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ALTA TUSCIA
Acquapendente
Dinamica e
intraprendente
A 420 m di altitudine, situata sul
margine di un ripiano che scende ripido a nord-ovest nella valle
del fiume Paglia, Acquapendente è una vivace cittadina di circa
6000 abitanti, dinamica e decisa
a far valere tutte le proprie ricchezze - naturali, culturali e turistiche, che poche non sono - nonché
quelle dell’Alta Tuscia
nel suo complesso.
Non a caso hanno qui
la loro sede la
Comunità Montana dell’Alta
Tuscia Laziale,
22
il Centro visite e la Direzione della Riserva Naturale Monte Rufeno (vedi p. 32).
Una posizione
davvero strategica
Sulle sue origini non esistono notizie certe: fu probabilmente un
centro etrusco, poi abitato dai
La torre
dell’Orologio
(detta anche
del Barbarossa),
sullo sfondo
della pineta.
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Romani, quindi distrutto dai Longobardi. Se ne hanno notizie certe invece a partire dal IX-X secolo,
perché il centro, probabilmente
sorto, o risorto, intorno alla pieve
di Santa Vittoria, rappresentava
una tappa lungo il percorso di
pellegrinaggio della via Francigena (vedi pag. 42) e questa
ubicazione sull’importante
strada medievale ha costituito il motivo determinante per lo sviluppo economico e urbanistico, di impianto
medievale, del borgo. Questo viene citato nei documenti nell’anno
964, per la presenza dell’imperatore Ottone I, ed è a tale periodo
2INFORMAZIONI
Il Centro Visite Riserva Naturale Regionale Monte Rufeno, sito nella torre Julia de Jacopo, di fronte alla Cattedrale,
lungo la via Cassia (tel. 0763
733642, aperto tutti i giorni dalle
9,30 alle 12,30e dalle 16 alle 19) è
veramente una fonte inesauribile di informazioni
per tutto il territorio dell’Alta Tuscia. Ma non è
solo questo. Gestito con
entusiasmo, soprattutto
da persone giovani e intraprendenti, è un centro di iniziative naturalistiche, culturali e
sportive per tutto l’arco dell’anno. L’opuscolo “100 Week-end”,
in distribuzione presso il centro
stesso insieme con altro materiale illustrativo in gran quantità, riporta il calendario annuale di
tutte le iniziative, che sono veramente varie e interessanti. Nel
centro sono anche in vendita
prodotti tipici, alimentari e artigianali, di tutto il territorio.
La Pro Loco di Acquapendente si trova invece in via Rugarella 10, tel. 0763 711228.
23
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che si fa risalire la fondazione della basilica del
Santo Sepolcro. Passò poi
agli Svevi e quindi entrò a
far parte del Marchesato di
Toscana, finché, per donazione di Matilde di Canossa,
passò alla Santa Sede. Sempre conteso fra Papato e Impero,
divenne libero Comune a partire
dal XII secolo. La tradizione vuole
che la ribellione al dominio del
governatore imperiale e la distruzione del castello avvennero in
seguito al miracolo della Madonna del Fiore (vedi pag. 30) nel
La basilica del Santo Sepolcro
la cui fondazione risale al
tempo dell’imperatore Ottone I.
1166. La costruzione delle mura
di cinta, di cui rimangono ancora
visibili alcuni resti, risale probabilmente a questo periodo.
Superata la confusione
che, nel corso del XIV
secolo, coinvolge tutti
i territori della Chiesa,
a causa dell’esilio dei
papi ad Avignone, Acquapendente consolida la propria libertà
cittadina nel 1443
divenendo sede di diocesi sotto il
papato di Innocenzo X. Il nucleo
urbano, andato sempre più
24
espandendosi e sviluppandosi, si arricchisce,
durante i secoli XV e XVI,
di bei palazzi sulla piazza e sulle vie principali.
Un itinerario
di visita
al centro storico
Lungo la via Cassia numerose
sono le vie d’ingresso al paese,
ma la più classica è quella che
parte dalla Cattedrale (San Sepolcro), all’altezza della quale,
dall’altra parte della via Cassia,
si trova anche la torre medievale Julia de Jacopo, porta
delle antiche mura e ora sede
del Centro Visite.
Lasciata la chiesa, a destra si
può salire alla pineta dalla
quale svetta la torre dell’Orologio detta anche del Barbarossa, poiché infatti è ciò che
resta del castello imperiale, del
secolo XII. Oppure, sempre dalla Cattedrale, si può seguire la
via Roma, lungo la quale si trova dapprima il palazzo vesco-
★ CITTADINI ILLUSTRI
La statua che domina l’omonima piazza, o piazza del Comune, è dedicata a Girolamo Fabrici, detto Fabrizio d’Acquapendente, che qui nacque nel 1533. Egli fu insigne medico-chirurgo e
anatomista, ideatore di
diversi attrezzi chirurgici.
Un altro illustre nativo di
Acquapendente è lo
scrittore Giovan Battista Casti (1724-1803),
abate poeta, che prestò la sua
opera presso varie corti europee
e fu nominato poeta cesareo.
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La basilica del Santo Sepolcro
I TEMPI DELLE CROCIATE E LE PIETRE DI GESÙ
In epoca medievale, Acquapendente fu anche importante nodo
di passaggio per i Crociati e per i
pellegrinaggi in Terra Santa e forse, annessa alla basilica, vi fu anche
una casa di Cavalieri Templari. È
possibile conoscere l’intera storia
della basilica, divenuta cattedrale
dopo la distruzione di Castro nel
1649, analizzando i sei pannelli che
ornano i tre piloni a sinistra della navata centrale, dopo aver superato l’antico portale di pietra che costituisce l’ingresso principale. Tali pannelli, di
cotto bagnati in rame, mostrano l’arrivo della regina Matilde di Westfalia,
madre di Ottone I il Grande (cui la tradizione attribuisce la fondazione della basilica stessa), scene di soldati e cavalli in partenza per una crociata, la
consacrazione della chiesa da parte di papa Eugenio III nel 1149 e, infine,
la distruzione di gran parte dell’edificio durante l’ultimo conflitto mondiale. La chiesa, infatti, costruita originariamente in forme romaniche, accanto all’abbazia benedettina del Santo
Sepolcro (documentata fin dal 1025),
ha subito numerosi rifacimenti.
L’imponente facciata è fiancheggiata da due campanili. Grandioso interno a croce latina a tre navate divise da pilastri, con il
transetto e l’abside sopraelevati; contiene pregevoli opere, fra le
quali due bassorilievi (Vittoria di San Michele
sul drago e Viaggio di Tobia guidato dall’arcangelo Raffaele) della scuola
di Agostino di Duccio (1418-1481) e, in fondo al transetto destro, una pala
d’altare in terracotta invetriata, opera di Jacopo Beneventano (1522), restaurata con aggiunte (Ultima Cena) da G. B. Troiani (1881). Nell’abside ricchissimo coro ligneo seicentesco.
UNA CRIPTA DA NON PERDERE
Ma il vero gioiello della basilica è la cripta che costituisce per il gioco di colonne e archi e per la sua antica origine (secolo IX) uno degli esempi più
caratteristici e importanti di cripte romaniche in Italia, monumento nazionale dal 1895. Occupa lo spazio sottostante il transetto e l’abside; le 24
colonne che la costituiscono suddividono la pianta in 9 piccole navate e
reggono, con ricchi capitelli romanici, volte a crociera gotiche. Ai muri, alcuni affreschi del XIII secolo. Al centro della cripta, una doppia scalinata,
scavata nella pietra, permette di
raggiungere il sacello a forma di
piramide rettangolare, riproducente il Santo Sepolcro di Gerusalemme, con la presenza nel tabernacolo interno, di pietre incastonate che, secondo la tradizione,
sarebbero state bagnate dal sangue di Gesù durante la Passione.
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★ L’ITINERARIO DELLE
PIANTE IN CITTÀ
Curiosità della piazzetta del Rigombo sono i pannelli in ceramica colorata, appesi al muro
subito dietro le
fonti, che illustrano un itinerario cittadino abbastanza particolare: le piante che
crescono nel centro urbano. Ogni
stazione del percorso è a sua volta contrassegnata da una formella o piastrella sempre in ceramica smaltata.
architravate; all’interno ospita
un grande giardino. Più oltre è la
piazzetta con la chiesa di San
Francesco, precedentemente
intitolata a Santa Maria, originariamente gotica, dal
bel portale trilobato
con tracce di protiro e
campanile cinquecentesco isolato a due
piani di monofore e
uno di bifore. Nell’interno, a una navata,
ospita un crocifisso ligneo del XIII
secolo, 14 statue lignee di ottima fattura del 1751 e interessanti affreschi seicenteschi.
vile, sede episcopale dal 1649
al 1986, quindi il portale d’ingresso alla chiesetta di
Sant’Antonio Abate e Santa
Caterina, della fine dell’800.
Immediatamente dopo, si rasenta la fiancata della chiesa di
Sant’Agostino, la fondazione
e la costruzione della quale, insieme con l’annesso convento
degli Agostiniani, risale al
1290. La chiesa attuale risente La torre medievale Julia de
fortemente delle trasformazio- Jacopo, sede del Centro Visite.
ni e ristrutturazioni barocche
del ‘700, mentre il chiostro e il
Da qui, oltrepassando l’ospedaportale hanno mantenuto il lole civile, di antiche origini, si può
ro carattere cinquecentesco.
raggiungere la via G. Marconi
Si continua nella via C. Battisti,
dove si trova la chiesa di San Lodove si inconrenzo, comtra, al n. 39, il
pletamente ripalazzo Vicostruita, e riscontini di Ipdiscendere il
polito Scalza,
corso verso il
rinascimentacentro cittadile, con ricco
no, pervenenportale a budo così alla vagne e un piasta piazza coScorcio di Acquapendente.
no di finestre
munale, dove
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ALBERGHI, RISTORANTI E AGRITURISMI DI ACQUAPENDENTE
y ALBERGHI
C AGRITURISMI
**Aquila d’Oro, SS. Cassia km 133,
cap 01021, tel. 0763 734175, fax
0763 730022, e-mail: [email protected]. A 300 metri dal paese, con
bar, ristorante e parcheggio.
**La Ripa, via Cantorrivo,
cap 01021, tel. e fax 0763
730136. Nel centro storico, con bar e ristorante.
**Toscana, piazza Nazario
Sauro 5, cap 01020, tel. 0763
711220, fax 0763 733603. Nel centro storico, con bar e ristorante.
*Il Borgo, via Porta S. Angelo 1-3-5,
cap 01020, tel. 0763 711264. 16 camere con e senza bagno, con bar, ristorante e parcheggio.
A Torre Alfina:
**Nuovo Albergo Castello, via
Cardarelli 6, 01020 Torre Alfina, tel. e
fax 0763 716106. Dotato di piscina,
camere con tv, giardino e parcheggio,
bar e ristorante.
G RISTORANTI
Aquila d’Oro, nell’omonimo albergo, 300 coperti in terrazza con veranda coperta, chiuso il giovedì; cucina
locale con zuppe, grigliate, piatti tipici; la sera anche pizzeria.
Toscana, nell’omonimo albergo, 80
coperti in un ambiente rustico curato, chiuso il mercoledì; cucina tradizionale.
La Ripa, nell’omonimo albergo.
Il Borgo, nell’omonimo albergo, 60
coperti in ambiente rustico nel centro
storico, chiuso il martedì; cucina tradizionale, anche pizzeria.
Al Pugnalone, via Pier Antonio Salimbeni 1, tel. 0763 711252, fax 0763
731287; 90 coperti in ambiente gradevole nel centro storico, chiuso il
mercoledì; cucina tipica con prodotti
locali, anche pizzeria.
La Capannaccia, loc. Santa Maria,
tel. e fax 0763 716121;
trattoria familiare in area rurale, con possibilità di mangiare all’aperto e parcheggio, chiuso il martedì.
***Il Buonumore, SS Cassia km 130,
tel. e fax 0763 733508; 8 appartamenti
e 9 camere con ristorante, numerose
strutture sportive, piscina, equitazione,
giardino e parcheggio.
***Il Palluccaro,
loc. Palluccaro, tel.
0763733501-733051,
fax 0763 711291; in
un casolare di fine ‘800
ristrutturato, 4 appartamenti
in collina, con ristorante, giardino e parcheggio.
*** Podernuovo, via Falconiera 73,
tel. 0763 734679, fax 0763 733858; 3
appartamenti in collina, senza ristorante, con piscina, giardino e parcheggio.
*** Pomantello, loc. Pomantello,
Torre Alfina, tel. e fax 0763 716092;
3 appartamenti in un casale seicentesco ristrutturato in collina, senza ristorante, con campo di tiro con l’arco,
giardino e parcheggio.
***Le Querce di Campocane, loc.
Campocane, Trevinano, tel. e fax
0578 53714; 3 appartamenti in collina, senza ristorante, con piscina,
equitazione, campo di tiro con l’arco,
giardino e parcheggio.
***Il Tesoro, loc. Il Tesoro, Torre Alfina,
tel.e fax 0763 716045; in aperta campagna 3 appartamenti, senza ristorante,
con piscina, giardino, parcheggio.
** Le Crete, loc. Le Crete, tel. 0763
734216, fax 0763 734618; 6 appartamenti nella valle del fiume Paglia,
senza ristorante, con giardino.
Sant’Angelo, tel. 0763 734738.
La Sbarra, tel. 0763 733860.
Il Cerqueto, tel. 0338 2416797.
B BED AND BREAKFAST
Podere Copertone, via Cassia km
139, tel. 06 6876159.
Casale il Pero loc. Trevinano, tel.
0763 717104.
Murera, via Predio S. Anna
150, tel. 0763 733694.
San Giovanni Battista,
via Predio S. G. Battista, tel.
0763 734756.
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q ARTIGIANATO E CENTRI
COMMERCIALI
Ad Acquapendente i negozi non
mancano, bar, gelaterie, birrerie,
si trova di tutto; ci sono anche
due supermercati (B.G.B. e Coop).
La tradizione dell’arte della ceramica si ritrova sulla Statale Cassia
al km 136 da Bama di Polacco
Sergio (tel. 0763 734383) e da
Olimpia, al km 136,300 (tel. 0763
732008). Una vaseria anche al km
129,500, alla ditta Sabatino Cica
(tel. e fax 0763 734028) e ferro
battuto presso Ronca in via Onanese. Prodotti tipici locali, fra i
quali spiccano il farro del Pungolo, cereali, funghi, miele, biscotti
all’anice, si possono trovare oltre
che presso il Centro Visite della
Riserva del Monte Rufeno, anche
dal Buongustaio, alla Norcineria in via S. Vittoria 1, all’Agricola Alta Tuscia in via Cantorrivo 7 (tel. 0763 734064).
Sempre in via Cantorrivo, pesce da Puri
Biagio o Sassara;
miele da Rovai Anna Maria in via De
Gasperi 14, olio
presso il Frantoio
di Bandiera Claudia in via Raffaello 23 (
tel. 0763 733127).
sono il monumento a Fabrizio
d’Acquapendente di Tito Sarrocchi (1888), e il neoclassico palazzo comunale, a portico terreno. Sulla piazza prospettano anche altri eleganti palazzi dai solenni portali: al n. 8, di fronte alla
chiesa di Santo Stefano rifatta
dopo la seconda guerra mondiale, palazzo Benci-Caterini, al n.
3 palazzo Savini-Costantini, al
n. 6 palazzo Petrucci-Piccioni.
Lasciata la piazza e procedendo
verso sud, si giunge alla piazzetta
28
La casa di riposo San Giuseppe.
denominata piazza e fonte del
Rigombo, per la presenza di una
serie di fontane lungo uno dei
muri perimetrali. Proseguendo si
giunge alla chiesa di Santa Vittoria che ospita la statua lignea
della Madonna del Fiore che
viene portata in solenne processione
ogni anno alla
festa del 15
maggio. Più
oltre si passa
per la piazza
della Costituente, con un
bel giardino e il
palazzo del Teatro.
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CONVENTI E MONASTERI
Ai margini nord-ovest del centro
urbano, sul colle denominato
“poggio del massaro”, è ubicato il
monastero di clausura di Santa
Chiara: probabilmente eretto sulla
base di un’antica fortezza medievale, ospita l’ordine delle Clarisse
fin dal 1333. Fra le attività svolte
dalle monache, finissimi
ricami e la confezione
delle ostie per tutta la
zona pastorale. Ai
margini nord-est, invece, l’antico palazzo
I dintorni di
Acquapendente
Le due frazioni di Acquapendente, Trevinano e Torre Alfina
con il bosco del Sasseto, meritano entrambe una visita, anche
perché si trovano poco distanti
dagli ingressi principali alla Riser-
Sopra: il fiume Paglia. Sotto:
Torre Alfina, adagiata intorno
al suo scenografico Castello
iniziato nel 1535 da Ascanio Sforza
(in quel periodo gli Sforza furono
signori della città) e poi divenuto
convento dei Minori Osservanti, è
oggi proprietà del Comune e ospita la casa di riposo per anziani
San Giuseppe. Il convento dei
padri Cappuccini si trova invece
nella parte sud, al di là della Cassia,
sul poggio sopra la valle Citerna. La
strada che conduce al convento è
lastricata con pietre di Bagnoregio
e lungo di essa sono situate le
stazioni della Via Crucis.
★ IL PONTE GREGORIANO
E IL FIUME PAGLIA
Il fiume Paglia nasce dal monte
Amiata e si getta dopo 86 km di
percorso nel Tevere nei pressi di
Orvieto. Nel territorio acquesano
la valle in cui scorre può essere osservata da diversi punti panoramici. Suggestivo è il ponte in pietra a 6 archi che lo scavalca, fatto
costruire sulla base di un precedente ponte in legno, da papa
Gregorio XIII nel 1578. Si trova circa 4 km a nord del centro abitato
di Acquapendente, raggiungibile
dalla via Cassia all’altezza del km
136 per la stessa deviazione della
strada che conduce all’ingresso
della Riserva di monte Rufeno.
va naturale Monte Rufeno, la prima dalla parte nord, la seconda
da quella sud.
Torre Alfina
Il paese di Torre Alfina si sviluppa intorno al Castello da cui ha
avuto origine. La storia racconta
che con la calata di Carlo Magno
nell’809, quattro fratelli al suo
seguito si stabilirono nell’Italia
centrale e uno di loro, fermatosi
ad Orvieto, avrebbe dato origine
alla famiglia dei Monaldeschi.
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ACQUAPENDENTE
f FESTE, FIERE, SAGRE E MANIFESTAZIONI
Numerosissimi e molto speciali sono gli appuntamenti con la tradizione. L’antica Festa di Sant’Antonio Abate protettore degli animali, che si svolge il 17 gennaio
con corteo di carrozze e animali
infiocchettati coincide con l’inizio
del Carnevale, evento di origini
antichissime e tenuto in grande
considerazione dagli acquesiani.
Per l’occasione si allestiscono
grandi carri allegorici che sfilano
accompagnati da tantissime maschere e si conclude con un grande falò. Ma la ricorrenza più particolare è la Festa di Mezzomag-
gio in ricordo del miracolo della
Madonna del Fiore, con l’antica
tradizione dei Pugnaloni. In estate,
numerose le iniziative che si rinnovano ogni anno per intrattenere i
turisti, come quella del Viaggio
nella civiltà contadina, con la ricostruzione nel centro storico di
ambienti agricoli e artigianali di
una volta, spettacoli, musica e balli. Segue a fine agosto la Festa patronale di Sant’Ermete, tra concerti, bancarelle e fuochi d’artificio.
