PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO
FO
TI XXIV
Lettere di Ernesto Buonaiuti
ad Arturo Carlo J emolo
1921-1941
a cura di
CARLO FANTAPPIÈ
Introduzione di
FRANCESCO MARGIOTTA BROGLIO
MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIE
TALI
UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI
1 997
UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI
DIVlSIONE STUDI E PUBBLICAZIONI
Direttore generale per i beni archivistici:
Salvatore Mastruzzi
Direttore della divisione studi e pubblicazioni: Antonio Demoni-Litta
Comitato per le pubblicazioni: Salvatore Mastruzzi,
Antonio
Dentoni-Litta,
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presidente,
Fonseca,
Paola Carucci,
Romualdo
Giuffrida,
Lucio Lume, Enrica Ormanoi, Giuseppe Pansini, Claudio Pavone, Luigi Pro­
sdocimi, Leopoldo Puncuh, Antonio Romiti, Isidoro Soffietti, Isabella Zanni
Rosiello, Lucia Fauci Moro,
segretaria.
© 1 997 Ministero per i beni culturali e ambientali
Ufficio centrale per i beni archivistici
ISBN 88-7 1 25-1 27
Vendita:
Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - Libreria dello Stato
Piazza G. Verdi, 1 0 - 00 1 98 Roma
Stampato a cura dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - Roma P.V.
SOMMARIO
Buonaiuti e ]emolo, Introduzione di Francesco Margiotta
Broglio
Nota del curatore
7
45
Lettere di Ernesto Buonaiuti ad Arturo Carlo ] emolo
1921 Oettere 1 -4)
55
1922 Oettere 5-6)
65
1923 Oettere 7 -8)
68
1924 Oettere 9-15)
71
1925 Oettere 1 6-20)
85
1 926 Oettere 21 -32)
92
1 927 Oettere 33-44)
109
1 928 Oettere 45-59)
126
1 929 Oettere 60-77)
153
1 930 Oettere 78-87)
181
1 931 Oettere 88-103)
1 932 Oettere 1 04-1 11 )
196
1 933 Oettere 1 12- 1 18)
226
1 934 Oettera 1 1 9)
231
1 938 Oettera 120)
233
1 941 Oettere 1 2 1 - 1 23)
235
21 8
Appendici
I. Agostino Biamonti a Arturo Carlo Jemolo, Roma, 22
febbraio 1 921
241
6
Sommario
I I . Testimonianze di Arturo Carlo ] emolo
Frammento autobiografico, 21 novembre 1925
Ernesto Buonaiuti (1946-47)
lntrodu'{jone al Pellegrino di Roma (1964)
L'eredità di Buonaiuti (29 aprile 1971)
Ernesto Buonaiuti a venticinque anni dalla morte (maggio­
luglio 1971)
Ernesto Buonaiuti (20 aprile 1976)
A F. Margiotta Broglio, Roma, 28 ottobre 1971
A p. Agostino Gemelli, Roma, 10 dicembre 1956
La morte di padre Gemelli (15 luglio 1959)
Indice dei nomi
244
248
250
271
274
277
280
282
283
287
BUONAIUTI E ] EMOLO
1. Non poche e sempre di rilievo le occasioni nelle quali Arturo
Carlo ]emolo (1891-1981) scrisse di Ernesto Buonaiuti, rievocando, con
affettuoso riserbo, l'amicizia che lo aveva legato alla figura centrale del
Modernismo italiano, ripercorrendone le vicende ecclesiastiche nel quadro
dei rapporti tra governi e Vaticano, richiamando, in vario modo, i contri­
buti scientifici dello storico del cristianesimo. Basterebbe ricordare l'in­
troduzione all'edizione laterziana del Pellegrino di Roma, le pagine del Chiesa
e Stato in Italia negli ultimi cento anni, le rievocazioni vivissime delle tormen­
tate vicende del sacerdote contenute nelle sue ricordanze pubblicate alla
fine degli anni Sessanta 1• Altre testimonianze di quest'amicizia negli scritti
o nelle lettere di altri allie"\ii ed amici del Buonaiuti, in particolare di
Raffaello Morghen che, alla vicinanza con quello che considerò il suo
«maestro spirituale », univa la parentela con ] emolo il quale aveva sposato,
il 31 ottobre del 1921, la di lui sorella, Adele Morghen, incontrata alle
riunioni domenicali in una casa arnica durante le quali don Ernesto
spiegava le Lettere di San Paolo ad un gruppo di giovani uditori 2. Il loro
matrimonio sarà officiato proprio da Buonaiuti che, sospeso a divinis nel
gennaio di quell'anno, era stato reintegrato, grazie all'intervento dei
cardinali Gasparri, Segretario di Stato, e Pompili, vicario di Roma, nel
giugno successivo. I coniugi ] emolo pensavano che il loro fosse stato
l'unico matrimonio celebrato da Buonaiuti, dalle cui mani riceverà l'ini­
ziazione cristiana il figlio secondogenito Guglielmo Luigi.
Scarsi, invece, se si tolgono alcune recensioni e la citazione di alcune
sue opere - su cui si tornerà -, i riferimenti a ] emolo nell�opera di
1 A. C. ]EMOLO, Anni di pro11a, Vicenza, Neri Pozza, (ristampa, Prefarjone di F. MARGIOTIA
BRoGuo, Firenze, Passigli, 1 99 1) pp. 1 66- 1 67.
2 lbid., p. 1 86 ; v. anche la lettera del 1 8 novembre 1 92 1 in questo volume.
8
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
lntroduifone
Buonaiuti e rari anche nelle corrispondenze fino ad ora pubblicate. Il
carteggio che si pubblica in questo volume - 123 lettere di Buonaiuti
dal gennaio 1921 al dicembre 1941 - viene, quindi, a integrare ampia­
mente questa scarsità di riferimenti e a costituire, al di là del sodalizio
spirituale e intellettuale dei due corrispondenti, una sorta di integrazione
delle vicende rievocate nel Pellegrino di Roma ed un prezioso complemento
alle porzioni di epistolari buonaiutiani pubblicati sia nei fondamentali
volumi delle « Fonti e documenti» diretti da Lorenzo Bedeschi, sia in
carteggi come quelli di Morghen e di Missir, sia in molti recenti impor­
tanti contributi quali il fascicolo delle « Ricerche per la storia religiosa di
Roma» dedicato al modernismo e al riformismo religioso a Roma 3. Si
aggiunga, peraltro, che la ormai vasta e quasi sempre pregevole storia­
grafia sul modernismo italiano, si arresta, di solito, all'inizio degli anni
Venti, senza valutare - con qualche importante eccezione come il
volume dedicato a Buonaiuti dall'Istituto per il Medio Evo4 - l'eredità
culturale del dissenso religioso e della sua produzione scientifica negli
studi successivi e nel rinnovamento della ricerca storica e teologica.
I protagonisti di queste lettere, come di quelle a Morghen, a Missir
o a Cagnola, sono in massima parte laici, spesso intellettuali ben noti e,
comunque, tutti assai lontani dagli esponenti di quella «generazione
dell'esodo» - questo il sottotitolo del Pellegrino- che era stata la bestia
nera degli inquisitori pontifici e l'oggetto della occhiuta sorveglianza
e delle compiaciute delazioni - quando non delle calunnie - dei
« servizi» anti-modernisti gestiti da mons. Benigni e dal Sodalizio Piano5.
Si tratta di una generazione, essenzialmente di studiosi e docenti nelle
università statali (per fare qualche nome oltre a J emolo e Morghen,
Lazzarini, Biamonti, Pincherle, Donini, G.M. Monti, de Vergottini, Cesare
Magni, Ghisalberti) e di più giovani allievi del Buonaiuti (da Maria Fermi,
sorella di Enrico, a Anna de Micca, Maria Monachesi, Maria Zappalà,
Mario Niccoli), che in Buonaiuti vede sì una guida spirituale, ma anche
e soprattutto un maestro negli studi, uno scrittore e pubblicista di fama,
un amico vigile e affettuoso anche verso le rispettive famiglie, un parla­
tore affascinante la cui presenza portava immediatamente un'onda di calore
Gemolo) . Affascinati tutti dal caparbio attaccamento dello scomunicato
alla Chiesa di Roma e da una coerenza che lo aveva portato prima
a rinunciare al sacerdozio per non perdere la cattedra universitaria poi
a rinunciare alla cattedra per non prestare il giuramento di fedeltà al
regime fascista. Al di là, quindi, di quello che è stato detto - con
qualche ingenerosità storica - il grande naufragio del modernismo, ciò
che interessa in queste lettere è la duplice valenza testimoniale per la
storia culturale del Novecento di cui, non naufraghi, ma naviganti,
Buonaiuti e J emolo sono attori di primo piano, ben oltre il limitato
perimetro delle dispute e delle contrapposizioni teologiche, ma ben
radicati nella volontà di emancipare gli studi, e in particolare quelli
connessi al fenomeno religioso, da una tutela ecclesiastica che in Italia,
per diverse, successive ragioni storiche, tendeva ad essere più pesante
che altrove.
Certo il Buonaiuti che ne emerge è ancora tormentato, soprattutto
fino al forzato distacco dall'università, dalle inquietudini profonde di una
formazione saldamente ancorata ai fondamenti della Rivelazione cristiana
che si trova a fare i conti con il cattolicesimo gerarchico tutto volto,
negli anni tra l'inizio del secolo a quelli della fondazione della Repubblica,
a difendere i diritti di Dio contro quelli dell'uomo e a recuperare quel
ruolo politico e sociale che la rivoluzione liberale e l'unificazione nazio­
nale gli avevano tolto, e, quindi, a reprimere qualsiasi aspirazione al
rinnovamento intellettuale che potesse mettere in discussione il centrali­
smo curiale e il controllo del sapere. Anche se, con l'avvento del
fascismo, il contesto inizierà a mutare profondamente e se la Chiesa di
Pio X I non avrà certo nulla da temere da un Buonaiuti ormai avulso da
ogni contesto ecclesiale, non cesserà, per questo, nonostante i maldestri,
ripetuti tentativi di ottenere l'abiura, di perseguitare l'antico autore delle
Lettere di un prete modernista, fino ad ottenere una norma sostanzialmente
·1 Centro srudi per la storia del modernismo, Fonti e dommenti, U rbino 1 972-, 24 volumi
pubblicati ; Istiruto storico italiano per il Medio Evo, Lettere a Raffaello Morghm, 1917- 1983, scelte
e annotate da G. BR.IGA- A. FORN I- P. VIAN, introduzione di O. CAPITANI, Roma 1 994; E .
BLONAJLTI, La t•ila allo sbaraglio, Lettere a A.fissir (1926- 1 946), a cura di A. DoNINI, Firenze, La
Nuova Italia, 1 980 ; RicerdJf per la storia religiosa di Roma, 8, 1 990.
4 Istiruto storico italiano per il Medio Evo, Ernesto Buonaiuti storico del cristianesimo. A trent'a1mi
dalla morte, premessa di R. MoRGIIE�, Roma 1 978.
s Cfr. E. PmH.IT, lntégrisme et catholicisme intégra/, Tournai-Paris, Casterman, 1 969 ; lo., Catholi cisme,
démocratie et socialis me. Le mOII!1emmt catholqi ue el A.fgr. Bmigni, Tournai-Paris, Casterman, 1 977; S.
PIC \1'\CJ, 11 fondo di moiJS. C Benigni dei/'Archi!iio segreto vaticano, lnvmtario, in Ricerche per fa storia
relz�iosa di Roma . cit., pp. 223-300 (v. in particolare la lettera di Benigni a Merry del Val del 2 1
giugno 1 9 1 9, pp. 230-232).
•.
..
9
10
Lettere di Buonaiuti a )emolo
lntrodu'{jone
ad hoc nel Concordato lateranense per allontanarlo anche dall'università
statale e ad adoperarsi con i primi governi democratici perché, a diffe­
renza degli altri docenti che non avevano giurato, non gli venisse restituita
la cattedra. E sarà proprio J emolo, membro della Commissione che
predispose, alla fine degli anni Sessanta, il primo progetto di revisione
del Concordato, a proporre e ottenere l'eliminazione di quell'art. 5 che,
estromettendo dall'insegnamento i sacerdoti apostati o irretiti da censura, era
stato palesemente voluto (compare infatti nello schema del dicembre
1928) per colpire lo scomunicato prof. Buonaiuti 6•
Una disposizione di cui lo stesso ]emolo cercherà inutilmente di
ottenere la dovuta non applicazione (per la sua efficacia non retroattiva
che lo stesso Mussolini aveva avallato non facendola utilizzare negli anni
1929-1931 per questo caso) dagli amici e colleghi De Ruggiero, azionista,
Arangio-Ruiz, liberale, Molè, demolaburista, che si succedettero alla
«Minerva» dopo la Liberazione, e di cui Togliatti, sollecitato da Donini,
investì direttamente De Gasperi nel dicembre 1945 attenendone, come
risposta, la minaccia di riaprire la crisi di governo 7• La morte di Buonaiuti,
il 20 aprile del '46, eliminerà il problema.
Ministero dei lavori pubblici e libero docente di diritto ecclesiastico dal
1916, era «giureconsulto»8. Ma l'ipotesi non sembra fondata. A parte il
tono abbastanza formale di una lettera di La Piana del gennaio '51 che,
dopo lungo tempo, lo ringrazia per l'invio del Chiesa e Stato negli ultimi cento
anni9, è proprio una lettera di ]emolo e Morghen del 30 giugno del
1920, scritta da Parigi dove il mittente si trovava per una riunione della
Commissione delle riparazioni (che aveva sede a Vienna) 10, a far pensare
che l'amicizia precedesse l'incontro con La Piana : non a caso, infatti,
vengono ringraziati Morghen e gli altri compagni del piccolo gruppo di
discepoli riuniti intorno a Buonaiuti per un regalo inviatogli prima della
partenza, ma, parlando di <mna cara esistenza» che non doveva «essere
sciupata» (probabilmente Adele Morghen, la futura moglie) si esprime la
speranza che Morghen stesso e Buonaiuti, « che ... sarà tuo e mio alleato»,
avrebbero, in sua assenza, fatto il possibile in tal senso11• N on solo, ma
il tono denso e familiare delle prime lettere pubblicate in questo volume,
risalenti ai primi mesi del '21, e il contenuto di una lettera di Agostino
Biamonti a ]emolo del febbraio di quell'anno - che fa riferimento
all'incontro Buonaiuti - Gasparri della primavera successiva, cui seguì la
revoca della scomunica - e quello di una lettera ancora di J emolo allo
stesso Morghen del 17 gennaio '21 fanno ipotizzare un'amicizia già
intensa a quell'epoca, nata, quindi, prima dell'incontro con La Piana
a Vienna nel '19 o nel '20. In quest'ultimo documento, infatti, oltre ad
informare su una riunione « penosa per la tristezza profonda ... del nostro
Maestro ... per la tristezza che gravava su tutti noi» del gruppo di allievi
ed amici, dopo la condanna del 14 gennaio 1921, J emolo delinea quale
sarà la propria strategia per aiutare Buonaiuti a risolvere la sua difficile
2. J emolo ha parlato, nel menzionato volume memorialistico Anni
di prova, del « finire» del 1919 come data del proprio incontro con
Buonaiuti, accennando anche alle sue affollatissime lezioni di storia del
cristianesimo alla Facoltà di lettere di Roma, che aveva sede nel palazzo
Carpegna, attiguo alla Sapienza, ma non ha fatto riferimento all'occasione
dei primi incontri, né alle persone che poterono propiziarli. Morghen,
rievocando il cognato e Buonaiuti un anno dopo la scomparsa del primo,
riferisce che ]emolo sarebbe stato presentato a Buonaiuti da Giorgio La
Piana, incontrato a Vienna in occasione delle riunioni della Commissione
per le riparazioni di guerra di cui J emolo, allora primo segretario al
1' Cfr. G. SPADOLINI, La questione del Concordato, con documenti inediti, Firenze, Le Monnier,
1 976, p. 262 ; sul caso Buonaiuti nel quadro delle trattative per la Conciliazione cfr. F. MARGIOITA
BROG LIO, Italia e Santa Sede dalla Grande Guerra alfa Concilia�one, Bari, Laterza, 1 966, pp. 1 71
e seguenti.
7 La notizia è fornita da A. Donini, in una annotazione contenuta in E. BUONAIUTJ, Lettere
a Missir... cit., p. 546; v. anche F. MARGIOTTA BROGI.Io, italia e Santa Sede.. . cit., pp. 1 7 1 - 1 80; A . C.
JEMOLO, Chiesa e Stato in Italai negli ultimi cento anni, Torino, Einaudi, 1 948, p. 503.
11
8 R. MoRGHEN, A. C ]emolo storico dello Stato e della Chiesa nella crisi tra due età, in «Rivista di
storia della Chiesa in Italia», 1 982, pp. 5 1 -5 2 ; E. BuoNAJLTI, Pellegrino di Roma. La genera�one
dell'esodo, a cura di M. Niccou, introduzione di A.C. j EMOI.O, Bari, Laterza, 1 964, non fornisce
alcun elemento utile; v. comunque A. C. ]EMOLO, Anni di prova... cit., p. 1 85.
9 ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO (d'ora in poi ACS] , Carte }emolo, b. 57, La Piana a ]emolo,
Wellesley, Mass., 20 gennaio 1 95 1 .
IO
]emolo a Morghen, Parigi, 30 giugno 1 920, in Lettere a R. Morghen... cit., pp. 1 1 - 1 2; dopo
aver dato il suo recapito di Parigi, Jemolo aggiungeva: «Scrivetemi un poco rutti: mi farete cosa
infinitamente grata : datemi soprattutto notizie di S. Donato... E soprattutto non mi dimenticate:
consideratemi sempre presente in ogni occasione, tenetemi sempre uno tra voi».
11
J emolo a Morghen, Parigi, 30 giugno 1 920, ibidem.
12
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
situazione; una strategia che le lettere edite in questo volume conferme­
ranno puntualmente : « lo confido in una riconciliazione tra anni' ad un
'
mutamento di indirizzo del pontificato religioso di Benedetto XV: occorre
solo che B[uonaiuti] non allarghi l'abisso, non inasprisca i suoi persecu­
tori. Occorre un relativo silenzio da parte sua, una prudenza più grande
che per l'innanzi» 12• Ma il pontificato « religioso» di papa della Chiesa
terminerà ben presto e seguirà quello tutto politico di Pio XI che riuscirà
ad ottenere dal braccio secolare del regime fascista quello che non era
riuscito a conseguire con le sue scomuniche.
Da due lettere qui pubblicate - del 6 luglio 1 929 e del 3 1 luglio
1933 - emerge, in proposito, un nuovo elemento. Nella prima Buo­
naiuti domanda a ]emolo se ricorda «l'ormai lontana negli anni ascen­
sione al Rosa» e parla di I ssime, vicino a Gressoney, come del « luogo
del nostro incontro » ; nella seconda, informandolo che nell'agosto
tornerà in Val d'Aosta, scrive : « Chi sa che non risalga alla capanna
Gnifetti? Ricordi?» (è un rifugio a più di 3.000 metri, base per l'ascesa
al Monte Rosa) . Si tratta, probabilmente della estate del '19 anche
perché un riferimento a Buonaiuti contenuto in una lettera di ] emolo
a Mario Falco dalla tarda primavera di quell'anno fa stato di rapporti
sì, ma non ancora amichevoli 13 : sembrerebbe, comunque, che negli
ultimi mesi del 1919 J emolo già frequentasse il ristretto gruppo dei
discepoli di Buonaiuti dove, appunto, dichiara di avere incontrato la
futura moglie e da cui, come ricordato, ricevette un dono alla partenza
per Parigi nel giugno 1 920. È assai possibile, d'altro canto, che ] emolo
avesse già conosciuto Buonaiuti negli incontri domenicali in casa del
lontano cugino, Felice Momigliano - da lui avvicinato soprattutto tra
12 ]emolo a Morghen, Sassari, 15 gennaio 1921, in Lettere a R. Morghen... cit., pp. 13-14; da
una successiva lettera del 26 gennaio si evince che quest'ultimo era più preoccupato di una
mterruzJOne degli srudi di Buonaiuti sul cristianesimo dei primi secoli, mentre Jemolo temeva
che la rinuncia alla cattedra lo separasse da quei giovani nelle cui anime era in grado di accendere
tanto calore (ibid., pp. 15-16).
13 ]emolo a Falco, s.d., ma databile all'inizio di giugno 1919 per il riferimento ai termini di
un concorso a cattedra, in S. FERRARI , Storia di due concorsi. A. C ]emolo e V. Del Giudice, tra Pemgia
e Sassari, in «Quaderni di diritto e politica ecclesiastica», 1994, 1, p. 269, dove si legge: «<eri sera
.
!l BuonamtJ, parlando di quel concorso, ed ignorando che io avessi il tupé di concorrere, si
srupiva che qualcuno potesse contrastare quella cattedra al Del Giudice «unico cultore del diritto
ecclesiastico in Italia che sia ancora sprovvisto di cattedra».
lntroduifone
13
il 1 912 e il 191514 - professore di filosofia al Magistero di Roma, il
quale dopo il 1 917, nella abitazione di via Antonio Musa, accoglieva
« intorno alla sua poltrona un'infinità di personalità politiche ed accade­
miche », tra cui Murri e Prezzolini, la Balabanoff e Semeria, Buonaiuti
e Dante Lattes, J emolo e Attilio Momigliano, Ghisleri e Panzini, Salve­
mini e Giovanni Vacca15• Non a caso il maggiore studioso di Felice
Momigliano ha parlato per lui, per Levi della Vida e per J emolo di
« modernismo ebraico » 16, con riferimento alle origini ebraiche, da parte
materna, e alla parentela con i Momigliano, di quest'ultimo17• Un profilo,
questo, sul quale si è in altra sede richiamata l'attenzione, ma che resta
tutto da approfondire 18•
3. Al momento del loro incontro, comunque lo si voglia fissare,
Buonaiuti è personaggio di grande notorietà, ordinario di storia del
cristianesimo all'Università di Roma, autore di innumerevoli scritti, fon­
datore di riviste scientifiche, collaboratore di quotidiani importanti (« <l
Resto del Carlino», « <l Tempo», « Il Secolo» e «li Mondo»), bersaglio
delle sprezzanti polemiche anti-moderniste ispirate dall'idealismo, bestia
nera dell'integralismo ecclesiastico e del Sant'Ufficio che lo tiene sotto
stretto controllo - anche nelle seguitissime lezioni universitarie - fin
dagli anni di « Nova et Vetera» e delle Lettere di un prete modemista, quando
le « aberrazioni» del «pretini ribelli di Roma» e le « conclusioni estreme
della loro incredulità» ne facevano i «modernisti tra gli stessi modernisti»,
con il « proposito collettivo», però, di « restare nella Chiesa a tuttl 1 co­
sti» 19. Estromesso da ogni incarico ecclesiastico, colpito dal divieto di
della morte di F Momigliano,
14 A.C. ]EMOLO, Nell'al!llo.ifera illuminista, in Nel 25• anniversario
Mondovì [1949], pp. 24-25; sugli incontri in casa Momigliano cfr. A. CA\'A GUON, Felice Momigliano
(1866-1 924). Una biografia, Bologna-Napoli, 1988, pp. 183-185.
15
Cfr. Io., Felice Momiglia no... citata.
16
Io., Per un modernismo ebraico? F Jl1.omiglia no, in Fonti e documenti.. . cit. , p. 13 (Studi-in onore di
L. Bedeschi, 1, Urbino, 1984, pp. 313-351 (specialmente pp. 350-351).
1 7 Cfr. lo., F Momigliano. .. cit., pp. 2-29; A. C . ]EMOLO, Anni di prova ... cit., pp. 77-88; ID., Gli
ebrei piemontesi e il ghetto intorno al 1835-40, in «Memorie della Accademia delle scienze di Torino»,
s. 3, (1952), 1, pp. 1-35 (specialmente pp. 32-33).
18 F l\
. LIRGIOTrA B R oGuo, A. C ]emolo tra diritto e cultura, in Giornata lincea m/ centenario della
nascita di A. C ]emolo, Roma, Accademia nazionale dei Lincei, Roma 1993, pp. 68-69 («Atti dei
convegni>>, 99).
14
15
Lettere di Buonaiuti a }emolo
Introdu'(jone
tenere conferenze nel '13, Buonaiuti trovava nuovi spazi e nuova udienza
ottenendo, nel '15, la cattedra di storia del cristianesimo all'Università di
Roma dove succedeva a quel Baldassare Labanca, ex-sacerdote, la cui
nomina, nel 1886, era stata definita dalla «Civiltà cattolica» un « nuovo
sfregio al cattolicismo nella Roma dei Papi» e considerata un «grave
oltraggio ... contro il Santo Padre»20•
Ad ogni buon fine la « Suprema sacra congregazione» deliberò che
il cardinale vicario retribuisse persona « di sua piena fiducia e intelligente
della materia» per assistere ai corsi di Buonaiuti alla Sapienza, con il
preciso incarico di « riferire in iscritto a Sua Eminenza ogni qualvolta gli
sembri che il Buonaiuti abbia espresso idee che redo/eant modernismum»21•
A quei corsi si incontrarono, attirati dall'uomo, alcuni studenti :
della morte del padre, negli ultimi mesi del 1905 - dopo la laurea in
giurisprudenza con una tesi in diritto ecclesiastico 23 discussa con Francesco
Ruffini. Dopo un breve passaggio all'Amministrazione del fondo per il
culto, era entrato al Ministero dei lavori pubblici, dove rimarrà fino
all'ottobre del '20 (con la parentesi della guerra e di una breve prigionia).
Libero docente di diritto ecclesiastico nel '16, dopo aver tentato senza
successo un primo concorso a cattedra per l'Università di Perugia nel
1919 (vinto da Vincenzo Del Giudice) supererà l'anno dopo quello bandito
dalla Facoltà giuridica di Sassari, dove inizierà il suo insegnamento nel
novembre del '20. A quella data aveva già pubblicato opere di grande
importanza : oltre a numerosi articoli di storia, di diritto canonico e di
diritto e politica ecclesiastica ed alla ricordata tesi di laurea stampata a sue
spese in qualche copia, erano uscite due ampie monografie, una storica
nel '14 (Stato e Chiesa negli scrittori politici italiani de/ Seicento e de/ Settecento, da
Bocca) e una giuridica nel '15 (L'amministraifone ecclesiastica nel «Trattato
completo di diritto amministrativo» diretto da V.E. Orlando, con l'UTET).
Ad esse seguiranno, tra i molti scritti degli anni 1919-1941 (quelli
cui si riferiscono queste lettere), importanti ricerche di storia del diritto
canonico (così quella sul carattere quasi-sacerdotale dell'imperatore o la
storia del privilegio paolina), di storia delle teologia, di diritto pubblico
e di diritto ecclesiastico (con particolare riguardo alla nuova legislazione
di derivazione lateranense), di storia religiosa e civile (così il saggio del
'32 sull'Italia religiosa del '700) , nonché i volumi delle lezioni di diritto
ecclesiastico (1927, 1933 e 1934) e quelli dedicati al Crispi del '22, al
giansenismo italiano (sul quale si tornerà) del '28 e al matrimonio nel
diritto dello Stato del 1938 e in quello della Chiesa cattolica del '41. In
totale quasi duecento pubblicazioni 24•
Si aggiunga che l'essere allievo del Ruffini - lo storico e il difensore
della libertà religiosa, rettore a Torino, senatore del Regno, ministro
della pubblica istruzione con Boselli, commentatore di politica ecclesiastica
<mn piccolo gruppo (. . . ) ascoltammo per un anno affascinati, la parola del Maestro ed,
insieme all'ammirazione, un profondo vincolo di consenso e d'affetto si venne giorno per giorno
costituendo tra noi e lui. Così superati gli esami, quando per gli altri professori avviene il
distacco dalla scolaresca del corso, per noi si strinse in materia definitiva il legame spirituale che
ci aveva raccolto intorno a lui. Così nacque la
indica, nella lettera di
S.
coinonia,
intorno al
1917. Coinonia
è la parola che
Paolo, la prima comunità cristiana unita nell'amore, nella fede e nella
speranza».
Al primo, piccolo gruppo, così ricordato da uno dei suoi membri,
Raffaello Morghen, si accostarono, negli anni successivi, <<Uomini prove­
nienti dai più diversi orientamenti spirituali, attratti dalla affascinante
personalità del Buonaiuti» : tra questi richiama i nomi di Adriano Tilgher,
di Enrico Fermi - fratello di una delle allieve - e del futuro cognato,
Arturo Carlo J emolo 22•
J emolo - figlio di un siciliano e di una piemontese di confessione
ebraica che si erano uniti con il solo matrimonio civile e che sarà
battezzato solo intorno agli otto anni dopo la morte della nonna materna,
Marietta Momigliano - era tornato alla fine del 1911 a Roma - dov'era
nato nel gennaio 1891 e da dove si era trasferito a Torino, a seguito
19
Il processo del Sant'U..Ifhjo contro i modemisti romani, in Fonti e documenti... cit., 7,
28-29.
20 Ibid., pp. 52-53; cfr. <<La Civiltà cattolica», 1886, q. 861, p . 359.
2 1 L. BEDESCHI, Il processo. . . cit., p. 60.
22 R. MoRGHEN, Il modemismo e la storia del cristianesimo di E. Buonaiuti, in E. Buonaiuti storico del
cristianesimo. .. cit., pp. 11-12.
1978,
L. BEDI'.SCHI,
pp.
23 A. C. J EMOLO, La questione della p roprietà ecclesiastica nel Regno di Sardegna e nel Regno d'Italia
durante il quarantennio 1848-1888, Torino 1911 (rist. a cura di F. MARGJOTTA BROGLIO, Bologna, Il
Mulino, 1975).
24 La bibliografia di J emolo, 1911-1963, è in Raccolta di scrti ti in onore di A. C ]emolo, I, t. 1,
Milano, Giuffrè, 1963, pp. VII-XXJI.
16
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
17
Introdurjone
del «Corriere della sera», personaggio di punta, con Croce, de� liberalismo
antifascista, che si ritroverà, con pochissimi altri colleghi e con
il
4.
Prima di npercorrere alcuni degli spunti di maggiore interesse
figlio
che queste lettere forniscono per integrare le già ricche ed importanti
Edoardo accanto al Buonaiuti (che continuerà sempre a chiamare «reve­
ricostruzioni della vicenda buonaiutiana o per chiarire aspetti della vita
rendo»!) nel rifiuto del giuramento fascista nel
1 93 1
- dava al giovane
universitaria, scientifica e culturale degli anni Venti e Trenta,
è
opportuno
studioso una indiretta credenziale per l'accesso ai più accreditati circoli
soffermarsi su uno dei nodi centrali di questa corrispondenza e delle
intellettuali ed accademici, che, del resto, la parentela con i Momigliano
ultime speranze di Buonaiuti di essere riammesso in grembo alla Chiesa.
e la collaborazione, prima della guerra, alla neutralista «<talia nostra» di
Il nodo del rapporto Buonaiuti-padre Gemelli: che diventa, per la breve
Cesare de Lollis, gli avevano già dischiuso. Sarà, invece, proprio Buonaiuti
permanenza di ]emolo all'Università cattolica del S. Cuore e per
ad aprirgli, nei primi anni Venti, la strada per la collaborazione ai
repentino ritorno a Bologna dopo meno di due anni, un rapporto triplice
quotidiani «<l Resto del Carlino» di Missiroli, «<l Tempo» di Naldi e «<l
che queste lettere illuminano in materia del tutto nuova perché né
Mondo» di Cianca, collaborazione che avrà, con gli anni Cinquanta­
Buonaiuti, né ]emolo hanno mai parlato del ruolo di quest'ultimo nel
il
suo
Ottanta, un così grande sviluppo sulla «Stampa» di Torino da fare
dialogo, sempre difficile, ma più lungo e articolato di quanto si sapesse,
dell'ecclesiasticista dell'Università di Roma una delle più autorevoli voci
tra l'irruente e dispotico francescano e
del giornalismo culturale italiano 25.
'19,
soave prete modernista. Stupisce,
comunque, che né J emolo né Buonaiuti, quando Gemelli verrà nel
Questo, dunque, il giovane docente di diritto ecclesiastico che, alla
fine del
il
si unirà al gruppo dei più giovani allievi del Buonaiuti
i quali, attraverso la periodica lettura del
Nuovo Testamento
inviato a quest'ultimo come
missus dominicus
'25
per imporgli l'abbandono
della cattedra universitaria come condizione per un suo ritorno alla
nei giorni
Chiesa, facciano comunque riferimento all'incredibile «necrologio» scritto
domenicali, le lezioni universitarie e i seminari accademici, avevano dato
da padre Gemelli per una persona cara ad entrambi, il ricordato Felice
vita ad una sorta di grande famiglia spirituale 26 e che, nell'estate dell'anno
Momigliano, morto suicida il
7
aprile del
1 924.
Dopo aver deplorato
successivo, seguiranno il maestro nella casa di San Donato, su un altipiano
i «giornalisti senza spina dorsale» autori eli «necrologi piagnucolosi»,
dei monti Simbruini - sovrastante i siti «fogazzariani» di Santa Scolastica
rettore della Cattolica, ricordando che qualcuno aveva definito Momi­
e del Sacro Speco di Subiaco - affittata per le vacanze della
coinonia,
alla
quale saliranno «colleghi universitari, stranieri di passaggio per l'Italia
e
ritorneranno
ripetutamente elettissime anime che portarono fedelmente
per anni al crescente isolamento delle
sue funzioni
didattiche e spirituali il
conforto e l'ausilio della loro solidarietà e della loro simpatia»27• Quelli
che non lo avvicinarono, sottolineerà J emolo molti anni dopo, «non
potranno mai rendersi conto di quel che
fu
il
gliano rettore dell'Università «mazziniana» e che altri aveva osservato
che era «un positivista in ritardo», così concludeva:
«l\!a se insieme con il Positivismo, il Socialismo, il Libero Pensiero, e con il Momigliano
morissero tutti i Giudei che continuano l'opera dei Giudei che hanno crocifisso Nostro Signore,
non è vero che al mondo si starebbe meglio? Sarebbe una liberazione, ancora più completa se,
prima di morire, pentiti, chiedessero l'acqua del Battesimm> 29.
il suo fascino, il suo potere
di attrazione»28• Le lettere a lui dirette, che si riproducono in questo
volume, ne sono un'ulteriore, diretta e tangibile conferma.
Della sua permanenza all'Università cattolica, del resto, ]emolo non
fece menzione nelle varie occasioni in cui ebbe modo di ricordare le sue
sedi universitarie e lo stesso Gemelli, la cui figura collegò sempre alle
vicende buonaiutiane.
25 C fr. G. SPADOLINI, Per A. C }emolo e A. LEVI, }emolo giornalista in Giornata lincea... cit.,
pp. 9-17, 57-6 1 .
26 E. BL'ONAIL'TI, Pellegrino di Roma. . . cit., p . 1 59.
2' !bid., p. 1 6 1 .
2g A.C. JE�IOLO, lntrodlli}one, a E. B11onai11ti, Pellegrino a Roma. . . cit., p . V1II .
29 t\. GD!FIJ.I, in <<Vita e pensiero>>, X, 8 ( 1 924), p. 506; ma v. anche lo., !n tema di ebrei e di
... en-ori, ibid., X, 1 2 (1 924), p. 723; cfr. anche G. Cos\IACINI, Padre A Gemelli, Milano, Rizzoli,
1 985, p. 222.
19
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Introduzione
Di una chiamata di ]emolo alla Facoltà giuridica del nascente ateneo
milanese del Sacro Cuore, dovette iniziare a parlarsi nella primavera del
1924, l'anno del riconoscimento giuridico, se il Ruffini, rispondendo
all'antico allievo 1'1 1 maggio, dopo aver premesso che il quesito postogli
non era « di quelli che consentono delle risoluzioni immediate» e che
« trattandosi... di un caso di coscienza individuale, e non d'altro» la cosa
non poteva essere decisa se non dallo stesso ]emolo - «giudice unico
di quello che le sue convinzioni salde, profonde e nitide ... e da un'altra
parte, le sue necessità famigliari, sacrosante esse pure, ma di cui egli solo
può essere ancora giudice, avrebbero potuto consigliargli» -, così espri­
meva il suo «meditato pensiero » :
organico, alle « non numerose presenze cattoliche già inserite nel mondo
accademico italiano » 31•
Tra queste si possono ricordare, tra i professori di ruolo stabili,
Pier Paolo e Marco Tullio Zanzucchi, Giovanni Vacchelli, Ludovico
Barassi, Emilio Albertario, mentre dalla stessa Cattolica provenivano
Boldrini e Vuoli che avevano da poco vinto il concorso universitario.
Dopo aver ricordato la risposta negativa di ]emolo all'offerta di
una cattedra alla Cattolica fattagli attraverso Albertario, Zanzucchi lo
prega, il 1 o giugno del '24, di voler riconsiderare la cosa. Pur ncono­
scendo che la decisione era «ponderata e motivata», aggiunge :
18
«Ella
è
troppo giovane, ha troppe possibilità d i ascensione scientifica nel suo ingegno, nella
sua volenterosità e nella sua forza di lavoro, per potersi legare sin d'ora a direttive spirituali, che
un giorno o l'altro potrebbero pesare terribilmente sulla sua carriera scientifica e sulla sua stessa
vita. Per cui - se ragioni di carattere famigliare non la stringono - io sarei pìù propenso
a consigliarLe di non accogliere quell'invito>>.
3°
F. R uFFJNJ,
Un ventennio di corrisponden'{fl Ruifinijemolo (1912-1932),
1 990, 2 1 76, pp. 433-34.
di
tanta forza, me di un così gradito collega.
Perciò ancor dopo la sua bellissima, ma chiarissima lettera io ho osato formulare il pensiero di
insistere presso
di
lei, ho fatto dividere questo mio pensiero agli amici e dirigenti dell'Università
e sono qui per rivolgerle la mia preghiera. Io intendo e apprezzo tutti gli scrupoli che l'hanno
trattenuta. Li sento e li valuto tanto più attentamente in quanto
li
so dettati non da preoccupazioni
per sé, ma da riguardo verso lo stesso sorgente Istituto, cui nessuno di noi che sente ed opera
Per fugare, nell'allievo, ogni dubbio s ull'incidenza delle sue con­
vinzioni personali sull'avviso espresso, Ruffini aggiungeva : « Ella mi
conosce troppo a fondo per poterlo pensare. E d'altra parte ha potuto
vedere come anche da ultimo io mi sia sbilanciato molto più dalla
parte del Vaticano, di guanto Ella non abbia fatto nel s uo articolo »,
per poi, concludere : «Ad ogni modo, tanto a Bologna guanto even­
tualmente a Milano, Ella rimarrà pur sempre il mio caro e valoroso
J emolo» 30.
Ma sono due lettere di poco successive - di Pier Paolo Zanzucchi
del 1 o giugno e dello stesso Gemelli del 5 giugno, che seguiva una
visita del rettore della Cattolica a J emolo - ad informarci della ferma
intenzione di padre Gemelli e degli « amici più intimi . . . , quelli che
portano il contributo più attivo all'Università», di indurre l'allievo di
Ruffini, allora ordinario di diritto ecclesiastico a Bologna (dove era
giunto da Sassari nel '23) , a trasferirsi alla nascente Facoltà giuridica
dell'Università cattolica, costretta ad attingere, per costituire il proprio
in <<Nuova antologia>>,
<<Ma essa ha cresciuto ìn me la simpatia spirituale per lei; la profonda stima morale e quindi
anche il desiderio di non vedere privata l'Università
a cura di
G.
Z.INFtiRlNO,
con profonda coscienza, vorrebbe che potesse venir nocumento da opera nostra che incorresse
32
in censura>>
Alla palese
suo1 scritti e le
aveva ribadita la
tutti i libri e gli
preoccupazione di J emolo di possibile difformità tra
direttive di un Sant'D ffizio, che nel marzo precedente
scomunica, la sospensione a divinis e la condanna di
scritti di Buonaiuti, Zanzucchi replicava :
<<Ma appunto perché sento, divido ed apprezzo questo sentimento, mi permetto di invitarla
a voler considerare se lo scrupolo che la trattenne non sia stato per avventura troppo spinto, se
esso in fondo non porti anziché alla preservazione e al giovamento futuro dell'Università Cattolica,
al suo danno certo, ora e poi>>,
dando specifiche assicurazioni :
<<Poiché quanto a Lei personalmente so bene che nessuna restrizione di nessun genere sarà
posta, se viene con noi, al suo libero operare. Ferma la credenza nel dogma cattolico, ogni
ricerca storica, ogni costruzione scientifica, ogni attività pratica ci
è
lasciata libera.
E
�e un senso
31 L. MANGONI, L'Università cattolica del Sacro Cuore. Una ris posta della cultura cattolica alla
laicizzaifone dell'i nsegnamento superiore, in La Chiesa e il potm politico dal Medioevo all'età contemporanea,
a cura di G. C Hrrrour--r e G. Mlccou, Torino, Einaudi, 1 986, p. 985 (Storia d'Italia. Annali 9).
32 ACS, Càrte ]emolo, b. 59, fase. Zanzucchi Piero: P. P. Zanzucchi a ]emolo, Padova, l giugno
1 924.
20
Lettere di Buonai11ti a ]emolo
vigile di responsabilità ci deve governare,
è
lntroduifone
rispettata la nostra posizione morale e intellettuale di
liberi ricercatori del vero. Lo stesso indirizzo filosofico che impera all'Università· Cattolica, e per
cui anzi l'Università
è
è
sorta, potrà non piacere a qualche corrente anticattolica (per così dire), ma
arra a noi di serena indipendenza».
o n l a invito a far parte
di un organismo morto, ma di un organismo che ha la sua vita nel futuro. E poiché non poche
battaglie io penso noi dovremo combattere per fare entrare nella coscienza dei cattolici italiani la
visione di problemi che oggi ignorano, io proprio per questa ragione amerei averla compagno
Dopo aver sottolineato che ]emolo era studioso dallo «spirito largo
che domina con uguale forza più rami del diritto», Zanzucchi gli propo­
neva di scegliere liberamente tra il diritto ecclesiastico e il costituzionale,
il canonico o l'internazionale pubblico, offrendogli, comunque, un se­
condo insegnamento di una di queste materie, ribadendo : « Quanto
all'Università stessa, l'opera sua mi pare indispensabile», e dando signifi­
cative spiegazioni :
<<lo nel procedere alla designazione dei colleghi fururi non sono stato in rutto e sempre
libero. Vecchie posizioni, prese quando l'Università aveva altra forma e altro valore da quelli che
vorrà si conseguino domani, e circostanze diverse, talune anche facilmente intuibili, mi hanno tolto
di rivolgerrni subito o di rivolgermi affatto a quelli che avrei preferito. Così io non venni subito
a Lei, che pur ponevo tra i più desiderabili. Ma non appena la via si
desiderio di averla tra i miei collaboratori ... L e ripeto ciò che Le dissi.
21
è
aperta io volli averla e la
voglio ruttora così fermamente ch'ella vorrà indulgere alla rinnovata preghiera ed ... esaudirla».
Zanzucchi forniva, quindi, una serie di assicurazioni sulla effettiva
« ritrasferibilità» alle università regie, sul computo dei servizi, sulle pen­
sioni, sul riscatto degli anni di insegnamento, con riferimento sull'oppor­
tunità che il primo avvio alla Cattolica fosse « dato da spiriti profondi
e forti e larghi» come quello di ] emolo, così concludeva la lunga lettera :
<<Mi permette di sperare che questa volta Ella dirà di sì? Lo auguro con ogni intensità.
E nella speranza, che vorrei fosse certezza, dell'avverarsi dell'augurio, mi fo lecito di pregarla di
33
tener riservata la sua decisione e di invitare padre Gemelli a fare altrertanto» .
Qualche giorno dopo, al rientro da Bologna, dove si era recato per
incontrare ] emolo, padre Gemelli replicava alle motivazioni addotte ed
insisteva, come si è già riferito, anche a nome degli « amici più intimi,
ossia ... quelli che portano il contributo più attivo all'Università», perché
l'ecclesiasticista dell'Ateneo bolognese accettasse la chiamata alla Cattolica :
<<Le ragioni che Ella ha per non accettare sono senza dubbio nobilissime e fanno onore al
e collaboratore in queste battaglie per la formazione di una sana e forte cultura cristiana moderna.
Sono venuto da Lei ritenendo di acquistare alla Università esclusivamente un giurista e se Ella
fosse solo tale mi sarei acconciato al Suo rifiuto per rivolgermi ad altri. Sono lieto di aver
trovato invece uno studioso del problema religioso e per questo insisto la mia preghiera perché
34
Ella mi voglia dire di sì»
5. Lo stesso giorno, rispondendo ad una lettera in cui ]emolo lo
informava della « profferta di p. Gemelli», Buonaiuti esprimeva la propria
« fervida ammirazione» per il suo atteggiamento, che comportava anche
la rinuncia a «pingui vantaggi economici», dettato non da «pregiudiziale
avversione», ma dalla preoccupazione di «tutelare la libera esplicazione
della sua futura operosità scientifica»: un «gesto di rara nobilità» che
non poteva sorprendere chi lo conosceva. Da questa lettera si apprende
- ed è notizia nuova - che J emolo aveva deciso anche di non passare
all'Università di Firenze, dove, infatti il 1 o dicembre successivo verrà
chiamato Vincenzo Del Giudice proveniente da Pisa35. Ma l'elemento di
maggior rilievo che questa lettera consegna è l'esplicito riferimento di
Buonaiuti ad una « conversazione ... avviata col Gemelli» da ] emolo in
favore della sua causa, conversazione nella quale si evince che J emolo
aveva «protestato» con « affezionato attaccamento» che « nessun decreto
di vitando» lo avrebbe indotto a rompere i vincoli della sua amicizia con
lo scomunicato sacerdote modernista. Buonaiuti non lo scoraggia, ma
data la paradossale complessità della sua situazione preferisce che ]emolo,
di sua iniziativa, «possa adottare la situazione che gli parrà più saggia».
Lo rende edotto, però, di voci non negative nei suoi confronti « circolanti
in seno al clero romano» secondo le quali non si esigerebbe più da lui
l'immediato abbandono della cattedra universitaria. Del resto gli effetti
di diffide e scomuniche erano stati « strani» : «gli ecclesiastici di Roma
che incontro hanno verso di me il medesimo contegno di prima: la mia
scuola non ha perduto un ascoltatore : il mio povero lavoro- non ha
di Lei carattere cristiano e soprattutto sono la riprova dell'alto senso che Ella ha della missione
dello srudioso cristiano. Ma queste riflessioni mi fanno sentire più vivo e più pungente il
34 !bid., b. 57, fase. 5, s . fasc. 4., Gemelli Agostino, A. Gemelli a ] emolo, 5 giugno 1924.
33
35
!bidem.
F.
613-617.
MARGIOTI.I BRoGuo, Del Giudice Vìncenzo, in Di'{jonario biografico degli italiani, vol. 36, pp.
23
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Introduifone
smarrito per via alcuna capacità di suscitare simpatie», ma, soprattutto, il
·
suo confessore - probabilmente don Brizio Casciola - lo aveva auto­
rizzato a celebrare in segreto la messa. Comunque teme che una eventuale
riconciliazione potrebbe porre limiti « terribili» alla sua « missione» perché,
dopo tante tristi esperienze, non vi sarebbero « revisori» disposti ad
approvare i suoi scritti. Si apprende che ] emolo, dopo il colloquio con
Gemelli, gli avrebbe suggerito di comunicare anticipatamente alle autorità
ecclesiastiche i programmi dei suoi corsi, da tenere comunque fuori dal
periodo delle origini cristiane : una condizione, specifica Buonaiuti, che
lui stesso aveva sottoposto attraverso il gesuita Fernandez, rettore del­
l'Istituto biblico, probabilmente l'anno precedente, e che era stata respinta.
Ricordando, poi, certamente, le difficoltà avute alcuni anni prima 36, invita
]emolo a non trascurare i possibili attacchi degli idealisti «pronti a colpirlo
per una sua presunta limitazione della sua libertà accademica.
Comunque si rimetteva con piena fiducia al «senno» di ]emolo,
« fratello e collega», per le decisioni più convenienti. In una successiva
lettera del marzo '25 Buonaiuti torna con ]emolo sulla mediazione che
Gemelli tentava di fare - e dà atto a quest'ultimo di « una conversazione
benevola e cordiale, della quale gli serberò imperitura gratitudine», conver­
sazione che non sembra richiamata nelle pagine del Pellegrino di Roma
- sulla base di una richiesta di aspettativa dall'insegnamento per un paio
d'anni durante i quali «la vertenza si sarebbe potuta tranquillamente
appianare», ma lo informa che la proposta, da lui genericamente accolta,
non aveva «riscosso in alto il consenso» che Gemelli si riprometteva :
secondo Mario Niccoli sarebbe stato lo stesso Pio XI a fermare il media­
tore37. Buonaiuti si sentiva ormai « al più oscuro sbaraglio», con in mano
una « rischiosissima carta», ma impossibilitato ormai a ritirarsi dalla partita.
Difficile dire cosa indusse J emolo, a poco più di un anno dal
primo rifiuto, a mutare d'avviso e a passare dalla Cattolica di padre
Gemelli come professore stabile di diritto ecclesiastico dal 1 6 dicembre
del 1 925 (vi aveva tenuto però un incarico di insegnamento nel '24-'25) .
Qualche elemento può dedursi da una lettera a lui del Ruffini, confortato
ora da una delle lettere di Buonaiuti edite in questo volume.
Anche se non conosciamo il testo della lettera di ]emolo alla quale
Ruffini rispondeva, da Borgofranco d'Ivrea, il 1 6 settembre 1 925, il
contenuto di quella del Ruffini è chiarissimo e può essere stato determi­
nante nel vincere le ultime perplessità dello stesso ]emolo, probabilmente
fondate anche sulle precedenti riserve di Buonaiuti e del suo maestro,
che sembra, adesso, suggerirgli, invece, il passaggio in una università
non statale. Scriveva infatti Ruffini :
22
36
Cfr. F. MARGIOTI 1 BROGLIO,
Italia e Santa Sede...
l? E. BL"ONAICTI, Pellegrino di Roma... cit., p. 541 .
.
cit., p.
171,
nota
1 1 4.
<<Ora Le confermo pienamente il mio consiglio. Quella gente vuole andare a fondo.
Il Senato approverà - non con entusiasmo, come dice Lei - ma con rimorso e vergogna
(so che lo stesso Gentile disapprova) le leggi fascistissime. Ma le approverà, e questo basta al
Governo, che farà il resto.
Naturalmente primi colpiti saranno i più piccoli.
avere le
coquette rie
oi - forse - ci vorranno dare il lusso
di risparmiarci. Superfluo dirLe che se uno di loro, Lei o Falco, p.e., fossero
colpiti, io mi dimetterei per solidarietà e per assumermi in pieno la mia parte di responsabilità.
Forse lo farò, malgrado tale circostanza, perché non me la sento di !asciarmi mettere il bavaglio.
Ma io sono vecchio, non sono più necessario a nessuno, e posso permettermi il gesto.
lutto il fatto mio nella (...).
nullatenente per atto notarile. Ma ho un figlio, che può (e vuole) mantenermi
vecchio, è l'essenziale! Lei non può. E deve cercarsi 1111 riparo.
Non, come alcuno dice, perché io sia ricco. Ho perduto
Sono da un anno
e lo farà, sono
Devo poi - soprattutto - pensare che - passata la raffica - e passerà! - il passo
indietro Le sarà sempre aperto. Con il suo ingegno, con la sua forza di lavoro, con la sua
8
reputazione ormai accordatissima, ciò è più che possibile> )
È Buonaiuti, inoltre in una lettera del 25 dello stesso mese, a dare
atto dello stato d'animo di ]emolo « al cospetto della situazione generale
degli spiriti fra noi», che aveva raggiunto « una stranissima condizione di
equilibrio instabile», situazione che egli non riusciva ad « antivedere dove...
andrà a metter capo». Meno di tre mesi dopo, il 16 dicembre 1 925,
J emolo trovava alla Cattolica il « riparo» che Ruffmi lo aveva esortato
a cercarsi e vi prendeva servizio come professore di diritto ecclesiastico
nella Facoltà giuridica, mentre il diritto canonico, a cui nel '27 verrà
chiamato il Del Giudice, resterà aff.t..dato a mons. Bernareggi. Tra le
«leggi fascistissime» (Ruffini) e il «larvato macchiavellismo» di Gemelli
(Buonaiuti), ]emolo, in profonda crisi, aveva sperato di trovare all'ombra
del Sacro Cuore questi spazi di libertà e autonomia di pensiero che si
stavano gravemente rarefacendo negli atenei statali. Di questa crisi testi-
38
F.
Ru+INI,
Un ventennio di corrispondenza...
cit., p.
439 .
24
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
lntrodu'(jone
moniano anche una lettera a Luigi Einaudi, e uno scritto inedito - che
si è ritenuto opportuno riprodurre in questo volume39 -, ùna sorta di
disperato esame di coscienza di fronte alla « irrimediabile e piena» scon­
fitta « di tutte le idee e di tutte le tendenze sentimentali cui da undici
anni, dal giorno in cui l'Italia è stata divisa in due schiere avverse, aveva
dato la sua adesione completa»40•
Scrivendo a Einaudi il 28 novembre del '25, per dire all'antico
maestro tutta la sua solidarietà per l'estromissione dei fratelli Albertini
dal « Corriere della sera», sul quale per anni l'economista piemontese
aveva espresso il proprio pensiero («opera d'istruzione e di educazione
del nostro popolo», la definisce), ]emolo così manifestava il suo sconforto :
Immediata, anzi preventiva, la reazione di Buonaiuti che, in una
lettera del 17 ottobre, prendeva atto della sua decisione di trasferirsi alla
Cattolica ma non voleva certamente giudicare la sua scelta derivata «dalla
considerazione di una quantità di elementi» molti dei quali, anche per la
lontananza, sfuggivano del tutto alla sua percezione.
Non esitava, però, a dissentire radicalmente dall'amico « sul modo di
giudicare la situazione in generale della nostra cultura e della nostra
organizzazione accademica, e sul modo di valutare, in particolare, l'istituto
cui ti vai ad aggregare e gli uomini che lo presiedono». Per Buonaiuti
l'università di Gemelli di « fortemente cattolico» non aveva «che il titolo
e la censura sulle pubblicazioni. Chiamare - pompare anzi a suon di
valsente - dalle università dello Stato una schiera di professori e imma­
tricolarli sotto l'egida del Sacro Cuore non significa davvero arrecare un
apporto qualsiasi alla causa della religiosità cristiana in Italia». I legami,
poi, di Gemelli con il fascismo e il governo Mussolini lo portavano
a pensare che il francescanesimo era giunto « alla più grossolana conta­
minazione» e che il mondo andava «dietro ai simulacri più esosi e più
corrompenti». Un mese dopo, 1'1 1 novembre, rispondendo ad una lettera
nella quale ]emolo aveva posto « integramente a nudo la sua anima»,
Buonaiuti moderava il giudizio e si augurava che la realtà smentisse le
sue « preoccupate previsioni e le sue fosche valutazioni» e che l'ambiente
della Cattolica offrisse all'amico tutte le possibilità di «libero ministero»
(un lapsus freudiano?) : lui lo avrebbe seguito con animo fraterno e con
i voti più fervidi.
Le preoccupazioni di Buonaiuti non erano senza fondamento : solo
un anno e mezzo dopo la chiamata, con decreto ministeriale del 15
giugno 1927, ]emolo è ritrasferito a Bologna, con decorrenza dell'ottobre
successivo, il che farebbe pensare che la decisione di lasciare l'Università
Cattolica - sia maturata nei primi mesi del '27. Non è un caso che il 1 o
gennaio fosse arrivato all'ateneo del Sacro Cuore Vincenzo Del Giudice
a coprire l'insegnamento del diritto canonico (poi anche dell'ecclesiastico
dopo la partenza del collega) e vi avesse tenuto il 1 4 marzo 1927 la sua
prolusione. Buonaiuti ne scriverà in una lettera del 1 3 giugno di quel­
l'anno lamentando un lungo silenzio di ] emolo - « insufficientemente
rotto dai saluti delle sue laconiche cartoline» - e informandolo di aver
già saputo del suo rientro a Bologna, di cui si compiaceva caldamente
(«Tu sai come non avessi mai riguardato con eccessiva simpatia il tuo
«L'ora è tristissima: più triste ancora per i pessimisti come me, che pensano siasi iniziato
un periodo di dominio della forza e di soffocamento di tutti i valori sprirituali che durerà più di
noi. Ma accanto alla fede in Dio ed alla voce della coscienza, mi conforta l'esempio del Maestri
che sui banchi della Università hanno foggiato non soltanto la mia modesta figura di studioso
ma la mia coscienza di cittadino : Ella, il Ruffini, il Mosca mostrano quale sia la via da seguire
nelle ore più difficili, come bisogni saper tutto sacrificare per seguire quel che la coscienza detta.
E di questo esempio luminoso io sento di dovergliene due grazie dal profondo del cuore» 4 1 .
Dialogando con sé stesso, nelle menzionate 4 notazioni del 2 1
novembre '25 redatte per « raccogliere le . . .idee e formare i proponimenti
per la vita avvenire di cittadino», ]emolo ribadiva, con grande lucidità :
«li presente non potrebbe essere più nero : tutto quel che ci sembrava impossibile si verificasse,
si è verificato : un assetto politico ove alla libertà è fatto minor posto che non ne abbia mai fatto
altro assetto, ove il soffocamento del cittadino è maggiore che non sia mai stato, ove non v'è
posto per voci che non siano di plauso - ed al tempo stesso un perfezionamento di mezzi di
lotta e di congegni polizieschi che renderebbero vano ogni tentativo di rivolta. Un popolo che
s'infischia della libertà perduta; una borghesia lietissima di avere sacrificato i diritti politici pur di
conservare la proprietà per la quale aveva un momento tremato. Un assetto liberale morto
ignominiosamente senza trovare un sol don Chisciotte che si facesse ammazzare per lui, già ucciso
nelL-1 considerazione del popolo prima di morire: e quando si cade cosi, non si risorge»42
39
Vedi alle pp. 244-247.
411 Ibidem.
41 Carteggio inedito tra A. C ]emolo e L. Eina11di (1922- 1960), a cura di G.
antologia>>, 1991, 2177, p. 223.
42 Cfr. pp. 244-247.
SrADOLINI, in «Nuova
25
26
27
Lettere di Buonaiuti a )emolo
Introdu'?fone
ingresso in quell'organismo malato eli elefantiasi e eli idropisia»), anche
se ne capiva le conseguenze economiche. Nessun cenno, comunque, alle
ragioni dell'abbandono da parte eli ]emolo dell'ateneo eli padre Gemelli,
dopo la breve e non felice esperienza degli anni accademici 1 925-26
e 1 926-27. Né si hanno elementi che consentano eli individuare le ragioni
precise dell'abbandono - non ve n'é traccia negli archivi dell'ateneo
- se si toglie l'accenno all'autoritarismo di padre Gemelli, nel ricordo
che ne scrisse, nel '59, su « La Stampa». È assai, probabile, peraltro, che
la decisione sia stata, in qualche modo, connessa al ruolo eli Gemelli
nella definitiva condanna eli Buonaiuti, ruolo che J emolo così descriverà
nella prefazione all'edizione del 1 964 del Pellegrino di Roma:
la piccante novella»!) , sostenendo che nel prete modernista vi era « uno
sdoppiamento della personalità, fra il credente e il critico », uno sdoppia­
mento che Buonaiuti vedeva però anche tra lo ]emolo «giurista e cano­
nista» e lo ]emolo « storico e valutatore dei fatti religiosi».
In una lettera del 1 6 gennaio 1 926 si legge, infatti, che Buonaiuti
aveva accompagnato Gemelli alla stazione e da lui aveva appreso eli un
«pressantissimo» intervento di ]emolo perché la sua « amara vertenza
potesse essere composta con dignità e soddisfazione universale» e aveva
ritenuto che, nel complesso, Gemelli meritava la sua gratitudine :
«Nessun dubbio che padre Gemelli fosse l'uomo meno adatto a quel passo. Sinceramente,
illimitatamente devoto alla chiesa, la sua visione del bene di questa era antitetica a quella di Buonaiuti.
Era un realizzatore, non pensava ad un trionfo della Chiesa che non fosse visibile, estrinsecantesi in
istituti umani, non aveva ripugnanze per gli accordi ed anche le transazioni con Cesare».
Ricordava però che, a quanto Gemelli gli aveva raccontato, udito
l'insuccesso del suo intervento su Buonaiuti, Pio Xl si sarebbe commosso
e avrebbe auspicato un Dio più misericordioso eli guanto un papa non
potesse essere 43. Ad ogni modo guanto Buonaiuti riferisce a J emolo in
queste lettere fornisce un quadro più articolato e meno " tassativo " eli
quello offerto da Buonaiuti stesso nel Pellegrino e dagli interventi 44
e ricordi eli Donini, Pincherle, Ghisalberti, Morghen e N iccoli e eli quello
dato da Gemelli 45 il quale, si apprende ora, da una lettera eli Buonaiuti
a ]emolo del 26 ottobre 1 929, si sarebbe nuovamente recato da lui in
quei giorni, dopo le polemiche dei mesi precedenti46, «a fare ammenda
delle sue malefatte polemiche» («per carità - aggiunge - non propalare
43 A.C. ] EMOLO, Anni di prova ... cit., p. 1 95; Io., lntrodu:\fone a E. BuONAIUTI, Pellegrino di Roma. ..
cit., p. XXVIII.
44 E. BL'Ol\AIUTI, Pellegrino di Roma .. cit., pp. 241 -246; Io., Al P. Agostino Gemelli, in « R icerche
religiose>>, IV, 1 928, p. 567; M . NJCcou - A. DoNINI, Al P. Agostino Gemelli, ibid., V, 1 929, pp.
284-288; A. PrNCHERLE, Sempre Padre Gemelli, ibid., pp. 382-384; Gemelli ... e noi, ibid., pp. 479-480;
la lettera di Gemelli a Buonaiuti del 23 gennaio 1 925 è riprodotta in E. BuoNAJUTI, Pellegrino di
Roma.. . cit., p. 541 .
45 ibidem.
46 Cfr. nota 44.
.
« Ha consacrato molto tempo per me, in giorni che dovevano essere per lui singolarmente
movimentati, e, più di una volta, ha vinto il suo carattere che deve essere straordinariamente
facile alla irritazione e naturalmente portato ai gesti di imperio, per mostrarsi amabile e ra­
gionevole>>
anche se, alternando «intempestivamente le minacce ai complimenti, la
violenza alla lusinga» non gli era certo apparso « l'interlocutore ideale».
Ad ogni modo il dissenso era ormai troppo profondo e la tenacia delle
condizioni che gli venivano imposte «troppo risoluta» perché egli potesse
«nutrire illusioni». Per dare, in ogni caso, un segnale, Buonaiuti aveva
chiesto al Ministero l'aspettativa per ragioni eli famiglia. Da una successiva
lettera del 23 gennaio si apprende che, nel riferire a J emolo, Gemelli era
«lucidamente oggettivo nel riconoscere eli non aver saputo sagacemente
adempiere il compito affidatogli» : secondo Buonaiuti il francescano aveva
« troppo rivelato la decisione eli stravincere, eli colpo», cercando, in un
certo senso, eli « estorcere una resa a discrezione eli ... un paranoico». Alla
stazione eli Roma la sera del 1 4 gennaio si erano separati abbracciandosi,
ma una lettera speditagli il 1 5 e poi ...annullata con un telegramma del
1 6, era « aspra e malevola» : «<n realtà - osserva Buonaiuti - io sono
più eretico eli quanto ora Gemelli non vorrebbe far credere». li 6 febbraio
informa ]emolo eli aver mandato a Gemelli la risposta sollecitata da un
telegramma eli ]emolo che aveva destato in lui «nuove ansie e nuove
speranze», ma ormai temeva che Gemelli, dopo aver «liquidato così in
malo modo» la sua posizione ecclesiastica (il 25 gennaio il Sant'Ufficio
lo aveva dichiarato scomunicato nominatamente e personalmente ed
espressamente vitando) , si stesse adoperando per liquidare anche quella
accademica. Un timore sul quale torna il 21 dello stesso mese e che,
grazie alla convivenza del ministro Pietro Fedele, suo collega eli facoltà,
28
lntrodu'?fone
Lettere di Buo11aiuti a ]emolo
si rivelerà di lì a poco, molto concreto : vane erano state le promesse
fatte a Morghen da Fedele nell'aprile del '24 («lo aiuterò iri tutti i modi
ad uscire dal passo doloroso») 47• Stavano per cominciare le trattative per
la Conciliazione e Buonaiuti - dopo Sturzo, esiliato dal Vaticano per
compiacere Mussolini - sarebbe stato sacrificato e strumentalizzato dal
governo di Sua Maestà - per compiacere Pio XI - sull'altare dell'al­
leanza della Chiesa cattolica con il fascismo. Ma di questo si è avuto
modo di scrivere trent'anni or sono48 : ai documenti allora analizzati
queste lettere portano, in ogni caso, utili complementi.
Vorremmo solo aggiungere per integrare con una voce, amica ma
diversa, il quadro dell'inutile discorso apertosi tra Gemelli e Buonaiuti,
che, scrivendo a quest'ultimo nella seconda metà del 1 926, Formiggini,
editore di più d'uno degli scritti di Buonaiuti in quegli anni e della
rassegna « L'Italia che scrive» di cui Buonaiuti fu assiduo collaboratore
insieme ad alcuni dei suoi allievi (Alberto Pincherle, ad esempio), com­
menta il profùo Gesù il Cristo, scritto da Buonaiuti e da lui allora appena
stampato, confessando con la schiettezza e l'autenticità che solo la grande
amicizia tra questi due straordinari animatori culturali poteva permettere,
con queste parole :
«Mi sono letto il Profilo del Cristo e ti confesso che non mi è piaciuto e credo che non
piacerà. on è il profilo del Cristo rispetto ai farisei, ma il profilo tuo rispetto a padre Gemelli
e hai fatto senza volere una apologia del fariseismo che non la meritava e hai fatto del povero
Cristo uno scocciatore e tale forse non fu. Ho rimorso di aver fatto un corno al povero mio
maestro Baldassare Labanca, tu sai scrivere in modo meraviglioso, egli non sapeva scrivere, ma
nel suo ruvido libretto c'era pure qualche cosa che restava in tasca a chi lo leggeva. Insomma se
vieni ti parlerò di Dio, perché mi sento di poterti dare utile consiglio. non ti sembri ciò
presunzione e vogliami bene>> 49.
47 P. Fedele a R. Morghen, Roma, 1O aprile 1924, in Lettere a R. Morghen. . . ci t., p. 26 (v. la
lettera di Gasparri al p. Tacchi Venturi del 2 ottobre 26, ibid., p. 27, che in sostanza chiedeva
che Fedele anticipasse in via regolamentare il futuro art . 5 del Concordato secondo l'espresso
desiderio di Pio Xl).
48 F. M A RG IOTIA BROGLIO, italia e Santa Sede... cit., p. 180; v. anche Io., E. Buonaiuti, in
Modernismo, fascismo, comunismo, a cura di G. RossrNr, Bologna, Il Mulino, 1972, pp. 133-153; Io.,
Buonaiuti tra Dio e Cesare, in <<Nuova antologia>>, 1981, 2139, pp. 116- 1 23.
49 Formiggini a Buonaiuti, in R. CERRATO, Buonaiuti e Fom1iggini: 1111 incontrofra storiografia religiosa e nuova
editoria, in Fonti e documenti .. . ci t, 1 3 (Studi in onore di L Bedeschi, I), 1984, pp. 149-150; si vedano anche
t\. Pr'<CIIERLE, Profilo di E. Buonaiuti, in << L'Italia che scrive>>, VI, 1923, p. 98, e i contributi raccolti da
L. B \l .SAMo-R. CREMru'ITE in A. F Fom1iggini, un editore del Novecento, Bologna, R.F. Levi, 1981.
6.
29
Singolare, ancora, quanto emerge da queste lettere a proposito di
una delle più importanti opere di ]emolo. Agli inizi del '28 l'editore Laterza
pubblicava Il giansenismo in Italia prima della Rivolui:Jone, uno scritto che segnerà
una svolta nella storiografia in materia 50• Qualche mese dopo, in un'ampia
rassegna dedicata ai Nuovi studi di dottrine religiose51, padre Gemelli sferrava un
violentissimo attacco a ]emolo che aveva da poco lasciato la Cattolica e che
solo quattro anni prima egli aveva voluto, con insistente determinazione
- come si è visto -, tra gli insegnanti del « suo» Ateneo. Dopo avere,
appunto, ricordato che l'autore aveva fatto parte dell'Università da lui
governata tra il dicembre del '25 e l'ottobre del '27, Gemelli riconosce l'ansia
di ]emolo, giurista di grande valore, di uscire dal chiuso campo del diritto per
«comprendere, attraverso la meditazione storica, il valore e il significato di
fatti», ma sostiene che lo faccia ponendosi da un punto di vista « scientifica­
mente inaccettabile, ossia quello del modernismo, che egli in fondo accetta
e fa proprio». Non a caso presso lo stesso editore e nella stessa collana era
apparso Il Cristianesimo nel!Africa cristiana del Buonaiuti : ci si doveva, quindi,
chiedere quale «influenza» avesse avuto quest'ultimo sull'autore, e quanta
«devastazione» avesse fatto «anche in quest'anima». Del resto bastava scorrere
il suo manuale di diritto ecclesiastico per capire - e questa era la sorte di
tutti i modernisti - «che lo avvelena il sottile e caustico ed ironico e scettico
spirito del liberalismo»: non per nulla si trattava di un allievo del Ruffìni!
Nell'opera sul giansenismo ricompariva, inoltre, lo ]emolo collaboratore della
«Rivista trimestrale di studi filosofici e religiosi» del Bonucci, della quale era
stato magna pars il Buonaiuti e che era stata condannata dalla Chiesa. Molte
affermazioni dello ]emolo provavano che lo spirito animatore dell'opera era
«ancora quello modernistico»: ma non c'era da stupirsi,
<do Jemolo è certo un'anima religiosa, ma è anche un'anima in pena, un'anima vittima delle
illusioni modernistiche, che egli scambia per esigenze di scienza e per penetrazione di spiritualità>>.
Egli non si è accorto che la concezione dei modernisti <<con la sua illusoria esigenza di scienza
e per la sua stessa spiritualità, non solo conduce ad un'erronea valutazione dei fatti, ma rende
sterile la ricerca scientifica, disgregando quella unità fondamentale che i fatti stessi accusanO>>.
Per questo, conclude lapidariamente, l'opera dello ]emolo «è sterile»52•
;c, Cfr. F. MARGIOlTA B ROG LI O , / 1ppunti storiograjìci SI/l giansenismo italiano, in Raccolta di scritti in
onore di A C }emolo ... cit., I, t. II, pp. 789-849.
51 <<Rivista di filosofia neoscolastica>>, XX (1928) , pp. 357-365.
52 lbid., p. 364.
31
Lettere di Buonaiuti a )emolo
lntrodu'{jone
Il tono, la violenza e la perentorietà dell'attacco ad uno studioso
quasi quarantenne, già noto ed illustre, lasciano alquanto perplessi e pon­
gono interrogativi eli non facile risposta. È certo, infatti, che Gemelli
ben conosceva - e li cita espressivamente - gli scritti « modernistici»
pubblicati da J emolo prima del suo arrivo in Cattolica ed è certo che
conosceva direttamente - come si è visto poc'anzi - gli strettissimi
e forti legami col Buonaiuti, presso il quale, anzi, aveva svolto opera di
meeliazione e collegamento durante il tentativo di Gemelli di riportarlo
all'ortodossia. Né poteva essergli sfuggita la stretta consonanza delle sue
idee con quelle del maestro, Francesco Ruffini. Eppure non aveva esitato,
come si è visto, ad insistere più volte solo tre anni prima per avere in
Cattolica ad insegnare diritto ecclesiastico (non ... statistica!), un amico
dei modernisti, un parente dell'aborrito ebreo Felice Momigliano, nono­
stante tutti i dubbi eli credente e le esitazioni di docente che questi
aveva chiaramente manifestato al rettore e ai colleghi che lo pressavano
ad accettare la cattedra milanese. Stupisce anche la particolare violenza
con cui aggredisce frontalmente un docente che fino a pochi mesi prima
aveva insegnato nel suo Ateneo, per la sua espressa richiesta, e che
proprio in quegli anni aveva portato a termine le ricerche sul giansenismo.
Le risposte vanno cercate sia nella negativa conclusione del tentativo di
Gemelli eli far rinunciare Buonaiuti alla cattedra universitaria - che
forse J emolo si era fino all'ultimo illuso di poter incanalare verso una
rinuncia solo provvisoria, attraverso la richiesta di un paio d'anni di
aspettativa, sentendosi, in certo senso, ingannato dagli spiragli che Gemelli
doveva avergli fatto balenare, come si evince dalle già ricordate lettere eli
Buonaiuti a ]emolo -, sia nei non chiari e non chiariti rapporti del
giovane Gemelli con il modernismo e con i modernisti. Risponendo ad
una lettera di Gemelli che gli aveva scritto dopo quasi vent'anni da
questi avvenimenti ] emolo dichiarerà : «È quasi un quarto di secolo che
non c'incontriamo. Confesso di averLa vista a qualche cerimonia, ma
- lo dico a mia confessione - il ricordo eli un articolo, che io ritenni
allora non buono, da lei scritto nei miei riguareli poco dopo la mia
uscita dalla Cattolica, mi trattenne» 53.
Singolare, si è detto, anche quanto emerge dalle lettere che qui si
pubblicano, a proposito della medesima opera dello J emolo. Buonaiuti,
accusando ricevuta de Il giansenismo in un lettera del 28 febbraio 1 928,
dopo essersi «gettato con avielità sulle pagine» del volume, esclama :
30
53 Jemolo a padre A. Gemelli, Roma, 28 novembre 1 949 in F. MARGJOTI"A BRoGLIO, A. C
)emolo e V Del Gi11dice, in «J us, rivista eli scienze giuridiche», XXXIX ( 1 992), 3, p. 262.
«Quale superba evocazione ci hai dato! (.. ) la realtà travalica eli gran lunga le favorevolissime
previsioni. Tu hai saputo, con sguardo lucido e sicuro, individuare il nucleo sostanziale della
esperienza giansenistica, (. .) tu hai individuato magistralmente i caratteri e la funzione del
giansenismo italiano>>.
.
.
E aggiunge : « rimango, sopra tutto ammirato dinanzi alla larghezza
sconfinata della tua erudizione teologica. Ma rimango commosso agli
accenti con i quali tu tratti della visione cristiana del giansenismo». Fin
qui le reazioni, da opposta sponda, di Gemelli e Buonaiuti si spiegano
vicendevolmente, ma in una successiva lettera dell'aprile, da San Donato,
dopo una pacata e completa lettura dell'opera, Buonaiuti, pur senza
« ritirare alcuna delle valutazioni entusiastiche» formulate «dopo la prima
rapida scorsa», dichiara seccamente : «mi ha fatto una qualche sgradevole
impressione una tua preoccupazione ortodossa che affiora a volte quando
meno lo si spetta e lo si capisce. E sopra tutto mi ha ferito un tuo
giudizio sul modernismo, che travalica largamente il senso storico e l'e­
quità. Non nasconderò questa mia impressione, per lealtà, nella rassegna
che sto per scrivere». In realtà già in una recensione dell'anno prima ad
un saggio eli J emolo su Scipione de' Ricci - rifuso poi nel volume in
questione - aveva avanzato alcune riserve, parlando adelirittura di
«andatura grottesca eli una parodia», ma i brevissimi riferimenti eli ] emolo
al modernismo, contenuti nel volume, non erano certo tali né da provo­
care questa reazione di Buonaiuti, né da giustificare l'aggressione eli padre
Gemelli. Nella sua ricerca ] emolo aveva fatto opera alta di storico, con
le sue idee, certo, ma non conelizionato dalla ricorrenti controversie
ecclesiali e dallo spirito conflittuale che animava da un lato (con piena
giustificazione per la sua personale vicenda e per la cieca repressione
antimodernista) un Buonaiuti, dall'altro (senza giustificazioni, ma -animato
dall'ansia eli rivincita sul proprio passato tipica dei convertiti) padre
Gemelli. J emolo era uno studioso la cui opera si poneva ormai al centro
del elibattito storiografico sul Sei e Settecento religioso (come si porrà al
centro di quello sull'Otto e Novecento con il volume del 1 948 su Chiesa
e Stato in Italia) ed i sui punti di riferimento e di confronto dovevano
33
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Introduzione
essere le grandi tendenze sul come « fare storia» (o, per altre opere, sul
« come» scrivere di diritto) , non le controversie - nellé quali, come
confermano queste lettere, non fu mai troppo coinvolto, e quando lo fu
ciò accadde essenzialmente per l'amicizia profonda con Buonaiuti 54 - tra
gli ultimi modernisti « allo sbaraglio» e gli arroganti ecclesiastici forti del
recuperato potere anche nella vita pubblica grazie all'alleanza della Chiesa
con il fascismo. Lo aveva capito anche Buonaiuti quando, in una lettera
successiva (1 3 aprile) - dopo averlo assicurato che mai avrebbe preteso
la soppressione di «qualche inciso» per un riguardo all'amico che aveva
sofferto e soffriva per alcune idee da lui « sommariamente giudicate»
- lo accusa di tradire <mna diffidenza istintiva e uno scetticismo radicale
al cospetto di tutti i movimenti, la cui unica responsabilità è quella di
spingere le loro idealità verso limiti superiori a quelli consentiti alla
media delle masse associate». E lo accusa anche di non essersi posto il
«tremendo quesito» del perché la Chiesa in quel momento « soffoca in
fasce ogni programma di rinnovamento». Se non intendeva sottoporre
«ad un severo controllo le capacità superstiti di questa chiesa sorda
e astorica», avrebbe dovuto essere « più condiscendente ai movimenti
modernistici». Qualche giorno dopo, il 1 8, prendendo atto delle sagaci
repliche di ]emolo («quale delizia discutere con te! ») , Buonaiuti offriva
una serie di risposte - di particolare interesse per comprendere il suo
stato d'animo modernista in quegli anni -, persisteva nel ritenere il
modernismo «presunto morto e sepolto, vivo e vegeto come nessuno
avrebbe a prima vista immaginato», forniva una serie di prove della sua
vitalità e concludeva : « Mio caro Carlo : penso al tuo invadente agnostici­
smo e mi domando - sit venia verbo - se l'agnosticismo non è una
schematizzaifone ideologica di una invincibile indolenza spirituale ... ». In
una lettera successiva (1 O maggio) riconosce che la recensione al Gianse­
nismo, apparsa su « Ricerche religiose», riletta a mente calma, gli appare
«troppo forte » e si ripromette di essere «più tenero» in quella che sta
preparando per la « Zeitschrift fur Kirchengeschichte» ; ma, qualche giorno
dopo, di fronte al duro attacco di padre Enrico Rosa al volume di
J emolo sull'«Avvenire» del 6 maggio - dove si metteva in evidenza la
«primitiva formazione modernistica» dell'autore - deve riconoscere la
validità dell'interrogativo di ]emolo che gli aveva domandato a «quale
categoria» (modernisti o antimodernisti?) dovesse essere assegnato, e l'an­
no successivo, di fronte alla menzionata recensione di Gemelli («il
Toeplitz cingolato di Milano») che ha colto l'occasione per sfogarsi contro
«il ... transfuga e il congiurato», si rende conto di avere offerto, con la
sua, lo spunto, che era stato colto dal Bardi, per contrapporli l'un l'altro.
Certo una piccola ombra dovette persistere se, in una lettera del marzo
'29, Buonaiuti reagisce ad una frase di ]emolo che gli aveva scritto di
« scegliere in lui qualcosa che gli rimane lontano ed estraneo», e in una
dell'aprile esclama : « Quanto vorrei che la tua anima elettissima sacrificasse
un pò del suo freddo acume alla follia della speranza! ».
32
54
Significativo quanto scrive Buonaiuti i l
4
agosto
1 928,
a Jemolo da San Donato: « D primo
San Donato sorse come espressione di un caldo vincolo di solidarietà fra un manipolo di spiriti,
decisi a realizzare fugacemente, a contatto della natura e nella contemplazione, la fraternità
scaturente dagli ideali dell'Evangelo. Se questo fu il fermento delle prime estati sandonatesi,
debbo pur riconoscere, con tanta pena in fondo all'anima, che abbiamo perduto dove abbiamo
vinto, e che l'avere mirabili allievi in una scuola, non
è
la stessa cosa che avere dei sicuri fratelli
nelle esperienze della religiosità>>. Ma da segnalare, in proposito, quanto scrive, con eccessiva
animosità e con giudizi non giusti dato l'altissimo livello scientifico dei docenti e studiosi a cui
fa riferimento, don Giuseppe de Luca a Papini il
23
giugno
1 927:
« mentre il Professore si illude
di creare un cenacolo di anime, e per questo li raccoglie in adunate e agapi, i professorini della
nidiata han l'occhio a eventuali cattedre universitarie, in Italia o negli Stati Uniti.
E han gli occhi
Carteggio, l, 1922- 1929, a cura di M. PiCCHI,
1 34). Sui rapporti De Luca- Buonaiuti s i vedano,
e le gambucce buone>> (G. DE LLCil - G . PAPINI,
Roma, Edizioni di storia e letteratura,
comunque, pp.
39-42.
1 985,
p.
7. Ripercorrendo, ora, brevemente, come ci si era proposti, questi
rilevanti documenti, di cui si sono già messi in luce alcuni significativi
apporti alla storia religiosa e culturale del Novecento, si vorrebbero
cogliere alcune ulteriori spigolature che sollecitino l'interesse dei lettori
ed offrano qualche spunto per un'analisi dei medesimi testi sotto i molti
profili per i quali le lettere di un ventennio - in definitiva quasi
coincidente con quello fascista - tra queste due singolari personalità,
possono fornire elementi di nuovo e particolare interesse.
Innanzitutto molte sono le notizie che integrano quelle fornite da
Buonaiuti nel Pellegrino di Roma sul gruppo di allievi che si raccoglieva
intorno al medesimo, a Roma e a San Donato ; le stesse reazioni alle
condanne e alle scomuniche sono più vive e più circostanziate, più
dirette e più trepidanti di quelle riportate nell'opera memorialistica. In
particolare queste lettere costituiscono un prezioso complemento a quelle
di Morghen, recentemente pubblicate, che si sono già menzionate (si
35
Lettere di Buonaiuti a )emolo
!ntrodu'{jone
veda, in proposito e ad esempio, la lettera del 2 1 dicembre 1 922) . Anche
i profili della cosi detta coinonia e le riflessioni sulla affinità di aspirazioni
religiose che consentiva la partecipazione, escono, dalle lettere di Buo­
naiuti, meglio definiti rispetto alle rimembranze di un Morghen, di un
Niccoli o di un Donini55•
Inoltre molte notizie, a volte preziose, forniscono questi documenti,
per integrare la biografia esistenziale, culturale e spirituale di J emolo :
alcune, come quella dell'aspirazione ad andare ad insegnare in Egitto,
che emerge dalle lettere degli anni alla Cattolica, del tutto sconosciute.
Preziose anche le frequenti notazioni sulla vita universitaria - concorsi,
chiamate, trasferimenti, anche relativi a facoltà diverse da quella dove
insegnava don Ernesto - le quali non solo dimostrano che egli ebbe,
ad onta della sua progressiva emarginazione, influenza non poca nel­
l'ambiente accademico, ma anche forniscono utili indicazioni per la
ricostruzione della vita degli atenei e delle istituzioni di ricerca (cosi
l'Enciclopedia italiana) nel ventennio fascista. Gustose sempre, comunque,
le ironiche allusioni agli idealisti - « portati squisitamente alla sopraffa­
zione ... intellettuale» - e la distinzione, all'indomani della marcia su
Roma, tra fascismo violento per i « sanguigni» e fascismo psichico per
i « linfatici», tra forme di consenso «protervo e forme di « acoscienza».
Anche dal confronto con le lettere di Buonaiuti a Remo Missir, scritte
tra il 1 926 e il 1 946, che pure costituiscono una eccezionale testimonianza
della vicenda umana del sacerdote scomunicato quale egli la rappresentava
al suo giovane corrispondente di Smirne, ci sembra che quelle, pure in
numero più ridotto, indirizzate all'amico fraterno e al « collega» ]emolo,
si caratterizzino non solo per la diversità della dimensione (Donini ha
parlato per la prime di un « un clima di cura d'anime»), ma per lo spessore
stesso del pensiero e per il livello, che mai scade, al quale il dialogo si
colloca. Un livello, certo diverso da quello del rapporto psicologico,
affettivo e possessivo del maestro con il giovane Missir, percorso, a tratti
da s fumature contro-riformistiche, che appare di filiazione più spirituale
che culturale, nel quale il richiamo profetico predomina su ogni spessore
ecclesiologico e dove la solidarietà della coinonia si trasforma in una sorta
di direzione di coscienza. La cattedra universitaria, che considera la
«palestra naturale del suo proselitismo spirituale e religioso» è, invece, al
centro del sodalizio con J emolo, tutto intento, quest'ultimo, a suggerire
comportamenti e adattamenti giuridici e burocratici per aiutare l'amico
a non farsi privare di quest'ultima palestra.
Ma è anche continuo il confronto intellettuale : così sul Sarpi - del
quale entrambi preparavano una silloge di scritti tra il '24 e il '25
; sui
giansenisti ; su Lutero ; sulla crisi religiosa che nasceva dalle paure e dalle
timidezze di un magistero incapace di « aprire il varco, coraggiosamente,
alle conclusioni più audaci della cultura moderna» ; sul profilo di San
Francesco pubblicato nel '26 con Formiggini ; sulla cultura religiosa nelle
università italiane ; sugli Elementi di diritto ecclesiastico editi da ]emolo nel
'27 ; sul ]udaism in the First Centttries di George Foot Moore (occasione
per un approfondito confronto sulla visione evangelica dell'oltre tomba) ;
sul Cuccagni e sul Tamburini ; su Gioacchino da Fiore (che consente
a Buonaiuti di chiedersi ancora una volta perché la Chiesa soffocava « in
fasce ogni programma di rinnovamento» e di chiedere a Jemolo perché
non sottoponeva « ad un severo controllo le capacità superstiti di questa
Chiesa sorda e astorica») ; sul modernismo e la sua repressione (che
aveva costretto il clero, ferocemente allontanato nel 1 908 da « ogni cura
e interesse culturale», ad imputridire « in uno scetticismo vergognoso») ;
su Gentile e la Treccani (dove veniva imposta la revisione ecclesiastica
delle voci di argomento religioso, anche se gli allievi di Buonaiuti erano
presentissimi: «Gentile con l'imprimatur! Non c'è male - esclama Buo­
naiuti - per il panegirista di G. Bruno! ») ; sul cardinal Gasparri - di
cui ancora nel '28 Buonaiuti riconosce la simpatia, la « chiaroveggenza»
e !'«elasticità eccezionali», all'oscuro del ricordato trattamento che proprio
negli stessi giorni gli veniva riservato nella definitiva formulazione dell'art.
5 del concordato - ; sui Patti Lateranensi e la soluzione della questione
romana (« che prodigi di virtuosismo giuridico non hai tu compiuto» nel
saggio sul nuovo Stato del Vaticano, sottolinea Buonaiuti nell'agosto '29,
ma come il tutto gli appare « in antitesi irreconciliabile con la parola di
Cristo») ; sulla tremenda prova del forzato abbandono dell'abito talare
per non incorrere nelle sanzioni del braccio secolare concesso ai provve­
dimenti ecclesiastici del Concordato (bellissima la lettera del 20 maggio
1 929 nella quale Buonaiuti rievoca, con pochi tratti di grande efficacia,
34
55 Si vedano le lettere di Buonaiuti, una citata nella nota precedente e la seconda al Missir
del 6 giugno del 1 927, in E. BuoNAIUTI, La vita allo sbaraglio. . cit., pp. 26-29 ; i riferimenti alle
rievocazioni di Morghen, Niccoli e Donini si sono dati nelle note precedenti.
.
-
36
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Introduzjone
i trentaquattro anni nei quali l'aveva indossato) ; sul matrimonio ebraico
e sugli scritti del Turmel ; sui due volumi dedicati dal Rufflili alla Vtta
religiosa di A. Manzoni, sui rapporti Tyrrel-Bremond e su L'imposture eli
Bernanos ; sui lavori di ecclesiasticisti, come Forchielli, Savagnone, Magni
e Bertola (con discordanti valutazioni) ; sul rifiuto del giuramento fascista
(« ho seguito la via che mi ero prefissa, ma con la dominante cura eli
porre in luce le ragioni strettamente religiose del mio atto», scrive
Buonaiuti nel novembre del '3 1 ), sulla tristissima necessità eli alienare
buona parte della sua ricchissima biblioteca per trasferirsi in un alloggio
più piccolo e più modesto dopo la perdita dello stipendio (« anche
i vecchi alberi possono essere qualche volta trapiantati ») ; sugli scritti
rimasti inediti del Ruffini, sulla sospensione eli « Religio» ed il ritiro del
passaporto (che gli verrà restituito solo per intervento personale eli
Mussolini sollecitato dal rettore dell'Università eli Losanna) . Questo
'
l'ultimo episodio eli rilievo nelle lettere che abbiano scorso con molta,
troppa rapidità e che, comunque, vanno diradandosi dopo il ritorno eli
]emolo a Roma nel '33. La Segreteria eli Stato, infatti, non contenta eli
avere ottenuto, sia pure per il mancato giuramento, l'estromissione eli
Buonaiuti dagli atenei italiani, voleva assolutamente impedire che fosse
chiamato ad insegnare anche in università eli paesi esteri e protestanti,
ed era intervenuta attraverso il Ministero degli esteri per ottenere che gli
venisse tolto il passaporto 56 : una persecuzione senza soste che non
cesserà con la caduta del fascismo e che otterrà, come si è ricordato, dai
governanti democratici l'applicazione a Buonaiuti eli quella disposizione
concordataria che Mussolini non aveva fatto eseguire 57 e che cadrà solo
nel 1 985. La colpa di avere riproposto alla cultura italiana il valore e il
senso della ricerca religiosa - una colpa di cui in un certo senso anche
J emolo si era macchiato - non doveva in alcun modo essere cancellata.
di J emolo verso il modernismo e nei confronti della fiducia in una
permanente vitalità del movimento che Buonaiuti manifesta in più d'una
occasione. Si è già visto con chiarezza che al di là del «modernismo
storiografico» - di cui ]emolo, anche per la formazione col Ruffini e la
prossimità con personalità come Einaudi, Orlando, Falco, Cammeo, Felice
Momigliano o Giorgio Levi della Vida, è certamente partecipe nell'approc­
cio critico, agnostico e libero da condizionamenti con cui affronta lo
studio storico, giuridico e politico dei fatti religiosi - egli ritenga, come
'
nota con dispiacere Buonaiuti nella lettera del 1 8 aprile 1 928, che il
«modernismo teologico sia morto e sepolto», mentre il mittente sostiene
che esso si rivela «a tratti vivo e vegeto». Dalla stessa lettera si deduce
che J emolo considerava le buonaiutiane Lettere di un prete modernista del
1 908 « una posizione di pensiero completamente tramontata» e che non
condivideva l'opinione del suo corrispondente convinto che «le enuncia­
zioni fondamentali delle Lettere possono ritrovarsi negli indirizzi più recenti
della linea apologetico-religiosa dei singoli modernisti». Citava, in proposito,
gli articoli della rivista «The Atlantic Monthly» e gli studi di uno dei suoi
più giovani allievi, Ambrogio Donini, che era « tutto e sempre più, in una
maniera che quasi (...) sgomenta, per il modernismo sociale-apocalittico
della prima maniera». Non si rendeva conto, Buonaiuti, che, nonostante la
prospettiva storiografica di ]emolo fin dallo Stato e Chiesa negli scrittori politici
del Seicento e del Settecento andasse ben al eli là di quella idealistica e fosse già
aperta a suggestioni che saranno quelle della storiografia economico-sociale
francese degli anni Quaranta-Cinquanta 58, l'amico non era certo indifferente
al pensiero eli quel Benedetto Croce, intimo del suo maestro Ruffmi, che,
nelle pagine di Anni di prova, definirà «un faro per la sua generazione, che
ha sciolto le nebbie che trovammo uscendo dalle nostre scuole secondarie
(...), che negli anni del fascismo ci ha talvolta salvato dalla disperazione» 59,
l'uomo « di cui più avrebbe desiderato la stima» e con cui non ebbe, e se
ne rammarica, «che rari incontri »60• Quel Croce che aveva scritto che la
Chiesa cattolica « col liberarsi dei modernisti, si è liberata di gente infida,
8. Non è possibile chiudere le brevi note introduttive premesse
all'edizione di questi documenti - curata con impegno, competenza
e acribia da Carlo Fantappiè - senza porsi il quesito dell'atteggiamento
56
Cfr. F. MARGIOTIA B R oGLIO, Buonai11ti tra Dio e Cesare... cit., pp. 1 1 6-1 23.
57 Io., Italia e Santa Sede... cit., p. 1 80 (ivi richiami bibliografici sulla questione della retroartività
dell'art. 5 Cane.) e pp. 542-547.
37
58 lo., Nota alla seconda edi'.(jone, in A . C. J EMOLO, Stato e Chiesa negli scrittori politici italiani del
Seicento e del Settecento, Napoli, Morano, 1 9722, pp. 331 -420.
59 t\. C. j DIOI.O, Anni di prova . . . cit., p. 1 75.
w Ibidem.
39
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
lntroduifone
e cto non indebolisce ma rafforza le istituzioni» 61 , e sulle cui orme
Prezzolini aveva definito la lotta tra vecchi e nuovi nella Chiesa « una lotta
di ritardatari » 62• Ma è in Anni di prova che ]emolo si domanda espressa­
mente cosa ci fosse in quel modernismo che, grazie a Buonaiuti, aveva
avuto modo di vedere da vicino. E risponde :
In ultima analisi, pur restando legato di profondo affetto al Buo­
naiuti e alla sua memoria (la sua ultima comparsa in pubblico, qualche
mese prima della morte nel 1 98 1 , fu per presentare le ricordate lettere al
Missir nella sede romana della N uova Italia), ]emolo non accettava la
schematica contrapposizione modernisti - antimodernisti come chiave di
lettura della realtà del cattolicesimo italiano contemporaneo che egli
coglie, nei suoi molti interventi, ben oltre le inevitabili cristallizzazioni
che quella, pur così importante controversia, aveva comportato da tutte
e due le parti. Colse in pieno, invece, il senso del grande scontro che,
all'inizio del secolo, vide in realtà confrontarsi due diversi sistemi di
pensiero, con i loro linguaggi, le loro strutture, le loro leggi (Poulat) .
E fu, senza esitazioni, dalla parte degli inquisiti, dei sopraffatti - così
dei ribelli che di quelli che chinarono il capo -, dei condannati, pur
non accettando di tradurre i risultati della critica storica in capisaldi
dottrinali. Mai un dubbio in lui - e queste lettere sono una testimo­
nianza di prima mano - nell'amicizia, nella devozione, nella frequenta­
zione del sacerdote scomunicato e tanto più dopo che il Sant'Ufficio
aveva espressamente imposto a tutti di evitarlo. Un atteggiamento, certo,
ben diverso da quello di altri intellettuali che si trovarono in analoga
situazione. Si pensi solo a Giovanni Papini, che nonostante gli antichi
rapporti di amicizia con Buonaiuti 65, quando, nel luglio del '29, si accinge
a scrivergli per replicare ad uno articolo di quest'ultimo, Critica storica ed
esperienza cristiana, apparso su «Ricerche religiose» di quel mese, si consulta
con don Giuseppe De Luca per sapere se « essendo il B. condannato
com'è» faceva bene o male a scrivergli. E aggiunge :
38
Coglievo anzitutto (. . .) un riflesso tardivo della grande fede dell'Ottocento nella scienza, che
si era mostrata anche nel metodo storico, nel credere alla parola definitiva che la critica avrebbe
potuto dire intorno al significato dei testi sacri e all'ambiente da cui erano scaturiti (.. .) . Sul
dogma (...) i modernisti giungevano, senza saperlo, alle conclusioni cui era pervenuto Lambruschini
settan'anni innanzi, non molto diverse da quelle dei socin.iani di oltre tre secoli prima (. . .) .
E come sempre non tutti avevano i l coraggio di veder chiaro di sé, di constatare il cammino
percorso dal giorno che avevano cominciato ad allontanarsi dai testi studiati nei seminari ( ...) .
Anche tra i p i ù lucidi v'era poi l a scelta: dichiarare tutto i l proprio pensiero, palesare il punto
d'arrivo, e rompere con la Chiesa; od invece simulare e restare» (. . .) nella speranza di poter
operare dentro la Chiesa».
Constata, però, che quando lui scrive, alla fine degli anni Sessanta,
dopo il Vaticano II, è ormai assodato e accettato anche da « sacerdoti
e religiosi di indubbia ortodossia» che la lotta contro il modernismo
«sradicò ad un tempo il grano e il laglio», e gli resta il rimpianto del
non poter « scendere nello stato d'animo dei sacerdoti che rimasero nei
ranghi»63. Lui, da parte sua, aveva fatto il possibile e l'impossibile perché
vi rimanesse anche don Ernesto 64•
6
1
B. C ROCE , Cultura e vita morale. Intenmzif polemici, Bari, Laterza, 1 955, pp. 1 48-1 49 .
cattolicesimo rosso, apoli 1 908, p. 3 3 8 ; in proposito s i vedano l e acute
pagine (Tutti contro il modemismo) di A. AsoR RosA, in Storia d'Italia, IV, 2, Dall'Unità ad oggi,
Torino, Einaudi, 1 975, pp. 1 2 1 0- 1 224.
63 A.C. ] EMOLO, Anni di prova. . . cit., pp. 1 88- 1 9 1 .
64 Oltre alle lettere che s i pubblicano i n questo volume, cfr. le lettere d i ]emolo a Morghen
del 1 7 gennaio e del 27 aprile 1 92 1 (in questa definisce Buonaiuti «la più grande e pura fiamma
che possegga oggi il cattolicesimo italiano») in Lettera a R. Mory,hen ... cit., pp. 1 3 e 1 9 ; da quella
di aprile si deduce che se a Buonaiuti fosse stata offerta una posizione importante (co sì il
ventilato posto di direttore della Biblioteca vaticana), Jemolo lo avrebbe consigliato nel senso di
una rinuncia alla cattedra. Si vedano, nello stesso senso di quelle di ] emolo, le bellissime
espressioni del Loisy a proposito del vescovo di Albi, mons. Mignot - definito dal Bremond
modemista per eccellenza - che include tra le persone che <<credono e attendono senza impazienza
il trionfo della verità>> (ci r. da M. GL ASCO, Modemismo. I fatti, le idee, i personaggi, Cinisello Balsamo,
Edizioni Paoline, 1 955, p. 1 98).
6 2 G. PREZZOI.INI, TI
Dal punto di vista della disciplina ecclesiastica sarei, credo, in colpa, ma potrei confessarla
aggiungendo il motivo che me l'ha fatta deliberatamente commettere e che non mi par condan-
65 Cosl scriveva Papini nel 1 948 (Passato remoto, Firenze 1 948), rievocando Buona1uti definito
« Il prete senza pace>> : <<E. Buonaiuti aveva la mia stessa data di battesimo ed era dunque assai
giovane quando lo conobbi : mi sembra anzi che fosse ancora studente all'Apollinare... V'erano
tra noi alcune 'affinità elettive ' e in primissimo luogo l'impazienza di uscire dalle carraie
rinseccolite della cultura dominante e l'appetenza perenne per le nuove correnti del pensiero, per
le teorie di fresco conio, che fossero o sembrassero originali ... Era, al par di me, lettore infaticabile
di libri d'ogni colore e tenore sicché mi trovavo bene in sua compagnia e tutte le volte che
andavo a Roma, cercavo di vederlo>> (pp. 1 78-1 79).
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
40
41
Introduzione
nabile, cioè il desiderio vivissimo di ricondurre alla sua casa un fratello scacciato o fuggito. Lei
ch'è sacerdote, o conosce B. e me, mi dia un consiglio 66 .
-
Scontata la risposta eli De Luca che, comunque, era andato a con­
sultare addirittura il cardinale Segretario del Sant'Uffizio, Merry del Val,
e, in sua assenza, il Commissario, padre Lottini, («gran cacadubbi ... uomo
misteriosissimo e pieno eli molte reticenze») : « Gli scomunicati vitandi,
nella disciplina odierna, sono casi rarissimi e perciò molto gravi» ; lui
stesso, dopo averne parlato con il cardinal vicario, Pompili, aveva deciso
eli visitare Buonaiuti a proprio rischio e danno («cosicché, trepidando,
e come un ladro nella notte e Cristo nella morte, ci sono andato qualche
volta, per quegli stessi fini per cui vorrebbe Ella scrivere. Ma raramen­
te» 67. Dalla visita al Sant'Uffizio aveva dedotto che solo con il permesso
della Suprema Congregazione, Papini avrebbe potuto scrivere a Buonaiuti,
ma che comunque le probabilità erano minime («a privati... non si
risponde ; al più ai vescovi») ; ma aveva anche capito che, in pratica,
Papini si sarebbe potuto rivolgere al proprio vescovo 68. Ben diversamente
da J emolo a da altri amici e allievi, Papini ringraziava De Luca, ma
riconosceva tutte le «difficoltà dal punto di vista disciplinare», e non
potendo, in quel momento (9 agosto 1 929) conferire con il suo cardinale
(cioè con Elia Dalla Costa), « rinunciava ... a ogni intervento» sperando in
nuovi tentativi. Si sarebbe contentato eli « pregar per lui». De Luca,
comunque, in una lettera successiva, ribadiva il suo parere sulla non
utilità, in quel momento, eli un intervento eli Papini, sperando che il
ritiro del grande nemico eli Buonaiuti, il gesuita Enrico Rosa, dalla
direzione della «Civiltà cattolica» potesse « avviare la questione, dolentis­
sima in quei momenti, a una détente» 69. Gli importanti documenti pubblicati
dal Viscarcli sulle relazioni De Luca - Buonaiuti 70 fanno stato eli un
progressivo deterioramento dei loro rapporti - iniziati felicemente nel
'21 alla Facoltà eli lettere e intensificatisi grazie all'amicizia del professore
con don Vincenzo D'Elia, già segretario del Monterisi, compagno eli
studi eli Buonaiuti all'Apollinare e zio eli don Giuseppe - che si tradurrà
in aperto dissidio nel 1 936, quando De Luca sarà incaricato da mons.
