Periodico d’informazione culturale a cura della Biblioteca Lercari Quaderno n. 27 – Novembre 2015 Municipio Genova Bassa Valbisagno Biblioteca G. L. LERCARI Via S. Fruttuoso 74 16143 Genova Email: [email protected] 2 Prefazione Avete apparecchiato la tavola? Già, perché abbiamo preparato una bella serie di sfiziose pietanze dato che “Il cibo” è il tema trattato in questo quaderno. Vogliamo farvi venire l’acquolina in bocca. Le sensazioni di una degustazione, l’esperienza dell’arte culinaria, tutte le passioni che vi ruotano attorno. Nelle prossime pagine alcuni racconteranno una sorta di rituale, della quotidianità ne faranno una cronaca speziata. Altri adopereranno la materia di cui sono fatti i sogni. Altri ancora andranno a pescare nel profondo le emozioni più recondite. Qualcuno persino ci scherzerà su. Ma tutto nel rispetto delle dosi e dei giusti ingredienti. Pane e companatico condito di prosa e poesia, come sempre: per nutrire il corpo, la mente o quel che più vi aggrada. Non saranno manicaretti sopraffini ma di sicuro altamente genuini: e di questi tempi non è poco. 3 FABIO SARDI Il cibo è qualcosa che dà grandi soddisfazioni, e in due modi: sia cucinarlo che mangiarlo. Cucinare mi piace, mi diverte, è l’unica attività “casalinga” che sappia fare bene, o almeno in modo da esserne personalmente soddisfatto. Di base cucino pasta e carne, anche se a volte mi lancio in qualcosa di più complicato. Ed è bello anche se a volte il risultato non c’è, come il tentativo di cucinare i cepelinai, piatto tipico lituano, che però non mi vengono mai come si deve. Dal punto di vista invece del consumo di cibo è bellissimo andare a mangiar fuori, a certe condizioni. Andare a mangiare in trattorie/osterie in campagna, con i tavoli di legno, la tovaglia di carta a quadri bianchi e rossi, piatti pieni di pasta e ben conditi. Niente a che vedere con l’immensa tristezza di posti dove il cuoco lo chiamano chef, con gente impettita, alla quale vengono portati grandi piatti con una macchia di qualcosa al centro e geroglifici decorativi intorno. Il cibo deve essere una festa per il palato. Per gli occhi vado in un museo, non in un ristorante. 4 ASTRID MAJORANA Amore, passione, esperienza: il cibo è tutto questo, e molto di più. Il cibo non conosce confini; si dà con gusto e pienezza, in cambio chiede solo rispetto e dedizione. Chi ama il cibo è carnale, passionale e pieno di vita; chi non lo comprende con il giusto rispetto è, al contrario, freddo e di poco trasporto... quale dono migliore della conoscenza e della possibilità di scavare nella profondità del nostro essere grazie ad un'esperienza di gusto intensa ed avvolgente! Il cibo, ed il modo che ognuno ha di assaporarlo e di viverlo, rispecchia i nostri istinti e le nostre pulsioni, liberandoci da inutili fardelli e concedendoci il privilegio di un viaggio unico, in noi ed oltre noi: non è forse vero che ognuno è ciò che mangia? 5 ELISABETTA BALDASSARI Happy Hour da Merzenich (2008) Commesse affaccendate e stanche spazzolano e raccolgono le copiose briciole del giorno, con destrezza lustrano i banconi non ancora completamente svuotati dalle vendite della giornata. E finalmente viene calata l'allegra, promettente bandierina sotto l'insegna che dà il lancio allo smercio di somma convenienza. Già una lunga fila si è compostamente allineata e arriva fino all'angolo dell'isolato, attendendo con finta pazienza il proprio turno. Io indugio, è già tardi, sostare in piedi con un carico sulla spalla non mi giova alla schiena, che faccio rinuncio? Ma sono tentata. Malgrado la poca convinzione mi accodo e neppure in posizione favorevole. Nei miei pensieri vengono evocate presunte immagini dal passato: folle di