LIBERA UNIVERSITA’ MARIA SS. ASSUNTA Dipartimento di Giurisprudenza Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali ANALISI DEI FENOMENI DEVIANTI Quale prevenzione docente Maurizio BORTOLETTI a.a. 2012 -‐ 2013 L’a3vità di prevenzione 1. 2. 3. PREVENIRE significa arrivare prima, precedere, an?cipare, con l’obieCvo di rendere impossibile o per lo meno di contrastare qualcosa. Le strade seguite, in ogni seGore, sono numerose per raggiungere questo obieCvo. In tema di criminalità, è sufficiente provare a chiedere … in treno, in autobus, agli amici, nel corso di una cena, quale è il sistema ritenuto migliore per ridurre il numero dei rea? e si oGengono una mol?tudine di risposte. L’a3vità di prevenzione 1. Tu?e queste “rice?e”, che ci troviamo spesso a leggere sui giornali o ad ascoltare in televisione: – si basano sopra?u?o sull’esperienza personale, – dipendono dall’orientamento poliGco o dalla fede religiosa di chi le formula. 2. Le numerose forme di prevenzione della criminalità finora sperimentate nei Paesi occidentali, si basano su teorie scienGfiche, fra loro concorrenG o complementari, con?nuamente soGoposte al vaglio della ricerca empirica. L’a3vità di prevenzione 1. IL SISTEMA PENALE MODERNO è la forma di prevenzione che ha avuto finora maggiore rilievo. 2. Nato alla fine del ‘700, con la funzione di far rispeGare la legge aGraverso i suoi organi ed i suoi appara?, è stato creato, CONTRARIAMENTE A QUANTO MOLTI PENSANO, per prevenire la criminalità. 3. Si basa sulla TEORIA CLASSICA, elaborata e sostenuta da Cesare Beccaria e Jeremy Bentham, secondo la quale la punizione del colpevole scoraggia gli altri dal violare le leggi. – individui dota? di libero arbitrio, razionali, capaci di valutare cos? e benefici, – basta convincerli che le pene per i rea? sono superiori ai benefici che ne ricavano. 4. Alle teorie classiche e neoclassiche (anche se non solo a queste) si ispira anche un’altra importante forma di prevenzione della criminalità, quella SITUAZIONALE L’a3vità di prevenzione 1. Le poliGche di sicurezza dovrebbero indirizzarsi alla tutela dei ciGadini dalla percezione di insicurezza, sia questa collegata o meno alla presenza di fenomeni criminali e di inciviltà. 2. Le poliGche di prevenzione sono direGe ad impedire che vengano commessi rea? e dovrebbero quindi tutelare i ciGadini dal rischio oggeCvo di essere viCme di even? criminosi o di aC di inciviltà. 3. Dis?nzione da ricollegare alla differenza -‐ ormai ampiamente condivisa, tra rischio ogge3vo e percezione sogge3va, tra bisogno di sicurezza e domanda di tutela che ne consegue: – le poliGche di prevenzione intervengono su una situazione di oggeCva esposizione al rischio, – le poliGche di sicurezza si rivolgono sopraGuGo alla percezione di insicurezza non fondata oggeCvamente su una minaccia di criminalità: sono una risposta più globale rispeGo alle strategie preven?ve. L’a3vità di prevenzione 1. La SCELTA dipende da mol? faGori: – dalle caraGeris?che delle poli?che criminali del paese, – dagli orientamen? criminologici prevalen?, – dai ?pi di aGori is?tuzionali che si assumono la responsabilità di rispondere alla richiesta di sicurezza 2. E’ difficile misurare un’a3vità tesa a raggiungere un fine non quanGficabile, come lo è quello della sicurezza per le Forze di polizia. Pur in presenza di tale difficoltà, vi è la possibilità di leggere la situazione aGraverso dei da? sta?s?ci che possono essere assun? quale u?le strumento di conoscenza. 3. Siamo consapevoli che le sta?s?che possono essere leGe in maniera radicalmente opposta : ma è anche vero che un’analisi che voglia essere almeno credibile deve ancorare le proprie valutazioni su daG verificabili. L’a3vità di prevenzione Con due precisazioni metodologiche, qui da ricordare, sui da? sta?s?ci disponibili circa l’aCvità di prevenzione svolta dalle Forze di polizia : 1. tra ques? numeri mancano senz’altro dei daG significaGvi: sono quelli dei rea? evita?, sarebbe meglio dire mai verifica?si proprio grazie alla presenza delle Forze di polizia sul territorio ed alle aCvità di controllo che esse sono in grado di dispiegare; 2. che queste sta?s?che possono essere le?e in modo diametralmente opposto: da un lato qualcuno