MARCHETTI
NEWS
24 gennaio 2008
Il rapporto tra genitori e figli è
sempre stato conflittuale e, secondo
me, non c’è modo di cambiare
questo fatto. I genitori limitano noi
ragazzi solo perché, in fondo, ci
vogliono bene. Ed allora perché
questi rifiuti detti per amore
sfociano in litigi, porte sbattute e
musi lunghi,a volte per giorni?
Secondo
me
questo dipende
da idee diverse,
anzi, da punti d
vista diversi, da
esperienze
diverse. Perché un uomo o una
donna di quarant’anni ha
certamente alle spalle più
esperienza di un ragazzo di 14.
Spesso gli episodi spiacevoli di
cui una persona è protagonista
lasciano segni indelebili, ed è
ovvio che un padre o una madre
non vogliano che i propri figli
stiano male commettendo gli
stessi sbagli che hanno fatto
loro. Ma questo è sbagliato. Se
loro ci impediscono di fare le
nostre esperienze, di operare le
nostre scelte, di sbagliare per
conto nostro, come possiamo
crescere noi, diventare adulti ?
Come possiamo crearci un
nostro bagaglio, una nostra
identità, una nostra vita se
continuiamo ad essere soffocati
dai nostri genitori ?Questo
Continua a pag. 2
Anno IX, Numero 1
Mercoledì
7
novembre siamo
s
t
a
t
i
all’Informagiovani
dove ci hanno
fornito
alcune
informazioni
riguardo le scuole
superiori che a
gennaio abbiamo
scelto.
Nella prima parte della mattinata è stato
chiesto ad ognuno di noi quale scuola
avrebbe scelto. E’ risultato che la maggior
parte della classe sarebbe andata o al liceo
scientifico tradizionale o al liceo classico.
In un secondo momento abbiamo giocato
con alcune domande da rivolgere ad
alunni per telefono, via internet o
attraverso opuscoli su questioni legate alla
scelta della scuola.
In ognuna di queste attività c’è stato
almeno un problema: nel gruppo del
telefono è stato riscontrato parecchio
imbarazzo, ma alla fine s’è sciolto. Il
gruppo che doveva
consultare gli opuscoli
ha riscontrato che le
date di questi erano
b e n
p o c o
recenti.Infine, alcuni
ragazzi che avrebbero
dovuto informarsi
attraverso internet non
sapevano utilizzarlo.
Quando poi è stato il momento di
chiedere direttamente ai ragazzi delle
scuole superiori (dopo una breve
ricreazione) è stato tutto più chiaro. Erano
arrivati da diverse scuole: scientifico,
classico, dal linguistico e dall’alberghiero
e tutti sono riusciti a spiegare abbastanza
bene ciò che veniva loro chiesto.
Barnaba Longo 3°A
Ciao a tutti! Siamo Giulia e
Valentina.
Venerdì 30 novembre siamo
state alla giornata per la Pace
nelle Marche, ad Ancona,
presso l’auditorium Ente fiera.
Rappresentavamo l’Istituto
Comprensivo
Marchetti
Senigallia.
All'incontro erano presenti il
Presidente della Regione Marche,
Gian Mario Spacca ed altri
consiglieri.
Hanno parlato della pace nella
Costituzione italiana e noi ragazzi
siamo intervenuti in ogni momento
per esprimere
la nostre idee Continua a pag. 2
Sommario:
Rapporto genitori-figli…
Progetto Pace
Una giornata di gloria
Lucia di Lammermoor
La Boheme
Andiamo al cinema
Pag. 2
Pag. 3
La giornata delle Marche
La mostra del prof.
Pag. 4
Visita alla Gola del Furlo
Il tempo del cerchio
Pag. 5
Subjects Attack
Il Basket
La Musica dei ragazzi
Una favola moderna
L’Amicizia
Pag. 6
Pag. 7
Pag. 8
Perché se impedire a un ragazzo di crescere
è sbagliato, lo è anche farlo diventare adulto
troppo presto. Io. Personalmente, non vorrei
dei genitori che mi dessero tutto quello che
desidero, perché la cosa che più mi stimola è
il percorso da fare per ottenere una cosa
ambita, dudarla e sentire la soddisfazione
invadermi quando questa diventa mia. Chi
ottiene tutto subito non ha più stimoli, è
demotivato e, di conseguenza non ha più
obbiettivi. Perché ci sono “tappe” che è bene
percorrere con l’età giusta. Se una persona ha tutto subito, cosa fa
quando non ha più niente da chiedere? Si annoia e per non annoiarsi fa
cose ritenute da “grandi”, da “duri”: beve, si droga, fuma e, quel che è
peggio, convince gli altri che lo ammirano e che lo vedono come un mito,
ad imitarlo, e poi si ritrovano la vita finita a 18 anni.