Tarclini eli replicare ad un articolo eli Buonaiuti sul card. Gasparri che
dava atto dell'atteggiamento benevolo del porporato verso eli lui in più
d'una occasione. De Luca, sulla base anche di materiali del cardinale 71 ,
giudicava non esatta la versione dei fatti data da Buonaiuti, il quale
replicava con un articolo dal titolo Ingeneroso, inviato alla «Nuova antolo­
gia», ma mai pubblicato e solo recentemente edito. In esso, oltre a ri­
spondere con alcune precisazioni, Buonaiuti spiegava che «i processi
verbali non entrano nel suo modo eli considerare i rapporti dell'anima
con Dio» e si domandava se la serie eli visite che il De Luca gli aveva
fatto, con l'autorizzazione, diceva, del card. Pompili, non avessero avuto
lo scopo ... «di riempire quaderni» 72• A don Vincenzo D'Elia, che doveva
averlo confortato, scriveva il giovedì santo del '37 :
<<Le postille De Luca hanno rivelato una così ca11stica valutazione delle mie vicissitudini, che
io ne sono tutto turbato e scandalizzato. Non so se domani, sul letto di morte, io potrei più
chiamare un collega nel sacerdozio a assistere e a consacrare il mio trapasso. A questo mi ha
condotto De Luca>> 73
71
l materiali sono pubblicati da G. SPADOUNI, Il cardinal Gasparri e la questione romana, Firenze,
Le Monnier, 1 973. In proposito cfr. la recensione di F. �IRGIOIT!I BRoGuo, in <<Storia contem­
poranea», V (1 794), pp. 535-54 1 . Va comunque ricordato, in proposito, che era stato lo stesso
De Luca a definire la scomunica contro Buonaiuti del '24 : <<Quelli che dicono di saperla intera,
dicono sì un nuovo episodio del duello Merry del Val-Gasparri, e dicono tante altre simili cose
in cui c'è molto del vero, ma che insomma non risolvono né consolano nulla e nessuno» (G.
Dt· LL CA - G. P.IPtNt, Carteggio .. ci t ., l, pp. 42-43), il che implicitamente rafforza la versione di
Buonaiuti cui De Luca ha contrapposto quella suggerita, in un certo senso, da Tardini.
72 E. B N liUTI, lngeneroso, pubblicato in G. M. VtSC!IRDt, Buonaiuti, D'Elia, De Luca. . . ci t.,
pp. 342-344.
73 lbid., p. 334, dov'è anche riportata una lettera di Gemelli a De Luca del 5 dicembre 1 936
che approva incondizionatamente l'articolo e aggiunge : <<Mi permetto dir e che ha fatto oper
buona, della quale Iddio La compenserà». Buonaiuti coglierà l'occasione, su <<Religio», XIII,
(1 973), 6, di un articolo di De Luca sull'Avvenire contro Capitini, per definirlo <mno scriba in
sottana che fa dei sacerdozio la copertura della sua pedestre ambizione e il mezzo di inflazione
delle suo modestissime capacità intellettuali» (pp. 449-450) ; in effetti già molti anni prima, in una
lettera del 27 agosto 1 925, Buonaiuti aveva scritto a De Luca : << ... tu che ami lo spirito sacerdotale
.
66
G. Dc LL CI - G. PAPI!'·<�, Carteggio. .. ci t., pp. 266-267.
De Luca a Papini, Roma, 2 agosto, 1 929, ibid., pp. 268-270. De Luca non ricordava che
anche Loisy era stato dichiarato espressamente vitando.
68 Ibid, p. 270. Molto interessanti tutte le lettere del carteggio che si riferiscono al Buonaiuti
soprattutto per leggere la posizione di don Giuseppe De Luca, ondeggiante e a volte eccessiva­
mente severa o ingiusta.
69 Papini a De Luca, Pieve S. Stefano (Arezzo), 9 agosto 1 929, ibid., pp. 276-277.
70 G. M. VtSCARDt, Buonaiuti, D'Elia, De Luca e il modemismo in un piccolo carteggio, in Ricercbe per
la st01ia religiosa di Roma... cit., pp. 301 -344.
67
uo
L
�
43
Lettere di B11onaiuti a }emolo
fntrod11�jone
on è guesta la sede per affrontare il problema De Luça - Buonaiuti
e De Luca - Modernismo : lo hanno, comungue, già fatto benissimo
Viscardi e, soprattutto, Luisa Mangani, che ha sottolineato come De
Luca « avesse provato, alla metà degli anni Venti, la tentazione del moder­
nismo» 74, mentre è lo stesso De Luca a informare Papini nel '33 di aver
saputo in ambienti gesuitici che per un periodo lo si era considerato
appartenente al «gruppo di Buonaiuti», e di avere passato alcuni guai
a causa di alcune sue lettere al Bremond, nelle guali non aveva detto
eresie, ma parlato «a cuore aperto» 75•
Elementi, guesti, che si sono messi in evidenza, al di là della stretta
tematica dell'epistolario, non per divagare o ostentare citazioni, ma per
cercare di dare un'idea del clima che si viveva in guegli anni nella Roma
tornata «Sacra» con il Concordato e che condizionava anche una perso­
nalità autorevole, complessa e, in definitiva, autonoma, come guella di
don Giuseppe De Luca. Il clima nel guale, ad onta di tutte le scomuni­
che, si manteneva, si consolidava e riprendeva, con l'arrivo di ]emolo
a Roma sulla cattedra di diritto ecclesiastico che era stata di Francesco
Scaduto, la consuetudine degli incontri e dei collogui personali con
Ernesto Buonaiuti, di cui gueste lettere danno certamente un guadro
ricco e vivace, ma che, come ha ricordato lo stesso ] emolo nella intro­
duzione al Pellegrino di Roma, non consentono, come gli stessi suoi scritti,
a coloro che non lo avvicinarono, «di rendersi conto di guel che fu il
suo fascino, il suo potere di attrazione» 76•
42
Non posso chiudere questa introduzione senza ringraziare coloro che sono
alle origini della pubblicazione di queste lettere. Anzitutto la famiglia ] emolo
che volle « versare» all'Archivio centrale dello Stato le carte del professore; gli
amici dell'Archivio sempre disponibili e cordialmente accoglienti, ma soprattutto
Mario Serio che, da Sovrintendente del Centrale, volle questa pubblicazione,
Tullio Gregory che, con antica amicizia, ha tenuto a cedermi il privilegio di
presentare le lettere di Buonaiuti al mio maestro, il dott. Antonio Dentoni-Litta
per la pazienza con cui ha seguito l'edizione di questo volume. Vorrei, infine,
segnalare che nei giorni in cui scrivo cadono i cinquant'anni dalla morte di
Ernesto Buonaiuti: spero che questo volume sarà un'occasione per ricordare
questa grande figura della cultura italiana del Novecento.
Aggiungo che non si sono date indicazioni bibliografiche generali sul
modernismo e su quello italiano in particolare. La bibliografia è ormai ricca e di
notevole qualità, e gli scritti possono essere agevolmente rinvenuti attraverso le
più recenti opere di Lorenzo Bedeschi, Maurilio Guasco, Annibale Zambarbieri
etc., e la più volte citata serie delle « Fonti e documenti» diretta da Bedeschi. La
Bibliogrcifìa degli scritti di E. Buonaiuti,
a cura di M. Ravà, è stata pubblicata dalla
Nuova Italia a Firenze nel 1 95 1 . Sempre da consultare F. Parente, E.
sopra ogni altra cosa ti accorgi che tendi ad eliminarlo dal lavoro scientifico, quale tu l'intendi
e i tuoi amici, tipo Paschini, più prossimi, praticano? Non sono comradditori i tuoi giudizi e le
tue idealità, i tuoi apprezzamenti e la pratica del tuo lavoro? E della tua contraddizione non
è responsabile la tua sacra paura di incorrere nel ginepraio del modernismo?» (G. M. VISCARDI,
Buonaiuti, D'Elia De Luca... cit., p. 340).
74 L. MANGO 1, L'11niversità cattolica. .. cit., p. 6 3 .
75 De Luca a P a pini, 5 agosto 1 9 3 3 , ibid., p. 1 1 2, dove dichiarava: «E io non sono solo De
Luca, sono prete ; e un prete non può essere soltanto sé stesso, ma (sempre, anche in privato)
è un ufficiale della Chiesa. Come vede, già solo in questo affiora la confessione di una mezza
tragedia intima». Scrivendo su Giovanni XXIII, poco prima della propria morte e alla vigilia del
Vaticano II (in « Vita e Pensiero», aprile 1 962), De Luca metterà in evidenza «la grande apostasia
dell'Europa, giunta oggi alla marurazione tragica ... il modernismo, ieri bacilli debellati, oggi virus
che non si fanno nemmeno individuare» (L. MANGONI, L'università cattolica.. . cit, p. 400) . Può
essere di qualche interesse ricordare che in un appunto relativo ad un colloquio con Montini del
22 dicembre 1 948, De Luca proponga di recensire neii'«Osservatore romano>> il Chiesa e Stato in
Italia negli ultimi cento anni di ]emolo, ma che debba annotare, a conclusione dell'incontro, «Niente
per ]emolo». Non risulta, peraltro, una recensione di De Luca al volume in altra sede (G. Dr:
Luc 1 - G. B. MoNTit'il, Carteggio 1930- 1962, a cura di P. VIAN, Brescia-Roma 1 992, p. 1 27
(«Quaderni dell'Istituto Paolo VI», 1 2) .
Buonaiuti,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma, 1 97 1 . Non pochi gli scritti su ]emolo,
anche con pubblicazione di suoi carteggi - alcuni sono stati richiamati nelle
note - manca, però, una bibliografia e, comunque, uno studio completo su di
lui. Si possono peraltro vedere i citati Atti della
Giornata lincea
del 1 99 1 e il
quaderno della «Nuova antologia», curato da G. Spadolini per il novantesimo
compleanno,
]emolo testimone di un secolo,
Firenze, Le Monnier, 1 99 1 .
Firenze, nel cinquantesimo anniversario della scomparsa di don Ernesto
Buonaiuti (20 aprile 1946).
FRANCESCO MARGIOTIA BROGLIO
76
A. C.
]EMOLO, Tntrodu'{jone. . cir., pp. V I I-VII I.
.
N OTA DEL CURATORE *
I centoventitré autografi delle lettere e cartoline di Ernesto Buonaiuti
ad Arturo Carlo J emolo 1 dal 24 gennaio 1 92 1 al 5 dicembre 1 94 1 , che
qui vengono pubblicati, fanno parte del fondo Arturo Carlo J emolo,
donato all'Archivio centrale dello Stato di Roma dai suoi eredi nel 1 98 1 2•
Proviene dal medesimo fondo anche la missiva di Agostino Biamonti
a J emolo, del 22 febbraio 1 92 1 , concernente le trattative tra Buonaiuti
e il cardinal Pietro Gasparri, la quale, per la sua rilevanza, è stata
riprodotta in Appendice l
Non è stato possibile, invece, inserire nella presente raccolta le
responsive di ]emolo a Buonaiuti, le quali, con ogni verosimiglianza,
sono andate distrutte, al pari della quasi totalità delle carte Buonaiuti 3.
Tutte le missive di Buonaiuti a ] emolo sono autografe, eccetto
quella del 1 4 ottobre 1 938 (cfr. lettera n. 1 20), che è dattiloscritta. Nella
raccolta figurano anche quattro cartoline postali a firma di Buonaiuti
e di alcuni dei discepoli (cfr. nn. 29, 32, 34, 4 1 ) .
•
Al termine del lavoro m i
è
gradito ringraziare l a dott. Luisa Montevecchi, dell'Archivio
centrale dello Stato, per la cortesia dimostrata nel facilitare la consultazione del fondo Jemolo,
e la dott.ssa Costanza Messana, a cui si deve una prima, parziale trascrizione del carteggio.
1 Ad essere pignoli occorre precisare che le missive poste sotto i nn.
4,
32, e 121 sono
indirizzate ad Armro Carlo e ad Adele Morghen ]emolo, mentre la n. 1 1 6 è rivolta ai loro figli
G uglielmo Luigi e Adele Maria.
2 Fanno eccezione le missive del 21 gennaio e 22 febbraio 1 930, le quali furono� pubblicate
a cura del prof. Francesco Margiotta Broglio sorto il titolo
Lettere ad Arturo Carlo )emolo,
in
<<Nuova antologia>>, CXVI ( 1 9 8 1 ) , 2 1 37, pp. 5 1 -52. La loro trascrizione è stata rivista ed
uniformata in questa edizione sulla base delle fotocopie in possesso del suddetto.
3
Circa le disposizioni testamentarie di Buonaiuti all'allieva Fausta Zucchetti, si veda quanto
riferisce A. Do INI,
1 9 77,
pp. 5 e seguenti ; e
di A.
Do INI, Firenze,
Un inedito di Ernesto Buonaiuti sulle eresie medievali, in <<Quaderni medievali>>,
E. BmNAilrn, La IJita allo sbaraglio. Letterr a Missir (1926 - 1946), a cura
La
uova Italia, 1 980, p. 1 8 nota 2 e p. 2 1 6 nota 4.
Lettere di Buonai11ti a ]emolo
Nota del mratore
La maggior parte delle lettere sono prive di busta e quindi di
indirizzo. I fogli di cui si è servito Buonaiuti sono o bianchi o varia­
mente intestati : « Il Mondo - Direzione » Oettera n. 6) , « Regia Università
Scuola Orientale - Il Direttore» (nn. 7-8), « Biblioteca di Critica religiosa»
(nn. 9, 1 8) , « Bollettino di Letteratura Religiosa» (nn. 1 0- 1 1 , 1 4- 1 5) ,
«Tipografia del Senato» (n. 1 2) , « R. U niversità degli Studi di Roma.
Scuola di studi storico-religiosi» (nn. 1 7, 2 1 , 24-26 [un foglio su due] ) .
Successivamente, prevale l'intestazione « Ricerche religiose» Oettere nn.
1 6, 20, 22, 26 [un foglio su due] e sgg.), con alcune eccezioni (ad
esempio : « Edizioni di " Religio "» (n. 1 20), « Associazione cristiana dei
giovani (Y.M.C.A.) » (n. 1 2 1) .
Nella trascrizione delle lettere autografe sono stati seguiti i seguenti
criteri. È stata fedelmente rispettata la grafia, il carattere tondo o sottoli­
neato, la punteggiatura e la divisione dei capoversi di Buonaiuti. Si
è comunque creduto opportuno uniformare alcune maiuscole o minuscole
secondo l'uso comune, e si è anche provveduto ad eliminare - laddove
non servivano alla comprensione del testo - i numerosi trattini posti
come segni di pausa o di chiusa tra un periodo e l'altro. Cancellazioni,
riscritture, espunzioni sono state segnalate solamente nei casi di particolare
significato. Le sigle e le abbreviazioni impiegate da Buonaiuti sono state
sciolte ponendo tra parentesi quadre le sillabe mancanti. Eventuali lacune
del testo delle lettere, derivanti dalla dispersione dei fogli sciolti o da
strappi della carta, sono state segnalate con tre punti compresi tra
parentesi quadre e spiegate in nota.
Un problema tra i più spinosi per i curatori dell'epistolario del
Buonaiuti è, senza dubbio, la difficoltà " paleografica " della scrittura, che
costringeva i corrispondenti a una continua ginnastica cerebrale e, nel
caso di J emolo, ad annotare nelle interlinee alcune parole decifrate. Al
riguardo giova ricordare quanto lo stesso Buonaiuti scrisse a Guido
Cagnola : « La mia ostrogotica grafia è il mio grande nemico ; non riesco
mai a padroneggiare cosl la penna che trasmetta ai miei corrispondenti
una espressione intellegibile dei miei pensieri e dei miei sentimenti»4 ;
quanto ha premesso il Donini all'edizione delle lettere di Buonaiuti
a Missir: « La sua calligrafia, nervosa, svolazzante, di difficilissima inter­
pretazione, anche a causa di uno stile spesso imprevedibile, carico di
aggettivazione inconsueta, non priva di enfasi, aveva sollevato non pochi
problemi di trascrizione» 5 ; infine, quanto ha notato il Pincherle, che ha
ricondotto la grafia al carattere dell'uomo : «Sono i difetti naturali di chi
scrive di getto, come Buonaiuti era solito fare : la penna scorreva velo­
cissima (e ne risentiva la scrittura, nervosa e irregolare, intelligibile
a iniziati) sulla carta lucida, l'unica che tollerasse»6•
Avvertiti di queste difficoltà, abbiamo fatto seguire le parole di
dubbia lettura da un punto interrogativo compreso tra parentesi angolari.
Laddove, invece, non è stato possibile decifrare una parola, sono stati
inseriti nel testo tre punti compresi tra parentesi angolari.
Nell'annotazione delle lettere si è cercato di fornire elementi, anche
integrativi, utili per la comprensione del testo, per il riscontro dei fatti
evocati nonché per l'illustrazione dei personaggi che vi sono nominati
esplicitamente o in modo allusivo. In questa prospettiva si è ritenuto
opportuno offrire in nota, quando necessario, il quadro degli avvenimenti
utili per collocare la vicenda biografica di Buonaiuti e di J emolo ; le
indicazioni bibliografiche di opere, saggi e articoli richiamati da Buonaiuti
in forma diretta o indiretta ; le notizie biografiche essenziali sui personaggi
menzionati (in proporzione inversa alla loro notorietà, in stretto rapporto
con Buonaiuti e con ]emolo, e con un'attenzione particolare alla loro
" vita accademica").
La mancanza delle responsive di ]emolo a Buonaiuti ci priva, pur­
troppo, del pendant dello scambio epistorale e rende talvolta di più difficile
comprensione le missive. Nell'atto di scorrerie siamo puntualmente obbligati
a tentare di ricostruire, con l'immaginazione guidata dalla ragione, le
affermazioni, le proposte e le prese di posizione di J emolo. Per cercare di
supplire, nei limiti del possibile, a tale irrirnediabile lacuna, è sembrato
opportuno raccogliere in Appendice Il un dossier di testimonianze varie di
Arturo Carlo ] emolo sullo stesso Buonaiuti e su alcune figure che ebbero
a che fare con il suo «caso», peraltro richiamate nella lntrodu�one.
46
5
4 Cfr. L. BEDESCI II, Buonaiuti, il Concordato e la Chiesa con un'appendice di lettere inedite, Milano, Il
Saggiato re, 1 970, p. 369, lenera del 1 8 febbraio 1 928.
6
47
A. DoNJNI, Nota introduttù•a, in E. BuoNAIL TI, La vita allo sbarat,lio. . . ci t., p. V I .
.t\. PJNUIFRLE, Recensione, a E . BcoN \!L'TI, Pellet,rino di Roma. . . cit., in <<Rivista d i storia
e letteratura religiosa», l ( 1 965), p. 1 75.
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Nota del curatore
Si tratta di una silloge comprendente tre blocchi documentari :
anzitutto un prezioso frammento autobiografico sul «Che· fare?» dello
J emolo di fronte al " regime fascista" datato 21 novembre 1 925 e ricol­
legabile ad alcune lettere ; secondariamente, alcune ricostruzioni della
figura di Buonaiuti scritte in diversi tempi (dal necrologio redatto poco
dopo la morte per la rivista « ll diritto ecclesiastico», al profilo premesso
al Pellegrino di Roma del 1 964, a due significativi articoli su « La Stampa»
del 1 97 1 e del 1 976, alla breve rievocazione «a venticinque anni dalla
morte» dello stesso anno, alle osservazioni ad uno scritto su Buonaiuti
contenuto in una lettera del 1 97 1 a Margiotta Broglio) . Infine una piccola
sezione dedicata a padre Agostino Gemelli, figura importante sia nell'iti­
nerario di Buonaiuti (come emissario della Curia romana nelle trattative
per la sua reintegrazione ecclesiastica), sia in quello di ] emolo (come suo
Rettore nel breve periodo d'insegnamento presso l'Università cattolica
del Sacro Cuore) . Quale testimonianza delle relazioni col Gemelli è stata
inclusa un'importante lettera di ]emolo del 1 0 dicembre 1 956 nonché il
necrologio del francescano scritto da ] emolo per « La Stampa» nel 1 959.
Per concludere, qualche cenno sul valore della fonte qui riprodotta.
Se l'importanza storica rivestita dalle lettere di Ernesto Buonaiuti ad
Arturo Carlo ] emolo nel panorama della cultura italiana della prima
metà del Novecento appare quasi scontata anche ai non specialisti
- e ciò in considerazione del fatto che ambedue, nei loro rispettivi
ambiti, sono senza dubbio da annoverare tra i principali esponenti del
modernismo e delle scienze religiose l'uno 7, delle scienze s toriche
e giuridiche l'altro 8 -, assai meno evidente - e quindi bisognevole di
qualche parola di chiarimento - appare invece la loro funzione euri­
stica in relazione alla complessità del « caso Buonaiuti ». Occorre infatti
osservare che per colui che intenda ricostruire le sue vicende - le
quali occupano quasi sempre una posizione di rilievo nel dibattito non
solo religioso e culturale ma anche politico e istituzionale degli anni
Venti e Trenta 9 - la pubblicazione di questi carteggi si rivela uno
strumento davvero indispensabile. Rispetto al complesso genere lette­
rario costituito dal Pellegrino di Roma - dove la narrazione autobiografica
si intreccia sistematicamente con una ben determinata concezione del
Cristianesimo 10 - le lettere di B uonaiuti permettono - com'è s tato
rilevato con riferimento ad altro corrispondente - «di rideterminare la
datazione di episodi a volte spostati di anni, fanno conoscere personaggi
e ambienti in essa tralasciati, appena abbozzati o ricordati confusamente,
perché a distanza dimenticati dall'autore nei loro termini esatti o ritenuti
contraddittori rispetto alla propria intenzione apologetica» 1 1 •
48
7 Per la rara penetrazione che mostra dell'opera del Buonaiuti è opportuno riprodurre il
giudizio espresso dall'«ecclesiasticista» Cesare Magni - ripetutamente ricordato nell'epistolario
qui edito - in una lettera a Jemolo dell'Epifania 1 949 : «Sul valore della Sua opera io credo sia
presto per dire che fu quella di un uomo che ha scritto il Suo Nome nell'acqua. Sarebbe come
dire che siccome oggi anche in Italia il partito liberale è, come partito, una sparuta schiera così
la sua opera non lascia traccia. lo credo che lo scopo e la funzione di Buonaiuti fu essenzialmente
culturale : cultura del clero italiano: questo era il programma. Che poi fosse legato ad atteggiamenti
nuovi anche in materia di dogma ciò deriva dal fatto che l'amore della verità, il senso storico
non incidono mai sul valore edificante della mistica religiosa: per Buonaiuti il caldo affetto per la
Vergine Maria, il dogma (non il simbolo) della Sua presenza rimane misticamente intatto,
indipendentemente dalle vicende storiche della famiglia di Gesù. Ora Buonaiuti è in altri vivo se
a questo duplice insegnamento culturale e mistico qualcuno ripensa quando scrive o medita
o prega e riconosce da Lui una chiarificazione in quel senso. Che poi quel qualcuno siano molti
49
o pochi non importa ; importa che siano gente di valore e gente che lo pensa in sede culturale
e mistica. E penso anche che lo stimolo di Buonaiuti sia stato duplice : verso il clero, che in
fatto di dogma esorcizza ancora oggi il Suo nome, ma che polemicamente vuole dimostrarsi
culturalmente aggiornato per sfuggire alla verità dei Suoi rimproveri : verso i non cattolici,
i quali sono per merito di Lui portati verso un cristianesimo puro, che però è molto meno
lontano d'ogni forma protestante proprio alla dogmatica del cattolicesimo. Buonaiuti è colui che fa
sentire meno di ogni altro dichiarato eretico la necessità di rifiutare la struttura sacramentale
della Chiesa cattolica anche se dà di quei determinati sacramenti un'interpretazione poetica,
che scandalizza i timorati e gli osservanti e ha provocato la scomunica>> (cfr. « Pregiatissimo
Professore. Ritratto di una carriera universitaria nella corrispondenza di Cesare Magni con Mario Falco
e Arturo Carlo ]emolo, a cura di M . VISMARA M ISSIROLI, in « Quaderni di diritto e politica
ecclesiastica>>, 1 995, 1 , pp. 300-30 1 . L'originale è conservato in ACS, Fondo ]emolo, b. 58).
8 Su alcuni dei più preziosi e consistenti contributi del carteggio che qui si pubblica, si rinvia
in questo volume a F. MARGIOTIA B ROG LIO , Buonaiuti e ]emolo.
9 Uno degli apporti più preziosi che si ricava dalla lettura di quest'epistolario consiste
nell'allargare notevolmente oltre i termini già noti la sfera d'azione e la capacità d'intervento
culturale del Buonaiuti in modo da aprire nuove piste d'indagine, individuare altri filoni docu­
mentari e favorire ulteriori ricerche.
1° Cfr. A.C. J EMOLO, lntrodu:?Jone, a E . BLONAHJTI, Pellegrino di Roma. La genera:?Jone dell'esodo,
a cura di M. N 1ccou, Bari, Laterza, 1 9642, p. VII (testo riprodotto in Appendice I I C, p. 250).
11
G.L. PoTESTA, Riso'l,imento e tomismo nelle lettere di Buonaiuti a Carolina Pironti, in « Rivista di
storia e letteratura religiosa>>, XXII (1 986), p. 27 1 .
4
51
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Nota del curatore
D'altro canto, sempre rimanendo sul piano della critica delle fonti,
anche i carteggi buonaiutiani vanno analizzati criticamente, à causa delle
spiccate differenze di tono e di contenuto che è dato riscontrare dal­
l'incrocio di missive anche coeve a destinatari diversi. Gli è che Buo­
naiuti si adattava, quasi inconsapevolmente, all'uditore, al visitatore o al
corrispondente facendo ricorso ad una «duttilità di modi » che - come
ha rilevato uno dei suoi allievi, Alberto Pincherle - sorgeva da « una
sempre desta curiosità umana» e da « un interesse mai stanco per tutto
_
ciò che riguardasse una persona» 1 2• Da questo punto di vista si potrebbe
anche affermare, un po' paradossalmente, che ad ogni " destinatario"
delle sue missive Buonaiuti riservava un registro particolare ed un pe­
culiare genere letterario, prestando un'attenzione privilegiata alle sue
specifiche problematiche.
Le lettere a J emolo, che qui pubblichiamo, costituiscono, in questO
senso, un'ulteriore e qualificata prova del gtado di " personalizzazione"
a cui sapeva giungere il Buonaiuti 13. La precoce intuizione dell'eccezionale
levatura del corrispondente - che, oltretutto, dalla posizione di allievo
spirituale e di confidente passa, nel giro di pochi anni, ad indossare
i panni del collega accademico e del consigliere - costringe, in certo
qual modo, Buonaiuti ad autolimitare progtessivamente la tendenza ad
assumere la funzione di guida preminente (che gli veniva dalla auctoritas
di maestro) e ad instaurare con ]emolo un confronto sostanzialmente
paritario - talora un arricchente scambio di proposte - non solo su
tematiche ideali o su singole questioni scientifiche, ma anche su gli scopi
e le prospettive della koinonia, sui gtavissimi dilemmi esistenziali e religiosi
in cui viene a trovarsi il suo duplice sacerdozio - ecclesiastico ed
universitario -, sugli atteggiamenti da assumere nei riguardi del potere
politico fascista e della cultura dominante.
Sembra tuttavia necessario richiamare l'attenzione sul fatto che
l'insorgere, tra i due protagonisti, di talune disparità di vedute o di
divergenze nella stessa concezione fùosofica e religiosa - queste ultime
palesatesi fi n dalle prime lettere - , oppure l'instaurarsi d i brevi periodi
di un qualche raffreddamento dei rapporti 1\ possa sì aver provocato,
in alcune stagioni di questa grande amicizia, una qualche rarefazione
dei loro incontri, ma mai abbia comunque messo in crisi un radicato
sodalizio spirituale 1 s .
50
CARLO FANTAPPIÈ
1 4 Assumendo la periodicità e la continuità del carteggio conservato - che peraltro non
appare completo - come indici significativi degli 'alti' e 'bassi' dei rapporti tra Buonaiuti e J emolo
si evidenzia un 'crescendo' dal
1 932 al 1 934,
dell'ottobre 1 938, una
1 92 1
al
1 925,
un momento culminante tra il
1 935
1 94 1 . Va
1 940
1 926
e il
1 93 1 ,
fase calante dal
un vero e proprio vuoto dal
al
lettera
significativa ripresa nel
ruttavia rilevato che dal
una
interrotto solo da una
1 933
]emolo era tornato ad insegnare e ad abitare a Roma.
15
Bisogna del resto ricordare che - come ha messo i n evidenza Margiotta Broglio nell'lntro­
dtii}one
1 2 A. PlNCHERLE, Recensione. . . cit., p. 1 73.
13
nata con l'incontro tra Arturo Carlo e Adele Morghen in occasione delle lezioni domestiche di
Sui caratteri differenziali di queste missive rispetto, ad esempio, a quelle indirizzate al
Missir, si vedano le osservazioni di F. MARGIOTIA BRocuo,
-, al di là della reciproca stima tra i due corrispondenti, un tale legame si fondava su
una vera e propria filiazione spiriruale della famiglia J emolo al sacerdote Buonaiuti : una filiazione
Buonaiuti e ]emolo, § 7,
pp.
33-35.
Buonaiuti, rinsaldata dalla benedizione delle loro nozze, consacrata dal battesimo del figlio
Guglielmo Luigi, vivificata dagli auguri per la prima comunione di quest'ultimo e di Adele Maria.
LETTERE DI BUONAIUTI A ]EMOLO
1
7
1 921
Roma, Vicolo Alberoni,
24
gennaio
Mio canssuno,
N ell'angoscia ineffabile, in cui mi ha gettato e rru uene tuttora il
provvedimento amarissimo che così bruscamente mi ha reciso dalle carni
vive della società cristiana 1, io debbo dire che il conforto più squisito
mi è venuto dal piccolo gruppo di fratelli 2, il cui affetto solidale ha
trionfato così nettamente della prova pericolosissima. Questa atmos fera
di reciproco e caldo affetto che abbiamo sentito e sentiamo alitare nel
recinto della nostra vita associata, dà veramente a sperare che la tempesta
scatenatasi su di me non riuscirà a schiantare l'opera di bene, cui
abbiamo, volenterosamente, posto le nostre mani.
Non è per lusingarti che ti dico come, nelle manifestazioni affettuose
che mi son venute dalla k. [oinonia] 3 in questi giorni amarissimi, la tua
e quella di Raffaello 4 sono state le più vibranti, le più nette, le più
lungimiranti 5• Te ne porto la più fervida gratitudine. Ho la sensazione
vaga che in voi e per voi solamente la mia opera bistrattata potrà avere
la sua reale giustificazione 6• E il constatare che anche in voi è la
consapevolezza piena delle nuove responsabilità che il permanere della
k. [oinonia] impone alla vostra coscienza e ai vostri propositi, mi infonde
un fervido gaudio.
Tu, con raro senso di praticità, sei immediatamente sceso alla pratica,
e hai formulato la proposta di escogitare il modo onde tradurre in atto
quel vincolo di profonda solidarietà che ci ha preso ormai in maniera
cui non possiamo più contrastare. Io sottoscrivo a due mani alla tua
proposta 7. Posso dirti anzi che, con essa, tu hai prevenuto un mio
vecchio e persistente ideale. Ieri mattina, nella nostra riunione domenicale,
io ho comunicato ai fratelli il tratto della lettera che si riferiva alla tua
proposta cara e nobile. Tutti ne hanno di primo intuito riconosciuto la
bellezza e il valore. Qualcuno ha mostrato qualche esitazione : special­
mente - ed era naturale - quelli per i quali, l'attuarlo, potrebbe
Lettere di Buonaiuti a )emolo
1 92 1
rappresentare il più risoluto strappo alle consuetudini ordinarie. L'amico
Pincherle 8 ha osservato molto sagacemente che, venendo la p roposta da
uno spirito limpido e disciplinato come il tuo, essa doveva già aver
assunto nella tua mente e nei tuoi piani un contenuto e uno schema più
circostanziati e più definiti di quanto non apparisse dal tuo laconico
accenno epistolare. Ha suggerito pertanto di chiederti come, in concreto,
intenderesti realizzare questa altissima intenzione, che ci trova tutti o quasi
tutti concordi nella necessità di livellare le divergenze materiali della
k. [oinonia] , e che tutti o quasi brameremmo veder incarnata nei fatti al
più presto. Eccomi a chiederti queste delucidazioni e indicazioni : siamo
ansiosi di conoscere il tuo completo pensiero sull'argomento e riteniamo
opportuno che tu ce lo manifesti anche prima di ritornare fra noi, per
i giorni, desideratissimi, del nuovo periodo di vacanze, nei quali contiamo
in parecchi di salire a S. Donato 9, a ritemprare nella solitudine il nostro
animo amareggiato.
Nell'attesa, io ti assicuro, con tutta la schietta espansione dello
spirito che ha trovato nella solidarietà della k. [oinonia] il suo più intimo
conforto e le sue più fiduciose speranze, che le tue proposte, nel senso
da te rapidamente tratteggiato, mi troveranno sempre consenziente, e che
all'espressione del tuo ardente affetto, risponde, nel rruo cuore, un
attaccamento altrettanto vivo ed altrettanto tenace.
Il Signore, nel cui nome abbiamo intrapreso il nostro lavoro, c1
guidi là dove vanno le nostre aspirazioni e i nostri ideali.
Ti abbraccio.
Ernesto B .
2 La piccola comunità di amici formatasi intorno all'insegnamento del Buonaiuti e a cui egli
darà il nome di <<koinonia>>. Per la sua sede e composizione cfr. nota seguente.
3 Riprendendo la terminologia paolina, Buonaiuti usava chiamare koinonia il piccolo gruppo
di amici, costiruitosi <<tra la fine dell'anno 1 9 1 7 e i primi del 1 9 1 8 », che si riuniva attorno a lui
ogni domenica mattina prima in casa di Carolina Pironti, presso il Palazzo Antici Mattei
(piazza Costaguti, n. 1 4), e, dall'ottobre 1 9 1 9, in casa dei coniugi Guadagnini (via Lucullo, n.
1 4). Cfr. R. MoRGIIEN, Critica neo-testamentaria e storia del cristianesimo in uno scritto inedito di Ernesto
Buonaiuti mila datazione dei .Sinottici, in <<Cristianesimo nella storia», IV (1 983), p. 205, ma si
vedano anche le pp. 205-208; e G . L. PoTF TA, Risotgimento e tomismo nelle lettere di Buonaiuti
a Carolina Pironti, in « Rivista di storia e letteratura religiosa», XXII ( 1 986), pp. 277-280. Durante
le vacanze estive la koinonia si trasferiva nell'eremo di San Donato nei pressi del Sacro Speco
di Subiaco (v. più avanti nota 9). Come osserva il Donini tale voce del greco neotestamentario
implicava tanto <do stare insieme in comunità», quanto la partecipazione di tutti al sostenta­
mento comune (E. BuoNt\lL'TI, Lo vita allo sbaraglio. Lettere a Missir [1926 - 1946} cura di A.
DoNINI, Firenze, La Nuova Italia 1 980, p. 248 nota 3, da ora in avanti citato senza l'indicazione
dell'autore). Merita rileggere le parole con cui ]emolo ha rievocato, a lunga distanza di anni,
quell'esperienza di comunione di vita attorno a Buonaiuti : <<Aveva intorno a sé una cerchia di
giovani cui era affezionatissimo ; ma quel che desiderava per gli eletti era il celibato, la vita
povera - una cattedra di scuola secondaria, preferibilmente -, con sole gioie qualche gita in
montagna, qualche concerto, e lo studi o : lo studio del cristianesimo dei primi secoli ; alla
società attuale non era dato tornarvi, ma certi valori, in particolare l'aspettativa del regno,
occorreva averli sempre presenti. Chiamava coinonia questa cerchia di cui era maestro e la
guida» (A. C. j EMOLO, Introduzione a Pellegrino di Roma... cir., p. I X) . Sulla storia del termine e sul
modello di chiesa da esso prefigurato, cfr. P. C. BoRJ, Koinonia. L 'idea della comuniom nell'ecclesiologia
recente e nel Nuot•o Testamento, Brescia, Paidea, 1 972.
4 Raffaello Morghen (Roma 1 896 - 1 983), storico dell'età medievale. Si era laureato in lettere
nell'Università di Roma, dove era stato allievo di Pietro Fedele e di Buonaiuti. Il Morghen aveva
conosciuto Buonaiuti nel novembre 1 9 1 6 nelle aule universitarie di palazzo Carpegna, dove
aveva seguito il corso di storia del cristianesimo. <<Un piccolo gruppo, fra compagni e compagne
di studio, ascoltammo per un anno affascinati la parola del Maestro ed, insieme all'ammirazione,
un profondo vincolo di consenso e d'affetto si venne, giorno per giorno, costituendo tra noi
e lui. Così che, superati gli esami, quando per gli altri professori avviene il distacco dalla
scolaresca del corso, per noi si strinse in maniera definitiva il legame spirituale che ci aveva
raccolto intorno a Lui. Così nacque la coinonia, intorno al 1 9 1 7» (R. M o RGHEN , Il modemismo e la
storia del cristianesimo di Ernesto Buonaiuti, ora in /:;mesto Buonaiuti storico del cristianesimo a trent'anni
dalla morle, Roma, Istituto Storico I taliano per il Medio Evo, 1 978, p. 1 1). Il Morghen fu
insegnante nelle scuole secondarie a Arezzo, Reggio Calabria e al Liceo Ginnasio <<Visconti» di
Roma; alunno della Scuola storica nazionale presso l'Istituto storico italiano dal 1 924 al 1 930;
dal 1 927 direttore della Segreteria dell'Accademia nazionale dei lincei ; dal 1 930 al l 033 redattore
dell'Enciclopedia italiana. Incaricato di storia moderna nell'Università di Roma dal 1 933 al 1 937,
docente di storia medievale nell'Università di Palermo (1938 - 1 940), di Perugia e, -dal 1 948,
a Roma. Dal 1 952 sarà anche presidente dell'Istituto storico italiano per il medioevo e direttore
della Scuola storica nazionale. La sua bibliografia fino al 1 974 è contenuta in .Studi sul Medioevo
cristiano offirli a Raffaello Motghen per il 90' dell'Istituto storico italiano, I, Roma 1 974, pp. XI-XXI. Su
di lui cfr. ora il volume Lettere a Raffaello Motgben 1 9 1 7- 1983 scelte e annotate da G. BRAGA, A.
FoRNI e P. V I \i'., Roma, Istituto storico italiano per il Medio Evo, 1 994 (dove alle pp. LIX-LX
nota l si troverà anche un elenco degli scritti commemorativi). Sul rapporto, culturalmente
complesso, del Morghen col Buonaiuti, cfr. i cenni di R. MANsELLI, Raffaello Motghen, maestro di
56
1 Si tratta del decreto del Sant'Ufficio 14 gennaio 1 92 1 , con cui al Buonaiuti era irrogata la
scomunica minore, <<a iure», per essersi sottratto alla proibizione espressa dalla Santa Sede di
insegnare e propugnare <<proposizioni teologiche erronee, ed anche manifestamente eretiche»
(cfr. il testo del decreto in <<Acta Apostolicae Sedis», XIII [ 1 921), p. 42, e in E. BcoNAIUTI,
Pellegrino di Roma. Lo gmerai}one dell'esodo, a cura di M. N1ccou, introduzione di A.C. ]EMOLO, Bari,
Laterza, 1 9642 [da ora in poi citato senza l'indicazione dell'autore] , p. 1 74, e pp. 1 74-1 79 sulle
reazioni del Buonaiuti). Con la scomunica semplice Buonaiuti era escluso dalla comunione dei
fedeli e, a tenore del diritto canonico, annoverato tra i fedeli <<tollerati», escluso dagli atti e dagli
uffici ecclesiastici, privato del diritto di assistere agli uffici divini (ad eccezione dell'assistenza alla
predica), impedito di amministrare in modo lecito i sacramenti e di partecipare ai suffragi spirituali.
Conseguentemente, il B uonaiuti, in quanto ecclesiastico, era anche sospeso << a divinis», ossia
privato dell'esercizio dei poteri inerenti alla potestà d'ordine. In seguito ad una <<dichiarazione di
fede» pubblicata sull'<< Osservatore romano» dell'8 aprile 1 92 1 , Buonaiuti otterrà la revoca del
provvedimento del S. U ffizio.
57
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 92 1
storia e di vita, in «Clio», XX ( 1 984), pp. 5-1 5, e la densa analisi di O. CAPITANI, lntrodu�one
a Lettere a Raffaello Morghen... cit., pp. VI-XXVII .
5 Scrivendo sei anni più tardi a Remo Missir, Buonaiuti opererà una distinzione, non solo
cronologica, tra il «primo nucleo>> di suoi allievi, costituito da Jemolo, Raffaello Morghen, Gennaro
Maria Monti, Giovanni De Vergottini, e la « seconda generazione>>, formata da Alberto Pincherle
e da Ambrogio Donini (cfr. La vita allo sbaraglio . . cit., pp. 26-27).
6 Sulla valutazione dei rapporti tra Buonaiuti e la Chiesa, e sui sentimenti verso il maestro
spirituale, all'indomani della scomunica minore, si legga quanto ]emolo scriveva a Morghen il
17 gennaio 1 92 1 : «lo confido in una riconciliazione, tra anni, ad un mutamento d'indirizzo
del pontificato di Benedetto h.'V: occorre solo che B. non allarghi l'abisso, non inasprisca
i suoi persecutori. Occorre un relativo silenzio da parte sua, una prudenza più grande che
per l'innanzi. Le tentazioni che hanno trascinato alla rivolta tanti altri che si trovarono nelle
sue condizioni non possono nulla su di lui [. .. ]. Quel che solo può indurmi a temere per lui
è quel suo così fervido desiderio di bene, desiderio di creare opere forti e vitali, di verità
e di luce, quel suo amore per la verità scientifica. Occorre che noi gli mostriamo sempre, ad
ogni ora, che nei discepoli ha già creato un'opera vitale, che in essi ed attraverso essi si
perpetuaerà la buona semente ch'egli ha così largamente gettata, che non deve preoccuparsi
di creare altre opere per trasmettere ad altri tutta la luce ch'è in lui >> (Le ttere a Raffaello
Morghen. cit., pp. 1 3- 1 4) . E, ancora, il 26 gennaio seguente : « È l'opera personale di B. che
bisogna salvare : la sua cattedra, non tanto per quanto può appurare e porre i n luce nella
storia dei primi secoli del cristianesimo, come per il modo che gli dà di vivere in mezzo ai
giovani, di accostarli, di accendere un po' di calore nelle loro anime, di far rivivere la fede
in cuori ov'era morta>> (ibid., p. 1 6) .
7 I l progetto di ]emolo per l a koinonia, a cui allude i l Buonaiuti, c i viene trasmesso d a una
missiva a Morghen datata Sassari, 26 gennaio 1 92 1 : <<Intanto si sarebbe pensato alla istituzione
di una cassa comune - affatto distinta da quella gerita dalla Guadagnini - avente ad effetto di
dare un contenuto tangibile e materiale alla nostra fratellanza. È cosa molto delicata: ma che
a modo di vedere di B. e mio si dovrebbe pur attuare. Come primo avviamento si tratterebbe
solo di affermare il principio che ognuno di noi deve poter disporre degli stessi mezzi per
quanto si attiene alla soddisfazione di bisogni intellettuali, di gioie di questa categoria. Non lo so
se la cosa sarà attuabile>> (Lettere a Raffaello Morghen. . cit., p. 1 6) .
8 Alberto Pincherle (Milano 1 894 - Roma 1 979), studioso d i storia religiosa. Dopo la laurea in
giurisprudenza e in lettere divenne allievo del Buonaiuci all'Università di Roma e, successivamente,
di G.F. Moore alla H arvard University. Insegnante nel Liceo N azareno di Roma e dal 1 928
impiegato all'Enciclopedia italiana. I ncaricato di storia del cristianesimo nell'Università di Roma nel
1 93 1 , sei anni dopo fu titolare della cattedra di storia delle religioni nell'Università di Cagliari.
A motivo delle persecuzioni razziali sarà costretto a lasciare l'Italia e a rifugiarsi in America
Latina dopo una breve sosta in Svizzera. Tra il 1 939 e il 1 942 insegnò latino e greco nell'Univer­
sità di Lima, dal 1 940 al 1 946 filosofia antica e storia della cultura nella Pontificia università
cattolica di quella medesima città. Reintegrato nei ruoli universitari dell'Italia, fu, dal 1 948, titolare
di storia del cristianesimo nell'Università di Roma (la cattedra che era stata del Buonaiuti). I suoi
studi verterono principalmente sull'epoca intertestamentaria - nel 1 922 pubblicò a Milano Detti
di Gesù e a Roma Gli oracoli sibilfini giudaici -, sui primi secoli del cristianesimo - l'ultima sintesi
è 1'/ntrodu�one al cristianesimo antico (Bari, Laterza, 1 97 1) - sulla figura di Sant'Agostino - San­
t'Agostino d'lppona vescovo e teologo (Bari, Laterza, 1 930), Lajom1a�one teologica di Sant'Agostino (Roma,
Edizioni Italiane, 1 947), Vìta di SanfAgostino (Roma- Bari, Laterza, 1 980) - e sulla figura di
Lutero. Su di lui : P. SJNISCALCO, Alberto Pincherle (1894-1979), in << Rivista di storia e letteratura
religiosa>>, XVII (1 981), pp. 7 e seguenti.
9 San Donato era un antico eremo benedettino da tempo abbandonata, posto su un altopiano
dei monti Sirnbruini, a 927 metri di altezza, a circa un'ora e mezzo da Subiaco e un po' meno
dal <<Sacro Speca>>. Il romitorio era stato preso in affitto nella tarda primavera del 1 920 da
Buonaiuti e da un gruppo di allievi e di amici come luogo di ritrovo e di tirocinio spirituale
durante le vacanze estive (cfr. Pellegrino di Roma. . . cit., pp. 1 61 , 1 65 ; La vita allo sbaraglio. . . cit., p.
17 nota 1 e p. 248 nota 3).
58
.
..
.
59
2
3 1 maggio 1 92 1
Mio canssuno,
Sono a mia volta commosso dalla candida e fiduciosa schiettezza
con la quale mi apri la squisita anima tua dopo il decisivo scambio di
idee che c'è stato in k. [oinonia] domenica mattina 1 .
I tuoi discreti e sottili rilievi, presi alla lettera, porterebbero, s e non
mi inganno, a una revisione dei titoli che consentono l'appartenenza alla
k. [oinonia] .
Innanzi tutto, prendendo lo spunto dalle osservazioni generiche
della Fermi 2, tu poni dei quesiti che, date le condizioni attuali del nostro
gruppo, possono apparire realmente imbarazzanti. Ci si può raccogliere,
tu domandi, sul terreno di affini aspirazioni religiose, non avendo ancora
ottenuto il consenso di tutti su un problema così cardinale, come la fede
nella divinità del Cristo? E, forse senza rendertene conto, sembri insinuare
dopo ciò : non è una delle principali debolezze della k. [oinonia] il non
avere chiarito in anticipo questo punto?
Ecco, caro ]emolo. Gli elementi della k. [oinonia] sono stati reclutati
così alla buona, mano mano che ci si è trovati insieme concordi nel
desiderio di più profonda formazione religiosa. Io non ho badato per il
sottile alla provenienza confessionale di ciascuno, sicuro com'ero che la
vita comune avrebbe in definitiva amalgamati quelli che fossero spiri­
tualmente suscettibili di pedagogia cristiana. Non mi pento del mio
metodo. Quando sono riuscito a ottenere il consenso di uno spirito
retto e franco come quello di Israel 3 sul postulato che il cristianesimo
rappresenta l'assoluta religiosità, non posso dichiararmi soddisfatto? Dico
di più : non ho già portato il nostro fratello ad un implicito riconosci­
mento del carattere soprannaturale dell'apparizione del Cristo sulla terra
e del suo insegnamento? Simile risultato, guanto mai confortevole, mi
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 921
incoraggia a persistere nel medesimo metodo e a tentare la formazione
cristiana anche di chi viene da lontano e non ha, come noi, succhiato
i primi elementi della tradizione cattolica dall'infanzia.
Ma tu, al problema generale, e per questo stesso tratteggiato con
così garbata discrezione, un altro ne accoppi, tutto tuo, strettamente
personale. E dopo avere ancora una volta ribadito il tuo dissenso dalla
maggior parte di noi sulla maniera di interpretare l'esperienza escatologica
del cristianesimo primitivo, domandi se tale dissenso non ti pone nella
impossibilità di appartenere al nostro gruppo. N aturalmente non mi passa
né pure per il capo di pensare che simile interrogativo nasconda un
disagio che tu provi a trovarti con noi. Se così fosse, tu sei troppo
perspicace per non leggere integralmente nel tuo spirito e nell'altrui. Ciò
posto io ti rispondo senza esitazione che proprio non conta nulla andare
o no d'accordo sulla interpretazione da dare all'aspettativa della parusia
nel grembo delle prime comunità cristiane, quando ci si trova concordi
nella calorosa aspirazione a rivivere le esperienze mistiche del loro
entusiasmo e della loro limpida gioia. Sul terreno di tale aspirazione
siamo solidali : il rimanente non è capace di dividerci.
Ma nella finale della tua lettera tu formuli un accorato rimpianto,
che è pure, un leggero rimprovero. La k. [oinonia], tu dici, non doveva
essere un'accolta di guadagnati agli ideali della perfetta rinuncia ed io
non ho la colpa di avere tollerato che da simili ideali ci si allontanasse
senza rimpianto? Non ti nascondo, che, se non proprio ai primissimi
inizi, ad un certo momento della nostra vita associata mi è parso che
per essere veramente quale automaticamente la k. [oinonia] veniva di­
sponendosi ad essere, gruppo di fratelli aspiranti a rivivere alcune forme
primitive di esperienza cristiana, sarebbe stato necessario praticare la
consegna della rinuncia e dell'ascesi. Ma, veramente, non ho mai pen­
sato che tutti dovessero essere costretti a così ardua consegna e ho
sempre pensato che la k. [oinonia] non avrebbe tralignato, se un giorno,
sui suoi margini, alcuni dei koinonoi avessero acceso altri focolai
familiari, in cui avrebbero portato l'alimento della loro purificazione
e del loro idealismo. In questo pensiero permango tuttora. E con la
massima e più schietta simpatia io accompagno fin d'ora voi che, tra
poco, vi accingerete a fare l'esperimento dell'azione koinonica nella
vita matrimoniale. Chi sa che un giorno non debba io trovare vicino
a voi il mio riposo e il mio ritiro .. . ?
In conclusione : alle leali tue interrogazioni, io debbo rispondere,
con altrettanta lealtà, che i nostri piccoli dissensi teorico-storici non
riescono né pure a scalfire la salda consistenza del nostro vincolo d'affetto
e la robusta solidarietà del nostro desiderio di ascensione cristiana. Tu
sei nella k. [oinonia] un elemento di eccezionale valore. Piangerei, il giorno
in cui ti perdessi ...
E Adele 4? Ho tanto desiderio di rivederla. Potrei andarla a trovare?
O è, quod est in votis, perfettamente guarita?
Ti parlerò a voce della combinazione Zanichelli.
Tuo
E. Buonaiuti
60
61
1 Sul dibattito interno al gruppo buonaiutiano nel corso della primavera del 1 92 1 offre un
interessante resoconto il diario di Isabella Grassi in parte pubblicato da F. TARICONE, Isabella
Grassi e la <<koinonia» di Emesto Buonaiuti, in « Rivista di storia e letteratura religiosa», XXVI
(1 990), pp. 1 67- 1 77, in particolare p. 1 76.
2 Maria Fermi, allieva del Buonaiuti nell'Università di Roma e frequentatrice abituale del
romitorio di S. Donato (qualche volta era accompagnata anche dal fratello Enrico). Si era
laureata nel 1 921 con una tesi su «S. Paolo negli apologisti greci del II secolo» (cfr. lettere di
Buonaiuti del 14 giugno e dell'8 settembre 1 921 edite da E. C ioccA, L'esperienza modemistica di
Alessandro Bonucci, in « Fonti e documenti>>, Centro studi per la storia del modernismo, n. 1 8- 1 9,
1 989-90, pp. 402-403). Per la Libreria di cultura curò Taifano. Discorso ai Greci (Roma 1924).
Nelle « Ricerche religiose>> pubblicò alcuni articoli su L'apologia di Anstide e la Lettera a Diogneto (I,
1 925, pp. 541 -547) e su La morale degli apologisti (II, 1 926, pp. 2 1 8-235). Sempre nel 1 925
collaborò, insieme con Agostino Biamonti, Anna De Micca, Ambrogio Donini, Maria Monachesi,
Alberto Pincherle e Maria Zappalà, al Manuale introduttivo alla storia del Cristianesimo, I, Il Cristianesimo
antico: i primi tre secoli, edito a Foligno dal Campitelli. La Ferrni morirà in un incidente aereo
alcuni anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale.
3 Saul Israel, di Salonicco, trasferitosi a Roma per compiere gli studi liceali e universitari,
amico di Alarico e di Ernesto Buonaiuti fin dal 1 9 1 6, socio fondatore del Circolo universitario
di studi storico-religiosi e collaboratore di « Ricerche religiose>>, dove pubblicherà, tra l'altro, una
testimonianza dal titolo Ricordando Buonaiuti, XVIII (1 947), pp. 252-259. Nel 1 946 sarà tra
i promotori dell'Associazione internazionale di cultura. Scrisse diversi articoli di cultura e spiri­
tualità ebraica in riviste italiane e francesi.
4 Adele Morghen, figlia di Guglielmo e di Matilde Cecchini, nata a Poppi il 14 luglio 1 899,
insegnante elementare a Nepi, futura moglie di Jemolo. Questi l'aveva incontrata in una riunione
domenicale della koinonia a Roma, presso i <<coniugi piemontesi>> Guadagnini, durante la quale
Buonaiuti commentava le lettere di S. Paolo (A. C. ] EMOLO, Anni di prova, rist., Firenze, Passigli,
1 99 1 , p. 1 86 ; F. M ARGIOTIA BRoGuo, Arturo Carlo ]emolo tra diritto e cultura, in Giomata Lincea nel
centenario della nascita di Arturo Carlo ]emolo (Roma, 18 dicembre 1991), Roma, Accademia azionale
dei Lincei, 1 993, p. 68. Centocinquantaquattro lettere di Adele Morghen e cinque del marito
sono pubblicate da G. MERJANA, Lettere da casa ]emolo. Storia di un'amiciifa, prefazione di F.
M ARGIOTIA BROGLIO, Genova, Marietti, 1 99 1 .
62
3
1 92 1
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Subiaco (San Donato)
1 5 agosto 1 92 1
Mio carissimo J emolo,
Monti 1 mi ha portato, con la notizia del felice trasporto del malato,
la tua affettuosa lettera. Ti sono profondamente riconoscente dell'impegno
assunto di andare ogni giorno a trovare Bruno 2 nella clinica, finché tu
rimanga a Roma. Poco dopo il 20 io ritornerò costi, e ci avvicenderemo
così nell'assistenza amichevole all'infermo, che tanto ci ha fatto trepidare.
Sono lieto che nonostante tutto, San Donato abbia lasciato un ricordo
non sgradevole nel tuo spirito, e che viva in te il desiderio di ritornare
quassù. Se un'altra volta saremo compagni di solitudine e di contempla­
zione in quest'eremo incantevole, l'approfondimento reciproco delle
nostre anime potrà essere più ricco e più comprensivo.
Nulla io ho da perdonare a te. Venuto a San Donato principalmente
per sperimentarne la salutare efficacia sulle forze assottigliate della tua
Adele, tu non potevi comportarti diversamente da come hai fatto. Si
debbon forse invertire le parti, e sono io che debbo chiedere scusa a te,
e ad Adele e alla signora Matilde 3, se non sono meglio intervenuto
a smussare angoli e ad appianare divergenze, generati automaticamente
dalla vita associata. Ma il nostro esperimento è ancora così immaturo
e così delicato che, se ci pensi, anche alcune mie titubanze e alcune mie
esitazioni possono apparire giustificate alla luce delle nostre finalità e del
nostro programma.
Sono felice che tu abbia visto più a dentro nelle mie idee e nel
miei atteggiamenti. Non chiedo mai per essi l'assenso, chiedo la com­
prensione, avvivata da un po' di simpatia.
Grazie di cuore di guanto hai fatto per me al Tempo. Spero ti sia
avvalso a riscuotere anche il compenso del tuo articolo. Se tu non avessi
ottenuto questo, io avrei veramente scrupolo di averti così audacemente
disturbato. Mi hanno effettivamente scritto da casa di aver ricevuto
l'assegno bancario e io ho già chiesto che me lo facciano recapitare qui.
Come stai ora di salute? Scrivimi.
Trasmetti i miei più cordiali saluti ad Adele, alla signora Matilde.
Quanto le avrei volute più a lungo e più soddisfatte quassù!
Tuo
E. Buonaiuti
63
1 Gennaro Maria Monti (Napoli 1 896 - Colletorto, in provincia di Campobasso, 1 943), allievo
apoli, prima
romano di Buonaiuti. Lavorò come funzionario presso l'Archivio di Stato di
d'insegnare storia del diritto nelle Università di Sassari, di Bari (dove, nel febbraio 1 930, fu
confermato «Stabile») e di Napoli. Qui tenne anche corsi di storia delle dottrine politiche. A lui
si deve la costituzione della Deputazione pugliese di storia patria. Collaborò con una certa
assiduità alle « Ricerche religiose». I suoi primi interessi furono di carattere letterario (si ricordano
gli studi sui canti popolari napoletani e sulle «laudi»). Passato al campo storico-giuridico si
occupò di Cino da Pistoia, delle confraternite medievali, della storia delle corporazioni dall'età
romana fino all'alto Medioevo. Seguì una numerosissima serie di studi particolari di vario
argomento, frutto di ricerche d'archivio sull'età angioina e sullo Stato normanno. Cfr. P. S.
LFICHT, Cmnaro Maria Monti, in <<Rivista di storia del diritto italiano>>, XVII-XX ( 1 944-47), pp.
200-201 . Su alcune sue teorie cfr. quanto scrive F. C\LASso, lntroduifone al diritto comune, rist.,
Milano, Giuffré, 1 970, pp. 235 sgg., e E. CORTESE, Storia del diritto italiano, in Cinquant'anni di
espenimza giuridica in Italia, Messina - Taomtina 3-8 novembre 1981, Milano, Giuffrè, 1 982, p. 845. Il
volume Le confraternite medievali dell'alta e media Italia, Venezia 1 927, fu recensito da )emolo in «La
Cultura», VII (1 928), pp. 420-421 .
2
on si è in grado d'identificare questa persona.
3 Matilde Cecchini, la madre di Adele e futura suocera di ]emolo. Per qualche notizia su di
lei, cfr. R. MoRGHEN , Cronache dell'Italia provinciale, a cura di G. BRAGA e P. VtAN, in « Bollettino
dell'Istituto storico italiano per il Medio Evo e Archivio Muratoriano», 92, 1 985-86, pp. 3 1 -32.
4
Roma, Via G. Alberoni 7
1 8 novembre 1 92 1
Miei canss1m1,
Non so dirvi quale intimo compiacimento abbia suscitato in me la
vostra lettera, la prima giuntami dall'istante in cui, dall'altare di Dio,
benedissi in nome della chiesa il vincolo della vostra unione per la vita
e per l'eternità 1 •
Così le tue belle e candide frasi, o Adele, come i tuoi rapidi ma
vibranti periodi, o Carlo, traboccano di così limpida gioia e di così
luminosa fiducia, che io veramente lodo il Signore per così mirabile
capacità di scambievole comprensione che ha posto nelle vostre anime,
e per così salda solidarietà che ha foggiato nei vostri giovani cuori. Il
sentiero che vi siete testé accinti a battere insieme non abbia mai e poi
mai asprezze capaci di ostacolare il vostro passo sicuro o incognite
capaci di turbare la vostra serena tranquillità! E io sarò ben lieto se
potrò mantenere sempre la consapevolezza di aver contribuito, con
l'affetto della mia amicizia per voi, ad aggiungere un raggio alla luce
della vostra felicità, un elemento all'edificio della vostra imperturbabile
gioia interiore, nel turbine della vita.
64
1 922
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Qui nulla di rimarchevolmente nuovo, se non i dottorati, brillante­
mente conseguiti ieri da Mario 2 e da Agostino 3. Hanno sostenuto vera­
mente bene tanto l'uno che l'altro la loro prova dinanzi alla Commissione.
Vi sarò riconoscente se mi darete, a volta a volta, ragguagli della
vostra vita e se mi darete la possibilità di esservi utile, ogni momento
che qualcosa vi occorresse da Roma.
Con tanto affetto.
Vostro
E. Buonaiuti
1 Infatti il matrimonio dello Jemolo con Adele Morghen era stato celebrato il 31 ottobre
1 92 1 dal Buonaiuti, il quale era stato reintegrato nel clero dopo la revoca della scomunica il
4 giugno 1 92 1 (cfr. Pellegrino di Roma... ci t., p. 1 89). ]emolo noterà al riguardo del suo matrimonio :.
« Credo che le nostre nozze fossero le sole nozze che Buonaiuti celebrasse» (A. C. )EMOLO, Anm
di prova... cit., p. 1 86).
.
2 Mario Niccoli (La Spezia 1 904 - Roma 1 964), uno dei più stretti allievi, amici e collabora ton
rli Buonaiuti. N iccoli riediterà, con prefazione, le Lettere di un prete modemista (Roma 1 948) e curerà,
insieme col Donini, i Saggi di storia del Cristianesimo rli E. Buonaiuti, Vicenza 1 957, nonché la
seconda erlizione del Pellegrino di Roma. Entrato nel 1 929 nell'Istituto dell'Encicloperlia Italiana,
avrà una pane rli rilievo come redattore-capo (1 947) e coordinatore di diverse iniziative erlitoriali,
tra cui l'Enciclopedia italiana e il Dii}onario enciclopedico italiano). Sua la traduzione e il commento
a Gli scritti di San Francesco (Roma, Tumminelli, 1 967).
3 Agostino Biamonti (Caprarola 1 897 - Roma 1 924), probabilmente il primo allievo .rli Buo­
naiuti, col quale si laureò nell'ottobre 1 92 1 con una dissertazione sul teologo anuongetuano
dell'epoca diocleziana Metorlio di Olimpo. Collaboratore della « Rivista trimestrale di studi filosofici
e religiosi», di <<Ricerche religiose», e de <<L'Italia che scrive», autore di una traduzione e annota­
zione delle Lettere di San Paolo ad uso degli istituti magistrali (Roma, Libreria rli Cultura, 1 924)
e d'uno studio sul N uovo Testamento nel Manuale introduttivo alla storia del cristianesimo, curato dal
Buonaiuti nel 1 925. Questi definirà il Biamonti, prematuramente scomparso in seguito a malattia
di guerra, «un'anima d'eccezione>> (Pellegrino di Roma... cit., pp. 1 59- 1 64, 2 1 4, 344). Sul Biamonti,
cfr. anche: A. DoNtNI, Agostino Biamonti, in <<Ricerche religiose>>, I (1 925), pp. 203-204, e le
notizie date dal iccoli in Pellegrino di Roma... cit., p. 531 nota 1 02. Una sua lettera a Morghen in
Lettere a Raffaello Mory,hen... cit., pp. 24-26.
65
5
Subiaco (San Donato)
6 agosto 1 922
Mio carissimo Carlo,
Grazie della simpatica voce di affettuoso ricordo che tu ed Adele ci
avete fatto pervenire quassù.
Le nostre giornate trascorrono in una deliziosa atmosfera di pace
e di serenità. Discussioni animate e appassionate non sono mancate ai
nostri pomeriggi. Il buon Lazzarini 1 mi ... tenta in tutte le fogge e su
tutti i toni, e il suo rigore dialettico investe con foga, ad una a una, tutte
le mie posizioni mentali. Ma la schermaglia finisce sempre nel riconosci­
mento costante di una grande e profonda solidarietà.
Il nostro pensiero vola spessissimo ai lontani : a coloro che in
particolare hanno già goduto con noi la pace di quest'eremo montano :
a voi in maniera specialissima. L'anno scorso eravate quassù nell'attesa
che si coronasse il vostro sogno. Quest'anno siete nell'aspettativa, trepi­
dante e gioiosa insieme, dell'avvenimento in cui sembrerà trovare il suo
palpitante sigillo l'associazione del vostro destino.
Partecipo a tutte le vostre ansie e a tutte le vostre speranze.
Conoscendo così a fondo le qualità squisite delle vostre anime, so bene
in anticipo che il nuovo essere umano che verrà a rallegrare tra poco
l'intimità del vostro focolare, riceverà sotto le vostre cure la più fine e la
più saggia delle formazioni.
Il Padre dia alla vostra fiducia e alla vostra abnegazione il corona­
mento e le soddisfazioni più degni.
Dì ad Adele in mio nome che ho molto gradito le sue care e buone
parole. Dille come i miei più fervidi voti vanno all'epilogo più propizio
e più felice di questo periodo di attesa, che la consacra alle sue nuove,
nobili, altissime mansioni.
Vi sono vicino con lo spirito, invocando per vo1 dal Padre le più
pure benedizioni.
Vostro
E. Buonaiuti
1 Renato Lazzarini (Este 1 89 1 - Lugo di Romagna 1 974), filosofo. Entrato fin dall'agosto
1 921 nel gruppo di Buonaiuti (cfr. la lettera di questi ad Alessandro Bonucci, dell'8 settembre
1 92 1 , edita da E. CioccA, L'Psperimza modemista di Almandro Bonucci... ci t., pp. 406-407), divenne
collaboratore della prima ora di <<Ricerche religiose>>. Fu orrlinario di filosofia teoretica nelle
Lettere di B11onaiuti a ]emolo
1 922
Università di Cagliari dal 1 949 al 1 955, di Bari dal 1 956 al 1 957, poi di sroria della filosofia
medievale nella facoltà filosofica di Bologna (1 957 - 1 961). Sul suo pensiero filosofico, cfr. A.M.
MosCIIFlTI, sub 1'0ce, in Enciclopedia filosofica, rist. aggiornata della I I ed., N , Roma, Edipem, 1 979,
coll. 1 1 05- 1 1 06 (con ampia bibliografia).
che tiene in mano la bilancia dell'orafo per constatare se quel che dà, gli
è reso. Ma pure ci sono rallontanamenti spirituali e rinnegamenti impliciti,
di cui sento tutta l'amara gravità. E perché abituato a non attardarmi
a contare chi, lungo l'aspra via, ammaliato dalle sirene del successo
immediato, si raffredda nel cammino, sento di dover ogni giorno ripren­
dere su altre glebe il mio lavoro di dissodamento, non posso prendere
a tu per tu i singoli, per chiedere loro ragione del loro quotidiano
operato. Del resto, è per tutti meglio che sia cosl.
Tu saprai forse che Raffaello ha avuto al Mondo 3 gli arretrati, nella
misura che io avevo detto a te sarebbe stata la quota a cui mi sarei
impegnato : lire 2500. Da quel giorno, non l'ho più visto che in
k. [oinonia] - che non è un vederlo -.
A fine mese avrai il compenso dell'articolo che ti ho pubblicato 4•
A giorni, darò il saggio di Pincherle sul tuo Crispi 5•
Saluti cordiali.
Tuo
66
6
Roma, 21 dicembre l 922
Carissimo,
La mattina stessa in cui ti incontrai a San Silvestro, ad un'ora di
distanza dall'averti salutato, appresi che la Facoltà giuridica di Bologna ti
aveva chiamato a trasferire colà il tuo insegnamento 1 • Perché tu non me
ne facesti motto? Comunque, me ne rallegrai vivissimamente, e dell'ono­
rifico appello ti invio ora le più calde congratulazioni.
Malinconica... linfatica, anzi che no, la tua ultima, grata ad ogni modo
e scintillante come sempre. Sei proprio ben sicuro che la concezione
violenta della vita sia retaggio esclusivo dei sanguigni e che non ci sia una
tentazione insidiosissima al... fascismo psichico, anche per i linfatici? Io,
a mo' d'esempio, conosco degli idealisti portati squisitamente alla sopraffa­
zione e alla violenza intellettuale, che debbono essere più anemici di me e di
te. Questo, tanto per non permetterti di cullarti nella dolce e piacevole
illusione che il temperamento che Dio ti dié ti premunisca, funzionalmente,
da tutte le possibili forme di acoscienza, che secondo la tua brillante dicotomia,
dovrebbero costituire la caratteristica esclusiva della protervia... dei sanguigni.
Sì, avrei anch'io parlato... o meglio riparlato volentieri con te di
Raffaello 2• Dico riparlato : perché ne discutemmo un po' insieme or
è parecchio tempo, in una conversazione che, a dirti schietto il mio
sentimento, non fu di completa mia soddisfazione. Tu dici che la mia
efficacia su di lui non può più essere oggi qual'era, ad esempio, due anni
fa. Ne sono molto, ma molto spiacente. Ma non credo, in coscienza, di
poter fare a me stesso alcun rimprovero. Io ho creduto di dover fare
per Raffaello quel che non ho fatto per nessuno di k. [oinonia] . Franca­
mente, e sotto ogni punto di vista, non credo di averne ricevuto, in
opere e in disposizioni, il contraccambio che mi ripromettevo. Sarebbe
troppo lungo e tedioso e sconveniente annoverare qui tutte le ragioni
che potrei accampare a dimostrazione della giustezza della mia dimostra­
zione : fino agli ultimi episodi di questi giorni. Ma io credo, carissimo, di
poter dire senza iattanza, che non sono uno spirito esigente e meticoloso,
67
E. Buonaiuti
1 Jemolo aveva già ottenuto la libera docenza in diritto ecclesiastico a Torino nel 1 9 1 6
(decreto ministeriale 30 giugno 1 9 1 6) e , congedato dal servizio militare (sugli anni d i guerra, cfr.
A. GALANTI· GARROr-- E, Appunti sulla giovinezza di ]emolo, in A. GJ\L\.NTE GARRON E - M . C. AvALLE ,
Arturo Gufo )e111olo. Da lettere inedite 19 13-8!, Torino, Ed. La Stampa, 1 994, pp. 1 62- 1 93), aveva
cominciato ad esercitarla presso l'Università di Roma. Dopo un fallito concorso per l'Università
di Perugia, il 1 6 novembre 1 920 era stato nominatO straordinario per tale disciplina nella Facoltà
di giurisprudenza dell'Università di Sassari con decreto ministeriale del 1 5 settembre 1 920 (si
veda in propositO la ricostruzione di S. FERRARI, Storia di due concorsi. Arturo Carlo )emolo e Vincenzo
Del Giudice Ira Pen�gia e Sassari, in «Quaderni di diritto e politica ecclesiastica», 1 994, l , pp.
269-279). La chiamata ufficiale nella Facoltà giuridica di Bologna avverrà il 24 marzo 1 923 (cfr.
F. M IRGIOTT 1 BRoGuo, Prefa:;;jone a Anni di prol'O... ci t., pp. 1 0- 1 1).
2 Morghen (v. lettera n. l nota 4).
3 Buonaiuti aveva accolta nel gennaio 1 922 l'invito di Andrea Torre e Alberto Cianca di
collaborare al quotidiano romano « D Mondo>> « con un compito compositO di mansioni politiche
e culturali>>, tra cui quella di responsabile della terza pagina (cfr. Pellegrino di Roma... cit., pp. 1 99
e 537 nota 1 29). Da questa posizione direttiva il Buonaiuti poté chiamare a collaborare anche
alcuni suoi allievi e amici.
4 Sulla collaborazione del giovane Jemolo ai giornali - dall'«Italia nostra» al « Resto del
Carlino», dal <<Tempo>> al «Mondo>> - cfr. M. C. Av \LLE, Una coscienza: Arturo Carlo ]emolo, in A.
G \LINTI. G IRRON E - M . C. A\',\LLE, .rlrturo Carlo ]emolo... ci t., pp. 63-71 .
5 Cfr. A.C. ]F\IOLO, Crispi, Firenze, Vallecchi, 1 922; Firenze, Le Monnier, 1 9702. Un'anticipa­
zione del volume era stata pubblicata da ]emolo nella « Nuova antologia» del 1° ottobre 1 922 col
saggio Crispi e il papato.
68
1 923
Lettere di Buonaiuti a )emolo
7
Roma, Via G. Alberoni, 7
7 marzo 1 923
Mio carissimo ] emolo,
Grazie della tua lettera affettuosa.
Ho già passato in tipografia il tuo nuovo articolo 1 • Sarpi, probabil­
mente, non potrò darlo. È giunto un po' troppo in ritardo sulla ricorrenza
del centenario. Ma l'altro articolo che avevi annunciato sul Pio XI del
Malvezzi? 2
Ti avrei già spedito il compenso dovutoti per l'articolo pubblicato
in febbraio, se l'amministrazione del giornale non fosse caduta in uno
stato di collasso, molto preoccupante. Il governo, in questo italo paese
che tanto soffrì per guadagnare le libertà elementari, sta menando una
campagna di isolamento e di accerchiamento intorno al nostro Mondo, da
cui non riesco a vedere come ci salveremo. Tu non ti preoccupare ad
ogni modo. Riceverai il compenso dei tuoi articoli fino all'ultimo cente­
simo, e io sarò sempre felice di assicurare la pubblicazione dei tuoi
saggi, sempre così acuti e così limpidi, qualunque cosa stia qui per
succedere.
Senza dubbio i tempi sono pessimi. Ma io debbo dirti in tutta
schiettezza che non ne sono sorpreso e non ne sono sgomento. La
civiltà moderna, nata dalla disgregazione inarrestabile delle grandi idealità
universali, segue, con logica spietata, la traiettoria del suo progressivo
frantumarsi, attraverso lo scatenamento di tutti gli odi e di tutte le
cupidigie.
In momenti di così miseranda dissipazione, la speranza non può
venire da organismi consunti e da istituzioni anacronistiche. Le grandi
e salutari fedi devono riprendere il cammino aspro e difficile della loro
anonima e sotterranea disseminazione. « Ma quando il Figliuolo dell'uomo
verrà sulla terra troverà ancora dei credenti? » 3
Per mio conto, nulla più spero dagli uomini ; nulla più attendo da
questo vano anfanare della politica immorale e della cultura senz'anima:
« il mio sguardo è sulle alture, donde verrà a noi il soccorso . . . » 4•
Con tanto affetto.
Tuo
E. Buonaiuti
69
1 Si tratta probabilmente dell'articolo Essmza della latinità, apparso sul <<Mondo» del 1 6 marzo
1 923, ampia recensione del libro di Maurice Mignon, Les affinités intellectuelles de fltalie et de la
France (Paris, Hachette, 1 923). Il 7 aprile 1 923 Jemolo pubblicherà sullo stesso quotidiano un
articolo su Tolstoi (// ritomo di 1m emle).
2 Buonaiuti si riferisce all'opera del senatore
erio Malvezzi, Pio Xl nei moi scritti, Milano,
Treves, 1 923 (rist. Milano, Garzanti, 1 952).
1 Luca, XVIII, 8.
4 Salmi, CXXl, 1 .
8
Roma, 1 7 aprile 1 923
Mio carissimo ] emolo,
Sono stato dolentissimo anch'io di non avervi riveduto, prima del
vostro esodo per Bologna. Avremmo avuto tante cose da dirci, e sarei
stato tanto lieto di ribaciare il piccolo Guglielmo 1 , che ha ricevuto dalle
mie mani l'iniziazione cristiana, e della cui splendida floridezza - che Dio
la conservi e l'accresca! - sento dire tanto bene! Ma io nutro la fiducia
che non passerà molto tempo che ci ritroveremo insieme : e ho, sempre, la
sensazione, che Bologna non sarà nella tua vita che una parentesi.
Fra gli argomenti di cui avrei voluto parlarti a voce, uno ve n'è che mi
sta particolarmente a cuore e del quale quindi ti informo subito per lettera.
L'editore Campitelli 2 di Foligno mi ha offerto la direzione di una « Biblioteca
di critica religiosa» per la quale mette a mia disposizione i sussidi imponenti
della sua azienda tipografica. Ho accettato. La « Biblioteca», che avrà un
numero determinato di volumi, miranti a illustrare lo sviluppo storico della
religiosità e a costituire quindi una specie di enciclopedia religiosa, si ripartirà
in due branche : l'una dedicata alle religioni extrabibliche, l'altra alle religioni
bibliche 3. Poiché il numero dei volumi è fissato in anticipo, io ho dovuto
concepire un piano di trattazioni molto sintetiche, in ciascuna delle quali
larghi periodi di storia spirituale siano evocati con acutezza d'intuito
e rapidità d'esposizione. I volumi saranno di 350-400 pagine, del consueto
formato delle pubblicazioni del Campitelli (modello, il volume der Pasquali
sulla riforma universitaria 4). Naturalmente ho pensato a te come a uno dei
miei primi collaboratori 5.
Un volume della storia cristiana dovrebbe esser consacrato allo
sviluppo del cattolicismo dal Concilio di Trento (la Contro Riforma avrà
un volume a parte) al Concilio Vaticano. Compito cotesto [. . .] 6•
70
1924
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 Guglielmo Luigi, nato a Roma il 1 7 senembre 1 922.
2 Franco Campitelli titolare della omonima casa editrice presso la quale Buona:iuti pubblicherà
alcuni saggi di polemica e di storia religiosa, quali Verso la luce (1 924) e il ricordato Manuale
introduttivo alla storia dei cristianesimo.
3 «< volumi che entreranno a far pane della Biblioteca [di critica relzgiosa] non saranno ispirati
a criteri e a propositi di raffinata erudizione ftlologica e letteraria. Mireranno più tosto ad
offrire al mondo colto, le cui lacune e le cui deficienze nell'ambito della conoscenza religiosa
sono ogni giorno più nitidamente e più penosamente avvertite, trattazioni sobrie, chiare, ben
vagliate, delle principali manifestazioni storiche del fatto religioso, sl che dal loro organico
complesso sia agevole intuire l'orientamento, verso cui si polarizzeranno le correnti più sane
delle generazioni viventi in quest'ora, indubbiamente grave, della civiltà occidentale » (dal
programma editoriale della collana). Di questa iniziativa editoriale Buonaiuti parlerà ad Angelo
Fortunato Formiggini in una lettera (s.d.) conservata presso la BIBLIOTECA ESTENSE DI MoDENA,
Archivio editoriale Formiggini, n. 1 7.
4 Cfr. G. PASQUALI- P. C.u.AMANDREI, L 'Università di domani, Foligno, Campitelli, 1 923.
5 In effetti ]emolo figura tra i collaboratori della collana, insieme ai professori Ambrogio
Ballini, Alessandra Bonucci, Umberto Cassuto, Giovanni Costa, Ubaldo Faldati, Giulio Farina,
Maria Fermi, Carlo Forrnichi, Umberto Fracassini, Giuseppe Furlani, Ignazio Guidi, Giorgio La
Piana, Giorgio Levi della Vida, Filippo Millosevich, Maria Monachesi, Gennaro Maria Monti,
Raffaello Morghen, Giorgio Pasquali, Alberto Pincherle, Luigi Salvatorelli, Giuseppe Tucci, Nicola
Turchi, Giovanni Vacca, Maria Zappalà (dal programma editoriale della collana).
6 Manca il seguito della lettera.
71
9
Roma, 9 aprile 1 924
Mio canssuno J emolo,
Grazie, proprio eli cuore, del tuo messaggio cristianamente fraterno.
La crisi che si è nuovamente abbattuta sul mio capo proprio quando
nulla avrebbe potuto !asciarla supporre, è senza dubbio molto più grave
e molto più oscura eli tutte le precedenti 1 . Sono tutto intento a cercar la
via per superarla, in armonia così con i miei doveri eli sacerdote cattolico
come con quelli eli studioso e eli insegnante. Ma non mi dissimulo in nulla
le enormi difficoltà dell'impresa e non mi cullo in ill usioni. Il bivio che mi
si apre dinanzi è tremendo : diserzione o ribellione. Sono al cospetto della
mia coscienza, e le voci che essa mi manda sono ancora contrastanti
e indecise. Non so ancora che cosa uscirà da questo terribile periodo eli
ansia e eli incertezza. I miei più vicini sono stati mirabili per compattezza
e abnegazione. Dai lontani ho ricevuto messaggi veramente sublimi.
Il Signore mi assista. « Fortitudo simplicis, via Domini» 2. Ma quale
tale via in questo momento? Può un ufficiale abbandonare il suo posto
eli battaglia - anche se superiori mal ragguagliati glie lo comandano quando sa che, ritirandosi, il nemico irromperà sulla pos1z10ne più
ambita ... ?
Aiutami, o amico, con la preghiera e la simpatia.
Tante cose alla tua Adele.
Tuo
E. Buonaiuti
1 Buonaiuti si riferisce al secondo decreto di scomunica irrogato dalla Congregazione del
Santo Ufficio il 28 marzo 1 924 e pubblicato dall'«Osservatore romano» il 31 marzo successivo.
Non potendosi «in verun modo tollerare più a lungo senza grave scandalo e danno dei fedeli»
.
!'«opera subdola e continua di demolizione della Fede da parte di un sacerdote cattolico, che si
ostina a voler apparire tale, nella sede stessa del Supremo Pontificato», si dichiara il Buonaiuti
<<nuovamente» «incorso nella scomunica a termini di diritto, e, conseguentemente, anche nella
sospensione a divinis; condanna e proscrive tutti i suoi libri e scritti ordinandone l'inserzione
nell'Indice dei libri proibiti, e gli proibisce di più scrivere, tenere conferenze ed insegnare nelle
pubbliche scuole in materia attinente alla Religione» (cfr. la narrazione dei precedenti immediati
il decreto e il testo integrale di questo in Pellegrino di Roma... cit., rispettivamente pp. 204-209,
e pp. 538-539). Per la ricostruzione dell'attività del Buonaiuti negli anni 1 92 1 - 1 924, cfr. L.
BEDESCHI, Buonaiuti, il Concordato e la Chiesa. . cit., pp. 78-9 1 , e F. P \RLr-.TI , Emesto Buonaiuti,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1 97 1 , pp. 5 1 -62.
2 Proverbi, X, 29.
.
72
1 924
Lettere di Buonaiuti a }emolo
10
Frascati, 20 aprile 1 924
Mio cansstmo,
La tua buona lettera mi viene recapitata quassù, nella solitudine di
quest'angolo ignorato della villa Rasponi 1, dove son venuto a cercare
dopo le emozioni dei giorni scorsi e in vista delle emozioni dei giorni
futuri, raccoglimento e quiete per le mie supreme decisioni.
Grazie del tuo augurio pasquale. Come [è] triste per me questa
Risurrezione che mi vede tagliato fuori dal corpo vivo dei fedeli, in balia
a tutte le mie trepidazioni e a tutte le mie angoscie! Sì, cerco di confor­
tarmi pensando alle parole di san Paolo, che ammonisce di festeggiare il
sacrificio del nuovissimo agnello, non più nel lievito della superata malizia,
ma con gli azimi della sincerità e della verità 2• Ma in fondo alla mia
coscienza è un tormentoso sgomento di fronte all'incognita delle riper­
cussioni possibili, per me e per gli altri, del mio gesto imminente.
Tu prospetti la mia situazione nei suoi veri termini. Io debbo
soprattutto pensare oggi, nell'[...] 3 determinazione, a non contrarre oneri
e a non impegnarmi a rinuncie, cui poi non sia più in grado di mantener
fede. Le condizioni quali sono state formulate nel decreto di condanna,
e quali a tutt'oggi sono ancora ostinatamente ribadite dai miei superiori,
nonostante tutte le mie invocazioni, implicano, né più né meno, il
completo annullamento della mia attività. Potrei mai acconciarmi all'ina­
zione completa del mio cervello, dopo più che un ventennio di ininter­
rotta e intensissima attività, senza correre rischio di divenire folle?
Aggiungi che per un caso tipico di inconsapevolezza delle condizioni
generali della cultura spirituale in I talia, i miei superiori non sospettano
che il giorno stesso in cui io abbandonassi la cattedra, vi salirebbe
Omodeo 4, a proclamare il contenuto mitico della tradizione cristiana. La
mia uscita dall'Università non sarebbe una diserzione? E non sarebbe la
totale dispersione del mio decennale s forzo per creare una scuola?
O disertore o ribelle, dunque, è il dilemma di fronte a cui mi pone,
implacabilmente, il Santo Ufficio. Il dilemma non può essere convalidato
dalle coscienze illuminate. Il mio restare sulla cattedra - che mi costerà
un martirio ineffabile, sopra tutto in casa) nei rapporti con mia mamma) inflessibile
spero non apparirà una ribellione.
Ho lasciato di far lezioni due giorni prima delle vacanze pasquali,
per condurre innanzi le mie trattative con i miei giudici 5. Poiché essi
-
73
non si muovono di un apice dalle primitive loro posizioni, io riprendo il
rmo proposito di non abbandonare il mio insegnamento universitario.
È terribile la vita che mi attende.
Mi assista la preghiera al Padre e la simpatia affettuosa delle anime
che comprendono insieme la missione della scienza e il bisogno della
fede.
Ti abbraccio.
Tuo
E. Buonaiuti
1 Probabilmente la villa d'una seguace e ammiratrice del Buonaiuti, la contessa Rasponi, che,
alcuni anni più tardi, metterà a disposizione anche la sua residenza romana per un ciclo di
conferenze ristrette (cfr. La vita allo sbaraglio. .. cit., pp. 1 89 - 1 90).
2 Cfr. Prima lettera ai Corinti, V, 8.
3 Manca una parola per strappo del foglio.
4 Adolfo Omodeo (Palermo 1 889 - Napoli 1 946), storico. Già straordinario di storia antica
nell'Università di Catania, era stato chiamato a ricoprire la cattedra di storia della Chiesa nella
facoltà napoletana su nomina di Giovanni Gentile «per meriti eccezionali», con decreto 14
giugno 1 923 (cfr. G. D E MARZI, Adolfo Omodeo: itinerario di uno storico, Urbino 1 988, p. 1 1 nota 4).
Frequenti le critiche reciproche tra Buonaiuti e Omodeo, almeno fino al 1 927 (cfr. Bibliografia
degli scritti di Emesto Buonaiuti, a cura di M . RAvA, con prefazione di L. SALVATORELU, Firenze
1 9 5 1 , all'indice dei soggetti ; e A. 0MODEO, Lettere 1 910- 1946, Torino, Einaudi, 1 963, pp. 390,
392, 399, 401 -402, 404, 43 1). Un esplicito accenno alla successione dell'Omodeo alla cattedra del
Buonaiuti si trova comunque documentato solo nel 1 929 in una lettera a Luigi Russo (ibid., p.
448). Cfr. anche G. DE MARZ1, Idealismo storicistico e cristianesimo trascmdmte: A. Omodeo e E.
Buonaiuti, in <<Fonti e documenti», Centro studi per la storia del modernismo, 1 986, 1 3, pp. 97- 1 1 8.
5 Nell'imminenza della celebrazione pasquale, Buonaiuti aveva rivolto un appello al Vicariato
di Roma e al Sant'Ufficio perché gli venisse revocata, almeno temporaneamente, la censura
ecclesiastica. Ma proprio nei giorni seguenti a questa lettera a Jemolo, !'<< Osservatore romano»
pubblicherà due articoli del gesuita Mario Barbera di dura critica del pensiero e dell'operato del
Buonaiuti (cfr. Pellegn'no di Roma. . ci t., p. 539, nota 1 36). Sul ruolo del Barbera ( 1 877 - 1 947,
redattore della <<Civiltà cattolica» dal 1 9 1 0) nell'ambiente cattolico romano, cfr. L. 11.\NGON I, << In
partibus inftdeliunJ». Don Giuseppe De Luca: il mondo cattolico e la CII/tura italiana del Novecento, Torino,
Einaudi, 1 989, ad indicem e, in rapporto al Buonaiuti, p. 60.
.
11
Roma, 1 1 maggio 1 924
Mio canssuno Carlo,
Sempre saggio e lungimirante nei tuoi suggerimenti ; sempre pronto
a corroborarli con dei parallelismi felici.
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
74
Anch'io avevo pensato che una possibile via d'uscita avrebbe
potuto essere rappresentata dal cambiamento e dalla limitazione della
zona del mio insegnamento. Ma tu comprendi perfettamente che una
soluzione di questo genere avrebbe dovuto essere condizionata da due
imprescindibili circostanze di fatto : dalla natura della mia disciplina,
quale figura nel ruolo delle materie universitarie a Roma e quale mi
è imposta ; dai confini stessi delle mie capacità. Io ho fatto esplicita­
mente delle proposte concrete ai miei superiori, dichiarandomi disposto
ad esempio a circoscrivere il mio insegnamento alla letteratura cristiana
medioevale o al greco neotestamentario. Ma la mia proposta ha solle­
vato un ostinato ripudio. Si vorrebbe che io cambiassi radicalmente
materia di insegnamento. Con una concezione veramente strana di
quelle che possono essere le versatilità e le attitudini di un insegnante,
son venuti a dirmi, con comica serietà, che io potrei insegnare mate­
matica o fùosofia greca. Con gente che ragiona con questo po' po' di
semplicismo, tu lo comprendi, è impossibile un'intesa. Siamo dunque
tuttora in alto mare. Io continuo le mie lezioni : ma ho fatto sapere
al Santo Padre che questo assolvere un preciso dovere accademico
non può costituire un atto di ribellione 1 •
Ed ora sono nelle mani di Dio. Tutto intento per mio conto a far
si che la difficoltà della situazione non riesca a farmi decampare di un
pollice da tutti i doveri ideali e pratici del mio sacerdozio, che intendo
non sia avvilito in me dallo sbaraglio in cui mi ha gettato l'amarissima
lacerazione della scomunica.
Perché l'aspro mio cammino sia meno arduo, io ho bisogno dell'as­
sistenza di tutte le anime che, come la tua, comprendono la molteplicità
di doveri di chi fa professione insieme di studi e di Cristianesimo.
Ti abbraccio.
Tuo
E. Buonaiuti
Saluti affezionati alla tua Adele.
1 Con lettera del 28 agosto 1 924, in cui Buonaiuti affermava di considerare l'insegnamento
e la sua attività scientifica <<parte integrante» del suo <<ministero sacerdotale» (cfr. Pellegrino di
Roma . cir., p. 539 nota 1 36).
..
1924
75
12
Roma, 29 maggio 1 924
Mio canssuno Carlo,
La mia situazione - per quanto la cosa possa sembrare para­
dossale - si è stabilizzata nella sua instabilità.
Ormai tutti hanno capito molto bene che non intendo in alcuna
maniera rinunciare a qualsiasi forma di attività intellettuale : che sopra
tutto non intendo abbandonare una cattedra, che rappresenta la palestra
naturale del mio proselitismo spirituale e religioso. Ma che, continuando,
nel dolore, le forme di lavoro cui il Signore mi ha chiamato non intendo
in nessunissima maniera costituirmi ribelle. Mi si era fatta balenare in
anticipo la evenienza che, persistendo io ad impartire le mie lezioni,
sarei stato colpito da qualche provvedimento più grave ancora dei prece­
denti. Nulla invece è venuto. Circola la voce negli ambienti ecclesiastici
che mi si lascerà tranquillamente chiudere il ciclo delle mie lezioni e che
mi si chiederà nuovamente la rinuncia all'insegnamento a vacanze inol­
trate. Qualcuno mi dice che, data l'accoglienza fatta dal pubblico al
primo decreto, non c'è alcuna voglia di lanciarne un secondo. Non lo
credo. Mi par cosi difficile che mi lascino in questa singolare posizione
di incertezza, nella quale un decreto di scomunica sembra non avermi
tolto un alunno, e, sopra tutto, non avermi tolto un amico o un simpa­
tizzante nelle fùe stesse del clero.
Comunque, io penso con ininterrotta trepidazione alle mie non
lievi responsabilità. Se fino a ieri io ero tenuto al rispetto gelosissimo
della mia vocazione sacerdotale e potevo contare, nell'adempimento delle
mie mansioni, sul pingue viatico di quelle che i teologi chiamano le
grazie dello stato, oggi, imperiosamente, il mio dovere presbiterale grava
più formidabilmente sulle mie spalle e io sono abbandonato alle risorse
uniche della mia personale coscienza di fronte a Dio. Questa condizione
mi dà a volte un senso di sgomento. Ma risollevo il mio capo, dalle
momentanee crisi di smarrimento, per guardare più fiducioso in Cielo
e per attendere dal Padre la forza di superare un imbarazzo, che so in
coscienza avermi colpito, me nolente.
Il conforto della solidarietà unanime ed infrangibile delle persone
care mi è certamente di validissimo sussidio.
76
1 924
Lettere di Buonaiuti a }emolo
So quanto mi resta da fare. Guardo non disperando l'avvenire.
_
Ricordatemi.
Che farai tu durante l'estate? Dove porterete il vostro G uglielmina?
Io auguro ogni più serena gioia alla intimità della tua vita familiare.
Saluti ad Adele.
A te un abbraccio fraterno.
Ernesto
13
Roma, 5 giugno 1 924
Mio canssuno,
La tua lettera esige una immediata risposta, la quale ti rechi senza
indugio l'espressione della mia fervida ammirazione per la tua attitudine
dinanzi alla profferta di p. Gemelli 1 • Questo tuo rinunciare a pingui
vantaggi economici, non già sotto il pungolo di una pregiudiziale avver­
sione all'Università milanese, ma unicamente per tutelare la libera espli­
cazione della tua futura operosità scientifica è gesto di rara nobiltà che,
se non può sorprendere chi ti conosce, desta il più vivo compiacimento 2.
Non altrettanto mi piace la tua rinuncia a Firenze 3. Ma può darsi
che anche a tal proposito tu non abbia, istintivamente, mal provveduto
alle tue sorti. Io ti vedo qui a Roma in un giorno non lontano, primo
ecclesiasticista delle nostre facoltà giuridiche.
Questa mia risposta ti deve portare anche, subito, l'espressione della
mia fraterna riconoscenza per lo zelo mostrato in favore della mia causa
e per l'affezionato attaccamento con cui hai protestato che nessun decreto
di vitando potrà indurti a lacerare i vincoli della nostra ormai vecchia
anuctzta.
Ma s ulla via da seguire per continuare ed eventualmente portare
a risultati concreti la conversazione da te avviata col Gemelli io non ho
- pur dopo avere ieri sera lungamente riflettuto - da trasmetterti una
parola netta e precisa. La mia situazione attuale è così paradossalmente
complessa, che io, anziché comunicarti una decisione da riferire a p.
Gemelli per le tue eventuali mosse, preferisco descrivertene i dati più
tipici e più appariscenti, onde tu di tua iniziativa - conto, illimitatamente,
s ul tuo senno e la tua discrezione - possa adottare la conclusione che
ti parrà più saggia.
77
Mi risultava già, attraverso le voci circolanti in seno al clero romano,
- e della cosa il frammento di conversazione del Gemelli con Perosi 4
mi è netta conferma - che l'aver io continuato le lezioni non costituisca
più, nel giudizio del Santo U fficio, una rottura definitiva di scambievoli
rapporti. Prima circostanza da mettere in luce : c'è qui una piccola
resipiscenza, ché nel primo momento si esigeva l'immediato abbandono
della cattedra.
L'ultima lettera stessa fattami inviare dal Santo Padre in replica alle
mie reiterate istanze con cui supplicavo mi si lasciasse all'insegnamento
a cui ero tenuto per doveri professionali «specie in questo scorcio di anno
accademico» si chiudeva con una brusca diffida : a non cercare « sempre
nuovi pretesti (testuale!) per non fare subito ciò» che avrei dovuto « per
evitare tanto scandalo già troppo a lungo durato » 5. Fu anzi questa inesorabile
diffida, che mi umiliò e mi addolorò quanto lo stesso decreto di scomunica,
che mi indusse a rinunciare - da un mese - ad ogni insistenza.
Ma la stranezza della mia situazione nasce ora proprio. Gli ecclesia­
stici di Roma che incontro hanno verso di me il medesimo contegno di
prima : la mia scuola non ha perduto un ascoltatore : il mio povero
lavoro non ha smarrito per via alcuna capacità di suscitare simpatie.
C'è infinitamente di più (e la cosa va mormorata al tuo orecchio
come una confessione) : il mio confessore 6, un santo prete, emulo del
Cottolengo, mi dice, con aria ispirata, che, data la tranquillità della mia
coscienza, io posso, se voglio, celebrare in segreto la Messa. Tale pro­
spettiva è balsamo sulla mia anima esacerbata. Non ho per ora raccolto
l'autorizzazione. Ma non posso dire se non la raccoglierò in avvenire, in
particolari circostanze di vita.
In casa la situazione è di una serenità che non avrei potuto mai
sperare. Può darsi che il vedere come la mia yita procede inalterata
e inalterabile : che il constatare come l'allontanamento violento dall'altare
ha intensificato il mio bisogno di preghiera intorno all'icona domestica,
e che ogni sera io e la mamma c'inginocchiamo insieme per la celebra­
zione della nostra semplice liturgia - il Rosario - ; abbia determinato
nella mia povera vecchietta un capovolgimento completo di sentimenti.
È tenera, tollerante, comprensiva per me. Ma è furibonda contro il S.
Ufficio. Debbo io frenare le sue esplosioni di collera.
Aggiungi a tutto questo il mio particolarissimo stato d'animo. Dopo
le prime settimane di angoscia e di smarrimento, una grande pace si
78
è fatta nel mio cuore. Io curo di trarre norma per la mia linea di
condotta unicamente dagli interessi della edificazione collettiva, i quali
non è detto non possano essere tutelati anche attraverso un momentaneo
scandalo e un provvisorio turbamento. In questo momento mi sento
come invasato da un bisogno intensissimo di lavoro. Una qualsiasi
riconciliazione non porrebbe dei limiti terribili a questa mia missione,
cui mi sento chiamato ogni giorno con più imperiosa urgenza? Quale
revisore domani vorrà assumersi il compito di approvare le mie cose
dopo tanto triste esperienza!
Ma io non vorrei che tu intravedessi attraverso queste mie trepide
esitazioni un qualsiasi acconciamento a questa mia penosa situazione di
esule. Solo mi sforzo di valutare il pro e il contra di tutte le eventualità.
Quel che tu ora mi suggerisci - comunicazione anticipata dei corsi,
sempre fuori del periodo delle origini - costituisce una riproduzione
delle condizioni che io sottoposi al primo momento delle trattative al p.
Fernandez 7 dell'Istituto Biblico. Non furono accettate. Lo potrebbero
essere oggi?
on va trascurato il fatto che gli idealisti in agguato sarebbero ben
pronti a colpirmi per una presunta limitazione della mia libertà accade­
mica 8. E allora?
Infine non posso nasconderti che dopo due mesi dalla scomunica
le mie esigenze sono cresciute : unicamente in seguito ad una pm speri­
mentata valutazione delle mie possibilità, che mi s forzo costantemente
di ragguagliare ai bisogni dei miei fratelli.
Questo, in linee schematiche, il quadro della situazione.
Tanta è la fiducia che nutro in te - fratello e collega - che mi
rimetto al tuo senno per le decisioni che ti paiano più convenienti.
Il Signore dia prosperità e forza al vostro angioletto.
Tante cose belle ad Adele.
A te un abbraccio riconoscente.
Ernesto B .
1
1 924
Lettere di Buonaiuti a }emolo
1 92 1 , dell'Università
Padre Gemelli e l'Università
Cattolica, in ivfodemismo, fascismo, cormmismo. Aspetti e figure della cultura e della politica dei cattolici nel
'900, a cura di G. Ross1 1, Bologna, 11 Mulino 1 972, pp. 1 51 - 1 79. La biografia più recente sul
Gemelli è quella di G. Cos�IACINI, Ge111elli. Il Machiavelli di Dio, Milano, Rizzoli, 1 985. Le « profferte>>
I l francescano Agostino Gemelli (Milano
1 878 - 1 959),
fondatore, nel
cattolica del Sacro Cuore, di cui fu rettore fino alla mone. Cfr. G. Ru�u,
a cui allude Buonaiuti riguardavano il trasferimento di Jemolo dalla facoltà giuridica di Bologna
79
all'Università cattolica di i\lilano in qualità di docente di diritto ecclesiastico. Sulla vicenda s i
veda in questo volume F. MARGIOTr l BRoGuo,
Buonaù1ti e ]emolo, § 4.
2 Per le analoghe considerazioni rivolte in proposito allo Jemolo dal suo maestro
Cn t•mtennio di corrispondmi(l Ru.ffìni-)emolo (19 12- 1932),
antologia>>, C X X V (1 990), 2 1 76, pp. 433-434.
cfr.
F.
Ruffini,
a cura di G. Z.INFARI!\0, in « N uova
3 Evidentemente Jemolo aveva rinunciato al bando di concorso di dirittO ecclesiastico
nell'ateneo fiorentino.