• Festa di Sant’Antonio Abate: 17
gennaio.
• Carnevale:
dal 17 gennaio al martedì grasso.
• San Giuseppe: 19 marzo,
con la preparazione delle tradizionali frittelle
di riso.
• Madonna
30
della Quercia: terza domenica dopo
Pasqua, a Trevinano.
• Festa di Mezzomaggio: terza
domenica di maggio.
• San Bernardino: 20 maggio, a
Torre Alfina.
• Sant’Antonio da Padova: 13
giugno, processione con coloratissime infiorate.
• San Lorenzo: 10 agosto, a
Trevinano.
• Sant’Ermete Patrono: 28 agosto.
• Madonna del Divino Amore:
prima domenica di settembre, a
Torre Alfina.
• Scarpinata a Monte Rufeno:
settembre.
• Fiera di mezzomaggio: 15 maggio.
• Fiera di Sant’Ermete: 30 agosto.
• Giorno di mercato: venerdì.
I PUGNALONI
I pugnaloni sono grandi pannelli
istoriati di petali di fiori e foglie (evoluzione degli antichi pungoli che
erano strumenti contadini che venivano infiorati e portati in processione) e rappresentano il principale elemento folcloristico dell’antichissima
festa della Madonna del Fiore o di
Mezzomaggio; le origini risalgono
alla liberazione nel 1166 dal tirannico governatore di Federico Barbarossa. Il miracoloso rifiorire di un ciliegio secco preso a simbolo di oppressione degli acquesani fu il segnale della protezione della Madonna e lo stimolo alla rivolta. I pugnaloni
che vengono
rinnovati
a
ogni festa, restano esposti
per tutto l’anno nella basilica del Santo
Sepolcro.
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ACQUAPENDENTE: I DINTORNI
★ PER GLI APPASSIONATI
DI MOTOCROSS
Poco sotto il paese di Trevinano si
trova un crossodromo dove
ogni anno, il 1° maggio, si svolge una importante gara nazionale.
Questi controllavano molti castelli della zona circostante, compreso Torre Alfina. Dopo numerose vicende
nel corso della storia, nel 1881 il
castello fu acquistato e salvato
dalla rovina dal marchese Edoardo Cahen: a lui e al figlio, si deve
il restauro e l’abbellimento dell’edificio ripristinato nelle forme
medievali e arricchito da preziose opere artistiche. A Torre Alfina ci sono due chiese, quella
della Madonna del Santo
Amore all’entrata del paese, e
G
I RISTORANTI DI TORRE
ALFINA E TREVINANO
A TORRE ALFINA:
Il Castello
via Vincenzo Cardarelli, 6
tel. e fax 0763 716106.
Ambiente rustico a due passi dalla
Riserva del monte Rufeno, con possibilità di mangiare su una terrazza coperta; specialità funghi e cinghiale,
zuppe di farro o di legumi biologici
della zona. È anche albergo con 11
camere (vedi pag. 27).
Torremare, tel. 0763 716102.
Monte Crocione,
tel. 0763 716066.
A TREVINANO:
Da Gianfranco
via Bourbon del Monte, 39
tel. e fax 0763 717042.
Trattoria, pizzeria di fronte al castello,
con possibilità di gustare anche all’aperto un’ottima cucina casalinga, bici
fatti a mano e pappardelle. Prossimo
alla Riserva del monte Rufeno.
la parrocchiale di Santa Maria
Assunta in piazzale Sant’Angelo. Nella prima ogni anno a settembre si celebra una grande
festa in ricordo della solenne
traslazione dell’effigie della Madonna avvenuta nel 1761. A
poche centinaia di metri dal
centro abitato si trova invece
l’antico parco del castello,
denominato il bosco del Sasseto, un’emergenza naturalistica di grande interesse, contraddistinto dalla presenza di
imponenti alberi secolari.
Un angolo di Trevinano.
Trevinano
Circa 15 km a nord del capoluogo si trova il piccolo centro di Trevinano, di probabile origine etrusca. Fu anch’esso dominio dei
Monaldeschi come testimonia lo
stemma ancora presente sul portale del Castello di origine medievale (proprietà privata). Da segnalare inoltre due chiese: la Parrocchiale, presumibilmente eretta in epoca rinascimentale, contiene all’interno tele del XVI e XVII
secolo; la chiesa della Madonna della Quercia si trova a 1 km
dal paese scendendo verso il fiume Paglia, a memoria del miracolo dell’apparizione della Madonna sui rami di una quercia (conservati all’interno), come riporta
un manoscritto del 1782.
31
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2INFORMAZIONI
Centro Visite
Torre Julia de
Jacopo, via Cassia,
tel. e fax 0763 733642.
Numero verde:
800-411834;
e-mail:
[email protected]
Aperto tutti
i giorni 9,3012,30; 16-19.
Punto vendita
dei prodotti della
Riserva e biologici.
2NUMERI DI
TELEFONO UTILI
Direzione
della Riserva,
tel. 0763 733442;
fax 0763 731215.
e-mail:
[email protected]
http://www.parks.it
/riserva.monte.
rufeno
Comune di
Acquapendente,
tel. 0763 73091.
Comando
Stazione
Forestale,
tel. 0763 74180.
G RISTORANTE
E ALBERGO
La Monaldesca
Tel. e fax
0763 717078
e-mail:
lamonaldesca@
tin.it;
all’interno
della Riserva,
ingresso n. 1.
32
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La Riserva Naturale
Tra boschi e cascate
La Riserva Naturale Monte
Rufeno, istituita nel 1983,fa
parte del sistema delle aree
protette del Lazio e si estende su 2890 ettari nel territorio del Comune di Acquapendente al confine
con Umbria e Toscana. È attraversata dal fiume Paglia
e dai suoi numerosi affluenti, che a volte formano allegre cascate, come quella
dell’Acquachiara, ed è caratterizzata dalla presenza
di boschi che ricoprono una
superficie collinare fra i 210
e i 780 metri di altitudine.
Le possibilità che si offrono
al visitatore in questa Riserva sono veramente tante e
offerte con un’ottima organizzazione.
Natura e cultura: a piedi,
a cavallo o in bicicletta
L’accesso e la circolazione
all’interno della Riserva sono liberi a tutti da un’ora
prima dell’alba a un’ora dopo il tramonto. Si possono
effettuare escursioni a piedi lungo i sentieri a proprio
piacere, ma esistono anche
percorsi natura particolarmente studiati e descritti
nei vari opuscoli disponibili
presso il Centro Visite, contraddistinti da un colore e
ben segnalati. Esiste un
centro di turismo equestre, di noleggio biciclette, un campeggio, aree di
pic-nic e 5 casali ricettivi
Il paesaggio di colline e
per complessivi 110 posti. È
presente inoltre un Centro
di educazione ambientale e il Museo del Fiore.
Nella Riserva si organizzano
escursioni guidate, weekend tematici, settimane verdi, soggiorni per ragazzi,
campi scuola e i prezzi sono
davvero molto contenuti.
Nei vecchi casali
ristrutturati
La Riserva è caratterizzata
dalla presenza di vecchi casali un tempo abitati e oggi
testimonianza di un’antica
tradizione architettonica.
Ne sono stati censiti 32 di
cui 9 sono stati ristrutturati.
Monaldesca. L’“osteria
della montagna“ è un’ottima trattoria in ambiente rustico, circondata dal parco,
con 70 posti al chiuso e 40
all’aperto. Cucina genuina
con prodotti biologici locali. Nel casale perfettamente
ristrutturato c’è anche possibilità di pernottamento in
stanze con bagno. Noleggio biciclette.
Tigna. “Una casa nel bosco”:
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Monte Rufeno
boschi della riserva.
così vien definita per la sua
collocazione in mezzo a
una pineta. Vi si trovano 11
stanze con bagno, per un
totale di 36 posti letto; cucina disponibile su richiesta.
Palombaro. “A cavallo di
tre regioni”, perché ospita il
centro di turismo equestre all’incrocio di
tre regioni, Lazio, Umbria, Toscana. A disposizione 16 posti
letto in 6 stanze,
e una club house.
Sambucheto. “Insieme nella natura”, è l’ostello a due camerate con
16/18 posti letto, bagni in
comune, cucina e refettorio.
Oltre a questi centri ricettivi,
da citare il casale Marzapalo dove si trova il Centro
Studi, il Felceto dove si
può visitare la ricostruzione
ambientale della civiltà contadina fin dagli inizi del ‘900
e il casale Giardino che
ospita il Museo del Fiore.
Un museo tutto per i fiori
Situato all’interno della Ri-
serva a 2 km da Torre Alfina, come in un racconto, il
Museo del Fiore introduce il visitatore nel mondo
del fiore, illustrando l’ecologia e l’evoluzione delle
piante, i loro rapporti con il
mondo animale e con il
mondo dell’uomo. Particolare attenzione è stata posta ai mezzi di comunicazione: i giochi, gli strumenti
interattivi e multimediali
consentono una continua
verifica da parte del visitatore lungo il percorso museale; i laboratori, la ludoteca e la sala proiezioni completano le potenzialità didattiche della struttura.
Una sezione del museo
è dedicata ai “Pugnaloni”(vedi
pag. 30) testimonianza del legame che unisce
la popolazione di
queste terre ai fiori. Il museo è aperto tutti i giorni festivi e prefestivi dalle 10 alle
13 e dalle 15 alle 19 in estate; dalle 10 alle 17 in inverno; gli altri giorni visite su
prenotazione. Per informazioni: tel. e fax: 0763 733642,
numero verde: 800-411834,
e-mail: [email protected],
http://www.comuneacquapendente.it/museodelfiore/. Direzione Museo: tel.
0763 7309224, fax 0763
711215, e-mail: [email protected].
COME ARRIVARCI
La Riserva si trova
all’altezza
della strada statale
Cassia tra Viterbo
e Siena al km 136
e si raggiunge
seguendo
le indicazioni per
Acquapendente.
Per accedere alla
Riserva vi sono
6 ingressi, di cui
4 solo pedonali
e due (dalla parte
di Torre Alfina)
anche carrabili;
Chi ha prenotato
soggiorni
all’interno
della Riserva può
accedere con
la propria auto.
IL BOSCO
E I SUOI ABITANTI
Flora e fauna,
grazie alla
particolare
collocazione
geografica
di monte
Rufeno, vi sono
particolarmente
ricche. Tra le
più particolari
specie floreali
si segnalano
le numerose
orchidee, il giglio
rosso, il narciso
dei poeti,
e l’erba scopina.
Numerosissimi
anche gli uccelli,
rapaci diurni e
notturni, picchi,
cince, tordi e,
tra i mammiferi,
l’istrice, il tasso,
la martora,
il cinghiale
e il capriolo.
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ALTA TUSCIA
Proceno
L’estremo nord
della Tuscia
Distante 7 km a nord di Acquapendente, Proceno è un pittoresco villaggio che sorge a 418 m,
in una splendida posizione panoramica, su un’altura ai confini fra
Toscana e Umbria e che una leggenda vuole fondato dal re etrusco Porsenna. La sua origine an-
2INFORMAZIONI
Pro loco, piazza della Libertà
1, tel. 0763 710003.
La Rocca medievale svetta
tica è dimostrata dal ritrovamento di sepolcreti etruschi e reperti
archeologici, a circa 2 km dal
paese. Nell’anno Mille, per via
della sua posizione strategica, fu
dotato di una rocca. Visse, nel
XIV secolo, un periodo di fioritura grazie alla vicinanza con la potente città di Siena e venne assegnato nel 1400 agli Orsini di Pitigliano, prima di passare alla signoria degli Sforza.
★ A CENTO MIGLIA
La frazione di Centeno, il cui
nome deriva dall’essere situata
al centesimo miglio sulla consolare Cassia, partendo da Roma,
fu fino al 1870 sede della dogana
pontificia, essendo il luogo al
confine con la Toscana.
dedicato alla dea Cerere. Conserva affreschi della scuola degli Zuccari. La chiesa gotica di San
Martino già esistente nel 1250 è
Chiese, castelli, palazzi
ricca anch’essa di affreschi del
Prima di giungere al centro stori‘300 e ‘400, di scuola orvietana.
co, si incontra la chiesetta di
Entrati nel nucleo più antico delSanta Maria del Giglio (così
l’abitato si incontra la piazza dochiamata per l’apparizione della
ve sorge il palazzo degli Sforza
Vergine con un giglio in ma(1535), pregevole cono, a una pastorella dustruzione con portale
rante la dominazione
bugnato, maestoso
degli Sforza), sorta
nonostante parprobabilmente cozialmente dirocme edicola di stile
cato, con qualche
Lunetta sopra il portale
gotico sopra un
ambiente interno
della Parrocchiale.
tempietto etrusco
decorato da af34
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pittoresca fra le case di Proceno, in posizione panoramica.
freschi cinquecenteschi, soffitti a
cassettoni dipinti e bei camini. Di
fronte al palazzo si trova il Municipio, a fianco del quale, inoltrandosi verso il paese, una scaletta in
discesa conduce al Museo della
Civiltà Contadina con oltre 2000
reperti. Museo e palazzo sono visitabili su richiesta al Comune.
Subito dopo la strada si biforca:
scendendo a destra si raggiunge
la Rocca, imponente esempio di
fortificazione alto-medievale,
★ L’AGLIO ROSSO
Nella zona intorno a Proceno
si pratica la coltivazione di
un aglio particolare, l’aglio
rosso di Proceno, dal sapore
molto forte e dal profumo
molto intenso. Esso vanta inoltre buona digeribilità e grande attitudine alla conservazione. All’aglio è dedicata anche una sagra che si svolge durante la prima metà di agosto.
con tre torri e maschio quadrati;
recentemente restaurata, ospita
attualmente un centro agrituristico. Una volta al mese la proprietaria ne concede la visita al
pubblico. Proseguendo oltre la
Rocca si esce dal paese e si raggiunge la chiesa di Santa Maria
della Neve, nei pressi della quale
si trova il cimitero. Di origine cinquecentesca, con facciata a capanna e bel portale scolpito sopra il quale si vede lo stemma in
pietra del paese (il maiale di Porsenna e le chiavi di San Pietro).
Continuando invece a sinistra,
dalla piazza principale, si sale alla
Parrocchiale, chiesa del SS.
Salvatore, di fondazione gotica ma successivamente trasformata, che conserva della
costruzione originale un bel
portale cuspidato con decorazioni in terracotta e la
struttura interna, con un arcone ogivale all’inizio del presbi35
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PROCENO
GLI AGRITURISMI E I RISTORANTI DI PROCENO
C
AGRITURISMI
*** La Rocca, corso Regina Margherita 155, tel. 0763 710072710367, fax 0763 710072; nel castello di Proceno, 7 appartamenti in
affitto, con ristorante, giardino, piscina e parcheggio.
***Borgo al Centine, loc. Centeno, tel. e fax 0763 732192; affitto di
5 appartamenti, senza ristorante, con
piscina, giardino e parcheggio.
**Fattoria Franciola, loc. Franciola, tel. e fax 0763 710035, e-mail:
[email protected].
Sulla sommità di una collina, affitta 6
appartamenti e una camera, con ristorante solo per gli ospiti, campo
bocce, giardino e parcheggio.
** Il Molino, loc. Il Molino, tel. 0763
710267, fax 0763 710036; prossimo
alla Riserva del Monte Rufeno, 2 appartamenti, senza ristorante, con piscina, giardino e parcheggio.
**Il Paglia, SS Cassia km 138,5, tel.
0763 734471; lungo le rive del fiume
Paglia, 3 appartamenti e 1 camera,
senza ristorante, con giardino e parcheggio.
** Le Spighe, SS Cassia km 140, tel.
e fax 0763 734091, e-mail: [email protected]; nella valle del fiume
Paglia, ai confini con la Toscana, 3
appartamenti, senza ristorante, con
giardino e parcheggio.
Poggio Porsenna, tel. 0763 710066
G RISTORANTI
La Dogana, loc. Centeno, tel. e fax
0763 734092; trattoria con 30 coperti al chiuso e 30 all’aperto su una
terrazza con veranda; chiuso mercoledì. Cucina casalinga con piatti locali (cinghiale e funghi).
B BED & BREAKFAST
Oasis, loc. Bemaglia tel. 0763 710077.
terio: vi sono conservati alcuni affreschi staccati del secolo XIV, di
influsso senese; inoltre Martirio
di San Sebastiano, grande tela
settecentesca e una statua lignea
di San Rocco del secolo XVI.
f
FESTE, SAGRE
E MANIFESTAZIONI
• Festa di Sant’Antonio Abate:
17 gennaio con benedizione degli
animali e distribuzione del pane e
delle fave di Sant’Antonio.
• San Vincenzo Ferreri (uno dei
due patroni del paese): lunedì di
Pasqua, con processione.
• Madonna delle Piane: seconda domenica dopo Pasqua con
processione e bancarelle.
• Santa Agnese: 20 aprile, ricorrenza della badessa del convento
santificata per i numerosi miracoli.
• Sagra dell’aglio: dalla prima
domenica di agosto a Ferragosto,
festa e bancarelle in tutto il paese.
Nei mesi estivi sono numerose anche altre iniziative come la Rassegna del piccolo antiquariato
e la Mostra dell’artigianato.
36
L’oratorio di Sant’Agnese.
Proseguendo per la salita di
fronte alla Parrocchiale si raggiunge, nella parte più elevata
dell’abitato, la chiesa di Santa
Agnese, oratorio a pianta circolare, costruito nel 1879 sul
luogo del convento dove visse
per 22 anni Santa Agnese Segni, di Montepulciano: presso
la chiesa si trova ancora l’ulivo
che fu testimone di fatti miracolosi.
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ALTA TUSCIA
San Lorenzo Nuovo
In piazza come
a Copenaghen
quapendente, all’incrocio della
via Cassia con la Maremmana
La via Cassia, nel tratto che con(statale 74). Questa fortunata
giunge Acquapendente e Bolseposizione venne preferita nella
na, all’altezza del km 124, attraseconda metà del ‘700 a quella
versa nel suo bel mezdel vecchio paese
zo una piazza ottago(San Lorenzo alle
nale, passando daGrotte, di cui ora
vanti ad una imponon rimane più nulla
nente Chiesa. È il cuose non qualche rudere di San Lorenzo
re di un castello), siNuovo, interessante
tuato in una valletta
esempio di pianificapoco più a sud, a rizione urbanistica setdosso del lago in una
tecentesca, è la sua vazona dall’aria malsana
sta piazza, piazza Eue soggetta a periodiropa, dove sorge
che inondazione
appunto la cat- Lo stemma del Comune. In alto: e alla malaria. L’iveduta aerea della cittadina.
tedrale di SanLoniziativa fu prorenzo Martire. La
mossa da Pio VI,
cittadina si trova sul versante inallora tesoriere apostolico, che,
terno settentrionale del recinto
visti gli inutili tentativi di bonificacraterico del lago di Bolsena e
re la zona, indusse papa Clemendomina da un lato la conca lacute XIV a trasferire tutta la popolastre, dall’altro la pianura di Aczione in un luogo più salubre.
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SAN LORENZO NUOVO
2INFORMAZIONI
Pro loco, piazza Europa 30,
tel. 0763 727003;
e-mail: proloco.sanlorenzo@
tiscalinet.it.
Comune di San Lorenzo
Nuovo, piazza Europa 29, tel.
