Periodico d’informazione culturale
a cura della Biblioteca Lercari
Quaderno n. 27 – Novembre 2015
Municipio Genova Bassa Valbisagno
Biblioteca G. L. LERCARI
Via S. Fruttuoso 74 16143 Genova
Email: [email protected]
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Prefazione
Avete apparecchiato la tavola? Già, perché abbiamo preparato
una bella serie di sfiziose pietanze dato che “Il cibo” è il tema
trattato in questo quaderno.
Vogliamo farvi venire l’acquolina in bocca.
Le sensazioni di una degustazione, l’esperienza dell’arte
culinaria, tutte le passioni che vi ruotano attorno.
Nelle prossime pagine alcuni racconteranno una sorta di
rituale, della quotidianità ne faranno una cronaca speziata. Altri
adopereranno la materia di cui sono fatti i sogni. Altri ancora
andranno a pescare nel profondo le emozioni più recondite.
Qualcuno persino ci scherzerà su.
Ma tutto nel rispetto delle dosi e dei giusti ingredienti.
Pane e companatico condito di prosa e poesia, come sempre:
per nutrire il corpo, la mente o quel che più vi aggrada.
Non saranno manicaretti sopraffini ma di sicuro altamente
genuini: e di questi tempi non è poco.
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FABIO SARDI
Il cibo è qualcosa che dà grandi soddisfazioni, e in due modi:
sia cucinarlo che mangiarlo.
Cucinare mi piace, mi diverte, è l’unica attività “casalinga” che
sappia fare bene, o almeno in modo da esserne personalmente
soddisfatto. Di base cucino pasta e carne, anche se a volte mi
lancio in qualcosa di più complicato. Ed è bello anche se a
volte il risultato non c’è, come il tentativo di cucinare i
cepelinai, piatto tipico lituano, che però non mi vengono mai
come si deve.
Dal punto di vista invece del consumo di cibo è bellissimo
andare a mangiar fuori, a certe condizioni. Andare a mangiare
in trattorie/osterie in campagna, con i tavoli di legno, la
tovaglia di carta a quadri bianchi e rossi, piatti pieni di pasta e
ben conditi. Niente a che vedere con l’immensa tristezza di
posti dove il cuoco lo chiamano chef, con gente impettita, alla
quale vengono portati grandi piatti con una macchia di
qualcosa al centro e geroglifici decorativi intorno. Il cibo deve
essere una festa per il palato. Per gli occhi vado in un museo,
non in un ristorante.
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ASTRID MAJORANA
Amore, passione, esperienza: il cibo è tutto questo, e molto di
più. Il cibo non conosce confini; si dà con gusto e pienezza, in
cambio chiede solo rispetto e dedizione.
Chi ama il cibo è carnale, passionale e pieno di vita; chi non lo
comprende con il giusto rispetto è, al contrario, freddo e di
poco trasporto... quale dono migliore della conoscenza e della
possibilità di scavare nella profondità del nostro essere grazie
ad un'esperienza di gusto intensa ed avvolgente!
Il cibo, ed il modo che ognuno ha di assaporarlo e di viverlo,
rispecchia i nostri istinti e le nostre pulsioni, liberandoci da
inutili fardelli e concedendoci il privilegio di un viaggio unico,
in noi ed oltre noi: non è forse vero che ognuno è ciò che
mangia?
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ELISABETTA BALDASSARI
Happy Hour da Merzenich (2008)
Commesse affaccendate e stanche spazzolano e raccolgono le
copiose briciole del giorno, con destrezza lustrano i banconi
non ancora completamente svuotati dalle vendite della
giornata. E finalmente viene calata l'allegra, promettente
bandierina sotto l'insegna che dà il lancio allo smercio di
somma convenienza.
Già una lunga fila si è compostamente allineata e arriva fino
all'angolo dell'isolato, attendendo con finta pazienza il proprio
turno. Io indugio, è già tardi, sostare in piedi con un carico
sulla spalla non mi giova alla schiena, che faccio rinuncio? Ma
sono tentata. Malgrado la poca convinzione mi accodo e
neppure in posizione favorevole. Nei miei pensieri vengono
evocate presunte immagini dal passato: folle di popolani
davanti ai forni, in abiti sgualciti e bisunti che sperano nel
prezioso alimento per sfamare bocche numerose, mi sovviene
anche la scena dell'assalto ai forni di manzoniana memoria, che
a sua volta mi riporta a Maria Antonietta e le sue dubbiose
brioche. Intanto sta piovendo, ma la pioggia non raggiunge il
porticato, dove si continua ad aspettare in un banale brusio.