I genitori, secondo me, possono essere così permissivi per due motivi:
vivono in completa adorazione dell’adorato figliolo tanto da ritenere giusto
tutto quello che fa. Oppure, al contrario, non gliene importa niente, non
vogliono che il figlio stia loro tra i piedi, e allora per tenerlo buono gli
danno tutto ciò che desidera. Una giusta via di mezzo potrebbe essere
quella di rispettare le giuste “tappe” che vanno percorse solo quando se
ne ha l’età, un po’per conto proprio, un po’con l’aiuto dei genitori, il cui
bagaglio di vita vissuta può essere d’aiuto, senza però farsi influenzare
dalle loro idee o dalle loro aspettative.
Per quale altro motivo si litiga? A mio avviso, il fatto di arrabbiarsi e
litigare o meno dipende molto anche dal proprio carattere. Una persona
calma e pacata va più difficilmente in escandescenza rispetto ad una
testarda ed aggressiva. Potrei portare ad esempio la mia esperienza
personale: non passa giorno senza che io e mio padre, seppur volendoci
bene non litighiamo, mentre io e mia madre andiamo sempre d’amore e
d’accordo: perché?
Credo che sia perché io e mio padre,
caratterialmente palando, siamo quasi identici. Lui è testardo, si arrabbia
per un nonnulla e non scende facilmente a compromessi. Io sono
testarda, arrogante e molto orgogliosa, e difficilmente ammetterei di aver
commesso uno sbaglio o di essere in torto. Quindi ogni sera la cena (il
momento della giornata in cui tutta la famiglia è riunita) è sempre scenario
di litigi furiosi. Mia madre va d’accordo con entrambi perché è molto
tranquilla e comprensiva, e la sera si trasforma in una specie di giudice:
se ho ragione mi sostiene e, pacatamente, cerca di farlo capire a mio
padre, se ho torto fa lo stesso con lui, mentre se c’è la possibilità di
scendere a compromessi cerca un punto d’incontro che stia bene ad
entrambi. Insomma, nei momenti in cui si litiga è, a mio avviso, l’intervento
di una persona calma che valuti obbiettivamente il “caso” se figlio e
genitore sono facili al litigio.
Secondo me, i genitori però si
comportano con i figli come
avrebbero voluto che i propri
si comportassero con loro,
perché pensano che sia
quello il giusto modo di
crescerci. Insomma, è un
circolo “familiare” da cui è
impossibile uscire: è difficile
per un figlio vedere il mondo dagli occhi di un genitore e per un genitore è
difficile vedere il mondo con gli occhi di un figlio. È importante cercare di
venirsi incontro e, quando è possibile, di cercare un compromesso,
sapendo vedere l’uno con gli occhi dell’altro, sapendo accettare anche i
“no”che aiutano a crescere.
Ma, nonostante tutto questo, i genitori sono sempre i genitori ed è
impossibile non litigarci !!!
Elisa Pulichino 3°F
Continua dalla 1°pagina
Anno IX, Numero 1
Continua dalla 1° pagina
Erano presenti tante scuole diverse,
ciascuna aveva preparato un discorso.
Noi, invece, facevamo parte del CMR
(Consiglio Municipale Ragazzi), ed
avevamo preparato, insieme ad altri
ragazzi, un discorso in cui riferivamo le
interviste fatte durante lo scorso anno
alle persone, sulle difficoltà incontrate
nell‘integrarsi in Italia.
Le parole di Guido Castelli sono quelle
che ci hanno colpito più di tutte, ci ha
parlato e spiegato della pace,
invitandoci a riflettere sulla sua
importanza.
Questa esperienza ci ha fatto tornare a
casa con le idee più chiare anche sul
valore del progetto che stiamo
seguendo.
Giulia Geli e Valentina Memè 2°f
L’associazione Kiwanis di Senigallia ha
invitato le scuole a selezionare lo
studente di ogni istituto con il migliore
rendimento
scolastico.
Le
scuole
chiamate a partecipare erano: le scuole
primarie e le scuole medie senigalliesi.
Nella nostra scuola i professori hanno
scelto
Alice
Marzi
che,
in
qualità
di
secchiona,
ha ricevuto un
premio.
L’1-11-07 la classe 3C si è recata
all’auditorium di S. Rocco per assistere
alla premiazione di Alice. Erano stati
presenti il Preside del Kiwanis, il prof.
De Gregorio, direttore generale dell'USR
delle Marche e un assessore del nostro
comune, il sig. Mangialardi.
Delle otto classi presenti siamo stati
sinceramente i più entusiasti sostenendo
la nostra compagna.
Alice, molto contenta, ha ricevuto
l’attestato e il premio ed è corsa subito a
festeggiare dai genitori, anche loro
felicissimi. Subito dopo il fotografo, ha
scattato alcune foto e noi siamo tornati a
scuola a mo’ di corteo.
3°C
Pagina 2
Il giorno giovedì
29
novembre
alcune classi della
scuola Marchetti si sono recate il pomeriggio presso
il teatro Pergolesi di Jesi per assistere a una
rappresentazione. L’opera in scena era la “Lucia di
Lammermoor” di Donizzetti, un dramma tragico
diviso in due parti (tre atti).