4
Mons. Carlo Perosi, fratello del famoso musicista, assessore
aveva avuto un incontro
5
nel 1 924,
Sant'Ufficio, con cui Buonaiuti
Lettera di mons. Camillo Caccia Dominioni, maestro di camera di Sua Santità, al Buonaiuti,
in parte riprodotta dal Niccoli, in
1'
al
poco prima della seconda censura ecclesiastica.
Pellegrino di Roma. . .
cit., p.
539
nota
1 36.
Dovrebbe trattarsi di don Brizio Casciola (notizia gentilmente comunicatami dal prof.
1 87 1 - Napoli 1 957), figura singolarissima di sacer­
Lettere ai cardinali di don Bri'{jo, Bologna 1 970; ID., Sllb l'Oce, in Di'{jonmio
storico del motù11ento cattolico in Ttalia 1860 - 1980, diretto da F. TRANIEU.O e da G . Cl \lP ININI, II,
l prota.�onisti, Casale MonferratO, Marietti, 1 982, pp. 95-97. Un ritratto umano di Buonaiuti da
Lorenzo Bedeschi). Sul Casciola (Montefalco
dote, cfr. L. B 1 DESCHI,
parte di Casciola è contenuto in un'interessante lettera di quest'ultimo a do n Giuseppe De Luca
dell'8
giugno
1 946,
pubblicata
«A \'Venire>>, l o marzo
7 11 gesuita Andrés
1918
al
1924 rettore
por J. S \cl
il
1 923
e il
Es -
1 995,
commentata da L.
Il Vangelo secondo l'eretico,
in
1 9 1 4 al 1 91 7 vice-rettore e dal
Miscelanea biblica Andrés 1-"Fmcindez preparada
<<Estudios eclesiasticos>>, 1 34- 1 35, 1960). Tra
noto biblista, dal
QL LR.I (num. spec. eli
il Fermindez aveva mostrato - osserva il Niccoli - « singolare benevolenza
e spirito di comprensione>> nei riguardi di Buonaiuti (cfr.
8
BEDESC H I ,
del Pontificio I stituto Biblico: cfr.
S. B IRT!\ 1 1 - J\f.
1 924
e
20.
Fermindez (1 870 - 1 960),
p.
Pe//egn/10 di Roma. .
.
cit., p.
539
nota
1 36).
Sui termini della proposta di mediazione Gemelli - J emolo a favore di Buonaiuti, si rinvia in
questo volume a F. ì\L\RGIOlT 1 B Roc. uo ,
Buonaiuti e }emolo, § 5.
14
Roma,
24
luglio
1 924
Mio carissimo J emolo,
Ti sono schiettamente riconoscente per le osservazioni che con
nobile e fraterna lealtà muovi al mio proposito di non far mancare alla
vita associata di San Donato il conforto e il cemento della celebrazione
quotidiana. A dirti il vero non condivido la tua valutazione del gesto
eventuale. Che cosa mai potrebbe nascondere esso di potenzialmente
scismatico? Anche a norma di diritto canonico io, tranquillo in coscienza
sulla radicale ingiustizia del decreto che mi ha colpito, potrei normal­
mente, nel segreto della mia cappellina privata, esercitare il mio potere
di consacratore del mistero eucaristico 1 • Ma a San Donato ci sarebbero
ragioni eccezionali per salire l'altare, per lo meno nei giorni del Signore.
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1924
Sono, lassù, escluso dal mondo, e le rrue condizioni fisiche non rru
consentono di scendere a Santa Scolastica, per mescolarmi al popolo
fedele 2. Dovrò restare per un mese senza messa? Precedenti storici
potrebbero aiutarmi a mostrare che tenere momentaneamente in non
cale una condanna e una censura inficiate d'intrinseca invalidità non
equivale in nessuna maniera a gettare il seme di uno scisma. Nacque
forse uno scisma dall'attitudine di Sarpi di fronte all'interdetto di Paolo
V? Al contrario, non valse la sua resistenza a far sì che interdetti così
intempestivi non se ne lanciassero più?
Ma, prescindendo da tutte queste considerazioni teoriche, io non
so essere sordo ad apprensioni amichevoli e affettuose come le tue.
È quasi sicuro ormai che mi asterrò scrupolosamente - con più acuta
pena lassù - dal celebrare : e di questa mia decisione le tue parole sono
state senza dubbio la ragione più forte.
Curioso che ci siamo incontrati a fare, per Paolo Sarpi, un lavoro
così affine! 3 Tutto il mio materiale è già presso l'Ojetti 4. Ma io non
sono un deprezzatore come te della mente dell'inflessibile servita. Che
fosse uno spirito prevalentemente cerebrale, arido e freddo, mi sembra
non possa revocarsi in dubbio. Ma che non possedesse capacità ftlosofi­
che e raziocinative eminentissime non mi acconcerei ad ammetterlo. Del
resto, ci leggeremo ... e ci criticheremo a vicenda amabilmente!
Da Casati 5 non mi attendo nulla di meglio di quel che non mi sia
potuto attendere dal suo predecessore. Anzi, a rigore, potrei temere di
essere incappato in un ... disciplinatore anche più ostile. Non è causa, di
solito, di postumi bistrattamenti il cadere sotto le grinfie di chi condivise
con noi, in altri tempi, speranze ed ideali, che poi abbandonò, perché,
forse inconsciamente, valutò tutta la loro radicale incapacità di condurre
in alto? Ma ormai tutto il male che l'idealismo poteva fare a me, ai miei
studi, alle mie aspirazioni, è stato fatto. Casati, in fondo, non è che un
provvisorio riparatore.
Può darsi che Bardi 6 venga a San Donato. Come forse sai, egli ha
sposato, e già mi ha detto che condurrà la sua Signora a Subiaco. Di là
a San Donato è inevitabile il tragitto.
Turchi ... 7 è commissario per la q1aturità classica in un liceo di Roma.
n « Bollettino» per ora non uscirà. Esso aveva una ragione di esistere
di contro alla « Rivista trimestrale» del nostro amico Bonucci 8 quando
essa aveva probabilità di raggiungere, mercé l'approvazione ecclesiastica,
un pubblico ortodosso cui il periodico condannato di Perugia non
sarebbe mai giunto. Ora che tale possibilità è svanita, fare ancora uscire
il nuovo « Bollettino» sarebbe proprio un voler fare la concorrenza
all'iniziativa del Bonucci. E la cosa sarebbe tanto più indelicata ora che
il Bonucci, sofferente e malandato, non riesce a far uscire regolarmente
i suoi fascicoli. Attendo quindi momento più acconcio 9.
Mi fa piacere di saperti costassù, con la tua Adele e il tuo piccolo,
che, auguro, sarà ora perfettamente riavuto dall'impressione provata al
primo saluto della montagna.
La quale, è vero?, è un po' arcigna al primo incontro ; ma si rivela
p01, qual'è, madre amorevolissima.
Ricordi la nostra ... traversata del Terminillo? 1 0
Ti desidero ogni bene e ogni gioia.
Saluti devoti alla tua Adele.
Ti abbraccio con affetto.
Tuo
E. Buonaiuti
Io sarò a San Donato il 1 o di agosto.
80
1
81
Circa il problema della validità e degli effetti della scomunica ingiusta, si veda l'autorevole
parere del canonista F . X . WERNZ,
lus decretalium,
VII,
!IIJ poenale,
Prati, Giachetti,
1 9 1 3,
p.
1 74:
«Censura manifeste sive notoria iniusta et invalida neque in foro externo neque in foro interno
ullum producit effectum. Quare huiusmodi censura, cum non existat neque obligationem inducat,
\>iolari potest, quin poenae violatoribus statutae incurrantun>. Per le posizioni post-codicistiche,
cfr. F . X . \X'ERNZ - P. VJD \ L,
Ius canonicum,
lt1s poenale ecclesiasticum,
VII,
Romae
1 937,
p.
231 .
2 I l monastero di Santa Scolastica di Subiaco, appartenente alla congregazione cassinese della
primitiva osservanza, distava infatti circa un'ora di cammino dal romitorio di San Donato.
3
]emolo stava preparando sul Sarpi un volume di
a Firenze, nel
1 925.
Pagine scelte,
che uscirà presso Vallecchi,
Buonaiuti, dal canto suo, lavorava ad un'antologia sarpiana che, con una
sintetica introduzione, vedrà la luce a Milano nel
pùì belle pagine di Paolo Sarpi.
4 Ugo Ojetti (Roma 1 87 1
- Firenze
1 946),
1 926
presso la casa editrice Treves col titolo Le
noto saggista e giornalista. Probabilmente viene
chiamato in causa dal Buonaiuti quale consulente della casa editrice Treves.
5 Alessandro Casati (Milano
1 88 1 - 1 955),
studioso e uomo politico. Aveva partecipato arriva­
mente al movimento modernista italiano con la fondazione, nel
1 907,
della ri\>ista « Il Rinnova­
mento», insieme con Antonio Ajace Alfieri e Tommaso Gallarati Scotti. Successivamente si era
avvicinato intellettualmente al Croce; subito dopo la prima guerra mondiale, aveva aderito al
fascismo ed era stato eletto senatore del Regno il
3
gennaio
1 925
1o
marzo
1 923.
Dal
30
giugno
1 924 al
sostirui Gentile al Ministero della istruzione. L'antica e comune militanza
Lettere
82
di Buonaiuti a ]emolo
1 924
modernista aveva fatto sperare a )emolo in un intervento teso a sbloccare la situazione accademica
di Buonaiuti. Questi, oltre che nella lettera, esprimerà un severo giudizio sul Casati in
Roma. . .
Pellegrino di
70-71 . Per le valutazioni di Jemolo su questa figura di « modernista», cfr. A . C .
Introduzione, a Tre cattolici liberali. Alessandro Casati, Tommaso Gal/arati Scotti, Stefano ]acini,
cura di A. Pr.t.LtGRit-. 1 , Milano, Adelphi, 1 972, pp. 37-60, i n particolare pp. 45-46.
6 Giovanni Bardi (Roma 1 884 - 1 954), proprietario della tipografia del Senato ed editore.
cit., pp.
83
15
Roma, l settembre
1 924
J F\10LO,
a
Aveva patrocinato la pubblicazione di due periodici del Buonaiuti : il « Bollettino di letteratura
1 9 1 4 - giugno 1 9 1 5) e la « Rivista di scienze delle religioni», dal gennaio
Pellegrino di Roma... cit., pp. 1 42, 1 45, 530 nota 84). Alla sua casa editrice, fondata nel
critico-religiosa» 0uglio
1916
1919
(cfr.
con la denominazione « Libreria di scienze e lettere», collaborarono, tra gli altri, Adriano
Tilgher, Giovan Battista Grassi, Giuseppe Lugli e Alessandro D'Ancona.
7
i cola Turchi (Roma
1 882 - 1 958),
sacerdote e studioso di storia delle religioni. Sarà
il
compagno inseparabile di Buonaiuti in molte sue vicende, dagli anni del Seminario Romano fmo
alla sua morte. Professore nel collegio di Propaganda Fide, nel luglio
per sospetti di modernismo. Tradusse la
due f..ettere di un prete modemista. Fu uno
di storia delle religioni, Torino 1 9 1 2). Per
Storia antica della Chiesa
1 9 1 0 fu
costretto a dimettersi
di Duchesne e scrisse le prime
degli iniziatori della scienza religionista in I talia
(Manuale
la sua collaborazione redazionale alla rivista « Rivista di
scienze delle religioni» diretta da Buonaiuti, il
12
aprile
1916
venne sospeso <<a divinis» con
decreto del Sant'Ufficio. Libero docente di storia delle religioni presso l'Università di Roma dal
1916
1 935 al 1 940 presso l'Università
1 937 - 1 938 anche a Pisa. Cfr. Pellegrino di Roma... ci t., pp.
1 45- 1 46, 5 1 3, 521 ; Il gmppo radicale romano, 6. Carteggio Turchi - Ho11tin, a cura di L. BEDESCHI, in
<<Fonti e documenti», Centro studi per la storia del modernismo, l , 1 972, pp. 298-31 7 ; L.
FioR lt-.I, Modemismo romano, 1900 - 1922, in <<Ricerche per la storia religiosa di Roma», 8, 1 990,
pp. 1 27- 1 28, 1 42- 1 43.
H 1\Jessandro Bonucci (Ponte Felcino, presso Perugia, 1 883 - 1 925), filosofo del diritto e studioso
di filosofia e religione. Laureatosi a Roma in giurisprudenza (con una tesi su Lo legge comune nel
pensiero greco pubblicata a Perugia nel 1 903) e poi in filosofia , rra il 1 91 O e il 1 9 1 5 pubblicò tre
opere filosofiche : Verità e realtà (Modena 1 9 1 1), Lo derogabilità del diritto nal11rale nella scolastica (Perugia
1 906) e Il fine dello Sta/o (Roma 1 91 5). Docente di fllosofia del diritto a Camerino, nel 1 9 1 O
a Perugia, nel 1 9 1 1 a Cagliari, come ordinario, dal 1 9 1 2 al 1 922 all'Università di Siena. Nel 1 922
al
1 935,
ebbe l'incarico per questa medesima disciplina dal
di Firenze e per l'anno accademico
aveva chiesto e ottenuto il trasferimento nell'ateneo di Palermo ma, a causa del suo stato di salute,
1920 a tutto
1 923 la <<Rivista di studi filosofici e religiosi». Su di lui, cfr. G. QL IDRJ, sub voce, in Enciclopedia
filosofica.. . ci t., l , Roma 1 979, col. l 01 3 ; P. CILWERI - F. PARE!"TE, sub t•oce, in Diifonario biografico degli
italiani, Xll, Roma, I stituto dell'Enciclopedia italiana, 1 970, pp. 450-452, e, per i suoi rapporti col
Buonaiuti : E. CJoccA, L 'esperienza modemistica di Alessandro Bonucci. . . ci t., pp. 3 1 9-426.
9 Già nell'aprile 1 924 Buonaiuti aveva germinato l'idea di dare vita a una nuova rivista di
vi si poté recare solamente per pronunciare la prolusione. Bonucci fondò e diresse dal
il
studi religiosi - un " nuovo Bollettino" - che potesse servire di sbocco immediato ai suoi
scritti e a quelli della sua scuola (cfr.
ibid.,
pp.
420-428). Tale proposito si
Peflegrino di Roma...
dell'estate seguente con l'assenso dei suoi allievi (cfr.
rafforzò nel corso
cit., pp.
220-221 ) .
Sennonché l a cessazione della rivista del Bonucci e l e cattive condizioni della sua salute, spinsero
Buonaiuti a rinviare la decisione.
10
Non si conosce l'occasione e la data dell'escursione sul Terminillo (m.
221 3) ,
compiuta
da Buonaiuti e da Jemolo. ll proposito di ripetere tale esperienza ritornerà in altre tre lettere
a quest'ultimo
(1 3
e
29
giugno
1 927, 4
agosto
1 928).
Quattro mesi prima Buonaiuti aveva
scritto a Remo Missir: << Amo la montagna fmo alla mania ... >> (cfr. lA
p.
1 8) .
vita allo sbaraglio...
cit.,
Mio carissimo J emolo,
Eccomi, da ieri l'altro, reduce dall'eremo montano che tu conosci,
tornato alla mia vita uniforme di lavoro e di raccoglimento, qui nella mia
silenziosa stanza nomentana. Sono molto soddisfatto del mio San Donato,
quest'anno. Ho avuto intorno a me pochi compagni, ma fervidi, volente­
rosi, profondamente affiatati. Sono in particolar modo felice dell'inquieto
e tormentato Lazzarini 1 , che sale ogni anno la nostra montagna e que­
st'anno, mi ha confessato, ha sentito come dischiudersi nuovi orizzonti
dinanzi ai suoi occhi irrequieti e insoddisfatti. Spero molto da lui.
Non ti so fare più le lodi adeguate dei due più giovani miei allievi :
il Donini 2 e il Giannelli 3. Ad una intelligenza tempratissima accoppiano
entrambi una rara finezza di psicologia. Sono, oggi, le mie principali
ragioni di fiducia.
Ed ora son qui nuovamente al mio vecchio scrittoio. Un anno ben
burrascoso mi si para dinanzi. Non sono proclive a previsioni pessimi­
stiche, ma mi par eli scorgere all'orizzonte troppi sintomi allarmanti,
perché' non debba risentirne in cuore una fonte di trepidazione, e, dirò
la parola, eli sgomento. Ma allora, domanderai tu, perché inasprire la
situazione già tanto minacciosa con atteggiamenti o gesti eli risoluta
polemica? Hai astrattamente ragione. Ma ormai, si confermerà, c'è una
logica nel mio operato che mi trae imperiosamente e a cui mi par vano
reagire. Il Signore mi aiuti ché la mia azione, momentaneamente « scan­
dalosa», riesca alla fine eli edificazione spirituale.
Le mie condizioni eli salute sono ora ottime. Son tornato da San
Donato irrobustito e ... purtroppo, più pesante eli quando son partito. Ma
avrò tanti modi eli perdere i vantaggi del riposo e della cura ricostituente!
Qui mi son rimesso subito alacremente al mio Lutero. Ma non sarà
pronto, il manoscritto, prima del tramonto dell'anno 4•
Hai ragione di osservare che il vol. XX della Collezione 5 non ha
bisogno eli -essere preparato d'urgenza, quando non si vede ancora il
primo. Ma ti avverto che il Manuale è ormai, veramente, alfine, eli
imminente pubblicazione 6 e che sarebbe eli molto buon gusto pubblicare
a breve distanza eli tempo il primo e il ventesimo volume di una raccolta.
E a chi può piacere più che a te eli fare cosa eli buon gusto?
Lettere
84
di Buonaiuti a ]emolo
A pena tornato a Roma ho colto intorno, nei manifesti, nei giornali,
.
nelle chiese, direi quasi nei volti, gli indizi della orribile situazione
spirituale in cui tutti versiamo. Che sarà fra due mesi? Mistero : e mistero
poco rassicurante ... 7
Salutami cordialmente la tua Adele.
Auguri della massima floridezza al vostro piccolo.
A te un abbraccio.
Ernesto B .
Ti vedrò veramente a Roma nel Natale? Quanto lo bramerei!
1
Su di lui v. lettera n. 5 nota 1 .
2 Ambrogio Donini (Lanzo, presso Torino, 1 903 - Rignano Flaminio 1 99 1), storico delle
•
religioni e uomo politico. Uno degli allievi prediletti di Buonaiuti, da lui frequentemente ricordato
in Pellegrino di Roma (ad indicem). Militante politico nel Partito comunista italiano, svolse un'intensa
attività pubblicistica antifascista dal 1 928 al 1 945 sia in Francia che negli negli Stati Uniti.
Rientrato in Italia ricoprì diversi incarichi politici, tra cui quello di ambasciatore in Polonia dal
1946 al 1 948 e quello di senatore nella Il e I I I legislatura. Fu incaricato di storia del cristianesimo
nell'Università di Roma per un decennio e, dal 1 960 al 1 97 1 , titolare della stessa disciplina
a Bari. Per i suoi rapporti col Buonaiuti cfr. le diverse annotazioni in La vita allo sbaraglio... cit.,
e in specie p. 27 nota 2 e p. 333, nota 1 .
3 1 1 riferimento è, probabilmente, al romano Ciro Giannelli (1 905 - 1 959), in seguito « scrittore»
della Biblioteca apostolica vaticana, autore di alcuni studi di carattere erudito sulla letteratura
greca e slava nonché curatore della descrizione dei Codices Vaticani graeci (2 voli., Città del
Vaticano, 1950 e, postumo, 1 961).
4 Cfr. lettera n. 3 1 nota 4.
5 Buonaiuti alludeva ad un volume che avrebbe dovuto essere scritto da ]emolo sulla storia
della Chiesa dalla Controriforma al Vaticano I per la «Biblioteca di critica religiosa>> dell'editore
Campitelli di Foligno. Cfr. in questo volume la lettera del 1 7 aprile 1 923.
6 Si tratta del più volte ricordato Manuale introduttivo alla storia del Cristianesimo (l, il Cristianesimo
primitiiJO, parre I, l primi tre secoli) che, ideato dal Buonaiuti e dai suoi allievi nei mesi estivi del
1 922 nel ritrovo di San Donato, uscirà a Foligno nel 1 925 come I volume della I I sezione
dedicata alle religioni bibliche.
7 Probabile riferimento alla drammatica situazione politica italiana, che il 10 giugno precedente
aveva visto proprio a Roma l'assassinio di Giacomo Marreotti e il 27 giugno il ritiro sull'Aventino
dei partiti di opposizione al fascismo.
1 925
85
16
Roma, li 1 9 marzo 1 925
Mio canssuno,
Comprendo perfettamente come l'ultima mia ti abbia dato la sensa­
zione di uno stato eli malessere e eli inquietudine in cui verserebbe
l'anima mia.
Per quanto io cerchi con tutte le forze eli affrontare le terribili
responsabilità che nascono dalla paradossale mia situazione avvivando
la mia condotta eli serenità e di fiducia, il conflitto profondo che
è alla radice della mia vita spirituale oggi non può non trapelare, più
o meno distinto, attraverso tutte le mie enunciazioni e tutti i miei
atteggiamenti.
Questi eminentissimi « Padri» della Suprema 1 che mi hanno posto,
con tanta precipitazione e tanta disinvoltura, al più drammatico bivio
che possa offrirsi ad anima eli sacerdote cattolico, non sapranno mai
- per loro fortuna - eli quali angoscie e di quali incertezze abbiano
disseminato il mio cammino 2 .
Non è che io non veda, nitidamente implacabile dinanzi a me, la
meta cui debbo tendere con l'arco teso eli tutte le mie volontà e eli tutte
le m1e nsorse.
Ma ci sono doveri che costano lacrime e sangue. E il mio, oggi,
è di tal genere.
Di qui un'intima pena quotidiana che abbrucia le g�me del mio
proselitismo e insidia irrimediabilmente il sonno della mia giornata.
Il p. Gemelli non mi sembra ti abbia detto tutta la verità quando ti
ha dichiarato che con un paio d'anni di aspettativa la vertenza si sarebbe
potuta tranquillamente appianare. Questa fu la proposta che il Gemelli
stesso formulò a me, in una conversazione benevola e cordiale, della
quale gli serberò imperitura gratitudine 3.
Ma egli stesso, dopo aver ottenuto una mia generica adesione, mi
fece sapere per lettera che la proposta non aveva riscosso in alto il
consenso che si riprometteva. Del resto del colloquio del Gemelli col
Papa a mio riguardo io non ho avuto mai chiara contezza 4•
Ora eccomi al più oscuro sbaraglio.
86
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Mi si vocifera da varie parti che la scomunica suprema è per
scivolare sul mio capo. L'esilio sarà da quel momento completo e pro­
babilmente irrimediabile.
Sono preparato all'estremo affronto. Ormai sento, che, qualunque
cosa sia per accadere, non altererà i caratteri che la mia esistenza ha
assunto dinanzi all'ideale cui mi sono votato e alle responsabilità che mi
sono addossato di fronte alle anime che mi seguono.
Giuoco una rischiosissima carta. Ma non posso più ritirarmi dalla
partita.
L'avvenire, se Dio mi aiuta, sarà la riprova della coerenza delle mie
intenzioni.
Sono molto meravigliato di sapere che Una fede 5 non ti è pervenuta.
Te l'avevo spedita senza indugio. Fanne ricerca. Altrimenti te ne manderò
un altro esemplare.
Saluti cordiali alla tua Adele.
Abbracci affezionati.
Tuo
E. Buonaiuti
1 l membri della Suprema Congregazione del Sant'Ufficio, allora composta dai cardinali
Raffaele Merry del Val, segretario, Gaetano De Lai, Basilio Pompili, Pietro Gasparri, Guglielmo
Van Rossum, Andrea Fruhwirth, Donato Sbarretti, Oreste Giorgi, Ludovico Billot, Michele Lega
(Annuario pontificio per l'anno 1924, Roma, tip. Poliglotta Vaticana, 1 924, p. 396).
2 Con decreto del 28 gennaio 1 925 il Sant'Ufficio aveva privato il Buonaiuti del diritto di
vestire l'abito ecclesiastico, «in pena della sua pertinace disobbedienza», condannate le sue nuove
pubblicazioni nonché la rivista « Ricerche religiose» da lui diretta (cfr. «Acta Apostolicae Sedis>>,
XV1 1, 1 925, p. 69).
3 Sui contatti di padre Gemelli - « missus dominicus>> - col Buonaiuti alla fine del 1 924, si
veda Pellegrino di Roma... cit., pp. 240 e seguenti. Il iccoli, nella preziosa annotazione di
quest'opera, riferisce d'un primo scambio epistolare aperto dal Gemelli il 29 ottobre 1 924 e di
colloqui a Roma nel corso del novembre successivo (ibid., p. 540 nota 1 60). A risvegliare le
preoccupazioni della gerarchia ecclesiastica era stato l'annuncio della pubblicazione delle «Ricerche
religiose>>. Cfr. anche L. BEDI·:SCI II, B11onaiuti, il concordato. .. cit., p. 90.
4 Scrive in proposito il Niccoli : «il padre Gemelli parlò con il Santo Padre ; ma nulla poté
farsi di fronte alla richiesta avanzata a Buonaiuti di abbandono alla sua attività didattica>> (cfr.
Pellegrino di Roma... cit., p. 541 nota 1 60).
5 E. Bn) All'TI, Una fede e 1111a disciplina, Foligno, Campitelli, 1 925 (ma, in realtà, novembre
1 924). Si trattava di una documentata autodifesa del Buonaiuti scritta durante l'estate precedente
nell'eremo di San Donato (cfr. La t'Ìta allo sbaraglio. .. cit., p. 30 nota 5). Vi erano ripercorse le
tappe salienti dei suoi rapporti con la gerarchia ecclesiastica dal 1 92 1 al 1 924.
1925
87
17
Roma, 7 luglio 1 925
Mio canss1mo,
Comprendo come siano state prese le tue giornate in questo scorcio
di anno accademico, fra le tue cure familiari e i tuoi oneri accademici.
Godo tanto nel sapere che Adele va riacquistando ormai rapida­
mente le sue forze e che nell'intima calma della vostra casa va ritem­
prando magnificamente i suoi nervi. Che il Padre di tutte le gioie non
cessi un giorno solo di ricolmare di serenità e di letizia le vostre mura
e che i giovani virgulti, nativi intorno, crescano prosperi e rigogliosi,
sotto l'alito del vostro amore e della vostra tenerezza! 1
Anch'io ripenso con emozione al giorno in cui ebbi la gaudiosa
ventura di benedire le vostre nozze e nnnovo voti, che, con tanto
fervore, quel dì formulai per voi.
Non ti lamentare del tuo isolamento. È ancora la più bella dote
che possa toccare in questo mondo amarissimo e moralmente miserabi­
lissimo in cui ci è toccato di vivere.
Sono anch'io pessimista. L'accademia verbale copre intorno una
immensa povertà di spiriti e di ideali. Ogni giorno più spregevole ci
appare tutto ciò che non investe quella «civitas aeterna» per la quale
solamente val la pena di vivere.
Sì, Donini è per me, una superba speranza. Il suo dottorato è stato
un genuino successo 2• Ora si porrà all'opera, ché gli operai son pochini
veramente e il lavoro è tanto. Suppliamo alla scarsezza del numero con
l'entusiasmo della fiducia. Il Signore ci aiuterà.
Quando penserai al volume per Campitelli? Bada bene che non
rinuncio alla tua collaborazione per la Biblioteca 3.
Io non andrò a San Donato prima dell'agosto incipiente. Ho molte
cose da compiere ancora qui prima di muovermi.
Ho consegnato le ultime [...] 4
1 La famiglia ]emolo si era accresciuta con la nascita della secondogenita Adele Maria il 26
maggio 1 925.
2 Cfr. Pellegrino di Roma... cit., p. 344. La dissertazione di laurea del Donini fu stampata
a Roma nel 1 925 presso la Libreria di cultura col titolo Ippolito di Roma. Polemiche teologiche
e confrot•ersie disciplinan· nella Chiesa di Roma agli inizi del III secolo.
3 Cfr. lettera n. 8.
4 Manca il seguito della lettera.
88
1 925
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
18
Roma, 25 settembre 1 925
Mio canssuno,
Anch'io dirigo la mia lettera a Bologna nella suppos1z10ne che tu
sia disceso dall'Appennino e abbia ripreso la tua vita cittadina. A uguro
con tutto il fervore dell'anima che la villeggiatura montana abbia arrecato
il massimo vantaggio alla tua Adele e ai tuoi piccoli. Tu ti accingi ormai
a riprendere il tuo lavoro intensissimo, che ti auspico denso di soddisfa­
zioni e di lieti successi.
Bravo che hai rimesso mano al tuo Giansenismo 1• Ed ora tornerai
a !asciarlo dormire? Non sarebbe davvero degno di te. Perché non ci
attendi fino a ultimarlo? Ah, se potessi dare presto io il tuo volume
della Biblioteca! Ma, lo so : tu fai appello al carico gravoso del tuo
insegnamento. Ed io non oso replicare. Penso sempre che col duplice
insegnamento 2, con l'esercizio della professione 3, con le tue mille in­
combenze marginali, tu hai sottoposto le tue energie - così belle e così
vigili - a un duro sforzo. Non abusare, però, delle tue possibilità.
n tuo stato d'animo, al cospetto della situazione generale degli spiriti
fra noi, ha raggiunto, a quanto vedo, una stranissima condizione di
equilibrio instabile. Non riesco ad antivedere dove essa andrà a metter
capo. Per mio conto, ho preso ormai dinanzi a me stesso formale
impegno di non dedicare più, alla politica, un secondo solo del mio
tempo. In quarantacinque giorni di dimora sandonatese non ho fatto
pervenire in montagna un solo giornale. Qui mi propongo di seguire la
stessa consegna dell'astinenza.
In compenso lavorerò di più. Ti invito a riguardare sulla terza
pagina della copertina dell'ultimo fascicolo di « Ricerche Religiose» che
a quest'ora deve esserti pervenuto, il novero delle pubblicazioni imminenti
cui sono interessato 4• Ti paiono sufficienti e proporzionate alle forze di
cui disponiamo?
Il Signore mi aiuti nell'attuazione del programma cm cerco da
vent'anni di mantenere fede.
Saluti cari ad Adele.
E baci ai tuoi piccoli.
A te un abbraccio.
Ernesto B.
89
1 Allusione agli srudi di Jemolo sul giansenismo, che erano cominciati con la monografia
.\ialo e Chiesa negli scrittori politici italiani del Seicento e Settecento, edito a Torino nel 1 9 1 4 e ristampato
a Napoli nel 1 972 a cura di F. MARGIOTI \ BRoGuo (su cui si veda J. GAL'DF.MFT, Le premier livre
d'tm grand I!Jailre, in Ciomata Linrea nel centenario della nascita... cir., pp. 3 1 -36), e continuati negli
anni 1 920- 1 923 con diverse recensioni e due saggi : Dottrine teologiche dei giansenisti italiani dell'ultimo
.lèttecenlo, in « Rivista trimestrale di studi filosofici e religiosi>>, 1 920, pp. 431 sgg., e con la
rassegna storiografica !l Giansenismo italiano, in <<Rivista storica italiana», XL (1 923), pp. 268-284.
2 Oltre all'insegnamento di diritto ecclesiastico, a Jemolo venne affidato, dietro nulla osta del
rettore della stessa e su proposta della Facoltà di giurisprudenza di Bologna, anche l'incarico
dell'insegnamento di diritto amministrativo e di istituzioni di diritto pubblico presso quest'ultimo
ateneo Oerrera del Ministero della pubblica istruzione del 12 gennaio 1 926 al rettore dell'Università
di Bologna).
3 Com'è noto, fin dagli anni giovanili Jemolo affiancò all'attività didattica e scienti fica,
l'esercizio della professione forense e un costante impegno giornalistico. Su questi diversi aspetti
della personalità di Jemolo si vedano i saggi di A. LF.vl, }emolo giomalista, e di E. BIM!ONT!, Arturo
Carlo )emolo m•t•ocato, contenuti rispettivamente alle pp. 57-61 e 95- 1 0 1 del ricordato volume
commemorativo promosso dall'Accademia dei Lincei. Cfr. anche M. BERRJ, L'"Avvocato>> Arturo
Carlo }emolo, in « 11 diritto ecclesiastico>>, XCIII (1 982), pp. 1 2- 1 6. Giova infine ricordare che
diversi casi legali a lui sottoposti diventeranno, diversi decenni più tardi, l'oggetto della rubrica
Cii occhiali del giurista da lui tenuta nella << Rivista di diritto civile>> e formeranno, con lo stesso
titolo, due volumi editi a Padova nel 1 980 e nel 1 985.
4 L'elenco delle <<pubblicazioni imminenti>> di Buonaiuti stampato nella terza pagina del numero
di settembre 1 925 delle <<Ricerche religiose>> comprendeva il volume antologico Paolo Sarpi nella
collana <<Le più belle pagine degli scrittori italiani>> della casa editrice Treves e il profilo San
Francesco per l'editore Forrniggini. Tra le pubblicazioni <<in preparazione e sotto stampa>> figuravano
poi il profilo Cwì di Nazyreth, sempre nella collana di Formiggini, il volume Lutero e la Rifom;a in
Germania, presso lo Zanichelli, l..e 01igini dell'ascetismo cristiano, per il Campitelli di Foligno, e Le
modemisme, per l'editore parigino Rieder e C.
19
Roma, 1 7 ottobre 1 925
Mio carissimo J emolo,
Come già ti ho preliminarmente dichiarato, non intendo affatto
giudicare il tuo operato. Ho troppo alta stima di te per consentirmi un
apprezzamento su una decisione, la quale deve essere sgorgata dalla
considerazione di una quantità di elementi, molti dei quali probabil­
mente sfuggono del tutto alla mia percezione ... a distanza. E appunto
perché pongo così in alto la tua rettitudine e la tua nobiltà di propositi,
son sicuro che l'approvazione e l'assistenza di Dio non mancherà né
pure in avvenire alle forme del tuo lavoro e alla esplicazione della tua
illuminata attività.
90
Io elissento da te, raelicalmente, però, sul modo eli giuelicare la
20
Roma, 1 1 novembre 1 925
situazione in generale della nostra cultura e della nostra organizzazione
accademica, e sul modo eli valutare, in particolare, l'istituto cui ti vai ad
aggregare e gli uomini che lo presiedono.
Se questo istituto
1
91
1925
Lettere di Buonaiuti a }emolo
fosse nato a rincalzo e a riprova eli una lucida
e consapevole idea cristiana, io capirei anche quel poco larvato machia­
vellismo che il suo supremo organizzatore sta su larga scala applicando.
Ma l'università eli tipicamente, fortemente cattolico non ha che il
titolo e la censura sulle pubblicazioni. Chiamare - pompare anzi a suon
eli valsente - dalle università dello Stato una schiera eli professori
e immatricolarli sotto l'egida del Sacro Cuore non significa davvero recare
un apporto qualsiasi alla causa della religiosità cristiana in Italia.
Che se pur penso che questo medesimo uomo 2 ha legato la sua
iniziativa alla fortuna effimera eli un partito e eli un governo che sappiamo
quali sono - e la raccomanda al patrocinio complice eli un rappresen­
tante s facciato delle forme più anticristiane eli pensiero che la modernità
conosca - penso con angoscia che il francescanesimo è giunto alla più
grossolana contaminazione e che il mondo va elietro ai simulacri più
esosi e più corrompenti 3.
aturalmente contando sulla semplice ingenuità eli molti ben inten­
zionati.
Fra cui tu sei senza dubbio quegli che doveva fare, a Milano,
Mio canssuno Carlo,
Ti sono vivamente grato della bella pagina che mi hai scritto, ponendo
così integralmente a nudo la tua anima nel momento in cui ti accingi
a trapiantare altrove la tenda del tuo lavoro e delle tue idealità 1 .
Non esito a dirti schiettamente che auguro l a realtà debba apporre una
smentita inoppugnabile alle mie preoccupate previsioni e alle mie fosche
valutazioni, e l'ambiente da te preferito ti offra realmente quelle possibilità
di libero ministero, le quali consentano alla tua intelligenza e al tuo cuore di
espandersi proficuamente.
Senza dubbio, le mie amare esperienze sono pur qualcosa nei giudizi
che ho formulato e nelle preferenze che ho dimostrato. Ma potresti tu dire
che io abbia affrontato le mie prove con animo prevenuto o con tendenza
all'esagerazione? E le mie dolorose iatture non sono, anch'esse, una rivela­
zione abbastanza eloquente di un altro dei lati preoccupanti della nostra vita
spirituale e non è ragionevole trarne motivo eli apprezzamento per uomini
e cose?
Comunque, tu vai, e il Signore ti accompagni! Con animo fraterno, ti
seguo con i voti più fervidi.
Fammi aver notizie, sempre, eli tutto ciò che fai. Perché, probabilmente,
in fondo a tutte le mie recriminazioni e a tutte le mie paure, c'è la stima
maggior gola.
Ho molto desiderio di vederti qui, col tuo Guglielmo.
altissima dei tuoi doni e la preoccupazione assillante eli saperli in pericolo di
Telefonami.
essere sepolti.
Saluti devoti ad Adele.
Ernesto
B.
Un bacio al tuo piccolo, eli cw rivedo l'immagine, così graztosa.
A te un abbraccio.
1 L'Università cattolica del Sacro Cuore, presso la quale Jemolo non senza esitazioni aveva
deciso - raccogliendo l'invito del rettore Gemelli - di andare ad insegnare diritto ecclesiastico.
A chiarire i motivi della decisione di Jemolo di trovare riparo alla <<Cattolica>>, concorrono due
recenti contributi : il carreggio col suo maestro Francesco Ruffìni, edito col titolo Un ventennio di
conispondenza Ruffini - ]emolo (19 1 2 - 1932)... ci t., e altri documenti utilizzati da F. MARGlOTTA
BROGLIO, A rturo Carlo ]emolo e Vincenzo Del Giudice, in <<]us>>, XXXIX (1 992), pp. 228-234.
2 Padre Agostino Gemelli. Sull'Università cattolica di Milano negli anni Venti, ci si limita
a segnalare, tra gli studi più recenti : L. MANGONl, L 'Università cattolica del Sacro Cuore. Una risposta
della cultura cattolica alla laiciz'?flzione dell'insegnamento superiore, in La Chiesa e il potere politico dal
iltedioei'O all'età contemporanea, a cura di G. CIHTIOI.lt'-.1 e G. MICcou, Torino, Einaudi, 1 986, pp.
975- 1 0 1 4 (Storia d'Italia. Annali 9).
1 Echi di questa polemica contro il <<francescanesimo>> di Gemelli in Pellegrino di Roma. .. cit., p. 243.
Ernesto
1 Jemolo insegnerà diritto ecclesiastico alla Facoltà di Giurisprudenza della <<Cattolica>> dal 16
dicembre 1 925 al 1 6 ottobre 1 927 (cfr. F. MARG 101TA BROGLio, Arturo Carlo ]emolo e Vinceni'P Del
Giudice,... cit., pp. 234-239). Sui docenti e sugli indirizzi di questa Facoltà in quegli anni, cfr. G.
BoGNfTn, La m/tura giundica e le Facoltà di Giurispmden'?fl a Mi/ono nel secol!i ventesimo. Abbozzo di una
storia, Milano, Giuffré, 1 99 1 , pp. 76-93.
92
1 926
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
93
Ma a dimostrazione delle mie intime disposizioni ho chiesto ieri
21
Roma,
16
gennaio
1 926
l'altro mattina al Ministero eli essere posto in aspettativa, per ragioni eli
famiglia 3•
E d ora attendo, con rassegnazione, gli eventi, sicuro eli aver fatto
Mio carissimo,
Ieri l'altro sera, a] momento eli salutare p. Gemelli alla stazione
1,
h o saputo d a lui che tu gli avevi scritto una pressantissima lettera,
scongiurandolo eli fare il possibile affinché la mia amara vertenza potesse
essere composta con dignità e con soddisfazione universale.
Ti ringrazio dal profondo del cuore per la premura assuntati in mio
in coscienza quel che mi era consentito.
Non so come tu mi giudicherai. Ma, nel tuo giudizio, so che porterai
la consapevolezza lucida della tremenda crisi eli cui la mia anima è la
scena da un ventennio ormai e che invece eli placarsi si va ogni giorno
più esasperando.
Ti abbraccio.
favore.
Ernesto
Purtroppo non mi pare che ci sia molto da sperare. P. Gemelli, in
complesso, merita la mia gratitudine. Ha consacrato molto tempo per
me, in giorni che dovevano essere per lui singolarmente movimentati, e,
più eli una volta, ha vinto il suo carattere, che deve essere straordinaria­
Ho ricevuto regolarmente la tua lettera e il tuo pronto abbonamento.
Grazie.
mente facile alla irritazione e naturalmente portato ai gesti eli imperio,
per mostrarsi amabile e ragionevole.
Ma è inutile : il dissenso è troppo profondo e la tenacia nelle
condizioni richiestemi fin dal primo momento troppo risoluta perché sia
consentito nutrire illusioni 2.
D 'altro canto, non potrei dire, ora, a conversazioni interrotte, che il
p. Gemelli fosse l'interlocutore ideale. V'è qualcosa eli impetuoso in lui ­
e nel medesimo tempo qualcosa eli presuntuoso Oa potenza morale
e finanziaria mi sembra abbia inoculato nelle sue vene un po' eli megalo­
mania), per cui mescola intempestivamente le minacce ai complimenti, la
1 li Gemelli era stato invitato dalla Segreteria di Stato a recarsi a Roma per concertare col
Buonaiuti le condizioni d'una possibile sua reintegrazione nella Chiesa, dopo che questi, nei
giorni di Natale, si era rivolto a Pio XI per chiedere la revisione dei procedimenti ecclesiastici
(cfr. Pelleg!ÙJo di Roma ... cit., pp. 240-242).
2 Le condizioni imposte a Buonaiuti dalla Santa Sede erano l'abbandono della cattedra
universitaria, la sospensione della rivista <<Ricerche religiose», la cessazione di ogni attività
extra-accademica.
3 Il 14 gennaio 1 926 Buonaiuti chiese al rettore dell'Università di Roma il collocamento in
aspettativa, domanda che quattro giorni dopo volle cambiare in quella di un congedo ordinario
di un mese (cfr. l'annotazione di N iccoli in Pellegrino di Roma.. cit., p. 541 , nota 1 63).
.
violenza alla lusinga.
N on s 'è peritato ad esempio eli dire ad altri e eli fare intendere
anche a me, che il mio modo eli comportarmi lascia in alcuni
il
sospetto
che io sia o fingitore o malato. Egli, per suo conto, mi ha dichiarato che
22
Roma, 23 gennaio 1 926
pencolava per questa seconda alternativa.
Preambolo, come capisci, niente affatto incoraggiante e niente affatto
coerente in una discussione mirante ad una conciliazione.
Ma non potevano frasi malcaute e giudizi offensivi (mai ho assapo­
rato la perfetta letizia come in questi giorni) pesare per qualcosa sul mio
Mio canssrmo,
Sento tutta la difficoltà eli una risposta precisa al tuo espresso.
P. Gemelli
-
mi
sembra - è lucidamente oggettivo nel riconoscere
eli non aver saputo sagacemente adempiere il compito affidatogli. N on
atteggiamento. Questo è unicamente determinato dalla impossibilità ma­
sono solamente alcune delle sue frasi incaute che hanno rivelato scarsezza
teriale e morale eli sottostare ormai alla condizione più dura impostami
eli tatto e semplicismo eli soluzioni. Sono, più tosto, le attitudini pregiu­
quella eli recidere ogni mia attività pubblica
Ho pertanto resistito ancora.
cliziali a parecchi dei giudizi pronunciati, che hanno ingenerato in me,
automaticamente, uno stato d'animo eli accorato avvilimento, fatto appo-
94
sta per indurmi ai proponimenti disperati. G. [emelli] ha troppo rivelato
la decisione di stravincere, di colpo. E non avrebbe mai do�to lasciarsi
andare a dire che molti inclinano a pensare che il sottoscritto è un
bugiardo o un malato. È bastato che io avessi il sentore di un simile
atroce dilemma, perché mi sentissi insidiato e paralizzato. Per amor
proprio soltanto? Forse no. Per il ridicolo, più tosto, che si è profilato
in questa volontà di estorcere una resa a discrezione di ... un paranoico.
Non intendo più trattare attraverso il p. Gemelli. Tanto più che gli
ultimi suoi atti - a parte questa conversazione con te che può veramente
nobilitarlo - sono stati stranamente incomprensibili.
Io vado a salutarlo il 1 4 a sera alla stazione, passando sopra ogni
possibile e ragionevole risentimento. Ci separiamo abbracciandoci.
Il 1 6 a mezzodi ricevo un telegramma da Milano in cui mi si dice
di «ritenere per annullata lettera spedita prima ultimo colloquio».
Un'ora dopo ricevo questa lettera. Ma essa appariva spedita da Milano
il 1 5 nel pomeriggio, vale a dire quasi 24 ore dopo il colloquio della stazione.
E la lettera era aspra e malevola.
Come spiegare questo enigmatico modo di procedere?
Io ho sospeso ora le lezioni. Sono qui a riflettere ai miei casi.
In realtà, io sono più eretico di quanto ora G. (emelli] non vorrebbe
far credere.
Si aggiunga che io sono uno attaccato tanto al mio lavoro pubblico,
quanto consapevole della gravità onerosa degli impegni contratti, non
tanto con editori, quanto con i miei compagni di lavoro!
Che cosa importa a me un po' di silenzio? Importa più tosto la
mia lealtà verso di tutti.
E pensare che presso Zanichelli sta per uscire il mio Lutero 1, che,
spero, apparirà come la più terribile condanna cattolica del luteranesimo,
dopo Denifle! 2
Ti terrò informato dell'ulteriore sviluppo degli eventi.
Ringrazia Gemelli per me.
A te, comunque volgano i miei casi, conserverò per quel che hai
fatto in questa evenienza una riconoscenza· calorosissima.
Ti abbraccio.
Ernesto
Auguri affettuosi ad Adele.
95
1 926
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1
Cfr. lettera n. 31 nota 4.
Henri Denifle ( 1 844 - 1 905), teologo domenicano e storico medievista. La sua opera Luther
tmd Lutherlllt!l del 1 903 (trad. ital. del I vol., 1 905) soUevò vivaci discussioni per i toni fortemente
polemici. Sull'interpretazione buonaiutiana del cristianesimo in senso antiprotestante si vedano le
osservazioni del Parente, Emesto Buonaiuti... ci t., pp. 70-7 1 , e, più diffusamente, B. UuANICII,
Buonaiuti storico della Riforma, in Emesto Buonaiuti storico del ctistianesimo. cit., pp. 77-1 58.
2
..
23
Roma, 6 febbraio 1 926
Mio canssuno,
Stavo per rispondere alla tua cara lettera, nella quale hai formulato
giudizi così incisivi e così sagaci su uomini o situazioni, quando il tuo
inatteso telegramma ha destato in me nuove ansie e nuove speranze.
Ho rimandato la risposta, nell'attesa. Ma p. G. [emelli] non si è an­
nunciato a me in nessuna maniera.
In cambio, da varie parti mi si è detto che è stato visto, in compa­
gnia di Gentile, all'Università e per le vie di Roma.
Se non dovessi resistere con tutte le mie energie ad ogni tentazione
di giudizio temerario, dovrei pensare che non a tentare l'ultimo mezzo
per una conciliazione sia tornato quaggiù, ma solamente a liquidare la
mia posizione accademica, dopo aver liquidato in così malo modo quella
ecclesiastica 1 •
Perché, appunto, ora è l a volta della mia cattedra, che subisce
l'insidia e l'attacco. Ieri, dopo sei anni di reciproca ... scomunica vitando,
io mi sono ritrovato con Gentile, il quale, con mossa che non posso
non riconoscere per molto nobile, ha voluto ora come non mai che alla
sua Enciclopedia non mancasse la cooperazione mia e della mia scuola 2.
Non mi ha detto, s'intende, di aver visto p. G. [emelli] . Ma dai discorsi
che mi ha fatto ho potuto agevolmente arguire che l'argomento della
mia posizione accademica dopo la scomunica maggiore è all'ordine del
giorno. Non mi par credibile, almeno qui per qui, che si giunga-ad una
destituzione sommaria, pura e semplice. Ma ho la vaga sensazione che si
pensi di escogitare un mezzo termine che dando ugualmente partita
vinta a coloro che mi vogliono fuori dall'insegnamento, toglierebbe al
provvedimento ogni carattere odioso. Può darsi, anzi, che Fedele 3 sia
indotto a fare appello a qualche articolo meno invocato del codice penale
97
1926
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
96
per chiederrrù che, se voglio rimanere insegnante e funzionario, smetta il
rrùo abito. È quasi certo che se si giungerà ad un dilemrrìa di questo
genere, io preporrò la mia divisa sacerdotale al rrùo stipenclio. E farò
scuola privatamente.
Oggi, io, non ho che un dovere, duro, martoriante, logorante - ma
forte e imperioso, come la ragione stessa della rrùa vita - : approfondire
quanto più e meglio rrù sarà possibile la rrùa spiritualità e il rrùo senso
religioso, cui manca, purtroppo, il sussidio di tutta la vita carismatica.
La rrùa consegna è tutta in alcune parole di sant'Agostino : «Spiritales
autem sive ad hoc ipsum pio studio proficientes non e unt foras ; quia et cum
aliqua vel perversitate vel necessitate hominum videntur expelli, ibi magis
probantur, guam si intus permaneant, cum adversus Ecclesiam nullatenus
eriguntur, sed in solida unitatis petra, fortissimo caritatis robore radican­
tur. Ad hoc enim pertinet quod in ilio Abrahae sacrificio dicitur: aves
autem non divisit» (De Baptismo, I. 1 7) 4.
Tante cose ad Adele.
A te un abbraccio riconoscente.
Ernesto
romana di Storia Patria», LXV I I , 1 944, pp. 7-25, e di G . Levi della Vida in
1Vforghm...
Lettere a Raffaello
cit., p. 75 e nota 2.
4 C fr. S. ALREU AL'GL'STfNI,
De Baptismo libri septem contra Donatistas, lib.
Patrologia latina del Migne,
sono di Buonaiuti, che ha seguito l'edizione della
I , c. XVII . I corsivi
anziché quella dotata
di apparato critico inserita nel «Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum>>
Donatistas,
(Scripta contra
pars I , recensuit M . Petschenig, Vindobonae - Lipsiae 1 908).
24
Mio cansstmo,
[...] ho già sentenziato chiuse e fallite le trattative!
È un'anima angosciata la rrùa!
Ma spero di essere all'epilogo. Che pavento, naturalmente, negativo.
Saluti cari ad Adele.
A te un abbraccio.
Ernesto
1 Frammento di lettera che, in considerazione del contenuto, si può ascnvere attorno al
1 Dopo l'ultimo colloquio del 14 gennaio 1 926 con Buonaiuti, Gemelli aveva spedito
il
23
febbraio 1 926.
seguente una lettera in cui, a tenore delle disposizioni vaticane, lo invitava a far pervenire entro
i due giorni successivi al cardinal segretario di Stato una dichiarazione scritta di accettazione di
tutte le condizioni imposte dal Sant'Ufficio. U 25 gennaio quest'ultimo irrogava contro Buonaiuti
la scomunica maggiore (cfr.
Pellegrino di Roma.
.
. cit., p. 541 , nota 1 63).
2 I n realtà non solo Buonaiuti ma diversi suoi allievi furono chiamati a collaborare. Tra
questi si ricordano Alberto Maria Ghisalberti per la storia del Risorgimento, Gennaro Maria
Monti per la letteratura italiana e per la storia del diritto, Mario
iccoli per la storia del
cristianesimo, la storia ecclesiastica e politica, Alberto Pincherle per la storia del cristianesimo
e per la storia delle religioni. Per uno sguardo complessivo sulla costruzione dell'enciclopedia
nazionale, si rinvia al contenuto e alla bibliografia della " voce" di G. NISTICò,
Istituto della,
.�
in
Enciclopedia italiana, Appendice V, 1979-1 992,
Pietro Fedele
(Traetto, oggi Minturno,
Enciclopedia italiana,
Roma, lEI, 1 992, pp. 1 08-109.
1 87 3 - Roma
1 943), storico e uomo politico.
Professore di storia medievale nell'Università di Torino e poi in quella di Roma. Deputato
nel 1 924, fu ministro della pubblica istruzione dal 6 gennaio 1 925 al 9 luglio 1 92 8 (cfr. L.
ARTIOI.I,
Pietro Fedele,
1 97- 1 98 ; F.M.
in TI
BISCIONE,
Parlamento italiano 1861 - 1988, Milano, Nuova CEI, 1 990, XI,
Fedele, Pietro, in Dii}onario biogrtifìco degli italiani, XLV, 1 995,
pp.
pp.
572 - 575) . Osserverà Jemolo sul conto del Fedele: «deciso artefice della conciliazione, pronto
a tutto concedere alla Santa Sede : lui ministro, viene allontanato dall'insegnamento Ernesto
Buonaiuti>> (A.C.
J r.MOLO, Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cento anni,
n. ed., Torino, Einaudi,
1 963, p. 465). Ma sull'<< uomo>> e sul <<professore>> Fedele si vedano anche i giudizi di R.
Morghen in
Miscellanea storica in memoria di Pietro Fedele,
in <<Archivio della R. Deputazione
25
Roma, 2 1 febbraio 1 926
Mio canssrmo,
Veramente non so come dirti la gioia intima che rrù danno, ogni
volta più, le tue lettere. Vi spira per entro così sottile penetrazione della
mia crisi e del rrùo programma; vi traspaiono così vive e pungenti le
preoccupazioni per una più profonda intelligenza dei valori religiosi ; che
io ne traggo, sempre, commozione e ammaestramento. Grazie;Quest'ultima tua è la più stimolante di quante tu non me ne abbia
mai scritto. Non rrù lusingo di poter rispondere esaurientemente ai tuoi
suggestivi quesiti, e di poter dare assicurazioni adeguate ai tuoi stimolanti
incitamenti. Non riuscirei probabilmente a farlo a voce : molto meno
potrei riuscirei per lettera.
98
Lettere
di Buonaiuti a }emolo
Sento tutto il valore delle tue osservazioni. La critica storica, come
l'ho concepita e mi sono sforzato di attuarla, non è che una propedeutica.
Sbarazza l'orizzonte della cultura dai residui di un apriorismo dogmatico,
incapace di resistere al controllo della documentazione e dei fatti, non vi
fa risplendere la luce di una sicura e vivificante prospettiva. Se io dico
e ripeto che il nostro contrasto con le autorità ecclesiastiche costituite
sgorga essenzialmente da una diversa valutazione dei compiti oggi imposti
alla apologetica religiosa dall'indirizzo positivo delle discipline morali, io
non voglio dire con questo che un'accettazione irriflessa di tale indirizzo
possa condurre ad un placamento della crisi da cui siamo afflitti. No. Al
contrario, sarà il modo cotesto di esasperare la crisi.
Ma la tradizione del cattolicismo ha in sé la salvaguardia indefettibile
del proprio futuro terreno, sol che alla prova della critica sottoponga
l'insieme dei suoi valori etici e il patrimonio della sua esperienza cari­
smatica. La crisi religiosa odierna nasce tutta dalla timidezza vile e dalla
paura ingiustificata degli organi supremi del magistero visibile.
Io non ho dinanzi agli occhi che un miraggio : quello di riuscire
a mostrare con la mia parola e, mercé l'aiuto di Dio, con la mia esistenza,
che non è pericoloso per il messaggio centrale della soprannaturale
moralità cristiana, aprire il varco, coraggiosamente, alle conclusioni più
audaci della cultura moderna.
Per attuare questo miraggio io non so se sia necessario perentoria­
mente scendere sul terreno dei contrasti politici, e prendere un interesse
vivo e diretto al caleidoscopio delle passioni che si contendono il dominio
del secolo. Io sono completamente disingannato al riguardo. So molto
bene di quale putrida immoralità sia alimentata la vita pubblica. Ma
contribuire a sanarla non si può, che rinnegandola.
Questo, detto molto sommariamente e schematicamente.
Per il resto, siamo nelle mani di Dio. Io non so che cosa potrà
uscire dal nostro contrasto. Ma io so solo che ho un dovere strettissimo :
quello di mantener fede alla mia vocazione.
Non ho visto Gemelli. Mi si dice che, nelle sue nuove mansioni
alla Minerva 1, già ha adoperato il suo dente contro di me. Sembrando
ormai arduo scalzarrni di cattedra, pensa di girare la posizione, facendomi
imporre, d'accordo con Fedele, di deporre la divisa. Riusciranno così,
ipocritamente, al medesimo intento. Perché, posto al bivio fra la cattedra
e l'insegna del mio sacerdozio, mi atterrei alla seconda. Ma potranno?
1 926
è
99
Dì ad Adele che il suo consenso al rruo profilo francescano rru
giunto singolarmente preztoso.
Ti abbraccio.
Ernesto B.
1 Agostino Gemelli era stato nominato membro del Consiglio superiore deUa pubblica
istruzione iJ 1 5 febbraio 1 926 e vi resterà a tutto il 1 928 cfr. ARCHIVIO CENT�\Lb DEU.O STATO,
Fonti per la storia della smola, II, Il Consiglio superiore della pubblica istntifone 1847- 1928, a cura di G.
CI '"'IPI e C. S INT INGEU, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per
i beni arcruvistici, 1 994, p. 283 (Pubblicazioni degli Arcruvi di Stato, Fonti XVIII).
26
Roma, li 9 marzo 1 926
Mio canssrmo Carlo,
Innanzi tutto devi trasmettere alla tua Adele l'espressione delle mie
schiette felicitazioni e del mio vivissimo compiacimento per la lusinghie­
rissima relazione che ho letto sul Bollettino a proposito del suo testo
scolastico1 • Vi ho scorto una nuova prova delle squisite capacità educative
che l'Adele possiede. Ne faran tesoro i tuoi piccoli in casa! E dirai
anche ad Adele che accetto con commossa riconoscenza il vostro ama­
bilissimo invito di trascorrere qualche ora con voi, in occasione della
mia andata a Milano per il congresso. Non so se verrò all'andata o al
ritorno. Ma a Via San Donato scenderò infallantemente.
Sono felice che il mio profilo francescano 2 abbia destato in te
l'impressione che mi comunichi. Parleremo del problema psicologico
che ti ha lasciato esitante.
Circa la mia attuale posizione accademica, ti dirò che effettivamente
io avevo ripreso le mie lezioni, e ne avevo tenute due, al cospetto di
un'udienza foltissima e composti ssima. Ma, con probabilità, proprio
questa mia ripresa dignitosa e ordinata ha suggerito ai pp. gesuiti, e al
loro petulante esponente presso il governo, p. Tacchi -Venturi 3, di tentare
nuove pressioni presso il Ministero, ai miei danni. Fedele mi ha invitato
così ad una conversazione, di cui potrò narrarti, costì, quando ci vedremo,
i singolari particolari 4• Conclusione : io sono temporaneamente (fino al
luglio) esonerato dall'onere delle lezioni, pur conservando integri i miei
1 00
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
diritti accademici, per attendere alla revisione del catalogo dei manoscritti
.
della V allicelliana 5•
Non so se sia il prodromo di un provvedimento più grave ; non so
se sia la maniera più efficace per superare un angolo morto.
Credo di fatto che il tuo Rettore abbia parlato al Ministero nel
senso che tu accenni. Ma certo non posso vivere molto sicuro. Del
resto, ho esitato, nella mia linea di condotta, quando i miei interlocutori
erano i rappresentanti dell'autorità religiosa. Ora, non ho ragione di
esitare in checchessia!
Quanto tu mi dici sullo svolgimento della tua attività, tu sai come
non sia fatto per piacermi completamente. Il tuo parziale sottratti al
lavoro scientifico rappresenta per me una vera iattura culturale. Tu hai
doti così eccelse (quando penso al tuo Crispi 6 , rifletto sempre che nessun
momento storico nella politica italiana recente ha avuto un illustratore
così sagace e sottile come te) che ogni libro da te non dato alla scienza
è una sottrazione irreparabile. È ormai questo un leit-motiv delle mie
corrispondenze con te. A Bologna, intendo di rendermi conto più ade­
guatamente delle occupazioni che ti assorbono così tirannicamente. L'at­
tività professionale deve averti preso un po' troppo. È vero?
Saluti cordialissimi all'Adele.
Con acutissimo desiderio di rivedervi.
Tuo
E. Buonaiuti
on conosciamo il <<testo scolastico>> di Adele Morghen a cui allude Buonaiuti.
E. BL'oN \ILTI, Francesco d'Assisi, Roma, Formiggini, 1 926, pp. 88. Sulle reazioni del mondo
culturale italiano a quest'operetta, si veda F. DE GIORGI, Tommaso Gal/arati Scotti e gli studi su
jacopone da Todi, in Rinnovamento n:ligioso e impegno civile in Tommaso Gal/arati Scotti, a cura di F . DE
. RAPoNI, Milano, Vita e Pensiero, 1 994, pp. 381 -383.
GIORGI e
3 Pietro Tacchi Venturi (S. Severino Marche 1 96 1 - Roma 1 956), gesuita, storico ufficiale
della Compagnia di Gesù in I talia. Fu direttore della sezione storia delle religioni della Enciclopedia
italiana; svolse, com'è noto, una notevole azione nelle trattative per la <<conciliazione» tra Mussolini
e la S. Sede (cfr. A. GIANNINI, Padn: Tacchi in flm'{jone diplomatica, in « Doctor Communis», 1 956,
pp. 226 e seguenti). Per la bio-bigliografia più aggiornata, cfr. S. T�\IONTIN, Sllb voce, in Di'{jonario
storico del movimmto cattolico. . . cit., I I , pp. 631 -633. Circa le sue iniziative contro il Buonaiuti, cfr. F.
MARGIOTTI BRoGuo, Italia e Santa Sede dalla Grande Guerra alla Concilia'{jone. Aspetti politici e giuridici,
Bari, Laterza, 1 966, pp. 1 7 1 - 1 80; In., Emesto Buonaiuti, in Modemismo, fascismo, comtmismo... ci t., pp.
90-9 1 ; L. BLDESCIII, Buonaiuti, il Concordato... cit., pp. 1 10-1 1 6 ; Lettm a Raffaello Morghen... cit., pp
26-27 nota 2.
4 Sull'incontro con Fedele, si veda Pellegrino a Roma... cit., pp. 253-254.
2
1926
101
5 Con decreto del ministro Fedele, datato 20 febbraio 1 926, fu affidato al Buonaiuti l'incarico
extra-accademico «di attendere al catalogo dei manoscritti agiografici nella Biblioteca vallicelliana
di Roma con decorrenza dal 23 febbraio 1 926 sino a non oltre il 23 febbraio 1 927» (ibid., p. 542
nota 1 68 di M. iccoli).
6 Cfr. lettera n. 6 nota 5.
27
Roma, li 9 aprile 1 926
Mio canss1mo,
Ho ancora viva in cuore l'impressione dell'amabilità con cui mi
accoglieste sotto il vostro tetto. Di così squisita manifestazione di affetto
tenace serberò un ricordo incancellabile.
Vi ho ricordato a San Donato, dove ho voluto trascorrere la mia
Pasqua, spoglio del più ambito conforto carismatico. Avete ricevuto la
rrua cartolina da lassù?
Spiacemi molto sapere che le estreme tracce dell'influenza non siano
ancora scomparse dalla vostra casa. Auguro siano le ultimissime.
Mi piace molto il tuo proposito di dedicare uno studio alla sop­
pressione delle facoltà teologiche. È argomento intorno al quale ho molto
desiderato di veder chiaro, non riuscendo però a trovar cosa che mi
appagasse. Conosco certamente l'articolo del Vannuzzi sulla Cultura
contemporanea 1 - cosa molto modesta - e i lavori inglesi dello J ordan 2
- di importanza in ragione inversa della loro mole.
A Milano ho visto molte persone : ma la sospensione dei lavori ha
lasciato molta delusione 3•
Gran parlare si è fatto anche là dell'incidente Del Vecchi o 4. Ma
quella circolare, che ho trovato al mio ritorno, è di una grossolanità
ributtante 5. Son sicuro che Formiggini ne è innocente.
Ho appreso della morte di Amendola 6 con molta pena. Quale
epilogo tragico! Ma ancora quanta pena da sopportare!
Ricordami con tanti auguri devoti alla tua Adele. E bacia per me
tuoi magnifici bimbi.
Con affettuosissima gratitudine.
Tuo
E. Buonaiuti
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 02
1 Cfr. A. VANNUZZI,
1926
Per la m/tura religiosa superiore in Italia. l . l preliminari della soppressione, in
( 1 9 1 1), IX, pp. 108- 1 2 1 (senza continuazione): Questa rivista,
«La Cultura contemporanea», I II
1 03
28
Roma,
che alle origini aveva nel comitato di redazione Giovanni Amendola, lvanoe Bonomi, Emidio
21
aprile
1 926
Carpani, Giovanni Costa, Silvio D'Amico, Giulio Farina e Bernardino Varisco, e per segretario
Gugliemo Quadrotta, aveva in più occasioni ospitato e alimentato il dibattito sul problema
dell'istruzione religiosa superiore. Nell'articolo in questione Aldo Vannuzzi prendeva spunto
dall'intervento di S. M INOCC I I I ,
del gennaio
La scienza delle religioni nelle università italiane
(apparso nel fascicolo
della medesima rivista), per analizzare lo stato degli studi teologici in I talia al
191 1
momento dell'Unità e per ricostruire le innovazioni legislative in materia. E concludeva : «La
coltura religiosa superiore fu una delle tante cose che servi ingiustamente a pagare l'acquisto
della libertà politica, che si poteva in verità comprare a un prezzo molto minore».
2 Cfr. L. H. JoRD\ ,
1 909, recensito
pp. 894-896.
3
Tbe Study of Religion in tbe ltalian Universities,
Oxford, U niversity Press,
da Buonaiuti in « Rivista storico-critica delle scienze teologiche», V
Alla fine del marzo
1 926
(1 909),
avrebbe dovuto tenersi a Milano il VI congresso nazionale di
filosofia promosso dalla Società filosofica italiana. Presieduto dall'antifascista Pietro Martinetti,
l'incontro si apriva sotto la minaccia dei professori cattolici di non partecipare a motivo della
presenza del Buonaiuti, il quale avrebbe dovuto svolgere una relazione sul tema «La religione
nella vita dello spirito». Sennonché il rettore dell'Università di Milano nel pomeriggio del
30
marzo fece sospendere i lavori congressuali dopo gli interventi « politici>> di Francesco De Sarlo
e di Armando Carlini (cfr. UI\ 1 \'ERSITA DEGLI STUDI DI ROMA, LA S APIENZA, Filosofi Università Regime.
La Smola di Filosofia di Roma negli anni Trenta. Mostra storico-dommentaria, a cura di T. GREGORY, M.
F \TTORI, N. S1c1LI
1 DE Cuus, Roma -
italiano per gli studi ftlosofici,
1 985,
pp.
- incentrata sull'opera da lui tradotta
(1 926),
4
pp.
apoli, Istituto di filosofia della Sapienza - I stituto
241, 244-252). Buonaiuti pubblicherà la
Il Sacro di Rudolf Otto - in « Ricerche
sua relazione
religiose», I I
1 93-21 7.
Giorgio Del Vecchio (Bologna
1 878 -
Genova
1 970),
filosofo del diritto. I nsegnò nelle
U niversità di Ferrara, Sassari, Messina, Bologna e Roma, dove fu anche rettore dal
e preside della Facoltà di giurisprudenza
(1 930-38).
1 925
al
1 927
Fondò la « Rivista internazionale di fllosofia
del diritto» e la Società italiana di filosofia del diritto. In questi anni pubblica
La giusti'{ia (Roma,
1 923), Le'{ioni di filosofia del diritto (Roma, 1 924). Sulle sue teorie giusfilosofiche, cfr. E. V IDAL, La
filosofia giuridica di Giorgio Del Veccbio, Milano, Giuffrè, 1 95 1 ; G . 1LIRlNI, Il giumaturalismo nella cultura
Jìlosofica italiana del Novecento, in La filosofia del diritto in Italia nel secolo XX Atti del XI congresso
1/a'{jOIIale di filosofia giuridica e politica, l , Milano, Giuffrè, 1 976, pp. 40 sgg. ; S. CorrA, Filosofia del
diritto, in Cinquant'anni di esperienza giuridica. . . cit., pp. 630-643; V. F ROSINI, Sllb voce, in Di'{ionario
biografico degli Italiani, XXXV I I I , Roma, I stituto dell'Enciclopedia I taliana, 1 990, pp. 391 -396.
5
Buonaiuti allude verosimilmente alle reazioni provocate dalla circolare del rettore dell'Uni­
versità di Roma Del Vecchio datata
al culto della chiesa di S.
16
marzo
1 926,
nella quale si dava notizia della riapertura
Ivo, annessa all'Università, e si invitavano tutti i professori di
quell'ateneo ad intervenire alla cerimonia il giorno
21
« atteso che la funzione stessa ha un ideale
significato, che ognuno deve sentire, qualunque sia la propria fede religiosa». Uno dei professori,
Mio canssrmo Carlo,
Che fastidioso strascico l'influenza ha voluto avere fra i tuoi! A que­
st'ora, però, lo spero fervidissimamente, siete tutti tornati alla floridezza
consueta. Penso tanto spesso ai vostri amorini, che crescono in una così
calda atmosfera eli serenità e eli dolcezza!
Reduce dal congresso disgraziatissimo l, io ho cominciato, come eli
dovere, la mia esplorazione fra i codici agiografici della Vallicelliana. li
lavoro non è straordinariamente grato, ma non manca né pure eli qualche
attrattiva. Veramente i perspicaci padri bollanclisti ne hanno già coscien­
ziosamente redatto il catalogo. Su questo terreno anzi poco hanno lasciato
ancora da fare. Ma v'è un'indagine che mi tenta, ma che non so però
fino a qual punto potrò condurre innanzi. Il fondo agiografico della
Vallicelliana, come tu sai, rappresenta il materiale adoperato dal Baronia
per i suoi Annali 2• E poiché questo laboriosissimo uomo non si cura
mai eli additare le fonti manoscritte del suo racconto agiografico, varrebbe
veramente la pena eli rintracciare su quali codici e su quale loro valuta­
zione egli ha dettato alcune delle sue ricostruzioni. Non so però se
riuscirò nell'intento.
Frattanto vengo allestendo anche la stampa del rruo corso uruverst­
tario sul Cristianesimo nell'Africa romana 3•
E i tuoi lavori? E a Milano?
Se l'entusiasmo nella indagine cntJ.ca e nella fraternità del nostro
piccolo gruppo non viene meno, tutto il resto diviene sempre più lontano
ed estraneo alle mie preoccupazioni.
Per gli uomini della mia generazione, il sogno e la speranza sono
spariti. Non c'è ormai che una vocazione doverosa da seguire, con in
cuore, profonda e amarissima, la certezza, che le circostanze migliori
sono sfuggite e che la chiesa, per la quale lottammo, ha smarrito [ ...] 4
G iorgio Levi della Vida, amico di Buonaiuti, fu censurato dal rettore Del Vecchio per aver
dichiarato anticipatamente di non poter accogliere tale invito. Il provvedimento disciplinare,
tuttavia, suscitò un'interrogazione parlamentare del senatore Gentile in difesa di Levi della Vida
nonché una qualche eco sulla stampa (cfr.
Romct...
5
cit., pp.
1 Cfr. lettera precedente e nota
Filosofi Unù,ersità Regime. La Scuola di Filosofia di
1 43-1 52).
Com'è noto, Giovanni Amendola era deceduto i n una clinica di Cannes
seguito ai postumi d'una bastonatura dei fascisti.
il 7
aprile in
3.
Storia della Biblioteca t•allicelliana, Roma,
1 0- 1 1 , 1 7, 20-29, 44, 54, 69, 87-88, 1 07, 1 1 4.
2 Cfr. E . Pll'TO,
pp.
3
Società romana di storia patria,
1 932,
Buonaiuti aveva succintamente affrontata tale argomento in occasione dell'inaugurazione
del corso di Storia del Cristianesimo all'
niversità di Roma nel
1 9 1 5 (Bibliografia degli scritti di
1 05
1 926
Lettere di Buonaiuti a )emolo
1 04
Emesto Buonaiuti... cit., p. 27 n. 459). li testo della prolusione era stato messo all'Indice 1'8
novembre 1 9 1 6. La ripresa tematica a cui allude Buonaiuti sfociò nella pubblicaziòne de L'Africa
cristiana. I , Le origini, Roma, Libreria cp cultura, 1 926, di cui però - avverte la Ravà nella
Bibliografia - apparvero solo i primi fogli di stampa (ibid, p. 51 n. 940).
4 Manca il seguito della lettera.
anche più intensamente, le profonde ragioni sentimentali che mi legano
a voi e mi fanno essere presente in mezzo a voi in ogni saliente
occasione della vostra vita.
Mio fratello 1 mi scrive da Alessandria che ormai la tua andata al
Cairo
è
data per sicura 2. Ed io ne provo vivo compiacimento. Penso
ritrarrai dalla tua missione colà imponenti vantaggi.
Le mie sorti hanno volto al peggio.
29
Subiaco 1 , 26 agosto 1 926
Né
ho da lodarmi del contegno
mantenuto a mio riguardo da quell'anima pavida e oscillante che
è
Fede­
le 3. Mentre a quattr'occhi egli ha continuato ad assicurarmi che, se pur
non poteva concedermi di riprendere il mio insegnamento, mi poteva
Ricordandoti cordialmente.
però garantire fino al febbraio dell'anno prossimo, il mantenimento delle
de Vergottini
E. Buonaiuti
G.
Alberto. Pincherle
Maria Zappalà 2
condizioni alle quali era in vigore il precedente incarico, dietro le mie
spalle ha lasciato che la sua burocrazia compisse lo spogliamento delle
mansioni accademiche a cui mi ha condannato 4.
M . [aria] P. [ia] D'Ormea
Sono così condannato a riscuotere lo stipendio ma ad astenermi da
Maria Monachesi 3
ogni manifestazione della vita universitaria.
Per una strana coincidenza, lo stato mi vuoi fare la stessa condizione
1
Cartolina postale. La data è quella del timbro postale. Sul recto fotografia di «San Donato di
Subiaco - Corridoio>>.
2 Aderente alla koinonfa buonaiutiana; aveva pubblicato La Didachè. Dottrina dei dodici apostoli
(Roma, Libreria di cultura, 1 924) e collaborato al già ricordato Manuale introduttivo alla Storia del
cristianesimo, vol. I .
3 Allieva d i Buonaiuti; aveva collaborato alla collana <<Scrittori cristiani antichi>> della Libreria
di cultura con Il Pastore di En11a (1 923) e con L 'epistolario di lgna�o (1 925).
che, a un certo punto della mia odissea ecclesiastica, volle farmi il Santo
Ufficio : la posizione di un pensionato, di cui non si vuole il lavoro.
Ma se la coincidenza deve essere di qualche ammaestramento, io
debbo arguire che si tratta di una condizione precaria e transeunte.
Andremo al peggio, specialmente se quel cervello vuoto e vanesio di
Fedele si incaponirà, senza nessuna consapevolezza, a perseguire una sua
politica conciliatoristica, per la quale non ha, proprio, nessuno dei requisiti
necessan.
Tollererò ancora quest'anno l'iniqua situazione impostami.
30
Roma, li 3 novembre 1 926
Innanzi tutto, ti giungano i miei più caldi auguri per
di
avventato : ma io non ho meno ragione nel sentirmi avvilito da una
posizione che mi paralizza in quella che
Mio carissimo Carlo,
stico. Avevo già deciso
Poi, vedrò. Tu hai ragione di prospettare l'inutilità di un sacrificio
il
tuo onoma­
scriverti per questa data, onde dirti con quanto
è
l'attività inerente alla mia
vocazione e al mio destino.
Quest'anno lavorerò con più intensa lena alla mia storia del pensiero
fervida schiettezza formulo per te, per la tua Adele, per i tuoi piccoli,
cristiano 5. Sarà l'unico modo per sentirmi in coscienza affrancato dal­
i voti più luminosi.
l'avvilimento in cui l'inerzia mi tiene.
La tua cara lettera, nella quale evochi in termini così toccanti il
giorno nel quale, potendo accoppiare al mio sentimento di amicizia
Con rinnovati auguri per te ; con i saluti più cordiali ad Adele.
Baci ai tuoi piccoli.
l'esercizio delle mie mansioni sacerdotali, fui il testimone della chiesa alla
realizzazione del sacramento della vostra unione, mi ha fatto sentire,
Ernesto B .
1 06
Lettere di Buonaiuti a )emolo
1926
1 t\Jarico Buonaiuti ( 1 877 - 1 929), il fratello più caro di Ernesto, allora preside delle scuole
italiane ad Alessandria d'Egitto. Cultore di studi danteschi - suo un fortunato volumetto Dante
spiegato al popolo (Milano, Treves, 1 921) - e apprezzata figura d'insegnante e di educatore. Un
libro di lettura per le scuole elementari italiane all'estero
Italia lontana (2 voli., Firenze,
Bemporad, 1 925)
era stato premiato dal Ministero degli affari esteri (cfr. Pellegrino di Roma...
cit., p. 452 ; La vita allo sbaraglio... cit., pp. 1 2, 1 20, 364).
2 Null'altro sappiamo dell'intenzione di Jemolo di recarsi ad insegnare al Cairo, dove, dopo
l'avvenuta indipendenza dell'Egitto (1 922), si stava organizzando una Università di tipo occidentale.
3 Sulle forti pressioni a cui fu sottoposto Fedele da parte vaticana e da Pio XI medesimo sul
caso Buonaiuti, si veda la lettera del Segretario di Stato card. Gasparri del 2 ottobre 1 926 in
Lettere a Raffaello 11--fory,hen... cit., p. 27 nota 2.
4 Facendo seguito ai chiarimenti ministeriali del 1 8 marzo 1 926 sullo stato giuridico del
professore Buonaiuti, una «nota» del ministro Fedele al rettore Del Vecchio del 1 8 settembre
1 926, precisava che Buonaiuti doveva considerarsi «esonerato da ogni attività accademica» (cfr.
i riscontri di Niccoli in Pellegrino di Roma... cit., p. 542 nota 1 68). Buonaiuti scrisse una lettera
a Fedele per protestare della <<lesione» dei suoi diritti accademici Oa minuta è edita da L. GiORGI,
Il ((Caso BuonaiutiJ> e il Concordato, in << Il Ponte>>, XXXV [1 979], nn. 2-3, pp. 320-321 ) .
5 Come osserva Donini, non è agevole individuare il progetto editoriale a cui alludeva
Buonaiuti con tale espressione. Potrebbe trattarsi della sua opera maggiore, la Storia del Cristianesimo,
che però incomincerà a dettare solo un decennio più tardi ed apparirà solamente nel 1 942-43,
oppure del saggio sulla Chiesa Romana, edito nel 1 933 (La vita allo sbaraglio... cit., p. 1 6 nota 3).
-
-
31
Roma, 1 o dicembre 1 926
Carissimo,
La Piana 1
è
stato contento delle tue franche e precise dichiarazioni 2•
Credo ti abbia risposto in maniera per te soddisfacente.
Son sorpreso di sapere che nulla vi
è
ancora di definito per la tua
andata al Cairo. Qui a Roma ne ho inteso parlare come di cosa che non
ammetteva più dubbi. Ma molto probabilmente, mentre scrivo, la . . . pratica
è
già chiusa e tu stai facendo i tuoi bauli. A dirti schietta, schietta la
verità, non so come giudicare la cosa. Vedo e so valutare tutti i vantaggi
che ti garantisce questa temporanea trasmigrazione. Ma ho un po' di
apprensione sul pensiero che il tuo lavoro scientifico ne risenta. E tanto
invece ci attendiamo da esso!
Sono stato felice per l'esito trionfale della libera docenza di Raffael­
lo 3. Sapevamo tutti in anticipo che così sarebbe stato : la nostra soddi­
s fazione non
è
stata minore per questo. Ora mi attendo ch'egli 1ntz1
praticamente la sua carnera accademica, inagurata sotto auspici così
promettenti.
ulla di nuovo a mio riguardo.
1 07
È
uscito il mio Lutero - alfine!
presso lo Zanichelli 4• Ora uscirà un piccolo Pascal presso l'Athena 5•
E poi sarà la volta di un volume sul misticismo medioevale, che pubbli­
cherà Campitelli 6.
Quest'anno poi approfitterò delle rrue « ferie» per attendere alla
storia del pensiero cristiano 7•
Ma la lontananza dalla cattedra
è
una spma che non cessa un
istante dal lacerare il mio spirito.
Tienimi informato se andrai e quando al Cairo. Passerai di certo di qui.
Ossequi cordiali alla tua Adele.
A te un abbraccio.
Ernesto B.
1 Giorgio La Piana ( 1 878 - 1 947), ex-sacerdote cattolico di Palermo, modernista, srudioso di
storia della Chiesa. Aveva srudiato teologia nel seminario di Monreale. Amico di Antonino De
Stefano e di Ernesto Buonaiuti, si laureò in lettere a Ginevra nel 1 908. Emigrato negli Stati
Uniti nel 1 9 1 3, ottenne una cattedra nella Facoltà teologica unitariana dell'Università di Harvard
nel 1 926. lei 1 920, facendo parte della missione americana della Commissione per le riparazioni
di guerra, aveva conosciuto ]emolo a Vienna, che aveva un incarico simile per il governo
italiano. Ad avviso di Morghen sarebbe stato il La Piana a presentare per la prima volta Buonaiuti
a Jemolo (cfr. R. MoRGHEN, Arturo Carlo )emolo storico dello Stato e della Chiesa nella crisi tra due età,
in <<Rivista di storia della Chiesa», XXX:Vl [ 1 982], pp. 5 1 -52). Ma, in proposito, si veda ora in
questo volume F. MARGIOTit\ BROGLIO, Buonaiuti e )emolo, § 2. Il La Piana collaborò a varie
riviste, tra cui le <<Ricerche religiose», e alla casa editrice Libreria di Culrura. Tradusse di G.
FonT MooRE, Origine e sPiluppo della religione per Laterza nel 1 925. Scrisse anche una prefazione al
volume postumo di Buonaiuti, La vita dello spirito (Roma, De Carlo, 1 948). Su di lui : Pellegrino di
Roma... ci t., pp. 1 32, 344, 5 1 8 nota 9 ; La vita allo sbaraglio... cit., p. 58 nota 3 ; G. H. WtWMtS,
Professor Geory,e La Piana (1878 - 194 1), Catholic Modemist al Han1ard (1 915- 1947), in << Harvard
Library Bulletin», XXI (1 973), pp. 1 1 7- 1 43.
2 Così scriveva J emolo al La Piana da Bologna il 26 novembre 1 926, a proposito del suo
impiego nell'Università Cattolica di Milano e del suo prossimo volume sul giansenismo italiano:
« Illustre Professore, Le sono oltremodo grato della cortesissima e paifente risposta. Spero Ella si
sarà reso conto delle ragioni del mio riserbo, fondato su un equivoco. Ho indossata una uniforme;
posso non approvare la disciplina che vige in quella milizia ma finché vi appartengo desidero
osservarla. Naruralmente, chiarito l'equivoco, non ho la minima difficoltà a promettere il lavoro
al Laterza, editore tanto benemerito della cultura italiana. Credo che in ogni modo per l'autunno
'27 il lavoro sarà pronto. Ma il Laterza che condizioni fa? È pur questo un punto che bisogna
determinare. Avrei avuto molto caro di poter parlare un po' a lungo con Lei: sia perché molte
cose avrei desiderato chiederLe ed apprendere, sia perché avrei anche voluto parlarLe un po' di
questo nostro mondo cattolico italiano, che deve averLe fatta una così penosa impressione, ma
che contiene in sé qualche piccolo filone di metallo prezioso, gli stessi che conteneva ottannt'anni
or sono, seppur oggi non levino il capo né un Lambruschini né un Aporti, e neppure un
Lettere
1 08
1927
di Buonaiuti a ]emolo
Taparelli! Alla Cattolica vedo una generazione di giovani non di altissima levatura intellettuale,
ma dalle anime pure; e credo buono seguirli, anche nelle loro tacite sofferenze: Voglia gradire
con i miei ringraziamenti i miei più rispettosi saluti». La missiva è conservata a Cambridge
(Massachusetts) presso l'ANDOVER-HARVARD THEOLOGICAL LIBRARY, bMs 1 04/34 ( 1 7) . Ringrazio
l'archivista Timothy Driscoll per avermi inviato la fotocopia.
3 Il Morghen era stato promosso libero docente di storia medievale.
4 E. B uoNA IUTI , Lutero e la Riforma in Gemwnia, Bologna, Zanichelli, 1 926, pp. XXIV , 467.
5 Io., Pasca4 Milano, Athena 1 927, pp. 86.
6 li volume sul Misticismo medioevale apparirà nel 1 928, ma pre so la casa sociale editrice di
Pinerolo (cfr. Bibliografia degli scritti di Emesto Buonaiuti..., cit., p. 57 n. 1 038).
7 Cfr. lettera n. 30 nota S.
1 09
33
Roma, li 1 5 gennaio 1 927
Mio cansstmo Carlo,
Domani sera, quasi certamente, vedrò N allino 1 e gli parlerò nel
senso che tu mi indichi.
Lo vedrò, ad una riunione di facoltà che deve discutere proprio di
me e della mia cattedra 2•
Mi par di vedere, sul tuo volto, l'impressione della sorpresa a questa
nuova.
Non
32
è
stata minore la sorpresa mia quando, or sono otto giorni,
mi giunse il primo invito, dall'alto, a fare intervenire la Facoltà nelle
Roma
1,
25 dicembre 1 926
cose nue.
Sei stato presago nella tua lettera. I brutti giorni stan per giungere
Auguri.
sulla testa di . . . Pio XI e la mia situazione ne
E. [rnesto] B. [uonaiuti]
Maria Zappalà
Maria Pia [D'Ormea]
Raffaele 2
Carolina P. [ironti]
Fausta Z . [ucchetti] 3
Maria M . [onachesi]
Ginestrelli
Alberto P. [incherle]
Anna D . [e] M. [icco]
Giulio
Mario Niccoli
Raffaello M. [orghen]
G. La Piana
è
il barometro registratore.
N ella settimana che comincia domani io riprenderò le mie lezioni
all'U niversità.
Il retroscena che ha portato bruscamente a questo epilogo deve
essere stato complicato e movimentato. Io ne intuisco alcune battute :
non ne conosco tutto lo spiegamento. E né pure voglio conoscerlo.
Considero questa mia inattesa reintegrazione sulla cattedra (cui verrà
cambiato il titolo, per volontà di S. E. Fedele) come una restituzione
del mal tolto, senza almanaccare sui motivi concreti e contingenti che
l'hanno ispirata 3.
Ma che sulla mia linea di condotta - passata, presente, futura -
1 Cartolina postale. La data è quella del timbro postale. Sul rccto fotografia di «San Donato di
Subiaco - Veduta dei Tigli». La cartolina è indirizzata a «C.A. ]emolo e Signora».
2 Forse Raffaele Niccoli, socio fondatore del Circolo universitario di studi storico-religiosi di
Roma, nel cui Statuto appare studente in ingegneria ( 1 92 1 ) .
3 Proveniente da Avellino, la Zucchetti si laureò nella Facoltà di lettere e filosofia di Roma.
Diventerà «l'allieva più vicina a Buonaiuti» e sua erede universale (La vita allo sbaraglio... cit., p.
1 28 nota 2, p. 2 1 6 nota 4).
sul mio pensiero e sulla mia rettitudine al cospetto dei valori supremi
del cattolicismo non possa e non debba cadere equivoco, dovrà apparire
dalle mie future pubblicazioni.
Per ora, io sono straordinariamente lieto della risoluzione propizia
di una condizione che mi era penosa oltre ogni dire. La scuola
respiro : riprenderla
è
è
il mio
rivivere.
Tratterò del secolo sesto : da papa Simmaco a Gregorio Magno.
Sai che Donini ha iniziato in modo molto brillante il suo corso? 4
Cose affettuosissime a te e ad Adele.
Baci ai tuoi bambini.
Ernesto
1927
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 10
1 Carlo Alfonso allino (Torino 1 872 - Roma 1 938), islamista, professore di arabo nell'Istituto
orientale di N apoli dal 1 894 al 1 902, nell'Università di Palermo dal 1 902 al 1 9 1 3, quindi di Storia
e istituzioni musulmane nell' niversità di Roma dal 1 9 1 4 (e quindi collega di Buonaiuti). Membro
del Consiglio superiore della pubblica istruzione dal 1 923 al 1 928, accademico d'Italia nel 1 932.
Fondatore della rivista «Oriente moderno». Su di lui : G. LEVI DEIJ.A V mA, Carlo Alfonso Nallino
(1872 - 1938), in «Oriente moderno>>, 1 938, pp. 459-478; E. Ross1, Come il Nallino dirigem
!'<, Oriente modemo», ibid, pp. 483-486. L'amicizia del allino col Buonaiuti datava almeno dal
1 92 1 , quando avrebbe dovuto tenere una conferenza nell'ambito del Circolo universitario di
studi storico-religiosi creato a Roma da Buonaiuti e dai disce poli (cfr. R. MORGHEN, Critica
neo-testamentaria e storia del cristianesimo... cit., p. 220).
2 Di un interessamento della Facoltà di lettere di Roma al «caso>> Buonaiuti ai primi del
gennaio 1 927 si aveva finora solo un qualche riscontro dalla lettera di Fedele a Mussolini del 22
luglio 1 927, pubblicata da F. M IRGIO"ITA B ROGLIO , Italia e Santa Sede... ci t., pp. 504-505.
3 Circa il progetto di trasformazione della cattedra di Storia del Cristianesimo in quella di
Letteratura cristiana medievale e le opposizioni del Vaticano, cfr. ibid, 1 75-1 76, e, per la dura reazione
del papa, P. ScoPPOLI, La Chiesa e il .foscismo. Documenti e interpreta{joni, Bari, Laterza, 1 973, p. 1 57.
4 Si trattava del corso di Storia del cristianesimo presso l'Università di Roma, affidato al
Donini e al Pincherle in sostituzione del professore titolare Buonaiuti. Donini teneva un corso
monografico su Le origini della Chiesa romana, il Pincherle sul Quarto secolo cristiano (cfr. « Ricerche
religiose>>, I l (1 926], p. 577).
111
stesso a capacitarmi della loro logica successione e del loro concatena­
mento causale. I nvece, non mi ci sono raccapezzato e tuttora non mi
ci raccapezzo.
Fedele si impegna formalmente con me a !asciarmi
riprendere il mio insegnamento, non a pena io abbia chiesto alla Facoltà
il cambiamento del titolo della mia cattedra e la Facoltà abbia accolto
la mia domanda. Mi uniformo a questa condizione, di per sé non
molto gradevole, e la Facoltà, dichiarando esplicitamente di farlo onde
riavere il mio i nsegnamento, delibera il camb �amento desiderato. L'or­
dine del giorno della Facoltà, presentato . . . - horribile dictu! - dal
sen. Gentile 1 prende la via del Ministero. Il tragitto mi appare esagera­
tamente lungo e io mi rivolgo a Fedele chiedendo spiegazioni.
oto
nella risposta dell'impaccio e delle tergiversazioni. E qui comincia il
bello. A distanza di poche ore dalla mia conversazione con lui mi
informano dalla sala stampa che un'agenzia semiclandestina di cui però
sono risapute le interferenze con il Ministero della Pubblica I s truzione,
dirama un comunicato in cui si
favoleggia di
una mia imminente
riconciliazione ecclesiastica. Io cado dalle nuvole e con me ne cadono
quanti han familiarità con i procedimen ti ecclesiastici, specie con quelli
34
Roma 1, 2 febbraio 1 927
Sì, puoi pretendere di pm. Zanichelli e Campitelli danno fino il
15%
del prezzo di copertina. Il
10 è
troppo poco per te 2.
del Santo U fficio. Giunge rapida la smentita del « Corriere d'Italia » ma
intanto la panzana fa il giro della stampa, e io ricevo plausi, felicitazioni
o rimbrotti, secondo i gusti, dai quattro punti cardinali. Ecco il comico
innestato sul drammatico.
Cordialmente
E. B .
Dà tu, se ti riesce, una spiegazione verosimile di questo pasticcio.
I ntanto io vivo i n attesa. Il mio incarico annuale scade il
20
febbraio. Per quella data Fedele dovrà pure aver risolto in qualche
1 Cartolina postale. La data è quella del timbro postale. Sul recto l a foro «San Donato di
modo la difficoltà che egli stes o ha creato col suo primo impegno.
Subiaco. el sole».
2 Probabile riferimento alla richiesta da presentare a Vallecchi per la cessione dei diritti
d'autore del manuale di diritto ecclesiastico che ]emolo aveva pubblicato in quei giorni (cfr.
lettera n. 36 nota 1).
retroscena di questa singolarissima istoria. Ma più d'uno ne rimarrà
Tu sei troppo acuto ed esperto per non i ntuire qualcuno dei
inesplicabile anche a te. E tu? Quando passi da Roma?
Ricordami alla tua Adele.
Ti abbraccio.
35
Roma, 2 febbraio 1 927
Ernesto B .
Mio canssuno,
on avrei mancato di darti con sollecitudine ragguagli miei diretti
sugli avvenimenti caleidoscopici degli ultimi giorni se fossi riuscito io
1 Anche questo particolare dell'intervento d i Gentile non era finora noto.
1927
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
112
1 13
il diritto ,·igente, avesse conservato, per ragioni di opportunità didattica, l'introduzione storica
36
Roma,
10
febbraio
1 927
manuale dello ] e molo presentava «una più completa esposizione del diritto della Chiesa, dove
è
Mio canssrmo,
Avevo ricevuto da Vallecchi i tuoi
alla trattazione dogmatica dei singoli istituti. Posto a confronto con gli altri trattati italiani, il
notevole il cenno sulla scienza canonistica fino ai nostri giorni, una esposizione completa
del diritto ecclesiastico statale, dm·e per la prima volta le fonti, i controlli e la tutela dei
Elementi'
e, ad una rapida scorsa,
avevo potuto subito ammirare la solidissima struttura, la impeccabilità
diritti sono inquadrati nel sistema, un cenno affatto nuovo sulla struttura interna della con­
fessione israelitica». Dopo queste notazioni positive, il Falco sviluppava, tuttavia, una nutrita
serie di critiche - concernenti la sistemazione della materia, il mancato sviluppo di certi
scientifica, l'amplissima informazione, la forma eccellente. Ho poi avuto
contenuti, alcuni errori giuridici -, ed esprimeva gravi riserve sulla maniera di trattare la
la recensione da te mandatamene. Credo che se avessi io parlato del tuo
«questione fondamentale» dell'autonomia della Chiesa secondo il diritto italiano e sul giudizio
libro, non avrei parlato diversamente : anche in quella riserva che . . . il tuo
<<politico>> delle trattative per la <<conciliazione>> tra lo Stato italiano e l a S. Sede negli anni
amico ha creduto conveniente e ragionevole formulare 2• Pubblicherò
quindi senz'altro la spigliata rassegna, salvo che qualche esperto in diritto
di quelli che capitano in casa mia, e ai quali il tuo libro ha fatto già
molta gola, non proponga di stendere una recensione ultra tecnica 3• Cosa,
del resto, tutt'altro che probabile.
miseramente arenato. E ne sono rammaricatissimo.
È
umiliante e pe­
noso servire da pedina in un complicato e variabile giuoco di scacchi.
Nallino 4
è
Più favorevole la recensione agli
(1 927),
pp.
74-78.
Elementi
stesa da Giuseppe Forchielli per gli <<Studi
Questi lodava il << metodo nuovo>> della separazione tra l'esposi­
zione del diritto della Chiesa da quella del diritto dello Stato - metodo che in Italia non era
stato seguito neppure da chi, come il Romano, aveva dimostrato l'impossibilità di fondere in
un unico concetto i due diritti -, ed inquadrava il manuale di ]emolo nell'indirizzo della
scuola di Ruffini tendente a studiare il diritto ecclesiastico alla luce delle teorie generali del
diritto pubblico, anche per affermarne l'autonomia scientifica rispetto all'invadenza della politica
Sì, il provvedimento promesso per il mio ritorno alla cattedra
è
1 9 1 9-21 .
urbinati >>, l
da parecchio in Egitto. N on avevi risolto la questione
ecclesiastica. Forchielli avrebbe comumque preferito dallo ] emolo una maggiore attenzione
e un maggiore spazio alla storia del diritto e degli istituti canonistici in Italia, in considerazione
del fatto che essa <<non avrebbe soltanto ad offrire un contributo retrospettivo, ma anche
attuale e contemporanea>>. <<Si può legiferare in materia ecclesiastica da parte dello Stato
- egli si chiedeva - senza conoscere l'essenza, la natura, la struttura degli istituti della
Chiesa in Italia? E si può ricostruire il piano di questi rapporti senza un'indagine storica?
della tua andata al Cairo prima della sua partenza?
La notizia tendenziosa di una mia eventuale riconciliazione ecclesia­
stica mi ha fatto piovere addosso una fiumana di messaggi, dei più vari
e dei più contraddittori. Strani i giudizi degli uomini su atteggiamenti
che pure non dovrebbero avere altri valutatori competenti che le co­
scienze dei protagonisti e Dio!
E la questione si complica ancor più se si considerano le stratificazioni storiche dei varii
diritti laicali vigenti prima di quello italiano>>.
3
In realtà la recensione verrà redatta dal Buonaiuti stesso sotto lo pseudonimo P. B . , in
<<Ricerche religiose>>, I I I
(1 927),
pp.
277-278.
Dopo aver lodato la padronanza dell'argomento da
parte di Jemolo, Buonaiuti osservava : <<Nessuna disonestà, mai: nulla di essenziale taciuto, neanche
di ciò che il vivo senso cattolico dello J emolo potrebbe essere tentato di tacere, nulla di alterato.
Però tutto esposto in modo da dare al lettore le impressioni più favorevoli alla Chiesa che da
Tante cose devote ad Adele.
una onesta esposizione dei fatti sia possibile far scaturire>>.
4
A te un abbraccio.
Ernesto
Il professar Nallino era solito effettuare periodiche missioni al Cairo, dove teneva corsi di
arabo (cfr.
E11ciclopedia italia11a, sub voce
Nallino).
37
1 A.C. J E�toLO,
cfr. S. FERRAR!,
Elementi di diritto ecclesiastico, Firenze,
Ideologia e dogmatica. . . cit., pp. 1 27- 1 28.
Vallecchi,
1 927,
pp.
480.
Su quest'opera
2 L'amico di J emolo, autore d'una recensione al suo libro, a cui il Buonaiuti allude,
potrebbe essere identificato in Mario Falco o in Giuseppe Forchielli. Il Falco dedicò agli
Elemmti l'articolo Intorno a un f/Uf!t/O manuale di diritto ecclesiastico in
(1 928), 2, p p . 13 dell'estratto. Sotto i l profilo metodologico,
<<Archivio giuridico >>, X C I X
S a n Donato,
13
giugno
1 927
Mio cansstmo,
Sì, veramente : da molto tempo durava il tuo silenzio, insufficiente­
Falco osservava come, <<a
mente rotto dai saluti delle tue laconiche cartoline. Q ualcosa mi era
differenza di quasi tutti gli scrittori italiani >>, J emolo trattasse separatameme il diritto della
giunto del tuo ritorno all'ateneo bolognese 1• Ma non ho voluto indagare,
Kircbliche Rechtsgeschichte
Leziofli di diritto ecclesiastico (Padova,
Chiesa dal diritto dello Stato - allineandosi in ciò con il saggio sulla
(1 905)
dello Stutz e affiancando lo stesso Falco delle
tvl ilani,
1 926,
pp.
10
e seguenti), mentre, pur volendo evitare ogni miscuglio della storia con
attendendo da te le comunicazioni che infatti son giunte ampie e schiette
come le attendevo. Grazie.
Lettere di B11onai11ti a ]emolo
1 14
1927
on ho fatto a tempo a rispondere subito, perché da quattro giorni
manco da casa. Tu conosci il mio fervido attaccamento al pèllegrinaggio
torie e più impellenti al cospetto di Dio, nonostante il parere contrario
della S. Inquisizione!
annuale al Santuario della SS.ma Trinità al Monte Autore. Questo attac­
camento, vecchio ormai di un decennio, si
anni 2. Ormai
365
il
è
acuito in questi ultimi
Ricordatevi come 10 v1 ho ricordato, specialmente m questi due
giorni quassù!
pellegrinaggio rappresenta per la mia anima la somma di
messe che mi
è
1 15
Ti abbraccio.
vietato di celebrare. Anche questa volta dunque,
Ernesto
mescolato con i ciociari di Porciano ho percorso, forse per la settima
volta, il noto i tinerario dal Piglio a Vallepietra e al Santuario, cantando il
meraviglioso motivo. E ancora una volta, pernottando all'aperto sotto la
sgomentante roccia tagliata a picco che sovrasta il minuscolo santuario,
ho provato il brivido della più profonda emozione religiosa. Poi sono
sceso, naturalmente, a San Donato. Domani, ritemprato, tornerò a Roma,
1 Al termine dell'anno accademico
1 926-27, J emolo
aveva deciso d i lasciare l'insegnamento
di diritto ecclesiastico alla Università cattolica per tornare nella facoltà giuridica bolognese. I l
relativo decreto ministeriale, del
15
giugno
1 927,
indicava la nuova presa d i servizio al
ottobre successivo. S u i rapporti tra Gemelli e Jemolo alla Cattolica, cfr.
Art11ro Carlo }emolo e Vìncenzo Del Gi11dice. . .
cit., pp.
F.
16
�LIRGIOTIA BROGuo,
239-242.
2 Intorno a questo pellegrinaggio Buonaiuti aveva scritto alcune pagine in
« famosissimo carceri ».