0763 727391;
e-mail: [email protected]
L’incarico del progetto fu affidato all’architetto Francesco Navone, il quale, con una visione moderna e innovatrice, sviluppò la
pianta del nuovo paese sul modello della piazza Amalienborg di
Copenaghen, a forma ottagonale, da cui si dipartono vie dritte e
larghe che si intersecano ad angolo retto.
Domina la piazza con i suoi 34
L’interno a navata unica della
Il Santissimo Crocifisso
N
ella sua cappella, circondato da numerosi ex-voto, sta da due secoli il SS.
Crocifisso, una scultura in legno policromo,
risalente al XIII secolo, splendido esempio
di arte bizantina, che proviene dal vecchio
paese e che fu trasportata nella nuova
chiesa nel 1778 accompagnata da una solenne processione. Il Crocifisso è da sempre oggetto di una grande venerazione
ed è in suo onore che ogni 15 anni vengono organizzati grandi festeggiamenti che
durano circa due mesi e culminano il 14
settembre con la Festa del SS. Crocifisso.
È in questa occasione che la statua viene
fatta uscire dalla chiesa e portata per le vie del paese riccamente addobbate in una suggestiva processione, cui partecipano tutte le autorità locali, la Banda Musicale, la Confraternita del SS. Crocifisso, il Gruppo degli
Sbandieratori e il Corteo Storico.
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SAN LORENZO NUOVO
La via Cassia che attraversa
San Lorenzo Nuovo
in una foto d’altri tempi.
ALBERGHI, RISTORANTI
E AGRITURISMI DI
SAN LORENZO NUOVO
y ALBERGHI
chiesa di San Lorenzo Martire.
metri di altezza, la Parrocchiale
dedicata a San Lorenzo Martire
dove è custodito un Crocifisso ligneo del XII secolo e si possono
ammirare due bellissime tele del
pittore fiorentino Jacopo Zucchi,
oltre che la pala d’altare con il
Martirio di San Lorenzo. Opera
anch’essa dell’architetto Francesco Navone, la chiesa tende ad
esaltare un’essenzialità geometrica sia nella nitida stesura delle superfici, sia nell’interno a pianta
longitudinale a navata unica con
cappelle laterali. Sul portone centrale è visibile lo stemma di papa
Pio VI che ne rese possibile la realizzazione.
** Stella sul Lago, loc. Prati Renari, tel. e fax 0763 727484; 7 camere,
con ristorante omonimo, giardino e
parcheggio.
* Italia, via L. Turchetti 3, tel. 0763
77030; 11 camere con e senza bagno con ristorante e parcheggio.
G RISTORANTI
Tamuré, loc. Oppietti, tel. 0763
727476, fax 0763 306346; 100 coperti con possibilità di altri 30 all’aperto sul lago, anche pizzeria. Specialità pesce di lago, con uso di verdure e prodotti biologici locali.
Stella sul Lago, presso l’albergo
omonimo; specialità pesce di lago.
Da Millo, loc. Oppietti, tel. 0763
727300; specialità pesce.
Da Peppe il pescatore, loc. Oppietti, tel. 0763 727480; sul lago
specialità pesce.
Paese Vecchio, via Fontana del
Mascherone, tel. 0763 727106; cucina locale.
C
AGRITURISMI
*** La Palombara, loc. Palombara, SS Cassia km. 121,450, tel. 0763
77588; 3 appartamenti in un antico
casale fra vigneti e oliveti, con giardino, ristorante e parcheggio.
** La Spinetta, loc. La Spina, tel. e fax
0763 77772, tel. 0335 6953547; 3 appartamenti in collina, senza ristorante,
con piscina, giardino e parcheggio.
r CAMPEGGI
Camping Mario, loc. Oppietti, tel.
0763 727485.
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SAN LORENZO NUOVO
f FESTE, SAGRE E MANIFESTAZIONI
• Festa di Sant’Antonio: 17 gennaio.
• Corpus Domini – Infiorata: giovedì successivo alla Pentecoste.
Come nella vicina Bolsena, luogo
ove si verificò il miracolo, si festeggia
l’evento con la tradizionale composizione di mosaici tutti composti con
petali di fiori con un suggestivo effetto figurativo e policromo.
• Gran Fondo degli Etruschi: 10
giugno, gara in mountain bike.
• Festa di San Giovanni Battista:
24 giugno, fiera di merci e bestiame.
• Festa delal Birra: 26-29 luglio.
• Festa di San Lorenzo Martire:
10 agosto, con processione e fiera di
merci e bestiame.
• Sagra degli gnocchi: 11-19 agosto.
• Palio del lago: agosto.
• Criterium “San Lorenzo”: 19
agosto.
• Festa della Madonna di Torano: 8 settembre.
I due estremi dell’asse
Sempre sul modello danese, dalla
piazza ottagonale parte il corso
Umberto I (paragonabile alla via
Reale di Copenaghen) che congiunge la Parrocchiale con la
chiesa dei Cappuccini, oggi Santa Maria Assunta, all’estremità
opposta. La chiesa dei Cappuccini, o del Convento, a navata unica con tre cappelle laterali per ciascun lato, fu ultimata e benedetta
• Festa del SS. Crocifisso: 14 settembre.
• Mercato: tutti i sabato in piazza.
LA PATATA E LA SAGRA DEGLI GNOCCHI
Prodotto tipico della zona a nord
del lago di Bolsena è la patata, che
trova qui condizioni ideali per garantirne un elevato livello qualitativo, a pasta gialla, bianca, brunopaonazza. Non poteva mancare
quindi una sagra dedicata agli
gnocchi: la piazza centrale e le vie
laterali si trasformano verso sera
in un mega-ristorante all’aperto,
con centinaia di tavoli su cui vengono serviti piatti fumanti di
gnocchi al pomodoro, all’amatriciana, al burro e salvia. Non mancano anche salsicce alla brace,
trippa, fagioli e vino. Ovviamente
musica e balli.
l’11 ottobre 1784 e intitolata al
Beato Cappuccino San Serafino
da Montegranaro d’Ascolo. La
chiesa, oggi dedicata all’Assunta,
fu abitata assieme al convento dei
Padri Cappuccini soltanto fino al
1810, anno in cui avvenne la soppressione degli ordini religiosi da
parte di Napoleone I; oggi fa parte del complesso della Parrocchia.
La chiesa Parrocchiale e quella del
Convento costituiscono quindi gli
estremi di un asse monumentale
che nella piazza si incrocia a forma latina con la via Cassia.
Gli edifici e le costruzioni si dispongono lungo le vie tutte dritte
a formare angoli retti e, segno anche questo della modernità del
Navone e delle sue idee illumini-
★ VITA DA SPIAGGIA
La chiesa di Santa Maria Assunta.
40
Presso il lago si trovano stabilimenti balneari, spiaggia libera,
noleggio barche e scooter d’acqua per escursioni sul lago.
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SAN LORENZO NUOVO
stiche, è l’uniformità delle abitazioni, senza distinzioni tra palazzi
nobiliari ed edifici comuni. Una
deviazione in una piazza laterale
lungo il corso, porta a una fontana anch’essa risalente al 1778.
Da vedere
nei dintorni
Chiesa di San Giovanni
in Val di Lago
Vicino al lago,nella fertile
campagna fra San Lorenzo
e Bolsena, sorge l’antica
chiesa a forma ottagonale
dedicata a San Giovanni,
edificata nella prima metà del
‘5OO. Fu progettata dall’architetto Pietro Tartarino, allievo di
Alberto da Sangallo.
Chiesa di Torano
Immersa nella campagna nella
zona di Torano sorge un’altra
chiesa costruita probabilmente su
un luogo di culto etrusco dove veniva onorata la Vergine Turan; all’interno è custodito un bellissimo
affresco del ‘400 raffigurante la
Vergine in trono con Bambino benedicente.
★ LE GOLOSITÀ
DI SAN LORENZO
Prodotti biologici, formaggi e
olio si possono acquistare presso il Caseificio Aziendale Castelverde, SS Maremmana km.
80,7, tel. 0763 727844. L’olio
buono sta anche presso il
Frantoio Montanucci
Crispino & Anna Snc,
via Umberto I 75, tel. 0763
72273.
Per chi cerca pasta fatta in casa e gnocchi c’è Voglia di
Pasta in via Umberto I 4,
tel. 0763 727145. Per i dolci,
Bataloni Dario, via Marconi 25, tel. 0763 727560 e Ambrosini Renzo, via Campo della Fiera 45, tel. 0763 727725.
★ FRAMMENTI D’ARTE
In località Cavamerle, nella zona del cimitero, in un laboratorio artigiano si lavora una pasta di marmo ottenuta principalmente con il travertino per
riprodurre elementi decorativi
architettonici quali colonne e
capitelli. È aperta la vendita al
pubblico. Tel. 0763 727847.
La chiesa di San Giovanni in Val di Lago, della prima metà del ‘500.
41
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2INFORMAZIONI
Esiste diverso
materiale
illustrativo
e cartine
per seguire
l’itinerario
della Via
Francigena
in quest’area,
in distribuzione
presso i Centri
Informazioni
dei vari
Comuni.
Si può anche
consultare
un sito web:
http://www.
tuscia.org
SUGLI STESSI PASSI
DEI VIANDANTI
ANTICHI
Oggi è possibile
ripercorrere
l’antica via nel suo
tratto che si
svolge in Alta
Tuscia, seguendo
la segnaletica
attrezzata dai
Comuni che
accompagna sia
lungo le strade
automobilistiche
(pannelli rossi) sia
nei percorsi meno
trafficati
e più adatti
soprattutto per
chi voglia
effettuare
l’itinerario a piedi,
in bicicletta
o a cavallo
(pannelli marroni
e arancio).
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La Via Francigena,
Una umanità
in cammino
Nei primi secoli del secondo
millennio - già caratterizzati
dal fenomeno storico delle
spedizioni
crociate, di
notevole rilevanza anche per la
sua estensione territoriale una moltitudine di pellegrini percorreva chilometri e
chilometri attraverso l’Europa per raggiungere le mete
spirituali della Cristianità.
Tre erano i poli di attrazione
per questa umanità in cammino: Roma, luogo del
martirio dei Santi Pietro e
Paolo e sede della massima
istituzione ecclesiastica, la
Terra Santa e Santiago di
Compostela, dove giacevano le spoglie dell’apostolo
San Giacomo.
Questi pellegrinaggi avvenivano per lo più su percorsi
individuati
che andavano via via
sempre più
definendosi
in modo preciso e organizzandosi con luoghi di accoglienza e punti di riferimento conosciuti e abituali. Ciò
portò dunque alla formazione di una rete di sentieri
e di strade che potevano
venire utilizzati anche per
altri scopi, ponendosi comunque come uno strumento di comunicazione
viaria fra l’Europa del Nord
e il Mediterraneo.
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Pagina 43
i pellegrini del Medioevo
Da Canterbury
alla Terra Santa
Una di queste vie, la più importante, quella che portava a Roma, era appunto la
Francigena, così chiamata
perché attraversava tutta la
Francia, partendo da Canterbury in Inghilterra, ed era
anche detta Romea, perché
portava a Roma. E un suo
tratto si svolgeva proprio
attraverso l’Alta Tuscia,
passando per i centri di
Proceno (vedi pag. 34),
Acquapendente (vedi
pag. 22), San Lorenzo
Nuovo (vedi pag. 37) e
Bolsena (vedi pag. 44).
Dai Longobardi
ai Franchi
In realtà, le origini di questa
Via, almeno per quel che riguarda l’Italia, vanno ricercate ancora più indietro
nella storia. Essa era infatti
la strada di raccordo tra la
Padania e la Tuscia (i due
territori in cui era diviso il regno dei Longobardi), l’unica praticabile per non avvicinarsi troppo alle zone
controllate dai Bizantini. Allora veniva chiamata Strada
di Monte Bardone, derivato dall’originario
Mons Longobardorum, con cui
veniva definito nel Me-
La stazione di posta
di Proceno.
dioevo il territorio intorno
all’Appennino Tosco-Emiliano. Con il crollo del regno longobardo e l’avvento
della dominazione franca,
l’antica strada accrebbe la
sua importanza, divenendo
quella che ancora oggi
chiamiamo Via Francigena.
Suggestioni e fascino
d’altri tempi
Ripercorrerla oggi significa immergersi nella
suggestione del fascino di un’altra era. E
ciò è tanto più possibile in quanto, in un paesaggio che è rimasto pressocché immutato, ancora si
ritrovano monumenti edificati in quei secoli, come la
chiesetta di Santa Maria del
Giglio a Proceno, la cattedrale del Santo Sepolcro,
ad Acquapendente o
la chiesa di
Santa Cristina a Bolsena.
IL DIARIO DI
SIGERICO
Ciò che ha
principalmente
messo in grado
di ricostruire
questo cammino
è stato
un documento
lasciatoci
da Sigerico,
Arcivescovo
di Canterbury,
che nel 994,
tornando
da Roma,
scrisse alla sua
diocesi il diario
delle varie
tappe toccate
durante
il viaggio.
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ALTA TUSCIA
Bolsena
Medioevo e turismo
sulle rive del lago
Bolsena è una accattivante località di villeggiatura estiva a
350 m di altitudine sulla sponda nord-orientale del lago che
da lei prende nome. Si trova
quasi al centro della regione dei
monti Volsini ed è costituita da
un borgo medievale adagiato
sul declivio interno della conca
e da una parte moderna che si
prolunga nel piano lungo la riva del lago, dove si trovano numerosi alberghi, strutture balneari e campeggi.
44
A vela sulle acque del lago.
La storia della città
Ha origini da una delle più importanti città etrusche (Velsna,
in latino Volsinii), che era situata sulla collina a nord dell’attuale e fu soggiogata nel 280 a. C.
dai Romani, che, in seguito a
una rivolta, costrinsero gli abitanti a trasferirsi nel luogo
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BOLSENA
dov’è ora. Subì le invasioni barbariche e nel secolo VIII passò
dai Longobardi della Tuscia al
patrimonio della Chiesa, che se
la vide a lungo contendere dagli
orvietani.
Nel 1186 fu presa infatti da Orvieto che la tenne fino al 1267,
quando ripassò alla Chiesa. Nel
1375, dietro istigazione dei
Monaldeschi della Cervara, orvietani, si ribellò alla Chiesa e papa
Gregorio XI ne fece
abbattere le mura.
Nella prima metà del
secolo XV fu per qualche tempo concessa
in contea ai Monaldeschi, ma tornò nel 1451
alla Chiesa e da allora seguì le sorti dello Stato
Pontificio fino all’Unità d’Italia.
Numerosi sono i resti monu-
2INFORMAZIONI
C.P.T.: Centro Promozione Turistica del Comune di BolsenaPorta del Parco, piazza Matteotti 12, tel. 0761 799923,
fax 0761 796056, e-mail: [email protected]
mentali che Bolsena custodisce:
della città etrusco-romana
conserva i ritrovamenti di
Poggio Moscini e, sui colli
circostanti, varie necropoli con tombe a camera e a fossa; della romana Volsinii l’importante cinta muraria e
l’anfiteatro del Mercatello; del Medioevo la possente mole del castello
Monaldeschi.
Ma la località è nota soprattutto
per Santa Cristina e il miracolo
Il borgo medievale di Bolsena
visto dalle rive del lago.
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BOLSENA
dell’Eucaristia (1263), raffigurato
anche da Raffaello nelle Stanze
Vaticane, e che dette origine alla costruzione del Duomo di Orvieto. Viene celebrato con particolare solennità nella Festa del
Corpus Domini.
presbiterio quadrato dalle volte
a crociera e reca estese testimonianze di affreschi dei secoli XVXVII, un bel Crocifisso di scuola
del Pastura e, a sinistra dell’ingresso, una Natività di Maria di
Francesco Trevisani.
Accanto alla chiesa si apre una
Un itinerario
porta (1548)
di visita
in pietra rossa,
Centro dell’ache immette
bitato è la vanel
borgo
sta piazza
medievale,
Matteotti su
ben conservacui prospettato e ricco di
no il Palazzo
scorci interesComunale
santi e sugge(dove ha ora
stivi.
Dalla
I tetti e le case del nucleo antico
sede l’Ufficio
parte opposta
di Bolsena visti dalla Rocca.
Turistico) e la
della piazza si
chiesa
di
apre invece
San Francesco del secolo XIII,
corso della Repubblica, la via
restaurata dopo che i bombardel passeggio, che accompagna
damenti dell’ultima guerra ne
con i suoi numerosi negozi, fino
avevano rivelato la primitiva
alla piazza di Santa Cristina. Vi
struttura gotica. La facciata è
sorge, a destra, il palazzo Raadorna di un alto portale gotinieri o del cardinale Teodorico; l’interno, a una navata con
co, eretto in semplici forme gotitetto a capriate, termina con un
che nel 1299 e nel quale sog-
I “MIRACOLI” DI CRISTINA
Sono due gli eventi soprannaturali
che circondano di devozione la figura di questa Santa, patrona con
San Giorgio di Bolsena, e attribuiscono fama alla cittàdina.
Uno risale al 292 , agli albori del cristianesimo: la
fanciulla, per non aver voluto rinnegare il suo amore
a Cristo, fu dal padre, prefetto della città e rappresentante quindi dell’Impero
Romano, gettata nelle acque del lago con una pietra al collo. Ma non morì. Fu anzi, da quella stessa pietra che miracolosamente galleggiava, riportata a riva
in salvo.
46
E fu presso questa pietra, segnata
indelebilmente dalle impronte dei
piedi della fanciulla e per questo
adibita a mensa d’altare, che si
produsse nel 1263 il secondo prodigio, il miracolo del
Corpus Domini: nel corso di
una messa celebrata dal sacerdote boemo Pietro da
Praga, che nutriva dubbi sul
dogma della transustanziazione, al momento dell’elevazione alcune gocce di
sangue caddero dall’ostia sul corporale di lino e sui marmi dell’altare che sono ora custoditi nella cappella del Miracolo della chiesa di
Santa Cristina.
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BOLSENA
La Collegiata di Santa Cristina e le catacombe
L
a costruzione risale all’XI
secolo, fu consacrata da
Gregorio VII nel 1077; presenta
un’elegante facciata (eretta
nel 1492-94) corsa da lesene
riccamente decorate, con una
bella terracotta invetriata raffigurante la Madonna col Bambino e i Ss. Cristina e Giorgio,
probabilmente del fiorentino
Benedetto Buglioni.
L’interno è a tre ampie navate: in quella destra, oltre un
Crocifisso ligneo, si apre la
cappella del Rosario con affreschi quattrocenteschi e
dalla quale si accede alla cappella di San Leonardo, dove un piccolo
antiquarium raccoglie i reperti trovati nelle catacombe. Dalla navata sinistra, per un portale romanico si accede alla cappella del Miracolo, eretta a fine ‘600, nella quale, presso l’altare maggiore, sono
conservati i marmi macchiati del sangue eucaristico. A sinistra della
cappella del Miracolo è la porta della
grotta di Santa Cristina, dove
fu rinvenuto il corpo della
Santa. L’altare di Santa
Cristina è arricchito
da un ciborio del IX
secolo. Andando
verso l’ipogeo, sopra l’arco che immette alla tomba della Santa, rimangono le tracce di un pregevole affresco che è la più antica testimonianza iconografica nota (secolo XIII) del Miracolo eucaristico di
Bolsena. Si è quindi nella grotta, sistemata nel 1894, preservando la
pregevole cancellata e i candelabri in ferro battuto ottocenteschi,
dove si trova la tomba costituita da un sarcofago in pietra e una statua di fattura robbiesca; la larga
apertura sul lato posteriore conferma la leggenda del trafugamento della salma nel X secolo
(all’interno, oggi, è un’urna cineraria).
