Il Centro Studi Isola d'Ischia ne ha ricordato la sua figura e attività... Piero Malcovati guida del termalismo ischitano di Gina Menegazzi Lunedì 11 novembre 2013, presso la Biblioteca Antoniana, il Centro Studi Isola d’Ischia ha organizzato un incontro per ricordare Piero Malcovati, medico filantropo, a cinquant’anni dalla scomparsa, inaugurando altresì una mostra, aperta fino all’8 dicembre, che attraverso gli scritti del professore, le opere che lui ha fatto realizzare e le testimonianze pittoriche da lui raccolte1, illustra al meglio la personalità dell’uomo e dello studioso. Nel suo progetto volto a riportare alla memoria i protagonisti del '900 ischitano, e dopo aver onorato Francesco Iovene, Giovan Giuseppe Cervera, Onofrio Buonocore e Aniellantonio Mascolo, il Centro Studi si è imbattuto in un personaggio non ischitano, che ha dimostrato di amare tanto la nostra isola e la cui importanza per Ischia è stata decisiva. Piero Malcovati, medico generoso, è stato molto ben illustrato sia dai vari relatori: Antonino Italiano, presidente del Centro Studi Isola d’Ischia; Carmine Monti, sindaco di Lacco Ameno; Giosuè Mazzella, assessore del Comune d’Ischia; Giovan Giuseppe Balestrieri, presidente del Centro Studi Termali “Giulio Iasolino”; Fausto Malcovati, uno dei figli; Giuseppe Silvestri, storico; Giuseppe Di Costanzo, presidente dell’Associazione Termalisti Ischia; Riccardo D’Ambra, cinefilo, sia dall’ampio materiale presentato: eccezionali filmati d’epoca 1 Documenti messi a disposizione dalla famiglia Ischia - Biblioteca Antoniana, incontro per Piero Malcovati 16 La Rassegna d’Ischia n. 6/2013 Piero Malcovati e testimonianze di persone che conobbero ed ebbero modo di apprezzare l’umanità e la generosità del Professore, montati da Gianni Mattera, e mostra documentaria curata da Ernesta Mazzella e Gilda Cortese. La serata è stata poi conclusa da un omaggio che sarebbe stato particolarmente gradito al Professore: la “’Ndrezzata” di Buonopane è venuta ad accogliere i partecipanti all’uscita dal convegno e li ha allietati con questa antica danza. Ma chi era Piero Malcovati? Nato a Pavia nel 1902, questo insigne ginecologo ha svolto un’intensa attività ospedaliera, affiancandola a quella didattica, e ha pubblicato più di 130 fra testi e relazioni. Fu direttore, tra l’altro, dell’Istituto Provinciale per la Maternità di Milano. In un momento storico che vedeva ancora molto forte il preconcetto che il parto dovesse essere per forza doloroso, ha introdotto in Italia il metodo della preparazione psicoprofilattica. Tale metodo, volto a interrompere il circolo vizioso paura-tensione-dolorepaura durante il parto, fu approvato ed elogiato da Pio XII nel corso di una udienza riservata agli ostetrici dei Paesi occidentali.2 2 Introduzione alla psicoprofilassi ostetrica, in Riv. di ostetricia e ginecologia pra- Malcovati si è preoccupato inoltre dell’assistenza della donna durante il parto e il puerperio, fondando anche una sezione ostetrico-ginecologica per infermiere, realizzando e dirigendo un consultorio prematrimoniale e istituendo un centro di preparazione psicoprofilattica al parto. Specializzato in idroclimatologia e appassionato bibliofilo, il professor Malcovati durante la guerra, a seguito del bombardamento della nave “Arno” sulla quale era imbarcato come ufficiale medico, fu costretto a terra, a Napoli, e si dedicò ad approfondite ricerche presso la biblioteca dei Girolamini, ove rinvenne due preziosi e quasi sconosciuti testi medievali sulle acque termali partenopee3 che lo portarono a coltivare un costante interesse per il trattamento crenoterapico delle affezioni femminili, la climatoterapia