meglio e di superare al più presto questa penosissima esperienza. DUE PAROLE DI COMMIATO E’’ difficile chiamare ”foglio” questo nostro notiziario, viste le dimensioni raggiunte. Le cose da dire – l’ intervallo che lo separa dal primo numero è stato lungo – erano tante e abbiamo pensato fosse bene fissarle in uno scritto. Ma nonostante lo spazio che gli avvenimenti avrebbero occupato, non abbiamo saputo rinunciare a quella che vorremmo diventasse una rubrica fissa, cioè quella dedicata alla storia del quartiere nei secoli passati. Bisognava dare almeno notizia della scoperta più recente, proprio perché inedita e proprio perché si riferisce alla prima destinazione degli edifici conventuali dopo il loro abbandono. Ci auguriamo che la mole di questo giornalino, non vi abbia indotto a cestinarlo senza troppi complimenti e che abbiate voluto dare almeno una scorsa ai titoli per soffermarvi su qualche argomento di maggiore interesse per voi. Vi sono contenuti anche quei progetti che le Istituzioni hanno promesso di attuare, ma di cui non abbiamo ancora visto l’avvio. Per questo è bene averne fissato parola, e non perdere occasione per ricordarli a chi di dovere. Non vorremmo che anche questa Amministrazione, come in passato, si limitasse a qualche promessa. Ci riferiamo, ovviamente, a quel progetto – al quale abbiamo lavorato per anni, che è stato più volte approvato e apprezzato dal Comune cui peraltro non sarebbe costato nulla – che è rimasto nei nostri cassetti e in quelli dei vari Assessori ai quali lo abbiamo presentato, o piuttosto dei loro Funzionari (nonché in quelli dell’Ufficio del passato sindaco, che lo aveva molto apprezzato). Ma torniamo a noi, “qui ed ora”. Ci accorgiamo, che c’è in queste pagine la testimonianza di un anno di vita del nostro quartiere; se non altro per questo, merita di restare per un po’ nelle nostre case.Al solito, sarebbe bello che, magari attraverso il nostro sito, ci faceste sapere che cosa pensate di questa nostra... fatica, che ci faceste delle osservazioni e delle proposte, in una parola:vale la pena continuare? A chi ha avuto la pazienza di leggerci, vada il nostro grazie; ma anche a chi ha preferito ignorarci, vada comunque il saluto di questa “sparuta redazione”, animata da buona volontà e da amore per un quartiere che ci sembra sempre più meritevole di considerazione, tanto da sacrificargli tempo ed energia. Per contattarci: [email protected] ■ Maria Antonietta Alberti: [email protected]; 010.2473158 – 338.3644925 ■ Comitato di Santa Brigida: Piazza S. Brigida 17, 16126 Genova - [email protected] ■ Pag.12