Del tuo ritorno all'università bolognese mi compiaccio caldamente.
Tu sai come non avessi mai riguardato con eccessiva simpatia il tuo
Roma, Libreria di cultura,
3
« Cattolica» gemelliana. Capisco il tuo danno economico. Ma la tua
nota
cir., p.
Voci cristiane,
Tra i monti del Lazio e deii'Abmzzo, a cura della
Roma, C . A . I . , 1 924, pp. 33-40. C fr. anche La vita
e nel volume
sezione di Roma del Club Alpino Italiano,
allo sbaraglio...
ingresso in quell'organismo malato di elefantiasi e di idropisia, che è la
prodigiosa capacità di lavoro, il tuo solerte esercizio professionale lo
1 923,
28.
In realtà J emolo stava preparando un volume sul giansenismo italiano (cfr. lettera n.
1).
40
Può darsi che quest'imprecisione di Buonaiuti sia s tata voluta, per porre i n relazione il
volume di ]emolo col suo
Giansenio,
edito a Milano nel
1 928.
compenseranno ad usura. E tu avrai quella assoluta libertà di lavoro,
senza cui veramente la scienza
è
pianta di serra. Mi atterrò alla tua
consegna e serberò con tutti, sulla cosa,
il
più discreto silenzio. Ma tu
non sei personalità che possa sottrarsi al commento del mondo accade­
38
Roma,
mico, e il tuo caso desterà certamente scalpore.
29
giugno
1 927
Attendiamo, tutti, con ansia il tuo Giansenio 3• Quando lo leggeremo?
Mio canss1mo Carlo,
Io ritornerò quassù, col consueto stuolo di amici, verso i primi di
Voglio dirti subito la g1o1a che mi ha procurato la tua di ieri
agosto.
E tu dove passerai le tue vacanze? Se anche quest'anno ci si
l'altro. Data la valutazione, altissima, che faccio del tuo acume e della
tua chiaroveggenza critica, il giudizio che tu vi hai pronunciato intorno
potesse vedere a Roma, ti garantisco che, questa volta, al Terminillo
al mio Lutero
non mancherei.
ripromettere. Ne sono intimamente soddis fatto.
è
il più prezioso e il più gradito di quanti me ne potevo
Con mia schietta soddisfazione ho constatato che le mie capacità
Non ho veduto la recensione del « Popolo d'Itali a » cui alludi e me
podistiche sono in piena efficienza. Ieri mattina, per venire dal San­
ne spiace. Data l'indole del giornale, mi sarebbe piaciuto constatare se
tuario a San Donato, ho impiegato quattro ore e mezzo. Solo, partito
avesse compreso e come aveva giudicato il profondo orientamento del
alle
mio lioro 1 • A tuo comodo, saresti in grado di dirmi, a un di presso, in
4
dal Santuario, ho traversato il giogo centrale dei Simbruini, fra
i motivi dei merli e il richiamo sarcastico del cuculo. U na passeggiata
qual torno di tempo
indimenticabile.
stampa e non faccio nulla per averlo migliore.
Potessi con altrettanta libertà esercitare le mie capacità didattiche,
certamente i nferiori a quelle podistiche, ma indubbiamente più meri-
È
è
apparso l'articolo? H o un pessimo servizio
molto nobile - degno di te - il sentimento che ispira la tua
accoglienza ai commenti sollevati nel « pettegolare » universitario dal
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1927
tuo ritorno a Bologna. E per mio conto, saret, 1 0 linea di princ1p10,
disposto a darti ragione, in quanto dici a proposito della sèuola libera
cui si trasferì in Italia. Insegnò prima nell'Università di Pavia e poi al Pontificio Istituto degli
Studi Orientali di Roma. Nel 1 926 si converù al cattolicesimo. Studioso di Dostojevskij, intorno
al quale pubblicherà a Friburgo in Brisgovia Tragedia, mito e mistica nella poesia di Dostojevskij, un
capitolo del quale comparirà in « Ricerche religiose», IV (1 928). icola Berdiaev lo defmì « per
cultura l'uomo più raffinato di tutta la Russia>>.
1 16
e della sua funzione in Italia. Ma quando rifletto alle condizioni generali
della cultura pubblica fra noi ; quando penso agli indirizzi concreti cui
1 17
la scuola libera finisce con l'esser asservita ; il mio ottimismo teorico
riceve un urto villano.
Comunque, lasciamo le disquisizioni astratte. Ormai tu sei di nuovo
alla Regia. Te ne prenderai maggiore scioltezza di movimenti nel tuo
39
San Donato, 28 luglio 1 927
lavoro scientifico? Potrei per avventura concepire la speranza di avere
un capitolo del tuo « Giansenismo » per « Ricerche Religiose»? Me ne
riterrei ben avventurato!
Saliremo a San Donato verso il
20
dell'imminente luglio. Saranno
con me Ambrogio, Alberto, Mario, Vergottini, Magni, Trafelli 2, un
vecchio professore
russo
che
forse conosci,
l'Ivanov 3 :
una buona
compagnia in complesso. In un secondo momento seguirà
femminile.
Voi altri avevate promesso altra volta di
il
nucleo
risalire lassù,
a rinnovare i ricordi e a rinsaldare le amicizie. Perché non avete mai
mantenuto la promessa? E al mio desiderio di riparare la defezione
dell'ottobre scorso e di salire una buona volta con voi al Terminillo,
non volete quest'anno dare il modo di realizzarsi?
La vostra limpida unione
è
spettacolo veramente che intenerisce.
Noi vi pensiamo tante volte, con gioia e auguri. Il Padre di ogni bontà
le arrida sempre con la sua benedicente assistenza!
Carissimo Carlo,
Sì, eccomi già quassù, con il consueto manipolo
di
compagni.
È
più
di un settennio ormai che io salgo regolarmente al vecchio eremo, con
una compagnia che varia e nel medesimo tempo conserva pure invaria­
bilmente tanto del primitivo proposito. E vi salgo col medesimo spirito,
per quanto, purtroppo, la mia primitiva condizione spirituale abbia subito
così penoso rivolgimento. Son con me Ambrogio e Alberto, Mario
e Vergottini, Maria ed Anna 1 • E poi i nuovi, fra cui un giovane studente
di lettere, tal Villa 2, nipote dell'ex avvocato erariale, nella cui anima mi
par di scorgere quelle medesime magnifiche qualità che mi han reso così
caro, ad esempio, Ambrogio. Son tre anni che viene regolarmente quassù
per tutto l'agosto una signorina olandese, insegnante ad Hilversum 3.
E altri olandesi, due professori uno ad Amsterdam uno a Dordrecht
avrò quest'anno ospiti 4•
Buone vacanze!
Le nostre riunioni e le nostre discussioni non si tengono più sotto
Ti abbraccio con tanto affetto.
il noce, bensì nel boschetto che copre i fianchi del colle che abbiamo
Tuo
Ernesto
battezzato col qualificativo di «pitagorico» e sotto i tre grandi tigli che
dominano la costa montana elevantesi a levante della casa. Nostra lettura
fondamentale, s'intende, il N uovo Testamento e il Messale - quest'ulti­
Non è stato possibile rintracciare la recensione al Lutero di Buonaiuti sul « Popolo d'Italia>>.
Circa la polemica saldatura tra protestantesimo e idealismo operata dal Buonaiuti, si vedano B.
UuANICII, Bttonaiuti storico della RifomJa. .. cit., e L. GIORGJ, Su tre lettere di Ermsto Buonaittti
a Giovanni Miegge riguardanti l'interpretazione di Lutero, in «Rivista di storia e letteratura religiosa>>,
xx (1 984), pp. 1 42- 1 5 1 .
2 L a cerchia degli amici e allievi di Buonaiuti che intendeva ritrovarsi con lui a San
Donato nelle vacanze estive del 1 927 : Ambrogio [Donini], Alberto [Maria Ghisalberti], Mario
[Niccoli] , [Giovanni De] Vergottini, [Cesare] Magni, [Luigi] Trafelli, collaboratore di << Ricer­
che religiose».
3 Venceslao Ivanov (Mosca 1 886 - Roma 1 949), poeta e filosofo russo. Discepolo di Mommsen
a Berlino, divenne docente di filologia classica nell'Università di Baku dal 1 920 al '24, anno in
1
mo perché si alimenti in noi il rimpianto nostalgico di quel che la
scomunica ci ha fatto perdere. Letture minori, Maestro Eckart, Dante
e Dostojevskij 5•
Le giornate trascorrono in una serena pace, fatta di intimità e
di
contatto con la natura. Ieri l'altro sono stato nuovamente al pellegrinaggio
della Trinità, al quale mi affeziono sempre più fortemente.
Quanto vi vorrei con noi! E non rimandare l'appagamento
di
un
tal mio desiderio all'epoca troppo lontana nella quale i piccoli « tirannelli»
vi potranno essere compagni di ascensione quassù! Se, ripeto l'invito,
Lettere di Buonaiuli a )emolo
1927
nel settembre verrete a Roma, come vi auguro e mi auguro, non dovrete
dinanzi all'altare, la liturgia che commemora il vescovo e martire venuto
mancare di fare una capatina a S. Donato.
dal chiostro 1 •
118
Molto, molti, ci ripromettiamo,
a breve scadenza,
È
dal tuo lavoro.
1 19
diminuito il nostro numero, dal giorno in cui quest'anno siamo
Auguri pieni di affezione ad Adele.
venuti quassù. Ma non
A te un abbraccio
fervore della nostra contemplazione e delle nostre discussioni.
è
diminuito l'affiatamento, non si
Il ritmo regolare delle nostre giornate
da Ernesto
è
è
affievolito
il
stato gradevolmente rotto
dalla visita di amici e colleghi, fra i quali l'ospite più piacevole e più
e saluti da tutti i presenti.
entusiasta
1 Oltre ad alcuni uomini sopra ricordati (nota 2 alla lettera precedente), era salito a San
Donato il <<nucleo femminile», stavolta composto solo da Maria Oa Monachesi, la Fermi o la
Zappalà?] e Anna (De Micco], allieva e collaboratrice del Buonaiuti sino dal 1 920, la quale era
particolarmente conosciuta a San Donato ed ha lasciato una testimonianza di quell'esperienza in
«ALI. Organo dell'Unione cristiana delle giovani», 1 957, pp. 37-41 (cfr. anche La vita allo sbaraglio...
cit., pp. 3 nota 1, 2 1 nota 1, 33 nota 1 e 1 28 nota 2).
2 Agostino Villa, nato a Roma nel 1 906, studente di lettere nel 1 927, narratore di un certo
prestigio e traduttore di autori russi. Una lettera di Buonaiuti al Villa del 23 agosto 1 943, di
commento al suo romanzo Paludi e montagne (forino, Einaudi, 1 943), è conservata in copia nel
fondo Ravà-Buonaiuti presso l'Accademia toscana di scienze e lettere «La Colombaria>>. Ringrazio
il prof. Francesco Adorno per avermi segnalato l'esistenza di tale fondo documentario.
3 Dovrebbe trattarsi di Maria Fermin (L'Aia 1 897 - 1 980), insegnante di lingue e cultrice di
filologia romanza, dal 1 955 lettrice di lingua e letteratura italiana nell'Università di Utrecht. La
Fermin era entrata in contatto col Buonaiuti e col gruppo di San Donato tramite l'amico Pau!
Hendrix (cfr. La t•ita allo sbaraglio... cir., p. 1 28 nota 1).
4 Da una missiva del Buonaiuti a Missir del 23 agosto 1 927 e dalle annotazioni del Donini si
viene a conoscere che i due olandesi giunti a San Donato in quell'estate erano Pau! Hendrix,
allora professore di liceo a Dordrecht e in seguito titolare di bizantinologia nell'Università di
Leyda e, forse, un certo van uerop o Leonardo van Liempt (ibid , p. 35 nota 1 e 2).
5 Si veda quanto Buonaiuti aveva precisato per lettera al Missir il 24 giugno 1 927, prima di
salire a San Donato: « elle nostre riunioni quotidiane lassù noi leggeremo, oltre il Nuovo
Testammto, che è la nostra lettura preferita, i Sem1oni di Maestro Eckhart, il Paradiso di Dante,
i Fratelli Karamazof di Dostojewskij>> (ibid , pp. 29-30). Altri suggestivi particolari sulla modalità
di queste <<letture>> vengono ora offerti dai ricordi personali del Donini posti in calce alla
suddetta lettera.
è
stato il sagacissimo De Lollis 2, che ha ammirato illimitata­
mente il luogo, la forma eli vita, soprattutto la vegetazione circostante,
dominata dai due tigli giganteschi - li ricordate? - alla cui ombra si
svolgono le nostre migliori conversazioni.
Vedo bene che leggi scrupolosamente le pagine delle Ricerche
Religiose. Tu devi aver intuito nella mia rapida rassegna perimodernistica,
il proposito, in me sempre più pungente, eli ridurre il modernismo
a quella esperienza del male e del riscatto, intorno a cui gravita l'essenza
del cristianesimo3.
Il Consiglio Superiore ha approvato il cambiamento del titolo della
mia cattedra e il mio passaggio. Ma equivale ciò alla sicurezza della mia
ripresa didattica? Giudicane tu. Il mio incarico scade il
7
17
ottobre e il
novembre io mi presenterò certamente a fare scuola. E poi? Mistero!
Che ne dici
dell'articolo eli
Orestano sulla questione
Romana 4
apparso sulla « N uova Antologia»? Mi diceva Gabrielli 5, salito a San
Donato con De Lollis, che esso ha avuto l'approvazione preventiva
della Segreteria eli Stato.
Vergottini, al quale ho trasmesso il tuo messaggio,
Parenzo.
È
stato chiamato a Siena ed egli
è
è
partito ieri per
felice del trasferimento 6•
Mi compiaccio moltissimo del tuo lavoro. Sei in piena efficienza 7.
Qui, ogni volta che è stato fatto il tuo nome,
è
stato un coro eli
ammirazione e eli affezione.
Il Vici, che tu incontri spesso costì,
è
stato, nientemeno, mio allievo
all'Apollinare, quand'egli era seminarista al Seminario Pio.
40
San Donato, 12 luglio 1 927
State lieti. Questa mia lettera vi faccia sentire l'amicizia di tutti no1
e V1 porti il ricordo dei primi riposi nostri sandonatesi.
Carissimo,
Saluti devoti ad Adele.
Sei stato finissimo e felicissimo scrivendo nel dl sacro a San
A te un abbraccio.
Donato. Sì, anche quest'anno abbiamo acceso nella cappellina mutila
e disadorna i nostri due piccoli candelabri e abbiamo letto, prostrati
Ernesto
B.
1 20
Lettere di Bllot�aiuti
a
1927
]emolo
1 Cfr. in proposito E. Buonaiuti, Lo leggenda di San Donato, in « Il Tempo», 1 6 agosto 1 920,
e in «Corriere padano», 23 agosto 1 928.
2 Cesare De Lollis (Casalincontrada, presso Chieti, 1 863 - Roma 1 928), filologo e storico
della letteratura italiana, francese e spagnola. Docente nell'Università di Roma dal 1 905. Fece
parte di quel cenacolo di studiosi - tra cui Giuseppe Chiovenda, Antonio Ravà, Luigi Salvatorelli,
Buonaiuti, Adriano Tilgher, Mario Vinciguerra e lo stesso Jemolo - raggruppati intorno al
settimanale romano neutralista « Italia nostra» (cfr. al riguardo, G.F. LAMI, Introdu�om a Adriano
Tilgher. L 'idealismo critico e l'uomo integrale del XX secolo, Milano, Giuffrè, 1 990, pp. 6-7 ; G. SAsso,
Varia�oni sulla storia di una rivista italiana: <<Lo Cultura)) {1882- 1935], Bologna, U Mulino, 1 992;
M.C. A VALLE, Una coscienza: Arturo Carlo ]emolo, in A. GALANTE GARRONE - M.C. A vALLE , A rturo
Carlo ]emolo.. . ci t., pp. 65 e seguenti). Il De Lollis fondò nel 1 920 la <<Rivista di cultura>> e nel
1 92 1 fece riapparire <<La Cultura» sotto la sua esclusiva direzione. Ad essa collaborarono anche
Buonaiuti e diversi suoi allievi o amici strerti come Ghisalberti, ]emolo, La Piana, Monti, Pincherle
(cfr. Lo Cultura [1921 - 1 928). Presentazione di U. Bosco. Introduzione di A. Luz1, Roma,
Edizioni dell'Ateneo, 1 97 1 ) .
1 Probabile riferimento a l breve scritto Discussioni. Ti
pi di « modemismOJ) cristiano, apparso in
<<Ricerche religiose», I I I (1 927), pp. 356-361 .
4 Cfr. F . 0RESTANO, Lo Chiesa cattolica nello Stato italiano e nel mondo, i n <<N uova antologia», vol.
CCCXXXI I (1 927), 16 luglio 1 927, pp. 1 37-1 49. Questa la conclusione dell'articolo dell'Orestano :
<<... oggi come non mai, lo Stato Italiano e la Chiesa debbono sentire, oltre l'attuale loro generica
propensione, tutto l'interesse, reciproco, di compiere francamente una totale revisione delle
rispettive posizioni».
5 In realtà Francesco Gabrieli, (Roma 1 904-1 996), altrove definito dal Buonaiuti <<giovane
arabista e orientalista di grandissimo valore» (cfr. Lo vita allo sbaraglio... cit., p. 269). Era allora
giovane professore di liceo, redattore dell'Enciclopedia italiana e collaboratore assiduo alle <<Ricerche
religiose». Sarà professore di arabo nell'Istituto arabo orientale di Napoli e, dal 1 938, di lingua
e letteratura araba all'Università di Roma. Si è occupato della maggiore letteratura islarnica, oltre
che di quella persiana, di storia dell'antico Islam, e in generale della civiltà musulrnana medievale
nonché di taluni aspetti della storia dei popoli arabi moderni. Socio nazionale dell'Accademia dei
lincei. Ha collaborato anche a diversi quotidiani. A dieci anni dalla morte di Buonaiuti, Gabrieli
ne scriverà un breve profilo in cui si legge, tra l'altro : <<Chi scrive queste righe non è stato
diretto discepolo di lui, non si seme competenza bastante a giudicarne le più discusse affermazioni,
non ne approva [ ...) talune incertezze ed ambiguità di atteggiamenti. Ma ricorda di aver sentito
e cercato in giovinezza la luce e il calore che promanavano da quell'uomo, l'insuperato fascino
pedagogico (che è forse proprio ciò che più i suoi nemici temevano), lo slancio umano e cristiano,
d'un cristianesimo superiore a qualsiasi determinazione confessionale, che irradiava in ogni suo
contatto» (F. G,\BRJEU, Buonaiuti, in A bbozzi e profili, Sapri 1 960, p. 87).
6 Giovanni De Vergortini (Parenzo 1 900 - Bologna 1 973), laureato in giurisprudenza all'Uni­
versità di Roma sotto la guida di Francesco Brandileone nel 1 923, professore incaricato di storia
del diritto italiano e di diritto ecclesiastico nell'Università di Sassari nel febbraio 1 924, libero
docente nel novembre 1 925, vincitore di concorso per la cattedra di storia del diritto italiano
dell'Università di Cagliari nel novembre 1 926, fu chiamato a Siena il 20 giugno 1 927. Sarà
nominato preside della facoltà di giurisprudenza di quest'ateneo per gli anni accademici 1 93 1 -33.
Si trasferirà nell' niversità di Modena nell'ottobre 1 935, in quella di Pisa nel dicembre 1 935, in
quella di Bologna nel novembre 1 949. Di questa facoltà di giurisprudenza diverrà preside dal
1 950-51 al 1 960-6 1 . Presidente della Deputazione di storia patria per le province di Romagna dal
1 952 al 1 970. l suoi primi interessi scientifici furono rivolti a collegare la storia giuridica istriana,
particolarmente nel campo del diritto pubblico, con la culmra italiana ; successivamente si dedicherà
·
1 21
alla <<comunalistica», a ricerche sulla legislazione imperiale federiciana e sullo Smdio di Bologna.
Opere principali : Limamenti storici della costitu�one politica delflstria durante il medioevo, Roma 1 924-25 ;
Origini e s1•iluppo storico della comitatinanza, Siena 1 929 ; Il "popolo)) nella costit11�one del comune di
Modma sino alla metà del secolo Xl!!, Siena 1 93 1 ; Ricerche sulle origini del vicariato apostolico, Milano
1 939; Leifoni di storia del diritto italiano. il diritto pubblico italiano nei secoli XII-XV, Bologna 1950-51
(rist., con prefazione di C. DoLCir-.:1, Milano, Giuffrè, 1 993) ; Studi sulla legisla�one di Federico il in
Italia. Le leggi del 1220, Milano 1 952; Scritti di storia del diritto italiano, a cura di G. RoSSI, 3 voll.,
]\filano 1 977. Su di lui, cfr. P. Cou.ll' 1, Ricordo di Giovanni De Vergottini, in << Rivista di storia del
diritto italiano», XLVI (1 973), pp. 2 1 5-234 (con bibliografia alle pp. 225-234) ; F. CROSARA, in
ricordo di C De I 'ergottini, Jlfl maestro tra le due guem, in <<Atti e memorie della Società istriana di
archeologia e storia patria», LXXV ( 1 975), pp. 1 -27 ; G. S ANTIN I, Ricordo di C De Vergottini, in
<<Archivio giuridico», CXC (1 976), pp. 9 1 - 1 03 ; C.G. Mo R , Gio11anni De Vergottini, in <<Arti
dell'Accademia delle scienze dell'lstimto di Bologna», Classe di scienze morali, Rendiconti, LXVIII
(1 979-80), pp. 303-3 1 4 ; E. Co Rn,SE, Storia del diritto italiano... cit., pp. 819 e 83 1 , nonché i vari
contributi raccolti nel volume Bologna e la sua Università nel contributo di Giovanni De Vergottini. Atti
del seminario di studi nel r•entennale della scomparsa, Milano, Giuffrè, 1 995.
7 Oltre ai sopra ricordati Elementi di diritto ecclesiastico, ]emolo pubblicò nel 1 927 tre articoli di
carattere tecnico nella <<Rivista di diritto pubblico» e altri due nella rivista <<Temi emiliana»,
nonché una recensione nell'<<Archivio giuridico».
41
Auguri cordialissimi.
Roma 1 , l novembre 1 927
E. Buonaiuti.
1 Cartolina postale. La data è quella del timbro postale. Sul ree/o fotografia di <<San Donato di
Subiaco - Nel sole».
42
Roma, 5 novembre 1 927
Carissimo,
Sì,
hai ragione. Tu avresti dovuto essere informato per primo
dell'andamento laborioso delle mie conversazioni con F. [edele] a propo­
sito della mia posizione accademica 1 1 • Eravamo rimasti, quella mattina
che la visita di quel sacerdote venne ad interrompere
il
nostro colloquio,
alla lettera da me mandata al ministro, e alla domanda di chiarimenti
inviata a Milano. Tu fosti tanto gentile da spiccarmi, prima di partire da
Roma, un messaggio, nel quale mi desti un opportuno suggerimento
a proposito dell'intervento milanese. L'accolsi a volo, e telegrafai. Ma da
1 22
1927
uttere di Buonaiuti a }emolo
1 23
Milano non è venuta mai nessuna risposta. Frattanto F. [edele] mi mandò
Son deciso, sempre più fermamente, a non abbandonare il mio
pressantemente a chiamare e io gli dissi a voce tutto quello che mi ero
posto di attesa. Ho la sensazione vaga, ma la fiducia sicura, che prima
proposto di dirgli per iscritto. Mi rispose che, d'accordo col capo del
o poi rioccuperò la mia cattedra romana. E chi ha fatto scopo della sua
governo, mi doveva chiedere perentoriamente di astenermi dal far lezione.
vita l'introduzione della critica religiosa in Italia e la divulgazione fra noi
mio deciso proposito di risalire la cattedra e chiesi quali
di preoccupazioni spirituali nascenti appunto dalla applicazione del me­
sanzioni sarebbero state adottate contro di me, qualora avessi tradotto
todo storico alla tradizione cristiana, non può, a nessun patto, abbando­
in atto il mio proposito. F. [edele] mi dichiarò che non mi avrebbe
nare il suo posto di combattimento. Mai.
Contrapposi
il
esonerato, perché il capo del governo non voleva simile provvedimento,
Sono molto gentili le tue proposte per una migliore sistemazione
ma mi avrebbe d'ufficio trasferito nel ruolo delle biblioteche. Biblioteca
delle mie condizioni editoriali . Per Laterza è già cosa fatta. Pubblicherà
per biblioteca, risposi che preferisco la mia. E allora ci siamo concertati
ora la mia
su un nuovo incarico - quello di avviare i lavori preparatori per la
di far seguito, nella medesima collezione, al tuo Gianseni smo. Del
illustrazione di Gioacchino da Fiore, - da durare fino al giugno
'28.
quale è, in me e in molti altri intorno a me, vivissima l'attesa. Sap­
Ma finora questo accordo puramente verbale non è stato consacrato da
piamo tutti in anticipo quale lusinghiera accoglienza si dovrà fare al
Africa cristiana ' .
Che, se mal non mi appongo, avrà l'onore
alcun decreto ufficiale e io dubito che F. [edele] mantenga la sua parola 2.
tuo lavoro, che sarà la tua più bella e poderosa a ffermazione finora.
Nel frattempo ho voluto assodare per altra via se il capo del
Quando il libro sarà uscito, tutti i miei corrispondenti all'estero sa­
governo è veramente ed in tutto d'accordo con F. [edele] a mio riguardo.
ranno mobilitati, perché il libro abbia la più vasta e propizia riper­
Mi son dovuto persuadere che sì. E la mia situazione non ne ha
cussione pos sibile .
Hai perfettamente ragione di pensare che alla radice della fede nella
guadagnato in chiarezza ai miei [ .. .p
sopravvivenza c'è il bisogno istintivo di raffigurarsi un'economia che
1 Sull'incontro con Fedele, avvenuto il 17 ottobre 1 927, si veda l'altra lettera di Buonaiuti
a Guido Cagnola del 29 ottobre 1 927 in L. BEDESCHJ, Buonaiuti, il Concordato... ci t., pp. 360-36 1 ,
e F . P IRENTE, B11onaiuti... c it., pp. 67-69.
2 Tale nuovo incarico era ufficialmente così formulato : <<ricerche sulla storia della civiltà
e della letteratuta cristiana nel Medioevo in preparazione della edizione delle opere di Gioacchino
da Fiore da farsi a cura dell'Istituto storico italiano>> (cfr. la ricostruzione di Niccoli in Pellegrino
di Roma... cit., p. 542 nota 1 68, e A FoRNI, L'Istituto Storico Italiano, in Specul11m tmmdi. Roma centro
intemaifonale di ricerche umanistiche, introduzione di M. P.\LLOTTINO, a cura di P. VIAN, Roma, 1st.
Poligrafico e Zecca dello Stato [1 992], pp. 636-638) .
.l Manca il seguito della lettera.
vendichi la giustizia conculcata e ristabilisca un equilibrio di valori che la
vita associata quotidianamente sconvolge.
Ma hai riflettuto bene in quale foggia di credenze simile pregiudiziale
postulazione trova il suo migliore soddisfacimento, la sua più adeguata
tutela?
È
quello che mi domando anch'io da parecchio tempo. E dal
punto di vista pragmatistico devo riconoscere che la migliore soluzione
al quesito l'ha data la speculazione greca con la sua dottrina dei semidei
e degli dei e la fede del cristianesimo primitivo, con la sua visione
della immortalità condizionata. La partecipazione al regno è riservata
agli iniziati e ai santi. Per il rimanente degli uomini, v'è la geenna, cioè
43
Roma, 1 9 novembre 1 927
il nulla.
Questo, è vero, sembra in aperto contrasto con quel che tu osservi
Mio canssrmo,
a proposito dell'accettante e passivo desiderio del nulla, che potrebbe
Il ritardo delle tue lettere non fa che renderne in m e più pungente
essere complice dell'inerzia più assoluta. Ma tant'è. N ei periodi della sua
iJ desiderio.
Di quest'ultima tua, così premurosa e così schietta, ti sono partico­
larmente riconoscente.
più intensa inquietudine, la spiritualità umana ha invece fatto assegna­
mento su una speranza di sopravvivenza, che doveva essere il retaggio
di una operosità più intensa e più alta.
1 24
E a simile speranza
1 25
1927
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
ha corrisposto una particolare. concezione
antropologica, secondo la quale l'uomo, se è corpo ed anima, può anche
essere « spirito» - qualora si tras figuri nell'idealità e nella fede.
esauriente del mio asserto, mi limiterò a domandarti se hai riflettuto che
l'escatologia del giudaismo nell'epoca neotestamentaria è sempre un'e­
scatologia di « privilegio etnico», la quale lascia completamente fuori di
prospettiva il destino di tutta l'umanità che non è, per sangue o per
N ulla mai di quelle vecchie concezioni risorgerà in noi . . . ?
elezione, israelita. Il cristianesimo primitivo, mercé sopra tutto la predi­
Saluti cari a d Adele.
cazione di Paolo, ha trasformato il privilegio etnico in un privilegio
A te un abbraccio di cuore.
Ernesto B.
carismatico : ma privilegio ha lasciato la immortalità. In questo simile del
resto a tutte le religioni di mistica.
Ma tu ampli singolarmente l'ambito della nostra controversia, ac­
1 Il titolo esatto sarà // cristianesimo nell'Africa romana, Bari, Laterza, 1 928, pp. XXN-454, la
serie editoriale <<CoUezione storica>>.
cennando al destino dell'anima ... animale. Ahi, ahi! Ma vuoi flnire nella
teosofia . . . ?
Avevo saputo di Silva 3. Ma non ne sono rimasto sorpreso.
Prima che il tuo volume sia posto da Laterza in circolazione, tu
44
avrai avuto da me il novero delle persone e dei periodici cui reputo
Roma, 8 dicembre 1 927
opportuno tu ne mandi esemplari.
In settimana, i miei due liberi docenti daranno inizio ai loro corsi.
Mio carissimo Carlo,
Non ti so dire quanto bramerei anch'io di poter riprendere presto
qui a Roma con voi quella consuetudine di comunicazioni amichevoli
che han lasciato rapporti affettuosi così vittoriosi del tempo e della
distanza. Ho la sensazione che il vostro ritorno debba essere più vicirio
di quanto non si pensi.
Frattanto io vado organizzando
il
mio lavoro su Gioacchino. Sarà
cosa lunga e laboriosa. Ma spero far qualcosa di buono.
Abbiamo ripreso le nostre riunioni domenicali, ricordando i lontani.
E mi pare uno spirito più profondo del solito aleggi fra noi.
Cose affettuosissime ad Adele. A te un abbraccio.
Ernesto
Senza dubbio non potrebbero mancare mai argomenti alle nostre
discussioni. Questo dellla sopravvivenza personale che abbiamo toccato
fugacemente nel nostro ultimo incontro romano e che abbiamo
'
molto
sommariamente, ripreso per lettera, è dei più ardui e più scabrosi.
Ti ha, a quanto pare, straordinariamente meravigliato il mio accenno
alla fede, in proposito, del cristianesimo primitivo, che però definisci
una fede nella immortalità condizionata. E mi hai contrapposto la mi­
naccia evangelica della pena nel fuoco e nello zolfo. Ma è appunto
quella minaccia, che va interpretata e illustrata alla luce della escatologia
contenuta dalla letteratura apocalittica, che mi convince - o meglio
convince una massa ormai di studiosi del mondo neotestamentario a circoscrivere l'ambito spaziale e temporale della visione evangelica
dell'oltre tomba. Se tu fossi a Roma, ti farei leggere le pagine decisive al
riguardo che ha dettato testé il Moore nell'ultima parte del suo judaism l,
cui h o consacrato una rassegna sul fascicolo d i R. [icerche] R. [eligiose] ,
che parte oggi da Roma 2. Non potendo qui o ffrirti una documentazione
1 B uonaiuti fa riferimento aU'opera Judaism in the First Centuries of the Christian Era, Cambridge,
Mass. 1 927-31 , di George Foot Moore (1 85 1 - 1 931), il massimo studioso americano di semitistica.
2 E. Bl'ot-.\ILTI, 11 giudaismo normativo, in << Ricerche religiose», I I I (1 927), pp. 5 1 5-520.
3 Pietro Silva (Parma 1 887
Bologna 1 954), storico. Aveva partecipato col Salvemini aUa
battaglia deU'interventismo democratico. Nel 1 923 aveva vinto la cattedra di storia aU'Istituto
superiore di magistero deU'Università di Roma. L'accenno di Buonaiuti, in risposta ad una
segnalazione di ]emolo, potrebbe riferirsi aUe contrarietà accademiche incontrate dal Silva per
ragioni politiche o a qualche forma di denuncia e misura di controUo nei suoi confronti da parte
di gerarchi fascisti (cfr. W. MATLRI, Pietro Si/va, in <<Rivista storica italiana», LXVI (1954),
pp. 603-604; G. VoLPE, Storici e maestri, Firenze, Sansoni, 1 967, p. 1 00).
-
1 26
1928
Lettere di Buonaiuti a }emolo
1 27
46
45
Roma, 28 febbraio 1 928
Roma, 20 gennaio 1 928
Carissimo Carlo,
Mio canss1mo Carlo,
Sì, mi rammaricavo più tosto in cuor mio del tuo prolungato
Ho ricevuto ieri contemporaneamente la tua amabilissima lettera e il
silenzio. Sono proprio contento tu l'abbia rotto. Grazie del tuo messag­
tuo attesissimo volume 1• Ho letto col più vivo compiacimento le tue care
gio : grazie del tuo fedele e sollecito abbonamento.
parole nella prima.
Come avrai constatato, il periodico va assumendo un'andatura un
po' più movimentata e più polemica 1• Lo ritengo indispensabile al
consolidamento finanziario del periodico: lo ritengo molto meglio ri­
spondente alle mie attitudini e al mio dovere. Ormai il mio destino
è segnato. Dopo avere per lunghissimi anni sognato e sospirato di potere
strappare ai metodi e alle conclusioni della nostra disciplina la sanzione
ufficiale dell'ortodossia o quanto meno il diritto di libera circolazione,
mi sono dovuto, mio malgrado e con mia lacerante pena, convincere
che questo era un vano e irraggiungibile miraggio. n mio attaccamento
alla disciplina, valutato come si conveniva, avrebbe potuto indurmi ad
una attenuazione, laboriosa e ardua, della mia visuale e del mio proposito.
Poiché questo mio schietto e appassionato attaccamento è stato tenuto,
pertinacemente, in non cale, io ho oggi il dovere tassativo di dire tutto
quello che penso e prevedo. E compirò il mio dovere.
Non mi hai detto più nulla del tuo Giansenismo. Lo attendiamo
tutti con impaziente ansietà. Quando ti debbo mandare quell'elenco di
studiosi e periodici stranieri a cui il volume sarà mandato con vantaggio?
Tutti, nel nostro piccolo manipolo, lavorano fiduciosi e concordi.
E tutti vi ricordano sempre con amicizia inalterabile.
Immagino il tuo lavoro. Non dimenticare mai di mandarmi gli
estratti dei tuoi studi, che tu trovi sempre il modo di intercalare alla tua
attività professionale e all'insegnamento.
Mi
sono gettato con avidità sulle pagine del secondo.
Quale superba evocazione ci hai dato! La conoscenza, credo veramente
adeguata, che ho delle tue esimie qualità di storico, il giudizio che mi ero
già formato in base alle primizie già apparse del tuo lavoro, mi ponevano
bene in grado di raffigurarmi in anticipo quella che sarebbe stata la tua
ricostruzione del movimento giansenista in Italia. Ma la realtà travalica di
gran lunga le favorevolissime previsioni. Tu hai saputo, con sguardo lucido
e sicuro, individuare il nucleo sostanziale della esperienza giansenistica.
Hai saputo scoprire così la molla animatrice di tutto il movimento, al di là
come al di qua delle Alpi. E sullo sfondo grandioso di questo formidabile
problema della grazia che il giansenismo ha agitato, tu hai individuato
magistralmente i caratteri e la funzione del giansenismo italiano.
Io rimango ammirato, sopra tutto, dinanzi alla larghezza sconfinata
della tua erudizione teologica. Ma rimango commosso agli accenti con
i quali tu tratti della visione cristiana nel giansenismo.
Tutto questo è detto subito dopo una scorsa al tuo massiccio
volume, che è una semplice
dilectatio.
Ora seguirà una lettura attenta
e minuta, che mi darà indubbiamente le più grate sorprese.
Chi vuoi tu che parli del tuo lavoro su « Ricerche religios e »? L'ideale
sarebbe che Rota 2 ne facesse lui un'ampia rassegna sulle nostre pagine.
Ne nascerebbe sicuramente una discussione di grande interesse e di
indubbia opportunità. Ma dove è ora il Rota? E accetterà di scrivere
sulla mia rivista? Va da sé che io sono,
loto corde,
dalla tua parte contro
la sua irreale interpretazione.
Ricordami, con tanta devota affezione, ad Adele.
Ho molto gustato il tuo capitolo sul Tamburini 3. H ai ragione
A te il più affettuoso abbraccio.
a notare come sia oscura la genesi del suo giansenismo. Sulla sua azione
Ernesto
a Roma, come ripetitore al Collegio Irlandese, e sulla origine del suo
rapporto col Cuccagni 4, mi pare ti sia s fuggita la storia, non molto
notevole in verità, ma né pure insignificante, di un rettore del Collegio
1 Nell'ultima parte dell'annata 1 927 le « Ricerche religiose» avevano ospitato un articolo
polemico di Buonaiuti contro i gesuiti (Ai " buoni padri)), pp. 479-480).
morto pochi anni or sono - Michele O'Riordan 5 - : The Abba te
Luigi Cuccagni - sulla rivista «The Seven Hills Magazine» giugno
1 9086.
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 28
1928
Dimmi subito qualcosa per la recensione. Vorrei comparisse al più
presto.
1 29
Ma trovo che le origini dell'episcopato sarebbe un tema su cui si potrebbe
lavorare con larghezza e con lucidezza di risultati. Tema cotesto indub­
Perché, se sono stato tra i primi a ricevere il tuo magnifico volume,
biamente trito e vasto, che può portare lo studioso che lo affronti molto
voglio essere fra i primi a dire pubblicamente quanta ammirazione, quanta
lontano, in un mare magnum di ricerche in cui è possibile far naufragio.
gratitudine ti debbono quanti in Italia seguono il fiorire degli studi
Ma tema, anche per questo, più adatto di molti altri ad una trattazione
religiosi.
di un laureando in giurisprudenza.
A te, alla tua Adele, tutte le mie più calde felicitazioni.
Ti abbraccio.
Ernesto
Ho finito di leggere, pacatamente, quassù, il tuo Giansenismo italia­
no. Non ho da ritirare alcuna delle valutazioni entusiastiche che formulai
dopo la prima rapida scorsa. Rimarrà sopra tutto tuo merito insignissimo
aver portato l'indagine - speriamo una volta [per] 1 sempre - su quel
1 A.C. JE�IOLO, Il Giansenismo in Italia prima della Rivolu�one, Bari, Laterza, 1 928.
2 Ettore Rota (Milano 1 883 - Cannobio 1 958), storico, dal 1 925 docente di storia moderna
nell'ateneo pavese. Aveva aperto la strada agli studi sul giansenismo italiano (cfr. Il Giansenismo in
Lombardia e i prodromi del Risorgimento italiano, 1 907), ma la sua interpretazione «risorgimentalista»
era criticata sia dallo Jemolo che dal Buonaiuti. Sulle tesi del Rota, cfr. C. FANTAPPIÈ, Riforme
ecclesiastiche e resistmze sociali. La sperimmta�one istitu�onale nella diocesi di Prato alla fine dell'antico
regime, Bologna, Il Mulino, 1 986, pp. 1 6- 1 9, con bibliografia).
3 Pietro Tamburini (1 737 - 1 827), il più importante teologo del giansenismo italiano. ]emolo
gli dedicava un lungo capitolo del suo libro (I ribelli. Tamburini e il gruppo pavese, pp. 263-347).
4 Luigi Cuccagni (1 7 40 - 1 798), rettore del collegio Irlandese di Roma, direttore del Giomale
ecclesiastico di Roma, periodico antigiansenista.
s Mons. O'Riordan, morto nell'estate 1 9 1 9, era stato rettore del Collegio Irlandese negli anni
in cui Nicola Turchi e Luigi Chiesa erano stati estromessi da esso per idee moderniste (cfr. L.
B E D ESCII I , Il processo del Sant'U.flì�o contro i modemisti romani, in « Fonti e documenti», Centro per la
storia del modernismo, 1 978, 7, p. 41 nota).
6 Sulla rivista «The Seven Hills Magazine» edita a cura del Collegio Irlandese di Roma e sui
rapporti di Buonaiuti con questo istituto, cfr. A. ZAMBARBlERI, Il cattolicesimo tra crisi e rinnovamento.
Ernesto Buonauiti ed Enrico Rosa nella prima fase della polemica modernista, Brescia, Morcelliana, 1 979,
p. 327 nota 36.
47
San Donato, 9 aprile 1 928
Carissimo Carlo,
Eccomi quassù, anche quest'anno, a trascorrere nel vecchio eremo,
nella maniera meno penosa, la solennità
dell'Exultet,
lungi, purtroppo,
dalla celebrazione liturgica che era quella più ricca di significato per il
mio spirito.
Non è agevole né pur per me, ignorando le personali attitudini
dello studente cui accenni, suggerire un argomento di laurea acconcio.
terreno teologico, ove è possibile, solamente, comprendere il movimento
suscitato
dall'A ugustinus2•
La tua vastissima erudizione e la tua lucidezza
espositiva compaiono, ad un esame anche più ponderato, degni di
maggior lode.
Ma mi ha fatto una qualche sgradevole impressione una tua preoc­
cupazione ortodossa che affiora a volte quando meno lo si aspetta e lo
si capisce3. E sopra tutto mi ha ferito un tuo giudizio sul modernismo,
che travalica lungamente
il
senso storico e l'equità 4• N on nasconderò
questa mia impressione, per lealtà, nella rassegna che sto per scrivere.
La vertenza Civ. [iltà] Catt. [oli ca] - Benigni non credo sia attutita 5.
Benigni non è tipo da darsi facilmente per vinto 6• E non è innaturale il
pensare ch'egli lavorerà sott'acqua per prendersi comunque una rivincita.
Se già non se l'è presa.
Auguri e saluti cordialissimi a te e alla tua Adele.
Ernesto B.
1 Saltato da Buonaiuti.
L'opera maggiore di Giansenio, a cui Buonaiuti aveva dedicato una breve monografia
(Milano, Athena, 1 928), per porre in risalto le radici agostiniane del movimento giansenista.
3 Buonaiuti aveva già espresso una simile critica in occasione della recensione del saggio di
J emolo sul vescovo Ricci pubblicato in anteprima nella raccolta di Studi in memoria di- Pier Paolo
Zan'{Jtcchi (i'vlilano, Vita e Pensiero, 1 927. Dopo aver sottolineato le «preoccupazioni confessionali>>
che avrebbero ispirato un contributo di Melchiorre Roberti su Le associa�oni funerarie cristiane e la
proprietà ecclesiastica nei primi tre secoli, passava ad analizzare lo scritto di ]emolo in questi termini:
«Temiamo forte che preoccupazioni analoghe, per quanto molto più signorilmente contenute,
abbiano impresso all'altro saggio della raccolta attinente ai nostri studi, quello di Arturo Carlo
Jemolo, ora ex-professore statale alla Cattolica, su .\'cipione de' Ricci, l'andatura grottesca di una
parodia. on già che la figura, l'opera, l'ambiente, le vicende del megalomane vescovo pistoiese
2
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 30
non si prestino all'esercizio dell'ironia. Ma abbiamo la spontanea impressione che il profilo,
disegnatone, del resto, come sempre, con mano maestra, dallo J emolo, ecceda nel colorire di
ridicolo il tentativo folle del piccolo vescovo toscano, in atteggiamento di patriarca ecumenico.
Quanto, forse, lo )emolo avrebbe più proficuamente provveduto alla soluzione dei quesiti che la
strana vicenda del sinodo pistoiese solleva, illustrando, come egli solo avrebbe saputo, la
progressiva inftltrazione di motivi politici in un movimento per natura e per origini portato
a inscriversi in falso contro ogni corrente politica» (<<Ricerche religiose», l ll, 1 927, pp. 477-478).
Questi pungenti rilievi del Buonaiuti non lasciarono indifferente lo Jemolo, il quale, sul punto di
rifondere il saggio sul Ricci nel volume sul giansenismo italiano, avvertirà in calce al capitolo :
«So che [questo capitolo] ha incontrato non poche critiche, e che mi si è accusato di aver
volontariamente dipinto in nero S. de' Ricci. Non è mancato chi ha voluto vedere in esso l'eco
delle preoccupazioni che avrebbero gravato su di me per il fatto di appartenere mentre scrivevo
alia U niversità Cattolica di Milano. Oggi che più non sono nei ruoli di quell'istituto (del quale
conservo del resto grato ricordo) il capitolo riappare immutato: frutto com'era (e quanti mi
stimano non avrebbero dovuto dubitarne) del mio convincimento sincero. Le critiche d'altronde
non mi srupiscono. Tre quarti di secolo di storiografia dominante volta ad esaltare senza passarli
al vaglio tutti i ribelli alia Chiesa, hanno eretto dei piedistalli e consolidato delle fame, ch'é arduo
abbattere. Chi va contro il giudizio corrente, deve rassegnarsi ad essere sempre accusato per lo
meno di esagerazione» (A.C. j EMOLO, Il Giansenismo in Italia ... cit., p. 382 nota 2). Sulla questione,
cfr. C. F \NT!IPPIÈ, Rifom;e ecclesiasticbe e resistenze sociali... ci t., pp. 1 9-22.
4 Due osservazioni di J emolo nella Conclusione del volume potrebbero aver << ferito» Buonaiuti :
il fatto che i modernisti fossero ritenuti <<più o meno imbevuti, pur se non volessero confessarlo,
di subiertivismo idealistico - della fede che diviene realtà e sola realtà per ciò, ch'è vissuta nel
nostro spirito -, incapaci ad assimilare e parlare il linguaggio della scolastica, che appariva loro
come una vuota spoglia priva di ogni contenuto vitale ... », la constatazione che il cemento dei
diversi tipi di modernisti (ft!osofi, esegeti e uomini di azione) fosse costituito dalia impregnazione
nella cultura positivistica ed evoluzionistica: <<Tutte le tre schiere vivevano nell'ottocento, erano
radicare nell'ottocento: accomunate dalle fedi che irradiavano il declinare del secolo : la fede nel
progresso, nella definitività delle conquiste ch'esso aveva compiute : unite nella certezza che non
si sarebbe ritornati indietro, dalia filosofia moderna verso la scolastica, dalla critica verso
l'aopologetica, dalla democrazia verso il legittimismo» (ibid., pp. 404-405). In proposito, si veda
ora in questo volume F. MARGIOTTA BROGLIO, Buonaiuti e ]emolo, § 6.
5 Cfr. Risposta ad « Una polemica senza onestà e senza legge>>, in <<La Civiltà cattolica>>, 1 928, III,
quad. 1 874, pp. 1 58-1 67. Il p. Rosa se la prendeva contro gli opposti estremismi : l'articolo del
Buonaiuti ricordato nella nota 1 alia lettera n. 45, e alcuni opuscoli di Umberto Benigni. Sulla
polemica antigesuitica di quest'ultimo, cfr. E. PoLTL\T, Intégrisme et catbolicisme intégraL Un risea11
secret intemational antimodemiste: la «Sapinièm>, Paris - Tournai, Casterman, 1 969 ; Io., Catbolicisme,
démocratie et socialisme. Le moul!ement catbolique et Jl1gr. Benigni, de la naissance du socialisme à la victoire du
Jascisme, Paris - Tournai, Casterman, 1 977; S. PAGANO, Documenti sul modemismo romano dal Fondo
Benigni, in <<Ricerche per la storia religiosa di Roma>>, 1 990, 8, p. 249.
6 Per la biografia di Umberto Benigni, oltre ai contributi menzionati nella nota precedente, si
rinvia alle <<voci>> di P. Scorrot.A, in Di�onario biografico degli italiani, Vlil, Roma, lstiruto dell'Enci­
clopedia Italiana, 1 966, pp. 506-508, e di E. PouLAT, in Di�onario storico del movimento cattolico in
Italia.. cit., I, pp. 35-37. N uove conoscenze su questo esponente dell'integrismo cattolico e sulla
sua attività antirnodernista si aprono ora con la consultazione dei suoi archivi : cfr. S. PAGM.O, Il
Fondo di il1ons. Umbe1to Benigni de/I'ArchiPio Segreto Vaticano. Inventario, in <<Ricerche per la storia
religiosa di Roma>>, 8, 1 990, pp. 347-402, e L. FIORM.I, Modemismo romano, 1900- 1 922... cit., pp.
1 59- 1 68 ; M. BETTINI PROSPERJ, Le carte di Umberto Benigni, in <<Clio>>, xxvm (1 992), pp. 289-300.
.
1928
131
48
Roma, 1 3 aprile 1 928
No, mio carissimo Carlo, io non ho mai pensato che tu avresti
dovuto sopprimere qualche inciso spiacevole del tuo densissimo e saga­
cissimo volume, per un riguardo all'amico, che per alcune idee da te
sommariamente giudicate ha sofferto e soffre. Dio mi guardi dal posporre
i doveri dell'«onestà professionale» alle suscettibilità dell'amicizia. Ma
è proprio in nome della « onestà professionale» che io mi domando,
seriamente, se tu non avresti dovuto, scrupolosamente, evitare qualsiasi
comparazione valutativa con un movimento che, all'occhio dello storico
puro, non può apparire come definitivamente morto e sepolto. Di grazia,
qual'è il ciclo cronologico che tu credi, scientificamente, di dover asse­
gnare ad una corrente di idee e di aspirazioni, perché sia consentito di
pronunciare su di essa un verdetto storicamente corretto? Per quanto tu
voglia essere di facile contentatura nella assegnazione di simili confini
temporali, non credo che vent'anni possano apparirti sufficienti. Vuoi
esporti a qualche sorpresa?
Nella fattispecie, a me pare di cogliere nella tua posizione spirituale
un'intima e stridente contraddizione. Tu riassumi la tua fede ortodossa
nell'enunciazione che, pur com'è, la chiesa rappresenti tuttora un istituto
valido a guidare gli uomini verso forme di vita meno bestiali. E d'altro
canto tradisci una diffidenza istintiva e uno scetticismo radicale al co­
spetto di tutti i movimenti, la cui unica responsabilità è quella di spingere
le loro idealità verso limiti superiori a quelli consentiti alla media delle
masse associate. Ora, non ti pare che in tanto la chiesa riesce ad assolvere
le sue mansioni morali di istituto chiamato ad innalzare in una misura
qualsiasi il tenore della vita associata in quanto concede diritto di cittadi­
nanza nel proprio grembo a quelle minoranze che, anche se ricolme di
tutte le debolezze della natura umana, sentono il fascino dell'assoluto
ideale evangelico e vagheggiano trasformazioni concettuali e palingenesi
apocalittiche che ringiovaniscano e rafforzino i motivi pedagogici della
grande famiglia cui appartengono?
Io sto ora studiando Gioacchino da Fiore, e vado constatando che
la storia del cristianesimo non conosce in due millenni di storia un
eretico più radicale e più assoluto di lui. E pure la chiesa lo ha rispettato
e quando è venuta la condanna del suo pensiero e del suo sogno egli
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 32
1 33
1 928
era da cinquant'anni, venerato, nel suo sepolcro. Perché la �hiesa, oggi,
soffoca in fasce ogni programma di rinnovamento? Ecco il tremendo
del movimento, la cui repressione, e soltanto essa, ebbe l'ora culminante
quesito. E, proprio in nome della tua fede nelle capacità pedagogiche
nella divulgazione della
Persisto a reputare che sia prematura una valutazione sintetica
2.
Pascendi1 •
Tu mi ricordi - sei pienamente in
della chiesa, tu dovresti nettamente portelo, o pur essere più condiscen­
diritto di farlo ed è logicissimo che tu lo faccia - le
dente ai movimenti modernistici, o pur sottoporre ad un severo controllo
una posizione di pensiero completamente tramontata. Sarebbe molto
le capacità superstiti di questa chiesa sorda e astorica.
lungo e ad ogni modo non sarebbe più una correzione di dati di fatto,
Ma tutto ciò sarebbe suscettibile di larghi svolgimenti ed io penso
Lettere2,
per additare
indagare in quale maniera le enunciazioni fondamentali delle
Lettere
che verrà un giorno in cui potremo conversare insieme di queste cose.
possano ritrovarsi negli indirizzi più recenti della linea apologetico - re­
N on
ligiosa dei singoli modernisti. Ma il dato di fatto contrastante con le tue
lo desideri anche tu?
Comunque, al di là dei dissensi, il nostro vincolo di affettuosa
amicizia dispone di ben altre risorse.
asserzioni, su cui mi pare opportuno richiamare la tua attenzione è che
il presunto morto e sepolto si rivela a tratti vivo e vegeto come nessuno
E queste sono inesauribili.
avrebbe a prima vista immaginato.
I nfiniti auguri cordialissimi a te e alla tua Adele.
che riaffiora improvvisamente e violentemente negli articoli dell'Atlantic
Month!J 3
Ernesto B .
È
proprio il modernismo delle
Lettere
e il preferito e il più puro fra i giovani che mi son cresciuti
a fianco, Donini, è tutto e sempre più, in una maniera che quasi mi
sgomenta, per il modernismo sociale - apocalittico della prima maniera 4 •
Quali altre sorprese potrà darci l'imminente avvenire? Ed è consentito
49
ipotecare l'avvenire, sotto l'apparenza di giudicare il passato?
Roma, 18 aprile 1 928
3.
Mio canssnno Carlo,
Ti posso assicurare in linea pregiudiziale che la constatazione e la
discussione di questi punti di dissenso fra noi non ottundono, nella più
esigua misura, il mio affetto fervido e la mia amicizia reale per te. Anzi,
la mia sensibilità ad ogni tua più generica valutazione che abbia l'aria di
toccare qualcosa delle mie preoccupazioni spirituali, ti deve essere argo­
mento per indurne la profondità della mia affezione e della mia stima.
Tra i punti che tu poni così sagacemente (qual delizia discutere con
te!) in rilievo, ve n'è qualcuno suscettibile di rettifica. A queste rettifiche mi
limito, avendoti io rimproverato appunto un procedimento
storicamente
indebito nell'apprezzamento sommario del modernismo e della sua funzione.
1.
Solo l'esperienza lenta e il successo normativa possono, molto
Un'osservazione tua è giustissima, e, come al solito, acutissima.
L'ultima della tua lettera. Che nell'anima mia, come in quella dei pochis­
simi superstiti della vecchia compagnia modernistica, palpiti sopra tutto
la fedeltà istintiva al primo amore delle idealità giovanili. Ma anche qui
qualche rettifica va presa in considerazione. Come va che simile fedeltà
non abbia vinto nell'anima di alcuni veterani, come il Loisy? E d'altro
canto, una simile supposizione esplicativa, di cui non mi vorrai negare
il
semplicismo sbrigativo, non viene inf1rmata in radice da due constatazioni,
impressionanti e sconcertanti, cui tu non presti la sufficiente attenzione?
La prima è questa : il clero, ferocemente allontanato nel
1 908
da ogni
cura e da ogni interesse culturale, sta imputridendo in uno scetticismo
vergognoso. Tu di questo non puoi avere la riprova che ne ho io. La
seconda è questa : il modernismo va investendo in maniera travolgente
postumamente, permettere di contraddistinguere gli stadi di un'evoluzione
tutte le denominazioni cristiane.
dalle svolte di una rivoluzione. Anche movimenti che a prima vis ta
anglicana,
l' Outfine,
Proprio
ieri leggevo in una rivista
queste parole : « Obviously Modernism in the broad
possono apparire tali da scardinare completamente e bruscamente il
sense is sweeping aver ali the Reformed Churches. Its progress in the
passato, possono essere assorbiti e ricomposti i n modo da lasciare ai
last twenty years has been astonishingly rapid. It has already gane far
posteri l'impressione di una continuità non lacerata.
towards bridging the gulf between science and religion. I t is making
1928
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 34
large progress towards the reunion of non-Roman Christe.ndom. It is
developing a new and compelling type o f Evangelism. It attracts the
allegiance of many who have hitherto stood aloof from the Churches,
and of vast numbers of students in the U niversities of the world.
Thuxley, some fi fty years ago, predicted the N ew Reformation : that
crucial change is already in sight of its accomplishment, and Modernism,
as we in this country ali it, is the Christianity of the new worl d ».
È
O è concesso pronunciare la prognosi su tutto un intiero organismo
Mio caro Carlo : penso al tuo invadente agnosticismo, e mi domando
sit venia verbo
una pietà primitiva, in cui è tanto di magico certamente, ma
è
tanto anche
di sincerità e di umano 2! Ti ho mandato di là una cartolina. L'hai ricevuta?
Trovo qui la tua gradita del
6.
Ma né pure da essa riesco ad arguire
con sicurezza se ti pervenne o no la lettera che mandai in fretta a casa
dei Morghen dopo che mi accorsi della pessima parte che mi aveva
fatto fare la mia domestica, il giorno che tu venisti, con tanta amabilità,
quassù, due volte.
Comunque, il tono del tuo messaggio mi fa comprendere che tu mi
questo l'epicedio di un morto?
sulla base di una momentanea paralisi di una sua parte?
-
1 35
- se l'agnosticismo non è una « schematizzazione»
ideologica di una invincibile indolenza spirituale . . .
Scusami il giudizio temerario e voglimi sempre ugualmente bene.
Tuo
hai perdonato e te ne sono riconoscente. H o portato, per quel contrat­
tempo, come una spina nel cuore.
Mi
perdonerai con pari generosità la recensione del tuo libro, la
quale compare nel fascicolo che viene spedito oggi agli abbonati? Rileg­
gendola ora a mente calma mi pare troppo forte 3. E sono in ansia per
l'impressione che essa potrà destare in te.
Sarò infinitamente più tenero nella recensione che dovrò dettare,
per invito del Bornkamm \ nella « Zeitschrift fur Kirchengeschichte».
Ernesto
N ulla di vero, a quanto mi si assicura, nelle voci di ritiro del
Gasparri 5.
1 L'enciclica di Pio
X Pascmdi dominici gregis
dell'8 settembre
1 907,
con cui veniva condannato
Del mio lavoro su Gioacchino si vedrà presto qualche primo saggio6•
il modernismo.
2 Lettere di un prete modemista, Roma, Libreria editrice Romana, 1 908. Su cui : P. ScorroLA,
Crisi modemista e rinnovamento cattolico in Italia, Bologna, Il Mulino, 1 96 1 , pp. 273 e seguenti.
3 Probabile riferimento agli articoli di ]. HEARLEY, The Catholic Church and the modem Mind, in
«The Atlantic Monthly. A magazine of literature, Science, Art and Politics>>, CXLI (1 928), pp.
1 2-2 1, 1 58-1 66, 539-549, 664-675, e di M . WILLIAMS, ibid., pp. 385-394, a cui segui una nota
dell'editore dal titolo What is Catholic Opinion? (pp. 395-402), che riportava alcune lettere inviate
Donini andrà in America nel prossimo settembre, con una molto
discreta borsa di
è
costituito dal suo saggio
novembre
1 927
Escatologia e penitenza nel Cristianesimo primitivo,
pubblicato nel fascicolo del
Alberto si è invece magnificamente collocato all'Enciclopedia Trec­
Per me anche, sono tentato di aprire l'animo alla speranza.
La vita allo sbaraglio...
cit., p.
43
nota
Mi
illudo ancora una volta?
Tanti cari saluti alla tua Adele.
delle <<Ricerche religiose». In questo studio si trovavano - ammette Donini - «i
primi palesi accenni all'ideologia marxista» (cfr.
Credo che per lui, in questo
cani e ne è felice8.
alla redazione della rivista.
4 Un riflesso dell'interpretazione del cristianesimo che il Donini stava maturando in quel periodo,
studio, all'Harvard 7.
momento, sia il più utile partito.
A te un abbraccio sempre e nonostante tutto affettuosissimo.
2).
Ernesto
50
Roma,
1O
maggio
1 928
Carissimo,
Torno in questo momento dal Gargano - che ho voluto salire
1 Cfr.
La vita allo sbaraglio...
cit., p.
50.
2 Lettura incerta.
3
C fr. « Ricerche religiose», IV
(1 928),
pp.
270-274.
Il Buonaiuti osservava sul libro di ]emolo
che, nonostante un «esteriore spettacolo di "impassibilità" scientifica», « taluni incisi rompono
mascheramento delle sue ideali batterie» (come la « professione di fede» di pp.
a piedi con i pellegrini accorsi per la commemorazione annuale dell'appari­
«patente di lealtà ai polemisti cattolici» di p.
zione dell'Arcangelo 1 • Quale brivido mi danno queste manifestazioni di
confessionale» di p.
264).
243,
421 -422,
il
la
la «riposta male avvertita preoccupazione
1928
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 36
4 Buonaiuti, nella fretta, scrive qui Borknamm e nella lettera seguente Bornkmamm. Per la
recensione cfr. la nota 1 alla lettera n. 55.
5 Pietro Gasparri (Ussita 1 852 - Roma 1 934), l'artefice della codificazione canonica latina
e uno dei protagonisti della Chiesa nel primo trentennio del Novecento, era dal 1 907 cardinale
e dal 1 9 1 4 Segretario di Stato nella cui carica rimarrà fino al 1 93 1 . Su di lui manca una biografia
scientifica dopo quella, un po' romanzata, di F. M. Taliani (Milano, Mondadori, 1 938) e dopo la
parziale pubblicazione delle sue memorie a cura di G. Spadolini (Il cardinal Gasparri e la questione
romana, con brani delle memorie inedite, Firenze, Le Monnier, 1 972). Per un profilo sufficientemente
aggiornato sull'opera del Gasparri e per la bibliografia più recente, cfr. la relativa «voce» di R.
Aubert in Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastique, X I X, Paris, Letouzey et Ané, 1 98 1 , coli.
1 365- 1 375. Per i rapporti Gasparri - Buonaiuti, cfr. la nota 2 alla lettera n. 59.
6 I primi saggi scientifici sull'argomento furono i Prolegomeni alla storia di Gioacchino da Fiore,
in « Ricerche religiose», I V (1 928), pp. 385-4 1 9, seguiti da Il testamento di Gioacchino da Fiore,
ibid. , pp. 497-5 1 4, e infine Il misticismo di Gioacchino da Fiore, ibid., V (1 929), pp. 392-41 1 . Per
una collocazione di questi studi nella storiografia, cfr. R. MANSELLJ, Ernesto Buonaiuti e il
cristianesimo medievale, in Ernesto Buonaiuti storico del cristianesimo. . . cit., pp. 62-80. Il Morghen ha
osservatO che dagli studi sul «gioacchinismo» « ha avuto origine quel nuovo corso dell'attività
storica del Buonaiuti che poneva come fatti essenziali del Cristianesimo le dimensioni escato­
logica ed ecclesiologica» (intervento in Romolo Murri nella storia politica e religiosa del suo tempo.
Atti del Convegno di studio Fenno, 9- 1 1 ottobre 1970, a cura di G. RossJNJ, Roma, Edizioni Cinque
lune, 1 972, p. 1 44).
7 Cfr. quanto scrive al riguardo Donini stesso in La vita allo sbaraglio... cit., p. 58 nota 3.
8 Alberto Pincherle, nominato direttore dell'Ufficio schedario, « il l uogo di equilibratura
degli spazi assegnati alle varie discipline e il cuore organizzativo dell'Enciclopedia» (G. N lSTJCò,
Oggetto e progetto: /'<<Enciclopedia Italiana» e il mo archivio, in <<Rassegna degli archivi di Stato»,
LlV [ 1 994], 2, p. 369 nota 44) . 11 Pincherle illustrerà l'organizzazione redazionale di tale
impresa editoriale : Nella fucina dell'Enciclopedia Italiana, in <<Esercito e Nazione», IX ( 1 934), 3,
pp. 1 95-20 1 .
1 37
insolente e più calunnioso, e che mi provoca ad una replica
probabilmente non avranno a compiacersi in Segreteria eli Stato
eli
2
cw
•
Ad ogni modo, tutte le riserve e tutte le incertezze con cui ho
dovuto accompagnare le mie lodi in una rassegna italiana, dove non
avrei potuto non dolermi di qualche tua posizione, sono scomparse
nella rassegna che ho scritto per la « Zeitschri ft fiir Kirchenges chi­
chte», il cui direttore, il Bornkamm ha voluto che io mi occupassi
della cosa 3.
Ti ho spedito il fascicolo con l'articolo dell'O'Riordan e un estratto
della recensione 4•
Adesso voglio vedere eli fare apparire una recensione del volume in
qualche giornale romano.
Verissima la notizia concernente Max Ascoli, incaricato eli fùosofia
del diritto all'Università di Camerino 5. Ma non
è
il solo nell'avventura.
Con lui, sono stati trasferiti a Milano Santina Caramella 6, professore eli
fùosofia in Roma ed ora a Genova, Mario Vinciguerra 7, Enzo Alfieri 8,
Pino Albertelli 9, ecc. ecc.
Tornando alla ras segna del
tuo libro apparsa in « R. [icerche]
R. [eligiose] », è apparsa un po' dura - e me ne sono rammaricato ­
anche a qualche amico di qui, come il Magni,
che tu pure dovrai
presto giudicare come candidato alla libera docenza in diritto ecclesia­
stico, con un lavoro, che reputo eccellente, sulle elezioni vescovili
nell'alto medio evo
10
•
Mi domandi del lavoro delle ragazze 1 1 • N o n è più quello eli un
tempo.
51
Roma, 1 6 maggio 1 928
Carissimo Carlo,
È
ben arduo alimentare per lunghi anni il medesimo entusiasmo
e la medesima abnegazione ad alta tensione. D 'altra parte le difficoltà
della vita son tali che si comprendono tutti i ripiegamenti, tutte le
depressioni spirituali.
Hai avuto veramente felicissimo gioco. E hai ragione eli domandar­
Io ho assoluto bisogno eli riprendere
il
mio insegnamento per
mi, ironicamente, a quale categoria tu debba essere assegnato, fra le
rinnovare gli elementi della mia scuola e ringiovanire le mie speranze.
rassegne contrastanti eli « Ricerche Religiose» e dell'«Avvenire»
Non mi faccio illusioni e il tuo prognostico rru pare pienamente vensl­
riconoscere che anch'io ho buon gioco, e che
è
1
•
Ma devi
una singolare ed elo­
mile. Ma non so cosa sperare. . . !
quente coincidenza, questa, che mentre io ti faccio avvertito di aver
Saluti cari ad Adele.
troppo severamente giudicato il tenore delle polemiche ecclesiastiche in
A te un abbraccio.
questa prima metà di secolo, la « Civiltà Cattolica» (v.
5
fascicolo del
maggio) esce con un attacco contro di me che supera in malvagia
slealtà tutti i precedenti, eli cui non si potrebbe immaginare un altro più
Ernesto
1 38
1 Sul quotidiano « Avvenire>> del 6 maggio 1 928, p. 3, il padre Enrico Rosa aveva pubblicato
un articolo-recensione al volume di ]emolo sul giansenismo italiano. Oltre al giuèlizio d'esordio
sulla «incompetenza ftlosofica e più ancora teologica dell'aurore» a trattare il tema, il gesuita
osservava: « li ]emolo, quanrunque lodevole per lo sforzo che fa e lo studio che pone a bene
intendere e chiarire il vero punto delle questioni, non vi riesce, né si può rendere esatto conto
della estrema difficoltà di riuscirvi, massime per un laico naturalmente imprenato ancora della
sua primitiva formazione modernistica». Cfr. in questo volume F. M ARGIOTIA B RoGuo, Buonaiuti
e )emolo, § 6.
2 La « Civiltà cattolica» aveva accusato Buonaiuti di aver ampiamente utilizzato, senza farne
menzione, « autori cattolici» ed in particolare il volume Africa cristiana del Morcelli per redigere
l'opera Il Cristianesimo nell'Africa romana. Al che il Buonaiuti aveva sfidato il direttore della rivista,
p. Enrico Rosa, ad addurre una sola prova di quanto aveva asserito, pena, «senza possibilità di
smentita, l'epiteto di calunniatore» (cfr. Una polemica senza onestà e senza legge. Lettera aperta al P.
Enrico Rosa S. J, in « Ricerche religiose», IV [ 1 928], pp. 329-338) .
.l La rivista in questione era allora diretta da Leopold Zscharnack e da Heinrich Bornkamm.
Per la recensione di Buonaiuti, cfr. lettera n. 55 nota 1 .
4 Cfr. lettera n . 46.
5 Max Ascoli (Ferrara 1 898 - New York 1 978), avvocato e docente universitario. N egli anni
1 9 1 6-20 frequentò la Facoltà di Giurisprudenza di Ferrara. Segul dapprima l'insegnamento di
Alessandro Levi, per poi distaccarsene subito, attratto dal pensiero di Croce. Incaricato di ftlosofia
del diritto nell'Università di Camerino dal 1 926 al 1 928, e di Cagliari dal 1 928 al 1 930. Antifascista
convinto, nel 1 93 1 decide di espatriare negli Stati Uniti grazie ad una borsa di srudio della
Fondazione Rockefeller, dove svolgerà un'intensa attività propagandistica con scritti e conferenze.
Dal 1 933 al 1 958 farà pane della << Graduate Faculty» della « ew School for Social Research».
Tra il 1 940 e il 1 943 presidente della «Mazzini Society» (cfr. A. V ARSOR J , Max Ascoli oppositore del
fascismo. La «MaiJ:ini Society», in « N uova antologia», 1 980, 2 1 36, pp. 1 06-1 24). Dopo la seconda
guerra mondiale diventerà membro del Council on Foreign Relations e, nel 1 949, fondatore della
rivista «The Reponen> (cfr. S. RoG,\RI, Max Ascoli e " The Reporter", in « La Critica politica», n.s.,
Vl , 1 980, pp. 1 1 2-1 23). L'Ascoli è autore di un articolo su Buonaiuti in « La Rivoluzione liberale»,
1 2 (1 925), pp. 49-50, e della testimonianza Ernesto Buonaiuti (Napoli, Arte Tipografica, 1 975).
Donini lo definisce «assiduo frequentatore di Buonaiuti» (Una vita allo sbaraglio... cit., p.21 O nota
1 ). Per il suo contributo in campo giuridico, cfr. R . OREccHJ,I, La filosofia del diritto nelle Università
italiane 1900- 1965. Saggio di bibliografia, Milano, Giuffré, 1 967, pp. 8-9 ; M. Ascou, La interpreta<jone
delle leggi. Saggio difilosofia del din'tto (1 928]. Presentazione e postfazione di R. TREVES, a cura di F.
RlccoBONO, rist. Milano, Giuffré, 1 99 1 ) .
6 Naro a Genova nel 1 902 e morto a Palermo nel 1 972, i l Caramella fu ftlosofo, storico
e pedagogista. Abbandonato l'orientamento crociano, pervenne ad uno spirirualismo critico. Fu
professore universitario a Messina, Catania e Palermo. Cfr. F. C AFARO, Santino Caramella, in
Enciclopedia pedagogica diretta da M. LIENG, I I, Brescia, La Scuola, 1 989, coll. 2230-2233 (con
ampia bibliografia).
7 Noto pubblicista, naro a Napoli nel 1 887, morto a Roma nel 1 972. Collaboratore nel 1 920
del « Resto del Carlino», passò al « Mondo» nel 1 925-26. In quegli anni scrisse frequentemente
anche per riviste di argomento religioso e storico come « Bilychnis» e la « Nuova Rivista Storica».
Panecipò con Amendola alla battaglie antifasciste per le quali, nel 1 930, sarà condannato a quindici
anni di reclusione come membro dell'« Alleanza Nazionale della Libenà». Cfr. M. Mi SIROU,
Ricordo di Mario T1nciguerra. Un consm•atore antifascista, in <<La Stampa», 1 5 novembre 1 972; E .
CI\ I L R IN!, La repubblica presiden<jale nelle lettere di Einaudi a Vìnciguerra (con un Contributo alla
bibliografia di Vìnciguerra), in « Annali della Fondazione Luigi Einaudi», X l l , 1 978, pp. 529-553; A.
1 39
1928
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
C\S.ILI, Storici italiani fra le due guem. La «Nuova Rivista StoricaJ> 1917- 1 943,
apoli, Guida, 1 980, ad
indicer11.
8 Vittorio Enzo Alfieri (Parma 1 906), attivo nella «Giovane Italia» e nella rivista « Pietre»,
subì fermi e perquisizioni dal 1 925. Dopo un nuovo arresto, nel luglio 1 928 fu diffidato dalle
autorità politiche. Il 31 marzo 1 936 sarà esonerato dall'insegnamento presso l'Istiruto Magistrale
di l\1odena e COStretto a trasferirsi a Milano (cfr. A ssOCIAZIONE NAZIONALE PERSEGUITATI POUTICI
n. 1).
IT ILI IN l ANTIFASCISTI, Antifascisti nel casellario politico centrale, Roma 1 988, p. 1 24 (Quaderno
ftlosofia
sulla
articoli
alcuni
con
religiose»
Ricerche
«
delle
annate
prime
Aveva collaborato alle
della religione. In seguito pubblicherà traduzioni e diversi saggi di storia della ftlosofia e di
critica letteraria. Professore straordinario di storia della filosofia nell'Università di Pavia nel 1 957,
ordinario nel 1 960, tenne in quel medesimo ateneo anche l'incarico di pedagogia dall'anno
accademico 1 958-59 al 1 967-68.
9 In realtà Pilo Albertelli (Parma 1 907 - 1 944), appartenente alla « Giovane Italia» quand'era
ancora srudente, condannato a cinque anni di confmo nel giugno 1 928, provvedimento commutato
in ammonizione (ibid., p. 98, sotto nome errato). Docente di filosofia nei licei, pubblicherà alcuni
volumi di storia della filosofia, tra cui, presso Laterza, Gli Eleati, recensito da Angelo Brelich in
« Religio», XV (1 939), fase. 5-6. Tra i capi della Resistenza romana, sarà torrurato e assassinato
dai tedeschi alle Fosse Ardeatine ( Una 11ita allo sbaraglio ... ci t., p. 445 nota 3).
1 0 C. M .IGNI, Ricerche sopra lP elezioni episcopali in Italia durante l'alto Medioevo, I, Roma, Sampaolesi,
1 928. Buonaiuti lo recensiva in « Ricerche religiose», IV (1 928), pp. 47 1 -472. Il Il volume
dell'opera uscirà, sempre a Roma, nel 1 930.
1 1 Probabile riferimento al <<nucleo femminile» di S. Donato e al loro impegno domestico in
occasione dei ritrovi del gruppo.
52
Roma, 7 giugno 1 928
Carissimo,
Reduce dal m1o consueto pellegrinaggio annuale al santuario della
Santissima Trinità al Monte Autore 1 che mi è parso quest'anno più
imponente, più impressionante, più « massiccio» del solito (credo che sia
la quinelicesima volta che salgo colà) , ho trovato qui la tua fin troppo
amabile lettera.
Troppo, troppo lusinghiero il tuo verdetto sulla mia lettera aperta
al p. Rosa 2. Ne so tutta la povertà concettuale, elipendente, del resto,
- e la riflessione riconforta un po' il mio amor proprio
-_
dalla
incapacità, ormai constatata, eli insti tuire un qualsiasi elibattito intellettuale
con i padri italiani della Compagnia. Non san fare che dei personalismi
gretti, < >, capziosi.
•..
E a proposito eli gesuiti, hai letto il romanzo dell'Estaunié :
L'emprein­
te? 3 Te lo raccomando. È una pittura efficacissima della pedagogia gesuitica.
1 40
141
1 928
Lettere di Bt10naiuti a ]emolo
Grazie della tua cartolina da Firenze. Bravo! Fa sempre bene un
53
tuffo in quel tesoro di cose belle. Altro se conosco e ricordo il San
Roma, 18 luglio 1 928
Francesco di Fiesole! Anch'io ho trascorso lassù, ora sono molti anni,
un pomeriggio indimenticabile.
A mezzo luglio saliremo a San Donato. Saranno con noi Vergottini
e Magni - l'ecclesiasticista di cui farai certamente presto la conoscenza.
Un giovane di primissimo valore 4•
Carissimo,
Se ti dico che questa mia è, immediatamente, ispirata dal desiderio
di invocare un tuo intervento, penserai di primo acchito che voglia
raccomandare alla tua benevolenza di giudice la domanda di libera
Tante cose affettuose ad Adele.
docenza in ecclesiastico presentata dal mio amico Cesare Magni 1 . E pure
A te un abbraccio.
mal ti apporresti. Non perché il Magni non abbia bisogno del tuo valido
Ernesto
sostegno. Egli viene dalla scuola del Brandileone 2 : è uno storico molto
più che un giurista : e teme, non so quanto a cagion veduta, l'arcigno
sapere dello Scaduto 3 e le pregiudiziali . . . amministrativistiche del Falco 4•
1
Cfr. lettera n. 37 nota 1 .
2 Cfr. lettera n . 45 nota 1 . Sul padre Rosa, cfr. A . M . FIOCCHI, P . Enrico Rosa S. j. Scrittore della
Civiltà Cattolica, Roma, La Civiltà Cattolica, 1 957 (apologetico) ; A. Zfu\fBARBIERI, Il cattolicesimo tra
crisi e rinnovamento... cit., in specie pp. 5 1 e seguenti. Ma si vedano anche, da altro punto
prospettico, le notazioni del De Luca in L. MAl-- GONI, <<in partibus infide/iunm. .. cit., ad indicem, in
specie p. 1 1 5 nota 64.
1 Cfr. E. EsTAL'NIÈ, L 'Empreinte, Paris, Perrin et C.ie, 1 896. Buonaiuti con molta probabilità si
richiama ad una della ristampe di questo romanzo (Paris, Henri Cyral, 1 924 o Ferenczi, 1 925).
Edouard Estaunié (1 862 - 1 942) era stato allievo dei gesuiti e, dopo aver frequentato l'Ecole
Polytechnique, aveva lavorato, come ingegnere capo, presso l'amministrazione dei telegrafi.
4 Cesare Magni (La Spezia 1 90 1 - Milano 1 982), storico del diritto e giurista. Laurea tosi in
storia del diritto italiano col Brandileone nel 1 923, libero docente in diritto ecclesiastico nel
1 929, dopo essere stato incaricato annuale per tale disciplina nell'Università di Parma. In quello
stesso anno accademico sarà incaricato, per la stessa materia, nell'Università di Sassari. Confermato
di diritto ecclesiastico nel 1 929-30 e straordinario dal dicembre 1 9 3 1 al novembre 1 934 nell'Uni­
versità di Parma. Negli anni 1 934-36 tenne corsi a Bologna, in sostituzione di ]emolo, trasferitosi
a Roma. Dal 1 939, infine, insegnerà nella facoltà statale di giurisprudenza di Milano frno al 1 966,
quando chiederà l'anticipata collocazione fuori ruolo e si stabilirà in Svizzera. Ritornerà in Italia
poco prima della morte. Su di lui, cfr. E. VITAU, Cesare Magni: suggerimenti dal profondo ieri, in C.
J\IAGNI, Teoria e interpretaifone del diritto ecclesiastico civile, rist. a cura di E. VITALI, Bologna, Il
Mulino, 1 994, pp. 1 1 -27 ; Io., Cesare Magni, in <<Quaderni di diritto e politica ecclesiastica», 1 995,
1, pp. 245-268 ; F. FINOCCIIIARO, Mario Falco e Cesare Magni: ecclesiasticisti a Milano, ibid, pp. 205-21 4;
<<Fregiatissimo Professore. Ritratto di una carriera universitaria nella corrispondenza di Cesare Magni con Mario
Falco e Arturo Carlo ]emolo, a cura di M. VISMARA MISSIROLI, ibid., pp. 279-306 : G. CATALANO,
Attualità della dogmatica di Cesare Magni, ibid, pp. 269-277; Io., Il contributo teorico di Cesare Magni allo
studio de/ diritto ecclesiastico, in lS11TUTO ITALIANO PER Gl.l STUDI FILOSOFICI, Dottrine genera/i de/ diritto
e diritto ecclesiastico. Atti del Convegno organizzato dall'Istituto di Diritto Ecclesiastico e Canonico dell'Università
di Napoli, dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e dall'Istituto Universitario di Magistero <<Suor Orso/a
Benincasa", Napoli, 19-22 novembre 1 986, Napoli 1 988, pp. 95-1 1 2. U legame del Magni con
Buonaiuti - testimoniato dalle lettere di quest'ultimo a ]emolo - era rinsaldato, durante gli
anni romani, dall'essere il Magni pigionante di Buonaiuti (cfr. lettera del 10 giugno 1 932).
Ma io presuppongo, credo a ottimo buon diritto, che tu sarai automati­
camente indotto a schierarti dalla parte del Magni dalla tua stessa orien­
tazione scientifica e dalla tua conformazione intellettuale . Il volume del
Magni mi pare eccellente 5.
Io vengo a invocare il tuo intervento per un'altra ragione. Un
collega, che anche tu certamente conosci, l'Ascoli, incaricato di fùosofia
del diritto a Camerino, è incorso in una spiacevolissima avventura.
Coinvolto, per indizi pienamente occasionali, in quella grave faccenda
della « Giovane Italia» si è visto infliggere, dalla commissione di Macerata,
un'ammonizione che minaccia di pesare sinistramente sulla sua posizione
accademica. Ma poiché tale ammonizione è stata inflitta in modo assolu­
tamente contrario alle disposizioni procedurali (nulla gli è stato comuni­
cato del procedimento in corso e si è dimenticato che avendo la sua
residenza a Roma la commissione legittima era solo quella della capitale),
l'Ascoli chiede l'annullamento della sentenza maceratese e il deferimento
della procedura alla commissione romana 6.
Si domanda alla tua benevolenza un intervento, puramente presen­
tativo, al sottosegretario Leicht 7, col quale tu devi avere dei cordiali
rapporti di colleganza.
È
cosa fattibile?
Se sì, tu potresti fare una presentazione diretta dell'Ascoli al Leicht,
al quale l'Ascoli si presenterebbe poi personalmente a spiegar meglio il
suo caso e i suoi desiderata 8 . Se fai la presentazione, puoi avvertirmene,
ché io stesso comunicherò all'Ascoli (Roma - Via F.lli De Rossi,
poter andare a interpellare il Leicht.
35)
di
1928
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 42
I o parto venercli per San Donato : puoi scriverrni là.
1\Jario Falco tra esperienza giuridica e impegno religioso,
·
Oh, se fosse possibile avervi con noi nel vecchio eremo, che ricorda
tante comuni esperienze!
1 43
in <<Quaderni di diritto e politica ecclesiastica»,
1 993, 1 , pp. 295-303 e l'introduzione di M. YIS\IAR.I MISSIROU in Caro Falco ... ci t., pp. 229-234.
Per un inquadramento della sua opera si vedano i seguenti saggi : G. FEI.ICIANI, Mario Falco e la
in M. F11 .CO, lntrodw{jom allo studio del (( Codex iuris canonici", Bologna,
Il Mulino, 1 9922, pp. 1 3-50 ; R. AsTORRl, L 'dntrodu�jone» del Falco nel dibattito Stilla codificazione,
ibid., pp. 5 1 -79; F. M IRGIOTrA BROGLIO, Mario ralco e la cultura italiana del SI/O tempo, in <<Quaderni
di diritto e politica ecclesiastica>>, 1 995, 1 , pp. 2 1 5-233; G. F ELICIANI , Mario Falco e lo studio del
(011101'0» diritto canonico, ibid., pp. 235-242; F. F I NOCCI I I ti RO, Man·o Falco e Cesare Magni... citato.
5 Cfr. lettera n. 5 1 nota 1 O.
6 l\[ax Ascoli (sul quale cfr. lettera n. 51 nota 5) aveva aderito alla <<Giovane Italia>> nel 1 928
e nel giugno era stato ammonito dalle autorità politiche (cfr. AssoCJ,\ZIO�I �.IZIONALI PERSEGLITATI
rounc 1 IT \1. 1 \N l \NTIF\SCISTI, Antifasristi nel casellario politico ... ci t. p. 3 1 3). Per questo motivo non
poté conseguire la libera docenza.
- Pier SiJverio Leicht (Venezia 1 874 - Roma 1 956), storico del diritto italiano. Nel 1 897 si recò
a Jjpsia per perfezionare gli studi alla scuola di Dernburg e di Friedberg, quindi passò a Roma
sotto la guida dello Schupfer. Dal 1 899 al 1 902 fu direttore della Biblioteca civica di Udine, quindi
fu chiamato ad insegnare, come incaricato, storia del diritto italiano nelle università di Camerino,
Siena e Cagliari. Promosso ordinario, insegnò a Cagliari ( 1 906-1 908), a Siena (1 908-1 3), a Modena
(1 9 1 3-21 ), a Bologna ( 1 92 1 -35) e a Roma (1 935-44). Fu anche preside delle Facoltà giuridiche di
Modena, Bologna e Roma. Deputato al Parlamento nel 1 924, sottosegretario di Stato al Ministero
della pubblica istruzione nel 1 928-29, senatore nel 1 934, fu membro dell'Accademia dei lincei. Il
suo nome resta legato al manuale di Storia del diritto italiano (5 voli., Milano, Giuffrè, 1 943 - 1 9 56).
Sulla sua opera, cfr. CG. J\1oR, Pier Silt•erio l.eicbt, in << Rivista di storia del diritto italiano>>, XXIX
(1956), pp. 5-24, con bibliografia alle pp. 1 9-24; B. P \ R \ D ISI Gli studi di storia del diritto italiano. .. cit.,
pp. 424-426 ; E. CoRTESE, Storia del diritto italiano... ci t., pp. 797 e 822.
H In effetti una minuta di Jemolo al Leicht si trova scritta sulla busta di questa missiva di
Buonaiuti. ln essa Jemolo pregava il Leicht <<di ricevere ed ascoltare benevolmente il prof. Max
Ascoli, docente di filosofia del diritto a Camerino>>, presentandolo come <<un vecchio amico, ed
uno degli spiriti più vivaci, più altamente appassionati per quella disciplina cui sono così profano,
ch'io abbia mai conosciuto>>. Ed aggiungeva: <<poiché trattasi di cosa di vitale importanza per
tutto il suo avvenire, egli spera che alla Minerva vogliate ricordarvi di essere i papà di tutto il
corpo insegnante». A testimonianza delle relazioni dell'Ascoli con lo Jemolo si può ricordare la
dedica <<A Carlo Arturo Jemolo, con stima e gratitudine profonda. Max Ascoli, Roma - Xl
- [ 1 9]28» vergata sulla copia de La interpreta�one delle le!J!,i conservata nel fondo librario AC
Jemolo della Facoltà di scienze politiche di Firenze.
codfica�ollf del diritto canonico,
i
Tuo
E. Buonaiuti
Saluti ad Adele.
1
Sulla libera docenza di Magni si veda la nota precedente.
Francesco Brandileone (Buonabitacolo, presso Salerno, 1 858 - Napoli 1 929), storico del
diritto italiano. Fu professore di questa disciplina a Macerata, Sassari, Parma, Bologna (ove
insegnò per alcuni anni diritto canonico) e infine a Roma, ove succedette al maestro Schupfer
nel 1 92 1 . La sua impostazione della storia del diritto italiano fu rivolta a contemperare l'elemento
romano e germanico con quello canonico. Per potenziare tali studi fondò, nel 1 928, la <<Rivista
di storia del diritto italiano». Tra le sue opere: Il diritto bizantino nell'Italia meridionale (Bologna
1 886), Saggi sulla storia della celebra�one del matrimonio in Italia (Milano, Hoepli, 1 906), Le�oni di
storia del dùitto italiano (Roma, Athenaeum, 1 92 1 ; Roma, Sampaolesi [ 1 929-1 930]) e la raccolta
postuma di Scritti di storia del diritto privato italiano (2 voli., a cura di G. ER!.IlNI, Bologna, Zanichelli,
1 93 1 ) . Sul Brandileone, cfr. F. CALASSO , Francesco Brandi/eone, in Io., Storicità del diritto, Milano,
Giuffrè, 1 966, pp. 25-39; B. P \RADISI, Gli studi di storia del diritto italiano, in Cinquant'anni di vita
2
intellettuale italiana 1896 · 1 946. Scritti in onore di Benedetto Croce per il suo ottantesimo anniversario,
a cura di C. ANTONI e R. M llTIOLI, apoli, Edizioni scientifiche italiane, 1 9662, pp. 428-432;
C.G. MoR, st1b l'Oce, in Di�onario biografico degli italiani, X IV, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
I taliana, 1 972, pp. 1 9-2 1 ; l. GALLO, Francesco Brandi/eone. Un giurista fra filologia e storia, Salerno,
Lweglia, 1 989; gli atti delle giornate di studio tenutesi su di lui a Buonabitacolo dal 30 settembre
al 1 ° ottobre 1 989 (sulle quali, cfr. la sintesi di A. Cernigliaro in <<Rivista di storia del diritto
italiano», LXJII [1 990], pp. 476-479).
3 Francesco Scaduto (Bagheria, presso Palermo, 1 858 - Favara, presso Agrigento, 1 942),
è considerato il fondatore del diritto ecclesiastico italiano, avendo riorganizzato, nei suoi manuali,
le disposizioni legislative degli Stati preunitari e quelle dei primi decenni dello Stato italiano.
Insegnò tale disciplina nelle Università di Palermo, Napoli e Roma. Tra le sue opere dottrinali si
segnalano : Il concetto moderno del diritto ecclesiastico (Palermo 1 885), Diritto ecclesiastico vigente in Italia
(2 voli., Torino, Bocca, 1 889- 1 89 1 ; Cortona, Francioni, 1 923- 1 9244), Gìtarentigie pontificie e rela�oni
fra Stato e Cbiesa (forino, Loescher, 1 884). Sulle sue tendenze ideologiche cfr. quanto, da ultimo,
scrisse Jemolo nella Introduzione alla riedizione di Stato e Cbiesa nel regno delle due Sicilie ( 1 887), Ed.
della Regione siciliana, 1 969, pp. 9-2 1 ; G. CATi\L\NO, L 'apporto di Francesco Scaduto al <( ni/OVOJJ diritto
ecclesiastico, in La tradi�one dottrinale... cit., pp. 1 1 1 - 1 36 ; C. F ANTAPPI È, Francesco Scaduto e il Concordato
Lateranense. Dalla polemica di "Ignotus" sul monopolio nella Jorma�one dei giovani alle le�oni universitarie
in <<Quaderni di diritto e politica ecclesiastica>>, 1 995, 1 , pp. 307-34 1 .
Mario Falco (forino 1 884 - Alberon e d i Ro 1 943), allievo d i Francesco Ruffini, docente di
diritto ecclesiastico a Macerata ( 1 9 1 1), Parma ( 1 9 1 2) , Milano ( 1 924). Nel 1 938 fu <<dispensatO>>
dall'insegnamento in applicazione delle leggi razziali. Scriverà di lui Jemolo : <<Note dominanti del
suo indirizzo: separazione della storia dalla costruzione giuridica, separata esposizione del diritto
della Chiesa e di quello dello Stato, per entrambi costruzione sistematica non mescolata di
elementi politici. Si avverte in lui la formazione crociana; quelli giuridici sono pseudo-concetti . . »
(Nuovissimo Digesto Italiano, VI, p. 1 1 23). Per un profilo biografico, cfr. F. MARGIOTrA BROGLIO,
.
54
San Donato, 23 luglio 1 928
inedite del 1930-31,
4
.
,
Carissimo Carlo,
Sei stato nobilissimo nel soddisfare la mia domanda, arrischiata anziché
no, e squisitissimo nel modo in cui l'hai fatto. Te ne ringrazio come di
cosa mia. Ho trasmesso senza indugio la tua presentazione ad Ascoli,
comunicandogli in pari tempo i tuoi suggerimenti e le tue raccomandazioni 1 •
1 928
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 44
1 45
3 Giuseppe Belluzzo, ingegnere e uomo politico (Verona 1 876 - Roma 1 952). Professore nel
1 9 1 1 al Politecnico di Milano e dal 1 929 nella Scuola d'ingegneria di Roma. Depurato nel 1 924,
fu nominato ministro dell'economia nazionale (1 O luglio 1 925 - 9 luglio 1 928), poi dell'istruzione
pubblica (9 luglio 1 928 - 1 2 settembre 1 929). Ministro di Stato nel novembre 1 929, senatore del
Regno il l o marzo 1 934.
4 La recensione di Buonaiuti era destinata alla prima annata (1 928) de «The J ournal of
Modern History».
N on meno soddisfatto sono per quanto mi dici a proposito del tuo
.
atteggiamento nel prossimo esame della domanda Magni p er la libera
docenza in ecclesiastico. Vedrai che il candidato ti riuscirà simpatico
sotto ogni punto eli vista, anche come dissertatore sul diritto vigente.
La tua premurosa e sollecita amicizia ha pensato a me alla futura
nuova del cambiamento ministeriale. Lo intuisco : te ne ringrazio. Pur
non nutrendo eccessive illusioni (il giorno in cui risalirò sulla cattedra
sarà una levata di scudi contro eli me più violenta che mai) , ho l'im­
55
pressione che la mia situazione ne sia avvantaggiata. Intanto penso che
Subiaco (San Donato), 4 agosto 1 928
l'esodo di Fedele è capitato in buon punto 2• L'ultimo, rinnovato inca­
rico è scaduto il
16
Carissimo Carlo,
giugno scorso e io non ho ricevuto alcuna comu­
eli logica, mi debbo considerare rientrato
Fra la prima generazione sandonatese e le successive corrono vera­
nella pienezza dei miei normali diritti accademici ; e se non fossimo in
mente differenze sostanziali. Ogni anno lo vado constatando con vivezza
vacanze, già sarei risalito sulla cattedra. Mi giungerà qualche comunica­
sempre più precisa e più stringente. Senza dubbio, dal punto eli vis ta
zione prima del novembre? Sono indotto a pensare che no. Sicché
della preparazione scientifica e della completezza tecnica nessuno ha
riprenderò le lezioni . Una, due, forse . E poi . . . Poi, ne ho il sentore,
toccato l'apice cui è pervenuto il Donini o a cui è pervenuto il Pincherle.
i gesuiti faranno uno s forzo disperato contro eli me. E allora vedrò
Ma San Donato non è nato come una succursale all'università o come
Belluzzo 3 alla prova.
un seminario accademico, buono per mostrare, attraverso la discussione,
nicazione complementare. A
fil
Quassù sono veramente in ottima compagnia e altri compagni
la perfezione del tirocinio scolastico. Il primo San Donato sorse come
ugualmente ottimi attendo eli giorno in giorno. Ma quali variazioni nella
l'espressione eli un caldo vincolo eli solidarietà fra un manipolo di spiriti,
compagine del gruppo e quali sensibili alterazioni all'atmosfera che
decisi a realizzare fugacemente, a contatto della natura e nella contem­
respiriamo! Ma i primi anni furono qualcosa eli incomparabile ed impa­
plazione, la fraternità scaturente dagli ideali dell'Evangelo. Se questo fu
reggiabile! Anche per questo, quanto vorrei risalissero più spesso quassù
il fermento delle prime estati sandonatesi, debbo pur riconoscere, con
o risalissero una volta i compagni eli allora!
tanta pena in fondo all'anima, che abbiamo perduto dove abbiamo vinto,
Io recensirò il tuo Giansenismo anche in una rivista americana eli
e che l'avere dei mirabili allievi in una scuola, non è la stessa cosa che
storia moderna, che incomincia ora le sue pubblicazioni a Chicago, e che
avere dei sicuri fratelli nelle esperienze della religiosità. Pazienza ad ogni
rru ha invitato a collaborare 4•
modo : l'eterogeneità dei fini è la legge eli ogni manifestazione della vita.
La « Zeitschrift fili Kirchengeschichte» nell'ultimo suo fascicolo ha
Spero che il tuo piccolo sia completamente ristabilito.
Auguro tanta gioia e tanta felicità a te e alla tua Adele.
pubblicato la mia rassegna del tuo Giansenismo 1 .
Ti abbraccio riconoscente.
vederla? Se sì, bene : se no, potrò mandartela io, se proprio avrai vaghezza
E. Buonaiuti
Hai occasione eli
eli vederla.
Sapevo delle nuove voci assegnateci alla Treccani 2. Il lungimirante
Tacchi-Venturi ha lasciato andare con molta larghezza, la assegnazione
1 Sulla questione Ascoli, si veda la lettera precedente di Buonaiuti del 1 8 luglio 1 928.
2
Il 9 luglio 1 928 il ministro Fedele era stato sostituito alla pubblica istruzione da Giuseppe
Belluzzo (vedi nota seguente). Cfr. le ottimistiche considerazioni del Buonaiuti al Cagnola del 1 4
e del 21 luglio, nonché al Bierri del 2 1 agosto seguente i n L BEDESCHJ, Buonai11ti, il Concordato...
cit., pp. 1 2 1 - 1 22.
delle voci, ma tende, a quanto mi si elice, a rifarsi in maniera vittoriosa,
imponendo la revisione ecclesiastica delle voci attinenti ad argomenti
religiosi 3• Gentile con l'imprimatur! Non c'è male per il panegirista eli
Giordano Bruno!
IO
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 46
1 928
Come sono ansioso di leggere il lavoro di Adele, di cui mi parlasti
una volta così fugacemente! 4
Io, quassù, mi san portato tutti libri relativi a Gioacchino da
Fiore.
Ho preso uno straordinario interesse all'argomento, e spero
proprio di allestire un lavoro suggestivo sul pochissimo conosciuto
profeta. Purtroppo da varie parti mi giunge la nuova di lavori ana­
loghi che si preparano, e dovrò lavorare di lena per non farmi strap­
pare la precedenza.
1 47
on siamo in grado di indicare il saggio di Adele Morghen a cui Buonaiuti intende
riferirsi. La moglie di )emolo, particolarmente interessata ai problemi educativi, pubblicherà due
romanzi: lA trottola e La nonna e i partigiani (Napoli 1 969 e 1 970), e una serie di racconti Vtva la
tartamga, raccolta di scritti 1939-1 970 (Roma 1 980).
5 L'opera maggiore di L. DL'CIIES 'E, Histoire ancienne de I'Eglise (3 voli., Paris, Fontemoing,
1 906- 1 9 1 O) fu posta all'Indice con decreto del 22 gennaio 1 9 1 2. Il quarto volume dell'opera usci
a Parigi nel 1 925 col titolo L'Eglise au V!' siècle per le cure di dom H. Quentin e non di dom
André Wilmart (1 876 - 1 941), a cui accenna Buonaiuti.
6 Come risulta dall'indirizzo della lettera, la famiglia ]emolo passò le vacanze estive a Cattolica,
in via Dante, presso G. Del Prete.
Duchesne è sempre all' I ndice. Solamente il IV volume, uscito
postumo per cura del p . Wilmart O.S. B . , reca l'approvazione eccle­
siastica 5.
56
Quanto rimarrai a Cattolica? 6 E poi, tornerai subito a Bologna,
senza fare una capatina a Roma? - E il vecchio progetto di risalire
insieme al Terminill o? A me par sempre di essere in debito, per questo!
Saluti cordialissimi ad Adele.
Roma, 22 ottobre 1 928
Carissimo Carlo,
Grazie delle amichevoli informazioni che ho trasmesso subito al­
l'interessato, il quale ancora una volta ti esprime tutta la sua riconoscenza
A te un abbraccio di tutto cuore.
per tanto benevolo interessamento
Tuo
Ernesto B.
1•
Le mie conversazioni con p. C . hanno avuto il loro logico e preve­
dibile sviluppo 2. Una volta ristabilito il contatto, e una volta constatata
l'ormai indiscutibile resipiscenza dei miei interlocutori, era facile prevedere
1 Cfr. « Zeitschrift fiir Kirchengeschichte», Band XLVII, 1 928, pp. 1 35 - 1 36. N ella recensione
Buonaiuti riprendeva in forma sintetica quanto scritto nelle <<Ricerche religiose>> ma provvedeva
anche a smussare i giudizi polemici.
2 ]emolo fu chiamato a collaborare all'Enciclopedia italiana per le sezioni diritto ecclesiastico
e canonico, storia della Chiesa e diritto pubblico. Le " voci " da lui redatte si possono suddividere
tra quelle di indole storico-religiosa (<<Alfonso de' Liguori, santO>>; <<Assolutismo>>; « Basilea : Il
concilio di Basilea>>; « Benedetto X l i i papa>>; <<Benedetto XIV papa>>; «Casistica>>; « Controrifor­
ma>>; <<D'Annibale, Giuseppe>>; <<GallicanesimO>> ; << Giansenio, Cornelio>> ; <<Giurisdizionalismo>>;
<< Molinos, Miguel de) e quelle di carattere dichiaratamente storico-giuridico (<<Apostolico : Apo­
stolici regirninis>> ; <<Asse ecclesiastico>>; <<Beneficio: Diritto dello Stato>>; <<Bolla>>; <<Bollario>>;
«Cappellania>>; <<Chiesa: Diritto canonico>> ; «Commenda>> ; <<Decime>>; « Diritto : Diritto ecclesia­
stico>>; <<Ecclesiastici : beni>>; «Economato dei benefici vacanti>>; « Exequatur>>; <<Fondo per il
culto>>; «Galante, Andrea>> ; << Matrimonio>> ; « Patrimonio : Patrimonio sacro>>; « Patronato : Diritto
canonico ed ecclesiastico>>; « Parrocchia e parroco>>; « Prirnicerio>>; <<Quota di concorsa>>; «Re­
scritto>> ; << Ricettizie, chiese>>; « Rivendicazione: Diritto moderno>> ; << Riversibilità e Devoluzione>>;
«Scaduto, Francesco>>).