nel campo ostetrico-ginecologico e le cure termali in ginecologia. In occasione del congresso della Società d’Idroclimatologia che ebbe luogo a Napoli nel 1948, e la cui ultima giornata si svolse a Ischia, Piero Malcovati, oltre a presentare la sua comunicazione4, portò l’intero gruppo di scienziati a redigere un ordine del giorno in cui si esprimeva il rammarico che le locali sorgenti non fossero sufficientemente valorizzate con attrezzature moderne, sì da consentire un’adeguata utilizzazione. Nell’anno successivo, venuto a conoscenza che le Terme Regina Isabella di Lacco Ameno erano in tica, XLII [1960], pp. 699-715; Medicina psicosomatica in ostetricia, in Medicina psicosomatica, VII [1962], pp. 117-162 3 Pietro da Eboli, De Balneis Terrae Laboris ed Elisio, La volgare instauratione Elisiana de li bagne neapolitane et puteolane ad comone utilità de li indocte. Et recreatione delle gente marime per le primarie femine de la felice campania in Annali di ostetricia e ginecologia, Anno LXVI [gennaio-dicembre 1944] 4 Le cure termali in ginecologia. Relazione al XXVII Congresso nazionale di idroclimatologia in Annali di ostetricia e ginecologia, LXX [1948], pp. 503-531 vendita, le acquistò, insieme ad altri amici, fondando la società Pithecusa. La loro ristrutturazione, però ben presto richiese dei capitali che la società Pithecusa non aveva. Malcovati si rivolse allora ad Angelo Rizzoli, di cui era amico, e questi, pur valutando che l’operazione sarebbe stata in perdita, si fece coinvolgere dall’entusiasmo del medico e diede vita ad un’impresa che, nel breve volgere di pochi anni, trasformò completamente la fisionomia di Lacco Ameno e diede un grosso impulso alla nascita dell’industria turistica su tutta l’isola. Il Malcovati avrà modo di scrivere: “Tutto ciò è potuto accadere perché le forze propulsive di questo animoso rinnovamento non sono state, come spesso accade, l’interesse, il calcolo, la speculazione, ma l’entusiasmo, la fede e – lasciatemi dire – la fantasia, nell’accezione squisitamente napoletana di questa parola, che vuol dire gioia di sognare cose belle, grandi, liete e quasi distaccate dalla realtà della vita.”5 Questo sviluppo infatti si svolse con il costante supporto scientifico del Centro Studi Termali, creato da Piero Malcovati per l’occasione e da lui diretto, il che ha fatto sì che non si trattasse solo di un rilancio turistico, ma che avesse anche una forte base scientifica. Il Centro Studi fin dall’inizio pubblicò una serie di studi, effettuati per suo incarico dalle Scuole Universitarie di tutta Italia, e organizzò alcuni congressi a Ischia, il più importante dei quali fu quello del 1958, a cui parteciparono più di 600 studiosi da 20 nazioni. Le terme, secondo Malcovati, erano patrimonio di tutti, e, vista l’enorme ricchezza e differenza di caratteristiche tra un luogo e l’altro dell’isola, egli avrebbe voluto svilupparne 5 Nascita, vita e miracoli di Lacco Ameno Terme, Estratto da “Terme e Riviere” – Giornale di Idrologia e Turismo – Pisa. Numero straordinario per il Congresso Internazionale di Idrologia – Ischia 4-8 ottobre 1958 le varie capacità idrotermali e dotare ogni comune di uno stabilimento termale moderno, scientificamente condotto. Il professore aveva nel frattempo acquistato, a Ischia Ponte, lo Scuopolo, antica torre di avvistamento contro i pirati, costruita nel 1580 da don Orazio Tuttavilla, come fu in grado di stabilire Maria Algranati, incaricata di svolgere studi e ricerche sulle origini della casa, poi pubblicati in un volumetto fatto stampare dal Malcovati con incisioni da lui volute. Questa casa “molto marinara”, come la definiva Vera Menegazzi