A destra dell’ipogeo, da una finestra di marmo, si scorgono le catacombe di Santa Cristina, risalenti al
periodo delle persecuzioni cristiane, che si possono visitare (orario
estivo: 9-12, 15.30-18; invernale: 912, 15-16.30): la lunghezza dei cunicoli, in qualche punto alti fino a 7
metri, è di circa 120 metri; i materiali qui rinvenuti sono allestiti nella cappella di San Leonardo.
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BOLSENA
giornò Pio VII
coronamento
nel 1815; sul
orizzontale, con
lato di fronte si
campaniletto a
allineano, stretvela: nella lute le une alle
netta del portaaltre, la semplile, San Leonardo
ce facciata di
fra i devoti, terun oratorio, la
racotta invecollegiata di
triata forse di
Santa CristiBenedetto Buna, sormontaglioni. All’inta da uno slanterno è ospitaciato campanito un piccolo
le e la cappelmuseo con epila del Miracografi e sculture
La porta del 1548 che immette
lo, con alto tiprovenienti sonel borgo medievale.
burio. Subito a
prattutto dalle
destra è la nucatacombe.
da facciata dell’oratorio di San
Ritornando invece in piazza MatLeonardo, quattrocentesco, a
teotti per oltrepassare la porta e
Il Museo territoriale del lago di Bolsena
A
llestito nella rocca Monaldeschi della Cervara, si articola su tre piani
e un cortile dove è ospitato il lapidarium. Al piano d’ingresso è documentata la formazione del territorio a partire dalle più antiche manifestazioni vulcaniche, e l’evoluzione umana delle popolazioni preistoriche; si entra poi nella protostoria con
reperti dell’età del Rame, del Bronzo
e del Ferro, in gran parte provenienti
dagli insediamenti attualmente sommersi dal lago. Particolare spazio è
dedicato al villaggio villanoviano del
“Gran Carro”, rinvenuto in località
Grancaro, pochi chilometri a sud di
Bolsena. Per il periodo etrusco vengono illustrati i numerosi insediamenti
presenti nella zona. Al piano superiore sono esposti i ritrovamenti archeologici provenienti dagli scavi di Volsinii; si segnalano gli affreschi della
“Casa delle Pitture” e il trono dionisiaco detto “delle Pantere”. Al piano
inferiore c’è la Bolsena medievale e la
sezione riguardante le attività del lago, la pesca e le tradizioni popolari.
Visita: apr-mag 9.30-13.30, 15.3019.30; giu-sett. 9.30-13.30, 16-20; ott.mar. 10-13, ven. sab. dom. anche 1518. Chiuso lunedì. Tel. 0761 798630.
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BOLSENA
q GLI INDIRIZZI PER GLI ACQUISTI A BOLSENA
• Miele presso l’apicoltura Pagliaccia
Mauro, loc. Ripetta 155/B, tel. 0761
799166 e Pagliaccia Antonio, via
Bocchini 12, tel: 0761 799166.
• Olio extravergine di oliva presso i
frantoi Gargana Annamaria, largo
Mazziotti 5, tel. 0761 799025;
Azienda Agricola Girasole, tel.
0761 799040-798989; Battaglini,
tel./fax: 0761 798847-799121, dove
si possono trovare anche le tradizionali salse per crostini; Azienda Agricola
e Frantoio Casasole in via Madonna
del Giglio 6; degustazione e vendita
presso Vini e Oli, in corso Cavour 44
e Botarelli Alessio al n. 84.
• Segnaliamo inoltre, lungo il corso della Repubblica, la Salumeria/
Pasticceria/Paneria dove si possono acquistare le salsicce di
cinghiale sott’olio, mieli
vari, prosciutti, pasta del
“Frantoio Antica Tuscia”; la Macel-
★ UN OSTELLO
PRESSO IL SANTUARIO
Presso il santuario della Madonna
del Giglio, ricostruito nella seconda metà del ‘500 e più volte restaurato, ha sede oggi un ostello
della Gioventù (tel. 0761 799066).
leria Casasole (salumi, cervo, cinghiale, oca, capriolo, salame di
canguro, salame di struzzo, lardo
aromatizzato, carni varie, formaggi vari); l’Enoteca Santa Cristina,
dove oltre a varie etichette e mescita al bicchiere si trovano tutte le
specialità tipiche della zona.
• Per il pesce la Pescheria dar tao,
via Porta Fiorentina 1.
• Ancora varie enoteche come la
Cantina Mazziotti, largo Mazziotti
5; Puri Giovanni, corso Cavour 36;
Villa Seiano in loc. La Casetta.
• Botteghe artigiane di ceramiche,
pelli e oreficeria, rispettivamente in
via Marconi 86, via Gramsci 51 e in
piazza dell’Orologio 5.
• Lungo il tratto della Cassia che costeggia il lago di Bolsena,
vivai e aziende agricole varie con vendita diretta di prodotti ortofrutticoli.
addentrarsi nel
borgo medievale, si giunge al castello Monaldeschi: di pianta quadrangolare, con le sue quattro torri irregolari rappresenta un elemento
dirompente all’interno del paesaggio cittadino e che lo si veda
da vicino o da lontano è uno
spettacolo superbo. Fu costruito
dagli orvietani nei secoli XIII-XIV,
subì i danni di un terremoto nel
1695 e fu semidistrutto dal popolo di Bolsena stesso nel 1815,
per evitare che se ne impadronisse Luciano Bonaparte. A partire dai primi anni del ‘900 è stato a più riprese restaurato fino al
definitivo consolidamento. Attualmente è sede dell’interessante Museo territorale del lago di Bolsena, dove sono stati
raccolti reperti archeologici dalla
preistoria al periodo romano rinvenuti nelle zone limitrofe e frut49
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BOLSENA
★ LE SPECIALITÀ
GASTRONOMICHE
DI BOLSENA
Il pomodoro “scatolone”dalle caratteristiche uniche dovute alla particolare natura del terreno di coltivazione, al clima, all’esposizione. Viene prodotto in
un’area ristretta all’interno del
comune di Bolsena. Coltivato da
molti anni, è riconosciuto come
una delle migliori varietà di pomodori.
Fra i pesci di cui è ricco il lago,
il coregone , un salmonide che
può raggiungere la lunghezza
di 80 cm., e l’anguilla.
medievale, la chiesa di
San Salvatore è
dotata di una torre
coperta da tegole
policrome che brillano in mezzo al
morbido color arancione del resto del tetto.
Da vedere
nei dintorni di Bolsena
Gli scavi di Poggio Moscini
I resti della città etrusco-romana
di Volsinii sono venuti alla luce
nei pressi del Castello. Sono circondati da un imponente muro
di difesa lungo più di 4 km, costruito con grossi conci parallelepipedi di tufo.
Sui colli circostanti si sviluppano
varie necropoli costituite da
tombe a camera e a fossa, databili tra il III secolo a.C. e il IV d.C.
Gli scavi hanno portato alla scoperta della grande piazza del Foro di Volsinii, contornata da edifici templari e delimitata a nord dall’anfiteatro del Mercatello e a valle da
un’ampia basilica
to di campagne archeologiche
subacquee.
Dal piazzale antistante la rocca
bel panorama della cittadina e
del lago. Ai piedi del Castello,
nel declivio verso il lago, sorge il
palazzo Del Drago, già sede
dei legati pontifici,
costruito intorno alla
metà del XVI secolo,
le cui stanze conservano testimonianza di
un manierismo
di impronta romana anteriore
agli Zuccari;
nella splendida
sala dei Giudizi, ampio ciclo
monocromo
ispirato a Perin
del Vaga e a
Pellegrino Tibaldi.
Collocata invece al termiLe rovine dell’abitato romano di Poggio Moscini.
ne del borgo
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BOLSENA
f FESTE, SAGRE E MANIFESTAZIONI
• Corpus Domini-Infiorata: giovedì dopo la Pentecoste.
• Sant’Antonio da Padova: 13
giugno, processione e fuochi d’artificio.
• Sagra del Pesce, il secondo fine
settimana di luglio.
• I Misteri di Santa Cristina, 23-24
luglio.
• Mostra Ortofrutticola: ultimo fine settimana di luglio.
• Mostra dell’Artigianato: secondo fine settimana di agosto.
• San Rocco: 16 agosto, celebrazioni religiose e altri festeggiamenti in
occasione del Ferragosto.
FESTA DEL CORPUS DOMINI
Istituita da papa Urbano IV, viene
ogni anno celebrata a memoria del
miracolo dell’Eucaristia, con una solenne processione che si snoda per
che, costruita nel I secolo d.C.
come edificio ad uso civile, venne
trasformata tre secoli dopo in
chiesa cristiana. Nel settore della
città riservato alle abitazioni private, sono state scoperte ville
con preziosi pavimenti in marmo
e mosaico e affreschi del III secolo
d.C. Le numerose tombe di età
longobarda (VI secolo) rinvenute
nell’ambito della basilica sono la
testimonianza del momento in
le vie della città le cui strade sono
ornate da un tappeto ininterrotto di
infiorate artistiche.
I MISTERI DI SANTA
CRISTINA MARTIRE
Festa della patrona Santa Cristina
che viene celebrata con la rappresentazione nelle principali piazze, su
palchi di legno, dei Misteri, quadri viventi relativi a episodi del martirio
della Santa.
SAGRA DEL PESCE
Sulla piazzetta antistante il porto
viene predisposta una padella gigante nella quale si frigge il pesce del
lago che viene poi offerto insieme all’ottimo vino.
cui la città venne di nuovo abbandonata e trasferita, servendo
come cava di pietre per la costruzione del medievale quartiere del
castello. Visita dalle 9 alle 13,
chiuso lunedì.
Il Parco di Turona
Percorrendo la via Cassia, al km
108, ci si può immettere in una
strada di campagna che porta al
parco archeologico-naturalisti-
Un quadro vivente dei Misteri di Santa Cristina.
51
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BOLSENA
ALBERGHI, RISTORANTI E AGRITURISMI DI BOLSENA
y
ALBERGHI
****Royal, piazza Dante Alighieri 8,
tel. 0761 7970489, fax 0761
796000; 37 camere, bar, ristorante,
giardino, parcheggio , piscina e sala
conferenze.
***Ai Platani, via Roma 2, tel. 0761
799079-798787, fax 0761 798468;
42 camere, con bar, ristorante, parcheggio e sala conferenze. Ha una
dependence con 5 camere in viale
Colesanti 3/b.
***Columbus Hotel sul Lago, via
Colesanti 27, tel. 0761 799009, fax
0761 798172; 39 camere con e senza servizi con bar, ristorante e parcheggio.
***Le Naiadi sul Lago, viale Cadorna 95, tel. 0761 799017, fax 0761
798538; 33 camere con bar, ristorante, parcheggio.
***Lido, SS Cassia km. 115, tel 0761
799026, fax 0761 798479; 12 camere, con bar, ristorante, parcheggio e
sala conferenze.
***Loriana sul Lago, viale Cadorna
33, tel. 0761 799104-799273, fax
0761 799272; 39 camere con bar, ristorante, parcheggio e giardino.
***Zodiaco, via IV Novembre 8, tel.
0761 798791, fax 0761 797096.
**Eden, SS Cassia km. 114,4, tel. e
fax 0761 799164; 10 camere con bar,
ristorante e parcheggio.
**Nazionale, via Gramsci 50, tel.
0761 799006, fax 0761 799378; 19
camere con e senza servizi, bar e parcheggio.
*Italia, corso Cavour 53, tel. 0761
799193; 9 camere con e senza servizi, con parcheggio.
G RISTORANTI
La Pietra, corso Cavour 75, tel. 0761
798730, fax 0761 798162; anche
pizzeria e enoteca, nel centro storico,
con parcheggio e giardino; specialità
pesce; chiuso giovedì (estate sempre
aperto).
Il Castello, via degli Adami 41, tel.
0761 799188; nel centro storico, trattoria-pizzeria, cucina classica; chiuso
martedì (estate sempre aperto).
Il Gabbiano, viale Cadorna 2, tel.
0761 799142; sul lago; cucina di pesce; chiuso mercoledì.
La Castagneta, loc. Mercatello
113/A, tel. 0761 797002; anche piz-
52
zeria, 50 posti al chiuso e 150 all’aperto su una terrazza panoramica,
con parcheggio; cucina regionale e di
pesce; chiuso martedì (estate sempre
aperto).
Loriana sul Lago, viale Cadorna 33,
tel. e fax 0761 799272; è il ristorante
dell’omonimo albergo, con possibilità
di mangiare all’aperto; cucina regionale e di pesce.
La Sirenetta, viale Cadorna 10, tel.
0761 799096; ambiente elegante
con terrazza e parcheggio; cucina curata, di pesce; chiuso lunedì.
La Tonaquilla, via Guglielmo Marconi 100, tel. 0761 799686; anche pizzeria e birreria, con possibilità di mangiare all’aperto in area urbanizzata;
cucina locale e di pesce.
Da Guido, viale A. Diaz 1, tel. 0761
799106; trattoria nel centro storico,
con 100 coperti al chiuso e 100 in terrazza; cucina di pesce e locale; chiuso
martedì, estate sempre aperto.
La Vecchia Cantina, via San Giorgio 23, tel. 0761 798603; piccola trattoria/pizzeria nel centro storico; cucina classica; chiuso mercoledì.
Da Picchietto, via Porta Fiorentina
15, tel. 0761 799158; ambiente rustico-elegante del ‘300, con giardino interno, nel centro storico; specialità pesce; chiuso lunedì.
La Pineta, viale A. Diaz 48, tel. 0761
799801; 150 coperti con parco sul lago; cucina soprattutto di pesce.
C
AGRITURISMI
***Riserva di Montebello, loc.
Montebello, tel. 0761 799492, fax
0761 798965; 12 camere in collina
con vista lago, con piscina, equitazione, campo di tiro con l’arco; ristorante, giardino, parcheggio.
**La Fraschetta, loc. Damesca, tel.
e fax 0761 799678; 4 appartamenti
fra piantagioni di kiwi a 200 m dal
lago, con ristorante, parcheggio e
giardino.
**Poderaccio, loc. Poderaccio, tel.
0761 799594-798483 (da luglio a
sett. 0761 799506), fax 0761
799594; 4 appartamenti in posizione
panoramica, senza ristorante, con
giardino e parcheggio.
**Belvedere, via Orvietana km
1100, tel. 0761 796294, fax 0761
798290.
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BOLSENA
Paesaggio tipico dell’Alta Tuscia.
co di Turona. Esso si estende
sulle colline del lago di Bolsena
tra due fossi, quello di Turona, alimentato dall’omonima sorgente, e il fosso di Arlena. L’altitudine, dai circa 380 m
in prossimità della
sorgente di Turona,
sale sino a culminare
con il poggio della
Civica a 470 m sul livello del mare. Qui è
possibile osservare: i
resti di un tempio
etrusco di età arcaica, i resti di alcuni mulini ad acqua, i resti di due
piccole necropoli,
e lungo il corso
del fosso, cascate
e laghetti particolarmente suggestivi. Il comprensorio di Tu-
rona culmina con un ampio colle a forma allungata che si eleva
isolato in modo da formare una
sorta di fortezza naturale che
domina le vallate attorno. Ritrovamenti villanoviani e altre testimonianze archeologiche permettono di stabilire che il luogo
fu abitato sin dall’età del Ferro,
ma fu durante il periodo etrusco-arcaico, che conobbe un
periodo di rapido sviluppo. È
stato realizzato un itinerario
principale ad anello con alcune
diramazioni minori, ricavato attraverso strade e sentieri, in parte preesistenti, che dalla chiesetta di Turona porta,
attraverso il bosco, in zone coltivate e aree archeologiche. Lungo il sentiero sono stati disposti cartelli didattici che illustrano, in
sintesi, la flora e la
fauna del comprensorio, gli antichi insediamenti umani e gli
aspetti morfologici
del territorio.
Sulle rive
del lago
di Bolsena.
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Pagina 54
r CAMPEGGI
IN RIVA AL LAGO
Cappelletta,
tel. 0761 799543
Camping Blu,
tel. 0761 798855
Il Lago,
tel. 0761 799191
Pineta,
tel. 0761 799801
Romantic Chez Vous,
tel. 0761 798738
Val di sole,
tel. 0761 799012
Villaggio Camping
Lido, tel. 0761
799258
C AGRITURISMO
Olmo Bello,
Capodimonte,
tel. 0339 3010840
B BED&BREAKFAST
Olmo Bello,
Capodimonte,
tel. 0761 872365
Casa per ferie
Sacro Cuore,
tel. 0761 870051
54
Le limpide acque
Origini vulcaniche
e preistoria
Circa 400.000 anni fa, a seguito di una lunga serie di
eruzioni vulcaniche in tutto
il territorio, un’enorme superficie
di 270 km2 sprofondò per alcune
centinaia di metri;
questa immensa voragine
che i vulcanologi chiamano
“caldera” cominciò lentamente ad allagarsi, grazie
alle acque portate dalle
piogge e dalle sorgenti.
Così nacque il lago di
Bolsena, il più grande lago
di origine vulcanica d’Italia,
che, 120.000 anni fa venne
ulteriormente arricchito da
due splendide isolette, la
Martana e la Bisentina,
due crateri che si formarono e che esplosero
all’interno del lago,
segnando la fine
del complesso vulcanico Volsino, che
ancor oggi manifesta la sua
trascorsa potenza attraverso le sorgenti termali di cui
è ricco il territorio.
Le sue acque sono limpide
e trasparenti, risultato della
mancanza di inquinamento, e la pesca costituisce
l’attività economica preva-
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del lago di Bolsena
L’itinerario
intorno al lago
Bolsena (vedi pag. 44),
Marta, Capodimonte,
Valentano (vedi pag.
80), Gradoli (vedi
pag. 58), Grotte di
Castro (vedi pag. 64),
San Lorenzo
Nuovo (vedi pag. 37).
lente, grazie alla varietà di
specie ittiche; è circondato
da colline in parte rigogliose di colture agricole (viti,
ulivi, patate, legumi) e in
parte ricoperte da boschi.
Nel 1959 furono scoperti in
località Gran Carro (km
108 della Cassia), i resti
sommersi di un insediamento dell’età del Ferro (IX
- VIII secolo a.C.). Da questa
area, nel corso di 23 anni di
ricerche, sono stati recuperati moltissimi frammenti di
vasellame, oggetti bronzei,
litici, lignei e ossei, che sono
stati raccolti nel Museo
territoriale del lago di
Bolsena, a Bolsena.
L’isola Bisentina,
la Martana e la triste
storia di Amalasunta
L’isola Bisentina, fin dal
1200 di proprietà della
Chiesa, fu per molto tempo residenza estiva dei Papi. Ha sette cappelline costruite tutte nel XVI secolo,
un convento - ora residenza - una chiesa maggiore,
la chiesa dei Ss. Giacomo e
Cristoforo, dall’aspetto tipicamente rinascimentale:
fu fatta costruire da Ranuccio Farnese e donata ai frati
minori nel 1586. Gli arredi
e le opere di valore vennero trafugate dalle armate di
Napoleone, ma rimangono
un bel tabernacolo e il dossale ligneo. Fu utilizzata dai
Farnese come sacrario. L’isola è
anche un paradiso naturale, con un bosco di lecci e
un giardino all’italiana
creato da Giovanni Fieschi
Ravaschieri del Drago. Oggi è proprietà privata, ma
può essere visitata con percorsi guidati con partenze
da Capodimonte e da Bolsena. Per informazioni, tel.