Non mi sorprende che gli avventori abbiano un aspetto
benestante. I più risoluti fanno attenzione ai loro antistanti, che
non s'impadroniscano delle predilette pagnotte e altre
ghiottonerie tenute d'occhio.
Nel frattempo dalle mani solerti di sbrigative commesse,
piovono nelle grosse buste pani interi di diverse farine
integrali, pagnotte affettate di segale, filatini alla francese,
miscele regionali arricchite con semini, pagnottelle e panini di
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forme svariate, ma non solo pane ambiti tranci di torte
assortite, olandesine, berlinesi semplici o ripiene di crema di
vaniglia oppure di marmellata.
Si batte incessantemente cassa e via via si alleggeriscono i
vassoi e si liberano le ultime mensole.
Ora si può rincasare soddisfatti, pregustando la propria borsa
più o meno colma di cose buone avviandosi verso una tavola
che sicuramente non urlerà di fame.
Ecco che numerosi stomaci golosi puntualmente si ritrovano la
sera, nell'ultima mezz'ora dalla chiusura, davanti alla nota
panetteria Merzenich.
Di certo non avvertiamo più l'antico senso del valore del pane
poiché, prodotto in esubero viene svenduto per eccedenza.
Così la lunga coda diventa un vezzo a metà prezzo.
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RENATO DE LUCA
Il rito
E’ come un rito scandito dall’ore consuete; son ritrovi conditi a
parole e sapore di buono.
Per contro e forse ai di più il cibo intercala con lunghi
intervalli.
Poi nel mio tempo venne il tempo delle logiche assurde ed il
mio cibo l’ho assunto con gli occhi, a brani, a frasi sussegue.
Nutrito da libri ho viaggiato, volato; il foglio girato da dito è
remo, che porta agli stadi di aperto pensiero.
La vetrina coi dolci, divisa dal vetro non riesce a celare i
profumi alla bimba che immagina i gusti con gli occhi
socchiusi.
Quante cose ci invitano a nutrir l’esistenza!
Puoi distrarti se vuoi, anche i sogni son cibo nel tempo e
ricordi.
Intestino e cervello san mediare col senso e col gusto; forse è
giusto vergare parole sui fogli, per donar sensazioni e far
curioso, ad un nuovo pensiero, qualcun altro.
Dalla spiaggia la sera, sono andate le voci, son rimaste le orme,
come un libro richiuso, mentre tutto il parlato è rimasto nel
vento: forse a volo nutrirà altre genti.
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RENATO DE LUCA
Quarto di luna
Spiccava tra il verde di lucide foglie quel globo aranciato,
rotondo, come un piccolo sole conformato per scrigno di
specchi.
Dolci, sanguigni, pensando a una forma eguagliata è come un
morder la luna, quando esprime il suo quarto.
Il frutto ha consumo d’inverno e richiamo di primavera,
quando dissecca la buccia sui cerchi di stufa.
Anche noi come i passeri, di dolci profumi natura c’imbecca.
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ENRICA VACCA
Carmen Julia Palacio, colombiana di Tumaco, nel
dipartimento di Nariño, sulla costa Pacifica colombiana, con le
donne della sua famiglia e la “Fundacion Acua” porta avanti da
generazioni la sapienza delle “pescatrici”, una tradizione che se
non fosse per il loro impegno sarebbe scomparsa da anni: la
raccolta di piangua, mollusco bivalve che cresce nelle foreste
di mangrovie. Pesca che vede protagoniste le donne locali (una
trentina di famiglie, quasi 150 associate), minacciata da
incursioni dei paramilitari e speculazioni delle multinazionali:
«I nostri prodotti hanno un’etichetta, un logo, sono registrati
legalmente - spiega Carmen - la maggior parte dei molluschi
viene rivenduta in Ecuador a prezzi bassi a causa dei molti
passaggi tra il produttore e il compratore finale. Questa attività
non vuol dire solo far vivere una tradizione, ma anche
cooperare tra noi donne, avere un’autonomia».
