MARCHETTI NEWS 24 gennaio 2008 Il rapporto tra genitori e figli è sempre stato conflittuale e, secondo me, non c’è modo di cambiare questo fatto. I genitori limitano noi ragazzi solo perché, in fondo, ci vogliono bene. Ed allora perché questi rifiuti detti per amore sfociano in litigi, porte sbattute e musi lunghi,a volte per giorni? Secondo me questo dipende da idee diverse, anzi, da punti d vista diversi, da esperienze diverse. Perché un uomo o una donna di quarant’anni ha certamente alle spalle più esperienza di un ragazzo di 14. Spesso gli episodi spiacevoli di cui una persona è protagonista lasciano segni indelebili, ed è ovvio che un padre o una madre non vogliano che i propri figli stiano male commettendo gli stessi sbagli che hanno fatto loro. Ma questo è sbagliato. Se loro ci impediscono di fare le nostre esperienze, di operare le nostre scelte, di sbagliare per conto nostro, come possiamo crescere noi, diventare adulti ? Come possiamo crearci un nostro bagaglio, una nostra identità, una nostra vita se continuiamo ad essere soffocati dai nostri genitori ?Questo Continua a pag. 2 Anno IX, Numero 1 Mercoledì 7 novembre siamo s t a t i all’Informagiovani dove ci hanno fornito alcune informazioni riguardo le scuole superiori che a gennaio abbiamo scelto. Nella prima parte della mattinata è stato chiesto ad ognuno di noi quale scuola avrebbe scelto. E’ risultato che la maggior parte della classe sarebbe andata o al liceo scientifico tradizionale o al liceo classico. In un secondo momento abbiamo giocato con alcune domande da rivolgere ad alunni per telefono, via internet o attraverso opuscoli su questioni legate alla scelta della scuola. In ognuna di queste attività c’è stato almeno un problema: nel gruppo del telefono è stato riscontrato parecchio imbarazzo, ma alla fine s’è sciolto. Il gruppo che doveva consultare gli opuscoli ha riscontrato che le date di questi erano b e n p o c o recenti.Infine, alcuni ragazzi che avrebbero dovuto informarsi attraverso internet non sapevano utilizzarlo. Quando poi è stato il momento di chiedere direttamente ai ragazzi delle scuole superiori (dopo una breve ricreazione) è stato tutto più chiaro. Erano arrivati da diverse scuole: scientifico, classico, dal linguistico e dall’alberghiero e tutti sono riusciti a spiegare abbastanza bene ciò che veniva loro chiesto. Barnaba Longo 3°A Ciao a tutti! Siamo Giulia e Valentina. Venerdì 30 novembre siamo state alla giornata per la Pace nelle Marche, ad Ancona, presso l’auditorium Ente fiera. Rappresentavamo l’Istituto Comprensivo Marchetti Senigallia. All'incontro erano presenti il Presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca ed altri consiglieri. Hanno parlato della pace nella Costituzione italiana e noi ragazzi siamo intervenuti in ogni momento per esprimere la nostre idee Continua a pag. 2 Sommario: Rapporto genitori-figli… Progetto Pace Una giornata di gloria Lucia di Lammermoor La Boheme Andiamo al cinema Pag. 2 Pag. 3 La giornata delle Marche La mostra del prof. Pag. 4 Visita alla Gola del Furlo Il tempo del cerchio Pag. 5 Subjects Attack Il Basket La Musica dei ragazzi Una favola moderna L’Amicizia Pag. 6 Pag. 7 Pag. 8 Perché se impedire a un ragazzo di crescere è sbagliato, lo è anche farlo diventare adulto troppo presto. Io. Personalmente, non vorrei dei genitori che mi dessero tutto quello che desidero, perché la cosa che più mi stimola è il percorso da fare per ottenere una cosa ambita, dudarla e sentire la soddisfazione invadermi quando questa diventa mia. Chi ottiene tutto subito non ha più stimoli, è demotivato e, di conseguenza non ha più obbiettivi. Perché ci sono “tappe” che è bene percorrere con l’età giusta. Se una persona ha tutto subito, cosa fa quando non ha più niente da chiedere? Si annoia e per non annoiarsi fa cose ritenute da “grandi”, da “duri”: beve, si droga, fuma e, quel che è peggio, convince gli altri che lo ammirano e che lo vedono come un mito, ad imitarlo, e poi si ritrovano la vita finita a 18 anni. I genitori, secondo me, possono essere così permissivi per due motivi: vivono in completa adorazione dell’adorato figliolo tanto da ritenere giusto tutto quello che fa. Oppure, al contrario, non gliene importa niente, non vogliono che il figlio stia loro tra i piedi, e allora per tenerlo buono gli danno tutto ciò che