affermerà di aver trovato le prove del lassismo di chi governa; dall’altro, si parlerà con altreGanta convinzione dell’instaurazione di un occhiuto Stato di polizia. L’a3vità di prevenzione Oggi la prevenzione rappresenta uno degli aspeC essenziali della ques?one criminalità, avente come caraGeris?ca essenziale il suo essere isolata dal sistema penale. Una delle più famose dis?nzioni tra le varie forme preven?ve è quella tra: 1. Prevenzione primaria: direGa a eliminare o ridurre le condizioni criminogene presen? in un conteso fisico e sociale, quando ancora non si sono manifesta? segnali di pericolo 2. Prevenzione secondaria: tuGe le misure rivolte ai gruppi che sono a rischio di criminalità 3. Prevenzione terziaria: quando un evento criminoso è già stato commesso e si interviene per prevenire eventuali ricadute L’a3vità di prevenzione 1. Questa triplice dis?nzione è stata soggeGa a molte criGche, sia dal punto di vista opera?vo che teorico. 2. Per ques? mo?vi i nuovi studiosi propongono di concentrarsi di più sulla differenza esistente tra i diversi rea?, i diversi autori e le diverse ragioni che portano all’aGo criminale. 3. RispeGo al passato infaC oggi si parla di Nuova Prevenzione proprio per indicare il faGo che le tradizionali misure preven?ve non hanno dato prova di efficacia e spostando quindi l’aGenzione sulla ricerca di nuove strategie, nuovi aGori e nuovi contes?. 4. Nella Nuova Prevenzione oggi si trovano tan?ssimi interven? che mirano: • alla riduzione dei fenomeni criminosi, alle inciviltà, al degrado • alla riduzione della percezione di insicurezza e quindi all’aumento della rassicurazione sociale L’a3vità di prevenzione 1. La Nuova Prevenzione è intesa come l’insieme delle strategie orientate a diminuire la frequenza di cer? comportamen? aGraverso l’u?lizzo di strumen? diversi da quelli penali. Essa privilegia interven? condoC da più soggeC riuscendo ad avvicinare i promotori e i des?natari degli interven?. Essa si rivolge all’analisi dei problemi locali con soluzioni locali. 2. Si parla di nuova prevenzione in presenza di un intervento che ha l'obieCvo di eliminare o ridurre la frequenza di determinaG comportamenG -‐ siano essi qualifica? o meno come criminali -‐ ricorrendo a soluzioni diverse da quelle offerte dal sistema penale : – non si traGa della prevenzione della criminalità intesa come scopo della pena, né delle misure di prevenzione ante-‐delictum previste dal nostro e da numerosi codici penali; – si definisce in negaGvo anche rispe?o alle poliGche sociali indirizzate a ridurre la criminalità aGraverso l'intervento su quelle che si ri?ene ne siano le cause -‐ la disoccupazione, le diseguaglianze e le "patologie" sociali in senso lato -‐ o con le forme di aiuto sociale indirizzate al recupero e al reinserimento del deviante. L’a3vità di prevenzione 1. Merita alcune precisazioni e le virgoleGe che circondano il termine "nuova" indicano : – la difficoltà a capire in cosa consista effe3vamente la novità di queste strategie preven?ve, – l'incertezza nel definirne con precisione il contenuto e i confini rispeGo ad altre "prevenzioni". Prima della NP: • Modello conceGuale passivo e indireGo della prevenzione penale • SoggeC responsabili della prevenzione: organi penali dello stato • Des?natari: solo gli autori dei rea2 Con la NP: • Forma di prevenzione diretta e pro-attiva • Soggetti responsabili della prevenzione: enti locali, servizi sociali, volontariato, imprese, privati cittadini • Destinatari: vittime (reali o potenziali) e l’intera comunità sociale L’a3vità di prevenzione 1. E’ dalla fine degli anni ’70 in alcuni paesi europei, e ancor prima negli Sta? Uni?, che al tradizionale modello preven?vo si affianca questa nuova idea di prevenzione, la cui caraGeris?ca fondamentale è quella di collocarsi al di fuori del sistema penale tentando di superarne limi? e fallimen?. 