Anno XX1I, »unì. 51.
PUBBLICAZIONE:
Nei giorui di GIOVEDÌ e DOMENICA.
Un numero, centesimi 10.
DIREZIONE:
Nella Tipografia Vannucchi, via del Monte, 1?, Pisa.
AVVERTENZE:
L' Amministrazione, F.11i Vannucchi, risponde dei
soli incassi di cui ha emesso ricevuta.
I manoscritti non si restituiscono.
Le lettere non affrancate si respingono.
N O T l'AIA R, I O
— Il parlamento inglese è stato chiuso.
La regina nel suo discorsene essersi decisa
a sollevare i pari e i deputati dalle loro alte
funzioni prima dell'intero compimento dei lavori regolari della sessione per assicurarsi dei
sentimenti del suo popolo riguardo all' importante ,proposta di stabilire un corpo legislativo in Irlanda e per sottoporre gli affari di
quel paese a un'amministrazione distinta da
quella dell'Inghilterra. Soggiunge che contitinuò felicemente a mantenere relazioni le più
amichevoli con tutte le potenze. Annunzia con
sodisfazione le operazioni militari della Serbia
contro la Bulgaria esser cessate grazie ai saggi consigli delle potenze e all'astensione del
sultano. La Grecia pure fece cessare un periodo d ansietà, e prendendo in considerazione
i pacifici consigli delle potenze, opera attualmente il disarmo, eliminando il serio pericolo
che minacciava la pace dell'Europa orientale.
La situazione in Egitto è migliorata cosiccliò si sono potute ridurre notevolmente le
forze inglesi e trasferirle al di quà dei limiti
meridionali dell'Egitto propriamente detto. Il
dis.corso menziona la convenzione anglo-spaguttola che accrescerà i rapporti commerciali
tra i due paesi, e la esposizione coloniale.
Ringrazia i deputati delle risorse fornitele
così generosamente per far fronte ai bisogni
dei servizi pubblici fino alla riapertura del
nuovo parlamento.
Enumera con soddisfazione le leggi votate
ed espriine il desiderio che il nuovo parlamento lavori per la pace e il benessere del
popolo, per la potenza e l'unione dell' impe ro.
— Si hanno da Parigi le seguenti notizie
sulla partenza dei principi.
Non volendo approfittare della dilazione
accordata dal ministero alla partenza dei principi, affinché questi potessero fare tutti i preparativi, il principe Girolamo Napoleone e il
E1()731 FIN I €A
PROVINCIA
G [ORNALE POLITICO-AMMINISTRA T I VO
UFFICIALE PER GLI ATTI DEL CONSIGLIO PROVINCIALE
principe Vittorio partirono nella sera di sabato
scorso, il primo alle 9,25 diretto a Ginevra,
il secondo alle 6 I/4 per Bruxelles.
Poche ore prima della partenza il principe
Girolamo e il principe Vittorio ricevettero
moltissimi amici.
Al castello d' Eu si recarono parecchie
centinaia di persone a salutare il conte di
Parigi. Al castello si trovavano il principe
dì Joinville, il duca di Chartres e il duca
d'Affinale.
Il conte offrì un pranzo alla famiglia d'Orléans.
Erano state disposte grandi forze di polizia temendosi disordini alla partenza dei
principi Girolamo e Vittorio. Invece non successe nulla di serio.
Alla partenza del principe Girolamo vi
furono alcune grida di : Viva l' imperatore !
Altri risposero gridando: Viva la repubblica !
In seguito alle rigorose disposizioni date
dalla polizia di non tollerare nessun grido che
potesse causare conflitti, gli agenti arrestarono
cinque o sei individui.
Poco dopo gli arrestati furono rimessi in
libertà.
Lo stesso si ripetè alla partenza del principe Vittorio. Le dimostrazioni a lui ostili e
favorevoli durarono più lungatnente e, senza
dubbio, gli imperialisti e i repubb licani avrebbero fatto nascere qualche disordine , senza
l'intervento della polizia che operò parecchi
arresti".
Ricevendo il comitato per l'appello al popolo e gli amici, il principe Vittorio pronu nziò
un breve discorso. Eccone il testo
« Signori,
« Vi ringrazio della testimonianza di simpatia.
«Non crediate che io faccia vane proto ste
contro la misura che mi colpisce.
« Il regime attuale è costretto a proscrivere in seguito alla sua impotenza a governare.
Non mi lagno nè mi stupisco ; anzi sono grato
alla repubblica di avere abbastanza differite
le sue violenze, permettendomi così di servire
come soldato nelle file dell'esercito francese.
« L'esilio non scuoterà la fede nella nostra
causa e non mi impedirà di dedicarle la mia
vita, malgrado la lontananza, malgrado tutte
le ingiustizie.
« Resterò fedele ai principii dell' impero,
come li concepirono Napoleone I e Napoleone
III, e come li avrebbe applicati suo figlio, di
cui avete con me ammirato l' eroismo, e di
cui piango la morte.
« Questi principii sono nostri.
« Significano sovranità della nazione, uguaglianza dei diritti, rispetto alle credenze religiose, pace fra i cittadini.
« Abbiamo coraggio, signori; il popolo ha
digià dimostrato con luminosi esempi che le
decisioni delle assemblee, che il bando non
l'arrestàno, ailorchè è deciso a far prevalere
la sua volontà.
« Conto sopra di lui per riapeirrni le porte
della Francia.
« Venga l'ora delle grandi crisi.
« Con l'aiuto di Dio farò il mio dovere,
che mi è tracciato dal patriottismo e che il
mio nome mi impone.
« A. rivederci, signori!
— Un telegramma da Bruxelles annunzia,
che il principe Vittorio arrivò in quella capitale circa la mezzanotte del 24.
Alcune persone si trovavano alla stazione a riceverlo; lo salutarono con grande
simpatia.
