Novembre 2012
C
arissime/i,
questo Foglio Informativo viene a voi all’inizio dell’Avvento, “tempo liturgico
che prepara la Chiesa a celebrare il mistero della manifestazione nella carne
del Verbo di Dio” (cf Premesse al Lezionario Ambrosiano, n.100).
Ma lo spirito dell’Avvento invita il cristiano a rivolgere il suo sguardo anche al ritorno
glorioso di Cristo.
L’atteggiamento che la Liturgia ci suggerisce è quello dell’attesa. L’attesa del credente è
fatta di momenti di incertezza ma soprattutto di momenti di speranza e di gioia: Nell’attesa siamo chiamati ad essere vigilanti e capaci di leggere “i segni dei tempi”, cioè i segni
della quotidiana venuta e presenza di Dio nella storia.
Anche il Sinodo dei vescovi sulla Nuova Evangelizzazione, appena terminato, fa parte di
quei “segni dei tempi”.
Vorrei fare un accenno al Messaggio che i vescovi ci hanno inviato alla fine dei lavori
del Sinodo.
Il Documento si apre con un richiamo all’incontro di Gesù con la Samaritana al pozzo
(cf Gv 4,5-42): è un riferimento alla ‘sete’ degli uomini di ogni tempo, a disposizione
dei quali “molti oggi sono i pozzi” ma è necessario discernere per non “cadere preda di
delusioni, che possono essere rovinose”.
Riconoscendo Cristo come unico portatore dell’acqua che dà la vita eterna, la Samaritana “diventa messaggera di salvezza e conduce a Gesù tutta la città”.
Condurre gli uomini a Cristo è un’urgenza che coinvolge i cristiani di ogni luogo ed epoca: oggi in particolare si sente il bisogno di ravvivare una fede che rischia di oscurarsi.
Nei mutati scenari sociali e culturali ogni cristiano è chiamato a vivere in modo rinnovato
la propria esperienza personale e comunitaria di fede.
A partire da questa esperienza ognuno di noi è chiamato ad una evangelizzazione rinnovata nel suo ardore e nei suoi metodi.
Non si tratta di inventare “nuove strategie” ma di riscoprire le Sacre Scritture e in particolare la “vicenda di Gesù” e i modi in cui “le persone si sono accostate a lui e da lui
sono state chiamate, per immettere quelle stesse modalità nelle condizioni del nostro
tempo”.
Il punto di partenza dell’evangelizzazione è individuato nell’”evangelizzare noi stessi”
disponendoci alla conversione. Allo stesso tempo è necessario confidare in un rinnovamento la cui fonte è “la forza della Spirito del Signore”, e quindi non può far leva esclusivamente sulle nostre limitate forze umane.
Lasciatemi concludere accennando al 50° anniversario della canonizzazione di Pier Giuliano Eymard.
Era il 9 dicembre del 1962 e in quel giorno il papa Giovanni XXIII proclamò santo il
fondatore dei Padri Sacramentini, ai quali è affidata la cura pastorale della Parrocchia di
S. Angela Merici.
Quando un cristiano viene proclamato santo, egli lascia una eredità spirituale che ogni
credente è chiamato a raccogliere per sé e per offrirla a tutti.
Qual è l’eredità di San Pier Giuliano? Cerco di dirlo con tre parole:
- Contemplazione: cioè abbandonarci a Colui che ci è Padre e ritrovare lì, nell’abbraccio
del Padre, la nostra grandezza. Celebrando e adorando l’Eucaristia rimettere continuamente Dio al suo posto e noi al nostro.
- Compassione: cioè condividere la passione di coloro che soffrono nello spirito e nel
corpo. L’ Eucaristia celebrata e adorata deve diventare gesto concreto di amore e di
solidarietà: pane spezzato per la vita del mondo.
- Comunione: non basta essere adoratori e compassionevoli se non si è capaci di vivere in comunione con gli altri, incominciando con quelli che ci stanno più vicini, in
famiglia e in parrocchia. Vivere la Comunione è una necessità e una missione per chi
celebra e adora l’Eucaristia.
San Pier Giuliano Eymard, uomo della Contemplazione, della Compassione e della Comunione, ci aiuti ad affermare nella vita la verità di questo cammino di beatitudine.
Auguro a tutti un buon cammino di fede, soprattutto in questo tempo di Avvento.
P. Vittorio
FOGLIOinfoRMATIVO - n. 415 - Novembre 2012
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Perché credere ancora? Il Papa risponde
Intervista con Paolo Fucili, vaticanista, autore del libro
“Credere ancora? La fede secondo Benedetto XVI”
di Cesare Davide Cavoni
I cristiani di inizio terzo millennio si preoccupano troppo delle conseguenze sociali
e politiche del loro impegno e troppo poco della fede, come fosse un presupposto
ovvio e scontato. Memore del monito lanciato più volte dal Papa, Paolo Fucili ripercorre in brevi 64 pagine i primi sette anni di magistero pontificio di Joseph Ratzinger,
seguendo il filo rosso degli immutabili “perché” che risvegliano nell’uomo il senso
religioso.
Il risultato è “Credere ancora? La fede secondo Benedetto XVI”, appena stampato
per la Elledici, un agile opuscolo che del Papa tedesco ha fatto propria l’inconfondibile attitudine a puntare dritto al cuore di ogni questione. Indagata col piglio divulgativo del vaticanista Fucili, il libro altro non è che l’abc di un cristianesimo spogliato
di tutto quanto essenziale.
Dall’incrocio tra le misteriose dinamiche del credere e spunti di analisi del vissuto
religioso contemporaneo, emerge un nitido ritratto della fede professata dalla Chiesa
come da un lato domanda impossibile da eludere, per l’uomo raggiunto dall’annuncio cristiano della buona novella; dall’altro, contraddizione e rottura con lo spirito di
ogni tempo e le inadeguate categorie umane di ‘divino’.
Di tutto questo ZENIT ne ha parlato con l’autore, nella breve intervista che riportiamo di seguito.
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La fede esige per sua natura un sì sicuro. Invece in “Credere ancora? La fede
secondo Benedetto XVI” spicca già nel titolo un vistoso punto interrogativo.