2. Gli aspe3 qualificanG delle poli?che di "nuova prevenzione “ consistono : – nei diversi obieCvi degli aGori ; – non solo ridurre la criminalità, ma produrre sicurezza; – non più soltanto intervenire sul deviante, ma concentrarsi sulle viCme – nella rinuncia ad interven? globali; – nell'orientamento alla dimensione locale e alla criminalità di rou?ne; – nel coinvolgimento e nella responsabilizzazione di nuovi aGori; – nel combinare l'intervento sulle cause della criminalità e dell'inciviltà con quello sugli effeC. L’a3vità di prevenzione 1. L'aspe?o innovaGvo si rintraccia, quindi, non tanto nei contenu? della varie azioni, quanto : – nello sforzo di integrazione e nella molteplicità degli obie3vi che si perseguono, – in aspeC esterni al contenuto delle misure stesse, quali: • individuazione di desGnatari diversi (si pensi alle viCme reali e potenziali) • diversità dei sogge3 promotori delle poli?che, che comporta un'estensione delle responsabilità e un affacciarsi di nuovi aGori sulla scena delle poli?che criminali. 2. Ciò che è nuovo è anche la dilatazione nel tempo e nello spazio della prevenzione: si previene ovunque e ad ogni ora -‐ anche di noGe -‐ con tan? strumen? diversi e grazie a nuove figure professionali (coordinatori, agen? ausiliari, agen? di mediazione, mediatori di comunità, e così via) . 3. Siamo di fronte ad un conce?o estremamente elasGco che consente di ricomprendere all’interno della “ prevenzione “ una varietà notevole di misure e di strategie. 4. Questa ambiguità del conceGo può favorire il sistema poli?co che ha la responsabilità di definire le azioni da intraprendere . L’a3vità di prevenzione 1. All’interno di questa area della cd “nuova prevenzione“, si possono dis?nguere : – le azioni di prevenzione situazionale : misure indirizzate direGamente agli effeC dei fenomeni criminali e al contesto in cui si verificano e intendono sopraGuGo ridurre le opportunità di commeGere rea? aGraverso interven? sull'ambiente fisico, o con l'intensificazione dei controllo sociale, o, ancora, aGraverso un rafforzamento delle difese, delle potenziali viCme, – le azioni di prevenzione sociale : si persegue un obieCvo preven?vo più generale, aGraverso azioni di sviluppo sociale, in grado di incidere sulle cause dei processi di criminalizzazione e di viCmizzazione. RispeGo alle poli?che sociali assistenziali la prevenzione di ?po sociale cerca di individuare meglio i des?natari e di rivolgersi a contes? più circoscriC : la differenza tra le due ipotesi non è sempre evidente. L’a3vità di prevenzione Quindi: 1. Le nuove forme di prevenzione si rifanno ad interpretazioni, analisi e costruzioni dei fenomeni criminali alquanto tradizionali e comunque consolidate nel pensiero criminologico contemporaneo. 2. Esse partono dal presupposto che per prevenzione si intende l’interruzione del meccanismo che produce un evento criminoso e che tale meccanismo può ricondursi a tre elemen? di fondo: • struGura (intervenire sulla criminalità come prodoGo di condizioni struGurali sociali ed economiche) • mo?vazione individuale (intervenire con il controllo e la riabilitazione degli autori) • circostanze (intervenire sul contesto, sulle situazioni e quindi sulla criminalità fruGo delle opportunità) L’a3vità di prevenzione Due sono, quindi, realmente le novità: 1. La tendenza a u?lizzare in maniera combinata diverse interpretazioni del fenomeno criminale, inserendo in uno stesso programma preven?vo, misure che richiamano idee diverse della criminalità stessa (vedi prevenzione integrata). 2. La crescente rilevanza della teoria delle opportunità a scapito delle teorie di impostazione mo?vazionale o struGurale. L’a3vità di prevenzione 1. Nell’ambito delle nuove poliGche per la sicurezza ci si concentra molto sulla soluzione e sull’intervento, tanto che la pra?ca indirizza la teoria e l’analisi della complessità del fenomeno cede il passo all’efficacia della misura. 2. Ciò è anche dovuto alla poli?cità delle misure della nuova prevenzione poiché il discorso sulla sicurezza e sulla prevenzione è sempre più poli?co e quindi legato a interpretazioni e visioni della realtà, a forme di governo e amministrazione della ciGà, a strategie di responsabilità degli aGori. 