desidera. Una giusta via di mezzo potrebbe essere quella di rispettare le giuste “tappe” che vanno percorse solo quando se ne ha l’età, un po’per conto proprio, un po’con l’aiuto dei genitori, il cui bagaglio di vita vissuta può essere d’aiuto, senza però farsi influenzare dalle loro idee o dalle loro aspettative. Per quale altro motivo si litiga? A mio avviso, il fatto di arrabbiarsi e litigare o meno dipende molto anche dal proprio carattere. Una persona calma e pacata va più difficilmente in escandescenza rispetto ad una testarda ed aggressiva. Potrei portare ad esempio la mia esperienza personale: non passa giorno senza che io e mio padre, seppur volendoci bene non litighiamo, mentre io e mia madre andiamo sempre d’amore e d’accordo: perché? Credo che sia perché io e mio padre, caratterialmente palando, siamo quasi identici. Lui è testardo, si arrabbia per un nonnulla e non scende facilmente a compromessi. Io sono testarda, arrogante e molto orgogliosa, e difficilmente ammetterei di aver commesso uno sbaglio o di essere in torto. Quindi ogni sera la cena (il momento della giornata in cui tutta la famiglia è riunita) è sempre scenario di litigi furiosi. Mia madre va d’accordo con entrambi perché è molto tranquilla e comprensiva, e la sera si trasforma in una specie di giudice: se ho ragione mi sostiene e, pacatamente, cerca di farlo capire a mio padre, se ho torto fa lo stesso con lui, mentre se c’è la possibilità di scendere a compromessi cerca un punto d’incontro che stia bene ad entrambi. Insomma, nei momenti in cui si litiga è, a mio avviso, l’intervento di una persona calma che valuti obbiettivamente il “caso” se figlio e genitore sono facili al litigio. Secondo me, i genitori però si comportano con i figli come avrebbero voluto che i propri si comportassero con loro, perché pensano che sia quello il giusto modo di crescerci. Insomma, è un circolo “familiare” da cui è impossibile uscire: è difficile per un figlio vedere il mondo dagli occhi di un genitore e per un genitore è difficile vedere il mondo con gli occhi di un figlio. È importante cercare di venirsi incontro e, quando è possibile, di cercare un compromesso, sapendo vedere l’uno con gli occhi dell’altro, sapendo accettare anche i “no”che aiutano a crescere. Ma, nonostante tutto questo, i genitori sono sempre i genitori ed è impossibile non litigarci !!! Elisa Pulichino 3°F Continua dalla 1°pagina Anno IX, Numero 1 Continua dalla 1° pagina Erano presenti tante scuole diverse, ciascuna aveva preparato un discorso. Noi, invece, facevamo parte del CMR (Consiglio Municipale Ragazzi), ed avevamo preparato, insieme ad altri ragazzi, un discorso in cui riferivamo le interviste fatte durante lo scorso anno alle persone, sulle difficoltà incontrate nell‘integrarsi in Italia. Le parole di Guido Castelli sono quelle che ci hanno colpito più di tutte, ci ha parlato e spiegato della pace, invitandoci a riflettere sulla sua importanza. Questa esperienza ci ha fatto tornare a casa con le idee più chiare anche sul valore del progetto che stiamo seguendo. Giulia Geli e Valentina Memè 2°f L’associazione Kiwanis di Senigallia ha invitato le scuole a selezionare lo studente di ogni istituto con il migliore rendimento scolastico. Le scuole chiamate a partecipare erano: le scuole primarie e le scuole medie senigalliesi. Nella nostra scuola i professori hanno scelto Alice Marzi che, in qualità di secchiona, ha ricevuto un premio. L’1-11-07 la classe 3C si è recata all’auditorium di S. Rocco per assistere alla premiazione di Alice. Erano stati presenti il Preside del Kiwanis, il prof. De Gregorio, direttore generale dell'USR delle Marche e un assessore del nostro comune, il sig. Mangialardi. Delle otto classi presenti siamo stati sinceramente i più entusiasti sostenendo la nostra compagna. Alice, molto contenta, ha ricevuto l’attestato e il premio ed è corsa subito a festeggiare dai genitori, anche loro felicissimi. Subito dopo il fotografo, ha scattato alcune foto e noi siamo tornati a scuola a mo’ di corteo. 