popolani davanti ai forni, in abiti sgualciti e bisunti che sperano nel prezioso alimento per sfamare bocche numerose, mi sovviene anche la scena dell'assalto ai forni di manzoniana memoria, che a sua volta mi riporta a Maria Antonietta e le sue dubbiose brioche. Intanto sta piovendo, ma la pioggia non raggiunge il porticato, dove si continua ad aspettare in un banale brusio. Non mi sorprende che gli avventori abbiano un aspetto benestante. I più risoluti fanno attenzione ai loro antistanti, che non s'impadroniscano delle predilette pagnotte e altre ghiottonerie tenute d'occhio. Nel frattempo dalle mani solerti di sbrigative commesse, piovono nelle grosse buste pani interi di diverse farine integrali, pagnotte affettate di segale, filatini alla francese, miscele regionali arricchite con semini, pagnottelle e panini di 6 forme svariate, ma non solo pane ambiti tranci di torte assortite, olandesine, berlinesi semplici o ripiene di crema di vaniglia oppure di marmellata. Si batte incessantemente cassa e via via si alleggeriscono i vassoi e si liberano le ultime mensole. Ora si può rincasare soddisfatti, pregustando la propria borsa più o meno colma di cose buone avviandosi verso una tavola che sicuramente non urlerà di fame. Ecco che numerosi stomaci golosi puntualmente si ritrovano la sera, nell'ultima mezz'ora dalla chiusura, davanti alla nota panetteria Merzenich. Di certo non avvertiamo più l'antico senso del valore del pane poiché, prodotto in esubero viene svenduto per eccedenza. Così la lunga coda diventa un vezzo a metà prezzo. 7 RENATO DE LUCA Il rito E’ come un rito scandito dall’ore consuete; son ritrovi conditi a parole e sapore di buono. Per contro e forse ai di più il cibo intercala con lunghi intervalli. Poi nel mio tempo venne il tempo delle logiche assurde ed il mio cibo l’ho assunto con gli occhi, a brani, a frasi sussegue. Nutrito da libri ho viaggiato, volato; il foglio girato da dito è remo, che porta agli stadi di aperto pensiero. La vetrina coi dolci, divisa dal vetro non riesce a celare i profumi alla bimba che immagina i gusti con gli occhi socchiusi. Quante cose ci invitano a nutrir l’esistenza! Puoi distrarti se vuoi, anche i sogni son cibo nel tempo e ricordi. Intestino e cervello san mediare col senso e col gusto; forse è giusto vergare parole sui fogli, per donar sensazioni e far curioso, ad un nuovo pensiero, qualcun altro. Dalla spiaggia la sera, sono andate le voci, son rimaste le orme, come un libro richiuso, mentre tutto il parlato è rimasto nel vento: forse a volo nutrirà altre genti. 8 RENATO DE LUCA Quarto di luna Spiccava tra il verde di lucide foglie quel globo aranciato, rotondo, come un piccolo sole conformato per scrigno di specchi. Dolci, sanguigni, pensando a una forma eguagliata è come un morder la luna, quando esprime il suo quarto. Il frutto ha consumo d’inverno e richiamo di primavera, quando dissecca la buccia sui cerchi di stufa. Anche noi come i passeri, di dolci profumi natura c’imbecca. 9 ENRICA VACCA Carmen Julia Palacio, colombiana di Tumaco, nel dipartimento di Nariño, sulla costa Pacifica colombiana, con le donne della sua famiglia e la “Fundacion Acua” porta avanti da generazioni la sapienza delle “pescatrici”, una tradizione che se non fosse per il loro impegno sarebbe scomparsa da anni: la raccolta di piangua, mollusco bivalve che cresce nelle foreste di mangrovie. Pesca che vede protagoniste le donne locali (una trentina di famiglie, quasi 150 associate), minacciata da incursioni dei paramilitari e speculazioni delle multinazionali: «I nostri prodotti hanno un’etichetta, un logo, sono registrati legalmente - spiega Carmen - la maggior parte dei molluschi viene rivenduta in Ecuador a