3. La Nuova Prevenzione prevede l’analisi di tre ?pi di prevenzione: • Situazionale • Sociale • Comunitaria 4. Un’ulteriore forma è quella “dello sviluppo” che si basa sull’idea che le aCvità criminali siano determinate dai modelli comportamentali e dalle aCtudini apprese dall’individuo durante il suo sviluppo ed è quindi su ques? faGori di rischio che bisogna concentrarsi e intervenire precocemente. L’a3vità di prevenzione 1. Domande – quali fenomeni e quali processi stanno all'origine dell'emergere della "nuova" prevenzione e della diffusione dei sen?men? di insicurezza? – Chi sono i promotori e i sostenitori di queste nuove poli?che? – Quali trasformazioni più generali delle poli?che criminali e del controllo sociale si esprimono aGraverso ques? nuovi approcci alla criminalità? – Infine, tali poli?che sono effeCvamente nuove? – E, se sì, in che cosa la "nuova" prevenzione si differenzia dalla prevenzione tradizionale? 2. Risposte – la ricerca di nuove strategie di intervento, risultato : • della crisi del sistema del welfare da un lato e del sistema penale dall'altro, • della sfiducia nelle possibilità di intervento sulla criminalità, – una idea di fondo : lo stato non è più in grado di garan?re -‐ da solo -‐ la sicurezza, l'ordine e il controllo della criminalità, – all'aumento dei tassi di criminalità. L’a3vità di prevenzione In conclusione, la nuova prevenzione: • una poliGca prevenGva orientata alle cause, alle grandi azioni di riforma sociale, alle poli?che "globali" • ruolo prioritario agenzie a vocazione tradizionalmente repressiva (FFPP, A.G.), • elaborazione di disposi?vi correzionali (ex: gruppi di traGamento della devianza) innova?vi non solo nei contenu? della varie azioni, • sforzo di integrazione e nella molteplicità degli obie3vi che si perseguono, in aspeC esterni al contenuto delle misure stesse: • individuazione di desGnatari diversi, • diversità dei sogge3 promotori delle poli?che criminali, estensione delle responsabilità, affacciarsi di nuovi aGori sulla scena, • dilatazione nel tempo e nello spazio della prevenzione: si previene ovunque e ad ogni ora -‐ anche di noGe -‐ con strumen? e figure professionali diverse, • nuovi strumenG di aGuazione di queste poli?che ( quelli del diriGo amministra?vo, del diriGo civile o delle poli?che del lavoro ) provocano trasformazioni significa?ve delle nostre poli?che criminali : • cancellazione dei confini tra prevenzione e repressione, • l'obieCvo di prevenzione della criminalità entra in altre poliGche pubbliche. L’a3vità di prevenzione 1. Nel seGore della prevenzione, negli ul?mi anni, è stato tentato dal Ministero dell’Interno, un importante cambiamento di Gpo culturale: – passando da una concezione che vedeva la prevenzione in?mamente connessa al controllo del territorio, aGuato in un’oCca di presidio, – ad una formula aperta ed interaCva nella quale, assumendo le istanze dei ciGadini un ruolo di assoluta prevalenza e, anzi, di ineludibile riferimento dell’azione, la raccolta di informazioni sui soggeC di interesse opera?vo dovrebbe aver ricevuto nuove possibilità e s?moli. 2. Tale nuovo a?eggiamento prevede, da una parte, la conoscenza approfondita del territorio (anche con il ricorso a forme di partnerariato con altre Is?tuzioni) e dei vari fenomeni sociali, economici e, sopraGuGo, criminali che lo caraGerizzano; dall’altra parte, lo sviluppo di tecniche opera?ve: in questo seGore, forse più che in altri, prevenzione è da intendere non solo nel senso di eliminazione delle possibilità di compiere reaG, ma anche di riduzione od annullamento dei vantaggi che ne derivano, evitando, così, che i criminali approfiCno di par?colari condizioni . L’a3vità di prevenzione 1. TuC i modelli opera?vi, le inizia?ve ed i progeC avvia? sono ispira? alla filosofia della prossimità, il cui comune denominatore è cos?tuito da un diverso e più direGo rapporto con i ciGadini e con il territorio : emerge la necessità della figura del polizioGo della strada, della porta accanto, che vive tra la gente e sul territorio. 