E’ un progetto di vita, dunque, iniziato nel 1991, quando in
Colombia è scoppiato il colera: «Abbiamo capito che
l’organizzazione è tutto – spiega Carmen - abbiamo creato una
cooperativa di donne e abbiamo imparato lavorando, con
l’azione». Ora hanno anche un ristorante, “Sabores del
manglar”, con prodotti deliziosi e piatti locali lavorati a
chilometro zero, serviti bello freschi e lavorati in proprio. La
cultura delle nuove generazioni, Carmen ne è convinta, è la
micro-impresa: reca grandi vantaggi a tutto l’ecosistema, dalle
piante agli animali e agli esseri viventi che lo abitano: come le
mangrovie, la nicchia ecologica dove si riproduce la
miracolosa “piangua”.
http://www.lastampa.it/2015/06/12/societa/expo2015/a-scuola-di-cibo/cosle-pescatrici-difendono-il-mollusco-delle-mangrovieUGW1WFNQV149biFwZXyufI/pagina.html
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UGO SOLIANI
Sogno
Sognare non implica
pascola il suo spirito
doveri o impegni.
su verdissimi prati,
Sognare, intima
tra boschi incantati,
prerogativa,
in riva al mare
acconsente di nutrire
più blu e sotto
la mente, a coglier
una romantica luna
cognizioni,
che inargenta
alimentare volontà
un mondo sereno.
di realizzare
Pasciuto così,
ed elevare l’animo.
lo spirito, vagherà
Il sognatore,
tra i migliori pensieri
deriso per la sua
e scelto, il più
testa a zonzo e
ovattato e rosa,
per i suoi piedi,
diventerà poesia
sfioranti appena
appagante.
il terreno,
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MARIO MONTAGNA
Voci
Grida gutturali
di cafri,
raffiche di parole
di sudamericani,
cinguetti velati
di orientali,
voci invertite
di musulmani,
aspri singulti
di slavi…
Mi sento
uno straniero
nella mia patria.
11.10.2015
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MARCO MARZAGALLI
Tempo di fiere
Era l’ormai consueta fiera internazionale del cibo e
dell’alimentazione. Dopo l’Expo milanese del 2015 si svolgeva
sistematicamente ogni anno per rinverdire i fasti e i successi di
quel famoso evento.
Era l’occasione per speciali esibizioni d’arte culinaria. Vere e
proprie competizioni di cucina. Fatto sta che tra tante derrate
alimentari che circolavano in una specie di villaggio formato
da padiglioni posticci, benché superbamente attrezzati,
dall’impronta architettonica basata su antiche tradizioni ma
frutto della più sfrenata fantasia modernista, una bella fetta
d’importanza andava comunque riservata al consumo d’acqua,
suprema fonte di vita e sussistenza, destinata in un prossimo
futuro a divenire un bene simile al petrolio, data la sua scarsità
in alcune zone del mondo. E come il petrolio, soggetta a
speculazioni e intrighi.
Il commendator Brambilla era il titolare della pregiata ditta
produttrice della rinomata acqua minerale “Bollicina” nota per
gli slogan “indispensabile per mantenere la linea” e “una
bottiglia al giorno leva il medico di torno”, apprezzata appunto
per le sue doti organolettiche favorenti la diuresi e la
digestione.
Il commendator Brambilla però aveva un diavolo per capello.
Aveva contribuito, per così dire, alla causa della
manifestazione fornendo un discreto apporto di denaro in via
del tutto personale. I primi e ultimi contatti erano stati presi con
il capo-segretario della direzione generale, l’ambiguo dott.
Fumagalli. Le richieste dell’organizzazione erano state
inderogabili, se il Brambilla voleva partecipare, doveva
contribuire, senza se e senza ma.
