Anno XX1I, »unì. 51. PUBBLICAZIONE: Nei giorui di GIOVEDÌ e DOMENICA. Un numero, centesimi 10. DIREZIONE: Nella Tipografia Vannucchi, via del Monte, 1?, Pisa. AVVERTENZE: L' Amministrazione, F.11i Vannucchi, risponde dei soli incassi di cui ha emesso ricevuta. I manoscritti non si restituiscono. Le lettere non affrancate si respingono. N O T l'AIA R, I O — Il parlamento inglese è stato chiuso. La regina nel suo discorsene essersi decisa a sollevare i pari e i deputati dalle loro alte funzioni prima dell'intero compimento dei lavori regolari della sessione per assicurarsi dei sentimenti del suo popolo riguardo all' importante ,proposta di stabilire un corpo legislativo in Irlanda e per sottoporre gli affari di quel paese a un'amministrazione distinta da quella dell'Inghilterra. Soggiunge che contitinuò felicemente a mantenere relazioni le più amichevoli con tutte le potenze. Annunzia con sodisfazione le operazioni militari della Serbia contro la Bulgaria esser cessate grazie ai saggi consigli delle potenze e all'astensione del sultano. La Grecia pure fece cessare un periodo d ansietà, e prendendo in considerazione i pacifici consigli delle potenze, opera attualmente il disarmo, eliminando il serio pericolo che minacciava la pace dell'Europa orientale. La situazione in Egitto è migliorata cosiccliò si sono potute ridurre notevolmente le forze inglesi e trasferirle al di quà dei limiti meridionali dell'Egitto propriamente detto. Il dis.corso menziona la convenzione anglo-spaguttola che accrescerà i rapporti commerciali tra i due paesi, e la esposizione coloniale. Ringrazia i deputati delle risorse fornitele così generosamente per far fronte ai bisogni dei servizi pubblici fino alla riapertura del nuovo parlamento. Enumera con soddisfazione le leggi votate ed espriine il desiderio che il nuovo parlamento lavori per la pace e il benessere del popolo, per la potenza e l'unione dell' impe ro. — Si hanno da Parigi le seguenti notizie sulla partenza dei principi. Non volendo approfittare della dilazione accordata dal ministero alla partenza dei principi, affinché questi potessero fare tutti i preparativi, il principe Girolamo Napoleone e il E1()731 FIN I €A PROVINCIA G [ORNALE POLITICO-AMMINISTRA T I VO UFFICIALE PER GLI ATTI DEL CONSIGLIO PROVINCIALE principe Vittorio partirono nella sera di sabato scorso, il primo alle 9,25 diretto a Ginevra, il secondo alle 6 I/4 per Bruxelles. Poche ore prima della partenza il principe Girolamo e il principe Vittorio ricevettero moltissimi amici. Al castello d' Eu si recarono parecchie centinaia di persone a salutare il conte di Parigi. Al castello si trovavano il principe dì Joinville, il duca di Chartres e il duca d'Affinale. Il conte offrì un pranzo alla famiglia d'Orléans. Erano state disposte grandi forze di polizia temendosi disordini alla partenza dei principi Girolamo e Vittorio. Invece non successe nulla di serio. Alla partenza del principe Girolamo vi furono alcune grida di : Viva l' imperatore ! Altri risposero gridando: Viva la repubblica ! In seguito alle rigorose disposizioni date dalla polizia di non tollerare nessun grido che potesse causare conflitti, gli agenti arrestarono cinque o sei individui. Poco dopo gli arrestati furono rimessi in libertà. Lo stesso si ripetè alla partenza del principe Vittorio. Le dimostrazioni a lui ostili e favorevoli durarono più lungatnente e, senza dubbio, gli imperialisti e i repubb licani avrebbero fatto nascere qualche disordine , senza l'intervento della polizia che operò parecchi arresti". Ricevendo il comitato per l'appello al popolo e gli amici, il principe Vittorio pronu nziò un breve discorso. Eccone il testo « Signori, « Vi ringrazio della testimonianza di simpatia. «Non crediate che io faccia vane proto ste contro la misura che mi colpisce. « Il regime attuale è costretto a proscrivere in seguito alla sua impotenza a governare. Non mi lagno nè mi stupisco ; anzi sono grato alla repubblica di avere abbastanza differite le sue violenze, permettendomi così di servire come soldato nelle file dell'esercito francese. « L'esilio non scuoterà la fede nella nostra causa e non mi impedirà di dedicarle la mia vita, malgrado la lontananza, malgrado tutte le ingiustizie. « Resterò fedele ai principii dell' impero, come li concepirono Napoleone I e Napoleone III, e come li avrebbe applicati suo figlio, di cui avete con me ammirato l' eroismo, e di cui piango la morte. « Questi principii sono nostri. « Significano sovranità della nazione, uguaglianza dei diritti, rispetto alle credenze religiose, pace fra i cittadini. « Abbiamo coraggio, signori; il popolo ha digià dimostrato con luminosi esempi che le decisioni delle assemblee, che il bando non l'arrestàno, ailorchè è deciso a far prevalere la sua volontà. « Conto sopra di lui per riapeirrni le porte della Francia. « Venga l'ora delle grandi crisi. « Con l'aiuto di Dio farò il mio dovere, che mi è tracciato dal patriottismo e che il mio nome mi impone. « A. rivederci, signori! — Un telegramma da Bruxelles annunzia, che il principe Vittorio arrivò in quella