2. “Polizia di prossimità" come filosofia opera?va che si inserisce nella complessiva pianificazione dell’azione di polizia e modifica l'approccio professionale degli operatori chiama? ad espletare aCvità di controllo del territorio, sopraGuGo a livello di quar?ere. L’a3vità di prevenzione 1. L’azione di polizia, così, incide in modo posi?vo sulla percezione di sicurezza del ciGadino e, anche quando non riesce a eliminare le cause che provocano i suoi ?mori, cos?tuisce, comunque, una rassicurante vicinanza e un momento di compartecipazione ai suoi problemi : – da qui, il modello operaGvo della volante di quarGere i cui caraGeri fondamentali sono l’effeCva conoscenza del contesto territoriale e la riconoscibilità dell’operatore di polizia da parte di ciGadini che in quella zona vivono od esercitano la propria aCvità lavora?va. – rimodulazione di modelli operaGvi, così da renderli sempre adegua? alle mutevoli esigenze della colleCvità e, nel contempo, susceCbili di costante miglioramento in termini di efficacia, anche aGraverso la razionalizzazione delle risorse impiegate; – innalzamento del rendimento e del livello di efficacia dei servizi di controllo del territorio aGraverso l’impiego delle più moderne innovazioni tecnologiche; – conoscenza più approfondita del territorio del quale si vuole cercare di controllare spazi sempre più ampi. L’a3vità di prevenzione 1. Nel corso degli anni si è cercato di delineare modalità d’intervento delle forze di polizia che consen?ssero di armonizzare le esigenze opera?ve con le richieste specifiche delle realtà socio-‐culturali di riferimento. 2. Sia pure con modifiche e adaGamen?, si può schema?camente parlare di due sistemi fondamentali: – il primo è applicato nella realtà anglosassone (Regno Unito, Sta? Uni? d’America e gran parte del Canada) e si riferisce al sistema del community policing, la cui origine risale al modello di policeman pensato e voluto da Sir Robert Peel all’inizio del 1800. Si traGa di un sistema che, anche se non esente da cri?che, si è potuto affermare in realtà che si caraGerizzano per par?colari specificità culturali, sociali e giuridiche. Un sistema che, proprio per ques? mo?vi, non pare esportabile nel nostro Paese, così come in gran parte dell’Europa con?nentale. L’a3vità di prevenzione Il COMMUNITY POLICING ANGLOSASSONE-‐NEIGHBOURHOOD WATCH è basato su quaGro pun? fondamentali: 1. prevenzione della delinquenza esercitata dalla colle3vità locale; 2. servizi di prevenzione in contrapposizione a misure repressive di emergenza; 3. partecipazione dei ci?adini alla pianificazione ed alla supervisione delle aCvità di polizia; 4. trasferimento delle responsabilità di comando ai gradi inferiori. L’a3vità di prevenzione 2. Le aCvità di community policing si caraGerizzano anche per l’organizzazione di a3vità di prevenzione basate sui Neighborhood Watch Groups, gruppi di ciGadini volontari, coordina? dalle Forze di polizia per forme di controllo sociale struGurato, allo scopo di dissuadere e controllare i delinquen? e gli "estranei" nell'ambito del quar?ere . – Simili sono, in Germania, i “ Consigli per la prevenzione della criminalità“ , espressione del tenta2vo di coinvolgere, quanto meno per la parte organizza2va, i ci=adini nel lavoro di prevenzione. E’ evidente il tenta2vo di ricorrere all’aiuto ed al sostegno di queste organizzazioni così come quello di coinvolgerle nel rafforzamento del conce=o di prevenzione. I Consigli per la prevenzione della criminalità finanziano per lo meno in parte il proprio operato a=raverso le donazioni di priva2. 3. Esistono non poche varian? concrete di questo ?po di aCvità : i ci?adini DEVONO SVOLGERE un ruolo a3vo e coordinato nella ges?one della propria sicurezza. 4. E’ un sistema che si è potuto affermare in realtà che si caraGerizzano per par?colari specificità culturali, sociali e giuridiche : proprio per questo non viene ritenuto esportabile acri?camente nel nostro Paese, così come nella gran parte dell’Europa con?nentale. L’a3vità di prevenzione ACCEPTABLE BEHAVIOUR CONTRACT • so?oscri?o con il minore che ha già manifestato comportamen? an? – sociali e i genitori, • il minore si impegna a non uscire la sera e a non commeGere aC violen?, • in cambio della assegnazione del primo appartamento pubblico disponibile e adaGo alla famiglia se il contraGo sarà rispeGato. ANTI SOCIAL BEHAVIOUR ORDER • l’impiego di misure, quali le nostre di prevenzione, con una serie di prescrizioni e di divieG nei confronG dei giovani che pongono in essere condoGe pericolose quali l’abuso di alcool e droghe. • La novità sta nel coinvolgimento della comunità nel controllo del rispeGo delle misure. L’a3vità di prevenzione PASSPORT TO CRIME REDUCTION • innovaGvo pacche?o per la