3 Sui rapporti tra Tacchi-Venturi e l'Enciclopedia italiana, cfr. G. TuRI, Il fascismo e il consenso
degli intellettuali, Bologna, Il Mulino, 1 980, pp. 64-72; Filosofi Università Regime. La Jèuola di Filosofia
di Ro111a... ci t., pp. 269-327; G. NlSTJcù, Mate1iali pet· una storia dell'o'l,aiJizza�one disciplinare deii'EIICi­
clopedia Italiana, in «<l Veltro>>, XXXV ( 1 991), pp. 1 1 7- 1 23 ; Io., Oggetto e progetto: l'Enciclopedia
Italiana e il suo archivio .. cit., pp. 362-375; C. FIRNETTJ, Teologia trinitaria e cenmra. Un passo inedito di
Guido Calogero, in <<La Cultura>>, XXX.ll (1 994), pp. 323-33 1 .
.
che le conversazioni avrebbero continuato. Si capisce che io procedo
con la massima cautela e con la più vigile diffidenza 3. La causa e il
movente della mossa inaspettata è sempre per me cosa misteriosa.
Mi
pare di poter constatare sempre meglio che un certo pentimento dell'ini­
quo trattamento inflittomi è alle scaturigini di questo nuovo atteggiamento
verso di me 4• Tutto il mio s forzo ora è diretto a ricavare da questa
paradossale situazione i vantaggi massimi per la causa che da un venti­
cinquennio vado difendendo.
Ti terrò informato.
Saluti cordialissimi ad Adele.
Tuo
Ernesto
1 Si allude alla vicenda Ascoli, per la quale si rinvia alle precedenti lettere di Buonaiuti del 1 8
e del 2 3 luglio 1 928.
2
ella prima decade dell'ottobre 1 928 la Curia romana inviò a casa del Buonaiuti <<un
nunzio - molto autorevole ecclesiasticamente ->> per annunciargli che era finita l'opposizione
al suo insegnamento universitario e che la sua riconciliazione con la Chiesa sarebbe stata facilitata
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 48
1 928
in ogni modo (cfr. la lettera di Buonaiuti al Cagnola del 1 8 ottobre 1 928, in L. BEDESCHJ,
Buonaiuti, il Concordato ... cit., p. 386). Per spiegare l'episodio ci soccorre, m parte, una rmss1va
a Friedrich Heiler del 20 ottobre 1 928, nella quale Buonaiuti riferisce di esse;e stato contattato
per telefono, poco tempo prima, da «un sacerdote di curia, un vecchio amico» che lo aveva
informato del desiderio di discutere della sua reintegrazione ecclesiastica e che aveva messo
a disposizione la sua casa per farlo incontrare con «un gesuita della Gregoriana, intimo del
papa» (cfr.
L.
GioRGI,
Il «caso Buonaiuti» e il Concordato ...
cit., pp.
324-325).
1 49
Il guaio è che ho potuto formarmi il convincimento che senza
riconciliazione io continuerò ad essere tenuto lontano dalla cattedra. Ma
'
io sto chiamando in soccorso tutte le mie forze per non farmi prendere
la mano dal desiderio . . . folle di risalire la cattedra. D supplizio di Tantalo!
Tuo
Combinando queste
notizie si può dedurre che gli intermediari del Vaticano con Buonamo furono almeno due : il
E. Buonaiuti
<<nunzio» o <<plenipotenziario della Curia», da identificare presumibilmente col docente della
Saluti affettuosi ad Adele.
�
Gregoriana>> e il <<vecchio amico>> di Buonaiuti. Per individuare quest'ultima persona la present
Baci ai tuoi canss1m1, non dimenticabili bambini.
lettera a J emolo ci fa sapere che era un religioso la cui iniziale del nome era la lettera C. S1 puo
allora avanzare l'ipotesi che sotto tale abbreviazione si nasconda il padre Vmcenzo Ceres!
.
(1 869- 1 958), missionario del Sacro Cuore, confidente e confessore del confratello Gwvanru
Genocchi. Com'è noto, Ceresi sarà vicino a Buonaiuti in diverse occasioni e anche al momento
della morte (Cfr. V. C ERES !,
Appunti di vita intima, in Giulio Salvadori, Roma 1 929,
e i missionari del Sacro Cuore - Carteggio Ceresi - Buonai11ti, a cura di F. TL'RVASI, in
menti>>, Centro per la storia del modernismo,, 1 972, 1 , pp. 401 -4 1 0).
3
8 1 ; Buonaiuti
<<Fonti e docu­
In realtà, Buonaiuti darà dimostrazione, in questa vicenda, di un atteggiamento alquanto
incauto (cfr. le osservazioni del Donini in
4
p.
Sulle
motivazioni <<politiche>> che
La vita allo sbaraglio...
cit., p.
82
nota
avrebbero spinto la Curia romana ad
1).
.
Buonaiuti . .
.
cit., p.
Buonaiutz; il Concordato ... cit.,
1 1 8 ; La vita allo sbaraglio. .. cit., pp. 82-83 nota 1 .
pp.
1 22-1 25 ;
scriverà il
pp.
7 e 1'1 1
389-390), e al
novembre seguente al Cagnola (L. BEDESCHI,
Missir
(La vita allo sbaraglio. . .
cit., pp.
90). Le
<<conversazioni>> di Buonaiuti con il <<plenipotenziario della Curia>> si svolsero <<quotidianamente>>
durante il mese di ottobre, procedettero <<ad intervalli>> nei primi dieci giorni di novembre <<in
mezzo a rlifficoltà non lievi>> e si arrestarono agli inizi del rlicembre
1 928.
.
ammorbidire
l'atteggiamento verso Buonaiuti in un momento critico delle trattative tra Vaticano e Quirinale
per la Conciliazione, cfr. L. BEDESCHI,
1 Cfr. quanto Buonaiuti
Buonaùtti, il Concordato ... cit.,
F. PARENTE,
58
Roma,
20
novembre
1 928
Carissimo Carlo,
on voglio imitare la tua pigrizia, che del resto è solamente unila­
terale, e ti rispondo con la massima sollecitudine. So quanto premurosa
57
Roma,
4
novembre
1 928
Carissimo,
I miei auguri per il tuo onomastico ti giungeranno con ventiquattro
ore di ritardo. Ma non avranno perduto per questo lungo la via la
vivezza e il calore del sentimento con cui li formulo per te. E gli auguri
per te, sono auguri di gioia e di felicità per tutti i tuoi cari.
Le mie conversazioni con il mediatore della possibile reintegrazione
ecclesiastica procedono con un ritmo più tosto complicato
1•
Evidente­
mente le resistenze da vincere perché sia accettato quello che posso
concedere e non
sia la vostra affezione e non voglio tenervi all'oscuro delle cose mie. Del
resto, chi ci tiene tutti all'oscuro è l'autorità ecclesiastica che, improvvi­
di
più si chieda, sono molte e molto bene affiatate.
Suppongo che il mio patrocinatore si debba trovare spesso e volentieri
a mal partito, fra la mia irremovibile volontà di mantenere la mia
decorosa coerenza, e il proposito deliberato di qualcuno dall'altra parte
di far leva sul mio non sradicabile attaccamento alla vita carismatica
della Chiesa per strapparmi una indecorosa capitolazione.
samente, all'indomani della consegna della mia lettera al papa, vale a dire
circa venti giorni or sono, è caduta in un letargo da cui le mie ripetute
sollecitazioni non riescono a destarla
1•
La ragione? Arduo individuarla.
Senza dubbio non deve essere agevole trovare ed escogitare una presen­
tazione decente della ritirata e i mille clamori suscitati dalla prima voce
della prossima mia reintegrazione debbono avere provocato un certo
panico. Ma ormai il dado era tratto e io non vedo come possano ritirarsi
dal gioco. Attendo quindi, non con grande fiducia, ma con relativa calma,
quantunque l 'avere constatato che al Ministero continuano a presupporre,
contro ogni principio di logica, di politica e
di
convenienza, l'abbinamento
inscindibile fra la mia posizione ecclesiastica e quella accademica, mi
abbia messo di cattivissimo umore 2•
Quel che mi consta in maniera inoppugnabile e che mi ha profon­
damente consolato
è
che il card. Gasparri si occupa vivamente del mio
151
Lettere di Buonaiuti a }emolo
1928
caso, nel senso a me più propizio. La vecdùa e benevola s_impatia non
Carolina Pironti, interessante figura di letterata e di femminista
apoli 1 864 - Roma 1 941),
presso la cui casa romana, fm dall'ottobre 1 9 1 9, il gruppo di amici di Buonaiuti era solito
ritrovarsi la domenica per ascoltare la lettura del uovo Testamento (cfr. Pellegrino di Roma ... cit.,
p. 531 nota 96). Il Morghen rievocherà «il fuggevole ricordo di un'adunata [della koinonia]
a palazzo Mattei, a piazza Costaguti, nell'appartamento dell'anziana contessina Pironti, figlia di
uno degli ultimi ministri dei Borboni di Napoli, in un salotto dalle pareti ricoperte di vecchio
damasco, folte dei quadri nei quali rivivevano le memorie di famiglia della padrona di casa>> (R.
MoRGIIEN, Critica neo-testamentaria e storia dei cristianesimo ... cit., p. 208).
6 Sui rapporti tra Buonaiuti e la Pironti, si veda : G.L. PoTESTA, Riso7,immto e tomismo .. cit.,
pp. 270-302.
1 50
è spenta 3.
Già, la commissione giudicatrice delle domande
eli
libera docenza
in diritto ecclesiastico è stata quasi completamente cambiata. Ma tu lo
hai indubbiamente saputo prima eli me e non ti sarai meravigliato della
cosa. Magni è stato ugualmente chiamato a Sassari ed è partito sabato
scorso 4•
.
Pincherle ha rifatto capolino a casa mia dopo il matrimonio. Ma la
voce del cantar non è più quella!
Mi sorprende che tu mi chieda notizie
eli
Campitelli in rapporto al
manoscritto che gli fu spedito dopo scambievole accordo. Si era rimasti
d'intesa che la corrispondenza avrebbe continuato direttamente fra voi
e reputavo che ormai foste già giunti ad una favorevole conclusione. Se
59
Roma, 1 o dicembre 1 928
mai, gli scriverò ancora io, sollecitando la decisione.
La Pironti, poverina, è qui, allettata ormai 5. Meravigliosamente viva
Mio canssuno Carlo,
e pronta, non vuol credere alla sciagura più grave. Ma lo spettro della
morte compare
eli
frequente sul diaframma dei suoi fantasmi, solo per
dare alla sua parola una spiritualità impalpabile veramente impressionante.
Porterò domani i vostri saluti 6.
Avevi, a quanto pare dalle ultime dichiarazioni fattemi, ragione tu
nel ritenere ingiustificato qualsiasi pessimismo. Sembra effettivamente
che la temporanea parentesi di arresto nel corso delle trattative sia stata
determinata unicamente dal bisogno di tacitare alcuni elementi violente­
Quanto sarei lieto di rivederti presto qui!
Ad Adele, ai tuoi piccoli, indimenticabili, l'espressione della rrua
affezione profonda.
mente insorti contro la prospettiva di una mia possibile reintegrazione
ecclesiastica e eli trovare una formula opportuna per presentare al pub­
blico una conciliazione che è la sconfessione aperta e insanabile eli chi
A te un abbraccio.
Ernesto
condusse le conversazioni del
'26.
Ma tu hai ragione di dire che, di
questi tempi, la cosa più agevole è quella di salvare, al cospetto del
pubblico, le apparenze : basta tacere 1• E hai parimenti ragione nel pensare
1 Come aveva scritto al Missir 1'1 1 novembre 1 928, Buonaiuti aveva «affidato ad una lettera,
consegnata al pontefice>> il 1 o del mese <d'espressione completa dei moi sentimenti e dei suoi
propositi>>, ottenendo dall'intermediario della curia il preannuncio di un «epilogo risolutivo nel
giro di cinque giorni>> (cfr. La vita allo sbaraglio... cit., pp. 90).
2 Nella sopra ricordata lettera al Missir, Buonaiuti giudicherà tale interferenza tra interessi
universitari e provvedimenti curiali come una «contravvenzione in pieno alla legge delle guarenti­
gie, mai abrogata>> (ibid., p. 91).
1 Evidentemente alla figura del « nunzio>> incaricato di trattare col Buonaiuti, si era affiancato
il cardinal Segretario di Stato, il che alimentava in B uonaiuti la speranza di una soluzione
positiva delle trattative, nonostante i conflitti e le lungaggini della Curia. Ma tali speranze dovevano
andar presto deluse, dato che proprio in questo periodo tra Palazzo Venezia e il Vaticano si
trattava l'art. 5 del Concordato lateranense (Cfr. in questo volume F. MARGIOTTA BROGLIO, Buonaiuti
e )emolo, § 7).
4 Sulle vicende accademiche di Cesare Magni si veda la nota 4 alla lettera n. 52.
che là dove ha messo la sua opera il card. G . [asparri] non è il caso di
dubitare dell'esito. Questo porporato, eli fatto, mi si rivela sempre più
come un'anima di una chiaroveggenza e di una elasticità eccezionali 2•
È
il diritto canonico che crea di questi caratteri mirabili in acume e m
discrezione . . . ?
Povero Ascoli, pur troppo, può scrivere delle magnifiche cose, ma
a Camerino non va più, e a Cagliari, dove Ascarelli 3 ha preso troppo
rumorosamente il suo patrocinio, non va né pure. E vede ora pericolare
anche la sua libera docenza 4• Si salverà la sua terza generazione . . . ?
Voglio sapere da Campitelli perché si è chiuso in questo inesplicabile
e poco corretto silenzio. Te ne riferirò.
1 52
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 53
1929
Se, come mi si garantisce, la settimana prossima ci sarà u.r:a decisione
60
propizia sul mio caso, te ne riscriverò. Penso alla cosa con uno strano
sentimento composito, di gioia mista a trepidazione, sapendo molto bene
come il mio lavoro è tale da non consentire tregua alla mia odissea
e pace duratura alla mia anima.
Roma, 12 gennaio 1 929
Carissimo,
La mia cartolina deve averti detto l'inquietudine ansiosa con la
quale desidero tue nuove e ho bisogno della tua parola amichevole, ogni
Capiterai a Roma presto?
volta che il tuo silenzio mi appaia protrarsi oltre
Ai tuoi piccoli tante cose affettuose.
il
ragionevole.
Grazie del tuo messaggio e del tuo abbonamento.
A te e ad Adele il mio più cordiale saluto.
Ernesto
Come vedo, i nostri nomi e le nostre esperienze vanno, per molti,
associati, magari per ragioni di contrasto, molto più di quanto, pubblica­
mente, non sarebbe lecito argomentare.
Se il Toeplitz cingolato di Milano ha trovato di buon gusto sfogare
1 Alla fine di novembre 1 928 le tranative tra Buonaiuti e la Curia sembravano del runo
arenate <<probabilmente senza possibilità di disincaglio», tra il 1 ° e il 7 dicembre Buonaiuti ebbe
però assicurazione, forse da Gasparri, della sua reintegrazione nella Chiesa Qettere a Missir del
28 novembre e del 7 dicembre 1 928 in La vita allo sbaraglio... cit., pp. 94, 96-97). Ma nei giorni
seguenti apparve chiaro al Buonaiuti che in Curia aveva vinto il partito a lui contrario (cfr. L.
BtmF CH I , Buonaiuti, il Concordato. . . cit., pp. 395-396, e La vita allo sbaraglio ... cit., p. 1 01).
2 Complessi e ancora in parte da esplorare i rapporti del cardinal G asparri col Buonaiuti.
Questi ne parla a più riprese sia nella nota su Gasparri apparsa in << Religio», XV ( 1 939), pp.
228-229, sia, e soprattutto, nel Pellegrino di Roma (si vedano i cospicui rimandi alla <<voce»
dell'indice). Dal canto suo, il cardinale ha dedicato un capitolo delle sue Memorie al caso
Buonaiuti (ed. cit., pp. 1 95-209) per difendersi dalle accuse di aver protetto un modernista.
Un articolo di Buonaiuti su << Politica» del febbraio 1 936 (pp. 285-303), riaprirà la questione
dei legami di Gasparri e spingerà un autorevole membro della curia romana, mons. Domenico
Tardini, a incaricare don Giuseppe De Luca di una replica, la quale sarà pubblicata sulla
<<N uova antologia» del 1 6 novembre 1 936 col titolo Discorrendo col Cardinal Gasparri (1930) . Su
questa vicenda cfr. L. �\NGON I, < dn partibus infidelium» ... cit., pp. 222-223 e p. 231 note
1 2 1 - 1 24 ; L. FIOR INI, A1odemismo romano, 1900- 1922... cit., pp. 1 55- 1 58 ; G . M. VISCARDI, Buonaiuti,
D'Elia, De Luca.. . cit., pp. 301 -344).
1 Tullio Ascarelli (Roma 1 903 - 1 959), giurista, docente di dirino commerciale nelle Università
di Ferrara, Catania, Parma, Padova e Bologna. D urame il fascismo fece parte del gruppo nato
intorno al giornale clandestino << on mollare>> e poi del movimento <<Giustizia e Libertà>>. Per
motivi razziali sarà costretto nel 1 938 ad abbandonare l'Italia e ad insegnare nell'Università di
San Paolo in Brasile. Nel 1 945 verrà reintegrato nella cattedra bolognese, da dove passerà
a quella romana. I molteplici aspetti della sua opera giuridica sono analizzati in vari contributi
apparsi negli Studi in memoria di Tullio Ascarelli, voli. I-V, Milano, Giuffré, 1 969 (con bibliografia
nel l vol., alle pp. XV I I -LIII). Cfr. N. BoBBIO, L'itinerario di Tu/fio Ascarelli, ibid., I, pp.
LXXXVIII-CXL; S. RooOTA, Stlb I'Oce, in Diifonario biogmfico degli italiani, IV, Roma, 1 962, pp.
37 1-372; A. de GENNARO, L 'emmm1tica idealistica. Filosofia politica neoidealistica italiana e interpretaifone,
Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1 993, pp. 1 07-1 69. Giova, infine, ricordare che Buonaiuti
aveva tra i primi collaborato con Ascarelli, Pietro Bonfante, Roberto Mondolfo, Enzo Sereni,
Alberto Pincherle, alla rivista d'ispirazione gobettiana <<Srudi politici>>, direna da Paolo Flores.
4 Sulle disgrazie accademiche e politiche dell'Ascoli, cfr. nota 6 alla lettera n. 53.
il suo malanimo in una recensione globale contro il . . . transfuga e il
congiurato 1 , v'è chi, ora, ci contrappone l'uno all'altro come si contrap­
pone una pecora fedele alla pecora randagia e indisciplinata. H ai visto
certamente l'articolo del Bardi 2• Tu ne puoi essere più che contento.
Io... fino a un certo punto. Come supporre che mi senta fuori della
Chiesa, dal momento che per la mia sottana sacrifico l'insegnamento?
Ma voler porre d'accordo i pareri degli uomini è compito . . . più ingrato
e più arduo che far andare insieme degli orologi. Ci rinuncio ormai. Ma
bisognerà pure che al Bardi dica una parola sul periodico 3.
Ti mando, contemporaneamente a questa mia, la recensione inglese
del tuo volume 4• Me la rimanderai a tuo comodo.
Ma tu devi trarre, da questa stampa così propizia, stimolo al tuo
lavoro. Tu non sei uomo da abborracciare zibaldoni. La tua lucida
intelligenza imprime sempre l'orma della sua acutezza in tutto che faccia.
Non sciupare o dissipare i tuoi talenti.
Oh, se qualche volta mandassi un pacchetto di manoscritti a « Ricerche
Religiose»! Ma io non oso né pur chiedertelo. Chi invita all'eresia ... ?
Tante cose care alla tua Adele.
E tanti ricordi affettuosissimi ai tuoi bimbi.
Ti abbraccio.
Ernesto
1 Allusione alla recensione del p. Gemelli apparsa nella <<Rivista di fil osofia neo-scolastica>>,
X.X (1 928), pp. 357-365, col titolo Nuot•i studi di dottrine religiose, V!!! - Lo studio dello ]emolo sul
Giansmismo. In essa Gemelli collega\'a intenzionalmente l'ultimo volume di Buonaiuti sul cristia­
nesimo africano <<anch'esso costrutto faticosamente specie con gli indigesti materiali forniti dalla
1 54
'�eta erudizione protestantico-tedesca» con lo <<sterile» volwne di ]emolo, accusando quest'ultimo
di aver assunto il punto di vista del <<modernismo», di essere <<un'anima in ·pena, un'anima
vittima delle illusioni modernistiche>>, e della <<devastazione >> del Buonaiuti (cfr. F. MAAGIOTIA
BROGIJO,
Arturo Carlo }emolo e T1ncenzo Del Giudice...
2
on ci
è
243-246). Buonaiuti, dal canto
religiose>>, IV (1 928), p. 567.
ci t., pp.
replicava al Gemelli in una <<spigolatura>> delle <<Ricerche
alla lettera n.
male né pure non
è
impegnarsi troppo a fondo con lui.
Hai avuto il periodico inglese? 3 Sarai stato certamente lieto dei
giudizi favorevolissimi pronunciati sul tuo volume. E io ne sono stato
stato possibile rintracciare tale articolo.
4
condizioni editoriali pm tosto precarie. Forse non
suo,
3 Non sembra che Buonaiuti abbia replicato al Bardi nelle <<Ricerche religiose>> del 1 929.
4 C fr. nota
1 55
1929
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
lieto con te.
Ricordatemi come io vi ricordo, con tenerezza,
54.
vostro
E. Buonaiuti
61
Roma,
17
gennaio
1 929
Carissimo,
e ricco miglioramento 1 • San tornato, pressoché al completo, alle mie
occupazioni ordinarie e al mio ritmo eli lavoro quotidiano. Penso che né
pure la pubblicazione del fascicolo eli gennaio della rivista subirà ritardi
per la mia malattia. Sento eli attaccarmi sempre più a questo periodico in
cui cerco eli tradurre, in pieno, il programma che avvivò, venticinque
anni fa precisi, il mio sacerdozio. E posso constatare, con intima e grata
soddisfazione, che i consensi si sono moltiplicati e il fascio delle solida­
è
ispessito. Vorrei tanto che la collaborazione al periodico
guadagnasse sempre più in ampiezza e in omogeneità.
Non afferro completamente il significato di alcune oscure tue allu­
sioni all'indirizzo futuro della tua attività. Ma, nonostante i tuoi progno­
stici inclinanti al pessimismo, non so capacitarmi che il tuo posto non
sia a Roma, a brevissima scadenza. E vedrai che la mia sicurezza ti sarà
di ottimo auspicio. A Magni - sia detto in confidenza - la libera
docenza non
è
395-396; La vita allo sbaraglio ...
pp.
Sì, veramente, le mie condizioni fisiche hanno subito un rapido
rietà si
1 Il 14 dicembre 1 928 Buonaiuti era rimasto colpito da una grave emorragia addominale,
forse anche a causa del lungo logoramento psichico (L. BEDESCHI,
cit., p.
Buonaiun; il Concordato ...
cit.,
1 01).
2 Aldo Checchini (Campodarsego, presso Padova,
1 885 - Padova 1 973), laureato i n giurispru­
1 907, iniziò l'attività di docente di storia del diritto italiano
nella <<libera>> Università di Camerino (1 909- 1 0), vi divenne <<Straordinaria>> ( 1 9 1 0- 1 1), ordinario,
preside della Facoltà, poi rettore (1 9 1 5- 1 8). ln seguito a concorso passò all'Università di Cagliari
( 1 921 -23), quindi, per chiamata, a Pisa (1 923-27), a Firenze (1 927-32), quindi a Padova (per
l'insegnamento di storia del diritto romano, 1 932-43, e di storia del diritto italiano, 1 943-55).
A Padova diverrà anche preside ( 1 941 -55) e prorettore (1 950-60). Cfr. C.G. MoR, L'opera scientifica
di Aldo Checchini, in <<Ri�sta di storia del diritto italiana>>, XLVI (1 973), pp. 202-214 (con
bibliografia alle pp. 21 2-2 1 4) . Fu storico sensibile ai profili giuridico-dogmatici, che applicò al
diritto ecclesiastico offrendo contributi costruttivi : si veda P. BELLINI, Aldo Cbecchini e la dogmatica
del diritto ecclesiastico italiano (con riferimento alla qualificaifone della posiifone del diritto dello Stato verso
quello della Cbiesa), in «11 diritto ecclesiastico >>, 1 959, pp. 393 e seguenti ; l o . , 11 contrib11to metodologico
di Aldo C'beccbini e di A rturo Carlo }emolo alla scienza del diritto ecclesiastico e il significato del loro
magistero, in La tradiifone dottrinale del diritto ecclesiastico, a cura di M. TEDESC H I , Napoli, Jovene,
1 994, pp. 59-84; G.R. G1 \COMAZzo, jemolo e Cbercbini nella loro prospettilla storica, ibid., pp. 29-3 8 ; G.
SARACENI, Profilo scientifico di Aldo Cbeccbini quale cultore del diritto ecclesiastico, ibid., pp. 1 3-28 ; F.
�IRGI U IT 1 BROGI.lo, La qualificaifone giuridica delle relaifoni fra lo Stato italiano e la Cbiesa Cattolica. .
cit., pp. 1 3- 1 9, 30-42; FERRARJ, ideologia e dogmatica. .. cit., pp. 58-60, 1 2 1 , 206. Sotto il profilo
denza nell'U niversità di Padova nel
.
teorico si comprendono le riserve che avrebbe opposto all'indirizzo storico del Magni.
3
andata poi, a quanto egli racconta, eccessivamente bene.
C fr. nota
4
alla lettera n.
54.
Egli si lamenta - e Brandileone pare si lamenti con lui - di Checchini 2,
il quale ha voluto inserire nella relazione riserve e pregiucliziali metodo­
logiche che possono influire, non bene, sulla futura carriera accademica
del nostro amico. Il quale ne
è
62
Roma,
rimasto molto addolorato, molto più eli
quanto io non avrei potuto supporre.
23
febbraio
1 929
Carissimo Carlo,
assai quanto mi dici eli Campitelli. N on era questo
Ti debbo confessare candidamente che anche se tu non mi avessi
l'epilogo che mi ripromettevo e speravo quando la prima volta gli scrissi.
descritto le condizioni meteorologiche, dominando e imperversando le
Ma Campitelli
quali tu hai scritto la tua ultima lettera ; se anche tu non mi avessi
Mi
spiace
è
capriccioso e malsicuro : aggiungi che ritengo versi in
1 56
1929
Lettere di Buonaiuti a )emolo
confessato le preoccupazioni che assillavano in quel mo�ento il tuo
spirito : - si sarà spostato l'asse della terra?, resisteranno i tetti al carico
della neve? - io avrei potuto ugualmente argomentare le une e le altre
dal tono disperato delle tue « variazioni».
Le quali si riducono a una ridda di calcoli di probabilità storiche
e a una serqua di riflessioni pessimistiche, a volte pencolanti fin verso
il cinismo.
stato confessionale. Ma questo proprio perché ho della evoluzione storica
del cattolicismo nell'età moderna una visione coerente e precisa che tu
intuisci, anche se non condividi.
Perchè tu capisci molto bene come la mia f.ùosofia della storia
religiosa è molto diversa dalla tua frammentaria e indisciplinata riduzione
ad unità, che è la negazione di ogni finalità e di ogni Provvidenza. < . . .>
che verrà non sono altro che una disparità termometrica.
Ma tutto ciò è molto teorico e molto lontano dalla realtà.
N on ci voleva che meno di una bufera di neve folleggiante da tre
giorni, per suggerire al tuo equanime e lungimirante buon senso, interro­
gativi così agghiaccianti.
E non ci voleva che meno di quell'altra bufera che tu ti indugi
meno a descrivere, ma che certamente ha pesato sul tuo spirito quanto
·
quella che ha posto in pericolo i tuoi comignoli.
Figurati se ha pesato su di me!
Quale mago beffardo avrebbe potuto escogitare per una creatura
umana destino più paradossale e più tragico di quello capitato alla mia vita?
Pensa a quest'ultimo episodio. Sei anni or sono, quando io ero
ancora nelle grazie del card. Gasparri, io ho ripetute volte, sui giornali
nei quali allora scrivevo, prospettato una soluzione della questione romana
territorialmente
equipollente a quella cui ora si è addivenuti 1 •
M a tu capisci quali presupposti presiedevano allora ad ogni teorica
1 57
In concreto, io ho dinanzi agli occhi : la sicura perdita della cattedra :
ancora poco male ; la sicura soppressione della rivista : ancora poco male ;
il minacciato intervento di un qualsiasi commissario di polizia per com­
piere sulla mia anima un sacrilego tentativo di profanazione : ed ecco il
male che non tollererò.
L'ho detto ieri l'altro al mio cardinale vicario 3. Se il Santo U fficio
mi consegnerà al braccio secolare per compiere in me una degradazione
che sarebbe la soppressione della vita della mia vita, io mi acconcerò
a tutte le risoluzioni e a tutti i sacrifici e, rinunciando ad ogni attività
intellettuale, resterò a San Donato trasformato in sanatorio di conforto
dalle uniche due realtà che non smentiscono : la natura e la carità.
Ora, fatta questa dichiarazione, attendo tranquillo, con l'anima come
sgombrata da un enorme peso.
Grazie, a te e ad Adele, dei fedeli sentimenti.
trattazione della questione romana e di quali condizioni culturali e morali
Ti abbraccio.
la si concepisse accompagnata.
E. B.
Ora, in regime di conciliazione, io sarò una delle prime vittime del
Concordato.
Tu hai veduto indubbiamente quelle misurate e guardinghe antici­
pazioni dei giornali, le quali fanno intuire quel che sarà la manomissione
operata dal S . Ufficio delle nostre attività elementari.
Le Guarentigie affrancavano lo Stato da ogni funzione di garante
delle sentenze ecclesiastiche : ora lo Stato accetta in pieno le funzioni di
esecutore. C'è una clausola che mi atterrisce : quella che impone allo
Stato l'onere di strapparmi la divisa sacerdotale, di togliere a me, unico
prete colpito per ragioni intellettuali che abbia conservato l'abito, il
« visibile signum invisibilis gratiae » - una vera scarnificazione cotesta 2.
Gli avvenimenti non sconvolgono e non lacerano le mie valutazioni
e le mie previsioni. Ero sicuro che ad un accordo di tal genere si
sarebbe un giorno addivenuti, e che lo stato fascista sarebbe divenuto
1 Cfr. [E. BL'ONAIUTI] , Coniere z•aticano, in «TI Secolo», LVI, 3 gennaio 1 923.
Buonaiuti si riferisce all'an. 29 lettera i del Concordato lateranense, il quale recitava: «L'uso
dell'abito ecclesiastico o religioso da parte di secolari o da parte di ecclesiastici e di religiosi, ai
quali sia stato interdetto con provvedimento definitivo della competente autorità ecclesiastica, che
dovrà a questo fine essere ufficialmente comunicato al Governo italiano, è vietato e punito colle
stesse sanzioni e pene colle quali è vietato e punito l'uso abusivo della divisa militare» (Raccolta di
crmcordati su materie ecclesiastiche tra la Santa Sede e le autorità civili, a cura di A. MERCATI, Città del
Vaticano, Tip. Poliglotta Vaticana, 1 954, pp. 99- 1 00). Cfr. anche Pellegrino di Roma. . cit., p. 269.
3 Basilio Pompili (Spoleto 1 850
Roma 1 931), cardinale vicario di Roma dal 7 aprile 1 9 1 3.
Su di lui : P. ScAVIZZI, Il cardinale Basilio Pompi/i, Lucca 1 941 ; A. RJccARDI, Roma (fcittà sacra»?,
Milano, Vita e Pensiero, 1 979. Per i buoni rapporti del Buonaiuti con Pompili, si veda Pellegrino
di Roma... cir., pp. 1 47- 1 49, 1 89, 205-206. Buonaiuti ne scriverà un necrologio in «Ricerche
religiose>>, VII (1931), pp. 287-288. La figura di questo cardinale susciterà anche l'interesse di
Giuseppe de Luca, che traccerà diversi abbozzi d'una sua biografia (cfr. L. MANGONI, << In partibus
inftdeliunm . . . cit., ad indicem) .
2
.
-
1 58
1929
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
63
Roma, 13 marzo 1 929
Carissimo Carlo,
Sono in debito con te di una risposta ad una tua lettera e ad una
tua cartolina : ma anche tu sei in debito con me di una visita qui a Roma,
1 59
ei primi giorni del marzo 1 929 diversi quotidiani italiani avevano diffuso la notizia, che
circolava già da qualche mese, di una sottomissione e d'un ritorno di Buonaiuti nella Chiesa
cattolica (L. BFDF.SCHI, Buonaiuti, il Concordato. cit., pp. 1 43 e 1 62 nora 1 6). «L'Osservatore
romano» del 1 5 marzo smentirà tale voce.
2 Nel fascicolo di « Ricerche religiose>> relativo al maggio 1 929, comparivano tre nuovi
collaboratori stranieri : il protestante tedesco Ernst Benz, l'olandese Pau! Hendrix e l'austriaco
Joseph Schnitzer.
..
che tu avevi preannunciato, che non hai più fatto, e che io avevo tanto
intensamente desiderato in questo mio momento.
Avrai visto come, quasi non bastassero a rendere tragicomica la
64
mia situazione a questi chiari di luna, giornalisti s faccendati, sapientemente
catechizzati dalla clandestina agenzia di p. Rosa, si son dati meravigliosa­
mente a lanciare congetture tendenziose e indiscrezioni capziose, non so
precisamente a quale scopo, non certo a mio vantaggio 1 .
H o dovuto mandare al giornale che primo m i è capitato sott'occhi,
la
Tribuna,
una rettifica, che assodasse due punti, che fissasse cioè la
posizione di un uomo e la posizione di una data : ho dovuto cioè far
sapere che il p . Gemelli non aveva dovuto affatto declinare l'incarico di
conferire con me, incarico ch'egli aveva espletato sollecitamente fino
all'epilogo cristiano della scomunica, e che la
mia domanda [di]
reintegrazione risaliva al
23
ero precipitato
a pena nota la clausola del Concordato?
ad pedes
ottobre
2a
1 928.
N on si era già detto che io mi
Può darsi benissimo che la mia secca ma necessaria rettifica abbia
avuto sapore di agrume per alcuni. Ma non è colpa mia se la verità sulle
mie cose è un'arma contro qualcuno ed è il mio destino che l'afferma­
zione della verità mi debba sempre costare qualcosa.
Ora nulla di nuovo, dopo la breve scaramuccia giornalistica. S to
passivamente, musulmanamente in attesa degli avvenimenti, con una vaga
sensazione in cuore che gli eventi possano pure essere meno foschi di
quanto la fantasia non me li abbia dipinti al primo momento.
Intanto lavoro al mio Gioacchino e preparo il nuovo fascicolo
della rivista, con una collaborazione sempre più varia 2, con una « s tan­
dardizzazione» di sommari che vorrei definitiva, finché il periodico sarà
lasciato vivere.
Roma, 22 marzo 1 929
Mio canssuno Carlo,
C'è un inciso nell'ultima tua canssuna e buonissima - troppo
buona, anzi! - che mi ha sorpreso e, in fondo, mi è anche dispiaciuto :
là dove tu dici di scorgere in me qualcosa che ti rimane lontano ed
estraneo.
È
possibile questo? Da tanti anni ormai la nostra amicizia e la
nostra familiarità sono delle più intime e delle più trasparenti : da tanti
anni ormai questa nostra regolare corrispondenza permette a ciascuno di
noi due di seguire, in tutte le sue s fumature, l'evoluzione delle opinioni
dell'altro, sotto la pressione degli avvenimenti. Ed ora, nel frangente in
cui a me pare che vengano automaticamente a spiegarsi le aspirazioni
primitive della mia anima e le volontà più naturali, tu mi annunci di
trovare in me qualcosa che non avresti preveduto. In che modo, preci­
samente? A me, in pratica, la situazione pare sia di una chiarezza e di
una semplicità al sicuro da ogni dubbio, da ogni equivoco. Per mantenere
il mio sacerdozio io sono disposto - e l'ho ripetuto su tutti i toni
- a fare tutti i possibili sacrifici personali - ma non sono disposto
a fare quello della mia lealtà e della mia coscienza. Chi potrebbe volere
che la mia immagine sacerdotale coprisse il cadavere della mia sincerità?
Non sarebbe in tal caso la mia una insurrezione contro quella grazia di
cui voglio continuare ad essere ininterrottamente il depositario? Pertanto,
nelle laboriosissime conversazioni che si sono svolte e si vanno, ohimé,
tuttora svolgendo con i più vari tipi di personaggi cardinalizi in questi
E tu? E i tuoi lavori?
giorni, io, immancabilmente, sono costretto ad arrestarmi là dove i miei
Scrivimi, e a lungo.
interlocutori prospettano la necessità di un'«abiura» (è la loro parola)
E trasmetti ad Adele e ai bimbi l'espressione del mio affettuosissimo
che mi ripugna come una mostruosa incongruenza.
Si compirà, così, fatalmente, il mio destino. Ma non è perfe ttamente
ricordo.
Ernesto
logico che lo subisca ora chi ha sempre professato che la grande origi-
Lettere di Buonaiuti a }emolo
1 60
161
1929
nalità del cnstlanesimo organizzato è nella separaz10ne netta dei valori
intelligenza, fin troppo acuta, sembra quasi avere vergogna. M a come
politici e dei valori religiosi?
puoi darti l'aria di pensare che l'inquietudine insonne e tormentosa infusa
Ma probabilmente la cosa che ti lascia interdetto è, propriamente,
la mia irriducibile riluttanza ad accettare le profferte venutemi dall'estero
1•
nello spirito della nostra civiltà dal messaggio del Regno di Dio possa
quando che sia affievolirsi, spegnersi sommersa da un'alta marea di
M a anche questa riluttanza m i pare sia perfettamente consona alle mie
ripull ulante paganesimo?
consuetudini e alle mie vecchie e tenaci aspirazioni. Non ho sempre
scandalizzanti del mondo più propinquo sarebbe come un disperare della
cercato, innanzi tutto, un'atmosfera di raccolta spiritualità, nel cui < . . . >
raccolta inanzi al seppellimento della semente sotto la neve invernale.
mantenere, alimentare, soddisfare, le esigenze innate dell'anima mia?
Oh, so bene pur io che proprio qui, nel centro di quel cattolicismo che
E come vuoi che vada a dissipare e ad inaridire il meglio di me in un
dell'universalità cristiana è l 'espressione più alta, il paganesimo sta com­
ambiente arido ed essiccante, come quello di cui il mio Ambrogio mi fa,
piendo il suo massimo sforzo di imbarbarimento. Ma è angustia visiva
ad ogni lettera, una pittura così agghiacciante?
Lasciarsi
trarre
in inganno dalle
apparenze
chiudere l'orizzonte della propria speranza ai confini delle Alpi e del
Eccomi dunque nell'attesa, passiva e rassegnata, degli avvenimenti.
Il momento più doloroso e più lacerante sarà la metamorfosi obbli­
gata della mia divisa. Ma ormai, alla pena e all'amarezza sono accostu­
mare.
I
valori più delicati della tradizione del Vangelo stanno riprendendo,
dovunque, vitalità e fervore. Non è il caso di levare, lontano, lo sguardo
e < . . .> nella certezza della redenzione vicina?
mato : tanta è la angoscia del mio quotidiano contatto con la mamma . . . !
Ogni giorno che passa io, pur sotto la marea della avversità più
A proposito del Concordato ho letto veramente commenti esteri
dura e della prova più aspra, io sento ingigantire nel mio cuore la fede
molto eloquenti : quelli, specialmente, di una rivista belga, Le
e di una rivista anglicana, il
Modern Churchman.
Fiambleau
Vuoi leggerli?
e rafforzarsi la sicurezza. N on ho sbagliato la mia strada e non ho
lavorato invano. Per quanto amaro sia l'insuccesso momentaneo, l'avve­
Tante cose ad Adele.
nire, ne sono sicuro quanto del sole che in questo momento batte col
Tuo
primo suo raggio sul mio scrittoio, è per la nostra tormentata fede.
Ernesto B .
Quanto vorrei che la tua anima elettissima sacrificasse un po' del
suo freddo acume alla follia della speranza! Ti ho mandato una cartolina
1 Per interessamento dell'amico Giorgio L a Piana, Buonaiuti fu invitato a trasferirsi negli
Stati Uniti per insegnare in una di quelle Università (cfr. L. BEDESCIII, B11onaiuti, il Concordato...
ci t., pp. 1 76, 428; La vita afio sbaraglio... ci t., p. 1 63 nota 2).
da San Donato.
Come dire grazie al tuo Ti ti 3 per il suo augurio? Bacialo per me.
A voi il più cordiale augurio.
Ernesto
65
1 Espressione greca che si avvicina a l Tessalonicesi, IV, 13 (al plurale) e a Ejesini, II, 1 2.
Già nel periodo post-bellico
il 29 novembre 1 9 1 9 - ]emolo aveva confidato all'amico
Roma, 3 aprile 1 929
2
Carissimo Carlo,
Se dovessi prendere alla lettera le enunciazioni desolate della tua
lettera (come l'hai potuta scrivere nel dì della Risurrezione, pegno della
universale rinascita?) , io ti dovrei disperatamente compiangere come un
IlE
exov
EÀm8a 1, come cioè uno spirito privo di quel che è, secondo
l'aforisma <. .. >, il primo germe deposto nell'anima razionale, la speranza.
Ma io ti conosco troppo bene per non sapere che sotto la patina del
tuo freddo e arido pessimismo 2, è
il
fuoco di una fiducia di cui la tua
-
Mario Falco : « Attraverso una di quelle crisi di antropofobia nelle quali debbo chiudermi nella mia
rana, avendo ad odio e schifo me stesso e gli altri». Ed aveva amaramente concluso: <<Certo è una
grande disgrazia soffrire così intensamente e costantemente il male di vivere, e non potere strappare
da sé quel residuo di paura religiosa che impedisce di farla finita>> (cfr. S. FERRARJ, Storia di d11e
roncorsi. . cit., p. 272 nota 9). Tre anni più tardi ]emolo aveva affrontato il tema Ottimismo e pessimismo
cristiano, nella buonaiutiana <<Rivista trimestrale di srudi fùosofici e religiosi>> (IV, 1 922, fase. 4). Sul
«pessimismo>> esistenziale e antropologico di ]emolo, cfr. quanto scrive N . BoBB IO , Anni di prova, in
Giomata lincea nel centenario della nascita di Arturo Carlo ]emolo.. cit., pp. 24-26.
3 Guglielmo Luigi, il figlio degli Jemolo, poi medico ospedaliero, prematuramente scomparso
nel 1 97 1 .
.
.
Il
1 62
1 929
Lettere di Buonaiuti a )emolo
66
Roma, 20 maggio 1 929
Carissimo,
Attendevo con desiderio la tua lettera. Quel giorno che veniste tutti
fin quassù, a portarmi il dono della vostra graditissima visita, io mi
rammaricai molto che quella specie eli fobia che ora mi accompagna e che
ad ogni minimo allarme mi fa temere la ripresa del mio male insanabile
ed insidioso, non mi permettesse eli godere come avrei voluto della vostra
cara compagnia. E da quel giorno, nulla avevo più saputo eli voi. Si
è placata costi la terra o le scosse continuano a tenervi in apprensione?
Le mie condizioni fisiche sono eli molto migliorate. Ma le mie
condizioni morali, lo capisci, sono ancora alla mercé dei tristi ricordi
della perdita che ha schiantato il cuore della mia povera mamma, e delle
amare previsioni sull'imminente avvenire.
Anche a me il destino strabiliante ha riaperto, sol per quanto
concerne la posizione accademica, il cuore alla speranza. Ma altra è oggi
la mia preoccupazione : quella della mia divisa. Anzi, in proposito, debbo
chiederti un parere : se lo consenti.
Ti ho detto come all'indomani della prima divulgazione dei patti
lateranensi, mi precipitai dal mio cardinale 1 , e gli dissi che la prospettiva
del forzato abbandono dell'abito mi spaventava e che sarei stato disposto,
per scongiurarla, a fare ogni sacrificio, meno quello delle mie convinzioni.
E invece è proprio questo ultimo che mi pongono per condizione.
E allora son costretto a pensare io al da fare.
Dal giorno in cui, quattorcli cenne, indossai l'abito talare per entrare
nel rifugio dei miei sogni e dei miei fervori, il seminario, son trascorsi
34 anni 2. Questa divisa si è strettamente legata a tutti i fremiti della mia
vita spirituale. Lo spogliarmene, è uno strapparmi le carni vive eli dosso.
E pure · dovrò sottostare alla costrizione.
Nel Concordato si elice che chi dopo una sentenza ecclesiastica eli
divieto, debitamente comunicata all'autorità civile, continui ad indossare
una divisa ecclesiastica, sarà equiparato ad uno che porti abusivamente
una divisa militare : vale a dire incorrerà in un reato, passibile eli multa,
che rovinerà il suo certificato penale 3.
Ora, non per la multa, ma per le conseguenze morali, tra cui c'è ad
immediata scadenza la perdita della cattedra, per indegnità, io debbo
evitare d'essere colto in fallo.
1 63
Ora ti domando : credi tu che l'autorità ecclesiastica possa passare
all'esecuzione la sentenza, che mi vieta il vestito, emanata tre anni fa,
o dovrà ufficialmente e pubblicamente rinnovarla, sì che io ne debba
avere preavviso? E, comunque, credi tu che l'autorità poliziesca, prima
eli tradurre in atto e dare esecutorietà alla sentenza, possa fare a meno eli
darmene comunque comunicazione, mettendomi sull'avviso?
Se sono costretto al durissimo passo - estrema umiliazione per la
mia anima sacerdotale -, non debbo compierlo un istante prima del
necessario. Ma non debbo né pure procrastinarlo in modo da offrire il
destro ai miei nemici eli farmi cadere in un trabocchetto. Mi capisci.
Attendo il tuo parere. E ti ringrazio eli tutto cuore.
Domani esce la rivista. Ti raccomando la lettura delle ultime quattro
pagine 4.
Tante cose ad Adele carissima.
E baci ai tuoi adorabili bimbi.
A te un abbraccio.
Ernesto
1 Verosimilmente il cardinal Pompili.
2
Buonaiuti aveva cominciato a frequentare come allievo esterno le scuole ginnasiali del
Pontificio Seminario Romano il 2 novembre 1 892 (cfr. Pellegrino di Roma... cit., p. 1 6 e 5 1 8 nota
6 di M. Niccoli), vi era poi entrato come allievo interno solo nell'anno scolastico 1 894- 1 895 (F.
PARENTE, Ernesto Buonaiuti... cit., p. 7).
3 Cfr. nota 2 alla lettera n. 62.
4 Buonaiuti si riferisce aUa nota di Mario Niccoli e di Ambrogio Donini, Al P. Agostino
Gemelli, apparsa in <<Ricerche religiose», V (1 929), pp. 284-288, in risposta alle insinuazioni che
padre Gemelli aveva fatto nell'articolo Buonaiuti e noi, nel fascicolo di gennaio della « Rivista di
filosofia neo-scolastica» (pp. 99- 1 00). Gli allievi di Buonaiuti contestavano al rettore della Cattolica
l'autenticità della versione del colloquio ricordato in Pellegrino di Ro!!Ia... cit., pp. 242-246, circa
l'offerta d'indennizzo all'editore Zanichelli per il ritiro dal commercio del volume Lutero e la
rifom;a in Cennania, allora in corso di stampa.
67
Roma, 26 maggio 1 929
Mio canssnno,
Ho letto e ponderato le tue misurate e sagge parole. Mi atterrò
scrupolosamente ai tuoi consigli, vigilando per non essere colto in fallo
e posto insidiosamente in una condizione di inabilità giuridica che
Ltttere di Buonaiuti a ]emolo
1 929
comprometterebbe quel lavoro a cui tutto ho sacrificato, ma nel medesi­
_
mo tempo preoccupato di non anticipare di un secondo quel che rap­
presenterà il mio più amaro distacco sensibile dal mio passato e dal mio
proposito.
Ma frattanto quale caleidoscopico e sorprendente vanare delle si­
tuazioni intorno a noi!
Prendesti atto della precipitazione con la quale Santi Romano ebbe
a proclamare che noi eravamo entrati a vele spiegate nella confessionalità
dello Stato, in una intervista riportata sul più diffuso quotidiano di
Roma? 1 Ora il panorama è tutt'altro. E proprio ieri, sul Campidoglio,
è stato ribadito il concetto della assoluta libertà in fatto di discussioni
religiose 2.
Ne posso prendere atto con compiacimento, pensando alle nuove
possibilità che si riaprono al mio insegnamento.
Ma non ti nascondo che l'enorme illusione di cui si sono pasciuti
i negoziatori d'oltre Tevere mi fa nascere in cuore un infinito senso di
commiserazione. Quanta cecità nei reggitori della Chiesa!
Figurati come ho goduto alla tua pittura del « frate»! E come mi fa
lietamente sorridere sapere del compiacimento di Adele nel leggere la
fiera invettiva di Mario e di Ambrogio! 3 Mi dicono che ieri mattina, al
Campidoglio, mentre Gentile proclamava altamente che « nessuna bandiera
culturale dovrà essere ripiegata qui in Roma», il « frate» era verde di bile.
Ma c'è ancora da temer lui e i suoi compari. Chi sa che cosa saranno
capaci di escogitare per non vedermi risalire la cattedra!
Sì, mio caro, il movimento per la riunione delle chiese è cosa che
va guadagnando sempre più in serietà e in concretezza. Sai, ad esempio,
che proprio in questa ultima settimana già tutte le denominazioni rifor­
mate missionarie operanti in India e in Estremo Oriente hanno realizzato
la loro fusione, e manderanno in forze loro emissari alla conferenza di
Lambeth 4 a patrocinare la medesima fusione per l'Inghilterra? La verità
è che tale programma conciliativo sgorga dalle viscere più profonde
della esperienza «protestante» odierna. Immagini tu la portata di un
simile evento, quando sia realizzato, sullo sviluppo del cristianesimo
contemporaneo? Ti immagini il significato della rifusione di 365 milioni
di cristiani evangelici, di fronte ai 290 cattolici?
Più considero l'attuale, apparentemente caotico, stato delle posizioni
religiose confessionali odierne, e più credo di avvertire preparazioni
misteriose della Provvidenza, in favore dell'unione e della pace nello
Spirito!
E di questa luminosa fede vivo.
Tante cose alla tua cara Adele.
E baci ai tuoi piccoli deliziosi. Mi pare ancora di vedere l'occhio
candido, il sorriso buono, il rumore discreto della tua piccola!
A te un grazie e un abbraccio.
Ernesto
1 64
1 65
1 L'intervista, col titolo La conciliazione mi penJiero di Santi Romano era apparsa il 1 5 febbraio
1 929 sul «Giornale d'Italia». Il Romano aveva affermato il carattere confessionale dell'Italia,
«carattere che il nostro Paese, in verità, ha avuto sempre, in base all'art. 1 dello Statuto, ma che
adesso assume una nuova figura giuridica». <<La Religione cattolica continuava ad essere la
religione dello Stato, sebbene questo vi concorresse solo in alcuni casi ( .. .). Del resto le leggi
fasciste avevano avuto più volte occasione rli ribadire il principio del confessionalismo. Senonché,
mentre fino ad ora tale principio era stato adottato per volontà unilaterale dello Stato italiano,
ora l'adesione ad esso è oggetto di un preciso impegno. Ed inoltre le sue applicazioni saranno
molto più importanti e numerose». « Inoltre, se lo Stato italiano era - anche prima - uno
Stato confessionista, esso tuttavia viveva in regime rli separazione dalla Chiesa. Infatti il separati­
smo non è sinonimo - come altri crede - di laicità. Uno Stato confessionale resta separato
dalla Chiesa tutte le volte che regola da sé i suoi rapporti con quest'ultima. Invece soltanto uno
Stato concordatario - come sarà quello I taliano - è in unione con la Chiesa>>. Più in generale,
cfr. F. FtNOCCI!l \RO, Santi Romano e il diritto eccluiaJtico, in « Il diritto ecclesiastico>>, LXXXVI
(1 975), pp. 1 73-1 87.
2 Allusione al discorso rli Gentile in Campidoglio del 25 maggio 1 929.
3 Cfr. nota 4 alla lettera n. 66.
4 Sulle conferenze rli Lambeth, la residenza lonrlinese dell'arcivescovo di Canterbury, primate
d'Inghilterra, e sulla loro importanza per il movimento ecumenico, cfr. H. RENAUD Tt;RNER
BR,It-.DRTH, I tenlatÙ'i di riavvicinamento reciproco delle Chim nel corio del Jecolo XIX, in Storia del
mot>ÙIIenlo emmenico dal 1 5 1 7 al 1948, a cura di R. RoL'SE e S. C. NEII.L, II, trad. it., Bologna, Il
Mulino, 1 973, pp. 99 e seguenti. Buonaiuti seguiva in quegli anni con assiduità gli sviluppi del
movimento rli riunione delle Chiese: cfr. <<Ricerche religiose», IV ( 1 928), pp. 1 85-1 86 ; V (1 929),
pp. 277-278; VI (1 930), pp. 275-277; V l l ( 1 931), pp. 76 e 278.
68
Roma, 6 luglio 1 929
Carissimo Carlo,
Da molto desiderata ed attesa mi è giunta la tua cara lettera. Del
resto mi avevi permesso di seguire le tappe del tuo giro pre-feriale,
attraverso le cartoline illustrate. Grazie di cuore. Spero ne abbiate tutti
guadagnato in
salute e auguro anche più restauratore nposo per la
imminente stagione eli bagni.
Io salirò a San Donato il
1 8,
1 67
1 929
Lettere di Buonaiuti a )emolo
1 66
un periodo eli inazione.
E
mi attendo, per l'anno prossrmo, un altro
volume eli tuo p ugno!
Ricordatemi come vi ricordo.
con parecchi dei vecchi compagni,
Baci ai tuoi cari ssimi bimbi.
e con qualcuno nuovo, a rinnovare così la ritemprante esperienza dei
Ernesto B .
rrue1 primi anni universitari.
E
a pensare, più tranquillamente, al mio destino. Più penoso e in­
certo e gravoso che mai. Eliminata ormai ogni più esile possibilità eli
riconciliazione ecclesiastica, io sono alla mercé degli avvenimenti per
quel che riguarda la mia attività esteriore. Ci sono state negli ultimi
discorsi del Capo del Governo alla Camera e al Senato enunciazioni così
solenni sulla libertà garantita alle discussioni in materia religiosa, che io
ho reputato mio dovere, eli fronte all'ideale che professo da venticinque
anni senza un giorno eli riposo e eli stanchezza, di prenderne atto
egoisticamente e basare su eli esse il futuro lavoro 1 • So benissimo le
difficoltà enormi che si oppongono ad una mia rioccupazione della
cattedra. Ma è mio vecchio motto : sperare contro ogni speranza e nulla
lasciare d'intentato eli tutto che possa aver l'aria, anche illusoria, eli
avvicinarmi alla meta e di agevolarmi il compito quotidiano. Per guanto
senta eli andare invecchiando, la mia volontà eli lottare per le mie idee
non si estingue e non si affievolisce.
E
nella lotta trovo una gioia che
1 Evidentemente Buonaiuti si era illuso sulla portata effettiva dei discorsi pronunciati da
Mussolini in Parlamento il 1 3 e il 23 maggio precedente circa la tutela della laicità dello Stato
e l'autonomia della ricerca (cfr. B. Mt:ssoLINI, Gli accordi del Laterano. Discorsi al Parlamento, Roma,
Libreria del Littorio, 1 929, pp. 1 - 1 08 (discorso alla Camera) e pp. 1 09-1 33 (discorso al Senato) ;
cfr. L. BmESCHI, Buonaiuti, il Concordato . . cit., pp. 1 54- 1 60 ; P. ScorroLA, Chiesa e Stato nella storia
d'Italia, Bari, Laterza, 1 967, p. 636). Oltre che in questa lettera a Jemolo, Buonaiuti esalterà « i
discorsi veramente memorandi che i l capo del Governo ha pronunciato alla Camera e al Senato>>
nella nota Cattolicesimo e cultura in Italia, apparsa nel numero di luglio 1 929 di « Ricerche religiose».
2 Si tratta di suor Maria Valeria Pignetti, di nobile famiglia piemontese, morta nel 1 96 1 . Nel
1 9 1 8, mentre prestava servizio come religiosa in un ospedale militare di Roma, aveva incontrato
Buonaiuti e da questi aveva ricevuto l'incoraggiamento per fondare un'opera di assistenza (cfr.
Pellegrino di Roma .. cit., p. 1 64). Uscita dall'ordine francescano si era ritirata nel 1 9 1 9 a Settimo
Vittone e, successivamente, nell'ex-monastero benedettino di Campello sul Clitunno, dove aveva
dato vita ad una comunità religiosa particolarmente sensibile alle istanze ecumeniche. Su di lei
e sui suoi rapporti con Buonaiuti, cfr. L. B!:.DESCIII, Maria Pastore/la e l'eremo francescano, in Centro
per la storia del modernismo, «Fonti e documenti », 1 987-88, n. 1 6- 1 7, pp. 1 94-268.
3 Amena località di villeggiarura (m. 953 s.l.m.) nella provincia di Aosta, sulla strada che da
Pont - Saint - Martin conduce a Gressoney - La - Trinité.
.
.
mi ripaga eli tutte le ingenti amarezze che costituiscono il quotidiano
regime della mia alimentazione spirituale. Quanto tempo ancora potrò
andare innanzi cosi? A volte mi assale il pensiero della brevità del tempo
69
San Donato, 25 agosto 1 929
superstite e ne sgorga la brama eli affrettare il passo e eli rompere qualche
ostinato indugio.
È
così complessa la mia esperienza e tanti aspetti,
Ma bravo, il mio Carlo Arturo! Dopo avermi fatto desiderare tanto
un suo messaggio, che rompesse il lungo silenzio, mi manda una bella
ancora, ne ho lasciato nell'ombra. Per sempre? Non so . . .
Salgo a San Donato con desiderio e ansia vivissimi. Amo quell'an­
presa in giro, descrivendo San Donato come un albergo internazionale,
golo eli montagna eli una tenerezza fino esagerata. Mano mano che le
scalo eli «globe trotters » provenienti dalle cinque parti del mondo. Ma no,
condizioni fisiche mi rendono più intensa la gioia della montagna,
il
mio
mio carissimo. Quest'anno San Donato
è
stato effettivamente un eremo.
affetto per le altezze si acuisce fino all'esasperazione. Ricordi l'ormai
Poca gente e tantissimo silenzio e raccoglimento. Proprio quello che ci
lontana negli anni ascensione al Rosa? In questi giorni ho avuto occasione
voleva per i miei nervi stanchi e per la mia intima tristezza spirituale, eli
eli ricordarla con accoramento nostalgico, perché Maria Pastorella 2, per
cui capisci bene il donde. Anche poco lavoro, purtroppo, per lasciar posto
consiglio del medico, va a trascorrere a Issime l'estate 3. Il luogo del
alla riflessione e alla contemplazione. Ho tanto, sempre, da pensare ai casi
nostro incontro. Rivedrò più i
E
4000
metri? Purtroppo, credo che no.
tu?
A che attenderai durante l'estate? Non posso né pur pensare che la
tua mirabile attività, la tua inquieta e avida intelligenza, si condannino ad
miei! - In cambio, ghiribizzi violenti del tempo :
temporali violenti
e bufere iraconde eli vento, e tramontane improvvise, per cui sembrava
e sembra anche oggi eli aver qui un anticipo dell'inverno. Chi si raccapezza
più in questo mondo eli sconvolgimenti e eli stramberie?
Lettere di Buonaiuti a }emolo
1929
Ci vogliono solo i giuristi per vedere sempre tutto chiaro e simmetri­
camente architettato, anche quando la logica del buon sensò è mandata
a carte quarantotto. Che prodigi di virtuosismo giuridico non hai tu compiuto
nel tuo ecletticissimo saggio sul nuovo stato del Vaticano? 1 Solo che io,
leggendolo, non potevo non pensare
è la mia infausta fissazione - come
tutto pare in antitesi irreconciliabile con la parola di Cristo. Povero Vangelo,
in quali mani sei capitato! Per questo, non posso essere scettico e pessimista
come te. Dovrà pur venire una reazione qualsiasi a questa mostruosa
contraffazione di cristianesimo da un animo ammalato!
Scrivimi più spesso. Spero che i tuoi bambini stiano veramente
meglio. Quando rientrate a Bologna? Tante cose care ad Adele.
Tuo
E. B.
Ma addentrarmi nell'esame di simile prodigiosa capacità e istituirne
la valutazione sarebbe compito ... di psichiatra. Ed io non voglio emulare
Gemelli. Ohibò!
A proposito del quale, hai tu veduto la sua minacciosa dichiarazione,
degna di Mannaggia la Rocca, nell'ultimo fascicolo della « Riv. [ista] di
fù. [osofia] neoscol. [astica] »? 2 Edificante, davvero! L'avevi tu definito
« trouveur d'affaires ». Ma è un temibile baro costui. Dopo aver lanciato
contro di me la più sanguinosa e malvagia ingiuria che sotto la satanica
pressione dell'odium, non solamente theologicum, un uomo possa lanciare
contro un altro uomo, ha il toupet di fare l'agnellino vilipeso e di
prendersela con me per le legittime ritorsioni di altri da lui stesso chiamati
in causa. Quasi io vada mendicando truppa a copertura. Con tutta la
migliore disposizione al perdono, questa volta risponderemo come si
conviene. E poi vedremo cosa farà il minaccioso frate.
Sarò a Roma di ritorno martedì prossimo, 1 0. Debbo preparare il
fascicolo di settembre. Credo che i 4 testimoni delle conversazioni del
'26 - Mario, Alberto, Ghisalberti 3, Donini - risponderanno insieme al
francescano, veramente da parodia, che li ha dipinti come compiacenti
manutengoli di un pazzo! 4
Tornando al nostro dissenso, ho l'impressione che, ridotto alle
proporzioni cui tu l'hai riportato, consenta di dir qualcosa di più anche
di quel che tu dici nella tua conclusione. Perché proprio non vorrei tu
pensassi che io sia tanto facile all'illusione da immaginarmi che quella
tale ondata di ripullulanti valori cristiani sia per sopravvenire a imminente
scadenza. So anch'io quali lunghe oscillazioni esiga il ritmo della storia
spirituale. Ma quel che vedo con la ragione non avverto col sentimento.
E la mia vocazione mi porta ad agire come se il desiderato fosse agevole,
e portata di mano. È il sentimento che si solleva e reagisce alla ragione.
Qui la genesi dei miei tormenti, delle mie iatture : ma anche delle mie
intime gioie. E qui la gioia « nemo tollet a me»! 5
1 68
-
1 Cfr. A.C. J E;\loLO, Carattm dello Stato della Città del Vaticano, i n «Rivista d i diritto internazio­
nale>>, 1 929, pp. 1 88 e seguenti. Jemolo aveva manifestato il proposito di dedicarsi allo studio del
<<nuovo diritto>> concordatario in una lettera ad Edoardo Ruffini del luglio 1 929 (cfr. Caro Falco.
Lettere di Francesco lù'.!fini.. cit., p. 280).
.
70
San Donato, 5 settembre 1 929
Carissimo,
Ma no, mio carissimo e apprezzatissimo. Non sono io che pungo in
te il giurista, rotto a tutte le sottigliezze e a tutte le raffinatezze dialettiche.
Caso mai, non lo pungo più di quanto non lo punga tu stesso, quando
dell'attività giuridica fai quel po' po' di... celebrazione a rovescio che
è felicemente tratteggiata nella prima parte della tua deliziosa lettera. Con
questo in più. Che tu pungi il Carlo Arturo giurista senza attenuanti
e senza contropartite. Io invece quando ... ammiro il virtuosismo veramente
sorprendente con cui ti muovi fra gli idola dell'«arte logica», penso al Carlo
Arturo del ' Giansenismo, con la sua capacità viva e pronta di muoversi
e di commuoversi fra realtà di ben altro contenuto e di ben diversa portata.
Caso mai posso rimanere interdetto al cospetto della signorile duttilità
con �a] quale il tuo spirito e la tua intelligenza trascorrono, tradendo la
medesima padronanza, dalla esplorazione dei più vitali problemi dell'anima
religiosa a meno vitali « trascendentalità» della dialettica giuridica.
1 69
Dissenso irrilevante sempre - sepolto del resto sotto la « nuova»
del mio affetto vivissimo per te -. Saluti ad Adele. E baci ai tuoi
angioletti.
Ernesto
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 70
1 929
1 Buonaiuti scrive : dello.
2
Padre Gemelli, qui paragonato alla maschera del generale spaccone nei carnevali romani
dell'Ottocento, aveva replicato agli amici di Buonaiuti con una Dichiaraifone. Al Rev. Prof Buonaiuti,
pubblicata nella <<Rivista di filosofia neo-scolastica», XXl (1 929), p. 383.
3 Alberto Maria Ghisalberti (Milano 1 894 - Roma 1 985), storico. Dopo aver combattuto
nella prima guerra mondiale, s'iscrisse alla facoltà di lettere dell'Università di Roma, dove strinse
amicizia con Bruno Migliorini e Umberto Bosco, e dove ebbe occasione di incontrare Ernesto
Buonaiuti. Fu prima insegnante di storia nel Liceo N azareno di Roma, insieme con Alberto
Pincherle, e poi collaboratore, per la sezione di storia diretta da Gioacchino Volpe, dell Enciclopedia
italiana (cfr. G. TLJRJ, l/fascismo e il consenso degli intellettuali... cit., pp. 89, 1 1 7-1 1 9, 1 21). Prima di
maturare gli interessi per la storia del Risorgimento - disciplina che insegnerà a Roma dal 1 936
al 1 941
, si era dedicato all'edizione della Vìta di Cola di Rienzo dell'anonimo trecentesco (Firenze
1 923). Sulla sua personalità e molteplice attività, si rinvia ai diversi articoli a lui dedicati nella
«Rassegna storica del Risorgimento», LXX.I l l (1 986), pp. 41 6-523.
4 Cfr. nota 2 a questa lettera.
s Cfr. Ciomnni, X, 1 8.
'
1 71
preso di petto perché mi sembrasse conveniente esimermi da una rispo­
sta 3. E poi spero di non parlarne più.
Ho ripreso la consueta vita, con i consueti cari amici. Mario è an­
ch'egli all'Enciclopedia, primo ottimo rifugio per giovani non molto ricchi
di chances pratiche solleticanti 4.
N essun contatto finora con Giuliano 5• Dovrò però presto interpel­
larlo sulla mia situazione. Se pur mi conviene. Quieta timere.
Tante cose affettuose alla tua Adele. A te un abbraccio.
-
Ernesto
1 In realtà, l'edizione del Tractatus super quatuor Evangelia di Gioacchino da Fiore, curata da
Buonaiuti sui codici di Padova e di Dresda, apparirà nei primi mesi del 1 930 nella collana «Fonti
per la storia d'l talia» dell'Istituto storico italiano per il Medio Evo.
2 Buonaiuti pubblicherà, in effetti, nel corso del 1 929, degli articoli su San Paolo (cfr. Bibliografia
degli scritti di Ernesto Buonaiuti. . cit., nn. 1235 e 1 243), ma una vera e propria sintesi monografica
apparirà solo nel 1 933 col titolo Il messaggio di Paolo, Roma, C. Calzone (pp. XXXVI , 1 32).
3 CemPIIi... e noz1, in «Ricerche religiose», V (1 929), pp. 479-480.
4 Il
iccoli era entrato neli'«Ufficio schedario>> dell'Enciclopedia italiana (cfr. G. L\ZZARJ,
L 'Enciclopedia Treccani. Intellettuali e potere durante il fascismo, Napoli, Liguori, 1 977, pp. 46-47).
5 Balbino Giuliano (Fossano 1 879 - Roma 1 958), professore nell'Istituto superiore di Magistero
di Firenze, nell'Università di Bologna e dal 1 923 nell'ateneo di Roma (filosofia morale). Deputato
dal 1 924 e senatore dal 1 934, fu chiamato a ricoprire diversi incarichi politici : nel 1 924
sottosegretario al Ministero della Pubblica Istruzione e dal 12 settembre 1 929 al 20 luglio 1 932
ministro dell'Educazione Nazionale. C fr. G. ToGNON, stib 110ce, in Il Parlamento italiano .. cit., XII,
Milano 1 990, p. 454.
.
71
Roma, 4 ottobre 1 929
Carlo canssuno,
Spero che ormai, rientrati nella vostra tranquilla e sorridente casa
bolognese, i bimbi abbiano ritrovato, integra, la loro consueta, fiorita
floridezza e che voi altri siate perfettamente rasserenati.
Mi dispiace molto che per quest'anno abbiate rinunciato al vostro
abituale viaggio autunnale romano.
Sarebbe stato così grato al mio spirito rivedervi qui e parlare un
po' con te di uomini e cose!
Io non ho trovato grandi novità al mio ritorno. Gran pacchi di
bozze della mia edizione gioachimita, che, spero, verrò ultimando negli
ultimi mesi di quest'anno 1 • Sollecitazioni da chi vuole stampare il mio
volume illustrativo di Gioacchino, del suo tempo, del suo messaggio.
Ma ancora il manoscritto non è pronto ed io ne avrò ancora per qualche
mese di lavoro. Dopo, se Dio vuole, di Gioacchino non mi occuperò
più. E tornerò, forse, al mio vecchio sogno : un san Paolo ampio
e prospettato da tutti gli angoli, come lo vado vagheggiando da un
ventennio 2.
Il fascicolo di R. [icerche] R. [eligiose] che uscirà ai primi giorni della
prossima settimana conterrà una breve replica a Gemelli : ero troppo
.
72
Roma, 17 ottobre 1 929
Mio canss1mo,
Io sarei perfettamente d'avviso con te di lasciare l'edificantissimo
intonacato di Milano al suo immancabile destino se ancora non ci fosse
in alto chi è disposto a concedergli un illimitato credito. D'altro canto,
questa volta, la sua sfrontata provocazione esigeva una dichiarazione
qualsiasi da parte mia 1• Ora, del resto, puoi stare tranquillo, non repli­
cherò più. Ma il comico, tuttora, in questa faccenda è che mentre si
svolge una così poco nobile polemica, il frate chiede ancora di abboccarsi
1 73
Lettere di Bttonaiuti a ]emolo
1929
con me e eli adoperarsi in m1o favore! Naturalmente mi sono rifiutato eli
riceverlo.
Ho scritto subito al Piacentini 2 comunicandogli il tuo desiderio
e indicandogli il tuo recapito. È quasi s1curo ch'egli stesso ti manderà il
suo volumetto 3•
Sono curioso eli vedere quello che scriverai tu sull'argomento.
A proposito, l'amico Magni, tutto ringalluzzito dalla recensione che il
Ruffini ha fatto del suo volume 4, dopo aver letto il tuo opuscolo sulla
figura giuridica della « città del Vaticano» ha mostrato vaghezza eli sapere
se tu patrocini la inscinclibilità del Concordato dal Trattato. Sarei curioso
anch'io di sapere che cosa tu pensi in argomento 5.
Sapevo da Ruffini stesso del suo grande lavoro manzoniano 6. Quale
bella e versatile attività la sua!
Il conte Guadagnini, felice del vostro incontro, mi ha tanto parlato
di voi. La contessina è ancora viva e sta benino. Doveva trattarsi eli una
prima diagnosi. Pare che Mor 7 sia stato chiamato a Cagliari.
Ti abbraccio eli gran cuore.
4 Nel recensire il I volume delle Ricerche sopra le ele�oni episcopali... , Francesco Ruffini poneva
anzitutto in risalto l'importanza del tema scelto dal Magni, «che rappresenta uno degli aspetti più
caratteristici dello sforzo secolare della Chiesa cattolica per svincolarsi da tutti gli impacci locali,
da tutte le intromissioni laiche, da tutte le partecipazioni di organi inferiori e decenttati, verso la
formazione di quella costituzione autoritaria, gerarchica, accentrataa, sotto ogni riguardo rigida­
mente assolutistica, che solo di questi nostri tempi le è riuscito di attuare a pieno». In questo
senso la ricerca presentava « non soltanto un interesse di carattere scientifico, ma una reale
importanza informativa ed orientatrice in un campo, ove flussi e riflussi delle più opposti
correnti continuamente si alternano». Successivamente, Ruffini lodava il metodo e la serietà
dell'opera del Magni - «le sue conclusioni si potranno accogliere o respingere, ma non vi si
trova nulla di avventato, di non fondato su tutti i documenti, di non maturamente vagliato» -,
anche se «alla solidità della costruzione>> non corrispondeva «la finitezza formale», soprattutto
per ciò che riguardava lo stile. La recensione si concludeva con un alto elogio : «quest'opera del
Magni costituisce il contributo più serio e importante, che la nuovissima generazione dei nostri
canonisti abbia recato alla disciplina del diritto ecclesiastico, e in una parte ove essa, ripeto, è più
bisognosa di giovani e ben preparati lavoratori» (<< Rivista di storia del diritto italiano», II [ 1 929],
pp. 337-340).
5 Più che esprimere le sue opinioni in merito, Jemolo si preoccupò, almeno in quegli anni, di
far conoscere le diverse tesi in campo internazionale nelle rassegne bibliografiche di periodici
stranieri pubblicate nella <<Rivista di diritto pubblico». Si veda, ad esempio, nel numero di
agosto-settembre 1 930 (pp. 461 -464), la dettagliata recensione al contributo di Hans Liermann
sui rapporti tra Stato e Chiesa in Italia apparso in <<r\rchiv cles offentlichen Rechts» dello stesso
anno. Sul relativo dibattito tra gli ecclesiasticisti italiani, cfr. A. Pio !..\, La questione romana nella
storia e nel dintto. Da Cat•our al Trattato del Later0110, Padova, Cedam, 1 93 1 , pp. 245-262, Io.,
lmcindibilità giuridica dei Patti Lateranensi, in « ll diritto ecclesiastico», 1 937, pp. 356 e seguenti ; P.A.
o't\v,\Ch., Le�oni di diritto ecclesiastico. Le fonti... , Milano, 1 963, pp. 1 7 1 e seguenti.
6 Buonaiuti allude alla grande opera di F. RL'FFINI, La vita religiosa di Alessandro Manzoni, voli.
2, Bari, Laterza, 1 93 1 . Sulla scia del maestro Ruffini, anche J emolo coltiverà un notevole interesse
per la figura del l\Ianzoni, sul quale pubblicherà, diversi decenni dopo, il volumetro Il dramma di
Manzoni, Firenze, Le Monnier, 1 973.
7 Carlo Guido Mor (Milano 1 903 - Cividale del Friuli 1 990). Laureato nel 1 925, nel 1 926
borsista a Parigi, nel 1 927-28 incaricato di diritto ecclesiastico presso la facoltà di Giurisprudenza
di Ferrara, nel 1 929 libero docente di storia del diritto italiano, nel 1 932 incaricato della stessa
disciplina presso la facoltà di Giurisprudenza di Cagliari. Straordinario nel 1 934, l'anno seguente
fu chiamato ad insegnare a Modena dove - sal,·o un breve intervallo che lo vide a Trieste
( 1 95 1 -52) - rimase fino al 1 957, quando passò a Padova. Lasciò l'insegnamento nel 1 979. Fu
anche rettore e preside della Facoltà di giurisprudenza di Modena. I suoi studi furono rivolti
principalmente al diritto romano nel medioevo, all'età longobarda e ai rapporti tra Stato e Chiesa.
Tra le sue numerosissime opere, tutte d'ispirazione erudita : Lex romana canonice compta, Pavia
1 927; Statuti della Valsesia, Milano 1 932; il D{�esto nell'età preimeriana e la fomJazione della Vu(gata,
Pavia 1 934 ; Scritti giuridici preimeriani, 2 voll., Milano 1 935-38; Storia dell'Università di Modena,
Modena 1 952; I boschi patrimoniali del Paltiarca e di S Marco in Camia, 2 voll., Udine 1 962; Scritti di
storia giuridica altomedievale, Pisa 1 977 (con bibliografia alle pp. XVII-XXIX). Cfr. E. CoRTESE ,
Storia del diritto italiano. .. cit., pp. 830 e 854; G. ZoRDAN, Ricordo di Carlo Guido Mor, Padova,
Cedam, 1 991 ; G. S. PE:-JE VID.\RJ , Carlo Guido Mor (1903-1990), in « Bollettino storico - bibliografico
subalpino», XC (1 992), pp. 387-390 : G. S lt-;TINI, Ricordo di Carlo Guido Mor (1993- 1990), in
<<Archivio giuridico Filippo Serafini», CCXI (1 991), pp. 505-5 1 4 ; P.G. CARON, Carlo Guido Mor, in
memoria, a un anno dalla morte, in <<De Valle Sicida», 1 99 1 , pp. 9 e seguenti.
1 72
Ernesto
Saluti ad Adele.
1 Buonaiuti allude alla polemica col padre Gemelli nel corso dell'anno (cfr. lettere n. 60,
70 e 7 1 ) .
2
Mario Piacentini, magistrato, valdese, partecipò attivamente alla preparazione della legge sui
culti ammessi, che deftnì «la Magna Charta della libertà religiosa in Italia».
3 M. PI.\CENTINI, La legge del 24 ,giugno 1929, n. 1 159, contenente disposi�oni mll'eserci�o dei rolti
ammessi nello Stato e Stll matrimonio celebralo dal'Onti ai ministri dei culti medesimi, Roma 1 929. Buonaiuti
gli dedicherà una elogiativa recensione in <<Ricerche religiose», V (1 929), pp. 467-468, sofferman­
dosi, non a caso, sul commento del Piacentini sul principio della libertà di discussione religiosa
sancita dall'art. 5 della legge sui culti ammessi. Tale principio <<ha una portata anche più vasta di
quella che aveva nella Legge delle Guarentigie, giacché nella legge stessa poteva sostenersi che la
libertà di discussione fosse limitata ... allo scopo di chiarire il contenuto dell'affermazione del
carattere sacro e inviolabile del Sommo Pontefice in materia religiosa; mentre ora, invece, riguarda
non solo l'istituzione del Papato, ma tutta la materia religiosa. La libertà di discussione postula
anche la libertà di proselitismo e di propaganda della propria fede, nonché la libertà d'insegna­
mento in materia religiosa ... ». Sulle polemiche suscitate in ambito cattolico dall'interpretazione
<<estensiva» della legge n. 1 1 59 del 1 929 compiuta dal Piacentini e in specie sulle reazioni del
padre Gemelli, che commissionò all'ecclesiasticista della Cattolica Vincenzo Del Giudice e poi
a Orio Giacchi un'opera contraria, cfr. F. MARGIOTIA BRoGuo, Vincenzo del Giudice dall'impegno
politico alla riflessione dottrinale (spunti ricostmttit•i), in Studi in memoria di Mario Petroncelli, Napoli,
Jovene, 1 989, I, p. 450.
1 74
1929
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 75
1 C fr. nota 3 alla lettera n. 72.
73
Roma, 26 ottobre 1 929
Carissimo,
Il Piacentini mi ha scritto espressamente per comunicarmi che ti
aveva mandato il suo volumetto 1, aggiungendo che il tuo nome era
già, indipendentemente dal mio richiamo, nella lista di quelli cui egli
stesso si proponeva di mandare la s ua pubblicazione in omaggio. Spero
quindi che il libro sia già ormai nelle tue mani. Del resto non credo
che tu vi troverai gran che di cui giovarti. Quel che c'è, è cosa
indubbiamente per te presupposta : e quel che non v'è ... solo tu potrai
dirlo! Sarei curiosissimo di leggere qualcosa di tuo sull'argomento
delicato e interessante! Sei un così fine e lucido giurista! Dicono che in
me c'è uno sdoppiamento di personalità, fra il credente e il critico : me
lo ha ripetuto, indovina un po'?, il p. Gemelli, venuto qui in casa
a fare ammenda delle sue malefatte polemiche (per carità, non propalare
la piccante novella!) . Ma in chi mai non esistono sdoppiamenti di
personalità? Quale sdoppiamento più tipico di quello che esiste fra lo
Jemolo giurista e canonista e lo Jemolo storico e valutatore dei fatti
religiosi? Ma non voglio insistervi. Perché temo molto di scoprire un
terzo J emolo, che già qualche volta ha fatto capolino nelle lettere : lo
Jemolo molto geloso dello stesso suo primo sdoppiamento - per
di fendere il quale non è alieno dal rilevarne un altro ... !
Figurati se anch'io non vorrei vederti un po' con calma qui. Anzi,
io ci contavo esplicitamente su un tuo viaggio romano settembrino.
Non era nelle vostre simpatiche consuetudini? Invece avete optato pro
Venezia: e avete abbandonato i romani al loro destino. Ah, dimentichi
figli di Roma ... ! 2
Che io mi muova è ben difficile. Ho, ormai, tale maniaca paura di
possibili ricadute nel mio male che sento sempre in agguato, che per
evitare rischi mi attengo al mio regime, come il primo giorno dell'ultima
convalescenza 3•
Risalirò pure un po' a San Donato, il prossimo novembre.
Quando voi ritornerete lassù? Sareste così i bene accetti!
Ti abbraccio con molta tenerezza.
Ernesto
Tante cose affettuose ad Adele.
2
Sui legami affettivi
di
Buonaiuti con la città di Roma, cfr. quanto scrive il Donini in La vita
allo sbaraglio ... cit., p. 1 77 nota 1 .
3 Il riferimento è al pericolo di emorragie addominali, che avevano colpito Buonaiuti nel
marzo 1 92 1 e nel dicembre 1 928.
74
Roma, 19 novembre 1 929
Mio canss1mo,
Oh, quanto pessimismo nelle tue parole! Ma in compenso, quanto
ottimismo e quale magnifico esempio di laboriosità instancabile nella tua
opera! 1 Dove trovare, nel mondo accademico italiano, un'altra figura
come la tua, un'altra produttività, altrettanto versatile e altrettanto acuta?
No, no, mio caro : non fare torto a te stesso, il tuo lavoro e la tua
azione sono più alti di ogni encomio e le tue capacità, ben lungi dal
poter subire un arresto, sono più alacri e deste che mai. Logico che noi
ti giudichiamo molto più autorevolmente di quanto tu non possa giudi­
care te stesso.
Vedi perfino la terza pagina di « Regime fascista»! Vorrei sapere che
cosa mai ti può sfuggire! I volumetti dello Janni sono sempre molto bene
informati e molto sagacemente ispirati 2• È uomo dalle idee lucide, dal
giudizio equilibrato. Quantunque io non dovrei dirlo, visto che è, fra gli
evangelici, quegli che ha più favorevolmente valutato e giustificato la mia
situazione, che, come sai, non ha riscosso molti consensi da quella parte 3•
Mi metti un po' in imbarazzo chiedendomi informazioni bibliogra­
fiche sul mio vecchio amico del Santo Uffizio. N on mi sono gran che
occupato di lui. Ma penso che il periodo suo più brillante sia stato
quello del suo segretariato di stato durante il ponti ficato di Pio
X
e quel pontificato - la Dio mercé! - è larghissimamente docu­
mentato 4.
Ho visto Magni, in visita di congedo, parecchi giorni or sono.
Tornava a Sassari. Parteciperà al prossimo concorso di storia del diritto.
Ha avuto una lunga conversazione con Ruffini, che, a quanto pare, l'ha
accolto con grande cordialità.
Hai ben scherzato domandandomi quando sarà bandito un concorso
per la storia del cristianesimo. A questi lumi di luna?
-
Lettere di Buonai11ti a }emolo
1929
La candidatura posta dall'Omodeo alla successione di Schipa 5 è un
eloquente indizio, mi sembra, dei prognostici climaterici. È vero che la
candidatura è stata ritirata, per imposizione, dicono, del magno Gentile
che ha dato al pavido suo allievo assicurazioni perentorie. Ma una
cattedra conservata non vuol dire un concorso aperto. E il buon Pin­
cherle, se non vuole rimanere tutta la vita libero docente, dovrà ripiegare
sulla storia antica, che non assicura, a quanto pare, ai suoi cultori la
ricetta della longevità.
Checché tu dica, io ti vedo a Roma a breve scadenza. E me ne
rallegro in anticipo, con tutta l'anima.
Saluti cordialissimi ad Adele.
A te un grande abbraccio.
Sono stato molto lieto di rivederti cosi fresco, vivo, desto, come
sempre sei stato. Tu amplifichi la mia capacità di superare, con le mie
risorse intime, le amarezze, le preoccupazioni, i disinganni. Se sapessi,
a volte, quale sforzo angoscioso e quale tensione logorante nasconde il
mio sorriso! Mi pare che tu più tosto, con la tua operosità multiforme
e inesauribile, con la tua duttilità mentale e spirituale senza limiti, meriti
molto più a buon diritto quello che tu dici di me. Quando io leggo le
tue memorie strettamente giuridiche cosi sottili, cosi fini, così stringenti,
così impeccabili, come faccio a ricordarmi che in te c'è anche quella tale
razza di storico e di psicologo che ha dato la misura della sua virtù nel
magnifico volume sul Giansenismo italiano? Per questo sono molto lieto
che la Enciclopedia ti offra voci dalle larghe proporzioni, di natura
strettamente storico - religiosa 2• Così non abbandonerai il tirocinio in cui
meglio spiccano le tue doti.
Sono stato molto soddisfatto di quel che mi hai detto sulla even­
tualità di un non lontano concorso per diritto ecclesiastico. Sarà felice
Magni.
Hai veduto il lavoro di un altro allievo del Brandileone, del Calasso? 3
Vergottini si prepara, faticosamente, al giudizio per una promozione
alla stabilità. Ma come è lento nel lavoro! Le condizioni fisiche non lo
assistono in nessuna maniera. Invece Monti 4 galoppa. Che pena però la
sua carta stampata!
Trasmetti ad Adele i miei auguri più fervidi.
Quando vi saluteremo tutti a Roma per sempre? Quanto mi piace­
rebbe di vedere spesso i tuoi cari piccoli... Ma piccoli ancora...
Ti abbraccio di gran cuore.
1 76
Ernesto
1 Per gli scritti maggiori pubblicati da Jemolo nel corso del 1 929, si rinvia alla bibliografia
premessa alla Raccolta di scritti in onore di Arturo Carlo ]emolo, I, t. 1 , Milano, Giuffré 1 963, p. IX.
2 Ugo Janni, ex prete vecchio-cattolico, pastore valdese di Sanremo, pioniere del movimento
ecumenico in Italia (cfr. V. VINAY, Storia dei Valdesi, III, Torino, Editrice claudiana, 1 980, ad
indicem, e in specie pp. 338-343). Probabilmente Buonaiuti intende richiamarsi al volume dello
J anni, Un altissimo problema religioso e civile. Lo Stato la Religione la Chiesa, Sanremo, 1 929. In questo
saggio lo Janni distingueva tra religione di Stato, ancorata ad una concezione teologico-confes­
sionale, e religione dello Stato, fondata su motivi storici ed etici.
3 Circa i rapporti tra Buonaiuti e lo Janni si rinvia a G. M I EGGE, Problemi del rùmotJamenlo
religioso. Emesto Buonaiuti e Ugo ]anni, in <<Gioventù cristiana», 1 933, pp. 65-75, e a L. BEDESClll,
Buonaiuti, il Concordato... cit., ad indicen1. Buonaiuti aveva del pastore valdese « un'ammirazione
accompagnata a gratitudine e a devozione» (ibid., p. 331).
4 Per quanto inaspettato, il riferimento non può che essere al cardinal Raffaele Merry Del
Val (1 865 - 1 930), prosegretario dal 4 agosto 1 903 e segretario di Stato dal 9 novembre successivo
fino alla morte di Pio X .
5 Michelangelo Schipa (Lecce 1 854 - Napoli 1 938), uno dei maggiori storici del Regno d i
Napoli, era stato professore d i storia moderna nell'Università d i Napoli dal 1 904 a l 1 929.
1 77
Ernesto
1 In
casa Morghen si era svolto un colloquio Buonaiuti-Jemolo.
2 Per le <<voci>> di carattere storico-religioso redatte da Jemolo per l'Enciclopedia italiana cfr. nora
2 alla lettera n. 55.
75
Roma, 1 4 dicembre 1 929
m
Mio canss1mo,
Riprendiamo per iscritto la troppo presto interrotta conversaz10ne
casa di Raffaello? 1
3 Francesco Calasso (Lecce 1 904 - Roma 1 965), storico del diritto. Laureato a Roma in
giurisprudenza nel 1 927 sotto la guida del Brandileone, libero docente nel '29, incaricato di
storia del diritto italiano a Urbino nel 1 930, titolare della medesima disciplina nel 1 932 a Catania,
nel 1 933 a Modena, nel 1 934 a Pisa, nel 1 935 a Firenze, ove restò un decennio. Diresse la
«Rivista italiana per le scienze giuridiche» e fondò, nel 1 957, gli <<Annali di storia del diritto».
Preside della facoltà di giurisprudenza di Roma dal 1 955 alla morte. Con le sue opere ormai
classiche, il Calasso si fece promotore di un rinnovamento metodologico delle ricerche di storia
12
1 78
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 929
del diritto, in polemica col positivismo erudito e con la giuridicità pura, per l'affermazione della,
«storicità del diritto>>. Su eli lui, cfr. B. PARADISI, Gli studi di storia del diritto italiano... cit., pp.
449-452; P. F IO RELLI , Ricordo di Francesco Ca/asso, in <<Rivista eli storia del diritto italianO>>, XL-XLI
(1 967 -68), pp. 5-1 2 ; l'introduzione dello stesso a F. CALASSO, Storicità del diritto (Milano, Giuffré,
1 966) ; E. CORTESE, Storia del diritto italiano... ci t., pp. 798-804; il profilo, sempre del Cortese, in
Di�onario biografico degli italiani, vol. XVl, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1 973, pp.
465-469; E. CoRTESE, A vent'anni dalla scomparsa di Francesco Ca/asso, in <<Rivista eli storia del diritto
italianO>>, LVIII (1 985), pp. 5- 1 7 ; P. GRossi, Stile fiorentino. Gli studi giuridici nella Firenze italiana
1859- 1950, Milano, Giuffrè, 1 986, ad indicem. Il volume del Calasso a cui si riferisce Buonaiuti
è La legisla�one statutaria dell'Italia meridionale. Parte 1: Le basi storiche. . . , Roma, Signorelli, 1 929 (su
cui : B. PARADISI, Gli studi di storia del diritto italiano... cit., p. 449).
4 Gennaro Maria Monti: cfr. nota l alla lettera n. 3.
76
Roma, 29 dicembre 1 929
Carissimo,
Con tutta l'anima, piena di ricordi indelebili e di speranza, insieme,
mai affievolita, ricambio, per te e la tua Adele, il saluto augurale per
l'anno nuovo. Sia ricco, per voi, di tutte le gioie - sia colmo, per
i vostri piccoli deliziosi, di tutte le benedizioni.
Tu sei sempre amplissimo, esageratamente, buono per me. Sento di
meritare ben poco le tue parole : quasi di non meritare lo st�sso tuo
tenace, nobilissimo, generosissimo affetto. Sì, le lunghe prove non hanno
spento in me il fuoco della mia vocazione : ma pensi quali inflessibili,
durissime pastoie sono state imposte ai miei movimenti spirituali ... ?
Tu non hai davvero ragione di abbandonarti a sentimenti di malin­
conia. Sei nel pieno fervore della tua attività e della tua produzione :
conservi, integra, una freschezza spirituale e un ardore scientifico, contro
cui nulla può né pure il lavoro professionale, vedi crescere nei tuoi
piccini il riflesso più luminoso dell'anima tua e dell'anima, così ricca di
finezza e di penetrazione, della tua Adele. Benedici dunque Iddio per
i doni esimi che ti ha elargito e guarda con fiducia crescente il tuo
avvenire. Io non ho mai cessato un istante di ritenere che a Roma verrai
e che qui il tuo merito non comune avrà il suo più solenne riconosci­
mento. E chi sa non sia più presto di quanto le previsioni più nere
possano prognosticare.
Ho spedito la tua lettera diretta a Magni a Spezia, perché essa mi
giunse quando egli era già passato qui a salutarmi. Era più che mai
1 79
entusiasta di te e si proponeva di verure a Bologna unicamente per
vederti. Ha attuato il proposito?
Mi pare che sarebbe una bella fortuna per lui divenire tuo coopera­
tore 1• Ma ne hai bisogno? Sei così multiforme e così duttile e così
agguerrito nella tua preparazione e nelle tue capacità!
D'accordo per Papini 2• Forma smagliante, contenuto mutilo e su­
perficiale. Dovrò parlarne nel prossimo numero di R. [icerche] R. [eligiose]
- ma lo farò senza entusiasmo 3.
Il mio articolo del Corriere Pad. [ano] aveva solo le mie iniziali. Ma
qual povera cosa quel libro di Missiroli! 4 L'ho detto a lui stesso ben
chiaro. È un libro falso, incoerente e brutale.
Quando ricapiti a Roma?
Di nuovo a te, ad Adele, ai piccoli - di cui ho sempre presente il
profilino veramente dolcissimo - gli auguri più fervidi e più schietti.
Tuo
Ernesto
1 In realtà Magni non diverrà collaboratore di Jemolo, ma lo sostituirà negli anni 1 934-35
e 1 935-36 nella cattedra bolognese eli diritto ecclesiastico, dopo la chiamata eli quest'ultimo
a Roma.
2 Sui rapporti tra Buonaiuti e Papini si vedano i numerosi riferimenti contenuti in G. DE
LucA - G. P \PINI, Carteggi, I, 1 922- 1929, a cura di M. PICCHI, Roma, Ed. eli storia e letteratura,
1 985, ad indicem, e in questo volume le osservazioni eli F. MARGIOTTA B ROGLIO, Buonaiuti e }emolo,
§ 8. Utile anche la rassegna di L. M ! SS JR DJ LL'SJGNANO, Buonaiuti, Papini e Smime, in <<Nuova
antologia>>, CXXX ( 1 995), 2 1 96, pp. 1 93-206.
3 Questo giudizio eli Buonaiuti dovrebbe riguardare il Sant'Agostino di Giovanni Papini,
pubblicato a Firenze da Vallecchi nel 1 929. Buonaiuti lo recensirà in <<Ricerche religiose>>, VI
( 1 930), pp. 78-79.
4 Buonaiuti a1•eva scritto sul «Corriere paciano>> intorno al libro eli M. M!SSJROI.I, Date a Cesare.
La politica religiosa di llifussolini, con dommenti inediti, Roma, Libreria del Littorio, 1 929, d'intonazione
filofascista. Per i rapporti Buonaiuti - Missiroli, si veda La vita allo sbaraglio... ci t., p. 45 nota 2,
1 4 1 - 1 42.
77
Roma 1 ,
li ... 1 92 ...
[... ] vocaziOne sacerdotale e al rrurustero.
La mia angoscia si fa ogni giorno più tragica. Il conflitto fra le mie
tendenze più intime, che si riposerebbero tanto volentieri in una pratica
1 80
1930
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
di vita nascosta e silenziosa, nella pace della solitudine e del chiostro,
e il compito perentorio della mia vita quotidiana, di lavoro è di lotta, si
fa ogni giorno più esasperante.
Nessuno probabilmente saprà mai quanta pena mi costa mantener
fede, ogni giorno, a quella che nonostante tutto sembrami la mia missione
e il mio dovere.
Sento che ora e sempre, dopo la fiducia nel Padre, unico conforto
rru sarà la solidale prossimità degli amici.
Ricordatemi come io vi ricordo.
Tuo
E. Buonaiuti
1
Lettera acefala. La data topica è cronologica è a stampa.
1 81
78
Ro ma, 2 1
gennaio
1930
Carissimo 1,
Ti scrissi pochi giorni dopo il nostro incontro in casa di Raffaello,
in occasione del battesimo della sua Giovannella 2• Ricevesti la mia lettera?
La tua raffigurazione degli atteggiamenti reciproci della autorità
ecclesiastica e di quella civile è felicissima. E hai perfettamente ragione
di domandarti alla fine se si può andare avanti per un pezzo con questa
proclamazione perpetua e perpetuamente astratta di diritti, in attesa di
un vantaggio finale, che potrebbe anche segnare un fallimento completo.
Ma mi pare che tu ti ponga in contraddizione uri. po' con te stesso,
quando poi rifletti, e anche perché è vero che la forma e la sostanza del
contrasto sono da secoli uniformi e insanabili. Vuol dire allora che si
può pure mantenere il gioco, falso e ipocrita, per tutta la vita, impune­
mente. Può darsi che queste proteste astratte e inefficaci che il papato
ormai ripete inalterate dall'epoca di Bonifacio VII I al cospetto di un
mondo che segue imperturbabilmente la sua traiettoria di sviluppo senza
darsene per inteso, rappresentino le manifestazioni automatiche di un
organismo paralizzato, la cui agonia è lunga in ragione della sua impo­
nente tradizione. Quando il suo sfruttamento sarà esaurito? Mistero.
Ma sotto le spoglie di Ignotus non ti è parso di ravvisare e l'abito
mentale e il metodo di lavoro, e anche il pessimo modo di scrivere del
canonista dell'Università di Roma? 3 Io almeno ho creduto di ravvisarvelo.
Con una formula preliminare che è una gustosissima presa in giro,
tu mi domandi dove si trovi il cerimoniale della presa di possesso dei
parroci! on c'è nel Rituale e non c'è nel Pontificale. In genere, è in
fogli staccati che a Roma il Vice Gerente si porta dal Vicariato quando
va a dare l'investitura. Ma quasi sicuramente si trova nel Caeremoniale
Romanum 4• Lo conosci?
Ti ringrazio molto, molto dell'abbonamento sostenitore che hai
mandato a « Ricerche Religiose». Sei, come sempre, molto buono con
me. Quando penso alla fedeltà immutabile della vostra amicizia affettuosa,
mi sento commosso e infinitamente grato. Perché so quanto la vostra
bontà superi quel che io merito.
Ti abbraccio con affetto intenso.
Ernesto
Saluti affettuosissimi ad Adele e baci a1 tuoi bimbi canss1rru.
Lettere di Buonaiuti a }emolo
1930
1 Per il testo di questa e della lettera seguente cfr. in questo volume Nota del curatore, p. 45
nota 2.
2 Buonaiuti si riferisce alla casa Morghen e alla cerimonia del battesimo della figlia secondo­
genita Giovannella.
3 Allusione al docente di diritto ecclesiastico Francesco Scaduto quale probabile autore del
volumetto lGNOTIJS, Stato Fascista Chiesa e Scuola, Roma, Libreria del Littorio, 1 929, pp. 99. Sulla
questione si veda ora C. FA TAPPIF1 Francesco Scaduto e il Concordato Lateranense... citato.
4 n Rituale, il Pontificale e il Cerimoniale romano sono, com'è noto, tre tipi di libri liturgici
della Chiesa latina. Il Rituale romano contiene le cerimonie per l'amrninistraziione dei sacramenti
e i formulari delle benedizioni; fu pubblicato ufficialmente da Paolo V nel 1 6 1 4 e dichiarato
obbligatorio per tutte le funzioni parrocchiali dalla S. Congregazione dei Riti nel 1 642. Nel 1 925
ne fu fatta una completa revisione da parte dello stesso organo curiale secondo le norme del
Codex iuris canonici. n Pontificale romano, promulgato nel 1 596 da Clemente VIII (edizione tipica
nel 1 888 per ordine di Leone X l i i) invece, raccoglie, la descrizione e le formule delle cerimonie
riservate al vescovo. Infme, il complesso delle regole sacre che disciplinano le cerimonie pontificie
venne compilato nel 1 488 e pubblicato nel 1 5 1 6 col titolo Caeremoniale Romanum. I l concilio di
Trento, poi, ordinò la compilazione di un unico cerimoniale dei vescovi, pubblicato da Clemente
VIII nel 1 600 e reso obbligatorio per tutte le chiese cattedrali e collegiate. Per quanto riguarda la
presa di possesso dei benefici comuni giova ricordare che il can. 1 444 del Codice di diritto
canonico del 1 9 1 7 imponeva agli ordinari di osservare il rito che le norme o le consuetudini
particolari prescrivono nei vari luoghi.
qualche insegna superstite, e che la mia situazione accademica attendeva
sempre una risoluzione e una sistemazione.
E perché, per una singolare coincidenza, la domenica successiva io
dovevo, per la prima volta dopo quattro anni, parlare in pubblico per
illustrare la basilica pitagorica di Porta Maggiore, sono comparso nella
mia nuova divisa di ecclesiastico di lingua inglese o tedesca, col mio
collarino e il mio costume nero 5 . Per quanto l'ingiunzione fosse attesa
e scontata in anticipo, l'amarezza non è stata per questo meno viva. Dio
ha voluto che la mamma sostenesse l'ingrata nuova con serenità molto
maggiore di quella che mi ero aspettata. Il suo ragionamento è, nella sua
semplicità, sublime! « Ho tanto pregato perché questo non fosse! Alarico
in cielo deve avere pregato per lo stesso scopo 6. Non siamo riusciti
a scongiurare questa iattura. Dio vorrà ricavarne del bene! ».
Del bene! Quale? Io ho oggi innanzi a me un compito più duro
e arduo che in passato, ho oneri più impellenti e rigidi. Tenderò tutte le
mie forze per fronteggiarli.
o n prendere troppo sul serio quelle cotali mie collaborazioni :
semplici sondaggi, in vista di un mio ritorno alla cattedra. Fallito questo
scopo, non ho continuato.
Son tutto al mio lavoro, cui debbo imprimere, d'ora in poi, un'an­
datura sempre più vasta e armonica.
Vi ricordo sempre con tanta tenerezza.