capitale circa la mezzanotte del 24. Alcune persone si trovavano alla stazione a riceverlo; lo salutarono con grande simpatia. Il principe montato in carrozza insieme a tre amici , sì recò all'H6tel Bellevue, ove occupa un appartamento reale. Durante il viaggio molti curiosi si trovarono alle stazioni e salutarono ripetutamente il principe . Il principe Vittorio resterà provvisoriamente all'albergo, fino che avrà presa una decisione definitiva. Tutti addimostrano grande simpatia al principe, che ha ricevuto molte visite. ed eccomi così tutto ad un tratto impegnato a scoprir l'origine storica ed il senso proprio di quel modo così popolare e comune anche al di fuori della Toscana, e che un tempo non avrei davvero previsto che potesse formar l'oggetto de' miei studi. Il Fanfani nel suo vocabolario della lingua italiana, e nell'altro della lingua parlata, in cui ebbe a collaboratore il Rigutin i, si accontenta di spiegare quella frase con queste parole: lo dicono le mamme quando i figliuoli cominciano a sbadigliare, e loro vien sonno. — Ma qui vien fatto subito di farci una domanda: qual rapporto logico vi può essere mai tra i pisani ed il sonno? Come sarebbe nato e divenuto d' uso generale e comune un modo di dire che in se stesso non racchiudesse un senso proprio e razionale, e non potesse ricollegarsi in alcun modo ad un' origine storica e volgarmente conosciuta E non sappiamo forse che simili frasi proverbiali non sono per verità che l'espressione d'un fatto storico, d' un sentimento popolare formatosi in un certo tempo, e del quale restano come un documento vivente, di cui bene spesso a traverso i secoli si perde o si travisa il significato? Dunque anche il nostro proverbio bisogna che abbia avuto un' origine, un senso proprio che non è quello che ora gli si attribuisce, e deve potersi riferire ad un avvenimento così importante da incarnarsi sulle labbra del popolo in un' espressione sintetica, ciò che appunto avremmo il desiderio di dimostrare. In quelle tre parole: ecco i Pisani, che per i filologi non voglion dir altro in sostanza che — ecco ti vien sonno — noi troviamo compendiata in un grido storicamente vero una delle pagine più grandi, più sublimi degli annali della nostra gloriosa repubblica, la quale, come fu una delle prime a risvegliarsi a libertà, seppe tra le tenebre del Medio Evo riempire del suo nome tutta l'Europa civile, acquistandosi fama della più ricca, della più dotta, della più valorosa, la sola degna d'esser chiamata in quei tempi infelicissimi l'Atene dell' Italia. Ed essa infatti ne fu l' Atene non tanto per l'amore delle lettere e delle arti, nelle quali per opera di Giunta, di Diotisalvi, di Niccola segnò il primo passo verso il prossimo rinascimento, ma bensì anche per il valore straordinario col quale difese l'Italia dalle scorrerie e dalle conquiste dei saraceni, impedendo che divenisse come l'Affrica e la Spagna una provincia del vasto impero degli arabi, e che la cultura latina cedesse il campo alla barbarie mussulrnana. Ed invero fino dai primi anni del secolo IX i saraceni, conquistata la Sicilia, cominciavano ad infestare le coste dell'Italia, saccheggiando, distruggendo quanto loro si parava dinanzi (Sismondi, St. Rep. It. I, 191). Ben presto si 27 giugno 1SS6. ABBUON AMENTI: Anno, L. 10. Semestre. I.. 5. Trimestre, L. 2,r;0 (Con aumento delle F1'ege postali per l'estero). INSERZIONI: Nel corpo del giornale, ent. 50 per linea o i.pazio di linea. Dopo la firma del gerente. cent. 25 cs. Annunzi commerciali, industriali ec., per In prima pubblicazione, 5 centesimi ogni centimetro quadrato; per le risiampe successive, non interrotte, si fanno abbuonamenti. — Si ha da Douvres 25: Il conte e la contessa di Parigi, il ducn di Chartres col loro seguito, arrivarono ieri sera alle 7. Circa due mila persone attendevano i principi. Appena il vapore fu accostato alla banchina il sindaco di Doti vres sai a bordo e diede il benvenuto ai principi. Espresse la soddisfazione della popolazione di Douvres per il loro arrivo, accennando al dispiacere per le circostanze che li obbligano ad abbandonare la patria e a cercare ospitalità in terra straniera. Quindi la figlia del sindaco presentò un mazzo di fiori alla contessa. Il conte, commosso, rispose con alcune parole di ringraziamento per le affettuoso dimostrazioni. I principi e il loro seguito si recarono al Lord Walden Hotel, ove il conte resterà alcuni La contessa, il duca d'Aumale e parecchi amici ripartirono per la Francia. La contessa, si reca a ELI presso sua figlia, che è ammalata. Il duca di Chartres si reca a Parigi. A Douvres la folla salutò con hurrah ! il duca di Chartres e la contessa di Parigi durante il suo percorso dal Lord Wardcn Hotel al porto. — Si telegrafa da Londra L'arrivo dei principi esiliati ha prodotto viva emozione. Una folla di reporters dei giornali inglesi si trova a Douvres. Il telegrafo è letteralmente assediato. L'opinione pubblica è favorevole ai principi esiliati. Il conte di Parigi desidera di restare qualche giorno a Douvres per riflettere su ciò che deve fare. — Secondo notizie provenienti da Sofia la Porta si sarebbe limitata ad incaricare Gabdan ...