formazione a distanza prodoGo dall’Home Office Crime Reduc?on Centre • un primo passo per chi si avvicina al mondo della riduzione della criminalità e approfondisce le procedure e le modalità con cui avvicinarsi ai problemi da affrontare. • È separato in sezioni ( dagli scopi e obieCvi dell’inizia?va alle modalità aGraverso le quali trarre il miglior risultato dalla leGura, dai casi di successo alla descrizione dei 10 passi del project management nella riduzione della criminalità). L’a3vità di prevenzione CRIME REDUCTION BASICS • un corso, nato nel gennaio del 2003 • calibrato su una durata di 2 ore e mezza, • per introdurre singoli individui o gruppi ad una conoscenza minima, basica del crimine e coinvolgerli nelle aCvità di riduzione del crimine e dei comportamen? an? – sociali. • E’ un opuscolo formaGvo generalista, diviso in sezioni e adaGo alla totalità della popolazione, • focalizzato su alcuni argomenG ( incendi dolosi, fur? con scasso, paura della criminalità e di rimanere viCma di un reato, graffi? e degrado urbano, fur? di bicicleGe e su automobili, crimini di strada, sicurezza personale ), • approfondisce la conoscenza di alcuni casi di successo nella riduzione della criminalità . • A corredo dell’iniziaGva è stato realizzato : – il CD gratuito “ Home security, an introduc?on to domes?c surveying “ che rientra nell’ “ Home Surveys Training Pack “; – la possibilità del distance learning con un paccheGo di materiali scaricabili dal sito L’a3vità di prevenzione BURNLEY AGAINST NIGHT-‐TIME DISORDER ( BAND ), • vincitore del Tilley Award 2002 per i notevoli effeC raggiun?, • implementato nel centro ciGadino di Burnley ( Lancashire Constabulary, North West England ) • per incidere sull’abuso di bevande alcoliche e i conseguen? abituali rea? e comportamen? pericolosi con la collaborazione dei gestori dei pub. GET SHEDUCATED • per ridurre i furG con scasso in capannoni e caseggiaG • implementato dalle forze di polizia nelle aree a sud di Leicestershire • una partnership tra tu3 i sogge3 interessaG è stata promossa per costruire 5 edifici con tuC i sistemi di allarme e di prevenzione esisten? per fungere da esempio e da occasione per informare i ciGadini con apposi? percorsi esplica?vi. • Nel primo mese si assisteGe ad una riduzione dei furG con scasso del 25 %, mentre sono aumentate esponenzialmente le vendite di sistemi di allarme e di autodifesa passiva. L’a3vità di prevenzione OPERATION RHINO • per contenere e ridurre le presenze illegali, ritenute responsabili di vandalismi e comportamenG anG – sociali, all’interno della “ District line “ ( da Barking a Upminster ) della metropolitana londinese • l’azione si sviluppò su alcune direGrici : – miglioramento del rapporto tra gli utenG ed il personale di servizio, – aumento della vigilanza della polizia e dell’impiego di tecnologia come videosorveglianza e gate “ allarmaG “ , – azioni educaGve – condivisione dei cosG economici del degrado, – sviluppo della circolarità informaGva, • con l’impiego di un elico?ero per la parte all’aperto • con una strategia comunicaGva oculata all’interno delle scuole e sui media. • I risultaG sono staG significaGvi : riduzione delle presenze illegali pari al 47 % con il contenimento dei “ cos? da degrado “ pari a circa 1 milione di sterline ( 500 mila per il ripris?no di luoghi e infrastruGure e 500 mila per riparazione dei treni ), mentre con il proseguire dell’intervento sono anche progressivamente diminuite le chiamate di soccorso alle forze di polizia. L’a3vità di prevenzione TACKLING GRAFFITI • fu implementato all’inizio dell’autunno del 2001 dalla Avon & Somerset Police a Bath ( South West England ) • per incidere sull’insicurezza dei ci?adini a?raverso l’individuazione e l’eliminazione di quei graffiG ( con la persecuzione dei responsabili ) che contribuivano ad accrescere, agli occhi dei residen? nell’area, la situazione di degrado e, quindi, di pericolo • nel contempo è stato avviato uno studio per recuperare quei graffiG dove era rintracciabile un’espressione ar?s?ca da valorizzare per cambiare progressivamente il modo nega?vo in cui venivano percepi? dai residen?. • Alla fine dell’autunno per ogni sterlina invesGta nel progeGo vi è stato, rispeGo