Comunicazione del rinvio del sorvolo degli aerei Manifesto con il programma dell’inagurazione Conferimento delle medaglie 302 303 al dott. Nardi che generosamente aveva offerto l’area del monumento. Fu poi la volta del prefetto ed infine dell’oratore ufficiale avv. Cleanto Boscolo di Treviso. Al termine, il corteo ritornò in municipio, dove nella sala consigliare vennero consegnate novanta croci di guerra alle madri, alle vedove ed ai combattenti, nonché le medaglie ricordo della Grande Guerra. Il maltempo rovinò in parte la grande festa patriottica, ma consentì di avere un seguito il giorno successivo. Le raffiche di vento e di pioggia impedirono il sorvolo degli aerei provenienti da Aviano, che giunsero su Vazzola il lunedì pomeriggio alle ore 18.00. Con un cielo sereno, gli ufficiali del VI gruppo aeroplani “caccia” con 7 veivoli volteggiarono su Vazzola a bassa quota, facendo piovere sul monumento dei cartellini tricolori, commuovendo la popolazione accorsa in strada per vedere lo spettacolo. Il bollettino della Vittoria Il 29 luglio 1923 si procedette anche allo scoprimento della lapide in marmo, collocata nella sala consiliare, riportante il bollettino della Vittoria. Il discorso venne affidato a don Lucio Sartori, in quel periodo parroco pro tempore di Vazzola: “… Noi non dobbiamo affatto smarrirci, né arrestarci davanti a questa lapide che segna la pagina di storia più gloriosa per l’Italia e che ricorda il valore dei nostri soldati. Dobbiamo fissare questa lapide per incoraggiarci a rettamente compiere la missione di onesti e virtuosi cittadini, nella quale tutti dobbiamo riuscir grandi dinanzi alla propria coscienza, alla Patria, a Dio. Non sia adunque eretta questa lapide in mezzo di noi senza uno scopo morale …”. La lapide si trova ora sotto il portico che collega il municipio con il distretto socio-sanitario, a sinistra dell’ingresso della guardia medica. Di n u ov o “ I l G a z z e t t i n o” La storia del monumento di Vazzola, iniziata sulle pagine de “Il Gazzettino” del 15 e 17 luglio 1921, terminò sulla prima pagina del quotidiano locale di giovedì 2 agosto 1923. Da molto tempo “Il Gazzettino” aveva iniziato una rubrica intitolata “Ai Caduti di ...”, dove quasi ogni giorno presentava i nuovi monumenti, uno alla volta, man mano che venivano inaugurati in tutto il Triveneto. In centro pagina faceva bella figura la foto del monumento di Vazzola con uno stringato articolo di presentazione che, nella sua essenzialità, ne illustrava tutti i dati caratteristici. Si concludeva così, per Vazzola, una vicenda alquanto travagliata, ma le sorprese non erano finite … Prima pagina de “Il Gazzettino” 2-8-1923 La lapide del bollettino della Vittoria 304 305 VINCENZO RINALDO La vita Vincenzo Rinaldo, figlio di Lorenzo e di Maria Bortoluzzi, nacque a Venezia il 24 luglio 1867; dopo aver completato gli studi presso l’accademia di Belle Arti, iniziò la sua carriera di insegnante e professionista al fianco dell’architetto Giacomo Franco nella realizzazione del duomo di Lonigo. Da allora fu impressionante l’elenco delle opere ascritte al nostro architetto nel Veneto e nel Friuli; tra tutte citiamo solamente quelle a noi più vicine come la facIl prof. Vincenzo Rinaldo ciata della chiesa dei Santi Rocco e Domenico a Conegliano, realizzata tra il 1899 ed il 1901; la chiesa di San Giovanni Battista a San Fior di Sopra; i campanili di Ormelle e di Vazzola; la facciata ed il campanile di San Polo di Piave con due progetti distinti: uno realizzato prima della guerra ed uno, successivo, di ricostruzione. Dopo la guerra, il Rinaldo era stato messo a capo dell’ufficio per la ricostruzione delle Terre Liberate di Conegliano, a cui era affidato il compito di gestire la ricostruzione dei paesi della sinistra Piave. Tutti i progetti di nuovi edifici, chiese o campanili, prima di essere realizzati, dovevano ricevere il nulla osta ed essere approvati dal prof. Rinaldo. In quegli anni di grande attività, troviamo il Rinaldo presente anche a Napoli dove, dal 1919 al 1926, lo sappiamo incaricato presso la Sovrintendenza alle Belle Arti. L’anno successivo rientrò a Venezia, dove morì il 28 aprile 1927, a soli sessant’anni. “ L’ a r b i t r o i n a p p e l l a b i l e ” Nelle vicende che riguardano la realizzazione del monumento ai Caduti di Vazzola, rivestì un ruolo fondamentale la figura dell’architetto venezia- 306 307 Relazione finale dell’arch. Rinaldo sul monumento di Vazzola 308 309 Articolo del Rinaldo sul monumento di Vazzola 310 311 312 313 no Vincenzo Rinaldo. Docente del Regio Istituto di Belle Arti di Venezia e professore dell’Università di Padova, si trovò ad operare nell’immediato primo dopoguerra nella ricostruzione dei paesi devastati dall’invasione e dai combattimenti. Lavorò a stretto contatto con le amministrazioni civiche e le parrocchie della sinistra Piave, in modo particolare a Ormelle, a San Polo di Piave e a Vazzola, dove firmò i progetti degli attuali campanili. La sua presenza e la sua consulenza vennero più volte richieste nelle varie comunità, come ad esempio per il monumento di Vazzola, dove nel contratto di appalto all’articolo 5 si afferma: “… il collaudo (dell’opera) avrà luogo da parte del Comitato pro monumento ai Caduti con l’intervento del prof. Vincenzo Rinaldo …” ed al numero 8: “… nel caso in cui sorgessero contestazioni ed in tutte le questioni d’arte da risolversi, sarà arbitro inappellabile il suddetto prof. Vincenzo