0761 799820 - 0339 3060452.
L’isola Martana ha forma
di una mezzaluna; il suo
borgo medievale è stato
nel tempo abbandonato e
l’isola è oggi disabitata. La
località è legata alla triste
storia di Amalasunta, figlia
di Teodorico e regina degli
Ostrogoti, che venne qui
uccisa nel 584 per ordine
del suo secondo marito
e cugino Teodato, ansioso di regnare
da solo.
Per molti
secoli si è
cercato il tesoro di Amalasunta che
si dice la sovrana avesse
ATTREZZATURE
BALNEARI
Sulle sponde
del lago, si
trovano yachting
club, stabilimenti
balneari, barche
e scooter
a noleggio,
bar e ristoranti.
y ALBERGO
RISTORANTE
Riva Blu,
Capodimonte,
tel. 0761 870255
LE ANGUILLE
DI DANTE
Il coregone
è il pesce
più diffuso
nelle acque
del lago
ma non
vanno
dimenticate
le anguille,
ricordate
anche da
Dante nel
Purgatorio
per l’ingordigia
di papa
Martino IV
che le annegava
nella Vernaccia.
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Le limpide acque
GITE IN BARCA
Escursioni
sul lago
con partenza
da Bolsena
e
Capodimonte
sono
organizzate
da Navigazione
Alto Lazio,
corso
della Repubblica
60, Bolsena,
tel. 0761 798033,
0360 664684;
http://
www.pelagus.
it/nal;
e-mail:
navigazionealtola
[email protected]..
e da
Navigazione
La Bussola
viale Regina
Margherita,
Capodimonte,
tel. 0761
8707600338 7672849;
http://www.
servizilabussola.it
portato con sé
e sepolto prevedendo la sua
triste fine.
Capodimonte, un antico,
suggestivo
borgo proteso nel lago
Capodimonte
Veduta sul lago da Bisentium.
è un borgo seper passeggiare. La parte
colare sorto su un promonmoderna ospita alberghi e
torio, che forma una piccostabilimenti balneari.
la ma incanteviole penisola. L’antico abitato circonMarta, arroccata su un
da la rocca Farnese, il pacolle, affacciata sul lago
lazzo Borghese, oggi resiMarta è posta in pittoresca
denza Comunale e la Colposizione sulla sponda melegiata. Come dimostrano
ridionale del lago. Il borgo
numerosi reperti archeolomedievale è arroccato su
gici, risale all’epoca etruun colle ed è costituito da
sca. Il lungolago si estende
caratteristiche case in tufo,
per circa 2 chilometri, fianviuzze, scalette e angoli
cheggiato da pioppi e olmi,
suggestivi, dominato, sulla
un prato giardisommità dai resti della Rocno gradevole
Le città
gioiello
a due
passi
dal lago
Orvieto, a soli 28 km
da Bolsena, con il
famoso Duomo,
capolavoro di arte
gotica, il pozzo di San
Patrizio, la necropoli
etrusca, i musei.
Viterbo, a sud del lago,
capoluogo della
provincia, con il
quartiere medievale
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di San Pellegrino,
il santuario di Santa
Rosa, villa Lante
di Bagnaia, il palazzo
dei Papi, i musei.
E fra queste due mete,
lungo il percorso
che le congiunge,
si trovano anche
Bagnoregio
con il borgo
medievale di Civita
di Bagnoregio
e Montefiascone,
famosa per il suo
vino Est!Est!!Est!!!
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del lago di Bolsena
senze faunistiche e botaniche, potrà ammirare anche
altre emergenze, come le
“pietre lanciate” all’altezza
del km 112 della SS Cassia,
in prossimità di Bolsena. Si
tratta di una fitta rete di
fratture parallele che solca
la parete rocciosa così da
isolare blocchi di pietra
Alla scoperta
(leucitite) a base pentagodella natura
nale o esaIntorno al lagonale che
go di Bolsesembrano
na resistono
conficcate
ancora alcusulla scarpani lembi di
ta. Dai Coterritorio domuni di Grotve regna il
te di Castro e
tipico amGradoli parbiente lacutono alcuni
stre fatto di
itinerari nacanne, salici
turalistici see vegetaziognalati, da
ne acquatipercorrere a
ca. Alla ricchezza della L’abitato di Capodimonte. piedi, in bicicletta e, vofauna ittica
lendo, anche in canoa, che
- costituita oltre che dal copermettono di scoprire gli
regone, anche da anguille,
angoli più segreti e ricchi
lucci, persici, lattarini -il ladi sorprese del bacino lago aggiunge una grande
custre.
varietà di uccelli, che in
certi casi addirittura nidificano fra i giunchi e i canneti. Gli amanti del birdwatching possono qui trovare un vero paradiso, popolato da germani reali, alzavole, aironi cinerini, martin pescatori, gallinelle
d’acqua, cormorani e altre
specie ancora.
L’amante della natura che
visita il lago, oltre alle preFesta della Barabbata.
ca fatta costruire da papa
Urbano IV e dalla duecentesca torre dell’Orologio,
da cui si gode uno stupendo panorama.
La parte più recente del
paese si stende lungo la riva
del lago e lungo il fiume.
LE FESTE DEL LAGO
Da secoli
scandiscono
il trascorrere
degli anni
intorno
al lago grandi
manifestazioni,
profondamente
intrise di spirito
popolare,
a celebrare
importanti
eventi, siano
essi sacri o
profani.
I Misteri
di Santa Cristina,
l’Infiorata
a Bolsena,
la Barabbata
a Marta,
il Pranzo
del Purgatorio
a Gradoli,
la Sfilata
di Cavalli
di Sant’Antonio
Abate e il
Palio del lago
(corsa delle
barche) a
Capodimonte:
sono solo
alcune tra
le più antiche
e note a cui
oggi si
affiancano,
soprattutto
nel periodo
estivo, sagre
e feste di ogni
genere il cui
scopo è
diffondere
il piacere dei
prodotti del lago
e del fertile
territorio che
lo circonda.
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Gradoli
In collina, sul lago,
la residenza estiva
dei Farnese
Gradoli si presenta con il suo abitato medievale disposto a spina
di pesce su uno sperone tufaceo
limitato da due profondi valloni,
situato nel versante interno del
cratere del lago di Bolsena; a
un’altitudine di 470 metri, gode
di un’invidiabile posizione panoramica e di un clima temperato
che incoraggia il turismo estivo,
attratto inoltre dagli 8 chilometri
di spiaggia, raggiungibili e percorribili anche con interessanti
proposte di itinerari naturalistici
segnalati. È questa sua posizione
collinare che ha permesso agli
abitanti di poter coltivare vitigni e
ducato, ebbe luogo la costruziouliveti selezionati, tanto da avere
ne dell’omonimo palazzo, che
il riconoscimento della DOC per
costituisce oggi una delle tappe
l’Aleatico, il Grechetto, la Grappa
più significative dell’itinerario fare l’Olio extravergine di oliva. E
nesiano. La cittadina è inoltre fanon a caso lo stemma del
mosa per la caratteristica Festa
Comune consiste di un leone
degli Incappucciati, che si conrampante su un tralcio di vite in
clude con il Pranzo del Purgatorio
campo azzurro.
(vedi pag. 63).
Eretto nel secolo XIII in CoPalazzo
mune, passò
Farnese,
poi sotto vari
un dono
feudatari; indi nozze
cluso nel 1537
Nella centrale
nel ducato di
piazza VittoCastro, nel 1649
rio Emanuevenne annesle si apre una
so allo Stato
porta (presso
Pontificio. Dula quale è una
rante il domifontana a fuLa collegiata di Santa Maria
nio della famiso) che introMaddalena e uno scorcio
glia Farnese
duce nel vecdi palazzo Farnese.
fondatrice del
chio borgo.
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2INFORMAZIONI
Pro loco: piazza Vittorio Emanuele 30, tel. e fax 0761
456810.
Comune: nel palazzo Farnese, piazza L. Palombini 2, tel.
0761 456052.
Passato un voltone, per una scalinata si sale al palazzo Farnese,
eretto in forme grandiose da Antonio da Sangallo il Giovane, su
due possenti scarpate della primitiva rocca (secolo XII). Il palazzo fu
commissionato dal cardinale Alessandro Farnese futuro papa Paolo
III come dono per le nozze tra il
giovane Pier Luigi Farnese e Gerolama Orsini di Pitigliano. Ospita
oggi gli uffici del Comune e il
Museo del Costume. La cinquecentesca piazzetta antistante il
palazzo presenta il pavimento di-
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viso in rettangoli al cui interno sono disposti mattoncini rossastri
collocati a spina di pesce. L’edificio, uno dei pochi a pianta libera,
si presenta a forma rettangolare
costruito su più livelli comprendenti: un seminterrato dove erano allestite le cucine, la dispensa e
il lavatoio, un piano terreno con
l’ingresso, che ancora oggi conserva l’originale spinale di mattoni, due piani nobili e due piani di
mezzanino, uno per gli alloggi
della servitù da cui si sale attraverso la scala di servizio posta a est.
Dal vasto atrio si accede al centro
alla scala nobile che porta ai piani
superiori, alla scala privata o secreta rivolta a ovest, mentre l’altra, tanto agile da essere transitata con i cavalli, scende nei sotterranei dove erano anche prigioni,
scuderie e cantine. Gli ambienti
dei piani nobili sono vasti e di al59
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GRADOLI
tezza elevata. Al primo piano la
Maddalena, con facciata barocsala ducale, oggi sala consiliare, è
ca, campanile settecentesco a cudominata da un monumentale
spide e semplice interno a tre nacamino. Qui si possono ammirare
vate: all’inizio della navata sinistra
decorazioni a grottesche realizzafonte battesimale marmoreo rinate su fondo bianco
scimentale, esagodove si stagliano grinale con figure di
foni, uccelli, levrieri,
santi e sante entro
pesci mostruosi e anisei nicchie divise da
mali fantastici. Il salotpilastrini; all’altar
to del piano nobile,
maggiore Madonna
tutto intorno in alto, è
col Bambino, affredecorato anch’esso a
sco staccato cinquegrottesche, con figucentesco; pregevoli
re di uomini e donne
sono anche il pulpiche suonano struto e i confessionali,
menti musicali e si
opere lignee barocporgono oggetti. Al- Ingresso del Palazzo. che. Dalla chiesa si acl’ultimo piano si può
cede al Museo di Arosservare la sala dei monocromi
te Sacra (per la visita rivolgersi al
rappresentanti scene mitologiche
Parroco, tel. 0761 456127) dove
ed eroiche dell’età classica. Adiasono conservati un ciclo di affrecente è la Galleria o Loggione da
schi rinascimentali di scuola macui si gode una splendida vista. Le
nieristica raffiguranti la Passione
altre due pareti, invece, sono
adornate da affreschi raffiguranti
i possedimenti farnesiani, la scena
di Venere e Cupido, e figure di
importanti filosofi greci. Questi
affreschi hanno subito danni ingenti da parte delle truppe francesi che sostarono nel palazzo.
Oggi i locali sono adibiti a biblioteca e uffici comunali, centro studi e ricerche sul territorio farnesiano, archivio storico e museo, centro di documentazione sul costume farnesiano. La chiesa di San Filippo Neri, collocata sul lato sinistro del palazzo, viene oggi utilizzata come sala conferenze.
La Parrocchiale
e altre chiese
Alla sinistra del palazzo Farnese è
la collegiata di Santa Maria
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GRADOLI
di Cristo e 15 tavolette del XVI secolo con i misteri del Rosario. InolE I PIRATI
tre paramenti liturgici, suppellettiPosta su un colle al di fuori delli sacre, ex-voto.
l’abitato, in località San Vittore,
La chiesa di San Michele Arla tradizione vuole che la chiesa
cangelo, in via Cavour, era l’andi San Vittore sia stata eretta
come ex voto sul luogo dove i
tica chiesa parrocchiale. L’epoca
Saraceni sarebbero stati bloccati
della sua costruzione non si conoda un banco di nebbia risparsce, tuttavia c’è motivo di suppormiando così i cittadini dal sacre che doveva già esistere all’epocheggio. Ha forma rettangolare,
il tetto a capriate, abside a volta
ca del Sinodo della val di Lago del
e tre altari: il maggiore è ornato
1118. In quel tempo era più grandalla pala raffigurante la Vergide dell’attuale, aveva il soffitto a
ne col Bambino tra i santi Pietro
volta, una sola finestra ed era afe Vittore. Sopra l’altare di sinifiancata dalla sagrestia da cui si
stra è posto un affresco della
scuola senese del ‘400 di grande
accedeva alla casa canonica. Ogdevozione popolare. È annesgi è a un’unica navata rettangoso un romitorio già in uso
lare con volte a capriate, priva
tra il XVI e XVII secolo:
di sagrestia e con tre fineabitato sino al 1955 è
stre. Sulla parete di fondo
oggi abbandonato.
Ogni anno, il 14
è conservato un interesmaggio una festa
sante affresco di scuola
popolare rievoca la
senese
del XV secolo
leggenda.
che raffigura il Cristo
crocifisso; sulla destra un’altra pregeMuseo e Centro di
vole opera, dello
Documentazione del
stesso periodo, rafCostume Farnesiano
figurante San Michele Arcangelo.
ccupa un intero piano del paIn via della Malazzo Farnese ed espone ricche
donna si trova invetestimonianze degli anni d’oro,
ce la chiesa di San
quando Gradoli prosperava sotto la
protezione dei Farnese. Vi sono racPietro in Vinculis,
colti trenta costumi e due armature
comunemente detricostruiti con rigore storico, cerata della Madonna,
miche del XV e XVI secolo e antichi
considerata rurale
registri dell’archivio storico. Pannelagli inizi del ‘600 in
li esplicativi, video e postazione interattiva facilitano il percorso e la
quanto il paese era
comprensione di quanto esposto.
raccolto dentro alle
Per informazioni, tel. 0761 456082.
mura. Forse di pianOrario di visita: estivo, merc. 17-19,
ta a croce latina, oggio. 11-13/17-19, da ven. a dom.
10-13/17-19, chiuso lunedì e margi rettangolare, ha
tedì; invernale, da mart. a ven. 10subito nel tempo va13, sab. 10-13/15-18, dom. 10-13,
rie modifiche. All’inchiuso lunedì.
terno erano tre alta-
★ SAN VITTORE
O
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GRADOLI
q LE SPECIALITÀ DA ACQUISTARE A GRADOLI
• Porchetta di produzione propria
presso la Macelleria Cioli.
• Carni suine, conigli presso la
Macelleria in piazza Vittorio Emanuele 24 e le norcinerie lungo tutta
via Indipendenza.
• Prodotti a base di carni suine presso il prosciuttificio La Montagnola in localita’ Poggio Pinzo, SS.
74 km 66,200.
• Miele all’Apicultura Ligustica,
via Piave 19 (estrazione e confezione c/o Mieleria Cooperativa Elce
a Latera, tel. 0761 45 62 49) e presso l’apicoltura Tognarini Franco
in via Solferino 35.
• Legumi: fagioli (fagiolo del Purgatorio), ceci, lenticchie di Onano;
• Vino: Grechetto (rosso secco),
Aleatico (da pasto e da dolce, invec-
ri; oggi è rimasto soltanto l’altare
maggiore dedicato alla Madonna
del Buon Consiglio. Gli ultimi interventi risalgono agli anni ‘60
quando venne ricavato l’abside
utilizzando parte della sagrestia.
Chiesa di San Magno
sulle rive del lago
A circa 7 km dal paese , sulle rive
del lago, si trova la chiesa di San
Magno, il cui progetto si può far
risalire al tardo ‘400 anche se una
cappella o un piccolo oratorio doveva già esistere precedentemente. La chiesa è costituita da una
vasta costruzione rettangolare in
tufo con copertura in capriate e il
portale ha un cornicione in stile rinascimentale. Sul tetto, un piccolo campanile a vela per due campane testimonia una sua antica
62
chiato in botti di rovere), Est! Est!!
Est!!! di Montefiascone, Grappa di
Aleatico e l’olio extravergine di
Gradoli presso l’Oleificio e Cantina Sociale di Gradoli, aperta 9-13;
16-19, chiusa giovedì e domenica.
La Cantina Sociale organizza inoltre
incontri divulgativi sui prodotti e le
tecniche di coltivazione e produzione (es. patata, vite...)
• Pani vari; ciambelline al vino, al latte e lievitate; ciambelle dolci e salate; maritozzi; crostate, amaretti,
mostaccioli, stinchi, stortini,tortelli
alla ricotta presso la Bottega del
Pane Castrini in piazza Vittorio
Emanuele 23 bis.
• Pani da Vitali in via Piave e dai F.lli
Castrini in piazza Vittorio Emanuele.
• Dolci presso il Paradiso dei dolci
in via Indipendenza.
• Pesce di lago presso Draghetto in
via Indipendenza.
più grande importanza. Sopra
l’altare maggiore troneggia la figura di San Magno Vescovo. Attualmente permane la validità del
privilegio del “perdono di San
Magno”, cioè l’indulgenza plenaria per tutti coloro che la visitano
dal mattutino ai vespri del 19
agosto, ricorrenza della festa.
GLI ALBERGHI
E I RISTORANTI DI
y
GRADOLI
ALBERGHI
***La Ripetta, via Roma 38, tel.
0761 456100, fax 0761 456643;
16 camere, con ristorante e parcheggio.
G RISTORANTI
Da Giggetto, loc. Montesenano,
tel. 0761 456138; 80 coperti al
chiuso e 80 all’aperto in terrazza
sul lago, con parcheggio; cucina di
pesce; chiuso lunedì.
La Taverna del Giglio, via del
Macello 11, tel. 0761 456345;
trattoria-pizzeria nel centro storico; piatti regionali e di pesce; chiuso martedì.
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GRADOLI
Gli incappucciati
e un banchetto
memorabile
Il giovedì grasso, i 60 membri della Confraternita del Purgatorio vestiti con tunica e cappuccio girano
per le strade del paese, preceduti
dallo stendardo e dal tamburino
per raccogliere offerte e ogni genbere di mercanzia. Il pomeriggio
viene tenuta un’asta pubblica in cui si vendono
tutte le cose raccolte
e, con il ricavato, si organizza il mercoledì
delle Ceneri, un
pranzo antico di
cinque secoli, cui
partecipano circa
2000 persone, so-
★ L’ALEATICO E IL FAGIOLO
DEL PURGATORIO
Gradoli è famosa soprattutto per
la produzione delle uve da vino
dalle quali si trae il Grechetto, vino rosso Doc da pochi anni, e soprattutto l’Aleatico, vino dolce
fra i maggiori Doc del viterbese
cui è dedicata una sagra durante
l’ultimo fine settimana di luglio.
Prodotto tipico di Gradoli è il fagiolo del Purgatorio, coltivato da
tempo immemorabile come testimonia la tradizione del Pranzo
del Purgatorio che risale al 1600,
di cui il fagiolo costituisce il piatto fondamentale.
Tradizionali sono i biscotti dolci e
salati di Santa Maria Maddalena
che si possono assaggiare durante
la festa che si svolge il 22 luglio, e da provare le
“migliacce” (frittelloni dolci tipici del
Carnevale), i “pizzicotti” (sorta di gnocchi di mollica di pane) e il
pancotto con la ricotta.
f
FESTE, SAGRE
E MANIFESTAZIONI
• Festa degli Incappucciati e
Pranzo del Purgatorio: tra il giovedì grasso e il mercoledì delle
Ceneri.