Perché?
Fucili: Perché l’intima essenza della fede è tensione, aspirazione, domanda impossibile da soddisfare solo con “carne e sangue”, per citare il Vangelo della confessione
di Pietro, vale a dire la nostra umanità. Il cristianesimo è appunto l’“incredibile” racconto di Dio che facendosi uomo ci è venuto incontro ‘coprendo’ la parte di strada
che fino ad allora mancava. Ma Dio si propone, non si impone con la violenza né
a noi stessi, né agli altri. Credere è il supremo esercizio della facoltà per cui siamo
davvero fatti a immagine e somiglianza di Dio: la libertà.
Ma piuttosto che la conoscenza mediata da un libro, per spiegare ad un’altra
persona cos’è la fede non è meglio la testimonianza concreta della vita?
Fucili: La conoscenza della fede non è asettica acquisizione di nozioni, come si trattasse di una materia qualsiasi. Si conosce solo ciò che si ama, diceva sant’Agostino.
E anche Pascal, citato una volta da Benedetto XVI, invitava un amico dubbioso a fare
prima quello che fa un credente, per capire poi come sia vera e logica la fede. Come
per dire: per essere davvero cristiani prima viene la pratica, poi la teoria. L’obiezione
contenuta della domanda è sicuramente fondata, pensando al rischio dell’intellettualismo della fede. Ma io personalmente considero più rischiose altre tendenze, per
il cattolicesimo di oggi, la fede della gente: il sentimentalismo, ridurre tutto cioè ad
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PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI
un vago sentimento; l’individualismo, il fai da te della religione che inesorabilmente
scivola nel famoso “Cristo sì, Chiesa no”; la sudditanza culturale verso altre ideologie
e visioni della vita, come se il cristianesimo, fuori dalle chiese, non avesse nulla di
originale da dire sulle questioni reali e pratiche della vita, personale e sociale. Come
non vedere, di fronte a questo panorama, quanto sia al contrario urgente conoscere
un po’ meglio ciò in cui crediamo e che la Chiesa ha da dire?
Conoscerai pure le famose parole del cardinale Ratzinger, nell’ultima omelia da
porporato: “avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, è spesso etichettato come fondamentalismo...”
Fucili: Quando nel vissuto di una cultura, come la nostra occidentale, non c’è più
cittadinanza per l’idea di una verità superiore, che non sottostà alle opinioni mutevoli della massa o di un parlamento, allora ogni fede, non necessariamente religiosa,
è fondamentalismo. Ma è scritto nel DNA della fede cristiana l’essere “segno di
contraddizione” dunque anche in questo nebuloso presente che ci è dato di vivere;
contestata talora, ma mai perciò irrilevante, per parafrasare una celebre espressione
del cardinale Ruini. Ma la fede cristiana, torno al discorso di prima, presenta anche
un altro fondamentale tratto: non è ‘possedere’ la verità, ma ‘aspirare’ alla verità,
‘ricerca’, ‘tensione’ che diviene persino tormento, quando la fede vacilla. È capitato
anche a santi eccezionali come madre Teresa di Calcutta, abbiamo appreso di recente. E a pensarci bene è assolutamente salutare che sia così, lo dice anche papa
Ratzinger, perché chi crede non finisca per ‘appropriarsi’ di Dio e persino far violenza ad altri in suo nome.
“Possiamo evangelizzare solo se lasciamo
evangelizzare noi stessi”
Intervista con il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna
di Jan Bentz
– Il cardinale arcivescovo di Vienna, in
Austria, Christoph Schönborn, ha partecipato al Sinodo dei vescovi, che si è
concluso domenica 28 ottobre a Roma.
ZENIT ha incontrato il porporato e teologo, sabato 27 ottobre al termine della
Congregazione generale con papa Benedetto XVI.
Eminenza, a quanti Sinodi ha partecipato finora? E in quale veste?
Card. Christoph Schönborn: È il terzo
Sinodo a cui partecipo. Il primo fu nel
1985, quando ho aiutato come collaFOGLIOinfoRMATIVO - n. 415 - Novembre 2012
boratore teologico, nell’ultima fila in
alto. Mi ricordo ancora molto bene il
lavoro notturno, su quello che il Santo
Padre aveva affrontato in precedenza.
Sistemare le Propositiones, raggruppare i discorsi, selezionare i temi. Ci fu
una sessione assai decisiva, nella quale
fu chiesto al Santo Padre di redigere il
Catechismo. Al primo Sinodo quindi ho
potuto partecipare in quanto teologo. Il
secondo Sinodo, a cui ho partecipato,
fu quello sull’Europa nel 1999, come
preparazione al Giubileo. Questo è stato dunque il terzo.
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Che cosa l’ha colpita maggiormente
durante questo Sinodo? E cosa porterà a casa?
Card. Christoph Schönborn: La prima
e più importante cosa, che come un
cantus firmus ha permeato molti interventi, è stato il tema “Dobbiamo iniziare con noi stessi”. Mi ha tanto colpito
che molti vescovi hanno dichiarato che
possiamo evangelizzare solo quando lasciamo evangelizzare noi stessi. È stata
una puntualizzazione molto bella; non
possiamo evangelizzare noi stessi, dobbiamo lasciarci evangelizzare, come ribadisce lo stesso Catechismo in un punto importante: nessuno può annunziare
a se stesso il Vangelo. Lo dobbiamo ricevere. Comprende il tema della conversione, un tema molto frequente negli
interventi dei vescovi. Mi fa sentire molto fiducioso che non stiamo parlando di
quello che dovrebbero fare gli altri ma
piuttosto – come ha detto Paolo VI nella
Evangelii nuntiandi - che dobbiamo iniziare con noi stessi.