Rinaldo …”. Nel corso dei mesi il Rinaldo mantenne i contatti con l’Amministrazione ed il comitato pro monumento di Vazzola, arrivando a fine luglio 1923 a esaminare l’esecuzione dell’opera e ad esprimere il suo giudizio artistico. Il commento dell’architetto fu positivo sotto tutti gli aspetti: in primo luogo ne approvò la collocazione appena fuori dalla piazza, ma in un contesto di verde che s’intonava con il gruppo marmoreo; inoltre ritenne idonea l’esecuzione che fu nei parametri espressi preventivamente dallo scultore. Nella relazione finale concluse esprimendo le sue felicitazioni sia al Bassignani che al comitato che “… con entusiasmo e sacrifici ha saputo dotare Vazzola di cospicua opera d’arte, certamente una delle migliori, se non la migliore, della Diocesi, ed in ambiente veramente adattissimo …”. L’architetto Vincenzo Rinaldo non fu presente il giorno dell’inaugurazione e la sua relazione fu letta pubblicamente dal dottor Vezù. L’ i n a u g u r a z i o n e d e l m o n u m e n t o d i F i v i z z a n o Il monumento di Vazzola visto dai quattro lati in foto d’epoca 314 Trascorsi dieci anni dal terremoto che l’aveva rasa al suolo, la città di Fivizzano, completata la ricostruzione, nel 1930 inaugurò, con una cerimonia solenne, il suo monumento ai Caduti. Nel frattempo erano stati riallacciati i contatti con lo scultore concittadino Umberto Bassignani allora residente a Monaco, il quale, forte dell’esperienza vazzolese, ripropose di nuovo il bozzetto “Siamo passati”. Fu una festa patriottica per la cittadina che rinasceva dopo la distruzione e che coinvolse tutta la zona della Lunigiana, da La Spezia a Carrara. 315 Da allora, i comuni di Vazzola e di Fivizzano, per un bizzarro corso delle vicende, si trovano ad avere lo stesso preciso ed identico monumento ai Caduti, opera della stessa mano dello scultore Umberto Bassignani, artista poi caduto nell’oblio del tempo che passa e tutto cancella, che per una stravaganza commessa ottant’anni fa, ha il merito di aver unito due località che mai avrebbero immaginato di aver qualcosa in comune. I preparativi per l’inagurazione Il picchetto rende gli onori mentre due vedove di guerra portano la corona d’alloro Il monumento ai Caduti di Fivizzano La cerimonia 316 317 Particolari del monumento 318 319 Cartoline e chiudilettera Con la contemporanea realizzazione di migliaia di monumenti ai Caduti in tutti i Comuni d’Italia, nacque l’idea di divulgare e pubblicizzare le nuove opere. Molte ditte specializzate nella produzione di cartoline illustrate sottoposero alle Amministrazioni comunali la proposta di stampare vari esemplari sul locale monumento. Quella che presentiamo è una delle tante comunicazioni giunte a Vazzola da parte della ditta Garioni di Piacenza. Anche per il monumento di Vazzola furono realizzate delle cartoline commemorative. Ne conosciamo due versioni: una con veduta frontale ed un’altra laterale, dove si possono intravedere le scritte dei nomi dei caduti. Furono prodotte dai “Premiati Studi d’arte Giulio Marino” con sede in viale della Stazione a Conegliano e a Serravalle di Vittorio Veneto. Le cartoline di Vazzola hanno una particolarità: l’autore ha dimenticato di stampare tutti i riferimenti del luogo dove si trova il monumento, una cartolina che risulta quindi del tutto anonima se non per il logo del fotografo. Per il monumento di Tezze e la lapide di Visnà non furono stampate cartoline. Nel settembre 1923, la casa editrice “E. Malferrari & C.” di Bologna Cartolina proposta per un ordine della ditta Garioni di Piacenza 320 Cartoline illustrate edite da Giulio Marino (Conegliano-Seravalle) riproducenti il monumento ai Caduti di Vazzola Chiudilettera raffigurante il monumento pubblicò un opuscolo intitolato “Monumenti della riconoscenza eretti dagli italiani ai caduti per la patria nella grande guerra MCMXIV-MCMXVIII”. Il libretto era composto da 20 foglietti riportanti ognuno 8 monumenti racchiusi all’interno di un francobollo senza valore facciale ed usato come chiudilettera. Questa era la prima serie di ben 160 monumenti da tutte le province d’Italia, alla quale seguirono una seconda serie ed infine una terza, dove ritroviamo anche il monumento di Vazzola, il cui chiudilettera ebbe una diffusione a livello nazionale. 321 E L E N C O C A D U T I D I VA Z Z O L A Copertina della prima serie di 160 monumenti ai Caduti d’Italia Antoniazzi Antonio Armellin Eugenio Brisotto Luigi Biasi Giovanni Bonotto Agostino Bonotto Lodovico Bosco Giocondo Camerotto Giovanni Casagrande Luigi Carnelos Pietro Cadorin Eugenio Cescon Giovanni Colmagro Carlo Dalla Cia Antonio (+1914 Libia) Dalla Cia Giordano Da Ros Antonio De Carli Luigi De Giusti Domenico Freschi Giovanni Franceschet Raffaele Giacomin Luigi Giacomin Domenico Garlant Ermenegildo Giacomin Antonio Gobbo Luigi Gera Antonio Gera Luigi Lovat Giovanni Maronese Eugenio Maschietto Arcangelo Maschio Antonio Milanese Giovanni Nardi Nicolò Pasqualin Luigi Perin Pietro Poloni Pietro Ronchi Paolo Ronchi Angelo Salomon Giovanni Soligon Antonimo Spellanzon Augusto Tomasin Andrea Tonon Girolamo Tardivo Agostino Venturin Angelo Zaccaron Luigi Zanchetta Pino Zava Antonimo Zago Giuseppe Zanella Francesco C I V I L I M O RT I PE R C AU S E D I G U E R R A Battistella Luigi Battiston Corocher Maria Berto Luigia Berto Angelina Colmagro Domenico Colmagro Regina Presentazione dell’opera 322 Corocher Vincenzo Girardi Sante Ligonto Giobatta Modolo