••■■••■■ APPENDICE « lEeco i L'Usami Chi è quello di noi che, ritornando col pensiero ai lieti giorni dell'infanzia, non si rammenti d'aver udito pronunziare quella frase dalla mamma, o da qualche altra cara persane? Anch'io mi ricordo che la sera, quando tornato a casa, stanco de' miei chiassosi divertimenti, mi metteva a sedere in un cantuccio del salotto, e gli occhi mi si chiudevasi dal sonno, e il capo mi dondolava senza avvederniene sulle spalle, la mamma mi diceva sorridendo: ecco i pisani ! Allora al suono della sua voce mi riscuoteva ; mi stropicciava gli occhi come per iscacciarne quell'importuna sonnolenza; giungeva persino a sostenere che non dormiva niente affatto, e di li a poco era addormentato di nuovo. ìggi ricordo non senza emozione quelle et :ite, spensieratamente soavi, e ripeto a me stesso, mentre sonnecchio sui libri : ecco i pisan i . Pero se il cuore non ritrova in quella frase ehe un ricordo gentile, la mente, resa curiosa con gli anni, si domanda subito quale ne possa essere il significato e quale il rapparto col sopravvenire del sonno ne' bambini, . 1 resero padroni delle foci del Garigliano, dove si afforzarono per iscorrere con più sicurezza le terre circonvicine, e nell'alta Italia s'impadronirono a forza del villaggio di Frassineto, e di là misero a ruba la Provenza e una buona parte del Piemonte, spingendo le loro scorrerie fino alle mura di Torino. (Muratori, Ami. 906). Nelle sole provincie della Calabria e della Campania saccheggiarono a detta d'uno storico 150 città (Gibbon, cap. XXVIII); assalirono Civitavecchia e Roma, distrussero Populonia e Luni, s' impadronirono della Corsica e della Sardegna, devastarono la riviera di Genova, le spiaggie dell'Adriatico, il littorale pisano, incendiando in una repentina scorreria la stessa Pisa. Nessuno poteva loro far fronte; i greci e i veneziani furono battuti (Fanucci, St. pop. mar.); le popolazioni, impotenti a resistere, ricorsero perfino all'imperatore Luigi II re d'Italia (866) ; tutti fuggivano impauriti dinanzi all'orde sterminatrici dei mori. I pisani, esortati sempre dai pontefici, presero le armi, e, fattisi i cavalieri della cristianità, primi e soli andarono a trovare i barbari a casa loro, nell'Affrica, e là, dopo aver devastato in modo orribile un gran tratto di paese, ne sconfissero e tagliarono a pezzi un intiero esercito, che era accorso sollecitamente alla difesa (Roncioni, St. Pis. 1, 43 ). Da questa prima spedizione più non si det- , effendi di fare osservaz ioni amichevoli, molto moderate, riguardo al discorso del principe Alessandro, e a confermare le precedenti rimostranze della Porta sulla questione della ferrovia di congiunzione. Secondo altre notizie, il principe Alessandro sarebbe deciso a marciare in avanti, nel senso dell'unione. La sola considerazione capace di distoglierlo sarebbe l' occupazione russa. Si dice pure che il principe sia assolutamente deciso a noli pagare, non solamente la parte contributiva della Bulgaria nel debito turco ma eziandio a non continuare il pagamento del tributo della Rumelia, che fu sospeso dopo la rivoluzione del 18 novembre. Contrariamente alle notizie precedenti', Karageorgevic dimorerebbe a Bukarest, attendendo gli avvenimenti . — Si telegrafa da Brisbane La nave inglese da guerra (Incline è tornata dalle Nuove Ebridi. Il capitano constatò che non vi fu nè occupazione, nè proclamazione di protettorato da parte dei francesi, e confermò che i nazionali francesi avevano subito oltraggi da parte degli indigeni . NOTIZI E PARLA M ENTARI La camera nella seduta di venerdì approvò il trattato di navigazione colla Francia ed il progetto di legge che modifica le disposizioni emanate nel 1882 per la bonifica delle paludi e dei terreni paludosi. In fine sono state svolte alcune interrogazioni. L'onorevole Magliani ha presentato alla camera questi due disegni di legge: Autorizzazione di speciale concorso dello stato nella spesa occorrente pei lavori di difesa alla spiaggia di Recanati. 2. Nota di variazione al disegno di legge dello stato di previsione per la spesa del ministero dell'istruzione publica per l' esercizio finanziario 1886-87. L' esercizio provvisorio Pubblichiamo la relazione presentata dall'onorevole Luzzatti sul disegno di legge concernente l'esercizio provvisorio durante il mese di luglio 1886 per lo stato di previsione dell' entrata e per quelli della spesa per l'esercizio finanziario 1886-1887. Onorevoli signori assegnamenti approvati colle leggi anteriori del bilancio, all' infuori delle disposizioni che traggono la loro origine da leggi speciali. Con queste avvertenze, le quali dimostrano come rimanga impregiudicata la prerogativa della camera nell'esame definitivo degli stati di prima previsione, la giunta generale del bilancio, vi prega, onorevoli colleghi, di concedere il vostro voto favorevole al disegno di legge che il governo ha proposto. Il testo del disegno di legge del ministero, a cui la commissione non ha fatto alcuna modificazione, è il seguente: Art. I. Fino all'approvazione degli stati di previsione dell' entrata e della spesa per l'esercizio finanziario 1886-87, e non oltre il mese di luglio 1886, il governo del re è autorizzato a riscuotere le entrate ordinarie e straordinarie che non ammettono dilazione e quelle dipendenti da leggi e da obbligazioni anteriori. in conformità dei detti stati di previsione presentati alla camera dei deputati nel dì 14 giugno 1886, e secondo le disposizioni, i termini e le facolta contenute nei relativi disegni di legge per la loro approvazione. Art. 2. Nulla sarà innovato, fino ail'approzione degli stati di previsione predetti, negli ordinamenti organici dei vari servizi pubblici e dei relativi personali, nonchè negli stipendi ed assegnamenti approvati, pei diversi ministeri e amministrazioni dipendenti, colla legge del bilancio di previsione 1885-86 e con quella di assestamento del bilancio medesimo, salvo le disposizioni derivanti da leggi speciali. Il governo chiede l'autorizzazione dell'esercilio provvisorio per il mese di luglio degli stati di previsione del bilancio presentati alla camera il di 14 giugno 1886. La giunta generale del bilancio deliberando a unanimità di consentirlo. ha voluto esaminare i precedenti, dai quali si trae che di regola gli esercizi provvisori si sono. come nel presente caso, autorizzati dalla camera sui progetti di bilancio che attendono il suo esame e il suo voto e non su quelli approvati dati' anno finanziario precedente. Diciamo di regola perchè non mancano alcuni esempi contrari, ma se l'angustia del tempo non ce lo vietasse, non sarebbe difficile il provare che quando il governo ha chiesto l'esercizio provvisorio sul bilancio approvato, sovratu tto lo fece per particolari ragioni, le quali non hanno riscontro nel caso nostro. Valga a mo' d'esempio, la legge 26 dicembre 1861 colla quale all'articolo primo il governo del re era autorizzato sino a tutto il mese di marzo 1862, sulle basi dell'esercizio del 1861, a riseuotere le entrate e a pagare le spese dello stato. Ma vuolsi osservare che mancava allora il progetto del bilancio per l'esercizio del 1862 ; e appena questo fu presentato. l'esercizio provvisorio fu sulla base di esso prorogato. Così la legge dei 21 dicembre 186-1 concedeva facoltà al g,overrio di riscuotere e di Pagare pel primo trimestre 1865, sulle basi dell'esercizio 1864. Ma chi legge la relazione dell' on. Sella si avvede facilmente che non era allora possibile di pagare le spese dello stato in conformità al progetto di bilancio pel i 865, il quale introduceva rilevanti economie e presupponeva riforme dipendenti da' progetti di legge che non erano ancora state approvate. 11 " Tanuer „ italiano Il Succi prosegue sempre il suo digiuno e le sue condizioni di salute si mantengono sempre buone. La sua mente conserva la stessa lucidità. ed il suo fisico non ha subito cangiumenti di sorta. Esso ha diretto al Corriere della sera una lettera della quale togliamo quanto segue: E la vostra giunta ha anche riscontrata nella sua indagine sommaria la piena conformità del presente disegno a quelle salutari cautele costituzionali, le quali si sono gradatamente perfezionate in questa materia, e che determinano l'indole delle spese da permettersi in sede di bilancio provvisorio. cioè quelle spese che non ammettono dilazioni, ordinarie o straordinarie che sieri°, e quelle dipendenti da leggi o da obbligazioni anteriori, il che lascia intera la facoltà i sindacato della camera nell'esame ulteriore e definitivo del bilancio medesi (no. Il mio segreto. È una X incognita che io non paleserò mai se non quando i pubblici delle più grandi città avranno visto coi propri occhi di che sorto capace. Mi chiamano un secondo Tanner, ma il celebre medico americano non conosceva l'abhicci del mio segreto, io conosco tutto l' alfabeto. I signori scienziati pretendono di voler dare sul mio ritrovato il loro giudizio. Come le potranno s' io non paleserò il mio metodo? Potevano gli scienziati giudicare Colombo e la sua scoperta se non sapevano che il mondo fosse sferico? Essi sostenevano nella loro alta Parimenti ad accrescere codeste guarentigie nel periodo dell' esercizio provvisorio nulla è lecito innovare negli ordinamenti organici dei vari servizi pubblici e nel personale che con essi si connette, negli stipendi e negli 0•1■0 cinquanta mila alla conquista delle Baleari. Era una guerra di esterminio, della quale i mori alla loro volta eran divenuti le vittime; ed essi, fatti esperti a proprie spese, im•ominciarono talmente a temere del valore e della fierezza dei nostri coneittadini, che bene spesso appena sapevano di un loro sbarco frosgivano lontani, abbandonando ogni cosa, paghi di poter salvare dalle spade nemiche la loro vita. Appena da lungi si sentiva il grido spaventoso: ecco i pisani!. non v'era più alcuno che resistesse ; sembrava che quel grido rianonante per l'aria ripetesse a tutti in tuono di spavento: si salvi chi può! — Lo stesso prode ed indomabile Musetto fini per fuggire innanzi a loro e Nazaradeolo, re delle Baleari, offerta più volte la pace alla