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In cambio avrebbe ottenuto un appalto, un servizio esclusivo di
approvvigionamento, insomma tanta pubblicità per i suoi
prodotti e un incremento significativo delle vendite. Con la
calura estiva, periodo della mostra, il bisogno d’acqua sarebbe
cresciuto enormemente. Tutti i visitatori dovevano aver a
disposizione una buona razione d’acqua pro capite. Più gente
entrava più confezioni si sarebbero vendute e le previsioni
erano delle più rosee. Inoltre ci sarebbe stato un accordo
segreto per limitare l’uso delle fontanelle per soli scopi non
potabili.
Probabilmente qualcuno aveva pagato di più o quel qualcuno
doveva contare maggiormente sul piano politico. Erano quelli
della concorrenza, dell’acqua “Frizzantina” che “ti purifica e ti
rigenera” come diceva la pubblicità.
Il bello, o il brutto, era che quei soldi il Brambilla non li
avrebbe più recuperati. Perché ottenere il rimborso sarebbe
equivalso a un flusso, non importa in quale direzione, di denaro
tra enti non preposti a tali operazioni, almeno
istituzionalmente. Vale a dire soldi in contanti che sarebbero
dovuti passare da una tasca all’altra in modo furtivo, col rischio
di farsi scoprire, come si dice, con le mani nella marmellata. Il
commendator Brambilla poteva mettersi l’anima in pace.
Perciò aveva rimediato un incontro col dott. Fumagalli, un
appuntamento in cui avrebbe potuto ottenere dei chiarimenti.
Quello che in realtà ottenne fu un invito a cena.
Erano presenti tutti i pezzi grossi della manifestazione, gente in
doppiopetto, dalle tasche rigonfie come pure le loro panze.
Persone che facevano onore alla tavola, che non rinunciavano
ad assaggiare ogni sorta di leccornia. Presto il banchetto si
trasformò in una specie di grande abbuffata. Le portate si
susseguivano senza interruzioni, non si faceva a tempo a
terminare una pietanza che già un’altra veniva servita. Uno
spettacolo degno di Lucullo o Trimalcione.
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Il tutto annaffiato da eccellenti annate dei più rinomati cru
nostrani, abbinate alla briosa effervescenza dell’acqua
“Frizzantina”. Della minerale “Bollicina” però neanche
l’ombra. Il commendator Brambilla si sentiva sazio ma
assolutamente depresso.
Quando si raggiunse finalmente un certo livello di sazietà, ci
furono delle pause. Personaggi più o meno famosi presero la
parola per esaltare la qualità del cibo e la maestria dei cuochi.
Il dott. Fumagalli, con la sua faccia tosta e una buona dose
d’insolenza, auspicò che le future generazioni potessero godere
ugualmente di tali ricchezze, affermò con arroganza che ogni
popolazione aveva il diritto di approdare ai piaceri della tavola
e che, se qualcuno non fosse ancora in grado di usufruire di
detti piaceri, la buona società civile avrebbe provveduto al loro
fabbisogno.
A simili toccanti (si fa per dire) parole, che suonavano come
una campana stonata, qualcuno un po’ debole di stomaco
cominciò a vomitare.
Inutile dire che la presenza del Brambilla fu quasi del tutto
ignorata, benché egli si prodigasse in calorosi applausi, brindisi
in onore di chiunque prendesse la parola sul palco, esplosioni
di giubilo con sonori urrà o evviva. Il Fumagalli e tutto il suo
entourage facevano finta di niente.
Nonostante tutto il commendator Brambilla nutriva ancora
qualche speranza.
Soltanto alla fine, quando intervenne la stampa per le interviste
di rito, riuscì a tirare da parte il capo-segretario per cercare di
metterlo alle strette e strappargli qualche promessa.
“Lei mi deve delle spiegazioni, non mi può trattare così. Con
tutti i soldi che ho investito in questo affare”.
“Caro Brambilla, veda di farsene una ragione. I tempi son
quelli che sono. Avrà altre occasioni”, gli rispose laconico il
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Fumagalli. “Piuttosto, sorrida che c’è la stampa, cerchiamo di
non dare nell’occhio.”
E così dicendo si eclissò lasciando il suo interlocutore con un
palmo di naso. Eh sì, adesso il commendator Brambilla era
davvero imbufalito.