Il secondo elemento è la grandissima
importanza delle piccole comunità cristiane. Questo comprende tutti i continenti e corrisponde pienamente alla
primissima esperienza cristiana. Dobbiamo praticare in comunità. Benché
la normale parrocchia sia il luogo più
adatto, da sola essa non riesce ad offrire
questa densità richiesta della testimonianza cristiana vissuta. Nella diocesi
di Vienna, in una prospettiva a lungo
termine, cerchiamo di sistemare delle
parrocchie più grandi – ma non delle
mega-parrocchie, siamo molto lontani
da questo - ma più grandi delle parrocchie di 200-300 persone. Ciò che esiste
già da tempo nelle parrocchie - gruppi
familiari, gruppi di lavoro - dovrebbe
diventare delle vere comunità, che possano diventare portatori di evangelizzazione.
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Un terzo punto è l’incoraggiamento. Il
vento spesso ci soffia contro, ma anche
il soffio dello Spirito Santo è percepibile. Il Santo Padre ci ha dato due esempi.
Il primo è quello della Chiesa in Cambogia era stata quasi completamente
distrutta durante il genocidio e che ora
comincia nuovamente a fiorire, crescere e prosperare. Lì si sente la potenza
del Signore Risorto, che ricostruisce con
la sua forza. Il secondo esempio è stata la testimonianza del vescovo della
Norvegia, un Paese molto secolarizzato, che ha raccontato delle cose molto
sorprendenti su come sta rifiorendo la
Chiesa locale. Alla fine ci ha rassicurati che possiamo fidarci dell’inaspettato.
Questo è importante anche per me in
Austria, accanto a tutte le difficoltà che
abbiamo. Troppo spesso si ignora e non
si comunica il bello. Dobbiamo essere
sempre aperti all’inaspettato. Chi avrebbe pensato nel 1850 che a Lourdes sarebbe sgorgata una sorgente, che sarebbe diventata sorgente di speranza e di
forza per milioni di persone?
Possiamo solo chiedere, ma alla fine
non è nelle nostre mani. Come Maria
nel Cenacolo, possiamo solo attendere
ed aspettare Dio. Dobbiamo pregare
molto ed avere molta fiducia.
Lei è domenicano. San Tommaso d’Aquino, il più noto teologo domenicano, cosa può dire oggi a noi in merito
alla Nuova Evangelizzazione?
Card. Christoph Schönborn: San Tommaso è un maestro della Nuova Evangelizzazione, perché in modo del tutto
ineguagliabile e direi, quasi in solitaria
maestria, è paragonabile solo a pochi
maestri dei nostri tempi, ai quali appartiene espressamente il nostro Santo Padre Benedetto XVI, ha la capacità
di esporre le cose in tutta semplicità e
chiarezza alla luce della ragione. Non
si viene sopraffatti, ma la cosa comincia
PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI
a splendere da sola. La verità risplende
attraverso le cose, la parola che aiuta il
maestro pensante e credente, che può
esporre alla luce della verità e far risplendere. Non conosco nessuno – ed
io stesso ho insegnato molti anni - che
abbia questo dono quanto il nostro Santo Padre. A suo tempo, in modo straordinario, lo aveva anche San Tommaso.
La Nuova Evangelizzazione nel segno
della testimonianza
Il rettore della Pontificia Università Lateranense, mons. Dal Covolo,
traccia un primo bilancio del Sinodo
di Massimiliano Padula «Il dialogo tra la fede e la cultura nell’insegnamento». È questo, secondo il vescovo
Enrico dal Covolo, l’elemento caratterizzante delle Scuole e delle Università
cattoliche. Un dialogo – ribadisce il Rettore della Pontificia Università Lateranense
– «inesausto tra la scienza di Dio e le scienze dell’uomo, all’insegna di una sintesi
teologica assimilata essenzialmente, e coerentemente testimoniata dai formatori.
Perché questo è il punto veramente cruciale: oggi molti fanno i professori
(me compreso…) – ammette – ma troppo pochi sono i testimoni della fede e
dell’incontro vero con Gesù Cristo».
Sono questi alcuni dei passaggi della relatio ante disceptationem che il presule ha
tenuto lo scorso venerdì 12 ottobre durante l’assise sinodale. Un intervento tutto
orientato ad approfondire il ruolo delle Scuole e delle Università cattoliche come
motori della Nuova evangelizzazione. L’intervento sinodale è stato il momento più
importante di una settimana carica di significato che ha visto dal Covolo incontrarsi e confrontarsi con gli altri 262 ”Padri” scelti da Benedetto XVI.
Una settimana iniziata lunedì 8 ottobre con la relazione dell’arcivescovo di Washington, il cardinale Donald William Wuerl e con la sua analisi originale sulla
contemporaneità della Chiesa. È «come – ha sottolineato il porporato americano
– se uno tsunami di influenza secolare scardinasse tutto il paesaggio culturale, portando via con sé indicatori sociali come il matrimonio, la famiglia, il concetto di
bene comune e la distinzione fra bene e male». Una riflessione efficace, secondo il
presule salesiano in cui «emerge la preoccupazione condivisa di tutto l’episcopato
di fronte al dilagare dei processi di secolarizzazione e di scristianizzazione che investono sempre più l’Occidente». Quella preoccupazione che ha fatto da sfondo a
tutta la settimana caratterizzata da pochi ed evidenti contenuti innovativi rispetto
alla sfida della Nuova Evangelizzazione.
«Quello che, invece, è emerso – spiega dal Covolo – è l’esperienza internazionale,
interculturale e l’apertura ecumenica propria dell’assemblea sinodale, vere e proprie
“lenti” capaci di leggere in modo innovativo i contenuti proposti». Quei contenuti
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che devono incarnarsi nella realtà – ribadisce il Rettore dell’Università del Papa
–: «spesso ci soffermiamo troppo sui contenuti oggettivi della fede, tralasciando
spesso la testimonianza, che invece siamo chiamati a offrire con la nostra vita.
Senza di essa – aggiunge – non si fanno passi nella Nuova Evangelizzazione: perciò
tutti noi, coinvolti nella missione pastorale e accademica, dobbiamo agire in questa
direzione, sull’esempio dei nostri Padri. Essi erano dei grandi maestri, certo, ma
anzitutto erano dei santi. Se non sono santi, non sono Padri».