Vostro
1 82
79
Roma, 22 febbraio 1 930
Carlo canss1mo,
La momentanea (?) détente nei rapporti fra governo e Santa Sede ha
avuto immediatamente le sue sgradevoli ripercussioni nei miei riguardi.
Venerdì scorso il comm. Giannini mi invitava d'urgenza al Mini­
stero degli Esteri 1• E mi comunicava, a nome del capo del governo,
che nelle ultime conversazioni col segretario del partito fascista 2 Sua
Santità, nella sua tenerezza vigile e premurosa per me, si era benignato
di fare il mio nome 3, per chiedere tassativamente che nei miei riguardi
fosse senza indugio e perentoriamente applicato quell'articolo del Con­
cordato, il quale affida l'esecuzione delle sentenze ecclesiastiche al
braccio secolare 4• Che pertanto il capo del governo mi faceva avvertire
da persona arnica della necessità che io deponessi la mia divisa eccle­
siastica, prima che la deposizione medesima mi fosse imposta per
misura di polizia. Il colpo era preveduto. Ho risposto che non mi
rimaneva che sottostare all'ingiunzione, civile, aggiungendo che non
avrei cessato di rivendicare il mio sacerdozio, di cui avrei portato
1 83
E. Buonaiuti
1 La convocazione di Buonaiuti da parte del ministro plenipotenziario Amedeo Giannini
avvenne il 1 3 febbraio 1 930. Su quest'episodio, cfr. Pellegrino di Roma... cit., pp. 27 1 (con alcune
imprecisioni sulle date) ; L. Br.DESCHI, Buonaiuti, il Concordato... cit., pp. 420-42 1 ; La vita allo
sbaraglio. .. ci t., pp. 1 52-1 53. Amedeo Giannini (Napoli 1 886 - Roma 1 960) , giurista e diplomatico,
entrò nell'amministrazione degli interni nel 1 9 1 0, partecipò alla Conferenza della Pace di Parigi
nel 1 920, divenne capo ufficio stampa del Ministero degli esteri, consigliere di Stato nel 1 923,
ministro plenipotenziario, presidente di sezione del Consiglio di Stato e senatore del Regno. Fu
anche professore di storia dei trattati e di diritto aeronautico. Come consigliere di Stato aveva
sostenuto la tesi d'una revisione unilaterale delle leggi ecclesiastiche ed era stato principale
estensore del progetto di riforma di legislazione ecclesiastica del dicembre 1 925 (cfr. dello stesso
GlAN!'<INI, Il cammino della Conciliaifone, Milano 1 946; F. MARGIOTTA BROGUO, Italia e Santa Sede...
cit., pp. 1 24 e seguenti; G. B . VARNIFR, .Amedeo Giannini e i rapporti fra la Santa Sede e l'Italia
'1922 - 1926 . Consideraifoni su alcuni documenti inediti, in // movimento cattolico e la società italiana in
cento anni di storia, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1 976, pp. 241 e seguenti). Nell'aprile
1 84
1 85
1930
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
del 1 926 e del 1 927 ]emolo aveva fatto affidare al Giannini un ciclo di lezioni straordinarie
all'università Cattolica (cfr. F. MIRGIOTI,I BRoGuo, Arturo Cario )emolo e Vincenzo Del Giudice .. ci t.,
p. 237). In generale : L. Mo!'<ZALI, Amedeo Giannini e la nascita della storia delle relaifoni intemaifonali
in Italia, in «Storia contemporanea>>, XXV (1 994), pp. 493-525.
2 Augusto Turati, che era stato ricevuto in Vaticano da Pio Xl il 7 febbraio 1 930.
3 Si noti l'ironia con cui Buonaiuti usa espressioni tipiche del linguaggio curiale.
4 Si tratta, come si è già detto in precedenza, dell'articolo 29 lettera i del Concordato, il
quale, in relazione anche a quanto disposto dall'articolo 23 del Trattato lateranense, prescriveva
la deposizione dell'abito talare agli ecclesiastici colpiti da scomunica.
5 Cfr. L. BEDESCIII, Buonaiuti, il Concordato... cit., p. 421 , e Una vita allo sbaraglio .. cit.,
pp. 1 35-1 36. Da allora Buonaiuti indosserà il clewman, come i ministri di culto evangelici.
6 Il fratello di Buonaiuti, Alarico, era immaturamente morto il 1 5 aprile 1 929.
.
dico fosse il luogo di ritrovo di quante più arume attendono la nuova
alba del Signore.
Ringrazia tanto tanto la tua Adele della sua viva partecipazione alle
rrue traversie.
E tu abbiti un forte abbraccio dal tuo
Ernesto
.
Ho visto Magni, qui in vacanza di Carnevale. Ma non ha avuto la
tua cartolina.
Ho visto anche Vergottini, esultante per la sua stabilità 2•
Ti salutano.
80
Roma, 27 febbraio 1 930
Carlo carissimo,
Sei stato come sempre amabilissimo per me.
La tua parola calda e sapiente è andata fino in fondo all'anima mia. Sì,
la prima impressione è stata effettivamente amarissima. Mi hanno atter­
rito, in particolare, le ripercussioni possibili della metamorfosi coatta
sullo spirito della mia mamma, che, tra parentesi, ti è tanto grata del tuo
squisito pensiero. Ma la Provvidenza è venuta in mio soccorso. La
mamma ha chinato il capo all'ineluttabile con serenità molto maggiore
di quella che avrei potuto sperare. Il suo ragionamento è di una semplicità
sublime. «Ho tanto pregato perché ciò non accadesse. Nella sua vicinanza
a Dio, Alarico nostro deve aver tanto pregato perché ci fosse risparmiato
questo nuovo strazio. Se invece tutto ciò accade, vuol dire che Dio
vuole far germogliare qualche bene, da questo inenarrabile male».
Manterrò, indubbiamente, la linea di condotta che tu mi addìti. Ormai
sono abituato alla rinuncia e alla pazienza. Ho reso, a quella che mi
è apparsa sempre come la verità religiosa, la testimonianza di cui ero capace.
Il rimanente non è in mio potere. Il Padre disporrà di me e del mio lavoro
come vuole. Sono, più che mai, nelle sue mani. « In silentio et in spe» 1 •
Mi preoccuperò solamente d i far s ì che l a mia nuova situazione
serva ad un rafforzamento dei vincoli che mi legano ormai a tutti coloro
che nei più vari campi, in tutte le denominazioni, lavorano per la
riconciliazione umana nel Vangelo. Vorrei specialmente che il mio perio-
1
Isaia, XXX, 1 5.
De Vergottini aveva ottenuto la promozione a professore « stabile>> di storia del diritto
italiano nell'università di Siena il 1 7 febbraio 1 930 (cfr. « Bollettino ufficiale del Ministero
dell'educazione nazionale>>, VIII [1 930], parte I l , vol. l, p. 962).
2
81
Roma, 2 5 marzo 1 930
Mio canssuno,
Fra pochissimi giorni riceverai il nuovo fascicolo di « R. [icerche]
R. [eligiose] » - quello di marzo. Come vedrai, non ho potuto fare
a meno di dedicare una rapidissima postilla alla svestizione coatta. Ma
potrai constatare che ho preso le cose molto alla larga, deplorando
unicamente che un autorevole ecclesiastico, per garantirsi l'applicazione
forzata delle proprie sentenze, abbia supinamente sottostato ad una
equiparazione fra sacerdozio e milizia che è una compromettente rinuncia
alla concezione carismatica del sacerdozio e, più genericamente, a ogni
concezione religiosa 1• Passo incauto il mio? N on lo credo. Del resto, so
benissimo che il periodico marcia sul filo di un rasoio, ed io non ho
alcun'intenzione, per farlo vivere, di fargli perdere ogni ragione di vivere.
Sai che tra i nuovi abbonati di quest'anno ho S. E. l'avv. Bocchini, capo
della Polizia? 2 Vedi un poco dove si può rinvenire dell'interessamento
per gli studi religiosi... !
1 86
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1930
C'è un inizio, nella tua lettera, il quale mi ha fatto intravedere, dal
canto tuo, una valutazione del mio intimo sentimento non molto con­
forme alla realtà. Tu t'immagini che io mi dolga, e mi rammarichi e mi
affligga della mia condizione attuale molto più di quanto io non faccia
in realtà. La Dio mercé, dispongo di un carattere capace, invariabilmente,
di sovrapporre ai duri casi esteriori, la trionfale serenità del proprio
ottimismo e della propria fiducia. Non mi mancano, non potrebbero
mancare, i momenti di depressione e di scoramento. Sono i momenti
nei quali mi assale più violenta l'amarezza del mio duro ostracismo dalla
cattedra e nei quali mi punge più acuta la pena degli anni che trascorrono
nella lontananza dalla forma di attività alla quale mi sento più imperiosa­
mente votato : la parola. Ma sono momenti. E li supero, riaffermando
proprio quella sicurezza nella giustizia del tempo, cui fo efficace appello.
Senza dubbio mi aiuta potentemente a vincere la malinconia la
corona di amicizie in cui mi sento stretto. È cosa veramente dolce
e refrigerante. Fra queste amicizie, questa vostra, tenera e illuminata, mi
è carissima. Non ve ne sarò mai sufficientemente grato.
Ricordami sempre alla tua Adele.
A te un abbraccio fervidissimo.
al Piglio o partire da Roma - come mi proporrei quest'anno - in
automobile alla mezzanotte del venerdl.
Si marcia con la « compagnia» fino a Vallepietra. Là, purtroppo, io
mi dovrò fermare, per non chiedere troppo al mio organismo. Voi altri
potrete continuare per il santuario, dove potrete passare, bivaccando con
qualche compagnia, la notte dal sabato alla domenica. La domenica
mattina potrete scendere a San Donato. E lunedl mattina essere a Roma.
Va bene?
Sarei felicissimo di fare parte del pellegrinaggio con voi e di andare
poi ad aspettarvi a San Donato, dove, in quei giorni, il tiglio secolare
sarà p1eno di fiori!
Tuo
E. B.
1 C fr E. BuoNAlUTl, DichiaraiJone, i n «Ricerche religiose», V (1 929), pp. 369-370.
.
2 Su Bocchini e l'organizzazione deUa polizia, cfr. P. CARUCCI, Arturo Bocchini, in Uomini e volti
del fascismo, a cura di F. CoRDOVA, Roma, Bulzoni, 1 980.
82
Roma, 20 maggio 1 930
Carissimo,
Non debbo tardare né pure un istante a darti - cosa ben gradita il ragguaglio che desideri.
Per partecipare al pellegrinaggio 1 nella maniera più suggestiva, oc­
corre trovarsi al Piglio, la mattina del 1 4 giugno all'alba : occorre a tal
fine o partire da Roma il pomeriggio del 1 3 e dormire quelle poche ore
1 87
Ernesto
1 Si tratta del peUegrinaggio annuale che Buonaiuti usava fare al santuario deUa SS. Trinità
del Monte Autore.
83
San Donato, 13 agosto 1 930
Mio canss1mo,
Sì, veramente. La tua bella e gradevolissima assiduità nello scrivermi
aveva subito una parentesi inconsueta. Spero che l'averla ripresa in
maniera così scintillante sia l'argomento apodittico della scomparsa com­
pleta di quelle ragioni che avevano determinato la tua momentanea
depressione. Del resto la depressione di un lavoratore formidabile e ver­
satile come il mio amico ] emolo è cosa molto relativa e molto diversa­
mente valutabile. Mi sai tu dire quante e quanto varie cose avrai fatto
nella parentesi della tua depressione? E mi sai poi dire quante altre e di
quanto più varia natura ne farai ora a crisi superata? Va, che -sei una
tempra mirabile e hai attitudini effettivamente eccezionali!
Io . . . son quassù per la decima volta. Un decennio : il consolo della
mia penosa vita. Quante esperienze e quante emozioni : quanti sogni
e quante amarezze: quante speranze e quante delusioni! E pure ecco
qua, nel piccolo gruppo, che cambia e si rinnova 1, un pegno rassicurante
1 89
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 930
della non completa sterilità dell'opera mia e del non assolut<;> fallimento.
Del resto, perché questa parola? Chi lavora con fiducia, non attendendo
il successo esteriore, non è mai un fallito.
La permanenza quassù è sempre piena di un'intimità gioconda, fatta
di semplicità e di riposo. Anche quest'anno son venuti quassù ospiti
nuovi, tra cui il più insigne, probabilmente, è un nobile milanese, il
Cagnola 2, vecchio amico ormai della Rivista, che ha voluto trascorrere,
nonostante i suoi 70 anni, un po' di giorni con me in montagna.
Vergottini è partito ieri. Può darsi che venga a salutarmi quassù il Calasso.
Consideri questi tra i più promettenti allievi del povero Brandileone?
Buone vacanze a te e ad Adele, con tutta l'anima.
Tuo
è sempre quello del diretto contatto con anime care, e che, comunque,
attraverso questo contatto son rampollate esperienze che non potranno
essere cancellate. E il mio compenso è già ben prezioso e vistoso, se da
contatti simili sono nate amicizie come questa tua, che mi accompagna
e mi refrigera con così assidua gioia.
Mario Niccoli, che è quassù con noi, mi dice che hai preparato per
la Treccani un articolo su Casisti e casistica 1 che è un gioiello, per cui
egli, che è lo spietato decurtatore di tutte le voci, ha usato di tutta la sua
virtù di persuasione per indurre Migliorini 2 ad accogliere quella, anche
se di gran lunga superiore alle proporzioni primitivamente previste.
Su Molinos esiste ormai un'opera classica : quella del p. Dudon 3
e del resto ormai anche il Dictionnaire de théologie catholique è arrivato
a quella voce, con un articolo, parmi, del Paquier che sul quietismo deve
aver pubblicato, se non mi inganno, anche un volurnetto di quelli del
Bloud 4•
Non credo che il mio amico Cagnola sia quello che tu reputi.
Quello, che è stato quassù, è un nobile milanese che non credo abbia
interessi controversi in quel di Parma. È stato deputato una breve
legislatura e ora si occupa di studio, unicamente.
Dio volesse ti occupassi tu dell'insegnamento teologico in Italia! Dove
metti le mani, fai cose egregie. E tanto, tanto ci attendiamo ancora da te.
Hai molte voci per la Treccani?
Io attendo esca il mio volume inglese su Gioacchino 5. Sul gioachi­
mismo preparerò un volume a sé.
Ricordami con devozione affettuosa ad Adele.
A te un abbraccio.
1 88
E. Buonaiuti
1 Come osserva il Donini, nel 1 930, «molti dei giovani che avevano costituito il nucleo
iniziale dei suoi allievi o si erano allontanati da lui o avevano diradato le loro visite. Defezioni
altrettanto penose si venivano verificando nel mondo accademico, tra gli amici che una volta gli
erano stati più vicini» (Una vita allo sbaraglio. . ci t., p. 1 5 1 nota 2).
2 Guido Cagnola (Milano 1861 - 1 954), figura di «gentiluomo lombardo>> (T. GALLARATI Scorri,
fnterpretaifoni e memorie, Milano, Mondadori, 1 960, p. 1 56), parlamentare e diplomatico italiano,
poi sindaco del comune di Gazzada. Aveva incontrato Buonaiuti agli inizi del 1 925, e da allora
aveva intrapreso un fitto carteggio, ora utilizzato e in parte pubblicato dal L. BEDESCHJ, Buonaiuti,
il Concordato... cit. I l Cagnola aiutò Buonaiuti e la sua rivista in molte occasioni, almeno fino agli
anni della seconda guerra mondiale quando, in seguito ad una crisi religiosa, diradò i rapporti
con quest'ultimo. Cfr., per un profilo biografico, ibid., pp. 34-38.
.
Ernesto
84
San Donato, 23 agosto 1 930
Carlo canssuno,
Tu sei sempre molto buono con me e anche questa volta, quassù,
dove mi assalgono più pungentemente i ricordi e le inquietudini, non
hai voluto mi mancasse, sollecitissima, la tua benevola e ottimistica parola
di conforto. Te ne ringrazio molto.
Con la tua consueta chiaroveggenza, una cosa mi dici giusta e con­
solante : che, in fondo, il mio più squisito compenso spirituale è stato ed
1 Cfr. A.C. ] EMOLO, Casistica, in Enciclopedia Italiana, IX, Roma 1 93 1 , pp. 308-309. Avviandosi
alla conclusione della «voce>> Jemolo notava che «non è stata fin qui compiuta una paziente ed
equanime valutazione dell'opera dei casisti, sicché, ad es., è s fuggito il contributo da loro recato
anche alla formazione o determinazione di nozioni e concerti giuridici . . . >>.
2 Bruno Migliorini (Rovigo 1 896 - Firenze 1 975), noto filologo e storico della lingua, era
allora redattore capo dell'Enciclopedia italiana.
3 Cfr. P. DL'DON, Le quiétisme espagnol Miche/ Molinos, Paris 1 920. Pau] Dudon, teologo gesuita
(1 859 - 1 941 ), autore di numerosi articoli per le Etudes, srudioso della Compagnia di Gesù e del
quietismo in chiave anti-Bremond.
1 90
1930
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
4 Cfr. J . PAQGIER, Qu'est-ce que le quiétisme?, Paris, Bloud, 1 9 1 0. J ules Paquier, sacerdote francese
(1 864 - 1 932), collaboratore del Dictionnaire de théologie catho/ique, specialmente pèr gli articoli su
Lutero e Melantone. Sua la <<voce» Molinos, ibid, X, 2, coll. 2 1 87-21 92.
5 In realtà Buonaiuti non pubblicò nessun « volume inglese>> su Gioacchino da Fiore, anche
se nel 1 930, dopo il conferimento del premio Rand da parte della Accademia Medievale
Americana, confidava di vedere tradotta, presso un editore americano, la sintesi delle sue ricerche
sul <<profeta calabrese».
191
a risultati così significativi? Ma a proposito di una dissertazione stret­
tamente giuridica, tutto questo, mi sembra, dovrà essere detto e os­
servato di s fuggita.
A occhio e croce, ho l'impressione che parecchie lacune dovranno
e potranno essere rilevate nella parte finale, dedicata al matrimonio
ebraico nelle legislazioni moderne. E qui tu avrai da parlare non una,
ma quattro ore . . . !
Auguri cordialissimi per il tuo onomastico imminente.
Ad Adele e a te - per il primo decennio . . . !
auguri p1eru di
tenera affezione.
-
85
Roma, 27 settembre 1 930
Carlo canss1mo,
Ho dato una scorsa alla dissertazione del Coen 1 •
Non mi è parso avesse una parte così fùosoficamente tecnica, da
meritare di essere passata a Levi Della Vida 2•
Ma d'altro canto sono sicuro che, per conto mio, nulla io possa
osservare in merito, che tu non sia capace di osservare per conto tuo.
Vi si coglie, così nei suoi pregi come nei suoi difetti, l'uomo dello
Zoller 3. Corretti e ben fondati i capitoli III e IV ; deficientissimi il I e il
II. È più agevole per un israelita osservante studiare la codificazione del
Talmud e dei Rabbini che risalire allo sviluppo di un istituto nella
legislazione cosiddetta mosaica. I teologi son tali in tutte le professioni
religiose, e la sensazione della formazione progressiva della parola rivelata
non entra loro in testa.
Il Coen rimanda alla Bibbia senza alcuna nozione delle discussioni
critiche cui i testi ch'egli cita sono stati ormai vittoriosamente sottoposti.
Il fondo storico manca anche nei capitoli dove presupposizioni
dogmatiche non esercitavano il loro potere inibitorio. Da un punto
di vista giuridico, è scorretto analizzare le prescrizioni relative all'isti­
tuto matrimoniale nella Mishnà senza tener conto dell'apporto dei
diritti con i quali l'ebraismo è venuto a contatto, molto prima dell'e­
poca moderna.
E da un punto di vista storico - religioso, il Coen, oltre al trattare
i testi biblici con maggiore rispetto delle ricerche intese a collocarli
cronologicamente, non avrebbe dovuto anche tener conto dell'etno­
grafia e della scienza comparata delle religioni, che sugli usi matrimo­
niali primordiali, specialmente per opera del Frazer \ hanno condotto
E. Buonaiuti
1 Non si ha notizia che questa dissertazione del Coen sul matrimonio ebraico sia stata
stampata.
2 Giorgio Levi della Vida (Venezia 1 886
Roma 1 967), noto orientalista. Vicino a Leone
Caetani, collaborò agli Annali de/1'/s/am. Docente nell'Università di Torino e di Roma, prima di
ebraico e di lingue semitiche comparate, poi di islamistica, fu esonerato dall'insegnamento nel
1 93 1 per il rifiuto di giurare fedeltà al regime fascista. Per qualche anno passò a studiare
e catalogare manoscritti arabi della Biblioteca Vaticana, poi si trasferì negli Stati Uniti, dove ebbe
una cattedra a Filadelfia. Dopo la guerra ritornò in Italia e riebbe la cattedra romana. Aveva
incontrato Buonaiuti nel 1 909 a Roma, nella casa religiosa di padre Semeria. Fu collaboratore
assiduo delle <<Ricerche religiose». <<Amico di Buonaiuti per quasi quarant'anni, sono tuttavia
rimasto fuori dall'alone luminoso di coloro che gli furono compagni di lotta. Peraltro gli sono
stato vicino, sia pure con lunghe interruzioni, nei momenti più critici della sua vita; ed egli
amava aprirsi con me ... » (dalla commemorazione tenuta nell'Aula Magna della Facoltà di lettere
di Roma il 20 giugno 1 946, edita in <<Ricerche religiose», XVIII, 1 947, pp. 1 - 1 7) . A Buonaiuti
dedicherà anche alcuni dei suoi ricordi pubblicati sotto il titolo Fantasmi ritrovati (Vicenza, Neri
Pozza, 1 966, pp. 1 27 - 1 54). Cfr. Giorgio Levi della Vida. Discorsi commemorativi pronunciati dai /incei
Francesco Cabrie/i, Sabotino Moscati, Alfredo Schiaffini, Luigi Salvatore/li nella seduta a classi riunite del 14
dicembre 1968, Roma, Accademia dei Lincei, 1 969.
3 Israel Zoller (Brody, nella Polonia austriaca 1 88 1 - Roma 1 956), ebraista ed esegeta biblico.
Mutò il cognome in Zolli nel 1 934 e assunse il nome di Eugenio all'atto della sua conversione al
cattolicesimo. Studiò a Roma e a Firenze, rabbino capo a Trieste poi a Roma sotto l'occupazione
tedesca. Fu professore incaricato di lingua e letteratura ebraica nell'Università di Padova dal 1 926
al 1 938; dal 1 945 al 1 95 1 insegnò con tale qualifica a Roma. Collaboratore tra i più -assidui di
<<Ricerche religiose» dal 1 929 al 1 943. Narrò la sua conversione in Christus (Roma 1 945),
successivamente tradotto e ampliato nell'edizione spagnola e inglese.
4 Sir James George Frazer ( 1 854 - 1 94 1 ) , etnologo. Buonaiuti si riferisce forse agli studi sul
folklore nell'Antico Testamento del 1 9 1 3 o ad un'antologia sull'origine della famiglia e del clan
tradotta in francese nel 1 925. In una missiva a l\1issir del 25 marzo 1 937, Buonaiuti parlerà delle
opere di Frazer come di <mna miniera inesauribile di dati etnografici e religiosi pieni di significato
e di mistero» ( Una 11ita allo sbaraglio... ci t., p. 387).
-
1 92
1 930
Lettere di Buonaiuti a )emolo
86
Roma, 1 1 novembre 1 930
Carlo cansstmo,
Povero Magni, è rimasto veramente a terra. L'ha amaramente e pro­
fondamente colpito più che il fatto di essere stato escluso dalla tema,
quello di non aver avuta riconosciuta la sua maturità con un verdetto
unanime 1• Speriamo che sarà bandito senz'altro il concorso per ecclesia­
stico e che partecipando ad esso il Magni abbia alfine quel riconosci­
mento del suo merito che è la sua più pungente aspirazione - e anche,
mi sembra, la più legittima.
Meno male che c'è stato un concorso il quale ci ha dato il supremo
gusto che vagheggiavamo. L'inclusione di Raffaello nella tema per la
storia medioevale a Firenze è veramente un lietissimo evento 2 N e
abbiamo goduto tutti, come d i cosa intimamente nostra. Ho già veduto
Raffaello un paio di volte, e ho potuto dirgli tutta la mia gioia e tutto il
mio compiacimento. Speriamo ora che si faccia sollecitamente il posto
per lui.
A giorni uscirà il fascicolo di novembre della rivista. Spero tu possa
trovarvi le parole che, troppo buono, tu ti attendi da me 3.
Ma se conoscessi tutte le ragioni che a volte esigono un po' di
polemica!
So che hai allestito per la Enciclopedia delle ottime voci. Che < >
lavoratore tu sei!
Capiterai a Roma di questi tempi?
Scrivimi ad ogni modo.
Saluti cordialissimi ad Adele.
Auguri pieni di fervore ad entrambi.
Tuo
1 93
« Presenta alcuni lavori, di cui due riguardano le elezioni vescovili nell'alto medio evo. La
Commissione ha apprezzato in questi la,·ori, la diligenza e la completezza delle ricerche, ed
anche una certa vivacità nella esposizione; ma d'altra parre ha notato che il campo delle sue
indagini è ristretto alle elezioni vescovili e che non sempre i risultati a cui il candidato giunge
sembrano sufficientemente giustificati e documentati. Vi sono qua e là delle mende nella
trattazione e nelle conclusioni>> (cfr. « Bollettino ufficiale del 1\Iinistero dell'educazione nazionale»,
IX [ 1 93 1 ), parte I I , vol. I I , pp. 923-927).
2 Morghen era stato «ternatO>> nel concorso di storia medievale dell'Università di Firenze.
Dal 1 930 al 1 933 ebbe l'incarico di storia moderna nell'Università di Roma e solo nel 1 938
vincerà il concorso per la cattedra di storia medievale nell'Università di Palermo.
3
el fascicolo di novembre 1 930 di « Ricerche religiose» Buonaiuti, oltre a trattare di critica
neo testamentaria, pubblicava una «spigolatura>> su l l'o/ti del cattolicismo (pp. 545 - 546), in cui,
dopo averne ossen·ato le metamorfosi e le variazioni storiche, concludeva che «il cattolicismo
ufficiale è una mostra e una finzione>> e che solo <da visuale del Regno... riassume i caratteri di
una speranza vitale e di un ideale tempestivo».
•
•••
E. B.
1 Cesare Magni aveva partecipato nel 1 930 a l concorso per professore non stabile alla cattedra
di storia del diritto italiano dell'Università di Sassari. La commissione giudicatrice - composta
dai professori Federico Patetta, presidente, Arrigo Solmi, relatore, Benvenuto Pitzomo, segretario,
Giannino Ferrari e Giuseppe Castiglia -, aveva terminato i lavori il 30 ottobre 1 930, deliberando,
per la suddetta cattedra, la seguente tema: 1 ° Gian Piero Bagnetti, zo Mario Viora, 3° Mario
Chiudano. Al Magni era stata concessa la « maturità» a maggioranza. Questo il giudizio su di lui:
87
Roma, 1 8 dicembre 1 930
Carissimo Carlo,
Grazie a te, alla tua Adele, degli auguri cortesi e cordiali, che
ricambio con affetto sempre fervido e riconoscente.
Son sicuro che, nonostante le tue contrarie affermazioni, il tuo
lavoro procede sempre rapido, intenso, ininterrotto. Sei un lavoratore
così assiduo e così fecondo!
Ho visto Magni proprio testé, reduce dal suo primo periodo acca­
demico sassarese, e in procinto di partire per casa, dove va a trascorrere
il atale. Anche con me si è mostrato più tosto soddisfatto di quel che
egli pensa sia un semplice rinvio del concorso. Ma io condivido la tua
impressione e temo assai che si tratti più tosto di una dilazione sine die.
Ad ogni modo bisogna tener conto di un particolare di fatto : il Magni
è rimasto profondamente scosso ed enormemente depresso dal risultato
del concorso per la storia del diritto. Calasso, anche lui, è molto giù di
spirito 1• Si ha un po' la sensazione che questi giovani avevano cominciato
ad assuefarsi all'idea di avere la strada straordinariamente agevole.
I primi lavori del Turmel avevano un eccezionale valore scientifico.
La sua storia della teologia positiva è eccellente e il suo dogma del papato
è un gioiello di limpida esposizione storica. Ma poi i lavori definiti
pseudonimi erano venuti mano mano copiando merce di scarto, destituita
13
1 94
1 95
lAtere di Buonaiuti a ]emolo
1930
di qualsiasi valore duraturo 2• on ho veduto l'articolo del p. Rosa cw
alludi 3.
on vedo quasi più affatto la C. [iviltà] C.[attolica] . Ma se il
famigerato padre ha, ancora una volta, scagliato il vilipendio contro di me
a proposito di una condanna che non ha nulla di comune con la mia, ha
ancora una volta agito in patente malafede. Poiché lo pseudonimo di chi,
convinto di lavorare per gli ideali del catto/icismo, si sforza di rimodellare
una cultura teologica anacronistica, non ha nulla da vedere con lo pseudo­
nimo di chi, apertamente, si pone fuori di ogni tradizione religiosa.
Il Miglioli 4 che mi fornisce quelle noterelle giansenistiche non prive
di humor è un prete della diocesi cremonese, in conflitto da sempre, per
idee, con la sua autorità curiale.
Sono stato a Firenze, dove ho dette due conferenze. Ne ho goduto,
come della sospirata ripresa di una attività giornalistica, la cui mancanza
mi pesa come un supplizio. Le ripeto ora a Roma, in una sala privata 5•
Se, come pure è probabile, le ripeterò a Milano, avrò la grandissima
gioia di venirvi a trovare costì.
Amerei, in una prossima tua lettera, tu mi specificassi quel che ha
detto il Pellizzola a proposito di modernismo e della Pascendi. lo debbo
averlo conosciuto moltissimi anni fa, quand'egli studiava all'Apollinare
con me o sotto di me. Ma non lo ricordo bene e ormai rapporti con lui
non sono possibili.
Io lavoro sempre al mio argomento : Gioacchino e gioachinismo.
Sono sorpreso di me stesso, nel vedermi ormai legato appassionatamente
a questo tema. Ma è così ricco di novità!
Ogni benedizione sulla tua casa, ogni gioia alla vostra unione!
Con affetto grande
il 6 novembre 1 930 fu colpito da scomunica maggiore (cfr. F. SARTLIL X, joseph Tum1e/, pritre,
historien des dogmes, Paris, 1 93 1 )
3 Cfr. La catastrofe del caso Tumul e i metodi del modemismo critico, in « La Civiltà cattolica»,
LXXXI (1 930), IV, pp. 434-445.
4 Carlo 1\liglioli, che Buonaiuti definirà «amico fedele e illuminato» (cfr. Una vita allo sbaraglio...
cit., pp. 204 e 207, dove il curatore Donini attribuisce a tale Miglioli il nome di Mario). Questo
sacerdote cremonese aveva pubblicato Ilfantasma del giansenismo, in « Ricerche religiose», IV (1 928),
pp. 559-564, per invitare alla «moderazione» nel combattere «gli eretici veri o supposti».
5 Buonaiuti aveva tenuto a Firenze due conferenze, la prima su La filosofia del Sacro e la
seconda su Cioaahino da Fiore e Francesco d'Assisi. L'invito gli era stato rivolto dalla locale
Ernesto B.
1 Nel concorso sassarese del 1 930 Francesco Calasso era stato giudicato maturo all'unanimità
con un giudizio che ne lodava <<buona preparazione agli studi ed ottimo metodo, oltreché
ingegno non comune e attitudini alla sintesi», anche se alcuni commissari fecero rilevare che la
sua monografia sugli statuti dell'Italia meridionale « non è ancora prova sufficiente della sua
padronanza nel vasto campo della storia del diritto italiano. Parve soprattutto una eccellente
promessa per l'avvenire» (cfr. «Bollettino ufficiale del Ministero dell'educazione nazionale», I X
[ 1 93 1 ] , parte Il, vol. II, p . 925).
2 J oseph Turmel ( 1 859 - 1 943), sacerdote cattolico e docente di teologia dogmatica nel
seminario di Rennes, autore tra l'altro dell'Histoire de la théologie positive, 2 voli., Paris, 1 904-1 906,
e dell'Histoire dr1 dogme de la papauté, Paris 1 908. Continuò a pubblicare vari saggi di critica storica
e religiosa, in gran parte sotto l'anonimato o lo pseudonimo. Scoperto dalle autorità ecclesiastiche,
.
Associazione cristiana dei Giovani (ACDG), branca italiana deU'YMCA (Young Men's Christian
Association). Queste organizzazioni erano strettamente legate alle chiese evangeliche, anche se
conservavano un carattere laico e rimanevano formalmente autonome. Svolgevano attività religiose,
culturali, ricreative e sportive. el 1 93 1 se ne contavano in Italia una settantina (cfr. M. PLACENllNI,
l culti ammessi nello .5iato italiano, 1\ lilano, Hoepli, 1 934, pp. 349 e seguenti). Una breve sintesi delle
conferenze di Buonaiuti fu pubblicata dal periodico «Fede e vita» diretto da Ugo Janni nel
numero di gennaio - febbraio 1 93 1 , pp. 70-74 (cfr. L. BEDESCHI, Buonaiuti, il Concordato.. cit., pp.
1 8 1 - 1 82 ; l!na vita allo sbaraglio... cit., p. 1 78). Pochi giorni dopo la lettera a Jemolo, Buonaiuti
ripeterà a Roma, non in una sala privata ma nella sede locale dell'Associazione Cristiana dei
Giovani, la seconda conferenza (cfr. Una 1•ita allo sbaraglio . cit., p. 1 80).
.
. .
1 96
Lettere
di
1 97
193 1
Buonaiuti a }emolo
88
Roma, 4 gennaio 1 93 1
Carlo cansstmo,
Grazie del tuo rinnovato abbonamento 1 e della lettera amabilissima
con cui l'hai accompagnato.
Come sempre, mi sono molto divertito alla tua agile e varia causerie.
Altro se ho visto i due grossi volumi del Ruffini! 2 Ma che scrittore
inesauribile è il tuo vecchio maestro torinese! Lettura gradevolissima,
nessuno potrebbe giammai metterlo in dubbio. Ma non pare anche a te
che l'esposizione si faccia lungo il suo corso straordinariamente prolissa,
sproporzionata alla tesi in discussione, quasi istintivamente tratta a com­
pensare con l'ampiezza la fragilità e l'indeterminatezza delle argomentazioni? 3
Mi dispiace assai che tu non sia riuscito ad avere dal Collegio
Irlandese le notizie che desideravi sul Cuccagni 4• Ma me lo spiego.
Morto mons. O'Riordan, che delle vecchie memorie del Collegio era
ricercatore appassionato e sagace. Morto il suo successore O'Hagan 5,
non studioso di professione, ma ad ogni modo intelligentissimo e com­
pitissimo. L'attuale rettore, Curren, che io ho conosciuto giovane studente
quando ero ripetitore di teologia nel collegio, è un prelato di curia,
molto preoccupato della sua carriera ecclesiastica. D'altro canto la mia
condizione ha, purtroppo, rotto i miei rapporti assidui con quel mondo.
- Credo, per rispondere alla tua prima domanda, che un atto di morte
redatto nel 1 798 debba ritrovarsi nell'archivio del Laterano, dove sono
stati concentrati tutti gli atti curiali e parrocchiali che si sono potuti
mettere insieme. Se però tutto quel materiale archivistico non è passato,
come mi dissero tempo fa che si voleva fare, al Vaticano. Ad ogni
modo la persona in grado di darti tutte le più ampie informazioni al
riguardo è mons. Erminio J asoni, incaricato una volta della custodia di
tutto quel materiale. E mons. J asoni è canonico della Vaticana. Puoi
scrivergli colà 6•
Del Roberti sento parlare molto bene. Ma è giustissimo quel che tu
rilevi sulla differenza fra la mentalità nostra e quella dei « nostri» (!)
canonisti 7•
Ho veduto parecchie volte Millosevich 8, scaraventato qw proprio
nel momento in cui meno se lo aspettava e meno lo desiderava : costretto
a far vita di scapolo, in camera mobiliata e solo, visto che la moglie non
lascerà Salerno se non quando sarà trasferito anche suo padre, preside.
Ecco gli infortuni che capitano ad avere di questi tempi un fratello in
auge! Comico, non è vero?
Un'opera storica e specifica sulla dottrina del giudizio individuale
dei trapassati non esiste. Ma a chi ti ha interpellato in proposito io
consiglierei la bella opera del Turmel 9 della prima maniera (oh, se non
fosse passato mai ad una seconda!) - Histoire de la théologie positive, depuis
l'origine jusqu'au Conci/e de Trente
Paris, Beauchesne, 1 904 - dove, da
p. 1 79 a p. 1 99, dà una indicazione sommaria, ma lucida e precisa, sulla
evoluzione delle concezioni escatologiche nel cristianesimo primitivo
- proprio nel ramo sul quale il tuo corrispondente desidera ragguagli.
Vedrò Raffaello 10 probabilmente domani. Quanto vorrei ci fosse
per lui una sistemazione accademica definitiva!
A te, alla tua Adele, ai tuoi piccoli, i miei auguri più cari.
Ti abbraccio.
-
Ernesto
1 L'abbonamento di ]emolo è alla rivista <<Ricerche religiose» fondata e diretta da Buonaiuti
nel 1 925.
2 Cfr. F. RL'rFI�I, La t'ila religiosa di .Alessandro Manzoni. cit. (su cui si veda la lettera di Ruffini
al Falco, 26 aprile 1 930 in Caro Falco. Lettere di Francesco Ruffini... cit., p. 281). Su Francesco
Ruffini (Lessolo 1 863 - Torino 1 934), uno dei più insigni maestri di diritto ecclesiastico tra Otto
e Novecento, la bibliografia è ormai molto ampia. Si segnala, anche sotto il profilo storico-dog­
matico, il contributo più recente di S. FERRARI, lntroduifone a F. RUFFI!\ 1 , La libertà religiosa come
dirillo pubblico subiettivo, rist., Bologna, Il Mulino, 1 992, pp. 1 1 -59.
3 Buonaiuti parlerà dell'opera manzoniana del Ruffini in una <<spigolatura» dal titolo Nostalgie
in <<Ricerche religiose>>, VII (1931 ) , pp. 1 87-1 88.
4 Accogliendo un invito che Buonaiuti gli aveva formulato per lettera (vedi n. 46) e per
scritto nella recensione al suo volume sul giansenismo italiano, ]emolo stava preparando un
saggio dal titolo !;abate Luigi Cuccagni e due polemiche ecclesiastiche nel primo decennio del pontificato di
Pio l -'l, che verrà pubblicato nel 1 932 negli <<Atti della Reale Accademia delle scienze di Torino»
(ora riprodotto in A.C. J E.\IOLO, Scritti vari di storia religiosa e citi/e, scelti ed ordinati da F. NL\RGIOTIA
BRo<.. I .IO, Milano, Giuffrè, 1 965, pp. 1 89-2 1 6) .
5 G. John Hagan (1 873 - 1 930), sacerdote irlandese. Nel 1 91 0 era stato rimosso dall'ufficio di
vice-rettore del Collegio Irlandese di Roma dal Sant'Ufficio. Alla morte di O'Riordan, nel 1 9 1 9,
era stato tuttavia nominato rettore di quell'istituto e si era impegnato nella costruzione della
nuO\'a sede (cfr. L. BFDESCHI, Il processo del Sant'Uffiifo contro i modemisti romani... cit., pp. 3 1 nota
7, 4 1 ; L. FIORAt-. 1 , 1\fodemismo romano, 1900- 1922... cit., p. 1 52 nota 206).
6 Anche questo suggerimento fu seguito dallo Jemolo che, grazie allo Jasoni, riuscì a reperire
nell'archivio del Vicariato di Roma l'atto di morte del Cuccagni (cfr. A.C. J F-\101.0, Scritti vari di
storia rel{�iosa e civile.. cit., p. 1 95 nota 4).
..
.
1 98
1 99
Lettere di Buonaiuti a }emolo
193 1
Jemolo aveva recensita di Francesco Roberti il vol. I, De p1vcessibus, Romae, apud Facultatis
l uridicae ad S. t\pollinaris 1 926, in « Rivista di diritto processuale civile», V (1 928), pp. 372-373,
d(JYe a'·eva anche espresso un giudizio sullo stato degli srudi canonistici compiuti da ecclesiastici :
«Raramente queste pubblicazioni di diritto canonico destinate a libri di testa per seminari
o università pontificie rivestono un grande valore. A essere sinceri, rare sono anche le opere di
diritto canonico di ecclesiastici italiani che apportino un conrributa apprezzabile alla elaborazione
della disciplina ... il giurista tende a ridursi ad un semplice compilatore, ad un illustratore di
parole e di locuzioni, ad un raffrontatore per cui la genialità sarebbe un inutile lusso». Aveva
inoltre lodato la rrattazione del Roberti perché contemperava gli elementi storici con i raffronti
col diritta statale, e cosi concluso: «Solo qualche giurista nato, forte costruttore, o qualche
conoscitore perfetto della prassi della Chiesa, cosi interessante a porsi in conrrasto e talora in
contrapposto al suo diritto, o qualche maestro sicuro di storia delle istituzioni ecclesiastiche,
è riuscito a sottrarsi alla strettoia del metodo imposto [quello dell'ordine del Codex iuris canonict]
e della preclusione di ogni critica>>. Fra questi ricordava il Lehrbuch del Sagmuller, l'Epitome iuris
canonici del Vermeersch e del Creusen, nonché il Commentarium textus codicis iuris canonici, di Albert
Blat (Romae, 1 92 1 sgg.).
8 Filippo Millosevich, collaboratore di « Ricerche religiose>> fin dal primo anno, autore di
studi su S. Bernardo di Chiaravalle, su S. Francesco e su Molinos, nonché d'un manuale scolastico
di storia. Era fratello di Federico, professore di mineralogia, senatore del Regno e, dal 1 930 al
1 932 rettore dell'Università di Roma.
9 Sul Turmel e l'opera ricordata dal Buonaiuti, cfr. lettera n. 87 nota 2.
1 ll
Morghen.
Come ti sono riconoscente della fraterna fiducia con la quale mi
apri l'anima tua e mi fai vedere di scorcio l'evoluzione delle tue idee
e delle tue aspirazioni religiose in un quindicennio! E come ti capisco!
Ma non parlare, per carità, di bilanci prematuri e ad ogni modo
mal calcolati! Sei stato nell'ultimo decennio, come nel precedente, un
innovatore eccellente. In tutti i campi, dal tuo intimo familiare a quello
scientifico ed accademico, hai portato una versatilità e una rettitudine di
cu1 ti siamo tutti ammiratori devoti.
Mi sorprende assai che tu ignorassi i rapporti intercorsi fra il
compiantissimo Tyrrel e il Bremond - il celebratissimo 2• Non so se,
vivendo ancora il Tyrrel, i rapporti fra i due spiriti, cosi profondamente
difformi, sarebbero rimasti cordiali. Non è di Bernanos L'imposture?
E come mai tu non la conosci? Ma io non garantirei che il protagonista
ne sia lui 3• Non ne potrebbe essere stato il Batiffol 4?
Penso piuttosto al Bremond quando ripenso ad un altro romanzo ...
a tema gesuitico, L'impronta 5. L'hai letto?
Senza giungere a condividere il sentimento che prova il R. [osa] per
il Bremond 6, provo anch'io per questi una certa antipatia. Sebbene, in
altri tempi, abbia contratto rapporti di una qualche dimestichezza con lui 7•
Ricordatemi come io vi ricordo.
A te mando un abbraccio pieno di fedeltà.
Tuo
89
Roma, 1 7 gennaio 1 9 3 1
Carissimo Carlo,
Non mi dire davvero di avere trasmesso a me l'originale della
prefazione del Forchielli al suo lavoro su La pieve rurale, per competenza 1 •
Per carità! Dove si va a nascondere la mia presunta competenza, a fronte
alla tua, vera e reale? Tu, caso mai, devi nutrire una ben più delicata
preoccupazione : quella di non impegnarti anzi tempo con un giudizio di
valore che potrebbe in qualunque modo assottigliare e impegnare la tua
libertà di giudice. Non è vero? Giudice desiderato e sospirato da varie
parti... Ma di ciò, a nuovo ruolo.
Io ti rimando questo originale, che ho letto con interesse. V'è,
in fondo, la sintesi del lavoro che il Forchielli ha compiuto e l'indi­
cazione delle conclusioni personali precipue. Mi pare si annunci la­
voro serio e sagacemente inquadrato. Ma tu capisci meglio di me
come sia impossibile foggiarci un apprezzamento organico nella tua
o mia prefazione.
E. B.
1 G iuseppe Forchielli (Roma 1 885 - Bologna 1 969), storico e giurista. I nsegnante di materie
giuridiche ed economiche nell'Istituto tecnico di Pesaro, ebbe il primo incarico di diritto
ecclesiastico a Urbino.
el 1 93 1 fu chiamato straordinario all'Università di Cagliari, da cui,
l'anno seguente, passò a Macerata. Nel 1 937 giunse a Bologna come ordinario e vi restò fino al
1 960. La piet•e mrale. Ricerche sulla storia della costitui.fom della Chiesa in Italia e particolarmmte nel
T /eronese (Bologna, Zanichelli, 1 938) usci con la dedica a Francesco Brandileone e senza prefazione.
Quest'opera, insieme con altri srudi, è stata ripubblicata in forma anastatica col titolo Scritti di
storia del diritto ecclesiastico, Bologna, Forni, 1 99 1 , con una premessa di R. Bonini, con una
introduzione di G. Santini e una bibliografia a cma di M. Cavina.
2 Com'è noto, i rapporti tra Bremond e Tyrrel (1 86 1 - 1 909) furono consacrati dalla scelta del
primo di presiedere i funerali dell'amico, nonostante gli fosse stata rifiutata la sepoltura cattolica.
Per un parallelo tra questi due esponenti modernisti, cfr. A. Ù.liSY, George Tyml et l/emi Bremond,
Paris, ourry, 1 936.
3 Cfr. G. BIR.'-' ll'OS, L'imposture, roman, Paris, Plon, 1 927. Per l'interesse di Buonaiuti verso
Bernanos, cfr. « Ricerche religiose>>, VII (1931 ), pp. 464-465.
200
193 1
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
4 Pierre Batiffol (folosa 1 86 1 - 1 929), rettore dell'Institut Catholique di Tolosa dal 1 898 al
1 907, fondatore del << Bulletin de littérature ecclésiastique». Opere principali : Hùtoire dtt breviaire
romain (Paris 1 893), Etudes d'histoire et de théologie positive (2 voli., Paris 1 902 - 1 905), L'Eglise naissanle
et le catholicis111e (Paris 1 909). Fu prima avversario del modernismo e poi vittima della reazione
curiale ad esso.
5
Cfr. lettera n.
6
Sulla polemica dei padri gesuiti con Bremond, cfr.
52
nota
3.
Roma, Edizioni di storia e letteratura,
7
1 11 messaggio papale del 12 febbraio 1 93 1 fu trasmesso per la prima volta per radio da
Marconi, in occasione dell'inaugurazione della stazione radio dello Stato Città del Vaticano. C fr.
!l messa.R.�io radiofonico papale <c-4 tutte le genti e ad ogni creatura»,
(1931), vol. l , pp. 453-463
2
1 965,
pp.
70
Sui rapporti tra Buonaiuti e Bremond si veda
e seguenti.
Pellegrino di Roma. ..
cit., p.
febbraio
1 93 1 . 11
aveva ordinato la lettura del decreto sull'eroicità delle sue virtù
Xl
Ferrini (Milano
diritto romano dal
71.
in <<La Civiltà cattolica», LXXXI I
Buonaiuti allude ad un saggio del Del Giudice i n commemorazione del romanista Conrardo
Ferrini, dopo che Pio
Don Giuseppe De Luca et l'abbé Bremond,
201
1 887
1 859 -
a Messina, dal
Suna, presso Novara,
1 890
a Modena e dal
giuridici furono raccolti in cinque volumi (Milano
1 929-30).
morte si diffuse la fama della sua santità. Sarà beatificato nel
1 902), era stato
1 894 a Padova.
90
Milano, Giuffrè,
1 953,
I'<<Annuario dell'Università Cattolica del
Roma,
14
febbraio
1 93 1
Carissimo,
Ma bravo, bravo il mio Carlo! Si permette di mandarmi un estratto
diretto al chiarissimo prof. Cesare Magni, candidato a divenire suo collega
in ecclesiastico, senza né pure una parola di saluto per il sottoscritto!
Evidentemente il sottoscritto ha mancato in qualche inconsapevole ma
gravissimo modo, e l'ottimo Carlo gli infligge una penitenza proporzio­
nata. È così? Non me ne adonto, quanto me ne rammarico. Mi lascerai
ancora a lungo senza vostre notizie?
Ho, ad ogni modo, trasmesso, ieri sera stessa, l'estratto al Magni,
che ti ringrazia molto, molto. È nel lavoro fino a1 capelli, aspettando
e sperando.
Sono ancora sotto l'impressione profonda del messaggio trasmesso
dalla radio da Pio XI a tutto il mondo. Non è che un florilegio di frasi
scritturati, ma è ad una altezza adeguata alla solennità della circostanza.
Oh, Roma, Roma, se solo le parole della grandezza paterna uscissero
dalle tue labbra! 1
Hai letto il panegirico ferriniano 2 pronunciato dal tuo Del Giudice 3•
Penso che per poco il compito del panegirico non è toccato a te... !
Hai visto la nuova raccolta berlinese dei «Texte zur Geschichte cles
romischen und kanonischen Rechts im Mittelalter» iniziatasi con il Liber
de vita christiana di Bonizzone? 4
E, infine, tu che hai occhio per tutto, hai scorso quello strano
romanzo di J ean Cassou Comme une grande image 5?
Saluti cordialissimi.
Tuo
E. B.
p. XV.
I suoi scritti
Per la sua vita esemplare, dopo la
1 947.
La commemorazione del Del
Giudice non è registrata nella bibliografia stampata all'inizio del I volume degli
T"ìncenzo Del Giudice,
1'8
professore di
Studi in onore di
é s i trova alcun accenno ad essa nei­
Sacro Cuore e dello Istituto
di Magistero " Maria
1930 - 31 e 1 93 1 - 32 (Milano 1 932 e 1 933).
1 Vincenzo Del Giudice (frani 1 884 - Roma 1 970), conseguì l 'abilitazione alla libera docenza
in diritto ecclesiastico nel 1 9 1 3, dal 1 9 1 4 fu incaricato di tale disciplina prima nell'Università di
Catania (fino al 1 9 1 7- 1 8), poi in quella di Macerata (1 9 1 8- 1 9) ; dall'ottobre 1 9 1 9 fu professore
straordinario nell'Università di Perugia, nel 1 923-24 in quella di Pisa, dal dicembre 1 924 a Firenze
come professore <<stabile». Chiamato il 1° gennaio 1 927 ad insegnare nell'U niversità Cattolica di
Milano quale primo titolare di diritto canonico, vi rimarrà fino al 1 94 1 , quando si sposterà
a Napoli, da cui, nel 1 943 verrà trasferito all'ateneo di Roma. Il suo nome resta legato, oltre ad
alcune monografie ed articoli, a due fortunati Manuali di diritto ecclesiastico e canonico. Su di
lui : S. Ft RR \Rt, Ideologia e dogmatica . cit., pp. 52-60, 1 37-1 47 ; F. J\.LIRGIOTL\ BROG LIO, Vincenzo del
Giudice dall'impegno politico alla rijlessiom dottrinale... ci t., pp. 447 - 460 (con bibliografia a p. 457 nota
l ) ; S. Ft RR IRI, Storia di due concorsi. . . cit., passim; G. Lo CISTRO, Diritto, storia, dogma in V Del
Giudice, in <di diritto ecclesiastica>>, CV l , (1 995), pp. 1 60 - 1 83.
4 C fr. E. Pt RFJ..S, Bonizo. Liber de vita c/mstiana, Berlin 1 930. Si tratta dell'edizione critica della
Immacolata "» degli anni accademici
. .
collezione canonistica compilata dal vescovo di Sutri e di Piacenza Bonizzone nel clima della
riforma gregoriana (cfr.
Historia jontium,
5
A. M. STtLKJ.FR, l !ùtoria juris Canonici Latini lnstitutiones Academicae,
1 950 [rist. anast. 1 985], p p . 1 74 - 1 75) .
I,
Roma, Las,
Nel rivol�:,>ersi a J emolo, Buonaiuti sapeva di trovare un interlocutore interessato alla letteratura
Anni di prot'tl... ci t., p. 28; G. Pucur.sE, Gli occhiali del giurista... in Giornata
Lincea nel centenario della nascita di Arturo Carlo }emolo... ci t., p. 1 05). Il romanzo del Cassou, edito
a Parigi presso Emil-Paul Frères nel 1 93 1 , narrava la lunga odissea di un ex-prete che, dopo aver
francese (cfr. N. BoBBIO,
sofferto le ostilità del suo ambiente di vita, decide di farsi missionario in Africa. In una lettera
a Missir di due giOrni prima, Buonaiuti vi ravviserà <<pagine dense di significato ecclesiastico», anche
se <<non si può definire, veramente, un romanzo modemista»
188 - 1 89).
(Una z•ita allo sbaraglio. . . cit., pp.
( 1 931), pp. 1 76 - 1 77.
Si veda anche la recensione di Buonaiuti in << Ricerche religiose», V l l
91
Roma,
19
febbraio
1 93 1
Carissimo,
Grazie assai assai della tua gradita lettera, che mi ha compensato ad
usura di un silenzio che mi era sembrato anche troppo protratto. E grazie
della consueta intimità, con cui sei solito scrivermi, e che tanto mi piace.
203
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
193 1
Ma, per carità, non ti denigrare. Sei un cosi solerte, propto, geniale
lavoratore, che non hai da invidiare nulla ad alcuno. Gli altri, caso mai,
hanno tutti, su vastissima scala, da invidiare a te.
Per il concorso di ecclesiastico, ho ragione di pensare che non si
verificheranno le tue pessimistiche previsioni. Pare infatti che il concorso
verrà bandito. E allora certamente ti vedremo fra i commissari, con
grande soddisfazione di Magni... e mia! - Sarò cosi felice di vedere
quel bravo giovane a posto!
Ho saputo della straordinaria avventura di Max Ascoli. Inaudito caso! 1
Mi compiaccio molto di sapere delle tue escursioni, come iniziatore
del tuo Tiri 2 allo sci. Io mi sono fatto indolentemente sedentario. Ma
ho cinquant'anni, ormai!
A giorni uscirà il primo volume della mia monografia su Gioacchino 3.
È un lavoro che mi ha dato gioia assai. Ne darà ai lettori? Quanto lo vorrei!
Saluti affezionati alla tua Adele. A te un abbraccio di gran cuore.
ormai urga una risoluzione. Penso, per fortuna, che le cose siano avviate
in maniera quanto mai promettente. E spero molto.
on ho ancora potuto consegnare le due tue lettere al buon Magni,
che pure attende i tuoi messaggi con cosi trepidante ansia. Non è ancora
passato qui a salutarmi. Ma mi attendo di vederlo arrivare di giorno in
giorno. E gli consegnerò subito le tue rnissive. Non me lo trattare male,
mi raccomando.
Non salirò a San Donato per la Pasqua. Facciamo, probabilmente,
un'escursione alla Verna, a Camaldoli, all'Amiata. Ho tanto pungente
desiderio di solitudine e di boschi!
Tanti auguri fervidi ai tuoi piccoli e ad Adele, per la Pasqua imminente.
A te un abbraccio di gran cuore.
202
Ernesto B.
1 Morghen. Cfr. nota 2 alla lettera n . 86.
Ernesto B.
93
Roma, 6 aprile 1 93 1
1 Cfr. lettere n . 5 1 e 53.
2
Cfr. nota 3 alla lettera 65.
Cfr. E. BLONAJL'Tl, Gioacchino da Fiore. l
meridionale editrice, 1 93 1 , pp. XII - 258.
3
tempi
-
La
vita
-
Il
messaggio,
Roma, Collezione
92
Roma, 28 marzo 1 931
Carissimo,
Veramente mi sarebbe riuscito molto grato un nuovo incontro con
te qui durante le vacanze pasquali, con un po' più di agio di quello
concessoci l'ultima volta, con la rapida conversazione serotina nel caffè
di San Silvestro. Ti rivedo sempre con tanta gioia e assaporo sempre
con tanta avidità la tua parola. Potrò rifarmi a non lontana scadenza?
Specialmente di Raffaello 1 mi sarebbe stato grato intrattenermi con
te. Penso anch'io che ogni ritardo nella sua sistemazione accademica sia
per riuscire fatale alla sua tranquillità e al suo avvenire. Mi sono intratte­
nuto a lungo con lui stesso della cosa e ho dovuto constatare come
Carlo cansstmo,
Grazie della tua dolcissima lettera pasquale, che ha avuto la virtù di
intenerirmi fino alle lacrime.
Con quale emozione ricordo le nostre riunioni pasquali di un
decennio fa, e come benedico la Provvidenza di avermi fatto aver vicino
allora anime con le quali ho potuto stringere collegamenti che costitui­
scono ancora oggi il viatico più nutriente del mio duro cammino!
I decenni della vostra luminosa unione si moltiplichino nella pace,
nella gioia, nella prosperità! Questo il mio augurio più caldo!
Ho ricevuto Magni. Pare che il pericolo incombente sul suo con­
corso sia dissipato. Egli ti è profondamente riconoscente per quanto
ed è stato moltissimo - tu hai fatto.
Trasmetti ad Adele il mio più ben augurante saluto.
A te un fervidissimo.
Mi riprometto, quanto prima, una tua telefonata.
Ernesto
B.
204
1931
Lettere di Buonaiuti a Jemolo
205
Sui noti conflitti tta Governo fascista e Santa Sede nel 1 93 1 intorno all'Azione cattolica,
cfr. t\. C. J HIOLO, Chiesa e .Sìato ... ci t., pp. 484 - 489 ; t\. M.\RTINI, Studi sulla questione romana e la
Conciliazione, Roma, Edizioni Cinque Lune, 1 962; P. ScorroL\, La Chiesa e il fascismo. . . cit., pp.
255 - 280 ; S. Roe; \RI, Aifone cattolica e fascismo, in « UO\'a antologia», nn. 2 1 25 - 2 1 26, 1 978, in
particolare pp. 392 - 444; R. Dr FELICL, Mussolini il duce, I . Gli anni del consenso 1 929 - 1 936,
Torino, Einaudi, 1 974, pp. 246 sgg. ; M. CASE LL\, Per t/Ila storia dei rapporti fra A ifone Cattolica
e fascismo nell'età di Pio Xl, in Chiesa, Aifone Cattolica e fascismo nell'Italia settmtrionale durante il
pontificato di Pio Xl (1 922 - 1939). Atti del quinto com·egno di Stona della Chiesa, Torreglia 25-27 marzo
1977, a cura di P. P�COR.\RI, Milano, Vita e Pensiero, 1 979, pp. 1 1 57 - 1 263; R. MoRo, La
formaifone della classe diligente cattolica (1929- 1937), Bologna, Il Mulino, 1 979, cap. IV. Per una
bibliografia esaustiva, cfr. Bibliografia orientati1•a delfascismo, a cura di R. DF F1 LICE, Roma, Bonacci,
1 99 1 ' pp. 238 - 239.
2 Nel fascicolo di luglio 1 93 1 di « Ricerche religiose>> (p. 382), Buonaiuti scriveva la <<spigola­
tura>> Separatista o confessionale, in polemica con il saggio di Jemolo, Sulla qualificaifone giuridica dello
Stato italiano in ordine alle sue relaifoni con la Chiesa (apparso poco prima in <<Rivista di diritto
pubblico>>, XXI I J [ 1 93 1 ) , pp. 1 6 1 - 1 68). ]emolo che, a sua volta, replicava al Checchini, era
dell'avviso che per determinare le «classifiche>> giuridiche occorresse tener conto anche di criteri
empirici e politici. In questa prospettiva riteneva che lo Stato italiano dopo gli accordi lateranensi
dovesse essere qualificato Stato confessionale, essendo tra gli Stati moderni uno di quelli che
aveva accolto in maggior numero elementi che tradizionalmente sono considerati proprii dello
Stato confessionale. Buonaiuti, dal canto suo, sosteneva la natura << separatista>> delle relazioni
dello Stato italiano con la S. Sede. la non mancava di avvertire che tale opinione poteva
apparire «eccentrica>>, <<data l'esperienza personale da lut' fatta delle conseguenze dei Trattati
Lateranensi>>. La polemica sul problema della classifica dei rapporti tra Stato e Chiesa - che
interesserà tutti i maestri del diritto ecclesiastico italiano - era stata aperta da un articolo del
Fracassini sulla «Nuova antologia>> del 1 929, richiamato da Giovanni Gentile sul <<Corriere della
sera>> del 4 settembre 1 929 (cfr. F. i\hRGIOlT \ BRoGLIO, La qualificaifone giuridica delle relaifoni fra
lo Stato italiano e la C"/;iesa cattolica. Rassegna critica degli orientamenti della doti1Ù1a e spunti ricostmtivi, in
«Archivio giuridico>>, CU1.'V [ 1 963] , 1 - 2, pp. 60 dell'estratto).
1 Cfr. G. DLI IA,\ 11-1., Géographie cordiale de I'E111vpe, 1 93 1 . George Duhamel (Paris 1 884 - Val­
mandois 1 966), poeta, critico e romanziere francese. C fr. E. BLON.\IL"TI, La palinodia di Duhamel,
in <<Ricerche religiose>>, VII ( 1 9 3 1 ) , p. 285.
4 Deve trattarsi dell'ampio contributO lntomo al nuo1•o dirillo dei CIII/i acattolici ammessi in Italia,
apparso in <<Studi sassaresi>>, IX (1931 ) , I, pp. 1 43 (sulla cui impostazione si veda, S. F1 RR.ARJ,
Ideologia e dogmatica... cit., pp. 1 1 8 e 1 25, ed ora, più diffusamente, E. V ITALI , Cesare Magni... , cit.,
pp. 257 - 258).
1
94
Roma, 1 6 giugno 1 93 1
Carissimo,
Non sappiamo ancora quale epilogo avrà il putiferio eli queste ultime
settimane. Corrono le voci più disparate e più strane al riguardo. Ma
comunque si sbocchi in un precario accomodamento, si ha in molti
l'impressione che la crepa, anzi la lacerazione e la frattura, sia stata
questa volta troppo larga e troppo profonda e troppo violenta per poter
essere sanata con un modus vivendi duraturo. Senza dubbio il concordato,
nel quale S.S. Pio XI è andato, giubilante, a imprigionarsi, offre l'adito
ad una scappatoia piena eli ironica eleganza. Poiché le giunte diocesane
sono disciolte e l'azione cattolica viene a dipendere direttamente dai
vescovi ; e poiché d'altro canto i vescovi, giurando fedeltà nelle mani del
Governo, hanno tutta la sagoma eli perfetti funzionari, un'azione cattolica
dipendente dai vescovi può considerarsi perfettamente inserita e inqua­
drata nel regime e può quindi essere consegnata all'autorità come un
docile strumento e una fedele cooperatrice 1•
Dal canto mio, tutti questi ondeggiamenti ecclesiastici mi suggeri­
scono una quantità di riflessioni. Alcune, di natura strettamente personale.
Ne coglierai, pure, l'eco, in qualche spigolatura del prossimo fascicolo
della rivista 2. Altre, eli natura generale. E riguardano i concordati, che
ritengo sempre più come incompatibili con la natura e i fini del magistero
e della disciplina nel cattolicismo.
In quanto alle eventuali affinità fra i molteplici movimenti contem­
poranei che tendono ad annegare l'individuo nella massa (i volumi eli
Duhamel non mi sfuggono mai - hai visto l'ultimo sulla geografia cordiale
dell'Europa?), tu sei troppo fine intenditore di fatti sociali, per non avvertire
che i conflitti più acuti scoppiano proprio fra gli organismi più similari.
Hai avuto l'ultimo lavoro eli Magni 3? L'ho letto con molto interes­
samento. Mi pare cosa egregia.
Dove passerete le vacanze? Io ancora non so. Ho la mamma
sofferente per dolori perduranti da alcuni mes1, e non so se potrò
!asciarla. Povera vecchia!
Saluti cordiali ad Adele.
A te un grande abbraccio.
Ernesto B.
95
Roma, 29 !tiglio 1 93 1
Carissimo,
n tuo prolungatissimo, inconsueto silenzio non mi elice niente di buono.
Sono costretto a supporre - e Dio sa quale amarezza mi dà la
supposizione - che tu abbia avuto qualche motivo per tenermi il
broncio. Mi inganno? Dimmelo.
Lettere di Buonaiuti a }emolo
193 1
Ti è forse spiaciuta assai la mia spigolatura sul tuo saggio circa il
confessionismo dello stato post lateranense? Se si, dimmi anche questa.
È molto meglio.
Non volevo davvero scrivere parole che avessero portata. . . separati­
sta fra noi! 1
So che sarai pars magna del concorso per ecclesiastico. Duro compito,
il tuo!
Ho scritto anche per annunciarti la morte della contessina Pironti.
Ne ho provato un durissimo strazio. Quante memorie legate alla sua
persona! 2
Ti abbraccio.
e valuto anche tutta la :, ·- 'Jlezza della mia posizione di amico tuo e di
amico di Magni in quest• frangente. Ma ho ragione, mi pare, di pensare,
che in questo caso il deside_· ;o ùell'amicizia e gli interessi della giustizia
vadano perfettamente d'a .c0rdo.
Altro se ho seguito l'inacerbirsi dei rapporti fra Gemelli e i bene­
dettini belgi! 2 Ma quegli uomini di lassù sanno quel che vogliono e hanno
una coscienza retta e illuminata. Gemelli che cosa ha mai se non il suo
grossolano fiuto di mercante di buoi?
Auguro a te, ad Adele, ai piccoli la più corroborante delle vil­
leggiature.
Io mi muoverò più tardi : se mi muoverò. La mamma non sta bene
e io sono il compagno della sua solitudine.
Ti abbraccio.
206
Ernesto B.
207
Ernesto
Tranquillizzami con una tua lettera.
Cfr. nota 2 alla lettera n. 94.
Cfr. nota 5 alla lettera n. 58. Buonaiuti dedicherà alla memoria della Pironti un breve
necrologio in « Ricerche religiose>> VII ( 1 931), p. 480.
1
2
1 Jemolo era stato chiamato a far parte della commissione giudicatrice del concorso a profes­
sore straordinario alla cattedra di diritto ecclesiastico della libera Università di Urbino insieme
con i colleghi Pier Silverio Leicht, Arrigo Salmi, l\1attia Moresco e Guglielmo Sabatini (cfr.
<<Bollettino ufficiale del l\linistero dell'educazione nazionale>>, X [ 1 932], parte I I , vol. I l , p. 1 45).
2
on conosciamo in quale sede Gemelli avesse criticato l'opera degli eruditi benedettini
belgi. Nella Bibliografia di Padre Agostino Gemelli, a cura di E. PRETO, Milano, Vita e Pensiero, 1 98 1 ,
non viene registrato nessun articolo del 1 93 1 su tale argomento.
96
Roma, 1 2 agosto 1 93 1
Carissimo Carlo,
Cosi va bene. Sono perfettamente rassicurato sulla costante fedeltà
dei tuoi sentimenti. Scusami anzi se ho concepito, per un istante, qualche
esitazione e qualche dubbio, sotto il pungolo amaro del tuo silenzio, che
mi appariva esagerato (non sono ancora salito a San Donato, e le tue
cartoline dalla Svizzera non mi sono state recapitate) . Del resto ringrazio
Dio per questo lievissimo incidente che mi ha dato modo di udire da te
parole cosi nobili e cosi calde : anche se di tanto superiori al mio merito.
E son lieto che queste parole siano state scritte da te proprio nell'ora in
cui la penosa scomparsa della Pironti ha risuscitato nel mio cuore cosi
ardenti ricordi.
Comprendo e valuto tutta la debolezza della tua posizione come
commissario principe nel concorso per ecclesiastico 1 • E comprendo
97
Roma, 19 agosto 1 93 1
Carlo canssuno,
Avverto e misuro tutta la scabrosa delicatezza dell'argomento del
concorso, nella risoluzione del quale, checché tu dica, tu avrai indubbia­
mente funzione di arbitro. Ho tale rispetto della tua probità e della tua
competenza che provo, non te lo nascondo, un'istintiva ripugnanza
a discuterne con te. D'altro canto conosco troppo bene la purezza dei
tuoi sentimenti e la suscettibilità dei tuoi scrupoli, per non temere che,
ad un certo punto, data la indiscutibile maturità di più che tre concorrenti,
tu possa essere tratto a decisioni suggerite da riguardi personali per chi,
oggi tuo giudicato, fu altra volta tuo compagno di prova.
208
I..ettere di Buonaiuti a ]emolo
193 1
Tutto considerato, sarà unico partito degno della nostra arruc1z1a,
.
che io ti parli con animo aperto e schietto, anche a co sto di fare,
a volte, la figura dell'indelicato.
Di primo acchito, questa tua ultima non mi ha fatto una impressione
molto piacevole. Mi è parso sopra tutto preoccupante il fatto che,
partendo dal presupposto, sul quale possiamo essere di accordo, che
i maturi giudicandi siano più di tre, tu non mi assicurassi subito che fra
i possibili esclusi non doveva computarsi il Magni. Di più mi si era
profilata come un'imbarazzante mansione quella di pronunciare un giu­
dizio purchessia su un'opera del Savagnone 1• Ma, a lettura compiuta di
questi «Studi sul Diritto Romano ecclesiastico», penso di potermi pro­
nunciare con piena oggettività, senza un'esitazione, con la coscienza di
attenermi strettamente al valore oggettivo delle cose. Sai che non sono
un insensibile e, nella fattispecie, sento tutta l'amarezza di pronunciare
giudizi sfavorevoli su un vecchio insegnante, cui non ha arriso davvero
una straordinaria fortuna accademica.
Ma tutte le predisposizioni sentimentali non riescono a soffocare la
miseranda impressione di questo «penoso e gigantesco sforzo» (p. 1 0) ,
intrapreso con così scarsa preparazione.
on vorrei davvero pronunciare un verdetto se si trattasse di cosa
estranea alle mie quotidiane incombenze di studioso. Ma, come tu stesso
hai visto, la prima parte del lavoro « Il Cesarismo», è di natura strettamente
storico-ecclesiastica ed è di una povertà e di una imprecisione che non
avrebbero meritato il 64, se si fosse trattato di una semplice dissertazione
presentata nella mia disciplina. Il Savagnone tratta l'argomento più trito
della primitiva storia della società cristiana e lo fa con una superficialità
e una scorrettezza così piramidali da suscitare veramente la critica più
severa. Dalla grafia dei nomi nella bibliografia, all'uso inaccorto delle fonti ;
dalle generalizzazioni frettolose e incompetenti alla superficialità dell'impo­
stazione dei problemi ; tutto, in questa prima parte specialmente, tradisce
una deficienza scandalosa di preparazione. Il problema della ortodossia
e della eresia nel quarto secolo, così rilevante nella valutazione degli
atteggiamenti del potere imperiale in materia religiosa, è del tutto ignorato.
La seconda parte, leggermente migliore della prima, rivela parimenti defi­
cienze grossolane. Cui si aggiunge a volte (v. p. 54) una presunzione più
tosto grottesca, come quando il Savagnone crede di aver fatto una grande
scoperta desumendo da Evagrio un ragguaglio che è di quarta mano.
Non mi dissimulo affatto la gravità del mio giudizio. Ma tu me lo
hai chiesto. E credo trattarsi di materia che è molto più storica che
giuridica. Se l'età e le disavventure non sono un titolo scientifico, la tua
valutazione del Savagnone non può essere dubbia, per quanto spiacevole.
Del resto, se tu me lo consentirai, di tutto potremo riparlare con
calma. Senza dubbio questo concorso è di una pesante responsabilità :
ma tu non sei davvero impari al compito.
Io son qua, immancabilmente, al mio lavoro.
Farò uscire molto presto il fascicolo di settembre di R. (icerche]
R. [eligiose] .
Fin quando rimarrete costì?
Saluti affezionati ssimi alla tua Adele e baci a1 tuoi bimbi.
A te un grande abbraccio.
209
Ernesto B.
1 Francesco Guglielmo Savagnone, libero docente di storia del diritto romano dal 1 90 1 , di
diritto eccle iastico dal 1 906, incaricaro di quest'ultimo insegnamento nell'Università di Palermo
dal 1 907 in avanti. Oltre all'opera duramente criticata dal Buonaiuti, edita in «Annali del Seminario
giuridico della R. U niversità di Palermo» (XVI, 1 930, pp. 1 -1 52), il Savagnone aveva scritto tra
l'altro: Sulla re/!Oca/Jilità dell'exequatur e del piace/ (Palermo 1 905), Concili e sinodi di Sicilia. Struttura
giuridico-storica, Palermo 1 9 1 O ; La pro11111/ga'{jone del IIIIOVo codice di diritto canonico e il diritto nativo di
legiferare del pontefice (in « Circolo giuridico>>, Palermo 1 9 1 8, vol. II).
98
Roma, 28 agosto 1 93 1
Mio canss1mo,
Ma bravo, il mio Carlo! Oltre tante altre eccellenti, esimie qualità,
possiede anche quella di perfetto schermidore. Tu mi usi la più cavalle­
resca amabilità, protestando di non avere alcuna difficoltà a che si parli
fra noi di un tema indubbiamente scottante : il concorso 1 • Dici anzi di
aver grato che se ne discuta. Ma poi con elegantissimo garbo, mi lasci in
asso e mi neutralizzi con delle parole magistrali. Oh, certo, io non ti
chiedo e non ti posso chiedere quale sarà l'esito della non semplice
e non agevole prova! So benissimo che la riunione di cinque professori
14
Lettm di Buonaiuti a ]emolo
193 1
universitari per una decisione del genere di quella a cui dovet� addivenire
voi altri, è il campo dell'imprevisto e dell'incerto per eccellenza. Ma
a me, sto per dire, più che l'esito definitivo del concorso, sta a cuore di
sapere che la mia valutazione su qualche candidato, è d'accordo con la
tua. Può darsi che istintivamente questo equivalga ad avere una certezza
sulla conclusione. Ma non voglio esaminare le zone del subcosciente. E,
alla superficie della coscienza, c'è soltanto il desiderio di sapere se tu ti
proporrai di salvare ad ogni costo il mio M. [agni] . Fermissimamente tu
mi poni dinanzi all'alternativa che M. [agni] possa essere primo o fuori di
terna. Troppa grazia sant'Antonio e insieme troppo poco! Della prima
eventualità non mi curo ; la seconda mi fa spavento. Ma tu prospetti la
possibilità che dopo l'esame minuzioso che ti proponi di fare dei titoli,
qualcuno salti su a segnalarti lacune sensibili nel Magni. No, mio caro.
Solmi 2 e Leicht 3 possono fare quel che vogliono : non insegneranno
nulla a ]emolo. Mai e poi mai. E quindi ho ragione di puntare molto
più di quanto tu stesso ora non faccia, sul tuo apprezzamento. Detto
questo, non parliamone più, se non quando tu verrai a Roma.
Io dovrò partire fra qualche giorno - non a pena avrò il passaporto
- per la Svizzera. Un mio vecchio carissimo amico - un arcimilionario
milanese - gravemente infermo a Berna, desidera che vada a trovarlo 4.
Spero mi lasceranno passare la frontiera 5• Ma a mezzo settembre sarò
certamente di ritorno. Ti vedrò, dunque, non è vero?
Purtroppo non conosco lavori, né italiani né stranieri, sul metodo
di reclutamento del clero. Hai ragione di dire che è argomento delicatis­
simo. Ma proprio gli argomenti più delicati sono i meno discussi dinanzi
al pubblico.
Buona fine di villeggiatura a te, alla tua cara Adele, ai tuoi deliziosi
piccoli.
Ti abbraccio.
nuovo codice civile del Regno d'Italia e nel progetto di codice di procedura civile. Le sue opere
riguardarono la storia del diritto, la storia del Risorgimento e problemi di politica estera. Sulla
sua opera scientifica, cfr. B. P.IRADISI, Gli studi di storia del diritto italiano... ci r., pp. 436-44 1 ; E.
RoTI, Arrigo So/mi nella sua opera di storico e di politico, in «Annali di Scienze politiche», 1 934, pp.
1 -68; G. P. BoG'JETil, L 'opera storico -gimidica di Arr(go So/mi e il ptvblema dell'oggetto e del metodo della
storiografia del diritto italiano, in « Rivista di sroria del dirirro italiano», XVII - XX (1 944-47), pp.
1 7 1 - 1 99 ; P. F. PALL'MBO, A rrigo So/mi, Roma, cip. del Senato, 1 947 (estrarro dal « Bulletcino
dell'Istituto storico italiano per il Medio Evo e Archivio Muratoriano>>, n. 60) ; In., Scritti di storia
giuridica medievale di Arrigo So/mi, in In., Studi medievali, Roma - Lecce, Ed. Europa, 1 965, pp.
463-473; L. MoNZALI, A rrigo So/mi storico delle relaifoni intemazionali, in « Il Politico», LIX ( 1 994),
pp. 439-467.
3 Su di lui v. nora 7 alla lerrera n. 53.
4 L'amico da visitare a Berna era Guido Cagnola.
5 Sulle difficoltà burocratiche e politiche incontrate da Buonaiuci per ottenere il passaporto,
cfr. L. BEDESCIII, Buonaiuti, il Concordato .. cir., pp. 1 87-1 89.
210
Ernesto
1 Cfr. lerrera n. 96.
2 Arrigo Salmi (Finale Emilia 1 873 - Roma 1 944), storico del diritto italiano e uomo politico.
Insegnò nelle Università di Camerino, Cagliari, Siena, Parma, Pavia (dove ricoprì la carica di
rerrore). Successivamente insegnò anche scienza politica a Milano e diritto comune a Roma.
Depurato al parlamento nel 1 924, sorrosegretario al Ministero dell'Educazione N azionale dal
1 932 al 1 935, ministro di Grazia e Giustizia dal 1 935 al 1 939. Ebbe parte nella pubblicazione del
21 1
.
99
Roma, 7 settembre 1 93 1
Mio canss1mo,
Ad una settimana di distanza dall'inizio delle pratiche per il passa­
porto, questo passaporto è ancora di là da venire. Comincio a temere
che quando l'avrò, non mi servirà più. Perchè frattanto il mio malato di
Berna si è sentito dire dal medico curante che la sua cura è lunga e che
potrà essere praticata ugualmente bene fuori della casa di cura. Sicché
potrà darsi che sul declinare del mese, il mio amico se ne torni nella sua
villa di Gazzada, in quel di Varese.
Il mio viaggio pertanto d'oltre confine si fa problematico. Potrò in
cambio andare a Varese. Ma quando? 1 Ci sarà tempo : se si tratta di
cura lunga e di incerto esito. Temo si tratti di cosa cronica.
Comunque, fra una settimana, quando tu verrai qui, mi troverai
indubbiamente ... in sede. Sarò felicissimo di vederti. Telefonami a pena
qui : ti voglio vedere subito.
Quel monsignore di cui ti parlai, a proposito del Cuccagni, si chiama
Erminio Jasoni
ed è sempre al Laterano. Tipo leggermente vqyeur,
è però fondamentalmente buono e servizievole. Ma potrai vederlo di
persona, quando sarai qui.
Gli amici cominciano a tornare dai loro viaggi estivi : Anna 2
dall'Olanda, Mario N iccoli dal Belgio, gli altri dal loro periplo minore.
-
212
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
193 1
E la vita riprende il suo corso normale.
Non dubito che la tua piccola 3 sia perfettamente ristabilita.
Saluti cari ad Adele.
Ti attendo con desiderio.
Tuo
E. Buonaiuti
conoscere. E l a sua famiglia è raccomandabilissima sotto ogni punto di
vista. Quando tu e Adele farete un viaggio a Budapest potrete constatarlo.
Vi prego di essere utili in qualche modo alla signorina, quando si
presenterà con la mia lettera. Spero non vi dia fas tidio e non vi appaia
indiscreto questo mio intervento.
Ti ringrazio di nuovo per avere così letteralmente effettuato quel
che mi avevi preannunciato a proposito del concorso nel nostro primo
colloquio del settembre scorso.
E ti prego di trasmettere i miei più cordiali saluti ad Adele, che ho
riveduto con gran gtOla.
Ti abbraccio.
1 In effetti Buonaiuti si recherà a visitare l'amico Cagnola nella sua villa di wzzada - Schianno
nel mese di settembre (cfr. ibid. , p. 429).
2 Forse Anna De Micca, allieva di Buonaiuti (v. nota 1 alla lettera n. 39).
3 Adele Maria ]emolo.
213
Ernesto B.
1 00
Roma, 28 ottobre 1 93 1
Carissimo Carlo,
Ti avevo atteso nei giorni di lavoro della commissione 1• E vera­
mente avrei molto amato vederti. Una conversazione con te è sempre
cosa deliziosa, anche quando mi tratti da aberrante : anzi, specialmente
allora.
Poi ho pensato, per un istante solo, che un nuovo mio assalto in
favore dell'amico pericolante non ti sorridesse gran che. Ma ho cacciato
sull'istante stesso la tentazione di sospetto temerario.
Mi sono convinto più tosto che ti riservavi di darmi la buona
nuova a cose fatte : e così è stato.
In fondo, sono più che soddisfatto dell'esito 2• Anche perché mi ha
dato la prova palmare della giustezza della mia previsione, che tu saresti
stato il meneur dei lavori della commissione giudicatrice. E come avrebbe
potuto essere diversamente?
Son rimasto, è vero, col rammarico della tua mancata visita. Ma se
andrò a Milano mi rifarò ad usura. E del resto sono sicuro che a data
non lontana tu ricapiterai qui per qualche incombenza cassazionalista!
Verrà a Bologna, per un breve periodo, a studiare sul posto il
Creti, una signorina di Budapest, nipote della nostra cara amica J acotta
Alcsuti. Io mi sono permesso di fornirla di una lettera di presentazione
per voi. È una signorina fine e graziosa, che non vi dispiacerà di
1 Si tratta della commissione giudicatrice del concorso alla cattedra di diritto ecclesiastico
dell'Università di Urbino, i cui lavori si erano svolti dal 20 al 23 ottobre 1 93 1 .
2 Buonaiuti s i riferisce all'esito del concorso urbinate. Cfr. l a nota 1 alla lettera seguente.
1 01
Roma, 1 ° novembre 1 93 1
Carissimo,
La signorina ungherese che verrà a battere alla vostra porta, chie­
dendo un po' di compagnia amichevole durante la sua permanenza costì,
si chiama Alcsuti, ed è nipote di quella tale signora J acotta che è qui tra
le più fedeli del mio piccolo gruppo e che supponevo ti fosse nota. Ma
forse tu non eri già più qui, quando essa si avvicinò a me. La signorina
viene direttamente da Budapest. Grazie per tutto che farete in suo
vantaggio.
Sì, ti dirò con tutta schiettezza che Magni non è rimasto quel che
si dice appagato per l'esito del concorso 1 • E - adolescente di spirito
ancora com'è, abituato nella vita a non incontrare ostacoli o difficoltà
- non ha forse assunto subito, dinnanzi al responso, quell'atteggiamento
di corretta dignità che altri, più navigato, avrebbe certamente assunto.
Ho detto a lui, con la mia spontaneità consueta, la parola che mi
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
193 1
sembrava acconcia. E dico a te, appunto, che occorre lascia.�;e tempo al
tempo. Diverrete, molto più presto di quanto non ti immagini, cordialis­
simi arruCl. E tu hai fatto benissimo a incoraggiarlo in questo senso,
offrendogli tu stesso il trattamento più familiare.
Certo, l'amicizia tua per il Bertola 2, manifestatasi così vittoriosa­
mente, si interporrà sempre fra te e lui. Credo veramente che da questa
amicizia, di cosi veneranda data, tu ti sei fatto leggermente prendere la
mano. E
per essere con te sincero fino in fondo - ti dirò che
avresti dovuto essere un po' più cauto. Ma non te ne faccio rimprovero.
Perché io stesso reputo l'amicizia cosi alta e veneranda cosa ; ricordo io
stesso in condizioni similari di aver fatto cosi rischioso omaggio ad ess a ;
che non oso davvero rimproverarti, anzi i n cuor mio lodo il tuo contegno
commendevole. Altri, naturalmente, giudica in altro modo. Ma non
occorre mai indugiare a raccogliere il lustro dei commentari accademici.
Per mio conto, reputo che Magni può benissimo accontentarsi di come
gli sono andate le cose. E l'ho detto a lui in tutte lettere.
Sei stato molto caro nell'associare il mio nome all'anniversario
gioioso che si compie in questi giorni. Quando, riandando alla mia
procellosa esistenza negli anni della mia attività didattica, voglio arrestarmi
su una data che mi dia conforto e giubilo, penso proprio alla benedizione
della vostra unione e della vostra felicità. È tutto puro merito vostro se
mi avete conservato un'affezione che non potete immaginare qual pre­
zioso viatico sia per il mio incerto e duro andare!
Dio vi benedica sempre e con una pienezza ricca all'infmito!
Auguri a te, in particolare, per il tuo imminente onomastico.
Ad Adele le mie felicitazioni più v1ve.
A te un lungo abbraccio.
volume. Nella sfera del diritto positivo il Magni presenta u n volume Intorno al nuo/lo diritto dei CII/ti
acattolici, che mostra larga cultura nell'ambito del diritto pubblico, e buona capacità costruttiva,
sia pure suscettibile di ulteriori raffinamenti. La Commissione nota nella produzione del Magni
un rapido progresso, segna al suo attivo l'essersi occupato di punti vitali della disciplina, toccando
due dei diversi campi di cui essa consta, e confida che il Magni continuerà il suo perfezionamento
e la sua ascesa, e diverrà tra breve uno dei più egregi cultori del diritto ecclesiastico>> (« Bollettino
ufficiale del Ministero dell'educazione nazionale>>, X ( 1 932), parte II, vol. II, p. 1 46).
2 Arnaldo Bettola (Sostegno, presso Vercelli, 1 889 - Torino 1 965), giurista. Dal 1 9 1 3 al 1 928
ricoprì incarichi nella magistratura, essendo anche presidente del tribunale di Rodi, per poi
passare all'insegnamento universitario. ubero docente di diritto ecclesiastico e incaricato di diritto
coloniale nell'Università di Torino, nel 1 93 1 vinse la cattedra di diritto ecclesiastico nell'Università
di Urbino. Successivamente passò a Pavia e a Torino, dove insegnò anche storia e politica
coloniale. Scritti principali : 11 regime dei m/ti ir1 Turchia (1 925), Le{joni di diritto coloniale (Torino
1 930), Letfoni di diritto ecclesiastico (Torino 1 934), Matrimonio religioso (Roma 1 936), Letfoni di diritto
canonico (Torino 1 946), Corso di diritto ecclesiastico (Torino 1 954), 11 matrimonio (Milano 1 963). Sul
suo apporto cfr. S. FERR.IRI, Ideologia e dogmatica.. cit., pp. 1 74-1 76. Le rnissive di ]emolo al
Berrola durante la prima guerra mondiale sono state edite in appendice a A. GALANTE GARRONE
M. G. Al'ALLE, Artmv Carlo ]emolo... cit., pp. 1 97-243.
214
-
Ernesto B.
1 Magni fu designato ad occupare i l terzo posto nella terna concorsuale dei vincitori per la
cattedra urbinate, dopo Arnaldo Bertola e Giuseppe Forchielli. Il Magni riporrò un giudizio cosl
formulato: « E' un concorrente giovane di anni, ma che ha indefessamente lavorato. Nell'ambito
della storia del diritto della Chiesa egli presenta due volumi di Ricerche sopra le ele{joni episcopali,
che mostrano larghissima cultura, e che sono altamente pregevoli per il completo esame delle
fonti compiuto dall'autore. Senza pronunciarsi sui risultati cui perviene il Magni, e che toccano
uno dei punti più dibattuti della storia del diritto della Chiesa, la Commissione apprezza molto il
lavoro, anche se talun commissario debba rilevare qualche difetto di costruzione nel primo
215
.
-
1 02
Roma, 28 novembre 1 93 1
Mio canss1mo,
Dalla signora Alcsuti ho avuto notizia delle cortesie, apprezzatissime,
che tu e Adele avete usato alla sua nipote. Ho avuto anche sentore della
gratitudine che hanno concepito verso di voi i genitori della ragazza,
a Budapest. Ti sono tanto grato anch'io di aver fatto cosi amabile
accoglienza alla piccola storica dell'arte.
Si, ho seguito la via che mi ero prefissa, ma con la dominante cura
di porre in luce le ragioni strettamente religiose che me la ispiravano,
e di eliminare qualsiasi connotazione extrareligiosa del mio atto 1 • N on
so ora quali saranno le sanzioni che adotteranno. I pettegolezzi sono
infiniti, ma tutti, penso, destituiti di qualsiasi consistenza. Ho molto
lungamente riflettuto sul consiglio che tu mi hai dato. Ma persisto nel
ritenere mio dovere rimanere qui, sicuro che c'è un'azione e c'è un'effi­
cacia invisibile ed infallibile in ogni fedeltà, anche ignorata, ad un ideale
che si immedesima con la vita di ogni giorno 2•
Quest'anno mi pare anzi che le mie possibilità di lavoro stano
sensibilmente cresciute. E guando, spero presto, ci rivedremo, te ne
potrò parlare.
Saluti e auguri affettuosissimi alla tua Adele.
A te, il sentimento più fervido della mia immutata amicizia fraterna.
Ernesto B .
1 Nella seconda decade del novembre 1 93 1 Buonaiuti aveva rifiutato - insieme con altri
undici colleghi - di prestare giuramento di fedeltà al regime fascista, ai sensi dell'art. 18 del
r.d.l. 28 agosto 1 93 1 (cfr. Filosofi UnùJCrsità Regime. La Scuola di Filosofia di Roma... cit., pp. 133- 1 58).
Sulle motivazioni dell'atto di Buonaiuti si veda quanto scriveva a Cagnola in L BEDESCHJ, Buonaiuti,
il Concordato... ci t., pp. 1 89-1 92 e al Missir in Una vita allo sbaraglio... ci t., pp. 227-228, oltre
a Pellegrino di Roma. .. cit., pp. 277-282, 544 nota 1 99.
2 Jemolo aveva consigliato Buonaiuti di accettare qualche incarico all'estero, ma questi aveva
perentoriamente rifiutato l'idea di lasciare l'Italia (cfr. quanto scriverà al Cagnola il 25 dicembre
seguente, in L. BEDE CHI, Buonaiuti, il Concordato... cit., p. 1 92).
1 03
Roma, 25 dicembre 1 93 1
Carlo mio carissimo,
Grazie del tuo buon messaggio e del tuo sollecitissimo abbonamento
sostenitore. Sei sempre l'amico fraternamente fedele, nella buona e nel­
l'avversa fortuna. La mia, non avrebbe potuto essermi più avversa di
così 1 Ma, te lo dico molto semplicemente, non me ne sgomento affatto.
In fondo all'anima mia anzi è un profondo senso di compiacimento per
aver avuto modo di dare così precisa testimonianza alle idee che vado
perseverantemente bandendo e propagandando.
L'indispensabile alla vita non mi mancherà. Non ho che il carico
della mamma e potrò ridurre a proporzioni molto più modeste il mio
tenore di vita. Par che mi lasceranno una modestissima pensione - in
base ai tanti anni di servizio - e farò in modo che questa sia pari al fitto
della mia futura residenza 2• Per il resto, sarà facile trarmi d'impaccio.
Tutta questa metamorfosi della mia vita, alla fresca età di cinquant'anni,
mi dà un gaudioso senso di rinascita, di incominciamento, che può essere
l'equivalente illusorio della tramontata giovinezza. Mai mi sono sentito
leggero e agile come ora - di corpo e di spirito. E vado incontro, con
fiduciosa serenità, all'ultimo < .> della mia non placida odissea.
Sono tanto felice di sapere del tuo lavoro e della efficacia del tuo
insegnamento. Tutto quello che tu mi scrivi è così pieno di vita e di
•
•.
217
193 1
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
216
originalità, che pregusto l a gioia che tru daranno le tue osservazwru sul
problema cui alludi.
Auguro al tuo lavoro, per il nuovo anno che comincia, sempre più
alacre e robusta espansione. E auguro a presto - senza fare infausti
oroscopi per altri - la tua venuta a Roma.
Ad Adele carissima, ai tuoi cari ragazzi, a te voti più fervidi.
Ti abbraccio più che mai tuo affezionato
E. Buonaiuti
1 In seguito al rifiuto del giuramento fascista, con lettere del 1 2 e del 3 1 dicembre 1 93 1 il
rettore dell'Università di Roma comunicò a Buonaiuti il suo <<esonero» dal servizio di professore
universitario a datare dal 1 o gennaio successivo <<per incompatibilità con le generali direttive del
Governo» (cfr. Pellegrino di Roma... ci t., p. 282 ; Filosofi Università Regime. La Scuola di Filosofia di
Roma... cit., p. 1 35).
2 I n realtà, non avendo maturato l'anzianità di servizio allora necessaria per la pensione,
Buonaiuti si vide riconosciuta solo una piccola somma a titolo di liquidazione. Come rileva
Donini <<sul terreno economico egli si venne cosl a trovare praticamente allo sbaraglio» (Una vita
allo sbaraglio.. cit., p. 228 nota 3).
.
21 8
1 04
Roma, 21 gennaio 1 932
Carissimo J emolo,
Grazie della tua cartolina. Ti aspetto con v1vlss1mo desiderio. Ti
porterai via con te il Corpus Juris Can.[onici] e i primi sei volumi dell'Be­
fele 1 • E vedrai, nella mia biblioteca in decomposizione, se vi sia qualco­
s'altro di buono che faccia al caso tuo. Non ho chiesto dei prezzi
correnti in antiquariato. Ma di questo non ti dare pensiero. Avremo
tempo di rendercene edotti. Io non ho tanto bisogno di incassare subito :
quanto di accendere crediti per l'avvenire, che potrà essere duro. E ho
bisogno sopra tutto di alleggerire il mio carico librario - e il mio carico
di suppellettile domestica - per essere libero di movimenti e leggero,
come la precarietà del mio destino esige. Ho tante volte proclamato
beati i merli del mio abete, che non mi par vero di essere agile e sgombro
come loro. Sia benedetto S. E. Balbina Giuliano! 2
Saluti carissimi ad Adele.
A rivederci presto!
Tuo
Ernesto B.
1 Cfr. nota 3 alla lettera n. 1 05.
2
219
1 932
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Cfr. nora 5 alla lettera n. 7 1 .
1 05
Roma, 12 marzo 1 932
Carlo canss1mo,
Mi spiace molto, molto che la fugacità di queste tue visite a Roma
e la premura delle incombenze legali che vi ti spingono, rendano impos­
sibile il vederci. Mi sarebbe tanto più cara una conversazione a quat­
tr'occhi, anziché la rapida e monca comunicazione telefonica con te.
Non ti concederai mai, a Roma, una giornata sola di completo e assoluto
riposo?
Il libraio di Bardi, al quale, in seguito al tuo consiglio, mi sono
rivolto perché mi indicasse i prezzi commerciabili dei volumi che vorrei
vendere a te, mi ha dato le informazioni desiderate con una sollecitudine
esemplare. Veramente ti dirò con tutta schiettezza che mi paiono, alcuni,
prezzi un po' troppo bassi. Ma io non voglio davvero stare a fare con te
disquisizioni di tal natura. Ci mancherebbe altro!
Il libraio dunque mi dice che il prezzo commerciabile del Friedberg 1
sulla cui copertina io trovo scritto a penna lire 65 : e questo per
l'epoca in cui l'acquistai, vale a dire il 1 9 1 O - può essere oggi di lire
1 00. È il prezzo che mi pare più basso.
Prezzo del Gotofredo - Codex Theodosianus - lire 220 - (sono
6 volumi, come sai 2) . Histoire cles Conciles - di Hefele-Leclercq 3
- i primi 6 voli. - lire 30 a volume. Ho poi il Codex J ustinianus
nell'ed. Kruger 4, che potrei anche darti.
E poi, per SO lire, il volume del Maurain sulla politica religiosa del
II impero s e i 3 volumi del Thomas sul Concordato del 1 5 1 6 6.
Va bene?
Altra roba potrò mettere da parte per te, mano mano che vado
assottigliando questo enorme e imbarazzante carico di libri �he parali�za
i miei movimenti di affittuario alla ricerca del più economlCo allogg10.
Dimmi se posso mandare senz'altro tutti i volumi in casa della
signora Matilde 7 o se posso spedirteli in una cassa a Bologna.
Grazie di tutto.
Con tanti tanti saluti cordialissimi alla tua Adele e ai tuoi can
figliuoli.
Tuo
E. Buonaiuti
-
1 Si tratta dell'edizione principe del C01pm iuris canonici, curata dallo studioso Emil Albert
Friedberg (Konitz 1 837 - Lipsia 1 9 10 ) ed edita, in seconda edizione, a Lipsia nel 1 88 1 . Dotata di
un grande apparato critico e di una disposizione tipografica particolarmente elaborata.
2 Cfr. J. GoTIIOFREDI, Codex Tbeodosiatms CtlfJ/ COIJ/11/entariis, Lugduni 1 665. Il «Codex Theodo­
sianus», promulgato nel 438, interessava il canonista Jemolo per essere la pnma collez10ne
autentica di costituzioni imperiali emanate da Costantino Magno fino a Teodos10 L I . Oltre ad
essere opera rara sul mercato antiquario, l'edizione di J acques Godefroy (1 587 � 1 652) era ricercata
per l'ampio commento ai testi (cfr. A. V,\N How·:, Prolegomena, « Commentanum Lovcaruense tn
Codicem Iuris Canonici>>, vol. l rom. l, cditio altera, Mechliniae - Romae, 1 945, p. 570).
1 Si tratta della monumenrale opera di C.J. H ErELE, Histoire des Conci/es d'apris /es documents
originaux, nouve//e trad jrançaise corrigée et augmentée de notes critiques et bibliograpbiques par un religieux
l J . Leclercq ] , l, Paris, Letouzey et t\né, 1 907-...
. .
Probabilmente Buonaiuti si riferisce all'edizione del Codex justtmam1s curata da P. Kruger ed
edita in un solo volume a Berlino nel 1 877. Ma potrebbe anche indicare la nuova edizione del
corpo giustinianeo che era stata completata proprio due anni prima in quattro volumi curati,
bénédictin
4
,
..
220
221
1932
Lettere di Buonaiuti a }emolo
rispettivamente, dal Kriiger per le « lnstitutiones», i <<Digesta» e il <<Codex, e da R. Schoell e G.
Kroll per le <<Novellae» (Berlino 1 928-29). Il Kriiger era critico ben noto ai roìnanisti per aver
seri tto anche la Ceschichte der Quellen und Literatur des rò"mischen Rechts.
5 J . MAL'RAIN, La polilique ecclésiastique du Second Enpirt de 1852 à 1869, Paris, Alcan, 1 930.
6 J . THOMAS, Le concordai de 15 16. Ses origines son histoire au )(1/Je siècle, 3 voll., Paris, A Picard,
successeur, 1 9 1 O.
7 Matilde Cecchini, la suocera di Jemolo.
1 07
[. . .] di salire quassù per rievocare insieme i vecchi indimenticabili
giorni, per cogliere le differenze fra i nostri primi anni lontani, saturi di
entusiasmo, e questa nostra posatezza attuale, figlia di tante prove e di
tante esperienze!
Alla tua cara Adele saluti fervidissimi.
A te un abbraccio di gran cuore.
1 06
Ernesto
Roma, 1 8 marzo 1 932
Carissimo, carissimo,
Troppa grazia, sant'Antonio! Tu vuoi farmi arricchire. Per pochi
libri che ho messo a tua disposizione, tu mi mandi un assegno così
rilevante! No, per carità, non mi abituare così male!
Il pacco - anzi il carico di libri destinato a te (Corpus J uris
Canonici del Friedberg, Codex Theodosianus col commento del Go­
thofredo, 6 volumi Hefele, Codex J ustinianus ed. Kriiger, Concordato
1 5 1 6 e 1 80 1 , il grosso < . . .> « Leggende del medio evo» e Harnack, pure
grosso, «Tristano e Isotta») è tutto preparato all'ingresso 1 . Un'agenzia di
spedizioni verrà ad imballarlo e a spedirlo per te - al tuo indirizzo di
Bologna. Va bene? La partita rimane aperta, oh sì, ma con un debito mio
e un credito tuo. Debito pecuniario, e debito morale. Questo secondo più
ingente del primo. Sei stato e sei così caro con me. Non lo merito. Ma
tu pure hai un debito : quello di farti vedere quando vieni a Roma.
Ma più io conto di averti presto qui vicino, per sempre : con i tuoi.
E allora sì che non potrai scappare.
Domani vado a San Donato. Quanti bei ricordi lassù!
Con tante cose affettuosissime a te, ad Adele, ai tuoi.
Tuo
Ernesto
1 In aggiunta ai volumi elencati nella lettera precedente, Buonaiuti indica probabilmente : L
Le concorda! de 180 1 . l:;tude bistorique et juridique, Paris 1 904 ; H. A GUERBF.R, Myths and
Legends of Middle Ages, London 1 909 ; A. VoN HARNACK, Lehrbuch der Dogmengeschichte, 3 voli.,
Friburgo in B. 1 886 - 1 889 (rrad. it. Mendtisio 1 9 1 2 - 1 9 1 4) ; un'edizione non meglio definita del
Tristano ed !solfa.
CROL'Zll.,
1 Frammento di lettera. Si può collocare qui come termine ad quem in ragione del fatto che
i soggiorni all'<<eremo» di San Donato da pane del Buonaiuti e del suo gruppo di discepoli
e amici terminarono nel giugno 1 932 (cfr. la lettera a Missir del 14 giugno 1 932 in Una vita allo
sbaraglio. . cit., p. 248).