La vicenda si svolge in Scozia, alla fine del XVII
secolo ed è incentrata sul contrastato amore tra due
giovani appartenenti rispettivamente a due famiglie
divise da un’antica contesa: la famiglia protestante
degli Aston, signori di Lammermoor e quella cattolica
dei Ravenswood.
Il dramma si conclude con la tragica
notte di ambedue gli innamorati.
L’evento è stato molto atteso dagli
studenti anche perché per la maggior
parte dei quali si è trattato della prima
esperienza ad un teatro dell’opera.
La rappresentazione purtroppo, da
una parte si è tramutato in una
delusione per buona parte dei
ragazzi. L’opera, infatti, era più adatta
ad un pubblico adulto, o conoscitore
dell’opera difficile da seguire e a
causa dell’scene cupe e buie, la poca
partecipazione del coro e la musica
poco orecchiabile, poco conosciuta. Quindi per un
pubblico giovane o comunque inesperto sarebbe
stato meglio partecipare ad una rappresentazione
più leggera, più giovanile.
Nonostante fosse un po’ pesante, a mio parere si è
trattato comunque di un esperienza positiva.
Federica Sbaragli 3°A
Negli ultimi anni uno degli interessi principali per gli adolescenti
è il cinema che oltre ad essere un momento culturale, sta
diventando un luogo di svago e di raduno per chiunque desideri
passare una serata diversa dalle altre e per gli appassionati.
Il genere che attira di più i ragazzi di oggi è la commedia; un
esempio è il recente film d’animazione “I Simpson”, che ha
avuto un grande successo al botteghino.
I motivi che spingono i ragazzi ad andare a vedere questo
genere di film sono la passione per le commedie e i cartoni, o
per l’ormai celebre saga. Infatti questo film è stato seguito
specialmente dai ragazzi di fasce d’età inferiori, in quanto “I
Simpson” costituiscono tuttora uno dei principali cartoni
televisivi quotidiani. Il film narra le vicende che si svolgono
nella cittadina natale dell’ormai celebre famiglia in giallo: la
ridente Springfield, che è al centro di un massiccio
Pagina 3
Per la prima
volta nella mia
vita, l’undici ottobre 2007 alle 16:30, mi sono divertito
moltissimo. Potrei cominciare parlando dell’opera ma
prima bisogna sapere chi, che cosa, dove e quando l’ha
scritta.
L’ha scritta Puccini nato a Lucca nel 1858, ha iniziato gli
studi nell’Istituto musicale della sua città e li ha continuati
al conservatorio di Milano. L’opera che lo ha fatto
diventare famoso nel mondo era Manon Lescaut,
rappresentata la prima volta nel 1893. È morto nel 1924 a
Bruxelles mentre stava componendo un’opera che non ha
finito.
La Boheme: i librettisti sono stati Illica che faceva la
prima traccia del poema (la selva) e Giocosa che
trasformava in poesia la traccia (versificatore).
L’editore era Giulio Ricordi che aveva il compito di
pubblicare il libretto e la musica. L’impresario era
Alessandro Somari che affittava un teatro, chiedendo
a Puccini di rappresentarla.
La Boheme è stata rappresentata la prima volta nel
teatro Regi di Torino nel 1896 il 1° febbraio. I
personaggi sono: Rodolfo (tenore), Marcello
(baritono), Colline (basso), Schaunard (baritono),
Mimi (soprano lirico), Musetta (soprano leggero),
Benoit (basso), Alcindoro (basso), Parpignol
(tenore), sergenti dei doganieri (tenore). Io non l’ho
vista a Torino ma al teatro Pergolesi di Jesi che secondo
me è bellissimo: ha una acustica perfetta, ha 3 ordini di
palchetti ed un loggione; io stavo nel palchetto 18 nel 1°
ordine di palchetti e vedevo benissimo. Mi è piaciuto
moltissimo e secondo me il più bravo è stato Colline, era
simpatico, interpretava benissimo la sua parte la sua aria
“Vecchia zimarra, senti” era stupenda anche se la migliore
è stata quella di Rodolfo “Che gelida manina”. Oltre ai
soliti cantanti in quest’opera c’erano anche due bambini
molto bravi che sono comparsi nel 2° atto quando c’era
Parpignol e quando arrivava la banda: sono stati
entusiasmanti! Per finire vorrei dire dell’orchestra, c’erano
archi, ottoni, legno e anche l’arpa. L’orchestra era
fantastica e mi sembrava che stesse suonando dalla radio.
lago locale e coadiuvato in parte all’incoscienza del
patriarca Homer. Dopo che l’EPA (Ente Protezione
Ambientale) si dimostra estranea all’accaduto, toccherà
proprio a Homer Simpson cercare di salvare Springfield,
nel tentativo di farsi perdonare dalla famiglia che ormai
si sente sola e trascurata. Per finire il film capitalizza
l’aspetto cinematografico senza alterare il look
fondamentale della serie. Questi generi sono tra i più
amati dai ragazzi perché permettono loro di evadere, di
spostarsi in un altro mondo parallelo fatto di
divertimento o di paura… Forse è semplicemente perché
la realtà in cui viviamo non ci piace?