Una sollecitazione (quella a testimoniare e a testimoniarsi) che si fa ancora più viva
in un’occasione come il Sinodo in cui si «alternano voci e storie diverse - chiarisce
ancora il vescovo -come quelle provenienti dalle Chiese lontane spesso afflitte da
dolore, esperienze di guerra, fame o intolleranza religiosa o come quelle delle
donne (il sinodo ha diverse uditrici), una risorsa importante che la Chiesa non può
sempre più non valorizzare».
Tirare le somme a poco più di una settimana dall’inizio di un evento così importante non è mai semplice ma dal Covolo è convinto che il Sinodo rappresenti
un’opportunità straordinaria per i padri che vi partecipano. «Quei padri – conclude – che sono anche in attesa di proposte operative, di segni concreti e gesti
fecondi che possono aiutare il cammino della Nuova evangelizzazione».
Chiara Amirante, il carisma della donna
nella Nuova Evangelizzazione
La fondatrice della comunità Nuovi Orizzonti parla
della sua prima esperienza di Uditrice al Sinodo
di Salvatore Cernuzio
Sono 17 le donne nominate dal Papa Uditrici al Sinodo dei Vescovi prossimo alla
conclusione. Tra queste spicca la presenza di Chiara Amirante, carismatica fondatrice della comunità Nuovi Orizzonti che
da sempre ha fatto della Nuova Evangelizzazione il suo punto di forza.
Incontrata da ZENIT, Chiara parla della
sua prima esperienza al Sinodo, raccontando come, nell’ambito dell’Assemblea,
sia stato affrontato il delicato argomento
del ruolo della donna nella Nuova Evangelizzazione
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Chiara, a pochi giorni dal termine del
Sinodo dei Vescovi, qual è il suo bilancio, considerando anche che si tratta
della sua prima partecipazione?
Chiara Amirante: Sono stati giorni per me
di grande grazia. Ci siamo messi in profondo ascolto dell’invito del Santo Padre a
vivere un rinnovato impegno nella Nuova
Evangelizzazione per la trasmissione della
fede, in un clima di intensa comunione
tra tutti. È stato molto arricchente poter
ascoltare le relazioni dei Padri Sinodali e
degli uditori che hanno condiviso qualcosa della loro esperienza e delle loro proposte riguardo alle sfide che interpellano
PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI
con forza l’uomo contemporaneo. Penso
che questi giorni abbiano contribuito a
incidere più profondamente nel cuore di
ciascuno di noi ( e spero nel cuore di ogni
cristiano) quanto espresso con forza dalla
Parola di Dio: “Non è infatti per me un
vanto annunciare il vangelo; è un dovere
per me: guai a me se non annunciassi il
vangelo!” (1Cor 9,16).
Quali sono, secondo lei, i punti su cui
bisogna prestare maggiore attenzione?
Chiara Amirante: L’esperienza vissuta in
questi anni di forte impegno con la Comunità Nuovi Orizzonti nell’accoglienza
dei ragazzi di strada, ma soprattutto in
tante iniziative di prevenzione ed evangelizzazione che ci ha portato a incontrare
una media di due milioni di persone ogni
anno e parlando cuore a cuore con tanti
ragazzi, anche nelle scuole dei quartieri
più benestanti, ci siamo resi conto che
l’80% dei giovani vive oggi le situazioni
di grave disagio che caratterizzano il loro
mondo: uso e abuso di alcool e di sostanze stupefacenti, sesso-dipendenza (con i
relativi abusi subiti che spesso causano ferite indelebili) e dipendenze di vario tipo,
anoressia e bulimia, depressioni noogene,
profondo senso di vuoto e di solitudine…
Penso quindi che i frutti del relativismo,
secolarismo, consumismo, edonismo di
cui continuiamo a nutrirci siano davvero
allarmanti e devastanti. I dati sempre più
inquietanti lo testimoniano e ci interpellano in prima persona. L’uomo contemporaneo sembra illudersi di poter sostituire
l’io a Dio, ma forse ha dimenticato che
ogni società che ha tentato di esiliare Dio
è spesso degenerata in un vero e proprio
inferno. C’è urgente bisogno di persone
che si lascino raggiungere in profondità
dalla buona notizia e testimonino con forza che il Signore della creazione è venuto
ad abitare in mezzo a noi per rivelarci il
Suo Amore immenso e per dare risposta
alle domande più profonde del nostro
FOGLIOinfoRMATIVO - n. 415 - Novembre 2012
cuore. È lui la via per la pienezza della
Gioia, della pace, della libertà interiore,
della Vita!
Lei è una delle poche donne presenti al
Sinodo. Durante l’assise è stato affrontato il tema della donna e del suo ruolo?
Chiara Amirante: Si, è stata sottolineata
più volte l’importanza della donna e del
suo carisma specifico nella Nuova evangelizzazione. Sono convinta che la donna, proprio per la sua particolare capacità
di accoglienza, di attenzione a chi soffre,
di ascolto, per la sua sensibilità e maternità, per la sua peculiare capacità di amare, possa portare un contributo davvero
fondamentale. L’uomo tende a essere più
di testa, la donna più di cuore e se c’è
un’urgenza oggi per poter rinnovare la
vita di una società che sta morendo per
mancanza di amore, bisogna proprio vivere con radicalità il comandamento che
Gesù ci ha donato chiamandolo nuovo e
Suo: Che vi amiate gli uni gli altri; come io
vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni
gli altri (Gv 13,34). Dobbiamo imparare a
guardare di più a Maria Stella della Nuova
evangelizzazione.
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In conclusione, qual è il suo auspicio
per la fine del Sinodo e l’inizio dell’Anno della Fede?
Chiara Amirante: L’augurio è che davvero
possiamo lasciarci raggiungere in profondità dalla meravigliosa notizia che Cristo
e venuto a portarci per trovare in Lui la
risposta a tutti bisogni più profondi del
nostro cuore è diventare con la nostra vita
testimoni di quella pienezza di Gioia che
Lui solo può donarci.
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Eletto il nuovo Patriarca
della Chiesa Copta Ortodossa
È il vescovo ausiliario di Beheria, Tawadros II, che succede
a Shenouda III scomparso a marzo
È stato eletto oggi il nuovo Papa della Chiesa Copta Ortodossa. Si tratta del vescovo Tawadros, ausiliario di Beheria, che succede a Shenouda III, scomparso nel
marzo scorso all’età di 88 anni.