prezzi bassi a causa dei molti passaggi tra il produttore e il compratore finale. Questa attività non vuol dire solo far vivere una tradizione, ma anche cooperare tra noi donne, avere un’autonomia». E’ un progetto di vita, dunque, iniziato nel 1991, quando in Colombia è scoppiato il colera: «Abbiamo capito che l’organizzazione è tutto – spiega Carmen - abbiamo creato una cooperativa di donne e abbiamo imparato lavorando, con l’azione». Ora hanno anche un ristorante, “Sabores del manglar”, con prodotti deliziosi e piatti locali lavorati a chilometro zero, serviti bello freschi e lavorati in proprio. La cultura delle nuove generazioni, Carmen ne è convinta, è la micro-impresa: reca grandi vantaggi a tutto l’ecosistema, dalle piante agli animali e agli esseri viventi che lo abitano: come le mangrovie, la nicchia ecologica dove si riproduce la miracolosa “piangua”. http://www.lastampa.it/2015/06/12/societa/expo2015/a-scuola-di-cibo/cosle-pescatrici-difendono-il-mollusco-delle-mangrovieUGW1WFNQV149biFwZXyufI/pagina.html 10 UGO SOLIANI Sogno Sognare non implica pascola il suo spirito doveri o impegni. su verdissimi prati, Sognare, intima tra boschi incantati, prerogativa, in riva al mare acconsente di nutrire più blu e sotto la mente, a coglier una romantica luna cognizioni, che inargenta alimentare volontà un mondo sereno. di realizzare Pasciuto così, ed elevare l’animo. lo spirito, vagherà Il sognatore, tra i migliori pensieri deriso per la sua e scelto, il più testa a zonzo e ovattato e rosa, per i suoi piedi, diventerà poesia sfioranti appena appagante. il terreno, 11 MARIO MONTAGNA Voci Grida gutturali di cafri, raffiche di parole di sudamericani, cinguetti velati di orientali, voci invertite di musulmani, aspri singulti di slavi… Mi sento uno straniero nella mia patria. 11.10.2015 12 MARCO MARZAGALLI Tempo di fiere Era l’ormai consueta fiera internazionale del cibo e dell’alimentazione. Dopo l’Expo milanese del 2015 si svolgeva sistematicamente ogni anno per rinverdire i fasti e i successi di quel famoso evento. Era l’occasione per speciali esibizioni d’arte culinaria. Vere e proprie competizioni di cucina. Fatto sta che tra tante derrate alimentari che circolavano in una specie di villaggio formato da padiglioni posticci, benché superbamente attrezzati, dall’impronta architettonica basata su antiche tradizioni ma frutto della più sfrenata fantasia modernista, una bella fetta d’importanza andava comunque riservata al consumo d’acqua, suprema fonte di vita e sussistenza, destinata in un prossimo futuro a divenire un bene simile al petrolio, data la sua scarsità in alcune zone del mondo. E come il petrolio, soggetta a speculazioni e intrighi. Il commendator Brambilla era il titolare della pregiata ditta produttrice della rinomata acqua minerale “Bollicina” nota per gli slogan “indispensabile per mantenere la linea” e “una bottiglia al giorno leva il medico di torno”, apprezzata appunto per le sue doti organolettiche favorenti la diuresi e la digestione. Il commendator Brambilla però aveva un diavolo per capello. Aveva contribuito, per così dire, alla causa della manifestazione fornendo un discreto apporto di denaro in via del tutto personale. I primi e ultimi contatti erano stati presi con il capo-segretario della direzione generale, l’ambiguo dott. Fumagalli. Le richieste dell’organizzazione erano state inderogabili, se il Brambilla voleva partecipare, doveva contribuire, senza se e senza ma. 13 In cambio avrebbe ottenuto un appalto, un servizio esclusivo di approvvigionamento, insomma tanta pubblicità per i suoi prodotti e un incremento significativo delle vendite. Con la calura estiva, periodo della mostra, il bisogno d’acqua sarebbe