Giada Addar e Filippo Scarpini 3°B
In occasione della giornata delle Marche,
che è stata celebrata ad Ascoli Piceno il
10 dicembre 2007, noi alunni della classe
2^C – Corso Europeo, abbiamo prodotto
un ipertesto con pawr point, sviluppando
uno dei temi proposti, per l’occasione,
dall’Ufficio Scolastico Regionale e dalla
Regione Marche.
“Cittadini delle Marche, cittadini del
mondo”
è stato, quest’anno, il filo
conduttore che ci ha indotto ad una
riflessione
sulla
nostra
identità
culturale, per poi confrontarsi con le
culture diverse dalla nostra.
Abbiamo
parlato,
perciò,
della
contaminazione culturale leggendo e
commentando un brano intitolato “Il
piccolo mondo di Ambra”, tratto da un
libro edito dalla Meltemi: “Gli Spechi
rubati”, di Cristina Rossi e Monica
Mezzini, la cui lettura vi propongo
perché lo ritengo interessante.
“In un paese né grande né piccolo, da
qualche parte in Italia, vive una bambina
che si chiama Ambra, nome derivato
dalla parola ‘anbar’, che in arabo indica
una pietra preziosa. Al mattino Ambra si
alza presto e fa colazione con i “corn
flakes” prodotti a base di mais, cereale
originario del Messico. Poi si veste
indossando una felpa di cotone, pianta
originaria del’India, introdotta in Europa
dagli Arabi a metà del IX secolo.
L’etichetta della felpa dichiara “Made in
Avvisati il 7 Dicembre dell’apertura
della mostra fotografica del nostro
professore di tecnologia, Umberto
d’amico, abbiamo colto l’occasione
per andarla a visitare.
All’ entrata siamo stati accolti da
a l c u n i a l u n n i d e l l ’I s t i t u t o
Professionale Statale Alberghiero
“A.Panzini “ che ci hanno offerto un
sostanzioso rinfresco.
Diretti all’ ultima sala siamo rimasti
colpiti da una moltitudine di
fotografie che ritrovano gli aspetti
migliori della nostra città dalla quale
Pagina 4
Taiwan”. Ambra va a scuola e risolve
problemi utilizzando numeri indiani, portati
in Europa dagli Arabi. Durante la
ricreazione mangia una banana cresciuta ai
tropici e fa una partita a scacchi, gioco di
antichissima origine probabilmente indiana.
Racconta poi alla sua amica Sara che porta il
nome, di origine ebraica, della Santa
protettrice degli zingari, come ha trascorso
la domenica. Utilizza parole quali computer,
videogame,
film,
judo,
chimono,
rispettivamente
prese
in
prestito
dall’inglese e dal giapponese. Alla mensa
scolastica mangia spaghetti al pomodoro, e
forse non sa che la pasta è stata inventata
dai cinesi e che il pomodoro, sconosciuto in
Europa fino al ‘500, fu importato dalle
Americhe. Nel pomeriggio l’insegnante di
inglese parla di Halloween, la festa più
amata dai bambini americani e Ambra si
ricorda di aver sentito raccontare qualcosa
di molto simile dalla sua nonna, originaria
della Calabria. Tornata a casa, si concede un
po’ di tempo davanti alla tv. Mentre guarda i
“suoi” cartoni animati
giapponesi
e
un
documentario sui Masai,
sgranocchia una barretta
di cioccolato, ottenuta
dalla
lavorazione
del
cacao,
coltivato
esclusivamente nelle zone
tropicali. Per sfuggire la
presenza di sua sorella che si sta
impiastricciando i capelli con l’hennè,
polvere
naturale
colorante
usata
tradizionalmente dalle donne del Medio
Oriente e del Mghreb, Ambra si rifugia
nell’angolo preferito della sua stanza, su un
tappeto
pakistano,
probabilmente
fabbricato da un suo coetaneo. Fantastica
di praterie, cavalli e tepee, masticando una
si poteva cogliere uno sguardo di
carattere e personalità.
Le foto ci stupivano per la vivacità dei
colori, per la varietà e la bellezza dei
paesaggi che non avevamo mai
notato.
Le foto riuscivano a cogliere e ritrarre
solo gli aspetti migliori, descrivendo
in modo fantastico la nostra città,
Senigallia.
Molte foto erano montate con alcuni
programmi specifici, che riuscivano a
creare visuali molto ampie dei vari
monumenti della città.
caramella
balsamica
all’eucalipto, pianta di origine australiana.
Nel frattempo, anche papà è tornato. A
tavola Ambra ascolta confusa un suo
commento alle notizie del telegiornale:
“ Tutti questi stranieri minacciano la nostra
tradizione e non hanno proprio niente da
insegnarci. “
Abbiamo riflettuto sul brano e concluso che
la nostra regione, definita da noi “femminile
e plurale”, debba saper accogliere le
diversità dei tanti migranti che abitano sul
nostro territorio, recuperando la memoria
dei quei Marchigiani che, numerosi, hanno
lasciato le proprie case in cerca di lavoro. La
storia,secondo noi, non si può fermare e in
particolare il passato della nostra regione,
crocevia di civiltà antiche e di popoli, ci
conduce all’antica e sempre attuale storia
umana, una storia di immigrazione, di
ricerca, di nuovi incontri e nuovi addii, di
crescita attraverso lo scambio reciproco di
culture differenti e affini nella loro
complessità.