3°C Pagina 2 Il giorno giovedì 29 novembre alcune classi della scuola Marchetti si sono recate il pomeriggio presso il teatro Pergolesi di Jesi per assistere a una rappresentazione. L’opera in scena era la “Lucia di Lammermoor” di Donizzetti, un dramma tragico diviso in due parti (tre atti). La vicenda si svolge in Scozia, alla fine del XVII secolo ed è incentrata sul contrastato amore tra due giovani appartenenti rispettivamente a due famiglie divise da un’antica contesa: la famiglia protestante degli Aston, signori di Lammermoor e quella cattolica dei Ravenswood. Il dramma si conclude con la tragica notte di ambedue gli innamorati. L’evento è stato molto atteso dagli studenti anche perché per la maggior parte dei quali si è trattato della prima esperienza ad un teatro dell’opera. La rappresentazione purtroppo, da una parte si è tramutato in una delusione per buona parte dei ragazzi. L’opera, infatti, era più adatta ad un pubblico adulto, o conoscitore dell’opera difficile da seguire e a causa dell’scene cupe e buie, la poca partecipazione del coro e la musica poco orecchiabile, poco conosciuta. Quindi per un pubblico giovane o comunque inesperto sarebbe stato meglio partecipare ad una rappresentazione più leggera, più giovanile. Nonostante fosse un po’ pesante, a mio parere si è trattato comunque di un esperienza positiva. Federica Sbaragli 3°A Negli ultimi anni uno degli interessi principali per gli adolescenti è il cinema che oltre ad essere un momento culturale, sta diventando un luogo di svago e di raduno per chiunque desideri passare una serata diversa dalle altre e per gli appassionati. Il genere che attira di più i ragazzi di oggi è la commedia; un esempio è il recente film d’animazione “I Simpson”, che ha avuto un grande successo al botteghino. I motivi che spingono i ragazzi ad andare a vedere questo genere di film sono la passione per le commedie e i cartoni, o per l’ormai celebre saga. Infatti questo film è stato seguito specialmente dai ragazzi di fasce d’età inferiori, in quanto “I Simpson” costituiscono tuttora uno dei principali cartoni televisivi quotidiani. Il film narra le vicende che si svolgono nella cittadina natale dell’ormai celebre famiglia in giallo: la ridente Springfield, che è al centro di un massiccio Pagina 3 Per la prima volta nella mia vita, l’undici ottobre 2007 alle 16:30, mi sono divertito moltissimo. Potrei cominciare parlando dell’opera ma prima bisogna sapere chi, che cosa, dove e quando l’ha scritta. L’ha scritta Puccini nato a Lucca nel 1858, ha iniziato gli studi nell’Istituto musicale della sua città e li ha continuati al conservatorio di Milano. L’opera che lo ha fatto diventare famoso nel mondo era Manon Lescaut, rappresentata la prima volta nel 1893. È morto nel 1924 a Bruxelles mentre stava componendo un’opera che non ha finito. La Boheme: i librettisti sono stati Illica che faceva la prima traccia del poema (la selva) e Giocosa che trasformava in poesia la traccia (versificatore). L’editore era Giulio Ricordi che aveva il compito di pubblicare il libretto e la musica. L’impresario era Alessandro Somari che affittava un teatro, chiedendo a Puccini di rappresentarla. La Boheme è stata rappresentata la prima volta nel teatro Regi di Torino nel 1896 il 1° febbraio. I personaggi sono: Rodolfo (tenore), Marcello (baritono), Colline (basso), Schaunard (baritono), Mimi (soprano lirico), Musetta (soprano leggero), Benoit (basso), Alcindoro (basso), Parpignol (tenore), sergenti dei doganieri (tenore). Io non l’ho vista a Torino ma al teatro Pergolesi di Jesi che secondo me è bellissimo: ha una acustica perfetta, ha 3 ordini di palchetti ed un loggione; io stavo nel palchetto 18 nel 1° ordine di palchetti e vedevo benissimo. Mi è piaciuto moltissimo e secondo me il più bravo è stato Colline, era simpatico, interpretava benissimo la sua parte la sua aria “Vecchia zimarra, senti” era stupenda anche se la migliore è stata quella di Rodolfo “Che gelida manina”. Oltre ai soliti cantanti in quest’opera c’erano anche due bambini molto bravi che sono comparsi nel 2° atto quando c’era Parpignol e quando arrivava la banda: sono stati entusiasmanti! Per finire vorrei dire dell’orchestra, c’erano archi, ottoni, legno e anche l’arpa. L’orchestra era fantastica e mi sembrava che stesse suonando dalla radio. lago locale e coadiuvato in parte all’incoscienza del patriarca Homer. Dopo che l’EPA (Ente Protezione Ambientale) si dimostra estranea all’accaduto, toccherà proprio a Homer Simpson cercare di salvare Springfield, nel tentativo di farsi perdonare dalla famiglia che ormai si sente sola e trascurata. Per