Il principe montato in carrozza insieme a
tre amici , sì recò all'H6tel Bellevue, ove occupa un appartamento reale.
Durante il viaggio molti curiosi si trovarono alle stazioni e salutarono ripetutamente
il principe .
Il principe Vittorio resterà provvisoriamente all'albergo, fino che avrà presa una
decisione definitiva.
Tutti addimostrano grande simpatia al
principe, che ha ricevuto molte visite.
ed eccomi così tutto ad un tratto impegnato
a scoprir l'origine storica ed il senso proprio
di quel modo così popolare e comune anche
al di fuori della Toscana, e che un tempo non
avrei davvero previsto che potesse formar
l'oggetto de' miei studi.
Il Fanfani nel suo vocabolario della lingua
italiana, e nell'altro della lingua parlata, in
cui ebbe a collaboratore il Rigutin i, si accontenta di spiegare quella frase con queste
parole: lo dicono le mamme quando i figliuoli
cominciano a sbadigliare, e loro vien sonno. — Ma qui vien fatto subito di farci una
domanda: qual rapporto logico vi può essere
mai tra i pisani ed il sonno? Come sarebbe
nato e divenuto d' uso generale e comune un
modo di dire che in se stesso non racchiudesse un senso proprio e razionale, e non potesse ricollegarsi in alcun modo ad un' origine
storica e volgarmente conosciuta E non sappiamo forse che simili frasi proverbiali non
sono per verità che l'espressione d'un fatto
storico, d' un sentimento popolare formatosi in
un certo tempo, e del quale restano come un
documento vivente, di cui bene spesso a traverso i secoli si perde o si travisa il significato? Dunque anche il nostro proverbio bisogna che abbia avuto un' origine, un senso
proprio che non è quello che ora gli si attribuisce, e deve potersi riferire ad un avvenimento così importante da incarnarsi sulle
labbra del popolo in un' espressione sintetica,
ciò che appunto avremmo il desiderio di dimostrare. In quelle tre parole: ecco i Pisani,
che per i filologi non voglion dir altro in sostanza che — ecco ti vien sonno — noi troviamo compendiata in un grido storicamente vero
una delle pagine più grandi, più sublimi degli
annali della nostra gloriosa repubblica, la quale,
come fu una delle prime a risvegliarsi a libertà, seppe tra le tenebre del Medio Evo
riempire del suo nome tutta l'Europa civile,
acquistandosi fama della più ricca, della più
dotta, della più valorosa, la sola degna d'esser chiamata in quei tempi infelicissimi l'Atene
dell' Italia.
Ed essa infatti ne fu l' Atene non tanto
per l'amore delle lettere e delle arti, nelle
quali per opera di Giunta, di Diotisalvi, di
Niccola segnò il primo passo verso il prossimo rinascimento, ma bensì anche per il valore straordinario col quale difese l'Italia dalle
scorrerie e dalle conquiste dei saraceni, impedendo che divenisse come l'Affrica e la Spagna una provincia del vasto impero degli arabi,
e che la cultura latina cedesse il campo alla
barbarie mussulrnana.
Ed invero fino dai primi anni del secolo IX
i saraceni, conquistata la Sicilia, cominciavano
ad infestare le coste dell'Italia, saccheggiando,
distruggendo quanto loro si parava dinanzi
(Sismondi, St. Rep. It. I, 191). Ben presto si
27 giugno 1SS6.
ABBUON AMENTI:
Anno, L. 10. Semestre. I.. 5. Trimestre, L. 2,r;0
(Con aumento delle F1'ege postali per l'estero).
INSERZIONI:
Nel corpo del giornale, ent. 50 per linea o i.pazio di linea.
Dopo la firma del gerente. cent. 25 cs.
Annunzi commerciali, industriali ec., per In prima
pubblicazione, 5 centesimi ogni centimetro quadrato; per le risiampe successive, non interrotte, si fanno abbuonamenti.
— Si ha da Douvres 25:
Il conte e la contessa di Parigi, il ducn
di Chartres col loro seguito, arrivarono ieri
sera alle 7.
Circa due mila persone attendevano i principi.
Appena il vapore fu accostato alla banchina il sindaco di Doti vres sai a bordo e
diede il benvenuto ai principi. Espresse la
soddisfazione della popolazione di Douvres per
il loro arrivo, accennando al dispiacere per le
circostanze che li obbligano ad abbandonare
la patria e a cercare ospitalità in terra straniera.
Quindi la figlia del sindaco presentò un
mazzo di fiori alla contessa.
Il conte, commosso, rispose con alcune
parole di ringraziamento per le affettuoso dimostrazioni.
I principi e il loro seguito si recarono al
Lord Walden Hotel, ove il conte resterà alcuni
La contessa, il duca d'Aumale e parecchi
amici ripartirono per la Francia.
La contessa, si reca a ELI presso sua figlia, che è ammalata. Il duca di Chartres si
reca a Parigi.
A Douvres la folla salutò con hurrah ! il
duca di Chartres e la contessa di Parigi durante il suo percorso dal Lord Wardcn Hotel
al porto.
— Si telegrafa da Londra
L'arrivo dei principi esiliati ha prodotto
viva emozione.
Una folla di reporters dei giornali inglesi
si trova a Douvres.
Il telegrafo è letteralmente assediato.
L'opinione pubblica è favorevole ai principi
esiliati.
Il conte di Parigi desidera di restare qualche giorno a Douvres per riflettere su ciò
che deve fare.