Non dobbiamo,
quindi temere
il migrante, ma
considerarlo
una risorsa e
interessarci
alla
sua
cultura. Anche
il
periodo
storico oggetto di studio di queste
settimane, ha offerto un ulteriore stimolo
alla nostra riflessione: Marco Polo e Matteo
Ricci sono stati presi a simbolo di corretta
attenzione e rispetto verso culture diverse
dalla propria. Animati da spirito di pace, il
mercante-viaggiatore veneziano
e il
missionario gesuita maceratese, in epoche
diverse, hanno instaurato un rapporto
Ci ha colpito molto anche la frase
che accoglieva i visitatori: “Ogni
vera passione è senza speranza,
altrimenti non sarebbe una
passione ma semplicemente un
patto, un accordo ragionevole, uno
scambio di interessi”.
Beatrice Gagliardo, Barnaba
Longo, Francesca Omenetti, Sara
Rocchetti— 3° A
MARCHETTI NEWS
Venerdì 26 ottobre 2007 siamo partiti per
andare a visitare il palazzo del ducale di
Urbino e la gola del Furlo insieme alla 2°C.
Siamo partiti alle 8:30 e dopo un’oretta e un
quarto di pullman siamo arrivati ad Urbino e
li una guida di nome Carla ci ha fatto visitare
il palazzo ducale.
Nel pomeriggio abbiamo incontrato le altre
due guide: Mara con la 2° C è andata a visitare il
fiume Candigliano, affluente del Metauro e noi (2°G)
insieme a Enrico abbiamo visitato il Museo della
riserva naturale della gola del Furlo.
Enrico ci ha mostrato i reperti archeologici e le
collezioni di fossili, soprattutto con le conchiglie, poi
un plastico che rappresentava la zona protetta.
Ci ha spiegato che la gola del Furlo è
attraversata dalla
via Flaminia e che il
fiume Candigliano si
trova tra il monte
Paganuccio
e
Pietratalata.
I l
m o n t e
Pagamuccio ospita
ormai da molti anni
una coppia di aquile
reali che quest’anno hanno nidificato ed è nata una
bellissima aquila che hanno chiamato Giulia .
Oltre a questi animali il paesaggio ospita anche
mammiferi lupi ,istrici e puzzole ;ci sono
Mara tornata con quelli di 2°C , ha dato il
cambio ad Enrico e ci ha portati a vedere il
fiume orlato di alberi tra cui pioppi e salici, in
quel momento ha incominciato a tuonare e la
prof ha preferito tornare indietro.
Più tardi tutti insieme abbiamo visitato la diga .
Tutte le prof si raccomandavano di non
sporgersi perché era molto alto , ma la cosa
veramente bella e stravagante era che se guardavi il
fiume “tagliato” dalla diga potevi osservare che da
una parte l’acqua era molto alta mentre dall’altra
era più bassa .
Le pareti della gola si innamoravano a picco e ti
lasciavano senza fiatonella cima della montagna
erosa dagli agenti atmosferici si stendeva una
striscia di nebbia che rendeva quel paesaggio
ancora più emozionante. Tornando indietro ci
siamo fermati ad osservare un
arco di pietra internamente
costruita con gli scalpelli. Era
etrusca.
Lì vicino c’erano 2 massi di
roccia ed Erico ci ha fatto
scendere per parlarci di una
pianta che cresceva solo lì e per
quanto si endemica. Dopo tutto
questo tornammo nel pullman
che ci ha riportati a scuola.
È stata proprio una bella giornata.
Secondo me, il tempo del cerchio, è un’attività che serve molto. Con la nostra classe questa
esperienza, a mio
avviso e per il momento, sta funzionando perché siamo più rispettosi sia verso i professori che
verso i compagni .
Le regole del tempo del cerchio sono: ci si mette tutti in cerchio seduti sulle sedie, quando un compagno
parla, dobbiamo ascoltare senza esprimere opinione, solo la prof. lo può fare; ciascuno aspetta il suo turno
per palare. Intanto, un’altra prof., ci osserva da fuori e a fine gioco ci fa notare come ci siamo comportati, se
siamo stati sinceri o se abbiamo parlato “tanto per”.
Fino a Natale abbiamo avuto il tempo del cerchio una volta a settimana poi, se l’esperienza sarà positiva e il
comportamento della classe migliorerà, l’attività verrà portata avanti nella speranza che la classe migliori
sempre più.
Io vivo questa esperienza positivamente, perché nel tempo del cerchio ognuno scopre una parte del carattere
dei compagni e così ci conosciamo meglio .
L’insegnante in questo spazio di tempo, secondo me, è come se fosse una nostra compagna di classe la
sentiamo molto vicina e interessata al nostro star bene insieme.