allo stesso periodo dell’anno precedente, il risparmio di 2 sterline per lavori di ripris?no dei luoghi. L’a3vità di prevenzione TOOL GALLERY • nel seGembre 2000, nasce come evoluzione di un progeGo nato per creare, migliorare, mantenere le aree verdi adiacenG alle abitazioni • accorGsi della mancanza degli a?rezzi, sono staG acquistaG e, reperito un negozio, è stato creato punto dove noleggiare a basso costo ( l’associazione è no profit ) le aGrezzature. • La partecipazione al proge?o ha sGmolato una nuova socialità e nuovi proge3. L’a3vità di prevenzione HOUSING ASSOCIATION GOLD SERVICE ( 1998 ) • nasce per incenGvare i locatari delle zone degradate a salvaguardare il patrimonio immobiliare aGraverso la s?pula di un contraGo che, definendo i diriC e le responsabilità, in cambio di questa aGenzione prevede un paccheGo di scon? e facilitazioni in negozi e su tariffe • oggi aderisce l’80 % degli affiGuari ( a fronte di un 40 % iniziale ). SAFE AREAS FOR EVERYONE ( SAFE , 2001 ) • viene sviluppato a Bradford • consiste in momenG formaGvi a favore delle donne poi coinvolte in una aCvità di prevenzione e individuazione di comportamen? an?sociali • il successo è stato duplice : – non solo l’effeGo posi?vo dell’approccio femminile al posto di quello abituale maschile delle forze di polizia, – ma anche la conoscenza e le amicizie nate tra le donne appartenen? ad etnie diverse. L’a3vità di prevenzione I sistemi dell’ILOTAGE e della POLICE DE PROXIMITE FRANCESI appaiono più facilmente applicabili in Italia, è presente, oltre che in Francia, nel Quebec canadese. L'îlotage 1. è una tecnica di sorveglianza della pubblica via, 2. per assicurare una presenza personalizzata, regolare, ostentata e rassicurante nei quar?eri, 3. un metodo d'azione specifico e complementare degli altri metodi d'intervento della polizia, 4. che contribuisce a prevenire i rea? con un miglior inserimento dell'agente di polizia nel tessuto sociale 5. che favorisce, con la dimensione di collaborazione che introduce, l'avvicinamento fra la polizia e i ciGadini. L’a3vità di prevenzione 1. Compito dell'îloDer è quello di andare avan?, osservare, ascoltare, dialogare, aiutare, consigliare ed agire sul sen?mento di paura e di isolamento dei ciGadini. 2. L’îlotage è un metodo di lavoro, per assicurare la presenza e la disponibilità dei servizi di polizia, aGraverso la presenza e la disponibilità degli agen? di polizia impegna? in questo servizio specifico. 3. Più recentemente, il servizio d’îlotage è stato rinforzato dalla messa in aGo della police de proximité. Suoi pun? fondamentali sono : l’avvicinamento fra polizia e ciGadini, l’adaGamento dell’organizzazione alle realtà locali, l’aGenzione alle aspeGa?ve dei ciGadini nel campo della sicurezza, l’accento posto sulla necessità di lavorare in collaborazione con gli altri en? ed organismi interessa?. L’a3vità di prevenzione La ZERO TOLERANCE è la locuzione con la quale venne definita una poli?ca di loGa alla criminalità da parte del Sindaco Giuliani nel 1993 a New York. Si caraGerizza per la “ linea dura “ contro la micro e la macro criminalità: 1. forte presenza delle forze di polizia ed una repressione metodica anche dei piccoli episodi criminali; 2. in più il sistema “ COMPSTAT ( computer sta?s?cs ) che gestendo i da? sulla criminalità ha consen?to di indirizzare in modo decisivo le azioni aGuate ( è l’antesignano del crime mapping ). L’a3vità di prevenzione CRITICHE : il calo della criminalità può essere ricondoGo alla generale diminuzione del fenomeno criminale in tuGo il Paese; strategie integrate avrebbero evitato gli inevitabili svantaggi che un approccio aggressivo comporta. L’a3vità di prevenzione 1. nessuna tolleranza per tu?o ciò che viene definito “ disordine sociale “ con grande enfasi sui posiGvi risultaG o?enuG. – I media hanno dato molto risalto ai risulta2 della strategia di Giuliani. Gli omicidi a New York hanno subito un calo quasi del 40%, passando dai 2400 del 1990 ai 1500 del 1994 e ai 900 del 1996. Le aggressioni sono passate da 45.000 nel 1988 a 38.000 nel 1994 , mentre i fur2 sono passa2 dai 100.000 del 1990 ai 75.000 del 1994. Certo è che l'opinione pubblica è fortemente a favore degli interven2 