Soltanto pochi giorni dopo, il dott. Fumagalli fu trovato morto
nella vasca da bagno del suo appartamento. Nonostante avesse
la bocca piena di cibo, il che faceva pensare a qualche malore
digestivo legato alla grande ingordigia di quell’uomo, le
indagini di polizia appurarono che era morto annegato.
Nessuno però pensò ad analizzare il contenuto della vasca, si
sarebbe appurato che l’acqua era batteriologicamente pura,
povera di sodio, ricca di calcio e dotata di effervescenza
naturale, come l’acqua di “Bollicina”, appunto.
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GIUSEPPINA SORBELLO
Cibo dell’anima
Il sonno interrotto d’allegre voci,
in quest’alba di sole,
mi levo veloce a veder che succede
e rimango stranita sulla soglia della grande cucina,
dove bianche vestali, con in mano arnesi di legno,
si alternano alla bocca del forno
che emana scintille.
Assisto estasiata a un rito antico
mentre fragranze e
vapori soavi mi avvolgono tutta.
Le bianche custodi depongono i pani croccanti
sul piano di legno ed è festa per gli occhi e gioia
per il cuore.
Cibo dell’anima, ricordo d’amore.
Aprile 2015
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BRIGITTE HAEGELI
«Une âme saine dans un corps sain».
Notre corps a besoin d’être correctement nourri pour bien
fonctionner. Il ne faut pas abuser des matières grasses, du sucre
ni de l’alcool et à un certain âge effectuer des bilans pour
s’assurer que tout est en ordre… Néanmoins ce ne sont pas
toujours des excès dont il faut se protéger, mais tout
simplement de la faim par manque de nourriture dans les pays
sous développés ou dans les pays parfois les plus riches, par les
personnes démunies.
Toutefois, même si le corps est parfaitement alimenté, cela ne
suffit pas pour que tout se passe bien. L’esprit gouverne le
corps et il faut s’assurer que l’esprit est lui aussi bien nourri.
On fait de plus en plus d’études à ce sujet et de découvertes.
Dès le plus jeune âge, le fœtus reçoit des informations par le
biais du placenta dans le ventre de sa mère et à peine venu au
monde son esprit va s’enrichir d’abord dans le domaine
affectif. Il va assimiler ce qu’il sent puis voit et ce sera son
premier sourire par reconnaissance aux êtres qui l’entourent et
le rendent heureux, puis son premier «maman» et son premier
«papa»... Si on le sépare d’eux, il pleure et à ce moment, il se
sent frustré dans son domaine affectif.. je me souviens que,
nourrisson, mon fils pleurait beaucoup la nuit et une fois son
papa l’avait pris à part pour que je puisse dormir. Mais je n’y
parvenais pas et j’allais le voir tant il criait. En arrivant, j’eus
son premier sourire, ce qui montre les effets de l’affectif et de
la «nourriture cérébrale». Un enfant qui grandit entouré et
aimé, le manifeste par un bon équilibre affectif et cela se
répercute sur tout son organisme. Puis l’âge de l’école arrive et
en général l’enfant travaille bien pour faire plaisir. Ici encore
un esprit paisible grâce à de bonnes réserves affectives est plus
réceptif et le corps plus équilibré. Un enfant entourés de bons
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copains et copines sera plus apte à réussir. Puis plus tard, ce
sera la découverte de l’Amour et de tout ce qui apporte au
corps mais aussi à l’esprit qui a besoin de certaines hormones.
La sensation de bien-être que l’on éprouve en rian, provient de
l’endorphine, hormone euphorisante sécrétée par notre propre
cerveau et voisine de la morphine. Le rire dilate les alvéoles
pulmonaires trois fois plus qu’elles ne le sont normalement,
augmente l’oxygénation du sang, diminue la tension artérielle,
soutient l’activité cardiaque, restaure le fonctionnement de la
réponse immunitaire. Il existe des clubs pour s’entraîner à rire.
La dopamine: ce neurotransmetteur, commande le système de
gratification du cerveau. Quand on reçoit des félicitations, on
ressent une agréable montée de dopamine, résultant en une
sensation de bien-être. La dopamine influence également nos
comportements de recherche du plaisir. On peut la stimuler en
fixant des objectifs réalistes et en les respectant: par exemple,
ranger ses affaires ou terminer le travail prévu. Rechercher des
activités saines et agréables qui auront un impact positif dans
notre vie. L’écoute de la musique ou mieux encore, jouer d’un
instrument, est un moyen de provoquer une montée de
dopamine: dans une étude publiée en 2011 dans «Nature
Neuroscience», «des chercheurs de l’Université McGill
rapportaient que la musique que l’on aime, et en particulier
celle qui nous procure des frissons, stimule la production de
dopamine et de sensations agréables».