Stella Paladin Caterina Pagotto Giovanna 323 C a d u t i i t a l i a n i n e i c i m i t e r i d i Va z z o l a In applicazione del programma che il Governo Nazionale stava svolgendo per la definitiva sistemazione dei caduti sepolti nell’ex territorio di guerra, stava sorgendo sul Montello un monumentale ossario, nel quale sarebbero state sistemate tutte le salme allora sepolte nei vari cimiteri civili e militari della zona. Ogni corpo avrebbe avuto un proprio loculo con lapide riportante il nome. Il 2 febbraio 1933 l’ufficio centrale per la Cura e le Onoranze dei Caduti di Guerra inviò all’amministrazione comunale di Vazzola gli elenchi dei soldati sepolti nei cimiteri del Comune al fine di: 1. segnalare se negli elenchi fossero compresi dei militari appartenenti al Comune di Vazzola; 2. richiedere alle famiglie interssate il consenso al trasporto delle salme dei loro congiunti nell’ossario del Montello; Il ritorno La guerra era terminata da quattro anni e nella risistemazione delle centinaia di cimiteri di guerra sparsi in ogni luogo ove si era combattuto, molti dei quali già in stato di abbandono, fu data facoltà ai parenti di poter recuperare i resti dei caduti e riportarli ai paesi di origine. Fu così che nei mesi di maggio, giugno e luglio 1922, trentotto soldati originari di Vazzola furono riportati nei tre cimiteri del Comune. Si rinnovarono lacrime e dolori, ma almeno queste famiglie avevano potuto riavere un luogo su cui posare un fiore e recitare una preghiera. Il quadro con le foto dei 130 caduti del Comune di Vazzola 324 325 3. fornire i nomi dei caduti non compresi nell’elenco le cui famiglie avessero autorizzato il trasferimento a Nervesa della Battaglia. Nella richiesta veniva sottolineato come la decisione delle famiglie fosse irrevocabile e, per nessun motivo, l’ufficio avrebbe accolto in seguito richieste tendenti ad ottenere la tumulazione delle salme nell’ossario. Il 3 marzo 1933, il podestà di Vazzola inviò i dati richiesti informando che, nei cimiteri del comune di Vazzola, erano sepolti 14 soldati, ma che era stato possibile ottenere il consenso dalle rispettive famiglie per il trasporto nell’ossario del Montello soltanto per le salme di quattro militari: 1. Fighera Carmelo di Giuseppe sepolto nel cimitero di Visnà; 2. Pellegrini Antonio fu Bortolo sepolto nel cimitero di Tezze; 3. Bressan Antonio di Luigi sepolto nel cimitero di Tezze; 4. Breda Luigi di Pietro sepolto nel cimitero di Tezze. In una lettera al padre così scrive: “Caro papà ieri sono rimasto ferito alle mani e alla testa. Per fortuna nulla di molto grave. Ho tutto il corpo contuso ed è ciò che mi dà maggior fastidio ma passerà. Sono stato investito da migliaia di sassi e schegge piccole e grandi. Per fortuna ho la testa molto dura. Questa sera andrò all’ospedale di Cervignano ...”. Il 21 dicembre 1916, alla vigilia della licenza invernale, fu colpito mortalmente da una granata. Alla fine della guerra venne sepolto nel cimitero di Redipuglia in una semplice tomba riportante il suo nome. Il 2 maggio 1933, il commissario del Governo Generale di Divisione, Giovanni Faracovi, inviò al Podestà di Vazzola la comunicazione che tra l’8 maggio e il 30 giugno sarebbe giunto un reparto per procedere all’esumazione dei Caduti italiani. In attesa della tumulazione nei rispettivi loculi del monumento ossario, le salme, racchiuse in apposite cassette, sarebbero state trasportate a Nervesa e depositate nella chiesa di San Nicolò. Il 4 maggio 1933 il comandante del Distaccamento Arturo De Risi informò il Podestà che, dalla seconda quindicina di maggio in poi, sarebbero stati disseppelliti i corpi. Pregò di avvisare le famiglie interessate al fine di conoscere se avessero desiderato presenziare all’esumazione. I L S O L D AT O L U C I O E U G E N I O C A D O R I N Presso il monumento ai Caduti di Vazzola, nell’elenco dei soldati deceduti nella Grande Guerra, è riportato il nome del tenente aiutante maggiore Lucio Eugenio Cadorin. Nato a Vazzola l’1 febbraio 1895 da Marina Zanchetta e Giovanni Cadorin, Lucio Eugenio si diplomò maestro presso il collegio Brandolini Rota di Oderzo. Anche la madre e il fratello Dante (docente a Padova) erano insegnanti. Si arruolò nell’89° reggimento Fanteria e nel 1916 andò a combattere nel Carso, dove fu più volte ferito. 326 La famiglia Cadorin 327 Il ritratto in ceramica del figlio fu spedito dalla madre, nell’agosto 1928, all’ufficio centrale C.O.S.C.G. di Padova; nell’ottobre dello stesso anno la foto venne collocata sulla tomba del defunto a Redipuglia. Il 22 aprile 1938 i genitori si recarono presso il cimitero, dove era sepolto il figlio, per riportare la salma a Vazzola e tumularla nella tomba di famiglia. Il circolo sociale di Vazzola, avente sede a quel tempo nell’attuale palazzo Berna, decise di onorare la morte del tenente Cadorin, dedicandogli una lapide collocata proprio all’interno della sede stessa. Tratto da “Il Gazzettino” del 17/05/1917 “Con pensiero gentile e altamente patriottico questo Circolo sociale ha voluto onorare la cara ed indimenticabile memoria del proprio consocio tenente Eugenio Cadorin, caduto nello scorso dicembre sulle balze cadorine, murando in una parete della propria sede una targa marmorea di squisita fattura. Ne è l’autore il bravo quanto modesto scultore Vittorio Celotti. Ieri alle 11 seguiva l’inaugurazione della targa in parola alla presenza di La tomba a Redipuglia Il Tenente Cadorin con i