— Secondo notizie provenienti da Sofia la
Porta si sarebbe limitata ad incaricare Gabdan
...••■■••■■
APPENDICE
« lEeco i L'Usami
Chi è quello di noi che, ritornando col
pensiero ai lieti giorni dell'infanzia, non si
rammenti d'aver udito pronunziare quella frase
dalla mamma, o da qualche altra cara persane? Anch'io mi ricordo che la sera, quando
tornato a casa, stanco de' miei chiassosi divertimenti, mi metteva a sedere in un cantuccio del salotto, e gli occhi mi si chiudevasi dal sonno, e il capo mi dondolava senza
avvederniene sulle spalle, la mamma mi diceva sorridendo: ecco i pisani ! Allora al
suono della sua voce mi riscuoteva ; mi stropicciava gli occhi come per iscacciarne quell'importuna sonnolenza; giungeva persino a
sostenere che non dormiva niente affatto, e di
li a poco era addormentato di nuovo.
ìggi ricordo non senza emozione quelle
et :ite, spensieratamente soavi, e ripeto a me
stesso, mentre sonnecchio sui libri : ecco i pisan i . Pero se il cuore non ritrova in quella
frase ehe un ricordo gentile, la mente, resa
curiosa con gli anni, si domanda subito quale
ne possa essere il significato e quale il rapparto col sopravvenire del sonno ne' bambini,
.
1
resero padroni delle foci del Garigliano, dove
si afforzarono per iscorrere con più sicurezza
le terre circonvicine, e nell'alta Italia s'impadronirono a forza del villaggio di Frassineto,
e di là misero a ruba la Provenza e una buona
parte del Piemonte, spingendo le loro scorrerie fino alle mura di Torino. (Muratori, Ami.
906). Nelle sole provincie della Calabria e
della Campania saccheggiarono a detta d'uno
storico 150 città (Gibbon, cap. XXVIII); assalirono Civitavecchia e Roma, distrussero
Populonia e Luni, s' impadronirono della Corsica e della Sardegna, devastarono la riviera
di Genova, le spiaggie dell'Adriatico, il littorale pisano, incendiando in una repentina scorreria la stessa Pisa. Nessuno poteva loro far
fronte; i greci e i veneziani furono battuti
(Fanucci, St. pop. mar.); le popolazioni, impotenti a resistere, ricorsero perfino all'imperatore Luigi II re d'Italia (866) ; tutti fuggivano impauriti dinanzi all'orde sterminatrici
dei mori.
I pisani, esortati sempre dai pontefici,
presero le armi, e, fattisi i cavalieri della
cristianità, primi e soli andarono a trovare i
barbari a casa loro, nell'Affrica, e là, dopo
aver devastato in modo orribile un gran tratto
di paese, ne sconfissero e tagliarono a pezzi
un intiero esercito, che era accorso sollecitamente alla difesa (Roncioni, St. Pis. 1, 43 ).
Da questa prima spedizione più non si det-
,
effendi di fare osservaz ioni amichevoli, molto
moderate, riguardo al discorso del principe
Alessandro, e a confermare le precedenti rimostranze della Porta sulla questione della ferrovia di congiunzione.
Secondo altre notizie, il principe Alessandro sarebbe deciso a marciare in avanti, nel
senso dell'unione.
La sola considerazione capace di distoglierlo sarebbe l' occupazione russa.
Si dice pure che il principe sia assolutamente deciso a noli pagare, non solamente la parte
contributiva della Bulgaria nel debito turco
ma eziandio a non continuare il pagamento
del tributo della Rumelia, che fu sospeso dopo
la rivoluzione del 18 novembre.
Contrariamente alle notizie precedenti',
Karageorgevic dimorerebbe a Bukarest, attendendo gli avvenimenti .
— Si telegrafa da Brisbane
La nave inglese da guerra (Incline è tornata dalle Nuove Ebridi.
Il capitano constatò che non vi fu nè
occupazione, nè proclamazione di protettorato
da parte dei francesi, e confermò che i nazionali francesi avevano subito oltraggi da parte
degli indigeni .
NOTIZI E PARLA M ENTARI
La camera nella seduta di venerdì approvò
il trattato di navigazione colla Francia ed il
progetto di legge che modifica le disposizioni
emanate nel 1882 per la bonifica delle paludi
e dei terreni paludosi.
In fine sono state svolte alcune interrogazioni.
L'onorevole Magliani ha presentato alla
camera questi due disegni di legge:
Autorizzazione di speciale concorso
dello stato nella spesa occorrente pei lavori
di difesa alla spiaggia di Recanati.
2. Nota di variazione al disegno di legge
dello stato di previsione per la spesa del ministero dell'istruzione publica per l' esercizio
finanziario 1886-87.
L' esercizio provvisorio
Pubblichiamo la relazione presentata dall'onorevole Luzzatti sul disegno di legge concernente l'esercizio provvisorio durante il mese
di luglio 1886 per lo stato di previsione dell' entrata e per quelli della spesa per l'esercizio finanziario 1886-1887.
Onorevoli signori
assegnamenti approvati colle leggi anteriori del
bilancio, all' infuori delle disposizioni che traggono la loro origine da leggi speciali.
Con queste avvertenze, le quali dimostrano
come rimanga impregiudicata la prerogativa
della camera nell'esame definitivo degli stati
di prima previsione, la giunta generale del
bilancio, vi prega, onorevoli colleghi, di concedere il vostro voto favorevole al disegno di
legge che il governo ha proposto.
Il testo del disegno di legge del ministero,
a cui la commissione non ha fatto alcuna modificazione, è il seguente:
Art. I. Fino all'approvazione degli stati
di previsione dell' entrata e della spesa per
l'esercizio finanziario 1886-87, e non oltre il
mese di luglio 1886, il governo del re è autorizzato a riscuotere le entrate ordinarie e
straordinarie che non ammettono dilazione e
quelle dipendenti da leggi e da obbligazioni
anteriori. in conformità dei detti stati di previsione presentati alla camera dei deputati
nel dì 14 giugno 1886, e secondo le disposizioni, i termini e le facolta contenute nei relativi disegni di legge per la loro approvazione.