.
1 08
Roma, 1 0 luglio 1 932
Carlo canssrmo,
Eh sì, veramente. Molto, troppo è durato il tuo silenzio. Ma non
mi sono adontato per questo. Del tuo lavoro intenso e indefesso non
solamente mi giunge contezza da molte parti, ma, sopra tutto, ho la
documentazione eloquente nella tua produzione pingue e ininterrotta. Ti
sono grato di mettermi in grado di seguirla, almeno in parte. Sarebbe
pertanto stolta pretesa la mia se mi attendessi da te una corrispondenza
più nutrita. È sufficiente al mio sentimento sapere che mi ricordate con
fedeltà e affettuosità. E quanto questo più mi risulta, molto bene. Grazie!
Dal mio itinerario genovese Bologna era troppo distante, perché mi
potessi permettere la gioia di una visita costì. Ma se andrò a Milano,
non dubitare, Bologna sarà intermezzo obbligato 1 •
I l caro Magni è qui, un piacevolissimo e discretissimo ospite. Stiamo
bene insieme. La prospettiva, radiosa davvero, di Parma l'ha messo un
po' in subbuglio. Sarebbe veramente, la chiamata colà, una grande fortuna
e sarebbe, pure, un eccellente stimolo alle sue capacità, che apprezzo
sempre più e da cui credo possa aspettarsi molto bene. Ma riuscirà?
223
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1932
Non parlare di sistemazione di conti, di partita. Vorrei essere tuo
«creditore» (!!) per molto, molto più - e avere partita aperta all'indefinito.
A Genova ho avuto grandi soddisfazioni 2• Questo lavoro di apo­
stolato randagio e saltuario mi piace immensamente.
L'anno prossimo però vorrei organizzare qui a Roma qualcosa di
stabile e di continuativo : una scuola libera di studi religiosi 3. Mi sarà
.
consentito . . . ";).
Auguro a te, ad Adele, ai tuoi cari piccoli, l e vacanze più prospere
e più liete.
Spero di vederti prima della vostra partenza per la montagna.
Ti abbraccio con fervore.
Tuo
Ernesto B.
di formulare l'ipotesi che quando che sia io possa ancora apparire come
tuo creditore? Proficua assai la tua professione, se sei così abile nel
trasformare in creditore un debitore come me! Grazie, grazie!
Auguro a te, ad Adele, ai tuoi figli, vacanze placide, corroboranti,
serene.
Io dopo la non lunga parentesi varesina 1 , sarò qui di nuovo al mio
lavoro.
Mi proporrei di ultimare il mio secondo volume gioachimita 2 e di
preparare intensamente il corso libero di storia religiosa che intendo
inaugurare nel prossimo novembre.
Quando ti rivedrò qui?
Ti abbraccio con vivissimo, riconoscente affetto.
Tuo
222
1
Come chiarisce poche righe p i ù avanti, nel 1 932 Buonaiuti intraprese una discreta attività
di conferenziere specialmente nei circoli culturali e nelle sedi di gruppi protestanti italiani (cfr.
Pellegrino di Roma. . . cir., pp. 287 e seguenti). Una delle tappe fu Genova, dove Buonaiuti tenne
nel maggio 1 932 quattro conferenze su altrettanti grandi tappe della storia del Cristianesimo : il
messaggio paolina, il problema del male e il pensiero agostiniano, la formazione della Scolastica,
i movimenti riformati e la Controriforma (cfr. Una vita allo sbaraglio. . . cit., p. 245).
2 Cfr. il resoconto delle conferenze genovesi datone al Cagnola in L. BEDESCHI, Buonaiuti, il
Concordato. . . cit., pp. 202-203, e al Missir in Una vita allo sbaraglio... cit., p. 246. Sulle risonanze
politiche di queste conferenze il prof. Giovanni Battista Varnier mi segnala la documentazione
conservata in ARcHIVIO 01 STATO, GENOV.I, Prefettura, Archivio di gabinetto, pacco n. 223, s. fase. 9 - 1 4.
1 Quasi sfidando gli impedimenti che gli erano stati frapposti dalle autorità ecclesiastiche
e politiche, Buonaiuti intendeva tenere, a cominciare dal novembre successivo - un regolare
ciclo di lezioni di storia delle religioni, equiparato a quello universitario, a Roma, presso
l'Associazione cristiana dei giovani (cfr. Pellegrino di Roma. . . cit., pp. 288-289; L. BEDESCHI, Buonaiuti,
ti Concordato... cit., pp. 202, 204-205). Sui rapporti tra Buonaiuti e le chiese evangeliche, cfr. G.
Roe H AT, Regime fascista e chiese emngeliche. Direttive e articolaifoni del controllo e della repressione, Torino,
Claudiana, 1 990, pp. 9 1 , 1 1 0, 1 58, 1 77, 1 92- 1 93, 207, 3 1 0.
1 09
Roma, 3 1 luglio 1 932
Carissimo mio,
Non so dove e quando questa mia ti raggiungerà. Ma, comunque,
non voglio tardare un istante a darti comunicazione che ho ricevuto la
tua raccomandata con il pingue assegno bancario. Hai ancora. . . il coraggio
E. Buonaiuti
1 Buonaiuti sarebbe partito il l o agosto per la villa di Gazzada - Schianno, sul lago di Varese,
ospite dell'amico Cagnola per una 1·entina di giorni (cfr. Una 1Ùa allo sbaraglio. . . cit., p. 255).
2 Si tratta del secondo volume degli scritti inediti di Gioacchino da Fiore, De artic11lis jìdei,
che sarà pubblicato a Roma dall'Istituto storico per il Medio Evo nel 1 936, con una lunga
introduzione di Buonaiuti (pp. XCI I l , 1 1 7) .
1 10
Roma, 1 7 novembre 1 932
Carlo canss1mo,
Sono in ritardo con questa mia risposta all'ultima tua, come sempre
amabilissima e gratissima.
Ma tu mi scuserai. Ho avuto giornate molto occupate. Sai che ho
preso l'iniziativa di un corso libero e ho dovuto consacrare tutto il mio
tempo e tutte le mie energie a far sì che la fiducia e l'aspettativa del mio
buon auditorio non dovessero uscirne deluse. Sono soddisfatto 1 •
Magni è raggiante per la chiamata a Parma. Più lo conosco e più
sono lieto di constatare che è un giovane dalle qualità sode e dalle
capacità ricche. Questa chiamata, stimolandolo e solleticandolo, lo porterà
a lavorare con molto maggiore intensità. Sono proprio lieto per lui 2•
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1932
ll destino di Raffaello mi ha profondamente amareggiato. Non avrei
mai e poi mai voluto credere a così doloroso epilogo 3. Po trà ripararsi
l'accaduto? Temo tanto che no.
Non capiti mai a Roma?
Tante cose affettuosissime alla tua Adele.
A te un grande abbraccio.
felicissimo di pubblicare la tua rassegna. Se accetti, ti mando subito
i 2 volumetti, che probabilmente hai tu stesso ricevuto.
Attendo un tuo cenno di risposta.
Saluti affezionatissimi ad Adele.
Ai tuoi figliuoli baci can.
Auguri fervidissimi.
224
Ernesto B.
225
E. Buonaiuti
1 Cfr. nota 3 alla lettera n. 1 08. L'uditorio di Buonaiuti si componeva di centoventi persone,
a suo dire, <<rutte attentissime e costiruenti un pubblico di prim'ordine» ( Una vita allo sbaraglio...
cit., p. 265).
2 Magni era stato nominato professore straordinario nell'Università di Parma il 1° dicembre
1931.
o n c i è possibile precisare cosa fosse accaduto a Morghen nel novembre 1 932. Da una
responsiva di ]emolo, del 1 7 ottobre precedente, sembrerebbe potersi desumere che a Morghen
si fosse presentata l'opportunità - di lì a poco s fumata - di lasciare l'insegnamento liceale per
una sistemazione accademica più consona al lavoro di ricerca (cfr. Lettere a Raffaello Morghen. . cit.,
p. 67).
1 Il contributo ftnanziario di Jemolo era diretto alle <<Ricerche religiose». Cfr. la lettera n. 88.
2
Tra la ftne di novembre e i primi di dicembre 1 932, Buonaiuti aveva tenuto un intenso
giro di conferenze nell'Italia settentrionale: Torino, Milano, Padova, Bergamo, Gorizia, Venezia,
Torre Pellice. Nella capitale lombarda Buonaiuti aveva affrontato il tema dell'esperienza del
modernismo (cfr. Una 1•ita allo sbaraglio.. cit., pp. 266-267).
1 Si tratta di due saggi di R. Mazzetti, Il cardinale A ngelo Maria Querini: uomini e idee del '700 e la
nascita del giansenismo bresciano, con lettere inedite, Brescia, Vannini, 1 932, pp. 1 42, e Relai)oni fra il
giansenismo pal'Cse e il giansenismo toscano, in <<Miscellanea pavese», CXXX (1 932), pp. 83-1 1 9.
.
.
111
Roma, 23 dicembre 1 932
Carlo canssuno,
Grazie assai della tua lettera - quanto attesa! - e del tuo abbona­
mento sostenitore 1 •
L'ultima mia andata a Milano è stata un'andata turbinosa 2• Avevo il
mio corso qui a Roma che mi richiamava d'urgenza, senza concedermi
ventiquattro ore di respiro, e le tappe del mio itinerario erano fitte, fitte.
Sono stato dolentissimo di non poter fare la progettata e desiderata
fermata a Bologna. Ma è in vista un nuovo viaggio in alta Italia e allora,
non dubitare, mi vedrai arrivare a Via San Donato.
Senti. Mi hanno mandato, per recensirli, due fascicoli che sono di
assoluta tua competenza. « <l Card. Querini e la disputa del giansenismo
bresciano» e « Relazioni fra il giansenismo pavese e il giansenismo tosca­
no» 3. Ogni altra recensione di questi due saggi non fatta da te sarebbe
recensione di incompetenti. Ma sei tu disposto a recensire in « Ricerche
Religiose»? Me lo devi dire schiettamente, senza complimenti. Io sarei
15
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
226
1933
1 12
Roma, 1 8 gennaio '33
Carissimo,
Perdonami il ritardo di questa mia. Sono stato, un'altra volta, assente
da Roma, per un nuovo ciclo di conferenze a Genova e a Torino 1 •
Ormai sono un commesso viaggiatore. Ma, finché mi rimangono possi­
bilità di lavoro ed energie fisiche, non me ne lamento. Quanto prima,
sarò a Bologna e allora, finalmente, potrò avere la gioia di ritrovarmi
sotto il vostro tetto ospitale e potrò rivedere i vostri figliuoli, che mi
aspetto di ritrovare cresciuti e grandi oltre ogni dire. Come sono grato
a Tiri del suo amabile, sorridente saluto!
« La Chiesa romana» ha destato una certa impressione 2• È, indubbiamente, la cosa più aderente alla mia intima coscienza che io abbia mai fatto.
Hai avuto i due fascicoli di cui mi attendo da te la recensione? 3
A rivederci ben presto!
Tanti saluti affezionati ad Adele.
A te tanti abbracci.
E. B.
1 A d « u n lungo e laborioso ciclo el i conferenze a Genova e a Torino» e d al « lusinghierissimo,
eccellente, successo ottenuto>> Buonaiuti accenna a Missir il 14 gennaio 1 933 (cfr. Una vita allo
sbaraglio... cit., p. 273). Il testo stenografato di queste e eli altre conferenze eli Buonaiuti saranno
pubblicate in Pietre miliari nella storia del Cristianesimo, Modena, Guanda, 1 935.
2 Cfr. E. BuoNAiun, La Chiesa romana, Milano, Gilarcli e Noto, 1 933, pp. XJX, 1 85 (rist.
a cura eli L. BEDESCJ-U, Milano, Il Saggiatore, 1 97 1 ) . La prima edizione eli quest'opera con una
tiratura di duemila esemplari fu rapidamente esaurita, successivamente fu fatta una ristampa
(impropriamente considerata seconda edizione) e, sempre nel corso del 1 933, una terza edizione
con l'aggiunta eli una prefazione dell'autore (cfr. Bibliografia degli scritti di Emesto Buonaiuti... cit.,
pp. 88-89, n. 1 864). Emblematico l'indice dei capitoli dell'operetta : I. Quel che pretende di essere
I l . Quel che è stata III. Quel che è IV. Quel che potrebbe essere V. Quel che sarà.
3 Non risulta che Jemolo abbia accolto l'invito di Buonaiuti a preparare per « Ricerche
religiose>> una recensione dei volumi indicati sopra alla nota 3 alla lettera n. 1 1 1 .
-
-
-
-
227
della conferenza fissata per le 2 1 , di intrattenermi con la sig.ra Dupré,
che non ho più veduto dopo la perdita del babbo 1 •
Il giorno seguente, il 25, sarà tutto per voi : o meglio, sarà tutto per
me perché possa godermi la vostra compagnia - dei grandi e dei
carissimi J emolini! -.
A rivederci dunque, con molta gioia!
E. Buonaiuti
1 La Signora Dupré Theseider, forse da identificare nella moglie dello storico medievale
Eugenio, allievo eli Pietro Fedele e eli Buonaiuti, autore, tra l'altro, eli importanti studi sulla
spiritualità e sulle correnti ereticali del medioevo.
1 14
Roma, 1 O marzo '33
Carissimo,
Tornato qui ho trovato la tua lettera amabilissima a rinfocolarmi in
cuore, se pur ve ne fosse stato bisogno, i sentimenti di tenerezza, di
gratitudine che la permanenza fra voi vi ha, più che mai, lasciato vivissimi.
Ve lo ripeto : il ricordo della vostra accoglienza mi seguirà graditissimo... fino a che ritornerò fra vo1.
Salutami tutti gli amici.
E dai ai tuoi bimbi per me un bacio affettuosissimo.
Ad Adele le mie parole più grate ed amichevoli.
A te un grande abbraccio.
Tuo
E. Buonaiuti
115
1 13
Roma, 27 maggio 1 933
Roma, 1 7 febbraio 1 933
Carissimo,
Sta benissimo così. Io partirò da Roma il 24 di mattina. Alle 1 5
sarò a Bologna. Avrò tutto il tempo, nel pomeriggio e la sera, pnma
Carissimo,
Grazie di cuore di averrru comunicato con così premurosa solleci­
tudine il vostro nuovo recapito. Figurati se sarò felice di ritrovarmi con
voi nella nuova casa!
228
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1933
Che ogni benedizione e ogni gioia vi ci accompagni! � mmagino il
tuo assorbente daffare. Sei avvocato principe oltre che principe dell'inse­
gnamento e della scienza! Ma tu sai quanto sempre ci attendiamo ancora
da te.
Purtroppo non ho gran che intorno alla storia recente delle chiese
orientali. Me ne sarei sbarazzato volentieri. Quando ricapiterai a Roma
- e io vorrei fosse domani - potrai dare una nuova < > alle mie
librerie, per vedere se vi sia qualcosa che si attagli ai desideri del Bettola t .
Saluti tanti tanti ad Adele e ai tuoi carissimi piccoli.
E a te un fraterno abbraccio.
Tuo
come te e i tuoi. Ma il fondo della mia gtOla è nel saperti al posto
meglio adeguato alle tue superiori qualità, alla tua meravigliosa prepara­
zione, alle tue eccezionali capacità di lavoro.
Mi si dice che l'ecclesiasticista della Cattolica non ha lasciato inten­
tata l'alea 2. Tanto meglio. È designazione più trionfale la tua.
Sei già al vertice della tua carriera. E hai innanzi a te un cammino
così lungo e così luminoso!
Ti abbraccio con immutabile affetto. Saluti ad Adele. E baci a Gu­
glielmo, che mi ha scritto così caramente, e alla piccola Adele.
Tuo
E. Buonaiuti
•••
E. Buonaiuti
1 Arnaldo Bertola (v. nota 2 alla lettera n. 1 01).
229
1 Il 1 2 luglio 1 933 ]emolo fu chiamato a succedere per il successivo anno accademico
a Francesco Scaduto nella cattedra di diritto ecclesiastico della Facoltà di giurisprudenza di
Roma, preside Giorgio Del Vecchio, segretario Filippo Vassalli (cfr. F. MARGlOITA BROGLIO,
Prefazione a A. C. J EMOLO, Armi di prot'a... ci t., p. 1 1 )
2 Il riferimento è a Vincenzo Del Giudice.
.
1 16
Roma, 7 luglio '33
Ai cari Guglielmo e Adele ]emolo - con l'augurio che la gioia
della loro prima Comunione li accompagni sempre come una luce che
non si offusca
E. Buonaiuti
117
Roma, 1 8 luglio '33
Carlo canssuno,
Come dirti la mia gioia alla nuova della tua chiamata a Roma? L'ho
sempre ritenuta sicura. Ma essa è venuta più presto di quanto non
pensassimo ed è venuta, nelle tue condizioni... u fficiali, più lusinghiera
e significativa di quanto non sarebbe stata in condizioni normali t .
Ne sono proprio felice. Può conferire alla mia soddisfazione un
certo carattere egoistico il fatto di aver vicino qui a Roma amici carissimi
118
Roma, 3 1 luglio '33
Carissimo,
Non si deve né pure per un istante affacciare in cuor tuo il dubbio
se tu abbia fatto male o bene a dir di sì alla meritata ma sempre
lusinghierissima chiamata. Come non avresti dovuto avere l'ombra di
un'esitazione nell'accettare. Del resto eri l'universalmente prognosticato
e tu sai meglio di ogni altro quale pingue falange di estimatori e di
ammiratori tu annoveri qui a Roma.
Del resto la tua venuta è un ritorno : un ritorno al tuo ambiente
e alle tue origini. È, senza dubbio, anche un ricominciamento. Ma esso
è preparato da tutti i tuoi precedenti, e sarà cosa da nulla per te crearti
le nuove e migliori condizioni di lavoro e di vita.
So benissimo che molti animi a te legatissimi hanno gioito qui a Roma
alla nuova, che anche i giornali han dato con parole favorevolissime.
Ma non so quanti possono aver gioito come ho gioito io. Lo intuisci.
A quando la vostra venuta? Voglio essere tra i primi a darvi il
benvenuto!
230
1934
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Ma immagino che prima andrete tranquillamente a trascorrere le
vostre vacanze in montagna. Buona villeggiatura!
Anch'io parto da Roma una di queste sere per il mio ormai con­
sueto riposo presso il Cagnola, che mi attende con impazienza fin troppo
pressante.
Da Gazzada dovrò, verso il 20, essere in Svizzera per qualche
conferenza 1 .
E tornerò dalla Valle d'Aosta. Chi s a che non risalga alla capanna
Gnifetti! 2 Ricordi?
Tante cose alla tua Adele.
E baci ai tuoi carissimi piccoli.
A te un grande abbraccio.
Ernesto
1 Buonaiuti soggiornerà per una quindicina di giorrù nella villa di Gazzada - Schianno e il 2 1
agosto 1 933 terrà a d Ascona, nel Canton Ticino, una conferenza sul tema «Meditazione e con­
templazione nella prassi del cattolicesimo romano>>, la quale verrà pubblicata in tedesco negli
«Eranos Jahrbiichen> (I, 1 933, pp. 3 1 5-329). La conferenza in Svizzera gli era stata richiesta dalla
signora Olga Frobe Kapteyn, che orgarùzzava nella sua villa dei convegrù estivi denorrùnati
«EranoS>> (cfr. Una vita allo sbaraglio... cit., pp. 291 nota 1 e 294 nota l , e F. MARGIOTTA BROGLIO,
Ernesto Buonaiuti... cit., p. 94 nota 53).
2 La capanna Grùfetti (m. 361 1 ), una delle più grandi e frequentate delle Alpi per l'ascesa al
Monte Rosa. Il ricovero fu costruito nel 1 876 e successivamente ampliato.
23 1
1 19
Roma, 30 ottobre '34
Caro Carlo,
Edoardo Ruffini 1, che ho veduto questa mattina, mi ha detto di
aver ritrovato, fra le carte del compianto suo babbo, un incartamento
sui rifugiati italiani di Ginevra da cui si può ricavare senza dubbio un
paio almeno di saggi, atti alla stampa.
Mi ha aggiunto che state, tu e Falco, compilando una ristampa, di
scritti ruffmiani, in cui non sa se vorrete dar luogo a inediti 2.
Scusatemi la richiesta. Ma io ambirei avere la precedenza per inediti
di tal genere. Vorrei in « Religio» proprio in memoria del Ruffini avere
fissa una rubrica sui Riformati italiani.
Come degno iniziarla con un inedito di quel genere!
Edoardo chiederà a te se sei disposto a lasciare a « Religio» una
reliquia simile.
Se non sono indiscreto, vorrei pregarti di !asciarmela. Anche perché
un inedito simile mi pare più adatto a un periodico storico-religioso che
a un volume di ristampe 3.
Spero la mia richiesta non suoni indiscreta. È suggerita dall'amore
per l'argomento e dalla venerazione per lo scomparso. È vero che questo
secondo argomento mi pone in condizione di inferiorità di fronte a te . !
Saluti cari a tutti in casa.
Tuo
.
.
E. Buonaiuti
So che vieni a Roma lunedì. Telefonami, ché martedJ parto per la
m1a tournée invernale per Pisa, Torino e Milano 4•
1 Figlio di Francesco, Edoardo Ruffirù (Torino 1 901 - 1 983), si laureò nel 1 923, nel 1 927
vinse il concorso per professore di storia del diritto italiano nell'Urùversità di Camerino, fu
promosso «stabile>> nel maggio 1 93 1 . Nello stesso anno venne privato della cattedra a causa del
rifiuto di prestare giuramento al regime fascista. Reintegrato nell'insegnamento nel 1 944 a Perugia,
negli anrù 1 945- 1 947 sarà addetto culturale del governo italiano a Londra. Le sue ricerche
riguardarono soprattutto il <<Defensor pacis» di Marsi/io da Padova (Messina - Roma 1 924) e la storia
dei sisterrù elettorali medievali (I sistemi di deliberai)om collettiva mi Medio Evo italiano, Torino 1 927;
Il principio maggioritario. Profilo storico, Torino 1 927 ; Ricerche sulla storia del principio maggioritario,
Bologna 1 977). Cfr. M.E. V!ORA, Ricordo di Edoardo &.!fini, e D. SEGOLONI, Edoardo &.!fini, in
232
Lettere di Buonaùtti a }emolo
«Rivista di storia del diritto italianO>>, LVIII (1 985), rispettivamente pp. 327-33 1 , e pp. 333-378;
Per hdoardo Ruffini, a cura di S. C\PRJOIJ e L. Ross1 , Perugia, Centro srudi giu�idici e politici
- Regione Umbria, 1 985.
2 C fr. F. RL Ffl:-.. 1 , Scritti giuridici minori, scelti e ordinati da M. FALCO, A. C j EMOJ.O, E. RL.FFJNJ,
2 voli., 1\.iilano, Giuffré, 1 936.
3 Buonaiuti aveva già pubblicato a puntate nelle annate 1 932 e 1 933 delle « Ricerche religiose»
un lungo saggio di F. Ruffini su Francesco Stancaro e un articolo su I problemi della Riforma
(«Religio», X, 1 934). on risulta però che gli inediti a cui si accenna in guesta lettera siano
apparsi nella rivista di Buonaiuti.
4 Nei mesi di novembre e dicembre 1 934, Buonaiuti si sottoporrà ad un vero tour de force:
«ventisei conferenze in ventotto giorni, non una nella medesima città, ma facendo continuamente
la spoletta tra Milano - Torino - Genova - Venezia - Padova - Pisa - La Spezia - Firenze» ( Una vita
allo sbaraglio. . . cit., p. 334).
1 938
233
1 20
Roma, 14 ottobre 1 938
Via Monte Faraone 7
Carissimo Carlo,
Ti rispondo dalla casa nuova dove sono dall'altro ieri. Sì, allontanarsi
dalla vecchia dimora così carica eli ricordi non è stato senza pena. Ero
soprattutto preoccupato delle possibili conseguenze del trasloco dopo
un trentennio eli permanenza nel medesimo domicilio sulla salute eli mia
mamma. Ma qui il luogo è incantevole. Sono ai margini dell'abitato ed
ho sotto le mie finestre una distesa immensa di prato su cui pascola
gioiosamente un numerosissimo gregge. E la bellezza del posto è valsa
ad alleviare alla mia mamma l'impressione dello spostamento. Mi pare
che potrà affrontare felicemente la prova. Anche i vecchi alberi possono
essere qualche volta trapiantati 1 •
So quanto sei occupato e non ardisco dirti eli venirmi a trovare nella
casa nuova. Ma tu sai bene che ogni visita che mi vorrai fare in qualunque
momento mi sarà sempre un preziosissimo dono. È difficile aggiungere
qualcosa ai riferimenti bibliografici eli uno ]emolo. Ad ogni modo nella
fattispecie mi pare che faresti bene ad aggiungere alla lista delle opere sul
modernismo che tu hai sagacemente registrato quella cattolica appunto del
Rivière, Histoire du Modernisme Catholique 2• È il medesimo autore dei
grandi studi sulla storia del dogma della redenzione ed è una storia del
modernismo dettata con grandi preoccupazioni eli oggettività e eli comple­
tezza. Io ne feci a suo tempo la recensione in Ricerche Religiose 3•
Loisy è sempre vivo. Ha l'età eli mia mamma perché è nato nel
1 857 e scrive ancora ma i più favorevoli a lui debbono riconoscere che
la facoltà ricercatrice si è annacquata e la sua sensibilità religiosa si
è fatta straordinariamente bolsa 4• Minocchi è vivo anche lui. Tu ricordi
che riuscì secondo nell'ultimo concorso per la storia delle religioni
e poiché il concordato non gli permise di occupare la cattedra fu
destinato mercé l'intervento del suo grande professore Formichi alla
biblioteca eli Pisa dove suppongo esercita anche attualmente le sue
mansioni 5•
Cordialissimi saluti a te ed ai tuoi.
Sempre affettuosamente tuo
E. Buonaiuti
234
194 1
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
1 La nuova abitazione di Buonaiuti e della sua mamma era situata nel quartiere della Città
giardino, a Monte Sacro, in via Monte Faraone, n. 7, come egli stesso indièa sotto la data
cronica della lettera.
2 C fr. J. fuVIÈRE, Le modemisme datu I'Eglise, Paris, Letouzey et Ané, 1 929. Segnalando
quest'opera nelle «Ricerche religiose» IV (1 928), p. 1 92, Buonaiuti aveva argomentato che la
morte del modernismo denunciata dall'autore rendeva «assai intempestive ed anacronistiche le
superstiti diffidenze contro la critica storica applicata ai fatti religiosi». Alcuni anni prima di
questa lettera a )emolo, Buonaiuti aveva però decisamente sconsigliato il libro del Rivière al
Missir (cfr. Una vita allo sbaraglio ... cit., p. 1 62). D al canto suo, Giuseppe de Luca trovava il
volume « inesatto e incompleto per l'Italia» (cfr. L. MANGONI, << In partibus ùifidelium». . . cit., p. 1 29
nota 271).
3 C fr. J . fuVJÈRE, Le dogme de la Rédemption chez Saint-Augustin, Paris, Lecoffre - Gabalda, 1 928,
ed Io., Le dogme de la Rédemption. Etude théologique, Paris, Gabalda, 1 93 P, recensiti da Buonaiuti
nelle <<Ricerche religiose» rispettivamente nell'annata V (1 929), pp. 73-74, e VIli (1 932), pp. 71 -72.
4 Sugli ultimi anni di Loisy, cfr. M. D ELL'ISOLA, A!fred Loisy entretiens et souvenirs... , Parma,
Guanda, 1 957, e R. DE BoYER DE SAJNTE SuzANNE, Alfred Loisy entre fa foi et l'incroyance, Paris,
Editions du Centurion, 1 968. Una s uggestiva i nterpretazione della sua evoluzione religiosa durante
la fase post-modernista è quella di Henri Bremond (cfr. E. Po uLAT, Une oeuvre clandestine d'Henri
Bremond, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1 972). I rapporti di Buonaiuti con Loisy dopo la
visita che gli aveva reso a Ceffonds nel 1 906 si raffreddarono notevolmente (cfr. Pellegrino di
Roma.. . cit., p. 62-63). Per Buonaiuti il «padre del modernismo» aveva da anni raggiunto gli
«estremi della paradossalità religiosa» (cfr. Una vita allo sbaraglio... cit., p. 1 00, lettera del 1 2
dicembre 1 928, e pp. 480-481 , lettera del 1 2 agosto 1 940, nonché l e «spigolature>> d i Buonaiuti
nelle « Ricerche religiose», V, 1 929, p. 1 79, VII, 1 93 1 , pp. 260-263, X, 1 934, p. 1 78).
5 Sul concorso di Minocchi per la cattedra di Storia delle religioni presso l'Università di
Milano nel 1 935, si veda la dettagliata relazione in S. MINOCCHI, Memorie di un modemista, a cura di
A. AcNOLETTO, introduzione di M. RA C I IETTI , Firenze, Vallecchi, 1 974, pp. 1 34-1 50. Quanto
scrive Buonaiuti sull'incarico del Minocchi come bibliotecario a Pisa risulta impreciso, poiché
egli venne assunto nel febbraio 1 937 dal Ministero della educazione nazionale in qualità di
«salariato giornaliero e temporaneo» presso la R. Soprintendenza all'arte medievale e moderna
della Toscana (cfr. ibid., p. 1 51). Infine, Carlo Formichi (1 87 1 - 1 943) era docente di sanscrito
prima nell'Università di Pisa e, dal 1 9 1 4, in quella di Roma.
235
121
Roma, 9 agosto 1 94 1
Miei carissimi,
Grazie, dal profondo dell'animo, per le buone parole di comrruse­
razione e di conforto che mi avete inviato.
Conoscendo quel che la convivenza con la mia mamma era nella
mia quotidiana esistenza, potete facilmente arguire quel che sia stata la
sua dipartita per la mia anima : una lacerazione sanguinante 1 •
Cerco ancora, ansiosamente, i l suo sorriso e i l suo gesto, che
illuminavano e riempivano tutta la casa.
E li cercherò sempre.
Dio mi accompagni in questi poveri, solitari giorni superstltl.
Dopo la fede nella Sua assistenza, il senso solidale di simpatia degli
amici cari è l'unico valido mio viatico.
Fedelmente vostro
E.B.
1 Luisa Costa, madre di Buonaiuti, si era spenta il 22 luglio 1 94 1 a ottantacinque anni. Su di
lei Buonaiuti scriverà un commosso e poetico ricordo in Pellegrino di Roma. .. cit., pp. 448-457.
1 22
Roma, 6 settembre 1 94 1
Mio carissimo Carlo,
Voglio dirti ancora il bene che mi ha fatto la tua buona visita e il
sollievo che mi [ha] 1 apportato la conversazione con te.
Quanto mi hai detto era fatto apposta, sotto ogni punto di vista,
per refrigerare questa mia povera anima esacerbata.
E voglio dirti ancora grazie per il tuo estratto, che mi hai lasciato.
Ho letto subito, subito le tue due memorie 2•
E ho apprezzato e gustato in maniera particolarissima la prima, che
ha una scoperta felice : quella di tutte le speculazioni sui futuribili che
sono implicitamente in ogni va/utaifone storica.
A parte la correttezza con cui ti muovi in questa sottilissima
zona della definizione scolastica, mi è piaciuta assai questa garbata
236
237
1 94 1
Lettere di Buonaiuti a je111ofo
ammoruzwne che tu vieni a dare agli storici che s1 ptcqmo più di
oggetti vi tà.
Raccoglierai in volume gueste tue comunicazioni accademiche nelle
guali tu riveli, in maniera così incisiva, un aspetto nuovo della tua
lucidamente multiforme intelligenza? Dovresti farlo.
Di nuovo, grazie a te e ad Adele, di tutto.
E alla tua figliuola i miei auguri più fervidi.
Un bacio al lupo!
Tuo
Grazie a te, ai tuoi, alla tua cara figliuola 4
sentita partecipazione alla mia iattura.
Ci vedremo dungue prima di atale?
Vi attendo con desiderio.
1 Parola saltata da Buonaiuti.
2
Si tratta di due <<memorie>> pubblicate negli <<Atti della Reale Accademia d'Italia. Rendiconti
della classe di scienze morali e storiche della Accademia d'Italia» (Sez. VII, vol. II, 1 94 1 , pp.
1 06-1 1 8 e pp. 1 8 1 - 1 90) dedicate rispettivamente a Lo storico ed i filluribili e a La tradio;;jone e il suo
mito.
1 23
Roma, 5 dicembre '41
Mio canss1mo,
Come dirti adeguatamente grazie?
« Religio »? Ma guando mai mi si consentirà di riprenderne le pub­
blicazioni? 1
Non nutro illusioni al riguardo.
Ma intuisco le intenzioni del tuo generoso gesto. E te ne sono
tanto riconoscente.
Mi hanno inferto l'ultimo colpo : l'ultimo che restava.
Così niente cattedra, niente passaporto per andare a Losanna 2,
niente rivista, niente conferenze.
Non mi rimane che vegetare, a norma dei loro propositi.
Almeno mi sarei ritenuto non immeritevole di un trattamento pm
leale. Dirmi a guattr'occhi che ero condannato per aver detto guesto
e guesto. Invece no. Hanno diffidato i proprietari della sala dal farmi
parlare ora e sempre 3.
Pazienza! Sono così accostumato ai divieti!
particolare, per così
E. B.
1 La pubblicazione della rivista diretta d a Buonaiuti - che a datare dal gennaio 1 934 aveva
assunto la denominazione « Religio» - era stata impedita nel 1 939, subito dopo lo scoppio della
seconda guerra mondiale, per ridurre il consumo e l'importazione della carta (cfr. Pellegrino di
Roma... cit., pp. 432-433), ma anche per eliminare quei periodici che non erano allineati col
regime fascista (cfr. F. J\LIRGIOTIA BROGUO, Ernesto Buonaiuti. . cit., p. 92; Filoso/t Università Regime.
La Scuola di Filosofia di Roma. . . cit., pp. 1 1 6- 1 1 8). L'ultimo numero di <<Religio» era uscito alla fine
dell'estate 1 939, il numero di novembre - dicembre, sebbene stampato, non poté circolare (cfr.
quanto scrive Niccoli in Pellegrino di Roma... cit., p. 554 nota 1 49).
2 Nell'agosto 1 939 Buonaiuti si era visto rifiutare dalla Questura di Roma il rinnovo del
passaporto in seguito alle pressioni della Segreteria di Stato sul Ministero degli esteri tramite
l'Ambasciata d'Italia. Buonaiuti aveva infatti ricevuto l'offerta di una cattedra ufficiale e stabile
all'Università di Losanna. Nel gennaio successivo l'intervento personale di Mussolini sbloccherà
la situazione, ma invano, giacché Buonaiuti non soddisferà alla condizione delle autorità elvetiche
di aderire alla chiesa nazionale del Cantone di Vaud (cfr. sulla vicenda F. M IRGIOTIA BRoGLIO,
Emesto Buonaiuti... ci t., pp. 96-97; Filosofi Unù,ersità Regime. La Scuola di Filoso/la di Roma... ci t., pp.
1 1 9- 1 2 1 ) . Sui rapporti tra Buonaiuti e l'Università di Losanna, cominciati ne1 1 935, cfr. E. GRIN,
Le professmr Ernesto Buonaiuti à Lausatme. SoiiT'mirs, in Ricordi su Ernesto Buonaiuti, Torino 1 968, pp.
33-38, e L. GIORGI, Buonaiuti e le comunità el'tlngeliche SL•izzere, in <<Revue de théologie et de
philosophie», C X l l l (1981), pp. 376-402.
·1 Buonaiuti si vide proibito in diverse occasioni, dal 1 933 in avanti, anche l'attività di
conferenziere da parte della polizia italiana (cfr. F. M \RGIOTIA BROGLIO, Ernesto Buonai11ti. . . ci t.,
pp. 94-95; Filosofi Università Regime. La Scuola di Filosofia di Roma . cit., pp. 108- 1 1 5 ; G. RoCilAT,
Regime Jasàsta e chiese evat'!,eliche.. ci t., pp. 91 nota 1 7 e 207). Non si conosce comunque l'episodio
a cui egli si riferisce in questa lettera.
4 Adele Maria Jemolo.
.
E. B .
m
..
.
APPENDICI
I
AGOSTI O BIAMONTI A ARTURO CARLO ] EMOLO
Roma 22 febbr. [aio] 1 92 1
Carissimo J emolo,
Il colloquio di Ginepro 1 col card. Gasparri è avvenuto domenica
scorsa2.
Il card. Gasparri, senza entrare minimamente in una discussione
d'indole generale, ha chiesto categoricamente, come condizione indi­
spensabile e necessaria per la conciliazione, la rinuncia alla cattedra.
Solo quando Ginepro avesse presentato le sue dimissioni, la Segreteria
di Stato potrebbe procurare una conciliazione. Ginepro dopo aver
dichiarato che la cosa è impossibile, ha cercato di spiegare il grave
danno che potrebbe venire anche alla Chiesa, quando si fosse risaputo
di questa imposizione in ambienti estranei, ha cercato anche di lu­
meggiare il pericolo che al suo posto venga qualcun altro ben più
pericoloso e dannoso alla Chiesa che non sia lui ; ha avuto in risposta
un'alzata di spalle. Ha accennato alla eventualità di ritirarsi a S. Donato
- il card. è scoppiato in una risata, e gli ha detto che già ci sono
tanti ordini, e che caso mai potrebbe entrare in qualcuno di quelli che
già ci sono.
Compenso per l'abbandono della cattedra gli offrivano un alto
posto, forse quello di direttore, nella Biblioteca vaticana!
Ginepro ha risposto decisamente di no ; il card. [inale] nel congedarlo
gli ha detto di pensar e meditar ancora sulla gravità della situazione.
Così è finita la conversazione ; e con ciò naturalmente, se non
sopravv1ene qualche fatto nuovo, s'intendono rotte definitivamente le
trattative.
1 Con questo nome veniva chiamato Buonaiuti dal gruppo ristretto di amici (cfr. La vita allo
sbaraglio. . . cit., p 248 nota 3).
2 l coUoqui tra il Buonaiuti e il cardinal Gasparri furono punteggiati, tra il gennaio e il marzo
1 92 1 , da uno scambio epistolare successivamente reso pubblico da Buonaiuti in Una fede e una
disciplina . . citata.
.
16
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Agostino Biamonti a Arturo Carlo ]emolo
L'impressione di tutti noi è stata concorde : il Maestro ha fatto
bene a non accettare un vergognoso mercato, che astraendo dalle sue
idee, tendeva unicamente a far scomparire la sua persona e a ridurre nel
più completo silenzio la sua voce molesta. Non un senso di vera fede,
non una preoccupazione schiettamente religiosa nelle parole del rappre­
sentante del Papa, l'unica preoccupazione evitare uno scandalo. Perciò
tutti noi - Clelia Cesarini 3 ha ancora qualche esitazione e spera ancora
in un possibile accordo, pur escludendo che il Maestro possa lasciar la
cattedra, ma credo che sarà con noi - pensiamo che egli abbia fatto
bene a rifiutare.
Il tragico della situazione è che la mamma di Ginepro vorrebbe
che il figlio accettasse questi patti tali e quali - e in questo senso
esercita la più spietata, devo dir crudele pressione sull'animo del figlio.
Ginepro d'altra parte, spirito così profondamente religioso come egli è,
soffre assai e per il dolore della mamma e per la prospettiva di dover
trascorrere tutta la sua vita lontano da quella intensa vita liturgica
e sacramentale della Chiesa, alla quale per tanti anni la sua anima s'è
abbeverata. Non ha esitazioni in fondo, crede che la sua via sia netta­
mente tracciata, sente che tutto il suo essere ripugna a una sottomissione
ch'egli giudicherebbe una vigliaccheria, non di fronte al mondo, ma di
fronte alla sua coscienza di sacerdote, di fronte alla verità religiosa ch'egli
sente e ch'egli crede obbligo suo diffonder fra i fratelli.
Soffre molto ; approfittando di una momentanea sospensione delle
lezioni, dovuta ai tumulti studenteschi, domani andremo a S. Donato
- e là almeno passerà qualche ora tranquilla.
Scrivigli anche tu - ha tanto bisogno di ricever parole di conforto
e di incoraggiamento dagli amici!
Io ho preso la mia decisione - seguirò fino all'ultimo Ginepro ; il
contegno del card. Gasparri mi ha impressionato molto s favorevolmente.
Sento che ciò mette me e gli altri di fronte a responsabilità molto
precise - la nostra vita, le nostre opere devono esser tali di fronte al
mondo da costituire una permanente giustificazione dell'opera del nostro
Maestro. La nostra attività deve esser instancabile in ogni campo, contro
tutti gli avversari. Credo che se saremo uniti nel lavoro, a qualche cosa
riusciremo - sopra ogni altra cosa, mi pare, dobbiamo cercare di
riempire col nostro affetto la vita del Maestro, di non fargli sentire mai
il gelo della solitudine. Che Dio ci aiuti.
Tutta la coinonia ti saluta affettuosamente.
Pace e letizia nel Signore.
242
3 Allieva di Buonaiuti all'Università di Roma e appartenente al gruppo della koinonia (Cfr. L.
BEDESCIII, Il processo del JanfUjfi'{jo contro i modemisti romani cit., pp. 1 1 6-1 1 7) . Socio fondatore del
Circolo universitario di studi storico-religiosi di Roma, nel cui Statuto appare dottore in lettere
(1921).
243
Tuo Agostino 4
...
4
Sul Biamonti, cfr. Lettere di E. Buonaiuti a A. C )emolo, nota 3 alla lettera n. 4.
Testimonianze di Arturo Carlo }emolo
II
TESTIMON IANZE D I ARTURO CARLO ] EMOLO
A. Frammento autobiografico 1
21 novembre 1 925
Oggi, che la sconfitta di tutte le idee e di tutte le tendenze senti­
mentali cui da undici anni, dal giorno in cui l'Italia è stata divisa in due
schiere avverse, aveva dato la mia adesione completa, è irrimediabile
e piena, desidero raccogliere le mie idee e formare i proponimenti per la
mia vita avvenire di cittadino.
Riandare al passato, rievocare undici anni di alterne vicende, conce­
dermi la triste soddisfazione di ripetermi che per undici anni ho visto
giorno per giorno avvicinarsi la situazione presente, che ho compreso
subito quello che nessun altro vide, che le giornate di maggio erano il
colpo mortale inflitto all'Italia liberale e democratica, che mai più se ne
sarebbe riavuta, - tutto questo è inutile. Come è inutile recitare l'atto
di contrizione per avere io pure nel 1 9 1 9-20 desiderato il dittatore,
commettendo il solito infantile errore di quanti rinnegano i principi di
libertà, di credere che il dittatore agognato debba essere di loro gusto,
avere i loro sentimenti ed i loro propositi.
li presente non potrebbe essere più nero : tutto quel che ci sembrava
impossibile si verificasse si è verificato : un assetto politico ove alla libertà
è fatto minor posto che non ne abbia mai fatto altro assetto, ove il
soffocamento del cittadino è maggiore che non sia mai stato, ove non
v'è posto per voci che non siano di plauso - ed al tempo stesso un
perfezionamento di mezzi di lotta e di congegni polizieschi che rende­
rebbero vano ogni tentativo di rivolta. Un popolo che s'infischia della
libertà perduta ; una borghesia lietissima di avere sacrificato i diritti politici
1 Due fogli autografi, conservati presso l A CS, Fondo ]emolo. Questa testimonianza utile per
capire l'atteggiamento «politico» di Jemolo è stata pubblicata, in forma incompleta, nel saggio
Dal Carteggio )emolo-Morghen. Cii anni del fascismo (1922- 1925), a cura di C. CIIIARO"n"l, in << uova
antologia», CXXIX (1 994), 2 1 9 1 , pp. 1 65-1 76.
'
245
pur di conservare la proprietà per la quale aveva un momento tremato.
Un assetto liberale morto ignominiosamente senza trovare un sol don
Chisciotte che si facesse ammazzare per lui, già ucciso nella considera­
zione del popolo prima di morire : e quando si cade cosi, non si risorge.
Che fare? Quale la via da battere dai pochi onesti cui la propria
tempra, il proprio abito sentimentale, legami di affetti o vincoli religiosi,
vietano cosi il gesto di Bruto che quello di Catone uticense, e che non
possono o non vogliono cercarsi un'altra patria.
I Imperativo. Con i dettami della legge religiosa, con quelli della
legge morale, non si dà transazione possibile. Troppi morti aleggiano su
questa terra d'Itali a : beato chi non li sente! Beato chi può dimenticare,
che mogli e figli videro i loro mariti e padri pugnalati sotto i propri
occhi, e non un assassino pagò, e se qualcuno fu tratto sui banchi delle
assisi, e mogli e figli sfidando minaccie vennero dinanzi ai giurati a gridare
loro in faccia " Voi assassinaste " - li videro dopo qualche ora uscire da
quell'aula assolti, portati in trionfo dai loro compagni. Beato chi può
baciare la propria moglie ed i propri figli, e dimenticare quelle mogli
e quei figli. Io non dimenticherò, io non tenderò la mano ai vincitori,
non mi umilierò dinanzi a loro.
II imperativo. Non vale contro le fata dar di cozzo. Bisogna accettare
quel che del mondo esterno non contrasta con supreme esigenze religiose
e morali anche s'esso offenda tutto il nostro modo di vedere e di sentire.
Le forme politiche in sé non sono né buone né cattive : l'assolutismo
è accettabile, quando non ha uno spirito animatore anticristiano, e quando
non si può operare utilmente per il suo crollo.
Nel fascismo quel che v'è d'inaccettabile è l'esaltazione dell'utile sul
giusto, della forza sulla bontà, l'avversione alla fratellanza umana, l'amore
per la guerra. Dubito però che tutto questo debba restare : la passione
per la guerra esaltata da scrittorelli che attesero il 1 922 per sentirla e che
furono assenti dalle trincee, non ha impedito a Mussolini di lasciare la
politica estera nelle mani di Contarini e di fare una politica est�ra più
pacifica ed assenteista che non facessero Stringer [sic] o della Torretta
o Scialoja o Tittoni.
Comunque è chiaro il mio dovere : se il fascismo rimarrà anticristia­
no, io cercherò di educare nell'avversione ad esso i miei figli. Se invece
perderà queste che sono le caratteristiche inconciliabili con i valori
fondamentali del cristianesimo, non farò dei figli miei degli isolati, lascerò
246
247
Lettere di Buonaiuti a )emolo
Testimonianze di Arturo Carlo )emolo
ch'essi seguano la corrente. I peccati dei padri non pass�no ai figli :
e pur i figli di Bonaccorsi e di Durnini potranno essere degli uomini
buoni ed onesti, né avrò repugnanza a che siano amici dei miei figli.
Non ripeterò l'errore dei legittimisti francesi, né cercherò di fare dei
miei figli degli " emigrati " che neghino i fatti compiuti. N o n avvelenerò
neppure i loro giovanili entusiasmi, strappando i veli che incontreranno
ai loro occhi la figura del Duce e dei fondatori di questa era, e mostrando
di che lagrime grondino e di che sangue le origini del regime.
III imperativo. Poiché rimango in Italia, non sarò un assente e cer­
cherò di dare il mio contributo alla vita spirituale di questo popolo, di
distinguere quante volte ciò sia possibile tra nazione e governo, di dare
alla prima quanto ha diritto di chiedere.
IV imperativo. La situazione oggi sembra nettissima ed importerebbe
per me un'astensione completa ed assoluta da tutta la vita pubblica, dalla
partecipazione alle poche votazioni formali che ancora si daranno, a pub­
bliche cerimonie, ecc. ecc. Non è detto che per tutto il tempo di vita
che Dio vorrà ancora !asciarmi la situazione debba essere altrettanto
chiara, che mai io debba trovarmi di fronte ad esitazioni e dubbi : in
questi mi assisterà se mai il criterio di ogni sano rigorismo, di scegliere
la soluzione che meno mi avvantaggi, che sia più in contrasto con
gl'impulsi meno nobili, di ambizione o di vanità, che riscontrassi in me.
V imperativo. Nei momenti di maggior sconforto ricorderò che il
mondo non si ferma, che tutto passa - e non importa se passeremo
prima noi - ch'è la sciocca illusione di tutti i vincitori quella di avere
dato vita a qualcosa di definitivo, che per tutti i vincitori scocca presto
o tardi l'ora della sconfitta. Se sorgessero momenti in cui fossero possibili
illusioni ricorderò che indietro non si torna, e che sarebbe una ingiustizia
e forse un male che riacquistasse la libertà per un dono del caso un
popolo che l'ha perduta senza muovere un dito per salvarla : se dovranno
risorgere degl'italiani liberi, occorrerà essi conquistino la loro libertà,
e non la ricevano come un dono. Se no, saremo da capo.
Non sono profeta né figlio di profeti, né mi arrischio a fare vaticini
su quella che sarà l'azione del fascismo e la sua evoluzione.
Mi sembra impossibile che si avveri la speranza dei cattolici nazio­
nali, il ritorno al 1 81 4, ad un regime principe di Metternich, alleanza del
trono e dell'altare, tintinnio di speroni ed incenso di turiboli, il plebeo
che si scappella dinanzi al nobile, il povero che cede premuroso il passo
al ricco. Scomparsi gli oppositori, indossata tutti una stessa coccarda,
bandite le ideologie, il problema economico risorgerà in tutta la sua
potenza, l'aspirazione eterna del povero ad impadronirsi degli averi del
ricco cercherà trovare nel fascismo il suo strumento. Quanto a lungo
dureranno gli " armonizzamenti "? Non sarà il fascismo il modo per
giungere al bolschevismo, facendo frutto della esperienza russa, evitando
sette anni di brancolamenti e di errori?
248
Lettere di Buonaittti a }emolo
B. Emesto Buonaiuti (1946-47) 1
Sarebbe rimasto stupito e forse avrebbe disdegnato eli vedersi ri­
cordato su una rivista giuridica, Ernesto Buonajuti, che, amico personale
eli molti giuristi, per il diritto non fu tenero. Egli contrapponeva ai
mistici - che nel suo pensero erano la parte eletta della umanità, i veri
facitori eli storia, i seminatori nel regno dello spirito - i teologi, ossia
i sillogizzanti, gli uomini del freddo, raziocinio ; ed i giuristi non pote­
vano costituire che una branca dei teologi. Anche quando espone ed
elogia l'opera eli Giustiniano, osserva che nel Corpus j uris « sono fissati
i principii essenziali eli quella struttura giuridica, che ha continuato
a reggere, e sostanzialmente regge tuttora l'apparato empirico ed esteriore
degli aggreggati sociali europei moderni». « Apparato empirico ed este­
riore » : solo la scorza, l'involucro dell'umanità, era ai suoi occhi il do­
minio del diritto.
Ma in una rivista che tratta anche i problemi eli storia, non può
esere dimenticato l'autore di quella Storia del cristianesimo, in cui è com­
pendiata la parte più viva della molteplice attività del Buonajuti, della
sua produzione ricchissima : troppo ricca, a giudizio eli molti, che avreb­
bero preferito ad una bibliografia, così densa eli articoli e eli scritti minori,
una ristretta a poche opere fondamentali, sorella dell'Africa romana e eli
Lutero e fa riforma in Germania.
La Storia del cristianesimo è quanto eli più diverso può pensarsi da
una storia eli carattere manualistico, da un trattato-repertorio, denso eli
nomi e eli date ; è una storia eli un soggettivismo sconcertante, dove
sono posti in fulgida luce i tratti che all'autore appaiono salienti, una
storia eli personaggi eli primo piano, che non sono però sempre quelli
considerati tali dalla tradizione. Qualche volta potevano certo le predile­
zioni personali - Tertulliano, Gioacchino da Fiore, salutato anche vero
interprete ed ispirato cantore della riforma cistercense - ma spesso
presedeva alla scelta una più penetrante visione, come quella che gli
faceva dare così gran posto al cardinale Newman nella storia del cattoli­
cesimo dell'ottocento.
1
Apparso in « Il diritto ecclesiastico», 1 946-47, pp. 381 -382.
Testimonianze di Arturo Carlo }emolo
249
Non è qui questione della ortodossia o della eterodossia dell'opera
del Buonajuti. Per il credente, la parola decisiva è stata detta dalla Chiesa ;
m a sta che lo stesso Buonajuti nei suoi ultimi anni aveva avvertito
questo suo estraniarsi dalla Chiesa, non aveva più quell'assillo, quella
nostalgia profonda del sacerdozio, che così avevano pesato su eli lui nei
primi tempi dopo la scomunica. La porta chiusa che veramente lo
angosciava con la sua impenetrabilità, era in questi ultimi anni quella
della Università.
Molti contrasti mai superati erano in lui. A veva contribuito a por­
tarlo verso il modernismo, l'amore per il metodo storico, la fiducia
negli strumenti della critica, ch'erano gli aspetti con cui il mondo con­
temporaneo si era presentato al giovane sacerdote. Ma nel suo fondo
restò sempre dominante l'amore per il medioevo - un medioevo un
pò falsato, io temo, dove non erano in luce che i grandi spiriti -,
e dalla Chiesa lo allontanò quel suo spirito antiteologico, il convinci­
mento che ragione e fede non possono scorgersi che come due energie
in atteggiamento eli permanente rivalità e d'irreducibile contrasto, ed
altresì l'altra convinzione (che a prima vista potrebbe parere eli schietta
impronta chiesastica, ma che guardata più nel profondo tale non è) che
« uno degli errori più mostruosi della cultura moderna, uno dei sintomi
più palesi della nostra degenerazione spirituale», sia «l'aver fatto dell'at­
teggiamento della fede e della speranza soprannaturali un affare indivi­
duale». Le pagine eli altissima poesia, con rintocchi eli una fede così
profonda qual'è raro riscontrare ai nostri giorni, che chiudono la Storia,
non sono tipicamente cattoliche : esse raccolgono anche quello che è il
retaggio comune a tutte le frazioni della cristianità ed altresì ai molti
che credono in un Dio personale - un Dio ignoto - e venerano in
Cristo il più alto legislatore morale.
Ma la Storia resta opera fondamentale : il solo capitolo « li cattolice­
simo nel Risorgimento» è più ricco eli pensiero, ed in non molte pagine
coglie più nel profondo, distingue meglio l'essenza dall'episodio, che
non faccia la più gran parte delle trattazioni sui rapporti tra Chiesa
e Stato in quel periodo. Si potrà non accettare le conclusioni del Buona­
juti ; ma non sarà lecito in avvenire prescindere dall'opera eli lui.
250
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
C. lntrodu:done al Pellegrino di Roma (1 964) 1
Pellegrino di Roma, pubblicato nel 1 945 con il sottotitolo La genera:done
dell'esodo, è ad un tempo il racconto della vita di Buonaiuti, la sua
confessione, l'illustrazione della visione del cristianesimo e della missione
di questo nel mondo contemporaneo ch'egli ebbe ; il libro ci dice lo
sviluppo e gli approfondimenti del suo pensiero intorno a tale missione,
a tale rinnovamento del mondo, assillo costante della sua vita, il modo
con cui gli apparivano società civile e società religiosa.
C'è dentro tutto il pensiero di Buonaiuti ; solo l'opera dello storico
del cristianesimo resta appena accennata.
Il libro contiene anche un quadro - ritratto da un particolare
punto di vista, ma da un uomo che sapeva sempre riconoscere la buona
fede degli avversari, di quelli che operavano mossi da una concezione
del bene della Chiesa antitetica alla sua - del mondo ecclesiastico
romano dagli ultimissimi anni del secolo scorso al primo periodo del
pontificato di Pio XII.
Libro quindi di somma importanza per chiunque nel tracciare la
storia degli ultimi settant'anni non si attenga al deprecato schema che
esclude quanto è movimento religioso, non menziona la Chiesa se non
per la affermazioni politiche della S. Sede, i suoi contrasti con gli Stati ;
mentre quanto costituisce controversie religiose, graecum est, non legitur.
Ernesto Buonaiuti fu la figura saliente del modernismo italiano.
Ma chi conobbe Buonaiuti sa l'impossibilità di contenerlo entro
1 confini di un movimento, di una tendenza, di una scuola. Sa anche
come quanti non lo avvicinarono non potranno mai rendersi conto di
quel che fu il suo fascino, il suo potere di attrazione.
L'alta persona slanciata, magra ma non scarna, la nobilissima testa
- sarebbe stato ottimo modello per un busto del pensatore -, gli
occhi vivissimi, la voce calda, gradevole ad udire, suasiva. E mai un
cenno di pesantezza, di stanchezza su quel volto, mai una sonnolenza,
1 A. C. J E�IOLO, lntrodu�one, in E. BuoNAIUTI, Pellegrino di Roma. . . cit., pp. VII-XXIX.
Testimonianze di Arturo Carlo ]emolo
251
neppure nella devastazione della malattia. L'affabilità estrema, l'interesse
che mostrava per le vicende, le preoccupazioni dell'interlocutore, trovando
la parola più capace di giungere al suo cuore Qa domanda sui tratti, sul
peso del bambino, al neo-padre).
Rispetto al danaro aveva il disinteresse assoluto ; quando ne
possedeva, lo !argiva con estrema generosità, fino all'esaurimento ; ma
non conosceva l'orgoglio - non cristiano - di rifiutare l'aiuto di
ricchi amici se in stato di bisogno. Era uomo che dovunque, nel
palazzo di un principe o nella capanna di un carbonaio, si trovava
a suo agio e metteva gli altri all'unisono. A veva vita semplicissima, ed
anche alla tavola del gran signore non indulgeva ai piaceri della gola:
frugalissimo sempre.
Serittore efficacissimo - molte pagine della Storia del cristianesimo
sono tra le più belle, le più dense, scritte nell'ultimo cinquantennio -,
cultore profondo di quella storia, con approfondimenti ed intuizioni
felici, era altresì un oratore unico, sulle cui labbra nessun tema era
arido ; non teneva un appunto dinanzi a sé, oltreppassava sempre la
misura consueta dei conferenzieri, ma gli ascoltatori non avvertivano lo
scorrere del tempo. Ed anche i più umili cercavano di comprenderlo,
erano presi dal suo fascino ; particolare quasi comico : negli anni del
fascismo un agente di P.S. assisteva a tutte le sue conferenze; ed alla
fine si avvicinava umile, dimentico del suo compito, a chiedere al pro­
fessore qualche spiegazione ; e le domande erano tali da escludere a priori
ogni interesse poliziesco ; dimostravano che quella evocazione del divino,
dei lati profondi dell'animo umano, aveva trovato le vie del cuore anche
nell'umile agente.
La personalità di Buonaiuti era d'incredibile ricchezza ; sensibile come
pochi al fascino della natura, della montagna, del bosco, delle sere
trascorse in un rifugio alpino ; appassionato di musica, aperto alla com­
prensione di ogni forma d'arte ; attento ad ogni ramo del sapere. Ma
soprattutto c'era in lui una straordinaria capacità di contatti umani ;
durante una gita in montagna sostava talora con un pecoraio ed intrec­
ciava con lui una conversazione, ricca d'interesse per entrambi ; poteva
conquistare l'affetto di un bambino.
Quest'uomo così complesso e multiforme poteva tuttavia pur dirsi
un semplice : nella vita familiare, nei rapporti con la madre, di cui restò
sempre il figlio affettuosissimo, obbediente e devoto - ma la madre era
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Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Testimonianze di Arturo Carlo )emolo
donna eli rara comprensione e delicatezza - ; nella modestia çlelle abitu­
dini, della casa, nei pochi bisogni, malgrado la malferma salute.
Restò sempre prete nell'intimo ; non solo nella virtù - ebbe violenti
ed acri oppositori, il padre Rosa della «Civiltà cattolica» non gli diede
requie ; nessuno poté però mai gettare dubbi sulla continenza serbata dal
sacerdote -, ma anche nell'evitare nelle conversazioni temi audaci, pur
se gl'interlocutori li trattassero nei termini più corretti. Palesemente certe
questioni lo infastidivano, soprattutto se fossero presenti dei giovani ;
poteva discuterne solo con un amico sicuro, esperto della vita, a quat­
tr'occhi. Serbò legami vivi con quelli tra i sacerdoti travolti dalla bufera
antimodernista che, sottomettendosi o meno, avevano però rispettato gli
obblighi del sacerdozio ; anche per questo gli rimase sempre carissimo il
devoto Nicola Turchi, egregio studioso eli storia delle religioni (il terreno
più prossimo per chi non poteva arrischiarsi a scrivere eli storia del
cristianesimo) e con lui don Brizio Casciola.
Aveva intorno a sé una cerchia eli giovani cui era affezionatissimo ;
ma quel che desiderava per gli eletti era il celibato, la vita povera - una
cattedra eli scuola secondaria, preferibilmente -, con sole gioie qualche
gita in montagna, qualche concerto, e lo studio : lo studio del cristianesi­
mo dei primi secoli ; alla società attuale non era dato tornarvi, ma certi
valori, in particolare l'aspettativa del regno, occorreva averli sempre
presenti. Chiamava coinonia questa cerchia eli cui era il maestro e la
guida. Agostino Biamonti, che ricorda nel Pellegrino, era appunto quegli
pronto a realizzare questo ideale eli vita ; più tardi qualche donna, così
l'insegnante fedele cui morendo affidò le sue carte, gli parvero realizzare
quella che per lui era la vita migliore.
Il modernismo è nome che copre movimenti diversi, con scars1
legami tra loro.
Molto approssimativamente si possono indicare tre fùoni.
Un modernismo dottrinale o teologico, eli cui il più noto campione,
carissimo a Buonaiuti (vedasi come parla del loro incontro a Brighton
nell'estate del 1 907), fu Giorgio Tyrrell, e che si riconnette alla grande
personalità del cardinale Newman ; mira a scuotere la teologia tradizio­
nale, o meglio la sua cristallizzazione. L'evolversi della umanità, i pro­
gressi dell'uomo, le sue conquiste, portano ad una sempre nuova com­
prensione della rivelazione, a scorgere in essa nuovi significati (la buona
novella matura in seno alla umanità). I dogmi devono rispondere ad
esigenze, inquietudini dello spmto umano, diverse da quelle dei secoli
1n cui furono definiti.
Nelle Lettere di un prete modernista, pubblicate nel 1 908, Buonaiuti
aveva scritto : «la dogmatica e la disciplina cattolica rappresentano uno
svolgimento posteriore nell'ordine teorico della primitiva esperienza cri­
stiana, la quale le conteneva solo potenzialmente. . . Il cristianesimo pri­
mitivo, sorto fra i primi seguaci eli Gesù all'annuncio della buona novella,
ha fatto a meno eli ogni speculazione riflessa. . . Quando la forte religiosità
cristiana, guadagnando in diffusione, ha perduto eli intensità, allora e solo
allora, la formulazione dommatica è intervenuta per garantire la soprav­
vivenza del sentimento cristiano. La dogmatica, nel suo complesso,
rappresenta appunto lo s forzo eli tradurre in termini cosmologici e teo­
logici gli elementi razionali capaci eli guidare e alimentare l'esperienza
religiosa dell'anima collettiva. Il dogma trinitario, quello cristologico
e quello ecclesiastico costituiscono l'espressione intellettualistica eli alcuni
postulati religiosi racchiusi in germe nella prima esperienza cristiana». La
nuova esperienza religiosa può abbandonare «i sostegni della vecchia
mentalità cattolica» : «la nuova esperienza contiene eminentemente tutte
le esperienze che l'hanno preceduta»: il principio informatore unitario
della prima esperienza cristiana racchiuso in quei dogmi è riconosciuto,
pure negandosi dalla nuova esperienza eli applicargli «nel senso tradizio­
nale, la nozione astratta e antropomorfica della personalità».
Direi che da queste posizioni Buonaiuti non si sia sostanzialmente
mai mosso, che sia sempre rimasto riluttante al concetto tradizionale eli
dogma.
Egli scrive che per l'antichità cristiana tra la ragione e la verità eli
Dio c'è un abisso, colmabile solo dalla grazia ; mentre per la cristianità
post-scolastica quell'abisso è colmabile da una quantità eli ponti eli
passaggio costituiti dal materiale fragile delle nostre argomentazione
e deduzioni. Paolo raffigurava Cristo in atto eli distruggere tutti i dogmi
delle prescrizioni politiche e scolastiche, per fare del suo corpo trafitto
sulla croce l'unico dogma vero e palpitante, simbolo eli riconciliazione
e eli fraternità fra gli uomini. N ella Lettera di Barnaba (I, 6), tre sono
dogmi del Signore, la speranza della vita, la giustizia, l'amore nella gioia
e la letizia ; non è eretico tornare a questi dogmi.
Altrove, pare peraltro giustificare l'esigenza eli tali formulazioni :
«l'uomo è sollecitato sempre dal bisogno eli raggiungere il divino attra-
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Lettere di Buonaiuti a }emolo
Testimonianze di Arturo Carlo ]emolo
verso le vie misteriose della sua capacità di comunicazione subcosciente
con l'universo, e dal bisogno di tradurre in formule razionali le intuizioni
del suo senso sacrale delle cose e le percezioni supervisive delle sue
pupille interiori ». Ci sono momenti in cui l'equilibrio tra questi due
gruppi di forze innate pare spezzarsi a vantaggio delle formulazioni
concettuali e della disciplina burocratica ; occorre allora avere l'audacia di
«spezzare l'involucro delle formule, per ridare ritmo circolatorio alle virtù
subcoscienti dell'istinto che l'uomo si porta verso la visione religiosa del
mondo e della vita associata».
Egli aveva considerato sua prima consegna questa : « svecchiare tutti
gli abiti mentali dell'insegnamento cattolico ufficiale ; riportare le anime
ad un recupero direto dei valori genuini della primitiva predicazione
cristiana, tutta accentrata negli assiomi dell'universale fraternità umana
nella coscienza di un unico Padre, Dio». E nelle Lettere aveva scritto : « la
funzione vera della religione è di nutrire lo spirito umano con i sentimenti
della speranza e dell'amore fraterno».
In Buonaiuti c'è sempre, col vivo senso della Chiesa, che è vera­
mente caratteristica saliente del suo pensiero, la tentazione del ritorno
alle origini, corretta dalla riflessione che non si può rifarsi alle posizioni
elementari da cui mossero la predicazione e la diffusione dei Vangeli,
prescindendo dall'apparato di tutta la successiva esperienza associata
cristiana.
In questo atteggiamento di fronte al concetto del dogma, al peso
del dogma nella fede del cristiano, il modernismo aveva avuto precursori :
ci sono pagine di Lambruschini e Capponi che paiono anticipazioni. Ed
altre se ne potrebbero trovare.
Gli è che si dà un punto di arrivo quasi obbligato per chi non
vuole rinunciare al dogma come elemenlo strutturale della religione, non
vuole ridurre questa ad una serie di precetti morali, e d'altronde non
crede legittimo il gettare dei ponti tra il razionale ed il numinoso (Buo­
naiuti nelle Lettere aveva parlato di «mania mostruosa di spiegare i misteri
della vita divina e della spiritualità religiosa con la medesima disinvoltura
con cui si definiscono gli elementi costituivi di un corpo »), e pensa che
dove non si dà il prosternarsi dinanzi alla luce di Dio, tacendo allora la
ragione, questa debba poter comprendere appieno. Dove l'uomo non
può intendere, non c'è posto per la formulazione del dogma; allora
viene naturale pensare al dogma come adeguamento di verità religiose
alla religione ; è strettamente legata alle esperienze, al sentire, agli stati
d'animo di una civiltà e di un secolo ; nell'adeguamento di un elemento
costante, la verità religiosa, ad uno variabile, starebbe la evoluzione dei
dogmi.
Si dà poi un modernismo storico, revisione della storia ecclesiastica,
ricerca di quelle che furono la fede, le aspettative delle prime generazioni
cristiane ; analisi dei testi condotta spassionatamente, senza paura d'indi­
care interpolazioni nei libri sacri, di posticipare di qualche secolo la
datazione di qualche parte del Vecchio Testamento, d'insegnare che
qualche parte di questo, anziché essere dell'autore indicato dalla tradizio­
ne, risulterebbe fusione di due testi di epoche diverse.
Ricerca spassionata di storico, per alcuni ; per altri, ricerca mossa da
quel desiderio di ritorno alle origini, che è una delle vene del moderni­
smo, in contrasto con l'altra, la preoccupazione di concedere ai bisogni
di ogni generazione, di dare risposta alle sempre nuove esigenze.
Di questo modernismo storico la figura di maggior fama fu Loisy,
che deluse Buonaiuti per la sua aridità (della delusione non è alcun
indizio nelle Lettere, ma probabilmente c'era lì un intento apologetico,
esaltare una grande figura del modernismo) : un'aridità, una intellettualità,
che contrastavano con il fervore, l'empito di vita del giovane sacerdote
romano. Non si può non sorridere leggendo nelle memorie di Loisy che
quando Buonaiuti venne a visitarlo nel 1 906 a Garnay ebbe il torto di
non ammirare le sue galline nere (Buonaiuti nelle Lettere dice che le
trovò bruttissime) ; s'immagina il giovane prete entusiasta ed il gelo che
l'invade quando quegli in cui si attendeva di trovare il fratello maggiore,
il sostegno, gli fa ammirare la proprietà ed il pollaio.
Non sembra che quest'opera del modernismo, volta a ricostruire le
origini cristiane prescindendo dalla tradizione, passando sopra alle defi­
nizioni della Commissione biblica, si proponesse come scopo anche
quello di purificare da superstizioni la religione delle masse, partisse in
guerra contro le pie pratiche, le fedi religiose basate sui miracoli, sulle
apparizioni, le rivelazioni di santi. Direi anzi che si disinteressasse della
religione dei più, forse pensando che anche gli umili sarebbero stati
attratti, aspirati, dal rinnovamento religioso, che il modernismo si propo­
neva. Mons. Lanzoni, che attende - e trova egli pure amarezze e spine
- a quest'opera di purificazione, appare piuttosto sulla scia di un
Muratori, che dei modernisti suoi contemporanei. È vero che nelle Lettere
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Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Testimonianze di Arturo Carlo ]emolo
di Buonaiuti si trovano parole roventi contro la superstizione che inquina
la religione del popolo, e si legge anche : « oggi non è piÒ il caso di
rispettare le esigenze della pietà popolare» ; ma qui l'uomo dovette mutare,
passata la prima giovinezza; ché di quella pietà lo vedemmo sempre
rispettosissimo (anche a prescindere dalla recitazione del Rosario con la
mamma) .
A ben guardare, questi modernisti erano degli aristocratici ; il campo
in cui si proponevano di seminare e mietere era l'ambito degli uomini di
cultura ; la religione del popolo, se mai, sarebbe stata modificata di
riflesso.
Buonaiuti, con una delle tante contraddizioni inevitabili in un tem­
peramento della sua ricchezza, lo vedevamo non indignarsi neppure di
forme di religiosità popolare che avessero in sé qualcosa di superstizioso,
e nelle manifestazioni collettive del popolo scorgeva un lato essenziale
della cristianità, il senso corale, l'unità del popolo dei credenti (non c'era
per lui religione senza vita associata) . Fino all'ultimo gli fu caro parteci­
pare col popolo, cantando in coro l'inno secolare, al pellegrinaggio del
Monte Autore.
E si dà anche un modernismo politico, che accoglie le istanze
socialiste, ma non quelle liberali.
A quest'ultimo, ch'ebbe in Italia nel Murri il suo capo, Buonaiuti
restò estraneo. In Pellegrino di Roma spiega chiaramente la sua posizione :
errore del Murri voler dare l'etichetta cristiana ad un partito politico ; «il
cristiano non si diversifica dai suoi concittadini nel nome di una parteci­
pazione qualsiasi a determinate posizioni politiche o a frammentarie
organizzazioni economico- sociali. Il cristiano è l'uomo che al di sopra
e al di là di tutte le specificazioni politiche correnti si sente cittadino di
una città superiore e questa sua anagrafica iscrizione in una città superiore
traduce in forme di bontà, di temperanza, di mitezza, di condiscendenza,
di perdono, da esercitarsi a favore indistintamente di tutti i fratelli che
sono suoi compagni di pellegrinaggio e di pena».
Come la predicazione di Cristo aveva infranto ad un tempo la
concezione statolatra di Roma e il nazionalismo d'Israele, così occorreva
risuscitare il cristianesimo delle origini e sopprimere le barriere nazionali.
Se il Programma dei modernisti guardava alla società terrena per depre­
care le iatture che avrebbero recato le contese tra nazioni, il culto della
forza, la politica delle democrazie atee ed epicuree, e se si augurava che
la Chiesa potesse scongiurare queste iatture, era sempre con un'azione
dal di fuori, senza mescolanze, che avrebbe dovuto agire, con un'opera
di educazione evangelica. Il cittadino doveva cedere il passo al credente.
Era un nuovo modo di concepire la superiorità della Chiesa sullo
Stato ; ma la contrapposizione all'idea dello Stato liberale, dello Stato
etico, era nettissima.
La città terrena era al di fuori delle preoccupazioni sostanziali di
Buonaiuti ; i giudizi che talora nel libro si leggono sulla politica italiana
e gli uomini di questa, sono sempre dati sulla bilancia dei valori religiosi.
Gli era caro ripetere il brano di Tertulliano che mostra l'inconciliabilità
del cristianesimo con l'impero ; non solo ogni commistione di potere
religioso e potere politico gli appariva deleteria per la Chiesa, ma il vero
cristiano doveva restare distaccato ; non si servono due padroni. Nella
sua interpretazione del dare a Cesare, Cristo aveva posto una nota di
disprezzo per ciò ch'è la moneta, per quella ch'è la parte di Cesare.
L'aberrazione era la mescolanza della Chiesa con lo Stato ; ma
Buonaiuti non era un liberale cui dispiacesse l'abbandono del canone
separatista ; a lui doleva la degrazione della Chiesa in quel contatto.
256
Buonaiuti fu inconciliabile con Croce, Gentile, l'idealismo. Anche
quando nel periodo della persecuzione fascista ebbe qualche superficiale
rapporto con Croce, non riuscì mai a perdonargli l'insensibilità per il
movimento modernista, quel ch'egli aveva scritto all'indomani della
Pascendi.
Si può ammettere una certa opacità di Croce per quanto è vita
religiosa: lo lasciavano indifferente anche gli studi dell'amico Ruffmi sul
pensiero e le distinzioni teologiche di giansenisti e riformati ; e non mi
consta che nella cerchia dei fidi, dei carissimi di Croce, ci fosse alcun
praticante. Ma Croce non è quel che potrebbe apparire all'ignaro che lo
conoscesse solo attraverso Buonaiuti. E quanto a ciò ch'egli scriveva nel
1 907 può ben dirsi ch'era sano senso realistico quello che lo portava
a comprendere come - trascorso da secoli il periodo delle eresie e del
sorgere di chiese separate - non potesse essere incoraggiato un movi­
mento ecclesiastico condannato dalla Chiesa. La ragione, fosse pure
crudele, portava a dire : - chi vuole restare si sottometta, chi non può
sottomettersi esca, e scriva senza preoccupazioni di censure, con la libertà
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Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Testimonianze di Arturo Carlo ]emolo
che regna nella società civile italiana - (chi avrebbe potu�o nel 1 907
presagire il Concordato e l'iniquo art. 5?) .
Alternativa impossibile per Buonaiuti, che si paragonava talora
all'uccello di Renan che non può allontanarsi dal tempio ; che anche
nelle redazioni romane del «Tempo» e del « Mondo» restava sempre
a sé; che poteva avere amici cari anche tra non credenti - Tilgher
e Salvatorelli -, ma che l'essenza delle sue preoccupazioni, del suo
pensiero, dava ognora ai problemi religiosi, e solo attraverso lo schermo
di questi poteva vedere quelli di politica mondiale od interna. Il mondo
laico restava per lui quale gli era apparso al tempo della rivista « Rinno­
vamento», allorché scriveva : « ... il terrore oscuro che mi incoglieva nel
cuore, alla prospettiva di un esodo ufficiale dalla Chiesa che mi avrebbe
lasciato abbandonato al risucchio vertiginoso di un mondo laico, vuoto
ormai di qualsiasi salda consistenza spirituale e di qualsiasi vera idealità
cristiana».
Ed occorreva altresì dire che, anche se il periodo degli scismi non
fosse ormai chiuso da secoli - rapida decadenza dei vecchi cattolici,
pur capitanati da uomini della tempra di un Dollinger, e radicati sul
saldo terreno teorico del rifiuto di un nuovo dogma - sarebbe stato
ben arduo, anche in un altro secolo, far sorgere una chiesa su principii
così aerei, mal definibili, che rispondevano piuttosto alla sensibilità
dell'uno o dell'altro degli assertori, che ad un sentire comune, propri al
modernismo.
Buonaiuti ammette che questo era allo stato fluido della sua prima
espansione, ma aggiunge che sarebbe un giorno passato ad una forma
schematizzata di sistema fùosofico. Ma non era forse quella forma fluida
la sua essenza, ed avrebbe potuto schematizzarsi senza tradirsi?
Afferma Buonaiuti che allorché comparve la Pascendi « il problema
della religiosità, del suo contenuto sostanziale, delle sue concrete espres­
sioni storiche, della sua realizzazione suprema nella forma datale dalla
rivelazione del Cristo e dalla disciplina della Chiesa, cominciava ad uscire
dai chiusi recinti del monopolio teologale, per diventare alimento e pun­
golo di ogni spirito senziente, consapevole dei compiti e delle esigenze
della moralità associata».
E se davvero questo fosse stato, la Pascendi dovrebbe dirsi deleteria
per la vita spirituale del nostro popolo. Ma chi ricorda l'Italia del 1 907
sa che solo ben strette cerchie sentivano intensamente i problemi della
vita religiosa, e queste non andarono mai disperse; fuori di esse non si
scorgeva che lo stretto conformismo, la religione che non dà inquietudini,
perché tutto è vero quel che insegnano i pastori, e se sorge un dubbio
è il confessore a risolverlo ; oppure l'indifferenza, l'avere escluso ogni
problema religioso dai propri interessamenti. Anche cenacoli non con­
fessionali, come Coenobium di Lugano, raccoglievano spiriti eletti, ma
restavano ignoti alle masse. In seno a queste, se i più giovani comincia­
vano a ribellarsi agli spunti dell'anticlericalismo becero, era piuttosto
l'influenza, diretta od indiretta, della «Critica» di Croce che agiva su loro.
In Pellegrino Buonaiuti (che nelle Lettere appare violentissimo contro
il neo-tomismo, camicia di Nesso imposta al pensiero moderno, e scrive
che « la fùosofia comincia ad avere un nuovo concetto di se stessa,
e non appare più come forma di conoscenza, la più universale fra tutte,
dell'universo, bensì come una maniera particolare in cui si esplica l'atti­
vità interiore dell'uomo») afferma di essere rimasto per tutta la sua
esistenza « un aderente alla fùosofia tradizionale della civiltà mediterranea,
edificata da Aristotile nel mondo classico, e da San Tommaso nel
mondo cristiano».
Sempre sincero, Buonaiuti lo credeva fermamente ; ma è lecito
pensare che più della impronta dell'Aquinate si sentisse in lui quella di
Schleiermacher, di Newman, di Blondel (questi protestò sempre contro
ogni sua connessione al modernismo ; ma nessun maestro sa quali piante
nasceranno dai semi che ha gettato). E quel suo «principio divino che,
attraverso la nostra minuscola ma indispensabile contribuzione all'opera
del bene, realizza in ogni istante l'ideale del Suo Regno», quel «program­
ma mistico di realizzazione divina nello sviluppo della vita umana asso­
ciata», a chi guardasse da un'altra sponda, essendo negato al mistero
sacrale dell'universo di cui Buonaiuti era pervaso, avrebbe anche potuto
essere accomunato a postulati idealisti-storicistici.
Cosa rappresentò il movimento modernista nella storia della Chiesa?
Domanda spontanea e che tuttavia è dubbio se consenta r1sposta :
giacché nessuno può sapere se il mutare dell'atteggiamento della Chiesa
non sarebbe stato lo stesso senza il moto modernista, se questo abbia
accelerato o ritardato Oa reazione che suole aversi al prospettarsi di un
pericolo, e che suole eccedere per dimensioni il pericolo stesso) quel
mutamento.
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Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Il modernismo nasceva dalla esigenza di quella parte delle classi
colte non distaccata dalla religione, di averne una meno ancorata a ri­
sposte date molti molti secoli addietro, magari nel mondo degl'imperatori
cristiani di Bisanzio, meno legata a problemi, a preoccupazioni scomparse
dall'orizzonte dell'uomo europeo da qualche secolo ; dalla esigenza di
una religione fatta per gli uomini e che non può prescindere dall'uomo
storico qual è in un dato momento, né pretendere di dare agli adulti il
pane degl'infanti.
Ma sorgeva altresì da una posizione particolare dell'ultimo ottocento,
la grande fede nella scienza, nella risposta definitiva che questa in ogni
ambito poteva dare. La storia della creazione, i libri sacri, la tradizione,
andavano coordinati con la scienza ; questa non poteva errare (perché
non si dubitava delle risposte definitive della scienza, né si pensava che
un'altra generazione avrebbe potuto modificarle od annulllarle) .
Intorno al 1 900 nel mondo della cultura laica già cominciava la
crisi di questa fede nella scienza; ma era naturale che nei seminari, tra
il giovane clero, giungesse col ritardo di una generazione. E quel pro­
blema della conciliazione di scienza e fede, che per le generazioni attuali
non è più tale (anche per l'ampia libertà lasciata dagli ultimi Papi di
opinare in tutto ciò che non è strettamente articolo di fede), appariva
assillante in anni ov'era diffusa una forma mentale per cui sembrava
possibile perdere la fede se un iota di ciò che si riteneva dogma appa­
risse inaccettabile. Non si può comprender questa storia pur recente
senza ricordare tale diffuso sentire : se un solo punto della Rivelazione
crolla (o pare crollare), tutto si dissolve. Positivismo, mentalità scienti­
fica, davano ai credenti l'assillo di una religione con stretto sistema
·
logico, ove, rivelatosi falso un passaggio, perdono valore tutte le con­
clusioni successive.
Per Buonaiuti era compito essenziale dei sacerdoti della sua generazione
eliminare il «contrasto fra le conclusioni delle discipline morali e storiche
applicate al fatto religioso e al fatto cristiano, e le proclamazioni cosiddette
infallibili degli ultimi concili ecumenici, di Trento e del Vaticano».
Sulla formazione dei modernisti influiva anche quella reazione al­
l'immobilismo, quel culto dell'azione, del rinnovamento, ch'era pur esso
nello spirito del tempo.
È oggi opinione pur di ecclesiastici d'indubbia ortodossia che la
reazione antimodernista tagliò ad un tempo il grano ed il loglio (qualcosa
Testimonianze di Arturo Carlo ]emolo
261
di simile era avvenuto anche alla controriforma) . E se la naturale ripu­
gnanza della Chiesa a tutto ciò che possa avere l'aspetto di una resipi­
scenza fa sì che si continui ad imporre il giuramento antimodernista,
sta che oggi sono tesi comunemente accolte quelle che nel decennio
posteriore al 1 907 sarebbero state esposte a sicura condanna. La parte
più sana del modernismo - soprattutto del filone storico e politico è oggi accettata.
Forse la miglior giustificazione delle condanne pontificie sta in quel
che la dottrina modernista aveva di vago, di suscettibile d'interpretazioni
individuali : la Chiesa non può non preoccuparsi che la massa dei credenti
conosca ad ogni ora concretamente ciò che deve credere, ciò che è di fede.
Quel che non si riuscirà mai a giustificare è la caccia ai modernisti
sulla base di sospetti, di delazioni, di abusi di fiducia a danno di amici ;
in cui emersero ambigui personaggi, non certo onore dell'abito talare.
Per anni nel clero si respirò un'aria avvelenata; ogni parola, ogni riga,
poteva, male interpretata, dare luogo ad un'accusa. Anche eminenti
cardinali avvertirono quel malessere.
Ho sempre scorto una certa armonia di ritmo (sarebbe troppo dire
parallelismo) tra la controversia fra giansenisti e gesuiti nel sec. XVII
e quella tra gesuiti e modernisti all'inizio di questo secolo. I giansenisti
erano per l'immobilismo ; la Chiesa non doveva preoccuparsi dei nuovi
atteggiamenti dello spirito europeo dopo il rinascimento, non della
ripugnanza che l'uomo moderno poteva provare per certi insegnamenti :
la dannazione con pena sensibile dei bambini morti senza battesimo, il
diniego della grazia ai non eletti, l'umanità massa dannata con pochi
salvi. Gl'insegnamenti di Sant'Agostino dovevano valere per ogni secolo ;
diffidavano anche della critica storica, di Richard Simon.
La teologia gesuitica rispondeva alle esigenze del tempo, rendeva la
giustizia di Dio comprensibile, comunque non ripugnante, agli occhi
umani. Potevano esserci rilassamenti soverchi nella morale ; peraltro
i casisti erano fini analizzatori del cuore umano, comprendevano l'im­
possibilità di rinchiudere entro rigide categorie, entro poche leggi generali,
l'inf.tnita varietà dei casi, le inf.tnite scelte dell'uomo.
Quest'opera di render la fede accetta all'uomo contemporaneo, da
lui assimilabile, volle essere pure l'impresa dei modernisti ; e le voci di
diniego e d'immobilismo, che partivano dalla «Civiltà cattolica», echeg­
giavano quelle dei giansenisti.
263
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Testimonianze di Arturo Carlo ]emolo
Non si suole riflettere che in una religione immobile, _ in cui tutto
sia stato detto una volta per sempre, in dommatica ed in morale, un
capo infallibile, autorità suprema ed inappellabile, apparirebbe superfluo.
Mentre più necessario che mai sembra là dove la religione, pure arroccata
ad un certo numero di verità supreme, deve spiegare queste con parole
nuove ad ogni generazione, deve rispondere alle inquietudini, agli assilli
di ogni secolo, deve tener presente che nuovi dubbi sorgono, nuovi
problemi morali si pongono.
I giansenisti erano logici nel ritenere che nella religione immobile da
loro asserita al Papa poteva bastare un mero primato d'onore ; i modernisti
avrebbero dovuto logicamente essere calorosi assertori dell'autorità pontificia.
Ma che rispondere alla domanda di ciò che abbia rappresentato
nella storia della Chiesa il modernismo?
Direi sicuramente un memento di esigenze intellettuali di una parte,
poco numerosa, ma qualificata intellettualmente della cattolicità. Dal
punto di vista cristiano l'intellettuale non ha diritto a particolari riguardi :
il perfetto cristiano si trova più sovente tra gli umili, gl'incolti. Ma nei
rapporti della Chiesa con la società le classi colte non possono venire
trascurate, per l'influenza ch'esercitano.
Negherei tuttavia che nel mutato indirizzo che già trapela negli
ultimi anni del pontificato di Pio XII, ed appare chiaro durante quello di
Giovanni XXIII e continua con Paolo VI, debba vedersi un effetto
ritardato del modernismo.
L'esigenza che presiede a questo mutato indirizzo è la riconquista
di una società scristianizzata in tutte le sue classi (ma la preoccupazione
è soprattutto per quelle più umili, che in altri secoli si erano conservate
fedeli alla religione, allorché la borghesia se ne allontanava), e per tale
riconquista occorreva la mano tesa, il colloquio, non la condanna a priori
di quanto fosse fuori degli schemi della ortodossia; ed intraprendere il
colloquio su un terreno piano, non su dati teologici ostici alla mentalità
di quasi tutti i contemporanei.
Un superstite della generazione modernista potrebbe qui osservare
che se all'indomani della seconda guerra mondiale la società appariva
scristianizzata, questo era un effetto della vittoriosa offensiva condotta
quarant'anni prima contro il modernismo.
Nessuno può dire ciò che sarebbe seguito se un certo evento non
si fosse prodotto ; ma è difficile credere che un rinnovamento della
Chiesa secondo le direttive dei modernisti avrebbe potuto sbarrare la via
vuoi al comunismo, vuoi alla sete di agi, di godimenti, verme distruttore
del senso religioso.
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Le pagine del Pellegrino dicono cosa fosse per Buonaiuti, per cui la
vita non poteva essere che vita associata, dialogo col fratello o parteci­
pazione al coro dei cristiani aranti, la cattedra universitaria.
Raramente una cattedra fu tenuta in modo più degno, raramente
un maestro possedette maggiori capacità formative, raramente si ebbe
quell'armonia di ogni momento tra maestro e discepoli, e lo studente
universitario trovò nel professore l'amico, il confidente.
Spendide lezioni ; il grande oratore non diceva mai parole vuote,
mai si ripeteva ; il pensiero si sviluppava in anelli concentrici, affinandosi.
Non un appunto davanti e non una divagazione.
Non il pubblico mondano di qualche professore letterato, ma ac­
canto agli allievi alcuni amici ; ricordo in prima fùa, assiduo, il vecchio
senatore Luigi Bodio, il creatore dell'organizzazione statistica italiana.
Togliergli la cattedra fu la prima ferita che lo colpì in modo tale da
turbarlo nel profondo, da mutarlo (l'altra fu la spogliazione coattiva
dell'abito sacerdotale) .
Il Concordato non aveva effetti retroattivi, come aveva dichiarato
Mussolini, e tutti gli altri professori ex-preti, incorsi in censure, vennero
lasciati ai loro posti. A Buonaiuti l'insegnamento effettivo era stato tolto,
in forma non legale, prima del Concordato, come egli narra - e certo
non era stato il suo collega di facoltà ministro Pietro Fedele, assertore
della Conciliazione e desideroso di avere in essa il suo posto, a sostenere
Buonaiuti -; questi, allontanato temporaneamente con un incarico di
studio, restava però sempre il titolare della cattedra romana di storia del
cristianesimo. Che il fascismo schiacciasse un ribelle come Buonaiuti
senza preoccupazioni di legalità, non è a stupire. Ma fu veramente grave
che i ministri della Liberazione - passarono alla Istruzione De Ruggiero,
Arangio Ruiz, Malè, che ricordo poi ai funerali di Buonaiuti ....:::__ non si
curassero di ridare la cattedra a Buonaiuti. Sarebbero stati in una botte
di ferro sul terreno giuridico. Buonaiuti era rimasto professore di ruolo,
titolare della cattedra (sia pure dispensato dall'obbligo dell'insegnamento
per attendere ad incarichi di studio) fino al 1 93 1 , allorché si era rifiutato
di prestare giuramento di fedeltà al regime, ed era stato dimesso, senza
)
264
Lettere di Buonaiuti a )emolo
Testimonianze di Arturo Carlo )emolo
aver maturato diritto a pensione ; c'era la dichiarazione Mussolini, negli
Atti parlamentari, di non retroattività del Concordato, c'era il dato
positivo che tutti i professori ex-preti, quasi tutti naufraghi della crisi
modernista, erano rimasti in cattedra, senza proteste della S. Sede. La
tesi giuridica degli amici di Buonaiuti era inattaccabile - od il ritorno di
Buonaiuti alla cattedra o le nostre dimissioni - mostra come subito
all'indomani della Liberazione si entrasse nella via delle transazioni, degli
accordi di partito ; già mancava il senso delle grandi questioni ideali, nel
cui ambito nessun interesse pratico consente compromessi ; è un segno
rivelatore di quello che fu il rapido spegnersi del roveto ardente ch'era
stata la Resistenza.
Buonaiuti ricorda che mons. C. Perosi, segretario del S. U fficio, lo
congedò, in quell'incontro del 1 924 che precedette la scomunica, dicen­
dogli : « on c'è nulla da fare, avete un cervello troppo diverso dal
nostro». Rammento che una volta, evocando Buonaiuti col card. G. B.
Nasalli Rocca, questi mi disse : « Se parlasse il linguaggio di tutti gli altri,
guanti guai si sarebbe evitati ».
Non si trattava certamente di linguaggio, e forse neppure di cervello,
ma di concezioni profondamente diverse intorno all'essenza del cristia­
nesimo e, a ben vedere, intorno al modo migliore per condurre gli
uomini a quel fine che certamente così Buonaiuti come mons. Perosi si
volevano : renderli obbedienti alle legge cristiana.
In fondo il pessimismo che Buonaiuti ricorda espresso in modo
drastico nelle parole di mons. U . Benigni - gli uomini non essere
capaci di nulla di bene nel mondo, la storia essere un continuo e dispe­
rato conato di vomito, occorrere per questa umanità l'Inquisizione - era
ed è pure alla base dell'atteggiamento degli uomini di Chiesa che consi­
derano suprema virtù l'obbedienza.
Buonaiuti era invece un ottimista ; credeva l'uomo suscettibile di
salire, scaldato solo dalla legge di amore che è nella parola di Cristo.
Come ho già detto, né lui né altri modernisti combatterono le
forme di devozione popolare, diedero opera a modificare la religione
degli umili ; non mi consta che pensassero neppure a toccare il rito.
Non so se sia immaginazione di nemico la descrizione di una messa
modernista in un romanzo di P. Bourget, Le démon du midi, in Italia
nessuno vide nulla di simile. E la celebrazione della messa da parte di
Buonaiuti non poteva essere più edificante : spirava reverenza da ogni
suo atto, da suo volto ; tutto il rito era compiuto a perfezione in
un'epoca in cui purtroppo nelle chiese non di rado la messa era sbrigata
in meno di venti minuti .
Tuttavia la dottrina modernista veniva a scavare un iato più grande
che mai tra la religione degl'intellettuali e quella degli umili.
La Chiesa è in continuo movimento ; peraltro ha sempre evitato
i passi troppo bruschi, le lacerazioni. Alcune enunciazioni potevano in
effetto scandalizzare chi non riuscisse a seguire tutto l'iter mentale di
Buonaiuti - un cammino tracciato piuttosto da una logica sentimentale
che da una logica scolastica -, il quale le riconnetteva a proposizioni di
perfetta ortodossia.
Ad ogni pronuncia del S. U fficio si discusse appassionamente tra
gli amici ed allievi di Buonaiuti della giustizia di queste condanne.
Problema inesistente.
Anche chi non sia cattolico e sia disposto a giudicare qualsiasi atto
della suprema autorità della Chiesa, riflette che in ogni religione gli organi
che devono dirigerne l'indirizzo e mantenere la continuità hanno il potere
di formare giudizi insindacabili su quello che il bene della religione esiga.
E non c'è nessuno che dal di fuori possa sovrapporre un suo
giudizio.
Le opere degli uomini politici sono ancora suscettibili di venire
valutate con il termometro, sia pure incerto, del successo.
Ma questo non è applicabile ai capi di una religione. Se anche certi
loro atteggiamenti, certi loro atti, provocassero reazioni nelle masse ed
avessero per effetto larghe diserzioni di credenti, sarebbe sempre possibile
sostenere ch'essi hanno salvato la purezza delle religione, hanno saputo
interpretare la parola di Dio e distinguere i veri dai falsi credenti.
Soprattutto chi si ponga dal punto di vista modernista, di dover
adeguare la verità religiosa alle esperienze, alle aspettative di ogni genera­
zione, si rende conto di come questo adeguamento possa essere compiuto
secondo apprezzamenti discrezionali diversissimi.
Soltanto chi concepisce una religione come una serie di norme
giuridiche da cui si debbono trarre i corollari, potrebbe assumersi la
funzione del giudice, che sulla base degli articoli di codice conchiude se
un'azione sia lecita o meno.
Può solo farsi qualche osservazione estrinseca.
265
266
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Testimonianze di Arturo Cario ]emolo
Affermazioni come quella, che per Paolo c'è « un parallelismo per­
fetto, meglio una identificazione paradossalmente sublime, fra il corpo
del Signore consumato nel pasto agapico e il corpo mistico del Signore
medesimo rappresentato dalla comunità dei fedeli. San Paolo giungeva
cosi ad immaginare e a dire, in tutte lettere, che, affinché il pane
consumato fosse veramente il corpo del Signore, bisognava perentoria­
mente che i partecipi al pasto, i fratelli, si sentissero e si mostrassero
cosi intimamente e così integralmente fusi in unità, da avallare con la
loro solidarietà mistica, che costituiva anch'essa il corpo del Signore, la
prodigiosa trasformazione del pane fisico in pane divino» (riecheggiano
le parole delle Lettere: « col tempo si è venuta formando la dottrina della
presenza reale, e più tardi della transustanziazione. Si è smarrito, attra­
verso a questa trasformazione, il valore etico primitivo del rito») : non
potevano non apparire in contrasto con insegnamenti millenari, radicati
nelle coscienze dei fedeli, ed insinuare dubbi tormentosi.
Ma lo storico che non entra nel merito delle condanne e si rende
conto di ciò che il modernismo aveva di conturbante, deve aggiungere
questo : che nella lotta antimodernista non si separò il grano dal laglio,
e furono sospettati e soffrirono anche ottimi, impeccabili preti, il cui
ricordo è oggi evocato con rispetto da cardinali e vescovi ; così un mons.
Lanzoni che dovette restringere, soffocare la sua opera di storico. Sap­
piamo oggi ch'ebbero a soffrire pure porporati della statura di Ferrari
e Maffì.
Furono seguiti metodi che parevano caduti in disuso, che alcuni
decenni più tardi sarebbero apparsi impossibili (vorrei dire usciti per
sempre dalla vita della Chiesa: ma sono troppo ardite le affermazioni
che impegnano l'avvenire).
Non solo richiamato il dovere di denunciare l'eretico, o quegli che
fosse sospetto, ma giovani preti furono fatti strumento di spionaggio,
senza riguardo allo scandalo che poteva venire ai più dal vedere un tal
uso dell'abito talare. L'episodio narrato in Pellegrino di Roma, del prete
che a Ginevra, ottenuta l'ospitalità di Antonino De Stefano, ne fotografa
la corrispondenza (e cosi una lettera di Buonaiuti) per porla a disposizione
del S. U fficio, non è che uno dei tanti del tempo.
In questa vicenda, e così non soltanto all'epoca della Pascendi, ma
fino alla morte di Buonaiuti, la Chiesa si attenne alla regola ch'essa, che
possiede la verità, non può scendere al colloquio, ma deve preservare
i fedeli dall'errore, e pertanto ricorrere ad ogni mezzo per chiudere la
bocca a chi diffonda dottrine erronee.
All'indomani della morte di Buonaiuti !'«Osservatore romano»,
rispondendo alle deplorazioni per ciò che la S. Sede non aveva permesso
ch'egli risalisse la cattedra romana, scriveva : dover la Chiesa invocare
ogni salvaguardia per attingere il suo ultimo fine, «ed una di queste
salvaguardie è l'impedire che chi erra, chi devia cioè dalla strada che alla
mèta suprema conduce compromettendo così anche i benefici che da tal
mèta derivano sullo stesso cammino temporale che ce l'assicura, possa
indurre altre anime ad errare e a deviare».
Questa, del rifiuto della discussione e del bavaglio posto all'errante,
era tradizione secolare ; ma venne seguito altresì il criterio, pur questo
tradizionale, di condannare tutto in blocco quanto venisse dall'errante
(per isolarlo dai fedeli, per timore di un veleno insito nelle sue pagine,
che potesse sfuggire pure al più acuto censore, sicché furono condannati
anche scritti irreprensibili, di apologetica cattolica). L'episodio di padre
Gemelli, che pretende non veda la luce Lutero, senza volerne conoscere
il contenuto è in linea con tutta la condotta che fu tenuta con Buonaiuti ;
si voleva tacesse, il suo nome fosse dimenticato.
Nel mondo ecclesiastico si era riusciti a rendere quasi pauroso il
nome di Buonaiuti. Occorreva il sereno coraggio, la tranquilla coscienza
di Nicola Turchi, per confessare la persistente amicizia per Buonaiuti.
Ho un ricordo tra doloroso e comico ; una volta che Buonaiuti era
nostro ospite a Bologna, nella casa isolata, fuori porta, che abitavamo,
telefonò un misterioso Timoteo che desiderava vederlo ; venne (lo rivedo
col cappello duro, intabarrato) e s'intrattenne con lui. Non ho mai
conosciuto il suo nome ; so ch'era un sacerdote, cappellano dei B alilla.
Per una visita allo scomunicato, le precauzioni non erano mai troppe.
E quanti laici che gli erano stati sinceramente amici, che gli volevano
bene, stentavano a superare il diaframma dello scomunicato vitando.
È ancora nella tradizione che la Chiesa invocasse il braccio secolare ;
ma l'uso di questo strumento non ripugna soltanto al cittadino che
qualcosa abbia assorbito della tradizione liberale, e che creda nel principio,
scritto nella costituzione del suo Paese, del diritto di ciascuno di profes­
sare liberamente e di far propaganda delle sue idee, quali si siano ; ma
dispiace altresì al credente. Il ricorso al braccio secolare nella coscienza
d'oggi umilia la Chiesa ; e pare avvilente per questa l'episodio del ministro
)
267
268
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Testimonianze di Arturo Carlo ]emolo
Fedele che, per indurre la S. Sede a cedere nella controversia intorno
agli esploratori cattolici, adopera non infruttuosamente ii mezzo di
avvertire un padre gesuita che, se la controversia non verrà composta, si
permetterà a Buonaiuti di riprendere le sue lezioni.
Qualche riserva farei anche alla pagina che segue, dedicata agli ebrei :
accanto ai pochi che « si erano dati a speculare sui cavalli e sui carri dei
popoli in mezzo a cui vivevano», guanti, in Italia soprattutto, dignitosi,
semplici insegnanti uomini e donne, in ogni ordine di scuole (Mondolfo,
Castelnuovo, Falco, Fanno), eccellenti maestri che non avevano mai
inneggiato agli idoli del tempo, guanti buoni magistrati, impiegati, ufficiali.
Pochi uomini resisterebbero senza esserne se non stroncati, trasfor­
mati, ad una persecuzione che si prolungasse lungo tutto il corso della
lora vita ; cominciando allorché hanno venticinque anni e non rallentan­
dosi mai.