suoi commilitoni 328 329 alcune signore e signorine, di molti soci e concittadini. Tolta la tela, il maestro Giacomo Meneghetti lesse una bella e commovente lettera dei genitori del Glorioso caduto, scusante la loro assenza alla cerimonia per ovvie ragioni … Il presidente del Circolo dott. Scipione Vezzù ricorda: Eugenio Cadorin era Sacrario di Redipuglia: i genitori portano a casa la cassetta con i resti del figlio 330 alto, slanciato, bruno; era buono e sognatore; un poeta. Amava il verso sonoro e scorrevole … viveva tra libri leggendo e sognando … narrava la vita di trincea, delle sofferenze dei nostri soldati, della triste avventura da cui era uscito da poco. Una bomba nemica caduta proprio nella sua trincea aveva tutto Lettera di Marina Zanchetta Cadorin per la sistemazione dell’area attorno al Monumento 331 stravolto. Buona parte dei suoi soldati era rimasta uccisa; lui carico di fango, di sassi illeso. E narrava che nelle balze tridentine aveva in un furioso assalto visto morire d’intorno tutti gli ufficiali della sua compagnia e molti soldati, ma la posizione fu mantenuta egualmente. Si credeva come tutti invulnerabile e cadde quando proprio sperava di venir presto in famiglia. Il bellissimo discorso commosse tutto l’uditorio ... poi ognuno volle vedere da vicino la bella targa in marmo carrarese recante questo verso sublime del Foscolo: “Ai generosi giusta di gloria dispensiera è morte” E più sotto: “Al tenente Eugenio Cadorin morto per la patria – XXI. XII. MCMXVI Nova Vas”. Due rami d’alloro finemente scolpiti ed intrecciandosi a mo’ di graffa orizzontale, completano ed integrano la dicitura”. Villa Berna La lapide al tenente Eugenio Cadorin, realizzata dallo scultore Vittorio Celotti e collocata all’interno del centro sociale presso Villa Berna 332 I soci del centro sociale. Seduti: Antonietta Dalla Balla, Zamarra, Maria Grisostolo Sacconi, Marina Dalla Balla Policardi D’Antiga, Angela Grisostolo Bonetti, Ina Dalla Balla Boccardini, Dott. Vezù, Bernardo Dalla Balla. In piedi: Piero Mozzetti, Lino Policardi D’Antiga, Cesare Salgarella, Bubola, Lino Cadorin, Salgarella, Renato Righetti, Alfonso Grisostolo, Ilario Fioratti, Salgarella, Enzo Boccardini 333 I VIALI DELLA RIMEMBRANZA Le disposizioni Il Ministero della Pubblica Istruzione, il 27 dicembre 1922, inviò a tutti i regi Provveditori agli Studi una lettera circolare con la quale fa sapere: “… che le scolaresche d’Italia si facciano iniziatrici di una idea nobilissima e pietosa: quella di creare in ogni città, in ogni paese, in ogni borgata, la Strada o il Parco della Rimembranza. Per ogni caduto nella grande guerra, dovrà essere piantato un albero; gli alberi varieranno a seconda della regione, del clima, dell’altitudine ...”. L’indomani, lo stesso Ministero fece pubblicare sul Bollettino Ufficiale n. 52 del 28 dicembre 1922 una seconda circolare, la n. 73, nella quale vennero illustrate le “norme per la costituzione dei Viali e Parchi della Rimembranza”: “… tre regoli di legno dai tre colori della bandiera nazionale … descrivano un tronco di piramide triangolare e siano tenuti fissi da sei traversine sottili di ferro … Uno dei regoli e precisamente quello colorato in bianco, alquanto più lungo degli altri due, dovrà portare a 10 cm dall’estremità superiore una targhetta in ferro smaltato, con la dicitura: IN MEMORIA DEL (grado, nome, cognome) CADUTO NELLA GRANDE GUERRA IL (data) A (nome della battaglia)”. 334 335 I t r e v i a l i a Va z z o l a Anche il Comune di Vazzola si attivò per creare questo “luogo della memoria”. Al 15 ottobre del 1923 infatti Vazzola era uno dei comuni che aveva già costituito il comitato per l’inaugurazione dei parchi o viali della Rimembranza. Tale comitato e l’Amministrazione Comunale di Vazzola il 7 febbraio 1923 disposero: “… di collocare le piante in memoria dei caduti per la Patria lungo i viali d’accesso dei rispettivi cimiteri comunali delle diverse frazioni ritenendole queste località le più adatte. I Caduti per la Patria appartenenti a questo Comune sommano a N. 130 …” . Con una circolare del 13 marzo 1923 il Corpo Reale delle Foreste, Dip. di Treviso, distretto di Vittorio Veneto, fece sapere che, le piantine forestali occorrenti per la creazione dei tre viali della Rimembranza del Comune di Vazzola, sarebbero state gratuitamente distribuite dal Ministero dell’Agricoltura (Direzione Generale delle Foreste). Il Comune di Vazzola spese complessivamente, per la formazione del viale della Rimembranza del capoluogo, £ 2.548,20 come da mandato di pagamento in data 6 luglio 1923. Dall’elenco delle spese risulta che le 55 colonnine (regoli) furono eseguite dalla ditta Ferrandi di Susegana per un importo complessivo di £ 793,40. Le placche in ferro smaltato di cm. 10 x 4 arrivarono dalla ditta “Fabbrica Timbri Studio d’Incisioni Rigoli & Fraschini” di Milano per una spesa di £ 166,20. Schema di messa a dimora delle piante La lapide di intitolazione, di m. 336 0,75 x 0,55, in marmo bianco di Carrara levigato e lavorato dai quattro lati, con quattro borchie in bronzo e con l’incisione e la verniciatura di 78 lettere alte cm. 4, fu eseguita da Giovanni Gera, scalpellino con laboratorio a Conegliano. In occasione dell’inaugurazione furono acquistate, dalla ditta Vincenzo Varisco di Vazzola, 8 bottiglie di Vermuth bianco e pasticcini per complessive £ 96. Frontespizio dell’opera di Dario Lupi su “Parchi e viali della rimembranza”, Firenze 1923 