• Festa di San Vittore: 14 maggio, rievocazione della leggenda
del Santo che salvò il paese dai
Saraceni.
• Festa di Santa Maria Maddalena: 22 luglio, processione con la
statua della Santa Patrona e quadri viventi con episodi della sua vita. Iniziative di vario genere per alcuni giorni.
• Sagra dell’Aleatico: ultimo fine
settimana di luglio, brindisi e
stand gastronomici per apprezzare al meglio la cucina
locale.
• Perdono di San Magno:
19 agosto.
litamente presso la Cantina
Sociale.
Il menu, preparato dai membri
della Confraternita, è sempre lo
stesso di cinque secoli fa e consiste in fagioli all’olio, riso in brodo
di tinca con interiora di luccio, luccio in umido, nasello fritto, baccalà lesso condito con aglio, olio e
prezzemolo; mele, vini del posto e
brindisi finale con l’Aleatico.
San Magno per la remissione
dei peccati
Il 19 agosto dal paese parte una
processione con la banda, diretta
alla piccola chiesa di San Magno
sulle rive del lago per ottenere
l’indulgenza plenaria così come
stabilito da papa Paolo
V nel 1611 e confermato da papa Benedetto XIV nel 1754. L’occasione è buona per una
bella scampagnata in riva al
lago con panini e vino.
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ALTA TUSCIA
Grotte di Castro
Come in un presepe
Arroccata su uno sperone di
tufo, a un’altitudine di 467
metri e affacciata sul lago
di Bolsena, Grotte di Castro
deve il suo nome alle grotte
scavate nel tufo dalla popolazione per sfuggire alle invasioni dei Longobardi. L’abitato è
composto da lunghe linee di
case costruite in tufo ai cui
piedi si aprono le grotte ora
utilizzate come magazzini, stalle e cantine. L’effetto che fa, visto dalla strada che
sale dal lago di Bolsena è quello di
un pittoresco paese da presepio.
Le colline che lo circondano sono
coltivate a vigne e uliveti e ultimamente il territorio è particolarmente rinomato per la patata,
che viene festeggiata ogni anno
in agosto in una sagra a lei dedicata.
L’ origine di questo attivo e fiorente centro agricolo risale ai
tempi in cui gli Etruschi abitavano su queste colline e ne sono testimonianza le numerose tombe
e i colombari sparsi un po’ ovunque nel territorio. Nella località
chiamata “Civita” (a ricordo di
un’antica città, che alcuni ritengono possa essere quella di Ty-
2INFORMAZIONI
Pro Loco: via Roma, tel. 0763
796966
Comune: piazza del Municipio, tel. 0763 798002
Biblioteca: piazza della Rocca, tel. 0763 797173
64
ro), posta a sud-est del paese, sono ancora visibili i
resti di un acquedotto in
muratura, cunicoli per
convogliare le acque, cisterne, tratti della cinta difensiva a grandi blocchi
di tufo e resti di un asse
stradale. L’insediamento è
circondato da un insieme
di necropoli. Le sepolture
più antiche non sembra-
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GROTTE DI CASTRO
I
MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO E DELLE TRADIZIONI POPOLARI
Nella piazzetta di vicolo del Fede,
uno degli angoli più sugestivi del
paese, il Museo è stato inaugurato nel 1993 e occupa il
piano terra e il piano seminterrato di un edificio
storico residenza del podestà nel XVIII secolo.
La sezione archeologica raccoglie reperti provenienti
dagli scavi effettuati
nelle necropoli di Vigna
la Piazza e Pianezze. I corredi funerari sono accompagnati da didascalie e da
pannelli didattici, attraverso
i quali il visitatore può ricevere
un’esauriente informazione storica. Fa parte integrante del
Museo una raccolta di circa 160
reperti etruschi, attraverso i quali
si tenta di ricostruire la storia dell’abitato che sorgeva sulle colline
della Civita, poco distanti da Grotte di Castro.
Un’altra sezione del
Museo è dedicata alla ricostruzione con grafici
e pannelli della storia medievale e più
recente del paese e
delle sue tradizioni
popolari.
Orario di visita: marzoaprile, ven. 10-13, sab. 1518, dom. 10-13/15-18; maggio-sett., mart.-ven. 16-19.30,
sab. e dom. 10-12.30/16-19.30;
ott.-febbr., sab. e dom. 10-16.
Per informazioni tel. 0763
798002-797173-796966.
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GROTTE DI CASTRO
Basilica-santuario di Maria SS. del Suffragio
S
orge sul luogo di una precedente pieve dedicata a San Giovanni Battista, ricordata dal XIV secolo, ma certamente molto più antica. L’attuale complesso, edificato in seguito ad alcuni episodi miracolosi verificatisi nel luogo e connessi al culto della Vergine del Suffragio, fu iniziata
nel 1625 su progetto di Girolamo Rinaldi e completato da Andrea Selvi
nel 1672 con l’erezione della cupola ovoidale. Restauri e abbellimenti con
l’inserimento anche di opere d’arte moderna
sono stati eseguiti di recente. L’interno, a una
navata, presenta una pianta a croce latina e ha
all’altar maggiore una fastosa Gloria barocca,
eseguita da Bartolomeo De Zottis (o De Zettis)
nel 1713 e dorata l’anno successivo, che racchiude una statua della Madonna in legno policromo, del 1616; ai lati del presbiterio (il complesso ebbe restauri e sistemazioni nel 1968)
sono due grandi affreschi di Luigi Fontana
(1888) raffiguranti la Natività e la Decollazione di San Giovanni Battista. Nel transetto destro, altare della Madonna del Rosario, della
seconda metà del secolo XVII, con pala (Madonna del Rosario e i 15 Misteri) di Francesco
Nasini (1654); in quello sinistro, altare del Crocifisso e del patrono San Flavio, con pala (Crocifisso tra Santa Maria Maddalena e San Francesco d’Assisi) di scuola del Reni proveniente,
secondo la tradizione, dalla distrutta Castro.
In una serie di tombe appartenenti all’antica
pieve di San Giovanni Battista, nei sotterranei
della chiesa cui si accede dalla sagrestia, è allestito un originale Antiquarium. Ci si ritrova
in un tortuoso percorso sotto l’abside tra paramenti sacri, reliquiari e arredi dal secolo XV
al XIX, nonché alcuni reperti etruschi provenienti dai dintorni, perfino una donna mummificata rinvenuta durante i lavori di sistemazione. In un’altra grotta adiacente alla chiesa
c’è la sorpresa di un presepio permanente con
statue in terracotta smaltata a dimensione naturale, opera contemporanea di Mario Vinci
da Acquapendente.
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GROTTE DI CASTRO
» TRASPORTI
Grotte di Castro si può raggiungere con autobus di linea della
Società LI.LA. (per informazioni tel.
0763 734814) o con il treno scendendo a Orvieto e proseguendo in
autobus.
ne di Castro nel 1649 ritornò ad
appartenere allo Stato Pontificio.
Tre itinerari paralleli
Provenendo dalla SS 74 Maremmana, subito all’inizio della
strada principale che attraversa
il paese, a destra si trova, nelno risalire oltre la metà del VII sel’ex palazzo del Podestà, il Mucolo a. C. e sono costituite dalle
seo Civico Archeologico e
cosiddette “tombe a cassone”,
delle tradizioni popolari (veparticolarmente diffuse nella nedi pag. 65). Se si prosegue invecropoli di Vigna la Piazza. Comce a sinistra, aggirando l’abitapaiono poi le prime “tombe a cato in una sorta di circonvallamera” che caratterizzano la nezione che qui prende il nome di
cropoli di Pianezze (vedi pag. 69).
via Roma, si nota subito la FonTra la fine del IV e gli inizi del III
tana Gransecolo a. C.
de, anch’esanche la Cisa monumenvita dovetto di notevole
te sottometimportanza,
tersi all’ecostruita nel
spansioni1886 per la
smo romapubblica utino, contilità in quannuando coto garantiPannello degli itinerari tematici.
munque la
va l’approvvisua storia fino
gionamento di
alle devastanti incursioni dei Lonacqua alle porte del paese. Di
gobardi che costrinsero gli abifronte si trova l’Ufficio del Tutanti a trasferirsi sul sito occuparismo dove è esposto all’esterto attualmente che offriva loro
no un pannello con gli itinerari
una maggior difesa e la possibidel paese e i luoghi di interesse
lità di nascondersi nelle grotte.
Distrutta dai Saraceni nel secolo
) UN CENTRO ATTIVO
IX, riuscì a risollevarsi, entrò a
DI CULTURA
far parte della giurisdizione di
La Biblioteca di Grotte di CaOrvieto e nel 1265 passò alla
stro, in piazza della Rocca, costiChiesa; il papa Paolo III la intuita da diverse sale di lettura,
una per le conferenze e una per
corporò nel ducato di Caascolto musica e visione video,
stro. Risale a questo perappresenta un punto di rifeririodo la costruzione
mento per varie attività culturadei palazzi più belli
li, promuovendo iniziative quali
del paese.
conferenze e corsi musicali, linguistici, di disegno.
Dopo la
distruzio67
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GROTTE DI CASTRO
da visitare nei dintorni. Una volta entrati in paese, superato il Museo, si
aprono paralleli tre itinerari segnalati: il più
basso è l’itinerario panoramico, l’intermedio è
quello medievale, il superiore è quello rinascimentale. Imboccando
quello medievale - lungo il
quale si trova anche l’importante palazzo nobiliare di Inno-
ALBERGHI, RISTORANTI
E AGRITURISMI
DI GROTTE DI CASTRO
y
ALBERGHI
*Perugini è il piccolo e unico albergo del paese, molto modesto
con 10 stanze senza servizi.
**Etrusco Residence, loc. Pianezze, tel. 0763 797259, una quindicina di stanze con servizi nei pressi
della necropoli.
G RISTORANTI
Etruria, via Vittorio Veneto 115,
tel. 0763 796030; un po’ fuori dal
paese, 80 coperti al chiuso e 30 all’aperto, con parcheggio; cucina
locale; chiuso venerdì. Anche albergo con 6 camere.
Le Sirene, loc. Borghetto, spiaggia
di Grotte di Castro, tel. 0763
727733; trattoria sul lago con terrazza e parcheggio; specialità pesce.
La Cornucopia, via Roma, tel.
0763 798030.
cenzo Iuzzi (1563), la cui costruzione risale al periodo di
appartenenza al ducato
di Castro - si possono
osservare antiche botteghe, portali e insegne di
quel periodo e i muri
delle case decorati con
graziosi, allegri vasi di
fiori dai vivaci colori che
si alternano a piccole edicole dedicate alla Madonna del
Suffragio. E a questa chiesa, la
più importante del paese, denominata oggi basilica di Maria
SS. del Suffragio e San Giovanni Battista (vedi pag. 66) si
perviene alla fine del percorso.
Essa domina come una fortezza
su tetti, vicoli e piazze, e da qui
★ PASSEGGIATA A SANTA
MARIA DELLE COLONNE
A 2.5 km dal paese, si trova l’interessante chiesa di Santa Maria delle Colonne, di origine romanica. Recenti restauri hanno
rimesso in valore le antiche
strutture con colonne e capitelli
incassati nei muri perimetrali;
resti di affreschi cinquecenteschi presso l’ingresso e antica
immagine della Madonna col
Bambino, ad affresco.
C
AGRITURISMI
***Castello di Santa Cristina,
loc. Santa Cristina, tel. e fax 0763
78011; 6 appartamenti in collina,
con piscina, equitazione, campo
da tennis intorno a un castello;
giardino e parcheggio.
** Montepereto, loc. Montepereto 37, tel. 0763 796593; 3 appartamenti in campagna, senza ristorante, con giardino e parcheggio.
B BED AND BREAKFAST
Magi Turist, via Nobile 19, tel.
0763 341974.
68
Una piccola edicola
dedicata alla Madonna.
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GROTTE DI CASTRO
q GLI ACQUISTI A GROTTE DI CASTRO
Nel paese vi sono numerosi negozi
di tutti i generi, sia di alimentari
che di abbigliamento e articoli
sportivi, punti di vendita speciali
per i protti tipici sono:
• Artigianato in legno presso Gigliozzi in via della Pieve 5 e da
Ercoli in via della Repubblica 9.
• Ortaggi, frutta e soprattutto le
patate della zona presso
MA.DE.CO. in località Caracalla,
Strada Maremmana (tel. 0763
si riparte per la strada del ritorno, anch’essa tutta decorata di
fiori e edicole con la Madonna
lungo le pareti, percorrendo l’itinerario superiore che è quello
rinascimentale, poiché vi si in-
797153) e presso CC.O.R.AV.
(Consorzio Coop. Ortofrutticolo
Alto Viterbese) in localita’ Salcinella snc (tel. 0763 796117).
• Caratteristico di Grotte e rinomato è il cosiddetto “vino carcerato ”, ottenuto da uve locali pigiate
e tenute per quattro mesi murate
in appositi tini. Dopo di che il vino
viene imbottigliato e la bottiglia
viene sigillata immergendo il tappo nel cemento.
contrano i palazzi del periodo
del ducato, come palazzo Cordelli e palazzo Pressutti (XVI
secolo). Si perviene così all’altra
chiesa importante del paese, anch’essa di origini medievali, la
La necropoli di Pianezze e le altre tombe
U
scendo dal paese, a 2 km in
direzione Bolsena, su una
rupe tufacea si trova la necropoli etrusca di Pianezze dove è
stato recentemente istituito il
primo Parco Archeologico del
comprensorio lacustre. Le tombe sono del tipo a camera e risalgono al VI secolo a. C.; si dispongono a fila, l’una accanto
all’altra, sul fianco di un lungo
costone tufaceo rivolto a ovest e digradante in larghi terrazzamenti. Gli accessi alle tombe sono costituiti da corridoi monumentali, accuratamente scavati nel tufo; gli interni presentano in genere una
pianta complessa, articolata in vari ambienti, e i defunti venivano deposti in fosse ricavate nei pavimenti o in loculi aperti sulle pareti. La
necropoli è molto particolare; spicca per bellezza, tra le altre, il tumulo detto Tomba Rossa. che presenta sculture e pitture. La zona archeologica è attualmente in fase di recupero.
Parzialmente visitabili sono le necropoli di Cento Camere e Vigna della
Piazza, dove sono particolarmente diffuse la tombe a cassone. Queste
necropoli, testimonianza dell’antico passato etrusco, sono avvolte da
una suggestiva cortina vegetale che crea un’atmosfera di particolare intensità. Molti sepolcri presentano soffitti scolpiti a doppio spiovente riproducenti l’orditura lignea dell’abitazione etrusca e dove alcuni elementi strutturali vengono messi in rilievo con fasce e bande colorate.
69
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GROTTE DI CASTRO
f FESTE, SAGRE E FIERE
• Festival del Sorriso: dal giovedì
al sabato di Carnevale. In occasione del Carnevale, festival canoro
dei bambini.
• Processione del Cristo morto:
Venerdì Santo. Processione caratteristica in costumi che percorre
tutte le vie del centro storico, con
circa 300 personaggi e termina
presso la Parrocchiale di San
Pietro dove avviene la rappresentazione teatrale della passione e
morte di Gesù.
• Fiera di San Flavio e Santa
Faustina: 7-8 maggio. Celebrazione dei Santi Patroni San Flavio e
Santa Faustina.
• Sagra della Patata: periodo di
Ferragosto. Esaltazione del prodotto più importante nell’economia
del paese, che viene cucinato e servito su grandi tavolate all’aperto, in
tutti i modi possibili con abbondante vino, soprattutto quello “carcerato”.
• Festa di Maria
SS. del Suffragio:
8 settembre. Celebrazione religiosa
chiesa di San Pietro Apostolo, in
piazza Matteotti,
costruita per volere della contessa Matilde di Canossa e consacrata nel 1118;
dell’antica struttura possiamo
Un tratto dell’itinerario
medievale.
70
che a cadenza decennale assume
carattere straordinario con la discesa della statua della Madonna dal
trono. Durante la festa si svolge
anche il corteo storico.
• Presepe vivente: 24 dicembre–6 gennaio. Rievocazione della
nascita di Gesù da parte di circa
100 personaggi che si muovono in
uno scenario caratteristico situato
sotto la rupe tufacea su cui poggia
il paese.
• Sagra della Pansanella: fine luglio. Manifestazione gastronomica che si svolge in località Val di
Lago, sulle rive del lago di Bolsena,
con degustazione della “pansanella”, un piatto tipico locale a base di pane condito con olio, sale,
pepe e pomodoro fresco.
IL CORTEO STORICO
Il 14 agoso e l’8 settembre si può
ammirare il corteo storico, composto
da personaggi in costumi d’epoca,
rappresentanti i vari
ceti sociali del periodo rinascimentale del
ducato di Castro.
ammirare soltanto
il campanile dalle
caratteristiche forme romane mentre
il resto della chiesa è stato rifatto; tra le varie opere è da segnalare una tela del XVII secolo e un
Crocifisso del XVIII secolo.
Si giunge quindi alla piazza del
Municipio con il palazzo Comunale costruito su disegno
del Vignola nel XVI secolo; al
suo interno si può ammirare una
stupenda scala a chiocciola.
Andando oltre questa piazza, si
sale alla piazza della Rocca, a
ricordo della rocca medievale distrutta nel 1346, dove oggi si
trova la Biblioteca. Da qui parte la strada che conduce ai colombari.
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ALTA TUSCIA
Onano
Il paese
della lenticchia
Onano si trova a 8 km da Acquapendente - e ad altrettanti da
Grotte di Castro e Latera - a
un’altitudine di 510 metri, sul versante nord-occidentale dei monti Volsini, al confine con la Toscana. Deve la sua fama alla lenticchia, legume la cui coltivazione
vanta un’antichissima tradizione,
da assaggiare durante i mesi di
agosto e settembre, in occasione
della Sagra che propone piatti tipici locali.
L’antico borgo, racchiuso tra i resti delle mura medievali, è dominato dal Castello, detto anche
palazzo Madama, dall’aspetto
severo, conferitogli dalla facciata
con piccole aperture e tre ingres-
2INFORMAZIONI
Comune: tel. 0763 78021, fax
0763 78391. Per le visite alle
chiese rivolgersi al Parroco,
tel. 0763 78565.
si, che rivela, non ostante gli interventi successivi, la sua originaria funzione di fortezza. Esso si
erge, con la sua mole imponente, nella piazza principale; fu dei
Monaldeschi della Cervara e degli Sforza e vi soggiornò papa Pio
XII come testimonia una iscrizione in lapide posta all’ingresso
principale del castello stesso cui si
accede per una scala bilaterale
con in mezzo una fontana a muro. Notevolmente manomesso,
conserva all’interno parte di un
pavimento in ceramica del ‘400.
Il borgo medievale, sotto il profilo urbanistico, è molto vario;
71
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ONANO
Il borgo di Onano dalle strade strette e sinuose.
adattandosi al luogo in cui sorge,
presenta strade strette e sinuose;
le vie si snodano con curve anche
a gomito, creando angoli caratteristici e sboccando improvvisamente davanti a panorami “mozzafiato”. La tortuosità e l’ampiezza limitata delle vie serviva a difendere dai venti e dal freddo invernale gli abitanti di Onano. La
pavimentazione delle strade è,
sostanzialmente ancora quella
medievale, costituita da lastricato
(grandi lastre di pietra) o selciato
(piccoli selci di pietra squadrati
detti sanpietrini o ciotoli rotondi).