finire il film capitalizza l’aspetto cinematografico senza alterare il look fondamentale della serie. Questi generi sono tra i più amati dai ragazzi perché permettono loro di evadere, di spostarsi in un altro mondo parallelo fatto di divertimento o di paura… Forse è semplicemente perché la realtà in cui viviamo non ci piace? Giada Addar e Filippo Scarpini 3°B In occasione della giornata delle Marche, che è stata celebrata ad Ascoli Piceno il 10 dicembre 2007, noi alunni della classe 2^C – Corso Europeo, abbiamo prodotto un ipertesto con pawr point, sviluppando uno dei temi proposti, per l’occasione, dall’Ufficio Scolastico Regionale e dalla Regione Marche. “Cittadini delle Marche, cittadini del mondo” è stato, quest’anno, il filo conduttore che ci ha indotto ad una riflessione sulla nostra identità culturale, per poi confrontarsi con le culture diverse dalla nostra. Abbiamo parlato, perciò, della contaminazione culturale leggendo e commentando un brano intitolato “Il piccolo mondo di Ambra”, tratto da un libro edito dalla Meltemi: “Gli Spechi rubati”, di Cristina Rossi e Monica Mezzini, la cui lettura vi propongo perché lo ritengo interessante. “In un paese né grande né piccolo, da qualche parte in Italia, vive una bambina che si chiama Ambra, nome derivato dalla parola ‘anbar’, che in arabo indica una pietra preziosa. Al mattino Ambra si alza presto e fa colazione con i “corn flakes” prodotti a base di mais, cereale originario del Messico. Poi si veste indossando una felpa di cotone, pianta originaria del’India, introdotta in Europa dagli Arabi a metà del IX secolo. L’etichetta della felpa dichiara “Made in Avvisati il 7 Dicembre dell’apertura della mostra fotografica del nostro professore di tecnologia, Umberto d’amico, abbiamo colto l’occasione per andarla a visitare. All’ entrata siamo stati accolti da a l c u n i a l u n n i d e l l ’I s t i t u t o Professionale Statale Alberghiero “A.Panzini “ che ci hanno offerto un sostanzioso rinfresco. Diretti all’ ultima sala siamo rimasti colpiti da una moltitudine di fotografie che ritrovano gli aspetti migliori della nostra città dalla quale Pagina 4 Taiwan”. Ambra va a scuola e risolve problemi utilizzando numeri indiani, portati in Europa dagli Arabi. Durante la ricreazione mangia una banana cresciuta ai tropici e fa una partita a scacchi, gioco di antichissima origine probabilmente indiana. Racconta poi alla sua amica Sara che porta il nome, di origine ebraica, della Santa protettrice degli zingari, come ha trascorso la domenica. Utilizza parole quali computer, videogame, film, judo, chimono, rispettivamente prese in prestito dall’inglese e dal giapponese. Alla mensa scolastica mangia spaghetti al pomodoro, e forse non sa che la pasta è stata inventata dai cinesi e che il pomodoro, sconosciuto in Europa fino al ‘500, fu importato dalle Americhe. Nel pomeriggio l’insegnante di inglese parla di Halloween, la festa più amata dai bambini americani e Ambra si ricorda di aver sentito raccontare qualcosa di molto simile dalla sua nonna, originaria della Calabria. Tornata a casa, si concede un po’ di tempo davanti alla tv. Mentre guarda i “suoi” cartoni animati giapponesi e un documentario sui Masai, sgranocchia una barretta di cioccolato, ottenuta dalla lavorazione del cacao, coltivato esclusivamente nelle zone tropicali. Per sfuggire la presenza di sua sorella che si sta impiastricciando i capelli con l’hennè, polvere naturale colorante usata tradizionalmente dalle donne del Medio Oriente e del Mghreb, Ambra si rifugia nell’angolo preferito della sua stanza, su un tappeto pakistano, probabilmente fabbricato da un suo coetaneo. Fantastica di praterie, cavalli e tepee, masticando una si poteva cogliere uno sguardo di carattere e personalità. Le foto ci stupivano per la vivacità dei colori, per la varietà e la bellezza dei paesaggi che non avevamo mai notato. Le foto riuscivano a cogliere e ritrarre solo gli aspetti migliori, descrivendo in modo fantastico la nostra città, Senigallia. Molte foto erano montate con alcuni programmi specifici, che riuscivano a creare visuali molto ampie dei vari monumenti della città. caramella balsamica all’eucalipto, pianta di origine australiana. Nel frattempo, anche papà è tornato. A tavola Ambra ascolta confusa un suo commento alle notizie del telegiornale: “ Tutti