Art. 2. Nulla sarà innovato, fino ail'approzione degli stati di previsione predetti, negli
ordinamenti organici dei vari servizi pubblici
e dei relativi personali, nonchè negli stipendi
ed assegnamenti approvati, pei diversi ministeri e amministrazioni dipendenti, colla legge
del bilancio di previsione 1885-86 e con quella
di assestamento del bilancio medesimo, salvo
le disposizioni derivanti da leggi speciali.
Il governo chiede l'autorizzazione dell'esercilio provvisorio per il mese di luglio degli
stati di previsione del bilancio presentati alla
camera il di 14 giugno 1886. La giunta generale del bilancio deliberando a unanimità di
consentirlo. ha voluto esaminare i precedenti,
dai quali si trae che di regola gli esercizi
provvisori si sono. come nel presente caso,
autorizzati dalla camera sui progetti di bilancio che attendono il suo esame e il suo
voto e non su quelli approvati dati' anno finanziario precedente.
Diciamo di regola perchè non mancano
alcuni esempi contrari, ma se l'angustia del
tempo non ce lo vietasse, non sarebbe difficile
il provare che quando il governo ha chiesto l'esercizio provvisorio sul bilancio approvato, sovratu tto lo fece per particolari ragioni,
le quali non hanno riscontro nel caso nostro.
Valga a mo' d'esempio, la legge 26 dicembre
1861 colla quale all'articolo primo il governo
del re era autorizzato sino a tutto il mese di
marzo 1862, sulle basi dell'esercizio del 1861,
a riseuotere le entrate e a pagare le spese
dello stato. Ma vuolsi osservare che mancava
allora il progetto del bilancio per l'esercizio
del 1862 ; e appena questo fu presentato. l'esercizio provvisorio fu sulla base di esso prorogato.
Così la legge dei 21 dicembre 186-1 concedeva facoltà al g,overrio di riscuotere e di
Pagare pel primo trimestre 1865, sulle basi
dell'esercizio 1864.
Ma chi legge la relazione dell' on. Sella
si avvede facilmente che non era allora possibile di pagare le spese dello stato in conformità al progetto di bilancio pel i 865, il
quale introduceva rilevanti economie e presupponeva riforme dipendenti da' progetti di legge
che non erano ancora state approvate.
11 " Tanuer „ italiano
Il Succi prosegue sempre il suo digiuno e
le sue condizioni di salute si mantengono sempre buone. La sua mente conserva la stessa
lucidità. ed il suo fisico non ha subito cangiumenti di sorta.
Esso ha diretto al Corriere della sera
una lettera della quale togliamo quanto segue:
E la vostra giunta ha anche riscontrata
nella sua indagine sommaria la piena conformità del presente disegno a quelle salutari
cautele costituzionali, le quali si sono gradatamente perfezionate in questa materia, e che
determinano l'indole delle spese da permettersi
in sede di bilancio provvisorio. cioè quelle spese
che non ammettono dilazioni, ordinarie o straordinarie che sieri°, e quelle dipendenti da
leggi o da obbligazioni anteriori, il che lascia intera la facoltà i sindacato della camera
nell'esame ulteriore e definitivo del bilancio
medesi (no.
Il mio segreto.
È una X incognita che io non paleserò mai
se non quando i pubblici delle più grandi città
avranno visto coi propri occhi di che sorto capace. Mi chiamano un secondo Tanner, ma il
celebre medico americano non conosceva l'abhicci del mio segreto, io conosco tutto l' alfabeto.
I signori scienziati pretendono di voler dare
sul mio ritrovato il loro giudizio. Come le potranno s' io non paleserò il mio metodo? Potevano gli scienziati giudicare Colombo e la
sua scoperta se non sapevano che il mondo
fosse sferico? Essi sostenevano nella loro alta
Parimenti ad accrescere codeste guarentigie nel periodo dell' esercizio provvisorio
nulla è lecito innovare negli ordinamenti organici dei vari servizi pubblici e nel personale
che con essi si connette, negli stipendi e negli
0•1■0
cinquanta mila alla conquista delle Baleari.
Era una guerra di esterminio, della quale i
mori alla loro volta eran divenuti le vittime;
ed essi, fatti esperti a proprie spese, im•ominciarono talmente a temere del valore e
della fierezza dei nostri coneittadini, che bene
spesso appena sapevano di un loro sbarco frosgivano lontani, abbandonando ogni cosa, paghi
di poter salvare dalle spade nemiche la loro
vita. Appena da lungi si sentiva il grido spaventoso: ecco i pisani!. non v'era più alcuno
che resistesse ; sembrava che quel grido rianonante per l'aria ripetesse a tutti in tuono di
spavento: si salvi chi può! — Lo stesso
prode ed indomabile Musetto fini per fuggire
innanzi a loro e Nazaradeolo, re delle Baleari,
offerta più volte la pace alla repubblica a condizione di liberare tutti gli schiavi, mori dal
dolore, secondo ci racconta il Tronci, o come
ci sembra più verosimile di paura per non
aver potuto effettuare il suo desiderio. E
fosse piaciuto a Dio che i pisani non avessero
sfogata la loro fierezza che sopra i saracini,
i quali con le loro terribili devastazioni si
meritavano giustamente un esemplare gastigo!
Ma pur troppo anche i popoli cristiani, che
ebbero la disgrazia di 'averli nemici, doverono
soffrire per le loro rapine, e impararono ben
presto a tremare innanzi al nome temuto di
Pisa. Arnalfi saccheggiata crudelmente ,due
volte e molte altre città del napoletano, prese
Quando faccio tali esperimenti posso bevere qualunque veleno, eccettuati però i corrosivi, poiché con questi distruggerei i tessuti
animali. La mia bevanda la bevo soltanto una
volta al primo giorno del mio esperimento poi
non ne faccio più alcun uso.