Il suo nome è stato estratto a sorte da un calice di vetro da un bambino di nome Giorgio
al termine di una solenne celebrazione nella cattedrale copta del Cairo, che è stata preceduta da tre giorni di digiuno (dal 31 ottobre al 3 novembre).
Tawadros è il 118esimo Patriarca copto ortodosso, il primo nell’era del dopo Mubarak
con i Fratelli Musulmani al governo, i quali si sono oggi felicitati per questa nuova elezione attraverso messaggi di congratulazioni a Tawadros.
Nel messaggio il partito si dice ottimista di una «cooperazione positiva col nuovo Patriarca, considerato come guida spirituale dei fratelli copti nella diffusione dei valori della
giustizia, della libertà e dell’eguaglianza».
Gli altri due candidati era il vescovo Raphael e padre Raphael Ava Mina, che, insieme
al vescovo Tawadros, erano stati selezioni lo scorso mese da un consiglio di oltre 2.000
elettori, tra laici, monaci, sacerdoti e prelati.
Il nuovo Patriarca copto ortodosso ha 60 anni e, prima di intraprenedere la vita religiosa,
ha conseguito la laurea in farmacia. I media egiziani ne mettono in rilievo la capacità
teologica e la sua attività pastorale con i giovani. Anche mons. Barnaba El Soryany, vescovo della diocesi Copto-Ortodossa di San Giorgio
a Roma, in un’intervista di oggi sulla Radio Vaticana ha confermato che papa Tawadros
II “è una persona molto attiva per tutto il popolo copto specialmente in Egitto. Ci è stato
fatto un grande regalo per tutti!”.
Descrivendo il Patriarca, il vescovo ha aggiunto: “È una persona molto calma e molto
amata da tante persone, da quelle che lo hanno conosciuto a quelle che sono con lui, a
quelle che hanno svolto il servizio con lui. Sentiamo che con lui andremo avanti, che la
Chiesa andrà avanti con il dialogo: lui spera molto nel dialogo”. 9
PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI
Un padre spirituale che porterà
l’armonia in un nuovo Egitto
Il messaggio di Benedetto XVI al vescovo Tawadros, il nuovo Patriarca
copto ortodosso eletto ieri al Cairo
“Pieno di gioia”, così si è dichiarato Benedetto XVI per l’elezione del nuovo Patriarca
copto ortodosso, Sua Santità Anba Tawadros, avvenuta ieri al Cairo, in un messaggio
in cui ha espresso le sue felicitazioni.
In particolare, il Santo Padre ha affermato di essere fiducioso che Tawadros, come il
suo predecessore, Papa Shenouda III, scomparso lo scorso marzo, saprà essere “un
vero e proprio padre spirituale” per la sua comunità e un partner efficace dei suoi
concittadini “nella costruzione di un nuovo Egitto in pace e armonia, al servizio del
bene comune e del bene di tutto il Medio Oriente”.
“In questi tempi difficili – si legge nel messaggio - è importante per tutti i cristiani
testimoniare l’amore e l’amicizia che li lega, memori della preghiera di Gesù durante
l’Ultima Cena: che tutti siano una cosa sola, affinché il mondo creda”.
Dopo il ringraziamento a Dio “per gli importanti progressi, compiuti sotto la guida
del suo stimato predecessore, nei rapporti tra la Chiesa copta ortodossa e la Chiesa
cattolica”, il Pontefice ha elevato la sua preghiera affinché possa proseguire l’amicizia e il dialogo tra le due Chiese, donando “frutti di sempre più stretta solidarietà e
duratura riconciliazione”.
Quindi la benedizione finale: “Possa il nostro Padre celeste colmarvi di pace e forza
per il nobile compito che vi attende”.
Nel 50° anniversario della Canonizzazione di
SAN PIER GIULIANO EYMARD
Pietro Giuliano Eymard nasce in Francia, a La Mure d’Isère, il 4 febbraio 1811.
Dopo una travagliata vicenda familiare e vocazionale, nel 1834 viene ordinato sacerdote per la sua diocesi d’origine, Grenoble. Dopo alcuni anni di zelante ministero pastorale, nel 1839 inizia un’esperienza di vita religiosa entrando nella neonata Congregazione dei Padri Maristi, a Lione. Il suo cammino di
ricerca della volontà di Dio, però, continua ancora e lo porta ad orientarsi sempre più verso l’Eucaristia, fino all’idea definitiva di fondare una Congregazione votata interamente ad essa. Non potendo realizzare quest’opera all’interno
dei Maristi, Pietro Giuliano lascia l’Istituto, si reca a Parigi e qui, con l’approvazione dell’arcivescovo, il 13 maggio 1856 fonda la Congregazione del SS. Sacramento (Padri Sacramentini). Ad essa seguirà, nel 1859, la Congregazione femmiFOGLIOinfoRMATIVO - n. 415 - Novembre 2012
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nile delle Ancelle del SS. Sacramento, fondata con l’aiuto di Margherita Guillot.
Il culto all’Eucaristia, celebrata e adorata, assume nel p. Eymard anche una dimensione ecclesiale e sociale, come lui stesso testimonia con il suo infaticabile apostolato rivolto ai poveri della periferia di Parigi e ai sacerdoti in difficoltà;
con l’opera della prima comunione degli adulti; con vari e molteplici impegni di
predicazione. Alla sua ispirazione, inoltre, si possono far risalire alcune iniziative
particolari, iniziate dopo la sua morte: l’Aggregazione laicale del SS. Sacramento, l’Associazione dei Sacerdoti Adoratori, i Congressi eucaristici internazionali.
Sfinito dalle responsabilità e segnato da prove di ogni genere, soprattutto negli ultimi
anni di vita, Pietro Giuliano muore nel suo paese natale a soli 57 anni, il 1° agosto 1868.
Beatificato da Pio XI nel 1925, viene proclamato Santo da Giovanni XXIII il 9 dicembre 1962.