questi stranieri minacciano la nostra tradizione e non hanno proprio niente da insegnarci. “ Abbiamo riflettuto sul brano e concluso che la nostra regione, definita da noi “femminile e plurale”, debba saper accogliere le diversità dei tanti migranti che abitano sul nostro territorio, recuperando la memoria dei quei Marchigiani che, numerosi, hanno lasciato le proprie case in cerca di lavoro. La storia,secondo noi, non si può fermare e in particolare il passato della nostra regione, crocevia di civiltà antiche e di popoli, ci conduce all’antica e sempre attuale storia umana, una storia di immigrazione, di ricerca, di nuovi incontri e nuovi addii, di crescita attraverso lo scambio reciproco di culture differenti e affini nella loro complessità. Non dobbiamo, quindi temere il migrante, ma considerarlo una risorsa e interessarci alla sua cultura. Anche il periodo storico oggetto di studio di queste settimane, ha offerto un ulteriore stimolo alla nostra riflessione: Marco Polo e Matteo Ricci sono stati presi a simbolo di corretta attenzione e rispetto verso culture diverse dalla propria. Animati da spirito di pace, il mercante-viaggiatore veneziano e il missionario gesuita maceratese, in epoche diverse, hanno instaurato un rapporto Ci ha colpito molto anche la frase che accoglieva i visitatori: “Ogni vera passione è senza speranza, altrimenti non sarebbe una passione ma semplicemente un patto, un accordo ragionevole, uno scambio di interessi”. Beatrice Gagliardo, Barnaba Longo, Francesca Omenetti, Sara Rocchetti— 3° A MARCHETTI NEWS Venerdì 26 ottobre 2007 siamo partiti per andare a visitare il palazzo del ducale di Urbino e la gola del Furlo insieme alla 2°C. Siamo partiti alle 8:30 e dopo un’oretta e un quarto di pullman siamo arrivati ad Urbino e li una guida di nome Carla ci ha fatto visitare il palazzo ducale. Nel pomeriggio abbiamo incontrato le altre due guide: Mara con la 2° C è andata a visitare il fiume Candigliano, affluente del Metauro e noi (2°G) insieme a Enrico abbiamo visitato il Museo della riserva naturale della gola del Furlo. Enrico ci ha mostrato i reperti archeologici e le collezioni di fossili, soprattutto con le conchiglie, poi un plastico che rappresentava la zona protetta. Ci ha spiegato che la gola del Furlo è attraversata dalla via Flaminia e che il fiume Candigliano si trova tra il monte Paganuccio e Pietratalata. I l m o n t e Pagamuccio ospita ormai da molti anni una coppia di aquile reali che quest’anno hanno nidificato ed è nata una bellissima aquila che hanno chiamato Giulia . Oltre a questi animali il paesaggio ospita anche mammiferi lupi ,istrici e puzzole ;ci sono Mara tornata con quelli di 2°C , ha dato il cambio ad Enrico e ci ha portati a vedere il fiume orlato di alberi tra cui pioppi e salici, in quel momento ha incominciato a tuonare e la prof ha preferito tornare indietro. Più tardi tutti insieme abbiamo visitato la diga . Tutte le prof si raccomandavano di non sporgersi perché era molto alto , ma la cosa veramente bella e stravagante era che se guardavi il fiume “tagliato” dalla diga potevi osservare che da una parte l’acqua era molto alta mentre dall’altra era più bassa . Le pareti della gola si innamoravano a picco e ti lasciavano senza fiatonella cima della montagna erosa dagli agenti atmosferici si stendeva una striscia di nebbia che rendeva quel paesaggio ancora più emozionante. Tornando indietro ci siamo fermati ad osservare un arco di pietra internamente costruita con gli scalpelli. Era etrusca. Lì vicino c’erano 2 massi di roccia ed Erico ci ha fatto scendere per parlarci di una pianta che cresceva solo lì e per quanto si endemica. Dopo tutto questo tornammo nel pullman che ci ha riportati a scuola. È stata proprio una bella giornata. Secondo me, il tempo del cerchio, è un’attività che serve molto. Con la nostra classe questa esperienza, a mio avviso e per il momento, sta funzionando perché siamo più rispettosi sia verso i professori che verso i compagni . Le regole del tempo del cerchio sono: ci si mette tutti in cerchio seduti sulle sedie, quando un compagno parla, dobbiamo ascoltare senza esprimere opinione, solo la prof. lo può fare; ciascuno aspetta il suo turno per palare. Intanto, un’altra prof., ci osserva da fuori e a fine gioco ci fa notare come ci siamo comportati, se siamo stati sinceri