337 Il Comune di Vazzola incaricò inoltre la sig.ra Elena Zanchetta per la pulizia dei viali e del giardino del monumento ai Caduti, come risulta dai mandati di pagamento bimestrale per complessive £ 27. (Comune di Vazzola – Archivio B. 23 C.c. 1925) Cartolina commemorativa a ricordo S.E. Dario Lupi ideatore dei parchi o viali della Rimembranza In conclusione è interessante il conto presentato dalla fruttivendola Rosalia Mutti per 612 arance a cent. 20 l’una, distribuite agli alunni delle scuole del Comune di Vazzola che presero parte all’inaugurzione delle bandiere scolastiche, del viale della Rimembranza e della Festa degli Alberi avvenute il 29/04/1923. Successivamente il Comune, in data 17/11/1924, spese £ 419,60 per la fornitura di altre 34 piante che furono collocate a completamento del viale della Rimembranza. (Comune di Vazzola – Archivio B. 16 C.c. 1923, B. 17 C.c. 1924) 338 Comunicazione del numero dei caduti 339 Inoltre la Giunta municipale di Vazzola, in data 10/11/1924, deliberò la spesa di £ 400 per l’acquisto di due tubi in ghisa, forniti dal Comune di Conegliano, come antenne con fanali per l’illuminazione, da collocarsi presso il monumento ai Caduti. (Comune di Vazzola – Archivio B. 17 C.c. 1924) La cerimonia d’inaugurazione Domenica 29 aprile 1923, alle ore 10 circa, la folla si radunò nella piazza Maggiore di Vazzola davanti al palazzo municipale. Erano presenti la Giunta Comunale al completo, il patronato scolastico col presidente dott. Vezù, Antonio Pennacchio, Giuseppe Vettori e Fioratti, il direttore didattico Giacomo Meneghetti, al quale va tributato, assieme al Sindaco Carlo Candiani, il maggior merito delle riuscite cerimonie. All’inaugurazione dei nuovi viali della Rimembranza erano presenti: tutti gli scolari del comune di Vazzola con le loro insegnanti, l’asilo infantile, le orfanelle dell’orfanotrofio, la centuria di Tezze della Milizia Nazionale, i comandanti di Vazzola Gustavo Poletti e Dalla Balla, l’architetto Luigi Candiani, il commendatore Giovanni Folie, il cavaliere Busolin, il dottor Plotti e il dottor Mazzotti, il segretario di Vazzola Toffoli, i fratelli Candiani, don Giacomin, parroco di Tezze, don Cappellotto, parroco di Visnà e l’Esercito, rappresentato dal valoroso capitano Cadorin. Don Lucio Sartori, cappellano di Vazzola, diede inizio alla cerimonia con la rituale benedizione dei vessilli che fu ben lieto di consegnare al primo cittadino e alle scuole, non dopo aver pronunziato un discorso intonato ad alti sensi di fede e amore per la patria. Altrettante vibrate parole di patriottismo pronunziarono il Sindaco Carlo Candiani “… mai come ora il tricolore fu simbolo fedele d’Italia” e il comandante Gustavo Poletti. “Dalla Piazza si snoda quindi il lungo corteo di autorità, scuole e popolo con le camicie nere in testa, e si recò nel Viale della Rimembranza davanti al cimitero. Si allineano 50 ippocastani con 50 colonnine sulle quali furono poste 50 targhette che ricordano i valorosi caduti di Vazzola. Una lapide su cui sovrasta una lampada votiva incita: “Non lagrime chiedono i morti ma qui chiamano i viventi a imparare come si ami la Patria. 29 Aprile 1923”. Tratto da “Il Gazzettino” dell’1/05/1923 Richiesta da parte del Corpo Reale delle Foreste sul luogo da destinare al viale delle Rimembranza Don Lucio Sartori impartì la sua benedizione al viale esaltando il valore dei prodi che tutto diedero senza nulla domandare. Dopo una commovente poesia sulle glorie lontane e vicine di Vazzola, declamata da un’orfanella, salì sul tavolo l’architetto Luigi Candiani e porse una parola di plauso per quanto seppe nobilmente compiere Vazzola per i suoi morti. Le memorie di guerra furono chiaramente esposte dal capitano Cadorin, mentre, ricordando il cimitero austriaco di Vazzola, tributò una degna parola di rispetto per coloro che caddero per il compimento di un dovere. 340 341 Dopo i discorsi, i fanciulli delle scuole intonarono i canti nazionali. Seguì quindi l’ultima più semplice cerimonia della festa degli alberi e, alle dodici, ebbe luogo un banchetto all’albergo Italia al quale parteciparono autorità, rappresentanze e tutto il corpo insegnante. Discorso di don Lucio Sartori per l’inaugurazione del viale di Vazzola 342 343 là c’era un capitello (risalente al 1400) da dove partiva il viale della Rimembranza che finiva all’inizio del viale del cimitero che era spostato di una decina di metri rispetto all’attuale (più a ovest verso via Nardi). Il termine del viale era indicato da una lapide, con un lumino, posta sulla mura dell’asilo (attualmente si nota ancora il segno della sua collocazione). Hanno piantato tutti castagni, con colonnine sulle quali era posta una targhetta riportante il nome del caduto. Inizialmente c’era un fosso tra la strada e l’attuale famiglia Salvador e l’acqua passava sotto le case. Il viale era più stretto, poi hanno coperto il fosso, lo hanno allargato e l’entrata del viale del cimitero è stata spostata dove si trova oggi. I castagni erano ai lati della strada, lungo l’attuale proprietà Salvador e la mura dell’asilo …”. ( Te s t i m o n i a n z a d i D e s i d e r i o To m a s i n ) Manifestazione patriottica davanti al municipio di Vazzola con la partecipazione delle autorità, reduci e scolaresche con le loro bandiere; sull’angolo a sinistra la banda musicale di San Polo di Piave Gli alberi del ricordo oggi “… Mi ricordo che davanti al viale del cimitero, che è già stato