Di mano in mano nella storia
I ritrovamenti archeologici documentano la presenza di insediamenti etruschi nella zona; gli antichi abitanti vi rimasero indisturbati, padroni dei luoghi, allora
impervi e ammantati di fitta vegetazione, a lungo anche dopo
l’invasione romana. Il paese fu
espugnato dai barbari e subì nel
Medioevo duri assedi da parte
degli Alemanni. Dal 1215 appartenne alla repubblica di Orvieto e
nel 1398 passò ai Monaldeschi
della Cervara che lo trasmisero,
72
nel 1584, agli Sforza, marchesi di
Proceno, dai quali passò alla Santa Sede fino all’unità d’Italia.
Le chiese in paese
e nei dintorni
Chiesa di Santa Croce
in piazza Pio XII
Si tratta di una chiesa assolutamente moderna realizzata nel
1956 su progetto originale dell’architetto Lupino. Nella zona
esisteva già un’altra chiesa, purtroppo distrutta durante la
guerra nel 1944. La nuova chiesa è dotata di un’ampia facciata
con ingresso a sud. Nella parete
di sinistra si trova l’organo acquistato grazie alla donazione
di papa Pio XII. Sull’altare in
marmo e travertino domina un
★ GIRA E RIGIRA SEMPRE
ONANO È
La denominazione Onano non
perde la sua identità sia che la si
legga da destra che da sinistra.
Un’altra curiosià di Onano è che
si trova equidistante da alcune
importanti città del Centro-Italia: 100 km da Siena, Grosseto,
Perugia; 120 da Arezzo e Roma.
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ONANO
UN SALTO IN TOSCANA
Da Onano è possibile abbandonare
in pochi chilometri il Lazio ed effettuare un’incursione in Toscana, per
un giro che riunisce a breve distanza
tre località di grande interesse:
Sorano, Sovana e Pitigliano (nell’ordine del loro susseguirsi provenendo da Onano).
SORANO
Di forte suggestione le immagini che
il borgo medievale propone nei due
versanti del blocco tufaceo su cui è
adagiato a 379 metri di altitudine. Il
paese è sovrastato dalla Rocca.
Dalla porta di Sopra si giunge alla
Parrocchiale e al palazzo Comitale
degli Orsini, dietro al quale si trova
il Sasso leopoldino. Uscendo dall’abitato per la porta dei Merli, si
scende verso le vie cave per raggiungere una vasta necropoli con
tombe a camera scavate nel tufo.
SOVANA
Centro etrusco e poi romano, nel
notevole Crocifisso in bronzo;
all’interno della chiesa è possibile vedere anche le 14 stazioni
della Via Crucis e la Vergine della Fiducia in terracotta incisi dallo scultore onanese mastro
Claudio Ferri.
Medioevo sede vescovile e capitale
della contea aldobrandesca, conserva
i resti della Rocca duecentesca e altre
testimonianze del periodo medievale
in piazza del Pretorio. Notevole il
Duomo ricostruito tra i secoli XI e XII
sulla base di un edificio del IX secolo.
Nei dintroni di Sovana, si trova una
vasta necropoli i cui elementi di
maggior rilievo sono la tomba della
Sirena e la tomba Ildebranda.
PITIGLIANO
Scenograficamente arroccato su uno
sperone tufaceo strapiombante su tre
lati. Interessante da visitare per il palazzo Orsini, di fondazione medievale; per il borgo organizzato lungo tre
assi maggiori traversati da vicoli ortogonali che si concludono con belle vedute sugli strapiombi laterali; per il
Duomo dalla facciata settecentesca;
per la chiesa di Santa Maria già ricordata nel 1274. Oltre la porta di
Capisotto o di Sovana si trova un tratto di mura etrusche.
Chiesa di Santa Maria alle
Grazie in località Le grazie
Di epoca romanica e abbellita
con affreschi della scuola senese;
stupenda l’immagine della Vergine con il Bambino attribuita al
pittore Sano di Pietro. Consolidata e restaurata negli anni ‘60, è la
più antica chiesa di Onano.
Chiesa di Santa Maria della
Concezione in via Cavour
Fu eretta nel
1784; in essa si
conservano le
urne dei due patroni San Trifone e Santa Colomba. È comunemente chiamata la “chiesa
dei Frati” perchè ad essa è legato un breve
soggiorno dei
Per le strade del borgo.
Frati nel paese.
Chiesa della
Madonna
della Fontana
in località
La Fontana
Anche nota con il
nome di Madonna del Soccorso,
fu costruita nel
1454 e arricchita
con affreschi dell’epoca di cui si
riesce a distinguere ora soltan73
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ONANO
★ UN LEGUME CHE VALE
UN REGNO
Piccola, tonda e saporitissima la
lenticchia (Lens culinaris medicus)
di Onano viene coltivata all’interno del Comune omonimo e in
una ristretta area limitrofa. Questa coltivazione vanta un’antichissima tradizione e se ne trova
riscontro già negli “ordini, statuti, leggi municipali della
comunità e popolo di Onano”
del 1561. Da allora numerosi sono stati i riconoscimenti tributati
a questo prodotto (di rilievo quelli ottenuti da Londra, Parigi e
Buenos Aires) che vanta caratteristiche davvero particolari. Chissà se il piatto di lenticchie per il
quale Esaù cedette la primogenitura al fratello Giacobbe - come
racconta la Bibbia, così testimoniando delle antiche origini dell’uso alimentare di questo pregiato legume, ricco di proteine, vitamine e ferro - sarà stato altrettanto gustoso?
to la figura di un santo; ciò che ha
consentito di datare l’intero ciclo
al XV secolo.
Chiesa della Madonna della
SS. Trinità in località Scardi
Costruita nel 1668, veniva chiamata anche “chiesa dell’acqua
santa” perché da sotto l’altare era
scaturita una vena d’acqua alla
quale gli abitanti di Onano attribuivano poteri miracolosi. Ospita
una ceramica di C. Ferri raffigurante l’Annunciazione.
Chiesa della Madonna
del Piano
Fu eretta nel 1493. A pianta rettangolare con conci di tufo ben
levigati, è abbellita all’esterno da
una liscia cornice a mensola quasi a sostegno della croce del tetto.
Il gradevole effetto estetico è dovuto all’ampio arco a tutto sesto
ben smussato e alleggerito da
cornici e scanalature. La chiesa ha
subito numerosi rimaneggiamenti; degna di attenzione ancora oggi è l’edicola racchiudente l’affresco della Vergine restaurato nel
1965 e attribuito al Pastura allievo del Perugino.
f FESTE E SAGRE
• Sant’Antonio Abate: 17 gennaio. Per festeggiare il Santo protettore degli animali e l’inizio del
Carnevale. viene organizzata una
sfilata in maschera cui la popolazione partecipa con grande entusiasmo e, nel centro del paese, viene acceso un fuoco che arde per
tutta la giornata, sulle cui braci viene bruscato il pane e arrostita la
carne, da degustare in piazza.
Durante questa giornata si svolge
la “corsa della pastasciutta” in cui i
concorrenti, con le mani legate
dietro la schiena, devono raggiungere, correndo, la tavola su cui sono disposti i piatti di pasta e consumare l’abbondante porzione senza
usare le mani.
• Processione della Madonna:
74
metà agosto. Per le vie del paese si
snoda una processione composta
dai rappresentanti delle quattro
confraternite, e dalle donne dell’Addolorata; insieme a loro sfilano i
bambini, portando al collo dolci a
forma di “cavallucci” e “pupe”, e
infine segue la Banda musicale di
Onano.
• San Trifone e Sagra della Lenticchia: settimana di Ferragosto. In
concomitanza della festa del Santo
Patrono, viene festeggiato questo rinomato prodotto a cui Onano deve
la sua fama, con degustazione di
piatti a base del pregiato legume e
vino a volontà. Fra le varie iniziative,
di particolare interesse sono la manifestazione teatrale in dialetto onanese e la gara di pittura C. Ferri.
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Latera avvolta nel suo splendido e rigoglioso paesaggio.
Latera
Tradizioni e
orgoglio di una
cultura contadina
Situato sul versante interno settentrionale dell’ampia conca
omonima, il pittoresco borgo di
Latera, a 508 metri di altitudine con alture che
arrivano sino a 630
metri, è circondato
da uno splendido e
rigoglioso paesaggio verde che lo avvolge come un manto. Vi abbondano i
boschi di castagni con
alberi plurisecolari che forniscono legno (quelli selvatici) e
gustosissimi frutti (quelli domestici) che ispirano una delle feste
principali del paese, la Sagra della Castagna. In verità numerosissime sono, nel corso dell’anno,
le manifestazioni e le ricorrenze
celebrate dagli abitanti del borgo, a testimonianza di un tenace
e radicale attaccamento alle proprie tradizioni. E non solo con le
feste: sempre più fitte si succedono, infatti, le varie iniziative
per la conservazione del patrimonio culturale, sia esso popolare - di canti e poesie, con la banda e gli sbandieratori - o storico
e artistico con gli interventi di recupero di numerosi edifici; tutte espressioni della volontà
di valorizzare con ogni
mezzo possibile l’immagine di una cittadina ben
radicata e fiera della propria cultura contadina.
Quale candidato migliore
quindi, per ospitare il Museo della Terra, allestito
qui, infatti, nell’antica grancia
(granaio) della chiesa di San Pietro (vedi pag. 77).
2INFORMAZIONI
Pro loco: via Piave, tel. 0761
459342.
Comune: tel. 0761 459041,
fax 0761 459476.
75
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Pagina 76
LATERA
★ L’ORIGINE DELLA CONCA
CRATERICA DI LATERA
Secondo alcuni è dovuta alla
fusione di più crateri contigui
attivi in una fase tarda del vulcanismo volsinio, ma più probabilmente, come quella di
Bolsena, essa si è formata per
via di sprofondamenti tettonici successivi. Questa posizione
e la sua formazione spiegano
la presenza nel territorio di abbondanti sorgenti di acque
minerali magnesiache, solforose e ferruginose.
Qualche accenno alla storia
L’origine del borgo, dall’aspetto
tipicamente medievale, si perde
nel tempo: accanto ai reperti
etruschi e romani sono infatti venuti alla luce numerosi resti risalenti al Neolitico (5000 a.C.).
Una lapide, rinvenuta nel territorio, sembra suffragare l’ipotesi
che nella località sia stato designato dalle legioni l’imperatore
Marco Aurelio Antonino. Come
molti altri paesi subì le scorrerie
dei barbari; divenuta Comune
nel XII secolo, Latera fu a lungo
contesa tra la Chiesa, Orvieto e i
La fontana nella piazza
IV novembre o “del Tinaio”.
76
potenti feudatari. Toccò infine,
insieme con la vicina Farnese e il
titolo ducale, ai discendenti di
Bartolomeo Farnese, un ramo distinto da quello di Castro. I Farnese tennero le redini della cittadina
fino alla loro estinzione, nel 1668,
quando il feudo tornò sotto il
controllo della Chiesa. A loro risale la costruzione del palazzo Ducale in piazza della Rocca e quella
del primo acquedotto del paese
con due fontane, una, detta del
Viscero, nella valle, e una, detta
del duca Pietro o Ducale, presso
l’attuale Museo della Terra.
Uno scorcio del paese.
Quattro passi
per il borgo
Addentrandosi nel paese, si oltrepassa una fontana che si trova
sulla destra nella parte “di sotto”,
in piazza IV novembre anche detta “piazza del Tinaio”. Più avanti,
attraversato un ponte seguito immediatamente da un arco, si accede alla parte più antica nella
quale subito si nota la chiesa di
San Clemente (vedi pag. 77),
scendendo a destra della quale, si
raggiunge il palazzo Ducale che,
con le sue linee caratteristiche del
XVI secolo, domina l’antistante,
panoramica piazza della Rocca.
Visitando il centro storico ci si im-
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LATERA
Il Museo della Terra
S
ituato nella grancia di San
Pietro, l’antico granaio dei
monaci, appositamente recuperato e restaurato, il Museo si pone
come obiettivo principale quello
di avvicinare il pubblico più vasto
ai modi di vita, agli usi e costumi
di genti e comunità che, come
quelle di Latera, con la terra hanno da sempre stabilito e conservato uno
strettissimo legame. Il Museo che raccoglie oltre 400 utensili lavorativi e
di uso domestico della collezione donata da Luigi Poscia, si articola in una
sezione espositiva composta da diverse sezioni tematiche, una documentaria con audiovisivi e postazioni multimediali e una didattica con laboratorio e aule per esercitazioni pratiche, incontri e seminari.
Le sezioni tematiche riguardano il dentro (la casa, le botteghe ecc.), il fuori (il bosco, l’ambiente ecc.), lo scambio (il mercato ecc.) il territorio e l’energia. Quest’ultima deriva da una collaborazione con l’Enel nell’intento
di diffondere la conoscenza di sistemi e tecnologie di utilizzo dell’energia geotermica, ovvero il
calore naturale della terra come
risorsa energetica.
Orario di visita: da metà sett. a
maggio, merc. 9-13, sab. 1013/15-18, dom. 10-13; da giugno a metà sett., mart. 9-12,
merc. 17-22, sab e dom. 913/17-19. Per informazioni tel.
e fax 0761 459608.
batte in un suggestivo labirinto di
viuzze, scale, antiche volte e passaggi attraverso i quali si aprono
improvvisi scorci panoramici sul
★ ESCURSIONI
DA LATERA
Facilmente raggiungibile da Latera, riprendendo la SS 74 Maremmana, è il borgo medievale di Pitigliano, in Toscana, e i successivi centri di Sovana e Sorano
con riferimento allo stesso itinerario descritto con partenza da
Onano (vedi pag. 73).
A una manciata di chilometri vale una passeggiata anche il lago
di Mezzano (vedi pag. 85)
paesaggio circostante. E sopra
tutto svetta da quasi due secoli
un elegante campanile, il campanile di Latera, artistico e caratteristico. All’interno del paese,
come nelle località degli immediati dintorni, si trovano numerose pievi e chiese, tutte caratterizzate da una storia particolare.
Chiesa di San Clemente
in piazza San Clemente
Vanta origini molto antiche: era
già, nel 1053, per volontà di Leone IX una fiorente parrocchia.
Edificata originariamente con
una navata e tre altari, nel XVII secolo, in seguito al considerevole
77
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LATERA
G
I RISTORANTI DI LATERA
La Cantina del Mago, via F. Annibali 5/a, tel. 0761 459040, ambiente
rustico nel centro storico. Cucina varia.
Il Tiglio, loc. Cantoniera 5, tel.
0761 456730; 50 coperti al chiuso e
50 all’aperto su terrazza/
giardino, in ambiente rustico, con parcheggio. Selvaggina e piatti locali. Chiuso
domenica. Possibilità di affitto camere.
La Scintilla, SS Castrense
64, tel. 0761 456654; trattoria/pizzeria con 28 posti al
chiuso e 60 all’aperto in giardino
porticato. Cucina locale di carni e
funghi. Chiuso mercoledì.
La Buca, loc. la Buca, tel. 0761
459032; trattoria casalinga con piatti vari. Chiuso lunedì.
aumento della popolazione, venne ingrandita con l’aggiunta di
due navate e di due altari. Ogni
altare, come d’uso, venne dotato
del rispettivo quadro: l’altare
maggiore è dedicato a San Clemente, il primo altare della navata di sinistra a San Gregorio Papa;
il secondo a San Francesco d’Assisi, la cui immagine è dipinta su
tela; il primo altare della navata di
destra è dedicato a San Giovanni
Battista, il secondo alla Madonna
del Rosario. Di particolare interes-
La chiesa di San Clemente.
78
se il fonte battesimale in pietra
scolpito da Giovanni Antonio,
con inciso l’anno di costruzione,
1591, e il giglio farnesiano.
Chiesa di
San Giuseppe
in via San Giuseppe
Non si conosce l’anno
della costruzione ma
nei documenti leggiamo che già nel 1295
pagava le decime. Al suo interno
si conserva una Natività, dipinta
nel XVII secolo e collocata sull’altare principale; opera alla quale si
deve l’attuale nome della chiesa,
in origine intitolata a San Salvatore. Nel 1875 fu teatro di un
evento miracoloso e per questo
ancora oggi, il primo giorno di
marzo, viene commemorato quel
fatto con grandi festeggiamenti.
La tradizione vuole che in quella
data, alle cinque del pomeriggio,
alcuni fedeli videro l’immagine
della Madonna aprire gli occhi:
subito la chiesa si riempì di gente
e il miracolo si ripeté.
Chiesa della Madonna
del Carmine in via Piave
Venne edificata, agli inizi del 1800
sopra i resti di un’antica cappella,
molto cara ai fedeli, perché recante l’immagine della Madonna del
Carmine dipinta “su una rozza tegola” chiamata dal popolo la Madonna del Canale. Vi si celebra
ogni anno, il 16 luglio, la festa
della Madonna del Carmine.
Chiesa di Santa Maria
delle Grazie in via Roma
La chiesa di San Martino stava
andando in rovina e i religiosi
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LATERA
f FESTE, SAGRE E FIERE
• Befana Laterese: 5 gennaio. Spettacoli itineranti per le vie del paese.
• Sant’Antonio Abate: 17 gennaio. Benedizione degli animali e
degustazione di piatti tipici locali.
• Sagra del Castagnolo: 1° marzo.
Giochi, danze e musica con il tipico
dolce di Carnevale.
• Processione del Venerdì Santo:
il venerdì prima di Pasqua. Imponente processione in costumi d’epoca romana e rappresentazione
della passione di Cristo, le cui origini
risalgono al 1632, e alla quale par-
tecipano le Confraternite ancora attive nel paese, intonando antichi
canti medievali.
• Festa di Sant’Isidoro: ultima domenica di maggio. Festa contadina
di antica tradizione.
• Festa di Sant’Angelo: 7-8-9 settembre. Festa del Santo Patrono durante la quale si svolge anche l’annuale fiera di merci e bestiame, con
fuochi artificiali, sagra del biscotto,
spettacoli e musica.
• Sagra della Castagna: ultima domenica di ottobre. Stand gastronomici, vino e caldarroste, ma anche
bancarelle di artigianato e merci varie e musica in piazza.
• Festa di Sant’Andrea: 30 novembre. I ragazzi del paese corrono per le
vie trascinando file di barattoli legati
insieme, con fragoroso scampanio.
essa è anteriore al 1400. All’interno, sul primo altare di sinistra pregevole dipinto murale del ‘600
attribuito al Panico. La volta del
coro ospita un meraviglioso affresco dell’Annunciazione del 1612.
non credettero opportuno restaurarla, ma pensarono di costruire un’altra chiesa che fosse
più comoda ai fedeli. Con l’aiuto
delle loro elemosine poterono
realizzare il loro desiderio costruendo una bella chiesina e
dedicandola alla Madonna delle Grazie.
Probabilmente la
sua costruzione risale alla fine del ‘500.
Cappella di San Sebastiano
in località San Sebastiano
Di questa chiesa non si conosce
l’anno della costruzione, ma in
un verbale del 1579 se ne trova
citazione. Oggi, grazie ai restauri, si presenta in una forma
elegante a croce
greca con tre altari e
interessanti affreschi seicenteschi.