Malcovati, moglie di Piero, fu sempre aperta, da un lato all’ospitalità di personaggi illustri e non - i premi Nobel Eugenio Montale e Josif Brodskij, il presidente della Repubblica Luigi Einaudi, l’onorevole Ezio Vanoni, Rizzoli stesso, il pittore Giuseppe Novello e tanti altri -, dall’altro a chiunque avesse bisogno. Come hanno ricordato vari testimoni, quando il professore era a Ischia, si formava, in Vico Marina, una lunga fila di persone che venivano a farsi visitare, o che portavano i loro figli. Piero accoglieva e visitava tutti, faceva comprare, se necessario, le medicine a sue spese, s’interessava di eventuali ricoveri a Milano. Fu sempre lui che convinse Rizzoli a costruire l’ospedale Anna Rizzoli, a Lacco Ameno, inaugurato dall’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, Amintore Fanfani, il 31 ottobre 1962. Ma l’amore per l’isola si manifestò anche in altro modo, in Malcovati: oltre allo studio, già ricordato, sulle origini dello Scuopolo, egli volle che il grande terrazzo della sua casa venisse pavimentato (nel dicembre 1957) secondo l’antica tecnica della “battuta del lapillo”, con una cerimonia che si protrasse per alcuni giorni e di cui è rimasta testimonianza nel filmato girato, su sua richiesta, da una troupe della Rizzoli Film. E, qualche anno prima, riscoperta nel paese di Buonopane La Rassegna d’Ischia n. 6/2013 17 l’antica danza della “’Ndrezzata”, si preoccupò di far rifare i costumi ai trenta figuranti, completi di scarpe fatte a mano e… valigia con il nome di ognuno, facendo arrivare da Milano il velluto verde, introvabile sull’isola. Ancora, nel 1954, in occasione del centenario dell’apertura del porto d’Ischia, volle far riprodurre, da stampe d’epoca, i costumi locali delle donne dell’isola, facendone confezionare un grande numero: alcuni, per la moglie ed altri, dalla sartoria della Scala, altri realizzati in maniera più semplice. Infine, non va dimenticata la sua passione per gli artisti locali: prima di tutto Luigi De Angelis, da cui acquistò numerosissime opere; e poi Aniellantonio Mascolo, per il quale organizzò una mostra a Milano nel 1959, alla Galleria San Fedele; e Mario Mazzella, i fratelli Colucci… Quando si spense improvvisamen- te, il 27 maggio 1963 a Milano, Piero Malcovati aveva ormai lasciato un segno indelebile della sua presenza nell’isola d’Ischia, non solo per la sua attività in campo scientifico Fausto Malcovati, figlio di Piero Nel suo intervento sulla figura di Piero Malcovati, il figlio Fausto ha voluto ricordare soprattutto i momenti della sua scoperta dell’isola e la successiva passione per questa terra, per le sue tradizioni, per le tante manifestazioni, alcune delle quali da lui scoperte ed entusiasticamente seguite. «La scoperta di mio padre dell’isola d’Ischia si può dire che comincia con il bombardamento della nave Arno, su cui era imbarcato come medico ufficiale; la nave dovette restare a lungo nel porto di Napoli e mio padre si dette da fare per seguire i suoi studi di idrologia. E così nel 1941, durante il servizio militare a Napoli, aveva rintracciato nella biblioteca dei Girolamini due interessanti pubblicazioni sulle terme partenopee: un poemetto di Pietro da 18 La Rassegna d’Ischia n. 6/2013 Ischia - Biblioteca Antoniana, la Ndrezzata e professionale, ma soprattutto per il suo rapporto con la gente, che fa sì che ancora oggi sia ricordato con immutato affetto e stima. Gina Menegazzi Eboli del 1200, il De balneis Terrae Laboris, e il trattato del medico napoletano Elisio, vissuto alla fine del 1400, in cui si parla dei bagni della Regione e dell’isola d’Ischia. L’esame di questi due testi lo stimolò a proseguire gli studi sulle