Per dar campo agli scienziati di studiare
il mio preparato, trascrivo qui sotto alcune
domande, le quali, quantunque possano sembrare bizzarre a prima vista, non lo sono per
altro se bene le si esaminano.
Eccole:
1° Che cosa adopero per ucciderAl dolore della fame nei primi 7 giorni del mio lungo
digiuno?
2° Che cosa adopero onde unire il veleno alla materia e far sì che il veleno divenga con essa omogeneo?
3 0 Come va che mentre il corpo riman
vuoto per un lungo periodo di tempo, la mente
mi si mantiene lucida e la forza muscolare mi
si accresce a vista d'occhio?
Per addimostrare l' importanza della mia
scoperta dal punto di vista economico dirò
soltanto che da Alessandria d'Egitto a Napoli ho fatto il viaggio senza assaggiar cibo.
Fui interrogato del perchè non mangiassi : risposi che avevo il mal di mare. AA contrario
io stavo benissimo ! Questo mio esperimento
è il ventunesin ro che faccio, e più ne faccio
e più fisicamente mi sento bene poiché tali
esperimenti purificano la materia.
-
Prima di por fine a questo mio disadorno
scritto permettete eli' io rivolga un saluto alla
vostra Milano che tanto mi appoggiò quando
intrapresi il mio terzo viaggio d'Africa. E saluto ancora la stampa tutta per essersi occupata di me e del fatto mio. — A. ognuno indistintamente i miei più sinceri ringraziamenti,
che rivolgo in ispecial modo al Corriere della
sera, il quale mettendomi alle costole un suo
collaboratore può dar franco e con piena cognizione di causa il suo giudizio ed i suoi apprezzamenti.
Forlì, 23 giugno 86.
G. Stimi.
1.•■■•• sies,
.2■MOSI.C.
toro pace, finchè non videro discacciati gli
infedeli da ogni terra d' Italia, e non ebbero
purgato il Mediterraneo da quella razza spaventevole di pirati e di ladri. La loro guerra
fu micidiale e terribile ; non accordavano
quartiere a nessuno e neppure alle donne, nè
ai ragazzi; distruggevano spietatamente tutto
quanto non potevan portar via; il loro passaggio
a traverso le terre nemiche, seconde repressione del Fanucci ( I. c. I , 104) parve la striscia del fulmine, che dove passa strugge l'oro
e l'argento, e lascia il tutto ricoperto di ceneri.
Scacciarono i mori dalle Lipari. dalla Sicilia,
dalla Sardegna, che persero e riconquistarono
accanitamente più volte, e da una gran parte
delle città dell'Italia meridionale, e vollero inoltre snidarli dalle Baleari, che erano ad un tempo
il covo dove quelli nascondevano le prede e la
loro più formidabile fortezza. Nell'Affrica presero e incendiarono Utica, Tripoli, Affrica,
Tunisi, Cartagine, Ippona; nella Spagna Almeria, spargendo dovunque torrenti di sangue,
ed abbruciando tutto quello che non potevano
trasportare sulle navi. Per dare un' idea della
ferocia di quelle terribili spedizioni basti
il dire che con le spoglie di Palermo cominciarnno l'edificazione della nostra splendida
cattedrale, e con quella di Sicilia costrussero
la chiesa di S. Sisto (Marangone Cron. ori. 1088);
o che in una spedizione sul continente affricano
corse voce uccidessero cento mila saracini e
sapienza che il progetto di Colombo era una
idea fissa, la sua scoperta una pazzia, perchè
l'uomo stando alle idee di Colombo doveva
camminare colla testa in giù ed a gambe ali' aria.
La mia scoperta rimonta al 1878, durante
il mio lungo ed avventuroso viaggio nel Zanzibar; ove acquistai pratica per combattere le
febbri e resistere ai cocenti raggi del sole
equatoriale. I grandi esperimenti li feci nel
1883 nella Nubia, ed in quel deserto leggendario resistei al digiuno oltre al 60 0 giorno.
v
a viva forza durante la guerra contro il re
Ruggero e poste a sacco dai pisani, che trassero Seco uomini e donne in schiavitù ( Marangone, Ari. 1138), conobbero a un tempo la
loro ferocia e il loro valore ; e la stessa triste
esperienza acquistarono a un tempo e Lucca
e tutte le terre circonvicine e quelle più lontane della Gartignana e della Versilia, che
più d' una volta ne furono desolate e distrutte.
Se adunque noi dopo quanto abbiamo esposto
raggruppiamo insieme tutti questi fatti, e ci formiamo un'idea giusta del terrore che avevano destato i pisani con tante stragi e terribilissime
devastazioni, non ci sarà più difficile il comprendere come nascesse quel grido che le madri
rivolgevano ai loro figliuoletti: ecco i pisani
Le matrone di Roma dicevano invece: Hannibal ad portas ; il loro spauracchio era Annibale; ma il significato delle due espressioni,
ugualmente storiche e comprendenti in sè
tutta un' epopea di sacrifizi e di sventure,
non poteva essere a parer mio che il medesimi), quello cioè di mettere in guardia, di
risvegliare , di riscuotere, annunziando con
un grido d'allarme un pericolo certo ed imminente che minacciava. Ed invero quand'è
che le madri gridavano nell'orecchi ai loro
bambini : ecco i pisani? appunto allora che
stavano per addormentarsi, mentre non era
quello il momento di dormire. Quindi lo scopo
era soltato quello di risvegliarli; e a tal fine
si servivano di una frase, di un grido che
doveva riscuoterli, intimorirli, metterli in certo
modo in apprensione, onde non ricadessero facilmente nel loro sonno. So bene aneli' io che
ben presto quelle parole penderono di necessitt il loro effetto, e ciò appunto quando il
nome dei pisani al pari di quello di Annibale
non fece più paura a nessuno ; ma pure, seguendo una consuetudine ormai divenuta comune le mamme continuarono a ripetere quella
frase ai loro bambini ; e così, oscurandosene
a mano a mano il significato e dimenticatane
col volger dei secoli l'origine e il valore storico che una volta vi si connetteva, si venne
a non esprimere più con quel motto che il
fatto materiale dell'addormentarsi, quasi che
con quelle oscure parole ecco i iSani non si
volesse dire altro che ecco il sonno. Ed in
questo senso ebbero ragioce i filologi ; però
qualora piacesse di risalire all'origine primitiva di quella frase e di spiegarsene il significato proprio, razionale, e rilevarne tutto il
valore storico che vi si racchiude, io credo
non se ne possa dare altra spiegazione che
questa, la sola a parer mio che possa appagare pienamente la ragione, e che, per quanto
sappia, non fu ancora data da altri.