La progestérone, cette hormone favorise le sommeil et prévient
l’anxiété, l’irritabilité et les sautes d’humeur. Le niveau de
progestérone diminue après l’âge de 35 ou 40 ans, et l’excès de
stress ou une mauvaise alimentation peuvent accélérer cette
tendance.
Les spécialistes comme le docteur Sara Gottfried, auteur de
«The Hormone Cure», affirme que «prendre soin de soi et bien
manger est la première condition pour atteindre l’équilibre
hormonal, sans prises de compléments».
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On a découvert que certaines hormones sécrétées dans le
cerveau comme l’ocytocine, assuraient un meilleur équilibre
pour le corps et pourraient avoir plus d’importance dans la
physiologie des femmes que celle des hommes. Consacrer du
temps à ceux qu’on aime et être gentil avec les autres stimule la
production d’ocytocine. Le stress empêche la production
d’ocytocine, et on peut y palier par la pratique du sport et des
activités qui nous plaisent comme par exemple, la bicyclette ou
la piscine, le yoga, la méditation, un bon bain chaud.
Les adeptes à une religion y trouvent souvent un bon équilibre.
Pour stimuler la production d’ocytocine, passons un moment
agréable en faisant un câlin à notre partenaire, à nos enfants ou
à nos animaux de compagnie.
Le domaine des animaux apporte une grande nourriture
affective. Je connaissais Aurélien, hyperactif en classe. Il se
mit à pratiquer le poney et y était très attaché. Il lui parlait, le
caressait et à chaque fois, le poney lui rendait tout cela sans
marchander, pas comme dans l’existence où c’est souvent le
cas, sans lui faire remarquer ses manques et ses défauts et peu à
peu, Aurélien changea complètement d’attitude et se mit à
réussir, en prenant confiance en lui.
L’esprit a besoin de nourriture intellectuelle par le biais de la
lecture par exemple, le cinéma ou le théâtre. Plus on propose
de choix à l’esprit, plus il y prend goût et un esprit mieux
nourri permet au corps de mieux se porter.
Mais l’esprit a aussi besoin de s’appuyer sur un domaine
instinctif fort par le biais du sport, quel qu’il soit, en fonction
des goûtes de chacun.
Si l’on veut vivre en équilibre avec soi même rappelons nous
ce proverbe:
«Je ne suis que cerveau, je ne mange pas, je pense»! Citation
de Colette
Essayons de faire en sorte de nous entourer d'Amitié, avec des
êtres qui comblent notre cerveau et si tels sont nos goûts,
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d’animaux aussi. Pensons à bien organiser nos journées dans la
mesure du possible, pour équilibrer la sécrétion d’hormones
bénéfiques avec celles qui nous détruisent peu à peu si on ne
compense pas.
***
Mens sana in corpore sano
(traduzione di F. Sardi)
Il nostro corpo, per funzionare, ha bisogno di essere ben
nutrito. Non bisogna abusare di grassi, zuccheri ed alcool e
raggiunta una certa età è bene fare un check up completo. Non
bisogna però guardarsi solo dagli eccessi, ma considerare
anche la fame, la mancanza di cibo dei paesi poveri, o dei più
poveri nei paesi ricchi.
Comunque, anche qualora il corpo sia correttamente nutrito,
tutto ciò non è sufficiente. Lo spirito governa il corpo e
dev’essere a sua volta ben nutrito.
Si sono realizzati molti studi e fatte molte scoperte in quel
campo.