o se abbiamo parlato “tanto per”. Fino a Natale abbiamo avuto il tempo del cerchio una volta a settimana poi, se l’esperienza sarà positiva e il comportamento della classe migliorerà, l’attività verrà portata avanti nella speranza che la classe migliori sempre più. Io vivo questa esperienza positivamente, perché nel tempo del cerchio ognuno scopre una parte del carattere dei compagni e così ci conosciamo meglio . L’insegnante in questo spazio di tempo, secondo me, è come se fosse una nostra compagna di classe la sentiamo molto vicina e interessata al nostro star bene insieme. Gli argomenti che abbiamo trattato, le cose che ci piace fare e i nostri interessi, ci fanno riflettere tanto sulla positività delle cose che facciamo . Secondo me questo momento è importante perché, come ho già detto, serve per esprimersi apertamente con i compagni e per conoscerli ma, soprattutto, per risolvere i problemi evitando le litigate. Roberto Tinti 2°E Anno IX, Numero 1 Pagina 5 riguarda i genitori c h e dicono Più è divertente, più non si fa niente e più è desiderata. Le materie più apprezzate dagli adolescenti della III B sono quelle senza interrogazioni e spiegazioni; si classifica quindi al primo posto l’ educazione fisica. “Grazie alle ore del prof. Leonardo di Rosa riusciamo a sfogarci e a non pensare per una volta allo studio, pensiamo solo a divertirci “queste sono le parole di un’alunna della classe III B. Al secondo posto, con ben 7 punti, “scienze” perché con un manichino del corpo umano davanti ci impressioniamo e siamo curiosi di sapere quali siano le parti che ci compongono. Anche la matematica si piazza in una buona posizione perché, anche se è una materia piena di numeri che fanno aggrovigliare il cervello, con la Sabatini tutto è più facile e divertente. Al quarto e ultimo posto nella nostra classifica c’è una materia melodica, (note)vole: la musica! Con la professoressa Pancotti l’aula si riempie di suoni, rumori, melodie: una valanga di note travolge tutta la scuola producendo ottimi voti nel registro e la nostra classifica termina qui. Anche se non abbiamo potuto fare interviste alle altre classi, siamo sicuri che l’ educazione fisica sia al primo posto dappertutto. Ora lanciamo la palla agli alunni delle altre classi: qual è la vostra materia preferita? Fatecelo sapere!!..... Aspettiamo la vostra risposta prossimamente in queste pagine. 3°B IL BASKET E’ UNO SPORT DI SQUADRA INVENTATO NEL 1892 NEGLI STATI UNITI, DA JAMES NAISMITH, IL QUALE NE PUBBLICO’ ANCHE LE REGOLE. A CAUSA DELLA SUA VIOLENZA, IL GIOCO VENIVA SVOLTO CON LE PROTEZIONI E VENIVA CHIAMATO CAGE GAME. NEL 1946 NACQUE LA PRIMA ASSOCIAZIONE AMERICANA DEL BASKET( NBA). ESSA AVEVA LO SCOPO DI RENDERE SEMPRE PIU’ POPOLARE QUESTO GIOCO,FACENDO GIOCARE SQUADRE PROFESSIONISTE. IN ITALIA IL BASKET OGGI VIENE ABBASTANZA PRATICATO IN BASE ALLA BRAVURA DELLE SQUADRE, COME NEL CALCIO, CI SONO VARIE CATEGORIE: LA SERIE A1-A2 DOVE GIOCANOLE SQUADRE PIU’ FORTI,B1-B2, DOVE GIOCANO SQUADRE MEDIAMENTE FORTI E C1-C2 DOVE IL LIVELLO DI GIOCO E’ INFERIORE. NELLA CITTA’ DI SENIGALLIA GIOCANO DUE SQUADRE:LA GOLDENGAS CHE QUEST’ANNO E’ RETROCESSA DALLA B1 ALLA B2, E IL MARZOCCA, CHE GIOCA IN C2. LA SQUADRA CHE CI PORTO’ IN B1 NEL 2004-2005, CIOE’ LA GOLDENGAS, E’ FORMATA DA: PAIALUNGA(IL CAPITANO), PASQUINELLI,CATALANI, PIERANTONI,BERLATI, PANICHI, PAZZI, BENEVELLI, BARANTANI, GURINI E CORSINI. IL BASKET CI HA APPASSIONATO PERCHE’ C’E’ MOLTO GIOCO DI SQUADRA IN CUI I GIOCATORI POSSONO GIOCARE TUTTI SEMZA LIMITI DI SOSTITUZIONE. SICURAMENTE IL BASKET E’ PIU’ CORRETTO DEL CALCIO LO VERIFICANO GLI ULTIMI EPISODI ACCADUTI NEGLI STADI. L’ARBITRAGGIO NEL BASKET E’ PIU’ PRECISO E CORRETTO,ANCHE GRAZIE ALLA MOVIOLA CONSULTATA DAI GIUDICI,I QUALI SEGNALANO ANCHE I FALLI DEI GIOCATORI. NEL CALCIO,PURTROPPO,QUESTO METODO DI ARBITRAGGIO,NON E’ STATO ANCORA APPLICATO ,PER QUESTO,DELLE VOLTE,CI SONO INCOMPRENSIONI E ERRORI DA PARTE DEGLI ARBITRI E DEI LORO COLLABORATORI. QUESTO E’ IL BASKET! 