sia "uscita" tre volte, una a maggio e due a settembre (ivi); degna di nota la frase "[per S. Rosa] di preti in giro se ne vedono molto pochi e la festa della Santa viene celebrata il giorno prima [della macchina] 2 settembre: anche per i religiosi, comunque, c'è qualcosa da fare a S. Sisto..."(ivi). E chiudiamo con un'ultima nota sul buongusto e la sensibilità dei due autori inglesi nel descrivere le "spoglie mortali di S. Rosa, tutt'altro che gradevoli da vedere", frase accompagnata dall'invito a "lasciare in tutta fretta questo luogo [la chiesa] cupo e lugubre" (p. 600). Non è certo questa la guida per cui "il turista italiano invidia il collega anglosassone", né, credo, il direttore delllEnte Provinciale per il Turismo sarà lusingato nel leggere che "la letteratura turistica è affidata per lo più ad improbabili opuscoli, opera spesso di case editrici locali o regionali, o di ancor più oscuri autori". Inoltre questa guida "vuole essere una provocazione nei confronti di una editoria turistica, per lo più disattenta alla valorizzazione di opere, memorie e luoghi d'Italiaw. Queste, e altre amenità, affermano nella presentazione del libro i dirigenti dell'Associazione Civita, "che di questo territorio ha scelto come emblema e come sfida l'antico borgo di Civita di Bagnoregio". Essi sono i promotori e i patrocinatori dell'opera: il nostro augurio è che Civita non sia trattata come Kennet - Young Massari (il traduttore) hanno trattato 1' "Alto Lazio", nome improprio e prettamente amministrativo. I membri di questa Associazione vogliono "salvare l'antico borgo che muore", ma chiacchiere, affollati convegni, colazioni di lavoro, reboanti e irrealizzabili progetti non servono a puntellare il pianoro che sostiene le ultime case di Civita. Affrettatevi turisti, italiani e non, a visitare Civita, la città è in coma irreversibile. nota del coordinatore Ezio Mitchell, che traccia le linee generali di una riorganizzazione del Centro, alla luce delle innovazioni apportate dall'entrata in vigore della legge 142190 nel riordino degli enti locali, ponendo l'accento sui compiti di promozione, coordinamento e realizzazione di programmi culturali assegnati alle province. Seguelapresentazionediuninteressante tesi di laurea in architettura, di Giuseppina Bocchini. Vi si prevede la progettazione di un edificio da adibire a sezione del C.C.B.C. ed il suo inserimento nel contesto urbano compreso tra Via Matteotti e Via della Cava, sull'area un tempo occupata dal Palazzo Pocci, distrutto nei bombardamenti dell'ultima guerra. I due studi successivi sono dedicati al recupero turistico della Via Francigena, l'antica strada dei pellegrini, concepita ora come "strada europea per Roma". Se ne occupano Graziano Cerica, Carlo Prugnoli, Maria Rita Sforza e Mario Rinaldi. Notevole è lo spazio dedicato all'archeologia. Ludovica Lombardi illustra il complesso archeologico di Fontiloro, nei pressi di Vejano, mettendone in rilievo l'importanza. Gabriella Barbieri descrive il sarcofago fittile etrusco di Palazzo Gentili e presenta la relazione preliminare di uno scavo effettuato nel complesso archeologico di Norchia. Nella rubrica I Musei della Tuscia, Pietro Tamburini prende le mosse dalla formazione geologica del territorio di Bolsena per giungere alla descrizione del locale Museo territoriale. Carlo Casi ed Alessandro Mandolesi studiano la zona compresa tra il Fiora e 1'Albegna nel periodo del bronzo finale, avan- zando un'ipotesi sulla ricostruzione dell'economia e della sussistenza delle popolazioni ivi stanziate. Infine, Antonio Baragliu tratta una questione toponomastica relativa al comprensorio delle sorgenti della Nova. Un autentico segnale d'allarme è la rubrica l'Opera trascurata, in cui vengono segnalati i beni storici ed artistici abbandonati ed a rischio. In questo numero Fulvio Ricci e Luciano Santella parlano della Cappella Sparapane nella chiesa di San Francesco a Tuscania, degli affreschi nella chiesa di Santa Maria in Forcassi, del capitello di Mastro Guglielmo nella chiesa di S. Silvestro a Viterbo e di un'ignota tela seicentesca dell'omonima chiesa di Tuscania. Nella seconda parte del fascicolo, un saggio di Fulvio Ricci è dedicato al Giudizio Universale affrescato nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Tuscania, mentre l'interesse dei ragazzi di Marta per il "loro" lago è oggetto di una nota di Lucia Clara Pacini, che riporta una serie di risposte ad un questionario sull'argomento, proposto agli alunni di una classe della locale Scuola Media. Folklore e tradizioni popolari sono i temi dei contributi di Luigi Cimarra - autore di una panoramica su battute e filastrocche nate nel periodo risorgimentale e nel ventennio fascista - e di Marce110 Arduini, che parla del lavoro svolto dal Centro per recuperare il patrimonio culturale popolare, affidato prevalentemente alla tradizione orale e, quindi, soggetto al rischio di scomparire. Un'analisi del documento pubblico sotto il profilo diplomatico, di Cecilia Patrizi, ed il consueto notiziario concludono l'interessante pubblicazione. PERIODICI Informazioni - Periodico del Centro di Catalogazione dei Beni Culturali dell'Amministrazione