Fin dalla più giovane età, il feto riceve delle informazioni dalla
placenta e appena venuto al mondo lo spirito si arricchisce nel
campo degli affetti. Assimila ciò che sente, poi farà il primo
sorriso, riconoscente nei confronti di chi gli sta intorno, poi
dirà mamma e papà… Se lo si separa dai genitori piange,
frustrato negli affetti. Mi ricordo che, quando ancora allattavo,
mio figlio di notte piangeva spesso. Una notte s’è alzato suo
padre per occuparsene, così che io potessi continuare a
dormire, ma non ci riuscivo perché il pianto non si
interrompeva. Una volta arrivata, ho visto il suo primo sorriso,
segno di affetto e di nutrimento dell’anima. Un bambino che
cresce circondato dall’affetto si vede e la cosa si ripercuote
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positivamente sull’intero organismo. Poi arriva l’età scolare e il
bambino s’impegna per essere apprezzato dai genitori. Qui,
oltre all’affetto della famiglia, entrano in gioco anche i
compagni di scuola. In un tempo successivo, sarà la scoperta
dell’Amore e delle sue sensazioni a nutrire lo spirito.
La sensazione di benessere che si prova ridendo proviene
dell’endorfina, ormone secreto dal cervello e simile alla
morfina. Il riso dilata di tre volte gli alveoli polmonari,
aumenta l’ossigenazione del sangue, abbassa la pressione,
migliora l’attività cardiaca e le difese immunitarie. Esistono
anche dei circoli per allenarsi a ridere.
La dopamina è un neurotrasmettitore che si attiva quando
riceviamo delle soddisfazioni, e porta una sensazione di
benessere. La dopamina influenza anche il piacere. La si può
stimolare fissando degli obiettivi e riuscendo a raggiungerli.
Bisogna dedicarsi ad attività sane e piacevoli, con impatti
positivi sulla nostra vita, come ad esempio ascoltare musica o
suonare uno strumento. In uno studio del 2011 pubblicato sulla
rivista “Nature Neuroscience”, “dei ricercatori dell’Università
McGill hanno stabilito che l’ascolto della musica che si ama,
ed in particolare quella che ci procura delle emozioni, stimola
la produzione di dopamina e di sensazioni piacevoli.
Il progesterone è un ormone che concilia il sonno e previene
l’ansia, l’irritabilità e gli sbalzi d’umore. Il suo livello
diminuisce dopo i quarant’anni ed uno stress eccessivo o
l’alimentazione scorretta possono accelerare questa tendenza.
Specialisti come la dottoressa Sara Gottfried, autrice di “The
Hormone Cure” afferma che “prendere coscienza di sé e
mangiar bene sono le condizioni essenziali per ottenere
l’equilibrio ormonale.”
Secondo alcuni studi ormoni come l’ossitocina assicurano un
miglior sviluppo corporeo e potrebbero essere importanti nella
fisiologia di uomini e donne. Dedicare tempo alle proprie
passioni ed essere gentili con gli altri stimola la produzione di
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ossitocina. Lo stress, al contrario, ne impedisce la produzione,
ed il rimedio consiste nello svolgimento di attività piacevoli,
come il ciclismo, il nuoto, la meditazione, o un bel bagno
caldo.
Anche avere una fede porta spesso al raggiungimento di un
buon equilibrio.
Per stimolare la produzione di ossitocina si possono passare
momenti piacevoli in compagnia del proprio amore, dei figli o
degli animali di compagnia.
La compagnia di animali porta un grande miglioramento nel
campo degli affetti. Mi ricordo di Aurélien, un bambino
iperattivo in classe. Ha iniziato a praticare equitazione
affezionandosi ad un pony. Gli parlava, lo accarezzava, ed il
pony gli mostrava tutto il proprio affetto senza secondi fini e a
poco a poco Aurélien ha cambiato, ha acquisito sicurezza.
Lo spirito ha bisogno anche di nutrimento intellettuale,
attraverso, ad esempio, la lettura, il cinema o il teatro. Più vario
è il nutrimento spirituale, migliore è il risultato ed uno spirito
ben nutrito ha riflessi positivi anche sul corpo.
Lo spirito ha bisogno anche di sviluppare l'istintività, ad
esempio attraverso la pratica di uno sport, quale che sia, a
seconda delle preferenze di ciascuno.