Gli argomenti che abbiamo trattato, le cose che ci piace fare e i nostri interessi, ci fanno riflettere tanto sulla
positività delle cose che facciamo .
Secondo me questo momento è importante perché, come ho già detto, serve per esprimersi apertamente con
i compagni e per conoscerli ma, soprattutto, per risolvere i problemi evitando le litigate.
Roberto Tinti 2°E
Anno IX, Numero 1
Pagina 5
riguarda i
genitori
c h e
dicono
Più è divertente, più
non si fa niente e più
è desiderata.
Le materie più apprezzate dagli adolescenti della III B sono
quelle senza interrogazioni e spiegazioni; si classifica
quindi al primo posto l’ educazione fisica.
“Grazie alle ore del prof. Leonardo di Rosa riusciamo a
sfogarci e a non pensare per una volta allo studio,
pensiamo solo a divertirci “queste sono le parole di
un’alunna della classe III B.
Al secondo posto, con ben 7 punti, “scienze” perché con un
manichino del corpo umano davanti ci impressioniamo e
siamo curiosi di sapere quali siano le parti che ci
compongono. Anche la matematica si piazza in una buona
posizione perché, anche se è una materia piena di numeri
che fanno aggrovigliare il cervello, con la Sabatini tutto è
più facile e divertente.
Al quarto e ultimo posto nella nostra classifica c’è una
materia melodica, (note)vole: la musica!
Con la professoressa Pancotti l’aula si riempie di suoni,
rumori, melodie: una valanga di note travolge tutta la scuola
producendo ottimi voti nel registro e la nostra classifica
termina qui. Anche se non abbiamo potuto fare interviste
alle altre classi, siamo sicuri che l’ educazione fisica sia al
primo posto dappertutto. Ora lanciamo la palla agli alunni
delle altre classi: qual è la vostra materia preferita?
Fatecelo sapere!!..... Aspettiamo la vostra risposta
prossimamente in queste pagine.
3°B
IL BASKET E’ UNO SPORT DI SQUADRA
INVENTATO NEL 1892 NEGLI STATI UNITI, DA
JAMES NAISMITH, IL QUALE NE PUBBLICO’ ANCHE
LE REGOLE.
A CAUSA DELLA SUA VIOLENZA, IL GIOCO
VENIVA SVOLTO CON LE PROTEZIONI E VENIVA CHIAMATO CAGE
GAME.
NEL 1946 NACQUE LA PRIMA ASSOCIAZIONE AMERICANA DEL
BASKET( NBA).
ESSA AVEVA LO SCOPO DI RENDERE SEMPRE PIU’ POPOLARE
QUESTO GIOCO,FACENDO GIOCARE SQUADRE PROFESSIONISTE.
IN ITALIA IL BASKET OGGI VIENE ABBASTANZA PRATICATO IN
BASE ALLA BRAVURA DELLE SQUADRE, COME NEL CALCIO, CI
SONO VARIE CATEGORIE:
LA SERIE A1-A2 DOVE GIOCANOLE SQUADRE PIU’ FORTI,B1-B2,
DOVE GIOCANO SQUADRE MEDIAMENTE FORTI E C1-C2 DOVE IL
LIVELLO DI GIOCO E’ INFERIORE.
NELLA CITTA’ DI SENIGALLIA GIOCANO DUE SQUADRE:LA
GOLDENGAS CHE QUEST’ANNO E’ RETROCESSA DALLA B1 ALLA
B2, E IL MARZOCCA, CHE GIOCA IN C2.
LA SQUADRA CHE CI PORTO’ IN B1 NEL 2004-2005, CIOE’ LA
GOLDENGAS, E’ FORMATA DA:
PAIALUNGA(IL CAPITANO),
PASQUINELLI,CATALANI, PIERANTONI,BERLATI, PANICHI, PAZZI,
BENEVELLI, BARANTANI, GURINI E CORSINI.
IL BASKET CI HA APPASSIONATO PERCHE’ C’E’ MOLTO GIOCO DI
SQUADRA IN CUI I GIOCATORI POSSONO GIOCARE TUTTI
SEMZA LIMITI DI SOSTITUZIONE.
SICURAMENTE IL BASKET E’ PIU’
CORRETTO
DEL
CALCIO
LO
VERIFICANO GLI ULTIMI EPISODI
ACCADUTI NEGLI STADI.
L’ARBITRAGGIO NEL BASKET E’ PIU’
PRECISO E CORRETTO,ANCHE GRAZIE
ALLA MOVIOLA CONSULTATA DAI
GIUDICI,I QUALI SEGNALANO ANCHE I
FALLI DEI GIOCATORI.
NEL
CALCIO,PURTROPPO,QUESTO
METODO DI ARBITRAGGIO,NON E’
STATO ANCORA APPLICATO ,PER
QUESTO,DELLE
VOLTE,CI
SONO
INCOMPRENSIONI E ERRORI DA PARTE
DEGLI
ARBITRI
E
DEI
LORO
COLLABORATORI.
QUESTO E’ IL BASKET!