spostato due volte, da una parte c’era il cimitero degli austriaci e di qua del muro dell’asilo erano piantati gli alberi. Dirimpetto sono passati dei predicatori, dei frati che hanno fatto un tirocinio di prediche e hanno benedetto e fatto una croce grande come una stanza, con due travi, e l’hanno installata a simbolo Per formare i tre viali della Rimembranza di Vazzola, Visnà e Tezze, furono messe a dimora 130 piante. A Tezze il viale conserva la sua struttura originale, nonostante numerosi siano stati i reimpianti. Il viale di Visnà è stato invece rimaneggiato in modo evidente e non rispecchia il numero iniziale delle piante. Dalla testimonianza della sig.ra Toffoli e di altri anziani del paese, risulta che il tracciato dell’attuale viale della Rimembranza di Vazzola non è fedele a quello originale. ( Te s t i m o n i a n z a d e l l a S i g . r a Te r e s a To f f o l i i n Ve t t o r e l l o ) “…Tra il palazzo Nardi e la casa dove abitavamo noi, c’era un grande arco con un portone che alla sera veniva chiuso e passavano solo i fittavoli Ceotto. C’era anche una siepe con le carobole. Di lì passava un corso d’acqua dove i miei fratelli pescavano le tinche. L’entrata della nostra casa era sulla strada, allora proprietà di Nardi e faceva angolo fra via Nardi e via S. Rocco. Proprio 344 Il viale di Vazzola Il viale di Visnà 345 del passaggio di questo giubileo. Dopo, la croce si è marcita, era di abete ed è stata sostituita … … Un pezzo di lapide dei caduti è capitato in mano anche a me e adesso non so dove sia. Volevo fare un tratto di marciapiede lungo la casa di Ghedin, che era pieno di erbacce e allora ho domandato a Silvio Tonello, che faceva lo stradino, dei pezzi di marmo che lui buttava via e me li ha dati: insieme a quelli c’era anche una parte della lapide dei caduti …”. Antica mura dell’asilo in via San Rocco dove sono visibili le tracce della lapide del viale della Rimembranza In seguito i castagni sono stati tolti in quanto le foglie sporcavano tutta la strada e le suore dell’asilo si lamentavano perché cadevano sul terreno di loro proprietà. Il vero viale della Rimembranza non c’è più, ma possiamo dire che esiste ancora a Vazzola, ed è costituito dal viale di accesso al cimitero, dove i cipressi rispecchiano più o meno l’originale numero di ippocastani. Gli alberi dei tre viali non recano più la targhetta con la dedica al caduto corrispondente, ma continuano a testimoniare la sacralità del luogo. Il viale di Tezze Antico capitello posto un tempo all’incrocio fra le attuali via Nardi e via San Rocco 346 Ricostruzione visiva del viale della Rimembranza con la lapide in un quadro di Roberto Vettoretti realizzato nel 2008 347 IL PENNONE Una realizzazione affrettata Il 5 dicembre 1926, in occasione della consegna dei gagliardetti alle associazioni di Vazzola, fu inaugurato il nuovo pennone collocato nella piazza Maggiore del capoluogo, di fronte la sede municipale, per esporre lo stendardo comunale. Il progetto per la costruzione del piedestallo in cemento, con tre stemmi del Comune di Vazzola ed uno del Fascio Littorio, con relativa antenna, fu preparato dal prof. arch. Luigi Candiani con una spesa prevista di £ 3.000. La realizzazione del basamento e dei gradini fu eseguita da Giuseppe Agnoloni, mentre l’antenna in pino iniettato, alta quindici metri fu fatta arrivare da Mestre per una spesa finale complessiva di £ 3.700. Solo dopo un mese dall’inaugurazione, il Consiglio Comunale deliberò, il 20 gennaio 1927, di approvare la spesa per la costruzione dell’antenna e di far fronte con la contrattazione di un mutuo, di pari importo, con la Banca Agricola di Vittorio-Conegliano, estinguibile in tre annualità al tasso dell’8%. La Giunta Provinciale si oppone La Giunta Provinciale, nella seduta del successivo 14 febbraio 1927 non approvò la delibera “… poiché la spesa, assolutamente facoltativa e non necessaria, dissente da quelle stesse direttive di rigida economia volute dal R. Governo e si emette ordinanza di rinvio degli atti …”. 348 349 Nella successiva convocazione del Consiglio Comunale, in data 11 aprile 1927, in considerazione del fatto che si discuteva su un’opera che era già stata realizzata da alcuni mesi, si deliberò di far fronte alla spesa col fondo ricavato dalla vendita delle baracche e di impegnarsi ad assumersi personalmente la spesa qualora questa non fosse approvata. La Giunta Provinciale, in data 23 maggio 1927, non approvò di nuovo. La situazione era alquanto ingarbugliata e si trascinò per diverso tempo. Con la fine dell’Amministrazione presieduta da Carlo Candiani, arrivò a Vazzola il primo commissario prefettizio, il cav. Alfonso Sardelli. Il 6 settembre 1929, con la delibera n° 321, questi decise di costituirsi in giudizio contro l’ex Sindaco Carlo Candiani e i dieci consiglieri che avevano approvato la delibera di spesa per l’antenna: Giuseppe Agnoloni, Ferdinando Brugnera, Girolamo Finetti, Egidio Giacomini, Angelo Daniotti, Donato Bellussi, Vincenzo Maccari, Lorenzo Maccari, Giovanni Poloni, Marco Battistella e l’ex segretario comunale Leone De Toffoli. Il basamento appena realizzato ancora senza antenna 350 L’ i n g i u n z i o n e d i p a g a m e n t o Agli ex amministratori furono accollate anche le spese di due altre delibere del periodo, non approvate dalla Giunta Provinciale, riguardanti l’acquisto delle divise degli avanguardisti e l’assunzione di una guardia municipale. Ad ognuno dei citati