repubblica a condizione di liberare tutti gli schiavi, mori dal dolore, secondo ci racconta il Tronci, o come ci sembra più verosimile di paura per non aver potuto effettuare il suo desiderio. E fosse piaciuto a Dio che i pisani non avessero sfogata la loro fierezza che sopra i saracini, i quali con le loro terribili devastazioni si meritavano giustamente un esemplare gastigo! Ma pur troppo anche i popoli cristiani, che ebbero la disgrazia di 'averli nemici, doverono soffrire per le loro rapine, e impararono ben presto a tremare innanzi al nome temuto di Pisa. Arnalfi saccheggiata crudelmente ,due volte e molte altre città del napoletano, prese Quando faccio tali esperimenti posso bevere qualunque veleno, eccettuati però i corrosivi, poiché con questi distruggerei i tessuti animali. La mia bevanda la bevo soltanto una volta al primo giorno del mio esperimento poi non ne faccio più alcun uso. Per dar campo agli scienziati di studiare il mio preparato, trascrivo qui sotto alcune domande, le quali, quantunque possano sembrare bizzarre a prima vista, non lo sono per altro se bene le si esaminano. Eccole: 1° Che cosa adopero per ucciderAl dolore della fame nei primi 7 giorni del mio lungo digiuno? 2° Che cosa adopero onde unire il veleno alla materia e far sì che il veleno divenga con essa omogeneo? 3 0 Come va che mentre il corpo riman vuoto per un lungo periodo di tempo, la mente mi si mantiene lucida e la forza muscolare mi si accresce a vista d'occhio? Per addimostrare l' importanza della mia scoperta dal punto di vista economico dirò soltanto che da Alessandria d'Egitto a Napoli ho fatto il viaggio senza assaggiar cibo. Fui interrogato del perchè non mangiassi : risposi che avevo il mal di mare. AA contrario io stavo benissimo ! Questo mio esperimento è il ventunesin ro che faccio, e più ne faccio e più fisicamente mi sento bene poiché tali esperimenti purificano la materia. - Prima di por fine a questo mio disadorno scritto permettete eli' io rivolga un saluto alla vostra Milano che tanto mi appoggiò quando intrapresi il mio terzo viaggio d'Africa. E saluto ancora la stampa tutta per essersi occupata di me e del fatto mio. — A. ognuno indistintamente i miei più sinceri ringraziamenti, che rivolgo in ispecial modo al Corriere della sera, il quale mettendomi alle costole un suo collaboratore può dar franco e con piena cognizione di causa il suo giudizio ed i suoi apprezzamenti. Forlì, 23 giugno 86. G. Stimi. 1.•■■•• sies, .2■MOSI.C. toro pace, finchè non videro discacciati gli infedeli da ogni terra d' Italia, e non ebbero purgato il Mediterraneo da quella razza spaventevole di pirati e di ladri. La loro guerra fu micidiale e terribile ; non accordavano quartiere a nessuno e neppure alle donne, nè ai ragazzi; distruggevano spietatamente tutto quanto non potevan portar via; il loro passaggio a traverso le terre nemiche, seconde repressione del Fanucci ( I. c. I , 104) parve la striscia del fulmine, che dove passa strugge l'oro e l'argento, e lascia il tutto ricoperto di ceneri. Scacciarono i mori dalle Lipari. dalla Sicilia, dalla Sardegna, che persero e riconquistarono accanitamente più volte, e da una gran parte delle città dell'Italia meridionale, e vollero inoltre snidarli dalle Baleari, che erano ad un tempo il covo dove quelli nascondevano le prede e la loro più formidabile fortezza. Nell'Affrica presero e incendiarono Utica, Tripoli, Affrica, Tunisi, Cartagine, Ippona; nella Spagna Almeria, spargendo dovunque torrenti di sangue, ed abbruciando tutto quello che non potevano trasportare sulle navi. Per dare un' idea della ferocia di quelle terribili spedizioni basti il dire che con le spoglie di Palermo cominciarnno l'edificazione della nostra splendida cattedrale, e con quella di Sicilia costrussero la chiesa di S. Sisto (Marangone Cron. ori. 1088); o che in una spedizione sul continente affricano corse voce uccidessero cento mila saracini e sapienza che il progetto di Colombo era una idea fissa, la sua scoperta una pazzia, perchè l'uomo stando alle idee di Colombo doveva camminare colla testa in giù ed a gambe ali' aria. La mia scoperta rimonta al 1878, durante il mio lungo ed avventuroso viaggio nel Zanzibar; ove acquistai pratica per combattere le febbri e resistere ai cocenti raggi del sole equatoriale. I grandi esperimenti li feci nel 1883 nella Nubia, ed in quel deserto leggendario resistei al digiuno oltre al 60 0 giorno. v a viva forza durante la guerra contro il re Ruggero e poste a sacco dai pisani, che trassero Seco uomini e donne in schiavitù ( Marangone, Ari. 1138), conobbero a un tempo la loro ferocia e il loro valore ; e la stessa triste esperienza acquistarono a un tempo e Lucca e tutte le terre circonvicine e quelle più lontane della Gartignana e della Versilia, che più d' una volta ne furono desolate e distrutte. Se adunque noi dopo quanto abbiamo esposto raggruppiamo insieme tutti questi fatti, e ci formiamo un'idea giusta del terrore che avevano destato i pisani con tante stragi e terribilissime devastazioni, non ci sarà più difficile il comprendere come