Se vogliamo vivere in equilibrio con noi stessi, ricordiamoci
questa citazione:
“Io non sono che cervello. Io non mangio, penso!” (Colette)
Cerchiamo di circondarci di amici, di persone e di animali che
nutrano il nostro cervello. Organizziamo per quanto possibile
le nostre giornate per aumentare la secrezione degli ormoni
benefici per la nostra salute.
b. Haegeli
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PAOLA CARROLI
Cibo nell’arte
Rosse le guance come i pomodori
e verde la cicoria dei suoi occhi!
La verza bianca appare tra i capelli
di grano biondo, schiariti dal sole.
E’ cibo sano, nella sua bellezza
di gioventù: colori appassionati
che dipinse Arcimboldo nei suoi quadri
con la fantasia di frutta e verdura…
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LUCIA TENCAIOLI
Cibo nell’amicizia
Si colora la terra di verdura,
l’orto s’infiamma con i pomodori
e s’incupisce con le melanzane
mentre l’uva si gonfia sotto al sole
e richiama gli insetti vagabondi.
Tu lavori e raccogli gli zucchini,
i cetrioli, le fave e l’insalata:
cibo fresco, regalo per gli amici
condito dai sorrisi dell’estate…
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INDICE
Prefazione
Il cibo di Fabio Sardi
Amore, passione, esperienza di Astrid Majorana
Happy Hour da Merzenich di Elisabetta Baldassari
Il rito di Renato De Luca
Quarto di luna di Renato De Luca
Carmen Julia Palacio di Enrica Vacca
Sogno di Ugo Soliani
Voci di Mario Montagna
Tempo di fiere di Marco Marzagalli
Cibo dell’anima di Giuseppina Sorbello
Une âme saine dans un corps sain di Brigitte Haegeli
Traduzione di Fabio Sardi
Cibo nell’arte di Paola Carroli
Cibo nell’amicizia di Lucia Tencaioli
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pag. 03
pag. 04
pag. 05
pag. 06
pag. 08
pag. 09
pag. 10
pag. 11
pag. 12
pag. 13
pag. 17
pag. 18
pag. 21
pag. 24
pag. 25
QUADERNI PRECEDENTI
Quaderno n. 1 – La terra di Liguria (Maggio 2008)
Quaderno n. 2 – Passioni ed incontri
Quaderno n. 3 – Festività, tradizioni e personaggi liguri
Quaderno n. 4 – Una frase che non ho detto o che ho letto
Quaderno n. 5 – I quattro elementi
Quaderno n. 6 – Il sogno
Quaderno n. 7 – Degli affetti
Quaderno n. 8 – Il viaggio
Quaderno n. 9 – Il lavoro
Quaderno n. 10 – Una strada, una piazza, un vicolo
Quaderno n. 11 – Seguire il cuore o la ragione?
Quaderno n. 12 – La bellezza
Quaderno n. 13 – La fratellanza
Quaderno n. 14 – Gli animali
Quaderno n. 15 – Romanticismo
Quaderno n. 16 – Storie in un altro tempo
Quaderno n. 17 – Felicità e tristezza
Quaderno n. 18 – La mia città
Quaderno n. 19 – La pioggia
Quaderno n. 20 – C’era una volta
Quaderno n. 21 – Inverno
Quaderno n. 22 – Musica
Quaderno n. 23 – Il mare
Quaderno n. 24 – Autunno
Quaderno n. 25 – Un’immagine
Quaderno n. 26 – La natura
Essendo la nostra un'Associazione Culturale libera ed indipendente, ciascun autore si assume la sola e piena responsabilità delle opinioni politiche, religiose e, in generale, delle
posizioni etiche e sociali contenute nei propri testi.
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RINGRAZIAMENTI
Un grazie sincero da parte di tutti gli scrittori di “Alba
Letteraria” va allo staff della biblioteca Lercari, e al Municipio
Bassa Val Bisagno che hanno sostenuto e finanziato il presente
opuscolo.
Gruppo culturale
Alba Letteraria
http//:www.albaletteraria.beepworld.it
Per informazioni: Gruppo Culturale Alba Letteraria
c/o Villa Imperiale - Biblioteca L. G. Lercari
L’impaginazione del presente opuscolo è curata da:
Fabio Sardi: [email protected]
Curatori del sito web:
Paola Maria Carròli
Marco Marzagalli
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Quaderno 27 - Alba Letteraria