amministratori fu inviata una raccomandata, in data 16 dicembre 1929, con la richiesta di un rimborso, entro otto giorni, rispettivamente di: Candiani £ 791,40, Agnoloni £ 515,10, Brugnera £ 515,10, Finetti £ 791,40, Giacomini £ 515,10, Daniotti £ 791,40, Maccari £ 515,10, Poloni £ 515,10, Battistella £ 515,10, De Toffoli £2.491,40 e Bellussi £ 1.700. Da una lettera del Consigliere comunale Lorenzo Maccari di Visnà, successiva all’ingiunzione di pagamento, possiamo rilevare la sua testimonianza, quando afferma che “… il sottoscritto è intervenuto alle sedute ed ha approvato assieme a tutti, quando già tutto era stato fatto dietro assicurazione perché il Signor Sindaco Candiani tacitava l’assemblea assicurando che egli stesso avrebbe assunto qualsiasi responsabilità da parte della Giunta Provinciale …”. Il tricolore sventola sul nuovo pennone 351 Il pennone davanti al vecchio Municipio Il progetto dell’arch. Luigi Candiani L’ex segretario comunale Leone De Toffoli scrisse da Tarzo il 9 agosto 1929 che: “… alla fornitura delle divise ai Balilla e alla costruzione dell’antenna aveva provveduto direttamente in precedenza al voto del Consiglio il Sindaco Carlo Candiani. Il Consiglio era consapevole di ciò ed ha ritenuto opportuno di approvare i preventivi delle spese già eseguite …”. Più tranquilla la risposta dell’ex Sindaco Carlo Candiani che in data 11 luglio 1929 così scrisse al commissario prefettizio di Vazzola: “…il fatto stesso che spese simili sono state approvate per altri comuni consiglierebbero piuttosto il definitivo accollamento delle spese al comune, mi permetto di pregare la S.V. Ill.ma di considerare la cosa con quei criteri di larga amministra352 zione dei quali ho dato tante prove anziché affrontare dei giudizi dei quali il legale ha dichiarato di assumersi la responsabilità …”. La Giunta Provinciale, in data 6 dicembre 1929, riconfermò ancora una volta la responsabilità degli amministratori e l’ingiunzione al pagamento. Non c’è dato sapere come si concluse la vicenda del pennone; possiamo solo constatare che i dissidi tra la Giunta Provinciale di Treviso ed il Comune di Vazzola chiusero in modo imbarazzante l’esperienza amministrativa del Sindaco Carlo Candiani, durata sette anni. Forse questa vicenda contribuì anche al suo successivo distacco da Vazzola, poiché lo troviamo presente prima a Roma e poi per un periodo addirittura in Africa. Gli va attribuito, certamente, il merito di aver guidato la ricostruzione del paese, la ripresa della vita civile ed amministrativa in momenti veramente difficili. Della sua opera ci restano varie testimonianze, tra le quali possiamo riconoscergli il merito di aver realizzato un monumento ai caduti con gusto artistico, competenza organizzativa e tanta … pazienza. 353 Manifestazioni legate al monumento 1969 - Associazione combattenti e reduci di Vazzola 1967 - Circuito del “Medio Piave” 1996 - 40° Raduno Interegionale Bersaglieri 354 1998 - 80° Anniversario della Vittoria 355 1991 - Rientro in Patria dei Bersaglieri Lodovico Zanella e Aurelio Salvador 2000 - Inaugurazione della lapide in ricordo degli aviatori morti in guerra Rientro in Patria del soldato Romano Zanchetta dal cimitero militare di Luckenwalde (Germania) 2006 - Raduno Interegionale Bersaglieri 356 357 CONCLUSIONE A ottantacinque anni dalla sua realizzazione ed inaugurazione, il monumento ai Caduti di Vazzola è ritenuto ancora oggi dagli esperti e studiosi d’arte uno dei meglio riusciti artisticamente, se non il migliore, fra quelli eretti nella Sinistra Piave in diocesi di Vittorio Veneto, riconfermando ancora una volta il giudizio estetico espresso dall’architetto Vincenzo Rinaldo nella sua perizia del 1923. Il nostro lavoro, iniziato tre anni fa con il ritrovamento del fascicolo sul monumento, si conclude oggi con la pubblicazione di una ricerca che offre una cronaca originale e forse unica nel suo genere delle vicende dello scultore Bassignani e della sua opera inserita nel contesto storico vazzolese del primo dopoguerra. Per quanti in futuro vorranno approfondire questa storia proponiamo una visita innanzitutto a Fivizzano, città natale del Bassignani, ed al suo monumento, identico a quello di Vazzola. I suoi attrezzi da lavoro sono esposti presso il ristorante gestito dalla nipote Marcella a Sarzana e molte sue opere, soprattutto monumenti funebri sono visitabili nel Principato di Monaco; infine per concludere, una visita alla sua tomba nel cimitero di Lerici. Per il gruppo di appassionati ricercatori, che hanno visto il concretizzarsi di questa pubblicazione, è stata una notevole soddisfazione personale, grazie alla sensibilità e alla disponibilità dell’Amministrazione comunale, andare oltre alla stampa del libro e ricollocare la lapide del Viale della Rimembranza che nel tempo era andata prima dispersa e poi dimenticata. L’abbiamo voluta realizzare nel modo più fedele all’originale con lo stesso marmo, le medesime dimensioni e parole e rimessa sulla mura dell’asilo 358 359 nella sua originale collocazione posta all’incrocio del Viale della Rimembranza con quello d’accesso al cimitero. E’ un ulteriore segno che ricorderà a tanti concittadini, pur senza l’albero, la colonnina e la targhetta, il sacrificio di tanti giovani e padri di famiglia. Nel 1923, come ripetono la lapide del Viale della Rimembranza e la scritta scolpita alla base del monumento, era finito il tempo delle lacrime per lasciare il posto, a cinque anni