LUIGI SIMONESCHI.
•
e
r
La maggior gloria 04,4
cere è perdonare. — Non facciamo
nomi per non risvegliare vecchi e non sopiti
s'anco•i, ma ci appaghiamo solo nell' interesse
del pubblico, di porgere la più splendide prove della vera legittimità del liquore di pariglina E questo, è tal documento a coi non
si risponde. Ne giudichi spassionatamente il
pubblico: « Brano del testamento del fu prof.
Pio Mazzolini rogito notaio Lucarelli, in data
2 aprile 1886 »: Lascio a totale profitto del
mio caro figlio Ernesto, il segreto per la
fabbricazione del mio liquore depurativo di
pariglina composto. « Estratto dell' istrumento
col quale Giovanni Mazzolini , ora farmacista
H Roma, accetta il testamento paterno e riconosce il fratello Ernesto cede, ec. Rogito
notaio Lucarelli, 8 aprile 1868 ». Ed infine
si obbliga di riconoscere, Siccome fin da ora
iconosce, il suo fratello Ernesto qual unico
erede del segreto, ed unico avente il diritto
allo smercio del liquore depurativo di pari°dina- Giovanni Mazzolini, farmacista in Rob
ma. È certo che chi avrà letto e ponderato
questo prezioso documento, sa é desideroso
di un pronto e sicuro rimedio nella scrofola,
artrite, erpete, scorbuto, reumatismi, gotta,
tisi incipiente ce., Si atterra alla pariglina del
prof. Pio Mazzolini di Gubbio, che fu riconosciuta per lunga esperienza Come il sovrano
dei depurativi. Costa L. 9 la bottiglia grande e L. 5 la piccola.
Unico deposito, in Pisa. alla R. farmacia
del cav. Stefano Rossini. presso la R. università.
governo di una somma per imposte arretrate
di ricchezza mobile anteriori al 1872.
23.Passava all' ordine del giorno sopra una
domanda di liquidazione di pensione della vedova del già insegnante Bruschini.
24. Passava all'ordine del giorno sulla domanda Salvini per nomina a 2' compatiste
dell'opera della prituaziale.
— Annunziamo con piacere che fino da
venerdì riprese le proprie funzioni il .sindaco
cav. Peverada, perfettamente ristabilito.
— Diamo il programma delle corse a sedioli d'oggi e quello di martedì prossimo.
Oggi 27. Prima corsa per cavalli italiani
in batterie , primo premio lire 700. secondo
premio lire 400, terzo premio lire 200.
Seconda corsa heats per cavalli di ogni
razza ed età. Primo premio lire 1000 , secondo premio lire 500.
Corsa del 29. Prima corsa internazionale
Primo premio lire 1500, secondo
heats.
o
premio lire 500, terzo premio lire 200.
Seconda corsa, bandiera d' onore tra i tre
vincitori delle corse di dilettanti .
Terza corsa . Corsa di consolazione dei
cavalli perditori . Primo premio lira 200, secondo premio lire 100.
ii01.7labT
— Il consiglio comunale adunatosi in sessione straordinaria nel giorno 23 giugno corrente trattava i seguenti affari .
In seduta pubblica
I. Emetteva un voto di condoglianze per
l'accidente occorso al cav. sindaco e faceva
voti pèt il suo completo e sollecito ristabilimento in salute.
2. Prendeva atto, stante le reiterate dichiarazioni , delle dimissioni del Consiglier
Ballori .
3. Incaricava il sindaco di pregare i consiglieri Montorzi e Canavari a voler ritirare
le dimissioni da essi respettivamente presentate.
4. Prendeva atto di una deliberazione d'urgenza della giunta municipale.
5. Esauriva una interpellanza dei consiglieri Apolloni e Simonelli circa la diversa
destinazione del locale nelle prossime elezioni
amministrative per la frazione di S. Giovanni
al Gatano.
6. Approvava la lista elettorale per la
camera di commercio .
9. Adottava alcuni provvedimenti a riguardo degli insegnanti delle scuole elementari e del ginnasio.
IO. Procedeva alla liquidazione della pensione al prof. Leonardo Piccioli.
In seduta segreta:
1. Adottava alcuni provvedimenti disciplinari a riguardo di impiegati al dazio consumo.
2. Procedeva alla prima conferma di alcuni maestri e maestre comunali.
3. Concedeva un sussidio per ciascuno ai
giovani Bicchielli Climi, Di Ciolo e Gabbanini per continuare gli studi all'accademia di
belle arti in Firenze.