strutture termali di queste zone. Nel 1939 si era iscritto a Parma alla Scuola di idroclimatologia e ginecologia, ed a Napoli concluse la sua specializzazione sugli studi termali in ginecologia. In occasione di un congresso del 1948 a Napoli, l’ultima giornata si svolse a Ischia e qui ci fu anche una comunicazione di mio padre; l’intero gruppo di scienziati in un ordine del giorno espresse il rammarico che le sorgenti non fossero utilizzate con attenzioni moderne, per consentirne una piena efficacia e funzionalità. L’anno dopo, 1949, venne segnalata a mio padre la possibilità dell’acquisto delle Terme della Regina Isabella di Lacco Ameno. Fu costituita una società detta Pithecusa, in cui i principali capitali erano forniti dall’ing. Campisi. Ma la ristrutturazione delle Terme richiedeva ulteriori capitali che la società Pithecusa non aveva. E a questo punto mio padre si rivolse a Rizzoli, che con i suoi capitali e con entusiasmo trasformò completamente la fisionomia dell’impresa. Rizzoli non solo finanziò la ristrutturazione delle terme, ma iniziò anche la realizzazione dei grandi alberghi, e poi la costruzione dell’Ospedale inaugurato ufficialmente nel 1962». Questa impresa aveva il supporto scientifico del Centro studi, voluto dal prof. Malcovati, sicché il rilancio termale poté contare su una forte base scientifica a cui il professore credette fin dall’inizio; pubblicò una serie di studi, organizzò alcuni congressi, tra cui il più importante si svolse nel 19581 a livello internazionale: furono accolti a Lacco Ameno scienziati e studiosi provenienti da tutto il mondo2. gioia di sognare cose belle, grandi e quasi distaccate dalla realtà della vita». C’era l’entusiasmo di una grande impresa basata sul supporto della vera scienza del termalismo. Fausto Malcovati ha letto una nota di suo padre ad inizio dei lavori: «Potrà sembrare da parte mia facile dire che dal punto di vista professionale la mia più grande soddisfazione sia aver assistito alla rinascita di Lacco Ameno Terme. È stata una rinascita, perché l’utilizzo di queste fonti si perde nella notte dei tempi. Ma quello che è accaduto dal 1951 in qua sembra sia stato per Lacco Ameno un parto miracoloso, mitologico, cui hanno dato forza il gigante Tifeo sepolto vivo nei visceri dell’isola d’Ischia e grazia Santa Restituta. Io posseggo – continua mio padre – e tengo ancora caro un piccolo dipinto di Luigi De Angelis che mi dà ogni volta che lo guardo una viva commozione. Il pittore ha colto poeticamente un’immagine fugace che ha per noi pionieri un sapore nostalgico: nella breve landa assolata e desertica ai piedi di Monte Vico solo il colonnato neoclassico delle Terme è in piedi, separato dal mare dalla bassa quinta delle casette rosa dei pescatori; intorno lo squallido scenario del più povero comune dell’isola con un retaggio di antica miseria appena allietata da prepotenti oleandri e dalle bouganville. Oggi una piccola, una perfetta città termale occupa quella landa deserta con le sue terme, con i suoi alberghi lussuosi, con la sua piazza armoniosa allietata dalla fontana, con i suoi studi e laboratori scientifici… Crediamo di poter affermare che in nessuna parte del mondo è accaduto nel campo idrologico qualcosa di simile: una creazione modernissima, originale, funzionale, sbocciata da una antica tradizione termale. Tutto ciò è potuto accadere perché le forze propulsive di questo grandioso rinnovamento non sono state, come spesso accade, l’interesse, il calcolo, la speculazione, ma l’entusiasmo, la fede e, lasciatemi dire, la fantasia nell’accezione napoletana del termine che vuol dire «Vale la pena adesso – ha inoltre detto Fausto Malcovati - raccontare qualcosa di quello che ha fatto mio padre per la riscoperta e il rilancio delle tradizioni locali dell’isola. Anzitutto la “Ndrezzata”, rilanciata proprio da mio padre che ne trovò le tracce nel comune di Buonopane, ed anche la cerimonia della battuta del lapillo (‘a vattute ‘e l’asteche) da parte di artigiani. Il terrazzo dello Scuopolo è fatto così. Altre cose cui teneva moltissimo erano la festa di Sant’Anna (organizzò alcune barche, una delle quali si chiamava Pithecusa, celebrazione dell’isola delle scimmie), la storia di Sant’Antuono, ambientata sull’Epomeo con il demonietto che tentava il santo. Partecipò anche alle celebrazioni del porto del 19543: si riprodussero i costumi dell’isola, basati su antiche stampe, alcuni realizzati dalla sartoria del Teatro La Scala di Milano. Inoltre dobbiamo ricordare la valorizzazione dello Scuopolo, acquistato, ristrutturato e rimodernato con la collaborazione di Luca Scotti e dell’architetto Sandro Petti. Fu mio padre a commissionare a Maria Algranati, scrittrice e poetessa napoletana, una ricerca sulle origini storiche di questa casa detta “La casa della torre”. E tutti si chiedevano dove fosse questa torre. La studiosa seppe risolvere il giallo4. Lo Scuopolo diventò per mio padre un luogo di ospitalità dei suoi amici. Vi passarono tante personalità: il premio Nobel Eugenio Montale, il presidente Luigi Einaudi, il pittore Giuseppe Novello, Ezio Vanoni e, naturalmente, Angelo Rizzoli. Forte fu anche la passione di mio padre per gli artisti isolani: Luigi De Angelis, di cui acquistò molti dipinti; Aniellantonio Mascolo, del quale organizzò una mostra a Milano nel 1959, e poi Mario Mazzella, Gabriele Mattera, ed altri. Fu amico di varie personalità isolane, come Sandro Petti, i Pignatelli, i Colucci, i Buchner…. nonché di molte famiglie dell’isola». 1 Al Congresso partecipò anche il prof. Camillo Porlezza, il quale ricordò la visita qui fatta nel 1918 da Madame Curie. 2 Il prof. Piero Malcovati vi svolse una relazione su Le cure termali salse radioattive nella senescenza femminile. Presentandone nel 1962 il volume con tutti gli interventi, egli scrive: «Sono lieto di presentare alla Classe medica italiana e straniera questo volume – edito dal Centro Studi e ricerche delle Terme Regina Isabella e Santa Restituta di Lacco Ameno d’Ischia, che raccoglie le relazioni e le comunicazioni del Congresso internazionale che ha riunito nel 1958 a Lacco Ameno in una unica assise eccezionalmente numerosa, operosa e qualificata, le International Society of Medical Hydrology e la Fédération Internationale du Thermalisme et du Climatisme. Credo di non eccedere nel compiacimento affermando che questo volume – che segna un nuovo titolo di nobiltà per il Centro studi e ricerche Lacco Ameno Terme – rimarrà a lungo nella letteratura medico-idrologica come un’opera di studio e di consultazione». Al termine è stato proiettato un filmato d’epoca e poi la sorpresa finale della Ndrezzata nel cortile del convento di Sant’Antonio: un omaggio riconoscente del famoso gruppo alla memoria di Piero Malcovati. Giuseppe Silvestri 3 Il prof. Malcovati pubblicò nella rivista L’Isola Verde, numero unico a ricordo del celebrato centenario dl porto, un articolo dal titolo Passato, presente e futuro di Ischia termale. Nel 1957 pubblicò anche un opuscolo dal titolo Lacco Ameno termale. 4 Note in merito allo Scuopolo e alla Torre si possono leggere nel sito www.ischiainsula.eu sezioni indicate nella Home, Pagine storiche: Le torri litorali (di Maria Algranati); Varie: Ischia Ponte – Borgo di Celsa (di Vincenzo Belli), Lo Scuopolo (di Maria Algranati). La Rassegna d’Ischia n. 6/2013 19