cresciuto enormemente. Tutti i visitatori dovevano aver a disposizione una buona razione d’acqua pro capite. Più gente entrava più confezioni si sarebbero vendute e le previsioni erano delle più rosee. Inoltre ci sarebbe stato un accordo segreto per limitare l’uso delle fontanelle per soli scopi non potabili. Probabilmente qualcuno aveva pagato di più o quel qualcuno doveva contare maggiormente sul piano politico. Erano quelli della concorrenza, dell’acqua “Frizzantina” che “ti purifica e ti rigenera” come diceva la pubblicità. Il bello, o il brutto, era che quei soldi il Brambilla non li avrebbe più recuperati. Perché ottenere il rimborso sarebbe equivalso a un flusso, non importa in quale direzione, di denaro tra enti non preposti a tali operazioni, almeno istituzionalmente. Vale a dire soldi in contanti che sarebbero dovuti passare da una tasca all’altra in modo furtivo, col rischio di farsi scoprire, come si dice, con le mani nella marmellata. Il commendator Brambilla poteva mettersi l’anima in pace. Perciò aveva rimediato un incontro col dott. Fumagalli, un appuntamento in cui avrebbe potuto ottenere dei chiarimenti. Quello che in realtà ottenne fu un invito a cena. Erano presenti tutti i pezzi grossi della manifestazione, gente in doppiopetto, dalle tasche rigonfie come pure le loro panze. Persone che facevano onore alla tavola, che non rinunciavano ad assaggiare ogni sorta di leccornia. Presto il banchetto si trasformò in una specie di grande abbuffata. Le portate si susseguivano senza interruzioni, non si faceva a tempo a terminare una pietanza che già un’altra veniva servita. Uno spettacolo degno di Lucullo o Trimalcione. 14 Il tutto annaffiato da eccellenti annate dei più rinomati cru nostrani, abbinate alla briosa effervescenza dell’acqua “Frizzantina”. Della minerale “Bollicina” però neanche l’ombra. Il commendator Brambilla si sentiva sazio ma assolutamente depresso. Quando si raggiunse finalmente un certo livello di sazietà, ci furono delle pause. Personaggi più o meno famosi presero la parola per esaltare la qualità del cibo e la maestria dei cuochi. Il dott. Fumagalli, con la sua faccia tosta e una buona dose d’insolenza, auspicò che le future generazioni potessero godere ugualmente di tali ricchezze, affermò con arroganza che ogni popolazione aveva il diritto di approdare ai piaceri della tavola e che, se qualcuno non fosse ancora in grado di usufruire di detti piaceri, la buona società civile avrebbe provveduto al loro fabbisogno. A simili toccanti (si fa per dire) parole, che suonavano come una campana stonata, qualcuno un po’ debole di stomaco cominciò a vomitare. Inutile dire che la presenza del Brambilla fu quasi del tutto ignorata, benché egli si prodigasse in calorosi applausi, brindisi in onore di chiunque prendesse la parola sul palco, esplosioni di giubilo con sonori urrà o evviva. Il Fumagalli e tutto il suo entourage facevano finta di niente. Nonostante tutto il commendator Brambilla nutriva ancora qualche speranza. Soltanto alla fine, quando intervenne la stampa per le interviste di rito, riuscì a tirare da parte il capo-segretario per cercare di metterlo alle strette e strappargli qualche promessa. “Lei mi deve delle spiegazioni, non mi può trattare così. Con tutti i soldi che ho investito in questo affare”. “Caro Brambilla, veda di farsene una ragione. I tempi son quelli che sono. Avrà altre occasioni”, gli rispose laconico il 15 Fumagalli. “Piuttosto, sorrida che c’è la stampa, cerchiamo di non dare nell’occhio.” E così dicendo si eclissò lasciando il suo interlocutore con un palmo di naso. Eh sì, adesso il commendator Brambilla era davvero imbufalito. Soltanto pochi giorni dopo, il dott. Fumagalli fu trovato morto nella vasca da bagno del suo appartamento. Nonostante avesse la bocca piena di cibo, il che faceva pensare a qualche malore digestivo legato alla grande ingordigia di quell’uomo, le indagini di polizia appurarono che era morto annegato. Nessuno però pensò ad analizzare il contenuto della vasca, si sarebbe appurato che l’acqua era batteriologicamente pura, povera di sodio, ricca di calcio e dotata di effervescenza naturale, come l’acqua di “Bollicina”, appunto. 