4. Concedeva una gratificazione ad alcuni
impiegati comunali per un lavoro straordinario diretto a conseguire il rimborso dal regio
— La mattinata musicale che doveva aver
luogo alla scuola corale stamani, è stata rinviata al dì I I luglio al mezzogiorno e tre
quarti all'oggetto dì non danneggiare la recita
di beneficenza che la drammatica compagnia
nazionale, darà stamani al R. teatro nuovo
al mezzogiorno e mezzo
— I I consiglio superiore *li pubblica istruzione nella sua ultima adunanza accordava la
libera docenza per l' università di Pisa al professor Mario Canavari per la geologia e la
paleontologia, e al professor Domenico Barduzzi per la dermopatologia e sifilografia.
— Il Nocchi feritela) del Lapucci si è
— Mentre ci riserbiamo di pubblicare
nel prossimo numero l' elenco completo dei
premiati all' esposizione del concorso agrario
ed alla fiera a premi di animali equini e
bovini, diamo oggi i nomi degli espositori
distinti con medaglia d' oro alla esposizione
e di quelli premiati con medaglia d'argento
alla fiera surricordata.
Hanno ottenuto la medaglia d' oro i seguenti espositori:
Per i vini : Eredi Boldrini, Innocenti
Federigo, Bussotti Francesco, Salviati duca
Scipione.
Per gli oli: Cateni Alessandro, MastianiBrunacci conte comm. Francesco.
Per l' enotecnia: Borello fratelli.
Per l'oleificio: Casentini e Gosweiler.
Per la viticoltura: Candeo don Angiolo.
Nella fiera a premi per il bestiame non
Vi sono stati premi in medaglia d'oro, ma i
premi principali consistono in medaglie d'argento le quali furono assegnate come segue:
Per gli animali bovini ai signori : Garzella
Cosimo, Menoeci Pietro, Mastiani-Sciamanna
marchese Cesare , Niccolai avv. Giuseppe,
Della Croce Angiolo, Salviati duca Scipíone,
Panettoni agente principe Strozzi.
Per gli animali equini: Rodocanacchi commendator Emanuele, Salviati duca Scipione,
Gioli cav. Ranieri, Orsini-Baroni cav. Francesco, Pizzotti fratelli.
— Sappiamo che la distribuzione dei premi agli espositori del concorso agrario verrà
fatta martedì prossimo 29 corrente.
— Alcuni espositori hanno deciso di fare
una lotteria di beneficenza nel locale dell' esposizione, martedì prossimo 29 corrente,
ed a questo effetto hanno fatto appello agli
espositori tutti per avere gli oggetti necessari .
— L'esposizione in piazza santa Caterina
richiamerà questa sera un maggior numero
di visitatori; il programma della serata annunzia che il locale 'sarà sfarzosamente illuminato, e , ad intervalli , sarà rischiarato a
fuochi di bengala: globi aereostatici e sorprese non fatenno difetto.
Prezzi dello grasce vendute in Pontedera
nel mercato del 25 giugno 1886.
l' ettel.
Grano gentile rosso 1.a qual.
Detto di 2.a .
'Detto bianco 1.a q. .
Detto di 2. Detto mitztocchio I .a qual. .
Detto di 2.n..
Detto di Livorno . . .
'Detto grano ghp;;.)
Detto di Mareaiiirt il
tale da.
il quintale da
OSSERVATORIO METEORICO della scnola
superiore di agraria. della. R. università
di Pisa.
Il barometro è ridotto 0".
Altezza della stazione sul livello del mare: metri 10.
Umidità
Vento
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12,65 76
13,28 60
12,98 88
9 a " - 22"0 7667 13,28 70
25 , 3 pom 212 766.6 13,32 62
9 pOtri. 17°2766.5 13,40 02
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t min.12"013"0
I
5
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25
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14°4
STATO DEL CIELO.
Giugno 23. Coperto.
Giugno 24. Coperto nel giorno. sereno la sera.
Giugno 25. Parzialmente coperto.
IM••=1~M•
T14
:
r
IR, I
La drammatica compagnia nazionale ha
avuto il buon pensiero di dare una recita di
beneficenza al R. teatro nuovo, stamani al
mezzogiorno e mezzo, col seguente programma.
Una partita a scacchi di Giacosa.
Una tempesta in Un bicchier d' acqua,
commedia di Condiné .
Chi semina e chi raccoglie proverbio in
un atto.
Auguriamo al beneficato un numeroso
concorso.
Alle 7 pom. la compagnia nazionale stessa
rappresenterà nel politeama pisano La serva
amorosa di Goldoni, che sarà preceduta da
un prologo di P. Ferrassi, e seguita dallo
scherso Un permaloso.
-"bir
ATTI GIUDIZIARII
Sunto degli atti legali inseriti nel n. 50
(22 giugno) del supplemento al foglio periodico della R. prefettura di Pisa.
— Seconda pubblicazione di un estratto
di bando per vendita dei beni immobili esclusi
a danno del sig. Lodovico Arzilli di Pastina.
— Il cancelliere della pretura di Cascina
rende noto che il sig. Sebastiano Lastrucci,
ha dichiarato nell' interesse dei minorenni Ma-.
ria, Pia, Massirnina, Aurelia, Giuseppe, Ida,
Guido e Gustavo Lastrucci, di accettare con
benefizio di legge e d' inventario l' eredità
relitta dal loro genitore Massimo, morto in
S. Frediano a Settimo il 13 giugno corrente.
— Avanti il tribunale civile di Volterra,
la mattina del 2 agosto,,-p. v., sarà posto ali' incanto 1' immobile che appresso, escusso a
danno del sig. Giovanni fu Romualdo Barbafiera del quale è stato aperto il giudizio di
graduazione dei creditori; e cioè :
-
18,47
>
lo ti
IWOVellieli/.:(
24,—
Detto Romagna da
Segale ....•-•••■••••
L. e C.
22,—
19,15
20,52
19,15
19,15
Detto
costituito spontaneamente alle carceri.
C
7. Approvava l' impianto di nuove scuole
elementari.