Chiesa della Madonna
della Cava in località
Madonna della Cava
Di questa graziosa chiesa sicuramente molto antica, non ci è dato sapere l’anno di costruzione,
anche se, molto probabilmente
Chiesa di San Rocco
in località San Rocco
Fu costruita probabilmente intorno al 1400 e nasce come voto
fatto durante la peste che, in
quegli anni mieteva centinaia di
vittime. Dipinti murali del ‘400.
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ALTA TUSCIA
Valentano
Fra due laghi,
vicino alla Selva
Splendida posizione naturale per
questo vivace centro agricolo situato a 538 metri di altitudine all’estremità sud-orientale del recinto della conca di Latera, sul
versante occidentale dei monti
Volsini, da dove domina da una
parte il lago di Bolsena, dall’altra
l’area del lago di Mezzano - spaziando la vista fino al monte
Amiata e agli Appennini - ai confini con la selva del Lamone.
Fino a qualche anno fa, molta
importanza rivestiva per il paese, l’attività legata all’estrazione
della terra rossa, utilizzata soprattutto in edilizia e per i campi da tennis, dalle cave di lapillo
rosso che circondavano il paese colorandolo di un’atmosfera un po’ surreale. Oggi
questa attività è venuta a
cessare e il paese deve la
sua notorietà, oltre che
alla sua invidiabile collocazione e alle testimonianze storiche che an-
80
2INFORMAZIONI
Pro loco: piazza della Vittoria 8, tel. 0761 422486.
Comune: piazza Cavour, tel.
0761 453001, fax 0761 453702.
cora conserva negli edifici come
la rocca Farnese o la Collegiata,
soprattutto alla presenza del
Museo della Preistoria e della
rocca Farnese e alla singolare
cerimonia della “tiratura del solco dritto”.
Quattro passi
nella storia...
Valentano vanta origini molto antiche, come dimostrano ritrovamenti archeologici effettuati nelle
zone circostanti: fu sicuramente
abitata nell’età del Bronzo (XI secolo a.C.), anche se si hanno segni di frequentazione umana
nel territorio che risalgono al
La maestosa
mole della
rocca Farnese.
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VALENTANO
Paleolitico e al Neolitico. L’esistenza di questo centro è comunque
documentata con certezza per la
prima volta in un contratto
dell’813 conservato nell’abbazia
di Farfa. Il nome di Valentano e il
suo stemma derivano, forse, da
un’antica tradizione longobarda,
per la quale l’albero di ontano era
considerato il centro della comunità e, sotto le sue fronde, si riuniva il consiglio. Durante il Medioevo, superate le varie incursioni dei
barbari, e un incendio che la distrusse completamente nel
1254, la città, ricostruita,
★ LE STORIE DEI
BRIGANTI
In questi luoghi è
ancora viva l’immagine e
ancora si sentono raccontare le
vicende legate ai vari personaggi, cosiddetti briganti, che qui si
aggiravano, avendo fatto della
folta macchia delle vicine selve il
loro rifugio e nascondiglio. Fumetta, uno dei più noti briganti
della zona, incontrò la morte nel
1842 proprio nella macchia di
monte Starnina, l’alto colle che
domina il paese.
fu contesa da comuni più potenti
e signori intenzionati ad espandere i propri territori, passando da
un dominio all’altro, fino alla seconda metà del XIV secolo, quando fu concessa ai Farnese e da allora seguì le vicende del ducato di
Castro. La rocca, edificata intorno
al Mille su una propaggine del
monte Starnina, venne trasformata da fortezza a palazzo con il
contributo di Antonio da Sangallo il Giovane. Dopo la distruzione
di Castro, nel 1649, Innocenzo X
dispose che, mentre la sede della
diocesi doveva essere trasferita
ad Acquapendente, quella
amministrativa toccasse a
Valentano. Gli avvenimenti dei secoli seguenti
seguono quelli della storia
nazionale.
...E un giro per
il paese
Circondato ancora in parte da
mura e torri, vi si entra attraverso
la porta Magenta (1779), oltre
la quale si apre la principale piazza Cavour; vi prospetta il palazzetto cinquecentesco del Muni-
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VALENTANO
La boccaccia del mascherone
L’
elegante arco della porta Magenta ha, incorporato nella sua chiave, un particolare
ornamento architettonico: il volto di un uomo
che ha la lingua sporgente dalla bocca a mò di
versaccio. Il perché della scelta di questo motivo
ornamentale, che fu subito indicato come “il mascherone della porta” diede adito a molti interrogativi che la tradizione popolare ha subito colorito
con diversi aneddoti, dei quali se ne ricorda uno che
sembra il più attendibile. Durante i lavori di costruzione, gruppi di curiosi sfaccendati criticavano, rivelavano difetti e davano consigli agli esecutori, tanto che questi, esasperati e giustamente
infastiditi, decisero di vendicarsi raffigurando nella chiave dell’arco il
volto che tira fuori la lingua.
cipio che conserva all’interno del
Madonna del Rosario, tela di Pieportico, lo stemma della comunità
tro Locatelli; al terzo altare destro
su cui campeggia un albero di
una Sacra Famiglia attribuita al
ontano e altri stemmi farnesiani.
Conca e, al terzo a sinistra una
Le antiche misure in pietra, che
Annunciazione di identica attripure qui si trovavano, sono state
buzione. Il Castello riedificato
trasferite nel Museo. A destra
dai Farnese, a partire dal XIV sedell’edificio si stacca il corso Plecolo, su una precedente rocca,
biscito che con la successiva via
da cui la denominazione “rocca
Cialdini sale alla piazza della
Farnese” presenta un maschio
Vittoria su cui prospettano la
poligonale e, nella facciata poCollegiata e il Castello. La collesteriore (visibile entrando nell’agiata di San Giovanni Evanbitato), una torre ottagonale e
gelista, le cui
una lunga logorigini risalgogia; il cortiletto
no al XII secoè porticato e
lo, è preceduta
corso in alto da
da una scauna loggia arlinata e ospita,
chitravata. L’enell’elegante
dificio ha benecampanile, le
ficiato recentecampane promente di radivenienti dalla
cali interventi di
distrutta Carestauro che gli
stro, capitale
hanno restituito
del ducato.
tutta la sua imNell’interno, a
ponente bellezuna navata, conza e ospita nelle
Interno della collegiata
serva al secondo
sue sale il Mudi San Giovanni.
altare destro una
seo della Prei82
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VALENTANO
storia della Tuscia e della rocca
Farnese, con annessa la Biblioteca (vedi sotto).
Tornati al corso Plebiscito si piega a sinistra nel rettilineo corso
Matteotti che ancora oggi viene chiamato Strada di Santa Maria, perché vi si trova, circa a
metà, la chiesa di Santa Maria.
Anticamente la chiesa era nominata di Santa Maria del Gonfalone di Santa Croce, titolo questo
derivatole dal nome dell’omonima confraternita femminile ivi
istituita. A partire dai primi de-
Il piazzale di San Martino.
cenni del secolo XVIII la chiesa
prese il nome di Santa Maria delle Donne e Santa Maria della Coroncina, titolo quest’ultimo deri-
I MUSEO DELLA PREISTORIA DELLA TUSCIA E DELLA ROCCA FARNESE
Allestito nella roccacastello dei Farnese,
è suddiviso in tre sezioni: quella della
preistoria della Tuscia
espone reperti dal
Paleolitico all’età del
Ferro provenienti dalla valle del fiume
Fiora e dai villaggi palafitticoli del lago di
Mezzano; la sezione
della rocca Farnese
espone invece ceramiche medievali e rinascimentali; infine la sezione etrusca espone reperti già appartenuti a una collezione privata.
Orari di visita: da giu. a sett., merc.
16-19, gio.-dom. 10-13/16-19; da
ott. a magg., mart.-ven. 10-13, sab.
10-13/15-18, dom. 10-13. Per
informazioni tel. e fax 0761
420018; e-mail: [email protected].
LE CERAMICHE DELLA ROCCA
Nell’aprile del 1980, nel corso di
alcuni lavori di scavo per la posa in
opera della rete idrica, vengono
alla luce frammenti di maioliche
di varie epoche, alcune addirittura datate
(XIV-XV secolo), finemente decorate.
Provengono dalle
fornaci dei dintorni
(Orvieto, Viterbo,
Acquapendente, Tuscania, Deruta) qualcuna addirittura dalla Spagna. Altri ritrovamenti avvenuti
nel 1987, tra cui il
piatto matrimoniale
di Pierluigi Farnese e
Gerolama Orsini, accrescono il patrimonio raccolto. Questi
preziosi reperti, che
conquistano a Valentano un ruolo di primaria importanza nel settore dello studio e della
ricerca sulla ceramica medievale e rinascimentale, sono stati restaurati
ed esposti nel Museo della Rocca.
LA BIBLIOTECA
Nell’ala est della rocca Farnese si
trova la Biblioteca comunale di
Valentano che è dotata di una
grande sala di lettura, una per le
conferenze, impianti audiovisivi e
computer, e altri locali
per mostre temporanee. Essa conserva importanti documenti
dell’Archivio storico
anche della citta di
Castro e sezioni tematiche speciali sul
cinema e sulla ceramica medievale e rinascimentale.
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VALENTANO
vatole dalla erezione della omonima confraternita maschile della Coroncina. La chiesa, come
oggi ci appare, è il risultato di un
consistente restauro che comportò l’ampliamento dell’originale struttura, che aveva l’ingresso verso il vicolo dello “Spedale”, con la costruzione del
nuovo ingresso e della elegante
facciata sulla via principale; all’interno ospita il pregevole, antico affresco della Madonna della Rosa e l’altrettanto importante statua della Madonna della
Coroncina. Al termine di corso
Matteotti si giunge alla medievale porta San Martino, fiancheggiata da resti di torri, oltre la quale si estende il piazzale San Martino, a giardino, da cui si gode
un amplissimo panorama.
Chiese e santuari
fuori dalle mura
Chiesa di Santa Croce
in piazzale Diaz
Posta fuori dalle mura cittadine
conserva l’antico e pregevole affresco della Madonna dei Battenti o Flagellanti, collocato nell’edicola sopra l’altare maggiore, per
il quale si ritiene che la chiesa fosse posta lungo un itinerario di
pellegrinaggio dei Disciplinati. La
sostituzione del più antico titolo
con quello di Santa Croce (secolo
XVII) è da relazionare al nome
della confraternita maschile del
Gonfalone di Santa Croce ivi eret-
84
Il cortile della rocca Farnese.
ta. La Vergine in trono tiene in
braccio il Bambino mentre nell’altra mano ha una mela granata;
allo stesso modo anche il Bambino tiene nella sinistra tre ciliege e
nella destra un uccellino; due angeli sono posti ai lati mentre, in
primo piano, ai piedi della Vergine, sono inginocchiati due confratelli (un uomo e una donna)
nell’atto di battersi la schiena con
la disciplina.
Chiesa della Madonna del
Monte in località monte Nero
La chiesa della Madonna della
q PER GLI ACQUISTI
A VALENTANO
Prodotti tipici sono i ceci e i biscotti, ma nei tanti negozi della cittadina si trovano tutti i legumi e vini del
territorio. Un dolce caratteristico è
il “salame del re” detto anche “capitone dolce” cucinato per il cenone della vigilia di Natale. Per chi
cerca il pesce del lago, si segnala
Cutifani Cinzia in via Roma.
Artigianato in legno da Billi in via
delle Mura. Ceramiche artistiche: Caporali M. Gabriella,
piazza Cavour 15 e Laboratorium di M. Romagnoli,
piazza Cavour 5.
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Il lago di Mezzano, oasi bucolica
A
circa 4 chilometri da Valentano, a 452 metri di altitudine, il piccolo lago di Mezzano, di forma circolare, appare come un acquerello di scene bucoliche: inserito in un paesaggio dolce, avvolto
nel silenzio e frequentato da animali da pascolo, le sue limpide acque riflettono vari toni di colori dal blu profondo al verde cobalto.
Occupa una cavità a forma di tronco di cono rovesciato, molto probabilmente un cratere d’esplosione dell’apparato eruttivo di Latera; suo emissario l’Olpeta, un affluente del fiume Fiora; la profondità massima 36 metri.
Per alcuni studiosi si tratta dell’antico “Statoniensis lacus” descritto
da Plinio e Seneca. In esso sono stati rinvenuti resti di antichi abitati
palafitticoli. Il villaggio, ora sommerso, che sorgeva sulle rive, ha restituito il complesso dei reperti integri più imponente di tutta l’Italia
centrale, comprendente ceramiche, bronzi e oggetti di legno. L’abitato di Mezzano è occupato nel Bronzo antico e medio, così come
molte delle grotte che si aprono nei versanti della vallata del fiume
Fiora. In particolare un gruppo di bronzi ritrovati nel lago testimoniano che il sito fu anche luogo di culto: oltre ad una punta di lancia e una notevole fibula, sono state raccolte due spade in perfette
condizioni, ma inadatte all’uso, interpretate come doni sacrificali.
Tutto il materiale qui ritrovato è stato raccolto nel Museo della Preistoria di Valentano.
L’unico insediamento attualmente esistente sulle sponde del lago è
il casale di Mezzano che in passato era un piccolo centro e, come tutte le terre coltivate intorno, apparteneva al noto esploratore Pietro
Savorgnan di Brazzà (il fondatore di Brazzaville nel Congo Belga),
che ne ha poi ceduto la proprietà. Nei boschi che circondano il laghetto vi sono sentieri per passeggiare e aree per pic-nic; in essi si
trova un plurisecolare (tre secoli e mezzo circa) esemplare di quercia roverella, dichiarato dal WWF monumento naturale. Flora e fauna trovano qui una vera oasi favorevole all’esistenza di rare
specie ornitologiche e singolari
varietà di orchidee spontanee.
Pietà è posta sulla sommità del
monte Nero. Per questo è nota
ai più con il nome di chiesa della
Madonna del Monte. La chiesina restaurata nel 1986, ha un
solo altare con il quadro della
Pietà dipinto su tela. Fu benedetta nel maggio del 1852. Durante la presenza di una guarnigione di zuavi pontifici nel castello di Valentano questa Madonna era molto venerata anche da questi militari, tanto che,
di una loro visita è rimasta me-
moria in un graffito sulla parete
di sinistra.
Chiesa di Santa Annunziata
in località Villa Fontane
Costruita in sostituzione di Santa
Maria del Tempio, localmente
detta Madonna del Nempe e ormai sconsacrata, ne rappresenta
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l’attuale continuazione. L’antico
complesso è ancora visibile sul
versante est di Villa Fontane, ancora ben identificabile, non
ostante le varie trasformazioni
subite, nella sua più antica struttura medievale. L’edificio, originariamente appartenuto ai cavalieri Templari allontanati dopo il
processo inquisitorio tenutosi a
Viterbo nel 1309, fu affidato ai
cavalieri Gerosolimitani di Malta.
Dell’antica chiesa si conserva un
pregevole affresco di epoca
quattrocentesca, rappresentante
la Vergine con il Bambino e Angelo, solo recentemente collocato nella sala conferenze della rocca Farnese di Valentano. Se il ti-
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86
★ PERSONAGGI ILLUSTRI
Valentano è nota anche per aver
dato i natali all’insigne matematico Paolo Ruffini (1765-1822).
tolo “del Tempio” dato alla Vergine è da relazionarsi alla presenza dei cavalieri Templari a Valentano, più suggestivo resta quello
di “Nempe”. In uno studio sul
santuario della Madonna della
Salute, si afferma che il vocabolo
“Nempe” è riconducibile alla
corruzione dell’italiano nembo
poiché la Vergine durante una
terribile bufera prodigiosamente
salvò il villaggio dal sicuro sterminio, così per riconoscenza, le si
volle attribuire anche l’appellativo di Nempe.
Santuario della Madonna
della Salute
Il santuario, con l’annesso convento dei Francescani è posto a
mezzo chilometro dal paese. La
tradizione popolare vuole che la
chiesa fosse fondata da Francesco Portici intorno al 1470 dopo
che questi aveva abbandonato
la vita di brigantaggio nelle terre castrensi. Riparato nella boscaglia di monte Starnino vi
eresse una cappella. Per l’accresciuta devozione da parte dei
fedeli fu necessario ampliarla e
questa nel 1512 fu consacrata
col titolo di Santa Maria della
Salute. Dopo che nel 1707 vi
cominciarono a risiedere i Francescani avviando la costruzione
del nuovo convento e l’erezione
della nuova chiesa, terminata
intorno al 1740, della più antica
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f FESTE, SAGRE E FIERE
• Befanata: 6 gennaio.
• Mascaronata: Carnevale con carri e cortei di maschere.
• Via Crucis: venerdì Santo. Processione per le vie del paese con la rappresentazione delle varie stazioni
che ricordano la Passione di Cristo.
• Pasquetta: lunedì di Pasqua.
Scampagnata a Villa Fontane con
giochi popolari, albero della cuccagna e distribuzione di lupini.
• Fiera di Merci Varie: terza domenica di maggio e lunedì successivo. Di antica tradizione (fu istituita
nel 1461 da Luigi Farnese), è una
fiera dedicata non solo ai prodotti
locali, ma a tutti i generi di merci.
• Corpus Domini – Infiorata: commemorazione del miracolo dell’Eucaristia, come a Bolsena, con processione e allestimento di quadri fatti di fiori.
• Festa del Solco Dritto e della
Madonna dell’Assunta: 14-15
agosto.
• Ceniamo insieme: sabato, domenica e lunedì successivi al
Ferragosto. Rassegna gastronomica
in onore del patrono San Giustino,
in cui vengono
preparate lunghe
tavolate per la degustazione delle
specialità del posto: lombrichelli al
tonno, trippa al
sugo, salsicce, vino locale ecc.
struttura non restava che la memoria. Nel 1831,
Valentano fu colpita dalla peste
ma il morbo cessò prodigiosamente, allorché la statua della
Vergine fu condotta nella chiesa collegiata per l’ottavario. A
gratitudine di quell’intervento
fu ritenuto opportuno donare
alla Vergine la macchina entro
cui collocare la statua. Il simulacro della Vergine venne altresì
arricchito del manto in seta az-
LA CERIMONIA
DEL “CECE DEL SOLCO DRITTO”
A dimostrare la vocazione agricola
della cittadina, il 14 agosto si svolge
a Valentano un interessante manifestazione, “la tiratura del solco
dritto” che ha origini molto antiche. Nella piana di Valentano viene
tracciato, in linea retta, un solco
lungo più di cinque chilometri che
divide in due la pianura e la tradizione vuole che quanto più il solco
sarà dritto, tanto più il raccolto sarà
abbondante. Si tratta di un rituale
propiziatorio in cui la comunità affida al “signore della festa” il compito di scegliere i più abili “bifolchi”
per guidare l’aratro. La cerimonia
comprende anche la consumazione collettiva del vino e dei tradizionali biscotti intrecciati che avviene
al termine del rituale - che dà il nome al famoso cece prodotto tipico
della zona.
Inoltre, la sera della vigilia di Ferragosto, si svolge una solenne processione in onore della Madonna
Assunta, che vede il percorso tutto
illuminato dai ceri
posti sulle finestre; in occasione
di questa festa è
possibile gustare i
tradizionali biscotti di Santa
Maria Assunta di
Valentano.
zurra, e del vestito da sposa
con fiori e ricami d’oro. A seguito dei numerosi prodigi operati dalla Vergine i Francescani ed il popolo valentanese domandarono ed ottennero dal Capitolo Vaticano,
l’onore dell’incoronazione della
statua della Vergine. La cerimonia della solenne incoronazione
richiesta nel 1870, ebbe luogo
nella chiesa collegiata, solo il 20
agosto 1899.
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