P. Flavio Fumagalli, SSS
Icona della Natività di Maria
“Una dimora ospitale è stata disposta per il Verbo creatore
di tutte le cose” (Teodoro Studita)
Scuola di Novgorod (fine del XV inizio del XVI sec.)
L’anno liturgico nella tradizione bizantina comincia il 1 settembre, giorno che in Oriente
segnava anche l’inizio dell’anno civile, e la prima delle grandi feste è la Natività di Maria
(8 settembre), considerata, per un semplice parallelismo simbolico, come l’inizio della
redenzione. Essa è presente nel culto della chiesa di Gerusalemme fin dal IV secolo,
viene poi introdotta a Costantinopoli (VI sec.) e successivamente anche a Roma. Forte
di una tradizione legata ai vangeli apocrifi, in particolare il protovangelo di Giacomo (II
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PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI
sec.), il cui titolo originale, per la parte che ci riguarda è proprio: Natività di Maria. Esso
narra la storia di Gioacchino e Anna, anziani, e lei è sterile, che accolgono con stupore
e meraviglia la benedizione di Dio nella nascita della loro figlia.
Tutte le icone della Natività della Vergine osservano la stessa tipologia ispirata alla predicazione dei Padri, al citato protovangelo di Giacomo, insieme a ricchi dettagli della
tradizione popolare.
La composizione della scena, la varietà dei colori e la presenza di numerosi personaggi,
ci donano un vivace e umano quadro d’insieme.
Sul lato sinistro della nostra icona campeggia la figura di Anna, stesa su un grande cline
incurvato, simbolo dell’amore coniugale, dopo aver messo al mondo Maria, in atteggiamento di contemplazione delle meraviglie che il Signore ha operato in lei.
Tre donne, in atto di servizio, circondano Anna: una con il ventaglio rinfresca la puerpera,
una porta un vassoio contenente delle uova, segno di fecondità e l’altra porge una coppa.
Nella parte inferiore troviamo due scene. A sinistra per chi guarda Maria in fasce appare
in braccio alla levatrice, mentre l’altra ancella predispone l’occorrente per il bagno, nella
parte destra Maria è posta nella culla, due ancelle le sono accanto.
È essenziale constatare che la bambina viene rappresentata con il nimbo (aureola), segno
che vuole indicare la sua santità fin dalla nascita.
Lo scenario è l’interno di una casa ‘nobile’, quella di san Gioacchino. Le esigenze della
prospettiva inversa, caratteristica tipica delle icone antiche, non consentono però la rappresentazione di un locale chiuso, quindi convenzionalmente si ricorre all’adozione di
un drappo rosso posto sopra i tetti.
A Gioacchino viene riservato invece, un posto marginale, nell’icona scelta si affaccia
da una finestra dall’alto della stanza, soltanto nelle tarde raffigurazioni appare vicino ad
Anna.
Questa posizione non esclude il suo atteggiamento di profonda gioia e lode: “Signore
mio Dio, ti loderò; glorificherò il tuo santo nome, perché hai eseguito progetti meravigliosi,
concepiti da lungo tempo, fedeli e veri”: questa la preghiera che Niceta il Paflagone (IX
sec.) pone fra le labbra del santo genitore.
La Natività di Maria, porta a tutta l’umanità una gioia straordinaria e particolare.
“Oggi è l’inizio della salvezza del mondo. Acclama al Signore, terra tutta, canta, esulta e inneggia. Levate la vostra voce, levatela, non temete, perché è nata per noi una Madre di Dio (…) Perché occorreva che a Lei, la sola cosa nuova sotto il sole, la meraviglia
delle meraviglie, la strada fosse preparata da meraviglie e, a poco a poco, dalle situazioni
più misere scaturissero le realtà più grandiose.”(San Giovanni Damasceno, Omelia sulla
Natività di Maria).
Stefania Granata
(Commissione Ecumenismo e dialogo)
FOGLIOinfoRMATIVO - n. 415 - Novembre 2012
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ECUMENISMO E DIALOGO
BEN ARRIVATO, IONUT
Dal 3 ottobre Ionut, un giovane ortodosso della parrocchia di padre Mircea, è presso
la nostra comunità con una borsa di studio in occasione dei 10 anni di gemellaggio.
In questo articolo, Ionut si presenta. Ben arrivato!
Mi chiamo Ionut Matei Postolache e ho 24 anni. Mi sono laureato presso la Facoltà
Teologica Ortodossa di Bucarest, sono direttore del coro parrocchiale “S. Ambrogio”
e sono presidente dell’Organizzazione per la gioventù della nostra parrocchia di S.
Ambrogio e Dormizione di Maria.
In questo articolo presenterò, brevemente, alcuni momenti importanti della mia vita.
I miei genitori, Alexandrina e Ionel Postolache, mi hanno dato fin da piccolo un’ educazione religiosa speciale, crescendomi nella fede in Dio e nell’amore per la Sua Chiesa. Questa educazione mi ha portato a partecipare alle celebrazioni officiate nella chiesa S. Ambrogio. Il mio parroco Mircea Alexa Uta
ha notato la mia fede e il mio servizio in chiesa, per cui mi ha invitato a essere chierichetto all’altare. Poi mi ha indirizzato verso il Seminario Ortodosso di
Bucarest, dove ho finito gli studi nel 2008. Ho continuato poi i miei studi teologici presso la Facoltà di Teologia di Bucarest, dove mi sono laureato nel 2012.
Durante gli studi ho continuato il mio lavoro pastorale in parrocchia, dove ho partecipato ai progetti sociali, culturali, ecumenici, catechetici, filantropici.
Sono stato una persona fortunata, perchè sono stato testimone di una storia che
la mia parrocchia sta costruendo insieme alla parrocchia di S. Angela Merici. Sono
testimone di un dialogo ecumenico iniziato dal patriarca Teoctist della Chiesa Ortodossa Romena e dal Papa Giovanni Paolo II con la sua visita in Romania nel 1999.
Quella visita ha aperto la strada del dialogo ecumenico che il mio parroco Mircea
Alexa Uta e padre Giuseppe Bettoni hanno concretizzato attraverso il gemellaggio
ecumenico stabilito tra le nostre due parrocchie e iniziato ufficialmente il 20 gennaio 2002.