Provinciale di Viterbo - Rivista semestrale - Nuova serie - anno 11, n. 8 - Gennaio-Giugno 1993 pp. 120, con ill. in bln e a colori Questo numero del bollettino del C.C.B.C. è il primo che esce dopo il rinnovo dell'Amministrazione Provinciale; perciò si apre con il saluto del neo-assessore alla cultura, prof. Francesco Mattioli. I numerosi ed interessanti saggi contenuti nel fascicolo testimoniano ancora una volta l'intensa e proficua attività svolta dai ricercatori del Centro e l'alto livello dei contributi messi a disposizione dai collaboratori esterni. La serie dei saggi è aperta da una de 1'Altolazio e la Regione; numero unico pubblicato per " Antiquaria '93" , i A A n t i q u a r i a t o e A r t e , n. 4 Supplemento al n. 20, anno XV, Come il precedente, questo numero unico uscito in occasione della XIV edizione della Mostra Antiquaria viterbese è dedicato ad un anno, il 1492, che segna una svolta decisiva nella storia d'Europa e del inondo. Quello dello scorso anno si era prevalentemente interessato alla \coperta delllAmerica ed alle sue conseguenze; stavolta, invece, l'attenzione è rivolta ad un avvenimento che precedette di pochi mesi il viaggio di Colombo, e che segnò per l'Italia la fine di un lungo periodo di equilibrio politico: la morte di Lorenzo il Magnifico. Dal ricordo dell'insigne statista e uomo di lettere il discorso si amplia, necessariamente, ad un panorama della cultura e dell'arte del suo tem- po, quel primo Rinascimento alla cui cultura e dell'arte del suo tempo, quel primo Rinascimento alla cui genesi ed al cui sviluppo Lorenzo dette un fondamentalecontributo.Questisono i temi che occupano le pagine iniziali del fascicolo. Gli articoli successivi presentano alcuni degli aspetti di maggiore interesse del patrimonio artistico-monumentale di Viterbo e tracciano un panorama della vita artistica e culturale nella città durante gli ultimi decenni del Quattrocento. Nella parte conclusiva della pubblicazione, accanto ad alcune note di argomento vario, si parla dell'edizione '93 di Antiquaria e - concessione a tempi più vicini a noi - si fa cenno dellecelebrazioniche,nelprossimo anno, Ronciglione dedicherà ad Ettore Petrolini, il grande comico romanesco legato da discendenza familiare alla pittoresca cittadina dei Cimini. UN INCONTRO NATO DALLE PAGINE DI UN ROMANZO Uno dei te più dibattuti dea-, critica letteraria è, certo, quello del rapporto fra letteratura e vita. Tale rapporto ha trovato conferma, al di là di ogni elucubrazione astrattamente teorica, in una singolare e patetica vicenda che ha recentem te ravvivato il ric do di due giov marinai facenti p-. te, nella seconda guerra mondiale, dell'equipaggio del caccia "Granatiere"; e, nella loro memoria, ha stretto un saldo vincolo ideale tra le rispettive famiglie, residenti l'una a Cogoleto, nei pressi di Genova, l'altra in un piccolo centro della fascia orientale della nostra provincia, Sermugnai Castiglione in no, fri Teverin . I1. I-omanzo in questione è "I mlnt-nl ,,,,,,, dello strologo", in cui Luigi Catteruccia, attingendo ai suoi ricordi, traccia un suggestivo quadro del paesino dove ha trascorso la sua giovinezza, popolando di personaggi certo trasfigurati dalla sua fantasia, ma resi vivi e palpitanti r'ollo sia pur lontana nel temuaiia -altà, IL po, qa (:ui sono scaturiti. E stata proprio la lettura di que- -7 r sto libro, nelle p2 in cui i a l a dei g o vani sermugnane si caduti nell'immane conflitto, che al ligure Mario Patrone venne il desiderio di sapere se "il marinaio Adelmo, falciato sul caccia Granatiere" era una persona reale o una figura scaturita dall'immaginazione del l 'autore . Infatti, anche il fratello di Patrone, Luigi, morto in Liguria al termine della guerra, era stato imbarcato sulla stessa unità. Rispondendo alla sua richiesta Catteruccia non soltanto confermò che il giovane marinaio era realmente esistito ed era caduto durante un'incursione aerea il 23 marzo 1943, ma ne rese noto anche il cognome, Pozzi, e l'indirizzo della sorella Iride, coniugata Moncelsi, tuttora vivente a Sermugnano. Di qui ebbe origine l'incontro epistolare fra i nQrPn yUlbl.tidei due marinai, preludio ad un incontro personale. Dallo scambio di lettera tra Cogoleto e Sermugnano si può stabilire tra le personalità di Adelmo e di Luigi un'indiscutibile analogia. Entrambi avevano scelto volontariamente l'imbarco sul cacciatorpediniere, e Inelle lettere dell'uno e dell'altro si cogli1e il profondo amor di patria da I :ui era miaturata la loro decisione. un sentimento di cui i due giovani dettero testimonianza, Adelmo con il sacrificio della vita, Luigi con la ferma posizione assunta, insieme agli altri membri dell'equipaggio, dopo l'armistizio del1'8 settembre, allorchè i marinai del Granatiere suscitarono l'ammirazione preferendo I'autoaffondamento alla consegnanellemanidelnemicodiieri. Questo incontro realizzatosi tramite le pagine di un libro, che poteva rimanere confinato nell'ambito di un banale fatto di cronaca, ha offerto invece l'occasione per una rievocazione commossa di valori universali che oggi con troppa frequenza appaiono messi da parte o del tutto dimenticati. (B.B.) + , W! '