nascesse quel grido che le madri rivolgevano ai loro figliuoletti: ecco i pisani Le matrone di Roma dicevano invece: Hannibal ad portas ; il loro spauracchio era Annibale; ma il significato delle due espressioni, ugualmente storiche e comprendenti in sè tutta un' epopea di sacrifizi e di sventure, non poteva essere a parer mio che il medesimi), quello cioè di mettere in guardia, di risvegliare , di riscuotere, annunziando con un grido d'allarme un pericolo certo ed imminente che minacciava. Ed invero quand'è che le madri gridavano nell'orecchi ai loro bambini : ecco i pisani? appunto allora che stavano per addormentarsi, mentre non era quello il momento di dormire. Quindi lo scopo era soltato quello di risvegliarli; e a tal fine si servivano di una frase, di un grido che doveva riscuoterli, intimorirli, metterli in certo modo in apprensione, onde non ricadessero facilmente nel loro sonno. So bene aneli' io che ben presto quelle parole penderono di necessitt il loro effetto, e ciò appunto quando il nome dei pisani al pari di quello di Annibale non fece più paura a nessuno ; ma pure, seguendo una consuetudine ormai divenuta comune le mamme continuarono a ripetere quella frase ai loro bambini ; e così, oscurandosene a mano a mano il significato e dimenticatane col volger dei secoli l'origine e il valore storico che una volta vi si connetteva, si venne a non esprimere più con quel motto che il fatto materiale dell'addormentarsi, quasi che con quelle oscure parole ecco i iSani non si volesse dire altro che ecco il sonno. Ed in questo senso ebbero ragioce i filologi ; però qualora piacesse di risalire all'origine primitiva di quella frase e di spiegarsene il significato proprio, razionale, e rilevarne tutto il valore storico che vi si racchiude, io credo non se ne possa dare altra spiegazione che questa, la sola a parer mio che possa appagare pienamente la ragione, e che, per quanto sappia, non fu ancora data da altri. LUIGI SIMONESCHI. • e r La maggior gloria 04,4 cere è perdonare. — Non facciamo nomi per non risvegliare vecchi e non sopiti s'anco•i, ma ci appaghiamo solo nell' interesse del pubblico, di porgere la più splendide prove della vera legittimità del liquore di pariglina E questo, è tal documento a coi non si risponde. Ne giudichi spassionatamente il pubblico: « Brano del testamento del fu prof. Pio Mazzolini rogito notaio Lucarelli, in data 2 aprile 1886 »: Lascio a totale profitto del mio caro figlio Ernesto, il segreto per la fabbricazione del mio liquore depurativo di pariglina composto. « Estratto dell' istrumento col quale Giovanni Mazzolini , ora farmacista H Roma, accetta il testamento paterno e riconosce il fratello Ernesto cede, ec. Rogito notaio Lucarelli, 8 aprile 1868 ». Ed infine si obbliga di riconoscere, Siccome fin da ora iconosce, il suo fratello Ernesto qual unico erede del segreto, ed unico avente il diritto allo smercio del liquore depurativo di pari°dina- Giovanni Mazzolini, farmacista in Rob ma. È certo che chi avrà letto e ponderato questo prezioso documento, sa é desideroso di un pronto e sicuro rimedio nella scrofola, artrite, erpete, scorbuto, reumatismi, gotta, tisi incipiente ce., Si atterra alla pariglina del prof. Pio Mazzolini di Gubbio, che fu riconosciuta per lunga esperienza Come il sovrano dei depurativi. Costa L. 9 la bottiglia grande e L. 5 la piccola. Unico deposito, in Pisa. alla R. farmacia del cav. Stefano Rossini. presso la R. università. governo di una somma per imposte arretrate di ricchezza mobile anteriori al 1872. 23.Passava all' ordine del giorno sopra una domanda di liquidazione di pensione della vedova del già insegnante Bruschini. 24. Passava all'ordine del giorno sulla domanda Salvini per nomina a 2' compatiste dell'opera della prituaziale. — Annunziamo con piacere che fino da venerdì riprese le proprie funzioni il .sindaco cav. Peverada, perfettamente ristabilito. — Diamo il programma delle corse a sedioli d'oggi e quello di martedì prossimo. Oggi 27. Prima corsa per cavalli italiani in batterie , primo premio lire 700. secondo premio lire 400, terzo premio lire 200. Seconda corsa heats per cavalli di ogni razza ed età. Primo premio lire 1000 , secondo premio lire 500. Corsa del 29. Prima corsa internazionale Primo premio lire 1500, secondo heats. o premio lire 500, terzo premio lire 200. Seconda corsa, bandiera d' onore tra i tre vincitori delle corse di dilettanti . Terza corsa . Corsa di consolazione dei cavalli perditori . Primo premio lira 200, secondo premio lire 100. ii01.7labT — Il consiglio comunale adunatosi in sessione straordinaria nel giorno 23 giugno corrente trattava i seguenti affari . In seduta pubblica I. Emetteva un voto di condoglianze per l'accidente occorso al cav. sindaco e faceva voti pèt il suo completo e sollecito ristabilimento in salute. 2. Prendeva atto, stante le reiterate dichiarazioni , delle dimissioni del Consiglier Ballori . 3. Incaricava il sindaco di pregare i consiglieri Montorzi e Canavari a voler ritirare le dimissioni da essi respettivamente presentate. 