Sono stato poi fortunato perché sono venuto qui a Milano con il mio parroco ed altri
12 ragazzi nel 2002, invitati dalla parrocchia S. Angela Merici. In quella occasione
ho avuto il mio primo incontro con S. Ambrogio e le sue reliquie. Mi ricordo con
grande gioia quando abbiamo pregato davanti alle sante reliquie conservate nella
Basilica che porta il suo nome. Noi siamo stati ospiti nelle famiglie di S. Angela
Merici, io sono stato accolto con gioia e amore nella famiglia di Ester e Massimo.
Allora ho avuto il mio primo incontro con la comunità parrocchiale e con le attività
pastorali di una parrocchia cattolica.
Qualche anno dopo sono tornato a Milano con una delegazione per partecipare alla
Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Mi ricordo molto bene che in quell’
occasione ho cantato nella cappella parrocchiale insieme ad altri giovani della nostra
parrocchia, membri della nostra delegazione, alla Divina Liturgia di S. Giovanni Crisostomo, celebrata da padre Mircea. In quell’ occasione ho potuto notare l’interesse
e il desiderio dei membri della comunità di Sant’Angela di conoscere la spiritualità
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PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI
ortodossa e il suo culto liturgico.
Adesso sono per la terza volta a Milano, grazie alla borsa di studio offerta da padre
Vittorio Battaglia e dalla Parrocchia S. Angela Merici, in occasione dell’ anniversario
del primo decennio di gemellaggio ecumenico tra le nostre due parrocchie. Questa
borsa significa per la mia comunità e tanto più per me un segno visibile che il dialogo
ecumenico funziona e oggi dà frutti.
Il 19 agosto di quest’anno mi sono sposato con Gabriela, anche lei laureata alla
facoltà di teologia. Nella tradizione ortodossa, infatti, anche un uomo sposato può
diventare sacerdote.
Ringrazio Dio per il dono che mi ha fatto di essere operaio e beneficiario delle opere
nella Sua vigna.
Ionut Matei Postolache
AVVENTO DI CARITÀ
Anche i ragazzi della catechesi ogni anno nel periodo di Avvento sono invitati a partecipare alla iniziativa della nostra Caritas parrocchiale attraverso una raccolta di alimenti
che loro stessi porteranno alla catechesi e che poi i ragazzi dell’ultimo anno raccoglieranno e metteranno nelle borse che verranno consegnate alle famiglie in difficoltà.
Ecco di seguito la lettera che consegneremo loro per un’iniziativa che come sempre è
estesa a tutta la comunità.
Milano, 18 novembre 2012
NATALE DI SOLIDARIETÀ
Il calore di un gesto di aiuto
Ogni mese la Caritas parrocchiale, grazie al Banco Alimentare, è in grado di distribuire
generi di prima necessità a chi vicino a noi si trova in condizione di bisogno, specialmente alle famiglie con bambini piccoli. Come l’anno scorso, anche quest’anno, in occasione
del Natale, vorremmo poter offrire a queste famiglie un pacco alimentare più adeguato
alle loro necessità primarie. Per questo, nella settimana dal 22 novembre al 2 dicembre,
ti chiediamo di aiutarci a raccogliere:
Pannolini per neonati, Olio d’oliva, Tonno e carne in scatola, Pandoro o panettone,
e altri alimenti vari…
Grazie per quanto potrai fare!!!
Gli amici della Caritas Parrocchiale
FOGLIOinfoRMATIVO - n. 415 - Novembre 2012
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LA GRANDE GENEROSITÀ DEI FEDELI
DELLA NOSTRA PARROCCHIA:
Dopo l’invito a donare (di domenica 21 ottobre) tantissimi fedeli della nostra
Parrocchia si sono attivati per sostenere il nostro banco alimentare
e le offerte hanno raggiunto la somma di
5.835,00 euro!!!
Grazie di cuore! Nonostante i momenti molto difficili
della crisi in corso, è stata raccolta una cifra importante per aiutare
il nostro banco alimentare Caritas, pari a quella dello scorso anno!
A tutti coloro che hanno dimostrato amore e sensibilità rivolgiamo un grazie di cuore.
Grazie anche a chi ha gentilmente donato omogeneizzati,
vestiti per bambini, giocattoli.
Grazie per i tanti e concreti gesti d’amore per le famiglie assistite dalla parrocchia.
Grazie ancora, grazie a tutti, di cuore!
il banco alimentare Caritas S. Angela Merici
Ricordiamo che proseguono le visite delle famiglie per la benedizione natalizia
iniziate il 5 novembre le visite avranno luogo
dalle ore 18,00 alle 20,00 dal lunedì al venerdì.
Sarete avvisati dell’arrivo del sacerdote, come consuetudine,
mediante una lettera che troverete nella vostra casella della posta
Sposarsi nel Signore
Gli incontri di preparazione al matrimonio presso la nostra
parrocchia si svolgeranno nei mesi di gennaio-febbraio 2013
Primo appuntamento: venerdì 11 gennaio alle ore 21.00
L’Associazione Culturale “GIUSEPPE LAZZATI”
e l’Azione Cattolica Decanato Zara organizzano un incontro su
CARLO MARIA MARTINI E GIUSEPPE LAZZATI
Educatori a Milano Lunedì 19 novembre 2012 alle ore 18,00
presso il Consiglio di Zona 2
Viale Zara, 98/100 - 0125 Milano
(MM3 Zara – tram 5 -7; filovie 90 – 91 – 92)
INGRESSO LIBERO
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PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI
ORATORIO
DOPORPASCUOLA
Cos’è?
Uno spazio dove i ragazzi possono svolgere i compiti affiancati da volontari
giovani ed adulti.
Per chi?
Ragazzi e ragazze che frequentano la scuola media.
Quando?
Martedì e mercoledì dalle ore 15.00 alle ore 16.00
Dove?
Qui in oratorio
Come faccio a partecipare?
I tuoi genitori devono parlare con noi in oratorio
Ti aspettiamo!!!!!