16 GIUSEPPINA SORBELLO Cibo dell’anima Il sonno interrotto d’allegre voci, in quest’alba di sole, mi levo veloce a veder che succede e rimango stranita sulla soglia della grande cucina, dove bianche vestali, con in mano arnesi di legno, si alternano alla bocca del forno che emana scintille. Assisto estasiata a un rito antico mentre fragranze e vapori soavi mi avvolgono tutta. Le bianche custodi depongono i pani croccanti sul piano di legno ed è festa per gli occhi e gioia per il cuore. Cibo dell’anima, ricordo d’amore. Aprile 2015 17 BRIGITTE HAEGELI «Une âme saine dans un corps sain». Notre corps a besoin d’être correctement nourri pour bien fonctionner. Il ne faut pas abuser des matières grasses, du sucre ni de l’alcool et à un certain âge effectuer des bilans pour s’assurer que tout est en ordre… Néanmoins ce ne sont pas toujours des excès dont il faut se protéger, mais tout simplement de la faim par manque de nourriture dans les pays sous développés ou dans les pays parfois les plus riches, par les personnes démunies. Toutefois, même si le corps est parfaitement alimenté, cela ne suffit pas pour que tout se passe bien. L’esprit gouverne le corps et il faut s’assurer que l’esprit est lui aussi bien nourri. On fait de plus en plus d’études à ce sujet et de découvertes. Dès le plus jeune âge, le fœtus reçoit des informations par le biais du placenta dans le ventre de sa mère et à peine venu au monde son esprit va s’enrichir d’abord dans le domaine affectif. Il va assimiler ce qu’il sent puis voit et ce sera son premier sourire par reconnaissance aux êtres qui l’entourent et le rendent heureux, puis son premier «maman» et son premier «papa»... Si on le sépare d’eux, il pleure et à ce moment, il se sent frustré dans son domaine affectif.. je me souviens que, nourrisson, mon fils pleurait beaucoup la nuit et une fois son papa l’avait pris à part pour que je puisse dormir. Mais je n’y parvenais pas et j’allais le voir tant il criait. En arrivant, j’eus son premier sourire, ce qui montre les effets de l’affectif et de la «nourriture cérébrale». Un enfant qui grandit entouré et aimé, le manifeste par un bon équilibre affectif et cela se répercute sur tout son organisme. Puis l’âge de l’école arrive et en général l’enfant travaille bien pour faire plaisir. Ici encore un esprit paisible grâce à de bonnes réserves affectives est plus réceptif et le corps plus équilibré. Un enfant entourés de bons 18 copains et copines sera plus apte à réussir. Puis plus tard, ce sera la découverte de l’Amour et de tout ce qui apporte au corps mais aussi à l’esprit qui a besoin de certaines hormones. La sensation de bien-être que l’on éprouve en rian, provient de l’endorphine, hormone euphorisante sécrétée par notre propre cerveau et voisine de la morphine. Le rire dilate les alvéoles pulmonaires trois fois plus qu’elles ne le sont normalement, augmente l’oxygénation du sang, diminue la tension artérielle, soutient l’activité cardiaque, restaure le fonctionnement de la réponse immunitaire. Il existe des clubs pour s’entraîner à rire. La dopamine: ce neurotransmetteur, commande le système de gratification du cerveau. Quand on reçoit des félicitations, on ressent une agréable montée de dopamine, résultant