3°B Per i ragazzi la musica è un momento di tranquillità e di sfogo. Alcuni anni fa la musica si poteva solo ascoltare, invece oggi non solo la si può ascoltare, ma la si guarda nei video anche tramite la TV. Molti ragazzi prendono ispirazione dalla musica, in particolare dai video, per vestirsi e truccarsi. Certe ragazze chiedono aiuto per risolvere i loro problemi adolescenziali scrivendo lettere alla rubrica di posta dei giornali musicali, tipo “BIG”. Uno dei gruppi italiani attualmente più amati dai ragazzi sono gli Zero Assoluto. Prima del festival di Sanremo erano stati indicati come i vincitori. La cosa non ha portato loro molta fortuna anche se non hanno vinto e, adesso, gli Zero Assoluto si sono rifatti alla grande. Sicché il loro il loro ultimo disco ha raccolto un ricco bottino. Thomas e Matteo lo definiscono un disco di inediti, contiene quattro singoli che hanno portato gli Zero Assoluto al successo:”SEMPLICEMENTE, SEI PARTE DI ME E OLL GOOD THINK”con Nelly Furtado. In “OLL GOOD THINK” Nelly Furtado voleva realizzare un duetto con un cantante italiano e gli Zero hanno composto un pezzo che a lei è piaciuto molto, così è nata tra loro un’amicizia che li lega e una collaborazione. Quando si collabora insieme nasce una vera e propria amicizia anche tra cantanti famosi. Manuela Tricarico, MariaGiulia Bomprezzi, Nicolò Carfagna, Giulia Tamburini 3°b Pagina 6 MARCHETTI NEWS Nel bosco di castagni vicino al supermercato, in un giorno particolarmente favorevole per leggersi un libro in santa pace sulla poltrona del proprio salotto, una vecchia e furba volpe si stava domandando perché mai avrebbe dovuto fare la spesa. Perché doveva lasciare quella quiete, quella tranquillità, quella comodità che solo in una giornata come quella erano davvero piacevoli? Le venne allora un’idea: avrebbe contattato la sua amica lepre e l’avrebbe supplicata di andarle a fare spesa. Sicuramente la lepre avrebbe accettato senza pensarci due volte appena le parole “Sono molto vecchia” sarebbero uscite della bocca della volpe. Così la vecchietta chiamò per telefono la lepre che, dopo due minuti, stava già sorseggiando un tè nella cucina della volpe. Finito il tè le due amiche iniziarono a scrivere la lista della spesa. La volpe dettava e la lepre scriveva. Verso le tre del pomeriggio la lepre si avvicinò al supermercato con l’intento di comprare tutte le cose annotate sulla lista ma, si sa, le lepri sono maniache della velocità e così, per fare prima, una volta entrata nel negozio, iniziò a correre come una matta. Quando arrivò alle casse aveva battuto qualche record di velocità, ma anche qualcuno disattenzione perché nel suo carrello c’erano solo cinque delle venticinque cose annotate sulla lista. La lepre non se ne curò e tornò dalla volpe che la sgridò e la sbatté fuori casa. Ora alla volpe mancavano ancora venti prodotti e così chiamò la scimmia che, con la pronuncia della frase che aveva convinto la lepre, accorse subito. Dopo aver preso la lista, la scimmia, andò al supermercato ma, curiosa com’era, invece di acquistare le cose necessarie, comprò tutto ciò che la incuriosiva e così tornò dalla volpe con una miriade di sacchetti pieni zeppi di cianfrusaglie. La vecchia volpe si infuriò, mandò via la scimmia, corse al telefono e chiamò il pesce. Il pesce arrivò a casa della volpe dopo la fatidica frase: “Sono molto vecchia!”. Accorse anche perché, essendo muto, non poteva replicare in alcun modo. Anno IX, Numero 1 Presa la lista, si avviò verso il supermercato e, appena entrato, inizio a fare la spesa in modo rigoroso, prendendo dagli scaffali ciò che occorreva realmente. Finalmente arrivato alla cassa, il pesce tentò di pagare ma, muto com’era, non riuscì a parlare con i cassieri che quindi pensarono fosse un ladro. Tornò dalla volpe a mani vuote.Mentre il pesce tornava alla sua dimora, quella si arrabbiò e si lagnò dicendo: “Oh, povera me! Per un po’ di tranquillità, un momento di riposo, deve rimetterci il mio pancione e la mia pazienza!”. Uscì in strada e con la lista in mano, andò a cercare qualcuno a cui affidare la missione che la lepre veloce, la scimmia curiosa e il pesce muto non erano riusciti a portare a termine. Durante la sua ricerca vide una formica che avrà avuto più o meno la sua età. Era carica di sacchetti del supermercato e stava tornando a casa da una lunga e interminabile giornata di spese. La volpe le disse: “Ehi, ma che cosa fai? Invece di farti la spesa chiedi a qualcuno di fartela! Fatti furba!”. Quella rispose: “Visto che non sono troppo vecchia per fare la spesa, la faccio da sola! Dovresti farlo anche tu perché, sai, CHI FA DA Sé, FA PER TRE!”