Ma per Buonaiuti che aveva il senso corale della vita, che non
concepiva la religione se non in forma associata, ch'era nato maestro,
ch'era convinto di avere una sua missione, parole di vita, un messaggio
da trasmettere, il bavaglio era insopportabile.
Toltagli la cattedra, sottrattegli le sedi in cui teneva conferenze, rese
da ultimo impossibili queste, negatogli il passaporto perché non potesse
tenere il corso a Losanna, create difficoltà su difficoltà per le sue riviste,
fino al diniego della carta, strappatogli dal braccio secolare l'abito talare.
Bisogna ricordare tutto questo per rendersi conto di alcuni giudizi
non equanimi contenuti in Pellegrino di Roma.
Così nessuno può credere che ci sia una qualunque connessione tra
i successi della filosofi a idealista e la politica estera dell'Italia, l'asse
Roma-Berlino. Non è chi non sappia che quei successi non andavano
oltre la cerchia della università, e gl'indirizzi delle nostre facoltà filosofiche
non hanno mai esercitato alcuna influenza sulle scelte politiche del Paese.
Se le cattedre fossero ancora state occupate da allievi di Ardigò, questo
non avrebbe davvero recato alcuna remora alla politica estera del fasci­
smo. Del resto, forse che dopo il 1 87 1 un'Italia positivista ed anticlericale
non aveva plaudito al prussianesimo trionfante, alla politica di Bismarck?
in quale clima era maturata la triplice alleanza?
Del pari è difficile trovare giuste le riserve che nel libro si muovano
all'accorato, commosso discorso tenuto da Pio XII il 1 2 marzo 1 944 al
popolo adunato in piazza S. Pietro ; il cristiano accetta il dolore, accetta
la pena ; ma non viene meno alla sua fede se prega Dio di risparmiarglieli.
E troppi italiani che avevano detestato il fascismo, giudicata pazzesca la
sua politica estera, non potevano sentirsi responsabili ; non certo Buo­
naiuti, nemico di ogni violenza, avrebbe mai rimproverato loro di non
essere insorti.
269
Una bella pagina di P.P. Trompeo nel volumetto Preti descrive la
messa di suffragio per Romolo Murri celebrata da don Brizio Casciola ;
e menzionando i molti presenti, quasi tutti superstiti della bufera moder­
nista, scrive : era un grande ritorno.
Veramente un grande ritorno. Da molto tempo era rientrato nei
ranghi Guglielmo Quadretta, vi sarebbe pure ritornato, in avanzata
vecchiaia, Antonino De Stefano.
È sempre arbitrario affermare ciò che avrebbe compiuto qualcuno
se il corso della sua vita si fosse protratto ; Buonaiuti, tutto preso nella
sua visione di radicale rinnovamento cristiano, non giunse a vedere alcuni
mutamenti - nel senso di più larga libertà concessa dalla Chiesa alla
critica storica, anche in punti fondamentali - che si verificarono poco
dopo la sua morte : così la lettera al card. E. C. Suhard della Commissione
biblica pontificia sull'epoca del Pentateuco e sul genere letterario dei
primi libri del Genesi del 1 6 gennaio 1 948 ; documento semplicemente
impensabile al tempo della Pascendi.
È lecito tuttavia pensare che se fosse giunto a vedere il pontificato
del suo coetaneo Angelo Roncalli, l'indizione del Concilio ecumenico, ci
sarebbe stato anche per lui il ritorno.
Si legge in Pellegrino di Roma ch'egli ebbe un giorno a dire al cardinal
F. Marmaggi che avrebbe compiuto la completa adesione desiderata dalla
Chiesa, l'accettazione di tutte le condizioni, pur di essere agnello nel
gregge di Pietro, se un uomo con1e il Marmaggi fosse stato elevato al
soglio pontificio. Non penso che avrebbe rifiutato a Giovanni XXIII
quel ch'era disposto a concedere al suo antico prefetto di seminario,
a cui lo sospingeva il profondo senso della Chiesa, ch'è alla base di tutta
la sua opera : Cristo non si dà al singolo, ma si palesa ai fratelli, la
religione è vita associata, si alimenta nella comunità.
Certo Buonaiuti avrebbe allora riconosciuto la vanità di ogni giudizio
che suonasse agonia del cattolicesimo, avrebbe cancellato le righe in cui
270
Lettere di Buonaiuti a )emolo
parla dell'«alone di luce di quel pontificato di Leone XIII, c�e probabil­
mente passerà nella storia come l'ultimo bagliore di un sole tramontante».
Nel libro si parla del tentativo di conciliazione compiuto da padre
Agostino Gemelli dopo la lettera inviata da Buonaiuti a Pio XI.
Nessun dubbio che padre Gemelli fosse l'uomo meno adatto per
quel passo. Sinceramente, illimitatamente devoto alla Chiesa, la sua visione
del bene di questa era antitetica a quella di Buonaiuti. Era un realizzatore,
non pensava ad un trionfo della Chiesa che non fosse visibile, estrinse­
cantesi in istituti umani, non aveva ripugnanze per gli accordi ed anche
le transazioni con Cesare.
Padre Gemelli mi raccontava un giorno di aver riferito a Pio X I
dell'insuccesso della sua missione ; e soggiungeva che i l Papa s i era
commosso ed aveva detto : possa Dio essere più misericordioso di quel
che a Noi non è consentito di essere.
Quanti credono nella vita futura, in una forma imperscrutabile ai
nostri sensi umani, e ricordano quel che Buonaiuti fu, il suo amore per
gli uomini tutti, il suo desiderio di bene, l'aiuto che diede a quanti trovò
sulla sua strada ed avessero bisogno di lui, il suo costante anelito alla
realizzazione della parola di Cristo - confidano ch'egli sia tra gli eletti.
·
ARTURO CARLO J EMOLO
Testimonianze di Arturo Carlo )emolo
271
D. L'eredità di Buonaiuti (29 aprile 1 97 1 ) 1
ell'ultima decade di aprile caddero i venticinque anni dalla morte
di Ernesto Buonaiuti ; e fedeli allievi, nonché un attento indagatore di
documenti del movimento modernista, lo commemorarono. N on ero
presente, ma so che la rievocazione di Buonaiuti non fu concorde;
ciascuno dei presenti non lo riteneva appieno in quel che altri diceva di lui.
Non avrebbe potuto essere diversamente. Anche a lasciare da parte
il Buonaiuti della giovinezza, degli scritti anteriori al 1 9 1 5, che costitui­
scono un periodo chiuso della sua vita, e ch'egli in buona parte disco­
nobbe, anche a considerare solo il Buonaiuti degli ultimi trent'anni di
sua vita, il personaggio appare così a sé, non suscettibile di raffronti, che
non è a stupire se ciascuno degli amici ed allievi ne abbia recepito solo
un aspetto, quello a lui più congeniale.
Non si può avvicinarlo ad alcun altro del movimento modernista ;
schietta e reciproca antipatia per Loisy; rispetto a Murri interessi diversi,
due cerchie senza punti di contatto ; scarse relazioni con Minocchi ;
amicizia vera con Nicola Turchi, lo storico delle religioni, che peraltro
rimase sempre nell'ovile della Chiesa. Buonaiuti si rifaceva a Tyrrell, ed
attraverso lui a N ewman. Ma Newman era morto quando Buonaiuti era
bambino e non credo che con Tyrrell, spentosi nel 1 909 ci fossero stati
rapporti se non epistolari, comunque al più un incontro.
Impossibile poi accostare Buonaiuti ad alcuno dei cosiddetti ribelli,
anteriori o posteriori a lui : non a Lambruschini, se pure alcune pagine
di questo siano pagine moderniste «avant la iettre», meno che mai ai preti
patrioti del Risorgimento ; non a Renan, seppure alcune immagini di
Renan, quella dell'uccello che gira intorno alla cattedrale, conscio che
soltanto entro quella potrebbe trovare pace?, fiorissero non di rado sulle
labbra di Buonaiuti ; non a Lamennais; assurdo poi avvicinarlo ai preti
contestatori di oggi, colmi di preoccupazioni sociali.
Buonaiuti si dichiarava inconciliabile con i dogmatici (non parliamo
dei canonisti) e non esaltava che i mistici. E quel che gli pareva caratte-
1 Pubblicato su «La Stampa», 29 aprile 1 97 1 .
272
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
rizzasse questi, era, come scriveva in un volumetto sul misticismo me­
dievale, la «jmvafenza fasciata ai coiffìcienti preraifonafi de/fa apperceifone e def­
l'assimilaifone del numinoso» ; il mistico guarda al divino, non al tempo ed
alle creature : non si può essere mistici ed occuparsi delle cose del mondo.
Peraltro, con una delle contraddizioni non rare in lui, prediligeva
Gioacchino da Fiore, mistico sì, ma che aveva sempre recato un apprez­
zamento ed un verdetto sugli eventi politici cui aveva assistito. Gli è che
pure in Gioacchino vedeva «io sforzo ascensionale verso Dio attraverso le vie
de/fa intuiifone e deff'attingimento araifonafe e il tentativo di cogliere direttamente
i procedimenti misteriosi de/fa sua aifone salvifera neffe anime» ; e Gioacchino
prevede la scomparsa della Chiesa visibile, la sostituzione al tessuto
burocratico, così discaro a Buonaiuti, di un soprannaturale organismo
carismatico.
L'avversione di Buonaiuti ai teologi non era avversione alla dogma­
tica cattolica, preferenza per un diverso complesso di dogmi. Le accuse
dei suoi censori non colpivano il segno ; non si trattava già dell'accettare
o meno l'uno o l'altro dogma, ma del porsi in un campo diverso, di
religiosità accesa che non può tradursi in enunciazioni precise, dare vita
ad un sistema logico.
Il concetto che profondamente sentiva era quello del sacro, del
numinoso , cioè del sentimento del Numen, inteso come sentimento che
l'uomo non può essere isolato, né un primum, ma che al di sopra di lui
c'è, indistinto, quel che siamo soliti chiamare divinità : base di tutte le
religioni.
La Chiesa lo espulse, ma egli non sentiva profondamente, nella
storia come nel presente, che la Chiesa ; l'avrebbe voluta senza un diritto,
senza una gerarchia, ma, pur com'era, era pur sempre la custode del
sacro. Chi conosceva gli ardimenti di pensiero di Buonaiuti, stupiva nel
vederlo celebrare la messa, con una pietà, un'intima adesione, una inte­
riore commozione rare a scorgersi. Era il suo comunicare con il sacro.
Lo Stato, le forze politiche, la struttura economica, lo lasciavano
del tutto indifferente ; cosa contano le differenze di ceto o di fortuna
per chi è immerso in Dio?
Se Buonaiuti non avesse avuto occhi che per il mistero, sarebbe
stato compreso : un mistico, cattolico od eretico non importa. Ma era
uno degli uomini più vivi, ricco d'interessamenti, cui nulla era indiffe-
Testimonianze di Arturo Carlo ]emolo
273
rente ; desideroso di contatti umani, prodigo di arruc1z1e anche con chi
guardava soltanto alle cose terrene, con un fascino insito alla persona, al
viso mobilissimo che rivelava l'intelligenza, alla voce calda, all'affetto che
mostrava verso quanti andavano a lui : tutto lo rendeva ben diverso dalla
immagine stereotipa del mistico. E la nostra pigrizia mentale vorrebbe
proprio vedere le persone secondo immagini; Buonaiuti sconcertava,
come doveva al suo tempo sconcertare Bakunin, con le abitudini, il
tratto, i buoni vestiti e la fine biancheria del vecchio gentiluomo, come
avevano sconcertato i giansenisti non piagnoni, ma che sapevano anche
divertirsi, godere delle buone cose loro offerte.
Per questo avvenne che ciascuno dei discepoli ne colse solo un
tratto, ed è ancor oggi disposto a polemizzare con gli antichi compagni,
convinto che solo ciò che egli conserva realizzi il maestro. Più fedeli gli
umili, che non cercarono di classificare, e le antiche allieve, che serbano
il ricordo di quel ch'egli fu, così come fu, senza sceverare né distinguere.
Fu certamente una delle figure eminenti dell'inizio del secolo, e spar­
se semi e fermenti sovrabbondanti, anche se eterogenei ; quanti lo abbia­
mo avvicinato, gli dobbiamo qualcosa di quel che siamo ; tutti ne siamo
stati arrichiti, anche chi è rimasto cattolico ortodosso, ma con una fede
più viva. E se qualche allievo volgendo le spalle al numinoso ha preso le
vie del comunismo, è possibile che con un'ardita trasposizione abbia
scorto qui quella Chiesa (ahimè non invisibile, ahimè gerarchica e buro­
cratica) che accoglierebbe tutti gli uomini cercando di sollevarli dalla
condizione umana.
ARTURO CARLO J EMOLO
Lettere
274
E.
Ernesto Buonaiuti a venticinque anni della morte (1 971) 1
Nei venticinque anni decorsi dalla sua morte, la figura di Ernesto
Buonaiuti è andata prendendo sempre maggior rilievo ; anche gli eredi
spirituali di quelli che furono i suoi avversari non cercano di sminuirla.
In e ffetti non
fu
soltanto uno degli uomini più vivi, con maggior
calore umano, maggiore vastità d'interessamenti che sia dato riscontrare,
ma quegli che più rimescolò, nel primo trentennio del secolo, le acque
di quel lato sempre piuttosto stagnante della coscienza nazionale, ch'è il
lato volto agl'interessi religiosi.
Sacerdoti contestatori, che si erigessero di fronte alla S . Sede od ai
loro vescovi, l'Italia ne aveva avuto più modeste figure ; qualcuna, basti
pensare al padre Curci, di più alta taglia. Ma quasi tutti, ftno a Murri,
avevano ristretto
il
Testimonianze di Arturo Carlo ]emolo
di Buonaiuti a ]emolo
loro ambito all'attività politica, mentre alcuni, per lo
più poi pentitisi nell'ultima ora, erano giunti al rinnegamento di tutti
cardini della Rivelazione.
275
gnano di una qualsiasi delle determinate correnti che percorrono oggi il
cattolicesimo italiano.
Non certo di quella che, pure non volendo essere ribelle, desidera
un mutamento della costituzione della Chiesa, il sostituire ad un potere
dall'alto un potere di comunità, le quali si diano statuti, si eleggano
pastori. Per B uonaiuti non era soltanto la gerarchia ad essere contraria
a quella che per lui era l'essenza tutta spirituale della Chiesa, ma ogni
forma di giuridicità ; una costituzione democratica era per lui altrettanto
lontana di una autoritaria dallo spirito vero del Vangelo. La sua religione
doveva essere tutta spirituale, ricerca di Dio, adesione a Dio. I cenacoli,
le
coinonie,
come amava chiamarle, si costituivano spontaneamente tra
uomini che sentissero Dio.
Più lontano che mai Buonaiuti sarebbe stato dai contestatori su
base sociale ; non che non avvertisse le ingiustizie e non se ne s degnass e ;
m a gli sarebbe parso bestemmia l'affermare che c i s i avvicinasse anche
di un passo alla realizzazione del V angelo creando una società del
benessere, fosse pure assicurato a tutti, anche a quelli ch'erano i più
L'intellettualità italiana se n'era occupata assai poc o ; alcuni, è vero,
poveri d'ieri. Pochi avevano come lui sempre presente « il mio regno
erano poi saliti su cattedre universitarie, ma avevano allora s egnato un
non è di questo mondo » ; se il diritto gli pareva inconciliabile con
distacco dall'attività sacerdotale; pur senza vergognarsene, nulla avevano
regno di Dio, ancor più l'economia. Non ho mai conosciuto uomo più
mai fatto per collegare la nuova attività al ministero della giovinezza.
Buonaiuti non
fu
soltanto l'universitario, ma l'agitatore di tutto il
il
distaccato di lui da ogni preoccupazione economica ; nemmeno in quel­
l'aspetto negativo che è la preoccupazione di non dover mai nulla
mondo intellettuale italiano dei primi tre decenni del secolo ; ambito di
a nessuno. Sempre pronto a dare ; senza preoccuparsi di quanto fos se
conoscenze, anche di vere amicizie, amplissimo, attività di scrittore, di
degno colui che riceveva - era pur sempre un altro uomo -; capace
giornalista, di conferenziere, rapporti continui con l'estero, con teologi,
di godere più di ogni altro le gioie che si ottengono senza danaro : il
storici della religione, universitari, ma altresì letterati.
pezzo di pane mangiato su un sasso dopo una lunga camminata od
Può ben scorgersi nell'interesse che il mondo laico italiano, così
un'ascensione. Sentiva profondamente l'eguaglianza di tutti gli uomini ;
poco incline a problemi religiosi, ha portato alle encicliche degli ultimi
nessuna soggezione verso chi era sulle vette della scala sociale ; non
due Pontefici, ai lavori ed alle costituzioni del Concilio, un effetto anche
di quella preparazione a guardare a problemi religiosi che aveva costituito
l'attività di Buonaiuti.
Ho parlato di « rimescolar le acque» ; e rimarrei a questo termine
vago, perché non credo proprio che si possa fare di B uonaiuti l'antesi-
condiscenza, ma fraternità, verso chi era nei gradini più bassi : conversava
da pari a pari con
il
pecorara incontrato in una escursione sui monti
dell'Italia centrale. Non era affettazione o s forzo ; riteneva che da tutti vi
fosse da apprendere ; riferiva poi quella nozione nuova che aveva avuto
dall'umile non dandole minor rilievo di quanto dava alla connotazione di
un luminare della critica.
Non fu un ribelle ai dogmi, fu l'assertore ed il praticante di un
cristianesimo che oltrepassava i dogmi, non aveva bisogno di formulazioni
1 Estratto da <<La Rassegna pugliese», VI (1971 ) 5-7, pp. 3-4.
,
dogmatiche (non devono ingannare certi suoi apprezzamenti favorevoli
18
276
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
del tomismo, in un periodo avanzato della sua vita ; sul terreno della
fùosofia preferiva certamente un positivismo all'idealismo che lo rendeva
così avverso a Croce come a Gentile, ma l'uomo remotissimo e dai
teologi, cattolici e protestanti, come da quanti a ragione possono consi­
derarsi esponenti del pensiero non religioso, della intellettualità laica.
Proprio per questo aver fatto parte per se stesso, per essere stato
così diverso da tutti, ha potuto incidere profondamente non solo su
quanti lo hanno conosciuto di persona, ma anche su quelli che ne hanno
sentito evocare il ricordo dai testimoni della sua vita, e lo hanno ritrovato
nelle pagine dei suoi libri, anzitutto di quella Storia del cristianesimo, che
è stato pur detto, giustamente, potersi anche considerare una storia di
lui stesso, della sua vita, di quanto concorse a formarlo.
ARTURO C ARLO J EMOLO
Testimonianze di Arturo Carlo ]emolo
277
F. Ernesto Buonaiuti (20 aprile 1 976) 1
Il 20 aprile 1 946 moriva sessantacinquenne Ernesto Buonaiuti,
sacerdote incorso nella scomunica per le sue dottrine, professore di storia
del cristianesimo alla Università di Roma dispensato dall'insegnamento
per applicazione retroattiva (fatta a lui solo) della norma concordataria
che allontanava dalla cattedra i sacerdoti irretiti da censure, ma decaduto
poi per avere rifiutato il giuramento fascista.
In molti di noi è ancora vivo il ricordo di quel funerale civile, cui
partecipavano : il Ministro della Istruzione del tempo, che peraltro non
aveva avuto il potere di ridargli la cattedra ; in abito talare Nicola Turchi,
l'amico di sempre, che non aveva avuto gli ardimenti teologici di Buo­
naiuti, e, forse anche per naturale tendenza, si era rifugiato nell'insegna­
mento della storia delle religioni, ove ha lasciato oltre ad un noto
manuale, sintetiche ma ottime pagine sulla religione greca e romana ; ed
il grosso stuolo di amici e di allievi.
Buonaiuti fu certo la figura più nota del modernismo italiano e la
sua opera culturale resta di primo piano ; basti pensare al suo Lutero, al
Cristianesimo nell'Africa romana, a Gioacchino da Fiore, figura da lui prediletta,
e soprattutto ai tre volumi di Storia del cristianesimo, ove il fascino che
destano molte pagine, bellissime letterariamente, fa quasi passare in
seconda linea la considerazione del critico storico.
Ma quanti ricordano Buonaiuti sanno che il fascino dell'uomo era tale
- e doveva esserne conscia l'autorità ecclesiastica, che temeva il parlatore,
dalla cattedra od in una sala di conferenze, più che lo scrittore - che
quanti non lo conobbero non possono illudersi di ritrovarlo intero negli
scritti. Figura enigmatica, non per una sua volontà di celarsi, ma perché la
sua vita era retta da una logica sentimentale incomunicabile ad altri, e perché,
come ogni uomo nella vita, ebbe almeno due periodi diversi.
Quello delle Lettere di un prete modernista, scritte prima dei trent'anni,
che per molti scolpiscono definitivamente la sua figura ed i i1 cui si
ritroverebbero molti spunti oggi riemersi, quasi un inno alla creazione, alla
gioia, ad una umanità in cui regnino la giustizia e l'amore ; livellamento
1 Pubblicato su <<La Stampa», 20 aprile 1 976.
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Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Testimonianze di Arturo Carlo ]emolo
delle classi, affratellamento degli spiriti. Fortemente influenzato dall'Action
intervenne la scomunica e la spogliazione imposta da braccio secolare,
di Blondel, pensava che un grande compito spettasse alla generazione
cattolica cui apparteneva ; riportare le anime ad un ricupero diretto della
primitiva predicazione cristiana, centrata negli assiorni della universale
fraternità umana, nella coscienza di un unico Padre ; la religione, stato
d'animo non vincolato alle strutture sociali, che porta ad una vita nuova
indipendente e superiore a quella dominata da qualsiasi trascrizione concet­
tuale e da qualsiasi schema disciplinare ; l'evoluzione del dogma nasce dal
lento maturare della buona novella in seno alla umanità ; la preclicazione eli
Cristo raccolta dai Vangeli si schiude ogni giorno.
Deciso attacco quindi non solo alla Chiesa istituzione, ma ai teolgi
che hanno precluso l'evoluzione dell'insegnamento cristiano serrandolo
in formule dogmatiche inalterabili. A ben guardare, oltre all'avversione ai
teologi (cui Buonaiuti oppose sempre i mistici) un rifiuto dello Stato, eli
ogni «struttura gerarchizzata».
Questo
il
è quello che
Lettere di un prete modemista
primo Buonaiuti, che forse
ha più operato
per via sotterranea - ché le
ed il Programma
dei modemisti sono ignoti ai più dei sacerdoti - sul clero eli oggi : non
ristrettezza eli formule dogmatiche, ma una azione sociale, opposizione
ad ogni forma non pur eli nazionalismo, ma di distinzione di patrie
terrene, eguaglianza sociale.
I
contemporanei del primo periodo eli Buonaiuti sono scomparsi,
e quelli che lo ricordano, pur già vecchi, lo hanno conosciuto in una
seconda fase, in cui il motivo predominante in lui era quello della comunità,
sì ma anche dell'attaccamento alla Chiesa : lo Stato
è
il dominio eli Cesare,
la materia vile ; gli era estraneo ; la Chiesa, malgrado il peccato di essersi
giuridicizzata ed istituzionalizzata restava sempre la vera, la grande famiglia.
Offertagli una cattedra in una università protestante, la rifiutò.
Piccoli gruppi
eli
giovani, risalendo alle fonti, alle pure vene del
cristianesimo primitivo, dovevano promuovere la trasformazione dell'uo­
mo. Ed in lui era vivissimo il senso del sacro ; lo attesta la sua prefazione
al libro
eli
Rodolfo Otto (autonomia del fenomeno religioso rispetto
a tutti gli altri campi dello spirito e sua natura essenzialmente irrazionale) ,
e spiega
il
suo profondo attaccamento alle cerimonie religiose ; difficil­
mente si assisteva ad una celebrazione
eli
messa così commovente, che
mostrasse una così profonda adesione del sacerdote al valore simbolico
eli
ogni gesto, come nella messa celebrata da Buonaiuti, fmché non
279
dell'abito sacerdotale ; ed anche dopo, per nulla avrebbe rinunciato al
faticoso pellegrinaggio annuale al santuario di Monte Autore ; grande
manifestazione di religiosità contadina.
Questi aspetti così svariati nella sua vita fanno comprendere come
possano essere usciti da lui discepoli che ancora si ritengono tali, e che
appartengono gli uni al comunismo, gli altri al cattolicesimo romano ;
e come ci siano discepoli, tutti vecchi ormai, convinti della ortodossia di
Buonaiuti, della sua fede nei sacramenti così come li considera la Chiesa,
l'eucarestia il pane ed il vino che si trasformano nel corpo e nel sangue
di Cristo (taluno ricorda pure una predica sulla Madonna tenuta in una
chiesa di villaggio e che commosse l'umile uditorio agreste) , e discepoli
convinti che oltre a quel senso del sacro, oltre a quell'aspirazione ad un
senso religioso che deve dominare l'uomo ed affievolire ogni altra
passione umana, oltre al senso del mistero, oltre all'aspirazione alla vita
evangelica, alla povertà, alla semplicità, al saper comprendere e conside­
rare pari il più indotto, il più umile, anche il colpevole, non fosse rimasto
altro dell'insegnamento seminaristico.
Singolare figura davvero ; e singolare sorte ; perché oltre ad avere
agito profondamente su un numero relativamente piccolo di amici e di­
scepoli, poté più che non si creda sulla cultura italiana, dove all'inizio
del secolo dominava
il
materialismo, ed un idealismo che scorgeva la
religione - quella del clero, delle preghiere degli umili - come una
forma di poesia riuscì a far considerare il fenomeno religioso nella sua
importanza anche alle correnti che più gli erano state e gli restarono
ostili. E, bizzarra sorte, riportò il maggiore successo proprio in seno
a quella Chiesa che lo scomunicò, e nel cui insegnamento di oggi tanto
è
dato rinvenire delle concezioni di Buonaiuti : nella parola dei sacerdoti,
nelle omelie dei vescovi, il rinnovamento interiore dell'uomo, il suo senso
di fratellanza, anteposto ai sacramenti.
ARTURO CARLO J EMOLO
280
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
281
Testimonianze di Arturo Carlo ]emolo
G. }emolo a Margiotta Broglio, 28 ottobre 1 97 1 1
Roma,
28 ottobre 1 97 1
Caro Margiotta,
Non sto a dirLe come L'abbia vista volentieri, come sempre.
Ottime le pagine su Buonaiuti, salvo l'opportunità di spezzare
qualche periodo.
Vedo la Sua nota a matita a pg. 3 : non so se il termine di mediatore
tra la cultura laica ed ecclesiastica si convenga a Buonaiuti ; forse in fatto
lo fu, ma non si proponeva certo di esserlo. Sostanzialmente, come
molti modernisti, come alcuni suoi allievi, era un integralista, cui il nome
di laico poco o nulla diceva; direi anzi che in fondo disprezzasse quanto
fosse «laico» e non avesse una impronta di sacro. Per lui non c'era che
una cultura, quella che avrebbe voluto fosse propria della Chiesa; e quella
che combatteva era per lui l'ignoranza degli ecclesiastici.
Perché a pg. 6 il «don» solo a Primo Vannutelli?
Mi sembra che dovrebbe fare un sia pur fuggevole accenno alla
relativa libertà lasciata da Leone XIII (il tempo del domenicano Lepidi
Maestro del S. Palazzo, se ben ricordo) e del trapasso che si ebbe con
Pio X. Forse la pg. 7 sarebbe il luogo opportuno.
Molto importante quel che scrive a pg. 1 3 sul discorso di Mussolini
scritto da Missiroli su indicazioni di Buonaiuti ; però controlli bene, ché
Bedeschi non è Vangelo ; e poi attraverso Missiroli e con l'ultima elabo­
razione, il pensiero, e soprattutto l'intonazione di Buonaiuti, possono
essere molto cambiati. Ad ogni modo se la cosa è
e me ne rincresce
- mostra la estrema ingenuità politica di Buonaiuti, e segna anche
qualche punto circa quella che poteva essere la sua ortodossia religiosa,
sempre se si accetta che il Cattolicesimo ritenga come elemento essenziale
il Papa Vicario di Cristo.
A pg. 1 5 riga 5 : «motivazioni di carattere strettamente religioso » ;
non so. Non sono certo che non sia stata l a protesta contro il regime
-
1 Lettera dattiloscritta su carta intestata <<Studio ]emolo - Avv. Arturo Carlo Jemolo Professore emerito nella Università di Roma>>. L'originale è presso il destinatario. Le osservazioni
di ]emolo si riferiscono all'articolo di F. MARGJcrn·A BROGLIO, Ernesto Buonaiuti .. cit., pp. 79-99,
nella sua versione dattiloscritta predisposta per la stampa.
.
che d'accordo con la Chiesa gli aveva tolto la cattedra ; in un primo
momento aveva detto che non era il caso di parlare di giuramento per
chi non potendo insegnare nulla poteva fare ; dubito che avrebbe rifiutato
il giuramento se fosse stato sulla cattedra : insegnare per lui era la vita.
Ripeto, era un integralista e per lui solo la Chiesa, non le forme dello
Stato contavano ; se lo Stato non s'interessava dello spirituale, fosse
organizzato in un qualsiasi regime.
Ignoravo del Caboara ; non se s'identifichi con un omonimo, che
è stato in tempi piuttosto recenti mio cliente, ma di cui mi sono
sbarazzato, perché troppo noioso. Sarebbe stato allora un giovanotto.
Comunque ripeto, ottime pagine.
Mi ricordi caramente alla Signora e gradisca i più affettuosi saluti.
Suo
A.C. ] emolo
Al Prof. Francesco Margiotta Broglio
Via Solferino, 48
43 1 00 Parma
282
Testimonianze di Arturo Carlo ]emolo
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
283
I. La morte di padre Geme/li (1 5 luglio 1 9 59) 1
H . ]emolo a/ p. Agostino Geme/li, 1 O dicembre 1 9 56 1
Roma,
10
dicembre
1 956
Eccellenza, Molto reverendo e caro Padre,
La ringrazio assai delle parole che ha avuto la bontà eli dedicare
a quel mio articolo sulla Stampa.
Ella ha pienamente ragione : non c'è che una pietà, quella cristiana,
quella che si assomma nella visione eli Dio Padre, nella fraternità degli
uomini in guanto figli eli Dio. Per il cristiano non ci possono essere due
pietà, si dà questa soltanto.
Ma c'è un dubbio che mi assilla, e non da oggi. Possiamo dire che
i non cristiani sono negati alla pietà? non echeggiamo con ciò lo spunto
giansenista, per cui non potevano esserci virtù negl'infedeli? non abbiamo
mai incontrato dei natura/iter christiant? nella economia che ci governa
non si dà possibilità che alcuno intraveda la pianura, cioè la fratellanza
tra gli uomini, senza vedere il cielo, cioè il Dio Padre? Le confesso eli
avere conosciuto tanti non credenti, per cui la pietà non era sentimento
instabile, bensì conscio senso eli fratellanza tra gli uomini, che non mi
sarebbe oggi facile affermare che il non cristiano non sia capace eli pietà.
Se mai, mi domanderei se sia esatto il termine natura/iter christiani,
o se la pietà eli questi non credenti non provenga dall'essersi formati in
seno ad una civiltà plasmata dal cristianesimo. Ma sono troppo ignorante
nella materia delle religioni comparate, per essere in grado eli dire se
l'amore per gli uomini, la commiserazione eli chi soffre, il desiderio eli
aiutarlo, siano propri eli altre religioni storiche ; ed altresì se il paganesimo
greco-romano conoscesse questa pietà estesa a tutti gli uomini, o la
riservasse solo all'amico, al commilitone.
Gradisca i miei rinnovati ringraziamenti ed i sensi del mio sincero
rispetto.
Suo dev.
A.C.
]emolo
A Sua Eccellenza
padre Agostino GEMELLI
Rettore della Università Cattolica del S. Cuore
Milano, piazza S. Ambrogio, 9
1 Copia dattiloscritta su foglio bianco. Si conserva presso I'ACS, Fondo ]emolo, b. 1 6, fase. 8,
s.fasc. 1 .
on so quanti siamo a ricordare quel pomeriggio dell'inverno
1 909-'10 in cui nel Teatro Balbo il giovane francescano Agostino Gemelli
doveva parlare eli Cesare Lombroso, spentosi nell'ottobre (il discorso
sarebbe poi apparso col titolo significativo «I funerali eli un uomo e eli
una dottrina».
Tempi eli anticlericalismo violento, rivedo ancora un operaio eli
mezza età che, appena sul palcoscenico Gemelli accennava a parlare,
gridava con voce stentorea «viva Lombroso»: certamente non né aveva
mai letto una riga ; ma Lombroso era per lui il simbolo della scienza, del
libero pensiero, da difendere contro l'oscurantismo.
La sera dopo, in ambiente amico, il circolo universitario cattolico
Cesare Balbo, padre Gemelli poté meglio parlare. Aveva un eloquio
facile, ma non ancora la sicurezza, il tono eli autorità, che avrebbe assunto
qualche anno più tardi.
Edoardo Gemelli si era laureato in medicina a Pavia avendo avuto
a diretto maestro il grande Golgi, ed era stato in giovinezza socialista
e materialista. Conversione quasi fulminea; quella che per i credenti è la
chiamata della Grazia ; vestiva l'abito francescano nel novembre 1 903
divenendo frate Agostino, ed era ordinato sacerdote nel 1 907.
Perché scegliesse l'abito francescano rimase per molti un mistero :
ordine più liberale, più disinvolto, gli udii dire un giorno ; e credo
che in effetto mai provinciali o generali cercassero eli contrastare
all'uomo di prim'ordine, al grande servitore della Chiesa, che indub­
biamente padre Gemelli fu. Ma nel religioso che teneva profonda­
mente puntati i piedi nella realtà, che credeva nella incli spensabilità
della organizzazione, che si compiaceva eli veder sorgere i grandi
edifici della sua università, che aveva intuito sicuro in materia eli piani
economici, che gradiva i riconoscimenti ufficiali, ed anche i contras­
segni esteriori di questi - toghe e decorazioni -, che difende la
vivisezione, occorreva scendere assai nel profondo per ritrovare tratti
comuni con il Poverello di Assisi.
1
<<La Stampa», 15 luglio 1 959.
284
285
Lettere di Buonaiuti a Jer110lo
Testimonianze di Arturo Carlo ]emolo
A chi avesse osato obiettargli questo, padre Gemelli avrebbe pro­
babilmente risposto che la Chiesa è entità vivente, che non sono buoni
cattolici gli estetizzanti che vorrebbero imbalsamarla in immagini del
passato, che ciò che scorgeva di essenziale nell'opera di S. Francesco era
di aver fatto rispondere la Chiesa ad una esigenza del suo secolo.
Polemiche di tal genere, sul modo migliore d'intendere e di servire la
Chiesa, si potrebbero intessere all'infinito, senza concluderle mai.
N ella infinita varietà delle figure salienti in seno alla Chiesa non
è facile formare categorie ; ma possono tuttavia distinguersi quelli che fin
dalla infanzia vissero in climi di stretta ortodossia e non conobbero mai
altra tradizione non solo, ma altro abito mentale, altro linguaggio, direi
persino altri gesti, che quelli propri all'ambiente ecclesiastico della loro
regione e del loro tempo ; e gli altri venuti tardi, dal di fuori, dopo
essere stati ufficiali o professionisti. Ed ancora, tra quelli di umili origini,
e gli altri, pervenuti alla Chiesa da ambienti borghesi od aristocratici. Al
primo gruppo appartengono S. Giovanni Bosco e Don Orione, che ne
rappresenta la prosecuzione ; ma figure eminenti, ed anche dei Santi, si
sono avuti pur tra gli operai non dell'ultima ora, ma dell'avanzata mattina
o del pomeriggio; e questi la Chiesa ha sempre molto utilmente usato
per i contatti con la società laica e miscredente o mediocremente cre­
dente, con il potere civile.
Padre Gemelli apparteneva certamente al secondo gruppo ; ed aveva
la mentalità lombarda del realizzatore.
Ebbe costantemente una devozione alla Chiesa a tutta prova ; ma
è dell 'affetto per gl'istituti come di quello per le persone : ciascuno vuole
il loro bene, la loro grandezza, secondo una propria visione.
La visione di padre Gemelli era la Chiesa trionfante nella società ; con un
trionfo palese chiaro, con riconoscimenti giuridici ; donde anche il desiderio
di un tipo di struttura politico-sociale idoneo a favorire questo trionfo.
Penso fosse particolarmente prossimo a Pio XI, lombardo come
lui, lontano del misticismo che era nel fondo di Pio XII.
La posizione di padre Gemelli fu espressa chiaramente nell'opuscolo,
in collaborazione con mons. Olgiati, del 1 9 1 9, «<l programma del partito
popolare italiano. Come non è e come dovrebbe essere » : il partito di
don Sturzo gli appariva infetto da veleno liberale, non assumeva la
connotazione cattolica come bandiera di differenziazione, voleva svinco­
larsi dall'autorità ecclesiastica : altrettante colpe.
La grande opera di padre Gemelli fu l'Università del S. Cuore
inaugurata nel dicembre '21 . Alcuni cattolici non avrebbero voluto per
essa riconoscimenti ufficiali dello Stato ; che splendesse di luce propria,
come fucina del sapere. Un realizzatore come padre Gemelli non poteva
neppur pensare ad una università non riconosciuta, che non avrebbe
attratto che un piccolissimo numero di giovani, per lo più ecclesiastici ;
la sua università doveva essere mezzo per creare schiere di avvocati, di
commercialisti, di professori secondari, di medici (ma non è giunto
a veder vivere la facoltà di medicina) cattolici.
L'Università è fiorita ; ha edifici, istituti, biblioteche importanti ; è una
grande e sana università. Probabilmente la speranza di padre Gemelli era
che riuscisse ad essere la prima delle Università italiane, sovrastante per
fulgore tutte le consorelle. L'impianto era stato fatto così, con criteri
liberali, prendendo professori di fama - Barassi, Vecchielli, Albertario,
i due Zanzucchi - senza domandar loro di avere appartenuto ad
organizzazioni cattoliche. Ma la stessa indole autoritaria di padre Gemelli
non favorì quel suo sogno di primato.
Perché l'uomo, che sapeva conciliarsi affetti e devozioni illimitate,
che sapeva suscitare profondi consensi, era autoritario. E faceva sor­
ridere sentirlo al tempi del ministro Gentile sostenere esser ottimo
lasciar liberi gli studenti di scegliersi i corsi che più loro piacessero,
quando poi dava tirate d'orecchi ai suoi se resistessero a prendere
quella o quell'altra iscrizione.
Il clima politico del fascismo non poteva dispiacergli, anche se
la sua incondizionata devozione alla Chiesa lo trattenesse dall'appro­
vare tutto.
Studioso appassionato (non sono in grado di valutare la sua opera
di psicologia sperimentale ed i suoi studi medici, e neppure la sua attività
di fùosofo neoscolastico), scrittore fecondo, polemista efficace ; grande
viaggiatore, fino alla vecchiaia sempre presente in congressi scentifici ed
in solennità accademiche internazionali, in corrispondenza con tutto il
mondo sapiente.
N egli ultimi anni direi che dai suoi scritti, dalla sua corrispondenza,
apparisse addolcito, più liberale, portato a lodare, sia pure facendo le
debite riserve, pur qualche scritto di chi era su un terreno molto diverso
dal suo, persino di un cattolico di mia stretta conoscenza, tenace assertore
della bontà della separazione tra Chiesa e Stato.
286
Lettere di Bt�onaiuti a ]emolo
Rimane sicuramente una delle forti figure del cattolicesim<? italiano
del nostro secolo. Imprudente anticipare i giudizi di Dio ; ma cinquantasei
anni di continua fedeltà alla Chiesa, senza mai uno scarto od uno scatto
(e Dio sa se tentazioni di rivolta, quando qualcosa non era decisa nel
suo verso, non dovessero nascere in quella tempra di combattente), di
opera giornaliera per accrescere quella che a lui appariva grandezza della
Chiesa, non saranno certo stati dimenticati.
ARTURO CARLO J EMOLO
INDICE DEI NOMI
AVVERTENZA
Il presente indice comprende i nomi di persona e di luogo. Sono
stati omessi, perché ricorrenti, i nomi di Ernesto Buonaiuti e di Arturo
Carlo ]emolo. Non sempre è stato possibile indicare il nome della
persona citata o scioglierne l'iniziale. In generale, le donne coniugate
sono registrate sotto il nome da nubile, a cui è fatto seguire quello da
coniugata ; è stato comunque inserito un rinvio dal cognome del marito
a quello da nubile. I riferimenti sono alle pagine del volume e non alle
lettere ; ove occorra è stata distinta e segnalata con una « n » la presenza
della voce nelle note.
Adorno Francesco, 1 1 8n
Africa, 1 03, 201
Agnoletto Attilio, 234n
Agostino, santo, 58n, 96, 97n, 261
Agrigento, 1 42n
Alberane eli Ro, 1 42n
Alberoni G., 55, 63, 68
Albertario Emilio, 1 9, 285
Albertelli Pila, 1 37, 1 39n
Albertini Alberto, 24
Albertini Luigi, 24
Albi, 38n
Alcsuti J acotta, 2 1 2-21 3, 2 1 5
Alessandria d'Egitto, 1 05, 1 06n
Alfieri Antonio Ajace, 8 1 n
Alfieri Vittorio Enzo, 1 37, 1 39n
Alfonso Maria de' Liguori, santo, 1 46n
Alpi, 1 27, 230n
Amendola Giovanni, 1 0 1 , 1 02n, 1 38n
America, v. Stati Uniti.
America Latina, 58n
Amiata, monte, 203
Amsterdam, 1 1 7
Antici Mattei, famiglia, 57n, 1 5 1
Antoni Carlo, 1 42n
Antonio, santo, 2 1 0, 220
Aosta, 1 67n
A porti Ferrante, 1 08n
Appennino, 88
Arangio Ruiz Vincenzo, 1 O, 263
Ardigò Roberto, 268
Arezzo, 57n
Aristotele, 259
Artioli L., 96n
Ascarelli Tuilio, 1 5 1 , 1 52n
Ascoli Max, 1 37, 1 38n, 1 4 1 e n, 1 44n,
1 47n, 1 5 1 , 202
Ascona nel Canton Ticino, 230n
Asor Rosa Alberto, 38n
Astorri Romeo, 1 43n
Aubert Roger, 1 36n
Avalle Maria Chiara, 1 20n, 2 1 5n
Avellino, 1 08
Azeglio Luigi Taparelli, d', 1 08n
Bagheria, 1 42n
Baku, 1 1 6n
Bakunin Michail Aleksandrovic, 273
Balabanoff Angelica, 1 3
Balbo Cesare, 283, 283
Ballini Ambrogio, 70n
Balsamo Luigi, 28n
Barassi Ludovico, 1 9, 285
Barbera Mario, 73n
Bardi, 33, 1 53, 1 54n
Bardi Giovanni, 80, 82n, 2 1 8
Bari, 63n, 84n
Baronio Cesare, l 03
Bartnia S., 79n
Basilea, 1 46n
Bati ffol Pierre, 1 99, 200n
Beauchesne, editore, 1 97
Bedeschi Lorenzo, 8, 43, 46n, 7 1 n, 79n,
82n, 86n, 1 00n, 1 28n, 1 44n, 1 48n, 1 52n,
1 55n, 1 59n, 1 67n, 1 76n, 1 83n,1 84n,
1 88n, 1 95n, 1 97n, 2 1 1 n, 21 6n, 222n,
226n, 242n, 280
Belgio, 2 1 1
Bellini Piero, 1 55n
Belluzzo Giuseppe, 1 44 e n, 1 45n
Benedetto XIII, papa, (Vincenzo 0rsini) ,
1 46n
Benedetto XIV, papa, (Prospero Lamber­
tini), 1 46n
Benedetto XV, papa, (Giacomo Della
Chiesa), 12, 58
Benigni Umberto, 8 e n, 1 29, 1 30n, 265
Benz Ernst, 1 59n
290
Lettere di B11onaiuti a }emolo
Berdiaev icola, 1 1 7n
Bergamo, 225n
Berlino, 1 1 6n, 2 1 9n, 268
Berna, 21 O, 2 1 1 e n
Bernanos George, 36, 1 99 e n
Bernardo di Chiaravalle, santo, 1 98
Bernareggi Adriano, 23
Berri Mario, 89n
Bertola Arnaldo, 36, 2 1 4 e n, 21 5n, 228 e n
Bietti Luigi, 1 44n
Bettini Prosperi Margherita, 1 30n
Biamonti Agostino, 9, 1 1 , 45, 6 1 n, 64 e n,
24 1 , 243 e n, 252
Biamonti Enrico, 89n
Billot Ludovico, 86nBisanzio, 260
Biscione Francesco M., 96n
Bismarck Otto von, 268
Blat Albert, 1 98n
Bionde! Maurice, 259, 278
Bloud, editore, 1 89
Bobbio N orberto, 1 52n, 20 1 n
Bocchini Arturo, 1 85, 1 86n
Bodio Luigi, 263
Bagnetti Gian Piero, 1 92n, 2 1 1 n
Bagnetti Giovanni, 9 1 n
Boldrini Marcello, 1 9n
Bologna, 1 7- 1 8, 20, 25, 66 e n, 67n, 69,
78n, 88, 89n, 1 00, 1 02n, 1 07n, 1 1 6,
1 20n, 1 2 1 n, 1 40n, 1 42n, 1 43n, 1 46,
1 52n, 1 68, 1 7 1 , 1 79, 1 99n, 2 1 2, 21 9-22 1 ,
224, 226, 267
Bonaccorsi, 246
Bonfante Pietro, 1 52n
Bonifacio VIII, papa, (Benedetto Caetani),
181
Bonini Roberto, 1 99n
Bonizzone, vescovo di Sutri, 200, 20 1 n
Bonomi Ivanoe, 1 02n
Bonucci Alessandro, 29, 65n, 70n, 80-8 1 ,
82n
Borboni, 1 5 1 n
Borgofranco d'Ivrea, 23
Bori Pier Cesare, 57n
Bornkamm Heinrich, 1 35, 1 37, 1 38n
Bosco Umberto, 1 20n, 1 70n
Boselli Paolo, 1 5
Bourget Paul, 265
Braga Gabriella, 8n, 57n, 63n
Branclileone Francesco, 1 20n, 1 40n, 1 4 1 ,
1 42n, 1 54, 1 77 e n , 1 88, 1 99n
Brasile, 1 52n
Brelich Angelo, 1 39n
Bremond Henri, 36, 38n, 42, 1 89n, 1 99
e n, 200n, 234n
Brighton, 252
Brody, 1 9 1 n
Bruno Giordano, 35, 1 45
Bruto, 245
Budapest, 2 1 3, 2 1 5
Buonabitacolo, 1 42n
Buonaiuti Alarico, 6 1 n, 1 06n, 1 83, 1 84n
Buonaiuti Costa Luisa, v. Costa Buonaiuti
Luisa
Caboara, 28 1
Caccia Dominioni Camillo, 79n
Caetani Leone, 1 9 1 n
Cafaro F., 1 38n
Cagliari, 58 n, 66n, 82n, 1 20n, 1 38n, 1 4 3n,
1 5 1 , 1 55n, 1 72, 1 73n, 1 99n, 21 On
Cagnola Guido, 8, 46, 1 22n, 1 44n, 1 48n,
1 49, 1 88 e n, 1 89, 2 1 2n, 2 1 6n, 222n,
223n, 230
Cairo, Il, 1 05, 1 06 e n, 1 07, 1 1 2, 1 1 3n
Calamandrei Piero, 70n
Calasso Francesco, 63n, 1 42n, 1 77 e n,
1 78n, 1 88, 1 93, 1 94n
Camaldoli, eremo di, 203
Cambridge (Massachusetts), 1 08n
Camerino, 82n, 1 37, 1 32n, 1 4 1 , 1 43n, 1 5 1 ,
1 55n, 2 1 0n, 23 1 n
Cammeo Federico, 37
Campanini Giorgio, 79n
Campello sul Clitunno, 1 67n
Campitelli Franco, 6 1 n, 69, 70n, 84n, 87,
89n, 1 07, 1 1 0, 1 50- 1 5 1 , 1 54
Campobasso, 63n
Campodarsego, 1 55n
Camurani Ercole, 1 38n
Cannes, 1 02n
Cannobio, 1 28n
Canterbury, 1 65n
Capitani Ovidio, 8n, 58n
Capitini Aldo, 41 n
Capponi Gino, 254
Caprarola, 64n
Indice dei nomi
Caprioli Severino, 232n
Caramella Santina, 1 37, 1 38n
Carlini Armando, 1 02n
Caron Pier Giovanni, 1 73n
Carpani Emidio, 1 02n
Carpegna, famiglia, 10, 57n
Carucci Paola, 1 86n
Casali Antonio, 1 39n
Casalincontrada, 1 20n
Casati Alessandro, 80, 8 1 n, 82, 1 39n
Casciola Brizio, 22, 79n, 252, 269
Casella Mario, 205n
Cassou Jean, 200, 201 n
Cassuto Umberto, 70n
Castelnuovo, 269
Castiglia Giuseppe, 1 92n
Catalano Gaetano, 1 40n, 1 42n
Catania, 73n, 1 38n, 1 77n, 201 n
Catone, 245
Cattolica, 1 47n
Cavaglion Alberto, 1 3n
Cavina Marco, 1 99n
Cecchini Morghen Matilde, 6 1 n, 62, 63n,
2 1 9, 220n
Ceffonds, 234n
Ceresi Vincenzo, 1 48n
Cernigliaro Aurelio, 1 42n
Cerrato Rocco, 28
Cesarini Clelia, 242 e n
Checchini Aldo, 1 54, 1 55n, 205n
Chiarotti Cristina, 244n
Chicago, 1 44
Chiesa Luigi, 1 28n
Chieti, 1 20
Chiovenda Giuseppe, 1 20n
Chittolini Giorgio, 1 9n, 90n
Chiudano Mario, 1 92n
Ciampi Gabriella, 99n
Cianca Alberto, 1 6, 67n
Cino da Pistoia, 63n
Ciocca Ermanno, 6 1 n, 65n, 82n
Cividale del Friuli, 1 73n
Clemente VIII, papa, (Ippolito Aldobrandini), 1 82n
Coen, 1 90, 1 9 1 n
Colletorto, 63n
Colliva Paolo, 1 2 1 n
Contarini Salvatore, 245
291
Cordova Ferdinando,
Cortese Ennio, 63n, 1 2 1 n, 1 43n, 1 73n,
1 78n
Cosmacini Giorgio, 1 7n, 78n
Costa Giovanni, 70n, 1 02n
Costa Buonaiuti Luisa, 207, 235 e n
Costaguti, piazza, 57n, 1 5 1 n
Costantino Magno, 2 1 9n
Cotta Sergio, 1 02n
Craveri Piero, 82n
Cremante Renzo, 28n
Creti Donato, 2 1 2
Creusen Joseph, 1 98n
Crispi Francesco, 1 5, 67, 1 00
Croce Benedetto, 1 6, 37 e n, 8 1 n, 1 38n,
257, 259, 276
Crosara Fulvio, 1 2 1 n
Crouzil Lucien, 220n
Cuccagni Luigi, 35, 1 27, 1 28n, 1 96, 1 97n,
21 1
Curci Carlo Maria, 274
Curren, 1 96
Dalla Costa Elia, 40
D'Amico Silvio, 1 02n
D'Ancona Alessandro, 82n
D 'Annibale Giuseppe, 1 46n
Dante Alighieri, 1 1 7, 1 1 8n
d'Avack Pietro Agostino, 1 73n
De Boyer de Sainte Suzanne Raymond,
234n
De Felice Renzo, 205n
De Gasperi Alcide, 1 O
De Gennaro Antonio, 1 52n
De Giorgi Fulvio, 1 OOn
De Lai Gaetano, 86n
D'Elia Vincenzo, 4 1
Della Torretta, v . Tomasi della Torretta
Dell'Isola Maria, 234n
De Lollis Cesare, 1 6, 1 1 9, 1 20n
Del Giudice Vincenzo, 1 2n, 1 5, 2 1 , 23,
25, 1 72n, 200 201 n
Del Prete G., 1 47n
De Luca Giuseppe, 32n, 39, 40 e n, 41
e n, 42 e n, 79n, 1 40n, 1 52n, 1 57n,
1 79n, 234n
Del Vecchio Giorgio, 1 0 1 , 1 02n, 1 06n, 229n
De Marzi Giacomo, 73n
292
Indice dei nomi
Lettere di Buonaiuti a }emolo
De Micco Anna, 9, 6 1 n, 1 08, 1 1 8 e n,
2 1 1 , 2 1 2n
Farina Giulio, 70n, 1 02n
Frosini Vittorio, 1 02n
·
Friihwirth Andrea, 86n
Farnetti Cristina, 1 46n
Furlani Giuseppe, 70n
Denifle Henri, 94, 95p
Fattori Marta, 1 02n,
Dentoni-Litta Antonio, 43
Favara, 1 42n
Dernburg Heinrich, 1 43n
Fedele Pietro, 27, 28 e n, 57n, 95, 96n, 98,
De Rossi, fratelli, 1 4 1
De Ruggiero Guido, 1 O , 263
1 00n, 1 0 1 n, 1 05, 1 06n, 1 09, 1 1 0n, 1 1 1 ,
1 2 1 , 1 22 e n, 1 44, 227n, 263, 268
Feliciani Giorgio, 1 43n
De Stefano Antonino, 1 07n, 266, 269
Fermi Enrico, 9, 1 4
De Vergottini Giovanni, 9, 58n, 1 04, 1 1 6
Fermi Maria, 9 , 59, 6 1 n, 70n, 1 1 8n,
1 88
Fermin Maria, 1 1 8n,
Fernandez Andrés, 22, 78, 79n
Dolcini Carlo, 1 2 1 n
Ferrara, 1 02n, 1 38n, 1 52n, 1 73n
Dollinger Ignaz von, 258
Ferrari Andrea Carlo, 266
Don Chisciotte, 24,
Ferrari Giannino, 1 92n
Donini Ambrogio, 8n, 9, 1 0n, 26 e n, 34
Ferrari Silvio, 1 2n, 67n, 1 1 2n, 1 55n, 1 97n,
e n, 37, 45n, 47n, 58n, 6 1 n, 64n, 83,
201 n, 205n, 2 1 5n
84n, 87 e n, 1 06n, 1 09, 1 1 0n, 1 1 6 e n,
Ferrini Contardo, 201 n
1 1 7, 1 1 8 n, 1 33-1 35, 1 36n, 1 38n, 1 45,
Fiesole, 1 40
1 48n, 1 63n, 1 64, 1 6 5n, 1 69, 1 75n, 1 88n,
Filadelfia, 1 9 1 n
1 95n, 2 1 7 n
Finale Emilia, 2 1 0n
Fiocchi Ambrogio Maria, 1 40n
Dostoevski Fedor Michajlovic, 1 1 7 e n,
Fiorani Luigi, 82n, 1 30n, 1 52n, 1 97n
Fiorelli Piero, 1 78n
Firenze, 2 1 , 76, 77n, 8 1 n, 82n, 84n, 1 40,
Driscoll Timothy, 1 08n
1 43n, 1 55n, 1 7 1 n, 1 77n, 1 79n, 1 9 1 n,
Duchesne Louis, 82n, 1 46 , 1 47n
1 93n, 1 94, 1 95n, 201 n, 232n
Flores Paolo, 1 52n
Duhamel George, 204, 205n
Foligno, 6 1 n, 69, 84n, 89n,
Dumini Amerigo, 246
Forchielli Giuseppe, 36, 1 1 2n, 1 1 3n, 1 98,
1 99n, 2 1 4n
89n, 1 01
Egitto, 34, 1 06n, 1 1 2
Forni Alberto, 8n, 57n, 1 22n
Einaudi Luigi, 24, 37,
Fossano, 1 7 1 n
Ermini Giuseppe,
Fosse Ardeatine, 1 39
Estaunié Edouard, 1 39, 1 40n,
Fracassini Umberto, 70n, 205n
Este, 65n
Francesco
Europa, 42n, 204
Evagrio Pontico, 208
1 4 1 , 1 42n, 1 43n, 1 97n, 23 1 , 232n, 269
Grassi Isabella, 6 1 n
Gargano, monte, 1 34
Grossi Paolo, 1 78n
Garnay, 255
Gregorio Magno, 1 09
Gasparri Pietro, 7, 1 1 , 28n, 35, 4 1 n , 45,
G regory Tullio, 43, 1 02n
86n, 1 06n, 1 3 5, 1 36n, 1 49, 1 50n, 1 5 1 ,
Gressoney-La-Trinité, 1 2, 1 67n
1 52n, 1 56, 241 e n, 242
Grin E., 237n
Gazzada-Schianno, 1 88n, 2 1 1 , 21 2n, 223n,
santo,
Guadagnini, coniugi, 57n, 58n, 6 1 n, 1 72
Guasco Maurilio, 38n, 43
Guerber H.A., 220n
230 e n
Guidi Ignazio, 70n
78n, 79n, 85, 86n, 90n, 92, 93 e n,
Hagan G. John, 1 96, 1 97n
94-95, 96n, 98, 99n, 1 1 5n, 1 53n, 1 54n,
Harnack Adolf von, 220 e n
1 58, 1 63n, 1 69, 1 70 e n, 1 72 n, 1 74,
Hearley ] . , 1 34n
207 e n, 267, 270, 282-285
Hefele Karl Joseph, 2 1 8, 2 1 9 e n
Genocchi Giovanni, 1 48n
Heiler Friedrich, 1 48n
Genova, 1 02n, 1 37, 1 38n, 222 e n, 226
Hendrix Pau!, 1 1 8n, 1 59n
Hilversum, 1 1 7
e n, 232n
Gentile Giovanni, 23, 35, 73n, 8 1 n, 95,
1 02n, 1 1 1
e n, 1 45, 1 64, 1 6 5n, 1 76,
253, 256, 258, 265, 269-270, 278, 280
Ghisalberti Alberto Maria, 9, 26 e n, 96n,
Ghisleri Arcangelo, 1 3
35,
283-284
Francia, 84n,
Faldati Ubaldo, 70n,
Friburgo i n Brisgovia, 1 1 7n
Fanno Marco, 269
Friedberg Ernil Albert, 1 43n, 2 1 9 e n, 220
Fantappiè Carlo, 36, 1 28n, 1 30n, 1 42n, 1 82n
Frobe Kapteyn Olga, 230n
Israel Saul, 59, 6 1 n
Israele, 256
Issime, 1 66
I talia,
24,
32n,
58n,
82n,
1 OOn,
1 02n,
Giacomazzo Giacinto Romano, 1 55n
1 65n,
Giannelli Ciro, 83, 84n
1 95n, 21 6n, 224, 237n, 244-246, 256,
1 72n,
1 73n,
1 76n,
1 89,
1 9 1 n,
258, 265, 268, 274
Ivanov Venceslao, 1 1 6 e n
Ginepro [Ernesto Buonaiuti] , 241 -242
Ginestrelli, 1 08
J anni Ugo, 1 75, 1 76n, 1 95n
Ginevra, 1 07n, 23 1 , 266
Jasoni Erminio, 1 96, 1 97n, 2 1 1
Gioacchino da Fiore, 35, 1 22 e n, 1 25,
]emolo Adele Maria, 87n, 228-229, 237
1 3 1 , 1 35, 146n, 1 58, 1 70, 1 7 1 n , 1 89,
Frazer James George, 1 90, 1 9 1 n
Frères Ernil-Paul, 20 1 n
India, 1 64
Inghilterra, 1 64
1 1 3n, 1 1 6, 1 23, 1 27-1 28, 1 40n, 1 52n,
Giansenio Cornelio, 1 1 4, 1 29n, 1 46n
1 98n,
lgnotus, 1 8 1 , 1 82n
Giacchi Orio, 1 72n
Giannini Amedeo, 1 OOn, 1 82, 1 83n, 1 84n
Frascati, 72
Falco Mario, 1 2 e n, 23, 37, 1 1 2 e n, 1 1 3n,
Grassi Giovan Battista, 82n
Gallo ltalo, 1 42n
1 1 6 e n, 1 1 7, 1 20n, 1 69, 1 70n
Formiggini Angelo Fortunato, 28, 35, 70n,
d'Assisi,
Gorizia, 225n
Gallarati Scotti Tommaso, 8 1 n, 1 88n
Gesù Cristo, 28, 35, 48n, 59, 1 68, 249,
Formichi Carlo, 70n, 233, 234n
1 1 7, 1 1 8n
Galante Garrone Alessandro, 1 20n, 2 1 5n
205n, 25� 276, 285
Dudon Pau!, 1 89 e n
Eckhart Johannes, detto Meister Eckhart,
Godefroy Jacques, 2 1 9 e n, 220
e n, 27, 29, 30 e n, 3 1 , 33, 48, 76-77,
D 'Ormea Maria Pia, 1 04, 1 08n
Dupré Theseider Eugenio, 227 e n
Gnifetti, capanna sul Monte Rosa, 1 2, 230 e n
Galante Andrea, 1 46n
Gemelli Agostino, 1 7 e n, 20-23, 25, 26
Finocchiaro Francesco, 1 40n, 1 43n, 1 65n
1 1 8n
42n, 262, 269
Giuliano Balbina, 1 7 1 e n, 2 1 8
Gabrieli Francesco, 1 1 9, 1 20n
Gaudemet Jean, 89n
Dordrecht , 1 1 7, 1 1 8n
Dresda, 1 7 1 n
Giovanni XXIII, papa, (Angelo Roncalli),
Giustiniano, imperatore, 248
De Sarlo Francesco, 1 02n
e n, 1 1 7, 1 1 9, 1 20n, 1 40, 1 77, 1 85 e n,
293
1 90n, 1 94, 202, 223n, 248, 272
Giorgi Lorenza, 1 06n, 1 1 6n, 1 48n, 237n
Giorgi Oreste, 86n
Giovanni Bosco, santo, 284
18
19
]emolo Guglielmo Luigi, 70n, 228-229 ; v.
anche «Tiri»
)emolo Morghen Adele, v. Morghen ]e­
molo Adele.
Jordan L.H., 1 02n
294
Lettere di Buonaiuti a )emolo
Konitz, 2 1 9n
Kroll G., 220n
Kriiger Paul, 2 1 9 e n, 220 e n
Lutero Martin, 35, 58n, 83, 94, 1 07, 1 1 5,
1 90n
Luzi Alfredo, 1 20n
L'Aia, 1 1 8n
Lamennais Hugues-Félicité-Robert, de, 27 1
La Piana Giorgio, 1 0, 1 1 se n, 70n, 1 06,
1 07n, 1 08, 1 20n
La Verna, convento, 203
Labanca Baldassare, 1 4, 28,
Laeng Mario, 1 38n
Lambruschini Raffaele, 38, 1 08n, 254, 271
Lami Gian Franco, 1 20n
Lanzo, 84n
Lanzoni Francesco, 1 07n, 1 23, 1 25, 255, 266
La Spezia, 64n, 1 40, 1 78, 232n
Laterza, editore, 1 3,
Lattes Dante, 1 3
Lazzari Giovanni, 1 7 1 n
Lazzarini Renato, 9, 6 5 e n, 83
Lecce, 1 77n
Leclercq Jean, 2 1 9 e n
Lega Michele, 86n
Leicht Pier Silverio, 63n, 1 4 1 , 1 43n, 207n,
210
Leone XIII, papa, (Gioacchino Pecci),
1 82n, 270, 280
Lepidi Alberto, 280
Lessolo, 1 97n
Levi Alessandro, 1 38n
Levi Arrigo, 89n
Levi della Vida Giorgio, 1 3, 37, 70n, 97n,
1 02n, 1 1 On, 1 90
Leyda, 1 1 8n
Liermann Hans, 1 73n
Lima, 58n
Lipsia, 1 43n, 2 1 9n
Lo Castro Gaetano, 201 n
Loisy Alfred, 38n, 40n, 1 33, 1 99n, 233,
234n, 255, 271
Lombroso Cesare, 283
Londra, 231 n
Losanna, 36, 236, 237n, 268
Lottini Giovanni, 40
Lucullo, 57n
Lugano, 259
Lugli Giuseppe, 82n
Lugo di Romagna, 65n
Macerata, 1 4 1 , 1 42n, 1 99n, 201 n
Maffi Pietro, 266
Magni Cesare, 9, 36, 48n, 1 1 6 e n, 1 37,
1 39n, 1 40 e n, 1 41 , 1 42n, 1 44, 1 50 e n,
1 54, 1 55n, 1 72, 1 73n, 1 75, 1 77-1 7�
1 79n, 1 85, 1 92 e n, 1 93, 200, 202-204,
207, 208, 210, 2 1 3, 2 1 4 e n, 2 1 5n, 221 ,
223, 224 e n
Malvezzi erio, 68, 69n
Mangoni Luisa, 1 9n, 42 e n, 73n, 90n,
1 40n, 1 52n, 1 57n, 234n
Manselli Raoul, 57n, 1 36n
Manzoni Alessandro, 1 73n
Marconi Guglielmo, 201 n
Margiotta Broglio Francesco, 7n, 1 0n, 1 3n,
1 5n, 2 1 n, 22n, 28n, 29n, 30n, 36n, 4 1 n,
45n, 48n, 49n, 50n, 51 n, 79n, 89n, 90n,
9 1 n, 1 00n, 1 07n, 1 1 0n, 1 1 5n, 1 30n,
1 38n, 1 42n, 1 43n, 1 50n, 1 54n, 1 55n,
1 72n, 1 79n, 1 83n, 1 84n, 201 n, 205n,
229n, 230n, 237n, 280-281
Maria Pastorella (Pignetti Maria Valeria),
1 66, 1 67n
Maria Vergine, 48n, 279
Marini Giuliano, 1 02
Marmaggi Francesco, 269
Martinetti Pietro, 1 02n
Martini Angelo, 205n
Matteotti Giacomo, 84n
Mattioli Raffaele, 1 42n
Maturi Walter, 1 25n
Maurain Jean, 2 1 9, 220n
Mazzetti Roberto, 225n
Melantone Filippo, 1 90n
Mercati Angelo, 1 57n
Merian a Giovanni, 6 1 n
Merry del Val Raffaele, 8n, 40, 4 1 n, 86n,
1 76n
Messana Costanza, 45
Messina, 1 02n, 1 38n, 20 1 n
Metodio di Olimpo, 64n
Metternich-Winneburg Klemens Wenzel
Lothar, principe di, 246
Miccoli Giovanni, 1 9n, 90n
Indice dei nomi
Miegge Giovanni, 1 76n
Miglioli Carlo, 1 94, 1 95n
Migliorini Bruno, 1 70n, 1 89 e n
Migne J acques Paul, 97n
Mignon Maurice, 69n
Mignot Eudoxe Irénée Edouard, 38n
Milano, 1 8, 33, 58n, 78n, 79n, 8 1 n, 90n,
94, 99, 1 0 1 - 1 03, 1 07n, 1 1 5n, 1 2 1 - 1 22,
1 28n, 1 30n, 1 37, 1 39n, 1 40n, 1 42n,
1 45n, 1 53, 1 70n, 1 7 1 , 1 73n, 1 88n, 1 94,
20 1 n, 2 1 0n, 2 1 2, 22 1 , 224, 225n, 231 ,
232n, 234n
Millosevich Federico, 1 98n
Millosevich Filippo, 70n, 1 96, 1 98n
Minocchi Salvatore, 1 02n, 233, 234n, 271
Minturno, 96n
Missir Remo, 8, 34 e n, 39, 47, 58n, 82n,
1 1 8n, 1 49n, 1 50n, 1 52n, 1 9 1 n, 201 n,
2 1 6n, 22 1 n, 222n, 226n, 234n
Missir di Lusignano Livio, 1 79n
Missiroli Mario, 1 6, 1 38, 1 79 e n. 280
Modena, 1 20n, 1 39n, 1 43n, 1 73n, 1 77n,
20 1n
Molè Enrico, 1 O, 263
Molinos Miguel, de, 1 46n, 1 89, 1 98n
Momigliano Attilio, 1 3, 1 6,
Momigliano Felice, 1 2, 13 e n, 1 6- 1 7, 30, 37,
Momigliano Marietta, 1 4
Mommsen Theodor, 1 1 6n
Monachesi Maria, 9, 6 1 n, 70n, 1 04, 1 08,
1 1 8n,
Mondolfo Roberto, 1 52n, 269
Monreale, 1 07n
Monte Autore, 1 1 4, 1 39, 1 87n, 256, 279
Montefalco, 79n
Monterisi, 41
Monte Sacro, 234n
Montevecchi Luisa, 45n
Monti Gennaro Maria, 9, 58n, 62, 63n,
70n, 96n, 1 20n,
Monzali L., 1 84n, 2 1 1 n
Moore George Foot, 35, 58n, 1 07n, 1 24,
1 25n
Mor Carlo Guido, 1 2 1 n, 1 42n, 1 43n, 1 55n,
1 72, 1 73n
Morcelli Stefano Antonio, 1 38n
Moresco Mattia, 207n
Morghen Giovannella, 1 8 1 , 1 82n
295
Morghen Guglielmo, 61 n
Morghen Raffaello, 7, 8 e n, 9-1 O, 1 1 e n,
1 2n, 1 4 e n, 26 e n, 28 e n, 33, 34 e n,
38n, 55, 57n, 58n, 6 1 n, 63n, 64n, 66, 67
e n, 70n, 96n, 1 06, 1 07n, 1 08 e n, 1 1 0n,
1 35, 1 36n, 1 5 1 n, 1 76, 1 77n, 1 8 1 , 1 82n,
1 92, 1 93n, 1 97, 1 98n, 202, 203n, 204,
224 e n
Morghen Cecchini Matilde, v. Cecchini
Morghen Matilde
Morghen )emolo Adele, 7, 1 1 , 45, 51 n, 6 1
e n , 62, 63n, 64n, 65, 78, 8 1 , 84, 86-88,
9 1 , 94, 96-97, 99, 1 00n, 1 0 1 , 102n,
1 04- 1 05, 1 07, 1 1 1 -1 12, 1 1 9, 1 24, 1 25,
1 26, 1 28-1 29, 1 32, 1 35, 1 37, 1 40, 1 42,
144, 1 46, 1 47n, 1 49-1 50, 1 52-1 53, 1 57,
1 58, 1 60, 1 63-1 65, 1 68, 1 69, 1 7 1 - 1 72,
1 74, 1 76-1 78, 1 8 1 , 1 86, 1 88- 1 89, 1 92,
1 93, 1 97, 202-204, 207, 209-210, 2 1 2-214,
2 1 6-220, 222- 224, 226-230, 236
Moro Renato, 205n
Mosca, 1 1 6n
Mosca Gaetano, 24
Moschetti Andrea Mario, 66n
Muratori Ludovico Antonio, 255
Murri Romolo, 1 3, 256, 269, 271 , 274
Musa Antonio, 1 3
Mussolini Benito, 1 O, 25, 28, 36, 1 OOn,
1 1 0n, 1 67n, 237n, 245, 263-264, 280
Naldi Filippo, 1 6
Nallino Carlo Alfonso, 1 09, 1 1 0n, 1 1 2,
1 1 3n,
apoli, 63n, 73n, 79n, 1 10n, 1 20n, 1 38n,
1 42n, 1 5 1 n, 1 76n, 1 83n, 20 1 n
Nasalli Rocca Giovanni Battista, 265
eill Stephen Charles, 1 65n
Nepi, 6 1 n
New York, 1 38n
Newman John Henri, 248, 252, 259, 271
Niccoli Mario, 9, 1 1 n, 22, 26 e n, 34 e n,
49n, 56n, 64 e n, 79n, 86n, 93n, 96n,
1 0 1 n, 1 06n, 1 08, 1 1 6 e n, 1 1 7, 1 22n,
1 63n, 1 64, 1 65n, 1 69, 1 7 1 e n, 1 89,
2 1 1 , 237n
Niccoli Raffaele, 1 08 e n
Nisticò Gabriella, 96n, 1 36n, 1 46n
ovara, 20 1 n
296
Lettere di Buonaiuti a ]emolo
Ojetti Ugo, 80, 8 1 n
Olanda, 2 1 1
Olgiati Francesco, 284
Omodeo Adolfo, 72, 73n, 1 76
Orecchia Rinaldo, 1 38n
Orestano Francesco, 1 1 9, 1 20n
Orione Luigi, 284
O'Riordan Michele, 1 27, 1 28n, 1 37, 1 96,
1 97n
Orlando Vittorio Emanuele, 1 5, 37
Otto Rudolf, 1 02n, 278
Padova, 1 9n, 89n, 1 52n, 1 55n, 1 7 1 n, 1 73n,
1 9 1 n, 201n, 225n, 232n
Pagano Sergio, 8n, 1 30n
Palermo, 57n, 73n, 82n, 1 07n, 1 1 0n, 1 38n,
1 42n, 1 93n, 209n
Pallottino Massimo, 1 22n
Palumbo Pier Fausto, 2 1 1 n
Panzini Alfredo, 1 3
Paolo apostolo, santo, 1 4, 6 1 n, 72, 1 25,
1 70, 1 7 1 n, 253, 266
Paolo V, papa, (Camillo Borghese), 80,
1 82n
Paolo VI, papa, (Giovan Battista Montini),
42n, 262
Papini Giovanni, 32n, 39 e n, 40 e n, 42,
1 79 e n
Paquier J ules, 1 89, 1 90n
Paradisi Bruno, 1 42n, 1 43n, 1 78n, 2 1 1 n
Parente Fausto, 43, 7 1 n, 82n, 95n, 1 48n,
1 63n,
Parenzo, 1 1 9, 1 20n
Parigi, 1 1 n, 12, 1 73n, 1 83n, 1 97, 20 1 n
Parma, 1 39n, 1 40n, 1 42n, 1 52n, 1 89, 2 1 0n,
221 , 223, 224n, 281
Pascal Blaise, 1 07
Paschini Pio, 42n
Pasquali Giorgio, 69, 70n,
Patetta Federico, 1 92n
Pavia, 1 1 7n, 1 39n, 2 1 0n, 2 1 5n
Pecorari Paolo, 205n
Pellegrini Alessandro, 82n
Pellizzola, 1 94
Pene Vidari Gian Savino, 1 73n
Perels Ernst, 20 1 n
P erosi Carlo, 77, 79n, 265
Perugia, 1 5, 57n, 67n, 8 1 , 82n, 201 n, 23 1 n
Pesaro, 1 99n
Petschenig Michael, 97n
Piacentini Mario, 1 72, 1 74, 1 95n
Piacenza, 201 n
Picchi Mario, 1 79n
Pietro apostolo, santo, 269
Pieve Santo Stefano, 40n
Piglio, 1 1 4, 1 86- 1 87
Pignetti Maria Valeria, v. Maria Pastorella.
Pincherle Alberto, 9, 26 e n, 28 e n, 47
e n, 50 e n, 56, 58n, 6 1 n, 67, 70n, 96n,
1 04, 1 08, 1 1 0n, 1 20n, 1 35, 1 36n, 1 45,
1 50, 1 52n, 1 69, 1 70n, 1 76
Pinerolo, 1 08n
Pinto E., 1 03
Pio X, papa, (Giuseppe Sarto), 1 34n, 1 75,
1 76n, 280
Pio Xl, papa, (Achille Ratti), 9, 1 2, 22, 26,
28 e n, 68, 74, 77, 85, 93n, 1 06, 1 09,
1 84n, 200, 201 n, 204, 207, 284
Pio XII, papa, (Eugenio Pacelli), 250, 262,
268, 284
Piola Andrea, 1 73n
Pironti Carolina, 57n, 1 08, 1 50, 1 5 1 n, 206
e n
Pisa, 2 1 , 82n, 1 20n, 1 55, 1 77n, 201 n,
23 1 n, 232n, 233, 234n
Pitzorno Benvenuto, 1 92n
Polonia, 84n, 1 9 1 n
Pompili Basilio, 7, 40, 4 1 , 86n, 1 57n, 1 63n
Pont-Saint-Martin, 1 67n
Ponte Felcino, 82
Poppi, 6 1 n
Porciano, 1 1 4
Potestà Gian Luca, 49n, 57n, 1 5 1 n
Poulat Emile, 8n, 39, 1 30n, 234n
Preto Edoardo, 207n
Prezzolini Giuseppe, 1 3, 38 e n
Pugliese Giovanni, 20 1 n
Quadri Goffredo, 82n, 269
Quadretta Guglielmo, 1 02n
Quentin Henri, 1 47n
Quera M., 79n
Querini Angelo Maria, 224
Ranchetti Michele, 234n
Rand, premio, 1 90n
Indice dei nomi
Raponi icola, 1 OOn
Rasponi, palazzo, 72, 73n
Ravà Antonio, 1 20n
Ravà Marcella, 43, 73n, 1 04n, 1 1 8n
Reggio Calabria, 57n
Renan Ernest, 258, 271
Renaud Turner Brandreth, Henry, 1 65n
Rennes, 1 94n
Riccardi Andrea, 1 57n
Ricci Scipione de', 3 1 , 1 29n, 1 30n
Riccobono Francesco, 1 38n
Rieder, editore, 89n
Rignano Flaminio, 84n
Rivière J acques, 233, 234n
Roberti Francesco, 1 96, 1 98n
Roberti Melchiorre, 1 29n
Rochat Giorgio, 222n, 237n
Rockefeller, fondazione, 1 38n
Rodi, 2 1 5n
Rodotà Stefano, 1 52n
Rogari Sandro, 1 38n, 205n
Roma, 7-8, 1 0, 1 3- 1 4, 1 6, 2 1 , 33-34, 36,
39n, 42, 46, 5 1 n, 55, 57n, 58n, 6 1 n,
62-63, 64 e n, 68-69, 70n, 7 1 , 73 e n,
7 5-77, 79n, 80, 81 n, 82n, 83, 84 e n, 85,
87-89, 9 1 -93, 95, 96n, 97, 99, 1 00n, 1 0 1
e n , 1 02n, 1 03 e n , 1 04, 1 06, 1 08-1 09,
1 1 0 e n, 1 1 1 , 1 1 2, 1 1 5, 1 1 6, 1 1 7n, 1 1 8
e n, 1 20n, 1 2 1 - 1 22, 1 24, 1 25n, 1 26-1 27,
1 3 1 - 1 32, 1 34, 1 36 e n, 1 38n, 1 39 e n,
1 40n, 1 4 1 , 1 42n, 1 43n, 1 45n, 1 46 - 1 49,
1 5 1 e n, 1 52 e n, 1 53-1 55, 1 57n,
1 58- 1 60, 1 62-1 65, 1 67n, 1 69, 1 70 e n,
1 7 1 , 1 74, 1 75 e n, 1 76, 1 77n, 1 78-1 79,
1 8 1 - 1 82, 1 84-1 87, 1 90, 1 9 1 n, 1 92, 1 93
e n, 1 94, 1 95n, 1 96, 1 97n, 1 98 e n,
1 99n, 200-207, 209-213, 2 1 5-21 8,
220-22 1 , 22 e n, 223 e n, 224-228, 229
e n, 230-23 1 , 233, 234n, 235-236, 237n,
241 , 242n, 256, 268, 277, 280 e n, 282
Romagna, 1 20n
Romano Santi, 1 1 3n, 1 64, 1 65n
Rosa, monte, 1 2, 1 66, 230n
Rosa Enrico, 33, 40, 1 30n, 1 38n, 1 39,
1 40n, 1 58, 1 94, 1 95n, 1 99, 252
Rossi E., 1 1 On
Rossi Guido, 1 2 1 n
Rossi L. , 232n
297
Ros ini Giuseppe, 78n, 1 36n
Rota Ettore, 1 27, 1 28n, 2 1 1 n
Rouse Ruth, 1 65n
Rovigo, 1 89n
Ruffìni Edoardo, 1 6, 23, 1 68, 231 e n,
232n
Ruffìni Francesco, 1 5- 1 6, 18 e n, 22, 23
e n, 24, 29-30, 36-37, 79n, 90n, 1 1 3n,
1 42n, 1 72, 1 73n, 1 75, 1 96, 1 97n, 231
e n, 232n, 257
Rurni Giorgio, 78n
Russia, 1 1 7n
Russo Luigi, 73n
Sabatini Guglielmo, 207
Sagmuller J ohann Baptist, 1 98n
Sagiies J ., 79n
Salerno, 1 42n, 1 97
Salonicco, 61 n
Salvatorelli Luigi, 70n, 73n, 1 20n, 258
Salvernini Gaetano, 1 3, 1 25n
San Donato (Subiaco), 1 1 n, 1 6, 3 1 , 32n,
33, 56, 57 n, 59n, 61 n, 62, 65, 79-80, 8 1
e n , 83, 84n, 86n, 87, 99, 1 0 1 , 1 04,
1 08n, 1 1 O n, 1 1 4, 1 1 6, 1 1 8 e n, 1 2 1 n,
1 39n, 140, 1 42, 1 45, 1 57, 1 66-1 67, 1 74,
1 87, 203, 206, 220, 221 n, 224, 241 -242
San Paolo (Brasile) , 1 52n
Sanremo, 1 76n
San Severino Marche, 100n
Santa Scolastica, monastero di (Subiaco),
1 6, 80, 8 1 n
Santangeli Claudio, 99n
Santini Giovanni, 1 2 1 n, 1 73n, 1 99n
Saraceni Guido, 1 55n
Sarpi Paolo, 35, 80
Sartiaux Félix, 1 95n
Sassari, 1 2, 1 5, 1 8, 58n, 63n, 67n, 1 02n,
1 20n, 1 40, 1 42n, 1 50, 1 75
Sasso Gennaro, 1 20n
Savagnone Francesco Guglielmo, 36, 208,
209 e n
Sbarretti Donato, 86n
Scaduto Francesco, 42, 1 41 , 1 42n, 1 46n,
1 82n, 229n
Scavizzi P., 1 57n
Schipa Michelangelo, 1 76 e n
Schleiermacher Friedrich, 259
Lettere di Buonai11ti a ]emolo
298
Indice dei nomi
Van Lierop, 1 1 8n
Schoell Rudolf, 220 n
«Tiri» [Gugliemo Luigi ]emolo],. 1 6 1 , 202,
226
Schupfer Francesco, 1 42n, 1 43n
Tittoni Tommaso, 245
Vannuzzi Aldo, 1 0 1 , 1 02n
Scialoja Vittorio, 245
Togliatti Palrniro, 1 O
Van Rossum Guglielmo, 86n
Vitali Enrico, 1 40n, 205n
Varese, 2 1 1 , 223
Volpe Giacchino, 1 70n, 1 25n
Vuoli Romeo, 1 9
Schnitzer J oseph, 1 59n
Vannutelli Primo, 280
Viscardi Giuseppe Maria, 40 e n, 4 1 n, 42
e n, 1 52n
Vismara Missiroli Maria, 49n, 1 43n
Scoppola Pietro, 1 30n, 1 34n, 1 67n, 205n
Tognon Giuseppe, 1 7 1 n
Segoloni Danilo, 23 1 n
Tolosa, 200n
Varisco Bernardino, 1 02n
Semeria Giovanni, 1 3, 1 9 1 n
Tolstoi Lev Nikolaevic, 69n
Varnier Giovanni Battista, 1 83n, 222n
Sereni Enzo, 1 52n
Tomasi della Torretta, 245
Varsori Antonio, 1 38n
Serio Mario, 43
Tommaso d'Aquino, santo, 259
Vassalli Filippo, 229n
Wernz Franz Xaver, 8 1 n
Settimo Vittone 1 67n
Torino, 1 4- 1 6, 67n, 84n, 96n, 1 1 0n, 1 42n,
Vaticano, 7, 1 8, 28, 35, 69, 1 1 0n, 1 48n,
Williams G.H., 1 07n
Siciliani De Curnis
1 9 1 n, 1 97n, 2 1 5n, 225n, 226 e n, 23 1
icola, 1 02n
Siena, 82n, 1 1 9, 1 20n, 1 43n, 1 85n, 2 1 0n
e n, 232n
1 50n, 1 6 8, 1 84n, 20 1 n, 260
Vaud, 237n
299
Wellesley, 1 1
Williams Michael, 1 34n
Wilmart André, 1 46, 1 47n
Silva Pietro, 1 25 e n
Torre Pellice, 225n
Vecchielli, 285
Simbruini, monti, 1 6, 59n, 1 1 4
Torre Andrea, 67n
Venezia, 1 43n, 1 74n, 1 9 1 n, 225n, 232n
Zambarbieri Annibale, 43, 1 28n, 1 40n
Simmaco, papa, 1 09
Toscana, 234n
Vermeersch Arthur, 1 98n
Zanfarino Giovanni, 1 8n, 79n
Simon Richard, 2 6 1
Traetto, 96n
Verona, 1 45n
Zanichelli, editore, 6 1 , 89n, 94, 1 07, 1 1 O,
Siniscalco Paolo, 58n
Trafelli Luigi, 1 1 6 e n
Vian Paolo, 8n, 42n, 57n, 63n, 1 22n
Smirne, 34
Tramontin Silvio, 1 00n
Vici, 1 1 9
Zanzucchi Marco Tullio, 1 9-20, 285
Zanzucchi Pier Paolo, 1 8- 1 9, 285
1 63n
Solmi Arrigo, 1 92n, 207 n, 21 O e n
Trani, 20 1 n
Vidal Enrico, 1 02n
Sostegno, 2 1 5n
Traniello Francesco, 79n
Vidal Pedro, 81 n
Zappalà Maria, 9, 6 1 n, 70n, 1 04, 1 08, 1 1 8n
Spadolini Giovanni, 1 0n, 1 6n, 24n, 4 1 n,
Trento, 69, 1 82n, 260
Vienna, 1 0- 1 1 , 1 07n
Zoller Israel, v. Zolli Eugenio.
Treves, editore, 81 n, 89n
Villa Agostino, 1 1 8 e n
Zolli Eugenio, 1 90, 1 9 1 n
Treves Renato, 1 38n
Vinay Valdo, 1 76n
Zordan G., 1 73n
Trieste, 1 73n, 1 9 1 n
Vinciguerra Mario, 1 20, 1 37
Zscharnack Leopold, 1 38n
Trompeo Pietro Paolo, 269
Viora Mario, 1 92n, 23 1 n
Zucchetti Fausta, 45n, 1 08
43, 1 36n
Spoleto, 1 57n
Stati
U niti
d'America, 32n, 84n,
1 07n,
1 35, 1 38n, 1 9 1 n
Stickler Alfonso Maria, 201 n
Tucci Giuseppe, 70n
Stringher Bonaldo, 245
Turati Augusto, 1 84n
Srurzo Luigi, 28, 284
Turchi Nicola, 70n, 80, 82n, 1 28n, 252,
Srutz Ulrich, 1 1 2n
;267, 27 1 , 277
Subiaco, 1 6, 57n, 59n, 62, 65, 80, 1 45
Turi Gabriele, 1 46n, 1 70n
Suhard Emmanuel, 269
Turmel J oseph, 36, 1 93, 1 94n, 1 97, 1 98n
Suna, 20 1 n
Turvasi Francesco, 1 48n
Sutri, 201 n
Tyrrell George, 36, 1 99 e n, 252, 271
Svizzera, 58n, 1 40n, 206, 2 1 0, 230 e n
Udine, 1 43n
Tacchi Venruri Pietro, 28n, 99, 1 00n, 1 45,
1 46n
Ulianich Boris, 95n, 1 1 6n
Urbino, 1 77n, 1 99n, 207n, 2 1 3n, 2 1 5n
Taliani Francesco Maria, 1 36n
Ussita, 1 36n
Tamburini Pietro, 35, 1 27, 1 28n
Utrecht, 1 1 8n
Tardini Domenico, 4 1 n, 1 52n
Taricone Fiorenza, 6 1 n
Vacca Giovanni, 1 3, 70n
Tedeschi Mario, 1 5 5n
V acchelli Giovanni, 1 9
Teodosio II, 2 1 9n
Valle d'Aosta, 1 2, 230
Terminillo, massiccio, 8 1 , 82n, 1 1 4, 1 1 6, 1 46
V allecchi, editore, 81 n, 1 1 On, 1 1 2, 1 79n
Terrulliano, 248, 257
Vallepietra, 1 1 4, 1 87
Thomas Jules, 2 1 9, 220n
Valmandois, 205
Tilgher Adriano, 1 4, 82n, 1 20n, 258
Van Hove Alphons, 2 1 9n
«Timoteo», 267
Van Liempt Leonardo, 1 1 8n
Pubblica�oni degli Archivi di Stato
L'Ufficio centrale per i beni archivistici - Divisione studi e pubblicazioni cura l'edizione
di un periodico (Rassegna degli A rchivi di Stato), di cinque collane (Strumenti, Saggi, Fonti,
Sussidi, Quaderni della Rassegna degli Archivi di Stato) e di volumi fuori collana. Tali
pubblicazioni sono in vendita presso l'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello
Stato.
Altre opere vengono pubblicate a proprie spese da editori privati, che ne curano anche
la distribuzione.
Il catalogo completo delle pubblicazioni può essere richiesto alla Divisione studi
e pubblicazioni dell'Ufficio centrale per i beni archivistici, via Gaeta, Ba - 00 185 Roma.
« RASSEGNA DEGLI ARCHIVI DI STATO»
Rivista quadrimestrale dell'Amministrazione degli Archivi di Stato. Nata
nel
1 941
zione nel
come « Notizie degli Archivi di Stato», ha assunto l'attuale denomina­
1 955.
STRUMENTI
CXX I .
Fonti per la storia artistica romana al tempo di Paolo V,
1 995,
MARIA CoRBo e �\SSIMO PoMPONI , Roma
CXXII.
pp.
a cura di ANNA
286,
L.
1 7.000.
l (( Documenti turchiJ> dell'Archivio di Stato di Venezia. Inventario della
miscellanea a cura di MARIA P I A PEDANI FABRIS, con l'edizione dei
regesti di ALESSIO BoMBAC I . Roma
L.
CXXI II.
ARCHIVIO CE TRALE DELLO STATO,
Contratti. Inventano
1 99 5,
CXXIV.
1 994,
pp.
5 1 6,
a cura di FRJ
illustrazioni, L.
tavv.
6,
Pubblica sicurezza (1926- 1 943).
Ministero per le am1i e munizioni.
34.000.
ARCHIVIO CENTRJ\LE DELLO STATO ,
Volantini antifascisti nella carte della
Repertorio a cura di PAOLA CARUCCI,
1 995,
pp.
242,
L.
23.000.
Direzione genera/e della Jrubblica sicu­
rezza. La stampa italiana nella serie F. 1 (1894 - 1 926). Inventario, a cura
A RCHIVlO CENTRALE DELLO STATO,
di ANTON IO FIORI, Roma
CXXVI.
698,
CESCA ROMA A Sct\RDACCIO E. Roma
FABRIZIO DOLCI, MARIO MISSORI, Roma
CXX V.
pp. LXX ! l ,
29.000.
1 995,
pp.
268,
L.
1 8.000.
FONDAZIONE DI STUDI STORICI FILIPPO TURATI - UNIVERSITA DEGLI STUDI
DI M I LA O,
Inventari,
pp.
750,
DIPARTIME TO DI FILOSOFIA,
A rchivio Rodo!fo Mondo!fo.
a cura di STEFA o VITALI e PIERO G IORDANETTI , Roma
L.
34.000.
1 996,
Pubblica�oni degli Archvù'i di Stato
C:XXV l l . U
lO
E ITALIANA DELLE CAMERE D I COMMERCIO, fNDUSTRJA, ARTIGIA­
ATO E AGRJCOLTURA,
ELISABETTA B IDISC H IN l e LEONARDO Muscr, Roma
1 996, pp. XLl l , 1 94, illustrazioni, L. 2 1 .000.
CXXVI I I . Gli A rchivi Pallavicini di Genova. I I . A rchivi aggregati. Inventano a cura di
MARCO BOLOGNA, Roma 1 996, pp. 476, L. 37.000.
CXXX.
FO
Guida agli archivi storici delle Camere d/ commercio
italiane, a cura di
CXXIX.
Pt1bblica�oni degli Archvivi di Stato
XX. ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO,
zione classica (1860- 1 9 1 0), a cura di
VANTI, Roma 1 995,
pp. 442,
TI
Fonti per la storia della scuola. I I I . L 'istru­
GAETANO BONETTA e GIGLIOLA F IORA­
L. 3 1 .000.
RoBERTO MARJNELLJ,
X X I . ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, Fonti per la storia della scuola. IV. L 'in­
chiesta Sciaioja sulla istrutfone secondaria maschile e femminile (18 72- 1 875), a cura
di CoNCETTA GtM.ffiLANCO e PIERO MARCHI, Roma 1 997, pp. VIII,
532, tavv. 22.
X X I I . ARCHI\'10 DI STATO D l F I RENZE, I Consigli dei/a Repubblica fiorentina. Libri
fabarum XVI I (1338- 1340), a cura di FRA CESCA KLEI N , prefazione di
R l CCARDO FUBI I. Roma 1 995, pp. XVI I I , 482, L. 42.000.
Memoria di provincia. La formatfone dell'Archivio di
Stato di Rieti e /e fonti storiche della regione sabina. Roma 1 996, pp. 3 1 6.
ARCHIVIO DI STATO DI F t RENZE, Imperiale e rea/ corte. Inventario, a cura
di LUISr\ MONTEVECCHT e MARJNO RAtCICH, Roma 1 995, pp. 642, L. 5 1 .000.
XXII I . I Libri Iurium dei/a Repubblica di Genova, I/2, a cura di DINO Pu CUH,
Roma 1 996, pp. XIV, 574, L. 4 1 .000.
SAGGI
32. Italia judaica. Cii ebrei in Sicilia sino a//'espuisione dei 1492. Atti dei V convegno
internatfonaie, Palermo 15- 19 giugno 1 992, Roma 1 995, pp. 500, L. 24.000.
33. Le fonti diplomatiche in età moderna e contemporanea. Atti del convegno, Lucca 20-25
gennaio 1 989, Roma 1 995, pp. 632, L. 54.000.
34. Cii archivi per fa storia de//'a/imentatfone. Atti dei convegno, Potenza-Matera 5-8
ottobre 1 988, Roma 1 995, tt. 3, pp. 2030, L. 1 32.000.
35. Cii archivi degli istituti e dei/e atfende di credito e /e fonti d'archivio per fa storia dei/e
banche. Tutela, gestione e vaiorizzatfone. Atti dei convegno, Roma 14- 1 7 novembre
1989, Roma 1 995, pp. 702, L. 28.000.
36. Cii archivi per fa storia dei/a scienza e dei/a tecnica. Atti dei convegno internatfona/e,
Desenzano dei Garda, 4-8 giugno 199 1 , Roma 1 995, tt. 2, pp. 1 338, L. 97.000.
3 7 . Fonti archivistiche e ricerca demografica. Atti dei convegno internatfona/e, Trieste,
23-26 aprile 1 990, Roma 1 996, pp. 1 498, L. 70.000.
38. Fonti e problemi dei/a politica coloniale italiana. Atti dei convegno Taormina-Messina,
23-29 ottobre 1 989, Roma 1 996, tt. 2, pp. 1 278.
39. Cii archivi dei partiti politici. Atti dei seminari di Roma, 30 giugno 1 994, e di
Perugia, 25-26 ottobre 1 994, Roma 1 996, pp. 420.
degli archivi europei. Esperienze e proposte. Atti dei
seminario internatfonaie, San Miniato, 3 1 agosto-2 settembre 1994, Roma 1 996, pp. 454.
4 1 . Principi e città ai/a fine dei Medioevo, a cura di SERGIO GENS!N l , Roma 1 996,
40. Gli standard per fa descritfone
pp.
SUSSIDI
7. Legati e governatori dei/o Stato pontificio (1550- 1809), a cura di CHRISTOPH WEBER,
Roma 1 994, pp. 990, L. 76.000.
8. UFFICIO CE TRALE PER l BENI ARCHIVISTICI, Le fonti archivistiche. Catalogo dei/e
fonti e degli inventari editi (186 1 - 1 99 1), a cura di MARIA TERESA P I A o MORTARJ
e I soTTA ScANDALlATO CrCIAN I . Introduzione e indice dei fondi di P AOLA
CARUCCI, Roma 1 995, pp. 538, L. 49.000.
QUADERN I DELLA « RASSEGNA DEGLI ARCHIVI D I STATO»
77. Ii <!Sommario de' magistrati di Firenze)) di ser Giovanni Maria Cecchi (1562). Per
una storia istitutfona/e dei/o Stato fiorentino, a cura di ARNALDO D'ADDARJO,
Roma 1 996, pp. 1 1 8.
78. Cii archivi economici a Roma. Fonti e ricerche. Atti dei/a giornata di studio, Roma,
14 dicembre 1 993, Roma 1 997, pp. 1 44.
PUBBLICAZI O N I FUORI COLLANA
x, 476, L. 65.000 1•
MIN ISTERO PER l BENI CULTU RALI E AMBIENTALI.
ARCl l l V lSTJCI,
pp.
1 Il volume, coedito con il Centro di studi sulla civiltà del tardo Medioevo, è in vendita
presso Pacini editore, via Gherardesea - 560 1 4 OSPEDALETTO.
UFFICIO CENTRALE PER I BENI
Guida generale degli A rchivi di Stato italiani, I (A-E), Roma 1 98 1 ,
XVI l l , 1 042, L. 1 2. 500 ; I I (F-M), Roma 1 983,
pp.
XVI, 1 088, L. 29.200 ;
-R), Roma 1 986, pp. XI\', 1 302, L . 43. 1 00 ; I V (S-Z) , Roma 1 994, pp.
XVI, 1 4 1 2, L. 1 1 0.000.
III
Pubblicazioni degli Archvivi di Stato
Pubblicazioni degli Archvivi di Stato
Inventario dell'Archivio del Banco· di S. Giorgio
(1407- 1805), sotto la direzione e a cura eli GIUSEPPE FEUO I , I I I, Banchi
e tesoreria, Roma 1 990, t. 1 °, pp. 406, L. 2S.OOO ; Roma 1 99 1 , t. 2°, pp. 382,
ARCHIVIO DI STATO DI GE OVA.
L. 23.000 ; t. 3°, pp. 382, L. 24.000 ; t. 4°, pp. 382, L. 24.000 ; Roma 1 992,
t. S0, pp. 382, L. 24.000 ; Roma 1 993, t. 6°, pp. 396, L. 2S.OOO ; IV, Debito
pubblico, Roma 1 989, tt. 1 °-2°, pp. 4SO, 436, L. 26.000 ; Roma 1 994, t. 3°,
pp. 380, L. 27.000 ; t. 4°, pp. 376, L. 27.000 ; t. S0, pp. 378 ; L. 27.000 ;
Roma 1 99S, t. 6°, pp. 380, L. 29.000 ; Roma 1 996, t.
27.000 ; t. 8°, pp. 406.
ARCHJVIO DI STATO DI ToRIN o ,
7°,
pp. 376, L.
Semritas et tranquillitas Europae, a cura eli
ISABELLA
MASSABÒ R i cc i , MARCO CARASSI, CHIARA CusAN o, con la collaborazione
di BENEDETTA RADICATI DI BROZOLO, Roma 1 996, pp. 3 1 8, L. 40.000.
Administration in A ncient Societies. Proceedings rif Session rif the 1 3th lnternational
Congress rif Anthropological and Ethnological Sciences, Mexico Ciry, Ju!J 29-August
5, 1993, edited by PIERA FERJOLI, E RICA PIA DRA, G IAN GIACOMO Frs­
SORE, Roma 1 996, L. 1 00.000 1•
ALTRE PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO
I seguenti volumi sono stati pubblicati e diffusi per conto dell'Ufficio centrale per i beni
archivistici da case editrici private, che ne curano, pertanto, anche la vendita.
Epistolario, 1857 (gennaio-luglio), a cura eli C ARLO PrSCHEDDA
e RosA NA ROCCIA, Firenze, Olschki, 1 994, X IV, tt. 2, pp. V!Il, 726.
CAMJLLO CAVOUR,
U FFICIO CENTRALE PER l BENI ARCHIVISTICI,
L'Archivio di Stato di Milano, a cura eli
GABRIELLA CAGLIARJ Pou, Firenze, Narclini, 1 992, pp. 2S2, tavole.
U FFICIO CE TRALE P E R I BE I ARCHIVISTICI,
L'Archivio di Stato di Roma, a cura eli
Lucro LUME, Firenze, Narclini, 1 992, pp. 284, tavole.
U FFICJO CENTRALE PER 1 BEN I ARCHJVISTICI,
eli Castello, Eclimond, 1 993, pp.
U FFICIO CENTRALE PER I BEN I ARCHIVISTICI,
ISABELLA MASSABÒ
R.Jccr e
Il viaggio di Enrico VII in Italia, Città
XII, 328, tavv. 94.
L'Archivio di Stato di Torino, a cura eli
MARJA GATTULLO, Firenze, Narclini, 1 994, pp.
274, tavole.
UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI,
L'Archivio di Stato di Bologna, a cura eli
ISABELLA ZANN I ROSIELLO, Firenze, Narclini, 1 99S, pp. 236, tavole.
1 Il volume, coedito con il Centro internazionale di ricerche archeologiche, antropologiche
e storiche, è in vendita presso Scriptorium, Settore università G. B. Paravia & C. spa, via Piazzi,
1 7 - 1 01 29 ToRJNO.
UFFICIO CENTRALE PER l BE
l ARCHIVISTICI,
RosALJA MAN o ToLU e
L'Archivio di Stato di Firenze, a cura eli
A BELLI
AZZI, Firenze,
arclini, 1 99S, pp.
276, tavole.
f tesori
degli archivi. Catalogo della mostra, Museo nazionale eli Castel Sant'Angelo,
UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI, Gentium memoria archiva.
24 gennaio-24 aprile 1 996, Roma, ed. De Luca, 1 996, pp. 304.
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Lettere di Ernesto Buonaiuti ad Arturo Carlo Jemolo. 1921-1941