dalla fine delle ostilità, al ricordo degli eroi che con il sacrificio della loro vita erano stati di monito per l’esempio di amore per la Patria. Questo libro e soprattutto questo monumento e questa lapide sono oggi un richiamo rivolto ai nostri giovani e alle generazioni future per comprendere come la pace fra i popoli sia l’obbiettivo di ogni persona con la speranza e l’augurio che non ci siano mai più guerre. Vazzola oggi si riappropria del proprio passato che viene riproposto a distanza di molti decenni con il racconto di vicende umane e fatti di guerra in gran parte inediti e se nei nostri concittadini avremo risvegliato l’interesse e la voglia di riscoprire queste vicende, che riteniamo cruciali nel corso dell’ultimo secolo, la nostra fatica non sarà stata vana. 360 RINGRAZIAMENTI Siamo riconoscenti a tutti coloro che hanno collaborato o che ci hanno fornito il materiale. Pietro Tomasella Pietro Cellot Mariagabriella Ronchi Giulietto Cadorin Martino Camatta Famiglia Angiola Busolin Marco Battistella Luigia Maccari Sante Dell’Onore Giampietro Agnoloni Giuseppe Agnoloni Antonio Marcon Lucio Dal Col Teresa Finetti Italo Maccari Giuseppe Camerotto Angelo Citron Antonio Bonotto Vinicio Cesana Gianluca Zaia Antonino Antoniazzi Franco Castagner Don Rino Damo Daniela e Marcella Bassignani Mario Bernardi Gabriella Candiani Vincenzo Candiani Fam. Boccardini Dalla Balla Elisa Cadorin Luigia Cellot Roma Stefano Esposito Gabriele Pellizzer Italino Rossi Luigi Grisostolo Giancarlo Bardini Maurizio Lucheschi Famiglia Righetti Pierluigi Roveda Tarcisio Roveda Lamberto Bellussi Innocente Azzalini Marc’Antonio Alessi Gaudenzio Baseotto Gianna Rizzotto 361 Massimo Toffoli Teresa Toffoli Battista Gava Desiderio Tomasin Guido Contini Ines Da Dalto Angelo Marion Annamaria Polese Franco Bazzo Eliano Pavan Cinzia Zanardo Aldo Toffoli Annamaria Nino Marialuisa Nino Maria Grisostolo Berna Francesco Bianchi BIBLIOGRAFIA Bozzetto di Giacomo Citron (1901-1976) con le caricature dei personaggi più importanti di Vazzola nel primo dopo guerra BOTTEON E SCRIZZI (1915), Cronachetta della villa e parrocchia di Visnà, Conegliano. CAPITANO LUIGI CONTINI (1933), Francesco Baracca l’asso italiano, Omero Marangoni Editore, Milano. COMANDO SUPREMO (1918), The battle of Vittorio Veneto, Royal Italian Army. 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VINCENZO RUZZA (1992), Dizionario biografico Vittoriese e della Sinistra Piave, Sistema Bibliotecario del Vittoriese, Dario De Bastiani Editore, Vittorio Veneto. 362 363 A RT I C O L I D I G I O R N A L E Il Gazzettino Il Gazzettino Illustrato Illustrazione Veneta L’Azione La Colonna La Vita del Popolo Le Petit Monegasque INDICE DOCUMENTI E MANOSCRITTI Documenti provenienti dalla curia di Vittorio Veneto: DOMENICO ZANETTE (25/03/1919), Relazione dell’invasione nemica (1917-18). DON ANGELO PEDRON (25/02/1919), Relazione dell’invasione nemica (1917-18). DON GIOVANNI DAL POZ, Relazione dell’invasione nemica (1917-18). ELISA FAGNOL, Piccoli ricordi dell’invasione tedesca. Presentazione ......................................................................................................................... pag. 5 Le testimonianze ......................................................................................................................... 11 La cronaca dell’invasione ....................................................................................................... 25 Luoghi della memoria .......................................................................................................... 101 B I B L I O T E C H E P U B B L I C H E - P R I VA T E E A R C H I V I ARCHIVIO COMUNE DI VAZZOLA ARCHIVIO DELLA CURIA DI VITTORIO VENETO ARCHIVIO NOTARILE DI TREVISO ARCHIVIO PERSONALE DELLA FAMIGLIA CADORIN ARCHIVIO PERSONALE DELLA FAMIGLIA ZANARDO ARCHIVIO PRIVATO DANIELA BASSIGNANI ARCHIVIO STORICO DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DI TREVISO ARCHIVIO STUDIO DA ROS DI VAZZOLA ARCHIVIO PRIVATO INNOCENTE AZZALINI ARCHIVIO COMMONWEALTH WAR GRAVES COMMISION DI ROMA BIBLIOTECA COMUNALE DI FIVIZZANO BIBLIOTECA DEL SEMINARIO DI TREVISO BIBLIOTECA DEL SEMINARIO DI VITTORIO VENETO CENTRO DI DOCUMENTAZIONE STORICA DELLA GRANDE GUERRA Biblioteca di S. Polo di Piave Vazzola .............................................................................................................................. 103 Tezze ... 147 Visnà .. 195 La vita amministrativa .......................................................................................................... 209 Il monumento ai Caduti di Vazzola ............................................................................ 239 I viali della Rimembranza .................................................................................................. 335 Il pennone .... 349 Conclusione 359 Ringraziamenti .......................................................................................................................... 361 Bibliografia ... 364 363 365 Via G. Cantore, 55 - Visnà di Vazzola (TV) Tel. 0438.441248 - Fax 0438.740992 - www.maccarivini.it SPUMANTI Via G. Cantore, 35 - Visnà di Vazzola (TV) - Tel. 0438.444700 Fax 0438.444791 Borgo Bellussi, 26 - 31020 Tezze di Vazzola (TV) Tel. 0438.28439 - Fax 0438.28992 - www.azienda-agricola-bellussi.it Via Casere, 9 - 31020 Visnà di Vazzola (TV) Tel. 0438.441474 info@maglificioferdinanda.com 366 367 368