en une sensation de bien-être. La dopamine influence également nos comportements de recherche du plaisir. On peut la stimuler en fixant des objectifs réalistes et en les respectant: par exemple, ranger ses affaires ou terminer le travail prévu. Rechercher des activités saines et agréables qui auront un impact positif dans notre vie. L’écoute de la musique ou mieux encore, jouer d’un instrument, est un moyen de provoquer une montée de dopamine: dans une étude publiée en 2011 dans «Nature Neuroscience», «des chercheurs de l’Université McGill rapportaient que la musique que l’on aime, et en particulier celle qui nous procure des frissons, stimule la production de dopamine et de sensations agréables». La progestérone, cette hormone favorise le sommeil et prévient l’anxiété, l’irritabilité et les sautes d’humeur. Le niveau de progestérone diminue après l’âge de 35 ou 40 ans, et l’excès de stress ou une mauvaise alimentation peuvent accélérer cette tendance. Les spécialistes comme le docteur Sara Gottfried, auteur de «The Hormone Cure», affirme que «prendre soin de soi et bien manger est la première condition pour atteindre l’équilibre hormonal, sans prises de compléments». 19 On a découvert que certaines hormones sécrétées dans le cerveau comme l’ocytocine, assuraient un meilleur équilibre pour le corps et pourraient avoir plus d’importance dans la physiologie des femmes que celle des hommes. Consacrer du temps à ceux qu’on aime et être gentil avec les autres stimule la production d’ocytocine. Le stress empêche la production d’ocytocine, et on peut y palier par la pratique du sport et des activités qui nous plaisent comme par exemple, la bicyclette ou la piscine, le yoga, la méditation, un bon bain chaud. Les adeptes à une religion y trouvent souvent un bon équilibre. Pour stimuler la production d’ocytocine, passons un moment agréable en faisant un câlin à notre partenaire, à nos enfants ou à nos animaux de compagnie. Le domaine des animaux apporte une grande nourriture affective. Je connaissais Aurélien, hyperactif en classe. Il se mit à pratiquer le poney et y était très attaché. Il lui parlait, le caressait et à chaque fois, le poney lui rendait tout cela sans marchander, pas comme dans l’existence où c’est souvent le cas, sans lui faire remarquer ses manques et ses défauts et peu à peu, Aurélien changea complètement d’attitude et se mit à réussir, en prenant confiance en lui. L’esprit a besoin de nourriture intellectuelle par le biais de la lecture par exemple, le cinéma ou le théâtre. Plus on propose de choix à l’esprit, plus il y prend goût et un esprit mieux nourri permet au corps de mieux se porter. Mais l’esprit a aussi besoin de s’appuyer sur un domaine instinctif fort par le biais du sport, quel qu’il soit, en fonction des goûtes de chacun. Si l’on veut vivre en équilibre avec soi même rappelons nous ce proverbe: «Je ne suis que cerveau, je ne mange pas, je pense»! Citation de Colette Essayons de faire en sorte de nous entourer d'Amitié, avec des êtres qui comblent notre cerveau et si tels sont nos goûts, 20 d’animaux aussi. Pensons à bien organiser nos journées dans la mesure du possible, pour équilibrer la sécrétion d’hormones bénéfiques avec celles qui nous détruisent peu à peu si on ne compense pas. *** Mens sana in corpore sano (traduzione di F. Sardi) Il nostro corpo, per funzionare, ha bisogno di essere ben nutrito. Non bisogna abusare di grassi, zuccheri ed alcool e raggiunta una certa età è bene fare un check up completo. Non bisogna però guardarsi solo dagli eccessi, ma considerare anche la fame, la mancanza di cibo dei paesi poveri, o dei più poveri nei paesi ricchi. Comunque, anche qualora il corpo sia correttamente