3°B
Per i ragazzi la musica è un momento di tranquillità e di
sfogo. Alcuni anni fa la musica si poteva solo ascoltare, invece oggi non solo la si può ascoltare,
ma la si guarda nei video anche tramite la TV.
Molti ragazzi prendono ispirazione dalla musica, in particolare dai video, per vestirsi e truccarsi.
Certe ragazze chiedono aiuto per risolvere i loro problemi adolescenziali scrivendo lettere alla
rubrica di posta dei giornali musicali, tipo “BIG”.
Uno dei gruppi italiani attualmente più amati dai ragazzi sono gli Zero Assoluto. Prima del
festival di Sanremo erano stati indicati come i vincitori. La cosa non ha portato loro molta
fortuna anche se non hanno vinto e, adesso, gli Zero Assoluto si sono rifatti alla grande. Sicché il
loro il loro ultimo disco ha raccolto un ricco bottino. Thomas e Matteo lo definiscono un disco di
inediti, contiene quattro singoli che hanno portato gli Zero Assoluto al successo:”SEMPLICEMENTE, SEI PARTE
DI ME E OLL GOOD THINK”con Nelly Furtado. In “OLL GOOD THINK” Nelly Furtado voleva realizzare un duetto
con un cantante italiano e gli Zero hanno composto un pezzo che a lei è piaciuto molto, così è nata tra loro
un’amicizia che li lega e una collaborazione. Quando si collabora insieme nasce una vera e propria amicizia anche
tra cantanti famosi.
Manuela Tricarico, MariaGiulia Bomprezzi, Nicolò Carfagna, Giulia Tamburini 3°b
Pagina 6
MARCHETTI NEWS
Nel bosco di castagni vicino al supermercato, in un
giorno particolarmente favorevole per leggersi un
libro in santa pace sulla poltrona
del proprio salotto, una vecchia e
furba volpe si stava domandando
perché mai avrebbe dovuto fare
la spesa. Perché doveva lasciare
quella quiete, quella tranquillità,
quella comodità che solo in una
giornata come quella erano
davvero piacevoli?
Le venne allora un’idea: avrebbe
contattato la sua amica lepre e
l’avrebbe supplicata di andarle a
fare spesa. Sicuramente la lepre
avrebbe accettato senza pensarci
due volte appena le parole “Sono molto vecchia”
sarebbero uscite della bocca della volpe. Così la
vecchietta chiamò per telefono la lepre che, dopo
due minuti, stava già sorseggiando un tè nella cucina
della volpe. Finito il tè le due amiche iniziarono a
scrivere la lista della spesa. La volpe dettava e la
lepre scriveva.
Verso le tre del pomeriggio la lepre si avvicinò al
supermercato con l’intento di comprare tutte le cose
annotate sulla lista ma, si sa, le lepri sono maniache
della velocità e così, per fare prima, una volta
entrata nel negozio, iniziò a correre come una matta.
Quando arrivò alle casse aveva battuto qualche
record di velocità, ma anche qualcuno disattenzione
perché nel suo carrello c’erano solo cinque delle
venticinque cose annotate sulla lista.
La lepre non se ne curò e tornò dalla volpe che la
sgridò e la sbatté fuori casa.
Ora alla volpe mancavano ancora venti prodotti e
così chiamò la scimmia che, con la pronuncia della
frase che aveva convinto la lepre, accorse subito.
Dopo aver preso la lista, la scimmia, andò al
supermercato ma, curiosa com’era, invece di
acquistare le cose necessarie, comprò tutto ciò che
la incuriosiva e così tornò dalla volpe con una miriade
di sacchetti pieni zeppi di cianfrusaglie. La vecchia
volpe si infuriò, mandò via la scimmia, corse al
telefono e chiamò il pesce. Il pesce arrivò a casa
della volpe dopo la fatidica frase: “Sono molto
vecchia!”.
Accorse anche perché, essendo muto, non poteva
replicare in alcun modo.
Anno IX, Numero 1
Presa la lista, si avviò verso il supermercato e,
appena entrato, inizio a fare la spesa in modo
rigoroso, prendendo dagli scaffali
ciò che occorreva realmente.
Finalmente arrivato alla cassa, il
pesce tentò di pagare ma, muto
com’era, non riuscì a parlare con i
cassieri che quindi pensarono
fosse un ladro. Tornò dalla volpe a
mani vuote.Mentre il pesce
tornava alla sua dimora, quella si
arrabbiò e si lagnò dicendo: “Oh,
povera me! Per un po’ di
tranquillità, un momento di riposo,
deve rimetterci il mio pancione e
la mia pazienza!”. Uscì in strada e
con la lista in mano, andò a cercare qualcuno a cui
affidare la missione che la lepre veloce, la scimmia
curiosa e il pesce muto non erano riusciti a portare a
termine. Durante la sua ricerca vide una formica che
avrà avuto più o meno la sua età.
Era carica di sacchetti del supermercato e stava
tornando a casa da una lunga e interminabile giornata
di spese. La volpe le disse: “Ehi, ma che cosa fai?
Invece di farti la spesa chiedi a qualcuno di fartela!