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Se vuoi aiutarci come volontario dai il tuo nome
a padre Guglielmo o a Paolo
GIOVANI IN ORATORIO…
La proposta formativa in oratorio è data dall’esperienza dei gruppi che si ritrovano
settimanalmente per incontri e iniziative varie animati da giovani educatori.
Segnaliamo i giorni e gli orari di ritrovo per chi volesse partecipare.
Gruppo 2000: venerdì dalle 17 alle 18 (con Jean Paul, Rebby e Sara)
Gruppo 1999: lunedì dalle 17 alle 18 (con Filippo, Ruggero e Chiara)
Gruppo 1998: lunedì dalle 17 alle 18 (con Marco, Chiara e Simona)
Gruppo 1997: domenica dalle 18.30 alle 19.30 (con Lu, Dani, Bene e Michi)
Gruppo 1996: giovedì dalle 18.30 alle 19.30 (con Irene e Giuditta)
Gruppo 1995: martedì dalle 21 alle 22 (con Johann, Robi e Giulia)
Inoltre segnaliamo che è iniziata la proposta del “Gruppo Giovani”, che si ritrova ogni
due settimane dalle 21 alle 23 in oratorio.
Prossimo appuntamento sarà martedì 27 novembre p.v.
FOGLIOinfoRMATIVO - n. 415 - Novembre 2012
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Agenda della comunità
“LA FEDE SI RAFFORZA DONANDOLA”
(Giovanni Paolo II)
1 - Il giorno 9 dicembre 2012 sarà il 50° Anniversario della Canonizzazione di
San Pier Giuliano Eymard
Ricorderemo questo evento con alcune iniziative speciali:
a - A fine novembre mostra sulla vita di San Pier Giuliano Eymard
b – Il 30 novembre alle ore 20,30, avremo tra noi padre SANTI RIZIERI, Superiore
Provinciale dei Padri Sacramentini, ci parlerà della fede di questo Apostolo dell’Eucaristia.
La meditazione di Padre Rizieri sarà accompagnata da un
Concerto di musica dell’800
con SILVIA CATTANEO al pianoforte e STELLA CATTANEO al violino
c – Domenica 9 dicembre, giorno del 50° anniversario della Canonizzazione di
S. Pier Giuliano, alle ore 11,30 solenne Concelebrazione Eucaristica, presieduta da
Sua Eccellenza Mons. ERMINIO DE SCALZI
2 - Il 14 dicembre, sempre alle ore 21,00, guarderemo al “Padre dei credenti”, Abramo.
Ci parlerà di lui il salesiano don FRANCO SGANZERLA, parroco di Sant’Agostino.
- Mercoledì 21 novembre alle ore 21,00: Riunione Genitori Catechesi 2° anno (2003)
- Domenica 2 dicembre: alle ore 17,00 Adorazione Comunitaria.
- Lunedì 3 dicembre alle ore 21,00: Riunione Genitori Catechesi 1° anno (2004)
- Ogni venerdì: “LECTIO DIVINA” sul libro degli Atti degli Apostoli, alle ore 16,30
in cappella.
- Domenica 9 dicembre alle ore 16,00: Battesimi.
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PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI
CENTRO CULTURALE
PROGRAMMA NOVEMBRE – DICEMBRE 2012
CONOSCERE MILANO: visite guidate dalla Prof.ssa Roda e dall’Arch. Torri
- mercoledì 21/11, ritrovo ore 10,00 in piazza S. Babila (davanti alla chiesa) per visita ai
palazzi di Corso Venezia.
MOSTRE
Mostra a Milano (Palazzo Reale) di PICASSO Capolavori dal Museo di Parigi.
Ci sono ancora posti disponibili per le visite guidate di:
- Martedì 18/12 ore 17,20 ingresso museo
- Sabato 29/12 ore 16,45 ingresso museo
Mostra a Torino (Palazzina del “Valentino”) DEGAS – Capolavori da Musèe d’Orsay.
Mercoledì 12/12. Ritrovo in piazzale Farina alle ore 8,15.
Pranzo libero e ritorno previsto per le ore 19,00.
CORSI COMPUTER E ACQUARELLO
Si accettano iscrizioni.
“IL GIROLIBRO”
Ricordiamo che nei locali del Centro Culturale è tutt’ora attiva una piccola biblioteca
dove si può prendere e portare libri di “larga” lettura, senza particolari formalità e con il
solo intento di “far girare” i libri già letti. Unica attenzione, fare in modo che il libro non
vada perso e continui ad avere la sua opera “acculturatrice”.
TERZA ETÀ
Incontri per il mese di Novembre - Dicembre Alle ore 15,30
Giovedì 22 novembre: Incontro con Padre BATTISTA : Le Parabole di Gesù.
Giovedì 29 novembre: Tombolata e festa di compleanni
Giovedì 6 dicembre: Ricordiamo i 50 anni della Canonizzazione di
S. Pier Giuliano Eymard
Giovedì 13 dicembre: Il Concilio vaticano II: rileggiamo i documenti
(Sig.ra Renata Andreotti)
Giovedì 20 dicembre: Ci scambiamo gli auguri per il Santo Natale.
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Nella comunità parrocchiale
HANNO RICEVUTO IL BATTESIMO
Bruno Dondè 11/11/2012
Giulia Porcu 11/11/2012
Giorgia Pietrobon 11/11/2012
Roberto Guidi 11/11/2012
ABBIAMO ACOMPAGNATO ALLA PACE ETERNA
Elisabetta Radaelli 16/10/2012 (anni 50)
Lucia Martini 18/10/2012 (anni 91)
Rosa Camia 17/10/2012 (anni 89)
Laura Scansani 28/10/2012 (anni 84)
Giovanni Morosin 31/10/2012 (anni 87)
Antonio Vaccaro 10/11/2012 (anni 85)
Direttore responsabile p. Vittorio Battaglia – Stampa Francesco Canale – Un ringraziamento particolare a tutti coloro che collaborano
con gli articoli,alla fascicolatura e alla diffusione del Foglio Informativo.
Trovate il Foglio Informativo anche su: www.americisss.it
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PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI
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Foglio n. 415 - Parrocchia Sant`Angela Merici