di Giuliani, come hanno dimostrato gli strepitosi risulta2 ele=orali della rielezione e che il ci=adino new-‐yorkese di classe media e medio alta ha l'impressione di essersi finalmente riappropriato la ci=à 2. QuesG programmi trovano fondamento nella teoria del “ vetro ro?o “: – Se la finestra di una fabbrica o di un ufficio è ro=a, i passan2 guardandolo arriveranno alla conclusione che nessuno se ne cura, che nessuno ne ha il controllo. Presto tu=e le finestre saranno ro=e e i passan2 penseranno non solo che nessuno controlla l'edificio, ma anche che nessuno controlla la strada su cui si affaccia. Solo bande di giovani, criminali o sconsidera2 possono avere qualcosa da fare in una strada non controllata, così sempre più ci=adini abbandoneranno quella strada coloro che vi si aggirano in cerca di prede. J.Q. WILSON, G.L. KELLING L’a3vità di prevenzione 1. le aree urbane disordinate perché fuori da ogni Gpo di controllo a?raggono la criminalità violenta, nello stesso modo in cui una finestra con un vetro ro?o a?rae più pietre di una finestra sana. 2. Da qui l’ipotesi che maggiore è il numero di arres? faC dalla polizia per piccoli rea? minore sarà il numero di rea? gravi. – E’ vero che acca=onaggio aggressivo, pros2tuzione, bande giovanili, piccolo spaccio e consumo di droga, ubriachezza, comportamen2 minacciosi, moles2e, ostruzione di spazi pubblici, vandalismo e graffi2, u2lizzo delle strade come gabine=o pubblico, commercio ambulante senza licenza, lavaggio dei vetri ai semafori, sono comportamen2 considera2 “ violen2 “ perché violano la privacy del ci=adino nello spazio pubblico, incutono paura e fanno sì che il ci=adino lo abbandoni 3. Se è vero che una maggiore aGenzione della polizia alla piccola criminalità riduce la criminalità grave nel breve periodo, ha buone probabilità di aumentarla nel lungo periodo perché gli “ arres? in massa “ per piccoli rea? producono le seguen? controindicazioni : – riducono le chances occupazionali e, quindi, l’inserimento sociale dei giovani a rischio ; – delegiCmano la Polizia sia tra le persone arrestate che nel loro network familiare. L’a3vità di prevenzione 4. La poli?ca sulla sicurezza newyorkese fu una poli?ca innova?va e a?enta agli aspe3 sociali della sicurezza. 5. “ zero tolerance “ fu solo una parte di una più ampia poli?ca di riqualificazione urbana che il Sindaco Giuliani lanciò nel tenta?vo di combaGere il profondo degrado in cui era la ciGà : – loGa alla criminalità, – incen?vi agli inves?men? produCvi, con il rilancio dell'inves?mento privato aGraverso esenzioni fiscali, bonus, facilitazioni burocra?che , – la sos?tuzione del welfare con la poli?ca del “ workfare “ : non più sussidi pubblici alle persone in stato di povertà, ma lavori di u?lità civica L’a3vità di prevenzione In conclusione 1. ridistribuzione delle responsabilità tra sogge3 diversi nelle poliGche di "nuova" prevenzione – in Gran Bretagna gli aGori principali sono il governo centrale e le forze di polizia, – in Francia, nel tempo, il peso e il ruolo giocato da governo centrale e sindaci sembra cambiare e si giunge, aGraverso un processo confliGuale, ad una ridistribuzione di responsabilità: oggi, è un esempio perfeGo, di relazione tra poteri centrali e poteri locali e di coordinamento tra diverse agenzie e is?tuzioni, – in Italia sono gli en? locali i soggeC promotori e animatori delle poli?che di sicurezza, 2. lo stato e gli organi deputa? a prevenzione e controllo hanno opposto, per lungo tempo, una certa resistenza passiva o una totale indifferenza: la cooperazione tra più is?tuzioni che, per quanto con?nuamente richiamata come condizione indispensabile a un'efficace poli?ca di sicurezza urbana, è stata, e spesso è ancora, quasi inesistente, L’a3vità di prevenzione 3. anche se le cose stanno rapidamente cambiando, il processo per il quale sarebbe lo stato a favorire e sostenere la responsabilizzazione di altri soggeC nella ges?one delle poli?che criminali e dell'esercizio del controllo sociale assume quindi connota? assai diversi, 4. la competenza ad occuparsi di sicurezza diviene una delle rivendicazioni che fanno parte della generale richiesta di maggiore autotomia da parte degli EELL Grazie Fine della prima parte