4. Prendeva atto di una deliberazione d'urgenza della giunta municipale. 5. Esauriva una interpellanza dei consiglieri Apolloni e Simonelli circa la diversa destinazione del locale nelle prossime elezioni amministrative per la frazione di S. Giovanni al Gatano. 6. Approvava la lista elettorale per la camera di commercio . 9. Adottava alcuni provvedimenti a riguardo degli insegnanti delle scuole elementari e del ginnasio. IO. Procedeva alla liquidazione della pensione al prof. Leonardo Piccioli. In seduta segreta: 1. Adottava alcuni provvedimenti disciplinari a riguardo di impiegati al dazio consumo. 2. Procedeva alla prima conferma di alcuni maestri e maestre comunali. 3. Concedeva un sussidio per ciascuno ai giovani Bicchielli Climi, Di Ciolo e Gabbanini per continuare gli studi all'accademia di belle arti in Firenze. 4. Concedeva una gratificazione ad alcuni impiegati comunali per un lavoro straordinario diretto a conseguire il rimborso dal regio — La mattinata musicale che doveva aver luogo alla scuola corale stamani, è stata rinviata al dì I I luglio al mezzogiorno e tre quarti all'oggetto dì non danneggiare la recita di beneficenza che la drammatica compagnia nazionale, darà stamani al R. teatro nuovo al mezzogiorno e mezzo — I I consiglio superiore *li pubblica istruzione nella sua ultima adunanza accordava la libera docenza per l' università di Pisa al professor Mario Canavari per la geologia e la paleontologia, e al professor Domenico Barduzzi per la dermopatologia e sifilografia. — Il Nocchi feritela) del Lapucci si è — Mentre ci riserbiamo di pubblicare nel prossimo numero l' elenco completo dei premiati all' esposizione del concorso agrario ed alla fiera a premi di animali equini e bovini, diamo oggi i nomi degli espositori distinti con medaglia d' oro alla esposizione e di quelli premiati con medaglia d'argento alla fiera surricordata. Hanno ottenuto la medaglia d' oro i seguenti espositori: Per i vini : Eredi Boldrini, Innocenti Federigo, Bussotti Francesco, Salviati duca Scipione. Per gli oli: Cateni Alessandro, MastianiBrunacci conte comm. Francesco. Per l' enotecnia: Borello fratelli. Per l'oleificio: Casentini e Gosweiler. Per la viticoltura: Candeo don Angiolo. Nella fiera a premi per il bestiame non Vi sono stati premi in medaglia d'oro, ma i premi principali consistono in medaglie d'argento le quali furono assegnate come segue: Per gli animali bovini ai signori : Garzella Cosimo, Menoeci Pietro, Mastiani-Sciamanna marchese Cesare , Niccolai avv. Giuseppe, Della Croce Angiolo, Salviati duca Scipíone, Panettoni agente principe Strozzi. Per gli animali equini: Rodocanacchi commendator Emanuele, Salviati duca Scipione, Gioli cav. Ranieri, Orsini-Baroni cav. Francesco, Pizzotti fratelli. — Sappiamo che la distribuzione dei premi agli espositori del concorso agrario verrà fatta martedì prossimo 29 corrente. — Alcuni espositori hanno deciso di fare una lotteria di beneficenza nel locale dell' esposizione, martedì prossimo 29 corrente, ed a questo effetto hanno fatto appello agli espositori tutti per avere gli oggetti necessari . — L'esposizione in piazza santa Caterina richiamerà questa sera un maggior numero di visitatori; il programma della serata annunzia che il locale 'sarà sfarzosamente illuminato, e , ad intervalli , sarà rischiarato a fuochi di bengala: globi aereostatici e sorprese non fatenno difetto. Prezzi dello grasce vendute in Pontedera nel mercato del 25 giugno 1886. l' ettel. Grano gentile rosso 1.a qual. Detto di 2.a . 'Detto bianco 1.a q. . Detto di 2. Detto mitztocchio I .a qual. . Detto di 2.n.. Detto di Livorno . . . 'Detto grano ghp;;.) Detto di Mareaiiirt il tale da. il quintale da OSSERVATORIO METEORICO della scnola superiore di agraria. della. R. università di Pisa. Il barometro è ridotto 0". Altezza della stazione sul livello del mare: metri 10. Umidità Vento - .1z o o U) ' «C; N u z_. o -21 :4o GIUGNO,' 9 ant. 23 3 pom. 9 poto. 19"0 760 ° 1 7 6 o-2 21'2 • Iti"8 '761'0 (9 ant. 19"4 243 poni. pom ! 762"7 762°2 23"6 174 764'5 12,71'79 72 13,23 02 12,65 76 13,28 60 12,98 88 9 a " - 22"0 7667 13,28 70 25 , 3 pom 212 766.6 13,32 62 9 pOtri. 17°2766.5 13,40 02 SSO NE SO I I SO 0 OSOti O -1 SSE O O 24 Giugno 23 24"9 a" . "9 Temperatura m t min.12"013"0 I 5 2 25 254 14°4 STATO DEL CIELO. Giugno 23. Coperto. Giugno 24. Coperto nel giorno. sereno la sera. Giugno 25. Parzialmente coperto. IM••=1~M• T14 : r IR, I La drammatica compagnia nazionale ha avuto il buon pensiero di dare una recita di beneficenza al R. teatro nuovo, stamani al mezzogiorno e mezzo, col seguente programma. Una partita a scacchi di Giacosa. Una tempesta in Un bicchier d' acqua, commedia di Condiné . Chi semina e chi raccoglie proverbio in un atto. Auguriamo al beneficato un numeroso concorso. Alle 7 pom. la compagnia nazionale stessa rappresenterà nel politeama pisano La serva amorosa di Goldoni, che sarà preceduta da un prologo di P. Ferrassi, e seguita dallo scherso Un permaloso. -"bir ATTI GIUDIZIARII Sunto degli atti legali inseriti nel n. 50 (22 giugno) del supplemento al foglio periodico della R. prefettura