nutrito, tutto ciò non è sufficiente. Lo spirito governa il corpo e dev’essere a sua volta ben nutrito. Si sono realizzati molti studi e fatte molte scoperte in quel campo. Fin dalla più giovane età, il feto riceve delle informazioni dalla placenta e appena venuto al mondo lo spirito si arricchisce nel campo degli affetti. Assimila ciò che sente, poi farà il primo sorriso, riconoscente nei confronti di chi gli sta intorno, poi dirà mamma e papà… Se lo si separa dai genitori piange, frustrato negli affetti. Mi ricordo che, quando ancora allattavo, mio figlio di notte piangeva spesso. Una notte s’è alzato suo padre per occuparsene, così che io potessi continuare a dormire, ma non ci riuscivo perché il pianto non si interrompeva. Una volta arrivata, ho visto il suo primo sorriso, segno di affetto e di nutrimento dell’anima. Un bambino che cresce circondato dall’affetto si vede e la cosa si ripercuote 21 positivamente sull’intero organismo. Poi arriva l’età scolare e il bambino s’impegna per essere apprezzato dai genitori. Qui, oltre all’affetto della famiglia, entrano in gioco anche i compagni di scuola. In un tempo successivo, sarà la scoperta dell’Amore e delle sue sensazioni a nutrire lo spirito. La sensazione di benessere che si prova ridendo proviene dell’endorfina, ormone secreto dal cervello e simile alla morfina. Il riso dilata di tre volte gli alveoli polmonari, aumenta l’ossigenazione del sangue, abbassa la pressione, migliora l’attività cardiaca e le difese immunitarie. Esistono anche dei circoli per allenarsi a ridere. La dopamina è un neurotrasmettitore che si attiva quando riceviamo delle soddisfazioni, e porta una sensazione di benessere. La dopamina influenza anche il piacere. La si può stimolare fissando degli obiettivi e riuscendo a raggiungerli. Bisogna dedicarsi ad attività sane e piacevoli, con impatti positivi sulla nostra vita, come ad esempio ascoltare musica o suonare uno strumento. In uno studio del 2011 pubblicato sulla rivista “Nature Neuroscience”, “dei ricercatori dell’Università McGill hanno stabilito che l’ascolto della musica che si ama, ed in particolare quella che ci procura delle emozioni, stimola la produzione di dopamina e di sensazioni piacevoli. Il progesterone è un ormone che concilia il sonno e previene l’ansia, l’irritabilità e gli sbalzi d’umore. Il suo livello diminuisce dopo i quarant’anni ed uno stress eccessivo o l’alimentazione scorretta possono accelerare questa tendenza. Specialisti come la dottoressa Sara Gottfried, autrice di “The Hormone Cure” afferma che “prendere coscienza di sé e mangiar bene sono le condizioni essenziali per ottenere l’equilibrio ormonale.” Secondo alcuni studi ormoni come l’ossitocina assicurano un miglior sviluppo corporeo e potrebbero essere importanti nella fisiologia di uomini e donne. Dedicare tempo alle proprie passioni ed essere gentili con gli altri stimola la produzione di 22 ossitocina. Lo stress, al contrario, ne impedisce la produzione, ed il rimedio consiste nello svolgimento di attività piacevoli, come il ciclismo, il nuoto, la meditazione, o un bel bagno caldo. Anche avere una fede porta spesso al raggiungimento di un buon equilibrio. Per stimolare la produzione di ossitocina si possono passare momenti piacevoli in compagnia del proprio amore, dei figli o degli animali di compagnia. La compagnia di animali porta un grande miglioramento nel campo degli affetti. Mi ricordo di Aurélien, un bambino iperattivo in classe. Ha iniziato a praticare equitazione affezionandosi ad un pony. Gli parlava, lo accarezzava, ed il pony gli mostrava tutto il proprio affetto senza secondi fini e a poco a poco Aurélien ha cambiato, ha acquisito sicurezza. Lo spirito ha bisogno