. La volpe, dopo quelle sagge parole, si diresse verso il supermercato con l’intento di comprarsi tutto il necessario perché, sapete, CHI DA FA Sé, FA PER TRE! Lucia Tonon 1^ D Ci sono persone che dal medico ci andrebbero tutti i giorni, ed altre che non ci andrebbero mai. Le prime ci vanno anche per uno starnuto, le altre neanche quando hanno la febbre a quaranta. Le prime ci rimarrebbero male se il dottore prescrivesse loro solo un farmaco, gli altri invece si dispererebbero in un pianto solo alla vista di due ricette. Le prime nella sala d’attesa fanno la lista di tutte le malattie che hanno avuto i loro parenti, gli amici e i conoscenti. Le seconde al contrario solo alla parola malattia avrebbero la scusa per andare fuori a fumare o a telefonare. A questo punto la domanda sorge spontanea ? Ma da che parte stare ? Con quelli <<malati forever>> o con i <<signorini scusa>> antiambulatorio ? Si sa che la soluzione si trova nel mezzo! Luigi Giacomelli 1°D Pagina 7 REDAZIONE La redazione è costituita da tutti i ragazzi dell’Istituto che di volta in volta producono gli articoli per il nostro giornalino. Giada Addar e Gianluca Candelaresi della 3°B si occupano anche della messa a punto di ciascuna edizione. Il valore dell’amicizia dovrebbe essere qualcosa per cui vale la pena lottare; molti non se ne rendono conto, ma ciò che ci unisce non è altro che questo sentimento. In un mondo dove sembra che l’unica cosa importante sia sovrastare gli altri, senza preoccuparsi di usare qualsiasi mezzo per ottenere ciò che si vuole, non ci rendiamo conto che siamo noi coloro che vedono il mondo con occhi diversi, forse da bambino, che vedono che c’è qualcosa di più, per cui lottare, a vedere un mondo vero, con valori, più importanti… Arriverà un giorno in cui i “potenti” scenderanno dal loro piedistallo, in cui tutti capiranno che niente è più importante che essere circondato da persone che ti vogliono bene, che ti accettano per come sei, che adorano tutto di te, anche i tuoi difetti, e non ti cambierebbero per niente al mondo… Ma fino a quel giorno l’unica cosa che possiamo fare è tenere duro, perché non siamo soli, sorridendo, a braccia aperte, continuando a sperare per un sogno, che non è poi così impossibile… Colui che non ha amici, ha come un vuoto dentro, un amico è una parte di te, ed è impossibile farne a meno. Per qualsiasi cosa, sapere che ci sarà sempre qualcuno per te, è come se ti desse forza, qualcosa che ti spinge ad andare avanti… Anche se a volte anche con un amico può essere difficile parlare… A volte ti blocchi, preferisci fingere che tutto vada bene, continuando a sorridere e scherzare come sempre… Capire chi hai davvero vicino ti può spaventare, perché potresti scoprire dei lati di qualcuno che pensavi di conoscere, e che invece non ignoravi. Molti indossano maschere, sono convinti che ce la possono fare anche da soli, cercano di mettere una campana di vetro attorno al loro cuore, convinti che in Visita il sito della scuola: http:// www.istitutomarchetti.it quel modo non si spezzerà. Ma ben presto quella campana di vetro si indurisce, diventa fredda, di pietra, e intrappola ciò che c’è al suo interno… Gli amici, però, possono fare davvero la differenza, magari solo con un sorriso, cercando di capire che cosa non va, passando ore a parlare con te, senza stancarsi mai. L’amicizia è un sentimento strano, non sempre lo capiamo del tutto, a volte è sottovalutato, oscurato dall’amore, che sembra sempre molto più bello e gratificante… Un amico, infatti, non ti dirà mai “ti amo”, ma il suo “ti voglio bene” sarà sicuramente più sincero che mai, e soprattutto, durerà per sempre… A volte l’amicizia è tutto ciò che ti resta, anche se molto spesso ti sembra che non ti serva nient’altro, perché un amico è disposto ad oltrepassare i confini e le regole, il tempo e le distanze per te; saprà sempre come farti stare bene, avrà sempre un sorriso da prestarti se sarai triste, e ti chiederà sempre scusa, anche quando sarà colpa sua perché, come te, ha capito davvero cos’è l’amicizia. Elisa Gattanella 3°F Quest’anno il giornalino Marchetti News ha deciso di mettere una buca della posta in fonda alla rampa delle scale dove, se volete, potete inserire le vostre lettere, anonime o firmate su qualsiasi argomento. Le più belle verranno pubblicate nel prossimo numero. LA REDAZIONE.