Fatti furba!”. Quella rispose: “Visto che non sono
troppo vecchia per fare la spesa, la faccio da sola!
Dovresti farlo anche tu perché, sai, CHI FA DA Sé,
FA PER TRE!”. La volpe, dopo quelle sagge parole, si
diresse verso il supermercato con l’intento di
comprarsi tutto il necessario perché, sapete, CHI
DA FA Sé, FA PER TRE!
Lucia Tonon 1^ D
Ci sono persone che dal medico ci andrebbero tutti i
giorni, ed altre che non ci andrebbero mai. Le prime ci
vanno anche per uno starnuto, le altre neanche quando
hanno la febbre a quaranta.
Le prime ci rimarrebbero male se il dottore prescrivesse
loro solo un farmaco, gli altri invece si dispererebbero in un
pianto solo alla vista di due ricette. Le prime nella sala
d’attesa fanno la lista di tutte le malattie che hanno avuto i
loro parenti, gli amici e i conoscenti.
Le seconde al contrario solo alla parola malattia avrebbero
la scusa per andare fuori a fumare o a telefonare.
A questo punto la domanda sorge spontanea ? Ma da che
parte stare ? Con quelli <<malati forever>> o con i
<<signorini scusa>> antiambulatorio ?
Si sa che la soluzione si trova nel mezzo!
Luigi Giacomelli 1°D
Pagina 7
REDAZIONE
La redazione è costituita da tutti i ragazzi
dell’Istituto che di volta in volta producono gli
articoli per il nostro giornalino.
Giada Addar e Gianluca Candelaresi della 3°B
si occupano anche della messa a punto di
ciascuna edizione.
Il valore dell’amicizia
dovrebbe essere
qualcosa per cui vale la
pena
lottare; molti non se ne
rendono conto, ma ciò
che
ci unisce non è altro che
questo sentimento.
In un mondo dove
sembra che l’unica cosa
importante sia sovrastare gli altri, senza preoccuparsi di
usare qualsiasi mezzo per ottenere ciò che si vuole, non
ci rendiamo conto che siamo noi coloro che vedono il
mondo con occhi diversi, forse da bambino, che vedono
che c’è qualcosa di più, per cui lottare, a vedere un
mondo vero, con valori, più importanti…
Arriverà un giorno in cui i “potenti” scenderanno dal
loro piedistallo, in cui tutti capiranno che niente è più
importante che essere circondato da persone che ti
vogliono bene, che ti accettano per come sei, che
adorano tutto di te, anche i tuoi difetti, e non ti
cambierebbero per niente al mondo…
Ma fino a quel giorno l’unica cosa che possiamo fare è
tenere duro, perché non siamo soli, sorridendo, a braccia
aperte, continuando a sperare per un sogno, che non è poi
così impossibile…
Colui che non ha amici, ha come un vuoto dentro, un
amico è una parte di te, ed è impossibile farne a meno.
Per qualsiasi cosa, sapere che ci sarà sempre qualcuno
per te, è come se ti desse forza, qualcosa che ti spinge ad
andare avanti…
Anche se a volte anche con un amico può essere difficile
parlare…
A volte ti blocchi, preferisci fingere che tutto vada bene,
continuando a sorridere e scherzare come sempre…
Capire chi hai davvero vicino ti può spaventare, perché
potresti scoprire dei lati di qualcuno che pensavi di
conoscere, e che invece non ignoravi.
Molti indossano maschere, sono convinti che ce la
possono fare anche da soli, cercano di mettere una
campana di vetro attorno al loro cuore, convinti che in
Visita il sito della scuola:
http://
www.istitutomarchetti.it
quel modo non si spezzerà.
Ma ben presto quella campana di vetro si indurisce,
diventa fredda, di pietra, e intrappola ciò che c’è al
suo interno…
Gli amici, però, possono fare davvero la differenza,
magari solo con un sorriso, cercando di capire che
cosa non va, passando ore a parlare con te, senza
stancarsi mai.
L’amicizia è un sentimento strano, non sempre lo
capiamo del tutto, a volte è sottovalutato, oscurato
dall’amore, che sembra sempre molto più bello e
gratificante…
Un amico, infatti, non ti dirà mai “ti amo”, ma il suo
“ti voglio bene” sarà sicuramente più sincero che mai,
e soprattutto, durerà per sempre…
A volte l’amicizia è tutto
ciò che ti resta, anche se
molto spesso ti sembra
che non ti serva
nient’altro, perché un
amico è disposto ad
oltrepassare i confini e le
regole, il tempo e le
distanze per te; saprà
sempre come farti stare
bene, avrà sempre un
sorriso da prestarti se
sarai triste, e ti chiederà
sempre scusa, anche quando sarà colpa sua perché,
come te, ha capito davvero cos’è l’amicizia.
Elisa Gattanella 3°F
Quest’anno il giornalino Marchetti
News ha deciso di mettere una
buca della posta in fonda alla
rampa delle scale dove, se volete,
potete inserire le vostre lettere,
anonime o firmate su qualsiasi
argomento.
Le più belle verranno pubblicate
nel prossimo numero.
LA REDAZIONE.
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