anche di nutrimento intellettuale, attraverso, ad esempio, la lettura, il cinema o il teatro. Più vario è il nutrimento spirituale, migliore è il risultato ed uno spirito ben nutrito ha riflessi positivi anche sul corpo. Lo spirito ha bisogno anche di sviluppare l'istintività, ad esempio attraverso la pratica di uno sport, quale che sia, a seconda delle preferenze di ciascuno. Se vogliamo vivere in equilibrio con noi stessi, ricordiamoci questa citazione: “Io non sono che cervello. Io non mangio, penso!” (Colette) Cerchiamo di circondarci di amici, di persone e di animali che nutrano il nostro cervello. Organizziamo per quanto possibile le nostre giornate per aumentare la secrezione degli ormoni benefici per la nostra salute. b. Haegeli 23 PAOLA CARROLI Cibo nell’arte Rosse le guance come i pomodori e verde la cicoria dei suoi occhi! La verza bianca appare tra i capelli di grano biondo, schiariti dal sole. E’ cibo sano, nella sua bellezza di gioventù: colori appassionati che dipinse Arcimboldo nei suoi quadri con la fantasia di frutta e verdura… 24 LUCIA TENCAIOLI Cibo nell’amicizia Si colora la terra di verdura, l’orto s’infiamma con i pomodori e s’incupisce con le melanzane mentre l’uva si gonfia sotto al sole e richiama gli insetti vagabondi. Tu lavori e raccogli gli zucchini, i cetrioli, le fave e l’insalata: cibo fresco, regalo per gli amici condito dai sorrisi dell’estate… 25 INDICE Prefazione Il cibo di Fabio Sardi Amore, passione, esperienza di Astrid Majorana Happy Hour da Merzenich di Elisabetta Baldassari Il rito di Renato De Luca Quarto di luna di Renato De Luca Carmen Julia Palacio di Enrica Vacca Sogno di Ugo Soliani Voci di Mario Montagna Tempo di fiere di Marco Marzagalli Cibo dell’anima di Giuseppina Sorbello Une âme saine dans un corps sain di Brigitte Haegeli Traduzione di Fabio Sardi Cibo nell’arte di Paola Carroli Cibo nell’amicizia di Lucia Tencaioli 26 pag. 03 pag. 04 pag. 05 pag. 06 pag. 08 pag. 09 pag. 10 pag. 11 pag. 12 pag. 13 pag. 17 pag. 18 pag. 21 pag. 24 pag. 25 QUADERNI PRECEDENTI Quaderno n. 1 – La terra di Liguria (Maggio 2008) Quaderno n. 2 – Passioni ed incontri Quaderno n. 3 – Festività, tradizioni e personaggi liguri Quaderno n. 4 – Una frase che non ho detto o che ho letto Quaderno n. 5 – I quattro elementi Quaderno n. 6 – Il sogno Quaderno n. 7 – Degli affetti Quaderno n. 8 – Il viaggio Quaderno n. 9 – Il lavoro Quaderno n. 10 – Una strada, una piazza, un vicolo Quaderno n. 11 – Seguire il cuore o la ragione? Quaderno n. 12 – La bellezza Quaderno n. 13 – La fratellanza Quaderno n. 14 – Gli animali Quaderno n. 15 – Romanticismo Quaderno n. 16 – Storie in un altro tempo Quaderno n. 17 – Felicità e tristezza Quaderno n. 18 – La mia città Quaderno n. 19 – La pioggia Quaderno n. 20 – C’era una volta Quaderno n. 21 – Inverno Quaderno n. 22 – Musica Quaderno n. 23 – Il mare Quaderno n. 24 – Autunno Quaderno n. 25 – Un’immagine Quaderno n. 26 – La natura Essendo la nostra un'Associazione Culturale libera ed indipendente, ciascun autore si assume la sola e piena responsabilità delle opinioni politiche, religiose e, in generale, delle posizioni etiche e sociali contenute nei propri testi. 27 RINGRAZIAMENTI Un grazie sincero da parte di tutti gli scrittori di “Alba Letteraria” va allo staff della biblioteca Lercari, e al Municipio Bassa Val Bisagno che hanno sostenuto e finanziato il presente opuscolo. Gruppo culturale Alba Letteraria http//:www.albaletteraria.beepworld.it Per informazioni: Gruppo Culturale Alba Letteraria c/o Villa Imperiale - Biblioteca L. G. Lercari L’impaginazione del presente opuscolo è curata da: Fabio Sardi: [email protected] Curatori del sito web: Paola Maria Carròli Marco Marzagalli 28