8. Approvava la riforma ed il riordinamento della scuola industriale.
Una casa con orti posta in Volterra nelle
vie Ricciarelli e del Mandorlo segnata dei
numeri civici 20, 24, 26, 28, avente annessa
una fabbrichetta per lavorazione di gessi o
alabastri nella via del Mandorlo n. 22; composta di più e diversi piani e stanze. Viene
posta in vendita per 7 100 lire.
— È stato rinviato con lo sbasso del 3 0
per cento, ali' udienza del tribunale civile di
Pisa del di 5 luglio p. v., l' incanto del 3°
lotto dei beni escussi a danno dei fratelli
Braccini.
-
=
13,21
(3!
banda del 37' fanterià vi eseguirà uno
scelto programma musicale
l' etto!
Ségalato Vecce sehitte
Orzo nogtrale
Dotto egtero .
Fitvc noglrali
Dette estere.
I )etto oryate
Niescolo
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•
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Avena di maremma morella
Detta mista O ilian t.1
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Detto di 2.n . .
Riso La q. il (itii n tAl d
Detto di 2.a. . .
Fagitioli bianchi gr. L a. q.
Detti mezzani . .
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Detti coli' occhio
Cedi cretuici.
. .
Detti eSte;*; .
Saggina .
•
•
•
8,90
8,20
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•
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24,64
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•
19.15
•
17,10
15, 05
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•
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Detto tik .2at 1)etto da lumi .
12,32
19, 15
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Panico 1.a
Detto 2.a q Olio tu i.a q. p,:r
•
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113,70
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•
Farina di emtagne
Patate, il quintale
vino del Piano di P is a l at
q. Ogni ettolitro, 1100%10,
Detto 2.a
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Fieno La q. il quintale
.
. .
l'Aglio, ii quintale.
Detta a manne il (pilotale .
Detto di 2.a
6,
Patte I a q. il chilogrammo
.
Detto di 3.a .
0,30
0,24
0,33
Detto di.
PASQUALE D'IN LI,
—
4,—
g«ente
resp.
Il sig. Flamini° del Rosso Tanucci proprietario dei beni situati nel luogo detto Cerretalli, in comune di Capaanoli, provino ia di
Pisa, valendosi dei diritti spettantigli dalle vi
genti leggi inibisce a chicchessia d' introdursi
SU detti beni. per esercitarvi la caccia, sia
eott fucile, reti, od altro.
-
r
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più alta, quella delle glorie del nostro paese.
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— PAOLO MANTEGAllA, La inia Mamma. — RUGGERO BONGHI L'Evangelo di san Matteo. -- G. B. LICATA, In .Affrica. — GUELFO CAVANNA, I parassiti della casa. — ENRICO GIGLIOLI, Il cane e il gatto. — STEFANO SOMMIER,
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Lascio a totale profitto del mio caro figlio Ernesto, il segreto per
la fabbricazione del mio Liquore di Pariglina ».
Brano dell' Istrumento col quale Giovanni Mazzolini accetta il lest(;mento paterno. Rogito Lucarelli in data 8 aprile 1868.
« . . . . . ed infine si obbliga di riconoscere siccome fin da ora riconosce
il suo fratello Ernesto qual unico EREDE DEL SEGRETO ED UNICO AVENTE IL
DIRITTO allo smercio del Liquore di Pariglina ». (Firmato) Giovanni Mazzolini farmacista in Roma.
Illustri Clinici quali il Mazzoni, Ceccarelli, Laurenzi e ROSSOni
Roma, Concato di Torino, Federici di Palermo, ora in Firenze, Gambe rini,
Verardini e Galassi di Bologna, Olivieri di Napoli, Barduzzi di Pisa adottano e raccomandano la Pariglina di Gubbio. È questo il più grande e vero
elogio di un medicamento!
Pariglina del Mazzolini di Gubbio mi giovò assai nelle
artriti ricorrenti e croniche. Prof. CONCATO ».
Debbo lodarmi assai della Pariglina di Gubbio nelle affezioni
erpetiche scrofolose, ed in particolar modo nella sifilide. La riconobbi per
il migliore dei depurativi. Prof. GAMBERINI ».
Da molto tempo esperimento la Pariglina del Mazzolini (7i
Gubbio con ottimo effetto nella sifilide e nell'artrite cronica. Prof. FEDERICI ».
Si ebbero brillanti resultati nella cura del reumatismo articolare cronico con la Pariglina del Mazzolini di Gubbio. (Da un rapporto
del Prof. ROSSONI della Clinica di Roma che ne fece gli esperimenti per ordine di S. E. il Ministro dell'Istruzione pubblica Prof. Comm. BACCELLI ».
Ottenni felici risultati nella cura della gotta e della scrofola ereditaria con il pregievole Liquore di Pariglina di Ernesto Mazzolini di Gubbio. Prof. ZAZO ».
Spontanei ed autentici attestati di gratitudine da genitori che ebbero
guariti i loro cari figli da linfaticismo e scrofola, con l' uso del Liquore
Pariglina. Gratis l'opuscolo Documenti. Garantito privo di preparati mercuriali (analisi dell'illustre Prof. GUERRI).
Rivolgersi al R. Stabilimento Ernesto Mazzolini Gubbio (Umbria). Si vende
lire 9 la bottiglia intera e lire 5 la mezza. Due bottiglie intere lire 1s o
quattro bottiglie (necessarie per una cura radicale) lire 32 franche d'ogni spesa.
Deposito esclusivo in Pisa: R. Farmacia Rossini e nelle principali Farmacie (Vit.:dia
alle quali si abbia sempre l'avvertenza di domandare - PARIGLINA MAllOLINI GUBMO.
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Anno XX1I, »unì. 51. E1()731 FIN I €A 27 giugno 1SS6. NOT l`AIA R, IO