di Pisa. — Seconda pubblicazione di un estratto di bando per vendita dei beni immobili esclusi a danno del sig. Lodovico Arzilli di Pastina. — Il cancelliere della pretura di Cascina rende noto che il sig. Sebastiano Lastrucci, ha dichiarato nell' interesse dei minorenni Ma-. ria, Pia, Massirnina, Aurelia, Giuseppe, Ida, Guido e Gustavo Lastrucci, di accettare con benefizio di legge e d' inventario l' eredità relitta dal loro genitore Massimo, morto in S. Frediano a Settimo il 13 giugno corrente. — Avanti il tribunale civile di Volterra, la mattina del 2 agosto,,-p. v., sarà posto ali' incanto 1' immobile che appresso, escusso a danno del sig. Giovanni fu Romualdo Barbafiera del quale è stato aperto il giudizio di graduazione dei creditori; e cioè : - 18,47 > lo ti IWOVellieli/.:( 24,— Detto Romagna da Segale ....•-•••■•••• L. e C. 22,— 19,15 20,52 19,15 19,15 Detto costituito spontaneamente alle carceri. C 7. Approvava l' impianto di nuove scuole elementari. 8. Approvava la riforma ed il riordinamento della scuola industriale. Una casa con orti posta in Volterra nelle vie Ricciarelli e del Mandorlo segnata dei numeri civici 20, 24, 26, 28, avente annessa una fabbrichetta per lavorazione di gessi o alabastri nella via del Mandorlo n. 22; composta di più e diversi piani e stanze. Viene posta in vendita per 7 100 lire. — È stato rinviato con lo sbasso del 3 0 per cento, ali' udienza del tribunale civile di Pisa del di 5 luglio p. v., l' incanto del 3° lotto dei beni escussi a danno dei fratelli Braccini. - = 13,21 (3! banda del 37' fanterià vi eseguirà uno scelto programma musicale l' etto! Ségalato Vecce sehitte Orzo nogtrale Dotto egtero . Fitvc noglrali Dette estere. I )etto oryate Niescolo . • 10.27 • 15, 10 . Avena di maremma morella Detta mista O ilian t.1 , I.2t (..;l'aill.Ure0 (i Detto di 2.n . . Riso La q. il (itii n tAl d Detto di 2.a. . . Fagitioli bianchi gr. L a. q. Detti mezzani . . . . . Detti (ampliai Detti coli' occhio Cedi cretuici. . . Detti eSte;*; . Saggina . • • • 8,90 8,20 12, 66 • 11 ,63 • 56,— 46,— —. 24,64 — I' (Atei.21 , 88 • 19.15 • 17,10 15, 05 .. • . Detto tik .2at 1)etto da lumi . 12,32 19, 15 17,78 • Panico 1.a Detto 2.a q Olio tu i.a q. p,:r • ett. • 140,62 113,70 89,47 • Farina di emtagne Patate, il quintale vino del Piano di P is a l at q. Ogni ettolitro, 1100%10, Detto 2.a 13.— . à . . . • • . 30,70 26,31 7,— Fieno La q. il quintale . . . l'Aglio, ii quintale. Detta a manne il (pilotale . Detto di 2.a 6, Patte I a q. il chilogrammo . Detto di 3.a . 0,30 0,24 0,33 Detto di. PASQUALE D'IN LI, — 4,— g«ente resp. Il sig. Flamini° del Rosso Tanucci proprietario dei beni situati nel luogo detto Cerretalli, in comune di Capaanoli, provino ia di Pisa, valendosi dei diritti spettantigli dalle vi genti leggi inibisce a chicchessia d' introdursi SU detti beni. per esercitarvi la caccia, sia eott fucile, reti, od altro. - r imadisratusw■or ESSE ASININA CANI% DEI RAGAllI. Guarigione in t2.4. ove con lo Specifico MANARA premiato in Italia ed ali' estero, e ritenuto l'unico specifico mondiale per guarire la tosse dei ragazzi. 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Lascio a totale profitto del mio caro figlio Ernesto, il segreto per la fabbricazione del mio Liquore di Pariglina ». Brano dell' Istrumento col quale Giovanni Mazzolini accetta il lest(;mento paterno. Rogito Lucarelli in data 8 aprile 1868. « . . . . . ed infine si obbliga di riconoscere siccome fin da ora riconosce il suo fratello Ernesto qual unico EREDE DEL SEGRETO ED UNICO AVENTE IL DIRITTO allo smercio del Liquore di Pariglina ». (Firmato) Giovanni Mazzolini farmacista in Roma. Illustri Clinici quali il Mazzoni, Ceccarelli, Laurenzi e ROSSOni Roma, Concato di Torino, Federici di Palermo, ora in Firenze, Gambe rini, Verardini e Galassi di Bologna, Olivieri di Napoli, Barduzzi di Pisa adottano e raccomandano la Pariglina di Gubbio. È questo il più grande e vero elogio di un medicamento! Pariglina del Mazzolini di Gubbio mi giovò assai nelle artriti ricorrenti e croniche. Prof. CONCATO ». Debbo lodarmi assai della Pariglina di Gubbio nelle affezioni erpetiche scrofolose, ed in particolar modo nella sifilide. La riconobbi per il migliore dei depurativi. Prof. GAMBERINI ». Da molto tempo esperimento la Pariglina del Mazzolini (7i Gubbio con ottimo effetto nella sifilide e nell'artrite cronica. Prof. FEDERICI ». Si ebbero brillanti resultati nella cura del reumatismo articolare cronico con la Pariglina del Mazzolini di Gubbio. (Da un rapporto del Prof. ROSSONI della Clinica di Roma che ne fece gli esperimenti per ordine di S. E. il Ministro dell'Istruzione pubblica Prof. Comm. BACCELLI ». Ottenni felici risultati nella cura della gotta e della scrofola ereditaria con il pregievole Liquore di Pariglina di Ernesto Mazzolini di Gubbio. Prof. ZAZO ». Spontanei ed autentici attestati di gratitudine da genitori che ebbero guariti i loro cari figli da linfaticismo e scrofola, con l' uso del Liquore Pariglina. Gratis l'opuscolo Documenti. 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